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Il Capitale Karl Marx (1818-1883) Si compone di tre libri, il primo soltanto dei quali venne pubblicato da Marx nel

1867, mentre il secondo e il terzo, rimasti alla morte dell'autore a uno stadio ancora incompleto di redazione, vennero ordinati e pubblicati da Engels, rispettivamente nel 1885 e nel 18 !" Il Capitale rappresenta la sintesi pi completa del pensiero economico marxiano, ma non un'opera di pura economia, nel senso che non possibile comprenderne la struttura e il significato senza far riferimento all'impostazione pi generalmente "filosofica" che lo sottende e che si trova esemplarmente sintetizzata nell'Introduzione a Per la critica dell'economia politica ( !"#$, in cui %arx mostrava la fecondit& dell'applicazione del metodo dialettico hegeliano all'analisi della struttura economica, intendendosi per dialettica 'uella reale, che procede "sui piedi", ossia dai rapporti di produzione, e non "cammina sulla testa", ossia nello svolgimento dell'Idea( Posto che la reale struttura dello svolgimento storico sia costituita appunto dai rapporti di produzione, la dialettica spiega il necessario svilupparsi di contraddizioni all'interno degli assetti sociali nei 'uali i rapporti di produzione vengono via via a esprimersi) le contraddizioni portano a una crisi, il cui superamento costituito da un nuovo assetto sociale dei rapporti stessi( Per 'uanto riguarda il sistema economico capitalistico, caratteristico dell'epoca storico*sociale borghese, le contraddizioni destinate a sfasciarlo sono determinate sia dall'antagonismo tra la classe dei capitalisti e 'uella dei proletari, sia da ragioni intrinseche alla struttura del capitalismo stesso, come appunto intende dimostrare l'analisi pi specificamente economica svolta nel Capitale( +' da notare che il pensiero economico di %arx si distingue dall'indirizzo prevalentemente seguito dagli studiosi di impostazione liberale, o comun'ue borghese, proprio per il fatto che non si restringe a un'analisi puramente economica di problemi specifici, 'uali 'uelli dell'e'uilibrio, o del mercato, ma ha di mira una prospettiva generale, la 'uale a sua volta si esprime attraverso canoni interpretativi che apparentano %arx piuttosto agli esponenti dell'economia "classica", come ,mith e -icardo( Inoltre, mentre l'economia borghese studia il fatto economico come un dato immodificabile, %arx lo indaga con l'intendimento di individuarne i fattori che ne provocheranno successivamente la trasformazione( .ei tre libri che compongono il Capitale, il primo considerato anche il pi importante( /e dottrine fondamentali che vi sono svolte fanno riferimento ai concetti di valore (d'uso e di scambio$, di forza* lavoro, di plusvalore (assoluto e relativo$ e di accumulazione capitalistica( Posto che il valore da considerare in una merce anche per %arx il valore di scambio, mentre la merce, in 'uanto tale, un valore d'uso, egli insiste tuttavia sul fatto che non lo scambio a determinare il valore, ma il valore a determinare lo scambio) "/a forma di valore o l'espressione di valore della merce sorge dalla natura del valore di merce, e non vero l'inverso, che valore e grandezza di valore sorgano dal suo modo

d'esprimersi come valore di scambio"( 0uesto perch, in accordo con i principi dell'economia classica, il valore di un prodotto secondo %arx dato dalla 'uantit& di lavoro impiegata per produrlo) "1n valore d'uso o bene ha valore soltanto perch in esso viene oggettivato , o materializzato , lavoro astrattamente umano"( /a grandezza del valore verr& misurata 'uindi sulla 'uantit& di "sostanza valorificante", cio di lavoro contenuta nel prodotto e la 'uantit& di lavoro si misurer& a sua volta con la sua durata temporale) ci2 consente a %arx di concludere che "come valori, tutte le merci sono soltanto misure determinate di tempo di lavoro congelato "( In un regime capitalistico, il lavoro contenuto in un prodotto non proviene da colui che possiede il prodotto stesso e lo pu2 scambiare con denaro, cio il capitalista, bens3 dal lavoratore dipendente, che vende al capitalista il proprio lavoro, impiegato nella produzione( 4on si tratta comun'ue di semplice e astratto lavoro, avverte %arx, bens3 di forza* lavoro, cio "l'insieme delle attitudini fisiche e intellettuali che esistono nella corporeit&, ossia nella personalit& vivente d'un uomo, e che egli mette in movimento ogni volta che produce valori d'uso di 'ualsiasi genere"( /a forza*lavoro si consuma nella produzione e richiede perci2 di essere reintegrata con adeguati mezzi di sussistenza) il valore di scambio della forza*lavoro si esprimer& 'uindi come valore dei mezzi di sussistenza necessari all'operaio per reintegrare la sua forza*lavoro stessa, cio per mantenersi in vita e reggere la fatica( "%a * osserva %arx * il lavoro trapassato, latente nella forza*lavoro e il lavoro vivente che pu2 fornire la forza* lavoro, cio i costi giornalieri di mantenimento della forza*lavoro e il dispendio giornaliero di 'uesta sono due grandezze del tutto distinte ((( Che sia necessaria una mezza giornata lavorativa per tenerlo in vita per venti'uattro ore, non impedisce affatto all'operaio di lavorare per una giornata intera ( .un'ue il valore della forza* lavoro e la sua valorizzazione nel processo lavorativo sono due grandezze differenti( 5 'uesta differenza di valore mirava il capitalista 'uando comperava la forza*lavoro"( In altre parole, l'operaio percepisce attraverso il salario l'e'uivalente del valore della sua forza*lavoro, ma il salario paga solo 'uel valore, mentre di fatto l'operaio lavora ogni glorno per un tempo maggiore di 'uello richiesto per produrre il valore della sua forza*lavoro) egli produce cos3 "pluslavoro", che si traduce in "plusvalore", una 'uantit& eccedente di valore prodotto, che viene incamerato dal capitalista( +' 'uesta la condizione dello sfruttamento dell'uomo da parte dell'uomo( Posto che occorre ogni giorno un certo numero di ore di lavoro per produrre il valore della forza*lavoro, sar& interesse del capitalista aumentare al massimo le ore di lavoro dell'operaio, per ricavarne il massimo plusvalore, e 'uindi il massimo profitto) si tratta della produzione del plusvalore che %arx chiama "assoluto", e delle cui disastrose conseguenze sociali egli d& una vivace descrizione in un lungo capitolo dedicato alla "giornata lavorativa" in cui stigmatizza la voracit& degli industriali, che cercano in ogni modo di aumentare appunto la giornata lavorativa * fissata allora in Inghilterra in dodici ore * sottoponendo gli operai a ogni sorta di turni( 4 la situazione migliora 'uando, portato all'estremo limite lo sfruttamento che d& luogo al plusvalore assoluto, si passa alla formazione di plusvalore relativo, dovuto cio alla maggior produttivit& realizzata attraverso il miglioramento degli strumenti di produzione) %arx nota infatti come la conseguenza immediata dell'introduzione della meccanizzazione

