Sie sind auf Seite 1von 94

to uccide.

Foto tratta da : http://www.cnrmedia.com/notizia/newsid/6267/il-caso-di-stefano-cucchi-morto-per-


una-caduta-in-carcere-ecco-le-foto-mostrate-dalla-famiglia.aspx

Mi dispiace che io possa urtare la suscettibilità di tutti


voi, ma avvolte le parole non rendono bene l'idea di
cosa stiamo parlando.Dicono che Stefano Cucchi sia
morto per una caduta, dentro il carcere. Così ha detto
il ministro Alfano all'interrogazione parlamentare.

In carcere si muore cadendo per terra, si muore


perchè si respira il butano, si muore per arresto
cardiaco, si muore impiccati con un laccio che non si
dovrebbe avere , si muore sempre "per caso" e mai per
"omicidio".

E io vi mostro la morte "accidentale", mi dispiace


rovinarvi il fine settimana, oppure i vostri equilibri e
indifferenza. Ma vi mostro come lo Stato uccide,
voltiamoci dall'altra parte come sempre e
dimentichiamo in fretta.

Pubblicato da l'incarcerato a 10/29/2009 12 commenti

L'importanza dei pentiti e la prevedibile uccisione di Fonti.


Care teste di capra, c'è qualcosa di strano che aleggia
in questa putrida aria. Chi mi segue da tempo, ben
conosce la forte collusione della 'ndrangheta con lo
Stato; basta partire dalla prima parte della mia
inchiesta fino all'ottava quando ho anticipato di due
giorni lo scandalo delle cosiddette "navi dei veleni",
riportando alcuni passi del memoriale del pentito
Fonti.

E parlo del traffico di materiale radioattivo che


sbarcava in Somalia, con tutte le scie di morti,
compresa la giornalista Ilaria Alpi.

Bisogna dirlo con forza, la figura del pentito o


collaboratore di giustizia è di vitale importanza per
sconfiggere la mafia. Falcone e Borsellino hanno avuto
la capacità di ascoltare i pentiti con cautela, ma con
grande efficacia.

Ma se la magistratura perde di credibilità e subisce


delle preoccupanti deviazioni al suo interno, i pentiti
saranno sempre di meno semplicemente perchè
avranno paura. Lo Stato, e forse non si capisce il
perchè, li protegge sempre meno. Sia chiaro, non è
una "malattia" che si è manifestata all'improvviso.

Chi ricorda Rita Atria, Stefano Calzetta, Leonardo


Vitale? Vitale fu il primo: nel 1973 parlò delle
collusioni mafia-politica e fece il nome di Vito
Ciancimino, allora potentissimo sindaco di Palermo. Fu
rinchiuso in manicomio e, quando venne dimesso,
ammazzato come un cane.

Stefano Calzetta rivelò, già nel 1984, i segreti della


cosca di Corso dei Mille a Palermo; abbandonato a se
stesso, finì barbone a dormire nei giardini davanti alla
Questura del capoluogo siciliano; morì di freddo e di
stenti.
Rita Atria era una ragazza di Partanna, in provincia di
Trapani: nel 1991 raccontò al giudice Paolo Borsellino
tutto ciò che sapeva sulla mafia nel suo paese. Fu
messa sotto protezione, ma quando Cosa Nostra fece
saltare in aria il magistrato siciliano con tutta la scorta
(luglio del 1992), Rita si gettò dal balcone del suo
rifugio romano. La famiglia, che l’aveva rinnegata, non
partecipò neppure ai funerali e la sua tomba venne
ripetutamente profanata.

Quindi i veri pentiti, ovvero quelli che davvero


contribuiscono alla verità, non vengono protetti. Ma
appositamente abbandonati.

Allora veniamo ai giorni nostri e, notizia di questi


giorni, il pentito Fonti è stato lasciato senza scorta. Si
trova agli arresti domiciliari, e molto probabilmente lo
uccideranno.

Come all'inizio vi dicevo, c'è brutta aria in giro e ho il


timore che si stia realizzando quel vecchio sogno di
Licio Gelli e affini: l'istituzionalizzazione delle mafie.
Un sogno che si sta concretizzando nel tempo, anche
grazie alle stragi (di Stato) e agli omicidi mirati.

I pentiti veri vengono abbandonati, invece quelli


"finti" che rimangono sempre in contatto con i loro
clan di appartenenza (come Salvatore Menzo) vengono
pure "premiati".

Si respira davvero una brutta aria.

Pubblicato da l'incarcerato a 10/29/2009 4 commenti

lunedì 26 ottobre 2009


Primarie PD: risorge D'Alema e la finanza bianca si rafforza.
Ancora una volta ha vinto con forza la finanza bianca,
quella legata con il Vaticano per intenderci.

Questo perchè Bersani e D'Alema hanno dei rapporti


molto importanti con l'OPUS DEI, tanto è vero come
molti ricordano, D'Alema ha partecipato alla
santificazione (l'unica fatta con un iter velocissimo) di
Josemaría Escrivá. Il fondatore di questo tremendo e
pericoloso potere legato alla Chiesa.

Sarà un caso che la Binetti e il nipote di Gianni letta


abbiano appoggiato Bersani?

Ma Bersani e D'Alema sono gli stessi autori che hanno


ostacolato tramite forti pressioni l'inchiesta di De
Magistris e ancor più quella della Forleo sulla
questione delle Banche. Una brutta e vergognosa
storia dove per la prima volta si andava a toccare la
questione morale del centro sinistra.

De Magistris e la Forleo d'altronde hanno perso,


perchè quando c'è un interesse trasversale, tutto
diventa più difficoltoso.

E, in concomitanza con le primarie grazie al risultato


quasi scontato, il PDL offre la bicamerale a D'Alema!
Che bello teste di capra, ecco a voi la "bicamerale
due"! Ed ecco che ancora una volta D'Alema salverà il
sedere al vostro acerrimo nemico Berlusconi e ancora
una volta mi salirà l'acido dallo stomaco per sentire la
politica tutta basata sul pro e anti Berlusconismo.

Che bel partito di alternativa.

Già vi siete dimenticati che la corrente dalemiana ha


chiuso tutti e due gli occhi sul conflitto di interessi?
Che ha regalato a Berlusconi le televisioni? Che ha
esaltato l'ambiguità di Violante per avere un elevato
posto in Magistratura?

Voi siete tutti entusiaste della grande partecipazione


alle primarie, quella massa inutile che ha nel cervello
solo e unicamente Berlusconi, ma privi di contenuti e
voglia di battersi per i diritti di tutti. Ma io
assolutamente no, non mi rallegro e non mi emoziono.

La libertà è partecipazione disse Gaber, e non


intendeva il voto, ma la partecipazione politica. Ovvero
nell'attivarsi per il cambiamento e lottare,
pretendendo la libertà che nessuno ci regalerà
mai.Possono solo togliercela piano piano.

E nel frattempo si stanno svuotando le piazze per chi


lotta contro la precarietà, contro l'inferno delle carceri,
contro le discriminazioni razziali e sessuali. E tante
altre ingiustizie che il principale partito
d'opposizione(?) non ha mai preso in considerazione.
E non lo farà mai perchè gode dell'appoggio della
massa, alla quale non interessa nulla di tutto questo.

Su Agoravox ho una rubrica sulla 'ndrangheta ogni


lunedì. Oggi c'è la "famosa" settima parte. Vi invito ad
andarla a rileggere affinché non si abbassi la guardia
su Niki e nel frattempo spero in qualche giornalista
che se ne occupi seriamente.
Pubblicato da l'incarcerato a 10/26/2009 14 commenti

domenica 25 ottobre 2009


Primarie del PD, Lontano nella notte.
Mentre molti di voi si affretteranno ad andare a votare
alle primarie del PD credendo di fare qualcosa di
buono e magari di "sinistra", e soprattutto credendo
che sia il meno peggio solamente perchè sta
all'opposizione, io come al solito vi dedico la video
poesia della domenica.

Mi raccomando andate a votare con l'illusione che sia


un Partito nato dal basso. Che ridere dolci teste di
capra, perchè non proponete Fini ?Visto che questa
estate il popolo del PD lo ha applaudito di cuore? Ma
ricordate queste parole: dopo Berlusconi ci sarà una
pace terrificante.

Lontano, nella notte, oltre la morte


sopra una stella azzurra
tra esistenze meravigliose
ancora quest'anima convulsa
nelle sue insoffribili vergogne
esasperanti
senza scampo, per tutto l'universo
dove dovró passare
e il pensiero che infine, nella luce
suprema soffriró ancora il tormento
di non aver urlato
che tanto era inutile.
O forse questa vita
è la sola concessa
e allora mi esaspera, mi taglia il respiro,
il pensiero di non aver urlato,
per la mia anima vile,
confuso a tutti i poveri impotenti
che marciscono sulla terra.

Cesare Pavese.
Pubblicato da l'incarcerato a 10/25/2009 16 commenti
venerdì 23 ottobre 2009
Omicidi di Stato: ennesimo ragazzo morto in carcere.

A Roma hanno arrestato un ragazzo perchè deteneva


venti grammi di droga, dopo una settimana di
detenzione è finito in ospedale.

Ed è morto.

La sorella ha trovato il suo corpo in condizioni


spaventose, lividi dappertutto, occhi che gli uscivano
dalle orbite. Ora sarei curioso come si giustificano le
guardie carcerarie, si è fracassato la testa da solo? Si è
inalato del butano ed è andato fuori di testa? Oppure
più verosimilmente è stato picchiato fino alla morte?

Viviamo in un periodo terribile, la repressione è in


esponenziale aumento e le carceri sono diventate
luogo di morte. E le associazioni che si occupano dei
detenuti quando si decidono a parlare degli omicidi
che avvengono nelle carceri? Che li continuano
ostinatamente a chiamare suicidi, e non si capisce il
perchè? Se solo stilassero una lista di morti sospette si
accorgerebbero che questa è diventata una vera e
propria emergenza sociale.

Questi omicidi di Stato sono un vero e proprio


bollettino di guerra, e noi stiamo a guardare.

Maledetti!
Pubblicato da l'incarcerato a 10/23/2009 10 commenti

giovedì 22 ottobre 2009


L'origine "antica" della trattativa Stato-Mafia.
"Chi controlla il passato controlla il futuro. Chi controlla il presente
controlla il passato."

George Orwell

In questi giorni, come tutti voi saprete, ex ministri,


faccendieri, figli di mafiosi, ex massoni stanno
"ricordando" cosa accadde 19 anni fa e pian piano
oramai va profilarsi quello che il fratello di Paolo
Borsellino andava gridando da anni: il giudice è stato
ucciso perchè non era assolutamente d'accordo che lo
Stato scendesse in trattativa con la mafia.

Ma care teste di capra, l'importanza della Storia è


importante e non potremo mai capire perchè il nostro
Stato risulta deviato senza che noi andassimo ad
analizzare il passato più remoto.

Quello che brevemente vi racconterò è spiegare che


l'Italia si serviva della criminalità organizzata sin dal
dopoguerra.
E dobbiamo ringraziare gli Stati Uniti per questo bel
regalo, visto che l'Italia risulta uno Stato a "sovranità
limitata".

Tutto il periodo buio e cupo composto da trame


massoniche, criminalità organizzata e stragi di Stato
sono sempre state manovrate dal potere Americano.
Appena nata la Repubblica Italiana, senza nemmeno
perdere tempo, furono inseriti ex fascisti nei centri
vitali della giovane Repubblica. E l'inserimento fu
studiato dalla DC insieme ai supervisori
dell'amministrazione americana.

Il recupero dei vecchi esponenti dei regimi fascisti era


uno degli obiettivi della strategia americana e uno
degli artefici fu un certo James Angleton. Egli, subito
dopo la liberazione di Roma, è stato nominato capo
delle operazioni speciali del controspionaggio
americano in Italia (OSS). Angleton ad esempio
reclutò "un certo" Licio Gelli e fu lui stesso a far da
ponte tra i servizi americani e quelli italiani che in
pratica, per molti anni, era la stessa cosa.

Gli USA ad esempio, tra i numerosi piani che avevano,


c'era il "piano x". Consisteva nel devolvere dieci
milioni di dollari in armamenti per la campagna
elettorale del 1948 a favore dei partiti di centro-
destra, ma destinati in ultima analisi ai movimenti
terroristi reazionari.

In poche parole hanno cacciato via i fascisti, e hanno


fatto rientrare dalla finestra quelli che erano già nella
polizia segreta e centri di spionaggio per reinserirli
negli apparati delicati del nostro Stato.

La nostra Repubblica è nata già malata!

E allora ritorniamo di nuovo nella prima fase della


liberazione da parte egli Americani e precisamente il
famoso 9 luglio del 1943. Fu il giorno in cui sbarcarono
in Sicilia e man mano che "liberavano" l'isola,
mettevano come sindaci delle città i boss mafiosi.
Misero come sindaco di Villalaba perfino il maggior
esponente di Cosa Nostra: don Calogero Vizzini.

In parole povere la mafia viene di fatto arruolata dai


servizi strategici e militari USA, e diventa uno
strumento essenziale dell'intervento americano in
Italia.

Tanto è vero che c'era un giovane avvocato del posto


che apprezzò e sostenne lo spregiudicato utilizzo della
mafia dicendo appunto che il fine, giustificava i mezzi.
Quel giovane ragazzo era "un certo" Michele Sindona.

La Sicilia divenne un ottimo trampolino di lancio per


inserire elementi deviati nelle istituzioni e per questo
la mafia si inserì fin dall'inizio nella vita politica del
paese.

D'altronde non dobbiamo mai dimenticare che la prima


strage di Stato avvenuta nel Primo Maggio del 1947 è
stata eseguita a Portella della Ginestra, in Sicilia. E il
bandito Giuliano, mafiosi e neofascisti ne erano stati il
braccio armato. Ma la mente era del tutto americana.

Ha un nome la persona americana che faceva da


collegamento con tutto questo ed era un certo Frank
Gigliotti.

Esponente della Massoneria Californiana, attivo


nell'ala fascista della colonia degli italo-americani che
costituiranno la "rete americana" in Italia, è lui che
era collegato al "cerchio della mafia"ed era entrato nei
servizi strategici americani durante lo sbarco alleato in
Sicilia.

Gigliotti conosceva bene la "trafila" costruita dagli


agenti dell'OSS Max Corvo e Vincent Scaporino. I primi
a soccorrere nel carcere di Favignana per liberare i
mafiosi che vi erano detenuti.

E fu lui, insieme al governatore americano Charles


Poletti, a nominare i capomafia sindaci, consulenti o
interpreti del governo alleato.

Care teste di capra, avrei da dire tante altre malefatte


e strutture create ad arte dagli Americani. Ma basta
questo per favi capire che inizialmente servivano per
fermare la "minaccia comunista"e pian piano si sono
sempre di più radicati inventando altri "pericoli".

Ma il fatto insindacabile è questo: ci hanno lasciato un'


eredità spaventosa e pericolosa, pian piano si sono
trasformati fino ad arrivare ai giorni nostri in una
forma ben radicata nel nostro Stato.

Per capire il presente è importante studiare il passato


e vi accorgerete che la struttura e il "modus operandi"
è sempre dannatamente la stessa.

E certamente non servirà nessuna tangentopoli(perchè


avete visto il vero risultato), ma un azzeramento
completo del nostro Stato e rifare tutto daccapo.

Pubblicato da l'incarcerato a 10/22/2009 13 commenti

lunedì 19 ottobre 2009


La 'ndrangheta (conclusione ottava parte).

Come di solito accade quando apro dei delicati capitoli


sulla 'ndrangheta, non basta solo un post e questa
ottava parte ne è l'ennesima dimostrazione. E
ritroviamo un denominatore comune con la settima
parte : San Marino.

Grazie al blog del giornalista Galullo ho appreso che il


pentito Fonti ha fatto altre dichiarazioni di rilevante
importanza. Nel memoriale racconta che i soldi della
'ndrangheta li riciclava in numerosi Stati off-shore
come Singapore, Liechtenstein, Gibilterra, Principato
Di Monaco e, ovviamente, San Marino.
Come poteva mancare questa antica terra di libertà?

Fonti racconta in particolare della sua confidenza con


un direttore generale di una banca di San Marino,
attraverso il quale entrò in contatto con i Ministri del
Governo e oltre che clienti dei suoi locali, forse
nightclub(mica solo Berlusconi fa i festini a luci rosse)
a Rimini e Riccione, diventarono amici.

Di sicuro non è difficile appurare chi sia questo


direttore e i politici di allora.

Un anonimo che si firma De Sade ha commentato così


al post di Galullo:

"Credo che Lei quando ha sentito la voce "Direttore


Generale", abbia subito pensato ai "domiciliari"!
Sarebbe interessante però scoprire chi abbia usato
come intermediario il santista per entrare in
confidenza con il santone generale che a sua volta lo
ha messo poi in contatto con i politici.
I politici sono noti e ancora in voga ed è noto anche il
direttore (non più in voga). Speriamo sia in voga
anche il tramite altrimenti manca un riscontro."

Leggendo questa commento si può dedurre che,


identica situazione in Italia, è il "passato" ad essere
ancora in voga.
Ma forse San Marino e Italia hanno un legame
particolare, e pochi sanno che l'esercito italiano nel
1955 occupò militarmente San Marino perchè vinse
democraticamente un governo di sinistra.

Con il senno di poi si capisce anche il perchè...

Ricordate il mio approfondimento sulla


mafiosizzazione dell'Umbria? E di come la 'ndrangheta
ricicla il denaro tramite appalti pubblici pilotati e
cementificazione selvaggia?
Bene,a San Marino sono anni che sono in azione
numerose imprese edili, esistono settemila
appartamenti vuoti e si continua ancora adesso a
costruire condomini. Tanto è vero che lo scorso
governo ha facilitato la possibilità di acquisire la
cittadinanza Sammarinese proprio per giustificare le
continue costruzioni.

D'altronde non è un mistero che l'infiltrazione della


'ndrangheta sia arrivata ai massimi livelli, lo dice
anche il documento stilato dalla commissione
antimafia 2008 redatto dal bravo Francesco Forgione.

Ormai avete capito che la 'ndrangheta,attraverso la


Santa, fonda direttamente logge massoniche per
entrare in contatto con i colletti bianchi. E diventano
un tutto uno.

