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ANTROPOSOFIA

RIVISTA MENSILE DI SCIENZA DELLO SPIRITO


INDICE: R. MEIER, Paole d vert, pag. 225; R. STI,
Morte e immortalit (conferenza), pag. 226; I. BUI, La
l (poesia), pag. 253; A. STEFEN, Dtae displ,
pag. 25.
ANNO XI. N. 8 AGOSTO 1959
L'EDl11RICE SCIENTIFICA MILANO
AVV ERTENZA
L scopo di questa rivista di fa conoscere i Itaa
c che la scienza dello spirito, il cui centro di stdi la
libera Universit di Dorach (Basilea), ha da dire intoro
all'uomo e ala sua evoluzione nel cosmo.
Come qualsiasi altra scienza, l'antoposofa usa u ln
gaggio tecnico, la cui chiave si trova nele due opere fon
damentli di R. Steiner : Teosofa (L' Editrice Scientifca) e
L saenza occulta (Laterza).
NORME PER L'ASSOCIAZIONE ALLA RIVISTA
L'abbonamento a 12 fascicoli mensili di 32 pagne cia
scuno costa, per l'interno, L. 2000 (per l'estero L 2500).
O gni fascicolo separato posto in vendita a L. 200.
Le annate precedenti, che ofrono alo studioso di a
tro
p
osofa un complesso di oltre tremila pagine di repertorio
sempre valido, fra cu pi di un centinaio di conferenze
inedite di Rudolf Sner, molti dei suoi saggi critici, tute
le sue M me, ga parte delle Paole di ver ed il. Ca
lendaro dell'anima, si possono acquistare a L. 3000 ciscuna.
L'annata 1946 esaurita.
I versamenti si eseguono presso L'Editrce Scientfca,
Via Ariberto 20, Milano, tel. 850.274. Chi non abbia ancora
provveduto al nnnovaento dell'assocazione, pegato di
farlo pe assicurasi il regolae invt della rvsta.
ANTROPOSOFIA
RVISTA MENSILE DI SCIENZA DELO SPIITO
ANNO XI N. 8 AGOSTO 1959
Rudolf Stene
PAOL DI VERIT
L'anima umana orig da Dio;
pu sprofondar morendo i grembo all'essere,
da morte un gorno scioglier lo spirito.
(esone c SIV ScHAZ CoLORNI)
Rudolf Stener
MORTE E IMORTALIT
Conferenza tenuta a Vienna l' 8 ae 1914 (*) (. rs.)
Se gi diffcile per un certo riguardo parlare delle basi
della nostra scienza dello spirito come lo abbiamo fatto nella
conferenza precedente (**), dobbiamo proprio convenire
che esporre i risultati dell'indagine spirituale come lo fa
remo nela conferenza di oggi davvero un'impresa assai
rischiosa nei confronti delle idee odierne e delle abitudini
di pensiero vigenti oggi. Se infatti, rispetto a tali idee e
abitudini di pensiero, molte cose ddl 'ultima conferenza sa
ranno apparse davvero paradossali, certo non sar facile, par
tendo da quello stesso punto di vista, ammettere che quanto
andremo esponendo oggi sia il risultato di un'indagine
condotta con la massima seriet. Si sar anzi inclini, i
molti ambienti, a credere che tutte queste siano solo delle
strane fantasie di gente fanatica. Parlando di queste cose,
per, bisogna essere ben consapevoli che ttto quanto i n
u secondo tempo fnisce per formare i contenuto della
coscienza generale, e perfo molto di ci che in un secondo
tempo appare assolutamente cosa ovvia, risulta .invece para
dossale e fantastico nell'epoca in cui ci si presenta per la pri
ma volta. Vorrei dunque premettere questo, a fe di sotto
lineare che chi investiga lo spirito ben conscio dei senti
menti. per altro giustifcati, che egli stesso suscita nel pub
blico quando si accinge a comuicare i risultati della sua
indagine; ed be conscio che all'epoca attuale tali risultati
appaiono. ancora del ttto paradossali
Prima di parlare di tali risultati, vorrei illustrarvi con
poche parole l'atteggiamento fondamentale di chi investiga
lo spiito. Questo atteggiamento assolutamente diverso da
() Da uno steno
g
ramma non riveduto dl conf ercnziere.
(") Confrnta: Antro
p
osofa, lu
g
lio 1959.
Morte e immortalit 227
quello che accompagna ogni altra forma di ricerca scien
tifca. Rspetto alla vita esteriore e alle sue nozioni, e rispetto
anche alla scienza ordinaria, ogg l'uomo ha i senso, del re
sto legittimo, di portare le forze di conoscenza dentro di s,
e di aver solo da metterle per cos dire in pratica, quando
vuol formarsi dei giudizi su tutto quanto la natura gli pre
senta e su tutto .quanto lo scieniato ricava dala natura. Men
tre nella scienza ordinaria ogni sfrzo rivolto a far ricer
che esatte, a osservare con precisione le cose e a riconoscerne
con l'intelletto le leggi, l'atteggiamento di chi investiga lo
spirito , nei confronti della verit, nei confront di ogni ane
lito alla conoscenza, del tutto diverso. Quando ci si immer
ge attivamente nell'indagine spirituae, sempre pi si sente
innanzitutto il bisogno di dedicare alla preparazione stessa
dell'indagine ogni attivit, ogni aspirazione dell'anima; e
sempre pi si ha i senso che,_ se ci si vuole accostare ad una
qualsiasi verit in un campo o nell'altro, si deve prima at
tendere e poi sempre attendere, e contnuare sempre a pre
pararvisi. E si ben consci che quanta pi pena e fatica ci
si d per prepararsi all'indagine, tanto pi si diventa maturi
a ricevere la verit. Perch nella vera scienza delo spirito
si tratta proprio di rcevere la vert. E talmente intenso
questo stato d'animo, da suscitare in noi, all'avvicinarsi della
verit, un sacro timore; cosicch sempre di nuovo si pref e
risce ttendere, nei confront degli importanti ed essenziali
risultati della scienza dello spirito, piuttosto che le cose pe
netrino nella nostra coscienza troppo presto. Ci determina
nell'investigatore stesso un ben preciso stato d'animo, uno
stato d'animo che pervade via via tutto i lavoro d cui ab
biamo parlato nella precednte conferenza, tutta la disci
plina interior dell'anima. lo stato d'animo del sacro ti
more al cospetto della verit. Premesso ci, cercher ora di
svolgere liberamente tutto quanto avr da dire sul tema
importante e sigifcativo d stasera, sul tema che tanto
vicino all'anima. di ogni uomo.
Non sono certo i peggiori individui quelli che oggi si
attengono pur sempre all'opinione che le verit della fede
siano distinte da quelle della conosceza, e che credono che
228 Antroposofa
tutte le idee che l'uomo pu farsi su nascita e morte, siano
solo oggetto di fede e non oggetto d una rigorosa indagine
scientfca. Merc la scienza dello spirito, questa rigida sepa
razione fra fede e conoscenza viene annullata. E quando si
espongono le vert sull'al di l come lo faremo noi ora, si
sente di essere in pieno accordo con quello che da lungo tem
p l'anelito verso lo spirito. E ci si sente in pieno accordo
con l'aspirazione ddl'epoca attuale, se sempre di nuovo ci si
attiene alla posizione presa per esempio da Lessing, rispetto
ad una delle verit fondamentali dell'indagine spirituale,
ne saggo che egli scrsse come suo testamento spirituale
poco prima di morire, nel saggio che ci appare come un ma
turo futo del suo profondo pensiero: L'educazone del ge
nere umno. I questo scritto Lessing non si prita afatto
di dire che l'idea delle ripetute vite terrene non deve
essere considerata erronea per essersi presentata al genere
umano prima che i pregudizi flosofci e scolastici avessero
per cos dire steso un oscuro velo sulle conoscenze che l'uma
nit aveva dell'al di l, all'inizio dell'evoluzione della civit.
Cs chi sta sul terreno della scienza dello spirito pu sentirsi
proprio in pieno accordo coi migliori spiriti (e potremmo
citarne molti altri) che hanno inserito i loro anelito nell'evo
luzione dela nostra civilt.
Abbiamo gi detto che le cose ed i processi della vita
spirituale possono venire investigati nel modo descritto, solo
se l'uomo giunge veramente a sviluppare nell'nima le sue
facolt sopite. Allora, merc la disciplna spirituale, diventa
possibile per l'anima d trarsi fuori dal fsico-corporeo e di
sperimentar se stessa separatamente da questo. E allora an
che l'uomo riconosce un senso nelle parole : io mi sperimen
to come essere animico-spirituale fuori del mio coro; e i
mio corpo, con tutto quanto nel mondo dei sensi gli ap
partene, mi sta davanti come nel mondo dei sensi mi sta
davanti un oggetto esterno.
