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ATTI

DELLA

E.

ACCADEMIA DEI LINCEI ANNO GGGIX


1912

SERIE

QTCTIIISrT.A.

NOTIZIE DEGLI SCAVI DI ANTICHIT


VOLUME
IX.

ROMA
TIPOGRAFIA DELLA
R.

ACCADEMIA DEI LINCEI


V.

PEOPRIBT DEL CAV.

SALV1UCCI

1912

A*

i
V
REGIONE
XI.

PAVIA

Anno 1912

Fascicolo

1.

Regione XI

(TRANSPADANA).
XI

Antichit rinvenute in vari comuni della Regione

durante

il

biennio 1910-1911.

I.

Gregorio. Con un fondo messo a mia disposizione dal Comune


in

PAVIA

1)

Scavi al vicolo

s.

di Pavia,

per essere ado-

perato

ricerche rivolte a chiarire ed illustrare le origini

della citt, intrapresi e


s.

condussi, nei mesi di giugno e luglio 1910, uno scavo nel vicolo

Gregorio, adiacente
si

all'area della casa Mascetti, sul Corso Cavour, nel costruire la quale
le

erano scoperte

pi antiche tonine della citt finora apparse, di cui ebbi a riferire a suo tempo.
state per molto fruttuose, e non

Le nuove ricerche non sono


della
e

hanno dato

altre

tombe

medesima

antichit, per evidenti sconvolgimenti subiti dal suolo nell'epoca

romana

nelle successive. Ci che fu osservato risulta dal seguente giornale, tenuto da


e dal dott.

me

personalmente
a coadiuvarmi.

R. Sriga, nuovo Conservatore del

Museo

Civico, che chiamai

20 giugno.
al

S' inizia

una trincea presso

la casa Mascetti, nel tratto parallelo

Corso Cavour. Cocci recenti e medievali.

21-22
di

id.

La

trincea viene approfondita a pozzo. Nel tratto fra le profondit

m.

,50 e 2,50 si trovano cocci romani, tra cui

uno con ornati a

rilievo,

esibente
fittile,

la rappresentanza di

una

corvetta. Si raccoglie pure uno scudetto


e

di

lucerna

oltre
tino.

ad un cucchiaio

Fra

le

ad una monetina pure di bronzo, avanzi di ossa di animali ed umane. terre,


di bronzo

riferibile a Costan-

m. 3,50 o 3,75 (il soprassuolo era irregolare) si trova la sabbia vergine. Si ricolma e si apre un nuovo tratto di trincea verso gli Artigianelli. 25 id. Cocci vari.
id.

23-24

PAVIA


A
m. 3,50,
oltre lo

REGIONE

XI.

27 giugno.

strato romano,

e presso il terreno vergine,

cocci nerastri di ceramica preromana, fra cui

un frammento caratteristico

di

vaso a

doppio tronco di cono, probabilmente ossuario, riferibile alla prima et del ferro, con
impressioni a punta
di

28
tetto

30

id.

stecca.
il

Si ricolma

cavo

si

apre un terzo tratto pi stretto e pro-

da tavole
1" luglio.

e travicelli.

Cocci vari.

il

m. 1,50 circa
di

terra,

con accanto un cucchiaio

rinvengono ossa umane deposte nella nuda bronzo, frammenti di vasi di vetro, e presso le
si

falangi un anello

di bronzo in pezzi.
sesso.

Le

ossa in cattivo stato, specialmente

il

cranio;

indistinguibile

Questo rinvenimento spiega quelli

del

21-22 giugno, che dovevano


si

riferirsi

tomba romana
2
argilla,
id.

sconvolta.

Nello strato inferiore delle terre

scopre ancora un vasetto rozzo di

a labbro rivoltato in dentro e bocca tonda, gi munito di manico ad anello


aprire un

ora mancante, e in cui le tracce di nerofumo fanno riconoscere una lucernina.

id.

Si ricolma

il

cavo e

si

decide

di

nuovo tratto

dall' altra

parte del canale che attraversa la strada.

id.

di

circa

15 cm.

di profondit si rinvengono avanzi di

uno scheletro

ma

da attribuire ad et recente.
8
id.

Alla profondit

di

m. 1,80, una lucernina romana priva


lo

di

una piccola

parte del beccuccio, col bollo

id.

FORTIS.
scavo,
si

circa

m. 3,50, sempre continuando


tra
i

rinvengono alcuni

frammenti

piccoli oggetti di metallo,

quali le due parti di


si

una fibula
in

ro-

mana

a cerniera. Proseguendo parallelamente al canale,

rinvengono

frammenti

due grandi vasi

uno dei quali non difficilmente ricomponibile. A m. 3,50 un corno cervino con due piani di distacco dalla grossa 11 id. ramificazione, prodotti da lavoro di sega. Una monetina di bronzo evanida e frammenti di due embrici romani. 12 id.

di terra cotta,

m. 3,50, accosto alla fondazione della casa degli Artigianelli, avanzi di scheletri. Nel cernere la terra con cui si ricolma lo scavo precedente, si rin13 id.
1

viene un piccolo bronzo di Claudio (Cohen

14

id.

n.

81).

Si ricolma lo scavo e se ne incomincia un altro nel tratto del vicolo

adiacente a casa Mascetti e perpendicolare al Corso Cavour.

m. 1,20 avanzi di uno scheletro ed una moneta di bronzo corrosa. m. 18 id. 2,50, un ago crinale in osso divenuto di color verde chiaro, leggermente spuntato; una fusaiola di rozza argilla, decorata ad impressioni di unghia ed una piccola cerniera di osso.
10
id.

A A

circa

25
fa

id.

Proseguendo

lo scavo,

verso la

met

di questo tratto del vicolo, che,

un angolo

retto col

avanzi di scheletri,

primo esplorato, alla profondit di m. 1,80 si trovano rari una moneta di bronzo corrosa, un ago crinale di bronzo, un grosso

disco forato di argilla cotta, un disco piatto di ferro con largo foro al centro ed un

anello-maniglia di bronzo.

29

id.

Si ordina di ricolmare lo scavo.

REGIONE

XI.

reperimnti
di

questo

PAVIA

Dall'analisi dei

risulta

che, se

scavo non stato fruttuoso


si

per numero ed importanza

oggetti

recuperati, e se

non

sono trovate altre tombe


i

galliche o gallo-romane, bens di avanzata et


fatti

romana ed anche sconvolte, tuttavia


avuti validi

osservati non sono privi

d'interesse,

essendosi
di

indizi per ritenere


fin

che un centro abitato e qualche

gruppo

tombe rappresentassero Ticinum

da

epoca pregallica, come appare dagli avanzi di ceramica e di ossuario biconico della prima et del ferro, dei quali si pu fare il confronto nello stesso Museo Civico con

qualche esemplare di Castelletto Ticino in uno scavo sorvegliato da archeologi,


spersi

ivi

conservato.
i

Pochi cocci nerastri, salvati

ma

cui simili saranno stati pi volte dipreistorica, finora

appena incontrati, rappresentano un'epoca

del tutto ignota,

della citt che ebbe poi tanto lustro e tanta importanza nei tempi di mezzo.

2)

Tomba

cristiana con epigrafe ed altre antichit scoperte in piazza

Castello.
Costruendosi in piazza Castello la casa dell' ing. Alfredo Devoti, nel marzo 1911,
si

misero allo scoperto vari oggetti antichi, dei quali alcuni vennero nelle mani del
del
terreno,
altri

proprietario

in

quelle
a

del sig. Giuseppe Mantovani,


istanza,

il

quale

li

cedette al

Museo Civico

in seguito

mia

mentre

analoga richiesta

da

me

fatta all' ing.


Il

Devoti non ebbe sinora esito favorevole.


dal

Museo Civico ebbe


al

Mantovani una piccola lapide marmorea alta m. 0,28

larga m. 0,175

massimo, recaute in cattivi caratteri la seguente epigrafe sepol-

crale cristiana:
*

+
in
con

pa CE REQUIESCIT

STANC1US

qui oixi ri

N SECOI.O ann ISXXXSITUSSUB


t

Fra

gli

altri oggetti

pervenuti

al

Museo
di

trovati nello stesso luogo,


in

ma

non

osservati in situ, per essersi

trascurato

chiamare

tempo persone competenti,

soltanto alcuni frammenti di vasi di vetro sembrano potersi ascrivere a suppellettile

cemeteriale cristiana ed eventualmente aver appartenuto alla tomba contrassegnata dall'epigrafe dianzi riportata; il resto consiste in frammenti di ceramica locale del rina-

scimento e posteriore. Presso il Devoti

rimangono:

una lucernetta
altra

fittile

di

forma

ovoidale

lunga

m. 0,075

larga m. 0,04(3,

intatta;

simile frammentaria, lunga m. 0,078 e

larga m. 0,067; altra circolare, di cui non avanza che la parte superiore; una

moneta
1 ,

romana

in ottimo stato di conservazione

(M. B.)

di

un inonetiere

di

Augusto (Cohen

COLOMBANO AL LAMBRO, DOVERA


altra simile

sesini del

REGIONE

XI.

I,

434)

ma
del

indecifrabile

due

Ducato

di

Milano e un kreuzer
ci fu trovato nelle

del 1816; tre frammenti di ceramica pavese del sec.

XVII. Tutto
Parte
di

fondazioni della casa


dott.

medesimo

ing.

Devoti.

queste notizie devo al

R. Sriga, conservatore del

Museo

Civico.

II.

S.

COLOMBANO AL LAMBRO

Suppellettile

di

tombe gallos.

romane.
Nell'autunno dell'anno 1910
fui avvertito dal

R. Ispettore degli Scavi in

Co-

lombano

al

Lambro,

dott.

Fiorani, che verso la


il

met del mese


e quello
i

di settembre, in ca-

scina Porchirola, al contine tra

detto

comune

di Graffignana, eseguendosi

scavi per scopi agricoli, erano stati rimessi in luce


a)

seguenti oggetti:

Urna cineraria

di terracotta,

rozza, contenente ossa


il

umane combuste

e tre

monete

di

bronzo assai ossidate, in cui

detto Ispettore

riconobbe un asse e due

semissi onciali;
b)
e)

due frammenti di vasetti


-

fittili,

dell'altezza di cm.

20
in

circa;

un vasetto di terracotta lavorato a mano, spezzato

due met;

Sul posto fu pure riconosciuta la caratteristica area di terra bruciata, e continuandosi lo scavo si rinvennero ancora cocci minuti di ceramica,

alcuni avanzi di com-

bustione

umana ed una

fusaiola.

Gli oggetti vennero ritirati dall'ispettore Fiorani, che dichiar tenerli a disposizione di questa Sovrintendenza.

III.
11

DOVERA

il

1)

Tomba longobarda.
mi
rifer di

eh. prof. Castelfranco, R. Ispettore degli Scavi per Milano,

essere

stato a visitare presso

suo amico avv. Giovanni Baroni in Dovera (circondario di


la suppellettile di di

Crema,
stino,

prov. di

Cremona)

una tomba longobarda rinvenuta a Po-

frazione del
il

comune

Dovera, in localit Rovereto, nell'agosto 1910. Consi-

steva

corredo dei seguenti oggetti:

a)

Una spada

di ferro

lunga cm. 84, di cui 75

spettanti alla

lama

al

codolo; larghezza massima cm. 5;


b)
e)

Un

Imbracciatura

uinbone emisferico con quattro chiodi, diam. cm. 19, alt. cm. 7 di scudo lunga cm. 43, secondo la quale la corrispondente
;

dimensione dello scudo (che doveva essere di legno o di altra materia marcescibile) pu calcolarsi a cm. 45 o 50 circa
;

d) Coltello di ferro lungo cm.

16 V2

La tomba

era ad inumazione, formata di tegole

romane gi

state adoperate

come

copertura di tetto.

Gli oggetti

si
si

trovavano a Dovera,

presso l'avv. Baroni,

che se

ne dichiarava consegnatario, e

disponeva a donarli al Museo Civico di Lodi.

REGIONE

XI.

MORTARA, LANGOSCO LOMELMNA

Tomba gallica. 2) Nello stesso comune di Dovera, nel fondo denominato Bosco Streppo, di propriet del nob. cav. dott. Alberto Barni di Roncadello, pure in agosto 1910, fu rinvenuta
una tomba
gallica, anch'essa visitata dal prof. Castelfranco,
e parte del corredo

che

me

ne diede notizia.

Era ad incinerazione,
del nobile sig. Barni.
e

funebre pot essere salvato, grazie alle cure


di argilla rossastra;

Conteneva un vaso a trottola intatto

un

una ciotola a piede basso di cui avanza la met; un cerchio di vasetto sferico vetro azzurro; due anelli di bronzo; due fibule a doppio vermiglione pure di bronzo, che il Castelfranco riferiva al tipo La Tene II, e un viluppo di oggetti di bronzo
legati dall'ossido, in cui
si

distingueva una

fibula serpeggiante del III

periodo di

Golasecca, con altri due anelli di bronzo.

Anche
di

il

nob. Barni

si

dichiar consegnatario di questi oggetti, che

si

proponeva

donare al Museo Civico di Lodi.

IV.
Dal

MORTARA
dott.

Tombe

moneta romana.

Francesco Pezza, R. Ispettore degli Scavi per la Lomellina orientale,

ebbi notizia dei seguenti trovamenti avvenuti a Mortara noi novembre 1910. Nella

regione Sabbioni di

s.

Albino, lungo lo stradale di Pavia,


il

ove l'anno precedente

si

erano fatte simili scoperte,


grandi tegoloni, uno dei

sig.

Erminio Picco rinvenne varie tombe costituite


il

di

quali

recava

seguo

di

fabbrica o di numerazione VI.

Alla cascina Panza,


cascina Careale,
il

in

un dosso che fiancheggia


Belluschi,
s.

lo stradale per
sterri,
si

Novara, presso la

fittabile

facendo degli

rinvenne molti tegoloni


di

con bordo, simili a quelli di

Albino, ed anche col

ha memoria
si

simili tro-

vamenti

fatti

in

passato,

quando talora alcuni tegoloni


si tratti

presentarono disposti a
Infine,
si

tettuccio; sicch pare che

di sepolture sconvolte e senza oggetti.

du-^
rin-

rante la vangatura di un campo, tra la

frazione

Medaglia

il

cavo Plezza,

venne un medio bronzo di M. Aurelio.

V.
11
il

LANGOSCO LOMELLINA
medesimo
ispettore dott.

cui

Tombe romane.
rifer

Pezza mi
della

che a Langosco Lomellina, mentre


eseguire

sig.

Angelo Taglinmacco, agente

nob. casa Marchetti, faceva

uno

sterro nella bassura della Sesia, in

vicinanza dell'antica rocca


in

dei Langosco,

s'im-

batt in tombe

romane

di

tegoloni,

erano

vasi

di

varie fogge, che disgrafit-

ziatamente furono subito distrutti dai lavoranti. Si salv pertanto una lucernetta
tile

di terra rossa,

che reca sul fondo

il

bollo del fabbricante

VERECVND.

COSTA MASNAGA, VARESE

REGIONE

XI.

VI.

COSTA MASNAGA

Tombe romane.

ferito

L'egregio Ispettore degli Scavi per Lecco, dott. cav. Antonio Magni, mi ha riche in comune di Costa Masnaga (Como) furono rinvenute casualmente quattro
cassetta, povere, che deplorevolmente gli sterratori
Il si

tombe romane a
frammenti
pure
tati

affrettarono a

devastare appena scoperte.


;

dott.

Magni pot salvare pochi


ferro,

vasetti

di terracotta in

una lama

di

coltello in

leggermente arcuata, e un piccolo bidente

che facevano parte dei corrodi funebri. Questi oggetti saranno deposinel nascente Museo Civico di Lecco, al cui territorio limitrofo quello del
in
ferro,

comune

di Costa

Masnaga.

VII.

VARESE

Suppellettile di tombe

romane scoperte nella

costru-

zione del nuovo

Stadium

Nel gennaio 1911, adattandosi la pista del nuovo Stadium o ippodromo di Varese presso la stazione i Bettole, gli operai rinvennero parecchi grossi vasi di
argilla e tracce di carbone, che andarono in frantumi e dispersi
terre.

nel

movimento

delle

venne a sapere della scoperta, e si pot desumere dal racconto degli operai che essi avevano anche incontrato e demolito due tombe in muratura coperte da lastroni e circa altre dieci di tegole ed embrici. Alcuni pochi oggetti

Molto tempo dopo

si

furono salvati dal sig. rag. Luigi Redaelli e dal capomastro Luigi
recuperati in

De Grandi
e
il

altri

donato al

un sopraluogo dal R. Ispettore cav. ing. Luigi Riva, Museo Civico di Varese. Eccone la descrizione.
con labbro
rientrante,

tutto

fu

a) scodella svasata

alta

m. 0,08,

diametro m. 0,26

annerita dal fumo;


b)
e)

altra minore,

meno

svasata, alta

m. 0,05, diametro m. 0,21;


0,15, diametro m. 0,215;

olla senza manichi, con labbro svasato, alta in.

d) simile, minore, alta m. 0,13, diametro m. 0,10;


e)

scodella simile a quella indicata sotto la lettera a)

ma

con labbro

meno

rien-

trante ed orlo pi verticale, alta m. 0,075, diametro


/)
fiasca

ad un'ansa (rotta)

di tipo

m. 0,26; comune, alta m. 0,15

g) scodella simile a quella indicata sotto la lettera e) alta m. 0,05, diametro

m. 0,25;
h) olletta alta m. 0,10, ed avente alla bocca
il

diametro
di

di

m. 0,075. un medio

Oltre a questi

vasi fu trovato, e

si

conserva nel Museo

Varese,

bronzo consunto di Severo Alessandro, e un saggio dei carboni di legna provenienti


dai roghi, che furono recuperati dall' ing. Riva.
I

ed

il

primi quattro oggetti e la moneta sono stati dati dal sesto dal signor Redaelli, gli altri dal Riva.

sig.

De Grandi,

il

quinto

G. Patroni.

REGIONE

X.

VH

DI PIADENA,

DRIZZONA

Regione

X (VENETIA).

Scavi e scoperte in vari comuni della Regione.


Vili.

VH

DI

PIADENA

Tomba

Nei primi mesi del 1911 dal benemerito


delle stazioni

gallica rinvenuta presso l'abitato. sig. Francesco Orefici, indefesso collaCastellare e intelligente esploratore

boratore mio e del Castelfranco negli scavi del


palustri di

monese,
del

si

ebbe notizia
Orefici,

di

de' Cioss, dei Lagazzi e dei fondi di capanne del Creun rinvenimento fatto in Campo Campagna, di propriet

medesimo

dagli operai addetti agli sterri per la sua fornace di laterizi.


il padrone, uno schecapo un torque di bronzo ad estremit aperte ed allar-

Questi incontrarono, e mandarono in frantumi, senza avvertire


letro,
il

quale aveva presso

il

gatisi a guisa

di cono rovescio.

Tale scoperta si collega, come mi fa notare il prof. Castelfranco, ad altre avvenute a varie riprese nel medesimo campo nel 1904 ed anni precedenti. Si rinvennero
allora sepolture, per lo pi ad

Castelfranco rifer
raccolti,

umazione semplice, che dalla suppellettile funebre il giustamente a popolazioni galliche. Tra gli oggetti a quel tempo

passati al

che fecero parte della privata collezione Castelfranco ed ora con questa sono Museo Civico del Castello Sforzesco in Milano, meritano di essere ricorfibula di

dati:

Una

bronzo a doppio vermiglione, del


Civ. prim.,
sottile
I,

periodo

La Tene,
di

simile a
ferro a

quella riprodotta in Montelius,


cartoccio;
giri

112, n. 5; un

giavellotto di

una lancia

di

ferro

a cartoccio;

un armilletta

bronzo di due

mezzo; un'armilla di verga di bronzo, posta all'avambraccio di uno scheletro raggomitolato; una grossa fusaiola piauo-convessa; una umetta cineraria di terra
e

rosso-bruna,

simile

ai

tipi

Este

l'I;

altra

pi piccola,
riquadrata;

rigonfia

/3

dell'altezza;

un'elegante tazza a vernice nera,


verniciata di nero
;

con ansa

una

patera di terra grigia


di

una scodelletta rossa ed un vasetto a forma

minuscola umetta.

Dall' insieme di tali rinvenimenti


localit,

ben sembra potersi concludere che in quella

tanto iuteressante per antichit primitive, ebbe sede altres in epoca postedi popolazione gallica.

riore

un centro

IX.

DRIZZONA

Fondi
della

di

capanne riconosciuti nell'agro del comune.


Locatelli,

Dall'egregio cav. dott.

Giacomo

primo scopritore dei fondi


e

di

capanne
abituri

del Cremonese, ebbi notizia della

presenza di tracce
di

di questi antichissimi

presso

Drizzona, comune

provincia

Cremona,

mi propongo

di

esplorare

quei terreni in una prossima occasione.

Notizie Scavi 1912

Voi. IX.

BRESCIA

BRESCIA

10

REGIONE X.

X.

Antichit

varie

rimesse a luce nella citt e nel

suburbio.
Il

R. Ispettore degli Scavi nob.

comm.

dott. Pietro

Da Ponte mi

riferisce sulle

scoperte seguenti avvenute in citt e nel suburbio. Nel marzo ultimo, facendosi uno scavo per fondamenta nello stabile Mazzola

Perlasca in contrada
fu scoperta

s.

Martino, alla profondit di circa m. 4 dal piano del cortile,

una tomba con suppellettile,


forma della tomba,
i

ma
i

solo casualmente e

dopo molti giorni se

ne ebbe notizia affatto incompleta, perch


circa le misure e la

muratori non seppero dir nulla di preciso che pare fosse costrutta di embrici e fu
;

ancora buona ventura che


oggetti quivi rinvenuti e
li

proprietari

sigg. Perlasca

oggetti in ferro,
tello

consegnassero al e cio: una ronca a bossolo ovvero a cannone, lunga cm. 21

Mazzola recuperassero Civico Museo Romano. Prevalgono


e
;

gli gli

un mar-

lungo cm. 18; un coltellaccio mancante della punta, lungo cm. 37, di cui 12 spettano al codolo, e una tanaglia lunga cm. 40. La presenza di tanti oggetti in ferro, tra cui i tipici strumenti fabrili, fa pensare all' ispettore Da Ponte ed a qualche
altro erudito locale, che
si

tratti

della

tomba

di

un fabbro;
gallico,

ma

si

pu anche pensare
i

ad una vivace persistenza

dell'elemento

etnico

giacch noto che

Galli

furono eccellenti fabbri-ferrai e che nelle loro tombe abbondano gli istrumenti di ferro. Ad ogni modo per la nostra tomba spetta gi ad et gallo-romana, come chiaro
dagli oggetti di terracotta che
in
si

accompagnano a

quelli di

ferro,

e che consistono

due vasi di argilla comune, fatti al tornio (una brocca a bocca larga rimasta priva del manico, alta cm. 15, ed una fiasca ventricosa a bocca stretta ed un*ansa, Scostolata, alta cm. 20, tipo derivato dal transpadano vaso a trottola), e in due lucerne
monolicni, l'ima con la parte superiore
a
bitorzoletti, l'altra

modellata a stecca

in

forma di oscena figurina accoccolata e reggente con ambe le mani l'enorme fallo che esce dal suo corpo e forma il luminello (lunghe rispettivamente 10 e 12 cm.).

Pure nel marzo, facendosi

sterri sul

margine del terrapieno a

sinistra della strada

che da Rebuffone (presso Porta Venezia) conduce a s. Francesco di Paola, vicino alla Barriera daziaria, in un fondo del sig. Luigi Bonomelli e a circa un metro di profondit sotto il piano stradale, fu scoperta un'urna di pietra rozzamente lavorata,
cubica, di cm.

55

di lato,
in
l

che conteneva
con
pareti

residui

del

rogo ed

seguenti oggetti
costole,

Piatto

da

frutta

bronzo,
;

poco

elevate

a graudi

diametro

frammenti; specchio in bronzo di forma a che dovevano essere incastrati in una rettangolare oblunga, margini irregolari cornice di perduta materia, largo cm. 11 e alto cm. 14, spezzato in quattro parti;
cm. 18,
alt.

cm. 4 / t

altro simile ridotto in

altro specchio di

forma circolare, pure rotto

in pi

pezzi; diam. cm. 7; ampolla di

vetro leggerissimo a base larga e rotonda, collo sottile ed ansa a cartoccio; alt. cm. 19;
altra simile, alt.
alt.

cm. 18;

ampolla quadrata con collo rotondo ed ansa a cartoccio,

con collo

cm. 12; altra uguale; fiaschetta globulare di argilla rossa lavorata al tornio, breve ed ansa tricostolata, alt. cm. 15; lucerna monolicne recante sul di-

REGIONE

X.

11

il

BRESCIA

schetto tre disegui forati per catenelle e sotto


piccoli ornati a rilievo senza marca. Si raccolsero
inoltre
1

fondo

il

bollo

ATIMETI

altra con

le

seguenti monete:

all'esemplare Cohen

n.

343,

ma
1

Grande bronzo di Vespasiano simile cbe non pu identificarsi essendo perduto il rovescio;
vespasiano o
1

n. 255; medio bronzo indecifrabile di grande bronzo di Tito, Cohen n. 116. di Tito; denaro di Domiziano, Cohen /
,
,

In vicinanza dell'urna cineraria che


e nella

conteneva tutti gli oggetti sopra


per
la

descritti,

medesima occasione
si

degli

sterri

fabbrica della villa del sig. Luigi

romane, che il medesimo signore si aifrett a un blocco di marmo di Botticino lungo m. 1,07, alto consegnare cm. 24, largo cm. 30, sul quale leggesi in lettere abbastanza buone
Bonomelli,
rinvennero due
lapidi
al

Museo. L'nna

PRIAPO VALER1VS
Lo
spazio in

V-S-L M

HERMES
liscio.

mezzo

al

secondo rigo

Sul piano superiore del

marmo

si

osservano tre fori da perni o incastri, uno verso

sin.,

due verso destra. L'altra lapide


di

un piccolo blocco di arenaria, alle Iunones Matronae:

in cui si riconosce

un avanzo
I

epigrafe dedicatoria

[VNONIBaj
Nello scorso giugno
*

poi,

in occasione di lavori

che

si

eseguivano nel pio ricovero


ossia dal centro dell'an-

La

casa d'Industria

a breve distanza dal Poro


si

Romano,

tica Brixia,

ed alla profondit di due metri,


parte
in

rimise alla luce un blocco di


rilievo di
ovoli,

marmo

che aveva fatto

di

un cornicione.

Era lavorato a

dentelli e

cimazi e fu portato

Museo.

Scrostandosi poi un
rit militare, si

muro

nell' ex-chiostro

di

s.

Francesco, ora in uso dell'auto-

mise alla luce un rilievo sepolcrale romano in marmo qui figurato da fotografia (pag. 12). Rappresenta, secondo un tipo gi noto da altri esemplari bresciani, tre busti in fila, col solito gesto di afferrare con la destra il lembo della toga o del

manto su
in nulla

la spalla opposta.

Nel nostro esemplare


dalle

la figura

di

mezzo

femminile, ed
si

da notare che
dalle

l'abito di essa,

pieghe

dure e schematiche, non


le

distingue
della

toghe
la

degli

uomini imberbi che


sinistra, tenendo un

stanno

ai

lati

soltanto
il

donna sporge anche

mano

fiore

tra l'indice e

pollice.

Recatomi a Brescia e rivedendo


tore

il

materiale sul quale

mi aveva

riferito l'ispet-

Da

Ponte, ebbi anche notizia di una nuova

tomba trovata nel

luglio dello scorso

anno a Mompiano, suburbio di Brescia, nella fondazione dell'asilo infantile. Ci si trov una elegante ampolla di vetro sferica, a lungo collo senza manico, alta mm. 173;
ed una fiasca di terracotta
con

ansa bicostolata e bocchino munito di piccolo bec-

BOVEZZO

19. Alla

12

REGIONE

X.

cuccio, alta cm.

superiore,

come molti

bresciani, e

tomba spettava un cippo sagomato a centina munito di zoccolo rustico per infiggerlo
stato

nella parte
nel terreno.

Questo cippo non

era ancora

trasportato

nel

Museo

al

momento

della

mia

Fig. 1.

visita. al

In esso leggesi in chiare lettere la seguente epigrafe, la cui trascrizione devo


Rizzini, direttore del

cav. dott.

Museo:

LOC
P

SEPVL

GT
P

IN
IN
Fuori della tomba
si

FRPXXXV
AGR
XL

rinvenne una monetina in bronzo di Claudio Gotico.

XI.
Il

BOVEZZO
predetto

Tomba gallo-romana.
rifer

comm. Da Ponte mi

pure

che a Bovezzo, comune a pochi

chilometri da Brescia, verso la Valtrompia, essendosi scoperta casualmente dai contadini

Angelo Passerini ne recuper gli oggetti di corredo qui appresso enumerati, che don al Museo di Brescia: Un medio bronzo di Ottaviano Augusto (Cohen n. 257) ed un altro di Doil

una tomba gallo-romana,

proprietario del terreno cav.

uff.

miziano, solo riconoscibile dalla protome; una fibula gallica in bronzo del tipo pavese, ma di dimensioni piccole e senza gli anelli passanti su l'appendice della staffa;

un'armilla di bronzo a nastro, schiacciata; due verghette di ferro a testa o base quadrata; una fiasca di argilla rossa, simile a quella di Mompiano (Brescia) test descritta (cfr. pag. 11), alta

cm. 16.

REGIONE X.

13

T1MOLINE

Sepolcreto gallo-romano. scoperta di tombe gallo-romane avvenuta in circondario negli ultimi giorni dell*anno 1910 a limoline, villaggio del Bresciano di Chiari. Ebbi poi una relazione sommaria su tale scoperta, ed alcune fotografie,

XII.

TIMOLINE

Da

pi parti venni

informato della

che rappresentano

aggruppati gli

oggetti

trovati dal

R. Ispettore

degli

Scavi

per

Chiari cav. avv. Gustavo Giani.

da

tali

elementi desumo quanto appresso.


in

Nei giorni 20, 21, 22 del dicembre, lavorandosi


propriet del barone Giulio Pizzini di Rovereto,
cui dista
le

un vigneto

fillosserato di

situato a mattina dal paesello, da

350

metri,

si

misero allo scoperto 18 cassette di embrici, formate a dado,

quali contenevano residui di corpi umani composti sul rogo, ed oggetti di corredo funebre. Gli oggetti furono per fortuna tutti conservati ma da deplorare la scom;

posizione dei singoli corredi avvenuta; talch non pi possibile,


il

come mi assevera

Giani,

nemmeno

in parte ricostituire

l'aggruppamento che gli oggetti avevano nelle

rispettive tombe.

La Tene,

Gli oggetti consistono in fibule di bronzo a doppio vermiglione, varianti del tipo o galliche, nell'una delle quali posso riconoscere il tipo pavese modificato,
i

cio senza

falsi

anelli passanti su l'appendice della staffa e di piccole dimensioni,

modificazione di tipo che pi volte ho riscontrato nel Bresciano; una fibula a cer-

romana. Vi sono poi almeno tre lorques, fatti di doppio filo di bronzo ritorto a fune, una spatoletta di bronzo, vari strumenti ed armi di ferro (coltellaccio, lancia
niera,

a cannone, roncole, bidente), recipienti


e alcuni e

fittili,

cui accede qualche


le

pedoni

costolati

di

pastiglia.

Fra

ceramiche

si

unguentario vitreo notano scodelle, olle


il

fiasche di tipi

comuni

nelle necropoli gallo-romane della Transpadana,

noto po-

campaniforme a strozzatura (cfr. Notule 1910, pag. 10, tg. 1), una tazzina con piccoli ornati a rilievo, e una lucernetta monolicne. Si rinvennero pure due monete
etilo

di bronzo del principio dell'impero.

Questa bella collezione, nella quale

gli

esemplari

di

torques sono splendidi


del Castello Sforzesco

stata aggiunta alla raccolta governativa in deposito al


in

Museo

Milano per generoso dono dell'egregio barone Pizzini.


G. Patroni.

ROMA

14

ROMA

XIII.

ROMA.

Nuove scoperte
Il

nella citt e nel suburbio.


dell'ufficio

cav.

Angelo Pasqui, direttore

per gli scavi in Roma, comunica

le

seguenti relazioni sulle

scoperte di antichit

avvenute

durante

il

mese

di gennaio.

Regione VI

(Via

Sicilia). la via

Costruendosi

nei cavi che fronteggiano

Toscana, alla

nuova chiesa evangelica tedesca, profondit di m. 2,40 stata inconla

trata un'antica pavimentazione stradale a poligoni di selce ben connessi fra loro e ben

conservati. Questa strada

era larga
le

m. 4,00 ed aveva la direzione da nord a sud.


dalle solite crepidini alte
in
laterizio,
i

Era limitata,
si

in

ambedue

parti,

m. 0,15. Dal

lato est

riconobbero avanzi di costruzioni

cui

muri avevano

lo spessore di

m. 0,60 e formavano delle stanze, delle quali per non furono vedute le dimensioni. Altri avanzi di costruzioni in laterizio, aventi i muri dello spessore di m. 0,45,
furono scoperti pi ad est di quelli precedenti. Si videro due camere larghe m. 3,60

lunghe una m. 3,63, l'altra m. 3,95 comunicanti fra m. 1,00. Le pareti di dette camere conservano in parte Fra questi avanzi ed i primi descritti, in un cavo
e

loro per
l'

un ingresso largo

intonaco dipinto.
scopr

si

un piccolo rudero

della parte inferiore di una vasca che doveva avere probabilmente la pianta ottagonale,
il

cui lato misurava

m. 1,20. Aveva l'intonaco,


il

sia delle pareti

che del pavimento,


coccio pesto, alto

coccio pesto e negli angoli ricorreva


circa.

solito

cordone anche

in

m. 1,15

In un altro cavo, prossimo all'antica strada,


circolare, costruito nella
laterizio,
fino

si

rinvenne un trombino di sezione

mentre
11

al

piano.

superiore (m. 5 sotto il piano attuale della via) in rimanente (a m. 7,40 ili profondit) era scavato nel tufo diametro interno del trombino era di m. 0,90; si allargava per

parte

la parte

nella parte inferiore, misurando alla


piano,

massima espansione m.
e largo

1,20.

Il

fondo non era

ma

leggermente concavo, e nella parte pi larga del lato ovest, immetteva in


tufo,

m. 0,50. a sezione ogivale. La bocca del descritto pozzo terminava in un chiusino a mattoni, di forma quadrata, il cui lato misurava m. 0,50, e- trovavasi allo stesso piano di quello dell'antica strada, cio
un cunicolo scavato nel
alto

m.

2.

m. 2,40 circa

di

profondit.
*

Regione
Banco
sono tornati in
di spessore ed

IX.

Facendosi

lo

sterro per la

nuova costruzione

di

propriet del

di Napoli,

nella nuova via del Parlamento, sull'angolo del corso

Umberto

I,

luce

avanzi
la
in

di

costruzioni in laterizio

cui muri misurano m. 0,80


I.

hanno
era

direzione normale al

corso

Umberto

Il

vecchio fabbri-

cato, ora demolito,

gran quel poco che rimaneva era in cattivo stato

parte costruito

sopra questi

avanzi, dei quali per

di costruzione.

ROMA

(Via
di

15

il

ROMA
cavo per

Regione XI
di fronte all'angolo

Sauta Sabina). Facendosi


fabbricato

il

nuovo

collettore,

settentrionale del

Pantanella, alla profondit di due

metri sotto

il

dello spessore

piano stradale moderno, stato incontrato un muro in opera laterizia di m. 0,90, che aveva la direzione normale all'asse della via di
Il

Santa Sabina.
di

muro

di

tufo e tegolozza

iiell'

epoca tarda e di cattiva struttura, eia formato con pietrame interno ed aveva il rivestimento fatto con pezzi di mattoni.

XIII (Viale Aventino). In un cavo praticato nella propriet Pettini sul viale Aventino, a in. 3,00 da esso e distante circa m. 70 dall'angolo della via

Regione

de'

Cerchi con

il

detto viale, alla profondit di m. 6,50 sotto

il

piano stradale odierno,

fu scoperta l'antica

pavimentazione stradale a poligoni di selce per

una

superficie di

m. 2,00

2,00, pari cio alla sezione del cavo.

Regione XIV.
si

In

via della Renella,

nei lavori di riparazione di

una
ni.

fogna,

rinvenne un busto marmoreo muliebre, acefalo, panneggiato, largo alle spalle


*

0,44,

ed alto m. 0,48.

Via Aurelia.
di

In localit

Prima Valle, presso


fittile

la pineta

Sacchetti, nei lavori

allargamento e di sistemazione della gi via del


si

Pidocchio, ora via della Pineta

Sacchetti,

rinvenuto un grande dolio


di

intero (alto m.
la cifra

1,57 e della circon-

ferenza

massima

m. 4,57).

Sul labbro

ha

graftta

XXV. Esso

trovavasi

interrato entro

una stanzetta formata da muri

reticolati.

Via Flaminia.
durante alcuni
dolt-Costa,

In via delle Tre

Madonne
di

n. 1, all'angolo del vicolo Sacchetti,

sterri fatti nel terreno di propriet

della

contessa
si

Artemisia Gaui

m.

di
i

profondit
quali
si

dal

piano

campagna

rinvennero
:

resti

di

alcune tombe, presso

ricuperarono

le seguenti

iscrizioni

1.

Lastra marmorea in quattro pezzi

2.

Id. id. in

un

sol

pezzo (m. 0,20

(m. 0,60

0,28

0,03)

0,17

0,035)

D M

CLAVDIAE CAPRIOLA E COIVGI BENEME


5

CDECCRES
CENTIS QjVIX ANNVIIID- VII
5

DM-

RENTI SEP TI

PROTVSFILIO

MVSMARITVS
FEC1T

CARISSIMO

ROMA
due pezzi

Id. id. in
(ni.

16

ROMA

3.

0,36X0,30X0,03):

D M GARGILIVS Ro

GATVS ET RAE CIA MAXIMILLA


5

GARGILIAEDONA
TILLAE FILIAE BE

NEMERENTI
10

QVAE DECESSIT ANN III MEN Vili XI CAL IAN

(rie)

4.

notevole la citazione del giorno del decesso della bambina,

il

22 dicembre.
in

Due frammenti

di

lastra

mar(in.

r
.

>.

Lastra marmorea

due pezzi

morea (m. 0,17X0,17X0,07):

0,30X0,20X0,03):

M
(sic)

.MIO -F OR tu nalO P VA ERo


q
5

PNVMISI FORTVNA
5

VI VI

XIT

amNIS
...

XIII

M
marmorea

TIF- H E D ON CONI
QA'ANNXXVI

D Vili
di

6.

Frammento

lastra

7.

Id.id.id.(m.

0,20X0,14X0,03):

(m. 0,10

0,08X0,02):

AEL NA CO niugi

COIVGI BENEM E R ENT F E C il QVI VIX il ann. XX


I

G. Mancini.

Via Labicana. Al numero


metri da Porta Maggiore,
sig.
si esercita

civico

219

della via Casilina, a circa tre chilo-

una cava

di pozzolana, della

Giuseppe Emiliani. Nel proseguire


in

la scoperta della

quale proprietario il cava sono stati incontrati alcuni

muri

opera reticolata, pertinenti ad. una camera sepolcrale, lunga m. 3,90, larga
tre filari di loculi per olle accoppiate.

m. 2,30, nelle cui pareti sono


semplici olle
fittili,

Alcune

di queste,

presentano questa caratteristica,

del resto riscontrata altre volte,

che

il

coperchio, in forma di basso cono, era messo

capovolto, cio in

modo che

il

vertice entrava nell'olla; e questo vertice era rotto a bella posta, e nel foro ottenuto

con questa rottura, era ficcato e

fissato

con stucco uno dei

soliti

vasetti di

vetro con

ROMA

in
il

17

ROMA

collo lungo e corpo cuneiforme,


fare gocciare sulle ceneri
Il

liquido o
in

guisa che la bocca di esso entrava nell'olla per 1' unguento che vi era contenuto.

opus sedile era assai guasto, perch in epoca posteriore quell'ambiente era stato tramezzato nel senso della lunghezza con due muri in pietrame dello spessore uno di in. 0,50, l'altro di m. 0,40, per servire a deposizione di cadaveri; difatti negli scomparti si rinvennero scheletri su letti di tegoloni,

pavimento della camera

sovrapposti e distanti l'uno dall'altro m. 0,40 in altezza.


fu rinvenuto
ra.

un sarcofago
il

di

marmo

In questa camera inoltre lunense con coperchio rotto in pi pezzi; lungo

1,90, alto senza

coperchio m. 0,46 e col coperchio m. 0,68. Sulla fronte della

cassa la seguente rappresentanza in rilievo: nel mezzo

una targa anepigrafe sostennta

da due vittorie alate, disposte orizzontalmente nella parte inferiore del corpo, ciascuna delle quali, volgendo un poco il capo, guarda verso un amorino scolpito in ciascuna estremit della fronte. Questo amorino regge con le mani un serto di fiori. Sotto la
targa ansata un canestro di
altro canestro di
fiori

fiori

tra

due cornucopie: e sotto ciascuna vittoria


e sottile

un

rovesciato e

una lunga
Sul

palma
ai

distesa al suolo. Nelle

due facce

laterali

del sarcofago scolpito di profilo un grifo che, seduto sulle


anteriori.

zampe

posteriori, tiene ritte quelle

due spigoli anteriori una coperchio maschera scenica, e fra queste due maschere quattro festoncini sostenuti da amorini. Fra la terra, che era in questa camera sepolcrale, si sono rinvenuti alcuni vasetti
ed
i

di vetro
1.

primi tre

titoli

sepolcrali qui appresso enumerati.

Iscrizione granita su stucco, rotta in pi pezzi e in parte

mancante:

CVERGILIVS
C L 7/Y/DIS VERGILIAE-M///
2.

Lastra

marmorea
0,34

iscritta a ca-

3.

Lastra marmorea (m. 0,12X0,22):

ratteri pessimi (m.

0,12)

CANTESTIVSCL-SABIO

VARCVNTEI A M

VETIASTACTE VETIA NICE SOROR


DEMETRIA

Proseguendosi la scoperta della cava,


di

nella

terra si
:

sono rinvenuti altri tratti

muri autichi rovinati


4.

seguenti

titoli

sepolcrali

Frammento

di

lastra

marmorea

5.

Frammento

di lastrina di giallo

(m.

0,28 X 0,29):

antico (m. 0,10

X 0.16):
[

APOLL
IN

g/.

H
'

INAGRP-X
FR PX

IO

APOL-C V
i

S E

-C A R

Notizib Scavi 1912

Voi. IX.

ROMA
Lastra marmorea

frammentata

18

7.

ROMA
Lastra marmorea alta m.
:

6.

0,27

(m.

0,16X0,20):

X 0,24

APOLLO
ETNICER COLLIBE
S E

CASINIO
SVCCESSO
CAESENNIA- VICTO

C V N

RINA-CONIVGI

SVO
8.

Fecit
per due
dei

Targhetta

marmorea
:

ansata

9.

In

lastra

titoli,

(m. 0,20

0,075)

quali solo quello di sinistra iscritto:

DOMITIAFAVSTA
V

MFVLVIVSM-L

ANN XXVI

AVCTVS
11.

10.

Lastra

marmorea
:

scorniciata

Lastra

marmorea

scorniciata

(m. 0,38

0,33)

(m. 0,69X0,38):

CFVTIO
CHR ESIMO
VIXIT

IVLIA

MODESTA FECIT

IVLIAE

PRIMAE MATR1SVAEDVL

ANNIS XXV

FVTIA

NVSA

CISSIMAE-CVMMIVNIO EYTYCHO CO NI VGE- SVO ET


LIBERTIS LIBERTABVSQVE- POSTERlSQ_ SVORVM IN-FRPV- IN- AGR P X

PATRONA BENE
ET MERENT EVPHEM VS
I
-

12.

Lastra

marmorea

scorniciata

13. Targa

marmorea per due


e in

titoli

(m.

0,50X0,12):

sepolcrali, decorata di piccoli solchi rettilinei serpeggianti

basso di

fiori

stilizzati

(m. 0,31X0,15):

LCRANIVS-FELIX
EMIT-LOCVM14. Cippo [di travertino

HEDONE
VIXAXVI
0,88
15. Lastra

FVTI A
NICARCIS
marmorea mancante

SIBI

(m.

del-

0,29)

l'angolo superiore sinistro(m. 0,25X0,29):

IVLIADL
pr Ima

sibi

V AE AN
I

etpatrona frp xii in in agpxii

TISTIANAE FECERVNT- PA RENTES

ROMA
16.

19

ROMA
17.

Lastra

marmorea

(m.

0,15

Lastra

marmorea

(m.

0,40

X0.47):

X0,18):

MATIAMAPLCRES
M-MAG! ANI
SPFCOL
PETISIAE
T LHELPINI

TELVALER1VSLJLZA

(sic)

UDADESVAPECVN1
A-

18.

Frammento

di cornice iscritta:

19.

Lastra

marmorea

(m.

0,09

la riga superiore

accuratamente abrasa

X0.21):

(m. 0,11

0,32):

MVNDI N A/////// T-MVNDINVS FRVFVS


20. Lastra

MROMANVS
PETIAPVSILA* TE
iscrizione

vb

marmorea (m. 0,11 X 0,15) con

malamente abrasa:

COCTAVIVSC CLHORIDES
O C TAV A C
I

ANTHRACIVM
Anthracium

nome femminile

di schiava.

21. Parte destra di lastra marmorea (m. 0,23


dis.

0,19):

AN
ATHONICEi

in f L1CISSIMA-FECIT

pien t
5

s s

ROMANO
qui vixit ann.

iimen-iii-die-xxI
hor-iii

niaemelissae
quae

vixit aNxviiwEN un

22.

Lastra

marmorea

(m.

0,14

0,14), con iscrizione granita:

C-

SVLFELII OL

EMI DE TAL

PVBL

ROMA

Lastra
:

20

solchi

ROMA

23.

marmorea decorata

da

leggeri

serpeggianti

lungo

lati

terminali

DISMANIBVS
C-SVSSVLENVS

CORINTHVS
24.

Frammento

di lastra

marmorea

scorniciata, alto

m. 0,10X0,17:

HE,

M-PRlMA
NE

AD

S\

CONTVM

SEMPERINT
sine

Quel che rimane dell'ultima linea panni debba leggersi: ...

contumelia

semper

25. Parte destra di lastra marmorea, alta m. 0,31

X0,23:

dis

ma N

B V S

E-T- FTA E

ANN-XIIX
XVIIII RIMVS TATA p

26. Parte inferiore di lastra marmorea:

VIXT

AN
P

XI

27. (m.

0,10X0,22):

28. (m. 0,19

0,18)

29. (m. 0,14

0,31):

~ NO
,

CIAE

/WrfERISQVE-A LV.X.T-ANNOS

DOPE
31. (m.

^^^
0.10X0,14):
.

VSALAP VSALA
P-TIA

30. (m.

0,15X0,16):

32. (m.

0,14X0,19):
P

TIA-C-L
C PX

TYRRHH
OD

GR/

L- /

ROMA

21

34. (m.

ROMA

33.

(in.

0,18X0,26):

0,10X0,16):

CHI
M
I

ERATl
E

NIISIBI
0,08)
:

35. (m. 0,08

36. (m. 0,06

0,10):

ALI LIX
37.

MI

XXXVI
alla

Frammento

pertinente

parte

inferiore

di

lastra

di

travertino,

alta

quale conteneva, come appare iscrizione da attribuirsi a quella classe che nel C.

m. 0,21

X 0,18,
il

la

dal
I.
:

pochissimo che rimane, una

L. VI, pp.

1355

3502

com-

presa sotto

titolo

di

Ada

ad sepulcra spectanta

NFER\ /iQVl AMIC\

YNDI

CAVSAI

\*IVMDEDEROL] V\S T R N V M V T|
I

BVS-

COMMV|
E. Ghislanzoni.

Via Ostiense. Nel


della via Ostiense uscendo

terreno di propriet del sig. Antonio Corsetti, sulla destra

da Roma,

in

localit

denominata Dragoncello, a m. 200


alcuni
lavori agricoli per conto

prima

di

giungere

al

XVII

chilometro,

facendosi

degli affittuari sigg. fratelli Loretelli, sono

stati rimessi alla

luce alcuni avanzi di

antiche fabbriche e parte di una pavimentazione a poligoni


sistono in due pilastri
laterizi di

silicei.

Tali avanzi confra loro

m.

0,90 e lo spessore

m. 0,60, distanti

m. 3,35, facenti parte di costruzione dei tempi imperiali. A questi pilastri sono addossati nel senso della lunghezza altri muri costruiti con filari di piccoli parallelepipedi di tufo e ricorsi di mattoni alternantisi fra
posteriore, circa del in cui

loro;

costruzione di et molto

nono secolo. In uno

di

questi muri apresi

un vano largo m. 2,08,


misura
ni.

rimane

la soglia di

travertino larga m. 0,37, alta m. 0,23, formata con pezzi


di tutta la costruzione

di altre soglie.

La lunghezza complessiva

18,50 ed

ha

la direzione

quasi parallela alla via Ostiense, da cui dista m. 43,50.


poligoni di selce certamente contemporanea alla costrucattivo stato di conservazione e
i

La pavimentazione a
zione in laterizio;

ma

in

poligoni medesimi non


si

sono accuratamente connessi fra loro.


al di

Questa

pavimentazione

trovava al di l e

qua

del

muro per una larghezza

di oltre quattro metri,

in

modo da supporre

che, dal lato che guarda la via Ostiense, dovesse far parte di un piazzale scoperto.

OSTIA.

22

REGIONE

I.

Via Salaria.
minata Sette Bagni,
di

Presso

il

di propriet del
il

settimo miglio della via Salaria, nella tenuta denoprincipe D. Leopoldo Torlonia, durante i lavori
il

bonifica, nel deviare

fosso delle Spallette, che scorre nella valle sotto


si

casale

di Sette Bagni, a circa

m. 600 dalla via Salaria,

riconobbero sulle rive del fosso


di

medesimo
tufo.

le tracce delle spalle di

un ponticello antico, costruito con parallelepipedi

Alcuni
;

di

questi, ancora a posto, sono cuneati e fanno parte della volta o luce
si

del ponte

altri

rinvennero rovesciati nel fosso, nel cui fondo giacevano vari fram-

menti

di

marmi

lavorati.

Fra questi notevole un torso di statua muliebre di marmo, di grandezza naturale, vestito di tunica cinta sotto il petto ed accinghiata sulla spalla destra. Incastrato alla parte inferiore della statua un grosso lastrone con tracce del sostegno.

probabilmente una
marmoreo
facce
di

Diana, tanto
di

pi

che

vicino

al

torso

si

trov un frammento

un simulacro

cane, che doveva far parte del gruppo.


di

Si rinvennero inoltre:
le
;

un frammento

architrave decorato su tutte e quattro

un capitello d'ordine dorico con grande abaco nel cui piano inferiore rimane VI ATOR COS a grandi e belle lettere il resto d' iscrizione ed un frammento

angolare di cippo con l'iscrizione:

C- ATTA- RETI ARI VS

M
A. Pasqdi.

COLLEGI

Regione

(LATIUM ET CAMPANIA).
LA TIUM.

XIV. OSTIA
dei

Ricerche fuori delle porte. Scavo nella Caserma


Scoperte varie.
quando incontra
la via

Vigili e dietro il Piccolo mercato.

La fogna che passa


via.

sotto la Porta

romana,

che unisce

quella dei Sepolcri con la Ostiense, piega in curva a sinistra e continua sotto quella

Dove questa sbocca nell'Ostiense


il

la fogna piega

ad angolo retto a sinistra congli ossi lavorati (Notizie, e

tinuando sotto

marciapiedi in direzione est (Notizie, 1910, pag. 552).


ci

Presso la tomba che


pag. 248)
si

ha ridato recentemente

1911,
in

raccolsero

tre vasetti a vernice


difficile

marrone

una lamina

di

piombo

pi pezzi, la cui iscrizione,

leggersi,

dar in altra relazione.

eviden-

temente una tabula defixonis.

REGIONE

I.

di tufo.

23

tuli

OSTIA

Fra

le

due porte, quasi addossata alle mura, sorge una costruzione

in blocchi

parallelepipedi

Le fondazioni sono a

informi, misti a pozzolana rossa, e

scendono per circa sessanta centimetri nella sabbia. Nel centro uno strato di pozzolana battuta con qualche frammento di mattoni, pezzettini di travertino e di tufo: circondato da un muro di tufi informi, largo m. 0,70, alto m. 1,00. Nello spazio
interposto tra questo

muro

e quello occidentale della costruzione in blocchi di tufo,

si

rinvenne nella sabbia a m. 0,20 di profondit un'olla cineraria con resti di cremazione.

In un vano sulla sinistra della via dei Sepolcri

per chi esce dalla


si
il

dopo la via trasversale, fu riconosciuto un cippo di travertino di cui Iorio superiore. Tale cippo, che rimasto al proprio sito, presenta

citt, poco vedeva soltanto

titolo sepolcrale

mancante nella parte superiore:

fLITICoHORvTPR
OSTIE NSES-LOCVM- SE PVLT

DEDERVNT
PVBLICOQjFVNERE EFFERVN
DECRERVNT qvod

in

incendio

(sic)

RESTINGVENDO InTerIT

IN F IN AG

PXII

XXV
C. I. L.

Altre memorie della

VI

coorte pretoria in Ostia sono le iscrizioni


di

XIV,

215

e 223,

senza tener conto

quella

C. I. L.

VI, 2609,

proveniente

dalla via

Ostiense.

Ma

particolare interesse

ha

il

bollo

di

mattone da
ai

me

pubblicato nelle
ai
vigili.

Notizie,

1910,

pag. 514

da

riferirsi

piuttosto

pretoriani

che

Si

dovr forse ritenere che

detta coorte

fu in Ostia sotto
il
il

Augusto,

prima che Tiberio

concentrasse quella milizia in

Roma. Per

piano su cui sorse la tomba di questo


funerale a spese della citt per essere
all'et
si

pretoriano, che ebbe dagli Ostiensi l'area e

morto nell'estinzione

di

un incendio, essa sembrerebbe da assegnare

augustea.

La tomba
le indagini

stessa sar esplorata tra breve,

quando a questo punto

arriver con

nel sottosuolo della necropoli.

simi mattoni con

Nella copertura della fogna della via dei Vigili sono stati riconosciuti moltisi bolli C. I. L. XV, 1094 b; onde nessun dubbio pu sorgere sulla et della sua costruzione che appartiene agli ultimi anni del primo secolo dell'e. v.
Nella caserma dei Vigili
(tg.

1) fu

esplorato l'angolo nord-ovest.

OSTIA

24

caserma stessa
si

REGIONE

I.

Nel

tratto di portico a destra di ehi eatra nella

notano chiusure

tarde tra pilastro e pilastro, chiusura della porta che dava alla scala e chiusura di

uno degli ambienti: chiuso era stato pure l'accesso alla fontana, la quale era da questo lato come dall'altro. Egualmente nella met orientale del lato settentrionale del portico
vede chiuso questo dove forma angolo, e pi in l tra il secondo e il terzo ambiente contando dalla scala. Il muro che sorge presso l'angolo rafforzato da due archi, di
si

REGIONE

li

Lo spazio
tra
in
i

25

si

OSTIA

cui

l'

inferiore di scarico.
vi
si

pilastri, innanzi al terzo vano,

non fu chiuso

con muratura:

vede la soglia

travertino, quale
si

ha

nelle taberne.

Tutte queste trasformazioni e altre che

vedono nell'esterno, dimostrano che in

un dato tempo questo angolo della caserma fu ridotto ad abitazioni. Per il fatto che due di esse avevano l'accesso dall' interno dell' edilzio, crederei che questo fabbricato non fosse pi adibito a scopo di caserma e che quegli adattamenti si dovessero attribuire

ad et posteriore.
i

Nel portico settentrionale tra

due muri

suddetti,

immessa nella

terra,

si

trovata un'anfora a grossa pancia, priva del collo.

ha

primo vano a destra del vestibolo misura m. 4,80 per m. 4,30. La porta l'arco, e misura m. 2,13 X 1,49. Nella parete di fondo sono tre finestre a feritoia
Il

alte dal suolo

Le

m. 2,75. Il pavimento a mosaico bianco e nero a disegno geometrico. conservano pareti gli avanzi degli affreschi. Quella a destra a riquadri rossi e

gialli con

due alte colonne: nel riquadro centrale si vede una figura virile nuda con la destra alzata. La parete di fondo ha simili riquadri: in quelli rossi si vedono rami
di fiori e nel centrale

il

fatto,
si

che

si

sembra potersi scorgere una figura. Notevole in questi affreschi osserva anche altrove in Ostia, cio l'abuso di linee oblique che

non

In questa stessa parete in alto a destra scorgesi un graffito, probabilmente portante una data. Il secondo ambiente fu pi tardi, come quello di angolo, aperto sulla via; e per
giustificano.

architrave di questa nuova porta,


travi di legno.
si

come per quello


in questo

del vano d'angolo, si adoperarono

Per la qual cosa

secondo

ambiente avvenne che

la trave

infracidisse dopo che l'edifcio era in rovina, e la parte superiore del

muro con
il

tre

finestre a feritoia

rimanesse in piedi sopra lo scarico. Si mantenne fino a che

muro

sottostante

si

pot ricostruire; ed ora sta libera al suo posto.


la scala sul lato settentrionale

La prima stanza dopo


la porta

misura m. 6,30 per 2,70:

m. 2,15 per 1,48. La soglia di travertino in pezzi, perch ha subito il fuoco. Sotto il pavimento da sud a nord corre una fogna. Il secondo vano di m. 6,42 X 4,95, ha sulle pareti tracce d' intonaco. La parete
nord ha la risega al di sopra del pavimento.

Nel

cortile

vennero

in

luce quattro grandi mensoloni di travertino, provenienti

dai piani superiori, dove sorreggevano o archetti o pavimenti.

Negli scarichi

si

raccolse:

Terracotta.

Mattoni con

bolli

CI.

L.

XV,

38,

41 (2

es.),

79 (2
b,

es.),
6-,

103, 109, 159, 193, 195, 215c\

279, 361, 403, 552, 708,

1066, 1094

1115

1262, 1334, 1435, 1436, Noi.

1909, pag. 95 e pag. 129 e e

a)

palma

HOREI MAMERCIANIS CAESARIS A

il

quale va confrontato colC.

I.

L.

XV, 4:

Horeis

Postumianis

Caesaris
Inoltre

n{ostri)
il

A(ugusti),

anche

proveniente da Ostia o dalle


b)

vicinanze di Ostia.

bollo

SOS\
4

Notizie Scavi 1912

Voi. IX.

OSTIA

26

REGIONE

I.

rettangolare in un pezzo di mattone pi alto dei soliti e ad impasto pi grossolano. Si ebbe quindi: un pezzo di grande vaso a smalto verdognolo (diam. m. 0,095), con

una specie di medaglione, nel centro del quale si vedono le gambe nude di un putto e la parte inferiore di una lorica;

una lucerna (forma Dressel 28) con conchiglia nel disco. Bronzo. Lucerna (forma Dressel 28). Piombo. Due tes-

sere.
..

Sull'una (diam.

mm.

19)

si

legge da un lato

CVR

;4r

sull'altra

M ...

(?)

con rappresentanze che sembrano ripro-

durre quella edita dal

Rostowzevv

n.

869. L'altra tessera,

che

si

trovata in cattivo stato

sembra simile.

una figurina di terracotta (alt. m. 0,123), rappresentante una donna con veste lembi cadenti, il braccio lunga e manto cinto alla vita con destro alzato, la mano sin. posata su un cesto che sta sopra
Negli scarichi del teatro
si

raccolse

Fio. 2.

una base rettangolare


*

(tg.

2).

Prosegue lo scavo dietro il Piccolo mercato. Ho accennato pi volte a blocchi di tufo che si vedono in fondo al Piccolo mercato, sui quali costruita parte del muro
meridionale di questo. Di tali blocchi venuta in luce la facciata sud nel vano che sta dietro al quinto del Piccolo mercato e che appartiene ad un edificio costruito, a

quanto sembra, anteriormente a questo. Il muro formato da due fila di

blocchi
Esso,

parallelepipedi

in

altezza

poi

si

contano sette serie di blocchi sovrapposti.

come

si

gi detto,

piega all'an-

golo nord-est dell'edificio, e qui su questo lato verso ovest presenta dei blocchi spor-

genti per attaccatura o per sostegno,

come anche

sul lato occidentale del lungo

muro

dopo

il

Piccolo mercato.

lo

evidente che la forma non regolare del

Piccolo mercato appunto determii

nata dall'esistenza di quel muro a blocchi di tufo, su cui sono costruiti


dividono dall'edificio confinante.

muri che

necessario parecchio

Bisogner mettere completamente in luce quel muro; per questo lavoro per sar tempo, essendo lo sterro tutt' altro che facile. Ma sembra di
si

potersi dire sin d'ora che

tratta della cinta che


*

aveva Ostia verso

il

mare

ai

tempi

della repubblica.

Lungo

il

canale di Fiumicino sul lato meridionale, di fronte a Porto, esistono nella


:

melma

moltissimi grandi blocchi di marmo. Su due di questi ho copiato le marche


a)

AYrcqoa
i

b)

raxAz
C. I. L.

Qui ho raccolto pure due mattoni con

bolli

XV, 1029

e e

1432.

D. Vaglieri.

REGIONE

I.

27

POMPICI

CAMPANIA.

XV. POMPEI
Il

Scavi e scoperte durante

il

mese di gennaio 1912.

Sopraintendente ai musei e soavi, prof. Vittorio Spinazzola, comunica la re-

lazione seguente:
Si sono continuati gli sterri lungo la via dell'Abbondanza, discoprendo altre parti

degli edificii che fronteggiavano la

detta via, e che sono indicati in nero nella pianta


tg.

che qui

si

aggiunge

(tg.

1).

L'aspetto generale della via vedasi riprodotto nella

2.

K<
R C g:IX.
InsVTL

TE

-^ 3
metri

l VI

Ins:V|I

Rtg:!
i )

FlG.

1.

A)
Fu rimessa
del

Reg. IX,
d'

ins.

XI
e 4,

(lato nord della via).

allo scoperto nei primi giorni del


i

mese

la parte orientale, inferiore,

muro

posto tra

vani

ingresso

dove sullo stucco rosso dello zoccolo, al

disotto del

programma n. 14 nella precedente Relazione (cfr. Notizie 1911, pag. 457) sono apparse quattro linee sottili ad inchiostro nero, con due o tre parole in ciascuna
senza che per altro se ne intenda
:

linea,

il

significato.

Cominciano tutte

quattro le

le lettere di

SVMA Vi sono parimenti apparse, anch'esse tracciate in nero, un certo spessore, ma molto frammentate or SOI Il largo vano della bottega n. 4 ci ha rivelato una nuova specie di chiusura. Esso era chiuso nel momento della catastrofe, con una lunga serie di strette tavole
linee colle lettere
. :
.

verticali mobili,

l'ima all'altra connesse,

come ha mostrato l'impronta

lasciata dal

legno nel terreno. Si provveduto alla

pronta con una colata in


sura. Tale

immediata riproduzione dell' interessante imcemento, che ci ha offerto la forma di due terzi della chiusuo posto.
fin

forma

stata collocata al

L'ampio marciapiede die ha accompagnato

qui

il

fronte dell' isola

si

restringe

a questo punto bruscamente e gli edircii seguenti, a incominciare dalla bottega con-

POMPEI

per quanto

28

si

REGIONE

I.

tigua

(fig. 1, n. 5),

dato vederne ora dagli strati superiori,

avanzano

di

pi sulla

via.

cos avanzasi tra le botteghe n.

marciapiede un muro non molto spesso che


allude evidentemente ad un termopolio

4 e 5 ed occupa tutta la larghezza del una vera e propria insegna. Sulla parete
fig.

occidentale, difatti, esso porta dipinta la rappresentanza riprodotta nella


o

3, che

termopolii da ricercare fra

le

botteghe

Fig.

2.

contermini. Sono dipinti

in quella rappresentanza

seguenti vasi di bronzo, mono-

un piccolo dado; 2)

cromi, gialli, procedendo da sinistra a destra (fig. 3): 1) un imbuto appoggiato ad tre oenochoai di altezza varia; 3) una maestosa anfora le cui

anse terminano, in gi, in due mascheroni a rilievo: il vaso munito di due altre anse, saldate quasi al fondo del recipiente ; 4) un vaso di forma emisferica, la cui ansa
reca sull'orlo
il

frequente motivo del dito umano. Sull'alto dello zoccolo, al disotto dei

descritti vasi vinarii,


rali

come

si

scorge anche nella

fig.

3,

sono alcuni programmi eletto-

in

gran parte evanidi

('):

1)

ASVETTIVwi. CerTVM
la

d v
da

Per

caduta della mano di calce,


ritornato visibile:

che

faceva

letto a questo

programma,

quest'altro

2)

A
Ove non indico
il

SVETTIVM VERVM AED

1
I

colore, si deve intendere che questo rosso.

REGIONE

I.

programma
clie

29

AED
del precedente, pochi
di calce:

POMPEI

Pi gi, sulla linea occupata dalla parola


quest'altro

resti

di

era affidato alla solita

mano

3)

ASVEtlium

VM

Fig. 3.

Infine sullo
graffito il

spazio

occupato

dalla

parola

\_Cer]lum

del

programma 3 vedesi

nome:

4)

AMANIO
la

Sembra che
sua fronte, a
soli
si

bottega

n.

5 non avesse un piano superiore dal


era
difesa da

momento che
le

la

m. 4 dal marciapiede,

un

tett,

cui tegole in

gran numero

sono trovate al posto

loro nel

momento

dello scavo.

Su pezzi delle

POMPEI

30

Claudi Aug.
I.

REGIONE

I.

tegole stesse leggonsi

bolli

figulini

1) \_Ti~\
(ib.

Polisci (C.
:

/.

L. X,

8042, 30);

2) (in

due esemplari):

Ansi

8042, 9);

3) (ng. 4)

Fio. 4.

Di questo terzo bollo


lezione

in lettere osche si stimato

necessario esibire la ripro-

duzione, non potendosi ritenere esatta, perch copiata da un esemplare


la

male impresso,
leggere:

datane

nel voi.

cit.

del

C. I.

L. 8042, 160.

chiaro dovervisi

Tre,

cio Ponlius

Trebius, e non

Vu Tre come

fu ritenuto.

Sulla parete a d. della bottega indicata, al disopra dello zoccolo di coccio pesto, sono apparsi questi programmi elettorali
:

5)

PPAQVIVMTTvirid

qT

6)

LlCINIVM-FAVST-^of ETCN-fi VIRID


il

Attraverso
7)

primo rigo dell'ultimo programma,

si

scorge:

GAVIANVM
ALBVOJS AED
di

Sul pilastro deatro:

8)

Degno
si

speciale considerazione

il

programma

9, sulla

cui lezione non cade

alcun dubbio. Esso appartiene a quella serie poco numerosa di programmi, nei quali

vedono insieme proposti candidati

al

duumvirato ed

all'edilit (C. /. L.

IV, Indices,

II
si

viri et aediles, pag. 770). Sull'aspirante all'edilit non v' osservazione da fare:

egli

(M) Licinius Fausl(iuus), ben noto per

tanti

programmi

elettorali,

nei

quali

vede proposto (C. I. L. IV, Indices, pag. 771). Ma chi sar mai il candidato al duumvirato che appare nel secondo rigo, adombrato 'sotto la breve indicazione Cn ?

Non
non

v' traccia
si

che vi fosse stato un punto diacritico fra


C.

ed a

per conseguenza
il

pu supporre un candidato

N (?);

d'altra parte di candidati

cui genti-

REGIONE

I.

31

tre,

POMPEI

lizio

avesse avuto l'iniziale N. ne sono noti

cio

L.

Naevius Rufut, M. Nigidius

al caso nostro, percli il primo e vedono proposti, e nessuno dei tre ha C. I. L. IV, Iadices, pag. 771). L'unica ipotesi che si presenta il prenome C. (cfr. probabile quella di supporre che il secondo candidato fosse fratello del primo, e fosse per brevit accennato col solo praenonten. Integrerei per conseguenza il secondo

e L.
il

Numisius Rarus
al

ma

nessuno di essi farebbe

terzo non

duumvirato,

ma

all'edilit si

rigo cos: et.

Cn.

[Licinium?

.]

Ifvir.

i.

d.

Meno

difficile

a spiegare

il

pro-

gramma
a

10, di lezione parimenti certa.

Un

candidato Gavianus, che apparisca come

ora per la prima volta, non incontra difficolt ad essere ammesso, vista la presenza

Pompei

della gens

Gavia

di cui

restano tante

memorie epigrafiche
1").

(C.

/.

L. IV,

Indices, pag. 744, col. 4; pag. 770, col. 1, e pag. 771, col.

Sul gi indicato muro sporgente, fra le botteghe 4 e 5, si vede elevarsi per due metri circa, al disopra del piano di posa del tetto di copertura, un rustico pilastro di pietra sarnense, ritto, in posizione verticale, destinato a sostenere, come a me
sembra, la meridiana che
alla bottega
n.
si

raccolta in frammenti nel bel


di

mezzo della

via, davanti

5.

Essa ricavata da un blocco

pietra tenera gialliccia (arenaria?)

ricoperta di stucco bianco, sul quale

inciso e

rubricato

il

quadrante:

larghezza

m. 0,37; gnomone di bronzo lungo m. 0,12.

B)

Keg.

I,

ins.

VII

(lato sud della via).


le scoperte

Da
dei

questa lato della via, mentre poche sono state

nella parte bassa

monumenti, interessantissime sono state quelle della parte


di uno,

alta,

essendosi messi

alla luce gli avanzi non

ma

di quattro balconi in muratura, che con lungo e


al

paziente lavoro

si

provveduto
i

ad assicurare

posto loro. Nella pianta,

fig. 1,

sono

gi segnati, in a,

resti

del primo balcone


quelli
1

imposto ai vani 2 e 3,
secondo,
al

assicurato nei
del

primi giorni del mese, ed in b quale


si

del

disopra del vano n. 4,

potuto salvare anche


si

giorno 26 gennaio,

rinvenuta un'oenochoe di bronzo alta

mq. circa del pavimento. Sul pavimento stesso nel m. 0,12 con l'ansa desi-

nente in gi in graziosa mascheretta muliebre. Nelle piante ulteriori si segneranno gli altri resti in via di assicurazione: ad ogni modo devo qui ricordare che sul pavimento
del terzo balcone, imposto al vano 5 non ancora scavato, erano collocate alcune anfore
vinarie,

meno
di

una, raccolte in frammenti; due

anfore contenenti calce viva, ed un


preparati essi e la calce forse per
;

mucchio

quadrelli figulini, ricavati da tegole,

qualche restauro che nella casa andava facendosi


posti a sostegno del balcone stesso,

devo ricordare inoltre che

travi

come

di quello al

che segue ad oriente, dovettero

andar bruciati da un incendio


tutti
i

ivi

sviluppatosi
i

momento

della catastrofe, perch

fori

che contennero nella muratura

travi stessi si sono trovati

occupati da

carbone.

In mezzo alla via,

vano

n. 3,

del balcone sovrastante al il giorno 11 gennaio, al disotto ed a m. 2,50 di altezza dal marciapiede, si sono raccolte tre boccette di

vetro a lungo collo, alte


terracotta,

m. 0,07X0,08X0,115 e quattro olle ovoidali rustiche di due delle quali biansate, alte da m. 0,18 a m. 0,23. Dagli strati superiori,

POMPEI

vano
n.
il

32

infine
e

REGIONE

I.

a m. 10 circa ad oriente del


raccolta

4,

proviene
e

una lucerna
reca

di

terracotta
nel

giorno

27

manca

dell'ausa

del

rostro,

impresse

disco

quattro rose.

Sulla muratura rustica, a


rale alquanto evanido
:

d.

del n. 4,

si

letto

il

seguente programma eletto-

9)

C-

CALVENTIVM- SITTIVM
distinti con
i

(m)GNVM' u-vk-oT
e,

pi a

d.,

sullo

zoccolo rosso, al

disotto dei

programmi

nn.

18-24

nella precedente Relazione (vedi Notizie 1911, pp. 458, 459),

seguenti graffiti:
. .

10)

MVLI

(Mul?)

14)

MAG1STR NVC
fortuiti.
all'ufficio

(Magistr

Nascer

.])

C)
Il giorno

Travamenti

16 gennaio stato consegnato

un dupondio
ed

di

Vespasiano

(Cohen 411), col tipo della Roma vato nella campagna a sud di Pompei, nel fondo Santilli
bronzo di Augusto col

assisa sui trofei e con corona nella d. protesa, tro;

il

giorno 26 un piccolo

nome

dei Illviri

Sisenna, Galus, Apronius (Cohen 372).

M. Della Corte.

ROMA

33

ROMA

Anno 1912

Fascicolo

2..

I.

ROMA.

Nuove scoperte

nella citt e nel suburbio.

11

cav.

Angelo Pasqui, direttore

dell'ufficio

per gli scavi in

Koma, comunica
il

le

seguenti relazioni sulle scoperte di antichit, avvenute durante

mese

di febbraio.

Regione
dello

VI.

In via Sicilia, continuandosi gli sterri per la costruzione della

chiesa evangelica tedesca, stata rimessa in luce una stanza con le pareti laterizie

ha l'ingresso, largo m. 0,80, praticato nella parete ovest. V' il pavimento a mosaico fatto di tasselli bianchi e neri a figure geometriche. Lo formano una grande fascia nera, un'altra
spessore
di 3, ed

m. 0,45. lunga m. 3,40, larga m.

bianca pi stretta, ed una terza pi piccola sottilissima, nera; quest'ultima contiene sette file di circoli a tasselli bianchi alternati, entro i quali sono iscritti dei poligoni
stellati curvilinei

a quattro bracci. Il fondo a tasselli neri

ciascun circolo misura

m. 0,28

di diametro.

La stanza suddetta

fa

parte della costruzione gi descritta in

queste Notiiie, pag. 14. Trovasi alla distanza di m. 12 dall'angolo formato dalla via Sicilia con la via Toscana. 11 pavimento a m. 1 di profondit dal piano stradale.

Le

tegole ed

mattoni rinvenuti

fra

il

terriccio,

hanno

bolli

C. I. L.

XV, 92 a,

250, 1137, 1154.


*

Regione

VII.

In via dei Modelli,

all'angolo della via dei

ss.

Vincenzo ed

Anastasio, in un cavo praticato per la costruzione di una fogna, ad un metro circa


di profondit dal piano stradale, si rinvenne
liscie, rotto

da un lato (m. 0,50

0,57

un capitello marmoreo diam. m. 0,39).

corinzio, a foglie

Notizib Scavi 1912

Voi. IX.

ROMA

34

lo sterro

ROMA
per la costruzione

Regione
il

IX. In via del Parlamento, continuandosi

del nuovo fabbricato di propriet del

Banco

di Napoli, alla profondit di ni.

4 sotto

piano stradale, sono stati scoperti due pilastri di travertino, distanti l'uno dall'altro

m. 3,90. Ciascun
una sporgenza
di

pilastro misurava m. 2 di lunghezza e m. 1,07 di larghezza, con m. 0,43 X 0,97. I pilastri poggiavano su di una platea di travertino dello spessore di m. 0,30, la quale si estendeva verso l'antica via Flaminia. La direzione dei pilastri era parallela a questa via, cio da nord a sud.

Via Cassia.
di

Durante

lavori di

fondazione di una nuova casa di propriet

dei fratelli Marchionni, sulla destra della via Cassia, a circa

600 metri dal piazzale

ponte

Molle,

si

rinvenne

un cippo

di

travertino

(m. 0,80

0,32

X 0,15)

con

la seguente iscrizione in cattive lettere, molto corrose:

THOANSCORNVT1
L ACCENSVS IN FRON DEI P XII IN ACRO
P XII
(sic)

(tic)

Via Latina.
in
i

Sulla destra della via Anagnina, all'undecimo chilometro circa,


di propriet dei signori fratelli Gioazzini,
affittuari

localit

denominata Gregna, nella tenuta

reverendi monaci Basiliani di Grottaferrata,

del terreno, praticarono nel

decorso anno uno sterro allo scopo di cavare pietra da costruzione.

Nella scelta dei


i

punti da scavare furono guidati dall'affiorare di alcuni parallelepipedi di peperino, quali, appena liberati dalla terra, bench rovesciati, si riconobbe aver costituito
nucleo di un sepolcro, che
si

il

ergeva in antico sulla


1. lett.

sinistra della via

Latina, poco

prima dell'ottavo cippo miliare (lg. in media m. 2,00X0,70X0,90;

A). Ciascuno dei parallelepipedi misurava


loro

e per

il

numero

per la

loro

disposizione

rivelavano di aver fatto parte di un grandioso

monumento

sepolcrale.
la

Fu

quindi accolta

con

piacere

dall'autorit

competente

domanda

di

scavo

regolare, avanzata dai proprietari del terreno signori fratelli Gioazzini, e le indagini fatte, bench rimaste incomplete, hanno avuto notevoli risultati. Si mise allo scoperto

tutto

il

lato sud-ovest del sepolcro, e si riconobbe essere lungo

m.

8.

Si scoprirono

poi tre ordini sovrapposti di massi di travertino che poggiavano sopra una platea di

grandi lastroni parimenti di travertino. La larghezza dei massi di insieme formavano all'interno una cella sepolcrale larga m. 3,G0.
Si di cui

in.

2,40;

tutti

ricuperarono inoltre alcuni frammenti della cornice e del basamento in marmo,


si

il

protlo alle

rgg.

2 e 3.

Dalle

loro

dimensioni e sagome

si

deduce

la grandiosit e la ricchezza del

monumento.

ROMA
Fra
svariata,
la terra, oltre a
si

35

di

ROMA
fregi e di decorazione

numerosissimi frammenti

marmorea

rinvenne una bella testa virile di

marmo

lunense

(alt.

m. 0,26

0,155)

della quale qui data

era certamente
lit di

il

una rappresentanza, ricavata da una fotografia (fig. 4). Essa ritratto di uno dei personaggi sepolti nel monumento, la cui quaci

militare trionfatore
le

rivelata dalla corona d'alloro che ne ricinge

il

capo.

di

ottima fattura, e

sembianze sono riprodotte con grande naturalezza;

lo stile

jHorf!U'

Fio.

1.

la fa risalire

alla fine del I

od

al

principio del

II

secolo.

Doveva

far

parte della

decorazione esterna del monumento, racchiusa entro un clipeo, insieme con altri ritratti di defunti. Si rinvenne infatti una seconda testa delle stesse dimensioni della
precedente, la quale,

bench molto corrosa,


;

ne lascia riconoscere la perfetta somi-

glianza dai lineamenti

e,

se non

di appartiene allo stesso personaggio, certamente

un suo congiunto. Nulla si rinvenne delle


rotondo di

iscrizioni

funebri

si

recuper
di

soltanto

un frammento
far parte

marmo

lunense, scorniciato (del raggio

m. 0,55), che doveva

ROMA

dAVHNO
marmo
pario,

36

ci

ROMA
presenta soltanto le

della decorazione di una piccola costruzione circolare, e che


lettere:

Nello spazio gi occupato dalla cella stavano sepolti numerosi resti di un grande
sarcofago di
gi

magnilico

ornamento della cella

stessa.

notevole

IO
I

30
L

Fio.

2.

per le dimensioni e per la buona esecuzione dei rilievi, e per lo stile die lo
lire

fa

risa-

alla

met

del

11

secolo

dell'impero.

Sventuratamente non

uscito

dalla terra

'

in

?o
I
L_

so

,J

Fio. 3.

una parte dei moltissimi frammenti, che si potuto sinora rimettere assieme, ne ha ridonato quasi tutta la met sinistra, compreso il lato ed il fondo. Esso era cos composto: su di un semplice basamento formato da un piano e da un toro, s'innalzano le quattro facce; su ciascuna delle due maggiori (la lunintero
:

ghezza delle due parti ricomposte

rispettivamente

di

m. 1,09

di

m. 0,88;

la

ROMA

37

di

ROMA
m. 0,90,

lunghezza totale doveva raggiungere


di

due inetri; l'altezza


e
ricchi

lo

spessore

m. 0,10) ricorrono

tre grandiosi

encarpi,

tenuti da

lemnischi formanti

grandi nodi nelle legature; dal mezzo di ciascun L'iicarpio, pende un grappolo d'uva. Sul lato minore (lungo m. 1.05) sta un solo encarpio simile agli altri. Agli angoli nodi sono sorretti da quattro Vittorie alate, gradienti su di un risalto del marmo i
scolpito a guisa di base:

vestono un'ampia tunica esomide e succinta; con la sinistra


degli
encarpi, mentre la destra tiene
il

levata sul capo reggono la legature

lembo

Fio.

4.

della tunica in

modo da

lasciar scoperta tutta la

gamba

destra, che risolutamente

si

avanza. Gli

ambo
essi

altri legamenti degli encarpi sulle facce maggiori sono mani, da quattro putti seminudi, che guardano a sinistra, e poggiano anche su di una piccola base. Negli specchi semicircolari, formati dagli encarpi, sono

sorretti, con

le

occhi scolpite delle belle teste di Gorgoni alate, alle quali la bocca socchiusa e gli

languidi danno un'espressione


volto
e,

sommamente
il

patetica: due serpentelli ne circondano

il

aggrovigliando

le

loro code sotto

nodo. L'encarpio centrale del lato

mento della Gorgone, formano un elegante anteriore, invece della Gorgone, racchiudeva una
il

targhetta ansata scorniciata, di cui rimane


si

solo lato sinistro (alt.

m. 0,24), e non
a

pu
Il

sapere se contenesse un' iscrizione.


coperchio,
di

cui

sono

stati

pure

ricuperati

molti

frammenti,
(alt.

era

due

spioventi, formanti, ai lati,

due timpani entro cornice semplice

m. 0,31). Ciascun

KOMA

il

38

l'

ROMA

timpano
ornati,
listello.

decorato nel mezzo da una patera. L'orlo formato da un doppio giro di


superiore costituito da palmette,
inferiore

da

ovoli,

divisi

da un

sottile

Poco lungi dal monumento,


siliceo di

a nord-ovest,
il

si

vide un breve tratto del basolato

antica

via

(fig.

1,

lett. B),

quale

indica

che

ivi

presso

si

distaccava

dalla sinistra della via Latina un diverticolo in direzione da ovest ad est. Si videro

anche

resti di costruzione in

opera quadrata ed in laterizio,

appartenenti ad altre

tombe

della via medesima.

G.

Mancini.

Via Laurentina. La

Direzione Generale per le Antichit e le Belle Arti ebbe


sulla

notizia che dietro l'abside della chiesa maggiore dell'abazia alle Tre Fontane,

via Laurentina, giaceva una scultura

marmorea

di considerevole pregio,

recentemente
i

scoperta; e diede

ordine

all'Ufficio

per gli Scavi in

Roma

di prendere

provvedi-

menti necessari per impedire il trafugamento che secondo venne riferito si tentava di farne. La mattina del 3 marzo quella scultura veniva trasportata nel Museo
Nazionale

Romano alle Terme Diocleziane. in marmo lunense e rappresenta un giovane


larga

disteso sopra un letto

(rg.

e 6).

Misura in lunghezza m. 1,80;


11 letto,
:

m. 0,815 ed ha un'altezza massima di m. 0,48.


letti

che manca di ogni traccia dei piedi o dei sostegni, ha la solita forma dei

romani il soffice materasso, ricoperto dello stragulum rimboccato, sta sopra un piano con orlo leggermente sagomato; sul materasso, da capo, il capezzale, e sopra questo l'origliere ('). Tanto il piano del letto, quanto il materasso sono per bene indicati
soltanto nel lato anteriore
fa
;

che negli altri tre

il

marmo

lavorato di gradina, e ci

supporre che la scultura fosse incastrata tra le pareti di una camera o in una specie
rettangolare
il

di nicchia

lunga

larga quanto

il

marmo.

Il

letto

ha da capo

e nel

lato lungo posteriore

pluteus, rotto qua e

l.

Sopra

il

materasso disteso, alquanto voltato sul fianco sinistro, un giovane della

apparente et di 18 anni, il quale avvolto, come d'ordinario, nell' opertorium (*), che per gli lascia scoperti le braccia, il petto e il ventre: un lembo dell' operto-

rium
sono

sulla spalla

sinistra;

il

braccio destro

(purtroppo la

mano

l'avambraccio

frammentati)
sul

adornato,

nella parte
sul seno

superiore, di un'armilla,

un poco

ripie-

gato, cos che la

mano posava
Il

formato

dalle

pieghe del lenzuolo


posa, in
sul

ammas-

sate

basso

ventre.

braccio

destro,

pur esso ripiegato,


e

abbandono,

espresso

con

efficace
il

naturalezza,

parte sul capezzale

parte

materasso; e la

mano che mostra


in

dosso ha

le dita piegate,

maggiore evidenza l'anello: fra il dito leggermente, quasi ad impedire che esso rotoli sul materasso.

specialmente l'anulare, quasi a mettere pollice e l'indico un uovo trattenuto,

(')
(')

Marquardt, Privatleben, pag. 724.


Id. id., loc. cit.

ROMA

39

ROMA

Fio.

5.

ROMA
Le gambe, come abbiam
la destra

41

lino al

ROMA

detto, sono avvolte nel lenzuolo, per

malleolo;

Questo atteggiamento delle gambe frequentissimo nelle figure sdraiate, tanto nude che ammantate, specialmente se un po' voltate su di un fianco. Tale motivo artistico, che serve ad interrompere la linea monotona delle gambe distese, determina un certo numero di
poggia
polpaccio
ripiegata.

col

sopra la

gamba

sinistra

pieghe nel panneggio,

le

quali pieghe per nel nostro

marmo

sono piuttosto dure; al

Fig.

6.

contrario,

con

nobile

morbidezza

trattato

il

nudo delle braccia, del petto

e del

ventre di questo giovane.

Ma

quello che in questa figura attira

la

nostra attenzione e suscita la nostra


dalla

ammirazione,

la testa, purtroppo deturpata

mancanza

della punta del naso,

mentre nel resto

assai bene conservata.

un

volto tondo e pienotto, con

una bella
in alto,

bocca chiusa, con degli occhi aperti ad uno sguardo ritta i quali pare fissino con soave serenit una persona che stia

dolcissimo, vlti
l

un poco

presso.

La

fronte,

non angusta, bellamente incorniciata dai morbidi capelli raccolti in piccole ciocche
alquanto ricciute, le quali sull'occipite sono pi leggermente indicate. del capo formata con un tassello che ha la forma di una callotta.
Notizie Scavi 1912

La sommit

Voi. IX.

ROMA

un
semplice
tassello,

42

ROMA

Sulle prime io ritenni, e credo che altri ancora lo avessero ritenuto, che questa

non

fosse

ma

un vero

lasciando

stare gli argomenti che dopo


il

e proprio esempio di os reseclum. Ma maturo studio mi dispensano dall'accettare di

tale supposizione, sta


vi
si

fatto che essendosi distaccata questa specie

calotta, non

riconosciuto nessun cavo.


il

Presso
e delle stesse,

fianco destro del giovane

rimangono ancora
coli'

piedi e parte delle delle

gambe

braccia di una figurina, che.


tutta

come desumesi dalla inclinazione

gambo
pieghe

protesa verso

il

giovane,

intenzione per di non distoglierlo dalla

sua contemplazione, tanto che la manina

sinistra del putto


il

appena tocca

le

del lenzuolo, sulle quali la vediamo, dietro

braccio destro del giovane.

in

Questa figurina rappresentava con ogni probabilit un bambino con offerte, come un coperchio di sarcofago del Museo delle Terme ('), o piuttosto un Eros, come
un
coperchio
simili.

in

di

sarcofago

un

tempo nella Galleria Giustiniani

2
(

),

e in

altri

coperchi

A
a

sinistra del giovane

vedesi strisciare sul materasso un serpente o drago che,

come desumesi

dalla direzione della coda, salito da terra sul letto dall'angolo che

sinistra di chi

guarda

la scultura.
il

Esso avvicinasi alla

mano
il

sinistra del giovane,

pare per mangiare l'uovo che

giovane tiene fra le dita.


defunto. Gli attributi, e
Il

Nessun dubbio che


specialmente
il

il

giovanetto scolpito rappresenti


3 ( )
4

serpe e l'uovo,

mi pare ben convengano ad un defunto.


e

serpe

anche simbolo di divinit infere

dell'anima

),

quindi bene
il

si

addice in una

scultura sepolcrale, se anche esso non sta qui ad indicare che


era divenuto, dopo la morte, un eroe
5
(

giovanetto defunto

).

Non meno

del serpe poi si conviene la rap

presentanza dell'uovo,
nell'arte antica
6
(
).

il

quale,

come gradita
prima anche

offerta dei defunti,

tanto esemplificato
la

Non mi pare quindi

giustificata la supposizione,
al

quale,

come

ho detto,

si

affacciata a tutta

mio pensiero, certo per impressione


7 (
),

dei recenti scavi del tempio siriaco sul Gianicolo

che cio quegli attributi stiano

ad indicare che

il

defunto era iniziato al culto di divinit orientali.


il

ci

anche per considerazioni di cronologia; giacch


capo, cos

modo come
di

trattata

la scultura, e specialmente l'acconciatura del ticolarit

caratteristica nelle sue par-

(come

le

ciocchette

sulla

fronte),

che
noi

ci

riporta all'et

Augusto

e dei

Claudii, ci assicura che

abbiamo diunanzi a

un

ritratto, e dei migliori,

dei primi

decennii del primo secolo dopo Cristo.


E.

Ghislanzoni.

(')

P.iribeni,

(')
(')

Guida del Museo Nazionale Romano, pag. La Galleria Giustiniani, tav. 89.
Marchi, II culto privato di

21,

n.

104.

De

Roma,

I,

pag. 78.
p.

(*)

(') ()

Archiv far Religionswissenschaften XI. 1008 Cfr. Helbig, Fhrer I n. 623, 673 e 674.
Martin
l.

530

e segg.

P.

Nilson,

Das Ei im Todtenkultus der Alten

(in

Archiv fr Rd'ujionswissen-

schaflen,

e.

C) Notizie degli Scavi, anno 1911, pag. 389 sgg.

ROMA

"

43

big.

ROMA
Alfonso Brugnoli, sulla destra della

Via Nomentana.
via

Nel terreno del

Nomentana,

al n.

civico 44,

eseguendosi
di

uno sterro per


rilievo di

la

costruzione di
i

un
una

villino, si rinvennero,

ad un metro circa

profondit dal piano stradale,


il

seguenti
e di

oggetti

un frammento di fregio 0,53

marmoreo con

un cinghiale

situla (m.

(m. 0,42

X 0,32 X 0,15), due frammenti di decorazione marmorea a 0,35 X 0,09), un piede di vaso in travertino baccellato (m. 0,70 X

rosoni 0,43).

Al 7 chilometro, pure sulla destra della via medesima, nella tenuta Aguzzano di propriet del principe Lancellotti, in una cava di pozzolana, a circa 600 metri
dalla via Nomentana, sono state rimesse alla luce alla profondit di m. 2 dal piano
di

campagna, alcune tombe scavate nel vergine e ricoperte da tegoloni. Ivi presso si scoprirono altres avanzi di un antico edificio in muratura, formato
filari

da muri costruiti con

di

rettangoli di tufo, alternati con

filari

di

laterizi.

Via Salaria.

Nello sterro per la costruzione della nuova via dei Parioli, alla

distanza di m. 60 dal bivio formato da questa via con la via di Porta Pinciana, a

poca profondit dall'attuale piano


antica
alta in

di

campagna,

stato scoperto

un breve tratto

di

poligoni silicei, pavimentazione media m. 0,15. La direzione di questa via


il

stradale

limitata ad est dalla crepidine,


la stessa di quella dei

Parioli.

cavo per la nuova fogna, nella zona di terreno compresa tra il al Giardino Zoologico ed il bivio di via Parioli con la via che d accesso nuovo viale

Facendosi inoltre

stati

Madonne, alla profondit di m. 2 circa sotto il piano di campagna, sono messi in luce alcuni muri in opera reticolata e laterizi appartenenti a sepolcri. Avevano lo spessore di m. 0,20 e m. 0,70, e la direzione da nord ovest a sud est.
delle Tre

Verso
di

il

bivio suddetto, s'incontrarono,

alla

profondit di m. 2 sotto

il

piano

campagna, alcuni sepolcri a formae,

di cui si videro quattro ordini sovrapposti,

alti

ciascuno m. 0,40, larghi m. 0,45 e lunghi m. 2. Queste

formae erano
il

limitate

a nord ovest da un

muro

laterizio dello spessore di

m. 0,70,

quale era rivestito

da grossi parallelepipedi di travertino che si internavano nella parete del cavo. Di fronte al nuovo viale che fiancheggia la villa Umberto I, sempre negli sterri
per la fogna,
si

scopr

una lastra

di

travertino larga m. 0,58

0,65

0,18,

che

formava
le

la chiusura di

un sepolcro. Nel mezzo di essa era incavata una patera per


centro,

libazioni con un forellino nel

corrispondente al di

sotto

con la bocca di

un'anfora tagliata a met con le anse a doppio

bastoncello. Sotto di questa, in un

vaso

fittile,

stavano
gli

le

ceneri del defunto.

Durante
1.

sterri

vennero in luce

le

seguenti iscrizioni
e scorniciata

Frammento

di targhetta

marmorea ansata

(m. 0,12

0,10

X 0,04)

CALTILIA LCALTJLI

NICE

ROMA

Cippo di travertino (m.

44

KM.MA

2.

1,35X0,35X0,18):

VS L

L-ANSVLEIVS-LL-

LICCAEVS
5.

PRECILIAOLNICA PRECILIAOL-

PHILEMATIO
LOLLIAQ^L-

HERACLEA
10.

IN FR- PXVI IN- AGPXIIX

3.

Piccolo architrave di tomba in travertino, rotto in tre pezzi (m. 0,20


sul davanti reca l'iscrizione:

1,00

X0,40);

FECITCLAVDlAAMANDw

coniti

GILIBERTISLIBERTABVSQVEPO*^ RISQVE EORVM


4.

Lastra di travertino (m. 0,32

0,26

0,04)

M- VOLVMNI ML- OPTATI


5.

Lastra marmorea (m.

0,28X0,25
(m.

6.

Frammento

di lastra

-marmorea

X0,03):

0,20X0,15X0,04):

M SECVNDINAE
D

VSNARC
(tic)

CONSERVE- SVAE

is

SVS- PIAE

FBMETSIBI
5.

CPORCIVSCARI
CVS EX- INDVLGEN CAVIA-MARCELLINE
(tic)

CONIVGIBM QVAEVI x.an

{sic)

7.

Id. id. (m.

0,15

0,10

0,03)

8.

Id.

id.
:

scorniciata

(m. 0.24

0,15

0,05)

..

.SANNOR

..I

perPETVVS... JV1VS-

FAL TERIS pos que eorum /eCERVNT


in fr. p.
...

ALVMNO
P

su

in ag R- P

XX

ROMA
Frammento
marmorea

45

ROMA
Frammento
in tufo (m.

9.

di lastra

10.
di

di cippo terminale

(m.

0,12X0,12X0,04):
...
..
.

tomba

0,27

X 0,40 X 0,20)

MESO ACTOR

IN
...

FRON

P XII

11. Cippo terminale


travertino (m.

di

tomba

in

12.

0,94X0,31 X0.15):

tagliata

Rocchio di colonna di peperino met ed iscritto (m. 0,25

X0.72 X0,38):
I

R O NT

X1

IN

FR PXXIIII

IN

AGRPXXXII
marmorea
0,04)
14.
:

IN- A-P-XII

13.

Frammento

di lastra

Id.

id.

id.

(m.

0,25X0,I7X

con resto d'iscrizione cristiana (m. 0,17

X0,12 X

0,03):

nar
eu S E B
1 1

S S us

in

PACE
sepolcrale metrica

15.

Frammento

di

lastra

marmorea, con resto

d' iscrizione

(m.

0,17X0,11 X0,02):

NVS
RE VS A E TA S

SASVAE
5

MVNVS- AMANTI
ISSITTIBICVRAMEI

l'area della gi villa Pallavicini,

Nei lavori di ampliamento per la costruzione del nuovo villino Boccardo, neltra la via Pinciana ed il viale Parioli, si rinven:

nero le seguenti iscrizioni

1.

Cippo di travertino (m.

1,40X0,47X0,30):

ORFIAT- F TERTVLLA
INFRP-X1V
IN AG- P -XII

ROMA

46

0,35X0,40X0,04):
Nella
parte
posteriore

ROMA

2,3. Lastra marmorea opistografa (m.


Nella
leggesi in

parte anteriore, scorniciata,

leggesi

in

buoni caratteri

caratteri di et posteriore:

D M M- LICINIO- M-FCRAS

SOVETERANOEXCHO
IT-PR-VIX-ANNIS-LXXV
5.

PACILIVS VICTOR FECITSEBIBOSIBIET SVIS PARENTI BVS POSI


5.

M-LICINIVS-MERCVRIVS

LIBERTPATRONOBMes
FECITSIBIET-SVISLIBERTIS

AVTEMVRBANA SO RORH VZVS Q_ VIX- BIR CO ANN- XIIII M VIII -D XXIISDEM DIE SOROR
TA

LIBERTABVSQVE
10.

HORVM POSITA ANOMINE


BITALISQj VIX
10.

POSTERJSQVEEORVM IN-AGPXIN-FPVII
stile

ANNX

ETDIES-

g'^"^^^

Lo
crali

della seconda epigrafe esce dalla forma ordinaria delle iscrizioni sepole si

romane,

accosta a quello delle lapidi cristiane.


essa
il

si

notevole
altri

in

segno

per

consonantico

hanno

esempi
;

add. pag. 3507)

2466);

Zoviano = Ioviano

xCovg

= xolovc =
(C.

nell'epigrafia e

cio: ZovXiai
(C. 1.

(Luzus

= Lujus),
L.

del che

''

IovXicu

{CI.
'

Ottilia

L.X

719); Zanuari

= lanuari

VI 10939,
(C.
I.

L.

I.

L.

XIV

di Arch. Crist. 1886, pag. 85); Zovaiog


4.

= 'Iovffiog
5.

1033);

Zovorivog =

Iovarog {Bull,
tav. Vili, 3), ecc.

(Ibid. 1881,

Frammento

di

lastra

marmorea
:

Altro frammento di lastra simile

(m. 0,15

0,14

0,14 X

0,03)

(m

,30

0,30

0,07)

...

SILA

...

...S-L-NI...

OCA
I-VIC
. . .

SSENOVE

(j c )

In via Isonzo, durante alcuni lavori per la condottura del gas ad uso del nuovo
villino

Aragno,
di

si

rinvenne, alla profondit di circa un metro dal piano stradale, un

frammento

lastra

marmorea (m. 0,15 X 0,16

0,03) con l'iscrizione mutila:

MI

...m-AELIVS-M-/
...
sibi

ANVS-PATRVS
et-svispos
terisq. eor.

(sic)

Nella gi villa Caetani, proseguendosi gli sterri per

la

costruzione delle nuove

case degli impiegati, stato scoperto, a poca profondit dal piano di campagna, un

angolo di sarcofago di
rilievo

marmo

bianco, con un genietto e

met

di

un

festoncino in

(m. 0,48

0,31

X 0,34).

REGIONE

I.

Presso
l'angolo

47

OSTIA

Via Tiburtina.

formato

dalla via Tbnrtina con via dogli

Etnischi, in un terreno recinto da muri, di propriet del sig. Enrico Franzini, facendosi dei tasti per la ricerca della

pozzolana, alla

profondit di un metro circa dal

piano stradale,

si

rinvennero

seguenti oggetti: un sarcofago di


il

marmo

bianco liscio

(m. 1,10

0,50X0,18), con
fittile

ima piccola cassa

coperchio a due spioventi a gli acroter agli angoli; X 0.31 X 0.22), un frammento di altra cassa simile 0,90 (m.
ed alcuni insignificanti frammenti di pauneggio statuario

pi grande (m. 0,57


di

X 0,22)

decorazione marmorea.

Presso la via dei Canneti, nelle vicinanze

del
il

Policlinico, nei lavori

di

siste-

mazione del giardinetto


lastre

che orner

tutt'attorno

Laboratorio sperimentalo
si

degli

esplosivi, a poca profondit dal piano di

campagna,
cristiane;

rinvennero due frammenti di

marmoree con
di
s.

resti

di

iscrizioni
le altre

essi

appartennero alle sottoposte

catacombe

Ippolito,

come

lastre iscritte riportate a pag.

56

e segg.

di

queste Notizie nell'anno 1910:


1.

(m. 0,33

0,53

0,04)

2.

(m. 0,32

X 0.35 X 0,05)

_--, WERCVR1
Si rinvenne

WXITANNOSXXVI
INPACE
bucranio
scolpito sul

anche

una piccola base di peperino con un

davanti (m.

0,23X0,16X0,12).
G. Mancini.

Regione

{LATIUM ET CAMPANIA).
LA TWA/.

Scavi fuori della Porta, nella caserma dei Vigili e dietro il piccolo Mercato. Scoperte varie. stato fatto un tasto intorno alla grande tomba che si trova lungo la via dei
Sepolcri,
in giro
di cui

IL OSTIA

una base
si

immediatamente dopo la via che congiunge questa con l'Ostiense. Essa ha di m. 1,05 di larghezza, sulla quale stavano blocchi di travertino,
vedono

che la tomba

impronte e si sono rinveuute delle scaglie. Quella base dimostra anteriore al rialzamento del livello delle strade.
le

A
mento,

m. 0,90 dal piano della base,


si

addossata alla

fondazione di questo monuivi

rinvenne un'anfora con resti di cremazione, che per era stata

collocata

dopo

la

costruzione del monumento.


si

Sul lato est, su quella base


il

costru un'altra tomba, della quale

rimane soltanto

mosaico del pavimento

in

bianco e nero a disegno geometrico.

Qui
esservi

in giro nella terra si ritrovano

frammenti di quei vasetti!, che


tali

si

rinven-

gono nello

tombe pi antiche

prova questa che

tombe, poi manomesse, dovevano

pure qui presso.

OSTIA

pianta
si

48

REGIONE

i.

Nella
pag. 281),
in

della

necropoli

vede

indicato
vi

opera reticolata e

pubblicata dal Visconti (Ann. dell' Inst. 1857, un pozzo che ora ho fatto esplorare. Era costruito serviva da bocca o vera., la meta di una mola la quale

misura nel diametro interno m. 0,60.


Vi
il

si

trov un torso

marmoreo

di statua virile,

iconica, in tre pezzi (m. 0,98)

braccio destro piegato sul petto e riposa nel sinus del manto.
Si

estrassero inoltre dal

medesimo pozzo parecchi

altri

frammenti marmorei

un

pezzo di
e

gamba (ni. 0,25); uno di un mortaio; frammenti di cornici di lastre iscritte non iscritte. Inoltre alcuni frammenti di una lastra, i quali ricongiunti, danno la

seguente iscrizione (m. 0,37

0,29

0,03):

NATALI- M
d

IME NXIDX
AVG mi M VENE RI A
il

VLCISSIMO

Q_- C

5.

Airistessa lapide appartiene

piccolo
*
* *

frammento

(in.

0,105X0,10):

',

\E A\
.

Una tomba
di laiva.

retrostante aveva nel suo vestibolo


in

Tra questi era messa

il pavimento costituito di selci anche una lastra marmorea opera (m. 0,52 X 0,02 X

0,05) con l'iscrizione:

MGRAEClNlVS
MO-L-DAMA

AVGVSTALIS
l'urna

Probabilmente era stata posta in origine sullo stesso sepolcro cui apparteneva sepolcrale di un M. Graecinius Blaudns (C. I. L. XIV, 1503"). rinvenuta dal

Visconti nello scavo della via dei Sepolcri.

Sotto la via che unisce l'Ostiense con quella

dei

Sepolcri, dove essa

si

stacca

da questa, a 30 cm. di profondit si incontr un grosso mucchio di frammenti marmorei, destinati a una calcare o a essere trasportati altrove per qualche costruzione.
Moltissimi non hanno alcun valore,

ma

altri

debbono essere qui

citati

Frammenti di rilievi (sarcofagi): Torso di figura muliebre in alto rilievo, vestita di chitone con lungo apoplygma cinto, in atto di avanzare correndo; forse Vittoria
(m. 0,28X0,13). Parte di figura femminile vestita, seduta;
si

vede un ribocco del-

Yhimalioa con piombino


gliato sopra
il

pendente

e parte di esso attortigliato alla vita e aggroviforse allo stesso sarcofago, di cui
d.,

sedile (m.
il

0,30X0,15). Appartiene
precedente.

doveva

far parte

frammento

Parte

superiore di figura a

con

viso

clamide svolazzante e pileo in testa e sopra, forse, una stella (Dioscuro). Dietro a lui un cavallo. A destra, testa di Mercurio col petaso alato. In mezzo, qualche cosa che non si ricouosce (m. 0,11 X 0,31). Gamba dritta di figura
rivolto indietro, con

REGIONE

I.

destra della figura

49

si

OSTIA

virile nuda,

che sta a cavallo di un toro, in moto verso destra, di cui

vede

la parte

anteriore.

La mano

nella giogaia del toro (ni.

0,21X0,225).

Parte inferiore di figura maschile recumbente sull'acqua, coperta di manto le gambe; tiene con la destra un remo (Fiume), e dietro la prora di una nave (m. 0,30 0,33) disco, sul quale in rilievo una mano destra (tg. 1). Mano destra che regge un

aperta (discobolo?) (m. 0,15X0,22). Parte centrale della gamba dritta di figura voltata a destra; davanti, tavola o sedia (m. 0,15X0,29). Parte posteriore di un animale

marino, e su di esso la
0,31).

mano

destra

di

una

figura che tiene

un serpe (m. 0,16

una

Parte di sedia munita di spalliera e di pulvino. Vi era rappresentata di rilievo figura seduta, della quale rimangono soltanto le dita della mano destra appog-

giata al pulvino (m. \),23

0,18).

Parte di altra

figura muliebre recumbente, con

Fig.

1.

veste legata sotto

il

petto e

manto avvolto

sulle

un oggetto non
la

riconoscibile

(m. 0,21X0,18).

gambe. Tiene nella mano sinistra Parte di figura nuda seduta; tiene

0,14 X 0,245). Petto (?) di figura muliebre con manto svolazzante (m. 0,21 X0,17). Testa e braccio di Amorino volto a sinistra 0,22). Lato destro di parte di figura muliebre con tunica e manto svolaz(m. 0,07

mano

sinistra forse sulla coscia (m.

zante (m. 0,19

X X

0,21).

Due

festoni (m. 0,07

0,29).

Amorino

acefalo che, volando

a sinistra, regge un festone con nastri svolazzanti (m. 0,19 0,21). Altro frammento e frutta (m. 0,165 simile (m. 0,36 0,165). 0,19). Foglie e bacche di edera, rosone Altri frammenti di sarcofagi. Varii frammenti di statue.

Esaminando
si

le lastre di

marmo

che costituiscono

il
:

tardo pavimento delle Terme,

sono riconosciuti questi frammenti di lastre iscritte


1.

(m. 0,155

0,275

X 0,03)

2.

(m. 0,37

0,20
I

0,045)

M
NI

VV
O

SFILIO
Notizie
Scavi

1912

Voi' IX.

OSTIA

(m. 0,370

50

4.

REGIONE

I.

3.

0,20

0,023)

(m. 0,125

0,09

X 0,035)

ECITDE
VIVIXIT

uotevole che questi frammenti


di

FRONT
iscrizioni sepolcrali fossero stati messi in

opera in questo edificio.


*
*
*

La

porta della caserma dei Vigili misura m. 3,95 di larghezza.


;

La

soglia di

travertino

essa non presenta tracce di ruote,

come non

si

vedono tracce del passaggio


intorno al

di veicoli sui paracarri di travertino che stanno sugli stipiti e nei pilastri

vestibolo. Sull'esterno la porta decorata dei consueti pilastri in mattoni.


si

Su

questi

vedono varii
a) a destra

graffiti,

dei quali ho letto


:

seguenti

cominciando dal basso


I

fila

23
22
17

////

i.

RV N

OBL

CI

13

()
(**>)

///0///COAV-POMPONIVSFKXIX

16

IXCOHIUCOHI COH V
:

b)

a sinistra parimenti cominciando dal basso

fila

30 28
25

COH POMPON

GAISIP

(?)

VK IVNIAS

(?)

24 25
17 16

CINCIVS IANVARIVS

a lettere grandi
id.

PO MPONIVS FELIX
LICIN1VSPRIMITIVS
LIC
misura m. 6 per
alcun
in.
(te)

Il vestibolo

4,25. Il pavimeuto a tegoloni bipedali

di quello

sovrapposto non rimasto


alla altezza di

avanzo.

Le

pareti

sono

ricoperte

d'

intonaco sino

erano stati

m. 1,40. Su quella a sin. si vedono alcuni segni di leggende che vi incisi a graffito. Nel vestibolo furono raccolti da sei a sette metri cnbi
epoca antica, prima che la vlta cadesse, quando la citt

di tegolosza battuta gi in

stava ancora al suo piano.


Il

portico a destra, entrando, lungo

m. 11,90

e largo

m. 4,25.

Il

pavimento

a mosaico bianco e nero.

La

scala e

il

sottoscala
si

in

fondo

questo

portico

furono chiusi pi tardi.

m. 4,25 dal fondo

trova un

muro

trasversale in opera laterizia, con

una porta nel

REGIONE

1.

altro
il

51

del
portico,

OSTIA

mezzo.

Un

muro

fu alzato al

principio

nel senso della lunghezza

di questo:

piccolo vano, che ne risult, serv senza dubbio di latrina. Tutte queste

trasformazioni,

come

le altre

gi indicate sopra, a pag. 25, furono fatte quando questa

parte della

Caserma

fu

adibita per abitazione privata.

La
vi
si

stanza, dove era stato aperto un' ingresso verso l'esterno (vedi sopra, a pag. 25),

cio la seconda verso l'angolo nord-est,

conservato pi alto di m. 4.
pesto sino

Il

misura m. 4,30 per m. 4,70; il pavimento ad opera spicata,

muro che
e
le pareti

sono rivestite di fino coccio

all'altezza di

m. 1,60,

poi continuano ad

intonaco bianco con tracce di color rosso.

ed ha

stata pure scavata


il

la sesta stanza del lato sud, la quale

misura m. 5

5,15,

pavimento ad opera spicata.


parete occidntale e quella settentrionale sono ricoperte d'intonaco a coccio

La

pesto, sulle quali

rimangono tracce
con

di

riquadri gialli limitati da fasce nere: sopra a


rosse e listelli

questo un intonaco bianco

fasce

bianchi.

Sulla parete ovest

si

porta che dava sotto al portico fu pi tardi chiusa, un'altra nella aprendosene parete ad oriente. In questa stanza fu raccolto un frammento di una cornice marmorea (ni. 0,24

vede graffita una barca.

La

0,24) con l'iscrizione, rozzamente incisa: In mezzo ai


materiali
scaricati

KAEOPDB.
Caserma
si

nella

raccolsero

gli

oggetti

qui

appresso notati:
1.

Terracotta. Mattoni con

bolli
e.

C. I. L.

XV,

41, 103, 105 a, 107,

108, 121,
es.),

127, 129, 277, 361, 606, 637, 659

693, 1066, 1112, 1434,


e

1435(4
il

1436,

2199, 2200, 2210, Notizie 1909, pag. 129; 1910, pag. 185
a lettere incavate:

ed

bollo rettangolare

VOL. Uu

collo d'anfora con la

marca a

lettere incavate:

DPL.

Un'ansa con

Marmo.
genda:
castone

MTO
si

marca: j/C-EV. Una XV, 6416 (forma 28). Piccoli frammenti iscritti. Osso. Tessera rettangolare con foro e legformata da dischetti Bronzo. Ornamento di ansa di vaso (Minerva
la

lucerna G.I.L.

galeata). Peso circolare (gr. 120). Anello a verga semicilindrica,

dove al

posto

del

legge:

XV

(diain.

mm.

23). Anello con chiave ecc.

materiali accumulati sulla via innanzi alla


e

Caserma consistono

in

pezzi

di

muro

di vlte cadute sul

piano della strada.


delle case di fronte;

I
i

pezzi di muri possono essere stati

tanto della

Caserma quanto
stati

pezzi delle vlte, che erano dipinte,

devono essere

della Caserma.

palma e ricci; si raccolsero pure mattoni con i bolli C. I. L. XV, 28*, 69, 103, 104, 105 d, 109, 172, 4086, 525e, 760, 958 a, 992 d. Un frammento di mattone col bollo CI. L. XV, 69
Qui
si

raccolsero due frammenti di un tegolone decorativo con

sta nel

muro

di

facciata della Caserma.

OSTIA

52

RBGIONB

1.

Sul lato settentrionale della Caserma, nel sottoscala verso l'angolo nord-est, furono scoperte due tombe ad inumazione ('), con tegole e una tavola lusoria (m. 0,79 X 0,45

X0,04):

V038JII o IRBEOV V03851I o IRBEOV


In una di queste tombe
si

raccolse

una tabula defixionis che era piegata a

mo'

di busta di lettera e inchiodata.

Non
*

stato possibile di aprirla conservandola

intera.

Nel vano addossato

al

quinto del lato sud del piccolo

Mercato

si

notato un

rozzo pavimento a mosaico bianco e nero ed una piccola fogna, lungo la parete nord.

Qui

si

raccolse: Bronzo.

Un

astuccio di amuleto (?) (m. 0,051).

Un

archipenzolo (altezza

Fig.

2.

m. 0,035). Un campanello (alt. m. 0,045). Cinque piccoli bronzi del quarto secolo. Terracotta. Un mattone col bollo G. I. L. XV, 1053, ed uno di T. Greio Ia-

nuario (G.

I.

L.

XV, 117

Parecchi

vasetti,

seg). Quattro lucerne (Dressel, forma 31) col signum Christi. quasi a forma di uccello, a corpo semicircolare molto allungato,

basso piede, bocca circolare aperta e

coppa semicircolare
l'orlo
(alt.

iddi.

63)

pure forata (m. 0,14 0,06). Sei vasetti a ansa verticale a cornetto innestata sulpiedino campanulato, a coppa concava e fondo piano con tracce (fig. 2). Tre vasetti
fine,

dell'ansa (alt.

m. 0,015; diam. m. 0,04). Alcuni

di questi vasi, che


fig.

le lucerne in2.

sieme rinvenute assegnano ad epoca tarda, sono pubblicati nella

D. Vaglibbi.
(*)

La scoperta

di

tombe non assolatamente


infatti parecchie nelle

tarde, entro gli edifci,


e nella

si

ripete con troppa fre-

quenza.

Ne rinvenimmo

Terme

Caserma.

A me sembra

che

si

debbano

attribuire ad

dosi gli

un periodo ancora antico, in cui questa parte della citt fu abbandonata, restringenabitanti verso il mare. Quass rimase poca e povera gente che si annid nelle rovine.

REGIONE

I.

53

FONDI

III.

FONDI

Scoperta di un antico
Villa di

sacello

cristiano e di alcune

iscrizioni latine in localit

San Magno, presso Fondi.

Sopra una collina che

in

linea retta dista circa cinque chilometri da Fondi, in

direzione nord ovest, furono casualmente scoperti rottami di ogni genere, che facevano

supporre seppelliti nel suolo

resti

di

un antico

edificio.

La

collina,

detta comune-

mente Villa (') ed elevantesi a pochissima distanza dalla grandiosa e gi illustre abbazia di San Magno, creduta dagli eruditi locali parte del cosiddetto campo De! metriano, di cui parola negli Atti dei santi Paterno e Magno ( ), e fu facilmente
nell'antichit, data la sua posizione
e date le tracce visibilissime di

eminente donde

si

domina

l'intera vallata di Fondi,


il

muri indubbiamente antichi,


villa.

sito

di

una

fattoria

romana,

se non addirittura di

una

E quando,

il

proprietario sig. Felice Mosillo,

facendo dei saggi per rinvenirvi dei materiali, mise alla luce in due giorni tre epigrafi latine,

dei pilastrini con


la

sculture

decorative di et cristiana, e su una parete


i

uno spesso intonaco, con


e portarono

rappresentanza affrescata di un cavallo,

cultori indigeni

delle antichit ebbero ragione di ritenere prossima


resse,
il

una scoperta

di

pi notevole inte-

fatto,

per mezzo

della stampa, a conoscenza del pubblico.

Recatici sul luogo (dove

frattanto

era stato

nuovamente rimescolato

il

terreno

gi smosso),

ci

stato necessario, per stabilire la qualit e la importanza del sito,


loro particolari

e per rendere nei

esattamente determinabili le scoperte gi avvenute,


dell'anzidetto
vicini,

procedere

di

nuovo alla

rimozione di parte

terreno,

iniziando alcuni

tentativi di saggio anche in luoghi


esplorati.

immediatamente

Abbiamo potuto
dove

cos rimettere per


le

una gran parte

in luce,
il

mai per prima di allora determinandone la


valore.

natura,

l'ambiente

scoperte

avvennero, riconoscendone

in e

La parte pi notevole dello scavo, di cui diamo qui la pianta ((ig. 1), consiste un vano, di cui una parete interamente rimessa in luce (a) e misura m. 6,05,
un'altra (b) stata da noi esplorata

per

circa

m. 9,75. L'ambiente

di

costru-

zione affrettata ed incerta, a piccoli

conci o ciottoli informi, legati da calce cattiva,

come

cattivo l'intonaco su cui

si

sono conservati gli avanzi di pitture; onde non

lecito credere

che

muri siano

di epoca

romana, sebbene nell'alto del colle non mantra

(')

Il

nome

Villa ira anche

quello di un paese

finitimo,

Monte San Biagio

il

Monte

Arcano. Questo paese, detto

Villa di

San

Vito, a pi semplicemente Villa (vcd.

Amante

e Bianchi,

Memorie
a causa

storico-statutarie del ducato, della contea e dell'episcopato di Fondi in Campania, l'orna,


il

1903, pp. 3, 34, 291, 313 ecc.), fu assediato e distrutto per ordine di Isabella Colonna, verso
di

1537,

una

lite

srta

fra

essa Isabella, figlia

di

Vespasiano, signora di Fondi, e

il

vescovo

Giacomo
(*)

Pellegrini, esercitante su

Villa giurisdizione civile, e in essa rinchiusosi.


*
.

S. Pateruus ad Fundanam civiSanctorum Augusti, die xxi, voi. IV, pg 402: .. tatem applicuit. et non procul a civitate reperit foiitein in campo Demetriano, apud quem cryptas invenit, ac in eodem loco ecclesiam deiparac Virginia dedicavi! .

Ada

Ada
trianus.

Sanctorum Augusti,

et quingentis nonaginta

die xix, voi. Ili, pag 707: S. Magnus .. mortuus est cum duobus septem martyribus apud civitatem Fundanam in loco qui dicitur Campus Mi-

FONDI

54

REGIONE

I.

chino qua e l avanzi, ed anche interi corsi di mura, per tecnica e per compattezza costruttiva indubbiamente romani. A questo si aggiunga che il carattere di costruzione

poco accurata di tutto l'ambiente si rende in qualche punto evidente, perch in una delle pareti si trovano, contrariamente al solito, adoperati come materiali di fabbrica,

una colonna

in

marmo,

dei grossi lastroni

anch'essi in

marmo,

le cui

facce liscie

levigate appunto

per essere
tolte,

messe
erano

in vista

menti

donde furono
i

coperte

quando appartenevano da uno spesso strato d'intonaco dipinto.


mentre uno
di essi

ancora ai monu-

Anche

titoli

epigrafici rinvenuti nello scavo erano usati, con tutta probabilit, nella
il

murazione, come mostra

loro stato di inutilit,

era addirittura

impiegato per il pavimento marmoreo, pur essendo irregolare di forma e tutt'altro che integro. Incostante era pure, a quel che ci stato possibile constatare, lo spes-

B
?

FlG.

1.

sore dei vari tratti di muro, nei quali non

mancavano discontinuit non precisamente


recesso

ed esattamente determinabili.
Caratteristico

dell'ambiente

rimesso in luce specialmente un

piccolo

rettangolare
le

(e),

di

cui la parete prospiciente l'ingresso misura soli m.


;

1,34, mentre

due misurano appena m. 0,85 e l'ingresso vi pure singolarmente stabilito, compreso com' tra una colonnina (alt. m. 1,12, diam. 0,29) incastrata nello spigolo
altre

terminale della parete destra del vano, e un parallelepipedo in pietra (alto m. 1,15, facce larghe m. 0,34) con cui termina un muretto divisorio, normale alla parete b.

Un esame

diligente, per quanto sommario, delle rappresentanze figurate scoperte

nel vano, e soprattutto

l'esame dei vari

frammenti
ci

di

scultura

decorativa rinvenuti

tra le macerie e la terra, ci


fizio,

mostra che noi


risalente al

troviamo davanti
all'

un piccolo edi-

adibito

al

culto

cristiano,

VII o

Vili

secolo dell'era volgare.

Diamo
nato

intanto qui brevemente un elenco dei principali oggetti scoperti.

1) Pilastrino (alto m. 1,06, largo m. 0,22, spesso m. 0,165) destievidentemente a figurare in incastro, come mostrano gli incavi a sezione di piramide tronca che sono ricavati in esso, per tutta l'altezza, nello spessore del marmo. La fronte, entro brevi listelli larghi m. 0,025, ci presenta una graziosa in-

Marmi.

trecciatura spiraliforme, ai cui centri, entro cerchielli, sono scolpite delle croci greche,

REGIONE

I.

(alt.

55

delle estremit tutto


il

FONDI

o son rilevate delle semplici borchie.

Ad una

campo
dal

occu-

pato da una croce pi grande


le

m. 0,185
braccia

0,145

largh.), a braccia uguali, con

estremit arrotondate,

tra

le

quattro

ramoscelli,

nascenti

centro

della croce. 2) Altro frammento di pilastrino, superiormente coronato da un dado rettangolare,

che serve di base a una colonnina,


tutta l'altezza nel

di

cui

ci

rimasto un piccolo avanzo. Misura in


in.

punto

di

conservazione

massima,

0,355,

mentre la fronte

larga m. 0,20

lo spessore

(nel cui senso ricavato da

una sola parte un

piccolo

incavo per l'appresatura) di m. 0,165. La fronte divisa in campi distinti, entro cui ricorrono dei motivi ornamentali. Nel primo (m. 0,175 0,155) figurata una

croce a braccia uguali, assai larghe, con

intrecciature
si

svolgentisi

all'interno, e coi

due spigoli

di ciascun

braccio desinenti in riccioli che

attorcigliano in volute attorno

a se stessi. Nel secondo campo, oggi frammentario, una nuova croce a braccia cordonate, chiusa entro tre cerchi concentrici.

0,15 0,11) con intrecciature di vimini 3) Frammento di pilastrino (m. 0,15 a linee tagliantisi ad angolo retto. 4) Colonnina infranta dalla parte della base, come mostra la leggera rastremazione che, dalla frattura, va di
riore,

mano

in

mano accentuandosi

verso l'estremit supe-

dove

la

colonna termina con un


frattura.

alla linea di

un anellino. Alt. m. 1,88; diam. m. 0,34 m. 0,42 da quest'ultima, una croce profondamente incisa
listello e

nel

marmo,

forse riempita di metallo o di altro materiale (alt. Colonnina torsa, alta ni. 1,15, diametro m. 0,28. 5)

mm. 97;

largh.

mm.

71).

m. 0,47; diam. m. 0,20. 7) Base di colonna. Alt. m. 0,17; diam. m. 0,36. Sul dado rettangolare base vera e propria, costituita da toro, listello, scozia, listello e toro.
6)

Frammento

di colonnina. Alt.

la

8)

Frammento
m. 0,30;

di anta, in

marmo
Tra

greco, con scanalature baccellate. Alt. m. 0,57,


le

largh.
listello

spess.

m. 0,085.

scanalature

(largh.

mm. 70)

gli

spigoli a

(mm.

30).

9) Altro frammento di anta in

marmo

greco, con scanalature baccellate (m. 0,63

0,76
10)

X
X

0,08).
ili

Frammenti
0,36

anta, dello stesso


;

m. 0,56

0,11

m. 0,46

marmo, scanalati 0,39 X 0,08; m. 0,51

(in.

0,52

0,30

X0.11;

0,23).

11) Altri frammenti, pochissimo notevoli, di pilastrini; basi di colonna ecc.


Pitture.
l'angolo n. 1,

La

pi notevole fra tutte quella conservata nella parete a, presso dove l'accumularsi forse della terra e i pi difficili rivolgimenti del

suolo hanno mantenuto


a quella sovrapposto. In

relativamente integra l parete stessa, e l'intonaco affrescato, )in campo bianco, delimitato in basso da una grande fascia

rosso-bruna, e in alto da due fasce successivamente nera e rossa con piccoli cerchielli
neri,

mentre a sinistra corrono verticalmente

tre

bando, rossa, nera, e rossa, figurato


2),

un cavallo velocemente galoppante a


con
le orecchie

sinistra

(fig.

con

le

zampe

anteriori

sol-

levate in avanti, e le posteriori puntate


dritte

al suolo in straordinaria tensione

muscolare,
figura

e gli

enormi

occhi

sbarrati.

contorni esterni

della

sono grossolanamente disegnati con una

leggera

linea nera, cui

succede

all'interno

FONDI

56

REGIONE

I.

un'altra linea pi larga, e di color


le

rosso-cupo; mentre

muscoli,

ciuffi

di peli,

sono segnati con trattolini lineari pi o meno brevi (da IO a 25 mm.), disposti spesso a gruppi in file lineari sovrapponentisi. Dietro la groppa

ombreggiature del corpo

del cavallo una gran macchia nera corre obliquamente dall'alto in basso verso destra,
e farebbe pensare a un carro;

ma

del carro

la

forma n

le

ruote

si

scorgono,

come non
cavallo,

vi traccia

n di redini, n di figura

umana che

guidi. Sotto la pancia del


al dorso dell'animale,
ci

come

dietro la groppa, e in alto nel

campo soprastante

entro piccoli cerchielli gialli, chiusi da linee nere, alcune croci a linee nere, che
riportano, evidentemente, al solito motivo ornamentale cristiano, di cui

abbiamo esem-

Fig. 2.

pliticazioni

insigni nella famosa dalmatica vaticana, del

X-XI

secolo, conservata nel

tesoro di

San Pietro (Venturi. Storia

dell'arie, li, figg. 353-354), e nell'affresco della


cit.,

chiesa di S. Elia di Nepi (Venturi, op.

Ili,

fig.

775).
cui
del
si

Altro frammento dipinto, di notevole importanza, in


testine femminili

sono
viso
in

conservate due
(dalla
fronte al

rozzamente
sono

disegnate.

contorni brevi

mento

le

facce non

alte che 7 cm.) appariscono


teste cos ravvicinate

segnati

linee rosso-scure;

gli occhi

sono

grandi, e le due

fra loro che


ai pittori e ai

non

si

pu

fare

meno

di ricorrere col pensiero alla

maniera cos cara


per

miniaturisti dei

secoli

medievali
si

vicini al decimo, quando,

raffigurare delle moltitudini di santi

o di devoti,

disegnavano

visi raccostati

cos che

quasi

si

toccavano

(cfr.

lo

mi-

niature dei due codici delle omele del


(')
I

monaco Giacomo)

(').

due codici sono uno vaticano


di

(fine del secolo

XI), e l'altro

appartenente alla Biblioteca


297.

Nazionale

Parigi

(fine

del

sec. XII).

Cfr. Venturi, Storia dell'arte, II, figg. 336, 337, e poi


fig.

figg. 329, 330, 334, 335,

340; Charles Dielil, Manuel d'art byzann, Paris, 1910,

REGIONE

I.

marmi

57

il

FONDI

Da

tutto l'insieme dei

e delle pitture qui descritte,

carattere di edificio
I

cristiano da attribuire all'ambiente scoperto

risulta indiscutibile.

simboli cristiani

della pittura del cavallo, e quelli dei pilastrini, oltre che la croce incisa nella colonnina, sono delle prove irrecusabili.

Ma

rilievi dei pilastrini in

marmo

possono condurci

a una anche

pi precisa determinazione
i

dell'epoca cui essi

risalgono.

Le

trecce

in

esse svolgentisi e

caratteristici

riccioli

avvolgentisi alle

due

estremit di

ciascun

braccio della croce sono di et

barbarica, e ci richiamano pi
(').
i

specialmente all'arte

decorativa dei secoli


quell'et
si

VI

VII dopo Cristo

nella penuria di
:

monumenti che a

citt posta lungo a distanza da in non e diretta con Roma, comunicazione Terracina, l'Appia, grande dove si dovettero evidentemente subire in maniera non indifferente gl'influssi dello

riferiscono, sono preziosi per noi

ritrovamenti di Fondi

sviluppo artistico della grande citt. Sicch, la chiesetta dell'alto del colle di Villa di San Magno ci riporta, con grande probabilit, ai secoli VI o VII dell'era volgare,
o almeno,

se

si

tratta di un rifacimento, vi furono

impiegati

materiali che a una

chiesa di quell'epoca dovettero appartenere.

in questo sito apparisce strana la pre-

senza di un'edicola, qui nei cui dintorni le leggende agiografiche localizzarono dalla pi remota antichit la presenza e il martirio dei due santi Magno e Paterno, periti
al

tempo della persecuzione


Epigrafi, latine.

Negli

di

Decio.
sterri

compiuti nel principale ambiente sopra ricordato,

si rinvennero alcune iscrizioni latine incise in blocchi, adoperati probabilmente nella muratura, e una in una lastra del pavimento marmoreo. Esse sono
:

1) Blocco di marmo, alto m. 0,61, largo in fronte m. 0,89, spesso m. 0,275. integro nella estremit destra della fronte, dove per si congiungeva con un altro blocco, come mostra l'incavo per la grappa in ferro esistente nello spessore superiore

del

marmo;

invece spezzato a sinistra.

Fu

rinvenuto giacente in senso orizzontale

sul pavimento,
di

con la faccia iscritta rivolta in alto, a


I caratteri

meno

di

un metro dal piano

campagna.

bellissimi,

segni diacritici assai accurati, e tutto lo splenil

dido ductus dell'iscrizione, fanno attribuire

monumento

all'et

prima

imperiale:

AVGVR

AVG
BIS

ACCVLA
Le
tracce di lettere che

s'intravvedono all'inizio della seconda linea,


pi
verisimile
e

sembrano
\_(se)vf\r

quelle di
(')

un

onde

V integrazione

ci

sembra quella

di

Cfr. Venturi, Storia dell'arte, IT, pp.

176-188,

specialmente pag. 187. Per le trecce, cfr. le


(fig-.

figure rappresentanti

monumenti

di

s.

Giorgio

in Valpolicella
(fig.

100), di
(figg.

Ravenna

(figg.

101,

130), di Cividale
cello (fig. 131);

(figg.
cfr.

102, 105-106), di Brescia

108), di

Roma

114, 115, 116), di Tor-

pure Messeri, in Bollettino d'arte del Min. della P.


i

1.,

IV, figg. VII

Vili.

Per

ci poi che riguarda


si

riccioli di estremit delle braccia della croce, esemplificazioni

perfetta-

mente analoghe
fig.

hanno
s.

in

115, chiesa di

Maria

in

monumenti di Roma (Venturi, op. cit., II, fig. 114, chiesa Cosmedin fig. 185, santo Stefano Rotondo). Vedi pure
.

di s.

Sabina;

l'articolo gi

citato del Messeri, illustrante la Pieve di S. Pietro in Sylvie, presso Bagnacavallo.

Notizw Scavi 1912

Voi. IX.

PONDI

58

difficili,
si

REGIONE

I.

aug(uslalis)
sare,

ad altre integrazioni per, sebbene assai pi


t

pu anche penfarebbero

come

a curator, quaeslor Aug{ustalium)


le tracce

ecc.
ci

All'inizio della linea terza


;

di

F, che

pare

di

scorgere,

pensare a [pontiy(ex) la congettura viene avvalorata dalla grande diffusione che ha avuto l'istituzione sacra dei pontefici municipali.

cognome della quarta linea certamente [ V~\accula, cognome non strano a Fondi, di cui un personaggio assai celebre porta appunto il nome di Vitruvio Vacca. Esso cognome, del resto, si trova anche altrove, come per esempio a Pompei {CI. L.X,
Il

818,

tavoletta di Cecilio Giocondo 112:

cfr. altres

C. I.

L. X, 8071, 48, dove, in-

vece del cognome


11

Vaccula, c' la figura di una vacca).


di cui l'epigrafe faceva parte, doveva, anche per la qualit e bel-

monumento

lezza del

(un blocco identico per qualit di marmi e per spessezza di taglio, era fabbricato in un muro della cappella) far parte di un tutto grandioso.
2) Grosso

marmo

parallelepipedo in pietra, spezzato a sinistra, e misurante in altezza

m. 0,78,

in

larghezza massima sulla fronte m. 0,75, e in spessore m. 0,40.


fra le macerie,

Fu

rinalte

venuto col precedente


nella prima linea m.

ed ha

caratteri quasi
linee,

evanidi.

Lettere

0,085; nelle rimanenti


o

pi piccole:

CTA

VI VS- C-

F-

A VI VS C FLAVIVS oCTAVIVS-C-F
lllllllllllllll

illuminili
3) Lastra di

marmo

con gli

orli

destro e sinistro integri, e una frattura che


destra,

corre obliquamente dall'alto al

basso

verso

rendendo

frammentarie

le

due

prime linee

dell'iscrizione.

perata nel pavimento, in cui, a quel


fu usata cos rotta com'era.

Al tempo della costruzione del sacello, la lastra era adoche attesta il contadino che la rinvenne, essa

Larghezza massima m. 0,65; altezza massima m. 0,52;

spessore m. 0,075

RENI

DAT UH NON AVO

FELICIANO ET T1TIANO CONSS

ASCLEPIADI ACTORI

La data

consolare

che

il

titolo

ci

conserva, fa

riportare al

337

d.

Cr.

l'atto

che in esso era contenuto. Maggiori grafe, ci sono impossibili.

ragguagli,
* *

per lo stato

frammentario dell'epi-

*
di

Visitando la piccola raccolta


dell'ex-convento di
s.

muuicipale

antichit,

riunita in uno dei locali


iscri-

Francesco in Fondi, mi stato fatto di rinvenirvi alcune

REGIONE

I.

59

FONDI

zioni,

o inedite, o solo inesattamente trascritte nelle ricerche di storia

Fondana

edite

nel 1902 dal sig. conte Colino. Esse sono le seguenti:


1)

Lastrone marmoreo iscritto, infranto da tutti

lati,

misurante nelle didella


e

mensioni massime

m. 0,44
i

0,90

0,155.

Le

lettere

dell'iscrizione,

quale
ci ri-

sembra

ci siano

rimasti

frammenti delle ultime tre linee, sono assai belle

portano, a

sono alte

mio vedere, al secolo primo dell'Impero. Nella seconda linea esse lettere m. 0,10, nella terza m. 0,086; quelle della prima linea sono frammentarie.

appariscono guaste e consunte, specialmente la parola impensa della terza linea, in cui la S malamente leggibile, e la A non ha la sbarretta orizzontale:

Qua

e l

L V

MACELLVM
MPENSAFECERVmJ
La menzione
a quel che
di

un

edificio cos

notevole

come

il

macellum renderebbe impor;

tante la notizia del sito preciso di trovamento dell'anzidetto lastrone

non

si

per,

io sappia, conservato di questo alcuna memoria. Molti rinvenimenti si ebbero nel 1878 e nel 1885, quando fu lastricato l'odierno Corso Appio e fu rifornita la citt, in diversi punti, di acqua potabile. Ma dire se anche allora i fram-

menti antichi

si

trovassero in situ, o non fossero piuttosto gi sconvolti,

rirebbe dai discorsi inaugurali dei signori

Amante
le

e Sotis

all'apertura del

come appamuseo Fonsi

dano,

ci

sembra

difficile.

in ogni caso,

tracce di calce che in qualche punto

osservano

nello spessore del lastrone, accennerebbero, a nostro vedere, che, gi prealla

cedentemente
di

scoperta,

il

lastrone stesso fosse stato

adoperato come materiale

fabbrica nella muratura di qualche edificio.

2) Cippo in pietra
largo in fronte

viva

locale,

superiormente

arrotondato.

alto

m. 0,80,

m. 0,41, spesso m. 0,29.

Era

infisso

per m. 0,32

nel

suolo,
il

come

mostra
iscritto

lo stato
:

assolutamente grezzo della pietra, nella parte inferiore, sotto

campo

CAPIDIA CL TERT1A

ARBVSCLA
INAC-P-X-lJ
3)
e spesso
(sic)

Frammento

di cippo in pietra viva,

superiormente infranto.

alto
di

m. 0,80,

m. 0,27, mentre nel senso


verso
il'

della

larghezza sulla

fronte viene

mano

in

mano rastremandosi
inferiore,

basso, per

modo

che misura solo m. 0,24 nell'estremit

mentre sulla linea

somma

della frattura misura

m. 0,35:

SIBI ET SVIS

BL-

ACVTlO

LLDASIQ
Il gentilizio

Aculius, come
indici

il

nell'Italia meridionale (cfr.

cognome Dasius, sono largamente volume X del C. I. L.).

esemplificati

CASAMARI

Frammento
di lastrone,

60

altra volta

REGIONE

I.

per materiale di fabbrica, come mostrano le chiare tracce di calce conservate nella spessezza della pietra. Di4)

adoperato

mensioni massime m. 0,38

0,23

0,27:

ti

AIAE /ELICI
"

V*
di

Nella chiesa di
sono
i

s.

Pietro Apostolo in Fondi, adoperati in gradini


:

cappella,

seguenti frammenti epigrafici inediti 1) Nel gradino della cappellina di


il

s.

Rocco, la prima a sinistra

entrando

nella chiesa,

frammento:
M'BI

ET LIBERIS
m. 0,048,

>

in lettere di buonissima epoca, alte

incise su
il

una lastra marmorea

delle

dimensioni di m. 0,60

0,17

0,10. Caratteristico

punto diacritico che segue la

parola liberis, di forma romboidale, con quattro uncinetti curvilinei agli spigoli.

due gradini per cui dalla navata destra della chiesa accede al piano rialzato del presbiterio, il frammento:
2) Nel pi basso dei

si

VMC
s-vxs
anch'esso in
lettere assai
belle,

alte

m. 0,125,

incise in

un blocco marmoreo

di

m. 0,45

0,34

0,16. Sulle lettere della prima

linea

appariscono tracce di altre

lettere indecifrabili. I punti diacritici sono triangolari.


S.

Aurhjemma.

(Cereatae Marianae). Iscrizione inedita. Il rev. don Mauro M. Cassoni, priore della Badia di Casamari, mi comunica che, rovistandosi recentemente in un vecchio armadio non pi aperto da moltissimi anni,
IV.
venne
finito ivi ritrovato

CASAMARI

una specie

di

basamento

inscritto, in pietra calcare,

superiormente

da una cornice, e nella parte inferiore, come in quella posteriore, visibilmente infranto. Venne a luce non si sa precisamente dove, pi che trent'anni fa, ed largo
in fronte

m. 0,30

alto

m. 0,0215,

di

cui

65 mm.

occupati

dalla

sola

cornice;

mentre nel senso dello spessore, nel punto


I caratteri sono della

di conservazione
:

massima, misura m. 0,21.

prima et imperiale

TICLAVDIVs
FLORVS

MERCVRIVs

COMES

REGIONE

I.

si

CUMA

Dei Claudii nessuna menzione

aveva finora per Cereatae Marianae

appari-

scono invece nel territorio sorano (C. I. L. X, 5729). A linee 3-4 abbiamo con tutta probabilit un secondo
sia pi

nome Mercurius, sebbene


es.

frequentemente adoperato come nome servile

(cfr.
I.

per

C. I. L.

VI, 22415-

22421), ricorre anche, sembra,

come

gentilizio (C.

L. VI, 22411).

Pi

difficile,

per non dire impossibile, data anche la forma e la disposizione delle parole nel titolo, nel qual caso, l'appellativo comes sarebbe ci sembra una dedica al dio Mercurio
;

nuovo pel
Lexikon,

dio,

mentre

ricorre,

per esempio, per Ercole quale divinit gentilizia della


des
antig., 3,

famiglia dei
I,

Cesari

(Daremberg-Saglio, Dict.

pag. 128;

Koscher's,

pag. 2981).
S.

AcRIGEMMA.

CAMPANIA
Epigrafe inedita rinvenuta nel fondo Origlia. Nei depositi del Museo Nazionale di Napoli ho rinvenuto, segnato col numero d'inv. 130428, un frammento di epigrafe sinora inedito, acquistato nel 1905 come
V.
proveniente da Clima, e trovato precisamente nel fondo Origlia.
iscritta spezzata irregolarmente in

CUMA

La

lastra

marmorea
lar-

tutti

lati,

misura nell'altezza e nella


spessore vario (m.

ghezza massima, rispettivamente, m. 0,49 e 0,28; 0,034). Le lettere sono alte da mm. 30 a 35
:

lo

0,020

CVMl

IVS-PRIMIG<mms

PATER
l

D
ablativo (a un
le altre
si

L'epigrafe ha di notevole la menzione di dativo


si

Cuma, che apparisce

in

iscrizioni

pensa con minore facilit) forse perch, come di consueto (cfr. p. es. cumane C.I.L. X, 3676, 3701, 3706, e l'altra CI. L.X, 690),

vuole

appunto designare che nella detta citt stata sostenuta una carica o un sacerdozio,
o compiuto

un

atto qualsiasi.

L'w

di

Cumis

apicato.

S.

Adrigemma.

POMPEI

62

REGIONE

I.

VI.

POMPEI

Scavi e scoperte di antichit

avvenute durante

il

mese di febbraio.
Il

Sopraintendente ai Musei ed agli Scavi prof. Vittorio Spinazzola comunica

le

relazioni seguenti.

A)

Continuazione dello scavo della via dell' Abbondanza.


si

Col lavoro compiuto durante questo mese,


e sterrare
i

proceduto avanti

tino

a raggiungere

monumenti

segnati in nero nell'annessa pianta topografica (tg. 1).

Seguendo

Rg:IX
In VII
Ini XI

r^rmrT
._5L__^jH^LJE^^U-I
In? VI

li

'ir:

SlL

J. g>

In VD

FlG.

1.

il

sistema adottato per

le relazioni
si

precedenti, descriver

progressi dello scavo pri-

mieramente per quanto

riferisce all' isola

XI

quanto appartiene all'isola opposta, cio alla

della Reg. IX; in secondo luogo per VII della Reg. I.

1)

Reg. IX,
n.

ins.

XI
per

(lato nord della via).

Il

vano

d'

ingresso

aperto

tutta

la

sua

ampiezza sul marciapiede.


n.

La
tino

soglia di pietra vesuviana e le pareti rivestite di un alto zoccolo di coccio pesto

a m.

1,70

dal

suolo.

Non

cos

il

susseguente vano

7,

il

quale per la sua

angustia pare certo che costituisca le fauces di


di

una

casa. Sull'alto dei pilastri esterni


i

queslo vano sono due quadretti larghi m. 0,43,' alti m. 0,35,

quali recano dei

dipinti, una prima volta eseguiti sopra stucco bianco e circondati da fascetta gialla; una seconda volta eseguiti sopra una semplice mano di calce sovrapposta al primitivo

stucco. Sul pilastro sin., distaccatasi interamente la

mano

di calce con la rappresentanza

REGIONE

I.

63

POMPEI

a cui faceva da letto, appare, per tre quarti perduta, una figura virile nuda (Ercole?)
incedente di prospetto; sul pilastro opposto invece conservata la
dipinto posteriore.

mano

di calce col

Vedesi qui rappresentato

(tig.

2),

in

modo

insolito,

Ercole

visto

da tergo, in atto di allontanarsi dal riguardante, tutto nudo, la pelle di leone e la


clava sostenute dalla
L'eroe non solo,

mano

destra, qualche altro attributo svanito nella sin. protesa.

ma

preferenza forse gli si


larga villa rossa e

immolava dai Pompeiani:

conduce un porco bianco, la vittima a Ini pi cara e che di il porco ha l'addome cinto di una
docile accanto ad Ercole, trattenuto

cammina

come

da una ca-

vezza rossa adattatagli al grugno e che dipende da un lungo laccio, parimente rosso, stretto per l'altro capo dalle mani dell'eroe: questi infine ritratto con un colore

Fio.

2.

solo:

il

rosso-cupo. Al disotto del descritto quadretto, nascosto a destra da un poste-

riore intonaco,
1.

leggesi un avanzo di

programma

elettorale ('):

A SV ET

(tium)

e trasparisce,
il

attraverso la

mano

di calce su cui fu dipinto

il

precedente programma,

principio di quest'altro:
2.

MODE (slum)
d. del

Immediatamente a
lascia
3.

programma

l'

imbiancatura in buona parte distaccatasi

agevolmente leggere:

FVSCVMAED
sotto,

mentre pi

sull'alto dello zoccolo rosso,


C.

il

seguente programma evanido, di

colore nero, raccomandante


4.

Tulium Polybium
I-

al

duumvirato:
. .

Tf V(ir

d.)

Appresso il vano segnato col n. 8 che, per la sua larga apertura, apparisce chiaramente essere stato un ingresso di bottega: esso era chiuso mediante la carat-

(')

Quando, come

qui,

ometto di menzionare

il

colore del

programma,

il

colore rosso.

POMPEI

il

64

REGIONE

I.

teristica serie di tavole verticali mobili, con

battente girevole sul cardine all'estre-

mit destra. Avendo


terreno, non
si

legname, nella parte superiore, lasciata la sua impronta nel


di

mancato

riprodurre col gesso quel tanto che prestavasi ad essere


dello
stipite
sinistro e

calcato, riproducendo cos parte

una considerevole

superficie

delle tavole verticali,

del battente

connessi due campanelli di


e di

mobile l'estremit superiore, alla quale erano bronzo: questi sono alti rispettivamente m. 0,09 e m. 0,11
si

forma cilindrica. Anche una moneta

rinvenuta a tergo dell' impronta e nel

bel mezzo della porta, a m. 1,50 dal piano del marciapiede: un piccolo bronzo di

Augusto col nome dei monetali Galus Apronius, Messalla, Sisenna (Babelon, Iulia n. 345). Chiude la bottega dal lato orientale un ampio pilastro, sul quale, al disopra
dello zoccolo rosso, leggesi
il

programma:

5.

CN- HELVIVM SABINVM


A ED

V O

ROG

ed accanto, sul pilastro medesimo quest'altro programma:


6.

C GAVIVM RVFVM D

Cf

Il fronte della

bottega in parola era protetto da una breve tettoia, sporgente sul

marciapiede per la

lunghezza

di

tre tegole,

armata sopra

tanti travicelli infissi nella

facciata e trovati in gran parte al posto loro allo stato di

carbone ad un metro di

altezza al disopra dell'architrave. Gli architravi di questa bottega e del vano prece-

dente n. 7 sono apparsi nella loro quasi totalit allo stato di carbone.

Sembra che

abbia qui termine


il

il

fronte dell' isola

XI

che

l'alto

muro che

si

volge a nord guardi

vicolo orientale dell' isola,

come

lo

scavo chiarir in seguito, proseguendosi esso in

tale direzione.

qui ho

il

dovere, che grandissimo piacere insieme, di annunziare che,


di

imme-

diatamente ad
alla serie

oriente

quella

che ora sembra l'imboccatura del vicolo, accanto

di balconi

dell'isola

opposta,

venuto

fuori

un caenaculum

nel

piano

superiore, col fronte sfinestrato prospiciente sulla via e risultante di


e

due colonne medie

due mezzecolonne

estreme, connesse

queste

ultime a

pilastri.

Le

colonnine, alte

m. 1,89, sono
rettilinei

di tufo nucerino, e presentano in tutta la loro lunghezza profondi incastri

che evidentemente accennano a chiusure di legno che difendevano ciascuna apertura, e sono infine ricoperte di stucco bianco con scannellature solo nel lato vlto

parimente ricoperto di stucco bianco lo stilobate modinato, da cui sorgono colonne e che corre al disopra dell'architrave o degli architravi del piano terreno da scavare ancora (fig. 3). Questo materiale si presta ad un restauro sicuro, di grande
alla via;
le

profitto per lo studio, di

grande

effetto

nuovo; nuovo perch finora non furono invie


o
vicoli,

contrati in

Pompei

cenacoli sporgenti

su

ma

nell'interno degli atrii

delle case a cui appartengono.

Ed

ecco gli altri

trovamenti

fatti

durante

il

mese da questo

lato della via.

REOIONK

1.

65

POMPEI

nome
n.

di

d' ingresso n. 5 un piccolo bronzo di Augusto col Galus Apronius, Messatta, Sisenna ecc. (Babelon, Mia, 343), e un campanello da porta, di forma piramidale, alto m. 0,09. 9 id. nel terreno vegetale, al disopra della bottega n. 8: un panello di 'piombo j forma rettangolare, alto m. 0,06, senza marca.

3 febbraio

davanti al vano

dei triumviri monetali

Fio. 3.

27.

id.

Davanti allo stilobate del cenacolo additato, due abbeveratoi

fittili

per
0,12,

uccelli larghi

m. 0,055; una
sotto

bottiglia di vetro a fiasco campaniforme, alta m.


l'azione del fuoco di

compressa

e schiacciata

un incendio.

2)

Reg.

I, ins.

VII
i

(lato

sud della

via).

Seguitano da questo lato della via


balconi pensili e per
l'

lavori per l'assicurazione e


d'

il

restauro dei

imposizione degli architravi sui vani


si

ingresso sottostanti con

operazioni lunghe e pazientissime. Intanto, quei balconi

seguono l'un dopo l'altro; ed un altro, ora assicurato nei suoi avanzi, vedesi in e nella pianta topografica (fig. 1). ed un altro ancora se ne presenta pi ad est, di fronte al cenacolo dell' isola opposta.
Notizie Scavi 1912

Voi. IX.

POMPCI

giorno 7 febbraio nel sistemare

66

taglio di terra davanti al

RE8I0NE

l.

Il

il

vano

d'

ingresso

n.

4,

quasi

tutto occupato dallo strato di cenere, sono apparsi in

prima molti avanzi


del legno della
i

della porta allo stato di


porta, a in.

carbone; e poi,

immediatamente a ridosso

1,20 di altezza dal marciapiede, ed all'estremit d. del vano,


stessero collocati sopra
di

seguenti

oggetti,

legno: palchetti m. 0,16 e giogo lungo rispettivamente un solo m. 0,18, con parecchi ganci distaccati ed ora restaurati: con esse aequipondium, a forma di ghianda, alto m. 0,065 e due piatti di bilancia, il primo a forma
i

quali sembra

Bronzo.

Due

stadere

(campanae)

dal

di coppa, largo

m. 0,083

munito

di

quattro piccole anse saldate intorno all'orlo;

WfwM

REGIONE

I.

67

POMPEI

completavasi con due grossi fiaschi ansati, alti da m. 0,30 a m. 0,40, dei quali mangono integri i soli lunghi colli con le larghe ause a nastro saldate sull'orlo.

ri-

Bromo. Un imbuto
travamento
si

a coppa circolare larga m. 0,10, alto col cannello m. 0,17. Questo


di

chiuso con l'apparizione dell' impronta

un cesto

fatto di listelli

di legno tessuti in

croce.

Lo

stesso giorno

13, sulla

soglia

del

medesimo

ingresso,

si

trovato

poi

un

asse di Claudio, appena riconoscibile per le forti concrezioni di cui coperto; e un

m. 0,06, piccolo peso di piombo, lungo


sin.

munito

di

ansa di ferro a ponte;

mentre a

della soglia, sul marciapiede

si

raccoglieva una grossa grondaia

di terracotta,

una grossa testa di leone circondata da palmette che occupano gli angoli attorno. Negli strati superiori, ad oriente del n. 7, il giorno 7, si trov l'estremit campanulata di una tibia musicale, lunga m. 0,055.
rotta in pi punti e risultante di

Era stato notato nei primi giorni del mese uno sprofondamento che andava lentamente determinandosi al disotto dei muri tra i vani nn. 4 e 5 e dovendosi rime;

diare con sollecitudine,

si

provveduto all'assicurazione delle costruzioni fuori terra,


sottofondazione.
Si
e

iniziando subito

il

lavoro di

chiarita

cos

l'esistenza in quel

punto di un pozzo nero che si dovuto colmare rendendo pi solide le nuove fonCol crollo intanto del pozzo nero, gli operai hanno potuto raccogliere un gruppo di oggetti di ferro venuti gi col pavimento del vano d' ingresso n. 5 (angolo
dazioni.

nordovest).

arnesi stretti dall'ossido e


soio di

Questi oggetti sono: due serrature a scudo rettangolare; un gruppo di fra cui notasi all'esterno una roncola: una lama di ratrapeziale lunga m. 0,115,
taglio;
e,

forma

con

perno

di

bronzo

presso

l'estremit

inferiore del

finalmente, gli interessantissimi avanzi di un botticello cilindi

drico di legno, alto

m. 0,20

m. 0,33 circa

di diametro.

Era

fatto di

tante doghe

trattenute sotto e sopra da

due cerchioni

esterni

di ferro a nastro, e di

due fondi
un cane

certamente

fatti

anch'essi di doghe di legno: nel bel

mezzo dell'altezza

v'

nello di bronzo esternamente

munito

di otturatore circolare a cerniera,

aprendo

chiu-

dendo

il

preziosi resti

quale vuotavasi o trattenevasi il liquido contenuto ci assicurano che i Pompeiani gi conoscevano


e
siili'

nel recipiente.
l'uso,

Questi

dei recipienti di legno per liquidi,

importanza

di

magari limitato, credo rinvenimento questo

superfluo aggiungere altro.

Sulla parete posta tra


i

vani d'ingresso segnati coi numeri 4 e 5, sono apparsi

seguenti programmi
7.

elettorali

monchi ed evanidi:
\_P.

Paquiicm?']

