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Redazione: via Valadier n 42 00193 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)
tel. +39 06 32818.1 fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009
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Latitante? No, senatore
di Marco Travaglio
D
opo due settimane di inseguimenti, il giallo
dellimmunit ai senatori non pi eletti
dunque risolto: nel progetto originario del go-
verno Renzi non cera; poi il 17 giugno fa sa-
pere Palazzo Chigi, dopo le nostre ripetute in-
sistenze il premier incontr una delegazione di
senatori Pd che la chiesero a gran voce; allora il
Rottamatore divenne Restauratore e diede lok al
ripristino dello scudo impunitario. Che infatti si
tramut immantinente in emendamento firma-
to da Finocchiaro&Calderoli, relatori in com-
missione Affari costituzionali, che intanto ave-
vano raccolto lunanime analoga richiesta degli
altri partiti favorevoli al Senato non elettivo
(Ncd, FI, Lega e centrini). Emendamento appro-
vato per ben due volte via email il giorno 19 dal
ministero delle Riforme guidato da Maria Elena
Boschi. Il 21 giugno il lieto evento apparve sui
giornali. E il 22 la bella addormentata nei Boschi
dichiar a Repubblica che era tutta colpa dei par-
titi, mentre lei e il governo tutto erano contrari.
Una bugia bella a buona, visto che sia Renzi sia
lei avevano avallato il ripristino dellimmunit.
Finocchiaro e Calderoli, rimasti col cerino ac-
ceso in mano, si ribellarono e dissero che erano
tutti daccordo partiti e governo , precisando
di essersi limitati a fare i notai della suprema
volont della maggioranza delle riforme, cio
della somma di quella del governo pi FI e Lega
(esclusi una dozzina di dissidenti del Pd). Apriti
cielo, fuggi-fuggi generale: a parole, tutti i partiti
favorevoli divennero contrari. Nei fatti, pur po-
tendo cancellare lemendamento Calderoli-Fi-
nocchiaro, si guardarono bene dal farlo. La solita
fiera del tartufo. Tant limmunit rimane scrit-
ta a caratteri aurei nel testo che il Senato inizier
a votare a met luglio. Lunica differenza rispetto
allattuale articolo 68 della Costituzione lan-
nuncio che a votare lautorizzazione agli arresti,
alle intercettazioni e alle perquisizioni dei par-
lamentari non saranno pi Camera e Senato, ma
la Corte costituzionale. Vedremo se questa biz-
zarra innovazione, che affida al giudice delle leg-
gi la responsabilit di esprimersi su unindagine
giudiziaria in corso, rester affidata alla tradi-
zione orale tipica dellra renziana, o si tradurr
in qualcosa di scritto. La sostanza che i sena-
tori, anche se non verranno pi eletti ma no-
minati dalla Casta, resteranno cittadini pi
uguali degli altri. Come i maiali di Orwell.
Infatti di questa porcata nessuno vuole assumer-
si la paternit, come se lavesse portata la cicogna
allinsaputa di tutti. Da ieri, grazie al nostro gior-
nale, sappiamo invece che: a chiederla stato il
Pd, a volerla stato Renzi in persona e a dire le
bugie stata anche la Boschi. Sar bene tenerlo a
mente in vista del voto al Senato, perch l la
questione torner dattualit e ripartiranno le
supercazzole e gli scaricabarile. La principale
scusa per giustificare lingiustificabile questa:
limmunit non un privilegio per gli eletti, ma
una garanzia per la carica. Lo scrive il giurista
Michele Ainis sul Corriere di ieri, rammentando
che sono immuni anche i giudici costituzionali,
che nessuno elegge. Vero, ma il giudice costi-
tuzionale fa solo il giudice costituzionale. Il nuo-
vo senatore invece un cittadino eletto per fare il
sindaco o il consigliere regionale, dopodich il
consiglio regionale gli mette pure il pennacchio
di senatore: il fatto che sia anzitutto un ammi-
nistratore locale dimostrato dal fatto che scade
da senatore non al termine della legislatura se-
natoriale, ma quando chiude il mandato nel suo
comune o nella sua regione, o quando la sua
giunta cade in anticipo. Il nuovo Senato non
esercita pi il potere legislativo (non vota le leg-
gi, a parte quelle costituzionali, ma esprime solo
pareri non vincolanti alla Camera): una sorta di
dopolavoro gratuito e part-time per ammini-
stratori locali, che non si vede perch mai do-
vrebbero essere immuni full-time. O meglio, si
vede benissimo: i partiti gi pensano di man-
darci i loro compagnucci nei guai con la giustizia
per salvarli dalla galera. In fondo il Senato sem-
pre meglio della latitanza.
