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civile
. .uest
#
idea di societ
la retorica dell
#
amministrazione ;ush dopo l
#
11 settem!re.
,Infotainment- .uesta di/erenziazione potre!!e essere troppo netta, perch< la
realt dei mass media pi sfumata, e per dimostrare ci si pu sempre prendere a
riferimento la televisione, pi in particolare il genere dell#infotainment
0informazione ! intrattenimento1, parola che fotografa la realt di un con+ne
incerto. 2#espandersi di questo nuovo genere comune in tutte le societ avanzate,
e che molti massmediologi riconducono all#espansione della tv commerciale. =on
mancano per le voci contrarie, per le quali l#espandersi dell#infotainment, dannoso
sia per il giornalismo, e sia per la societ civile. In questo quadro l#Italia un caso
interessante, perch< l#ascesa al potere di ;erlusconi l#apice di una campagna
mediatica senza precedenti, che ha inondato le case degli italiani, ed la
dimostrazione del fatto che le modalit dell#informazione4intrattenimento, lanciate
dalla tv commerciale, hanno un diretto impatto sulla vita pu!!lica.
Totalitarismo e societ dello spettacolo
=ella di/erenziazione tra i due tipi di notizia, totalitarismo e societ
dell#intrattenimento sono nella stessa parte. Per quanto riguarda la situazione
italiana la retorica di ;erlusconi e di "orza Italia prevede una netta
contrapposizione fra noi 0i !uoni1 e gli altri 0i cattivi1, secondo gli stessi schemi del
Mein Kampf, o dei discorsi di ;ush post 11 settem!re. 2a contrapposizione 0nella
comunicazione del cavaliere1 comunicata con forme martellanti di messaggi
ipersempli+cati, e immediati: azzurri contro i rossi. .ueste modalit di
comunicazione sono funzionali sia per la societ dell#intrattenimento televisivo, che
per il totalitarismo, perch< entram!i manipolano la massa, e non stimolano le
coscienze individuali. Inoltre, diversamente da una pluralit di cittadini attivi nella
sfera pu!!lica, la massa forgia le proprie convinzioni 0o meglio le riceve gi
forgiate1 attraverso i canali irrazionali: ieri la superstizione o la religione, la
propaganda e l#esaltazione nazionalistica, il culto della personalit del capo, il
richiamo alla superiorit della propria razza( oggi l#intrattenimento televisivo. Il
grande consumatore di televisione, che statisticamente appartiene alle fasce pi
de!oli della popolazione, pronto ad accettare il mondo cos9 come glielo presenta
la tv, in questo modo il mezzo televisivo ha un e/etto socio4politico univoco, che va
nella direzione di un modello di societ !en preciso, ed ecco il perch< della
pressione sulla notizia come informazione sostenuta da interessi importanti. 2#unico
argine a questa deriva quello della moralit del sistema dell#informazione, dalla
legislazione all#etica e alla capacit professionale dei suoi operatori.
Notizie dallItalia: gran variet
5omparando i %g italiani con quelli inglesi, francesi, tedeschi, ecc, si pu constatare
facilmente che i secondi non sono pieni di interviste ai parenti delle vittime, e di
siparietti di variet, come i videoclip musicali, sequenze di +lm e +ction, !alletti, e
collegamenti in diretta con lo studio del variet. Insomma i telegiornali italiani fanno
intrattenimento, cos9 i notiziari o!!ediscono in larga misura alla logica della notizia
come spettacolo, con la funzione primaria d#intrattenimento delle masse, e non a
quella d#informare il cittadino. Inoltre o!!ediscono alla logica della notizia come
mito, perch
<
li produce si sente poeta, prima che storico. %utto ci
. .uesta polemica arriva sino ai giorni nostri con altri passaggi. 3d esempio nel
periodo dell
#
unit
d
#
Italia ci fu una nuova contrapposizione, tra
(lessandro Manzoni
e
)raziadio *saia (scoli
. $anzoni,
nella sua
(elazione al Ministro )roglio dell
unit
lui stesso scrivendo i Promessi 6posi1. Invece 3scoli, nel Proemio alla rivista
scienti+ca
,
+rc#ivio lottologico Italiano
-
01EA'1, criticava $anzoni per la scelta di "irenze e della %oscana, perch
<
non aveva alcuna preminenza socioculturale, e l
#
unica soluzione alla questione era una generale elevazione del livello culturale dell
#
in
tera popolazione italiana.
Il linguaggio dei mass media e litaliano nella
scuola
.uesto di!attito prosegu9 nel =ovecento, e al tema dell#educazione linguistica
scolastica si inser9 quello della lingua dei giornali, e sulla connessione tra questi
due temi intervenuto +ullio ,e Mauro. In un suo lavoro del 1&A& a/ermava che i
giornali italiani sono poco leggi!ili perch< sono oscuri. .uesta oscurit ha le radici
nel nostro sistema educativo, colpevole di non dare una formazione linguistica
insuIciente. 5os9 il cittadino medio non pu che diventare un non lettore, e ci
vale anche per chi scrive sui giornali, perch< non riesce a conquistare nuovi lettori.
2e ragioni sono storiche: l%italiano stato per secoli la lin$ua di pochi. Il
pensiero di De $auro si inserisce nel contesto del 6essantotto, e con le idee di don
Lorenzo Milani.
