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La Posizione Linguistica dellAltaico ed il suo Rapporto Privilegiato con il Dravidico.

Una Rivisitazione degli Studi Recenti (1978-2008), alla Ricerca di un Nuovo Paradigma
1. Laltaico nel continente euro-asiatico La vivacit del dibattito scientifico nei decenni precedenti al trentennio di studi considerato in questo articolo, stimolata in parte anche da diversi importanti lavori incentrati sul rapporto tra macrofamiglie linguistiche (come il vocabolario di nostratico di Illi-Svity1 o la proposta di una unit borealica di Palmaitis2), non avrebbe lasciato presagire che dagli anni 80 in poi si fosse sopito linteresse sulla posizione linguistica in preistoria dellaltaico, famiglia linguistica 3 cardine del continente euro-asiatico; lunica eccezione costituita dai contributi sul rapporto tra altaico e dravidico, ed in questo lavoro cercher di dimostrare che la scelta di comparare soprattutto queste due famiglie linguistiche non dovuta a casualit. Ad esclusione dellimportante lavoro di Greenberg Indo-European and its closest relatives, articolato in due volumi rispettivamente dedicati alla grammatica (2001) ed al lessico (2002) che per la loro importanza avrebbero potuto suscitare un dibattito scientifico pi vivace di quanto sia effettivamente avvenuto, e ad esclusione di pochi altri interventi incentrati sul rapporto dellindoeuropeo con laltaico4, possibile segnalare alcuni contributi di taglio comparativo relativi al rapporto della intera macrofamiglia ualo-altaica con le lingue paleosiberiane5 e con le lingue eskimo-aleutine6. Il confronto in preistoria tra luralo-altaico e le lingue eskimo-aleutine non accettato dalla maggior parte degli analisti per le forti dificolt formali che pone la comparazione, tuttavia alcuni studiosi, come Menges 7 adombrano con cautela una possibile protoparentela delle lingue eskimo-aleutine con il Nostratico comune, quindi non direttamente con laltaico o con il ramo orientale del Nostratico, di cui laltaico farebbe parte. Se pure ci fosse una parentela tra laltaico e le lingue eskimo-aleutine, dunque, si tratterebbe di una parentela assai remota contestualizzabile ai margini del continente euroasiatico, mentre Bonnerjea usa incautamente leskimo per spiegare alcune corrispondenze fonologiche in seno alla famiglia uralica. Nel suo contributo del 1989 Bonnerjea arriva addirittura, al di l di qualsiasi contestualizzazione, a proporre una serie di parallelismi tra leskimo e lantico turco, ovvero tra due lingue assai distanti per collocazione geografica ed antichit relativa8. 2. I primi studi di comparazione tra altaico e dravidico Non sono invece mancati lavori di comparazione tra la famiglia altaica e le lingue dravidiche. Si tratta di un filone di indagine che ha ormai circa un secolo e mezzo di storia, se vogliamo considerare come momento fondatore gli studi di Mller sulle lingue turaniche (altaico, uralico e dravidico) 9 e di Caldwell10, che compar le lingue sciitiche, cio laltaico e luralico, da lui gi considerate
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ILLI-SVITY 1971-1976. PALMAITIS 1977. 3 il sintagma famiglia linguistica viene usato in questo lavoro, in riferimento allaltaico (o al dravidico), per pura comodit espositiva. Bisogna essere infatti consapevoli che, se di famiglia linguistica si tratta, non si deve seguire il modello interpretativo alla base della ricerca indoeuropeistica, perch saremmo di fronte ad un altro tipo di imparentamento. Non bisogna quindi pensare all albero indoeuropeo, ma ad un campo di grano in cui ciascuna piantina uguale alle altre e insieme indipendente. Adotto qui la bella metafora in SILVESTRI (1994: 144), che lautore riferiva al caso delle lingue semitiche, ma che, a mio parere, funziona bene anche per le lingue altaiche. 4 Cfr. ad es. GIRARDOT 1982, dove si propone lidentit del suffisso di ottativo indoeuropeo *oi (<* -H-e/o-i-) con il suffisso altaico *gai/gei, e ALINEI 2003, sulla continuit paleolitica delle genti indoeuropee con uralici ed Altaici. 5 Cfr. HEGEDS 1991. 6 Cfr. BONNERJEA 1979; 1989. 7 Cfr. MENGES 1990. 8 Ancora meno accettabile la comparazione proposta in due lavori del 1996 (1996a, 1996b) da Solncev e Solnceva tra altaico e lingue del sud-est Asia, lontane dallaltaico tanto geograficamente che linguisticamente, in relazione al solo suffisso di caso genitivo. 9 Cfr. MLLER 1854. 10 CALDWELL 1856.

genealogicamente come un unicum11, con molte lingue e famiglie linguistiche12, ma soprattutto con le lingue dravidiche, privilegiando le comparazioni grammaticali. Lanalisi di Caldwell comprende anche una dettagliata comparazione di pronomi e numerali tra altaico, uralico e dravidico, ed inaugura cos la vexata quaestio sulla comparabilit di questi due settori del sistema linguistico che prosegue ininterrottamente fino ai nostri giorni13, anche allinterno della stessa tradizione di studi altaistica. La circostanza che alla met dell800 fossero pi studiate e note in occidente le lingue uraliche, soprattutto del gruppo finno-ugrico, rispetto alle lingue altaiche (il mongolo e il tunguso erano allora quasi sconosciute alla comunit scientifica occidentale), fece s che Caldwell abbia presentato soprattutto comparazioni lessicali dravido-uraliche, e che ci abbia contribuito a orientare le analisi successive in direzione dravido-uralica, specialmente per quanto riguarda il lessico. La comparazione tra altaico e dravidico, invece, stata impostata tradizionalmente soprattutto su confronti di tipo morfo-sintattico: questa linea di tendenza, come vedremo, durer fino alla fine degli anni 80. I lavori pi importanti della storia della comparazione tra uralico e dravidico, spesso importanti anche per laltaistica (visto lalto numero di comparazioni in cui coinvolto anche laltaico), hanno dunque avuto frequentemente un taglio lessicale mirato soprattutto al confronto del lessico di base, anche se qualche confronto morfologico non manca quasi mai. E stato questo il caso del lavoro di Schrader 14, in cui tra laltro ben settanta equazioni riguardano parti del corpo, di Burrow15, che ne riprende, corregge ed amplia proprio la sezione di corrispondenze lessicali relativa a parti del corpo, di Sebeok16, di Tyler17, che propone ben 153 corrispondenze lessicali, di cui un terzo appartenenti al lessico di base, richiamandosi esplicitamente al lavoro di Burrow18. 3. La tradizione di comparazione morfo-sintattica ta altaico e dravidico Negli studi di comparazione incentrati sul rapporto tra altaico e dravidico, invece, sempre stato prediletto un taglio strutturale, fonologico o morfo-sintattico. E appena il caso di ricordare i due importanti lavori di Bouda19 le cui ben 137 equazioni etimologiche20 servono soprattutto a supporto della dimostrazione di un ampio sistema di corrispondenze fonetiche, o di ricordare i lavori di Menges 21, in cui viene fornita per la prima volta in modo sistematico una comparazione su tutti i livelli del sistema fonetico, morfologico e sintattico22. Anche lo studioso pi attivo ai nostri giorni nella comparazione dravido-altaica, Jaroslav Vacek23, nei suoi primi lavori24 privilegia confronti strutturali di impostazione tradizionale in linea con gli studi di comparazione tra queste due famiglie, per poi cambiare tipo di confronti e metodo di indagine dallinizio degli anni 90. In questi primi lavori Vacek si concentra soprattutto sulla morfologia, ed in particolar modo sulla morfologia verbale. Nel contributo del 1978 Vacek si richiama apertamente ai due pi ampi e significativi lavori di Menges25 dichiarando che il proprio lavoro si pone in continuit e ad integrazione di essi. Vacek infatti ritiene che Menges abbia dato
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Siamo ovviamente consapevoli che anche la parentela tra altaico ed uralico considerata problematica. Lunit uralo -altaica, postulata per la prima volta da Castrn intorno alla met del XIX secolo, ha avuto molti sostenitori (tra gli altri Nmeth, Deny, Fokos-Fuchs) e detrattori (tra gli altri: Doerfer, Clauson, che hanno dubitato finanche della unit altaica, e Johanson), che pensano che le similarit tra altaico ed uralico siano dovute soprattutto a considerazioni di ordine tipologico o areale. 12 Caldwell compar le lingue sciitiche allindoeuropeo, al cinese, al giapponese, a non meglio specificate lingue negre e lingue dei mari del sud. 13 Cfr. par. 5. 14 Cfr. SCHRADER 1925. 15 Cfr. BURROW 1943. 16 Cfr. SEBEOK 1945. 17 Cfr. TYLER 1968. 18 Per una pi ampia esposizione sullargomento, cfr. CASTAGNETO 1994a. 19 Cfr. BOUDA 1953; 1955. 20 Queste equazioni etimologiche per la prima volta privilegiano il tunguso (e pi precisamente il goldi), la famiglia pi conservativa allinterno dellaltaico, rispetto al turco ed al mongolo. 21 Cfr. MENGES 1964; 1969; 1977. 22 Per unanalisi critica pi dettagliata di questi contributi, cfr. CASTAGNETO 1993. 23 Si consideri che Vacek nel trentennio di storia degli studi preso in considerazione in questo lavoro ha pubblicato ben ventinove contributi sul rapporto tra altaico e dravidico. 24 VACEK 1977; 1978; 1981; 1983; 1985, 1987a. 25 MENGES 1964; 1977.

