MANUALE PER LA BUONA PRATICA AGRICOLA IN OLIVICOLTURA
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Manuale per la buona pratica agricola in olivicoltura.
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Fine stampa Novembre 2004
Realizzazione: dott. Agr. Francesco COSTANZO dott. Maurizio ROCCA
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PREMESSA
Sempre pi si avverte la necessit di individuare ed applicare metodi di produzione eco-compatibili, sia con le esigenze di conservazione degli ambienti naturali ormai fortemente antropizzati, quali sono divenuti quelli agricoli, sia con le esigenze di salvaguardia e tutela della salute del consumatore finale. Una duplice attenzione che va rivestendo sempre maggiore importanza nel panorama produttivo italiano ed internazionale anche in coltivazioni, quale quella olivicoli, da sempre ritenuta a minore impatto ambientale sia per il limitato ricorso allimpiego di mezzi tecnici fortemente impattanti (fitofarmaci, diserbanti, fertilizzanti chimici, ecc.) che per fabbisogni di natura energetica. In questa ottica si inquadra il metodo di produzione disciplinato dal relativo manuale di produzione seguendo i dettami delle buone pratiche agricole. Le Buone Pratiche Agricole sono definite come linsieme dei metodi colturali che un agricoltore diligente impiegherebbe in una regione interessata (comma I dellart. 28 del reg. (CE) 1750/99). Il Codice di Buona Pratica Agricola, approvato con DM del 19 Aprile 1999 (G.U. n. 102 S.O. n. 86 del 4 maggio 1999), costituendo la base per lelaborazione di codici mirati ad esigenze regionali o locali, ha rappresentato il punto di riferimento per lemanazione dei rispettivi codici regionali. La piena conoscenza delle caratteristiche del territorio dove sorge lazienda un passo fondamentale per lagricoltore che deve operare una serie di scelte primarie per il corretto svolgimento dellattivit agricola.
Gestione della fertilit del suolo Per una corretta gestione della fertilit del suolo occorre tenere in considerazione alcuni fattori quali il periodo e la profondit di lavorazione del terreno, linerbimento del suolo ecc. Le lavorazioni fatte nel periodo estivo, provocano unelevata aerazione delle particelle terrose che porta ad una notevole ossidazione della sostanza organica, con conseguente trasformazione dellazoto ammoniacale in azoto nitrico, con possibile denitrificazione dello stesso e di conseguenza perdita di fertilit. La non lavorazione e/o linerbimento del terreno sembrano essere le tecniche maggiormente in grado di determinare nel tempo consistenti vantaggi sullambiente pedologico. Entrambe favoriscono il mantenimento e laumento di sostanza organica nel terreno, ma hanno effetti opposti sulla disponibilit di acqua nello stesso. La non lavorazione favorisce il ruscellamento, con conseguente trascinamento fisico del terreno a valle; linerbimento impedisce il ruscellamento e favorisce linfiltrazione di acqua negli strati pi profondi del suolo.
Terreno sottoposto alla non lavorazione (diserbo) MANUALE PER LA BUONA PRATICA AGRICOLA IN OLIVICOLTURA
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Pagina 4 A.Co.Pr.Ol Ass. Consorzio Produttori Olivicoli Per ottenere un rapporto corretto tra i fertilizzanti chimici e lambiente essenziale avere una conoscenza approfondita del contesto agro-pedologico nel quale gli stessi vengono impiegati. Le analisi chimico-fisiche del terreno, e le esigenze colturali sono di fondamentale importanza per determinare le quantit di elementi da somministrare. Per quanto riguarda la fertilizzazione azotata, occorre impostarla su semplici bilanci tra quanto azoto ogni coltura deve assorbire per far fronte, senza eccessi n carenze, al suo fabbisogno fisiologico, ed i periodi in cui tali disponibilit sono pi necessarie. Per quanto riguarda le concimazioni fosfo-potassiche, occorre dire che questi elementi sono trattenuti dal potere assorbente del terreno. La loro somministrazione va fatta nel periodo invernale, al fine di consentirne la discesa negli strati pi profondi del suolo ed entrare in contatto con lapparato radicale della pianta.
Gestione Del Suolo La gestione del suolo per gli oliveti in coltura comprende le lavorazioni finalizzate al controllo delle infestanti, all'interramento dei fertilizzanti e, ove occorra, alla sistemazione superficiale del terreno al fine di evitare ristagni idrici ed eseguire agevolmente le operazioni di raccolta. Per quanto riguarda il controllo delle erbe infestanti, nei terreni in pendio, il suolo dovrebbe restare inerbito durante la stagione invernale in cui le precipitazioni sono pi cospicue, mentre da aprile fino a settembre-ottobre si dovr attuare il controllo delle infestanti mediante pratiche agronomiche (erpicature, ecc.). Nei confronti delle piante coltivate, la flora spontanea ritenuta infestante in quanto riduce la fertilit del terreno asportando gli elementi nutritivi necessari al ciclo produttivo delle colture. Di contro impedisce, durante i periodi invernali, lerosione del terreno ed aumenta linfiltrazione dellacqua anche negli strati pi profondi (aspetto molto importante se si considera che i terreni ulivetati sono per lo pi ubicati in collina), riduce inoltre la lisciviazione dei nitrati in falda. La copertura vegetale pu essere opportunamente ottenuta seminando una leguminosa (favino), contribuendo a migliorare la struttura del terreno, ed aumentare la disponibilit di sostanza organica. La profondit delle lavorazioni ordinarie deve tenere conto anche della prevalente
Terreno lavorato durante il periodo invernale
Terreno inerbito durante il periodo invernale MANUALE PER LA BUONA PRATICA AGRICOLA IN OLIVICOLTURA
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Pagina 5 A.Co.Pr.Ol Ass. Consorzio Produttori Olivicoli distribuzione delle radici: poich lolivo ha un appartato radicale poco profondo, le lavorazioni fatte per interrare i concimi o per controllare le erbe infestanti non dovrebbero superare la profondit di 10-20 cm e in modo da non danneggiare seriamente lapparato radicale dellolivo, che piuttosto superficiale. Le lavorazioni ordinarie vengono praticate meccanicamente, con operatrici di vario tipo (erpici a dischi, erpici a denti, aratri a dischi, ecc.), molti dei quali capaci di intervenire anche lungo i filari, grazie a dispositivi tastatori di cui sono corredate per scartare i tronchi degli alberi. E consigliabile, effettuare non pi di 3-4 lavorazioni lanno. La prima lavorazione, eseguita a fine inverno (dopo la raccolta delle olive), serve a rompere lo strato compatto del terreno, favorire laerazione e la penetrazione dellacqua piovana. Gli altri interventi di erpicatura, compiuti in primavera-estate, servono a interrare i concimi, a eliminare le infestanti e per ottimizzare le risorse idriche durante il periodo vegetativo, limitandola perdita di acqua gi infiltrata per risalita capillare. Con le frequenti lavorazioni lo strato di terreno esplorato dagli organi lavoranti viene smosso e pi o meno finemente frantumato o addirittura polverizzato, come accade, in particolare, quando si impiegano le zappatrici rotative. Le macchine di questo tipo fresano il terreno, ne riducono la zollosit superficiale anche quando molto asciutto, gli conferiscono una notevole sofficit ed eliminano completamente le erbe infestanti incorporandone i residui frantumati nello strato lavorato; per contro, nei terreni tendenzialmente colloidali, esse distruggono la struttura e, a lungo andare, portano alla formazione di uno strato impermeabile al di sotto della quota raggiunta dalle zappette fresanti. Questo strato impermeabile detto suola di lavorazione e deriva, oltre che dall'azione diretta degli organi lavoranti, anche da fenomeni di eluviazione chimico-fisica per effetto dei quali le minutissime particelle solide, che, si formano nello strato pi superficiale dei terreno sotto l'azione disgregante delle zappette, vengono trasportate verso il basso dall'acqua di percolazione e si depositano, cementandosi, nella zona di transizione fra il terreno lavorato e quello incolto. In corrispondenza della suola si ha una quasi totale impermeabilizzazione del terreno, con gravi conseguenze per il ricambio idrico e per gli scambi gassosi. Per ritardare la formazione della suola consigliabile evitare lutilizzo delle zappatrici rotative nei terreni colloidali; alternare tipi diversi di macchine operatrici (erpici a denti, erpici a dischiecc), in modo da cambiare il tipo di trattamento del terreno. La suola di lavorazione non si forma nei terreni tendenzialmente sabbiosi in quelli sottoposti al diserbo chimico, inerbiti o non lavorati.