Domani in Cdm solo una vaghissima discussione sulle linee guida, sebbene il premier avesse
giurato a giugno il pacchetto giustizia. Per lo scudo su Palazzo Madama invece nessun passo
indietro. Senato elettivo, Razzi e Scilipoti si convertono a Chiti
Per ogni n e goz i o che apre, ne chiudono due. Il piano-giovani di Letta
un flop. Crescono le tasse sulle pensioni. La crisi non cambia verso
RIFORME, IMMUNIT S
FALSO IN BILANCIO NO
100 anni fa il casus belli della Grande
Guerra. LAustria lanci lhashtag #Ser-
biastaiserena w w w.fo r u m . s p i n oza . i t
LA CATTIVERIA
Vita, morte e tribolazioni della citt che, secondo i funzionari
dello Stato, gode di aria pulita e sana: i quartieri invasi
dalle polveri, i malati di cancro, i bimbi costretti a giocare
dentro casa anche destate Borromeo pag. 2 - 3
IL REPORTAGE Leterno disastro dellIlva e la rabbia della gente per strada
Taranto, il veleno rosa
sulle mani dei bambini
Enzo Biagi pag. 12 - 13
LI N T E RV I STA
Piera Degli Esposti:
Io, De Chirico
e la Renault 4 di Moro
NAPOLITANO E LE PROCURE
Lo strapotere del capo
dei pm e la lettera
al Csm: il Quirinale
della trasparenza zero
LO SCANDALO MOSE
LE PAGELLE DEL VERTICE
I fumi dellIlva e le polveri sulle
mani dei bambini Luigi Piepoli
Con la nomina di Juncker, inizia la battaglia
su regole e flessibilit. Per le altre caselle scoperte
gi DAlema e Letta, su la Mogherini Feltri pag. 8
Il gran risiko di Bruxelles:
vince la Merkel, Renzi
pareggia e Cameron va ko
Malcolm X: Solo
con la violenza
non saremo schiavi
Il grande teatro,
i tamburi della Maraini
e le giacche di Moretti
E ora la felicit delle
fiction tv Co ra l l o
e Pagani pag. 16 - 17
Orsoni, il Gip dice no
al patteggiamento:
Fatti troppo gravi
Ma c rischio prescrizione
dEsposito e Marra pag. 6 - 7
I MONDIALI DI CALCIO
Brasile, che paura!
Con il Cile si salva
allultimo rigore
(e grazie a due pali)
Tinti pag. 5 Amurri, Massari e Vecchi pag. 4
Maledizione Ro j a : sulla
traversa il tiro al 120
minuto di gioco, sul legno
il penalty finale. Neymar
& co. passano ai quarti
Beccantini e Beha pag. 18 - 19
2 DOMENICA 29 GIUGNO 2014 il Fatto Quotidiano SPROFONDO SUD
Si guasta la pompa
dei rifornimenti,
petrolio in mare
ANCHE IERI UN INCIDENTE a Taranto: la rottura
della valvola di una tubazione attraverso la quale era
stata rifornita di gasolio una nave della Marina mi-
litare nella base navale Chiapparo ha provocato lo
sversamento in mare di carburante. Angelo Bonelli,
dei Verdi: Tra diossina (Ilva), benzene (Eni) e pe-
trolio, Taranto si trova in una situazione drammatica
con un futuro compromesso.