Allora mi chiedo perchè nessun Magistrato(parlo di


quello sammarinese, perchè quello Italiano deve
chiedere l'estradizione) non ha ascoltato il Gran
Maestro Italo Casali della Serenissima Gran Loggia?
Lui dice di avere saputo che qualcuno deve essersi
presentato da un notaio dicendo di voler aprire
un’associazione massonica, senza avere alcun
collegamento con il mondo della vera massoneria.
Questo notaio avrebbe certificato l’associazione con il
nome di Loggia di San Marino. E si sono sentiti accenti
napoletani e calabresi in quello studio.

Il nome Loggia di San Marino per intenderci sarebbe


stata la stessa che De Magistris voleva indagare
tramite l'inchiesta Why Not.
E allora care teste di capra, questa loggia massonica
che "parla" calabrese e napoletano avrà anche qualche
collegamento con la cosiddetta banda degli ex pentiti?
Ricordiamo che era una banda in contatto con la
'ndrangheta e camorra.

Parlo al passato perchè apparentemente era stata


smantellata, però una fonte forse attendibile mi ha
riferito che la banda è stata stroncata ma è rimasta
attiva più che mai quella dei colletti bianchi.

Fatto sta che il capo Salvatore Menzo(il cognome mi


ricorda per assonanza lo psicopatico e satanista
omicida Manson ) è ancora agli arresti domiciliari.
Proprio lui che era il tramite con i colletti bianchi.

Ma ora tenetevi forte, ancora una volta l'Abruzzo si fa


sentire in negativo. Anche in questa regione(sempre
più verso la mafiosizzazione e questo accade quando
la politica è debole) esiste un collegamento
'ndrangheta- San Marino. Vi riporto il pezzo che
potrete leggere per intero nel sito del parlamentare
Lumia:
"A proposito di ‘ndrangheta, esiste un ‘corridoio
adriatico’ che collega la mafia calabrese a una loggia
di San Marino e un avamposto di questo spezzone
massonico agisce proprio nell’area di Chieti-Pescara.
Mi risulta che proprio in questo territorio ci sia un
consesso di cosiddetti ‘colletti bianchi’ dei miei stivali
(come ama dire una persona con la quale ci vogliamo
molto bene) che si riunisce in una villetta
sull’Adriatico per tramare contro persone perbene che
sono ai vertici di alcune Istituzioni. Più che ‘colletti
bianchi’ preferisco chiamarli ‘colletti sporchi’. Non ho
ancora capito se questi soggetti sono più scemi che
delinquenti, o più delinquenti che scemi, ma so bene
che sono collegati con San Marino, ‘patria’ del
riciclaggio del denaro ‘ndranghetista. Vale la pena di
ricordare che sulla connection tra ‘ndrangheta e loggia
sammarinese stava indagando Luigi De Magistris e
proprio per questo, poco prima che andasse a dama, è
stato fermato, anche con accuse ridicole dalle quali è
stato prosciolto pochi giorni fa. Questa è la prima
buona notizia. La seconda è che su San Marino e su
altri paradisi fiscali si va stringendo il cerchio livello
europeo, nonché a livello del G-20, che tornerà a
occuparsene in una prossima riunione."

Se questo è uno Stato...

APPELLO IMPORTANTE CHE TROVATE QUI. IL FREDDO E' ARRIVATO E POTETE


IMMAGINARE COME VIVONO GLI ABITANTI NELLE TENDOPOLI ALL'AQUILA.

17 ottobre 2009
"Padre nostro che sei nei cieli"

Padre nostro che sei nei Cieli,


io non sono mai stato ridicolo in tutta la vita.
Ho sempre avuto negli occhi un velo d'ironia.
Padre nostro che sei nei Cieli:
ecco un tuo figlio che, in terra, è padre...
È a terra, non si difende più...
Se tu lo interroghi, egli è pronto a risponderti.
È loquace. Come quelli che hanno appena avuto
una disgrazia e sono abituati alle disgrazie.
Anzi, ha bisogno, lui, di parlare:
tanto che ti parla anche se tu non lo interroghi.
Quanta inutile buona educazione!
Non sono mai stato maleducato una volta nella mia
vita.
Avevo il tratto staccato dalle cose, e sapevo tacere.
Per difendermi, dopo l'ironia, avevo il silenzio.

Padre nostro che sei nei Cieli:


sono diventato padre, e il grigio degli alberi
sfioriti, e ormai senza frutti,
il grigio delle eclissi, per mano tua mi ha sempre
difeso.

Mi ha difeso dallo scandalo, dal dare in pasto


agli altri il mio potere perduto.
Infatti, Dio, io non ho mai dato l'ombra di uno
scandalo.
Ero protetto dal mio possedere e dall'esperienza
del possedere, che mi rendeva, appunto,
ironico, silenzioso e infine inattaccabile come mio
padre.
Ora tu mi hai lasciato.
Ah, ah, lo so ben io cosa ho sognato
Quel maledetto pomeriggio! Ho sognato Te.
Ecco perché è cambiata la mia vita.

E allora, poiché Ti ho,


che me ne faccio della paura del ridicolo?
I miei occhi sono divenuti due buffi e nudi
lampioni del mio deserto e della mia miseria.

Padre nostro che sei nei Cieli!


Che me ne faccio della mia buona educazione?
Chiacchiererò con Te come una vecchia, o un povero
operaio che viene dalla campagna, reso quasi nudo
dalla coscienza dei quattro soldi che guadagna
e che dà subito alla moglie - restando, lui,
squattrinato,
come un ragazzo, malgrado le sue tempie grigie
e i calzoni larghi e grigi delle persone anziane...
chiacchiererò con la mancanza di pudore
della gente inferiore, che Ti è tanto cara.
Sei contento? Ti confido il mio dolore;
e sto qui a aspettare la tua risposta
come un miserabile e buon gatto aspetta
gli avanzi, sotto il tavolo: Ti guardo, Ti guardo fisso,
come un bambino imbambolato e senza dignità.

La buona reputazione, ah, ah!


Padre nostro che sei nei Cieli,
cosa me ne faccio della buona reputazione, e del
destino
- che sembrava tutt'uno col mio corpo e il mio tratto -
di non fare per nessuna ragione al mondo parlare di
me?
Che me ne faccio di questa persona
cosi ben difesa contro gli imprevisti?

Pier Paolo Pasolini


Pubblicato da l'incarcerato a 10/17/2009 10 commenti

giovedì 15 ottobre 2009


Scandalo Croce Rossa: l'inchiesta continua.

Care teste di capra, come promesso la mia piccola inchiesta


sulla Croce Rossa non finiva qua, leggete attentamente l'articolo
e scoprirete quanto marciume si nasconde. Ovviamente andate a
leggere l'articolo originale qui su Agoravox!

L’inchiesta sullo scandalo Croce Rossa continua, e in


questo articolo approfondiremo le irregolarità e
anomalie che avvengono nel Corpo Militare, una delle
sei componenti della CRI. Una componente ai più
sconosciuta ma con un ruolo strategico nella vita del
nostro Paese perché opera in diversi settori, e
ultimamente svolge numerosi servizi, tra cui quella
della gestione degli ex cpt. Suscitando numerose
denunce da parte delle associazioni che si occupano
della difesa dei diritti umanitari visto il trattamento
inumano riservato nei confronti dei clandestini. Qui
potrete visionare un video alquanto terrificante.

Il Corpo Militare della Croce Rossa esplica le proprie


attività istituzionali sia in tempi di guerra e sia in
tempi di pace, è un corpo ausiliario delle Forze Armate
ed ha la stessa struttura gerarchica e stesso stato
giuridico dell’Esercito Italiano. Ricordiamoci bene che
non è una struttura privata ma pubblica e la
retribuzione dei volontari della CRI proviene
direttamente dal Ministero della Difesa, quindi da noi
contribuenti.

Come ogni struttura e organizzazione, il Corpo Militare


è regolato da un ordinamento, il 484/Regio Decreto
del 1936 che ne determina lo stato giuridico, il
reclutamento, l’avanzamento ed il trattamento
economico ed amministrativo del personale.

Regolamento che in questi anni non è stato rispettato,


e in barba ad ogni norma giuridica e istituzionale si
sono commesse gravi irregolarità. Tutte dimostrate e
denunciate da ben due ispezioni, una del 2006 ed
un’altra nel 2008. In parole povere i volontari del
corpo militare che possono essere richiamati
solamente in casi particolari dove c’è una vera
esigenza di operatività come appunto il terremoto,
inondazioni oppure nei teatri di guerra come è
accaduto in Iraq, sono passati senza nessuna
giustificazione in servizio continuativo. Numerosi
volontari, ed esattamente 877 militari sono passati
illegittimamente da uno stato di rapporto di lavoro a
tempo determinato a quello continuativo.
Allora facciamo un passo indietro di qualche anno.

E arriviamo nell’epoca , perché sembra già passata


un’era, in cui come commissario straordinario della
Croce Rossa c’era Maurizio Scelli, l’uomo che ha creato
un buco spaventoso di migliaia di euro nel bilancio
della CRI, l’uomo che con “scelleratezza” acquistava
auto blu nuove, lussuose , luccicanti, comprate
nonostante le leggi varati dal parlamento che
obbligavano un taglio del 50 per cento alla spesa per
l’acquisto delle auto blu.

D’altronde era lo stesso Scelli che varò un


inconsistente e fasullo “Progetto flotta moderna”
spendendo inutilmente tanto denaro (e non
dimentichiamoci che è denaro nostro) per una società
che presta consulenza proprio per questo progetto. E
sapete chi è il Presidente della Commissione "Progetto
Flotta Moderna"? L’immancabile e onnipresente
Presidentessa Maria Teresa Letta!
(http://docs.google.com/gview?
a=v&q=cache:wDXjWqlXunwJ:www.cri.it/flottamoder
na/document/OC727.pdf+progetto+flotta+moderna+l
etta&hl=it&gl=it&sig=AFQjCNEyYukr2nTjcYtRciwKHIg
ID1t45w)

Maurizio Scelli, con un ordinanza priva di legalità visto


che c’era bisogno di una approvazione dal parlamento
del 2005, aveva assunto in tempo indeterminato gli
877 volontari della Croce Rossa. E nel passare degli
anni, sempre secondo le denunce dell’ispettorato ,
alcuni di questi militari passati irregolarmente in
servizio permanente hanno avanzato pure di carriera
senza avere un titolo di studio adeguato. E’ l’unica
amministrazione pubblica italiana in cui avviene
questo.
Abbiamo una struttura pubblica finanziata con i nostri
soldi che si comporta da privato. Avendo un monopolio
su diversi settori: uno Stato nello Stato!

Sono due i dossier, quelli del 2006 e del 2008, inviati


alla Corte dei Conti e ancora c’è un silenzio assordante
dalla parte della Magistratura. Eppure non è così
difficile aprire un’ inchiesta visto che l’ufficio della
Corte si trova all’interno della sede centrale della
Croce Rossa, no?

L’attuale commissario Rocca di recente ha azzerato i


vertici del comitato in Sicilia per irregolarità
denunciate proprio dall’ispettorato Valenza: prenderà
in mano la situazione del Corpo Militare? Addirittura
secondo una fonte attendibile in questi giorni si
potrebbe profilare una terza ispezione con una
conferma delle altre due denuncie.

Come mai nessun’altra amministrazione precedente ha


cercato di porre rimedio, anzi aggravandolo sempre di
più? Forse perché c’è rischio che si tocchino delle
persone che operano sotto copertura proprio
all’interno del Corpo Militare? Più chiaramente: i
servizi segreti ricoprono un ruolo non dovuto e i loro
nomi non devono essere resi pubblici?

C’è una fonte anonima che dice di possedere una lista


con quei nomi. Il commissario Rocca, riuscirà a far
luce?

Abbiamo raggiunto telefonicamente il commissario


Rocca ponendogli il problema rilevato dall’articolo,
quest’ultimo afferma:

Negli anni, perchè non è stato fatto un unico


provvedimento, sono stati assunti a tempo
determinato gli 877 volontari con varie sanatorie
avvenute nel tempo. Gli errori vanno a ritroso nel
tempo, ovvero con Barra, Scelli e la Gravaglia.

Ora c’è il problema dei 300 precari ma io non usufruirò


della "Chiamata diretta" come hanno fatto i precedenti
commissari per assumere a tempo pieno i militari,
perchè questa è materia legislativa e si entra solo
tramite concorsi pubblici.

Porrà rimedio alla situazione del Corpo Militare?

In quanto pubblico amministratore non posso, anzi


devo essere aperto e sotto gli occhi di tutti. Ma non
vorrei che puntando solo sul problema del Corpo
Militare ci si distogliesse da quello Siciliano che a mio
avviso si sono spesi troppi soldi.

Come è la situazione attuale in Sicilia?

Da pochi giorni si è insediato il nuovo consiglio di


amministrazione, e da poco è stato nominato un nuovo
direttore. Adesso informeremo la Procura della
Repubblica e la Corte dei Conti di cose che abbiamo
visto e non ci piacciono.

Io mi occuperò anche del Corpo Militare, ma con uno


sguardo sempre presente alla Sicilia.
Pubblicato da l'incarcerato a 10/15/2009 13 commenti

lunedì 12 ottobre 2009


Niki Aprile Gatti e la sentenza del magistrato Battaglino.

Care teste di capra, come ben sapete io fin dall'inizio


sto sostenendo la battaglia di Ornella Gemini per la
giustizia e verità per Niki, un ragazzo pieno di vita e
passione per il suo lavoro visto che fin da bambino
mostrava capacità al di sopra della norma per l'utilizzo
del computer, come si suol dire lui era per davvero un
genio dell'informatica.

Purtroppo parlo al passato perchè è morto quel


maledetto 24 giugno del 2008, e come ben sapete la
sua morte è stata frettolosamente bollata come
suicidio.

Un suicido confermato anche dalla perizia di "parte"


eseguita dal dottor Fortuni, un luminare di Bologna
che si vanta di aver eseguito una quarantina di
autopsie, anche tristemente famose come quella di
Marco Pantani. E se avrete la pazienza di leggere un
libro inchiesta di uno scrittore francese di nome
Philppe Brunel sulla strana morte del ciclista , vi farete
un idea di questo "illustre" medico. Lui che conservò il
cuore di Pantani in una cella frigorifera di casa.

Un medico che si trova sempre ad assistere processi


delicati e importanti,e mi ricorda vagamente un altro
perito, Aldo Semerari. Anche lui si trovava
dappertutto, e in tutti i processi importanti.

Ma per carità, non voglio equipararlo a Fortuni perchè


lui era un criminale e fece una fine tremenda: fu
ritrovato il suo corpo con la testa tagliata e custodita
dentro una bacinella.

Però Fortuni lo ritroverete anche ad altri processi


importanti che riguardano l'Umbria.

C'era il medico Fortuni e un' avvocatessa che faceva


parte dello studio legale del dottor Umberto Guerini.
Quest'ultimo è anche lui di Bologna e prese parte a
processi importanti, tra cui quello della strage di
Bologna.

Tutti medici e avvocati che Ornella non ha mai cercato,


semplicemente arrivò un telegramma direttamente a
Niki quando era in isolamento sul quale era scritto che
doveva nominare tale avvocato. Ed è ovvio che Niki
accettasse il consiglio dato magari dalla persona di cui
si fidava ciecamente.

Mi fermo qui teste di capra, molti di voi conoscono già


molto bene la storia e per chi non la conoscesse
affatto, vi invito a leggere qui l'articolo di Liberazione
che aveva postato tempo fa Ornella.

Mi fermo perchè questi sono giorni cruciali: Ornella sta


aspettando la convocazione del magistrato Battaglino
di San Marino!

Come sapete l'appartamento di Niki, situato a San


Marino, fu "ripulito" di tutto. Spariti computer, mobili,
tende, e tutti i vestiti, perfino mutande e calzini.

Subito Ornella denunciò il fatto alla gendarmeria e a


distanza di un anno i nodi stanno venendo al pettine.
Così almeno per logica dovrebbe esserlo.

Non sono state denunce ad ignoti ma sono stati fatti


nomi e cognomi delle persone che possedevano le
chiavi di casa e loro non avevano nessun titolo legale
di prelevare e magari nascondere tutta la roba e farlo
soprattutto senza dire nulla alla mamma, l'unica
persona che aveva tutto il diritto a saperlo.

Non hanno avuto nessuno scrupolo queste persone,


non hanno voluto lasciare nulla, nemmeno un
indumento che potesse emanare per l'ultima volta
l'odore di Niki. Quell'odore che solo la mamma può
riconoscere.
E la cosa peggiore di tutta questa storia e che
recentemente è uscito un articolo di un giornale di San
Marino nel quale queste persone sono state definite
"amici". Come se fosse normale che gli "amici", tra
l'altro coinvolti nella truffa, si comportassero in questa
maniera.

Bene teste di capra mie, purtroppo se i grandi mezzi di


informazione si fossero interessati di questa storia,
molto probabilmente ora sarebbe quasi scontata la
sentenza del magistrato sammarinese Battaglino. Ma
visto che non ha nessun riflettore puntato si di se, può
anche archiviare.

E qui entriamo in gioco noi, se la sentenza sarà


negativa noi la rendiamo pubblica su tutta la rete e
dirò a Daniele Nalbone, giornalista di Liberazione, se ci
farà il favore di pubblicarla.

Io spero con tutto il cuore che ci sarà una giusta


sentenza per questo furto, perché ridarebbe un po' di
dignità a questo piccolo Stato sempre al centro di
brutte faccende.

Se saranno condannati, gli "amici" dovranno anche


dire chi siano stati i mandanti. Perchè a quel punto,
secondo una logica elementare, potrebbero essere gli
stessi mandanti dell'omicidio.

Nel frattempo, e lo diciamo troppe volte, confidiamo


nella magistratura.
Pubblicato da l'incarcerato a 10/12/2009 24 commenti

venerdì 9 ottobre 2009


Il Lodo Alfano anticostituzione firmato dal Presidente Napolitano non c'è più.

Care teste di capra, girando tra i vari blog, e non solo,


vedo che molti di voi siete presi da un grande
entusiasmo per la decisione presa dalla Consulta.
Anche io ne sono contento ma con questo non vuol
dire che è in atto un cambiamento. Non è un caso che
per questa parola ne dedicai un intero post.

