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spirituale, noi dobbiamo innanzitutto soffermarci sullorgano che il protagonista della lotta spirituale, il cuore. Tutta la vita spirituale procede da un centro intimo delluomo, della persona, un organo centrale, che, prima la Bibbia, e poi i Padri hanno chiamato cuore, qualche volta i Padri greci lhanno chiamato anche nus, ma, quando si fedeli alla tradizione biblica, soprattutto il termine cuore che attestato. Ora, questo un concetto che va ben oltre il valore quasi esclusivamente affettivo che viene attribuito al cuore dalla nostra cultura. Nellantropologia biblica il cuore,
linterno del vostro cuore con unanima incorruttibile, piena di mitezza e di pace; ecco ci che prezioso davanti a Dio. In realt, in Greco, c
scritto o criptos tes cardia antropos- luomo nascosto del cuore; questa lespressione. Cio in ciascun essere, in ciascuno di noi si cela un uomo interiore; daltronde la nostra esperienza: noi sentiamo una profondit che in certo senso va oltre quello che noi siamo
biologicamente, somaticamente; e compito di ogni uomo di essere consapevole di questo centro, di questa sua profondit, perch questa identit profonda si rinnovi ogni giorno. Certo, quando noi diciamo cuore nel linguaggio spirituale indichiamo simbolicamente qualcosa che ben rappresentato dal cuore umano; cio noi sentiamo nel nostro essere il cuore che pulsa e manda ovunque il sangue; lo sentiamo un organo centrale. Di conseguenza voi capite che per luomo biblico, luomo semita trovare un centro di tutta la persona era trovare il cuore; anche nel nostro linguaggio noi diciamo al cuore di una
cosa per dire al centro, alla sua profondit. Nel cuore avviene la
sinergia tra lo Spirito Santo che parla in noi, quello che il catechismo chiamava la grazia santificante e la grazia santificante lo Spirito Santo; non c altro nome, la grazia santificante lo Spirito Santo. Cio il luogo dove avviene la sinergia tra lo Spirito Santo e lo spirito umano; tra lo Spirito con la esse maiuscola, lo Spirito di Dio, e lo spirito che c in ciascuno di noi, con la esse minuscola; questo luogo in cui i due spiriti si incontrano e diventano sinergici proprio il cuore Noi abbiamo una espressione nella lettera ai Romani molto chiara a questo proposito: Lo
Spirito stesso -lo Spirito di Dio, con la esse maiuscola- attesta al nostro spirito -con la esse minuscola- che noi siamo figli di Dio. E
molto difficile, impossibile determinare dove termina la azione dello Spirito di Dio e dove comincia quella dello spirito umano, perch questo avviene in un livello che noi non siamo pi in grado di cogliere con precisione. Pensateci bene, ma, nella sua origine, ci che dello Spirito e ci che formulato dallo spirito delluomo noi non lo cogliamo. E quello che si chiedeva gi Geremia: Chi pu conoscere il cuore, Chi?, e poi gi Geremia, ma poi anche il Nuovo Testamento risponde: Solo Dio, Io, il
sono i reni. Perch anche questa lesperienza di noi uomini, sentiamo che insomma la vita dipende molto dai reni, sono luogo dove noi sentiamo dei dolori che noi non capiamo bene dove si originano e dove vanno. La grande esperienza della colica renale! E unesperienza spirituale, perch noi non capiamo da dove arriva il male: noi non cogliamo mai la colica renale; la pensiamo intestinale, abbiamo addirittura dei mali che stanno in una posizione, non ci diremmo dietro proprio ai reni; sono dolori radianti e nelle nostre profondit, tra laltro tra i peggiori che ci siano. Ma, tutto questo in qualche misura poi visto attraverso il cuore, e nel cuore, questa parte pi segreta di ogni essere umano, impenetrabile a noi uomini, solo Dio la conosce, nel cuore che impressa anche limmagine di Dio in noi, e solo Dio capace di avere uno sguardo altro sul cuore, uno sguardo pi profondo, pi veritiero della nostra lettura. Anche qui la prima lettera di Giovanni ci ammonisce: Se il nostro cuore ci rimprovera, Dio pi
grande del nostro cuore e conosce tutto. E poi, secondo Paolo, nel
