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Li abbiamo visti a Sanremo sul palco dell'Ariston ed erano l'estremizzazione di s stessi: Gulino con un collare, Carmelo con un completo

a pois; praticamente c'era di tutto. L'anno scorso i Marlene Kuntz chiesero scusa ai loro fan prima di andare a Sanremo: un fatto strano quanto assurdo, come se gli XX si scusassero per esser andati al Coachella. I Marta Sui Tubi non ci avranno nemmeno pensato, a scusarsi, per fortuna, ma devo ammettere che stavolta la fetta di pubblico "preoccupata" per la partecipazione del gruppo siciliano al festival stata davvero piccola-piccola. Sar che la band ha sempre avuto un rapporto molto diretto col pubblico, che ha imparato a conoscerli, ma effettivamente ci si aspettava di peggio dal mondo "indie" sempre molto critico sul festival. Sul palco, pur presentando due canzoni molto sanremesi (ma bellissime, pi la prima che la seconda), quali "Dispari" e "Vorrei", non si sono snaturalizzati, ma anzi, hanno estremizzato s stessi, per far capire bene come stanno le cose e chi sono questi giovani non tanto giovani al quinto capitolo della loro carriera. Non un caso che siano arrivati tra gli ultimi. Non ce ne dispiace, certo, ma se in Italia la cultura continua ad esser televotata, belle realt rimarranno sempre nascoste. E cos sia. Sanremo a parte, i cinque son tornati con un nuovo album dall'essenza martasuitubiana. Si chiama "Cinque, la luna e le spine" ed uscito in corrispondenza del festival, come tradizione vuole. Nel complesso, il disco molto pop, ricco della bella voce di Gulino e dei suoni classicheggianti della band siciliana. Risaltano le sanremesi precedentemente citate, anche la bellissima "I nostri segreti", con un testo liberatorio per quanto leggero, meno l'inglesotta "Vagabond Home". "Tre" classicamente Marta sui Tubi, con un testo simpatico (vedi "io credo fermamente nell'amore, l'amore che non crede pi in me") e pieno di particolarit, chitarre scatenate e ritmo che si sprigiona da ogni dove; "La ladra", invece, pi acustica, rilassata ed una canzone d'autore piena di poesia ("piccola, la vita non un bar, non verranno a servirti, non ti chiederanno se vuoi un'aranciata; la vita spremila, se vuoi che sia come vorresti"). La verit che i Marta Sui Tubi hanno imparato a scrivere canzoni. Che siano statiche, dinamiche, d'amore, d'odio o di bellezza e poesia, i Marta son diventati un gruppo di cui la scena musicale italiana non pu fare a meno. Ho sempre detto che un giorno qualcuno dal sottobosco sarebbe riuscito ad emergere, a farsi vedere, e non solo. Che siano loro? Forse non resteranno a lungo su RTL 102.5 (vi giuro, li ho ascoltati l), ma poco importa. L'essenza di questa band sta sul palco. E se non ci credete correte a vederli. Il nuovo disco dei Marta Sui Tubi un album di canzoni pop: qualcuna pi, qualcuna meno, ma son tutte amabili e seducenti. Un applauso bello forte, meritano: una band che pur restando s stessa, pur non chiedendo scusa a nessuno, pur scrivendo canzoni d'oro, s' presa il terzultimo posto a Sanremo, e per la prima volta ha evocato i nomi di Sonic Youth e Benvegn, insieme, su quel palco ammuffito.

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