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MERCOLED 5 MAGGIO 2004

LA REPUBBLICA 41

DIARIO
INTERVISTA A GIAP LA MIA VITTORIA SUI FRANCESI
Cinquantanni fa i vietnamiti espugnarono il luogo dopo una cruenta battaglia
cinquantanni di distanza, sembra unicona vivente: il passo incerto, la figura fragile. Ma lo sguardo diretto, e si fa intenso quando veniamo a parlare di strategia. Con mano ferma tratteggia su un foglio la carta del Vietnam, per spiegare come contro il parere generale ha cambiato il piano operativo, per espugnare Dien Bien Phu, il 7 maggio 1954. Il generale Vo Nguyen Giap ha compiuto 91 anni nellagosto 2003. Seduto sul divano del suo salotto, fa qualche pausa solo per cercare il termine giusto: parla correntemente il francese, ma ha poche occasioni per fare esercizio. Dobbiamo assolutamente vincere, gli aveva detto il presidente Ho Chi Minh al momento di affidargli i pieni poteri operativi e inviarlo al suo quartier generale di campagna, non lontano dalla conca che i francesi, fin dal 1953, avevano trasformato in campo fortificato. Mi ha detto queste precise parole: Attaccherai soltanto quando sarai sicuro di vincere. Giap giunge sul posto il 12 gennaio 1954, e quarantottore dopo d le disposizioni per la battaglia. La parola dordine : Rapido attacco, rapida vittoria, o anche Tre notti e due giorni. I comandati vietnamiti erano tutti daccordo. Lentusiasmo era generale, e ho lasciato che le mie truppe si disponessero per combattere; ma personalmente aggiunge non credevo a questo piano. Giap ordina di moltiplicare le operazioni di ricognizione. Un comandante mi dice che in basso le postazioni dartiglieria sono troppo esposte allaviazione nemica. Il capo della divisione 312 mi segnala che il nemico ha rafforzato le sue difese. Ogni giorno, vengo a sapere che qualcosa cambiato. I francesi scavano trincee, rafforzano le barriere di filo spinato e cos via. Dien Bien Phu, spiega, era diventato un campo fortificato. Chiedo il parere del capo dei nostri consiglieri cinesi, e lui mi dice: Ha ragione di ponderare il pro e il contro. Di fatto per, i cinesi preconizzano unazione rapida. Lattacco previsto per il 25 gennaio alle 17.00. Ma Giap si concede un rinvio di altre 24 ore, e ne approfitta per sondare il suo stato maggiore. Il capo della logistica fa presente che siamo a 500 km dalle retrovie, e che un ulteriore rinvio comporterebbe difficolt per i rifornimenti. E ha ragione: portare al fronte un chilo di riso per i soldati vuol dire consumarne quattro durante il trasporto. Non so se rendo lidea: per il trasporto abbiamo utilizzato 260.000 portatori, pi di 20.000 biciclette, 11.600 zattere, 400 camion e 500 cavalli. Nonostante la sua propensione alle azioni rapide, Giap tiene duro, anche quando i responsabili politici e della propaganda presso le truppe gli fanno presente che qualora si cambiassero i

Il generale, oggi novantenne, racconta come lIndocina venne liberata


prontezza con cui quel piccolo esercito, creato da Giap solo dopo la seconda guerra mondiale e gi sottoposto a una serie di enormi sforzi, esegue gli ordini senza batter ciglio. Lautorit di Giap sembra indiscussa. Comanda alla divisione 308 di marciare verso Luang Prabang, la regia capitale del Laos, per attirare laviazione francese. Ho detto al capo della divisione 308 che lasciavo a lui il compito di fissare il numero di uomini da ingaggiare e di gestire la logistica. Tutto chiaro. Eseguo gli ordini, mi ha risposto. In giovent insegnante di storia ad Hanoi, Giap ha fatto tesoro delle esperienze degli strateghi vietnamiti che nel corso dei secoli hanno inflitto brucianti sconfitte agli invasori cinesi. Ma anche un ammiratore di Napoleone, o pi esattamente di Bonaparte. E diventato imperatore grazie alle sue doti militari, ma ha perso la battaglia politica, osserva. Poi, dopo una pausa, esclama: Il ritorno dallisola dElba formidabile! In che senso? La sua autorit personale, risponde senza esitare. Si riferisce alle truppe inviate da Luigi XVIII per sbarrare la strada allimperatore, che invece passano dalla sua parte. Unallusione ai rapporti stabiliti dal generale Giap con i suoi ufficiali e soldati? Nelle battaglie vinte da Bonaparte sottolinea lelemento della concentrazione delle truppe, e soprattutto leffetto sorpresa. Dopo il rinvio dellattacco contro Dien Bien Phu, gli era capitato di sentire il generale Henri Navarre, capo del corpo di spedizione francese, dichiarare alla radio: La marea offensiva del Vietminh in fase di stanca. E aggiunge con un largo sorriso: Quando abbiamo attaccato, il 13 marzo, Navarre stato preso completamente di sorpresa. Tornando a Bonaparte, sottolinea una differenza importante: Ho sempre detto che la nostra strategia militare era subordinata alla nostra lotta politica. A suo parere, questa riflessione denuncia i limiti dellimpresa napoleonica. Al tempo stesso per, Giap non nasconde la sua ammirazione per le qualit militari del francese. Durante la campagna dItalia aveva detto: Dove passa una capra pu passare un uomo. Dove passa un uomo pu passare un battaglione. Intende dire con questo che sulle montagne del Vietnam, dove poteva passare un portatore potevano passarne anche 10.000? E cos come si trasportava una bicicletta si potevano portare a spalla pezzi dartiglieria? Rammentando le 20.000 biciclette e i cannoni issati a forza di braccia sulle colline, il generale sorride di nuovo: Si ricordi lo slogan: Tutto per il fronte, tutto per la vittoria. Traduzione di Elisabetta Horvat - Copyright Le Monde2

