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Metalogicon (2006) XIX, 2

Serie e rapporto nella Critica della ragion pura di Kant


Giuseppe Giannetto
1. Il concetto di serie nella terza antinomia e nella seconda analogia dellesperienza della Critica della ragion pura Se consideriamo con attenzione la terza antinomia della ragione della Dialettica trascendentale della Critica della ragion pura - in base alla quale, nella tesi, la causalit nel mondo secondo le leggi della natura non unica e richiede anche la causalit secondo la libert e, nellantitesi, tutto nel mondo accade secondo le leggi della natura1 - notiamo alcuni concetti rilevanti su cui il caso di riflettere. Fra questi concetti, da porre in luce che la terza antinomia tratta anche del concetto di serie, concepito come insieme di condizioni e condizionati, dove i condizionati appaiono come
E. Kant, Critica della ragion pura, tr. it. G. Gentile e G. LombardoRadice, ed. riv. V. Mathieu, Bari, 1985, pp. 368 374; A 444 451, B 472 479 (I. Kant, Kritik der reinen Vernunft in Kants gesammelte Schriften herausgegeben von der Preussischen Akademie der Wissenschaften, Berlin Leipzig 1902 1978, voll. 29, Bd. IV e Bd. III, pp. 308 e 309. Le due prime edizioni della Critica della ragion pura del 1781 e del 1787 saranno citate rispettivamente con A e con B secondo limpaginazione originaria. Sul concetto di antinomia della ragione e sulla terza antinomia cf.: F. Evelin, La raison pure et les antinomies, Paris, 1907; W. Rauschenberg, Die Antinomien Kants, Berlin, 1923; S. J. ALAZM, The Origins of Kants arguments in the antinomies, Oxford, 1962; H. Heimsoeth, Transzendentale Dialektik, Berlin, 1969; P. Carabellese, La filosofia dellesistenza in Kant, Bari, 1969, pp. 313365; J. F. Bennett, Kants Dialectic, London New York, 1974; V. S. WIKE, Kants Antinomies of reason. Their origin and their resolution, Washington, 1982; P. Faggiotto, Metafisica e dialettica in Kant, Padova, 1988; N. HINSKE , La via kantiana alla filosofia trascendentale, tr. it. R. Ciafardone, LAquila Roma 1987, pp. 71 104; M. Visentin, Il significato della negazione in Kant, Napoli, 1992, pp. 399 552. R. Ciafardone, La critica della ragion pura nellAetas kantiana, 2 voll., LAquila 1987, Il, pp. 209 257.
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risultati delloperare di condizioni, se intesi in modo regressivo, e condizioni di altri condizionati se intesi in modo progressivo. La serie, in ogni caso, manifesta un processo di subordinazione di condizionati a condizioni che sono, a loro volta, condizionati da altre condizioni; la subordinazione, poi, escludendo la coordinazione di elementi coesistenti, fra loro il rapporto, fa assumere alla serie un significato temporale, secondo il quale il condizionato dopo, la condizione prima, laddove un insieme coordinato fa apparire la compresenza di elementi che, pure se colti nel tempo, forma del senso interno che condiziona anche la forma del senso esterno, cio lo spazio, non presentano successione di prima e dopo, tipica della serie, ma simultaneit. Proprio per differenziare la compresenza di un insieme di elementi da quelli legati da un moto di prima e dopo, il filosofo tedesco usa il termine serie e non il termine aggregato che fa leva sulla coordinazione dei termini componenti e non sulla subordinazione.2 Questa, con il suo movimento di prima e dopo, consente due processi diversi che vanno o dal condizionato alla condizione o dalla condizione al condizionato, cio in senso regressivo o in senso progressivo, mentre laggregato, come coordinazione di
Sul concetto di serie Kant afferma: in un primo luogo, le idee trascendentali non saranno propriamente se non categorie spinte fino allincondizionato, e si potranno ridurre in una tavola ordinata secondo di esse categorie. In secondo luogo, daltra parte, non tutte le categorie potranno tuttavia servire a tal uopo, ma soltanto quelle in cui la sintesi costituisce una serie, e una serie di condizioni subordinate ( non coordinate ) tra loro, di un condizionato. La totalit assoluta richiesta dalla ragione solo in quanto essa riguarda la serie ascendente delle condizioni di un dato condizionato, non quindi quando si tratta della linea discendente delle conseguenze, e neanche dellaggregato di condizioni coordinate a queste conseguenze.. Ibid., p. 342, A 409, B 436. Sul concetto di aggregato Kant, invece, sostiene: Secondo lidea della ragione, tutto il tempo gi trascorso necessariamente pensato come dato quale condizione dellistante dato. Ma per ci che spetta allo spazio, in esso, in se stesso, non c distinzione di progresso e regresso, poich esso costituisce un aggregato, non una serie, essendo le sue parti tutte insieme simultaneamente []. Ma, poich le parti dello spazio non sono a loro subordinate, bens coordinate, una parte non la condizione della possibilit dellaltra, ed esso non forma, come il tempo, in se stesso una serie. Ibid., p. 344; A 412, B 439.
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elementi, pur potendo essere considerato dal soggetto conoscente in modo diverso, poniamo da A a B o da B ad A, non comporta che A e B siano realmente successivi nel tempo, se non in riferimento alla soggettiva visione dellosservatore che pu iniziare da A e poi procedere a B o da B e andare verso A: A e B sono coesistenti con gli altri termini appartenenti allo stesso insieme. La dimensione spaziale che pu essere appresa nel tempo come simultaneit propria dellaggregato, quella temporale della serie; nel primo caso, un elemento non condizione dellaltro, nel secondo, un elemento condizione di un altro secondo un rapporto di subordinazione che pu essere concepito, come visto, in duplice modo, secondo che il condizionato rinvii alla condizione o la condizione consenta il condizionato, cio o dal dopo al prima o dal prima al dopo. Il ritmo temporale, ad ogni modo, che richiede la successione non pu essere spiegato con la sola successione che kantianamente rinvia a un legame universale e necessario, dato dalle categorie, e, nel caso particolare, da una categoria di relazione che, tenendo presente il tempo come successione, individuata dalla categoria di causa ed effetto che rende la mera successione, non strettamente collegata, subordinazione di prima a dopo, dove il prima fonda il dopo e il dopo , come fondato, posteriore al prima: la subordinazione temporale diventa anche se sono sempre da considerare le critiche di Schopenhauer a Kant nella Quadruplice radice del principio di ragion sufficiente3 Schopenhauer ne La quadruplice radice del principio di ragione sufficiente, criticando Kant, afferma: Mi sembra che Kant, in questa considerazione, sia caduto in un errore opposto a quello di Hume. Questi spiegava ogni risultare come un mero succedere: Kant, al contrario, pretende che non vi sia altro succedere che il risultare. Certamente il puro intelletto pu concepire solo il risultare (Erfolgen), non il mero succedere (Folgen), come neppure la differenza tra destra e sinistra, la quale proprio come il succedere va colta attraverso la pura sensibilit. [], Kant, invece, spiegando la successione obiettiva dei fenomeni come qualcosa di conoscibile solo attraverso il filo conduttore della causalit, cade nello stesso errore che rimprovera a Leibniz il quale intellettualizz le forme della sensibilit, A. Schopenhauer, La quadruplice radice del principio di ragione sufficiente, tr.it. a c. A. Vigorelli, Milano, 1990, pp. 76-77.
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subordinazione causale. Tuttavia Kant, per quanto ribadisca il ruolo svolto dalla categoria di causa ed effetto nel rapporto condizione-condizionato, finisce anche col seguire la terminologia condizione-condizionato e non solo quella di causa ed effetto che, pur consentendo di evitare elementi fra loro successivi, ma non connessi da un saldo legame, pu limitare il discorso in ambito fenomenico. Per spiegare la presenza della terminologia condizionecondizionato si possono fare alcune considerazioni: Kant in questa parte della Critica della ragion pura sta trattando le idee cosmologiche che hanno un carattere antinomico secondo che riguardano il mondo o la natura, cio o le condizioni che sono condizionate da altre condizioni in un processo che, rivelando lesigenza dellincondizionato della ragione, mira a passare dai condizionati alla totalit delle condizioni che, come incondizionato, non mai colta dalluomo o le condizioni che sono condizionate da altre condizioni in un processo aperto proiettato allindefinito, come tendenza inevitabile della ragione umana verso lassoluto. Oltre a ci, Kant, forse tenendo presente che la categoria di causa ed effetto applicata alla successione dei fenomeni fonda lirreversibilit delleffetto nei confronti della causa, diversamente dallagire soggettivo dellimmaginazione che pu invertire linizio del suo operare dalleffetto alla causa e dalla causa alleffetto, preferisce anche usare i termini pi ampi di condizionato e condizione. Questi nel discorso sulle antinomie rendono possibile porre in luce una serie regressiva e una serie progressiva in base alla direzione della serie in avanti o
(A. Schopenhauer, Smtliche Werke, edited by A-Hbscher, 7 voll., Leipzig, 1937-1941, Wiesbaden 1973, vol.I, p.37). Sullinterpretazione di Schopenhauer della seconda analogia dellesperienza in Kant cf.: R. Richter, Schopenhauers Verhltnis zu Kant in seinen Grundzgen Leipzig, 1893; H. Cohen, La teoria kantiana dellesperienza, tr.it. a c. L.Bertolini, Milano, 1990, pp.230-233; O. Suckau, Schopenhauers falsche Auslegung der kantischen Erkenntnistheorie. Ihre Erklrung und ihre Folgen, Weimar, 1912; M. Mery, Essai sur la causalit phnomnale selon Schopenhauer, Oxford, 1983; M. Di Pasquale, Fondamento e concetto. Linterpretazione schopenhauriana del criticismo nella prima visione della quadruplice radice. Annuario filosofico, 13, 1997.