Ideologie della c#iarezza
;isogna notare una di/erenza tra le posizioni di ?co e De $auro, perch< entram!i
individuano nell#oscurit il tratto fondamentale della lingua dei giornali, ma il primo
la considera voluta, la manifestazione di un preciso pro$ramma ideolo$ico,
mentre per il secondo su!ita, il risultato della cattiva istruzione scolastica
indipendentemente dalla volont dei so$$etti. 2#idea di De $auro formulata
nelle ,ieci tesi per leducazione linguistica democratica 0pi in particolare nella
sesta1. 6econdo questa visione sul giornale, come nella scuola, come nelle
assem!lee sindacali ,una ne""ia di parole si insinua %tra il cittadino italiano& e le
cose da dire' tra lui e le persone a cui parla-. Dunque se si vuole cam!iare la
situazione, si deve dissolvere questa ne!!ia +n dalla scuola, e le linee d#intervento
sono chiare, cos9 come i pro!lemi dell#italiano insegnato agli studenti: ,+""ondanza
di sinonimi' periodo complesso-. La soluzione proposta da ,e Mauro quella
della sempli-cazione. 6empli+cazione della lingua dei mass media come ri8esso
per la sempli+cazione della lingua oggetto di studio. .uesto processo deve avere
una regola ispiratrice, quella dell#avvicinamento al parlato, quindi da un lato la
lingua deve essere pi semplice, per essere meno oscura, e dall#altro pi vicina al
popolo, per non essere pi un ,non lettore-. 2#in8usso di De $auro sull#educazione
linguistica stato, negli ultimi decenni, determinante.
,alla c#iarezza alla semplifcazione: lode della tv
$entre criticava l#in8usso negativo sull#italiano dei giornali, della scuola, e
dell#istruzione linguistica tradizionale, De $auro sottolineava l#azione della tv nel
creare fra gli italiani un#,unit culturale e comunione linguistica-, condizione
primaria per un#eIcace organizzazione democratica della societ, anche se critica
alcuni modelli linguistici televisivi, come ad esempio la povert lessicale di $iJe
;ongiorno, per nel complesso il giudizio sostanzialmente positivo.
Indu!!iamente la televisione stata un fattore di uni+cazione linguistica nazionale,
ma che ci avvenuto con un innalzamento del livello generale della cultura e
dell#informazione, pi discuti!ile.
-ritica illuministica?
2e motivazioni della critica alla retorica dell#oscurit erano di tipo progressista e
,illuministica-: l%oscurit va combattuta perch. un mezzo d%oppressione. ?
anche nelle forme dell#argomentazione questa !attaglia ricorda quella degli
intellettuali illuministi, che rinunciavano davanti al notaio al Goca!olario
dell#3ccademia della 5rusca. =ell#ultimo trentennio del =ovecento molte cose sono
cam!iate. Dal punto di vista del linguaggio dell#informazione quotidiana, il dato
principale che la tv ha trascinato i giornali, determinando cos9 un progressivo
avvicinamento tra i due medium. .uesto ha avuto un ruolo primario nell#a/ermazione
della sempli+cazione, e tutte le analisi concordano che dagli anni settanta iniziato lo
,svecchiamento-, che ha reso ,pi disinvolte le modalit espositive del giornalismo
italiano-. :ggi la lingua del giornale pi semplice, pi vivace, e pi disinvolta, come
quella della televisione. 3llora sia i giornali che la tv si presentano 0o tengono a
presentarsi1 come comprensi!ili, e non essere un mistero impenetra!ile per nessuno.
6u questo punto la questione della lingua appare risolta, ma sare!!e un errore,
perch< nel mutare delle forme la sostanza rimasta invariata, infatti, il restKling della
lingua dei mass media non ha coinvolto i cittadini in un circuito d#informazione pi
maturo, utile alla societ civile, anzi, ha prodotto un#enfatizzazione degli eventi 0vedi
notizia come mito1. %utto ci determina un inde!olimento della ,tenuta del pu!!lico
raziocinio-, che all#opposto di un programma illuministico. 3 ci si ricollega la lingua
dell#istruzione scolastica e dei media. Infatti, l#ideologia della chiarezza stata
mescolata con la sempli+cazione, cos9 l#invito a uno stile ,chiaro e semplice- stato
tradotto nella pratica in uno stile ,brillante e sempli-cato-, imponendo uno
standard linguistico di sempli+cazione populistica, che non meno reazionario
dell#oscurit. 3llora !isogna credersi perch< accaduto tutto questo, e la risposta sta
in due contraddizioni di fondo dell#analisi:
11 l#educazione linguistica(
@1 la natura stessa dei mass media, soprattutto quella della stampa, in cui
centrale la lingua scritta, e quella della televisione, in cui centrale l#immagine,
e la conseguente su!ordinazione a essa della parola.
