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Redazione: via Valadier n 42 00193 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)
tel. +39 06 32818.1 fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009
di Peter Gomez
A
dimostrazione di come il potere non sia solo il
pi grande afrodisiaco (parola di Henry Kis-
singer), ma di come dia pure alla testa, il ministro per
i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, ci
mette meno di quattro minuti per de-
molire, agli occhi dellEuropa e dei cit-
tadini, un altro pezzo di credibilit del
governo Renzi. Quando il M5S le chie-
de come mai sia stata nominata sot-
tosegretario Maria Teresa Barracciu,
fatta ritirare proprio da Renzi dalla cor-
sa per la presidenza della Sardegna per-
ch sotto inchiesta per peculato, lei non
spiega. Ma dice che Barracciu unam -
ministratrice esperta, che stata pure
europarlamentare, e che in ogni caso lesecutivo non
chiede le dimissioni di ministri e parlamentari sulla
base di un avviso di garanzia. Per tutti loro vale il
principio di innocenza e le loro eventuali dimissioni
saranno valutate solo al termine dellinchiesta penale.
Diventa insomma chiaro che per lesecutivo promuo-
vere sottosegretari, ministri e viceministri degli inda-
gati o degli imputati ce ne sono altri 4 non stato
uno sbaglio, ma una scelta. Nonostante i tanto pub-
blicizzati buoni propositi di Renzi (dobbiamo ridare
credibilit alla politica, dobbiamo essere degni di
onore) non passa nemmenotra i sedicenti rottama-
tori lidea che chi ricopre cariche pubbliche abbia degli
oneri diversi rispetto a quelli dei normali cittadini. E
che il principio di non colpevolezza debba sempre
valere in tribunale, ma che nelle istituzioni del secon-
do paese pi corrotto dEuropa sia invece necessario
ricorrere a criteri di elementare buon senso. Cose del
tipo: non fa carriera chi non ha ancora chiarito la pro-
pria posizione. Intendiamoci, questo non grave tan-
to per gli elettori. Loro, intanto, ai gattopardi e ai bu-
giardi ci hanno fatto il callo. pericoloso invece per il
Paese. Renzi, nel giorno in cui la Ue retrocede lItalia
tra le nazioni il cui debito rischia di finire fuori con-
trollo, invia un segnale devastante: non siamo cam-
biati. Anzi siamo peggiorati. E questo per chi vive in
Capitali dove ci si dimette per aver pagato in nero la
colf, peggio di un d ow n g ra d e . Perch nessuno dar
mai credito e fiducia agli impegni di un governo che, a
torto o ragione, sospetta essere come sempre popolato
da ladri e da corrotti. Povera Italia. E poveri italiani.
Il metodo Esposito
di Marco Travaglio
U
n giorno o laltro qualcuno dovr vergo-
gnarsi e chiedere scusa al giudice Antonio
Esposito, presidente della II sezione della Cas-
sazione. Bisogna tornare indietro agli anni doro
di Mani Pulite per trovare una campagna di scre-
ditamento cos forsennata contro un magistrato
onesto. Una campagna talmente trasversale che,
a spiegarla, non basta neppure la sentenza di
condanna di B. nel processo Mediaset. Infatti c
dellaltro: Esposito, oltre ad aver seguito con ri-
gore e seriet una montagna di mafia e/o ma-
laffare politico e finanziario, l11 giugno 2013 ha
presieduto il collegio che ha respinto la ricusa-
zione presentata dallex capitano Giuseppe De
Donno contro il gup di Palermo Piergiorgio Mo-
rosini, un altro giudice onesto e coraggioso che
aveva rinviato a giudizio tutti gli imputati del
processo sulla trattativa Stato-mafia. Su quella
ricusazione i molti amici degli imputati politici,
dal Quirinale in gi, avevano puntato tutte le
speranze di far saltare il processo. Che invece,
grazie a Esposito, riprese subito spedito davanti
alla Corte dAssise di Palermo. Un mese dopo, il
9 luglio, Esposito divenne assegnatario come
presidente di turno della sezione feriale della
Cassazione del processo Mediaset. E il 1 ago-
sto lesse il dispositivo della condanna che ha ter-
remotato la politica italiana tutta, mettendo in
crisi le larghe intese che sorreggevano il governo
Letta-Berlusconi-Napolitano. Poteva Esposito
pensare di passarla liscia, dopo aver fatto il pro-
prio dovere non una, ma due volte nel giro di un
mese nei due processi pi temuti dal sistema di
potere che infesta lItalia? No che non poteva.
Aggredito per tutta lestate da una campagna po-
litico-giornalistica berlusconiana e mai difeso da
chi avrebbe dovuto, cio il centrosinistra e so-
prattutto il Quirinale e il Csm, Esposito fin ad-
dirittura alla sbarra a Palazzo dei Marescialli, con
proposta di trasferimento dufficio, per unin-
tervista (manipolata) a Il Mattino.
Era accusato di aver anticipato le motivazioni
della sentenza Mediaset prima che fossero de-
positate. Accusa che tutti sapevano fin da subito
essere falsa: nel testo concordato con il giorna-
lista, lintervista non conteneva alcun accenno
n nelle domande, n nelle risposte a B. o al
processo Mediaset. Il giudice, parlando in gene-
rale di questioni giuridiche, aveva soltanto spie-
gato che la formula non poteva non sapere non
esiste in diritto: per condannare un imputato bi-
sogna dimostrare che sapeva o che faceva. La do-
manda Non questo il motivo per cui si giunti
alla condanna? E qual allora?, fu aggiunta dal
giornalista sul testo gi concordato via fax e al-
linsaputa del giudice, cos da poter sparare un
bel titolo su B. condannato perch sapeva. A
novembre, dopo tre mesi di graticola, il Csm do-
vette arrendersi a unevidenza chiara fin da su-
bito e archiviare il trasferimento di Esposito. Ma
i consiglieri Pdl, per sfregiarlo ugualmente, pro-
posero di inserire una nota di demerito nel suo
fascicolo personale: proposta fatta propria a fine
febbraio dalla IV commissione del Csm. Cos lo
sputtanamento continua alla vigilia della deci-
sione del Consiglio giudiziario, che ogni quattro
anni deve confermare o revocare gli incarichi di-
rettivi ai giudici apicali. La speranza dei molti
nemici di Esposito che venga cacciato da pre-
sidente della II sezione. E non detto che restino
delusi: il Consiglio giudiziario doveva esprimersi
il 3 marzo, ma ha stranamente rinviato il ver-
detto senza fissare la nuova data. Cos lassedio a
Esposito prosegue, a tenaglia, da tre fronti: non
solo la IV commissione del Csm e il Consiglio
giudiziario, ma anche la Procura generale della
Cassazione. Ieri infatti fonti del Csm, violando il
segreto dufficio, hanno fatto trapelare ai gior-
nali che il Pg Gianfranco Ciani ha avviato la-
zione disciplinare contro Esposito, sempre per
lintervista al Mattino; e qualcun altro, in barba al
segreto investigativo, ha spifferato al Co r r i e re la
notizia di unindagine a Brescia sul figlio di
Esposito, Ferdinando, pm a Milano.