PROCVLVH(//i!!'r) ID
a destra del quale:
8.

TR

EB

VM
AED

V ALENTEMsotto cui leggesi chiaramente:


!.

Ve)

EN

T O N E (m)

AEDCf

POMPEI

il

68

di color nero:

REGIONE

1.

destra del vano n. 6, poi, sul rustico intonaco leggonsi questi altri due pro-

grammi,
11.

primo dei

quali,

monco ed evanido,

[Cn. Helvium?~]

11.

CCS- M
PRIMILLA

fi-vai

SABINVM

R>

ROG
M(agnum))

(C. C(alventium) S{ittium)

Sopra un frammento di tegola, raccolto


si

il

giorno 14 nelle terre alte, oltre

il n.

6,

letto

il

bollo:

LEVNACHI

(CI.

L. X, 8042,

47

p.)

B)
Datosi
di
essa,
si

Scavo verso l'estremit della stessa

via.

mano

allo scavo di questa


iniziato,

via

dell'Abbondanza dalla parte occidentale


e

anche

all'altezza

dell'antiteatro,

contemporaneamente, un
allo scopo di scoprire
lo

saggio di scavo verso l'estremit orientale della via


se

medesima,

quella strada

fosse

perfettamente

rettilinea,

portando inoltre

sterro dove si

fosse potuto

imbattersi nel

braccio che,

dipartendosi dalla grande arteria,

menasse

da questa direttamente alla porta principale (quella rivolta a settentrione) dell'Anfiteatro. Si posero ben presto le mani sopra la via grande, acquistando cos la
certezza che la via era

esattamente

rettilinea

fino alla fine:

ma

non

si

scoperto,

come

si

sperava,

l'

imboccatura della supposta via di


il

congiunzione con

l'Anfiteatro,

n avendo altro scopo


tati

saggio

si

chiuso, dopo aver dato alcuni interessanti risul-

che qui

si

espongono.
dal
lato meridionale si

Le

fronti degli edificii prospettanti la via

seguono per
data la loro

una lunghezza

di

40 m.

circa

ma

l'

interesse maggiore destato

dal saggio, consiste

per ora nell'aver posto in luce una serie di colonne


altezza, raggiungevano
il

laterizie le quali,
si

piano superiore della casa, davanti a cui


e,

elevavano sor-

gendo dal marciapiede;


balcone o

come sembra, erano destinate


il

a sorreggere

un

grande

terrazzino lungo tutto

fronte dell'edificio

Oltre l'indicata serie di co-

lonne, verso ovest si riconosciuto, e si interamente scoperto,

pubblico fronteggiante la via, e risultante di


larga m.
rilevato.

un importante sacello una nicchia ad arco tondo, alta m. 1,22;


una bella cornicetta
d'uomo,
i

1,06; profonda m.

1,08, adorna al disopra di

di stucco

La
certo, di

nicchia, che apresi sul marciapiede

petto

costituiva,

come

sembra
tettrici

un piccolo tempietto
Il

nel quale veneravansi

Penati o le divinit pro-

Pompei.
i

piano della nicchia vedesi interrotto da due fori di considere-

vole grossezza,

cui bordi lisci accennano a tronchi di legno che vi erano fissati e

ani quali, o potevano essere assicurate

mediante perni

le

statuette dei Penati o poteva


riposassero. Nulla per si

essere connessa

una base sovra cui

le statuette

medesime

trovato: le statuette furono trafugate,

come pare

certo, attraverso

un grande

foro
i

che interrompe l'arco della nicchia a sinistra, in


passanti cos sulle pareti
laterali

alto.

Molte epigrafi tracciarono


sulla parete esterna.

interne del sacello

come

REGIONE

I.

69

POMPEI

Sullo parete sin. leggesi in alto,

tracciata col carbone,

l'acclamazione ai

Bue

Fabii, gladiatori forse, gi tre altre volte incontrata nelle iscrizioni parietarie (C. I. L.

IV, 1087, 1089, 1095) in lettere alte m. 0,05:


12.

DVOBVS
FAB1S F

{Duobus Fabis

fe\_liciter~\)
:

pi a destra, di un'altra iscrizione tracciata col carbone

resta solo un avanzo a d.

13.

.... VLVS
al disotto, granito:

Segue
14.

PRISCVS CAELATOR

CAMPANO GEMMARIO
FEL
cio: Priscus caelator

Campano gemmario

fel[iciter\: e

pi gi ancora, tracciata

con pietra rossa, l'acclamazione:

"15.

PROCVLE
POSTVMI VALE

cio: (Procule P\_o~\s[t]umi val\_e~\), la quale, con tutta probabilit, allude al candidato
all'edilit Q.

Postumius Proculus raccomandato

in altri

programmi (C.I.L. IV, 479,

685, 974, 782, 1016, 1081 e 3359).


In gi ancora e sulla d. delle riportate iscrizioni leggonsi altri resti di epigrafi
tracciate col carbone,

ma

addirittura insignificanti.

Sulla parete

opposta, dove

era

meno comodo

scrivere,

in alto

leggesi

questa

iscrizione tracciata col carbone:

16.

VCCI A E Cv Or- MA
L

(Lucciae?)

T
e

'

pi sotto, stesa con pietra gialla, quest'altra:


17.

MELISSE VA
II

(Melisse va1{e])

AC

Sopra
18.

l'arco,

all'esterno fu scritto

col carbone:

kvAojc

tob.\o?mcmmwMmtmBA

kv

VOMPBI

sin.

70

REGIONE

I.

Sul pilastro
19.

col carbone:

SABINVS

e pi sotto, graffito con grossa punta, di pietra forse:

20.

ii

A
cio:

-il

Spes, a(ssbus)

II

(cfr.

C. I. L.

IV, 5127:

Spes moribus bellis a[}sibus]

Vili).

Sul pilastro destro, da sopra in sotto leggonsi queste altre iscrizioni:


21. graffita: 22. parimenti graffita:

VESB1N VESBINVS
23. in lettere piuttosto grandi:

EICICNERI

REVSSO
24. graffita:

OMP

II
II

ANIS
I
I

C TUR FAVSTINVM VIGINT


F1IL F
L

ROGAMVS
molto
il

probabile che quest'ultimo


cui

programma alluda

al

candidato M. Licnius

Faustinus, programmi che lo raccomandano all'edilit (C. I. L. IV, Indices, pag. 771); e quando leggiamo che erano in venti i suoi fautori,
ricorre in
tanti

nome

non sappiamo se lo scriptor seriamente o per ironia acclamasse: Pompeianis feliciter. Nel terzo rigo era stato scritto per errore Fauslinon nell'ultima sillaba, errore che

venne poi corretto dallo scrittore

stesso.

C)

Trovamenti
detta

fortuiti.

Per ridare l'acqua


una conduttura
l'edificio

alla

fontana

della

via dell'Abbondanza,

si

distesa

di

piombo che, partendo dal serbatoio della Casa dei Vettii, raggiunge

Eumachia. Gli operai che hanno eseguito durante il mese questo lavoro, nello smuovere il terreno dei marciapiedi fra i due luoghi indicati, hanno raccolte
di

bronzo che hanno consegnate all'Ufficio il giorno 14. Di queste monete l'una, greca, piccola, non si potuta identificare perch molto consunta; le altre due, per quanto molto danneggiate, si sono identificate, e sono un medio bronzo di Agrippa
tre

monete

di

(Cohen,

n.

3) e un grande bronzo di Nerone col tipo dell'arco trionfale (Cohen, n. 307).

REGIONE

I.

il

71

POMPEI

Il

giorno 26 febbraio, nel vicoletto che corre ad oriente del

Tempio

d'Iside, aven-

dovi richiamata l'attenzione

custode

Miele Liberato, fu

fatto ripulire della

poca

terra di cui ancora era coperto

scalino

sotto la soglia di

un

un blocco di pietra vesuviana, adoperato come primo vano d'ingresso che fu poi murato dagli antichi.
la

stato cos

che,

liberata

completamente

pietra,
la

alta m. 0,25, larga

m. 0,40
il

0,85, vi

si

scoperta nella superficie anteriore


:

seguente iscrizione, di cui

detto

custode aveva intravisto le traccie dall'alto

v b a

NVELASI
La
pietra, che superiormente

fu quale scalino,

sembra

essere

stata

smussata e logorata dall'attrito, adoperata come la base di una statuetta od altro donario
qualche
I

dedicato in un tempio di

Pompei

da
ci

minister per ordine del magistrato


secolo av. C.
:

N. Velasio:

la

forma delle lettere

riporta al

il

testo dell'epigrafe

richiama quello analogo delle numerose inscriptiones Ministrorurn Mercurii Maiae,


poslea Augusti

(C

I.

L. X,

884

e segg.).

M. Della Curte.

REGIONE

VII.

73

FALERIA.

Anno 1912

Fascicolo 5.

Regione VII (ETRUMA).


FALISCI.

I.

FALERIA

di

Saggi di scavo a Monte Cerreto.


ed
ottobre
del

Nei mesi di settembre


licenza di scavare a
in Catasto coi

1910

il

Monte Cerreto

nel territorio di

Giuseppe Gasparri ebbe Faleria, in un terreno descritto


sig.

3, 25, 20, 21, di propriet del sig. Giuseppe Furono alcune tombe a camera quasi tutte devastate nei tempi Agneni. scoperte antichi, le quali contenevano ancora una piccola parte della suppellettile funebre abbandonata dai depredatori.

numeri

mappa

II,

Tomba
m. 1,20,

I.

e eo:i

Di pianta rettangolare (m. 2,00 X 1,57), preceduta da corridoio largo un solo loculo a destra dell'ingresso. Si rinvennero per terra tre
di creta rossastra, alcune oinochoai di

grandi olle panciute,

bucchero del secolo V, a

ventre ovale e larga bocca trilobata, varie coppe e coppine di bucchero, un piattello
di argilla figulina

Tomba

II.

a vernice nera quasi tutta staccata, ed alcuni frammenti di ferro. Questa, bench sfuggita ai depredatori dell'antichit, fu trovata in

grande disordine, perch la vlta era franata. Aveva base rettangolare (m. 1,85 X 1,30), con un loculo incavato nella parete a destra dell'entrata, che pigliava in lunghezza tutta la parete. Quivi si riconobbero gli avanzi di uno scheletro e di una collana

composta di un grano

di

pasta

vitrea

scura

con

prominenze circolari

gialle,

di

un

pendaglietto di pastiglia verde a forma di ghianda striata in luugo e in largo, e di

un altro peudaglietto di ambra. Per terra giacevano creta gialla (alt. cm. 27) con giri di fascette brune
sulle spalle.

seguenti

fittili:

Stamnos

di

Oinochoe di creta giallo-rossastra, a bocca tonda strettissima, ansa Sette coppe a superfcie rossa, di vario alta e corpo quasi sferico; alt. cm. 22. Piattello diametro. Nove piattelli. Piattello su base, di bucchero cinereo.

serie di tocchi di pennello

su alta base, di creta

rossa.

Kylix di fabbrica locale a

f.

r.

diam.

cm. 27.
10

Notizie Scavi 1912

Voi. IX.

FALERI

74

REGIONE

VII.

La forma

delle splendide kylikes

attiche del secolo V, su base snella imbutiforme,

della parete concava,


il

Sul fondo rigorosamente mantenuta in questo vaso che del secolo IV (fine). in un medaglione con cornice a meandro angolare, dipinto

gruppo

di

Bacco ed

Ariauna,

nel

noto

atteggiamento

che

conosciamo per altre


e

simili kylikes del territorio falisco, esistenti nel

Museo

di Villa Giulia,

per l'ana-

logia che questo gruppo ha con

lo

splendido

gruppo

di

Bacco e Semele sopra uno

Fio.

1.

specchio etrusco (Gerhard, Etr. Spieg.


plari migliori

I,

83).

Ma

alla ingegnosa imitazione

da esem-

venne meno l'abilit del ceramografo, che non seppe rendere in modo di Arianna, scambiando pure il profilo della mano sinistra (sopra la nuca di Dioniso) con quello della mano destra. Il disegno delle
verisimile la torsione del corpo
figure difettoso nei particolari,
al le

ma

l'insieme ha un'aria di sensualit, che

si

addice

soggetto della rappresentazione. Sul giro esterno della coppa, di qua e di l tra

anse
le

si

nuda,

vede un gruppo di tre figure in conversazione, l'ima maschile a destra, altre due ammantate; quella di mezzo ha in mano un timpano. Attorno
(fig.

alle anse sono dipinte palmette con girali

1).

Alcune altre camere sepolcrali, scoperte in questo scavo, qualche frammento ceramico di nessuna importanza.

restituirono

soltanto

E.

GBRICI.

REGIONE

VII.

75

RIGNANO FLAMINIO

II.

RIGNANO FLAMINIO
il

Saggi di scavo a Monte Casale.

sig. Giuseppe Gasparri fu autorizzato ad eseguile saggi Flaminio in contrada Monte Casale, di propriet del Uignano sig. Cesare Morelli, avendo egli in animo di proseguire ed allargare le ricerche, ove quei terreni

Nello scorso gennaio

di scavo a

dessero dito alla speranza di importanti trovanienti archeologici.


il

Le

scoperte fatte

primo giorno sopra una delle alture di quella localit furono cos poco incoraggianti, che fu deliberato di abbandonare quel punto e passare alla parte settentrionale

Monte Casale. Quivi furono eseguiti saggi lungo la costa che rivolta a sud-est, vennero scoperte alcune tombe a camera, gi devastate nei tempi antichi, le quali tuttavia contenevano avanzi della suppellettile.
di
e

PlG.

1.

m. 1,10.

Tomba I. Cameretta di m. 2,30 X 1,43, preceduta da un breve corridoio largo A destra aprivasi una nicchia lunga m. 1,75, profonda cui. 60, tutta ripiena
avanzi dello scheletro.

di terra con
in

La

vlta, gi

franata in altri tempi, fu trovata


e,

pezzi nel rimuovere la terra che riempiva interamente la cameretta


di cilindro irregolare

con questi,

anche un cippo di pietra locale tufacea, a forma


Sul piano del pavimento
poculo di creta
rossastra.
si

(diam. cm. 20).

raccolsero

tre

coppe a vernice nera, assai tarde, ed un

trovamento importante di questa tomba consiste in molti avanzi di tegole, che contenevano residui di iscrizioni falisclie a pennello. Devo avvertire, per altro,
il

Ma

che non tutti

frammenti raccolti devono


in

ritenersi appartenuti a questa


in

tomba, stante
di sei:
e

che

le

tegole con essi ricomposte


il

tutto o

parte sono non

meno

pur
lo

ammettendo che chiudessero


in

loculo,

disposte per largo

luna accanto

all'altra,

spazio occupato lunghezza da tutte insieme sarebbe bastato a chiudere due volte il loculo. Bisogna perci ammettere che coloro i quali nei tempi passati manomisero
il

camere, a cui apparteneva la tomba ora aperta, gettassero in questa, nel tanto pi anche ricolmarla, tegole di tombe coeve, prossime ad essa questa ipotesi

gruppo

di

R1GNAN0 FLAMINIO

76

REGIONE

VII.

quaato i frammenti di tegole furono raccolti ad altezze diverse sul pavimento, ed anche fuori della camera, come a me, che presenziavo, risulta. Dai frammenti si poterono ricomporre in buona parte quattro tegole, di cui feci
verisimile, in

eseguire

disegni con la

massima

cura. Sopra

una

di esse leggesi

da destra a sinistra

il

nome Utrecian o Utreciani, se vogliamo ritenere che l'asta orizzontale sotto alla n sia parte del nome piuttosto che un tratto di pennello (fig. 1). Una seconda ripete questo

Fig.

2.

nome,

premettendo

un

altro

nome abbreviato: Na:utreciano

(tg.

2).

Sopra

una
:

terza leggonsi chiaramente quattro lettere, rimanendo molto dubbia

una delle mediane

Fig.

3.

Fig. 4.

Um?ie
al

(fig.

3).

L'ultima contiene

due frammenti
posteriore,
si
il

di

nomi sovrapposti,

di

cui

il

pi antico comincia per


precedente, ci d Unii

Are?; quello
(fig. 4).

cui colore pi vivo sovrapposto

In Utrecian

pu riconoscere una forma parallela a

quella dei nomi latini con suffisso in -nus< come Annianus, Cutiilenianiis ecc. (Deecke,

Die Falisker, pag. 269).


Simile in tutto alla precedente, e pure manomessa nei tempi antichi. Nel loculo rimanevano ancora, alquanto disordinate, le ossa dello scheletro, ai piedi
II.

Tomba
si

del quale

rinvennero raggruppati

seguenti oggetti:

Due
a

olpai a

v.

n.

plumbea,
sottili

l'ima con ansa a nastro, l'altra con un'ansa bifida e fascetta che cinge questa presso
la saldatura al

labbro;

alt.

cm. 17

14.

Nappo

v.

n.

piombina, con

REGIONE

VII.


alt.

77

RIONANO FLAMINIO

anse verticali e piccolo piede;

mm.

67.

una

Coppa ombelicata a
fiasca ansata e

v. n.

plumbea;

diam.

mm.

154.

Due

poculi, un'olletta,
di bronzo a disco.

due vasi fusiformi.

Frammenti d'uno specchio

Tomba
Il

III.

Tomba
alla

camera del tipo delle precedenti, ma con due

loculi.

fondo

rinfusa: sul v. n. primo conteneva, Una piccola kylix e (stella e meandro U onde presso l'orlo); alt. cm. 6. due coppe, l'una ombelicata a v. n. Due piccole coppe emisferiche a v. n. Tre

Un

piattello su alto piede con ornati a

rozzi piattelli di creta rossastra.


Il

secondo loculo conteneva, in

istato

frammentario:
nelle

Una brocca

di

creta con

labbro a cartoccio, del tipo

comunissimo

tarde

tombe etnische. Sul ventre

Pio.

5.

sul collo una grande palmetta; dipinta una testa muliebre con girali e palmette; Piattello su alto piede alt. cm. 32. Coppa su alto piede imbutiforme a v. n.

d'

con stella e meandro a


di

v.

n.

nella parte
di

concava. Due

rozzi piattelli e
si

frammenti

un piatto maggiore

rivestito

color

giallo-cromo, che

stacca facilmente.

Coperchietto

impasto bruno.
furono scoperte altre due

Rivolte le ricerche sulla vetta del medesimo poggio,

tombe. IV, con orientamento da est ad ovest. Era una molto angusta carne m. 1,15, lunga m. 1.55), con gli angoli arrotondati e la vlta franata. Avendo ivi la superficie del monte snbto un notevole denudamento, la camera

Tomba

retta rettangolare (larga

del terreno. Nel vuotarla del tersepolcrale rimaneva poco pi sotto della superfcie reno e dei frammenti della vlta, si rinvennero sul pavimento, verso il limite ovest,
i

seguenti oggetti aggruppati:

Coppa corinzia

assai tarda, con fascia

bruna attorno

al

labbro e nella parte inferiore, e con una

zona risparmiata all'altezza delle anse,


ventre

nella quale sono dipinte dello stesso colore, con rari graffiti e ritocchi bianchi, quattro

cigni; alt.

mm. 75

(tg. 5).

Oinochoe di bucchero, a labbro trifogliato

RIGNANO FLAMINIO

78

REGIONE

VII.

quasi sferico;

alt.

min. 185.

Attingitoio

Due coppe
coppa
di

di

bucchero con anello

bucchero a corpo ovale; alt. cm. 11. rilevato presso la baso; diam. mm. 125 e 133
di
s'

(una ha sul fondo esterno


di poculo.

tre linee graffite che


;

intersecano nel mezzo).

bucchero cinereo con labbro sporgente


di creta ordinaria nerastra;
fittili

diam. cm.

una piccolissima.

Ciotola
8.

Piccola
forma

Due
6.

olle a

di creta ordinaria

nerastra; diam. cm. 13. Questi

sono rappresentati nella

fig.

Per

la manifattura e
il

la fine del secolo VII;

forma dei buccheri credo che questo sepolcro scenda verso vaso del genere corinzio non di ostacolo a questa desi-

gnazione cronologica.

Fig.

6.

Tomba
molle, che

V/ A poca distanza dalla precedente, pi


alla

verso sud,

si

trov

il

terreno

un tramite, lungo circa m. 2, il quale cominterminava a piano molto inclinato, slargandosi fino a m. 1,20. Quivi, alla profondit di m. 1,70, incominciava ad aprirsi una spaziosa camera sepolcrale, che era chiusa da lastre di tufo, le quali furono trovate in pezzi.
guid
scoperta
1,

di

ciava dalla larghezza di m.

Dal proseguimento dello scavo risultato evidente che l'apertura della tomba non avvenne in tempi prossimi a noi, e che, se mai, fu scavato il solo corridoio da scavatori

relativamente recenti,
l'

quali, sgomentati dalla difficolt del

lavoro, avrebbero

abbandonato

impresa.

cm. 80

la vlta di questa camera sepolcrale, dello spessore di anche pi, era franata nel centro, si dovuto aprire un largo pozzo che, prolungato in linea verticale, ha condotto nel bel mezzo della camera. Questa era tutta e

Essendo risultato che

ripiena di terra, in

mezzo

alla quale si raccolsero

numerosissimi avanzi di scheletri

REGIONE

VII.

79

alla

RIGNANO FLAMINIO

(almeno dodici)
di fu

molti

fittili.

Le ossa giacevano
i

rinfusa, e poche volte riusc

vedere lo scheletro nella sua originaria posizione. In mezzo a tanto disordine non

quindi possibile distinguere


la

vasi

raccolti secondo le varie inumazioni,

essendo

risultato all'evidenza che

stratificazione

originaria

fu

alterata

dalle successive

deposizioni e da coloro che nei tempi antichi spogliarono quei sepolcri. Solo lo strato
di terra

che copriva

il

pavimento

non

fu

mai

rovistato,

essendosi in esso raccolti

diversi vasi di bucchero e di creta ordinaria, riferibili senza dubbio alla pi antica

inumazione

di

quella tomba.

Questa camera rettangolare, di m. 2,86


vasi appartenenti alla

2,70, aveva a destra dell' ingresso una

nicchia della profondit di cm. 66, sulla quale furono trovati distesi vari scheletri.
I

prima inumazione sono:

Due grandi

olle ovoidali di creta

ordinaria nerastra,
ticali
alt.

luna con anse 37


e

orizzontali sul ventre, l'altra con grosse anse ver-

sulle spalle; alt. cm.


9.

cm. 27.

cm.

Olla minore a poculo, della stessa creta;

Oinochoe

di bucchero, a collo cortissimo,

bocca trilobata e ventre ovoialt.

dale, del tipo delle oinochoai di bronzo del secolo

bucchero grigiastro;
tipo attico del
la base.

alt.

secolo.

Due coppe coniche


questo
strato
si

cm. 13.

V;

cm. 21.

Kantharos

in

frammenti.

Attingitoio di

Quattro coppe di

di bucchero, con anello rilevato presso

Un

poco pi sopra di
di

raccolsero

due

fittili:

Il

primo

una

coppetta emisferica

creta

giallo-verde,

con

piede imbutiforme

fascette brune

intorno al corpo, con la parte concava tutta dipinta dello stesso colore; alt. cm. 6.

Ascriverei questo
trico,

fittile

a quei vasi che sono l'ultima propaggine del genere geome-

la cui fabbricazione

dalla seconda

met

del secolo

VI dur a lungo
sagoma
sua

in taluni

centri.

L'altro
la

una piccola coppa greve,


v.

a pareti spesse e di

conica.

mal

cotta,
al

perch vasellame a

vernice nera e rosso-corallina; e bench la ritenga contemporanea


n.

di questa

medesima tomba,

tuttavia

la

tecnica quella
il

delle coppe attiche del secolo V.

Nella patte concava reca graffito

nome

Voltai

da destra a sinistra:

'

o^
costituito di vasi

Il

vasellame raccolto negli strati superiori

v. n., del

genere

pi tardo, misti agli ultimi prodotti del genere a f. r. rappresentato da tre piattelli su alta base, con testa dipinta nella parte concava (testa di Satiro, testa muliebre). Rico.der un poculo a v. n. e pareti sottili, alto cm. 9; un minuscolo cratere a calice;
Il numero delle coppe e piatti a v. n. contreuta ben siderevole, comprendendo pezzi di forma pi o meno piatta, con base anulare o con piede alto e sottile. I tre seguenti pezzi hanno impressioni a stampo:

una brocchetta con labbro a cartoccio.

Coppa conica con

fascette intorno all'orlo:

sul

fondo impresso un ramo d'edera e

bacche entro giri lineari; diam. cm. 16 (manca di un pezzo). Coppina su base anulare e pareti rientranti sul fondo sono impresse cinque palmette in giro, con
:

striature a raggi concentrici; alt.

cm.

5.

Piatto a labbro orizzontale: sul fondo

RIGNANO FLAMINIO

80

REGIONB

VI.

impressa una stella


185.

sono graffite dopo la cottura due linee decussate; diametro

mm.

Ma

l'

interesse maggiore di queste coppe riposto nelle iscrizioni graffite sopra

parecchie di esse

che qui appresso vengono riportate.

a) Ciotola emisferica con tendenza alla


sinistra:

sagoma conica;

nel concavo,

da destra

Larise

Vicina,

alt.

mm.

54, diam. cm. 14.

"%* 14^
b) Ciotola simile; nel concavo in due righe, da destra a sinistra: Larise Vicina,
alt.

mm.

57,

diam. mass. cm. 14.

ffttpV
e) Ciotola simile; nel concavo da destra a sin.

Voltai; sulla parete esterna

pi linee che

si

tagliano ad angolo retto. Alt.

mm.

57, diam. cm. 14.

^^A
d) Ciotola simile; nel concavo da destra a sin.
Voltai,
alt.

mm.

54, diam.

mm.

136.

^qoV

REGIONE

VII.

alt.

81

11.

RtGNANO FLAMINIO

e)

Coppa su piede imbutiforme; nel concavo da destra a

sin.

Voltai,

pi

due linette decussate,

mm.

63, diametro cm.

\
7
</0^
f) Ciotola conica a labbro diritto
;

nel giro esterno

VO

alt.

mm.

55, diametro

mm.
(n.

145.
g) Ciotola conica a labbro diritto; nel concavo, alt.

mm.

64, diametro cm. 15

61).

\w
fi)

Ciotola simile

nel concavo

sul giro esterno

alt.

mm.

53, diametro

mm.

125.
i)

Ciotola conica con labbro verticale

sotto alla base graffito

L*etimo dei
(Volta
C. I. F.

nomi

di

queste
nn.

coppe
e

conosciuto
;

8070,

cfr.

8232

8341

Voltvi

I.

per F.

altre
n.

iscrizioni
;

falische

8031

Voltilio C. I. F.

n. 8244; Voltiai lo 3160 Volti; n. 3162

^ liberta?] [lofertai
dal Garrucci

CI.

F. n. 8) ed aneli e latine

(CI.

L. XI,

Voltio, su tegola), fra le quali

preme

citare quella di Falerii

edita la prima volta


C. Salii? ena Voltai
f.

(CI.L.
.

XI, 3078):

L. Latrius K(aesonis)

coiraveront

La forma Voltai
etnische,
di
n.

di queste

Larise prenome di

Larisa
bretti

= Lartia

donna

in

iscrizioni

dove

coppe un genitivo. trovasi anche nella forma


il

f.,

(?).

Sopra una tegola sepolcrale


Larisa (Terzo supplemento,
sopra
iscrizioni
n.

Chiusi leggesi risa, che


83).

completa con

Fa-

Il

nome Vecina

ricorre

nella forma Vecinea


n.

di

40 ?caui[a] vecin[e]a;

42

voltio

(Deecke, Die Falisker, pag. 167, n. 43 ca vecineo uolti). vecineo;


Falerii

E. GBRICl.

Notizib Scavi 1912

Voi,

IX

CORCHIANO

82

REGIONE

VII.

III.

CORCHIANO
del

Scavi in contrada Fratta.


di Villa Giulia accord al sig.
territorio
di

La Direzione
messo
di scavo in

Museo

Martino Bassoli

il

per-

un terreno situato nel

Corchiano, dal lato est, in


i

vocabolo Pizzoni, detto anche Fratta.


di

La

zona,

nella quale furono eseguiti

lavori

scavo, distinta in

Mappa,

Sez. II, coi nn. 518,


tutte

519;

furono in essa rinvenute

cinque camere sepolcrali incavate nel masso,

depredate nei tempi antichi, ed

la vlta franata. Dar sommarie notizie di questi rinvenimenti, che pur meritano di essere presi in considerazione dall'archeologo. Tomba I. Di pianta trapezoidale con breve tramite a pareti divergenti, la cui distanza al punto d'incontro con la parete del vano d'ingresso era di m. 1,35. Questo

alcuna con

era chiuso da una lastra di tufo

rettangolare.
pareti

Sul

lato

destro del tramite aprivasi


e

un loculo, ed

altri

tre su ciascuna delle

laterali

su quella di fondo della

camera. Tranne pochi avanzi di ossa umane, nulla si rinvenne al suo posto, e i pochi fittili raccolti stavano ammucchiati per terra nell'angolo a destra del vano d'accesso.
Consistevano in una olla e in

un

poetilo

di

creta

nerastra,

lavorati alla ruota, in

alcune olpai rozze, e in coppe e piattelli di varie sagome con vernice rosso-corallina nera. Uno dei piattelli ad alto piede ha nel concavo una testa muliebre dipinta

secondo la tecnica delle figure rosse.

Tomba

II.
si

Di pianta trapezoidale anch'essa, con


rinvennero poche ossa

sei loculi per


fittili

ciascuna parete,

a tre ordini. Vi

umane

e alcuni
si

di

nessun conto. Nel

corridoio di accesso, oltre a due contrappesi da telaio,

raccolse una lamina di bronzo

un

po'

conica con striature orizzontali all'esterno, e tagliata a raggi all'estremo pi

largo. Gli avanzi delle fibre di legno aderenti alla parete interna provano essere stata
il

rivestimento di un manico.

Tomba

III.

Aveva

al

di

sopra

del

vano d'accesso

un piccolo loculo, lungo

cm. 84, nel quale si raccolsero diversi piatti e piattelli quasi tutti a vernice rossa; uno a v. n. con rosetta impressa sul fondo, ed un altro con testa muliebre dipinta

mezzo a cinque grandi raggi adunchi, che sono una degenerazione del meandro a onde. Si raccolsero pure due contrappesi da telaio. La camera aveva forma trapezoiin

dale con 6 loculi su ciascuna parete,


1

meno

quella dove aprivasi

il

vano d'ingresso.

loculi erano quasi tutti spogliati, e solo

qualcuno

conteneva ancora scarsi avanzi

della suppellettile originaria.

per terra in un angolo della

La maggior parte delle coppe e piattelli raccolti giaceva camera come materiale di rifiuto. Ricorder, fra gli oggetti

pi degni di menzione, una cuspide di lancia in ferro, che ha la costa molto erta; un piattello a v. r. con linee graffite e decussate ai quattro estremi di una croce
anch'essa a linee graffite; un altro che ha due
piattello ad alto piede e vernice testa di un uomo, col suo nome

il segno V; infine, un concava ha il profilo della parte IflVt: IV AD (fig. 1). Tra i frammenti

volte graffito

rossa, che nella


graffito:

compreso il labbro di un calice d' impasto con graffiti dipinti di rosso, del genere dei vasi che abbondano nelle necropoli arcaiche del territorio capenate. Questi graffiti

REGIONE

VII.

ovoletti,
in

83

ciascuno
diritte.

CORCH1ANO

formano una serie di

attraversati

da due linee oblique,

e,

pi

sopra una linea spezzata

mezzo a due linee

si

camera, con sei loculi; aveva la vlta franata, e sul pavimento rinvennero molti avanzi di suppellettile funebre del secolo III, cio piatti, piattelli,
IV.

Tomba

di
e

coppe a superfcie rossa o nera, due coppe con testa muliebre dipinta, i frammenti una tarda kylii di fabbrica locale con grande testa muliebre nella parte concava

due altre sulla fascia esterna con palmette. Vi erano pure quattro olpai col corpo sagomato, imitanti i simili vasi di bronzo, e un piatto o bacino ansato con palmetta a rilievo fra le saldature del manico (fig. 2). Altri vasi si riferiscono ad inumazioni
del secolo VII, e sono
il

piede di un calice d'impasto e una olpe di bucchero.

Fig.

1.

Fig.

2.

Tomba
colo

V. Franata e spogliata in parte nell'antichit.

Aveva

otto loculi, tutti

vuoti e senza nessuna traccia di ossa.

La

suppellettile sparsa per terra va dal se-

VII

al

III.

Fra

vasi pi antichi devonsi annoverare

una quindicina
fascette brune
e

di lekythoi

a pera e a cuore, di fabbricazione indigena con linee e pavonazze, zone di punti e di semicerchi graffiti, petali sulle spalle e attorno alla base. Vi

sono diversi buccheri a forma di oinochoe, di olpe, di kantharos, di coppa, di piatto.

V' una coppa a due anse, a vernice nera. Non mancano i piattelli delle tombe tarde. Noto pi un vaso ovato-cilindrico, privo di ansa, d'impasto rossastro, lavorato a

mano. Qualcuno di questi prodotti indigeni, che conserva la tecnica primitiva, trovasi Etruria e della Campania. Si raccolsero poi spesso anche nelle tombe pi tarde dell' un anelletto di bronzo, un pendaglietto di vetro bleu e alcune cuspidi di lancia di
ferro in

frammenti.
E.

GABBICI.

ROMA

84

ROMA

IV.

ROMA.
Roma,
del Lazio

Il

cav. Angiolo Pasqui, direttore dell'Ufficio per gli Scavi di

antico e della provincia di Aquila, comunica le seguenti relazioni sulle scoperte di


antichit avvenute in

Roma

durante

il

mese

di

marzo del corrente anno.


nuovo ingresso delle almeno un

Regione
Terme
di

I.

Per la sistemazione di una fogna


s.

di fronte al

Caracalla, sulla via di porta


il

Sebastiano,

alla profondit di

metro sotto

piano stradale odierno,

si

rinvenuto e lasciato sul posto un rocchio


di

di colonna di granitello,

lungo m. 2,40, del diametro

m. 0,90.

Regione

III.

Facendosi

lo

sterro per la costruzione di

un

villino di propriet

della signora Pia Pucci, nell'angolo formato dalle vie Leonardo da Vinci e Ruggero

Bonghi, sono stati scoperti muri in laterizio di cattiva struttura, poggiati sopra muri di fondazione di grosso spessore, che varia da m. 0,90 a m. 1 ,50. I muri hanno la
direzione da est ad ovest e debbono certamente
nella tavola 80 della
far

parte della costruzione segnata

Forma

Urbis

Romae

del Lanciani.

Nell'angolo che via Carlo Botta fa con via Mecenate, alla distanza di m. 18,50

da quest'angolo, eseguendosi gli sterri per la costruzione di un fabbricato, si rimise all'aperto un angolo di costruzione a grossi parallelepipedi di travertino, dei quali
si

videro due

filari,

uno da nord a sud,

uno dei quali sovrapposto all'altro. l'altro da est ad ovest.

1 lati

dell'angolo erano orientati

Regione

V. Nello sterro fatto per costruire un villino di propriet della Coope

70 dall'angolo del viale Principessa Margherita con il piazzale di porta Maggiore, si messo allo scoperto alla profondit di m. 1,00 sotto il piano stradale moderno, resti di muri reticolati con ricorsi di mattoni, pertinenti a camere sepolcrali e colombarii. I muri avevano la
Luigi Luzzatti

rativa per le Case popolari

a metri

direzione da nord-est a sud-ovest.

Nell'angolo nord-ovest del giardino

di

piazza Vittorio Emanuele,

nei

cavi per

costruzione di una cabina per gli interruttori elettrici, alla profondit di m. 2 sotto
il

piano odierno,

si

scopri una grande cassa di tufo con coperchio, disposta con orien-

tazione da nord a sud, lunga m. 2,35, larga m.

1,05 ed alta m. 1,05.

Il

coperchio,

a schiena d'asino, misurava m. 2.50 di lunghezza, m. 1,06 di larghezza, ed era alto nel mezzo m. 0,35 e negli orli m. 0,20. Le pareti della cassa avevano lo spessore
di

m. 0,09. Entro

la

pochi resti

delle ossa del


il

grande cassa non si rinvenne nessun oggetto si raccolsero solo defunto frammiste a fine terriccio d'infiltrazione. Tanto
;

la cassa quanto

coperchio erano frammentati.

noto che in quei pressi molte altre

casse simili erano gi state rinvenute.

ROMA

85

ROMA

Facendosi un cavo per la conduttura elettrica in piazza s. Giovanni Laterano, a m. 0,60 dal piano della piazza, si rinvenuto un rocchio di colonna di marmo
portasanta, rotto in due pezzi, del diametro di

m. 0,45

e lungo

m. 1,50.
Ghislanzoni.

E.

Regione
due muri
in

VI. In via

Sicilia,

abbassandosi

il

piano stradale per costruire

un

fabbricato per conto dell'impresa Buffa, sono stati incontrati, a m. 2 di profondit,

opera

reticolata,
e

paralleli

distanti fra di loro m.

1,60.

Avevano
Sopra

lo
i

spessore di
detti muti,

m. 0,90,
in

correvano
tarda,

nella
fu

stessa

direzione della

via

Sicilia.

epoca pi

con leggera pendenza verso est.

una vlta a pietrame Questa scoperta ha relazione con le


costruita
14, 33.

di tutto sesto,

altre

avvenute

nella stessa via e divulgate in queste Notizie, 1912, pp.


*

Regione

VII.

Facendosi

il

cavo

per

una nuova fogna lungo


stradale,
si

il

vicolo

dei

scoprirono due muri in laterizio che s' intersecano ad angolo acuto. Hanno lo spessore di m. 0,60, e poggiano sopra archi a sesto molto ribassato, formati con laterizi sesquipedali da m. 0,45.

Modelli, alla profondit di

m. 4

sotto al piano

In via Nazionale, di fronte al teatro

per la posa dei


di lastra

canapi dell'energia
inscritta (m.

Drammatico Nazionale, facendosi il cavo elettrica, si rinvenne un frammento in tre pezzi

marmorea

0,27X0,21

0,07), con le lettere:

ODIOR

VMCONS
G. Mancini.

Regione
Cerchi, a

XI.

Facendosi l'ultimo
via

cavo

per

la
di

met della

omonima,
l'antica

alla

profondit

nuova fogna, sulla piazza dei m. 4 sotto il piano stradale


poligoni silicei di un tratto

moderno,

stata incontrata

pavimentazione

di strada antica, che fa parte di quella gi segnata nella tav.

29 della Forma Urbis

Romae

del Lanciani.
il

Nel cavo per


di

nuovo collettore a via


Pantanella,
alla

di

s.

Sabina, di fronte all'angolo norddi

est dello stabilimento


s.

profondit
di

m. 2 sotto

il

piano della via

Sabina,

stato scoperto

un piccolo avanzo

pavimento a musaico, formato con

grossi tasselli di selce.

Questo pavimento era limitato a nord da un muro laterizio di cattiva fattura, dello spessore di m 0,60. Fra la terra di riporto estratta nel fare
cavo,
si

il

rinvennero due tegole con bollo gi conosciuto (C.

I.

L.

XV, 726

795

a).

XII. Faceudosi un piccolo cavo lungo la via della Marmorata. largo m. 0,40 e profondo appena m. 0,60, sono stati scoperti pochi avanzi di muri laterizi

Regione

ROMA
dello spessore di

ra.

86

il

ROMA
cavo nella direzione da nord-est a

0,60,

quali traversavano

sud-ovest; uno di questi muri la continuazione del


di
8.

muro

sottostante all'arco detto

Lazzaro,

misura m.

1,09

di

spessore. Questi

avanzi

fanno

parte

di

muri

segnati

nella tav.

34 della Forma Urbis Romae del Lanciani.

tratto di pavimentazione a poligoni di selce, spettanti La parte scoperta trovavasi sul lato nord-ovest della strada medievale. ad una per

Si vide pure un breve

via di

Marmorata,

di

fronte

alla via

Amerigo Vespucci.
E.

Ghislanzoni.

Regione XIV.
nel viale del Re,
si

Continuandosi

lavori di

ampliamento
colonna
di

dell'ospizio

Umberto

1,

estrassero dai cavi di fondazione, a circa m. 6 di


:

profondit dal

piano

stradale

odierno
id. di

un

tronco

segato

di

cipollino

con

imoscapo

(m. 1,30

0,30);

colonna di
di

marmo
stile

bianco rastremata (m. 0,70


corinzio (m. 0,53
:

0,27

X 0,22);
incavato

un grande capitello

marmoreo
farne

0,60

0,60).
lati

nella parte supcriore per

un
in

acquasantiera
greci

sopra
tardi:

uno dei

della risega
la parte
(in.

dell'abaco incisa l'iscrizione

caratteri
di
stile
id.

EYCTA0HLO;

superiore di un capitello

marmoreo

composito, di arte molto tarda (m. 0,20

0,30

0,50

0.50); un piccolo capitello


di

id.

X 0,15X0,15);

la parte infe-

riore di

una colonnina

marmo

africano (m. 0,60

0,25) ed un frammento di grande

basamento marmoreo con incavi per le grappe (m. 1,24 X 0,58 X 0.27). Evidentemente questo materiale antico fu nell'alto medio evo usato nella costruzione di una chiesa:

potrebbe pensare alla vicina antichissima chiesa simato, ricostruita quasi per intero ai tempi di Sisto V.
si

di

s.

Co-

In via della Paglia, nello sterro per gettare

piloni di fondazione di

una nuova
si

casa di propriet del sig. Brugnoli, alla profondit di m. 2 circa dal piano stradale,

rinvenuto,

fra la terra di scarico,

(m. 0,57
pezzi
e

0,58).

Si

un capitello di stile corinzio di marmo lunense ricuperarono poi una piccola stele marmorea funebre in due

priva dello zoccolo (m. 0,42


rilievo
si

0,26

0,0H), con fastigio semicircolare, avente

nel

mezzo scolpita a
la

una corona

d'alloro lemniscata, ed acroteri a palmette.

Entro

scorniciatura

legge in caratteri del terzo secolo:

LIC1NI

HE

RACLIDAE*
T-VSIVSTHREPTVS

AMICO-OPTIMO-ET
5.

CARISSIMO

BENE

M ERENTI

-FECIT

G. Mancini.

Via Casilina.
lina,

all'angolo di

via dei
di

parte distrutti.

Uno

Proseguendosi gli sterri nella cava Emiliani, sulla via CasiCarbonari, si sono scoperti altri due colombari, in gran questi, a circa 20 metri pi ad est di quello gi pubblicato

ROMA

87

ROMA

queste Notizie, 1912, pag. 16 e segg., mostra ancora una parete con pi ordini di di esso, che si sta ora sgombrando dalla terra, daremo una nicchie per due olle
in
;

descrizione appena finito lo scavo; l'altro colombario pi verso la strada moderna,

ma
l,

di esso
si

non rimangono che


le

gli

avanzi del muro ad oriente. Fra la terra, qua e

sono raccolte

seguenti iscrizioni sepolcrali cos confuse tra di loro, che non

facile dire se fossero


1.

appartenute piuttosto all'uno che all'altro colombario:


scorniciata (m.

Targa marmorea

0,25X0,28):

AAEBVTIVS- A-L AVCTVS-ETAEBYTIAEPRIMAE


CONCVBINAE SVAE

2.

Lastra marmorea (m. 0,55X0,145):

MALBIVSMLPHILER
FIGVRA-

HVMANA -INIMICA ARDORE IGNESCITVR

ClNERESCVTCONQVIETAMEMBRA ANIMANTIVM

HEM'

(to)

L'iscrizione in chiari e bei caratteri. Il primo dei due versi riportato da Nonio Marcello (De compendiosa doctrina lib. VII, 481, ed Lindsay, pag. 771) e attribuito al Colax del celebre mimografo D. Laberio, con la variante inimici invece di inimica, come chiaramente scritto nella nostra epigrafe. Non conosciuto
invece
il

secondo verso, che deve

appartenere

allo

stesso

poeta.

L'ultima parola

hem

interiezione adoperata

anche da Terenzio.

3. Lastra

marmorea per due


:

titoli

4.

Lastra marmorea (m. 0,23X0,13):

(m. 0,43

0,85)

ANTONIAPLE
GEMINIAO
PHOEBE
L

LALVIVS
EGLECTVS

CTEVIXIT AN
XXIII

5.

Targa marmorea ansata (m. 0,30X0,155):

ATILIAOLEPIGENI A
VIXIT
'

FRVGALITER

SV1S
'

PROBATA

MATRI

ET

SORORI
I

DOLOREM
T

R E L

Q_V

'

CLODIVS

LZOSIMVS

ROMA

Targa marmorea scorniciata, man-

88

7.

ROMA
Lastra marmorea frammentata a

6.

cante dell'angolo inferiore destro (m. 0,22

destra (m. 0,24

0,10)

X0,15):

maTioaCvT
atiavl-tertia
EMITDE-LMESCINIO

A CASTI CACI...
DVASSVPRAT1TV... DVAS INFRA

PRIMO

OLLAS.I!

8.

Lastra marmorea frammentata e


dell'angolo

9.

Lastra

marmorea

scorniciata

mancante
(m.

superiore

destro

(m. 0,45X0,33):

0,22X0,14):

Di

M A NIBVS
VII

AVIILLIVS-DDJ
L

CLAVDIAEIANVARIAE
5.

VCR
l

IO

avilliao

epictes

conlibert-meaamanTiss
v-mecvm-a-ixobIt-axxvI

-D XIX TI- CL AV DI VS- PRIMIGENI VS FECIT- SIBI- ET- FIL- ET

V- A- VII M-

CLAVDIAEFORTVNATAE
VXORISVAEPOSTERISQSVIS

10.

Lastra marmorea frammentata (m.

0,305X0,27):

LCORNELIVS-SVLLAE

LAGATHO
SEMPRONIA- A- L- PRIAA. CONTINENT OLLAS VI

Il

nome
il

del liberto ricordato

giacch
e ci

patrono non
fare
sin.

forse per

nelle prime due righe non ha la forma comune, menzionato col prenome ma col cognome: SuLlae l(iberlus), intendere che il patrono era un L. Cornelius Sulla.

11.

Parte

di

tabella

ausata

12.

Targa marmorea (m.

0,25

(m. 0.11

0,095):

0,10):

D C
R
I

S P

GEMINI A
arescvsa-vav
S

VIXIT-y
H-

13.

Lastra

marmorea frammentata

14. Targhetta

marmorea (m. 0,18

(m. O,28X0,0S):

0,115):

p.

GRAECINI PL-HERMIAEli
OLLAE
IMI

HERMAI VS
TI CAESARIS e T- AVCVSTAES

ROMA

89

ROMA

15 e 16. Due targhette, alquanto frammentate, uguali per forma


nelle quali sono ricordate le stesse persone (m.

dimensione,

0,18X0,10):

CLAEV1 CLADIVTOR

C
i$

LAEVI C

L-

D1VTORIS

ET

TLAEVIAE-C-C L.HOSPITAE

LaVIAECC L- HOSP1T ae
18.

17. Targa

marmorea (m. 0,17X0,11):

Targhetta

marmorea

ansata

(m. 0,19X0,75):

MLVTATl-ML HLEROS
19.

A-MANLIVS-A-L CHRESTVS

Targa ansata frammentata (m. 0,38X0,19):

AMALlIVS-A
PLYNVS S1BI-ET SOCENiAE- N-L

{de)

VRA.NIONI
20.

Frammento marmoreo
e

pertinente alla fronte di una

doppia urna cineraria.


vi

Ai

lati

fra le iscrizioni

(che sono inquadrate da una

cornice)

un pilastrino

con capitello corinzio:

L-MARCIVS DEMONAX

MARCIA
REGILLA
L- L

21. Lastra

marmorea per due

titoli,

22. Angolo superiore

sin. di

lastra

dei quali solo quello a sinistra inscritto

marmorea (m. 0,165X0,10):

(m. 0,42X0,11):

QjMARCIVS
REGIS-LMARIO
OLLAS23. Parte sin. (m.
-VI-

Q_:MARC; C TA
24. Targa ansata

di lastra

marmorea

(ni.

0,21

X0,10):

0,16X0,10):
L

MARCI...
E

TMVNIVS-TL
VIX-

PAP H ra

LIBANVS AN XLV
0,29

25. Targa

marmorea (m. 0,29X0,16):

26. Targa ansata

(ra.

0,09)

LNONIVS CAPRATINVS
FECIT

L-

SIBI

ET

NONIVS-L-

LNONIO

CYNTHIO

PHILARGYRVS
12

Notizie Scavi 1912

Voi. IX.

ROMA
marmoreo

di edicola
:

90

ROMA
rombo
due

27. Fastigio

nel cui timpano un piccolo

fra

palme (m. 0,70X0,25):

ANONIVSHELIVS SERTORIAE POLITiCAE CONIVGISVAE BENEMERENTI- FEC1T


28. Parte sin. di targhetta
rea ansata (m.

marmo-

29.

Lastra marmorea frammentata


(ni.

0,1(3X0,19):

a destra

0,45X0,11):

OTACILIA
CN-L-IlA
(sic)

PARATVS
LNONIRVFIL

ET ARCHE

La seconda

riga della iscrizione 29, stata scritta posteriormente,


la

quindi Pa-

ralus ha ottenuto
30. Targhetta
tata (m. 0,23

libert quando la targa marmorea frammen:

era gi stata fissata nel loculo.

31. Targa

marmorea frammentata
:

0,09)

(m.

0,20 X

0,105)

PETICJAC-L-

C PETICIVs

PLOTIVS C

CHRESTE
32.
tino (m.

CLGETA
di

CRIXSVS
iVNIA-D-LANTHVSA
33. Targa

Frammento

cippo di traver-

marmorea ansata (m. 0,36

0,22X0,18):

X0,21):

DlSV

MANIBVS

TQV1NT1VSD- LEROS PONTIA- PRIMA


5

CQVINCTI CLALEXA.
'
i

CONIVXE1VSEROTIS PONTIAPRIMIGENIA
DELICIVMEORVM PONTIA- SECVNDA LIBERTA EIVS-

CTO

34. Targa

marmorea ansata

(in.

0,24

35. Targa

marmorea frammentata

0,165):

(m. 0,24X0,125):

P-SEXTILIVSP-L

VIRIANTHVS
36.

p-staberivs-p-l-cIlo VETVRIA D- L
PH IL EMATICI

Lastra marmorea frammentata

37. Lastra di ardesia frammentata

(m.

0,45X0,14):

a destra (m.
(sic)
(sic)

0.16X0,14):

tMVLENTLAE-C-L PA MPH LA
I

L-TEREN...

ET TANIVLENT1AC L-FORTVNATAE

HERENNI OLLAM-D ...

V1XDVLCIS-A-XVI

ROMA
38. Lastra scorniciata (m. 0,44

91

ROMA

0,30)

M-TiriVSMLIRENAVS POLLA- LICINIA LF

OSSAINLATAMHERENNI
SALVI

1NFRXII

IN AGR-P-XI1

L-LICINIVS
39.

LIBR 'HIAR

Lastra

marmorea

scorniciata

40. Lastra

marmorea frammentata

(m. 0,145X0,30):

(m.

0,45X0,15):

MTVLLIVSML
HIL ARVS
41. Targa di

C-VETTIVSCTLPHILOMVSVS

marmo

bigio (m. 0,16

42. Parte destra di lastra

marmorea
:

X0.15):

(m. 0,35

0,15)

(cfr.

n.

24)

mar CIVSREGLMAR'O
...

CVOLVSIVS
43. Angolo superiore destro di lastra
scorniciata (m.
d.

AEMVLENTIVSCPOSPOR

44. Parie sin.

di

lastra

marmorea

0,22X0.18):

(m. 0,32

X
T

0,23)

LIVSGML
OR MIHOR
VS
45.

MEMO R...
D A G

O M
E

... ...

SIL

Parte

destra

di

targa

ansata

46.

Frammento

pertinente alla parte


(ni.

(m.

0,22X0,10):

superiore di lastra

marmorea

0,57

0,08)

VSMEROS-

L-

.ERM.
..

AX.
..

MLCLARA

N.PRO.

ERC
Frammento
marmorea (m. 0,17X0,07):
.
.

47.

di lastra

.NVS- NI...
E. Ghislanzoni.

ROMA

Nome n tana.

92

ROMA

Via

In via Andrea Vesalio, nell'area dell'ex-villa Patrizi, facen-

un nuovo villino di propriet del marchese Arturo Berli nalcuni avanzi di muri di sostruzione in pietrame a sacco, a sono stati scoperti gieri, m. 1,50 sotto il piano stradale. Si riconobbe un pilastro di fondazione, largo esternadosi lo sterro per costruire

mente m. 1,90
avevano
sud,

e profondo

un piccolo avanzo

di costruzione laterizia che

m. 1,80, internamente m. 0,60 e m. 0,52. Rimaneva anche formava un angolo rientrante i muri
;

lo spessore di le

una fogna con


C. I. L.

m. 0,65. Al disotto di questi correva, in direzione da nord a pareti intonacate a cocciopesto, alta m. 1,10 e larga m. 0,50,
il

coperta alla
circolare

cappuccina con tegole, una delle quali ha impresso

bollo di fabbrica,

XV, 1075

*.

Nella stessa via Andrea Vesalio, nel terreno di propriet del


eseguendosi
i

sig.

Giorgio Passarge,
stata rinvenuta,

lavori di sterro per la costruzione di

un altro

villino,

alla profondit di
in

m. 0,50 dal piano stradale, una tomba a cappuccina, con sfondo

rinvennero inoltre
priva del

muratura, ricoperta dai consueti tegoloni bipedali privi di marca di fabbrica. Si fra la terra: un'anfora fittile (m. 0,82X0,32), un'altra anfora
fondo e delle anse, ed una piccola lucerna
fittile

con due palmette sul disco

e recante inferiormente il

marchio

C. I.

L.

XV, 6376 e?
tratto
di

(ved. Dressel,

forma 17).
nord-ovest

Eseguendosi

lo

sbancamento
messo

di

un

terrapieno,

nel

lato

dell' ex- villa Patrizi, stato

allo

scoperto un muro

di pietrisco e tufo dello

spessore di circa m. 1,70, formante un semicerchio: evidentemente l'ossatura di una

tomba

di

forma rotonda.

All'esterno rimane

una parte del paramento

in blocchi

di

travertino squadrati. Si riconobbe anche un tratto di

muro
il

a cortina della cella, dello


C. I. L.

spessore di m. 0,60.

Un mattone
in

quivi

raccolto

ha

bollo

XV, 182;

ed

una

lastra

marmorea

due pezzi (m. 0,40

0,21

0,015), reca l'iscrizione mutila:

D M TAELIO CLAVDIANOHOM-

INNOCENTISSIMO Et in COMP ARA BILI

Sempre

nell'ex-villa

Patrizi,

praticandosi

un cavo

allo scopo di

formare una
di

vasca per spegnervi la calce viva, alla profondit di m. 1,20 dal piano
stato scoperto

campagna,

un breve tratto

di

antica

via

lastricata

con grandi

cunei di lava

basaltina, da nord-est a sud-ovest, formante

la continuazione

dei tratti, gi visti in

precedenza, dell'antica via

Nomentana

(cfr.

Notizie, 1911, pp.


si

133,340).

Fra

le

macerie di un muro demolito,


in

rinvenne un coperchio di una piccola

urna cineraria

marmo

greco (m. 0,33

0,16

0,15). Vi scolpito

un Amorino
un guan-

giacente sul fianco sinistro, e col capo appoggiato sulla faretra, quasi fosse
ciale: regge con la sinistra l'arco
rilievo
e

dorme.

Sul battente di fronte sono scolpiti in

un serpentello, una testa

di lepre

ed una lumaca.
*

La

esecuzione buona.

Via Salaria.

In

via

di

Porta

Piticiana,

nel

terreno

annesso al villino di
i

propriet dell' on. marchese Annibale Berlingieri,

praticandosi

cavi

per la costru-

ROMA
zione di

un garage, sono venuti


Pezzi di lastra marmorea
in

93

ROMA
m. 1,50 dal piano

luce,

alla profondit di circa

stradale:
1.

(m.

0,48X0,41

0,03),

col titolo mutilo:

m
lib

PAELIVSAVGET-P- AELIVS-AV^.

lib

FECERVNT-

sibi

et

suis

L1BERTIS -LI bertabusque POSTERIS^Me eorum ET PH1LETO

2.

Id.

id.

id.

(m. 0,11

X 0,24 X
X

3.

Id. id. id., scorniciata (m.

0,13

0,05):

0,14X0,03):

...ONSIDIVSTLpar

ATVS FECIT

SIBI

ET-

VATERN ia

eOLLlBERTISo

AFRODWe

4.

Id. id.

id.,

scorniciata (m.

0,40X0,25X0,03):

CLAVDIA AQV i LINVS SAVARIA

MIL COH- UH PR MIL ANN

VIII-V1X-

AN

mane che
fu

Del nome del defunto che fu milite della quarta coorte dei pretoriani non ril' indicazione della trib Claudia ed il cognome Aquilintis. La sua patria
citt

Pannonia Superiore (l'attuale Steinamauger o Szombathely in Ungheria), situata lungo la via che da Carnuntum conduceva a Poetovium, elevata alla dignit di colonia romana dall' imperatore Claudio col
della
titolo di

Savaria o Sabaria, cospicua

colonia Claudia Sabaria, ed inscritta nella trib Claudia (Plin., Ili, 27;
15, 4).

Ptol.,

II,

La

lapide, per la forma dei caratteri, appartiene al

terzo

secolo, e per po-

steriore alla ricostituzione della

guardia

pretoriana,

fatta

da

Settimio

Severo, con

l'esclusione degli italiani.


5.

Frammento

di stele

marmorea (m. 0,58


.sai

0,25

0,03)

LV1VS

(sic)

eup con
fec.

HROSYNVS

1VGIBM

QVAEV1X aNN-XXII

ROMA

C.
I.

94

cornuti.

ROMA

Alti-i liberti

della gens Salluvia sono ricordati in iscrizioni appartenenti a sepolcri


L. VI,

della via Salaria (vedi


e

33457; Bull, archeol.


di
laterizi con

1899, pag. 153,


fabbrica

1905, pag. 166). Si rinvennero inoltre tre

frammenti

bolli di
il

I.

L.

XV,

70, 509, 785, ed un quarto frammento di laterizio con

marchio nuovo:

Q
che leggesi
alla
:

&R/ILIVSSKC//FECT
. . .

Servilius Sta

fecit.

Delle

tre lettere

mancanti,

la

prima accenna

forma

di

un

O;

le altre

due sono scomparse

causa di una ditata impressa

sul

mattone ancora molle.


*

Al Corso

d'Italia, in

uno

dei cavi praticati

per

la posa dei canapi

della con-

duttura elettrica, sono


stradale, alcune
loni a

state

ricuperate,

a circa

un

metro

di

profondit dal piano

tombe con

gli scheletri giacenti sulla

nuda

terra e ricoperti da tego-

cappuccina privi di bolli di fabbrica.


*

Facendosi un altro cavo per

lo

stesso motivo in via Po, presso l'angolo di via stradale,


si

Tevere, alla profondit di m. 0,60 dal piano


vertino
(va.

rinvenne un cippo di tra-

0,78

0,34

X 0,06),

con foro circolare nella parte che rimaneva sepolta


si

per farvi passare l'asse di legno di sicurezza; vi

legge:

C SALLVST1VS C L THYRSVS IN FR PXII


IN AG-

XX
G. Mancini.

REGIONE

I.

95

OSTIA

Regione

(LATIUM ET CAMPANIA)
LATI UH.
Via della Palestra. Via e

V.
dei

OSTIA

Tomba

repubblicana.
il

Caserma

Vigili.

Scavo dietro

Piccolo mercato.
1,20
sotto
il

La tomba

collocata nella sabbia, a m.

piano

di

questa, lungo la

via dei Sepolcri, accanto al mosaico, di

cui venne fatta la relazione, doveva essere

formata da una grande cassa quadrata di legno, lunga m. 3,25 in ogni lato, il cui fondo doveva posare sopra un letto forse di travi molto grosse, essendosene raccolti
dei pezzi grossi pi di

12 cent.;

chiodi che vi furono adoperati erano molto lunghi,


e a quella

uno misurando ben 23 cent. Alla testata nord

sud era uno strato di piccoli


si

pezzi di tufo che dovevano, sembra, tener ferma la cassa. Sul fondo di questa

notato uno strato di sostanza bianchiccia impalpabile, alto circa 4 cent.

Fio. 1

Vi

si

raccolsero moltissimi frammenti di osso lavorato, che dovevano nella


rivestire forse l'urna con
le

mas-

sima parte

ceneri, nel

modo con

cui erano ornate altre

urne cinerarie trovate qui presso, e altre cassette di corredo funebre; altri pezzi di osso lavorato appartenevano ad altri oggetti, o formavano figurine a s. da notarsi
lo pi essi si trovarono accosto ai chiodi ('), cio, siccome pare, dove aveva opposta maggiore resistenza ai depredatoli. Che la tomba aveva avuto legno precedentemente almeno due visite; una in un'et molto antica, quando fu buttata
il
il

fatto

che per

nella

tomba

della sabbia con frammenti di


vi si

marmo,

travertino, pezzi di tufo;


di

poi

una

seconda, quando

buttarono anfore
si

rotte,

frammenti

mattoni,

pezzi di affresco.

Nelle pareti sud ed est


bruciato:

not un taglio verticale, alto m. 0,60 con tracce di

esso fu fatto dopo la prima visita.

Un

chiodo

p. C3. ha, attaccati

per l'ossido un'ala, un amorino, frammenti di rivestimento ecc.

OSTIA

gli oggetti

96

REGIONE

I.

Che
i

da noi rinvenuti siano

rifiuti

lasciativi

da visitatori precedenti,

quali ne tolsero il materiale prezioso, risulta anche dal fatto che tra essi vi sono frammenti di statue pi grandi, delle quali non si trovarono altrove altri resti.

Fig. 2.

Il collega prof.

Lucio Mariani,

al

quale ho mostrato la fotografia di questi ossi

Fio. 3.

chiedendogli

il

suo parere, cosimi scrisse: In quanto agli avorii od agli ossi bel-

REGIONE

1.

97

OSTIA

repubblicani e si constatato largamente nelle tombe di Pentium ed in quelle di Ancona. Alcuni pezzi sembrano appartenere a coperchi, altri a basi circolari edovali; altri sembrano pieducci o manichi. Le lamine con gli animali (tig. 1-4) (') ricordano
quelle etrusco-ioniche pubblicate dal Pollak {Roem. Mitili.

XXI, 1906,

pag.

314

sg.

Fio.

5.

tav.
si

XV-XVI);
i

soltanto sono molto posteriori e di stile recente;


I

si

vede che l'uso


5),

perpetuato e deriva dal costume etrusco.


lati,

pezzi

designati

(fig.

figurati

da

ambedue

potrebbero

presentato da

un

anche appartenere a strumenti musicali; in uno raplato un Eros o una Nike, dall'altro la bella Menade danzante

(')

Queste

e le figure seguenti

sono tutte riprodotte in grandezza

al

naturale.

Notizib Scati 1912

Voi. IX.

13

OSTIA

98

REGIONE

I.

che riproduce un tipo notissimo, un centauro ed una ninfa. Tra le piccole figure sono interessanti specialmente quelle che a me paiono Muse (fig. 6-8), in atteggiamento
e vestiti quasi prassitelici

Fio.

7.

Fig.

6.

Fig. 8.

Fig. 9.

Fig.

10.

Graziosi sono gli amorini che

si

rincorrono,
(fig.

riprodotti nelle

fig.

9-11; notevoli

un frammento
amorino
(fig.

di statua 13),
e
le

virile

ignuda
di

12),
si

lamine,

cui

un cigno, una statuetta di altro rinvennero numerosissimi frammenti.

REGIONE

I.

vasetto, a

99

di

OSTIA

Accenno ancora ad un
un
piccolo

frammenti
lavorato
a

pettini, di

piedi di cassa e ad
fine

frammento rettangolare

giorno

nel

modo pi

pi

delicato.

FlG. 11.

Tutti questi frammenti ed altri molto numerosi, di statue e di ornamenti, vengono


studiati attentamente per tentarne la ricomposizione.

Fio. 12.

Fig. 13.

Nel pulire una piccola fogna lungo lo sterrato, dinanzi al portico delle Terme, si raccolse una lucerna di in. 0,145 (Dressel, forma 20), dove sono rappresentati degli
edifizii.

Inferiormente a destra un

uomo
il

in barca, a sin.

potrebbe essere quella cui accenna

Dressel nel

I.

una figura verso destra (tg. 14); L. XV al n. 6326a.

OSTIA

100

Palestra
('),

REGIONE

I.

Si procedette alla sistemazione

della via della

cominciando dove

questa sbocca in quella della Fontana.

Qui
in

si

notarono

due pavimenti in cocciopesto, l'uno

al

di sopra dell'altro,

alti

media m. 0,12 ciascuno:


si

di questi quello superiore, che all'altezza della via della

estende per circa 12 m., quello inferiore per altri 7. Si dovrebbe ritenere Fontana, via che questa non avesse avuta in questo tratto la pavimentazione a selci poligonali.

Fig. 14.

Le fondazioni della caserma apparvero


scendono da ovest verso est
(').

in

questo lato

formate a gradini, che

m. 22,40 dalla via della Fontana


d in un corridoio
che

v' nella parete della

Caserma una
sin.

porta,

la quale

fiancheggia

la

seconda scala a

per chi entra

alla via che congiunge quella dei Vigili con la via della Fontana. Invece sulla via della Fontana questi gradini scendono da sud a nord. Mi pare evidente che prima di un rialzamento le vie scendessero verso il fiume o lentamente o a cordonata.
(')
a
(

Do questo nome

REGIONE

I.

101

OSTIA

nell'edificio.

Dinanzi a questa porta un gradino di travertino, quasi al livello di destra corre un piccolo muri) aggiunto all'edificio, alto circa 30 cent, e lungo a essa;
:

tre metri

sembra un

sedile accanto alla porta,

che non venne fatta in costruzione,

ma

aperta dopo, e poscia nuovamente richiusa.

sin.

della porta, sul muro,

si

vedono dei

graffiti,

uno dei quali dice:

AVRELIVS HERMOGENES
Quasi lungo tutta la strada corre

un tubo
(cf.

di

piombo,

che ha da un lato

la

SEX VALERI ZOSIMl EX OF AVR VALERI palma (cfr.


leggenda:
Innanzi alla porta, per cui
di profondit
si

Gatti, Notizie 1905, pag. 34) e dall'altro:

C.I.L.

XV,

1992).
si
si

entra nella palestra,


di

trov a pochi centimetri

un mucchio

di

frammenti
:

marmo, quali

incontrarono anche altrove,

destinati probabilmente ad una calcara

sono frammenti di architravi, cornici, lastre ecc. 1,70 sotto


il

A
si

trenta metri dalla via della

Fontana ed a m.

piano stradale,

scopr
altro

un muro

in

reticolato su

un fascione

in laterizio; e a

cinque metri da questo

un

muro
di

simile. 11
Il

pavimento dell'ambiente limitato da questi muri


pezzi di anfore; per
tufi

a m. 2,70

dal piano stradale.

terreno tra questi due muri, cominciando dall'alto, per m. 0,80

composto

scarico

comune con molti

m. 1,15

di scarico fatto
e

con avanzi di muri, pezzi di tegolozza e

di

una costruzione

in reticolato,

per

m. 0,60 di pochi frammenti di mattoni e di anfore. Tra il secondo ed il terzo strato un pavimento a malta con pozzolana rossa e con pezzi di tufo, il quale ci indica un rialzamento. Fra i due muri poi un terzo in opera laterizia, parallelo ad essi,

ma

fondato a un metro

al

di sopra.

Quando questo

fu fatto

muri precedenti furono

rasi all'altezza della

zioni alle quali

and incontro

sua risega. Queste sono nuove conferme delle varie trasformala citt a non molta distanza di tempo.
laterizio,

Ad

oriente del

muro

un piano pi

alto dalla risega di questo, si

scoprirono in situ due fondi di dolii con avanzi di bruciato.

Negli scarichi di questa via, oltre


raccolse
il

consueti oggettini di osso e di bronzo,

si

frammento

di

una lastra marmorea

con la parte inferiore di una figura

nuda, volta verso sin. (m. 0,085); una testa di piccola erma (m. 0,10); un frammento di una statua di bronzo con un grappolo d'uva (m. 0,031X0,042); un fondo di anfora con tinta rossa e un pezzo di legno colorato in verde, e lucerne, tra cui una
con una corona di foglie a grappoli sul margine e nel disco una figura virile a sin.
con una pecora sulle spalle.

D. Vaglieri.

POMPEI

102

REGIONE

I.

CAMPANIA.
VI.

POMPEI

Scavi di antichit e

scoperte avvenute

durante

il

mese di mar zo.


Il

sopraintendente ai Musei ed

agli

Scavi e direttore

degli Scavi di

Pompei,

prof.

Vittorio Spinazzola, comunica la seguente relazione:


I.

Via

dell' Abbondanza

scavo verso oriente.

Per disposizione del direttore lo scavo della via dell'Abbondanza, oltre a procedere verso oriente, stato eseguito anche verso occidente, allo scopo di congiungere ora dissepolto, con tutta la met occidentale della l' interessante tratto di detta via,
grande strada, che da tanti anni era stata rimessa
in luce.

A)

Reg. IX,

ins.

XI,

lato settentrionale.

La

facciata del cenacolo a colonnine di tufo ricoperte di stucco, che


si

guarda

la

via dell'Abbondanza, di cui gi


febbraio, pag. 65,
tig.

fatta parola nell'ultima Relazione (cfr. Notizie

3),

stata

interamente disterrata, e con essa la facciata di un


si

secondo cenacolo che segue immediatamente verso oriente. Anzi, di quella facciata
potuto

eseguire anche

il

restauro, ponendo

un nuovo architrave
alla

di

legno

al

posto

dell'antico,
l'

rialzando le colonnine

cadute e riattaccando
(tg.
1 a).

fronte

dell'architrave

intonaco frammentato, rinvenuto in situ

Sotto questa fronte


il

vani, dei quali quello di sinistra, che molto largo,

si aprono due vano d'ingresso d'una bottega;

quello di destra, strettissimo, certamente

il

vano di una scaletta per

la
si

quale

si

accedeva al cenacolo di cui

si

scoperta la fronte.

Ambedue

cenacoli

vanno

di-

sterrando, e di essi sar data la pianta a suo tempo.


Il

cenacolo a colonnine

(tg.

1) si

allargava ad ovest, sul vico che divide l'isola cui

esso appartiene (Reg. IX, ins. XII) da quella


ins.

XI), mediante un balcone del quale


si

si

scoperta

immediatamente ad occidente (Reg. IX, solamente una parte. E dico

che quel cenacolo


stessa,

allargava, perch detto balcone formava uno sporto della stanza

certamente per

munito

di

una

pi finestre.

Le sue

pareti erano fatte di

piccole pietre di tufo con malta, inquadrate in

altrettanti riquadri di legno (mura-

tura che oggi chiamasi

alla

beneventana

), e il

suo pavimento poggiava sulla spor-

genza delle travi stesse che sostenevano l' impiantito del cenacolo e il piccolo stilobate della sua facciata. Sul pavimento del balcone, e intorno ad esso, sono stati trovati
sette abbeveratoi di uccelli, oltre

molti altri frammenti di abbeveratoi simili, tutti

in terracotta, a doppio tronco di cono, con linguetta laterale forata,

come
alti
il

moderni
che

abbeveratoi delle nostre gabbiette per uccelli, larghi in media cm.


si

7,

5, cos

pu argomentare che in quel balcone, nell'estremit di esso dopo

pilastro, fosse

stata una grande uccelliera. Insieme cogli abbeverati sono state trovate cinque lucer-

REGIONE

I.

varii

103

meno
di

POMPEI

nette monolychni di terracotta, a corpo pi o


in

circolare e con ansa ad anello,


altre lucerne

fittili, delle quali lunghe una recante in rilievo sul disco una maschera tragica, un'altra una pecora. Vi si

media cm. 10. Inoltre


una specie
a

frammenti

raccolta
recipiente

inoltre

di

coppa,

parimenti di

terracotta,

larga m. 0,13, con


esterno,

terminante

tronco di cono capovolto, labbro a

risvolto

fondo

giallo, con

due anse verticali ad anello.

Fio.

1.

La

facciata del secondo cenacolo (fig. 1 b)


si

meno conservata

della prima, tutta-

volta anche di essa

trovata la maggior parte del materiale che la costituiva. Essa

era formata da mezze

cellature a spigolo piatto:

colonnine addossate a pilastri di tufo con baso attica e bacil tutto con rivestimento di intonaco che quasi dovunque
nel

perduto.

Le colonnine erano due

mezzo
il

due altre erano addossate

ai

pilastri di

destra e di sinistra che chiudevano tutto


ritrovata la base della

vano formante cos una


e
il

trifora.

Qui

stata

prima semicolonna di sinistra


in sita;
si

rocchio inferiore di quella

seguente,

luna

e l'altro rinvenuti

son conservati poi due rocchi inferiori,

un rocchio medio, due superiori coi relativi abachi. Uno di questi ultimi, col rocchio che gli stava immediatamente di sotto, stato trovato dinanzi alla facciata stessa,
nella cenere; gli altri pezzi, dietro le colonnine del cenacolo di sinistra, assieme con i ci che, unitamente ad altri chiari frammenti di un grosso pavimento di signino
:

POMPEI

in questo

104

forse silu,

REGIONE

I.

indizi,

mostra che

punto furon condotti degli scavi,


che

dagli antichi stessi.


si

Inoltre, fra l'uno e l'altro

frammento delle semicolonne rimaste in


le

rinve-

nuto un residuo di muricciuolo

collegava, formando evidentemente parapetto.

B) Reg.

I,

ins.

IV,

lato meridionale.

Di
ins.

fronte,
i

nel lato opposto

della via,

stato disterrato

il

vano

n.

7 (Reg.

I,

IV),

cui pilastri laterali sulla via sono decorati con un alto zoccolo rosso, al

di sopra del quale un grezzo intonaco bianchiccio. Sul pilastro di destra, sull' in-

tonaco che rimaneva al disotto di un altro intonaco caduto, scritto in lettere rosse
(altezza

media m. 0,18):

FVSCVM- AED
AMANDVSSACERDOS //////////
Sullo zoccolo rosso corrispondente,

graffito

in

piccole lettere:

UVuRAWS
Pi
destra
in
sotto,

SABINVS
e presso di
I
.

a sinistra:

ATIMHTOC,
i

essa
il

un

M,

pi verso

(?). Pi gi, verso destra: lettere dai 3 ai 4 centimetri:


IIII
siili'

C NfDE

Verso

centro dello zoccolo,

/O&TVNAT

|V.

Sul pilastro di sinistra, in

alto,

intonaco bianchiccio, tracce di grandi lettere rosse, quasi svanite. Pi gi,

sopra intonaco simile,

ma

pi antico, in lettere rosse:

POLYBIVMIIVIRCF.
dai

Pi gi, anche

in

lettere rosse, varianti, nell'altezza,

36

ai

20 cm.

SECVNDVM &D
I I I I I I I I

ROG
in
I

riconoscersi soltanto

Era quivi un'iscrizione pi antica parimenti il nome Lollio, cos / O L L


:

lettere
.

rosse

delle quali pot

W\

II.

Via dell'Abbondanza; scavo vei'so occidente.


si

Frattanto,
vecchi scavi
Dei, che fu
o,
il

come

detto,

lo

scavo

si

avanzato verso occidente

verso

pi propriamente, dallo sbocco del vico, presso il dipinto dei dodici primo rinvenuto all'inizio di queste nuove esplorazioni, verso il tratto

della via dell'Abbondanza gi anticamente scavato.

C)
Ivi
il

Reg. IX,

ins,

X,

lato settentrionale.

in situ si rinvenuto un terrazzino lungo m. 6,15, largo m. 1,50 compreso


(lg.
l'

parapetto

sostenevano

a). Anch'esso era sorretto dalle sporgenze delle travi che dell'ambiente retrostante, con cui era in comunicazione. Era impiantito
2,
lett.

REGIONE

1.

105

POMPEI

un vero
via

proprio balcone, in quanto che non era chiuso in


in altri

modo da formare

sulla

come

solo di
Il

esempi, una sporgenza della stanza cui apparteneva; ma era munito un parapetto alto m. 0,40, che si conservato nella sua estremit sinistra.

pavimento, assai ben conservato, fatto con uno strato di piperno grosso m. 0,10, ha innestato un tubo di piombo per lo scolo delle acque piovane. 11 muro dietro il terrazzino, nel quale avremmo dovuto trovare il vano di
e nell'estremit sinistra

uscita,

non

si

conservato, a cagione dell'opera distruttrice delle radici di un grosso

pino, cresciuto in quel posto sul materiale eruttivo.

Fig. 2.

Alla sinistra del descritto balcone,


la quale,

segue

una piccola
delle

tettoia
e

(fig.

2,

lett.

b),

quantunque
si

frantumata in ciascuna
;

sue

tegole

dei

suoi embrici,

tuttavia

rinvenuta in situ
si

ci perch durante la catastrofe pot


fin

rimanere ada-

giata sul lapillo che

era accumulato sulla strada, alzandosi

sotto di essa.
i

Per ordine del sig. direttore, si

stanno

riattaccando fra loro

varii

frammenti

delle tegole e degli embrici per procedere al restauro con tutti gli elementi rinvenuti. Al di sopra della tettoia apparso un grande vano di finestra col suo pilastro 2 b). di destra ancora in situ e l'altro in piccola parte anch'esso conservato (fig.

Nel mezzo del vano erano alcuni

pilastrini che ripartivano

il

vano stesso in quattro

si sono trovati tutti in spazi eguali, formanti una vera quadrifora. Questi pilastrini alla piccola frammenti, non sempre ia situ e mescolati alla cenere. Accanto poi

Notizie Scavi 1912

Voi. IX.

POMPICI

come abbiamo
detto,
il

106

REGIONE

1.

tettoia,

terrazzo era

mantenuto dalla sporgenza delle stesse


spalle.

travi, dalle quali era sorretto

il

pavimento del cenacolo che era alle

Queste
che

travi, alla loro volta,

sopra un insieme del pi

alto

poggiavano, cos come tutto questo pesante balcone, interesse artistico e costruttivo, apparso non appena
del

tolto di
al

sito

il

rimesso

suo posto

grave pavimento
si

terrazzo

per
al

essere
di

poi

ricostruito e
di
di

potuto

continuare lo scavo
all'altro

sotto

esso.

Sono

tornati cos

alla luce,

l'uno

accanto

quattro

parellelepipedi

muratura,

rivestiti di stucco

ed affrescati, divisi tra loro d piccoli spazi vuoti, pressoch uguali


(tg. 3).

e formanti

l'unico architrave di un vano sottostante, che subito riapparso

Fic.

3.

Gli spazi rimasti vuoti tra l'uno e l'altro rettangolo, vale a dire quello di m. 0,38, che
si

trovato al di sotto di ossi l'altro poi di

tra

il

loro piano di posa e

il

muro
al di

della bottega sotto-

stante,

m. 0,38,
piano che
di
i

c'ie

appariva chiarissimo
del

sopra dei parallele-

pipedi,

tra

essi

il

posa
quattro

terrazzo

sovrastante,
di

hanno permesso

di

osservare

riconoscere

parallelepipedi

muratura, intramezzati

da

verticalmente e chiusi fra due grandi travi squadrate orizzontali, una sopra e una sotto di essi, formavano un unico solidissimo architrave.
travicelli di legno spianati, posti

quattro rettangoli affrescati esibiscono le fignre di quattro divinit che rappresentano, a incominciare da sinistra, le protomi del Sole, di Giove, di Mercurio e
I

della Luna. Giove

(tg.

4)

ha corta barba, arruffata come

capelli, intorno ai quali

una corona
lo

poggia

foglie, non meglio identificabili, di color chiaro. Sulla spalla sinistra scettro La carne rossiccia, ed i capelli di color rosso, piuttosto scuro. Ed in

di

rosso sono, in generale, eseguite

tutte e quattro le

protomi,

con variazioni di tono

REGIONE

I.

107

POMPEI

per esprimere

una parte o

un'altra

di

esse.

sinistra

della descritta

protome a

poca distanza dallo scettro sporgeva a rilievo un fallo di terracotta, attestato dal foro
in la

cui era incastrato, da alcuni residui nell' intonaco rimasto in silu.

ancora visibile

parte inferiore di esso che era dipinta, e visibili ancora le

ali,

esse pure dipinte.

Fig.

4.

sinistra e in

alto vedesi

un

foro circolare,

nel quale forse era incastrato qualche

altro oggetto.

Mercurio guarda a sinistra


stra; su questa,

(fig.

5);

ha

il

come

sull'altra,

ha una

clamide

caduceo appoggiato alla spalla siniLa protome del Sole non (?).
la
il

giata

molto ben conservata. Esso guarda a destra, ha testa radiata, e alla spalla sinistra. La Luna guarda a sinistra (tig. 6): ha
stico,

frusta

appog-

viso tondo realiin

che direbbesi di una contadina;

capelli

ricci,

rosso-scuri, cadenti

treccia

POMPEI

108

REGIONE

I.

sul collo. Dietro la testa sporgono i due corni della mezzaluna, dipinti in bianco. Queste protomi, come abbiamo. detto, poggiavano come architrave sui due pilastri che formavano il vano di una bottega. Anche questi pilastri erano adornati con pit-

ture ad affresco.

Fig.

5.

Nel pilastro a destra rappresentata una pompa sacra (fig. 7): i cui personaggi misurano in altezza circa quaranta centimetri. Quattro uomini vestiti di tunica bianca e con un indumento color castagno, ricoprente il petto, hanno portato una statua di
Cibele assisa in trono, di dimensioni maggiori di quelle delle fignre

umane che com-

pongono

la

pompa

sacra: e l'hanno deposta sul suolo. Ci verso la estremit a destra.

sinistra vedesi tutta

una moltitudine composta di sacerdoti

di altre persone, ad-

dette parimente al servizio divino, moltitudine che, avendo preceduto la statua della

dea

in

pompa

solenne, ha qui fatto sosta per compiere un sacrifizio al quale allude

REGIONE

I.

L'ara

109

riflessi

POMPEI

una piccola ara dipinta


fosse
di

di color giallo, con

metallici, ad

indicare

come

essa

metallo dorato.

posta

sulla

estremit

del quadro a destra di chi


dorato, su

guarda,
quali

ed tra due

alti

candelabri, anch'essi di

metallo

ciascuno dei

posata una lucerna accesa.

'j^Jttk

POMPEI

il

110

REGIONE

di

sandali. Il trono ha

dorsale coperto da nn panno verde, cosparso di stelle sti-

di color giallo, probabilmente residuo di color d'oro o di foglie d'oro, col certamente era ornata la corona della dea, come dimostrato da qualche lievisquale sima traccia che ancora ne rimane e che era meglio visibile nel momento dello

lizzate

scavo. Ai lati del trono sono due leoncini gialli


attributi,

quali, insieme con tutti gli altri

non lasciano dubbio alcuno sulla identificazione del

nume

con la dea Cibele.

Fio.

7.

Il

ferculum

sul quale

poggia la dea

col
il

suo trono, di legno

come

bene indicato
fori,

dal colore gialliccio; ed attraverso

suo spessore, passano per due grossi

due

lunghe

sbarre

sporgenti

visibili

cos

davanti

come

dietro di esso,

destinate al

trasporto del pesante simulacro.


I

portatori, pur

avendo

deposto sul suolo la dea, sono tuttavia rimasti ai lati


regge in

del trono, due per parte, e ciascuno

mano un bastone a

gruccia, destinato

sporgenza di legno affidata alla sua spalla nei momenti di sosta e pompa sacra. Del loro vestito gi stata fatta parola; qui agche i due giungiamo pi vicini alla dea sono imberbi, gli altri due barbuti.
la

ad inforcare

di riposo durante la

La

moltitudine, che

rappresentata a sinistra della statua, e con questa

si

fermata, disposta

sopra

due

tre piani

senza

interruzioni.

Costituisce

la parte

REGIONE

I.

di questo

111

POMPEI

principale
di

gruppo un sacerdote (alt. m. 0,405) in tunica bianca, listata ed in porpora toga pure bianca. Porta calzari grigi e neri, e sta immediatamente

a sinistra del trono,

dopo i quattro individui descritti. Egli sembra di essere sul punto di procedere verso sinistra, con le mani portate innanzi, delle quali la destra

stringe un

ramo

verde, la sinistra
visibili

gere le tracce

appena

di

una patera gialla. Intorno al capo mi par di scoruna corona floreale. Segue a sinistra un altro in-

dividuo parimenti in tunica bianca, listata anch'essa di porpora, ricinta nella vita,
calzato

come

il

sacerdote ora descritto, e reggente con la sinistra sollevata una specie


in parte

di largo vassoio circolare celeste, sul quale raffigurato


alle

un oggetto

per

ora

poggiato sulla spalla dallo stesso lato, e non precisamente identificabile. Dietro

due

figure descritte,
il

apparisce, nel secondo piano, una figura muliebre in abito

verde.
in

Dietro

sacerdote, a destra, un'altra figura muliebre in abito paonazzo, solo

parte visibile, con un

ramo verde
al

nella destra, e patera gialla nella sinistra, senza

dubbio una sacerdotessa. Intorno

capo ha una corona verde.


il

A
invitare

sinistra del personaggio sorreggente


il

vassoio celeste col suo contenuto, vedesi

un tibicine,
il

quale, rivolto a sinistra, suona a tutto fiato la doppia tibia, quasi per

popolo ad intervenire al sacrificio che sta per celebrarsi. Veste una corta
neri e grigi. Tra
in

tunica bianca, listala di rosso; ha calzari


dente, a destra,
nel

esso e la figura prece-

secondo

piano,

apparisce, solo

parte,

una donna vestita

in

paonazzo. Dinanzi ad essa, all' altezza del suo petto, scorgesi una lunga coppa gialla la quale o era tenuta da essa o dalla mano sinistra del personaggio dal vassoio
celeste,

ci

che
nel

non
terzo

si

distingue bene.

Alle spalle di questa donna e del tibicine


figura

comparisce,

piano ancora, una

muliebre,

visibile

per

solamente

nella parte alta.

Ha

capelli biondi o rossi, e la veste verde.


di prospetto

Seguono a
il

sinistra, nel

primo piano, due altre donne, che col corpo

hanno

viso rivolto a destra.

Quella di destra coperta di tunica gialla, con strisce rosse, ricinta nella vita, ed ha nella destra un turibolo rosso, nella sinistra abbassata un globo celeste sospeso a dei nastri dello stesso colore. La donna di sinistra ha tunica verde e manto paonazzo;

suona

cembali. Nel secondo piano, tra


pi alta delle
altre,

il

tibicine e queste

una

terza,

bionda,

due ultime donne, ve ne dalla veste violacea, la quale suona il


si

lympanum

che solleva verso destra.

questo punto nella parete

apre una nicchietta

racchiudente una p'rotome di Bacco indiano;


sinistra della nicchietta con le figure di

ma

la

due

ragazzi di prospetto

rappresentanza continua anche a che vestono entrambi


rosse,

corta tunica bianca, decorata con le


Il

solite strisce verticali

ricinta nella vita.

ragazzo di sinistra suona


tutte e due le

alla folla con

una grossa siringa gialla, che egli tiene avvicinata cembali. mani l'altro sta sonando
; i

Un
grande

pilastro opposto era anch' esso


fignra muliebre, forse la
III.

dipinto, e gi vi comincia

ad

apparire una

Venere Pompeiana.
il

Via dell'Abbondanza:

termopolio.
scoperte, cos

Mentre, intanto,

si

succedevano

queste

importanti

verso

oriente

come

verso occidente della via dell'Abbondanza dal punto in cui furono incominciati
si

questi nuovi scavi,

completava

in

ogni parte

il

disterro e si

compivano

e integra-

l'OMPKI

si

112

la

REGIONE

I.

vano

travamenti del termopolio cio della bottega per

vendita di bevande calde,

della quale

diede notizia nel decembre scorso (pag. 455). Pertanto, se ne d ora

qui in breve la completa descrizione.

Devesi nondimeno ricordare che all'esterno


erano
vari

nelle adiacenze di questa bottega


di

segni

per

richiamare

il

pubblico.

Prima

tutto

appariva

il

dipinto

Fio. 8.

murale con vasi

di varia capacit, riprodotto in queste

Notizie (pag. 29,

fig.

3)

il

quale,

sporgendo sulla via, formava


11

una vera insegna

di questa bottega.

dei dodici dei(').


fresco,

thermopolium Le

nel lato nord della via,

nel

secondo vano a destra dell'ara

pareti della sua facciata

hanno un alto zoccolo rosso dipinto a

ed in alto un intonaco bianchiccio ordinario, sul quale furono scritte a pennello parecchie iscrizioni e programmi elettorali, il cui testo venne gi pubblicato in queste Notizie a mano a mano che le leggende riapparivano (Notizie 1911, pag. 431, n. 67-70;
pag. 455,
n.

ib.

9, 10).

Di due gruppi

di tali

iscrizioni

diamo qui

le

rappresentanze

(')

Cfr. Notizie

1911, pag. 417,

fig.

1,

2.

REGIONE

I.

tolte
i

113

osservazioni.

POMPEI

(fig.

e 9)

da fotografia, perch
candidati hanno
il

si

prestano a migliori

Sono

quelle nei quali

favore di donne,

addette forse al termopolio.

Fig.

0.

Il
il

termopolio, di cui diamo qui la pianta


di

(fig.

10) e la veduta che


ci

(fig.

11),

aveva

vano

ingresso largo m. 2,67;

e soglia di legno,

attestata dalla

im-

m e fri
Fig. 10.

pronta.

Aveva
Il

l'altezza.

mostre parimenti di legno, delle quali non possiamo determinare bancone per la mescita delle bevande in muratura, con la superficie
le

esterna rossa e con quella orizzontale formata dai soliti pezzetti di marmo incrostati. Esso comincia dallo stipite di destra, e, giunto a breve distanza da quello
verticale

Notizie Scavi 1912

Voi. IX.

15

POMPEI

il

114

un
11).
11

REGIONE

1.

opposto, forma

solito

angolo retto
in

all'

interno, e termina con


(fig.

fornello,

sul quale

murata una caldaia

lamina

di

bronzo

piano superiore del fornello

FlG. il.

alquanto pi alto di quello del bancone, ed in un angolo

di

esso sporge

un

pic-

Fig. 12.

colo tubo di terracotta che serviva di fumaiolo.

La caldaia (diam. superiore m. 0,375)


labbro
cilindrico,

semiovoidale

ha spalla piatta

bocca a

intorno

al

quale

REGIONE

I.

con
le

115

sopra

POMPEI

incastrato

il

coperchio, un corto cilindro,


teste

con

una maniglia ad arco formata


e

da due

delfini

messe

in

direzioni

opposte

uniti

per

le

code.

Da

quest'arco pende una catenella, anch'essa di bronzo, che doveva essere legata con la

estremit opposta a qualche punto del bancone.

Nella parte

anteriore

del

bancone

stesso sono murati tre dolii cilindrici di terracotta: un quarto pi piccolo, ovoidale,

nella parte rientrante,

come vedesi
bottega

nella

tg.

11.

Le

pareti

della

non

recano altra

decorazione

che un alto zoccolo di

signino. Nel resto hanno rivestimento d'intonaco bianchiccio. Dall'angolo nord-ovest e lungo la parete occidentale partiva una scala di legno che menava ad una pergula,
o

ad un loggiato superiore. Un gian


i

numero

di

anfore erano

addossate alla parete

orientale e lungo
Il

lati

interni

del bancone.

bancone poi era illuminato da una lucerna pensile di bronzo, bilychne, che faceva parte di un singolarissimo gruppo in bronzo, il quale o era sospeso all'architrave del

vano d'ingresso, ovvero ad un'asta

retto con un'altra asta parimente di

orizzontale di legno, unita ad angolo verticalmente situata dinanzi al bancone. legno,

All'esistenza di questa fa pensare un piccolo solco verticale sul lato esterno di detto

bancone, verso la estremit sinistra di esso.

Questo gruppo
fallico,

si

componeva
al

della statuetta di un Pigmeo, mostruosamente


in

iti

alta

m. 0,17,

quale, sospeso

quel

modo che

ora ho detto, e mediante


sospesi la detta lu-

due anelli

esistenti sull'alto

del suo capo, erano alla

lor volta

cerna bilychne, un braccio fallico con un altro fallo inferiormente e cinque campanelli.
Il
il

Pigmeo

tutto

nudo,

tranue

una

fascia

intorno ai fianchi,

la

quale

ricorda

ha gobba dinanzi e di dietro, i tratti del viso volsubligaculum garissimi da richiamare alla mente il tipo del clown dei nostri circhi equestri. La
dei gladiatori; sinistra alquanto portata indietro,
l'altra

gamba
fallo,

rialzata ed avvicinata col piede

all'enorme fallo come per carezzarlo. Sulla estremit di questo era saldato un secondo

verso

il

molto pi piccolo, parimente eretto con un profondo taglio in punta, e rivolto Pigmeo, che brandisce una specie di rasoio stretto dalla sua destra. La
sinistra,

mano

parimente portata innanzi, doveva tenere un sesto campanello di bronzo.


il

Gli anelli di sospensione, esistenti sotto

fallo

sotto

il

piede sinistro del Pigmeo,

sono complessivamente quattro, laddove gli oggetti sospesi (una lucerna, un gruppo di
falli,

cinque campanelli) erano complessivamente sette. Ci per pu spiegarsi coll' ammettere che pi campanelli fossero legati ad una sola catenella. La lucerna

lunga m. 0,18; ha due

rostri
i

opposti, piede circolare,

due anelli di sospensione, uno

presso ciascun rostro, entro

ad un anellino,
il

al

quale

quali passano due catenelle, che si vanno a congiungere sospesa una terza catenella, alla cui estremit legato
(').

coperchietto della lucerna

(')

Nel gabinetto segreto del Museo

di

sile

di sotto, quasi simile al

nostro. In altre
il

Napoli esiste un Pigmeo di bronzo con lucerna penlucerne simili con Pigmeo itifallico, la mano destra
grosso fallo che in un esemplare termina in protome

del Pigmeo, sempre armata, sta per ferire

di cane. Dello stesso genere son pure alcune statuette-lucerne di Sileni itifallici in terracotta dello

stesso

Museo

di Napoli. Cfr. H. lloux ain,

Ilerculanum

et

Pompei. Muse

secret.

POMPEI

116

REGIONE

1.

Pigmeo, munito di due gobbe, con l'enorme fallo, col braccio fallico, e campanelli, costituiva un potente amuleto; ed per tale ragione che si pens
Il

coi

di

sospendere questo strano insieme sul bancone della bottega.

Gli oggetti quivi rinvenuti


vendita, parte presso

si

trovarono

raccolti,

parte

sul

bancone stesso

di di

la parete orientale,

dove erano forse caduti da una mensola

legno sospesa alla detta parete.

Ne

fo

una breve descrizione, cominciando da quelli


di

che erano sul bancone.


Terracotta.

Vaso per versare a forma


il

gallo.
la

L' animale

accovacciato
per la quale

sulla sua base circolare. Dietro


si

collo

si

eleva

bocca cilindrica,

versava

il

liquido nel recipiente, liquido che, a sua volta, veniva emesso


rostro.

foro esistente nel

L'esecuzione mediocre. Alt.

per versare a forma di cane riposante sulle rivolta in alto. Sul dorso, immediatamente dietro
si

m. 0,235 zambe con quattro


il

(fig.

12

b).

per un

Vaso

la

testa

alquanto

collo,

si

eleva un tubo pel quale

immetteva

il

liquido
il

nella bocca.

Dietro

per essere poscia versato passando per un foro praticato tubo un'ansa a nastro. Lungh. m. 0,205 (fig 12 a). Vaso a

pancia quasi sferica, collo a tronco di cono capovolto, ansa a nastro impostata sulla

pancia e vicino

al collo.

Alt.

m. 0,145.

Bicchiere
Svelto

a parete

ovoidale, decorato con larghe rientranze verticali.

Ha

sottile, di forma quasi ansa a nastro, attaccata piccola

verticalmente alla pancia. Alt. m. 0,12.


allungata che
si

ansa a
aretina

nastro

ed alto vaso per versare a pancia va rastremando nel collo, bocca a labbro fortemente sporgente con Tazzina impostata sulla pancia e sotto la bocca. Alt. m. 0,43.

con

recipiente

a segmento

sferico,

alto labbro e risvolto

esterno,

decorato

con due rosette in rilievo, basso piede circolare. Nel fondo interno, in pianta pedis, la marca della figulina Ateia: CN-ffiA (cfr. C. I. L. XV, n. 5007). Diam. m. 0,074.
Piccolo vasettino, quasi cilindrico, ordinariissimo. Alt. m. 0,07.

Vasettino ordina-

riissimo a larga pancia, larga bocca e a fondo piatto. Alt. m. 0,0(35.

Tazzina quasi emisferica con basso piede circolare, a grosso labbro. Diam. m. 0,065. Altro Unguentario a larga pancia e lungo collo. Alt. m. 0,155.
Vetro.

simile.

Recipiente a corpo quadrato e bocca circolare. Alt.

a larga pancia ed alto collo, rotto, alto nella parte

Unguentario 0,17. conservata m. 0,12. Coppa


ni.

ele-

gantissima con recipiente a tronco


cellature verticali,

di largo cono capovolto, decorato con larghe bacfondo piatto, gi munita di manico orizzontale piatto, ora tutto

mancante.

rotta in cinque

parti.

Diametro superiore m. 0,14.

Unguentario a

lungo collo, alto m. 0,08.

Bromo.
in
alto,

Elegante anfora

di

forma slanciata, dal collo leggermente slargato

con basso piede circolare, e con anse, fuse a parte, impostate sulla pancia e sotto la bocca, decorate con una fogliolina nella parte inferiore. Alt. m. 0,26. Re-

cipiente ellittico, molto basso, con

labbro sporgente in fuori,


lati

basso piede circolare,

munito

di

due maniglie opposte, girevoli, nei

lunghi. Lungh. m. 0,34.

Forma
Ahenum

di pasticceria,

foggiata a valva di conchiglia striata.

Lungh.
di

m. 0,16.
bocca

alto

m. 0,334, a pancia

semiovoidale, collo

a tronco

cono,

sporgente in

REGIONE

I.

due
la

117

poggiato

POMPEI

fuori con

labbro a risvolto esterno,


anelli opposti.
le

fondo
Il

sopra tre pieducci, maniglia ad

arco, girevole in
ovoletti rilevati
anelli,
;

labbro

decorato

con un

filare

di piccoli

maniglia ha
I

estremit che sono ripiegate, per girare nei due


di

foggiate a testa di oca.

due anelli formano la continuazione


i

due corpi
capovolti,

saldati da
e

una parte

dall'altra del vaso,

quali imitano due


fiori

fiori

recano incisi sulla loro superficie

m. 0,18.

parimente dei
bronzo

di loto.

di loto

Striglie

lunga

Ventisette monete di bronzo, e cio: Tredici medii bronzi imperiali


di Augusto,

mal

conservati nei particolari; un medio

coniato da Tiberio, Cohen

228; un medio bronzo di Agrippa, logoro nel rovescio; un medio bronzo di Claudio, Cohen 84 altro medio bronzo di Claudio mal conservato nei particolari un medio
;

Nerone mal conservato; tre grandi bronzi di Vespasiano, Cohen 232, 313 e 531, e un quarto mal conservato; due medii bronzi parimente di Vespasiano, Cohen 363 e 396, un terzo con 1* Aequitas nel rovescio, mal conservato un quarto
bronzo
di

poco riconoscibile nei particolari.

Altre dieci monete di bronzo, e cio: un medio

bronzo di Druso di Tiberio, Cohen 2; un grande bronzo di Vespasiano, Cohen, 419; quattro medii bronzi parimente di Vespasiano, Cohen (?), 155, 411, 634, un quarto
con la Felicitas publica mal conservato;

un

medio bronzo

di Tito,

Cohen 81, un

secondo con la Felicitas publica sul rovescio mal conservato; un piccolo bronzo quasi irriconoscibile. Un medio bronzo di Tiberio (?) poco riconoscibile.

Argento.
Vi

Cinque
il

monete

di argento affatto logore; soltanto sopra

una

di esse

vedesi una testa velata muliebre a sinistra.


si

trov pure un pezzo di scoria vesuviana

tagliata a forma di cono, larga


il

alla base

m. 0,07,

quale probabilmente serviva per pulire

piano del bancone.

Vi

si

trov infine un topazio.

Parimente sul bancone, per dinanzi al rialzo che esso forma sul fornello, vennero trovati gli avanzi di una specie di cassettina di legno, la quale doveva essere

munita

di

un
si

fro nel

mezzo, in cui veniva

fissato

il

tubo rastremato di
di

un

im-

buto. Ci

argomenta appunto dal

modo come giaceva un imbuto

bronzo rinvenuto

assai profonda e slargata in alto;

insieme coi detti avanzi di legno. Questo imbuto ha il recipiente a forma di coppa il tubo ne era staccato. Diam. m. 0,14.

Presso l'apertura del fornello esistente alla estremit del bancone (tg, 11), era un vaso in terracotta per versare, a larga pancia, alto collo, labbro con beccuccio.
Alt. m. 0,182.

Nel primo dolio

di

destra

(murato nel
nei

bancone)

si

trovarono

sei

medii

bronzi, e cio: tre poco

logoro nel rovescio;


di

particolari; uno di Agrippa affatto uno di Augusto (J)ivus Augus/us Pater) mal conservato; uno
riconoscibili

colari.

Vespasiano o di Tito con la Felicitas publica nel rovescio, poco chiaro nei partiNel primo dolio di sinistra: grande bronzo di Galba, Cohen 180(?); grande

bronzo di Vespasiano o di Tito con la

Pax Augusti

poco chiaro nei particolari.

Gli oggetti

qui

appresso

enumerati

furono
alla

trovati

in

altri

posti dello stesso


i

termopolio; e per la

maggior parte accanto

parete orientale, sopra

colli

di

molte anfore addossate alla stessa parete. Suppongo che, collocati sopra una mensola

POMPEI

118

REGIONE

I.

di

di questa mensola, essi fossero legno, che era fissata iu quella parete, col cadere

precipitati sulle anfore.

Dromo.
di cono,

Tre medii bronzi irriconoscibili nei particolari.


di
ferro.

alette con un chiodo

Una

cerniera ad

Sorta di oiuochoe con recipiente a doppio tronco

fondo piatto, bocca larga con labbro sporgente orizzontalmente iu fuori,

mu-

nita di ansa verticale elegantissima, fusa a parte e saldata intorno al labbro e sulla

pancia. Intorno

al

labbro
becco,

forma
di

due appendici ricurve


alle quali si

foggiate a testa di uccello


Il

acquatico dal lungo

mezzo

eleva un dito umano.

corpo

della stessa ansa decorato con

una graziosa
di

foglia in rilievo, e

termina sulla pancia


alto
i

con una mascheretta muliebre, alla quale


ziose linee orizzontali

fanno
i

da cornice

in

capelli e gradi sotto,

ad onde;

palmetta. Alt. m. 0,265.

lato

capelli a riccioli

stilizzati,

una

Forma
di

di pasticceria di

pianta ellittica, rotta nel fondo,

lunga m. 0,12. Lungh. m. 0,054.

Grande bronzo

Manico

di specchio piccolissimo circolare, con

frammento

di questo.

Galba, Cohen 108, e grande

bronzo di Vespasiano,

Fio. 13.

Cohen 419

(?).

Su

Medio bronzo
con la a

di

Vespasiano con la Victoria nel rovescio, e medio

bronzo di Domiziano
diritto

Pax, mal conservato.


destra (imperiale?) con
facce gira intorno
ossido.
-

Tessera circolare recante nel


il

una testina
Villi.
di

virile

corona di foglie, nel rovescio

numero

tutte e due le

una corona
bronzo
di

di lauro(?).

Tre

monetine

bronzo

ricoperte

di

piccolo bronzo

mal conservato.

Piccolo

Vespasiano

Altro

Terracotta.

Piccolo avanzo di specchio circolare.


a basso piede circolare, frammentata. Dia-

metro m. 0,16.

Specie
sinistro,

Scodella emisferica
di padella o di

bassa pignatta quasi emisferica a basso piede

circolare, con labbro inclinato all' interno

un coperchio. Diam.
a piede

m. 0,143. Graziosa
munito
il

munito

di

sporgenza esterna per poggiarvi

lucerna di argilla rossa friabile, foggiata


(rig.

umano

di

crepida

13).

Il

foro per versare l'olio

trovasi

sul collo del piede ed occupa

centro di una decorazione consistente in una valva


il

di conchiglia a pettine. Il foro per

lucignolo trovasi

sulla estremit del pollice.


i

Dietro vi un'ansa forata

di

forma allungata.

Sotto sono bene imitati

numerosi

chiodi della crepida, molto sporgenti, e fra essi leggesi:

Grande lucerna monolychne a corpo circolare, il cui disco decoghezza m. 0,10. rato con un ramo di quercia rilevato, girante intorno. Sul fondo una pianta pedis con marca illeggibile. Lung. m. 0,156. Lucerna monolychne con ansa ad anello, rostro

STROBILVS

F. Lun-

REGIONE

I.

119

disco.
circolare,

POMPEI

sporgente decorato

con volute,

con

ovoletti intorno al

Lungh. m. 0,122.

Lucerna raonolychne a smalto vitreo ed alto corpo

ansa ad anello, rostro

poco sporgente. Da alcune .tracce esistenti sul disco vedesi che altra volta vi pogLucerna simile alla precegiava un oggetto a tre pieducci. Lungh. m. 0,185.
dente.

Lucerna ordinaria monolychne a lungo rostro triangolare con grossa ansa ad anello normale all'asse della lucerna. Lungh. m. 0,105. Vasettino per versare

a larga pancia, collo a tronco di cono capovolto, ansa a nastro impostata sulla spalla
e

sotto

il

labbro. Alt.

ni.

0,155.

Vasettino a

larga pancia e larga bocca con labbro rovesciato


all'esterno,

munito

di
il

ansa a nastro impostata


labbro. Alt. m. 0,115.
-

sulla pancia e sotto

Grossa coppa di argilla ordinaria, con recipiente


cilindrico alto e lungo, a basso piede
e

circolare,
verti-

due

anse

nastro

opposte,

impostate

calmente,

con

sopra

una sporgenza piatta.

La

forma del vaso


le

in generale e quella delle

anse con

dette sporgenze in particolare ricordano talune

coppe alessandrine di argento. Diam. m. 0,182.

Oggetto di argilla chiara friabile, foggiato a testa di cavallo, lungo m. 0,08, vuoto nell' interno.
Poich
il

collo

apertura circolare e
rellino dal quale

ha nella sua grossezza una larga il labbro termina con un fopu uscire
il

liquido che
si

si

ver-

sasse per

il

largo foro del collo,

direbbe che

un piccolo corno potoPiattello di argilla rossa, largo m. 0,083. rio. Tazzina di argilla rossa di forma lenticolare, rotta nel fondo, larga m. 0,07. Coppa aretina a reciquesto oggetto fosse stato

piente quasi

labbro a largo risvolto e basso piede circolare. Intorno al labbro sono rilevati due conigli fuggenti a sinistra, due
emisferico,

con

funghi, due rosette.


della

Nel fondo interno


pianta Coppa
in

la

marca

Rasinia,
alt.

L-R-P
m. 0,07.

m. 0,124, Fic

pedis. Diam. aretina con reci-

piente a tronco di cono capovolto, alto labbro cilin14.

m. 0,06. m. 0,132.

Olla

drico, basso piede circolare.

Diam. m. 0,104,

alt.

monoansata a corpo quasi ovoidale, frammentata nel labbro. Alt.


m. 0,31,
di

Vetro.

Graziosa anforetta, alta

rastremantesi nella parte inferiore in cui termina con

forma allungata, ad alto collo, un forellino (tg. 14). Le anse

a nastro, impostate sulla spalla e sotto la bocca, formano varie sporgenze all'esterno. Intorno alla bocca incastrato un coperchietto conico forato in punta; evidentemente

questa anforetta serviva a contenere qualche

essenza

che

si

mesceva

in

un liquido

POMPEI

120

REGIONE

I.

a gocce o in altra piccola quantit.

Graziosa ciotoletta di vetro azzurro circolare,

schiacciata per da una parte e dall'altra, munita di quattro anelletti di sospensione


dello stesso vetro. Lungi),
slargato,
in

m. 0,1112.

Bicchiere, alto m. 0,135, a corpo allungato

alto

munito

di

larghe rientranze verticali, con basso piede circolare.

Vasettino con recipiente a tronco di cono capovolto e bocca ad alto labbro inclinato
all'esterno.

Alt. ni.

0,110.

Tazzina

cilindrica bassissima,

senza

piede

senza

manichi. Diam. m. 0,098.

Marmo.
golare di

Piccola sfera, misurante in


bigio,

diametro

in.

0,43.

Lastrina rettan-

marmo

misurante m. 0,25

m. 0,08.

Fio. 15.

Osso.

Una

Piccola cassettina rettangolare (m. 0,105


e
di

0,041) risultante di cinque

lastrine connesse insieme


(fig.

una

sesta, che

forma
in

chiusura scorrevole a culisse

15).

piccola assicella di bronzo, girante

un disco dello stesso metallo,

o a permettere che uscisse fuori la Cerniera cilindrica di mobile, lunga m. 0,072. Un punteruolo lungo m. 0,075, con testa sferica. Si raccolse inoltre una valva di conQua piccola cote rettangolare, lunga chiglia con iridiscenze, lunga m. 0,116.

serviva col suo

movimento girevole ad impedire

lastricina scorrevole.

in.

0,072.

Finalmente una specie

di

piccolo

bottone di

pastavitrea, a segmento

sferico.

Sul suolo, entro l'angolo interno del bancone giacevano un medio bronzo di Vespasiano con la Roma assisa ed un medio bronzo di Tito con la Felicitas...,

entrambi mal conservati. Si raccolse inoltre un'accetta lunga m. 0,17.


G. Spano.

ROMA

121

ROMA

Anno 1912
I.

Fascicolo 4.

ROMA.

Nuove scoperte
Il

nella citt e nel suburbio.

cav.

Angelo Pasqui, direttore


le

dell'ufficio per gli

scavi di antichit in

Roma,

ha trasmesso
rante
il

relazioni seguenti intorno ai rinvenimenti di antichit avvenuti duaprile.

mese

di

Regione
fondit di
il

II.

Facendosi

lo

sterro

per le fondazioni

del

nuovo

fabbricato

di

propriet Bernabei, sull'angolo di via Celimontana con via

Marco Aurelio,

alla pro-

m. 5,50

sotto

il

piano stradale moderno,

si

incontr la vlta di una galleria,

cui piano trovasi a

ra.

direzione da nord-est a sud-ovest;

9,40 sotto quello della via Celimontana. La galleria ha la larga m. 2,30, lunga m. 9,70, e fu chiusa alle

due estremit da muri di et posteriore. Nella parete est presenta un vano d' ingresso largo m. 1,60 con piattabanda in laterizio. Il suo piano formato con terra battuta;
ed in esso incavato un fognolo largo m. 0,40, alto m. 0,45, e coperto con blocchi
di

travertino alti

m. 0,50.
*

Regione
l'Istituto

XIII.

Nel

fare

cavi per le fondazioni di un grande fabbricato deltra le vie


si

Romano

dei Beni Stabili,

Amerigo Vespucci, della Marmorata,

Giovanni Branca e Cristoforo Colombo,

sono incontrati numerosi muri, che certa-

mente facevano parte degli Horrea Galbiana. Di questi muri, che vengono diligentemente misurati dal topografo dell'Ufficio per gli scavi sig. Edoardo Gatti, sar data
una pianta quando
1.
i cavi saranno terminati. Vi si rinvennero i seguenti oggetti. Bellissima base di colonna marmorea, del diametro massimo di m. 1,00, e

alta

m. 0,30. In basso corrono due sottili cordoni a tortiglione sovrapposti, alti ciascuno un centimetro; sopra di essi una scozia (alta m. 0,07) con piccole ed eleganti
Notizie Scavi 1912

Voi. IX.

16

ROMA

122

ROMA
m. 0,04). ciascuno dei

strigliature; quindi altri due cordoni (alti complessivamente

quali

formato di parecchi

altri

sottili,

cos

da parere una matassa; segue un'altra


all'

scozia (alta m. 0,05) decorata di palmette vlte

ingi, e quindi

una doppia

serie

(m. 0,025) di piccoli bastoncini aggettanti, arrotondati e separati l'uno dall'altro da sottili stecche, come estremit di raggi, pure stondate all'estremit; viene da ultimo

un bel toro

(alto

lavoro assai fine


nel

m. 0,095), formato da sei serie di piccole foglioline di lauro. Il ed accurato; e certamente questa base, che presto si potr ammirare

Museo

Capitolino, una delle pi ricche. In un punto, forse in quello destinato


il

doppio cordone inferiore e le palmette non sono scolpite. Pare certo che il luogo dove fu trovata questa base fosse l'officina di un marmorario, perch vi si rinvenne una grandissima quantit di blocchi di marmi di pregio, spea stare aderente al muro,

cialmente di serpentino e di cipollino, e scaglie di alabastro di varie specie. 2. Testa muliebre di alabastro venato con ricca capigliatura, appena sbozzata e
spezzata nel naso (alta m. 0,32).

Altra simile, pure scheggiata nel naso e mancante della parte superiore. 4. Grande parallelepipedo di pietra arenaria scura (m. 0,40 0,70 0,30), che
3.

nei lati pi corti ha due incassi a coda di rondine, e sopra

una delle facce grandi

le

seguenti lettere incise:

A
*

Via Labicana.
della

Fu

gi riferito in queste Notizie, pag. 87, che negli sterri

cava

Emiliani,
innanzi

al

terzo

chilometro

della

via

Casilina,

dove
e

era

gi stata

scoperta poco

una camera sepolcrale con un sarcofago

numerose lapidi

(Notizie, 1912, pp. 16 e segg.), erano apparsi due colombari in gran parte franati. Uno di questi, lontano dalla via Casilina circa m. 50, stato ora completamente sgombrato dalle terre che lo riempivano. Esso ha la forma di una camera a pianta

quadrata, di m. 5,90 di lato


parte
franate

gran meglio conservata era quella ad est, lungo la quale saliva una scala larga m. 0,84, che cominciava in basso dall'angolo nord-est dell'ambiente; i gradini avevano la pedata di m. 0,27 e l'alzata di m. 0,25.
; ;

la

parete verso ovest rovinata interamente

in

sono

quelle a nord e a

sud;

Questa scala era sostenuta da un arco a tutto sesto che occupava la met meridionale di questa parete. Sotto quest'arco, nel mezzo, aprivasi un pozzo, la cui bocca era ricavata da una lastra di travertino, quadrata, di m. 0,88 di lato; e quindi due ordini di

quattro nicchie per olle accoppiate. Addossata alla

parte pi

bassa della scala era

una costruzione
e

in

muratura

in

forma
si

di parallelepipedo, rotta in alto, larga di


tre

m. 1,84

profonda m. 0,82,
sei
olle,

nella quale

vedevano due ordini


tre.

nicchie.

Quella di

mezzo aveva

e quelle laterali

Le

pareti

del colombario

avevano certo

pi di sei ordini di otto nicchie per olle accoppiate, giacch tanti se ne vedevano nella parete ad est, che pure mancava della parte superiore. Quasi nel mezzo dell'ambiente sorgeva dal pavimento un basamento in muratura di
intonacato e dipinto in rosso, sul quale
fu
la

trovato. Presso la parete nord aprivasi

doveva sorgere un'ara o una fossa lunga m. 1,19


in

m. 0,87 X 0,64 un cippo che non


e larga

m. 0,58,

quale aveva, presso

il

margine,

un basso riparo

muratura, che mancava sul

ROMA

il

123

ROMA

lato lungo verso

basamento ora ricordato. La parte meridionale del pavimento


acque verso una botola che era presso il pozzo. Il colombario e molte nicchie erano state- rotte: da ci deriva il

dell'ambiente era formata a piano inclinato di cocciopesto, dipinto in rosso, certo per
facilitare lo scolo delle

era stato gi in antico frugato,


fatto che

nessuna delle

numerose targhette

iscritte sia

stata trovata al

posto,

ma

tutte giacessero per terra in gran parte rotte. Esse sono le seguenti:
1.

(m.

0,14X0,21):

2.

(m. 0,11 X0,29):

QjABVTTI- PHILEMO
N IS

AAEBVTIALAVCTI
SALVILIAE

CALLISTI
3.

SVAE
4.

(m. 0,10X0,19):

(m.

0,11X0,18):

APOLLONIO

L APPVLEIVS
OLLAS DVAS

CAELIAES
5.

L- L- ANTER CONTINENT

(m. 0,34X0,08):

6.

(m. 0,14X0,40):

CERCENIVS

L SELEVC
1

ORCIADLHABRA
7.

CLCINCIVSCUL ARTEMA IRENE CINCIA- Qj.L


8.

(m. 0,15X0,36):

(m.

0,15X0,34):

T CINCIVS T F FAVSTVS

C-SAFINIOCLNICEPHORO ETSAFINIACETCINC1AEL

TCINCIVSTL
FAVSTVS

LAMPYRINI
OLLAS DVAS DAT
9.

(m. 0,15X0,24):

10. (m.

0,15X0,30):

TICLAVDIO
THORACI
POLITI PVERO -AB
CN-SERVILIO 1NACHO

PCLODIVSAPL
MEMMIVS
OPIMIA Qj L HELENA

OLLAS DVAS

11. (m.

0,10X0,20):

12.

Parte

sinistra

di

targhetta identica

alla precedente (m. 0,11

0,095):

PCORNELIPOLANOPTIS
EMITVM DE MVCI A A- L AMPELIONETVTOREAVCT' QJDCRATIO- 0//CISSO

PCORN... EMPTVM... AMPE. Q_;OCR ..


.

ROMA

0,07X0,19):

124

ROMA

13. (m.

14. (m.

0,12X0,16):
P

ELCTORIA-Q^L LAIS
15. (m.

CRAECINVS LVCRIO 1VLIA FAVSTA

0,09X0,52):

16.

(m.

0,15X0,26):

HEVRESIS
P-HELTVTIVSPL-POMPVLLIA
v-

DAPHNVS CON

SVA- D

L- VIOLA

(sic)

VIX- ANN-IIII CLAVDIA-AMMIA

MATERFF-S
17. (m.

0,12X0,23):

CIVLICRYSERO
NIS-C-IVLIARTE

MIDORI18. (m.

0,25X0,19):

19. (m.

0,20X0,29):

M LIVLIO
D

P-IVVENTIO-P-L-

IONICO
ET-IVVENTIAEP-L

EPAPHRODI TO

GRATA E

benemeREN

20. (m.

0,115X0,18):

21. (m.

0,17X0,30):

CLAEVI CLADIVTORIS
L

ETLAEVIAE CCHOSPITAE
Cfr.

C LAEVIVS C ANTEROS

L-

fascicolo precedente pag.

89 nn. 15-16.

22. (m.

0,10X0,18):

23. (m.

0,12X0,24):

C-LAEVPCLVTILIS
24. (m.

OLLAMANLIAE
AETQjSALENI-LIB

HELENAE-VIX AN XXV

0,15 X0,42):

25. (m. 0,075

X0.18):

L MARCIVS L- L- EPAPHRA ERONI-LIC1NI

MARIA-IRENE

ROMA

125

ROMA

26. (m.

0,13X0,20):

27. (ni.

0,10X0,19):

L MEMMIVS-L-L- HILARVS

NE VI VSA-PLOTI
A

SIBIOLLAM VNAMET OCTAVIAEO-L- FAVSTAE

OLLA- EMPTA
-PRIMIGENIA-

OLLAM
28. (m.

VNAM
29. (m.

0,12X0,30):

0,075X0,19):

NON1VS PYLADES DAT L-VOLVMNIO- NARCISSOE ET L- NONIO IVCVNDO


L

(sic)

NONIA HOR1SE HIC

30. (m. 0,23

X 0,09)

31. (m.

0,23X0,145):
P

L-NVMISIVSOLIBER
1VCVNDVS

OLIVS P L HILARVS

CANIDIACL

MVSA
32. (m.

0,10X0,32):

33. (m.

0,13X0,27):

MRVSTICELIVS
PAPIRIARVFI-ETd-L- TROFIE
TERTIVS-EMIT- DEC

VETTIO PHILOMVSO
II

OLL

DEDIT NVAETENNIAE

EVROPAE-ET-LVIBIO-GORDIAE
35. (m. 0,11

34. (m.

0,16X0,24):

X0,23):

MSABID1VS M-L- EROS


36
tiche,
e 37.

CNSERVILIVS SERVILIAEL ANTEROS


iden38. (m. 0,11

Due targhe marmoree

X0,22):

una delle quali frammentata (m. 0,16

X0,31):
P- SERVILI VS-

C- STATI C

PETDL
40. (m.

ETOLCLARl

EROS
39. (m.

0,105X0,15):

0,12X0,23):

C STATIVS C

TITIOLEIA
DL-POSILLA

HILARVS VITRASIA- PRIMA

HIC

COIVNX

ROMA

41. (m.

126

ROMA
42. (m.

0,07X0,25):

0,17X0,36):

VALERIVS KAPELLA

C VETTIVS C T

L-

PHILOMVSVS

SPECLATOR
CORNELIA TYNDARIS

CISARI A-

C-L-

AVCTA

43. (m. 0,14

0,20)

44. (m.

0,10X0,14):

C-VOLVMNIO
AMETHYSTO
CN'SERVILIVSINACHVS

ACVRIVS-Sf

TRYrHO/

OLLAMDEDIT

45. (m.

0,16X0,10):

MAN1BVS
ALIS

Dl's

manibus

PO

Nel fare

gli sterri per la costruzione di

dei tramvieri in Via delle


di

Mura

di

Porta

s.

un grande fabbricato della Cooperativa Giovanni, insieme ad un cippo marmoreo


:

m. 0,70

X 0,40 X 0,33,

nel quale leggesi soltanto

M 1VL FELIX

EX////// FIL ////////////


venne rimessa a luce un'anfora

fittile,

alta m. 1,10, ed

una cassa

in terracotta,

lunga

m. 1,32

e larga

m. 0,37.

Via Portuense (Monteverde). Nel terreno di propriet Ercole, non lungi dal luogo dove tornarono in luce le iscrizioni cristiane, appartenenti al cimitero di
i

Ponziano {Nuovo Bullettino di Archeologia cristiana 1897, pag. 133), facendosi lavori per la cava di breccia, sono stati scoperti alcuni avanzi di antichi sepolcri

(formae), costruiti con muri a pietrame di tufo e rivestiti di piccoli rettangoli tufacei. Ogni cassettone misurava m. 1,80 di lunghezza e m. 0,60 di larghezza, ed

aveva un'altezza media di m. 0,50. Questi sepolcri erano a pi ordini in altezza (se ne videro cinque), ed erano divisi l'uno dall'altro da tegole, che avevano i bordi
tagliati; e poggiavano sopra mattoni sporgenti dal muro.

REGIONE

I.

127

OSTIA

Fra la terra
1.

si

sono rinvenuti
ni.

seguenti oggetti:
in cui

Lastra marmorea di

0,37X0,20,

leggesi l'iscrizione seguente:

D
I

M
E

VLI AE Po

T E R N A
5

AMICAESA* CTISSIMAE CVM QVA VI


XIT ANNI VII MENSVIFECITOC
TAVIVS VERNA

2.

Frammento

pertinente alla parte inferiore di una lapide cristiana:

L
3.

AVREN
da una parte:
t

Lastra marmorea larga m. 0,02 e alta m. 0,59, opistografa;

FL AVR

PVERO
dall'altra:
di

PALLADIO INNOCEn IN PACE

issino

LO CU 3 PAULI ET MA...,

che forma croce con altra iscrizione greca

due righe, nella quale leggo soltanto:

IV
4.

BHAOC AKPOATHC
I. L.,

Una lucerna

fittile

con bollo noto (C.

XV,

95).

Si scopr pure

un breve

tratto di antica pavimentazione stradale a poligoni silicei


il

alla profondit di circa

due metri sotto

piano di campagna. Detta strada

si

svilup-

pava

in

curva sulla sommit della collina a nord della Casina Ercole


la strada

e distante
4.

da

questa m. 70;

nel

tratto scoperto

misurava

in

lunghezza m.

E. Ghislanzoni.

Ragione
IL OSTIA

(LATIUM ET CAMPANIA).
LA TIUM.
nell'area
delle

Ricerche

tombe.
dietro

Edifidi preesistenti
il

alla via dei Vigili.

Caserma dei Vigili. Scavo del pozzo, non lontano dalla nord-est All'angolo

Piccolo Mercato.
ossi

tomba degli

lavorati,

alla

medesima profondit di questa, entro la sabbia, se ne scopr un'altra di forma quasi 90 X 0,80), limitala ad est e ad ovest da grossi embrici di terracotta, quadrata (m.
a nord ed a sud da un pezzo di embrice e da sassi informi, peperino, tufo molto compatto, lava leucitica e

un pezzo

di

calcare.

11

fondo della

tomba

era formato di legno

senza tracce

di

carbonizzazione. Sopra questo, uno strato di poltiglia bianca, avanzo,

forse, delle ossa.

Nessun oggetto

fu

raccolto in questa

tomba che

era

stata visitata

in antico:

potrebbero per appartenere ad

essa

due

frammenti di vasi campani a

vernice nera lucida.

OSTIA

128

rinvenne un'urna cineraria


si

REGIONE

I.

A
di

sud del pozzo, sempre nella sabbia,

si

(?)

in

fram-

menti; nel fondo di un'altra urna, forse anch'essa cineraria,


cremazione.

riconobbero dei resti

Nella terra poi si raccolsero dei vasi fittili, tra cui uno (Behn, forma 139) con tracce di colore bruno scuro sul collo e sul ventre, e zone graffite al tornio sul ventre.
Si isolata quindi la

Essa

tomba del pretoriano (ved. sopra Notizie gennaio pag. 23). rotonda (diam. m. 1,90), su base quadrata e costruita in opera reticolata. La

2,20 alta m. 0,50, posa sulla sabbia, approfondendosi entro questa per m. 0,40; onde sar da concludere che, quando fu costruita, la sabbia era gi coperta per 10 cm. Il nucleo pieno fatto con pezzi di tufo e pozzolana rossa: la
base, larga

sepoltura quindi sar stata in alto.

da

notarsi, per,

che

le

misure indicate nel

cippo sono di molto maggiori


libera annessa,

o v'erano altre costruzioni poi distrutte, o eravi area

che

venne poi occupata da altre tombe.

sud

infatti

di

essa

si

incontrarono molti muricciuoli, fondati su terreno di scarico. Poco pi di


dalla Via dei Sepolcri un grande
di

un metro
i

muro
il

parallelo a questa; a nord di esso

resti

un pavimento ad opera spicata. Sotto

pavimento venne

in

luce un

muro

franato,

composto quasi tutto di scaglie di marmo, tra le quali la mano sin. appena abbozzata di una statua molto grande. Nello scarico, sotto lo stesso pavimento, si rinvennero due dadi di travertino (m. 0,44 X 0,46 X 0,34), su uno dei quali rimane traccia del
ferro

della cancellata, che doveva

sostenere.

m. 0,30 sotto

la

sabbia

si

raccolse

un'urna cineraria con ossa combuste.


Circa sotto la fondazione del lato sud della

tomba

del

pretoriano
di

si

scopr

il

piano quasi circolare di

una tomba

(ra.

0,90

0,20), formato

pezzi

di tufi e

malta

con sabbia. L'urna, che stava sopra, fu asportata in antico. In un altro saggio a sud della stessa tomba, di fianco alla Via
sopra la sabbia,
la via suddetta.
si

dei

Sepolcri,

not uno strato di terra battuta, alto

ra.

0,35, che

si

estende sotto

Mentre a destra
saico simile (m. 3

dell' ingresso

della

Caserma,

por chi entra in questa, innanzi

all'ingresso stesso, sulla via, si

ha un musaico con un cratere, a sinistra

un altro mu-

1,80),

in

bianco ed in nero, con un cratere collocato in direzione


si

da sud a nord; nell'angolo sud-ovest limitata da tesselle bianche:

legge in lettere bianche su fondo nero in targa

pr

OC

FECIT-MC-S-ILe ultime due


lettere credo

debbano intendersi

s(ua) i(mpema)

per la lezione

dolle due sigle precedenti non so che proporre con sicurezza.

Un

altro

musaico

accanto a questo, verso sud (m. 2,20

1,90);

vi

scritto in

lettere bianche su fondo nero, entro targa ansata:

FIPOKAOC

enOIHCGN
Nella facciata della Caserma, al di sopra
di questi
il

musaici,
di

si

vedono dei buchi,


baracche

dove erano

inseriti

travicelli

che

reggevano

tetto

queste piccole

REGIONE

I.

l'

129

sopra poi
di quei

OSTIA

addossate all'edificio presso

entrata

al

di

buchi restano
il

l'

in-

cassatura del tetto e l'intonaco, che copriva la linea dove esso toccava

muro.

Sulla Via dei Vigili, innanzi alla Caserma,

si raccolsero

frammenti

d'iscrizioni con

poche lettere,

mattoni con

bolli

C. I.

L.

XV,

39, 41, 69, 277, 951,

1435, 2197.

Fu
Tra
si

poi riconosciuto che questa stessa Via dei Vigili,

fu aperta tagliando e ri-

coprendo fabbriche preesistenti, che sembrano essere state di un edificio termale.


la facciata della

Caserma

dei Vigili e quella della casa che le sta di fronte


sei

scopr anzitutto
e,

una vasca, larga sette metri, con

gradini rivestiti di coccio-

pesto

su questo, di intonaco sottile. Sull'ultimo gradino sono tracce di rivestimento


Il

marmoreo.

fondo

a musaico bianco. Nell'intonaco della parete a sinistra, all'altezza

si vede un pezzo di lamina di piombo. sud di questa vasca se ne vede un altra con tre gradini, che scendono da nord, a m. 1,20 sotto l'ultimo dei quali rivestito di marmo. La vasca fu rialzata pi tardi

dell'ultimo gradino,

il

suo pavimento, che ad opera spicata, ve


all'istessa

n'

un altro

di

eguale fattura. Questo

ultimo

profondit di quello dell'altra vasca.

La

parete est di quella fu distrutta dalla casa che sta di fronte alla Caserma;

quella occidentale dalla fogna che corre sotto la via; quella a sud, forse, da una grande
sala di cui resta
il

pavimento a musaico bianco con fascia nera.


pilastro a sinistra di chi entra nella

Quasi sotto
di

il

Caserma

fu scoperto

un pezzo

muro rivestito d'intonaco dipinto con rappresentanza di pianticelle a lunghe foglie su fondo rosso. Sembra che avesse fatto parte di una latrina.
Queste costruzioni che stanno sotto la Via dei Vigili hanno particolare interesse, per lo studio dei monumenti ostiensi, perch ritengo che debbono appartenere al primo
secolo dopo Cristo, del quale periodo

abbiamo
attribuire,

solo
e

pochi resti di fabbriche in Ostia

che indubitabilmente
Sotto
il

vi

si

debbono

quindi pochi termini di paragone.


si

selciato,

sopra le costruzioni distrutte,

scoprirono

seguenti tubi di

piombo
di ni.

iscritti:
1.

Lungo

il

lato settentrionale

(di fronte alla

Caserma)

per una lunghezza

27,40 (diam. m. 0,075):


a)

IMP CAES TRAIAN HADRIANI

SVB CVR
b)

HYLAE AVG

LIB

AVG PROC

ALARCIVS EVTYCHESFEC
I.

ripetuti molte volte (C.


nali, e in altri

L.

XV, 7738).
C. I. L.
;

In certi punti

il

tubo era coperto con ca-

con la parte superiore di anfore a grosso ventre. Sul manico di una


si

di

tali

anfore

legge la marca

XV, 2966

b; e su quelli di

un

altra,

in

uno:

SEP1EPI

(palma) e sull'altro:

SEPI

2.

Lungo

lo

stesso lato, di fronte all'ingresso delle


C. I. L.

Terme

(lungh. m.

11,00;

diam. m. 0,13,

cfr.

XV, 7743)

AVG
Nella parte opposta
Notizie Scavi 1912
il

ANTONINI AVG SVB CVR FLEG LIB- PROC OF OS HERC N


numero Vili ed accanto una
Voi. IX.

stella a dieci raggi

17

OSTIA

3.

130

REO10NB

I.

Attraverso la strada, in direzione da sud-ovest a nord-est, in due tubi con-

giunti (lungh. totale m. 6,40; diana, m. 0,12):


a)

IMP M AVRELI ANTONINI AVG SVB CVRA RATI HERMIPPI AVG LIB PROC EX OFF HIEROCLETISI LIB
IMP CAES

(c)

b)

M AVR

SEVERI ALEXANDRI
LIB

VVPP PROC AGRICOLAE AVG


cio:

AVG SVB CVRA RATI EX OFF HIEROC AVG LIB


cura

Imperatori)

Caes(aris)

M. Aur(eli) Severi Alexandri Aug(usti) sub

rali(onalium)

v(irorum) p(erfectissimorum), proc(uratoris) Agricolae Aug(usti) ex libarti) officina) ffieroe(letis) Aug(usti) lib(erli). nuova la menzione dei
(cfr.

ratioaales viri perfettissimi

Dressel,

CI.

I.

XV,

pag.

909; Hirschfeld,

Ver-

e seg., 281). Simile la leggenda di un frammento di tubo (in. 0,50; diam. m. 0,11), rinvenuto innanzi alle Terme, sempre sotto i selci, ma non a posto:

waltungsbeamten, pp. 34

4.

in P CAES
S

C VIBI TREBON GALLI PII FEL AVG NC VB CVR RAT VV PP PROC HES / / RI ANO EX O ff

. .

notevole anche per l'epoca tarda


si

(a.
:

251-253).

Negli scarichi sotto la via

raccolse

Marmo. Tre frammenti


:

di lastre

iscritte,

forse tutti appartenenti a epigrafi imperiali


1.

(m. 0,08

X 0,25 X

0,065

altezza

2.

(m. 0,1 10

X 0,07)

delle lettere,

m. 0,06):

DIVI
3.

VI
alt.

(m. 0,10

X 0,45X0,027;

delle lettere

m. 0,05):

TRIVI

Terracotta. Mattoni con

bolli

C.

I.

I.

XV, 74
e

(2

es.),

103, 104, 262, 277,

295

a,

903, 958

a,

1015, 1432, 1434, 1435, 1569

Q
(cfr.

LLVRI

I.

L.

XV,

1253). Anfora con la marca sull'ansa:


:

PPCCA.
a,

Lucerne, tutte della


tralcio

forma Dressel 20
di

C. I. L.

XV, 6296 a
foglie

20, 6357,

6460

6502 ed una con

vite con

due grappoli

nel disco.

Parte inferiore di maschera con segni

che indicano peli sul labbro superiore, sotto l'inferiore e sulle gote (m. 0,05 X 0,045). Vasi. Ferro. Uno sperone (m. 0,17). Bronzo. Un pane di gr. 1250 ed altri oggetti.

Sopra un pezzo di affresco vedesi dipinta la facciata di un tempio. Da una fogna che passa sotto la vasca settentrionale su citata si sono estratte

12 monete

di

bronzo con ossido di

ferro,

una laminetta, anche

di bronzo, forata

alla

REGIONE

1.

131

OSTIA

estremit e avente nel centro un'asticella per un movimento come quello della chiusura di una borsetta, e altri oggetti pure di bronzo, un balsamario e frammenti di
vetro, dei grani

da collana

ecc.

sotto la

stata estratta la terra dal vano che stava sotto la seconda branca e da quello

prima branca della scala della Caserma sulla Via della Fontana. Questi due sottoscala non hanno alcun rapporto n con l'interno, n con gli ambienti vicini. Furono dunque o
la

stanza pel portiere, o una piccola bottega. I muri sono tempestati

da buchi per chiodi. Nel vano sotto la seconda rampa si rinvenne grande quantit di selci informi, di scarto cio di selci da strada. Negli scarichi si raccolse la parte
superiore di un'ermetta di

XV,
il

0,115) e mattoni con i bolli G. I. L. 19, 24, 103, 115, 165, 1435, 1436, 2197, e Notizie scavi, 1909, pag. 129. Sono state pure spurgate le fogne sotto la Caserma; da quella che passa sotto
(m. 0,075

marmo

Cesareo vennero in luce vasi di terracotta di varia forma.


*

Fu
essa
i

ripreso lo sterro

della via

che corre

lungo

il

lato nord della


il

Caserma. In

poligoni di selce sono conservati nel tratto presso


il

muro

orientale del por-

tico dietro

teatro sino quasi alla

Via della Fontana: nel

tratto, per,

presso questa,

essi sono sconnessi.

Qui

si

raccolsero due frammenti di iscrizioni marmoree.

Il

primo

di (m.

0,105

0,152

0,025)

opistografo e reca

da una parte:

VLLA

VM

dall'altra soltanto:

BVS

In un altro frammento di (m. 0,06

Finalmente

si

0,145) rimangono solamente le lettere ebbe una lucerna fittile (C. I. L. XV, 6296; forma 18).
*

IVLLI

I.

Fu

poi compiuto lo sterro del vano dietro

il

terzo del lato meridionale del piccolo

Mercato. Misura m. 10,25

4,30;

la parete

pi alta di m. 5,40. La volta, a botte,

era intonacata. Le pareti sono, come quelle del Piccolo Mercato, in opera reticolata con ammorsature e ricorsi di mattoni. La porta meridionale, che d sulla via, larga m. 3,55. Altre due porte, una ad est, l'altra ad ovest, danno negli ambienti laterali.

ad est stata chiusa in due tempi diversi. m. 2,50 comincia a sorgere un muro alto m. 1,45, con un'apertura nel centro. Nel vano, cos incavato, in fondo, addossata alla parete, una mangiatoia, alta dal Di
esse, quella

suolo m. 0,75. L'ambiente era certamente una stalla.

Negli scarichi

si

raccolse

Marmo. Testina muliebre con

capelli gonfi alle orec-

chie e annodati sulla nuca (m. 0,065). Bacinella con quattro sporgenze a mo' di ansa, in una delle quali un foro che va al fondo della bacinella stessa. Frammento di

sarcofago in cui

Frammenti

di

si veggono due code di delfini che una lastra di giallo, iscritta:

si

toccano (m. 0,11

X0,37

0,035).

OSTIA

(in.

132

2.

REGIONE

I.

1.

0,16

0,05

0,03)

(m. 0,23

0,20

0,03; m. 0,085

X
e
i

0,085X0,03):

AESA
VI

PM

'

TRIB- /)OT

"TER

Altri pezzi di lastre iscritte, nei quali restano poche lettere.

Bromo. Frammenti
C. I. L.

di

statue ed

altri.

Terracotta.

Mattoni

con

bolli

XV, 107

1081.

Collo di anfora con le lettere:


in

PCC

dipinte in

rosso;

altro con la lettera

egualmente dipinta
rosso e lettere
di pesce.

rosso.

Frammento
in

di anfora

con poche

tracce di

lettere grandi in
liscile

piccole

nero.

Fondo

di anfora con

Lucerne:

C. I. L.

XV, 6445 (forma

Pelvis (diam. m. 0,42). Dressel 20),

5318 (forma 31), con animale alato in corsa nel disco e cerchi sul margine (forma 24), con due aste (?) nel disco (forma 20). Gesso. Tappo di anfora con avanzo di poche lettere. Osso. Piede quasi cilindrico di mobile, diviso in due zone: l'inferiore

ornata di foglie e limitata


di

una figura

tra

superiormente da un oggetto su cui si vedono le gambe foglie (m. 0,06 0,03). Altro piede di mobile, esso pure quasi

cilindrico (m. 0,04; diam. m. 0,026).

Anche
Eseguito
in

sotto
fatti

l'atrio

della

Caserma rimanevano
al

resti

di

costruzioni
il

anteriori.
si
il

un cavo dinanzi

Cesareo,

in.

1,70 sotto

piano presente,

scopr un pavimento

in opera spicata.

Lo

scarico sopra questo

pavimento

doppio

primo sotto
l'altro

il

pavimento presente, alto m. 0,60,


di

composto di materiale buttato alla


di

rinfusa ed arriva fino ad un battuto di calce con un p di coccio pesto; sotto a questo
strato di pezzetti di tufo,
il

frammenti

anfore e di tegolozza.

Verso
del portico,

lato

nord dell'atrio, in un mattone, che stava in opera in uno degli archi


il

si

lesse

bollo

C. I. L.
l'atrio,

XV, 1066
di

(e.

a.

123

d.

C).

coperta da tegoloni messi alla cappuccina con vlta superiormente. In questi tegoloni non si letto alcun bollo.
fogna, che corre sotto

La

m. 1,65

X 0,60,

Nel sistemare la camera all'angolo nord-est, tra il terzo ed il secondo pavimento, cominciando da sopra, si rinvennero, dentro di un collo d'anfora adoperato per riempitura, ed era chiudo da un lato col fondo di un altro vaso, le seguenti monete di
bronzo: 1-3. Augusto, Cohen 2 228, coniate sotto Tiberio;
4,
id.,

id.

229,

id.

5-8.

Agrippa, 14-16. Germanico,


23.
id.,

id.

3; 9-11. Tiberio,
id.

id.

14

(a.

36);

12.

id., id.

24?; 13.

id., id.

27 14

(a. (a.

10);

9,

coniate sotto Claudio;


id.,

17-22,
id.,

Claudio,
id.

id.

41);

id.

47

(a.

41); 24.
lo

id.

72

(a.

41); 25

84

(a.

41).

Fu completato anche
con vlta a crociera, con

scavo dell'ottava camera sul lato sud (m. 5,25

4,35),

tre finestre a feritoia al posto di altra

che

si

era cominciata

a costruire. Nella parete ovest una porta che fu chiusa in tempo molto antico. scavo all'angolo nord-est ha fatto riconoscere a

Uno

m. 1,60 sotto
frammenti

la soglia della porta

un pavimento

fatto di calce, con pezzetti

di tufo, e

di

mattone. Lo scarico

REGIONE

I.

alto

133

fatto di

OSTIA

doppio: quello superiore, alto m. 0,70,


inferiore,

avanzi di costruzioni distrutte,

quello

m. 0,90,

di terra
il

con qualche pezzo di mattone.


superiori,

Anche

in

questa camera, come in altre, manc

materiale dei piani

che era stato

completamente asportato. Si raccolse un vaso di terracotta, coniforme, con labbro diara. della bocca m. 0,34). aperto (alt. m. 0,25
;

Nei lavori della Caserma


vestita (m. 0,114);

si

raccolse la parte inferiore di una statuetta marmorea,


di

un frammento

una piccola erma


129

di giallo (m.

0,092) e mattoni

con

bolli

C. I. L.

XV,

41, 69, 80, 100, 185, 299, 423, 562, 606, 622, 910, 958a,
e

1044, 1279, 1434, 2203

Notizie 1909, pag.

Fu completato
del Piccolo Mercato.
di vlta a botte.

lo

scavo nella stanza dietro al quinto vano del lato meridionale

Misura m. 8,30

4,50

la porta larga

m. 2,70. Era coperta

Fio.

1.

Lungo

la

parete

orientale

corre una fogna (m.

0,12)

coperta

da tegoloni

sesquipedali, messi alla cappuccina e coperta pure da vlta.

Lo scavo
gendosi verso

fu
il

quindi portato sulla strada

che

corre

innanzi a questi vani, diri-

tempio

di

Vulcano.

Marmo. Piede di statua, con sandalo legato mediante nastri, Frammento di gamba (ni. 0,80), scalpellato superiormente grandezza per adoperarlo come masso di pavimentazione. Antetissa (m. 0,25X0,215X0,12), che cos mi interpreta il prof. Mariani: di un'edicola sacra a divinit egizia; i
Qui
si

raccolse:
al

di

naturale.

simboli sono quelli di Sobku, cio


fiancheggiato dalle due penne

il

disco solare che

si

eleva da un bottone di loto,


(fig. 1).

d'aquila e

dai due serpenti urei

Piombo.

Lamina

iscritta,

avvolta intorno ad un bastoncello di osso: un amuleto, che sembra

OSTIA

134

REGIONE

I.

di

epoca piuttosto tarda.

Terracotta. Mattoni con


Notizie 1910,
pag.

bolli

CI.

L.

XV,

69,

255

a,

363, 405, 693, 876a, 2219,

102

/
:

in

giro;

nel

centro Bacco coronato, in piedi, di fronte, volto a


nella destra abbassata ed una pantera ai piedi.
delle quali

sin.,

con tirso nella sinistra, cantaro

Lucerne, tutte della forma Dressel 31,


bollo

una

col

signum

Christi.

Ansa

di anfora col
si

RO

AA.

Presso le fondazioni del muro repubblicano

raccolsero due lucerne a vernice

rossa (Dressel, forma 2), delle quali una col rilievo di una rana nel disco.

In Ostia Moderna, da un

muro

di di

una lastrina marmorea probabilmente

una casa del principe ldobrandini fu estratta colombario (m. 0,14 X 0,155) con l'iscrizione:

MESIIII

M-AEMiLIVSHER VA-

M-X

D XX D M
Nel mezzo dei versi 2 e 3
rilevato
si

un disco o patera.
pure in
Ostia

Due
dove
si 1.

lastre

marmoree

iscritte

rinvennero

Moderna

nell'area

costruiranno le nuove case popolari:

(m. 0,33

X 0,33)

2.

(m. 0,44

0,15):

EGRILIAEPIAE
L

ALFACIVS

EVSEBES

FECERVNTSIBIET
LIBERISSVIS-LIBERTIS

CPOMENTlNVS- FELIX
IVLIA

C L APOLLONIA

CE

SVO FECiT

LIBERTABVSQVEQVE -EORVM INFRON PXX-INAGP-XX


POSTERIS

LBVCIVS- ANTIOCHVS

D. Vaglieei.

REGIONE

I.

135

POMPEI

CAMPANIA.
III.
Il

POMPEI

Continuazione dello scavo della Via dell' Abbondanza.


mese

Sopraintendente ai Musei ed agli Scavi prof. Vittorio Spinazzola ha comunicato

la relazione

seguente intorno alle scoperte avvenute durante

il

di aprile.

Scoperta tutta la fronte delle isole


cienti

XI

della reg.

IX
il

VII della
Via

reg.

I,

prospilo

V una da nord,
scavata

l'altra

da sud

il

medesimo

tratto di

dell' Abbondanza,

scavo stato continuato verso oriente, per ricongiungere


parte gi
fra
le

tratto ora scoperto con la


il

della

citt,

scopo che
e

si

ottiene
I.

liberando dalle terre


si

tratto

isole

della reg.
lato,

anche nell'altro
fuori
le

IX e VI sommamente
dove

della reg.

Intanto

continuato

lo

scavo

notevole pei suoi cenacoli, dove cominciano a venir


reg.

fronti

delle isole

XII della
alti,

IX

VIII della reg.


architravi
e

I.

Si principiata la

esplorazione dagli strati

essi

erano rimasti intatti, giungendo in profondit,


dei vani
sottostanti.

dove pi dove meno,

tino

al livello

degli antichi

Gli architravi sono stati immediatamente sostituiti con travi o di legno o di ferro per
assicurare

solidamente

le

sovrastanti

fabbriche,

consistenti

ora

in

cenacoli, ora in

balconi sporgenti, ora in tettoie pensili, ora in semplici alte pareti che arrivano fino
al

piano attuale della campagna. Sono intanto avvenute

le

seguenti scoperte.

A)

Lato occidentale dello scavo.


I.

Reg. IX,
all' inizio

ins.

VII.

Procedendo da est ad ovest,

della parete occidentale dell'isola, all'im-

boccatura del vicolo occidentale, sono apparsi due programmi elettorali, l'uno e l'altro
dipinti sullo zoccolo
laterizio (').
lettere alte

Nel primo, in
1.

m. 0,30

m. 0,12,

si

legge:

CN AVDIVM
AED CLIENTES ROGANT

Ricorre qui la prima volta

il

nome
e

del candidato Cn. Audius,

Audia
C.
I.

ci

era stata ricordata

nelle

Apochae
CLI, 16

Iucundianae
a, b).

(cfr.

mentre la famiglia Tabulae ceratae,

.,

IV,

Suppl.

I-CXXXVIII
non

(')

Quando, come

lai,

indicato

il

coloro del programma,

deve intendersi che rosso.

POMPEI

136

REGIONE

I.

Nel secondo,

sull'alto

dello zoccolo stesso,

ed

in

lettere nere,

alte

m. 0,21,

m. 0,12, leggesi:
2.

HERENNIVMETSVETTIWA
K.D

QVACT1LIARI

ROGANT

candidati di questo programma:


1.

(K) Herennias
-

(Celsus) e
1).

(^4.)

Suettus
cosi

Verus),
in

erano gi noti (C.

L.

IV

indices

pag. 770:

col.

Non

era

nota

Pompei
vare
il

la corporazione qui ricordata.

Quacliliarii o Coactiliarii

come mi
L.

fa ossern.

direttore prof. Spinazzola, erano fabbricanti di feltro,


ib.

cfr. C. 1.

4504
breve

(lanarii coa[c~\tores, ib. n. 4505;


il

VI

n.

9494 (lanarius

coactiliarius).

passo dalla forma normale coactiliarius alla forma pompeiana quactiliarius.

Anche

questo del resto trova un eco nella forma quoaclile che ricorre nell'editto di Diocleziano 7,52. Ved. inoltre H. Thdenat in Dici. d. ant. gr. et rom. sub. v. lana pag. 920.

Nulla pu
n.
1

dirsi della destinazione

che ebbe nell'antichit la bottega od

il

vano
il

dell'isola, nulla ancora apparendo di quel che potrebbe servire a determinare


vi si

commercio che

esercitava;

chiaro per che trattasi di una bottega,

il

che
si

dimostrato dalla spaziosa apertura per cui l'ambiente comunica colla via.

qui che

sono ora compiute opere di restauro e di assicurazione delle quali l'Amministrazione


di

Pompei andr sempre superba. Furono descritte nella relazione del mese
di

scorso (pag.

108

sg.) le quattro

grandi
si

protomi

divinit qui apparse al disopra dell'architrave, e nello stato in cui allora

trovavano non appena ritornarono alla luce. Erano esse dipinte sull'intonaco di altrettanti pesantissimi blocchi di muratura, fatta di piccole pietre irregolari, cementate con

malta

di

pessima qualit ed

in

istato

di

decomposizione:

le

discontinuit fra l'un

blocco e l'altro, ed insieme le impronte ai margini superiore ed inferiore dei blocchi stessi, chiaramente attestavano una insolita grossa armatura di legno, che dovevasi
ricostruire per tenere al loro posto le protomi divine.

Essa componevasi

di

due archi-

travi paralleli, l'uno all'altro sovrapposti secondo l'altezza corrispondente all'altezza

dei blocchi, e fra loro concatenati


assi di legno squadrato, disposte

merc

l'inserzione, fra l'un blocco e l'altro, di robuste


si

verticalmente. Tale stata la costruzione che

dovuta ripristinare, con un lavoro faticosissimo di precisione, sostenendo i pezzi con leve, sottoponendo gli architravi, ed innestando fra i blocchi le nuove assi al posto delle
antiche.

Riuscito egregiamente questo


alla ricomposizione

singolare,

difficilissimo

restauro, si

dato
6,

mano
largo

dell'ampio

balcone sovrastante,

lungo internamente m.

m.
in

1,20, e risultante di un solido pavimento di cocciopesto, circondato da un parapetto

muratura, rivestito d'intonaco levigato, pure

di cocciopesto, alto soli

m. 0,35. Questo

pavimento, di cui manca la sola estremit orientale, stato solidamente assicurato


suo posto insieme col basso parapetto, conservato soltanto nel lato occidentale per met' quasi, nel lato meridionale.
al
e,

ben

noto come

maeniana

di

Pompei

fossero per lo pi superiornjente coperti

REGIONE

I.

e ci

137

alquanto diversa,
e di

POMPEI

da
di

tettoie;

pu

forse affermarsi per parecchi dei balconi

venuti fuori dallo scavo

questo tratto di via.


Il

Ma

qui la cosa
il

gran lunga pi

interessante.

balcone in parola ha

pavimento sensibilmente inclinato dall'estremit


fori,
il

orientale verso quella occidentale, dove sono due

primo nell'angolo nord-ovest, scaricante in un condotto di piombo, che entra per apposito foro nella muratura ed an-

dava ad alimentare una piscina nella bottega; il secondo nell' angolo sud-ovest, che si scaricava sulla via. L' interessante costruzione, quindi, mentre funzionava da impluvio
pensile, era

un vero

proprio balcone.

Nella relazione del mese scorso (pag. Ili) fu fatto cenno dello scoprimento, di un dipinto, rappresentante la Venere Pompeiana, il quale fa riscontro, sul pilastro sinistro
della bottega, all'altro sul pilastro opposto rappresentante una solenne
col
il

pompa sacra

simulacro della Dea Cibele, e numerosi ministri del culto

e tibicini

che ne formavano

corteo,

mentre presso

il

simulacro del

nume ardeva

l'ara del sacrificio (pp. 106, 110).

Per disporre del sodo sopra cui armare il castello che servito per il restauro or ora descritto, il dipinto rappresentante la Venere Pompeiana dov essere subito ricoperto
e rimanere sotterra, e solo ora, a restauro compiuto, lo si potuto interamente scoprire.

Un ampio campo

di stucco bianco, di

m. 1,56

1,20, al disopra dell'alto zoccolo rosso,


nella parte

occupato da questo prezioso dipinto; il campo stesso un festone di foglie verdi, formato con nastri rossi ed

pi alta adornato da

affidato a tre chiodi equidistanti,

pittoricamente rappresentati. Tutta vestita di una tunica di colore paonazzo, Venere


(tg.