'. 2a resistenza del sistema
(esistenza strutturale: il sistema fragile
2#avanzamento dell#idea di notizia come mito sostenuto dalla pressione delle
societ dello spettacolo, e riguarda tutto il mondo occidentale, ma il grado di
resistenza a questa pressione a di/erenziare i singoli paesi, e riguarda la solidit
0interna ed esterna1 del sistema d#informazione. 6u questo punto il sistema
dell#informazione italiano si di/erenzia da quello di altri paesi perch< un ,sistema
fra$ile-. Infatti l#espansione della televisione non ha trovato contrappesi in un
contesto in cui la lettura in generale, e quella dei quotidiani in particolare non
stata mai storicamente elevata. Inoltre questo squili!rio dimostrato dagli indicatori
sulla raccolta pu!!licitaria. =el periodo 1&EL4@LLL, cio dall#avvento della
televisione commerciale, le spese per la pu!!licit in Italia sono decuplicate, ma la
divisione di queste risorse non equa, ad esempio nel 1&&& il F@,&* delle spese
pu!!licitarie andava alla tv, contro il @@,'* della stampa, negli Csa il rapporto
'&,@M'F,E( in Inghilterra '',@*M'D,F*( in "rancia 'D,&M@'( e in Hermania @',1MDF,D.
In questa situazione la tv commerciale ha pesato ancora di pi, anche grazie alla
mancanza di una regolamentazione legislativa forte. .ui si inserisce la vicenda di
6ilvio ;erlusconi capo del maggior netNorJ televisivo privato prima, e politico poi.
3ltrove qualche contrappeso pu essere esercitato dall#esistenza di una classe di
professionisti dell#informazione competente e gelosa della propria autonomia,
invece in Italia anche questa resistenza etica de!ole. Infatti il legame tra
l#informazione e il potere politico molto stretto, con
delle eccezioni,
come quelle di 6antoro, %ravaglio, $ontanelli, e ;iagi. =el mondo anglosassone
questa situazione sare!!e inconcepi!ile.
(esistenza culturale: piccolo sciocc#ezzaio
giornalistico
6e si leggono dei testi del giornalismo italiano contemporaneo si ha spesso
l#impressione che il livello medio di preparazione culturale e professionale degli
operatori dell#informazione italiani non sia paragona!ile con quello dei giornalisti
stranieri. 6i pu iniziare dalla conoscenza delle lingue straniere. 3d esempio
un#inviata del %g1 in un servizio del @LL@ paralava di ,piccoli al"erg#i "read and
"rea.fast- 0anzich< "ed and "rea.fast1. ? la stessa cosa vale per l#inviato o il
corrispondente all#estero 0qui la lingua fondamentale per interagire con le fonti1.
3nche per quanto riguarda le conoscenze del latino, la situazione non rosea, !asta
chiederlo ai giornalisti parlamentari, e come esempio si pu prendere un dispaccio
d#agenzia 3=63 del @LL': ,/iamo ad un ulteriore grave "unnus 0invece di vulnus1
per il Parlamento0 -os1 il capogruppo della Marg#erita al /enato' 2iller )ordon' al
termine della riunione dellopposizione3-. 2e cose da pensare sono due: o c# stata
una piccola distrazione, oppure nessuno rilegge il testo dei dispacci d#agenzia prima
che siano di/usi. $a al disagio con le lingue straniere si aggiunge quello con la
lingua italiana. Infatti, la scrittura dei nostri giornalisti piena di stranezze varie, a
tutti i livelli della struttura linguistica: ci sono i plurali s!agliati 0ad esempio le grida
manzoniane, invece di gride, oppure i caduti tra le fla degli americani, invece di
fle1, e gli svolazzi sintattici e lessicali 0ad esempio la ,costante levitazione delle
dimensioni delle operazioni Parmalat nascoste al mercato-1. 3ldil della lingua i
giornalisti italiani mostrano molti pro!lemi di cultura generale, soprattutto nel
gestire dei riferimenti storico4letterari, dei detti prover!iali, o delle locuzioni gi
+ssate. 3d esempio il corrispondente di Bepu!!lica dagli 6tati Cniti in un articolo del
1&&F intitolato Long Island: a fuoco le ville dei vip, a/erma che ,sulla punta estrema
di Long Island' dove una volta i Mo"4 ,ic. cacciavano le "alene-. Il giornalista di
cultura media ne deduce che il ,$o!K DicJ- 0che d il nome all#omonimo romanzo1
sia il cacciatore di !alene o eventualmente la sua nave, anzich< il cetaceo cui il
capitano 3cha! d la caccia a !ordo della !aleniera Pequod. Cn altro esempio
quello di un servizio del %g@ del @LL1, dove si d la notizia che sono in aumento le
donne medico, e il ,pezzo- a/erma che ,le donne recitano la parte del leone anc#e
fra i dentisti-. $a la parte da leone si fa e non si recita, perch< l#immagine passata
nel prover!io non rimanda a una parte teatrale, ma alla parte 0ineguale1 di una
spartizione 0iniqua1.
,ifetto di formazione
Dagli esempi fatti in precedenza emerge la pochezza culturale, lo scarso dominio dei
ferri del mestiere da parte dei giornalisti italiani, che non ha paragoni all#estero, e
che rende gli operatori dell#informazione poco adatti a rispettare una loro
importante responsa!ilit civile, sia sotto il pro+lo socio4politico 0l#informazione
come quarto potere1, e sia sotto il pro+lo strettamente linguistico. 6u quest#ultimo
fronte il giornalista non ha un#adeguata formazione professionale. :ggi all#universit
non si ,forma- ma si ,professionalizza-, e non !asta saper utilizzare le nuove
tecnologie, ma dovre!!e innanzitutto saper orientarsi !ene nella propria lingua, e
nella propria cultura. Insomma ci vorre!!e una !uona formazione umanistica di
!ase, arricchita da una !uona formazione universitaria, e poi la specializzazione sui
mezzi e sui temi. $a pensare di professionalizzare senza formare una stupidit.