Ben sei giudici su nove, però, hanno votato a favore, e


oltre Paolo Maria Napolitano e Luigi Mazzella che
erano stati in una cena organizzata da Gianni Letta con
Berlusconi, c'era anche l'unica donna, Maria Rita
Saulle, nominata dal nostro Presidente della
Repubblica che era rimasta indecisa sul voto fino alla
fine.

Povera donna, forse era imbarazzata per il Presidente


Napolitano?

E questa sarebbe una ventata di ottimismo? Il


cambiamento? Mentre tutti voi festeggiavate, in un'
altra parte della città, nel processo sul G8 di Genova,
hanno dichiarato De Gennaro innocente. Ed ecco cosa
accade agli intoccabili, al di là di cosa dice la legge.
Infatti Ghedini, quello del "ma va là", subito dice che
tanto Berlusconi nei due processi verrà assolto.
Oppure, ancora meglio, cadrà in prescrizione.

Intanto vi ricordate quando il sottoscritto e qualche


altro disgraziato condannava il caro Presidente
Napolitano per aver firmato il lodo Alfano? Lui che
dovrebbe tutelare la Costituzione, cosa ha fatto? Ha
firmato quasi ad occhi chiusi una di quelle leggi che
più anticostituzionali di così non si può. Ha ragione
Berlusconi ad attaccarlo, prima la firma e dopo che la
consulta la boccia, cosa fa? Marcia indietro? Certo
sarebbe paradossale che Napolitano si comportasse
come Berlusconi nel non rispettare le istituzioni.

Però credetemi, dovrebbe solo imbarazzarsi il nostro


caro Presidente Napolitano e forse con un atto di
umiltà dovrebbe chiedere scusa. Ma ancora devo
conoscere un politico che abbia un briciolo di umiltà e
onestà intellettuale.

Ma da Napolitano, il migliorista ai tempi del PC,


l'affarista e difensore degli illeciti dei partiti quando
era Presidente della Camera, lo spietato nei confronti
degli immigrati quando era ministro degli interni, non
mi aspetto nulla.

Dovrà imbarazzarsi anche quando arriveremo alla


verità e giustizia per Niki visto che non si è degnato di
rispondere alle centinaia di lettere cartacee che noi gli
abbiamo inviato. Nemmeno una risposta formale alla
signora Ornella.

Ma come dice qualcuno, questa è un'altra storia.

Nel frattempo godetevi questo cambiamento che non


ci sarà mai, solo noi possiamo pretenderlo, dall'alto
non ci dobbiamo aspettare nulla, nessuna vera
giustizia sociale e legalità. Per fortuna il Lodo Alfano
non è più legge mi direte voi, ma basta che
modifichino la costituzione come già stanno facendo e
il gioco è fatto.

Quindi rimaniamo all'erta.

E ora un video che dedico a Che Guevara perchè


ricorre l'anniversario della sua morte, e comunque la si
pensi lui è morto in Bolivia per portare avanti l'ideale
di un mondo migliore e si era sempre rifiutato di vivere
da uomo di potere nonostante gli sia stato offerto
posti da ministro. E per ammazzarlo c'è voluto
l'intervento dei marines, sempre gli Statunitensi
intervengono per uccidere un sogno. Lo hanno fatto lì
e lo fanno tuttora in Italia.

Hasta la victoria siempre, teste di capra!


Pubblicato da l'incarcerato a 10/09/2009 20 commenti

martedì 6 ottobre 2009


Lezione di una precaria.

Ascoltate bene questo intervento del tre ottobre scorso di


Barbara,insegnante precaria, e ce ne fossero di donne come lei. Un
discorso che condivido al cento per cento, una lezione che tutti gli uomini
che ancora si definiscono di sinistra devono ascoltare con umiltà.

Mi piacerebbe che accadesse quello che è successo in Messico:"la rivolta


dei maestri".

Per favore ascoltatela, io ho appreso molto.

Io ho avuto i brividi, quelli che ti possono provocare solo i discorsi sentiti


e veri. Per me è stata una boccata d'aria. Grazie Barbara.
Pubblicato da l'incarcerato a 10/06/2009 17 commenti

lunedì 5 ottobre 2009


La vera libertà di stampa.

Siamo bravi a lamentarci, a scaricare la colpa agli altri,


a delegare la responsabilità sempre al prossimo,
trovare delle scuse per giustificare la nostra
indifferenza. E allora vi volevo far riflettere sulla
questione della cosiddetta "disinformazione", pensate
veramente che la stampa mondiale è serva dei voleri
dello "Zio Sam"? Perché secondo voi, in televisione,
vanno in onda raramente filmati di denuncia?

E’ perché a noi non ce ne importa nulla, preferiamo


non sapere, non vogliamo sentire. E’ l’esatto contrario:
non siamo manipolati dal Grande Fratello, noi che
siamo sordi e ciechi a qualsiasi cosa minacci di turbare
i nostri equilibri.

Se qualcuno prova a farlo, cambiamo canale.

Ecco perché è tutto inutile, possono farci vedere


qualsiasi cosa, ma ce ne infischiamo! Al massimo
possiamo provare un brivido e ce ne dimenticano
l’indomani. Volete un esempio pratico care teste di
capra?

Tra gli anni 50 e 60 il governo degli Stati Uniti ha


autorizzato una serie di esperimenti nucleari in piena
atmosfera. In alcune zone del paese il fallaut
radioattivo è stato dieci volte superiore a quello di
Cernobyl. Lo scopo era perché volevano studiarne gli
effetti, per migliorare sia le difese che il potenziale
offensivo. Un altro atroce esperimento era quando
avevano volatilizzato agenti chimici e batteriologici
nella metropolitana di New York. Si parla di almeno
centomila casi di tumore alla tiroide, per non parlare
delle donne incinte sottoposte a radiazioni per vedere
che effetto faceva sul feto, per non parlare degli oltre
duecento neonati a cui venne iniettata iodina 131 per
verificare il successivo funzionamento della tiroide.

Tutte queste cose le conosciamo non per “intuizione


divina” ma perché le hanno pubblicate nero su bianco
nei principali quotidiani americani. E cosa è successo?
Isteria collettiva? Insurrezioni, tumulti, proteste?
Niente. Assolutamente niente.

Perché secondo voi? E se un giorno diranno che l’11


settembre è stato tutto un complotto, cosa faremo?
Niente!

D’altronde qui da noi non sono state ritrovate le


maledette navi piene di rifiuti radioattivi affondate
dalla ’ndrangheta? E sappiamo benissimo che nel mare
della costa ionica ce ne sono 30 di navi così, nascoste
nella profondità. E meglio poi non parlare delle
continue morti che avvengono nel carcere, e omicidi
mascherati da suicidi come la storia di Niki.

Cosa accade invece?

La gente preferisce distrarsi guardando le escort al


servizio di Berlusconi. La trasmissione di Santoro ne è
stata la prova.

Questa è la pura verità, e parliamo di libertà di


stampa?

Noi siamo veramente vittima della disinformazione o,


consapevolmente, accettiamo di essere presi per i
fondelli come un prezzo da pagare per i nostri privilegi
?
Non a caso il grande Orwell disse "La vera libertà di
stampa è dire alla gente ciò che la gente non vorrebbe
sentirsi dire”!

Forse mi dovrò adeguare anche io, comincerò a


scrivere trattati sulle barzellette e gaffe di Berlusconi.
Sarà per questo motivo che i giornalisti si auto
censurano?

Pubblicato da l'incarcerato a 10/05/2009 12 commenti


domenica 4 ottobre 2009
Una stagione.

Questa donna, una volta,


era fatta di carne fresca e solida.
Quando portava un bambino
si teneva nascosta e intristiva da sola,
non amava mostrarsi sformata, per strada.

Le altre volte - era giovane, senza volerlo fece molti


bambini -
passava per strada con passo sicuro
e sapeva godersi gli istanti.

I vestiti diventano vento le sere di marzo


e si stringono e tremano intorno alle donne che
passano.
Il suo corpo di donna muoveva sicuro nel vento che
svaniva,
lasciandolo saldo.
Non ebbe altro bene che quel corpo
che adesso è consunto dai troppi figliuoli.

Nelle sere di vento si spande un sentore di linfe,


il sentore che aveva da giovane il corpo tra le vesti
superflue,
un sapore di terra bagnata che ogni marzo ritorna,
anche dove in città non c’è viali e non giunge col sole il
respiro del vento
il suo corpo viveva
esalando di succhi in fermento tra i muri di pietra.

Col tempo anche lei che ha nutrito altri corpi


si è rotta e piegata.
Non è bello guardarla,
ha perduto ogni forza.

Ma dei molti, una figlia


ritorna a passare per le strade
la sera e ostentare nel vento sotto gli alberi, solido e
fresco,
il suo corpo che vive.

E c’è un figlio che gira


e sa stare da solo e si sa divertire da solo,
ma guarda nei vetri, compiaciuto del modo che tiene a
braccetto la compagna.
Gli piace di un gioco di muscoli accostarsela mentre
rilutta
e baciarla sul collo.
Soprattutto gli piace, poi che ha generato su quel
corpo,
lasciarlo intristire e tornare a se stesso.
Un amplesso lo fa solamente sorridere
e un figlio lo farebbe indignare.
Lo sa la ragazza che attende
e prepara se stessa a nascondere
il ventre sformato e si gode con lui,
compiacente,
e gli ammira la forza di quel corpo
che serve per compiere tante altre cose.

Cesare Pavese.
Pubblicato da l'incarcerato a 10/

L'INCARCERATO
Questo blog
Questo blog

giovedì 1 ottobre 2009


I desaparecidos in Italia.
Visto la bella dissertazione avvenuta tra voi adorabili
teste di capra nel post precedente, allora vi ripropongo
un mio vecchio articolo ove purtroppo devo rimarcare
la crudeltà di questi "bravi" e "integerrimi" cittadini
italiani nei confronti di chi è disperato.
E nel frattempo, non so voi, ma ovunque mi giro sento
uscire dalla bocca dei nostri concittadini solo frasi
razziste e piene di odio nei confronti di chi viene qui
per lavorare duramente. Che fare?

C’è un fenomeno del tutto italiano che mi fa


rabbrividire, mie adorabili teste di capra, ogni giorno
qui in Italia vengono madri provenienti da altre
nazioni che ricercano i propri figli scomparsi nel nulla,
mogli che non hanno più notizia dei loro mariti, figli
che di punto in bianco diventano orfani del proprio
padre e non sanno il perchè. Scomparse degne da
trasmissione "Chi l’ha visto".

Sono morti nere, quelle degli immigrati, sono invisibili


perchè quando muoiono a causa degli incidenti sul
lavoro, i loro corpi vengono occultati dagli
imprenditori. I loro corpi vengono fatti sparire perchè
non si vuol avere problemi con la giustizia essendo
lavoratori non in regola con il permesso di soggiorno.
Immigrati che qui in Italia diventano "desaparecidos".

Allora vi racconto una storiella tragicamente vera.

Qualche tempo fa, in una cittadina del nord, un


immigrato non regolare è stato preso a lavorare in un
cantiere per rimuovere un tetto di amianto. Oggi un
italiano conosce benissimo il pericolo dell’eternit, sa
benissimo che rilascia sostanze altamente
cancerogene. L’immigrato non lo sapeva e ci lavorava
senza protezioni e la sicurezza, ovviamente, non era a
norma. Era caduto dal tetto. Il corpo morente era stato
portato via di nascosto dall’imprenditore e
abbandonato sul ciglio di una strada.

Questo criminale di un imprenditore ha avuto la


"sfortuna" che l’immigrato non era morto, fu ritrovato
da alcuni passanti e portato all’ospedale. L’immigrato
ha avuto una dignità commovente, ha rifiutato il
denaro dall’imprenditore e ha avuto il coraggio di
denunciarlo.

Ma questa non è una storia a lieto fine, ragazzi miei. Il


processo ora rischia la prescrizione a causa della
mancanza di testimoni. C’erano alcuni italiani che
avevano visto tutto ma non vogliono testimoniare,
dicono che hanno paura.
Un poco l’indifferenza, un poco la vigliaccheria della
gente e questo povero immigrato tra un po’ perderà
anche la pensione dell’Inail.

Rischiava di diventare un altro ennesimo


desaparecidos, ma ora rischia la povertà più tremenda
perchè non potrà più lavorare essendo invalido.

Un invalido non riconosciuto. Un invisibile.

Pubblicato da l'incarcerato a 10/01/2009 17 commenti

martedì 29 settembre 2009


La tassa sulla disperazione.

Care teste di capra, come ben sapete ad agosto è stata


approvata una legge , interna al pacchetto sicurezza,
che apparentemente sembrerebbe una sanatoria.
Ovvero la regolarizzazione dei lavoratori
extracomunitari, quelli che lavorano in nero.
Il termine sanatoria non mi è mai piaciuto, si "sanano"
i ladri e gli evasori come ben sa Berlusconi, ma non
gente onesta come i lavoratori stranieri che si
spaccano la schiena per arricchire gli imprenditori e
nello stesso tempo contribuire per tutto il nostro
benessere. Eppure questa sanatoria tanto decantata
da questo governo come per dimostrare che è ingiusto
paragonarli a dei nazisti, come se il pacchetto
sicurezza che è stato introdotto non fosse in quella
direzione, non è per nulla equa.

Una legge basata sulla considerazione popolare che i


clandestini sono tutti criminali perchè vengono qui non
per lavorare, ma per ammazzare, e quindi devono
essere respinti o espulsi. Una legge che sanziona
pesantemente il lavoro irregolare, istituendo il reato di
clandestinità e quindi oltre rinchiuderli negli ex CPT,
passano per la galera.

Una legge basata in poche parole sui luoghi comuni


della maggior parte degli Italiani che hanno nel DNA
l'intolleranza e il razzismo, e non basata sui dati reali
come il fatto che la criminalità è diminuita nonostante
l'aumento degli stranieri qui in Italia, che non è vero
che gli stranieri ci rubano il lavoro come ultimamente
ha comunicato anche la Banca d'Italia, che in realtà
l'immigrazione è diventata una risorsa indispensabile
per il nostro Paese.

Noi siamo considerati "buonisti"perchè cerchiamo solo


di far applicare la nostra costituzione, loro con
orgoglio e perchè va di moda sono i "cattivisti" perchè
in barba ai diritti umanitari e al buon senso rendono
ancora più sofferente la vita degli stranieri.

Ma ecco che arriva la sanatoria per dimostrare che


questo governo alla fin fine è benevolo, come
d'altronde sono benevoli tanti Italiani disposti ad
accettare questo "ennesimo sacrificio": quello di far
"emergere" le badanti e colf.

In primis questa sanatoria è vergognosamente


discriminatoria nei confronti dei clandestini che
lavorano in nero nel campo dell'edilizia e
dell'agricoltura. Proprio quei lavori usuranti, dove
facilmente muoiono sul lavoro e quando accade, molte
volte gli imprenditori occultano il cadavere per non
farsi sanzionare.

Non si capisce questa disparità, le badanti e colf fanno


un lavoro di valenza sociale identico a chi costruisce
edifici e coltiva la terra.

Bene care teste di capra, questa sanatoria,


regolarizzazione, emersione, chiamatela come vi pare,
è servita semplicemente per prendere soldi agli ultimi,
e mettere delle toppe a questa crisi economica che
ancora si fa sentire con prepotenza. La
regolarizzazione può avvenire solamente se i datori di
lavoro di badanti e colf, pagano 500 euro di tassa.

Ma siccome gli Italiani non sono mica dei coglioni,


vero? Gli fanno un favore e poi pagano pure di tasca
loro? Ma ci mancherebbe!
La maggior parte di loro scalerà quei 500 euro dallo
stipendio, e quindi alla fine saranno sempre gli
stranieri a pagare tutto.

Ma non è finita qui.

Molti italiani, specialmente quelli che vomitano e


sbraitano conto gli stranieri , saranno così "benevoli"
con i bisognosi di permesso di soggiorno che li
aiuteranno per dimostrare, anche se non è vero, che
sono i loro datori di lavoro. Sapete quanti soldi
prenderanno dai bisognosi per aiutarli? Almeno 1000
euro.

Quindi gli stranieri, per regolarizzarsi, pagheranno 500


euro allo Stato, quindi a noi, e in più pagheranno in
nero, almeno altre 1000 euro agli italiani che con
"sacrificio" accettano gli stranieri!

Mi fa schifo questo governo che discrimina le tipologie


dei lavori e prende soldi ai bisognosi, una tassa per i
poveri. E mi fanno vomitare questi Italiani così critici
nei confronti degli stranieri(perchè solo loro lo fanno)
e gli sfilano un sacco di soldi.

Se non fosse per gli stranieri che giustamente


venderebbero pure l'anima per avere il permesso di
soggiorno, io questi maledetti italiani che speculano
sulla disperazione li denuncerei tutti.

SE QUESTO E' UN UOMO


Voi che vivete sicuri

Nelle vostre tiepide case,


Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:

Considerate se questo è un uomo


Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno.

Meditate che questo è stato:


Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.

O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.

Primo Levi
Pubblicato da l'incarcerato a 9/29/2009 23 commenti

venerdì 25 settembre 2009


Scandalo Croce Rossa: L'incarcerato intervista il Maresciallo Lo Zito

Care teste di capra, per conto di Agoravox


(importantissimo sito che ogni tanto pubblica i miei
articoli) ho fatto un'intervista. Si comincia a giocare
duro ed è solo l'inizio per scardinare il potere
nemmeno tanto occulto. Vi invito ad andarlo a leggere
soprattutto qua, e chi vuole commenti pure.

Mini-inchiesta. Intervista al Maresciallo che ha denunciato Maria


Teresa Letta e risposta della diretta interessata. Al seguente link i
documenti e le denunce presentate da Lo Zito.

Abbiamo contattato anche Striscia la Notizia per capire le ragioni per le


quali Max Laudadio ha rinunciato all’intervista, ad oggi non abbiamo
ricevuto nessuna risposta.
VEDI ON LINE:
Testo
Da molto tempo che l’Abruzzo è al centro dell’attenzione per quanto
riguarda la corruzione. Ricordiamo la maxi inchiesta che ha travolto
persone come Ottaviano Del Turco, oppure il sindaco di Pescara, e si
parlano di tanti soldi. Una tangentopoli che riguarda ogni schieramento
politico.