1) mostrasi

ritta

in

piedi (altezza m. 0,90), di prospetto,

il

viso

rivolto

un

po'

a destra. Essa adorna di molti gioielli: sulla fronte, un


centro, dove incastrato un grosso rubino
circolare;
alle

diadema

d'oro rialzato al

orecchie, che appena ap-

pena
tre

si

mostrano sotto

la copiosa capigliatura, orecchini d'oro in


le laterali in

forma

di grappoli

di

perle,

due delle quali,

ciascun orecchino, assicurate,

come

fossero ci-

liege, a lunghi picciuoli; al collo, un monile fatto di due lacci d'oro, dall'uno dei quali,

dall'inferiore,

pendono otto foglioline

di olivo,

lanceolate, pure

di

oro;

alla

mano

destra, un anello d'oro con grosso rubino circolare, infilato all'indice; e sembra vi sieno
altri anelli

pi piccoli con

gemme
due

bianche nelle altre dita; alla


il

mano

sinistra, cinque

anelli d'oro con smeraldi circolari, oltre all'accennata tunica,

pi grosso, pure

infilato all'indice.

La dea

veste,

indumenti, l'uno sottoposto alla tunica stessa, ed un camice bianco, visibile in gi sui piedi l'altro sovrapposto, ed un manto ampio di color paonazzo, anch'esso tutto adorno di galloni, di ricami e di frange d'oro. I lembi
altri
;

verticali del

manto recano larghe zone

di

ricamo; l'orlo inferiore un grosso gallone


d'oro

massiccio;

il

campo
Venere

della stoffa, dal seno in gi, occupato da un trapunto

disposto sopra cinque ordini orizzontali sovrapposti e fra loro separati mediante cor-

doncini

d'oro.

(tale

l'

intenzione dell'artista,

ma

l'

effetto

raggiunto non

scevro di pecche) avvolge


sulla vita,
la

mano

il gomito destro nel manto e, portando la mano a sinistra, rende di prospetto visibile l'accennato trapunto del manto e stringe con destra stessa un ramo di olivo a tre ramoscelli dalle foglie di coloro verde

cupo, coperte di oro nelle nervature.

La mano

sinistra sporge anch'essa dal


si

manto,

ravvolto pel lembo inferiore al gomito dello stesso lato, e


Notizie Scavi 1912

appoggia

al

timone ca18

Voi. IX.

POMPEI

138

mano
I

REGIONE

I.

povolto, di color giallo, mentre


scettro d'oro,

l'indice della stessa

basta a trattenere l'alto

poggiato di contro alla spalla sinistra. che lasciano vedere anteriormente le dita.

piedi portano semplici sandali

primo, ritto presso la base, a corpo cilindrico, dove rimane tenendo dea('), si distese le sue ali rosso-cupe per reggere con ambo le mani un disco argentato, ampio quanto il suo torace, munito di manico cilindrico e adorno, alla periferia, di una serie
11

Ad

arricchire la rappresentanza, concorrono tre

Eroti.

erge sopra uno sgabello, o

di

ornamenti a punta che fanno apparire

l'

utensile, lo specchio evidentemen/e, quasi

Via.

1.

come una ruota


alla dea,

dentata.

L' unico

indumento
stoffa

di

cui coperto

questo

Erote accosto
il

un ampio drappo di pesante lembo inferiore non copre le ginocchia.

vellutata, di color

verde-cupo,

cui

Vola da destra verso

la dea, all'altezza della spalla sinistra di essa,

un secondo

Amorino

dalle ali fosche, dai malleoli cinti di armille, alle cui spalle svolazza, agi-

tato dal vento,

un leggero velo scuro, passato intorno

al

collo: con la

mano

destra

protesa egli reca una

palma;

con la sinistra accostata al petto un basso cesto cilin-

drico, ripieno di foglie verdi.


(')

Per

la presenza di questo Erote,

che

si

vale di uno sgabello per raggiungere l'altezza del

seno della

Venw Pompeiana

stante, cfr.

Hclbig, Wandijemlde, mi. 60, 65, 295 e 296. Ini stesso

particolare ricorre in un dipinto analogo, ancora inedito, scoperto nella villa scavata dall'oli.
alla Pisanella (Boscoreale) negli anni

De

Prisco

IP03-1905.

REGIONE

I.

opposta vola
il

139

il

POMPEI

In direzione

verso

la

Dea

tergo Erote, le

ali

azzurrognole,

piedi con armille,

velo verde-cupo, svolazzante alle spalle, recando con le due

mani

protese una corona di foglio-line verdi infilate ad un nastrino di coloro scuro. L'elfetto
dell'

insieme di questo

dipinto solenne, maestoso, quale


di

si

conveniva alla rappreall' artista

sentanza della

Tyche
e l

Pompei,
le

fa

ben volentieri perdonare


disegno, quali
il

qualche
e,

imperfezione qua
l'opposto,

nelle linee

del

seno

quasi assente

per

anche troppo pronunziate. Non si pu in fatti non riconoscere che il dipinto, con tutto questo, , e rimane sempre, magnifico e senza dubbio uno dei pi belli della serie che nuora possediamo.

l'addome

con

Sul campo inferiore sinistro del dipinto


tere, il
3.

fu

scritto

a pennello, ed a grandi let-

programma:

HELVIVM/>
sinistra,
e in

Immediatamente a

sullo

stesso

pilastro,

leggonsi

questi

altri

pro-

grammi, incominciando dall'alto


4.

basso:
5.

GAVIVM
D-ID-O'

CALVENT1VM-I
I7-V-I

d-infector.es

ROG

Anche un
sibile leggerlo

altro

programma
segue,

il

sotto quello indicato col n. 4;

ma

non

stato pos-

esattamente sotto

bianco velo di calce che lo nasconde: all'opposto,


la

sotto

il

programma che

non ostante

dealbatio, leggesi chiaramente:

6.

A-SVETTIVM-VERVM
AED D R 0=

pi gi, interrotto a diritta dal bordo occidentale dello zoccolo sottostante alla Venere Pompeiana, leggesi il programma di color nero:
7.

Un p

PAQV V M Pi

F[f]o[culum~\

D
Notevole nel programma 5

la

menzione

di

un'altra corporazione

essa pure comparisce ora per la prima volta. Sulla via di

pompeiana che Stabia s'era gi letto un

programma
colorenti in

col

quale

Postumio

Proculo
I.

o/feclores; e lo Zangemeister (C.

per la edilit dagli annotava: L. IV, 864) infectores, qui alienum

veniva raccomandato

lanam coiciunt ;

offectores

qui

proprio colori

novum

o/Jciunt.

Fe-

stus. Pauli, pag. 112 M: offeclores colorum infectores. Id., pag. 192. Nel programma di Calvenzio abbiamo ora per l'appunto gli infectores.
*

Il

n.

un'altra

bottega

dalla spaziosa apertura,

cui stipiti

sono rivestiti

Al disopra dell'architrave si qui mostrato al momento dello scavo un altro interessantissimo e nuovo insieme: una tettoia giacente intatta al posto
di

rustico intonaco.

POMPEI

140

REGIONE

I.

suo originario, distendentesi con la sporgenza di tre tegole per tutta l'ampiezza del sottostante vano, per l'un capo incastrata nel fianco del balcone or ora descritto, e per
l'altro

capo confinante col capitello orientale del prossimo ingresso n. 3; ed immediatamente al disopra della tettoia, uu grande vano che doveva essere inframezzato da pilastri. Tre pilastri, in fatto, larghi m. 0,4U X 0,20, alti (misura del medio
completo) m. 1,65, formati con
blocclii di tufo di

Nocera, l'uno all'altro sovrapposti e


;

rivestiti di stucco, furono trovati ciascuno al propria sito, abbattuti


la
si

cos che, rassodata


pilastri,
le

muratura

fra il

nuovo architrave, che


essi,

fu subito apprestato, e la soglia dei

va provvedendo al rialzamento di

ridando vita a questo cenacolo singolare,

cui quattro aperture misurano costantemente m. 0,70 ciascuna, e di cui la parte cor-

rispondente a sinistra, che mancata fino al giorno 30,

stala rinvenuta dietro la

fronte dell'isola opposta, dietro il vano n. 3, Reg. I, Ins. VI, a m. 5 dal suolo, a m. 12 di distanza dal sito originario. La parte recuperata, consistente in tre blocchi
rivestiti dello stesso stucco bianco, ricostituisce per circa

un metro

di altezza lo stipite

mancante, ed

stata subito ricollocata anch' essa al suo posto.

Sotto questo cenacolo,

come ho

detto, tornata a luce

avvertire che le tegole che la formavano, intiere ed in frammenti,

una tettoia; e qui devo si vanno restaurando:

come pure
stabilito
fra
il

si

vanno ricucendo e cementando

tutti

pezzi di ciascuna di esse, avendo

sig. direttore prof. Spinazzola che la ricostruzione della tettoia (che sar
il

poco un fatto compiuto) sia fatta semplicemente ed unicamente adoperandovi materiale antico.

11 vano n. 3 l' ingresso di una casa dalle ante in muratura, rivestite di rustico intonaco con due capitelli corintii in tufo di Nocera, rivestiti di un considerevole

strato di calce, in gran parte disgregato. Sul pilastro orientale sono apparsi

seguenti

programmi,
8.

dei quali l'uno sull'alto della parete, l'altro sopra lo zoccolo:

POPID![wm]
[e]cvNDVM-A[[<;i.] op

9.

PVED1VMNVMIANVM
aed

v a

conivnctvs

FACIT
I

metri, non

vani che seguono, procedendo sempre verso ovest, per la lunghezza di dodici si sono potuti toccare, dovendosi prima di tutto mettere da parte ed a mano
restaurare le tegole di una seconda

mano

grande

tettoia, scoperta intatta al posto suo,

e svolgentesi per cinque tegole

di sporgenza e

( per la lunghezza di m. J,60 a partire

dallo stipite sinistro del vano n. 4. Questa grande tettoia,

il

cui

stillicidio veniva

a cadere nel mezzo della via,

appena che sar ricollocata al posto col suo antico materiale, dar alla via stessa un nuovissimo aspetto, mentre risulter che, salvo
quasi tutta
la

brevi interruzioni,

fronte dell'isola
il

aveva delle
e

sporgenze (balconi,

tettoie) che proteggevano dalla pioggia

marciapiede,

dalla pioggia e dal sole gli

ingressi delle botteghe.

Seguono

altri

due vani

n. 4, 5,

sopra

quali stata subito assicurata la parte

alta della fabbrica

merc

la sollecita inserzione degli architravi di legno.

La muratura

RKGIONE

I.

di

141

POMPEI

superiore,
la

il

cui rivestimento andava facendosi al

lunghezza

momento della catastrofe, offre per metri 14,60 la sua superficie esterna coperta del solo primo strato
un cornicione, salvo piccole
interruzioni,

rustico d' intonaco con la bosso, sporgente di

conservato per la medesima lunghezza. Succedono altre due botteghe, gi da tempo scavate, e con le quali termina la fronte dell'isola.

Ecco
al

pochi oggetti qui raccolti durante


tettoia.

disopra della grande

il

mese: giorno

1,

nel terreno vegetale


anteriore, appar-

Terracotta. Zampetta
in.

sinistra

tenuta alla statuetta di un feliuo, lunghezza


stanze.
1'

0,072; giorno 5, nelle stesse circodi

Osso.

Una

fuseruola, larga
e l'altra

m. 0,03, adorna

cerchi

concentrici e con

bombata; giorno 20, al disopra del terz' ultimo vano dell' isola e nelle terre gi smosse. Bronzo. Un chiodo a corpo quadrangolare, lungo m. 0,11; giorno -?5, dietro il pilastro destro, del vano n. 1 (bottega con le un campanello da protomi divine), a m. 0,30 dal cielo dell'architrave. Bromo.

una superficie piana

porta, della solita l'orma cilindrica, alto


e l in frammenti,

m. 0,12. Finalmente,
/,.

fra le tegole raccolte


I.

qua
g).

due

di esse col bollo:

liumachi Erotis (C.

L. X,

8042,48

B) Lato medionaie della via.


II.

Reg.

I,

ins.

VI.
si

Meno
sono

che per
all'

il

vano

n.

3,

come

fra

poco

vedr, le opere
in

di scavo

qui

si

contenute
il

altezza

dei

piani superiori.

Si

muratura ed

vano di una finestra al disopra della bottega

primo luogo assicurata la n. 3, mettendo in opera

l'architrave. Sullo stipite destro di questa bottega,

ad altezza d'uomo,

comparso

il

programma
10.

POPID1VM SECVNDVW

AEDDR-PO-VF
I

VVBNBM- PROBVM
DIGNVS- EST

Le
dando

lettere del

primo verso misurano


verso,
le

in

altezza m. 0,27.
in.

Le

altre

vanno degra-

tino all'ultimo

cui lettere sono alte

0,10.

Succede immediatamente
la

la facciata

di

un unico

edilicio, fronteggiante la via per

bianco,

lunghezza di pi di 10 metri, facciata che ha in alto un cornicione di stucco come di stucco bianco ha pure le mostre superiori dei vani del piano teril

reno. Semplici pilastri di stucco (ne visibile

primo a

sinistra),

leggermente
il

ri-

levati sulla parete, partono dal marciapiede per raggiungere e sostenere

gi indicato
di calce
si

alto cornicione. Nel

campo

del

primo vano, tinto, sopra la solita

mano

legge

il

programma:

11.

CCALVENTIVM
S1TTIVM

-MAGNVM-IIVIRl-D
cf

POMPEI

142

REGIONE

I.

Un
in

altro vano di bottega dello ste.sso edificio stato appresso assicurato con
di

una

trave di ferro al posto dell architrave. Seguono poscia, in alto, due vani

finestre

una

facciata rivestita d'intonaco rustico, e tre vani sottostanti,

cui architravi sono

stati

tutti sostituiti
si

per assicurare la stabilit della costruzione. Al disopra del pen potuto ricavare al posto suo
/'

ultimo architrave

squadrata, sporgente sulla via per ni. 0,44, attraverso


tura.

impronta di una grossa trave il rispettivo foro nella mura-

Sembra

verisimile che insieme

coti

altre,

messe sullo stesso allineamento, do-

vesse sostenere qualche cosa che non appare chiaro qui,


fronte dell'ingresso
stati qui pochi,
n.
1,

come non apparve chiaro


Ins.

sul

della isola contigua (Keg.

I,

VII).

travamenti sono

ma

alcuni di essi notevolissimi.

Fig. 2.

Lavorandosi il giorno 17 per preparare che precede da oriente l'altro caratterizzato

il

posto al

moderno architrave, nel vano


in gesso della
i

dall'

impronta

trave, gi

descritta, proprio all'estremit sinistra dell'architrave, sono venuti fuori


getti,

seguenti og-

m. 0.42
tordici

evidentemente caduti dal piano superiore: un urceo di terracotta, mouoausato alto un fondo di anfora, nel quale, pi o meno arrotondate dall' uso, erano quat;

pomici

un mazzetto di scorie,
si

rifiuto

di

una

fusione di

metallo.

Insieme

con questi oggetti, di poca importanza,


riprodotta dalla
fig.

raccolse una magnifica spalliera di letto qui


(alt.

2.

Consiste di uua sottile lamina di bronzo

m. 0,265) che

seguiva l'andamento del legno, ed alla cui sommit saldata una pregevole scultura, rappresentante la testa di un mulo o asino silenico, visto che esso ha la fronte coronata
di

un tralcio

di

foglie

bacche di edera. La

testa,

ottimamente modellata,

ha corta

criniera, orecchie lunghe, labbra aperte, e torcesi a sinistra sotto la violenza

delle redini, la cui funzione compiuta, a quel che pare, dallo stesso tralcio di edera.

REGIONE

I.

143

POMPEI

Alla base del collo, u ampio collare imbottito ed esternamente decorato


greca intarsiata d'argento. Gli altri travamenti appartengono alla bottega
alti,

di

una

n.

3.

Nel giorno 26: negli


di bronzo,
fatto di

strati

poco

al

disotto del terreno vegetalo,


foglia cuoriforme,
alt.

un pendaglio

robusta

lamina conformata a
formante due volute;
Procedendosi,
il

con cerchietto al posto del picciuolo e base

m. 0,057.

giorno 29, a dare assetto alla scarpata che va ora a finire a zero
si

davanti alla soglia, nel bel mezzo del vano, a m. 0,93 dall'architrave,

raccolta

una lucerna bilychne di bronzo, col corpo medio quasi sferico, da cui partono in direzione opposta i due grossi rostri, lunga m. 0,17. Si sono in parte recuperate le catenelle che, inserendosi in due opposti fori sul disco, tenevano sospesa la lucerna, e con esse,
il

coperchietto

del

disco

stesso,

che parimente pendeva da una

Venti centimetri pi gi si rinvenuta in ottimo stato di conservazione una lucerna di bronzo fallica, alta ni. 0,25,
rappresentata dalla statuetta, vuota all'interno, di uu deforme omicciattolo, dalle

catenina posta in mezzo alle due per la sospensione.

gambe

d'impari lunghezza, dal viso emaciato e rugoso, nel quale apparisce molto pronunziato il naso adunco; i capelli, cinti di un doppio nastro, si rialzano sulla fronte formandovi un alto ciuffo al cui mezzo un foro per inserirvi la catenella di sospensione. La
grottesca tgura indossa una corta exomis, afflbiata sulla spalla sinistra, ed, ergendosi
sulla
fallo

gamba
che

sinistra,

porta

il

piede e la

le si

erge

dall'

inguine nello stesso


si

gamba destra all'altezza momento che la mano

dello

smisurato

sinistra, presso

l'auca dello stesso lato,

tira

un

po' indietro, e la destra si leva in alto, minacciosa.

Un

largo foro al
fallo

sommo

del dorso permetteva d'introdurre l'olio; un altro all'estre-

mit del

lasciava sporgere un grosso lucignolo. Completano la statuetta quattro


in.

campanelli di bronzo, alti mit del fallo attreverso


gli altri

0,045, sospesi, merc brevi catenelle, il primo alla estredi un beccuccio quivi sporgente, il secondo al piede destro,

due

ai

gomiti

delle

due braccia,

inseriti

ciascuno

in

apposita

sporgenza

Un'ultima sporgenza forata sotto la pianta del piede sinistro, chiaramente mostrando che ivi si appendeva, per formare un unico sistema d'illuminazione, la
forata.

lucerna bilychne avanti descritta.

Immediatamente
verticale, rotto

accanto alla

statuetta-lucerna,

si

trovato

ritto

in

posizione

un mestolo di bronzo, dalla nell'estremit, che reca un largo foro

coppa larga m. 0,11, e dal lungo manico,


circolare.

C)

Lato orientale dello scavo.


III.

Reg. IX,
ai

ins.

XII.
offerto

Lo scavo, continuato intorno


prove sempre
in

due cenacoli del piano superiore, ha qui

pi palesi di un'antica esplorazione, nella quale le costruzioni vennero


il

gran parte sconvolte, ed


i

con

di cocciopeslo,

uno dei cenacoli, fu colmato di un solido pavimento pezzi scavati nel secondo, tanto che molti frammenti accoratamente raccolti nel primo e che finora si credeva che ad
fosso che era stato aperto in

POMPEI

144

REGIONE

I.

ad esso spettassero, sembra ora pi probabile che avessero fatto parte del secondo, dal momento che nel primo se ne scoperto un altro, meno solido, cementato quasi con semplice calce, e perci in istato di disgregazione, ma che nondimeno in molti
punti apparisce giacente al posto dove, crollando, venne a cadere. Come pozzi che vanno a completare la costruzione architettonica, ricorder che
si

sono recuperati due


e cio

altri

membri

di

colonne connesse a pilastri del secondo cenala quale,

colo,

un grosso rocchio medio ed una base,

con

le

quattro gi re-

cuperate, fa salire a cinque le colonne del cenacolo stesso. Le pi interessanti opere di restauro eseguite qui durante

il

mese sono: nel primo

cenacolo,

il

raddrizzamento a piombo dell'alta parete orientale e l'operazione identica

eseguita sul pilastro e sulla

condo,

il

collocamento di

muratura all'estremit orientale del prospetto; nel setravi di ferro al posto dei due primi architravi dei vani
disti ulta

sottostanti, con relativo rafforzamento dello stilobate ed assicura/ione degli intonachi

superstiti:

si

dovr poi ricostruire la muratura


lo stilobate,

al

disopra del terzo vano

per

tini re

da quel lato

e poter rialzare tutte le colonne.

Procedendo da sopra
fino

in sotto a
i

sistemare la scarpata,

si

sono messi allo scoperto

all'altezza della zoccolatine


il
i

vani di una bottega

(n. 1), e di

una scalinata
4

(n. 2),

primo cenacolo; ed secondo, rimettendo in luce


sotto 12.

vani ancora indeterminati (un. 3,


molti

e 5), sottostanti

al

programmi

elettorali qui

Sotto
in

il

balcone sporgente nel vicolo


in

13.

appresso trascritti. Sul pilastro a sin. del vano n. pure in nero:

alto,

nero:

LCCTvir
[cup]
it

SITTI VM-TT

vir

MAGNVM

Cf
Cecilio Capella;

Ricorrono nel

ma
e

si

perduto

il

programma n. 12 le iniziali del ben noto Lucio nome della persona che lo raecomandava. programma
n.

Sul
tutti

campo
di
:

del

13 molti

altri ve

ne erano tracciati in precedenza,

colore

rosso:

uno solo

possibile leggerne a tratti, sotto

l'ultima im-

biancatura
14.

SEVERVM
////////

cf

parte alta del pilastro a destra del n. 1 occupata da un dipinto eseguito con brevi e semplici tratti sul rustico intonaco bianchiccio. Al disotto di un festoncino verde, assicurato con tenie gialle ai soliti chiodi pittoricamente rappresentati, vedesi Mercurio (altezza m. 0,30) raffigurato mentre corre frettoloso verso destra, con
la

La

borsa stretta dalla

mano

destra protesa e col caduceo sostenuto in posizione veralle

ticale dalla sinistra: petaso giallo in capo, velo giallo-azzuro che gli si gonfia

spalle agitato dal vento, carnagione cupa.

destra del Dio, e in terra, un omphalos

ed una serpe strisciante

murali,

(cfr. HelbigWandegemalde, nn. 15 e 17; Sogliano, Pitture 40; e Paribeni, Nolisie degli scavi, 1902, pag. 276). Il dipinto si pu dire che sia stato ottenuto per le cure di pochi istanti, risultando esso in gran parte di semplici contorni, e non continuando nella parte inferiore,

n.

RBG10NS

I.

in gi del
il

145

il

POMPEI

dalle

gambe

dio,

dove

il

quadro fu interrotto da una posteriore mano di


trasparisce in parte

calce su cui
n.

programma

15, e sotto

programma pi

antico

16:
15.

AMPLIATVM
AED

16.

VETTIVffi

Lo
mente
il

stretto

vano

n.

2 era separato dalla bottega

n. 1

merc un'impalcatura di legno,

e costituiva
di

una scalinata indipendente per salire dalla via al primo cenacolo. Parilegno era la scala, della quale abbiamo potuto fortunatamente ricavare, per

tratto di quattro scalini, l'impronta in gesso.


al posto

Un
La

calco di questa ci dar l'impronta


figura del piccolo

positiva che sar collocata


descritto, che corre con la

di origine.

Mercurio or ora
sul

sua

borsa a premiare

il

commercio che esercitavasi

cenacolo a cui la scala conduce, aveva una volta per riscontro sul pilastro seguente un altro dipinto: ma questo ora non si scorge se non solo in piccoli tratti e pel
festoncino superiore; perch sopra vennero a pigliar posto altri

programmi

elettorali:

17.

VALENTEM
SII

1VM

AED- CF

Di un candidato
ci

Silio
i

Valente non

si

era finora trovato ricordo in

Pompei;

la

X, 8042, 95 (Silius), 96 e 97 (Sillius). famiglia Attraverso la scalcinata dealbatio di questo programma, un altro se ne legge col nome di Pausa (n. 18), nome che ricorre in altro programma, scritto inferiormente (n. 19).
era nota per
bolli figulini C. I. L.

18.

PANSAM
AED-D-R-P-CF

19.

PANSAMaed
AMANDVS SACERDOSROG

Per

programmi
cfr.
il

nei quali ricorre al posto del rogator

Amandus,
del

la precedente relazione

pag.

106

C. I. L.

Attraverso

progr. 19,

si

scorge, tracciato col colore

nome del sacerdote IV, 636 e 3707. nero, il nome di Lollio


il

programma n. 20, nome ben conosciuto, mentre pi gi apparisce, pure nero, il nome di Paquio (prog. n. 21), esso pure assai noto.

in color

20.

LOLLIVM

21.

A QV V M
1

mvirdrp
e*

Fra tante altre tracce

illegibili,

rimano pi gi

la parte finale di
il

un

altro

pro-

gramma
mandata.
22.

elettorale, nel quale completamente perduto

nome

della persona racco-

....
Notizie Scavi 1912

AED -D- R

Voi. IX.

19

POMPEI

146

il

REGIONE

I.

Sullo stretto pilastro seguente, a destra del vano n. 3 leggesi


cui

rammentato pel duovirato Caio Calvenzio


n.

Sittio

Magno,

il

cui

programma con nome (cfr. sopra

programma
23.

Il)

qui espresso alle sole iniziali.

C- C- S
CF

II

plito sotto
al

Il giorno primo del mese di aprile, all'altezza dell'architrave supprimo cenacolo, un peso piramidale di terracotta, alto m. 0,074, forato sommo e con due incisioni lineari in croce sulla superfcie superiore; e, pure di ter-

Trovamenti.
il

racotta, un

frammento

forse di
il

bustino muliebre di fronte,

viso

cuna votiva, dalla cui targa sporge in altorilievo un un po' rivolto a sinistra, vestito di tunica e manto

sovrapposto (altezza metri 0,087). In corrispondenza del 3 intercolumnio dello stesso cenacolo, alla altezza quasi dello stilobate, ed a m. 2 circa in dentro, il giorno 6, un
grosso mucchio di tessellae piccolissime di

marmo
il

giallo, verde, rosso e

di

vetro turse-

chino; ivi presso,

il

giorno

10, un abbeveratoio

da

uccelli,

largo m. 0,055. Nel

giorno 17, un asse repubblicano, dalle impronte distrutte; all'altezza dell'architrave sul vano n. 4, il 19, un dischetto largo m. 0,04 e un anellello largo m. 0,06 e sul vano n. 3, un fondo di scodella aretina

condo cenacolo,

in

alto, fra le terre sconvolte,

col bollo in
lo

pianta pedis retrogrado Fortunati) (C. I. L. X, 8055, 19-<?). Approfondito scavo nel vano 1, fra i giorni 20 e 22, a met altezza fra l'architrave e la soglia,
resti

come

dell'armatura della porta,


e,

lare, di

bronzo, lungo m. 0,09

si sono raccolti un chiodo a corpo quadrangoconnesso con una fascetta di ferro, un anelletto largo

m. 0,05, a verga tonda, servito come maniglia. Tra i frammenti di tegole qui venuti, uno reca il bollo circolare: M. Aeri(us) Min... (C. I. L. X, 8042, 6-d).

rin-

D) Lato sud della via.


IV.

Reg.

I,

ins.

Vili.
si

Al

principio dell' isola, sull'opposto lato della via, lo scavo

limitato alle torre

poste al disopra del livello

degli architravi.

Perduta

in

tutto la

muratura che sorgeva

una volta sul lungo architrave del vano n. 1 (nulla se ne trovato), si ritrovata invece quella sul vano n. 2, che un ingresso di casa ad altissimi stipiti.
Per salvare
al

suo posto

il

fianco di un balcone sporgente sulla via, non


le terre
n. 8,

si

stesso e fra

potuto fino agli ultimi giorni del mese rimuoverne il vano n. 1 dell'isola VIII e l'ultimo vano,

al

disotto del

balcone,

della adiacente isola VII.

dopo aver provveduto all'assicurazione delle fabbriche pensili, le quali costituiscono un insieme curioso e nuovo, perch corrispondono da una parte sulla via, e dall'altra, in quello che si chiarito essere un vicolo fra le due
lo sterro si

Ora

potuto

fare,

isole contermini,
reg.

che

si

apre quasi di fronte


di

al

cenacolo

dell' isola

XII

della

IX. Pare che

si

tratti

un

balcone angolare, al

quale serv

di

appoggio una

solida trave sul vicolo fra l'ima e l'altra isola:

ma

ci si potr in seguito riconoscere

REGIONE

I.

il

147

POMPEI

con esattezza. Scoperto intanto tutto


Ins.

pilastro a sinistra del termopolio n. 8, Reg.

I,

VII, sono

apparsi su di esso,

al

disopra dello zoccolo,

seguenti programmi

24.

m.

HOLCONIVM PRISC[>w]
programmi
di

pi gi, sopra

resti

inintelligibili di

color rosso, in lettere nere:

25.

S1TTIVM
i

MAGNVM
:

Sullo zoccolo poi sono

seguenti graffiti
delle

il

primo, in alto a destra,


il

offre

un nome

combinato, con la disposizione


(lungh. m. 0,15):

lettere,

secondo

motivo della barca a vela

26.

RESTlTVTVS

il

secondo, pi sotto, lungo m. 0,48, in lettere alte 0,01-0,03, un ricordo metrico

tracciato sulla parete da due amici indivisibili, coi

nomi dei quali

si

sarebbe forse

completato

il

pentametro:

27.

HIC FVIMVS CARI

DVONOS

SIN

II

FINII

SODAL1IS

NOMINA
il

SI

terzo,

molto

in gi,

il

principio di un alfabeto dalle lettere alte m. 0,045

28.

ABC
ulteriore
inutile,

Una
riesce

definitiva

ispezione

sopra

pareti da qualche
di

mese scoperte non


si

mai

perch riempita, com',

polviscolo,

si

scopre sempre qualche

piccola iscrizione granita o tracciata con pietra, che

prima non

vedeva. Mediante

tale cura ho scoperte le seguenti piccole iscrizioni graffite (Reg. IX, ins.

XI)

sinistra del termopolio n. 2, quasi a pie del pilastro:

29.

Q_VINCTIVS
i

Tra

vani 3 e 4, nel mezzo dello zoccolo un 'piccolo fallo con sotto

le lettere

30.

ed un po' pi a sinistra, in lettere capillari

31.

ROMANIS

S.

VITTORINO

n. 8,

148

alte

REGIONE

IV.

Sul pilastro a destra del con punta di pietra bianca,


32.
si

in

lettere grosse,

m. 0,04-0,07

tracciate

legge:

AVREAS
LITTERA,

Trovamenti

fortuiti.

il

Giorno 25.

Un

asse repubblicano trovato dall'operaio

Schiavone Felice nel cavare

fosso per l'impianto di


I.

un palo per

la luce elettrica,

nel vicolo a nord dell'isola II della regione

coperto di concrezioni,

ma

si

di-

scernono le impronte del Giano e della prora di nave.

M. Della Corte.

Regione IV

(SAMNIUM ET SABINA).
SABINI.

IV. S.

VITTORINO

s.

Lapide con epigrafe latina rinvenuta nella


s.

piazza della chiesa di

Michele.
Michele
in
s.

pochi metri dalla chiesa di

Vittorino,

frazione del

comune

di Pizzoli in territorio
stata rinvenuta

dell'antica Amiterno,
di

facendosi lo scavo per la nuova fonte,

una lapide

calcare,

frammentata, nella quale leggesi in buoni

caratteri la seguente epigrafe:

ATTIAECtlFPIAE1VLIANI

VICANI
5

FORENSES HON ACCEP IMPES


sic

REMIS1T-

idemhvicprImaeVICI

HONOR DECREVe
RVNTQuesta
s.

nuova

iscrizione,
s.

posta

raffronto
I. I,.

con

quelle gi

rinvenute anche in

Vittorino ed in

Marco

di

Preturo (C.
furono

IX, 4193

e 4456), dimostrano che

alla

consorte di Attio

Giuliano

erette

statue

non soltanto dagli abitanti di


Ficus Fori appartenenti al

Amilernum, ma anche da
municipio stesso.

quelli del

Vicus Forensis o
j

N. Persichetti.

REGIONE

IV.

149

SULMONA

PAELIQNl.
V.

SULMONA
il

Antichit scoperte dentro l'abitato.


I,

Luogo
scavo per
il

viale

Umberto

che dall'abitato va

tin

oltre la cattedrale, si

fece lo

prolungamento della conduttura d'acqua potabile fino ai quartieri nuovi

che vanno sorgendo nei pressi dei giardini pubblici e nella via che mena alla stazione. Questo scavo, largo circa in. 0,70, mise allo scoperto un'antica fogna, larga m. 1,60,
alta

m.

1,30, riempita di terriccio e situata quasi


I

normalmente alla

fronte del palazzo

vescovile.

muretti,

in

pietrame

dello

spessore di m. 0,50,

erano

internamente

intonacati a pozzolana.
al taglio del

terreno,

16 metri dalla fogna comparve un muro a secco, parallelo fatto di tasselli appartenenti ad opera reticolata e di grossi
un
altro

ciottoli; ed ancora pi avanti,

muro

di

m. 0,75
in

di

spessore,

a ciottoli e

malta durissima,

intersecante obliquamente lo scavo,

modo da

seguire quasi con

esattezza geometrica la direzione da est ad ovest. Paralleli a questo

muro ne vennero

fuori altri due a breve distanza e della stessa fattura, e poi un terzo ad opus reticulatum, della grossezza di m. 0,55, presso il quale, insieme con calcinacci e pezzi d' intonaco dipinti, si rinvennero gli oggetti seguenti a) tessere bianche e nere, di una quadratura di mm. 15 X 12 circa, e dell'al:

tezza di 3 centimetri;

piombo, lunga m. 0,17, larga m. 0,03 e spessa 5 mm., una colatura per tenere uniti massi lapidei lavorati; e) un peso di piombo, quasi sferico;
b)

una spranga

di

forse

d) parte di
e) varie

un coperchio
fittili

di vaso di

terracotta;

anse

a nastro, a bastoncino, a fune.


;

Le

tessere bianche erano di pietra calcarea

quelle nere, invece, di una materia

resinosa, mista a tritume di calcare.

In seguito a questi rinvenimenti mi venne

il

sospetto che la piccola area potesse


i

nascondere
accordi con

resti

di

un'abitazione di qualche importanza; e perci, presi

necessari

l'autorit

comunale,

feci

incominciare

l'allargamento

dello scavo verso

l'asse stradale.

Dopo poche picconate,


si

alla profondit di
in

m. 1,35, ed a contatto del

muretto reticolato,

mostr un piano

cocciopesto, dello spessore di ni. 0,15, sul

quale erano sparse piccolissime tessere azzurre, bianche e nere. Continuando le indagini, sempre verso l'asse della strada, vidi subito che il piano in cocciopesto era il
sottostrato di un musaico.

Apparve

sulle

prime una zona a

tasselli bianchi, larga

circa un metro, che presentava parte di un rettangolo incorniciato di nero con entro un

zona, erano due liste nere, e poi una fascia di


tasselli
neri,

motivo geometrico decorativo, a triangoli mistilinei dello stesso colore. Dopo questa poligoni stellati a quattro punte, a
larga m. 0,45, limitata verso
dei poligoni
si
il

centro da un'altra lista, larga

m. 0,07.

Le quattro punte
e

sviluppavano ora da quadrati rettilinei di bianco con


larga m. 0,14,
oltre la quale era

centro nero, ora da quadrati curvilinei di azzurro. Seguiva uno spazio bianco di 5 cent,

una treccia

di nastri

bianchi

in

campo

nero,

SULMONA

scuro,

150

REGIONE

IV.

l'avanzo di un centro costituito da una corona circolare a

bianco e azzurro

della

larghezza di

questa corona, mostrava pochissimi avanzi di

squame di due colori alternati, m. 0,44. Il campo circolare, chiuso da un azzurro chiarissimo in tessere vitree,

molto piccole.
Scoperto il centro, importava trovare l'altro lato della sala verso ovest. Praticato un nuovo scavo tangente a quello per la conduttura, comparvero subito le liste e poi
la t'ascia a poligoni.

l'angolo formato dalle


degli
Il

Qui l'angolo della inquadratura era parduto; invece trovai intatto liste presso la treccia. Seguirono altri tasti a destra ed a manca
e

altri

due

lati

anche oltre

il

centro;

ma

nulla pi esisteva della bell'opera.

sito

ove questo musaico stato rinvenuto presenta tracce di

un esteso caseggiato.

Molti anni sono, alla distanza di una cinquantina


e propriamente nell'area ora occupata dai

di

metri dal nostro musaico,


si

pubblici giardini,

vasi

fittili

e alcuni

frammenti

di

vasi aretini con decorazioni

rinvennero due grandi a rilievo. Pi tardi,

vennero scoperte alcune tombe ad inumazione con vasi fittili {Notizie 1896, pag. 299); e una ventina d'anni fa, mentre si scavava un fosso per piantarvi un albero, apparve

un bel
si

tratto

di

pavimento a musaico.

Intorno agli anni 1863-1864, poi, quando

menti

eseguiva la livellazione della stessa area, oltre vari fusti e basi di colonne, framdi cornicioni, ecc., furono trovati fra il terriccio molti oggetti di bronzo:
anelli, fibule,

idoletti,

armille e moltissimi rottami di vasellame in terracotta.


nostri archivi, dei sec. XIII,
S.

Documenti autentici dei


contrada con

XIV

XV, denotano

la

due nomi:

Platea

Pamphili

Monumentimi.

trovarsi nei pressi della vicina cattedrale, chiesa costruita intorno


le

La piazza doveva al IX secolo sopra


1910) di
prece-

rovine (come asseriscono gli storici sulmonesi e

com

lasciano supporre alcuni massi


nell'aprile del

architettonici in quei dintorni rinvenuti, che

furono scoperti

un delubro pagano dedicato ad Apollo ed a Vesta.


deva
la

La

localit

Monumentum

(anno 1258) del convento degli la quale, dice:., funche era all'attuale vescovile, palazzo dirimpetto Agostiniani dum terre positum in territorio Sulmone in loco qui dicitur Monumentum.
piazza,

come dimostra

la carta di fondazione

Tutte
della

le circostanze riferite

fanno supporre che qui fosse la parte pi importante

Sulmona romana. E,

se si tien conto della topografia del luogo, e delle

memorie
il

lasciateci dai citati scrittori, che ricordano poco lungi l'anfiteatro, le


i

terme e

teatro,

cui avanzi sarebbero stati visti e studiati nel

sec.

XVII

dal dotto storico Emilio


il

De

Matteis, non sembrer troppo azzardato di ritenere che

Forum Sulmonis
P. Piccirilli.

fosse

stato proprio in questa contrada.

REGIONE

III.

151

REGGIO CALABRIA

Regione

III

(LUCANIA ET BRUTTI!).
BRUTTII.
ellenstiche scoperte in contrada

VI.

REGGIO CALABRIA Tombe


il

Piani di Modena.
Dissodandosi, durante

mese

di aprile,

un terreno
via

di propriet del sig.

Vincenzo

Labate, sui Piani di Modena, a


tornarono alla luce
tre

sud della
ellenistiche

consortile

Ueggio-Cataforio-Cardeto,

tombe

del

tipo gi reso noto in queste stesse


(')

Notizie, negli anni 1888, pag. 752, e 1897, pp. 707-708, figg. 3-5
cofagi rettangolari, formati da grossi mattoni,

Erano dei

sar-

X0,11),

e coperti

da robusti

tegoloni

(ra.

anche a rettangolo (m. 0,205 X 0,45 0,857X0,579X0,054-0,041) messi di

taglio sulle spallette. Si presentarono ad

una profondit che variava da m. 0.60 a m. 0,70.


stata

La tomba
di adulto,

n.

era

gi
e

medesimi materiali, misti a terra


e

precedentemente devastata e riempita poi dei sassi. Nel fondo si rinvennero resti di ossa umane
fittile,

un capitellino corinzio,
2 (

di

quei

soliti

a ritrovarsi nelle tombe

ellenistiche reggine. Esso era privo di abaco, lavorato da tre facce,

frammentato nella

parte superiore, ed alto m. 0,095


(')

).

Le maggiori scoperte

di

tombe
704

ellenistiche

in

quell'amena

vasta contrada sono state


Cfr.

finora segnalate a nord della via consortile,

dove

l'attuale

campo

militare.

queste Notizie,

1888, pag. 752; 1889, pag. 91,


la

pp.

e segg.

Nella parte opposta della strada, dove avvenuta

nuova scoperta,

si

conserva memoria dai


l,

rimessi alla luce, qua e

casualmente,

altri

contadini del luogo che, in tempi passati, siano stati sepolcri consimili, uno dei quali, che sarebbe stalo

a*sai ricco, nel predio Lacava.


Il

tipo di

tomba recentemente occorso

si

riscontra anche in altri sepolcreti coevi della necroa


,

3 poli di Reggio. Ved. Notizie, 1883, serie 3, voi. XI, pag. 178; 1884, serie
1886, pag. 38.
(")

voi. XIII, pag.

630;

doveva esser vario.

L'uso di questi capitellini, che costituiscono una specialit delle tombe ellenistiche reggine, Il De Lorenzo, Le scoperte archeologiche di Reggio Calabria, I, pag. 51, rife-

risce che quattro di e

si furono trovati ai quattro angoli di una tomba della necropoli in contrada mattoni quadri, recanti un foro circolare in mezzo. Il prof. Spinazzola, Notizie, dei Piani di Modena, 1907, pag. 708, informa che molti di essi, ritrovati nella medesima necropoli molti erano lavorati da e romboidale l'abaco avevano ivi, a nord della via consortile, fig. 6), (cfr.

Terrazza,

fissati

in

due facce soltanto,

da lasciar pensare che ora fossero

liberi,

ora seguissero la forma del posto

dove erano collocati.

che quattro di questi capitelprof. Orsi, Notizie, 1909, pag. 316, pubblica lini furono trovati attorno agli avanzi dello scheletro, in una tomba del sepolcreto di contrada Borrace;
Il'

suppone che

sunta.

Ma

sormontassero delle colonnette angolari appartenenti ad una cassa lignea, consoltanto mediante scavi sistematici dei numerosi sepolcreti ellenistici di Reggio, nelle
essi

3. s. Caterina, Borrace, Terrazza. Condora, Piani di Modena {Notiti*, 1883, 752 e 753; 1907, 138; 1888, voi. 1886, serie 630; pp. XIII, pag. 1884, 3, pag. XI, pag 178; nord a sud la citt, dalla quali sepolcreti cingono da pp. 708 e segg.; 1909, pp. 314 e segg), il vario uso di questi piccoli si potrebbe spiegare parte delle colline, a guisa di largo semicerchio, altri in e suddetti nei luoghi, potrebbero allargare le molto capitelli. Come anche scavi sistematici, conristrette conoscenze della necropoli di Reggio (Nissen, Italische Landeskunde, II, pag. 963) e

contrade Pentimeli,
voi.

serie

durre alla scoperta delio tombe


(Orsi, Notizie, 1909, pag. 318).

dei

secoli precedenti al IV, di cui oggi si

lamenta la mancanza

REGGIO CALABRIA

2 (m. 2
col

152

tutto

REGIONE

HI.

La tomba
letro

n.

0,60

X 0,58)
ad

era ben conservata e conteneva uno sche-

anche

di adulto,

cranio

oriente,

coperto di terriccio infiltratosi.


i

Al fianco destro erano: un anello di bronzo con ambedue

capi a testine di serpe

essere appese a quell'anello

(diam. m. 0,127), e dei pezzi di strigili in ferro, molto consunte, le quali dovevano a fuso con ('). Ai piedi giacevano sparsi: un bel vasetto
tracce di vernice nera (altezza
ra.

0,24), e altri

vasetti

simili, pi piccoli e fram-

mentati.

La tomba
intero (alt.

n.

3 (m. 1,80
altri

X 0,58 X 0,58),

anch'essa ben conservata, conteneva uno

scheletro da donna, col cranio pure ad oriente.

Ai

suoi piedi era

un vasetto a fuso

toletta. A m. 0,19) ed frammentati, ed ai destra erano a) uno specchio di bronzo privo di manico, ornato, sul rovescio, di sette coppie di cerchi concentrici, incisi, e, nella parte opposta, di due coppie di cerchi
lati

un apparecchio da

una lekythos a cocomero, grezza di marmo, rotondo, leggermente concavo, munito di (alt. m. 0,182); e) un piattino due prese e di beccuccio (alt. m. 0,034; diam. m. 0,14). A sinistra si trovavano:
simili, correnti all'estremit

(diam. m. 0,23);

b)

a)
in.

una scatoletta
0,05);
b)

di

piombo, cilindrica, forata in


di

tre

punti

(alt.

m. 0,035

diametro
(alt.

un frammento

skyphos dal labbro ripiegato in dentro, grezzo

m. 0,058).
In quest'ultima tomba, due mattoni, appartenenti all'una e all'altra testata, por-

tavano

impressa

la

marca PHriN/vN, ed

in

un tegolone

erano graffite

le

lettere

EY(pPAI(v).
N. PUTORT.

(')

Un

anello simile fu rinvenuto in una

tomba

dei

medesimi Piani

di

Modena

(Notizie, 1907,

pag. 709), e si
cfr.

conserva oggi nel Musco Civico di Reggio. Per anelli congeneri ritrovati in tombe, Dictionnaire, IV, pag. 1533, flg. 6648. Saglio,

ROMA

153

ROMA

Anno 1912

Fascicolo

5.

I.

ROMA.

Nuove scoperte
Il

nella citt e nel suburbio.

cav.

Angelo Pasqui, direttore

dell'ufficio per gli

scavi in

Roma comunicala
il

relazione seguente intorno alle scoperte di antichit avvenute durante

mese

di

maggio.

Regione
la

IX.

In via del Portico di Ottavia, abbassandosi


i

il

piano stradale per


e

sistemazione della strada, di fronte e tra

numeri

civici

20

21

stata

rico-

nosciuta una colonna non intera di cipollino (altezza m. 2,40) che poggiava sopra una

base marmorea, la quale trovasi a


del portico di Ottavia,

m. 2,00 sotto
con
le

il

nuovo piano stradale.

Fa

parte

essendo allineata

altre

esistenti al loro posto e gi

segnata nella

Forma
Rossi.

Urbis

Romae

del Lanciani a tav.

XXVIII
17,

e nelle

Piante di

Roma

del

De

In un altro cavo praticato di fronte al


fogna, alla profondit di
circa, e del

numero

civico

per fare imboccare una

diametro di

m. 1,80 si rinvenne un rocchio di colonna alto m. 3,00 m. 0,72, disposto in direzione normale all'asse della via del

Portico d'Ottavia.

Entrambi

rocchi di colonna sono rimasti al loro posto.

Regione XIV.
e collettore di destra

Eseguendosi
del Tevere,

lo

sterro per la costruzione del

nuovo muraglione
alla profondit di

sotto

l'ospedale
si

di

s.

Spirito,

m. 5 sotto
in

il

piano del nuovo Lungotevere,

scoprirono pochi resti di costruzione


si

opera laterizia, con muri dello spessore di m. 0,40. Allo stesso piano
Notizie Scavi 1912

vide un

Voi. IX.

20

ROMA

154

ROMA

piccolo
lavoro.

avanzo

in circoli

pavimento a musaico, formato con tasselli bianchi e neri, costituito da molte file di poligoni stellati, quadrilateri, curvilinei, che si intersecano fra loro, del diam. di m. 0,20. I poligoni sono a
di

di

fine

iscritti

tasselli

neri;

il

rimanente

a tesselli bianchi.
profondit,
si

Pi a sud del precedente, alla stessa


pavimento a musaico a grossi
tesselli

scopr un altro avanzo

di

bianchi e neri.
*

In via della Paglia, nei cavi per la fondazione del nuovo fabbricato di propriet
dell'Istituto

Romano

dei

Beni Stabili, dal lato rivolto sulla via di

s.

Pietro in

Mon-

torio, stata incontrata un'antica pavimentazione a poligoni silicei, per

una

superficie

di

circa

m. 20,00

8,00. Essa trovasi a m. 8,30 sotto al piano di via della Paglia.

Via Aureli a. Durante


lica di
s.

lavori di restauro del


d'

pavimento della vetusta basisi

Pancrazio, e di adattamento del viale

ingresso alla chiesa,

rinvennero

molti frammenti epigrafici raccolti ed ordinati con grande diligenza dal


Ptisciardi, nel locale

p.

Edmondo

museo

di recente inaugurato.

La maggior

parte delle epigrafi

interessano l'archeologia cristiana; qui vengono


antichit classiche:
1.

soltanto riportate quelle attinenti le

Frammento
:

di

lastra

marmorea

scorniciata

(m. 0,38

X 0,32 X

0,03), con la

iscrizione

es

m.

CAED1CIAE

L
bene

CONIVGISANCTmme
RENTI ET PRISCI

me

FECITLAVILIVS LIBERTA libertabusque


que eorum
2.

posteris

Id. id. id. (m.

0,13X0,08):

3.

Id. id. id. (in.

0,15X0,19:

DECIOLAE
FILI A E

FAB1AE
MlADI-VIXIT

ANNISXXII

MEVIDIIX
4.

Id.

id.

id.

(m.

0,42X0,45):
tomba

5.

Frammento

di

architrave

di

in

marmo

bianco (m. 0,72

X 0,28

POSTEM1A MVNATIANA
POSTEMI VS SEN

* 0,20),
lettere:
.

con resto di epigrafe a grandi

...ARVTILIALAPOLLO nius

ROMA
Frammento

di

155

pezzi (m. 0,32

ROMA

6.

lastra

marmorea

in sei

0,40

X 0,03)

NICE MATER BERIOCRYSE


ro^'FILIODVLCISSI

moBENEMERENTI w#
aNNXV-MV-D-XXIH SIBIETV1BIOONESI

MO COIVGI
7.

Frammento

di

lastra

marmorea (m. 0,22X0,38X0,02):

CALLISTO TRYPHERAE

MERITIS-DEME-POTlss(!KJ(?)..
LIBBRTIS-LIBERTABVSQJ/E- MEIS

hoc monimentvm extrani vm

hered. non teq.

8.

Frammento
il

di

lastra

marmorea

opistografa (m. 0,40

0,34

0,04)

da un

lato leggesi

seguente resto di iscrizione:

ex
.
. .

wwMERO TRIARIVM
idu S

M AIAS A
1 1

li

imi

miiiii
cristiana:

dall'altro si legge l'iscrizione cimiteriale

CALISTVS
Via Preneetina.
rustica, di

Nel
sig.

fare lo sterro per le

fondamenta

di

una piccola casa

propriet del

Baldieri

Palmiro, sulla destra della via Prenestina, a

circa un chilometro e
il

mezzo dalla porta Maggiore, alla profondit di m. 1,40 sotto stata moderno riconosciuta l'antica pavimentazione della Prenestina per piano un tratto lungo m. 12,50 e largo m. 1,00.

Via Salaria.
garage presso
1.
il

In via

Pinciana,

durante

lavori per

la

costruzione di un
di pro-

villino dell'on

marchese Annibale Berlingieri, a circa m. 2

fondit dal piano stradale, sono stati rinvenuti fra la terra le seguenti iscrizioni:

Lastra marmorea in due pezzi, con cinque fori per l'imperniatura, sulla quale incisa un' iscrizione sepolcrale con elogio funebre metrico scritto su due colonne
di

25

versi ciascuna (m. 0,59

0,66

0,025). Vi

si

legge-:

ROMA

156

ROMA

< ta <

CO

m H < H m w
a.

<

ROMA
era
stata
in

157

ROMA
eretto

L'epigrafe

posta

un monumento sepolcrale
il

dal

patrono

A. Allio alla sua giovane liberta e consorte Alita Polestas,


Sina, dalla patria sua.

cui

signum era Per-

L'elogio funebre, composto dallo stesso A. Allio, consiste in cinquanta esametri, non sempre corretti nella struttura del verso e nella quantit metrica, ma pieni di sentimento, quantunque non privi di artificio. La gonfiezza dello stile propria dell'et

decadente

ed anche per la paleografia l'epigrafe va datata tra la fine del III

ed

il

principio del

IV
di

secolo.
le

Incomincia l'elogio funebre col porre in rilievo


che la ponevano
al

preclare doti morali dell'estinta,

sopra ogni donna, tanto che appena un'altra se ne potrebbe trovare simile (vv. 1-3). E l'innamorato poeta se la prende col fato crudele e non sa
di

la scarsa felicit di questo mondo, non restano che i dolori non rimane che piangere (v. 7). E tornano ad essere menzionate le virt (vv. 3-6), della defunta: e fra l'altro si dice che era conosciuta per la sua purit in casa e ed era di poche parole fuori. Non vi erano difficolt che non sapesse superare,

persuadersi che, tolta


e

(vv.

8-11).

Era
si

la

prima della
la

casa a levarsi

dal

letto,

l'ultima a porvisi ordine ogni cosa;

per
era

riposare, n

coricava se prima

non
le
;

fosse stata rimessa in

tanto laboriosa,

che mai

lana

usc dalle
e

mani senza un motivo

(vv. 12-14).

Nessuna fu mai pi ossequiosa di lei mai si consider tale (vv. 15-16).


Segue poi un grazioso
suoi
fisici:

quantunque da schiava fosse divenuta libera,


morta, nel quale
i

ritratto della

si

pongono
il

in

evidenza

pregi

aveva

gli

occhi belli,

capelli

biondissimi;
lo

suo volto rimase


s

sempre bianchissimo come

avorio, e nessun'altra mortalo

ebbe mai

splendido;

sul niveo petto le risaltavano le piccole

mammelle
noiosa

(vv. 17-20).

che dire delle sue

gambe? Sembrava
nella corsa
sollecite
e
(v.

un'attrice che riproducesse sulla scena la formosa Atal'anta, celebre

21).
le

Pertanto non

era

ed incerta,
le

ma
si

sollecita,

come erano

leggiere

membra

del suo bel corpo,


(vv. 22-23).

quali erano pure cos liscie che

invano

vi

avresti cercato

un pelo

Tutto al pi

sarebbe potuto dire

le sue mani erano alquanto dure; ma ci si spiega perch essa voleva far tutto da se; e ci che non faceva colle sue mani, non la soddisfaceva punto (vv. 24-25).

che

Reputava

di

essere bastante a s stessa, e quindi nessun desiderio aveva di appren-

dere, e perci rimase ignota (vv. 26-27).

Finch
esempio
ai

visse,

am:

e fu

riamata tanto

che

questi

due innamorati rimasero di


28-29).

posteri,

come rimasero Pilade ed Oreste


sola

(vv.

Una
ed in

sola casa

li

accoglieva,

come una

anima

li

vivificava.

E, dopo essere stati felici insieme, divisi ora

luna

dall'altro,

siti

opposti,

invecchiano

deperiscono (vv. 30-31).

tutto ci che quella

viene distrutto. E, se non siete convinti della potenza di

donna seppe creare, ora una donna, guardate alle

vicende di Troia, dato che sia lecito paragonare Adesso, continua


ti
il

le

cose piccole alle grandi (vv. 32-34).

poeta,

dovuto, e piangendo te drone tuo, a cui mai nessuna donna sembrata pi saggia di te (vv. 35-38), e che, vivendo senza di te, vede i propri funerali (v. 39).

padrone tuo offre a te questi versi come omaggio che senza fine, te che mai gli sei uscita dal cuore, il pail

ROMA

per quanto poco valgano


i

158

tuttavia

ROMA

miei elogi,

passerai alla posterit per

miei poveri versi (vv. 42-43). Unico mio sollievo la tua immagine, che tengo in tua vece, che venero ed a cui offro molte corone (vv. 44-45). Ed ogni volta che verr alla tua tomba, mi sembrer di stare in tua compagnia. E bench io sia sempre uno
sventurato, tuttavia questa sola cosa vi per cui
felice (vv. 46-49).
io

possa credere di essere ancora


il

Ad

ogni modo, sono un

vinto, perch

tuo fato

il

mio

(v. 50).

Segue un distico con la sanzione della lex monumenti in cui detto che chiunque potesse osare di far danno a quella tomba, potrebbe essere ritenuto capace di offendere gli di stessi, poich questa tomba sotto la protezione di un nume.
2.

Frammento

di

targhetta ansata

3.

Lastra

marmorea

scorniciata

di

marmo

bigio (m. 0,17

0,21

0,03),

(m. 0,46
zione:

X
P

0,36

0,08),

con

l'iscri-

con iscrizione mutila:

COM inius
C*
l

(sic)

M ATR INI D PILARGVR1

(sic)

ART

M idorus
SIBIETSVIS
di
P. L. 5.

Nel primo verso fu inciso D. L. invece


4.

Cippo

sepolcrale

di
:

travertino

Lastra

marmorea con
tiori

cornice

(m. 0,65

0,37

0,10)

granita a tralci e

(m. 0,16

X 0,25

X0.02):

M- VALERI

(sic)

ALCIMI'F COR ALCIMI


IN-FR-

VEDIAMETIESIBI ET P VEDIO C L YMNO

(tic)

DOCETIAIVCVNDAE
MATRI S VA E ET MPONTIOPYLADIV1TRICO

PXXX

INAGR- PXXIII

Nel primo verso della lapide n. 5 leggesi Mette invece del nome grecanico Methe, per un errore del lapicida. Vitricus il marito della madre, ossia il padrigno. Colui che provvide alla costruzione del sepolcro, Vedia Methe, prepar adunque la tomba
per
s,

per

il

fratello,

per la madre e per


sepolcrale
di

il

padrigno.
acroter

6.

Piccolo cippo

marmo, con timpano semicircolare ed


del

decorati con due colombe; nel


ciullo (m.

mezzo
si

timpano

scolpita la

protome di un fan:

0,60

0,29

0,08). Vi

legge la seguente iscrizione

ALEX ANDRO
CAESARIS- N SER

DlSMANIB

MVLPIVSAVG
ET VLPIA

LIB

SPENDO FRATRISVO
SVCCESSA PIENTES

SEMPER MIHI DESIDERANT1SSIMO


ET

FLAV1AE

ZVSAE

ROMA
I

159

Le persone che erigono


il

ROMA
la sepoltura

due ultimi versi sono aggiunte

posteriori.

sono liberti della casa imperiale di Adriano;


di L.

defunto fratello del dedicante, servo


il

Elio Vero, adottato da Adriano e designato per

primo come successore

col

titolo di

Caesar, nell'anno 135/136, ovvero di Antonino Pio, adottato nell'anno 138.


nell'ultimo verso era una liberta della casa dei Flavii.
in

La donna menzionata
7.

Lastra

marmorea

due pezzi

8.

Frammento

di lastra

marmorea
0,02)
:

(m.

0,18X0,28X0,03):

scorniciata (m. 0,20


d.

ONGHESTVS
(tic)

X 0,30 X M

AV

X X
I
.
. .

IONI. RECO

POTHVSFRATER FECIT

ITACONTV ERNALIS>BENE
.

MERENTI FECIT
VIX>ANN>XXXII> MXI DIEB.VII
>

Si rinvennero inoltre: un piccolo sarcofago in terracotta (m. 0,33

X X

0,23

0,18);

quattro anfore

fittili,

rotte,

di varia grandezza;

un

frammento

di

decorazione mar-

morea (m. 0,16 X 0,13 X 0,06); un altro di decorazione fittile (m. 0,15 ed un laterizio con il bollo lunato G.I.L. XV, 113 b.
*

0,10

X 0,03),

Presso la via Po, nell'aprire la nuova strada in continuazione della via Tevere,

sono stati incontrati alcuni avanzi di muri in


tanti a sepolcri.
Si scopr
tesselli

opera reticolata ed in laterizio, speta musaico

anche un piccolo resto

di

pavimentazione

(mq. 4 circa) a

bianchi e neri, a disegno geometrico, formato da quadrati di m. 0,41 di lato e costituito da una fascia a tesselli neri, larga m. 0,09. Dei quadrati, alcuni sono
disposti in senso diagonale, e si conginngono
Si misero anche in
laterizi
le

simmetricamente
di

fra di loro agli angoli.

luce

degli

avanzi

piccoli

colombarii

con murature in
dell' intonaco, e

ed a pietrame, alcune delle quali conservavano ancora parte piccole nicchie per le olle cinerarie. Fra la terra si rinvennero:
1.

Un frammento
(m. 0,10
1
1 1

di lastra

marmo0,025)
:

2.

Id. id.

(m. 0,12

0,15

0,05)

rea

iscritta

X 0,14

mil. coh.

PR .ANN XXV
1

....
. . .

ALISTI S-VANNXX.
.

3.

Id. id.

(m. 0,19

X 0,12 X

0,03)

4.

Id.

di cippo sepolcrale

in
:

tra-

vertino (m. 0,54

X 0,27 X 0,16)

..TON
ONIA f C T
. .

PATRONO
B
.

VA

M
XXX

ROMA
Si rinvennero

inoltre:

160

ROMA
entro la quale erano

un'anfora

fittile

(ni.

0,80X0,30)

ancora

resti

della cremazione di un cadavere, e con essi un piccolo tripode di bronzo

ed un vasetto di terracotta contenente materia colorante rossa; un blocco informe di

marmo

cipollino (m.
n.

0,66X0,10); un medio bronzo

di

pag. 23,

221), ed un frammento di laterizio col bollo C.


*

Marco Aurelio (Cohen, I. L. XV, 762 a.

III,

Durante
Parioli,
si

gli

sterri

per la costruzione della nuova fogna lungo le vie Pinciane e

scopr

nella
di

prima

di

dette
di

vie,

alla profondit

odierno, un

muro

parallelepipedi

tufo,

m. 1,70 dal piano per una lunghezza di m. 35 circa. Il


di
li-

muro

era largo m. 0,60,

aveva la direzione quasi parallela alla via Pinciana, e


di

mitava a sud-est uno strato


tenuta forse

ghiaia

battuta,

dello spessore di

m. 0,15,

appar-

ad un'antica strada.

In via dei Parioli fu inoltre scoperto, a m. 3 di profondit, un


di di

muro anch'esso

tufo, largo m. 0,50, che traversava obliquamente il cavo della parallelepipedi fogna per una lunghezza di m. 10. In prossimit di questo muro, ad est, si mise in

luce un tratto di cunicolo o fogna,


vlta,
di la

formato

da blocchi di tufo nelle pareti

nella

quale

a botte di tutto sesto, con tufi cuneati.


il

La larghezza
il

del cunicolo

m. 0,70, ed

piano di imposta della vlta trovasi a m. 4 sotto

piano della

via dei Parioli.

Fra

la

terra

si

rinvenne un cippo

di -travertino,

spezzato in basso (m. 0,87

0,70X0,11), con

l'iscrizione:

LSICINI-

DL

SPINTHERIS
IN-F-XXV1N-AG-PXVI

Via Tiburtina.
con
i

In un cavo per la fogna di via del Verano,

si

rinvenne, a
0,60),

poca profondit dal piano stradale, un cippo di


simboli della patera
e

marmo
ai

bianco

(in.

0,80X0,50 X

del

prefericolo

lati;

sul davanti vi l'iscrizione:

APRILI
FILIO

ETSIBI
APRILISET

IVCVNDA PARENTES
G. Mancini.

REGIONE

I.

101

OSTIA

Regione

(LATIUM ET CAMPANIA).
LA TIUM.

Ricerche presso la porta e nella via dei Vigili. Pianta della Caserma dei vigili. Sterro nella via a nord della Caserma. Musaico
II.

OSTIA

nel portico dietro

il

Teatro.
le

Scoperte varie.
si

Fu

fatto

un saggio sotto

due stanzette che

trovano tra la tomba di Ermogene

e quelle all'angolo della via dei Sepolcri. Nella sabbia si not la fondazione di

un

muro che va da nord


era smossa: in essa

a sud, appartenente ad una

tomba pi antica

fatta

con piccoli

piloni alla estremit, e in


si

una costruzione andante, senza arco. La sabbia rinvennero frammenti di carbone e le seguenti statuine fittili:

mezzo ad

essi

Fio.

1.

Fig. 2.

Fig.

3.

1.

Statuetta virile su plinto

(tig.

1).

Il

manto copre

lombi

e,

salendo sul dorso,

scende con un lembo sul petto.


colorati in rosso. Alt.

Il

braccio d. alzato.

La

fronte

ed

capelli

sono

m. 0,137. Il collega prof. L. Mariani crede che probabilmente un rappresenti personaggio della scena, forse una persona tragica, nella quale l' iyxog
dei capelli rialzati e
il

gesto

energico

del

braccio

vogliono

raffigurare

l'atto

della

recitazione vivace.
2.

Figura su un cavallo in corsa verso

d. su plinto (fig.

2)

tiene

il

braccio sin.

al collo dell'animale.

colorata in rosso nella testa, e in bianco nel resto.

Ha

un

foro

triangolare nella parte posteriore. Alt. m. 0,116.


3.
4.

Sembra una

caricatura.

Parte inferiore di altro gruppo simile. Statuetta virile ammantata, su plinto (fig.

superiore.

colorata in bianco. Alt.

in.

quadrato nella parte 0,235. Al collega prof. L. Mariani sembra


3).

Ha un

foro

rappresenti la figura di attore teatrale.


Notizie Scavi 1912

Voi.

IX

21

OSTIA

lo

162

REGIONE

l.

Fu ampliato

scavo a nord della tomba col pavimento a mosaico sulla via dei
Si rinvennero

Sepolcri (v. sopra, a pag. 47).

tracce di parecchi seppellimenti, che rini.

masero sotto una tomba con pavimento a selci poligonali. Alla profondit di dal piano stradale si riscontr uno strato battuto di breccia alluvionale e
quale correva tra le tombe, e sulla

1,30
terra

di

sopra la sabbia: esso deve essere quello di una strada, poi occupata da sepolcri, la

quale anzi avevano

il

loro

prospetto le tombe

pi antiche che sorgono sul lato settentrionale della via dei Sepolcri.

m. 1,10

sotto

questo strato se ne rinvenne

un

altro simile, che fu notato

tomba

degli ossi lavorati e che anteriore alle

anche presso la prossima costruzioni in muratura.

Un

saggio fu fatto pure nel piccolo

spazio

sterrato

che

si

trova tra le rovine


il

addossate al torrione all'interno delle


la fondazione con doppia risega,

mura urbane.

Si notato che

torrione ha

una a m. 0,80 sotto l'altra. L'acqua impedisce ora di determinare a quale profondit vada la fondazione; ma sembra maggiore di quella della porta e di altri monumenti pi antichi. Tale fatto e la doppia risega ci saranno
prova della solidit della costruzione.

Nella sabbia

si

raccolsero frammenti di vasi


di resti di carbone,

simili a quelli rinvenuti nei fondi di capanne;


argilla e cenere, appartenente forse

un piccolo impasto
e,

ad

una capanna,

pi sotto, qualche piccolo

frammento

di embrice, che

sembra portato dall'acqua.

Fu
posito

continuato lo studio del sottosuolo innanzi al grande abbeveratoio, col pro-

di raccogliere

quanti pi dati fosse stato possibile perdio studio del periodo


si

pi antico dolla storia della citt. Qui


di

nota che scarichi con avanzi di affreschi,


il

opera spicata, di opera tessellata e signina, raggiungono

piano della sabbia,

il

quale sembra quindi essersi mantenuto in questo punto come piano della citt sino ad et relativamente tarda. Sul piano, stesso della sabbia, ed anche sotto di esso,
si

ritrovano avanzi di travi e tronchi carbonizzati, che dovrebbero appartenere alle ca-

panne che qui ebbero sede.


Negli strati superiori
l'iscrizione:
si

raccolse un peso

di travertino,

di gr.

2400
II,

circa, con

XX TAV

poi un peso

marmoreo

di

gr.

G40

col

numero

inoltre

molti

frammenti

di vasi aretini con le

5560/
(cfr.
(7.

e
/.

CMW;
L.
C.

marche C.I.L. XV, 5036/", 5088 a, 5545 CA/VRI (forma 37); CAMVR con una stella granita sotto
I

(ornato),
il

fondo

(cfr.

XV, 4955 segg.); //CIS M (forma 36); Q_FA (forma 36); RAV; I. L. XV, 5418); su uno graffito NLI e su un altro frammento
ivj
.

rappresentato Ercole con la clava.

La casa di fronte all' ingresso delle Terme sulla via dei Vigili del tipo consueto delle case ostiensi di affitto: per certe particolarit merita di essere esplorata,
il

che per ora non possibile. Sinora vi

si

fatto solo

qualche indagine.

venuta

REGIONE

I.

163

OSTIA

in

luce una testa

marmorea rappresentante un uomo con

capelli lisci tirati sulla fronte,

ritratto

romano del
di

secolo dell'Impero (alt. m. 0,20; figg. 4, 4 a). Si rinvenne pure

una base

busto di

marmo

con targa sul dinanzi

(in.
ni.

0,21); ha superiormente un

foro, chiuso poi con un tappo di travertino, lungo

0,70, del

diam. di m. 0,61.

Dalle

rovine

addossate

alle

Terme

si

estrassero

marmorea (m. 0,115), un peso di lavagna ferro e quasi met di un grande specchio
staguo; esso, per,

di

forma sferica

una piccola erma femminile (gr. 125), un piccone di

di bronzo,

con tracce di fine saldatura di

in tale stato,

che non potr conservarsi.

Si continuato lo studio del sottosuolo della via dei Vigili, che presenta avanzi
di costruzioni diverse,
di

tempi differenti: delle quali

si

riferir

a lavoro compiuto.

Fig. 4.

Fio. 4 a.

Nella piccola fogna di una latrina di fronte alle Terme, coperta poi dalla via,
si

raccolsero molte lucerne, tra cui le seguenti:


a vernice rossa:
C. I.

L.

lettere rilevate (cfr.

C. I. L.
si

XV, 6567 d, 6642 XV, 6567), tutte e

a,

una con

la

marca

MYRo

a
5.

tre circa

della

forma Dressel

Su un'altra (forma 9)
nocchiato, tiene
il

vedono due nani o pigmei vlti a d. ; quello a d. ingibraccio sin. un po' innanzi, e quello destro dietro la schiena,
in

piegato ad arco;

l'altro,

piedi,

forse

itifallieo,

tiene

il

braccio sin. proteso e la

mano
rossa,

d.

posata sul fianco

(soggetto
sin.,

probabilmente

osceno).

Su un disco a vernice

Giove con fulmine nella


;

portato dall'aquila, la quale stringe un fulmine

con gli artigli a vernice marrone: cratere a doppio tirso nel disco e baccelli sul margine (forma 26); senza vernice: una circa della forma 3; una della forma 8; una della forma 11, con un rosone formato
cui una

da

raggi;

due della forma

12,

di

bilichne con la
e

stessa rappresentanza di Giove descritta sopra, e l'altra con


di vite;

un cratere

due

tralci

una della forma 17;

due della forma 18;

tre della l'orma 20,

di cui

una

w
OSTIA

164

REUIONE

I.

U~)

z:

Fig.

5.

Ir

REGIONE

I.

165

OSTIA

con una corona formata di due rami

di alloro;

una della forma 26, con testa del Sole; una rotonda con due piccole anse lunate ai lati
(fig.

3).

Un frammento

di

disco
:

su cui

in

rilievo

una scena

di fellatio

si

vede un uomo

sdraiato sul letto, con le


la

mani

incrociate dietro

testa, vestito di tunica sollevata sulla parte

superiore del corpo, nudo dalla cintola in gi;

mentre

gli sta in piedi accanto, verso la

met
nuda

del letto, voltata

di

schiena, una donna

inclinata verso
altro disco si

la figura

recumbente.
di

Su un

vedono due rami

lauro.

presso questa latrina si Negli rinvenne un frammento di antepagmento decorativo con la parte superiore di un putto
scarichi

recumbente,

il

quale ha la testa appoggiata ad

un cuscino (m. 0,125

0,085.

Pubblico la pianta intera della Caserma dei Vigili ad illustrazione di quanto si ri2
fa

ferito

nelle ultime relazioni (tg. 5), quale ri-

sulta dopo questi scavi,

che hanno messo in

luce anche la met orientale di essa, rimasta


sinora interrata;
il

confronto colla pianta pub1

blicata dal Lanciani nelle Notizie

in seguito agli scavi allora eseguiti,

889, pag. 78, mostra il

lavoro di questi ultimi mesi.

La

fronte (tg. 6) guarda verso oriente, ed


la

ha nel centro

grande porta

a ciascun lato

di queste tre stanze, delle quali

nessuna aveva

in origine

l'

ingresso sulla via.


il

nord conserva
reti

La prima verso pavimento a musaico e le pa;

con gli affreschi {Notizie, 1912, pag. 25)

la seconda quella in cui fu aperta

una porta,

rimanendo
superiore

al

di

sopra dello scarico la parte


tre

con
;

le

finestre

feritoia
si

(ib.
ri-

pag. 25)

nella terza, fatto


tre

un saggio,
nell'angolo,
(ib.,

conobbero

pavimenti

e,

una
1911,

tarda costruzione con orli di dolii


pag. 370).

La

terza verso sud la latrina con

l'edicola della

Fortuna

(ib.,

1911, pag. 209),


;

alla quale si accede da un sottoscala (tg. 7

OSTIA.

nelle altre

166

si

REGIONE

I.

cfr

1911, pp. 40 e 41);

due

conservano

iscrizioni

dipinte (Notizie

1911, pag. 367). I lati nord (fig. 8) e sud (tg. 9) si corrispondono (vedi Notizie, 1911, pp. 404 e Dei duo laterali, 452). ingressi quello a sud (tg. 10) ha la pendenza verso l'interno,
quello a nord verso l'esterno;

hanno

il

ambedue, come quello principale e come il pavimento a grandi tegoloni, su cui doveva essere l'opera spicata.

cortile,

Fig.

7.

L'atrio, che
dell' ingresso

ha

in

fondo

il

famoso Cesareo ora sistemato


o
in

(fig.

11), ha dalla parte


castelli

Verso

12) due (fig. l'angolo nord -est il

fontane
portico,

abbeveratoi,

con

relativi

d'acqua.

epoca

tarda,

venne

ridotto

ad

abitazione

(pag 25). Nella parte postica, alla quale si accedeva merc una fauce (tg. 13), stata riconosciuta nel lato nord una latrina (12) poi soppressa: nella caserma originaria corrispondeva a quelle dell'angolo sud-est. Gli ambienti sul lato ovest (via della

Fontana) solo pi tardi fecero parte della Caserma.

Le

fogne, parte

si

scaricano in via dei Vigili, parte in via della Fontana.

RKG10NE

I.

167

OSTIA

Si sta ora sterrando la via a nord della Caserma, che presenta sul lato setten-

trionale delle

costruzioni,

cui

muri

sono conservati solo fino a piccola altezza:

materiali furono trasportati altrove, probabilmente per mezzo del fiume che scorreva
vicino.

OSTIA

gli

168

REGIONE

I.

Tra
di

scarichi della via

si

raccolsero

seguenti oggetti:

Marmo. Frammenti

lastre iscritte:
1.

(in.

0,14X0,11 X

0,026):

PAD XXII O XXVII K D X TLXX Kc


I 1 1

{tic)

AD XIII O AD O

XLIsa

SA

AEL-

HERM AO

FlG.

9.

Il

frammento

simile agli

altri

rinvenuti

nella
si

Caserma:
leggono
le

notevole

il

fatto

che due volte, al posto delle lettere consuete


2.

KC,

altre

SA.

(m.

0,11X0,115X0,038):

3. (m.

0,095X0,12X0,028):

COH
CERVI1 VLPI

ERVP
VALEI

POMI

REGIONE

I.

169

OSTIA

Fio. 10.

Fio. 11.

Notizie Soavi 1912

Voi. IX.

22

OSTIA

Frammento
di

170

o fregio

REGIONE

I.

Terracotta.

anlepagmentum

decorativo

(m.

0,27

X
un

0,14). In rilievo figura feinmiuiie acefala, volta a sin.,


stile arcaicizzante;

vestita di

costume
la

ionico, di
sin.

cammina

sulla punta dei


si

piedi, sorreggendo con


(v.

mano
di

lembo

della

veste rialzata, e

rm. Tonreliefs, Tav. CXI.


con
tetto,

1).

dirige verso sin.

Rohden

il.

Winnefeld, Archil.
edificio

Altro simile (m.

0,125X0,85). Parte

cornice, fregio,

lastro scanalato.

Altro

architrave,

sostenuti da colonne scanalate;

dietro,

un pi-

simile

(ni.

0,221X0,17). Ornato costituito da doppie spi-

Fig. 12.

rali opposte,

da cui
di

si

ergono palmette, alternate con

Frammento

maschera (m. 0,056).

ali,
i

forse

una

figura alata.

Mattoni con

bolli C.

I.L.XV, 104, 12G,

1312, 1435, 1449 e

ASCLEPA

corona

Lucerne:

C.I.L. XV, 6350 a (forma 28);


a vernice marrone);

8c (forma 18
cacciatrice
figura di

6544, 50 a (circa forma 20); 6565, forma 66966 (circa 5); 6445 (forma 20) con Diana

nel disco e circoli a puntini sul margine; altra (forma 20) recanto la un auriga con palma, su quadriga; altra di forma 22. Coperchio di anfora

con due ancore.


Osso.

Vasi

varii.

Ago

crinale con tracce di rivestitura in oro (m. 0,113).

REGIONE

I.

171

OSTIA

Vetro.

Frammento

su cui disegnata una figura virile in parte dorata, rivolta


inferiore del corpo, con testa coronata ed un'asta nella
d.,
;

d.,

mancante della parte

d.,

la mano(?) di un'altra persona a

in
fg.

alto
14).

un pezzo di panno svolazzante;

altre

tracce di doratura (m. 0,034

X 0,05

Fio. 13.

Presso l'osteria di Fortunato, sul decumano,


(m. 0,23

si

raccolse un

frammento

di

lastra

0,10 X 0,034)

con l'iscrizione:

Cfl/LISTVSFECIT con IVGI SVAEBENE mere

NTI

OSTIA

scoperto
il

172

delle corporazioni

REGIONE

1.

Fu

mosaico di un'altra delle scholae

nel portico

Fui.

U.

f^j"" " " ry^


'

"

VWNMBVBBBHIC

OSTTA.
Fio. 15.

ANjrrCA-

dietro

il

teatro sul lato orientale

(fig.

15).

Esso ha

in alto

l'

iscrizione,

lunga m. 2,20,

con lettere alte m. 0,19:

NAVICVLARI MISVENSES HIC

REGIONE

I.

citt

173

OSTIA

Misua era una


si

sul

braccio orientale del golfo di Cartagine, le cui rovine


e forniscono materiali

vedono a Sidi Dd en Nubi: esse sono abbastanza notevoli


di Tunisi.

per le costruzioni

La forma Misua data da


e dal

Plinio,

N.

Ravennate
di

(cfr. Ptol. 4, 2, 7),

Tabula Peulingeriana II., 5, 4, 29, dalla confermata dalla nostra iscrizione; la forma

Min.

una

lapide

locale,

dovr interpretarsi

come abbreviazione

del

plurale:

va notato per altro che ricorre anche Missua, per in fonti tarde (Itin. Anton, mar., pag. 493. Procop. b. Vani. 2, 14; cfr. le notizie dei vescovi degli anni 484 e 525;
cfr.

C. I. L.

Vili, pag. 129).


iscrizione si vedono due

Sotto

l'

barche che

con vele
ni.

spiegate
l'altra,

muovono l'una
lunga m. 1,49

verso l'altra: una, con la vela alta m. 0,97, lunga

1,64;

ed

ha la vela alta

Pi sotto

si

m. 0,85. L'acqua rappresentata come, di consueto, con linee. vedono due pesci (tonno?) e in mezzo ad essi un oggetto che a
faro,

prima giunta sembra un

ma

che a

me

pare piuttosto un modio o un canestro

rovesciato, precisamente come in un musaico del lato occidentale. Sembra fatto con materiale intrecciato: ha nel mezzo una fascia sporgente, e in alto, forse, due anse, se
l'artista

non ha voluto rappresentare la bocca aperta.

Verso sud sono rappresentati due delfini collocati uno inverso all'altro e congiunti in modo da formare quasi un corpo solo. Nel mezzo del mosaico rappresentato ancora un oggetto che

possa averlo guastato. Questa schola


rapporti di Ostia con l'Africa.

non so identificare: dubito per che un restauro antico ci fornisce un altro documento intorno agli stretti

Nella via dietro

il

Piccolo Mercato

si

raccolse:
in

Marmo. Testa muliebre con


in

capelli pettinati

alto,

divisi

in

mezzo, riuniti

aggruppati poi e annodati sul collo (m. 0,085). Testina con capelli annodati sull'occipite. Lastre iscritte:
e

treccia che

forma diadema,

1.

(m.

0,18X0,19X0,04):
au

2.

(m.

0,18X0,20X0,16):
! ! ! ! t t l !

G PO N

t.

max.

I-P-P satvrnin
R-ANNCV""
e altri

rovIncia

MORTEM
'CIVl""

"

Terracotta. Mattone col bollo C. I. L. XV, 18. frammenti con poche lettere. Due lucerne di forma quasi circolare con piccolo disco, grande margine ed ansa non forata: una ha, nel margine, delle palme; l'altra, una linea di cerchietti e un'altra
Osso. Tessera quasi Madreperla. Foglia con due fori (m. 0,021). in forma di pollo, col numero XV. Piombo. Tessera, Roslowszew 2372.
di asticelle.

D. Vaglieri.

VOMPEI

174

REGIONE

I.

CAMPANIA.
III.
11

POMPEI

Continuazione
ai

dello scavo della

Via dell' Abbondanza.

Sopraintendente

Musei ed

agli Scavi in Napoli comunica la seguente re-

lazione sulle scoperte pompeiane avvenute dinante lo scorso maggio.

ed

il

Le esplorazioni sono state proseguite, durante il mese di maggio, con l'obbiettivo metodo accennati al principio della relazione dello scorso aprile. Essendosi cos
terre la fronte

continuato a liberare dalle

delle quattro

isole

sporgenti

sulla

via

(cio: al lato occidentale dello scavo, la fronte delle isole opposte

della reg.

IX
VII

VI

della reg.
I),

I,

ed,

al lato orientale,
le notizie dello

quella delle isole

XI

della reg.

IX

della reg.

diamo qui

scavo e dei trovamenti.

A)
I.

Lato occidentale dello scavo.

Reg.

IX

Ins.

X (pianta topografica,

fig.

1, lato superiore).

REGIONE

I.

175

POMPEI

Nella bottega seguente,


vano,
si

n.

2,

immediatamente

sulla

soglia,

al

lato destro del

messo allo scoperto un grande focolare cilindrico in muratura, rivestito di coccio posto, alto m. 1,25, racchiudente una grande caldaia cilindrica di piombo, di m. 1,00 di diametro, poggiante sopra un sottostante fornello. Sulla faccia che guarda
la via,
il

focolare reca in stucco bianco a rilievo, contornata di fasce gialle dipinte,

un'edicoletta sorgente sopra quattro gradini e sormontata da un frontoncino semplice


cui servono da acroterii tre piccoli falli,

plessiva m. 0,58. La nicchietta


alato, ritto in posizione verticale.

cos descritta serviva di custodia

uno per ognuno degli angoli; altezza comad un grosso fallo


anche
di

Un

altro fallo,

maggiori dimensioni, egual-

mente

in stucco

bianco a

rilievo,

circondato di fasce gialle, precisamente della forma


lato sinistro del focolare, distendendosi in posizione
si

del pesce pelamis,

campeggia sul

orizzontale. Sul fondo della caldaia, in gran parte sprofondata sul fornello,
trovati considerevoli resti di

sono

un grosso tessuto

di canapa, cos che,

ponendo in rela-

zione

il

descritto focolare con l'iscrizione n. 5 della relazione precedente (pag. 139: Caiii. v. i.
c'.ie il

veatium
dedurre

d- infectores rog.), scoperta sul pilastro

a destra del focolare, possiamo


(cfr.

n.

2 fosse un'officina di infeclores, ossia di tintori

C. I.

L. IV, 864,

che ricorda gli offectores, trovata nelle medesime condizioni). Anche qui si rinvenuta l'impronta parziale della chiusura di legno, per una larghezza massima di m. 2,40, comprendente dodici tavole verticali essa era chiusa al momento della ca;

tastrofe, e se n' potuto ricavare l'impronta in gesso nel


tire dallo stipite
I

suo terzo medio ed

a par-

sinistro.
fatti

travamenti

in

questa

parte,

furono:
il

Giorno!: a m. 1,90

dall'archi-

trave e a

m. 1,20
di

alto va. 0,06,

Sopra

l'orlo

campanello forma piramidale, recante una pallina per ciascun angolo della base. della descritta vasca, alcuni oggetti di piombo, cio un disco largo m. 0,105,
fori

dallo stipite destro del vano,

di bronzo della porta,

munito

di

due

diametralmente opposti
il

riempiti di ossido di ferro

(questo par-

ticolare rende

molto probabile che

da un cordoncino rigido, di ferro, foggiati a tronco di cono rovesciato,


drici,

una coppa di bilancia che pendeva perduto); due pesi mancanti delle loro anse di ferro,
disco sia
alti
ni.

0,08
0,025,

0,03
il

altri

tre piccoli pesi

cilin-

due dei quali pieni,

alti

m. 0,03

terzo

vuoto alto

m. 0,03.

assisa

Giorno 8: sul marciapiede, un medaglione di Nerone (sesterzio) col tipo della Koma (Cohen 261). Anche nuovi programmi elettorali furono scoperti, durante il mese,
:

sui pilastri di questa bottega

ma

poich e qui ed altrove

le

iscrizioni sono

nume-

rosissime, esse saranno trascritte insieme in fine del presente rapporto.


II vano n. 3, del quale gi feci parola nella relazione del mese scorso (p. 140), ninna altra novit ha offerto all'infuori del trovamento di una grondaia di terracotta,

larga m.

0,50X0,67,

rivestita d'intonaco levigato di cocciopesto nella superficie su-

periore, trovata a m. 1,50 dalla soglia, quasi nel profilo della muratura. Il vano n. 4 aveva, a sostegno della muratura superiore, un architrave doppio,

simile presso a poco, salvo le decorazioni che qui mancano, all'architrave n. 1 ; per, dei due blocchi rettangolari di muratura una volta racchiusi fra le guide di legno
orizzontali ed
i

regoli verticali,

uno

solo,

quello a destra,

si

trovato,

ed stato

POMPEI

andato perduto.
le

176

il

REGIONE

I.

restituito al posto suo originario, essendosi


l'altro blocco

ricostruito

sostegno delle assi di legno

Rimosse, intanto, tutte

tegole della graude tettoia che

si

estendeva al disopra

dei vani 5, 6 e 7, per procedere ai restauri dei

eseguire durante
in

il

mese un

delicato lavoro di

muri e delle tegole, si dovuto qui rafforzamento della muratura superiore,


antica e

molti punti disgregata,


il

specialmente per la cattiva qualit della malta

per

ceJimento avvenuto in seguito alla dissoluzione dei travicelli di legno, procedi tutti
gli

dendo poi alla sostituzione


le quali

architravi

al

posto

degli

antichi

mancanti,

opere sono riuscite con pieno successo.


particolare

Nessun

interessante ci
i

stato

offerto

dallo

scavo

del

vano
il

n.

5,

ingresso di una bottega. Oltre

soliti

avanzi delle ferrature della porta,

giorno 7

di maggio, fra le terre tagliate all'altezza del piano superiore, si raccolta

una mo-

netina greca, forse di Neapolis


a
in.

(testa di Apollo?) e bue campano; ed il giorno 13, un medio bionzo di Nerone col tipo della Vittoria alata che 1,0J dall'architrave,

regge lo scudo. Altrettanto dicasi del successivo vano n.


il

pochi resti dei


lo

ferri

della porta,
il

e,

giorno 20, a m. 0,50

dall'architrave e presso

stipite

orientale,

campanello
di

di bronzo della porta stessa, alto

m. 0,165
di

e di

forma cilindrica.
interesse

Quello che

ci
il

serbava

sorprese

sommo

con

suoi

monumenti
col

primo ordine fu
Esso
ci
i

vano della bottega

n. 7,

comunicante, come sembra,

precedente.

mostr quattro
pilastri

affreschi, l'uno

pi importante dell'altro e nuovo. Questi de-

corano

faneheggianti
in

l'ingresso,

due

per

ciascun

pilastro.

Dei due

di

Venere Pompeiana in quadriga tirata da elefanti destra, primo Il dipinto ha la larghezza di m. 1,82; l'altezza di m. 1,32. (lg. 2). Al disotto di un leggiero festoncino di foglie color verde-cupo, pendente dall'alto per
il

alto esibisce

tre attacchi,
turrita,

vedesi la dea, la cui testa, dalla capigliatura nera, cinta della corona

nella quale sono incastrati otto grossi smeraldi.


costituiti ciascuno

Le orecchie sono adorne

di

da due grosse perle, attaccate a lunghi picciuoli; un anello pendenti all'anulare della mano sinistra. Ritta in piedi, volgendo il viso verso sinistra, la dea
indossa un lungo camice ceruleo ed un manto sovrapposto, dello stesso colore, stringendo questo ultimo con la destra che accosta al lato sinistro del torace, mentre la sinistra
riposa sul timone capovolto
e

contro la spalla sinistra.

Non

regge con l'indice manca, a quel che a

il

lungo
pare,

aureo scettro
il

me

appoggiato ramoscello di olivo: rap-

presentato da piccole macchiette bianche; esso


il

sostenuto dalla

mano

destra.

com-

gruppo, secondo lo schema consueto, a destra della dea sorge, giovandosi di pletare uno sgabello che per non si vede, un primo Erote dalle ali verdi, la testa coronata
di

foglie verdi,

coperto solo di un pesante drappo giallo, in atto di alzare a portata

di

mano

della dea uno specchio circolare bianco (d'argento),

mentre con

la

sinistra

regge anche egli un ramo di olivo dalle foglie color verde-cupo. Precisamente come nel dipinto analogo, descritto lo scorso mese, un secondo Erote ed un terzo volano con-

vergendo

verso

il

centro; l'uno da sinistra, recando con le mani protese una larga

corona di colore giallo; l'altro da destra, sostenendo con la destra protesa una lunga palma. Dalle ginocchia in gi la dea, e dalle gambe in gi il primo Erote, sono na-

REGIONE

I.

due
ornati metallici.

177

nel davanti

POMPEI

scosti dal

fronte della quadriga conformata a prora di nave, di color roseo, alla quale

sono

applicati

Sporge

un

robusto giogo giallo,

Fio. 2.

legato al timone con due piuoli di legno convergenti e con fasce rosso-cupe;
bracci, vedonsi aggiogati per estremi sono a ciascun braccio trattenuti da nastri rosso-cupi
i

e,

sotto
gli

suoi due

il

collo

due elefanti
:

medii, mentre

tutti e quattro dipen-

Notizik Scavi 1912

Voi. IX.

23

POMPEI

lunghi ed
esili

178

capo,
rallentati, ai

REGIONE

I.

dono da

nastri rossi che fan

fianchi della nave.

Ciascun elefante ha una cavezza d'oro che recinge la fronte all'altezza delle orecchie
ed
il

muso

al

disopra della proboscide, ed ha in ciascun punto d'incontro una borchia

circolare d'oro.

Dall'angolo inferiore sinistro del quadro


al

sorge

inoltre

una Fortuna

appoggiata ricolmo lungo cornucopia.

con la destra

guberaaculum
il

e la sinistra

impiegata a sorreggere un

capo coronato di foglie verdi; veste un chitone sucdi color orlato di cinto, verde, che lascia in tutto scoperto il braccio destro; paonazzo
e

Ha

posa

piedi, calzati in sandali gialli, sopra

una sfera

terrestre, sulla cui superficie

sembrano accennati con macchie bianchiccie alcuui continenti contornati dall'azzurro


del mare(?). Alla descritta Fortuna fa riscontro, nell'angolo opposto, un'

A bundanlia

destra protesa e lungo cornucopia ricolmo, appoggiato alla spalla capo coronato di foglie, calzari chiusi e scuri, ai piedi, vestita di una lunga tunica bianca a grosso lembo rosso e di un velo che, cadendo dalla testa, passa dietro
sinistra;
il

con patera nella

le spalle per avvolgersi infine,


11

con un lembo, all'antibraccio sinistro.

secondo quadro, sottoposto al precedente, esibisce l'interno di un'officina animata da sette operai intenti al lavoro, e da un'ultima figura, quella del proprietario (?), sotto
i

cui piedi leggesi

il

nome:

VERECVNDVS

(largh.

m. 1,80;

alt.

m. 0,51
operai,

fig.

2, lato inferiore).

Due opere diverse


mostransi
:

visibili

tutti

di prospetto,

si compiono nell'officina. Tre degli uniformemente seduti sopra sgabelli

davanti a dei deschetti di forma rettangolare sono vestiti di ampii camici, paonazzo il primo, con i piedi stringono l'estremit inferiore giallo il secondo, bianco il terzo
:

rastremata di un sostegno di legno, evidentemente fissata al desco e terminante in un pettine intorno a cui levano le mani nell'atto del lavoro, giovandosi di alcuni
ferri,

mentre

altri arnesi

sono poggiati sui deschetti.

Il

nome
piccole

del terzo operaio,


lettere,
e

al

disopra della sua testa, attestato

da deboli tracce

di

non pu

leggersi. Altri quattro operai dai piedi nudi con corte fasciature ai lombi, al centro

della rappresentanza visti due da tergo in primo piano e

due
i

di

fronte

in

secondo,

piano, lavorano a coppia ai capi di due alti sgabelli, sopra


veniente,

quali,

ad altezza con-

poggiano due cassette ad orlo rialzato a forma triangolare, che i quattro operai sollevano inclinandole verso l'orlo di un focolare posto in mezzo, nel cui fornello (ved. sopra l'identico fornello nell'officina infectorv.ni) bruciano legna ardenti a riscaldare
stoffe
il

contenuto della soprastante


cassette
la

caldaia.

Di forma allungata
sollevandole,
il

appariscono

le

nelle

dalle quali

si

fa rifluire,

liquido nella caldaia

centrale.
saio

Chiude

rappresentanza a dritta un ultimo personaggio vestito di un greve

paonazzo scuro, sciarpa marrone al collo e sandali ai piedi, e che, volgendosi al riguardante, tende le mani avanti per mostrare in tutta la sua ampiezza un prodotto

finito dell'officina,

un drappo di color marrone,

listato di rosso.

Al

di sotto dei suoi


ricorre in

piedi,

in

piccole lettere nere, la scritta

VERECVNDVS,

un nome che
si

un'antica iscrizione graffita (C. I. L. IV, 3130), nella quale Verecundus vstiar(ius), con rispondenza cos del cognomen

legge: M.

Veeilius

come
vicino

del mestiere.
richia-

In quanto all'industria cui

si

debbono
sul

riferire le operazioni

dell'affresco,

mer

il

graffito letto questo

mese

pilastro a destra

del

vano

n.

5 (vedi

pi gi, iscriz. n. 25): tunica lintea aur(ala?).

REGIONE

I.

179

POMPEI

Alla Venere Pompeiana in quadriga di elefanti, fa iscontro sul pilastro opposto

Fig. 3.

il

terzo affresco, rappresentante Mercurio che esce dal


va.

suo tempio,
fig.

con borsa e ca3, lato superiore.

duceo nelle mani (altezza del quadro

1,55; largh. m. 0,90):

POMPBI

180

RBGIONB

I.

giallo, sorgente
al

Vedesi qui ritratto di scorcio a destra un tempio prostylo distylo monocromo, da un solido stilobate modinato ai margini superiore e inferiore, ed
si

quale

accede per
il

sei

scalini

montanti

nel

pronao a colonne ioniche. Tanto la

cella quanto
fisse

pronao sono coperti di un tetto testudinato, che reca palmette-ante-

al

recano per ciascun angolo

margine dei due pioventi ed all'orlo dei due frontoni opposti: questi inoltre un acroterio pi grosso, e quello al centro del frontone

principale pare che possa riconoscersi

come una
si

testa di volpe

altezza complessiva

m. 0,74. Allora

uscito dalla sua cella,

avvia verso la scala Mercurio a destra, dalle

forme snelle, dal viso giovanile, dalla chioma nera, il petaso legato sotto il mento con due nastri, con caduceo alato nella sinistra, e borsa di danaro nella destra protesa:
il

dio veste un corto camice bianco listato

di rosso, ed

un

mantello violaceo

chiaro sovrapposto.
All'officina
di

Verecundo

fa

qui

riscontro,

al

disotto

del

descritto

Mercurio,

un quarto affresco largo m. 0,90; alto m. 0,48 (tg. 3, lato inferiore). Siede al banco una donna anziana, un tipo popolare, dal grosso
capelli neri, con

viso quadro, dai

pendenti alle orecchie,

sciarpa bigia al collo,

vestita di

una pesante

veste

verde-gialliccia,

nell'atto di prendere

dal banco

stesso e con ciascuna

mano

due oggetti che possono forse essere due calcei, bianchi a contorno rosso, mentre altri oggetti, non bene identificabili, sono sul banco ed in uno scatfaletto a sinistra. A dritta
poi di essa, seduto sopra

un lungo

sedile
la

ad

alta spalliera
gli

un giovane, che pare

stia contrattando l'acquisto dei calcei

che

mercantessa

mostra.

La
si

scoperta

di

questi

nuovissimi

affreschi

non

stata

scompagnata da

altre

novit degne di particolare rilievo.

mostrata nel vano

n. 7,

Procedendosi a regolare la scarpata delle terre, la sua ampiezza e per un terzo circa tutta per (il medio)

di altezza, l'impronta della

chiusura di legno, a tavole verticali (otto), con battente

girevole sul cardine

all'estremit orientale.
del

Sporgevano qui

dall'impronta posteriore

del legno e per la grossezza

legno perduto,

tanti robusti chiodi

ad occhio

cir-

colare, nei quali dall'esterno infilaronsi due lunghi catenacci a robusta verga di ferro,

l'uno

nell'altro inserito

per un apposito

anello

terminale del primo:

catenacci,

merc una linguetta che s' incastrava nella serratura, ad un moto della chiave, formavano un sistema rigido ben solido e sicuro. Un'altra serratura infine sulla banda
girevole sul cardine per fissare
cos interessante e

questa all'ultima delle

tavole verticali.

Un

insieme

essendosi avuta

completo ora perfettamente preservato a profitto degli studiosi, cura di riprodurre l'impronta in modo che tutte le ferrature, per

quanto assicurate nel gesso, permangano visibili all'esterno cos come lo erano nell'antichit. Nel bel mezzo del vano, il giorno 28, e dietro l'impronta descritta, si raccolto il campanello di bronzo, di forma cilindrica, alto m. 0,095.
Il

successivo vano n. 8 non ancora in tutto esplorato, rimanendone tuttora sot-

terra la parte inferiore fino

ad un metro circa dalla


si

soglia.

Anche qui

la

porta era
tutto nel

chiusa,

ma

l'impronta non
il

potuta

calcare
il

perch giacente
si

quasi in

lapillo. Dietro

profilo del

legno perduto,

giorno 17

sono trovati non uno,

ma

REGIONE

I.

181

POMPEI

tre

campauelli di bronzo: l'uno cilindrico, alto m. 0,085, a m. 1,50 dall'architrave e presso lo stipite orientale; l'altro piramidale, alto m. 0,07, un poco pi gi; il terzo cilindrico, alto m. 0,115, ancora pi gi, ma presso lo stipite opposto. Con i campauelli
si

sono raccolti

resti

in

ferro

della

serratura a scudo rettangolare e framil

menti informi del fasciame

di

ferro che circondava all'estremit superiore

battente

mobile; iuoltre un frammento di va.o di vetro turchino, lungo m. 0,085, con venature di pasta vitrea bianca al disotto dell'orlo svasato.
Il
*

tenti,

seguente vano n. 9 l'ingresso di una casa, nel quale la porta a due batdi cui va ricavandosi una magnifica impronta, era spalancata e spiegata sulle

m. 0,40 dall'architrave, nel mezzo del vano, il giorno 16, una lucerna di bronzo a recipiente circolare, lunga m. 0,13, sul cui grosso rostro sta accovacciato a lambire il lucignolo un topolino: l'ansa, a motivo floreale, s'inarca in su in dolce curva, e all'estremit
opposta pareti dello androne.
si

trovata in perfetto

stato di conservazione

sembra mancare

di

una

parte.

II:

Reg.

Ins.

VI

(pianta

tg.

1,

lato inferiore).

Col rinvenimento della lucerna


s'iniziava soltanto

fallica, descritta nel

precedente rapporto
farsi in
1,

(p.

143),

una

serie di

numerosi trovauienti che dovevano


('):

questo mese

nell'ingresso della bottega n.

eccone la descrizione.
in,

Il

giorno

nel bel

mezzo

del vano, a m. 1,20 dall'architrave e

0,40 dal profilo interno della muratura, un

oenoclioe di bronzo, a recipiente sferico-conico, alta m. 0,14, sul cui orlo a pareti con-

vergenti s'inarca una robusta ansa desinente in gi in una foglia di vite. Il giorno 2,
essendosi mostrata nella terra, verso
l'estremit destra
del vano,
si

l'impronta della

porta

serbante

il

suo colore azzurro,

una porzione delprovveduto a trarne un


quadrati.

calco col gesso, che risultato dell'ampiezza di pochi centimetri

Tolta via
il

questa prima impronta, un'altra se ne subito mostrata, e subito se ne eseguito

calco, ricavando cos la forma di un'asse di legno tinta di giallo o attraversata da tanti chiodi i quali sporgono all'esterno fra due cornicette, sviluppandovisi ciascuno in

uncino.

Propenderei a riconoscere
uncinati,
in

in

questa

seconda

impronta qualche cosa

di

analogo a quei sostegni


tenere
sospesi
si
i

uso specialmente

nelle beccherie e destinati a

pezzi della carne macellata.


la

Con

la di

rimozione di

questo

calco in

gesso

messa

mano

sopra una vera collezione

oenochoai di bronzo, in numero

di otto: in

delle quali, quattro a recipiente panciuto, rostro acuminato ed ansa desinente


foglia di vite (alte rispettivamente

gi

in

m. 0,23;
e

m. 0,19; m. 0,11; m. 0,095),


a questi:

e quattro a

corpo biconico, orlo tondo rialzato

foglia cuoriforme in fondo all'ansa


oltre
e

m. 0,175; m. 0.15 e m. 0,18). Ed (alte rispettivamente m. 0,22 Un mestolo lungo m. 0,30, con l< io tondo all'estremit del manico,
Notule

coppa ornata

(')

Per

vani

e 2, scavati

nel

mese

di

novembre scorso,

cfr.

degli scavi, 1911,

pagg. 422 a 426.

POMPEI

rilievo,

182

un cassettino
di

REGIONE

I.

di

un grosso rosone a

circondato da cerchi punteggiati.

Un imbuto
m. 0,35,

a coppa

emisferica, alto m. 0,15. Pezzi appartenenti ad


chiette a rilievi concentrici con
i

legno, cio due borlo scudetto

rispettivi

anelli striati, larghe

della serratura e qualche cerniera ancora attaccata al legno. Cassettina rettangolare, lunga m. 0,12, larga m. 0,06, con tre lati arcuati ed uno, quello dove la molletta

per la chiusura, verticale:


riore.

il

coperchietto scorre sulle guide laterali nel piano supel'interno di

Uno

dei

lati,

perch dissaldato, ha permesso di esplorare

questa

cassettina

nella quale

anello di ferro
cio
il

con un quadrante di Augusto (Cohen, 530), si trovato un nel cui castone una corniola recante incisi due segni zodiacali,
scorpione, forse

capricorno e lo

stesso.

Altre otto monete di

tema natalizio del possessore bronzo sono state qui raccolte, e sono una
il

dell'anello
di

Tiberio

(Cohen, 228); tre di Galba (C, nn. 9, 124 e 289); due di Vespasiano (C, 19 e 498); una di Domiziano Cesare (C, 98) e una di Tito Cesare (C, 2). Molto interessanti due vasi di vetro, cio un grosso fiasco, alto m. 0,27 e una bottiglia alta m. 0,22, contenenti l'uno e l'altra
il

momento indeterminata;
e

una sostanza pastosa, molle, di colore gialliccio, che rimane per e, presso di essi, due chiodi di bronzo rettangolari, lunghi
giorno 4, nelle terre alte, mentre sistemavasi la scarpata,
il

m. 0,11

m. 0,09.

Il

si

raccolse una lucerna bilychne di terracotta,

cui disco reca a rilievo

un grande

ro-

sone (manca l'ausa; lunghezza m. 0,14), mentre sulla

soglia raccoglievansi tre altre

monete
Claudio

di

bronzo, cio

un asse

di

Tiberio con

l'effigie

del padre (C, 247), uno di


e scgg.).

(cfr.

C, 84)

un quadrante

di Claudio (cfr.

C, 70

Lo scavo

del vano n. 4

(fig.
il

parte inferiore) che

l'

ingresso di una casa


i

stato pi che altro notevole per

recupero dei

frammenti

di stucco di
i

quali, subito

ricomposti, sono serviti per la

quasi

bianca

sporgente

al

disopra

dell'architrave.

completa Vi

ricostruzione
si

una bella cornice


seguenti
oggetti:
il

raccolsero

giorno 9, all'altezza dell'architrave, e quindi

probabilmente caduto dal piano superiore,

un candelabro

m. 1,02, a fusto rettangolare, riposante sopra tre piedi (uno manca) graziosamente contorti; ed il giorno 29 quasi alla stessa altezza, ma pi nell'interno, un collo di lekythos alto m. 0,105. Sul fondo naturale dell'argilla, in
di

ferro

alto

zone sovrapposte vedonsi un meandro ad onda, nero; giro di palmette bianche in fondo nero, alternate con un meandro floreale vertiealmente disposto; giro di bastoncelli
verticali, neri;

corona di foglie bianche su fondo nero; sull'orlo, che era sormontato

forse

da un altro vasetto ora perduto, giro di bastoncelli neri, disposti a raggi. Al n. 5 apresi il largo vano di una bottega, non ancora esplorato nella parte infe-

riore.

Nel mezzo del vano,


11

il

giorno 24,

si

rinvennero alcuni avanzi in ferro degli appa-

recchi della serratura, e la testa di un chiodo, in bronzo, emisferica, larga m. 0,043.


n.

uno stretto

e basso ingresso,

conducente forse all'abitazione di un tale

Ingenuus (vedi pi appresso

iscrizioni nn. 49,

51

56):

ivi, il

giorno 21,

si

rinvenne

un'anforetta di terracotta a piede piano e larga bocca,

babile che la abitazione fosse


di legno, separata,

m. 0,33. molto pronel piano superiore, accessibile per una stretta scala
alta
di tavole, dalla bottega n.
6.

merc una divisione

REGIONE

I.

183

POMPEI

Fa seguito il vano di un altra bottega, n. 7, con la quale sembra essere in comunicazione un altro ambiente sul lato destro, ivi apparendo un taglio verticale nella muratura che pu essere il vano di accesso. Solo una boccetta di vetro alta
m. 0,08
essendo
si
il

trovata nel profilo del

vano

di

questa bottega e

nel

terzo

superiore,

resto tuttora inesplorato.

Ma

se qui. por travamenti, lo scavo stato finora

poco interessante, abbiamo avuto la fortuna di imbatterci nell' impronta di un corpo umano, giacente in parte nella cenere ed in parte nel lapillo, e della quale si
fatta

subito,

per

quanto

si

potuto,

la

riproduzione

col

gesso,

non

senza

avere

tratto in precedenza dalla cavit quante

pi

ossa

fu

possibile.

l'estrazione delle

ossa

ci

riserbava anch'essa la sua sorpresa, in quanto che la mandibola inferiore


tutti i

apparsa priva di

molari,

e gli alveoli del tutto

offrendo una superficie affatto liscia. Siccome g' ma attaccati dalla carie, la perdita dei molari e l' ossificazione dei loro alveoli non
a vecchiezza dovuta

ricolmati di tessuto osseo, incisivi ed i canini sono conservati,

ad un fatto patologico in un individuo giovane o adulto. Tale il parere del sanitario di questi Scavi, cav. dott. V. Guastaficrro. Questo corpo, di una persona che troppo tardi tent la fuga, giaceva quasi all' altezza dell'architrave.
Alla medesima altezza e nelle stesse condizioni, sulla parete opposta un altro scheletro umano giaceva, ma non se ne potuta trarre l'impronta, perch tutto nel lapillo. La porta era chiusa e risultava di nove tavole verticali, larghe m. 0,21-0,22 ognuna,
con battente girevole sul cardine alla estremit occidentale. Anzi, del battente girevole si recuperata intatta una fasciatura di ferro che ne circondava il legno alla parte
superiore, trattenutavi da tanti grossi bolloni.

ma

*
I

due vani seguenti nn. 8 e

9,

separati solo nella fronte da uno stretto pilastro,

formavano un' unica grande bottega, essendo all'interno comunicanti per tutta la loro ampiezza. Al n. 8 sono da riferire i trovamenti della spalliera di un letto e di altri oggetti descritti il mese scorso (pag. 142), quando al vano non potevasi ancora dare un numero.
fatti

quei rinvenimenti sono da connettere quelli di questo mese, fra


posto all'altezza dell'architrave,

giorni 10 e 11,

allo stesso

ma un

poco

pi gi:

Terracotta:

anforetta conica a piede acuminato e corpo striato, a largo orlo, alta m. 0,50; anforetta panciuta, alta

m. 0,30

pignattino rossiccio, monoansato, a corpo sferoidale, alto

m. 0,13;

ciotolina rotta nell'orlo, larga

rappreso; cinque anforette di

m. 0,07, contenente alquanto colore rosso cupo forma allungata, a piede piano e largo orlo, alte m. 0,31.

Vetro: un vasetto sferico, monoansato, in frammenti, alto m. 0,09, con nervature

a rilievo intorno al fondo.

B) Lato orientale dello scavo.


III.

Reg. IX,

ins.

XII.
ci che risguarda quest' isola, dal

Con poche parole assolver

il

mio compito per

portare a compimento le opere di assicurazione e di restauro annunziate nella relazione del mese scorso (prg. 143, 144) si dovuto per un pezzo

momento che per

interrompere qui

il

proseguimento dello sterro:

posso nondimeno

annunziare che

le

POMPEI

il

184

REGIONE

I.

opere per

secondo cenacolo in piano

state tutte felicemente portate a

botteghe sono al suo ora ciascuna ed vedonsi rialzate compimento,


superiore e per le sottostanti

posto originario le semicolonne legate a pilastri dell'indicato cenacolo. Il giorno 20,


nel bel

mezzo del vano

n. 1,

a m. 1,20 dalla

soglia, si raccolto

un

cerchio

di

bronzo a verga tonda, grossa m. 0,01, il quale girava nell'asola tonda terminale di un chiodo di ferro; ed perci da considerare come una maniglia della porta.

IV.

Reg.

I,

ins.

Vili

(rilievo

topografico

fig.

4).

Reo.

ins.
4.

VII

Fig.

Passando

all' isola

opposta noter che

a liberare, sull'alto del vicolo, fra le

provveduto con ogni cura possibile isole VII ed Vili, tutti quei pezzi di muratura
si

che avrebbero potuto servire a render chiaro

il

genere e

le

proporzioni delle fabbriche

ma
i

la scarsezza dei trovamenti lascia tuttora perplessi sulla esatta ricostruzione.


(fig.

Oltre

muretti che vedonsi in pianta

4 A, B, C)

e che,

non essendo spostati dalla loro

originaria posizione, attestano chiaramente un balcone sulla via e qualche cosa d' in-

sono recuperate in quest'ultimo fra scarsi rottami di tegole due altre fiancate di balcone, di quelle che presentano ai bordi chiare tracce di riquadri
certo

sul vicolo,

si

di

legno che da ogni lato le circondavano.

Approfondito
occidente
rivestita

lo

scavo del vicolo fino al suolo,


stucco bianco,
si

si

scoperta, sulla parete verso

di

la

met

posteriore

di

un

dipinto

rappresen-

tante un lunghissimo serpente che


e tutto

avvolge in

ampie

spire in

mezzo a

piccoli fattici;

induce a credere che


in

l'

intero dipinto sacro

(come

al solito,

due serpenti aga-

todemoni con l'ara

mezzo),

si

svolga per un'ampiezza di circa 10 metri.


listelli rossi,

sinistra

la parete vedesi scompartita,

merc

in

due riquadri
di

verticali, congiunti

nel

mezzo con un

sottile festoncino fiorito, e, in corrispondenza dei

riquadri,

si

stende

sotto la parete

un lungo sedile rivestito d'intonaco


fino

cocciopesto.

Con l'approfonnel

dirsi dello scavo del

vicolo, si potuto procedere allo scavo,


1,

parziale per ora, della


qui,

fronte della bottega n.

giungendo

a circa

in.

1,50 dalla soglia; e

REGIONE

I.

185

POMPEI

mezzo del vano d'ingresso,


cotta, circolare,

si raccolta in frammenti una grande lucerna di terraa dodici lucignoli, nella forma di una corona di quercia, legata con due
:

piccole anse sovrapposte e incrociate nel mezzo, del diametro di m. 0,265

lucignoli

inserivansi in dodici beccucci sporgenti dalla corona. Quello che si potuto scavare

completamente, come conseguenza dello sterro

iniziale del vicolo, l'ultimo vano, n. 8,


;

della contigua isola VII, rimasto finora inesplorato

ne presento qui la descrizione

come

in

appendice.

Reg.

I, ins.

VII,

n.

(pianta nella

fig.

4,

n.

8).

Trattasi di un termopolio con annessa abitazione, alla quale evidentemente con-

duce

il

strati nella

vano nell'angolo sud-ovest: il banco, tinto di rosso, reca come al solito incamuratura due grossi vasi di terracotta, e termina, all'estremit del gomito

rientrante, in

un focolare per
in

il

riscaldamento dell'acqua e delle


;

vivande;

il

muro
alto

orientale, quasi

tutto

crollato

le

restanti

pareti, disadorne, rivestite di


:

un

zoccolo di cocciopesto.

Dalle terre alte provengono (giorno 3)

un chiodo

di

bronzo

a corpo rettangolare, lungo m. 0,13; undici cerniere d'osso, circolari, forate; e un mortarium di basalto, largo m. 0,22, a basso recipiente, munito di tre piccole anse
a sporgenza rettangolare, e di
piccolo foro.

un

colatoio, per cui

il

liquido scorreva attraverso un

a m. 3 dal suolo e sull'angolo sud-ovest dell'ambiente, si sono trovate cinque anfore di terracotta, e con esse un'anfora di forma allungata, alta m. 0,80, e due urcei monoansati, alti m. 0,42, pure di terracotta, dai quali
stesso giorno 3,

Lo

ma

apprendiamo

nomi

di tre nuovi

produttori

di

garum, leggendosi

in

piccolissime

lettere nere sui lori colli, rispettivamente, le iscrizioni seguenti:

a)

GF SCOMBR
S

b)
I

SCOMBR

C AV R

A TREBIO SVNHODO

EX OFFICINA SCAVRI AB MARTIALE AVG L


c)

G F AB M ARRVNTIO ANTEROTE

Il

giorno 7, anche dalle terre alte,

venuto gi un frammento

di

terracotta

un vaso), ornato esternamente con impressioni a corda, simulanti il tessuto di vimini, inoltre un peso piramidale, forato al sommo, alto m. 0,104, recante nella
(orlo di

superficie superiore l'impressione di due linee incavate e incrociate; infine

un fram-

mento

di tegola col bollo circolare: Ti. Claudi,

Aug.

I.

Polisci

{CI.

L. X, 8042, 36 h).

Presso la soglia, lo stesso giorno, un quadrante di Nerone con la

mensa
9,

agonistica

(Cohen,

n.

61); e

nelle

terre
;

alte,

nella

parte

interna,
di tegola

il

nodiferum, alto m. 0,085


tiscus (C.
I.
I.

un altro frammento
e

giorno con lo stesso bollo di Po-

un tritonium

L. X, 8042, 36, g),

infine

un altro col bollo pure in lettere rilevate:

Ansi

(C.

L.,X,

n.

8042,

9).

Nomi Som

1912

Voi.

IX

24

POMPEI

186

il

REGIONE

I.

Ed

ecco ora le epigrafi scoperte durante

mese

A) Reg. IX, ins. X.


Siili'

intonaco laterizio, al disotto del

programma

n.

2 della precedente relazione,

quale veniva propugnata dalla corporazione dei Quacliliarii la candidatura di N. Erennio Celso e di A. Suettio Vero all'edilit (cfr. pag. 136), ritornata in luce
col

un' iscrizione tracciata col carbone

1.

K^
:

ATVS INSANO SAL

pi sotto, graniti, due nomi


2.

FABIVS
il

2a.
7 dell'accennata relazione (p.

M-RVFVS
130) traspariscono ora
le

Sotto

programma programma

let-

tere nere del


3.

pi antico

CCAVIVM...
il

Liberatosi quasi in tutto


lesse
il

pilastro fra
(n.

vani 2 e 3, sul quale


si

il

mese

scorso si
altri.

programma

di P.

Vedio Nummiano

9 pag. 140),

sono scoperti questi

Lato sinistro:
4.

TREBIVM
AEDCfCLIENTES
(')

in parte nascosto dal precedente, 5.

ed in colore nero:

CAPRA
SIVM'ET
VICINI

TACITE
e

la coppia di (A.

Vettus)
I.

Caprasius (Felix)

(P.)

Paquius (Proculus), can-

didati al duumvirato (C.

L. IV, nn. 222, 660). Sul lato destro dallo stesso pilastro:

6.

(AV)VMVM A-VETTIVM AED D-RP

sotto cui trasparisce in grosse lettere:


7.

P
il

AQ_VIM
programma
in

Sotto
8.

programma

5,

tracce evanide di un ...

nero:

POM...
il

sovrapposto ad un altro programma, di cui resta solo


9.

principio:

LICI [nium\
In conformit del
si

(')

modo

tenuto

nei

precedenti rapporti,

quando non indico

il

colore

del

programma

intende che rosso.

REGIONE

I.

187

nell'ultima riga
si

POMPEI

Trascurando altre parecchie tracce


10.

illegibili,

legge:

lVVEN[m] probum?
n.

[dignus]

EST

Nel vestibolo della casa


pilastro interno orientale:

3,

sul

Sul pilastro opposto:

11.

ASC
li

r-

p-cf
n.

.,

12.

ASC
a

or

Il

candidato

A. Suettius Certus (CI. L. IV,

821), pretendente tanto al

duumvirato quanto all'edilit. Nel programma 11, lo scriptor, frettoloso, evidentemente storpi la formula ordinaria di raccomandazione Il(VIR-IDD')RF(/,
abbreviandola in
del

modo
12.

strano e inusitato. Altrettanto dicasi per l'A invece di


sinistra dell'indicato ingresso.

AED

programma

13. Sulla via in alto:

14. In nero nel nel secondo:

primo

rigo, rosso

CLOLLIV/W FVSCVMAED

M HOLCONIVM SIRICVM

AEDOf
e

non pare che

vi

sia discontinuit e differenza di scrittura nel


il

primo

rigo,

in

modo
solo,
si

che possa pensarsi a due distinti programmi. Se pertanto

come a me

pare,

abbiamo qui un nuovo candidato

di

programma cognome Siricus, che

uno

ag-

giunge a quello gi noto /'. Vedius. Pi gi ancora in nero:


(P.

alla cui destra:

Vedium)[Nuin\MlAHVM D
. .
.

"

AED-Cf

A. S(ueltiu$) V{erus) C.
Sotto
17.
il

I.

L. IV, 1043-3652.
e sotto

n.

14

il

n.

15 CRilS(<W2S?)
della res municipalis

RESTITVTVM

18.

nome Restitutus nuovo, tra quelle che pompeiana; il nome seguente Crescens (18) fu
Il

fecero parte

tracciato con pietra rossa.

sin.

del vano n. 4:

19.

"" AVETTIVM FIRV1VM O- V F-DIG

EST

SERGI VS- FELIX- rog


La persona raccomandata
20.
nel n.

20

il

ben noto candidato (L. Caecilius) Capella:

CAPELLAM

utd

POMPEI

destra del

188

RBOIONE

1.

successivo vano n. 5,
e sulle

la fronte dell' isola

recede di mezzo metro,

formandovi angolo;
21.

due

strette pareti che

ne risultano, leggesi a destra:


22.

CNHELVIVM
SABINVM

POPIDIVM AED OT

a sinistra, da sopra in gi in colore nero evanido: 23.

CAECILivn
iTvir

24.

Sullo stesso pilastro, forse quale appunto di contabilit


e tracciati con pietra gialla
i

(?),

fu graffito

il

numero XI

numeri

limili;

vi

pure granita la iscrizione:

25.

TV N ICA
LI

NT E A AVR

(tunica lintea auriata?))


tre,

destra del vano n. 6

programmi apparsi sono

l'ultimo dei quali sovrap-

posto alle linee 3 e 4 del secondo:

REGIONE

I.

volta che
la

189

Iulius
egli dispose, dei

POMPEI

la

seconda

verecondia del candidato C.

Polybius
di

ci

si

mostra palese dubbia fama, dai suoi programmi ora Cuculia che si prendeva gioco di lui altra volta era Smyrina (cfr. Not. 1911, pag. 432): ma cos nell'uno come nell'altro caso
la cancellazione,
:

attraverso

che

nomi

puellae di
;

l'

intento del candidato fu solo in parte raggiunto, perch

nomi delle
(v.

fautrici,

con un

po'

di pazienza attraverso lo strato di calce, si possono leggere

appresso, n. 63).

Pi gi,
32.

in colore nero:

HOLCONIVMPRISCVM
UVIR-I'B'D-R-P'O-VF

due precedenti programmi dovettero contenersi nello spazio libero fra le pitture ritraenti l'officina; gli altri pi gi, stesi da scriptores sopraggiunti dopo, coprirono
I

per intero
Essi sono:

il

sottostante dipinto rappresentante

interno della bottega, teste descritto.

33.

CN'HELVIVMSABINW
AED

43.

C CALVENTIVMlTviR -Cf

V
si

Nell'ordine col quale essi

sovrapposero l'uno all'altro, va notato in primo luogo:

35.

C C

destra del successivo vano n. 8 leggonsi due soli

programmi

neri

36.

ALBVC1VM
ETCASELLJVM
ABD

37.

FlRMVM

(...?)

B) Reg.
Messasi interamente allo
del

1,

ins. VI.

scoperto la
all'edilit
vi
si

parete a destra del vano n. 3, al disotto L.

programma raccomandante

Popidium Secundum

(iscriz. n.

10 del

precedente rapporto pag. 141),


38.

sono scoperte queste altre iscrizioni:

LICINIVM FAVSTINVM

AEDDRPC/
succede pi gi,
39.

ma

in

parte sottoposta alla precedente:

VEIENTONEM AED
ET-VETTIVM

Cr"

INNOCENTES
(cfr.

II

primo

di questi

due candidati M. Firmus Veiento

C. I. L.
in

IV, 3850)

l'altro,

Vettius,
:

rimane ancora indeterminato.

Segue, pi gi ancora,

nero eva-

nescente
40.

PANSAM.DDR.Ptf
programma
38, affiora un avanzo in piccolissime lettere nere:
I!

Sotto la 2* riga del

41.

!E

TE

ACIET

POMPEI

I.

190

le al

RBG10NR

I.

La
(cfr.

formula rogaDdi
L. IV, 636).
il

(fac

et)

Me

faciet, fu gi

altra

volta

incontrata

C.

Come

terzo strato

disotto di 38,

in grosse

lettere nere,

apparisce
42.

programma:

RVFVM
S

VERVS

ROGAI
programma
di

A
epigrafi,

destra delle iscrizioni qui trascritte, ed al disotto del

C. Cal-

venzio Sittio
la

Magno

(n. 11 della precedente relazione pag. 141), leggonsi queste altre

prima delle quali

in lettere

osche, alte m. 0,16:

43.

^IKMFip
e pure in nero:

Succedono pi gi in nero:
44.

SEVERVM
Cf
che
fu

45.

ANVM
.

AED

Cf

Col programma 44
(

Vibius)

Severus

(cfr. C. I. L.

soprapposto al n. 45, si volle forse raccomandare IV, indices, pag. 772); e col successivo (Nummi)anus,

ovvero (Claudi)anus. Segue a destra," in

esili lettere rosse,


il

un programma che raccomanda un candidato

del quale s'ignora tuttora

gentilizio:

46.

BALBVM
al

-7? [yir.

i.

d.~]

e finalmente,

margine

sinistro, accanto al

programma

41, un'epigrafe

monca

in

piccolissime lettere giallette, tracciate col pennello:


47.

SilENIIOIIPHLIPI/////////////////// SCR1BIT///////PI////////
5,

un sol programma fu tracciato, e raccomanda un candidato, che, mostrandosi perla prima volta con le sole iniziali, non si sa chi sia:
Sul pilastro a sinistra del vano n.
48.
Il

L
successivo vano
n.

O V

AD

6 doveva introdurre all'abitazione di un tale Ingenuus, a giudicare dalla presenza di questo nome in tre dei programmi (49, 51 e 56) tracciati sui pilastri laterali. Sul pilastro sinistro:
49.

LOLLIW
INGENVS /ROG
il

e pi gi 50.

programma

n.

50, mentre sull'alto dello zoccolo l'altro n. 51


51.

LPOPIDIVM
AED

FVSCVM
[//
vir.

OV

y.]A-S-P-ROG-INGEN(*)

REGIONE

I.

il

191

AED

POMPEI

Sotto
52.

programma 50, traspariscono

delle tracce:

S[cundutrf\

Sul pilastro destro, in alto, raccomandato (L. Veranius) ffypsaeus

(cfr. C. I. L.

IV,

17

200):

53.

HYPSAEVMQVINQ_
(cfr.

e poi

L. Popidius Ampliatus

inscriz.

nn. 64, 70 di questa Relazione):

54.

POPIDIVMLF AED
programma ne
trasparisce un altro pi antico
:

Sotto questo

55.

POMPEI

192

REGIONE

I.

ed a destra, prima:
G2.
e

POPIDIVM SECVNDVM

AD

Cf

poi:

63.
In

CIVL1VMPOLYBIVM1IVIR IDSPECLA
una linea sottostante sono
altri

(si

sottintende: rogai)

due programmi

in

colore nero:

64.

L POPI DI VM

L-

AMPLI ATVM/>-Cf
paternit nel

il

secondo
(cfr.

candidato della famiglia Popidia che aggiunge la

programma

C. I. L.

IV, 1143:

L. Popidius, L. f. Secundus, aed);


il

ed lecito
tro-

che pi di una volta si siano vari vati in lotta membri della stessa gens Popidia, molto diffusa a Pompei.
supporre che tale necessit sia srta per
fatto

65.

NONIVMA)
n.
si

(cfr.

Aot. 1911, pag. 4i>8, n. 39).


Sotto
il

62 apparisce cancellato

e imbiancato

il

principio di un

programma

pel quale, ove

fosse continuato a scrivere, sarebbe

mancato

lo spazio sufficiente:

66.

L-POP
n.

(L.

Popidium)

e sotto

il

64

trasparisce, fra altre tracce illegibili:

67.

VEIENTO(ttew)
del

La estremit superiore
allineati:

sottoposto zoccolo, reca

anch'essa due

programmi

68.

POPIDIVM -SECVNDVM

AEDSTEPHANVSROG
69.

C-

CALVENTIVM S1TTIVM

MAGNVM" mi

Sopra lo stretto pilastro fra i vani nn. 8 e 9, sul rustico intonaco ora distaccatosi ed andato in frantumi, erano due programmi, il primo dei quali nero:
70.

POPIDIVM LF
AMPLIATVM-AEDCf

71.

TREBIVM AEd

M. Della Corte.

REGIONE

VII.

193

LOCCA

Anno 1Q12

Fascicolo 6.

Regione VII

ETR URIA).

I.

LUCCA

Grotta

preistorica di

Maggiano.

Ricevo e comunico la seguente interessante Nota del dott. Nello Puccioni, libero docente di Antropologia nell'Istituto degli Studi superiori in Firenze sulle recenti
scoperte nella grotta di Maggiano.

Sulla fine del maggio del presente anno, facendo per conto della Societ itaricerche scientifiche nel
circa a
territorio

liana di Antropologia delle


fatto di scoprire

Lucchese,

mi venne

un chilometro all'ovest di Maggiano, ove eseguii qualche saggio di scavo, giacch la grandezza della grotta stessa, la sua posizione in una valle percorsa da corsi d'acqua e la sua poca elevazione sul livello

una grotta posta

del

mare
si

la rendevano fortemente

indiziata

come abitazione
30 metri
sul

preistorica.

La

grotta,

che

apre nel calcare a un'altezza di

circa

piano della strada pro-

70 metri sul livello del mare, presenta una prima camera molto spaziosa (si pu calcolare all' incirca di 30 metri di profondit per 32 di larghezza) ha poi una seconda camera pi piccola, ma sempre assai grande (forse di 5 metri per 10). La grotta ha un deposito di riempimento molto notevole,
vinciale, che risulta a sua volta a
:

pu calcolare dal fondo roccioso di uno spessore di circa 7 o 8 metri: detto deposito non orizzontale, ma dall'imboccatura scende verso la parete di fondo posta al nord; a circa 15 metri dall'apertura d'ingresso il declivio diviene pi
che
si

ripido e

scende
si

ovest non

a picco, cos che lungo tutta la parete nord e quella nordtrova deposito, ma un ammasso di blocchi e di pietrisco caduto dalla
quasi

Notizie Scavi 1912

Voi. IX.

25

LUCCA

camera
esiste

194

di

REGIONE

VII.

volta; nella seconda

uno spesso strato

deposito, disposto

orizzon-

talmente.

Mi
si

fu detto che nella grotta furono scavate,

alcuni anni

fa,

delle ossa fossili,

mi

disse che in diversi punti era stato rotto mediante


il

mine

lo strato stalagmi-

pavimento; riempimento si notano tuttora tracce di sterramenti e di principi di fosse; e non da dimenticarsi che il Regnoli nelle sue ricerche nelle grotte dei Monti Pisani e delle Alpi Apuane
tico,

che ricopre tuttora

certo che nel deposito di

visit

rate
resti
si

anche la grotta di Maggiano, come risulta dalla nota delle grotte da lui esplo(vedi // Nuovo Cimento, anno XXVI, 1867, pag. 367), e vi trov per di pi

di abitazione umana; dunque probabile che qualcuno degli sterramenti, che notano nel pavimento della camera anteriore della grotta, siano le tracce del saggio

ivi

compiuto dal Regnoli. In prossimit di una di queste fosse, e pi precisamente nel centro della grotta e a una distanza dall'ingresso di circa 13 metri, feci attacstrato stalagmitico, spingendomi fino a m. 0,80 dal livello del pavimento. Insieme a pezzi di ferro e a resti ossei di animali domestici {sus, ovis), trovai resti di ceramiche di varie epoche (neolitiche, impasti italici e perfino frammenti di olle romane) e una piccola scheggia di selce (mill. 21 X 16) con veri ritocchi; ma l'aver

care lo

trovato allo stesso livello (cent. 80 del pavimento) anche un pezzo di ceramica, sicu-

ramente recente, che dimostrava


il

il

rimaneggiamento dello

strato,

mi

fece sospendere

saggio. Pensai allora di attaccare lo strato stalagmitico in vicinanza della parete

spingendomi contemporaneamente verso l'entrata. Il giorno 17 di anche questa fossa di saggio aveva raggiunto m. 0,80 di profondit e aveva dato maggio abbondante ceramica di varie epoche, pezzi di ferro e ossa (almeno di due individui
est della grotta,

di

Sus e uno

di

Arvicola). Nel secondo giorno di scavo in questa fossa, a m. 1.34

di profondit, insieme a varii

frammenti

di

ceramiche neolitiche

anche pi recenti,

vennero alla luce ossa di Bos, unite ad altre di Myoxus, di Ovis e di Bufo e contemporaneamente tre selci finamente lavorate. La pi grande e la pi bella di queste una freccia a peduncolo, lunga 60 mill. e larga 20, finamente lavorata sulle due
facce, con tecnica caratteristicamente neolitica.

Una seconda

freccia pi piccola, lunga

mm. 40
ha

larga 15, presenta pure

il

peduncolo,

ma

lavorata e

da una sola faccia;


margini; la
si

nell'altra soltanto qualche ritocco verso la

punta

verso

uno dei

tecnica anche in questa freccia da riportarsi al periodo neolitico. Infine

scoperse

un grattatoio su estremit di lama, il quale, quantunque spezzato, lungo mm. 30 e largo 15: anche quest'oggetto, per essere finamente lavorato, caratteristicamente
neolitico.

L' insieme del saggio, sebbene ci dimostri che

il

deposito,

almeno

superficial-

mente, presenta un rimaneggiamento, sia per la fauna che esso ha dato (animali domestici), sia per alcuni dei numerosissimi frammenti di ceramica (oltre 280 pezzi), sia
infine per la facies industriale litica che ci

ha

offerto,

dere che nel deposito della grotta di Maggiano si trovano abitazione umana preistorica del periodo neolitico.

d buone ragioni per conclui resti abbondanti di una

Firmato Dott. Nello Pdccioni

ROMA
saggi eseguiti nella Grotta di

195

dato

ROMA
dall'egregio dott. Puccioni, per conto

Maggiano

della Societ Antropologica

di Firenze, dei

quali egli stesso ha

qui relazione,

dettero motivo all'intervento della Soprintendenza agli Scavi d'Etruria, la quale ha


gi disposto per una regolare esplorazione della Grotta in parola. L'esplorazione sarebbe stata anzi subito eseguita se per l'opposizione del proprietario non si fosse
stati

costretti a ricorrere alle


I

forme legali.
e dal

materiali ceramici raccolti nella Grotta

Puccioni mostrati in una seduta

della Societ Antropologica di Firenze, non presentano quasi soluzione di continuit,

a cominciare dall'et neolitica fino all'epoca romana; e non vi ha dubbio quindi che
la esplorazione di

questa Grotta sar per riuscire

fertile di

importanti risultati, spe-

cialmente nei riguardi delle stazioni preistoriche dell' Etruria, e, cornee da sperare, probabilmente dar anche materiali paleolitici e mostrer se, come io credo, la civilt
eneolitica
neolitico.
si

sovrappone

quella

paleolitica

senza

l'

intermediario

del cos detto

L. A. Milani.

II.

KOMA.
citt e

Nuove scoperte nella

nel suburbio.

Regione IV.
giori
in

un

loro fabbricato posto sull'angolo delle vie

Alcuni lavori di sottofondazione, che eseguiscono fratelli MagBaccina e Tor de' Conti, restii

tuirono alla luce avanzi di costruzioni consistenti in un


e in

muro a mattoni,

largo m. 0,75,

un pavimento ad opus spicatum, che trovavasi a m. 5,60 dal livello attuale della strada. In tempi posteriori questo fabbricato aveva subito una elevazione di
circa

un metro;

e di ci faceva

testimonianza un altro pavimento di uguale struttura,


i

posto sul precedente.


lizioni, cio

Tra
di

due pavimenti apparivano


laterizi e d'intonachi.

segni delle conseguenti demo-

frammenti

Neil' approfondi re
rita,

un cavo per conduttura d'acqua

sul viule principessa


il

Marghedi

a m. 50 dall'angolo formato dal muro che limita a nord-est a due metri circa da questo

fondo di quella

via,

muro

fu

messo

allo scoperto

un breve tratto

un

piano stradale, profondo m. 1,10 dall'attuale livello e lastricato di poligoni di basalto. Questo breve tratto deve connettersi con quello esplorato parecchi anni or sono, e

che corrispondeva presso a poco


(cfr.

alla distanza di

m. 18 dall'angolo

di

via

Gioberti

Lanciani,

Forma

Urbis, tav. 17).

Regione

V.

motivo di

altri

cavi

fatti

per conduttura

d'acqua nel

mezzo

dello stesso viale principessa Margherita, che entra nella

Regione V, alla profondit

ROMA

196

ROMA

m. 1,75 dal piano moderno, si scoprirono gli avanzi di cinque pilastri in calcestruzzo, larghi ciascuno da m. 4,50 a m. 4,90, i quali certamente appartengono agli archi dell'acquedotto dell' Aniene nuovo distrutti dal Berardi e segnati con leggero
di

spostamento verso oriente nelle tavole 31


qnale
li

32

della

Forma

Urbis del Lanciani,

il

tracci secondo le indicazioni fornite dal Berardi al Piranesi (Lanciani,

e acquedotti,

pag. 363).

Il

primo

di

essi

dista

m.
il

Acque 33 dal nuovo fabbricato che


piazzale di

forma l'angolo del viale principessa Margherita


Il

con

porta

Maggiore.

quarto pilastro, a partire dal primo, sosteneva quattro parallelepipedi di tufo, per
di

una lunghezza complessiva


struzione.

m. 4,40,

coi quali

cominciava lo spiccato della co-

Negli sterri per la costruzione del villino della signora Pucci, all'angolo di via Bonghi con via Leonardo da Vinci, presso gli avanzi di muri dei quali fu detto in
queste Notizie (1912
p.

84),

si

rinvenuta

una lucerna

fittile

frammentata,

man-

cante di quasi tutta la parte destra,

nella quale

rappresentata una Vittoria vlta

a sinistra, che con la destra regge uno scudo, su cui granita la seguente iscrizione

augurale

ANNV N0VMF
AVSTVM
FELICE
Annu(m)
\

nov(u)m f

austum
\

felice{m)

Intorno allo scudo vedonsi due monete, una palma, una testuggine. Nei rwescio

il

bollo segnato nel

C. I. L.,

XV, 6567

a.

Lucerne

fittili

con rappresentanze e iscrizioni simili, sono gi note (cfr.


n.

CI.

L.,

XV

6567 a

Dessau, Inscript. Selectae,

8619).

Via Labicana.
una comunicazione tra
ferroviaria

Nella demolizione del muro di cinta per aprire con


il

tre archi

piazzale di porta Maggiore e quello

della

nuova stazione

gherita,

si

di Malabarba, e precisamente alla estremit del viale principessa Marsono rinvenuti, messi in opera, oltre ad alcuni frammenti marmorei per-

tinenti a capitelli, a rilievi, tanto danneggiati

da essere

irriconoscibili,

pure due fram-

menti di una grande iscrizione a caratteri dello spessore di m. 0,24:


a)
(alt.

belli e grandi,

incisa su lastra

marmorea

m. 0,27X0,14):
vesp

b)

(m. 0,27

X
v

0,14):

AS AN
I

DV1NO

A
il

stato inoltre rinvenuto

bollo frammentato dell'anno 123, C. I. L.,

XV, 549

d.

ROMA

197

sotterranei del

ROMA
nuovo palazzo delle Ferdi

Via Nomentana.
rovie,

Nello sterro per

all'angolo del viale del Policlinico

si

scopr

un cippo
del

travertino (non a

posto), alto

m.

1,42X0,78X0,44,
la

sulla parete

superiore

quale a lettere alte

m. 0,07,

leggesi

sola parola

PO ME Ri VM.
;

Per la sua forma questo cippo uguale a quelli del pomerio che furono posti da Claudio nell'anno 49 dell'era volgare (C. /. L., VI, pag. 3106 e seg. Notine 1909,
pag.

44
Fra

e seg.)-

Manca

per l'iscrizione sulla fronte.

la terra si

rinvenne inoltre un medio bronzo di Alessandro Severo (Cohen, 350).


*

dal

Via Prenestina. IX miglio dalla citt


Evidentemente

Il

ponte

monumentale

di

Nona, che

questo

nome

prese

sulla

via

Praenestina, una costruzione massiccia, che


le

attraversa una piccola valle e ne


salita.

rende pi agevoli
alto

due rampe
per farvi

di

discesa e di
e

fu costruito cos
i

e robusto

passare con agio

sicurezza gli enormi blocchi che

Flavii facevano condurre dalle vicine cave di Gabii


il

per costruire l'Anfiteatro. Infatti, in origine,

ponte era costituito da una bassa arcata


fondazioni dei due
piloni
di

che oggi vedesi presa sotto e conservata nelle


del ponte monumentale. Oggi,
il

mezzo

tratto di via, sbito


;

dopo

il

ponte, fiancheggia la

collina che si presenta sulla sinistra


l'alto

mentre

in

antico la via prendeva a salire sul-

di detta collina, con

un

tratto diretto.

ora scomparso,

ma

facilmente presumibile, che

Era appunto lungo questo tratto di via, si vedevano sparsi sopra terra, scondi terrecotte votive,

volti e trascinati dal vomere, molti

frammenti

che dovevano cer-

tamente

riferirsi

a qualche santuario che sorgeva sul culmine della collina.


la Direzione degli Scavi di

Questa scoperta indusse

Roma

e del
il

gli accordi col proprietario, principe don Scipione Borghese,

Lazio a prendere quale coli' usata sua


il

cortesia e coll'amore in lui innato per ogni impresa buona, concedette


facilit

terreno

con ogni mezzo l'opera nostra.


fu eseguito nei

Lo scavo
Al

mesi

di

maggio

e giugno,

sotto la

diligente sorve-

glianza dell' ispettore prof. G. Mancini.


tracciato della via, che

abbiamo

detto salire in linea retta sull'alto di questo


e

colle, appartengono alcuni colombarii con ipogeo

costruzioni imposte e tuttora emeroltre al

genti dal suolo.

Ne

fu in parte saggiato

uno

ma,
offr

non presentare alcuna caratsorta.


colle,

teristica speciale nella costruzione,

esso non fu

oggetti di

L'esplorazione vera e propria

iniziata

sulla
;

cima del
e ci

dove appariva

qualche frammento di terracotta appartenente a voti


ritrovare gli avanzi del sacello della divinit, a cui
tato dell'esplorazione
di

fu fatto colla speranza di

voti erano dedicati.

Ma

il

resul-

non rispose

ai

nostri desideri, perch vennero in luce molti

muri

opera diversa,

e,

quindi, di tempi diversi.

Non

fu difficile di riconoscere nel


il

piccolo
il

fabbricato una specie di balineum, di cui fu completamente scoperto


calidario col suo

frigidario,

hypocaustum
1'

il

cortile chiuso

che

circondava questa
e,

parte del

rustico edificio.

La presenza

di tale costruzione in

luogo isolato

a quanto sembra,

unicamente fatta per

uso di un bagno, non certo di lusso, in un luogo, poi, che doveva

essere fornito di acqua trasportandola a

mano

dalle sorgive sottostanti a grande disli-

ROMA
che lungo
le

vie,

198

come

ROMA
vi erano le

vello, significa

o meglio nelle piccole mansiones,

tabernae, cos vi dovevano essere modesti bagni per refrigerio dei viandanti. Abili ricerche eseguite intorno a queste costruzioni ed anche sotto il lastricato del cortile,

non diedero indizio

di

antico

sacello;

offrirono per

monete d'ogni tempo, n.a pi

specialmente monete del sistema sestantario e della Campania. Alcuni bolli di mattoni e di tegole ed un frammento d' iscrizione indicano presso a poco l' et ultima di
questa rude costruzione.
*

Gli scavi procedettero sull'alto delle collina, verso


dalle rovine ricordate. Per quanto
si

est,

ad un centinaio
in codesto

di metri

attiene agli

scavi fatti

luogo,

solo

ricorder

di avere incontrato

sperone,

dei quali si

una grandiosa costruzione circolare a blocchi di tufo conservano in un solo breve tratto due filari soprapposti senza
moderna, a calcestruzzo, dominante quasi la un blocco qua-

calce, e un'altra costruzione pi rozza e

collina e rappresentata da indizi di selciato a poligoni di basalto e da

drangolare di muratura. Aveva relazione certamente colla via, e doveva costituire un


piccolo spiazzo che circondava un segnale,

come un
il

cippo,
al

una colonna

non mi
il

sembra azzardato

di

riconoscere, in questo,

punto dove

viandante era indicato

nonus lapis della prenestina.

Ma
ed
i

lo

scopo principale delle

nostre

indagini era

quello di rintracciare

il

sito

resti

del santuario, e di scoprirvi le fosse votive.


di

Gli avanzi dei voti

terracotta continuavano ad incontrarsi per grande tratto


est,

lungo

il

leggerissimo pendo verso

si

moltiplicavano sempre pi in

una zona
di tufo,

di terreno

non molto

estesa.

Ivi fu subito rintracciato

un recinto a blocchi

chiuso a levante ed a mezzogiorno,

ma

in

origine di

foima regolarissima, largo circa

m. 17

lungo m. 22.
i

Neil' interno non apparvero

pi lontani segni di una costruzione n antica, n

moderna;

solo vi

si

raccolsero pochi frammenti di terrecotte votive, e qualche moneta.


sacello, proprio nulla;

gli angoli,

Dunque, del tempio o due fosse,

ma

dinanzi al lato sud del recinto, presso

o rozze insenature nella roccia, ricolme di voti. In queste fosse

le terrecotte

erano state gettate alla rinfusa e spezzate e coperte come per nasconderle.
il

Era

facile

di classificare

materiale raccolto, che del resto trova perfetto riscontro coi


sia

voti di tanti santuari scoperti

dentro

la

citt,

sia

nel

Lazio
poich
si

nella

bassa
tutti

Etruria. Essi
riferire al

appartengono
il

ad

un'et relativamente
il

tarda,
I

possono

periodo tra

III ed

li sec. av. Cristo.

voti furono offerti a

qualche

divinit salutare, e consistono, oltrech in grandi statue o parti di statue panneggiate

(oggi in pezzi non ricomponibili)


in parti del corpo

come quelle scoperte


isolati,

nella isola tiberina o a Veio,

umano,

quali teste intere e dimidiate nel profilo, con capelli sco-

perti o

velati,
e

specialmente se di donna, occhi


dei piedi,
di

orecchie destre e sinistre, dita


rilievi

delle parti

mani

mani
i

distese,

parti
e

di

addome con

delle interiora,
figurine

genitali

ambo
e

sessi,

piedi nudi

posati sopra

una solea,

fem-

minili

ammantate
alette,

coronate di edera. Tra tutti questi voti singolare un'ascia di

piombo ad

fatta con semplice lamina, e

una statuetta

di

bronzo rappresentante

ROMA
un Giove
folgoratore, nudo, imberbe.

199

ROMA

Fu

trovata insieme con la massa di voti di ter-

racotta dentro alla prima fossa, e costituiva essa pure un voto.

La scoperta che abbiamo per sommi capi riassunta, avrebbe una importanza molto limitata, se fosse considerata come fatto isolato ma acquista il suo vero posto qua;

venga considerata in relazione al luogo ed alla vicinanza della via praenestina, che gli antichi consideravano come una via sacra. Oserei dire che abbiamo
lora

una nuova prova delle soste e degli atti grinaggio al santuario di Giunone Gabina
genia in Praeneste.

di
e

devozione compiuti dai fedeli nel pelleal celebre

tempio della Fortuna Primi-

Via Salaria.

Facendosi uno sterro per


villa
si

la

costruzione delle case degli ira-

piegati dello Stato nell'area dove era la

Caetani, a m. 55 dalla moderna via

Salaria e a m. 15 dal viale dei Parioli,


terizio,

scoperto

un avanzo

di sepolcro in la-

a pianta esagonale,

cui lati misuravano

m. 3,60. Aveva un'apertura larga

m. 1,40, con arco formato di mattoni intercalati tra muratura a pietrame; questa
apertura era rivolta verso l'antica via Salaria, dalla quale distava circa dieci metri.

Negli sterri per


via

il

prolungamento della via Tevere verso


lastra

villa
:

Umberto

I,

tra

Po
1.

via Pinciana, sono tornate in luce le seguenti iscrizioni

Frammento

pertinente alla parte destra di

marmorea

scorniciata.

A G V N

MIL-COA...

PR-> IV
MI
XI
L
II

Ann
vix
. . .

AN
Misura m. 0,23

0,17. Nella prima

linea di

questo frammento
il

indicata la

citt natale del pretoriano

che qui ebbe la sepoltura, citt

cui

nome

Agun[ia]

nella Gallia Transpadana.


2.

Un

altro milite di coorte pretoria,

precisamente della seconda,

ricordato

nella seguente iscrizione incisa su lastra


nel fastigio con

marmorea frammentata

a destra, e decorata

una corona vittata (m. 0,35

0,24)

corona

m.

T 1VLIT7

FLA

...

MILCOHU7W
CELS
I

M II.
s.

an

XI- VIX-

AN
e

ROMA

Cippo di travertino, alto m. 0,56


:

200

ROMA
Targa marmorea da colombario m. 0,14X0,24):

3.

4.
(alt.

X 0,36

V-L ANTIN1VS

L-

LMELITO PSACAS

Q^LVCIEN VS
D LDICAEVS V

AXXx

INF p XII N AG P X
I

CLIVIVSCLSOVS
OLLAM DEDIT DONA
1

5.

Frammento

di

grande lastra

di travertino (m.

0,49

0,46)

ROMA
Frammento

di

201

ROMA

12.

grande lastra di travertino (m. 0,40X0,36):

/VPERCVSF LEMATIO
.

...

NIO
14.

13.

Frammento

di cippo di traver:

Frammento

di lastrone

marmo:

tino (m. 0,40

0,37)

reo scorniciato (m. 0,31

0,40)

SEXTi

VS-MQVIAm
..
..

C-L-SALINVS
...

MESASAQ^FARS VCRIO C- VE RO

LEROS AGATHO
'

RVFIO
15.

HORA
16. Altro

Cippo

di

travertino

frammen0,38

frammento

di lastra

mar-

tato, con iscrizione assai corrosa (m.

morea, mancante della parte


(m.

superiore

0,35)

0,40X0,28):

ALESy NEROT IS-L VX IT ANNIS

CORIN
THIASCONIVGI BENEMERENTIET-SIBI-ET-SVIS
LIBERTIS-LIBERTAB

///////SVI-T/

LY

/////DER

CONLIBERTAE SVAE

VSQ_POSTERISQVE

EORVM
18.

17.

Cippo

di

travertino (m. 0,80

Pezzo

di

lastra

marmorea

X0.20):

(m. 0,17

X0.17):

IN

AGR PXL
19. Id. id.

IAEL-F E-DVLC
IVS

(0,10X0,06):

20. Altro simile (m. 0,11

0,06):

XXXX
LVDE
21. Altro simile (m. 0,07

RA
X
0,06)
:

22. Id. (m. 0,24

0,14):

AVT
LATI
...
Notizie Scati 1912

PO LA

TO E-HA
G
26

Voi. IX.

OSTIA

REGIONE

I.

le

203

OSTIA

Fu

continuato pure lo studio del sottosuolo innanzi al grande abbeveratoio, che


osservazioni gi fatte precedentemente.
si
il

ha confermato
Sotto
il

piano presente

incontra uno strato di scarico, alto circa m. 1,60, che

discende ad un piano battuto,


si

quale sta a contatto della sabbia. Entro questo scarico


sot-

raccolsero,

fra

l'altro, tre

fondi di vasi di terracotta molto leggiera, a pareti


di lucerna fittile a

tilissime (forma

Behn 277); un frammento


il

vernice marrone con

bastoncelli nella parte inclinata verso

disco; un fondo di vaso pure di terracotta a

vernice giallognola macchiata in rosso

un vaso aretino frammentato, con ornati

un

frammento

di tazza striata, di

vetro.
di

Fu

scoperto pure uno strato

terra bruciata (fondo di capanna), alto in

media

venti centimetri, in parte al piano della sabbia e in parte scendente pi sotto, con

frammenti di anfore,

di

embrici e di vasetti:

parecchi frammenti

erano di vasi di

terracotta ordinaria, fatti a

mano

e cotti a fuoco libero.

Fio.

1.

Immediatamente

sotto lo strato di bruciato


il

si

raccolse un fondo di vaso a ver(Kg. 1);


si

nice nera, su cui graffito, presso

piede,

il

nome: L. Numisio
di

raccolse

parimenti quasi la

met

di

un

piatto, egualmente a vernice nera.

Negli
(m. 0,108),

strati
si

superiori,

insieme

ad

un

pezzo di

gamba

cavallo,

in

marmo

rinvennero questi frammenti di lastre marmoreo iscritte:


1.

(m. 0,04

0,065)

2.

(m. 0,08

X 0,085)
A-

ERC

Fu pure approfondito lo scavo nel primo portico a destra del decumano, permettere in luce le soglie delle porte degli ambienti che in epoca posteriore furono
interrati per formare
il

marciapiedi della via rialzata.


sono a cor-

Le pareti esterne sul corridoio centrale (che costitu poi il portico), tina laterizia con tracce di scialbatura bianca; quelle interne poi sono ad opera reticolata, con
ricorsi

ed ammorsature di mattoni.
il

Lo

scarico del portico era doppio:


di opera spicata,

superiore, alto
di anfore,

m. 0,50, conteneva specialpezzi di intonaco dipinto e

mente mattonelle

frammenti

OSTIA

204

tesselle di

REGIONE

I.

musaico

l'

inferiore, alto

m.

0,40, che mostra le tracce di un forte incendio, conteneva pezzi


di

pavimento

a mosaico a disegno geometrico bianco


nero, tasselli
di

tufo

appartenenti ad

opere reticolata e mattoncini di opera


spicata.

Entro questo strato inferiore

si

raccolse

una testina

in

terracotta di
e tre

Minerva galeata (m. 0,07)


menti
si

fram-

di tegolone fittile decorativo,

che

ricongiungono, con

tracce di poli-

cromia, in cui appariscono motivi orna-

mentali in forma di larghe tazze, alternate da colonnine.

Facendosi

la

fondazione

per

un

muro

destinato a sostenerne un altro di

et pi recente,
gli

furono
nel

tagliati

anche
dei

strati

inferiori,

pi

alto

quali,

tra terra bruciata e carbone, si

raccolse

una lucerna
I.

fittile

a vernice

marrone (C.
in

L.

XV, 6573

b; forma

Dressel 25), e una tazza di terracotta

frammenti (m. 0,20).

Furono pure incominciate delle


zioni sotto
i

se-

il

decumano,

per

ricono-

scerne

diversi

rialzamenti.
si

Tra

il

materiale che qui

raccolse, noto un

collo d'anfora con la

due parti:
di

A/S,

marca ripetuta su ed un frammento

fondo di vaso a vernice gialla, con


rosse, su cui graffito
'

macchie

CB

r>

Sotto la breccia della prima strada


si

rinvenne un frammento di fondo di

vaso a vernice nera, con ornamenti di


rilievo
in

varie

zone,

consistente

in

alcune singolari forme di vasi alternati


con cerchi.
*

La

via dei

Vigili

di cui

presen2) ed

tiamo la pianta

e la sezione
si

(fig.

offriamo la veduta, quale

mostr du-

REGIONE

I.