DIENBIENPHU
Cos la Francia perse la grandeur
piani, sarebbe molto difficile spiegarlo ai soldati. Siamo sicuri della vittoria al 100%? chiede allora Giap ai membri del suo stato maggiore. Hanno avuto qualche difficolt a rispondere spiega. Allora, se voi non siete sicuri al 100%, io decido di cambiare il

JEAN-CLAUDE POMONTI piano operativo e ordino di ritirazo, e il Posto di Comando del gere le truppe, artiglieria comprenerale de Castries sar occupato sa. Il dibattito chiuso. il 7 maggio. A distanza di tempo E stata la decisione pi diffiho chiesto al capo dellartiglieria cile della mia vita di comandante vietnamita a Dien Bien Phu se in capo riassume Giap. Un colpo quella scelta lo avesse sorpreso. di genio per: lattacco verr sferAssolutamente no. Ne sono starato ben due mesi dopo, il 13 marto felicissimo: la situazione era

molto pericolosa. Me lo ha detto dieci anni dopo, dice Giap ridendo. Quindi osserva: Se non avessi cambiato i piani, saremmo andati incontro a una sconfitta totale, come hanno dimostrato gli sviluppi militari successivi. E significativa soprattutto la

RAYMOND ARON

GLI americani temevano che la Francia abbandonasse la partita indocinese. Replicavo, con mesta ironia, il governo francese troppo debole, perfino per ritirarsi. Non avrei dovuto dire perfino ma soprattutto. La ritirata loperazione militare pi difficile: richiede parecchia forza () Il generale Navarre (capo delle truppe in Indocina, ndr.) parlava chiaro, con unintelligenza convincente. Non ero per, in grado di verificare le sue argomentazioni, poi smentite dagli avvenimenti: la pretesa superiorit dellartiglieria francese, lalto costo che avrebbe pagato il Vietminh nellattacco al campo fortificato difeso dai nostri migliori battaglioni, la punta di diamante del corpo di spedizione. Giap, da buon allievo di Mao e Lenin, aveva fissato la data dellattacco qualche settimana prima della Conferenza di Ginevra, per riportare la vittoria alla vigilia dei negoziati, o durante il loro svolgimento. La posizione di Dien Bien Phu, scelta per difendere il Laos, rappresentava un rischio politicamente irragionevole. E quando Ginevra fu resa nota, era troppo tardi per abbandonarla.

DIEN BIEN PHU.

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LE TAPPE PRINCIPALI

HAIPHONG 1946 Alla fine di novembre la marina francese bombarda Haiphong, nel nord del Paese. Migliaia le vittime. Il 19 dicembre Hanoi si solleva, muoiono dei francesi. Ha inizio la guerra dIndocina

LA GUERRIGLIA 1947 In una prima fase i rapporti di forza sono favorevoli ai francesi, che costringono i Viet Minh a riparare sulle montagne e ad adottare una strategia fondata sulla guerriglia di tipo maoista

LOFFENSIVA 1950-1952 Nellautunno scatta loffensiva vietnamita. Con la perdita di Cao Bang e Lang Son (costata alla Francia almeno 3mila morti) la resistenza si assicura tutte le province settentrionali del Tonchino

UNO SCONTRO DRAMMATICO CHE DUR QUASI DUE MESI E PROVOC TANTISSIMI MORTI

EIL GENERALE GRID NON FUCILATEMI


BERNARDO VALLI
(segue dalla prima pagina)