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allindietro, dalla condizione al condizionato o, inversamente, dal condizionato alla condizione, anche se, aggiungiamo, la serie posta pi in rilievo da Kant quella che va dal condizionato alla condizione e non quella che procede dalla condizione al condizionato. Ci, collegato alla categoria di causa ed effetto che ha la funzione di legalizzare la successione dei fenomeni, porta a questa situazione: in un caso categoria di causa ed effetto temporalizzata si ha lirreversibilit delleffetto rispetto alla causa, in un altro serie regressiva si ha la reversibilit del condizionato alla condizione che lo rende intelligibile, anche se non in modo completo, considerando che la condizione di un condizionato, da parte sua, anche un condizionato sino a pervenire in modo illusorio alla totalit delle condizioni che un segno del bisogno dellincondizionato da parte del soggetto finito e non della conoscenza dellincondizionato. Da tale aspetto, ci che nella categoria di causa ed effetto giustifica lirreversibilit temporale dalleffetto alla causa temporale, nel passare al rapporto condizione-condizionato diventa, nelle idee cosmologiche, la serie progressiva che manifesta un problema arbitrario che, proiettando il movimento del pensiero dalla condizione al condizionato, che diventa condizione di un altro condizionato, non in grado di chiudere, anche se in modo non conoscitivo, la serie che rimane aperta. Il movimento inverso della serie regressiva palesa un processo reversibile dal condizionato alla condizione proprio, invece, secondo la seconda analogia dellesperienza delloperare dellimmaginazione che non atta a fondare loggettivit del conoscere che, poi, in questo caso, rappresentata dalla irreversibilit di una successione temporale di rappresentazioni. La reversibilit della successione collegata allimmaginazione che, secondo lesempio portato da Kant nella seconda analogia dellesperienza della Critica della ragion pura,4 pu iniziare dallalto verso il basso o dal basso verso lalto, da sinistra verso
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E. Kant, Critica della ragion pura cit., p. 203; A 190-191; B 235-236.

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destra o da destra verso sinistra; lirreversibilit, al contrario, in funzione dellintelletto che regola lordine della successione delle rappresentazioni che non sono sintetizzate in modo soggettivo. 5 La diversa funzione svolta dallimmaginazione e dallintelletto, a sua volta, in relazione al tempo caratterizzato come una successione di rappresentazioni, invertibile per limmaginazione e non invertibile per lintelletto che fonda la validit universale dei fenomeni. Il tempo, come scorrere successivo, non torna indietro e solo lagire di una facolt, quale immaginazione, in grado di mutare il ritmo di prima e dopo in dopo e prima andando contro una caratteristica del tempo che va sempre in avanti in modo inarrestabile. Il tempo, poi, per Kant non limitato dalla mera successione, dove il prima sarebbe solo, usando una terminologia spaziale, accanto, seppure anteriore, rispetto al dopo, cio non giustapposizione di istanti successivi, ma fra loro non legati, in quanto pu essere legalizzato dalloperare dellintelletto con la categoria di causa ed effetto che d ordine e irreversibilit ai momenti del tempo, rendendo il prima, causa del dopo e il dopo, effetto del prima. Laffermazione di Kant, secondo la quale il tempo come fluire successivo di rappresentazioni, ordinato dallintelletto, non consente inversioni dal dopo al prima, oltre a diversificare lintelletto,legislatore dellesperienza, dallimmaginazione, come capacit soggettiva di collegare rappresentazioni, vale a fondare la legalit dellesperienza che intersoggettivamente comunicabile: il tempo oggettivo dellintelletto e il tempo soggettivo dellimmaginazione si contrappongono come il comunicabile e lincomunicabile, il reale e limmaginario. Ma ci possibile perch in ci che precede in generale un avvenimento deve trovarsi la condizione di una regola per la quale esso avvenimento segue sempre e necessariamente; ma, viceversa, io non posso retrocedere movendo da ci che accade, per determinare (con lapprensione) ci che precede perch non c fenomeno che ritorni dal momento seguente al precedente, ma si riferisce, tuttavia, a qualche momento precedente; da un tempo dato, invece, il passaggio a un
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Ibid., p.204; A 194, B 239.