205

OSTIA

rante lo scavo
e poi

(tg. 3) venne costruita, come si dotto, tagliando editz preesistenti, per la massima parte ricoperti: alla loro volta quegli editz si erano sostituiti a costruzioni anteriori, indicate nella figura citata.

Fio.

3.

serma. All'angolo

Quella via sbocca nell'altra, pi antica, che corre lungo nord-est si nota un muro un po' obliquo,

il

lato nord della. Ca-

al

quale

si

congiunge

una soglia di porta che taglia la via. Nelle taberne a nord ed a sud di questa soglia sono delle vasche; in quella a nord anche un fondo di dolio.

OSTIA

il

206

si

REGIONE

I.

Negli scandii provenienti da questo punto


dei quali recanti

raccolsero parecchi mattoni due

bollo C.

I.

L,

XV, 104;
col

altri

tre coi bolli

C.l.L.

XV,

105, 277,

361, 958

a,

1037

a,

1449 a, ed uno

bollo rettangolare ed a grandi lettere:

cj

ani-lliNg;

Si raccolsero pure delle anfore con le

marche:

a)

sull'ansa sin.

e)

C Q_

a lettere incavate

b)

WW

sull'ansa

d)

''A/PIIM

sull'ansa d.

rinvenne parimenti una lucerna fittile (C. /. L. 6479 a, forma 19). Nel punto e della via dei Vigili si incontr sotto il piano un grande mucchio di tegolozza, evidentemente avanzo degli edifiz distrutti per aprire la via, pronto per

Vi

si

essere asportato:
altri

il

mucchio rimase poi


aperta in fretta.

qui. perch,

come sembra
d

risultare anche da

segnato un muro coperto d'intonaco dipinto; con e una vasca tagliata dalla fogna; con f un'altra grande vasca; con g l'avanzo di una latrina, gi indicata; h indica il piano di un pavimento battuto
indizi,

la via fu

Con

la lettera

pi antico;

i una grande stanza con pavimento a musaico bianco ('). Di particolare interesse la grande stanza /, lunga m. 13,20, a musaico bianco

e nero con disegno in parte geometrico,

in parte figurato, del quale qui data la Esso conservato interamente dove la grande fogna della via e altre fogne minori non lo hanno rotto. Che vi siano rappresentate delle proviucie fuor di dubbio. La Sicilia indicata

rappresentanza

(fig.

4).

dalla

Triquetra; l'Africa, come di consueto, dalla testa coperta

di

pelle d'elefante;

n vi sar difficolt a riconoscere V Egitto in una testa femminile su un coccodrillo,


e,

per naturale conseguenza, la Spagna in una testa coronata

d' olivo,

nexa

cornarti

foiiis,
i

come

la

descrive Claudiano. Si tratta delle regioni con le quali Ostia aveva

maggiori rapporti commerciali. Accanto ad ogni provincia raffigurata una testa

virile alata,

barbata o imberbe:
verso

vi
le

dovremo vedere
rispettive

le

rappresentanze dei venti, che favorivano la navigazione


o meglio,

regioni,

da esse verso Ostia.

Non

so se gli scudi,

accompa-

gnati da lance, quando siano rotondi, vogliano ricordare la conquista.


Il

vespaio sotto

il

pavimento

fatto

con piccoli pilastri di tufo e con volticelle,

nel lato ovest conservato


di

Segue una stanza quadrata,

per m. 7,40 un sedile alto m. 0,27, largo m, 0,60. sette metri, con pavimento a musaico bianco e nero {ni).

(')

I un.

e 2 indicano
il

musaici innanzi alla Caserma dei Vigili, di cui ho gi parlato;

il

n.

3 la fontana;

u.

l'ingresso delle

Tenne;

il

n.

5 la guardiola del portiere di queste.

REGIONE

1.

207

OSTIA

Fiq. 4.

OSTIA

si

208

in.

REGIONE

1.

Continuando,

incontrata
di

una sala absidata, larga


bianco
e

8,20, anch'essa con pa-

vimento a musaico
bolari lungo dei quali

piccole

tesselle,

nero con

ipocausto e mattoni tu-

le pareti. I pilastri
il

dell'ipocausto sono di mattoncini quadrati, di


L.

m. 0,21,
:

uno reca

bollo C.

I.

XV, 980

(a.

59

?) e

un altro

il

bollo rettangolare

P.T-N
Si

ebbero anche mattoni con questi bolli rettangolari

a)

M
N /// N ///

b)

M F/VIVS ZOSIMVSE

(?)

e)

L L V? I L L V? I

Questi bolli

ci

permettono di attribuire queste costruzioni, che debbono appar-

tenere a terme, alla

met

circa del

molto, perch
secolo,
e,

grande fogna, ad ogni modo, non pu essere posteriore ad Adriano. Dietro l'abside si vede un rubinetto di bronzo (m. 0,32 0,35) attaccato ad un pezzo di tubo di piombo, che stato tagliato (fig. 2); esso scaricava l'acqua, forse

la

che

primo secolo dopo Cristo. N tali edifici durarono li distrusse, sembra circa della fine di questo

da vasche delle terme,

in

Le
l'altro

sale seguenti mostrano

una vaschetta, con pavimento e pareti in coccio pesto. due rialzamenti. notevole il fatto che tra l'uno

di

questi era un vespaio costituito da anfore collocate l'una con la bocca sotto,
la

l'altra con

bocca

all'

ins.

Succede una latrina.


pi antiche,
infatti si

La fogna

verso
fu

il

portico
il

mentre tagli
stesso.

le

costruzioni

portico questo punto soppressa quando notano lavori eseguiti in ben cinque epoche, certo non molto distanti luna

venne

fatto

In

dall'altra (').

La casa

di affitto (q) sul lato orientale della via,

presenta una particolarit degna

di nota: ed che, oltre alla scala

che non sar scavata per ora. che sale direttamente

dalla via, ha nel portone due altre scale, una a destra ed un'altra a sinistra, che ci

mostrano com'erano largamente disimpegnati


Dagli scarichi
di

singoli appartamenti

!
(

).

questo portone, che fu scavato

solo per trarne materiale allo

scopo di coprire gli ambienti delle costruzioni preesistenti alla via dei Vigili nei tratti

(')

Le

fistole
(y),

acquarle sono quelle di

Adriano

(),

di

Antonino Pio

(fi),

di

Caracalla e

Ales-

sandro Severo
(*)

pubblicate precedentemente.

mediante

In altri punti di Ostia sembra potersi riconoscere che gli appartamenti erano disimpegnati ingressi speciali su ballatoi che stavano all'esterno della casa nei piani superiori. La
ci e

casa in Ostia, in genere senza vestibolo, senza atrio, senza tablino, zione molto moderna con le sue molte finestre anche al pianterreno

presenta un modello di abitacon la cura di separarne i vari piccoli appartamenti. Noto pure che varie prove determinate principalmente da scale, ci permettono di ritenere che le case avessero quattro o cinque piani almeno.

REGIONE

I.

inutile di

209

OSTIA

che sembrato

lasciare scoperti,

uscito

un frammento

di lastra

mar-

morea (m. 0,248

X 0,14)

con poche lettere di un'iscrizione sepolcrale:

AEi
inoltre

un mattone
fittile

col

bollo C. I. L.

XV, 1125

(del

primo secolo) e un frammento

di

decorazione

(m.

0,09 X

0,11) con ricci e

listelli (').

Nella fogna che corre sotto il cortile dietro il Cesareo della Caserma fu raccolta una lucerna fittile (forma Dressel 24) con la marca granita
:

MAVRI
CI
Nella fogna che corre sotto la fauce a destra dello stesso Cesareo
si

raccolse
foglie

anche una lucerna con tracce di color bruno (forma Dressel 27) con corona di
e
il

bacche di alloro sul margine, sporgenza con


fondo la marca graffita
(cfr. C. I.

foro,

per appenderla, nel disco, e sotto

L.

XV, 6326*):
(a.

AVGENTI

sic

Nella stessa Caserma, nel muro della scala presso la latrina, furono riconosciuti

due mattoni con

bolli C. I. L.

XV, 1066

123).

Nella via che corre lungo

il
:

lato

nord della Caserma,

si

raccolsero due

fram-

menti di lastre marmoree


1.

iscritte

Frammento

di albo

(m.

0,155X0,09X0,025):
s

OSTIA

210

REGIONE

I.

seguenti oggetti di terracotta

Mattoni con

bolli

C. I.

L.

XV,

24, 25, 40, 70, 74,


e

115, 313, 368, 693, 737, 887

a,

951, 958 a, 1037, 1071, 1073, 1435

(cfr.

EX

TEM

q ab caed vis

FOR

VERO

IH

et

amb

cOS
I.

C. I. L.

XV,
di

607). Colli di anfora con le marche sulle anse G.


la

L.

XV, 2586 e
3041
/.

3071 k; uno ha su un'ansa

marca

C. I.

L.

XV, 2805

e,

sull'altra, quella

Frammento

anfora con l'iscrizione dipinta in nero:

LLI

FRONTONIS

(tig. 5).

Fig.

5.

Vaso ricoperto da smalto vitreo verdognolo (alt. m. 0,20, diam. al ventre m. 0,17) con mascherone alla fine dell'ansa. Un frammento di tegolone decorativo, simile a quello
superiormente descritto.
*

stata rimessa in luce la parte anteriore della schola che sta immediatamente a nord di quella dei navicularii di Misua.
Nel pavimento a mosaico
(fig.

6) sono rappresentati in alto due medaglioni con

una testa ciascuno.


a destra
si

Quello a sinistra
in

in cattivo stato di conservazione.

In quello

riconosce,

mezzo ad un brutto

restauro antico,

una testa femminile

coronata di spighe, con una spiga al di sopra della spalla sinistra e una falce al di sopra di quella destra: si riferisce evidentemente al commercio del grano, cui erano
addetti
i

membri
i

della corporazione che qui aveva la sede.

due medaglioni si vede la consueta rappresentanza dell'amorino a cavallo di un delfino: un cattivo restauro antico ha soppresso una parte del braccio e una parte della frusta. Due delfini affrontati chiudono in basso l rappresentanza.
Sotto

In alto eravi l'iscrizione, che nel suo stato presente mette una interpretazione sicura. Vi si legge
:

di

conservazione non

ci

per-

NAVICVLAR1 MV/LV//A//HIC
Se la terza lettera della seconda parola fosse certa, potremmo forse interpretare Naviculari Mu[s~}lu[_(v)it]a\_n~\ hic, intendendo come domicilio di questi navicularii
:

REGIONE

I.

211

OSTIA

la citt

di

Musluvium

nella Mauretania Sitifense, sul golfo di Bugia

nell'odierna

provincia di Costantina, tra Saldae (oggi Bugia)

Choba (oggi

Ziauia). Essa indicata

variamente negli itinerarii (Tab. Peut. ; Itili. Ant., pag. 12; Rav. 3, 7, pag. 154: 3, 8, anche come Muspag. 155: 25, 4, pag. 347); nella Tabula Peutiugeriana indicata

Fio. 6.

lubion (h)or{r)ea, nome che potrebbe

avere la

sua illustrazione
si

nella testa con le


si tratti

con ogni probabilit, spighe di grano e la falce. Ad ogni modo, di altri naoicularii di quell'Africa, che Latto seroit (').

pu dire che

il

Intendendosi di sistemare nella prima taberna, sull'angolo nord-est del teatro, tutto a ci, materiale architettonico appartenente a questo edificio, prima di procedere

si

esaminato
(')

il

sottosuolo.

Anche

la schola nel cui

musaico con esitanza

si

letto (cfr. C.

I.

L. XIV, 279): Nav[icu]L

[T2arric{inenses), pu essere esclusa, dovendosi leggere o

appartenuta
o F.

a navicularii

africani; la lettera

va assolutamente

OSTIA

il

212

REGIONE

1.

Sotto

con colonne e pilastri.

pavimento furono scoperte le fondazioni che reggevano il primo portico Esse erano costruite a sacco, con tufi e malta chiara. Si
taberne dell'epoca dell'amplia-

anche

notato che queste fondazioni sono state in parte occupate dai muri delle tale

berne del secondo teatro. Secondo queste indagini

mento occupano

in profondit poco pi dello spazio del portico del

primo

teatro.
il

Vi

stato scoperto anche

un

tratto della facciata del teatro primitivo, sotto


(')

portico.

Essa era in opera reticolata


Il livello

esterno del

teatro

primitivo di

quello posteriore.
alto circa

Con questo
il

livello si
si

accorda

m. 0,80 pi basso del portico di un piano battuto di pezzi "di tufo,

m. 0,15, sotto quasi immediatamente al


frammenti
di

quale

sono raccolti pochi avanzi di vasi in terracotta:

di sotto la sabbia.
il

Sopra quel piano battuto

consueto

scarico di et

imperiale, consistente in

marmo,

tesselle di musaico, pezzi di intonaco dipinti, e cos via.

Nella strada che corre lungo


fronte all'ingresso

il

lato ovest dell'area del

postico del Piccolo Mercato, si

tempio di Vulcano, di rinvennero due mattoni coi bolli:

a)

LIVPLILI

CELSV

(te)

b)

ITER COS

cane a destra

IRV#LIlfAVOO

(?)

raccolse

Nella via che, correndo lungo il fondo del Piccolo Mercato, sbocca su questa, si un pezzo di urna cineraria marmrea (m. 0,11), in cui conservasi il trso di

Fio.

7.

una figura

virile

nuda con

balteo.

Si raccolse inoltre

un frammento di una lastra di

m. 0,18 X 0,17 X 0,015, dove rimangono due principii di parole. M S V e tra essi alcuni segni ondulati, il inferiormente L A M Superiormente cui significato ci sfugge, e dei quali diamo la rappresentanza (fig. 7).

marmo

iscritta di

(')

una

delle scale esterne.

Ricordo che in un altro saggio fu scoperta una porta che nel primo teatro conduceva ad Aveva stipiti con tufetti rettangolari, rivestiti di stucco bianco molto forte
a quello dei frammenti delle colonne di tufo raccolti intorno alla base dei quattro il teatro, molto pi perfetto di quello dei tempietti.

e levigato, simile

tempietti. Il reticolato, per, che ci presenta

REGIONE

I.

citt

213

supporre
in

OSTIA

Se,

come apparisce probabile a prima

vista,

deve riconoscersi nel primo verso

il

nome

della

africana Misu(a), potrebbesi

Lam
una

il

principio
Il

del

nome
a

di altra citt africana.

Si ebbero poi altri due col

frammenti
di

epigrafici.

primo

(m. 0,073

X
E'

0,057
;

0,023)

resto

della

indicazione

data
I

KAL-i
AGIS
.

VG

II

il

secondo (m. 0,10


i

0,096
G.
I.

X
L.

0,035) colle sole lettere

Terracotta.

Mattoni con

bolli

XV, 19 6,

24, 104, 395, 954 e

1449.

Orlo di dolio con la marca:

SABINVS
ramo con

BR...
.

foglie e bacche
I
.
.

T
a sinistra di

D V O LV
palme.

questa

un cavallo

tre

Fu pure
e

raccolto

un fondo

di

vaso

aretino col bollo della Umbricia:

VMB,

con esso alcune lucerne comuni.

In varii punti gli operai

addetti alle

pulizie

hanno raccolto:

Marmo. Fram-

mento di lastra

iscritta (m.

0,13

0,105

0,029):

M EIVSTIN
vix
dieb

T ANN \ XI 1 N A E ONE M
I

Terracotta. Ansa di anfora con la marca:

c fr.

C.I.L. XV, 2960)


(?).

VIVCV1.
lucerna con
di cono,

Frammento
in cui

di

matrice

(m. 0,145

X 0,06)

con

un animale

ld.

di

testa bifronte in medaglione.

Finalmente fu trovata una corniola a tronco


destra, con
la testa rivolta

inciso

un cavallo a

a sinistra, e legato ad una

colonna (m. 00,1

X 0,008 X 0,004).

Sistemandosi
iscritta,
(?)

il

cortile del Casalone, si raccolse


lettere,

in cui

restano soltanto alcune

la parte

un piccolo frammento di lastra inferiore di un sarcofago


con

con

un

pilastro ed

un frammento

di

figura in piedi

lunga

veste

piedi

calzati (m. 0,17

X 0,27 X 0,27).
D. Vagueri.

FRASCATI

FRASCATI

214

villa
il

REGIONE

I.

IV.
I

Avanzi di mia

romana.
loro convento, che

cappuccini di

Frascati, volendo ampliare

fabbricato del

sorge sul pendio occidentale del

monte Tuscolo, hanno allargato con sterri la spianata


reticolato, con le

che dietro la chiesa del convento stesso; e nel tagliare appunto la costa del monte,

hanno scoperto avanzi


rallelepipedi di

di

muri romani a
quanto
i

morse

e gli spigoli di

pa-

tufo grandi

nostri

mattoni

comuni.

Questi

muri,

solo in

parte scoperti, sono paralleli e disposti da est a ovest, ed hanno lo spessore di m. 0,60.

pi settentrionale di essi distava, in linea retta, dall'angolo nord-est della chiesa, m. 20. Alla distanza di m. 4,60 da esso, verso la chiesa trovasi il secondo, e a m. 6,50
Il

da quest' ultimo un
fu interamente

terzo,

sgombrata dalla terra. Essa misurava m. 4,70

che formava la parete settentrionale di una grande sala che 5,80; nella sua parte

orientale ha una abside la cui profondit

massima

di

m. 0,80

le pareti

sono ricoa fondo

perte d'intonaco (del quale per rimangono

pochissimi avanzi

nell'abside)

giallo con fascia esterna di color rosso larga circa m. 0,10, poscia un'altra di color rosso pi cupo, e quindi esili e serpeggianti steli con fiorellini. 11 pavimento di

questa bella sala


di

un impasto

di

calce e terra rossa,

formato di lastrine triangolari di marmo colorato alcune di queste erano divenute assai friabili per l'umidit.
;

Attiguo a questa sala, la quale doveva essere aperta o avere l'ingresso all'abside, un altro ambiente largo m. 3,30, con pavimento a musaico
bianchi che ha due sottili
fasce nere
all'

di
di

fronte
tasselli

intorno

m. 2,90, comunicante
esso con pavimento

col

precedente per mezzo di


a
tasselli

quindi un altro ambiente largo un vano largo un metro, e anche

a musaico

bianchi

inquadrato

da una fascia nera:

quest'ultimo ambiente era chiuso ad ovest da un muro di cui si scopr solo una piccolissima parte. Seguiva un altro piccolo ambiente, pure con pavimento a musaico bianco decorato da due strette fasce nere all' inizio, il quale per stava sopra ad un altro, pure bianco, con una sola fascia nera: da ultimo eravi un breve tratto di musaico di altro ambiente, pure esso bianco con orlo formato di una serie di doppie foglie stilizzate compreso fra tre fasce, due nere ed una bianca.

Fra

la

terra rimossa si sono


di
tori

rinvenuti numerosi frammenti d'intonaco dipinto

con decorazione

e steli, e pezzi di eleganti cornicette di stucco, alcune delle

quali con piccoli corridietro bianchi in rilievo su fondo rosso.

Ad una
lelepipedi
di

certa altezza dal piantito degli ambienti

marmo

si rinvennero tre grandi parallunense calcinati dal fuoco, due dei quali portavano scolpita a

rilievo assai basso,


esili

su di un lato, a met del vero, bucranii collegati per

le

corna da

Queste sculture, piuttosto rozze, dovevano far parte di un epistilio. E noto che in quel luogo sorgeva una villa romana, i cui avanzi furono in parte scoperti e veduti nel 1656 {Bull. Comuni. 1884, pag. 202; Grossi-Gondi, // Tuscufestoni.

lano nell'antichit classica, pag. 148); non v' quindi dubbio che anche gli avanzi, ora rimessi in luce, avessero fatto parte di quella stessa costruzione.

E. Ghislanzoni.

REGIONE

I.

215

POMPEI

CAMPANIA.
V.

POMPEI
il

Continuazione

dello

scavo di

Via dell' Abbondanza

durante

mese di giugno.
un

Essendosi concentrati sul lato occidentale dello scavo gli sforzi maggiori, come
si

fece nello scorso mese, la rimozione delle terre sar tra poco, verso questa parte,

fatto

reg. IX,

compiuto; e gi sono stati per met costruiti nei vani opposti (nn. 10 e 11, ins. VII e nn. 10 e 11, reg. I, ins. VI) i piloni in fabbrica destinati a sor-

reggere un cavalcavia che formi un comodo passaggio dal ciglione sud a quello nord dello scavo. Lo scavo resta quindi, per disposizione della Direzione, in tal modo ordinato, che,

mentre

il

numero maggiore

degli operai, spostandosi sul lato orientale dello


le fronti

scavo stesso, va lavorando a rimettere in luce


reg.

opposte delle isole XII della

IX,

tica della via.

VIII della reg. I, procedendo nell'esplorazione e nella apertura sistemaun nucleo minore, ma bastevole, attende sul lato occidentale allo
nell'

sgombro sistematico degli ambienti incontrati


sgombro iniziato
col

una

e nell'altra fronte
I,

della via,

disterro delle botteghe nn. 5-7 (reg.

ins. VI).
il

Ed
cos

ecco cronologicamente esposte le nuove scoperte, avvenute durante


le

mese,

come

registra

il

giornale dello scavo.


ins.

(1 giugno).

Reg. IX,

VII,

n.

5.

Liberatosi dall'incrostazione di
si

cenere

il

pilastro destro di questo vano, a m.


al

1,10 dalla soglia,

scoperto e si

lasciato

leggermente lungo m. 0,18, ivi appeso dagli antichi ad un chiodo, ora perduto, per un occhio tondo che la coda fa torcendosi su se stessa all'estremit.
posto,
falcato,

suo

trattenutovi

dalla forte ossidazione, un coltello di

ferro

(3

id.).

Nel regolare

la scarpata delle terre nel

vano
cio

di

sopra indicato,
di

si

sono
in

raccolti alcuni avanzi

della

chiusura

della

porta:

uno scudo

serratura

bronzo, largo m. 0,085 X 0,09, e cinque cerniere lunghe m. 0,10, a due alette opposte e rastremate. Date le dimensioni modeste del vano, molto probabile che la chiusura
fosse a

due battenti; quello che


Accanto

certo,

perch se ne vede l'impronta, che la soglia


gi descritto, la ripulitura dell'intonaco ha quali leggesi chiaramente
il

era di legno.
(5
id.).

al

coltello di

ferro,
i

rimessi in luce alcuni segni graffiti, fra

numero

XXII

Reg.

I,

ins.

VII,

n.

1.

per un'altezza variabile dai

m. 1,40 dal marciapiede, e nella met destra del vano, m. 0,30 ai m. 0.60, comparsa sulle terre l'impronta lasciata
il

dalle tavole verticali che chiudevano

vano, inserendosi

l'

una

di

seguito all'altra.

Ogni tavola munita di un chiodo ad occhio e di un uncino articolato, posti sullo stesso piano e dalla parte interna della bottega; e il dispiegamento dell' intera chiusura fino al battente girevole della tavola consecutiva.
si

effettuava qui inserendo l'uncino dell'uno nell'occhio

(2 a 7 id.). Nel vicolo fra le isole VII e Vili della reg.

I,

procedendosi verso

sud per scoprire

il

dipinto

sacro (serpenti

agatodemoni)

ivi

incontrato, a
si

m. 9 dal

fronte delle isole e

m. 1,50 dal piano attuale della campagna,

sono trovate varie

REGIONE

I.

216

POMPEI

tegole in frammenti, fra le quali due col bollo Ansi (C.


bollo anepigrafe circolare, esibente a rilievo

I. L. X, 8042, 9) e una con un calice biansato, da cui si eleva un fiore.

(8 giugno).
bolli su

Sempre

nel vicolo indicato e nelle terre alte, si sono trovati questi altri

frammenti

di tegole:

Ti Claudi Aug.

I.

Polisci la cui leggenda, dove pi,


g, es. 3);

dove meno

monca

(C.

I.

L. X, 8042,

36

h, es.

2; idem

Ansi

(C.

I.

L. X,

8042, 9); idem in 2

es.

senza la palma: calice biansato sormontato da un


i

fiore.

L'istesso giorno, sull'intonaco rustico del pilastro, tra


ins.

vani nn. 8 e 9, reg. IX,

X,

tornato in luce

il

programma

('):

1.

C'LOLLIVMAM
un altro programma di color nero:

e pi sotto
2.

CN
(9
id.).

H ELVI[>m Sabinum]
1.

Reg.

I, ins.

Vili,

n.

Sembra che quest'ambiente


terzi a destra del
:

fosse

essendosi oggi scoperta qui

la parete anteriore, rivolta alla via, di


i

nn termopolio, un banco in mura-

tura tinto di rosso e che occupa

due

vano. Gli affreschi che degiallo,


al cui

corano la fronte del banco sono


centro
incisa la testa di

seguenti

nel mezzo, grande scudo


trofeo

Medusa, formante

con due

aste leggiere, nodose,

incrociate, desinenti in cuspidi a duplice espansione: scudo ed aste sono fra loro legati

con un nastro giallo che ricade in due seni; in


terra

corrispondenza del trofeo sorge da


e

una pianta

di

edera.

sinistra, in alto,

maschera di Pane, cornuta

barbata,
la

gialla,

sotto cui

un cratere a campana d'argento, posato su base cubica,

quale
fiori

sorge fra

mezzo a pianticelle dalle foglie lineari come quelle del vischio e dai a margherita. A destra, in alto, maschera muliebre gialla, cinta di bassa corona
sotto cui, posata su base cubica, alto piede e svelto collo.

tur-

rita e con le gote gonfie,

un' idria d'argento ad

fioriti

e vittati e
id.).
si

Tanto a questa, quanto alcune bende gialle.

al cratere, si

appoggiano due
a m.

tirsi

(10
dalla via

Sull'alto del vicolo, fra le isole

VII ed Vili

della reg.

I,

11

continuano a trovare rottami di tegole fra le terre sconvolte. Nello strato oltre il secondo cenacolo vegetale (reg. I, ins. XII) si raccolto il fondo di una scoC. I.

della aretina col bollo in pianta pedis

L. X, 8055,
i

'C.

Sul pilastro sorgente a

destra del vano n. 9, reg.


3.

I,

ins.

VI,

si

sono scoperti
4.

programmi:
L.

O/"

(?)

L-

AC- AED
O- V-F
n.

A(lbucium) C(elsum)

(11

id.).

Snl pilastro laterizio a destra del vano

IO, reg.

I,

ins.

VI,

si

sono

rimessi in luce due programmi, l'uno nero, l'altro rosso:


5.

GVSPIVM PANSAM AED RoG


(')

6.

VETTI VM VE R VM

AED

G/

D R

Ometto

la

menzione del colore quando, come qui, rosso.

REGIONE

I.

mano

217

POMPEI

Attraverso la
ve ne
fu,

di calce, che

fa

da letto a quest' ultimo programma, un altro

ma

non

possibile leggerlo.
n.

Dalla fronte del vicino vano

7 venuta gi una conchiglia lunga m. 0,14, larga

e sottile (pecten jacobaeus, valva superiore).

(12 giugno).

Reg.

1,

ins.

VI,

n. 7.

Sull'alto del

vano

fra la

bottega ed

il

piccolo

ambiente sul lato occidentale, si Sulla soglia del vano n. 9


tino di terracotta, alto

trovato

un ago saccaie

di bronzo

lungo 0,12.

dell' istessa isola, verso l'estremit destra,

un pignat-

m. 0,085, crateriforme, a stretto piede e larga bocca. Sulla soglia del successivo vano n. 10, una grossa lucerna di terracotta di m. 0,11 di diametro,
ornata di una corona di quercia; una specie di kernos mancante della
tante di due vasi leggermente conici, alti m. 0,12, saldati

met, risul-

per

il

fondo e che uniil

vansi alla coppia perduta merc un'ansa a doppia verga di cui resta

nascimento

un

peso di

piombo a tronco di piramide bislunga, lungo m. 0,09, munito di ansa di ferro.


le terre

Fra

gi rimescolate, nel seguente vano

n.

11,

si

sono raccolti un pic-

colo pomello di bronzo, alto

m. 0,028,

una borchia a

rilievi concentrici, larga

m. 0,06,

tuttora unita al chiodo che la teneva rissa nel legno.

(13

id.).

numero

7,

Procedendosi a sistemare la scarpata sul lato occidentale della bottega regione I, ins. VI, e precisamente sopra il piccolo ambiente che con

la bottega
l'

in comunicazione, la zappa si imbattuta in tre scheletri umani uno sull'altro abbattuto nel detto piccolo ambiente, a m. 0,70 circa dal pavimento.
si

Col primo degli scheletri non altro

raccolto che

un anellino d'oro a semplice


due armille femorali

verghetta, slargata leggermente nel mezzo, del peso di gr. 3; col secondo nulla; col
terzo, d'oro,
il

pi profondo,

seguenti oggetti al disotto del bacino

larghe m. 0,114 e del peso di

grammi 31

ciascuna, fatte di una lamina semplice

sopra s stessa arcuata in semicerchio e saldata al punto d' incontro dei capi,

che sono

rastremati; un anellino d'argento a verga tonda largo m. 0,022, nel cui castone una pietra azzurrognola con l' incisione di un gallo stante, davanti ad una spiga (?) sor-

gente dal suolo; un grande bronzo di Vespasiano (Cohen, n. 418) e uno di Tito Cesare (Cohen, n. 202). Seguitandosi a scavare al disotto degli scheletri, si trovata
un'anforetta di bronzo alta m. 0,21, ad orlo tondo, corpo ovoidale ed anse desinenti in

gi in foglie cuoriformi
trilobato,

e,

con essa, un grosso boccale panciuto di terracotta, a labbro

monoansato,

alto

m. 0,28.
a m. 0,60 di altezza,
si

Sulla soglia del vano

n. 9,

sono raccolte monetine di bronzo

tracce superlogore, una delle quali pare greca: l'altra, come apparisce per poche un fritillo a di stiti della leggenda, un quadrante Claudio; recipiente conico, strozzato nel collo che lievemente slargato, alt. m. 0,12. A circa m. 1 dalla soglia e

verso lo stipite destro, nel vano n. 10,


rettangolare rastremata, alti m.

si

sono trovati otto panelli di piombo, di forma


sospesi.

0,065, forati nel lato pi corto per tenerli

fu rimessa alla luce la bella (14 id.). Nella prosecuzione dei lavori di sterro, il vano n. 9, reg. IX, ins. VII, e chiudeva che battenti a due di una impronta porta si pot solo cominciare ad eseguirne il calco in gesso. Il calco stato oggi ripreso
:

ed i due battenti, aperti sulle pareti opposte dell'androne, possono riprodursi ciascuno a quel che sembra, mentre per quasi la met dell'altezza (fig. 1). Ogni battente,
Notizie Scavi 1912

Voi. IX.

28

POMPEI

liscio allo

218

all'

REGIONE

I.

presentavasi

estemo,

era

armato

interno sopra

un robusto

telaio

di

legno, formante due riquadri semplici, dei quali l'inferiore doppio del superiore. Ser-

vivano di decorazione alla faccia esterna, secondo l'andamento


del

delle assi orizzontali

retrostante

telaio,

due

serie
di

di

grosse

borchie

di

bronzo a

semplice

calotta

emisferica,
nito di

raccolte in

numero
di

trentadue in tutto: ciascun battente infine

mu-

un paletto

asolato,

ferro,

alzando od abbassando

il

quale

il

battente stae-

FlG.

l.

cavasi od attaccavasi ad un sovrastante telaio fisso di legno, forse sfinestrato, disposto

orizzontalmente, che completava al disopra la chiusura del vano.

A
7.

sinistra del
il

vano

n.

10, reg. IX, ins. VII, in alto, sul rustico intonaco dealbato,

comparso

programma:

CVSPIVM AED
or
un medio
bottega

(15 id.). Sulla soglia del vano n. 8, reg. bronzo di Augusto (Babelon, Calpurnia, n. 40).
n.

I,

ins.

VI,

si

trovato

La

larga

apertura

della

10, reg. IX, ins. VII, era chiusa al

momento

della catastrofe,

come

attesta l'im-

pronta lasciata dal legno per tutta l'ampiezza

del

vano.

Quattordici

erano

qui

le

REGIONE

I.

219

POMPEI

toio,
il

tavole verticali partenti dallo stipite occidentale tino a raggiungere il battente aprigirante sul cardine sullo stipite opposto. Il calco che se ne va facendo col gesso

pi completo ed anche

il

pi ampio (m. 3,32

3,40) fra quanti se ne siano (inora


presso la soglia.

eseguiti,

manca

soltanto di

una piccola parte


che
limita

sul

lato destro
il

Al

disotto

della cornicetta
(?)

superiormente

dipinto

rappresentante

X officina Verecundi

(reg. IX, ins. VII,


i

n. 7),

granita un'iscrizione in lettere alte

da cm. 4,5 a 10; ne trascrivo


8.

segni non essendone possibile la lettura:

+N1MILOCXCIICLICTOTIC
Sulla cornicetta, che limita inferiormente
il

medesimo

affresco, leggesi

graffito

il

nome

dello stesso mercante

9.

VERECVNDVS
si

e sull' intonaco laterizio dello zoccolo sottostante

legge finalmente

10.

-B- SC -NT rrz:forse

dove

crittograficamente espresso, rappresentandosi forse la vocale a con un trattino e la u con cinque trattini.

da intendere

il

nome [J][a]st[a]/[w]s,
n.
7.

(17

id.).

Reg.

I,

ins.

VI,

pite sinistro, per circa


l'

m. 0,40

di altezva si

m. 1,30 dalla soglia ed a partire dallo stimessa in luce una piccola parte del-

impronta lasciata dalla porta di questa bottega. Calco in gesso non se ne fatto, perch, data la Mia piccolezza, sarebbe risultato di nessuna importanza: quello che per
raccolto in perfetto stato d' integrit l'apparato esterno delle ferrature, simile

si

in

tutto a quello

della

bottega

n.

dell'isola

opposta,

descritto

precedentemente.

Anche
occhio,

qui, dunque, tavole verticali e battente apritoio erano muniti di tanti chiodi ad

nei

quali scorrevano, infilandosi per un punto medio,

ferro desinenti in

due

anelli

zione in essi

d'i

un unico
l'

ferro,

due lunghi bastoni di una volta accostati questi due anelli, merc l' inserche immobilizzavasi con una mandata di chiave nella

insieme diventava un sistema rigido ben robusto, che assicurava la definitiva chiusura del vano. L' impronta al lato occidentale del vano non si troserratura, tutto

vata

ma
il

l'

insieme delle ferrature basta da s solo a provare che, mentre


il

le

tavole
scorsoi,

verticali erano chiuse,

battente apritoio era aperto;

difatti

due bastoni

secondo (a destra) m. 1,61, non in tutto dispiegati si sono raccolti (nel qual caso avrebbero coperto una lunghezza di m. 2,89), ma contratti nel senso che il secondo, infilato per quattro chiodi ad occhio, avrebbe
lunghi

primo

(a sinistra)

m. 1,28

e il

dovuto percorrere ancora quattro

altri dei detti chiodi,

qualora

il

vano fosse stato com-

pletamente chiuso. Dall'ampiezza totale del vano, m. 3,20, detratti i m. 2,17 delle ferrature solo in parte dispiegate, risulta scoperto uno spazio di m. 1,03 che per un
quarto era occupato dagli stipiti di legno, e per il resto dal battente apritoio rimasto aperto all'estremit occidentale del vano. Attraverso quest'apertura s' illusero di scampare dall'

immane

catastrofe gli abitatori di questa bottega con annesso alloggio

ma

POMPEI

uno
di essi fu gi in

220

lo

REGIONE

I.

troppo tardi. Di

parte riprodotta la forma in gesso


stipite destro del vano;

il

mese

scorso, quasi all'altezza dell'architrave e verso

altri tre

avrebbero voluto tener dietro a questo primo infelice, e sono quelli incontrati e scavati il giorno 13 di questo mese nel piccolo ambiente in comunicazione con la bottega; un quinto quello che
del legno della porta, a
fornito di
si

incontrato oggi, immediatamente dietro l'impronta


e presso lo

m. 1,50 dalla soglia


di numerario,
si

stipite orientale.

Era

egli

buona scorta
il

conservato forse in una borsa, raccolto fra le

gambe

bacino dello scheletro che


e

rinvenuto con le
il

gambe

rattratte,

come

inginocchiato,

con la testa verso la via. Il tesoretto, che

sig.

direttore, prof. Spi-

nazzola, ha disposto che fosse subito esaminato dalla sig. dottoressa Lorenzina Cesano,

attualmente in missione al Medagliere del Museo Nazionale di Napoli, consiste di sette aurei, di novantasei denarii d'argento e di tre medi bronzi. Da un esame preliminare da
I

me

compiuto, risulta che


e
e 1

degli

aurei,

4 sono

di Nerone,

di

Galba,

di

Vespasiano
repubblica

della

che dei denarii d'argento, sessantaquattro sono trentadue imperiali: e che questi ultimi sono tutti dei Plavii;
di Tito

Cesare

25

di Vespasiano,

5 di Tito Cesare

2 di Domiziano Cesare.

(18 giugno). Seguitandosi lo scavo nel vano ora indicato, a m. 0,50 in dentro dallo
stipite destro ed a

m.

dalla soglia (da connettere perci col battente apritoio),

si

trovato

campanello un unguentario di bronzo campaniforme, alto m. 0,094, a stretto collo e piede mato, mancante delle due piccole anse, che non sono state trovate.

il

di bronzo,

che di forma cilindrica, ed alto m. 0,11. Ivi presso,


rastre-

Nel vano

n.

11

dell' istessa

isola,

presso la soglia, un medio bronzo imperiale,

irriconoscibile. Sulla parete esterna della fornace degli infectores (reg. IX, ins. VII,
n. II

2),

nel lato che volge dentro, sul margine superiore,


le

si

sono scoperti due


n.

graffiti.
il

primo presenta mero XII (n. 12):


11.

prime quattro

lettere

dell'alfabeto,

11;

il

secondo

nu-

A
Lo

C D

12.

XII

stesso giorno, sull'intonaco rustico del pilastro a destra del vano n. 10, reg. IX,
si

ins.

VII,

scoperto

il

seguente importante e nuovissimo

programma

elettorale:

13.

L PGTIDIVM L F AMPLI ATW\

AEDMONTANVS

CL1ENS

ROGAT CVM LATRVNCARl S

fabbricanti di scacchi (latruucidi), a

Siccome non pare verosimile che esistesse in Pompei un'intera corporazione di meno che di tali oggetti non si facesse larga

esportazione, sar forse pi agevole di supporre a che favore di Lucio Popido Ampliato

un suo cliente, Montano, promettesse non solo l'appoggio suo ma anche quello di una conventicola di giocatori agli scacchi (latruncularii), ben conosciuti in citt e forti
delle loro clientele.

(19
colto
le

id.).

Nelle terre alte, oltre

il

secondo cenacolo (reg. IX,


I.

ins.

XII),

si

rac-

un pezzo di tegola col bollo C. isole VII e Vili della reg. I, due

L. X, 8042, oo,

L.

Sagini; e nel vicolo fra


Ansi, C.
I.

altri pezzi col bollo:

L. X, 8042,

9.

REGIONE

I.

221

vani nn. 7 e 8,

POMPEI

(21 giugno).

Sullo zoccolo rosso fra

reg. I, ins. VI, stata

letta la iscrizione granita:

14.

EMELVS

{E[u\melus?)
lettere

Pi gi, nella riquadratura centrale, furono col carbone tracciate grosse alfabetiche, alte m. 0,12-0,15:
15.

PBI
Sul ruvido

SRSTSE
n. al

intonaco a sinistra del vano


il

10, reg. IX, ins. VII, sono apparsi

due programmi evanidi,


16.

CCSM
il

primo sovrapposto

secondo sul medesimo spazio

17.

ASVETTIVM
a
.

munii
nome ben noto
di
C.

or

Caloentius Sittius Magnus. Immediatamente sopra lo zoccolo rosso, a sin. del successivo vano n. scoperto un programma in parte interrotto a destra da un posteriore intonaco
sullo stesso spazio gi occupato da altri

Kicoire nel primo

11,

si

e dipinto

programmi che
[aed]

impossibile

di

leggere:

18.

POPI DI [mot]
or
Nelle terre
al

IVVENE[m] (probum?)

disopra dell'architrave, a circa un metro in dentro, sul vano


riferire

n. 7,

reg.

I,

ins.

VI (da

perci

al

piano superiore),

si

sono raccolti due oggetti:


disco
il

una lucerna

monolychne

di terracotta lunga

0,10, nel cui

rilievo

di

un

Erote alato di prospetto, armato di lunga asta e di scudo circolare; ed una boccetta
di vetro cilindrica, lunga

m. 0,115.
a

(22

id.).

Nello

stesso piano superiore,

m. 3

in

dentro

dall'architrave,

presso la parete orientale, un fallo di terracotta, lungo m. 0,09, rusticamente scolpito

sopra un troncone forse ricavato da una tegola;


cotta,

lunga m. 0,097, esibente anch'essa

nel disco

una lucerna monolychne di terraun Erote alato, del quale per non

iscorgesi l'atteggiamento causa la cattiva riuscita dell'

(24

id.).

stata portata

a compimento

l'

impronta stampatavi. impronta superiore dei due battenti


calco della

aperti della porta n. 10, reg. IX. ins. VII, quella con le grandi borchie di bronzo di cui
si

parlato superiormente (giorno 14); e va ora eseguendosi alacremente

il

porta del consecutivo vano n. 11.


isola

La

tettoia sulla fronte dei vani 5, 6 e 7 della stessa


ferro.

completamente restaurata e sorretta da una leggera armatura in costituisce gi da s sola una valida protezione ai sottostanti preziosi
scritti nella relazione

Questa
desi

affreschi,

del

mese scorso; ma

la definitiva custodia dei

medesimi
si

ora effettuata merc l'applicazione, su di essi, di grossi cristalli: altrettanto


fatto per

pure

tutto
id.).

il

fronte della bottega n.


lo

della

medesima

isola.
7,

(26

Seguitando

scavo
:

sull'alto

della bottega n.

reg.

I,

ins.

VI,

si

sono oggi raccolte due conchiglie

un pectenjacobaem, largo m. 0,08 (valva superiore)

un murice alto m. 0,05.

POMPEI

id.).

222

VI,
fra

REGIONE

I.

(27
l'antico

Nel vano
si

n.

11, reg.

I,

ins.

mezzo a

terre gi

sconvolte dal-

scavo,

sono raccolte altre quattro borchie di bronzo (vedi sopra, giorno 12),
rilievi

larghe m. 0,06, a

concentrici, le quali,

come

attesta

il

chiodo di ferro che ne

dipende, decoravano una superficie di legno della grossezza di cm. 2. (28 id.). Fra i calcinacci, nel vano ora menzionato, un collo di urceo monoansato di terracotta, sul quale leggesi in piccole lettere nere:
19.

GF SCOMBR SCAVRI
La leggenda continuava inferiormente, ma
resta soltanto
il

principio della

let-

tera iniziale di

un terzo

rigo.

Niun' altra novit


si

v'

da registrare per

due ultimi giorni del mese.

lavori

spingono alacremente sul lato occidentale dello scavo, dove gi cominciano a tori

nare in luce per le loro sommit


della reg.
I.

fronti opposti delle isole

XII della

reg.

IX, e Vili

Intanto, presento qui gli apografi di altre iscrizioni graffite che rividero

la luce nello scorso


del passato

mese

di

maggio che fanno seguito a quelle pubblicate nel

fascicolo

mese pag. 192.

C)

Reg.
1,

I,

ins.

VI.
dello zoccolo, graffita l'epigrafe:

Sul pilastro a destra del vano n.


72.

al

sommo

SCRISSI COIIPTVM STAMIIN DIICIIMBRI1 VII K IANVARIAS


i

Sul pilastro tra

vani nn. 4 e 5,

il

programma:

73

AEDNon saprei

G-V-f
primo rigo abbiano relazione modo, non facile intenderle.
col pro-

dire se le piccole lettere sul

gramma, ovvero

stiano da s: ad ogni

D) Reg.
Sulla parete a destra del vano n.

I,

ins.

Vili.

1, al

disopra dell'alto zoccolo laterizio, leggesi:

74.

CVSP VM
I

PANSANl

AED AMANDVS

ROG

Sar sempre
di aprile (iscriz.

Amandus
n.

(Sacerdos), qui, come nella relazione di marzo, in quella


in
C. I.

19) e

L. IV,

634

3707?

REGIONE

I.

223

prima met del 1

POMPEI

Al sommo dello zoccolo,


75.

in rosso nella

rigo, in nero nel resto

L-

CEIVM SECVNDVM

ilVIROVF
sotto
il

DIG

VS ROG

quale trasparisce:

76.
Il

t{ppidt]

VM-

il

VI

evanido: pilastro seguente, a destra del vano n. 2, reca in alto, in colore nero

77.

CN UE[lvium] SABINVM AED


si

Pi gi

affollano tante epigrafi dipinte


i

1'

una sull'altra, per modo che non

possibile di leggere con certezza altro che

seguenti frammenti:
79.

78.
80.

VM AE M

GAVIVM...
...

DVOS YKMtres]

L'intonaco dello zoccolo, fatto posteriormente, nasconde, a quel che pare, il resto dell'iscrizione n. 80. Sull'alto dello zoccolo stesso, con riferimento ad un programma
impossibile a leggersi, l'avanzo:

81.
C. I.

FELIXL. IV, 1008


: ,

POMAR- RoG

(cfr.

Felix rog). Allo stesso posto c'era gi un programma in nero:


82.
\_P.

Paquium]

PROCVLVMivid...
All'inizio della parete che d sopra
del dipinto
il

vicolo occidentale, al disopra ed a sinistra


il
:

sacro con

serpenti agatodemoni,

margine superiore

dell'alto

zoccolo

di cocciopesto occupato

da alcuni programmi

83.

[A.

SaejTTIVM CERTVM
un secondo:

Il

D R

P e/'

sotto questo primo, ne trasparisce

84.

L-

POPIDIVM AMPLIATVM
fine

che lascia scorgere, all'estremit destra, la


85.
e la fine di

di

un terzo

TAGES ROG

un quarto:

86.

RNEL1VS

ROG

REGIONE

I.

tracciata con pietra rossa,


(cfr. C. I.

224

POMPEI

Lo spazio a destra ed
iscrizione,
si

al disotto dei riportati

programmi occupato da una lunga destinata a serbare memoria del bel tempo che
Ebu-

dettero \_fr\atrabililer

L. IV, 659) quattro amici, Coelius, Ru/us,

riolus e Fauslus, al cui convegno non dovettero essere estranee due donne,
e

Marina
:

Valeria, dal
87.

momento che

si

indirizza a queste ultime

un saluto nelle linee 4 e 5

COELIVSCVM RVFIO ET EBVRIOLO ET FAVSTO

[/V]ATRABILITER

EBVRIOLVS MARINAE ET VALERIAO saljulem EBVRIOLVS FAVSTO AMICO ET COELIO

?)

FAVSTIANI
La
piccola
iscrizione granita,

qui riprodotta a fac-simile con la quale chiudo

questa relazione, sta sullo zoccolo rosso a destra del termopolio n. 2 (Reg. IX, ins.

XI)

relativa all'oppugnatore di pare che essa sia una nuova memoria epigrafica Felix (cfr. C. I. L. IV, 5385; Pompei, leggendosi con chiarezza sufficiente: Sul(l)a...

A me

Notizie 1910, pag. 403).

M. Della Corte.

ROMA

225

ROMA

Anno

191:2

Fascicolo
ROMA.
citili

7.

I.

Nuove scoperte

nella

e nel suburbio.

11

cav. Angiolo

Pasqui, direttore dell' Ufficio per gli scavi in


il

seguenti relazioni sulle scoperte di antichit, avvenute durante

Roma, comunicale mese di luglio.

Regione
si

V.

Facendosi
s.

giardino dell'ospedale di

cavo per la costruzione del muro di sostegno nel Giovanni, in via Merulana, a m. 34 dalla piazza omonima,
il

sono incontrati avanzi di muri di cattiva struttura con rivestimento a piccoli pa-

rallelepipedi di tufo, misti con pezzi di mattoni. Tali muri, paralleli fra loro, hanno
lo spessore

di essi,
forse

che varia da m. 0,44 a m. 1,00, e sono orientati da est ad ovest. Due rivestiti di cocciopesto, dovevano far parte di un piccolo vano, largo m. 2,02,

una piccola piscina o conserva di acqua.

Regione

VII.

Nei lavori

di

sterro

per le
s.

nuove

fondazioni del palazzo di

propriet della Societ Immobiliare,

sulla via di

Marcello, alla profondit di m. 5,65

dal piano di questa via stato scoperto un tratto di antica strada lastricata a poEssa correva in direzione da nord-est ligoni di selce per una larghezza di m. 3,60. m. a sud-ovest, ed il suo tracciato dista 34,50 dall'angolo di via s. Marcello con via dell'Umilt.
Notizie Scavi 1912

Voi. IX.

29

ROMA
anche un muro
di

laterizio di

226

0,45.

ROMA

Si scopr

m. 4,00, nel quale era incastrato un paral-

lelepipedo di travertino

m. 1,75

0,50

Regione

Vili.

Sull'angolo di via Alessandrina con via della Croce Bianca

si

ammirano, pi che a mezzo interrate, due colonne marmoree, corinzie (dette volgarmente le Colonnacce) con architrave ed attico del lato orientale del muro perimetrale del Poro di Nerva (Richter, Topographie*, pag. 114; Jordan, Topographie, II, pag. 449 e seg.). Intorno alla colonna di destra, il Ministero della Pubblica
Istruzione, volendo corrispondere al desiderio espresso dal direttore della Scuola Inglese

a Roma, dott. Th. Ashby, ha fatto eseguire mio scavo per determinare l'altezza della

piano di posa della colonna medesima. Si cos riconosciuto che tale colonna misura in altezza (senza capitello) m. 8,80, ed ha
colonna, la forma precisa della base e
il

ventisei scanalature;

il

suo diametro in basso di m. 1,08;

il

plinto misura m. 1,60

di lato, e la base alta

m. 0,57.
*

Regione

IX.

trica municipale, sull'angolo di via dei

Eseguendosi un piccolo cavo per la posa della condottura eletGiubbonari con via Arco del Monte, a m. 0,40
si

di profondit dal piano stradale moderno,

scopr un rocchio di colonna di grani-

tela, lungo m. 0,75, avente

il

diametro di m. 0,48.

ma

non

al posto.

Presso di questo rocchio, a nord-est, vedevasi

vestimento esterno in
rinvenuto

anche un
di spessore.

una platea in muratura, con rilaterizio, per una lunghezza di circa m. 3,00. Non al posto fu lastrone di granito orientale che misurava m. 0,80 di lato e
*

m. 0,27

Via Labicana.
titolo leggesi
il

nome moderno

In precedenti fascicoli (pagg. 16 e seg., e 86 e seg., dove nel della via Casilina invece di quello antico Labicana)

abbiamo dato

notizia della scoperta di alcuni colombari, in gran parte distrutti, av-

venuta per lavori di cava in contrada Maranella, sulla destra del vicolo dei Carbonari, il quale immette nella via Casilina a circa 2800 metri da Porta Maggiore. Dobbiamo menzionare la di un colombario nuovo oggi scoperta (fig. 1), poco lungi dagli altri
ora ricordati, e precisamente sulla sinistra del predetto vicolo dei Carbonari a
dalla via Casilina. Di questo colombario non rimane che la parete sud, lunga

m. 65

m. 3,40

con cinque ordini di dieci loculi ciascuno

la parete est conservata soltanto per la

lunghezza di m. 1,90, e quella ovest per circa un metro. In basso, lungo le pareti, corre un gradino largo m. 0,45. Il piano antico, formato di cocciopesto, a m. 4,50 sotto il piano di campagna moderno. I muri sono di buon reticolato. I loculi per olle
semplici sono piuttosto piccoli, alti non pi di 20 cm.,
rettangolare.

Sulle pareti vi

e, in maggioranza, di forma sono scarsi avanzi di una decorazione a colori. Sotto

qualche loculo della parete est vedesi qualche vestigio di quadretto a disegno elegante,
per in gran parte coperto dallo stucco adoperato per fissare la targhetta iscritta. Il colombario fu costruito nei primi tempi dell' impero per i liberti e gli schiavi
della famiglia degli Stertinii,

come appare evidente

dalle iscrizioni che qui trascri-

ROMA

227

ROMA

viamo, le quali tutte, meno la prima, sono tuttora a posto. Dall' immagine che diamo a fig. 1 si vede chiaramente quali sono i loculi sotto i quali conservansi ititoletti;
e

avvertiamo che

numeri arabi, da noi apposti sotto

loculi,
i

nella nostra figura,


stessi:

corrispondono al

numero progressivo che hanno qui appresso

titoli

FlG.

1.

bianco (m. 0.20 0,06), la sola rinvenuta non a posto,


1.

Targa

di

marmo

2. Id. di bardiglio (m.

0,25

0,07):

ma

fra

calcinacci.

c-sterTinivs

ARES
3.

L-STERTINIVSAPOLLONIVS
0.09)
4. Id. di africano

Id, di

marmo

(m. 0,28

(m. 0,28

X 0,09):

LSTERTINIVS

LLCLADVS
5.
Id.

Lstertinivs-FavsTvs
0,10):
6.

di

marmo

(m. 0,20

Id.

(m. 0,26

0,11):

LSTERTIN1VSLF LVPERCVSF

L-STERTINIVSLL
RVF VS

MAG- Q_-L-E-P-T

ROMA
Nel

n.
il

228

ROMA
verso non potrebbe essere data con

6 la lezione delle sigle dell'ultimo

certezza. Senza dubbio

loculo destinato alla persona ricordata in questo titolo era

un posto d'onore.
Targa di marmo (m. 0,22 X 0,09) nome di un figlio del precedente
7.
:

8.

Id. (m.

0,20X0,10):

col

LSTERTINIVSLF
RVFVS
9.

L-STERTINIVS
L

THIASVS
10. Id. (m.

Id. (m.

0,20X0,10):

0,22X0,11):

STERTINIAL-L
DIOGENIS

sTERTINIA

VXOR

METHE
12. Targa di marmo bianco frammentato a destra (m. 0,23X0,11):

11. In nero a grandi lettere:

AGATHO-PIST
13.

ALYP Vs...
VESTIFICVS
due
14.

Lunga targa posta

sotto a

Targa

di

bardiglio (m. 0,21

loculi (m.

0,42X0,15):

0,10):

arYstvs CVB
phYllis CAnYSTI VAX'XVI

CHIVSDISP

ANNXXV
16. Id. di giallo antico (m. 0,12

15. Id. (m. 0,20

0,09)

0,06)

CYPAERVS PEDIS
17.
Id.

DIDYMIS
18. Id. (m.

(m.

0,12X0,07):

0,14X0,07):

GEMELLVS
1

GEMELLA
X 0,07)
:

9. Id. di africano

(m. 0,27

20. Dipinto a nero a piccole lettere:

LVCRETlAOECVMENE
21. Targa di giallo antico (m. 0,20

LVCRETIAESLANIPENDA THALAXA
22. Id. di

marmo

bianco

(ra.

0,20

X0,09):

X0,09):

ROSA

SEPPIALL
FORTVNATA

ROMA
La familia
neraticio, di cui

229

come spesso avveniva,


(n. G).

ROMA

degli Stertinii era costituita,

in collegio

fu-

conosciamo
i

il

maghi er q(uinquenualis?)
un disp(ensator)

Della stessa familia


(n. 11),

sono ricordati inoltre fra


larius) (n. 13),

titoli del nostro

colombario un pisl(or)
(n. 14), e

un cub(icu(n. 15).

un

veslificus (n. 12),

un pedis(equus)

Via Nomentana.
d'Igiene, presso
il

Nei lavori

di

sterro

per le fondazioni

del

nuovo Istituto

Policlinico, all'angolo dell'antico vicolo dei Canneti, a


si

due metri

di profondit dal piano stradale

incontrato un avanzo di muro, formato con pie-

trame

di

tufo e calce gettata a sacco, che evidentemente avanzo di fondazione di

un'antica costruzione.

Questi

muri avevano
*

lo spessore

di circa

m. 1,50

e la dire-

zione da sud-ovest a nord-est.


* *

Via Salaria. Nei


lino
(cfr.

lavori di adattamento

del piccolo giardino annesso al vilaltre


iscrizioni

del

Marchese Berlingeri, dove recentemente furono rinvenute


le

queste Notizie del corrente anno, pag. 155),


seguenti

a poca profondit dal piano stra-

dale, sono tornate in luce


1.

iscrizioni sepolcrali:

Stele marmorea,

stondata in alto (m. 0,80

0,4

0,09) a bei caratteri

ri-

cordante un pretoriano della prima coorte, nativo di Volterra:

SEXTIL1 VS L-F

SABPROBVS' VOLA TERRIS- M1L- COH T


PR>-PROCVLI M1LAN
5.

VIIIVIX-AN-XXIIIFRATRI
B

F
le

Pure a militi
ci

di coorti

pretorie

appartengono

seguenti epigrafi, delle quali

rimasta soltanto la parte inferiore:


2.

(m. 0,31

X 0,30): CINI OLAN e O H VII-PR > ARRI)


I
. . .

3.

(m. 0,75

0,26):

(sic)

ATESTA-MIL COH-II-PR)
IVLIANI MIL 1TAVIT- ANXII

(sic)

CL SODALIS
H
La prima

C
n.

parola del frammento

3 termina col nesso ae che deve attribuirsi


in

ad errore del lapicida,

messo giacch non sembra possa essere

dubbio che

si

vo-

lesse quivi indicare la citt di

Aleste, patria del pretoriano sepolto.

Nello stesso luogo furono pure rinvenuti due pezzi di lastroni iscritti:
4.

Travertino (m.

0,27X0,30):

5.

Lastra marmorea (m. 0,57 XU,39):


i

CL;MARIVS
LICCAEVS

IPi

MARIVS

ANN- XXV

jVI-VIXIT

ROMA

oltre
il

230

della via Tiburtina,

ROMA
alla si-

Via Tiburtina. Poco


nistra
di

sesto chilometro

chi

si

allontana da Roma,

proprio di fronte

alla stazione tramviaria di


la quale si estende fino alla

Ponte Mammolo, trovasi


via

la vasta tenuta di

Aguzzano,

Nomentana
II, a
,

(T.

Ashby,

The classical

topography of the romani campagna,


Aguzzano, secondo
il

parte
ed. 2

pagg. 53,

100

e seg.). Il

nome

di

Nibby (Dintorni,

pag. 58), sarebbe venuto a quel terreno dalla gens Acuita. Oggi esso propriet dei tgli minori del principe don Ludovico Chigi. A circa 500 metri dal ciglio della strada si trova in quel fondo una grande

cava di pozzolana esercitata dai

fratelli

Graziosi.

Nei lavori

per

l'estrazione

della

pozzolana
e l

si

sono incontrate spesso tombe a cappuccina e casse di terracotta, e qua

brevi tratti di

muri formati
cava non

del solito impasto di calce e scaglie di tufo e selce,


antichi.

adoperato nelle sostruzioni di


procedere
i

muri

Purtroppo, per,
vedere

il

modo come debbono


di questi
scarsi

lavori

di

permette di

l'andamento

avanzi di costruzioni, che non credo fossero di tombe, bens di qualche suburbano, abbandonato negli ultimi tempi dell'impero, quando appunto furono poste le tombe ricordate pi sopra. Alcune di quelle tombe erano coperte a cappuccina coi soliti

mattoni bipedali, dei quali due con bolli conosciuti (C. I. L., XV, 405 e 690). Proprio dove ha termine ora la cava verso sud, il 17 del mese di luglio fu rinvenuto il grande sarcofago marmoreo che vedesi qui riprodotto nella figura 2. Esso
era stato posto in una fossa appositamente scavata, perch tutto intorno vedevasi la poz-

zolana compatta che ancora portava qua e col le tracce dello strumento con cui era
stata tagliata. Giaceva molto inclinato verso sud, con la fronte scolpita rivolta ad occi-

dente.
il

lungo m. 2,15;

la cassa

(senza

il

coperchio) alta m. 0,90 e larga 0,97:

coperchio consta di due piani ad angolo retto, ricavati da. un sol masso marmoreo,
la

dei quali quello maggiore forma


fastigio del sarcofago
:

lastra che copriva la cassa, e

quello minore

il

questo fastigio alto a destra m. 0,37 e a sinistra m. 0,35,

presenta cio

una

di quelle

La
che
in

fronte della cassa

disuguaglianze frequenti nell'arte tarda. ha nelle due estremit laterali una colonnina corinzia;
;

quella a destra

alquanto inclinata

in alto

in

basso una sagoma limita

il

campo

occupato tutto, tranne che nel mezzo, da baccellature serpentiformi. Nel centro,

un medaglione in cui sono scolpiti a destra il busto di un uomo con tunica manicata e manto gettato sulla spalla sinistra, del quale un lembo vedesi sull'avamalto,

braccio sinistro.

La mano manca
indice e
il

stringe una

pergamena ripiegata, sull'estremit della


destra.

quale posano
rile,

l'

medio della mano

sinistra di questo busto vi-

un poco nascosta dalla spalla destra di esso, una figura di donna piuttosto attempata, il cui capo pare coperto da una parrucca con scriminatura in mezzo. Il viso vlto un poco a destra: veste una stola che le lascia scoperte le spalle, e un
e

manto che forma

il

nimbo.

Il

braccio destro piegato, e la


il

mano

dritta poggiata

sulla spalla dell' uomo. delle due figure sono

In questo medaglione, mentre


e

petto

le spalle e le braccia

finiti

levigati, sta

le teste,

fino

all'attaccatura del collo,

sono

poco pi che sbozzate,

ci

ad indicare che
fatte in
fretta,

le teste

non erano state scolpite


i

contemporaneamente
dei coniugi per
i

al
il

resto,

ma

perch dovevano riprodurre

volti

quali

sarcofago era acquistato, e ci sappiamo che avveniva spesso.

ROMA

231

ROMA

Sotto questo medaglione una scena campestre limitata a destra ed a sinistra da un albero con frutta. Ai piedi dell'albero di sinistra siede su di uno sgabello, fissato per una estremit al tronco dell'albero, un vecchio pastore, calvo, vestito di

tunica esomidale,
in avanti

il

quale

si

presenta di profilo destro ed ha la con la

gamba

sinistra distesa

e quella destra

ripiegata;

mano

sinistra

si

appoggia ad un lungo

pedo con manico ricurvo, e con la


sta dinanzi seduto sulle

mano

destra porge un pane ad un cagnolo che gli

zampe

posteriori,

mentre appoggia la zampa anteriore destra

Fio.

2.

sul ginocchio sinistro del pastore.

Dietro

il

cane,

vlta verso destra,

una pecora
la quale,

che mangia l'erba


ritta sulle

ai

piedi dell'albero.
e

Dietro questa pecora una capra,


le anteriori

zampe

posteriori

un vigoroso bue che pare voglia mordere il manico curvo del pedo del pastore. In complesso, in questo quadretto non manca una certa vita e naturalezza, ed espressa abbastanza efficacemente la profon-

mangia

le

foglie e le frutta.

appoggiando Nel fondo poi

sull'albero che a destra, ne

dit,

che manca davvero nelle scene del coperchio, che ora esamineremo. Nel mezzo della fronte del coperchio vi il cartello limitato da cornice, nella
il

quale

incisa l'iscrizione che trascriveremo appresso. Agli angoli due maschere non
il

prive di espressione. Tra la maschera e


di

cartello,

a manca, la nota rappresentanza

Giona

ritratta nei suoi elementi principalissimi.

A
il

sinistra vedesi la parte poste-

riore della

nave con vele ammainate: sulla nave un marinaio che guarda a destra
nocchiero che regge
il

ed apre le braccia in atto di orare: a poppa sta

timone.

ROMA

232

ROMA

Nel mezzo galleggia sull'onde la pistrice che ha ingoiato e restituito sulla spiaggia Giona il quale vedesi a destra addormentato sul fianco sinistro con il braccio destro
rovesciato sul capo.
Il

racconto biblico non ritratto nelle sue


('),

fasi successive,

come

pi spesso nelle sculture di sarcofagi


la nave,
la

ma

nei suoi tre elementi principali, e cio


la

pistrice sulle

onde e Giona sotto

pergola.

destra del cartello vedonsi cinque convitati in veste convivale discinta, assisi

intorno alla tavola semicircolare che denominasi sigma. Quello pi a destra appoggia
sul torus

alza

il

guarda a sinistra alzando il braccio destro; braccio destro mentre appoggia la mano sinistra sul torus
il

gomito

il

secondo pure
il

terzo, dalle

lunghe chiome, ha

il

braccio sinistro nello stesso atteggiamento che abbiamo veduto


la destra,

nelle figure precedenti e porta alla bocca, con

una tazza;

il

quarto barsinistra,

bato, guarda verso destra, ha


coli'

il

braccio diritto disteso sul torus e la


il

mano

indice disteso, sulla bocca;


sinistra.

quinto tieno con la sinistra un piccolo cratere, e


ai

cinque convitati stanno sulla nuda terra cinque pani crocesignati pani, quello pi a destra gi dimezzato. A sinistra, presso la tavola, un servo in tunica con corte maniche, il quale ha tra le mani un

guarda pur esso a


;

Davanti

di questi

pane pure crocesignato, e dinanzi ad esso sta un canestro colmo di altri pani simili, dei quali uno spezzato. Dietro questo servo appare, in rilievo assai basso, la testa di un'altra figura, pure di un servo. Rappresentanze quasi identiche si vedono su altri
sarcofagi cristiani
lico
3
(

);

allo volte, oltre ai pani crocesignati ritrattato

il

pesce simbo-

).

Com'

chiaro,

queste rappresentanze alludono al banchetto celeste e ripropitture

ducono la rappresentanza dell'agape eucaristica che vedesi nelle

delle cata-

combe
In

(*).

Un

coperchio
all'arte,

di

sarcofago uguale

al

nostro era nel palazzo

Corsetti

5
( ).

quanto

baster dire che questi due rilievi di Giona e del banchetto


i

non

si

differenziano in nulla dalle sculture simili coeve:

soliti

errori nello scorcio,

le solite sproporzioni e l'abuso del

dei capelli,

ma
si

perfino le
i

quale non solo si indicano le ciocche nocche delle mani ( 6 ). Sono lavori di modesti artefici, che
trapano, col
fisionomici,
i

per sanno cogliere


in cui

tratti

come rivelano
di

le

duo teste del medaglione,

pur

potrebbero contare

colpi

scarpello.

(')

Nella maggior parte dei

rilievi su sarcofagi cristiani

vedonsi

le tre

scene distinte:
3)

1)

Giona

gettato in

mare

e ingoiato dalla pistrice; 2)

Giona rigettato sulla spiaggia;


1

Giona addormentato
Per

sotto la pergola. Cfr. Garrucci, Storia dell'arte cristiana, V, tav. 307,

(=

Marucchi, Monumenti
in

del

Museo Cristiano Pio-Laleranense,


op.
cit.,

tav.

XXVII), 316, 4; 320, 1; 321, 4; 36C, 3


di

modo

del

tutto

simile le tre scene vedonsi in un frammento


tav. 397, 12

(Garrucci,

sarcofago gi in una casa di via Barberini Grousset, Catalogue des sarcophages chrtiens de Rome, qui

ne sont pas au Muse du Latran, n. 154). a Ricordo qui il frammento di sarcofago proveniente dal cimitero di Priscilla ed ora ( ) terano (Marucchi, / Monumenti del Museo Cristiano Pio-Lateranense, tav. XXVII, 2).
()

al

Lu-

Garrucci,
,

op. cit.,

tav. 401, 15
7.

(IMI. Arch.

Crist.,

1866,

pag. 401. tavv. 13

16);

Ma-

rucchi, op. cit


(')

tav.

XXVIII.

Wilpert, Die Malereien der Katakomben, tav. 157; testo: 118 pag. 432 e segg.
n. 116. Garrucci, op. cit, tav. 384, n. 4; Grousset, Catalogue ecc Grousset, Elude sur l'histoire des sarcophages chrtiens, pag. 13.
,

(*)
(")

ROMA
Non priva
facile

di

233

ROMA.

interesse l'iscrizione incisa sul cartello che qui trascriviamo, non senza avvertire che la prima e la seconda linea, del marmo, sono la corrosione per
di

non

lettura:

AEN ABI CONS AN

M ARO IVLBAEBIAE

H ERMO
tic

FILE-HM-FVNICECASTI TATISORORI ETCOMITI


5.

SVPERFINEM-AMORIS DILIGENS MARITVM

CONIVGBENIGNISSETIN
CONPARAB MATRONE -VALERI

VS VALENTINIANVS B

PREFP

CVM-COHEREDIBVSSVIS
Caenabi Cons[t]an\_ti(i)~\.
|

Marc{

Iul(

Baebiae I/ermo] fll(a)e h(onestae) m(eet corniti,


\

moriae) f(emina), unic{a)e casti\latis [s~\orori


diligens (sic pr diligenti) marilum,
rab(ili)

super finem amoris\


et

coniug(i)

benigniss(imae)

in\compa-

malron(a)e, Vdleri\us Valenti nianus cura coheredibus suis. p{raetorio)


\

b(ene)f(iciarius) pr(a)ef(ecti)

quindi una epigrafe posta da Valerius Valentinianus Caenabius Conslantius,


pretorio,
e

beneficiarius di un prefetto del

dai suoi

coeredi, alla

defunta ricordata

nelle prime linee. Notevoli sono le parole unicae caslilatis sorori et corniti, le quali

bene

si

condncevano la vita
le

intendono ricordando che alcuni coniugi, nei primi secoli del cristianesimo, in perfetta castit, a coniugibus propriis continente ('), cos che

spose erano tenute

come

sorelle

2
(

).

E questo

concetto ben chiarito dalle parole


le

seguenti, super finem amoris diligens maritimi,

quali vogliono significare non gi


l'et

che la defunta
possibili
di sopra
i

am

il

suo coniuge

anche quando per


lo

non

sarebbero pi stati

rapporti sessuali,

ma
Il
il

che

am

di

vero amore dir spirituale, quindi al

dell'amore terreno.
solo

resto non presenta difficolt.

Rimane
di
il

da dire che
vi
si

sarcofago

fu

aperto nel

Museo
di

delle Terme,
e

dove

ora trovasi, e che dentro

rinvenne
d'oro,
il

un solo scheletro

donna
il

pochi avanzi
posto sotto

un tessuto formato con


capo della sepolta.

fili

quale doveva coprire

cuscino

Nel nuovo stabilimento detto


vicino alla stazione

il

Vulcanotto,

sulla

destra

della via Tiburtina,


le

tranviaria

di

Ponte Mammolo, ho trovato, posta ora presso


lib.

(')

Salvianus, de gubernatione Dei,


I
1,

X, e;ip. X,

54

(ed. Halni in

Monumenta Germaniae

historica,
(")

pag. 65).
la Gaule, n. 391
e
i

Cfr.

Le Blant, Inter. Christ. de


v.

passi citati alla nota 7:

Du

Cange,

Olostarium

s.

Continente.

Notizie Scavi 1912

Voi. IX.

SO

ROMA
iscrizioni pubblicate nelle

1,45X0,56):

234

il

ROMA

Notizie del 1907, pag. 120,

seguente cippo sepolcrale

inedito (m.

CIVLIVS
C
.

ANI

5.

OiSEQVENS CARSEOLIS MILCOHVPR


>

R V T

VIX-AN- XXVII

MILITANT

VII
I

La

citt

di

Carseoli,

patria

di

questo

C. Iulius Obsequens,

pretoriano della

quinta coorte, era appunto ascritta alla trib Aniense. Questa lapide, a quanto
stato detto, venne scoperta, ancor essa,
citate delle Notizie del

mi

come quelle pubblicate

nelle

pagine sopra

1907, negli sterri fatti in quel luogo. In un muro di cinta di un terreno presso il Vulcanotto, bo veduto murato un

cippo marmoreo (m. 0,73


tardi
:

0,40),

il

quale porta la seguente iscrizione a caratteri

M MAVREVTYCHES
D

HICQVIESCIT
5.

ONESIMVS-FILIVS PATRI SVO BENE

MERENTI FECIT

E.

Ghislanzoni.

REGIONE

I.

235

OSTIA

Regione

{LATI UH ET CAMPANIA).
LA TIUM.

II.

OSTIA

Scavi nelle tombe. Ricerche nel portico sul decumano.


la

Scavi nella via


Vulcano.

dei Vigili presso

Caserma,

presso

il

Tempio

di

sinistra della via dei Sepolcri, scavate dal Negli ultimi anni nelle tombe sulla

Visconti (Ann. d. Inst., 1857, tav. XI), da lui indicate coi nu. XI1I-XVI, accumulata molta terra in modo che erano divenute inaccessibili.

si

era

FlG.

l.

Fig.

2.

Lo spingo della tomba XIII (sepolcro dei Combarisii) materiale che vi fu abbandonato dal Visconti
:

ci

ha

restituito

il

seguente

Marmo. Parte

X 0,145;
acefala,

fig.

1).

inferiore di sarcofago

con testa di cammello a

destra (m. 0,14


figura muliebre
i

Frammento

di

sarcofago.

Parte superiore

di

vestita di chitone. Si presenta di faccia, e con la

mano

sin.

tocca

capelli

di

una testa (muliebre?) sottostante, la quale ha i capelli divisi ed rivolta verso sinistra. Le proporzioni della figura cui apparteneva la testa, sono molto maggiori di quelle Id. della figura che le sta sopra e che sembra acconciarla (alt. m. 0,12; fig. 2).

Parte

di

figura muliebre,
e

mancante

delle braccia,

con

ricci

che scendono sul collo,

avanzo del manto sulla spalla appoggiata alla rupe, dalla quale sporge un tronco d'albero, sul quale sta una capra (m. 0,24 X 0,17; fig. 3). Frammento forse dello stesso sarcofago. Gi si vede il dorso di un bue rivolto a
corona in tes'a
sin.

OSTIA

la

236

REGIONE

I.

sin.; a d.

testa di un altro.

In alto un cane da pastore seduto (m.

0,20X0,26;

Via.

3.

Fio.

4.

fig.

4).

pezzi di lapidi con

Oltre questi frammenti di sculture, erano stati abbandonati sul posto alcuni resti di iscrizioni funebri.

REGIONE

I.

237

inciso su

OSTIA

1.

Degno

di singolare
di

riguardo

il

primo,

lastra di bigio (m. 0,28

0,185

0,024)

cui qui

diamo

la rappresentanza (tg.

5):

Fio. 5.

CO M.B arisi
I

N D Q_V

vixit

ANNIS
SINE VLLA

QV
com
Z

PARENTIV
BARJSIVS
PATER
[/).]-[w]. L. Comb[arim rela... parentiu[m~\ [Com
\

\ndi qu[i vixit]

annis....

sine

alla qu[e-

barisius
\

.]

pater. Nella prima linea sembra

abrasa la lettera
2.

di

l)(is)

M(anibus).
3. (in.

(m.

0,15X0,10X0,10):

0,085X0,09X0,018):
V
1

COM barisia
PR

MCOM
C
T

A*
Sono tornati pure
di
in

luce
e la

il

frammento destro della lapide


C. I.

C. e

L.

XIV, 857,

Combarisius Zoticus,

lapide

L.

XIV, 1777; quello

questa, pubblicati

OSTIA

238

REGIONE

I.

dal Visconti, non erano stati pi veduti. Questa seconda opistografa


si

sull'altro lato

legge:

DMOCTA VI GLYCO N ISL

Q^V-A- LVI
5.

DXIII-

AVFIDIA FELICITAS-

CONIVGI

Terracotta.

Mattoni con
e

bolli
di

C. I. L.

XV,
F E

41,

738
es

(sesquipedale),

822,

^Notizie, 1910, pag.


b)

377

a)

(a

forma

nave)

(cfr. C. I. L.

XV, 1426 ?)

rettangolare:

HILARI
d)

fi

e)

SCANTIAE CONSTANTIS-

REGIONE

I.

il

239

cassa

OSTIA

a sabbia smossa, sotto

piano di tegoloni, entro una specie di

rettangolare,
collocati

aperta nei lati corti, chiusa nei lunghi da


paralleli alla distanza di

due

grossi

frammenti

di tegoloni,

30

cent, l'uno dall'altro.

Fio.

6.

Sotto la parete occidentale del corridoio ovest venne in luce un'altra sepoltura

a cremazione

(3),

in linea

con

le altre

due

(/,

2) di cui

si

riferito

nella relazione

precedente. Si scopr, cio,

un mucchio

di terra bruciata e
di un'olla

di

carbone, in mezzo al

quale

si

rinvenne met

con ossa combuste, l'altra met

essendo stata distrutta quando in tempo antico fu manomessa la


piccola tomba,
racotta

e,

insieme, un grande piatto in frammenti di ter-

vernice nera,

a piede basso e orlo verticale stondato:

il primo vaso simile che qui si rinvenga quasi completo. Vi erano anche pochi avanzi di laminette di osso lavorato.

All'angolo sud-ovest dello stesso corridoio fu scoperta un'altra

urna cineraria (4), a m. 0,90 entro la sabbia met del coperchio era caduto nell'urna stessa ed aveva formato, coi resti della cre:

Fig.

mazione, una massa compatta, dalla quale, solo con fatica, si riusc a cavare la parte destra di una grande testa muliebre in osso
fig.

Entro quello masse erano anche frammenti di lamine di osso, di cui non si poterono estrarre che pezzi molto piccoli. Intorno all'urna non si notarono n tracce di carbone, n di sabbia bruciata: ma non improbabile che fosso
(m.

0,053X0,023;

7).

stata spostata l'urna

in

antico,

quando

fu visitata.

OSTIA

nord-est
del

240

sotto
il

REGIONE

I.

Nell'angolo

corridoio

d'ingresso,

piano del pavimento


si

si

scopr un'urna cineraria (5) murata, visitata in antico; un'altra urna (6)

rinvenne

a contatto della fonda/ione a nord dello stesso corridoio.

VII

Di particolare importanza sono le tombe segnate nella fig. 6 con i numeri VI e (') La tomba VI, a circa 50 cm. di profondit nella sabbia, si present siccome

una specie
di

di

massa, del

diametro

di

circa

80

cent.,
di

composta

terra bruciata, ossa

combuste ed

altri

avanzi

cremazione,

carbone, frammenti di piccoli vasi e di ossi lavorati; insieme erano

ancbe frammenti
schiati

di

anfore e di tegole, che sembrano essersi mifu

quando

la

tomba
la

manomessa. Nel centro


inferiore

della

massa

stava

l'urna cineraria,

cui parte

era infossata nella

sabbia ancora al di sotto di quella massa. Qui chiaro, in quale

modo questa tomba,


nuta la
e,

al

pari delle altre, sia stata visitata: rinveil

sepoltura, si estraeva dall'urna


si

materiale contenutovi,
il

toltone quello che era utile,

buttava

resto dentro e spe-

cialmente intorno all'urna nella fossa fatta per la ricerca. Di solito


il

coperchio dell'urna venne messo rovesciato.

Tra quegli
un'altra con
di

ossi, oltre
si

a frammenti di lamine centinate, a ven-

taglio o rettangolari,

raccolse

una lamina con battente


(fig. 8),

in fondo,

una testa

rivolta a destra
i

la

guancia destra

una testa muliebre, con


e

capelli ravviati verso la guancia si-

un'ansa piatta di forma quasi triangolare, appartenente ad un vaso o ad altro oggetto a pareti verticali.
nistra,
Fig.' 8.

Anche

la

tomba VII aveva


raccolsero

l'urna cineraria col coperchio roin

vesciato, a m. 0,50 entro la sabbia,

mezzo ad un cumulo

di

terra

bruciata. In

mezzo a questa
(fig.

si

capelli annodati sulla fronte

Altro frammento simile.

Lamine

di

varie

Coperchi di anforette.

Frammenti m. Anforetta forme. E seguenti


alta inoltre
i

9).

molti frammenti di osso: Testa con


(fig.

Parte sinistra di altra simile

di statuetta.

0,125.

10).

Capitelli, cimase e foglie.

Altri frammenti simili.

oggetti di terracotta:

Vasettino a pareti

sottilissime con beccuccio a canaletto e ansa orizzontale serpeggiante (m. 0,012

X 0,028).
(alt.

Altro vasettino a pareti

m. 0,022).

sottilissime,

con

pancia

gonfia e

collo

rientrante

Vaso a fondo piano, pareti quasi

verticali,

labbra un po' svasate, ansa

a doppia forcina, ornata di punti a rilievo (m. 0,041 Frammento di vaso 0,09). con ansa a nastro, pancia gonfia e tracce di torniture orizzontali. Frammento di
coperchio (diam. m. 0,072).
vasi.

Sei vasi (Behn, forma 151).

Altri

Frammenti

di

vasi campani.

diverso nell'ansa (alt. m. 0,14).


orlo stondato (alt.

verso l'interno

m. 0,09). Vaso a pancia quasi sferica e bocca con orlo inclinato m. Si raccolsero pure dei chiodi di ferro e dei fram0,042). (alt.

forma simile a quella Behn 21, ma Vaso a pancia ovoidale, bocca molto aperta,
di

Vaso

frammenti

di

menti

di

bronzo.

(*}

La tomba V

quella ricca di ossi lavorati, della quale si riferito a pag.

95 e sg.

REGIONE

I.

241

OSTIA

Dagli scarichi sopra la sabbia e sopra le sepolture descritte vennero in luce i seguenti oggetti di terracotta: Parte di vaso a vernice rossa lucida, a pancia ovoidale, ornata di due zone di piccoli intagli, e bocca molto aperta. Vaso della forma

Behn 21, con ansa a


rossiccia,

fascia.

adorno

di

gocce.

Altro (Behn, forma Frammenti


di

42).

vasi

nerastra

(Dressel, forma 9)

con
e.

un amorino

in

Frammento osso a vernice Lucerna a vernice campani. Frammento moto verso


di
sin.

di

lucerna C.l.L.

XV, 6565

In molti punti la sabbia

si

presenta compatta quasi come un'arenaria: sotto di

questa

si

raccolse un vaso a vernice rossastra (Behn, forma 357).

Fio.

:>.

Fio. 10.

Nel punto indicato nulla


arcaica.

lg.

6 col

n.

Vili,
*

si

presenta un'altra tomba che sembra

Si continuato

ad abbassare
le

il

piano del portico a tetto spiovente sul decumano,

per mettere allo scoperto


in

altre soglie delle taberne del piano pi antico.

Vennero

luce molti blocchi regolari di tufo e pezzi di travertino, tra cui alcuni frammenti
cornici, avanzi
di

di

costruzioni distrutte.
:

Negli
dognolo,
in

strati superiori si raccolse

un vaso di terracotta a vernice

smalto ver-

forma di cratere

(alt.

ni.

0,055); un vaso della forma Behn 151,

ma

di

terra pi ordinaria di quelli rinvenuti nelle

(forma Dressel 22); lepre in corsa a sin.


e

tombe; lucerne fittili: C. I. L. XV, 6337 a e, sotto, marca irriconoscibile (forma 17),

due

altre,

una della forma 29 ed una della forma 30.

Nel sistemare
si

il

pavimento

di opera spicata nelle taberne

innanzi alla palestra

raccolsero centoquaranta piccoli bronzi del quarto secolo.

Sotto l'androne della casa della via dei Vigili, di fronte alle Terme, corre una

fogna da est ad ovest, alta m. 0,95, larga m. 0,60,


destra e due a sin., raccoglie le acque
di

la

quale, merc due condotti a

scarico delle vario abitazioni.


del

La

parete

destra di esse costituita dalla


cortina laterizia.

fondazione

muro

della scala

quella sin.

Notizie Scavi 1912

Voi. IX.

31

OSTIA

le

242

di
lastra,

REGIONE

1.

Presso

Terme
e

si

raccolse

un frammento
di

su cui

sono

rozzamente
0,05).

graffiti una zampa Tra i mattoni

la parte anteriore

un cigno (m. 0,195X0,21


di

raccolti in istip sotto la via dei

Vigili (ved. sopra, pag.

riconobbero

seguenti

bolli:

G. I.

L.

XV, 1263, 1283

(et

205) si Vespasiano) e due

esemplari del bollo circolare che forse aveva

una rappresentanza nel centro:

O MARIAE
Negli scarichi inferiori della
in

PYRALLIDIS
nord
si

via

verso

raccolse un vaso di terracotta

frammenti,

a pancia quasi ovoidale, fondo piano, bocca larga, ornato di bastoncelli


;

irregolari a rilievo

e inoltre

un frammento

di lucerna a vernice rossa

(forma Dressel 12),

sul cui disco una figura muliebre a lunga veste, che regge con la sin.

un

clipeo.

Negli scarichi superiori,


(m. 0,225

sempre verso nord, venne in luce:

Marmo.

Lastra iscritta

X0.18X

0,044):

ATTI .vTTNO R E O Co S
v"

(sic)

(ne)

TR'COH
q VI IN

VI

ex
Terracotta.

VEXILLA D BV S
I

Mattoni con

bolli

G. I. L.

XV,

39,

118, 692, 756, 829,

958 a,

1066, 1249, 1500, Notine 1909, 129 e e


a)

OPVS FIG ANO IIQVI


e)

b)

L"//I PROCVLI

DONIN LLM
palma
G.
I.

Pondi di vaso aretini con


a)
in

le

marche

L.

XV, 5295 a, 5800


)

b (ornato) e

APOL
pianta di piede

C.VIBIE N palma
I
:

(cfr.

C. I. L.

XV,

5743).

Un
L

piede ed un pezzo di lucerna con la marca

FABRIC MASC
della via che corre
si

Si

cominciato

lo

studio del sottosuolo

lungo

il

lato nord

dovuto per ora sospenderlo. ma fogna a livello pi basso mostra che la via qui esisteva in et pi antica fu distrutta quando ne fu costruita una nuova che, correndo da est ad ovest, raccoglieva

della

Caserma

dei vigili,

ma, a cagione dell'acqua,

Una

le

acque della via dei Vigili e da questa via le scaricava nella fogna che viene dalla via della Fontana: varii condotti vi portavano anche le acque delle costruzioni
lungo
il

lato settentrionale.

REGIONE

I.

243

ma
non
si

OSTIA

Sopra la fogna passava un tubo dell'acqua municipale, leggerne esattamente l' iscrizione.
Quivi
albero
(rn.
si

potuto ancora

raccolse:

Marmo. Gamba nuda

di

figura appoggiata

ad un tronco di
con
le lettere:

0,131). Lastra rozzamente incisa (m. 0,10

0,06 X 0,027)

MANVSi
Terracotta. Collo d'anfora con
le

lettere graffite

WE

Lucerne:

C. I. L.

XV,

6502, una della forma Dressel 50 e un frammento di una terza con parte di cratere e due pantere rampanti ai lati di questo nel disco e una corona di foglie nel margine.
Ferro.

Lama

(m. 0,084).

di

coltello a molla,

a forma di

mezzaluna, innestata nel manico

Osso.

Manico

cilindrico di coltello fisso, con

un pezzo della lama


lato

in

ferro (m. 0,10).

Manico

quasi

quadrato con due

tagli

nel

dov'era

innestato

l'oggetto, cui esso apparteneva, e

due a coda

di rondine nel lato opposto (m.

0,065

X 0,025 X 0,027).
Per sistemare
in parte gli
la

scarpata lungo
vi
si

il

lato settentrionale di questa via, si sterrano


si

ambienti che

trovano. Vi

nota quasi dovunque un piano battuto

a circa
vasca,

80 o 90 cm. sopra il piano stradale: in uno di questi posata su frammenti di anfore, con lo scolo verso la
:

venuta

in

luce una
si

strada.

Anche qui

rinvennero delle tombe, alcune a cremazione, altre a inumazione

due

di

queste ultime

erano coperte con embrici

due con anfore

rotte.

un'altra prova del fatto gi noil

tato altrove, che, ritiratasi forse abbastanza presto la poca popolazione verso
in

mare,

fecero seppellimenti, essendo questa parte luogo abbandonato. fermata l'osservazione che in questo punto le rovine, pi ci si accosta
si
il

Si
al

pure con-

Tevere, pi

si

presentano in istato di distruzione, indicandoci cos la via per la quale furono trasportati materiali tolti dagli edificii ostiensi. Anche entro le rovine se ne rinvennero mucchi
si

per lo pi di tufo. Qui

raccolse un trapezoforo di

marmo
i

con foglie e ricci (m. 0,24),


C. I. L.

una lucerna

fittile

della forma 22, e mattoni con

bolli

XV, 104

1435.

Sotto

il

musaico della schola a sud


di

di

quella dei navicularii di Misua


del

si

rin-

venne un medio bronzo


Entro
di
le

sedi

si

raccolse un

Marco Aurelio (Cohen*, 496, frammento di tegolone

171

d. Cr.).

fittile

decorativo, con parte

figura virile probabilmente in atto di volare verso destra e parte del

manto svolaz-

zante (m.

0.135X0,135).
il

Si raccolse pure un battente di bronzo

(ni.

0,105X0,02)

con pezzo sporgente e


periore piegata

buco per ricevere il corrente della serratura; l'estremit suad angolo retto ed ha un foro, nel quale infissa una sottile
il

lamina di

ferro,

con cui

battente era attaccato.

In

fondo alla via che

corre

posteriore del Piccolo Mercato,


alle pareti

nord ed ovest

il

dietro il tempio di Vulcano, accosto all'ingresso una taberna (larga m. 7,70, prof. m. 2,50). Addossato due principio della scala che saliva all'ammezzato:
i

OSTIA

244

il

REGIONE

I.

scalini della

prima branca sono a nord; della seconda resta solo


e

primo gradino,

continuando la scala in legno, come di consueto. Nel centro della stanza un pavimento in musaico bianco
metrico, di 3 metri per m. 2,20.
pareti, a pezzi
Il resto

nero a disegno geotre lati, accosto alle

del

pavimento sui

irregolari di tegoloni: a sinistra tale spazio di

m. 1,55, laddove

quello a destra di m. 2,15, pi largo cio

per lasciar libero l'accesso alla scala.


le

Sul dinanzi stavano forse dei

balconi; presso

pareti

si

trovavano degli armadii,

con cui possono mettersi in rapporto parecchi buchi nei muri. Sotto la scala era un'anfora nella terra, forse per scarico delle acque provenienti dalla taberna prossima; a sin. infatti nella parete divisoria un buco a livello del

pavimento, e nel muro di fondo un incastro, destinato ad una tavola, la quale doveva coprire un tubo che si fosse scaricato nell'anfora. Sotto quel muro un arco. Nei tratti del pavimento non occupato dal musaico si pu supporre fosse un
tavolato, perch la scala sorge a circa

m. 0,15
lati

al

di

sopra

del

pavimento

stesso.

Le riseghe

della

fondazione

dei

muri nei

sud,

ovest e nord si accordano col

Piccolo Mercato; quella a sud, con la via.

Nelle due prossime taberne a sud


(m.

si

raccolse
i ~

un frammento

di lastra
i

marmorea
C.I.L.

0,08X0,055X0,024)

col resto

av
CI
e

epigrafico

mattoni con

bolli

XV, 19*,

24, 69, 74, 105 d, Notizie 1911, 407 e

EX FVnd

brut

t.

statili

MAXI M i
Sulla via che corre lungo
il

severi hadriani
occidentale dell'area
si

lato

di

Vulcano,

di

fronte

all'ingresso postico del Piccolo Mercato,


1.

raccolse:

Marmo. Pezzi

di lastre iscritte:

(m. 0,147

a)
I

DM

0,305

0,03) opistografa:

AEL A N GER
I

b)
I

ANE-SEBIVA
ET -CASTORIO -ALVI

DM IVNwHELIAD
AEGRILIVS-CEL

{sic)

NOSV0
2.

CEP
3. (ni.

SVS FEC1T

(sic)

(m.

0,15X0,25X0,055):

0,117X0,074X0,047):

Q-BAEBIO-C

MOBELL-N
S
4.

EVNVSp D
*

(m. 0,20X0,095):

5.

(m.

0,118X0,15X0,035):
-..,

INIO-CI

NIANO
o

O-CORNPTIO

REGIONE

I.

0,37X0,16 X

245

7.

OSTIA

6.

(m.

0,024), opistografa:

(m. 0,038

0,041

0,017):

TAMVDk
HELPIDES

IO P R

CAL

WV N

Dall'altro lato non resta che l'avanzo della lettera

C.

Terracotta.

Mattoni con

bolli

CI.

1094

a,

1298

e Notizie

1909, pag. 129.

ricavate delle foglie di acanto.


nel disco,

L.

XV, 19*, 24 (3 es.), 25 a, 1037 a, Un frammento di tegolone in cui sono


(forma 31) con rozza testa a
sin.

Una

lucerna

due palme sul margine e una nel fondo.


,

Bromo. Tessera (Cohen 2

pag. 268, 10).

Gli operai delle pulizie hanno raccolto: un frammento di anfora con lettere di-

FlG. 11.

pinte delle quali qui dato la rappresentanza

(rig.

11): inoltre un fondo di lucerna

con due marche in pianta di piede

a)

IVLI

b)

VIVI
Giove portato dalD. Vaglieri.

Finalmente un frammento
l'aquila.

di disco di lucerna col rilievo di

TOMPEI

246

REGIONE

I.

CAMPANIA.
III.

POMPEI.
il

il

Continuazione

dello scavo di via dell' Abbondanza

durante

mese di luglio 1912.


di scavo

Le opere

durante

il

mese

di luglio continuarono,

come

nel

mese

scorso,

dirette a raggiungere

duplice intento: da una parte lo scoprimento della via sulle

fronti opposte delle isole

XII

della reg.

IX

Vili della
si

reg.

I,

e dall'altra l'esplora-

zione completa dei singoli ambienti, ci che


disterro totale delle botteghe nn. 3, 5 e 7
il

fatto nell'isola
1).

VI della

reg.

col

(tig.

Ed

ecco cronologicamente esposto

succedersi delle scoperte durante

il

mese.
nord

Reg.

ins. VI.

_-..tr

Fio.

1.

Reg. dal suolo, addossato


(1
luglio).

I, ins.

VI,

n.

7.

Approfonditosi lo scavo fino all'altezza di m. 1


l'angolo sud-est di

al

pilastro che limita

questa

bottega

si

una verga tonda, di m. 0,04 di diametro, la ad retto alla quale, piegandosi angolo lunghezza di m. 0,83, s' incurva poi su s stessa formando come una grossa staffa, lunga m. 0,28. Presso questo oggetto di uso incerto
raccolto un arnese di ferro consistente in
si

sono raccolte due paia di cesoie in


l'altro,

ferro,

a molla; l'un paio, interamente conservato,

lungo m. 0,21;

ma

verso

il

manico, lungo m. 0,11. Alla medesima altezza, pilastro opposto della stessa parete orientale, un altro paio di cesoie di

mancante

del

ferro,

di cui

conservasi solo met delle lame per una lunghezza di m. 0,13.


la

Sistemandosi

scarpata delle

terre nel

vano

n.

11 della

stessa isola, si sono

raccolte presso la soglia sei borchie di bronzo a rilievi concentrici, larghe m. 0,06, le

quali con le altre quattro simili, trovate


tare a dieci le borchie che decoravano
il

il

giorno 27 dello scorso mese, fanno

ammon-

legno della porta di questo vano che costile

tuiva l'ingresso di una casa. Insieme con

borchie descritte

si

trovato

un pecten

jacobaeus (valva

inferiore) largo

m. 0,065.

REGIONE

I.

ins.

247

POMPEI

Reg.

I,

Vili. Sull'intonaco laterizio

al

disopra del sedile posto all'angolo

nord-ovest dell'isola ritornata in luce la seguente iscrizione granita:


1.

BONO VT
I, ins.

SIT

(3 luglio). Reg.

VI,

n. 7.
si

Poco

al disotto del grosso ferro a staffa, di sopra

descritto, e sullo stesso

pilastro,

oggi trovata

una chiave
il

(?)

di

ferro, di

forma

insolita, consistente del manico ad apertura circolare,

quale a m. 0,14 della sua lunaltri

ghezza si piega una prima volta ad angolo retto, fa un altro gomito ad angolo retto, ma volgendosi
pi in alto e piegata su s stessa

dopo

al lato destro

15 cm. di lunghezza dove termina in un


quinta posta

pettine a cinque punte, delle quali quattro uguali ed equidistanti e la


(fig.

2).

*V
Fig.
2.

Quasi cm. 35

ai

due capi

del

nuove, per quanto

di destinazione ignota.

vano d'ingresso si sono raccolte due lamine di bronzo Ciascuna di esse forma una tavoletta di

1(5

(ottenuta accostando e saldando fra loro due lamine grosse


;

mm.

2),

la

quale reca incisi nel mezzo alcuni cerchi concentrici

uno solo dei

lati

corti

di ogni

lamina

munito

di

un bordo

di

dei bordi saldata internamente

piombo una borchietta

fasciato di bronzo, alto

m. 0,055; ad uno

di bronzo foggiata a testina muliebre;

sulla superficie di ciascuna tavoletta erano saldati dei cilindretti di


di

lamina

di

bronzo

e conservati
i

in

numero

di quattro nell' una, e di

piombo rivestiti uno nell'altra.


due lamine

Quella delle due che ha

quattro cilindretti e la borchia a testa muliebre, esibisce


il
i

anche un altro particolare, quello cio di avere, secondo della tavoletta strette da una molla di ferro (fig. 3). Con

lato corto,

le

due bronzi

descritti, si rin-

venne un abbeveratoio da

uccelli, in terracotta, pieno di sottilissime laminette di bronzo.

Lungo la parete orientale di questa bottega si sta raccogliendo un insieme di ferramenta che potr forse servir di guida per riconoscere il commercio che qui si
esercitava.
(4 id.).

Al

sommo
le si

del vano di comunicazione fra la detta bottega e un ambiente


si

ben decorato che

apre sul lato occidentale,

oggi raccolto un medio bronzo di

Druso

figlio di

Tiberio (Cohen, n. 2).

POMPEI

248

REGIONE

I.

Reg. IX,

ins.

XII. Oltre

il

secondo cenacolo, nel terreno vegetale, un medio bronzo

imperiale irriconoscibile, causa le concrezioni che ne coprono la superficie. (5 luglio). Reg. I, ins. VI, n. 7. Presso il vano di comunicazione con l'ambiente
occidentale
si

sono trovate due lucerne


Vili.

fittili

senza

rilievi,

lunghe m. 0,096 e m. 0.11.

rizio

Reg. sono tornati in luce


2.

I, ins.

sinistra del vano d'ingresso n. 2, al disopra dello zoccolo latei

seguenti programmi elettorali, di colore rosso:


3.

LOLLIVM
fa

PAQV1VM

QF

[d]

D O -V

4.

POLYBIVMI,

1IV1R

1D-QF

(6 id.). Reg.
tale,

ins.

VI,

n. 7.

Si approfondito lo scavo nell'ambiente occidenle

dove lungo

le

pareti

nord e ovest sono apparse

impronte

di

un mobile di

Pio. 3.

legno tinto

di

rosso,

svolgentesi in

un'altezza

compresa
di

fra

m. 0,40
in

0,90 dal

pavimento. A
pavimento,
si

tergo del pilastro posto all'angolo sud-est della bottega, a m. 0.50 dal

sono trovati

resti di

una cassetta

legno, consistenti

uno scudo

lato; un corrente lungo in. 0.07; una cerniera lunga ni. 0,09 e un anello girevole sopra uno scudetto rettangolare di m. 0,06 di lato. Nella cassetta in parola erano forse chiusi questi altri oggetti ivi stesso trovati, cio una
di serratura di

m. 0,075

di

tazzina di terracotta a parete sottilissima, alta m. 0,07, monoansata, e ventuno globetti


di pastavitrea azzurri,
forati e
striati.

Reg.

I,

ins.

VI, n. 6. Sulla parete ovest, a m. 3 dal profilo esterno dell'edificio e


al

m. 3 dal pavimento, caduti molto probabilmente dal piano superiore


accesso conduceva direttamente,
si

quale questo

sono rinvenuti due vasi di vetro, cio un vaso pan-

ciuto ad orlo svasato, alto m. 0,065, e una bottiglia piriforme, alta m. 0,16.

(8 id.). Si portato a
la parete orientale della

compimento oggi
n.

lo

scavo della ferramenta trovate presso

7, reg. I, VI, per nulla bottega pezzo dal luogo di rinvenimento. Come pu riconoscersi nella fig. 4,

ins.

spostando ciascun
ci

siamo imbattuti

quale occupava buona parte della pressorium sostenuto da due verticali misuranti m. 0,30 di robustissimi 0,50 parete, tigna coppie come desumesi dai fori profondi m. 0,50, rimasti nel pavimento. A complemento circa,
negli avanzi di un
in

ferro e legno,

il

REGIONE

1.

249

POMPEI

muro

dell'insieme erano altre assi di legno infisse nel muro, ad attestare le quali restano nel stesso quattro fori; ed evvi un rincasso nel pavimento, fra 1' una e l'altra delle

coppie di travi verticali, a provare l'esistenza del robusto tavolone di legno sul quale

disponevansi gli oggetti da pressare. Delle viti (cochleae), che provvedevano a comprimere il piano pigiante, rimane la cosa pi interessante, la fasciatura metallica delle

punte inferiori: questa risulta, per ciascuna

vite,

di

due cerchioni distanti

fra loro

m. 0,43

di quattro

verghe di ferro,

ciascuna con un foro, trattenute dai cerchi, cio

Fig. 4.

disposte sulla
incontrantisi.

superficie

esterna delle cochleae secondo due diametri

normalmente

Per

fori

in coppia opposti (e che continuavano per tutta la grossezza

delle viti) s'infilavano bastoni di legno di

m. 0,035

di diametro e non pi lunghi di

m. 0,47 ciascuno: e per


manovelle, girando
il

tal

modo ciascuna
un senso

vite risultava

armata

di quattro

brevi

le

quali in

o nell'altro veniva

ad alzarsi o ad abbassarsi

piano pigiante (prelum).

Fra questo interessante insieme


pronte
del
telaio

di legno,

ed

il

completato da tante sicure imdipinto pompeiano (Museo Borb. tom. IV, tav. L),
di

ferramenta,

riprodotto in ogni

manuale

di archeologia,

vi

perfetta rispondenza;

poich quel

dipinto fa parte di tutta una serie di rappresentanze relative al mestiere dei fullones,

limitandoci al
nel

dobbiamo con tutta probabilit riconoscere nostro pressorium un torchio da panni, e nell'ambiente una analoga officina. A

campo

dell'arte della lana,

Notizie Scavi 1912

Voi. IX.

32

POMPEI

250

REGIONE

I.

rendere ancora pi completo ed interessante il prezioso insieme, lo scavo dell' ultimo strato, sul pavimento, si chiuso col rinvenimonto di questi altri utensili di ferro:
presso
il

pilastro, a destra del


1'

impugnatura cilindrica, il manico, m. 0,16; l'altro a denti pi grossi e pi radi, largo m. 0,06, lungo m. 0,12. Tra i ferri della cochlea sinistra ed il corrispondente tignum di legno, un'altra cesoia,

pressorium, due pettini conformati a cazzuola, dalla uno a denti sottili e spessi, largo m. 0,053, lungo, con tutto

ma

in

frammenti, e due chiavi

(?)

porzioni minori e differenti pel

analoghe a quella descritta il giorno 3, ma di pronumero dei denti che formano il pettine terminale;
si

finalmente nella buca gi occupata dall'opposto tignum,

trovata

m. 0,34, perfettamente conservata, connessa ad una grossa verga un capo, lunga m. 1,36, grossa m. 0,06 e di uso incerto.
Ecco
al

di ferro, contorta

una pala lunga ad

la decorazione

murale della bottega. Meno

lo spazio

quale corrisponde sulla parete un trascurato intonaco di coccio pesto,

occupato dal pressorium, i rimanenti

piccoli e stretti pilastri che circondano l'ambiente recano un alto zoccolo rosso, ridotto

a riquadrature merc l'impiego di listelli bianchi e limitato da listoni verdi


cali.
Il

verti-

piccolo ambiente ad ovest, il cui pavimento, come quello della bottega, di coccio pesto, ha le pareti semplicemente ma elegantemente decorate. Pino all'altezza di m. 1,90 dal suolo le pareti sono a fondo rosso, dal quale ricavato in gi un

basso zoccolo animato da piante verdi monocrome a foglie lineari,


il

fiorite,

rimanendo
Al centro

resto al disopra diviso in riquadrature verticali, limitate da listelli verdi.


o

di ciascun riquadro
o

alato, campeggia un cigno volante, o un ippogrifo. Segue al disopra un alto fregio a fondo bianco, abbellito da fantastici padiglioni, da arabeschi e festoncini fioriti, con molte figure

un

grifo alato, o un'antilope vittata, o

un Erote

decorative che occupano gli spazi vuoti; vi sono patere pensili; aquile ad ali spiegate,

con viltae fra

le ali e gli

artigli; uccelli chimerici; pavoni incedenti;

maschere

alate,

cigni volanti, secchie e rhyton pensili.

(9 luglio). Reg.

I,

ins.

VI.

Il

vano

n.

6 di quest'isola costituisce l'accesso ad una


n.

abitazione posta in piano superiore, al disopra della bottega

vi

si

accedeva per

una scala ascendente da nord a sud lungo la parete occidentale della bottega stessa, e verosimilmente (come si deduce dalle iscrizioni nn. 49, 51 e 56, edite nel maggio
scorso pag. 190-191)
si
il

piano superiore in parola era abitato da un tale Fngenuus. Qui

sta ora scavando;

e, si

immediatamente appresso

ai

primi

tre

scalini

in

muratura

della scala montante,

esplorato

il

subscalare appartenente alla bottega e dipenil

dente dalla stessa. Dal sottoscala furono sapientemente ricavati due stretti anditi,

primo

al disotto del pianerottolo,

di forma regolare

e presso

che di pianta quadrata,

trovato senza

oggetti;

il

stissimo, adibito a deposito di stoviglie.

secondo limitato superiormente dalla scala di legno, anguVi si sono rinvenuti molti vasi di terracotta,
col

alcuni

dei quali dal

fondo annerito pel contatto


quattro;
sferoidali

fuoco: pignatte circolari senza

anse, a fondo

bombato,

biansate,

due; ovoidali

senz'anse, due;

ovoidali biansate, una; boccali monoansati, due; piatti rustici, due; piccole scodelle
aretine, due
;

una pelvi larga m. 0,36,

col bollo

due volte impresso

sull'orlo,

C. 1. L. di
le

8048, 23; M. Ma{rius) Primi(genius); una grossa lucerna monolychne di diametro, dal disco adorno di una corona di foglie impresse; e con

X, m. 0,11
descritte

REGIONE

I.

un vaso
di

251

POMPEI

bronzo panciuto ad orlo tondo, alto m. 0,11, al quale fu adattata per ansa la parte inferiore di un'ansa di altro vaso pi grande, desinente in gi in foglia di vite; finalmente un medio bronzo di Nerone (Cohen, n. 298).
terrecotte,

(10 luglio). Continua lo scavo della bottega risce dal banco elevantesi immediatamente dietro
piegandosi a gomito, risultava di
biente; interrotto

n.

5 che un termopolio, come appaQuesto, secondo


1*

la soglia.

il

costume,
dell'am-

due bracci, pieno quello verso

interno

da grosse olle di terracotta quello sporgente sulla via. In seguito ad un remoto cedimento del suolo, prodotto dal crollo parziale di un sottostante pozzo
nero,
tutto,
il

braccio sporgente sulla via con


in corrispondenza,
1'

vasi quivi murati, si trovato crollato del

ma,

sulla parete orientale,


il

ancora in posto la scaletta in

muratura per
circa

esposizione

deposito del vasellame e dei cibi. Sulla parete esterna

del banco, all'angolo, dipinto un fiasco di vetro monoansato

ad

orlo

trilobato, per

una quarta parte ripieno di vino (liquido rosso); sul braccio interno si vedon sordal suolo due verdi piante dalle foglie lineari, grandi, disposte in unico ciuffo. gere

Marmi
il

policromi rivestono la superfce superiore tino all'estremit del braccio interno,


si

quale

espande

ivi

per dar luogo ad un ampio focolare dal fornello rettangolare


si

affumicato. Depositata sulla parete pi avanzata verso la via,

trovata sul

banco

una piccola base


quarta
liscia,

di

marmo,

cubica, recante semplici modinature in tre facce, mentre la

lievemente rincassata nella superfcie superiore e servita, come pare,

per appoggiarvi una lucerna.


(11
id.).

Reg.

I,

ins.

Vili,

n.

5.

delle terre, sull'alto dello stipite destro di questo vano, che

Nel procedere alla sistemazione della scarpata l' ingresso di una casa,
si

ed a m. 0,90 al disotto dell'architrave maestro,

trovato al posto suo un grosso

cardine di bronzo di m. 0.09 di diametro, ad alette laterali forate

per

l'

inserzione

dei chiodi, contenente ancora nel suo cavo un robusto cilindro di bronzo di
di diametro,

m. 0,07

che era connesso col legno del battente. A m. 0,90 dall'architrave maestro qui bisogna supplire una seconda asse di legno, che faceva da architrave ai battenti

delimitando una apertura rettangolare orizzontalmente disposta, molto probabilmente difesa da un telaio a giorno, di legno. A conforto di un simile stato di fatto, nel mezzo
del vano
si

sono trovati

pessuli verticali di ferro,

1'

uno dei quali tuttora

infilato

con la sua estremit asolata alla grappa di ferro che appositamente sporgeva inter-

namente dall'architrave;
alla quale
si

pessuli, che con la

sommit raggiungevano quasi

l'altezza

trovato

il

cardine, movevansi ciascuno in due guide rettangolari, otte-

impiego di grappe di ferro, e recavano al disotto dell'asola un chiodetto sporgente che non permetteva loro di scorrere in gi oltre le prime guide; lunghezza totale m. 0,47. Traendo profitto dalla ribattitura di quattro grossi chiodi osservati,
nute con
l'

risulta che

legno dei battenti aveva uno spessore di m. 0,06, ci che confermato anche da una lamina di bronzo alta m. 0,68, attraversata da un chiodo, e che fasciava
il

Anche qui la porta era chiusa. Nello strato vegetale, all'altezza del vano n. 8 dell' istessa isola, un grande bronzo di Caligola (Cohen, n. 24).
il

dorso di un battente.

si

raccolto

(12

id.).

Reg.

I,

ins.

VI,

n.

3.

Nel terreno vegetale, un asse repubblicano dalle

impronte poco

visibili.

POMPEI

I, ins.

252

REGIONE

I.

(13 luglio). Reg.

VI,

n. 2.

Nello stesso strato, un asse di Tiberio (Cohen,

Od. Aug.,
(15

228).

ed all'altezza Reg. I, ins. VI, n. 3. A m. 2 in dentro dall'architrave, di legno o cassa in una vari forse contenuti raccolti si sono del medesimo oggetti di 0,08 larghezza. Vetro: armadietto, di cui avanza la serratura misurante m. 0,11
id.)-

una boccetta

cilindrica, alta
uccelli,

un abbeveratoio da
granito verde, grossi

m. 0,07; un'altra della stessa altezza, strozzata nel collo; di color marrone, largo m. 0,058. Marmo: due dischi di

di cerchi conlarghi m. 0,079, ornati in una faccia sola centrici incisi: servirono forse per chiudere i fondi di un barattolo cilindrico dalle
2,

mm.
:

pareti di legno.

specchio circolare argentato nella faccia leggermente concava che reca all'orlo due cerchi incisi: tracce del legno della theca su questo utensile, e

Bromo

tinte di

rosso ('); resti di

un portamonete

di

forma cilindrica a basi ellittiche con

chiusurina, coperchio scorsoio e testata rivestita di bronzo; un quadrante di

Nerone

che con (Cohen, 179, 182) e un anellino-chiave di m. 0,021 di diametro: quest'ultimo, connesso la moneta doveva stare nel portamonete, consiste in un cerchietto semplice, con uno scudetto discoidale, munito di due brevi alette alla
quattro forellini nella superficie.
zati al

base e attraversato da
rial-

Ferro

bordo e bucherellati,

tali

due dischi larghi m. 0,054, leggermente da sembrare fondi di filtri che corapletavansi
:

forse

col recipiente di legno.

L'altezza alla quale

descritti oggetti

si

sono rinvenuti fa

pensare che essi fossero caduti dal piano superiore. (17 id.). Reg. I, ins. Vili, n. 8. Dal terreno

monete
di

di bronzo,

Nerone
Reg.

col tipo del


I,

un triente (Babelon, voi. I, pag. tempio di Giano chiuso.

vegetale sono venute fuori due 63, n. 51) e un medio bronzo

provveduto all'assicurazione delle fabbriche sovrastanti all'architrave, si potuto oggi attingere con lo scavo il profilo di questo vano d'ingresso di una casa, muuito di porta a due battenti chiusa al momento della catastrofe. Delle ferrature si sono recuperate due maniglie a ponte, l'una infilata per
ins.

Vili, n. 2. Essendosi

suoi capi rastremati negli occhielli di due nrpioncelli ribattuti a tergo, larga
articolata per
i

m. 0,15;

l'altra
celli,

due suoi anelli terminali nei corrispondenti anelli degli arpion-

lunga m. 0,10, connesse l'una col destro e l'altra col sinistro battente; grossa serratura rettangolare di m. 0,17 0,13 di lato, con la chiave nella toppa (battente e un finalmente solo, verticale, lungo m. 0,40, non in tutto conpessulo sinistro)

servato e di forma nuova, poich


legati a mo' di catena.

consta di quattro pezzi asolati ai

capi e fra loro

(18

id.).

Reg.

I,

ins.

VI,

n.

3.

m. 2,50
i

in dentro dall'architrave e in

m. 0,50
cassa,
si

di profondit rispetto al
i

medesimo, con

resti

legno

bronzo

di

una

sono raccolti seguenti oggetti: un abbeveratoio da uccelli in terracotta, alto m. 0,04; una cypraea lunga m. 0,03 e gli avanzi di una valigetta di legno, che, come appare dalla chiusurina di bronzo e dal suo corrispondente incastro che seguono la medesima

(')

Erano note
flg.

le

custodie in bronzo;

cfr.

A.

De Ridder

in

Dici, des ant. gr. et rom.;


cuoio), e

s.

v.

speculum,
essere le

Ve ne erano per anche di materiale caduco (legno, pi numerose, rivelantisi ora solamente per deboli tracce.
6532-65-35.

dovevano

REGIONE

I.

253

di vetro

POMPEI

linea curva, doveva essere di forma cilindrica a basi ellittiche, cio


cello; catenelle ed arpioncelli di bronzo;

come un

botti-

una boccetta

lunga m. 0,12.

si

Poco pi gi e pi a destra raccolto un denario foderato

di

questi travamenti,

ma

presso la parete orientale,


n.

di

Appuleio Saturnino (Bab., AppuL,

1).

(19 luglio). Nel bil mezzo dell'ambiente, a m. 3 di distanza dalla soglia, iutlato nel collo di una grossa anfora di terracotta, si trovato un imbuto di bronzo di

m. 0,14

di diametro,

frammentato

mancante.
all'anfora
in
i

(22 e 23 id.). Reg. I, ins. VI, n. 3. Intorno sono scoperti moltissimi frammenti di altre anfore,
essi di e nelle

or ora ricordata,

si

medesime

condizioni, fra
di

vasi rustici di terracotta


vetro,

ogni

gran parte pavimento e 50 cm. di altezza, una ventina forma: piatti, pignatte, boccali, urcei ecc.; e
il

calcinate, e con

di

sempre
piatti,

in

frammenti

impossibili

a ricomporsi, altri venti vasi circa fra


collo di
la

bottiglie,

tazze e barattoli.
si

Sopra

il

un'anfora

fttile,

tracciata col

pennello in lettere alte m. 0,02,


5.

scoperta

seguente iscrizione:

O M

LLM
Detto del materiale frammentario che, alla distanza di m. 1,50 dalla soglia, cominciato ad apparire per coprire poi quasi interamente la superficie della bottega,
passer ora a descrivere gli abbondantissimi e svariati oggetti raccolti nel
strato,

medesimo
1"

raggruppati in

tre nuclei distinti,


il

l'

uno lungo

la parete

orientale,
alla

altro

nel bel

mezzo della bottega,

terzo

nel

subscalare

addossato

parete ovest,

luoghi nei quali erano con tutta probabilit alcuni armadii di legno a palchetti, nei
quali la suppellettile era stata collocata.

Parete orientale,
in
tri

fra

il

secondo e

il

terzo

riquadro

dell'alto

zoccolo:

Avanzi

bronzo appartenenti ad un armadio, cio uno scudo di serratura a losanga di me0,13X0,13, decorato d'impressioni a spina di pesce e di quattro chiodi a borl'

chia rilevata, con la chiave di ferro nella toppa e

incastro articolato lungo m. 12;

una borchia

liscia di e

stessa dimensione;
torniti
e contorti,

m. 0,05 di diametro, da cui dipende un anello striato della una maniglia a ponte, lunga m. 0,12, con i capi rastremati,
e

giranti negli appositi anelli che sporgevano dal legno. Altri avanzi
cio:

di bronzo,

non bene determinati,

due

cerchietti laminari, larghi

m. 0,05S,

con una sola faccia striata, ognuno dei quali dipende da due anelletti a coda ribattuta,

accennanti per a due diverse grossezze di legno, come deducesi dalla lunghezza

diversa delle code ribattute; una borchietta circolare di m. 0,05 di diametro, ornata
di rustiche incisioni disposte a raggi, e che era rissata al legno per

un chiodetto che

ne sporge a tergo; una fibbia a bottone che faceva il suo ufficio inserendo il bottone stesso nel cavo di un altro separato anelletto, che pure si trovato. Con i descritti
avanzi: Bronzo: due stampe

con

da pasticceria ellittiche, lunghe m. 0,23 frammenti di una terza a conchiglia; una casseruola di m. 0,118

m. 0,11,
diametro,

di

con marca illegibile all'estremit del manico che attraversato da tre buchi confusi da un quarto praticato nel loro mezzo; un'oenochoe alta m. 0,23, ad orlo tondo e

POMPEI

254

REGIONE

I.

ansa desinente in gi in maschera comica; una padella a recipiente ovaloide e lungo manico forato al sommo, lunga m. 0,49. Pastavitrea: un disco di colore giallo-

Ferro: gnolo, largo m. 0,13, ottenuto da una patera di cu; si port yia l'orlo. una strigile alta m. 0,22, e la punta di una seconda strigile; un grosso coltello lungo

m. 0,16 a larga lama acuminata, che aveva il manico di legno; un gruppo di almeno 12 punteruoli (?) lunghi da m. 0,10 a m. 0,13," rastremati ai capi, dei quali
l'uno sembra essere foggiato a scalpello; con un gruppo di altri quattro punteruoli simili sono per l'ossido attaccate circa 40 piccole ghiaie lenticolari, le quali con altre
libere dall'ossido, ivi
stesso
raccolte,

sommano
esse,

in

tutto a

110

potrebbero

forse

considerarsi

come pedine da giuoco; con


di

forse

destinati

al

medesimo
e

uso,

ventuno globetti
cellai.

pastavitrea di vario colore e di

varia dimensione, forati

bac-

Terracotta: una lucerna lunga m. 0,105, col disco

decorato di una co-

rona di ovoletti.

Nel centro della bottega si raccolse in primo luogo un gruppo di utensili tecnici di bronzo, consistenti in un piede romano lungo m. 0,294, piegato in due, mancante solo della laminetta destinata a rissarne le due met: l'ossido non permette di scoprire
la

graduazione sulle facce


il

(cfr.

Museo Dorb.,

voi.

lungo m. 0,128,

cui perno esteriormente fissato con

VI, tav. XV); un compasso {circinus) una zeppa che ne attraversa

un archipendolo (perpendiculum) conico, lungo m. 0,075, superiormente munito di un pomello forato per poterlo sospendere; uno stilo a corpo triangolare rastremato, lungo m. 0,12; una pinzetta lunga m. 0,09; due aghi saccali
l'apertura longitudinale;

lunghi m. 0,14 e m. 0,12; un utensile di uso incerto e di forma conica, ottenuto con una lamina accartocciata, chiusa alla base che anche munita di anello per la
sospensione, e aperta lateralmente fino alla punta (lungo m. 0,14 diametro alla base

m. 0,025); un altro utensile lungo m. 0,062, con un'estremit rastremata a punta, e l'altra slargata ed arcuata a mo' di gubbia; un calamaio cilindrico (in frammenti) contenente la polvere deWatramentum; fondo rettangolare di m. 0,086X0,075 di

una theca che aveva


ferro

le

pareti di piombo.

Con

descritti bronzi,

un raschiatoio di

lungo m. 0,125, dall'impugnatura fornita di pomello e dalla lama larga m. 0,033; un coltellino di ferro lungo m. 0,09, a manico fisso, di osso, dal quale sporge la coda della lama ridotta ad anello; una laminetta o stecca d'osso, larga m. 0,02-0,025,

lunga m. 0,14, desinente in anello nell'estremit pi stretta; avanzi di un cassettino in avorio, rettangolare, che esternamente, a quel che risulta dai frammenti recuperati,

recava con linee incise una reticella da un lato, mentre dall'altro rip.oduceva
l'incontro
si

come

dei

meridiani e dei paralleli di uua sfera. Dei


va.

resti

dell'armadio

qui situato

raccolta la serratura di bronzo di


;

0,07, fermata al legno merc chiodi

a testa bombata, col relativo corrente

una cerniera ad alette rastremate, lunga m. 0,09


ferro; e poi quest'altra suppellettile.

15 cerniere d'osso
tre bottiglie alte

due chiavette

di

Vetro:

0,15, 0,17 e 0,175; una boccetta alta m. 0.06; due tazzine ad

orlo lievemente slargato, larghe

m. 0,09 e m. 0,12;

fondo turchino filettato di cerchi bianchi.


ceolato, lunga

Bromo:

un mestolo

(in

frammenti) a

una

fbbia

m. 0,09

resti
;

di

un cassettino, cio una serratura


in.

ad ardiglione lantre lamine guarle quali

daspigoli sfrangiate ai capi

due calotte vuote, larghe

0,07 e m. 0,065,

REGIONE

I.

si

255

emisferiche

POMPEI

forse,

come

in

visto altrove in

Pompei, servivano per impugnare pomici atte a


e gi

levigare; queste

numero

sono trovate poco discosto.

di due,

ridotte

per l'uso
forato
al

fattone, si

Piombo: un panello piramidale


coi.

sommo

recante nelle due facce la nota leggenda a lettere rilevate:


altro panello a

EME HABBEBI;un
di sfera,

forma di dado, di
di

3X5X5;

largo m. 0,06, munito


la testa a pigna,

ansa di

lungo m. 0,12.

Ferro:

ferro.

un peso a forma di sezione

Osso: uno stilo rotto nella punta e con

due fondi

per due

altri

consimili fondi raccolti pi in alto).

di filtro (ved. sopra al giorno 15,

Terracotta: quattro urcei mo-

noansati, alti
di

da m. 0,16 a m. 0,24, e un pignattino alto m. 0,20, rustici. Uno scudo serratura in bronzo, largo m. 0,07 X 0,08, col relativo corrente che sembra essere

avanzo di un cofanetto o cassetto di legno, dentro cui sar stato molto probabilmente Bronzo: un grande bronzo custodito quanto segue in numerario ed oggetti preziosi.

di

Galba, dal tipo della Vittoria

incedente a sinistra;

dello

stesso

imperatore un

Fio.

5.

medio bronzo con


tre assi,
il

la Pace sedente a sinistra (Cohen, 146 e sgg.); e di Vespasiano l'uno con l'ara e la leggenda Provident, l'altro con la Vittoria incedente, terzo con figura muliebre seduta a sinistra un asse repubblicano. Argento : un
;

cucchiaino lungo m. 0,15, dalla coppa circolare lievemente concava; un braccialetto


(rotto) a fascetta striata, largo

rotto iu

due pezzi.

Agata:

m. 0,45.
di

Corallo:
ellittica,

un ramoscello

alto

m. 0,06,

gemma

forma

larga m. 0,034, alta m. 0,027,

sulla quale scolpito a bassorilievo

Dioscuri
perduto,
al
e

(fig. 5).

La gemma

un gruppo che sembra riprodurre Leda fra i era applicata ad un altro oggetto, forse di cuoio o di legno, un mastice
di colore scuro ricoprenti il tergo,

come mostravano

le tracce di

momento
in

dello scavo. Ivi presso,

un fondo di
Sottoscala.

una conchiglia (aaodonta cygnea), lunga m. 0,11, terracotta alcune conchigliette larghe m. 0,03.
parecchi bronzi
i

Si sono qui rinvenuti

quali facevano parte di un

mobile di legno difficile ad identificarsi: tre piedi cilindrici alti m. 0,08 (due), e m. 0,047, a base slargata; altro bronzo circolare, nel quale il legno di un cilindro
cavo entrava avvitandosi intorno ad una cochlea interna
(alt.

m. 0,07

largh.

m. 0,06);

un altro bronzo

cilindrico, largo

pezzi gi descritti; reca ai capi alcuni dischi larghi m. 0,055, assicurata al legno con una serie di chiodetti di bronzo; con questi avanzi, due pesi sferico-conici dal fondo ornato di rilievi

mente

ai

m. 0,064, con avanzi di legno nel cavo conformeuna lamina larga m. 0,02, lunga m. 0,50, la quale

POMPEI

256

gi
(ai

REGIONE

I.

concentrici

dal

vertice

contorto e foggiato a testa d' oca, alt. m. 0,09

un altro
avanti.

archipendolo conico, lungo


In mezzo ad una giunti quelli fatti dal
s

m. 0,097,
al

in

tutto simile all'altro

ricordato

vasta e varia

congerie

di

trovamenti

quali vanno agvia),

29 aprile

2 maggio scorso, sul vano aperto sulla

non

facile determinare quale genere di

commercio
ha
il

si

esercitava in questa bottega.


di

La bottega

di

pianta quadrata;

pavimento

cocciopesto,
e

il

cui

largo

scacchiere centrale reca incrostate lastre tonde,

quadrate

rettangolari, di

marmi

di un alto zoccolo d'intonaco laterizio scompartito merc policromi, e le pareti coperte listoni neri e listelli, rossi in

grossi riquadri verticali:

il

resto al disopra rustica-

mente intonacato. Sulla parete


che sostenevano
i

orientale, alcuni fori corrispondono


di

ad altrettanti
i

infissi

palchetti di

legno

un armadio; all'angolo sud-ovest stanno

primi

montante, lungo la parete occidentale, al piano superiore; il largo vano d'ingresso era chiuso col solito sistema delle tavole verticali, e munito (a sinistra) di battente apritoio, il quale ultimo chiudevasi dall'in-

due scalini

in

muratura della scala

di legno

terno,

come

attestato dall'incastro di

marmo

nel pavimento, destinato a riceversi


la chiusura.

l'estremit

inferiore di

una sbarra obliqua che puntellava e rafforzava

(24 luglio). Reg. I, ins. VI, n. 5. Va completandosi lo scavo di questo termopolio con lo sterro dell'ultimo strato; e qui oggi, nello spazio chiuso dal gomito del banco di vendita, si sono raccolti i seguenti oggetti: un'ara di terracotta, a forma di puteale baccellato, alta

m. 0,12; un

fiasco

conico

m. 0,28; una lucerna di terracotta monolychne, semplice, lunga di vetro, mancante del collo e dell'ansa, alto m. 0,30;
resti

una stecca d'osso rotta in due, lunga m. 0,20, d'incerto uso; e i un cassettino-portamonete, molto piccolo, a sezione rettangolare. Reg. I, ins. Vili. Sulla parete esterna a sinistra del vano n.
i

di

bronzo di

3, si

sono scoperti

seguenti programmi elettorali, tutti di color rosso:


6.

[C.

G]AVIVM
RVFVM-Tvir
[?'.

dr\

Seguono,

al

disotto,

due

altri

programmi

illegibili, l'uno all'altro sovrapposti,

ad

uno dei quali deve

riferirsi

questo avanzo:

7.

STEPHANVSROG
si

Sullo zoccolo che sotto quest' intonaco apparisce,

legge la met inferiore del

programma
8.

[^-E-L-ICEA".

QV1NQ_
A
9.

destra del

programma

di

Gavio,

si

legge:

TR

E B

VM

REGIONE

I.

n.

257

si

POMPEI

Nel vano
dei

4 (ingresso

di

una bottega)
al

sono oggi scoperti gli avanzi in ferro


si

due battenti che erano chiusi

momento

dell'eruzione:

sono raccolti parecchi

chiodi semplici, un uncino girante intorno al perno, una maniglia ad anello di m. 0,08
di diametro, e la chiave lunga

m. 0,15.

m. 1,60

di

altezza e sul battente sinistro

bronzo largo m. 0,165, servito forse per coppa di una bilancia. Scoperta la soglia, di travertino, si visto che essa era in origine destinata per una chiusura di quelle ovvie per le botteghe, a tavole verticali, come mostra il suo incastro lon-

un disco

di

gitudinale e l'estremit

destra

libera pel gioco del

battente apritoio,

ed era stata
foro nel

poi adattata alla porta bivalve, in conseguenza di che vi si pratic

un

mezzo

per

l'

intissione del pessulo.

(26 luglio). Reg. I, ins. VI, n. 5. Sul pavimento, nel mezzo delle parete est. un grande bronzo di Vespasiano (Cohen, 488, variet COS VI); sul muro di separazione dall'ambiente posto a sud, un'armilla di bronzo foggiata a serpe con la coda ravvolta intorno al collo (diametro

lungo m. 0,20, mancante in cellaio, e i frantumi di una statuina

m. 0,08); ivi presso, uno stilo di osso a corpo tondo, un capo; un globetto di pastvitrea azzurro forato e bacdi

gesso, indistinta. Nello

spazio vuoto

comun
di

preso dal gomito del banco: un medio bronzo di Nerone, col tempio di Giano;

urceo

monoansato, alto m. 0,14,

un abbeveratolo da uccelli

alto

m. 0.04,
all'orlo;

terracotta;

una tazzina

di

vetro
in

verdiccio,

larga m. 0,07, scheggiata

ed
alta

una materia pastosa, m. 0,29.


(27
id.).

bianca,

un' anforetta a larga

bocca

piede

piano,

Reg.

I,

ins.

VI,

n.

5.

Sempre continuandosi a sgombrare


:

lo

spazio

gomito del banco, si sono oggi trovati questi altri oggetti un corno di antilope a due rami, lungo m. 0,19; una lama di osso larga m. 0,027, lunga m. 0,202, col dorso percorso da due strie longitudinali, rastremata alla punta, mancircoscritto dal

cante del manico di legno in cui


di Vespasiano (Cohen,

si

fissava forse

mediante mastice

un medio bronzo

153); una pinzetta di bronzo, lunga m. 0,10; e una boccetta di vetro a recipiente sferoidale, alta m. 0,07. Nella stanzetta che si apre sul lato sud della bottega, un'asta di fuso in osso, lunga m. 0,194, e una lucerna di terra-

lunga m. 0,15. Questa reca a rilievo nel disco una rappresentanza analoga a quella del dipinto posto a centro della parete orientale nel noto oeeus della casa di Sirico: Eroti intenti a scherzare con le armi di Ercole (Helbig, Wandg., n. 1139).
cotta,

Mentre un primo Erote affonda


tutti affaccendati intorno all'

la

testina nell'ampio skyphos, altri quattro appaiono

immane

clava che cercano di alzare in posizione verticale,

chi puntandovi
sinistro
(la

sotto le spalle e chi tirandola


di

con la corda:

pendono dal margine


attributo
indistinto

la

pelle

leone

ottimamente

espressa

ed
si

un

altro

faretra?).

La voce

di esortazione riprodotta

che gli Eroti

scambiano nello sforzo unanime

che vanno compiendo,

nel

campo

di

una tabellina biansata, nella quale

leggasi in lettere rilevate

{CI.

L. X, 8053, 8 a):

10.

ADIVVATE

SODALES
Notizie Scavi 1012

Voi. IX.

POMPEI

I,

258

REGIONE

I.

Reg.
vimento,

ins.

Vili,

n. 4.

Dietro
di

il

battente sinistro della porta, a m.

dal pa-

si

trovata

una coppa
anulari,

bronzo larga m. 0,23, alta m. 0,09, atta ad essere


alla periferia,

sospesa, per tre ansette

saldate

merc cordicelle di canapa.


il

evidentemente

la
il

coppa della derrata di una bilancia (libra), mentre che

disco

ivi presso trovato

giorno 24, perch privo del bordo, apparisce essere stato la coppa
utensile. Quasi nel

dei pesi del


soglia,
si

medesimo

mezzo

del vano,

immediatamente dopo

la

sono raccolti parecchi pezzi di

marmi policromi appartenuti ad una

ele-

gante mensa: per, quantunque lo scavo sia stato sbito proseguito per m. 1,50 in dentro, gli altri pezzi della mensa non sono stati per ora trovati, ed molto probabile che andarono dispersi in un'antica esplorazione qui praticata, e di cui avan-

zano sicure testimonianze nelle terre che appaiono sconvolte. Nell'angolo fra la parete di questo androne e il battente sinistro della porta, permangono sul pavimento e
sulla parete molte tracce di
di carbone, si raccolto del

un incendio ed

ivi,

fra

il

lapillo calcinato e gli avanzi

piombo
e

a gocce

risultante certamente dalla fusione di


fiasco di vetro la cui

un vaso dello stesso metallo,

un

collo di

ansa a nervature

parallele e rilevate anch'essa semifusa e contorta dall'azione del fuoco.

(29 luglio). Reg. IX,


rinvenimenti nell'edificio

ins.

ora alle fabbriche poste al

XII. Lo scavo sulla fronte di quest' isola contenutosi per disopra degli architravi, ha gi dato luogo ad importanti

posto

dopo

il

secondo

cenacolo.

destra del vano n. 5,


e

sulla rustica muratura della parete,


(cfr.

si

scoperto

un programma evanido

monco

C. I. Z., nn.

412

1069)

11.

IVNIVM
la
d'

dopo del quale di lato, munita

parete s'interrompe per dar luogo ad una finestretta di


inferriata trovata in

m. 0,65
ad

buono stato

di conservazione, e destinata

illumiuare l'interno dell'ambiente quando la porta fosse stata chiusa.


la fronte dell' isola recede ai
lati

del

vano

d' ingresso n.

6,

il

Dopo questo vano quale, come il vano

precedente, riceveva lume dalla via per una spaziosa finestra di m. 1,45
nita anch'essa, e per tutta l'ampiezza,
d'

0,90,

mu-

inferriata raccolta e ricollocata a posto in

ottimo stato di conservazione.

Una

tettoia di quattro tegole di sporgenza si trovata

giacente a posto suo a m. 2 circa di altezza al disopra dell'altezza dell'architrave;


e,

cosa affatto nuova e strana, essa non era continua


di tre

ma

intermittente, e risultante

segmenti di differente ampiezza distendentisi su quei tratti della non corrispondevano vani di accesso o di luce: i tre segmenti di tettoia dunque sono conseguenti alla finestra e al vano d' ingresso sulle cui aperture, non si sa perch, non si volle alcuna difesa dai raggi solari e, meglio ancora, dalla
precisamente

muratura

ai quali

pioggia.

giustificare ciascun

segmento

di tettoia,

che vedesi chiaramente confermato


altrettanti af-

dai fori dei travicelli scoperti nella muratura,

dobbiamo pensare ad
:

freschi che dovettero abbellire la facciata di quest edificio

all'angolo fra lo stipite destro e

uno solo ne abbiamo oggi, l'altezza dell'architrave del vano n. 6 ma, molto
;

probabilmente, due altri ve ne furono nell'antichit, l' uno sullo stipite opposto del vano e l'altro all'estremit occidentale della facciata: per nulla ne avanza oggi, in
seguito alla totale caduta degl' intonachi.

Su

letto di stucco

bianco di m. 0,78 di

REGIONE

IV.

di
il

259

PRETURO
meno

altezza e

m. 0,66

larghezza, circondato da una fascia rossa dove pi dove

larga, steso

dipinto superstite, per tre lati (al disopra ed ai fianchi) abbellito


di

da

un ampio
il

festone

foglie

verdi

Mercurio
i

barbato,

adulto,

smisuratamente
fascia verde,
n.

itifallico,

capo coronato di foglie verdi,


resto,

fianchi cinti di

una breve
il

tutto

nudo nel
il

vedesi accorrere verso sinistra, cio verso


al petto,
il

vano

6,

le

ali

ai piedi,

caduceo nella sinistra accostata

marsupium

nella destra pro-

tesa; stato di conservazione perfetto; esecuzione non priva di energia espressiva. Per

una analoga figura che mostra


menti antichi
Lincei,
voi.

il

medesimo sincretismo Hermes-Priapo,


a.

cfr.

Monu-

XIV,
il

1905, pag. 888, tav.

LVI

(pittura vascolare).

destra del descritto dipinto


12.

programma:

CCALVENT1VM
S1TTIVM
H VIR

MAGNVM
I

CF

angolo di un balcone sporgente sulla via, con la parete occidentale conservata fino a m. 2 di altezza e il pavimento, di cocciopesto, per un'ampiezza di m. 1,30. Questi importanti avanzi sono

Subito dopo, e poco al disopra del dipinto,

si

trovato

1'

stati

subito assicurati al loro posto, sorreggendoli con travature di ferro.

(30 luglio). Ueg.


al

1, ins.

Vili. Sullo stretto pilastro a sinistra della bottega


il

n. 4,

disopra
13.

dello zoccolo, oggi apparso

programma:

[C.

FiOORIVM
[PnjSCVMOViy]
AED
M. Della Corte.

Regione IV

(SAMN1UM ET SABINA).
SABINI.

Scoperta di frammenti architettonici e di epigrafi latine in localit denominata Strada del Colle nel territorio Amiternino.
IV.
Nello scorso

PRETURO

di

mese

maggio

il

Municipio di Preturo fece intraprendere uno

scavo per condottura d'acqua, della profondit di oltre un metro, al disotto del piano della stradella che, scendendo da detto paese, mena alla frazione chiamata Colle.

Tale stradella,

in

forte

pendo,

sta

pochi

metri

monte della nuova strada

rotabile denominata strada Amiternina, la quale, alla sua volta, ben poco dista dal

tramite dell'antichissima via Salaria che, in linea retta, passando per Fonili, andava
in

Amiternum
(')

(').

Cfr. Persichetti,

Viaggio archeologico sulla via Salaria nel circondario di Cittaducale,

pag. 138.

PRETORO

Nel 1874, facendosi

260

REGIONB

IV.

Tutta quella plaga appesa, tanto a monte quanto a valle della stradella del Colle,
ricca di antichit.
vi si

la costruzione della detta strada Amiternina,

rinvenne grande numero di lapidi


2

iscritte,

frammenti e

rilievi,

tra

quali

due
fra

importantissimi, rappresentanti
sanniti

l'uno un funerale

romano

('), e

l'altro

un duello

che oggi conservarsi tutti nel Museo Civico aquilano. ( ), cos anche nel piccolo scavo ora ricordato, furono rimessi alla luce vari
e

altri

monumenti;

dal

taglio fatto

si

veggono altre lapidi

affacciarsi al disotto della

vigna dell'arcipretura che, per lungo tratto, sta a


sotto la quale vigna si veggono tuttora sepolte,

monte della suddetta

stradella, e

avuto alcun interesse ad estrarle,


e

non avendo l'appaltatore dello scavo onde sarebbe utile farvi procedere ad una regolare
in luce tutta

completa escavazione, per far tornare

quell'abbondante msse archeo-

logica.
il lavoro fatto nello scorso maggio. Scendendo dal gruppo principale del caseggiato di Preturo per la ridetta stradella, l dove la medesima fa gomito presso l'angolo meridionale della chiesa

Intanto, ecco ci che tornato a luce, merc


1.

parrocchiale dedicata a
letri.

s.

Pietro apostolo,

si

rinvenuta una tomba con due sche-

Presso alla tomba giaceva una stele in calcare, superiormente arcuata, lunga m. 1,05, larga m. 0,38, spessa m. 0,20. In mediocre carattere, vi si legge:

PFVLCINIO-PL

DASIO

FVLCINIAPL
LIBERTA
2.

Circa 100 m. dopo oltrepassata la chiesa,

si

trovata un'altra stele, terminata

pure da capo a semicerchio, alta m. 1,10 0,58, e dello spessore di m. 0,20. In bei caratteri di latino arcaico, col P sempre aperto, reca:

PAVIDIVSP

ALEXSANDER APICATA-QL

CLEOPATRA INAGR P-XX


3.

Frammento

d'architrave

in

calcare,

lungo
rosa.

m.

1,05,

alto

m. 0,60, spesso

m. 0,28. Vi
4.

scolpito

un bucranio ed una

la

Cippo alto m. 1,05, largo m. 0,62, spesso m. 0,35. In buon carattere reca seguente epigrafe, chiusa da cornice:

FABIA- LL PRIMIGENIA
(') Cfr. Huelsen, Relief von Aquila, in Mitteilungen 1890, pp. 72-73; Persichetti, Due rilievi amiternini, in Mitteilungen, 1908, pag. 15 sg. (") Cfr. F. Weege, Jahrbuch des K. Archaeolog. Instituts, XXIV (1909), pag. 153 sg.

REGIONE

IV.

avanzo di
blocco

261

di

PRETDRO

5.

Plinto in calcare,

bel

monumento

arte

provinciale,

rotto

da

piedi.

Le

attuali dimensioni del

sono:
facce,

altezza m.

spessore m. 0,55. Ornato soltanto in tre

larghezza m. 0,84, da presenta capo un bel motivo di


1,05,

decorazione con un fregio dorico a

triglifi

e metope,

ciascuna delle quali porta nel

campo un piccolo bassorilievo. Sulle


pale ne sono cinque.

fronti laterali sono tre

metope,

e sulla princi-

Nella prima

seconda un

fiore;

nella terza

metopa della fronte a sinistra si vede scolpito un urceus; nella un uccello che becca un grappolo d'uva. Nella prima

metopa della fronte principale, cominciando a sinistra, si vede un aquila con le ali aperte; nella seconda un oggetto circolare, come coperchio che, all'esterno, ha un
fiore

a rilievo, appeso ad

cista piena di frutta; nella quarta

un chiodo, mediante correggia; nella terza un calathus una capsa rettangolare, posata sopra tre piedi

o
e

superiormente, con una correggia, arridala ad un chiodo; nella quinta uno specchio. Sulla fronte laterale a destra, nella prima metopa scomparso il rilievo; nella se-

conda

si

vede

una oenochoe;
di

nella terza

si

vedono due ampolle, legate

fra loro e

semicadenti.

Al disotto poi
da ricchi festoni di

tale fregio, sopra

ognuna delle dette

tre

facce del dado, evvi

nel centro un bucranio, e


fiori

agli angoli sono scolpiti dei semibucranii, legati fra loro e frutta. Sulla fronte principale, tra il fregio ed i festoni,

sono scolpite due rose.

Viene quindi l'epigrafe,

in

bel carattere, che reca:

HERENNIAE
PLDORINI
Di tale monumento mancano la base ed
esistessero sotto
i

il

fastigio,

ma

non sarebbe

difficile

che

terrapieni laterali al fosso scavato.


gi, e continuando
i

Andando pi
stradolla passa fra
lapidi

sempre a percorrere

il

detto fosso, l dove la

due fabbricati dei

fratelli Tornei, il taglio

ha reso
si

visibili

altre

internate nei terrapieni laterali,

come quelle suaccennate che


in pietra, si

veggono sepolte

sotto la vigna dell'Arcipretura.

Oltre ai suddescritti

monumenti
anepigrafi.

rinvenuto gran numero di cocci

anche di et romana,

ma

N. Persichetti.

RAIOLO, CAPORCIANO

Frammenti
romana.
del

262

REGIONE

IV.

V.

RAIOLO

et

di

sculture marmoree, appartenenti

ad
il

un sarcofago di
In Raiolo,
sig.

frazione

comune

di

Pizzoli

nell'antico territorio Amiternino,

Giulio Cicchetti,

facendo

scomporre e rimuovere

una maceria appoggiata alla


sarcofago di
di
essi

casa da lui abitata, in mezzo a quei sassi, rinvenne sette frammenti di un bel mo-

numento romano

di

marmo, probabilmente avanzi


0,30
;

di

elegante lavoro.

Uno

di

m. 0,40

gli altri sono


l'

pi piccoli.

Due

rappresentano delle

Nereidi, sedute sopra delfni,


col sinistro appoggiato sulla

una

di fronte all'altra,

una

col braccio destro, l'altro

coda del delfino, ed ambedue col capo rivolto indietro. In un altro frammento vedesi il trso di una figura muliebre con lunga capigliatura,
in atto di suonare

una tuba a due corni inferiormente


la testa di
vi

ricurvi.

Sul

listello soprastante

detta

suonatrice,

rimangono soltanto queste

poche lettere della iscrizione che

era incisa:

OMICI
con
giasi

SENI
barbuto, che

Un altro frammento della medesima scultura rappresenta un uomo ambo le braccia stringe una conchiglia di forma capricciosa, sulla
un putto frammentato. Un altro mostra un gruppo
di genietti,

quale appog-

fra

quali, vedesi
lontra.

altro

frammento

raffigura

un putto abbracciato ad una

un quadrupede. Un L'ultimo frammentino

poi rappresenta un putto delle stesse dimensioni dei precedenti.

N. Persichetti.

VI.

CAPORCIANO
notizia

Epigrafe
datami dal

latina rinvenuta in contrada Casale.


sig.

Da

gentilmente

Giuseppe Baiocco
tal

di

Caporciano, ho

appreso che, nel 1909, in territorio di detto paese, un


nella contrada Casale,
di

Andrea Falcone, facendo,

uno scassato per piantagione di zafferano, rinvenne un cippo calcare paesano che attualmente sta giacente innanzi alla sua casa. Alto m. 1,20, largo m. 0,55, contiene, entro cornice, un'iscrizione latina, in
:

belle lettere che dice

H O E B O
I

D O M

SER DOMITIAN1DOMITIA ATHENA1S


FR ATRI

ET

IANVARIVS

COGNATVS

EX- COLLEGIO HEROl CORBVLONIS ET Longinae P

REGIONE

IV.

263

CAPORCIANO

del

C. I. L.

Questa iscrizione, posta a raffronto con quelle dei nn. 3418, 3419, 3432 e 3469 IX, molto interessante. Oltre a farci conoscere l'esistenza di un ColLonginae, essa dimostra i rapporti della famiglia Domitia con specialmente con l'agro furfense e peltuinate, ove certamente la
et

legium Corbulonis
queste
contrade,

moglie

Longina, Domiziano, ebbe assai probabilmente qualche villa, presso l'ameno laghetto di Gaporciano, finora ignorata e che meriterebbe essere rintracciata.
di

famiglia stessa ebbe dei cospicui possedimenti, ed ove in ispecie Domizia

In proposito da notarsi pure che la lapide iscritta,


cordata, e

C. I. L.

IX, 3469 ora

ri-

che trovavasi nella chiesa parrocchiale del vicino paese di Bominaco, dedicata
s.

a S. Maria dell'Assunta, trovasi invece nella grotta detta di

Michele

Arcangelo,

distante circa un chilometro da quel paese: grotta naturale nella quale stato eretto

un

altare, essendovi la tradizione

che

s.

Tussio avesse

ivi

menato

vita da eremito.

N. Persichetti.

ROMA

265

ROMA

Anno 1942

Fascicolo 8.

I.

ROMA.

Nuove scoperte
Il

nella citt e nel suburbio.

cav.

Angelo Pasqui, direttore


lo

dell'ufficio per gli

scavi di antichit in

Roma,

ha trasmesso
rante
il

relazioni seguenti intorno ai rinvenimenti di antichit avvenuti du-

mese

di

agosto:

Regione XIV.
di
s.

In via della Paglia, facendosi lo sterro per la costruzione di


sig.

un nuovo fabbricato di propriet del


Egidio, sono stati
incontrati,

alla

Augusto Santironi, a m. 20 dalla piazza profondit di m. 3 sotto il piano stradale

moderno, pochi avanzi di antica costruzione, costituiti da un muro di sostruzione a pietrame di tufo, sul quale erano poggiati due parallelepipedi di travertino, alti ciascuno m. 0,65;
il

superiore era rientrante m. 0,20 rispetto al sottostante.

Via Prenestina.
per gli Scavi di

Roma,
di

stato eseguito a spese dello Stato


il

Per iniziativa del cav. Angelo Pasqui, direttore dell'Ufficio un saggio di scavo (') sulla
12 ed
il

collina a sinistra della via Prenestina, fra

13 chilometro, appena oltre-

passato

il

Ponte

Nona

(ved.

fig.

1), allo scopo di

rintracciare possibilmente le vein


fa

un tempio dedicato ad una divinit salutare, di cui si avevano indizi quella localit per copiosi ex-voto fittili che ivi vennero in luce alcuni anni
stigia di
i

(')

Dei lavori

di

scavo fu gi dato un ampio cenno su queste Notizie a pag. 197.

Notizie Scavi 1912

Voi. IX.

34

ROMA
una maggese

266

ROMA

durante
di

lavori di

('),

e per l'affiorare di alcuni

muri a larghi blocchi

tufo.
Il

terreno di propriet del principe don Scipione Borghese,

il

quale gentilmonte

ader alla

proposta

della Direzione

degli Scavi,
dei

di

fare le

indagini archeologiche,

facilitando in ogni

maniera

il

compito

funzionari addettivi.

Fu

a
i

me

affidata

l'ispezione dello scavo, l'assistenza al soprastante sig. Pietro Conti, ed

rilievi

ven-

nero eseguiti dal disegnatore sig. Edoardo Gatti.

Fig.

1.

Lo scavo
m. 60

fu iniziato

il

giorno

29

maggio 1912,
mise

e chiuso

il

giorno

16 giugno

successivo. Il primo sterro fu fatto sul culmine della collina, alla distanza di circa
sulla sinistra della via

Prenestina, e

in luce

ben presto un

edificio di

m. 8, formato da muri a piccoli fig. 2 A), lungo m. 25, largo parallelepipedi di tufo, in direzione da nord a sud, dello spessore di ni. 0,60 e diviso in quattro ambienti, due grandi e due piccoli, da muretti simili, dello spessore di

forma rettangolare (ved.

m. 0,35. Presso uno dei muri divisori


grande dolio (ved.
(')

si

vide

l'

impronta lasciata sulla terra da un

fig.

2 a). L'edificio di tarda et e di scarsissima importanza.

of the roman Campagna, V, pag. 172 scgg. La stipe rappresentanti le parti principali del corpo umano, in frammenti di panneggiamento appartenenti a figure complete fittili, ed in statuette anche esse frammentarie, sempre di terracotta. Si videro allora anche frammenti di vasellame etrusco-campano,
T. Ashby,

The

classical lopography
fttili

votiva consisteva in numerosissimi voti

uno dei quali figurato con l'iscrizione: ()aivios.

ROMA

267

ROMA

Circa 60 metri ad ovest, ed alquanto pi a nord dell'edificio suddetto,

si

scopr

uu piccolo bagno (ved. fig. 2 B) costituito da una serie di stanzette di forma rettangolare con muri a cortina dello spessore di m. 0,60 e da una grande platea formata da grandi lastroni irregolari di pietra gabina (ved. fig. 2 b). Tutto l'edificio, orientato
da nord a sud, misura m. 26
di

lunghezza;

le stanzette

sono larghe m. 3,40.

Vi

ci

10

meln

m
Fio. 2.

erano tracce di pavimento a mosaico con

tasselli

bianchi,

di stabilitura parietale

a cocciopesto, e nella stanzetta segnata nella pianta con la lettera e si videro ancora a posto le suspensurae dell' ipocausto. Nella stanza attigua (leti d) era praticato un
pozzetto circolare scavato nella roccia, con
di un
le

pedarole per discendervi

il

diametro
il

metro.

Poco distante dal pozzo,


di

si

rinvenne, incastrato nel terreno,


scavati
di

resto di

un grande dolio
L'edificio in

terracotta.

Altri

pozzetti erano
di

nelle

stanzette

e g.

parola era chiuso da una specie


di

muro

cinta (lett. e) formato in

parte da un muro a tetraedri

tufo preesistente alla costruzione del bagno, ovvero

ROMA

268

ROMA

formato con materiale preso da altro edificio non lontano, ed in parte da muri a sacco con paramento a cortina. Lungo questi muri esistevano due piccolissimi ambienti
semicircolari con pavimento a mosaico bianco (lett. h,
scritto
(lett.

C),

Ad est del bagno suddei). a curva circolare un di muratura accennante tratto ancora a posto esiguo il quale, sviluppato, d un ambiente rotondo del diametro di m. 10.
.

Gli avanzi finora descritti nulla hanno a che fare col tempio di cui
le tracce,

si

cercavano

ed hanno forse appartenuto ad una mansio del nono miglio della via Pre-

nestina.

Durante questi primi saggi


lastrone

si

rinvennero

seguenti oggetti:
le lettere:

un

frammento

di

marmoreo (m. 0,35X0,20X0,10) con

...CR...
...

AP

...

...A
un piede
fittile

di

mensola

di

marmo
0,07),

(m.

0,40X0,38X0,11), un frammento
fittili,

di

ornato
di

(m.

0,14 X 0,14 X

moltissimi frammenti di anfore

un anello

bronzo del diam. di m. 0,020 con dischetto su cui incisa un'oca, un peso di piombo
di

forma semisferica con occhiello per l'agganciamento (diam. m. 0,13,


di

alt.

un frammento

M. B.

coppa aretina col bollo in pianta di piede C. I. Salonina (Cohen, Monnaies de l'empire, V, pag. 503, n. 63), due P. B. di Claudio Gotico (Cohen, op. cit., VI, pag. 131, n. 3; pag. 138, n. 84), un P. B. di
di

L. XI, 31 b,

m. 0,06), uu

Tacito
bile,

VI, pag. 234, un P. B. di Diocleziano


(id. id.,

n.

