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Anno XXXVI n.

240 Gennaio 2014

NOTIZIARIO

Provincia di Lombardia S. Carlo Borromeo dei Frati Minori

In copertina: Dolce riposo Fr. Costantino Ruggeri 1944 Questanno le immagini delle copertine del Notiziario saranno dedicate a una serie di opere di fr. Costantino Ruggeri. Un modo per riscoprire e ammirare le doti artistiche del nostro confratello. Iniziamo con un dipinto considerato dallautore la sua prima vera opera. Un frate adagiato su un tavolo riposa, la forma evoca una montagna, luogo che nella tradizione biblica destinato allincontro con Dio. Questo un soggetto che fr. Costantino riprender pi volte in altre raffigurazioni utilizzando tecniche diverse.
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Indice
Consiglio Cooperazione Province Nord Italia
10 gennaio 2014 3

Dal Definitorio
Milano Convento S. Antonio 7 gennaio 2014 8

Testimonianze di vita fraterna


Cardinal Loris Capovilla Alcune riflessioni sulla fraternit Le dinamiche pasquali della fraternit cristiana Seconda Parte Giovent Francescana Monza Bibliodramma Rezzato Novit da Monza 23 26 27 30 32 37 22 14 12

FilmiAmo LeggiAmo Fr. Emanuele Pedrini Notizie di Casa

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Consiglio di Cooperazione Province Nord Italia


Lincontro del Consiglio di Cooperazione convocato a Milano S. Antonio, presenti tutti e sei i Ministri, presiede lincontro il Delegato del Ministro generale fr. Massimo Fusarelli. LOdG il seguente:
1. Incontro

Milano S. Antonio 10 gennaio 2014

con il Delegato del Ministro generale per la

programmazione del cammino;


2. Consiglio Fope: riflessioni e proposte (fr. Fabio Piasentin); 3. considerazioni

e proposte sulla collocazione delle case

formative (vedi traccia inviata);


4. varie ed eventuali.

Si inizia alle 9.40 con la lettura di Evangelii Gaudium 234, la preghiera dellAve Maria e linvocazione a Maria sede della Sapienza. Fr. Francesco Bravi introduce lOdG e saluta il Delegato del Ministro generale fr. Massimo Fusarelli, che da oggi in poi presieder il Consiglio di Cooperazione (CdC). A una parte dellincontro sono presenti anche il Moderatore Fope fr. Fabio Piasentin e la consulenza. Alle 12.45 si sospende per il pranzo, si riprende poi alle 14.30. 1) Incontro con il Delegato del Ministro generale per la programmazione del cammino Fr. Massimo Fusarelli, della Provincia Romana dei SS. Apostoli Pietro e Paolo, recentemente nominato Delegato del Ministro generale per accompagnare le nostre sei Province nel cammino di unione, presenta i contenuti del proprio mandato a partire dal Decreto di nomina inviato dal Ministro generale (prot. 104303/S 470-13 del 20/12/2013) che formalizza la decisione del Definitorio generale del 19/12/2013 in risposta alla richiesta che avevamo avanzato, in obbedienza a quanto richiesto e deciso dai Capitoli provinciali delle sei Province OFM del Nord Italia.
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Presidente del Collegio e presenta il lavoro che chiamato a svolgere. Riconosce il lavoro svolto e in atto e si auspica lapertura verso il futuro, chiede anche di essere aiutato nello svolgimento del proprio servizio. Si tratta anche di capire lo stile e il modo con cui procedere come garante di un lavoro di comunione e per dare impulso a questo cammino. Anche se non scritto nel Decreto ritiene importante riferire periodicamente al Ministro generale sul procedere del cammino. Segue uno scambio tra i Ministri e il Delegato. 2) Consiglio Fope: riflessioni e proposte (fr. Fabio Piasentin) Il Moderatore Fope del Nord Italia presenta una serie di riflessioni e proposte emerse allinterno del Consiglio Fope del Nord Italia tenuto il 12/12/2013. I punti toccati sono:
-

Verifica giornate di formazione per i Guardiani del 2-5 dicembre Informazioni dal Convegno formatori COMPI Aggiornamento settore U5 Programmazione giornate zonali di maggio 2014 Rielaborazione delle proposte emerse dallAssemblea dei Guardiani Varie ed eventuali

Ci si sofferma sulle giornate interprovinciali. I punti sui quali articolarle sono:


-

Momento fraterno Momento celebrativo Riflessione sulle provocazioni che ci vengono da papa Francesco: momento di testimonianza e scambio a gruppi tra i frati

Titolo della giornata: Provocati da papa Francesco: le pecore con lodore del pastore Luoghi: Torino, Lonigo, Bologna. Sar inserita una presentazione e un saluto da parte del Delegato che poi presieder lEucaristia. Segue uno scambio tra il CdC e fr. Fabio Fr. Fabio presenta poi il punto 5 del verbale riguardante le proposte emerse dallAssemblea dei Guardiani.

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Si valuta positivamente lidea delle settimane di inserimento in fraternit di altre Province (lobbedienza settimanale), da lanciare alle giornate interprovinciali di maggio, raccogliendo entro giugno le adesioni. Ogni Provincia indicher almeno un paio di fraternit presso le quali si pu fare lobbedienza settimanale. Va fatta una breve descrizione dellambito in cui ci si pu inserire (es. Santuario, Parrocchia, ecc.) e del periodo in cui meglio inserirsi. Il pellegrinaggio di alcuni giorni in una delle Province del Nord piace a tutti e va organizzato; cos pure gli Esercizi spirituali in Terra Santa che possono essere inseriti nel calendario annuale. bene anche distribuire nel tempo le varie iniziative. Andr anche organizzato il Capitolo delle stuoie nel 2015. Si chiede perci al Consiglio Fope di fare una proposta di calendario con le varie iniziative. Questione della prospettiva qualificante: si pone laccento sullidea emersa che la prospettiva qualificante non fosse unattivit specifica ma qualcosa di trasversale che tocca lincarnazione del carisma su tutto il territorio, ad es. attraverso il PVF nelle Fraternit per far crescere la qualit della nostra vita e missione, anche attraverso un Progetto di Vita che riguardi la nuova Provincia e nel quale si identificano gli aspetti che sono rilevanti per lincarnazione del nostro carisma oggi. Si evidenzia limportanza di distinguere tra lAssemblea dei Guardiani e le sessioni formative per i Guardiani, valorizzando lAssemblea per un coinvolgimento dei Guardiani nel cammino interprovinciale e le sessioni formative per seguire una linea formativa progressiva tenendo conto di quanto emerso nella verifica delle stesse (es. il tema della frustrazione e dellaccettazione del limite nel servizio di Guardiano). Per la comunicazione, al momento si ritenga che vada ulteriormente incrementata e qualificata la NewsLetter. Si riprende alle 14.30 e si concorda di eleggere Segretario interprovinciale fr. Stefano Dallarda della Provincia Lombarda di S. Carlo Borromeo. Placet omnibus.

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3) Considerazioni e proposte sulla collocazione delle case formative (cfr. traccia inviata) Fr. Francesco Bravi presenta la traccia di riflessione elaborata insieme a Diathesis dopo il precedente incontro del CM, nella quale si tenta di fare una sintesi delle posizioni emerse in seno ai Definitri provinciali e nella discussione dellultima riunione del CM. Seguono una serie di precisazioni e unampia discussione da parte degli stessi Ministri per aiutare anche il Delegato del MG a capire lo stato della situazione. Fr. Massimo Fusarelli conclude dicendo che entro giugno fare una visita fraterna alle Case interprovinciali di servizio e di formazione. Per la prossima volta preparer anche una bozza che raccolga gli orientamenti emersi in questa riunione del CdC per arrivare a una decisione sulle Case di formazione. Gli altri passi andranno fatti un po alla volta. Il Delegato ha chiesto del tempo per ponderare la questione, lasciar maturare la materia ed arrivare a una scelta frutto di adeguato discernimento. 4) Varie ed eventuali a) Fraternit di Torino S. Antonio Fr.. Francesco Patton riferisce sullincontro avuto a Torino con il Guardiano e la fraternit di S. Antonio in data 8-9/1/2014. Ha avuto modo di stare un paio di giorni con la fraternit partecipando alla preghiera, ai pasti e ai momenti di fraternit, incontrando il Ministro provinciale fr. Maggiorino nel pomeriggio dell8/1, il Guardiano fr. Pietro Pagliarini al mattino del 9/1 e la fraternit al pomeriggio del 9/1. Nel complesso lincontro con la fraternit stato positivo e le potenzialit per ripartire con un progetto significativo e di qualit ci sono, sar importante che come CM continuiamo a far sentire la nostra vicinanza, il nostro appoggio e il nostro incoraggiamento. b) Economi Fr. Mario Vaccari riferisce sullincontro con gli Economi dello scorso 20 dicembre a Milano. Per la prossima riunione del CdC sar possibile anche eleggere il Coordinatore. c) Assemblea Definitri Sar celebrata in agosto da luned 25 a venerd 29 a Bardonecchia (TO). d) Incontri Delegato - Definitri e Visita canonica
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Da marzo in poi fr. Massimo disponibile ad incontrare i singoli Definitri; pensa di fare la Visita in una modalit trasversale e non Provincia per Provincia. A questo fine sar importante riflettere nel CdC per offrirgli suggerimenti sulla modalit migliore di svolgere la Visita canonica. Alle 16.51 il Delegato ringrazia per laccoglienza e per il lavoro svolto e termina la sessione odierna con lAgimus tibi gratias, augurando un lavoro proficuo e un buon viaggio.