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determinato tempo successivo necessario:6 il tempo, come fluire successivo di rappresentazioni non ritorna indietro, ma procede sempre oltre, con un susseguirsi di prima e dopo in cui il dopo diventa il prima di un altro dopo che si proietta verso il futuro. Linversione della successione delle rappresentazioni ferma il tempo e va a ritroso, dal dopo al prima, mediante lattivit svolta dallimmaginazione che, pur essendo temporale, in condizione di liberarsi dallinevitabile tendenza del tempo ad andare sempre oltre il presente verso il futuro; Kant, nondimeno, delle due attivit dellimmaginazione, cio quelle del fermare e del tornare indietro in rapporto alle rappresentazioni, nella seconda analogia dellesperienza, d rilievo al tornare indietro, mettendo sullo sfondo il fermare che pure essenziale per avere unimmagine unitaria delle rappresentazioni che, diversamente, dileguerebbero portando allindeterminato. La prevalenza del tornare indietro sul fermare, forse, si spiega con lintento del filosofo di contrapporre la reversibilit soggettiva allirreversibilit oggettiva, senza mettere in luce che sia il tornare indietro che landare avanti le rappresentazioni richiedono un fermare sintetico in condizione di presentare un oggetto fenomenico determinato; infatti, tanto landare dietro, quanto landare avanti portano a un risultato definito che presenta precise caratteristiche. Oltre queste considerazioni, non da escludere che a Kant interessa, in questa fase del suo procedere, porre in primo piano pi loperare dellimmaginazione e dellintelletto che il risultato cui le due facolt pervengono che consente di sfuggire al movimento del tempo, sia esso concepito come moto in avanti o allindietro, secondo la successione di prima a dopo o di dopo a prima: loggetto fenomenico, concepito come sintesi soggettiva o oggettiva, in rapporto allimmaginazione e allintelletto, di molteplici rappresentazioni, ritaglia, nello scorrere temporale delle rappresentazioni, dei fenomeni determinati, prodotti, anche se non creati, conformemente alla distinzione tra ricettivit della sensibilit e spontaneit dellintelletto e spontaneit e
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Ibid., p. 205; A 194, B 239.

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recettivit dellimmaginazione del soggetto conoscente. Sia nella chiusura della serie dal condizionato alle condizioni della terza antinomia della ragione, sia nella seconda analogia dellesperienza, tenendo presente il nesso tra immaginazione soggettiva e necessit oggettiva dellintelletto, nonostante le diversit in parte indicate, appare un elemento comune che dato dalla soppressione del tempo come fluire successivo. Nella serie, il rinvio temporale del condizionato alla condizione si arresta quando il soggetto ritiene illusoriamente di cogliere la totalit delle condizioni del condizionato che, in realt, solo la manifestazione dellesigenza della ragione che non si appaga della ricerca di determinate e ulteriormente accrescibili condizioni del condizionato che la limitano nellambito dellesperienza fenomenica. La chiusura della serie, come si vede, sebbene sia soggettivamente significativa, sembra eliminare il tempo, anche se nella forma della reversibilit del condizionato alle condizioni; nella seconda analogia dellesperienza, invece, leliminazione del tempo espressa dal fermare unificante che trova nellimmagine il risultato cui termina il rapporto conoscitivo che lega limmaginazione allintelletto. Questo ritaglia, nel flusso dei fenomeni, determinate visioni del molteplice delle rappresentazioni che non sono immutabili per linevitabile ulteriorit dei cambiamenti temporali. La comune soppressione de tempo ha, come appare, in un caso, un significato metafisico, in un altro, un significato conoscitivo che consente il proseguimento delle conoscenze che, diversamente porterebbero, a unillusoria conoscenza definitiva: allincondizionato, come segno dellesigenza della ragione di andare oltre la limitazione degli oggetti, colti in una definita situazione, corrisponde il rapporto immaginazione intelletto che costruisce lesperienza come unificazione sintetica di rappresentazioni spazio-temporali rese possibili dal fermare unificante che, pur essendo nel tempo, va contro il tempo come mera successione fenomenica.

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2. Serie e posizione Il superamento del tempo, mediante lattivit svolta dallimmaginazione insieme con lintelletto, appare in Kant nella seconda analogia dellesperienza con il concetto di posizione che comporta due tipi diversi di relazione: la relazione delle rappresentazioni con il soggetto e il rapporto delle rappresentazioni fra loro, in connessione con lo stesso soggetto. Il concetto di posizione di una rappresentazione rinvia a ci che sta fuori, anche se in relazione, cio la posizione posizione rispetto a, dove "il rispetto apone in rilievo un collegamento con altre possibili posizioni fuori della rappresentazione considerata. La posizione , da questo aspetto, in relazione allo spazio, come ordine della coesistenza degli oggetti che stanno insieme in uno stesso ambito, e in relazione al tempo, come variazione successiva di rappresentazioni che passano inesorabilmente dal prima al dopo, dove il fluire successivo va distinto, in un mutamento rispetto a uno stesso processo che comprende pi rappresentazioni fra loro connesse, e in un altro cambiamento in rapporto ad altri processi che, apparentemente, non interferiscono con il primo processo indicato. Lattenzione di Kant, in questo contesto della seconda analogia dellesperienza, rivolta alla serie temporale, che si riferisce a un singolo fenomeno visto in momenti diversi fra loro strettamente collegati, mettendo sullo sfondo gli altri processi temporali riguardanti la serie, pur presenti, che non agiscono sulla serie considerata e non alla relazione di coesistenza della rappresentazione esaminata con altri fenomeni che vanno incontro ad altri mutamenti. Ci significa che il filosofo tedesco ha isolato una serie, nel caso particolare temporale, per cogliere il movimento interno, dato dal passaggio da una posizione ad unaltra di uno stesso fenomeno che procede nel tempo, senza considerare le possibili azioni ed interferenze che altre serie potrebbero avere con quella oggetto di esame. Ricordiamo che lesempio portato da Kant nella seconda analogia dellesperienza si riferisce ad una nave che scende la corrente di un fiume, occupando posti fra loro non invertibili, diversamente dallaltro