di Beatrice Borromeo
inviata a Taranto
L
uomo fa scivolare il dito in-
dice lentamente, da destra a
sinistra, sulla superficie liscia
e scura del bancone del suo
bar. Sono un concorrente
del Grande Fratello, dice
mostrando la polvere rossastra che gli si accu-
mulata sul polpastrello. Polvere che sembra ci-
pria, che quando la soffi controluce brilla. Oggi
chi stato nominato? Io? Allora oggi muoio io. Il
piccolo bar nella piazza centrale del quartiere
Tamburi quello che, secondo il sub-commis-
sario Ilva, Edo Ronchi, gode dellaria tra le mi-
gliori dItalia fotografa la realt complessa di
Taranto. Pulisco tutti i giorni, e ogni venerd
strofino per bene ogni angolo e lavo i vetri. Ma
non c niente da fare: la polvere entra lo stesso,
sinfiltra ovunque. Respiro tutto il giorno unaria
che fa venire il cancro.
Ignazio con la barba bianca e i capelli neri ha due
categorie di clienti. I giornalisti e gli operai. Quan-
do entriamo noi, comincia lo show: ci racconta,
indicando col dito ancora sporco di quella zoc-
cola dellIlva, che la sua citt sembra uscita dalla
guerra. tutto sospeso. Si parla dei Mondiali, non
dei tumori. Siamo abituati, indifferenti. Voi cro-
nisti scrivete due righe e poi ve ne fregate. Ma qui
la guerra dovrebbe essere finita gi da un po, ep-
pure la vita non riparte. Ignazio dice tutto quello
che ti aspetti di sentire: C un altro funerale, og-
gi, a Santa Rita. Un altro ragazzo morto di tumo-
re. Ma se gli chiedi di farsi fotografare, la disin-
voltura che ormai ha con la stampa lascia il posto
alla paura di perdere la clientela: Non posso. Qui
ci vengono gli operai. Non si pu parlar male della
zoccola. Altrimenti la gente si arrabbia: ha paura
di perdere il lavoro. Vi faccio lo sconto-giorna-
listi, un euro per i vostri caff, ma non chiedetemi
la foto.
LA CITT ROSA E LE COZZE ILLEGALI
Pi ti avvicini a Tamburi, pi il paesaggio si colora
di rosa. Appena attraversi il ponte girevole, che
divide la citt vecchia da quella nuova, e ti lasci alle
spalle il Castello Aragonese e la sua storia mille-
naria, cominci a notare le ferite con cui convive la
gente. Basta guardare il mare. Anche dove non
piovono i siluri della Marina militare un bagnan-
te ne ha trovato uno di un paio di metri sganciato
qualche giorno fa, per errore, da un elicottero di
spie ce ne sono eccome. E sono rosse, di plastica,
galleggianti. Sono le decine di boe disseminate nel
Mar Piccolo di Taranto a indicare le coltivazioni
delle cozze tarantine, famose nel mondo ma ormai
contaminate. Per legge non si possono pi n
mangiare n vendere, anche se i pescatori a volte se
ne fregano, raccontano sul lungomare, mentre
due ragazzini sfrecciano avanti e indietro su un
motorino grigio, senza meta e senza casco. Rosse
come le recinzioni che confinano la terra tossica
del cimitero San Brunone, dove i morti non si pos-
sono pi seppellire perch il rischio per chi scava le
fosse troppo alto. Poi alzi gli occhi e vedi le boe
sovrastate da una torre blu che sulla cima si di-
pinge di strisce rosse e bianche. il camino E 312,
quello dove gli operai salivano per protestare con-
tro la diossina sparata nellaria.
IL TANFO, LE NUVOLE, IL BENZO(A)PIRENE
LIlva si vede, ma ancora lontana, avvolta da una
cappa che offusca tutto il cielo tarantino. Davanti a
noi ci sono due navi con la chiglia arrugginita. An-
che la Marina militare denuncia Legambiente
ha un ruolo importante nellavvelenamento di
queste acque. Cos come inquinano gli altri im-
pianti industriali, da Cememtir allEni. Capisci
dove sei anche a occhi chiusi, perch vicino a ogni
stabilimento c un odore diverso. Prima arriva la
puzza di gas, poi quella di marcio. Passi sotto i
lunghi nastri trasportatori che, come trenini blu
sospesi per aria, spostano ogni anno milioni di
tonnellate di materie prime minerali di ferro e
carbon fossile dal porto commerciale ai parchi
dellIlva. L inali qualcosa di diverso, di acre, una
puntura metallica che fa pizzicare le narici.