pi spazio alla morfologia nominale26 che alla morfologia verbale, e che allinterno della morfologia verbale Menges abbia privilegiato la comparazione dei morfemi flessivi rispetto alla comparazione dei suffissi derivativi, da lui indagati27. Secondo le sue stesse parole I found similarities in the deeper morphological shift of derivation (VACEK 1978: 142). Anche il lavoro del 1983 dedicato alla comparazione verbale tra altaico e dravidico 28, anche se il taglio comparativo pi fonetico che lessicale o morfologico: le 120 comparazioni proposte di radici verbali, divise tra basi verbali inizianti per vocale (comparazioni 1-30) e basi verbali inizianti per consonante (comparazioni 31-120) vengono ulteriormente suddivise tra comparazioni con piena corrispondenza fonetica (comparazioni 1-19; 31-81) e comparazioni con corrispondenza parziale. Emerge in questo lavoro, come gi era accaduto nel suo precedente lavoro del 1981, il problema della presenza di alcune corrispondenze irregolari nel confronto fonetico fra le due famiglie, soprattutto relativamente alla variazione delle vocali e alla variazione delle consonanti laterali che a volte alternano in modo impredicibile con le consonanti retroflesse o con le consonanti occlusive dentali, o delle consonanti occlusive dentali che alternano tanto con le consonanti laterali che con affricate (e a volte fricative) dentali o palatali29. il problema di queste irregolarit di corrispondenze, per le quali non stato possibile discernere condizioni di allofonia, viene lasciato senza spiegazione nei lavori degli anni 80 e verr affrontato da Vacek nei lavori degli anni 90 attraverso il ricorso alla teoria matematica dei fuzzy sets30. Ancora nel 1985 Vacek insiste sulla comparazione verbale tra altaico e dravidico prestando particolare attenzione alla sintassi verbale e soprattutto alle forme impersonali del verbo (le forme personali in posizione finale sono invece recenti in tamil ed assenti in mongolo). 4. La svolta lessicale della comparazione tra altaico e dravidico Negli ultimi anni 80 il carattere dei contributi improvvisamente cambia: al di fuori dellambito nostratistico lanalisi comparativa altaico-dravidica abbandona la comparazione morfo-sintattica per assumere un taglio decisamente lessicalista. Come si pu motivare questa linea di tendenza? Pi fattori contribuiscono allinstaurarsi della nuova linea analitica. A mio parere laumentata attenzione verso il lessico innanzitutto effetto del cambiamento nella interpretazione delle corrispondenze tra altaico e dravidico, non pi considerate come il riflesso di una protoparentela, ma come il prodotto di un contatto in unantica area linguistica (o in pi aree linguistiche). La tradizione di studi indoeuropeistici, infatti, da Bopp in poi, stata costruita intorno allassioma della ricerca di regolarit nelle corrispondenze morfologiche e la ricostruzione linguistica non avrebbe mai potuto prescindere da una perfetta (anche se talvolta complessa) regolarit nelle corrispondenze fonologiche. Finch, dunque, prevalsa la tendenza nella storia degli studi della comparazione tra altaico e dravidico a considerare genealogicamente collegate queste due famiglie si data molta importanza

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E a Menges si deve, in effetti, la prima ricostruzione puntuale del sistema dei suffissi di declinazione di caso in altaico e dravidico (cfr. nota 34). Sempre a Menges si deve inoltre la ricostruzione comparativa tra altaico e dravidico del sistema pronominale, pi problematica. 27 La critica che Vacek muove a Menges non per del tutto fondata, perch lo scopo scientifico di Menges non era la ricerca di una corrispondenza tra singoli morfemi verbali, ma comparare lorganizzazione dellintero sistema verbale delle lingue altaiche e dravidiche. Ci sono dunque confronti che rimandano a morfemi flessivi di tempo (morfemi di preterito, pp. 164 e 170; di aoristo, p.165) e di modo (morfemi di nomen futuri + ottativo, p. 165; gerundio, p. 170), ma ci sono anche confronti di morfemi derivativi la cui posizione non casualmente pi vicina alla radice (cfr. BYBEE 1985), come i suffissi di negativo (p. 168), di causativo (p. 170), di passivo (p. 170), di mediale (p. 170) e soprattutto sono presenti molti confronti di tipo strutturale e funzionale, che nellottica di Menges possono far postulare con pi forza lipotesi di protoparentela fra i due gruppi linguistici. In entrambe le famiglie, secondo Menges, si riscontrano una identit funzionale e strutturale del gerundio, una natura nominale del verbo, lassenza del congiuntivo, un sistema temporale sviluppatosi da quello aspettuale, una identica gerarchia di suffissi verbali, etc., anche se in questo ultimo confronto non possiamo escludere un elemento di naturalezza. 28 In realt si tratta di comparazioni per lo pi tra tamil e mongolo, come accade quasi sempre nei lavori di Vacek datati entro la fine degli anni 80. 29 Esistono inoltre anche delle variazioni tra foni corrispondenti sordi/sonori nelle occlusive labiali e dentali (VACEK 1996a: 32). Alcune corrispondenze sono invece assolutamente predicibili e regolari, come accade ad esempio tra le consonanti nasali delle due famiglie (VACEK 1996a: 32; 2004a: 426), vd. infra. 30 Cfr. par. 7.1.

