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20 Aprile 2014 - Domenica di Pasqua - Risurrezione del Signore - Anno A

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Andate per tutto il mondo e predicate il vangelo a ogni creatura(Mc 16, 15). Se qualcuno si vergogner di me e delle mie parole, il Figlio dell'uomo si vergogner di lui quando ritorner nella gloria sua e del Padre e degli angeli santi (Lc 9, 26).

Disegno di Sergio Toppi

Egli doveva risuscitare dai morti Che cos che fa correre lapostolo Giovanni al sepolcro? Egli ha vissuto per intero il dramma della Pasqua, essendo molto vicino al suo maestro. Ci semb ra perci inammissib ile unaffermazione del genere: Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura. Eppure era proprio cos: non meravigliamoci allora di constatare lignoranza attuale, per molti versi simile. Il mondo di Dio, i progetti di Dio sono cos diversi che ancor oggi succede che anche chi pi vicino a Dio non capisca e si stupisca degli avvenimenti. Vide e credette. Bastava un sepolcro vuoto perch tutto si risolvesse? Credo che non fu cos facile. Anche nel momento delle sofferenze pi dure, Giovanni rimane vicino al suo maestro. La ragione non comprende, ma lamore aiuta il cuore ad aprirsi e a vedere. lintuizione dellamore che permette a Giovanni di vedere e di credere prima di tutti gli altri. La gioia di Pasqua matura solo sul terreno di un amore fedele. Unamicizia che niente e nessuno potreb b e spezzare. possib ile? Io credo che la vita ci ab b ia insegnato che soltanto Dio pu procurarci ci. la testimonianza che ci danno tutti i gulag dellEuropa dellEst e che riecheggia nella gioia pasquale alla fine del nostro millennio.

+Dal vangelo secondo Giovanni (Gv 20,1-9) Egli doveva risuscitare dai morti Il primo giorno della settimana, Maria di Mgdala si rec al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e and da Simon Pietro e dallaltro discepolo, quello che Ges amava, e disse loro: Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove lhanno posto!. Pietro allora usc insieme allaltro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma laltro discepolo corse pi veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chin, vide i teli posati l, ma non entr. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entr nel sepolcro e osserv i teli posati l, e il sudario che era stato sul suo capo non posato l con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entr anche laltro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cio egli doveva risorgere dai morti.

Dalla Parola del giorno "Perch cercate tra i morti Colui che vivo?" Non qui! risorto! Maria di Magdala e l'altra Maria pensavano di averne gi viste abbastanza, ma non sanno che il bello deve ancora arrivare! Sabato mattina, con l'aiuto del buon Giuseppe d'Arimatea, avevano calato Ges dalla Croce e in fretta l'avevano posto in un sepolcro nuovo. Il giorno successivo, all'alba, le donne ritornano per pulire, ungere e profumare il corpo del Rabb. Si aspettano di ritrovarlo l, freddo, inerme, irriconoscibile dopo la tremenda tortura subita. Ricordi, delusioni e dubbi si accavallano nella loro mente, ma appena arrivate al sepolcro, si trovano davanti ci che mai avrebbero immaginato: un angelo del cielo rotola via la pietra del sepolcro e poi si rivolge a loro: "Lui non c'! Lui non qui! Cercate il crocifisso? risorto! Perch cercate tra i sepolcri uno che vivo?" Il nodo ancora questo, cari amici! Sono passati duemila anni, ma pure noi (a volte) cerchiamo ancora Dio tra i sepolcri! Quante facce tristi alle nostre celebrazioni, quante preghiera e devozioni funeree che si consumano nelle nostre comunit. Coraggio fratelli: siamo discepoli di un Dio vivo! Siamo discepoli di un Dio che ha fatto esplodere d'amore il suo sepolcro! Non siamo pi schiavi della morte, non siamo pi prigionieri senza scampo: Ges risorto! Ges vivo! Questa gioia (almeno un p...) tiriamola fuori e proviamo a far diventare le nostre celebrazioni comunitarie un incontro di uomini e donne che sanno che il loro Dio vivo e palpitante d'amore! Mi colpisce molto l'annuncio dell'angelo perch al nome di Ges non affianca altre parole se non "il crocifisso". Avrebbe potuto dire "Ges il messia", "Ges il Cristo", "Ges il Figlio di Dio"... e invece no: "Ges il crocifisso". Questo molto importante perch ci ricorda lo strettissimo legame tra croce e resurrezione. Dobbiamo sempre tener presente che i Vangeli non sono stati scritti solo per ricordare che il Crocifisso Risorto, come se ci fosse bisogno di salvarsi la faccia dopo la brutta figura del Calvario. I Vangeli sono stati scritti per ricordare a tutti che il Risorto il Crocifisso! Cio: la resurrezione non un modo elegante per riprendere quota dopo una brutta distrazione celeste, ma la conferma che quella vita donata per amore quella del Figlio che ha vissuto nella piena obbedienza al Padre. La croce non stato un errore di procedura, ma una libera consegna del Figlio alla volont d'amore del Padre. Proprio per questo del risorto non dobbiamo contemplare solo le vesti svolazzanti o il fulgore abbagliante, ma i buchi dei chiodi e lo squarcio nel costato! Quelle ferite sono feritoie per sbirciare nel mistero infinito dell'amore di Dio. Coraggio, amici, il Signore risorto! Risorto per te che dopo tanti anni fai Pasqua senza tuo marito. risorto per voi che dopo tanta attesa stringete fra le braccia il frutto del vostro amore. risorto per te che ti consumi nella preghiera perch tuo figlio lotta ancora tra la morte e la vita. risorto per te che stai su una carrozzella perch un ubriaco ti ha investita. risorto per te che dopo anni di fatica regali alla tua famiglia e ai tuoi amici i tuoi sorrisi pi belli. risorto per te che fai Pasqua lontano dalla tua famiglia e anche per te che una famiglia non ce l'hai pi. risorto per te che non lo cerchi mai e oggi sei qui, davanti a Lui. Forse non lo sai, ma Ges vivo e se anche tu ti dimentichi di Lui, Lui di te non si scorda mai. Buona Pasqua