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esempio della casa che manifesta, con la possibilit dellosservatore di procedere dal basso in alto e dall alto in basso, da sinistra a destra e da destra a sinistra, la reversibilit della immaginazione che pu operare in modi diversi, libera com dalle regole dellintelletto che pongono limiti allagire dellimmaginazione. Un posto, quando teniamo presente lesempio della nave, non pu essere sostituito con un altro, dato che ogni posto rivela limmaginazione, guidata dallintelletto con le categorie nel caso particolare quella di causa ed effetto che danno oggettivit alle soggettive combinazioni dellimmaginazione: lirreversibilit dellintelletto, contrapposta alla reversibilit temporale dellimmaginazione, riguarda anche la dimensione temporale che non va dal prima al dopo o, inversamente, dal dopo al prima, secondo loperare di questa facolt che compie una sintesi delle rappresentazioni dipendenti dalla sensibilit, ma dal prima al dopo, senza che il dopo possa liberamente diventare prima, come avviene nellesempio della casa portato da Kant. Il passaggio dal prima al dopo rappresentato, nel caso della irreversibilit dellintelletto che regola limmaginazione, dalle posizioni che ininterrottamente si susseguono e che si riferiscono ad una stessa serie, dove ogni posizione ha caratteristiche ben precise, distinguibili fra loro secondo un ritmo, ordinato dal legame intelletto immaginazione, che sottrae un fenomeno temporale dalla successione, nel senso che, se per un verso vero che uno stesso fenomeno che procede nel tempo la nave che scende il fiume in base allesempio kantiano ricordato - , per un altro, anche vero che ogni posizione del fenomeno, pur in rapporto alle altre posizioni del fenomeno stesso, si staglia netta rispetto allinsieme di tutto il processo. Questo, lungi dallessere indeterminato con rappresentazioni che, proiettandosi nel dopo, portano ad un accrescimento dai limiti non ben definiti, pu essere, ad un tempo, visto in modo ordinato e distinto, secondo che si fa leva sullirreversibilit, guidata dallintelletto con le categorie, delle posizioni fra loro successive e non mutabili o sulla differenza, dai contorni ben precisi, delle singole posizioni. Di

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queste, ognuna diversa dalle altre, nellandamento complessivo di una stessa serie, che altra dalle serie messe in secondo piano dal discorso del filosofo tedesco volto a porre in luce una serie temporale rispetto ad altre serie temporali e allinsieme dei fenomeni, che, anche se accanto o vicini al processo indagato, sembrano non incidere nel discorso kantiano. Laffermazione che Kant fa nella seconda analogia dellesperienza della Critica della ragion pura e che apparentemente d risalto al tempo come successione, rispetto allentrare in azione dellintelletto che oggettiva la successione temporale, in questo contesto, va interpretata in modo pi approfondito: come il tempo contiene la condizione sensibile a priori della possibilit di una progressione continua, di ci che esiste a ci che segue, cos lintelletto, per mezzo dellunit dellappercezione, contiene la condizione a priori della possibilit, di una determinazione continua di tutti i posti per i fenomeni in questo tempo, mediante la serie delle cause e degli effetti, di cui le prime tengono seco immancabilmente lesistenza dei secondi, e cos rendono valevole per ogni tempo (in generale) cio oggettivamente, la conoscenza empirica dei rapporti temporali.7 Oltre alla successione temporale e al ruolo oggettivamente svolto dallintelletto, in questa frase kantiana emerge la contrapposizione tra questo tempo e ogni tempo, dove il primo si riferisce a una sola serie che manifesta una determinata successione di fenomeni fra loro collegati, il secondo, al tempo universale e oggettivo che vale per ogni serie. Sennonch, tenuta presente la distinzione tra tempo soggettivo e tempo oggettivo, il passaggio dal primo senso del tempo al secondo opera dellintelletto che, con le categorie, secondo lesempio ricordato di causa ed effetto rende oggettivo un processo soggettivo che viene, in tal modo, reso universale anche se, come gi visto, il filosofo tedesco mette sullo sfondo sia il rapporto con altre serie temporali che potrebbero interferire con landamento del processo indagato pensiamo, ritornando
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Ibid., p. 217, A 210-211, B 254 .

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allesempio di Kant, allintervento del vento o al mutare della corrente del fiume o ad altre condizioni climatiche non prese volutamente in esame - , sia linsieme dei fenomeni coesistenti e apparentemente non agenti sulla successione considerata. Da ci appare che Kant non solo ha considerato una serie, astraendo da altri aspetti che pure potevano essere rilevanti come avviene con un esperimento riprodotto in laboratorio da uno scienziato che, sottraendo altri elementi solo idealmente escludibili, mira a raggiungere risultati oggettivamente comunicabili in processi semplificati - , ma anche ha limitato il suo discorso nellambito di un certo tipo di temporalit, cio temporalit della nave e non delleventuale vento o delleventuale mutamento di corrente che non lascia posto, fra laltro, al riferimento allo spazio con lo svanire dei fenomeni coesistenti, pi o meno contigui alla serie temporale studiata. Lisolamento di una serie nel caso particolare nave e posizione della nave che scorre su un fiume spinta dalla corrente ha la funzione di far emergere alcune caratteristiche che, diversamente, apparirebbero in modo meno determinato per loperare di altre serie e per la presenza di altri fenomeni coesistenti e apparentemente non operanti nella serie, volutamente considerata in modo semplificato. Ci potrebbe portare ad una situazione poco determinata se non si trovasse un criterio per distinguere una serie da unaltra, entrambe supposte vicine, e in qualche modo indirettamente presenti luna nellaltra, criterio che pu essenzialmente essere individuato dalla categoria di causa ed effetto che, per la sua universalit, comprende molteplici fenomeni e dal diverso modo di operare di questa categoria secondo i processi esaminati. Non basta, infatti,affermare che ogni serie regolata dalla categoria di causa ed effetto che riguarda molteplici oggetti fra loro legati perch, insieme con questa struttura identica, appare un aspetto diverso che consente di differenziare le serie causali fra loro, sicch un determinato effetto proprio di un processo e non di altri, pur accomunati dalla stessa categoria di causa ed effetto. Secondo questa prospettiva, per distinguere una serie dalle altre, bisogna indagare se una stessa causa produce un effetto