cuore che si ritrovano tutti i doni dello Spirito Santo: lamore di Dio che stato effuso nei nostri cuori, la pace di Cristo che stata stabilita nel nostro cuore; e Cristo stesso abita per la fede nel nostro cuore. Per cui, quando si parla di una inabitazione di Dio in noi, nel cuore soprattutto che noi cogliamo il luogo per eccellenza in cui Dio sia fa presente e si fa sentire come presenza. Di conseguenza, voi capite che il cuore anche il luogo della risposta a Dio, risposta sia nella preghiera, risposta sulle labbra dunque, ma che deve salire dal cuore, ma anche risposta attraverso la fede, ladesione a lui, la speranza in lui, lamore per lui. Quando Dio entra in dialogo con noi, non entra in dialogo in un faccia a faccia, come una persona esterna a noi; ci parla nel cuore. Il dialogo che lui fa con noi nel nostro cuore; qualunque cosa, guardate, Dio ci voglia comunicare o passa nel nostro cuore o non diventa comunicazione. Anche ci che abbiamo ascoltato con le orecchie, anche ci che abbiamo visto con gli occhi o ha la possibilit di essere accolto nelle nostre profondit,
ma nel cuore che si decide se noi riconosciamo il Signore che parla o no, se noi accogliamo la sua Parola o no. Ecco perch la cosa pi importante allinterno della Scrittura avere un cuore che ascolta. Voi conoscete bene questo episodio, che paradigmatico -1 Re 3,9- quando Dio dice a Salomone giovane, che deve salire dal regno: Chiedimi cosa vuoi, e io te lo
dar; una proposta simile fatta a Dio da ognuno di noi, chiedimi cosa vuoi e io te lo dar.
In fondo Salomone, essendo diventato re, avrebbe potuto chiedere un regno enorme, la morte dei nemici, la distruzione degli imperi nemici di Israele; ma la cosa straordinaria che Salmone chiede esattamente un cuore ascoltante, un cuore capace di ascolto. Perch avere un cuore che ascolta significa davvero un cuore capace di ascoltare la parola di Dio, di accoglierla. Ges dir che nel cuore che seminata la parola di Dio, Mc 4, la parabola del seminatore . Nel vangelo di Luca Ges arriva a dire bisogna ascoltare con cuore largo e buono. Quindi alla fin fine anche lascolto dipende poi dal cuore che uno ha; e, proprio per questo, la malattia pi grande che c allinterno della Scrittura e che riguarda i credenti la sclerocardia, la durezza di cuore. Quando c la durezza di cuore, la sclerocardia, allora la Parola di Dio non riesce a entrare nel cuore, il cuore duro, indurito, calloso, insensibile, diremmo noi. Anche lesperienza del callo, guardate, unesperienza spirituale, perch, quando avete un callo, la zona diventa insensibile; non so se vi mai capitato, come, a un certo punto, vi cimentate con le forbici e un ago pur di tirarlo via, ma insensibile! Ecco, la sclerocardia, secondo il Nuovo Testamento, questa insensibilit, il cuore calloso, il cuore che non sente pi la parola di Dio. E questa, han sempre detto gi i rabbini, e poi i Padri della Chiesa, una malattia che viene subdola, si insinua in noi, ogni volta che ascoltiamo la Parola di Dio e non la realizziamo il cuore diventa pi calloso, sempre pi calloso, fino al punto che diventa insensibile alla Parola di Dio. E guardate che la Parola di Dio sentita come viva ed efficace,
pi tagliente di una spada a doppio taglio, che penetra -dice la Lettera agli
Ebrei- fino al punto di divisione di ci che psichico e di ci che
deserto, parler al suo cuore, dice Dio, rispetto alla sposa prostituta. Ma
proprio l dove parla Dio, l nascono le cupidigie, le passioni, fomentate dalla potenza del male, che sta accovacciato alla porta del nostro cuore. Ges dice -Mc 7,21-Dal di dentro, dal cuore degli uomini escono i
un altro concetto da semplice a unificato. Donami un cuore unificato, cio unifica il mio cuore, che sia un cuore non diviso, un cuore che non tende da una parte e dallaltra. Ecco questa la lotta durissima, battaglia fondamentale in cui il Cristiano chiamato, in fondo, al cammino di conversione. Solo un cuore di carne pu battere veramente, pu animare tutto il corpo. Un cuore di pietra, indurito, un cuore diviso non pu essere un organo vitale. Ovviamente parlare del cuore come luogo della lotta spirituale significa concepirlo come sede di un paziente lavoro interiore, sul piano prettamente umano. Lavoro difficile, faticoso: richiede capacit di attenzione, abitare il silenzio e la solitudine, pensare, ascoltare se stessi, elaborare interiormente ci che si vive esteriormente, nella consapevolezza che ci che autenticamente umano anche autenticamente cristiano. Insomma, sempre nel cuore delluomo che avviene la decisione essenziale, quella da cui dipende il senso delle nostre esistenze. E molto importante quel brano in Mc 7- di Ges, in cui dice: State attenti, non lesterno alla fin fine decisivo; ma dal cuore che