131), un G. B. di Gallieno con rovescio irriconoscili (id. id. VI, pag. 418, n. 29), un P. B. di Costantino

con rovescio irriconoscibile, nove altre monete indecifrabili, ed infine alcuni frammenti
di laterizi con
i

bolli

CI.

L.

XV, 654

(Vespasiano), 1131

(I

sec).

Proseguendosi le indagini ancora pi a nord, a circa 60 m. dalle costruzioni ed a pochissima profondit dal piano di campagna, si misero allo scoricordate gi lati tre di una grande recinzione in muri ad opera quadrata di parallelepipedi perto
tufacei
filare

grandi

m. 1,30

X 0,60 X
i

0,40 (ved.

lett. I)), fig. 2,

di

cui rimaneva un solo

di

blocchi posato sul vergine.

Uno

dei

lati

del rettangolo formato dai detti

muri mancava del tutto; lati in direzione sud-est a nordovest erano conservati, l'uno per una lunghezza di m. 21,50, l'altro per m. 12. Il terzo lato superstite, che
segnava
larghezza del rettangolo, era lungo m. 17,50. Agli angoli di nord-ovest della recinzione lo scavo rivel l'esistenza di due favisse
la
fig. 2, lett.

(ved.

k, l) scavate nella roccia


e

larghezza di circa 3 metri,

la profondit di
i

ed alquanto irregolari nella forma. La loro m. 1,20. Risultarono in gran parte


lavori per la

manomesse,

certamente

lo

furono durante

maggese
di

di cui si fatto
fittili

gi menzione; tuttavia la loro esplorazione forn una grande quantit di ex-voto

per la massima parte frammentari,

ed

una discreta quantit

monete por
e ricordati,

lo

pi

repubblicane, appartenute anch'esse alla stipe votiva del vicino tempio. Gli ex-voto

sono
gi
si

identici agli altri gi raccolti sul posto dal eh.


disse, nella sua

prof.

Ashby

come

opera sulla

campagna romana.

ROMA

la

269

ROMA
venuta
luce nei nostri scavi sono

Gli oggetti costituenti


seguenti
1.
:

stipe

votiva

in

Un

bronzetto rappresentante Giove imberbe, fulgurator, di mediocre fattura


0,05).
fittili

(m. 0,08
2.

Parecchi frammenti di statuette


e

votive, di varie dimensioni, consistenti

in

panneggiamenti, braccia, mani


Otto testine muliebri

piedi:

notevole

un

resto

di

mano che regge

un uccellino.
3.
fittili

appartenenti a piccole statuette votive: alcune di


nel torso.

esse erano lavorate a parte ed insitate


4. 5.

Cinque

vasetti

fittili

a forma di scodelline prive di manichi.

Una punta

di lancia in ferro (m. 0,08


di

0,015).

6.
e cio:

Un
volti,

gran numero

ex-voto

fittili,

riproducenti le varie parti del corpo

umano
vulve,

occhi, orecchie, braccia, mani,

mammelle,

uteri,

membri

virili,

gambe

e piedi interi e frammentari.


7.

Quattro assi trientali. di cui due con simboli (Babelon, Monnaies de la rI,

publique,
8.
9.

pag. 50, n.

26

pag. 57, n. 38).

10.
11.

Due semissi trientali (id. id. I, pag. 51, n. 27). Due quadranti trientali (id. id. I, pag. 52. n. 29). Due oncie trientali (id. id. I, pag. 47, n. 19).

12.

Due Due

assi unciali

(id. id. I,

pag. 63,

n. 49).

semissi unciali (id.

id. I,

pag. 63, n. 50).


I,

13. Ventidue trienti unciali (id. id.


14.

pag. 63,
I,

n. 51).

Quattro quadranti unciali (id. id.


I,

pag. 63, n. 52).

15. Tredici sestanti unciali (id. id. 16. Quattro oncie unciali (id. 17. Sette piccoli bronzi di 18. 19.
id. I,

pag. 63, n. 53).

pag. 63, n. 54).


col

Neapolis

toro androprosopo.
n.

Un M. B. Un P. B.
Un Un
si

di

Valeriano (Cohen, Monnaies de l'empire, V, pag. 310,

138).

di

Probo

(id. id.

VI, pag. 283,

n.

305).

20.

P. B. di

Massimiano
il

(id. id.

VI, pag. 563, n. 679).


(id. id.

21.

P. B. di Costantino

Grande

VII, pag. 258,

n.

259).

rinvenne della icnografia del tempio propriamente detto, il quale dovette essere stato completamente abbattuto e raso al suolo. In esso il culto giunse fino al III ed al IV secolo dell'et imperiale, come dimostrano lo stile di alcuni fittili e
le

Nulla

monete.

nummi

repubblicani, fuori corso ai tempi dell' impero, dovettero servire

da ex-voto

fino ai

bassi tempi.
il

Ci resta ignota la divinit cui era dedicato

acqua magnesiaca
facilmente credute

ivi

esistente ci

pu

far credere

una vicina sorgente di tempio die in quella localit vi fosse uno


;

dei tanti luoghi di culto a divinit salutari

miracolose, delle

acque
*

determinato dalle virt teraupetiche, e minerali di cui abbonda la campagua

romana.

Via Salaria.
fogna, di

Nel cavo eseguito in via dei Parioli per la costruzione di una fronte alla caserma delle guardie municipali, stato scoperto, alla profon-

ROMA
m. 1,50 dal piano stradale,
i

il

270

un sepolcro
in opera

ROMA
quadrata di murato un

dita di
tufo,

lato nord di

con

parallelepipedi dello spessore di m. 0,60. Nell'angolo est era

cippo di travertino (m.

1,00X0,61X0,16)

con l'iscrizione sepolcrale:

M LV S V S M F TOL
I

PROCVLVS CARRIO

MILCOH-m- PR-

OMETTI
MILIT ANN Vili VIX ANN XXVIII

SE
dei pretoriani,

Il defunto,

miles della III

coorte

era nativo di Pollentia (ora

Pollenzo in Piemonte), citt inscritta nella trib Polita, e detta anche Carrea, nel
cui territorio esisteva un vicits od un
la frase:

oppidum

ricordato da Plinio (III, 5, 49) con


all'attuale

Carreo quoti Poleniia dicitur, nostra epigrafe detto Carrium.

e corrispondente

Chieri.

Nella

Nell'angolo ovest era murato un grande parallelepipedo di travertino

(m. 1,19

0,75

0,52) recante l'iscrizione

MIVNIMD-L
AVCTI SCR

LiBr

FAVSTA/LIBERt
in-f-p-ximnagr-pxviii

Il

defunto esercitava

l'ufficio

di scr{iba) libr{arius).

Si scopr anche un avanzo di muro ad opera reticolata, dello spessore di m. 0,60, con due pilastrini della stessa struttura, distanti fra loro m. 3,40 ciascun pilastrino
:

misurava m. 0,48 di larghezza, Alla profondit di m. 2,50


quasi del tutto
C. I.

franato.

Fra

la

m. 0,12. si videro le tracce di un pavimento a spina di pesce, terra si rinvenne oltre ad un laterizio col bollo
e

l'aggetto era di

L.

XV, 189, un frammento di lastra marmorea con resto

di

epigrafe sepolcrale

(m. 0,18

X 0,13X0,03): D m. LCLVVIO... VET -LEg


o

In via Po, continuandosi


del sig.

lo

sterro per la costruzione di

un

villino

di propriet

Dionisio Spierer,

si

rinvennero, a varie profondit

dal piano stradale, alcune

ROMA

271

ROMA

tombe a cappuccina, ed una cassa sepolcrale di tufo, priva del coperchio (m. 2,40 X 0,60 X 0,56), con resti di ossa umane. Si rinvennero inoltre le seguenti iscrizioni
:

1.

Titoletto

marmoreo

di

colombario

2.

Altro titoletto simile (m. 0,11

(m.

0,08X0,16X0,02), con

l'iscrizione:

0,18X0,05):

ANTONIA

CARCILI A
L

L-

SALVIA

CL
ELEVTHERIS

CARCILIO-LL
HOSSARIVM FECEI
(*")

NICEPHOR VIRO SVO

3.

Frammento
0,03)
:

id.

id.

(m. 0,14

4.

Id. id. id. opistografo

(m 0,10

0,22

X 0,17X0,03):
MNIVS'

....

ROMA

272

si

ROMA

In via Tevere, angolo via Nizza, costruendosi un nuovo fabbricato di propriet


delle
di

Imprese Fondiarie, nel terreno dell'ex-villa Caetani,


le

rinvennero fra le macerie

un antico muro demolito,


1.

seguenti lapidi iscritte

Un

cippo sepolcrale di travertino,


in

rotto all'angolo superiore destro (m. 0,62

X 0,33X0,09),

cui

si

legge:

CR
G

....

ALATA

ORBIAOL- AC a

M-NANNEVs

MLCA
IN-FP-XlllNAG-PXII

2.

Un

altro cippo sepolcrale di travertino, intero (m.

0,73

X 0,30 X

0,13), con

l'iscrizione:

VERECVNDA
VIXANXX1II1

POS

FORTVNATVS
CONIVGI
SVAE BM

Via T
priet del

bu

r t

a.

In vocabolo Sette Camini,

in tenuta

Forno Nuovo,

di pro-

duca don Leopoldo Torlonia, all'undecimo chil. circa della via Tiburtina ed a 200 metri sulla sua sinistra, durante la scoperta di una cava di pozzolana, si sono
riconosciute, a poca profondit dal piano di

campagna,

le tracce di

un diverticolo della
i

via Tiburtina, in direzione da nord a sud, largo circa m. 4,80, lastricato con

soliti

poligoni

di lava basaltina. Si

misero anche in luce

resti del

nucleo di una tomba

eretta sulla destra del detto diverticolo procedendo verso la via Tiburtina.

La tomba

era di forma rettangolare o quadrata,

ne rimaneva un angolo formato da muri a


si

blocchetti di tufo squadrati, dello spessore di m. 0,40. Fra la terra

rinvennero molti
tra-

frammenti della decorazione marmorea della tomba


vertino (in.

stessa, e cio:

due soglie di

con incasso
rilievo (m.

1,60X0,75X0,30; m. 1,49X0,64X0,27), due blocchi di travertino (m. 1,20 X 0,63 X 0,30), uno stipite in marmo bianco con candeliera a 1.20X0.40 X 0,27), una basetta dello stipite stesso sagomata (m. 0,62
marmo.
G. Mancini.

0,50

0,46), e vari altri frammenti informi di

REGIONE

I.

273

OSTIA

Regione

(LATIUM ET CAMPANIA).
LATIUM.

II.

OSTIA

Ricerche

nell'area delle tombe.


e.

Sterro a nord della


il

Caserma dei
di Vulcano.

Vigili.

Scoperta di nuove se ho la

Scavo presso

tempio

Sulla sinistra della via dei Sepolcri, nella tomba XIII secondo la numerazione
del Visconti,
foglie
si

scopri

(m. 0,05X0,12

un frammento del coperchio di un'urna cineraria, adorno 0,055) e un frammento di sarcofago (m. 0,11 X 0,16) su cui

di
si
il

vede la parte superiore di una figura muliebre acefala, con veste annodata sotto petto, nuda la spalla sin. e con capelli che scendono sul petto.
:

Nella tomba degli Isiaci (XVI) erano forme per ottanta cadaveri in corrispondenza con la testa di 25 di esse, nel muro nord, sono incavate nicchie quadrate, una per ciascuna. Qui si raccolse un frammento di embriee col bollo C. I. L. XV, 2185,

f.

uno

di

tegolone col bollo 386 e un frammento di lastra

marmorea

iscritta

(m. 0,085

0,1

25X0,023):

MIONl RI ANVS
NIVGI
Nell'ambiente ad ovest della tomba XVI (m. 5,40 4,25) non si notano n avanzi di forme, n arcosolii. Nella parete sud una porta che immette in un vano

lungo
di
si

stretto a

mo'

di corridoio

sottoscala (m. 4,25

0,90)

nella parete sud


scavato. Qui

questo
raccolse

un'altra porta che mette in un vano, solo in

minima parte
e

un frammento

di tegolone col bollo C. I. L.

XV, 1535

un

orlo di pelvis

con la marca: S4-S +

T*.
si

Tra

la terra

caduta dall'alto in queste tombe

raccolse

un frammento

di lastra

di africano iscritta (m.

0,262

0,225

0,038)

M SRVSTIO
D

MARIAE-

CONIVG INCONF ara


BILIF
due tegoloni con le marche CI. L. XV, 934 dipinta orizzontalmente sotto uno dei manici.
Notizie Scavi 1912
e

1145,

un'anfora con la lettera

Voi. IX.

35

OSTIA

Relazione
si

274

nel

REGIONE

1.

Nell'ultima

ho accennato che
presentava un altro

piantina ivi pubblicata


cit.

punto indicato col n. Vili nella seppellimento con caratteri di arcai-

Qui non

si

rinvennero n ossa combuste, n olla cineraria, che deve essere stata

asportata dai depredatori.

Essa stava col corredo funebre probabilmente entro un vaso ovoidale a bocca molto larga con pancia divisa in pi zone; se ne trovarono parecchi frammenti Intorno si raccolsero molti (alt. m. 0,63 circa, diam. alla bocca m. 0,41; fig. 1).

Fio.

l.

Fio.

2.

frammenti

di

vasi

argentata, ornato di palmetta

campani a vernice nera lucida, dei quali uno a vernice bianca marca a foglie e bacche, un altro (tg. 2); un fondo con
(fig.

con

testa di profilo

3),

una ciotola a vernice

rossa corallina

(fig.

4),

un vaso

a vernice bruno-chiara ed altri frammenti e un pezzo di legno informe. Lo scavo fu limitato a circa m. 0,50 sotto l'acqua: non pot essere completato, non presen-

tando sicurezza

muri

circostanti.

poca distanza vennero in luce un fondo di vaso campano con quattro marche, nelle quali raffigurata una testa di Pallade, e un altro simile, in cui in ciascuna
delle quattro

marche
si

rappresentato un rosone.

Nella sabbia

rinvenne

anche una lucerna a vernice marrone scura (forma

Dressel 9) con la rappresentazione di Anubi nel disco e con marca illeggibile.

Dietro le tombe della via dei Sepolcri, verso la via Ostiense, passava,
detto altra volta, tra le
11

come ho

tombe una strada che

fu poi anch'essa occupata

da sepolcri.

tratto dietro la

tomba

degli archetti fu pi a lungo rispettato: soltanto in epoca

REGIONE

I.

275

OSTIA

relativamente tarda ne fu occupata una parte da altro sepolcro, restando un corridoio


tra questo e quello degli

archetti

restando

sempre completamente libera


lato.

l'altra

parte, di

m. 7,50 per

4,

senza accesso da alcun

Fig.

3.

Quest'area, rimasta sempre libera, stata ora esplorata

(fig.

5).
si

In tutto lo spazio

si

notato

il

piano

battuto (A)
e

della

strada, quale

era

anche notato innanzi alla tomba del


questa.

Pretoriano

circa

cinque metri ad ovest di


archetti,
di

Questo piano

battuto
sotto

anteriore alla

tomba

degli

ma
si

anche

di

un'altra (B) pi antica,

l'angolo

nord-est di questa;
fossa

essa

notato
si

un

pezzo di fondazione in
alcuni avanzi.

tufi

e calce

con

per

il

cadavere, di cui

rinvennero

Fio.

4.

a secco (C), seguito ad

Questo tratto di fondazione era addossato ad ovest di un muro fatto con embrici est da un blocco parallelepipedo di tufo rossastro ridotto

quasi in polvere (B). Forse non esclusa l'ipotesi che questo siano stati segni di una sepoltura fatta nella sabbia.

muro

questo blocco

OSTIA

tino
:

276

REGIONE

l.

Scavata la sabbia

m. 1,50 sotto
ni.

il

piano battuto, non

si

trov

alcuna

traccia di seppellimento
e in

per siuo a

0,80 sotto quel


di

piano la sabbia era mossa,

essa si notarono

consueti frammenti

vasi campani, di tegole, di tufo,


di

un
;

pezzo di legno e

un peso di palombino a forma diam. inferiore m. 0,063).

pera con foro in alto

(alt.

m. 0,053

Fio. 5.

Nel fare la scarpata del lato settentrionale della via che corre lungo nord della Caserma dei Vigili, si raccolsero i seguenti oggetti:

il

muro

Marmo. Frammento

di lastra (m.

0,12X0,18X0,026):

IVCIAN

V1GFE ANAI'

EROP
NIN

REGIONE

I.

si

277

OSTIA

Altro simile, ehe


pag. 451,
n.

congiunge con

due pubblicati nelle Notizie scavi, 1911,

4:

COHOR
QVI DES XILLATIO SEV e" mirti
HI
1

Palombino. Matrice (m. 0,08 X 0,081 ciascuna delle quali si vede un cornucopia

tg.

6) per

otto

tessere di piombo, in

altro che

non riconosco.

Fig. 6.

Bronzo. Oltre

consueti oggetti, un pendaglio da cavallo a forma di foglie di

edera (m. 0,10). Intonaco. Due frammenti (m. 0,135

0,09; m. 0,08

0,09) con iscrizione di-

pinta, provenienti certo dai piani superiori della

Caserma

dei Vigili:

a)

ntIn
VRI- ID

b)
e

PH

OHWVig
EX

id

VS-APRIL N-INCVRA
Frammento
:

Terracotta.

di tegolone decorativo con

maschera silenica pendente

da un intercolumnio
cellata (m.
telli

si

vede ancora a destra la parte inferiore di una colonna bacfig.

0,085X0,085;

7).
-

Altro simile con una serie di ardii su capi-

Frammenti di vasi aretini con le marche C. I. L. (m. 0,065 X 0,114; tg. 8). XV, 5454 a e CDBALBVSF (ornato). Vaso (Hehn forma 8; alt. in. 0,142) con le lettere Vaso (Behn forma 147) con tracce di vernice graffite sugli omeri.

COG

OSTIA

278

REGIONE

I.

sul collo.
di
e

Collo di anfora con le lettere incavate sotto l'orlo

anfora

Mattone sesquipedale col bollo C. I. L. XV, 738 altro bipedale col bollo C. I. L. XV, 968 altri con i bolli C. I. L. XV, 261 a, 710, 829, 958, 997, 1026, 1217 (2 es.), 1278, 1368, 1435 (2 es.), 1449 a,
Anforetta (Dressel, forma 29).
;

XXX.

colla

marca

I.

L.

XV, 3108.

DYY Y3
con

Ansa

Coperchio

di

anfora

palmetta

Marini 351, Notizie, 1909, pag. 129

e,

1910,

p.

185/", 377.

Fio.

7.

Fig.

8.

Fu

scoperto

il

musaico della prima schola sotto

il

portico orientale, venendo


si

dal Teatro.

bianco-nero e molto restaurato in autico.


l'

Nel centro

conserva una

targa ansata con

iscrizione

e LOD1VS PRIMIGENIVS c/AVDIVS CRESCENS QCJ__

ST VPP ATORES RES tione S

gli

Questa iscrizione interessante per la menzione dei cordai (resliones), per cui stuppalores si intenderanno quali negozianti o fabbricanti di stoppa, non quali

calafati,
Il

come aveva supposto

il

Lanciani.
di

musaico della seconda schola a sud

quelle dei navicularii Misuenses a


restaurato
in

fondo bianco, limitato da fascia nera,


originario restano tracce di due foglie.
Il

ma

molto

antico: del musaico

zioni: vi si

musaico della prossima schola a sud presso a poco nelle medesime condivede ancora un modio con due anse nel centro e tre piedi ad angolo
sopra, la rasiera.

acuto

e,

le fogne nel piazzale per lo scolo delle acque a una ventina di metri a nord del tempio di Cerere, a circa m. 1,30 di profondit, vennero in luce grosse

Ricercando

fondazioni di un monumento.

RKOIONE

I.

una pelvis con due


bolli:

279

OSTIA

Intorno all'angolo nord-ovest della base sotto


di orlo di

quattro tempietti

si

raccolse parte

a)

MA
ramo

b)

ramo

VNDINIdove

CVNDIN
41, 42.

nominato Status Marchia Secundinus (non Secundio) di C. I. L. X, 8048, XV, 357, 1287, e anse di anfora con la marca C. I. L. XV, 3058 a.

Nella seconda taberna, venendo da nord, sul lato occidentale della via cbe corre

tempio di Vulcano, fu scoperta una calcara con catino (m. 3,20 X 0,75), piantato su uno strato di pezzi informi di tufo. La bocca della fornace (m. 0,60 X 0,50), ancora chiusa con un pezzo di molino, sta di fronte
lungo
il

muro ovest

del recinto del

poco pi alta del piano della taberna, onde sar da credere che la calcara sia abbastanza antica. Neil' interno e all'esterno di questa si rinvennero molti pezzi di travertino brucicchiati, qualche scaglia di marmo e un'antefissa

alla porta della taberna

marmorea (m. 0,185X0,195) con canale (m. 0,24):


da cui escono delle
foglie.

vi

rappresentato

un cratere

La

taberna, entro cui stata fatta la calcara, misura

m. 5,20

7,05. Addos-

sata alla parete ovest parte della scala in mattoni che conduceva

all'ammezzato.

Le fondazioni
tale.

delle pareti nord ed ovest sono ad un piano pi alto di quella orien-

sotto la linea del pavimento fu scoperto un pezzo di un pavimento pi antico, in opera spicata. Sul dinanzi della taberna, davanti alla bocca della calcara fu scoperta una fogna

quasi m. 0,90

che corre da nord a sud, passa sotto


ricarsi nella fogna della via a

il

muro meridionale
fu
il

della taberna e va a sca-

sud del Piccolo Mercato. Questa fogna aveva origine


fu

nel centro della taberna,

dove

distrutta

quando

fatta la calcara.
C.

In questa
19, e uno

taberna

si

raccolsero due frammenti di embrici con

bollo

L.

XV,

col bollo

C.I.L. XV, 25

a.

La prossima
misura m. 4,50

taberna, all'angolo con la via che passa a sud del Piccolo Mercato, 7,05. Il muro settentrionale stato costruito pi tardi, sicch

evidente che essa in origine formava una sola con quella della calcara. Il pavimento a tegoloni bipedali, dodici dei quali hanno il bollo C. I. L. XV, 537, circa dell'et di

Commodo.
a sud del Piccolo Mercato, misuingressi: l'uno, sulla via

La taberna ha due
rava
in

origine m. 5,27
il

2,75,

ma

fu poi

ridotto a

m. 3,52,

forse

per sorreggere

l'architrave;

secondo, sull'altra via,


taberna,

largo

m. 3,27.

lunga m. 12, larga m. 6, mostra di essere stata rovistata per ricerca di materiali. Essa presenta sopra il suo livello uno strato battuto all'altezza della calcara, e sotto a questo non poligoni di selco ma soltanto

La

via innanzi a questa

vari altri strati batUiti, fin quasi a due metri di profondit.

Verso sud venne

in luce

OSTIA

di
tufi

280

un

REGIONE

I.

una fondazione

informi e piramidali con calce e pozzolana nera. Appoggiato


arco,

alla fondazione della taberna d'angolo si rinvenne

leggermente inclinato in

direzione da est ad ovest, fatto con tegoloni bipedali, tagliato dalla fogna che passa
sotto la
via. gli

Tra

scarichi

si

raccolse:
di

Marmo. Frammenti
1.

lastre iscritte:

(m. 0.14X0,11):

CO...

liber

TAB QVEIN
2.

(m. 0,085

0,08

0,033)

3.

(in.

0,055

X 0,10 X 0,012)

ET

VBE
Tufo rossastro. Frammento con due gambe,
0,21).
forse di

RO AATV
un'aquila (m. 0,25

0,17

Terracotta.
lettere in

Mattoni con
e,

bolli

C. I. L.

XV, 25 a
I.
I.

DOLIAreM

con forse

una seconda riga

pi nell'interno, un cerchio
L.

1538).

Un

fondo di vaso aretino con la marca C.

nice rossa (forma Dressel 20) con la

marca

C.

L.

(cfr. C.l.L.XV, 1257, XV, 5211. Una lucerna a verXV, 6480 b, e un'altra senza

vernice (forma Dressel 30).


*

Gli
n.

operai

delle

pulizie

hanno

raccolto

una tessera

di

piombo

(Rostowzew,

1478).

D. Vaglieri.

REGIONE

I.

281

POMPEI

CAMPANIA.
III.

POMPEI

Continuazione

dello
il

scavo

della

via

dell'Abbon-

danza
Il

e scoperte quivi

avvenute durante

mese di agosto 1912.

Soprai ntendente ai Musei ed agli Scavi in Napoli, e direttore degli Scavi di


prof.

Pompei,

Vittorio Spinazzola,

comunica

la seguente relazione:

In conformit di quanto
lo

si fatto il

mese

scorso,

anche

in questo

mese

di agosto,

scavo

stato

continuato in tal guisa che, mentre ad una squadra di operai rimasto

1*3 .XI

In.-

VII

line tri

FlG. 1

affidato

il

reg.

IX

compito del disterro della via nel tratto fra le isole opposte XII della VIII della reg. I, avanzando sempre verso oriente (rilievo topogr., fig. 1),
dello scavo dell'abitazione annessa alla

un'altra squadra ha curato la continuazione

bottega

n.

7,

reg.

I,

ins.

VI

della
1).

stessa

via

(rilievo topografico

nel rapporto del

mese

scorso, ved. pag. 246,

fig.

Tanto nel primo quanto nel secondo sito di scavo le parti degli edifici che si sono potute restituire alla luce non sono state molte, mentre al contrario sono stati
Notizie Scavi 1912

Voi. IX.

36

POMPEI

282

REGIONE

I.

importantissimi

lavori eseguiti e che si


al

vanno compiendo per restaurare, ed assicurare

immediatamente
dello scavo,
e

posto loro,

cospicui

monumenti
e

architettonici nella parte orientale

mettere insieme, gli stucchi, ridotti in minutissimi frammenti, di una parete e di tre soffitti dipinti della casa n. 7.
per raccogliere pazientemente,

Per
a dire

tal

nell'altra

modo, il balcone, di cui apparso l'angolo occidentale, come ebbi gi mia relazione, insieme col tratto di pavimento incluso in quel-

Fig. 2.

l'angolo

(fig. 2).

stato

solidamente fermato con catene di ferro e sostenuto da un


pi
verso
oriente,

puntello, mentre, sempre

nei

primi strati superiori


e

si

andavano

scoprendo

resti

dei parapetti di altri balconi,

non ancora rimossi

che per saranno

descritti in seguito.

In quanto all'abitazione annessa alla bottega n. 7, reg.

I, ins.

VI, non

si

ancora

potuto

giungere

fino ai

pavimenti di un ambiente

molto

grande ed elegantemente
soffitti

decorato, a causa della congerie dei frammenti dipinti dei raccogliere e mettere da parte: ed ho detto
di
soffitti,

che

si

son dovuti

perch questo grande ambiente


era

m. 8,60

5,85,

di

destinazione per ora ancora incerta,

come

suddiviso, dal
il

lato decorativo, in tre segmenti longitudinali, dei quali si

pu solo dire che

medio

REGIONE

I.

283

POMPEI

era coperto con soffitto a piattabanda. L'ambiente in discorso succede

immediatamente

a sud del vano anteriore della bottega; ma non pu essere ancora aggiunto alla pianta, perch nel suo centro ancora si eleva la congerie di pietre, di frammenti d' intonaco e
pezzi di

muro

caduti, tra cui affiorano alcuni rocchi di piccole colonnine scannellate;


di

e sottostante

inesplorata.

appare una vasca tinta causa delle accennate

rosso,

di

m. 2,60

2,84, rimasta tuttora

difficolt,

quello che ha ricevuto maggiore im-

pulso stato lo sgombero dello strato superiore delle terre nelle due zone di scavo.

Ed

ecco ora cronologicamente esposte le altre novit offertesi durante

il

mese;

gli oggetti raccolti; e le iscrizioni rimesse alla luce.


(1

agosto). Reg.

I,

ins.

VI, n.

7.

Nello strato superiore delle terre, quasi al-

l'altezza del soffitto,

un grosso guscio di ostrica, largo m. 0,13.


il

(3 id.).

Dietro
di

pilastro sud-ovest

della bottega.

Doveva qui essere collocato


Lungh. m. 0,02, 0.08
si

un armadio
di osso,
in
i

legno, addossato al muro occidentale; se ne sono raccolte le cerniere


di

numero

trentuno, di tre diverse dimensioni.


del

0,11.

Fra

calcinacci

muro

occidentale,

trovato

abbattuto,

rinvenuto un

piccolo bronzo di Neapolis (Fiorelli, Cai. m. gr., 1249-53). Testa di Apollo, Tripode,
e

leggenda.
(5 id.).

Procedendosi alle opere


VI, scavata
il

di

conservazione e di restauro della contigua


scorso, stato necessario di fare

bottega

n. 5, reg. I, ins.

mese

un piccolo

sterro in corrispondenza del braccio anteriore


;

del

banco

di

vendita trovato crollato

e fra le terre cos rimosse si raccolto per cedimento del sottostante pozzo nero un pomo di vetro di color verde iridescente, foggiato a pigna, alto m. 0,07, munito di

gambo
Reg.

cilindrico vuoto, per


di
I,

mezzo

del quale

il

pomo poteva
al

inserirsi all'estremit

di un'asta

legno.
ins.

VI.

n.

7.

Dal proseguimento dello scavo

posto del gi indicato

una lucerna monolychne di terracotta lunga m. 0,085, da ad un chiodo del muro merc l'ansa anulare verticalmente disposta sul dorso appendere della lucerna stessa, ed un fritillo alto m. 0,12, 3 corpo ovoidale e largo orlo a coppa.
armadio sono venuti
fuori

(6 id.). Ivi stesso questi altri

oggetti:
di

Bronzo:

Un

oenochoe ovoidale, sul cui

ventre,

fu eseguita a sbalzo

una zona

baccelli verticali ed

una corona

di foglie

probabilmente fu destinato ad uso sacro, tormina in gi in due foglie di quercia. Una nuova lamina simile alle altre due, che anche in questa bottega si raccolsero ai capi del bancone sul vano d' ingresso, e che descrissi sotto la data 3 luglio u. s. (ved. pag. 247). La nuova lamina, larga
lanceolato: l'ansa di questo vaso, che

m. 0,13
incisi

0,32, differisce dalle

altre solo in ci,


i

che non reca

cerchi concentrici

due chiodi sporgenti dal suo fondo recano perch Terracotta: Un tegame largo infilati due cilindretti di sottile lamina di bronzo. m. 0,32 e un urceo panciuto, alto m. 0,24, monoansato, presso quali le ossa di due
alla superficie, ed anche

costole di vitello. Si raccolse inoltre uu

utensile di

ferro,

le

cui

due punte opposte

sono foggiate a scalpello (lungh. m. 0,16); e molti chiodi serbanti per l'ossido avanzi
del legno dell'armadio a cui appartennero.

POMPEI

si

284

REGIONE

I.

Sul pavimento

sono infine

rinvenuti

lasciati

al

loro posto un'anfora rotta

contenente cenere; un peso centenario

di travertino

a basi ellittiche ed un peso ancora


infine,

pi grosso e della stessa forma, ma di pietra vesuviana, e vesuviana, un mulinello (mola manicarla), rotto.
(7 agosto).
cio al

pure di pietra

Reg. IX, ins. XII (pianta pag. 281, tg. 1). A destra del vano n. disotto ed accosto al dipinto rappresentante l'Hermes-Priapo descritto
dello scorso

6,
il

giorno 29

mese (pag. 259),

oltre al

programma raccomandante
altri

al

duumvi-

rato C. Calvenzio Sittio

Magno, leggonsi ora questi

programmi:
'

1.

(M. Lcinium) [Fau\ J

STIN VM a

CRESCENS

FAVE

(cfr.

CI.

L. IV; Indices, pag. 771).

A
2.

destra del precedente:

POPIDIVM

IVVENEM

AED CRESCENS SCIO TE CVPERE

Sotto,

ma

al

margine superiore dello zoccolo:

3.

TI-CLAVDIVM CLAVDIAN[w]
indizio
la

programmi 1 e 2 forniscono un pu ritenersi come molto probabile che


I

casa

non trascurabile, in virt del quale n. 6 fosse stata di quel Creseens

non meglio indicato,


e di

il

cui appoggio

si

sollecita in pr' delle candidature di Faustino

Popidio

(').

In quanto al
f.

nome completo

del candidato ricorrente nel

programma
n.

2,

esso L.

Popidius L.
scorso,

mese

di

maggio

Ampliatus (C I. L. IV, 3549 e 3558; cfr. Rapporto iscrizioni nn. 64, 70 e 84; e di giugno n. 13). Col programma

del

incontriamo per la prima volta menzionato con tutti gli elementi onomastici il candidato Tiberio Claudio Clandiano che sapevamo avere aspirato al duumvirato in com-

pagnia di Aulo Rustio Vero (C. I. L. IV, 2947: Claudianum et Ruslium II vir). Sul lato destro di questo gruppo di programmi, cio al disotto del balcone,
leggonsi questi altri: in alto (lettere nere):
4.

LOLLIVM

FVSCVM AED D
al disopra dello
5.

R- P

CP

zoccolo:

MSEXTILIVMaed-cf-drp
Analoga osservazione
I,

(')

feci
n.

per l'abitazione di un tale Ingenuu*, posta sulla stessa via in

corso di scavo (Reg.


e 56).

6; cfr. Rapporto del mese di maggio scorso, iscrizioni nn. 49 51 ben fondate dimostrato da quanto ebbi gi ad esporre per la casa di M. Obellius Firmus, in Notizie scavi, 1911, pp. 221 e 222.
ins.

VI,

Che

simili ipotesi siano

REGIONE

1.

il

285

solamente
il

POMPEI

Di questo candidato conoscevamo


ne abbiamo ora

finora

nomen

(C.

I.

L. IV,

2993

r):

praenomen

con la menzione della carica, l'edilit, da lui ambita.

Al margine superiore dello zoccolo, sopra tabella biansata, semplicemente dealbata,


leggesi
il

programma seguente,

dove, al termine del secondo

verso

sottintesa la

parola rogat:
6.

CCVSPIVM- PANSAM- Ad
PVRPVRIO CVJW PARIDIAN1S

Cf

fra i Pompeiani spetebbe gi ad occuparsi il prof. Sogliano in un suo apposito studio ('). Paridiani adunque dovettero per antonomasia appellarsi gli ammiratori di Paride, fra i quali

Dello straordinario entusiasmo destato dall'artista Paride

tatori

era quel Purpurione che ora, col resto della claque teatrale, figura raccomandare Cuspio

Pansa.

Nella

Nota del

prof.

Sogliano,

per,

essendo due

famosi attori di

nome

Paride, l'uno del tempo di Nerone, l'altro del tempo di Domiziano, non ostante qualche

grave indizio in contrario, si esprime il convincimento che Pompeiani sia da identificarsi col primo, cio con quello che
Io per

il

Paride ammirato dai


all'epoca Neroniana.
ri-

fior

me

credo che

il

programma

ora tornato in luce, e qui trascritto, serva a

solvere la questione,

ma

nel senso contrario.

da

osservare, infatti, che quanto pi

numerosi sono

programmi
2 (

superstiti di

una candidatura, tanto pi questa deve essere


notasi della candidatura
gli

avvicinata all'anno 79, ci che precisamente


C. Cuspio Pansa
),

all'edilit di

il

quale nulla ha di
3 (
)

comune con

omonimi magistrati,
furono
suoi
di

ma

duoviri, altrimenti noti a Pompei

che probabilmente
i

ascendenti.

questa, dunque, la prima presunzione che

programmi

Cuspio Pansa debbano

riferirsi

ad un

tempo

vicinissimo alla catastrofe di Pompei.


e

Ma

se,

oltre

a ci

si

considera la

forma delle lettere

la

freschezza e la conservazione del loro colore,


collocato fra
i

per cui questo nostro

programma va senza dubbio alcuno


riferirsi agli

recentissimi,

devesi concludere che la candidatura di questo C. Cuspio Pansa, e per conseguenza


i

relativi

programmi, debbano

ultimissimi anni di Pompei; che perci la

menzione della claque dei Paridiani ricorrente in uno di quei programmi non possa non riferirsi a quel medesimo periodo di tempo; e finalmente che il Paride acclamato
dai

Pompeiani

sia

da riconoscersi appunto

in

quello che poi

fior

nella capitale al-

l'epoca di Domiziano.

di

Lo strato di bianco, su cui steso l'ultimo programma, nasconde la met destra un programma pi antico, del quale perci avanza la met sinistra:
7.

MODES [_turn\
q_vi n q_

(') A. Sogliano, L'attore Paride in Pompei. nata del 1" novembre 1908.
!
( )

Nota

letta all'Accademia

Fontaniana nella

tor-

6".

/.

L.

XV,

Indices. pp. 771 e 772. Vedi sopra, nei precedenti Rapporti, altri

programmi

sopraggiunti.
(')

C.I.L. X, mi. 790, 791, 858

e 859.

POMPEI

sinistra del vano

286

nell'angolo

REGIONE

1.

d'ingresso

n.

6,

che la parete fa col muro

orientale del vano n. 5, al disopra dello zoccolo rosso, in lettere evanide:

8.

L-CEIVMAD
1,

(8 agosto). Reg.
soffitti,

ius.

VI, n. 7

(cfr.

pianta pag. 24(3). Ambiente grande dai tre

angolo nordest. Sembra cbe quest'angolo, come quello opposto, e di cui gi ho tennto parola, fosse occupato da un grande armadio di legno, nel quale erano forse
i

molti oggetti qui appresso registrati, e raccolti in uno spazio di appena un metro di larghezza: Dromo: sezione di (istilla, lunga m. 0,16 col foro per la chiave
custoditi

d'arresto la quale

manca; una casseruola

dal recipiente largo

m. 0,105,

il

cui orlo

si

espande

all'orlo del foro di sospensione;

quanto un piccolo peso da biluncina, a forma di pera, col gambo forato, alto m. 0,025; un gruppo di molte strette e sottili laminette, usate forse per legare e finire dei bottoni ornamentali: sono difatti con esse due scarabei di pasta vitrea semplici, l'uno giallo, l'altro turchiniccio, incastonati in due scudetti fatti di
laminette di bronzo e nel

in

un beccuccio-versatoio:

ornata di cerchi concentrici tanto al fondo

gambo completati appunto da


e

listelli di simili

lamine.

lungo collo, alta m. 0,11; un'altra della stessa forma, alta m. 0,15; un'altra sferica a corto collo, alta m. 0,13; un imbuto
Vetro: una bottiglia a pancia sferica

m. 0,127 a parete sottilissima; una boccetta alta m. 0,085; un bicchiere baccellaio, alto m. 0,09; una bella coppa verdiccia a grosse nervature esterne, raccolta
alto
in

frammenti,

come pure

in

frammenti minuti

si

due altre coppe e di una fiala. un pezzo di criCristallo stallo grosso m. 0,03, largo m. 0.06, usato pur levigare, come mostra uno dei suoi lati che curvo e consumato per lo strofinio. Terracotta pseudo-aretina: un as/cos
bicchiere liscio, di
:

sono trovati

gli

avanzi

di

un

risultante dalla saldatura di due coppe slargate di

in.

0,18 di diametro, munito

di

versatolo cilindrico e di ansa

ponte,
relativo

impostata
coperchio

sul fondo della coppa

superiore;

una scodella larga m. 0,16 con

aderente

per la sporgenza e la

rientranza reciproca degli orli; un'altra scodella simile, mancante del coperchio, larga

0,17; un coperchio

di un'altra

simile scodella, largo m. 0.145.

Terra aretina:

una coppa larga m. 0,12, esternamente ornata di cerchi incisi; un'altra simile in frammenti; una scodella a pareti slargate, larga m. 0,20, recante nel fondo la marca della Rasinia in pianta pedis: L R P Terracotta (C. I. L. X, 8055, 36).

rustica: tre urcei monoansati,


lobato, alto m. 0,22
:

alti

m. 0,28, 0,15
alto

0,18;
;

un boccale a labbro

tri-

un

fritillo cilindrico

m. 0,08

un pignattino monoansato,

esternamente striato; un altro pignattino, ovoidale, scuro, alto m. 0,053, contenente della polvere di color marrone. Ferro martellina dalle punte foggiate entrambe

a scalpello, lunga

0,18;

resti

di

una

strigile e di
si

un coltellino;

un gruppo
di

di

oggetti tenuti insieme dall'ossido di ferro (vi

vedono con una serratura

bronzo

nella cui toppa ancora la chiave di ferro, una borchia tonda di bronzo, una chiave
e

una verga

di corda).

Ardesia:
due
lati

di

ferro di

m. 0,035 di diametro ed una zanna

di cignale di

m. 0,12

a ponte sui

un vassoio rettangolare di m. 0,185X0,14 con due ansette corti. due astragali lunghi m. 0,027 ; un dado di Osso

REGIONE

I.

lato, recante

287

POMPEI

in.

0,02 di
il

in 4 facce

segni
foro

-,

::

mentre

segni

~,

poich

dado
le

attraversato

da

un

cilindrico,

dovevano stare sui

tappi che

chiudevano
incisi,

due estremit opposte del

foro;

una fuseruola a cerchi concentrici

larga m. 0,04; una stecca larga m. 0,015, lunga m. 0,245; un'altra stecca dai bordi arrotati, lunga m. 0,14, rastremata verso un capo; una cerniera terminante
col foro tappato

da un dischetto

tornito,

lunga

in.

0,115.

di

Pasta vitrea: cinque


vario colore: con esse

globetti

forati e

baccellati, e tre pedine a sezione di sfera,

forse per un giuoco, quarantadue piccole ghiaie lenticolari, di pietra, e sette ghiaie arfificiali di terracotta risultanti da cocci

devono forse connettersi, come occorrenti

Marmo bianco: una testa felina rozzamente lunghe m. 0,03-0,08. m. Talco una lastra bislunga tutta corrosa, ma in 0,08. scolpita, lunga origine Pomici: duo pietre usate per levigare. Due vulve grossa rara. 6. Conchiglie:
smussati e

inferiori

della

specie

pecten

jacobaeus

ci

una

valva

superiore;

una conchiglia

Fio.

madreporica, lunga m. 0,11, rotta in due,

Con
di

tutti

gli

oggetti

fin

qui notati
parte,
in

si

e con essa un guscio di lumaca terrestre. rinvenuta finalmente una tessera anfiteatrale

osso,

recante
di

da

una
di

campo
3),

limitato
e

da cerchi concentrici
in cifre

rilevati,
il

l'emblema
n.

una testa

maiale

(tg.

dall'altra,

romane
il

e greche,

14

rozzamente
(').

inciso

(XIV
ins.

sotto

1A),

rappresentante

relativo

cuneus o

xtQxig

(9 agosto). Reg.
d'

I,

Vili,
i

n.

(cfr.

pag. 281,
di

fig.

1).

ingresso sono tornati in luce

due cardini

ferro,

al

disopra

Ai due capi del vano dei quali, per un

altezza di m. 0,20, considerevoli avanzi del legno della porta che era chiusa, conservati
dall'ossido di ferro di

due lamine

alte

m. 0,06 che fasciavano

il

piede dei due battenti,


si

tenutevi fisse da una serie di chiodi. In corrispondenza del punto medio


ritto al

trovato

suo posto, ficcato nell'apposito foro della soglia, un pessulo di forma insolita,

di ferro e

soglia,

il

legno in origine. Poco oltre l'estremit rastremata che entrava nel foro della ferro del pessulo si sdoppia in due lamine parallele, fra le quali entrava una

volta un'asta di legno di


di

mm. 30 X 30

di

sezione, e vi era tenuta fissa per

mezzo

tre chiodi, superstiti.

Non sappiamo quale

altezza poteva raggiungere questo pessulo


la porzione
in

completato col legno fino all'impugnatura;

ferro

che ne avanza alla

(')

Mommsen-Marquardt, Le

cult chez lei

Romains,

toni.

II,

pag. 313.

POMPEI

e
si

288

di

RKGIONE

I.

m. 0,22,
guide
destro
al
si

trovata

connessa con

una delle grappe

ferro

che facevano da Presso


n.
il

pessulo stesso nell'atto che esso veniva alzato o abbassato.

cardine

trovato un
di

medio bronzo

di

Nerone (Cohen, 338).


i

Il

vano

offre

una

particolarit degna

nota pel fatto che

suoi stipiti di pietra sarnense, al posto

ordinariamente occupato dalle antepagmenla, recano uno strato, dove pi dove meno grosso, di una sostanza bianca calcinata, che la pietra stessa, ridotta dal fuoco di

un incendio. Sopra

lo

stretto pilastro a sinistra di questo vano, leggonsi pochi avanzi

evanidi di un programma:
"

9.

\_Cn.
.

.W]VIVM
. .

tfjgnus ES[/?]

Segue

tra

vani 6 e 7 una larga parete, costruita di materiale laterizio, sulla

quale furono stesi, sopra semplici mani di calce, parecchi programmi; in alto:
10.

CN HELVIVM SABINVM

R>

PISTORES ROG ET CVPIVNT


CVM

VICINIS

(cfr.

C. I. L.

IV, 886, dove

gli

stessi panettieri si

vedono promettere

il

loro favore

al

candidato C. Giulio Polibio).


11.

Un

poco pi gi:
7

AMPLIATVMAEDO
ma
verso destra:

PLAC,DVS CLIENS ROG

pi gi,
12.

Cma

IVLIVM-- OLYB,w VIROVF


Il

ancora pi gi,
13.

verso sinistra (colore nero):

^ CAPELLAM" PLACIDVS
VIR

ROG
programma,
n.

Attraverso la

mano

di calce

che fa
nero:

da

letto al

10, affiora un

programma pi
14.

antico, di colore

C
il

CF
IV, 2923 a);
e

Si tratta di C. Julius Fronto, candidato all'edilit? (C. I. L.

parimente,

attraverso

programma

11, affiorano gli avanzi di quest'ultimo:

15.

VM-Ad

(10 agosto). Reg. I, ins. Vili, n. 6 (cfr. pag. 281, fig. 1). Si proceduto a regolare la scarpata delle terre in questo vano, dove a m. 0,90 di altezza e sullo stipite destro si rinvenuto il giogo di bronzo di una bilancia a due coppe (stater), lungo

REGIONE

1.

munito
di

289

La met

POMPEI

m. 0,32

ansa centrale

e di doppii uncini terminali.

del giogo

graduato in dodici segmenti eguali, lungo ciascuno m. 0,013, merc puntini incavati, ed inoltre in due parti eguali, perch la nota della graduazione, al mezzo, non con
con tre puntini. Percorreva la met graduata del giogo, per tener conto del pe^o differenziale in confronto dei pesi grossi posti nella cappa apposita,
segnata,

un punto

ma

un aequipondium
foglie,

di

appeso per

l'alto

bronzo alto m. 0,075, foggiato a testa fanciullesca, coronata di crobylos che ne sormonta la fronte.
I,

(12 agosto). Reg.

ins.

VI,

n.

7 (cfr. pag. 240,

tg.

1).

In comunicazione col

primo segmento del grande ambiente a tergo della bottega, e sul lato orientale, un'angusta cameretta dalle pareti disadorne. Nel vano di comunicazione si oggi raccolto uno scudo di serratura in bronzo, di m. 0,11

X0,13, con corrispondente scudetto


e

rettangolare, lungo m. 0,13, da riferire allo stipite: anche la chiave di ferro, lunga m. 0,10.

con questi avanzi del battente,

(16
di

id.).

Terminato

lo

scavo

di

quest'angusto ambiente,
Il letto

si

chiarito trattarsi

un cubicolo largo m. 1,80


le

trando

ne occupava la met settentrionale, inolsue testate nelle pareti est e ovest che vedonsi appositamente incassate, e

X 2,10.

lasciando libero appena tanto spazio quanto ne poteva occupare una sedia e quanto

ne abbisognava per entrare e svestirsi. corpo tondo, alte

Due

piedi di ferro,

due semplici assicelle a

avanzi di legno su di essi, chiariscono che il tavolato del letto stava a m. 0,30 dal pavimento. Sotto il letto si sono rinvenuti l'uno
e gli
ritto,

m. 0,30,

l'altro

capovolto, due vasi (matellae?)


e

alti

m. 0,20, a larga bocca, di terracotta, anse, largo m. 0,40, col fondo poggiato su
e chi vi

un bacino

forma di pignatte ovoidali biansate. di bronzo circolare, senza

tre

pieducci anulari, servito forse per le

abluzioni mattutine. Nessun altro mobile poteva trovar posto in questo stretto recesso,

dormiva non aveva che chiodi sulla parete meridionale (ne restano i fori), ai quali appendere indumenti ed altro. Dodici correnti di pasta vitrea azzurri, forati e baccellati, con una Abbietta ad anello e due correnti tubolari di bronzo, trovati
proprio su quella parete, a m. 0,60

dal

pavimento

ci

dicono che una collanina

ri-

sultante di quei pezzi era appesa ad uno degli

accennati chiodi, e per conseguenza

che

il

cubicolo, molto probabilmente, era occupato da

una donna.
un dipinto lungo guidata da un bambino

Sulla parete esterna,

destra

dell'architrave

del vano d' ingresso, ed un poco


della parete
tigri,

danneggiato a sinistra,
ni.

si

scoperto sul

fondo

rosso

0,36 riproducente una biga a destra tirata da due

nudo (Bacco fanciullo) e carica degli attributi bacchici molto grandi, cio un grosso skyphos, un corno potorio e un kantharos.
Dal giorno 17
in poi, per procedere al delicato lavoro di recupero
di

frammenti

architettonici e di stucchi dipinti,

non

si

sono avuti ulteriori trovamenti di oggetti.

M. Della Corte.

Notizie Scavi 1912

Voi. IX.

07

SIRACUSA

290

SICILIA

SICILIA.
IV.
di

SIRACUSA
il

Scoperte in Ortygia.

All'angolo di via Maestranza e

via

Roma, facendosi poderosi robustamenti

alle fondazioni del palazzo ora Pizzuti,

proprio sotto

limite orientale di detto palazzo, apparve nel gennaio del

1910 un

breve tratto di rudere di grandiosa costruzione,


assise di grandi massi, che volgono
il

piantato nella roccia.

Sono quattro

fronte a nord e sono quasi paralleli all'attuale

>

F(G.

1.

via Maestranza. Esse spettano ad un ragguardevole edificio pubblico,

fondato a m. 3

dal piano stradale attuale;

blocchi hanno fronti di m. 1,07 sino a 1,52, altezze per


a contare
dall' infimo,

ogni ordine di 0,57, 0,81, 0,67, 0,72

spessore

in
di

misura
questo
Pizzuti

decrescente dal basso in alto, di 1,24, 0,78, 0,60, 0,55.

La prosecuzione

grandioso
in via

muro spunt

in seguito in

un

altro cavo sul centro della facciata


i

Maestranza, per modo che, collegando


disegno che unisco

due avanzi, avremo uno sviluppo di

m. 21, che certamente non rappresenta


scoperta, serva
il

l'intera lunghezza dell'edificio.

ricordo della

(fig. 1).

probabile che l'attuale via Maestranza,

sulla quale prospettava la grandiosa costruzione, fosse

uno dei decumani dell'antica

Ortygia,
lato

il

cui reticolato stradale doveva nelle linee principali corrispondere al reticoe bizantina

moderno, che dall'epoca romana

non ha subito modificazioni radicali.

SICILIA

291

e l'acquedotto,

SIRACUSA

Negli estesissimi cavi per la fognatura


solcato tutto l'isolotto di Ortygia,

questo

l'unico avanzo greco


discutere.

che negli ultimi anni hanno veramente gran-

dioso che fu avvistato, e la cui destinazione inutile


All' estremit settentrionale di

via Cavour, in
e

mezzo a poveri ruderi della deca-

denza, emerse un deposito di lucerne


ai

vasellami grezzi, tipo Grotticelli, da riferire

tempi harbarici e bizantini.

Del fasto monumentale dell'antica Siracusa


cos,

ci-

pervennero avanzi laceri e miseri


in realt.

da darci una assai pallida idea


e

di

quello che esso fu

Sono colonne,
scarsi

capitelli

membrature architettoniche, avulse

dai loro edifici.

Estremamente

sono

poi gli avanzi

marmorei, perch, a Siracusa,

fino a tutto
Il

il

IV

sec.

si

lavor

nell'eccellente calcare, ravvivandolo di stucchi e colori.


av. Cr., e poi

marmo

apparisce nel sec. Ili

nel lungo periodo romano. Nel luglio

1909 ho ricuperato da una casa

di via Nizza, e per cortesia del sig.

Ignazio Scrofani, che ne fece dono al Museo, un

grandioso capitello in marmo, che ab immemorabili stava nascosto e per met murato
cortile, e, incavato superiormente, serviva forse, fino dai tempi di mezzo, come da pila acqua. Non ostante che al pezzo manchi tutto il finimento superiore col tegolo, esso ancora alto cm. 80, con una larghezza superiore massima di cm. 85 (fig. 2). In

in

un

basso corre attorno alla canestra una doppia corona


1'

di

foglie di

acanto,

piatte,

fra

una

e
il

l'altra delle quali

si

adergono cauli

volute, alternati con piccoli gigli.

Ma

tutto
le

forte rilievo di

questi elementi smussato ed abraso, per cui non risaltano

qualit stilistiche del


1'

marmo.
in

Il

Museo possedeva gi due grandiosi


l'altro

capitelli, pro-

venienti dal Foro,


pleto,
li

uno

marmo,

in calcare stuccato

ma

questo, se

com-

supererebbe alquanto in

dimensioni. Esso doveva appartenere ad

edificio elle-

SIRACUSA

mole
e

292

SICILIA

nistico o romano, sontuoso per

per arte, esistente dentro Orty^ia, essendo poco


fatL-a di trasportare

verosimile che nei tempi andati siasi affrontata la non lieve

da

lontano questa pesante mole.

*
si

Dai cavi della fognatura davanti al nuovo Mercato, nell'aprile del 1910

esu-

marono alcuni avanzi architettonici marmorei, che alludono a ragguardevole edificio, con molta probabilit romano. Sono un capitello di ordine composito, alto cm. 49, con fogliami crudi ed angolosi di tarda maniera romana; due pezzi di trabeazione, a
:

doppia fronte, per portico, ed altri frammenti, che, sebbene smembrati sono provenienti da un'area ristretta, e sono indice di una notevole ruina, saccheggiata e mano-

messa

in antico.

Lo sviluppo edilizio che negli Sobborgo di S. Lucia (Acradina bassa). ultimi anni ha preso il quartiere suburbano di S. Lucia, che si stende sull' Acradina meridionale, e risorge dopo quasi 20 secoli sopra l'anonimo quartiere antico, ha dato
luogo ad una quantit di piccole
e

frammentarie scoperte, difficilmente controllabili

in ogni particolare, sia per la profondit dei cavi di fondazione, aperti sempre in terreno franoso, sia perch non sempre denunziate con la debita sollecitudine, sia, in fine, per la impossibilit di estendere, senza ingenti sacrifici pecuniari, le trincee che mostra-

vano indizi di vasti fabbricati.


Certo
per lo
si

che

il

livello antico si

notevolmente elevato, da m. 1,50


interramento
prodotto da 20
e

fino

a m. 3,

accumularsi di

rovine,

e
io

per

l'

pi secoli di

ho riportata da una infinit di visite fatte a tutti i cavi di fondazione, specialmente lungo la nuova via Buonriposo colle relative traverse, si , che quel quartiere sia andato sempre pi in abbandono dopo la conquista

abbandono. L' impressione che

romana, che sia stato debolmente


tini,

sporadicamente abitato nei tempi cristiani e bizandefinitivamente distrutto nelle incursioni arabe. Le reliquie che vi si raccole in

gono comprendono

fatto

periodi ellenistico (frammenti ceramici e molte figurine),

romano
modesta

barbarico-bizantino.

Ovunque spuntano avanzi


di cloaca
;

di case,

sempre modeste, con

pozzi e cisterne e qualche tratto


e

ma

tutto indica

una condizione piuttosto

punto sontuosa dei suoi abitanti; condizione che fa uno stridente contrasto

colle infinite e vaste case della Taranto ellenistica e

romana (quartiere

citt nuova),

ricche di

marmi, mosaici

e stucchi,

pi volte da

me

esaminate in ripetute visite a

quella
.

citt.
si

Dalle fondazioni di una casa a nord-est della chiesa di S. Lucia


scritti,

ricuperarono
rotta, verti-

due pezzi
calmente,

precisamente: una lastrina marmorea di cm.


di destra:

21X9

perci mancante della met

APT

SICILIA

calcare
\\

203

85X75X90;
La anonima
fg.

SIRACUSA

Proveniente dallo stesso sito anche l'oggettino raro e di curiosit, cio la minuscola aruletta quadrata in

(mm.
||

3),

recante nel pro-

spetto l'iscrizione: [Z~\w<tino[f\

Zwa
si

i^ov.

citt a Serra
di

Aidone, dove per

lavori agricoli

frugata

una quantit

Orlando presso case, ha dato una


culto

discreta serie di questi altarini, in creta ed in pietra, riferibili


dei Lari, taluno dei quali

al

domestico

munito

di brevissime

epigrafi.

Fig.

3.

Da

S.

scolpito in

Lucia viene pure il frammento di una lastra marmorea (cm. 30 X 2(5) ottime lettere romane, e rotto in tutti i lati meno che superiormente:

..

VSPRO

HONO
VI
Nelle fondazioni di una casa in via Buouriposo fu esumata

1'

urna cineraria maril

morea (cm. 44 Vi
dal sito della sua

31

'/,

25) che esibisco a


e si

fg.

4.

Essa reca

nome

del defunto

Sex. Alfius Arion, scolpito nella fronte,

rinvenne vuota e capovolta, cio rimossa


essere un piccolo colombario.

destinazione primitiva, che doveva

Non molto discosto dalla umetta fu esumato anche un grande sarcofago marmoreo, piegato di fianco, e spostato dal luogo di esposizione. una cassa semplicissima ed
irregolare, di

m. 2,36

0,66, ricavata nei bassi tempi da un pilastro di qualche rag-

guardevole

edifcio.

Da un punto

limitrofo,
si

dico e non messo in opera,

sempre in via Buouriposo, fra ruderi di case, ma sporaebbe il bellissimo frammento di cornice, che si ripro-

SIRACUSA

294

per grondaia.

SICILIA

duce alla

fig.

5.

un pezzo

di

sima

in

calcare fino, decorato di un

lesbico, dal quale sporgono

mascherette

leonine

doppio xvfta Superiormente corre

nel piano un canaletto per raccogliere le acque ed immetterle nelle grondaie. Il xv/ia
e le

lingue erano giallo-rosse, e tracce di rosso mostra anche la fascia sottostante. Le


l
.

dimensioni danno: lunghezza cm. 75, altezza cm. 16, profondit cm. 23 / t Questo bellissimo pezzo, che decorava qualche piccolo edificio, una eccellente manifesta-

mi

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ii

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1

r |N|*

*
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'

"

'''

'v-itj.

t:

WS&l

TrWEii
Fig.
4.

zione di quell'arte delicata e gentile dell' intaglio nel

tenero

calcare

siracusano, di

cui gli edifici della metropoli nei tempi ellenistici erano


vivati coli' impiego del colore. Siracusa priva di

marmi ha

vagamente decorati, e ravsupplito a tale mancanza

con larghissimo impiego dei suoi ottimi calcari, intagliati con ogni finezza.

Fig.

La rassegna

dei rinvenimenti a

S.

Lucia
il

chiudo con una scoperta che ha

un

valore anche per la storia della plastica,

che accade di rado a Siracusa.

settenle

trione della chiesa di S. Lucia, intorno alla ex-casa rurale Adorno,

ove affiorano

prime

tenui

balze

rocciose

dell'

Acradina

meridionale,

si

aprono

grandi

com-

plesse opere di escavazione nel macigno, che furono, almeno in parte, oggetto di accurato studio da

parte del compianto

mio amico Joseph Fiihrer {Roem. Mittheil. 1895,


vasti
in-

pp.

ed irregolari, sono di di da frane e dal abbandono. masse enormi secolare terra, gombri dipendenti
e

193

segg.).

Molti

di

tali

ambienti sotterranei,

Da

SICILIA

295

origine

SIRACUSA

ripetute visite

me

parve che essi fossero in

latomie,

alcune

parti delle

quali vennero poscia adibite quali cantine, refrigeratoi e magazzini o ripostigli di una

che sorgeva in quei pressi. Nell'autunno del 1909 alcuni operai, che attendevano allo sgombero parziale di uno di codesti ambienti, s' imbatterono, in un angolo riparato, in una figurina marvilla

Fio.

6.

in un gruppo di grondaie in calcare, le quali sembrava fossero state provvisoriamente deposte o nascoste in quel recesso, e poscia dimenticate, o, per soprag-

morea ed

giunti speciali avvenimenti, abbandonate.

Nemmeno

escludo che in uno di quei freschi

Fig.

6 a.

ed ombrosi recessi un
la sua officina.

modesto scalpellino

Le grondaie,

abbia potuto provvisoriameute installare tutte a testa leonina ed in buon calcare di Siracusa,

sono in numero di dieci: diversificano poco nel modulo (lungh. massima cm. 22 '/a. altezza massima cm. 18), presentano fattura piuttosto dozzinale, ma sono fresche, e
se ne

ha un' idea dai campioni che produco alla

fig.

6 e 6

a.

SIRACUSA.

296

fig.

SICILIA

Di maggiore momento
in

la statuina di efebo, o

di giovane atleta, o di Eracle,


7. Il

marmo

greco a grana fina, che viene riprodotta alla

bel corpo nudo punta

sulla

gamba

destra rigida ed ha la sinistra inerte, lievemente piegata al ginocchio,

col piede che

appena colla punta tocca

la terra.

Il torace

non

verticale,

ma

declina
della
collo

quasi impercettibilmente a sinistra, colla quale


testa,

piccola, ad ovale asciutto, coperta di

movenza risponde anche quella chioma crespa ed impostata sopra un

taurino. Il braccio destro, verticale, finisce nella

mano

quasi aperta; dalla concavit

vede che reggeva un grosso corpo cilindrico, forse una clava, fissata con pernetti metallici, pei quali vennero aperti due fori. Manca il braccio sinistro, spezzato sotto il deltoide; al mignolo del pie' sinistro aderisce un
della palma, lavorata a raspa,
si

panneggio con tracce di rosso, spaccato verticalmente ed attraversato in questo senso da un foro cilindrico; data la esiguit della figura ed il peculiare rendimento delle pieghe e del contorno dentellato, non si esclude che tale avanzo possa
di

lembo

anche esprimere una pelle leonina. Ricavata dallo stesso blocchetto marmoreo anche la basetta elittica (mm. 184X90), su cui la statua insiste, e che dall'esame del
contorno risulta ritagliata o ridotta da una maggiore.

Ed

in fatto,

offrendo essa una

statica malsicura, venne in epoca seriore, probabilmente romana, innestata in

una pi

ampia base rettangolare di

marmo

lunense

(mm. 237

168

X
si

39) con cavo oblungo,


tenga conto delle pic-

corrispondente al plinto pi antico. L'anatomia atletica, ove

cole proporzioni della figura, e se si prescinde dalle dita delle


la stessa ragione neglette,

mani

e dei

piedi per

pu

dirsi ottima.

La

superficie trattata a
si

buona pulitura,
l'opera di

ma

non levigata; ed in pi punti,

ma

soprattutto nei fianchi,


:

avverte

una raspa delicata. L'altezza della figura di mm. 485 quella della sola testa di mm. 65 la struttura generale del corpo, vigoroso ma asciutto ed alto, ed il rapporto di circa 7 / t teste, rivela subito V applicazione del canone lisippeo. La statuetta, molto bella e simpatica, dovette essere molto apprezzata anche in antico, se all'epoca
;

romana

si

credette necessaria una base pi solida, e di

marmo

diverso, per

meglio

assicurarne la stabilit.

Se noi tentiamo ora di ricondurla a qualche tipo

di artista conosciuto,

dobbiamo

por mente anzitutto che siamo davanti ad una piccola statua decorativa, destinata a

qualche privata abitazione; quindi ad un'opera di dimensioni molto ridotte, nella quale, non ostante le migliori intenzioni dello scultore, certo abile, sfuggono molte di quelle particolarit e finezze, che distinguono questo o quell'artista, e che sovente rendono
problematica anche l'assegnazione di opere grandi al vero. Nella nostra statua, quello che rimasto intatto

si

lo

uno insistens crure


precursori

, e lo

vediamo

schema fondamentale; l'impianto policleteo, perch applicato in una miriade di tipi efebici ed
del

atletici dei
l'

e successori
;

grande

maestro,

dall' idolino

di

Firenze al-

Assodato questo principio, poniamo il quesito, pi difficile, se trattisi di un efebico ovvero di un Eracle imberbe. Pur tipo a propendendo quest' ultima versione, non dissimulo le difficolt che ad essa si frapil

efebo di Pompei, ecc.

ma

canone

lisippeo.

pongono, per mancanza di attributi.


che portasse la clava
zontale,
:

La
di

destra verticale, quasi


si

aperta,

fa

supporre

ma

non verticale, di che

impugnandola a mezzo; ora

hanno esempi cospicui, bens orizquesto tipo, evitato anche per ragioni statiche,

SICILIA.

297

es.

SIRACUSA

mancano assolutamente
siamo suffragati
da

riscontri.

Se invece alla mazza sostituiamo una o pi mele,


Reinach, Rperloire,
I,

alcune opere, come ad

475, 1

IV,

Fig. 7.

affermare un Eracle resterebbe il lembo di panneggio aderente al pie e circa questo che sinistro, per la sua trattazione pu anche spiegarsi per una pelle la clava ad che riveste della spoglia leonina, particolare ci soccorrono copiosi esemp

128, 2.

Ad

un

pilastro, a cui si

appoggia

il

corpo dal

lato sinistro.

Ma

comunque,

io

vedo in
38

Notizie Scavi 1912

Voi. IX.

SIRACUSA

io

298

SICILIA

questa gentile statuetta una buona


ratteri lisippei

derivazione
piuttosto

ellenistica

di

un tipo lisippeo; capensierosa e

scorgo

nel volto

asciutto,

dall' espressione

quasi triste (come nelle buone copie dell'Eracle in riposo: bronzo del Louvre, busto
del Mus. Britannico); nel naso lievemente aquilino (come nelle monete di Alessandro

Eracle in bronzo di Palermo, inspirato a Lisippo); nelle cavit orbitali profonde cogli archi accentuati (residuo di arte scopadea); ma infine, e sopra tutto,

Magno,
nel

nell'

corpo florido

svelto,

vigoroso e pure

slanciato, corrispondente,

nell'altezza, a

circa otto teste. Riservandomi di sottoporre a pi accurato

esame questo piccolo marmo,


tenga davanti
fotografica.

mi

basti di averne qui segnalati

pregi non comuni,


in

evidenti a chi

l'originale,

ma

che

in

parte sfuggono

una anche buona riproduzione

Fig. 8.

Titoli Siracusani.
Grotticelli,
si

Nella contrada Taracati, sopra


fosse,
si

il

teatro greco e la regione

stende una vasta necropoli a

completamente saccheggiata nei


di attribuire al IV-III se-

lavori agricoli degli ultimi decenni i,

ma

che

ha ragione

colo av. Cr. {Notine, 1897, pagg.

484

e segg.,

492;

1905, pag. 387). Quivi


altra volta

erano
rag-

anche sepolcri del periodo repubblicano

romano, dei quali ho dato

guaglio (Notizie, 1897, pag. 489). Ora questa regione ci ha fornito due nuove limette plumbee scritte, delle quali il Museo possedeva gi molti campioni anepigrafi, pure
di l provenienti.

La prima

di esse
il

misura cm. 50

X
F

32
:

25, e sul coperchio porta

tracciato a lettere grandi e sottili

nome

del defunto

MCOELIVS-M
Non
delineato
dissimile

un

altro

esemplare un
il

poco

minore,

che ha sul coperchio,


e l'acclamazione

pure

a lettere

sottilissime,

nome: L. Arri Dionysi,


o
*

Salve

(fig. 8).

La

vasta necropoli del Fusco comincia colle

tombe del

sec.

VIII-VII alla sua

SICILIA

299

SIRACUAS

y&

estremit orientale presso la stazione; invece alla opposta occidentale vi hanno tombe dell' ultima decadenza greca, le quali gi in passato hanno fornito qualche magro
titoletto.

Anche recentemente, per dono

del cav. Eust. Ortisi, e trovato nel suo fondo

detto Merica, alla biforcazione Belvedere-Floridia, pervenuto in Museo un cippo funebre in forma di colonnina calcare (alt. cm. 69; diam. cm. 33), sul cui capo a rozze
lettere scolpito ed

acclamato

il

nome

del defunto:

<pl

AoieN E XPHTEXAIPE
(sic)

E, poich parlo di

titoli greci siracusani,

giova qui ricordare come nel febbraio 1911,


si

eseguendosi sgomberi nella basilica suburbana di S. Giovanni,

raccolse, impiegato

come materiale da fabbrica in murature seicentesche un cippo funebre quadrato in calcare (cm. 73 X 50 X 35), scorniciato superiormente, il quale nella fronte profondamente alterata
e

corrosa porta una lunga


si

iscrizione in sei righe.

Ne

potei ri-

apprende: che era di et imperiale, e funebre. Da rilevare altres che accanto al primo titolo ne venne successivamente (?) aggiunto un secondo, non di sotto, ma in una riquadratura di fianco. Le erosioni profonde della
levare ben poco; e questo solo
superficie

hanno parzialmente distrutto leggere il seguente testo frammentario:

caratteri,

dai quali

nondimeno pervenni a

BeCCWN
tiICTOCKAI a/i e n io e]
li

ArAeonoc
YC XPH CTOC KAI [aiisli] fi

GTH

ezHceN
MI

[ing

v^Jgpac

Castello Eurialo e

mura

urbane.

Il

sistema difensivo di Siracusa, che nella

grande Topografia di Cavallari ed non curando i particolari costruttivi


tagliato studio, per
il

Holm
e

stato

appena superficialmente studiato,

difensivi, sarebbe meritevole ui accurato e det-

quale

occorrono

tempo

denaro.

in

particolare

il

castello

Eurialo che attrae l'attenzione- dei dotti, storici, archeologi e militari. Or sono due
il prof. Eni. Pabritius. dell' Universit di Freiburg voleva farne argomento di una grande monografia. Ed i generali E. Rocchi, italiano, e B. Rathgen, germanico, due illustrazioni dell'architettura militare, mi hanno fatto vive e ripetute raccoman-

anni,

mi occupassi cos del castello come delle mura dionigiane. Gli per che nel decorso biennio la Soprintendenza degli scavi e dei monumenti di questo Siracusa ha creduto doveroso di destinare somme non indifferenti a proseguire le costose
dazioni, perch

esplorazioni e gli sgomberi al castello Eurialo,

e,

in

pi modesta misura, al rinet-

tamento

di

qualche tratto delle

mura. In attesa

di

una grande pubblicazione che

SIRACUSA

tutti
i

300

SICILIA

riassuma

lavori

fatti

metta

in evidenza
i

reconditi e complicati particolari

di quell'opera insigne,

riassumo brevemente

lavori compiuti dal luglio del 1901) al

giugno 1911.
Si

sgomberato

il

quadrante sud-est

del

mastio, trovando molti avanzi

fittili

della decadenza greca (per lo pi rottami di anfore), di nessuna importanza per l'arte
vascolare,

ma
e

utili

a definire

il

carattere del

monumento
Il

dei suoi abitatori. Si ebe

bero anche alcune cuspidi di frecce,


in ferro;

un

cultro,

un ronchetto

qualche chiodo, tutti


del

rarissime monete tarde (III sec. av. Cr.).

suolo

mastio apparve

formato, in parte di roccia spianata, in parte di terra compressa.

Continu la remozione dell'ingente cumulo di massi caduti davanti le torri, e che, alti fino a m. 2,50, ne mascheravano il paramento alla radice. Ai primi del feb-

braio 1910, al piede della penultima torre di


alla luce la colossale grondaia che vedesi a

sud, quasi sul

piano

roccioso,

venne

9 (prominenza m. 0,50, compreso il dado di innesto m. 1,35; alt. m. 0,63; largh. m. 0,75). in candido calcare; ha forma di testa leonina a tutto tondo; era innestata nell'alto della murata mediante
fig.

un profondo dado ricavato dallo stesso blocco,

per efficacia di disegno, vigoria di

esecuzione, ed ottima conservazione, supera di gran lunga gli esemplari che gi si possedevano. Non vi pertanto dubbio di sorta che ogni torre portava al sommo
della fronte

una

di codeste

Da
torri

questa fase dei lavori risult

enormi grondaie, di mero carattere ornamentale. un altro dato sul quale prima dominava molta
posteriore alle
di addentellato fra torri e cortine scende tino al piede
di fare.

incertezza; che cio le cortine fra torre e torre sono di epoca molto
stesse. Infatti, la

mancanza

delle torri: constatazione che

prima non era possibile

Ne

consegue, che fra le

cinque

torri vi

erano in origine quattro passaggi, cio, se vuoisi, un

Tetrapylon;

SICILIA

sbarramento avvenne
in

301

a
quello
del

SIRACUSA

che

lo

modo analogo
il

Tripylon sottostante al
sorvolo,

castello.

Resta ora da risolvere


sia avvenuto.

problema, sul quale pel

momento
le

quando
fase in

tale

sbarramento

Dai nuovi scavi

emerse che

torri, nella

cui erano libere, furono protette da un corpo avanzato, a prua di nave angolare, di
cui vennero in luce le assise inferiori
alto,
e
;

questo muro non doveva essere eccessivamente


torri.

da sopra

di

esso giocavano le

macchine da getto piazzate sulle


di

Quanto
si

abbia guadagnato dai nuovi lavori la visuale

esse torri,

appare

evidente, ove

Fio.

10.

ponga a raffronto
qui esibisco (fig.

la

veduta pubblicata

in

Notizie, 1904, pag. 283, con

quella

che

10).

Si poi lavorato

anche a ridosso delle

torri,

cio

dal

lato

orientale

di

esse,

dove emerse, appoggiato ad ognuna, uno sperone o contrafforte di rincalzo, Di altri particolari raccolti in struttura, certo non greca, e probabilmente bizantina. nella loro forma primitiva, non delle torri, questo scavo, ed utili alla ricostruzione
qui
il

ma

di cattiva

momento

di

fare illustrazione e discutere.

Dal marzo al luglio 1910 si diede un forte impulso ai lavori, provvedendo, fra borbonica dei custodi, che venne spostata l'altro, alla demolizione della vecchia casa dall'area dove turbava il panorama In quella occasione venne abbattuta
archeologica,

SIRACUSA

302

SICILIA

nord ovest.

rimossa la montagli uola di massi e di sterro che mascherava la prima torre di I lavori ci diedero un altro e notevole risultato. Il muro trasversale con
il

porta, che chiudeva a levante


ritenni greco, risult evideute

mastio, e che per la sua cattiva

struttura

mai

io

opera bizantina. Esso constava di due paramenti di massi non addentati, e quello orientale cadde di un tratto per violento sussulto sismico, in modo che i suoi otto filari giacciono oggi allineati al suolo ed ordinati

come

linea di soldati improvvisamente fulminati dalla mitraglia.

Un muro

greco col
resi-

suo sistema di massi, posti di


stenza.
Si data molta

punta
a
nel

di

taglio, avrebbe opposto

ben altra

opera anche

rinettare

sgombrare

il

torrione

bastione

massiccio a sud-est del

mastio;

vivo

di

esso apparve

un

angusto vano, nel

quale, secondo ogni probabilit, era innestata una scala per salire sulla piattaforma

merlata.

Ed un
l'

altro dato di

fatto,

prima ignorato, venne aggiunto


il

alla

topografia del-

Eurialo.

A me

era sempre parso inverosimile che la insenatura avvallata, interce-

dente fra la base del chiodo ed

bastione nord-est del mastio, fosse in antico aperta,


si

come

fino al

1910 appariva; ora invece

constatato

che una robusta cortina a


cos
la

doppio paramento sbarrava quella pericolosa apertura. Nel


nell'angusta striscia di terra a triangolo isoscele,
castello, e si
si

detto

chiodo, ossia

esplor

cisterna

antica

del

mise a luce un sistema


si

di

canali per raccogliere le acque meteoriche,

onde

la

cisterna

alimentava.

Infine fu avviato a

buona soluzione CD

altro dei tanti

problemi che

si

affacciauo

allo studioso dell' Eurialo. Si

sempre discusso come


alle
torri.

fosse sbarrata la bocca setten-

trionale del 1 fosso, sottostante

Ripetuti esami

del

preclude, non lo fanno ritenere opera greca. Togliendosi ora le

muraglione che masse di terriccio

la

ac-

cumulate all'estremit settentrionale

di detto fosso,

si

vide che sotto lo scarico molinea dei

derno, formato dalle terre di risulta dei vecchi scavi borbonici, e sotto la
detriti di

mina,

vi era

un terrapieno antico a sezione


il

trapezia, che

precludeva la

apertura del fosso, ed al quale,

Agati, che diresse questa parte dei lavori, fosse effettivamente un muro, che sarebbe poi stato spostato in et pensa appoggiato
prof.

bizantina. Condotto a traverso questo terrapieno un grande taglio nord-sud, per scru-

tarne la formazione,

si trov adagiato sul fondo roccioso un ripostiglietto di 10 grandi bronzi dei Mamertini, la cui presenza indicherebbe che questo argine venne costrutto

sotto

Ierone II, e sulla


si

fine

del

sec.

Ili,

quando, davanti
a

alla

minaccia dell'inassetto

vasione romana,
il

provvide

frettolosamente

porre

in

migliore

difensivo

forte.

Da

molteplici operazioni fatte

nei .lavori

del

biennio ed anche in precedenza,

chiaro risulta che molte parti dell' Eurialo vennero rimaneggiate dai Bizantini (e forse

anche dagli Arabi !) che dalle mine del castello ricavarono un posto munito, prattutto un posto di osservazione sul mare (').

ma

so-

(')

anche delle fonti storiche. Cfr. Pace, / Barbari

Tale risultato delle osservazioni archeologiche trova conferma in qualche vago accenno e i Bizantini in Sicilia, pag. 108, nota 3.

SICILIA

303

il

SICILIA

Un

decennio addietro venne rinettato e messo in evidenza

grandioso muro che


;

dalla punta settentrionale della

Tyche scende lungo


fra

lo

sprone roccioso della terrazza

viene tagliato dalla trincea ferroviaria e procede dritto a mare, dove, a circa

600 metri

da

S.

Panagia, chiude qualunque comunicazione


tav.

l'esterno e l'interno della citt


di

(Cavallari, Atlante,
cipita in

V, 49).

Il

muro qui

finisce sull'orlo

una balza che

pre-

mare; esso risult avere uno spessore di m. 3,35: aveva come opera terminale una torretta quadrata di costruzione leggera, forse con alzata in legno, non essendovi possibilit di accostare in quel punto macchine da guerra. Siffatta torretta
aveva
muro, sul quale sporgeva di m. 5,60, e di speculare, dal punto elevato ove sorgeva, cos la terra come il mare. Tale il risultato di uno scavo eseguito nel luglio del 1909.
il

duplice

officio

di

battere

di

lianco

il

lungo

P. Orsi.

NOTI

E.

GHISLANZONI.

ti

fflT^-

oo o o n

o o o o

'"3

O O O o p-,

Nj

ROMA

305

ROMA

Anno

1D112

Fascicolo 9.

ROMA.
Nuove scoperte
nella citt e nel suburbio.

Kegionk XII.
Scavi nelle

Terme Antoniniane.
-

cura della Commissione Reale pei la zona monumentale,


il

si

fatto

un grande

sterro per restituire

piano antico alla costruzione perimetrale delle


e
il

Terme Antoni-

niane e all'area compresa tra questa


sterro, eseguito

corpo centrale del grandioso edificio. Questo

con grandi mezzi, diretto da un apposito personale tecnico, seguito in tutte le sue fasi dalla Direzione degli Scavi di Roma e del Lazio, ha dato notevoli che qui esporremo brevemente, come comporta

il carattere di queste Notizie. due delle relazione breve piante (' ) parti finora sterrate: Accompagnano questa la prima degli ambienti superiori (fig. 1), eseguita, con la nota perizia, dal topografo

risultati,

della Direzione degli Scavi, sig. Edoardo Gatti; l'altra dei sotterranei (fig. 9) deli-

neata dal
riferentisi

sig.

Gaetano Ferri, che da anni a queste Terme.

si

dedica allo studio delle questioni tecniche

Ricordiamo innanzi tutto che


propriamente cavano le piante di alto

tra la costruzione centrale dell'edificio, cio le

Terme

dette, e quella perimetrale, vi era


fusto,

un xistus, nel quale per certo mancon le radici danneggiato i muri e le che avrebbero
si

vlte delle stanze e dei passaggi sotterranei: e in quell'area sterrata, naturalmente,

nessun avanzo di costruzioni sopra suolo


di qualche oggetto

rinvenuto,
si

all' infuori di

rocchi di colonne,
il

che sar descritto quando

parler dell'ambiente presso

quale

(')

Le

lettere e

numeri della relazione


1

si

rifeiiscono ai corrispondenti

numeri

e lettere delle

piante riprodotte nelle flgg.

e 8.

Notizie Scavi 1912

Voi. IX.

34

ROMA

marmo,
le

306

di

ROMA
due centimetri,
e le aiuole.

giaceva, e di lastrine di

dello spessore
i

bistondate lungo

un margine,

quali servivano a limitare

viali

Nella nostra esposizione cominceremo dalla met circa del lato nord-ovest della
costruzione perimetrale, cio dal punto in cui incomincia un notevole complesso di sale

abbracciate dal grande peristilio semicircolare


in

B.

Questo, dove principia a nord-est,

a cui da un piano selciato con


in

comunicazione con una sala quasi quadrata che ha un vano nella parete nord-est, i soliti poligoni conduce una ampia e comoda 3cala ('),
conservata.

parte

La sala a
il

cui conduce la scala aveva

un'ampia
nella

finestra

nella

parete

sud-est,

verso

xistus, e

un vano largo m. 2,85,

parete nord-ovest

(presso l'angolo ovest), che conduce al peristilio.

33
Fio. 2.
Il

sale

grande peristilio semicircolare B non era in comunicazione con nessuna delle da esso abbracciate C, D e E; quindi, chi, salita la scala A, voleva entrare nel
il

recinto delle Terme, doveva percorrere tutto

peristilio semicircolare

B, uscendo dal

vano B' che trovasi alla sua estremit sud-ovest.


Quivi sono alcune sale non segnate nella nostra pianta, perch ancora non liaveva una parte coperta, formata dal muro curvo berate dalle terre. Il peristilio esterno e da sedici pilastri con mezze colonne in muratura, con base di marmo in parte

conservata, che gi vide


la copertura del portico,
Il

il

Blouet

e
(

su

questi

archi e sul

muro

esterno

posava

forse

una terrazza.
tratto,

pavimento del portico, nel primo

verso la sala

era a musaico

(in

bianchi e neri che formavano parte conservato presso l'estremit nord-est) di tasselli cui elementi i nuovo un disegno che parmi principali sono la met e la (fig. 2),

quarta parte di un disco nero, che ha


(')

il

diam. di m. 0,38.
(cfr.

Il resto

della parte co-

Questa scala vedesi disegnata nella pianta dell'Iwanoff


III, tav. I).

Iwanoff-Hulsen, Architektoniscke

Studien,
(')

Blouet,

La

rstauration des Thermes d'Antonin Cararalla, pag. 16 M.

ROMA

di

307

muro
della sala
si

ROMA

porta era lastricato

marmo
il

bianco; mentre quella scoperta era a musaico bianco

con fascia nera lungo


vi

bordo. Nel dosso del


rettangolari od

verso l'epistilio
alte

sono undici

nicchie

absidate che

alternano,

m. 2,60 dal

piano del musaico.


In una di queste nicchie era probabilmente la statua marmorea, di cui rinvenuto il torso in questo peristilio, nel punto indicato con la lettera a
stato

(marmo

ROMA

Il

308

Galleria delle

ROMA

forse identica,

a quella ben conosciuta della

Statue in Vaticano, se-

gnata col numero 251 ('). Il grande ambiente a pianta ottagonale C ha quattro nicchie agli angoli e vlta a cupola, della quale rimane l' imposta. Del piantito non resta che parte del cocciotorso ora scoperto per lavoro pi forte.
pisto, su cui
l'altro verso

posava
la

il

musaico. Questo ambiente aveva due vani, uno verso


I)
,

il

xistus,

grande sala

due

finestre,

una nella parete nord-ovest,

l'altra nel-

l'ambiente triangolare compreso tra questa sala

Ce

l'estremit orientale del peristilio B.

L'ambiente triangolare, ora ricordato, non aveva il piantito se non all'angolo ovest, dove saliva una scala a pi rampe, appunto com' disegnata nella tavola I dell'opera citata di Iwanoff-Hlsen, scala che, a mio credere, conduceva alla lunga
loggia che era sopra l'epistilio

B. La

parte a sud-ovest di quest'ambiente

mancava

del suolo per dar luce al passaggio sotterraneo segnato con la lettera
fig.

nella nostra

9.

La

parete sud-est separa questo ambiente triangolare da quello rettangolare

(che nella nostra pianta non indicato con nessuna lettera) compreso tra la sala a
cui conduce la scala

e la sala

a cupola

C;

esso pure

ha una larga

finestra aperta

sull'ambiente triangolare.

La

sala

aveva la fronte interna verso

il

xistus formata da otto colonne (non

dieci n dodici,
i

(*), e tra i dati su cui poggiavano un gradino, giacch il piano della sala era pi alto (circa m. 0,35) di quello da cui si accedeva ad essa. Nel mezzo della parete opposta una grande abside, nella quale e an basamento cubico (conservato fino all'altezza di

come vedesi

nelle piante precedenti)

plinti delle colonue vi eia

alte dal piano della sala

m. 1,30) per statua colossale o gruppo. Due nicchie rettangolari larghe m. 2,10 e m. 2,60 sono a destra e a sinistra della grande absido ora
Presso

menzionata.
i

due angoli ovest


si

nord sono
nel

piccoli

vani conducenti alle due belle

scale a chiocciola che

dai sotterranei; svolgono ad un'altezza formata dalla copercondurre alla terrazza considerevole, per giungono tura di questa sala, copertura sostenuta da travi che con una estremit poggiavano sull'architrave disteso sulle otto colonne della fronte verso
conficcate nella parete nordovest, dove
si
il

muro massiccio cominciando

xistus, e con l'altra erano

notano ancora

loro

buchi e

le

tracce di questa

terrazza

).

Il

pavimento

di questa sala

a musaico policromo col seguente disegno:

Una

fascia bianca,
il

larga m. 2, corre lungo le tre pareti (nel lato in cui sono le corettangolare limitato da quella fascia bianca diviso in grandi
si

lonne manca);

campo

quadrati formati da zone, larghe m. 0,15, di spirali ricorrenti che


retto. in

tagliano ad angolo

Le

spirali sono di cinque

file

di tasselli di colore diverso secondo quest'ordine:

una

spirale, nero, rosso (porfido), giallo, bianco, e nero; nella spirale successiva nero,

bianco, rosa, bianco, e nero. In ciascun quadrato iscritto un


si

rombo

un disco che

alternano. Risultano cos fasce di quadrati parallele alle pareti corte della sala, e
A.mcluug,

(')

Die Sculpturen des Vatikanischen Museums


fig.

II n.

251, tav. 4(3; Furtwngler,

Moisterwerke pag. 493,


a
( J

80; Helbig, Fhrer

I3

pag. 118 n. 181.

Ofr. Blouet, op. cit. tav. Ili A; Iwanoff-Hiilsen, op. cit. tav. I f.

()

La copertura
3 e
4.

di

questa sala

era

certamente come l'ha ricostruita Iwanoff (op. cit)

tav.

XXIV

ROMA
queste fasce
si

309

ROMA

alternano pur esse; nella prima, a cominciare dalle pareti corte sud-

ovest e nord-est,

rombi sono

di tasselli di serpentino e
i

dischi di tasselli di porfido,

mentre nella fascia successiva


scibili
Il

rombi

dischi sono di giallo antico, bene ricono-

per

la

disposizione dei tasselli; e cos di seguito.


di

grande effetto ('); si nota per qualche trascuratezza, perch, ad esempio, anche dove si dovrebbero vedore solo tasselli di giallo, ve n' qualcuno di rosso o di serpentino. Questa sala comunica con quella attigna a sud-ovest E
per

musaico doveva essere

mezzo

di

un vano nel lato nord-est, dove nelle carte precedenti

invece

segnata

una

finestra.

Questo grande ambiente E ha la forma che vedesi esattamente segnata nella pianta dell' Iwanoff rettangolare, con una grande abside nel lato sud-ovest. Il piano di questa bella sala, la quale conserva ancora parte della vlta a crociera con rive:

stimento interno

di

piccoli

mattoni quadrati,

chiaramente indicato dalla soglia del

vano ora ricordato

e dell'altro

una

risega, larga in

vano nella parete sud est, verso il xistus, e inoltre da media m. 0,15, che corre lungo tutte le pareti: esso era cio al

livello di
si

quello della sala attigua.

Ma

il

terreno sodo (giacch sotto questa sala non

trovano ambienti sotterranei)

fu trovato

risega,

perch

il

piantito era certamente


:

ad un livello di m. 0,80 pi basso della sostenuto da sospensure. Questo desumesi

dai seguenti fatti


di scarico sotto
interrati,

quasi nel mezzo dell'abside al disotto della risega, vedesi un arco

il

quale passa un cunicolo che discende sotto gli ambienti B' ancora

che sono dietro l'abside e in fondo al peristilio B, dove probabilmente doveva trovarsi l'apparecchio per riscaldamento (*): inoltre in ciascuno degli angoli segnati in questo ambiente nella pianta col n. 1 trovasi sotto la risega lo
sbocco di un condotto di terracotta, del diametro di m. 0,27,
ticale e finisce all'altezza di
il

quale condotto ver-

m. 2,50 dalla

Questa chiusura
sotto
il

in

alto ci dice che essi

da un mattone bipedale. risega, non servivano gi a ricambiare l'aria ferma


le

chiuso

pavimento,
l'aria

ma

a riscaldare leggermente

pareti,

specialmente presso gli

angoli, dove

rimaneva morta.
notare

Debbo

poi

qui

una

particolarit.
di

Alla

risega termina

il

muro

di

fon-

dazione che formato da una gettata

impasto di

calce e pietrame con un rive-

stimento di mattoni a cortina: questo rivestimento non continuo, ma interrotto da solchi verticali, i quali ci danno indicazioni sulla maniera con cui furono costruiti
questi muri
:

fatto

il

tavole disposte per lungo, e queste

cavo largo poco pi dello spessore del muro, lo si rivestiva di tavole a ridosso della terra erano tenute ferme
alla distanza di

da pali posti
si

verticalmente
il

circa

m. 1,10 l'uno dall'altro; quindi


i

faceva prima

rivestimento di mattoni a cortina,

quali venivano addossati alle

(')

Poveri avanzi di musaico con tasselli

di

serpentino di giallo antico vedevansi anche nella


cit., (text)

corrispondente sala del lato sud-est della costruzione perimetrale. Cfr. Iwanoff-Hiilsen, op.
pag. 44.
(*)

Nell'abside

della

sala identica del

lato

opposto (sud-est)

della

costruzione perimetrale,

abside che corrisponde a quello di cui parliamo, da tempo completamente sterrata, evvi un cunicolo identico, e l'ambiente successivo (verso sud) corrispondente a B' ha il piano assai basso ed ha forma
trapezoidale cos irregolare, che non pu essere stato che un ambiente destinato ai servizi delle terme.

ROMA
tavole lungo le due pareti del cavo;
necessit,

ma
veniva
interrotto dai pali
si

310

il

ROMA

questo rivestimento di mattoni a cortina, di


tavolato.
di

che tenevano fermo


poscia l'impasto

Nel vuoto

tra
e,

questi due rivestimenti consumati col tempo i

gettava

solito
i

calce e pietrame,

pali,

com'

naturale,

sono rimasti

solchi corrispondenti agli


i

spazi da essi

prima occupati.
guisa

Questa tecnica, non senza precedenti, dimostra che

muri erano

fatti in

da poter essere liberati dalle terre, perch


muri delle terme che hanno
fin

nella
l'in-

loro composizione non differenziano dagli altri grossi

terno d'impasto di calce e pietrame e fodera a cortina di mattone: e dir


nel grande ambiente sotterraneo
(fig.

d'ora che

9 r

r') sotto la sala I)

fig.

8 r

r',

la parete sud1)

ovest, che precisamente quella su cui posa la parete di

divisione

dell'ambiente
i

da quello
verticali.

di

cui stiamo parlando, formata in tal guisa e sono conservati

solchi

In questa sala nel


di

medio evo,

rotto

il

pavimento

e le sospensure, si

scav

una fornace
frammenti

calce
la

(E 3), che ancora conservasi presso la parete sud-est, nel punto


:

dove incomincia

curva dell'abside

intorno e dentro di essa


di

si

rinvennero parecchi
parete
e nello

informi di

marmo

e pezzi

schiuma

di

fornace.

Parallelo alla

sud-est, alla distanza di ni. 2,20 da essa, corre

un basso muraccio medievale,

spazio compreso

si

sono rinvenute alcune povere tombe.


il

Nel medio evo

oggi conservato fino all'altezza di

vano nella parete sud-est stato chiuso da un muraccio ancor in. 1,10. Nel mezzo dell'abside in alto evvi una

nicchia rettangolare col lato superiore alquanto ricurvo.


Il

muro che chiude

la

grande area recinta,

oltre l'ambiente
il

E,

verso l'angolo
di cui

ovest conservato tino a considerevole altezza: in esso

vano B',
m. 1,30,

abbiamo

gi parlato pi sopra,
retti

e presso

a questo sono stati costruiti nel medio evo due


fino

mu-

paralleli,

conservati oggi

all'altezza

massima
al

di

quali vanno in
interno

direzione

da nord-ovest a sud-est, cio normale

grande muro perimetrale

delle terme.

Proprio ai piedi di questo grande


lo scheletro era C.
I.

muro

si

sono rinvenute alcune tombe nelle quali


i

protetto da mattoni bipedali romani, alcuni dei quali portano


cos frequenti in queste
e
il

bolli

L.

XV, 1580a, 1665,


IV

Terme,

primi per

restauri fatti

dagli imperatori del

secolo,

secondo per

restauri eseguiti sotto Teodorico.

All'angolo ovest conservasi la vlta di sostegno di una ampia scalinata F, la quale


per certamente opera posteriore alla prima costruzione di questa parte delle terme.

Prima qui

certo eravi

una sala che aveva due


per

pilastri e

due colonne nel mezzo sulla


il

fronte; di queste colonne

rimane

soltanto l'incassatura lasciata dal plinto,


il

cui lato ora di circa un metro,


biente, saliva
visibili.

Lungo

muro
il

una scaletta, larga quanto


di

nord-ovest, che chiudeva questo ampilastro, con gradini di travertino, ancora

questa scaletta sbocca un condotto di piombo 4: e il pilastro che qui, conserva ancora la base marmorea, alta m. 0,45, larga m. 1,17, formata

Ai piedi

da un plinto alto m. 0,115


fatta
la scala

due

tori

separati

larga

(')

quanto tutto l'ambiente,

si

da una doppia gola. Allorch si rotta la cortina che rivestiva

le

(')

Nella nostra pianta

(fig.

1)

non

sono

indicate

le

colonne e neppure la scala; questa e

quelle, a

mio credere, non sono contemporanee.

ROMA

311

ROMA

due pareti, per formare una incassatura, in cui appoggiare la grande vlta di sostegno. Ed io mi auguro che nel proseguimento dei lavori si faranno ampi tasti per penetrare sotto questa

vlta aitine di riconoscere

la

destinazione dell'ambiente esistente

prima che

porche giustificata la speranza, s'io non non avendo subito la che devastazione nel medio Evo e nel Rinaesso, m'inganno, scimento, conservi chiari indizi che ne dicano l'uso.
si

gettasse la volta per la scala,

sinistra della scalinata trovasi la grande sala rettangolare

che

una delle

pi belle e meglio conservate della costruzione perimetrale.

Ha

nella fronte un grande

vano sul quale sono allineate sei colonne e tra i plinti di queste, come nella sala D uno scalino marmoreo: per lo spazio tra colonna e colonna, ad eccezione di quello
pi a sud-est, stato chiuso in epoca assai tarda da un muretto che serviva
laustra, forse per limitare lo spazio
l'

di

ba-

d'

ingresso.

Nel mezzo

della parete di

fronte al-

una grande abside con basamento in muratura, come nella sala D, ingresso una statua colossale o un gruppo. Presso ciascuno degli spigoli che quest'abside per
vi

forma con

le

pareti,

vi

era una colonna.

Nelle

tre

pareti

(nord-ovest,

sud-ovest,

sud-est) sono incavate undici nicchie rettangolari, cinque in ciascuna delle due pareti

lunga di fronte all' ingresso, tre a destra e tre a sinistra della grande nicchia con basamento pi sopra ricordata. Queste undici nicchie rettangolari, alte dal piano della sala due metri, misurano m. 1,80 di larghezza, m. 0,75
corte,

e sei nella parete

di profondit e

m. 4,10

di altezza.

Due

di esse per sono state

rimpicciolite, alzando

il piano inferiore. Lungo le tre pareti della sala, nelle quali sono le nicchie, si trova una scala di tre soli gradini, che hanno m. 0,27 di alzata e m. 0,40 di pedata: la

scala interrotta da muricciuoli normali ad essa, sulla estremit anteriore dei quali

sorgeva una colonna, che, vedremo appresso, sosteneva un ballatoio. Sotto la nicchia che presso l'angolo nord si apre un vano alto solo m. 1,30, il quale immette nella

lunga scala che ascende diritta seguendo la parete nord-ovest. Un altro vano, alto m. 1,50, sotto la nicchia situata nella parete sud- ovest presso l'angolo sud, e questo vano conduce ad una scala i cui gradini misurano

m. 0,90

di lunghezza,

0,21

di

pedata

0,295
dal

di

alzata.

circa

undici metri di
in

altezza dal piano della sala


svolgesi la scala, trovasi
a

G,

separata

muro sud-ovest

della gabbia

cui

una stanza di m. 4,90 2,55. Un'altra piccolissima stanza di essa. Cos nord-ovest questa come quella per non comuni(m. 1,80X4,90) cano con la scala, ma con un passaggio che a questa altezza, dietro la parete sud-ovest della sala G, corre sopra altro eguale che al piano della stessa sala G con
pavimento a musaico in cui sono disegnati dischi ed elissi a in un campo bianco limitato da una larga fascia nera.
Ritorniamo ora alla sala
tasselli
di porfido rosso

subito che essa era una biblioteca,


cente, perch la sala
e cio riparata

per riconoscere a quale uso fosse destinata: e diciamo e certo questa identificazione si mostra soddisfa-

ha

l'

ingresso e fors'anche le finestre, se le aveva, vlte a nord-est,

dai venti di mezzogiorno e di occidente, secondo le


1, 2, 7.

norme che

leg-

giamo

in Vitruvio (6, 7, 1.

6, 10, 3); bene isolata, e le sue undici nicchie

rettangolari potevano contenere scaffali per libri, tanto pi che due di queste nicchie, e precisamente quelle che stanno sopra i vani aperti nelle pareti nord-ovest e sud ovest,

ROMA

312

ROMA

presso gli angoli sud e nord, mancano di parte del piano inferiore, e cos certo non sarebbe se in quelle nicchie avessero trovato posto statue o gruppi. Di pi vi una particolarit degna di nota, ed che due delle nicchie rettangolari, e precisamente
a partire

dall'angolo sud la seconda nella parete sud-ovest e la prima nella parete


detto, sono state rimpicciolite rialzando
fissati gli
il

sud-est,

come ho gi

loro piano inferiore.

In queste nicchie erano

armarla per
cit., tav.

libri

(Plin. epist. 2, 17, 8) (').

Lo

IwanolT, pur non avendo potuto riconoscere in questa sala

una biblioteca

2 (

),

nella

ricostruzione che di essa ha dato (op.

XXV,

2 e 3) pone nelle pareti due

ordini sovrapposti di nicchie. Certo egli, che tutto ha notato con scrupolosa esattezza,

ha veduto

e riconosciuti

su quel che resta

delle

pareti le tracce di
eh'

questo secondo
ai

ordine, tracce forse oggi nascoste dalla

folta

edera,

abbarbicata
di

muri. Noi
:i

quindi dallo stato del rudero, con

riscontri con le

biblioteche

Pergamo

)i

di

Timgad
sala.

(*)

e di Efeso ( ), possiamo immaginare l'aspetto generale di questa bella ciascuna nicchia dell'ordine pi basso conduceva la scala di tre gradini, che
:

r>

possono anche aver servito di sedile agli studiosi

dai pilastri, che separano le scail

lette sotto le nicchie sorgevano le colonne sostenenti

ballatoio che doveva essere,

come ad Efeso secondo


di

nicchie.

Niemann, tra il primo e il secondo ordine ballatoio conducevano le due scale che cominciano presso gli questo
la ricostruzione del

angoli sud e nord, oppure solo quella che principia presso l'angolo nord, se l'altra,

come

sospetto,

conduceva
ci

al

secondo ballatoio tra

il

secondo e

il

terzo ordine di nicchie,

ammesso che questo


ci

fosse,

come nella

biblioteca di Efeso. Sopra ciascuna nicchia


hist.
siili'

saranno state

le

imagines clypetae (Plin. nal.

35, 2), cio

medaglioni dei
presso la chiesa

pi illustri scrittori, come nella biblioteca scoperta


di S.

Esquilino

(),

Martino:

e sul

basamento nella grande abside

in

mezzo

della parete sud-ovest

senza dubbio sorgeva la statua di Minerva, che pare non mancasse mai nelle ricche biblioteche antiche ( 7 ). Gli scavi recenti ci hanno dunque fatto conoscere la forma e la
posizione della biblioteca che in queste
la

Terme non poteva mancare

(Senec, dial. 9, 9 7).

di Dopo grande sala G, proseguendo verso sud-est, si trova un ambiente forma irregolare, ancora non sterrato fino alla parete sud-ovest; esso appare chiuso

(')

Sulla forma di questi

armarla vedi Cabrol, Diclionaire d'archeologie chrtienne


cit.

li 1,

pag. 886 seg. e figg. 1553 segg.


a
( )

Lo

Hiilsen (Iwanoff-Hiilsen, op.

tosto, pag. 45) la credette

una sala destinata a

trat-

tenimenti letterari o musicali.


a
( )

Altertumer von Pere/amori, li pag. 07 segg.

(')

n.

1.

Boeswillwald, Cagnat et Ballu, Timgad (1905) pag. 277 segg., tav. XXXVIII, pag. 353, Bullelin Archol. du cornile des travau.v hisloriqu.es et scienti fiques, 1905, pag. 95 seg. Il

Cagnat (Comptes renducs Acadtm. inscript, et belles lettres, 1906 pag. 50) ha riconosciuto per una Pompei; e questa congettura, accolta da A. Scintiteli (Arch. Anzeiger XX pp. 88 e seg.), non stata accettata dal Mau (Pompeji im Leben und Kunst 1908, pp. 98 seg.).
biblioteca un noto edificio di
(")
e ( )

Jahreshefte Vili (1905) pag. 61 segg.


Bull.

Com. 1881, pag. 48

e seg.; Cabrol, op.

cit.,

pag. 889 seg.

(') Jnveii. Ili, 219:

hic libros

dabit et forulos
il

mediamque

Jl/inet

vam, dove mediam

non ha

il

senso di dimidiam come ritiene

edizione da lui annotata),

ma

il

Fricdlander (vedi la sua nota a questo verso nella suo significato comune, cio che sta nel mezzo. Cfr. Altertumer

von Pergamon

II,

pag. 67 e seg.

ROMA

313

ROMA.

perch nella parete nord-est il muro non presenta alcuna discontinuit che accenni ad un vano. Di pi, quasi nel mezzo deH*ambiento trovasi un muro di forma elittica, che comincia da m. 0,90 sopra il piano degli ambienti adiacenti, poggiando sopra l'argilla che conservata
fino all'altezza ora

indicata (m. 0,90): inoltre, presso l'angolo

sud esce dalla parete sud-ovest, con direzione da sud-ovest a nord-est, una fogna coperta a cappuccina, che pi alta del piano degli ambienti. Pare quindi che questo

ambiente non
golare, e che

sia
il

mai

stato adibito ad alcun uso,


elittico

forse per la sua

muro

che nel

mezzo

sia

appartenuto a

forma troppo irreuna costruzione

non

preesistente alla costruzione perimetrale delle Terme, e che sia stato conservato, perch si ebbe, la necessit di demolirlo ('): l'atto, questo, che vedremo ripetersi anche

altrove.
2.

In

perino,

questo ambiente, fra la terra di riempimento si rinvenuto un cippo di pesagomato in basso e in alto, misurante in altezza m. 0,74 0,50 X 0,42,

sul quale leggesi:

ACR VM AN A E
I

SILVANO
BONADIAE
Tutte le divinit alle quali dedicato
(sic)

il

cippo,

Diana, Silvanus
il

Bona Dia,

avevano un tempio sull'Aventino;


aedes Dianae Corni ficianae
2 ( )

alla

prima

era

dedicato

celebre tempio detto

3 perch ricostruito sotto Augusto da L. Comificius ( ); quanto al secondo, da un'iscrizione dedicatoria del 115 d. Cr. (C. I.L. VI, 543) rin-

sappiamo che ad esso era consacrato un tempio denominato (emplum sancii Silvani salutaris {*); alla Bona Dia pure era dedicato un tempio, che dal luogo dove sorgeva, cio sotto il saxum, la vetta dell'Aven

venuta

in vinea ad

thermes antoninianas

tino,

veniva chiamato

Bona Dia
e poscia
7
(

Stibsaxana, ed era assai frequentato perch venne


()

ri-

costruito da Livia esistente nel

()

da Adriano

IV

secolo

).

La

nostra iscrizione, per


;

ed ricordato dai regionari come ancora i caratteri, non pu essere ante-

riore alla fine del III sec. d. Cr.

questo prova in maniera non dubbia che a ragione

l'Hlsen ritiene errata e solo fondata sopra una inesatta punteggiatura del passo della Vita Hadriani (cap. 9) la congettura del Becker e di altri, che cio il tempio venisse da Adriano ricostruito in altro luogo. degno di uota per che a tutte e tre le divinit, ciascuna delle quali aveva il suo tempio, sia stata fatta una dedicazione in comune.
(')

Se ci fosse, avremmo un testimonio del piano di


Cos iu un frammento della

questo luogo quando quivi fu fatto lo

sterro per la costruzione che qui esaminiamo.


2 (
)

Forma
22.

urbis

Romae

e nelle lapidi

C.

I.

L. VI,

4305; Jordan-

Hiilsen,
3 ( )

Topograpkie,
Cfr.

I 3 , pag.

159,

n.

Sueton., Aug., 29.

4
(

) 8 )

anche CI. L. VI,

65'J;

JorJan-Hulsen, op.

cit.,

pag. 189.
p.

Ovid., Fasti, V, 149 e seg. Wissowa, lieligion

und Kultus der Romei 3 (1912),

217 seg.

(") (')

Vita Hadriani,

e.

19.

Cfr. Ers. Caetani-Lovatelli, L'antico culto di

Bona Dea,

in

Scritti varii, pp. 28-48.

Notizie Scavi 1912

Voi. IX.

40

ROMA Fu

314

(tgg.

ROMA
4 e

3.

rinvenuta inoltre la parte superiore di una testa

5),

la quale

una copia bella dell'erma con 1' Hermes Propylaios di Alcamene, di cui una replica intera con l'iscrizione, che ne dice la precisa attribuzione, fu rinvenuto a Pergamo

negli scavi del

1902-1903

(')

Di questa bella scultura abbondano


rappresentanti
di

le repliche,

prima
pur

della scoperta di

Pergamo

ritenute

Dioniso

('):

ma

la nostra,

troppo frammentata, per finezza di lavoro, una delle migliori. Qui cade in acconcio di notare che gli ambienti ora descritti, come pure quelli
della parte opposta
(sud-est)

della

costruzione

perimetrale,

non

erano in contatto

diretto con lo sterrato del xistus, ma fra essi e questo vi era una larga e comoda passeggiata all'asciutto, pi alta del piano del xistus di circa m. 0,40, la quale

Fio.

4.

Fio. 5.

in gran parte sostenuta agli ambienti

e D.

Dove

da vlte degli ambienti sotterranei, come ad esempio dinanzi finisce la zona asciutta verso il xislus, corre tutto intorno
le

una fogna coperta a cappuccina, per raccogliere


sui tetti degli ambienti della costruzione

acque che cadevano nel xistus e


Il

perimetrale.
di pilastrini

passeggiata, verso
e distanti

il

xistus,

ha una

fila

in

margine interno di quella muratura larghi m. 1,05

Di questi pilastri il topografo E. Gatti, ed io, con un esame molto accurato, ne abbiamo contati ancora in parte conservati nove nel lato nord ovest e altrettanti nel lato sud-ovest a partire dall'angolo ovest e ventuno
l'uno dall'altro

m. 2,85.

nel lato sud-est e sei nel lato sud-ovest a partire dell'angolo sud. Negli angoli sud

ed ovest per mancano. Certo,

altri

ve n'erano verso gli angoli nord ed est

essi per

mancavano

nel

mezzo del

lato

sud ovest,

e cio dinanzi al cos detto stadio di

cui

parleremo presto.
Questi pilastri, che aggettano solo m. 0,30 dal margine della passeggiata asciutta, avevano un rivestimento di lastra marmorea, con una cornice dove, rimpicciolendo,

formavano una risega, e cio a livello della passeggiata asciutta. Non sono contemporanei al muro che forma il margine di questa, giacch sono soltanto addossati al
(')

Athen.

Mlttheil. 1903

Loewy, La scultura greca, pag. 53,


3 (
)

Beschreibung

d.

pp. 208-211 (Wintcr) e tav. Ili e seg.; 98; Klein, Geschichte der gr. Kunst II pag. 210. Kgl. Museums zu Berlin n. 78 e segg.
fig.

pp. 180-184 (Altmann),

ROMA
muro per
che aggettano da

la parte

315

ROMA

esso.

Proprio dietro questi pilastri, per chi

li

guardava dal xistus, abbiamo pure riconosciuto che sorgevano colonne il cui diametro massimo era di m. 0,80 e il plinto m. 1,02 di lato. Tra pilastro e pilastro si conservano ancora qua e l due gradiui,
i

quali per non servivano a mettere in comu-

nicazione questa passeggiata asciutta, adorna di colonne, collo xistus,


decorazione, giacch lo spazio tra pilastro e pilastro venne

ma

per semplice

pi

tardi chiuso da ba-

laustre io muratura, le quali ora sono conservate solo fino ad

una altezza

di

pochi

centimetri:

ci spiega

perch

ai

parallelepipedi

marmorei messi come gradini non


di

siano state tolte


antichi

quelle

protuberanze in

forma

bottoni

che

presentano

massi

prima che abbiano avuto l'ultima levigatura. All'ambiente segue la gradinata I in forma di

olissi

molto allungata, aperta

Essa era sostenuta da una mezza vlta la cui parte era V la bassa verso interno, pi pi alta poggiava sul gran muro che chiudeva le conserve di acqua verso nord-est, e sui muri che diramandosi da quello formano la
a nord-est,
il

cos detto stadio.

stretta curva dell'olissi.

un muro formato
pu essere che
precedente
e

di

Questa vlta non un impasto di calce


di

continua,

ma

interrotta nel

mezzo da
quale non

e grosse scaglie di selce (6-6), il

l'avanzo

una vlta caduta, appartenente per ad una fabbrica

distrutta per la costruzione di questa parte delle terme: e ci desumesi

tanto dalla disposizione delle scaglie di selce,


orizzontale quali dovrebbero essere,

ma

inclinate,

che non appaiono disposte piano quanto dal che evidentein

fatto

mente su

di

questo muro

slato costruito quello che sta a nord-est della grande conin

serva d'acqua. Si ripete qui, e


biente

forma pi manifesta, quanto

si

veduto nell'am-

cio l'esistenza di avanzi di costruzioni precedenti, conservate perch la

loro distruzione

non era ritenuta necessaria.


la vlta

destra ed a sinistra di quel

muro mas-

siccio, lo spazio sotto

a destra completamente ingombro dalla rovina della


si

vlta stessa: a sinistra invece

possono riconoscere

le divisioni
i

formate da muri. Per

mezzo
si

di

piccole scale

(se ne vedono nella pianta

vani

nel

muro pi
mezzo

interno)

saliva

dall'arena allo spazio sotto la vlta, e di qui poi, per


si

di altre pic-

cole scale (9) con direzione opposta alle altre

entrava nel pi basso piano della

gradinata. Esatto quindi, cos nella forma della curva alle due estremit della gradinata, ben diversa dalla forma che vedesi nelle piante finora pubblicate,
particolarit dei piccoli vomitorii,
si

come nella
ri-

mostra

lo

schizzo

dell'anonimo

Destailleur

prodotto dallo

Hulsen (Iwanoff-Hlsen, op. cit., testo tav. 0). Nessun dubbio che questa gradinata servisse per contenere coloro
gli spettacoli

quali vole-

vano godere
gi nello
stadio, e

atletici

che

si

xistus).

Molti

rocchi di colonne

davano nell'arena da essa abbracciata (non di granito rosso si vedono avanti allo
fra
i

qualcuno anche

in

mezzo
fa

alla rovina della vlta

due muri

che questa sostenevano; e ci mi


gradinala,
e

supporre che colonne di granito decorassero questa

probabilmente sorgevano sul parapetto (praecintio) non sul muro (punteggiato nella nostra tavola), che divide il xistus dall'arena (muro che la prosecuzione di quello che, come abbiamo gi veduto, segna il limite della passeggiata
all'asciutto

verso
i

il

xistus), giacch in tal caso non

potremmo vedere

di tali rocchi

anche tra

massi della vlta rovinata.

ROMA
Nell'ala destra del

316

un
foro inclinato,

ROMA
di

muro che forma


il

il

fondo della gradinata e la divisione

essa dai cassoni d'acqua vedesi ora (8)

principio di

con una assai

spessa incrostazione,

il

quale per deve essere stato fatto posteriormente per pigliare

acqua dai serbatoi. Pi verso il centro (7) vedesi lo sbocco di un condotto a cappuccina che forma un salto, ai piedi dello stesso muro della conserva d'acqua, in un punto dove convergono due altre fogne o condotti simili, uno con direzione verso sud-est, l'altro con direzione verso nord-est, cio verso il corpo centrale delle terme. All'estremit dell'ala sinistra conservato tra i due muri che sostengono la gradinata un bel tratto
di
e

musaico a squame

in tutto simile a quello riprodotto dal

Blouet (op.

cit. tav.

XIV H)

parte dell' intonaco dipinto, ancora fisso alla parete.

Fig.

6.

Fig.

7.

4.
(figg.

Davanti a questo stadio, nel xistus, stata rinvenuta la testa giovanile 6 e 7) che certamente faceva parte di un erma, come quella (figg. 4 e 5) di

cui gi

abbiamo

parlato. Rappresenta probabilmente

un Apollo o un Hermes giovane

con l'acconciatura dei capelli simile a quella dell'Ermes di Alcamenes, con la differenza che, invece della lunga ciocca di capelli scendenti sul petto, vi sono quattro lunghi
boccoli.

Ha un

di aspetto severo, e veduto specialmente di profilo, ha qualche cosa


Il

veramente arcaico.

nel

come quello dell' Hermes. Un'altra replica, dello stesso tipo, per meno espressiva, anzi molle, conservata Museo Nazionale di Napoli (num. d'inventario 109621) e proviene da Pompei ('). Dalla gradinata I procedendo verso l'angolo sud-ovest, la distruzione del monulavoro non cos fine
cos

mento
di

farsi

un' idea della

completa che allo stato attuale dello scavo non riesce forma degli ambienti e della loro destinazione.
si

facile

Nel punto indicato dalla lettera e

rinvenuto un
il

altro capitello ionico che

ha nelle volute la testa di Harpokrates con

dito sulla bocca, uguale ad un altro gi


2
(

conosciuto e a quelli che sono in S. Maria in Trastevere

).

Proprio presso

il

muro

che con direzione da nord-est a sud-ovest segna la linea della fronte interna degli
(')
a (

Guida del Museo Nazionale, di Napoli,


Iwanoff-Hiilsen, op.
cit.

n.

102.

(text),

figura a pag. 8, cfr. pag. 45;

Jordan-Hulsen,

op.

cit.,

P,

pag. 195 e nota 33.

ROMA

all'

317

muro normale a
viticci

ROMA
quello conservasi

ambienti del lato sud-est delle Terme,

sopra un

una base di colonna, IO, decorata


basi di colonne assai tarde.

ingiro da

che sono

caratteristici nelle

L'ambiente che occupa


ovest, conserva parte del

lo

spazio corrispondente in parte alla scala

all'angolo

pavimento formato con grossi lastroni quadrati di granito e pepe); quello attiguo, corrispondente alla sala G, aveva invece un pavimento (sale in cui c'erano grossi lastroni circolari del diametro di m. 1,85. Dei pilastri, delle
colonne e delle balaustre in
della passeggiata all'asciutto,

muratura che erano

tra colonna e colonna, nel limite

abbiamo gi parlato (vedi pi

sopra, pag. 314).

ROMA
rate dalle terre quelle che

318

corpo centrale delle terme e


il

ROMA
lato nord-

si

trovano tra

il

est e l'angolo ovest della costruzione perimetrale.

Per dare una breve descrizione di

essi

cominceremo dallo stesso punto da cui

cominciammo

a parlare degli ambienti superiori, cio dalla

ampia

bella scala

A,

TERME

DI
SCAV/

CARACALLA
1912

Fig. 9.

la quale,

come abbiamo
9, C).

detto, finiva in basso in

una via o platea

coi soliti poligoni

di selce (fig.

Nel muro che fiancheggia a sinistra la scala, prima di giungere ad essa vi sono due vani: quello a, che immette in un ambiente con vlta ora rovinata, non ancora completamente liberato dalle tene quello b che va in due ambienti fra loro interco;

municanti, con vlta a crociera

in

gran parte caduta.

11

muro fiancheggiante a

destra la

ROMA
scala forma con un altro

muro ad

319

il

ROMA
pi esterno da questa parte,

esso parallelo, che

un lungo passaggio (1, sul quale torneremo fra poco. Nel primo di questi due muri (dopo ima rottura del muro fatta posteriormente) praticata un'apertura e che immette in un complesso di ambienti che costituisce la scoperta pi interessante e inattesa
di

questo scavo, e che


in
(fig.

immette
cordata
i

maggiore nella fig. 11. Il vano e un ambiente rettaugolare con vlta a crociera, che trovasi sotto la scala ri1 A; fig. 9, e); esso ha due vani: uno f, quasi di fronte a quello, e l'altro
perci

presento

in

scala

nella parete a destra

di

fronte a questa una vaschetta semicircolare

il

cui fondo

m. 0,30 pi basso

di quello della sala; larga

m. 1,41 ed ha

la volta in

forma di

mezza cupola; in basso nel mezzo del lato diritto vi un tubo Aitile per lo scolo dell'acqua: un muretto alto m. 0,37 chiude questa vaschetta verso la sala. Il vano f mette in comunicazione questo ambiente con un altro quasi quadrato, la
cui vlta caduta:
in

esso,

presso l'angolo

a sinistra di
scala

chi entra,

scende
di
soli

fino

m. 1,30
tubo

sotto

il

piano della stanza uua

breve

larga m. 0,94

quattro
il

gradini, ai piedi della quale passa


fittile

uua fogna a cappuccina,


Nella
praticato nel

in cui certo scaricasi

della vaschetta ora descritta.

parete destra,

nell'angolo

di fronte

a quello in cui la scaletta ora ricordata,

muro un

piccolo vano a

circa

quale non so a quale altro scopo potesse servire se non a ci piccoli oggetti per coloro che fossero chiusi dentro all'ambiente li che doveva accadere, giacch questo ambiente li un Mitreo. Si entra in questo, dalterra,
il

m. 0,30 da

far passare

l'ambiente ora descritto, per la porta


il

che conserva ancora la soglia di marmo, con

battente; ha,

come

d'ordinario, tre divizioni,

che sono m. 0,95 pi alti del

piano di
(fig.

una navata centrale, e due podi laterali quella ed hanno una risega che forma un
podii sono sensibilmente inclinati

gradino all'altezza di m. 0,57


pareti laterali.
Il

10):

versole

cielo di questa sala formato

da

sei

pilastri (tre

da quattro volte a crocer, sostenute dal che per parte) margine interno dei due podi. sorgono
i

Questi,
biente,
si

come pure

pilastri,

sono posteriori alla costruzione delle pareti dell'amfatto

come ha provato un saggio

presso l'angolo nord-est, 9.

due podii non


Il

attaccano alle due pareti corte,

ma

tra quelli e queste vi un passaggio: in quello


vi

presso gli angoli

nord-ovest e sud-ovest
in

una scaletta 8 di due

soli gradini.

pavimento della nave centrale,


a tasselli bianchi e neri
:

buono stato

di conservazione (fig. 9),

musaico

campo bianco (circoscritto da tre fasce, due strette, una nera e l'altra bianca, e la terza nera, alquanto larga, tracciate nella nostra pianta,
il

fig.

11) tempestato da piccoli rombi

di

tasselli

neri disposti in quattro


il

file

pa-

Quattro piccolissime nicchie, forma pi basso del pavimento, sono incavate nei podii, due in ciascuno, IO; sono di
rallele alle pareti lunghe.

cui piano 4 centimetri

semicircolare

ed hanno
tre lati

nel

mezzo

tre piccole lastrine

di

marmo messe

che

formano

di un quadrato. Queste nicchiette, due presso


circa,

la parete

per taglio, dov'

l'iugresso,
vlta,
(')

l'altra a

met

cio quasi sotto


(').

il

secondo pilastro di sostegno della

misurano

in altezza
S.

m. 0,40

Clemente (Cnmont, Te.vUs et monumenti figure* relative* au.r mysteres de MUhra, voi. II pag. 204 monum. 19. fi>s. 30 e 31) vi sono cinque incavi di forma simile alle nostre nicchie nello spigolo superiore dei podi ; in quello di Carnuntum (Cumont, op. cit., mon. 227
Nel Mitreo di

ROMA

320

fittile

ROMA

Nel pavimento, presso l' ingresso, si trova una grande olla che la bocca di essa m. 0,11 pi bassa del pavimento, e
trovasi
costituito

interrata

1,

cos

l'orlo della

buca dove

da un anello

di

marmo:

copriva questa buca un disco marmoreo


fig.

ancora conservato,

ma

rotto

in

due pezzi (vedi

10).

questo
avanti

il

battisterio in

cui conservavasi l'acqua per le abluzioni purificatrici:

pi

si
l'

trova

un'altra

buca 2 profonda m. 1,90, in muratura rettangolare,


ricurvo; essa occupa la parte nord-est di un

col

lato verso

ingresso un poco

cavato nel musaico fino alla profondit di 6 centimetri, nel quale, lungo

riquadro pi grande, rettangolare, inil lato nord-

Fig. 10.

ovest, trovasi

un parallelepipedo
e

di

marmo. Pi

oltre,

il

musaico ha nel mezzo della

sua larghezza due rotture 3

4, una

delle quali pi

piccola (m. 0,t30

0,(30)

poco

lungi dalla parete di fondo, di forma quadrata nella quale entrava e dalla quale usciva

un piccolo tubo

di

piombo,
il

la

cui direzione si riconosce

dalla

rottura del musaico


si

fatta per strappare

condotto.

met

di questa parete di

fondo

trova una pic-

cola volta 6, alta

a questa

m. 0,80, che sostiene una scaletta un basamento 5 alto in. 0,22, che termina

di quattro gradini, e davanti


in

un triangolo con

il

vertice

verso l'ingresso.

ma

La parete di fondo, oggi aperta all'altezza di m. 1,30, era chiusa, con una nicchia, nella quale doveva essere la grande lastra con Mitra tauroctono

fig.

sinistra, a

430; Daremberg et Saglio, Dictionnaire des ant. gr. et rom., pag. 1950, fig. 5089) nel podio di met della sua altezza, vi una nicehietta rettangolare. Monumenti in cui come in questo

siavi tale particolarit

non ne conosco

all'

infuori di quello di Ostia.

ROMA

321

ROMA

.'

12
i

3
i

4
i

5
1-

|-j-i

ROMA

noti simboli ('),

322

si

ROMA

circondato dai

della

quale

sono

rinvenuti

piccolissimi

fram-

menti

( ).

Sempre

nella parete di fondo, presso l'angolo nord-ovest trovasi un piccolo spazio


fino

rettangolare 7 recinto
ciottoli di varia

a m. 0,08 di altezza, nel quale


3

si

sono rinvenuti numerosi

grandezza ( ). Nella parete nord-ovest, presso l'angolo nord,

vi

una nicchia rettangolare

(alt.

m. 1,80, larg. m. 1,10) il cui piano inferiore circa all'altezza del podio: in cui dipinta una figura pur troppo malissimo conservata: nella quale per si pu facilmete riconoscere una rappresentanza di Mitra; vedesi in fatti la punta del berretto frigio.

di

vlto di tre quarti a sinistra, con

il

braccio

destro

proteso e con quello sinistro


azzurro,
il

pare sostenga un disco o uno

scudo (una sfera?)

di colore

cui diam.

25 centimetri.

Da

questo Mitreo propriamente detto

si

passa, per uno stretto vano 11 presso l'analtri

golo sud-est, in

una piccola sagrestia senza comunicazione con

ambienti

la parete

nord-ovest di questa piccola sagrestia ora conservata solo fino all'altezza di m. 0,20. Ritornando ora verso l'ingresso e, troviamo a destra di chi entra un altro vano i
il

quale immette

in

ha un lucernaio,

due ambienti successivi, il primo dei quali nella parete nord-est in quella opposta due pilastri i quali fiancheggiano una scala di
fino alla

cinque gradini che hanno la pedata e l'alzata di m. 0,29 che scende in un cunicolo
largo

m. 0,88,
e
il

il

quale scende

profondit di m. 1,90 e passando sotto

il

muro
due

podio nord-ovest del Mitreo e facendo una piccola curva, finisce nella buca

formati da quei stesso. Gli altri due piccoli spazi 1 ed ni sono due a sinistra 1 ha la e latrine; quello pilastri, quello a destra, m, fogna, scaricava le immondizie in una botola, che nell'attiguo ambiente; a questo si accedeva
centrale
del Mitreo
,

per mezzo dell'ingresso o; lungo la parete di fronte esso ha una banchina in muratura alta m. 0,90 sostenuta da quattro piccole volte e un lucernaio nella parete
nord-ovest.

Mi sembra

probabile che questo ambiente abbia servito di apparatorium,


si

come
si

in altri mitrei, dove gli iniziati al culto

vestivano e

si

spogliavano e dove

riponevano gli oggetti mobili del culto.

Prima

di uscire

da questo complesso di

ambienti che certamente formano uuo

dei pi grandi e completi Mitrei finora conosciuti,

accenniamo brevemente agli oggetti

quivi scoperti.
1.

colo cippo

Nel pronao, dove nella pianta vedesi la lettera y stato rinvenuto un picmarmoreo alto m. 0,83 X 0,18 X 0,21, il quale nel piano superiore ha un

solco parallelo alle fronti iscritte, in cui certamente doveva essere innestata

una

lastra

rappresentante

il

dio Mitra. Nel

lato destro la patera, nel sinistro

il

prefericolo che

(')
(*J

Cfr.

Cumont, Texte
i

et
il

monumenti,

ecc., voi.

II,

mon.

6,

116, 239, 273 ecc.

ginocchio anteriore destro piegato di un toro, il ginocchio piegato di Mitra, frammenti del serpente e del cane, una mano con braccialetto che mostra la palma aperta;
principali
:

Ricordo

inoltre

un gallo volto a sinistra

frammenti

di

un busto tunicato ecc.

essi trovano

mi pare ragionevole il supporre. Forse un riscontro nelle dodici palle di calcare (differenti per grandezza) rinvenute nel Mitreo scoperto nel 1821 presso Dormagen (cfr. Cumont, op. cit., II, pag. 388, figg. 301 e 303;.
(')

Che

questi ciottoli

si

trovino qui riuniti non a caso,

ROMA
per non ha

il

323

La

ROMA

manico.

opistografo,

ma

la fronte principale dev'essere quella in

cui incisa l'iscrizione


sulla quale incisa
l'

pi

breve,

perch inquadrata da una cornice.

faccia

iscrizione pi lunga, b, liscia.

Da una

parte:

Dall'altra:

Ali HAIuj

MI~AAUJ
GIC-

ZYC

CAPAniI
COOTHPI nOTTOOTI

MITPAC
HA IOc KOCMOKPATWP
ANIKHTOC

enHKOU)
Y P TH ANI J,f KHTOJ
,

M I9PA
XAPICTHPION
a)
:

Eig Zebe,

Mit(&)Qag "HXiog

xoct-

b)

HXi<$
\

fieyl'o

lagmi
rcexm
\

HoxqtuiQ rsixrjtog.
(Le lettere

aooTtjQi

nXovtoSxrj
\

ITPA
il

della seconda linea sono

svBQfSTrj
QKfTTjQlov

vHxrjirp

M!)q$ %a-

in rasura:

lapicida per errore

aveva

scritto

MPAC).
le

Ambedue
Zebe MUJqccc

iscrizioni

chiamato dg, uiius;

hanno una notevole importanza: la prima porche in essa io non trovo in altra iscrizione che nomini questa
nella cristiana; la seconda perch alla divinit

divinit questo appellativo assai significativo che per non stupisce, perch frequente
nelle religioni orientali,

come pure
di

dato

il

maggior numero

appellativi che sia

mai

raccolto

in

epigrafi

del

genere,

appellativi che per sono i soliti che leggiamo ora in una, ora in altra iscrizione ('). 2. Nel mitreo propriamente detto li, per terra, si rinvennero tre pezzi di tufa

(uno spezzato in basso) di forma quasi


disuguali, quasi a rappresentare

cima

m. 0,45 e alla base m. 0,16

di

conica, a superficie con bugne irregolari e monte roccioso; misurano in altezza, in media, diametro. Nella punta un po' smussata un incavo
di

a guisa di solco a sezione rettangolare, e ci perch vi andava innestata una lastra con la rappresentanza di Mitra bambino nato da una roccia (&sg ex ntqag). Questi
coni rappresentano quindi la petra genitrix
altri
2 (
).

Oggetti simili sono

stati scoperti in

mitrei
3.

).

Nell'angolo sud-ovest dello stesso ambiente giaceva un masso la cui sezione


il

orizzontale di un elissi; l'asse maggiore di esso lungo m. 0,60,

minore m. 0,40:
si

sua superficie simile a quella avvolge un serpente che ha la coda


la

dei
in

tufi

conici ora descritti.


il

Intorno ad esso

basso e la testa verso


di esso adattavasi

Nel piano superiore


(')

un incavo perch su
,

margine superiore un altro oggetto ed


:

(*).

in-

Cfr.

Cumont,

op. cit

voi. II, Index, pag.

532

e segg.

O
3 (
)

(*)

Cnmont, op. cit., voi. I, pag. 159 segg Arch. epigr. Mittheil. aut Oesterreich, II, pag. 131 seg. Cfr. Cumont, op. cit., voi. II, pag. 242, flg. 76 in cui per manca il solco per la lastra. Questo oggetto fu messo dagli operai che scavavano nella parete aperta di fondo del mitreo,
fig.

dov* vedesi nella

9.

ROMA

324

ROMA

fatti per analogie con altre pietre simili trovate in altri Mitrei (') possiamo ritenere che su questa base sorgesse, probabilmente dai lombi in su, Mitra fanciullo stringente

nella sinistra
4.
5.

una

fiaccola e nella destra


:

un

coltello.

Nella piccola sagrestia


Statua acefala di

una basetta triangolare con incavo, pure triangolare. femminile completamente nuda. Rappresenta la dea figura

Fio. 12.

che, appena uscita dalle onde, si strizza

capelli

(fig.

12). Dell'originale della statua,


:

che

si

ritiene fosse di
le

bronzo

2 (
),

sono rare
nel

repliche in

marmo:
Berlino

la
4 (

numerose repliche in piccoli bronzi ( 3 ) pi nota, oltre un frammento di cui esiste il calco
esistono
);

Museo
(')

dei gessi di

quella

del

Museo

Torlonia,

la

quale per,

Cfr.
e

Cumont,
u.

op. cit

voi. II,

pag. 302 e

fig.

159; pag. 316 e

figg.

176 e 178; pag. 309,

figg.

182
(') ()
(*)

183; pag. 322 e

fig.

187 ecc.
n.

Arndt

Amelung, Einzelnaufnahmen,
n.

1144

(testo).

Reinach, Repertoire de la stutuaire,


Fiedrichs-Wolters, Gibsabgusse,

II,

pag. 341.

1474.

ROMA
come

stato

325

ROMA
dure per potersi

giustamente notato

('),

ha forme troppo pesanti

ri-

tenere una copia fedele di una statua di bronzo che deriva da una figura ideata da

Apelle

(').

Pi deve avvicinarsi all'originale la statua ora

scoperta,

che gran

peccato manchi della testa.

giustificata la supposizione che questa statua si trovi qui non gi perch tra-

sportata da altro luogo,


3

ma

proprio perch facente parte delle immagini del Mitreo:

per vero, in alcune iscrizioni riferentesi al culto di


;

Mitra

ricordata

Venere ge-

un frammento di bassorilievo mitriaco vedesi appunto una Afrodite ( ) nuda che torce con la mano la chioma, mentre si guarda allo specchio interamente che tiene con la sinistra all'altezza del viso (*), rappresentanza che riproduce un
nitrice
e in

motivo prassitelico ed nelle linee generali affine alla nostra figura. Ritornando al passaggio d, avanzandoci verso l'interno, dopo oltrepassati due vani, il primo dei quali immette, per una scaletta di cinque gradini, ad un ambiente
il

cui piano

m. 1,50 pi

alto di quello del passaggio

d, coperto da volta a botte,


cui

di forma trapezoidale, largo

m. 4,78,

il

secondo in un altro ambiente che in pianta

presenta la forma della

quarta parte

di

un

cerchio,

il

raggio di m. 2,90,

si

giunge
e

alla

grande sala ottagonale


altro

che sta sotto alla sala superiore ottagonale

ambiente pure ottagonale, pi piccolo, al quale si accede per tre vani. Questa sala ottagonale, per un passaggio q comunica con la grande cripta illuminata da sei lucernai nella parete nord-ovest gi conosciuta e disegnata nelle
piante precedenti, la quale
periore
si

comprende un

trova sotto la parte nord-ovest


delle

della grande sala su-

D,

con

essa

comunica per mezzo

due scale a chiocciola r ed r\

gi ricordate.

Dal lato sud-est della grande sala ottagonale incomincia la grande galleria s, pur essa conosciuta, selciata in et tarda con poligoni di selce tolti per da altre vie (come dimostran certe logorature dei margini dei poligoni, impossibili in questa galleria).

La

vlta rivestita di mattoncini quadrati, che

abbiamo gi veduto nella sala E.

Essa ha a sinistra un ambiente t che diviso dal mitreo dalla parete posteriore di esso, ed a destra un mulino u a due macine, 2 e 3; le ruote erano messe in mo-

vimento da una cascata


all'

di

acqua che veniva da un condotto nella parete


palette
fissate

di

fronte

ingresso e cadeva

sulle

al

perno al qualo

era infilata la ruota.

In questo mulino sono state trovate parecchie ruote per

macina, frammentate.

La

galleria s provvista di lucernai rettangolari che sono nel a destra con


tre gallerie,

sommo

della volta,
esse

comunica per mezzo del vano V,


esplorate e

parallele

pur
il

gi

disegnate nelle piante precedenti. Queste gallerie, giunte sotto

colidano,

girano intorno ad esso,

come indicano chiaramente

la fila dei lucernai.


z',

Tagliano in

senso normale la liuiga galleria s due altre pi piccole, z e


nostra pianta a tratteggio.

che sono indicate nella

E. Ghislanzoni.

(')
(*)
3
( )

Matz-Duhn, Ant. Bildwerke in Rom,


Bernoulli, Aphrodite, pag. 286, n. 4.

n.

765.

Cumont,

op. cit., II, iscr. nn.


cit.,

502

e 304.

4
( )

Cumoii, op.

voi. II, n.

246

e; cfr. nn.

251 e 245/;

voi.

I,

pag. 149, 14.

OSTIA

Regione

326

RBGIONE

1.

(LATIUM ET CAMPANIA).
LAT1UM.

Ricerche nella necropoli e nella palestra delle Terme. Sterri a nord della Caserma dei Vigili e presso il Piccolo Mercato.
II.

OSTIA

Nell'area ad ovest della tomba degli


di terra battuta.

Isiaci

si

riconobbero anzitutto tre strati


il

Inferiormente a questi, a circa m. 2,10 sotto


e,

piano stradale, uno

strato di scarico
e

al

di

sotto di questo, uno disordinato di pezzi di tufo, calce, terra


in

sabbia marina, che fa ritenere essersi qui fatte delle ricerche

antico per ritro-

vare delle tombe.


rovesciato
(' ),

Due urne

cinerarie furono infatti qui rinvenute, una col coperchio


:

l'altra col coperchio spostato

ambedue contenevano
il

soltanto ossa cre-

mate.

Il

lavoro fu sospeso, essendosi raggiunto

pelo dell'acqua.

Nella fondazione del muro a nord di quest'area furono adoperati selci poligonali di una via distrutta. Quasi sotto la fondazione di esso, a m. 2,75 sotto il piano
stradale,
si

scopr un tratto di

muro

in opera reticolata, posato sulla sabbia, con

una

traccia di volticella.

Negli strati superiori


rappresentato un

si

raccolse
in

una lucerna a vernice rossa nel cui disco


d.,

uomo nudo

moto verso

che porta sulla spalla

sin.

un'asta,

dalla quale pendono due cesti. Si raccolsero inoltre alcuni fondi di


le

vasi aretini con

marche
a)
b)
e)

C. I. L.

XV, 5407
I

b e
C. I. L.

CN EE

in pianta di piede (cfr.


di

XV, 5007)

MI
CD CD
S

in

pianta

piede

e lettere

punteggiate;

LBZI

in pianta di piede;

d)
e)

VAN
in

CVIBv|

(cfr.

C.I.L. XV, 5743);


il

f)

OVA-I

pianta di piede;

primo segno pu

far parte

delle dita.

Si

incominciato lo studio del sottosuolo nel portico settentrionale della palestra

delle

Terme.
Circa nel centro, alla profondit di m. 1,30 dal piano del portico furono scoperte

due rampe, larghe in media m. 1,30, scendenti con la pendenza circa del 35 l' una verso l'altra, una da est ad ovest, l'altra da ovest ad est. Al principio della
i

discesa da ciascun lato un


zioni
posteriori.

muro in direzione da nord a sud, tagliato dalle La fondazione del colonnato sovrapposta alle due rampe.
una fogna (m. 1,60X0,67) che

costru-

Sotto

il

portico corre

va sotto la latrina:
la

coperta con embrici alla cappuccina,


verso la vlta.

ma

collocati

in

modo che

faccia liscia sta


il

Anche questa fogna ha

tagliato le due

rampe lungo

loro lato nord.


si

Lungo
(')

il

lato settentrionale della fogna,


di

ma
si

a piano pi elevato,

scoperta

Per l'uso

collocare

coperchi rovesciati, che

riscontra pure in Africa, ved.

Mlanges

d'arch., 1912,

pag. 84.

REGIONE

I.

fosse fatto
il

327

messo
in luce

OSTIA

una strada

a selci poligonali, della quale

un tratto
via,
il

di

cinque metri.

Prima dunque che


al

portico, passava qui

una

cui piano corrisponde

piano di

posa

della

soglia

della

porta

meridionale della

Caserma.

Forse in

rapporto con questa strada un

muro che posa su quello

settentrionale della grande

cisterna e che da certi tagli regolari, equidistanti, nei


collocate delle sottobasi di colonne,

quali dobbiamo immaginare dobbiamo ritenere appartenesse ad un portico.

Avendo voluto abbassare


levando anzitutto
la

il

piano del terreno a nord della Caserma dei Vigili,

terra

qui

accumulata quando fu sterrata la parte postica

di

quell'edificio, si raccolse:

Marmo. Quattro grandi lastre, che appartengono a casse bilmente coprirono delle forme o chiusero loculi sepolcrali:
a) Lastra scorniciata superiormente, ornata di
strie,

funebri o pi proba-

con pilastri agli angoli


si

(m.

2,20 X

0,80 X 0,025).

Nel centro, tra due colonne a spirale,

legge

M PVBLICIOD

VArISTOCON
IVGI

KARISS-MO IVLI A FELICISSIMA

(tic)

FECIT

<*

Tra

le lettere

ed

della

prima linea un busto

di

uomo

barbato, entro

corona di alloro lemniscata.


b) (m.

2,05X0,45):
(ne)

CALPVRNIAEPHILETIANE VXORISANCTISSIMAEETINCOMPAR ABILI


QVAE -VIXIT-ANNIS -XXII DIEBVS XXX C CLODIVS CRESCENS MARITVS ET

SIBI

c) Lastra

frammentata con l'iscrizione (m. 0,48X0,36X0,35) nel centro:

D
L

GRATTIO

FELICI
L

GRATTIVS VERECVNDVS

PATRI

INCOMPARABILI
FECIT-

d) Lastra (m. 1,35


e

0,42

0,025), rotta a

sin.,

che conserva tracce di calce

muratura

agli

orli:

CJ>

ATON OIA CYN YN oC CHN THAO BPABY(ON MOIPAI KAT6XOYCIN


(ON

6AOCH nPOC OAYMnON

KPHCKHC KAl C6MNWN OIA J>IAWN BA#APON ElCOPOnON riAPXtUN ANAPI *IAO*POCYNHN YKAAAON KI0APHC THPYN AMI#AMNHN H MG 4>:AHTews N0P^ATO MOYCOnOAON

OSTIA

il

328

REGIONE

I.

Dalla Caserma deve provenire

frammento (m. 0,15X0,09X0,025):


1 L.

GMATRI
NTIANOPR
GHISQV1 H SVB CVRA X 1DVS APR

COMMILITO ATVRNINV OBVSMVLPIVS

NATVSMAvRM
Frammento di sarcofago (m. 0,31 X 0,18) con Nereide Frammento di statua panneggiata accanto a tronco

marino.
0,25).

Gamba

sdraiata

su

animale

d'albero (m. 0,16

di piccola statua di vaso col


i

con appoggio (m. 0,135).

Vetro.

Fondo

monogramma
bolli
C. I. L.

/vf/

Terracotta. Mattoni con

XV,

41, 69, 71, 164, 277, 381, 423,


es.),

659

d, e

892, 952, 1029

e,

1096, 1210, 1263, 1312 (5

1407, 1434, 1435 (4

es.),

1436

CD

TI

A TE C

a lettere incavate

Piombo. Circolo traversato da una lamina ingrossata nel centro (cornice specchio di vetro; diam. m. 0,041).

di

tempio di Vulcano, a circa m. 0,60 di profondit, si scoperto un tratto di pavimento ad opera spicata ed un tratto di un muro a cortina di mattoni, ambedue tagliati dalla fogna che passa
si
il

Innanzi alla taberna, nella quale

trova la calcara presso

Questo pavimento, di cui altri tratti sono venuti in luce precedentemente, corrisponde ad un piano posteriore a quello dell'et repubblicana. Alla line di questa via, verso est, si rinvenne una linea di tufi parallelepipedi,
sotto la via.

che formavano la crepidine della via, come sul decumano e sulla via dei sepolcri. Sulla via stessa, dove si notato un piano battuto poco pi alto del selciato, si raccolto: Marmo. Frammento di sarcofago striato (m. 0,205 X 0,10) con le poche
lettere
:

CAE
e-

vixiT

Terracotta.

Frammento

di

embrice col bollo

C. I. L.

tegoloni decorativi, con ricci e palmette.


tra

due palme.

XV,

24.

Frammenti
d.

di

Un

collo d'anfora col

signum

Chrisli
e,

Due

lucerne

(forma 31): una con un coniglio a

nel disco

REGIONE

I.

incavate
a
sotto
il

329

OSTIA

sotto

il

fondo, tre linee

mo' di

ventaglio; l'altra con un cane corrente

sul disco
radiata.

e,

Un

Un frammento di lucerna con testa fondo, una palrnetta. di frammento di sostegno lucerna a vernice bruno-chiara con parte

di festone,

che esce da una maschera comica.

Fig.

1.

Nella via che va al mare

si

raccolse

una scaglia

di

marmo

(m. 0,07

0,095

0.026) con

l'

iscrizione

XI T

CVRANTI

tivi.

frammenti di tegoloni decoraDagli operai delle polizie furono consegnati due muliebre di alata, con riproduce quello edito in RohdenUno, figura parte
voi.
1,

Winnefeld,

pag. 204;

voi.

II,

tav.

CXLII.

Nell'altro

(fig.

1),

si

vede una

Vittoria alata che regge

un

trofeo,

d.

un caprone rivolto a destra.


D. Vaglieri.

Notizie Scavi 1912

Voi. IX.

42

POMPEI

330

REGIONE

I.

CAMPANIA.
III.

POMPEI.
il

Continuazione
di settembre
di

dello scavo della via dell' Abbondanza

durante

mese

1912.

Le due squadre
lo sterro della via

operai addette allo scavo, continuarono come nei mesi scorsi,

tra le fronti opposte delle

dell'Abbondanza, proseguendo la prima squadra sempre verso oriente, isole XII della reg. IX e Vili della reg. I (cfr. pianta

topografica pag. 281), mentre la seconda squadra ha ripreso e continuato l'esplorazione


della bottega

num.

7,

reg.

I,

ins. VI,

degli ambienti che con la

medesima comu-

In dipendenza di questa duplice topografa, sono da notare distintamente i monumenti e le porzioni di edifcii che nell'una e nell'altra zona di scavo si sono
nicano.

rimessi allo scoperto.

A) Prima sona.

Reg.
Essendosi
si
i

I,

Ins.

Vili.
negli strati
superiori,
altro

lavori contenuti in

massima parte
il

non

rimesso in luce della fronte dell'isola se non


e,

vano

n.

7 fino alla

met della sua


di

altezza;

dopo

di

esso,

ad oriente, un tratto di parete esterna rivestita

rustico

iutonaco sovrapposto ad un vano n. 8 non ancora toccato, ma intravvisto per il cedimento della muratura sovrastante al relativo architrave. Questo tratto di parete, lungo in. 9, reca all'interno una lunga serie di fori corrispondenti ad altrettante travi

che sostenevano

il

piano superiore,

e,

all'esterno, quattro fori equidistanti

ad apertura

rettangolare di m. 0,12

0,41, corrispondenti a quattro dei medesimi travi di sostegno.

m. 0,58

di

altezza al disopra di dette aperture, corre una tettoia, che ora ha sole

due tegole di sporgenza, armata sovra appositi travicelli a corpo tondo, dei quali restano gli alveoli. Segue, ancora al disopra, un altra porzione delle parete, ma uniforme
e

senz'altro particolare notevole.


n.

Con questo vano


non

sembra terminare

l'isola

Vili

(cfr.

pianta pag. 281).

Scopertesi difatti dopo di esso due pareti opposte nelle quali fino a ragionevole altezza
v' indizio di architravi,

chiaro apparisce essere quello

il

vicolo che
il

s'

indirizza

verso sud, e nel quale vedesi abbattuto per 3 m. della sua altezza della stessa isola Vili,

muro occidentale

muro

fatto

ad opera isodoma di mattoni e pietre sarnensi

tagliate a forma di mattoni.

In quanto all'isola opposta, XII della reg. IX, devo soltanto ricordare che, in
seguito all'assicurazione gi compiuta dell'estremit occidentale del balcone posto al

disopra del vano

n. 7,

si

potuto riprendere lo scavo nella via ed ivi


crollati,
solito,

si

sono tro-

vati cinque altri blocchi

murarli

locare al loro posto: essi,

come

al di

appartenenti sono di forma quadrata, dai


di

al

balcone stesso e da ricollati netti chia-

ramente accennanti all'armatura

tavole

legno

nella

quale vennero fabbricati.

REGIONE

I.

331

POMPEI

Dopo

il

vano

n. 7,

anche qui pare annunziarsi

il

vicolo volgente a nord. Dal giorno 19


il

frattanto, tralasciato per poco lo scavo della via, avendo stabilito

sig. direttore

di

riprendere lo scavo a tergo dei due cenacoli nn. 1-2 e 3-5 dell'isola stessa, questo si ripreso, con lo accordi tra scopo preciso, da parte della Direzione, di cercare
gli
l'

interno

l'

esterno

delle

case

coi

cenacoli

sul

fronte.

Per ora

si

nelle

parti

pi alte.

B) Seconda zona.

Keg.

I,

liis.

VI,

FlG. 1.

Sebbene ritardato dalla raccolta

ricomposizione dei frammenti di stucco (vedi

rapporto precedente a pag. ^82), lo scavo della bottega n. 7 e dei suoi ambienti annessi
stato

spinto con alacrit: se ne vede

il

rilievo planimetrico nella

tig.

1.

Il

caratte-

ristico cubicolo e fu gi descritto lo scorso

mese, e con esso


d.

si fece

cenno delle decora-

zioni

dei soffitti di copertura del

grande ambiente

tutta scoperta adesso la

vasca centrale, consistente di un bacino quadrato rivestito d'intonaco levigato di coccio pesto, dal fondo leggermente iuclinato verso nord e dalle pareti verticali, alte m. 0,31.
All'altezza di m. 0,31
le

pareti l'ormano un pogginolo interno, largo metri 0,13-0,24,

e dopo del quale la muratura si eleva ancora, formando m. 0,30. L'acqua arrivava nella vasca, condottavi da un apposita fistula spigolo, per di piombo attraversante un pilastrino imposto alla parete sud, pilastrino che ha le

che rimaneva all'asciutto,

pareti rivestite di opus sedile di

marmi
di

colorati e che probabilmente era destinato

a sorreggere una statuetta ornamentale.


vi

Una

era trattenuta mediante l'occlusione

volta avviata l' acqua nel bacino, essa un primo foro posto a livello del fondo

POMPEI

332

REGIONE

I.

e quasi al

all'altezza
scarico del
ricanti in

mezzo della parete nord, laddove per mantenere l'acqua stessa sempre di m. 0,31 provvedeva un secondo foro sovrapposto al primo (foro di troppo pieno), aperto alla medesima altezza di m. 0,31. I due fori, scaun unico tubo sottostante, avviavano finalmente l'acqua sulla
via,

convo-

gliandola
fra

in

un canale coperto

/',

nascosto dal pavimento della

bottega e riuscente

ancora pi interessante questa vasca. All'esterno della parete nord apresi la muratura per dar luogo ad un piccolo lacus inbutiforme, misurante m. 0,30 di diametro all'orlo, il cui fondo, da occludere evidentemente con un tappo di legno o d'altra materia, largo
particolare

due blocchi contigui del marciapiede.

Un

ultimo

rende

m. 0,08, comunica anch'esso con l'unico canale di scarico gi descritto. Dentro l' imbuto si trovato un disco mobile di marmo di m. 0,23 di diametro, il quale, adagiandosi nella parete a due terzi di profondit, permetteva di

poggiarvi

su

solida-

mente qualche oggetto


lacus, bisognava

di

piccole proporzioni da lavare. Volendo servirsi del piccolo

riempirlo d' acqua volta per volta dopo averne otturato il fondo. Continuano intanto a venir fuori dalle terre, anche a tergo della parete meridionale

dell'ambiente d, altri rocchi delle colonnine di tufo, simili a quelli gi raccolti nella
parte anteriore ed evidentemente appartenenti a un cenacolo.

L'ambiente

g,

di fronte alla descritta vasca


offre

probabilmente un oecus, apresi per quasi tutta la sua ampiezza esso riceve lume da sud merc una spaziosa finestra, ed
;

sulle pareti

una interessante

ben conservata decorazione di III

stile.

Al

di-

sopra di un basso zoccolo nero, animato da pianticelle e da uccelli volanti, la parete

merc prospettive architettoniche

verticali,

Manca

il

riquadro centrale a sud a causa della finestra, e

scompartita per ogni muro in tre riquadri. manca ad ovest tutta la

parete per l'ampio vano di accesso: in conseguenza le stagioni, che sogliono apparire

sempre nel

loro

completo numero
sulla

di quattro,

appaiono qui in numero di due, l'estate

sulla parete est, l'autunno


attributi, sono
al

parete nord;

amorini volanti,

e distinti

da varii

centro di ognuno dei riquadri laterali. Segue al

disopra un fregio

a fondo bianco abbellito da festoni verdi e rami tesi fra prospettive architettoniche animati da due quadretti per ogni parete, l' uno esibente gruppi di maschere
teatrali,
l'altro
l

un paesaggio: ad

occupare gli spazii vuoti, qui animali correnti

volanti,

utensili ^sospesi.

Al

margine

superiore

del

fregio,

conservata in quasi

tutta la sua ampiezza, una bella cornicetta a rilievo in stucco, consistente in una
serie longitudinale di larghe palmette,

alla quale seguiva


in

immediatamente

la soffitta,

piana anch'essa, tutta decorata e che giace

frammenti sul pavimento non ancora

sgombrato.

L'ambiente

decorate a fondo nero, di II

mentre

le

non ancora interamente scoperto nel suo lato sud, ha le pareti, stile, verticalmente scompartite merc svelte colonnine, antae verso sud sono veri pilastri in stucco a rilievo, scannellati, bianchi.
h,
,

Un

corridoio dalle pareti semplicemente intonacate,

faceva qui

1'

ufficio

che sugli

atrii regolari

fanno le fauces.
il cavalcavia di cui cenno nel rapporto di giugno ultimo diventata possibile la rimozione delle macerie e delle terre che ancora

Essendosi completato
(pag. 215)

restavano da sgombrare fra le botteghe n. 11, reg. IX,

ins.