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Dal Definitorio
Dopo la condivisione della mensa della Parola e del Pane eucaristico, alle ore 10.00, si iniziano i lavori con lapprovazione unanime del verbale del IV Congresso definitoriale. Il Ministro provinciale informa circa le condizioni dei fratelli ammalati. I frati ricoverati a Sabbioncello stanno abbastanza bene. Fr. Nazareno Panzeri ancora ricoverato in terapia intensiva ma le condizioni generali sono migliorate. Potr essere dimesso dalla terapia intensiva quando riuscir a respirare autonomamente. Il Ministro provinciale ricorda poi i principali eventi della vita della Provincia e delle fraternit. Il 27 dicembre 2013, a Varese, stato sottoscritto il contratto di vendita alla Fondazione Piatti di una parte dellimmobile sito tra via Crispi e via Marzorati - Varese. Si rimane in attesa della convocazione da parte della Diocesi di Milano per sottoscrivere la donazione della Chiesa, delloratorio e di parte dellex-convento. Il 2 gennaio 2014 stata sottoscritta una dichiarazione dintenti tra la Provincia e ling. Marco Bonometti. Con questo atto si formalizza limpegno della Provincia a cedere il ramo dazienda dellIstituto Luzzago allerigenda Fondazione Simpliciano Olgiati. Fr. Giambattista Delpozzo riferisce circa due recenti attivit della Pastorale giovanile: liniziativa Come piedi di cerva sulle alte cime vissuta a Bormio dal 20 al 22 dicembre 2013 con 15 giovani (catechesi itinerante sui sentieri innevati) e liniziativa Biblio-dramma a Rezzato con 6 giovani (corso intensivo per la lettura della Parola di Dio con tecniche psico-dinamiche che coinvolgono i sentimenti, gli affetti, la corporeit). Fr. Giambattista si dice soddisfatto dellesito delle due iniziative e auspica che nel futuro si possano coinvolgere i giovani che hanno partecipato a Biblio-dramma in alcune attivit di evangelizzazione. Il Ministro ricorda inoltre che nel convento di Milano s. Antonio, dal 3 al 6 gennaio 2014, stata organizzata una raccolta di generi organizzata la tradizionale mostra di icone russe per la raccolta di fondi per la Fondazione.
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Milano S. Antonio 7 gennaio 2014

alimentari per il Centro S. Antonio e che nella Chiesa di S. Angelo e in alcuni locali dellattigua Fondazione Fratelli di S. Francesco stata Fr. Marco Fossati ricorda che il 13 dicembre 2013, nel convento di Sabbioncello, stata organizzata lAssemblea degli economi locali. Lincontro, cui erano presenti tutti gli economi, stata una bella occasione di condivisione e di formazione, soprattutto per quanti hanno da poco iniziato il servizio. Nellincontro sono stati presentati i criteri per la redazione del commento al bilancio, si insistito su questo strumento per aiutare le fraternit nellanalisi critica della dimensione economica della propria vita. Fr. Marco conclude dicendo che tutti gli economi locali sembrano essere nella parte e svolgono il servizio con fedelt e serenit. Fr. Francesco Bravi riprende la comunicazione recentemente inviata a tutti i frati della Provincia ove notifica la nomina di fr. Massimo Fusarelli quale Delegato del Ministro generale per il cammino verso unione delle sei Province OFM del Nord Italia. Fr. Francesco Bravi legge il decreto di nomina, soffermandosi in particolare sui compiti e sui poteri che sono stati attribuiti al Delegato. Si convinti che la sua presenza aiuter tutti a procedere in armonia verso la costituzione della Nuova Provincia. Fr. Francesco Bravi riferisce circa gli argomenti discussi nel corso dellultimo incontro del Collegio dei Ministri, tenutosi a Milano il 13 dicembre 2013. Fr. Francesco ricorda che a partire dal prossimo incontro, presieduto dal Delegato, il consesso avr il nome di Consiglio di Cooperazione, cos come indicato nel Regolamento di cooperazione tra le sei Province approvato dal Definitorio generale. Fr. Francesco ricorda le decisioni del recente CPO, in particolare la decisione di ridurre ad 8 il numero dei Definitori generali, di questi 3 saranno espressione delle conferenze europee. Presto sar pubblicato e distribuito a tutti i frati il Documento finale: Vino nuovo in otri nuovi (Lc 5, 39). Il Ministro riferisce poi che nel corso dellultimo incontro si continuata la riflessione sulla collocazione delle case formative, in quelloccasione sono stati riportati i pareri dei sei Definitri e, di comune accordo, si deciso di concludere la riflessione avvalendosi della mediazione del Delegato del Ministro generale. Il Ministro poi informa che stata costituita la Commissione giuridica per la stesura degli Statuti particolari della Nuova provincia. Fr. Marco Fossati relaziona circa lincontro degli Economi provinciali, tenutosi a Milano il 20 dicembre 2013. Nel corso dellincontro sono stati definiti alcuni obiettivi per il lavoro dellanno: 1) definizione di un piano dei conti e di un programma comune per la contabilit degli

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economati provinciali, 2) continuare il lavoro per la definizione del Fondo comune (lipotesi che si sta delineando quella di una tassazione percentuale; il metodo di contribuzione in uso nella Provincia lombarda non attuabile in quanto chiede un senso di appartenenza forte alla Provincia, che maturer solo con il tempo), 3) chiarire con precisione le competenze degli uffici amministrativi (Genova-Brescia-Bologna), 4) Enti con personalit giuridica (Ente ex-novo per la Nuova Provincia, Trentino: ogni convento avr personalit giuridica cos come richiesto dalla Regione a statuto speciale, le attuali Province che hanno pi enti dovranno accorparli cos da giungere al 2016 con un solo Ente per Provincia). Il Coordinatore del settore carit, fr. Alessandro Caspoli, ha chiesto al Ministro il nominativo di un frate lombardo come referente per il settore. Fr. Francesco ha incaricato fr. Carlo Cavallari. Fr. Giampaolo Possenti, membro del Consiglio interprovinciale Fo.Pe., riferisce quanto deciso nellultimo incontro: 1) gli incontri Fo.Pe. interprovinciali si terranno il 5 maggio a Torino, il 6 maggio a Lonigo (VI), il 7 maggio a Bologna e avranno come tema: Provocati da papa Francesco (in particolare si rifletter sul metodo comunicativo e sullo stile del santo Padre come occasioni per convertire la nostra evangelizzazione e la nostra vita cristiana), gli incontri si concluderanno con la celebrazione eucaristica alle ore 15.00. 2) lincontro con le clarisse proposto dalla Federazione Liguria-Lombardia-Piemonte si celebrer a gennaio-febbraio del 2015, sar una proposta estesa a tutti i frati del Nord Italia, anche se la partecipazione sar dei frati delle tre Province su cui insiste la Federazione. Il Ministro provinciale ha intenzione di inviare a tutti i frati della Provincia una lettera in occasione della Quaresima, tempo privilegiato per i frati minori per la penitenza e lascesi (cfr. Regola, CC.GG. e SS.GG.). Il Ministro chiede al Definitorio suggerimenti circa i temi da trattare. Il Ministro presenta la situazione dei frati in missione o in servizio ad altre entit, si affrontano poi alcuni casi personali. Si stabilisce che il prossimo Congresso definitoriale si terr l11 febbraio presso il convento di Sabbioncello di Merate (LC). Ricorrendo la memoria della B.V.M. di Lourdes, giornata mondiale dellammalato, si celebrer leucarestia con i fratelli dellinfermeria e si amministrer il sacramento dellunzione degli infermi.

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I lavori del Congresso Capitolare si concludono alle ore 15.35 circa. A laude di Cristo e del Poverello Francesco. Amen!