Segue a pagina 7
dc
GIOVANI GATTOPARDI
Renzi spiega Facebook
ai bambini. partito da come
si rimuovono gli amici
w w w. s p i n oza . i t
LA CATTIVERIA
Antonella Mansi, presidente
dellaFondazione Mps Dlm
180 milioni di multa alle due
multinazionali: nella cura
di patologie oculistiche
spinsero il Lucentis (900
euro a fiala) contro
lequivalente Avastin (81
euro). Danno alla Sanit
pubblica: 45 milioni nel 2012
Pacelli e Rodano pag. 8
SALUTE LAntitrust scopre un patto occulto fra Roche e Novartis
Quel farmaco costa
poco: screditiamolo
IL PM E LA TRATTATIVA
Di Matteo chiede
il trasferimento
alla Dna (Roma)
Lo Bianco e Rizza pag. 11
La ministra Boschi, molto vicina al premier, esordisce alla Camera rispondendo
ai 5Stelle sui cinque inquisiti al governo: Non chiederemo passi indietro
a chi ha avvisi di garanzia. Nemmeno ai tempi di Tangentopoli e del Caimano
RENZI CAMBIA VERSO
GLI INDAGATI NON SI TOCCANO
Liquidato Gentile, lNcd di Alfano nomina capogruppoalla Camera li n d a ga t a
Nunzia De Girolamo. Per fugare i sospetti di collusione con il giustizialismo
LA BANCA DI SIENA
Scalata in Borsa
a Mps, la Consob
indaga: acquirente
dallestero?
Vecchi pag. 7
GIOVENT RENZISTA
Facciam un salto
battiam le mani:
arrivano i Balilla
del Caro Leader
IL SINDACO DI BARI
Emiliano: Ogni
rottamazione
ha i suoi momenti
di restaurazione
AUSTERITY PER SEMPRE
LUe stanga lItalia: Debito
eccessivo, tagliate 5 miliardi
Caporale pag. 4
Ranieri pag. 5
Feltri pag. 4
dEsposito, Lillo, Marra, Palombi e Tecce pag. 2 - 3
Udi Davide Milosa
SEVE SO,
BENVENUTI
NELLASILO
DEI BOSS
L
istruzione, quella dei
pi piccoli, quella
degli asili nido. Un affare
pulito pulito, nel quale i
genitori che iscrivono i
bambini pagano tutto e
subito. Insomma c da
guadagnarci, ripulendo
anche un bel po di euro. E,
caso forse unico nel ro-
manzo criminale italiano,
la ndrangheta ci si infi-
lata di corsa. Non in Ca-
labria, ma in Lombardia.
Un vero inedito che va
in scena a Seveso, terra di
lidea di creare una banca
clandestina, suo il progetto
di infilarsi nel settore scola-
stico attraverso la srl Piane -
ta dei bambini che gestiva
lasilo di via Cardinale Fede-
rico Borromeo e le cui quote
sono state sequestrate assie-
me a quelle di altre 30 im-
prese della galassia econo-
mica delle ndrine. Tra i
soci compare Fausto
Giordano, manager sviz-
zero organico al clan, in-
dagato per associazione
mafiosa. Era stato lui a
chiedere i permessi allAsl
e a gestire alla luce del sole
lasilo. E a riciclare i soldi
di droga e appalti truccati
nel posto pi incredibile
per la filosofia criminale:
l dove crescono e giocano
i bambini.
Brianza, una volta solo ope-
rosa e oggi anche meta pre-
diletta dai boss. Tra questi,
Pino Pensabene detto il Pa-
pa arrestato due giorni fa
dallantimafia milanese e in-
terprete della nuova ndran -
gheta che si fa impresa. Sua
y(7HC0D7*KSTKKQ( +&!"!@!"!]
2 GIOVED 6 MARZO 2014 il Fatto Quotidiano FERMI TUTTI
Spese pazze
e abuso duf ficio
I 5 sotto inchiesta
INDAGATI A CASA? NON
INTENZIONE DEL GOVERNO
IL MINISTRO BOSCHI ALLA CAMERA: I SOTTOSEGRETARI NON SI TOCCANO
di Fabrizio dE s p o s i to
I
n unaula vuota e sorda
pure, la Boschi rosa e
renziana, dal colore della
camicia, completa la
mutazione genetica del Pd. Gli
indagati di governo non si toc-
cano. Punto. Barracciu, per
loccasione, ma anche De Filip-
po, Bubbico e Del Basso De Ca-
ro. Salvarne una per salvare gli
altri tre. La questione morale
morta e sepolta. Con tanto di
timbro parlamentare, nasce la
questione della doppia morale
della sinistra. Il Cinghiale cala-
bro e censore, alias Tonino
Gentile di Ncd, a casa ma gli al-
tri no. Nel caso della Barracciu
la doppia morale ha persino
una variante ad personam, come
spiega una deputata grillina,
Emanuela Corda: Noi vorrem-
mo capire secondo quali criteri
Matteo Renzi abbia considerato
lonorevole Barracciu non can-
didabile alla carica di governa-
trice ma notevolmente idonea
invece a ricoprire lincarico di
sottosegretario. Vogliamo ca-
pire perch lavete prima ac-
compagnata alla porta e poi la
fate rientrare dalla finestra.
MARTED 5 MARZO, alle 15 e
45. A Montecitorio, in aula, non
ci sono pi di trenta deputati. Si
contano facilmente, dalla tribu-
na stampa. Question time, si
chiama cos il tempo dedicato
alle interrogazioni. Una riguar-
da proprio la Barracciu, lha pre-
sentata il Movimento 5 Stelle. La
Corda esaurisce il minuto che
ha a disposizione e tocca a Maria
Elena Boschi, ministro per i
Rapporti con il Parlamento, al-
zarsi e rispondere. La ministra,
come la chiama il vicepresiden-
te Luigi Di Maio, altro grillino,
ripete il copione quasi a memo-
ria, senza tenere conto del cru-
ciale quesito sollevato dal M5S:
Perch in Sardegna no e al go-
verno s?. La giovane Boschi,
rosa e renziana, mette il suo viso
da Madonna su un Pd democri-
stiano, socialista e berlusconia-
no allo stesso tempo. Nemmeno
il partito dalemiano era mai ar-
rivato a tanto: Non intenzio-
ne di questo governo chiedere
dimissioni di ministri o sottose-
gretari sulla base di un avviso di
garanzia, ma eventualmente per
motivi di opportunit politica.
Noi tutti abbiamo giurato sulla
Costituzione e sappiamo che
uno dei principi fondamentali
la presunzione di innocenza.
Lavviso di garanzia un atto
dovuto, posto a tutela di ogni
cittadino e di ogni indagato per
poter esercitare pienamente il
diritto di difesa; non unanti -
cipazione di condanna. Quindi,
questo procedimento nei con-
fronti della Barracciu nella fase
preliminare, il sottosegretario
ha chiesto anche una accelera-
zione dei tempi; allesito il go-
verno valuter se suggerire le di-
missioni del sottosegretario.
La svolta del Pd si consuma in
meno di dieci minuti. Sempre in
aula vuota. Sorda e sarda. I gril-
lini non si ritengono soddisfatti
e vanno allattacco. A parlare
stavolta Nicola Bianchi: Ma la
Barracciu non si era fatta da par-
te perch non era eticamente
corretto candidarsi dopo essere
stata indagata per aver sperpe-
rato soldi pubblici? Ebbene s:
soldi pubblici. Si parla, nello
specifico, di 33 mila euro di rim-
borsi di benzina. Facendo un ra-
pido calcolo, si evince che cor-
rispondono a circa 19.400 litri,
lequivalente che serve a fare il
giro della terra per sette volte.
Ma non ci sar nulla da fare. Gli
indagati resteranno al loro po-
sto, con la complicit di Ncd che
non chieder la loro testa per bi-
lanciare il sacrificio di Gentile.
Schifani si premurato di pre-
cisarlo: Noi siamo e resteremo
garantisti. La costituzionalista
Lorenza Carlassare sul sito di Li-
bert e Giustizia ricorda che il
capo dello Stato avrebbe potuto
impedire la nomina di inquisiti.
Articolo 54 della nostra Carta: la
garanzia dellonore.