VII, e

n. 12, reg. I, ins.

VI.

REGIONE

I.

si

333

si

POMPEI

Tolto via V indicato materiale o regolate a scarpa le terre sugli ingressi delle dette

due botteghe opposte,


in

totalmente liberata la via, mentre


si

sono raccolti oggetti

gran numero che pi gi

troveranno descritti.
i

Ecco

ora,

cronologicamente esposti,

trovamenti

fatti

durante

il

mese, e

le

iscrizioni scoperte.

(3 settembre). Negli strati superiori oltre

il

n. 7, reg.

IX,

ins.

XII,

si

raccolta

uua minuscola statuina

di

bronzo, rappresentante

un corvo stante, alto

ni.

0,04,

n. 7, reg. I, ins. VI, angolo nordUn' oenochoe a corpo sferoidale e labbro trilobato, alta m. 0,14, la cui ansa, mentre si eleva sull'orlo per m. 0,055, termina in gi in foglia di vite stilizzata; un suppedaneo circolare, i cui tre piedi, foggiati a

poggiato sopra apposita basetta, larga m. 0,03. (4 id.). Nell'ambiente g annesso alla bottega
all'altezza dello zoccolo.

est,

Bronzo

zampe

feline,

si

alternano con belle palmette capovolte, traforate, nascenti dall'alto

dei piedi, aventi striature circolari nel piano superiore e nella superficie esterna;

una

patera circolare larga m. 0,197, di quelle che banno ordinariamente l'ansa, che qui

manca, desinente

in
I,

testa di ariete.

ins. VI, n. 7. Neil' angolo nord-est della vasca, un' oenochoe (5 id.). Reg. molto corrosa, alta m. 0,12, con l'ansa terminante in gi iu semplice motivo floreale.

(6
col

id.).

Ibidem. Sul pilastrino posto in capo alla vasca un quadrante


Illvir Annius, Lamia, Silius.

di

Augusto

nome
(10

dei
id.).

Ibidem. Sotto

lo stipite

sinistro

del vano

d'ingresso

all'ambiente

g,

resti

dei pezzi di bronzo di

un

cassetti no di legno (v'

m. 0,05 e uno scudetto rettangolare di m. 0,035) un ago saccaie lungo m. 0,09, rotto, e uno specillo esilissimo, lungo m. 0,07 di ferro, una chiave lunga ni. 0,06, una roncola lunga m. 0,27 e frammenti di un'altra roncola larga m. 0,09; uua larga pignatta di terracotta in frammenti e
;
;

uno scudetto circolare largo m. 0,054X0,03 con un corrcntino lungo

un astragalo
(12
id.).

di

osso lungo

m. 0,03.
fortuiti

Trovamenti

avvenuti in occasione di un* saggio di scavo praI,

ticato nell'ambiente all'angolo sud-est della casa n. 1, reg.

ins.

I:

sei

monete, e

met
di

di

una settima, molto male conservate. Fra esse

si

riconoscono un medio bronzo

Vespasiano (cos.vii) e uno di Augusto; e delle altre quattro piccole rimanenti, una sola se ne distingue ed dell' Egitto, un piccolo bronzo di Tolomeo V Epiphanes (193-181 av. Cr.): testa del Tolomeo, testa di Libia (cfr. British Mus. Gat.: Kings

of Egypt, pag. 77, nn. 96


(13
id.).

sgg.).

Reg.

I,

ins.

VI,

n. 7.

Tra

la

vasca e la parete sud,

si

sono sul paviil

mento

raccolti quattro minuscoli

pendaglietti da collana iu pasta vitrea verdiccia:


e

sta

primo una rana accovacciata,


baccellata.

foggiato ad auforetta baccellata


il

senz'anse,

il

secondo

scudetto su cui

terzo a

protome delle pudende

virili, il

quarto a sferetta

(18
soglia
e e
i

id.).

Reg. IX, ins. VII, n. 11. Nel lato sinistro del vano d'ingresso, fra la m. 1,70 di altezza si sono raccolti i molti oggetti che qui ora descrivonsi

Bronzo che pare accennino ad un negozio di generi diversi. lancia a due coppe, lungo m. 0,35, con ansa ad uncino al centro,

in

un giogo da biuna delle met

POMPEI

334

REGIONE

I.

graduato in 12 parti ugnali da percorrersi Asill'acqu/pondium (che qui per manca) destinato a funzionare da peso differenziale; un peso di forma ellittica, di piombo, munito di ansa di bronzo, lungo m. 0,065; un campanello cilindrico, alto m. 0,10;

un campanello emisferico alto m. 0,07; uno specchio circolare


con manico, distaccato, alto
e
in.

di

m. 0,13

di diametro,

due

le

0,10 (una delle facce coperta di argentatura; tutte facce son coperte degli avanzi della theca di legno che custodiva l'utensile);
spire,

un serpe eretto sulle sue

alto

m. 0,12 e di uso incerto (

fatto con
;

una lami-

netta squamata poco grossa, ed erge in su la testa quasi verticalmente)

tre statuette

ornamentali, qui appresso riprodotte.

La prima,

alta

m. 0,09, rappresenta un cane da caccia

(fig.

2) accosciato sulle

Fio.

2.

zampe

posteriori,

eretto sulle

anteriori e volgente

la

testa a destra di chi guarda

in atto di

abbaiare. Risulta di un sol getto di fusione, con la basetta che, simulando


del
suolo,

una gibbosit
fissavano
di un
letto.

s'incurva

recando
di un

alle

quattro estremit
di

chiodetti che
la testata

la statuetta sulla

sommit

mobile

legno: ad esempio,

La

seconda, alta m. 0,13, rappresenta un Eros nudo con gli attributi di Ercole

(tg. 3), ritto

stringendo con
lato.

sopra una basetta rettangolare, mentre poggia la destra sulla clava e, la sinistra lo skyphos, si cinge della pelle leonina la spalla dello stesso

La

statuetta piatta a tergo (mezzo rilievo) e forma un tutto unico tanto con

la basetta

della statuetta
lati

quanto con un'asse merc un'altra

verticale

sorgente dalla

stessa,

e connessa al tergo
ferro
infilati

assicella orizzontale.

Due

chiodi di

ai

della

basetta assicurano

che

il

rilievo descritto si applicava

anche esso ad un

altro oggetto di legno.

La

terza statuetta, alta in. 0,18,

ergesi anche essa da un

pianetto rettangolare

attraversato da due chiodi, ed

inscrivasi sopra un altro oggetto di

legno: oltre, per,


inrila-

questo piauo
vasi

di

posa,
in

la statuetta reca alle

spalle un robusto anello nel quale

una verga

senso verticale.

La

graziosa scultura rappresenta in tutto tondo una

REGIONE

I.

giovanile in

335

sul piede destro,

POMPEI

svelta figura

posa molle,

gravante
in

mentre

la

gamba
il

sinistra s'incrocia con la


il

prima toccando

terra la punta del piede: delle braccia,

destro s'inarca al disopra della testa dalla spiccata acconciatura

muliebre,

si-

nistro si stende per poggiare la

mano sopra

la

testina di

un'erma satiresca

senile,

barbata e drappeggiata

(fig.

4).

L'assenza di qualsiasi attributo non permette di de-

Fig.

3.

Fio.

4.

terminare pi precisamente la figurina


dell'Apollo
Oltre
i

descritta,

la

cui

movenza

quella classica

in riposo.

bronzi

fin

qui descritti,

si

sono raccolti questi altri oggetti:


al

Osso. Tre

fusi completi,

lunghi m. 0,21-0,23, recanti


filo;

sommo

dell'asta l'intaccatura per la

fissazione

del

diciassette

utensili

analoghi, nei

quali

per

la

fuseruola, ora

pi

ora

meno

larga

(m. 0,035-0,015),

non

infilata,

ma

l'asta; un'assicella a corpo tondo, lunga m. 0,195, tornita ai

arnesi di osso erano stati

riuniti in

un

fascio solo, e forse

fissata in punta aldue capi. Questi ventuno pendevano da un chiodo

del muro, essendosi

rinvenuti nel

m. 0,054 di diametro, tutto forellato; una lama di coltello di forma rettangolare, lunga m. 0,10, larga m. 0,037, custodita, a quel che sembra, in fodero di ferro, e con un pezzo della codetta sporgente; una
alta
filtro

Vetro: una bottiglia a lungo collo, m. 0,05. Ferro: un fondo di

punto pi alto rispetto agli altri travamenti. alta m. 0,17, e una boccettiua della stessa forma,
di

forcina a

due bracci da inserire per

la coda,

che a cilindro e vuota, sopra un'asta

POMPEI
J
, ;

336
,

RECIONE

I.

di legno,

alla loro volta ciascuno

lunghezza m. 0,21 i due bracci, relativamente corti e molto robusti, offrono una forcinella. Terracotta: una lucerna bilycbne con co-

rona di ovoletti impressi intorno al disco ed ansa a mezzaluna (la lucerna lunga

_. 0,085

e,

come mostra un pezzo

di

coccio ancora saldato sotto

il

fondo, era

una
cir-

volta collegata con un'altra, perfettamente simile, sul disco di una grossa lucerna

colare); un pignattino sferico alto m. 0,10; un salvadanaio rotto, alto m. 0,14, dentro il quale un medio bronzo di Vespasiano (Cohen, 411); una tazzina ad orlo slargato,

larga m. 0,10, e un'anforetta biansata con

coperchio, alta m. 0,36, a larga bocca e

piede piano.
Sull'intonaco
fecero per
1.
i

dell'alto

zoccolo,

nel

tratto anteriore della parete

ovest dove

si

descritti trovamenti, si sono lette

due piccole

iscrizioni graffite:

IvCvnJv;
:

immediatamente a destra
2.

Xin
si

K
si

Che

alluda con la prima al noto banchiere Cecilio Giocondo e

indichi con

la seconda la data di

una scadenza che tenesse

in

orgasmo

lo scriptor, cio il pro-

prietario stesso della bottega n. 11 ?

(24 id.). Reg. I, ins. IV, insieme dall'ossido, e trovato


cicclii,

n.
il

La cosa non improbabile. 3. Da un masso informe di utensili


scorso,

di

ferro stretti

22 luglio

ad

opera del restauratore Ron-

di bronzo lungo m. 0,13, ed un anellino d'argento, con incisione poco visibile nello scudetto, largo m. 0,02.

sono stati

tratti,

perfettamente integri, un compasso

id.). Quanto si era verificato il giorno 18 per il vano n. 2, Reg. IX, ins. VII movimento di terre e molti trovamenti), si ripetuto oggi per la bottega opposta (poco

(25

VI, nel cui vano d'ingresso si dovuto regolare la scarpata delle terre in seguito all'abbattimento della macerie che qui chiudeva la via. Gli oggetti
n.

12, Reg.

I, ins.

raccolti,

in

gran parte utensili in ferro ed alcuni

in bronzo, per la loro

sembra accennino ad un vero negozio cavallo, dei quali uno solo intero: due
rata

di ferramenta.

natura dispa-

Bromo

Quattro freni da

di essi, a pie degli di

anelli nei quali inseri-

vansi le briglie, recano

ripetuta

la

marca

fabbrica

in

piccole

lettere

rilevate

(lungh. m. 0,03):
3.

PILONIVSF
m. 0,036),

ovvero, del pari in lettere rilevate (lungh.


4.

PPILONIVSFELIXF
X, 8071,
51

(cfr.

C. I. L.,

a e

b,

dove per, a causa dell'imperfezione dei bolli osser-

vati,

la

lezione non completa n corretta).

M. Della Corte.

ROMA

337

ROMA

Anno

19112

Fascicolo IO.

ROMA.
Nuove scoperte
nella citt e nel suburbio.

Regione

VII.

Nell'area

racchiusa

tra

le

vie

dell'Umilt e
della

di

S.

Marcello,

occupata dal palazzo gi Aldobrandini ed ora


sono stati eseguiti ampi lavori di
sterro

di propriet

Banca Immobiliare,

per

praticare

nuovi sotterranei di quel

grande stabile e per aprire

cavi di fondazione occorrenti al suo nuovo assetto.

m. 4,50 sotto

il

piano stradale, sono venuti in luce alcuni avanzi di antiche


il

fabbriche nella direzione da nord-est a sud-ovest,

cui insieme risulta dalla pianta

data nella

fig.

n.

(lett.

A). Consistono
i

detti

avanzi, in cinque stanze adiacenti,


lo spessore

larghe, in media, circa 4 m. ciascuna,


di
I

cui

muri in opera laterizia hanno

m. 0,60. Appartennero probabilmente in antico alla Statio eohorlis I vigilum ('). muri di epoca pi tarda, distinti nella pianta con la lettera B e tratteggiati,
le
e).

indicano un posteriore riadattamento dell'edificio, di cui fanno parte praticate fra vano e vano (lett. a, b) e le chiusure fra i pilastri (lett.

aperture

sud di questi
in

resti,

chiuso fra due dei detti muri di tarda epoca, gli sterri

hanno messo
smussati,
strava
il

luce un piccolo edificio esagonale (ved. pianta lett. C) con gli angoli
riconoscibile

facilmente

per

un battisterio o piscina
rito

in cui si

ammini-

sacramento del battesimo coll'antico


i

dell'immersione.
i

Cessate le, persecuzioni contro

cristiani, si

cominciarono a costruire

battisteri

all'aperto cielo (sub dio), collocandoli fuori delle chiese ed a piccola distanza dalle

(')

Cfr. G.

B.
id.,

de

Rossi,

Annali

d.

Istit

1858, pagg. 279 segg.

Lanciani,

Ititi.

Einsiedl.,

pagg. 38 segg.;

Forma

Urbis Romae, tav. XV.

Notizie Scavi 1912

Voi. IX.

43

ROMA

il

338

ROMA

medesime, quasi a dimostrare che


entrare nella chiesa di Dio.
Il

battesimo la porta che d adito all'uomo per

piccolo battisterio ora scoperto, era appunto adiacente


pressi

all'antichissimo titolo di S. Marcello, eretto nei


la

del

Catabulum

('),

che era

grande rimessa

e stallaggio della

posta pubblica.

Vr ,.,.,.,.*,:.4.

r*

^^s
s
, _^ mpfrt

so

Fio. 1.

Le sue dimensioni
dell'esagono, in

sono,

come
e le

si

accennato, piccole, misurando ciascun lato


circa.
I

media, m. 1,60,

smussature m. 0,60

muri, costruiti con

materiali vari, raccogliticci, sono alti m.

1,15 e formano nell'interno una vaschetta

scoperta, a cinque rientranze semicircolari, le cui pareti sono ricoperte di impelliccia-

tnre di
ricoprire

marmo
le

bianco,

come anche

il

pavimento.
e l e

Il

materiale, che ha servito per


in

pareti,

stato raccolto

dimostrato dal fatto

qua opera come capitava; il che che anche due lastre marmoree con i resti di due iscrizioni

messo

(*)

Cfr.

Duchesne, Liber pontificalis,


321.

I,

pagg. 164; Lanciarli, Itin. Einsiedl., pag. 37 segg.;

R6m. Mitteilungen, 1896, pag.

ROMA

fa parte del

339

prima delle due

ROMA
iscrizioni che qui si ri-

cristiane sono state adoperate all'uopo:

la

producono

pavimento,

la

seconda leggesi nella parete:

1.

HVNC LOCV m
SVISQ_VIVI

...

2.

RICIA

...VIDIVS

FILII-ADEODa*MS ETBONlFATVws. ..

DEDXIIIKcolomba

Discendevasi nella vasca a mezzo di gradini, di cui rimangono gli ultimi tre:

pedata del penultimo di m. 0,30; quella dell'ultimo di m. 0,41 l'alzata rispettivamente di m. 0,18 e 0,20; del terzultimo rimane appena la traccia. Dinnanzi all'ultimo gradino, alla distanza da questo di m. 0,31, rimangono le traccie di un
la
;

pilastrino di forma pressoch quadrata (m. 0,31

X
di

0,30).

Le

nicchie, semicircolari, hanno

una corda

m. 0,82; la saetta

di

m. 0,40.

La

distanza dall'ultimo gradino al fondo della nicchia di contro di m. 2,08.

Non

risulta

il

modo che

si

teneva per riempire

la

vasca; rimane per sul pa-

vimento un piccolo foro di scarico. La forma esagona ricorda gli antichi bagni privati dei romani. Il battistero di s. Marcello molto antico e risale al V od al VI secolo ('); noto che nell' Vili secolo comincia a

mutare

la
il

forma dei
rito

battisteri,

perch

si

fa fin

da allora sempre pi

comune per

il

battesimo

dell'infusione.

Ad

ovest del battistero, di l dal

muro

laterale (ved.
di

tg.

pianta, lett. d),

si

riconosciuto un piccolo tratto (m. 3,50


di

X 0,60)

pavimento

fatto con grossi tasselli

irregolari

marmi

varii (serpentino, giallo antico,

palombino

ecc.): fa parte di detto

pavimento un disco di marmo ritagliato da una lastra marmorea sulla quale leggevasi un'iscrizione funebre pagana; di essa resta soltanto:
'

NI
vix.

AE
fnens. ...

NN-LIII

MPARESV //VN
Durante
i

lavori di scavo
in

si

raccolse dalla terra


cio:

una grande quantit


colonne di varie

di avanzi

architettonici e decorativi
e diversi diametri,

di

colonnine intere di

marmo; marmo bianco, di cipollino e di granito grigio e rosso; due marmo bianco (m. 1,20, diam. m. 0,22); un capitello corinzio

rocchi di

dimensioni

S.

(') La forma di questo battistero ricorda singolarmente quello esistente presso la basilica di Stefano sulla via Latina (v. Fortunati, La basilica di S. Stefano, ecc.), come anche si accosta

alla

forma dei battisteri

di

Albenga

e di

Timgad,

ecc.

ROMA
due

(in.

340

a
foglie

ROMA

danneggiato

0,67X0,53);

capitelli

d'acqua

con

volute

piane

(m. 0,43X0,36); un grande frammento

di base di colonna di

marmo

bianco, deco-

rata di ovoli e di foglie di aeanto di squisita fattura: sull'angolo sinistro del plinto

sono graffite le lettere due basette di colonne in marmo (in. 0,29X0,81); bianco (m. 0,53X0,18); un grande frammento, in tredici pezzi, di fregio marmoreo con caulicoli intrecciati e girali di foglie di acanto, che ha evidenti le tracce del
fuoco: l'esecuzione ottima (m. 1,39

NVM

(m. 0,57

0,30)

moltissimi

X 0,84 X 0,09); un frammento di fregio a girali frammenti di transenne traforate e chiuse, di varie
resti

forme, e numerosi pezzi di pavimento policromo.


Si rinvennero inoltre varii
di

scultura in

marmo,

cio:

una fronte di
con rappre-

sarcofago

marmoreo

cristiano in cinque pezzi

(m.

1,15X0,68X0,07),

sentanze di soggetti desiniti dall'antico e dal nuovo testamento, cos disposte nei due
ripiani
:

Emorroissa

Adamo

Adorazione dei Magi


un'oscilla in

albero Eva paralitico Abramo Risurrezione di Lazzaro Orante.

ed Isacco.

marmo

rotta:

da una parte rappresentata una testa muliebre con

capelli disciolti e sparsi sul collo e sulle spalle; dall'altra, in bassissimo rilievo, scolpito

un satiro che reca un cesto pieno di frutta dinanzi ad un'ara (m. 0,31 X 0,05); un plinto marmoreo eon sopra due piedi divaricati, il resto di un appoggio e le zampe di un animale fessipede (m. 0,71X0,38X0,10); un frammento di altorilievo in
;

marmo, con una gamba ripiegata (m. 0,30 X 0,25) un fiammento di altorilievo, con la lesta ed un braccio alzato di una danzatrice (m. 0,15X0,06): un'aquila acefala, sempre in marmo, priva anche delle zampe (m. 0,18 X 0,10); una testina muliebre
di altorilievo

0,12); la

marmoreo, con capigliatura liscia, trattenuta da una tenia (m. 0,14 X parte inferiore di una testa ritratto virile in marmo (m. 0,20X0,12);
di

un

frammento

statua

con

panneggiamento ed una mano che


alcuni
testi

regge

un rotolo

(m. 0,25

0,21).
in

Vennero anche
lastre

luce

epigrafici

pagani

cristiani

inscritti su
:

marmoree che servirono

in

tempi tardi

come materiale da costruzione. Essi sono


2.

1.

Parte inferiore di lastra marmoil

Lastra

marmorea

scorniciata

morea (m. 0,24X0,34X0,05) con


resto d' iscrizione
:

(m. 0,27

0,31

X 0,06)

con l'iscrizione:

vix. an.

M M

1 1

D XX

FVLV1AEAVFTATADI
SORORI VIX ANN

D M S TROMANIO HERMEROTI

FILIO DVLCISSIMO TROMANIVS HERMES

XI

DXXVI

PATER FECIT

MFVLVIVSSPHAEDER
ET FVLVIA

PRIMA

PARENTES

ROMA

341

4.

ROMA
con
tracce di

3.

(m. zione mutila:

frammento di lastra marmorea 0,20X0,16X0,035) con l'iscri-

Id. id.

dietro

le

decorazione a strisce nere longitudinali


dipinte

(m. 0,27 X 0,25 davanti reca le lettere:

0,045); sul

ON VG
I

S A nctissimae
. .

VDENS 1NCO mparabilis et //iSIGNISVELA more vel (?) p VLCRITVDINe


pr

NIS.

XVI

al

VMNO

5.

Id. id. con dietro

una scorniciasul

6.

Frammento

di piccolo architrave

tura

(m.

0,22X0,15X0,02);

da-

marmoreo (m. 0,20 X 0,25


a grandi lettere:

X 0,25)

scritto

vanti ha le grandi lettere che seguono:

..A QJ/
..

E F E
.

T-SEI

B-PLE

7.

Frammento

di

lastra

marmorea

8.

Id.

id.

in cinque pezzi (m. 0,54


id. id.
:

in

due pezzi (m. 0,18


il

0,13

0,025),

0,31 X0,04),

con

resto d'iscrizione:

THAVM
. . .

asio
flliO
{sic)

DVLCISSimo
es
1

DVLCISS1 mo
XXI T ANN.. DEP- VII ..
. .

es

... vi

..E S

9.

Id. id. in

un solo pezzo; l'intera

10. Id. id. (m.

0,16

X 0,14 X

0,04)

lastra fu ridotta nel rovescio a transenna

chiusa (m. 0,57

X 0,33 X 0,05)

DEPOSIT XVKALIV Aetio II SlClSVVL/do COS.


l.

.. et
a.

NTIA

..

VENS

437

Infine
in

si

rinvennero

seguenti oggetti: un frammento di bassorilievo marmoreo,

cui sono rimasti due piedi pi grandi e due pi piccoli: questi tengono in

mezzo

una maschera scenica

0,09); un rettangolo marmoreo con tre incavi (in. di varia grandezza, di forma circolare, ricavati nel lato superiore: ogni incavo era una

0,47

0,15

ROMA
misura per acidi

(in.

342

fu

ROMA
anche trovata una lastra

0,73x0,02X0,30);

di

marmo

dello stesse dimensioni del rettangolo che forse gli serviva di coperchio;
di

una basetta

marmo

a doppio toro (m. 0,37

0,38); un'anfora
di

fittile, rotta,

con anse a cordone

rame laminato; un vasetto liscio di terracotta (m. 0,11 X 0,09); cinque lucernette fittili mouolicni, di cui una liscia: le altre hanno sul disco rispettivamente una pecora, un gallo, il monogramma cristiano
(m. 0,51 X0,33); alcuni frammenti
vasi di

ed un ornato; un gruppo di 47 piccoli bronzi molto danneggiati dal fuoco: alcuni, pi riconoscibili sono di Costantino il grande (Cohen, Monnaies de l'empire, Vili,
pag. 242, n. 123).

Via Appi a. Mentre


l'estrazione del silice, in

si

eseguivano

lavori di scoperta della

Cava Lunga per

un terreno di propriet della casa Torlonia, esercitata dal

sig. De Cousandier, tra il 4 ed il 5 km. della via Appia antica, a poca distanza dalla medesima sulla sua sinistra, a m. 1 circa di profondit dal piano di campagna si

rinvennero, oltre ad alcune olle


le seguenti
1.

fittili

contenenti

ossa combuste ed avanzi

di

rogo,

iscrizioni funebri

Cippo

di travertino

(m.

1,10X0,40X0,21):

X '.Li VI Vi AALSALV1VS
LIVIA A- L5.

ITALIA

INFRPXIII

A
2.

linea 4 devesi intendere: A(uli) l(iberla), d(e) s{enlentia) d(ecurionum), di un

collegio funeralicio, ovvero d(e) s(uo) d{edit).

Frammento

di lastra

marmorea

scorniciata inscritta a bei caratteri (m. 0,57,

0,33X0,12):

5.

VS LTVS OS TA ^EVA ANVS

Via Salaria.
le

In via Isonzo, durante

lavori di sterro compiuti per gettare

fondazioni di un nuovo villino di

propriet

del sig. cav.

vennero, a poca profondit dal piano stradale odierno, scarsi lombario.

Dante Casciani, si rinresti di un piccolo co-

ROMA
Fra la terra di scarico

si

343

X
0,10

ROMA

raccolsero varii oggetti antichi, e cio:


scorniciate (in. 0,12

Due frammenti

di lastre

marmoree

0,025; m. 0,21

X 0,15X0,03)
a)

con

le iscrizioni

mutile:
b)

CC1VS
SVS
.

W.ANN-L
IBVS

I-MENSE ,.iENEMEREN/i..

Una

testa ritratto di tutto tondo in


lo stile, al

marmo, grande

al

naturale, di giovane im-

berbe appartenente, per

muliebre con capigliatura


la parte superiore

liscia,

I secolo dell' impero (m. 0,77 0,19); una testina terminante in un groppo dietro la nuca, leggermente

inclinata a destra, lavorata a parte per essere insitata nel tronco (m.
di

0,18X0,14);
in

una statuetta

di

Silvano,

con
di

folta

barba, coperto di pelle


le

caprina e reggente con la


porta dei frutti:

mano

sinistra

un ramo

pino senza

foglie:

seno

entro le pieghe del manto e la

mano destra mancante doveva


0.24

reggere

la falce potatoria

di cui si vede l'attacco: lavorato a trapano (m.

X
di

0,13

0,07); la parte inferiore di una statuetta con

tronco di appoggio e resto

roccia

(m. 0,16X0,15); un frammentino di altra statuetta, sempre in marmo, consistente


nella

gamba

sinistra attaccata al tronco di appoggio (m. 0,19


il

0,11); un plinto di
sinistra ed
il

statuetta

marmorea con
di

tronco di appoggio, un

resto

della

gamba

piede destro (m. 0.17


liscia al

dietro,

X0,12); una piccola erma bacchica, con espressione sorridente, con un pernetto sopra ed uno sotto (m. 0,18X0,11); un fram-

mento
mento

di
di

altorilievo con

panneggiamento di statua ad alto-rilievo (m. 0,42 X 0,31); un altro framun resto di personaggio togato che con il braccio sinistro
il

ripiegato sul petto regge

lembo della toga (m. 0,37

0,21

0,18); un terzo framdi

sarcofago:
appresso, un
l'attacco di

mento

di

statua ad altorilievo con panneggiamento (m.

0,24X0,22); un angolo

sul davanti, verso l'angolo, sta un genietto alato con la face rovesciata, ed

uomo

barbato, vestito di tunica esomide, curvo verso terra: resta poi


virile; sul lato sinistro si

una testa

vede

una roccia su cui saltellano

una capra ed una pecora: X 0,55); un frammento

in

basso sta seduto in terra un pastore (m. 0,48


i

X
e

0,56
de-

di coperchio di sarcofago con


fiori

resti di

due pilastrini

corazioni di fogliame di rose con

(m. 0,24

0,20); un capitello di pilastrino con

due

fori

per

perni, decorato ad ovoli e rosoni doppi di bella fattura (m. 0,475


di altro capitello simile (m.

0,54X0,27); un frammento

staccato (diam. m. 0,14); un fastigio di cippo

con volute a rosette ed una palmetta in alto


di

0,12X0,16); uu rosone marmoreo con timpano semicircolare {va. 0,55 X 0,31 X 0,23); un frammento
semplice con bollo di fabbrica illeg-

lastrone di traverino scorniciato, con una protome leonina e rosette lungo la cornice

(m.

0,49X0,25X0,17); una

lucernetta
fittile,

fittile

gibile; una piccola ciotola pure

con due ansette, verniciata in rosso.

G. Mancini.

OSTIA

344

REfilONE

I.

Regione

(LATIUM ET CAMPANIA).
LATIUM.

II.

OSTIA
il

Scavi nella Palestra, nel Piazzale dietro

il

Teatro e

presso

piccolo Mercato.

Ricerche varie.
dagli ambienti
sottosuolo.

Si continua a levare terra


Sepolcri, studiandone anche
il

sul

lato

meridionale

della

via

dei

Nel secondo

nel terzo

vano a sud della via parallela alle mura


di
essi

si

notarono

varii strati di scarico.

Le fondazioni
si

posano sulla sabbia. Sotto quella del


scheletro;
Si

muro sud

del secondo vano


sotto
il

rinvenne uno
della

un teschio poi fu rinvenuto

entro la sabbia
piuttosto antichi.

piano

fondazione.

tratta quindi di seppellimenti

Negli scarichi

si

raccolse una borchia di bronzo con quattro circoli riempiti di

smalto (diam. m. 0,043).


*

Dal portico a tetto spiovente lungo


con la pozzolana,
si

il

decumano

si

estrae sabbia, la quale, mista


di

adopera nei restauri, per


la sabbia e a

ragione

economia.

A
letri,

m. 1,20 entro

m.

tre l'uno dall'altro

vennero in luce due sche-

uno dei quali

era

coperto

di

pezzi

di

anfore.

In

mezzo ad

essi

stavano tre
iP.

frammenti d'intonaco con

affresco.

Su un

collo di quelle anfore graffito:

In via della Palestra, tra la

Caserma

le

Terme,

fu

fatto

un altro saggio a

met

circa di

essa.

di travertino e

Furono scoperti dei muri a cortina con una porta e relativa soglia un pavimento ad opera spicata a m. 2,30 sotto il piano stradale:
piano presente, fu scoperta una fogna direzione da sud a nord, che sembra corrispondere,
il

questi avanzi corrispondono a quelli termali sotto la via dei Vigili.

Sotto

il

pavimento, a m. 3,J>0 sotto

con muri in opera reticolata, in per fattura ed epoca,

ad un'altra che

fu

scoperta

sotto l'ambiente ad

ovest

della

scala meridionale della Caserma.

Al
un altro

di

sopra di questa fogna


:

si

raccolse un mattone col bollo C. I. L.

XV, 1049;
iittile

col bollo rettangolare

ANNI

SABli e due frammenti di decorazione

con pai mette.


*

Sotto

il

portico della Palestra,

nel lato ovest, presso la latrina,


in

si

incomincia-

rono

a scoprire

muri a cortina

opera reticolata,

ed una fogna con relativo

tombino.

OSTIA

345

REGIONE

I.

Qui si raccolse una palmetta di antetissa con resti di color bianco, ed un frammento di tegolone fittile decorativo con tracce di color rosso ed avanzo della rappresentanza di una biga (m. 0,11X0.18): visi vede parte dei corpi dei due cavalli e
la

mano die regge

le

redini.

si scoperto anzitutto un muro, a cortina ha la fondazione a sacco alla profondit di sud; m. 2,55 dal piano della Palestra. A m. 1,75 dalla fondazione questo muro forma una risega, sulla quale se ne stacca un altro, egualmente a cortina, largo m. 0,60. Poich

Sotto lo stesso portico, sul lato nord,


in direzione

laterizia,

da nord a

questi muri sono addossati al

muro

di

fondo del portico, ne risulta che questo di

epoca antica.

Un
la

altro muro,

parallelo al precedente,

in

opera reticolata,

largo m. 0.45, ha

fondazione a soli m. 0,35 dal piano presente.

Ad
(m.
C. I. L.

ovest di

questi

muri,

parallela

ad

essi,

venne

in

luce una piccola fogna


si

0,00 X

0,00) coperta con


a.

tegoloui

bipedali,

in

uno dei quali

legge

il

bollo

XV, 968

alla profondit di

Proseguendo verso ovest, fu scoperto un piano battuto m. 3,15 sotto il piano attuale.

di cocciopesto senza calce,

Notevole
cio in luce

una scoperta

fatta verso est,


di

sempre sotto

lo stesso

portico.

Venne

una calcara a cortina


il

mattoni, con tazza di m. 2,25 di diametro e

m. 1,15
di
ni.

di profondit;

diametro della parte superiore di m. 3,30. L'altezza totale

2,50.

Questa calcara
e di cui
fii

fogna che passa sotto questo lato del portico, fu data notizia nella Relazione precedente. evidente dunque che la calcara
stata tagliata dalla

fatta gi nell'epoca antica.

Se noi ricordiamo
I.

che nell'enumerazione delle opere

di

Lucilio

Gamala iunior

(G.

L. XJV,

376)

si

dice: thermos,

quas divus Pius aedi-

f\i\caverat, vi ignis consumplas refecit, porticum reparavit, sar facile l' immaginare che la calcara sia stata fatta per ridurre a calce i materiali bruciati e servirsene nella nuova costruzione: questo potrebbe essere indizio anche per riconoscere
in

queste terme quelle di Antonino Pio, iniziate verosimilmente da Adriano (C.I.L.


e

XIV, 14)

rifatte

da Gamala.
che

Negli scarichi

riempivano

la

fornace

si

raccolse un

frammento

di

marmo

con poche lettere (m. 0,126X0,115X0,02), un pezzo d'intonaco dipinto appartenente ad una nicchia, e mattoni con i bolli C.I.L. XV, 377c, 383, 754 b, 847,

1049, 1081, 1103, 1115

e,

1220

a,

1298.

Nella via a nord della Caserma dei Vigili


decorato, su cui
si

si

raccolsero:

un frammento
e,

di

embrice

vede parte

di

figura alata, in

moto a

sin.,

a destra, ricci con

dorso piano (m.

0,115X0,07); un frammento
altro ridotto a
i

di

tegolone

decorativo con riccio e

mezzo tondo; un
sin.;

mensola

con foglie sul dinanzi e palmette sul lato


e

mattoni con
;

bolli

C. I. L.

XV, 754, 1094 h, 1432

1435; TI

CLA PODISCI

("circolare)

VSI

Pi

con testa di bue.

Notizie Scavi 1912

Voi. EX.

44

OSTIA

fa,

346

REGIONE

I.

eseguendo indagini nel piazzale dietro il teatro (cos detto di fogne, mi avvidi che non incontravo alcun pa) per ricerca Post scaenam vimento. Ricordando Vitruvio (5. 9) porlicus sunt constiluendae

Qualche anno
di

Poro

Cerere

Media vero spatia quae erunt sub dio inter porticus adornando,

triridibus videntur,

quod hypaetrae ambulationes habent magnani salubritalem , pensai che qui fosse stato un giardino, che si sarebbe potuto ricostituire. Rimisi per allora la ricerca ad
epoca pi opportuna.

Ora ho cominciato questo

sterro,

che in realt ha confermato l'ipotesi.

Ma

esso

ha dato anche occasione ad altre scoperte.

REGIONE

I.

347

A
circa

OSTIA

e altri

simili

gradini dovevano essere lungo questo, a distanza.

30 cm.

sotto

quel piano se ne nota uno pi antico.

Immediatamente
raccolse
:

sotto

il

piano, in cui

si

sono

fermati

gli scavi precedenti,

si

Marmo. Un
esso un cippo (m.

braccio (m.

1,30)

di

statua grandissima.

Quasi a contatto di

1,63X0,55):

PFLAVIOPFILepAL

PRISCOEV ESTRIS ORDINIS


E

Q_V

RELIGIOSA
5.

DISCIPLINA

AD CENTENAPROVECTO
PONTIFICI ET DICTATORI

ALBANO' PRIMO -ANNOS

VIGINTIOCTO AGENTI
Q_Q_- C
1<*.

PATR

COLON OST

SACERD- GENI COLONO! PATR- CORP- PISTORVM-

CORPMESORVM
FRVM OST- PATRON

cio:

fil(io) Pal(atiua) Prisco, e(gregio) v(iro), equestris ordinis, religiosa disciplina ad centena provecto, pontifici et dictatori Albano primo

P(ublio) Flavio P(ublii)

annos viginti odo agenti, q(uin)q(uennali) c{ollegi) p(islorum?), patr(ono) colonnine) Ost(ie/isiu,m), sacerdoti) Geni colon(iae), patr{ono) corp(oris) pislorum, corp(us)

me{n)sorum frum(entariorum) Osl(iensium) palron{o). Gli


dei pislores, di cui fu quinquennale
e patrono, ved.

uffici

della carriera pro-

curatoria, per cui questo cavaliere divenne centenurius, non sono indicati. Sul collegio

Ludov. Paschetto, Ostia, pag. 224 (cfr. Notizie, 1911, pag. 260); su quello dei mensores frumentarii ibid., pag. 217; sul sacerdos Geni coloniae ibid., pag. 160. Se i pontefici Albani, continuatori a Roma
(?)

dell'antico sacerdozio di

Alba Longa, sono

noti per pi fonti

(Wissowa, Religioni

2
,

pag. 520), una sola iscrizione {C.I.L. VI, 2161) ricordava sinora il dictator, continuatore sacro dell'antichissimo dittatore albauo (Bruno in De Ruggiero, Disionario,
s. v.

dictator pag. 1756).

Nel

lato sinistro si legge:

DEDI CATA KALE NDIS MART IS ABMILIANO-ITE

a.

249

RVM-ETAQVILIN
O- COS

OSTIA

348

1,05X0,70X0,67):

R88I0NB

1.

Parte inferiore di un altro cippo simile (m.


decurioni adi E

aed ILI

CTO DESIGNATO

Q^ALIMENTORVM
FLAMINI DIVI VESP

TRVBRIVSEVPATOR FILIOPlISSIMO
L

D-DDP
X
0,19):

Dello stesso cippo la scaglia (m. 0,09


*

TORI
Altro frammento, che
si

unisce con

C. I. L.

XIV, 303:

aw/miO-P-F-QVIRINA FORTI
de CU
RIONI
ri

ADLECTO

II

VIRO

quaesto

aerari

ostiensivw

fili

praefecTO fabuvm OSTIS patrono

corporum
etc.

mensorum
etc.

io avevo giustamente supposto che questo cippo non dovesse, creduto ad Aufidio Faustiano appartenere {Notizie 1910, pag. 103, nota 1), come si era in Aufidio Forte epoca posteriore, quando (C. I. L., loc. cit.). Un altro cippo dedicato ad

Esso dimostra che

era stato questore dell'erario per la quinta volta, ved.

in

Notizie,

1910, pag. 103.

Frammenti
1.

di lastre iscritte:
2.

(m.

0,135X0,11):

(m.

0,17X0,125X0,028):
RI

OA
OSO
3.

FR

(m.

0,71X0,138X0,025):

4.

(m.

0,07X0,11 X 0,032):

RIANVS NATVS
5. (m.

GA>
F

0,06X0,06X0,031):
i-SIBI
TIS-

altri

minori.

REGIONE

1.

X
C.
i

349

OSTIA

Stucco. Testa muliebre (m. 1,65

0,55).
I.

Terracotta. Mattoni con

bolli

L.

XV,

59, 105 a, 152 6,

190, 320, 369,

427

a,

531, 618, 693, 738, 915, 1047, 1066, 1071, 1253, 1278, 1334,1395, 1435,
a,

1436, 1591
a)

2172, 2204 (2

es.),

2172, Notizie, 1910, pag. 436


b)

O
e

a lettere incavate:

ro n e t

ii

svcce/
di pelvis

nwAe^no

Un frammento
C. I. L.

con la marca:

XV,

2793, a lettere incavate.

Un'ansa

di

anfora con la marca

disco e altre.

Una lucerna con

la testa di
di

Medusa

nel

Un frammento

di

tegolone

decorativo con avanzo

due gambe

Fio. 2.

FlG.

j.

nude a

d.,

le

lettere iVrrnxe
si

una coda

di

animale

(?).

Altro simile, con tracce di


d.
;

scialbatura bianca; vi

vede la parte superiore di una Vittoria alata a


(rg.

sopra un
di cippo:

listello,

palmette o festoni

2).

e in alto,

Frammento

di antelssa con

parte

maschera comica fiancheggiata da foglie (tg. 3). Entro un cumulo di macerie, provenienti da scavi precedenti, frammento di lastra iscritta (m. 0,12X0,205X0,033):

si

riconobbe un

VSLEONAS
VST1ANVS
ELIODORVS ATER1ANVS
/////////
Si
di

ricominciato lo scavo dei quattro tempietti innanzi


rinvenire

al

Mitreo,

coli'

intendiedifici

mento

avanzi

che possano

riferirsi

all'edificio

repubblicano (o
il

repubblicani), su cui quelli sono costruiti.

Si

cominciato con

corridoio che sta

OSTIA

350

REGIONE

I.

nel centro, proprio innanzi al Mitreo. Qui,

viene in luce
di
di

a circa ni. 0,80 sotto il piano presente, uno scarico con pendenza da sud a nord, composto di moltissimi pezzi
(cornici,

stucco

bianco levigato

rivestiture
di

di

colonne

ecc.).
fittile.

di

intonaco dipinto,

tufo lavorato e moltissimi


si

frammenti

decorazione

Sia perch lo scavo


il

continua, sia perch

lavora al congiungimento dei pezzi, non ancora

caso di

parlarne pi particolarmente.
del

Noto che uno dei

graffiti

sullo stucco porta la

data

23

av. Cr.

Sul lato meridionale della via a sud del Piccolo Mercato,


col

si

incontra anzitutto,
di intonaco
si

muro

di

cinta dell'area di Vulcano,

una taberna con pareti coperte


Nella
e in

bianco con tracce di


porta (m. 1,18

una linea rossa.

parete a
alto

d.

di chi

entra

vede una
intonaco

1,90) chiusa pi tardi,

un pezzo

di vlta

con

bianco. Sulle pareti sono molte aste graffite e alcune lettere.


All'esterno, all'angolo, addossato alla
lettere a tasselli neri:

taberna un

pezzo di mosaico bianco a

GO.
pareti ad intonaco bianco con piante

La seconda
dipinte.

taberna, con tre porte, ha le

sin., tra queste, si

vede la testa

parte del collo di un cavallo; pi oltre,

dopo l'entrata, parte di due grandi figure nude divise da una fascia rossa. Pi dentro non si scavato ancora, n sar scavato per ora.

La

terza taberna, cou pochi resti d' intonaci con segni e lettere graffite, ha pure
:

due porte, oltre a quella d'ingresso quella a d. d Dopo questo passaggio incontriamo una scala,
in

in

uno dei consueti passaggi coperti.


porta sulla strada fu chiusa

la cui

epoca posteriore, forse

quando

ne

fu

branca della scala finiva sopra questo dal quale poi partiva la seconda branca sopra l' inferiore. Di questa seconda branca si conservano cinque gradini. L'altezza della branca inferiore di m.3,30. Per l'altezza,
poi, della casa,

aperta una dal passaggio indicato. Questa passaggio, su cui si form un pianerottolo,

notevole

il

fatto

che

muri conservano anche

al

primo piano

la

grossezza di quelli del pianterreno.

Sul lato opposto, entro la terza taberna, la quale d accesso al Piccolo Mercato,
presso la porta, a circa
in.

0.20
e

di profondit,

si

scopr un pozzo

(diam. m. 0,76)

con pareti ad opera reticolata

pedarole formate da colli d'anfora.

Non
m.

chiaro a

quale periodo esso appartenga,

ma

per certo non recente: la bocca per stava ad


di
3,(30.

un piano superiore. L'altezza del pozzo dal piano della sabbia Nelle taberne a sin. della via si raccolse:

Marmo. Frammenti
1.

di

lastre inscritte:

(m. 0,1 15

X 0,15 X

0,021)

2.

(m. 0,23

0,065

X 0,044):

CCASSIVS
CCASSIVSP

AM
STAI
TI-CL RISLC-

CVRATORI

0-L-M

GLCV
VINS

REGIONE

I.

0,102X0,10X0,02):

351

POMPEI

3.

(ni.

ITL
M-V1II

D
e parecchi altri di

minor conto.
i

Terracotta. Mattoni con

bolli

C.I.L. XV, 19 a, 24 (3

es.),

25

41, 78
;

e,

169, 225, 313, 589, 622, 746, 888, 1120, 1434, 1596,

2200

(2 es.),

2531

Notizie,

1911, pag. 407 e

(cfr.

LVELICI-SOLLER
la

(ite)

C. I. L.
h.

(forma circa 5) C. I. L. XV, 6221 g. con ippocampo nel disco e S C graffito sotto il fondo. Otto frittili. di Parte di che da rocca. un lato finisce a punta Cristallo oggetto esagonale esagonale: su un lato ha un rialzo (ni. 0,11 X 0,05; larghezza di ogni lato m. 0,029).

1094

XV, 887). Una lucerna

Orlo di dolio con

nota marca dei mattoni C.

Un'altra (forma 3!)

I.

L.

XV,

Fra
con
i

la

terra che riempie le fauisse del tempio di

Vulcano

si

raccolsero mattoni

bolli

CI.

L.

XV, 25a, 313, 1035, 1154.


D.

Vagueri.

CAMPANIA.
III.

POMPEI
il

mese
in

Continuazione
di ottobre

dello

scavo

nella

Via

dell'Abbon-

danza durante
Sempre
delle isole

1912.
gli

distinti

due gruppi

operai

addetti

allo

scavo,

da una parte,

procedendo verso oriente, proseguono nello scoprimento della via tra le fronti opposte

XII
I.

della reg.

IX

Vili della

reg. I;

dall'altra,

permanendo

nell'isola
n.

VI

della reg

spingono avanti

lo

scavo dell'edificio annesso alla bottega


e

7 (rilievo

topografico nel rapporto del


dei vani nn. 3-6.

mese scorso pag. 331)

delle fabbriche poste a tergo

A)

Prima
1,

zona.

Reg.

stato portato quasi

ins.
lo

Vili.
scavo
strato
si

compimento
il

totale

del Termopolio al
di

n.

1.

essendovisi lasciato inesplorato

solo

ultimo
le

alto non pi

m. 0,60.

Dal

piano del campo fino a tale profondit

terre

son

trovate

tutte

rimescolate in

POMPEI

352

REGIONE

I.

seguito a regolare scavo e successivo riempimento, praticativi da remoti esploratori


nel materiale di
tuttavia, si trovato

un pezzo architettonico che basta colmamente da solo a compensare dello stato di spoliazione completa del Termopolio, ed un fusto di colonna connessa a pilastro, in tufo di Nocera, alto m. 1,08 (rocchio medio),
appartenuto certamente alla facciata del piano superiore dell'isola opposta (nn. 3-5,
reg. IX,
ins.

XII).

Reg. IX,

ins.

XII.

Felicissima poi riuscita l'esplorazione intrapresa per disposizione precisa della Direzione degli scavi a tergo dei due cenacoli nello intento di poter riconoscere senza

indugio le relazioni tra le facciate dei piani superiori e l'interno.

Un
stessi

taglio di terre ivi aperto

per

la

lunghezza

di

tutta

la fronte dei cenacoli


soffitti

e dell'ampiezza di

m.

8.

condotto in profondit fino all'altezza dei

del

piano inferiore,

ha portato

allo

scoprimento ed

all'

isolamento di cinque rocchi di cofra


i

lonnine, scannellate, in tufo di Nocera (fusti quasi interi),

quali uno connesso

a pilastro.
serviti di

Ha

parimenti

fatto

riconoscere tre
e

blocchi squadrati della stessa pietra,

base alle colonnine;

molti frammenti, di considerevole ampiezza, di pail

vimento

di cocciopesto.

Qnesti vanno ad aumentare

gi abbondante materiale messo

da parte per la ricomposizione del pavimento dei due cenacoli; mentre i membri architettonici indicati, con gli altri che sicuramente si troveranno approfondendo lo scavo, son venuti a confermare le speranze della Direzione degli Scavi, attestando l'esistenza di cenacoli, interni questa volta, aperti, cio, sull'atrio. Allo stato attuale per
delle scoperte, e tenuto conto del

rimescolamento delle terre per scavi qui eseguiti

possibile per ora precisare meglio l'importantissimo ad ogni modo gi da ora apparisce chiaro, ed emotivo di somma soddisfazione per gli scopi che la Direzione si prefigge, che fra poco un insieme architettonico assolutamente nuovo si ammirer in queste rovine, cos al-

da antichi

esploratori,

non

rinvenimento; quello

clic

l'interno

come

all'esterno.
al

Passando
ora

balcone che

si

stende al disopra del vano


consistente
in

d'

ingresso n. 7, se ne
in

scoperta

l'estremit

orientale,

una leggera parete

muratura
il

(parapetto) di m. 0,55

1,25, trovata al posto suo, senza che abbia sofferto

minimo

spostamento. Degli

altri pezzi del

parapetto gi

stato fatto cenno nei rapporti prei

cedenti; fra poco quindi, rialzati e ricollocati

tutti

pezzi, si

avr qui un grande

balcone, lungo metri 8,25, della sporgenza di

m. 1,35.
parapetto
orientale,
si

Lavorando

gli

operai all'assicurazione

del

avuta la

fortuna di scoprire interamente conservata,

ma

allo stato di carbone,


il

la parte spor-

gente della
parte

grossa trave che da questo lato sosteneva


nella muratura,

balcone stesso, mentre la

rientrante

totalmente scomparsa,
dell'edificio, nel

ha lasciata intatta la sua

impronta nel corpo del muro orientale

quale fu murata in

modo per

REGIONE

I.

353
La
in sezione della

POMPEI

da

affiorare all'esterno.

trave fra la parte sporgente e quella rientrante misurava

m. 4,80, ed era squadrata, presentandosi


Inoltre, a

misura

di

m. 0,13

0,20.

mascherare all'esterno, sulla


il

via, le testate di

questa

e delle altre travi

che

reggevano tutto

balcone, fu adoperata una tavola, o una serie di tavole di legno,

della grossezza di

m. 0,03

e dell'altezza di

m. 0,26 che evidentemente correvano per


Esso
stato

tutta la lunghezza del balcone. Di una di tali tavole si rinvenuto l'avanzo carbonizzato, visibile per ora per suo, a
Il

m. 2,50

di ampiezza.
e

rinvenuto al posto
dello stesso.

piombo del parapetto del balcone

al disotto

immediatamente

signor Direttore degli scavi, notate le particolarit descritte,

ha dato immediata-

possibile nel proprio sito questi con in vetri preziosi avanzi, custodendoli leggere armature ed assicurandoli alle guide di ferro moderne destinate a sostenere tutto il balcone.

mente ordine che sieno conservati per quanto

Mentre
menti,
si

provvede con ogni maggior cura al restauro di s interessanti monuspinge alacremente lo sgombero delle terre alte nel tratto immediatamente
si

successivo, nel quale gi si

mostrano chiaramente
e

visibili

due vicoli che da nord


gli

da sud raggiungono la nuove isole contigue.


e

via,

con

essi

appariscono anche

spigoli delle

due

B) Seconda sona.

Reg.
Con

I,

ins.

VI.
ri-

l'ulteriore taglio delle terre nell'edificio annesso alla bottega n. 7

(cfr.

mese pag. 331) si condotto a termine lo scavo dell'ambiente g dove si e potuto raccogliere una considerevole quantit di stucchi che basteranno per un sicuro restauro di una parte del soffitto a piattabanda.
lievo topografico nel rapporto dello scorso

sgombrati due nuovi ambienti rustici, dalle pareti in gran parte mancanti, nei quali si sono raccolti altri tre membri architettonici (colonne connesse a pilastri) di tufo nucerino, che vanno
poi

sud

del

grande compreso d,

si

sono completamente

ad integrare

il

materiale del cenacolo una volta stendentesi sul piano superiore.


di ogni altro trovarnento nei
i

La mancanza

rimescolate incontratevi,

muri

fino

due nuovi compresi rustici, le terre a considerevole profondit troncati, tanto da non

neppure un pezzo di basamento del cenacolo, tutto induce a credere che anche sul lato sud di questo edificio si imbatt la zappa di
esservi rimasto al proprio posto

antichi esploratori.

Ad

oriente dell'ambiente h (cfr. pianta pag. 331) si per ora solo annunziato

un

una zona

cospicuo trovarnento: una nicchia semicircolare dipinta. Esibisce al posto del fregio di piccole figurine bianche in stucco a rilievo su fondo azzurro. Ma per
procedere
lo

all'assicurazione della volta e del frontone, non


di

si

potuto approfondirne

scavo, opper la descrizione

questo

monumento

potr

darsi

appena ne sar

compiuta la scoperta.
Notizib Scavi 1912

Voi. IX.

45

POMPEI

354

REGIONE

I.

Trovamenti.

(1 ottobre). Reg.
di

I,

ins.

VI, n.

4.

Presso l'angolo sud-ovest dell'atrio, una coppa

vetro verde-gialliccio, rotta in tr pezzi, diam. m. 0,23.

(7 id.). Reg. I, ins. VI, n. 12 (cfr. trovamenti del 25 settembre pag. 336). Dovendosi costruire una scala per ascendere dalla strada al cavalcavia, si dovuto fare

nella bottega un ulteriore

taglio di terre;

e si sono

rinvenuti

seguenti

oggetti:

Bronzo. Un simpulum in frammenti, dalla coppa di m. 0,10 di diametro; i piccoli avanzi ornamentali di un cassettino di legno; altre dieci borchiette una volta applicate sul cuoio di

una bardatura.

Ferro. Due

strigili in

piccole; uno scudo di serratura e dei pezzi di catene.


tangolari, lunghe

m. 0,12-0,08

di uso indeterminato.

Ardesia. Arenaria.

frammenti

tre chiavi

Tre lastrine retQuattro coti pic-

cole gi consunte dall'uso; e infine quattro grossi gusci, quale pi quale


di molluschi della specie

meno

corroso,

Iritonium nodiferum.

(12

m. 2

in

Reg. IX, ins. XII, n. 3. All'altezza dello stilobate del cenacolo, ma a dentro: due piccoli bronzi, l'uno di Augusto (Babelon, Iulia, 283) e l'altro
id.).

di Vespasiano (Cohen,

Vesp., 344).
ins.

(15

id.).

Reg.

I,

Vili,

n. 1.

un gubernaculum

di

bronzo

alto

Sulla parete orientale, a m. 1,50 dal pavimento m. 0,145, avanzo probabilmente di una statuetta

rappresentante la Fortuna.

(17 id.). Reg. IX, ins. XII, n. 3. Fra le terre alte un denario di Q. Caecilius Metellus Pius Scipio (Babelon, Caecilia, 47). (21 id.). Reg. I, ins. VI. Sul riquadro centrale rosso dello zoccolo esterno, tra
i

vani d'ingresso nn. 7 e 8, a


:

m. 1,07

dal

piano

del

marciapiede,

si

letto

un

alfabeto, in lettere capillari

ABCD1IFGHIKLMNOPQ
Sul riquadro seguente, a m. 1,10 di
completo,
e

altezza,

un

altro alfabeto ancora pi

in-

sempre

in lettere capillari, contenuto in

due linee parallele

ABCDIIIGHIKL
I

freni di bronzo,
si

descritti

sotto la data del

25 settembre scorso

(cfr.

Notizie,

trovavano insieme ad una grande quantit di avanzi decorativi di finimenti da cavallo, che dalle tracce visibili appariscono chiaramente essere stati una completi
pag. 336) volta applicati sul cuoio: vi un campanello cilindrico alto m. 0,10;

un pendaglio di

REGIONE

I.

355

borchiette da cui
essi

POMPEI

m. 0,12
zaluna;

di

diametro, rappresentante un disco stretto quasi


e

interamente nella mez-

moltissimi pendagli pi piccoli,

pendevano,

fatti

a pelta, a losanga, circolari; molti chiodetti a larga borchia,


daglio
eretto.

finalmente un pene
il

profilattico

risultante

delle

pudende

virili

fra

la

mano impudica

fallo

Si

ebbero ancora

altri

bromi, cio: due anse distaccate,

servibili l'ima per

un

urceo e l'altra per un'anforetta; un giogo di piccola bilancia a due coppe (stater), lungo

m. 0,18, con un piattello

solo,

largo m. 0,075, e con la graduazione segnata sulla sua


di-

met

oltre l'ansa centrale; quattro scudi di serrature, rettangolari e a losanga, di


tlieca dal recipiente
;

mensioni varie; una

assicelle fra loro lontane, di bronzo


lineari

perduto legno avanzi di due cassettini di legno, cio


cilindrico, di

di

dal rivestimento esterno ad


le

guide

dei coperchi e le chiusurine;

un calamaio

m. 0,045

di diametro,

con polvere di atramento nel fondo;


apposito
strigili

anello di ferro,
di

un gruppo di oggetti da palestrita, infilati ad un cio unguentario-anforetta di bronzo alto m. 0,12 e due ferro; una stater campana (stadera) con giogo di ferro molto robusto,

romano
fondo

di bronzo a

ghianda lungo m. 0,08 e piatto di bronzo largo m. 0,22, nel cui un disco sbalzato esibente il rilievo di Arione (?) sul delfino. saldato

Pasta vitrea: Otto correnti


bronzo terminali.
contenente
della
di e

forati

baccellati, da collana, con anelletto e bottone di

Terracotta:

Un
:

calamaio cilindrico, di m. 0,077 di diametro,


circolare
di pera

atramento, come vedesi dal foro polvere Piombo Un peso a forma superficie superiore.
di

aperto al centro

ferro,

alto

m. 0,11, largo m. 0,08.

mancante dell'ansa
di

Ferro: almeno trenta chiavi


in

ogni forma

un freno da cavallo; dimensione, parte sciolte, parte raggruppate due paia di forbici; tre roncole grandi, con impugnatura a cono vuoto, e quindi da inserire in cima ad apposite aste; almeno venticinque roncoline di altezza varia, a
due mazzi;

lunga coda; due falcetti semilunati; due strigili infilate in apposito anello di bronzo; una martellina piccola, dalle punte acuminate; una cuspide di lancia, lunga m. 0,26;

una zappetta ad
largo m. 0,05;
chiavi di ferro

orlo tondo

una sica

(?)

la cui

anello di bronzo, reca

all'esterno impressioni a spira;

impugnatura, fornita di apposito un coltello lungo m. 0,10 e

cinque anelli uncinati;


simili alle
altre

una lucerna senz'ansa, lunga m. 0,10;


trovate nella

due

due

bottega

n.

(cfr.

rapporto del

mese

di luglio scorso, giorno 3, pag. 247); quattro paia o coppie di compedes,

ognuno

dei quali risulta di

due verghe

le
si

quali rimanevano fra loro unite merc una cerniera,

mentre

le

altre

due estremit

chiudevano inserendosi l'ima nella chiusura a molla


n.

dell'altra,

rendendo cos l'utensile simile al

8 (Ja luce interna dei

fori in cui strin-

ragevansi le caviglie di m. 0,09-0,011 di larghezza); un mazzo di cinque raffii diati, da servire forse per le faci ardenti, muniti di lunghe impugnature; un mazzo
di

pi di sessanta arnesi fatti di

una verghetta congiungente due

cerchietti rigidi,

l'uno dei quali libero, l'altro contenente avanzi sicuri di legno; pi di trenta grandi

stramentarie, dall'arco lungo da m. 0,50 a m. 0,80; parecchi frammenti di larghe il n. 8; diverse seghe; parecchi segmenti di catene dalle maglie conformate come
falci

lunghe cerniere articolate; arpioni, cerchietti, ed frammenti impossibili ad identificarsi.

infine

una considerevole quantit

di

STENT1NELL0

di

356

mezzo
svanite,
si

SICILIA

Sopra
colo,

il

pilastro a sinistra del vano di questa bottega ed al


altre iscrizioni dipinte e

margine dello zoc-

fra avanzi

riesce a leggere sopra

apposita
5.

mano

di calce:

[Z. Popi]

DIVM SECV[rf]VM
D-R-P......VS-INFELIX

Sopra

il

pilastro opposto, invece, quest'altro

programma gi

registrato in C.

I.

L.,

IV, 1046, che giova ripubblicare in questa lezione corretta:


6.

[C]

CVSPIVM
a
e

?{a.nsam~\

vn

ia

vfjs.

rog~]

M. Della Corte.

SICILIA

Nuove scoperte
IV.
nello e

nel territorio

Siracusano

(cfr.

pag.

303).

STENTINELLO

(comune

di Siracusa)

Villaggio preistorico. Stenti-

Matrensa sono due stazioni presso Siracusa, che hanno dato in gran copia una ceramica di marca tutta speciale, decorata pointill , e nettamente distinta da
quella colorata a decorazione lineare ed empestica del primo periodo siculo.

sin

qui mai accaduto di trovare mescolate in uno stesso strato archeologico le due cera-

miche; donde una quantit


se Matrensa-Stentinello

di

problemi, industriali ed etnografici, ed

in primis,

rappresentino le stazioni di un popolo sicano o protcsiculo. Certo che M.-S. valgono oggi a segnare una ceramica, e forse, anche, una civilt tipica. Matrensa non ancora illustrata; di Sten tinello invece si ha gi una mia

prima monografia
nella quale per

di circa

22 anni or sono {Bull. Pai.


il

mi

limitai a studiare

Llal., 1892, pagg. 177 e segg.), copioso materiale, in prevalenza fittile, deri-

due grandi fosse scavate nella roccia, che io definii siccome scarichi del villaggio. Ed in condizioni non dissimili fu raccolto anche l' ingente materiale di Matrensa. Ma l' indole vera di codeste grandi fosse mi aveva lasciato nell'animo dei
dubbi
e

vante da

delle incertezze. Gli per questo che nel 1910, anche per incitamento del
volli riprendere gli scavi di Stentinello, per

compianto senatore Angelo Mosso,


se qualche cosa di pi

vedere

mi

fosse dato scoprire sulle condizioni di quel singolare vil-

laggio, che posto in terreno piano, in riva al mare, a circa 12

km. dal centro mie

di

Siracusa. I risultati della lunga


sioni.

campagna andarono bene


il

al di l delle

previ-

In seguito a tali scavi pervenni a stabilire che

villaggio in

campo aperto
elittica,

aveva forma quasi circolare, col diam. di passi 237

X 225,

quindi un po'

ove

SICILIA

357

PRIOLO

si

tenga conto di un segmento del suolo inghiottito dal mare; esso era cinto da un fosso, aperto di viva forza nella roccia e con ogni probabilit munito, dal lato interno,
di

una maceria che sorreggeva un aggere


minatori di M. Tabuto aprirono

di terra e cavaticcio. Il fosso,

faticosamente

scavato, senza sussidio di stromenti metallici,


cui
i

ma

cogli stessi

mezzi primordiali con

le loro

aveva andamento abbastanza regolare,


3,00;
prof,

ma

cave [Bull. Pai. Hai. 1898, pag. 165), largii, e prof, oscillanti (largh. da m. 2,50o

da m. 1,75 a 3,00), dipendenti dalla maggiore


duro alla
superfice, e friabile
il

minore resistenza della


al

roccia o crostone calcare,

(tiparoso)
e

di sotto.

In qualche raro punto

fosso era notevolmente

meno fondo

pi stretto, come ad

agevolare un passaggio. Questo fosso fu constatato merc una serie di tasti saltuarii, estesi anche nell' area interna del perimetro, dove non si pervenne a riconoscere

avanzi nitidi di capanne, forse perch

il

banco

di

humus, che circa quattro millenii

addietro doveva essere alquanto alto, soprattutto dopo l'epoca greca scomparve quasi

per intero.

La

raccolta di resti ceramici,

fatta nella

fossa,

fu ingente,

ma

in

complesso
ros.-o

nulla essi dicono di nuovo; un paio di rarissimi frammenti a stralucido

sem-

brano articoli esotici importati, nulla avendo


periodo siculo.
azzardato.
di
e
Il

di

comune con
detriti
di

la

ceramica del primo

sen.

Mosso pensava a rapporti con


i

la Tessaglia,

ma

il

giudizio

La

selce vi fu scarsa, e pi copiosi


lo stabilire

ossidiana, pei quali sar

grande significato

con

analisi microscopiche, se

provengano da Lipari

Pantelleria, o dall' Egeo. Dati questi notevoli risultati,

mio proposito volgere a

Stentinello una ulteriore

campagna per mettere a nudo grandi tratti del fosso e per

saggiate metodicamente anche l'area interna.

V.

PRIOLO

(comune
da

di

Siracusa)

di

Titolo

funerario greco.
si

setten-

trione ed a mezzogiorno del

moderno villaggio
diffusamente

Priolo

cemeteriali cristiani,

me

illustrati

nell'articolo

stendono due grandi gruppi Priolo cristiana,

1906, pp. 185 e segg., pp. 218 e seguenti. Il primo mette capo alle due catacombe di Riuzzo, il secondo a quelle di Manomozza ed alla contigua chiesa, forse prebizantina, di S. Foca. In occasione di certe riparazioni che neledito in queste Notte,
1'

autunno del 1909

la nostra

edificio,

venne

fuori,

amministrazione dei monumenti eseguiva impiegato come materiale da fabbrica, l'avanzo

in quel vetusto di

un cippo fu-

nebre rettangolare in calcare, decorato in alto di cornice e dentelli (dimens. cm. 40 39 X 22) e con la seguente iscrizione nella fronte
:

C U) Z

OMN OCX

CTOCKAIAMGNTOC eZHCGN TH H
Esso pagano di et imperiale, ed il primo documento epigrafico di quel vicus, un 22 anni addietro in vicinanza della catacomba di
e

le

cui reliquie io vidi ancora

Manomozza,

che negli ultimi lustri

lavori agricoli

hanno quasi interamente obli-

FLORIDIA

358

SICILIA

Esso trasse origine da qualche fattoria dei tempi repubblicani od imperiali, crebbe poscia a vero villaggio, ebbe la sua bella catacomba e fu abbandonato o
terate.

distrutto, probabilmente, ai

tempi dei barbari o dei Saraceni.

"'Ma

i3

Fig. 11.

VI.
circa

FLORIDIA

Necropoli cristiana. Nell'ex-feudo Monasteri Soprano, a

una breve campagna e precisamente nelle chiuse Asinelli e della Paglia, dove esisteva una abbastanza vasta necropoli cristiana a fosse campanate, aperte nella roccia tenera, munite di capezzale
dal 1 al 16 ottobre
fu eseguita
e

3 km. da Floridia,

1909

protette da grandiosi e rozzi

monoliti;

simili

quindi a quelle dei Grotticelli in

Siracusa {Notizie, 1896, pag. 335) ed a tanti altri gruppi inediti. S'intende chela maggior parte era stata violata in passato, dopo aver rimosso i gravi massi di chiusa
;

ma

tuttavia in

una ventina

di

esse si riconobbero ancora sul fondo gli scheletri con

avanzi del modesto corredo. Presento qui anzitutto alcuni tipi di codesti sepolcri ; e su quello a finestrina con chiusino mobile richiamo l'attenzione per la somiglianza
assai prossima con alcuni di
S.

Mauro Basso
(fig.

presso Caltagirone

(Byz. Zft., 1910,

pp. 76-77), che sono di et bizantina


Il

11).

vasellame

era,

in

parte minore, di una

creta

rossa corallina

che

vorrebbe

rappresentare un succedaneo ed una degenerazione dell' industria aretina (per lo pi piattelli a fondo abbassato, uno dei quali con quattro palmette rilevate sul labbro);

ma

pi abbondanti erano le scodelle,


il

boccaletti e qualche anforetta in creta ordiai Grotticelli, nelle

naria chiara, di fattura locale,

quale materiale trova riscontro


fig.

necropoli dei contorni di Caltagirone ed altrove (tipi a


ridotto in

12). Di vetro sottilissimo


(fig.

frammenti irreparabili

vi

erano

taschetti

ansati

12) e coppette, re-

pliche degli esemplari

dei Grotticelli e di

Modica (Michelica). Di metallo qualche


crani due

grossolana fibbia in ferro ed in bronzo. In talune fosse v'erano anche delle piccole

monete erose;
dei

il

sep.

n.

6 aveva presso

monetine estremamente logore

encolpium, era della stessa et, ma figli evidentemente deposta nel sep. 17 molto tempo dopo la sua emissione; un altra postcostantiniana del sep. 12 aderiva al fondo di una coppa al pie del morto; nel
di Costantino:

una forata

e portata corno

SICILIA

359

FLORIDIA

n.

20, racchiudente 12 scheletri,

dentro un

piatto

si

raccolse un

medio bronzo

di

Fig. 12.

Fig. 13.

Gal. Val. Massimiano, e fuori di questo stavano altri tre bronzetti logori, di cui uno
solo venne riconosciuto siccome spettante a Costantino

Magno.

SPACCAFORNO
La necropoli dunque cade

nel sec.

360

e se
di

SICILIA

IV

circolazione delle monete, nella seconda

met

vogliamo tener conto della lunga esso, e forse anche nei primi del V;

coincide per conseguenza esattamente con quella di Michelica presso Modica (Notisie,

1907, pag. 48.6) e con porzione di quella dei Grotticelli. Ma l'abitato rusticano corrispondente si deve estendere anche ai secoli successivi, perch in lavori agricoli successivi alla nostra breve
riferibili

campagna emersero anche avanzi


rilievo,

di

pietre calcari scolpite,


al
sec.

ad un pluteo con croce a


fig.

non certo anteriore

VI

circa

esso

rappresentato ricomposto alla

13, ed ha le dimensioni di m.

1,06X0,66.
dell'evo

La campagna
anche da ruderi
di

siracusana nei tempi imperiali e nei primi secoli

medio

era popolata di fattorie e villaggi agricoli,


caseggiati,
i

aifermati da numerosi cemeteri e sovente

quali attestano di condizioni profondamente diverse

dalle attuali quanto a distribuzione della popolazione rurale. 11 rilievo che pubblico

indubbiamente

di carattere religioso,
il

e forse

non a caso coincide col nome


fiori)

di

Mo-

nasteri,

alludente, come

Monasterace di Calabria, ad una antica

bizantina,

cio basiliana.

VII.

SPACCAFORNO

Tesoro monetale arabo-normanno. Nella contrada

sub- urbana di S. Marco, dove esiste

una vasta

ma

assai rovinata catacomba,

una povera

donna, lavorando la terra, scopr nell'autunno del 1909 un ripostiglio di parecchie e parecchie centinaia di tari arabo-normanni, i quali andarono ovunque dispersi, non

prima per che


tutti

io

ne assicurassi

al

Museo

di Siracusa

un buon campionario. Sono

bassa lega, a leggende arabe od arabo-greche, i quali secondo i recenti di Giulio Smbon, dovrebbero appartenere alle zecche dei Fatemidi e dei Norstudi
pezzi di

manni

di

copiosi tesoretti
se ne trov
si

Palermo, Castrogiovanni e Messina ('). Sarebbe per desiderabile che questi di monete arabe e normanne (anche, meno di un decennio addietro,

uno ricchissimo
fatti

tra Francavila e Castiglione),


di

di cui

nessun numismatico

occupa, venissero

argomento

accurati

studi da un competente in materia.

Necropoli greca pertinente forse all'antica Casmenae. Il dott. Innoc. Leonsua villetta all'ingresso occidentale tini, costruendo nell'inverno del 1910-11 una del paese, nella localit denominata albero dei sospiri , scopr sopra una spianata
rocciosa

una necropoli genuinamente greca a

fosse,

che egli

esplor in

parte, previ

accordi colla Soprintendenza, e che, in seguito ad una visita da

me

fatta sul luogo,

si prolungava anche nelle terre limitrofe. Il rinvenimento di una necroveramente poli greca, e per di pi arcaica, di qualche estensione, fuori dell'area di citt notoriamente greche, avvenimento che interessa, oltre che l'archeologo, anche

riconobbi che

il

topografo e lo storico, in quanto


di cui si conosca il

pu guidarci a

fissare la ubicazione
storia,

piccola citt,

posizione topografica.

tale

nome ed un po' di appunto, come vedremo,


senza
ogni
distinti

ma
un

di qualche non ancora la esatta

il

caso di Casmenae.

Le
ognuna

fosse

esplorate

dal dott. Leontini,

redigere

accurato diario per


oggetti rinvenuti,

di esse, e senza tener

per

singola

pochi

furono in tutto una settantina; esse diedero in complesso un materiale estremamente

povero: quindi hanno importanza, pi che altro, topografica. Quelle di adulti consistono
(')

Repertorio generale delle monete coniate in Italia dal

sec.

al

XX

(Parigi

1912),

pp. 128 e segg.

SICILIA

361

SPACCAFORNO

una vasta fossa superiore, nel cui fondo si apre una angusta ed irregolare controfossa; questo sistema fu imposto anche dalla diversit dello strato roccioso,
tutte di

perocch, mentre
e quasi argilloso.

il

crostone formato di calcare forte, lo strato sottostante tenero


del fondo, contrariamente alle consuetudini delle belle

Le coperture

necropoli greche, erano formate di 3 a 5 rozze sfaldature, e solo in casi eccezionali

da lastroni

di taglio accuratissimo.

minuscole, lunghe da 40 a 70 cm.


feti,

Notevole un gruppetto, tutto appartato, di fossette sono una ventina di tombe di neonati, forse di
;

n ricordo di aver mai riscontrato alcun che di simile nelle molte necropoli da
studiate, nelle quali per

me

bimbi

e teneri fanciulli

predomina

l'uso il\'iyxvTQieiv.

Di coperture con tegole si ebbero appena due casi. La orientazione quasi normale da levante a ponente, colla solita lieve declinazione. Le sottofosse erano sempre piene
di
terra,

che

io

supposi di

filtrazione;

ma

testimoni

allo scavo
le ossa,

e gli operai

mi

assicurarono, concordi, vi fosse


in cui apparvero, di

messa

di proposito,

perch

nei rarissimi casi

erano immediatamente sotto

25-30 cm.

di terra soprastante al fondo.

giacevano sopra un banco Forse tale misura venne adottata, a prele coperte, e
I

servare in qualche

da parse

a levante

il

che

si

modo il cadavere dalle corrosioni della creta. desume anche quando le ossa, come nei pi

crani erano sempre

dei casi, erano

scom-

una maggior larghezza della testata orientale della

fossa.

La

suppellettile,

scarsa e poverissima, era sempre deposta sopra le coperte, evidentemente per salva-

guardarla dall'azione erosiva del cretaceo sottostante. Nel vasellame, tutto in pessimo stato, non ho notato un solo esemplare, od un solo coccio che non sia pretta-

mente greco; erano degli skyphoi fasciati, delle kylikes n. una pyxis a scatola, una holpe a cocomero cordonata,
sicula.

r. il

di tipo ionio,

un aryballos,
irrestaurabili,

tutto di industria grecofttili

V'erano altres poche anfore rotte


al sec.

e molti altri

rottami

non posteriori

VI; una
(').

sola corta lancia in ferro,

ed uno stromento dello stesso

metallo rotto e contorto

Che
ed
il

la necropoli sia

puramente greca, senza immistioni


conto delle
altre

sicule, lo dice la

forma

contenuto dei sepolcri. Essa, tenendo

tombe non

esplorate,

pi che ad un villaggio fa pensare ad una piccola citt, ed il pensiero corre tosto alla controversa Casmenae, la cui sede da un secolo contesa fra varie piccole citt
della contea di

Modica, da Comiso

a Rosolini.

Troppo poco
,

ci

stato

tramandato

dalle fonti antiche su codesto


di

modesto noXio fiatiov

che, fondato intorno al 643, ai

Tucidide era gi ridotto alla condizione di luogo senza importanza veruna. tempi troppo poco altres quello che i recenti scavi ci hanno dato, per accogliere defini! tivamente l'opinione professata da molti eruditi locali, e dallo stesso Freeman ( ), che

Casmenae

fosse a

Spaccammo. Questo per

voglio ancora una volta ribadire, che non

mi

mai accaduto

tratto fra Eloro e

Tutto ci

di trovare una necropoli prettamente greca del sec. VII-V nel Camarina, nel quale deve appunto ricercarsi la nostra Casmenae. potr costituire un argomento non spregevole per rendere sempre pi pro-

babile la sostenuta identificazione.


Delle scoperte qni descritte badato anche un breve ragguaglio il dott. Leontini Inn., Una necropoli ellenica nei pressi dell'ultimo tratto orientale della Cava d' Ispica (Spaccaforno, 1911).
(')
(*)

Freeman-Lupus, Geschichte Siciliens,


Notizie Scavi 1912

voi. II, pp. 20-25.

Voi. IX.

46

AVOLA

AVOLA

362

il

SICILIA

Vili.

Ruderi di fattoria romana. Sulla destra


fra

del fiume Cas-

sibile a valle del ponte ferroviario,

questo ed

mare, ricordavo di aver visto in


ad una fattoria

una delle mie antiche escursioni esigue tracce

di ruderi, pertinenti forse

romana, e ricordavo altres di averne trovato cenno in qualche vecchio scrittore siracusano di cose antiquarie. La contrada si chiama Stratic, nome di origine bizantina,
che potrebbe anche richiamarsi ad una forma toponomastica pi antica, a ricordare
il

A N T A

^JuiJkJxJA^JkJH-

Pio.

H.

violento combattimento che sulle rive del fiume qui


del 413.

si

svolse nella ritirata ateniese

Ora

nella primavera del 1911, nel

fare le fondazioni

per un

fienile

nella

propriet del cav. Giov. Pulejo di Messina, a breve distanza dal fiume, vennero in
e, per quanto era possibile, disegnare. Per due ambienti una piccoli coperti di vlte a botte, a sesto scemo nel fronte del secondo, in fondo alla scala, vi una nicchia absidata, e la bocca di

luce alcuni ruderi che ho fatto esaminare,


scala si scende in

un'altra si apre in fianco


naria,
di
e

alla scala.

Scala e nicchie sono scavate nella roccia areil

sono ingombre di molta terra, che non fu possibile togliere,

che impedisce
e di

formarci un chiaro concetto della primitiva destinazione del rudere

altri pic-

coli avanzi contigui.

In ogni modo, a ricordo del piccolo


della porzione

monumento

allego qui la pianta e la sezione

messa a vista

(fg.

14).

SICILIA

RAGVSA
Magazzinazzi

363

RAGVSA

IX.
trada

Avanzi greci, romani, bizantini, sull' altipiano in conLa contrada di questo uoine si trova un 7-8 km. dalla citt,
e

lungo la via che conduce a Mozzarelle,

consta di pocbe case rurali,

il

cui

gruppo
1007,

principale propriet dei fratelli signori Salv. e C. Boscariuo. Nel luglio del

facendosi in questo sito certi piccoli lavori, vennero in luce alcuni avanzi archeologici,

con zelo lodevolissimo subito denunziati. Inviai

tosto

sul

luogo

il

disegnatore

si;

gnor Ros. Carta, ed alcuni mesi dopo visitai personalmente sul sito le case rinvenute ed ecco come riassumo le impressioui riportate. Il materiale esaminato rappresenta in serie non interrotta varie fasi storiche,
dalla greca arcaica alla bizantina. I) Alla prima e pi antica appartengono le tracce

un fabbricato a massi grandi e bene squadrati, ad una sola filata, sulla quale ne cade, in planimetria, una seconda; dalle dimensioni dei pezzi (m. 1,25-1,30X0,60di

0,08
di

0,40), dalla struttura e dal taglio loro, a

me

pare

si tratti

di

un

edificio greco

buona epoca, la cui indole non sono per in grado di precisare. Escluso in modo assoluto un santuario, riterrei pi probabile una casa; ma senza ulteriori scavi, ogni giudizio prematuro. I signori Boscarino mi hanno parlato di poche tombe di grossi
pezzi con grandi copertoni, la quale indicazione

sembra portarci

al

sec.

VI-V;

io

per non ne vidi pi


fittili

traccia.

muliebri del noto tipo

Al periodo greco arcaico vanno riferite tre mascheretto di Megara Hybl., Gela (Bitalemi) etc, che, se non ven:

gono dai sepolcri, possono anche spettare ad un piccolo santuario campestre


cente (sec.

pi

re-

IV)

un fondo

di

skyphos nero;

pi tardo ancora, del povero ed in-

significante vasellame. II) All'et greco-romana e


in

parte rotti, erano stati messi in opera

in

romana assegno alcuni cippi, che, un rudere di et molto seriore, e, a

quanto penso, bizantina; infatti, taluno di essi venne stroncato e ritagliato per adattarlo. Cos uno di essi, con avanzo di nicchia quadra nel prospetto, piuttosto che di
carattere funebre di
significato ieratico e votivo.

Decisamente funerario

invece

un cippo

in calcare (cm.

61

36

33), con avanzi di dentelli in alto, e la seguente

iscrizione incisa in

una targa ansata del prospetto principale:

ePMHCXPHC
TOCKAI A-

juewnTOc
ezHceieTH

orAi tempi tardissimi o bizantini riporto due singolari capitelli o coronamenti di a piramide tronca capovolta. Uno cippi in calcare bianco, di una sagoma peculiare
III)

19) offre nel prospetto alcune strane sigle monogrammacon quello tiche, alla cui interpretazione rinunzio, dandone invece il facsimile assieme
di essi (dimens.

cm. 35

28

dell'altro anepigrafo (tg. 15). Allo stesso ciclo storico e religioso spetta

un dado
cui

in

calcare arenario forte (dimens. cm.


scolpita in cavo

50

alt.

25

largh.

28

prof.), nella

fronte

una croce latina a braccia leggermente patenti (fig. 16); anche una lastra calcare reca scolpita, ma alquanto pi rozzamente, una croce analoga. Va infine

RAGUSA
notato che nella

364

SICILIA

campagna attigua

alla propriet Boscarino vi sono avanzi di antiche


;

fabbriche di grossi e piccoli pezzi irregolari


Gius. Ottaviano, altri ruderi di bassi
anticaglie .

ed alquanto pi a sud-ovest, nella tenuta


nel

tempi

terreno

denominato

chiusa delle

Fig. 15.

mi

In due articoli di queste Notizie (1892, pp. 321 e segg. ; 1899, p. 402 e segg.) sono adoperato a dimostrare che l'antica Hybla Heraea, dal cui secondo nome si

formato quello attuale, era nel sito dell'odierna stanti alture erano tenute da

Ragusa Inf. per anche le una popolazione mista, sicula e greca: prova ne
;

circo-

sia

il

tipo ed

contenuto prevalentemente greco dei bei sepolcri della contrada Petrulli L'abitato ad essi corrispondente doveva formare un piccolo sobborgo o di Hybla Heraea. Ma il territorio comunale delle due Raguse moderne nqoatsiov
il

o Pendente.

vastissimo, estendendosi fra

le

vallate dell'

Erminio

e dell' Ippari sugli

altipiani, che

poi digradano verso la marina di mezzogiorno. Sopra

una estensione

di forse

100 km.

SICILIA

365

ma
il

RAGVSA
casolari e piccole fattorie con poposi

quadrati oggi non


lazione non fissa

si

conta un solo villaggio,


intermittente;
si

ma

lo

stesso

fenomeno

nota

anche sull'altipiano
Ragusa, dai

modicano, dove non

riusciti

costituire

villaggio.

Cos una popolazione di


di

ben centomila abitanti viene assorbita dai due


quali fluttua l'elemento agricolo verso la

soli centri

Modica

campagna

e viceversa.

Ma

nell'antichit la
dell' elee

condizione di quelle campagne era essenzialmente diversa. La penetrazione

mento greco dai due opposti versanti


anche per
ai
i

ionico ed africano,

dapprima timida

lenta,

collidenti interessi di Gela,


sec.

Camarina

e Siracusa, si afferm decisamente

primi del

V, quando tutta questa parte dell'altipiano hereo, coi

due centri

Fig. 16.

Motyka ed Hybla H., venne definitivamente occupata. Ma il nerbo della popolazione rimase siculo, come siculo ancora oggi un forte substrato di quelle genti tarchiate e vigorose. Ed in senso inverso di oggi, mentre Motyka ed Hybla erano mosiculi

di

destissime cittadine, la popolazione dipendente era in gran numero sparsa sugli altipiani,
in

vici, pagi,

rura, dedita all'agricoltura ed alla pastorizia.


esplorati,

due altipiani,

appena superficialmente
bizantini.

mi hanno

dato, in ogni escursione, tracce frequenti

della vita antica, spettanti per lo pi alla tarda romanit, ai tempi cristiani ed ai

Mi

basti per ora avere enunciata la tesi, che da

un

lato

ha valore per

la

topografia archeologica della regione, dall'altro riflette la storia agricola ed economica


della Sicilia antica, ancora per tanti rispetti cos oscura e lacunosa.

Nel caso speciale dei Magazzinazzi noi vi ravvisiamo reliquie comprendenti oltre ad un millennio; un minuscolo abitato greco, forse con tracce di culto, che risale
fino al

VI

secolo; popolazione greca vi abita ancora in et


;

romana;

il

cristianesimo

lascia ricordo di s nelle lapidi crocesignate


gli

di

et bizantina sono indubbiamente

strani capitelli.

MODICA

366

SICILIA

X.
tesi

MODICA

Antichit romane

sull'altipiano.

Ad

opportuna conferma della

suesposta circa la distribuzione dell'elemento agricolo nell'altipiano hereo, giunge

un'altra recente scoperta. Al marchese

comm.

Corr. Tedeschi di

Modica venne portato


volle
d'

in due ripreso un gruppo di interessanti oggetti provenienti dalla esplorazione o meglio

dal saccheggio di alcuni sepolcri, dei quali a nessun costo

si

svelare
Ispica

il

sito,

ma

che ho ragione

di

credere

si

trovassero sul margine della

Cava

(')

Devo

alla cortesia del signor marchese Tedeschi di aver potuto

esaminare a lungo e con


al

mio agio

gli

oggetti, di cui

un campione

fu

anche lasciato

Museo

(fig.

17).

Flfi.

17.

oscillante fra

pezzi che destano la maggiore attenzione sono quattro ossa tubulari dell'altezza mm. 98 e 101, segati alle due estremit e lavorati in una delle facce
rilievo,

ad alto

colla figura di

una Vittoria,

che incede di fronte tenendo nella

si-

nistra una lunga palma, e raccogliendo nell'altra i lembi del lungo chitone, sorretto da un cingolo sotto i seni prominenti e formante rimbocco attorno a la vita. Scoperta

la

met

sinistra del petto col relativo braccio; e cos la


la

gamba

spinta in avanti,

che in due delle figure

destra, in

due la

sinistra.

La

testa della faccia piena e


L' arte

massiccia coperta di abbondante chioma raccolta al vertice in un groppo.

bozze, apprendo da sicura fonte che il luogo della scoperta la con(') Mentre correggo le trada Barevitalla, al principio della Cava d' Ispica. Le ossa lavorate provengono da una tomba a fossa nella roccia, contenente un solo scheletro; altre poche circostanti diedero fttili di et molto

tarda

qualche vasetto vitreo.

SICIMA

36?

MODICA

di

mosse

codeste figurine, pur essendo alquanto impacciata nei nudi, nei panneggi e nelle le difficolt della (sia per materia, come, e pi, per quelle derivanti dalla

piccola mole), rivela non di


le

forme

ci

meno un intagliatore abile e perito per lungo esercizio; portano all'et imperiale progredita, ed involontariamente richiamano le
Tripoli)
etc. (');
e,

Vittorie dei pennacchi degli archi trionfali di

cane (ad

es.

Orange, di varie citt afridata la materia, non improbabile trattisi di pro-

Roma,

di

dotti d'arte alessandrina.

Se poi

lo

schema

delle

quattro

figure

salvo

la

massa

delle

gambe,

identico,

il

modulo

delle teste cotanto diverso, che neidue tipi estremi

"-.'

cm

Pia. 18.

si

potrebbe ravvisarvi l'applicazione dei due canoni essenzialmente diversi,


il

il

policleteo
rigida,

ed

lisippeo.

La

tecnica poi quella dell' intaglio, anzich


;

della scultura,

tagliente, angolosa

e solo

nei volti l'artista ha cercato di attenuare, per quanto fu

da

lui,

le

durezze dei

tratti.

Con

tutto ci, corpi e panneggi sono

di sapore pretta-

mente

classico, e superiori all'arte


si

degli

avorii
es.

postcostantiniani ed

alle

figure di

Vittorie che in taluni di essi

osservano (ad
(alt.

Venturi, S. A.

1. 1,

pagg. 394, 432).


sottili

Quattro ossa cilindriche a ditale

mm.

36-41), altre quattro pi

modi-

nate inferiormente, e munite di collarino d'innesto (lungh.


di

mm.

62); una mezza dozzina

ossa analoghe

ma

assai pi brevi (lungh.

mm.

38), ed alcune munite di leggiera

cordonatura. In fine 9 pezzi sezionati per


tello

il lungo (lungh. mm. 108-160) col mana tortiglione. Tutto questo materiale non chiaro se appartenesse ad un mobi-

luccio o ad
(') (')

una cassetta come, ad

es.,

quella del

Museo

di

Napoli

(*);

ed

difficile

Strong, Roman sculpture, pagg. 106, 223, 330. H. Graeven, Frhchrittl- uni mittelalt. Elfenbeinwerke,

I,

22-24.

COSIMO

368

SICILIA

il

giudizio, data la frammentariet del deposito, porzione


o

del

quale

rimase sot-

terra

and altrove disperso. Di vetro un piccolo orcioletto a fuso acuminato (lungh. mm. 85) in vetro bleu chiaro monocromo, privo del beccuccio, ed i frammenti di un fiaschetto a pera in vetro marrone opaco con venature bianche. Di
e nello scudetto
il

fittili:

una lucerna romana con marca


corna;

illegibile
di

busto d'Iside col disco solare fra le

frammento

una

Fig. 19.

ciotola o

tegamino con figura di Erote a rilievo; ed altri pezzi insignificanti. Di bronzo: una armilletta desinente a teste di serpente. Di ferro una dozzina di chiodi ad estre:

mit piegate.

Non
senti
fu

parrai

che tutto codesto materiale provenga da un unico sepolcro e rappre;

una precisa unit cronologica tratto, essi spettano certamente


cio
i

ma

quando anche fossero


di

diversi

sepolcri donde

all'et imperiale avanzata, e

denotano gente ricca


piuttosto
di

che abitava sull'altipiano,


aralores, che esercitavano

famiglie

quei

villici,

anzi

quelli

latifondi del vasto

territorio

motucano.

XI.
cole note

COMISO
(')
i

Necropoli greco-romana. B. Pace ha raccolto in alcune picdocumenti archeologici riferibili alla vita antica della sua Comiso. Ma

Diana (Padova 1906). Antichit dei dintorni di Comiso (Catania 1908). Iscri(') zione cristiana di Comiso (Palermo 1907.1. Di un antico timbro cristiano (Palermo 1909).
// fonte

SICILIA

369

COSIMO

altro vi ancora da aggiungere.

gliere tutti gli

Lasciando al valoroso giovane il compito di raccoelementi per una monografa archeologica su Comiso, trovo utile un breve cenno su scoperte da me controllate ed in del 1911. parte provocate, nel

maggio

Iu via G. Meli, fondandosi una casa,

si

trovarono due tombe a fossa con ceramiche,

Fio. 20.

le

quali panni dover riferire agli ultimi tempi della repubblica

tra esse notevole

una figura di Demeter, a doppia valva, con tracce di colori freschi nel panneggio (alta cm. 24 e riprodotta alla fig. 19). Queste tombe, a fossa nella roccia, coperte di rozze scaglie, sono indizio di un sepolcreto abbastanza vasto, che si stensoltanto

deva lungo

e sotto

le

vie Meli,

Dante, Mameli e Montebello, nelle quali


i

feci

isti-

tuire esplorazioni, rinvenendo bens

sepolcri,

ma

negativi quanto a contenuto, perch


necropoli di et non ben

trasformati per lo pi in pozzi neri. In ogni


definita indizio di

modo questa

un vasto abitato nel

sito preciso dell'attuale

Comiso.
47

Notizie Scavi 1912

Voi. IX.

CAMARINA

370

SICILIA

XII.

CAMARINA
sec).

le

Salme
si

VI

Dopo

Esplorazioni nelle necropoli Piombo ( V-IV sec.) e Dieci lunghe campagne nella necropoli di Passo Marinaio, mi
primi ten-

prta occasione

propizia per esplorarne altre in punti alla prima diametralmente


i

opposti, cio nelle terre della famiglia Pace, dove si erano gi eseguiti
tativi nel

1896. Due furono

le

campagne

col condotte: nel novembre-dicembre 1909,

Fig. 21 a.

e nello stesso periodo del

1910.

Mi

grato

il

dichiarare che a tali lavori attese con

grande solerzia
della contrada

il

sig. Biagio Pace, proprietario dei fondi, studente all'universit di Pasi

lermo, ed amoroso cultore degli studi archeologici. Gli scavi

svolsero in punti diversi

Piombo, intorno

alla

collinetta dell'Elee, nel

fondo della Palma, in

quello

delle Vignazze, esplorando

complessivamente 94

sepolcri dei sec.

IV,
si

quali, attesa la distai] za piuttosto rilevante dalle

mura urbane (km.


della

1 '/< - 2),

ha

ragione di credere appartenessero, pi che ai veri abitanti

citt,

a gente dei

sobborghi e delle ville suburbane, frequenti e popolose nella fertile contrada.

Le tombe

a fossa, o di tegole a cappuccina, od a cellette con due assise di massi, furono complessivamente povere, come la maggioranza delle camarinesi, fatta eccezione per una
sola di grandi pezzi, la quale racchiudeva

un grandioso cratere a campana

alto cen-

SICILIA

44
'/*

371

CAMARINA

timetri
ara,
e

f.

r.

di arte sciolta,

con scena di donzella e guerriero libanti ad una


si

di donzella e
tig.

giovane laureato che

stringono la mano. Questo bel vaso,

ri-

prodotto a

20,

fa ora parte delle

collezioni del

Museo Siracusano merc


di

la libe-

ralit della famiglia Pace, che

rinunzi alla

quota

hydrie gemelle

(alt.

cm. 19
di

trascurato, per quanto


liebre (tig. 21).

'/*). disegnate nel ottima conservazione,

Due piccole di ma in modo assai Meidias, gusto ovvie scene di toletta mupresentano
sua
spettanza.

Fig. 21

b.

La campagna del 1910 fu invece portata in un terreno completamente diverso. noto, mancavano sin qui sepolcri arcaici di Camarina; e nelle molteplici escursioni da me fatte in quel vasto territorio, mai mi era venuto fatto di scoprire

Come

sepolcri anteriori al sec. V, ove se ne tolga un piccolo


d.

Cozzo

Saraceni (Orsi, Camarilla 1899

B. Pace ebbe la abilit e la fortuna di


del

gruppo isolato in contrada 1903, pagg. 137 e segg.). Ora il giovane mettere il piccone sopra una piccola necropoli
e

VI sec, che probabilmente tocca anche il VII, situata nel fondo detto Dieci Salme, discosto dalla linea delle mura un 250-300 metri. Le 28 tombe esaminate erano cinte
da un muro in secco (oqoc), di cui si ebbero chiari indizi; esse erano a piccole fosse, a cappuccina, ad ustrino ed a cella ipogeica. In complesso, estremamente povere: solo il n. 20, con tre coperte racchiudenti uno scheletro di bambino, diede 64 vasi che

CARLENTINI

il

372

SICILIA

addirittura soffocavano per 4/5

piccolo corpo. Erano: 2 kantaroi di bucchero,


n.
r.

uno

di

a gambo cortissimo, t> grandi skyphoi a fasce creta chiara a fasce, 13 kylikes brune, 3 scodelle con anse a nastro, 4 pissidi grezze, 23 kothones cor. svariati, di
fattura indigena od importati, e qualche altro piccolo vaso. Alcuni di codesti esemplari presentavano delle peculiarit sfuggite ai recentissimi studiosi di questa strana

forma di vaso,
In questa

sigg.

Burrows ed Ure
del

(').

campagna

1910

si

fecero anche degli

assaggi intorno ad un

vil-

laggio siculo del

1 periodo, di cui si avvertirono debolissime tracce sulla testa spiadell' Ippari, nella localit

nata di un colle dominante la vallata


reste, cio Piano dei cocci.

denominata Piano dei

XIII.

CARLENTINI
monete

Tesoro

di aurei greci e punici. Nell'estate del 1909,


ex feudo Bosco, un

alcuni piccoli fanciulli trovarono in contrada Piano dell'Aquila,


tesoretto di

d'oro, che abili truffatori seppero loro carpire per poco denaro,
si

dando ad intendere
denunzia,
i

trattasso di bottoni

dorati

anzich di vere monete. Prodotta


piccola porzione delle monete,

RR. Carabinieri pervennero a ricuperare una

che dopo lungo procedimento arrivarono, a met, nel


totale,

Museo

di Siracusa.

Erano, in

Carthago: 17 esemplari di elettro (testa di Demeterda 5 50 litre di Ierone II fior di conio, meno uno, cos cavallo). Syracusae: pezzi frusto sconservato, da sembrare falso. Un piccolo Pirro colla Vittoria. certo che la
pezzi, cos classificati:

polizia non riusc a ricuperare che

una porzione del peculio, perch qualche altro

Ierone e parecchi elettri punici della stessa provenienza furono visti da


sui mercati di Lentini e di Catania.

me
ci

circolare

Comunque,

la composizione del

gruppo

assicura

che esso fu nascosto in sul

finire del regno di Ierone II, e forse nei rivolgimenti che precedettero la espugnazione di .Siracusa. Questa data conviene benissimo anche alla cronologia delle dramme d'oro e di elettro cartaginesi, emesse in grande abbon-

danza nel periodo

fra

Timoleonte
l

e la fine della

prima guerra punica, cio

fra

340

242

(Head, Hist. num., ed.,

pag.

739).
P. Orsi.

(')

Journal of

kell. studie, 1911, pag.

72

e segg.

REGIONE

VII.

373

SDTR1

Anno 1912

Fascicolo

14.

Regione VII (ETRURIA).


I. Il

SUTRI

Scoperta di una statuirla di bronzo.

contadino Giacomo lingotti, dissodando un terreno di propriet di suo cognato in contrada Crognano nel comune di Sntri, rinvenne a non molta profondit dal piano di

campagna
Il

la statuetta in

bronzo che qui

si

pubblica (tav.
fu la

I, li).

Era essa deposta a


di tufo

capo all'ingi tra la terra, e


contadino
rifer

prima ad apparire

gamba

sinistra che era distaccata.

di

recatomi sul posto potei vedere,

non aver trovato null'altro, se non qualche pezzo ma che data la digradazione subita non mi

che

fu possibile

riconoscere, se fosse stato regolarmente tagliato a scopo costruttivo. Il luogo dove la

scoperta avvenne, la costa piuttosto ripida e scoscesa di un torrente, e all'esame del


soprassuolo n la costa, n
il

ciglio,
si

il

sommo

della collina presentavano traccia


di ter-

alcuna

di

antico abitato.

Non

vede un principio di muro, non un frammento


di

racotta. Solo a

una certa distanza sono probabili avanzi

una necropoli a

fosse e a

camere della prima et del ferro; ma di resti romani nessun indizio appare dall'esame del soprassuolo per un esteso raggio. Sembrerebbe perci, che la statuetta fosse stata
col trasportata e forse nascosta o abbandonata.
intrattenerci,

Ma

su tale questione meglio potremo


tanto l'inven-

quando

si

saranno ripresi gli scavi.

Fu buona ventura che


e

tore quanto

il

proprietario del terreno (due poveri contadini di Sutri) trovarono subito


ispettore

nella persona del benemerito

locale avv. Cialli


il

specialmente del conte

Giambattista Goretti, chi pot denunciare il trovamonto. Per


dello Stato, e

dar loro
tal

retto consiglio di obbedir alla legge e


la statuetta fu salvata per le collezioni

modo

i contadini ebbero il dovuto compenso e non le poche centinaia di lire con le quali un qualche avido speculatore avrebbe portato via loro l'oggetto. La statuetta, ora entrata a far parte della collezione del Museo Nazionale Romano,

alta

78 centimetri,

rappresenta un giovane nudo dalle forme piuttosto molli ed

effeminate, ritto in piedi col braccio destro sul capo e col sinistro ripiegato in

modo

Notizie Scavi 191-2

Voi. IX.

48

SOTHI

374

REGIONE

VII.

da portare verso il viso un oggetto ora mancante. Il giovane ha capelli lunghetti che davanti sono raccolti in un nodo sopra la fronte, e dietro non scendono sotto il
collo.

Un

cercine

li

stringe attorno alla nuca,

le

ciocche pi lunghe sono avvolte


il

intorno ad esso.

La

testa piccola rispetto alle proporzioni del corpo, e


il

collo lungo
si

e sottile. Gli occhi erano di argento o di smalto,

viso magrolino,
Il

come

conviene

a una et molto giovanile.

Ha

un'aria dolce e tranquilla.

braccio destro riportato

sulla testa, e forse non posa in atteggiamento indolente di riposo,

come

in altre figure

analoghe delle quali parleremo,


impressione che
e
si

ma

portato in avanti
il

sembra attendere a una qualche


giovane acconci i propri per quanto se ne pu giudicare,
il

azione, cui concorrono anche e gli occhi e


l'

braccio sinistro levato. In altre parole

si

riceve,
Il

guardando
infatti

la statuetta, che
e
gli

capelli,

specchi.

viso

occhi,

mancando
Doveva

le pupille,

verso di loro.

sono rivolti all'oggetto mancante che il braccio sinistro solleva notevole che il braccio destro porta evidenti tracce di antico restauro.

essersi staccato

poco

sotto

la

spalla,

si

vedono

segni della saldatura


l'anulare e
il

alquanto rozza e trascurata. Attualmente alla


Il

mano

destra

mancano

medio.

ripiegato al gomito e con la mano volta verso il viso, teneva, un oggetto ora perduto. Le tracce che ne rimangono sono due appendici appiattite, quasi corregge o anse nastriformi di metallo che escono da sopra e da sotto il pugno. La parte per del-

braccio sinistro,
si

come

detto,

l'oggetto, che chiusa

nascosta

entro

il

pugno, sembra
e

essere pi grossa delle


il

appendici che escono


nell'afferrarlo.
Il

da esso;

infatti

l'indice
il

pi

ancora

medio

si

sollevano

torso tenero e molle,


il

petto carnoso e sporgente nella regione

si convenga; grasse le cosce, un corte alle po' rispetto proporzioni del torso. Di esse gambe la destra piantata sostiene il peso del corpo, mentre la sinistra flessa e arretrata.

mammillare, ampio
ben formate le

bacino pi quasi che ad uomo

forse

Anche questa
di

si

era staccata gi in antico,

come

di

nuovo ora, e presenta

infatti tracce

restauro.

La modellatura

in tutto

fine e

accurata, particolarmente nel torace e

nel dorso; elegante l'atteggiamento e la linea generale della figura; eccellente la con-

servazione e squisita la patina verde.


pregio artistico della

Sicch oltre la rarit della materia anche

il

forma adorna

la nostra statuetta.

voler essere critici severi


talora

potremmo notare alcuni

difetti nelle proporzioni, difetti che

sembrano aggiuntalora sono invece

gere grazia e leggiadria alla figura,

come

la piccolezza della testa; la relativa

meno
piedi.

simpatici e scusabili

come ad esempio

grandezza delle mani e dei

la spalla destra, per quanto il difetto appaia attenuato per l'atteggiaalquanto scarsa e mancante. L'efebo di Sutri si aggiunge alla serie numerosa di figure di giovani con la sinistra appoggiata sul capo, che abbiamo nei nostri musei. Per lo pi essi rappresentano Apollo ('), talora Dioniso (*). Il merito della creazione del tipo general-

Anche

mento,

(')

Reinach,

Repertoire de

la

statmire,

I.

pp. 241, 242, 243, 248, 249, 251, 253, 254; II,

pp. 94, 95, 96; III, pp. 27, 234; IV, pp. 50, 53, 56.
(') Ibid.,
I,

377, 385, 386, 3-8, 391;

II,

123, 130;

III,

34; Milani in Museo italiano, llf,

pag. 787; Breccia in Annales

du cervice des

antiquil.s, 1906, pag.

221; 1907, pag. 130; Bulletin

de la Soc. d'Alexandrie, Vili, pag. 128; IX, pag. 104.

REGIONE

VII.

375

SDTRI

attribuito a Prassitele. Un esemplare illustre, forse l'originale stesso del maestro, doveva essere quello che Luciano descrive come esistente nel Lykeion di Atene (') e che ha fatto dare a questo tipo di statua il nome di Apollo Licio. Tra le deriva-

mente

zioni

pi cospicue ricordiamo l'Apollino della Galleria degli Uffizi


3

(*)

e l'Apollo del

Louvre
e di

del Lykeion di Atene riprodotto in alcune monete d'argento ( ). L'Apollo bronzo sia dell'ultimo periodo d'indipendenza che del periodo di soggezione a

Roma di quella citt (*). Come la nostra statuina ha


e

egli flessa indietro la

gamba

destra, la

mano

sul

Poteva la nostra statuina riprodurre fedelcapo mente questo tipo? I resti dell'oggetto tenuto nella destra non lo escluderebbero del tutto: il legno di un arco pu essere a sezione ellittica o rettangolare invece che
nella sinistra protesa tiene l'arco.

conico o cilindrico

La parte centrale che stretta nel pugno (nrixvs), essendo ). suole essere come spesso nell'arco, giustificherebbe la posizione sollevata del rigonfia dito medio. Anche la curvatura dei due frammenti che escono dal pugno potrebbe
(

essere quella di

(arco cos detto scitico).

un arco con doppia curvatura, s da avere una prominenza centrale Ma non mancano ragioni che rendono sommamente improgi detto,
il

babile l'ipotesi dell'arco. Anzi tutto, come ho

volto e gli occhi

della

e presenta agli figura sono intenti e fissi all'oggetto che la mano sinistra solleva non sarebbe osservazione del arco e tale intenta occhi, spiegabile. Inoltre proprio

essendo la
il

mano

in posizione non verticale

ma

obliqua, l'arco verrebbe a incontrare

corpo della figura, a


piccole.

meno che non

gli si

fossero date delle proporzioni inverosi-

milmente

Non possiamo

pertanto pensare di avere

nella

nostra

figura

una

riproduzione dell'Apollo del Lykeion di Atene. Tolto l'arco, non facile dall'esame
dei resti dell'arnese tenuti con la sinistra, dire a quale oggetto essi meglio potrebbero

convenire. D'altra parte l'atteggiamento della figura esclude, direi, qualunque

altro

oggetto che non sia uno specchio. Non certo uno specchio della forma pi nota e comune: discoidale col manico pieno a forma cilindrica o conica. Si deve trattare di

quale fissata una correggia, che della statuetta. La suppellettile dei nostri antiquari non

uno specchio a teca

al

quanto rimane nella mano

ci offre, per quanto io so, uno specchio cos completo; e certo sarebbe rarissimo caso, che si fosse conservata anche la materia peribile quale il cuoio o la pelle. Ma che specchi a teca con

corregge in pelle abbiano esistito nell'antichit mostrano alcuni monumenti. Assai nettamente tale forma di specchio si vede in un dipinto pompeiano

6
(

(')

()
(*)

Anackarsis, 7; cfr. Pausania, 1-19-3. Araelung, Fhrer durch die Antiken in Fioretti, n. 69; Klein, Praxiteles, pag. 158.
Collignon,

la sculpture grecque, II, pag. 303. Goins of the Brit. Museum. Attica, pag. 53, n. 402; pag. 103, n. 749; (*) Catalogne of Head, [Ustoria Numorum, pp. 324, 327; vedi una riproduzione in Klein, Praxiteles, pag. 158.

Hht. de

()

Non ne mancano esempi

negli archi scolpiti


in

dipinti

in

antichi

monumenti. Gli archi


Melanesia, e tra gli

delle popolazioni selvagge viventi, specialmente Indiani d'America, sono per lo pi a sezione ellittica, semiellittica, fusti naturalmente di quella forma, sia che ad essa li riducono.
6
( )

Asia, in

Malesia, nella
e

rettangolare, sia che adoperino

Trendelenburg,

in

IMI.

Ut., 1871, pag. 237

Sogliano, Pitture murali campane, pag. 119,

n.

593.

SUTRI

376

in

RBQ10NE

VII.

forse

cos

pure

da interpretare
e

l'oggetto

mano

una donna

in

un sarcodi

fago con l'incontro di Protesilao


s.

Laodamia conservato a Napoli nella chiesa


far

Chiara

(').

Lo specchio tenderebbe a
non conosce
si

escludere che la figura possa esser chiamato

un Apollo.
L'arte figurata
specchia.
I

tra

gli

Immortali se non la sola Afrodite che


Dioniso
2
(

si

poeti sanno che


il

specchia anche

pensare. Apollo

pi bello degli Dei

non

indotto

quale qui non si pu specchiantesi n da poeti n


),

al

da scultori. Un'altra figura troviamo


frodito
3
(

invece

spesso

in

atto

di

specchiarsi

Erma-

).

Pu

la

nostra statuina essere un Ermafrodito? Dissi gi che molli ed effeminate


il

sono le sue forme, e che

petto carnoso e rigonfio.


v'

Ma

per ben che

si

osservi quel

petto muscolo e adipe, nulla

ha

iu esso del turgore delle glandole,

come

nel seno

femminile.

Non

solo siamo in esso assai discosti dalle rotonde

mammelle

dell'

Erma-

frodito di tipo pi
di

recente

( (

), 5

ma

anche dal seno acerbo

di giovinetta dell'Ermafrodito
lo
6
).

tipo pi antico e severo


il

).

Non

quel

petto pi

femminile di quello che


di

sia

ad esempio

petto di

Antinoo nel rilievo Albani o nella statua

Napoli
il

Ora
dello

come

in

natura, cos nell'arte figurata mi pare debba tenersi

distinto

fatto

ormafroditismo dall'altro dell'infantilismo o del femminilismo che fisiologicamente ne appaiono quasi una preparazione. Ermafrodito chiamerei in arte solo quella figura che

anche fisiologicamente sia tale. Al nostro quel nome non conviene. E allora non resta a credere se non che la statuetta rappresenti un soggettino di genere, un molle efebo
che
si

specchia.
di

quasi uno studio di nudo perfettamente adatto ad una scultura di

adornamento

et romana, e che non ha nulla di assolutamente nuovo, perch efebi

(non ermafroditi) con in

mano uno

specchio non sono

rari,

almeno

in

una certa classe


7
(

di suppellettile artistica, cio nelle scene funerarie della

ceramica apula

).

Riassumendo, la nostra statuetta ci offre un bello e raro esempio di arte decorativa greco-romana, derivante da un tipo del IV secolo, e degno d'esser posto a confronto coi buoni esemplari pompeiani, coi quali

mi pare abbia comune anche qualche

caratteristico difetto,

per esempio la relativa grandezza dei piedi e delle mani.

Ap-

prendiamo per

permettevano i fabbricanti di bronzi artistici del I secolo dell'impero, che in questo caso ad esempio da un tipo di Apollo e di Ermafrodito hanno tratto un efebo. Ma sopra tutto acquila Mon.
(*)

essa, quali piccole variazioni di

temi noti e comuni

si

Aristoph.,

tato con lo
(*)

tav. 40; Welcker in Ann. Istit., 1842, pag, 32. Thesm. 140. Anche in un vaso apulo del Museo di Napoli Dioniso specchio: Patroni, Ceramica antica nell'Italia meridionale, pag. 174.
Istit. Ili,

rappresen-

Arch. Zeitung,
Cfr.

1843,

tav.

V;

Helbig,

Wandyemalde,

1369;

Sogliano, Pitture murali,

nn. 74, 593.


(*)
il

tipo dormiente nelle varie repliche del

Museo

delle

Terme, della Galleria Borghese,


Hermaphroditus, pag. 2324,

del

LonvK,
(*)

ecc.

Cfr. l'Ermafrodito di Berlino: Roscher,

Myth. Lexikon,

s. v.

quello di Pompei, Not. scavi, 1902, pag. 576.


()

Ausonia, 1908, pag. 12; Arndt-Bruckmann, Portrts, 525-527.

Reimich, Repcrtoire cles vases,l, pag. 262; II, pp. 239, 364; Waltcrs, Catalogue ofvates of the British Muscum, IV, pag, 180. F. n. 373, etc.
(')

ROMA

377

ROMA

stiamo con essa un nuovo pregevolissimo cimelio di quella antica arte minore uscente da botteghe tecnicamente esperte ed esteticamente squisite di gusto, arte minore che,
pi della grande, vive o pu rivivere nel nostro tempo. Nel quale nessun artista scolpisce l'Afrodite di Milo,
o l'Apollo
di

Belvedere, e

nessun acquirente
il

li

desidera;

ma

molti vedrebbero con gioia sulla fontanina d'un giardino

Satiro che versa acqua


i

della Casa del Centenario di Pompei, o su una ricca

mensa

calici

di

Boscoreale,

o le coppe di Hildesheim.

R.

Paribeni.

IL ROMA.
Nuove
scoperte nella citt e nel suburbio.

Regione V. Proseguendosi gli sterri per la costruzione di case popolari della Associazione Cooperativa Luigi Luzzatti, nell'area compresa tra le vie di Porta Maggiore e Pietro Micca,
il

viale

Principessa Margherita e

il

piazzale di Porta
nelle

Mag-

giore (vedi queste Notizie 1911, pp.


della terza casa, a partire
iscrizioni
1.
:

393

e segg.),

precisamente
si

fondazioni

dal piazzale ora nominato,

sono rinvenute le seguenti

Cippo

di

travertino

stondato in alto, rotto in basso

(alt.

m. 0,90X0,30):

OSSA ANDRONICI
2.

Frammento

di altro cippo di tra:

3.

Id.

id.,

largo m. 0,33:

vertino,

largo m. 0,40

SERVE ili
ISAVRICIL

OSSA
SERVI
LI//

ET

CLEOPATRA
4.

PSERVILI//CINVS

TELEMACIF
:

Id. (m.

0,78

X 0,30)

5.

Altro cippo framment. (m. 0,29


:

0,54)

PSERVILIVS P L- C L L O

ATHENAI
(sic)

E S O S V HICSITA

(sic)

Inoltre due

frammenti

di

bolli

laterizi conosciuti

(C.I.L.

XV, 559 a, 596 e).

ROMA

tra
la via

378

il

ROMA
fosso Fiorano,
in voca-

Via Appi a.
bolo Fioranello,

Sulle falde di una collina, poco oltre

padre Lais,

si

sterrata

con volta a crociera.

Appia Antica e la via Ardeatina, nella propriet del una camera sepolcrale di forma rettangolare (m. 3.38 X 3,12) Vi si scende per una scaletta di otto gradini, la cui alzata misura
Di
fronte all' ingresso

m. 0,28 e
un arco

la

pedata m. 0,30.

una banchina, sostenuta da

corda lunga quanto la parete (m. 3,12) e la saetta di m. 1,48. Al di sopra di questa banchina, nel mezzo, evvi una nicchia in forma di edicola con timpano, sostenuta da colonnine che misurano m. 0,95 in altezza e m. 0,30 di
la cui

diametro. Questa nicchia molto danneggiata.

Un'altra edicoletta, larga m. 0,95 e

alta 0,90, con pilastrini e mensole in laterizio, nella parete a destra; pi in basso
altre tre nicchie a volta, larghe
nistra,
la

m. 0,40, contenenti

olle cinerarie.

Nella parete

si-

in alto,

altra nicchia rettangolare

con timpano, pilastrini e mensole ai

lati,

quale misura m. 0,65 in larghezza, m. 0,80 in altezza e m. 0,30 in profondit; e pi in basso cinque nicchie per olle cinerarie. 11 pavimento della camera stato
distrutto; nel

mezzo

del piano

si

incontrata una fossa di forma irregolare, profonda


si

m. 4,40; nella
1.

terra che la riempiva,

sono rinvenuti

seguenti oggetti:

un sarcofago in marmo lunense con encarpi legati da nastri sostenuti da puttini alati nudi e da due maschere, una di satiro barbato incoronato rivolto a sinistra, l'altra di satiressa pure incoronata, con grosso neo sotto la

Met

sinistra di

mascella sinistra. Vi

si

vedono anche parti

di

figure di animali, e in qualche

punto

tracce di colori rosso e azzurro.


2.
3.

Quattro lucerne

fittili

semplici.

Frammento

dell'orlo di

un dolio con

il

seguente doppio bollo inedito:

LfABIVS-LAPOL
SEXTOSS1VS- LF

?*ella ni un circuii)

inscritta

Le

lettere sono in rilievo.


4.

Altri piccoli frammenti di altro sarcofago senza figure. Parte di torso di statua rappresentante una figura femminile (Diana?) vestita di tunica fermata sulla spalla sinistra.
5.

Via Nomentana. Tra


Nomentana,
alla destra di
in

il

dodicesimo

il

tredicesimo
a pochi

chilometro della

via

chi

si

allontana da Roma,

metri dal ciglio delnel

l'antica strada,

quel punto assai bene conservata in tutta la sua larghezza,

terreno denominato
stato
(alt.

Case Nove

, di

cui proprietario

il

cav. Paolo Emilio Merolli,


in basso

casualmente

rinvenuto un cippo marmoreo,

frammentato

destra

m. 1,39

0,89

0,57), stondato

e pul vinato in alto,

con plinto, cimasa e pie-

ROMA

379

ROMA

cola corona vittata nel fastigio. Nella faccia anteriore, entro un riquadro scorniciato,
leggesi la seguente iscrizione, incisa a bellissimi caratteri

NYMPHODOTOAVGLIB
TABVLARIO
STATORIA NEPHELE CON1VGI OPTIM o

ET-IIIITMVLIIVLIANVSPRAEF

FABRVM TR1B COH Vili VOLVNTARIRVMQVAEEST

IN

DALMATIA-IVSTVSPROBVS

PIVS ET IVLIASTAT ORINA ETIVLIVSPRIMIANVSIVL1ANI


NEPOS

El

VS

PAT RI

OPTIMO ET INDVLGENTZ

ET-SIBI- PO STERI* Q_V

La
al

lapide fu prsta dalla moglie, dai

figli

da un nipote

a
e,

bularius; cio archivista di qualche ufficio della casa imperiale,


posto da lui occupato
('),

Nymphodotus lacome si conveniva

La moglie chiamatasi Statoria Nephele, era quindi una liberta della gens Staloria; tgli erano il cui nome secondo la formato, regola, nella cinque: una donna, Julia Statorina, prima parte dal gentilizio del padre e nella seconda da un cognome derivato dal
liberto

del principe,

che fu Tiberio.

gentilizio della madre, e quattro maschi, che qui sono nominati in

una maniera che

esce dall'ordinario, giacch prima

scritto

una

sola volta dopo

il

numero quatluor

che dice quanti essi sono,

gnomi
Ti.

di ciascuno:

essi

prenomo e il gentilizio comune a tutti e poscia i coquindi si chiamano Ti. hdius lulianus, Ti. Iulius Iustus,
il

Iulius Probus,
lo stesso

Ti.

Julius

Pius.

La ragione

per la quale tutti e quattro

tgli

portano

prenome,

panni
;

Augusto era un Claudius Nero Lucius, ma in un dato momento essa Ludi proenomen eonsensu repudiava, postquam e duobus gentilibus praeditis eo aller latrocinii, caedis alter convictus est (Suet.,
Tib.
1,

prima di essere adottato da questa famiglia usava due soli prenomi, Tiberius e
sia

questa. Tiberio

cfr.

Geli.
di

un attestato
servato
il

11): probabile che per questa ragione e anche per dare e attaccamento al principe (il quale aveva condevozione maggior

IX,

2.

intero era
tgli.

suo originario prenome anche dopo l'adozione) Nymphodotus (il cui Ti. Iulius Nymphodotus) abbia dato quello stesso prenome a tutti
officio
2 (
),

nome
i

suoi

Ai quali nel pietoso

di

dare sepoltura a Ninfodoto,


il

si

aggiunto Iulius
Tiberius.
anche pag. 325,

Primianus, nipote di lulianus


{')

cui

nome deve

essere stato pure

Hirschfeld,

Verwaltungsbeamten

1
,

pag. 59 e seg., pag.

460

e seg.;

cfr.

Dictionnaire des ant. gr. et rom., V, 2, pag. 19. Darembcrg eius (id est Iuliani) patri optimo ecc., (*) Questa lettura: Iulius Primianus, Iuliani nepos, mi sembra pi accettabile di quest'altra: lul'us Primianus, Iuliani (filius) eius (id est Nymphon. 3.

et Saglio,

doti) nepos, patri

optimo

ecc.,

per la quale bisognerebbe supporre la

elissi di filius

dopo Iuliani,

ROMA

uffici,

380

solo

ROMA
lulianus ha oc-

Delle persone ricordate nell'epigrafe, oltre Nymphodotus,

cupato

che

sono

quelli

di

praef(eclus)

fabrum

di

trib{unus) coh{orlis)

(oclavae) voluntariorum quae est in Dalmatici, gradi che aprono la via alle procuratele, cio alle cariche dell'ordine equestre.
fu

Egli dunque, pur essendo un libertino,


!

ammesso

all'ordine degli equites, e questo non senza esempi (') anche nei primi
(
)

anni del principato, sebbene Tiberio stesso nell'anno 23


dere
i

avesse tentato di esclu;

figli

nipoti dei liberti dalla classe dei cavalieri


i

ma

questo esperimento

rimase senza seguito per

libertini

3 (

).

La permanenza

nella Dalmazia,

durante

primi tre secoli


ci

dell'

impero, della

coorte ausiliaria qui ricordata (cohors

Vili voluntariorum)

attestata da

nume4
(

rose iscrizioni rinvenute in quella provincia e da un

diploma militare (Dipi.

XXIII)

);

ma

Ti.

Iulius lulianus

il

solo tribuno di essa che noi conosciamo

per la lapide

ora scoperta.

Vicinissimo al luogo dove giaceva questo cippo,


stente in una

si

camera lunga ni. 4,70 e larga m. 3,35, rotondo (diam. 0,75) nel mezzo della volta, la quale a crociera divisa in scomparti di stucco scorniciati, entro ciascuno dei quali evvi in rilievo una rosetta: in quattro
di
le

un ipogeo consiilluminata da un lucernario


scoperto

questi scomparti pi grandi,

disposti intorno al lucernario in corrispondenza con

pareti, invece che rosette vi sono

due cornucopie

incrociate.

Dove

la volta

si

unisce

alle pareti,

pareti vi

formando un angolo, si trovano mensoline alternate con rosette. Nelle sono arcosoli, due per parete, assai profondi (da ni. 1,20 a m. 1,56), chiusi
e

da un muretto alto m. 0,60


dove
in.

divisi

nel senso

della loro lunghezza dove in due,

in

tre cassettoni per contenere cadaveri.


e

L'altezza

massima

degli arcosoli di

1,70

la

lunghezza

di

quelli che sono nelle pareti lunghe di

di

quelli nelle pareti corte a sud di

m. 1,40 (quella a destra)


la parete nord.
Il

m. 2,10, mentre di m. 1,56. Nella


una sca-

parete nord, presso l'angolo nord-ovest, un vano largo m. 1,05 immette ad


letta (ancora interrata)

che

sale

lungo

resto di questa parete

occupato da un arcosolio alto m. 1,80, largo m. 1,75. L'ipogeo era pieno di terra fino all'imposta della volta; e fra la terra fu rinvenuta (ma ad una certa altezza dal suolo, quindi gettatevi dopo) la base e parte
del fastigio del cippo iscritto di cui ho parlato pi sopra. Questi frammeuti,
certo

furono gettati nell' ipogeo dal lucernario.

elissi

che

credo

non

si

trovi in altre iscrizioni di

Roma

e di

questa eia. Resta per sempre da


il

spiegare perch Iulius Primianus,

certo un fanciullo,

invece di ricordare
il

nome

del padre, sia

nominato nella lapide come nipote di lulianus. Forse perch questi era della famiglia e aveva particolarmente caro il suo nipote?
(')
8 ( )

pi autorevole

membro

Mommsen, Shaaisrecht,
Plin.,

III, 519.

Nat.

hist., 33,

32:

Hac de causa constilutum ne

ius (di portare l'anello d'oro) etset


et lege lulia theatrali in quat-

nisi qvi ingenuus ipse,

patre,

avo paterno, Ih ecce census fuisset


pag. 297;

tuordicim ordinibus sedisset.


(')

Pauly-Wissowa, Real-Encyclopdie, VI,

1,

Annali

dell' Institulo,

35 (1865),

pag. 11;
{*)

Daremberg

et

Saglio, op.

cit,,

III, 2, pag.

1202.
:

Corp. Inscrip. Lai. Ili, pag. 282 e pag. 2499 (indices) Pauly-Wissowa, Real-Encyclopdie,

s.

v.

ROMA

affitto

381

Genova

ROMA

Via Ostiense. Nel


nuto in

terreno di propriet dei fratelli Brnzzi di


in

e tela
il

dal sig. Pietro Crociani,


il

ferrovia Roma-Civitavecchia e
terreno,
di
si

denominata Acquatacelo, tra fiume Aimone, facendosi uno sterro per spianare
localit

scoperta

una

serio di grandi

nicchie, congiunte

tra loro

disposte su

uua linea con direzione da nord-est a sud-ovest.


i

Di queste nicchie sono ora visibili cinque intere e si scorgono due. Ciascuna nicchia misura m. 4,10 di diametro esternamente, e
lastro che le congiunge larga
di conservazione,

resti di

altre

la fronte del pi-

m. 0,25.

L' interno delle nicchie

in

cattivo stato
possi-

bile conoscere lo
di

mancando qualunque traccia del paramento, cos che non spessore del muro che lo forma. Esternamente il muro
di dieci filari di mattoni.

rivestito

un reticolato, tramezzato da un ricorso


termina con

L'ultima nicchia
delle nicchie,
il

a nord-est

un muro

rettilineo,

nella stessa direzione

quale internasi nel terreno

tagliato

a scarpata,

dopo essersi mostrato per una lunstato raggiunto.

ghezza
11

di

m. 2,50.
e

Il

piano delle nicchie non

terreno di riporto formato qua e l in gran parte di frammenti di anfore,


di

di

mattoni

tegole

ammassati a

strati

disposti

a piano inclinato,

la cui

parte

superiore era a nord-est, cio verso la citt.

In questo terreno stata rinvenuta la

seguente iscrizione sepolcrale

in

lastra

marmorea (m. 0,37

0,28)

D
FE
5.
I

DAMAS
C T CO

AB V IT AD NYMFAS POSITA

DAPH NIDIQVAE
IVGI

(sic)

CVM.FILISSVIS

Il

prof.

R. Paribeni, direttore del

Museo

delle Terme,

il

quale vide per primo


localit

questa iscrizione, nella linea sesta lesse (h)ab{ita)vit

ad

La

ad Nymphas

nota per un'altra iscrizione (C.

L. VI,

9526)

che la pone in

Sebura malore.

Via Portu en se. Al


tenuta in
affitto

vicolo

degli

Inglesi,
il

presso la Magliana,

nella vigna

da un

tal

Giuseppe detto

Tedesco,

ho vedute numerose anfore

vinarie e le seguenti iscrizioni, che secondo le dichiarazioni del proprietario, vennero

acquistate in
1.

da parecchi anni e quindi sarebbero Cippo marmoreo alto m. 0,90, largo m. 0,37:

Roma

di

provenienza ignota.

CAVI
I I

G A V AEL L P R M A E N F- P- VI N A- P- VI
I I
I

PH

LL LARGYR

Notizie Scavi 1912

Voi. IX.

49

Monte cavo
2.

di lastra

382

3.

regione

i.

Frammento
X0,19):

marmorea

Id. (m.

0,48X0,17):

(m. 0,31

DIs.

man
bene

WLlae
I

MERENTI a OSIDONIVS

VIXU
Due
piccoli frammenti,

uno (m. 0,20


e
i

0,09) con le lettere

SINIA

e l'altro

(m. 0,16X0,09):

...NES...

seguenti bolli laterizi

CI.
E.

/,.,

XV,

178, 413,

414, 1348

a,

1669.

Ghislanzoni.

Regione

(LATIUM ET CAMPANIA)
LATIUM.

J
III.

MONTE CAVO

Esplorazioni

nell'area del tempio

di Giove

Laziale.
I

saggi di esplorazione per riconoscere

il

dedicato a Giove Laziale sul monte Albano

sito

in cui sorse

il

famoso santuario

l'odierno

Monte Cavo

pei

quali

diede cortese permesso la nobile signora Duchessa Vittoria Sforza-Cesarini naia Colonna,
proprietaria del luogo, ebbero inizio ai primi del settembre decorso. Punto di partenza

per tali indagini fu dato dal ritrovamento, compiuto dal sottoscritto


serie di
variabili,

('),

di tutta

una

16 grossi tamburi

di

in corrispondenza alla rastremazione,

colonna (costituiti di pietra tufacea ed aventi diametri tram. 1,35 e m. 1,16) che qua e l
versante meridionale del monte Cavo, e che
o sul

appaiono nelle yallate sottostanti al


manifesto

rotolarono al basso;

debbano provenire dalla sommit, da cui, in tempo pi i quali avanzi danno prova sicura dell'esistenza
Giove Laziale
semitico

meno

antico,
di

monte

un
il

vero grandioso tempio coperto, preceduto da pronao, che non pu essere altro che

tempio ad un

di

bastano a distruggere

l'

ipotesi che questo appartenesse

da una piattaforma a cielo aperto sulla cima del monte, secondo quanto finora era stato autorevolmente sostenuto (').
rito

fosse soltanto formato

La prima

fase dei saggi di escavazione fu diretta a ricercare se la posizione orisi

ginaria del tempio

trovasse,

piuttosto
se,

che

sulla
in

sommit, su

di

un contrafforte

avanzato verso mezzogiorno, o


gurazione attuale del terreno,
rocche antiche, sistemata a
(')

come sembrava

taluni punti indicare la confi-

la

zona superiore del monte fosse stata, come nelle


artificiali.

terrazze

L'una e

l'altra ricerca

ebbero esito
cultori d'Archi-

Dei trovamenti diedi notizia in una Comunicazione all'Associazione fra

tettura in

1910-1911, pag. G9). Ricerche archeologiche e topografiche nel monte Albano ecc., in (') Cfr. G. B. De Rossi, Annali delVlst. di corr. arch., 1873, pag. 162 e seg.
il

Roma,

30 dicembre 1911

(Cfr.

Annuario dell'Associazione

ecc.

REGIONE

I.

383

alla

MONTE CAVO
determinazione del tracciato della

negativo.

Ed

allora le indagini si rivolsero

via

Triumphalis nell'ultimo tratto, ora sepolto, del suo percorso, ed all'escavazione nel breve spazio racchiuso dell'orto dell'antico convento, entro il muro di recinto
costituito dai grandiosi

blocchi

parallelepipedi,

che

certo

nienza un

monumento

dell'era repubblicana, posto sulla


si

debbono aver per provesommit stessa.


in
cui,
gli

Cos questa seconda fase

svolse nello stesso

campo
S.

con diversi

criteri,

erano stato eseguite nel 187(3

escavazioni
direzione
del

importanti
prof.

sotto

auspici dell'Istituto
(').

Archeologico Germanico e

la

M.

De

Bossi

Ma

puro

ivi

poterono ottenersi risultati nuovi, notevoli per loro stessi, e pi ancora come inizio di future determinazioni.

in

Riapparve nell'ultimo tratto la via antica, evidentemente rialzata e rinnovata tempo tardo, racchiusa tra due muri di ala fatti di grossi blocchi frammentari,
il

avviantesi con uua larga curva inflessa verso

centro dell'area superiore, sullo stesso

asse della lunga cisterna gi determinata dal

De

Rossi.

furono posti in luce,

me-

diante parziali trincee, regolarmento escavate, resti notevolissimi di grandi fabbricati, che certo dovettero essere di abitazione o di altra destinazione civile gli uni, che
;

principalmente occuparono indicano non soltanto la struttura muraria,

la parte nord-ovest, appartenenti al

tempo
i

di Tiberio,

come

ma

specialmente

bolli

delle tegole nu-

merosissime che

si

ritrovano per tutto lo spazio circostante; gli altri nella zona est,

poggiati su di una piattaforma di grande spessore, ed appartenenti probabilmente al


secolo UT.
Il

modo con

cui alcuni

frammenti

di

muri son

stati ritrovati, caduti dalla


i

cima, ovvero utilizzati nella costruzione di questa piattaforma, fa pensare che tra

due detti periodi imperiali


precedenti strutture.

di edificazione,

un cataclisma abbia abbattuto

resti delle

Furono

altres ritrovate nel clivo

immediatamente sottostante

alla

sommit

nel

versante meridionale, molte tombe, scavate nel terreno, chiuse, nella forma a cappuccina

od a cassettone, dai

tegoloni del

una moneta

di

Faustina juniore

in

tempo di Tiberio, cui s' poc'anzi accennato. Ed una di esse rinvenuta, permette quindi di assed. G.

gnare questo piccolo sepolcreto al II sec.


nella zona centrale ed a profondit molto

Le costruzioni del tempo repubblicano debbono


forti
;

trovarsi, se ancora sussistono,

poich

l'accumularsi dei detriti di

fabbriche successive, e forse anche una sistemazione del monte che ne avr reso pia-

neggiante la zona superiore, hanno in molti punti determinato zone di riempimento di m. 5 e 0, e creano quindi difficolt per le quali occorrono mezzi tecnici e finanziali

diversi da quelli

fin

qui usati. Tale esplorazione, d'importanza essenziale, cir-

coscritta

oramai per luogo e per dati, stata rinviata alla prossima ripresa dei lavori. Gli scavi hanno messo in luce una quantit di resti frammentari non privi di
di iscrizioni, tratti

importanza: pezzi
nica

di

antepagmenta

di

vario

tempo

di vario

valore decorativo, di intonachi dipinti ecc.


il

Ma

primeggia per importanza architetto-

trovamento

di

un'antefissa in terracotta (che per le dimensioni mostra di ap-

partenere non al tempio principale


('l

ma

ad uno dei santuari minori ad esso prossimi)


dell' Ist. di corr. arch.,

La

relazione ne contenuta negli

Annali

1876, pag. 314 e seg.:

M.

S.

De

Bossi, Scavi e studi nel tempio di Giove Laziale sul

monte Albano.

MONTE CAVO
una testa
di

elefante;

384

REGIONE

I.

rappresentante

per significato di suppellettile votiva, un

piccolo vaso italico di tipo arcaico.

Contemporaneamente con
lapis albanus), che per
il

gli scavi

si

dato assetto al materiale archeologico

gi esistente sul luogo. Tra l'altro,

ad una piccola edicola in pietra sperono (sorta di rovesciamento di un blocco esisteute sul piazzale del monte.

REGIONE

I.

385

OSTIA

IV.

OSTIA
la

presso
nel

Porta

Studi nella necropoli. Scavi nell'edifcio repubblicano nel prossimo portico, nella Palestra, nella via a
in via della Fontana, nel giardino dietro
i il

nord della Caserma,


Teatro.

Teatro,

Scoperte di avanzi repubblicani sotto


del sottosuolo stato
fatto

quattro tempietti.

Uno
con
si
i

studio

nel

vasto ambiente sulla via Ostiense,

muri

in opera reticolata (di

lava basaltina) con ricorsi di mattoni. strada che in epoca pi

Anche qui
alla

notato lo strato

battuto

della

antica (sino forse


di

fine del

primo secolo d. C.) passava tra le


di tufo e di travertini, ed
si

tombe

esso

formato

coccio pesto,
di calcinacci.

frammenti

uno di marmo, senza alcuna traccia

Negli scarichi superiori

raccolse un

frammento

di

un tegolone col bollo:

MPSj(?)

Inoltre un fondo

di

vaso

aretino

con la marca

CRISP

entro

forma di piede; una

lucerna (circa forma 3) a vernice rosso scura, con sporgenze laterali, rostro simile a
Dressel

Ile

sotto al fondo tre sporgenze per sostegno; finalmente

un

verticillo di osso.

Poco innanzi

alle

mura

della citt

si

stacca dalla via dei Sepolcri, a sinistra,

una strada che va verso sud.


Nel primo vano a sinistra
si

raccolse soltanto un

frammento

di capitello

di tufo,

in cattivo stato di conservazione

(m. 0,15

0,20

X 0,10).

Quelli a destra sono addossati alle


riodi diversi.

mura

della citt, ed appartengono a due pe-

forse di via che correva


e

Nel primo vano, a m. 1,45 sotto il piano stradale, si notato un piano battuto, lungo le mura. Sotto questo piano battuto si trov la sabbia,
di

a m. 0,60 sotto di questa, presso la parete nord, vennero in luce le ossa disordinato

di

un bambino: tre canali


il

terracotta rinvenuti presso di esse probabilmente ave-

vano coperto
lo .strato

cadavere.

Va

notato per che al di sopra della piccola

tomba mancava

battuto.
ri

Presso le ossa

rinvenne anche una lucerna a vernice nera scura, a forma di

barca, con faccia virile al posto del disco, con ansa a fascia innestata dietro la testa
e sul naso.

Nel terzo

vano

al di sotto dello stesso piano

battuto fu scoperto uno scheletro

col capo a nord.

Accanto all'omero destro stavano due vasi di terracotta, uno della

OSTIA

386

(ni.

REGIONE

I.

forma Behn 151, con tracce

di vernice rossa

0,16), e l'altro circa della forma 48,

ma

con ventre pi bombato, orlo ingrossato e ansa a rostro inginocchiata, e tracce di vernice data a stecca sopra al collo (m. 0,18). Qui si rinvenne pure una fibula di

bronzo ad arco ingrossato, ardiglione a spirale, a lunga staffa accartocciata (m. 0,087), ed un anello di bronzo da finimento di cavallo (diam. m. 0,032).

Sotto la via che viene da Porta


fogna, che
si

Romana, dopo
il

la fontana, fu esplorata la

grande

era gi rinvenuta sotto la porta stessa, e che poscia gira sotto la via
di

della

tomba

Ermogene, per continuare sotto

marciapiedi dell'Ostiense.

Fig.

1.

Presso questa fogna


di fabbrica: sotto
il

si

raccolsero
e,

alcuni fondi di
h,

vasi aretini, portanti


a.

bolli

C.I.L.XV, 5106

5297

5560

a,

5669

Quest'ultimo

presenta
(fig.

piede alcuni numeri graffiti, dei quali qui data la rappresentanza

1).

In altro fondo di tazza aretina fu letto uno dei bolli della fabbrica di Rasinio
Pisone, ed in un altro in triplice targa ansata
il

bollo che presenta riuniti

nomi

che altrove appariscono isolati: C.

I.

L.

XV,

5096, 5196.
in luce

Sul lato ovest dell' edificio repubblicano presso la Porta venuto


pilastro a blocchi parallelepipedi di tufo.

un altro

Sotto
si

di

esso corre la stessa

fondazione

che sotto

pilastri

verso

il

decumano, onde

deve concludere che probabilmente

sotto l'ambiente

mosaici policromi correva una strada, come sul lato orientale. Si sono pure riconosciuti ad oriente due ambienti con muri in opera reticolata,
dei

posti
citato.

sopra

fondazioni

eguali,

fatte

sulla

sabbia e parallele

a quelle del pilastro

In questo sterro

si

raccolse un anellino d'o.o (gr. 0,63; diam.

m. 0,018), due

brattee d'oro (gr. 0,20), alcune monete, tra cui un denaro d'argento, ed un astuccio
cilindrico di

bronzo con coperchio mobile (m. 0,076; diam. m. 0,01).

REGIONE

I.

387

OSTIA

metallo

Nello strato superiore della sabbia nel prossimo portico si raccolse un blocco di (gr. 3510), che ho pregato l'ing. Novarese di esaminare. Egli cos mi scrive:
Il

pezzo di minerale un bel campione di ematite speculare


individui cristallini.
Il

(sin. ferro oligisto)

in grossi e larghi
l'

minerale per abito identico a quello delsi

Elba
il

e,

dato

il

luogo di ritrovamento,
dalla

pu, quasi con certezza assoluta, affermare

che

pezzo

proviene

insula inexhaustis

chalybum generosa metallis

di

Virgilio.

Difatti dal

stato oggetto di attivo

tempo degli Etruschi fino al secolo scorso, il minerale di ferro elbano commercio marittimo; perch, non consentendo la piccolezza
di combustibile proporzionata a quella della

dell'isola

una produzione

miniera,

si

fn

obbligati ad esportarlo verso luoghi abbondanti

di combustibile quali erano nell'anti-

chit le coste selvose del Tirreno. In Liguria, in Toscana, in Corsica l'industria siderurgica, alimentata dal ferro

elbano, con metodi poco pi progrediti di quelli della

antichit classica, durata quasi fino ai nostri giorni, e se ne trovano ancora lo tracce,

quali avanzi di forni, mucchi di scorie e minerali abbandonati, abbastanza numerose.

Non

nemmeno improbabile che qualche


scali

variet pi pregiata

del

minerale

commerciali importanti, dove affluiva pure il carbone di legna, portata agli come materia prima ad uso dei fabbri locali, che coi metodi rudimentali della siderurgica antica potevano anche fonderlo nelle proprie fucine.
fosse

Infine,

siccome

l'

ematite speculare, finamente macinata, d una polvere rosso

sangue, che va tra le terre coloranti, poteva essere articolo di commercio anche sotto questo punto di vista.
Il

pezzo di minerale quindi probabilmente un documento del commercio del

minerale elbano; sia esso un semplice campione di merce conservato in un fondaco, oppure il residuo di un carico. Il suo aspetto elegante e singolare potrebbe infine dar

argomento ad un' ultima ipotesi che a scopo di curiosit o conservato da qualche collezionista di quei tempi .
:

di

ornamento

sia stato

Sono venuti sinora

in

luce tre grandi pilastri a piano

inclinato, addossati
il

alla

cisterna sotto la palestra e destinati


la spinta dell'acqua.

certamente a sostenere

muro

interno contro
rettangolari,

Sono

in

opera reticolata

con angoli a piccoli

tufi

con parte superiore a cortina laterizia. Qui presso si raccolsero, oltre a frammenti di vetro e smalto, dei frammenti di
lucerne simili a quelli che
si

invengono nella sabbia tra le tombe ed una lucerna a


portico settentrionale della del
si

vernice marrone scura, coniforme, ansa piuttosto grande e disco molto incavato.

In uno scavo a nord della fogna che corre sotto


palestra, a quattro metri sotto
il

il

piano attuale, fu scoperta la fondazione


si

muro

esterno della palestra stessa.


sero un mattone col bollo

In una fogna che

scarica nella suddetta,

raccol-

C. I. L.,

XV, 105
C.
I.

d,

golare, un'ansa di anfora con

la

marca

uno con una palma nel bollo rettanL., XV, 2816 d, ed un frammento di

tegolone decorativo con ricci.

OSTIA

di
fistole

388

PROC

REGIONE

I.

Su pezzi

acquane, rinvenuti nella via a nord della caserma


SNS CVJ

si

legge:

a)

11VF

CAES HADRIAN AVG

PAM

(cfr.

CI.

L.

XIV, 1977);
b)

\m T AEL

Aris'

su

altri

numeri:

III,

UH,

III1V,

X, XI, XII, XV.

Sono

stati sterrati gli ultimi

due ambienti

(tg.

2) verso l'angolo nord-ovest di

via della Fontana. Nessuno dei due aveva l'accesso da questa via.
Il
riori,

penultimo ('), nel qualo si raccolsero pezzi di mosaico cadati dai piani supecomunicava col precedente in origine merc una porta nel centro della parete
est.

meridionale; chiusa poi questa, ne fu aperta un'altra nell' istessa parete pi verso

Comunicava pure cogli ambienti ad occidente; ma da questa parte lo sterro non finito. A nord una porta verso la parete orientale conduceva nel prossimo ambiente:
pi tardi fu fatta un'altra apertura verso la parete
occidentale.

L'ultimo ambiente, lungo

in.

7,50, slato adattato a forno.

Due

forni (in.

3,25

m. 3,80; 3,25X3,50)
pavimento
in

infatti sono stati costruiti


2

con

blocchi

parallelepipedi di

tufo e

mattoni

sesquipedali

),

addossandoli alla

parete nord, con le

relative bocche verso sud. Il resto dello spazio,

a queste. Alla

distanza

di

m. 0,31 dai

forni

largo m. 2,05 rimase libero innanzi costruito un muro, evidentemente


si

perch l'intercapedine che


spazio libero.

ne risultava impedisse che troppo calore

avesse nello

La porta
bocche dei

l'apertura su citate dell'ambiente vicino sono in corrisponforni.


si

denza con

le

Negli scarichi di questi due ambienti

raccolsero mattoni coi bolli C.

I.

L.

XV,

1057

(5 framm.),

692

ex pr.

(?)

domitiae p.

f.

LVC APR1LIS
e

pontiano ET ALITIANO

OS
altri

a.

135
di

due frammenti

di

embrici col bollo

C. /. L.

goloni sesquipedali col bollo

G. I. L.

XV, 1435; XV, 1367.

due frammenti

te-

Sotto
altre

il

portico orientale, dietro

il

teatro,

si

inesso

in

luce

il

pavimento

di

due scholae.

La prima, secondo

l'iscrizione entro targa ansata:

NAV1CVLARI
(')

///

DIARRY

(')

Questo deve essere ancora studiato, presentando delle particolarit nelle pareti. Uno di questi ha il bollo C. I. L. XV, 847.

REGIONE

I.

ai

389

forse

OSTIA

apparteneva

navicellarii di
il

Hippo Diarrhytus (Biserla). Va notato per che non


non
vi

era scritto intero

nome

ffipponenses, lo spazio essendo insufficiente:

>
i

Q
I

< E
ti

u
in

<

saga

METRO
Fio. 2.

era che la sola lettera

//.

Sotto

l'

iscrizione

un grande delfino volto a


Sotto quel delfino

il

sinistra,

il

quale ne ha a sinistra un altro pi piccolo.


di un'altra iscrizione:
-

misero avanzo

Notizie Scavi 1912

Voi. IX.

50

ostia

il

390

di

regione

1.

Tutto

mosaico, che

in

eaitivo stato di conservazione, cattivo


stato

ha subito grandi
il

re-

stauri in antico.

Egualmente

in

conservazione

mosaico

della

prossima schola: esso presenta soltanto delle tracce di figure di pesci. Per raccogliere le acque delle fogne di questa parte della citt antica
ciata a nord del

si

comin-

tempio

di

Cerere

la

costruzione di un collettore speciale. In questo

cavo
nici,

si

raccolsero frammenti di stucco appartenenti a pareti (con punte di ale), a cor-

a colonne e frammenti di pareti dipinte; un fuso di osso, un manico di coltello

di osso con

ghiera in rame, un dado e un

amo da
i

pesca.

Dagli scarichi del giardino vennero in luce

Marmo. Tronco

di statua virile

(m. 0,225).

Frammento
virile

seguenti oggetti:
di sarcofago
il

(m. 0,1!)

0,133), in cui
il

si

vede a sinistra parte di figura

seminuda:

ventre sco-

manto, disceso gi, gli copre le gambe. Sembra rivolgersi, come per ape sembra muliebre (Mariani: Eros e poggiarsi, ad una figura vestita che a destra
perto ed

Psyche?).

Scaglia (m. 0,155

0,12

0,53) appartenente forse al cippo pubblicato

a pag. 348, dedicato da Rubrius Eupatori v o

"VP,

Frammento
supplisce secondo

di lastra di
C. I. L.

marmo

(m. 0,65

0,36

0,03), con

l'

iscrizione che si

VI, 1625, a b:

e.

petronio
quir.

m.

f.

honorato

PRAef.
a r at et
5
i

ANNONa
on
i

aegypt praef. urbis (?) pr oc.

avg proc. belgicae

dvarvm germ aniarum proc.

xxHEREDPROCMowe/.jora^. alae THRACVM PRA e f. alae

avgmtribm?'/.
praef

leg. i
i

minerviae

coh.

raetorum

C GR
io

q^vii

Risulta da questa lapide che Petronio Onorato ha comandato due ale e non una
soltanto.

Altre lastre inscritte (oltre ad alcune con poche lettere):


1.

(m. 0,09

0,09

0,024)

2.

(m. 0,53

0,40

0,03

/ECITET POSTEC
L

MATVR
FILI

LEPI

VLCIS

REGIONE

I.

891

si

OSTIA

Terracotta. Base di figurina, della quale

vede solo

il

piede sinistro e parte


l'

del manto. Nella fronte della base si vedono tre rosoni, e sotto a questi

iscrizione

poco leggibile: S ////

ELER/S.

Questa e quelle sono fiancheggiate da una colonna a spirale (m. 0,04 X 0,057 m. 0,06). Frammento di statuetta virile, di profilo da sinistra, vestita di chitone

manicato

e di

citaredo?) (m.

maschera (m. 0,05 X m. 0,08), di cui si vede con Al di dell'occhio sopra di questo una tartaruga (Mariani: maparte sopracciglio. di divinit scherone fluviale?). Pendaglio a forma di testa gorgonica con anello

0,075).

una specie

di sciallo sulle spalle,

in atto di suonare

la

lira

(Apollo

Frammento

di

superiore

una

foglia
e,

Frammento (m. 0,0G). d'acanto. Mattoni con


1110
d,

di tegolone decorato con


i

maschera satiresca entro


104, 173, 328,

bolli

G.

I.

L.

XV, 68 d

525

760, 1094*, 1103,

menti), 1436, 1451,

1569, 2172.
aretino marca
1.

1210, 1299, 1312, 1368, 1395, 1407 (8 framUn'ansa di anfora con la marca VERN.
in

Un
la

fondo

5196).

di

vaso

EVHODI
(ni.

pianta

di

piede

(cfr.

C.

I.

L.

XV,
con

Lucerne:

piccolissima
lettere

0,041; forma
2.

5),

a vernice rossiccia con

marca

ATIM

(?)

rilevate;

(forma
la

6,

ma

con

ansa

anulata),

maschera silenica nel


(cfr.

disco,
3.

e,

sotto

il

fondo,

marca

CASTOR

a lettere rilevate

(forma 17 con leggera sporgenza ai lati); 4. (forma 17) appartenente ad un gruppo; 5. (forma 20) con quattro zone di punti sugli omeri e la marca C. I. L. XV, 6350 e; 6. 7. (forma 22); 8. 9. 10. (forma 22) con la marca
C. /. L.

XV, 6360);

C. I.

L.

XV, 6283;
circoli

11. (forma 27) con rosone di baccelli nel disco e

una

di

semi-

cerchi nel margine; 12. (rd.) con quattro zone di punti sul margine; 18. (id.) con due
linee di
tralcio
a. d.

sul

margine;
e la

14.

(torma 28)
C. I. L.

con foglie

bacche sul margine, un

d'uva nel disco

marca
L.

XV, 6560
afferra

nel fondo; 15. (id.) con anatra

nel disco e la

marca

C. I.

XV, 6445
si

b nel fondo; 16. (id.) con corona di foglie

bacche sul

margine,

un amorino che
(id.)

ad un delfino nel disco


e

marca

bacche d'edera sul margine; ansa anulata) con pegaso a destra nel disco e marca illeggibile nel fondo 20. (id.) con rosone a quattro foglie nel disco; 21 e 22 (forma 31) con leone corrente a destra; 23 (id.) con volatile a
illeggibile nel fondo;

17.

con corona di foglie

18. (id.)

C. I. L.

XV, 6550, 4

b;

19. (forma 30, con


;

destra; 24. (id.) con rosone

a baccelli; 25. 26. 27. (forma simile alla 31) con un


;

ingrossamento nel disco che assomiglia ad un animale

28.

mammellata

nel disco e

corona di foglie e bacche sul margine; 29. col busto di Diana nel disco e la marca C. I. L. XV, 5296 a; 30. parte anteriore di lucerna a tre rostri con quattro semicircoli,

colle estremit

accartocciate, sul margine e sotto al fondo

una

foglia nella quale

sono tre semicircoli a forma di ferro di cavallo.

Bronzo.
rottangolare

Anello a

verga

piatta

con

da

un

e S dall'altro

stone sulla quale

Anello di lamina ingrossata con pietra nel caNove Altri anelli da dito. incisa una figura poco chiara.
lato.

lato,

IIII

(Tifi?)

nel

castone

anellini (da finimento?).

Pendaglio

di

finimento di cavallo.

Fibula con ardi-

glione

a spirale, lunga staffa accartocciata a forma di triangolo, finiente a bottone,

arco leggermente ingrossato, ornato di nodi (m. 0,08).

Altri oggetti.

Argento.

Un

anello.

OSTIA

verticillo di

392

REGIONE

1.

Un

vetro a smalto e varii oggetti di

vetro, ferro ed osso, tra cui

una lamina con parte di un'ala, di un ramo con foglie e grappoli. Verso l'angolo sud-ovest del piazzale si scoprirono parecchi pezzi di tubi di piombo (m. 6,30 X 0,08) in direzione da sud-ovest a nord-ovest con la marca ripetuta in

ambo

le

parti:

VALERIA SYNHORIUn
altro tubo (m.

foglia.

1,70

0,045) ha la marca

(cfr.

sopra pag. 101):

SEX VALERI ZOSIMI

Un
ambo
i

altro (m.
lati
:

0,282X0,10),

in

tre pezzi:

in

quello

sinistra

si

legge su

TAELIAVG
in

L!B

PROCVLIAR55

quello di mezzo da un lato:

DN
e

SEVERI ALEXANDRI

palma

dall'altro

EX OF NASENNI FORTVNATI
in

quello a destra (parte di altro tubo adattata):

(?)

VAL|

rado

Questo tubo dimostra chiaramente, quanto si notato anche altrove, che non di si sono me6si in opera insieme tubi di varia epoca e provenienza.