Inerbimento MANUALE PER LA BUONA PRATICA AGRICOLA IN OLIVICOLTURA
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Pagina 6 A.Co.Pr.Ol Ass. Consorzio Produttori Olivicoli L'inerbimento costituisce un'alternativa alle lavorazioni ordinarie e consiste nel favorire il rivestimento del terreno occupato dagli impianti arborei con un prato permanente, sottoposto a frequenti sfalci e lasciando sul posto l'erba tagliata. Varianti di questa tecnica sono il controllo ormonico della crescita del prato, ottenuto, ad esempio, con irrorazioni di pacobutrazolo (P 333), e l'inerbimento temporaneo ottenuto eliminando in modo non permanente, con trattamenti disseccanti, la parte epigea del prato, ma non lapparato radicale. Il pi immediato vantaggio dell'inerbimento rappresentato dal fatto che la presenza di un cotico erboso sulla superficie del terreno offre una maggiore portanza alle macchine che possono cos meglio transitare negli interfilari e recare meno danno al terreno anche quando questo molto bagnato. Il cotico riduce quindi il costipamento esercitato dai pesanti mezzi meccanici sul terreno e la formazione di profonde orme. Nei terreni declivi l'inerbimento previene l'erosione. In generale, poi, i terreni inerbiti sono pi porosi e permeabili, a struttura pi stabile, pi aerati, pi ricchi di humus, specie in superficie, e con una maggiore attivit dei microrganismi aerobi. Manca, o molto ridotta, la suola di lavorazione. Nel terreno inerbito la temperatura del suolo presenta oscillazioni meno ampie che nel terreno lavorato; durante la primavera e l'estate, il riscaldamento pi graduale e la temperatura si mantiene pi bassa. In seguito al miglioramento delle caratteristiche fisiche del terreno l'inerbimento agisce in senso positivo sulla costituzione delle naturali riserve idriche, limitando lo scorrimento superficiale dell'acqua e valorizzando la maggiore permeabilit e capacit d'invaso del terreno stesso. Nei terreni inerbiti le radici delle piante arboree risalgono verso la superficie come avviene nei terreni diserbati chimicamente. L'inerbimento, realizzato soprattutto per ridurre il compattamento e l'erosione del terreno, ha notevoli risvolti anche sulla nutrizione delle piante: - fa aumentare la dotazione in sostanza organica e migliora tutte le caratteristiche fisiche del suolo; di conseguenza gli elementi nutritivi sono meno soggetti alle perdite per insolubilizzazione (cio la trasformazione degli elementi in composti insolubili) o lisciviazione (cio il dilavamento da parte delle acque) e le radici degli alberi possono esplorare una massa di terreno maggiore; - le radici salgono fino alla superficie e possono ugualmente giovarsi delle concimazioni, in particolar modo di elementi poco mobili come il fosforo ed il potassio, rendendosi facilmente assorbibili; mentre nei terreni lavorati i concimi vengono mescolati ad una massa maggiore di suolo, ma in tale massa le radici vengono distrutte
Terreno inerbito anche in estate MANUALE PER LA BUONA PRATICA AGRICOLA IN OLIVICOLTURA
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Pagina 7 A.Co.Pr.Ol Ass. Consorzio Produttori Olivicoli dalle stesse lavorazioni; - particolarmente indicato nei terreni caratterizzati da uno strato attivo poco profondo, consentendo alle radici di esplorare quella porzione di terreno che normalmente interessata dalle lavorazioni; - parte degli elementi nutritivi assorbiti dall'erba viene trasportata nelle radici profonde, che prima o poi muoiono e si decompongono, liberando nuovamente i nutrienti. Al posto delle radici morte dell'erba si creano inoltre dei piccoli canali, lungo i quali si possono muovere sia le radici che gli elementi nutritivi; - l'erba assorbe elementi nutritivi, ma questi sono sottratti alle piante solo tem- poraneamente, perch i residui dello sfalcio dell'erba restano sul campo. Anzi, l'assorbimento degli elementi da parte dell'erba e la loro trasformazione in composti organici ne limitano le perdite per insolubilizzazione e lisciviazione. Possiamo affermare quindi che loliveto inerbito richiede una maggiore concimazione solo nei primi due o tre anni; successivamente si attiva un ciclo che garantisce comunque l'utilizzo dei fertilizzanti da parte degli alberi da frutto ed anzi la nutrizione vegetale risulta migliorata rendendo possibile una riduzione delle concimazioni. Per quanto riguarda infine la nutrizione fosfo-potassica, i terreni inerbiti presentano meno problemi di quelli lavorati, anche perch, oltre alla risalita delle radici delle piante verso lo strato superficiale del terreno, il cotico erboso funge da ponte nella traslocazione di questi due elementi dalla superficie agli strati sottostanti del terreno. stato rilevato che il fosforo, al pari del potassio, pu essere assorbito dalle piante erbacee in superficie e poi essere da queste escreto in profondit attraverso le radici sotto forma di composti organici assimilabili da parte delle piante di olivo consociate. L'inerbimento del terreno pu avvenire naturalmente, sospendendo le lavorazioni o il diserbo chimico.