Non solo. Dalle 15 alle 16, il que -
stion time stato illuminante per
capire che cosa diventato que-
sto partito. Prima della Boschi,
un deputato democrat, Matteo
Mauro, vicinissimo al famigera-
to Penati, ha chiesto al ministro
Lupi di fare in fretta per il Terzo
Valico, quello da Rotterdam a
Genova. E Lupi lo ha rassicura-
to. Ci sono 1,9 miliardi di euro
in ballo. Quindi: Il governo de-
cide e gli enti attuano. Senza
fiatare. Indagati, affari, lItali -
cum pasticciato. una deriva
infinita.
fatto
a mano
LA MUTAZIONE
Con la risposta
alli n te r ro ga z i o n e
M5S (cui assistono
solo 30 deputati)
la questione morale
morta e sepolta
Barracciu barricata al Mibac
Avr il Turismo e (forse) Expo
IN PIENA ATTIVIT
di Carlo Tecce
D
rin, drin, drin. Un rumore sner-
vante, e un po dimesso, segnala
che una donna in apparente fuga ha for-
zato luscita demergenza. E il doppio
vetro, incastonato in questa orribile
porticina di metallo che deturpa lex
Colleggio Romano che immagin il
pontefice Gregorio XIII e disegn lar -
chitetto gesuita Valeriano, fa intravede-
re il sottosegretario Francesca Barracciu
che scappa dai cronisti e si trascina con
eleganza una borsetta Luis Vuitton. Ca-
gliari fu ostile, le primarie vinte, la ri-
tirata tattica. La sarda di Sorgono (Nuo-
ro), che voleva governare lisola, s rin-
tanata qui: a Roma, fra la chiesa di San-
tIgnazio e via del Corso, al ministero
per la Cultura dove il partito lha sca-
raventata per riconoscenza. Perch i
sondaggi, per le elezioni regionali e non
(ovvio) per una nomina precotta, face-
vano pesare (e valere) lavviso di garan-
zia per peculato, 33.000 euro di rimborsi
di troppo per il mandato da consigliere.
Ancora prima di ricevere limmunit
dal ministro Maria Elena Boschi, che
esclude nuovi commiati dal governo, il
sottosegretario Barracciu s consultata
con i renziani, soprattutto con il men-
tore Luca Lotti, che ha gestito il trasfe-
rimento romano e adesso lo deve tute-
lare. E allora per tre giorni interi senza
proferir verbo, nonostante le richieste
di Cinque Stelle e di colleghi (sparsi) de-
mocratici, Barracciu asserragliata al
Mibac. Ha strappato con disinvoltura la
stanza nel corrodio centrale, formida-
bile per osservare i passaggi di Dario
Franceschini, il ministro romanziere
ex plenipotenziario di Enrico Letta
che s premurato di far visitare il pa-
lazzo al sottosegretario e che, con gen-
tilezza estrema, ha ricevuto pi volte per
definire le deleghe operative. E cos la
Barracciu ha imparato che i compiti li
distribuisce il ministro e non sono un
allegato burocratico.
A PRECISAdomanda su Twitter - si oc-
cuper di Cultura, di Turismo o di en-
trambi? - il sottosegretario ha risposto:
Ciao, ieri sono arrivata di corsa e non
ho potuto verificare nel dettaglio. Sto
andando a verificare, poi ti dico. Il cin-
guettio lha rimosso con lingenuit di
chi sillude che la rete sia emendabile. E
poi davvero s recata al ministero, e non
s mossa pi con lordine di un rigoroso
silenzio, che palazzo Chigi ha consegna-
to per evitare che il carattere esuberante
creasse pasticci a ripetizione. France-
schini lha accolta con generosit fran-
ceschiniana: lhanno mandata l, non
poteva di certo fingere nulla. E ha con-
servato un paio di deleghe interessanti:
Turismo, nessun dubbio e forse Expo
2015. Ilaria Borletti Buitoni, la collega di
Scelta Civica confermata, viene descritta
un po indispettita: ci sono termini pi
appropriati, ma per il momento la
Borletti assiste. I dirigenti del Mibac non
sanno se aprire gli armadi e offrire le car-
te al sottosegretario Barracciu: la vedono
precaria, un po sospesa seppur protetta
da Matteo Renzi. Il sistema interno an-
cora non ha organizzato una struttura
con un capo di segretaria, un portavoce,
un paio di assistenti, ma la Barracciu non
s schiodata da una scrivania sgombra e
da un ufficio senza collaboratori. Non
lascer mai. Soltanto Renzi potrebbe an-
cora cambiare verso. Ma il verso di Renzi
unuscita demergenza come quella che
ha tentato di imboccare la Barracciu: per
il partito democratico vale il codice eti-
co, che poi letica sar opinabile, vuol di-
re che si innocenti fino a sentenza de-
finitiva. E la Barracciu ci crede perch il
governo fischietta e la carriera romana
ha aiutato il Pd a risolvere un problema
in Sardegna. Il governatore Pigliaru non
voleva indagati in Giunta, meglio al go-
verno s pensato. Quanto sar efficace
limmunit di Boschi, si vedr. Pur di
non incrociare i giornalisti, la Barracciu
ha perlustrato il ministero per scovare
un passaggio laterale, un pertugio riser-
vato: niente, e s beccata la seconda, la
terza e la quarta riunione fra s e s.
LIMITAZIONE A BALLAR
Virginia Raffaele ha inaugurato
marted sera a Ballar limita-
zione del neoministro Maria
Elena Boschi. Nello sketch ogni
volta che il giornalista pone
una domanda chiedendo di ri-
solvere una questione co n c re -
t a m e n te , la donna diventa
ammaliatrice, e alla fine non
risponde nulla. Ma va bene.
INTERNO
FILIPPO BUBBICO a processo
per abuso dufficio. I fatti risalgo-
no al 2005 e riguardano una con-
sulenza data da presidente del
consiglio regionale della Basilica-
ta. Il processo sarebbe gi pre-
s c r i t to.
Le sede Mibac al Collegio Romano La Pre ss e
I N F R A ST R U T T U R E
MAURIZIO LUPI Il riconfermato
ministro alle Infrastrutture in quota
Ncd indagato in Sardegna per
concorso in abuso di atti dufficio a
proposito della nomina del com-
missario dellAuthority di Olbia fat-
ta da ministro.
3 il Fatto Quotidiano GIOVED 6 MARZO 2 01 4
Corradino Mineo
Il giornalista-senatore
No a dimissioni
a u t o m at i c h e,
per B u bb i c o. . .
di Marco Palombi
I
ntanto premetto una cosa: non faccio la
campagna sugli indagati, non mi ci tro-
vo. Non penso che un semplice avviso
di garanzia basti. Per dire, la vicenda di
Gentile di una gravit inaudita anche se lui
non indagato. Chissenefrega se non in-
dagato, ha provato a bloccare un giornale....
Corradino Mineo, volto della Rai, oggi sena-
tore del Pd, siciliano, ci tiene alla sua premessa
e dunque sulla questione dei sottosegretari in-
dagati sembrerebbe in linea col suo governo.
Eppure, a entrare nel merito,
scarta di lato, non ce la fa a non
fare qualche distinzione: Ho
sentito quello che ha detto il
ministro Boschi e in linea di
principio sono anche daccor-
do, per....
Pe r ?
Per anche sulla vicenda Bar-
racciu c qualcosa che non mi
torna e sono daccordo con
Rosy Bindi: non capisco per-
ch si sia evitato di candidare
questa signora, sicuramente
innocente, a presidente della
Sardegna e ora la si nomina
sottosegretario alla Cultura.
Ma insomma, se non andava
bene per le elezioni sarde, per-
ch ora va bene per il governo?
Per non un discorso generale.
Per gli altri indagati non vale.
Non vale in automatico, perch quello che di-
cono le Procure non legge. Prendiamo la-
buso in atti dufficio.
Pre n d i a m o l o.
Quello un reato che pu essere contestato
anche al sindaco pi integerrimo, anche per
dire a quello di Messina, Renato Accorinti, che
ho conosciuto recentemente.
Se lei si riferisce al caso del viceministro del-
lInterno Filippo Bubbico, per, non si tratta
solo di un avviso di garanzia: in corso il pro-
ce ss o.