Altri fatti non ancora chiariti coinvolgono i vertici della Croce Rossa
Italiana. Il tutto è partito con la denuncia di un maresciallo, un certo
Vincenzo Lo Zito il quale si sta mettendo contro la dottoressa Maria
Teresa Letta, sorella di Gianni Letta. Un uomo, quest’ultimo, che dietro
l’ombra di Berlusconi agisce ovunque. Le sue trame sono trasversali,
forse, perfino all’interno della magistratura visto che quando si tratta di
indagarlo, l’archiviazione è diventata una consuetudine.

La Letta ha un potere inimmaginabile, visto che ad esempio è stata lei a


presentare Chiodi candidabile come Presidente della Regione Abruzzo.

Ho intervistato personalmente il maresciallo e le sue denunce, tutte


comprovate tramite documentazione, sono raccapriccianti che sembrano
configurare la Croce Rossa come braccioeconomico di un potere politico.

Signor Maresciallo Vincenzo Lo Zito, da quanti anni è che presta


servizio presso la Croce Rossa Italiana?
Lavoro nella Croce Rossa da circa 26 anni.

E prima di essere stato trasferito per il motivo che dopo spiegherà, quale
era la sua mansione all’interno della Croce Rossa?

La mia funzione era quella di funzionario amministrativo al Comitato


Regionale Abruzzo con qualifica C2 essendo con il grado di maresciallo
capo. In pratica la figura amministrativa del C R A sono il direttore
regionale e il funzionario amministrativo - che sarei io -. Solo queste
figure hanno compiti amministrativi, le altre cariche come Presidenti o
volontari sono prettamente delle figure politiche.
Ci racconti cosa ha scoperto più di un anno fa mentre lavorava in quella
sede.
Sin dal primo giorno di lavoro ho cominciato a notare troppe cose
oscure, e nel visionare le carte è venuto fuori il sospetto che avevo.

Ovvero?
Firme di mandato di pagamento false, ovvero non firmate dalla persona
preposta, versamenti verso banche non autorizzate, tutta una serie di
illeciti e movimenti di denaro senza specificarne l’utilizzo.O meglio senza
un iter burocratico corretto .
Parliamo intanto delle banche non autorizzate.
Il conto corrente era stato aperto presso la Banca Toscana di Avezzano.
E tutti movimenti di denaro, dai fondi alle donazioni, passavano tramite
questa banca.

Insomma, il conto corrente a chi era intestato? E chi firmava i mandati


di pagamento senza averne l’autorizzazione?
E’ la già Presidentessa Maria Teresa Letta, ora commissario, in quanto
sono state azzerati i consigli di amministrazione della Croce Rossa dopo
che hanno cacciato Barra, venuto dopo di Scelli. Entrambi cacciati per
aver provocato buchi di migliaia di euro, come si legge anche ai giornali.

Scusi, la Presidentessa Maria Letta non aveva l’autorizzazione per fare


questi movimenti?
No, perché il suo è un incarico prettamente politico ma a quanto pare, in
barba ai regolamenti interni, fa come le pare. Prende decisioni come
quella di aprire il conto corrente della Croce Rossa in una Banca di
Avezzano, guarda caso sua città di residenza.

Lei era stato l’unico a scoprire tutto questo?


Per fortuna no, nel 2008 si è insediato il direttore regionale Maria Rita
Salvetti, che oltre ad accertare tutte le mie denunce di questi gravi
illeciti, scopre anche altre cose.
Ma in tal caso, non esiste un organo superiore che ha la facoltà di
controllo?
Certamente, esiste il Servizio Ispettivo, il nostro organo sovra ordinario
del comitato centrale. E la Salvetti ha presentato una denuncia presso di
loro dopo aver prima avvertito la Presidentessa senza avere una sua
risposta. In seguito verrà trasferita anche lei…

Ma questi revisori del Servizio Ispettivo alla fine sono venuti a


controllare?
Si, dopo le mie innumerevoli denunce sono venuti a controllare il 14
marzo del 2008. Mi hanno fatto fare fotocopie di tutte quelle carte, di
tutti quei movimenti scandalosi. Tant’è vero che un ispettore, credo un
magistrato, cominciando a visionare le carte che gli davo, urlava: “Ma è
inaudito tutto questo!”, “non è possibile, ma come fa questa signora a
fare tutte queste cose?”.

Quindi positiva quella giornata, no?


Per nulla positiva. Era arrivata l’ora di pranzo e la dottoressa Maria
Letta li ha accolti e invitati ad un ristorante. Io e la Salvetti eravamo
rimasti allibiti. Verso le 14 e 30 ritornano gli ispettori e ci salutano
perché si era fatto tardi e dovevano rientrare a Roma.

E non sono più ritornati?


No. Ed io questo lo denunciai alla Corte dei Conti, come denunciai tutte
queste irregolarità della Dottoressa Maria Letta. Ma è passato più di un
anno e la magistratura non si è fatta sentire.

Nel frattempo lei viene trasferito per incompatibilità ambientale,un po’


come avviene a quei magistrati che facevano inchieste scomode. Da chi è
partito l’ordine di trasferimento?
Dall’attuale commissario straordinario Francesco Rocca sollecitato dalla
stessa Letta, persona vicina e voluta dal Vicepresidente del consiglio
Gianni Letta.

Quindi Francesco Rocca invece di garantire la trasparenza dei


movimenti di denaro, e quindi tutelarla, cosa fa? Viene trasferito e tutela
Maria Teresa Letta, - sorella del Vicepresidente del Consiglio Gianni
Letta -.
Esatto.

Lei oltre che denunciare il tutto alla Corte dei Conti, ha contattato
qualche giornale o trasmissione televisiva?
Certo, i grandi giornali non mi hanno nemmeno risposto. Ho contattato
quelli di Striscia La Notizia e precisamente Max Laudadio raccogliendo
la mia documentazione per mano della sua segretaria D.ssa Ghega.

Quindi hanno accettato, ammirevole no?


Assolutamente no! Quando gli ho detto che la Presidentessa in questione
fosse la dottoressa Letta, loro in cinque minuti hanno tolto tutto quello
che avevano montato e se ne sono andati via a gambe levate.

Pensa che sia perché il nome Letta suscita timore?


Si fanno paura ed ha un potere inimmaginabile. Dico sempre che dopo di
loro c’è il Papa.

Ad Aprile dello scorso anno c’è stato un terremoto catastrofico che ha


coinvolto l’Aquila. A parte la protezione civile, anche la Croce Rossa si è
attivata. Giusto?
Certo e guarda caso la dottoressa Maria Teresa Letta è stata nominata
commissario speciale per l’emergenza Abruzzo. Nomina ovviamente
eseguita da suo fratello Gianni Letta.

Quindi, ipoteticamente Maria Teresa Letta avrebbe potuto ricevere delle


donazioni per far fronte all’emergenza terremoto, giusto?
Certo, le donazioni arriverebbero direttamente a lei, ma purtroppo da
quando sono lì non ho mai potuto vedere il registro delle donazioni.
Potrei pensare, addirittura, che non esista e ciò sarebbe grave perché per
una questione di trasparenza, si dovrebbero verificare le entrate e le
uscite delle donazioni. Spero per lei che esista e ce l’abbia agli atti…

Oltre a ricevere le donazioni, quindi può anche richiedere dei soldi per il
terremoto?
Certo, e giustamente la Signora Letta seguendo questa volta l’iter
burocratico fa una richiesta di denaro al direttore generale e al
commissario straordinario della Croce Rossa magari per acquistare
autovetture per aiutare i terremotati…

E in questo caso il Commissario è Rocca, l’amico di Letta?


Sì, il nuovo Direttore Generale è Leonardo Carminati, che è anche il
Direttore del Comitato Regionale Abruzzo, quello della Letta. Insomma
qui c’è gente che diventa controllore di sé stesso, come lo è stato sempre
anche la prof.ssa Letta che era presidente del Comitato Regionale
Abruzzo e Responsabile Amministrativo del Comitato Locale di
Avezzano. Evidenziata questa incompatibilità anche dal Servizio
Ispettivo del Comitato Centrale che ha dovuto far cessare a seguito delle
mie innumerevoli denunce questo illecito che perdurava da anni e
guarda caso nessuno se ne era mai accorto.

Ma la richiesta di denaro per il terremoto è solo un pura ipotesi vero?


Per ora sì…

Maresciallo, so che lei va spesso a L’Aquila per vedere da vicino come è


la situazione dei terremotati visto che ha anche una figlia che studia lì.
Ha saputo chi è l’uomo di governo che gestisce l’emergenza terremoto?
Si, è Gianni Letta!

Un’ultima domanda prima di salutarci, ha scritto sulla sua pagina web


che teme che gli possano tappare la bocca per sempre. Che cosa vuole
intendere?
Con questa storia mi sono accorto che ho uno scontro con i poteri forti,
stanno facendo di tutto per farmi stare zitto. Mi trasferiscono ad Assisi
ma in realtà sanno che non mi starò zitto. Quindi temo per la mia
incolumità.

Raggiunta telefonicamente Maria Teresa Letta ha così replicato:

Il Maresciallo Lo Zito ce l’ha con me perché si faceva segnare 148 ore di


straordinario al mese e dodici notturne. Dice che è malato e sono due anni
che on lavora ma va facendo di tutto per l’Italia. Allora gli domandi chi ha
vinto al tribnale di Avezzano se ha vinto Maria Teresa Letta o Vincenzo Lo
Zito la causa.

Ha una denuncia del comitato dei revisori dei conti della CRI, ha tre
denunce del Presidente Generale della CRI Francesco Rocca. Che va
cercando? Che qualcuno lo faccia mettere in galera? Mi ha mandato la
Procura di Avezzano, dell’Aquila, di Potenza, la guardia di Finanza due
volte, ha scritto al Capo dello Stato, ha scritto trenta lettere a mio fratello,
a Storace tutti i giorni. Tutti hanno dato ragione a me.

I revisori dei conti hanno dato ragione a me.

E’ possibile che lui siano l’unico giusto e noi tutti mascalzoni?

Lui dice che è malato, si è rifiutato di farsi operare. Quando ha capito che
era trasferito ha deciso di farsi ricoverare ma solo perché nel Dicembre
2007 gli era stato detto che doveva mettere un by-pass. E’ un bugiardo dice
che non può lavorare e poi lo troviamo che fa il trasporto dei malati
dell’Unitalsi, all’indomani del terremoto era con la maglietta del 118 –
ripreso dal TG1 -. Ecco il malato che fa il fustigatore dei costumi!
ollevazione popolare in Messico nel 2010 e una società senza galere.
Purtroppo pochi di voi mi hanno seguito fin dall'inizio e
pochi si ricordano quanto amore ho per il Messico.
Mentre da noi c'è sempre più deterioramento,
rassegnazione, repressione silenziosa, omicidi di Stato
e invece di combattere il sistema, da persone mediocri,
ci dividiamo in berlusconiani e anti berlusconiani, forse
una piccola speranza la dobbiamo riporre proprio nel
Messico. E grazie alle parole del Subcomandante
Marcos io ve la posso anticipare questa speranza
riportando un pezzo di un articolo:
"Il subcomandante insurgente Marcos ha dichiarato al
quotidiano britannico The Guardian che per l'anno
2010 "il Messico si trasformerà in una pentola di
pressione" e "esploderà"; ha aggiunto di stare
lavorando ad un progetto di teoria politica nel quale
analizza le forze che, dal suo punto di vista, stanno
conducendo il paese ad una sollevazione sociale.

Nell'intervista pubblicata dal giornale inglese, il


delegato Zero ha pronosticato che "il potere inconscio"
dell'anno 2010, proprio quando si compirà il secondo
centenario dell'inizio della guerra di Indipendenza ed i
100 anni della Rivoluzione messicana, "si accenderà la
miccia predisposta dagli sforzi statunitensi per
rendere sicura la frontiera bilaterale, quello che
impedisce a milioni di persone di scappare dal nord
per avere lavoro. Dalla sua prospettiva, politici, media
ed incluso alcuni intellettuali di sinistra, ignorano la
radicalizzazione della situazione. Ha ricordato che si
sorpresero anche quando 13 anni fa - il primo gennaio
1994 - la popolazione indigena in Chiapas ricorse alla
rivolta armata per fare valere i propri diritti."

Io me lo auguro , perchè ancora una volta il Messico,


una terra così lontana ,e con forti legami con noi
tramite persone importanti come Tina Modotti, ci darà
un'altra lezione di vita.

Allora vi ripropongo un mio vecchissimo post, ove in


tempi non sospetti ho anche parlato di come le
comunità zapatiste possano fare a meno del carcere e
trovano delle vere alternative:

Quando Berlusconi disse che noi occidentali siamo una


civiltà superiore alle altre ci fu giustamente un coro di
critiche. Ma la sua infelice dichiarazione rappresenta il
pensiero di tanta gente che vive nell'ignoranza.

Vi è mai capitato di sentire questi discorsi tristi al al


bar o tra i colleghi? Non vi è mai capitato di incazzarvi
e aver la voglia di intervenire, ma non lo fate? E' una
brutta bestia l'ignoranza, fa paura, è così che ci
sottomettono, e così che personaggi disgustosi come
Berlusconi o uno come quello della Lega che dice "noi
ce l' abbiamo duro!"trovano i consensi elettorali.

Ma il discorso dell'ignoranza merita un lungo post a


parte.

Volevo invece parlare di una comunità indigena che si


trova in Messico,
precisamente nel Chapas. Gli indigeni vivono in
condizioni molto povere e subiscono forti
discriminazioni. Vivono di agricoltura e ogni giorno
rischiano che le loro terre vengano rubate dal governo
per darle alle multinazionali. Questa comunità era
"invisibile" fino a quando un certo Marcos guidò una
rivolta nel 1994, fu la prima vera battaglia contro la
globalizzazione. Era l'anno in cui nacque il trattato di
libero commercio(NAFTA); una maniera per
ammazzare senza l'utilizzo di pallottole.

E' quel signore con il passamontagna e la pipa, quando


era stato invitato a rivelare la sua identità lui rispose :

"Chi è Marcos? Marcos è un nero in Sudafrica,un gay a


San Francisco, un anarchico in Spagna, un indio in
Messico, un pacifista in Bosnia, un palestinese in
Israele, un comunista dopo la fine della guerra fredda,
una donna sola in una notte di sabato in ogni
metropoli messicana, uno studente infelice, un
dissidente nell'economia di mercato, un artista senza
galleria e, naturalmente, uno zapatista nel Messico
sud-orientale."

Voglio fare un esempio di come il potere federale


messicano si impone sul potere della comunità: Se uno
si ubriaca e distrugge la casetta del suo vicino perchè
il suo "coche", il maiale, è entrato nella sua "milpa" e
si è mangiato il mais; voleva ammazzare il porco, ma
quello è scappato e così è finita che ha sfasciato la
casa del vicino. Il Codice Penale dice :" Violazione di
domicilio, danneggiamenti a proprietà altrui, a terzi
ecc." e ti sbatte in galera.

La comunità non si comporta così e dice:

" Tu hai sfasciato la casa, allora dovrai ripararla e


lavorare per un certo periodo fino a riparare il danno.
Tu resti fisicamente in libertà, ma condannato
moralmente, dovrai riparare il male che hai fatto al tuo
vicino, e sotto gli occhi di tutti".

Chi commette un omicidio, secondo il Codice Penale


viene arrestato e rinchiuso nel carcere, così le vedove
saranno due: quella del morto e quella dell'assassino.
La comunità invece dice:

"No : libertà fisica, pena morale. Chi ha ucciso deve


lavorare per mantenere la vedova e figli, oltre alla
propria moglie e figli", e viene additato come
assassino senza più alcuna autorità morale nè diritti,
che è il peggiore dei castighi!

Cosa ne pensate? Immaginate se applicassimo questo


metodo qui! Cominciamo ad applicare la punizione a
quei balordi degli imprenditori che, risparmiando sulla
sicurezza, hanno causato la morte degli operai!
Facciamoli lavorare a vita(magari sotto padrone) per
mantenere le famiglie rimaste senza un padre.

E anche le famiglie di quegli operai che si ammazzano


perchè non più riassunti!

Questa si che sarebbe una vera e propria giustizia


sociale. Vero adorabili teste di capra?

lunedì 21 settembre 2009


L'omicidio del "maestro più alto del mondo".

Daniele Naldone, il giornalista di Liberazione, ha


scritto un bellissimo ma nello stesso tempo
agghiacciante articolo su Mastrogiovanni. Lo ha
intitolato "Il maestro più alto del mondo", proprio
come lo definivano i suoi alunni delle elementari.

Purtroppo si parla al passato perchè è morto, ed è


ancora una di quelle morti che ci dovrebbero far
indignare e anche allarmare. Ringrazio Daniele perchè
è l'unico giornalista che , tramite un piccolo quotidiano
nazionale come Liberazione, mette in risalto questi
omicidi di Stato.

D'altronde è stato l'unico a dedicare vari articoli su


Niki. E spero che continui visto gli ultimi sviluppi a San
Marino.
Care teste di capra qui c'è una questione
profondamente ingiusta ed inquietante: perchè tutto
questo silenzio da parte di tutti gli altri quotidiani,
compresi Repubblica e l'Unità, giornali per i quali voi
andrete a manifestare per la libertà di parola? Ma se
sono loro i primi ad auto censurarsi? Perchè nessuno
di loro ha affrontato gli omicidi nel carcere, o quelle
tramite TSO come Casu e il maestro Mastrogiovanni?

Dobbiamo allarmarci teste di capra, perchè qui si


muore facilmente, e la morte per mano dello Stato è
frequente e colpisce tutti indiscriminatamente. E sono
morti che passano appositamente inosservate con la
complicità dei media e giornali, compresi quelli che
considerate ingenuamente di "opposizione".

Ringrazio Daniele per avermi avvertito dell'articolo di


domenica, ben sapendo che non cercavo mica
articoletti da quattro soldi che parlassero dell'uscita di
Brunetta o delle ultime barzellette o festini di
Berlusconi. Perchè tanto di questi futili e fuorvianti
articoli ne troverete a quintali, e ci si organizza pure
una manifestazione di massa per difendere (e
passatemela questa parola) queste stronzate.

