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Canto XI

Testo O insensata cura de mortali, quanto son difettivi silogismi quei che ti fanno in basso batter lali! Chi dietro a iura, e chi ad amforismi sen giva, e chi seguendo sacerdozio, e chi regnar per forza o per sofismi, e chi rubare, e chi civil negozio, chi nel diletto de la carne involto saffaticava e chi si dava a lozio, quando, da tutte queste cose sciolto, con Beatrice mera suso in cielo cotanto gloriosamente accolto. Poi che ciascuno fu tornato ne lo punto del cerchio in che avanti sera, fermossi, come a candellier candelo. E io senti dentro a quella lumera che pria mavea parlato, sorridendo incominciar, faccendosi pi mera: Cos comio del suo raggio resplendo, s, riguardando ne la luce etterna, li tuoi pensieri onde cagioni apprendo. Tu dubbi, e hai voler che si ricerna in s aperta e n s distesa lingua lo dicer mio, chal tuo sentir si sterna, ove dinanzi dissi "U ben simpingua", e l u dissi "Non nacque il secondo"; e qui uopo che ben si distingua. La provedenza, che governa il mondo con quel consiglio nel quale ogne aspetto creato vinto pria che vada al fondo, per che andasse ver lo suo diletto la sposa di colui chad alte grida dispos lei col sangue benedetto, in s sicura e anche a lui pi fida, due principi ordin in suo favore, che quinci e quindi le fosser per guida. Lun fu tutto serafico in ardore; laltro per sapienza in terra fue di cherubica luce uno splendore. De lun dir, per che damendue si dice lun pregiando, qual chom prende, perchad un fine fur lopere sue. Intra Tupino e lacqua che discende del colle eletto dal beato Ubaldo, fertile costa dalto monte pende, onde Perugia sente freddo e caldo da Porta Sole; e di rietro le piange per grave giogo Nocera con Gualdo. Di questa costa, l dovella frange pi sua rattezza, nacque al mondo un sole, come fa questo tal volta di Gange. Per chi desso loco fa parole, non dica Ascesi, ch direbbe corto, Parafrasi O desiderio folle degli uomini, quanto sono fallaci i ragionamenti che ti inducono a volgerti verso il basso (ai beni terreni)! Chi seguiva gli studi giuridici, chi quelli medici, chi si dedicava al sacerdozio, chi cercava di regnare con la violenza o con l'inganno, chi rubava, chi si dedicava agli affari politici, chi si lasciava andare ai piaceri carnali, chi all'ozio, quando io, libero da tutte queste lusinghe, venivo accolto con Beatrice in Cielo in maniera cos gloriosa.

12 Dopo che ogni luce fu ritornata nel punto della corona in cui si trovava prima, si ferm, simile alla candela di un candelabro. 15 E io sentii che dentro quella luce (san Tommaso) che prima mi aveva parlato, il beato ricominciava a parlare, perch sorridendo diventava pi luminosa: Poich io risplendo del raggio della luce eterna (Dio), guardando in essa capisco da dove derivano le tue incertezze. Tu hai dei dubbi, e desideri che ti sia spiegato in un discorso aperto e chiaro quello che ho detto prima, in modo tale che sia comprensibile alla tua intelligenza, quando poco fa ho detto "Dove ci si arricchisce di beni spirituali" e quando ho detto "Non nacque un altro uguale"; e qui necessario operare una distinzione.

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27 La Provvidenza, che guida il mondo con quella saggezza (di Dio) nella quale la vista di ogni creatura si perde prima di arrivare al fondo ( inconoscibile), affinch andasse verso il suo amato la sposa (Chiesa) di Colui (Cristo) che la spos fra le alte grida col suo sangue benedetto (sulla croce), sicura si se stessa e ancora pi fedele a Lui, dispose in suo favore due principi, che la guidassero da un lato e dall'altro.

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36 Uno (Francesco) fu pieno di ardore come i Serafini; l'altro (Domenico) per la sua saggezza in Terra fu uno splendore di luce come i Cherubini. Parler solo del primo, poich elogiando uno dei due (qualunque si scelga) come se si parlasse di entrambi, in quanto le loro opere ebbero il medesimo fine. Fra il fiume Topino e il Chiascio, che scorre dal monte Ausciano dove il beato Ubaldo pose il suo eremo, digrada la fertile costiera di un alto monte (il Subasio), dal quale Perugia sente il freddo e il caldo dal lato di Porta Sole; e dalla parte opposta piangono, perch in posizione pi svantaggiosa, Nocera Umbra e Gualdo Tadino.