Dicevo in generale, per vero e infatti, anche
se non significa che sia colpevole, la sua no-
mina la trovo un fatto inopportuno. Io dicia-
mo che non lo avrei fatto: daltronde non pen-
so ci sia solo lui in grado di fare quel lavoro.
Quindi Barracciu e Bubbico meglio di no, gli al-
tri passi.
che non ci sto al discorso che tutti sono
impresentabili, lho gi detto.
Renzi, per, s presentato
come premier indicando tra
le priorit quella di agire sul-
le spese dei consigli regiona-
li e i sottosegretari Pd pro-
prio per quello sono inquisi-
ti.
Vero, ma io non sono mica
Renzi. Chi lo dice che basta
non essere inquisiti per an-
dare bene? Per me la que-
stione morale in primo
luogo politica.
Non si unisce alla campagna
per le dimissioni dei sotto-
s e g re t a r i .
No, non mi ci trovo in que-
ste cose che fanno i miei col-
leghi civatiani e anche il vo-
stro giornale. Ripeto una
questione politica.
Un po va go.
Ripeto: il criterio non pu essere quello del-
lavviso di garanzia. Faccio un esempio sici-
liano: com possibile che non si candidi Vla-
dimiro Crisafulli perch inopportuno e poi
quello diventi il principale azionista del nuovo
segretario regionale? C qualcosa che non
torna.
Ce lo dica.
O ancora inopportuno oppure bisogna chie-
dergli scusa.
S T RA N E Z Z E
DE M O C RAT
Co m possibile che
non si candidi Crisafulli
perch inopportuno
e poi lo stesso
diventa il principale
azionista del nuovo
segretario regionale?
V
ice ministro Morando? No, mi scu-
si, oggi non posso rilasciare intervi-
ste. Enrico Morando non solo il
vice dellEconomia, ma anche il pre-
sidente della Commissione di Garanzia del Pd.
Ma ha troppo da fare per parlare di qualsiasi ar-
gomento. E dunque anche dei sottosegretari in-
dagati. Se per Stefano Fassina, ex vice ministro,
dimissionario per unindimenticabile chi di
Renzi ha le idee molto chiare (Sono sulle po-
sizioni del governo: indagata, non condannata
neanche in primo grado), ma
preferisce non dilungarsi nel ra-
gionamento. Luigi Berlinguer,
ex presidente della medesima
Commissione di garanzia, ri-
chiama alla complessit delle si-
tuazioni, per cui non si pu fare
di tutta unerba un fascio. Ma
lascia intendere che del caso
Barracciu bisogner saperne di
pi. Alla fine Alessia Morani, la
responsabile Giustizia, sembra
lunica pronta a rivendicare la
scelta del governo.
Onorevole Morani, qual la sua
posizione sui sottosegretari in-
d a ga t i ?
Io sono una garantista, mi pare
si debba garantire alle persone
indagate il diritto di difendersi.
Dunque, Francesca Barracciu non si deve dimet-
te re?
No. Non indagata, ha ricevuto un avviso di ga-
ranzia. Se ci fosse un rinvio a giudizio uno po-
trebbe avere anche un dubbio.
Eppure accusata di aver sperperato 33mila eu-
ro di soldi pubblici in benzina.
Il processo deve ancora partire, non sappiamo se
il fatto di reato c o non c.
Per stiamo parlando di un sottosegretario, non
di un cittadino comune. Non le pare ci sia un caso
di opportunit politica?
Non si pu mettere in croce nessuno
Ma se cos perch allora avete ritirato la sua
candidatura in Sardegna?
Ha deciso il partito sardo, bisognerebbe chieder-
lo a loro.
Mi vuol dire che nel Pd non c a livello centrale
nessuna condivisione delle scelte locali?
Il Pd un partito che rispetta il principio ter-
ritoriale delle candidature. Posso fare una ri-
chiesta?
Pre go.
Chiedo al Movimento 5 stelle
che ha presentato la mozione
di sfiducia nei confronti dei
sottosegretari lo stesso rigore
nei confronti dei loro parla-
mentari che sono indagati,
Sorial per vilipendio e De Ro-
sa per ingiuria.
Non sarebbe dovuto rimanere
al suo posto anche Antonio
G e n t i l e?
La decisione di lasciare lha
presa Gentile insieme allNcd
per una questione di oppor-
tunit politica. L non c
neanche unindagine, un ca-
so diverso. Che per riguarda
la libert di stampa, una liber-
t fondamentale. Dunque,
utile anche per il governo.
Beh, Matteo Renzi non ha fatto mistero di essere
soddisfatto della decisione di Gentile.
Quel caso occupava tanta parte dei media pro-
prio perch toccava delle liberta fondamentali.
Ma un caso chiuso, no?
E gli altri invece sono aperti?
La Barracciu e gli altri tre sottosegretari indagati
sono soggetti a unindagine, come il ministro
Lupi. Il giudizio sospeso, finch non interviene
un provvedimento che chiuda la questione. Vor-
rei aggiungere solo che le norme sono state fatte
nel rispetto del Codice etico del Pd.
MISTERI
ISOLANI
Perch non labbiamo
pi candidata
in Sardegna?
Ha deciso
il partito sardo,
b i s o g n e re b b e
chiederlo a loro
FERMI TUTTI
Cosimo Ferri, la toga che non dispiace al Quirinale
NAPOLITANO AVEVA ESCLUSO GRATTERI ALLA GIUSTIZIA PERCH MAGISTRATO IN ATTIVIT. MA AL GOVERNO RESTA UN GIUDICE S I N DACA L I STA
di Marco Lillo
I
l presidente della Repubblica
ha stoppato Nicola Gratteri
per il posto di ministro della
Giustizia, ma non ha mai detto
una parola su Cosimo Ferri. Il
giudice di Massa Carrara in
aspettativa stato nominato
ben due volte sottosegretario al-
la Giustizia nonostante il suo
doppio conflitto di interessi.
Dovr occuparsi della regola-
mentazione dei diritti dei ma-
gistrati nonostante faccia anco-
ra parte - in aspettativa - della
categoria, anzi ne sia stato fino
allo scorso anno il pi votato
rappresentante sindacale.
Ferri inoltre si occupato della
riforma della legge sulla diffa-
mazione a mezzo stampa nono-
stante sia un magistrato che pi
volte ha trascinato in giudizio,
davanti ai suoi colleghi, magari
davanti ai suoi elettori, proprio i
giornalisti la cui libert dice di
voler tutelare. Eppure nessun
monito mai giunto dal Quiri-
nale. Figlio del ministro social-
democratico Enrico, famoso
per avere imposto il limite dei
110 allora, fratello dellex poli-
ziotto Filippo, condannato a 3
anni e 8 mesi per i fatti del G8 di
Genova e ora passato dalla Po-
lizia al Milan, Cosimo Ferri
uno dei magistrati pi potenti
dItalia. Nonostante la sua gio-
vane et, 42 anni, il leader in-
discusso della corrente di ma-
gistrati MI, Magistratura Indi-
pendente.
NEL GENNAIO 2011 Cosimo
Ferri stato eletto segretario
della corrente con il 72 per cento
dei voti. A marzo 2012 MI ha
sfiorato il tetto dei duemila e
1196 magistrati hanno scelto
personalmente Ferri come loro
sindacalista. Il suo nome
avrebbe dovuto imbarazzare
Napolitano molto pi di quello
di Gratteri quando ha firmato il
decreto di nomina. Non tanto
per le volte in cui il nome di Ferri
comparso nelle intercettazioni
telefoniche delle indagini Cal-
ciopoli, Agcom e P3 nelle quali
peraltro non mai stato indaga-
to. Ma proprio per il suo con-
flitto di interessi. Quando Ma-
gistratura Indipendente au-
ment i suoi consensi, Ferri si
vant della difesa dei diritti
economici dei magistrati oltre
che della loro dignit professio-
nale e della loro autonomia, in-
dipendenza e imparzialit (ri -
spetto a chi? Da chi? Dalla po-
litica? Verrebbe da chiedere al
sottosegretario) portata avanti
dal suo sindacato.