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anche in altre serie o se, invece, non produce alcun effetto considerata in relazione ad altri processi. Sostenere, al contrario, che in ogni serie sono pi o meno presenti tutte le altre vicine significherebbe che in ogni effetto sono anche agenti tutti gli altri effetti dei processi diversi, cos da sostenere che per conoscere una determinata serie bisognerebbe conoscere tutte le altre, quasi a dire che, per intendere una parte, necessario conoscere il tutto in cui la parte rientra e ha un senso. Lisolamento di una serie, tenute presenti le considerazioni fatte, in funzione della determinazione di certi tipi di causalit e di certi tipi di effetti rispetto ad altre forme di causalit e di effetti che avvengono in serie differenti da quella oggetto di studio da parte del soggetto indagante. Cos, ad esempio, tornando al discorso sulla nave che scorre in un fiume, la corrente causa delle differenti posizioni occupate dalla nave in tempi diversi, mentre non causa del mutamento delle nuvole nel cielo che sono condizionate dal vento e dai fenomeni atmosferici: in entrambe le serie in atto il principio di causa ed effetto, solo che sia la causa che gli effetti sono fra loro differenti, secondo che si considera che il vento non interviene sulla corrente allo stesso modo delle nuvole visto che, ad esempio, una determinata intensit di vento che fa spostare le nuvole non sempre in grado di operare sul movimento di una nave in un fiume. Ci suppone che le cause e gli effetti siano misurabili per determinare le diverse intensit di un fenomeno che rinviano ad una precedente quantificazione delle rappresentazioni sensibili che vengono concepite in modo omogeneo, senza tener conto delle diverse caratteristiche qualitative che vanno al di l del processo della misurazione. Oltre a questo esempio, volto a porre in luce come lincontro di due serie pu essere verificato solo se misurabile secondo gli effetti prodotti in ciascuna di esse, se ne possono portare altri che, non sempre verificabili in senso scientifico, non condizionano lincontro delle serie alloperare di un criterio di misura, limitato al quantitativo e allomogeneo. 3. Incontro fra serie

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In questo ambito, volendo esemplificare, possiamo pensare che lo scorrere di una nave su un fiume in cui c corrente pu essere indipendente da unaltra serie, pur contigua al fiume, che non interviene sul processo della nave che scende il fiume, cio possiamo supporre che, ad esempio, il movimento di un carro, spinto da un cavallo su una sponda, non produce alcun effetto sulla nave che attraversa il fiume. La contiguit della serie,in questo caso, come se fosse rappresentabili, volendo usare uno schema geometrico, da due rette parallele che, sebbene tracciate luna accanto allaltra, non si incontrano mai, essendo il tracciare delluna non condizionato dal tracciare dellaltra che prolungabile allinfinito dal soggetto. La contiguit delle serie, per, non esclude in assoluto che una interferisca con laltra, operando dei mutamenti che modificano il movimento delle due serie, che, in tal modo, lungi dallessere parallele, finiscono con lincontrarsi in un certo momento e non in un altro; ci significa, almeno che landamento di una serie si modifica e che, modificandosi, entra in effettive relazioni con laltra serie che, a sua volta, viene mutata con un cambiamento di ritmo rispetto a quello originario. Tuttavia, per capire come una serie possa agire su unaltra vicina, ma inizialmente indipendente, opportuno far intervenire un altro elemento che, manifestandosi, sia in grado di rendere intelligibile come le due serie possano entrare in rapporto. Lelemento indicato potrebbe essere dato dallapparire di un altro processo di causa ed effetto entro una serie, ordinata da un altro tipo di successione di causa ed effetto che porterebbe, da sola, allindipendenza di una serie dallaltra, cos da far supporre che ci che causa movimento di un carro ad opera di un cavalo, secondo lesempio, - in uno stesso processo possa, una volta subordinato a un altro tipo di causalit che opera entro una determinata successione di fenomeni, diventare effetto, mutando, in qualche modo, la direzione del suo procedere. Si pensi esemplificando, allodore emesso da un certo quantitativo di biada che si trova sulla nave che induce il cavallo ad attraversare il fiume (effetto) per raggiungerla. Una serie, in tal modo, appare in condizione di interferire con laltra serie che sembrava

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indipendente seguendo il suo movimento autonomo. Come visto, in una serie intervengono due tipi differenti di causalit; solo che, il caso di indicare quando una forma di causalit in grado di agire su unaltra forma di causalit di una stessa serie, dopo che abbiamo notato che la causa di una pu diventare effetto della causa dellaltra. Per rispondere alla domanda posta, osserviamo che inizialmente, supposto loperare di una sola serie, alcune rappresentazioni o fenomeni, secondo che ci riferiamo a un soggetto pi o meno cosciente o a un processo oggettivo che segue determinate leggi, poniamo, fisiche, si allontanano dallandamento dominante di una serie e gradualmente diventano, prima, autonome e, poi, entrano fra loro in un rapporto che rivela la presenza di uno stesso nucleo significativo in condizione di legare in modo unitario le rappresentazioni staccatesi dal processo originario che, cos, vengono subordinate ad un altro principio unificatore. Il principio unificatore, collegando le rappresentazioni fra loro, li regola conformemente a un tipo di causalit che diverso rispetto a quello della serie inizialmente considerata: linstaurarsi di una diversa serie di rappresentazioni avviene allorch alcune rappresentazioni entrano in serie causali differenti, rette da nuclei significativi fra loro distinti. Questo discorso, nondimeno, che ha colto il formarsi entro una stessa serie di ordini diversi di causalit, mette sullo sfondo come si ottiene il nucleo significativo che rappresenta ci attorno a cui le rappresentazioni staccate dal primo tipo di causalit si raccolgono in modo ordinato. Il nucleo significativo, da tale aspetto, non pu essere interpretato come il risultato del rapporto delle rappresentazioni fra loro perch queste, per legarsi le une alle altre, rinviano gi alloperare dello stesso nucleo significativo che non un risultato dellaccordo, ma un presupposto dello stesso in condizione di dargli un senso unitario. Il nucleo significativo, a sua volta, pu essere considerato, ad un primo esame, secondo una determinata legge che regola i fenomeni in modo unitario o secondo una rappresentazione comprensiva che ha in s molteplici rappresentazioni accomunate da unidentica nota, presente, al di l della diversit fra le rappresentazioni.