Parte seconda: linguaggio e retorica dei mass media
italiani
D. 2o ,svecchiamento- dello stile giornalistico
italiano
/vecc#iamento' vivacizzazione' stile
"rillante
In apparenza lo stile giornalistico italiano si rinnovato negli ultimi decenni. Dopo
una sostanziale mancanza di rottura, nel dopoguerra, rispetto al periodo fascista, il
rinnovamento iniziato dagli anni settanta, e da allora si imposto uno ,stile
brillante-. Cno degli elementi chiave di questo stile il ricorso a metafore dal
mondo dello sport: ad esempio ,opo il voto del 5 giugno6palla al centro 0Panorama1,
oppure ,ecreto tv e Parmalat ai calci di rigore 0Bepu!!lica1. 5on lo stesso +ne ci
sono dei riferimenti al cinema e alla letteratura, soprattutto nei titoli di giornale, ad
esempio 7*etto euro sullin8azione 0Bepu!!lica 4 @LL11, che rimanda al +lm di
"ranOois %ru/aut ?/etto notte, o ancora 9uattro cadaveri in cerca dautore 05orriere
della 6era 1&EE1, che allude al titolo di 2uigi Pirandello 6ei personaggi in cerca
d#autore. > stato notato che questi e altri arti+ci di vivacizzazione si concentrano nei
titoli dei giornali, e le diverse modalit retoriche della titolatura caratterizzano e
distinguono i singoli quotidiani, costituendo un segnale importante nel suo patto con
il lettore. 3d esempio sulla Bepu!!lica e sul $anifesto spesso, soprattutto nella
cronaca politica, ci sono titoli ,obliqui /ironici-, mentre sul 5orriere della 6era ci
sono titoli ,sostanziali 0 descrittivi-, che indicano un atteggiamento di distacco.
6orice dimostra questa di/erenza con la notizia dell#accusa di Hiulio 3ndreotti di
ma+a da parte della Procura di Palermo, la Bepu!!lica ha intitolato :ra tocca al
)elze";, il $anifesto Lora di +ndreotti, e il 5orsera +ndreotti sotto inc#iesta per
mafa.
<n esempio: 7 e Ma allinizio del titolo
"ra i procedimenti stilistici che caratterizzano lo ,stile !rillante- ci sono i titoli che
cominciano con e, e ma. 3d esempio titolava ,7 $uella notte scomparve l<rss-
0Bepu!!lica1( ,7 /tanca prepara un piano per salvare lItalia- 05orriere della 6era1(
,7 adesso parliamo del pane' perc#= noi italiani pare c#e siamo $uelli c#e ne
mangiamo di pi;- 0%g@1( ,7 con lestate tornano a tormentarci le zanzare tigre-
0%g11. 7 e ma sono congiunzioni coordinanti: la loro normale funzione sintattica
quella di collegare fra loro due frasi coordinate all#interno di un periodo. Per queste
congiunzioni si possono usare all#inizio della frase per svolgere la funzione di
con$iunzioni testuali, e sono un vero e proprio arti+cio retorico volto a sta!ilire
una continuit del detto con il non detto. Cna continuit apparente,
super+ciale, con ci che si detto in altri articoli sulla stessa pagina, relativi alla
medesima notizia. 3d esempio ,asparri > ?accaria' lite in tv a %9uelli c#e il
calcio3-( ? dopo lo shoN ,Lulivo insorge6Polo' nostalgie da Minculcop-( ,,estra
autoritaria6sa solo reagire- 0Paccaria1( ,Ma i veri fascisti6sono proprio loro-
0Hasparri1 QBepu!!licaR. 6i pu concludere che questa una complessa e articolata
strategia di arti+ci retorici e linguistici, di giochi di parole, di allusioni e
ammiccamenti al lettore, che introdotti sulla scia del sessantotto, come segnali di
svecchiamento, si sono talmente di/usi da diventare l#elemento caratteristico dei
titoli delle testate italiane.
La fnzione di continuit: sempre la stessa
storia 3 prima vista tutto ci sem!ra indirizzato a vivacizzare e a svecchiare le forme
stilistiche. In realt ha un risvolto strutturale e ideologico: ,equivale a se$nalare,
testualmente, l%adesione all%idea della notizia come mito-, come ,racconto
che intrattiene e rinarra sempre la stessa storia, entro un 8usso continuo-. 6ul
piano politico il discorso della continuit tra i pi tipici di un orientamento
reazionario e anti4progressista. 3ldil delle speci+che intenzioni dei singoli
giornalisti, e delle singole testate, con questa struttura il giornalismo italiano
incoraggia questa prospettiva del mondo. In termini
narratologici il testo ha una
,
funzione
narratore
-
e una
,
funzione lettore
-
0?co1, e nel caso del giornale italiano si pu
aggiungere una
,
funzione narratore
qualunquista
-
e una
,
funzione lettore
qualunquista
-
.