Gi quando ebbi occasione di tenere qui acune confe
renze pubbliche, ho cercato d metere in evidenza quell'im
portantissimo momento della vita dell'investgatore delo
spirito, in cui, merc gli esercizi g menzionati (che trave-
Mote e immotit 229
rete de.scritti con maggori particolari nella mia Inine
e nella mia Scnza occuta) un tale ivestigatore dello spi
rito diventa veramente maturo. Qi non entreremo nei par
tcolari, ma accenneremo solo ad un tal momento. Un gior
no, dunque, ma si potrebbe anche dire una note, u te
evento ha luogo. P presentarsi i mezzo a fatti ordinari
del giorno, oppure in mezzo alla notte; e, se sar stato pre
parato nel modo gusto, non distrber n l'uno n l'alta.
Potr manifestarsi i cento modi diversi, ed io cercher qui
solo di rendere i carattere tipico, che sar sempre simile a
quanto descriver ora. Avviene dunque che l'uomo, destan
dosi dal sonno, sappia che sta avvenendo qualcosa che non
u sogno; sappia di essere separato da tutto quanto di
gioro lo circonda. Oppure viee u momento, i mezzo
agli avvenimenti del giorno, i cui la rappresentazione e la
coscienza dell'uomo si riempiono di qualcosa di totalmente
nuovo. 'In questo momento, i questo evento, che sar sem
pre simile a come io cerco ora quanto pi concretament
possibile di descriverlo, potr darsi che l'uomo abbia il sen
so : ora tu sei come i una casa che sia stata colpita dalla
folgore. Il tuo ambiente si dissolve come una casa che sia
stata colpita dalla flgore, e la folgore passa ataverso te.
Tutto ci con cui normalmente siamo co?giuti, lo sentiamo
ora come svincolato da noi per opera degli element. g
l'impressione pi profondamente squassante che si possa im
maginare. Da quel momento, o da un momento simie, noi
sappiamo che cosa signifchi sperimentare se stessi entro
l'anima, fuori del proprio corpo.
In tutt i tempi gli investigatori dello spirito hanno usa
to per questa esperienza un'espressione che appare veramen
te calzante a chi ne ha cognizione. I tutt i tempi infatti,
in modo conforme alle diverse .civilt, sempre esistita una
specie. di indagne spirirale. L'indagie attuale adeguata
ai progressi della' scienza modera; ma quanto con essa si
consegue, veniva conseguito i passato anche con altri me .
todi che si adeguavano alle diverse civilt. Cs gli investi
gatori dello spirito delle diverse epoche hanno coniato la pa
rola: giungere, i quanto uomini, alla
[
rta dela mrte. Si
230 Antro
p
osofa
presenta a loro efettivamente tutto ci che si puo imma
ginare sperimentabile nel\a morte. Non si presenta, vero,
come una realt, perch l'investigatore dello spirito torna
poi di nuovo nel suo corpo; tuttavia ci che egli sperimenta
un'immagine di quanto ha luogo veramente quando l'uo
mo varca la porta della morte, .quando la vita esteriore ter
mina e s'inizia la vita dopo la morte. Se si vuol compren
dere come l'investigatore dello spirito giunga alle cose d
cui stiamo parlando, bisoga tener presente che, mediante
un'accurata preparazione dell'anima, egli riesce ad avere per
cezioni del tutto diverse da quelle dei sensi esteriori, e che
egli realmente in grado di guardare i quelle sfere del-
1' esistenza di cui ora parleremo.
La prima cosa a cui l'investigatore dello spirito perviene
dopo aver superato i momento in cui gli sta davanti la por
ta della morte, potremmo chiamarla un gungere al di 'l
della memoria umana. La memoria dell'uomo, la frza mne
monica, . qualcosa che vive nella nostra anima per cos dire
come un inizio di qualcosa di spirituale. Anche i flosof e
gli scienziati oggi lo vedono gi. Il flosofo francese Berg
son che ha avuto davvero ur gande successo, vede gi nella
memoria umana, nel conservarsi dei ricordi, un alcunch di
puramente spirituale.
E solo quando i pregiudizi scientifci da cui oggi quasi
nessuno esente, saranno stati rimossi, solo allora si potr
scorgere che col tesoro dei nostri ricordi si presenta gi al-
1' anima qualcosa che i principio di un passaggo al puro
animico-spirituale. Quando sospingamo le nostre rappre
sentazioni nella memoria, noi le conserviamo per tramite
della sola anima, e non per tramite di immagini estere. La
dimostrazione scientifca di ci porterebbe per via troppo
tempo.
Come dunque nella vita ordinaria noi percepiamo delle
immagni mnemoniche che emergono dal tesoro della no
stra anima e che, cos come si presentano, non hanno nulla
che potrebbe indurci a crederle allucinazioni, cos davanti
all'anima dell'investigatore .spirituale si presentano processi
e fati spirituali, non pi per ora emersi dai tesori dell'ani-
Morte e immotalit 231
ma, bens da mondi spiritual. E si pu osservare ce dieto
a quello che noi chiamiamo il tesoro dei ricordi, l'anima
umana pu sperimentare anche dell'altro. L'investigatore
dello spirito si vede per cos dire tatto fuori dal coro con
l'anima. E a maggor ragione egli sa allora di poter con
templare per cos dire dall'alto quello che ha conseguito
merc i mondo dei sensi, quel tesoro di ricordi che ricopre
di u velo ci che esiste bens sempre neJl'anima, ma che
dalla memoria viene appunto nascosto.
S, nelle profondit dell'anima vive .qualcosa che esiste
sempre; ma u tal elemento spirituale-animico subcoscient
resta nascosto a causa del difondersi nell'anima dei ricordi.
E in quanto l'investigatore dello spirito s'innalza all'ani
mico-spirituae, si pu dire che i suoi ricordi gli stanno at
taccati come se fssero una coda di cometa del suo essere
animico-spirituale. Attraverso di essi egli pu gardare a
quelle forze che possiamo chiamare di genere superiore r
spetto alle forze che conservano i nostri ricordi. Se l' e
spressione non fsse veramente un po' screditata (ma dif
fcile trovare le espressioni giuste), si potrebbe dire: dalla
memoria si ascende ad una supermeora. Si giunge a poco
a poco a quello che la volta scorsa abbiamo chiamato u rap
presentare immagnativo. Nella memoria abbiamo i senti
mento che le immagini ci aforano e ci si presentano men
tre noi stessi restiamo passivi; nel'immaginazione ci dob
biamo invece immergere nelle cose attivamente. E dobbia
mo inoltre produrre attivamente u alcunch che tende ad
afiorare come contenuto di una supermemora. Sappiamo
per anche che quanto allora ci si svela, quanto ci si mani
festa come un alcunch che risiede dietro alla memoria,
esistito sem pre, e solo era coperto dal velo della memoria. E
sappiamo che questo aniico spirituale che sta insinuato l
sotto, esso stesso a lavorare sul nostro orgnismo fsico, a
essere attivo in- esso.

E si pu fare anche un'altra scoperta, straordinariamente
importante per i rapporto che esiste fra l'indagine spiri
tale e l'indagine scientifca. Secondo la scienza, tutto quan
to gli uomini dicono, pensano, vogliono, collegato coi pro-
22 Antopsofa
cessi del sistema .nervoso. In questo la scieza ha ragone;
tuttavia essa non riesce coi suoi mezzi a scoprire in che modo
la vit dell'ama sia collegata col sistema nervoso. Con
l'indagine spirituale, ivece, si pu gungere a strat assai
pi profondi della vita dell'aima. E allora si pu osservare
che, secondo l'ordinaro modo di rappresentarsi le cose,
assolutamente gusto dire per esempio che tutti i pensieri
che noi ci formiamo sono vicolati al . cervello. Ma in che
modo lo sono? In realt l'elemento animico pi profndo,
di cui la coscienza ordinaria nulla davero sa, ad daborare,
prima, una determinat parte dd cervello; esso, prima, a
esplicare la sua forza, la sua attivit entro i sensi ed etro
il cervello. E avendo questo elemento animico subcosciente
elaborato prima i sistema nervoso, questo poi diventa uno
specchio; e tutto ci ce ci si presenta nella vita abituale
l'immage rifes dell'animico-spiritale. Quando vi av
viciate ad uno specchio, non potete vedere o sentire voi
stessi, a solo la vostra immagine riflessa; similmente av
viene quando di solito esplcate i vosto pensare, sentre
e volere. Prima l'anima pi profonda ad elaborare i cor
po; e quanto essa i tal modo ha elaborato f sl poi che
si possa percepire qualcosa. dunque l'animico-spiritale
a elaborare l'occhio e a produrre nell'occhio determinati
processi; l'occhio poi rispecchia alla nostra coscienza quelli
che per esempio noi chiamiamo i colori. l'animico spiri<
tuale pi profndo a lavorare sul corporeo. E l'indage spi
rituale porter a riconoscere che siamo noi stessi a vivere
nell'intimo dei nostri pensieri, e a preparare prima col no
stro essere pi profondo il corpo afnch esso divenga uno
schermo riettente.