don Rob erto Seregni

"Ecco, io sono con voi tutti i giorni fine alla fine del mondo". Non posso pi vivere senza Ges Eucaristia: mi devo nutrire tutti i giorni di questo bianco pane del Cielo; Tu ti immoli. Ti sento vivo dentro di me. Il mio cuore esulta di gioia. Ascolto la Tua voce che mi dice:prendi e mangia; chi mangia di me vivr per me. O amato Ges, rimani nel mio amore! Maria Maistrini

La Resurrezione viene chiamata da S.Paolo: Trasformazione. Un musulmano diceva di se stesso: "Quando ero giovane ero un rivoluzionario e tutte le mie preghiere a Dio erano: Signore dammi la forza di cambiare il mondo. Quando ero ormai vicino alla mezza et e mi resi conto che met della mia vita era ormai passata senza che avessi cambiata una sola anima, cambiai la mia preghiera dicendo: Signore fammi la grazia di cambiare tutti quelli che sono in contatto con me: amici, famiglia... e sar contento. Ora che sono vecchio e i miei giorni sono contati, comincio a capire quanto sono stato sciocco. La mia sola preghiera ora : Signore fammi la grazia di cambiare me stesso. Se avessi pregato per questo fin dall'inizio non avrei sprecato tutta la mia vita. Tutti pensano di cambiare l'umanit, ma quasi nessuno pensa di cambiare se stesso". Se ciascuno di noi migliora se stesso, tutta l'umanit migliora e quindi migliora tutta la terra. La Pasqua diventa un impegno morale, occorre vivere seguendo le parole che S. Paolo scrive ai cristiani di Colossi(II lett.): "Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lass, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio: pensate alle cose di lass, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita ormai nascosta con Cristo in Dio! Quando si manifester Cristo, la vostra vita, allora anche voi sarete manifestati con Lui nella gloria" (Col 3, 1-4). L'augurio che il nostro tempo conosca la bellezza del Cristo Risorto, esca dalla notte che fa paura e voi, che con me camminate, come Maria verso il sepolcro, possiate essere 'testimoni di Ges Risorto' e, quindi 'con Lui e per Lui, speranza del mondo'.

Chiediamo la grazia di risorgere spiritualmente dai nostri peccati e dai nostri difetti, la grazia di elevarci a pensieri celesti (RSP, p. 518).

Disegno di Sergio Toppi

Il cristianesimo non una dottrina filosofica, non un programma di vita per sopravvivere, per essere educati, per fare la pace. Queste sono conseguenze. Il cristianesimo una persona, una persona innalzata sulla Croce, una persona che annient se stessa per salvarci; si fatta peccato. E cos come nel deserto stato innalzato il peccato, qui stato innalzato Dio, fatto uomo e fatto peccato per noi. E tutti i nostri peccati erano l. Non si capisce il cristianesimo senza capire questa umiliazione profonda del Figlio di Dio, che umili se stesso facendosi servo fino alla morte e morte di Croce, per servire. Santa Marta, 8 Aprile 2014

Ogni volta che cadevo mia madre faceva tre cose: 1. mi curava le ginocchia sb ucciate; 2. mi dava un b acio; 3. e mi diceva: "Adesso torna a correre". Ogni volta che io cado adesso io faccio lo stesso: mi curo il mio dolore e le mie ferite con amore; mi do un b acio perch continuo a valere nonostante tutto; e mi dico: "Rialzati e riparti".

Si racconta di uno scienziato tedesco che, cercando un posto tranquillo dove sistemarsi, aveva finito per scegliere un'abitazione che stava nelle immediate vicinanze di un monastero di clausura. Non aveva la fede, ma quell'ambiente presentava il vantaggio di essere ideale quanto a quiete per le sue ricerche. "Qui almeno trover il silenzio di cui ho bisogno per i miei studi e i miei esperimenti", pensava. Le sue previsioni si rivelarono esatte solo parzialmente. Di fatto, gran parte della giornata la sua casa era come avvolta dal silenzio, rotto soltanto dal suono di una campanella. Ma poi venivano le ore di ricreazione delle monache. Allora non c'era verso di difendersi da quell'allegria scoppiettante; l'esplosione delle risate trapassava muri e finestre. Per lo studioso divent quasi un'ossessione. Ragionava: "Queste donne sono povere, conducono una vita di penitenza, non conoscono il piacere. Come fanno ad essere cos contente? Non ci sar sotto, per caso, qualcosa di losco?". Decise di togliersi il pensiero parlandone direttamente con l'abbadessa. Questa gli forn una spiegazione semplicissima: "Siamo le spose di Cristo". "Ma il vostro sposo non morto duemila anni fa?", obiett quello. "Mi scusi, signor professore, ma lei non deve essere stato informato che tre giorni dopo risorto da morte. E noi siamo testimoni appunto, di ci che accaduto tre giorni dopo". Tutto dipende da quel mattino di Pasqua. Bruno Ferrero

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