una serie di indicazioni importanti sulla fenomenologia della tentazione. Esemplificando le indicazioni, possiamo noi delineare un itinerario che si svolge con queste cinque tappe: 1. la suggestione, 2. il coinvolgimento, 3. lacconsentimento, 4. il compimento, 5. lassunzione, abitudine, passione vizio. E proprio dallultima tappa che in Occidente, a partire poi da Gregorio Magno si parla poi dei vizi capitali. Tutta la tradizione occidentale, il vizio, ma il vizio soltanto ci che di male diventato abitudine, diventato qualcosa di difficile ormai da estirpare, una passione permanente. Per importante cogliere questa dinamica, con queste cinque tappe. Cerchiamo di seguirle, e, se ciascuno di voi pensa a s, alle sue tentazioni, credo che questo vi faccia riconoscere questo processo. La tentazione innanzitutto si affaccia al nostro cuore a partire da stimoli che riguardano oggetti, creature esterne a noi, situazioni , e che si traducono ben presto in attivit immaginative e psicologiche. Nel nostro cuore affiora una suggestione, cio la possibilit di una azione. Un pensiero, unidea fuggitiva sollecitano il nostro immaginario, e dal sub-cosciente questa forza risale alla coscienza. Il Salmo 36 la chiama bene, -36,2-Nel cuore
dellempio parla l peccato Esattamente in Ebraico c Nel cuore dellempio c una suggestione seducente. Si tratta di un pensiero che
affiora. Certamente qui va evocata ancora una volta limmagine dellietser che sta accovacciato alla porta del cuore, vi ricordate la parola di Dio a Caino, il tuo istinto. Non a caso si parla anche di leone in agguato della preda, ripreso da 1 Pt, leo tamquam rugens. Insomma, c questo primo momento della suggestione, sul quale noi certamente non possiamo fare molto: luomo non pu non avere questi pensieri, non pu evitare di essere assalito: significherebbe che un uomo poco sensibile, che un uomo poco
vivo, se non sente, se non assalito da suggestioni. Per anche vera una cosa, anche vero che certamente queste suggestioni in parte almeno dipendono molto da noi. Non che noi dobbiamo semplicemente subirle. I Padri risolvevano normalmente dicendo: Per frenare, per eliminare le suggestioni c una sola via: il digiuno, e certamente chi talmente estenuato, almeno tutta una serie di tentazioni le accantona; perch quando uno non ha forza, certamente molti sogni non gli vengono. Per in realt noi dobbiamo pensare che queste suggestioni nascono dallaria che respiriamo, da quel che noi facciamo. Vi faccio un caso molto semplice. Se mangiate tanto alla sera e se bevete molto voi avete di notte il sonno pi tormentato del solito, succede a tutti, e i sogni normalmente aumentano la loro forza o angosciante, o la loro forza traumatica, o la loro forza anche di piacere, rispetto a quello che si mangiato la sera. E chiaro che dunque il cibo influisce, per non solo il cibo influisce sul nostro immaginario; influisce quello che noi vediamo. Sarebbe impossibile che noi, non so, tutta la sera passassimo a vedere delle immagini, e poi pensassimo che queste immagini non ci appaiono durante la notte. E anche quello lo sapete, immagini buone o cattive che voi avete visto la sera qualche volta di notte poi prendono addirittura delle connessioni nei sogni che voi dite Ma cosa centra?, finite poi allinterno dal subconscio si incrociano, emergono delle cose che stanno fra il mostruoso, tra lenigmatico, tra il nonsenso. Questo per dire che le suggestioni dipendono dalla vita che noi facciamo, dallatmosfera che respiriamo. Questo dobbiamo saperlo. Nessuno pu scansare la tentazione. I Padri del deserto dicevano Nessuno, se non
tentato, pu entrare nel regno dei cieli; togli le tentazioni e nessuno si salva. Questo un detto del grande Antonio, il Padre del deserto. I
movimenti iniziali, le suggestioni sono involontarie, si differenziano da persona a persona a seconda delle dominanti cui ciascuno pi esposto anche in ragione della propria struttura personale, della propria storia, delle proprie fragilit e tendenze al peccato, ma queste suggestioni dipendono anche dal nostro modo di vivere dagli incontri dalle letture
dalle immagini. Un tempo nella catechesi era Non fare letture cattive,
sia per prima cosa pieno di coraggio domandagli chi sei e da dove vieni?