Nell'istante in cui le nostre rappresentazioni diventano
immagii' mnemoniche, deve per avvenire anchei qual .
cos'altro. A nch le immagi non ci guizzio via come
sogni, ma divetino ricordi, noi dobbiamo attivare la no
stra attenzione. Su tuto ci che ha da diventar ricordo,
che ha da permanere nel'anima, noi dobbiamo concentar
ci pi a lungo di quato avveng nelle semplici immag
percettive, Un'impressione di col or e non perarrebbe nella
Mote e im'talit 233
memoria se noi la vedessimo solo brevemente. Se la guar
diamo invece un po' pi a lungo, noi ci appelliamo a
quella frza che conserva nella nostra anima i ricordi. Noi
sospingiamo cos la nostra attvit animica i u pi pro
fndo elemento ddl'aima. Questo pi profndo element
dell'anima si presenta all'inagne spirituale come un cor
po pi sottile che possiamo chiamare con un'espressione ve
ramente un po' inconsueta corpo eteco (sebbene questo ter
mine non abbia i signifcato che si usa atribuirgli nella
chimica); si presenta dunque come un coro eterico che
gi d natura spirituale.
Ma la nostra anima non opera solo in quanto crea le
immagini mnemoniche; nella vita fra nascita e morte crea
molte altre cose i se stessa. E qui l'indagine spirituale sco
pre i fatto singolare che i nostri ricordi permangono rap
presentabii, solo in quanto vengono conservat dal corpo
eterico e non vengono fatt penetrare ento il coro fsico.
Se vi fssero fatti penetare e vi esplicassero un'ativit,
si trasfrmerebbero in forze vitali del corpo .sico e lo or
ganizzerebbero. Noi conserviamo le nostre rappresentazioni
nel loro carattere rappresentativo, i quanto lasciamo che
esse restino rappresentazioni; esse possono restare alo stato
di ricordo. Ma durante la vita l'anima esplica anche forze
assai p intense di quanto non lo siano le frze della me
moria; e anche queste altre frze vengono a tutt prima
conservate nel'anima. Esse stanno per nascoste dietro al
tesoro abituale de ricordi, come una supermemoria. Esse
vivono in noi. Guardando, attraverso la memoria, al tesoro
della supermemoria, l'investigatore dello spirito sperimenta
quanto segue: nella ta anma vive qualcosa che non pu'
age entro il corpo fsico, qualcosa che, fra nascita e morte,
non giunge a diventare attivo nel to corpo fsico. Si tratta
di qualcosa che non resta rappresentazione, ma ce n
pure diventa frza organica attiva. L'investigatore delo spi
rto la sperimenta quando fuori del suo corpo. Ma speri
menta al tempo stesso anche qualcos'altro che pu espri-
mere cosl: io sperimento ora qualcosa che esiste bensl nel-
1' anima, ma che in certo modo non trova esplicazione, in
24
Antroposofa
quanto non pu entrare nel corpo che stato formato alla
nascita (o, diciamo, alla contezione ).
: E immergendosi l'investgatore dello spirito in questo
qud a cui or.a ho accennato, egli lo sperimenta i modo
da. riconoscero come u seme rposto in una pianta. In
quanto tale, i seme non ha signifcato alcuno per la pianta,
non pu immergere in essa le sue forze. Tuttavia vive in
essa ed il geme dela pianta che si s:iupper l'anno pros
simo. Immegendosi duque nello spirifo, l'investigatore
sperimenta un qud che in lui un seme animico, un seme
che si forma bensi g fa nascita e morte, ma che non
sviuppa le sue forze i questa vita. Esso si sommege entro
l'anima ed a disposizione di una vita successiva, come
nel frutto di una pianta il seme a disposizione per la
pianta successiva che, senza la precedente, nor si potrebbe
sviuppare.
Se si in grado d immergersi in tal modo nelPani
mico-spirituale, si giunge alla prospettiva delle ripetute vite
terrene. importante per che l'investigatore dello spirito
non perda di vista quanto segue : quello che t hai dovuto
sperimentare pu essere solo qualcosa in cui tu sia sempre
di nuovo conscio della tua propria attvit. Se questa consa .
pevolezza manca, allora tutt diventa una mera allucina
zione o una vuota fantasia. un errore obiettare : come pu
l'investigatore dello spirito sapere che non si tratta d un'al
lucinazione, di un'illusione, di una fantasia?
Se l'investigatore dello spirito avesse con questa sua
esperienza lo stesso rapporto che l'anima malata ha con le
sue allucinazioni, una tale obiezione sarebbe pienamente
giustifcata. Ma ad un'allucinazione non si partedpa con
piena consapevolezza; non si pu guardare ad un'alucina
zione con la consapevolezza che si tatta appunto di un'al
lucinazione. L'investigatore dello spirito invece, merc la.
sua preparazione, impara veramente a distnguere quello
che soltanto reminiscenza del mondo esterno rispetto a
cui deve comportarsi passivamente, da quanto gli si pre"_
senta come una letter.a o una paola di cui si sa che, stando
sulla carta, non signifca soltanto se stessa, ma anche qual-
Morte e imortlit 25
cos'altro. L'investgatore dello spirito non si serve infatt
d c che contempla nella sua indagine spirituale come ci
si serve di un'allucinazione, ma se ne serve in .quanto in
grado di paragonarlo alla lettura spirituale di una scrittura
fata di immagii. Solo se nella .nostra interiorit noi im
pariamo ad usare ci che in piena attvit presentiamo a noi
stessi come i caratteri di una scrittura che non signifcano
se stessi, ma qualcos'altro, solo se ci innalziamo liberamente
a quanto cos ci s presenta all'anima, potremo giungere
realmente a contemplare queli che sono i processi e gli es
seri del mondo spirituale. Ma alora, in quanto ci immer
gamo in u elemento dell'anima che non uno col corpo,
noi perveniamo ad un'entt alla quale possiamo attribuire
i carattere dell'immortalit.
L scienza dello spirito non ua fantasia nella quale
si facciano .speculazioni sui motivi dell'immortit; essa mo
sta come pervenire all'anima stessa, e mostra che cosa que
sta vera anima sia. Essa mette per cos dire a nudo l'anima.
E allora risulta che quanto vien messo a nudo come anima,
non un prodotto della corporeit esteriore, ma che piut
tosto la corporeit esterore stessa un prodotto dell'anima.
Ch se da un lato si scopre in se stesi il germe animico
di cui si sperimenta e sente che esso i germe per una
prossima vita terrena, d'altro lato in un tal contenuto della
coscienza si sperimenta anche quanto penetrat nel f
sico-corporeo prima che, in quanto essere fsico, l'uomo
avesse dato inizio, con la nascita o con la concezione, alla
propria esistenza. A ora si sperimenta che, come l'anima
stesa a preparare spazialmente i suo cervello (e lo pos
siamo osservare), cos l'animico-spirituale a cui si perviene
eisteva anche prima della nascita o della concezione in un
mondo spirituale, e in qud mondo ha conseguito le forze
atte a collegarsi con quella materialit fsica che gli
data da padre e madre, a compenetrarla e ad organizzar
visi. Si sperimenta che l'uomo, cos come f i suo ingesso
nel mondo, non il prodotto di padre e madre, ma the
lo spirituale a congiungersi con la materialit, lo spi
rituale disceso. . dai mondi spirituali i cui viveva nel
26 Antroposofa
periodo fra l'ultima morte e la rinascita. E l'investigatore
delo spirito, se impara in tal modo a conoscere quanto
vive al di l della memoria, pu alora anche imparae
a riconoscere come si comporta l'anima quando la corpo
ret non trattiene pi l'attivit dell'anmico-spirtuale, ossia
quando sopraggunge la morte.
***
Quando nell'uomo sopraggiunge la morte, alora (come
1 risulta all'investigatore dello spirito) l'anima vive dapprima
ento ci che, durante la vita, non diventato fsico-cororeo :
, nel tesoro della memoria.