Ecco l'articolo:
Quella di Francesco Mastrogiovanni, per le forze dell'ordine "noto anarchico", per i suoi alunni
"il maestro più alto del mondo", è una storia di ordinaria persecuzione e di quotidiana
repressione.
Una vita fatta di mille difficoltà, di tragedie messe alle spalle ma che lasciano un segno
indelebile nella testa. Un'esistenza precaria fino all'ultimo giorno di libertà. Una storia di quelle
che non vorresti mai raccontare ma che, come ci spiega il suo caro amico e compagno, il
professore-editore anarchico Giuseppe Galzerano, «devi farlo, per rendere giustizia a Franco e
far si che quanto gli è accaduto non si ripeta a nessun altro».
Liberazione è stato il primo giornale nazionale a denunciare la morte di Franco, deceduto nel
reparto di psichiatria dell'ospedale San Luca di Vallo della Lucania alle 7,20 di martedì 4 agosto.
Pochi giorni dopo una mail inviata dal professor Galzerano ci ha fatto capire che qualcosa, in
quella morte, non era chiara. Franco è stato ricoverato il 31 luglio per un trattamento sanitario
obbligatorio. In quattro giorni è passato dalla calda spiaggia di San Mauro Cilento, dove stava
trascorrendo le vacanze, al freddo marmo dell'obitorio dell'ospedale di Vallo della Lucania.
Arresto cardiaco causato da un edema polmonare, hanno detto i medici. Ma c'è qualcosa di più
che colpisce la nostra attenzione: Francesco Mastrogiovanni era salito agli onori della cronaca
nei primi anni settanta per la morte di Carlo Falvella, giovane neofascista, vicepresidente del
Fuan salernitano, ferito a morte durante l'aggressione dell'anarchico Giovanni Marini. Per
capire in quale scenario sia morto il "maestro più alto del mondo", non possiamo fare altro che
partire alla volta del Cilento per conoscere i parenti e i compagni. Il 9 settembre, nello splendido
scenario di Castellabate è in programma la rassegna "Finisterre Plus", video, musica e
performance dedicata a William Burroughs. "La cosa più pericolosa da fare è rimanere
immobili". Un titolo, una frase, che spiega perché a Burroughs è stato accostato il racconto degli
ultimi giorni di vita di Francesco Mastrogiovanni.
Ombra e violenza. Un resoconto dettagliato, quello fatto dal professor Galzerano e dall'ex
sindaco di Montecorice, Giuseppe Tarallo, amico e compagno di Franco, che sembra costruito
appositamente sullo sfondo persecutorio di una delle opere dello scrittore americano. Purtroppo,
però, questa volta siamo al cospetto di una "storia vera" iniziata nel lontano 7 luglio 1972.
Insieme a Giovanni Marini e Gennaro Scariati, Franco stava passeggiando sul lungomare di
Salerno. Quel giorno era pieno di fascisti che da giorni cercavano di provocare Marini per avere
la "scusa" di un'aggressione. Le sue indagini, all'epoca si diceva "controinformazione", sullo
strano incidente stradale che il 27 settembre 1970 aveva provocato la morte sulla Roma-Napoli di
cinque giovani anarchici calabresi, nei pressi di Ferentino, davano fastidio. Annalisa Borth,
Giovanni Aricò, Angelo Casile, Francesco Scordo e Luigi Lo Celso si stavano recando a Roma
per consegnare ai compagni della capitale i risultati di una loro inchiesta sulle stragi fasciste che
avevano iniziato a insanguinare il paese, in particolare sul deragliamento del "Treno del Sole"
Palermo-Milano del 22 luglio del 1970, nei pressi della stazione di Gioia Tauro. Giovanni Marini
aveva scoperto che alla guida dell'autotreno, che procedeva a fari spenti, c'era un camionista
con simpatie fasciste e che lo scontro avvenne precisamente all'altezza di una villa di Valerio
Borghese. Erano iniziati a insinuarsi i primi dubbi sulla casualità dell'episodio. «Da allora su di
lui incombeva una sentenza di morte alla quale sarebbe sopravvissuto per quasi trent'anni»,
spiega oggi il professor Galzerano. Giovanni, Franco e Gennaro si stavano recando a teatro.
Ridiscendendo via Velia si trovano davanti a due giovani missini: Carlo Falvella e Giovanni
Alflinito armati di lame. Franco accelera il passo per andare a parlare con loro. Dai racconti e
dalle testimonianze del processo emerge come tentò di far da paciere ma, per tutta risposta,
ricevette una coltellata ad una coscia da Alflinito e stramazzò a terra. I due compagni
intervennero immediatamente e, nella rissa che ne seguì, Giovanni riuscì a disarmare Falvella
ferendolo a morte con la sua stessa arma. Si costituì il giorno stesso mentre Franco venne
trasportato in ospedale. Gennaro, invece, sarà immediatamente scarcerato perché minorenne. Da
quel giorno il caso Marini finì su tutti i giornali: Giovanni era, per tutti, un mostro. «Per
punizione», racconta il professor Galzerano, «peregrinava incessantemente da un carcere
all'altro e a Caltanissetta venne rinchiuso in una cella senza luce da dove non smise mai di
denunciare le aberranti condizioni di vita riservate ai carcerati». Per motivi di ordine pubblico il
processo venne spostato da Salerno proprio a Vallo della Lucania. Marini viene condannato in
primo grado a dodici anni (pena poi ridotta a nove in appello), Mastrogiovanni viene assolto ma
allora per lui inizierà l'inferno. Un inferno in camicia nera fatto di minacce, telefonate
minatorie, continue ritorsioni che lo porteranno ad emigrare al nord. A metà degli anni ottanta
si trasferisce a Sarnico, sul lago di Iseo, in provincia di Bergamo, dove, per quindici anni,
insegna nelle scuole elementari della zona. Ma la sua fama di "pericoloso anarchico" lo
accompagnerà anche lassù. Il merito, questa volta, è delle forze dell'ordine che, con una nota,
comunicano ai colleghi bergamaschi di non perderlo d'occhio. Inizia, così, una seconda fase di
persecuzioni: questa volta condotta della forze dell'ordine.Alla fine degli anni novanta decide di
fare ritorno a Castelnuovo Cilento.
Agli agenti del paese non sembra vero: ora avranno di che divertirsi. Per Franco la divisa
diventa un incubo quotidiano che si trasforma in realtà il 5 ottobre 1999. Quel giorno per lui
scattano le manette. Tutto inizia dall'ennesima, immotivata provocazione. Una multa per divieto
di sosta a Vallo Scalo. Franco compie l'errore di mandare a quel paese un agente. Immediato
l'arresto. Immancabili le botte nel commissariato. L'accusa è pesante: resistenza aggravata e
continua nonché lesioni personali. Ovviamente Franco risponde con una controdenuncia per
arresto illegale, lesioni personali, abuso di autorità e calunnia. Per lui scattano gli arresti
domiciliari presso l'abitazione familiare, a Castelnuovo Cilento. Una beffa: il compito di
controllarne l'osservanza viene affidato agli stessi carabinieri denunciati. Inizia il tormento al
punto che diverse volte chiederà di tornare in carcere. Ma quando tutto sembra volgere per il
meglio con il proscioglimento da ogni accusa, per Franco inizia la terza fase di persecuzione:
quella dello Stato. Alla fine venti anni di angherie, soprusi, minacce, botte, lasciano il segno.
Psicologicamente fragile, Franco si sente perseguitato. Ogni volta che incrocia una divisa, entra
nel panico. Per due volte il sindaco di Castelnuovo firma la richiesta per un trattamento sanitario
obbligatorio. Esperienza traumatica che Franco riesce a superare continuando ad insegnare.
Adora i bambini e i bambini adorano questo maestro altissimo. Le uniche proteste dei genitori
sono perché è poco severo. Di certo non una minaccia. Ma così non la pensa il sindaco di Pollica
Acciaroli, Giuseppe Vassallo che ha formati contro di lui il Tso fatale. Il 30 luglio Franco si
trovava nella località turistica cilentana quando, per l'ennesima volta, viene inseguito dai
carabinieri. In preda al panico scappa. La pattuglia desiste. Il maestro trova rifugio nel
bungalow del campeggio Club Costa Cilento. Un luogo tranquillo, per lui. Circondato da amici e
persone che lo stimano come la signora Licia, la proprietaria del camping, che, di tanto in tanto,
gli lascia i nipotini. Ma la mattina seguente l'incubo delle forze dell'ordine ritorna, prepotente.
Arrivano sul posto una quindicina di carabinieri, una pattuglia dei vigili urbani, un medico
dell'ospedale di Vallo della Lucania. Voglio portare Franco in ospedale. Il maestro scappa dalla
finestra, si getta in mare, a nuoto raggiunge una secca. Per oltre due ore resta in acqua.
Sopraggiunge anche una motovedetta della guardia costiera per avvertire i bagnanti che "è in
corso una caccia all'uomo". Stremato, si arrende. Raggiunge la spiaggia, chiede una sigaretta, si
fa una doccia. E' tranquillo. Consapevole di ciò che lo aspetta. Eppure, gli vengono fatte tre
iniezioni. Sale sull'ambulanza e il suo ultimo messaggio è per la signora Licia. «Se mi portano a
Vallo, non ne esco vivo». E così sarà. Dopo quattro giorni di Tso muore per un infarto causato
da edema polmonare. Una morte naturale, "normale", dicono dall'ospedale. Ma dall'autopsia
emergono particolari inquietanti. Franco aveva diversi lividi sul corpo e segni di lacci su polsi e
caviglie. Era stato legato per tutti e quattro i giorni di Tso, anche se sulla cartella clinica non c'è
traccia della contenzione. Ci rechiamo all'ospedale di Vallo per parlare con i medici. Nessuno
apre bocca. Nessuno ha visto niente, anche se quattordici, fra medici e infermieri, sono tutt'ora
sotto inchiesta. Tutti tacciono anche quando facciamo notare che le sbarre alle finestre e le porte
del reparto chiuse a chiave non sono "normali". Chiediamo di parlare con i vertici dell'ospedale
per avere dei chiarimenti che, puntualmente, non arrivano. «Quello che succede di sopra, non lo
so» ci spiega, come se niente fosse, il vicedirettore. Ogni nostra domanda è un secco «no
comment». Neanche quando domandiamo se avesse avuto notizia di una rissa al piano di sopra,
cosa che spiegherebbe la contenzione (anche se non protratta per quattro giorni) e i lividi.
«Quello che succede di sopra...». Certo, i dirigenti dell'ospedale non lo sanno. Rassicurante. Sta
di fatto che un maestro elementare, che ha vissuto tutta la sua vita di precario insegnante,
perseguitato da fascisti, forze dell'ordine, amministratori locali in quanto "noto e pericoloso
anarchico", in poche ore è passato dalla calda spiaggia di Acciaroli al freddo marmo
dell'obitorio dell'ospedale di Vallo della Lucania. Tutto per un trattamento sanitario obbligatorio
deciso da un sindaco che non voleva avere problemi in una località che ha appena ottenuto la
bandiera blu d'Europa e millanta di essere il paese di Ernest Hemingway. Come chiosa il
professor Galzerano, «un falso storico senza precedenti».

Daniele Naldone
Pubblicato da l'incarcerato a 9/21/2009 17 commenti

venerdì 18 settembre 2009


Attentato a Kabul e perchè si indossa la divisa..

Mi dispiace care teste di capra, se credete che mi


accodi a tutti voi per spendere le stesse parole di
circostanza a proposito dell'attentato di ieri, vi
sbagliate di grosso.

E giusto per non far esultare qualche fanatico da


quattro soldi che urla 10 100 1000 Nassirya,
assolutamente non giustifico quel vile attentato contro
quei sei parà italiani benché so benissimo che in
Afghanistan c'è in corso un occupazione militare da
parte nostra e sicuramente non stiamo facendo una
missione di pace come i nostri due schieramenti
politici vogliono farci credere.

D'altronde ogni giorno la NATO fa strage di civili in


AFghanistan, ma si sa noi siamo i soliti pacifisti che
non capiscono la necessita delle armi per stabilire la
democrazia.

Vero teste di capra?

Giustamente è democrazia affidare il potere a Karzai in


primis e ovviamente ai signori della guerra e magari
trafficare l'oppio in maniera massiccia. Provate a
parlare con quelli dell'antidroga e vi sentirete
rispondere che dopo la "liberazione" dell'Afghanistan
dai Talebani(cosa non vera visto che controllano
ancora l'80 per cento del territorio), l'oppio in Italia è
aumentato a dismisura.
Mi dispiace teste di capra, ma quei poveri ragazzi
uccisi non sono degli eroi, per me sono da considerare
al pari di qualsiasi altre vittime sul lavoro. Non sono
degli eroi gli operai che muoiono cadendo dalle
impalcature, non sono degli eroi quelli che muoiono di
tumore perchè lavorano costantemente con l'amianto.

Ma sono vittime di questo maledetto sistema.

La differenza è che agli operai che muoiono sul lavoro


non ci sono funerali di Stato, anzi lo Stato nemmeno
interviene in loro tutela ma difende i padroni. Mentre a
questi ragazzi tutti si riuniscono in cordoglio, si
annullano manifestazioni, tutti spendono le stesse
identiche parole.

Quell'esaltato di La Russa considera questi ragazzi che


partono per le missioni dei grandi servitori della patria
consapevoli di cosa stiano facendo, e noi dobbiamo
quasi emozionarci nel vederli partire.

La verità è invece un'altra, e davvero molto amara.

Fateci caso care teste di capra, ma noterete che le


vittime sono tutti ragazzi del sud. E provengono da
tutte famiglie povere.

Vi parlo con cognizione di causa e vi posso dire con


certezza che il 99,9 percento di tutti i volontari
dell'esercito non sanno nemmeno per che cosa
"combattono", non conoscono la storia dei Paesi dove
vanno, e soprattutto indossano la divisa
semplicemente per avere un posto fisso visto la
precarietà e soprattutto la disoccupazione dilagante
che c'è al Sud.

Ma non aspettatevi che ve lo diranno, loro non


l'ammetteranno mai e quando ti addestrano il cervello
comincia a smettere di ragionare e piano piano ti
trasformano in degli automi. Cominci ad esaltarti e
facilmente si arriva al punto di non ritorno.

Ma la colpa principale è da attribuire a quelle


numerose famiglie che spingono i propri figli ad
entrare nell'esercito convincendoli che lo fanno per il
loro bene, per avere un lavoro sicuro e quando ci sono
delle guerre sono anche contenti: più missioni, più
soldi.

Questa è la verità visto che questo incarcerato molto


tempo fa si arruolò come volontario nell'esercito per
quasi tre anni e ha potuto conoscere i primi Alpini che
partirono per l'Afghanistan perchè si addestrarono
nella stessa mia caserma, quella all'Aquila.

Alcuni di loro morirono a Nassirya.

E dispiace dirvi che quegli Alpini invece di vedere il


telegiornale la sera, interessarsi e approfondire la
situazione Afghana e quindi sapere cosa realmente
andassero a fare, preferivano vedere i cartoni animati,
i Pokemon mi pare si chiamassero...

Vi segnalo l'ultimo post di Alessandro Tauro, bloggher che molti di voi conosceranno. E'un articolo
impeccabile che va sicuramente letto.
Pubblicato da l'incarcerato a 9/18/2009 52 commenti

mercoledì 16 settembre 2009


La 'ndrangheta(aggiornamento dell'ottava parte)

Per un'assurda coincidenza, dopo nemmeno due giorni


che scrissi l'ottava parte sulla 'ndrangheta trattando
l'argomento Ilaria Alpi e quindi del traffico illecito
delle scorie radioattive da parte di questa maledetta
criminalità organizzata, è arrivata la notizia del
ritrovamento:

ROMA 12 settembre 2009

Potrebbe essere una delle navi dei veleni affondate nel


Tirreno Casentino. La scoperta avvenuta oggi al largo
di Cetraro, in provincia di Cosenza, rappresenta la
possibile conferma ai dubbi che da tempo interessano
la zona, indicata come una sorta di cimitero delle navi
cariche di scorie radioattive e di rifiuti tossici. Il relitto
è stato individuato oggi, grazie a un robot
telecomandato che la Regione Calabria sta utilizzando
per chiarire gli aspetti più inquietanti di questa
vicenda. Un enorme mercantile, lungo tra i 100 e i 120
metri, fotografato dal robot in maniera nitida. Al punto
da evidenziare una grossa falla sulla prua della nave. E
all’interno alcuni fusti. Schiacciati, piegati, corrosi dal
tempo. Il luogo della scoperta è a circa 20 miglia
nautiche dalla costa, ad una profondità di circa 480
metri. Un allarme lanciato da tempo, rispetto alla
presenza di relitti pericolosi in fondo al mare. Già nel
settembre scorso il «Quotidiano della Calabria» aveva
evidenziato la possibile presenza di una nave
affondata nella zona. Fino alla conferma arrivata oggi.
Dopo che i sopralluoghi erano stati rinviati a causa
delle cattive condizioni del Tirreno.

Dalle fotografie scattate, ora esaminate dai tecnici,


non è stato possibile individuare il nome del
mercantile, che dovrebbe essere indicato sui fianchi.
Un ammasso di ferraglia coperto da tantissime reti da
pesca che, nel corso degli anni, potrebbero essere
rimaste impigliate. Anche sul nome circolano voci
insistenti. A partire dalle indicazioni del collaboratore
di giustizia Francesco Fonti. Il primo ad avere indicato
la responsabilità della ’ndrangheta nella gestione dei
rifiuti e delle navi inquinanti. Sarebbe stato lui a
indicare il nome della nave fatta affondare con una
bomba fatta esplodere proprio in prua. La «Cursky»,
questo il nome segnalato da Fonti ai magistrati,
avrebbe portato negli abissi 120 fusti di materiale
tossico.

Non un caso isolato, secondo il collaboratore di


giustizia, ma un’attività illecita molto remunerativa, al
punto che la cosca Muto di Cetraro, così come
evidenziato da Fonti, avrebbe fatto affondare in tutto
tre imbarcazioni. Anche rispetto al tipo di mercantile,
le foto hanno permesso di avanzare le prime ipotesi. Si
tratterebbe, infatti, di una nave che potrebbe risalire
agli anni Sessanta e Settanta. Considerato che è priva
di bullonature visibili, cosa che lascia pensare che
risalga dunque, come tecnica costruttiva, al secondo
dopoguerra. Soddisfatto anche il procuratore della
Repubblica presso il Tribunale di Paola. «Si tratta di
un grosso successo per tutti, perchè si comincia a
squarciare un velo. Voglio dire - ha aggiunto il
procuratore - che il merito è della Regione Calabria e
dell’assessore all’Ambiente, Silvio Greco, che ha
creduto in questa ricerca e ci ha supportato in ogni
modo». Secondo Giordano, «parliamo tanto delle cose
cattive, come la malasanità, ma ogni tanto parliamo
anche dei successi dovuti a tanto impegno».