allaspetto morfologico delle comparazioni31, ma da quando le affinit sono state viste alla luce di un possibile contatto in preistoria tra le due famiglie stato dato pi spazio alle comparazioni lessicali. Una seconda possibile spiegazione per la svolta lessicale degli studi di settore a mio avviso fornita, paradossalmente, dalla circostanza che gli studi nostratistici sono tornati ad offrire un posto ai confronti con le lingue uraliche allinterno delle comparazioni altaico-dravidiche. Lagnizione di nostratico orientale di Menges32 ha di nuovo riunito in ununica prospettiva di indagine altaico, uralico e dravidico e, come si gi detto, il filone di ricerca comparativistica tra uralico e dravidico ha sempre avuto una maggiore attenzione alla componente lessicale33 che viene in qualche modo inglobata nei lavori comparativistici tra altaico e dravidico degli ultimi venti anni. Fin dagli anni 20 del secolo scorso, infatti, le strade della comparazione tra altaico, uralico e dravidico si erano differenziate nei due rami delle comparazioni tra altaico e dravidico (di taglio prevalentemente morfo-sintattico) e tra uralico e dravidico (di taglio prevalentemente lessicale), anche se nei contributi delluno o dellaltro ramo sempre stato sporadicamente proposto qualche confronto anche con la terza famiglia non direttamente chiamata in causa degli scopi del lavoro34. I contributi degli ultimi due decenni incentrati sul rapporto tra altaico e dravidico, anche se di taglio non nostratistico, dimostrano dunque una rinnovata attenzione per le lingue uraliche, e incorporano in qualche modo anche nei metodi e nel taglio di indagine lattenzione per il lessico tipica della tradizione di comparazione uralo-dravidica. E non un caso, forse, se limpostazione pi lessicale nella comparazione uralo-dravidica correla con lipotesi di un antico contatto in preistoria piuttosto che con una supposta protoparentela fra le due famiglie35. Lultima possibile motivazione per la svolta lessicale di ordine tecnico, interno alla linguistica. Tra altaico e dravidico esistono alcune corrispondenze fonetiche regolari, ad es. tra le consonanti nasali (mongolo m / tamil m; mongolo n / tamil n, n), le occlusive velari (mongolo k, x / tamil k), e alcune corrispondenze che mostrano una quasi predicibilit, ad esempio le consonanti labiali restano tali anche se possono variare per sonorit o assenza di sonorit36, ma le irregolarit di corrispondenza fonetica fra
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Tutti i lavori citati finora hanno un taglio dichiaratamente genealogico, a partire dai lavori di riferimento nella storia degli studi di Caldwell e Bouda, che addirittura riteneva che i Drvida fossero stati Altaici tout court. Menges nel 1964 aveva mostrato una qual certa cautela di maniera nella interpretazione dei dati da lui stesso osti a confronto: diese vielfltigen und wesentlichen bereinstimmungen zwischen dem Dravidischen und Altajischen und Ural-Altajischen erklren mag als auf Urverwandtschaft beruhend oder aber auf Kontaktwirkung und Entlehnung (MENGES 1964: 97), ma nel 1977 inaugura lultimo paragrafo del suo contributo con una aperta dichiarazione di protoparen tela delle due famiglie analizzate. Menges, del resto, nel 1989 sosterr che altaico, uralico e dravidico costituiscono nel loro insieme il ramo orientale del nostratico. 32 Cfr. MENGES 1989. 33 Cfr. SCHRADER 1925; BURROW 1943; SEBEOK 1945; TYLER 1968. 34 Cfr. ad esempio, sul piano delle comparazioni tra uralico e dravidico, SCHRADER 1925, che estende alcune comparazioni morfologiche anche allaltaico, e tra i contributi destinati alla comparazione tra altaico e dravidico, si confronti BOUDA 1955, che fornisce otto comparazioni lessicali potenzialmente comuni a tutte e tre le famiglie, e una comparazione relativa al morfema pronominale di I persona (naturalmente: -m) che viene estesa anche alluralico. Anche Menges estende pi volte i confronti alluralico, sia che si tratti di affinit lessicali (MENGES 1956) che di affinit fonetiche o morfologiche (MENGES 1964, 1969, 1977). In particolar modo, il contributo del 1977 include una tabella di comparazione dei suffissi di declinazione nominale dove le lingue dravidiche sono suddivise in tamil, early old tamil, old kannada, other; per laltaico le indicazioni concernono turco, mongolo, tunguso, coreano e giapponese, mentre luralico non viene ulteriormente suddiviso, proprio perch non oggetto diretto dellattenzione scientifica dellautore. Per alcuni morfemi il confronto viene aperto anche a qualche morfema di caso dellindoeuropeo ricostruito. 35 Si sono espressi a favore di un antico contatto linguistico di uralico e dravidico SCHRADER (1925; 1936), SEBEOK (1945). Andronov (1968) a questo proposito dice cautamente [the Dravido -Uralian relationship is] a vestige of their prehistoric connection, a vestige of that epoch when there were neither Dravidian, nor Finno-Ugrian, nor Samoyede languages, but there were some other, now unknown language families, following whose evolution, diffusion and redistribution there appeared the language families of our time ( ANDRONOV 1968: 31). Con questa affermazione Andronov sfiora il problema di una contestualizzazione dei rapporti tra altaico e dravidico e della loro formazione, in pratica della posizione linguistica, nel senso di Silvestri (1981; 1985; 1995), delle famiglie in questione. A favore della protoparentela tra uralico e dravidico si espongono invece BURROW: 1943 e TYLER (1968; 1990). Nel contributo del 1990 Tyler afferma addirittura che la superfamiglia altaico-uralico-dravidica, gi segnalata nel 1968 e poi identificata nel proto-nostratico orientale, si sarebbe scissa nei due rami del proto altaico e del proto dravido-uralico, cio il dravidico e lualico avrebbero maggiore affinit genealogica tra loro rispetto allaltaico. La voce di Tyler in questo senso comunque rimasta isolata. 36 Cfr. VACEK 1996a: 32.

altaico e dravidico sono davvero molte, e in molti casi non si riesce a esperire una regola o un sistema di regole che diano conto dei problemi di allofonia e che giustifichino in modo inequivocabile la presenza di alcuni specifici foni nelle comparazioni. Le vocali, in particolar modo, sembrano essere comparativamente molto problematiche: come ci informa Vacek37, ad esempio, mongolo corrisponde di volta in volta a tamil o/u, , /i, viceversa tamil a, corrispondono a mongolo a/e/o/. Come si gi detto in precedenza, inoltre, le consonanti laterali alternano nelle corrispondenze in cui sono coinvolte con consonanti retroflesse o occlusive dentali, mentre queste ultime possono corrispondere, sempre in modo impredicibile, tanto a consonanti laterali che ad affricate (e talvolta fricative) dentali e palatali38. Per capire quanto possa essere complessa la corrispondenza tra foni nelle due famiglie si confrontino le tabelle 1 e 2 riportate in appendice relative ai confronti interni al cluster lessicale to grow, to rise, to be great39. Ma se il livello fonetico rischia di frustrare la comparazione, sembra offrire una soddisfazione pi immediata. Naturalmente una simile situazione non sembrerebbe incoraggiare uninterpretazione delle corrispondenze in chiave genealogica, o almeno in chiave esclusivamente genealogica, soprattutto se assumiamo che per ipotizzare una protoparentela sia necessaria una corrispondenza fonologica 1:1 tra gli elementi comparati, come accade nella comparazione indoeuropeistica. E la circostanza che non vi sia certezza nella comparazione di pronomi e numerali incoraggia a sua volta a non inferire una relazione di protoparentela. 5. Il problema della comparabilit di pronomi e numerali tra altaico e dravidico La comparabilit dei pronomi nei sistemi linguistici delle lingue altaiche e dravidiche molto incerta. Per Menges40 sono comparabili la radice i- del pronome dimostrativo di prima persona singolare, comune alle lingue dravidiche e, tra le lingue altaiche, al solo mongolo ed alle lingue turche; la radice a- del pronome dimostrativo di terza persona singolare; la radice i- del pronome personale di seconda persona singolare, comune a tunguso e tamil; la radice u- del pronome personale di seconda persona plurale, anchessa comune a tunguso e tamil; in entrambe le famiglie mancherebbe inoltre il pronome relativo, ed in funzione di pronome relativo verrebbe usato il pronome interrogativo. Menges ci informa inoltre che in tunguso (in mongolo solo in forma relittuale) ed in dravidico esisterebbe unopposizione nel pronome di prima persona plurale tra esclusivo ed inclusivo, aggiungendo, nei lavori del 196941 e del 197742 che lopposizione inclusivo/esclusivo si estenderebbe anche alla coniugazione verbale. Questa opposizione non pu per essere un tratto ereditario comune alle due famiglie almeno per due ragioni: innanzitutto il pronome di prima persona plurale inclusivo si compone con il pronome di prima persona plurale esclusivo + suffisso di seconda persona (singolare o plurale). Si tratta dunque di una circonlocuzione morfologica che difficilmente si potrebbe riscontrare se si trattasse di una categoria originariamente altaica e dravidica. Secondo quanto ci dice Konow, inoltre, la forma del pronome esclusivo in krux, k, telugu comparabile a quella del pronome inclusivo in tamil e malajlam, il che impedirebbe di ricostruire una forma unitaria di questa opposizione per il dravidico comune 43. Vacek, invece, in tutti i lavori degli ultimi 20 anni ci dice che i pronomi tra le due famiglie non sono comparabili44, anche se nel lavoro del 1978 aveva adombrato la possibilit di comparare il pronome di prima personale singolare del mongolo nad- con il pronome tamil nn di identica significazione45, come era gi stato proposto da Illi-Svity46, e nel lavoro del 1983 aveva sostenuto la comparabilit almeno del

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Cfr. VACEK 1996b: 296. Cfr. paragrafo 3, e nota 29. 39 Le tabelle 1 e 2 sono tratte da VACEK 1996b: 332-333. Sul problema delle irregolarit nella comparazione fonetica tra altaico e dravidico si confrontino VACEK 1981; 1983: 1; 1996a: 32; 1996b: 296; 2004a: 426. 40 MENGES 1964: 84-87. 41 MENGES 1969: 369. 42 MENGES 1977: 162. 43 Sulle comparazioni tra pronomi e relativi problemi di comparazione cfr. CASTAGNETO 1994b. 44 Cfr. ad esempio, VACEK 1996a: 45. 45 VACEK 1978: 150. 46 ILLI-SVITY 1972, secondo le stesse indicazioni di VACEK 1978: 150.