I
. Subito dopo la morte si presenta all'anima un ampio
quadro mnemonico di tutto quato l'uomo ha sperimentato
1 fa nascita e morte. E afforano anche quegli avvenimenti
\. che nella vita sono stati dimenticat. Questa esperienza dura'
solo pochi gorni. E all'ivestigatore dello spirito dato
di contemplare questa che in tal modo si presenta come la
prima esperienza dopo la morte, solo in quanto egli conosce
la natura della memoria. Aora l'investigatore dello spirito 1
ha nella sua coscienza un contenuto simile a quello del
defunto che ha varcato la porta. della morte. lnche da
vanti al'investigatore dello spirito, quando fuori del
corpo, si presenta un tal contenuto di pensieri; ma gli si
presenta come n mondo di cui egl pu dire : come di
solito abbiamo intorno a noi il sole, la luna e le stelle,
come abbiamo intorno a noi i monti e le foreste, cosl ora
abbiamo davanti a noi u quadro; possiamo contemplarlo,
possiamo comprenderne l'azione. E se ci abituiamo a con
templar realmente queste cose stando fuori del corpo, al
lora giungiamo anche a poco a poco a dirigere lo sguardo
su ci che l'anima atraversa dopo la morte. Si tratta a tutta
prima di un panorama di ricordi: tutti i pensieri che stavano
adunati nella memoria, ora per cos dire si distendono; ma
dietro di essi si presenta una forza animica ben diversa da
prima, in quanto non le viene pi opposto l'ostacolo del corpo.
Mote e imortalit
27
Dopo akuni giori, poi, il paorama dei ricordi scompare
qall'ambiente che circonda l'uomo .
. Come ho gi detto prima, chi vuol fare una conferenza
sul tema di oggi gunge a cose un poco arrischiate; ma se
si vuole parlare i modo concreto, non si pu fare a meno
d toccare questo genere di cose. Ho cercato. di descrivere
quello che in primo luogo si sperimenta dopo la morte.
E ne risultato che lo sguardo retrospettivo sulle jmmagini
mnemoniche ha una durata che varia in modo assai indi
viduale a seconda dei diversi uomini. Possiamo dire per
che esso dura tanto quanto pu durare durante la vita la
forza che permette all'uomo di mantenersi desto quando
per qualche ragione gli viene impedito di addormentarsi.
Questa forza varia .a seconda degli uomini. Questa intma
forza che l'uomo ha di combattere il sonno, determina il
numero dei giori dela memoria retrospettiva. Poi subentra
qualcos'altro. E i quello che ora subentra ci si pu immer
gere soltanto se gi lo si conosce merc le esperienze extra
corporee. Ma diffcile trovare le parole atte a descrivere
esprienze animiche tanto diverse da quelle dei sensi. I
nostro linguaggio infatti coniato per i mondo sensibile;
e quanto sta fori del mondo sensibile, l'anima lo speri
menta in modo ben diverso. Ch si accinge a descrivere
con le parole usuali del linguaggo cose per cui il linguaggio
non coniato, non riuscir, fondandosi direttamente sulle
esperienze dell'anima, a descrivere quanto vien sperimen
tato successivament allo sguardo retrospettivo, a descri
vere quanto l'investigatore dello spirito sperimenta fuori
del corpo. E questo appunto io vorrei descrivere sia pure
con espressioni inadeguate : ossia un quid che non n un
sentire n un volere, ma qualcosa che sta fa il sentire e il
volere; potrei chiamarlo un volee ch: e sente, un sen're
che vuok.
Nella vita ordinara una tal forza animica noi noni l'ab
biamo. Impariamo a conoscerla solo in quanto investgatori
dello spirito. come se insieme a noi si allontanasse nel mon
do la nostra volont; e portasse sulle sue ali o sule sue onde i
nostro sentmento, che cos ci viene inconto quasi come se
238 Antroposofa
vivesse fuor d noi, quasi come se futtuando d si avvi
cinasse sulle onde dela volont. Mente normalmente noi
siamo abituat ad accogliere nell'anima i nostri sentimenti
come . se fossero concresciuti con noi, ora sentiamo il nostro
setmento quasi come se ondeggasse e futtuasse sulle
onde della volont; sappiamo tuttavia che i tal modo noi
c efndiamo nel mondo, e che ci che l fori u set
tre che vuole, ci che come una percezione sonora del
mondo sensibile esterore, ora tuto compenetrato da
nosto essere.
Nel primo periodo dopo lo sguardo retrospettvo, per,
l'uomo sperimenta ttto ci in modo che l'unico mondo
eh' egli ora perceisce in sostanza ancora quel mondo da
ci con la morte egli uscito. Dopoch il panorama dei
ricordi si oscurato, queto sentre che vuole si raforza
nel'anima. Ma esso esprime soltanto cose che sono ancora
connesse con l'utma vita terrena; e queste cose potremmo
caratterizzarle cos. La vita terrena non ofre mai all'uomo,
nelle sue esperienze, tutto ci che gli potrebbe ofire. Noi
non abbiamo esplicato tutto quanto avrebbe potuto essere
esplicato fra nascita e morte. Fra le righe della vita, per cos
dire, sono rmaste indietro ancora delle brame, dei desi
deri, dell' amore per gli altri uomini. Quanto dell'ultima
vita rimasto inappagato, ora noi lo guardiamo spirital
mente con bramosia; e questo processo dura anni. In questi
anni come se il nostro mondo consistesse principalmente
di ci che noi stessi siamo stati. Noi guardiamo alla nostra
ultima vita terrena. Noi contempliamo i essa ci che
rimasto icompiuto. E solo in quanto per anni viviamo
i una sfera i cui nulla pu venire appagato di quanto
sulla terra viene appagato, solo in quanto non possediamo
organi per un tale appagamento, noi riusciamo a liberarci
dalla connessione con l'ultma vita terrena. Della lunghezza
di questo periodo possiamo dire : il tempo che va dalla na .
scita dell'uomo fno a quel momento della sua infanzia di
cui egli i gado poi di ricordarsi, quel tempo non ha nes
sun ifusso sulla durata ddle esperienze che ora stiamo de
scrivendo. Cos pure non vi ha pi nessun influsso il tempo
M<te e imm<talit 29
vissuto dopo i ventcinque o ventisei an. I periodo che va
dai quattro-cinque an fno ai vent-tent, segna la durata
del tempo i cui si deve uscire dalla connes$ione con l'ultima
vita. Quanto tempo occorso a 'uomo per edifcare i certo
modo il suo corpo con le forze ascendent dela vita, quanto
tempo cio gli occorso per compenetrare la sua vita con le
forze corporee organicamete feconde, altrettanto tempo cir
ca gli occorre per potersi liberare dall'ultma vita terrena.
Cos per esempio, se uno muore a dodici anni, g occorrono
circa sette anni per poter uscire dall'ultma vita terrena. Ma
se muore a cinquant'anni, gli ai successivi a venticinque
non contribuiscono pi a prolungare i periodo di cui stiamo
parlando.
Di questo periodo possiamo dire che per in certo modo
avviene g che l'uomo percepisca nel suo ambiente processi
ed entit spirituali. Quando l'investgatore dello spirito si
sperimenta nel suo aniico-spiritale, egli si trova realmente
immerso i u mondo spiritae. il mondo in cui entra i
defunto; ma il defunto talmente indafarato con le cose di
cui ho parlato pa, che pu stabilire u rapporto col suo
ambiente spirtale solo se prima attraversa la sua ultima
vita. Crcher di darvene un esempio. Qalcuno passa per la
soglia dela morte, e vive nel periodo i cui deve liberarsi
dal'ultira sua vta terrena. U altro uomo che egli ha amato
ancora vivo nel corpo fsico. Ora colui che dopo la morte
si trova ancora nello stadio d'esperieza di cui abbiao par
lato, non pu bens guardare direttamente all'aima che vive
nel corpo fsico; ha per a sua disposizione, per cos dire, una
via d'uscita: se nell'ultima vita terrena noi abbiamo ama
to un uomo, ora possiamo guardare a questo nostro amore;
per tramite del nostro amore noi possiamo trovare la via
verso un'anima che sta ancora sulla terra. E simimente dob
biamo anche trovare la via verso un'anima che viva g in
sieme a noi nel mondo spirituale.
Cosicch possiamo dire: in quanto anima, dopo la mor
te l'uomo vive con le altre anime umane, ma a tutta prima
per tramite della sua propria vita. Nel'uomo per va svi
luppandosi sempre pi

ma nuova forza animica che, co-


240 Antroposoa .
me gi l'atra, l'ivestigatore dello spirito pu conoscee solo
se sperimeta i suo aimico-spirituae. E anche per. que
st'altra forza animica non esiste un'espressione adatta. Per
la forza di cui abbiamo parlato prima si pu per lo meno
dire che u senti che vuole: questa frza h ancora Wa
certa somiglianza con le cose che volteggano flutuando
fuori di noi nelle volizioni e nei sentimenti. Ma quelo che
l'aima sperimeta ora, quella frza che si desta in lei man
mano che essa si allontana, come abbiamo descrtto, dall'ul
tma vita terrena, io posso solo designala con una parola
che ach'essa assolutamente inadeguata: forza ana
ceativa, forza ceatva. L'anima ora sperimenta diettamen
te d dover entrare i un'attvit. Dopo la morte questo
l'anima lo sperimenta a pieno; ma sperimenta al tempo
stesso ache che la sua forza creativa s'irraggia realmente
nell'ambiente. E .questa forza creativa qualcosa che (l'e
spressione inadeguata, ma devo pur usarla) che s'irragga
nell'ambiente come una luce spiritale, qualcosa che i
lumina i processi e gli esseri spirituali cosicch si possano
vedere. Come, quando la mattia sorge il sole, noi vediamo
gli oggetti per suo tramite, cos ora, per tramite di questa
interiore forza lumiosa, noi vediamo i processi e gli esseri
spirituali. Ha inizio ora i tempo in cui l'anima pu stare
realmente in un ambiente spirituale, nella stessa misura in
cui si desta in lei l forza creativa atta ad illuminare un tale
ambiente. E qui le religioni hanno coniato un'espressione
signifcativa: questo sentirsi entro la forza creativa, questo
vivere immersi i un mondo che diventa visibile in quanto
noi stessi vi irraggamo la nostra propria luce, questo
un sentimento di beatitudine. In questo mondo, anche i do
lori vengono sperimentati come beatitudini. In tal modo
l'anima sperimenta ora la sua vita.