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48 Da questa costiera, nel punto in cui essa diventa meno ripida (ad Assisi), nacque un Sole per il mondo (Francesco) come questo (il Sole vero e proprio) talvolta nasce dal Gange. Dunque, chi parla di questo luogo, non lo chiami "Assisi", poich direbbe poca cosa, ma lo chiami "Oriente", se proprio vuole parlarne.

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ma Oriente, se proprio dir vuole. Non era ancor molto lontan da lorto, chel cominci a far sentir la terra de la sua gran virtute alcun conforto; ch per tal donna, giovinetto, in guerra del padre corse, a cui, come a la morte, la porta del piacer nessun diserra; e dinanzi a la sua spirital corte et coram patre le si fece unito; poscia di d in d lam pi forte. Questa, privata del primo marito, millecentanni e pi dispetta e scura fino a costui si stette sanza invito; n valse udir che la trov sicura con Amiclte, al suon de la sua voce, colui cha tutto l mondo f paura; n valse esser costante n feroce, s che, dove Maria rimase giuso, ella con Cristo pianse in su la croce. Ma perchio non proceda troppo chiuso, Francesco e Povert per questi amanti prendi oramai nel mio parlar diffuso. La lor concordia e i lor lieti sembianti, amore e maraviglia e dolce sguardo facieno esser cagion di pensier santi; tanto che l venerabile Bernardo si scalz prima, e dietro a tanta pace corse e, correndo, li parve esser tardo. Oh ignota ricchezza! oh ben ferace! Scalzasi Egidio, scalzasi Silvestro dietro a lo sposo, s la sposa piace. Indi sen va quel padre e quel maestro con la sua donna e con quella famiglia che gi legava lumile capestro. N li grav vilt di cuor le ciglia per esser fi di Pietro Bernardone, n per parer dispetto a maraviglia; ma regalmente sua dura intenzione ad Innocenzio aperse, e da lui ebbe primo sigillo a sua religione. Poi che la gente poverella crebbe dietro a costui, la cui mirabil vita meglio in gloria del ciel si canterebbe, di seconda corona redimita fu per Onorio da lEtterno Spiro la santa voglia desto archimandrita. E poi che, per la sete del martiro, ne la presenza del Soldan superba predic Cristo e li altri che l seguiro, e per trovare a conversione acerba troppo la gente e per non stare indarno, redissi al frutto de litalica erba, nel crudo sasso intra Tevero e Arno da Cristo prese lultimo sigillo, che le sue membra due anni portarno. Quando a colui cha tanto ben sortillo

54 Non era ancora molto lontano dalla sua nascita, quando Francesco cominci a riflettere in Terra la sua luminosa virt; 57 infatti, ancora giovane, si scontr col padre per una donna (la Povert) alla quale nessuno vuole unirsi, come se fosse la morte; e di fronte al tribunale episcopale e in presenza del padre le si un in nozze; in seguito, l'am sempre di pi ogni giorno. Essa, privata del primo marito (Cristo), era rimasta per pi di millecento anni da sola, disprezzata da tutti, fino a Francesco; non le serv che gli uomini udissero che Cesare, che fece paura a tutto il mondo, trovasse la Povert sicura al suono della propria voce, insieme al pastore Amiclte; e non le serv neppure essere fedele e fiera, al punto che, quando Maria rimase ai piedi della croce, lei invece pianse insieme allo sposo Cristo. Ma affinch io non parli in modo troppo oscuro, intendi in tutto il mio discorso che questi amanti furono Francesco e la Povert. 75 La loro concordia, il loro lieto aspetto, l'amore, la meraviglia e il loro dolce sguardo producevano negli altri dei santi pensieri; 78 al punto che il venerabile Bernardo di Quintavalle fu il primo a togliersi le calzature e corse dietro a quella pace (segu il santo) e, pur correndo, gli sembrava di essere lento. O ricchezza sconosciuta! o bene fecondo! Egidio e Silvestro si tolgono anch'essi i calzari e seguono lo sposo (Francesco), tanto piace la sposa (Povert). In seguito quel padre e quel maestro se ne va (a Roma) con la sua donna e con la sua famiglia, che gi cingeva i fianchi con l'umile cinto. E la vilt d'animo non gli fece abbassre lo sguardo, essendo figlio di Pietro Bernardone, n per essere tanto umile da suscitare meraviglia; ma svel a papa Innocenzo III la sua severa Regola con atteggiamento regale, e da lui ebbe il primo avallo al suo Ordine. E dopo che i seguaci poveri aumentarono dietro a Francesco, la cui vita ammirevole si canterebbe meglio a gloria del Paradiso, la volont santa di questo pastore venne coronata dallo Spirito Santo con una seconda corona, attraverso papa Onorio III.