pronome di prima persona singolare, e forse anche del pronome di terza persona singolare e delle basi interrogative47. Anche i numerali sollevano un problema di comparabilit. Sia laltaico che il dravidico pres entano un sistema decimale, e Menges ci informa che i numerali dal 20 al 90 si compongono a partire dal numerale 10, ma si potrebbe obiettare che gi il turco osmanl presenta dei numerali primi per 20, 30, 40, dove il numerale krk quaranta indica anche numerosit, totalit (come accade del resto in molti paesi di cultura islamica), tradendo una possibile diversa base di numerazione. A dimostrazione di come la designazione del numerale quaranta sia unita alla connotazione di numerosit e di molteplicit, si considerino locuzioni turche come krklara karmak confondersi fra la folla (lett. mischiarsi ai quaranta), krk ambar persona dalle conoscenze enciclopediche (lett. quaranta magazzini), krk anahtar sahibi padrone di molti possedimenti (lett. padrone delle quaranta chiavi), krk evin kedisi persona che entra e esce continuamente dalle case altrui(lett. gatto di quaranta case), per non tacere della famosa novella Ali Baba e i quaranta ladroni48. Riguardo alla comparabilit di singoli numerali Menges riprende le comparazioni di Webb (1862), Caldwell (1856), Schrader (1925) e Burrow (1943) per i numerali tre e quattro, e aggiunge le comparazioni relative ai numerali sette, dieci e sei (sullultima delle quali lascia qualche incertezza)49. In quasi tutti i suoi lavori50 Vacek ci informa che a suo parere i numerali tra le due famiglie non sono confrontabili (tranne forse il numerale due51), e segnala come la mancata comparabilit dei numerali abbia allontanato molti studiosi dalla ricerca sulla comparazione tra altaico e dravidico in generale, facendo perdere credibilit allipotesi di una protoparentela tra le due famiglie. Ma, a suo parere, su questo giudizio pesato ancora una volta il modello di comparazione di scuola indoeuropeistica, visto che una peculiarit dellindoeuropeo stata proprio la perfetta comparabilit dei numerali da 1 a 10 (e il numerale 100) tra le varie lingue indoeuropee, con poche eccezioni minori spiegabili attraverso le grammatiche storiche. Eppure, sottolinea questo studioso, non sono rari i casi di lingue che hanno sostituito lintero loro sistema di numerazione originario con il sistema di numerazione di lingue con cui esse sono venute a contatto: il caso delle lingue gitane moderne, che hanno perso il sistema originale indo-ario di numerali per sostituirlo di volta in volta con quello ungherese, slovacco, etc; il caso di diverse lingue moderne dellIndia, che nel linguaggio colloquiale usano un sistema di numerali di provenienza lessicale inglese52; il caso, infine, del giapponese che ha due diversi sub-sistemi di numerali ed il pi usato di origine cinese, senza che, commenta sarcasticamente Vacek, a nessuno venga in mente che il giapponese ed il cinese possano essere geneticamente correlati53. Sul fronte della comparazione tra uralico e dravidico, Tyler dedica un intero lavoro54 proprio alla ricostruzione di suffissi pronominali e dei numerali comuni alle due famiglie. Si tratta per, a mio parere, di un lavoro molto problematico, che crea pi problemi di quanti ne risolva. Limitandoci ai problemi posti dalle radici degli alberi di ricostruzione dei numerali, cio alle protoforme uralico-dravidiche, e tralasciando completamente i problemi di ordine tanto fonologico (soprattutto per il numerale sette) che di ricostruzione semantica relativi ai rami, non convince che lautore abbia proposto la ricostruzione di due forme foneticamente incomparabili per il numerale dieci55. Questa coincidenza di referenzialit solleverebbe il problema di giustificare unarea di sovrapposizione semantica per due lemmi con significato dieci, e si tratta di un numerale estremamente importante per un sistema di numerazione di cui costituirebbe il limite di seriazione. Tra le altre perplessit, si segnala che viene dato per scontato che si tratti di un sistema decimale sulla base di una seconda significazione herd, flock, many del numerale dieci (il che potrebbe essere corretto perch il numerale dieci corrisponde al massimo uso
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Cfr. VACEK 1983: 2. Sul numerale quaranta e la sua connotazione di molteplicit e pienezza, cfr. CASTAGNETO 1998: 65. 49 MENGES 1964: 83-84. 50 Cfr. ad es. VACEK 1983: 2; 1987a: 135; 2002a: 17, 19. 51 Cfr. VACEK 1978: 150. 52 Cfr. VACEK 1987a: 135. 53 Cfr. VACEK 2002a: 19, nota 2. 54 TYLER: 1990. 55 La prima forma ricostruita, *kay-, avrebbe inoltre il doppio significato di hand,, five / ten .

computazionale delle due mani e tende quindi ad indicare facilmente il limite ultimo di seriazione di un sistema di numerazione), ma viene trascurata completamente la circostanza per cui la forma ricostruita per il numerale otto abbia anche contare come sua seconda significazione. Il numerale ricostruito per otto sarebbe inoltre addirittura rideterminato morfologicamente in ungherese, vogulo ed est ostyak, da una forma loke che lo stesso autore rimanda in nota alle indoeuropeissime forme legein e logos to count e ten56. 6. Gli studi recenti: protoparentela o contatto? Le irregolarit nelle corrispondenze fonetiche e le difficolt di comparazione fra pronomi e numerali dellaltaico e del dravidico indiziano, per alcuni studiosi, una possibile situazione di contatto linguistico e di una precoce area linguistica condivisa da protoaltaici e protodravidici, anche se il contatto non esclude, a rigore di logica, una possibile origine comune delle due famiglie. Inoltre la irregolarit delle corrispondenze fonetiche potrebbe dipendere da un contatto preistorico nella area linguistica comune alla loro formazione, o da un contatto protostorico nei nuovi luoghi di insediamento (la Siberia per le genti altaiche, lIndia per i Drvida)57. Come scrive Silvestri nel suo lavoro sulla posizione linguistica dellindoeuropeo, per, la parentela per contatto viene a volte chiamata in causa nellintento di fornire spiegazioni alternative alle affinit riscontrate, altre volte semplicemente per integrare o puntellare una prassi comparativa non sufficientemente giustificata dalla evidenza dei dati ma richiede uno sforzo di dimostrazione di gran lunga maggiore perch non pu essere proposta in modo unicamente induttivo, sulla base delle affinit riscontrate, e chiama in causa i contesti storici, istituzionali e situazionali attraverso i quali i supposti contatti si sono realizzati (SILVESTRI 1981: 165). Lo stesso frequente errore che Silvestri ha segnalato negli studi indoeuropeistici compare anche per le comparazioni tra altaico e dravidico: non si pu interpretare i dati ricorrendo nella prassi comparativa allo strumento operativo della orizzontalit che con assunzione del piano della spazialit punta a rappresentare lomogeneit, presunta o reale, dei dati posti a confronto mediante un segmento continuo che li unisce e li identifica reciprocamente, solo in tal modo giustificandoli (SILVESTRI, 1981: 166)58 semplicemente perch si ritiene che i dati posti in comparazione non siano sufficienti, o non siano ancora sufficienti, a giustificare unipotesi di protoparentela. Vacek, ad esempio, che fino alla fine degli anni 80 si era cautamente espresso in favore di una protoparentela tra le due famiglie59, negli anni successivi dichiara di non credere in una famiglia o in una superfamiglia dravido -altaica perch the belief is not the proper frame of mind for any research (VACEK 2004a: 385) e pi volte si dichiara a favore dellipotesi dellesistenza di unarea linguistica comune ad altaico e dravidico60, ma solo come ipotesi di
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Per unanalisi pi accurata di meriti e limiti di questo lavoro cfr. CASTAGNETO 2004b: 223-238. Cfr. VACEK 1987a: 138. 58 Cfr. anche SILVESTRI 1985: 74. 59 Coerentemente con la tendenza (in voga fino alla fine degli anni 80) ad attribuire le affinit tra altaico e dravidico ad un a comune protoparentela, anche Vacek nei lavori precedenti agli anni 90 propendeva in modo pi o meno cauto per la comparazione verticale. Nel 1978, dopo aver lasciato aperta la possibile interpretazione del grande numero di affinit su tutti i livelli del sistema (lessicale, fonologico, sintattico) e dopo aver sottolineato lesigenza di ampliare il numero dei dati con nuove indagini, alla fine dellarticolo si era lasciato sfuggire I dare say that the relations concern the very basic derivational level of the two language groups and that, therefore, it would be very unlikely that it is based only on borrowing ( VACEK 1978: 150). Nel lavoro del 1983, anche se dichiarava che avrebbe preferito astenersi dal definire la natura del rapporto tra le due famiglie, arriv a sostenere che altaico e dravidico (o forse solo il mongolo e il dravidico, visto che allepoca Vacek ancora non usava dati provenienti dalle lingue manchu-tunguse nella comparazione) potessero costituire un sottogruppo del nostratico, anticipando cos la nozione di nostratico orientale presentata da Menges nel 1989 enel 1990. Una simile cautela interpretativa sbilanciata a favore di una possibile protoparentela anche in VACEK, 1985. 60 Cfr. VACEK 1993; 1994; 1996a; 1996b; 2004a. Nella introduzione al contributo del 1993 Vacek abbandona la definizione pi ampia e pi generica (e quindi meglio calzante, trattandosi di rapporti linguistici proiettati in preistoria antica) di area linguistica comune per parlare di una ancient disintegrated linguistic area (Sprachbund) [corsivo di Vacek] that would have existed in and around Central Asia in some remote past prior to the movement of the Indo-Iranian people to Iran and India (VACEK 1993: 401). Vacek in questo caso arriva dunque a postulare una vera e propria lega linguistica, fenomeno impensabile in preistoria antica (almeno se si intende lega linguistica nel senso con cui questo tecnicismo della linguistica correntemente usato) a causa della rarefazione demografica e della forte dispersione areale. Nella conclusione dello stesso lavoro Vacek si spinge poi ancora oltre parlando di an original mixed language or a number of mixed languages in contact (VACEK 1993: 410). Ma parlare di lingue miste riferendosi ad una quota cronologica in cui non neanche legittimo parlare