.
L'anima per pu attraversare questa esperienza i con
dizioni alterne. E qui giungamo ad un capitolo che per
un pensare ordinario sembra nuotare veramente nel fata
stico. Ma posso proprio parlare di questa cosa, perch nelle
seguenti descrizioni tutto diventer chiaro. L'anima speri
menta condizioni che si alterano. Essa non si trova sempre
Morte e immralit 241
nella condizione di poter per cos dire irraggare arm1ca-
mente sull'ambiete circostante la sua forza d luminosit
spirituale, la sua forza creativa, cosicch le entit spirituali
che le stanno intorno vengano da lei sperimentae, ed essa viva
ento il mondo spirituale esteriore. Questa condizione deve
alterarsi con un'altra: ossia con la condizione i cui l'ani
ma sente per cos dire smorzarsi questo irraggiare della sua
forza luminosa. L'anima diventa interiormente ottsa, non
pu pi irraggiare la sua luce, e deve raccogliere in se stessa
l'intera sua esistenza. Si avvicina cos i momento in cui fra
la morte ed una nuova nascita l'ania vive una vita del
tutto solitaria. Se si vuol paragonara alla vita ordinaria,
si

pu dire : come nella vita ordinaria si alterano i sonno
e la veglia, cos dopo la morte devono alterarsi una vita
che si efonde nel mondo esteriore, ed una vita di iteriore
solitdine in cui si raccoglie tutto quanto stato sperimen
tato durante la condizione dell'espansione, ma i cui l'ani
ma sa che ora essa sola. L'anima non perde la coscienza;
anzi essa sperimenta: l fuori c' il mondo spirituale, ma tu
sei sola; tutto .quanto tu sperimenti, lo sperimenti in te, ed
soltanto un'eco di quanto si sperimenta fuori. Solo i tal
modo la forza luminosa interiore pu d nuovo intensifcarst
Poi l'anima per cos dire si risveglia e sperimenta di nuovo
l'atra condizione.
Partecipa a un'esperienza veramente singolare chi impara
a comprendere il senso di questo alternarsi della vita del
l'anima fra l'esperienza sociale e la solitudin, alternarsi che
per l'anima signifca quello che sonno e veglia signifcano
per il mondo fsico. Ma proseguendo oltre nela vita fra la
morte e una nuova nascita, l'anima sperimenta a poco a poco
un oscurarsi, uo spegnersi lentamente della sua forza d
luminosit. Si potrebbe dire: le esperienze della solitudine
interiore diventano sempre pi itense; diventano tali, che
l'uomo sperimenta interiormente utto u cosmo. Ed so
praftto quasi da un sentmento di paura quando scopr
tutto quanto contenuto nell'anima sua, tutto quanto ora
si manifesta nel periodo fra la morte e una nuova nascita.
Viene poi il tempo in cui l'uomo pu avere ormai solo espe-
242
Amroposofa
rienze interiori, in cui le notti della sua solitudine diven
tano sempre pi lunghe, e non gli pi dato di destarsi
alla condizione in cui la sua forza di luminosit irrag
giante. Ho chiamato questo periodo la mezzanotte della
vita spirituale fra la morte e una nuova nascita (*). il pe
riodo in cui l'uomo sperimenta come mondo suo tutto ci
che sta nele profondit dell'anima, in cui 'egli sa: al di l
della sponda della tua anima ci sono i mondi spirituali in
cui vivono tutti gli esseri spirituali, in cui vivono tutte le
anime disincarnate e incarnate. Ma questo lo si sa soltanto
se appunto se ne ha in se stessi un'eco.
Ed ora avviene qualcosa che anche non possibile espri
mere con parole usali. I linguaggio ordinario usa, per indi
care quello che nell'anima uno stato piuttosto passivo, la
parola nostga. Noi desideriamo qualcosa, bramiamo qual
cosa che non possediamo, ma la nostra nostalgia non pu
produrlo, e possiamo avere a riguardo _solo un atteggiamento
passivo. Questa f
o
rza delPanima per acquista ora un nuovo
carattere. Ora sorge la nostlga di vivere di nuovo in quel
mondo da cui si stati strappati al fne di entrare nella
solitudine. E questa nostalga che ora sorge attiva, ed ha
forze organizzatrici .. Essa diventa una nuova f
o
rza di per
cezione dell'anima, diventa qualcosa di reale. Essa genera a
sua volta una nuova forza, una forza animica che in grado
di percepire un mondo estero, un mondo che al tempo
stesso estero ed intero. Noi lo percepiamo fuori del nostro
essere e al tempo stesso lo percepiamo come il mondo della
nostra incarnazione terrena passata. Questo ora il nostro
mondo esterno. Contempliamo cos tutto ci che in noi
rimasto inesplicato, e si desta in noi la nostalgia di creare
un pareggo nella prossima vita terrena per tutto ci che di
malvagio abbiamo compiuto nella vita passata, d ripararlo in
una nuova vita. Questo il periodo in cui ogni uomo pu
guardare indietro alle vite terrene passate. Questo i pe:
riodo in cui davanti all'occhio spirituale dell'uomo stanno
ttte le azioni ddle sue vite passate. E si desta i lui la
() Confronta il quaro mistero di Rudolf Steiner: I rsveglid delle aime.
Mote e imrtalit 243
tedena a creare in una nuova vita terrena un pareggo,
per cui le esperienze della nuova vita compensino e riparino
le macanze delle vite passate.
Ho conosciuto persone che non hanno segito la scienza
dello spirito perch, dicevano, ne avevano abbastanza gi di
una sola vita trrena. Ma c' anche c trova ragionevole di
non voler saper nulla dlla prossima stazione tramviarial
Quello che conta per non che l'anima guardi indietro
alle vite passate, ma piuttosto che ogni anima, guardando
idietro, susciti in s anche la tendenza a vivere una nuova
Vita terrena, come pareggio. Si sperimenta cos che ci sono
degli uomini verso i quali noi siamo debitori, o che i
qualche cosa sono debitori. verso di noi : ci si presenta al
!' anima come un completamento, e suscita la tndenza a
vivere di nuovo nella vit terrena con determinate persone.
In tal modo si generano frze che tendono verso la terra.
Ma forze simili si destano anche in alti uomini, e ci deter
mina il riincontrarsi degli uomini al fne di riparare ai re
ciproci debiti delle vite passate.
Poi si progredisce sempre pi nella esperienza della vita .
spirituale fra la morte e una nuova nascita. Sempre piu va
afermandosi la tendenza verso una nuova vita rrena. Le
tedenze diventano vive, l'uomo, merc quanto ha cos
sperimentat, si crea l'archetpo, l'achetpo spirtule della
nuOa v tena. E ora, col progredire del tempo, egli
stesso a creare ci che si congiunger con la sostanza ma
teriale del padre e della madre, al fne di penetrare in una
nuova vita terrena; e si viene attatti verso i genitori, a
seconda delle possibilit riposte in queste sostanze. Cosicch
si pu dire: l'affnit elettiva per le qualit eredirarie,
un'affnit elettiva dell'archetipo, quella che decide verso
quale coppia di genitori ci si debba sentire attatti, e in qual
vita ci si venga a trovare. Cos l'uomo torna di nuovo in
terra e si congiunge di nuovo con una vita fsica, con una
vita terestre.