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E dopo che, per desiderio del martirio, predic Cristo e i suoi discepoli alla presenza superba del Sultano d'Egitto, e dopo che, avendo trovato quei popoli restii alla conversione e per non stare l invano, era tornato in Italia, sul monte della Verna tra Tevere e Arno ricevette da Cristo l'ultimo sigillo (le stimmate), che il suo corpo port per due anni.

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Quando a Dio, che l'aveva destinato a un tale bene, piacque di chiamarlo in Paradiso alla ricompensa che egli aveva meritato nel

piacque di trarlo suso a la mercede chel merit nel suo farsi pusillo, a frati suoi, s coma giuste rede, raccomand la donna sua pi cara, e comand che lamassero a fede; e del suo grembo lanima preclara mover si volle, tornando al suo regno, e al suo corpo non volle altra bara. Pensa oramai qual fu colui che degno collega fu a mantener la barca di Pietro in alto mar per dritto segno; e questo fu il nostro patriarca; per che qual segue lui, comel comanda, discerner puoi che buone merce carca. Ma l suo pecuglio di nova vivanda fatto ghiotto, s chesser non puote che per diversi salti non si spanda; e quanto le sue pecore remote e vagabunde pi da esso vanno, pi tornano a lovil di latte vte. Ben son di quelle che temono l danno e stringonsi al pastor; ma son s poche, che le cappe fornisce poco panno. Or, se le mie parole non son fioche, se la tua audienza stata attenta, se ci ch detto a la mente revoche, in parte fia la tua voglia contenta, perch vedrai la pianta onde si scheggia, e vedra il corrgger che argomenta "U ben simpingua, se non si vaneggia".

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farsi umile, raccomand ai suoi confratelli, come a legittimi eredi, la sua donna pi cara (la Povert) e comand loro che l'amassero restandole fedeli;

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e dal grembo della Povert la sua anima illustre volle muoversi, tornando in Paradiso, mentre al suo corpo non volle altra bara che non fosse la nuda terra. A questo punto puoi capire chi fu colui (san Domenico) che fu degno collega di Francesco nel mantenere la nave della Chiesa nella giusta rotta, in alto mare; e questo fu il nostro patriarca; e chi lo segue attenendosi alla sua Regola, non pu che imbarcare buona merce (arricchirsi spiritualmente). Ma il suo gregge diventato ghiotto di nuovi cibi (i beni terreni), per cui inevitabile che si disperda in diversi pascoli; e quanto pi le pecore se ne allontanano vagabonde, tanto pi povere di latte tornano all'ovile. Certo, ce ne sono alcune che temono il danno e si tengono strette al pastore (seguono la Regola), ma sono cos poche che serve poco panno a confezionare le loro cappe. Ora, se le mie parole non sono oscure, se mi hai ascoltato con attenzione, se richiami alla tua mente quanto ho detto prima, in parte il tuo desiderio sar soddisfatto, perch vedrai da dove ha origine la corruzione dell'Ordine domenicano, e capirai la correzione che argomenta "Dove ci si arricchisce spiritualmente, se non si devia dalla Regola".