@orma e sostanza delle*etto continuit: la funzione narratore
$ualun$uista
I titoli che a!!iamo analizzato in precedenza sono la spia pi evidente dell#e/etto di
continuit, ma quest#ultimo ha dei precisi riscontri sul piano sostanziale, e per
confutare ci si pu prender ad esempio il processo 6me raccontato dalla
Bepu!!lica, e dal 5orriere della 6era. Il @&M1@M@LL1 le pagine 1D e 1F del quotidiano
di 6calfari riportano il resoconto delle dichiarazioni di 5esare Previti e degli avvocati
di ;erlusconi. .uesti articoli sono integrati da una scheda informativa sulla vicenda
in questione, dal titolo /me > stor4. .uesta suddivisa in tre punti: La vendita, La
retromarcia, e La sentenza. :ltre ad avere degli errori, la scheda omette gli
elementi fondamentali, per permettere al lettore, di farsi un#idea sulla vicenda, e fra
questi c# il fatto che la magistratura e le forze dell#ordine hanno raccolto delle
prove sugli episodi di corruzione contestati. .uindi il quotidiano non riporta tutti gli
elementi per informare adeguatamente il lettore sul fatto, cio d per presupposta
la conoscenza degli eventi precedenti, come ad esempio l#arresto del magistrato
Benato 6quillante. Dunque il lettore che deve ricostruire una continuit
nell#informazione che le due pagine prese in esame non garantiscono. 2#assenza
delle informazioni pertinenti gi un fatto preoccupante per un organo
d#informazione, perch< apre lo spazio alla manipolazione. Il 5orriere della 6era
dedica al processo 6me una pagina, l#11, e questa si apre con un riquadro dal titolo
,omande e risposte, che ripercorre la vicenda e si chiude con la domanda: perch<
c# un processoS Bisposta: Perc#= nel maggio del ABBC' due anni dopo lavvio
dellinc#iesta a seguito delle dic#iarazioni di /tefania +riosto D3E' la Procura di
Milano accusa gli imputati Ftra cui )erlusconi e PrevitiG di aver comprato o venduto
Fsecondo i ruoliG la sentenza del tri"unale di (oma0
3nche qui nulla sulle prove, infatti, si omette ogni riferimento ai conti svizzeri del
giudice 6quillante, alle intercettazioni, invece, mette in evidenza le dichiarazioni
dell#3riosto, l#accusa della Procura di $ilano, e il contraddittorio aIdato soltanto
alle proteste dell#3ssociazione nazionale magistrati. Cna notizia cos9 presentata,
in sintonia il commento di Piero :stellino: <na storia italiana. 2a di/erenza tra i due
quotidiani nella linea interpretativa dei fatti, ma con l#omissione delle
informazioni pertinenti, con lo spostamento del !aricentro del testo
dall#informazione al resoconto di opinioni, anche la Bepu!!lica coopera al successo
della linea che pure vuole avversare. > questo l#e/etto politico della +nzione
narratore qualunquista.
Hivacizzazione e svecc#iamento:
gattopardesc#i .uesta prima analisi ci porta alla conclusione che lo svecchiamento, che ha portato
dalla vecchia retorica dell#oscurit, alla nuova retorica della !rillantezza non ha
cam!iato, nella sostanza, il linguaggio dei quotidiani italiani. ?ssi erano, nella veste
tradizionale, inadeguati all#alfa!etizzazione politica del cittadino, ma lo
svecchiamento non ha trasformato la struttura fondamentale, anzi la riproposta in
forme aggiornate e pi ,insidiose-. Insomma stata soltanto un#operazione di
facciata, e allora si pu parlare di trasformismo e non di trasformazione. %ra le
forze che hanno contri!uito a questo processo c# la televisione, in cui la strategia di
presentazione delle notizie come 8usso continuo raggiunge la massima
realizzazione.
F. Dal giornale alla tv: la deriva televisiva
Il giornale su"alterno 6econdo 'aolo Murialdi ,La teledipendenza aIigge il
giornalismo stampato-, e la radice di questa crisi sta nel confronto tra
l#informazione televisiva e l#informazione della carta stampata. .uesto un
confronto pro!lematico per ragioni di ,epistemologia del mezzo-. Infatti, grazie alla
sua pervasivit, la tv sta assumendo sempre di pi il ruolo di mediatore principale
della realt, per ampie fasce di pu!!lico. Inoltre il mezzo televisivo modella un
pu!!lico sempre pi adatto a se, e quindi sempre meno idoneo alla carta stampata.