Diserbo Il diserbo chimico persegue lo scopo di eliminare le piante infestanti somministrando prodotti chimici senza intervenire con le lavorazioni dello strato pi superficiale del terreno. La gamma dei formulati disponibili vasta. Con l'inerbimento (a sinistra nel disegno) le radici salgono anche in superficie e possono giovarsi della concimazione anche se i fertilizzanti non vengono incorporati al terreno come invece avviene con le lavorazioni (a destra nel disegno). Inoltre con l'inerbimento la coltura richiede una maggiore concimazione solo nei primi due o tre anni: successivamente si attiva un ciclo che garantisce comunque l'utilizzo dei fertilizzanti ed anzi la nutrizione vegetale risulta migliorata e si possono ridurre le concimazioni
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Pagina 8 A.Co.Pr.Ol Ass. Consorzio Produttori Olivicoli I prodotti utilizzati a tale scopo sono classificati come: - Erbicidi (ad azione sistemica) i quali distribuiti sulle foglie delle erbe spontanee entrando in circolo nella pianta determinandone la morte; - Disseccanti, i quali causano un temporaneo disseccamento degli organi epigei del cotico erboso ma non del loro apparato radicale, che consentir alle piante di ricostituirsi nuovamente; Per la completa eliminazione delle infestanti perenni occorre intervenire, a fine primavera ed ai primi di settembre, con erbicidi (ad azione sistemica) a basso impatto ambientale, in altre parole, meno persistenti e che si degradano in composti non tossici (glyphosate, glyphosate trimesio e glyphosate ammonio. Con principi attivi al 40% la dose di 1 lt/hl). Il diserbo chimico non influisce sulle caratteristiche fisiche del terreno mentre pu interferire sull'economia della nutrizione minerale delle piante in quanto determina una minore disponibilit di fosforo e potassio negli starti sottostanti del terreno. Le radici delle piante coltivate in terreni sottoposti al diserbo chimico, non disturbate dalle lavorazioni, risalgono nello strato pi superficiale, e vi sviluppano un abbondante capillizio assorbente, nettamente superiore a quello rilevabile nei terreni lavorati. Questo contribuisce a migliorare la capacit della pianta nel trovare ed utilizzare elementi nutritivi scarsamente mobili nel terreno come il fosforo ed il potassio, direttamente dalla superficie dello stesso. In arboricoltura oltre al diserbo totale si attua il cosiddetto diserbo controllato, esteso solo ad una striscia lungo i filari, lasciando gli interfilari inerbiti, favorendo il movimento delle macchine anche quando il terreno bagnato. In autunno e in inverno, quando la presenza di un cotico erboso invece vantaggiosa (o almeno non dannosa) i trattamenti diserbanti vengono sospesi. Concimazione Per una corretta concimazione, durante la fase produttiva, opportuno eseguire le analisi del terreno, per conoscere la disponibilit elementi nutritivi al fine di correggere
Trattamento diserbante con atomizzatore a barre posteriori Terreno sottoposto a diserbo chimico MANUALE PER LA BUONA PRATICA AGRICOLA IN OLIVICOLTURA
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Pagina 9 A.Co.Pr.Ol Ass. Consorzio Produttori Olivicoli eventuali carenze. Nei terreni sciolti, scarsi di colloidi, lapprofondimento dei fertilizzanti azotati, fosfatici e potassici subordinato solo alla loro solubilit e alla percolazione dell'acqua, quindi all'andamento delle precipitazioni. In queste condizioni anche i concimi fosfatici e potassici possono essere a pronto effetto. Nei terreni compatti e tendenzialmente argillosi (ricchi di colloidi), solo i fertilizzanti azotati (nitrici) si spostano con facilit insieme allacqua piovana che attraversa gli starti del terreno, mentre lazoto ammoniacale il fosforo ed il potassio sono trattenuti dal potere assorbente del suolo. In particolar modo i composti fosfatici e potassici procedono solo di pochi centimetri ogni anno e quindi raggiungono molto pi lentamente lo strato occupato dalle radici assorbenti degli alberi. La pratica delle concimazioni ordinarie, richiede un periodico controllo delle disponibilit nutrizionali del terreno, in modo da calibrare l'apporto degli elementi fertilizzanti in termini di reintegrazione delle quantit via via asportate. Sul finire del ciclo annuale un'eccessiva disponibilit di azoto pregiudizievole, perch esalta e prolunga in modo anomalo l'attivit vegetativa e perch influisce negativamente sulla maturazione e sulla qualit dei frutti; senza contare che i fertilizzanti azotati somministrati tardivamente, per esempio in autunno, si disperdono facilmente in profondit con le piogge, aggravando cos il problema dell'inquinamento delle falde acquifere e comportando, per di pi, un inutile dispendio finanziario ed energetico. Modalit di fertilizzazione: gli elementi nutritivi possono essere somministrati al terreno con varie modalit: sullintera superficie o in maniera localizzata intorno a ciascuna pianta; in superficie o interrati. Nel somministrare i fertilizzanti al terreno necessario distribuirli in corrispondenza delle aree maggiormente esplorate dalle radici assorbenti e, al di fuori della proiezione della chioma, evitando le zone pi vicine al tronco. Il rispetto di questo criterio non indispensabile nel caso di impianti a elevata densit, ma essenziale quando i filari sono molto distanziati. La concimazione di produzione: lintervento al terreno coincide con il momento in cui la pianta ha completato la prima fase di sviluppo vegetativo e inizia a fruttificare in modo significativo. Per quanto riguarda la concimazione azotata, questa somministrazione pu essere frazionata in due momenti dellanno: due terzi poco prima della ripresa vegetativa (febbraio-marzo) e, la parte restante, prima della fioritura (maggio-giugno). Nel caso in cui la mignolatura risultasse scarsa, buona norma evitare la seconda somministrazione per non favorire eccessivamente lo sviluppo vegetativo dellalbero con formazione di rami sterili al pedale (polloni) o sulle branche (succhioni). La proposta di dividere la somministrazione dei concimi azotati in due periodi valida negli impianti dov previsto un soccorso irriguo (per la Calabria generalmente queste realt sono la minoranza). Per le altre situazioni preferibile somministrare i concimi azotati nel periodo in cui si prevede una buona piovosit (fine inverno-inizio primavera). Il boro un microelemento particolarmente importante per la vitalit e la produttivit dellolivo. La sua attivit collegata al metabolismo degli idrati di carbonio, alle azioni di diversi sistemi enzimatici e a funzioni ormonali. Regola la vitalit del polline e dellapparato riproduttivo femminile (sacco embrionale), quindi positiva risulta essere MANUALE PER LA BUONA PRATICA AGRICOLA IN OLIVICOLTURA
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Pagina 10 A.Co.Pr.Ol Ass. Consorzio Produttori Olivicoli lazione di questo elemento sulla formazione e sulla vitalit degli organi fiorali. La concimazione fogliare la tecnica che, sfruttando la capacit delle foglie di assorbire rapidamente sia micro, sia macro elementi, consente la distribuzione diretta di fertilizzanti (organici e minerali) alla pianta, attraverso la parte epigea (foglie). Rispetto agli organi gi lignificati le foglie hanno, infatti, una maggiore capacit dassorbimento e tale meccanismo sempre pi accentuato nelle foglie giovani rispetto a quelle vecchie. In particolare lazoto lelemento pi facilmente assorbito e tra i diversi composti azotati, lurea il concime pi rapidamente assimilato. Per ottenere discrete produzioni da una pianta di olivo (e contemporaneamente anche il minor impatto ambientale) necessario somministrare una quantit di fertilizzanti tali da integrare gli elementi nutritivi asportati con la raccolta, potaturaecc, aumentati di circa 1/3 o poco pi, per sopperire alle perdite degli stessi elementi non assorbiti dalle piante. Le asportazioni di elementi nutritivi con produzioni di 100 q. li di olive sono: Azoto (N) 90 kg; Fosforo (P) 40 kg; Potassio (K) 100 kg. L'azoto, pu essere somministrato in due soluzioni. La prima alla ripresa vegetativa (marzo) con una dose/ha pari al 50% della quantit totale di elemento necessario; la seconda somministrazione (50%) pu essere fatta dallinizio della fioritura allindurimento del nocciolo. La somministrazione deve essere ridotta del 20% nel caso in cui si esegue il sovescio di favino. In base alle norme della BPAn del Reg. CE 1257/99 si possono somministrare: 100 unit/ha dazoto; 60 unit/ha di fosforo; 150 unit/ha dossido di potassio. Poich le dosi/ettaro di elementi nutritivi da dover somministrare