Dallacciaieria, di giorno, escono grappoli di nu-
vole bianche, fumi densi e compatti, innocui per
lazienda ( solo vapore) e tossici per i cittadini
(contengono polveri e benzo(a)pirene, che sono
sicuramente cancerogeni). LIlva oggi
unazienda in via di risanamento ambientale ha
insistito Ronchi il benzo(a)pirene si ridotto di
dieci volte. Nel quartiere Tamburi ampiamente a
norma per tutti i parametri.
UNO SU DICIOTTO SI BECCA IL CANCRO
Qui gente e paesaggio raccontano per unaltra
storia. Il parchetto di Tamburi, davanti alla scuola
elementare, recintato: Divieto dingresso, dice
lordinanza del sindaco. Neanche le aiuole si pos-
sono toccare: Dobbiamo tenere i bambini in casa,
non possono giocare sullerba, racconta una ma-
dre. Quasi tutti i portoni hanno tre cose in co-
mune: il numero civico scritto con la bomboletta
spray, la bandiera dellItalia che sventola anche
dopo leliminazione degli Azzurri e un cartello con
su scritto vendesi. Solo che nessuno vuole com-
prare. Alessandro Marescotti, professore delle su-
periori che da qualche anno gira con un rilevatore
di IPA tra i principali cancerogeni presenti
nellaria tarantina ci mostra i dati raccolti il gior-
no prima, allalba. di notte che allIlva bruciano
quello che non dovrebbero bru-
ciare. La qualit dellaria, dice
lui, pessima. Ieri oscillava tra i
17 e i 36 nanogrammi al metro
cubo, superando addirittura la
concentrazione che Arpa aveva
rilevato a Tamburi nellanno
delle telefonate tra Archin e Ni-
chi Vendola, il 2010 (cio 19 na-
nogrammi al metro cubo). Pro-
prio verso le sette di mattina si
vede una striscia orizzontale che
come un souffl si accascia sulla
citt: in quel momento che bi-
sogna analizzare laria. Il sistema
di monitoraggio che rende cos
ottimista Ronchi inaffidabile.
Il professore cita il numero dei malati di tumore, in
continuo aumento: Uno ogni diciotto persone a
Tamburi, nel resto della citt uno ogni ventisei
abitanti. Dati non necessariamente incompatibili
con le affermazioni del sub-commissario, consi-
derando il periodo dincubazione. La prova che i
rischi sono ancora enormi dice Marescotti
C Ignazio, il barista, ad accogliere i giornalisti: Voi venite,
scrivete e poi andate via. Ma qua la guerra non finisce mai
C Sabrina, che ha perso pap Peppino e il marito Nicola: A mio
padre andata bene, solo un mese di malattia. Nicola invece ci ha
messo tanto. E io vorrei andarmene, portare via almeno
la bambina: ma chi viene a comprarsi adesso una casa a Tamburi?
MARIO
E I BIMBI
Qui a destra
Mario
Amodio, gi
campione di
arti marziali.
Sotto, i bambi-
ni del quartiere
Tamburi, con
le mani sporche
di polvere
Foto Luigi Piepoli
3 il Fatto Quotidiano DOMENICA 29 GIUGNO 2 01 4 SPROFONDO SUD
LA GIUSTIZIA SI FERMA fino al 16 settembre:
solo allora il tribunale di Taranto decider se accet-
tare la costituzione di parte civile al processo Am -
biente svenduto per circa 800 fra associazioni e
cittadini convinti di aver avuto la vita rovinata
dallIlva con la gestione Riva. Gli ex proprietari, in-
vece, attendono la decisione della Cassazione sul-
la richiesta di trasferimento del processo a Poten-
za: troppa pressione in citt, troppa ostilit, dico-
no. La procura chiede il processo per 49 imputati e
tre societ fra dirigenti e rappresentanti della fami-
glia Riva, accusati di associazione per delinquere,
disastro ambientale, avvelenamento di sostanze
alimentari e omissione dolosa di cautele contro gli
infortuni sul lavoro. Mancher in aula Emilio Riva,
scomparso a 87 anni il 29 aprile scorso. Tra gli im-
putati anche il presidente della Regione Puglia, Ni-
chi Vendola, l'ex presidente della Provincia di Ta-
ranto Gianni Florido, il sindaco di Taranto, Ippazio
Stefano, il deputato di Sel, Nicola Fratoianni, l'as-
sessore regionale all'Ambiente, Lorenzo Nicastro.