Uno scavo
il

fu fatto nel retrobottega della

teatro dal decumano. Quasi al piano della

seconda taberna a sinistra di chi guarda taberna fu scoperta la fondazione del

primo teatro, fatta con tufi informi e pozzolana nera, alta m. 3,20. Posa sulla sabbia ed anche ai fianchi ha sabbia mista, del mare e del Tevere, con prevalenza di questa
ultima; in essa
vasi,
si

nota anche molta argilla e tra questa frammenti di anfore e altri


tufi

di

tegoloni, di

di

intonaco dipinto. In questo retrobottega

si

raccolsero

tre oggetti di

ferro:

sellaio a taglio
coltello.

una lancia frammentata nel cartoccio (m. 0,18); un coltello da seinilunato ed ansa verticale (m. 0,19 X 0,045); una lama comune di
la quarta taberna e
il

Nel vano della porta tra un frammento


di tegolone

relativo retrobottega fu raccolto:

decorativo con una Vittoria in piedi vestita di peplo con

pettinatura a tutulus, ad
fiori
fig.

frutta,
;

ali aperte, la quale regge con la sinistra un festone di che le passa sulle spalle e con la destra una vitta (m. 0,135 0,165;

3)

due frammenti

di

ricci,

con tracce di colore azzurro e di scialbatura bianca,


di simile

appartenenti a tegoloni decorativi; un frammento

tegolone

con palmette

REGIONE

I.

393

OSTIA

alternate da colonne, sotto


fusaiuole (m.

listelli,

gole e mezzi tondi, a lor volta sotto una linea di

0,175X0,09).
si

Nel quarto retrobottega

raccolse:

Marmo. Torso
zato
del
di

virile,

di

Venere

pudica

(in.

forme giovanili, eleganti (m. 0,09). Torso abbozBustino di virile con lembo robusta, 0,12). figura

paludamento gettato sulla spalla sinistra, fermato da


da una base ornata
di foglie (m. 0,105).

vita, sorge

una borchia; tagliato

alla

Scaglia di

marmo

a quanto sembra, di pecora,

posato su una fascia

(m. 0,11X0,137).

con piede,

Parte

di

tiapezoforo

(m.

0,15X0,09).
e

Scaglia

di

marmo
graffite.

con
(m.

lettere, monogrammi 0,275X0,40) con l'iscrizione:

foglie rozzamente

(m.

0,18X0,205; fig. 4) Un (rammento di lastra

M ORDIE

WS
Piombo. Getto
di
tessere,

evidentemente mal riuscito;


S,

le

undici

tessere,

unite

con strisele di piombo hanno da un lato una


Osso.

dall'altro

una N.

Tre manici.

Nel quinto retrobottega, a destra di chi guarda il teatro, si raccolse una lucerna (forma 28) con corona di foglie e bacche di edera sul margine e con la marca nel
fondo graffila a crudo:

PVLLAE

NORV
comune
in

Africa,

un ago saccaie

di

bronzo con due

fori circolari.

OSTIA

394

REGIONE

I.

si

stato completato lo scavo del corridoio centrale dei quattro tempietti.

Le fondazioni posano

sulla sabbia.
le pareti,

Esse sono di due periodi.

L'inferiore, che

riscontra sotto tutte e quattro

pi alta sotto la orientale, tagliata sotto la

settentrionale in senso inclinato da est ad ovest,


informi.

fatta con pozzolana rossa e tufi

La fondazione

settentrionale posteriore, fatta con pozzolana nera e con gli


reticolata.
in

Le pareti sono in opera appartiene un piccolo muro a sud


stessi tufi

Posteriore una costruzione alla quale

di intonaco

bianco rozzo.

nord fu scoperto un altro muro a

opera reticolata senza fondazione, con uno strato tufi informi, anch'esso

Fio. 4.

rivestito d' intonaco bianco,

del quale intonaco

si

scoprirono tracce

sulle

pareti

est

ed ovest.

pavimento presente si incontr uno scarico di pezzi informi di tufo e di calce con pozzolana nera. Sotto questo strato se ne scopr un altro di vario spessore, con inclinazione da sud a nord, che scendendo la fonsotto
il

Immediatamente

raggiungeva

dazione pi antica. Entro questo scarico

si

raccolsero moltissimi frammenti di stucco

bianco levigato, rivestimento di colonne liscie o scanalate, di cornici (ved. tg. 5) e di pareti e frammenti d'intonaco dipinto tra cui molti a colore celeste chiaro e
celeste carico.
navi,
offro

Molti di

questi frammenti avevano alcuni


altri

disegni

graniti (persone,

anelli,

vasi,

un phallus, ecc.);

presentavano iscrizioni graffite, delle quali

qui le seguenti:
1.

CAESAREETPlSo]>E CoS PRIDIE EIVS ' PATIVNS

a.

28

a.

C.

Regione

i.

TANA
VS
ES
HII IC

395

OSTIA

3.

Se, va l e r

C A/T V S
I

R
INIBVS

SVRV
BASVS
vela?

MA
wcenie
Bl

ATR-

Fig. 5.

4.

icvSani

6.

9.

11.

13.

REGIONE

I.

897

OSTIA

Vennero in luce pochi frammenti di tufo, ricoperto di stucco con qualche lettera moltissimi frammenti di vasi campani; una lucerna a vernice nera (forma 2 con ansa anulata a faccia cordonata e senza sporgenze al fianco), con disco a semicircoli con;

Fig.

6.

Fio.

centrici, con

un tralcio
di

di vite sul

margine, con due canaletti


assi,

ai lati del rostro e le se-

guenti
(II

monete

bronzo:

due

uno di

gr.

31

(III secolo),
gr.

ed

uno

di

21

sec); un asse tagliato di gr. 11,50; un


di gr.

semis anonimo di
di

22 (III sec);

un quadrante

2,50

(II sec.) Voi. IX.

e forse

una monetina

Paestum.
51

Notizie Scavi 1912

OSTIA

era
ecc.

398

REGIONE

I.

Sotto questo scarico la terra


di
vasi, tegole, anfore,

frammista ad argilla ed a molti

frammenti

Fio. 8.

Fio.

9.

Si

sterrato

anche

il

sottosuolo del prossimo tempietto ad ovest: l'unita


L'argilla di quegli
inferiori

fig.

10

indica la successione degli strati.

rappresenta probabil-

mente l'avanzo

dei

muri dei tempietti pi antichi,

costruiti con mattoni crudi o altro

REGIONE

I.

399

muri

OSTIA

simile sistema costruttivo

ad essi

si

sostituirono quelli coi

in reticolato sulla

grande base;

pi tardi, nell'epoca imperiale, furono innalzati gli ultimi.

Fio. 10.

Nella sabbia sotto la fondazione dei primi

si

rinvenne un pezzo

di

legno (m. 2,60

0,13

0,07) con spigoli

vivi,

con un'estremit a punta, con tracce di colpi di

mar-

tello stili altra;

pu appartenere alla prima costruzione.

OSTIA

400

REGIONK

1.

di

Nello strato di sabbia, sotto quello dei calcinacci, si raccolse la parte inferiore un'antetssa, che presenta tracce di colore bianco e rosso: si conserva la parte infe-

riore della testa e parte del collo di figura muliebre, avvolta in

manto (m. 0,15

1,75;

fig.

11).

Fio. 11.

Sono
terra
si

stati

completamente

vuotati

sotterranei del tempio di

Vulcano. Tra la

raccolsero molti frammenti di cornici e di ornati di marmi, e tra l'altro un

torso di figura virile

marmorea (m. 0,30); un frammento


i

di lastra di

marmo

iscritta;

un frammento
(m. 0,40
pag. 167.

di

altra simile lastra con la


bolli
C.

0,16) e mattoni con

gamba di un drago alato I. L. XV, 1434, 1435 e

e parte dell'ala

Notizie,

1909,

D. Vagmeri.

REGIONE

I.

401

POMPEI

CAMPANIA.

V.

POMPEI
il

Continuazione

dello

scavo

di

via

dell'Abbondanza

durante

mese di novembre 1912.


e

Lo scavo continua con due squadre


precedenti.

nei

due punti indicati nelle Relazioni


progressi fatti durante questo
si

Nel primo

rilievo topografico (fig. 1) sono notati

mese

nello scavo della Via e nel suo lato meridionale:

sono

ivi

rimesse in luce

Recj.
In.

I
Ir.s.VlII

IX

Fig.

1.

oltre le facciate
l'

esterne, corrispondenti ai vani d' ingresso 7 e 8 dell'

is.

Vili, reg.

I,

imboccatura del vicolo che, volgendo a sud, separa l' isola VIII dalla contermine IX, e di quest'ultima l'entrata al vano u. 1. Non si potuto finora approfondire egualmente la ricerca sul lato opposto settentrionale della via, essendosi dovuto ivi procedere
n. al 7,

al

delicato

lavoro

di

assicurazione

dell'ampio balcone al disopra del

vano

reg. IX, ins.

XII

l'

importante opera, coronata dal pi lieto successo, volge ora


il

suo termine, e col mese prossimo sar possibile dare anche


lato, nel quale, pur nelle terre alte, gi
si

rilievo topografico
l'

di quel

nota chiaramente

imboccatura

del vicolo che volge a nord e lo spigolo della nuova isola XIII.

Col secondo rilievo topografico (rg. 2) vien mostrata della casa n. 4, reg. I, is. VI quella piccola parte che se ne potuta esplorare durante il mese (fauces a, ambienti
b e

La

e, scala d'accesso al piano superiore d, ambiente e, muro occidentale dell'atrio). casa in paiola succede immediatamente ad est dell'altra gi in gran parte scavata
I,

nei mesi scorsi (reg.

ins.

VI,

n.

7).

Ed

ecco ora cronologicamente

esposti

trovamenti

tatti

durante

il

mese

le

iscrizioni scoperte:

POMPEI

402

REGIONE

I.

(4 novembre). Reg. I, ina. VI, n. 12. Sullo stipite sin. del vano d' ingresso, a m. 1,60 dalla soglia, al sommo dello zoccolo rosso, si scoperta granita, la seguente
iscrizione
1.
:

FORTVNAT A

AXXP'
cio:

Fortunata assibus XXIV. Pi

gi,

m. 0,70

di altezza

avanzano poche tracce

Rcn.

In*.

VI

CJa

//

Fig

2.

di

un'altra

iscrizione

tracciata

col

carbone:

2.

ACV
stessa isola,

(acua per aqua?)

Sempre nella
golo nord
est,
si

ma

nella casa n. 7, ambiente g sul pavimento all'andi

raccolta

una lucerna

bronzo

rostro allungato, con l'ansa


i

ad anello decorata del

monolychue a corpo circolare e solito motivo della mezzaluna con


n.

corni rivolti in su, lunghezza m. 0,11.


tra
l'atrio

E
si

finalmente nella casa

4,

nel vano di

comunicazione

l'ambiente

e,

sono raccolte tre

cerniere di

bronzo ad

due ad alette rettangolari. ins. VI, n. 7. A sud dell'ambiente d, fra le terre sconvolte si I, (7 id.). Reg. sono trovate due lucerne di terracotta monolychni circolari, lunghe m. 0,10 e munite di ansa ad anello, nel disco dell'una il bustino di Diana di prospetto con la luna
alette rastremate e

REGIONE

I.

403

stesso

POMPEI

crescente in fronte; nel disco dell'altra lo

bustiuo completato per con le

due

fiaccole strette dalle

mani della

dea.

Nell'altra zona dello scavo, in seguito alla rimozione delle terre alte, cominciato a venir fuori lo spigolo sud-ovest dell'isola

XIII della Keg. IX; edivi, sulla

parete rusticamente intonacata, rivolta alla via, all'altezza quasi degli architravi, sono
apparsi
i

seguenti programmi elettorali ('):

TREBIVM
ETGAVIVM AED
D-RPO"
VICINI

4.

CNHELVIVM SABIN
AED

VIGINI

ROG

Una

grossa pennellata di calce nasconde quasi totalmente la met inferiore

sin.

del

Rerj

in/vnr ->

/
lui
3.

primo rigo di questo programma. Nel secondo rigo raccomandazione v. p. per v(iram) p(robum). Sotto
traspariscono gli

di
i

esso

ricorre

la

formola

di

righi 2 e 3 del

programma 3
:

avanzi di un pi antico programma, dalle lettere alte m. 0,40

ID1VM

Fra

lo spazio

occupato dalle trascritte epigrafi e

il

vano d'ingresso

n. 1,

leggesi sul

rustico intonaco scalcinato:


6.

a VETTlWVfJ IRMVM

1111111111111

(')

Quando

il

colore del

programma non

indicato,

va inteso che esso rosso.

POMPEI

404

REGIONE

I.

(13 novembre). Reg.

I,

ins.

Vili,

n.

1.

Si completato oggi con la rimozione

dell'ultimo strato di terre lo scavo di questo termopolio (cfr. Rapporto del

mese

di

giugno scorso, giorno 9, per la descrizione del fronte affrescato del banco

di vendita; e

Rapporto del mese di ottobre: A) prima sona, e giorno 15, per alcuni trovamenti). Possiamo perci darne ora la pianta completa nella fig. 3. Il pavimento ne di coccio pesto, e le pareti rusticamente imbiancate al disopra dello zoccolo d' intonaco laterizio,

quale ultimo raggiunge l'altezza di m. 1,00. Nel terzo d. della parete occia volta, alta m. 0,77, larga m. 0,48, proda un bordo di stucco giallo che forma di e circondata tinta fonda m. 0,19, giallo
il

dentale aperta una nicchia (larario?)

rettangolo all'esterno: una mezza tegola, murata nel lato inferiore, faceva da mensola alla nicchia descritta. Altri particolari notevoli sono: in a, un blocchetto di pietra

vesuviana nel quale

l'

incastro che tratteneva la sbarra di legno obliquamente di-

lato di destinazione

sposta a rinforzare la chiusura della porta; in bua foro rettangolare di m. 0,32 di incerta; su di esso, una grande situla di bronzo. Questa, trovata

in posizione verticale,

di

forma ovoidale, alta m. 0,45, diam. della bocca m. 0,43.

In e un piccolo dolio adagiato sul pavimento insieme con un'anfora sul cui collo un' iscrizione greca di colore nero
:

1-o^c
Fio.
4.

Nell'angolo opposto, in d, una pelvi di terracotta senza marca di fabbrica. Del podio ben conservato il solo braccio rivolto alla via, con la superficie superiore tutta
incrostata di
nell'angolo,

marmi

policromi e con un cavo poco profondo, di pianta quadrata. Segue,


al

un grosso vaso cilindrico murato,

quale succedeva un altro nel braccio

che volgeva all'interno. Quest'ultimo col consueto fornello per riscaldare le vivande, demolito da antichi esploratori (vedi Rapporto del mese scorso, loc. cit.). Vi si trovarono
donati
in.
:

seguenti oggetti cir o sfuggirono ai remoti cercatori o furono da essi abbanpresso


il posto del fornello, una casseruola di bronzo, rotta nel fondo, larga con foro semilunato in capo all'ansa; sul banco, immediatamente dietro

0,125,

le tavole

della chiusura: due vasi cubici di vetro ad orlo tondo, alti

menti

di quattro bottiglie;

pana

alto

m. 0,23

sotto la nicchia,
di

una boccetta piriforme alta m. 0,10 e i frammenti di una coppa di gesso


vernice
gialla
di

m. 0,12; framun fiasco a cam(?) a rilievi

esterni floreali, rivestita

vetro;

nel fondo del vaso superstite

un grande bronzo di Augusto (Cohen, n. 407), tre bottoni di pastavitrea a sezione di sfera e due correnti sferici forati e baccellati da collana, un dado di osso di m. 0,017 di lato senza notazione di punti, e una fuseruola larga m. 0,030 presso il dolio e una scure di ferro lunga m. 0,10 e infine dietro il banco,
incastrato nel bancone,
; ;

un medio bronzo

irriconoscibile.

Completo
un' iscrizione

le

notizie
e di

riguardanti

questo

termopolio,

dando

la riproduzione
al

di

monca

un bustino muliebre

graffito
(fig.

accanto ad essa,
:

sommo

dello

zoccolo nel bel

mezzo della parete orientale

5)

REGIONE

I.

I,

405

e.

POMPEI

(14 novembre). Reg.

ins.

VI,

n. 4,

salone

All'angolo nord-est, in terra, una

bottiglia di vetro, panciuta, a lungo collo, alta

m. 0,17.

-^ul)

Fio.
1

5.

rigo

Mu

fella al

rig 2

Fortunata assibus IL
un'anfora vinaria alta
ni.

(15

id.).

Ivi stesso, sulla parete ovest,

0,90, sul cui

collo fu dipinta in color rosso la seguente epigrafe:

Fio.

6.

cio

(anpkora) in usus Caspi piena: cfr. C. I. L., IV. Addilamenla, pag. 724 nota dello Schoene al n. 2583; ibid., nn. 2583, 5569, 5597, 5732, 6201 e 6218.
Reg.
I,

ins.

IX,

n.

1.

Nel rimuovere

le

terre sulla fronte di

questo

compreso,

sulla via,

si

sono raccolti molti frammenti di


si

una grossa cornice


n.
i

di stucco bianco,

della quale per finora non

scoperto
il

sulla facciata

dell'edificio

alcun attacco.
reg.

Altrettanto avvenuto dirimpetto per

vano

dell'isola

XIII della

IX:

qui per

frammenti raccolti

hanno trovato subito

loro punti di attacco nella facciata,

andando a completare la magnifica decorazione architettonica che si stende intorno al detto vano d' ingresso (di una casa), decorazione che consiste di una larga zona
(epistilio liscio e

cornicione

modinato sovrapposto)
ai
lati

sorretta

da

due

svelti

pilastri

parimente di stucco bianco


(16
id.).

dell' ingresso.
7.

Reg.

I,

ins.

XII,

n.

Procedendosi all'assicurazione in situ dei


il

resti

carbonizzati delle travi che anticamente sorreggevano


superiore, si trovato un

balcone qui rinvenuto nel piano

frammento
i

di tegola col bollo L.

Eumachi

(C. I. L.
si

X, 8042,

47

p.).

Come

si

fatto per

resti

delle travi di sostegno del balcone,


:

curata

oggi anche l'assicurazione degli avanzi dell'antico architrave sottostante essi vedonsi nella sinistra del vano, rappresentati da considerevoli resti di legno carbonizzato.
Notizie Scavi 1912

Voi. IX.

52

POMPEI

400

e.

REGIONE

I.

(19 novembre). Reg.

I,

ins.

VI,

n. 4,

ambiente

Questo compreso, nel quale

si

sono trovate pietre in gran quantit, provenienti dal crollo della parete orientale, per
quadretti posti nel centro delle decorazioni murali (vasellame da tavola, cacciagione, commestibili) sembra essere stato un triclinio. Notevole il fatto che la parte delle pareti riservata allo zoccolo non fu mai ricoperta di stucco, n decorata, mentre
i

decorazione centrale e fregio erano


questo ambiente.

finiti.

Parecchi trovamenti

si

sono oggi fatti in

Lungo

la parete

sud: dieci pieducci di

bronzo, cilindrici a larga

Kiq. 7.

Fio.

8.

base circolare, contenenti tutti avanzi di legno nella parte cava,

alti

da m. 0,08 a

m. 0,045
e

all'angolo

nord-ovest,

posati

in

terra,

piombo, a basi leggermente sporgenti dal tronco,

alti

due pesanti pistelli cilindrici di l'uno m. 0,10 e l'altro m. 0,11

una pallina di pietra gialla di m. 0,019 di diam., di uso incerto; ivi presso, in e finalmente nell'angolo terra, due massi di gesso di presa e un cofano di calce viva
;

sud-est, a m. 1 dal pavimento

si

raccolta

una grossa cuspide a quattro


resti di

tagli normali,

lunga m. 0,52,
di

di uso incerto, in ferro e bronzo:

legno sono cos nel cilindro

bronzo in cui infilata la cuspide come nell'altro cilindro di bronzo lungo m. 0,31 raccolto poco appresso e che completa lo strano trovamento (figg. 7 e 8).

REGIONE

1.

I,

407

d. del

POMPEI

(23 novembre). Reg.


i

ins.

IX. Sulla parete a

vano

n. 1 si

sono scoperti

seguenti programmi elettorali:


10.
. . .

VM

OV-F- IVLI PHILIPPE FAC


ET ILLE POLYBIVM FACIET

Il

rapporto fra tre persone del nostro


dell' incerto
il

programma
il
il

nuovo. In esso

si

sollecita

in

pr'

candidato

ium

voto di Giulio Filippo, promettendo


0. Giulio Polybio, aspirante

in

contracambio

voto del candidato per

ben noto

cos al

duumvirato come
:

all'edilit (C. I. L.,

a IV, Indices, pag. 771, col. 2 ). Segue

pi gi (colore nero)
11.

HELVIVMSABIN
AEDO- V- 1

pi gi ancora:
12.

CALVENTIVM SITTIVM MA[gnum~\

V,R

Dall'estremit destra

di

questo

nascosta

la

parte sinistra di un altro pro-

gramma
13.

... FVM

fi

D CF

(Rufum

?)

Finalmente, alla estremit destra della parete, sopra la consueta mano di calce,
leggesi in grosse lettere nere:

14.

C CVS -PAN -AD' <>'


id.).

(24

sin. dello

stesso vano d'ingresso ora indicato, tornato in luce

il

programma:
15.

POP1VM L-FAEDCf
per

Come Postium
ibid.

Fostumium

in C. 1. L.

IV, 195 e 1016 e Cerrium per Cerriaium

(25

483, cos qui ora Popium per Popidium. n. 7, reg. id.). Sulla parete a d. del vano
:

I, ins.

Vili,

altri

otto

programmi

sono apparsi, e sono riuscito a leggerli tutti


In
16.

alto:

C 1VLIVM POLYBIVM

AEDO PLACIDVS CLIENS ROG

Segue pi gi
17.

VETT1VM

F1R (mum)

AED 0= BETVTI FAC


Attraverso
18.
le

lettere di questo

trasparisce l'altro

programma:
(cfr.

SE

V E R V M^V,R

n.

28)

Succede pi gi:
19.

SECVNDVMLFA)

POMPEI

408

REGIONE

I.

il

quale nasconde un programma di color nero pi antico:


20.

V E [_soni~] V M
inferiore

qvincl
al

Al margine
quasi come
in

della

parete,

immediatamente
lo

disopia dello

zoccolo,

risposta a quanto

domandava

scriptor del

programma

17, leggesi:

21.
Il

BETVT1VS

ROG

BET1TJ

FIL1VM
Tab. Cer.
legge:

nomen Betutius

= Betilius

gi s'incontr nelle apochae Iucundianae.

XCV,

3: L. Betutius Iuslus. Al

sommo

dello zoccolo, in colore nero

si

22.

LOLLIVM AEDILEM O/
d.

Al disopra, a
23.

di

questo

programma

l'avanzo:

COSM
ultimo programma che costituisce strato intermedio
fra
i

Un
il

programmi 19

20

seguente:

24

H A V V M PT tdcp.iv M cc
I

Reg.
di

I,

ins. VI, n. 4.

Nell'ambiente
listelli

si

trovata oggi

sulla cenere l'impronta

un letto in legno ornato di

di

osso.

Si sta provvedendo al restauro ed

alla conservazione in situ del letto, del quale si dar, quindi, a suo
notizia.

tempo pi larga
bronzo
di

Su
f.

di .esso si

raccolta

una moneta di bronzo, cio un medio


del vano n. 8, reg.

Diuso

di

Tiberio (Cohen, n. 2).


d.
I,

(28 novembre). Sul pilastro a

ins.

Vili, quattro proli

grammi
25.

dei quali tre dipinti

da sopra

in sotto nell'ordine in

cui

trascrivo:

(colore nero)

VEIENTONM
AF.D ASC-

ROG

2(5.

CVSP1VM PANSAM AED

27.

L
V

POPIDIVM AMPLIAI VM

li

VTILEM

PLACIDVS ROG

mentre
28.

il

quarto in parte nascosto dal precedente:

VIBIVM SEVERVM
Il

VIR

D O* ^SCLA ROG

Il

nome

della donna nei

programmi 24

27 sembra essere Ascia

(cfr.

C. 1. L.

X,

1985, 2107, 2162 e 232(5). Al margine


pi antico restano delle tracce pi gi

d. della parete,

sopra avanzi di un intonaco

insignificanti

di

antichi

programmi:

in

alto

AED;

A-D

M. Della Corte.

REGIONE

III.

409

REGGIO DI CALABRIA

Regione
VI.

III

(LUCANIA ET BRUTTI1).

REGGIO DI CALABRIA
aprile,

Titolo

valentiniano

scoperto

nel

Corso Garibaldi.
Nel passato
titolo

procedendosi

ai

lavori

di

scavo per la nuova fognatura nel


il

Corso Garibaldi, fu rinvenuto, vesso la parte intersecata da via Fortino,

seguente

marmoreo, scorniciato e diviso in quattro pezzi (m. 0,85 sieme con alcuni frammenti architettonici anche marmorei:

X 0,59 X

0,045), in-

Essendo questo

titolo di

grande interesse per la storia


e dei

e la topografia di

Jihegium,

ed anche per la storia di

Roma

terremoti

d'Italia,

mi

riservo ripubblicarlo

prossimamente accompagnato da un conveniente commento.

VALANIDI

410

REGIONE

111.

Monete bizantine miste ad ossa combuste.


Procedendosi, durante
il

passato luglio, ai lavori di fognatura e di pavimentazione

nel Corso Garibaldi, furono rinvenute, lungo


e Giudecca, delle

monete bizantine
di

di

compreso fra le traverse Giulia bronzo, miste ad ossa combuste.


il

tratto

Erano a m. 2

come

profondit e formavano insieme uno strato lungo oltre un metro, mi fu assicurato da assistenti ed operai addetti al lavoro.

Le monete, corrose in parte dalle fiamme e dall'ossido e passato oggi al Civico Wroth. L, 16; otto a Leone VI: nn. 1-2 Museo, si riferiscono: una a Basilio 1 nn. id. 3-8 id. ventisei a Leone VI ed Alessandro: nn. 1-2 LI, 12; 13; Wroth,

id. id. 15. Wroth, LI, 14; nn. Evidentemente trattavasi di avanzi d'incendio

= 3-26 =

= =

verificatosi

in

casa con peculio.

N. Putort.

VII.

VALANIDI
(')

(I

leggio-Calabria)
su
le

Scoperta
territorio

di,

tombe

di et bizantina. nella
sinistra del

Valanidi
torrente
s.

un villaggio

alture, a sud di

Reggio,
fa

Agata

(*).

La

vastit

del

suo

lo

appartenere

quattro

(')

Per l'origine bizantina del nome


st.

e per

si

veda Riv.
e

cai.,

1904, pp. 171 segg. e 208, nota

un saggio di topografia e toponomastica della regione 1. Per la parola conservata nel dialetto greco

per il suo accento nella declinazione si veda Perides, Ai. 'EXXtjyo'iTitktxy, I, s. v. i miei Epigrammi pop. neoellenici, in Riv. >t. cai., 1906, pag. 240, nota 1. Infine, si ritenga inesatta la grafia BeXavt't data dallo Zampelios, 'iraXoe XXqvix ecc., pag. 54, e accettata dal Pellegrini, Il dial. greco-cai. di Bovo. pag. 253, nota; giacch Valanidi e anche Balanidi il

moderno

Cfr. anclie

vero nome.
farebbero

Debbo aggiungere per


epiteti
di

che, probabilmente,

il

vocabolo preesisteva all'et bizantina, come

credere due

Apollo,

conservati

i Musijeti, Movo rjy tris; Peraguddi, IIsq 'Ayvir\xr\<; oggetti col rinvenuti, specialmente monete, serve a provare che

ancora da contrade del medesimo villaggio: (entrambi nomi ionici). Il che, insieme con altri
i

Greci conobbero anche

le colline

circostanti a Reggio, oltre alla costa.


(') Questo torrente, detto anche fiume torrente, per il suo scorrere perenne (De Lorenzo, Un secondo manipolo di monografie, ecc pag. S). un erudito locale, buon conoscitore di topografia calabrese, tent identificare con l'Apsia di Diod. VIII, 23, la cui esistenza rimane ignota al Nissen,
,

It.

Landesk.,

II,

pag. 964, ed

Jahresb. tu

Grimma, 1886-1887, pag.


al

addirittura negata dall'Alt, Ztir topogr. v. Rhegion u. JUessana, 7 dell'estratto. Apsia, secondo il Carbonc-Grio, sarebbe lo stesso

che Asia, citt antica sovrastante


e Tisia dei commentatori.

Su

di essa

fiume e rispondente all'Asia, ed Axia degli scrittori e all'Isia sarebbe srta, nell'evo medio, la prima s. Agata, distrutta dal

terremoto del 1783, e ad essa apparterrebbero i tre controversi stateri incusi col toro rctrospiciente 'Aai per alcuni, 'Afii p<r altri. Rimando su tale argomento e cavalletta, e con la leggenda AMI

alle osservazioni del

Carbone-Grio, rimaste ignorate, in Riv.

st.

cai.,

1902, pp 179 sgg.; 279 sgg.;

sgg., nap., IV, pag. 179 sgg., favorevole a un'Asia nel Bruzzio, e del Pais, Rend. R. Accad. Lincei, XVI, 1, 1907, pag. 8 sgg. Ricerche st. e geogr. su Vlt.ant.,

868

e-

agli studi del

De

Petra, Arch.

st.

pag. 75 sgg. contrario e

riferente

tre

stateri

Rimando anche
alla

alla bibliografia ivi citata, e

ad una' popolazione degli Aminei, presso Sibari. all'Head, Hist. num., 1911, pag. 70, che, contrariamente

regione dell'antica

il bisogno di scavi sistematici nella tra cui le meglio conservate monete dove antichi, Agata, parecchi oggetti arcaiche reggine, in passato, per caso, furono ritrovati (De Lorenzo, op. cit., pag. 47).

prima edizione, segue l'opinione del Pais. Segnalo per


s.

REGIONE

III.

Pellaio
('),

411

8
(

VALANIDI

Comuni

diversi:

Motta

S.

Giovanni

Gallina e Montebello;

ma

l'abitato

gruppi di case, nei due lati di un torrente, detto anche Valanidi, che per una lunga e malinconica vallata attraversa il villaggio.
ristretto a pochi

compresa nel Comune di Pellaro e denominata Cozzetta, un'estesa tenuta del nob. cav. Francesco Filocamo ( 3 ), nella
la

Su

sinistra di questo torrente,

in

localit

quale, durante
di

il

febbraio scorso, dissodandosi

il

terreno, tornarono alla luce tre

trombe

et bizantina, depresse e devastate dall'aratro,

cho per secoli era sopra passato.


l'ima all'altra contigue, e nella

Si presentarono

pochi

centimetri

di

profondit,

forma cos detta alla cappuccina, con tegoloni e tegolini alle giunture, sul nudo
terreno o su letto di altri tegoloni. Sassi di sostegno erano alle testate, grezzi, tranne

uno lavorato da una parte, con croce obliqua incisa ed appartenente alla tomba prima. Croci oblique portavano anche i tegoloni.
Nella prima tomba, orientata come tutte
tre scheletri di adulti.

Fra

a nord-est-sud-ovest, giacevano crani di quello di mezzo e di quello di destra, stava


le altre

un orciuolo grezzo, con ventre espanso, ansa piatta, breve, e con croce obliqua incisa alla base (alt. m. 0,185). Nella seconda tomba erano deposti due scheletri di adolescente e fanciullo: questo giaceva lungo
il

fianco sinistro dell'altro.

Pi

di

un ca-

davere dovette
quantit di ossa

essere

sepolto
vi

nell'ultima

tomba,

gi devastata,

giudicare dalla

che

furono trovate. Quivi furono rinvenuti dei frammenti di orecfig. 8,

chini enei, del tipo Notizie, 189G, pag. 344,


alle estremit.

con l'aggiunta di piccole capocchie


di piattello

Negli sterrisi raccolsero:

un frammento

vitreo e due

mo-

mediocremente conservate e regalate dal proprietario al Museo Civico. Esse appartengono a Leone VI (886-912) ed a Romano I (919-921)
nete di bronzo bizantine,

= Wroth,

LI, 13 e LII,

alle povere

tombe

di

10. Tenendo conto di queste monete, si potrebbe assegnare Valanidi un'et che va dalla fine del X al principio del secolo

seguente.

N. Potort.
Per
la topografa
e

(*)

toponomastica di Pellaro
e

della regione in cui esso

era

compreso

(Leucopetra), vedi alcuni saggi in Carbone-Grio, Riv.

st. cai.,

1903, pag. 121 sgg.

1904, pp. 171 sgg.,

222 sgg.

Cfr.

anche Berard, Les Phn.

l'Odyss., I, pp. 214, 518; II, pag.

392

sg.

Da quanto
,

nella predetta Rivista dimostrato, in ba<e anche a scoperte avvenute doc.

cit.,

1904), risulta che

Leucopetra fosse una regione non limitata soltanto all'attuale Capo d'Armi (Axt, op. cit p. 0; Nissen, op. cit., pag. 967, ecc.), o al Capo della Saetta (Romanelli, Ant. top. del regno di Napoli,

ma molto pi estesa, sia a nord che a sud, nella quale era compreso anche Pellaro, fiorente stazione navale e cantiere di dendrophori, cui riferiscesi l'iscrizione del C. I. L,X,7, ivi rinvenuta (e per errore assegnata a Rhegium da De Ruggiero, Diz. epigr.. II, pag. 1686). E Pellaro non era
pag. 97),
]'tlx(iMTt;ou>v d'Italia,

che crede l'Axt e che non identifica

il

Nissen, loc.

cit.;

ma

questo era invece

una lunga punta di terra, che, in Reggio stessa, a Iato sud, estendevasi in mare, fino al 1502, anno in cui scomparve per un forte terremoto. Per la distanza Reggio-Leucopetra, indicata nei testi e nella Tav. Peuting., cfr. Riv. st. cai, 1904, pag. 222, e Romanell.', op. cit.. pag. 97. Per essere
esatti,
a ( )

aggiungo che l'opera sopra citata dal Nissen rimane ignota al Carbone-Grio. Cfr. De Lorenzo, Le quattro Motte estinte presso Reggio-Calabria, pag. 1 sgg. 3 Rendo vivi ringraziamenti a questo gentiluomo, per la liberalit, tradizionale, del ( )

resto,

nulla sua famiglia, con cui egli mise a

mia disposizione quanto occorse per esplorare

le

tombe.

CATANIA, PATERNO

412

SICILIA

SICILIA
Nuove scoperte nella provincia di Catania
Vili.
1910-11,
(cfr.

p.

359).

CATANIA
della

Avanzi

di edificio termale ai Quattro Canti. Nell'inverno


fabbricato
della nob. signora

rifacendosi ai Quattro
princ.

Canti un

Concettina

m. 2,20 dal piano del cortile attuale si trov un musaico, che viene a cadere a m. 4,50 dal suolo primitivo, ove si tenga conto delGisira, a

Asmundo

l'abbassamento eseguito per ricavare il cortile. Il musaico, a tesselli bianchi e neri, presenta il disegno che vedesi nello schizzo annesso (fig. 22), e decorava un ambiente
di
di

cui non

si

poterono che parzialmente toccare


di

muri perimetrali.

m. 1,20 sopra
al

pavimento musaico venne segnalata una vasta fornace, presso


tubi
fittili

esso

si

stende un

coccio

pesto dei tempi di mezzo. Di fianco

ombelicati, che in antico

si

la quale emersero parecchi di quei adibivano per la costruzione di volte leggiere.

Da
che

questi dati e da altre osservazioni fatte in vari

momenti

del lungo lavoro risulta

in questo punto dell'antica Catania doveva esistere una terma, la cui estensione, forma e particolari decorativi sfuggono, sia per il suo stato estremamente ruinoso, sia per la impossibilit di estendere le esplorazioni sotto altissimi fabbricati moderni.

Del musaico vennero staccati due buoni saggi per il Museo Civico di Catania e per quello Nazionale di Siracusa. Metto poi in guardia gli studiosi contro le fantastiche
notizie propalate
quali,

dai giornali
seri periodici

catanesi

a proposito di queste

scoperte; alcune delle

anche da

del continente,
ecc.

mitologiche,

di statue in

marmo,

parlavano di mosaici con figurazioni Tutto ci no:i ha il menomo fondo di verit,

ed necessario venga qui ufficialmente smentito.

IX.
fertilit

PATERNO
archeologica di

Tesoro di argenterie greco-romane. Singolarissima la


il

Paterno,

cui terreno fornisce in

abbondanza oggetti delle


di

et pi svariate, dalla neolitica a quella normanna.

Ma

una scoperta

eccezionale
il

valore ebbe luogo nella primavera del

1909,

fu

una vera iattura che

prezioso

prodotto di essa venisse rapidamente trafugato dai soliti incettatori, e con altrettanta
rapidit fatto emigrare all'estero.
agricole, attorno al torrione

Una povera donna, grattando


sul colle, ed in

il

suolo per ragioni


di pic-

normanno che sta


mentre

mezzo a ruderi

cola fabbrica,
truffatori
le
li

s'

imbatt in uu gruppo di vasellami


gli

d'argento molto guasti, che dei


cui

tolsero per poco denaro,

antiquari catanosi, nelle

mani
(').

passarono,

rivendettero ad altissimi prezzi sui mercati di Parigi e forse di


e

Monaco

Inchieste, processi

condanne arrivarono troppo

tardi,

quando ogni cosa era ormai

(') La porzione minore fu venduta dall'antiquario Silvio Sboto; il lotto di gran lunga maggiore di Antonio Capitano, antiquario analfabeta ma di una abilit e fortuna straordinarie, la cui recente morte stata nna vera liberazione per l'archeologia del Mezzogiorno. Un processo, istruito colle

solite lentezze, a nulla approd.

SICILIA

413

PATERNO

Via. 22.

Notizie Scavi 1912

Voi. IX.

53

ADERN

Da
il

414

informazioni
in

SICILIA

irremissibilmente perduta.

ripetute indagini e da

confidenziali,

as-

sunte da pi parti

controllate, sono arrivato a ricomporre


tesoro,

via approssimativa

una parte del piccolo


cipali: a) tre piattelli

quale sarebbe stato costituito dei seguenti pezzi prin(dorato?)


al

circolari con raedaglioncino

centro; ad
ai

essi si

riferivano sei manichetti

forcella, dissaldati, simili nella


fittili

forma

manichi delle

coppe
e

di

Hildesheim

('),

ed a quelli di certe tazze

di industria italiota del

IV

III secolo; b) una coppa pi fonda, a calotta quasi emisferica; e) altra consimile

a corpo baccellato; d) un grande piatto oblongo, simile ad un portaova, munito al mar-

gine di dodici cavit ovolari alternate con dodici testoline a rilievo, analogo agli esemplari di Hildesheim (op. cit., n. 12) e di Ancona (Notizie 1910, pag. 353); e) una scatola; f) un boccaletto ad un manico.

quanto io potei apprendere e ricostruire attraverso molte difficolt; di altri pezzi non arrivai a comprendere u la forma, n il tipo decorativo. Sembrer che notizie cos vaghe e frammentarie non meritino l'onore della pubblicazione; ma

Questo

io

invece sono di avviso che della disgraziata scoperta convenga

tenere un

ricordo

ufficiale,

perch se un giorno
il

il

fortunato scopritore deliberer una pubblicazione, riesca

pi agevole

controllo, e sia

documentato

il

preciso luogo di origine dei pezzi.

X.

ADERN
forma

Ghianda

fittile

scritta.

La

fig.

23

ci

esibisce

un singolare

proiettile in

di piccolo

uovo (asse min. 58), di creta rosso-carica, proveniente

da Adern. Esso presenta due particolarit, di portare da un lato l' impressione di una grande gemma ad incisione anulare: un guerriero nudo, chinato in avanti, si infila un
calzare o pi probabilmente una cnemide; di dietro a terra un elmo (pileato?), davanti

scudo ed asta. Questo motivo stato sovente trattato gi nella pittura rossa severa,
e

pi tardi nelle gemme. Dall'altro lato invece, cosa eccezionalissima, graffila una

iscrizione di lunghezza inusitata, che vedesi nel disegno.

Su codesti

proiettili in

argilla (glandes testaceae, glandes

ex argilla, glandes

lalericiae) comunissimi a Cartagine ed altrove, rari in Sicilia, veggasi Saglio, Diction-

naire, fase. 21,

pag.
d.

1609

(Pougres),

ed in particolare sugli

esemplari siciliani,
e segg.,
e

Mommsen,
C.
I.

Zft. f.

Alterthumswissenschaft

1846,

pp.

782

Franz ad

Gr. n. 5468.

La
di

nostra

glans inscripla, che probabilmente non era proiettile da guerra

ma

caccia, trova riscontro preciso in un esemplare con identica iscrizione, proveniente


C. 1.

da Assoro, edito dal Franz,

Gr., n. 5567, e dal Kaibul, n. 2407, 14.

Jtv

(rqa) <fvX(a)
IlXt
vel

(pa(rgiu)
<I>tvTvXog
<P(e)tioi>

<PiXiov
il

La

iutegrazione delle abbreviature,


di

come mi osserva
Bergk, che

il

eh. prof.

D. Comparetti,
al

segnata dal Franz e dal Kaibel,


articolo del

la propose in

una nota

citato

Mommsen.

IlXe,

egli

soggiunse,

nome

della fratria che non

sap-

(')

Blume, Der Hildesheirner Sdberfund, un.

11, 20, 21.

SICILIA

415

ADERN

piamo come integrare, come neppure Exy.


in

Aaxvv.; AXtqi., diesi leggono dopo <P ghiande consimili. La ghianda di Assoro era nel 1781 a Palermo nel Museo di Astuto, poscia in quello della 11. Universit; ora dovrebbe trovarsi in quello Nazionale.
;

altre

Epigrafi laterizie sicule.


importanza;
e nel divulgarla ai

dotti

La scoperta che qui annunzio assurge ad altissima mio desiderio che essa sia fatta argomento di

esame

e discussioni, in quanto essa potr porgerci aiuto nella tanto

vexata quaestio

della origine etnica dei popoli siculi.

La contrada Mendolito,

sottostante ad Aderu

presso

il

fiume Simeto, racchiude gli straui avanzi, ancora inesplorati, di una citt o

grossa borgata di indigeni, cinta in parte da un robusto aggere di pietre brute.

La

ho parecchio volte visitata, e vi osservai e notai molle strane cose, come a dire rozze
sfoltine in pietra lava, faticosamente
corrotti;
vi

fu

raccolto

intagliate ed arieggiane motivi greco-arcaici anche qualche frammento di terracotte e di vasellami, pure

'

A"

'

S\

Sk
'k;

23.

greco-arcaici.

Di l viene

il

grandioso ripostiglio di bronzi


parola
in

siculi,

oggi al
pp.

Museo

di e

Siracusa, di cui tenni brevemente


nel

queste Notisie

1909,

387-388

Bull.

Pai. II. 1909, pag. 43. Tutto ci


siculo,
e
il

induce a credere

che col vi fosse un

grosso centro

facies del terreno,

quale si presenta in condizioni speciali, come speciale la la formazione geologica di esso, perch risultante dalle estreme
di

falde di enormi eruzioni e quindi da detriti

lave sfuse, detti

sciarre. Di qui

anche

la

difficolt

di eseguire scavi
e

in

un terreno

cos selvaggio, che le colture ten-

dono lentamente a bonificare

trasformare. Dalle visite dei luoghi e dall'esame del

materiale, parte del quale conservato nel piccolo

Museo adranitano

del benemerito pre-

vosto S. Petronio-Busso, sono venuto nella convinzione che la popolosa borgata sicula,
sorta in epoca imprecisata, e durata lungo molti secoli, fiorisse ancora nel VI, toc-

casse forse

il

V,

e,

decaduta sempre pi, fosse per intero scomparsa dopo che Dionigi,

a presidio del prestigio greco sulle falde meridionali dell' Etna, piant la robusta for-

Adranum (verso il 400) nel sito dell'attuale Adorn. Naturalmente tale non pot sottrarsi alla superiore civilt greca, di cui accolse gradualmente i borgata portati, finch and distrutta od assorbita. Intanto che io vengo ammanendo studi e
tezza di

materiali
suoi

per una speciale monografia, richiesta dalla singolarit dell'abitato e dei monumenti, non frappongo indugio a recare ai dotti la buona novella della scole

perta di due iscrizioni sicule,

prime nelle quali

io

mi

sia

imbattuto dopo quasi

un quarto

di secolo di

pazienti ricerche.

ADERN
Le
24-25
danno

416

diversi

SICILIA

lgg.

ci

la

fedele imagine di due

frammenti di tegole

bordate (cm. 44
fresca,
fine,

35; 30

17), nelle quali vennero tracciate con stecca nella creta

ed a tratto profondo, due lunghe iscrizioni, complete sul principio, mutile nella ma sufficientemente nitide e sviluppate, perch se ne possa ricostituire l'alfabeto
la lezione, se

e tentare

dall'ambito dei miei studi, io cedo volentieri ad

non anche la interpretazione. Compito questo, che, esorbitando un noto linguista, ben sapendo quali

Fio. 21.

quante difficolt paleografiche ^(e, pi, glottologiche) insorgano in questa ricerca. Ho esaminato per quanto era da me gli originali, e li ho sottoposti all'esame di ellenisti
di

valore

come Giulio Beloch, Gaetano de

Sanctis, Rudolf von Scala,

quali in mas-

sima convennero nel giudizio da


teri
in

me

espresso, trattarsi cio di titoli scritti con carat-

gran parte greci, ma in una lingua non greca. Tale lingua, dato l'ambiente d'origine, non pu essere che la sicula. Di essa noi non conoscevamo che le poche
voci tramandateci da Varrone (L. L., v. 101, 120, 179) e da altri
all'
(').

Di

titoli

nulla,

infuori di un breve graffito su di


io

un vaso, che vuoisi

di

Centuripe

(*),

ma

sulla cui

provenienza
n
(

ho sempre avuto

miei dubbi, tanto vero che esso non venne accolto


inf.

dallo

Zwetaieff (Inscr.

Hai.

dialeclicae,

The

italic dialecls,

Cambridge, 1897). Invece,


Romani,
I,

chi

Mosca, 1886), n dal Conway si accinga ad una illustrazione

(')

(")

De Ku

Sanctis, Storia dei


edito dal

pag. 99 nota 4.
f.

Thnrneysen

nella Zft.

vergi. Sprachforschung, 1899, pp. 22 e segg.

SICILIA

titoli,

417

marche certo
tali

ADERNO

piena ed esauriente dei nuovi


graffite sulle

dovr istituire una raccolta completa delle marche


e 4

ceramiche sicule del 3

periodo,

litterali, e

che costi-

tuiscono

il

primo tentativo grafico


eh. prof. Oreste

di quel

popolo. Con

osservazioni preliminari io
il

cedo la

parola al

Nazari della R. Universit di Palermo,


di

quale

avrebbe dovuto presentare un tentativo

interpretazione dei due titoli sopra la let(').

tura accuratamente fattane dal prof. G. de Sanctis


Iscrizioni sicule.

Ho

letto le iscrizioni

di

Adern,

ma
parti

non
di

ci

ho trovato calocali,

ratiere dialettale italico, n greco.

Ci potranno essere

nomi

di

Fio. 25.

persone, o di formule, sicch necessario

il

lavoro

dell'epigrafista e dello storico

prima Pubblicando nella sua laconica brevit


Nazari,

del

sussidio del glottologo .

il

giudizio

di

un

linguista del valore

di 0.

me

basta

rilevare

che

le

due

iscrizioni

non contengono caratteri

massima, non sfuggir ad alcuno, di grande peso nella controversia sulle origini sicule, ed un argomento di pi contro la italicit dei Siculi, gi contraddetta da tutte le prove archeologiche.
dialettali italici. Tale giudizio di

Quanto

alle

forme

epigrafiche

si

vede che
di

coi quali cercarono

per la

prima volta

segni tradurre in scrittura la loro parlata; n

Siculi accolsero dai Greci

poteva essere altrimenti.


(')
Il

la ripetizione del solito

fenomeno

di

un popolo superiore

prof, de Sanctis rilieno clic le

retti, difficilmente

due iscrizioni, per la forma dell' sono anteriori alla met circa del scc. V. D'altra parte

M
il

per l' ad angoli


tre tratti e
A

sigma a

le vestigia di

bustrofedismo, che appaiono nella collocazione anomala di alcune lettere (b, mostrano che difficilmente sono posteriori agli ultimi decenni di quel secolo .

ecc.),

BIANCA VILLA

418

SICILIA

che insegna la scrittura ad uno inferiore con cui a contatto. Cos i piceni ci lain una lingua non per anco compresa, adottando l'alfabeto Etruschi loro finitimi cos i Sannisti trassero la scrittura dagli Etruschi camdagli
sciarono numerose iscrizioni
;

pani; cos le iscrizioni

numero
la

dei

titoli

siculi

messapiche abbondano di elementi greci. Auguriamo che il si accresca tra non guari di altri, per renderne pi agevole

lettura e l'interpretazione.

XI.

BIANCAVILLA
a Biancavilla,
il

in

Necropoli

siculo,

con forme sepolcrali nuove.

Nel

maggio 1911
elettrica, si

via Scutari, piantandosi un

pilone per la condottila

sprofond

crostone lavico del


pi o

suolo ed apparve una vasta grotta, che


grandi. Il popolino fanatico penetr l

eia in comunicazione

con allre

meno

0**k

SII. A

Fio. 2C.

dentro

ogni
prof.

cosa.

quando vide che ovunque erano sparsi numerosi fittili, frug e manomise Ci richiam, un po' in ritardo, l'attenzione del sindaco del luogo e del
i

Fr. Cannavo, ispettore on. di Paterno,


si

quali

mi avvertirono
il

del

fatto.

Prov-

vidi perch tosto ad

recasse tosto a Biancavilla l'abile custode CI. Ricca,


di

quale procedette
subulli-

una sistematica esplorazione


si

quelle grotte, aperte


il

come immani

ture nella corrente lavica, sulla quale costruito


il

paese. Esaminando con attenzione

suolo di esse,

vide che era formato da un banco di

humus

o terriccio antichis-

simo, contenente avanzi industriali siculi, al quale sottostavano lave geologiche, molto

pi antiche di quelle superiori. Cos fu constatato, che su questo strato protostorico

venne a cadere
funestarono
le

distendersi

una delle tante colate

di

lava, che

per secoli e secoli

diverse plaghe dell' Etna.

La gente

sicula, che abitava la contrada nella

prima
in

fase di quella vetusta civilt,

non essendo in grado di scavare nelle plumbee


rivestiti di pietre rozze,

lave le consuete grotticelle funebri a forno, dovette escogitare un nuovo tipo di sepolcro

forma

di pozzetti circolari

od

elittici,

aperti ed innestati nel banco di

humus

nebre nel 2 millennio av. Cr.

si

di poca profondit, Se non che su questo campo fuprimitivo. rivers la colata di lava, che forma il bancone

attuale; parte dei sepolcri rimase per sempre suggellata sotto la materia ignivoma

SICILIA

419

le

CENTURIPK

solidificata,

parte invece

fu
11

relativamente conservata sotto

volte delle colossali

bolle, diventate poi caverne.

custode Ricca esplor cinque vani intercomunicanti e

vi riconobbe

una dozzina
si

di

rocch in quelle grotte

pozzetti sepolcrali, nessuno dei quali per integro; petrovarono tracce della vita greca e di quella a noi pros-

sima. Esse non furono certo abitate,

ma

conosciute e percorse dai Greci, ed in tempi


la ricerca dei soliti

recenti da malviventi e da caprai, che


fantastici tesori (fig. 26).

manomisero ogni cosa per

da m. 1,00 a 1,25, e prof, da m. 1,55 ad 1,80; sono muratura, ed appena in due si trovarono esigne tracce di ossa umane e di ceramiche. Invece rottami ceramici erano dispersi ovunque nel suolo dei cameI

pozzetti

hanno diam.

rivestiti

di rozza

roni,

sono tutti esclusivamente del 1 periodo. Di selce

si

ebbe un solo coltelluccio,

e di pi

un paio di punteruoli ricavati da ossa tubulari. Come ben si vode, la scoperta di singolare interesse, per
ci

il

tipo nuovissimo

che essa

porge dei

sepolcri e per

le

strane vicende subite da questo sepolcreto,


in seguito ad

che, stabilito in origine in aperta

campagna sub divo, venne,


la

una

catastrofe
fig.

vulcanica, piombato grave cappa che forma il suolo attuale. La 26 offre la sezione della grotta principale, ed al fianco ho fatto disegnare uno di
sotto

codesti singolarissimi sepolcri.

XII.
turipe

CENTURIPE
dedicato

in

Nuove indagini
si

nella necropoli. Alla sconosciuta Cen-

ho

anche

vembre 1909, gennaio 1910)


tenuto,
si

questo biennio due buone campagne. La prima (nosvolse nella ben nota contrada Casino, ed il ninner

dei sepolcri esplorati venne avanzato dal n.

164

al

ripetono forme gi note agli scavatori paesani,

219. Quanto a costruzione e conma non al pubblico dotto, che

attende la grande pubblicazione da


vasi figurati e di buoni bronzi
;

me

divisata. Si nota la quasi


le

completa assenza
e
le

di

abbondano invece

ceramiche indigene

terre-

cotte ellenistiche, nei tipi di

Tanagra

e Miriua, svariatissimi, graziosissimi e di in-

dustria locale. Attesa la profondit dei sepolcri e la loro debole costruzione (mancano
celle ipogeiche),
il materiale si raccolse tutto in pezzi e talora irreparabilmente frantumato, per modo che esso abbisogna di lunghe e delicate cure di restauro. Le monete ci portano dal III sec. av. Cr. ai primissimi dell'Impero, ma il grosso della

necropoli

appartiene ai tempi ellenistici.

del 3 periodo, intercalati fra quelli greci,


cellule circolari di pezzi,

Da notare un gruppetto di ma a maggiore profondit,


di

sepolcri siculi
e costituiti

da

mancando

la

possibilit

scavare camerette nella roccia

troppo friabile.

La seconda campagna
diversi. In contrada

dal novembre

1910

al febbraio
i

1911,
sep.

si

svolse in
;

punti

Casino

si

esplorarono nel predio Catania


al

220-267

ma, poich,

mano mano che


sato
si

si

procedeva sotto
si

monte, la ricerca delle tombe, sempre pi profonde,

diventava faticosa e costosissima,


erano
fatti

pass nell'attiguo podere Stancanelli, dove per lo pas-

molti saccheggi,

ma

punte esplorazioni metodiche. Qui

si

pervenne

a studiare n. 44 sep. della stessa et e carattere del predio Catania; ma di peculiare non si ebbe da notare che una bella oenochoe configurata a testa di moro. Contiguo
al

predio Stancanelli
ai

si

ha quello Spina, dove

si

esaminarono 18
vasto

sep.,

analoghi per
in

tipo ed epoca

precedenti, e tutti facenti parte del

sepolcreto

contrada

CENTURIPE

420

SICILIA

Casino. In contrada S. Giovanni al Gelso alcuni scavi abusivi provocarono l'intervento della nostra Amministrazione, la quale constat la presenza di una fossa grandiosa a cremazione, circondata da un ricco corredo fittile di figurine e di vasi, ridotti

per in condizioni disperate. Tra


lari)

vasi sono notevoli copiosi avanzi di quella singo-

industria centuripina (bacini con coperchi, crateri) a rilievi con dorature e tgu-

Notizie

dejjli

Scavi,

1912 - Fase. XI

Tav.

EFEBO

DI

SUTRI

DANESI

RUMA

Notizie degli Scavi, 1912 - Fase. XI.

Tav.

EFEBO

DI

SUTRI

DANKSI

RUMA

REGIONB

XI.

421

BOGUQGIATE

Anno 1912
Regione XI

Fascicolo 12.

(TRANSPADANA).
iscrizione

I.

BUGUGGIATE

il

Cippo con

dedicata a

Giove, rinve-

nuto in mezzo a materiali di fabbrica nella chiesa parrocchiale. Su la scoperta epigrafica, avvenuta nel villaggio di Buguggiate (circondario
Varese, provincia di Como),

di

regio ispettore degli Scavi cav. ing. Luigi Riva inform

questa Soprintendenza, cui


locale

mand pure

Cronaca Prealpina

dell'

giornale 11 ottobre 1911. Nei lavori di ampliamento della

la

prova

fotografica,

e rifer

nel

chiesa parrocchiale di Buguggiate venne in luce un cippo romano che era stato messo
in opera

come base
scisto

o zoccolo al piedritto di una porta abolita.

La
in

pietra del cippo

uno

compatto,

proveniente

da

masso

erratico;

le

dimensioni

sono

di

m. 0,65

X 0,35 X 0,25.

Su

la faccia anteriore leggesi

scolpita,

lettere piuttosto

rozze, la seguente epigrafe dedicatoria:

IO-M*
BEARGA

TUSCU M SUI S FXAUC


Cio: I(ovi) O(ptimo)

M(aximo) Beargatus cum

suis ex auc(toritate). Il

nome Bear-

gatus

nuovo, almeno nella regione.

Notizie Scavi 1912

Voi. IX.

54

ORIANO TICINO, ZERBO

422

REGIONE

XI.

IL ORIANO TICINO

Costruzioni

romane con particolari che


si

accennano all'esistenza di bagni.


Avvertito, sulla fine del novembre 1911, che in Oriano Ticino
luce
era messo in

un avanzo

di costruzioni, delegai a recarsi sul luogo

il

regio ispettore di Gallarate

C. de Pornera Piantanida,

Lazzaroni una vasca


di

di

il quale mi rifer di avere osservato nel fondo di propriet forma rettangolare, che era stata incontrata a circa cm. 50

profondit, ed aveva le dimensioni di m. 3,19

1,62, con un'altezza di

m. 0,51.

Le

pareti erano di muratura a strati alterni di pietra e mattone, spesse cm. 38 su

tre lati e

cm. 60 verso

il

declivio, su

un lato minore;

e su

queste internamente uno

strato di mattoni
Il

verticali ed un rivestimento di marmo bianco, il tutto assai guasto. fondo in mattoni era pure rivestito di marmo, del quale restavano scarse tracce.

La vasca
circa
toni.

era coperta da una piccola volta quasi interamente distrutta, dello spessore di
di calce speciale durissima, di

cm. 20, formata

Venne pure trovato un pezzo

tubo

in

mista a piccoli frammenti di matpiombo, con rimboccatura dell'orlo,


di

senza bolli; e tutto all'intorno numerosi


In luogo poi poco lontano e parallelo
al

avanzi
lato

costruzioni in pietra e laterizi.

della

trovarono parecchi

frammenti

di

cotto che

fanno

vasca di maggiore spessore, si supporre l'esistenza di colonnette


embrici,
di
ecc.

cilindriche (suspensurae).

Ed

infine

frammenti

di tavelloni,

Dall' insieme degli avanzi

sembra

trattarsi per lo

meno

un bagno annesso ad

una

villa

romana, se non proprio di

edificio termale.

III.
Il

ZERBO

Tombe gallo-romane trovate nell'agro del Comune.


fui avvertito

21 febbraio 1912

che nelle cave di terra, aperte per l'estrazione

del materiale occorrente a rialzare l'argine del Po, presso Zerbo in prov. di Pavia,
si

erano rinvenute alcune tombe antiche.

Mi

recai sopra luogo


i

il

28

dello stesso mese, con

l'

ing. cav. G. Mauri, del

Genio

Civile, che dirigeva

lavori;

e potei verificare

che

si

trattava di un gruppo di
situate

tombe

gallo-romane, a cassetta di tegoloni, tutte ad


di

incinerazione,

alla profondit
il

50 cm. dal piano

di
si

campagna,
era

che avevano dato un buon materiale,


separato

quale
si

disgraziatamente non

tenuto

tomba per tomba. Davanti a me


i

scavarono altre tre tombe consistenti in anfore, entro cui erano stati collocati
dotti della

pro-

combustione ed oggetti di corredo; una, orizzontale, era crepata per il peso delle terre e conteneva alcuni balsamar, una ciotola, un ossuario con coperchio. La seconda era in piedi su la bocca, ed era stata segata e poi ricongiunta con mastice; conteneva

l'ossuario

con

coperchio, frammenti

di

un pilum

di

cesoie

in

ferro, ed un avanzo di fibula a doppio vermiglione, pure in ferro. La terza, in piedi sul fondo, conteneva un piccolo balsamario vitreo, quattro monetine di bronzo ossidate,

della fine della Repubblica, e frammenti di vasetti pi

fini.

REGIONE

XI.

423

MOLTENO

Gli oggetti trovati prima consistevano in ciotole e fiasche ad un'ansa di argilla, frammentate; in una tazzina con smalto verde a fiorami, munita di due anse delle
quali una manca, in lucerne coi bolli ATIME(/z),

STROBILI, L1TOGENES;
'/

in

una

tazzina d'argento liscia, senza manichi, alta cm. 7


crn. 12,

con diametro alla bocca di


:

un

po' lacunosa, recante presso l'orlo, in minuti caratteri punteggiati


-II
(').

VECON

JRVMELI PS: SC

Inoltre vi sono balsamar vitrei; due simpuli di bronzo con

manico sagomato; quattro anellini digitali in bronzo da bambina; e in ferro due spade, due coltellacci, due cesoie, un pilum, una lancia a cannone, una strigile. Si aggiungano alcune monete Augusto medesimo.
della Soprintendenza.
di

bronzo repubblicane, una dei tresviri di Augusto, l'altra di

Tutti gli oggetti

mi furono

consegnati, e

si

trovano provvisoriamente nell'Ufficio

IV.
Il

MOLTENO

Tombe romane.

provincia di

Angelo Riva, che esercita l'industria della seta, possiede a Molteno, nella Como, una villa nel cui giardino, alla fine dello scorso febbraio, si cominciarono a scoprire tombe romane con suppellettile. Pregai il sig. ispettore locale
sig.

cav. dott.

Magni,

di

recarsi sopra luogo: ed egli

il

5 marzo

mi

rifer

che

le

tombe

scoperte erano cinque, ad inumazione, formate di lastre di

pietra;

due erano pavi-

mentate

e coperte
il

a sistemare
olle,

da grandi embrici. La suppellettile raccolta dagli sterratori, intenti giardino, consisteva in due brocche di terra rossa a collo stretto, due

due

ollette,

un

piatto,

due vasi

in
e

terra

nerastra, due tanaglie in ferro simili

alle attuali, e cos


Il cav.

pure un martello

uno

scalpello,

una
e
vi

fibula

romana

in bronzo.

Magni

fece diligentemente spazzare le

tombe,

raccolse ancora due vaferro,

setti

frammentati, un martello in ferro con parte di manico pure di

una lama

di ferro a foglia d lauro, un'armilla di bronzo aperta a teste di fiera. Si erano pure
trovati, e furono identificati dal cav.

Magni, un medio bronzo

di Crispina (177-1

83

d. Cr.),

un antoniano

di
i

Filippo padre (244-249).


lavori,

Proseguendo
granitone o

s'incontrarono altre

tombe, fatte pur esse di lastroni di


il

sarizzo, alla cui vuotatura pot


il

cav.

Magni

assistere di persona.

Secondo mi riferiva
tre e

23 aprile

u. s.,

queste tombe contenevano rispettivamente due,


inoltre: vasi a bocca ampia, di terra
;

sette

scheletri

umani. Furono estratti

nerastra; brocche a collo stretto della solita argilla rossastra piatti e scodelle; una fialetta di vetro infranta; due pinze e due martelli in ferro come quelli dei fabbri
attuali; una piccola cuspide di lancia, qualche chiodo e un anello pure in ferro. In

una tomba erano

14 piccole monete di bronzo oltremodo

corrose,

ma

con

grande

probabilit riferibili alla famiglia di Costantino Magno.


(')

Le ultime
tornata.

lettere fanno pensare a

una indicazione

di peso,

ma

la loro

spiegazione esatta

non mi

La tazza^pesa

gr.

210

scarsi.

ONNO, MILANO

tombe furono aperte

424

Magni
il

REGIONE

XI.

Infine altre due

alla presenza del


di

3 maggio scorso.

Una
letri

era a muretti di opera incerta con copertura

sarizzo, e

conteneva 10 sche;

umani

due piccole brocche con vernice plumbea che d nell'olivastro

due vasi

con ossa

frammentati. L'altra tomba, violata, restitu vasi deposti contro una lastra alla rinfusa umane inoltre cinque olle nerastre, due scodelle, una terza con piede, due
;

vasetti di terra rossa,

due

delle

solite

fiasche,

un

coltello

di

ferro,

una

fibbia di
di

bronzo con avanzi di cinturone, un'armilla aperta e tre anelli da catenella pure

bronzo; in fine un tubetto di piombo in lamina (o forse argento), racchiudente altro tubetto simile ravvolto in un cencio di tela; il tutto ridotto in cattivo stato ed

estremamente

friabile.

Trattasi di sepolcri di famiglia, appartenuti a povera gente.

Y.

ONNO

Oggetti antichi rinvenuti in lavori stradali.


il

Solo da poco tempo

R. Ispettore cav.

Magni

stato informato e

me

ne ha

ri-

ferito, che in territorio di Onno, costruendosi la strada per Valbrona, nel giugno 1910, in localit Mulino, si trovarono, a circa un metro di profondit, fra carboni di legna, una brocca di argilla rossastra a collo stretto, quattro fibule a cerniera in bronzo e

un unguentario

in

pietra

lumachella,

che

dal

costruttore
di

della

strada

sono

stati

ceduti, per la parte a lui spettante, al

Museo

Lecco.

VI.

MILANO

Sulla fine di

Scoperte varie di antichit. novembre del 1911 si scoprirono alla Vettabia


bolli

varie anfore rodeposito.

mane, comuni e senza

inscrizioni, costituenti
si

una specie

di

Un'altra scoperta analoga


propriet del cav. Bonetti, in
e,

ebbe nei primi giorni dell'aprile 1912 in terreno di via s. Vincenzo n. 26. Qui le anfore erano una sessantina,

come mi riferisce il R. Ispettore prof. Castelfranco, per lo pi capovolte, colla bocca appoggiata su uno strato di sabbia vergine. Oltre alle anfore si trov un embrice e un mattone, e poi un' interessante conca di terracotta col beccuccio laterale,
del diametro di m. 0,57 (al beccuccio

m. 0,61)

dell'altezza di

m. 0,15,

la quale,

accuratamente restaurata da pi frammenti sotto la direzione del


trovasi ora nel

prof. Castelfranco,

Museo
fine
n. 7,

del Castello.

Verso
di via

la

dello stesso mese,

scavandosi

per

lavori di

fognatura nella casa

Fontana,

propriet della signora Carla

Re

Mercalli,
in

si

rinvennero alquante

tombe gallo romane ad incinerazione. La prima, consistente


teneva alcuni
fittili,

un cinerario che con-

venne inavvertitamente ridotta in frantumi, ad eccezione di due

REGIONE

X.

tre

425

bollo
linee,

MARCARIA, PIADENA

patere verniciate in rosso vivo e portanti al centro un

ovoidale

entro

cui si

veggono impresse

un bollo rettangolare in due mentre l'inferiore illegibile. quali leggesi CAUSI,

M,

nella superiore delle

La seconda
e quindi
cotta,

era formata di un'anfora di terracotta

segata al disotto

delle anse

ricoperta con un

frammento

di embrice.

Conteneva: due fiaschette di terra-

una

delle quali alquanto rotta;


al

una

fiaschetta pi piccola, verniciata in rosso


si

vivo, con
e

marca rettangolare lateralmente in due ardii


sottili

cui centro

di

cerchio le lettere

veggono due T, l'una opposta all'altra IVO (?) un bicchiere a campana


;

a pareti

colla strozzatura

mediana

di tipo gallico,

sempre

in terracotta; altro

bicchiere conico sottile; una lucerna monolicne con la rappresentanza di un giovane


in

atto di pescare con l'amo; un piccolo

balsamario

di

vetro rosso.

Nella speranza di rinvenire altre tombe fu praticato, a cura della Sovrintendenza,

un piccolo scavo nello stesso

cortile,

proseguendolo

fino al

terreno vergine;

ma

esso

diede risultato negativo, non ostante le cure del prof. Castelfranco.

Tutti gli oggetti sopra descritti

si

conservano nel Museo del Castello Sforzesco.

G. Patroni.

Regione
VII.

X (VENETIA).
nell'agro del Comune.
frazione di detto

MARCARIA
territorio

Tombe romane rinvenute

In occasione di lavori di bonifica, e precisamente per la sistemazione del canale

Dogana, in

comunale

di Marcaria, tra Cesoie e Canicossa,


si

Comune, su

la fine di

marzo 1911

rinvennero due

tombe romane,

delle quali si

fece gran parlare, essendosi sparsa la voce che gli oggetti di bronzo, in esse contenuti,

fossero invece d'oro. Trattavasi di due

tombe con fondo

di tavelloni, muriccili

di laterizio e copertura

d'embrici

due spioventi, in cui giacevano due scheletri.


;

Uno, d'uomo, aveva un frammento di cinturone con fibbia


quattro armille al braccio sinistro

l'altro, di

ed una
stessi

al

destro. Gli oggetti,

donna, portava insieme con fram-

menti di un vaso rustico, ed


cav. P. Minghetti,

essi

in

parte

rotti,
e,

furono dati in consegna al

nel
vi

Palazzo
attendono

Ducale di Mantova,
la

con

altra suppellettile di
di

propriet

erariale,

progettata

sistemazione

tutte

re

antichit

mantovane.

Vili.

PIADENA
di

Tomba romana.
cascina
fittile,

In territorio

Piadena,
lucernetta

Ca' dell'Ora,
liscia,

fu

scoperto

uno scheletro che


sotto
il

aveva accanto una

monolicne,

recante

fondo
Orefici,

la

marca: VIBIANI

Recuperata dal R. Ispettore degli scavi cav. Francesco

fu

maudata a questa Soprintendenza.

VHO' DI PIADENA, CALVATONE, ECC.

426

REGIONE X.

IX.

VHO' DI PIADENA
di
si

Lancia in ferro, gallica.


del cav. Orefici predetto, e gi noto per la
in
ferro,

Nel fondo Campagna,


sua necropoli gallica,

propriet

trov

una lancia

a cannone, rotta, che fu pure

inviata alla R. Soprintendenza sugli Scavi lombardi.

X.

CALVATONE

Tombe romane.
in altri

nota la necropoli romana di Calvatone, che


nell'aprile

tempi

restitu alla luce

aDche

cimelii di pregio artistico. Ivi


Istituti ospitalieri di-

1912 sono

state scoperte, in predio degli

Cremona, dal
cassetta
e

fttabile sig.

Rodrigo Malinverno di Tornata, varie


contenenti

tombe

di tegoloni, a

cappuccina,

rispettivamente

ossa

di

cremati e scheletri di sepolti, con varia suppellettile.


dati a quel

Museo
bronzo

Civico,

due lucerne

fittili,

Furono portati a Cremona, e un balsamario vitreo tubolare, due


di

monete

di

molto consunte ed un
sequestro
presso
il

piccolo pezzo

metallo ritenuto peso;

furono dichiarati in
di

sig.

Malinverno quattro fiasche od orciuoli


di terracotta e tre

terracotta,

un vasetto

di bronzo, tre scodelle

ampolline di vetro,

pi una tegola che formava cassetta. Tanto desumo da comunicazioni della R. Prefettura di Cremona e del R. Ispettore cav. F. Orefici.

XI.

CREMONA

Pavimento romano.
piazza

propriamente nell'antica casa dei Liatari, nell'approfondire una cantina fu rinvenuto un pavimento romano a mosaico semplice (tessellalum). Il R. Ispettore cav. dott. G. Locatelli, ricordando che ivi

In Cremona, su l'angolo di

Roma,

presso

si

erano trovati

oggetti

di

bronzo,

avrebbe

desiderato una esplorazione

del

terreno sottostante e circostante, che questa Soprintendenza avrebbe appoggiata;


varie circostanze e
i

ma

rapidi progressi

delle

costruzioni lo impedirono.

Il

pavimento

non fu per distrutto,

ma

rimase al suo posto.

G. Patroni.

REGIONE

VII.

427

FUCECCHIO

Regione VII (ETRUMA).


XII.

FUCECCHIO

Scoperta di pezzi di aes

signatum.

Ai primi del decorso febbraio, in contrada Tricolle del dott. Lensi, nel comune di Fucecchio, nella frazione di Ponte a Cappiano, nel corso di certi lavori agricoli
fatti

per disboscare un colle e renderlo a cultura,

furono raccolti, a circa 70 cent, di

Fio.

1.

profondit, due pezzi rettangolari di aes signatum in


sulle due facce,
i

rame con cordona ture geometriche


Essi

lati

lunghi
e

scabri e

brevi spezzati.
e

misurano

rispettiva-

mente mm.
Per
il

120X115

mm. 170X70,

pesano

gr.

3040

e 2682.

tipo si accostano molto ai vari pezzi venuti fuori dal suolo dell'Umbria,

e costituiscono

una importantissima rarit per la regione toscana (fig. 1, a,b). Disgraziatamente, la loro conservazione ha molto sofferto perch gli operai che
della
loro

li

trovarono, per assicurarsi

materia, non esitarono a buttarli nel fuoco,


(fig.

tantoch uno, arroventatosi, rimase spezzato in due

1 b).

Allo scopo poi di

rintracciare

il

focolare

di

provenienza,

furono eseguiti, nel

luogo della scoperta e nelle vicinanze, vari saggi a cura della nostra Soprintendenza;

ma

essi

furono del lutto negativi.

ORBETELLO

rilevati,

428

trovata
tali

REGIONE

VII.

Tuttavia

in quella occasione fu possibile di acquistare un'accettina in

rame a mar-

gini leggermente
circa 1

lunga

mm.

125,

km. dalla propriet Lensi


di

(fg. 2).

Per

un podere lontano rinvenimenti e per una notizia di


erratica in
si

una cronaca manoscritta

Castelfranco, della

met del 1700, che

riferisce

alla

Fio. 2.

scoperta di un ripostiglio di pani di rame di circa


sario del

500

libre di peso, presso l'emis-

padule di Fucecchio, detto la che la fonte di tutte queste scoperte deve ricercarsi in quella zona ben determinata
di

Gusciana o Usciana, tuttavia da ritenere


spera che altri indizi o

terreno che presso la foce dell'Usciana in Arno; e

si

rinvenimenti" casuali ce la facciano rintracciare.


E. Galli.

XIII.

ORBETELLO

Suppellettili di tombe eneolitiche, scoperte a


il

Punta degli
Nei lavori
in localit

Stretti presso

monte Argentario.
nuova linea ferroviaria Orbetello-Porto
Stretti

di costruzione della

S. Stefano,

denominata

Punta degli

alle

pendici

del

Monte Argentario,

praticandosi una profonda

trincea, a circa

entro a crepacci naturali nella roccia,


e,

m. 12 dal piano di campagna, si scoprirono, numerose ossa umane in gran parte calcinate;
litici

frammischiati ad esse, alcuni manufatti

con numerosi frammenti di ceramiche

d'impasto brunastro, a superficie levigata.

quando queste suppelerano state gi levate dal luogo del ritrovamento e trasportate ad Orbetello, e cos pure gli avanzi degli scheletri raccolti e fra loro confusi. Nulla quindi si
lettili

La

R. Soprintendenza degli scavi d'Etruria fu avvertita

potuto stabilire sulla disposizione dei cadaveri e del rispettivo corredo funebre. Tuttavia la suppellettile presenta il massimo interesse, soprattutto per ci che risguarda
la ceramica,

per la presenza di alcuni esemplari abbastanza conservati, caratteristici

dell'epoca eneolitica.

Ecco l'elenco

e la descrizione

sommaria

degli oggetti rinvenuti:

A)
a)

Armi

litiche.
1

Punta

di freccia in selce rossiccia (tig.


diritti,

a),
si

(lungh. m. 0,07), con margini quasi

che

forma triangolare allungata incurvano leggermente verso la


di

punta; gli angoli della base sono

peduncolo d'attacco, che

si

leggermente appuntiti, e dal mezzo si stacca un restringe all'estremit. Fu abbozzata mediante un lavoro

REGIONE

VII.

429

ORBBTKLLO

di scheggiatura, regolare e

simi ai

simmetrico sulle due facce, e poi rifinita a ritocchi margini, condotti con perfetta regolarit sull'una e sull'altra faccia.

finis-

b)

Cuspide

di lancia in selce rossiccia 1 (fig. b), di


i

(lungh. m. 0,12), con

margini quasi

diritti alla

base e

forma triangolare allungata che superiormente convergono


(la

simmetrici, dolcemente incurvandosi verso


rottura, dalla patina formatasi,

la

punta,

disgraziatamente mancante

omogenea
ed

alle altre superfici,

sembra

antica).

Dalla

base scendono due alette


relativamente corto e

oblique
Il

incavate, e

nel

mezzo un peduncolo d'attacco


il

sottile.

lavoro di .scheggiatura sulle due facce fu condotto lavoro di ritocco

con una perfetta simmetria; e regolare, minuto, finissimo pure


ai

margini

resi

sottili

e taglienti.

B)

C e r[a m

e.

Le ceramiche sono formate


pareti relativamente sottili
rossiccia,

un impasto abbastanza omogeneo e depurato, dalle a superficie brunastra, ben lisciate, con qualche chiazza
di
si

dovuta alla cottura compiuta a fuoco libero. Fra i numerosi frammenti poterono salvare i seguenti esemplari, abbastanza conservati:
1)

Vaso dal

profilo villanoviano (fig. 1, 1),

a corpo sferico largo e schiacciato

nel fondo, e superiormente fornito di uu alto collo foggiato a tronco di cono, col dia-

metro minore verso


conservano
tracce

l'orificio,

in

prossimit
dell'ansa,

al

quale le

pareti si assottigliano;

si

dell'attaccatura
e

che

mente a met

del collo

sul

dorso

sporgente

doveva essere impostata verticaldella parte inferiore (alt. m. 0,15,

diam. dell'orificio

m. 0,07).
(fig. 1, 2)

2) Ciotola a corpo globulare

che

si

restringe in prossimit dell'orlo,

terminando con un labbro leggermente


accuratamente
tirate a lucido.
si

rovesciato.

Le

pareti sono regolari, di uno

spessore uniforme, esteriormente rivestite con un impasto pi fine

ed

omogeneo ed

provvista lateralmente di un'ansa verticale a nastro

con vertice acuminato che

solleva sull'orificio tniente con

un'appendice in forma

d'a3cia (alt. m. 0,12, diam. m. 0,12). 3) Due vasetti frammentari (fig.


largo, schiacciato, e,

1, 3 a, ?>b)

nella parte superiore, di un collo cilindrico;


(alt.

composti inferiormente di un corpo si conservano sul

dorso le tracce dell' impostatura inferiore dell'ansa


Notizie Scavi 1912

m. 0,07).
55

Voi. IX.

ROMA

430

ROMA

Per la punta di freccia e per la cuspide di lancia si nota una perfetta identit nella forma triangolare allungata, a margiui diritti, nel lavoro regolare di scheggiatura su

ambo

le

facce, nella

delicatezza

dei

ritocchi

con altri esemplari usciti da

stazioni della fine del neolitico e dell'et eneolitica anche della Toscana (Cfr. Colini,
in

Bull, di Paletti.,

XXV,

pagg. 232 e sgg.). Passando poi alle ceramiche,


assai raro e trova riscontro soltanto con
di Colle Sannita in provincia di ciotola,

vaso, dallo

plare uscito

schema villanoviano, da una tomba eneolitica

il primo un esem-

Benevento

cfr.

Bull,

di Paletti.,

XXXI,

tav.

I,

n. 2). in

La

con l'alta ansa a nastro acuminata e termi-

forma d'ascia, costituisce invece una delle forme pi delle ed eneolitiche italiche (fondi di Capanna di Arcevia stazioni neolitiche tipiche e della Valle della Vibrata, scarichi del villaggio di Castelluccio in Sicilia, stazione
nante con

un appendice

all'aperto di Cella Dati presso

Cremona, grotta della Poller nel Finalese),

ma

com-

parisce accanto agli esemplari con l'ansa lunata anche nelle stazioni lacustri e palustri

subalpine (Lago di Varese, bacini palustri del lago di Pimon e di Arqu Petrarca) e nelle terremare dell'Emilia (cfr. Colini, in Bull, di Paletti., XXXIII, pag. 202).
I

due ultimi esemplari poi


Colini, in Alti d.

di vasi a bottiglia si trovano


e

invece esclusivamente negli


le

strati
(cfr.

neolitici ed eneolitici,

servono a caratterizzare

ceramiche di
voi.

tali

periodi

Societ

romana

di Antropologia,

X, pag. 14

e segg.).

A. Minto.

XIV. ROMA.

Nuove scoperte

nella citt e nel suburbio.

Regione

un nuovo gruppo

VI. Nel viale Principessa Margherita, facendosi gli sterri per costruire di case popolari, di propriet della Cooperativa Luzzatti, nell'area

compresa fra la via Pietro Micca ed il viale stesso, e precisamente all'angolo formato dal loro incontro, stato rimesso alla luce un grosso muro costituito da parallelepipedi di tufo, disposti in un solo filare nel senso longitudinale.

La larghezza

del

muro misura m.

0,85,

ciascuno dei parallelepipedi ha un'altezza di

m. 0,70 per

una lunghezza variabile da m. 0,80 a m. 1,70. Il muro corre da sud-est a nord-ovest, ed stato veduto per una lunghezza di m. 30,00; inoltre si riconosciuto che sotto il
primo filare, quello Tra detto muro
test descritto, esiste
e
il

un

altro

filare

della

medesima

struttura.
di

viale Principessa

costruzioni, spettanti probabilmente a sepolcri, formate con


e

Margherita sono apparsi avanzi muri a ricorsi

antiche

di

mattoni

rettangoli di tufo. Tali costruzioni dovevano avere camere ipogee giacch cominciarono ad apparire dei vani sotterranei con le pareti intonacate, coperte a vlta.

Regione

IX.

Il

6 febbraio del 1910


di

fu
e

scoperto

presso l'angolo dell'Hotel


di cornice.
Il

Minerva un grande capitello

marmo

lunense

un frammento

luogo
il

corrisponde precisamente al secondo vano

sotterraneo lungo la via dei Cestari, e


di sottofondazione

rinvenimento avvenne a motivo dei lavori

del fabbricato.

Sebbene

ROMA

il

431

frammento

ROMA
non ne fu data prima d'ora la
di cornice trovavansi internati

fosse stata denunziata regolarmente la scoperta, pure

notizia per la ragione che

capitello

e il

nella cantina a
e

m. 4,50

di profondit dal piano stradale e occorreva

rompere volte
Il

aprire un passaggio nei muri per restituire quegli avanzi alla luce.

capitello

corinzio, a doppio ordine di foglie d'acanto con sviluppo di steli scanalati di groppi
di fogliami, di caulicoli e

di

volute.

molto danneggiato
tg.).

nella
i

parte superiore,
quali dimostrano

sottostante alla tegola e deformato ancora nei rovesci dei fogliami,

uno

stile

rigido e piuttosto decorativo (v.

Il

frammento

di cornice

appartiene a

membratura grandiosa, e non conserva che


di

gli ovoli quasi rotondi e la fila sottostante


di

fusaruole. Il capitello misura


al

m. 1,10 di altezza e m. 0,80 m. 0,45


di

base, cio di posa


di cornice

sopra

collarino della colonna su cui doveva essere imposto. Il


di

frammento

misura m. 0,65

larghezza

altezza.

Questa scoperta ha una notevole importanza, perch i due marmi appartengono Pantheon e precisamente all'ornamentazione interna della sala absidata che corrispondeva dietro il Pantheon stesso nel punto mediano. Gli avanzi
ad un edificio annesso al
di questa sala,

riconosciuta da tutti

topografi antichi e moderni, accennano a tale

vastit da occupare

una parte del terreno su cui oggi fabbricato l'Hotel Minerva. Nella parte appoggiata al Pantheon restano della medesima sala la grande nicchia,
il

a laterizi,
il

fregio e le colonne ricostruite su tracce originali dall' ing. Contigliozzi,

frammenti raccolti in situ per ricomporre il fregio e il capitello. Quei frammenti trovano perfetto riscontro coi marmi recentemente scoperti. La Societ dell'Hotel Minerva ader al desiderio del Ministero della Pubblica
quale
si

serv dei

Istruzione di vedere riuniti presso

il

grande monumento
*

le

decorazioni architettoniche,

che gli appartennero.

Regione XIV.

custodi addetti alla vigilanza del Santuario siriaco al Gianicolo

trovarono tra le terre di scarico un

frammento

di

tegola col seguente bollo, intero,

contenuto entro impressione di un ferro di cavallo:

VOCOtf AESCINI

ROMA

probabile che questa


tegola

432

ROMA
usata

fosse

stata

come tante

altre in

uno dei

sepolcri a fossa trovati dentro e fuori

dei recinti del detto Santuario {Notizie, 1909,

pag. 408

sg.).

Via Flaminia.
sotto
il

Facendosi

lo sterro

per un nuovo fabbricato di propriet del

conte Vannutelli all'angolo delle vie Fausta e Flaminia, alla profondit di m. 3,00

piano stradale odierno, stato scoperto un largo tratto di pavimentazione a poligoni silicei, che si estende sulla sinistra della via Flaminia verso il Tevere. Ne stato veduto per m. 10,00 di larghezza e m. 20,00 di lunghezza, normalmente alla
via Flaminia; la strada a poligoni limitata

ad ovest da un muro laterizio dello

spessore di m. 0,45.

interno di m. 2,45

Sopra questa strada era costruita una fontana a pianta circolare del diametro la parete era nella parte inferiore costruita in mattoni, ed aveva
;

superiormente la copertina fatta di piccoli blocchi di peperino sagomati. L'altezza interna della fontana era di m. 0,85, e nel fondo era un vano circolare
del diametro di

m. 0,55

profondo m. 0,35 che rasentava la parete circolare. Tanto


la fontana

la strada (forse piazza) quanto

debbono essere di et medioevale.

Via Nomentana.
messo a luce un
alta,

Nei lavori di sistemazione e di fognatura dei piazzali

cir-

costanti al nuovo edificio delle Ferrovie dello Stato nell'ex villa Patrizi stato ritratto di cloaca in muratura, coperta

compresa

la

copertura,

m.

1,55,
i

da tegole disposte ad angolo, larga m. 0,45. Sembra che questa cloaca


cui avanzi furono gi riconosciuti dentro la
il

avesse relazione colla via Nomentana,


villa e

dinanzi alla porta ora chiusa {Notizie, 1911, pag. 340). Infatti ne seguiva

percorso alla profondit di circa m. 0,80, allineandosi lungo la crepidine destra.

Via Ostiense.
dei

Costruendosi

il

nuovo fabbricato delle vetrerie

di propriet

Magazzini generali degli specchi, vetri e cristalli, iu un pozzo distante dalla via
ben connessi,
in

Ostiense circa m. 100, stato scoperto un tratto di antica pavimentazione a poligoni


silicei

perfetto stato di conservazione. Questo pavimento doveva far

parte della via scoperta l'anno decorso

{Notizie, 1911, pag. 42)

in occasione della

apertura della strada d'accesso alla nuova stazione Merci-Ostiense, ed ha la


direzione da nord-est a sud-ovest;
sotto
il

medesima

nel

punto ora scoperto la via trovasi a m. 3,50


A. Pasqui.

piano di campagna.

REGIONE

I.

433

OSTIA

Regione

(LATIUM ET CAMPANIA).
LATIUM.

XV. OSTIA

Ricerche

nell'area delle tombe. Scavo di una starna

con dipinti in via della Fontana. Scoperta di nuove scholae di naviTeatro. Ricerche nel sottosuolo cellarii. Sterro del piazzale dietro il
dei Quattro

Tempietti.

Pianta dello

scavo presso

il

Piccolo

Mercato.

Scoperte varie.
Si cominciato a studiare
reticolata a tasselli
in di lava, sul
il

sottosuolo dulia grande

camera con muri

in

opera

lato
i

sud

dell'Ostiense,

ritrovandosi la strada, che

epoca pi antica passava tra


il

sepolcri.

Lungo manomesse.

margine

sin.

di questa si scoprirono

due tombe a inumazione, ambedue


bambino, era coperta con un

Una

verso nord, contenente parte delle ossa di un

pezzo di anfora. Intorno erano altri frammenti di anfore e chiodi. L'altra pi verso sud era pi recente della strada suddetta, il cui battuto era stato tagliato per il seppellimento: in essa si trovarono anche frammenti di calcinacci.

Era

costituita con embrici collocati nel fondo e di fianco. 11 cadavere stava da nord

a sud,

ma

solo parte delle ossa furono rinvenute. Sul fondo

si

trov un unguentario

di vetro.

Nel primo tratto del portico a


lastre iscritte:

tetto

spiovente

si

raccolsero due frammenti di

1.

(m.

0,095X0,115X0,02):

2.

(m. 0,14

0,24

0,032):

RIMII SPORVSBOv

PITOAMON
d

OSTIA

434

si

RKOIONE

I.

Nella via a nord della Caserma dei Vigili


di

raccolse: un

frammento

di collo

dolio con

due marche rettangolari, l'una


e

sull'altra, nella superiore delle quali

un tridente con asta fidente a freccia

nell'inferiore:

RVFENVSts

PHOEBVS FEC
un
altro

frammento simile con

la

marca a

lettere iucavate:

C-^PA

NERE
un collo una
di

vaso a forma di phallus;

un

frammento

di

lucerna, che ha nel disco

cista mistica o un'ara fiancheggiata

da due alberi.

stata sterrata

completamente
affreschi

la

seconda stanza a nord

di

quella di via della


(');
cfr.

Fontana nota per


Notizie, 1907,
p.

gli

(Notizie, 1908, pag. 21 segg.)

pianta in

214), e che fa parte dello stesso appartamento. Essa ha tre pareti,

quella di

fondo ad ovest, e quella a sud e

quella a nord, la quale la divide dalla

stanza che porta la lettera

nella pianta suindicata. Sul lato est,

come

nella stanza

prossima a sud e nelle due prossime a nord non vi una vera parete: vi si nota soltanto un piccolo muricciolo largo circa m. 0,15, nel cui centro sono due pezzi di travertino; esso sembra una specie di tramezzo fatto pi tardi per dividere la stanza
del corridoio che le sta innanzi
! ( ),

che

ha

le finestre

su via della Fontana. Si


vetri.

potr

forse supporre che la chiusura sia stata fatta con

tende o

Anche questa stanza ha


parete

le

pareti coperte

di

affreschi, che presentano su fondo


e dei pesci.

giallo dei riquadri a filettatura rossa e dei

rami

Nel centro

di ciascuna

un piccolo quadro dipinto in modo da dare solo da lontano l'impressione di un paesaggio con edifici: da vicino non si notano che delle pennellate date a
capriccio.
Il

pavimento

a mosaico bianco.

Tra

riempivano la stanza, si raccolse: Oro. Anello di lamina con un rubino (diam. m. 0,016; peso Argento. Tre denari, di cui uno di Adriano.
Bronzo.

gli scarichi, che

gr.

35).

Un
Una

finissimo maschio

di

madrevite

(lungh. m. 0,054), alcune

fibule,

un'asta di bilancia, uno stiletto,

delle

anse di vasi, una chiave, aghi, monete, ecc.

Ferro.

chiave.

lato

Piombo. Tre tessere: a) Rostowzew, n. 3349 (diam. e una corona sull'altro; e) irriconoscibile.
(')

mm.

18); b) con

su un

frammenti dipinti del

soffitto di

questa stanza (Notizie, 1908, pag. 23) sono ora collocati


alle stanze

al loro posto.
a
( )

Questo corridoio che continua innanzi


I)

ed E, solo pi tardi fu chiuso prima

della stanza

per formare due appartamenti separati.

REGIONE

I.

Un manico

435

OSTIA

Osso.

in bronzo;

di coltello pieghevole con parte della lama in ferro e ghiera un dado; aghi e stili. Terracotta. Mattoni con i bolli C. I L. XV, 103, 1066, 1435. Colli di

anfore con le

marche

C. I. L.

XV, 3414
b)

a)
e)

I-LFT
FOR
di anfore con
le

LEP

graffito

a enido

d)

TOP
C.
I.

inciso a crudo (cfr. C. I. L.

XV, 3538).
2775
a,

Anse

marche

L.

XV, 2586

e,

2612

(?).

2967

6,

3041 k

a)

IC

inciso a crudo

b)

CAS

e)

CMA
ACT
margine ed una figura
nel disco

Tre lucerne della forma 28: una con grappoli


a veste corta nel disco e la marca G.
I.

e foglie sul

L.

XV, 6492
foglie sul
di

nel fondo; un'altra con grappoli

e foglie nel disco; la ter/a con grappoli e e

marca

illeggibile nel fondo.

margine, un busto

(?)

Un frammento
di

tegolone decorativo con cornice,

ovoli,

fusarole e astragali e sotto forse tracce di


inoltre
di

una colonna.

uno scarabeo da collana


impasto vitreo,
ecc.

impasto vitreo cenerognolo, un verticillo

egualmente

Nel portico sul lato orientale del piazzale dietro


scholae,
i

il

teatro

si

misero in luce altre

cui mosaici sono in cattivo stato di conservazione, tranne in genere nella


il

targa, che contiene

nome.
(?)

La prima, dopo quelle pubblicate precedentemente


reca entro targa non ansata
l'

andando da sud a nord,

iscrizione

STAT -SABRATENS1VM
stat{io)

Sabratensium, cio luogo

di

riunione o meglio di recapito

dei cittadini di

Sabrata, la citt che con

Oea

Leptis

Magna formava
l'

Tripolis, sulla via


II,

da Tacapa
testi-

ad Oea, che

il

Tissot (Gogr. comp. de

Afrique romaine,

pag. 210) colloca a

ir Zuaghaesc-Scartiya o II.

Sabrata

Tripoli vecchia.

La forma Sabrata

moniata dalla maggior parte degli autori. non Sotto la targa un elefante a sin.
;

si

riconosce quanto

era rappresentato

innanzi all'animale.

Le seguenti recano:
a)
b)
e)

NAVICVLARET NEGOTIAN DE SVo NAVICVLARI ET NEGOTIANTES DE SVO NAVICVLARI GVMMITANI DE SVO


Gummi
stava
nella

per cui va ricordato che una citt

Byzacena ed una, probabil-

OSTIA

la nostra, presso Cartagine tra

436

REGIONE

I.

mente
s.

Maxula

Carpis

(cfr.

Dessau, in Pauly-Wissowa

v.),

che dal Ganckler {Bull. archoL, 1893, pag. 184) supposta a Borgi-Sedria,
il

laddove

Tissot la collocava a Sabelal-el-Bey.


d)

NAVICVL- KARTHAG DE SVO

cio:

navicul(ari) Karthag(inienses) de suo.


e)

NAVIC-TVRRITANI

sopra una barca a vele spiegate in moto verso sud. Questi Turritani con una certa
probabilit possono essere
i

cittadini

di

Turris Libisonis l'attuale Porta Torres in

Sardegna, come
vasca (m.
tuli

del resto possono essere quelli di


lato sud e

Nel piazzale a m. 5,70 dal

una qualche Turris africana. m. 13 da quello est venne in luce una


a

3,10X2,90):
ra.

cui muri, addossati all'argilla alluvionale, sono fatti con

informi e malta di pozzolana nera.

Non

tenuta d'acqua.

Fu

poi notata a

9,50 dal lato sud e m.


con
sei

17,30

dal

lato est un'altra vasca

consimile (m. 3,45

X 3,35)
X

gradini in
sin. di

Innanzi al tempio di Cerere, a


di
sei

muratura addossati alla parete sud. chi lo guarda, venne in luce una scaletta

0,88) con volta a botte e con muri senza fon(m. 0,2ti dazione. Quasi nel centro del lato est furono scoperti due gradini in travertino (m. 0,32
gradini

0,30 X

X 0,44),
ci

e innanzi

ad

essi

un

tratto della cunetta

anche

di travertino (m.

0,53

3,60).

Questa scoperta, eguale a quella fatta


innanzi

presso

l'angolo
si

sud-est e l'angolo sud-ovest,

conferma che tutto in giro per due gradini


ai
il

saliva dal piazzale al portico e che

gradini correva la cunetta per lo scolo delle acque.


piazzale poi fosse un giardino dimostrato da tutti gli indizi: tranne, in
pilastri di mattoni,

Che
fatti,

due

o tre

forse basi di statue, e le vasche su citate,


si

non

si

trovarono tracce di costruzione, n piani battuti. Nel sottosuolo

nota un forte strato

alluvionale di argilla quasi pura, sovrapposta a strati di scarichi di calcinacci e tegole.

Tra

il

materiale di questo piazzale


di

si

scopr:

Marmo. Frammenti
a) (m.

una cornice con l'iscrizione:

0,115X0,16X0,135):
...

...BASIMQV

REGIONE

1.

437

2.

OSTIA

Frammenti
1
.

di lastre

marmoree
0,032)
:

iscritte:

(m. 0,25

0,25

(m. 0,24

0,26
?

0,065)

IANO COS
3.
(in.

/brrv'NE

a^VSTI
0,03)
:

0,09

0,06

R.
I

Altri

frammenti simili con poche

lettere.

X
il

0.105) su cui

graffito:

SATVR.

Un frammento

di

portasanta (m. 0,14

Frammenti

di statue. coi

Palombino. Matrice per nove tesserine di piombo (mm. 5) foro per il perno; nessun segno era nelle tessere.

relativi canali e

Fio.

1.

Figura (fig. 1). ignuda di fronte, con ricci che scendono sulle spalle (Dion}'sos ?), inginocchiata sul nascimento della palmetta. quasi un omphalos, con le braccia distese all' ingi
virile

Terracotta. Cinque antefisse

con

tracce di scialbatura bianca

e le

mani posate su due grandi

ricci

che

la

fiancheggiano

nella

parte

inferiore.

Altri girali pi piccoli la fiancheggiano nella parte superiore.

In tutti e cinque gli

esemplari manca la testa. La mossa simmetrica e latura come particolari del pube hanno dell'arcaico
i

ieratica della figura e la


e

model-

del

sec.

(Mariani).

Antefissa con tracce

derivano da un originale greco

di scialbatura

bianca

(fig. 2).

Vittoria
in ai

in atto di volare,

atto di
lati

sopra una sfera, reggendo con la sin. un trofeo: la d. alzata toccare uno scudo di questo. Ai piedi due capricorni correnti all' infuori

del globo.

Cibele sulla nave.

su questo.

Testa gorgonica con serpi come capelli, fiancheggiata delle due ali che formano la base della antefissa, mentre sulla testa si innalzava la palmetta.
Notizie Scavi 1912

Parte superiore di antefissa con la consueta rappresentanza di Antefissa con tracce di colore bruno scuro e di colore bianco

Voi. IX.

56

OSTIA

di

438

REGIONE

I.

Frammento

altra antefissa

con

fiore,

riccio
di
s'

parte

color bianco e di colore verde color bianco.

chiaro

sopra

questo.

di

palmetta, con tracce di


Antefissa con tracce di

Maschera
di

scenica, dalla quale

Frammento

antefissa

con

palmetta.
di

innalzano le volute della palmetta.

Gocciolatoio, con tracce di

color bianco.
il

formato

della parte anteriore


di tegolone

un leone, che

regge con

le

zampe
la

tubo.

Frammento

decorativo.

Leonessa sdraiata a destra con


Dietro un ramo fronzuto.

alzata, posata sulla testa di un cervo.

Mattoni

zampa

sin.

con

Fio. 2.

bolli C.

L.

XV, 105*

(2

fr.),

190, 209, 495, 650

a,

954, 1037*, 1120, 1137, 1344,


e

1407, 1435, 1436, 2159, 2231, Notizie, 1910, pag. 377

o
Lucerne, con vernice rossa
C.
I.

clod

ascleI*

L.

6361
con

una linea

di

semicircoli sul margine

(forma 20) con cinghiale a d. ornata di le lettere r H sotto il fondo; a vernice


;

marrone (forma 11)

con p irte di Vittoria; senza vernici: (forma 25) con losone formato di bastoncelli nel disco e semicircoli nel margine; a forma di barca, con la
parte superiore bombata, ansa annodata, ornata sopra e sotto di piccole gonfiature.

Orlo di dolio con la marca

G. I. L.

XV, 2419.
e)

Anse

di anfore

con

le

marche:

ROMNI

b)

DDV9A
d)

M a AE O
I

ME

(cfr.

C.

I.

L.

XV, 2691

g)

VVE

REGIONE

I.

439

XV, 5330 a, 5496 e


e

OSTIA

Fondi di vasi aretini con

le

marche

C.

I.

L.

a)
b)

(cfr.

C. I.

L.

XV, 5486)

(forma 37)

SEA

RVS
vaso aretino ornato,
con
la

Frammento
di

di

marca:

CNR

SCATI

(?).

Collo
ri-

vaso a forma di testa di vecchio

tratto

m. 0,062.

con barba
altre

tagliata corta, con apparenza di

Matrice simile alle

1906, pag. 357).

Scena di

supposte forme per dolci (Notizie, anfiteatro, combattimento di fiere: un leone sembra in
fronte.

atto di scagliarsi contro l'elefante, che gli sta di

Fio.

3.

Bromo:

Dito di statua; pendaglio di finimento da cavallo, ovale, cui attaccata


;

una mezzaluna, dalla quale pende una foglia (m. 0,075) linea diagonale e due parallele nel castone; una pinza; Piombo. Tessera (Rostowzew, n. 1993).
Oggetti varii di osso, di vetro, di smalto. Presso l'angolo nord-est del tempio di Cerere
cornici
di

anelli,

di

cui

uno con una

fibule; armille ecc.

furono rinvenuti frammenti

di

stucco,

con

mensoloni,
altri

rosoni,

con

palmette policromate, di collarini di


rinvenuti sul lato orientale della

colonna con ovoli ed

simili, eguali

ad

altri

piazza lungo la linea delle scholae.

Nel terzo retrobottega

del

Teatro,

partendo dall'angolo nord-est


(in.

si

raccolse un

frammento

di

bassorilievo

marmoreo

0,16X0,24X0,075;

fig.

3).

Scena

di

caccia: un uomo ignudo (mancante dalla vita in su) con manto svolazzante, su cavallo bardato in corsa a d., muove contro un cinghiale volto a sin., di cui si vede la parte

OSTIA

In

440

il
(sc).

REGIONE

I.

anteriore, che sbuca fuori da


destra.

un albero. Ai piedi del cavallo

cane egualmente verso

basso

l'

iscrizione:

AYPHAIC AI1PWNIANOC

Probabilmente

la

scena una specie di stemma parlante del personaggio nominato

(Mariani).

Presso l'ingresso del Teatro sotto

il

portico

un pozzo in opera

laterizia con

pedarole, profondo m. 4,75, largo m. 0,75. La vera in travertino, rozza all'esterno, forse scalpellata, conserva le tracce di due imperniature per le aste in ferro, che

reggevano la carrucola,

due

fori destinati alla

legatura della corda

ha pure

le tracce

della logoratura prodotta dalle

corde.

Lo scavo ha
da un lato
lastra di
:

riportato in luce dei


e dall'altro
:

frammenti

di anfora, di cui graffito

uno reca
;

graffito

BO

un collo su cui

/X\

frammenti

di

marmo

appartenenti alle decorazioni del teatro.

Dal penultimo strato


est,

sotto

il

secondo tempietto innanzi al Mitreo, partendo da

provengono ancora

seguenti oggetti di terracotta:

a) a vernice nera:

un frammento

di

lucerna (forma 11) con circoli concentrici

nel disco e tre zone di punti sul margine; un vaso cilindrico a fondo un po' emisferico

(m. 0,043

0,04).

b) senza

vernice: frammenti di vasi cosidetti megaresi, simili a quelli rinvegrossi blocchi di tufo

nuti sotto la

tomba a

ad occidente della tomba

di

Ermogene

(Notizie, 1911, pag. 89); un

frammento

di vaso
;

con zone di amorini combattenti e


di

con scudi di forme varie (m. 0,06


0,051); un peso
Sotto
il

0,044)

due pezzi

forma ovoidale (m. 0,06

di

forma quasi

elittica (m.
si

0,052X0,115X0,07).
notarono gli stessi strati, cominciando

pronao dello stesso tempietto

da sopra, a) di scarico di materiali edilizi, b) di sabbia, e) di argilla e oggetti e frammenti tttili (specialmente vasi a vernice nera), d) ed e) di argilla diversa, quasi
senza frammenti di vasi. Tra gli oggetti tttili a vernice nera cito lucerne di forma in parte simile a Dressel 2, ma due con ventre sferico, e senz'ansa, con foro nel
:

centro

quattro con ventre coniforme e senza sporgenze ai lati


di

una con margine

spio-

vente verso l'esterno, e su esso una zona

bastoncelli.

Si rinvennero inoltre

una

lucerna a vernice rossa della forma 27 e un frammento di altra simile della forma 3.

Va

notato che in questi scarichi

il

materiale a vernice rossa

si

presenta sporadico.

Dallo stesso pronao sono tornati in luce alcuni pezzi

architettonici in

marmo:

un grande capitello di pilastro (m. 0,52 X 0,93 X 0,74; tre frammenti di cornici, di cui il maggiore misura m. 0,90X0,48X0,43; una mensoletta ornata come le
cornici.

Il

sotterraneo del tempio di Vulcauo completamente vuotato. Nell'ultimo


si

am-

biente che sta sotto la scalea,

notano tre grossi pilastri, su blocchi di travertino,

destinati appunto a sorreggere la scala, uno nel centro e due agli angoli.

REGIONE

I.

441

OSTIA

In questo e nel penultimo


pezzi
d'

ambiente sono rimasti, attaccati

alle pareti, grossi

intonaco.
il

Presso

tempio

si

raccolsero tegoloni con

bolli

C.I.L.XV, 11546

2197.

Via. 4.

cui

si

Pubblico la pianta dello scavo eseguito riferito nelle ultime relazioni.


l'ingresso postico di
quell'edificio.

dietro

il

Piccolo Mercato

(fig.

4),

di

Per

suoi

ambienti del lato

meri-

dionale vedi:
per quello indicato col

un

numero

II: Notzie, 1911, pag.


III
:

344;

Ib.,
Ib.,

pag. 324;
pag. 285.

IV:

POMPEI

442

REGIONI

I.

Pei gli ambienti sulla via ad occidente dell'area di Vulcano vedi


per
il

n.

1:

Notizie,
Ib.,
Ib.,

1912, pag. 243;

2:

pag.

279;
il

3:

pag. 279.

Per

gli
il

ambienti dietro
n.

Piccolo Mercato vedi:

per

4: Notizie, 1912, pag. 131, 350; 5: Ib., 1911, pag. 371;


6:
Ib.,

1911, pag. 454; 1912, pag. 52, 133.


Notizie, 1912, pag. 26.

Sul muro repubblicano, vedi:

Per
Per

la via,
gli

vedi:

Notizie, 1911, pp. 409,


via,

454; 1912, pag. 133, 173.

ambienti sul lato sud della

vedi: Notizie, 1912, pag. 350.

Nel sistemare la terra nel cortile del Piccolo Mercato venne in luce una piccola
statuotta in bronzo rappresentante

Priapo (m. 0,047).


D.

Vagueri.

CAMPANIA
XVI. POMPEI
Secondo
il

Continuazione

dello scavo della via dell' Abbondanza.


si

programma

gi in attuazione da tempo,

continuato anche questo

mese a spingere le esplorazioni nei due punti consueti, con gli scopi gi noti. Per ci che riguarda la prosecuzione dello scavo della via nella zona orientale da notare che, essendosi rimessi in opera tutti i blocchi di muratura del
balcone posto al disopra del vano
in luce
n. 7,

reg.

IX,

ins.

XII,

stato possibile rimettere


l'

completamente pareti esterne

e marciapiedi da questo lato, insieme con

imIX,

boccatura del vicolo che volge a nord e l'inizio della facciata della casa
ins.

n. 1, reg.

XIII. Tali nuovi monumenti vedonsi nella unita pianta (fig. 1), la quale, collegata cen la fig. 1 della relazione del mese scorso, completa il novello tratto di via nei suoi due lati, meridionale e settentrionale, mettendoci in presenza di un
altro cospicuo

compitum.
a,

Sulla parete
sacro
(tg. 2),

tra

il

vano

n.

7 e l'estremit dell' isola,

si

distende

il

dipinto

suddiviso, merc semplici fascie rosse, che fanno l'ufficio di comici, in

quattro quadri. Di questi l'uno in alto, a destra (largo m. 1,4C, alto m. 0.75) offre la seguente rappresentanza al disotto di un festoncino disteso in alto fra due chiodi

Genio della Fortuna


cornucopia,

in

lunga tunica bianca, listata di nero, con velo


contenuto di

in

capo, lunga

sorpassante la testa, retto dalla sin.,


il

in atto di versare sul fuoco

cho arde

su un apposito tripode metallico


destra.

Con

la
i

transizione di

una patera che stringe con la mano due verdi pianticelle che sorgono da terra, vedonsi agli
i

opposti lati

due Lari

in succinto chitone giallo e velo svolazzante,

quali, mostransi

REGIONE

I.

443

POMPEI

nel consueto atteggiamento di versare con

la

mano

levata

il

vino
il

dai

rhyta nelle
il

secchie che reggono con l'altra abbassata:

poggiano

entrambi

fianco e

gomito

lunga Questo dipinto fu eseguito sop a una semplice e debole mano di calce, la quale lascia ora vedere nettamente il preesistente dipinto sacro in tutto identico al sopraggiunto,
sopra~de pilastri;
salvo che nei toni pi chiaro e
nelle figure pi proporzionato ed armonico.

hanno entrambi

la

capigliatura coronata di foglie verdi.

Immediatamente
(b

al disotto od

a destra, in corrispondenza dell'ara in muratura

nel rilievo

fig.

1)

il

m. 0,53, largo

ra.

0,75: al disotto

secondo dipinto, ripetuto torso anche pi di due volte, alto di un festone di fiori affidato in alto a tre chiodi.

^
FlG.
1.

vedesi in mezzo la figura del vicomagister, assistito dai quattro ministri del compilimi, nell'atto forse che

mal
il

ridotto, e

compie il sacrificio: e dico forse, perch l'affresco molto non lascia ben distinguere altro che le sole teste dei sacerdoti celebranti
fra le

rito.
Il

campo rimanente

rappresentanze descritte e l'ara

in
i

muratura

occupato

dal terzo dipinto, alt. m.

1,18, largh.
le teste

m. 1,47, raffigurante

consueti serpenti aga-

thodomoni, che avvicinano


il

tutto in

uno stato

di

conservazione scadente per

ad un'ara cilindrica su cui son deposte due curve: il fatto che la rappresentanza fu
distesa
sulla
in.

qui eseguita sopra una

mano
di

di

calce

superficie liscia di cocciopesto.

Sulle facce esterne dell'ara, pulvinata, alta

0,80, larga m. 0,63


nel lato ovest

X
si

0,47, per-

mangono
sin.,

tracce

soltanto

dipinti

monoeromi,

rossi:

discerne a

stento uno spiedo a cui infilata una salsiccia; nel lato sud una testa di maiale a

lunga m. 0,38, ripetizione di altra simile che dapprima


brevi
sin.,

vi

era dipinta,

ma

in

posizione opposta; nel lato est, in alto, tre

salsiccie sospese
d.

merc cordicelle

ad un chiodo, mentre pi gi a

un braciere metallico, ed a

un grosso spiedo

POMPEI

444

REGIONE

I.

che

infila sette volte

nella sua lunghezza

una lunga

salsiccia.

Sulla parete est del

Fig.

2.

pilastrino, che

fu
il

aggiunto

allo

spigolo

dell' isola

appositamente
si

per avere spazio

maggiore per

dipinto

sacro,

conformemente a quanto

riscontr nel

compitum

REGIONE

I.

(cfr.

445

POMPEI

dei

XII Dei

Notizie,

1911, pag. 421),

dipinta
di

la

clava

di

Ercole,

alta

m. 1,60, l'impugnatura
Il

fogliame. quarto dipinto, posto accanto al primo, cio a quello del Genio sacrificante,

in gi, coronata al

sommo

rappresenta l'esito della lotta fra due gladiatori (alt m. 0,75, largh. m. 0,54). Dei due gladiatori, ugualmente armati di elmi con celata e di scudi rettangolari curvi,
e

parimente protetti alle gambe, quello a

di
d.

maniche

alle braccia, corte brache ai

lombi e

alti

schinieri

rimasto

soccombente

nella

lotta (misxus).

Dalle forme

giovanili molto ben disegnate egli ha perduto anche lo scudo che giace abbandonato per terra; e, mentre versando sangue dal ginocchio d. per cadere spossato, vibra senza forza un ultimo colpo. L'altro a sin. (il Victor) dalle forme erculee, un Samnis a giudicare delle due alette laterali dell'elmo, ormai sicuro della vittoria ritrae la

destra armata
Il

e,

recedendo di un passo, para con

lo

scudo

il

fiacco colpo dell'avversario.

dipinto eseguito a soli contorni e col solo colore rosso.

Come
l'

nell'altro

compitum, quello dei XII Dei


dalla

(cfr.

Notizie, loc.
di

cit.)

anche qui

insieme

completato

fontana pubblica d,

fatta

grosse lastre di pietra

vesuviana e recante sul cippo, imposto


patera ombelicata.

al lato est, la

Inoltre, all' imboccatura

del vicolo

rappresentanza di un fondo di a sud, che pervio ai carri

come quello a
e,
i

nord, si sono messi allo scoperto due grossi blocchi di pietra vesuviana,

quali permettevano

il passaggio a piedi asciutti. Detto della zona orientale dello scavo, passo a descrivere

le

novit relative

all'altra zona, quella occidentale. In quanto alla casa n. 4 (reg.

I, ins.

VI), della quale

fu data la pianta nel rapporto del

mese scorso (pag. 402), noter

in

primo luogo che, ad

evitare possibili danni alle pareti dipinte col rimetterle allo scoperto in questa stagione
fredda, lo scavo
l
si

limitato

e si limita alle terre alte e si

approfondisce solamente

dove

le pareti

sono rustiche (atrio, tablino, fauce ad est di questo, ed ambiente

ad oriente della fauco stessa) ; in secondo luogo avvertir che, protetto con copertura di lamiere di zinco il cubicolo b, mentre se ne va attuando il restauro e lo sterro,
si

provveduto alla definitiva protezione dell'

impronta del
e,

letto di cui parola nel


si

rapporto del

mese

scorso,

giorno

24;

che,

nel triclinio

alzata la

muratura

della parete est per collocarvi tutti g' intonachi dipinti ivi raccolti, e che ora rico-

struiscono per la

met

circa la parete

medesima;

finalmente

che

si

continua a

lavorare per la ricomposizione dei delicati stucchi a rilievo e dipinti della volticina

imposta alle fauce occidentale del tablino seconda zona).

(cfr.

Rapporto del mese

di ottobre

B)

Nel
in

rilievo topografico,

fig.

3, vien ripetuta la pianta della casa n. 7 con l'aggiunta


il

nero della parte tornata in luce durante

mese.

Ad

ulteriore

complemento
l

dei

membri

architettonici appartenenti a cenacoli del piano superiore, e dei quali parola


si

nei rapporti precedenti,

ora

messo allo scoperto negli ambienti


crollato,

ed

un

altro

considerevole mucchio di materiale

nel

quale sono quattro

altri

rocchi di

colonne connesse a pilastri in tufo di Nocera e poi avanzi di una colonnina e di un


pilastro laterizi, rottami di

una grossa colonna dorica


fra
altri

in tufo,

frammenti

di

un padi

vimento di cocciopesto

e,

materiali

insignificanti,

due curiosi blocchi

muratura recanti, merc embrici applicati


Notizie Scavi 1912

in periferia,

come

delle grosse scannellature.

Voi. IX.

57

POMPEI

446

REGIONE

I.

Non meno importanti sono state qui le opere di restauro: nell'ambiente a parete nera li, rialzato il muro ovest, vi si sono ricollocati gli stucchi raccolti durante lo
scavo, ricomponendo un buon terzo della totale decorazione; altrettanto dicasi perla

parete meridionale dell'atrio d, sulla quale sono stati utilizzati

frammenti d'into-

naco insino all'alto della cornice terminale.

<

Fio. 3.

il

Seguono, in cronologico ordine, gli oggetti rinvenuti e le iscrizioni scoperte durante mese.
(4 decembre). Reg.
I,

ins.

VI,

n.

4.

All'angolo nord-est del salone

e,

a m. 0,30

dal suolo: frammenti che ricompongono una lucerna a cinque lumi, risultante di una

grande lucerna circolare sul cui bordo se ne saldano altre due a due lumi ciascuna; una lucerna egualmente di terracotta, semplice, lunga m. 0,105; una statuina di bronzo
rappresentante Ercole nudo, barbato, ritto in piedi, con la
gere lo
d.

protesa forse per strin-

skyphos (perduto) mentre con la

sin.

accostata al petto regge la clava, che

oltrepassa la spalla sin. a cui appoggiata la pelle di leone.


tera,

La basetta quadrila-

alquanto conica, ha semplici modinature agli

orli.

Altezza complessiva m. 0,135.

REGIONE

I.

circolare,

447

n.

POMPEI

(9 novembre). Reg. IX, ins. XII. Sulla soglia del vano

7,

si

raccolta

una

lucerna

monolychue, lunga m. 0,105, nel cui disco il rilievo di un Erote che trasporta sulle spalle una pertica ai cui capi sono assicurate due secchie.
fittile,

Sulla parete a sin. del medesimo vano,


dipinte
('):

si

sono

scoperte le seguenti iscrizioni

Al disopra
1.

dello zoccolo laterizio (colore nero):

P-PAQVIVM-n
allineati,
i

v.ro,

Seguono pi gi,
2.

programmi
e

CEIVMAED

3.

CN-H-S
mano
di calce
:

Al sommo dello zoccolo


4.

laterizio, sopra apposita

CASELLINE

Questo programma
5.

sovrapposto alla met destra di quest'altro:

CIVL-POLYBIVMaed v-b o-v-f


id.).

(11

sin.

dell'ultimo

programma
(cfr.

trascritto,

in parte

nascosto dal pro6),

gramma
6.

con la menzione dei Paridiani

Rapporto

di agosto, n.

leggesi:

POLYBIVMAE
VICINI C1VEM

BONVM

FAfciunt]

Segue immediatamente pi gi:


7.

A SVETTIVM VERVM

AEO-CA.
Sotto
il

posto che fu poi occupato dai

programmi

distinti con
il

nn. 2 e 5 nella Rela-

zione di agosto (pag. 284), grattando con ogni cautela

velo di pittura pi superficiale,

sono riuscito a leggere interamente un lungo programma (m. 3,26) nel quale vedesi raccomandato Cuspio Pansa all'edilit, con l'avvertenza che per la prima volta il suo
gentilizio

Cispius e non

Cuspius:

8.

CISPIVM [/V]NSAM
v{iis)

Tv.rvaspovfdrp

(77 vir(um)

a(edibus) s{acris) p{rocurandis) o{r) v(os) f{aciatis) d(ignum)

r{e) p{ublica))

(')

L'indicazione del colore

si

omette, allor che

il

colore

il

rosso.

POMPEI

lo 'zoccolo,

448

di Ti.

REGIONE

I.

Sopra

al

disotto del

programma

Claudio Claudi ano (mese di

agosto, n. 3) trasparisce:
9.

CNH-S-/0
(Cn. H(elvium) S(abinum) Aed(ilem)

tracce pi antiche ancora di un

programma:
I 1 1

10.

WO S \m V M
I,

(Poslumium?)

(12 novembre). Reg.


l'atrio,

ins.

VI,

n. 4.
si

m.

dal suolo, presso la parete est del


di vetro a recipiente

ed alla met circa di essa,


alta

trovata

una boccettina

piramidale e lungo collo,

m. 0,09.
il

(15
in terra,

id.).

Nella stessa casa, nel vano di comunicazione fra l'atrio e


di
ins.
i

cubicolo

b,

una serratura
id.).

ferro

quadrata,
(a sin. del

con

la

chiave infilata nella toppa.

(18

Reg. IX,

XIII

vano

n. 1).

Immediatamente

al

disotto

dei progr. distinti con

nn. 3 e 4 nel Rapporto

di

novembre, giorno 7

(pag. 402),

sono apparsi questi altri programmi:


Il

primo trasparisce attraverso

l'altro

raccomandante Cn. Helvio Sabino:

11.

POPIDIVM'RVFVM
D- VI

D -SEXTILIVS
FACIT

segue pi gi:
12.

LOLLIVM-y
cf

e poi

(colore nero):

13.

SITT1VM
fi

MAGNVM

VIRO- V'F

Sulla stessa superficie occupata da questo


antico
:

programma un

altro se

u legge pi

14.

MHOLCONIVM-PRISCW\
AED VA- S-P-P

LIVS

ADSTITIT

Duole che
in parte
il

si

sia in

tutto perduto

il

nome

dello
L.

scriptor e sia conservato solo IV, 1100 edict mun.

nome

dell'assistente. Cfr. ad es.

CI.

In terzo strato, sempre pi antico, leggesi chiaramente:

15.

LICIN1VM

ROMANVM
R

[///>]

V-A-S-P-P-D-

PO- VF

SICILIA

n.

449

AIDONE

(Per le sigle, vedi pi sopra al


16.

8).

Segue appresso,

in colore nero:

L CAECIL1VM

CAPELLAM

II

VIR I D O V F
il

pi gi finalmente, leggibile nella met inferiore,


17.

programma:

SIRICVM ovino.
Reg.
I,

(22 novembre).

ins.

VI,

n.

(terre

alte).

In terreno rimescolato, al-

l'altezza del piano superiore,

due cerniere

di bronzo,

delle quali

una ad

alette

di

poco rastremate ed una ad alette triangolari. (30 id.). Reg. I, ins. VI, n. 4. Nella fauce ad est del tablino, un piccolissimo
corrente di collana in pasta vitrea di color celeste, conformato a testuggine.
ins.

Reg.

I,

VI,

n.

3 come avanti,

nelle

terre

alte,

un

corrente

di

serratura,

di

bronzo,
e desi-

lungo m. 0,10 e una bandella da cassa lunga m. 0,13, articolata a cerniera nente in asola da inserire nella serratura.
Al.

Della Corte.

SICILIA.
Nuove scoperte
XVII.
nelle provinole di Caltanissetta e di Messina.

Scoperte diverse a Serra Orlando. La vasta contrada denominata Serra Orlando presso Aidone, ricchissima di avanzi archeologici d'ogni maniera, dalle ascie preistoriche

AIDONE

numerosissime alle monete romane della repubblica,


florida
citt,
il

fu sede di un'antica, vasta e

cui

nome

oscuro e controverso (').

Scientificamente essa incognita, perch


Fr. Sav. Cavallari,

mai

vi si fecero esplorazioni

metodiche

(*),

(')

uomo benemerito

delle antichit siciliane,

ma

non altrettanto ordinato,

aveva fatto circa 40 anni addietro un grande rilievo della citt con tutti i suoi ruderi, che sarebbe stato prezioso mettere a disposizione degli studiosi in vista delle alterazioni subite poi dal suolo,
causa
le

crescenti colture;

ma
in
lt.

esso and perduto con numerosi suoi taccuini, ricchissimi di note e


voi.

schizzi.

Cenno su mosaici

Notizie, 1884, serie 3",

XIII, pag. 350

(Pappalardo); su ascie
del Tropea,
cfr.

preistoriche in Bull. Pai.

1898, pag. 307 (Orsi). In Rivista d. storia

amica

1900,

pagg. 52 e segg., io ho pubblicato alcune laminette scritte. Per notizie generali La contrada di Serra Orlando presso Aidone (Caltanisetta, 1884).
3
( )

L. Pappalardo,

Il

Iliin l'aldi,

in

un voluminoso

scritto

Ricerche sulle cose di Sicilia antica...

di

una

diruta citt sicula (Piazza Ann. 1884), tende, attraverso una pesante erudizione, a dimostrare che qui era Herbita ma senza buon fondamento. Altri vecchi storici e topografi vi collocano Trinacia, ri:

cordata da Diodoro (XII, 29j come citt ragguardevole ai tempi di Ducezio. Faccio le mie riserve anche su questa identificazione, ma in ogni caso non regge l'opinione del Pais (Ricerche storiche

geografiche sull'Italia antica, pag. 164, n. 2), che Trinacia s'abbia a cercare nello stagno di Vindicari, dove i miei scavi hanno provata l'esistenza di un grosso borgo bizantino con varie chiese, ma senza la pi piccola reliquia di et greca. Per Herbita poi il Beloch (Miscellanea Salina,
pag. 224) di avviso
si

debba ricercare presso Mistretta.

AIPONE

la quantit di
si

450

SICILIA

mentre incredibile
che da essa
tificato

monete,

di bronzetti
in

e soprattutto

di terrecotte

trassero, andate poi disperse

mille direzioni senza conservare cerSerra Orlando

di

origine.

Anche

la produzione letteraria su
io

minima

ed in-

significante. In seguito a ripetute visite sul luogo,

aveva divisato una prima cam-

Fig. 28.

pagna di orientamento, che, per ragioni indipendenti e superiori alla mia volont, venne rimandata di anno in anno, ed iniziata soltanto nei mesi di aprile e maggio di questo anno 1912.

Non ho
il

per

mancato

di

tener

d'occhio

quella

contrada,

assai

sfruttata dai

villani, col pretesto dei

lavori agricoli, e dai trafficanti di antichit.

Molto materiale
ora

Museo ha

cos

acquistato di argilla e di piccoli bronzi; e per

mi limito a

riferire sopra alcuni singolari oggetti, pervenuti al

Museo nell'ultimo

biennio.

SICILIA

451

A1D0NK

Il primo un gruppo di oreficerie (fig. 28), le quali costituivano un piccolo corredo di ornato personale, rinvenuto in un sepolcro a cremazione in contrada Cit-

tadella, e che daterei intorno al sec. Ili av. Cr. e di perle vitree alternate, ed chiusa con

La collana

formata di perle d'oro

un medaglioncino a testa di putto sbalzata. I due orecchini con putti che suonano la siringa sono di un tipo ovvio. L'anello porta una granata orientale con rozza incisione di un uccello.

Fig. 29.

Una

curiosit epigrafica ci

fornisce
fig.

il

robusto mattonaccio quadrato ad angoli


;

arrotondati, che riproduco alla


faccia superiore fu tracciata

misura cm. 27 V* X 27 1 / i X 7 nella nella creta ancor fresca, mediante uno stecco a larga
29, e

che

punta, e con

mano

franca

facile,

una

iscrizione

capricciosa, che a

me

parve uu
D.

tentativo scolastico e calligrafico.


paretti,

Su
il

di essa l'illustre epigrafista, senatore

Com-

si

compiacque esprimere
lettere

seguente giudizio:
dieci,
;

prima un ghiribizzo di cui non cercherei spiegazione le due prime della voce tfxw.u/ta e che in fatto
,

Le due

ripetute la

la

seconda nove volte, sono

si

pu solo osservare che esse sono


a cui quelle lettere

le tre iscrizioni,

sono preposte, sono tutte scommatiche,


gli antichi

burlesche, giochi di parole, o,


Xe'giv o

come dicono
il

grammatici, axatfinata xat

xat

yqafi(ia. Burlesco

nome

AIDONE

dal patronimico

452

l'idea di

SICILIA

XsXwva, seguito

MvXaxdog, che induce

una tartaruga,

connessa con una macina da mulino (/ttUec? ).

Un

bel gioco di parole e di

nome

quel

che segue

vai vai via patii veai re [lviog voi

&vS[f>e)i

cio

a nave nuova nuovi navali e nuovi, soltanto nuovi (cio giovani) nomini

Lo scomma qui

consiste nel continuo succedersi degli stessi suoni na, ne, ecc., che

confondono, specie se si pronunzi la frase speditamente. Cos nel francese: Didon dina dit-on ecc., e nel nostro In un piatto poco cupo, poco pepe pesto cape ecc. Per ultimo la ridicola esclamazione:
'S

leti 8?

aangag

iv tal niXtti

Il ridicolo sta in

cpuell'o?,

che riferisce a Zeus

quel

che segue, quasi dicesse:

Zeus che imputridisci

nella porta!

Deve

Zeus! quanto putridume nella porta


in

essere
forse

una storpiatura di ocrov cangiai; commessa da qualche attore comico,

e popolarmente ripetuta

caricatura.

Otto frammentini di sottile lamella di argento, in origine arrotondata o ripiegata, e contenenti nove righe, di minuta ma nitida scrittura capillare; codesti fram-

menti attaccano come appare dal facsimile qui aggiunto (fg. 30), per manca la intestazione; sviluppati, essi misurano rum. 60X45. Anche su codesto testo il senatore
D. Comparetti, che lo volle esaminare in originale,
si

compiaciuto di favorirmi

il

seguente interessantissimo

commento

\jienQlto9ai Aliavi io Stivai io

rnP tfevog

Tifi

ifeog v

xtfjuu xa r]<< n/tevci n^ilvTtt ini Xiaei Xvana9m d'evi Qnrrfix


tf

^Uafirfvaii

Aliavog e^jnev
ttici

Huno^oi. AlaxQiiov

'Hq

...

arni

vog-Aaj[Qiovo(-<PiX>v 'AQiaiQ%{ov)
e

PthaTtoriif
fi[ino)(oi.

5.

.tia/iiliuv

Aa%Qv>v 2rr>uitov"OXxov <f>iXiov 'Agiati!

'Piatimvof

1. 4. Incerta la lezione

HP; non
pare

si

vedono di ben chiare che


probabile

le tre verticali;

si pu anche leggere ni,

ma

pi

HP;

forse

'H^uiyrTrog ?
si

Ma

essendosi accertata l'ultima lettera


fine

a,

a mio credere, dopo di essa, dovettero seguire

altre due lettere in

della riga, che potrebbero essere Al, onde

avrebbe:

HP..ZT YA[A

NOI
non
ardisco supplire le due lettere mancanti dopo

HP-

SICILIA.

7.

453

AIDONE

1.

Fu
La
di

letto gi
il

ZTATIOY
l'

ma

da un accurata ispezione dell'originale risulta


visibile dalla frattura.

che un p fra
1.

fu reso

meno

9.

sigla

il

indica la identit del

nome

e del

patronimico

credo

si

debba

intendere AlaxQcov "OXtov (Alaxgimvog), che cio questo Aa%Qwv nepote dell'antecedente,
cui
figlio

Oltos era forse morto. Cos nella

1.

\'

Aa%Qiwvot; fra

due

lineette

panni indicare che

Her

stinos (?)

era

figlio

dell' Aeschrion

prima

nominato.
miei supplementi credo sieno tutti sicuri, solo rimanendo dubbio nella 1 lin. quel xtjfia che potrebbe essere anche oixog, olxia o altro di simile. La laminetta
I

Fig.

30.

certamente mutila nella parte inferiore; quanto estesa fosse la parte mancante, non
saprei dire.

segnato per avanti alla lezione della parte superstite quanto parmi che indubbiamente dovesse trovarvisi a complemento della frase e secondo il contenuto delle linee che rimangono. Si pu pensare che vi fosse pure segnata la data e non il forse anche il prezzo per cui si vendeva. Ma in questo, che certamente da quel rileva si come molto era dicitura sommaria, pur .contratto di vendita, la
i

Ho

che vale per tutti gli annessi e connessi, senza alcuna 'generico r nfisva narra,

un regolare contratto. o vendita a riscatto, nella quale la cosa che era Trattasi di una nqaig Xiaei, come .dicesi venduta non in realt che impegnata o ipotecata, e colui che figura
essere in 'Specificazione, quale dovrebbe

Notizie Scavi 1912

Voi. IX.

58

MAZZARINO

454

SICILIA

compratore non di fatto che un prestatore di denaro contro pegno od ipoteca il venditore conserva l'uso ed il dominio utile della cosa venduta, pagando gli interessi
;

della

somma
il

ricevuta, finch riscatti o svincoli la cosa venduta, restituendo all'acquiil

rente

denaro avuto. Per

riscatto per

poteva essere fissato un termine, come

vediamo appunto che qui lo . Il riscatto o svincolo deve essere effettuato nel terdi un anno, altrimenti, dopo un semestre di mora, il teuimento impegnato passera in assoluta propriet di Dione, che l'apparente compratore o di fatto creditore.

mine

Per queste vendite


renti del

ci

dovevano essere dei garanti, che spesso erano

scelti fra

pa-

venditore. Tali sono quelli che, con vocabolo nuovo per noi,
si

vediamo deno-

minati x\\noypi. Sono coloro che

investono (da fi7txofiai), in altre epigrafi detti


;

anche vdoxoi, o coloro che assumono e s' intende che stanno a garantire o si fanno "garanti. Sono due terne di nomi, presentati per i due atti distinti; nel testo la prima
terna sta per la vendita (ngaig) fino al termine di un anno; dopo il quale subentra la seconda, che sta pel riscatto {Ivan;). Nelle due terne figurano in primo luogo quattro nomi degli Aeschrioni, due (padre e figlio) nella prima, due altri (avo e

nipote) nella seconda

il

terzo

nome comune

alle
il

due terne dev'essere

di

un colla-

terale di quegli Aeschrioni;

probabilmente

nome

del venditore; distinto col

nome

dell'avo Filistion, oltre a quello del padre Aristas, forse perch all'avo appar-

teneva od era appartenuto il tenimento cos venduto o impegnato. Ma su di ci, e su pi altro, mi riservo di ritornare in uno speciale studio che intendo dedicare a
questa laminetta notevolissima ed, a mia notizia, unica nel suo genere. Essa ci offre segnato su lamina argentea un atto di notifica di una ngaig sn Masi deliberata,
autorizzata dagli afinofoi sottosegnati.
fin

garantita,

Come

tale,

essa va distinta da

quanto l'epigrafia

qui

ci

offriva

per

questa

maniera

di

vendite, dai

ben noti

Spot, dalle registrazioni delle iscrizioni di Tenos, ed anche dal contratto o avyyqatprj

della importante iscrizione di Sardas, test venuta a luce e pubblicata in Journal of Archaeology, XVI (1912), pp. 11 e seguenti.

American

av. Cr.

Per la paleografia non crederei che l'epigrafe possa essere posteriore al 1 sec. Il linguaggio dorico, come quello di alcuni frammenti epigrafici pure di
prof.

Serra Orlando, pubblicati dal

P. Orsi in Rivista di storia antica,

(1900).

pp. 52

e seguenti.

XVIII.

MAZZARINO

Tesoretto monetale greco.

La

scoperta di tesoretti

ma

monetali greci, talora di ragguardevole valore, cosa abbastanza frequente in Sicilia ; sono casi eccezionalissimi quelli in cui un direttore di Museo possa mettere le mani su codesti gruppi monetali, che studiati, nella loro esatta composizione, avrebbero
valore storico, oltre che numismatico.

La

caccia spietata che viene loro data dai grossi

antiquari indigeni ed esteri ha cos sottratto alla scienza indicazioni preziose.


lo zelo del prof.

Merc

Rosario Reale di Caltagirone venne assicurato al

Museo

di Siracusa

la parte principale di

uno

di codesti ripostigli,

rinvenuto da alcuni villani nel cuore

degli Herei, in contrada Raffo Rosso, territorio di Mazzarino. I pezzi pervenuti nella

raccolta siracusana sono

seguenti

SICILIA

455

MAZZARINO

Num.
Syracusae. Tetradrammi del periodo dei Dinomenidi (500-478), quasi ottima conservazione e svariatissimi
tutti
in

61 3 6

Diadrammi

dello stesso periodo


Dramme

il

Camarina. Didramma arcaico rarissimo, emesso subito dopo


su scudo, gambali e nel i$ Chamaerops humilis Selmus. Didrammi col sedano ant. 466

461, con elmo


1

30
21

Agrigenlum. Didrammi

arcaici

500-472

Idem

del periodo 472-415, quasi tutti fior di conio

57
7

Gela. Tetradrammi ant. 466, di ottima conservazione

Didrammi idem idem


Ilimera.
Zancle.

61

Didrammi

ant.

482

6 2

493

Messana. Tetradrammi arcaici 480-450


Leordinoi.

6 2
3
1

500-466

480-466 Rhegium. AcaiUhus Macedoaiae. Tetradrammi 450-424

Athenae. Tetradrammi

frusti del

periodo 500-450

6
Totale

...

273

273 pezzi salvati conviene aggiungerne circa 65 altri, trafugati da un tutte repliche dei pezzi suddescritti, e di raro v'era un altro esemerano campiere; della Camarina colla palma nana. plare
questi
Il

pezzo pi recente 'Acanthus;


stilistici,

ma

la

cronologia che
quali
io lo

io

ne ho data riposa

esclusivamente su criteri
teriore che

alla stregua dei

ritengo piuttosto an-

non posteriore

al

della maggior parte dei


pentola, sia stato celato

pezzi,
fra

450. Ci posto, ed arguisco che

atteso lo stato
il

eccellente di conservazione

peculio,

il

quale giaceva entro una

470-460

av. Cr.

La

serie siracusana presenta alcune va-

rianti interessantissime nelle acconciature e nelle leggende, e dimostra

una volta

di

pi la floridezza delle finanze nel periodo dei Dinomenidi, floridezza attestata dalla straordinaria abbondanza e variet dei pezzi da 4 dramme, da loro emessi.
Il

tesoretto di

Mazzarino

affine per

composizione

e quasi sincrono a quello di


il

Avola (Notizie, 1891, pag. 345), disgraziatamente


circa

disperso;

quale per coi suoi

2000

pezzi resta

il

maggiore

di quanti si rinvennero in Sicilia nell'ultimo quarto

di secolo.

MESSINA

456

Non

SICILIA

XIX. MESSINA

Rilievo ieratico di Camro.

credo vi abbia citt di

tanta importanza storica che

come Zancle-Messana

sia cotanto povera di avanzi

monu-

mentali e di opera d'arte antica. L'Axt, che alla topografia di Rhegium e di Messana dedic una pregevole monografia ('), pi che della citt propria si occupa del suo
territorio,

desumendo

dati

notizie dalle

fonti letterarie ina


il

non dalle rivelazioni del

sottosuolo.

le stesse

Notizie che rappresentano

pi completo repertorio delle sco-

perte italiane negli ultimi

38 anni, registrano circa Messana scoperte minime, e riferibili per lo pi a necropoli suburbane, come quella di Camro (1886; pagg. 173, 337, 460). Il compianto Tropea illustr nel 1894 una necropoli che, equivocando di grosso, chiam
sicula mentre era in prevalenza ellenistica
(*).

Questo, per quanto

io

sappia, tutto
;

quello che negli ultimi lustri si pubblicato sull'antica Messana, ed ben poca cosa non conosco la vecchia letteratura locale, per poter dire se da essa sia possibile
di trarre utili indizi.

La mancanza

di eruditi che osservassero ed annotassero,

ha peggiorato una situa-

zionegi infelicissima, dovuta alle radicali trasformazioni del suolo, per secolari convulsi e ruine sismiche che tutto hanno travolto ed obliterato. In condizioni geologiche e
sismiche identiche Reggio,
archeologica recente.
il-

quale tuttavia possiede

una rispettabile
che
nulla

letteratura

Da

tutto quanto ho esposto risulta


alle

sappiamo della

topografia e dell'archeologia di Messana, perch

disastrose vicende ed ai catae

clismi

si

aggiunse l'apatia degli studiosi

nell'osservare

notare tutto ci, che, pur

avendo parvenze modeste, sarebbe stato di grande giovamento. S' impone quindi, e sollecita, ora che il suolo urbano posto tutto a soqquadro per la rinascita della citt, una inchiesta sulle reliquie monumentali ed archeologiche, comunque esse sieno,
della gloriosa e sventurata citt
versitario, se sottoposti a
si
i materiali adunati nei due Musei, civico ed uninuova revisione, recheranno non poco lume. Augurando che trovi l'uomo adatto, reputo mio dovere non privare i dotti della conoscenza di un
;

ragguardevole monumento
tra
i

di

scoltura antica, che, se non


il

l'

unico, certo

il

migliore

il

pochissimi che

ci

abbia restituito

suolo dell'antica

Messana.
sia
di

Duplice

valore del
grafico.

monumento,

sia che lo si consideri

Camro, villaggio del suburbio noto per le precedenti scoperte di sepolcri, attendendo a certi suoi lavori
agricoli s'imbatt in

Poco prima del nefasto

come opera d'arte, terremoto del 1908 un villano

come

indice topo-

uno

strato, che diede svariatissimi rottami

fittili,

dal 5 al 3" seil

colo, in parte dispersi, ed in

parte ceduti all'antiquario, che acquist anche

rilievo,

riprodotto alla

fig.

31

che cos io descrivo:

Lastra rettangolare in calcare bianco a grana finissima, probabilmente di cave siracusane, e delle dimensioni di cm.52 in alt. X cm. 42 in largh. X mm. 37 di spessore.
Inferiormente essa forma un listello aggettante per 37 mm., sul quale insistono tre figure muliebri di altissimo rilievo (mm. 80), pressoch identiche, meno particolari
(')
a (
)

Zur Topographie

voti

Rheqion und Messana (Grimma

1887).

Studii siculi e la necropoli zanclea (Messina, 1894). La ubicazione di questa necropoli disgraziatamente male esplorata, e che abbraccia epoche diverse, pure a Camro sotto il forte

Gonzaga.

SICILIA

nello

457

MESSINA

insignificanti,

schema

e nel

panneggio. Ognuna rappresenta una donna dal corpo

molto alto

dall'aspetto matronale, vista di pieno prospetto; la testa ne coronata


le cliiome

da un'alta stephane o diadema;

scendono lungo

il

collo ed

in treccia

bi-

Fig. 31.

partita sulle spalle. Il vestito consta di

un ampio chitone

talare, sopra cui

l'

himation
al

ad abbondanti pieghe, un partito delle quali viene sorretto dalla destra elevata
delle figure sono molto danneggiati, e distrutti
e

centro del petto, ed un altro raccolto dalla sinistra avanzata orizzontalmente lungo
il

fianco.

volti

particolari anato-

mici dell'occhio

della bocca;

nella

prima

figura di sinistra asportate

da colpi

di

MESSINA

458

manca
altres l'angolo
listello.

SICILIA

piccone due lunghe falde verticali del mantello;


della piastra di fondo

superiore destro
ostante questi

lo spigolo inferiore sinistro del


il

Non

danni subiti,

pi facile stabilire
il

carattere stilistico cronologico del rilievo, che

non spiegarne

contenuto.

Che

esso abbia carattere ieratico non sfuggir a nessuno;

nella localit donde proviene si

vagamente parlato

difficile

di santuari di

Eracle e di Ar-

temide, coi quali, ad ogni modo,

vedere rapporti precisi. Perocch quando


specifici,

trattasi di rappresentanze muliebri senza

emblemi o simboli
discussioni,

ci
si

troviamo
ebbero
pel-

sempre davanti incertezze


le xqcci dell'Acropoli.

e perplessit e

come quelle che

Gruppi

muliebri trinati frontali noi possediamo in una serie


le

di rilievi del

sec, nei quali voglionsi raffigurate

Charites

(')

anche nella piccola


2 (

arte coroplastica occorrono delle placchette con gruppi analoghi di varia provenienza

),

n vanno dimenticati

rilievi
il

di Locri con

pompai

di

donne vedute non frontalmente

ma

di profilo.

Definire

soggetto del rilievo di Carnio, senza istituire prima esplo-

razioni sul luogo di provienza,


delle

parmi compito
via di

difficile,

che

ci

lascierebbe sul terreno


in esso per-

mere

ipotesi

e per

in
e

mera

ipotesi

io

propongo di vedere

sonaggi muliebri del ciclo

del culto di

Demeter

e Cora.
ri-

Per quanto risguarda


lievo del

stile

ed epoca, conviene osservare che, mentre l'arte del

secolo in Grecia largamente rappresentata da fregi templari, dai

ma-

gnifici sarcofaghi di Sidone,

da

stelai

funebri ecc., pressoch nulla del genere posse-

diamo

in Sicilia, all' infuori di qualche

metopa selinuntina, che valga ad illuminarci


L'analisi stilistica dei volti

sulle condizioni della scoltura nell' isola in quell'epoca.

avrebbe certo avuto nel caso nostro un valore decisivo;


le gravi

ma

essa

ci

vien

meno

pel-

lesioni

subite dalla scoltura.

La quale sente

l'alito della
il

grande arte nella

solennit del gesto, nella dignit delle figure, mentre

panneggio vorrei quasi dire

conservi ancora qualche traccia di rigidit. Gli perci che io assegno la scoltura

ancora al
e

sec.

V, lasciando ad altri di addentrarsi in una pi sottile esegesi stilistica

religiosa.

P. Orsi.

(')
3
( )

Roscher, Lexikon,
Winter, Typen,
I,

I,

pag. 8S1

Pottier,

Dlphilos, tav. VII, 174.

pag. 57 io; 61 2; 111.

Avvertenza.

Nel fascicolo 9 di quest'anno 1912 fu pubblicato (pag. 327) un frammento di notevole iscrizione greca, trovata in Ostia, intorno al quale il socio senatore prof. Comparetti

ha

fatto le seguenti osservazioni

L'epigrafe metrica, e si compone di quattro distici segnati in due colonne, di cui la prima contiene gli esametri, la seconda i corrispondenti pentametri. Questi sono intieri degli esametri non rimangono che i due o tre ultimi piedi.
;

Il

funebre epigramma, come


il

si

rileva dal

v.

6,

commemora una
mancante

citharistria o piuttosto

una
un

cithareda,

cui

nome doveva

trovarsi nella |'arte oggi

degli esametri.

Ne

fu autore

suo

figlio, che nell'ultimo verso (correttamente restituito alla forma richiesta per la regolarit del pentametro) dice di essere stato dalla cara defunta allevato al culto delle Muse.

La

lettura dell'intiera epigrafe dev'essere


1.

come appresso:

Tbv

nifiov &s]a<paxov o/de oiyevvos

KQtjaxrjs xai asfivav o(de cfikiuv X(fKQOv


3.

oo oo

u
i.

uo

]f

fy

rffltf'

$(>tt$vb<av

(sic)
5.

etagonov Ttiqxiuv dvgi (pttHpQoovvrjy

uu uu
"<>

al] MoQcti xai%ovaiv

eixtXttSoi' xi9aQtj( ytjQvv fienn^trjt'


1.

ou
r\

npf fiaxdg]iov

(tfos

J)

nobs" OXvpnov

fie (fiXtj

x[xvo\v Sqiipttto fiovannXov.

v.
v.

l'orse qui era


KQrjoxrj;, cio

il il

nome

della defunta, per es. rv IlQiaxkXtjs nxftov etc.

il

2 4 6

romano Grescens,

nome

del marito di

lei.

v.

v.

Ter procurarsi un dattilo l'Autore ha scritto elagonov invece del regolare laQQonor. Nell'ultima parola, per errore del lapicida, fu incisa la lettera * per V.

461

INDICI
INDICE DEGLI AUTORI.
Aurigemma
S. 53, 61.

Orsi

P. 290,

356,

412,

449.

Supplemento

al

volume.
Della Corte M. 27, 62, 135, 174, 215, 246. 281,
330, 351, 401, 442.

Paribeni R. 373.

Pasqui A. 21, 195, 430.


Gabrici E. 73, 75, 82.
Galli E. 427.

Patroni G.

3,

9,

421.

Persichetti N. 148, 259, 262.


Piccirilli P. 149.

Ghislanzoni E. 16. 38, 84, 85, 86, 121, 214, 225, 305, 377.

Pntort\ N. 151, 400, 410.

Giovannoni G. 382.

Spano G. 102.
Mancini G. 14, 33, 43, 85, 86, 92, 153, 265, 337. Milani L. A. 193.
Vaglieri D. 22,47, 95, 127, 161, 202, 235, 273,
326, 344, 385, 433.

Minto A. 428.

INDICE TOPOGRAFICO.

Adkrn

Ghianda

fttile

scritta

laterizie sicule

in

contrada

"

414; epigrafi Mendolito

Calvatone

Tombe romane
Esplorazioni
sec.)

426.
nelle

Camarina
u

necropoli
Saline

415; iscrizioni sicule 417.

Aidone

Piombo i (V-IV
sec.) 370.

Dieci

Scoperte diverse in contrada

Serra

(VI

Orlando

Avola

449.

Caporciano
trada

Epigrafe latina rinvenuta

in con-

Ruderi di fattoria romana 362.

Casale 262.

Carlentini

Tesoro di aurei greci

e punici

B
Bianca villa

372.

Casamari (Cereatae Marianae)


Necropoli sicule con forme seritrovata entro la badia 60.

Iscrizione

polcrali nuove in via Scutari 418.

Catanzaro marina
di

Roccelletta del Vescovo


sepolcrale
latina.

Bovezzo
Brescia

Tomba

gallo-romana 12. Antichit varie rimesse in luce nella


suburbio 10.

Squillace.

Epigrafe
edificio

Suppl. 60.

citt e nel

Catania

Avanci di

termale

ai

Bugugoiate
421.

Quattro

Cippo con iscrizione dedicata a

Cauti 412.

Giove, rinvenuta nella chiesa parrocchiale

Centlripe

Nuove indagini
419.

nella

necropoli

in contrada Casino

Notizie Scavi i:)12

V.,1.

IX.

59


S.

462
di

Colombano al Lambro

Suppellettile

tombe gallo-romane 6. Comiso Necropoli greco-romana 368.

Me88ina Milano

Rilievo ieratico di

Camaro

456.

Modica

Corchi ano

Scavi in contrada Fratta 82.

Cosenza

Rilievo sepolcrale. Suppl. 64.

Costa Mas.naoa

Tombe romane 423. Molteno Monte Cavo Esplorazioni nell'area

Scoperte varie di antichit 424. Antichit romane sull'altipiano 366.

del tem-

Tombe romane

8.

pio di Giove Laziale 382.

Cotronb

Materiale inedito del Museo civico.

Mortara

Tombe

moneta romana

7.

Suppl. 60.

Cremona Cuma

Pavimento romano 426.


inedita rinvenuta nel fondo

Epigrafe

Origlia 61.

Onno

Oggetti

antichi

rinvenuti

in

lavori

stradali 424.

D
Dovera

Orbetello

Suppellettili di tombe

eneolitiche
il

scoperte a

Punta degli

Stretti presso

Tomba longobarda 6; tomba gallica 7.

Drizzona

Fondi

di

capanne riconosciute
9.

nel-

monte Argentario 428. Costruzioni romane con Oriano Ticino

partico-

l'agro del

comune

lari

Ostia

che accennano all'esistenza di bagni 422. Scavi e scoperte nell'area delle tombe
95,

22, 47,

127,

162,

202, 235, 273, 326,

Faleria
73.

344, 385, 433;

presso la via e la caserma

Saggio di scavo a

Monte Cerreto

dei Vigili 23, 50, 129, 162, 165, 204, 241,

276, 327, 345, 434; a sud del Piccolo Mer-

Floridia
358.

Scavo di una necropoli cristiana

cato 131, 350; nel cortile del

medesimo 442;
il

Fondi

Scoperta di un antico sacello cristiano e di alcune iscrizioni latine in localit Villa


di

scoperta di nuove scholae presso

Piccolo

Mercato 26, 173, 210, 243, 278.392; scavi e scoperte in via della Fontana 100, 131,
388, 434;
in

Frascati
427.

San Magno 53. Avanzi di una

via

della

Palestra 344; nel


di

villa

romana 214.

lato occidentale del

Fucecchio

tempio

Cerere 346

Scoperta di pezzi di aes signatum

nella palestra delle


il

Terme

326, 387; presso

tempio di Vulcano 212, 243, 279, 328,


;

400, 441

nel sotterraneo del

medesimo 400,
;

G
Gerace marina

441

in via di

Porta

Romana 386

nei quattro

tempietti avanti al
ved. Locri epizephyrii.

Mitreo 349, 394, 440;

presso il Teatro 435, 439; sotto il decumano 204, 241; in Ostia moderna 134.

Langosco Lomei.lina
Locri
epizephyrii
1
;

Tombe romane Protezione monumenti


7.
;

Paterno
Pavia

Tesoro di argenterie greco-romane

Suppl.

Titoli inediti. Suppl. 1

Necro;

rinvenuto attorno al torrione

Normanno

412.

poli greca in contrada Lucifero. Suppl. 1

Grandiosa costruzione
Marafioti. Suppl. 18
;

al tempio Nuovi scavi


;

di

Casa

Scavi al vicolo S. Gregorio 3; tomba cristiana con epigrafe ed altre antichit scoperte in piazza Castello 5. Tomba romana 425.

al san-

tuario di Persefone.

Suppl. 21

Necropoli

sicula di Canale, Ianchina.Patariti. SttppL 22.

Policoro
Piadena
Pompei

Piramidetta

fttile

con

Lucca

Grotta preistorica di

epigrafe

Maggiano

193.

greca. Suppl. 61.

Scavo in via dell'Abbondanza 27, 62,

M
Marcaria Tombe romane rinvenute nell'agro del comune 425. Mazzarino Tesoretto monetale greco 454.

102,135,174,215,246,281,330,351,401,442. Preturo Scoperta di frammenti architetto-

nici e di epigrafi latine in localit

denomiami-

nata Strada del Colle


ternino 259.

nel territorio

463
14, 34;. in via

Rinvenimento Priolo (comune di Siracusa) di un titolo funerario greco 357.

del
vie

Portico d'Ottavia 153;


dei Giubbonari e delin

all'angolo l'Arco del

delle

Monte 226;

via dei Cestari

R
Ragusa
Raiolo

sotto l'hdtel

Minerva 430.

Roma

Avanzi greci, romani

e bizantini sul-

(Regione XI) Scavi e scoperte in via di Santa Sabina 15, 85; in piazza dei Cerchi
85.

l'altipiano in contrada

Frammenti di sculture marmoree appar-

Magazzinazzi 368.

Id. (Regione XII) Scavi e scoperte in via della

tenenti ad un sarcofago di et

Reggio Calabria
valentiniano

Tombe ellenistiche scoperte


Modena
nel

romana 262.
151

Marmorata 85; scavi


niane 305.

nelle

Terme AntoniAven-

in contrada Piani di

titolo

Id. (Regione XIII) Scavi e scoperte al viale

scoperto

Corso Garibaldi

tino 15; tra le vie

409

monete bizantine miste ad ossa comId.

vanni Branca e

Americo Vespucci, GioCristoforo Colombo 121.

buste rinvenute anche al Corso Garibaldi

410; avanzi di torre bizantina. Suppl. 57.