3 questi fattori generali, che riguardano un po# tutto il mondo occidentale, se ne
aggiungono degli altri speci+ci della realt italiana, e che sono di natura politica,
culturale e storica. 5os9 il nostro paese all#avanguardia nel processo di deriva
televisiva dell#informazione giornalistica. Bispetto alla televisione, il giornale una
posizione di su!ordinazione:
T economica 0piano esterno1, qui si inserisce la questione della raccolta
pu!!licitaria. In nessun altro paese c# uno squili!rio del genere a favore della
televisione 0vedi capitolo 51( T socio/culturale 0piano esterno1, anche il
rapporto di esposizione della cittadinanza ai quotidiani e alla tv s!ilanciato,
sempre a favore di quest#ultima, con la quasi totalit degli italiani che
guardano la televisione, contro una sparuta minoranza di lettori assidui di
quotidiani, e tutto ci spiega lo squili!rio nella raccolta pu!!licitaria( T
contenutistica 0piano interno1, in cui la teledipendenza si manifesta nella
strategia di presentazione delle notizie, specie nella cronaca politica e di
costume( T formale 0piano interno1, ad esempio nella titolatura. 6u un piano
generale si pu distinguere tra titoli o$$ettivanti 0?s. /tasera al @laminio
concerto del cantante roc. )ruce /pringsteen1 e titoli so$$ettivanti 0?s. Il
"oss ! tra noi1. Il titolo soggettivante diventa sempre pi frequente con la
di/usione di massa della televisione. Dal punto di vista stilistico, questo tipo di
titolo rientra nel processo di ,svecchiamento- e di ,vivacizzazione-. Dal punto
di vista del contenuto esso richiede al lettore una memoria delle puntate
precedenti della vicenda, e un#adesione piena al mondo di valori proposto
dalla testata. 5ontemporanea all#espansione della titolatura soggettiva ed
emotiva, l#estensione dello spazio riservato al titolo, che stampato a
caratteri cu!itali, occupa uno spazio sempre maggiore.
,istri"uzione degli spazi: lItalia allavanguardia
6e si fa un confronto tra i quotidiani italiani e quelli stranieri ,di prestigio- si pu
vedere che in quelli italiani la proporzione fra le immagini 0foto e pu!!licit1 e il
testo continuo 0notizie e commenti1 si sposta sempre pi a vantaggio delle prime, e
la tendenza confermata dalla dimensione sempre crescente dei titoli delle testate.
.uesta evoluzione spesso attri!uita agli sviluppi economici e tecnologici, ma ci
non !asta a spiegare la situazione perch< questi fattori esterni ci sono anche nel
resto del mondo avanzato, eppure le prime pagine dei quotidiani europei
assomigliano ai giornali italiani d#inizio secolo, pi che ai giornali italiani odierni. $a
non !isogna pensare che il nuovo la4Jout delle testate nostrane non a!!ia delle
corrispondenze con l#estero. Infatti, per immagini, pu!!licit e dimensione dei titoli,
il confronto pertinente con la stampa popolare. Da questo confronto si deduce una
conclusione. 1 in atto una trasformazione di tutta la stampa 2di presti$io3
in stampa 2popolare3. In questa trasformazione, che in atto ovunque, l#Italia
all#avanguardia.
Lo spazio dellinformazione
Cn esempio degli e/etti di questa trasformazione sulla presentazione della notizia
sono le pagine dedicate dalla Bepu!!lica e dal 5orriere della 6era sul processo
6me. Per quanto riguarda la Bepu!!lica nelle due pagine riservate al fatto, il testo
continuo arriva a malapena a occupare il FL* dello spazio disponi!ile, per la
presenza di foto e di riquadri gra+ci.
3nche sulla pagina del 5orriere della 6era le informazioni sono in minoranza, per
l
#
evento, che pu
riconduci!ile a un
locutore
021 0o parlante1. .uando nella sua enunciazione il locutore riporta un enunciato
altrui, si ha un
discorso riportato
0DB1. 6i pos
sono distinguere due forme di riporto:
esseri empirici: soggetto parlante ascoltatore
funzioni discorsive: locutore allocutario
segnalate da: marche di prima persona marche di seconda
persona
11 discorso indiretto 0DI1, l#enunciazione riportata 0secondaria1
dipendente dall#enunciazione riportante 0primaria1 ?s. ianni mi #a detto c#e
non voleva pi; vedermi( @1 discorso diretto 0DD1, si hanno due centri discorsivi disgiunti marcati.
2#enunciazione primaria viene direttamente mostrata e in essa i deittici e le
forme ver!ali funzionano autonomamente.
2e di/erenze tra il discorso diretto e quello indiretto sono di diversa natura 3 questa
di/erenza, gra+camente segnalata dalla presenza delle virgolette, se ne
aggiungono delle altre, come il tempo ver!ale e le marche personali 0del pronome e
del ver!o1, ma per analizzarle !isogna inserire alcune de+nizioni.
dell#enunciazione le due funzioni discorsive del locutore e dell#allocutario 031 0o
destinatario1, dove il primo individuato dalle marche di prima persona del ver!o e
del pronome personale e possessivo, mentre il secondo individuato dalla seconda
persona. 2a funzione discorsiva del locutore costituisce il centro discorsivo
dell#enunciato, e oltre ai pronomi personali, il centro discorsivo de+nito dai deittici
spaziali e temporali. I deittici sono quegli elementi linguistici che de+niscono la
posizione nel tempo e nello spazio dei partecipanti all#atto comunicativo 0locutore e
allocutario1. I dettici spaziali che indicano il locutore sono $ui e $uesto, mentre
quelli che indicano l#allocutario sono li e $uello. Invece i deittici temporali del
locutore sono indicati dal presente, e dagli avver!i ora, adesso, oggi ecc. 2a
posizione temporale del locutore corrisponde al momento dell%enunciazione
0$?1. 2#insieme degli elementi deittici de+nisce il campo indicale, che corrisponde
al momento dell#enunciazione 0io, qui, ora1. CnUaltra distinzione da fare quella tra
locutore ed enunciatore 0?n1. Il primo il centro discorsivo dell#enunciazione,
mentre il secondo il narratore, e non sempre queste due +gure coincidono. Infatti
nel testo giornalistico questa distinzione importante, perch< spesso il giornalista
non riporta i fatti ma dichiarazioni di terzi, facendo cos9 uno scarico di
responsabilit. 3d esempio: Nuove polemic#e sul fronte dei prezzi0 7urispes e
associazioni dei consumatori #anno presentato una ricerca3 05orriere della 6era1.