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Nel primo caso, una rappresentazione che esprime una legge ordina landamento e la direzione delle rappresentazioni, che non di rado danno inizio in una stessa serie a un movimento diverso sia per intensit, sia per direzione da quello da principio posto dalla serie che risulta, per questa via, internamente complessa, dotata com di processi differenti non riducibili allunivocit di un solo moto semplicemente rappresentabile dal soggetto. Nel secondo caso, una rappresentazione, che denominiamo egemone rispetto alle altre, ha in s o richiama a s molte altre rappresentazioni, quasi fosse una calamita che attira la limatura di ferro pi o meno distante, dove il richiamare a s molteplici rappresentazioni manifesta la possibilit che il nucleo significativo si estenda, ampliandosi sempre di pi. A questo tipo di processo che sembra far leva sul rapporto e sulla distinzione tra includente e incluso subentra un certo tipo di ordinamento che, inevitabilmente, rivela una sorta di gerarchia fra le rappresentazioni attratte che non stanno, sebbene entrate in uno stesso nucleo, sullo stesso piano, in base alla maggiore o minore prossimit al nucleo essenziale che si manifesta anche nelle vesti di ideale punto di convergenza di un molteplice. In questo ultimo caso, riguardante una rappresentazione egemone nei confronti delle altre che vengono attirate, abbiamo un ordine di attrazione secondo il quale, distinguendo il centro dalla periferia e ci che sta fra centro e periferia, il centro attrae le rappresentazioni a s, senza, a sua volta, essere attratto da esse che gli ruotano attorno secondo le differenti distanze, collegate al loro diseguale rilievo rispetto al nucleo. Lordine di attrazione, da parte sua pu essere anche interpretato come ordine di posizione e come ordine di elevatezza, dove il centro del nucleo significativo diventa lelemento pi alto rispetto a quelli meno elevati che stanno ai margini, cio alla periferia e a quelli che si muovono fra il pi elevato e i meno elevati. Lordine di attrazione, che in tal modo diventa ordine di elevatezza, si palesa, da parte sua, come ordine di posizione con le rappresentazioni dotate di differente valore significativo, idealmente situate ad una diversa distanza dal nucleo originario che sta al posto pi alto della visione del soggetto.

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Come si vede, il pi alto, nellambito delle rappresentazioni di uno stesso nucleo, diventa il centro o, inversamente, il centro appare come il pi alto, secondo il tipo di raffigurazione seguita, e il pi alto come la rappresentazione egemone in rapporto alle altre situate a una diversa distanza. I diversi schemi di raffigurazione, rispettivamente dati da ordinamento di attrazione, ordinamento di elevatezza e ordinamento di posizione, mettono in rilievo che lelemento pi significativo del nucleo fondamentale , in base ai diversi schemi usati, il pi forte, il pi elevato e il pi centrale. Visto che il nucleo significativo interpretabile come un insieme di rappresentazioni in cui una egemone, centrale e pi elevata nei confronti delle altre che fanno parte del suo campo, resta ora a considerare ulteriormente come si forma questa rappresentazione che si mostra egemone, centrale e pi elevata riguardo alle altre che da essa vengono quasi attirate, come se fosse unideale calamita. La rappresentazione che appare egemone nei confronti delle altre e che in grado di staccarsi e di dare inizio a una nuova serie, in realt, in genere, rinvia allagire di una forza che pu essere esterna o interna al soggetto considerante, in base al tipo di azione che sovente viene esemplificata da una legge fisica, espressa nei fenomeni, o dallintervento del sentimento di piacere o di dispiacere, che opera come ideale centro di convergenza di molteplici rappresentazioni, pi o meno vicine al centro, o dalla riflessione che amplia lestensione e lintensit delle rappresentazioni, proprie di un soggetto cosciente qual luomo. La forza interna o esterna, poi, si manifesta come capacit di compiere un mutamento dei fenomeni nello spazio e nel tempo, cio opera come una causa che produce effetti visibili nelle rappresentazioni. Da tale aspetto, se una causa agisce su una serie e trasforma le rappresentazioni o il fenomeno cui si applica, dando inizio a unaltra serie, abbiamo il rapporto tra due serie diverse, che pu riferirsi a uno stesso processo che, da apparentemente semplice, si palesa come complesso, in quanto insieme di fenomeni ordinato da due diversi tipi di causalit fra loro connessi, o due processi differenti. Questi inizialmente fra loro paralleli, finiscono con lincontrarsi in un fenomeno o rappresentazione che

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appare in un duplice modo secondo il tipo di causalit cui rinvia, ma che, ad ogni modo, anche il loro punto di incontro. La complessit, come si vede, pu essere entro uno stesso processo o fra due processi, fermo restando che i processi esprimono serie che comprendono rappresentazioni o fenomeni individualizzati nel tempo in diverse maniere. Il nesso fra due serie interne a uno stesso processo e fra due processi distinti comporta che i processi siano temporali e talvolta spaziali e rendano possibile un ordinamento di tipo causale; oltre a questi aspetti che sono condizioni essenziali dellincontro tra serie differenti, il caso di farne emergere un altro collegato al principio di causa ed effetto secondo il quale dalla causa si passa alleffetto, ma anche dalleffetto si passa alla causa, cio la causa, nel primo caso, irreversibile, non essendo possibile il movimento inverso dalleffetto alla causa, nel secondo, reversibile dal momento che attuabile il movimento allindietro dalleffetto alla causa. Questa distinzione rilevante perch le rappresentazioni si succedono nel tempo dove una, la precedente, causa della seguente, senza che lordine fra loro sia mutabile, diversamente da quanto avviene nella successione invertibile dalleffetto alla causa, dove il tempo, pur seguendo il fluire delle rappresentazioni, pu essere modificato dal suo ritmo di prima-dopo al ritmo di dopo-prima che rivela linversione della serie dei fenomeni. La reversibilit della serie e linversione del ritmo temporale, non condizionata solo dal prima al dopo, ha la funzione di rendere intelligibile lincontro tra serie diverse, visto che la causa di una serie pu diventare leffetto di unaltra serie, quando alla causa di una si applica la causa di unaltra che segue un movimento differente secondo il diverso andamento causale. Da quanto detto, sembra che una serie transitiva e non reversibile non permette lincontro tra serie diverse che appaiono indipendenti o, tuttalpi, parallele,tali da non incontrarsi mai. In tale ambito da considerare se la reversibilit, in realt, lungi dal riguardare una sola serie, agisce nel rapporto fra due serie e se questa reversibilit fra due serie sia una condizione dellincontro e subordinazione di una serie allaltra.