Qui c il linguaggio immaginifico dei padri del deserto, che loro subito
vedevano il demonio dietro a un pensiero malvagio. Daltronde quando voi a un certo punto siete invasi da qualcosa che pi forte di voi, voi dite Ma
demonio che mi mette ansia? Uno che mi mette angoscia? Un Demonio che mi mette disperazione? Uno che mi trascina in un senso di colpa? Uno che mi d la vertigine? Ecco decodifichiamo.
Allora noi dobbiamo avere questa capacit del discernimento. I padri del deserto insistono e dicono: guarda che i pensieri son come i serpenti: prima che ti arrivi vicino colpiscilo alla testa, se tu non lo colpisci alla testa in realt lui si avvicina talmente a te che poi ti fa la puntura mortale. E nella regola di Benedetto voi sapete che c addirittura questa strana esegesi del Salmo 136, molto spiritualizzata Babilonia
daltri.
quindi
noi
dobbiamo
stare
molto
attenti
questo
acconsentimento. Quando c lacconsentimento ci si apre anche poi a compiere lazione appena loccasione c data. Anche qui, la spiritualit tradizionale dava quel consiglio che noi non sappiamo pi dare a nessuno:
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Fuggi le occasioni, per il problema questo: noi abbiamo delle cose che dobbiamo fuggire, perch se non le fuggiamo non siamo assolutamente pi in grado di dominarle. Una volta che noi le acconsentiamo dentro di noi col cuore, il problema solo quando arriva loccasione, e una volta che c il compimento ecco c il peccato, e infine quando il peccato reiterato, noi arriviamo a quellabitudine, la passione, lassuefazione, il vizio: un moto che si nasconde nel cuore da lungo tempo e che ormai ci attrae frequentemente, sicch il cuore catturato da quel pensiero volontariamente e spontaneamente. Ed ecco la lotta. Consapevoli di questa dinamica che abbiamo descritto, noi Cristiani dobbiamo prepararci alla lotta spirituale, perch questa la condizione preliminare per ottenere qualche risultato. Ci richiede innanzitutto che noi siamo svegli a noi stessi: La spiritualit
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carit e il mezzo efficace per lottare contro quelli che un grande monaco del sesto secolo chiamava i tre giganti potenti : lignoranza, loblio e lindolenza. La vigilanza la matrice di tutte le virt cristiane; non abbiamo bisogno di niente altro che uno spirito vigilante, e lo sforzo di vigilanza teso a sgomberare il cuore del credente da distrazioni e da patologie che ostacolano la vita spirituale, contribuiscono a creare luomo non distratto, non preoccupato. Basilio ha caro poi questo vocabolo, e lui dice: Chi il
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lotta: Vegliate e pregate per non cadere in tentazione, significativo questo. Quando uno ha davanti a s la tentazione sa che gli strumenti sono un cuore vigilante e la preghiera, nientaltro. Nella filocalia : I nostri
padri, udendo il Signore che dice nel Vangelo che dal cuore escono cattivi pensieri, omicidi , fornicazioni, adulteri, furti, false testimonianze, bestemmie, e che questo ci contamina luomo, e udendolo ordinarci di purificare linterno del bicchiere, affinch anche lesterno divenga puro, lasciarono ogni altra opera spirituale e lottarono con tutte le loro forze per questa sola opera, cio la custodia del cuore, perch erano convinti che insieme a questopera avrebbero acquisito ogni altra virt; senza la custodia del cuore invece non possibile che sia acquisita, e che permanga costantemente, alcuna virt. Alcuni dei nostri padri hanno chiamato
questopera esechia del cuore, quiete del cuore, altri attenzione, altri vigilanza, altri discernimento dei pensieri e custodia dellintelletto; sta scritto infatti se si leva dinanzi a te lassalto del
diavolo, non lasciare che entri nel tuo luogo, Qoelet 10,4 e per luogo si
intende il cuore, e il Signore Nostro dice nel Santo Vangelo non
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