I LIBRI
FRANCESCO MONTESSORO Le guerre del Vietnam, Giunti 2004 THANH KHOI LE Storia del Vietnam dalle origini alloccupazi one francese, Einaudi 1979 VO NGUYEN GIAP Guerra del popolo, esercito del popolo e la situazione militare attuale in Vietnam, Feltrinelli 1968 BERNARD B. FALL DallIndocin a al Vietnam. Storia di due guerre, Sugar 1968 WILFRED BURCHETT La guerra di popolo dellIndocin a, Laos e Cambogia, Jaca Book 1970 REGINE DEFORGES Dove scorre il fiume rosso, Tea 2003 GRAHAM GREENE Un americano tranquillo, Mondadori 2002 MARGUERITE DURAS Lamante, Feltrinelli 1988 ALBERTO ARBASINO Mekong, Adelphi 1994 KIEN NGUYEN Larazzo, Garzanti 2003

ien Bien Phu vuol dunque dire Grande Centro Amministrativo di Frontiera. La battaglia, in quella localit battezzata da mandarini senza fantasia e abitata da pacifici coltivatori doppio, dur cinquantasei giorni, tra met marzo e i primi di maggio del 1954: e se non cambio subito, direttamente, la storia del mondo, come altre battaglie rimaste nella memoria, essa annuncio, con un enorme spargimento di sangue e un altrettanto disperato coraggio da entrambe le parti, i mutamenti che nel mondo si sarebbero prodotti in un futuro non tanto lontano. I vietnamiti abbreviano il nome, non dicono Dien Bien Phu, ma Dien Bien: e cosi lo rendono pi romantico: Grande Frontiera. I soldati francesi, che vi lasciarono tanti morti e vi subirono una sconfitta entrata nella storia, chiamavano Dien Bien Phu il pitale, perch una conca molto estesa, circondata da montagne rocciose e boscose. Le montagne in cui lartiglieria vietnamita si interr rendendosi invulnerabile ai tiri nemici, e agli attacchi aerei. La mattina del 7 maggio di mezzo secolo fa, il campo trincerato di Dien Bien Phu, arato dallartiglieria, cosparso di cadaveri impastati di fango, di automezzi dilaniati, di armi pesanti e leggere sabotate dai vinti per non lasciarle intatte nelle mani dei vincitori, fu sommerso dai soldati vietnamiti del generale Vo Nguyen Giap. Uno di loro, calzato di sandali ricavati da vecchi pneumatici, spinse con la punta del mitra la porta del bunker in cui cera il comando francese e si trov davanti il generale di brigata Christian-Marie-Ferdinand de la Croix de Castries. Il pi alto ufficiale di una guarnigione che il 13 marzo, giorno in cui era cominciata la battaglia, contava dodicimila uomini; e che due mesi dopo aveva meno di tremila combattenti; nonostante i quattro battaglioni di rinforzo, paracadutati nei rari momenti in cui il cielo si dischiudeva, consentendo agli aerei decollati da Hanoi, distante trecento chilometri, di infilarsi tra le nubi della precoce e imprevista stagione delle piogge. Molti erano morti e feriti, ma parte della guarnigione aveva disertato il campo di battaglia e si era rifugiato nelle vicinanze, rintanandosi sulle montagne e nei boschi. Numerose unit coloniali, nordafricane e indocinesi (vietnamite, laotiane, cambogiane e minoranze etniche della regione) non erano abbastanza motivate per partecipare a quel massacro e si erano trasformate in spauriti gruppi di spettatori, annidati sugli spalti di quel grande anfiteatro che Dien Bien Phu. Ad alimentare i combattimenti erano stati soprattutto i legionari stranieri e i paracadutisti francesi, impegnati a salvare lonore dellArme ma anche nella vana attesa di rinforzi via terra. Il generale sconfitto era in piedi, dritto, alto, impettito. Per ricevere i vincitori si era cambiata la camicia, aveva rimboccato le maniche fin sopra i gomiti, come usava nellesercito francese di Indocina, e non aveva

SCONFITTA

Ad alimentare i combattimenti erano stati soprattutto i legionari stranieri e i paracadutisti francesi, impegnati a salvare lonore dellArme

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dimenticato di appuntare sul petto una striscia di mostrine. Tra le decorazioni risaltava quella rossa dellOrdine della Legion dOnore, del quale de Castries era commandeur. Era come se in quel momento laristocratico ufficiale di cavalleria (con un castello baronale del XV secolo nei pressi di Montpellier) avesse alle sue spalle la lunga schiera di antenati in cui figuravano marescialli di Francia, ammiragli, luogotententi generali, e persino un ministro di Luigi XV. La sagoma asciutta, nervosa, rivelava il frequentatore di concorsi ippici internazionali (vincitore tra laltro, undici anni prima, della coppa del mondo di salto in alto con un celebre cavallo, Vol au Vent). Era stato promosso da colonnello a generale nel corso della battaglia: e i suoi superiori di Hanoi gli avevano fatto lanciare col paracadute una bottiglia di champagne, sfortunatamente finita nelle trincee dei vietnamiti che lavevano subito stappata e bevuta. E avevano poi ringraziato via radio. Accompa-

gnando lannuncio con lInno dei Partigiani francesi (Ami, entendstu le cris sourd du pays quon enchaine?), per ricordare a paracadutisti e legionari che in Indocina essi sono truppe doccupazione come lo erano i tedeschi in Francia, durante la Seconda Guerra mondiale. Quel giorno di maggio, al momento della resa, de Castries accolse i vincitori tenendo alto il naso daquila che appuntiva il suo viso, e sforzandosi a sporgere il mento non troppo pronunciato. Era un suo atteggiamento nei momenti difficili, quando cercava di fingere lindifferenza. Ma i testimoni raccontarono che la palpebra pesante, cui doveva labituale espressione tra lassorto e lo sprezzante (da seduttore di garden party, secondo chi non lo prendeva troppo sul serio) era molto pi abbassata del solito, quasi chiudeva il suo sguardo, come una saracinesca. Un sergente paracadutista, un francese, lo senti gridare non fucilatemi! ai Viet Minh che nel frattempo si erano ammassati