Fonte : www.nealine.net

Ringrazio il commentatore anonimo per aver lasciato


questo messaggio, spero che qualche buon e onesto
magistrato faccia davvero delle ricerche in tal senso:

"Complimenti a tutti coloro che partecipano vivamente


a questa indagine e prima di tutto al padrone di casa.
Ho conosciuto un importante reporter di Rai news 24
che prima di lasciarmi ha detto:
"I nomi delle navi"..tutti le navi sono registrate - per
targa soprattutto, prima che per nome - e risalire al
gestore della "Shifco" nel '94 vuol dire avere un altro
nome importante. Che sia lo stesso - o legato - alla
"Cursky"? Vi riporto la notizia riportata oggi dalla
stampa e prima di lasciarvi, un invito a tutti:
"Dobbiamo trovare le prove". L'ultima intervista fatta
da Ilaria a Mogadiscio è stata tagliata (mi riferisco alla
pellicola su cui aveva girato il filmato il suo
operatore)...vogliamo quelle immagini!"
La domenica delle salme

Ogni giorno è una domenica delle salme...e ciò che


manca care adorabili teste di capra è una vibrante
protesta!

Tentò la fuga in tram


verso le sei del mattino
dalla bottiglia di orzata
dove galleggiava Milano
non fu difficile seguirlo
il poeta della Baggina
la sua anima accesa
mandava luce di lampadina
gli incendiarono il letto
sulla strada di Trento
riuscì a salvarsi dalla sua barba
un pettirosso da combattimento.
I polacchi non morirono subito
e inginocchiati agli ultimi semafori
rifacevano il trucco alle troie di regime
lanciate verso il mare
i trafficanti di saponette
mettevano pancia verso est
chi si convertiva nel novanta
era dispensato nel novantuno
la scimmia del quarto Reich
ballava la polka sopra il muro
e mentre si arrampicava
le abbiamo visto tutto il culo
la piramide di Cheope
volle essere ricostruita in quel giorno di festa
masso per masso
schiavo per schiavo
comunista per comunista.
La domenica delle salme
non si udirono fucilate
il gas esilarante
presidiava le strade.
La domenica delle salme
si portò via tutti i pensieri
e le regine del tua culpa
affollarono i parrucchieri.
Nell'assolata galera patria
il secondo secondino
disse a "Baffi di Sego" che era il primo
si può fare domani sul far del mattino
e furono inviati messi
fanti cavalli cani ed un somaro
d annunciare l'amputazione della gamba
di Renato Curcio
il carbonaro
il ministro dei temporali
in un tripudio di tromboni
auspicava democrazia
con la tovaglia sulle mani e le mani sui coglioni
- voglio vivere in una città
dove all'ora dell'aperitivo
non ci siano spargimenti di sangue
o di detersivo -
a tarda sera io e il mio illustre cugino De Andrade
eravamo gli ultimi cittadini liberi
di questa famosa città civile
perché avevamo un cannone nel cortile.
La domenica delle salme
nessuno si fece male
tutti a seguire il feretro
del defunto ideale
la domenica delle salme
si sentiva cantare
- quant'è bella giovinezza
non vogliamo più invecchiare -.
Gli ultimi viandanti
si ritirarono nelle catacombe
accesero la televisione e ci guardarono cantare
per una mezz'oretta poi ci mandarono a cagare
-voi che avete cantato sui trampoli e in ginocchio
con i pianoforti a tracolla vestiti da Pinocchio
voi che avete cantato per i longobardi e per i
centralisti
per l'Amazzonia e per la pecunia
nei palastilisti
e dai padri Maristi
voi avevate voci potenti
lingue allenate a battere il tamburo
voi avevate voci potenti
adatte per il vaffanculo -
La domenica delle salme
gli addetti alla nostalgia
accompagnarono tra i flauti
il cadavere di Utopia
la domenica delle salme
fu una domenica come tante
il giorno dopo c'erano segni
di una pace terrificante
mentre il cuore d'Italia
da Palermo ad Aosta
si gonfiava in un coro
di vibrante protesta.

De Andrè.

E attenzione alla pace terrificante, è la mia paura del


dopo...
Pubblicato da l'incarcerato a 9/14/2009 14 commenti

sabato 12 settembre 2009


Omicidio di Manuel Eliantonio e la libertà di parola.

Care teste di capra, ancora una volta il mio plauso va dato a Beppe
Grillo per aver affrontato un tema scottante, che quasi nessuno ne parla:
gli omicidi che avvengono sistematicamente nelle carceri!

Mentre tutti voi siete in procinto di scendere in piazza per difendere la


libertà di parola (perchè per caso sono stati censurati?) per giornali
come Repubblica o l'Unità, quotidiani a cui va tutto il mio più sincero
disprezzo per come hanno sistematicamente censurato gli omicidi di
Stato che avvengono dentro e fuori le carceri(e non solo quello), un
comico intervista la madre di Manuel Eliantonio.

Un ragazzo pestato a morte nel carcere di Marassi, un ragazzo


sicuramente "difficile", un ragazzo che andava aiutato, e invece è stato
ammazzato. Probabilmente si ribellava ai ricatti delle guardie carcerarie
che lo obbligavano a prendere degli psicofarmaci e non accettava i
soprusi.

Pensate che solo lui si sarebbe ribellato? Tanti ragazzi lo hanno fatto, e
non è un caso che la maggior parte delle morti nelle carceri riguardano i
giovani. L'età media gira intorno ai 26 anni.

Mamma Maria con grande forza ha raccontato tutto, è riuscita con


dolore a mostrare le foto di Manuel morto, pieno di lividi e gonfiore.
Anche lei come Ornella ha ricevuto la notizia del decesso con una
telefonata.

Va contro la procedura, sono telefonate che servono per scioccare le


madri e fargli perdere quella lucidità indispensabile per non farsi
incastrare.

Ringrazio Maria perchè ha ricordato nell'intervista, anche Niki Aprile


Gatti.

Nel frattempo riempite le piazze per giornali che hanno ricevuto


querele(per aver detto che Berlusconi andava a puttane?) e hanno la
copertura per pagarsi le spese. Intanto ci sono madri come Angelina,
madre di Attilio Manca che è stata querelata perchè ha attaccato il
potere mafioso colluso con lo Stato. Ma lei è stata lasciata da sola,
nessuno di questi giornali si è preso la briga di parlarne e magari
ricevere qualche querela.

Così come Ornella, che si trova da sola a combattere il potere


massomafioso.

"Carissime bamboline mie, mi dispiace che non vi ho fatto avere più mie
notizie, ma anche io ho i miei problemi: mi ammazzano di botte almeno
una volta alla settimana. Ora ho solo un occhio nero, mi riempiono di
psicofarmaci, quelli che riesco li risputo ma se non li prendo mi ricattano.
Sono in isolamento almeno 4 giorni alla settimana, è già tanto che ricevo
le lettere. Sto mangiando poco.Ho fatto il processo il 4 giugno, mi hanno
condannato a 5 mesi e 10 giorni. Facendo i calcoli, con la galera che ho
già fatto da dicembre, dovrei essere fuori i primi d’agosto, se Dio vuole."

Manuel Eliantonio

Pubblicato da l'incarcerato a 9/12/2009 27 commenti

giovedì 10 settembre 2009


La 'ndrangheta(ottava parte): omicidio di Stato nei confronti di Ilaria Alpi.
Era il 20 Marzo del 1994 quando Ilaria Alpi e il suo operatore Miran
Hrovatin si trovarono a Mogadiscio quando all'improvviso sbucò un
commando di persone e li trivellarono di proiettili.

Sangue, tanto sangue.

Ci sono anche immagini dei due corpi privi di vita accasciati dentro
l'abitacolo del loro fuori strada. Furono girate da un giornalista
dell'ABC, una trasmissione americana.

Anche questo operatore morì in circostanze poco chiare, fu ucciso


qualche mese più tardi a Kabul, in una stanza di un albergo. Ma morì in
un incidente stradale anche un altro operatore svizzero che girò le
immagini dei corpi di Ilaria e Miran.

Muoiono tutti.

Alcuni mesi prima fu ucciso, sempre in Somalia, anche un certo


Vincenzo Li Causi. Era un maresciallo che apparteneva ai Servizi
Segreti ed era il componente principale della struttura Gladio operante a
Trapani, in Sicilia.

Li Causi dal 1991 il Sismi lo aveva inviato ripetutamente in Somalia e il


12 novembre 1993 morì in un agguato dalla dinamica strana, compiuto
da "banditi" somali. Proprio come accadrà qualche tempo dopo alla
povera Ilaria.

Come mai?

Stando ad alcune testimonianze raccolte dagli inquirenti italiani, Li


Causi si sarebbe interessato all’operazione Urano (un grosso progetto di
smaltimento di rifiuti tossico nocivi e di scorie nucleari, in Somalia e in
altri Paesi africani) e avrebbe manifestato una crescente inquietudine.

Sappiamo che Ilaria Alpi stava facendo un inchiesta proprio sullo


smaltimento illegale dei rifiuti radioattivi che coinvolgeva il nostro Bel
Paese, il nostro Stato.

Ilaria Alpi aveva come informatore proprio un maresciallo del SISMI


operante in Somalia.
E se fosse proprio quel Li Causi?

Ebbene, secondo il maresciallo dei Carabinieri Francesco Aloi, che


prestò servizio presso il comando della missione Ibis in Somalia, i due si
conoscevano.

Muoiono tutti, e quando dico tutti mi riferisco perfino al grande


Rostagno che si batteva con coraggio contro la mafia: secondo quanto
dichiarato ai magistrati da Carla Rostagno, sorella di Mauro, il fratello
avrebbe visto e filmato l’arrivo a Trapani, in un aeroporto abbandonato
(già usato da un gruppo di Gladio), di velivoli militari italiani da
trasporto che scaricavano aiuti umanitari per imbarcare armi e
ripartire.

Rostagno morì prima di tutti: fu ucciso il 26 settembre 1988.

Ma tutto riconduce in Somalia, nel triste periodo dove operavano i


militari della Tuscania, reparto speciale che si vantava di operare
violenze terrificanti nei confronti della popolazione somala. Due ufficiali
di quel tempo hanno operato pure a Genova durante il G8, dove morì
Carlo Giuliani.

Parliamo di morte teste di capra, e sono tutti omicidi di Stato. E in


mezzo a tutta questa porcheria non poteva mancare la più grande
montagna di merda: la 'ndrangheta.

Per farvi capire bene il ruolo che ha avuto in tutto ciò, come ha operato
con lo Stato stesso che dovrebbe reprimerla, vi trascrivo alcuni passi del
memoriale di un Boss pentito della 'ndrangheta:

"Il primo capo della 'ndrangheta a capire l'importanza del business dei
rifiuti tossici e radioattivi è stato Giuseppe Nirta. Nel 1982 era il
responsabile del territorio di San Luca e Mammasantissima, ossia il
vertice supremo dell'organizzazione. Per questo aveva contatti a Roma
con personaggi dei servizi segreti, della massoneria e della politica. Nirta
era un lontano cugino di mia madre, e per questo avevo una corsia
preferenziale con lui, il quale più volte mi assicurò che il business dei
rifiuti pericolosi avrebbe portato tanti soldi
nelle nostre casse"
"Nirta mi spiegò che gli era stato proposto dal ministro della Difesa
Lelio
Lagorio, col quale aveva rapporti tramite l'ex sottosegretario ai
Trasporti Nello Vincelli e l'onorevole Vito Napoli, di stoccare bidoni di
rifiuti tossici e occultarli in zone della Calabria da individuare."

"Musitano mi diede la disponibilità del genero, Giuseppe Arcadi, il


quale mi aiutò a trovare i camion e gli autisti per il trasporto
dei rifiuti.Calcolammo che per 600 fusti ci sarebbero voluti circa 40
mezzi, i quali dovevano prelevare i bidoni dai capannoni a Rotondella,
trasportarli nel porto di Livorno e caricarli su una nave che sarebbe
partita per la Somalia. Sembrava tutto pronto"

"La famiglia di San Luca ricevette in cambio 250 milioni di lire, e non fu
un episodio sporadico. Lo stesso Comerio mi raccontò che già negli anni
Ottanta aveva avuto diversi contatti con la 'ndrangheta, e in particolare
con Natale Iamonte, capo dell'omonima famiglia di Melito Porto Salvo,
che lo aveva aiutato riguardo all'affondamento di navi cariche di rifiuti
tossici e radioattivi in acque internazionali davanti alla costa ionica
calabrese."

"So per certo che molti altri affondamenti avvennero in quel periodo,
almeno una trentina, organizzati da altre famiglie, ma non me ne
occupai in prima persona."

"In seguito sono stato arrestato, ma i rapporti tra servizi segreti e la mia
famiglia della 'ndrangheta sono continuati, come d'altronde sono sempre
stati costanti quelli con la politica. Cito per esempio l'incontro che ebbi
nel dicembre 1992 al ristorante Villa Luppis a Pasiano di Pordenone con
l'ex ministro degli Esteri Gianni De Michelis, che come ho spiegato alla
Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria già conoscevo bene."

In poche parole lo Stato pagava la 'ndrangheta per smaltire i rifiuti


radioattivi, alcune navi le affondavano direttamente, altre le facevano
arrivare in Somalia. Proprio lì dove Ilaria Alpi stava appurando tutto
questo.

Dire omicidio di Stato, oppure omicidio mafioso è dire la stessa identica


cosa. Non trovo altra conclusione.

Pubblicato da l'incarcerato a 9/10/2009 18 commenti

martedì 8 settembre 2009


Il Potere e la Polis.

Leggendo i racconti di Leonardo Sciascia, care teste di


capra, mi prende una sorta di magone. In tutti i suoi
romanzi dedicati alla criminalità del potere si avverte
sempre il fallimento e l'impossibilità storica di una
giustizia nei confronti di tale criminalità.

Nella tradizione di qualsiasi giallo, mi attendo sempre


la soluzione del caso e il trionfo della verità. E invece
lui mi disillude sempre, proprio come un bambino che
scopre l'inesistenza di Babbo Natale.

Nei romanzi di Sciascia, l'investigatore perviene alla


verità grazie all'uso accorto della ragione, ma questa
verità viene sempre percepita individualmente, e mai
diventerà verità collettiva e quindi processuale. Non
avviene mai la trasformazione individuale in verità
collettiva. Mai purtroppo.

E Sciascia è realista, ha analizzato a fondo la realtà di


questa società. Lui fu il primo a rimanerne scottato,
d'altronde quando si accorse che fu utilizzato dal
Partito Comunista come specchio per le allodole
candidandolo in Sicilia, ha capito fin dall'inizio che
c'era in corso la mafiosizzazione dell'intera classe
politica.

Purtroppo dopo l'abbandono di Pio La Torre dal parte


del PC, Sciascia si accorse che la trasversalità del
crimine cominciò a dilagare.

Perchè la verità percepita al livello individuale, non fa


quel salto di trasformazione?

E' la stessa polis, la stessa società di cui il potere è


espressione e specchio che lo impedisce. Questa è
l'amara verità.

Occorre che i documenti nei quali si documenta la


verità non vengano distrutti o pilotati dai Servizi
Segreti, occorre che la magistratura non si faccia
corrompere, occorre che gli avvocati non faccino il
doppio gioco, occorre che quei pochi poliziotti o
magistrati onesti non vengano trasferiti o tanto meno
uccisi.

E qui non parliamo di corpi eterei, inesistenti, non


tangibili. Parliamo di persone in carne ed ossa che
fanno parte della polis. E senza la piena collaborazione
della polis tutto è finito.

Ma non esistono solo loro, poi ci siamo noi che ci


rinchiudiamo in noi stessi, pensiamo alla nostra
carriera, gridiamo: "Sono di sinistra", "Sono contro la
guerra", "Sono contro tutte le ingiustizie". "E' tutta
colpa di quel porco di Berlusconi". Ma poi quando si
tratta di mettersi in gioco, di metterci la faccia, di
scendere in piazza, oppure semplicemente di aiutare il
vicino di casa, si preferisce rimanere al proprio posto.
Meglio non sporcarsi le mani per qualcosa di
profondamente giusto, vero?

Oserei dire che il Potere si regge con la complicità


della polis stessa.

Ma detto questo, non voglio assolutamente portarvi


alla rassegnazione. Perchè per fortuna esiste anche
l'altra polis, una piccola agorà di persone dotate di
senso civico, di amore per la verità e giustizia; anche
se inevitabilmente, proprio come i romanzi di Sciascia,
fanno una brutta fine.

La lista dei nomi è lunga, di magistrati come Falcone e


Borsellino, o intellettuali come Sciascia e Pasolini,
Impastato, Rostagno e Pio La Torre. Tutti uomini e
donne che tentano di opporre al pessimismo della
ragione, un testardo ottimismo della volontà.

E alcuni di noi sono davvero testardi.

Pubblicato da l'incarcerato a 9/08/2009 17 commenti

sabato 5 settembre 2009


Oggi il Comitato Giustizia e Verità per NIki sarà davanti al carcere di Sollicciano.

Finalmente qualcosa si sta muovendo, anzi già si è


mosso a partire da noi che abbiamo focalizzato
l'attenzione sul maledetto carcere duro di Sollicciano
tramite le numerose e mail e passaparola. Molti di noi
non lo sanno, ma abbiamo fatto in modo che Sofri
parlasse di Niki in un articolo su Repubblica dopo la
passerella di Ferragosto dei politici nelle carceri. Ma la
discussione con Sofri è avvenuta grazie ad un post
della signora Ornella, e dopo che io ho avuto un
battibecco con lui su Facebook.

Poi il 18 agosto è scoppiata la rivolta dei detenuti


proprio nel carcere di Sollicciano.

Sabato scorso una cinquantina di anarchici hanno


manifestato davanti al carcere per esprimere
solidarietà ai detenuti, alcuni di loro sono stati
denunciati.