.uesta modalit di racconto fa parte dei doveri del giornalista, quello di citare la
fonte, contemporaneamente segnala la distanza tra il locutoreMnarratore 0cronista1 e
l#enunciatore 0?urispes1, che viene presentato come garante della verit su quanto
detto. Ctilizzando una categoria proposta Michail &achtin, si pu dire che in ogni
testo in cui c# il discorso riportato si crea un e/etto di polifonia 0nell#enunciazione
del locutore si avvertono due voci distinte nell#esempio di prima il giornalista e
l#?urispes1, che nel linguaggio giornalistico una polifonia +siologica, per nel
giornalismo italiano si mostra per una polifonia patologica.
Il discorso indiretto li"ero
In am!ito giornalistico le strategie del riporto sono il discorso diretto e il discorso
indiretto, quindi a priori non ci dovre!!e essere spazio per il discorso indiretto
li!ero, che caratterizza invece i testi letterari. Il ,iscorso indiretto libero 0DI21
il resoconto di parole e pensieri di un personaggio non introdotti dai ver!i del dire o
del pensare e senza delimitazioni di virgolette o simili.
"ondamentalmente
indiretto
. .uesto compromesso
+rafat
,
-orriere della /era
1( T i traslati e le metafore sportive 0
,opo le elezioni' palla al centroK un dri""ling con la vitaK processo Parmalat ai
calci di rigore
1.
Noi nel tg: il discorso complice
Cna costante stilistica del tg italiano, quella in cui la voce narrante
dell#informazione assume spesso il punto di vista dello spettatore. 3d esempio: ,7
adesso passiamo alla cronaca' e purtroppo do""iamo dire c#e ! successo ancora:
$ualcuno #a investito un passante ed ! fuggito senza prestare soccorso- 0%g11. In
questo esempio la conduttrice riporta un#esclamazione che si addice al suo
spettatoreMallocutorio, il quale sentendo la notizia potre!!e esclamare: ,$a noXS >
successo ancoraX- 5on questo procedimento il notiziario mira a presentarsi come
voce della comunit, una comunit che per quasi il &F* vede quotidianamente la
televisione e il telegiornale. ?d ecco allora che, nell#introduzione dei servizi di
costume, il conduttore in studio usa sempre il noi inclusivo dello spettatore. 3d
esempio ,Noi italiani risparmiamo sempre meno' ma c#i decide di farlo preferisce
sempre rivolgersi al caro vecc#io mattone- 0%g11. Il noi completa l#azione di fusione
fra l#istanza narrante e il pu!!lico in un tutto indistinto, che l#opposto di quanto si
richiedere!!e per un#informazione referenziale. .uesta strategia enunciativa nel
telegiornale funzionale a $arantire un e4etto di credibilit al discorso, e lo
spettatore 0enunciatario1 rappresentato come se egli stesso fosse presente nella
produzione della notizia, cos9 il tg diventa un discorso complice, un patto di
reciproca appartenenza fra l#emittente e il destinatario. .uesta la stessa struttura
semiotica che trent#anni fa ?co metteva in luce per i quotidiani italiani degli anni
sessanta. 3l tg di oggi non interessa aumentare il livello di alfa!etizzazione politica
del cittadino italiano, ma ri!adire i vincoli a/ettivi e ideologici. 2o scopo di questa
strategia duplice:
11 co$nitivo, in cui l#identi+cazione +ttizia fra chi d la notizia e chi l#ascolta,
punta a persuadere quest#ultimo( @1 manipolativo, in cui questa identi+cazione
mira a condizionare le reazioni, cio detta la
valutazione dei fatti e delle persone di cui il tg riferisce. Il discorso complice
all#opposto del discorso critico, l#unico che invece si addice all#ideale della notizia
come informazione, del giornalismo come quarto potere. Il discorso complice
comporta l#indistinzione, mentre il discorso critico presuppone distanza,
oggettivazione e analisi.
,allo spettatore ai personaggi: spostare il punto di
vista Cn#altra modalit di presentazione delle notizie quella in cui il giornalista parla
attraverso la prospettiva di un personaggio 0o classe di personaggi1, di cui la notizia
stessa riferisce. .uesto tipo di presentazione diventato sistematica, e non
soltanto nei servizi, ma anche nelle interviste. Infatti se il giornalista intervista un
uomo politico si comporta come un ossequioso adepto, invece se intervista un
uomo di spettacolo, si presenta come mem!ro del gruppo dei suoi fan. Cn esempio
il servizio del %g1 sul concerto romano di 5laudio ;aglioni. 2#intervistatrice
conclude: ,razie per i sogni c#e ci #ai dato-. ? il cantante risponde: ,razie per
averli sognati insieme a me-. In un testo letterario, il fatto che il narratore prenda le
parole di un personaggio ha un e/etto preciso, quello della focalizzazione interna,
ma nei telegiornali italiani questo avvicinamento realizzato con la ripresa di
parole che a tale personaggio possono essere direttamente ricondotte, realizzando
cos9 il discorso indiretto li!ero 0per gli e/etti di ci vedere il paragrafo ,Linguaggio
giornalistico e focalizzazione- del capitolo )1.