ALBERT CAMUS

La sera del massacro fu chiaro che la destra aveva messo quegli sfortunati in una posizione indifendibile, mentre la sinistra gli sparava nella schiena
Taccuini 1989

MARGUERITE DURAS

Quando le navi erano alla banchina, la Francia era a portata di mano. Si poteva andare a cenare in Francia... Quei piroscafi collegavano lIndocina alla Francia
Lamante 1984

nel bunker e gli puntavano addosso le armi. Ma quelle parole, pronunciate col tono di una supplica, non si addicevano al personaggio: e ancor meno al tragico finale in cui era di rigore rispettare anche la forma, cio il puntiglioso cerimoniale di una disfatta; dopo che lonore militare era gi stato ampiamente salvato dai combattenti sul campo; al punto da trasformare una sconfitta in una pagina di gloria, che neppure i vincitori contestano mezzo secolo dopo; anche perch il coraggio dei vinti amplifica quel loro storico successo. Gli storici della battaglia, compresi quelli pi severi nel giudicare de Castries, e sono stati in tanti a non perdonargli la scarsa iniziativa come comandante, anzi linerzia, e il discutibile coraggio personale (durante la battaglia usciva di rado dal bunker, e pare facesse i bisogni nelle scatolette, per non esporsi nella latrina allaperto), anche quegli storici hanno pensato che limplorazione rivolta ai soldati vietnamiti dal generale fosse uninvenzione. Non rientrava, nonostante tutto, nello stile dellaristocratico de Castries. Doveva dunque essere falsa. In preda a una forte emozione, il sergente testimone aveva senz altro udito o riferito male. Ai Viet Minh in sandali, con le divise rappezzate, a brandelli, che gli spianavano contro i mitra, de Castries doveva aver detto, secondo i suoi modi abituali: Banda di imbecilli, non mi sparerete mica addosso? Questo era il suo stile, scrive Jules Roy, ex militare e scrittore di talento, nella sua appassionata ma spietata, e minuziosa, ricostruzione della battaglia, di cui mi servo come guida (La bataille de Dien Bien Phu, Union Gnrale dEditions, Paris, 1964). La bandiera bianca stesa fuori del bunker rimasta come una spina nel cuore dellArme. Fu de Castries a esporla? Alcuni pensano che furono i Viet Minh, i soldati di Giap. Nellultima conversazione via radio tra Hanoi e Dien Bien Phu, pochi minuti prima che i vietminh facessero irruzione nel bunker comando, il generale Cogny, diretto superiore di de Castries, aveva detto a questultimo che per lonore militare francese era meglio non issare la bandiera bianca. Anche in questo caso ci fu un testimone diretto, un sergente della Legione Straniera che vide lo straccio bianco davanti alla porta di de Castries, quando ancora il campo non era invaso dai vincitori. Pure lui ebbe un abbaglio? Perch smarrirsi in questi infimi dettagli? Perch accanirsi sul generale sconfitto? Quanto pesano questi particolari nella storia di una grande battaglia di cinquantanni fa? Si tratta di piccole, insignificanti spine. Cosa sono una frase poco dignitosa sulle labbra di un soldato e una bandiera bianca dopo una resi-

VIET MINH
Spra, i Viet Minh, le truppe di Giap, danno lassalto a una postazione francese. A sinistra, il generale Vo Nguyen Giap con Ho Chi Minh

stenza di cinquantasei giorni, con migliaia di morti e di feriti?. Dien Bien Phu fu una disfatta francese, ma anche una pagina militare onorevole, coraggiosa nella storia dellesercito francese. Nel ricordarla non si pu tuttavia non scendere nei particolari perch quella fu una battaglia allantica, in cui lonore aveva le sue regole. La forma contava. La battaglia fu carica di simboli. Di fronte al generale de Castries, e ai suoi superiori di Hanoi e di Saigon (e di Parigi), tutti usciti da celebri accademie militari e da sofisticate scuole di guerra, cera un uomo di media statura, di poco pi di quarantanni, lento nei gesti, pesante nellandatura, con una larga faccia che trasudava intelligenza e ironia; e con un paio di pantaloni che de Castries non avrebbe tollerato neppure addosso al suo giardiniere nel castello vicino a Montpellier, e con una casacca accollata, senza gradi e senza decorazioni. Insomma il generale di un esercito di contadini. Come Ho Chi Minh, lo zio Ho, il capo dei Viet Minh, anche il generale Vo Nguyen Giap, comandante dellesercito popolare, (che il prossimo primo settembre avr novanta quattro anni), nato nei grandi spazi sabbiosi del Centro Annam, vicino al mare, a An Xa, nella provincia di Quang Binh. Per vincere la battaglia di Dien Bien Phu, Giap si era servito dellarte della guerra imparata nelle foreste e nelle risaie del Viet Nam. I suoi studi erano stati di tuttaltra natura. Alluniversit di Hanoi aveva frequentato disordinatamente corsi di legge e di filosofia. La sua passione