Ma non ci si ferma e oggi si manifesta di nuovo davanti


al carcere, è un sit in indetto da numerose associazioni
come Cpa Firenze sud, Cantiere Sociale K100fuegos,
Collettivo Politico Scienze Politiche, Fuori Binario,
Perunaltracittà, Partito della Rifondazione Comunista,
Unione degli Studenti, Csa Nextemerson, Comunità di
Base Isolotto, Comunità delle Piagge,, Associazione
L’Aurora, Movimento di lotta per la casa, Associazione
Liberarsi, Centro di Documentazione Carlo Giuliani,
Centro delle Culture.

La manifestazione ci sarà a partire dalle 18 e per la


prima volta quattro rappresentanti del Comitato
Giustizia E Verità Per Niki saranno presenti ed
esporranno uno striscione davanti al carcere.

Vediamo se questa volta qualche giornalista e


telegiornali ne riporteranno la notizia, vediamo se
anche questa volta ignoreranno la battaglia che
Ornella sta portando avanti per far luce sull'omicidio di
Niki.

Vi ricordate l'articolo che scrissi a proposito di


Sollicciano? Bè, in realtà non è completo, c'è ancora
tanto da dire. Ancora non lo sa, ma coinvolgerò
Daniele il Rockpoeta a scrivere un post di denuncia
molto forte a proposito di questo carcere, si parla di
morti strane, di pestaggi, e di un elemento che
inquieta perchè fa da collegamento con altre morti
come quella di Marcello Lonzi.

Care teste di capra, la battaglia è appena iniziata.

AGGIORNAMENTO

Andate sul blog di Ornella, troverete le foto. Ringrazio


i ragazzi del comitato che nonostante la distanza, sono
partiti...Sarebbe stata gradita più presenza da parte
degli attivisti del luogo.
Pubblicato da l'incarcerato a 9/05/2009 10 commenti

venerdì 4 settembre 2009


Le prigioni degli innocenti

Visto la discussione molto costruttiva portata avanti


nel post precedente, voglio riproporre questo articolo
che scrissi molto tempo fa. Alcuni di voi lo conoscono,
ma per fortuna si sono aggiunte altre adorabili teste di
capra. Buona lettura.

C'è stato un tempo in cui esistevano delle prigioni


dove si rinchiudevano gente innocente, normalmente
chi è richiuso in una prigione conosce almeno la
ragione, giusta o sbagliata che sia.

Quella gente no.

Le prigioni erano i manicomi, posti che nella maggior


parte vigeva il degrado assoluto. Venivano rinchiusi i
pazzi, e il pazzo poteva essere un omosessuale, una
persona con crisi epilettiche, donne rinchiuse per
ragioni "morali" perchè magari erano di facili costumi,
potevano essere rinchiusi perfino i bambini che erano
troppo vivaci e i genitori non riuscivano a gestirli.

Anche tu, testa di capra che mi leggi, cosa credi? Tu


che magari hai periodi di depressione potevi essere
rinchiuso e assumere innumerevoli psicofarmaci fino a
ridurti in una perenne confusione mentale, o
addirittura subire vari elettroschoc. Tutti avevano la
possibilità di finisci dentro, c'è ad esempio la
testimonianza di una suora che era stata rinchiusa
perchè diceva di non sentire più il bisogno di
esercitare il suo ruolo, che voleva semplicemente
sposarsi con una persona e avere dei figli, e quindi
l'avevano considerata pazza.

Così era la situazione fino a qualche decennio fa, poi


negli anni settanta il cambiamento. Anni che adesso
vengono infangati, ma che invece era il periodo dove
furono fatte numerose conquiste sociali come la legge
sul divorzio e sull'aborto.

Tanti li ricordano come gli anni di piombo, sono


d'accordo. Ma questi nostri anni allora come li
chiamiamo? Di stronzio?

Basaglia, l'uomo che fece chiudere i manicomi, era il


paradosso vivente : l'unico direttore di manicomio che
anzichè voler portare avanti l' istituto, voleva
distruggerlo. E ci riuscì, tanto che la legge 180 per
l'abrogazione dei manicomi è meglio conosciuta come
legge Basaglia.

Ora voi mi direte che esistono problemi di famiglie che


hanno in casa persone con disturbi mentali, che non
hanno il tempo e magari denaro di poterli assistere.
Cosa facciamo, vogliamo abolire la legge Basaglia
come pare che questo governo voglia fare? Volete
lavarvi la coscienza, volete liberarvi di un grosso peso
e rinchiudere la persona che assistete di nuovo in un
manicomio?

Allora la legge non va abolita, non ritorniamo indietro


come al solito. La legge andrebbe migliorata, questo è
certo. Sicuramente lo Stato dovrebbe mettere a
disposizione medici , psicologi, e infermieri che
seguano queste persone. Ma per favore non riapriamo
di nuovo le prigioni per gli innocenti, perchè il pericolo
che ci finisca anche uno di noi, non è remoto.

PS nel lato destro del blog ho riportato le dieci domande rivolte alle
nostre istituzioni. Oltre al caso singolo come quello di Niki, dietro le
domande si celano i poteri forti che sono le forze motrici del nostro
attuale Stato, ovvero la mafia, la massoneria, la confindustria, il potere
clericale e l'attuale classe politica che è corrotta in maniera trasversale.

Altro che le domande rivolte a Berlusconi, tanto fastidiose che lui stesso
le ha rafforzate tramite querela. Distogliendo cosicché l'opinione
pubblica dai veri problemi.
Pubblicato da l'incarcerato a 9/04/2009 12 commenti

mercoledì 2 settembre 2009


Mastrogiovanni e l'ennesimo omicidio di Stato.

Ci stiamo abituando care teste di capra, oramai morire


ammazzati dallo Stato è diventata routine.

E noi invece di indignarci, scendere in piazza,


denunciare alla Comunità Europea che ogni giorno
sistematicamente vengono violati i diritti umani, cosa
facciamo? Poniamo le famose dieci domande a
Berlusconi riguardo i suoi festini privati.
Tutti voi oramai siete a conoscenza della storia del
signor Casu, morto a causa del Trattamento Sanitario
Obbligatorio. Si pensava che una storia del genere non
si potesse ripetere e invece il 4 Agosto scorso è
riaccaduto di nuovo. Ovviamente nessun telegiornale
ha riportato la notizia, solo qualche articoletto su
alcuni quotidiani, ma niente più.

Lo Stato, per far fuori le persone che in qualche modo


sono scomode, fastidiose, che possano mettere in
difficoltà gli ingranaggi sofisticati del potere, oppure le
persone diverse, non omologate al sistema, utilizza
come "mezzo" la prigione, le cliniche per malati di
mente, quindi i trattamenti sanitari, gli psicofarmaci,
processi pilotati e altro.

In pratica sono mezzi di solito utilizzati durante le


dittature del passato.

Francesco Mastrogiovanni era un uomo che insegnava


alle elementari, aveva un solo difetto: professarsi
anarchico.

Nel passato aveva sofferto molto, finì in carcere per


futili motivi e rimase traumatizzato da
quell'esperienza.

Negli anni settanta venne pure coinvolto in un


processo importante, ove fu assolto. Si trattò del
famoso scontro tra anarchici e fascisti di estrema
destra ove morì Falvella, un fascista del Fronte della
Gioventù Universitaria.

In quell’occasione Mastrogiovanni era stato ferito da


un fascista con un coltello a una gamba. E Marini
aveva spiegato che impugnando quello stesso coltello
aveva ucciso Falvella, per difendersi.

Marini fu un amico di Mastrogiovanni ed entrambi


indagarono sulla famosa e triste morte dei quattro
ragazzi anarchici che avevano fatto un dossier sulla
strage di Gioia Tauro. E care teste di capra, io a suo
tempo gli dedicai un lungo post.

Il 30 luglio scorso succede qualche cosa.


Mastrogiovanni prende una strada contromano e
tampona 4 auto. E questo è anche da dimostrare.

Il giorno dopo il campeggio dove era in vacanza viene


circondato da vigili e polizia. Uno spiegamento di forze
enorme per catturare un uomo responsabile di un
tamponamento?

Una motovedetta avvisa i bagnanti che è in corso una


caccia all’uomo. Mastrogiovanni terrorizzato scappa da
una finestra, si butta in mare ma viene catturato e
rinchiuso nel reparto psichiatrico con un TSO
(trattamento sanitario obbligatorio).

Gli hanno diagnosticato una nuova patologia: intolleranza ai


carabinieri.

Mi ricordano le patologie inventate durante l'Unione


Sovietica ove così potevano rinchiudere i dissidenti nelle
cliniche psichiatriche. In pratica utilizzavano la
repressione psichiatrica per eliminare personaggi
scomodi.

Spero che leggendo questo molti di voi siano sobbalzati


dalla sedia, vi rendete conto che stiamo utilizzando
metodi altamente antidemocratici e repressivi?

Mastrogiovanni venne rinchiuso nella clinica psichiatrica


di Salerno, dopo tre giorni è morto per edema
polmonare.

Una cosa è certa ed indiscutibile, se non fosse stato


rinchiuso, a quest'ora era vivo e continuava ad
insegnare ai bambini.

Il Cambiamento

Il "Cambiamento",
è una parola così bella e piena di speranza. Non vi fa
venire la pelle d'oca sentirla rievocare in alcuni
momenti?

Voi teste di capra quante volte desiderate cambiare in


meglio? Oppure quante volte da bambini irrequieti che
eravate, i vostri genitori o insegnanti vi apostrofavano:
"Signorino, devi cambiare atteggiamento! Così non va
proprio bene!". E ci rimanevate male e invece di
cambiare, il vostro comportamento lo rafforzavate
ancor di più?

Dei piccoli ribelli crescono, vero?

Eppure è il ribelle che chiede il cambiamento, non


quello professato dai soliti politici da quattro soldi
oppure dai giovani industriali che non conoscono la
parola "Fatica" e non sanno cosa vuol dire puzzare
dopo aver lavorato otto ore e vergognarsi di
avvicinarsi alle persone.

Il cambiamento non è Berlusconi, e ne tanto meno


Veltroni con "Yes, we can"! Cosa diavolo si può fare
con questi signori che amano rafforzare questo
maledetto stato di cose attuali? Il cambiamento non è
questa finta alternanza di governi, e non è nemmeno
mettere una persona più giovane. E basta con dire che
l'età anagrafica è importante: "Ridateci Pertini!" Anche
se ora avrebbe più di centoventi anni!
Ma cosa credete? Li avete visti e sentiti questi ragazzi
che fanno carriera politica seduti dietro una scrivania?
Ma li avete sentiti parlare per davvero? A Firenze c'è
ad esempio Renzi, che poi tanto giovane non è, ed è un
fan di Comunione e Liberazione.

E queste persone rappresentano il cambiamento?

Il cambiamento è una parola sacra e va utilizzata con


cautela, invece è strumentalizzata da tutti e
interpretata dai molti.

Io sono ritornato a scrivere con un giorno di anticipo,


nel mio piccolo mi attiverò per richiedere a gran voce il
"Cambiamento".

Quello vero.

A partire dalla battaglia per la "Verità e giustizia per


Niki", passando per richiedere un vero cambiamento
del triste e maledetto sistema carcerario, fino a
chiedere, con voi tutti, di azzerare le attuali istituzioni.
Perchè sono marce a partire dalle fondamenta.

Voi mi direte, ma come? Denunciandole, e credetemi


che ci sono cose scottanti che presto annuncerò.

Vi sarete accorti che è stato un Agosto di fuoco, noi


tutti abbiamo capito per primi la situazione esplosiva
del carcere di Sollicciano inviando numerose e mail al
Ministro della "Giustizia" Alfano, e non è un caso che
sia scoppiata una vera e propria rivolta.

Come non è un caso che per la prima volta lo Stato di


San Marino ha emanato una rogatoria internazionale
per far luce sull'omicidio di Niki.
Il vero cambiamento è iniziato da questo mese di
fuoco . Andiamo avanti!

E a proposito di cambiamento, andate a leggere l'ultimo post bomba di


Ornella!
Pubblicato da l'incarcerato a 8/31/2009 23 commenti

giovedì 30 luglio 2009


Ci vediamo a Settembre, nel frattempo abbiamo fatto un qualcosa di eccezionale.

Care adorabile teste di capra,


questo è un semplice post per salutarvi.

Come avrete notato è stato un anno molto intenso,


pieno di sorprese e soprattutto è stato l'anno in cui
siamo riusciti a sensibilizzare la società civile sul tema
del triste e omicida sistema carcerario. Voi forse non
ve ne sarete accorti ma abbiamo, noi tutti, fatto una
piccola rivoluzione: in pochi giorni abbiamo intasato
tutta la rete internet con il tema delle morti in carcere.

Non è mai successo, basta che fate una piccola ricerca


su internet e noterete che il nocciolo duro del circuito
dei blog, ovvero noi, siamo stati i primi a intasare di e
mail la casella postale del Ministro Della Giustizia.

E notate bene,
la lettera non chiede solo giustizia e verità per Niki,
ma abbiamo chiesto chiarimenti anche sulle morti di
altre persone che forse nessun familiare reclamerà il
corpo e abbiamo sottolineato il degrado generale delle
carceri, e in particolare chiesto chiarimenti sulle morti
che ciclicamente avvengono nel carcere duro di
Sollicciano.
Ma voi direte che non è successo nulla, e io vi rispondo
che non è vero.

Forse non lo avrete notato, ma da quando abbiamo


lanciato l'iniziativa e diffuso in tutta la rete il problema
carceri, da alcuni giorni l'informazione tradizionale se
ne sta occupando. Perfino il quotidiano Avvenire ha
fatto un articolo molto duro nei confronti del sistema
carcerario.

Finalmente i Vescovi si stanno comportando da


cristiani.

Per la prima volta dopo il 78, in questo clima di


imbarbarimento e menefreghismo dilagante, una gran
fetta della società civile sta riaprendo gli occhi. E il
potere non ha potuto non notare questo piccolo
fermento che anche noi abbiamo contribuito a creare.

Continuiamo così, andiamo avanti!


Finalmente non stiamo solo sognando, ma stiamo
cominciando a pretendere!

E nel frattempo arriveremo anche alla verità e giustizia


per Niki.

Ci vediamo, salvo qualche sorpresa, a settembre. Io


continuo comunque a lavorare.

Pubblicato da l'incarcerato a 7/30/2009 42 commenti

lunedì 27 luglio 2009


La 'ndrangheta ( fine della settima parte?)

Continua da qui.
Care teste di capra, come avrete notato il capitolo
sette di questa lunga saga sulla 'ndrangheta è ancora
incompleto e l'ho lasciato appositamente aperto. Si
evince chiaramente che questa organizzazione formata
da ex pentiti non è un semplice gruppo di sfigati dedita
solo allo spaccio e alle estorsioni.

Salvatore Menzo, il capo di questa raffinata


organizzazione, è un uomo che si presenta bene, sa far
soldi e oltre a gestire un Night, riusciva a fare affari
illeciti con varie imprese, banche e soprattutto legava
il suo gruppo con la 'ndrangheta, mafia e camorra.

Faceva paura Menzo, i suoi uomini avevano timore di


lui ed era difficile che rifiutassero gli ordini che
emanava. Come pare che, Marcello Russo e
l'imprenditore Carpisassi, non abbiano rifiutato
l'ordine di uccidere Salvatore Conte.

Conte, ricordiamolo, era un altro ex pentito che


avrebbe fatto rivelazioni importanti a Francesco Neri,
un giudice calabrese molto in gamba che dedica anima
e corpo la lotta alla 'ndrangheta e la massoneria
deviata. E non a caso anche lui si occupò dell'inchiesta
di Cordova, quella della massoneria a Perugia.

Un magistrato che io considero superiore a De


Magistris e che anche lui ha subito forti pressioni,
come quando gli tolsero l'inchiesta su Ilaria Alpi e il
traffico dei rifiuti radioattivi.

Perchè come sapete la 'ndrangheta gestiva il flusso


delle navi che trasportavano illegalmente rifiuti
radioattivi e ogni tanto, per nasconderle, le
affondavano direttamente. Il tutto, ovviamente, con
l'ausilio dei servizi segreti italiani.
Francesco Neri in qualche modo attraverso l'inchiesta
"Gioco d'azzardo" era incappato indirettamente verso
questa persona che poi è stata uccisa.

O lasciata uccidere?

Una domanda lecita che "qualcuno" mi ha fatto notare.


Ci sono state intercettazioni telefoniche che sono
servite a contribuire all'arresto dell'organizzazione:
“dobbiamo farlo fuori entro domenica, altrimenti
salgono quelli la e lo fanno fuori alla scappata, (al
volo, in mezzo alla folla, ovvero in pieno stile
camorristico)".

Sappiamo che il corpo fu ritrovato in seguito alla


testimonianza di Carpisassi e Russo. Ma perchè
quando sono stati intercettati, non hanno fatto in
modo di salvare la vita di Conte? Perchè lasciato
morire? Sono domande più che lecite e non trovano
risposta.

Marcello Russo, accusato come esecutore materiale


dell'omicidio di Conte, era stato incarcerato al
supercarcere di Voghera (tra l'altro lo stesso carcere
dove si conobbero gli ex pentiti) e due giorni prima di
essere stato ascoltato dal magistrato Restivo, si è
suicidato!

Strano, molto strano. Perchè uccidersi se, a detta


dell'avvocato della madre che non crede al suicidio,
voleva fare delle rivelazioni importanti ?

Marcello Russo, 38 anni, si è ammazzato il 22 Marzo


scorso inalandosi il gas del fornelletto per "sballarsi" e
poi si è messo un sacchetto di plastica. Insomma un
suicidio davvero strano.
Talmente anomalo che non ci crede nessuno,
nemmeno i detenuti della stessa sezione. E pare anche
la magistratura che ha aperto un' inchiesta, la quale
ipotizza addirittura l "istigazione al suicidio". Certo
che ogni tanto nascono dei termini bizzarri per
nascondere le verità.

Il fatto certo è che due giorni dopo avrebbe fatto delle


rivelazioni importanti.

E già due persone chiave sono morte. O lasciate


morire, dipende dai punti di vista!

Salvatore Menzo pare che addirittura potrebbe avere


delle attenuanti visto che si dimostra nuovamente
collaborativo. Strano, molto strano.

Le "due M" si sono incrociate con un' altra M? Che sta


per Magistratura? O meglio, una parte del suo
apparato risulta inquinato? E perchè tutte queste
coperture?