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Argomento del Canto Ancora nel IV Cielo del Sole. Dubbi di Dante circa le parole di san Tommaso d'Aquino. Panegirico di san Francesco d'Assisi e biasimo dei difetti dell'Ordine domenicano. la notte tra mercoled 13 aprile (o 30 marzo) e gioved 14 aprile (o 31 marzo) del 1300. Vanit delle cose umane. Dubbi di Dante (1-27) Dante osserva che i ragionamenti degli uomini sono fallaci e li inducono a volgersi alle cose terrene, per cui alcuni si dedicano agli studi giuridici, altri alle scienze mediche, altri alle cariche ecclesiastiche, altri ancora al governo temporale, ai furti, agli affari politici, al piacere carnale e all'ozio: invece il poeta libero da tutte queste cose, accolto insieme a Beatrice nell'alto dei Cieli. I dodici spiriti sapienti della prima corona si fermano, dopo essere tornati nel punto da cui erano partiti, e il beato che aveva parlato prima (san Tommaso d'Aquino) riprende la parola aumentando il proprio splendore. Tommaso dichiara che, leggendo nella mente di Dio, conosce i pensieri di Dante e sa che il poeta dubita riguardo a due sue affermazioni, quando aveva parlato del proprio Ordine e di Salomone, l'uomo pi saggio mai vissuto, per cui necessaria una spiegazione. I due campioni della Chiesa: Francesco e Domenico (28-42) Tommaso spiega che la Provvidenza, che governa il mondo con l'infinita saggezza di Dio, al fine di rendere pi salda e sicura la Chiesa, dispose la nascita di due principi che la guidassero e le stessero al fianco. Di questi, uno (san Francesco) fu pieno di ardore mistico come i Serafini, l'altro (san Domenico) fu talmente sapiente da risplendere della luce dei Cherubini. Tommaso parler solo di Francesco, poich le loro opere ebbero un unico fine e quindi, lodando qualunque di essi, si lodano entrambi.

Il luogo della nascita di Francesco (43-54) Tommaso spiega che tra i fiumi Topino e Chiascio (quest'ultimo scende dal monte Ausciano dove il beato Ubaldo si ritir in eremitaggio) digrada la fertile costiera del monte Subasio, dalla quale Perugia riceve il calore estivo e il freddo invernale dal lato di Porta Sole; dalla parte opposta del monte ci sono invece Nocera Umbra e Gualdo Tadino, in posizione svantaggiosa. Da questa costiera del monte, dove essa meno ripida (ad Assisi), nacque un Sole per il mondo (Francesco), come il Sole vero e proprio sorge talvolta dal fiume Gange (all'equinozio di primavera, quando pi luminoso). Perci, se qualcuno parla di quella citt, non la deve chiamare Ascesi (Assisi), maOriente, poich ha dato i natali al santo.

Vita di Francesco: le mistiche nozze con la Povert (55-75) Francesco era ancora molto giovane, quando cominci a riverberare sulla Terra le sue benefiche virt: infatti volle sposare una donna (la Povert) alla quale nessuno vuole unirsi, come se fosse la morte, e a causa di essa venne in contrasto con il padre. Francesco si un a lei in mistiche nozze, davanti al tribunale episcopale e al padre, spogliandosi dei beni e vivendo poi con la Povert che am sempre di pi. Questa, dopo la crocifissione di Cristo, suo primo marito, era rimasta per pi di millecento anni sola e disprezzata da tutti, e non era servito che Cesare durante la guerra civile con Pompeo la trovasse sicura e tranquilla in compagnia del pescatore Amiclte; non le serv dimostrarsi fedele e fiera, come quando aveva seguito Cristo sulla croce mentre Maria era rimasta ai piedi di essa. Tommaso precisa a questo punto che sta parlando di Francesco e di Madonna Povert, unitisi appunto in mistiche nozze.

Vita di Francesco: dalla predicazione alla morte (76-117) La concordia di Francesco e Povert, il loro amore e il dolce sguardo dell'uno per l'altra suscitavano pensieri santi e indussero per primo Bernardo di Quintavalle a unirsi a loro e a seguirli scalzo, con lieta sollecitudine. Il suo esempio fu presto seguito da Egidio e Silvestro, che andarono dietro allo sposo per amore della sposa (aderendo all'ideale francescano di povert); e Francesco fu a capo di quella famiglia, che ormai portava i fianchi cinti da una corda. Francesco si rec poi a Roma per illustrare a papa Innocenzo III la sua severa Regola,e nonostante fosse figlio di un mercante, Pietro Bernardone, non si vergogn della sua umile condizione e di fronte al pontefice si comport con modi regali; il papa diede la prima approvazione all'Ordine. I seguaci aumentarono di numero, cos papa Onorio III diede la seconda approvazione, con cui lo Spirito Santo coron il santo volere di Francesco. Egli si rec poi in Terrasanta, presentandosi davanti al Sultano, ma trov quelle genti non ancora pronte alla conversione; torn in Italia e si ritir sul monte della Verna, fra Tevere e Arno, dove ricevette l'ultimo e definitivo sigillo alla Regola (le stimmate), che port per due anni. Quando a Dio piacque di chiamarlo a s da questa vita, Francesco raccomand ai confratelli la sua donna, la Povert, quindi la sua anima lasci il corpo ed egli fu seppellito nudo nella nuda terra, secondo le sue volont.