lavoro, fino a che non sar raccolto altro materiale comparativo or until a different interpretation is substantiated (VACEK 1996a: 45)61. Il motivo della scelta di attribuire le affinit fra i dati ad un antico contatto viene inoltre indicato spesso da Vacek attraverso unargomentazione in absentia, cio in base allassenza di corrispondenze fonetiche assolutamente regolari o in base alla scarsa o nulla comparabilit di pronomi e numerali62, piuttosto che sulla base della possibile ricostruzione in preistoria di contesti linguistici e culturali che motivino il contatto tra altaico e dravidico e le sue possibili ricadute linguistiche. E se ci fosse ancora qualche dubbio residuo che per Vacek lipotesi di un contatto linguistico in preistoria sia meno gravosa da giustificare rispetto alla ipotesi di una comune protoparentela, basti considerare che lo stesso autore definisce la prima ipotesi come middle way, una via di mezzo, per evitare the extreme ideas of a direct genetic relationship on the one hand or of a completely accidental nature of the similarities on the other63; la casualit, secondo lautore, comunque una spiegazione da rigettare in modo assoluto64. Ma, se il contatto linguistico in preistoria tra le due famiglie rappresenta per Vacek uninterpretazione prudente, evidente che egli si rifiuti di ricostruire: in pi occasioni lautore ci spiega che la ricostruzione ha solo un valore simbolico o pedagogico, ed una specie di riassunto di un gruppo di lessemi, cio, in sostanza, ha valore solo metalinguistico. C ancora bisogno di raccogliere nuovi dati, insiste lautore, perch le ricostruzioni sono relative allo stadio di sviluppo delle conoscenze, e le ricostruzioni premature vengono invalidate in un paio di decenni come stato in indoeuropeistica per le ricostruzioni proposte da Schleicher. 7. Alla ricerca di un nuovo modello di comparazione lessicale Alla met degli anni 90 Vacek si rende conto di dover affrontare un problema di metodo comparativo: il progredire delle conoscenze, anche e soprattutto grazie ai suoi stessi lavori, ha portato ad un grande numero di comparazioni lessicali (specialmente di verbi legati al lessico di base)65, in cui sono spesso comparabili tra le due famiglie anche le estensioni semantiche, talvolta anche culturalmente specifiche,. Anche quando la semantica delle parole non perfettamente coincidente, in entrambe le famiglie facile riconoscere il semema principale e tutte le estensioni secondarie, ed facile riconoscere che si in presenza di un sistema costituito da sotto-sistemi perch sia in altaico che in dravidico ci possono essere gli stessi fenomeni di mutamento semantico o di deriva, e pi sememi possono combinarsi in simili semantic clusters. Se si considera, ad esempio, la famiglia di parole che Vacek compara nel contributo del 199666, cio to grow, to rise, to be great notiamo che in entrambe le famiglie possiamo riscontrare alcune estensioni semantiche che proseguono secondo le stesse direttive: to prosper, flourish, boasting, daring e, con passaggio dalla categoria verbale alla categoria nominale, height, mountain, abundance, excess, o, con differente cambio categoriale, much, many, very. Decisamente pregnante, a mio parere, la presenza in entrambe le famiglie di uno spostamento
compiutamente di lingue corrisponde purtroppo ad un appiattimento dei contesti che non pu che risolversi in un errore interpretativo. Meglio allora sorvolare su queste incaute interpretazioni delle affinit tra altaico e dravidico del 1993, e far riferimento alla ipotesi di una possibile area linguistica presentata negli altri lavori appena indicati. 61 Vacek, in realt, non abbandona mai fino in fondo la possibilit di interpretare le affinit tra altaico e dravidico in chiave di una possibile protoparentela. Ancora nel 2002 lo studioso sostiene che non bisogna scartare, come ipotesi distinta da quella del contatto, la possibilit della esistenza di una ipotetica macrofamiglia, di un linguistic phylum, tra altaico e dravidico. Secondo le sue stesse parole it would probably look like burying head in the sandthe existing parallels point to something more than just a linguistic areabetraying a layer of common features and items, which seem to be most conveniently explained as a common heritage (VACEK 2002a: 156). Ormai in piena svolta lessicale Vacek basa per la sua ipotesi di una possibile genealogia comune alle due famiglie non sulla morfologia ma sulla estensivit dei parallelismi lessicali e, allinterno di essi, sulla analogia dei significati anche secondari o frutto di estensione metaforica dei lemmi posti a confronto. Per Vacek la commistione dialettale soprattutto in area altaica (specialmente tra i dialetti del mongolo) potrebbe da sola dare ragione della irregolarit delle corrispondenze. 62 VACEK 1993: 402; 1996a: 45. si cfr. par. 5. di questo lavoro. 63 VACEK 1994: 331. Lincertezza sul piano della interpretazione delle affinit linguistiche tra le due famiglie non comunque solo di Vacek. K. Zvelebil, in due importanti lavori che si susseguono in breve tempo (ZVELEBIL 1990; 1991) oscilla tra la possibilit dellesistenza di unipotetica area linguistica e di una ipotetica macrofamiglia ( ZVELEBIL 1991: 22). 64 Cfr. VACEK 1993: 401; 1994: 331; 1996a: 45; 2002a: 154. 65 Si rammenta qui che, ad esempio, nel solo lavoro del 1983 Vacek propose la comparazione di 120 basi verbali del mongolo e del dravidico (cfr. par. 3). 66 VACEK 1996b.

semantico, non sottolineato dallautore, che porta il contenuto verso una dimensione di liquidit: ai significati nelle lingue dravidiche to bubble up, to swell, to overflow, to boil (come up or over in boiling), to spring up corrisponde il significato to spring up del mongolo, ed il mongolo e il krux presentano inoltre entrambi anche il significato decisamente puntuale di to gush up with force of liquids. Per quanto concerne laspetto semantico di questa comparazione, dunque, non vengono messe a confronto soltanto parole con significato identico, ma parole il cui significato pu appartenere ad un continuum semantico. Come Vacek fa presente in una nota del suo ultimo lavoro su unaltra specifica famiglia di parole (to bow, bend, stoop, incline, curve)67, al centro di ogni famiglia lessicale, di ogni etymological nest, troviamo il basic meaning. Il significato di base rappresenta un compact event che le estensioni semantiche non dissolvono n disgregano. Nei termini di Vacek si pu parlare di idee satelliti68 che sono connesse logicamente al significato di base o lo circondano. Per Vacek la condizione semantica di questi gruppi di parole posti a comparazione perfettamente parallela sul piano formale alla loro condizione fonetica: queste parole, con significato simile o satellitare rispetto allevento descritto dal nucleo designativo di base, sono costituite da sequenze di foni a loro volta identici o comparabili, cio con pi tratti condivisi. Nel caso del cluster lessicale to grow, to rise, to be great, cui le tabelle 1 e 2 in appendice si riferiscono, possiamo osservare come si tratti in ogni caso di elementi lessicali la cui fonetica corrisponde ad un profilo sillabico VC- e, per quanto riguarda le consonanti, possiamo osservare come nella loro variet sia sempre comune almeno un tratto69. Considerando la formazione di dravidologo di Vacek non sorprende certo che il tratto in comune sia per lo pi il luogo di articolazione: la costanza del luogo di articolazione ed il variare del modo di articolazione con una indistinzione funzionale tra sonorit ed assenza di sonorit rispondono alle cosiddette alternanze70 o varianze71 mediterranee che caratterizzano in preistoria lo spazio indomediterraneo cui il dravidico appartiene a pieno titolo una volta che le genti dravidiche si sono stabilite in India. La pertinenza di un tale tipo di variazione anche allaltaico, e pi precisamente al mongolo, viene invece giustificata con la grande dispersione areale e con il dialectal mixture delle lingue mongole che contribuiscono a creare una serie di lexical doublets e multiple parallels 72 con lievi differenze fonetiche e significati comparabili73. Queste lexical doublets, ci dice Vacek, sono della stessa natura della coppia di parole inglesi eatable-edible, ma cos pi che rimandare ad un fenomeno di commistione dialettale rimanda agli effetti di una commistione di tratti ereditati da una comune protolingua con elementi di un antico contatto74. Vacek consapevole che, a prima vista, la molteplicit di forme e significati potrebbe screditare il tentativo di sistematizzazione e privare completamente di senso questo genere di confronto, per bisogna tenere in considerazione il grande numero di comparazioni lessicali e soprattutto che la variazione di forme e significati pu essere organizzata sistematicamente in patterns lungo due distinti continua75. Il