A differenza di ministri come
Mancuso o Nitto Palma, Ferri
non era n a un passo dalla pen-
sione n in aspettativa quando
fu nominato nel governo Letta
nel maggio scorso. Ferri doveva
sentenziare a Massa sul caso del-
le false cremazioni al cimitero di
Mirteto. Proprio per la sua no-
mina il processo ripartito da
zero con un altro collegio. Solo
grazie a una sfilata di testimoni
costretti a ribadire le loro di-
chiarazioni si arrivati a senten-
za a dicembre. I fatti del cimitero
sono del 2007, la prescrizione
incombe ma per quei testimoni
richiamati e per le famiglie co-
strette a un grottesco replay,
nessuno si indignato. Dal -
tronde non si poteva attendere.
Il magistrato pi votato dai ma-
gistrati per fare gli interessi eco-
nomici dei magistrati, senza es-
sere mai stato votato dai citta-
dini, doveva correre a fare gli in-
teressi di tutti. Nessuno gli ha
chiesto di lasciare la magistratu-
ra. Cos Ferri potr tornare a fa-
re il magistrato-sindacalista pi
forte di prima.
Il giudice Ferri non avverte nes-
sun conflitto di interesse nem-
meno per i tanti processi in piedi
contro i giornalisti, colpevoli di
ricordare le sue chiacchierate
con Claudio Lotito o Giancarlo
Innocenzi. Al Fa t to ha fatto cau-
sa per tre articoli e chiede (anche
a chi scrive) la modica cifra di un
milione di euro, senza riflettere
sul fatto che non elegante per
lui n rassicurante per il giorna-
lista sapere che un giudice su
quattro appartiene alla sua cor-
rente e uno su otto lo ha votato.
Per fortuna il governo Letta vo-
leva intervenire sulla diffama-
zione a mezzo stampa. Il 19 lu-
glio 2013 allaudizione dei diret-
tori delle maggiori testate italia-
ne alla Camera, in rappresen-
tanza del governo, cera proprio
lui, Cosimo Ferri.
A UN CERTO PUNTO il direttore
dellagenzia di stampa Asca
Gianfranco Astori, sbottato:
Mi sento poco rassicurato dalla
rappresentanza del governo
presente in questa sede trattan-
dosi di persona che ha pensato
di interporre causa civile contro
la testata che dirigo, ma non mi
lascer intimidire. A quel pun-
to anche altri giornalisti presen-
ti hanno cominciato a dire come
nel film: Anche io, sono stato
citato in giudizio da Ferri. Lui
imperterrito rimasto al suo po-
sto. Il presidente della Fnsi,
Franco Siddi lancia un appello:
Il sottosegretario Ferri dovreb-
be riflettere sul conflitto di in-
teressi. Chiss che non lo senta
qualcuno sul Colle pi alto.
IN CONFLITTO
N o n o s t a n te
i suoi 42 anni,
il leader
i n d i s c u ss o
di Magistratura
I n d i p e n d e n te
Il sottosegretario alla Giustizia,
CosimoFerri Ansa
I N F R A ST R U T T U R E
U. DEL BASSO DE CARO Lex
consigliere regionale Pd in
Campania accusato di pecu-
lato per una cifra di 11.300 eu-
ro (che lui traduce in 500 eu-
ro al mese) in merito alle
spese pazze in Regione.
BENI CULTURALI
FRANCESCA BARRACCIU
Lex consigliera regionale sarda
accusata di peculato aggra-
vato per 33 mila euro non ren-
dicontati in Regione tra il
2006 e il 2009. Lei si difende:
Spesi in benzina.
SA N I T
VITO DE FILIPPOLex presi-
dente della Basilicata accusato
di peculato nellinchiesta sulle
spese pazze in Regione. In due
anni (2010/2011) ha speso
3.840 euro non rendicontati. La
sua difesa: Erano francobolli.
La responsabile Giustizia
Non c sentenza
Non gettiamogli
la croce addosso
Alessia Morani
di Wanda Marra
4 GIOVED 6 MARZO 2014 il Fatto Quotidiano
SUPER
RENZIANO
Michele Emi-
liano, ex magi-
strato, sinda-
co di Bari
Ansa
di Stefano Feltri
E
adesso vediamo se
Matteo Renzi vuo-
le davvero andare
in Europa e battere
i pugni sul tavolo: I numeri
Ue sull'Italia sono molto duri.
Spero che sia chiaro perch
noi dobbiamo cambiare verso.
Ne parliamo il 12 marzo, ha
scritto ieri il premier su Twit-
ter evocando il prossimo Con-
siglio dei ministri. Ieri da Bru-
xelles arrivato uno dei mille
giudizi sullItalia previsti dalle
gabbie di regolamenti che si
sono stratificati negli anni del-
la crisi: si tratta dellesame su-
gli squilibri macro economi-
ci. Per anni lEuropa ha con-
siderato solo i saldi di bilancio,
ora guarda anche a come fun-
zionano le economie che li
producono. Responso: lItalia
ha squilibri macro economici
eccessivi che richiedono un
monitoraggio specifico e una
forte azione politica. Molti
Paesi vengono criticati, inclu-
sa la Germania che ha un ec-
cesso di surplus (esporta trop-
po e consuma troppo poco al-
linterno), dovrebbe rafforzare
la domanda interna, perch
oggi dipende troppo dalleste-
ro. Ma soltanto tre Paesi ven-
gono bocciati: lItalia, la Slo-
venia e la Croazia.
LE CRITICHE allItalia erano
prevedibili: gli squilibri deriva-
no dalla finanza pubblica, con
un debito troppo elevato che
espone il Paese alla volubilit
dei mercati, e la bassa produt-
tivit, colpa dei lavoratori ma
soprattutto del calo degli inve-
stimenti negli anni della crisi.
Invitiamo il nuovo governo
ad affrontare gli squilibri che
richiedono urgenti politiche e
a fare le riforme per rafforzare
crescita e occupazione, ha
detto un nervoso commissario
Olli Rehn. La richiesta pi
esplicita a Renzi quella sul de-
bito e si intreccia con gli altri
parametri che lItalia deve ri-
spettare (la cosiddetta regola
del debito che ci impone un
certo ritmo di riduzione del-
lindebitamento dal 2015). Gi
a novembre la Commissione
aveva chiesto allItalia una ri-
duzione strutturale di circa lo
0,5 per cento del Pil. Mezzo
punto di Pil vale 7,5 miliardi,
ma per la formula adottata
(che concede uno sconto per-
ch vengono considerate le
conseguenze della recessione)
dovrebbero bastare 4-5 miliar-
di. Per strutturali, non
S del Senato
alli st i t u z i o n e
del reato di tortura
CON 231 FAVOREVOLI e tre astenuti
il Senato ha approvato il ddl che isti-
tuisce il reato di tortura. Se il testo ver-
r approvato cos com anche dalla
Camera, il nuovo delitto sar punito
con la reclusione dai tre ai dieci anni,
che potr essere inasprita fino aller -
gastolo in caso di morte del torturato.
Nonostante la larga maggioranza, non
sono mancate le critiche. Il relatore Pd
Luigi Manconi ha definito il testo in -
s o d d i s fa ce n te perch non qualifica la
tortura come reato proprio, ma comu-
ne. In altre parole, qualunque cittadino
imputabile, mentre in molti Paesi eu-
ropei un reato riservato alle forze
dellordine. Dello stesso avviso anche
lUnione dei penalisti italiani che do -
po avere sottolineato come lItalia at-
tendesse questo reato da trentanni
ha definito la nuova norma debole e
co n t ra d d i t to r i a . Il problema lo stes-
so sollevato da Manconi: il fatto che a
commettere tortura sia un pubblico
ufficiale considerata solo unaggra -
vante. Per i penalisti una soluzione
pasticciata, perch il nuovo reato fini-
sce per sovrapporsi alle condotte pre-
viste da altri reati gi esistenti. Invece
quello che si sarebbe dovuto sanzio-
nare il fatto che la persona nelle mani
dello Stato sia sottoposta a violenze.