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Testimonianze di vita fraterna


Tra Giovanni XXIII e san Carlo da Sezze
Un telegramma particolare al neo cardinale dai concittadini di san Carlo
Il beato Giovanni XXIII ebbe una particolare devozione al santo francescano Carlo da Sezze (1613-1670) essendo stata la sua prima canonizzazione, presieduta domenica 12 aprile 1959 nella Basilica di San Pietro. Infatti il successivo gioved 16 aprile, nella Basilica Lateranense in occasione del 750 anniversario della Regola francescana, dopo aver ricordato ai frati che anche lui era francescano in quanto Terziario, nato nelle vicinanze del convento dei frati Minori di Baccanello, disse parlando in terza persona: La scorsa domenica in San Pietro gustava una ebbrezza spirituale ineffabile nell'esaltare il nuovo Santo della Chiesa del Signore: San Carlo da Sezze, modestissimo fratello laico dei Frati Minori, a cui la grazia, la purezza, la semplicit, la ispirazione maturarono una corona cos fulgida di doni celesti quaggi e di gloria sovrumana ad incanto nostro, a nostro esempio, a nostra protezione. Tal conventino ancora agreste, ma tanto caro di Baccanello, ad evocazione di rimembranze dolcissime di tutta la Nostra vita, che vogliamo inviare quale dono Papale il reliquiario prezioso, che l'Ordine Serafico si compiaciuto di offrirCi a ricordo perenne del glorioso avvenimento. Come il grande Patriarca Francesco, cos il suo ultimo frate minore glorificato, San Carlo da Sezze, pauper et humilis, coelum dives

Monsignor Loris Capovilla

ingreditur, nymnis coelestibus honoratur, alleluia, alleluia.


Per questi motivi, appena avuta notizia che il prossimo 22 febbraio papa Francesco creer cardinale monsignor Loris Capovilla, stato inviato da Sezze al gi segretario di papa Giovanni XXIII i seguenti telegrammi: Il Centro Studi San Carlo da Sezze apprende con grande gioia la sua nomina a cardinale e, nellinviare i pi sinceri auguri e congratulazioni, invoca su di lei lintercessione di san Carlo da Sezze o.f.m. nel 400esimo anniversario della nascita di san Carlo da Sezze, canonizzato il 12 aprile 1959 da papa Giovanni XXIII, di cui lei instancabile custode del pensiero e dellinsegnamento, assicuriamo vive preghiere cardinalizia che onora la sua figura di grande levatura morale.
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al Signore. Il

Presidente, Antonella Bruschi. E ancora: Sinceri auguri e vive congratulazioni per la nomina

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Nellumilt e nella semplicit, operando al fianco di papa Giovanni XXIII, lei contribu alla canonizzazione, avvenuta per mano del papa buono il 12 aprile 1959, di san Carlo da Sezze o.f.m. di cui ricorre il 400esimo anniversario della nascita, le assicuro le mie preghiere al Signore. Dott. Ernesto Carlo Di Pastina, consigliere comunale di Sezze.

San Carlo da Sezze 1613 - 1670

Per un approfondimento
San Carlo da Sezze, La mia vita, Edizioni Porziuncola, Assisi 2011. Marco Roncalli, Giovanni XXIII. Angelo Giuseppe Roncalli, una vita nella storia, Ed. Lindau, Torino 2012.

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Alcuen

Alcune riflessioni sulla fraternit

LE DINAMICHE PASQUALI DELLA FRATERNIT CRISTIANA


Lectio di Matteo 18
TRE DIMENSIONI DELLA COMUNIT Costruire non dallalto, ma dal basso, significa anche riconoscere che il nostro vivere comune attraversato da alcune dimensioni, che sono le stesse dimensioni dellamore che Paolo ricorda nel celebre passo di

Efesini 3,17-19:
17Che

Relazione di Fratel Luca


Monaco di Dumenza

il Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri

cuori, e cos, radicati e fondati nella carit, 18siate in grado di comprendere con tutti i santi quale sia lampiezza, la lunghezza, laltezza e la profondit, siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio.
a) Laltezza della fraternit.
19e

di conoscere

lamore di Cristo che supera ogni conoscenza, perch

La fraternit conosce unaltezza, viene generata dallalto, dalla relazione con il Padre. Tutto il capitolo 18 ruota attorno a due domande dei discepoli. La prima posta al v. 1

Chi dunque pi grande nel regno dei cieli?


La seconda quella di Pietro al v. 21:

Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovr perdonargli? Fino a sette volte?.
A queste due domande Ges risponde come sempre andando ben oltre la domanda e correggendola. Comunque, a partire dalle due domande, la sua risposta pu essere divisa in due grandi parti, la prima centrata sul tema dei piccoli, la seconda sul tema del dover perdonare sempre. Entrambe queste due parti si concludono con il racconto di una parabola: quella della pecora smarrita nei vv. 12-14; quella pi lunga del servo spietato che perdonato non sa a sua volta perdonare nei vv. 21-35. Di solito certamente in questo caso Ges ricorre alle parabole per narrare del modo di essere e di agire del Padre, che trasforma il modo stesso di agire delluomo, quando questi si apre ad accogliere la logica diversa e paradossale del Regno.

14 aprile 2013
Ome (BS)

Seconda Parte

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Entrambe le due parabole di Mt 18 si concludono infatti con unaffermazione esplicita relativa allagire del Padre. Al di l del contenuto delle parabole, interessante osservare il modo con cui Ges risponde. Ai discepoli che gli pongono interrogativi su alcune dinamiche relazionali, Ges distoglie lo sguardo da questo livello orizzontale, per alzarlo verticalmente e fissarlo sul modo stesso di essere e di agire di Dio. Per rispondere occorre guardare al Padre. Questa dimensione verticale la incontriamo anche nella direzione opposta: non soltanto la comunit deve guardare verso il Padre, ma essa stessa deve sapersi sotto lo sguardo del Padre. I piccoli nella comunit sono coloro i cui angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre, afferma il v. 10. E unespressione simbolica che forse conosce pi significati, ma indubbiamente sta anche a dire che i piccoli sono coloro che, esposti al disprezzo, alla violenza, alla marginalit nelle relazioni interpersonali, vengono comunque custoditi dallo sguardo di Dio. Tutto ci ci aiuta a comprendere che linvito di Ges non soltanto a guardare il Padre, ma anche a configurare il proprio sguardo sul modo stesso che il Padre ha di guardare e di giudicare. Quel modo di guardare che poi si incarna in Ges di Nazareth che venuto a cercare, a chiamare, a salvare tutto ci che era perduto (v. 11: questo versetto con ogni probabilit da considerare uninterpolazione da Lc 19, 10, ma certamente il suo significato non affatto estraneo alla prospettiva complessiva di Mt 18). Linvito in negativo a non disprezzare i piccoli; in positivo esige di guardarli con i criteri stessi di Dio, il cui sguardo appunto si posa con benevolenza su di loro e in loro si compiace. La stima reciproca che essenziale perch ci siano delle relazioni fraterne, deve trovare il proprio fondamento in questo modo di guardare del Padre. Dunque vi anzitutto unattitudine contemplativa alla radice della fraternit. Contemplare a mio avviso implica almeno due atteggiamenti essenziali: fissare lo sguardo del cuore e della mente in Dio come amava ripetere Paolo VI e nello stesso tempo sapersi sotto lo sguardo con cui il Padre ci guarda. b) La profondit della fraternit Oltre a unaltezza, la fraternit conosce una profondit, una dimensione cio che scende nella vita di ciascuno. In Mt 18 questa dimensione mi pare emerga proprio dallinvito iniziale di Ges:

Se non vi convertirete e non diventerete come bambini non entrerete nel regno dei cieli (v. 3).

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La fraternit ha bisogno di questo movimento personale di conversione, che consente di impostare in modo evangelico le relazioni con gli altri. Tutto ci che viene richiesto (lattenzione ai piccoli, la correzione, il perdono, la ricerca degli smarriti) diviene possibile solo se si disposti a questo continuo incessante cammino di conversione personale. Sottolineo soltanto un aspetto: al v. 7 Ges afferma:

E inevitabile che vengano scandali, ma guai alluomo a causa del quale viene lo scandalo!.
In queste parole continua a trasparire una visione realistica: dopo la Pasqua il mondo, la storia, la vita stessa della comunit continuano a essere segnate dellesperienza del male, che spesso non pu essere estirpato subito come accade per la zizzania della parabola del capitolo 13. Tuttavia, se il discepolo non pu pretendere di eliminare la zizzania attorno a s e negli altri, deve al contrario vigilare su se stesso, per non diventare personalmente fonte di scandalo. Mt 18 estremamente misericordioso nei confronti del peccato del fratello, mentre invita ad essere radicali ed esigenti verso se stessi:

Se la tua mano o il tuo piede ti motivo di scandalo, taglialo e gettalo via da te.
Ges cita tre coppie di membra: gli occhi, le mani, i piedi. Sono gli organi corporei con i quali maggiormente ci relazioniamo con gli altri e con la realt nel suo insieme. Gli occhi sono lorgano del guardare, del comprendere, del desiderio, del giudizio stesso: nel mio pu esserci la trave con cui pretendo di giudicare la pagliuzza che c nellocchio del fratello (cfr Mt 7, 3). Le mani sono lorgano dellagire umano; i piedi quello del camminare, dellincontrarsi e del relazionarsi con gli altri, andando luno verso laltro. Luomo realizza se stesso attraverso queste relazioni: vedendo, agendo, camminando. Ebbene, dice Ges, meglio mutilare i propri occhi, le proprie mani, i propri piedi, se sono di ostacolo, di scandalo alla fede di qualcun altro, o al nostro stesso personale cammino di fede. Fuor di metafora, questa parola di Ges ricorda una cosa fondamentale per lesperienza della fraternit: ci che davvero di ostacolo la pretesa di affermare se stessi e la propria integrit sopra ogni altra cosa. Si tratta sempre del desiderio di diventare grandi. Lo scandalo maggiore che provochiamo e che finiamo poi per subire noi stessi viene proprio dal nostro io quando vuole prevalere, primeggiare, farsi grande, come ricorda il v. 1, realizzarsi cio in unautosufficienza con cui poi in definitiva crea il proprio inferno, la propria Geenna. E invece, dice Ges, meglio entrare nella vita zoppo, che essere nella Geenna con tutti e due i piedi. E meglio cio separarsi dal proprio piede, anzich dividersi da un fratello perch si fa fatica a camminare insieme con lui; meglio separarsi dal proprio occhio anzich imporre il proprio giudizio, o giudicare laltro con uno sguardo tagliente, duro, esigente, cos diverso dallo sguardo di benevolenza del Padre; meglio separarsi dalla propria mano, quando attraverso di essa si manifesta una volont di potere, di dominio, anzich la disponibilit di servire e accogliere i bisogni. Si entra nella vita, e dunque anche nella fraternit, non con una pretesa di autosufficienza, di integrit a tutti i costi, di affermazione di s, ma sempre un po mutili, o quanto meno potati, come i tralci della vite (cf. Gv 15, 1-11), nella disponibilit anche a lasciarci portare via qualcosa, a lasciarci strappare
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a noi stessi, perch il bene del fratello pu valere pi del mio stesso occhio. Allora se ti portano via la tunica offri anche il mantello, se ti schiaffeggiano, puoi offrire anche laltra guancia, se ti consegnano alla morte, puoi tornare a dire, nella grazia di Ges, il mio corpo per voi. Indubbiamente questo ferisce, mutila la nostra integrit, ma fa entrare nella vita. Alla base della fraternit non pu che esserci questo atteggiamento di consegna di s. Una consegna alla bellezza delle relazioni ma che nello stesso tempo espone sempre a dei rischi, a dei fraintendimenti, perch il fratello anche colui che pu peccare contro di te, che non ti ascolta quando lo correggi, che si scandalizza di te o che a sua volta ti causa scandalo. E dunque necessaria la consegna di s. Per il vangelo questa la logica pasquale della appartenenza. Si appartiene se e nella misura in cui ci si consegna. Le relazioni autentiche nascono, vivono e non muoiono solo nellorizzonte di questa consegna. E anche la logica pasquale dellEucarestia: nel momento in cui Ges si consegna che crea la nuova alleanza, la nuova comunione. Anche il discepolo, ogni volta che celebra leucarestia, si impegna a rivivere esistenzialmente, non solo liturgicamente, questa consegna che crea la comunit.

In questa consegna a volte c bisogno di perdere un occhio, una mano, un piede, di rinunciare a qualcosa di noi, che poi significa anche giungere a una pi profonda unificazione della propria vita. Noi diamo scandalo, e subiamo scandalo quando abbiamo una vita doppia, quando viviamo in una duplicit del desiderio o in una doppiezza degli atteggiamenti. Occorre allora unificare la vita, ricondurla a semplicit e a unit, a una monotropa, come dicevano i padri greci, a una unificazione profonda. La prima sorgente di comunione e di unit, anche allinterno della fraternit ecclesiale, un cuore, unesistenza che sanno unificarsi interiormente.
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c)

Lampiezza o la larghezza della fraternit. Occorre infine ricordare lampiezza come quarta dimensione pasquale della fraternit. La dinamica

pasquale che pone continuamente al centro proprio coloro che rischiano di rimanere ai suoi margini, comporta sempre per la comunit un movimento dinamico che la conduce costantemente a oltrepassare e a trascendere i propri confini. Ogni volta che ci che sul confine viene portato al centro, la comunit vive un movimento continuo di allargamento di s e di espansione tale da divenire anche un dinamismo missionario. La comunit conosce unaltra ampiezza, che quella che amo definire lo spazio di un respiro lungo. Nella parabola sul servo spietato che perdonato non sa perdonare, con la quale il capitolo 18 si conclude, il verbo greco makrotymein ricorre due volte per indicare la magnanimit, la grandezza danimo.

Abbi piet di me risuona nella parabola due volte: al v. 26, nelle parole con cui il servo malvagio
supplica il suo padrone, e poi al v. 29, nelle parole identiche che si sente rivolgere dellaltro servo. La versione della CEI traduce abbi pazienza con me, ma pi esattamente il testo greco dice mostra verso di me la grandezza del tuo animo, la tua magnanimit, la tua macrothima. In alcuni casi la Bibbia greca dei LXX, usa questo termine macrothima per tradurre unespressione ebraica pi caratteristica, secondo la quale il mite, largo di animo, viene definito come luomo che ha narici larghe. Nella visione ebraica luomo paziente ha narici larghe, in quanto sa controllare il suo soffio, il suo respiro. Invece chi ha narici strette, il collerico, lirascibile, si accende presto dira e scoppia soffiando, sbuffando. Luomo dalle narici larghe invece luomo lento allira. Il greco, traducendo questo termine ebraico, trasferisce lorgano dellira o della mitezza dalle narici al cuore. Il paziente, il mite, il lento allira il makrothyms, il magnanimo. Ma in questa espressione ascoltiamo anche leco di un significato diverso, che la rende pi vicina alla stessa immagine ebraica.

Thyms in greco significa anima, cuore, con una sfumatura che ci ricorda che questo cuore sempre
tentato allira. Thyms in greco significa anche ira. In modo analogo conosciamo anche in italiano questa vicinanza di immagini, quando parliamo di animo e di animosit. Dunque, letteralmente il makrthymos un uomo che ha unira lunga, nel senso che ci vuole molto tempo perch la sua ira si accenda. E luomo lento allira, che sa controllare il suo respiro, e con esso anche le sue pulsioni, le sue passioni; un uomo che sa attendere, che sa pazientare. La comunit ha bisogno anche di questa ampiezza di un respiro lungo. Ci significa ad esempio pazientare, attendere i tempi di maturazione dellaltro che sono diversi dai propri, sollecita la capacit di far respirare gli altri, di essere persone riposanti, accoglienti, in grado di concedere ristoro, sul modello della umile mitezza di Ges che pu accogliere affaticati e oppressi per offrire loro ristoro (cfr Mt 11, 2820).

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CONCLUDENDO Pi che sintetizzare il discorso in qualche punto conclusivo, desidero offrire tre domande puntuali che possono orientare la meditazione e la preghiera personale: a) La dimensione pasquale consente alla comunit di lasciarsi edificare non ignorando o fuggendo le proprie debolezze e fragilit, ma ponendole in qualche modo al centro del proprio cammino, come luogo in cui possiamo consentire alla grazia di Dio di manifestare la sua potenza di risurrezione. importante perci interrogarsi: con quale atteggiamento le viviamo? Ci potrebbe essere la tentazione della sfiducia, dello scoraggiamento, ma anche della pigrizia. Occorre per vigilanza, per non perdere la vivacit di un desiderio e di una tensione spirituale. b) Secondo Matteo, due luoghi pi di altri diventano ambiti di presenza dellEmmanuele; quando la comunit radunata nel suo nome (18,20) e quando sempre nel suo nome mandata a fare discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo (28,19-20). La dimensione comunitaria non pu essere scissa da quella missionaria. Non possiamo dimenticare che non siamo chiamati a vivere insieme per noi stessi, ma per il mondo intero. Quale pu essere in questo momento per noi il modo in cui il Signore ci chiede di vivere questa tensione tra la nostra vita fraterna e la sua apertura al mondo? c) Matteo ci ha anche ricordato che la misericordia verso gli altri (fino a perdonare settanta volte sette) chiede di essere esigenti verso se stessi (fino a separarsi dalla propria mano se d scandalo), in un perseverante cammino di conversione. Ognuno di noi potrebbe interrogarsi: quale limite, debolezza o peccato vedo negli altri e nella comunit nel suo insieme, che anzich bloccarlo nel giudizio, lo sollecita a una conversione personale? Quale impegno di conversione mi sento particolarmente sollecitato a vivere in questo momento, per non cedere alla tentazione della mormorazione o del giudizio senza misericordia? Quale limite riconosco nel cammino fraterno che mi chiama a cambiare qualcosa nel mio atteggiamento e nel mio impegno quotidiano? d) Infine vorrei ricordare come la dimensione della fraternit ha bisogno di un respiro che sappia articolare bene insieme la dimensione della gratuit e la dimensione della reciprocit nelle relazioni. Vorrei esprimere tutto questo con unimmagine che traggo non dal vangelo di Matteo, ma da quello di Giovanni. Durante la cena, al capitolo 13, il IV Vangelo ci presenta la figura del Discepolo Amato mentre con il capo reclinato sul senso di Ges. Durante il discorso Ges annuncia che c qualcuno nel gruppo che lo tradir. Pietro allora chiede al discepolo amato che stava al fianco di Ges di domandare il nome del traditore:

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Ed egli reclinandosi cos sul petto di Ges, gli disse: Signore, chi ?. Rispose allora Ges: colui per il quale intinger un boccone e glielo dar. E intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda Iscariota, figlio di Simone (13,25-26).
Alla domanda del discepolo Ges risponde:

colui per il quale intinger il boccone e glielo dar. E intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda Iscariota, figlio di Simone.
Ges risponde con il gesto delloffrire a Giuda il boccone, gesto che viene colto solo dal discepolo amato, che chinato sul suo petto. Il boccone, che segno della vita che Ges liberamente offre per i propri amici, offerto anche a Giuda. Il Discepolo Amato chiede a Ges Signore, chi ? (Gv 13,25), intendendo domandare chi colui che ti tradisce?. Con il segno del boccone offerto Ges non solo gli indica chi il traditore, ma rivela in profondit la sua identit: grazie alla consegna che Ges fa di se stesso, simboleggiata proprio in quel boccone offerto, colui che tradisce diviene colui che Ges ama e al quale si consegna, pur nellesperienza drammatica del patire il suo tradimento. E in questo modo Ges rivela anche se stesso: egli non colui che viene tradito, ma colui che offre la propria vita nellamore persino a colui che lo tradisce. Il Discepolo Amato diviene cos il testimone della gratuit di un amore che si consegna persino a chi lo tradisce. Rimanendo nel seno di Ges, come fa il Discepolo Amato, si giunge a capire questa qualit dellamore di Dio per ogni uomo. E nello stesso tempo si pu dimorare nel suo seno, in relazione di amicizia e di intimit con il suo mistero, solo se ci si lascia afferrare e trasformare da questo stesso amore. Dunque, il Discepolo Amato colui che dimora nel grembo intimo di unamicizia ma per comprendere il senso e aderire alla qualit di un amore gratuito e oblativo per tutti, anche per il nemico. Egli gode, fruisce, della reciprocit dellamicizia ( adagiato sul seno di Ges), ma non come di uno spazio chiuso ed esclusivo, ma come spazio estremamente aperto, persino al nemico e a colui che tradisce, rinnega lamicizia. La relazione con il Signore questo spazio di reciprocit in cui si impara, perch vi matura e vi diviene possibile, la gratuit estrema. Il Discepolo Amato, proprio nel momento in cui scopre il massimo dellintimit reciproca con il suo Signore, chiamato anche a scoprire il massimo della gratuit. Lamicizia questo: un grembo di reciprocit che ci fa maturare nella gratuit oblativa del donare la vita anche per il proprio nemico. Tanto pi per il proprio fratello. Se viviamo soltanto la dimensione della gratuit, le batterie (per cos dire) della nostra vita si scaricano. Abbiamo bisogno di ricaricarle in un grembo di reciprocit, il quale per non deve chiuderci in se stesso, ma deve tornare a consegnarci anche a quelle relazioni pi faticose, meno facili, nelle quali non riceviamo reciprocit, o possiamo addirittura incontrare il rifiuto, lincomprensione, il tradimento.
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Fatte le giuste proporzioni, credo che questa dinamica sia stata vera anche per Ges, nello spessore umano della sua incarnazione, che lo ha reso uomo che vive tutto ci che noi viviamo. Anche Ges stato capace di vivere un amore cos gratuito, da consegnare la propria vita anche per Giuda, che pure lo tradisce, perch aveva un grembo di reciprocit nellamicizia corrisposta con il Discepolo Amato. Pi precisamente, questo grembo di reciprocit Ges lo ha vissuto anzitutto nella relazione con il Padre, ma questa relazione ha dovuto poi anche incarnarsi in relazioni pi orizzontali, umane, come quella che egli vive con il Discepolo Amato, che per figura simbolica di tutti i discepoli di Ges che sanno accogliere il suo amore, dimorano in esso e vi corrispondono. Tant vero che levangelista Giovanni, per descrivere il gesto con cui durante la cena il Discepolo Amato sul seno di Ges, una in greco unespressione del tutto simile a quella con cui, alla conclusione del Prologo, afferma che il Figlio sempre rivolto, proteso verso il seno del Padre (cfr. Gv 13,23 e 1,18).

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Giovent Francescana Monza


Dieci giovani della fraternit GiFra di Monza hanno promesso di seguire il Vangelo sull'esempio di Francesco d'Assisi durante la celebrazione eucaristica delle ore 12 di Domenica 26 gennaio nel santuario della Madonna delle Grazie. La Promessa nella Giovent Francescana ha anche coronato una settimana di condivisione (dal 20 al 26 gennaio) che i gifrini di Monza hanno vissuto nell'accoglienza del convento. La "Condivisione" per il tempo consentito dagli impegni di ciascuno, di lavoro o studio, stata una occasione per vivere in modo pi intenso la relazione con Dio e con i fratelli ed ha ulteriormente contribuito al cammino di discernimento vocazionale anche di chi per ora non ha promesso. Dopo la celebrazione i gifrini di Monza hanno fatto festa insieme ai giovani delle altre fraternit di Milano S. Francesco e Milano S. Antonio e ai fratelli dell'OFS locale.

Signore Ges, Come con i primi discepoli tu sei passato, sei passato nella mia vita, quel giorno mi hai guardato: mi hai guardato con quell'Amore, lo stesso amore che mostrasti al giovane ricco. Ebbene, da quel giorno mi hai attratto, la tua attrattiva mi ha contagiato, il tuo sguardo mi ha sedotto. Ultimamente, in maniera altrettanto straordinaria mi hai portato qui, mi hai posto dinanzi tanti tesori, tanti volti; compagni di cammino verso di Te. Donami la Grazia di guardare, ogni giorno a questa fraternit per ci che veramente : uno dei pi bei doni che tu mi abbia mai donato. Donami di poter sempre ricordare che ciascuno di loro dono tuo, un tesoro da custodire, modalit speciale per incontrarti. Fai che possa sempre ricordare che in tutto sei Tu che fai, tu che ci conduci. E se presto o tardi sar stanco, affaticato da mille problemi come da tante mie paturnie possa trovare in questo luogo quello sguardo, quel abbraccio, il Tuo abbraccio, che rinfranca nel cammino. Signore, alle mie e alle nostre mancanze supplisca il tuo Amore! Sono pronto per iniziare il cammino: insieme a ciascuna di queste perle preziose che mi hai messo e che mi metterai accanto e formare una collana degna della promessa che tu per primo hai fatto a noi! Perch chi ci veda insieme possa dire...questi sono di Cristo. Amen.
Veglia di preparazione alla Promessa 25/01/2014
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Annunciare al mattino il tuo amore, la fedelt lungo la notte

Un gruppo di giovani, provenienti da diversi paesi del Nord Italia, in risposta ad un invito o mossi da un desiderio, ha scelto di passare alcuni giorni delle proprie vacanze invernali presso il convento dei frati minori di Rezzato (Bs) partecipando ad una esperienza nuova: incontrare la Parola attraverso un metodo in cui tutti erano chiamati a mettersi in gioco, a scendere nel proprio animo, a entrare in relazione con gli altri senza porsi barriere. La bellezza della fraternit abitata

insieme, in questi giorni, ci ha permesso di vivere in un clima familiare dentro e fuori il corso. Tutto ci stato importante per sentirci davvero accolti e liberi di poter esprimere ci che siamo. Quattro giorni intensi tra Vita e Parola.

Dal titolo proposto mi aspettavo un ritiro o una lectio ma proseguendo nella lettura della proposta capisco che qualcosa di differente: un percorso di formazione per giovani che desiderano approfondire e vivere la dimensione dellannuncio. Viene chiesto ai giovani di essere parte attiva nellannuncio del Vangelo. Questo, per me, stato laspetto che mi ha fatto aderire alla proposta. Troppo spesso rimaniamo spettatori, in attesa che qualcuno ci desti dal torpore, non ci sentiamo mai abbastanza pronti, mai abbastanza capaci, senza competenze. Lincontro con Cristo non ci pu lasciare fermi, in silenzio, deve sempre porci in continua ricerca dellaltro, attraverso i modi che pi sappiano parlargli, che pi lo coinvolgano, che pi lo facciano sentire dentro una relazione pi grande. E allora eccomi qui, partecipo al corso di formazione al bibliodramma!

