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La ricerca, che per ragioni di brevità espositiva viene presentata in questa forma
sintetica, si è sviluppata in più parti tematicamente divise.
La prima più discorsiva e articolata, sviluppa l’argomento di fondo, il “sommerso”,
affrontando principalmente il problema definitorio - definizione e sue caratteristiche e
definizione di occupazione sommersa.
La seconda parte, invece, descrive le situazioni peculiari della regione Sicilia, della
provincia regionale di Palermo e del territorio del PIT 31, con una pre indagine sulla
situazione economica delle tre aree territoriali.
Qui, il problema centrale viene studiato molto più dettagliatamente. Al contrario della
precedente, infatti, vengono considerati nel dettaglio tutti i dati economici - settore per
settore - per cercare di fornire un quadro molto più particolareggiato della situazione
generale.
Ma non solo, in questa seconda parte, si analizza in particolare il fenomeno specifico
del lavoro irregolare. Vengono citati, per questo motivo, dati e fonti relativi alla
popolazione, alle Unità locali e alle Unità di Lavoro totali ed irregolari.
Le metodologie utilizzate per lo sviluppo di quest’ultimo argomento sono due.
La prima riguarda il quadro generale della Regione siciliana e della provincia di
Palermo, utilizzando dati esistenti e ricavati da alcuni studi sull’argomento pubblicati di
recente. Basta ricordare lo studio di Marketing territoriale dell’Unione regionale delle
Camere di Commercio siciliane e l’Osservatorio economico 2006 realizzato dall’Istituto G.
Tagliacarte per conto della Camera di Commercio di Palermo.
La seconda metodologia riguarda la stima a livello di comprensorio comunale del PIT
31 e deve considerarsi di tipo “indiretto” in cui la stima dell’economia irregolare presente
nel totale dei comprensori comunali riferiti al PIT 31 è stata effettuata attraverso
indicatori indiretti – nuova aggregazione dei singoli valori comunali. Come si può
immaginale la stima è estremamente approssimativa considerando soprattutto i
parametri di riferimento che sono quelli relativi ai macro dati regionali e provinciali.
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Particolarmente diffuso appare il ricorso al lavoro nero nel comparto agricolo (nel quale
l’area si posiziona nella seconda fascia, con una incidenza che varia tra il 40,4% al 48%)
ed in quello dell’industria (tra il 23,9% ed il 31,5%), con particolare riferimento
all’industria delle costruzioni. Meno rilevante, ma comunque significativo, appare il
ricorso al nero nel comparto dei servizi (nel quale l’area si posiziona nella seconda fascia,
con una incidenza che varia tra il 22,4% al 28%).
Sembra doveroso comunque precisare che se il cuore del lavoro nero sul territorio
considerato è concentrato nelle attività agricole e se queste, come noto, costituiscono un
canale occupazionale privilegiato per la manodopera immigrata, è allora evidente che
l’incremento dell’occupazione registrato sul mercato del lavoro di tutto il palermitano in
questi ultimi anni ha risentito, più che nel resto del Paese, degli effetti statistici della
regolarizzazione di lavoratori extracomunitari (che, come è ovvio, si trovavano in una
posizione di elevata irregolarità).
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PIT 31. Popolazione e territorio
Con circa 76.366 abitanti ( 2005 ultimo dato disponibile, nel 2004 erano 76.836),
distribuiti in 21 comuni, il Pit. 31 registra il 6,2%% della popolazione a livello
provinciale;analogamente ad altri contesti provinciali, si rileva elevata natalità e
concomitante elevata migrazione.
La distribuzione per classi di età della popolazione, evidenzia una quota significativa di
individui fino ai 14 anni (13,5%). Gli anziani hanno una incidenza minore che in altri
contesti provinciali (35,3%), mentre la classe centrale di età fa registrare tassi di
incidenza inferiori al dato medio nazionale (51,2% contro il 66,3%). Questo dato anche se
indirettamente è molto significativo in quanto il valore dell’anzianità della popolazione
attiva è direttamente promozionale al tasso di disoccupazione.
Modesta, infine, risulta la presenza di stranieri nella provincia: 484 stranieri dei quali 79
appartenenti alla Comunità europea e 383 extracomunitari.
Popolazione e produttività
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Valori demografici PIT 31
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settore presentano percentuali molto basse. Questo discorso può essere ripetuto per il
settore manifatturiero, che registra il valore più basso della provincia (7,5%).
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PIT 31. Mercato del lavoro. Focalizzazione del sommerso
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Tasso di disoccupazione 2005. PIT 31
30
25
20
Sicilia
15 Palermo
PIT 31
10
0
1
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è sembrato quindi opportuno quantificare il valore tasso di irregolarità del comprensorio
del PIT 31 secondo una media di approssimazione tra il dato regionale e il dato
provinciale riferiti al sommerso e comparato con i dati relativi al tasso di
produttività/occupazione e al tasso di disoccupazione sempre riferiti a Regione e
Provincia.