Il sindaco di Bari
Michele Emiliano
R o t t a m a z i o n e, con qualche pausa
DEBITO E CRESCITA, LUE BOCCIA
LITALIA: IL RIGORE CONTINUA
LA COMMISSIONE CHIEDE AL GOVERNO UN INTERVENTO IMMEDIATO SUI CONTI
PROMESSE E SOLDI
di Antonello Caporale
E
sistono anche i diversamente
renziani. Michele Emiliano il
leader di questa speciale famiglia di
parenti di secondo grado. Fino al-
lanno scorso sostenevo Bersani. Ma
davanti allo spettacolo dei 101 che
trafiggevano Prodi ho alzato le mani
e sono passato dallaltra parte.
Finalmente cascato bene. Ora ca-
polista alle Europee.
Aspettiamo prima di parlare. Ho
dalla mia la faccia, quel po di vi-
sibilit per le idee che
avanzo, ma non possiedo
una rete di rapporti, quel-
le cose che servono a stare
tranquilli in campagna
elettorale.
Renzi gratifica lu n i ve rs o.
Un rottamatore digitale
che nel tempo trasfigurato in gran-
de e tenace inclusore.
Ogni rivoluzione ha i suoi momenti
di fermo, e ogni rottamazione mo-
stra nel suo dispiegarsi segni di re-
staurazione. Anche Napoleone volle
a fianco a s il nemico Talleyrand.
Nel mio piccolo ho provato la dif-
ficolt qui a Bari quando sono stato
eletto sindaco di trovare tutte le
energie necessarie, persone nuove e
giuste a guardia dei mille snodi della
vita pubblica da presidiare. A volte
hai dei buchi, e raccatti quel che c.
Renzi non ha
buchi ma crateri
enormi sotto i
suoi piedi.
Possibile, ma
non aveva scel-
ta.
Se avesse ri-
nunciato ad ac-
coltellare Letta,
fo rs e . . .
Ma se c stata
una processio-
ne degli amici
di Letta, dalla
Confindustria
ai sindacati, che
chiedevano a
Matteo di fare
qualcosa, gli di-
cevano Enrico non regge pi.
Dagli amici mi guardi Iddio.
E la processione dei parlamentari, di
quelli che temevano andasse in fumo
sia Letta (loro amico) sia la propria
poltrona? Il deputato di ruolo trema
allidea del voto anticipato. E ansi-
mando, in tanti sono corsi dal se-
gretario.
Il quale ha accontentato tutti: amici,
nemici, e anche indagati.
Fosse stato per me, mai e poi mai. Era
unoperazione che si poteva evitare.
Cambia verso, ma un po n o.
Mica lunica cosa che non va? Il
fatto che di Mezzogiorno non si parli
neanche sotto tortura, che non c
personale politico, non c interesse,
non c dispiacere. Semplicemente il
Sud non esiste.
Poteva essere un buon ministro per
la Coesione territoriale. Ma il mini-
stero stato raso al suolo.
Cosa posso farci? Eppure tutto quel
che di vitale si muove in questo Pae-
se, per larga parte, proviene dalle
energie disordinate ma indispensa-
bili del Sud. E anche le sue contrad-
dizioni aiutano a illustrare il Paese
non tacendo verit dure ma neces-
sarie. Quel che mi fa star male che
del Sud se ne fottono.
Lo dica al suo amico Renzi.
Essere capolista alle Europee una
risposta o no?
Si vota con le preferenze, attento che
la friggono in padella.
Mica non so che rischio losso del
collo? Ma non c altro partito al-
linfuori del Pd sul quale contare ra-
gionevolmente per affermare alme-
no il concetto di cambiamento. Lei
vede altre sponde, altre liste?
Il Pd una grande confederazione di
correnti, etnie, inimicizie.
Perfetto. Ammesso che sia cos, ha
da indicarmi un altro approdo?
Viva Renzi, allora.
Sto con lui perch vuole distruggere
la burocrazia che ostruisce ogni cosa,
i boiardi che rallentano ogni deci-
sione, i potentati che connettono in-
teressi spuri.
Lei crede a quel che dice?
Sa che non sono ipocrita, dico sem-
pre quel che penso.
Renzi che rottama i potenti, svuota le
rendite, affama i burocrati, sembra
per adesso un film fantastico o un
grande effetto ottico.
Ha la forza e la capacit per fare quel
che dice.
Anche la furbizia per nascondere
quel che pensa.
Aspettiamolo al varco.
In fiduciosa attesa.
Ma la vede la realt? I cambiamenti
da realizzare sono ciclopici, e i riti
della vecchia classe dirigente mai di-
smessi. Tutti in corsa per un posto da
sottosegretario, invece che muovere
i piedi e iniziare a sobillare, trovare
lenergia dove essa nasce, dare linfa a
un progetto.
Ma sono proprio i suoi colleghi i
compagni della sua sventura.
Bisogna rischiare, e nessuna rivolu-
zione ha commessi in livrea che
aprono i portoni e consegnano le
chiavi del comando.
Intanto non si vota. La legge eletto-
rale stabilisce questa singolarit co-
st i t u z i o n a l e .
Se contro la Costituzione la Corte
la cassa. O magari il presidente della
Repubblica rifiuta perfino di pro-
mulgarla. Esistono i rimedi. Questa
una soluzione di compromesso, e ne
vedo anche i limiti. Ma si poteva fare
di pi e meglio?
Forse s.
Forse no.
TROPPI
COMPROMESSI
Ogni rivoluzione
ha i suoi momenti
di stop, ma il premier
ha la capacit
per fare ci che
promette. Del Sud
se ne fottono
con interventi una tantum. So-
no soldi che dovrebbe trovare
il commissario alla revisione
della spesa Carlo Cottarelli. Il
governo Letta ha ignorato la ri-
chiesta, che ieri stata ripetuta.
Ora tocca a Renzi: ha un paio
di mesi di tempo per mandare
a Bruxelles il Piano nazionale
di riforme, un altro dei mille
passaggi richiesti dalle nuove
regole. Entro aprile il governo
dovr spiegare se intende ri-
spettare lindicazione di Bru-
xelles o ignorarla a rischio di
essere sanzionato tra qualche
mese e forse tornare addirittu-
ra sotto procedura dinfrazio -
ne per deficit eccessivo. E il
surplus primario dovr salire
ancora, attorno al 5 per cento,
ancora pi del 4,5 previsto per
il 2013-2015. In sintesi: altro
che fine dellausterit, il rigore
impostato da Mario Monti e,
in misura minore, da Enrico
Letta la nuova normalit.
UN COMUNICATOspiega la li-
nea del ministero dellEcono -
mia di Pier Carlo Padoan: sia-
mo daccordo con lEuropa
sullalleggerire il carico fiscale
sul lavoro (il famoso cuneo fi-
scale), ma sul debito nessuna
promessa di azione immedia-
ta. Forse bisogna aspettare che
il commissario Cottarelli pre-
senti il piano. Nellintenzione
di Bruxelles, il rapporto di ieri
dovrebbe stimolare Renzi a fa-
re le riforme strutturali: ren-
dere i salari pi legati ai risul-
tati e anche alle condizioni del
mercato del lavoro locale (ti -
po stipendi diversi tra Nord e
Sud, una bestemmia per i sin-
dacati), lotta allevasione fisca-
le e la solita lista di desiderata.