E l'indagne spiritale pu scorgere ci che in tal modo
si sviluppa nel bambino tanto misteriosamente, quando a
poco a poco si f strada in lui da dentro la sua fsionomia
244
Anroposofa
espressiva, quando i suoi movimenti disordiat si trasfr
mano in movimenti ordiati e i corpo prende forma. L'in
vesrigatore dello spirito scorge ci che h attraversato la vita
fra la morte ed una nuova nascita, scorge come ora ci vada
sempre pi collegandosi col corpo. L'investigatore dello spi
rito scorge questo. Ed ora egli comprende anche perch a
tutta prima non possa esistere nessun ricordo di queste espe
rienze. L frze che potebbeo diventae frze memoni
che vengono invece adoperate per organizzare i corpo. Il
bmbino cio avrebbe bens la frza di rcordasi tutti gli
eventi passati, ma questa forza viene trasfqrmata. Ome la
pressione che noi esercitiamo col dito sulla tavola si trasfor
ma in calore, cos la frza della memoria si trasfrma i for
za organica. Qela che modella il cervello forza memo
nica trasformata; questa forza cessa di presentarsi nella
forma in cui le dato di esplicare uno sguardo retrospettivo,
e si present invece come una forza che organizza il corpo.
u elemento animico trasformato; un elemento animico
che penetra nel corpo; ed ora esso opera dentro i coro.
Cos noi comprendiamo questa nostra vita solo se com
prendiamo quell'altra vita che precedente all'ultma na
scit. La nostra vita attuale consegue le sue frze nel pe
riodo fra l'ultima morte e la nasita. Le forze che compaio
no ora spiritualmente sono forze mnemoniche trasformate,
le quali hanno organizzato il corpo.
Certi animali inferiori muoiono quando son divenut
maturi a generare la nascita di un'altra vita. La ricerca scien
tifca riuscir un gorno a mostrare che le forze insite nel-
1' ereditariet giungono i certo modo ad esaurirsi. Su questo
punto scienza naturale e scienza dello spirito isieme po
tranno fornirci importati spiegazioni.
Ma entro le frze ereditarie operano forze spirituai, e
sono queste forze spiritali ad efetuare la compenetrazio
ne del corpo fsico. Il corpo fsico per cos dire uno spec
chio dello spirituale; e sono in sostanza dei veri processi di
struttivi quelli che producono il rispecchiamento. Quando
noi ci formiamo delle rappresentazioni mnemoniche, qua
do con l'occhio noi vediamo i colori, questi sono dei pro-
Mote e immortalit 245
cessi di distruzione; e solo duran il sonno quanto stato
demolito viene riedifcato.
Cos noi viviamo in quanto compenetriamo e rafor
ziamo il nostro corpo con le forze che riceviamo da fuori.
E la vita pu essere compresa soltanto se si tien conto di un
tale elemento animico-spirituale attivo in essa. Nella scien
za dello spirito per le cose non sono poi tanto semplici, e
non si pu parlare della morte dele piante e degli animali
come della morte dell'uomo; e quanto ho detto, vale solo
per gli uomin.
* * *
L'indagine spirituale pu dunque rivolgere il suo sguar
do oltre la vita fa nascita e morte. E merc l'indagine
spirituale si pu gettar luce anche su cert singoli partico
lari. Penso che alcun ascoltatori abbiano ancora molti
prblemi insoluti nel campo dell'indagine spirituale, e che
ascolteranno volentieri qualche altro particolare. Posso pe
r citare soltanto degli esempi singoli. Prendiamo un esem
pio che ci appare veramente misterioso nella vita : la na
tura della delinquenza. L'investigatore dello spirito non
vuol certo porsi dal punto d vista utopistico secondo il
quale i delinquenti non devono veni puniti, o altre cose si
mili. L'investigatore delo spirito cerca per di compren
dere ci che ci si presenta nella vita umana. Possiamo chie
derci : che cosa avviene quando ci si presenta una vita di
delinquente ? Queste cose sono facili a chiedersi, ma le
risposte a tali domande l'investigatore dello spirito deve
prima lottare per ottenerle. E deve anche lottare per poter
parlare di queste cose, perch quello che ha da dire pu
perfo sembrare paradossale.
A chi guarda chiaroveggentemente un delinquente ri
sulta che le nature di delinquenti sono una specie di parti
spiritualmente prematuri. Ogi anima ha una possibilit, in
certo modo normale, di scendere nel mondo fsico. Ma la
tendenza che porta l'anima a discendere s'incrocia con altre
tendenze, cosicch la maggor pare degli uomin - e i de .
246
Antroposofa
linquenti in modo particolarmente accentuato - discendo
no nella vita terrena assai pi presto di quanto non do
vrebbero discendere normalmente. E ci ha per conseguenza
qualcos'altro. Si pu compenetare giustamente l'intera cor-
poreit umana, in modo d poter diventar uomini intera
mente, solo se ci si reincarna in un momento che si ap
prossima a momento normale. Ma se, per determinate c
costanze dele vite terrene precedent, esistono cause per
cui l'uomo deve discendere nella vita prematuramente, 1-
lor.a l'uomo accoglie nel proprio subcosciente qualcosa d
tui non sa nulla, qucosa che gli vive nele profndit'
dell'anima, qualcosa che come un prendere alla leggera
la vita terrena. Ci avviene perch l'uomo non discende nel
momento in cui avrebbe potuto collegarsi interamente con la
vita terrena. Cosl pu darsi che u uomo abbia nella sua co
scienza ordinaria un forte istito di autoconservazione, pu
darsi che egli esplichi nella delinquenza i pi forte egoismo,
e che porti tuttavia nella sua natura interiore, di cui nulla .sa,
una certa superfcialit, u certo prendere la vita alla leggera,
e che non voglia attribuire nessun valore alla vita i cui egli
entrato attraverso un parto spirituale prematuro.
Se le cose stanno cosl, allora questa vita si . presenta al
l'uomo i modo che egli possa accendere il suo istinto di
autoconservazione che sta afermandosi, con qualcosa di
cui non sa nulla, con un prendere la vita alla leggera. Csl
avviene per le anime dei delinqent. E quando io ebbi ap
preso ci, mi . divent chiara ache un'altra cosa :

nel lin
guaggio dei delinquenti esiste un certo gergo. E si compren
de la natura particolare di qesto gergo (ossia u certo
prendere alla leggera la vita nelle parole) solo se si conosce
ci a cui ora ho accennato. Ma tutto si compensa poi nel
l'insieme delle vite terrene umane, cosicch i deliuente
pu riparare i una futura vita terrena a ci che ha com
piuto come conseguenza di ua nascita spirituale prema
tura.
Ma anche altre cose diventano comprensibili con l'inda
gine spirituale. Ci sono per esepio degli uomini che ven
gono strappati . alla vita a caus di un infortunio, che a
More e immortalit 247
causa d un infortunio lasciano la terra in un momento i
cui non dovrebbero ancora lasciarla. Se per esempio a trenta
cinque ai un uomo viene investto da una locomotiva, nel
suo corpo sono insite allora delle forze che potrebbero agire
ancora per lungo tempo. E quando egli abbandona il mondo
fsico, non che queste forze trapassino nel nula. Le forze
intelletui per esempio si rinvigoriscono singolarmente pr
prio i conseguenza di un tal fatto; e un uomo che perisce
in un incidente pu rinascere dotato di un itelletto vigo
roso. Essendo i grado di contemplare la vita da un pi
ampio orizzonte, l'indagine spirituale deve parlare d certe
cose i modo diverso da come se n parla di solito. Chi
muore di malattia, chi a causa di una malattia deve atra
versare molte prove, quegli sviluppa la sua anima in modo
che vengano rinvigorite le forze della volont. Una morte
prematura dovuta a malattia rinvigorisce le forze della vo
lont.
Talue di queste cose potranno magari apparire pura
mente fantastche; ma parlandone sono ben conscio di ave
re una certa responsabilit; e non ne parlerei se non sapessi
che tali fatti devono essere conosciuti altrettanto esata
mente quanto i fatti della scienza esteriore. E considererei
ben frivolo parlare di queste cose, se non fosse viva nel-
1' anima ua conoscenza tutta pervasa dall'ateggiamento a
cui appunto ho accennato.
L vita dell'uomo diventa dunque comprensibile solo
se si ten conto di quanto esiste al di fuori della vita fsica.
Lo sviluppo di questa nostra vita fra nascita e morte i
risultato della vita che sta a di l di nascita e morte. A ta
luni c potr apparire come una svalutazione della vita. B
affinch ci non avvenga, cercher ora di ripetere breve
mente le cose gi dete. Se qualcuno dicesse che in tal mo
do vien messo in rilievo il fatto che noi stessi abbiamo pre
parato quello che sperimentiamo nella vita terrena, quegli
avrebbe ragione. Se veniamo colpiti da un infrtunio ap
punto perch prima di nascere noi abbiamo inculcato al-
1' anima nostra la tendenza ad andare a fnire in questo in
fortunio. Come una certa pianta non pu vivere che in alta
248 Antroposofa
montagna, cos l' anima umana si cerca i suo abiente e va
a sfciare ne suo stesso destino. Cme per quella pianta
i destino naturale d vivere nelle Api, cos per l'anima
umana naturale precipitarsi in un infortnio, se in tal mo
do essa pu compensare qualcosa d imperetto che resi
duato da una vita terrena precedente. E e qualcuno dicesse
che non pu in nesun modo esserci d consolazione il fat
to che noi stessi siamo stati gli artefci della nostra sventura,
per cui oltre a sopporara con pazienza dovremmo anche
sapere che da un punto d vista superiore la meritiamo, se
qualcuo dicesse questo, allora io vorrei rispondergli con un
raffronto che pu gettar luce sulla cosa. Supponiamo che
un govane di diciotto anni abbia un padre ricco, per cui
possa vivere nell'abbondanza anche senza imparare nessun
mestiere; ma ecco che suo padre f bancarotta. Che la vita
gli gochi questo brutto tiro pu signicare per lui una ben
grave disgrazia, ed egli ha ben ragione di sentirsi infelice.