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VACEK 2006, nota 4: 196-197. Naturalmente questa nozione di satellite semantico non ha nulla a che vedere con la definizione di satellite in TALMY (1985: 102; 2000: 103) che si riferisce al rapporto morfo-sintattico del verbo con i suoi costituenti esterni che dipendono dalla testa verbale. Lunico tratto in comune tra questi due diversi tipi di satelliti che, in quanto tali, sono entrambi periferici e formano con il proprio centro ununica entit complessa (un significato complesso e un verbo complesso, rispettivamente). 69 Si confronti ad esempio il sottogruppo di parole messe a confronto nel paragrafo 3 in VACEK (1996b: 313-327): gi dal titolo del paragrafo si mostra come le parole comparate possano presentare una delle seguenti consonanti: -t, -tt, -nt, -r , -l, -r, -l , - , -_.. 70 Cfr. HEILMANN 1952. 71 Sulla nozione di varianza come alternativa terminologica per alternanza cfr. SILVESTRI 1985: 80; 1995: 151. 72 Cfr., tra gli altri lavori di Vacek, VACEK 1993: 402 e 2002a: 156. 73 Con le parole dellautore: lexical doublet s which are phonetically slightly different while semantically they are mostly identical or representing minor semantic nuances (VACEK 1993: 402). 74 Ci sarebbe da chiedersi quanto involontariamente Vacek sbagli a scegliere il suo esempio di lexical doublet che esemplifichi una commistione dialettale, e quanto non intenda suggerire sottilmente anche un rimando alla possibile protoparentela di altaico e dravidico. 75 Sulla nozione di un doppio continuum fonetico e semantico nei cluster lessicali comparati, cfr., tra gli altri lavori, VACEK 2004a: 394.

continuum semantico di ogni gruppo di parole comparate, in particolar modo, presenta dei contorni sfumati e dei picchi semantici, corrispondenti ai significati di base76. 7.1 Le famiglie lessicali e la teoria del fuzzy set Nella comparazione tra due famiglie linguistiche come laltaico e il dravidico sicuramente non possibile ricostruire una famiglia linguistica analoga allindoeuropeo77 per i numerosi contatti esterni ed interni alle singole famiglie, per la commistione dialettale sia nellaltaico che nel dravidico e per la distanza cronologica tra la possibile fase di disgregazione fonetica e la recente attestazione delle lingue coinvolte: la lingua pi anticamente attestata tra le due famiglie infatti lantico tamil, che si attesta nel II secolo a.C. nei testi letterari Sangam, seguito a lunghissima distanza dallantico turco, le cui prime attestazioni, le iscrizioni dellOrkhon, risalgono appena allo VIII sec. d.C. E certo la recente attestazione delle lingue poste a confronto contribuisce fortemente a rendere irregolari, o apparentemente irregolari, le corrispondenze fonetiche, anche se bisogna comunque tenere presente che ogni singola corrispondenza fonetica allinterno di una possibile area di variazione rappresentata sempre da pi di tre confronti (e spesso da pi di cinque confronti)78. A questo proposito Vacek cita Collinder, secondo il quale se oggi paragonassimo il greco moderno allo svedese troveremmo non pi di 60 etimologie accettabili, di cui alcune foneticamente quite difficult79. Per Vacek, dunque, per comparare famiglie linguistiche siffatte c bisogno di nuovi metodi. Non pi possibile fare ricostruzione linguistica, non pi possibile cercare una regolarit assoluta (1:1) di corrispondenze, cos come prevedeva il paradigma neogrammatico. C bisogno, dice lautore, dei Neogrammatici del futuro, e a questo proposito riporta le parole di Doerfer in un suo raro momento di trasporto espositivo: Die Junggrammatiker sind tot, es leben die Junggrammatiker der Zukunft! 80, ovvero: morti i neogrammatici, viva i neogrammatici del futuro. E per porre le fondazioni scientifiche del nuovo metodo di comparazione lessicale Vacek rimanda alla teoria matematica del fuzzy set cos come allo uncertainty principle della fisica nucleare. La teoria del fuzzy set nasce ad opera del matematico Lofti A. Zadeh81. Nella teoria classica sugli insiemi lappartenenza di un elemento a un insieme valutata in termini binari sulla base di una condizione bivalente, e cio un particolare elemento appartiene allinsieme o ne escluso. Ma, come dichiara subito lautore nella introduzione del suo articolo, nel mondo reale come nel mondo della fisica non ci sono criteri precisamente definiti per lassegnazione di un elemento ad una classe. Le classi cui facciamo riferimento sono definite in modo impreciso, come la classe degli uomini alti o delle belle donne, ma giocano un ruolo importantissimo nel pensiero umano, nella comunicazione delle informazioni, nella astrazione e nella categorizzazione. Bisogna allora formalizzare degli insiemi fuzzy, cio insiemi con un continuum di grado di appartenenza di un membro ad una classe. Nei fuzzy sets lappartenenza di ogni elemento ad un insieme viene descritta con laiuto di una funzione che assegna ad ogni elemento un grado di appartenenza incluso nellintervallo tra 0 e 1. Se la funzione di un elemento assegna allelemento il valore 0, questo elemento non appartiene allinsieme in questione; se il valore corrisponde a 1, lelemento appartiene al nucleo dellinsieme, se la funzione associata ad un elemento compresa tra 0 e 1, questo elemento un elemento fuzzy (in linguistica si direbbe un elemento non prototipico82). In modo pi tecnico, un fuzzy set dato dalla coppia (A, m), dove A un insieme ed m la funzione di appartenenza m: A [0,1].
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VACEK 2002a: 154. Vacek sostiene limpossibilit di ricostruire una protolingua sul modello dellindoeuropeo in VACEK 1993: 402. Per un modo diverso di inquadrare lo stesso problema cfr. nota 3 di questo lavoro. 78 Cfr. VACEK 1993: 402. 79 Il riferimento a COLLINDER 1969. 80 DOERFER 1973. 81 ZADEH 1965. 82 Anche se Vacek non fa alcun accenno alla teoria del prototipo (cfr. ROSCH 1978) ed alla importanza delle sue ricadute in linguistica, quasi impossibile non rilevare come la teoria del fuzzy set, che introduce la dimensione della scalarit nella insiemistica, sia adatta anche alla trascrizione matematica della teoria del prototipo. Lelemento prototipico, visto nella fuzzy logic, sarebbe un elemento cui la funzione di appartenenza associa il valore 1.