Tommaso biasima i difetti dei Domenicani (118-139) Tommaso invita Dante a pensare quale fu il degno collega di Francesco nel governare la nave della Chiesa in alto mare, e questi fu appunto san Domenico, fondatore dell'Ordine cui appartenne il beato; chi ne fa parte e si attiene alla Regola non pu che acquistare grandi meriti. Tuttavia le pecore di questo gregge sono diventate ghiotte di altro cibo, quindi si allontanano dai loro pascoli e, quanto pi vagano, tanto pi povere di latte tornano all'ovile (i Domenicani deviano dalla Regola e ricercano beni terreni). Certo ci sono alcune fra esse che si stringono al pastore (si attengono alla Regola), ma sono talmente poche che occorre poco panno a confezionare le loro cappe. A questo punto Dante, se ha ascoltato con attenzione, pu ben capire quali sono i difetti dell'Ordine domenicano, e pu intendere il biasimo di san Tommaso quando ha detto dove ci si arricchisce spiritualmente, se non si devia dalla Regola. Interpretazione complessiva

Il Canto dedicato in gran parte alla figura di san Francesco ed ha struttura speculare rispetto al XII, in quanto qui il domenicano san Tommaso a pronunciare il panegirico di Francesco e a biasimare i difetti del proprio Ordine, mentre nel Canto seguente sar il francescano san Bonaventura a tessere le lodi di san Domenico e a criticare le mancanze dei Francescani (i due episodi formano una sorta di chiasmo e sono entrambi stilisticamente elevati). Tommaso prende spunto dal dubbio di Dante circa le sue parole alla fine del Canto X, quando parlando dei domenicani (v. 96) aveva detto u' ben s'impingua se non si vaneggia, per cui la agiografia del santo di Assisi servir soprattutto a mettere in luce la corruzione diffusa tra i membri degeneri dell'Ordine domenicano: del resto il Canto si apre con l'accusa di Dante contro l' insensata cura de' mortali, che anzich ricercare i beni celesti si affannano dietro a quelli terreni, a differenza del poeta che libero ormai da tutte queste lusinghe ed accolto in gloria insieme a Beatrice nell'alto dei Cieli. Tommaso sceglie di raccontare la vita di Francesco in quanto sia lui sia san Domenico hanno perseguito il medesimo fine di assistere la Chiesa e agevolarne il cammino, entrambi ordinati dalla Provvidenza come suoi principi e campioni: l'immagine era frequente nella letteratura trecentesca, cos come il ritratto dei due santi che erano visti in modo complementare, Francesco acceso di ardore di carit e Domenico pieno di sapienza divina, paragonati anche da Tommaso a un Serafino e a un Cherubino. La biografia di Francesco si apre con una grandiosa descrizione geografica di Assisi, che nella sua solennit ricorda molto quella del Canto VIII nelle parole di Carlo Martello e la perifrasi del Canto IX che introduceva il luogo natale di Folchetto di Marsiglia; Dante indica Francesco come un Sole che nato per illuminare il mondo, come il Sole vero e proprio quando sorge nell'estremo Oriente (il Gange) nell'equinozio di primavera ed pi benefico, giocando forse sul nome Ascesi che era diffuso nell'Italia centrale del tempo e che pu indicare anche l'elevazione spirituale. Segue poi la descrizione della sua vita, per la quale Dante si certo rifatto alle fonti diffuse nel primo Trecento (come gli Actus beati Francisci e la Legenda maior di san Bonaventura), anche se il poeta trascura gli elementi pi popolari e aneddotici, per concentrarsi soprattutto sulle metaforiche nozze con la Povert e, quindi, descrivendo Franscesco come una figura esemplare di uomo di Chiesa che persegu un ideale di povert evangelica, in contrasto con la corruzione ecclesiastica e la ricerca di ricchezze. Ci coerente sia con l'apertura del Canto, sia col finale dedicato alla rampogna di Tommaso contro i domenicani corrotti: Francesco entra in