deve essere aumentata di 1/3 rispetto alle asportazioni per sopperire ad eventuali perdite per denitrificazione, immobilizzazioneecc, ma non devono superare le quantit imposte dalla BPAn, possiamo indicare un piano di concimazione adeguato prendendo in considerazione tre tipi di concimi chimici presenti in commercio: ELEMENTO UNITA' FERTILIZZANTE DOSE DI CONCIME PER ETTARO (q.li/ha) Azoto 100 Urea 2,18 q.li/ha Fosforo 60 Perfosfato min. 3 q.li/ha Potassio 150 Solfato di potassio 3 q.li/ha Per quanto riguarda i microelementi, il tipo di carenza pi frequente per lolivo quello relativo al boro che si corregge per agevolmente somministrando borato di sodio al terreno o per via fogliare con soluzioni all 1%o. Dopo la concimazione, nei terreni non sottoposti al diserbo o alla non lavorazione, si deve intervenire con una lavorazione superficiale (erpicatura) per favorire l'interramento del concime somministrato, in particolar modo per il fosforo ed il potassio. Nei terreni inerbiti, non lavorati o diserbati le radici assorbenti delle piante risalgono in superficie, per cui si troveranno a stretto contatto con lelemento somministrato. I reflui oleari contengono quantit apprezzabili di elementi nutritivi minerali. Infatti, sono molto ricchi in potassio ed in quantit pi ridotte, possiedono anche azoto, fosforo e MANUALE PER LA BUONA PRATICA AGRICOLA IN OLIVICOLTURA
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Pagina 11 A.Co.Pr.Ol Ass. Consorzio Produttori Olivicoli magnesio. Essendo prevalentemente costituiti da sostanza organica, essi sono un ottimo substrato per lo sviluppo della microflora che permette un miglioramento delle propriet chimico-fisiche del suolo. La distribuzione delle acque di vegetazione e delle sanse negli oliveti, consentito nel rispetto dei limiti e divieti imposti dalla legge n. 574. MANUALE PER LA BUONA PRATICA AGRICOLA IN OLIVICOLTURA
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DIFESA FITOSANITARIA Al fine di ridurre lutilizzo dei prodotti chimici ed assicurare, contemporaneamente, una produzione quanti-qualitativa valida sar necessario che limprenditore agricolo MANUALE PER LA BUONA PRATICA AGRICOLA IN OLIVICOLTURA
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Pagina 13 A.Co.Pr.Ol Ass. Consorzio Produttori Olivicoli consideri sotto una nuova luce il complesso organismo della sua azienda. Le siepi, dovranno essere considerate come veri fattori di produzione per i molteplici ruoli che possono svolgere, come: rifugio per uccelli ed insetti utiliecc. Allo stesso modo il suolo deve considerarsi come un ecosistema complesso e non pi come un substrato inerte utilizzato solo per ospitare le radici delle piante, per cui si utilizzeranno tutti gli interventi agronomici (inerbimento, lavorazioni superficiali, ecc.) che permettano di limitare la diffusione di malattie fungine attraverso microlesioni dellapparato radicale. I principali fito-patogeni dell'olivo che in Calabria causano i maggiori danni sono: la Mosca dell'olivo (Bactrocera oleae), e l'Occhio di pavone (Spilocaea oleagina). Tra i fito-patogeni minori troviamo: la tignola (Prays oleae), l'oziorrinco (Othiorrhynchus cribricollis), il fleotribo (Phloeotribus scarabeoides), la cocciniglia mezzo grano di pepe (Saissetia oleae), il cotonello dellolivo (Eufillura olivina), mentre per quanto riguarda i funghi ritroviamo la verticilliosi il cui agente eziologico il Verticillium dahlie.
Bactrocera oleae La mosca dellolivo, inizia il suo ciclo i primi di giugno. In condizioni climatiche favorevoli pu compiere fino a 6 - 7 generazioni lanno. I primi attacchi, a carico delle drupe (olive), con punture per lo pi sterili, si verificano in giugno- luglio, allorch queste hanno un grado di inoleazione dell1-2% e la dimensione di un cece.
Il ciclo biologico dellinsetto Lattivit ovideponente , nei nostri ambienti olivicoli, massima in due periodi: il primo in giugno-luglio, il secondo, molto pi intenso in settembre- ottobre. Valori di umidit relativa (anche del 20% in agosto), tipici delle zone centro- meridionali, in combinazione a temperature estive elevate, conducono a bruschi valori di alta mortalit, soprattutto di uova e larve di I et, fino al 90%. In tali condizioni gli adulti, pur resistendo molto meglio, presentano arresto dellattivit riproduttiva con riassorbimento dei follicoli ovarici . Di solito le condizioni favorevoli vengono ristabilite con le prime piogge di fine estate che riportano le drupe alle condizioni di turgore e grossezza che inducono lovodeposizione. Nel mese di giugno-luglio la femmina depone un solo uovo per ogni frutto, (in annate con forti infestazioni pi femmine possono deporre sullo stesso frutto). Le larve si nutrono della
Punture di Bactrocera oleae
Adulto di Bactrocera o. (femmina) MANUALE PER LA BUONA PRATICA AGRICOLA IN OLIVICOLTURA
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Pagina 14 A.Co.Pr.Ol Ass. Consorzio Produttori Olivicoli polpa delle olive, e dopo aver completato lo sviluppo, si impupano nel terreno o sulla pianta o nel frutto. In autunno con larrivo delle prime piogge (che fanno ingrossare il frutto) e con temperature, medie ottimali, 15-18C si verificano massicce infestazioni soprattutto negli anni di scarsa produzione. Le generazioni si susseguono fino alla raccolta, accavallandosi tra loro.
Sistemi di monitoraggio e metodi di lotta
La lotta non semplice e richiede, per singole aree omogenee, lacquisizione di diversi parametri: - dinamica dei voli degli adulti con trappole cromotropiche costituite da tavolette di plexiglas adesive di colore giallo. Il numero di trappole da applicare per ettaro di tre, disposti ai vertici di un triangolo equilatero. La soglia di intervento per le olive da olio di 3 femmine ettaro, riconoscibili per la presenza dellovopositore allestremit delladdome, mentre per le olive da tavola di una femmina per ettaro. - valutazione della % di infestazione attiva (uova e larve), che consiste nel prelevare campioni di 100 olive (10 olive raccolte su 10 piante). I campioni vanno prelevati dopo linizio del processo di lignificazione del nocciolo e nel corso del campionamento vanno scelte le olive pi grosse e pi colorate. Per le olive da olio, si interviene quando 10 olive/100 presentano larve vive nella polpa; mentre per le olive da tavola si interviene quando 2 olive/100 presentano larve vive nella polpa. - la curva di inoleazione delle drupe. Gli attacchi a carico delle drupe da parte del dittero iniziano allorch le stesse hanno una % di inoleazione (quantit di olio nella polpa) dell1-2%, e quando le stesse hanno le dimensioni di un cece. Nelle zone pi esposte all'attacco, i trattamenti si eseguono indicativamente nei mesi di luglio, settembre ed i primi di ottobre, rispettando i tempi di carenza prima della raccolta. Il momento del trattamento deve essere, in ogni caso, programmato sulla base delle catture e della % di infestazione attiva, rispettando sempre i tempi di carenza del prodotto impiegato. Metodo di lotta preventivo o adulticida. Con questo metodo si utilizzano le esche proteiche avvelenate adoperate solo su una parte della chioma (quella rivolta a sud) o solo parte delle piante (di solito a filari alterni). In questo caso lesca proteica (proteine idrolizzate) mescolata a un insetticida persistente.
Trappola cromotropica Galleria di escavazione della larva MANUALE PER LA BUONA PRATICA AGRICOLA IN OLIVICOLTURA
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Pagina 15 A.Co.Pr.Ol Ass. Consorzio Produttori Olivicoli Negli ultimi anni sono stati affrontati, in altre regioni italiane, studi di laboratorio e di pieno campo riguardanti la possibilit di controllo della mosca dell'olivo mediante l'uso di prodotti ad attivit antibatterica tra i quali stato sperimentato, con un certo successo, l'uso dei prodotti rameici. II rame agisce sulla superficie della drupa riducendo enormemente le popolazioni batteriche, fonte naturale di alimento per gli adulti oltre ad essere una presenza necessaria per i processi digestivi delle giovani larve, inibendo cos la capacit riproduttiva della mosca e producendo anche una forte mortalit a carico dei primi stadi dello sviluppo del dittero. L'uso di prodotti ad attivit antibatterica pu permettere una forte riduzione, se non addirittura la soppressione, dell'uso di prodotti insetticidi non selettivi. L'impiego di prodotti rameici limitato ad 1 o al massimo 2 interventi da eseguirsi nei momenti di massima presenza di femmine ovideponenti (fine agosto primi di settembre). I prodotti chimici efficaci contro il dittero sono riportati a pagg. 27-30.