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Bibliodramma?!? La metodologia del bibliodramma favorisce lincontro profondo tra la Parola di Dio e la vita concreta di ogni persona. una modalit di confronto biblico di gruppo basata sullesperienza umana di ognuno, espressa e condivisa nel qui ed ora di un incontro, con vari linguaggi: per esempio attraverso lespressione verbale emozionale, quella grafico pittorica, quella del foto-linguaggio o mediante rappresentazioni corporee. Vengono chiarite fin da subito le indicazioni da seguire: porsi in un atteggiamento di ascolto, non giudicarsi e non giudicare e ricordarsi che ci che viene condiviso e comunicato sar custodito dagli altri. Si comincia facendo affiorare il bisogno che ciascuno di noi porta nel cuore. Un bisogno che a volte inaspettato, indesiderato o rifiutato, ma c e per questo va guardato e non giudicato. I facilitatori (coloro che conducono lattivit) accompagnano il gruppo dentro la Parola che lentamente sana e guarisce il bisogno emerso. Stimolato dal brano biblico meditato, ogni partecipante liberamente esprime e rappresenta ci che sente o associa interiormente. Tutto ci fa s che si approfondiscano il testo biblico e lesperienza del gruppo, esprimendosi ed ascoltandosi a vicenda. Partecipare ad un laboratorio di bibliodramma permette di vivere da dentro un brano biblico, talvolta vestendo i panni e i sentimenti di un personaggio, altre volte osservando da fuori il brano messo in scena. In questo modo possibile cogliere in maniera differente tutti i suoi aspetti, compresi quelli emozionali. Per poter comprendere tutto ci, non abbiamo fatto altro che immergerci dentro le attivit che ci venivano proposte ritrovandoci nel brano della Pesca Miracolosa e, successivamente, ascoltando la voce di Zaccheo. Abbiamo cos incontrato i protagonisti del brano, abbiamo visto il comportamento, abbiamo ascoltato cosa avevano da dirci vivendo le loro emozioni, le loro paure e le loro gioie. Dopo aver appreso teoria e pratica, ci stata data lopportunit di costruire e condurre un bibliodramma: abbiamo attraversato una tempesta sedata (Mc 4,35-41), chiedendoci chi fosse Ges (Mc 8,27-29), per arrivare assieme ai Re Magi a Betlemme (Mt 2,1-12) portando i nostri

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doni: cos le nostre emozioni, i nostri bisogni, i nostri desideri sono diventati preghiera davanti a Ges Bambino. Nella preparazione di tutto ci, e grazie ai suggerimenti dei facilitatori, abbiamo compreso quanto sia importante avere dimestichezza delle tecniche e possedere il lessico appropriato. Il bibliodramma si rivela cos un approccio versatile, adattabile ai bambini, ai giovani e agli adulti. Da vivere perch? /Consigliarlo perch? E una possibilit concreta di percepire come la Parola incontra la nostra specifica esistenza! un modo creativo, autentico e profondo per mettersi in relazione con la Parola che parte di te poich ti abita. Basta solo fare spazio per incontrarla e ne vale proprio la pena! La senti davvero viva, feconda e ti trasfigura. Un ringraziamento speciale va a Cinzia, Daniele, Frida e Monica che ci hanno supportato e sopportato, guidandoci con cura ed attenzione, e ai frati che ci hanno accolto, condividendo con noi questa splendida esperienza!

Silvia, Daniela e Simona

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Novit da Monza

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FilmiAmo
Blue Jasmine
Una elegantissima e raffinata donna newyorchese, Jasmine, si trasferisce dalla sorella Ginger a San Francisco in preda allansia e alla confusione dopo che la sua incantata vita si dissolta. Tutto il suo mondo milionario, luccicante, favolistico e perbenista, stato colpito dalla crisi finanziaria, o meglio si rivelato costruito sulla truffa, architettata dal suo spregiudicato e menzognero marito Hal. Jasmine cerca di ricominciare, ma il passato invade il presente: i ricordi la imprigionano nella nostalgia, nel delirio. La realt troppo squallida per essere guardata, la verit di s troppo dolorosa, meglio nascondersi dietro abiti, sogni e menzogne cesellati come gioielli dorati. Un artista geniale ed esperto come Woody Allen pu commettere un passo falso To Rome With Love ma non due di seguito: il suo ultimo film ci riconsegna la sua innata vena creativa, una sceneggiatura magistrale, una riflessione tragicomica e affilata sul vivere contemporaneo, sulla societ, sulle relazione umane. Dopo le scorribande cinematografiche europee, Allen torna a girare in America: nellamata New York, qui luogo dei desideri realizzati, e a San Francisco, citt meno vertiginosa e magica, ma luogo di rifugio per nascondersi e condurre unaltra vita. Almeno cos vive queste citt la protagonista, Jasmine una straordinaria Cate Blanchett - donna che, prima di cadere in disgrazia per le frodi finanziarie del rampante e fedifrago marito Hal, conduceva unesistenza nel lusso. Un lusso fatto di buon gusto e di buone maniere, dove tutto possibile, dove non si immagina che le cose possano andare diversamente, dove gli altri sono un pubblico di ammiratori della propria fiabesca casa, degli abiti rigorosamente griffati, delle sfarzose cene.

Scheda a cura di Fr. Davide Sironi

Blue Jasmine

di Woody Allen
Drammatico Durata 98 min. USA 2013

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Jasmine vive in un mondo dorato - dove chiamarsi Jean o Jeanette sconveniente che abita voluttuosamente. Si ricamata una immagine di s cos luccicante che tutto oscura, impedendo di vedere la verit: di s e degli altri. Jasmine vive in un mondo irreale, ma cos affascinante. E questo mondo finisce quando il marito viene arrestato e il fisco si appropria di tutti i loro beni. La donna crolla in uno stato depressivo, ansioso e delirante che la spinge a trasferirsi dalla sorella Ginger che, appunto, vive a San Francisco. La convivenza non facile e Jasmine cerca di convince Ginger a cambiare la sua esistenza sciatta, a non accontentarsi di un uomo rozzo e a puntare in alto. Da parte sua cerca di realizzare il sogno di essere unarredatrice, dato il suo indiscutibile buon gusto. Ma la vita nel mondo vero troppo assurda: lansia non la lascia mai sola, ma soprattutto il suo passato a ritornare vivo in ogni istante. Un passato dal quale ha eliminato le ombre, i fallimenti, i plurimi tradimenti subiti, i dolori, e che ora ricorda solo nella sua magnificenza. Persino il marito stato sublimato. Jasmine affrontare il incapace presente, di di guardarsi, perdonare di e

perdonarsi. Non vuole e non pu lasciare la sua meravigliosa vita passata e continua a parlare con chi ormai non c pi, a parlare solo con se stessa. E quando inizia una nuova relazione con un uomo facoltoso e si prospetta la possibilit di tornare a una vita agiata, non in grado di liberarsi della illusoria immagine di s che continua a tenere in vita con i suoi solipsistici sproloqui, non riesce ad essere trasparente e continua a mentire prima di tutto a se stessa. Ma la vita reale non si pu ingannare. Allen entra nel tema della prolungata crisi che ha colpito ogni Paese e che non esclude neppure i ricchi newyorchesi. Lo fa con il suo inconfondibile stile arguto, sofisticato, sarcastico, ma questa volta la commedia sconfina nel dramma amaro. La vera crisi quella delluomo, privato della sua verit e identit, un uomo che stato disgregato dal vortice della mondanit che prometteva unesistenza facile, un uomo che oggi si ritrova a misurarsi con le cose quotidiane.
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Jasmine incapace a rinunciare alle comodit gustate, alla gloria terrena; per conquistarsi quello status stata disposta a passare su tutto, a non vedere, a non sentire. Ma piuttosto che abbandonare tutta quella ricchezza perch abbandonata dal marito, in preda alla follia della perdita di prestigio personale, distrugge ogni cosa. Laffascinante e splendente fiore jasmine, appunto diventa oscuro come il blu della notte. Con un epilogo sorprendente e uno stupefacente gioco narrativo che incastra in continuit presente e passato, Allen ci invita a riflettere sulle conseguenze della crisi economica che diventa crisi affettiva, relazionale, umana, quando non c il coraggio di fare verit e di ritornare al senso originario del vivere.

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LeggiAmo
Cose di casa nostra...
Di casa nostra si parla, quando parliamo delle Edizioni Biblioteca Francescana; ma soprattutto in questo caso ci sentiamo doppiamente in casa nostra grazie a due fratelli della nostra Provincia (fra Tarcisio Colombotti e fra Cesare Vaiani), che hanno messo in cantiere due opere decisamente consistenti, quasi una summa delle rispettive competenze.

Scheda a cura di Fr. Paolo Canali

Celebriamo la divina Bellezza, si intitola il libro di p. Tarcisio, scritto


con lintento di tirar fuori cose nuove e cose antiche dal tesoro della spiritualit liturgica della Chiesa, da quella santa e divina Liturgia che ci trasmette il cuore pulsante della fede. La prima parte indaga sul tema della divina bellezza, colta e sperimentata nella celebrazione (eucaristia e Liturgia delle Ore) e nel fluire dellanno liturgico. La seconda e la terza parte, invece, si soffermano sullanalisi approfondita dei testi delle celebrazioni per mettere in risalto il significato dei diversi tempi dellanno liturgico e di alcune celebrazioni particolari. Segue unappendice con lanalisi di qualche testo proprio della liturgia ambrosiana. Il libro esigente, oltre che corposo (520 pagine!), ma dispensa a piene mani la sapienza e la scienza dellautore, cresciute con lo studio, la pratica celebrativa e la condivisione generosa attraverso lezioni, esercizi, ritiri. Chi ha avuto la fortuna di assistere a qualche lezione, conferenza, meditazione tenuta da frate Tarcisio, ritrover sicuramente in queste pagine quanto largamente ricevuto...