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Per ogni elemento x A, m(x) il grado di appartenenza di x ad A. Se A = { x1, , xn} il fuzzy set (A, m) pu essere denotato come{(m)x1/ x1, , m(xn)/ xn}. Se m(x) = 0, x non appartiene ad A, mentre se m(x) = 1 si ha una piena appartenenza di x allinsieme. Gli elementi appartenenti allinsieme {x A | 0<m(x)<1}, sono membri fuzzy. Linsieme di elementi cui la funzione m associa il valore1 {x A | m(x) = 1} detto insieme kernel, nocciolo, del fuzzy set. Secondo Vacek sia il continuum fonetico che il continuum semantico che caratterizzano le comparazioni presentate nei suoi contributi sono fuzzy sets. Anzi, come ci dice nel 200283, si tratterebbe di multilayer fuzzy sets con corrispondenze non 1:1 ma molti:molti84, con margini aperti85. Secondo il parere di Vacek bisogna dunque lavorare alla costruzione di modelli che permettano di comparare i fuzzy sets dei cluster lessicali per stabilire sistemi di corrispondenze elasticamente regolari86 per un tipo di paradigma postmoderno87 da applicare rigorosamente, tanto pi che le varie corrispondenze formali non sono isolate, ma possono essere osservate in pi etymological nests88, in pi comparazioni89. 8. Preistoria e contesti: la posizione linguistica di altaico e dravidico

8.1 Altaico e dravidico nello spazio euro-asiatico90 Che le affinit tra altaico e dravidico dipendano da parentela, contatto, o entrambe, per affrontare lanalisi del rapporto tra queste due famiglie linguistiche non si deve cercare la loro origine (e ci vale metodologicamente soprattutto per il dravidico, per il quale diversi tra gli studiosi menzionati hanno
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VACEK 2002a: 155. Molti lavori di Vacek sono dedicati allo studio di uno specifico cluster di lessemi costruito in riferimento al modello dei fuzzy sets. Si vedano, tra gli altri, VACEK 2002c Dravidian and Altaic Deer Antelope Bull ed il lavoro del 2004 ad esso connesso 2004b Dravidian and Altaic Sheep Deer Cattle, oltre ai recenti lavori del 2005 Dravidian and Altaic to break, to beat, to crush, to rub e del 2006 Dravidian and Altaic to bow, bend, stop, incline, curve. In questultimo lavoro il fuzzy set fonetico molto ampio: esso include infatti nella prima parte nuclei designativi di tipo CVC con una consonante labiale iniziale p-/b-/v-/m- (questultimo fono con una variante n-) ed una consonante media che pu variare tra unocclusiva velare e una nasale; nella seconda parte sono inclusi nuclei designativi con un significato affine ed una forma VC, con le stesse possibilit di variazione per la consonante media di quelle indicate per la prima parte, ma senza una consonante labiale iniziale. Al cluster lessicale ricco e complesso legato allacqua, con le sue direttive di estensione semantica verso la viscosit ed il freddo, Vacek dedica unintera monografia (VACEK 2002a). 85 Qui Vacek, nel parlare di margini aperti, potrebbe riferirsi ad un particolare fuzzy set in cui ( m)x ]0;1[, cio un fuzzy set in cui (m)x non pu assumere n il valore 0 n il valore 1. Naturalmente questa interpretazione significherebbe assumere che gli insiemi lessicali considerati dallautore non avrebbero elementi la cui funzione membership corrisponde a 1, cio non ci sarebbero membri prototipici. 86 VACEK 2002a: 160. 87 VACEK 2004a: 395. 88 VACEK 2006: 183. 89 Non si capisce invece a che proposito Vacek chiami in causa lo uncertainty principle (VACEK 2002a: 160; 2004a: 395) della fisica dei quanti. Certamente in fisica ad ogni misura di grandezza fisica non associato un numero preciso ma un intervallo, in quanto esiste unincertezza sulla misura dovuta a errori sperimentali (limiti di precisione dello strumento di misura, tempo di reazione, etc.). Molto pi specificamente il principio di Heisenberg ci dice che x p (dove un numero piccolissimo, pari a 1,054571628 x 10-34 Js), dove x lerrore su una misura di posizione e p lerrore sulla quantit di moto. Ci vuol dire che pi diminuisce lerrore di misurazione di una delle due grandezze, pi aumenta lerrore di misurazione relativo allaltra grandezza, perch il prodotto deve rimanere maggi ore o uguale di una certa costante. Forse, ma solo forse, ci che Vacek vuole suggerire che pi stretto lintorno del fuzzy set fonetico pi pu essere accet tato nella comparazione un fuzzy set semantico ampio (meno compatto) e viceversa. In un paio di occasioni Vacek ci dice (VACEK 2006: 192) che Starotsin et alii (2003) ricostruiscono laltaico in modo foneticamente stretto, ma con lessemi il cui significato pu coprire uno spettro pi ampio rispetto alle comparazioni da lui proposte (es. includendo un lemma con significato hanging nel cluster lessicale di bending), quindi con una sorta di compensazione tra i due piani che potrebbe ricordare il principio di Heisenberg. Ma naturalmente nella comparazione linguistica questo principio non vale, e le corrispondenze non necessitano di essere sottospecificate almeno da un lato. Persino tra altaico e dravidico esistono comparazioni 1:1 (cfr. par. 4) e, come riconosce lo stesso Vacek, si tratta di corrispondenze importantissime, dei veri reference points (VACEK 2002a: 159). 90 La nozione di spazio come macroarea di generalizzazione tipogenetica si deve a D. Silvestri (SILVESTRI 1981: 167; 1985: 75-76; 1994: 39; 1995: 140). Per Silvestri, nella prospettiva qui adottata, il continente euroasiatico si divide in tre grandi spazi. Lo spazio settentrionale, che si estende al di sopra dei grandi corrugamenti montuosi (Himalaya, Caucaso, Alpi, Pirenei), lo spazio euro-asiatico cui si fa riferimento in questo paragrafo.

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voluto vedere una origine centro-asiatica e una successiva disgregazione nel suo progressivo spostamento verso lIndia), ma necessario indagare la loro formazione, che ne giustifica la posizione linguistica. Quasi tutti gli studiosi sono daccordo sulla esistenza di unarea in Asia centrale condivisa tra gli antenati degli Altaici e gli antenati dei Drvida, e sulla circostanza che questi ultimi probabilmente hanno dato vita alla civilt dellIndo (circa 2500-1500 a.C.). In modo non sorprendente, sia i linguisti che gli archeologi hanno indicato nei loro studi unarea in Asia centrale come possibile luogo di contatto tra altaico e dravidico i cui confini sono divenuti pi ampi e pi labili con il progredire delle conoscenze. Nel 1964 Menges indicava come patria primordiale dei Drvida die stliche Hlfte des Hochlandes von Iran das Gebiet das heute wesentlich als Afghanistan und Balcistn bezeichnet wird (MENGES 1964: 98). Lo stesso autore, solo quattro anni dopo, allarga larea della possibile homeland dravidica, confinante con genti altaiche allo East-Iran and Trkistan in the largest sense, i.e. between Trkistan and Balistn, and Sitn, and Eastern Afghanistn (MENGES 1969: 39). Nel 1977 le genti altaiche, uraliche e dravidiche, considerate ormai dichiaratamente imparentate, avrebbero risieduto (in) the lowland between Caspian lake, Ural Mountains and Tien-Shan, roughly Turan, the later and present Trkistan (MENGES 1977: 173), quindi unarea molto pi vasta (e un po pi settentrionale) di quella indicata nel 1964. Attraverso percorsi completamente diversi anche il progressivo aumento delle conoscenze nella archeologia dellAsia centrale conduce a conclusioni simili: la cultura della valle dellIndo, pre-dravidica, non sarebbe stata confinata alle regioni montuose dellIndia nord-occidentale. Come ci informa Vacek91, secondo Masson ci sarebbero stati siti appartenenti alla civilt pre-Harappa anche in Bactriana nel III millennio a.C., fino a Shortugai, sulle rive dello Amu Darya (fiume che segna il confine tra gli attuali stati dello Uzbekistan e del Turkmenistan). Per Masson gli abitanti che crearono la cultura di Altyn Depe (situata a sud del Turkmenistan nella sezione a sud-est delle alture del Kopetdag) erano culturalmente proto-dravidici (MASSON 1983: 48 sgg.), e sicuramente cerano rapporti commerciali tra il sud del Turkmenistan e Harappa, come dimostrerebbe il ritrovamento di due sigilli, uno dei quali con una breve iscrizione (MASSON 1977). Altri archeologi, come Dejls92 e S. Winkelmann93 hanno sottolineato il rapporto tra Harappa ed il sud del Turkmenistan sulla base delle tipologie di ceramiche. Naturalmente necessario tenere distinti i dati archeologici e i dati linguistici, ma bisogna salutare con favore lallargamento della possibile area di formazione di queste due famiglie linguistiche come un ampliamento delle prospettive di ricerca e come riconoscimento che i confini in preistoria non possono essere stretti, n rigidi. Negli spazi, infatti, coesistono non lingue standardizzate di popoli sedentarizzati ed organizzati in entit proto-statali, ma una miriade di piccole lingue parlate da bande costituite da poche decine di individui94, lingue facilmente traducibili luna nellaltra attraverso reiterati code-switching in situazioni di interscambio tribale. Come scrive Silvestri quanto pi si allarga , invece di restringerlo, lo spazio della formazione del mondo indoeuropeo e di altre tradizioni linguistiche euroasiatiche, abolendo troppo rigide separazioni che non hanno senso per la preistoria, tanto pi si acquista una prospettiva ampia e diversificata: siamo in presenza, insomma, non di una sorta di big bang di un ipotetico nucleo primitivo costituito da una massa etno-linguistica ben accorpata, ma di una sorta di nebulosa di estensione vastissima e conseguente rarefazione dei dati etnico-linguistici suscettibili di confronto (SILVESTRI 1981: 164-5). Altaico e dravidico formano il proprio tipo linguistico probabilmente grazie alla pertinenza di entrambe le famiglie alla stessa macroarea di generalizzazione tipogenetica, allo stesso spazio euroasiatico95. Nello spazio euro-asiatico altaico e dravidico costituiscono una omologia a maglie larghe che porta entrambe le famiglie ad un tipo linguistico agglutinante, con una leggera tendenza verso la flessivit del dravidico96 allinterno del continuum euroasiatico agglutinantepoco flessivo-flessivo (il continuum
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VACEK 1987a: 145. DEJLS 1982. 93 WINKELMANN 1984. 94 Cfr. SILVESTRI 1994: 34. 95 Cfr. SILVESTRI 1981: 167; 1985: 75; 1992: 59; 1995: 140; 1994: 39. 96 MENGES 1964: 79 e 1977: 152 ci fa notare come nel dravidico alcuni suffissi tendano a contrarsi con la base verbale tramite assimilazione consonantica e contrazione vocalica.