Prays oleae. Ladulto una piccola farfalla con ali anteriori grigio argenteo con macchiette nere sparse ed ali posteriori a margine sfrangiato (queste caratteristiche rendono abbastanza agevole il riconoscimento dei maschi adulti catturati nelle trappole a colla innescate con il feromone sessuale) (vedi figura). Il fitofago compie 3 generazioni annue, la prima sui fiori (antofaga), la seconda sui frutti (carpofaga) e lultima sulle foglie (fillofaga). La generazione antofaga normalmente causa un diradamento dei fiori, che nella maggior parte dei casi non comporta diminuzione di produzione, ci perch una pianta di olivo porta pi di un milione di fiori, anche, la generazione fillofaga viene sopportata bene dalla pianta e raramente diviene dannosa. Di conseguenza nella realt solo la generazione carpofaga provoca dei danni alla produzione con la cascola precoce delle olive, infatti con il secondo volo (che inizia in maggio per raggiungere il picco in giugno), la deposizione avviene sul calicetto dei frutti che in questa fase hanno la grossezza poco pi di un acino di pepe; le larve che nascono dalle uova (circa dopo una settimana) penetrano velocemente allinterno della drupa attraverso i fasci fibro-vascolari recidendoli per poi insediarsi allinterno del nocciolo e nutrirsi del seme quando questo ha assunto consistenza gelatinosa (in genere ci avviene nella prima quindicina di luglio). Dopo essersi nutrita dei contenuti della mandorla o nocciolo, la larva matura (da fine agosto a ottobre) esce dalla drupa attraverso la zona peduncolare. Questa generazione (carpofaga) sicuramente la pi dannosa sia per densit di popolazione sia perch i frutti attaccati sono soggetti a cascola per lingresso delle larve nelle olive (luglio) e successivamente per la fuoriescono dal frutto (da agosto a ottobre).
Sistemi di monitoraggio e metodi di lotta
Adulto di Prays oleae MANUALE PER LA BUONA PRATICA AGRICOLA IN OLIVICOLTURA
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Pagina 16 A.Co.Pr.Ol Ass. Consorzio Produttori Olivicoli Nel periodo che va da aprile a giugno, possibile monitorare il volo degli adulti (maschi) con trappole a feromone in modo da individuare lepoca pi opportuna per eventuali interventi fitoiatrici, da eseguire, contro gli stadi larvali che colpiscono i frutti (generazione carpofaga). La tignola soggetta, allo stato di larva, a forti decimazioni dovute a repentine variazioni di temperatura e di umidit. Inoltre controllata, naturalmente, da predatori quali lAgeniaspis fuscicollis praysincola che depone il suo uovo poliembrionico nelluovo del Prays dando luogo alla formazione di 10-20 individui di Ageniaspis f.. La soglia di intervento per la generazione carpofaga si ha quando lattacco della generazione antofaga di 10 - 20 fiori colpiti su 100 esaminati (10-20 maggio). La lotta nei confronti della tignola rivolta unicamente nei confronti delle larve di seconda generazione, a tal riguardo stato opportuno monitorare il volo degli adulti e intervenire con prodotti riportati a fine manuale (schede allegate pagg. 27-30). Altro metodo per stabilire se intervenire sulla generazione carpofaga rappresentato dal monitoraggio del volo degli adulti (maschi) con trappole a feromone individuando il picco massimo dei voli, ed intervenendo circa 7-10 giorni dopo. Alcuni dei prodotti fitosanitari a base di organofosforici quali dimetoato, triclorfon, fenitrotion ecc., (schede allegate pagg. 27-30), si devono eseguire a piena chioma, 7-10 giorni dopo il picco di volo e comunque prima dellindurimento del nocciolo ed in particolar modo quando il frutto ha le dimensioni di un grano di pepe (dall1 al 10 giugno).
Phloeotribus scarabaeoides Il fleotribo uno scolitide che vive sull'olivo. Gli adulti, prima di accoppiarsi, scavano cunicoli (covacci o gallerie di maturazione) alla biforcazione dei rametti di 1-3 anni, nel punto di inserzione delle foglie e delle infiorescenze. In seguito, le femmine penetrano nella corteccia dei rami deperiti e soprattutto sui residui appassiti della potatura, per scavare una galleria di prolificazione trasversale a due bracci, allinterno delle quali deporranno le uova. I danni maggiori sono causati dagli adulti che con le loro numerose escavazioni provocano la morte dei rami colpiti con conseguenti perdite di produzione. Le piante infestate deperiscono progressivamente.
Adulto di Phloeotribus
Trappola a feromone MANUALE PER LA BUONA PRATICA AGRICOLA IN OLIVICOLTURA
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Ciclo biologico Lo scolitide sverna soprattutto allo stato adulto nei covacci scavati alla biforcazione dei rametti e, meno frequentemente, allo stato di larva. Alla fine di febbraio o in marzo si portano sui rami deperiti e soprattutto sui residui appassiti della potatura che costituiscono il substrato ideale per le ovideposizioni. La femmina penetra nella corteccia e viene fecondata da un solo maschio. Aiutata dal compagno, che espelle la rosura, essa scava una galleria di prolificazione trasversale entro la quale depone complessivamente da 10 a oltre 100 uova. Le larve dopo la nascita scavano gallerie individuali. All'estremit delle stesse si impupano per dare gli adulti. Questi sciamano verso la fine di maggio o in giugno e raggiungono la maturit sessuale penetrano in corrispondenza dell'ascella fogliare, della biforcazione dei rametti di 1-3 anni o nel punto di attacco delle infiorescenze rami e scavando gallerie di maturazione. Dalle loro uova ha poi origine la seconda generazione, con popolazioni pi ridotte rispetto a quelle precedenti poich il substrato disponibile costituito dai pochi rami deperiti o spezzati presenti nell'oliveto. Gli adulti di questa generazione compariranno in agosto e scavano le loro gallerie di maturazione anche alla base delle drupe provocandone la caduta. Si ha poi la terza ed ultima generazione dell'annata i cui adulti svernanti sfarfalleranno in ottobre. Metodi di lotta La difesa si basa essenzialmente sulla distruzione dei rami infestati e dei resti della potatura che costituiscono il substrato per lo sviluppo delle covate. Un valido metodo di lotta rappresentato dai rami esca da sistemare, in fasci, in zone ombreggiate dell'oliveto per ritardarne l'essiccamento in modo da attirare gli adulti prolificanti. la presenza del tipico rosume bianco visibile sulle frasche, corrisponda allentrata della femmina ovideponente. Questo substrato va per asportato e bruciato entro la met di maggio, prima dello sfarfallamento degli adulti. Prodotti chimici a pagg. 27-30.
Otiorrhincus cribricollis. Le varie specie di oziorrinco hanno un ciclo biologico alquanto simile. Compiono una sola generazione all'anno e svernano tramite larve in fase pi o meno avanzata di sviluppo. Gli adulti fuoriescono in genere in marzo-aprile o anche dopo, mentre per Otiorrhincus c. la comparsa avviene in giugno. Gli adulti di giorno si rifugiano nel terreno e durante le ore notturne si arrampicano sulle piante e compiono caratteristiche erosioni del margine fogliare, i quali appariranno seghettati.
Adulti di Oziorrinco MANUALE PER LA BUONA PRATICA AGRICOLA IN OLIVICOLTURA
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Pagina 18 A.Co.Pr.Ol Ass. Consorzio Produttori Olivicoli L'attivit trofica si prolunga per pi mesi interrompendosi talora nel periodo pi caldo dell'estate, durante il quale si nascondono nel terreno, per poi ricomparire in autunno.
Metodi di lotta La difesa si rivela talora difficile per il lungo periodo di attivit degli adulti, per la presenza di pi specie con differenti epoche di uscita e per i frequenti casi di resistenza ai comuni insetticidi impiegati ripetutamente. Si possono utilizzare fasce di resinato di lana poste sul tronco per bloccarne la risalita sulle parti epigee della pianta. Prodotti chimici di controllo: pagg. 27-30.