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IL PIANO NAVARRE 1953 Il generale francese Henri Navarre tenta di conseguire una vittoria sul campo per creare le condizioni di una pace onorevole. Il piano vuole colpire gli avversari nei loro santuari

DIEN BIEN PHU 1954 Il 13 marzo i Viet Minh sferrano lattacco ai reparti francesi che occupano la piana di Dien Bien Phu. Il 7 maggio le difese francesi cadono. A luglio, con gli accordi di Ginevra la Francia lascia lIndocina.

STORIA DEL SOGNO FRANCESE DI CREARE UN PREDOMINIO IN ASIA

COLONIALISMO IN FRANTUMI
MASSIMO L. SALVADORI
uando, nel pomeriggio del se accesso allistruzione elemen7 maggio 1954 il generale tare e che il 30 per cento dei bamGiap, uno dei geni militari bini morisse nel primo anno di del XX secolo, ordin di issare sul et. Con una simile politica il cobunker di Dien Bien Phu la banlonialismo francese scav la prodiera rossa del Viet Minh (Fronte pria fossa in Indocina. Chi voleva per lindipendenza del Vietnam), opporsi non aveva altra strada la vicenda del colonialiaperta, in assenza di ogni smo francese in Indocina possibilit riformistica, se era ingloriosamente finita. non quella della clandeLo stupore era stato granstinit e della lotta rivoluLE IMMAGINI de, poich la vittoria delle zionaria. Fu la via seguita truppe di Ho Chi Minh era da colui che doveva diLA GUERRA dIndociapparsa quasi incredibile. ventare leroe dellindina attrasse fotoreporLa Francia dovette allora pendenza del Vietnam, il ter da tutto il mondo tra lasciare nelle mani degli fragile, sempre malaticcui il grande Robert americani le chiavi dellIncio, ma dallo spirito indoCapa che vi mor saldocina. Ma non impar la mabile, Ho Chi Minh, il tando su una mina. lezione e si cacci poco doquale nel 1930 fond il Nella foto della coperpo in quellaltra avventuPartito comunista vietnatina di questo Diario, ra disastrosa che fu la mita, destinato a diventatruppe francesi si arguerra dAlgeria. re la maggiore forza polirendono ai Viet Minh a I francesi erano penetica e militare di opposiDien Bien Phu, il 7 trati inizialmente nella rezione nellintera Indocimaggio del 1954. Qui gione nel 1859 per iniziatina. sotto, ingresso trionva di Napoleone III e nel Crollato il Giappone, fale a Saigon 1887 avevano costituito nel 1945 la Francia si illulUnione Indocinese, se di riprendere saldacomprendente Vietnam, mente il controllo dopo Cambogia e Laos. Il loro aver ottenuto lappoggio potere era durato ininterdi Stati Uniti, Gran Bretarotto per poco pi di gna e Cina nazionalimezzo secolo, fino a sta. Il disegno era quando nel luglio unUnione francedel 1940 i giappose a struttura fedenesi non si instalrale comprenlarono militardente Laos, mente nella reCambogia e gione, pur laVietnam. Quesciando alle austultimo costitorit di Vichy la tuiva il luogo sovranit fordecisivo della male. Nel marzo partita; e i fran1945 il Giappone cesi la giocarono abbatt la finziofacendo leva sui ne e distrusse gruppi malleabili, lamministrazione emarginando i nafrancese. Il colpo inzionalisti di destra e ferto ai francesi ebbe combattendo frontalleffetto di dare grande vimente quelli di sinistra. gore ai movimenti nazioPer piegare le forze di Ho nalistici indocinesi, tra cui Chi Minh, che chiedeva la un ruolo di primissimo piena indipendenza del piano aveva il Viet Minh, suo paese, i francesi proGLI AUTORI guidato da Ho Chi Minh, il cedettero a fine 1946 ad quale aveva la sua base una spietata repressione IL TESTO di Raymond principale nel Nord e nel nel Nord, ottenendo in Aron che costituisce il settembre del 1945, costicambio lappello alla lotta Sillabario tratto da tuito un governo provvisoarmata e la costituzione Mmoires. 50 ans de rio, proclam lindipendel governo della Repubrflexion politique, denza del Vietnam. Ma la blica Democratica del pubblicato da Julliard Francia era ben decisa a riVietnam deciso a condurnel 1983. Massimo L. costituire il proprio domire una lotta senza quartieSalvadori insegna nio, pur scosso alla radice re; lotta che, sul piano miStoria delle dottrine dai modi in cui essa aveva litare, divenne una propolitiche allUniversit governato come potenza spettiva vincente quando di Torino. Il suo ultimo coloniale. la Cina, divenuta comunilibro Le inquietudini I francesi avevano eretto sta nel 1949, prese a fornidelluomo onnipotenuna struttura di dominio di re alle truppe di Giap le rite (Laterza) carattere rigidamente sorse necessarie. La Francentralistico e burocraticia a sua volta ottenne co. Tenevano in mano tutaiuti via via maggiori dagli te le leve del potere, ricorStati Uniti, ma per quanto revano ad una repressione capilmassicci questi non furono in lare nei confronti di qualsiasi opgrado di evitare la fine di un doposizione. Linee invalicabili di diminio coloniale che sprofondava scriminazione dividevano la midi fronte alla determinazione dei noranza francese dagli suoi avversari e al consenso poliindocinesi, cui erano negate le litico e sociale da essi ottenuto nelbert politiche e civili. Nessun dila popolazione. ritto di associazione e di espresLa caduta di Dien Bien Phu sesione, assai ristrette le possibilit gn, nel contesto della generale di istruzione e di formazione proeclissi del colonialismo europeo, fessionale, penose le condizioni la grande vittoria di un esercito di sanitarie, occupazione e salari a formiche asiatiche su un esercito seconda degli interessi dei padrodi professionisti bianchi. Era cos ni coloniali. La strategia econostato scritto un nuovo fondamenmica della Francia fu di suborditale capitolo di quello che stato nare completamente la produdefinito il risveglio dellAsia: un zione alle proprie esigenze, far processo destinato a mutare linprevalere il sistema delle monotero quadro della storia del monculture coloniali, spremere le podo. Non sarebbe passato molto polazioni con un opprimente fitempo, e ai francesi sarebbero scalismo, ridurre ad una sostansucceduti in Indocina i ben pi ziale servit le poverissime masse forti bianchi dAmerica; ma ancontadine. Sintomi eloquenti il che questi vennero, alla fine, cofatto che alla vigilia della seconda stretti dai Vietcong e dallesercito guerra mondiale soltanto il 10 per di Giap e Ho Chi Minh a raccogliecento dei ragazzi vietnamiti avesre armi e bagagli e ad andarsene.