Celebriamo la divina Bellezza di fr. Tarcisio Colombotti

Storia e teologia dellesperienza spirituale di Francesco dAssisi


invece il titolo della pubblicazione di fra Cesare Vaiani: si tratta della rielaborazione della tesi per il conseguimento del Dottorato in Teologia spirituale, ottenuto presso la Facolt Teologica dellItalia settentrionale a Milano.

Storia e teologia dellesperienza spirituale di Francesco dAssisi di fr. Cesare Vaiani

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Anche in questo caso ci troviamo di fronte a un libro di grande mole (500 pagine), che raccoglie i frutti di una ricerca assidua e scrupolosa. Si tratta di una lettura in parallelo degli Scritti di san Francesco e della sua vita, partendo dalla convinzione che esiste un circolo virtuoso: le vicende della vita ci aiutano a capire meglio gli Scritti, e al tempo stesso gli Scritti gettano nuova luce sulla vita di Francesco e sul senso della sua esperienza. Anche in questo caso lo studio diviso in tre parti: nella prima si offrono dati essenziali sulle fonti e viene proposta una cronologia della vita di Francesco, con una divisione ragionata in diversi momenti. La seconda ripercorre i diversi periodi della vita di Francesco leggendo gli Scritti che vi appartengono, lasciando che sia la voce stessa di Francesco a raccontare il suo percorso spirituale. La terza parte ritorna sulla biografia del santo, per far emergere, alla luce dellanalisi svolta, le caratteristiche essenziali della sua esperienza spirituale. certamente una lettura non scontata, ma che non riservata agli specialisti della materia: pu interessare tutti coloro che sono interessati a capire in profondit i contenuti essenziali dellesperienza cristiana di Francesco dAssisi, in primo luogo quanti a quella esperienza si richiamano per la loro scelta di vita.

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Fr. Emanuele (Daniele) Pedrini


Fr. Emanuele nasce a Telgate (BG), il 29 settembre 1927 e viene battezzato nella Parrocchia di s. Giovanni Battista il 2 ottobre con il nome di Daniele. Nel 1941 entra nel seminario minore a Saiano (BS), dove frequenta la scuola media e il Ginnasio, che conclude nella scuola interna presso il convento di Cividino nel 1945. Il 27 Agosto 1946, a Rezzato (BS), con il nome di fr. Igino, riceve il saio della prova da fr. Camillo Merazzi, Ministro provinciale. Qui trascorre lanno di noviziato, al termine del quale, l8 settembre 1947, emette la Professione temporanea nelle mani di fr. Teodoro Locatelli, Delegato del Ministro provinciale. Dal 1947 al 1950 attende agli studi liceali presso il Convento di Sabbioncello di Merate, per completare la formazione teologica nei conventi di Busto Arsizio (VA) (1950-1952) e di Milano S. Antonio (1952-54). Il 4 Ottobre 1951, a Varese, emette la Professione solenne nelle mani di fr. Innocenzo Gorlani, Ministro provinciale, ottenendo, per concessione del Ministro generale, di cambiare il nome di fr. Igino in quello di fr. Emanuele. Il 3 Aprile 1954, a Milano, viene ordinato diacono da S. Em.za il beato Card. Ildefonso Schuster, Arcivescovo di Milano, che lo consacra presbitero il 27 Giugno dello stesso anno nel Duomo di Milano. Dopo lordinazione sacerdotale , per un anno, Superiore del Convento del Passo del Tonale (BS), quindi si trasferisce a Brescia nel Convento di s. Gaetano (1955-1956). Qui, mentre assistente allIstituto Luzzago, consegue la maturit classica presso un Istituto paritario. Questo titolo gli permette di iscriversi allUniverist di Pavia, ove nel 1959 ottiene un Diploma universitario in Erboristeria. In seguito, nel 1960, si laurea con il massimo dei voti in Scienze Naturali, e lanno successivo consegue una seconda laurea in Scienze Biologiche. Instancabile studioso e assetato di conoscenza, avrebbe desiderato dedicarsi alla carriera accademica universitaria ma, in spirito di obbedienza, dal 1960 al 1966, mette a disposizione la sua competenza nella formazione dei giovani frati come insegnante di diverse discipline scientifiche nelle scuole interne di Busto Arsizio e di Saiano. Per un anno anche Preside dellIstituto di Ragioneria e delle Medie allIstituto Luzzago. Nel frattempo consegue numerosi Diplomi di idoneit che lo abilitarono allinsegnamento di molte materie scientifiche e tecniche per le scuole statali sia medie inferiori che superiori. Dal 1966 al 1997 vive a Varese ove si prodiga come insegnante apprezzato e qualificato nelle scuole statali, dapprima in una ragioneria, poi in un istituto magistrale. Dal 1969 insegna al liceo classico di Varese ove rimase fino al pensionamento, svolgendo anche lincarico di preside. In
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questi anni pubblica alcuni testi didattici in uso nelle scuole superiori e collabora significativamente con il Ministero dellIstruzione per lammodernamento dei metodi e dei programmi di insegnamento di diverse materie scientifiche. Per diversi anni ricopre anche lincarico di Presidente della Commissione per lesame di maturit. Concluso il servizio alluomo nel delicato compito della formazione nella scuola, con il pensionamento, viene trasferito nel Convento di Pavia ove rimane, in qualit di guardiano, dal 1997 al 2007. Dal 2007 risiede nel Convento di s. Gaetano in Brescia; ricordando il lavoro svolto nel campo della formazione, cos scrive al Ministro provinciale: ricordo con nostalgia i 40 anni di insegnamento e la soddisfazione di aver diffuso con passione lidea che allo studio teorico delle scienze doveva essere unita lapplicazione pratica di laboratorio, mi sento ancora in forma e voglioso di sentirmi ancora utile e giovanile. Nel corso dellultimo anno limprovviso manifestarsi della malattia lo costringe dapprima al ricovero ospedaliero e, di seguito, alla degenza nellInfermeria provinciale di Sabbioncello. Qui nelle ultime ore del 24 gennaio 2014, fr. Emanuele ha chiuso gli occhi a questa vita terrena. A laude di Cristo e del poverello Francesco.

Funerale di fr. Emanuele Pedrini Omelia del Ministro provinciale fr. Francesco Bravi
Sabbioncello 27 Gennaio 2014

Letture del venerd della seconda settimana per annum ( anno pari )
Mentre i frati concludevano la loro giornata con la preghiera di compieta, le parole del cantico di Simeone, ora lascia che il tuo servo vada in pace, si univano a quelle di frate Emanuele che concludeva la sua vita terrena e passava da questo mondo al Padre. Un suo confratello, fr. Angelico Martinoli anche lui gi passato alla vita eterna, nel giorno del cinquantesimo di sacerdozio di fr. Emanuele, scrivendo, come era suo solito, una poesia per la speciale ricorrenza, lo definiva cos:

Scienza e fede coniugando nell'apprendere e insegnare da Maestro e Testimone hai vissuto ed impegnato i talenti ricevuti nella duplice ricerca dell'amata verit.
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La vita del nostro fratello, che oggi presentiamo al Padre delle misericordie, ben espressa in queste parole: una vita spesa, come abbiamo sentito all'inizio di questa liturgia funebre, nello studio e nell'insegnamento. Frate Emanuele stato, ed nella memoria collettiva della nostra fraternit, di tanti docenti e studenti, il Professor Pedrini. La divina provvidenza poi ha voluto che ci ritrovassimo a celebrare questo rito esequiale nel giorno della memoria della grande santa bresciana S. Angela Merici che nel suo testamento spirituale ci ricorda: Se tutte le vostre opere saranno cos radicate in questa duplice carit ( l'amore di Dio e lo zelo per la salute delle anime ), non potranno portare se non buoni e salutiferi frutti. quello che noi speriamo per il nostro fratello Emanuele per il suo impegno nello studio e nell'insegnamento e nell'aver vissuto in questi ultimi anni l'impegnativa grazia della malattia. Affidandolo alla misericordia del Signore preghiamo per lui perch, pur segnato dalla fragilit umana e dal peccato, sia accolto dal divino maestro nella pace dei santi. La Parola del Signore che accompagna il transito di frate Emanuele, quella proclamata nella comunit ecclesiale il giorno della sua morte, ci apre ad orizzonti colmi di speranza, nella certezza che, come dice la liturgia se ci rattrista la certezza di dover morire, ci consola la promessa dell'immortalit futura ( prefazio defunti ). E' alla luce di questa Parola che siamo chiamati a nutrire la nostra fede, a sostenere la nostra speranza e a vivere la carit che si fa ardente preghiera di suffragio. alla luce di questa Parola che siamo invitati tutti, parenti, amici e confratelli, a rileggere l'intera esistenza di frate Emanuele, quasi immergendo nella forza illuminante e liberante di questa Parola, tutte le domande che la morte di una persona cara, nel bene e nel male, porta con se, nella consapevolezza che come ci ha ricordato l'apostolo Giacomo nella lettura breve delle Lodi di questa mattina - la misericordia....ha sempre la meglio nel giudizio ( Gc 2,13) . Il brano evangelico appena proclamato ci ha riproposto la scelta, da parte di Ges, dei dodici apostoli. Il Signore, come ci ha ricordato Marco chiam a se quelli che voleva...perch stessero con lui e per mandarli a predicare. In questa insindacabile scelta divina rivediamo la vita e la storia di fr. Emanuele scelto dal Signore fin dalla sua giovane et per mettersi alla Sua sequela sulle orme di Francesco d'Assisi. La chiamata del Signore ci mostra volti precisi, storie concrete e a volte contraddittorie, che pur nella loro originalit liberamente e generosamente rispondono prontamente: ed essi andarono da lui. Cos stato per frate Emmanuele che iscriviamo a pieno titolo nell'ormai lungo elenco dei discepoli del Maestro che lungo la storia dei secoli hanno seguito il Signore e lo hanno testimoniato e annunciato con le parole e la vita. A frate Emanuele come dice la liturgia il Signore, nel tempo della sua dimora tra noi ha
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affidato il ministero ordinato per annunciare e servire il mistero di salvezza attraverso l'annuncio della Parola e la celebrazione dei sacramenti . Ora lo stare con il Signore per fr. Emanuele diventa permanente e noi, pregando per lui sempre con le parole della liturgia, chiediamo che il nostro fratello sacerdote possa godere della visione dei misteri di cui fu dispensatore nella tua Chiesa ( cf. orazioni per un defunto sacerdote ). La prima lettura, tratta dal primo libro di Samuele, presentandoci la magnanimit di Davide che risparmia la vita di Saul che lo cercava per ucciderlo, ci svela un tratto del volto di Dio: di colui che salva e risparmia, di colui che perdona ed sempre pronto a ricominciare, di colui che nel Figlio Ges, senza peccato, si consegnato agli uomini per amore. a questo Dio che affidiamo il consacrato del Signore, il nostro fratello Emanuele; al Dio della misericordia e del perdono che presentiamo l'intera esistenza di colui a cui stato affidato il ministero della riconciliazione. In una intervista rilasciata ad un giornale di Pavia qualche anno fa, rispondendo ad una domanda, frate Emanuele diceva di se: Mi dicono che nelle occasioni ufficiali e nelle celebrazioni religiose sembro ieratico, austero, metto soggezione. Per fortuna chi mi conosce sa che sono anche spiritoso, allegro, gioviale. Lo trovi cos aggiungiamo noi - quel Signore che pieno di amore e di bont lo accoglie oggi nel suo regno dove potr dire, con le parole del salmo responsoriale che anche noi abbiamo pregato: Piet di me, o Dio, piet di me, in te si rifugia l'anima mia. Lo trovi cos quel Dio bont e tenerezza infinita, che ascolter la preghiera che fr. Emanuele, citando il salmo 6, ha voluto lasciare scritto: Signore, non punirmi nella tua ira; non castigarmi nel tuo furore. Il professor Pedrini offre poi a noi frati, con la sua vita dedita allo studio e all'insegnamento, l'occasione per una riflessione che raccogliamo quasi fosse la sua ultima lezione. I nostri grandi maestri, Antonio, Bonaventura, Scoto, ci aiutano a capire che gli studi non sono un ostacolo alle scelte evangeliche, ma un aiuto a queste. necessario, allora, un impegno serio e continuo per evangelizzare gli studi, facendo di questo servizio intellettuale un cammino di contemplazione e di conversione, come voleva Francesco e come ci insegna San Bonaventura: Non credere che basti la lettura senza amore, la speculazione senza devozione, la ricerca senza capacit di meravigliarsi, la prudenza senza gioia, labilit senza piet, la scienza senza carit, lintelligenza senza umilt, lo studio senza grazia divina, lo specchio senza sapienza divinamente ispirata (Itin., Prologo 4). Non bisogna mai separare la scienza dalla santit di vita, le due colonne sulle quali si deve costruire ledificio dellOrdine (cf. Tommaso da Eccleston, De adventu Fratrum Minorum in Angliam, 90). E' importante che lo studio conduca a raggiungere la sapienza dello Spirito, a lasciarsi possedere dalla Verit e del
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Bene, per amare a lodare il Signore e per servire i fratelli nella carit del Cristo (Ratio Studiorum OFM, Introduzione 4). Ma frate Emanuele ci offre anche altre lezioni e, pur nella sua caparbia ostinazione, ci invita ad essere capaci nella vita di fare i conti con il venir meno delle forze e delle capacit; ad imparare a lasciarsi aiutare e a lasciarsi fare dagli altri nei momenti del bisogno; a convivere con la malattia; a prepararci all'incontro con sorella morte. Sento il dovere di ringraziare pubblicamente e di vero cuore i confratelli di S. Gaetano e di Sabbioncello per tutte le attenzioni che hanno dimostrato verso fr. Emanuele; ringrazio in particolare tutto il personale dell'infermeria provinciale. Mentre esprimiamo le nostre sentite condoglianze ai famigliari, che in questi giorni sono stati particolarmente vicini a fr. Emanuele, vorrei che ricordassimo nella preghiera in modo particolare la sorella, suor Caterina, da anni inferma e seriamente ammalata. Con le parole della poesia di fr. Angelico salutiamo ora frate Emanuele e immaginandocelo correre, con i sandali e i piedi nudi, verso il Signore gli diciamo:

Ora avanzi con la corsa di destriero galoppante, la criniera al vento sciolta nella gioia di sapere che tu corri verso il Regno dove luce piena avremo da Colui che Verit, ci fu Via di Libert, sar nostra eterna Vita.

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Notizie di Casa
Gennaio
Viene sottoscritta una dichiarazione dintenti tra la Provincia e ling. Marco Bonometti formalizzando limpegno della Provincia a cedere il ramo dazienda dellIstituto Luzzago allerigenda Fondazione Simpliciano Olgiati. Il Definitorio si raduna per il suo V Congresso. 07 Milano Curia Provinciale 10 Milano Curia Provinciale 13-18 Chiampo (VI)

A cura di fr. Enzo Pellegatta


02 Brescia

Si svolge il primo incontro del Delegato generale fr. Massimo Fusarelli con i Ministri del Nord Italia (Consiglio di Cooperazione). 13-18, Chiampo (VI): fr. Renato Beretta guida il corso di Esercizi spirituali per i Frati del Nord Italia, presentando il Testamento di s. Francesco. Circa venticinque i frati partecipanti, tra cui fr. Mario Florioli e fr. Enzo Pellegatta. Santuario delle Grazie: si celebra una santa Messa per la Associazione nazionale Alpini - sezione di Monza: Presiede il guardiano fra Roberto Ferrari e concelebrano fra Fabio Comelli e fra Giambattista Silini, ambedue con cappello da alpino.

18 Monza

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Nella parrocchia di s. Matteo si celebrano in mattinata i funerali della mamma di suor Elisabetta Maria, del Monastero di Bienno. Nel locale convento si svolge lincontro del Segretariato Formazione e Studi del Nord Italia. Presso la Caritas monzese fra Sergio Cazzaniga presenta lattivit caritativa del Convento delle Grazie: si consegnano pi di un centinaio di pacchi viveri, ogni venerd. Nel Convento delle Grazie la Giovent Francescana locale vive una settimana di vita comune nella zona dell accoglienza, in preparazione alla loro Promessa di Vita, celebrata domenica 26 da 10 giovani. Convento delle Grazie: in serata incontro organizzato dall'OFS con il cappellano del carcere di Monza, sulla realt del carcere e dei detenuti. Alle ore 14.00 nella Chiesa conventuale di S. Maria Nascente si celebrano i funerali di fr. Emanuele (Daniele) Pedrini, sacerdote, di anni 86. Nato a Telgate (BG) e traferitosi con la famiglia a Dairago (MI), laureatosi in Scienze naturali, spese gran parte della sua vita nellinsegnamento delle materie scientifiche, apprezzato docente nelle scuole pubbliche. Negli ultimi mesi era ricoverato nellInfermeria provinciale, dove deceduto il giorno 25. Riposa nel cimitero di Brescia. Ha luogo la seconda settimana di Formazione Permanente per i guardiani del Nord Italia. Partecipano: fr. Cesare Vaiani, fr. Giambattista Delpozzo, fr. Marco Ferrario, fr. Giampaolo Possenti. E presente anche il Ministro provinciale del Trentino fr. Francesco Patton. Nel Convento delle Grazie frati, OFS e GiFra si trovano insieme per vedere e commentare il film "Sette km da Gerusalemme".

20 Angone-Darfo Boario Terme (BS) 21 Baccanello Calusco DAdda (BG) 22 Monza

20-26 Monza

24 Monza

27 Sabbioncello di Merate (LC)

27-30 Peschiera del Garda

30 Monza

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