Eufillura olivina Il cotonello dellolivo si manifesta con la formazione di ammassi cotonosi alle estremit dei germogli. Lattacco inizia sul finire dellinverno, in occasione delle prime giornate tiepide. Metodi di lotta Pu essere facilmente controllato indirettamente eseguendo razionali potature di sfoltimento che favoriscono la circolazione dellaria e la penetrazione della luce, creando cos un ambiente poco adatto allo sviluppo dellinsetto. Gli attacchi si manifestano in primavera, ma sono subito bloccati dalle alte temperature. In via del tutto eccezionale in caso di forti infestazioni si pu ricorrere alla lotta chimica con i prodotti riportati in allegato (pagg. 27-30), alla comparsa di infestazioni, cercando di colpire le prime generazioni che si manifestano in primavera (aprile-maggio).
Saissetia oleae La cocciniglia depone le uova dalla primavera allestate con un massimo nel mese di giugno. Compie da una a due generazioni lanno. Sverna allo stato di neanidi di II o di III et, e raggiunge lo stadio di adulto tra la fine di aprile ed i primi di Luglio. Questi ultimi iniziano ad ovideporre, e continuano fino alla fine di luglio. Il grosso delle neanidi, che nascer tra la fine di luglio ed i primi di agosto non
Ammassi cotonosi causati da Eufillura o.
Adulti di Saissetia oleae
Foglie colpite da Oziorrinco
Fasce di protezione
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Pagina 19 A.Co.Pr.Ol Ass. Consorzio Produttori Olivicoli raggiunge entro lanno lo stadio di adulto, e trascorrer linverno successivo allo stadio di neanide di II o III et. Le piante fortemente attaccate subiscono danni da sottrazione di linfa, e danni (indiretti) dallemissione dellabbondante melata su cui si stratificano diversi microrganismi fungini dei generi (Capnodium, Cladosporium, Alternaria) questi causano le fumaggini (croste nere) con lintreccio dei loro miceli su foglie, rami e tronco, con maggiore intensit nelle parti basse e medie delle piante. Queste fumaggini sono molto temute dagli olivicoltori, esse, infatti, ostacolano fotosintesi e traspirazione. Piante fortemente affette da cocciniglie e fumaggine presentano defogliazione, accartocciamento di germogli e scarsa fruttificazione anche negli anni successivi a quelli di una prima forte infestazione.
Metodi di lotta Gi nella fase di fissazione le neanidi vanno incontro a una mortalit che abitualmente del 90-95%. Linsolazione diretta, la temperatura elevata e la bassa umidit dovute a venti caldi, le piogge violente eliminano gran parte delle neanidi neonate. La Saissetia combattuta in natura da coccinellidi (Exochomus quadripustulatus). Tutti gli autori sono concordi nel suggerire interventi chimici nei periodi in cui siano presenti gli stadi giovanili pi sensibili. Ci accade abitualmente in luglio-settembre. Il prodotto pi idoneo al contenimento della cocciniglia, lolio minerale leggero, usato da solo o attivato con esteri fosforici (metidation, buprofezin) e il carbaril. Contro la fumaggine pu essere utile agire direttamente miscelando allolio un prodotto cuprico o acuprico, oppure usando solo il rame. I prodotti chimici di controllo: pagg. 27-30.
Zeuzera pyrina La Zeuzera pyrina il rodilegno che causa notevoli danni a molte colture arboree, compreso lolivo. Gli adulti sfarfallano a partire da maggio, e sono presenti nellarboreto fino a luglio. Lattivit degli adulti notturna. Le femmine depongono un gran numero di uova (fino a 2700) in corrispondenza del foro delle vecchie gallerie e nelle screpolature corticali. Le larve di colore giallo, appena nate si disperdono sulle parti alte della pianta dove attaccano germogli e rametti, e solo quando hanno raggiunto un certo sviluppo scavano gallerie nel tronco e nei rami. Gli attacchi larvali sono resi evidenti dalla presenza di fori sugli organi colpiti, e dai granelli escrementizi rossastri che si accumulano sul terreno sotto le piante infestate. Le gallerie larvali causano deperimenti vegetativi e diminuiscono la resistenza meccanica della pianta, esponendola a rischi di rotture causate dal peso delle olive, dallazione di scuotitura meccanica o dal forte vento. Durante le prime fasi, le larve fuoriescono pi volte dai rametti per penetrare in altri di maggior diametro o per scavare
Adulto di Zeuzera pyrina MANUALE PER LA BUONA PRATICA AGRICOLA IN OLIVICOLTURA
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Pagina 20 A.Co.Pr.Ol Ass. Consorzio Produttori Olivicoli gallerie ascendenti nel tronco e nei rami di pi grosse dimensioni. L'attivit dello scavo delle larve prosegue per tutta l'estate e l'autunno, rallentando durante l'inverno. In primavera le larve divengono di nuovo molto attive e raggiunta la maturit si incrisalidano e dalle stesse sfarfalleranno gli adulti (maggio). Gli adulti sono grosse farfalle dalle ali bianche cosparse di punti neri e sono presenti da inizio maggio a met agosto.
Metodi di lotta La lotta a questo parassita alquanto complicata per due motivi: 1) le larve parassitizzano gli organi interni della pianta per cui i normali trattamenti non riescono a raggiungerle; 2) il lungo periodo di ovideposizione delle femmine. La difesa si pu realizzare a vari livelli:
1. Contro le giovani larve presenti sui germogli e i rametti, si possono effettuare alcuni trattamenti alla vegetazione, distanziati di 20 giorni (tempo di carenza del prodotto), nei mesi di Giugno-Luglio, con prodotti ad azione citotropica come lazinphos methyl. Altri principi attivi secondari utilizzabili sono: teflubenzuron; esteri fosforici ad ampio spettro di azione (fosfamidone, diclorvos, methamidofos).
2. Per le larve gi internate a livello del tronco e dei grossi rami si pu realizzare una lotta chimico-meccanica basata sulluccisione delle stesse nelle gallerie con filo di ferro o con insetticidi in formulazione spray (propoxur + ciflutrin nome commerciale: ILDENAL PLUS), anche se richiedono un grosso impiego di manodopera.
3. In questi anni in via di definizione una forma di controllo sulle infestazioni di Zeuzera tramite la cattura massale. Ci si realizza attraverso trappole a ferormone, cercando di catturare tutti i maschi presenti nellarboreto, di modo che le femmine non possono essere fecondate. Attualmente questa tecnica realizzata disponendo 5 trappole ad ettaro. Le trappole devono essere sistemate al sopraggiungere dei primi caldi primaverili (fine aprile-inizi di maggio), con sostituzione del ferormone ogni 4-6 settimane, coprendo il territorio fino a settembre.