Chi si vuole coprire? Cosa c'è di tanto grave e


importante che potrebbe far saltare gli equilibri non
solo della regione Umbria ma forse dell'Italia intera?

D'altronde tutto gravita intorno a questo gruppo,


perfino il riciclaggio del denaro sporco ricavato dallo
smaltimento dei rifiuti campani gestiti dalla Camorra,
ma anche interessi legati ad altre inchieste davvero
importanti e tristemente famose.

Care teste di capra, non trovate una similitudine con la


Banda Della Magliana?

Hanno le identiche caratteristiche: legami con la


'ndrangheta, camorra, sacra corona unita e mafia
Siciliana, rapporti con forti poteri legati probabilmente
alla politica e alla massoneria, uccidono per non far
saltare degli equilibri, trafficano droga,chiedono il
pizzo, gestiscono imprese, controllano la città e
soprattutto ad ogni fatto importante che accade in
Italia, direttamente o indirettamente ci sono loro.

Proprio come la Banda Della Magliana di un tempo.

Vi ricordate il detto "non si muove foglia che Banda


della Magliana non voglia"?

Ecco! Anche questa Banda apparentemente


smantellata è così.

Probabilmente ci saranno sorprese.

Almeno spero.

Pubblicato da l'incarcerato a 7/27/2009 19 commenti

sabato 25 luglio 2009


A Manuel Eliantonio, vittima degli abusi del maledetto sistema carcerario.

“Ti svegli
Dove sei?
A casa.
Non hai potuto ancora abituarti:
al tuo risveglio
trovarti a casa.
Ecco quel che ti lasciano
tredici anni di carcere.

Chi c’è nel letto, accanto a te?


Non è la solitudine, è tua moglie.
Dorme coi pugni chiusi, come un angelo.
Le dona, essere incinta.
Che ore sono?
Le otto.
Possiamo dunque star tranquilli
fino a sera.
E’ l’uso,
la polizia non fa irruzione in pieno giorno”.

Nazim Hikmet

Questa poesia la dedico a Manuel Eliantonio che non ha potuto vedere il


mattino descritto da questo grande poeta Turco, perchè è stato ucciso. E
chiunque vede le foto strazianti di questo ragazzo, può capirlo.

Oggi ricorre questo triste anniversario e spero che ci sarà giustizia.

Vi invito a leggere la lettera di Ornella rivolta a questo ragazzo. Manuel


e Niki, due ragazzi che in comune hanno avuto un triste destino.

Eppure avevano tutto il diritto di essere liberi come gli uccelli che volano
nello spazio tra le nuvole:

Pubblicato da l'incarcerato a 7/25/2009 8 commenti

mercoledì 22 luglio 2009


Le mafie, il modello vincente e la realizzazione di un vecchio sogno.

Se non ci diamo una svegliata, se lo


stato di cose attuali non cambiano, le
mafie nel terzo millennio diventeranno
il modello criminale vincente e si
realizzerà il sogno della "vecchia" P2.
Si proprio quello che immaginava Gelli,
e non solo.

Si verificheranno, nel frattempo, due


fenomeni.

Il primo è l'aumento esponenziale delle


mafie classiche, quelle dedite al traffico
di stupefacenti, estorsioni, truffe,
prostituzione, traffico di esseri umani,
traffico di armi e altro ancora. E per
proseguire queste attività, le mafie
tradizionali continueranno a porre reati
come intimidazioni,omicidi o falsi
suicidi.

Il secondo fenomeno, che è


semplicemente un "prolungamento"
del primo è l'affermarsi del nuovo
modello del sistema criminale
destinato alla predazione di fondi
pubblici nazionali e comunitari,
gestione illegale del sistema bancario e
finanziario, occupazione e
strumentalizzazione per fini illeciti di
istituzioni pubbliche.
Sono due fenomeni che sono in
continua crescita, e non sono arrivati
fino a questo punto se non fossero
collusi con lo Stato tramite la
massoneria.

E in effetti la 'ndrangheta può


benissimo essere definita la più
potente "massomafia" che esista al
momento.

E questo sistema criminale è vincente


perchè è favorita dal cosiddetto libero
mercato che non conosce regole.
L'esempio eclatante è quello che ho
spiegato nel capitolo di Perugia, e in
particolare quello sugli appalti pubblici,
ma può essere benissimo replicato in
tutte le parti d'Italia.

I mafiosi sono i migliori imprenditori, si


muovono e si evolvono con la velocità
dell'economia di mercato globale che
ignora le barriere nazionali. Stanno
colonizzando Nazioni intere dove
ancora non esiste il reato mafioso
perchè non hanno mai avuto a che fare
con questo fenomeno. Come ad
esempio la Spagna, la Germania e
l'Inghilterra.

E poi scelgono come luoghi di


riciclaggio Paesi tipo San Marino che
pullulano di banche offshore e che
hanno leggi finanziarie che favoriscono
la criminalità organizzata.

Le mafie, e mi rivolgo ai ragazzini che


crescono in quegli ambienti,
assolutamente non aiutano le loro
regioni di appartenenza, anzi le
impoveriscono sempre di più. Uccidono
donne, vecchi e bambini senza pietà,
avvelenano le proprie acque, i terreni
diventano dei luoghi per nascondere i
rifiuti e fanno diventare radioattivi gli
ortaggi. Provocano tumore,
costruiscono edifici che alla minima
scossa crollano e tanto altro schifo
ancora.

Andate in Calabria , in Sicilia o in


Campania e vedete come hanno
rovinato queste bellissime terre.
Osservate come questa triade
composta dal politico, l'imprenditore e
il mafioso sta affossando sempre di più
l'Italia. E in particolar modo il
meridione.

Sapete che Gelli voleva che la mafia


governasse l'intero meridione? Sapete
che aveva costituito logge massoniche
che collaboravano con la mafia
Siciliana e Calabrese?

Sapete che la Sicilia è stato il


trampolino di lancio per l'inserimento
dei poteri occulti volti allo stragismo?
Poteri occulti legati alla CIA?

Tutti voi sapete che la Sicilia è stata


utilizzata come base dagli Americani
nella seconda guerra mondiale. E sono
stati gli Americani a liberare per prima
la Sicilia e mettere al potere i boss
mafiosi per governare la regione. E non
se ne sono più andati.

E non è un caso che la prima vera


strage di Stato, ovvero quella del Primo
Maggio del '47, è avvenuta proprio in
Sicilia. Come non è un caso che
abbiamo avuti ben dieci Presidenti del
Consiglio siciliani.

Nulla di questo è un caso, infatti non è


un caso che il primo partito di
riferimento della mafia era quello
dell'autonomia del sud. Costituito
dove?
In Sicilia!

Poi sappiamo che è arrivato in


sostituzione il Partito di Forza Italia,
ideato ovviamente da chi ? Da Dell'Utri,
un siciliano condannato per mafia e che
ora è coordinatore dei giovani della
"Casa della Libertà".

Come non è un caso che il governatore


della Sicilia è Lombardo, e di quale
partito era? L 'MPA, ovvero il
cosiddetto "partito del Sud".

Voi mi direte, ma la Lega non dovrebbe


opporsi a tutto questo? Non è
assolutamente vero.
Infatti ecco cosa disse in un' intervista
pubblicata da "Il Giornale" nel 1999
l'onorevole Gianfranco Miglio , stratega
politico della Lega che aveva avuto
rapporti con Andreotti:

"Io sono per il mantenimento anche


della mafia e della 'ndrangheta. Il Sud
deve darsi uno statuto poggiante sulla
personalità del comando. Che cos'è la
mafia? Potere personale, spinto fino al
delitto. Io non voglio ridurre il
meridione al modello europeo, sarebbe
un'assurdità. C'è anche un clientelismo
buono che determina crescita
economica. Insomma, bisogna partire
dal concetto che alcune manifestazioni
tipiche del Sud hanno bisogno di essere
costituzionalizzate."

Leggete attentamente l'ultima riga e


indigniamoci.

Ed io mi indigno sempre di più perchè


bisogna ammettere che c'è una politica
così trasversale su questo fenomeno
che sarebbe ipocrita essere solo
unidirezionali.

Vi ricordo, tanto per dire una, che l'


Umbria è di centro sinistra. E care teste
di capra,la rabbia mi cresce sempre di
più.

PS: vi ricordo di continuare a


diffondere la lettera al Ministro Alfano.

AGGIORNAMENTO

Grazie alla segnalazione e all'appoggio


del dott. Luigi Morsello, ex direttore del
carcere, bisogna inviare la lettera anche
agli indirizzi che trovate nel blog della
mamma di Niki.
Pubblicato da l'incarcerato a 7/22/2009 21 commenti

lunedì 20 luglio 2009


Lettera al Ministro Alfano per il carcere di Sollicciano(Firenze)
Adorabili teste di capra, è ora di attivarsi e passare
alla seconda fase della battaglia. Non possiamo non far
finta di nulla dopo che abbiamo parlato delle atrocità
che avvengono nel carcere di Sollicciano. Vi invito ad
inviare questa e mail al Ministro Della Giustizia Alfano
per sollecitare un ispezione urgente, e vorrei che
diffondiate questa iniziativa sui vostri blog, sui vari
siti, che ne parliate con amici, parenti e conoscenti.

Insomma facciamo in modo che la politica si renda


conto che c'è una gran parte della società civile che
non ci sta alla violenza dentro le carceri e dove si
muore anche. Come è accaduto a Niki.

Il carcere di Sollicciano deve essere immediatamente


ispezionato, prima che ci riscappino altri morti.

Fate copia-incolla di questa lettera e inviatela qua:


clicca sopra.

Oggetto: ISPEZIONE CARCERE DI SOLLICCIANO –FI-

Al Ministro della Giustizia

On. Angelino Alfano

E per conoscenza

Onorevole Ministro della Salute, del lavoro e delle politiche sociali,


Onorevole Ministro dell'ambiente e della tutela del Territorio, Onorevole
Ministro Delle Pari Opportunità.

Onorevole Ministro Angelino Alfano,


chi le scrive è un cittadino italiano che non può rimanere inerme di fronte
alle notizie allarmanti diffuse sulla Casa Circondariale di Sollicciano
(Firenze).

Nell’arco di poco più di un mese sono morti piu’ di tre detenuti, ma questi
che Le elenco sono “da accertare”:

24/04/2009 IHSSANE FAKHEDINE DI ANNI 30 CAUSA “DA


ACCERTARE” 11/06/2009 ANNA NUVOLONI DI ANNI 40 CAUSA “DA
ACCERTARE” 07/07/2009 DETENUTA DI PISA DI 27 ANNI CAUSA
“DA ACCERTARE”

A queste terrificanti notizie mi preme aggiungere e sottolineare il caso di


Niki Aprile Gatti , morto il 24 giugno 2008 sempre nel carcere di
Sollicciano in circostanze sospette e tutte da chiarire.

Niki Aprile Gatti era incensurato ed era in CUSTODIA CAUTELARE!

La madre Gemini Ornella, nel tentativo di fare chiarezza, ha scritto al


Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano(pregandolo di
attenzionare Lei), è aperto presso il Tribunale di Firenze un procedimento
di opposizione all'Archiviazione per “suicidio” ed inoltre è stata inoltrata
un’ Interrogazione Parlamentare, i cui dati vengono di seguito riportati.

Seduta di annuncio:

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/01301

Dati di presentazione dell'atto Legislatura:


Seduta di annuncio N.162 del 20/04/2009
Firmatari
Primo firmatario:

CONCIA ANNAPAOLA
Gruppo:PARTITO DEMOCRATICO
Datafirma: 20/04/2009
Commissione assegnataria: IICOMMISSIONE(GIUSTIZIA)
Destinatari
Ministero destinatario:MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato
in data 20/04/2009
Stato iter:
IN CORSO

Si può tacere di fronte alla morte di un ragazzo? Si può tacere davanti a


morti classificate “da accertare”?

Onorevole Ministro,

nessuno ha risposto! Anche Lei non ha risposto all’interrogazione


Parlamentare! Le Istituzioni tacciono … e il silenzio,a distanza di un
anno,comincia ad essere eloquente!

Le chiedo formalmente di ricercare le responsabilità e chiarire le tante


incongruenze divenute dolorose per famiglie che attendono la Verità!

La situazione di Sollicciano ,oltre all’anomalia delle morti da accertare, le


quali si ripetono ciclicamente, è grave anche per la capienza tollerata,
perché è stata abbondantemente superata, costringendo i ristretti a
condizioni di vita in cui i diritti umani fondamentali vengono ignorati.
Al sovraffollamento si accompagnano altre carenze che non sono degne di
un Paese civile. (ricordiamo la frase di K. Popper “Il grado di civilta'
di un Paese si misura dalle condizioni delle sue
carceri” )

Ritengo,pertanto, necessario dover sottoporre nuovamente e con rinnovata


urgenza, alla Sua attenzione, il caso di questo giovane Niki Aprile Gatti (è
ormai trascorso piu’ di un anno per la sua famiglia…),augurandomi che Lei
voglia prendere in considerazione con la tempestività che indubbiamente
merita, questa incresciosa situazione.

A seguito di queste considerazioni, che sono certo da Lei condivise, Le


chiedo quindi di intraprendere con urgenza tutte le iniziative necessarie
affinché il nostro paese possa così colmare il ritardo che lo sta
caratterizzando nell’accertamento della verità e nell’applicazione della
giustizia.

Le chiedo di intervenire innanzitutto a tutela della garanzia dei “diritti delle


persone” che si trovano nelle nostre carceri, ed in particolare date le
estreme condizioni in cui verte, Sollicciano, del personale che vi opera, e
per sollecitare azioni efficaci rispetto alle tante criticità presenti. In
riferimento alle notizie sul carcere di Sollicciano, Le chiedo, con urgenza,
una specifica ispezione per verificare le condizioni dei detenuti che, solo per
il fatto di essere ristretti,non cessano di essere prima di tutto “esseri umani”
e in quanto tali portatori di diritti umani!

Compito di questa Ispezione che Le chiedo, non è avvalorare o smentire una


tesi, ma stabilire la Verità.

Voglio ricordare quello che disse l’Onorevole Sandro Pertini, che in galera
passò lunghi anni:

-“ Ricordatevi quando avete a che fare con un detenuto, che molte volte
avete davanti una persona migliore di quanto non lo siete voi.”

Confidando nell’accoglimento di questa mia richiesta, resto in attesa di un


Suo cortese riscontro.

Con deferenti cordiali saluti e ossequi.

(nome e cognome)

Andate a leggere la poesia del Rockpoeta, bella e atroce nel contempo.


Sintetizza in pochi versi ciò che accade nelle carceri.
Pubblicato da l'incarcerato a 7/20/2009 48 commenti

venerdì 17 luglio 2009


Solo se non si osa, tutto è veramente perso...

Care adorabili teste di capra,


sono preso dallo sconforto quando vedo tanta
superficialità in giro, quando leggo o sento discorsi
della gente che dice"tanto è tutto inutile, vincono
sempre loro", quando sembra che tutto ti crolli
addosso, quando le utopie sembrano veramente
irrealizzabili, quando penso che sia impossibile
puntare sul cambiamento in meglio della società,
quando non si ha più fiducia negli uomini, quando vedi
le morti assurde per mano dello Stato e non si fa
giustizia, quando penso alle mafie, quando penso allo
Stato assassino, quando penso alla maledetta
indifferenza, quando penso alle guerre, quando penso
a questa Italia sempre più autoritaria per il volere
stesso del popolo.

Ebbene quando penso a tutto questo, leggo questo mio


vecchio post che riporto qui sotto dedicato ad una
grande persona scomparsa due anni fa, e il morale mi
si risolleva.

Capisco che ci sono sfide che sembrano perse in


partenza.

E invece, comunque la si pensa, vedere una piccola


barca che parte per Cuba a fare la rivoluzione,
sfidando anche la natura, si capisce che se non si osa,
allora sì che tutto è veramente perso...

Come non è stata inutile la battaglia di Borsellino,


ucciso dalla mafia per mano dello Stato e che tra due
giorni ricorre il triste anniversario.

L'italiano del granma.

Nello stato di Veracruz, in Messico, la notte tra il 24 e


il 25 novembre del 1956 era "buia e tempestosa" come
nel più banale degli inizi di un avventura.
Dal porto fluviale alla foce del Rio Tuxpen, ottantadue
uomini si stipano su un motoscafo che ne potrebbe
trasportare comodamente una decina e
scomodamente non più di venti e già questa sembra
un azzardo, anzi, una scelta scellerata. L'imbarcazione
si chiama Granma, abbreviazione di "granmother",
perchè il precedente proprietario americano aveva un
debole per sua nonna.

Care teste di capra, così iniziò la Rivoluzione Cubana,


con un atto di sfida contro ogni logica dei rapporti di
forza, delle condizioni avverse, persino contro le leggi
della fisica visto l'ammassarsi di corpi su un motoscafo
sgangherato per una traversata di otto giorni con
mare infuriato. Comunque la si pensi fu un impresa
epica che è entrata nella storia.

Tra le 82 persone con a capo Che Guevara e Fidel


Castro c'era un italiano e tra l'altro unico europeo:
Gino Donè, l'italiano del Granma!
Nato a Piave si unì non ancora ventenne ai partigiani e
combattè i nazifascisti; nel dopoguerra emigrò in cerca
di lavoro a Cuba, finchè entrò in contatto con con gli
ambienti dell'opposizione alla dittatura filo americana
feroce di Batista. Conobbe Fidel Castro e lo volle
subito con se visto che era l'unico che aveva
combattuto contro un esercito di occupazione . E se
era scampato dai tedeschi...
Divenne anche un grande amico del Che, ancora oggi
infatti lo chiama Ernesto.

Gino Donè nonostante sia ritornato a vivere nel


Veneto, lui ogni anno si recava all'Avana per le
celebrazioni di "quelli del granma".

Chissà cosa pensa del revisionismo, ma immagino che


se ne infischi. Un tipo umile , commovente anche! Era
un rivoluzionario, apparentemente duro, ma in realtà
trasmette solamente tenerezza.
Hasta siempre Gino!

Siete depressi , scoraggiati, disillusi ? Ascoltate le sue


parole, anche uno squallido incarcerato come me si è
commosso:

Das könnte Ihnen auch gefallen