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continua con la maggiore tendenza alla flessivit delle lingue uraliche e con la flessivit dellindoeuropeo)97. Oltre alla ovvia comunanza di una struttura SOV, con tutto ci che ne consegue, anche alcuni fenomeni di isotassi, di deviazioni innovative dalla norma tipologica comuni ad entrambe le famiglie, potrebbero trovare la loro ratio nello spazio euro-asiatico: penso alle identiche costruzioni di possesso alienabile o inalienabile con genitivo definito (marcato) vs. genitivo indefinito (non marcato), o alla presenza tipologicamente rara di verba negativa (estensibile anche alluralico 98) posti, come innovazione in entrambe le famiglie, dopo il verbo principale99. Ma sono soprattutto le numerose affinit di costrizioni fonotattiche e di assetti sillabici che potrebbero far pensare alla comune pertinenza delle due famiglie allo spazio euro-asiatico, se se ne considera lavversione per gli stessi gruppi consonantici iniziali (es. consonante occlusiva + liquida)100; per quanto riguarda gli assetti sillabici101 significativo che sia in mongolo (soprattutto kalmyk) che in dravidico c una tendenza alla sparizione della prima sillaba di parola, nonostante appartenga alla radice e porti anche laccento, a causa della lunghezza della seconda sillaba102. Le stesse variazioni consonantiche fuzzy, riscontrate da Vacek nelle sue comparazioni lessicali sia in altaico che in dravidico, potrebbero essere, almeno in parte, dettate non da contatti (antichi o recenti che siano) o da altri fenomeni che ricadono nellambito di analisi della sociolinguistica, ma dalla condivisione in preistoria dello spazio euro-asiatico: penso alla alternanza v/m in posizione sia iniziale che interna, frequente e diffusa nel dravidico come nel turco dellAsia centrale e nel turco siberiano (una alternanza antichissima, che non consente di stabilire quale dei due foni sia quello originario), e allalternanza tra *ned *l- che esiste anche in singole lingue delle due famiglie linguistiche e che in entrambe le famiglie pone sempre il dubbio di interpretazione se si tratti o meno di una assimilazione incontigua103. 8.2 Altaico e dravidico lungo la pista indoasiatica104 Ma le maggiori affinit tra altaico e dravidico maturano probabilmente nella preistoria media lungo la pista indoasiatica, segnata da uno scorrimento etnico-linguistico da nord verso sud che ha portato progressivamente le genti proto-dravidiche alla loro sede attuale, nel sud dellIndia, dopo essere state a lungo a contatto con genti proto-altaiche (e, probabilmente, proto-uraliche) che migravano verso sud. Entro questo quadro possono trovare giustificazione la nozione di nostratico orientale di Menges105, secondo la quale altaico, uralico e dravidico dipenderebbero dallo stesso nodo dellalbero genealogico del nostratico, e la nozione un po statica e decontestualizzata di axial relationship formulata da Vacek 106. Secondo Vacek nellintera area euroasiatica le affinit linguistiche pi forti, tanto lessicali che grammaticali, si troverebbero lungo lasse geografico nord-sud che congiunge il dravidico allaltaico e probabilmente anche alluralico. Questo asse diventerebbe cos il presunto centro linguistico dellEurasia cui si connettono, per affinit strutturali e linguistiche, lingue definite marginali per la loro posizione

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Cfr. SILVESTRI 1992: 55, 59. Cfr. SJBERG 1970. 99 Cfr. MENGES 1977: 168. Per Menges farebbero eccezione le lingue tunguse del nord, che conservano la posizione originariamente preverbale dei verba negativa. 100 Menges (MENGES 1964: 77) ci dice che questo fenomeno allinterno della famiglia altaica limitato al turco ed al tunguso. Ma si tratta di due famiglie non contigue, per cui, a mio avviso, il valore comparativistico di questo tratto comune ancora pi forte. 101 MENGES 1964: 149. 102 Potrebbe forse essere chiamata in causa tra le affinit fonotattiche di altaico e dravidico anche la presenza della armonia vocalica, tratto caratteristico dello spazio euro-asiatico, vista la sua presenza residuale in telugu. Ma le caratteristiche decisamente differenti dellarmonia vocalica in telugu, che riguarda solo le vocali delle ultime due sillabe ( MENGES 1977: 1489) e non pu avere pertanto una funzione delimitativa dellunit lessicale, sconsiglia dal portare avanti questa comparaz ione. 103 Cfr. MENGES 1977: 146-7; CASTAGNETO 1994b: 79. 104 La nozione di pista come mesoarea di specificazione gruppogenetica si deve a D. Silvestri (SILVESTRI 1981: 167; 1985: 76; 1992: 59-60; 1995: 152-3; 1994: 41-44). La pista longitudinale in direzione nord-sud in cui sono coinvolti tanto laltaico che il dravidico, molto arcaica, , per lappunto, la pista indoasiatica (o indouralica, nei lavori citati di Silvestri antecedenti al 1994). 105 MENGES 1989; 1990. 106 VACEK 1987a.

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geografica rispetto a questo asse, come il giapponese107. Le affinit riscontrate lungo questo asse, ci dice Vacek, sono soprattutto di tipo morfologico e lessicale. Non si pu dubitare che in assoluto le affinit pi forti tra altaico e dravidico siano per lappunto riscontrabili a livello della morfologia e del lessico. Per quanto riguarda la morfologia, sono stati ricostruiti lintero sistema di rapporti tra altaico e dravidico nella declinazione nominale e gran parte dei suffissi del sistema verbale, tanto derivativi che flessivi108. Baster qui, come esempio dellalto grado di comparabilit morfologica delle due famiglie, citare il caso del perfetto parallelismo tra morfemi di plurale, che sia in altaico che in dravidico riguarda il morfema pi diffuso, -l, ma anche un suffisso pi specifico di plurale collettivo k, oltre al raro suffisso dravidico Vr (per i nomina superiora ed i pronomi che si riferiscono a persone) comparabile al secondo componente del suffisso di plurale altaico (turco lar, mongolo na-r, tunguso r)109. Per quanto riguarda il lessico, i molti lavori di Vacek110 ci stanno dimostrando un quadro sempre pi vasto e sistematico delle relazioni linguistiche e culturali tra queste due famiglie. Ma le corrispondenze morfologiche ed un patrimonio lessicale comune (che indizia, almeno per il lessico pi altamente specializzato, una condivisione non solo linguistica ma anche culturale) costituiscono affinit a maglie strette, numerose e specifiche, e sono per lappunto il segno della comune appartenenza ad una pista, nel nostro caso alla pista indoasiatica. E se Vacek dovesse avere ragione quando nella sua provocative note con cui conclude il suo contributo del 2004111 sostiene che la discesa delle genti proto-dravidiche verso il sud dellIndia potrebbe essere avvenuta tardi, dopo la fine della migrazione in India degli Indo-Ari, allora il numero sempre maggiore di equazioni lessicali che sta emergendo nella comparazione di queste due famiglie troverebbe un nuovo inquadramento in un contesto ormai quasi protostorico. 9 Appendice Le tabelle che seguono sono tratte da: Vacek, J. 1996 To grow, to rise, to be great in Dravidian and Altaic, Archv Orientln 64, 332-333.

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A questo proposito Vacek cita i lavori di Ohno (OHNO 1980; 1983) sulle affinit tra tamil e giapponese. Cfr. MENGES 1964; 1969; 1977 e VACEK 1978; 1981; 1983; 1985. 109 Cfr. MENGES 1964: 79. 110 Cfr. nota 84. 111 Vacek 2004a: 449-450.

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