Crisalide di Zeuzera pyrina MANUALE PER LA BUONA PRATICA AGRICOLA IN OLIVICOLTURA
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Pagina 21 A.Co.Pr.Ol Ass. Consorzio Produttori Olivicoli PATOLOGIE DELLOLIVO
Spilocaea oleagina I sintomi causati dallocchio di pavone sono particolarmente evidenti sulle foglie ove compaiono delle macchie dapprima piccole e brunastre che successivamente si ampliano, fino a raggiungere il diametro di 10-12 mm, ed assumono un aspetto vellutato con una colorazione bruno-grigiastra, pi scura nella parte periferica; in alcuni periodi (soprattutto estivi) le macchie risultano circondate da zonature di color giallo, verde o rosso-brunastro che richiamano gli occhi della parte terminale della penna di pavone. Le foglie infette cadono anticipatamente provocando in tal modo anche il disseccamento di rami o di branche. Le infezioni prodotte da questo micete possono avvenire durante tutto l'anno nei climi miti; nelle regioni meridionali dItalia, di norma, non si registrano attacchi nei mesi estivi per il permanere di lunghi periodi siccitosi e delle scarse precipitazioni. I valori termici ottimali si aggirano sui 18-22C mentre le temperature estreme, minime e massime, che bloccano il patogeno risultano essere rispettivamente di <2; >30C. Perch avvenga l'infezione poi necessaria un'alta umidit relativa ed un elevato numero di ore di bagnatura delle foglie (24-48 ore). L'acqua piovana, oltre a consentire ai conidi (organi di propagazione del fungo) di germinare e perforare la cuticola fogliare, svolge un'azione primaria nella disseminazione di questi germi. La presenza dellOcchio di pavone, in ogni modo individuabile attraverso la diagnosi precoce della malattia con il metodo Loprieno Tenerini (immersione di 100 foglie in una soluzione di idrossido di sodio al 5% a 50C per pochi minuti). Difesa Unefficace misura di lotta contro questa malattia si basa in primo luogo su razionali interventi di potatura ed attraverso la riduzione della massa di inoculo presente sulla pianta, intervenendo con uno o due trattamenti a base di rame, da farsi dopo la comparsa delle lesioni fogliari, in modo tale da provocare la caduta a terra delle foglie infette. Dal terreno i conidi difficilmente sono in grado di raggiungere le foglie per provocare nuove infezioni. Il programma dei trattamenti preventivi va deciso zona per zona in relazione all'andamento climatico e all'intensit con la quale questa affezione si presenta solitamente nell'ambiente intervenendo subito dopo piogge infettanti con i tradizionali sali di rame oppure con ziram. Si eseguono almeno tre interventi chimici lanno, ripetendo il trattamento se perdurano le condizioni climatiche favorevoli allo sviluppo del patogeno, o se si verificano piogge dilavanti:
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Pagina 22 A.Co.Pr.Ol Ass. Consorzio Produttori Olivicoli 1 a fine settembre 2 tra novembre e dicembre 3 a meta Febbraio
Verticillium dahlie E una tracheomicosi che infetta i tessuti vascolari della pianta. E un patogeno da ferita, e penetra attraverso le radici (essendo linoculo presente in questo elemento). La malattia si diffonde con lacqua. Poich un fungo polifita, oltre allolivo attacca anche piante ortive come: pomodoro, peperone, melanzana...ecc, la coltivazione di ortaggi tra i filari degli oliveti possono favorire la diffusione della malattia. I sintomi sono: ingiallimento delle foglie simile ad una carenza di azoto, e successiva defogliazione talvolta anche dellintera pianta, se la malattia diffusa su tutto lapparato radicale. Difesa Non esistono prodotti chimici in grado di arrestare la malattia. I migliori risultati sono stati conseguiti con l'impiego di dodina. Il Fosetil-alluminio, peraltro non ancora registrato per limpiego in olivicoltura, il principio attivo che ha dato migliori risultati, iniettandolo nel tronco o eseguendo irrorazioni sulla chioma. La lotta agronomica si basa nel limitare le fonti di diffusione (coltivazione negli interfilari di piante ortive, ristagni idriciecc.), ed evitare ristagni idrici. I prodotti a base di rame applicati dopo eventi traumatici (potatura, grandine,ecc) espletano un azione preventiva, ma non curativa. Se le piante colpite dovessero seccare, necessario estirparle e procedere alla disinfezione del terreno con prodotti specifici.
OPERAZIONI COLTURALI Irrigazione Lolivo, come si sa, fra gli alberi pi resistenti alla siccit; ma, al tempo stesso, fra quelli che reagiscono con maggiore evidenza e positivit alla disponibilit di acqua, particolarmente nei momenti critici e cio nel periodo che va dallallegagione allindurimento del nocciolo e, poi, durante la fase in cui le drupe riprendono laccrescimento. Gli effetti positivi dellirrigazione si manifestano non solo sulla produttivit dellannata, ma anche sullalternanza di produzione, in misura maggiore di quanto sia possibile ottenere attraverso una razionale potatura e una adeguata nutrizione. Per quanto riguarda il metodo irriguo, anche per lolivo, il metodo pi conveniente sotto ogni aspetto rappresentato dallirrigazione localizzata (microirrigazione), questo consente unefficienza di distribuzione dellacqua, prossima al 90-95%.
Ramo disseccato colpito da Verticillium MANUALE PER LA BUONA PRATICA AGRICOLA IN OLIVICOLTURA
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Raccolta L'epoca di raccolta ottimale compresa tra l'inizio dell'invaiatura e la non completa maturazione del frutto (prima che la polpa diventi scura). Per garantire la massima qualit dell'olio si deve assicurare l'integrit delle drupe attraverso la riduzione degli impatti meccanici e l'impiego, per il loro trasporto, di cassette rigide fessurate. La raccolta dovrebbe iniziare quando la maggior parte delle olive comincia ad "invaiare" (olive con pelle giallognola e macchie di colore rossastro) mostrando la superficie parzialmente o completamente colorata e la polpa ancora chiara. Infatti, in questo stadio la raccolta, oltre a garantire la massima quantit di olio per pianta, consente l'ottenimento di un prodotto di elevata qualit grazie alla presenza, in quantit ottimale, di tutte le componenti che concorrono alla migliore conservabilit dell'olio (sostanze fenoliche) e alla sua caratterizzazione organolettica. Inoltre, in questo stadio la pianta ancora in grado di produrre e di mobilizzare sostanze di riserva verso altri organi, come i rami a frutto e le relative gemme ascellari e favorirne il differenziamento a fiore, quindi la raccolta delle olive nella fase di inizio-piena invaiatura riduce il fenomeno dell'alternanza produttiva non compromettendo la produzione dell'annata successiva. Lolio ottenuto dalle olive lunico olio che si estrae dalla polpa di un frutto (mesocarpo), mentre tutti gli altri oli in commercio, sono estratti dallendosperma del seme (olio di seme). Da questo, la necessit di mantenere integro il frutto (in particolar modo evitando gli attacchi della mosca) al fine di ottenere oli qualitativamente migliori. Nel corso della maturazione delle olive ormai accertato che la composizione dell'olio si modifica drasticamente in peggio e, in particolare, successivamente all'invaiatura si osserva: La riduzione del contenuto in sostanze fenoliche e la conseguente minore protezione dell'olio nel corso della conservazione alle ossidazioni; l'aumento dell'acido linoleico, composto molto pi suscettibile all'ossidazione rispetto all'acido oleico; l'appiattimento del profilo aromatico. Oltre a ci, la degradazione naturale delle sostanze pecto-cellulosiche delle pareti cellulari provoca una riduzione della consistenza della polpa delle olive. Tale fenomeno pu incidere, indirettamente, sulla qualit dell'olio influenzando la resistenza meccanica delle olive nella fase di raccolta e post-raccolta. Durante il trasporto-conservazione del frutto, per effetto dello schiacciamento, si possono infatti verificare all'interno della polpa
Operazione di raccolta (Az.Agr. De Medici) MANUALE PER LA BUONA PRATICA AGRICOLA IN OLIVICOLTURA
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Figura n. 1 Diagramma operativo della raccolta meccanica con scuotitrice (fonte CNR, 1978) dell'oliva una serie di fenomeni degradativi riconducibili in primo luogo alla rottura della struttura delle cellule oleifere. Una raccolta troppo precoce, per contro, oltre a non garantire la massima resa, pu dare origine ad oli con un'eccessiva nota di amaro e piccante persistente anche durante la conservazione, che potrebbe essere non gradita dai consumatori. La raccolta dei frutti dal suolo o recuperati su reti sollevate dal terreno, non garantiscono un prodotto di elevata qualit. Pur prelevando le olive ad intervalli piuttosto brevi con tale modalit di raccolta difficilmente si riesce ad ottenere olio classificabile come extravergine, in quanto le olive che cascolano sono quasi sempre sovra-mature o danneggiate. Il sistema di raccolta con reti fisse e caduta spontanea del frutto, giustificato solo in quelle realt dove la tipologia del territorio o le dimensioni degli olivi non consentono alternative. Sin dalla raccolta consigliabile adottare l'uso di cassette o cassoni areati. L'anticipo della raccolta allo stadio di maturazione ottimale, come illustrato precedentemente, migliora la conservabilit delle olive, la cui polpa pi consistente e quindi meno soggetta allo schiacciamento. Nel caso di lunghi periodi di permanenza delle olive nei contenitori prima della trasformazione, la presenza delle foglie facilita ulteriormente il ricircolo di aria in seno alla massa. Al giorno d'oggi, l'olivicoltura da reddito richiede l'impiego di mezzi meccanici per la raccolta che, pur necessitando di variet adatte ed opportune forme di allevamento, ne riduce i costi unitari, che per l'olivicoltore tradizionale rappresentano dal 40% al 60% dell'intero costo di produzione, e, accelerando tale operazione, garantisce una buona qualit dell'olio prodotto. A titolo esemplificativo, nella figura accanto riportato un possibile diagramma operativo di raccolta meccanizzata con scuotitore.
