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aprile
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2014
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home approfondimenti tecnici Aggregati per calcestruzzo: normativa di riferimento e utilizzo di aggregati riciclati
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ATECAP - Associazione Tecnico Economica Calcestruzzo Preconfezio... http://www.atecap.com/index.php?option=com_content&task=view&i...
privilegiata del comparto delle costruzioni, e in particolare dell’industria del calcestruzzo, nel potenziale assorbimento di rifiuti inerti
e definisce le attività, i procedimenti e i metodi di recupero degli stessi.
Il Decreto del Ministero dell’Ambiente dell’8 maggio 2003 n°203 sancisce, per gli enti pubblici e per le società a prevalente
capitale pubblico, l’obbligo di utilizzare a copertura di almeno il 30% del fabbisogno annuale, manufatti e beni realizzati con
aggregati riciclati. La successiva Circolare del Ministero Ambiente del 15 luglio 2005 n° 5205 fornisce le indicazioni per
l'operatività nell’uso di aggregati riciclati nel settore edile, stradale e ambientale, ai sensi del D.M. 203/2003.
Il D.Lgs. 152/2006 recante Norme in materia ambientale è la normativa principale di riferimento relativa ai rifiuti. In particolare ha
abrogato il Decreto Ronchi e nella sua “Parte quarta” ha sostanzialmente confermato la necessità di impegnare le pubbliche
amministrazioni ad adottare misure dirette al recupero dei rifiuti mediante riciclo, reimpiego, riutilizzo o ogni altra azione intesa ad
ottenere materie prime secondarie. Su questa scia si pone la Direttiva 2008/98/CE, recepita a livello nazionale con il D.Lgs.
205/2010, il quale è andato a modificare il d.lgs. 152/2006, portando al 70% la quota minima di rifiuti inerti da riciclare. Il d.lgs.
205/2010 ha inoltre semplificato il fondamentale concetto di “sottoprodotto” ovvero di qualsiasi sostanza od oggetto che soddisfa
tutte le seguenti condizioni:
a) la sostanza o l’oggetto è originato da un processo di produzione, di cui costituisce parte integrante, e il cui scopo primario non
è la produzione di tale sostanza od oggetto;
b) è certo che la sostanza o l’oggetto sarà utilizzato, nel corso dello stesso o di un successivo processo di produzione o di
utilizzazione, da parte del produttore o di terzi;
c) la sostanza o l’oggetto può essere utilizzato direttamente senza alcun ulteriore trattamento diverso dalla normale pratica
industriale;
d) l’ulteriore utilizzo è legale, ossia la sostanza o l’oggetto soddisfa, per l’utilizzo specifico, tutti i requisiti pertinenti riguardanti i
prodotti e la protezione della salute e dell’ambiente e non porterà a impatti complessivi negativi sull’ambiente o la salute umana.
Infine, nelle Norme Tecniche per le Costruzioni (D.M. 14 gennaio 2008) vengono posti dei limiti per l’uso di aggregati grossi
provenienti da riciclo sulla base dell’origine del materiale e sulla classe di resistenza del calcestruzzo al quale sono destinati
(Tabella 1).
L’utilizzo di aggregati riciclati, nella produzione di calcestruzzo ha una doppia valenza in termini di benefici ambientali: da un lato,
la diminuzione del volume di rifiuto da destinare alle discariche, dall’altro la preservazione dei giacimenti naturali. Al fine di
rendere preponderante l’uso di aggregati da riciclo nella produzione di calcestruzzo assume particolare importanza la
qualificazione tecnica e l’accertamento del raggiungimento di prestazioni soddisfacenti: l’uso di aggregati riciclati deve
rappresentare un valore aggiunto dal punto di vista ambientale e non portare ad un compromesso con le caratteristiche
prestazionali.
È oramai opinione diffusa che cosiddetti rifiuti da costruzione e demolizione, noti anche come CDW o C&D (construction &
demolition waste), rappresentino un’importante fonte recuperabile. Eppure, nonostante questa convinzione, dal Rapporto Cave
2011 di Legambiente, recentemente pubblicato, emergono dati impressionanti: nel 2010 i rifiuti da demolizione e costruzione
prodotti in Italia ammontano a 55 milioni di tonnellate, dei quali, il 90% è stato conferito in discarica e solo il 10% ha trovato spazio
come aggregato riciclato nella filiera delle costruzioni, a prova del fatto che gli obiettivi che ci prepone l’Europa sono ben lontani
ed è necessario lavorare ancora molto in questa direzione.
BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA
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