contrasto col padre per sposare la Povert, rimasta senza marito dopo la morte di Cristo, si spoglia pubblicamente di tutti i beni e, dopo le mistiche nozze, ama la sposa di giorno in giorno pi intensamente (fin dall'inizio evidente l' imitatio Christi da parte del santo, che Dante descrive comealter Christus soprattutto per la scelta di vivere poveramente e in umilt). Attorno a Francesco e alla sua sposa si raccoglie una famiglia di seguaci che si fa via via pi numerosa, per cui i frati imitano il loro maestro spogliandosi di ogni cosa e seguendolo scalzi, cingendo i fianchi con l'umile capestro (il cinto francescano) che sar simbolo della loro scelta di vita. La severa Regola francescana ricever poi tre sigilli che ne sanciranno la validit, i primi due da parte dei papi Innocenzo III e Onorio III, l'ultimo (il pi importante) da parte dello Spirito Santo attraverso le stimmate, segno pi evidente dell'imitatio Christi: da rilevare che, se Dante segue la biografia di Bonaventura nelle linee essenziali, anche invertendo l'ordine di alcuni eventi, nondimeno dipinge Francesco come una figura altamente regale e dignitosa a dispetto della sua umilt, come nel momento in cui si presenta di fronte a papa Innocenzo per sottoporgli la sua Regola; qualcosa di simile avviene anche nell'incontro col Sultano d'Egitto, qui presentato come sovrano superbo (mentre le fonti parlano di un'accoglienza benevola da parte del re musulmano) di fronte al quale Francesco si presenta per desiderio di martirio, non riuscendo tuttavia a convertire quei popoli ancora immaturi e restii ad ascoltare il messaggio evangelico. Tornato in Italia, dopo l'episodio delle stimmate e quando a Dio piacque di chiamarlo a s, ancora una volta il santo raccomanda ai suoi confratelli la fedelt alla sposa-Povert (quindi alla severit della Regola) e poi si fa seppellire nudo nella nuda terra senza altra bara, a sottolineare in quell'ultimo gesto la sua volont di vivere privo di qualunque ricchezza; va ricordato che Bonaventura, nella sua rampogna ai francescani degeneri, spiegher proprio che essi si divisero fra spirituali e conventuali, ovvero tra coloro che inasprirono e attenuarono la Regola contrariamente alla volont del fondatore, che venne quindi fraintesa in entrambi i casi. Il finale del Canto occupato dal rimprovero di Tommaso contro i confratelli del suo Ordine, che vengono accusati soprattutto di aver tradito la Regola di san Domenico per desiderio di ricchezze e beni terreni, per cui il gregge al quale il beato appartenne in vita si allontanato dal pastore e va in cerca di altri pascoli in quanto ghiotto di altro cibo: la metafora evangelica serve a Dante per criticare la corruzione assai diffusa proprio fra i domenicani, specie attraverso la vendita delle indulgenze e l'intepretazione capziosa del diritto canonico, per cui le parole di Tommaso si rifanno a quelle di Folchetto nel finale del Canto IX (dove aveva parlato di pecore e... agni deviati e allontanatisi dal pastore diventato un lupo, a causa della sete di ricchezze alimentata dal maladetto fiore, il fiorino). Il discorso di Tommaso si rif al tema, assai frequente nella III Cantica, della corruzione della Chiesa, anticipando altri celebri passi come il durissimo attacco contro papa Giovanni XXIIdel finale del Canto XVIII, nonch il discorso altrettanto severo di san Pietro contro Bonifacio VIII e la Curia papale corrotta di XXVII, 22-60; lo stesso Bonaventura nel Canto seguente descriver san Domenico come un dottore della Chiesa intento a studiare la dottrina non per arricchirsi grazie ai cavilli legali del diritto canonico, ma per mettere la propria sapienza al servizio della Cristianit e stroncare le eresie, nonostante il pontefice spesso traligni dalla retta via tracciata dal messaggio evangelico. Gli