I FILM
INDOCINA Nel Vietnam colonizzato dai francesi si consuma lamore assoluto e distruttivo di un giovane ufficiale per una nobile vietnamita, figlia adottiva della donna che lo stesso militare aveva molto amato in anni precedenti Una nomination per Catherine Deneuve e un Oscar come miglior film straniero Di Rgis Wargnier (1992) THE QUIET AMERICAN Saigon, 1952: mentre il colonialismo francese agli sgoccioli, il ragazzone che sembra innocuo, in realt lavora per la Cia, organizza attentati anticomunisti e si innamora della donna di un cronista inglese, che per trova la forza di alzare la testa Di Phillip Noyce, con Michael Caine (2002) Il precedente un film di Joseph Mankiewicz del 1958 LAMANTE NellIndocina degli anni Trenta una quindicenne francese diventa lamante di un ricco cinese Versione del best seller autobiografico di Marguerite Duras Di JeanJacques Annaud (1991)

era la storia. E nella storia aveva incontrato due maestri: Alessandro Magno e Napoleone. Dei quali aveva tratto insegnamenti che aveva poi adeguato alla sua realt. Un altro suo ispiratore nellarte della guerra era il Mao Tse Tung che non si accaniva contro i punti inespugnabili del nemico, che evitava le battaglie dallesito incerto, che si sottraeva alla forza dellavversario, e che sapeva mobilitare i contadini con parole dordine semplici, elementari, e cariche di passione. A Dien Bien Phu un esercito occidentale fu sconfitto da un esercito indigeno. Allora venivano chiamati cosi, indigeni, non senza disprezzo, gli abitanti delle colonie. Non era la prima disfatta del genere. A Adua (nel 1896), lesercito italiano, comandato dal generale Baratieri, subi la stessa sorte. A sconfiggerlo furono i guerrieri etiopici di re Menelik. Dien Bien Phu fu la seconda sconfitta del genere. Non fu certo lultima. Anche se il vocabolario politico poi cambiato. Dien Bien Phu acceler lagonia,

ormai avanzata, dellepoca coloniale. In quello stesso anno, in autunno, sarebbe cominciata la guerra dAlgeria, durante la quale i militari francesi sconfitti a Dien Bien Phu avrebbero cercato con ansia, con rabbia, una rivincita. Ma anche quella guerra si concluse con una sconfitta, cio con lindipendenza (nel 1962) dellAlgeria. Sui gebel nordafricani si ritrovarono molti ufficiali, in particolare i colonnelli Bigeard e Langlais, che a Dien Bien Phu non erano rimasti rintanati nei bunker come de Castries, ma che armi alla mano avevano reso difficile la vittoria del generale Giap. Di fronte, nelle file dei ribelli algerini, cerano non pochi soldati che avevano combattuto ai loro ordini in Indocina. O che avevano rifiutato di partecipare al massacro di Dien Bien Phu e avevano assistito alla battaglia rintanati sulle montagne del grande anfiteatro. Guardando lo spettacolo avevano imparato come gli indigeni potevano sconfiggere un esercito occidentale. La scena della resa, nel bunker