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4. Serie e reversibilit E il caso, a questo punto, di esaminare la reversibilit in rapporto allincontro di due serie diverse che, per convenzione, denominiamo serie di primo tipo o prima serie e serie di secondo tipo o seconda serie. Nelle due serie che entrano in rapporto si presentano alcuni casi differenti che possono essere cos individuati: in un caso, la serie di primo tipo pu rivolgersi alla serie di secondo tipo che, a sua volta, pu essere passata, presente o futura rispetto alla prima serie. In un altro, nella serie gi trascorsa di secondo tipo, un elemento di essa anteriore alla serie di primo tipo, in un altro ancora, nella serie contemporanea a quella di primo tipo, ogni elemento delle due serie agisce nello stesso tempo, in altre serie, poi, la serie di primo tipo anteriore rispetto a quella di secondo tipo che posteriore. Lanteriorit, la posteriorit e la contemporaneit pu essere o fra un elemento di una serie nei confronti degli altri dellaltra serie che possono essere contemporanei o avere diversi momenti temporali. Poste in rilievo queste diverse situazioni delle serie, si hanno, nel rapporto fra loro, i seguenti nessi fra gli elementi: presente-passato, presente presente, presente-futuro, dove il primo termine del legame indicato si riferisce alla serie di primo tipo e il secondo alla serie di secondo tipo. Lincontro tra le due serie, come appare chiaramente, avviene nel tempo e riguarda linserimento di una serie, che pu anche essere di tipo causale, in unaltra, cio pu riferirsi a un tempo ordinato dal principio di causa ed effetto che fissa i posti e le successioni, oltre che le gerarchie, fra gli elementi delle due serie che, sebbene possano essere in parte parallele in parte, perch gli elementi delle due serie non sono sempre paralleli, tranne quando una serie nel suo complesso contemporanea allinsieme dellaltra manifestano lemergere di un elemento, poniamo, della serie di primo tipo. Questo pu essere causa rispetto a un elemento della serie di

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secondo tipo che un effetto, indipendentemente, per, dallinizio della prima serie nel tempo nei confronti dellaltra che ha, secondo gli esempi portati, un diverso tipo di temporalit: il tempo, anche se una condizione necessaria dellincontro tra le due serie,non comporta lo stesso genere di successione, cio al presente di una serie pu corrispondere il passato o il futuro di un altra, senza che ci implichi limpossibilit di una serie di influire sullaltra. La direzione parallela delle due serie non equivale alleguale coesistenza di tutti gli elementi componenti le due serie nello stesso tempo, visto che linizio nel tempo di una non sempre corrisponde allinizio nel tempo dellaltra che pu avere cadenze temporali diverse. Alla reversibilit dellelemento del primo genere di serie, che pu operare nei confronti degli elementi dellaltra serie procedendo in avanti, indietro o contemporaneamente, secondo linizio nel tempo del secondo tipo di serie, corrisponde unuguale mobilit delle componenti del secondo tipo di serie che possono parimenti andare avanti o indietro o rimanere parallele e contemporanee in riferimento all' attivit della causalit della prima serie che svolge un ruolo fondamentale nel far convergere le rappresentazioni della seconda serie. Ci si spiega con il fatto che lelemento iniziale della prima serie compie una funzione centrale, egemone ed elevata in riferimento agli altri elementi della seconda serie, sicch in grado di agire richiamando a s e ordinando rappresentazioni presenti, passate e future della seconda serie: il tempo, come condizione necessaria delle due serie, solo come una cornice essenziale che, nondimeno, rimane dinamica nei complessi incroci di presente, passato e futuro che sono, in tal modo, reversibili nella misura in cui un elemento fondamentale della prima serie si sposta avanti e indietro, secondo lagire del soggetto, o in modo simultaneo attirando qualche rappresentazioni della seconda serie, anchessa simultanea. Il tempo sembra, da quanto detto, essere, spazializzandolo, oltre che uno scorrere sempre ulteriore, un insieme di posti occupati dal movimento dellelemento fondamentale della prima serie che li percorre andando avanti e indietro o intervenendo contemporaneamente rispetto alla seconda serie. Tuttavia,

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nonostante le caratteristiche indicate nei due processi che entrano in rapporto, un aspetto rimane costante al diverso incontrarsi delle serie: lelemento fondamentale della prima serie causa nei confronti di uno o pi elementi della seconda serie che, incrociandosi, diventano effetti di un altro tipo di causalit, svolto da un termine della prima serie secondo lesempio da noi precedentemente fatto. Tenendo conto di quanto visto sul nesso fra le due serie, si pu porre il problema su quale sia lelemento che si muove prima e si dirige verso laltra serie, cio, dato un elemento della prima serie denominato A e un elemento della seconda serie denominato A, A che va verso A o, inversamente, A che va verso A? Per rispondere a questa domanda possiamo inizialmente notare che lincontro fra le due serie pu essere, ad un tempo, casuale e riflesso: casuale perch occasionalmente una nota di una rappresentazione, ad esempio il colore rosso, pu apparire in primo piano ed entrare in relazione con unaltra rappresentazione, che secondo lesempio, presenta anche il colore rosso si pensi al rosso di alcuni fiori di un prato dipinto di unaltra serie che procede in modo autonomo, riflesso, perch la nota della rappresentazione messa in primo piano rinvia anche allattenta considerazione del soggetto che, a tal punto, in condizione di inserirla in una serie che procede indipendentemente dallaltra serie. Si consideri, nellambito di quanto detto, la sensazione del rossore del viso che pu essere intesa sia in senso fisico, come manifestazione di calore, e fare parte di un determinato processo di rappresentazioni, sia in senso sentimentale e far parte di un altro processo che fa leva su fattori emotivi che assumono una stessa tonalit di significato. I due processi, ad ogni modo, possono avere relazioni fra loro perch una stessa rappresentazione, presente in ambedue i processi, ha un nucleo di significato che lo stesso, in base allesempio sopra fatto, e che contiene in s una nota che comune ad entrambe le rappresentazioni delle due serie che, una volta messa in risalto, in grado di far parte di serie differenti, dotate di vita autonoma. Questultimo caso pu avere un senso diverso; infatti, volendo esemplificare, anche se in modo