nell'industria sia consistita "nell'appropriazione di forze*lavoro addizionali da parte del capitale", e cio nell'impiego di donne e fanciulli, nel prolungamento della giornata lavorativa, nell'intensificazione del lavoro( 5ttraverso un tipo di discussione che non disgiunge mai le esemplificazioni e i richiami storici dall'esposizione della teoria, %arx analizza minutamente le varie condizioni di lavoro che si sono realizzate con l'introduzione della macchina, comprese le ripercussioni sul lavoro a domicilio( 1guale accuratezza d'analisi egli riserva anche alla trattazione del salario, nelle sue varie specificazioni, come il salario a tempo e 'uello a cottimo( Il plusvalore, una volta incamerato dal capitalista, si trasforma in capitale, in 'uanto viene reimpiegato nell'industria) ma il capitale si distingue in due ali'uote) la parte costante, assorbita nelle materie prime e nel macchinario, e la parte variabile, investita nei salari( ,econdo %arx, legge generale del capitalismo che l'accumulazione si traduca "in un continuo aumento della parte costitutiva costante a spese della sua parte costitutiva variabile", il che significa impoverimento progressivo dei lavoratori e formazione di una sovrappopolazione operaia, ossia di "un esercito industriale di riserva", sempre pronto a vendere il proprio lavoro per un boccone di pane( .'altro canto, l'accumulazione porta al progressivo assorbimento delle propriet& private minori da parte dei capitali maggiori, che tendono sempre pi a concentrarsi nelle mani di pochi( 5 'uesto punto si acutizzeranno al massimo grado le contraddizioni del sistema, nel senso che "la centralizzazione dei mezzi di produzione e la socializzazione del lavoro raggiungono un punto in cui divengono incompatibili col loro involucro capitalistico( +d esso viene spezzato( ,uona l'ultima ora della propriet& privata capitalistica( 6li espropriatori vengono espropriati "( +' 'ui che si palesa il meccanismo dialettico che sottende il corso storico) a giudizio di %arx, posto che l'appropriazione capitalistica ha costituito la negazione della propriet& privata individuale, essa genera da s, "con l'ineluttabilit& di un processo naturale" la propria negazione, che si costituisce 'uindi hegelianamente come "negazione della negazione", la 'uale a sua volta d luogo a una nuova sintesi dialettica, traducentesi nel "possesso collettivo della terra e dei mezzi di produzione"( Il secondo e il terzo libro del Capitale sono pi propriamente "tecnici") l'uno affronta vari problemi inerenti alla circolazione del capitale, alle sue trasformazioni cicliche, alla sua rotazione7 l'altro 'uestioni inerenti alla trasformazione del plusvalore in profitto, e di parte del profitto in rendita fondiaria, processo 'uest'ultimo che a %arx interessa soprattutto in 'uanto mette in luce come "l'agricoltura, precisamente come la manifattura, sia dominata dal modo di produzione capitalistico"( 0uesto fatto implica che "tale modo di produzione domini tutte le sfere della produzione e della societ& borghese, e che esistano 'uindi, pienamente sviluppate, le sue condizioni essenziali, 'uali la libera concorrenza fra i capitali, la loro trasferibilit& da una sfera di produzione all'altra, un livello uniforme del profitto medio ecc("(

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