L
e notizia verista
2o stile linguistico delle notizie dei nostri mass media ha molti tratti in comune con
lo stile del romanzo naturalista 0o verista1 della seconda met dell#:ttocento.
.uesto tipo di romanzo persegue un e/etto di realt e d#immediatezza attraverso la
strategia del nascondimento del narratore, che messa in atto con l#utilizzo del
discorso indiretto li!ero. .uesto esattamente lo stesso discorso che si pu fare
per il testo delle notizie dei quotidiani e dei telegiornali. Infatti come il Gerga, gli
organi d#informazione italiani cercano di raggiungere l#e/etto di realt nascondendo
il narratore, cio rendendo meno percepi!ile la sua voce 0e il suo punto di vista1
dentro la notizia. Infatti la voce del giornalista si confonde con la voce del
personaggio della notizia, attraverso la ripresa delle sue parole. 2a diIcolt
linguistica cui il romanzo verista si trovava di fronte, nell#Italia di +ne :ttocento, ha
molti elementi in comune con la questione della lingua del sistema
dell#informazione, ma sare!!e ingenuo pensare che questi ultimi a!!iano cam!iato,
oltre alla forma 0testuale1, anche la sostanza 0politico4ideologica1, perch< appaiono
pi ,vicini alla gente-, ma in realt non hanno l#interesse ,all#alfa!etizzazione
politica di un cittadino consapevole-.
Il teatro come limite del romanzo
:gni poetica verista nel romanzo ha una contraddizione interna. 2a forma pi
perfetta di nascondimento del narratore incompati!ile con il romanzo stesso.
Infatti se il romanzo non deve narrare, attraverso un narratore, ma mostrare,
mettendo in scena i personaggi, se gli deve dare la parola, il modo pi estremo per
farlo la trasformazione del romanzo stesso in un dramma, in cui la
rappresentazione fatta con l#alternanza delle !attute tra i personaggi stessi. Di
fatto in ogni epoca storica in cui il romanzo persegue un ideale di realismo, di
,oggettivit- della narrazione, si assiste a una paralizzazione della narrazione
stessa in pura didascalia. ? quest#ultima pu essere ridotta al solo ver!o dire
accompagnato dall#indicazione del personaggio, come nella -asa in collina di
5esare Pavese.
La teatralizzazione della notizia
3nche i mass media italiani perseguono un ideale stilistico in cui la notizia ,deve
sembrare essersi fatta da s.-, cio l#evento deve sem!rare in via di
realizzazione in diretta. > questo un aspetto centrale della spettacolarizzazione
della notizia, che non soltanto una peculiarit italiana, ma nel nostro paese ha sue
forme speci+che, ed realizzata in sintonia con la poetica verista. =el servizio la
voce narrante assume le parole altrui, ma portandola ai suoi estremi determina la
scomparsa del servizio stesso, sostituendolo con la parola del personaggio.
:vviamente anche qui i giornali inseguono la televisione, e la spettacolarizzazione
determina il declino dell#inchiesta e del reportage, mentre contemporaneamente si
sviluppa l#intervista, in cui il ritmo narrante costituito dal giornalista ed un
e/etto di realt. %ra questi ultimi ci sono l#illusione che l#evento si produca in
diretta, e toccano il suo apice proprio nel mezzo televisivo, con la presenza ,+sica-
dell#intervistato. 2e interviste sono, inoltre, empatiche dal punto di vista
dell#intervistato. ;asta citare i casi della cronaca nera, ove si mette in scena il
dolore dei partenti 0nessun contenuto informativo1, e degli uomini di potere, dove il
giornalista servile 0non c# il contraddittorio1. 6u quest#ultimo fronte l#intervista
aggressiva con la gente comune, ma con il potente di turno l#intervista diventa il
megafono dell#intervistato, al punto che essa sfuma nella semplice messa in onda di
semplici dichiarazioni del personaggio stesso, senza nemmeno le domande 0seppur
concordate1. 5os9 anzich< dare un resoconto critico del di!attito politico, il tg d la
parola ai diretti interessati senza alcuna mediazione dei giornalisti. 2a
teatralizzazione dei telegiornali italiani si spinge oltre ai servizi e alle interviste, e va
verso l#irruzione diretta con dei propri materiali all#interno dei notiziari. .uesto il
caso del video di ;erlusconi dopo l#uccisione di $arco ;iagi, che ha occupato F
minuti dei telegiornali nazionali. ?
il punto pi
l
a presenza in video del potente che sostituisce il notiziario. .uesto
sempre il caso di ;erlusconi e della sua conferenza di +ne anno del @LL'. questa
doveva terminare alle 1'.'L, per fare spazio al %g1, ma nella realt
-
. .uesto de+cit si applica in tutti gli aspetti della nostra vita pu!!lica. 3d esempio
se il premier ;erlusconi attacca gli altri poteri costituzionali della
Bepu!!lica, e rimane al suo posto,
perch
<
la massa degli italiani non