Reti fisse per la raccolta delle olive MANUALE PER LA BUONA PRATICA AGRICOLA IN OLIVICOLTURA
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Pagina 25 A.Co.Pr.Ol Ass. Consorzio Produttori Olivicoli Nel caso di interventi chimici contro la mosca o locchio di pavone eseguiti prima della raccolta deve tener conto del periodo di sicurezza (intervallo di tempo che va dall'ultimo trattamento all'inizio della raccolta delle olive) e della solubilit del principio attivo utilizzato. Tra gli insetticidi sono, infatti, da preferire quelli che contengono principi attivi solubili nell'acqua (es.: Dimetoato allontanato con le acque di vegetazione) a quelli solubili nellolio (es.: Paration, Fention; questultimo alquanto famoso il cui nome commerciale Lebaycid) che potrebbero concentrarsi nell'olio estratto.
I CONTENITORI DA UTILIZZARE PER LA RACCOLTA IL TRASPORTO E LA CONSERVAZIONE DELLE OLIVE
II trasporto e la conservazione delle olive sono sicuramente tra le fasi pi critiche dell'intero ciclo produttivo. Le olive devono essere trasformate il pi presto possibile dopo la raccolta, preferibilmente entro 12 ore dalla stessa. L'intervallo di tempo tra la raccolta e la molitura (fase di post-raccolta) andrebbe minimizzato soprattutto per olive mature, e quando le condizioni del frantoio non garantiscono basse temperature e sufficiente aerazione. Ad ogni modo, non si dovrebbero superare i 2-3 giorni di stoccaggio in quanto l'ulteriore prolungamento del tempo di sosta induce effetti deleteri sul profilo qualitativo dell'olio, quali l'aumento dell'acidit e la comparsa di difetti organolettici ("muffa", "riscaldo", "avvinato-inacetito", "rancido", etc.). Durante il trasporto delle olive in frantoio e nelle fasi di carico e scarico, i danni meccanici alle olive devono essere minimizzati onde prevenire fermentazioni e sviluppo di muffe. Sin dalla raccolta consigliabile usare cassette o cassoni forati.
STOCCAGGIO DELLE OLIVE
Lo stoccaggio e la movimentazione delle olive al frantoio pu avvenire nelle stesse cassette (basse, ampiamente finestrate, di plastica) utilizzabili per il conferimento, oppure possono essere adoperati cassoni di plastica di maggiori dimensioni (200-300 Kg di capacit), sovrapponibili, che rappresentano la migliore soluzione per la movimentazione ed il breve stoccaggio nel frantoio.
Cassoni forati e cassette usati in un cantiere di raccolta
Cassoni forati
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Le olive, sia in cassette che in cassoni, devono essere stoccate in locali freschi, ben areati, al riparo dall'acqua, dal vento, da rischi di gelate e lontano da fonti di cattivi odori (stalla, letame, gasolio, fumo, etc.). La temperatura dell'ambiente di stoccaggio non dovrebbe mai superare i 25C e l'umidit relativa dovrebbe essere sempre al di sotto del 75%. La conservazione in sacchi di juta o, peggio ancora, in sacchi di plastica deve essere assolutamente evitato.
Potatura La potatura ha fini essenzialmente economici in quanto si prefigge di correggere, quando occorre, il comportamento naturale della pianta in modo da renderlo di massima utilit per il coltivatore. Nel caso specifico dellolivo, la potatura tende a costituire un albero di forma e struttura comoda per lesecuzione delle operazioni pi impegnative, come la raccolta e la stessa potatura, e a permettere la penetrazione dellenergia luminosa nelle varie parti della chioma, ad attenuare lalternanza di produzione, a favorire larieggiamento della fronda per renderla meno suscettibile di attacchi parassitari.
Potatura di produzione E la potatura che si compie per favorire la produzione dellalbero, conservare la forma di allevamento scelta e mantenere equilibrio tra attivit vegetativa e attivit produttiva. Nellolivicoltura da olio lobiettivo principale di conseguire elevate produzioni e alta qualit dellolio.
I Tagli Il taglio di eliminazione deve essere effettuato in prossimit del punto di inserzione sullasse principale del ramo da sopprimere lasciando intatto il collare della branca. Se il taglio viene eseguito troppo vicino al punto di inserzione, la cicatrizzazione della ferita avviene pi lentamente; si deve anche evitare di lasciare una porzione di legno residuo troppo lunga,
Cassoni forati utilizzati per lo stoccaggio delle olive (Frantoio Boca Ottavio) MANUALE PER LA BUONA PRATICA AGRICOLA IN OLIVICOLTURA
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Pagina 27 A.Co.Pr.Ol Ass. Consorzio Produttori Olivicoli perch il moncone rimanente, una volta disseccato, pu costituire luogo di insediamento di parassiti.
Intensit Lintensit di potatura dovrebbe tenere conto anche del carico dei frutti, adattare la potatura in funzione di ci molto importante per lolivo per lelevata tendenza allalternanza di produzione di questa specie. Negli anni di forte carica, la crescita dei rami ridotta e la potatura dellanno seguente dovrebbe essere limitata alla sola eliminazione dei succhioni e dei rami poco sviluppati senza sfoltire eccessivamente i rami fruttiferi. Nella primavera successiva ad unannata di bassa produzione, al contrario, gli alberi dovrebbero essere potati pi severamente in modo da ridurre il numero di nuovi rami ed il potenziale produttivo. Bisogna notare che quanto consigliato sopra lopposto del modo di agire tipico degli olivicoltori, che tendono a non potare molto dopo lanno di scarica perch aspettano unelevata produzione, viceversa successivamente allanno di carica. Cos facendo, il comportamento alternante dellalbero viene esaltato invece che ridotto. La potatura dovrebbe essere leggera nella primavera seguente un anno carica e pi severa dopo un anno di scarica per cercare di opporsi alla naturale tendenza alternante.
Residui della potatura Linterramento preceduto dalla trinciatura in campo con macchine, consente di ridurre le dimensioni del materiale legnoso, agevolando cos lattacco dei microrganismi per una rapida decomposizione dei residui in humus ed elementi nutritivi; per ogni tonnellata di residui di potatura con una umidit del 50% si liberano circa 4 Kg di azoto, 0,5 Kg di fosforo, 4 Kg di potassio, 5 Kg di calcio e 1 Kg di magnesio. Appare tuttavia, pi razionale procedere al recupero e reintegrazione dei suddetti sottoprodotti.
Allegati tecnici sui metodi e le epoche di intervento pagg. 27-30:
MANUALE PER LA BUONA PRATICA AGRICOLA IN OLIVICOLTURA
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