Considerazioni finali.
Il tasso di irregolarità, come già accennato nella ricerca è rappresentato da lavoro non
regolare, ossia da persone rientranti in una o più delle seguenti categorie:
- persone che forniscono alla collettività altro valore aggiunto svolgendo una attività
complementare o una seconda attività;
- coloro che pur essendo dipendenti non sono iscritti nei libri paga delle imprese; coloro
che svolgono una attività autonoma in luoghi di lavoro non identificabili come tali;
occupati non dichiarati.
Tale fenomeno viene quantificato attraverso il calcolo del tasso di irregolarità dato dal
rapporto tra le unità di lavoro non regolari di una determinata area geografica e le unità
di lavoro totali riferite allo stesso territorio.
Il prodotto complessivo di questi lavoratori, comprendente sia il lavoro nero
che la produzione legale non rilevata per evasione fiscale e/o di contributi
sociali, definisce la cosiddetta economia sommersa.
Ciò premesso, il dato indicato per il territorio del PIT31, molto approssimativamente
valutato, si basa su l’elaborazione dei dati aggregati riferiti ai macro settori territoriali
(regione e provincia) e ad una loro media (regione 27,0% provincia di 26,2% ultimi dati
disponibili).
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PIT 23 media 26,6
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Indagine conoscitiva
A questo lavoro di analisi e seguita una indagine conoscitiva sulla percezione da parte
delle imprese del comprensorio, relativamente al fenomeno del “sommerso”, alla sua
incidenza sul sistema economico complessivo, alla sua dinamica, alla concentrazione
settoriale, alle categorie professionali e sociali più colpite, ai motivi di diffusione del
fenomeno ed agli effetti sulla competitività aziendale.
Per lo sviluppo di questo segmento di indagine è stata adottata una metodologia "a
cascata" ossia attraverso contatti con gli attori locali e in particolar modo con il mondo
imprenditoriale delle Madonie. Lo strumento di rilevazione adottato è stato quello della
traccia semistrutturata di intervista.
Malgrado, sia per la selezione sia per la rilevazione, siano stati adottati particolari
accorgimenti per ridurre la reticenza degli intervistati -le tracce, erano di tipo proiettivo e
non erano formulate in modo diretto- le difficoltà di rilevazione sono state elevatissime, e
gli intervistatori hanno dovuto superare una forte e diffusa diffidenza dovuta alla
sensibilità dell’argomento trattato, ma anche alla ristrettezza dell’ambiente su cui è stata
sviluppata la ricerca, in cui tutti si conoscono e tutti sono riconoscibili.
Una conseguenza diretta di questo genere di difficoltà è che, in alcuni casi non è stato
possibile registrare l’intervista, malgrado sia stata data ampia assicurazione di garanzia
dell’anonimato.
Al fine di non contravvenire agli impegni presi, e di evitare di esporre i nostri intervistati
al rischio di riconoscibilità si è ritenuto opportuno non pubblicare le interviste.
SI 40%
NO non SO 60%
Se si quanto
Molto 25%
Poco 30%
Secondo Lei in quale categoria produttiva è più diffuso? (prevede più risposte)
Agricoltura 50%
Industria Non so
Commercio 17%
Costruzioni 50%
Servizi Non so
9
Ristorazione Non so
Altro specificare Tessile vestiario abbigliamento ecc. 17%
Non so
Quali sono i principali motivi che favoriscono la diffusione del sommerso sul territorio
(prevede più risposte)
Il dato più significativo emerso è che il 40% circa degli intervistati sostiene che il
sommerso è ancora diffuso sul territorio e più precisamente, che la quota di sommerso
nel comprensorio si avvicina al 25% - molto vicino a quanto stimato in precedenza (26,6).
In merito alle cause del fenomeno, il 50% degli intervistati individua “i motivi fiscali” ed il
35% “un’eccessiva rigidità delle leggi sul lavoro”. Una percentuale non rilevabile
individua l’elevata pressione fiscale o l’eccessiva regolazione del lavoro e la poca
conoscenza delle disposizioni legislative.
Osservando la graduatoria delle categorie professionali e sociali più colpite dal fenomeno,
si evince dalle risposte date che essa rispecchia l’intensità delle migrazioni in Sicilia. Più
del 60% degli intervistati dichiara infatti che la categoria sociale più soggetta al
fenomeno del sommerso è quella dei Lavoratori extracomunitari a cui seguono le donne e
i disoccupati ( rispettivamente il 14 e l’ 11%)
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