Tutto per aumentare la pro-
duttivit (che per aumenta
anche se meno persone produ-
cono le stesse cose, cio licen-
ziando). Il Jobs Act in arrivo la
prossima settimana il conte-
sto in cui Renzi dovr chiarire
cosa c dietro gli slogan, ma a
Bruxelles aspettano atti forma-
li, leggi, non promesse.
L'impegno della presidenza
italiana nel semestre europeo
sar volto a individuare una ri-
sposta comune in termini di
crescita alla crisi che attanaglia
leconomia europea dal 2008,
ha detto ieri il capo dello Stato
Giorgio Napolitano. Nellim -
mediato, per, la ricetta che le
regole europee e italiane per-
mettono alla Commissione di
imporre allItalia resta quella
degli ultimi anni: austerit fi-
scale e riforme del mercato del
lavoro per renderlo pi dina-
mico.
Twitter @stefanofeltri
4-5
MILIARDI
M A N CA N T I
MISTER 3 PER CENTO Matteo Renzi La Pre ss e
5 il Fatto Quotidiano GIOVED 6 MARZO 2 01 4 CULTO PERSONALE
Tra Grillo e Matteo
scintille sul Duce
(e su Forza Nuova)
di Giuseppe Giustolisi
Siracusa
M
atteo Renzi pro-
mette tanto, ai
bambini come agli
adulti e tratta tutti
come un unico pubblico, forse
perch il vero pubblico lui.
Parla di investimenti agli alunni
della scuola elementare Salva-
tore Raiti (uno dei tre carabi-
nieri di scorta al boss Alfio Fer-
lito uccisi nella strage della cir-
convallazione a Palermo) del
quartiere Borgata di Siracusa e
anche ai sindaci della provincia
giunti in Municipio con il loro
carico di problemi e richieste.
Renzi arriva puntuale alle nove
del mattino nella scuola ele-
mentare nuova di zecca di un
quartiere storico della citt da
tempo abbandonato al degrado
e viene accolto da un gruppetto
di ragazzini che suonano pezzi
folk con la gaita. Sarebbe stato
meglio se avesse incontrato gli
studenti delle superiori com -
menta una di loro perch i pic-
coli sono imbeccati dalle mae-
stre. Renzi spiega ai bambini
della Raiti cos la bellezza e ri-
chiama il film di Sorrentino:
Bisogna fare delle scuole la
grande bellezza che dentro di
voi. Sapete cos un premio
Oscar?. Per la risposta c poco
tempo. Avremmo voluto fare
di pi dice Paolo Genovese ,
collaboratore del preside ma il
protocollo era rigidissimo. Al-
luscita da scuola i fischi di qual-
che centinaio di persone che gli
contestano di essere il terzo pre-
sidente del Consiglio che non
passato dal voto. Siamo innan-
zitutto cittadini incazzati, io ho
votato Grillo ma questo non
importante, dice un signore
che regge il cartello La tua de-
mocrazia non democrazia.
POI CORSA IN MUNICIPIO per
dialogare coi sindaci e incontra-
re a porte chiuse gli imprendi-
tori guidati da Ivan Lo Bello e
una delegazione dei forconi con
a capo un Mariano Ferro pi
conciliante del solito. Ci ha
promesso un incontro a Roma
dice Ferro io ho fiducia in
Renzi. Bisogna lasciarlo lavora-
re. Arringa i sindaci il premier
sullimportanza delle scuole:
Vogliamo partire dalla scuola
come intervento educativo e
culturale, ma non c stabilit
fia e corruzione elementi di-
stortivi del mercato. Lo giusti-
fica Crocetta: In un discorso
fatto a braccio c sempre qual-
cosa che salta, ma la mafia fa
parte del suo programma. E
anche lo stesso commissario Li-
brizzi indulgente: Non era ar-
gomento pertinente con lin -
contro di oggi. Sulledilizia sco-
lastica ha speso parole che fanno
sperare e poi lho trovato molto
preparato sulla problematica
degli sbarchi che riguarda anche
la citt di Augusta.
CHIAMA TUTTI per nome Ren-
zi, da Paolo Zappulla segretario
della Cgil di Siracusa che gli
snocciola le cifre delle imprese
che chiudono e gli parla delle
scuole fatiscenti di Siracusa
Non sono come la Raiti a Sil-
via Spadaro che parla della sua
cooperativa sociale. So bene
quali sono le vere condizioni
delle scuole. A me, quando ero
sindaco di Firenze, mandavano
sempre in quelle perfette , ri-
batte il premier a Zappulla.
Fuori dal Municipio, ad atten-
dere Renzi ci sono i cartelli dei
lavoratori della ex Pirelli, che
protestano per la mancata ero-
culturale se non c stabilit de-
gli edifici e io vi chiedo di segna-
larmi le situazioni a rischio. Io vi
ho mandato delle email ma ave-
te risposto solo in due. Replica
corale: Non ci arrivata nes-
suna email. Imbarazzo. Tra i
sindaci c anche il prefetto Ma-
ria Carmelo Librizzi, commis-
sario del comune di Augusta
sciolto per mafia dopo gli avvisi
di garanzia per mafia e voto di
scambio che hanno travolto la
giunta a guida Pd, ma in questa
sede Renzi sulla mafia non ha
granch da dire, neppure su in-
put di Ivan Lo Bello che gli chie-
de interventi decisi contro ma-
gazione della cassa integrazione
2013 ma lui li evita, come aveva
fatto a Treviso coi lavoratori
dellElectrolux. Non ci ha nem-
meno degnato, gridano a Cro-
cetta che si sofferma con loro:
Io ci sono. Tra noi siciliani ba-
sta uno sguardo per intendersi e
io da uno sguardo riconosco il
lavoratore che soffre.
NIENTE MAFIA
Ma Crocetta lo difende:
Nel programma c
la lotta al crimine
A Siracusa protesta
degli ex della Pirelli:
Non ci ha degnato
Sicilia, altro giro altra scuola
e Renzi evita ancora gli operai
QUALCHE CONTESTAZIONE AL PREMIER CHE INCONTRA IMPRENDITORI E FORCONI
Il testo della canzone
di Daniele Ranieri
M
a eccolo. Il presidente Renzi visita una
scuola di Siracusa. La giornata quasi di
primavera, si sente la brezza del mare che qui
non riposa mai. Eccolo: cammina, lancia una
battuta ai microfoni, un sor-
riso alle giovani maestre del-
la nostra bella Sicilia.
Facciamo un salto e battiam
le mani, cantano i bambini,
emozionati, in circolo. Le
maestre dettano il tempo.
Ma-tteo, Ma-tteo!, lo ac-
clamano i pargoli: eccolo,
luomo nuovo che trasforma
il Paese con unalchimia di
polso e franchezza.
In questa terra maltrattata,
uno spirto di entusiasmo
ravviva gli occhi degli abitan-
ti; i disoccupati si godono lo-
ra lieta, gonfia di una segreta
speranza.
Faremo della scuola la
Grande bellezza, proclama
il Presidente, e forse intende
un capolavoro da Oscar, ch di farne un va-
niloquente florilegio di fatuit, fiumi di co-
caina e remix della Carr sarebbe capace pure
un Governo Mora, nel senso di Lele.
Quello delluomo simpatico e brusco amato
da donne e bambini un paradigma sfrutta-
bilissimo. Renzi ci si pasce con narcisismo in-
fantile. Avrebbe potuto fermare lo spettacolo
patetico di un coretto che lo accoglieva come
un divo tra il Gabibbo e un supereroe dei car-
toni? Avrebbe potuto chiedere alle maestre di
evitare di trasformare la visita in un omaggio
alla sua persona da parte di piccoli balilla 2.0, e
rifiutare unaccoglienza cos imbarazzante e lit-
toria? Ma s. Ha buttato gi un governo senza un
motivo chiaro (parole sue: come sono andate
veramente le cose lo so io e altri protagonisti
della vicenda) e non poteva interrompere lin-
sopportabile dj vu?
