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Il trionfo di mr.

Scrooge
Mi tornato tra le mani in questi giorni il racconto Canto di Natale che Charles Dickens scrisse nel dicembre 1843, e loccasione stata b uona per leggerlo con attenzione, alla ricerca di qualcosa che avesse a che vedere con il nostro Natale di oggi. Voi conoscete quel racconto famoso e il suo famosissimo protagonista: quellEbenezer W. Scrooge (avaro, misantropo, gretto, materialista ed egoista) che disprezza il Natale e quelli che lo festeggiano, e poi finisce per convertirsi allo spirito natalizio, cambiando radicalmente la propria vita (e quella degli altri). E interessante, per prima cosa, specificare che cosa intendesse Dickens con lespressione spirito del Natale. Potremmo dire che una particolare disposizione danimo, alimentata da quella particolare atmosfera che si respira solo una volta allanno, il 25 dicembre: un giorno felice (a parte la venerazione dovuta alla sua sacra origine, anche se di ci si pu non tener conto), un giorno di allegria, di bont, di gentilezza, di indulgenza, di carit, lunico momento nel lungo corso dellanno nel quale uomini e donne sembrano disposti ad aprire liberamente il proprio cuore, disposti a pensare ai loro inferiori non come a creature di unaltra specie destinate ad un altro cammino, ma come compagni di viaggio, del medesimo viaggio verso la morte. Devo candidamente confessare che a me, cattolico, questa definizione appare parecchio insufficiente e inadeguata, ma qui vorrei sottolineare unaltra cosa: lo spirito del Natale, cos come Dickens ce lha specificato (con tutte le sue manifestazioni di bont e solidariet) qualcosa che rende luomo veramente uomo, nei confronti di se stesso e degli altri, ed ovviamente figlio di Ges Cristo (anche se, precisa lautore, di ci si pu non tener conto). Questa la data pi grande della storia scriveva nel 1954 Dino Buzzati - , dopodich si cambiata la faccia del mondo. Lo scrittore b ellunese (che, essendo cresciuto nell'Italia cattolica, aveva meno problemi a parlare di Ges Bambino) vedeva il Natale come uno strano fenomeno, perch un giorno in cui gli uomini si comportano, o cercano di comportarsi, in modo contrario al resto dei giorni dellanno e, miracolo dei miracoli, si sentono pure felici: Si mettono a eseguire con entusiasmo sincerissimo il comandamento pi spinoso di Nostro Signore Ges Cristo, che quello di amare il nostro prossimo!... Sissignori, oggi uomini e donne trovano pi soddisfazione nella gioia altrui che nella propria. E questo, salvo errore, si pu definire un bel miracolo. Lo stupore, per Buzzati, che per ventiquattrore gli uomini trovano la massima gioia nel fare quello che nei desideri di Dio. Dal che si arguisce che se gli uomini riuscissero a sostenersi tutti i giorni in questo volere, la societ sarebbe certamente pi giusta ed umana. E si arguisce pure che quanto c oggi di giusto ed umano nella nostra societ ha radici profondamente cristiane. Ma torniamo a Dickens. Mr. Scrooge, lavaraccio protagonista, un uomo che ha perso la strada, ed quanto di pi lontano vi possa essere da quelle radici. Tre spiriti si incaricano allora di metterlo di fronte alla realt della sua vita. Il secondo, in particolare, lo costringe a guardare cosa succede in casa di un suo dipendente, Bob Cratchit, il quale nella sua numerosa e povera famiglia ha un figlio handicappato, Tiny Tim. Nella fami-

glia di Bob proprio questo figlio il personaggio pi importante e onorato, messo al centro di tutta la festa di Natale. Di casi come il suo, Scrooge aveva detto, in precedenza: Se deve morire, meglio che cos avvenga: diminuir il numero della popolazione superflua. Ora deve subirsi il rimbrotto del fantasma: Uomo, se hai un cuore di uomo e non di pietra, cessa da certo linguaggio malvagio Puoi tu forse decidere quali uomini debbano morire e quali vivere? Pu darsi che agli occhi di Dio tu sia meno degno di stare al mondo che milioni di creature simili al bimbo di quel poveruomo. Signore! Sentire linsetto che cammina su una foglia dichiarare che sono troppi i suoi fratelli affamati che si trascinano nella polvere!. Dite pure quello che vi pare, ma finch la societ stata cristiana, e la secolarizzazione non aveva ancora devastato le coscienze e la morale della gente, un handicappato aveva la stessa considerazione di un uomo sano, anzi, maggiore considerazione, in quanto pi simile a Cristo. Il grande Emanuel Mounier aveva una figlia idiota, cui era riservato sempre il posto di capotavola, chiunque fosse invitato a pranzo. Inoltre vi era un sacro timore di decidere della vita degli altri, o meglio, di decidere della vita in quanto tale. Perch nessuna vita poteva dirsi superflua. E valori quali la bont, la solidariet, la carit, la gentilezza, erano considerati i pi alti e i pi importanti, tali da sopravanzare anche il successo mondano. Il ricco, avaro e materialista, era un personaggio da commiserare, come infatti commiserato Scrooge nel racconto di Dickens. Oggi si cerca di ribaltare questa scala di valori, e dobbiamo dire che lopera un bel pezzo avanti. Luomo della strada sostiene che un potenziale handicappato meglio sopprimerlo, finch si in tempo, perch la sua vita non sar felice. E la morale di Scrooge. E lui il vero trionfatore. Mentre i tre spiriti sono oggi in ribasso, e comunque avrebbero il compito immane di convertire l80 per cento della benestante societ occidentale, ex cristiana. Dickens non poteva prevederlo e il suo fantasma del Natale futuro aveva la vista troppo corta. S, ha vinto Scrooge, e la gente assomiglia sempre di pi alla sua maschera grottesca, disumana ed infelice, senza rendersene conto. E qualcuno ha pure il coraggio di sostenere che questo un progresso Gianluca Zappa

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