Ma raggiunti che egli abbia i cinquant'anni, egli guarder
da ben altro punto di vista alla sventura che lo ha colpito
a diciotto. Egli si dir : se allora non m1 fosse capitata quel
la disgrazia, forse ogg sarei gi andato a fnir male da mol
to tempo, perch senza quella non sarei mai diventato u
uomo abile alla vita; quella disgrazia ha costituito un f er
mento nello sviluppo della mia vita.
Similmente, nel momento in cui ci capita qualcosa, non
siamo sempre i condizione di metterci dal giusto punto di
vista rispetto a quanto dobbiamo sopportare. Nel mondo
spirituale invece il punto di vista un altro. L noi sap
piamo che nella prossima vita dovremo subire qualcosa che
possa creare un compenso per la vita precedente. L siamo
noi stessi a prepararci la vita di cui poi, con una certa ra
gone, ci lamentiamo, dovendo considerarla solo dal punto
di vista fsico.
Ma vorrei dire ancora qualcosa sul periodo che corre
ta la morte ed una nuova nascita. L'investigatore dello spi
rito a tutta prima deve dirsi : che cosa dunque vive nella
t anima che, quando t t sperimenti nell'animico-spiri
tale al di fori del corpo, t appare come se t possedessi
Morte e imm<talit 249
qualcosa che p essere trasportato dall'anima olte la
morte?
Sperimentiamo allora cle dal corpo noi portiamo con noi
nel post-mortem le nostre vittorie. Portiamo con noi ci che
possiamo acquisire solo dopo i vent'a i. I giovani che non
hanno ancora vent'anni, questo non lo ascolteranno volentieri,
perch pretendono gi di essere considerat maturi. Possia
mo vederlo d giornali : spesso fra i redattori dei giorni
troviamo dei govani che non hanno ancora vent'anni. I ve.
rit per le cose stanno cos : quello che noi sperimentiamo
nell'aima proprio per attivit nostra, quelo che accumu
landosi divent in noi vera saggezza di vita, questo noi lo
sperimentamo in modo da dover g suscitare i noi stessi
una certa energia interiore che ci sprona al'ascesa. Questa
nostra ascesa interiore costtuisce gi nela vita terrena un
germe per quello che l'anima sperimenter poi nella vita
fra la morte e u nuova nascita. L'anima dunque deve
vivere in un continuo superamento d se stessa, in una con
tinua metamorfosi delle sue forze. E normalmente l'ania
permane nella vita fra la morte e una nuova nascita finch
ha qualcosa da trasformare.
Cnsiderando poi le cose da un alto lato, ci sarebbe
da dire quanto sege : attraverso la morte, noi portiamo
con noi i tesoro aniico che ci siamo formati. Ma la terra
si trasforma. Pensate quanto si tasformata la regone in
cui oggi sorge Vienna. L civilt dela terra muta il suo vol
to, e il contenuto spirituale dell'ambiente da cui ricaviamo
i nosti ricordi, i tesoro dei nostri ricordi, si trasforma.
Normalmente l'anima non ritorna in terr finch non le
possibile tovare un ambiente del tutto nuovo. Non sen
za ragone che l'anima rinasce quando pu sperimentare
qualcosa di nuovo in una nuova vita terrena. Ma per questo
essa deve tasfrmare tutto ci che ha riportato da ia vita
terrena precedente. Deve per esempio imparare una nuova
lingua, e cos via. Ci implica una durata di secoli, d mille
o millecinquecento anni. Possono per avvenire, come ab .
biamo deto, delle nascite spirituali premature. Non posso
dilungarmi ulteriormente, causa la scarsit di tempo, nla
250 Antroposofa
_ descrizione delle condizioni connesse col nostro tema; posso
ancora dir questo per : a chi non volesse credere a tutto
ci, a chi obiettasse che tutto questo l'uomo on pu sa
perlo, io vorrei far notare che efettivamente certe cose che
pi tardi sono apparse del tutto naturali,, certe cognizioni
che pi tardi sono penetrate i tutte le anime umane, a tutta
prima apparvero paradossali .quando furono comunicate per
la prma volta. E colui che oggi voglia coltvare la scienza
dello spirito, deve pur rendersi conto che ben compren
sibile che quanto egli ha da dire sia spesso ancor oggi preso
come una fantasticheria. Ma come la concezione coperni
cana, dopo essere stata considerata dapprima nociva\ ha f
nito poi per essere accettata, cos anche quello che la scien
za dello spirito a da dare al mondo fnir per essere ac
cettato.
Desidero ancora una volta richiamare l'attenzione su
panorama che si presenta all'investigatore dello spirito e che
gli d una profonda consapevolezza della verit che a poco
a poco si fr strada, sia pure attraverso strette fssure, nella
civilt attuale. Questa verit fnir per farsi strada. E potre
mo itensifcare al riguardo la nostra consapevolezza, se
considereremo un'individualt come quella di Giordano
Bruno. Giordano Bruno si present agli uomini e distrusse
i loro pregiudizi vecchi ormai di secoli, dicendo : se guar
date allo spazio del cieo, vi sembra che sia il sole e che
siano i pianeti a girare intoro alla terra; e vi sembra che
l'azzurra volta del cielo sia una parete, una parete azzurra.
Giordano Bruno si present agli uomini e disse : a voi sem
bra che questa sia una parete azzurra perch la vostra fa
colt di conoscenza e la vostra capacit di percezione giun
gono solo fin l. Ma l dove i

vostri sensi limitati vedono
una parete. l si estende l'infnit dello spazio, e questa
infnit ricolma ai infniti mondi.
L'investigatore dello spiito oggi deve riconnettersi a
ci, deve ricordare che lo sguardo umano riuscito ad am
pliarsi fno alle infnit dello spazio. e che Giordano Bruno
mise in evidenza il fatto che il confine stesso del firmamen
to dovuto soltanto alla limitatezza della facolt umana di
Morte e imotalit 251
percezione. L'investigatore dello spirito deve mostrare che
oggi ci vale anche per il tempo della vita umana compreso
fra nascita e morte. In quanto si guarda a questo tempo
con gli organi della percezione fsica, vi si scorgono i due
confi di nascita e morte. Ma come i passato nella volta
azzurra del cielo si scor
g
evano dei confni, i confi dello
spazio, cos anche nel tempo si vedono oggi dei confni. Al
di l di questi confni per si estende l'infit del tem
p
o; e
in questa ift del tempo stanno adagiate le vite terrene,
quelle in direzione del passato e quelle i direzione del
l'avvenire. Non posso certo qui dilungarmi nei particolari,
ma posso ancora dire che . tutte le ripetizioni hanno avuto
inizio una volta, quando ebbe origine la terra stessa. E un
giorno l'uomo entrer i una nuova, in una pi spiritua
lizzata vita terrena.
Quando si esaminano oggi in tal modo queste verit, biso
ga riconoscere che esse un tempo vissero in forma di presagi
nelle guide dell'umanit. Nei presagi delle guide dell'umanit
spesso noi ritroviamo quello che vediamo risorgere oggi nella
scienza dello spirito. La scienza dello spirito come la intendia
mo noi og. gli uomini non l'avevano ancora fnora@ perch
essa fglia del nostro tempo e nascer dalla cultura della
nostra epoca. Ma coloro che anche in passato sono stati con
sapevoli di essere congiunti con lo spirito dell'universo, co
storo hanno impresso alle loro parole qualcosa che la scien
za dello spirito oggi pu annunziare con pieno intendimen
to. L scienza dello spirito ci mostra che possiamo compren
dere la vita fra nascita e morte solo se siamo in grado
di scorgere, in questo nostro corpo fsico e i tutta la vita
fsicag la presenza e l'attivit di un'entit immortale che pu
vivere in
u
n mondo spirituale. La scienza dello s
p
irito ci
mostra che la vita entro il corpo ci data dalla vita fuor
del corpo; cosicch nessuno pu comprendere la vita entro
i corpo se non comprende la vita che sta fuori del corpo,
nel frmamento spirituale. Questa verit Gethe la espresse
con parole. quasi presagendo le future conoscenze della
scienza dello spirito; la espresse con parole le quali non
rappresentano soltanto la sua fede in una vita immortaleg
252 Antroposofa
ma rivelano anche che egli sapeva che una vera conoscenza
della vita terrena, una vera esperienza dell'esistenza, dipe
dono dal riconoscere che questa nosta vita terrena tutta
iluminata da un alcunch di ultraterreno, da u alcunch
d immortale. Possiamo perci riassumere brevemente, con
le parole che esprimono l'idea d Goethe, questa conoscenza
della scienza dello spirito, la conoscenza che la vera e i-
tita natura del mortale ha radici nell'immortle : e< A co
loro che, fondandosi sulla saggezza di questa vita terrea;
non vogliono assolutamente saperne di un'altra vita, a co
storo io vorrei rispondere (dice Goethe) con le parole di Lo
renzo dei Medici : quelli che non possono cedere un' a
ta vita, sono g morti anche per questa vt .