Non bisogna ridurre tutto ad Mussolinum, cer-
to. Ogni epoca ha la sua grandezza anche nel-
lindegnit, e il paragone sminuisce e anestetiz-
za. Cos come ridicolo evocare il duce ogni
volta che Grillo si fa una nuo-
tata. Ma il tour delle scuole sa
molto di propaganda. Ristrut-
turarle, ci mancherebbe, cosa
urgente e nobile, che per si
pu fare da un tavolo dello
splendente ufficio romano
sempre illuminato, mostrato a
tarda sera alle telecamere di
Ballar. Renzi ha rifiutato di ce-
dere alla retorica deresponsa-
bilizzante del Mezzogiorno
nel suo discorso alle Camere,
dove disse di voler entrare in
punta di piedi (forse per far
fuori il Senato cogliendolo di
sorpresa), e poi inzuppa il suo viaggio a Siracusa
via Tunisi nella pi meticolosa retorica da ci-
negiornale, pompata dagli specchi riflessi di
Twitter.
risaputo che agli italiani piaccia essere infi-
nocchiati. una coazione irresistibile. Stanchi
di mezzo secolo di padri padroni e fedifraghi,
non vedevamo lora di farci riscattare da uno pi
giovane e pi furbo. Renzi intasca un assegno in
bianco (non) firmato da noi per esasperazione:
adesso lavora per conquistarsi il consenso. Forse
pi bravo di Berlusconi, mira al cuore delle
mamme; mette il suo nome
di battesimo sulle bocche dei
bambini; twitta alle 6 di mat-
tina, per dire sto scrivendo
una nuova Storia, in 140 ca-
ratteri.
La sua sicumera lascia inten-
dere che c una strategia, sotto le mosse opi-
nabili dellultimo mese: la destituzione di Let-
ta, la fumosit verbosa nella richiesta di fidu-
cia, la megalomania riformista, la nomina di
sottosegretari indagati, linciampo logico del-
la legge elettorale fatta con un fuorilegge. Sem-
bra saper trattare con chi sullo stomaco ha il
pelo di pi di un quarto di secolo di scorri-
bande politiche; sul suo volto telegenico si al-
ternano cinismo e candore, bont e furbizia.
Bergoglio laico, chiede ai bambini quanti di
loro usano Facebook, What-
sApp. Loro ridono, alzano le
mani. Li esorta a non dimen-
ticare che nulla vale la bellez-
za di un abbraccio fisico. Si
vanta di non essersi montato
la testa per avere quasi un mi-
lione di amici su Twitter. Il
coretto riprende: I ragazzi le
ragazze tutti insieme alle tue
idee e al tuo lavoro affidiamo
il nostro futuro, nientedi-
meno.
Un altro capitolo di una nar-
razione quotidiana mozza-
fiato, una rete di idolatria che
non risparmia neanche i bambini, trasformati
in sfondo per ottime copertine di Chi.
Forse siamo noi che non capiamo il sottile di-
segno, ma non ci piace questa roba, Presidente
Renzi, per niente.
Come costruire il consenso
tra gli applausi dei Balilla 2.0
GIOVANI ITALIANI Renzi
nellistituto Salvatore Raiti; sotto
Benito Mussolini Ansa /LaPresse
N A RC I S I S M I
Continua il tour
di propaganda: in assenza
di elezioni, i coretti
dei bambini dovrebbero
dimostrare la popolarit
del nuovo esecutivo
RICORDI MUSSOLINI, tu invece stai con quel-
li di Forza Nuova. La canzoncina Clap and jump
per Renzi, cantata dai bambini delle elementari di
Salvatore Raiti di Siracusa, scatena unaltra po-
lemica tra Beppe Grillo e Matteo Renzi. Il primo
ad attaccare lex comico che, dal blog, parla di
venditore di pentole che ricorda, in peggio e in
grottesco, gli incontri di Mussolini con i figli della
Lupa. Secondo Grillo, il neo premier rompe i
coglioni alle scolaresche in mondovisione. Laf-
fondo corredato dalle foto dei bambini e da
unimmagine del testo della canzone dedicata al
premier. La replica di Renzi affidata a Facebook:
nervoso. Non vuole che io vada nelle scuole, mi
vorrebbe rinchiuso nel palazzo, mentre i suoi
stanno fuori a urlare con Forza Nuova. In difesa
di Renzi sono intervenuti anche i deputati Pd, che
in una nota hanno parlato di disgustosi paragoni
fascisti scagliati da Grillo contro le maestre e gli
alunni. Secondo la preside della scuola, Angela
Cucinotta, Grillo pu pensare ci che vuole, ma
ha dimostrato di conoscere poco i bambini, i ra-
gazzi e la loro spontaneit, quella dei nostri alunni
in modo particolare.
FACC I A M O un salto, bat-
tiamo le mani, ti salutiam
tutti in coro Presidente
Renzi. Facciamo festa, a
braccia aperte ti diciamo:
Benvenuto al Raiti!. I
bambini, gli insegnanti, i
bidelli, e poi lo rc h e s t ra
lasceremo improvvisar
cos. Siam felici e ti gridia-
mo, da oggi in poi, dovun-
que vai, non ti scordar di
noi, dei nostri sogni, delle
nostre speranze che ti af-
fidiamo con fiducia, oggi a
ritmo di blues. Le ragazze,
i ragazzi, oggi tutti insie-
me, alle tue idee e al tuo
lavoro affidiamo il futuro.
Cantiamo
tutti
in coro
Alcuni dei contestatori a Siracusa erano del M5s Ansa
OLTRE LA REALT
6 GIOVED 6 MARZO 2014 il Fatto Quotidiano PARTITE E PARTITI
Verdini, il Senato
autorizza luso
delle intercettazioni
ALLA FINE ce lhanno fatta: la Giunta
per le Immunit del Senato riuscita a
votare sulle richieste di autorizzazione
alluso delle intercettazioni di Denis
Verdini, Marcello DellUtri e Nicola
Cosentino riguardanti il caso P3, una
presunta associazione segreta dedita
al pilotaggio degli appalti e delle no-
mine pubbliche, oltre che al dossierag-
gio e al tentativo di influenzare la ma-
gistratura. Era da un anno che il Gip di
Roma aveva chiesto il permesso di po-
ter usare quegli ascolti e ancora mar-
ted la Giunta aveva deciso di rinviare:
ieri finalmente il voto, favorevole, da
parte di Pd e M5S, mentre Ncd si
schierata con Forza Italia per dire no.
Stessi schieramenti anche su una se-
conda decisione: il Gip di Roma, infatti,
aveva anche chiesto luso di altre tren-
ta telefonate di Verdini con lex prov-
veditore Angelo Balducci e limpren -
ditore Riccardo Fusi nellambito del
processo sui cosiddetti Grandi Eventi.
Parit di genere o morte:
lItalicum parte male
ARRIVA IN AULA LA LEGGE ELETTORALE, MA I PROBLEMI NON FINISCONO. CON IL VOTO SEG R E TO
ALLA MAGGIORANZA MANCANO 37 VOTI. E LAPPROVAZIONE SLITTA ANCORA
PAROLA DI COSTITUZIONALISTI
MOVIMENTI A SINISTRA
GIANFRANCO PASQUINO
un Porcellinum: va
buttato. Le liste bloccate
non vanno bene, le candidature
multiple sono uno scandalo,
la presenza di pi di una soglia
di sbarramento inaccettabile
MICHELE AINIS
Non si pu decidere
per un maggiorzionale,
non si possono trattare
le due Camere
come se appartenessero
a due Stati
ROBERTO DALIMONTE
Avremmo una
maggioranza alla
Camera, ma non al Senato
Con un problema di
incoerenza politica tra le due
maggioranze
GIANLUIGI PELLEGRINO