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essenziale, il processo rappresentato dallo scorrere di una nave in un fiume ricordando lesempio kantiano della seconda analogia dellesperienza che segue landamento della corrente, la quale fa assumere alla nave posizioni diverse e successive, pu anche far pensare al tempo e al suo fluire connesso a un certo ritmo che ha, come momenti, il passato, il presente e il futuro. La corrente, in questo caso, d la legge del mutamento dei momenti temporali e dei fenomeni nel tempo, sicch, riflettendo, su un concetto, si pu per analogia passare allaltro senza dimenticare i limiti di un discorso basato su unanalogia di proporzione e considerare una nota di uno come, pur nella diversit dei processi presi in esame, attribuibile allaltro. In questo caso, le due serie che riguardano il fiume con la nave e la corrente che la spinge e il tempo, con lalternarsi di passato, presente e futuro, non sono quasi parallele, nel senso che da una si possa, senza limitazioni, passare allaltra in quanto sono situate su un piano differente, anche seguendo un criterio analogico che coglie somiglianze di rapporti tra concetti o processi fra loro diversi. Da quanto visto, le due serie riguardano due ambiti differenti, quello reale fiume, nave e corrente che spinge la nave e quello ideale rappresentato dal tempo e dal suo diverso fluire secondo il passato, il presente e il futuro. Oltre a ci, le serie possono essere entrambe ideali come, ad esempio, avviene se pensiamo alla serie del tempo, scandita da passato, presente e futuro e alla serie dei numeri che, secondo Kant, sebbene non condiviso da filosofi e matematici,8 ha un
Si consideri la concezione di Leibniz sullaritmetica che, diversamente da Kant, non riteneva la somma di due numeri usando una terminologia di Kant e non di Leibniz un giudizio sintetico a priori perch si basa sulla legge associativa e su quella commutativa che seguono il principio di non contraddizione. Si tenga presente quanto Teofilo afferma, rispondendo a Filalete: Voi sembrate aver dimenticato, signore, come vi ho fatto vedere pi di una volta, che dire uno e due fanno tre, non altro che la definizione del termine tre, in modo che dire che uno e due uguale a tre significa dire che una cosa uguale a se stessa. Per ci che concerne questo assioma, che il tutto uguale a tutte le sue parti prese insieme, Euclide non se ne serve affatto espressamente. Un tale assioma abbisogna infatti di qualche limitazione, poich bisogna aggiungere che le parti non debbono avere esse stesse qualche parte in comune; 7 e 8 per esempio sono parti di 12, ma insieme fanno pi di 12. Il
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significato temporale se dal numero passiamo al numerare che avviene in modo successivo nel tempo. Le serie, poi, possono essere, da un lato ideali, come, ad esempio il tempo, dallaltro, anche reali come, ad esempio, si manifesta se teniamo presente una serie musicale concepita come successione ordinata di intervalli quale emerge dal tema di una composizione musicale. Nelle due serie ricordate, il nesso fra esse non , secondo le considerazioni fatte a proposito dellesempio della nave in un fiume e del tempo, fondato sullanalogia, come somiglianza di relazioni fra successioni diverse ordinate anche se il tempo una dimensione essenziale che compare in queste serie -, ma su altre caratteristiche, come gli intervalli, nel caso della serie musicale. Dopo aver considerato alcune serie e il loro rapporto che pu essere, riepilogando, fra serie reale e serie ideale o, inversamente, fra serie reale e serie reale o fra serie ideale e serie ideale, dove per ideale intendiamo lemergere della dimensione rappresentativa che pu essere soggettiva o oggettiva, intellettuale o sentimentale, secondo i diversi processi cui possiamo far riferimento, senza dimenticare che lincontro fra due serie pu anche essere casuale e, ad un tempo, riflesso, cerchiamo di rispondere al problema che ci eravamo posti riguardante quale elemento di due serie in relazione muta direzione e va verso laltra serie. In tale ambito, tenendo presente le diverse serie prese in esame, possiamo affermare che in tutte le serie non oggettive la rappresentazione che fa parte di un insieme va verso la rappresentazione di un altro se entra in azione un soggetto, anche se parzialmente cosciente, che pone in relazione una
busto e il tronco presi insieme sono pi che luomo per il fatto che il torace comune ad ambedue. Ma Euclide dice che il tutto pi grande della sua parte, il che non va soggetto ad alcuna precauzione. G. W. Leibniz, Nuovi saggi sullintelletto umano, tr.it. a c. M. Mugnai, Roma, 1982, p.401. (G. W. Leibniz, Nouveaux essais sur lentendement humain in C. I. Gerhardt, Die philosophischen Schriften von G. W. Leibniz, 7 voll. Berlin 18775-90, repr. Hildesheim, 1960-61, V, 413). Sulla teoria kantiana dellaritmetica cf. G. Martin, Aritmetik und Kombinatorik bei Kant, 1972.

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rappresentazione con le altre di una stessa serie o di una serie diversa, cio le serie entrano in relazione se c un soggetto che le pone in rapporto, vale a dire se collega una rappresentazione alle altre nellambito di due serie. La relazione fra le serie rivela unattivit originaria e fondante svolta dal soggetto conoscente; ci significa che la relazione, almeno ad una prima considerazione, di tipo ideale, legata com alla capacit rappresentativa del soggetto finito che dotato di uno sguardo diverso quando riflette, ponendo in risalto i nessi fra le serie. Lo spostamento dalle serie al loro rapporto e a chi le pone in relazione in condizione di mettere in luce che sovente la posizione del rapporto d vita a una terza serie, differente dalle prime due allinizio esaminate. In tal modo, se ripensiamo alla serie della nave che percorre un fiume, mediante la corrente, e allaltra serie di un cavallo che tira un carro sulle sponde dello stesso fiume e alle varie posizioni occupate dal carro durante un certo tempo e, parimenti, alla distanza coperta in un certo lasso di tempo dal carro spinto dal cavallo per raggiungere un luogo, allora ci accorgiamo, usando un sistema di misura che pu essere applicato alle posizioni del carro e alle posizioni della nave sul fiume, che il primo occupa un posto quando laltro ne occupa un altro, cio abbiamo una terza serie. Questa risulta dallapplicazione di un criterio di misura al carro e alla nave che consente una successione ordinata nel tempo, per mezzo di una precedente quantificazione dei due processi connessi al carro e alla nave. La terza serie, come appare, collegata al soggetto considerante che non si limita a cogliere le serie nella loro indipendenza luna dallaltra: il rapporto posto dal soggetto, pur riferendosi alle due serie, ha caratteristiche proprie, diverse dalle due serie.

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