Ivan Bunin
LA LUA
Verr la Notte mia, lunga, silente.
Per mano del Signore onnipotente
d'un astro nuovo apparir il prodigio.
Ardi, ardi, o Lunai Innaza sempre pi
il volto a te dato dal Sol... Qaggi,
della Giornata mia, serba i vestigio!
(Versione dal russo di R. KOFPERLEl
DIVENTAE DISCEPOLI (*)
L'uomo vecchio che le forze fsiche abbandonano, si
avvede che deve in qualche modo sosttuirle per poter con
tinuare a sopportae la vita e a con.gurarla degnamente.
Sente d non aver pi alcun sostegno nel suo corpo e di
perdere perci il terreno sotto i piedi. Ache il pensiero,
in quanto solo connesso coi processi del corpo, ora non lo
sostiene pi. E ha pure motivo di diffdare delle sensazioni
trasmessegli dai sensi. D'altra parte per sperimenta l'esi
stenza di sensazioni che non si riconnettono a oggetti o
fatti esteriori. Queste provengono dall'uomo superiore o
dae entit che stanno sopra di lui ed operano i lui. Ora
egli deve imparare a scoprire e a sentire l'angelo in s.
E altrettanto pericolante in lui il sentimento. Se vuol
conservarlo nela sua normale pienezza stimolata da fuori,
egli osserva che tende ad irrozzirglisi ; e deve allora rav
vi vado valendosi di istinti e brame : per esempio mangiando
e bevendo di pi, o appigliandosi pi che prima all'istinto
di autoconservazione. Ora gli capita pi facimente di la
sciarsi prendere dall'invidia, dalla critica, dalla smania di
sminuire gli altri e dal cruccio egoistico per il propro raf
freddamento e smorzamento interiore. Sempre pi sente il
bisogo di star solo, per non venir ofeso e non ofender se
stesso. Evita i rapporto col mondo che ormai non com
prende pi e che procede su stade diverse dalle sue. Pu
coglerlo un grade dolore per essere diventato cos estre
mamente impotente. E allora pu venigli in aiuto soltanto
una guida spirituale che ascenda ancor pi i alto e discenda
pi profondo di quella guida che gli garante del pen
siero. L passioni ch'egli cova in s devono rcevere ali dal
l'alto, come le insege dei Vangeli, l'aquila, il leone, il toro
() Das Goetheanum, 15 febbraio 1959.
Dventare dicepoli 255
e la creatura umana in qua1to tale; egli stesso deve sen
tire come sente l'arcan
g
elo.
Per guta la sua volont, diretta fnora solo al mondo
estero, man mano ch'egli invecchia ripudia tutta l 'epoca che
deve condurre all'abisso. Perci, se non vuole essa stessa
portarlo alla rovina, questa volont deve aferar se stessa
cos come dopo la morte e come opera fra i defuti,
purifcando e sempre pi tendendo alla riparazione. In tal
modo l'uomo si fa discepolo dei fndpad.
Solo cos, in quanto discepolo, t dato conservarti vero,
bello e buono entro il tuo corpo che. invecchia.
Ti accorgi bene di non poterti pi rinnovare fsicamente.
Non rinascerai pi corporalmente, fch sarai vivo. In
luogo dell'orgnismo materno che t ha condotto alla luce
del mondo, ora sono le potenze cosmiche a lavorare su di
te. E proprio prch non possono pi modellarti il corpo
fsico come t facevao ancora da bambino, t dato ora
contemplare da fori la potenza creatrice. Dappertutto puoi
riconoscere l'attivit ordinatrice degli di.
Dall'al di l i trapassati vedono pulsare sulla terra la
vita. Essi sono grati alla morte che in ogni luogo prepara
la nascita. Ci gi manifesto nel respiro. La vita viene
inspirata, la morte espirata. Ora che io rinasco fuori del
mio corpo, nelo spirito, il mio respiro non pi terrestre
ma celeste. Ora non pi solo con l'aria io m ravvivo, ma
anche con lo spirito, col fato divino che mi risveglia a vita
celeste. Ch'esso m'illumini l'animar )> Cos. dice il risve
gliato dal . sonno spirituale.
Ma che cosa avviene quando l'io espira ? In quanto
entelechia eterna esso si efonde nell'universo. E quando di
nuovo viene inspirato, esso dilata la sua esistenza terrena.
Ache nel corpo fsico il mio respiro diventa spirituale. Ora
esso in gado di purifcarmi l 'anima. Mi libera da peccato
originale. Trasporta su nello spazio celeste una vita ch' su
periore a qella ereditata sulla terra. E lo spazio celeste,
quando io inspiro, ritora di nuovo nei miei sensi. Ora an
che nei miei sensi io sperimento l'origie stellare. Nel'oc
chio vive la luce che l'ha frmato; essa vi pur sempre
256 Antroposofa
attiva. L'occho permane sempre di natura solae.
E ataverso la pupilla gli spiriti dell'universo ritornano
nello sguardo del veggente. L le anime dei trapassat entrano
come attraverso una porta. Tu scorg le loro schiere ne lue
della lua.
Nell'ambito dell'aria l'uomo, in quanto respira, speri
mena i propri conni : paura e impotenza.
Ma .quando impara a respirare nela luce, quado i
colori gli ifondono calore e frescura, allora l'incubo sva
nisce . Qu sta la soglia che dallo spazio conduce nel tempo.
Ora I 'uomo inspira le azioni della luce : dal rosso acquista
entusiasmo, coraggio e forza. Da blu riceve devozione,
consolazione e grazia. Gli vengono incontro tutt le gerarchie.
Ma come pot conservarsene degno? Guardando idie
tro alla sua vita terrena e squadernando i suoi ricordi cos
che agli angeli, agli arcangeli e a principati essi appaiono
degni. Questo lo pu fare in quanto si attiene all'essenziale
affnch le gerarchie lo mettano in moviento e lo portino
ad uno sviluppo superiore.
Essenziale per quanto tu hai adunato nel tuo io in
libert ed amore. con questo che devi tarre le somme della
tua vita. A tal fe tu devi comparire davanti a frmamento
del cielo, e quanto esso ha perduto di umano tu devi rim
piazzaro con un divino. Ci deve venir suggellato, come
scrittra del tuo destino, in presenza della Parola che
divenuta uomo.
Ora ha inizio il colloquio fra lo spirito umano e lo
spirito dell'universo.
SILVIA ScHWAR CoLORI, D. resp.
Direione e amministraz. : press L'Editrice Scientifca, Via Aribro 2. Milano
Te. 85.02.74
L propriet letteraria rservata agl autori
Traduzni autoizzae
Arti Grhe Fratelli Memo - Via Rinucini. 5 - Milano
Autorizazione Reg. Cane. Tribunale Milano n. 07 - 27 dicembr 1955
BOLLETTINO BIBLIOGRAICO
Antro
p
osofa lieta d comunicare a tutti i suoi lettori
che presso la biblioteca del Gruppo Antroposo.co Leonardo
da Vinc di Milano sono reperibili i segent volumi :
RuooLP STE.NER : La scenza occulta
Teosofa
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Il vangelo di Luca
I vangelo di Matteo
ll tangelo di Marco
L flosofa di Tommaso d' Aqui'o
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I mitic
Cronaca dell' A'a.ha
I punti essenziali della questione sociale
L'evoluzione della flosofa
Le opee scientifd1e di Goethe
La porta dell'iniziazone
La prova ell' anima
I guardiano della soglia
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Manes e la more
La tragedia della pae
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RINALDO KuPPEJLE : Poesie scelte
L festa della dea Nerto
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Ifgenia in Tauride (versione potc da Goethe)
L'uomo (verione ptica da V. lvanov)
ENS UEHI : La nacita dell'individualit dal mito
EMIL Boc: Cesari e apostoli
Emico ZoWJN: L' evoluzone sprituale dela musica
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