GRAHAM GREENE

In una guerra come quella, lo sapevo, non c tempo per le esitazioni, si usa larma che si ha sotto mano: i francesi le bombe al napalm, Heng una pallottola o un coltello
Lamericano tranquillo 1955

ERIC J. HOBSBAWM

Solo in alcune parti del Sudest asiatico ci si oppose seriamente alla decolonizzazione, in particolare nellIndocina francese
Il secolo breve 1994

del generale de Castries, quel 7 maggio 1954, prefigura la scena del 30 aprile 1975, a Saigon: quella in cui lambasciatore americano con la bandiera sotto il braccio sale su un elicottero, posato sul tetto dellambasciata, che subito sinvola, mentre i soldati di Giap, non pi con i sandali di gomma logora ma con i carri armati, stanno per sommergere la capitale del Sud. I militari francesi, come quelli americani ventun anni dopo, pagarono gli errori commessi nel valutare gli avversari. Il generale Navarre, comandante delle truppe in Indocina, un ufficiale esperto nei servizi segreti, uno stratega astuto, pensava di attirare le truppe di Giap nella conca di Dien Bien Phu, di impegnarle in una battaglia e di distruggerle grazie allaviazione e allartiglieria. Aveva chiamato i fortini con nomi femminili: Isabelle, Eliane, Batrice, Gabrielle.... E non si era preoccupato del fatto che quei fortini si trovassero in basso e lasciassero al nemico le alture circostanti. La superiorit dellartiglieria e il controllo del cielo avrebbero trasformato i vietminh in facili e fragili bersagli. Il generale Navarre non aveva tenuto conto della stagione delle piogge, che chiuse spesso il cielo allaviazione e rese difficili i rifornimenti della guarnigione, e aveva sottovalutato la capacit dei vietnamiti di trasportare lartiglieria pesante e di interrarla nella roccia. Quando si accorse che le sue batterie sarebbero servite a poco, il colonnello Piroth, responsabile dellartiglieria francese, si sparo un colpo di pistola. In quanto ai viveri per i soldati di Giap, che secondo Navarre non sarebbero arrivati in quantit sufficiente, viste le grandi di distanze, furono trasportati con bicilette fabbricate in Francia, a Saint Etienne o nelle officine Peugeot, e comperate di nascosto a Hanoi e a Saigon. Con una sola di quelle biciclette i vietminh trasportarono sino a trecento chili di riso. Gli americani, gi impegnati in Corea nella lotta contro il comunismo, pensarono di soccorrere la guarnigione francese, con unoperazione aerea battezzata Avvoltoio. Furono progettati bombardamenti tipo Guernica, ossia simili a quelli che i tedeschi fecero in Spagna durante la guerra civile. Si penso anche al lancio di qualche bomba atomica. Ma poi fu tutto rinviato alla futura guerra americana.

Fondatore Eugenio Scalfari

Direttore Ezio Mauro


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Anno 29 - Numero 105

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mercoled 5 maggio 2004


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AB

I primi risultati delle indagini sui detenuti in Iraq e in Afghanistan: dossier su 25 decessi sospetti. Inchiesta del Congresso americano

La trattativa interrotta pi volte

Morti e torture, rapporto choc in Usa


LE IDEE

UN ALTRO COLPO ALLA CASA BIANCA


VITTORIO ZUCCONI
APEVAMO, dalla storia, che le guerre sbagliate, quelle condotte nel nome di false premesse, di casus belli artificiali, di ideologie insieme infantili e prepotenti come quella che ha ammorbato la Casa Bianca, conducono inesorabilmente alla riduzione del nemico a oggetto sul quale scatenare la propria rabbia e la propria frustrazione. Ma restava la speranza che questa armata di soldati di professione e non mercenari, addestrati ed equipaggiati come mai nessun esercito nella storia, ci avrebbero almeno risparmiato il devastante replay dellorrore che accompagna tutte le guerre di razza, di civilt e di religione come questa ogni giorno di pi. SEGUE A PAGINA 17

Quando la democrazia tradisce se stessa


STEFANO RODOT
ON amo le semplificazioni, e ancor meno le omissioni. Penso in questo momento alla tortura, alla terribile documentazione sulle sevizie ai prigionieri iracheni e alla discussione che sta suscitando. I generali americani accusano la Cia, e gli immancabili realisti ci mettono in guardia contro una visione angelicata di qualsiasi conflitto, contro la pretesa duna guerra senza i suoi orrori. Poi tutti invocano una punizione dei responsabili, che ricostituirebbe la giustizia e acquieterebbe le coscienze. SEGUE A PAGINA 16

Alitalia crolla in Borsa rischia il crac

Il trasporto di prigionieri iracheni

FLORES DARCAIS ALLE PAGINE 10 e 11

Pi poteri ai fedelissimi del Cavaliere, Raidue a un leghista doc. LUlivo: un golpe. Ciampi firma la Gasparri