esempi di corruzione ecclesiastica sono ovviamente opposti a quello di Francesco, che con la sua vita semplice ha voluto riproporre l'ideale di povert evangelica di Ges e dei suoi discepoli, troppo spesso disatteso dai papi e dai prelati corrotti contro i quali, in molti passi del poema e in particolare del Paradiso, Dante rivolge le sue critiche e il suo duro richiamo. Note e passi controversi Al v. 2 il termine silogismi indica i ragionamenti propri della logica aristotelica e scolastica (la forma con una sola - l - prevalente nei codici, come in palido, Caliop, ecc.). Al v. 4 iura indica gli studi giuridici, mentre gli amforismi si rifanno agli studi medici (Aforismi era il titolo dell'opera di Ippocrate). Al v. 13 ne lo rima composta, da leggere nlo. Il v. 26 propone la lez. nacque di contro a surse di X, 114, in quanto attestata da quasi tutti i mss. (non strettamente necessario che Tommaso citi letteralmente le proprie parole). Ai vv. 29-30 aspetto / creato vuol dire la vista di ogni creatura, umana o angelica. La sposa del v. 32 ovviamente la Chiesa, unita a Cristo (colui ch'ad altre grida / dispos lei col sangue benedetto). Francesco e Domenico (vv. 37-39) sono paragonati rispettivamente a un Serafino e a un Cherubino, poich proprio Tommaso nella Summa theol. (I q., LXIII) riconduceva l'etimologia dei due termini all'ardore di carit e alla sapienza. La stessa immagine si trova anche nella Legenda maior di san Bonaventura. L'acqua del v. 43 il fiume Chiascio, che scorre dal monte Ausciano (il colle) dove Ubaldo Baldassini si ritir a vita eremitica nel XII sec. I vv. 46-48 indicano che Perugia trae vantaggio dalla sua posizione, poich il monte Subasio le rimanda il calore estivo e il freddo dell'inverno, mentre Nocera e Gualdo, che sorgono dal lato opposto del monte, sono in posizione svantaggiosa. Improbabile, come pure alcuni critici hanno ipotizzato, che Dante si riferisca al dominio politico di Perugia sulle due citt. Al v. 51 questo indica il Sole vero e proprio, che quando sorge nell'equinozio primaverile dal Gange (cio, secondo la geografia del tempo, dall'estremo Oriente) pi luminoso e pi benefico. Ci spiega perch Assisi sia definita Oriente, avendo dato i natali a Francesco-Sole (la forma Ascesi era normale nella lingua dell'Italia centrale, anche se non si pu escludere che Dante pensasse all'ascesi spirituale). Al v. 55 orto latinismo e vuol dire nascita (il latino ortus era spesso usato in riferimento al sorgere del Sole). La spirital corte del v. 61 il tribunale episcopale, di fronte al quale il padre di Francesco cit il figlio. Il primo marito della Povert (v. 64) Ges, che morendo sulla croce la lasci vedova. I vv. 67-69 si rifanno a Lucano, che nella Phars. (V, 519 ss.) racconta di un pescatore, Amiclte, talmente povero da non temere di lasciare la porta della sua capanna aperta durante le scorrerie di Cesare ( colui ch'a tutto 'l mondo f paura) e Pompeo durante la guerra civile. Dante cita l'episodio anche in Conv., IV, 13. Bernardo di Quintavalle (v. 79) fu, secondo Bonaventura, il primo discepolo del santo: fond a Bologna nel 1211 il primo convento francescano e assistette alla morte del santo. Egidio e Silvestro (v. 83) furono altri suoi seguaci, uomo semplice e modesto il primo, prete di Assisi il secondo (in base a una leggenda, avrebbe seguito Francesco dopo un sogno in cui il santo difendeva Assisi minacciata da un terribile dragone). I vv. 95-96 (la cui mirabil vita / meglio in gloria del ciel si canterebbe) indica prob. che la vita di Francesco dovrebbe essere elogiata non per la sua persona, ma per la gloria celeste; altri intendono un riferimento ai francescani corrotti (la sua vita si celebra in Cielo meglio di quanto non si faccia sulla Terra). Al v. 97 redimita latinismo e vuol dire coronata, mentre al v. 99 archimandrita grecismo e significa pastore. Entrambi i termini impreziosiscono notevolmente il linguaggio di Tommaso. Il crudo sasso citato al v. 106 il monte della Verna, sull'Appennino toscano, dove Francesco ricevette le stimmate. Al v. 111 pusillo latinismo e vuol dire umile. Il v. 137 va interpretato vedrai da dove ha origine la corruzione dell'Ordine domenicano. Al v. 138 corrgger infinito sostantivato e significa inciso, correzione, con riferimento all'espressione se non si vaneggia. Alcuni critici leggono correggr nel senso di frate domenicano e riferito a Tommaso stesso, detto cos perch i frati del suo Ordine indossavano una correggia e non il cinto francescano (per cui i francescani erano detti cordiglieri).

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