(Regione XIV) Scavi e scoperte in via della Renella 15; al viale del Re 86; in via della

Rignano Flaminio
Casale

Saggi di scavo a

Monte

Paglia 86,
S. Spirito

154,

265; presso
al

l'ospedale di

75.
in via di I) Scavi e scoperte Sebastiano, all'ingresso delle Terme

Roma
di

153;

viale

Glorioso nel San-

(Regione
S.

tuario siriaco 431.

Porta

(Suburbio) Via Appia Antica. Scavi


alla

scoperte

Caracalla 84.

Cava Lunga 342

in vocabolo Fiora-

Id. (Regione II) Scavi e scoperte all'angolo delle

nello 378.

vie Celimontana e
Id.

Marco Aurelio 121.

Via Aurelia

Id.

id.

in localit

Prima Valle

(Regione

III)

Scavi e scoperte all'angolo delle

presso la via della Pineta Sacchetti 15; presso


la chiesa di S.

vie Leonardo da Vinci e

Ruggero Bonghi

84, 196; all'angolo delle vie Carlo Botta e

Via Cassia

Pancrazio 154.
a 600 m. dal piazzale di

Id. id.

Mecenate 84.
Id. (Regione IV) Scavi e scoperte all'angolo delle vie

Ponte Molle 34.


Via Flaminia

Id.

id.

all'angolo della via delle


il

Bacchia e

l'or de'

Conti 195;

al

viale

Tre Madonne Via Labicana

con

vicolo

Sacchetti 15;

Principessa Margherita 195. Id. (Regione V) Scavi e scoperte presso l'angolo del viale Principessa Margherita con il piazzale di Porta

all'angolo delle vie Fausta e Flaminia 432.


Id. id. in via Casilina, in con-

trada Maranella 16, 86,


delle

Maggiore 84; all'angolo nord

Mura

di

Porta

S.

122, 226; in via Giovanni 126; nel

ovest del giardino di piazza Vittorio

Ema-

piazzale esterno di Porta Maggiore 196.

nuele 84; a piazza S. Giovanni in Laterano

Via Latina

Id. id. sulla via Anagnina, in lon

85;

al

viale

Principessa Margherita 195;


;

calit

Gregna

34.
id.

in via
di

Merulana 225

nell'area
il

tra la via

Via Laurentina

Id.

all'Abazia delle Tre

Porta Maggiore ed

viale Principessa

Fontane 38.

Margherita Micca con


430.
Id.

377; all'angolo di via Pietro


il

Via Nomentana
in

Id. id. [a.\ n. civico

44] 43;
del-

viale Principessa

Margherita

via

Andrea Vesalio 92;


432;

nell'area

l'ex-villa Patrizi 92.

al viale del

Po229;

(Regione VI) Scavi e scoperte all'angolo delle


vie Sicilia e

liclinico

197;

nel vicolo dei Canneti

Toscana

14,

33; in via Sicilia 85.


all'angolo

in localit

Case Nove

378.

Id. (Regione VII)

Scavi e scoperte

Via Ostiense
21;
il

Id.

id. in localit

Dragoncello

delle vie dei Modelli e Ss.

Vincenzo ed Ana-

in localit

Acquatacelo

381; sotto

stasio 33, 85;


al

in

via Nazionale, di fronte


;

fabbricato dei Magazzini generali dei vetri

Teatro Drammatico 85

tra le vie del-

432.

l'Umilt e S. Marcello 225, 337.


Id.

Via Portuense
verde
la

Id.

id.

in

localit

Montepresso

(Regione VIII) Scavi e scoperte all'angolo Croce Bianca delle vie Alessandrina e
226.

126;

al vicolo degli Inglesi,

Magliana 381.
Id. id. al 1
il

Via Prenestina Via Salaria

Id. (Regione IX) Scavi e scoperte all'angolo della via del Parlamento e del Corso Umberto I

scavi presso

Ponte

di

Km. e '/, 155; Nona 197, 265.


Bagni

Id. id. in localit Sette


22
;

464

Antichit scoperte dentro l'abitato


149.

al bivio delle vie dei Parioli e di


;

Porta

Sulmona
Sutri

Pinciana 43, 160, 269

in via di

Porta Pin-

ciana 92, 155, 229; nell'area della gi villa


Pallavicini 45; nell'area della gi villa Caetani 46, 199; in via Isonzo 46, 842; al Corso
d'Italia

Scoperta di una statuina di bronco in contrada Crognano 378.

94 j in via Po 94, 270; in via Te-

vere 159, 272.

Via Tiburtina

Id.

id.

all'angolo delle vie degli

Etruschi e

Tiburtina 47;

nel

vicolo

dei

Timomne

Sepolcreto gallo-romano 13.

Canneti 47; in via del Verano 160; in localit Aguzzano 230 ; presso la stazione
di

Ponte

Mammolo

[Vulcanotto] 233; in

lo-

calit Sette

Camini [Forno Nuovo] 272.


Valanidi (Reggio Calabria)
S
di et bizantina 410.

Scoperta di tombe
tombe romane
sco-

Varese
Siracusa
in

Suppellettile di

Scoperte di

mura antiche
ed

in

Or-

perte nella costruzione del nuovo Stadio 8.

tygia 290,

di iscrizioni

urne cinerarie

Vh

di

Piadena

Tomba
;

gallica rinvenuta
ferro

Acradina bassa 292, di una statuina di efebo o Eracle a S. Lucia 296; scavi nella
necropoli del Fusco 298; studi sul castello Eurialo e sulle mura urbane 299.
S.

presso l'abitato 9 426.

lancia in

gallica

Vittorino

Lapide con epigrafe latina rinvenuta nella piazza della chiesa di S. Michele 148.

Spaccaforno

Rinvenimento

di

un tesoro mo-

netale arabo-normanno 360; scoperta di

una

necropoli greca pertinente all'antica Casme-

Z
Zerbo

nae 360.

Stentinello (comune
di

di Siracusa)

Scoperta

Tombe

gallo-romane trovate nell'agro

un villaggio preistorico 356.

del

comune 422.

ATTI
DELLA

E.

ACCADEMIA DEI LINCEI ANNO CCCIX


1912

SERIE

Q/UTILSrT.A.

NOTIZIE DEGLI SCAVI DI ANTICHIT


VOLUME
IX.

SUPPLEMENTO.

ROMA
TIPOGRAFIA DELLA
R.

ACCADEMIA DEI LINCEI


V.

PEOPRIET DEL CAV.

SALTIUCCI

1913

V 4

NOTIZIE DEGLI SCAVI


Anno 1912
Regione
III

Supplemento.

(LUCANIA ET BRUTT11).
BRUT TU.

Scavi di Calabria nel 1911 (relazione provvisoria).

I.

LOCRI EPIZEPHYRII.
a tutto rigore non fosse compito

Protezione monumenti.

Sebbene
in

mio

e della

Soprintendenza che dirigo, ho voluto

quest'anno devolvere
si

una non indifferente


il

somma
zioni

al

consoli Jame^to del magnifico rudere, che


di

trova dentro

profondo vallone

dei Melligri, opera


del monte.

sbarramento

idraulico-militare, e sostegno contro le divinai

Ad

un trattamento analogo sottoposi


(cfr.

ruderi idraulico-militari del


i

vallone
urgenti

Abbadessa

Bollettino

d'arte, 190P, pag. 407),

quali, senza

questi

provvedimenti, sarebbero andati irremissibilmente perduti.

Titoli inediti.

Un

piccolo gruppo di egregi cittadini ha costituito in Gerace


di

M.

un

modesto Museo civico


tra cui
i

autichit,
inediti
:

al

quale

gi affluito

parecchio materiale

locrese,

seguenti

titoli

Paralellepipedo marmoreo di

m. 0,88

0,24

0,13, adibito
lettere

nei

bassi

tempi
circa,

come
di

gradino. Nel fronte era incisa

<stoi%r]dv a nitide

del secolo

IV

una lunga
sinistra

iscrizione in otto righe, della quale per non rimasta che l'intera testata
('/ 3

circa del totale, cio cm.

29 sopra una lunghezza


il

di

cm. 88), con

qualche traccia dei finali di ogni verso. Tutto

resto andato cancellato dallo stro-

LOCRI EPIZEPHYRII

REGIONE

III.

picciamento dei piedi, che dovette essere di lunghissima durata; la lacuna a sinistra risponde ad un foro per incardinarvi la porta. Proveniente della contrada Maraz.

Fio.

1.

Il

chiarissimo sen. prof. D. Comparetti

mi ha

favorito, colla consueta sua dot-

trina e cortesia, la lettura


cos lacunoso.

ed

commenti che seguono,

del testo, sventuratamente

IToXXo %5>v

Aoxqwv J^avqov
n\oX]X[t\^^ij.ivtv o
Ott

T^g v

5.

to rag age [ratg


%r X~\d-ev (?)
t

\no~\Xrjog Sticcq [t

UaxqiSa Jt^av [p
Tooi y(>

Aoxqw

\_v

no~\XTtai

fosse incerto queir H, sarebbe da notare qui l' uso della forma Quel che segue pu dividersi in pi modi; ho segnato: de 2nQ[r... ed in fine di linea ho proposto il supplemento tiqXyisv. Si pu pensare che Dexandro, recatosi a Sparta, anche da lungi si rendesse utile alla patria. Ma tutto ci qui
l.

6.

Se non

epica nX

t og.

incerto.
I.

8.

Notevole

rotoi, di

uso generalmente poetico.


nobile
iscrizione di

Ma

se pur non

metrica,

certamente di alto

stile

questa

buona epoca, della quale

da

deplorare che cos poco rimanga.


I.

4.

...ou
;

deve essere un plurale neutro di un aggettivo in

...oov,

come

evff^oa,

v7trjx]oa etc.
aspettarsi.

ma

impossibile

indovinare

qual

voce

di

tal

desinenza qui possa

REGIONE

III.

LOCHI EPIZEPHYRII

Cippo marmoreo pulvinato dalla contrada Maraz, dove


Locri romana.

si

ridusse

la

piccola

D
LESB

M
'

CORNE

LIVS-SITA_IUVIR- AP' IlII V


5.
I

D-

Q_PPVIX

ANNXXXIIDXVII PA R E rT F L O P ENT SS MO
I
I

Le stesse dignit del qualtuoroir aedilicia potestale e del IV vir iure dicundo quiaquennatis perpetuini occorrono anche nel titolo locreso C. I. L. X, n. 20.
Tavoletta marmorea (cm. 29
dalle terre del cav.
'/,

23 'A) proveniente da Maraz

e precisaineuto

Enrico Scaglione.

D
(sic)

ILVAGELLIO
BARONIVIXAN-III-M-IIIPA

5.

RENTESFILIO DVLCISSIMO

La
titoli

i famiglia Vagellia brettia, anzi, pi particolarmente, locrese, perch pochi Locri a e da tutti che la ricordano spettano quasi Locri, del C. I. L. vengono

anche

due che pubblicai in Notizie, 1890, pag. 263, gli da Maraz, dove essa aveva il suo sepolcreto gentilizio.
altri

1902, pag. 40,

tutti

Necropoli greca in contrada Lucifero.


eseguite nel

Il

risultato delle esplorazioni quivi


e

1910

(cfr.

Supplemento Notizie, 1911, pagg. 3

segg.)

mi

confort a

Fio.

2.

proseguirle

anche nel 1911,

ne

dobbiamo gratitudine

alla vedova del

compianto

di liberalit. Con questa deputato 6. Scaglione, che ne volle continuata la tradizione

campagna

il

numero

dei sepolcri venne portato da


essi,

263 a 453; presento qui come

primizia la descrizione di taluni di

distinti per singolarit e ricchezza.

LOCRI EPIZEPHYRII

(i

REGIONE

III.

in
o,

il coperchio di una a cassetta, sabbia era munita, alle teste, di pezzi di tegole, in uno dei fianchi, di una sfaldatura di pietra. Lo scheletro infantile di 6-7 anni

Sep. 275.

una tombicina

infantile posta sopra

direzione

NO-SE;

la fossetta nella

era circondato dei seguenti

il cranio due tegamini grezzi con coperchio ed un alabastron a vernice nera; presso la bocca una specie di cuc-

oggetti e giocattoli: dietro

chiaio in bronzo con porzione del manico in ferro.

Due minuscole

arulette

fittili

(mm.

124

64)

aventi nel prospetto una quadriga in corsa fra due

colonne ioniche con vive tracce di colori (cavalli


bianchi su fondo bleu)
(fig.

2); la

prima volta che

mi accade
fittili,

di
d'

rinvenire in sepolcri codesti altarini


ordinario, ed in dimensioni maggiori,

che

riscontransi nel tcmenos dei luoghi sacri.


esse arulette era deposta sul petto in
;

Una

di

mezzo a nu-

merosi astragali l'altra al ginocchio sinistro, pure circondata da astragali, due dei quali montati in

piombo.
pattole

E
.

presso

l'ultima
arti

si

raccolsero due pup-

fittili

ad

snodati (revqanaata), alte


sinistra

cm. 9'/ 2

Alla

mano

uno

specchio

di

bronzo, liscio, pure circondato di astragali. Ester-

namente
la

al sepolcro,

alla testata S-0, si

raccolse

met superiore
di

di

un mascherone silenico arcaico

con tracce

colori.

Sep. 281. Fossa nella sabbia, colla bocca protetta da tegole e tegolini, in direzione

SSO-NNE,

contenente uno scheletro di adulto, forse muliebre,


steso col cranio a

SSO

sopra un letto di ghiaia a

m. 2,15 dal suolo.


oggetti,
i

Esso era circondato da molti


sono
indicati

principali del quali

nello

schizzo unito.

Dietro

il

cranio una piccola lekythos

bianca con

fascia di
di

ellera.

Alla guancia

destra

un alabastron
Fig. 3.

alabastro: alla sinistra una tazsinistro altro alabastron ed

zolina nera.

Al gomito
;

una lekythos ovolare


in

al destro

una lekythos a

f.

r.

pezzi (figura petasata clamidata incedente a gran passi, con bastone ; stile ancora severo), ed un po' pi sotto, verso l'anca un magnifico specchio a piede, alto com-

plessivamente cm. 34.


stita

11

manico

formato da una nobilissima figura muliebre vedi

di peplos,

nel gesto e nel tipo cosi detto della Spes,

modellato squisito, e

con un cos minuzioso trattamento della chioma elegantissima, che si direbbe ottenuto a bulino piuttosto che a cera perduta (fig. 4). La statuina, mancante del piedistallo,
opera del pi puro Quattrocento, nel periodo che precede Accanto allo specchio giaceva un boccaletto aryballico. Tra di
le

poco

il

ciclo fidiaco.

gambe una pisside o

scatola cilindrica in bronzo per

pomate

o belletto, un secchiello fittile a beccuccio, e

REGIONE

III.

LOCRI EPIZEPHYR1I

due bronzetti decorativi per cassetta od altro mobiluccio in legno, aventi forma di protome equina e di serpentello barbuto (yco'Joaituov), muniti ognuno di lungo
chiodo per
infisso.

Dall'

esame
il

di

vasi e bronzi siamo indotti a collocare questo se-

polcro muliebre poco avanti

450.

Fio. 4.

Sep. 289.

cassetta formata di 10 tegole verticali, ed in origine probabilmente

chiusa da un
circondato di

assito;

accoglieva uno seheletrino di 4 in 5 anni, col cranio a


e,
il

NNE,

una quantit di oggettini lungo fittili: quattro basette strombate a cattiva vernice nera; una figura fittile muliebre alta cm. 30, nuda, seduta, colle braccia tronche; altra dritta avvolta in un sommario
molti astragali,
lato sinistro, di

panneggio, simile ad una mummia; una specie di agoraio in avorio, tornito nel centro a fusaiole; un bottoncino di bronzo ed alcuni piccoli vasetti non dipinti (gruppo a
figura 5).

LOCRI EPIZEPHYRII

REGIONE

III.

Sep. 308. Fossetta nella sabbia, la cui copertura era data da tre paia di tegoloni a piovente, al di sotto dei quali un unico tegolone copriva la piccola cavit,

ove era stato deposto un cadaverino di circa 6 anni, col cranio a

SSO

lungo

suoi

fianchi erano disposti


fig.

numerosi vasetti minuscoli a vernice, di cui un campionario a

6; notevole fra ossi l'anforetta ad impressioni, alta cm. 13. Alla spalla destra una lucerna bilichne. Spettano ad un cofanetto ligneo tra manigliette in bronzo. Alla

Pio.

6.

spalla v'erano pure gli avanzi di una fibula in ferro con l'arco rivestito di osso: di

pi una perla di ambra sul petto, e tre lunghi chiodi in ferro, messi come zeppi fra la 1 e la 2* copertura; data la loro ubicazione, devono avere carattere profilattico.
Sep. 315. Fossa nella sabbia vergine, direz.
coi relativi tegolini;

NNE-SSO,

coperta di 5 paia di tegole


col cranio a

alla profondit di

m. 2.65 scheletro disteso

SSO.

Ai

lati

delle

gambe

diversi vasi a vernice nera, in parte rotti di proposito, in parte

dalla pressione della terra.

Ho

riconosciuto 5 skyphoi di

media grandezza, due

holpai,

REGIONE

III.

LOCRI EPIZEPHYRIl

un boccaletto a beccuccio e qualche vasetto grezzo; v'erano altres i frammenti di una strigile in bronzo e 3 lunghi chiodi in ferro. Siamo verso la fine del secolo V.
Sep. 320. Grande pithos ad ampia bocca e bottone terminale, alto cm. 58, adagiato colla bocca a SSO, chiusa da un pezzo di tegolone,
letro infantile.

e racchiudente

uno sche-

raccolsero 3 vasi, un poculo sferoide, una lekane greca con coperchietto ed una pisside, il pomello del cui coperchio ha forma della corona di melograno, frutto prediletto ai Locresi. Il tipo del pithos ci portesi

Esternamente alla bocca

rebbe in pieno secolo VI,

ma

vasi ci abbassano

al

secolo.

Ai?<

Fio.

7.

Sep. 326. Grande area di ustrino

con

grossi

pezzi di carbone, ai quali erano


si

frammiste ossa di mandorlo selvatico

(sic)

carbonizzate; l'area

stendeva m. 2,50
gli

X
di

m. 2,30,
seguenti
:

tra la

massa dei carboni


di pupattola

delle ossa
;

cremate

si

raccolsero

oggetti

frammenti

ed arti snodati

mancano

le

gambe,

la testa,

(fig. 7). Due basette strombate, analoghe a quelle del sepolcro 289. Frammenti di una tazza attica, di un piccolo cratere, di un vasetto globare baccellato e di altri. Alcune gambette in ferro, di mobile (?).

bellezza ancora austera, porta una corona

Sep. 330. Fossa nella sabbia, direzione NNE-SSO, chiusa da 4 paia di tegoloni, con giovane scheletro dal cranio a SSO a m. 1,75 di profondit; ai lati di esso due alabastra di alabastro, ed alla gola una specie di agoraio di osso col corpo centrale

a fusaiole. Presso
di leone; di
i

il

petto una minuscola aruletta


di

fittile

(mm.

99X61)
Ai piedi

con figura
gli

frammenti

una seconda stavano

alla

gamba

sinistra.

avanzi

un piccolo n(va o quadretto fittile (cm. 16 X 16,5) colla rara rappresentanza di Atteone a testa di cervo, abbattuto e dilaniato dai cani di Artemide, che assiste,
Notizie Scavi 1912

Voi. IX, Supplemento.

LOCRI RP1ZBPHYRII

10

il

REGIONE

III.

nuda

il

torace colla clamide sui fianchi, e sorreggendo un cerbiatto nella destra; colla

sinistra incoraggia ed aizza


la

un cane che rabbiosamente addenta


e di

caduto.
fra

Da
il

notare
nostro

sensibile differenza

di

composizione

atteggiare

le

due

figure

rilievo e la nota

metopa selinuntina (Benndorf, Die Metopen von Selinunt, tav. IX),


combatte contro
i

nella quale Atteone dritto,

cani,

ed ha testa umana. Evideni

temente
Si

le

fonti artistiche

e tradizionali, a cui attinsero

due

artisti,

sono differenti.

badi ancora alla singolarit del cerbiatto portato sull'avambraccio destro, analo-

Fig. 8.

gamente

alla figurina portata dall'Apollo Katharsios negli stateri arcaici di Caulonia.

che come finezza d'arte sta molto al di sotto di quelle del santuario di Persefone, denota che la speciale industria locrese dei mvaxsg era apIn fine questa tavoletta,
plicata anche alla illustrazione e divulgazione dei miti d
varie altre divinit.
di

Sep. 334.
spessore
di

Ustrino

di

m. 1,60

1,50,

alla

profondit

m. 1,80, con uno

circa cm. 25; del cremato nessuna traccia.

Alla estremit

venne un'anforetta globare grezza ed una dozzina


attesa la loro piccolezza

di

mandorle

che parvero selvaggie,


me-

NNE

si

rin-

bruciate. Alla opposta estremit un'altra dozzina delle

astragali. V'erano altres cocci di skyphoi e kylikes arcaiche, una basetta cilindrica fittile, due pallottole di creta, una piccola lekythos tutta nera,
di

desime frutta e due

una statuetta muliebre arcaica panneggiata


delle consuete

ma

acefala, ed in fine

il

trso di

una

pupe snodate.

REGIONE

III.

Piccola
lo

11

LOCRI EP1ZEPHYRII

Sep.

342.

cassetta

di

tre

filari

di

mattonacci

intonacati,

direzione

NNE-SSO,
di

contenente
il

scheletro di un fanciullo disteso col cranio a

SSO

su letto

ciottoli; dietro

cranio una ruota di piombo, diametro cm. 9, a 6 raggi, simbolo

forse di

sinistro

Nemesis, ove non piaccia vedervi un giocattolo. Al pie destro ed al gomito due figure muliebri nude sedute, a braccia tronche, piatte nel rovescio, alte

cm. 15 e 20, certamente giocattoli; ed ancora al pie destro un anello in bronzo ed un astragalo. Al braccio sinistro un alabastron vitreo rotto e bruciato; alla mano corrispondente due astragali, una tazzina nera svasata ed una situlina a beccuccio.

FlG.

9.

Sep.
al

348. Fossa coperta

di

sepolcro 342, come emerge dalla


di

8 tegoloni, con tegolini sulle giunture, sottostante orientazione NNE-SSO. Sul fondo di sabbia fig. 9
;

naturale due scheletri

adulti

col

cranio a

SSO
il

alla

profondit di m. 1,87 dal


di astragali

piano. Questo sepolcro offriva una vera specialit per

numero straordinario

che racchiudeva (in tutto circa 1409), e per il modo con cui essi erano distribuiti, formando essi come una catena che avvvolgeva e collegava i due morti (fig. IO).
Il

cranio di destra

era

circondato
il

da

una quadruplice aureola di

essi,

quali poi

scendevano, coprendo
sinistra,

tutto
il

costato sinistro, ed in doppio

ordine lungo la

gamba

passando sotto

piede corrispondente e sotto quelli dell'altro scheletro, risail

livano lungo la

gamba ed

braccio sinistro, recingendo la testa


e

in

doppio ordine.

poich

l'astragalo

simbolo del fato

della sorte, si direbbe che con questa peil

culiare disposizione siasi quasi voluto esprimere

fato

comune che

in vita ed in

morte

leg

due individui, probabilmente due coniugi, qui

sepolti.

Parecchi degli astragali

erano montati ed incorniciati in piombo, altri quasi incarcerati in una gabbietta dello
stesso metallo, ed altri collegati a coppie,
di destra

mediante perni plumbei

(').

Lo

scheletro

aveva poi dietro

il

capo una lekythos nera con palmette sulle spalle rosse

(')

Per

il

significato e l'uso degli astragali veggasi


si

Rapporto preliminare scavi Calabria 1910


s. v.

pag. 25 nota; a cui ora

aggiunga Saglio, Dictionnaire,

Talus.

LOCRI EPIZEPHYRI1

12

REGIONE

IH.

(alt.

cm. 19

/t)i

sul petto un'anforetta di pasta vitrea variegata,

una tazzina nera ed


destra una strigile

un trapanino
di ferro,

di

bronzo.

Sul pube una kylix nera, ed alla


dalle falangi
di
;

mano

ancora

gamba

sinistra,

impugnata ed una roncola

due altre

in

bronzo

giacevano
di

sotto la

ferro alla coscia destra.

Quello

sinistra por-

tava al pie sinistro una lekythos ed una tazza nera, ed alla spalla sinistra tre lekythoi

pure nere; di pi un alabastron, una fbula in bronzo, ed

una

striscia di
l'

piombo.
e
l'

Comune,

dir cos, ai due morti, erano tre tazze nere,


si

collocate fra

uno

altro
ferro.

individuo. Per ultimo

raccolsero

lungo
di

le

pareti

della

fossa tre chiodi in


di

Sep. 353. Piccola area di ustrino

circa

un

metro quadrato,

cm. 20

di

spessore e contenente le ossa cremate di un adulto.


teristico per la presenza di

Anche questo sepolcro

carat-

circa

90

astragali, parecchi dei quali montati in cornici di

piombo, come si desume dai tipi a fig. 11. Di uno specchio di bronzo, che era stato bruciato, si ebbero solo frammenti ed il manico desinente a calice di loto. Si ebbero

REGIONE

III.

13

LOCRI EPIZEPHYRII

in ferro (circa cm. 30) con capocchia (uso incerto), ed una bronzo pertinente o allo specchio per sospenderlo, o ad una cassetta. Sep. 355. Piccola fossa nella sabbia, colle guancia rivestite di creta, direzione NNE-SSO, chiusa da tre tegole. Di ossa nessuna traccia appariscente, forse perch

altres

due lunghi spilloni

raaniglietta in

l'individuo,

giovanissimo, and

consunto;

al

supposto luogo

del petto

superiore
i

si

raccolse

un minuscolo

cuoricino d'oro, portato

sospeso al collo,

come

molteplici

esemp deU'Etruria, Magna Grecia e Sicilia. Lungo le pareti 10 chiodi di ferro, riferibili forse ad una cassetta mortuaria, interamente distrutta. Nel punto della mano
destra due anelli di argento e di bronzo, infilati l'uno dentro l'altro.

<w^$aa
FlG. 11.
Fio. 12.

Sep. 359. Piccola cappuccina col fondo pure

di

tegole,

ma

in

parte distrutta
collo di

dai vignaroli. Conteneva due scheletri giovanili col cranio a


si

NNE. Al

uuo

raccolse

il

vezzo o pendaglietto in bronzo riprodotto

12, il quale nell'elemento centrale ripete le tg. forme di oro ed argento del secolo VI, che noi gi conosciamo da questa e da altre necropoli vicino ad
;

esso
letro

una

tbuletta di bronzo. Sul


di

petto dell'altro sche-

uno specchio

bronzo, semplice, diam. cm. 12.


il

Attesa la piccolezza del sepolcro,


stribuito all'esterno

vasellame fu di-

delle tegole e

consisteva in: due

panciute, una lekane, una kylix, una lucerna con manico, uno scodellino, tutti neri; una paleretta di bronzo, G astragali ed un chiodo di ferro.
piccole

holpai

Sep.
e

chiusa con

380. Fossa nella sabbia, rivestita di argilla tre tegole, direzione NE-SO. Sul fondo

giaceva uno scheletro giovanile, col cranio a SO, alla profondit di m. 2,15 dal piano. Alla mano destra un
alabastron di vetro variegato, di fabbrica fenicia; alla sinistra uno specchio di bronzo, diam. cm. 14, con

manico a cuore. Presso


di

piedi, iu

una fossetta scavata

proposito,

cocci di due vasi non completi,

ma

dipinti.

Infine al di sopra del se-

polcro la figura grottesca alta cm. 15, che riproduco nella fototipia annessa (caricatura di

Eracle colla clava?).

LOCRI EPIZEPHYR11

14

al piede

REGIONE

III.

Sep. 399. Grandiosa

tomba a mezza

botte,

formata di due grandi arconi

fittili

collegati a dente, piantati sulla

sabbia vergine e rinforzati

interno da un

doppio

filare di

mattoni a segmento di circolo. All'esterno, invece, nella intercapedine

vi

era un rafforzamento di pietre mezzane, ed alle testate servivano di chiusa due paia
tg.

di tegole verticali (sezione a

14). Nello interno, verso la estremit


fittili

NNE,

a meglio

garentire la resistenza degli arconi

venne eretto un pilastro

di

mattoni a seg-

mento. Lo scheletro giovanile, col cranio a SSO, non era accompagnato da verun oggetto. Sep. 400. A cappuccina di due paia di tegole, direzione NE-SO, con uno sche-

Fig. 15.

ragazzo dal cranio a SO. Alla guancia sinistra di esso si trovarono: uno specchio di bronzo con manico dentellato; una tbuletta in bronzo ad arco scemo;
letro di

un

bottone in bronzo a calotta


tg.

ed
in

una piccola

lekythos ovolare grezza (tipo Orsi,

Camarilla 1899-1903,
a
tg.

8)

fine

la graziosa piccola

biga in bronzo riprodotta


in ferro
il

15

(alt.

mass. cm. 17, lungh. mass.

mm.

98). Erano

timone, raccolto

REGIONE

III.

ma
di

15

LOCRI EPIZEPHYRII

in pezzi,

e l'asse delle ruote;

queste e la cassetta erano in bronzo fuso. Nei miei

scavi di
di

un quarto

secolo, ricordo di avere soltanto


in creta nella necropoli
'

una volta raccolto

gli avanzi

un carro-giocattolo

arcaica del Fusco a Siracusa (Notizie

scavi,

gamba
nere,

1 et notevolmente 1893, pag. 435) (') Qui P^ pi bassa, perch alla destra ed alla sinistra del morto si notarono tre piccole lokythoi aryballiche
1

una

delle quali col corpo impresso a baccellature e palmette


fine

(fig.

16), colle quali

necessariamente scendiamo alla

del secolo V, se non anche ai primordii del IV.

Fig. 16.

Fig. 17.

avanzi di Sep. 401. Scheletro in nuda terra, col cranio a SO, presso del quale gli due patere in lamina di bronzo ombelicate e baccellate; diametro cm. 12. Alla testa ed
ai

piedi

una mezza dozzina

di astragali, ed

Sep 405-bis. A cappuccina di SSO; esternamente alle tegole, ed


bronzo laminato,

una piccola lekane nera col suo coperchio. quattro paia di tegole, con morto dal cranio
in corrispondenza alla

mano

sinistra,

poggiava

la bella holpe di

fig.

17, alta cm.

15.

Fig. 18.

Fig. 19.

formato da Sep. 425. Di forma anomala e capricciosa, cio a quarto di botte,

un segmento
di

di arcone fittile, poggiato ad


(cfr.

una tegola verticale


vi si

ad un doppio

letto

mattonacci

sezione a

fig.

18).

Non
in

riconobbero avauzi scheletrici, perch

consunti, del

bambino che

ivi

dovette essere sepolto senza corredo di sorta.

Sep. 437. Scheletro


si

di

adulto

nuda

terra
19).

col

cranio a Sud; sulle costole

raccolsero 4 fibulette

ad arco di violino

(fig.

Appartenendo la tomba, presupagg. 1683 e segg.

(')

Per

le

forine di carri arcaici, veggasi Saglio, Dictionnaire, voi.

I,

LOCRI EPIZEPHYRII

1G

una prova
sicura

REGIONE

III.

nubilmente,

al

secolo V,

abbiamo

in

essa

che

questo

tipo

di

fibula, nato iu sullo spegnersi della civilt micenea, durato inlatto, con lievi mo-

dificazioni attraverso parecchi e parecchi altri secoli.

Sep. 440. A cappuccina di due paia di tegoloni, con scheletro giovanile dal cranio a Sud, disteso sulla sabbia a m. 1,50 dal piano; sulle costole, 25 astragali. Sep. 448. Ustrino a m. 1,80 dal piano di campagna, della superficie di metri

3,00

2,40,

contenente

fra

le

ceneri

ed

carboni

gli avanzi di un iudividuo cremato. Di vasellame vi erano i rottami di una lekythos nera, un vasetto a beccuccio, ed il magnifico balsamario con-

anche

figurato a testa di moro, riprodotto a

fig.

20, ed alto

cm. 10. Esso


impiego di

tutto

dipinto
e
i

a vernice nera,
si

senza

altri

colori

l'artista

adoperato a

rendere con grande verit

caratteri della razza negra

di cui trovava modelli viventi fra gli schiavi di Atene.

Solo la visione diretta dello originale pu

dare una

giusta idea dello squisito realismo di questa testa, che

aveva rosse
lucida
la

le grosse labbra,

bianchi gli occhi, nerola

pelle,

nero-matta

chioma a

riccioli.

Questa singolarit dei vasi configurati a testa di


Prokles verso

moro

era stata gi trattata con molto successo dall'artista


Fio. 20.
il

500

(')

da qualche altro anonimo

dello stesso ciclo.

Riassumendo ora

in

un quadro sinottico
scavate nel 1910

caratteri delle

tombe Lucifero scavate

nel 1911 e del loro contenuto,

esporre

intorno a quelle

abbiamo poco da aggiungere a quanto ebbi gi ad 2 Quanto ai tipi sepolcrali, essi sono ( ).

resi evidenti dall'unito specchietto:

Fosse in nuda terra


Sep. a cappuccina

n.

47 83 20
18
1

a cassetta di tegole a mezza botte


a vaschetta

"

a pithos Ustrini con ossa

4
15

senza ossa

Totale 192

Non mi dilungher

a descrivere codesti tipi di sepolcri, perch nessuno di essi

(')
2
{

Pottier, Epiiykos.

Etnie de ceramique grecque {.Uonum.

Rapporto preliminare sulla

V campagna

di scavi in

Plot., IX), pagg. 7, 10-11. Calabria (1910). Supplemento alle

Notizie del 1911, pp. 21-26.

REGIONE

III.

17

LOCRI EPIZEPHYRII

presenta novit in confronto di quelli della campagna 1910.

Circa

il

rito

abbiamo

19 incinerazioni sopra un totale di 192 sepolcri, il che ci d una media del 10%, con un lievissimo aumento sugli scavi del 1910. Anche per i corredi sar brevissimo ed insister soltanto su quei punti nei quali le nuove scoperte modificano od integrano
le
;

precedenti. Tutto sommato, non


si
:

il

caso di dichiarare ricca e sontuosa la


fittissimi
e

necropoli

aveva molta cura nella costruzione dei sepolcri,

talvolta a

due piani ma il contenuto era sobrio e piuttosto modesto. Di metallo prezioso vi ha molta parsimonia; un solo xuqSiov d'oro, un solo anello di argento; il bronzo invece vi usato con una certa larghezza. Come in precedenza, sono molto numerosi gli specchi, dei quali n. 13 a manico semplice, e n. 4

a manico riccamente
a

ornato del consueto

motivo a

lira

ionica:
i

si

aggiunga quello

manico configurato del sepolcro 281, ed avremo n. 18 specchi, 26 esemplari della campagna precedente, danno un totale di

quali, aggiunti ai

453

sepolcri

ci

vale a giustificare l'epiteto di


Il

44 specchi sopra necropoli degli specchi da me dato


n.

a questo cimitero.
presso le

centro di fabbricazione di questi oggetti di toletta, cos diffusi

ed anche a Hipponium (collezione Capialbi di Monteleone), probabilmente Corinto per quelli pi artistici; ma nulla toglie che i pi semplici sieno usciti da officine della Magna Grecia. Numerose sono altres le ma anche in ferro; il sepolcro 290 ne racchiudeva strigili, per lo pi in bronzo,
famiglie locresi del secolo V,

4 esemplari, ed il sepolcro 337 uno marcato con una rosetta nel manico. Di bronzo laminato la singolare brocca del sepolcro 405, e qualche patera ombelicata, di cui
molti esempi
ci

diede

il

deposito della Mannella.


il

Una simpatica

novit

ci

fornita

dal carrello in bronzo del sepolcro 400,

quale nella sua arcaica semplicit denota,

come anche a
bambini
siceliote,

Locri, non ostante

il

terreno poco favorevole, venisse instillata gi nei

la passione per quelle corse ai carri, che fu quasi

una specialit delle


fibule

citt

che la vollero

consecrata

nelle

loro

monete.

Le

rarissime, come

ovunque, nelle necropoli del secolo V, indicano tutte sopravvivenze di forme molto antiche: 4 esemplari ad arco di violino (sep. 437), 2 ad arco semplice filiforme (sepolcri

359

e 400),

una con

l'arco rivestito di osso

Siracusa, Megara),
occorsi
in

ed una incerta (sep. 348).


e

(come in sepolcri arcaici Ricordo per ultimo i chiodi


e

di Gela, in

ferro

parecchi sepolcri: taluni,

per

il

numero

per

le piegature,

accennano

a casse mortuarie; altri invece, e per lo scarso

numero

(2 o 3), e per le grandi di-

mensioni, e perch non ribattuti, dovettero avere carattere filatterico nel sepolcro. Astragali, collocati quasi sempre attorno il cranio od alle mani, si ebbero in 24 sepolcri; ed
il
i

loro

numero, variante da 2-6

fino a

1300, conferma la predilezione sin-

golare che

locresi ebbero per questo oggetto simbolico; la loro estrema rarit nei
si

sepolcri siciliani, e l'abbondanza in quelli locresi,

spiega forse colle teorie orfiche,

a preferenza diffuse nella regione dei Brettii.

Da

ricordare altres in quattro sepolcri

mai riconosciute nelle (325, 331, 334, 336) la presenza di mandorle, non di sepolcri sicelioti che ho esplorato.
Per ci che
riflette
i

migliaia

vasi, ci

troviamo nella stessa situazione

che stata gi

da ine prospettata dopo la campagna del 1910 (Relazione prelim., pp. 25-26). Le tombe sono assolutamente povere di buoni vasi, forse anche perch, attesa la loro
Notizie Scavi 1912

Voi. IX, Supplemento.

LOCRI EPIZBPHYRII

si

18

REGIONE

HI.

debole

costruzione,

D'altro canto, non vi

ben presto spezzati e guastati. era l'uso delle tombe a buca, per cremazioni signorili racchiuse
si

sapeva che essi

sarebbero

Del corinzio assenza completa. Dell'attico a f. n. frantumi nel sepolcro 412. Vi sono alcune poche lekythoi nere del principio della pittura rossa, ma senza figurazioni. Del rosso severo, unico camentro anfore o crateri pregevoli.

abbiamo un'anfora

in

pione la lekythos del sepolcro 281, con guerriero nello schema dei Tirannicidi

vi

qualche

coperchio di lekane con

f.

r.

tarde sul coperchio; qualche raro vasetto nero a

impressioni; ma, in complesso, molta mediocrit anche nel vasellame semplicemente


verniciato.

Invece
vasi, cos a

il
f.

soprassuolo della necropoli ha continuato a dare frammenti di grandi


n.

(anfore a rotelle ac),

come

dello stile rosso grandioso, sviluppato,

ed anche decadente; per nessun frammento insigne. A suo tempo pubblicher il meglio auche di questi rottami, che riflettono esattamente lo sviluppo cronologico
della necropoli.

La
pure

loro presenza e la loro frantumazione

si

spiega coi
posti

riti

funebri

(onorarti),

se

taluni dei vasi

integri

non

vennero

anche

decorare

l'esterno dei sepolcri, in

mezzo ad aiuole

o su piccoli tumuli.

Comunque,
la necropoli

certo

che

anche

vasi raccolti nella

campagna
se

del 11)11

confermano che

dur dalla
o

fine del

secolo

VI

agli

inizii,

altri

segni mrvix^ioi in

marmo od

non pi avanti, del in calcare, anche

secolo IV.
in

Di scolture,
si

di

quest'anno non

ebbe la

pi piccola traccia.

Grandiosa soslrusione al Tempio di Casa Marafioli. Nella mia precedente relazione (pp. 27 e segg.) ho diffusamente illustrato i miseri avanzi di questo tempio
sontuoso, eretto sopra la piccola terrazza, che formava l'estremo sprone delle prime colline locresi di levante. In quest'anno ho cercato risolvere
il

dubbio, se codesto tempio

avesse decorazioni frontonali, almeno dal lato di levante


varie giornate a sondare in tutti
i

a tale scopo furono impiegate

sensi l'orticello che precede l'edificio,

ma

non

vi

si

trov
alle

marmoreo, anche perch, contrariamente previsioni, la roccia quivi emerge a piccola profondit. Invece, estendendo un po'
il

menomo frammento

plastico, fittile o

a mezzogiorno codeste indagini, risult

come
mole
le

io

che la terrazza templare era qui sorretta, aveva supposto, da un enorme muraglione, che doveva essere imponente per per tecnica. Naturalmente, anche di quest'opera grandiosa non rimasero che
formate di massi in
del
colle,

infime assise,

p.

mollis , adagiati a

filari

di

punta sulla
e gradinate.

roccia arenaria-cretacea

convenientemente

preparata

letti

L'andamento del muro dovette avere sviluppo poligonale, per seguire l'andamento della falda del colle; ed a chi bne esamini il disegno della parte messa allo scoperto
non sfuggir
lone Saitta,
zioni
il

sospetto che esso, raccordandosi a

Nord

colla bocca del profondo val-

avesse anche carattere militare. Nel tratto pi settentrionale le fonda-

hanno una larghezza media di m. 2,50: ma subito dopo si sviluppano in una X 5, la quale doveva sorreggere, se non una torre o baluardo, per lo meuo un poderoso barbacane rettangolare. Procedendo pi a mezzogiorno, ho dovuto
platea di m. 6

limitarmi a saggi saltuarii, condotti normalmente alla supposta linea muro; la roccia appare anche qui tutta spianata a lunghe gradinate,

di

sviluppo del

ed in qualche
22).

punto erano ancora al loro posto massi sporadici di fondazione

(cfr. fig.

REGIONE

III.

19

LOCRI EPIZEPHYR1I

Chi ponga mente al grande muro che cingeva


aveva
il

la

arx Athenaruin

(muro che munito

doppio

ufficio di difesa militare al

sacro colle ed ai tesori che accoglieva, e di

sostegno alle sue fiancate) trover plausibile l'idea che in

modo analogo
Nord
e

si

fosse
i

anche

il

fronte orientale del colle Mararioti, inaccessibile a

Sud per

due pro-

Fio. 21.

fondi ed incassati valloni Saitta e del Melligri.


fu
il

La

sottostante parte piana della citt

sempre punto debole di Locri, non ostante che in essa le mura avessero assunto uno spessore eccezionale. La storia delle vicende della citt ci ammaestra che pi
di

una volta una porzione della


il

citt

era

occupata da un partito, che contrastava

all'avversario

possesso dell'altra (per esempio, seconda guerra punica).

Alcune parti

interne della

in grado citt, e soprattutto dei colli, convenientemente fortificate, erano

di opporre resistenza a chi gi teneva tutta la piana di

Maraz

Cento Camere. Cos

dovette essere del tempio di C. Mararioti.

LOCRI EPIZEPHYRU

20

REGIONE

IH.

Fio. 22.

REGIONE

III.

21

LOCRI EPIZEPHYR1I

Nuovi scavi

al santuario di Persefone.

Nel mentre una parte degli operai


gli

attendeva all'impianto di una palafitta per assiemare


dessa, un'altra squadra fu destinata ad esplorare

avanzi del vallone Abba-

sima fossa-favissa interposta fra i non supera i 16 mq., ma per si scese

una porzione non tocca dell'amplisdue muri. La superficie in questo anno esplorata
fino

a m. 4,50 dove

si

trov la rena vergine

Fio. 23.

su cui erano impostati

muraglioni.
fittili

Il

risultato

non fu per fortunato, perocch


tipo

si

ebbero scarsi avanzi di figure


dipinti.

arcaiche di
di

noto e pochi
riprodotto

rottami di vasi

Tra questi merita soltanto


di

essere

ricordato e

un

frammento

di anfora colle teste

Eracle e dell'ago; yqmv con cui lotta, sormontate da alcune

lettere

]PAA+S KAL[s
che racchiudono
il

nome

di

un xalg inedito

sconosciuto,

mancante

al

Klein, al

Walters, al Pollak, ecc.


All' infuori

di

questo coccio, sono


il

degni

di ricordo

soltanto un

frammento

di

bacino marmoreo anepigrafo ed

bello grosso e massiccio anello di argento arcaico

LOCRI EPIZEPHYR1I

del

22

Abbadessa

REGIONE

IH.

(fig.

24) rinvenuto nelle sabbie


il

torrente

che da secoli lambisce ed

erode

deposito.
siculo, di

Necropoli

Canale, /anchina, Patariti.

Volli

in

quest'anno

dare

un colpo decisivo alla necropoli prcellenica, che io chiamo sulle estreme colline locresi a NO della
esse formano

senz'altro sicula, posta

un

alto

citt, nel punto dove che spalto strapiomba sulle fiumare di

Gerace

di Portigliola e

domina

la depressione, formata, per

antichissimo sprofondamento

geologico, fra il preappennino e medio. tre Le contrado di Canale, [anchina e Pal'appennino


tariti

sono cosi contigue, che la necropoli ed

il

corrispondente

abitato formavano in origine un tutto unici, frazionato in piccoli


Fio. 24.

Fin dal 1889-90

gruppi di capanne e di sepolcri. io aveva avuto sentore di fittili e bronzi preellenici provenienti

dalle alture suburbane:

ma

allora, tutto

impegnato

coi

lavori di

Locri e colla mis-

sione tedesca che ad essi assisteva, non ebbi agio di mettermi sulle tracce dei mistesepolcri. Riprese dopo quasi un ventennio le ricerche locresi, io avevo notato molto materiale fttile nella raccolta Candida, passata al Museo di Taranto, dove trov
riosi

un illustratore

nel

Quagliati

{Bull.
il

Paletn. /tal., 1910, pp.

38

segg.).

Ma

era

soprattutto necessario di conoscere

genere di sepolcri

bilmente
anni
i

procedere

alla
s'

loro

sistematica

da cui esso proveniva, e possiesplorazione, tanto pi che negli ultimi

villici

del luogo

erano dati, a tempo perduto, a saccheggiarli furiosamente,

per ricavare denaro dalla vendita di vasi e bronzi.

Era

altres di

supremo interesse
dei

conoscere quale fosse questa popolazione che precedette la xri'oig della greca Locri,
al
fine

di studiare quanta attendibilit avesse

la

notizia di Polibio, che parla

Siculi locresi.

Infine

volta che in

tutta

una grande curiosit mi eccitava, perch era questa la prima la Calabria si esplorava scientificamente una grande necropoli
preceduto, come
era naturale, da lunghe,

preellenica, dopo quella di Torre Mordillo preseo Sibari.


Il

lavoro di vero e proprio scavo fu


e

minuziose ricognizioni mie e dei miei dipendenti, per studiare il suolo e ripetute l'estensione della necropoli, particolari topografici che oggi possediamo al completo. Le campagne sin qui eseguite, cos si riassumono:

1909 aprile-maggio. 1911 marzo.


1911 giugno. 1911

Esplorati

a Canale

sepp. n.

27
9

Canale-Ianchina

31
21

Patariti

Totale sepp.

n.

88

Se

il

numero

dei sepolcri esplorati sembrasse non eccessivamente grande, conviene


i

tener presente che la intera necropoli, con tutti


vasta, non raggiunge
i

suoi gruppi, pur essendo abbastanza


essi

300

sepolcri.

Una

parte

di

erano

stati

od interamente o

parzialmente frugati dai villani, in tempi recenti e lontani. Per trovare sepolcri vergini mascherati da frane, si dovette fare lavoro lento e sovente pericoloso ; e raggiunto

REGIONE

IH.

avveniva che

23

LOCRI EPIZEPHYRII

uno

di

essi,
Il

la esplorazione radicale

del

medesimo richiedesse parecchi


fittile,

giorni.

materiale cos raccolto, e soprattutto quello

stato enorme, perch

ogni cella racchiudeva

da una ventina

fin

quasi ad un centinaio di vasi.


il

Come ultima
line sulle quali si

osservazione faccio rilevare che

materiale litologico delle cole


si

sviluppa la necropoli dato da una arenaria tenera che in pochi punti assume vera consistenza lapidea, in altri si sfarina e pone, ed in alcuni anche infiltrata od alternata con filoni cretacei.

friabile,

decom-

Dovendomi limitare ad un saggio


io

di

illustrazione, quale

presento agli studiosi due dozzine di sepolcri tipici, con

appunto il presente, una rapida descrizione dei

loro corredi,

dando
3.

in

Canale, sep.

disegno le pi caratteristiche forme del materiale.

Essendo mascherato da una

frana l'ingresso, questo sepolcro pervenne a noi intatto col suo chiusino a posto, salvo
il

sospetto che

un ragazzo

vi

sia penetrato, in

epoca piuttosto lon-

tana, per un angusto passaggio aperto a viva forza nella tenera roccia della guancia destra della porta.
Il le

sepolcro, che ripete la

forma ovvia e

tipica, salvo

dimensioni, a tutti quelli del gruppo,


e

consta di

un ampio

profondo

padiglione
del

coperto (m. 1,90


si

1,90),

nello sfondo
1

quale

apre la porta,
rustica

profonda m.
lastra

,40, e sbarrata a

met da una
di

forma trapezia sottile, schistosa, (cm. 72 X 65 X 3), in origine tenuta a posto da un grosso paletto verticale, fissato in due fori del molto
soffitto

della

soglia.

La camera,
alt.),

rettangolare

(m. 2,22

2,28

1,78

con vlta quasi piana,

era circondata di una banchina (alt. cm. 20) ricor-

lungo le pareti. Neil' atrio nulla venne sedue gnalato. Nella camera giacevano 4 individui
rente
:

Fio. 25.

fanciulli

distesi

nella

platea o cavit

di

centro,
altri

l'uno col cranio a levante, l'altro a ponente;


(cm. 30 e 55) banchine
Il

due adulti erano distesi sulle larghe


consuetudine predominante,

di

sfondo e di destra, coi crani a ponente e mezzogiorno.


alla

corredo di

questo

sepolcro, contrariamente

era piuttosto modesto, a)

Morto adulto
i

di sfondo;
di

alla spalla destra

un peso

fittile

lati decorato piramide tronca, in tutti di Una grande lancia in ferro lunga cm. 46, a foglia di Adulto destra. capocchia, b) Villanova lauro, era deposta alla gamba sinistra; alla mano destra un'anfora tipo

swastiche a rilievo; 4 cilindri a doppia

cm. 27, ed una olla minore in frantumi. Dietro il chiusino, sulla banchina, una o capeduncola ad alto manico, n) Fanciullo di grande scodella con entro una ciotola
alta
destra. Alla

mano

sinistra

duo

scodelli

mezzani, uno infilato nell'altro;

sul

petto

una colossale fibula in bronzo, serpeggiante ad occhio, lunga cm. 20, e due fibule a piccola navicella massiccia; un anello di filo eneo, e frammento di catenina, d) Fanciullo di sinistra. Alla

mano

destra uno scodello con entro un boccaletto

biconico;

LOCRI EPIZEPHYRII

24

giri,

REGIONE

III.

sul petto

una spirale
ciotola,

di

filo

eneo a parecchi

5 fibule a piccola navicella; al

piede una

capeduncola. Vediamo composta


guerriero,

entro questa camera una piccola


tessitrice,

famiglia, costituita del padre


teneri
figli.

della

madre, industre
25.

di

due

Gli oggetti tipici si esibiscono a

fig.

in
)

Fio. 26.

Perfettamente quadrato (m. 2,37 X 2,37 X 1,75 alt.) con larga banchina (cm. 46) che gira in tutti e quattro i lati, preceduta da spazioso padiglione profondo m. 1,55, al cui centro la porta, sbarrata da una grande lastra (era. 95 X 80 X 15) di pietra calcare dolomitoide durissima, esotica, forse proveniente
Canale, sep. 4.

dall'Appennino centrale, rinforzata a destra e sinistra con muratura. Dalla sezione che presento insieme con la pianta a fig. 26 si vede che in origine anche questo chiusino era tenuto a posto da un paletto, che and consunto.

Nella stanza era


Gli
il

filtrata

per m.
era.no
9,

1,15 della sottilissima


tutti col cranio sulla

terra che avvolgeva

il

ricco contenuto.

scheletri

banchina

di

levante e gli arti distesi;

vasellame,
piccolo

copiosissimo (52 pezzi), era distribuito sulle quattro banchine,

meno qualche

recipiente globare rotolato nel quadrato centrale, che serviva di spurgatolo ajla lue

cadaverica. Trattandosi di una vera massa di vasi per lo pi grandi, la cui distribuzione sulle banchine non stata regolata da norme rituali, mi limito ad una sommaria enumerazione dei tipi rappreseniati. N. 6 aufore di tipo Villanova con varianti
nel labbro, nella rigonfiatura delle spalle, nella impostatura delle anse e nelle dimeu-

REGIONE

III.

25

LOCRI EP1ZEPHYRI1

sioni (tipo

locale
(tipo

27 a sinistra). N. 2 anfore del tipo greco geometrico ma di impasto 27 (fig. centro). N. 8 boccali di sagoma villanoviana ma ad un solo manico a destra). N. 2 boccali od oinochoai a bocca trilobata. Numerosissimi fig. 27
fig.

scodelloni di

ognuuo

di essi vi

sagome lievemente varie con 2-4 anse. Quasi costantemente dentro ad una ciotola-capeduncola ad alto manico (e perci le ciotole sono pure
un boccaletto. N. 4
fusaiole.

assai numerose); pi di rado

Fio. 27.

bronzi, scarsi e piccoli, consistevano in

Due

piccole armille a

grossa

verga

cilindrica,

diametro cm.

10,

colle estremit

arricciate ed aperte,

simili al torques

gallico. N.
giri ancora

4 esemplari a
infilati in

fettuccia

avvolta a pi
cappelletti

ossa lunghe.

Una

conica, alta cm. 20.

Una

fibula a navicella piena.

Nell'angolo

NE

presso un cranio giaceva un lan-

ciotto in ferro, corto e tozzo (lungo

Canale
con

sep. 9.

cm. 28).

incorniciature
il

accentuate

Padiglione alquanto angusto attorno alla porta;

mancava

chiusino, forse strappato

quando venne
28.

piantato nel vano del padiglione un grosso ed ora

annoso mandorlo; veggasi la pianta a

fig.

La camera,
ampie

rettangolare

(fig.

28

m. 2,15
e

X
mi

2,25), con porta in uno dei lati

corti

banchine

(0,60) nel lungo, strette (0,20) nel corto,


la

parve non tocca, non ostante


porta, forse

mancanza

della

perch in precedenza invasa


Sulla banchina di destra
crani
i

da una
v'erano
Fig. 28.

massa

di terra.

due scheletri

coi

a Sud;

sui

piedi di co-

desti adulti poggiavano

cranii di due altri adulti stesi sulla banchina di sfondo ed


i

attraversanti la depressione del centro. In detta

depressione giaceva un fanciullo d

una diecina d'anni,

col cranio a Sud, cio

verso la bocca.

Presso

le

teste

dei due

primi scheletri stavano due scodelle, una delle quali conteneva una pignatta in forma di situla o di anfora biansata, alta cm. 16,50 (fig. 29). Alla mano destra di quello
Notizib Scavi 1912

Voi. IX, Supplemento.

LOCRI EPIZEPHYRII

26

REGIONE

III.

appoggiato alla parete un'anforetta villanovoide, una scodella con entro la consueta ciotola; all'altezza media del braccio una armilla filiforme a pi giri; sul petto due
fusajole; al polso destro un'armilla a fettuccia con pezzetto di catenella.

Lungo
di

la parete di

fondo, sopra ed attorno ai cadaveri era distribuita

una massa
ciotola,

vasellame che sommariamente

enumero: 4 scodelloni contenenti una

un
a

boccaletto,

bicchiere

una scodeletta conica; un'olla biansata ad ampia bocca (alt. min. 45; tg. 29); due oenoclioai a collo sottile e
rozza
scodella

e per simile

bocu-a trilobata;

due boccali ansati; una

biansata; una minuscola olletta

sagoma

Fin. 20.

villanoviana; anfora di tipo greco geometrico,

ma

di

fattura locale; un peso pirami-

dale liscio; tre cilindri a doppia capocchia.


11

fanciullo o la fanciulla distesa nella cavit centrale era stata circondata, con

cure speciali, di pochi

ma

pregevoli oggetti, dovuti

in

parte

al

commercio

estero.

Alla mano destra l'anforetta geometrica (fig. 30), alt. cm. 14, in creta figulina ed a decorazione bruna sopra un fondo gialletto da un lato, rossigno dall'altro per eccesso
di cottnra.

Nel centro dei prospetti


Il

vedesi

ripetuta

un'oca
:

schematica,
n

con ala a

a forma di vessillo.

vaso

articolo protogreco importato

presumibile sia

stato confezionato dai Locresi nella primissima fase della loro citt, perch le necropoli

ed

depositi di Locri,

almeno

sin qui,

nulla hanno di simile. Questa anforetta,

coll'altra

da

me

edita in Notizie, 1903, pag.

Locri,

non dalla contrada Faraone)

43 (proveniente pure dal suburbio di testimone di un commercio protoellenico sulle


presa di possesso da parte dei coloni achei e

coste brezzie
locresi.

prima della

loro definitiva

importazione transmarina anche due coppette a calotta in rame mm. (diam. 145), quasi saldate 1' una dentro l'altra (fig. 30), e che furono deposte sul costato insieme con una grande fibula ad arco rigonfio, in ferro. Era in bronzo

Ritengo di

REGIONE

111.

27

LOCRI EPIZEPHYR1I

un'altra fibula ad arco semplice con grande disco per appendice ed una perla infilata nell'arco stesso. Vedesi ricomposta dai frammenti a tg. 29; un tipo dell'Italia centrale, che arriva sino a Suessola, ma fino ad oggi era ignoto al Mezzogiorno. In

una spiraletta in bronzo a due giri ed una eguale in ferro per dita. Neil' angolo SO una grande pignatta di forma peculiare. Canale sep. 11. Padiglione poco profondo, e, avanti la porta abbattuta, la chiusa, formata da un lastrone in pietra selvaggia. Cella rettangolare di m. 2,30
fine

2,15

1,90 con banchina tutto in giro.

Due

soli

morti, coi

crani alla parete

Fio. 30.

di

Est,

piedi ad Ovest, distesi attraverso la depressione centrale sopra un letto di


in essa collocato per accogliere la lue cadaverica; questa preil

sabbia espressamente

cauzione stata notata in parecchi altri sepolcri. Tutto


sulla banchina di levante, ai lati ed in

vasellame era stato deposto


l'

mezzo

ai crani,
:

distanti

uno dall'altro un

50 cm. Esso era rappresentato dai seguenti pezzi 6 scodelloni contenenti, i 4 primi altrettanti boccaletti, il 5 una oenochoe ed un boccaletto, l'ultimo una olletta biansata ed un boccaletto; un'anfora

mezzana

di

tipo villanovoide;
scodella.

una

seconda

alta

cm. 31 nell'angolo SE, ed


in

in

quello

NO

una

Al centro

del quadro un'anfora

creta figulina biancastra con tracce di

ornati geometrici

ma

frantumi, certamente di origine esotica.

Di bronzo

tre perle

disgraziatamente in ed un anello; di ferro

un pezzo amorfo

pesante, di ignota destinazione.

Canale, sep. 15. Singolare cellula funebre simile ad un loculo cemeteriale; nella
parete rocciosa verticale
altrettanto di altezza.
si

apriva

un

incasso

lungo m. 1,50 e profondo m.

1,

per

Sembr dapprima che

esso fosse

uno di quei tentativi

iniziati,

LOCRI EPIZEPHY1UI

che
occorrono
osservai
il

28

necropoli del suburbio

REGIONE

111.

poi

abbandonati,
raro
si

nelle
in

necropoli

rupestri della Sicilia,

e di cui

qualche
invece

saggio constat che

anche

questa

locrese.

Ma
col

loculo conteneva effettivamente uno scheletro


i

mezzano

cranio a levante. Di vasellame, solo


caletto.

rottami di una piccola scodella e di un boc-

Sulla pozza del petto un grande disco o rotella di osso forata (diam. cm. 10), e pi in basso due fibule in bronzo a piccola navicella, un anello e alcuni frammenti
di ferro spettanti
forse

ad una

fibula.

Sul collo un minuscolo e con;

sunto scarabeo in pastiglia, con tracce di pseudogeroglifici ai piedi una fusaiola ed uno di quei piccoli birilli fittili (fig. 31), apparsi gi
in parecchi altri sepolcri di questa necropoli, nei quali il Quagliati 1910. pag. 49) inclina a vedere amuleti o talismani, come

(B. P.

/.,

simbolo dei baityloi dattilici, mentre io pi semplicemente li spiego per rocchetti, anche per il fatto del foro che ne attraversa sempre la
testa.

Lo scarabeo

un novello

sicuro indizio di
si

commerci transma-

rini; vero che esemplari analoghi

rinvengono nelle necropoli greche

Fig. 31.

dell' VI1I-VI secolo, ma in Sicilia ne abbiamo qualche raro esemplare anche in quelle sicule del 3 periodo, ed in Etruria nelle pi antiche

a fossa. Canale,
sep.

19.

La forma

alquanto

diversa

dalle

precedenti,

essendo

la

camera trapezia, con una sola banchina a doppio gradinetto lungo

la parete a destra

di chi entra (fig. 32).

Padiglione non ve ne era

affatto,

la

lastra di chiusa era qui

perfettamente a posto. La distribuzione poi dei morti era stata regolata sulla forma peculiare della cella. In fatto e3sa conteneva 3 scheletri adulti, col cranio adagiato
sul gradinetto inferiore ed
il

corpo

disteso

nel

restante

spazio

libero;

per

da

notare che essi occupavano solo la met (interiore della cella,

perch

pi

spaziosa,

lasciando libera quella anteriore, pi angusta.


nella banchina, col capo a

Un

4 scheletro di fanciullo era disteso

ed aveva sul petto una fibuletta ad arco semplice depresso, filiforme, con lunga staffa ed un grosso anello; nella mano destra era una coppetta di broazo, come quella del sepolcro 9, e sul polso una armilla spirale. Era poi accompagnato dai seguenti fittili; al cranio un barattolo cilindrico con coperchio

NNE,

(fig.

33), alle

mani due

scodelle, ai piedi

una 3* con entro un boccale ed una

fusaiola.

REGIONE

III.

29

LOCRI EPIZEPHYRII

Degli adulti, il pi-imo scheletro interno teneva nella mano destra una cappelletti di bronzo conica diametro, mm. 15; tra la spalla ed il cranio una lancia di bronzo,

lunga cm.
scodellone.
di

3'4,

ai piedi un grosso askos sferico ed uno (fig. 33); L'adulto di centro, forse una donna, recava attorno al collo (sic) un lorques

a forte carenatura

bronzo del diametro

di

soli

cm. 10

(fig.

33), e sul petto 3 fibule pure di bronzo,


(tg.

di cui

2 a grossa navicella ed una serpeggiante; di pi due rotelle

33). Il 3 sche-

Fia. 33.

letro,

quello esterno, aveva sul petto altre 2 cappellette coniche, nella


i

mano

destra

anelli ed

frammenti

di

una armilla filiforme;

al

suo lato destro due scodelle ed

un piccolissimo askos. Al lato sinistro una oenochoe

sferica, alta

cm. 19,

in

creta figulina

col corpo gialletto dipinto a fascie brune, simile perci agli esemplari siciliani di M. Finocchito; di pi altra piccola oenochoe indigena avente sulle spalle una fascia

granita a denti di sega

(fig.

33); altra grezza a bocca tonda, un grande boccale che


e

arieggia la

sagoma villanoviana,

due

fusaiole.

cedenza
di

Canale, sep. 24. Di forma normale, con due banchine laterali; violato in pree colle ossa in disordine, vi si raccolsero non pertanto alcuni oggetti degni

nota.

Una

anforetta grezza, alta cm. 10, con doppia fascia granita a sega; pi di
di

mezza dozzina
di tazza

scodelle;
e

due cilindri a capocchia,


geometrica;

una piccola anfora villanovoide; una minuscola oenochoe; due birilli con foro di trapasso; tre fusaiole; frammenti una
fibuletta a navicella,

di bronzo,

una armilla spirale ed

fram-

LOCRI EP1ZEPHYRII

di di
ferro

30

e robusto

REGIONE

III.

menti

di

una seconda;
frammenti

un lanciotto tozzo
fittile.

(lungo cm. 16)

ma

con-

sunto. Molti

vasellame

Canale, sep. 25. Di forma leggermente elittica con stretta banchina, che gira
di adulto, adagiato ed il sulla cranio gambe alquanto ripiegate panchina di sinistra; presso il collo una fibuletta in bronzo a 4 dischi, di cui 3 spiraliformi; sul petto un frammento di catenella in bronzo, una fusajola ed un cilindro a capocchie,

lungo

le pareti

(pianta a

tg.

34).

Racchiudeva un solo scheletro

sul fianco destro colle

fittili;

nelle

mani un anellino

di bronzo

'3f

REGIONE

III.

27
di

31

LOCRI EP1ZEPHYRII

delle quali con cm.

diametro (dentro una

di

esse

cilindri a capocchia)
in

una
creta

piramide tronca, decorata nel piano superiore; in fine


semitiguliiia con decorazione

una kylix geometrica

bruna

(tg.

37). Alla sinistra del cranio di centro: due


(tig.

grandi dischi filiformi in bronzo, diametro cm. 12

36), ed accanto ad essi

una

'.'"">.

'".

Fio. 36

piramide fittile con meandri; sull'alto petto due fibule serpeggianti ad occhio, di cui una grandissima (lunga cm. 18 '/) Dal collo al bacino dei 5 scheletri si raccolsero

Fio. 37.

seguenti bronzi ornamentali

lunga

mm. 85; due

piccole della stessa forma;


(tg.

3 fibule a 4 dischi spiraliformi una grande a navicella, una in bronzo coll'arco rivestito di
;

dischi di osso ed

ambra

36);

una armilla ad anello semplice

infilata

in

un

osso brachiale; 3 anelli mezzani, infilati l'uno nell'altro, e 9 piccoli;

uno spillo a

capocchia

rottami di vari braccialetti a fettuccia.

Canale, sep. 34. Cella a vlta crollata, racchiudente 4 scheletri coi cranii sulla banchina di levante. Presso il braccio di uno di essi si raccolsero i bronzi seguenti
:

una armilla a

fettuccia,

un frammento di catenella, un anello


:

digitale

fettuccia

con teste aperte ed arricciate. Sopra un 2 scheletro una grande fibula serpeggiante ad occhi (lungo mm. 13) ed una a navicella. La ceramica era, come di consueto,

LOCRI EPIZEPHYRU

32

REGIONE

III.

abbondantissima; cinque anfore villanovoidi ed una di sagoma greco geometrica con bucca tonda (lg. 38); 10 scodelloni di tipi e dimensioni varianti, 9 boccaletti
o trilobata, uno dei quali in creta gialla figulina con ornati geometrici spalle; 12 fra ciotole e capeduncole ad alto manico, una delle quali a
scodelle biansate colla stessa
(fig.

bruni
fig.

sulle

38; due

sagoma
bicchiere

delle kylikes geometriche,

ma

di

impasto locale
delle quali

38)

un

askos

ed

un

ovolare.

Due piramidi

fittili,

una

decorata. Dodici cilindri a capocchie* 3 fusaiole, e 5 vasi in frantumi. Dei pezzi pi

Fig. 38.

caratteristici veggansi le imagini a

fig.

38

nuovo

e strano

il

fittile

qui prodotto, che

pare un sostegno

piuttosto un tricorno di significato simbolico (profilattico!), oppure, capovolgendolo, un deschetto a tre piedi. Canale, sep. 36. Di forma e grandezza normali, col soffitto crollato, la bocca ad
di

vaso, se

non

Ovest; conteneva 2
fittite

e metallico

soli scheletri coi cranii sulla panchina di mezzogiorno. 11 corredo non era molto copioso. Due anfore, una media ed una piccola ma

non

di

tipo villanoviano (fig. 39).

Due

scodelle,
alto

due ciotole-capeduncole, un bicchiere

cilindrico ed

uno

sferoide,

un vasetto

cm. 12, assolutamente nuovo, n mai sino

qui apparso, cio configurato a forma di omicciattolo ventricoso, del qnale per sono
soltanto espressi

gambe
si
:

piedi

simile esemplare
chia.

raccolse
altro

Di metallo

a graffito, e di un con(fig. 39); esso decorato un piedino anche nel sepolcro 33. Tre cilindri a capocsingolare e nuovo oggetto formato da una doppia verga di

ferro, in
(fig.

origine forse piegato

ad arco, intorno a cui


in

avvolto

un

filo

di

bronzo

39).

Una lunga

catena ad anellini
tre

bronzo;

un anellone diametro um. 65;


a
corpo rigonfio
(fig.

due armille a fettuccia;

saltaleoni

ad

olivella, cio

39).

Perla vitrea color granato frammentata ed altra di ambra.

Un

pezzo di ferro informe.

REGIONE

HI.

33

LOCRI EP1ZEPHYRII

ampie banchine sulle quali erano e 3 a Sud. Parvemi che, mentre


di

/anchina, sep. 37. Cella rettangolare senza padiglione, con bocca ad Ovest, e due distesi 19 scheletri, di cui 16 col cranio a Nord
i

tre

primi scheletri che occupavano


e disposti

la

met

inte-

riore della stanza erano regolarmente distesi,

con una

certa

abbondanza

spazio, gli altri

16 della met esteriore fossero addirittura accatastati.

Attorno al 1 scheletro, rasente la parete di sfondo, erano distribuiti i seguenti oggetti: ai piedi 2 scodelloni, un'anfora ed un boccale; una fibuletta, un anello ed

Fu.

3r.

una spiralina
di

in bronzo.

capeduncole, 2 fibule

Al petto 2 grandi anfore villanoviane ed unajpiccola, 4 ciotole(una a navicella, l'altra serpeggiante ad occhio) e gli avanzi
aggrovigliata ad una delle precedenti. Al cranio altre 2 anfore, il 2" scheletro: al cranio 2 anfore, una scodella ed
circa, identica all'esemplare del

una terza

in e

ferro,

un rocchetto

2 scodelle. Presso

una tazza geometrica greca del sec. Vili una (lig. 59); una ciotola deposta entro
in bronzo ed
retta,

sepolcro 22

una perla
e

vitrea.

Dietro

delle anfore.

Al braccio destro una armilla

il

cranio del 3 scheletro: 4 ciotole, un'anfo-

uno scodellino

due brocchetti.

Attorno al gruppo degli 11 scheletri, uno dei quali era infantile, si raccolse un grande materiale la cni distribuzione quasi imprecisabile, atteso l'accatastamento
dei cadaveri. Presso quelli dello strato superiore: 2 anforoni villanoviani ed

uno piccolo,

4 scodelle, 1 ciotola, 1 peso piramidale con greca, una spirale in bronzo per polso ed uno di quei curiosi strani oggetti in forma di calamita, che ho descritto al sepolcro 36, tg. 39. Aggiungi una grande armilla a due giri, nella quale era infilzato un anello; molti frammenti di catenina e di spirale; un esemplare sano di codesta spirale ornamentale con perle d'ambra infilatevi (cfr. pi oltre, a fig. 41, la riproduNotizib Scavi 1912

Voi. IX, Supplemento.

LOCRI EPIZEPHYRII

34

giri.

REGIONE

III.

zioue di un altro esemplare); ad un osso brachiale, fra la

massa del carcame, stava


2 anfore

ancora avvolta una armilla a fettuccia a 12


11

gruppo dei 5 scheletri inferiori presso la bocca era circondato da:


il

quale vasellame era tutto presso i cranii di Nord; presso quelli di Sud, altre 2 anfore villanoviane, 2 grandi spirali a 2 giri ed una lancia in bronzo lunga cm. 26. Distribuiti lungo i cadaveri: 6 scodelloni, 3 ciotole,
villanoviane, 3 scodelloni, 7 ciotole,

una scodelleta biansata, 3 anfore villanoviane, 6


mani:
4
armille
di

cilindri a capocchia. All'altezza delle

bronzo

ad 8-10

giri

l'ima,

10
di

anelli,

frammenti
e dischetto

di

catenina,
osso

fibula a navicella, 3 spirali per dita,

frammenti

ambra

di

per

rivestimento di fibule.

Fio. 40.

Nell'angolo a destra di chi entra, erano ammucchiati

8 anforoni villanoviani,
il

8 scodelloni, 6
alto

ciotole,

G piramidi

fittili,

20

rocchetti,

ed

bacino quadriansato ad
40, insieme con
altri

gambo
tipici

traforato (fruttiera), alto cm.

16, disegnato a

fig.

fittili

qui

raccolti.
fittili,

, questo, uno dei sepolcri pi ricchi di


pezzi,

che

in

tutto

ammontano a 114

porzione dei quali irreparabilmente guasti.

Il

sepolcro deve essere stato in attisi

vit per lungo tempo, e


fittilo

mano mano che nuovi morti


si

introducevano, e nuovo corredo

che

io

aggiungeva, perturbava la distribuzione primitiva dei pezzi, ho cercato di indicare quale risult dal lungo e laborioso scavo. Janchina sep. 42. Cimer rettangolare di m. 2,30 X 2,00 con due banchine ai
si

metallico

lati,

bocca a

NO,

in

parte franata e saccheggiata dai villici del luogo.

La met
275,

este-

riore,

ancora intatta, conservava 5 scheletri a posto, coi crani a SE. In mezzo a due
si

dei teschi

raccolse

certo di fattura esotica. Dentro di esso v'erano


spirale lasca in bronzo con infilate perle di

un bacino lebetiforme laminato, diametro una scodella ed una


ambra, ed
in

mm.

fig.

41,

ciotola,

nonch una
oli-

testa

un saltaleone ad

REGIONE

III.

41), diametro cm. 11, al cui


di

35

LOCRI EPIZEPHYR1I

velia (fig. 41).

Intorno al collo di uno degli scheletri stava ancora a posto un piccolo

torques
a pi

(tg.

margine inferiore
circolare

attaccata

ordini

magliette;

nella fettuccia

era

stranamente

una frangetta infilata una

armilla, pure a fettuccia. Vicino ad un altro cranio, altra armilla a due giri, 32 perle di bronzo, 5 anelli diversi ed un torques a doppia verga (tg. 41); di pi, 2 anforoni
v Ulano v.,

4 anelli digitali a spira, 7 frammenti

di saltaleoni conici,

una scodella con

Fw

41.

entro

una
il

ciotola; ad

un osso brachiale stava ancora avvolto un bracciale a 10


ferro

giri,
il

e presso

torace frammenti di fibule in

rivestite di dischi

d'osso.

Presso

cranio pi a
vestita di
filo

Nord una
56.

fibula a navicella con diselli d'ambra, ed un'altra in ferro ri1 anfora,

eneo; dietro di esso 2 ciotole,


sep.

3 fusaiole e 2 piramidi cretacee.


il

Janchina

uno
i

dei

pochi sepolcri dell'intera necropoli,

quale vale

a dimostrare, come anche

veramente grandioso

alle

davano qualche volta uno sviluppo loro installazioni sepolcrali Qui a Janchina la roccia estreSiculi della Brettia

mamente

dolce

si

prestava facile a tale lavoro di escavazione. 11 nostro sepolcro, com-

pletamente invisibile ed intatto, constava di

una camera colla vlta franata, preceduta

da una anticella coperta e di un profondo padiglione a cielo scoperto, digradante dalla altezza di un uomo a quasi zero per un lungo declive di scolo preparato ad aite. La camera era ermeticamente chiusa da un lastrone di pietra selvaggia durissima
(m. 1,27

0,80

0,12 spessore), sfaldatura

erratica

naturale,

appena digrossata a

LOCRI EP1ZEPHYR1I

36

REGIONE

HI.

colpi di mazza.

Lungo
cm. 42

la

Di questa vasta opera di escavazione esibisco la imagine a fig. 42. parete di destra del padiglione aperto si segnalarono 3 dolii ovoidi, alti

e 47, adagiati (fig. 43),


essi

bambino. Solo uno di

ognuno dei quali racchiudeva lo scheletro di un tenero aveva la bocca chiusa da una scaglia: ma non invero-

simile che, in origine, anche gli altri fossero cos protetti.

La

circostanza che questi ca-

Fig. 42.

daverini venivano incistati nell'atrio,


rato o altrimenti

ammette

di necessit

che questo fosse o interi

chiuso,

sia per

ovviare al lezzo

cadaverico, sia per proteggere

morti dalle offese di animali. In Sicilia seppellivansi nell'atrio adulti di coudizione


inferiore,

forse schiavi,

ma

torna nuovo

l'impiego dei dolii, che

nelle necropoli spagnuole, esplorate dai fratelli Siret.

La

invece frequente che richiese un lavoro cella,

lento e penoso di parecchie giornate, racchiudeva 18 scheletri adulti, di cui


crani sulla banchina di SE, 8 nella fossa centrale col cranio a

13 coi

NE,

due

stesi sulla tre

banchina di
scheletrini

NO

coi crani a

NE. Frammisti

ai

suddetti

18 adulti eranvi altres

infantili, ed un quarto di neonato era stato introdotto in un'anfora villa-

novoido, deposta sulla banchina di sinistra.

La continuata deposizione

di nuovi morti,

REGIONE

III.

37

LOCRI KPIZEPHYRil

durata per un paio di generazioni, col conseguente spostamento dei depositi pi antichi, ed il crollo del soffitto colla terra soprastante cagionarono notevoli alterazioni
ai corredi

ed alla loro originaria disposizione attorno

ai

singoli cadaveri.

La msse
bronzi,

dei vasi fu

abbondante per numero


il

variet,

ma

pi che mai quella dei

che denota

grado distinto della famiglia, cui spettava questo sepolcro gentilizio. 3 Complessivamente i vasi, distribuiti un po' ovunque, ma per /< attorno ai crani sulla
di

banchina

SE,

'/

sulla opposta, e pochi

pezzi nella

fossa o depressione centrale,

erano rappresentati dai tipi seguenti: 17 anfore villanovoidi (2 molto grandi, 8 medie,

28 scodelle, tra grandi piccole e medie; 19 boccaletti ed orcili; 1 askos; un grande skyphos, greco di forma, ma di impasto locale; 4 contrappesi piramidali (2 lisci, 2 colla croce gammata); 12 fusaiuole e 6 rocchetti o cilindri fittili; in totale n. 90 pezzi di creta.
IO ciotole;

7 piccole); 2 greco-geometriche molto guaste;

l'io.

43.

maggiore delle quali raggiungeva i cm. 60, disposte quasi in un fascio alle spalle di un morto; altre 4 in punti diversi. Sulle costole di un cadavere una fibula in bronzo ad arco depresso, rivestito di dischi
ferro,

Di metallo:

4 grandi

lance di

la

d'osso, alternati con altri scomparsi, perch distrutti,


(fig.

assai probabilmente di

ambra

44). Sul petto di 2 altri individui

due grandiose fibule serpeggianti ad occhio,

lunghe cm. 24, ed una terza minore, lunga cm. 18, nel cui arco un anellino con grani d'ambra infine una fibula a bastoncelli. Un largo anello di ferro stava infilato in una falange. Un torquci di bronzo avvolgeva il collo di un bambino presso l'ingresso.
;

Molti dischetti d'avorio appartenevano,


Intorno all'esile polso di

io

ritengo,

al rivestimento in

di

fibule in

ferro

decomposte. dentro la quale erano infilzate diverse catenine desinenti in doppie spiralette ad occhiali,

una giovanetta un'armilla

bronzo a nastro,

ed una seconda

armilla

formata di minutissime
filo

perle in

pastiglia,

fenicie
infilate

(fig. 4 4).

Sul petto della stessa un


di

spirale

di

bronzo, nel quale


(fig.

erano

una cinquanHna

perle di ambra,
altri

in

buona parte decomposte

44); di tale orsi

namento diedero campioni

dei precedenti sepolcri. Sul petto dei morti

nota-

LOCRI EPIZEPHYR1I

38

REGIONE

III.

rono perle di

ambra

sfuse, tre delle quali a pendaglio cuoriforme

alcune altre perle,

ma

assai pi scarse,

erano di vetro, talune di esse con occhi policromi, e quindi doi

vute all'industria fenicia, come


tino di avorio con occhi di

dado era

balsamarii delle tombe greco-arcaiche. Un frammenforse un capo di collana. Le armille a nastro,

largo o stretto, furono almeno una quindicina; parecchie di esse avvolgevano ancora

torques in bronzo, uno dei quali, come ho detto, pertinente a scheletro infantile. Sul petto di un altro morto copiosi frammenti di una piccola
le

ossa

brachiali.

Tre

e sottile cotta di maglia, che parve fosse in origine un pettorale ornamentale di forma rettangolare (circa era. 45 X 18), ai cui frammenti erano mescolati dei saltaleoni ad olivella e delle perlette vitree ad occhi.

Fio. 44.

Tale
poli,

il

corredo di questo sontuoso sepolcro, uno dei pi tardi dell'intera necrodi

contemporaneo agli albori della vita


Canale sep. 59.

Locri, e contenente prodotti

industriali

fenici e protogreci.

Di questa camera rettangolare, non


soffitto

era rimasta,

si

pu

dire,
in-

che la parete di

sfondo e la platea;

pareti erano scomparsi quasi per

tero in causa di frane e di successivi adattamenti agricoli.


ri

Per sul fondo

il

mate-

le

mi parve non

tocco,

per quauto

frantumato

compresso.

Espongo

risultati

della esplorazione proprio

come

essa emerge dallo


ripartito
il

scavo,

successivamente

condotto

nei quattro quadranti in cui la esplorazione.


a)

venne

fondo della tomba, prima di iniziarne

Quarto di SE.
distrutto,

Le ossa erano scarse


riconobbi un anforone,

tenui,

del vasellame, pressocch


ciotole,

completamente

molte scodelle, molte

2 fu-

REGIONE

III.

39

LOCRI EPIZEPHYRII

saiuole,

3 rocchetti. Anche

bronzi, assai inai ridotti, giacevano attorno alle ossa gio-

vanili e consistevano in:

arco di

violino;

una fibula ad arco oblongo depresso, simile a quelle ad 4 a navicella; avanzi di una in ferro coll'arco rivestito di dischi
filo

quadrato a pi giri e desinente in dischetto spirale; altra a fettuccia senza appendice. Altra di forma nuova, formata da tre fili
a capi aperti collegati da tre tubetti spirali
nella cui
(lg.

d'ambra.

Una

armilla brachiale a

45). Alcuni saltaleoni ad Olivetta

anima

si

notarono avanzi di

filo

di

lino;

questi piccoli
cos

saltaleoni dovet-

tero essere intercalati in


lana,
alla

una catenella a magliette, formando


tentativo di ricostruzione dello
di

uua elegante

col-

come
tg.

si
I

vede dal

singole parti, che

esibisco
indi-

45.

frammenti

tale collana erano disposti sul petto del giovane

Fig. 45.

probabilmente muliebre. Un pendaglietto rettangolare forato al vertice, in schisto micaceo, era un talismano, pure da appendere al petto, avanzo di costumanza
viduo,
neolitica. b)

Alcune perline
Quarto
di

di bronzo e di
le

ambra

due anelli

di bronzo.

NE. Esigue

tracce di ossa.

Duo anfore

grandi, 2 medie ed

ridotto in frantumi insaldabili, ed

una piccola, un boccaletto o bicchiere ed uno scodellone; un grosso askos (alto cm. 30) una olla sferica biansata con entro una fibula a
navicella; di queste, una seconda a navicella ed una serpeggiante ad occhio; un bot-

tone o cappelletta

conica in bronzo. Di ferro


cerchio annodato,

frammenti

di

un grosso

un grosso anello a doppio giro ed i che ritengo un lorques per essere stato
di

raccolto accanto ad un cranio.


stiglia

Un pedone

ambra ed un

piccolo

scarabeo in pa-

ad incamiciatura bleu, con pseudogeroglifici. e) Quarto di NO. Qui le ossa erano piuttosto

abbondanti e

vi

si

riconobbe

anche un cranio giovanile. Di fittili uno scodellone ed un'anfora tipo Villauova; una olletta sferica. Di fero: gli avanzi di due lanciotti, due anelli ed una ghiera spettante forse all'asta delle cuspidi.

Di bronzo: una lancia

di

cm. 30

frammenti

di

una

(forse di due) armilla a fettuccia.

d) Quarto di SO.

Due

cranii e parecchie ossa.

Di vasi: una anfora media tipo

Villauova, 2 scodelloni, 2 ollette, un boccale ausato, un bicchiere cilindro-convesso.

Di bronzo: frammento

di

armilla a fettuccia e di armilla a

filo

cilindrico,

un grosso

anello ed altri due minori, una fibula a navicella ed un saltaleone conico.

LOCRI EPIZEPHYRII

si

40

adagiati tre crani,


i

REGIONE

III.

A
ed una

lavoro ultimato

vide che la cella aveva forma quadrilatera con bocca a


sulla quale stavano
cui

SE

banchina

di

sfondo,
la

scheletri

dovevano stendersi verso


della cameretta.

bocca; un quarto, di ragazzo, era deposto sul fondo piano

fortezza naturale di Janchina, chiusa a mezzogiorno dal vallone Canale, a da terrazze a gradoni che offrono buone linee di difese successive, invece ponente

La

quasi inaccessibile dalla parte di settentrione, per l'alta balza soprastante alla con-

trada denominata Pataiiti, che a declivi successivi va a morire verso la fiumara di

Gerace.

Fig. 46.

Nel ciglione superiore di questo grande sbalzo furono aperte alcune camere di

comune, quasi tutte vuotate dai villici in tempi pi o meno lontani, e qualcuna esplorata anche da me. Ma io avevo notizie che anche nella sottostante terrazza si
tipo
fossero scoperte per lo passato

tombe

di

un tipo speciale
loro

nuovo, vale a dire fosse

nella terra con rivestimento di lastre e contenuto analogo, in


di Canale e di Janchina.
la et di

buona parte, a quello


il

Quale era effettivamente


il

la

forma ed
delle

esse?

Ed

il

popolo col deposto era

medesimo

corredo? Quale camere rupestri?

Tutto ci era mio proposito chiarire con degli scavi, che


e primi luglio del

in fatto

eseguii a fine giugno


le

1911.

Ma

mentre

facile

compito metter

mani

sulle

camere

rupestri, ancorch mascherate dalle frane, s'incontrano difficolt non lievi a scoprire le fosse terragne, non indicate da alcun segno esteriore. Pur tuttavia riuscii nel mio

intento: e se

il

numero

di

codesti sepolcri stato piuttosto

esiguo, esso serve tut-

tavia a porgerci la fisionomia sufficentemente chiara del gruppo.

Putariti sep.

68. Scheletro giovanile in

nuda

terra,

col cranio a
in

SSO,

a ni. 2

Dietro il cranio un piccolo askos frammenti ed un piccolo bicchiere o capeduncola. Sull'alto petto i bronzetti seguenti: fibula ad arco semplice con fasci di incisioni, altra serpeggiante ad occhi, 9 anelli diversi per diametro, una
dal piano di campagna.
catenella a magliette, un disco ornamentale a tre disci concentrici
(fig.

46), tre dischi

a spira

fitta,

diametro

coi. 7

(fig.

46).

REGIONE

III.

sep.

41

prossimo,

LOCRI EPIZEPHYRH

Palanti

72.

Come

il

precedente e ad esso

col

cranio a

SSO:

alla tibia destra

una scodella ed una

olletta panciuta in frantumi. Alla spalla destra

una piccola lancia in bronzo lunga cm. 195, due anelletti in bronzo, ed un pugnaletto lanceolato in ferro con codolo
lungo circa 20 cm. (tg. 47). Patariti sep. 73. Prossimo
e simile ai precedenti, con-

tenente uno scheletro dal cranio a


sferici,

SSO

ai piedi,

due boccali
48). Alla

a collo appena accennato, in frantumi

(fig.

spalla sinistra un pugnaletto in ferro a codolo, e poco sotto


di esso, lungo
il

braccio,

un lanciotto

in

bronzo freschissimo,
fibula serpeggiante

lungo ad archi. Dietro


;

mm. 105

nel centro del petto


il

una

cranio a destra una ciotola con alta ansa

a ponte

(fig. 48) ed uno scodellone comprendente un boccale sferico simile a quelli raccolti ai piedi.

Patariti sep. 77. Fossetta rivestita e coperta di piccole


scaglie,

otto

le

prime messe

di

coltello,

lunga un

90 cm., larga cm. 40, profonda cm. 40 (fig. 49) Non vi si trov scheletrino, ma una piccola quantit di ossicini cremati, di cui ho raccolto un campione da sottoporre all'esame

un tecnico, per decidere se sieno umani od animali ('). Ma la prima ipotesi appare a priori inverosimile, perch, trattandosi di un sepolcro infantile, dovremmo ammetter
di

che
agli

codesta gente
infanti

avesse

applicato

la

cremazione prima
mille
ragioni

che

agli

adulti;

teoria per

improbabile,

anche per

ci,

Fig. 48.

Fig. 49.

che

Greci,

da cui

gli

indigeni

avrebbero

tolto

il

nuovo costume funebre,

mai,
si

o solo in casi eccezionalissimi, praticarono la


(')

cremazione dei bambini. Di oggetti

Il dott.
il

cremazione ed
di ossa

Frane. Mauceri, medico provinciale a Siracusa, mi ha detto che, causa la intensa non possibile di stabilire, se trattisi grande sminuzzamento di ossa gi piccole,
animali, pur propendendo per la seconda versione.

umane od

Notizie Scavi 1912

Voi. IX, Supplemento.

LOCRI EP1ZEPHYRU

42

REGIONE

III.

satole a disco od a rotella,


olla con ansa obliqua,

ebbero due fibule serpeggianti ad occhi e due anellini in bronzo. Di fittili, due friun bicchiere semiovolare con ansa adunca (tg. 49), una

un piede

di vaso

a trafori,

il

tutto

in

frantumi. Codesti

fittili

sembrano presentare qualche anomalia in confronto delle ceramiche dominauti a Canale ed a Janchina. Questo sepolcro mi ha lasciato alquanto perplesso, per quanto l'assenza,
o,

meglio, la mancata

constatazione di uno

scheletro infantile,

si

spieghi

normal-

mente colla totale consumazione delle


Patariti sep. 80. a SO,
il

ossa,

come

nei sepolcri siculi e greci.

Scheletro di fanciullo

disteso

in

nuda

terra

col

cranio

quale era protetto soltanto da due sfaldature di pietra; dietro di esso una
piccola scodella ed un vasetto semiovolare con
coperchio, scorrevole merc
fili

attraverso le anse

dei duo pezzi corrispondenti e combacianti. Sul petto una fibula in bronzo ad arco assai depresso, quasi arco di violino
letto
(fig.

50), con anel-

nell'ardiglione, pi una spirale filiforme ad uso di monile brachiale; in fine una spiraI-'ig.

50.

leita

in

bronzo a tre

giri

era infilata

in

una

falange della

mano

destra.

Ai piedi un askos,

una sco Iella media ed un vasetto tronco-conico, di forma nuova nella necropoli. Scheletro in nuda terra col cranio a levante preciso. Al Palarili sep. 81.

pie destro:

una scodella,

una ciotola

di

cui non

fu

possibile ricuperare

il

manico,

una pignatta globulare con ausa a risalti. Alla spalla sinistra una cuspide di lancia in bronzo, lunga cm. 17, la quale veniva a cadere proprio sotto l'ascella del morto.
Alla spalla opposta
denti, era fra
i

40

una fibula serpeggiante ad occhi. L'individuo, a giudicare dai i 50 anni, e fu esattamente misurato in m. 1.57 di lunghezza;
quella contrada.

questa particolarit della piccola statura degli individui di Patariti venne constatata
in

tutte le

tombe

di

Patariti sep. 82.


di questo sepolcro,

Lo schizzo a

fig.

51

ci

porge la planimetria e la sezione

formato da una piccola fossa terragna cinta e coperta di scaglie, e racchiudente uno scheletro col cranio a NO. Ai piedi una scodella a 4 anse ad
archetto appena accennate, ed un boccaletto con 4 bitorzoli sulle
spalle;
sul petto

una singolare fibula frammentata, coll'anima


navicella in bronzo
(fig.

di

ferro,

ed

il

rivestimento dell'arco a

Patariti sep. 85.


a

51).

Scheletro infantile di 6-7 anni, in nuda terra, col cranio

SO;

al

lato

destro, sul petto,

una

libuletta

serpeggiante ad occhio, e sul cranio

avanzi di un cerchietto in bronzo.

Patariti Sep. 86.


col cranio a

ai

Quasi

identico al

precedente;

bambino

di

un 7-8 anni
petto una

SO, avente

piedi una scodella ed un piccolo askos,

e sul

fibula serpeggiante ad occhio.

A
tariti

scavo ultimato venne constatato che

il

gruppetto delle tombe infantili di Pa-

era prossimo, ma completamente appartato da quelle degli adulti. Da quanto ho sin qui esposto risulta che questa sezione sepolcrale di Patariti (la cui estensione alquanto maggiore di quella risultante dai nostri brevi scavi, che ebbero carattere

REGIONE

III.

43

LOCRI EPIZEPHYRII

di

necropoli,

saggio) non diversifica, o solo di poco, cronologicamente, dalla soprastante grande mentre lascia dito al dubbio quanto alla unit etnografica. Vero infatti

che apparve qualche forma ceramica nuova (ciotole con alto manico a ponte), o per
lo

meno

inusitata nel resto della grande necropoli. Cos


rituale nelle celle rupestri;

manca

affatto la tipica anfora


le

villanoviana, costante e
greca,
gioni
;

mancano

anfore di

sagoma

n oso dire se ci sia avvenuto per la piccolezza delle fosse o per altre ra-

mancano

vasi geometrici greci,

Ma

nell' infinito

cos

svariata la morfologia, che solo

delle

forine tipiche e

vasellame delle tombe rupestri fondamentali conviene

tener conto, e non delle infinite sfumature, per giudicare dei caratteri dell'industria locale. Al paragone delle tombe rupestri di Canale-Ianchina, le fosse terragne di Pata-

Km.

51.

riti

sono

estremamente povere

di

fittili,

anche per

la

ragione

ovvia che esse non

potevano contenere pi di 4-6 piccoli pezzi.


fino

Ma

bronzi, pure cos scarsi, ripetono

all'ultimo tipi di Canale-Ianchina. In conclusione, solo la forma del sepolcro

che visse di rude agricoltura e di pastodi Gerace e l'erto saliente roccioso fiumara l'ampia che chiude Janchina, prefer seppellire i suoi morti a breve distanza dalle capanne

essenzialmente diversa;

ma

la piccola trib

rizia sulla

falda. di terreno

tra

in umili

fosse terragne, anzich salire faticosamente la costa del

monte per cercarvi


i

roccie propizie all'apertura delle camere. Nella stessa Sicilia orientale, dove

Siculi

furono pi che mai attaccati alla forma


alla

tradizionale,

noi

vediamo

delle

eccezioni

norma

costante, quante volte la configurazione del suolo, e meglio, la costituzione

geologica

di esso, lo

Molino

di

imponevano; mi basti citare il solo esempio della necropoli del Badia presso Grammichele (Bull. Paletti. Hai., 1905, pp. 90 e segg.) a

fosse poverissime di vasi,

ma

ricchissime di bronzi.

Nel caso nostro, per, l'assenza assoluta dell'anfora villanoviana, la piccolezza degli individui e delle armi loro (sic), la posizione appartata del villaggio, che, pur
avendo a brevissima distanza delle balze rocciose per i sepolcri, sembra proposito evitate, potrebbero essere anche indizio di una gente sincrona,
le

abbia di
etnica-

ma

mente alquanto diversa dai Siculi di Canale-Janchina. Una gente scarsa di numero, piccola di statura, economicamente vivente in condizione inferiore. Avrei cos pen-

I.OURI

EPIZKPHYRII

44

REGIONE

III.

sato ai discendenti di quei neolitici, del cui villaggio ho trovato assai esigue tracce

nella soprastante terrazza;

resti di

codesta

gente sarebbero vissuti appartati dal

sopraggiunto nuovo elemento dominatore, che, per renderla inoffensiva, la avrebbe relegata nei bassi declivi, sottostanti all'amba di Canale-Janchina, da cui con minima
fatica sarebbe stata tenuta a freno. questa ora una semplice mia congettura, la quale abbisogna di ulteriori prove. L* una e l'altra saranno necessariamente compendiose e Analisi e Sintesi.

brevissime, sopprimendo la ingombrante bibliografia, perocch

si

tratta di un cenno

preliminare, da svolgere a suo tempo in una speciale monografia, comprendente anche


gli

scavi del
e

1912;
il

solo allora sar

il

caso di pensare ad un ampio trattamento comil

parativo

dimostrativo di tutto quanto

copioso materiale ceramico e

fittile.
il

comincio

mio esame dalle Forme sepolcrali; dico subito che

tipo della

cella di Canale, quadrilatera con

ampio padiglione,

ci

richiama in modo evidente alle

forme sepolcrali sicule del 3 e 4 periodo della Sicilia; in Calabria per esse non hanno riscontro. In cinque anni dacch io ho il governo archeologico di quella regione, e la percorro, attingendo sempre notizie, non mi ancora accaduto di scoprire n

una necropoli, n un sepolcro del tipo Canale-Janchina. Ma la regione vastissima ed impervia, ed io ho ferma convinzione che, persistendo nelle indagini, si arriver
alla desiderata scoperta, tanto pi che le formazioni geologiche della regione si prestano e quasi invitano ad adottare questo tipo sepolcrale. Limitrofa alla Calabria
la Basilicata, e qui si conoscono grotte consimili artificiali, preellenicho,
e,

in parte

almeno, di data assai antica; la loro esplorazione razionale non stata per ancora iniziata, il che lascia molte incertezze ('). E dalle montagne della Lucania questo tipo si esteso anche in Puglia, dove le recenti scoperte del Maggiulli ne hanno
segnalato parecchie,
11

ma

senza oggetti per la loro valutazione cronologica

2 ( ).

rito

funebre

ci d,

come

in Sicilia,

il

seppellimento per famiglie, rispondente


individui singoli

alla foggia del sepolcro stesso,

fatto

non per

ma

per collettivit

parentali;
e 21,

il

numero

delle deposizioni varia ed oscilla da 1, 2, 4, 5, 6, 9 sino a 19


I

massimo riconosciuto nel sepolcro 62.


nella

cadaveri erano per lo pi distesi con

cranio e spalle sulla banchina, attraversando col resto del corpo la cavit o depressione centrale,

quale

con molta frequenza

si

osservato

un

letto

di

sabbia

per l'assorbimento della lue cadaverica. Le

gambe

erano d'ordinario diritte, talvolta

lievemente piegate, come reminiscenza del pi antico rito di accoccolamento (vedi a fig. 34 la planimetria del sep. 25). Caso unico di seppellimento di un solo individuo,
il

quale uso venne riconosciuto (anche nei recentissimi scavi del giugno 1912), iu qualche caso eccezionale. In altre tombe, poche di numero, le ossa di alcuni individui erano distese, quelle di altri ammucchiate, rimanendo
il

dubbio se questa specie

Le meglio note sono quelle della Murgia Timone presso Matera. Per il resto della Basipossediamo molteplici segnalazioni del De Cicco, ma non i resoconti di una sola esplorazione metodica; luoghi principali: S. Mauro Forte, con oggetti litici (Notizie, 1893, pag. 53); Pietra(')

licata

paola

e
(')

Campana (ibidem, 1900, pagg. 605 e De Cicco, Notizie, 1901. pagg. 201
in

607). e sgg.; Maggiulli,

Le grotticelle sepolcrali artifteiuli

in

Terra d'Otranto (Matino, 1911); Orsi

Apuha

(a.

VI, 1912 pag. 70 e segg.).

REGIONE

III.

45

LOCRI EPIZEPHYRII

di

ossilegium derivasse da un accoccolamento del cadavere, o non piuttosto da un rimaneggiamento di esso per dai luogo a nuovi venuti. lutine va rilevato il caso nuovo del-

YyxvrgiOftg di bambini dentro giarre ovolari (sep. 60), la cui rassomiglianza vivissima con forme analoghe adibite allo stesso uso nel sepolcreto antichissimo del Foro Romano,

non
di

certo dovuta a mero caso (Boni, Notizie, 1903, pagg. 167-1 08). Anche nei lavori restauro ai materiali di Torre Mordillo, restauri che ora dirigo, mi venuto fatto di

ricomporre una quindicina di codesti pithoi semiovolari, alti da era. due dei quali, fortunatamente, si conservano ancora le ossa infantili.
plari di Torre Mordillo

30

."0,

in

Codesti esem

sono identici a quelli locresi. Di

essi

non

vi

traccia nella

pi volte citata relazione del Pasqui nelle

Notine.

Fio. 12.

Fio. 53.

Passando ora all'esame


la

dei corredi, colpisce la

grande abbondanza delle ceramiche


siculi
si

quale eguaglia anzi sovento supera l'abbondanza dei sepolcri

del 3 e 4 pe-

riodo.

Ogni sepolcro intatto

di

Canale-Janchina racchiudeva, ove

tenga conto anche


il

dei pezzi frantumati, da una trentina tino ad tra centinaio di capi di vasellame,

che denota una industria prospera ed una produzione abbondante.

ceramica

locale,

ben cotte

trattate con

ira

Queste masse di tornio primitivo, hanno una incamiciatura

marrone o bigio scuro; e d'ordinario, nella precisione delle sagome, denotano vasai ben pratici ed addestrati. Il tipo che prevale quello dei grandi recilustra color pienti da acqua, sotto
cos detta di

forma

di
le

anfore, olle, e talvolta di idrie.

Primeggia l'anfora

Villanova, per

reminiscenze che essa ha cogli


di

ossuari della celebre


grandi,

necropoli bolognese.

La presenza

diecine e diecine
il

di esemplari

medi

piccini di questo tipico vaso in Locri, apre

campo

a gravi meditazioni, delle quali

qui toccher appena, di proposito evitando pericolose discussioni. Tutti gli archeologi sanno come l'ossuario di Villanova costituisca una forma di vaso, adibita a cinerario,

LOCRI EPIZEPHYRII

46

le

REGIONE

HI.

specifica per

una

civilt e per

uu popolo, che lasci


Rimini.

sue necropoli di cremati dalla


tali

Emilia alla destra del basso Tevere. Sul versante adriatico V ultima di

necropoli

apparsa nelle vicinanze


si

di

Da

in gi,

le

necropoli a cremazione scom-

paiono, ove
e di
si

tolgano le due isolate ed eccezionali di Pianella di Kosenga (Piceno)


nello quali con ragioni che a
Italici,

Monte Timmari presso Matera,


isolati

me sembrano

buone,

vollero vedere gruppi

di

misteriosamente spintisi

verso l'estremo

Mezzogiorno. Ma tutte le altie necropoli preelleniche del versante adriatico e ionico, da Novilara a Locri, sono ad umazione, per lo pi con cadaveri ripiegati Questo popolo essenzialmente diverso, per mille ragioni, dall'italico, ha pure accolto il vaso

Fio. 54.

villanoviano, modificandone bens

alquanto la forma
in

trasformandolo in anfora da

acqua od
nelle

in blocchetto.

Lo rinveniamo
211-212
tesori

pochi esemplari gi nella necropoli di Noin

vilara (Brizio, Novilara, coli.

tav. XIII, 2, 4), ed

quantit

maggiore

necropoli

picene

cui

archeologici,

quasi

tutti

inediti,

sono raccolti

nel magnifico

ostante la

Museo di Ancona; eccoli quindi a Belmonte Piceno, necropoli che, non enorme distanza, ha tanti punti di contatto con quella di Locri, a Ninnami,

a Fermo, colle stesse decorazioni di Bologna e dell' Etruria.


l'alta

La

regione sannitica e

Apulia, per difetto forse di esplorazioni, nulla

ci

han dato di simile:

ma

ecco

riapparire questa

sagoma

a Taranto,

in

un deposito

di

ceramiche, la cui precisa de-

stinazione sfugge (pozzo, stipe sacra?), e che ad ogni

modo

il

Quagliati ha giusta-

mente segnate come anteriori alla prima colonizzazione dorica. Sono piccole ceramiche di l'anfora villanovoide impasto, commiste ad altre a fondo chiaro e fregi lineari, dipinti
;

appare

nell'

una

nell'altra tecnica, trasformate per in brocchetto.

Ora codesti

vasi,

gi studiati fuggevolmente e con criteri antiquati (Taramelli, B. 1\

/.,

1894, pag. 22;

Patroni,

Ceramica antica Italia meridionale,

pa-gg. 6^e segg.),

meritano una illustra-

zione completa ed esauriente,

costituendo un caposaldo nello studio della ceramica

REGIONE

III.

-47

LOCRI EPIZEPHYRII

preellenica del Mezzogiorno. Infine scendiamo alla necropoli di Torre

Mordillo, del

paro inadeguatamente illustrata, tanto vero che, non certo per colpa del benemerito Pasqni, si tralasciata una quantit di materiale ceramico che non era stato n restaurato, n lavato. Gi il Pasqui (Notizie, 1888, tav. XV, 1G) aveva segnalato qualche vaso villanovoide: mai recenti lavori di restauro al materiale del Museo di

Cosenza hanno rivelato


di molti brocchetti

la presenza di rarissime anfore

colia stessa

Villanova di impasto, nonch sagoma; infine di alcune anfore Villanova e di molti

Fin. 55.

brocchetti dipinti col sistema lineare e tutti


di

inediti

tanto che

si

sente la necessit

pubblicare ex novo tutto

il

materiale di Torre Mordillo.


ci

La
si

necropoli a

crema-

zione di

Monte Timmari presso Matera


chi ponga a raffronto
i

offre

ossuarii che

scostano dalla nostra

forma tipica;
concave
correnti

copiosi esemplari di Canale- Janchina a spalle

rigonfie, con quelli di Timmari editi dal Quagliati

(Monum.
al

ani. Lincei,

XVI),

a spalle

dritte, converr che questi ultimi sono tutto

il tipo pieno e sviluppato di Villanova. Sicch concludo che da Novilara a Locri l'anfora di Villanova ha perduto il suo carattere di cinerario, diventando patrimonio di una civilt e di un popolo diverso dall' italico.

prepi forme incoative da questo rapido sguardo

poi incontestato che questa foggia di vaso, con molti suoi derivati, ebbe una certa

diffusione pure

nella Campania, venendovi dal Lazio, e soprattutto a

dima

nella

valle del Sarno.


io

Di tale fenomeno

si

presentarono varie e disparate spiegazioni;


vi

ma

vedono soltanto la emigrazione di una determinata forma industriale, indipendente per da quella di un determinato popolo: in altri termini, il prodotto di una corrente di civilt, non l'indice specifico di una stirpe. Su questo caposaldo, che deve regolare il metodo delle nostre indagini,
penso sieno pi prossimi al vero coloro, che

LOCRI EP1ZEPHYRII

48

REGIONE

III.

imponendoci di cautamente distinguere tra forme di civilt industriale e sostanza etnica di un determinato gruppo, avr ad insistere anche in seguito. Accanto alle anfore villanoviane ve ne hanno alcune poche di sagoma grecoarcaica; e poich, di queste, alcune sono in creta figulina ed altre di impasto locale,

commerci protogreci l'introduzione di tale forma, imitata poi dai figlili paesani. Altre forme di vasi da acqua sono 1" hydria a tre manichi, rara, ed olle globari svariate e di mole piuttosto grande. In vere masse,
non v'ha dubbio che
si

debba assegnare

ai

a centinaia,

si
;

M. Timmari
tutte

presentano gli scodelloni, analoghi ai siculi della Sicilia ed quelli di numerosissime le ciotole e le capeduncole, quelle basse, queste alte, e

munite

di

manico elevato. Immancabili


di rado trilobato;

in

ogni sepolcro
askoi, ed

boccali
i

fiaschi

ad

orificio

circolare,
in

diffusi

Sicilia; eccezionali

meno comuni gli alcune forme come un


il

barattoli cilindrici,
il

vasetto trino del sepolcro 18,

bacinetto con piede a trafori del sep. 37,

singolare vasetto antropoide del sep. 34,


al

ed

il

piede del sep. 33,

forse riferibile

ad un vaso similare

precedente. In una

rassegna rapidissima come vuol

essere la presente, io non tengo conto delle sfumature

capricciosa dei tipi fondamentali, n delle numerose varianti dovute


figlilo.

bizzarie del
i

completare

il

quadro

dell'

industria paesana aggiungo che sono numerosi

pesi a piramide tronca, pesanti, e quasi sempre decorati di meandri e swastiche: di


essi

porgo qui alcuni


i

campioni
piccoli
e

(figg.

52-55). Aggiungansi

in

quantit

cilindri a

capocchia o rocchetti,

birilli (')

e le fusajole, nei quali

oggetti tutti io

vedo

documenti della vita pratica


la

dell'

industria casalinga e non gi oggetti simbolici.

Per ci che risguarda la decorazione delle ceramiche paesane poco avrei da dire, perch grande maggioranza di esse liscia; gli ornati a rilievo o plastici mancano del
Invece
di

tutto.

denti

adopera talvolta la stecca acuminata per tracciare cordoni, fascie, lupo, meandri od impressioni cnpelliformi disposte in linee od in quadri;
si

ma

tale sistema, ripeto, viene applicato piuttosto di rado.

Ma

accanto ai prodotti,

necropoli ci ha restituito in

lunga prevalenti, della ceramica indigena, la limitato numero anche quelli di una industria geometrica
di

gran

paleogreca, che tale


all'

si

afferma alla creta figulina, al garbo ed alla forma dei vasi,


nel fondo, bruno nella decorazione. Il totale di codesti

impiego

dei

colori, gialletto

vasi

ammonta ad una
;

choai, n. 3

coppe,

n.

dozzina precisa, ripartita nei tipi seguenti: n. 6 anfore; oeno3. Le anfore, ai consueti elementi lineari puri (fascie, linee

ondulate sul collo, tremoli) in due

soli esemplari aggiungono elementi zoomorfi; quella 9 cio del sep. coll'oca, ed una del sep. 21 con un cervide accosciato, in un campo
2 metopiforme ( ). Attesa la rarit del soggetto, che potr forse in seguito guidarci alla determinazione della fabbrica, ne d qui il disegno a fig. 56. Dei boccali, d'ordinario a sole fasciature, riproduco a fig. 57 un grande esemplare alto cm. 28,

Birilli a testa forata, identici ai locresi, ci

han dato

in

abbondanza Novilara

(Brizio, Novilara,

tavv. IX, 4 e XI, 1; pagg. 174-175, 180; ritentili anche da lui per rocchetti) e
3
( )

Belmonte Piceno.

Crvidi, stambecchi, caprioli sono abbastanza ovvii nella pittura geometrica,

ma come

pa-

scenti o camminanti.

La

figura accosciata invece estremamente rara; ne trovo esempio solo in

un

piccolo coccio del Louvre (Xlorin-Jean,


figur.i

Le dessin des animaux en Orice d'apri*

le vases,

pag. 17,

4).

REGIONE

III.

49

LOCRI KPIZEPHYRII

del sep. 27, plasmato in creta bianca; la singolarit dei motivi che

si

svolgono sulle

sue spalle merita un attento esame stilistico

comparativo, che
(fig.

non

qui

il

mo-

mento

di fare.

La

graziosa e minuscola anforetta

58) ricorda quelle, molto pi

grandi, della Sicilia. Essa proviene dal sepolcro 26. Infine le tre tazze, e per forma
e per decorazione,
stile

rappresentano un tipo che fu comune a provincie disparate dello di esse, proveniente dal geometrico. sepolcro 22, qui riprodotta alla tg. 59. Codesti vasi, assieme ad altri rinvenuti negli scavi del giugno 1912, richiedono una

Una

Fig. 56.

analisi comparativa, che destino ad altra sede, per ora limitandomi ad alcune consi-

derazioni d'indole generale. Qui a Canale -Janchina

manca

il

vero protocorinzio ed

il

abbiamo il geometrico, ed in quelle del 4" persino l'attico nero. Nelle necropoli sicule dell' isola (Scifazzo, Leontini, Ossini, Finocchito ecc.) il geometrico appare in grandi quantit, laddove qui scarso, ma con maggiori caratteri di originalit; in Sicilia, molto del
corinzio; invece in Sicilia nelle necropoli sicule del 3 periodo
il

corinzio,

vasellame geometrico era confezionato dai Sicelioti per uso dei barbari dell'interno: qui sembra tutto di importazione esotica. Direi quindi che il geometrico di CanaleJanchina pi antico della media del corrispondente siciliano tale tesi ha la con;

troprova nell'assenza, in Locri citt e necropoli,

di

vasellami a decorazione lineare,


sono
anteriori,
sia

donde ne caverei l'altro

corollario,

che quelli di Can.-Janchina

pur di poco, alla fondazione della colonia, e coincidono colla fase dei commerci transmarini, che la precorrono e la preparono. Noto per ultimo che vasi geometrici greci si hanno anche nelle necropoli adriatiche del Piceno, le quali hanno dato anche
vasi geometrici apuli.

Sono per

lo

pi anfore lineari; e soltanto Cupra

ci

ha fornito

un'anfora zoomorfa, due oenochoai ed uno stamnos.


Notizie Scavi 1912

Voi. IX, Supplemento.

Locri epizkphyrii

50

il

REGIONE

IH.

Da
bilire;

quali fabbriche emanino


la

nostri vasi non per

momento agevole
un complesso
sul

di stadi cera-

prima miche geometriche protogreche. D'altro canto


del

volta che sulle coste calabresi si presenta


i

recenti
il

studi
di

geometrico
i

greco

risguardano regioni diverse, n venuto ancora

momento

uua sintesi;

tentativi

Perrot costituiscono una eccellente base, ma, per quanto recenti, sono ormai inadeguati, atteso il vertiginoso succedersi delle scoperte. Nello stato
(')

Wide

e del

Fio. 57.

attuale della ceramografia lecito di asserire che quasi

ognuna delle grandi regioni sua industria geometrica. Sembra quindi logico l'ammettere che, se i coloni di Locri vennero dalla Locride, di l o da importanti centri vicini attingessero
greche ebbe
la le

merci vasarie che scaricavano sulle coste d'Italia. Assai prossima alla Locride

Calcide, che nella diffusione del geometrico verso l' Italia ebbe una parte di primo ordine ( ! ) In parte calcidese potrebbe quindi ritenersi il vasellame geometrico di

Can.-Janchina, pur non escludendo

altri centri di fabbricazione,

dato

il

carattere misto

dei fondatori della citt e dei loro precursori.

(')

Geom. Vaten aus Grieehenland,

in

Jahrbuch,

1899-1900. Anche
lo

il

Perrot (Uistoire de
a tutte
le

l'art,

voi. VII,

1898, pagg. 154 e segg.) risente oggimai

stesso

difetto, inevitabile

grandi sintesi.
(')

Gabrici, Cenni sulla origine dello stile geometrico di

Cuma

e sulla

propagazione sua in

Italia (Napoli 1911).

RBQ10NE

III.

51

LOCRI EPIZEPHYRir

Di Bronzo la necropoli ha dato lancie in buon numero, di dimensioni medie, e talune piccole (giavellotti), le quali ultime sono limitate al gruppetto di Patariti. Che le lancie fossero deposte in quantit nei sepolcri lo desumo anche dalla presenza di molte di esse notate presso autiquarii e collezionisti di Geraco ancor prima di
e pugnali,

iniziare le nostre ricerche. Se molte sono le lancie, mancano al tutto spade, cio quell'apparato militare che caratterizza in Sicilia la 2" fase

daghe
della

civilt protllenica; ed

anche nell'isola

la lancia,
e

nel 3 (mai in tombe, sempre in ripostigli,

sconosciuta nel 2 periodo, appare sovente di dimensioni colossali), subenio inclino

trando alla spada, che scompare. In Sicilia, tale evoluzione dell'armamento

Fio. 58.

ad attribuirla alla comparsa, sulla scena politica, dei Greci, jccXxo%itu>v(s


per eccellenza, contro
i

oQvqQoi

quali

male

si

sarebbero battuti

Siculi col solo antico loro

armamento

delle armi corte. Ritengo quindi che,

come

la

spada

in

bronzo fu intro-

dotta in Sicilia dai commercianti egei, anche la lancia sia stata diffusa dai Greci e

Protogreci nel sec. 1X-VIII.

Locri non saiauno stati certo


il

fondatori

della citt

che comunicarono

ai

pericolosi vicini

nuovo armamento

essi lo

devono aver appreso

parecchi lustri prima dai commercianti di vasi geometrici, ecc.

Accanto

ai

guerrieri

deposti

colle

loro

armi

(e tutti

gli

uomini validi erano,

vediamo giacere donne e fanciulli della stessa famiglia, coperti dei loro ricchi e fastosi ornamenti. Tra questi prendono il primo posto le fibule, il cui uso non voglio limitare alle sole donne, sebbene sia difficile dare la prova maall'occorrenza, soldati)
in Sicilia quanto in Calabria, la prima introduzione di umile elemento ornamentale, che nella storia delle prime civilt rappresenta questo una parte capitale, dovuta ad Egei, Protogreci e Greci. A Can.-Janchina assente
il

tematica del contrario. Tanto

tipo antichissimo della

fibula

ad arco

di

violino, che,

viceversa, nella Locri greca

perdura sin verso la met

del sec.

V('); tanto affermo, perch

l'esemplare del se-

(')

Bullettno d'arte, 1909, pag. 479; Notizie 1911; Supplemento, pagg. 14

24.

LOCRI EPiZEPHYRII

52

REGIONE

III.

polcro 59 pi una anomalia che non una forma tipica. Pressoch assente anche l'altro
tipo vetustissimo della fibula

ad arco semplice. Tale mancanza costituisce un


fissare l'origine

criterio

cronologico

di

una certa importanza per


tipi

della

necropoli.
e

La massa
dalle

delle fbule data dai

a navicella piena, in esemplari


di

grandi

piccoli,

serpeggianti ad occhio (non a gomito), talvolta

dimensioni colossali (sep. 60), e in minore da a dischi eccezionale una con disco poi, quantit, quello quattro spirali
;

di

appendice. Quest'ultimo tipo, caratteristico dell'Italia

centrale,
le

manca

affatto in

Sicilia;

dove appo
entro

Siculi sono quanto

mai rare anche

fibule a navicella svilupin

pata, ossia a grande navicella, che fanno poi e gentili

comparse sporadiche
invece
in

esemplari piccoli
necropoli sicule

tombe greche arcaiche

(Fusco);

talune

Fig. 59.

abbiamo, come

al Fjnocchito, fibule a navicella angusta.

Aggiungasi per ultimo qualche

raro esemplare serpeggiante a bastoncini.

poich sono a parlare di fibule, ricorder anche gli esemplari in ferro coll'arco
e

vestito di dischi d'osso

di

ambra; forma speciale

in Sicilia

contemporanoamente

usata dai Greci arcaici e dai Siculi, e nel Lazio dai prischi Latini {Notisie, 1905, pag. 164, fig. 32) e nel Piceno dai Piceni (necropoli di Belmonte Piceno, ecc ) Sincroni

a questi sono gli esemplari di ferro ad arco rigonfio, da considerare come una navicella, che in Sicilia sono abbastanza frequenti nel 3 periodo siculo (Grammichele-

Pavara; Licodia-Scifazzo

Serpellizza), ed appariscono profusi nelle necropoli picene.


filo

Costituisce una capricciosa anomalia qualche esemplare coll'arco rivestito di


(sepp. 42, 59),
in

eneo

ma,

in complesso, le varie forme di

Canale-Janchina

si

hanno tanto

quanto a Torre Mordillo, come in Campania (Cuma, Suessola), e nel Piceno, compresa quella a 4 spirali (rara a Pantalica, meno rara in Grecia, ad esempio a Thera; Dragendorff, Theraeische Graeber, pag. 300), e sono documenti di una moda
Sicilia,

comune, introdotta da una corrente che nel IX e Vili secolo proveniva dalla Grecia.

Una

peculiarit della

nostra

necropoli

invero

il

torques

in

bronzo, di

cui

abbiamo ricuperato
zionale e sporadico,
ciulli. Siffatto

tanti esemplari

ma

da doverlo considerare non come oggetto eccecome ornamento frequente, quasi normale, di donne e fanin Sicilia, figura

ornamento manca

con pochi esemplari a Torre Mordillo,

nell'Italia superiore e nord-centrale assai per

tempo adottato da

popoli, che pie-

REGIONE

III.

53

si

LOCRI EPIZEPHYR11

cedono di alcuni secoli


specifico
(').

Galli, di cui

un tempo

credette ornamento esclusivo

Ed

in

vero la rassomiglianza col iorqu.es gallico non che meramente fortuita,

avQsnig o

perch in Grecia, gi conosciuto assai prima, non era se non una forma peculiare di di oq(ioc a corpo rigido ed a capi aperti, quali erano molti dei monili
di

in oro ed argento

epoche pi progredite. Forme consimili alle locresi

si

sono rin-

venute anche in strati norditalici assai pi antichi dei gallici, in strati greco-arcaici (Vili secolo), mentre sepolcri del Bosforo Cimmerio, cos ricchi di prodotti indui

buona epoca (V e IV secolo), ci hanno fornito copiosi esemplari in greci oro; in fine sono da tener davanti le rappresentanze del torqucs tramandateci dai
striali

di

monumenti etruschi
dagli e
e

mi dilungo a descrivere le appendici di catenelle, pen). Non connesse ad alcuni dei torques, che risultano chiare dalle descrizioni frangette
(

dai disegni precedenti.

grande numero si ricuperarono le armille in bronzo di filo, di vtrga, a fettuccia, semplici od a pi giri, talvolta desinenti in spiralette. Tali forme in Sicilia ricorrono nel 3 e 4 periodo siculo, ed evidentemente sono, sovente se non tempre,
In od almeno in parte, repliche
argento (Leontini,
di

esemplari greco-arcaici, in materiale pi nobile, in


affini

M. San Mauro). Strettamente

alle armille gli anelli


I

digitali,

muniti anch'essi talvolta di appendicette spiraliformi. cilindrici o biconici formavano elementi di collane e monili, dall'anima
ad uno o pi
giri,

saltaleoni
filo,

di

od

alternati con catenine.

Le quali
il

alla loro volta esplicano variet di gusto e di adatil

tamenti,

e,

oltre che

collo,

ornavano

petto, od erano appendici di fibule e monili

sotto forma di toccaglie. Alle complicate e bizzarre ornamentazioni di codesta gente

appartiene ancora una infinit di minori oggetti


disco
di
fitto,

in

bronzo,

come

le

grandi spirali a

verosimilmente portate alle orecchie, perch


le spirali

avvenuto

di trovarle ai lati

un cranio (sepolcro 27);


le

lasche,

ravvivate da numerose perle di


di

ambra
perline

(sepolcro 5G);

doppie spiralette ad
;

occhiali, capi

pendenti;

perle

globari, cilindriche e biconiche

dischetti a trafori, cappellette, ecc. ecc.

Di bronzo la necropoli ha dato anche alcuni capi di vasellame laminato: una specie di bacino lebetiforme dal sepolcro 42, e da diversi altri alcune coppette a
calotta.

pi che probabile che anche codesto vasellame sia prodotto della calcheutica

esotica, cio protogreca.

(')

Torqu.es o goliere anche doppie e multiple nella Lomellina ed in altre parti della Lombardia,

dell'epoca delle palafitte (Patroni, B.P.I., 1912, pagg. 85-88).

A Bismantova

(B. P.I., 1882, tav. VI,

pagg. 121-124). In grande quantit nelle necropoli picene, ed in esemplari enormi a Belmonte 1 iceno. Ad Aufidena si hanno in bronzo ed in ferro, a cordone ed a fettuccia, ed il Mariani (A /indetta, colonne 91-96),
li

dichiara caratteristici della

civilt sabellica del versante adriatico.


,

pag. 271, nota 1\ Soltanto si aggiungano gli (") Vedi, per tutto, Helbig, llomcr. Epos 2. ed di Thaera, del periodo geometrico (Athen. nella arcaica come trovati in Grecia, necropoli esemplari Mittheil, 1903, pag. 233), ed altrove. Una terracotta siciliana, e precisamente di Serra Orlando,
collo un torques presso Aidone, rappresentante uno dei noti busti di Demeter e Cora, porta al ti. E. Iiizzo, Busti aperto ai capi. Si sa daltronde che molti di questi (cfr. il magistrale articolo di di Vienna, 1910) hanno il collo cinto da un collier rigido, che potrebbe essere
cervicali, e pero

Agrigento, fittili un torques coi capi sulle vertebre

non

visibili.

LOCRI EPIZEPHYR1I

si

54

REGIONE

III.

Ferro.
della storia,
s'

il

Malgrado
ferro

sia in
in

sempre

mia et abbastanza progredita, e certo agli albori grande minoranza al paragone del bronzo. Ma gi

incomincia a comprendere che esso colla sua duttilit si adattava meglio alle lame militari, e per s'incominciano a forgiare in tale metallo lancie, medie grandi e
(fino

grandissime

a 60 cm.), nonch qualche lama di coltelluccio. Vi hanno poi anelli svariati, taluni tipi di fibule di cui mi sono gi occupato, e qualche altra cosetta.
Vetri, paste, osso,

ambra.

Il

vetro sotto forma di perle per collane


e denota
il

per
;

ornamenti

isolati

di

una estrema
le

rarit,

gran conto in cui era tenuto

non arrivano ad

una diecina

perle

raccolte nei vari sepolcri, e sono per lo pi

diafane, di rado ad occhi. I due scarabei dei sepolcri 15 e 59, in pastiglia con inca-

miciatura bleu, probabilmente


plari di

fenici,

trovano anche in Sicilia riscontro in taluni esemi

M. Finocchito,

e,

se altro non vi fosse, basterebbero a provare che


gli

Barbari

di Canale attingevano a fonti trausmariue

oggetti

di

lusso

per le

loro vanit

personali.

L'ambra

relativamente copiosa, certo assai pi che non sia nelle corrispondenti

necropoli della Sicilia, sotto forma di perle globali, discoidali, oblonghe o di pendagli
cuoriformi.

Non avendo avuto ancora modo


lo

di

farne eseguire delle analisi

chimiche

o microscopiche,

avr,

ognuno

non sono in grado di dire se sia ambra baltica o simetite, il che comprende, il suo peso per la storia delle relazioni commerciali di
la lavorazione dell'osso era

codesta gente.

Anche

molto primitiva e scarsa;


(?)

all' infuori

della rotella nel sep. 15, di un capo di collana


di

in

avorio del sep. 60, null'altro

particolare

ci

ha dato

la necropoli.

Dalla
chiarezza
il

densa

rapida
dei
riti

esposizione

quadro

panni emerga con sufficiente funebri, delle costumanze sociali, delle mode, in altri
fatta,

che ho

termini la facies della civilt di questa bellicosa ed industre trib, che sull'altipiano
di

Janchina

contro le
storico si

un campo trincerato naturale, pronta alle offese trib limitrofe, ed alla difesa contro nuovi invasori del patrio suolo. Lo
si

era chiusa

come

in

domanda,

se

e quali

rapporti essa ebbe coi Greci

di

Locri;

l'archeologo
gli elementi

chi essa fosse, donde venisse, di quale civilt fruisse, e

donde attingeva

per la sua evoluzione. Invano ho cercato nel contado locrese qualche gruppo archeologico, anche qualche oggetto sporadico, che fosse indizio di una civilt antiquiore,

coeva e rispondente alla 2 a et sicula della Sicilia; fin qui nulla venuto a chiarire, anche debolmente, il buio pesto di questo momento della preistoria calabra. stato asserito, da autorevoli studiosi (Pigorini, Quagliati), che le necropoli di Torre Mordillo
e

di

Janchina rappresentino
dalle terremare e
e

usciti

estreme punte meridionali di una migrazione di Italici venuti dal Nord. Questa audace teoria, che lascia scettici
le

gli storici,

sulle forme esterne di civilt, e forse sul


ulteriore, di Oenotria e di

che non credo suffragata da veruna fonte antica, soprattutto basata nome che ebbe in antico l'attuale Calabria
Italia antiquissima.

Se questa fosse dizione meramente geografica od anche etnografica nel confusissimo quadro che le fonti antiche ci pre-

REGIONE

IH.

55

LOCRI EPIZEPHYRII

sentano del Mezzogiorno preellenico, non qui


Certo

il luogo ed il tempo per discutere. invece cho nella valutazione di uno strato archeologico, per trarne illazioni etnografiche, altro la facies della civilt, che varia e muta, anche radicalmente,

per ragione di ambiente

di

contatti, altro

la

forma

dei
il

riti

funebri, che

presso

popoli primitivi od inferiori rimane inalterata fino a che


e

prolungato contatto civile

politico con popoli superiori

Cos che

non valga a modificarla od a cambiarla di sana pianta. Siculi di Sicilia forse appena nel V secolo abbandonarono il costume
di
lotte,
ci

millenario delle grotte funebri e dell' umazione, dopo tre secoli


di contatti ed attriti con Greci.

di

scambi,

Fonti

storiche

di

indiscusso

valore

dicono che

nella regione brezzia abitavano dei Siculi, con che non esclusa la presenza di altre
genti.

Per Locri poi abbiamo particolari cos dettagliati, tramandati da Polibio, che

non vanno affatto relegati nel mondo delle favole,


ziale,

ma

sono veri nella parte sostan-

ai
il

perch rispondono precisamente a quanto avviene in ogni impresa coloniale ed primi contatti fra invasori civili ed indigeni barbari ('). Siculo adunque io ritengo

popolo adagiato sull'amba di Janchina, affine e contemporaneo ai Siculi della Sicilia nella 3 a fase della loro civilt. La forma sepolcrale, il rito ed una buona parte dei
corredi

rispondono

abbiamo due

nuclei,

esattamente di qua e di l dello stretto; solo nelle ceramiche che diremo estranei; l'anfora villanoviana coi suoi derivati
e,

prodotto di una corrente irradiante dal Lazio verso la Campania


invece le ceramiche dipinte in
stile

di qui nell'Oenotria;

lineare vengono d'oltremare.

Ma, tengo a
di

ripe-

Janchina, pur popolo accogliendo elementi culturali da fonti opposte e disparate, nella sua intima psiche religiosa od animistica rimane quale era da secoli e nell' isola donde trasse od a cui
il

terlo, altro l'etnografia, altro la civilt di

un popolo. Ed

impose
tinente

il

nome.

ancora oscura la diffusione di codesti Siculi mediterranei sul conletterari

italico;

vaghi accenni

antichi

(Odissea),

corroborati

per

ora

da

vaghi indizi monumentali, ce li additano nebulosamente diffusi nell'Apulia. E fonti antiche non disprezzabili ce li segnalano nello stesso Lazio. forse nella bassa valle
del Tevere che avviene l'incontro ed
degli Italici ariani migrati a lente
il

cozzo di due

razze

profondamente

diverse,

dal

Sud

tappe dal Nord, e dei Siculi mediterranei irradiati terra e le coste; dalla fusione di queste razze e dell'elemento per lungo

etrusco che sorge la forza e la grandezza di

Roma.
finito.
Il

Un ultimo accenno alla da tempo sulla sua amba e


1'

cronologia, ed ho

popolo di Janchina abitava

sulle verdi colline locresi,


i

quando spuntarono
coloni greci.

navigli

che in sullo scorcio del sec. Vili portarono alla costa

Ma

lungo tutto

Vili secolo, se son anche nel IX,


sbarcavano ceramiche
in

essi

mercanti che

erano stati percorsi da sciami di navigatoridipinte, bronzi, contere, forse oro ed argento.

La mancanza,

Lo,

di vasi geometrici, ed a

Janchina

di quelli protocorinzii,

un

indice cronologico della nostra necropoli, che, iniziata nel sec. IX, fu nella maggiore 1' Vili, e cess all'inizio del VII secolo, dopo aver visto i primi albori attivit

lungo

della vita della nuova colonia. Sui Siculi di Canale-Janchina agiva

dunque una

cor-

(*)

Si consaltino, su tutto ci,

miei Appunti di protostoria

storia

loerese,

'.n

Sagyi di

storia antica e di archeologia offerti a Giulio leloch

(Ruma

1910).

LOCRI EPIZEPHYRII

si

56

REGIONE

III.

rente paleogreca, in parte precoloniale, e continuata per poco dopo la fondazione di


Locri.

questa

corrente

devono

vasi

geometrici dipinti, molti dei bronzi, le

poche conterie e gli scarabei, e tanti altri piccoli articoli.


rente, che, risalendo la vallata del Crati, arriv

Donde venga questa

cor-

non
Si

ancora agevole
per
i

il

dire.

Il

suo

centro di origine

anche alle genti di Torre Mordillo, era italioto o transmarino?

pensato,

vasi,

Cuma

e Calcide, ed io penso

vagamente anche a Taranto,


di

che come emporio mercantile, ed al paro di altre citt fornite

ampli

e sicuri porti,
(').
il

dovette sorgere e funzionare parecchio tempo prima della data tradizionale del 701

Se per la regione brezzia fosse gi allora in attivit anche quell'altro, che fu poi
colossale emporio di Sibari, non

sappiamo.

poich parlo di

oso dire, perch, archeologicamente, nulla di esso questa corrente paleo-greca, in parte precoloniale, che
adriatiche,

ag sulle coste ioniche, ed anche su quelle


le

mi

sia consentito di rilevare

stringenti analogie che corrono fra la nostra necropoli e quelle contemporanee del

Piceno.

Anche su
i

di esse agisce tra

il

IX

il

arcaica, che

mercati di quelle genti

barbare letteralmente

VII secolo una poderosa corrente grecoinnondava con oggetti

d'ornamento, che sono greci nelle loro forme fondamentali,

ma

che, secondando

il

gusto

barbarico assumevano proporzioni grandiose. Era una industria di origine greca,


fatta

ma

in

usum barbarorum
e

Questa corrente industriale,


bronzo di squisita arte

il

cui

punto o punti di

origine non sono ancora bene precisati, continua, modificandosi, nel Piceno, anche nei
secoli
ficerie

VI
e

V, portandovi vasi

in

ionica,

vasi

dipinti, ore-

persino

marmi

l'insigne Apollo o xovqo; arcaico di

Fermo

(inedito) costi-

tuisce
fonti

il punto culminante di questa misteriosa corrente, che, traendo da una o pi comuni, irradiava i suoi sbocchi da Ancona alle coste brezzie. Studiata nel Piceno,

essa offre un magniffco


di

campo

di

indagine allo storico ed all'archeologo, ed illumina

reciproca luce le due estreme regioni costiere (Marche-Calabria), sulle quali essa

venne a pronunziarsi.
De M. Graeciae

(')

Byv.inck,

hist.

anliquisslma, pa<*g. 59 e 89.

REGIONE

III.

57

REGGIO CALABRIA

II.

REGGIO CALABRIA.

Avanzi di torre bizantina.


di tutto

Rliegium

Messana, attese

le

condizioni sismico-

geologiclie-idrografiche del suolo, sono tra le citt pi povere di avanzi


il

monumentali

vastatrice

Mezzogiorno. Mancanza di buona pietra, convulsioni sismiche, azione defiumare sono le cause precipue, ma non uniche, di questa condizione in fatto di monumenti. Era da sperare che nei colossali lavori di sgombero negativa
delle

F[

60.

di

escavazione, eseguiti od in corso di esecuzione nelle due citt, tornasse a vista

qualche avanzo greco o romano dei ragguardevoli edifici che non potevano mancare. Ma nulla di simile ha fin qui dato Messina; e nulla negli ultimi tempi Reggio, all'

infuori

di

qualche pozzo e cisterna,

la

cui importanza

minima

fu

gonfiata

nelle

gazzette
e segg).

locali, e di

alcuni sepolcri sui quali ho gi riferito {Notizie, 1909, pagg.

34
ai

Una

sola scoperta ritengo degna di ricordo,

comecch non appartenente

tempi

classici.

Demolendosi, nell'autunno del 1910, un gruppo di mine all'angolo fra il Corso Garibaldi e via Giulia, si venne a riconoscere che le costruzioni moderne ne avvolrisult essere un robusto torrione gevano una pi antica, che, a demolizione ultimata, della cinta murale reggina. Tentai ogni mezzo per salvarlo: ma, di fronte alla necessit di spendere come indennizzo alcune diecine di migliaia di lire, ho dovuto

Notizie Scavi 1912

Voi. IX, Supplemento.

REGGIO CALABRIA

58

al proprietario dott.

REGIONE

III.

rassegnarmi a dare
previa la

il

consenso per la demolizione


le

Giosu D'Ascola,

esecuzione di tutte

fotografe

ed

disegni ritenuti necessari.

La

torre

alla gola, cio verso l'interno della citt,

misurava all'esterno m. 8,40X8,27 con mura spesse m. 1,85 e 2,00; era aperta ma pu anche darsi che tale apertura vada
attribuita ad adattamenti seriori,
rattere militari.

quando

la

costruzione perdette lo scopo


si

ed

il

ca-

La

struttura muraria,

come

desume

dalle sezioni e fotografie che

Fio.

fii.

presento (figg. GO e G), constava di uu opera a sacco di pezzami e ciottoloni fluviali

con paramento
Gallina, tolti

legamenti disposti per letti di grossi conci del durissimo calcare di indubbiamente da edifici classici pi antichi. L'altezza della torre dal
e

suolo attuale era di circa m. 7,50; e nell'estremo coronamento in opera laterizia pre-

sentava una cornice lapidea di breve aggetto, come per sorreggere qualche cosa. Oltre
dei grossi massi in calcare duro, alcuni dei

quali di dimensioni ingenti

(il

maggiore

diede m. 2,22
laterizi

1,15

0,30

alt.),

molto grossi (cm. 35

erano impiegati come materiale da fabbrica copiosi 30 X 10), in taluno dei quali si trovarono, impressi,
1)

avanzi di bolli greci gi noti, come 'Aq%e&(iov (Kaibel, 2400,

'Pijyirwv (Idem,

2400,

15).

Il

vano interno ingombro

di terra nella parte pi


si

bassa, racchiudeva un

pozzo che parventi antico, e che, attesi i molti pericoli, dit, ricavandone insignificanti rottami fittili antichi,

esplor sino a poca profon-

ed

un pezzo

di

mattone col

primo

dei bolli suindicati.

La

torre non pi oggid che

un

ricordo, perch

demo-

lita nell'estate del

1911; ho fatto vigilare tali lavori di demolizione, confidando di ricuperare qualche pietra scritta o modinata ; ma la mia vigilanza non ebbe compenso da veruna scoperta.

REGIONE

III.

f>9

REGGIO CALABRIA

giornali reggini discussero vivacemente

quale epoca appartenesse la torre,

e fu

si

asser

facesse parte della cinta urbana medioevale, che, ancora intatta nel 1(382,

rilevata dall'abate Pacichelli.

Devo dichiarare che

noi

non conosciamo

tipi

della

tecnica muraria militare della greca

Rhegium

nei suoi buoni tempi,

tipi che

dove-

vano essere alquanto diversi da quelli delle altre citt, sopra tutto per di buoni materiali costruttivi. Ma il sistema a sacco legato da cemento, e l'impiego irregolare
edifici classici

la penuria

di grandi massi tolti da escludono l'et greca ed anche la preesistenti,

romana.
strutture

In

questa

torre

io

riconosco
di

tutti

caratteri delle

bizantine,

infarcite

massi antichi, difettosi

per

squadro, sistemazione e combaciamento; informino a proposito


i

copiosi avanzi delle opere militari

dell'Africa settentrionale,
alla

cos
tg.

bene studiati dal Diehl

(').

Lo schizzo che presento

62

tolto

dalla piantina di Reggio del 1632, allegata al:

II regno di Napoli in prospetFatto un ragguaglio colla planimetria della citt attuale, la nostra torre viene a cadere dentro o dietro la porta della

l'opera dell'abate Pacichelli


tiva.

Mesa,

di

significa

una quarantina di passi pi a mezzogiorno, il che come la torre D'Ascola, chiamiamola cos, apparte-

neva ad una cinta pi antica di quella spagnuola, vista e disegnata dal Pacichelli. In tale convinzione mi induce anche
la

sua struttura muraria, molto diversa da quella dei magnifici

avanzi della cinta spagnuola


distrutti negli ultimi

messi a nudo ed in parte gi

ridionale della citt.

mesi lungo la marina, e nel fronte mePer tutte queste ragioni sono di avviso

Fio. 62.

che la torre D'Ascola facesse parte del sistema difensivo bizantino della citt. Per la sua posizione dominante lo stretto, Reggio fu sempre, nei una importante piazza mitempi greci, romani e bizantini, come lo oggi ancora, da ricordata viene delle litare. Ai tempi Procopio {B. G., I, 8; III, guerre gotiche

18,37)
tutto

ccome

fortezza di molto

valore;

ed

naturale

che

anche dopo

il

sacco

subito nel

549 per opera di Totila, i Bizantini la rafforzassero pi che mai, sopra la Sicilia araba. quando nel secolo IX divent testa di ponte verso
dans VAfrique du Nord, Rapporl sur deux missioni archologiques
1894;
idtm,

(')

[Paris,

L'Afrique byzantine, pp. 138-225.

COTRONE

60

REGIONE

III.

III.

COTRONE.

Materiale inedito del Museo civico.

Gli scavi del 1910 al santuario di Hera

subito costituire un piccolo

Lacinia hanno sollevato anche in Cotrone un entusiasmo archeologico, che ha voluto Museo civico, iniziatosi con modesti doni ed acquisti, e

col deposito di alcune raccolte private, delle quali la pi ragguardevole quella del

marchese Armando Lucifero. Tra questo materiale ho notato i seguenti pezzi inediti: Da C. Colonna proviene un frammento di scodellino nero a calotta, colle lettere
graffite nel

cavo:

XOhP
Dal predio Carrara un oscillum
fittile,

colle lettere pure graffite:

MAPi
morea sagomata,
Dal predio Farina un titoletto romano di cm. 19 '/z X 14:
inscritto,

nel piede di una basetta

mar-

A M

T H V

T--

CAESNSER
5.

ITEM COLONVS M VlXITANN OLIMPIAS CVM FILIO


III
II

CON1VGI
/
/

B
S

M
F

Nel verso 4 sar probabilmente da leggere L


crotoniate vi erano terre della casa imperiale,
il clie,

1 1

Il

titolo rivela

che nell'agro

date in esercizio o gabella a coloni,

credo, non erasi fin qui rilevato


altri

da altre

fonti letterarie ed epigrafiche.


e

Aggiungo

due

titoli di

provenienza non crotoniate,

quindi da riportare ai

rispettivi luoghi:

Dalla Roccelletta del


lastrina

vescovo di Squillace,
'/*

presso Catanzaro

Marina, una

marmorea

di

cm. 36

27

'/s*

col titolo:

ATTI A

Servanda
vix-an-xxv
F

REGIONE

III.

61

COTRONE

il

primo documento romano che provenga da quella contrada inesplorata. Nelle

vaste terre di propriet del barone

Mazza

esistono importanti ruine di et romana,


il

soprattutto nella breve piana fra la Koccelletta ed

mare

nella l'attoria io ho no-

tato parecchi

marmi

architettonici romani, e presi nota anche di povere

tombe

della

decadenza romana. Per scoperte avvenute durante la costruzione della ferrovia, veggansi Notizie 1879,
pag.

230;

in quel sito

l'

Evans afferma
che
i

di

avere

riconosciuto persino

gli

avanzi di

un grandioso antiteatro
si

('),

io,

a dir vero, non riuscii


ai

ancora a rintracciare. L
il

collocano generalmente

Castra Hannibalis,
(cfr.

quali subentr pi tardo

porto,
II,

meglio

la

rada della Scolacium romana


C. I. Z.,

Nissen, Italische

Landeskunde,

pag.

946; Mommsen,

X, pag. 12).

Fig. 68.

proviene

Dai poderi della famiglia Berlingeri a Policoro, dove esisteva l'antica Heraclaea la piramidetta fittile, fig. 63, alta cm. 6, la quale non desterebbe speciale

in rosso che gira alla base di essa attenzione, ove non fosse per la iscrizione dipinta
il punto predi un una traccia avrebbe preziosa luogo di culto, ciso di provenienza del pezzo, ed il significato di codeste che tale e non altro il carattere del titoletto. Per l'uso cfr. la mia Gela, col. 679, dove alla fig. 510 ne pubblico un esemplare

e che porta

il

nome

della dedicante, 'Iaoixt]', ove si potesse stabilire


si

piramidette

in bronzo,
Il

pure con iscrizione dedicatoria.

quarto
dale.

fondo Prebenda del cav. Fil. Eug. Albani dista da Cotrone un due ore e un di cammino, e trovasi a NO della citt, lungo la rotabile che mena a Scan collinosa, e

La regione

da una visita ad essa fatta risulta che in antico doin pi

veva essere

abitata, apparendovi

punti detriti

ceramici

ed in qualche

sito

anche conci lapidei; essendo per il suolo quasi incolto, converrebbe eseguirvi degli scavi per meglio vedere che cosa esso racchiuda. Ed in vero, durante i lavori agricoli
IV, pag. 203, nota.

(')

Freeman-Evans, History of Sicily,

voi.

COTRONE

62

REGIONE

III.

eseguiti in
racotte,

un punto speciale della vasta tenuta, venne in luce un deposito di terora al Museo di Cotrone, che alludono ad un santuario con officina coroplastica.

Iufatti, in

mezzo

ai

frammenti

e tipi

svariati

si

raccolse anche

una matrice

di

figura. Notevole soprattutto la met inferiore di una statuetta virile, grande a un mezzo circa del vero colle gambe coperte di cnemidi ed il torace di un corto chi-

tone

(tg.

64); aggiungi figurine muliebri ellenistiche nei

tipi

di

Mirina,

Tanagra

Fio. 64.

Centuripe; parecchie piccole Nikai; una bella testa di Demeter; uno scudo
goneion (saggi a
tgg.

con Gor-

65-68).

Insomma un gruppo

di

terrecotte dei secoli IV-III,

degne

di

essere studiate nei rispetti cos artistico-religiosi,

come,

pi ancora, della

topografia archeologica

dell'agro crotouiate, di cui nulla conosciamo.


iniziali

Sotto quest'ultimo riguardo giova qui segnalare altre scoperte


ziali.

ed indi-

Dal vasto fondo denominato Ges, del march. Francesco Berlingeri, proviene un gruppo di piramidette fttili e di minuscolo vasellame votivo, che sembrami dover
riferire

lungo

1'

ad un luogo di culto dei secoli V-1V. Questa contrada del Ges si stende Esaro, intorno al ponte che mette alla stazione ferroviaria e pi a Sud di esso.

Che qui sorgesse una parte della citt, o per lo meno uno dei suoi pi popolosi ngodareia, lo desumo dalla presenza, in quel sottosuolo, di ruderi di fabbricati di ogni
maniera,
le

cui creste

cate di alcuni canali di drenaggio. cesco Berlingeri, che fra


costruito con enormi
il

vengono toccate nei lavori agricoli e che spuntano nelle fianMi raccontava il predetto sig. marchese Fran-

1870 ed

il

1880

il

suo palazzo di

citt

venne

in

parte

pietre tratte

da grandiose

fondazioni antiche col esistenti.

REGIONE

III.

30 anni
una cinquantina

63

COTRONE

nella stessa contrada, un


greclie, di

addietro,
di

si

trovi

un ripostiglio

cui ho visto

pezzi

nelle

di monete magnomani del predetto signore;

erano stateri arcaici di Metaponto

colla spiga

incusa, di

Croton col trpode, di Si-

Fic.

6".

l'io. OC.

Fio. 68.

bari col bove, e mezzi stateri di Caulonia e


di proviene anche un tesoretto

Paestum. E sempro dalle

rive dell'Inaio

andati trafugati e dispersi


perte nella stessa contrada).

(cfr.

aurei greci di Alessandro e di Filippo di Macedonia, Notizie 1879, pag. 228, dove si parla di altre sco-

COSENZA

al

64

REGIONE

III.

Contiguo

fondo Ges, pi a mezzogiorno, un'altra vasta, tenuta pure della

nobile famiglia Berlingeri, denominata


la rettifica dell'

Esaro hanno messo

in

dei Monaci quivi i recenti lavori per evidenza la testata di un antico ponte, di cui

Vigna

mi occuper in altra occasione, non essendo stato fin qui possibile, per ragioni agricole, farne un denudamento ed un rilievo completo. Anche in quelle adiacenze il
suolo cosperso di tegolami e di pezzi di grossi
fittili.

In conclusione,

il

triangolo

oggi racchiuso

tra

il

fiume, lo

stradale di

Cutro, e lo

stradale della stazione, era

occupato da uno dei quartieri della citt, dove scavi sistematici porterebbero a risultati sicuri, se non fosse la rilevante spesa, dovendosi lavorare in terreni coltivati.

IV.

COSENZA.

Rilievo sepolcrale.

Della

Cosentia o Consentia brezzia,


I

greca
si

romana,

archeologicamente parlando, nulla conosciamo.

vecchi

eruditi locali

dedicarono

sovente a discussioni sulla base dei testi antichi, senza avere


delle reliquie
affaccia a

mai

di

mira l'esame
si

monumentali e del
il

sottosuolo.

cos

il

ponderoso problema, che

qualunque archeologo

quale visiti Cosenza, quello cio della scoperta del


tesori

sepolcro di Alarico cogli


io

immani

che lo accompagnano, non stato mai, che

sappia, seriamente affrontato con uno studio preliminare severissimo dei testi da una parte, del suolo e delle sue trasformazioni dall'altra, prima di esperire un qualsiasi

tentativo di scavi costosissimi e di dubbio esito.


insignificanti in

senza trovo due cenni

Notine 1877,

Su scoperte avvenute in Copp. 117 e 1879 pag. 77, ri-

guardanti sepolcri di tegole, forse romani, rinvenuti sul piazzale della stazione. Ed appunto in quella zona fra il Crati ed il Basento che l'egregio ispettore locale,
avv. Carlo Caruso,
et.

mi ha segnalato frequenti rinvenimenti


iieiQnoh; Bqstv?wv,
e poi

di

monete

fittili di

tarda
si

Ma

la vera Consentia,

quella greca
i

e la

romana,

doveva svolgere attorno


castello svevo.

all'alto colle,

sul quale torreggiano

grandiosi

avanzi del

sul declive di questo storico colle, a rovescio della

graudiosa chiesa

di

san

Francesco, che io ho segnalati ruderi

romani, a grandi

massi nella parte inferiore,


col
il

ed a reticolato nella superiore,


del
il

quali hanno una viva rassomiglianza

peribolo

Lacinium

di

Croton
altri,

(cfr.

Notizie 1911, Supplemento, pag. 85).

Kaibel, n

Mommsen, n

che

io sappia,

solo titolo greco o

romano

di

lazione di un bassorilievo,

questa certamente funebre,

citt.

dopo di loro, furono in grado di produrre un Viene adunque molto opportuna la segnache
io

devo alla

cortesia del dotto

REGIONE

III.

Ora
circa

65

lavori nel

COSENZA

ispettore
vescovile,

predetto.

un decennio, facendosi alcuni

seminario

fu rinvenuta

una

lastra

marmorea

figurata ed accompagnata dalla sola pa-

rola

XA1PE

nel listello.

Del prezioso monumento fu appena presa una piccola fotografa da un dilettante, da essa tolgo l'unita riproduzione, tanto pi importante, in quanto il marmo, poco dopo la scoperta, venne trafugato dagli operai, n valsero ricerche della questura e
e

Fig. 69.

di cittadini

per

ricuperarlo.

Mancandoci

cos -l'originale

come un'ottima

fotografia,

l'analisi stilistica del

rilievo diventa

assai problematica;
dei rilievi

ma

la

prima impressione
1V-II1 secolo.

generale che

il

rilievo sia attico o sul gusto

attici del

Non ho
editi
affinit

creduto di istituire raffronti colla grande raccolte degli Attisehe Grabreliefs

dal Conze e

Comp.

richiamo soltanto l'attenzione dello studioso sulla evidente


stilistica del

formale ed anche, fino ad un certo punto,

nostro monumento,

con una stele funebre greco-romana di Delos di P. Licinius Anius, che volle redatto
in

greco

il

proprio epitaffio (Bull. Corr. Hell., 1911, pp.

306

e sgg.).

Anche

in quello

due figurine di fanciulli accanto a quelle maggiori ed in egual modo ubicate. Per quel poco che ho potuto intravvedeie dalla piccola e scadente fotografia, l'arte del rilievo cosentino sembrerebbe migliore di quella del deliaco, e per sarei proclive ad elevarne l'et sino alla
la

vediamo

defunta seduta,

il

marito togato

in piedi, e

fine

del secolo IV.

Ma

qui sorge una questione


Voi. IX, Supplemento.

pregiudiziale.

Venne

il

nostro
9

mo-

Notizib Scavi 1912

COSENZA

(36

REGIONE

111.

uumentino

artisti greci, oppure un pezzo importato dalnon imprecisabile, sappiamo se antica o moderna? Solo la determinazione precisa del marmo ed una sottile analisi stilistica dell'originale risolverebbero il singolare problema. Ma il mio sospetto che possa essere attica la scoluira,

scolpito in Cosentia

da

l'Attica in epoca

emana da precedenti
funebre,
pp.
di

di

questa stessa regione.

attico

il

bassorilievo, con iscrizione


in

neo-Caulonia (C. Vetere), da


;

me
citt

edito e dichiarato

Notizie, 1909,

327

e segg.

attico d'importazione

il

titolo

che

Catanzaresi adducevano a doattico


il

cumento della
n.

greca

origine della

loro

(ibidem, pag. 330);


si

titolo

287

lace,

dava per certissimo, a SquilCorpus Inscript. Graec, rinvenuto, ma cosi sicuramente attico che il Boechk lo assegn proprio ad Atene. Siamo davanti ad uno strano fenomeno di migrazione di titoli e di scolture
del vecchio

dall'Attica alle coste della Brezzia, fenomeno nitido e preciso

ma

ancora inesplicabile.

Ho
in
di

pensato ad una migrazione avvenuta nel secolo XV, dopo l'invasione dei Turchi Europa; od a materiali marmorei portati come zavorra, ricordando che anche il Museo Siracusa acquist, un trentennio addietro, una serie di teste africane che zavorra-

la scoltura di

vano una nave. Lasciando impregiudicata la soluzione dell'enigma, certo che anche Consentia solleva fondati sospetti di provenienza esotica, forse attica.

P. Orsi.

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