CrisiRai,Annunziataseneva
Blitz del Cda sulle nomine. Il presidente: unoccupazione
IL BUNKER TELEVISIVO
CURZIO MALTESE
E DIMISSIONI di Lucia Annunziata mettono fine a un lungo equivoco, allidea che nellItalia di Berlusconi potesse esserci spazio per un presidente di garanzia della Rai. Quando non riconosciuto neppure il diritto minimo a difendere la propria dignit personale e professionale in una corte di servi contenti, come ha fatto per tredici mesi Lucia Annunziata, nel totale isolamento. Il presidente che doveva garantire il pluralismo della tv di Stato nellera berlusconiana, non aveva il potere per opporsi allassalto famelico dei berluscones, allo spoils system praticato come spartizione del bottino fra le truppe, con la benedizione del capo e alla faccia di mezzo Paese. SEGUE A PAGINA 17
ALLE PAGINE 8 e 9

ROMA Lucia Annunziata si dimette da presidente della Rai e attacca: Il cda ormai una buca delle lettere. La decisione stata presa dopo linvio da parte del direttore generale Cattaneo della lista delle nuove nomine. Annunziata dichiara che a questo punto il consiglio di amministrazione, a cui avrebbe dovuto partecipare poco dopo, opera in condizioni dillegittimit. Ma i membri del cda si riuniscono lo stesso e ratificano le nomine, dando pi potere ai fedelissimi del premier. Divampa la polemica politica tra maggioranza e opposizione: il Polo critica la Annunziata, mentre lUlivo la difende e critica i vertici dellazienda televisiva: un golpe. Il presidente Ciampi ha promulgato la legge Gasparri. DA PAGINA 2 A PAGINA 7

DOSSIER

IL RETROSCENA

Sondaggio Demos-Eurisko nel giorno in cui il governo sorpassa la durata di Craxi

Due su tre delusi da Berlusconi


Il record della sfiducia
ILVO DIAMANTI
NESPERIENZA lunga 1060 giorni. Un altro miracolo italiano, di cui artefice Silvio Berlusconi. Imprenditore mediatico di successo, una carriera politica di successo. Cresciuta sulle macerie della prima Repubblica. E oggi sancita dal calendario. Perch da oggi Berlusconi supera lantico amico e sostenitore, Bettino Craxi. Quasi tre anni alla guida del Paese. Uneternit, rispetto alle tradizioni di questo paese instabile. SEGUE A PAGINA 15 SERVIZI ALLE PAGINE 14 e 15

Possiamo salvarla solo con 10mila tagli


GIUSEPPE TURANI ROMA ALITALIA non si salver in nessun caso. Su questo ci si pu scommettere, ormai. tutto finito. Questa la battuta che ieri pomeriggio rimbalzava nei corridoi del governo e che segnava, anche, un certo disinteresse sostanziale per la vicenda, al di l delle dichiarazioni di rito e delle esternazioni di buona volont. I palazzi romani del potere hanno raggiunto, ieri pomeriggio, la consapevolezza che sulla vicenda della nostra compagnia di bandiera hanno le mani legate. Non c pi niente da fare, tutto finito, sono frasi pesanti come pietre, ma che hanno segnato la giornata di ieri e che rimandano a un appuntamento-verit: quello di domani, gioved. Appuntamento dopo il quale niente sar pi come prima e che stabilir che la storia dellAlitalia, cos come labbiamo conosciuta in questi anni, finita. SEGUE A PAGINA 9

In un anno perse 10 posizioni

Competitivit Italia sempre pi gi in Europa in coda


LUISA GRION A PAGINA 32

IL PERSONAGGIO

E Biagi telefona Brava Lucia


CONCITA DE GREGORIO
L FAX comincia a fischiare a mezzogiorno e un quarto. Nella sua camera dalbergo, a Milano, Lucia Annunziata si mette a raccogliere le pagine. Una, due, tre. Marzullo vicedirettore di RaiUno, il direttore della Padania Gigi Moncalvo alla guida delle relazioni esterne (cos c scritto. Poi nel pomeriggio Del Noce furibondo bloccher la nomina di Marzullo, e Moncalvo finir capostruttura di RaiDue: per sul testo inviato alla presidente lindicazione questa). Pagina sette, otto: Deborah Bergamini, gi assistente personale di Berlusconi, a capo del marketing. SEGUE A PAGINA 3

DIARIO

Cinquantanni fa a Dien Bien Phu i vietnamiti sconfissero la grandeur della Francia

Lultima battaglia antica


BERNARDO VALLI
INQUANTanni fa, nel cuore dellAsia, in un punto strategico del Tonchino settentrionale, sul territorio vietnamita ma a ridosso del Laos, e a una certa distanza dal confine con la Cina, si svolse lultima battaglia antica dellepoca moderna. Il suo nome mitico, Dien Bien Phu, tradotto alla lettera diventa burocratico. Dien in vietnamita significa grande; Bien frontiera; Phu un capoluogo amministrativo. SEGUE A PAGINA 42 SERVIZI ALLE PAGINE 41, 42 e 43

CON REPUBBLICA

Oggi in edicola il romanzo Tristana


Il libro di Benito Galds a richiesta a soli 7,90 euro in pi

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