INDAGINI IN CORSO
In tribunale a settembre
per Ambiente svenduto
DICE EDO RONCHI
Risanamento avviato,
a parte le opere pi care
ALTRO CHE INQUINAMENTO e pericoloso at-
tacco alla salute dei cittadini: laria di Taranto
tra le migliori dItalia. Lo dice il subcommissario
dellIlva, Edo Ronchi, confortato dai dati
dellAgenzia regionale pugliese per lA m b i e n te :
La qualit dellaria a Taranto buona, in par-
ticolare per le polveri sottili: i dati sono tra i mi-
gliori delle citt italiane. Il benzo(a)pirene si
ridotto di dieci volte. Nel quartiere Tamburi,
laria ampiamente a norma per tutti i parame-
tri. Anche le prospettive future dellarea taran-
tina sono eccellenti: LIlva oggi unazienda in
via di risanamento ambientale, l81% dei nume-
rosi interventi prescritti dallAia del 2011 e del
2012 sono stati attuati e il 98% degli interventi
stato avviato. Per l'applicazione dellAia, am-
mette per Ronchi, occorrono 1,8 miliardi, dei
quali 500 milioni entro lanno, perch non sono
ancora stati completati gli interventi pi costo-
si. Il colosso franco-indiano Arcelor Mittal po-
trebbe essere interessato a investire in Puglia.
LA RETE
E I MORTI
Sopra, lo sta-
bilimento
dellIlva intor-
no al quale
stata messa
una rete che -
in teoria - do-
vrebbe evitare
lo spargimento
delle polveri. A
destra, il cimi-
tero: non si pu
spalare la terra
per linquina -
mento
Foto Luigi Piepoli
LA LUNGA NOTTE NERA
DI TARANTO CITT MALATA
Mentre le autorit giurano che ormai la qualit dellaria tra le migliori dItalia
la gente combatte le polveri killer. Il professore: LIlva brucia le schifezze col buio
che abbiamo fatto fare gli esami del sangue a un
gruppo di bambini di Tamburi. E nel loro sangue
c piombo. Il piombo resiste tre o quattro setti-
mane al massimo. Se la situazione fosse buona co-
me vogliono farci credere, non avremmo un pro-
babile cancerogeno dentro di noi: s, ce lho anche
io, e sono preoccupato per la mia salute.
FRATELLI DITALIA E AMORE SUI MURI
Allingresso della citt, appena dopo lautostrada,
c questa scritta: Oggi bistecca alla diossina. A
Tamburi invece, oltre al patriottismo calcistico,
stupiscono anche i messaggi verniciati sui muri. Ci
sono solo frasi damore: Silvia ti prego torna;
Piccola mia io e te sempre insieme; Tanti au-
guri mamma. Sulla facciata di una casa popolare,
per, c affissa una targa: Ennesimo decesso per
neoplasia polmonare. 8 marzo 2012. Lha voluta
mio padre, operaio dellIlva, subito prima di mo-
rire, ricorda Sabrina Corisi, occhi azzurri e com-
battivi. Voleva fosse chiaro a tutti che siamo solo
numeri. Lui, almeno, stato fortunato: morto in
25 giorni. Entriamo nella sua casa, tirata a lucido
perch qui abbiamo la fobia della polvere. Fuori
dalle finestre ci sono stracci bagnati per impedire
che entri, stracci che dopo qualche ora si colorano
di rosa. Nella cucina, sul frigo, sono attaccate fo-
tografie di due uomini: Quello mio padre Pep-
pino. Laltro invece, mio marito Nicola. Stesso
lavoro, stessa sorte. Ma a Nicola andata molto
peggio: ci ha messo sei mesi a morire. Alla fine
aveva 52 metastasi solo al collo. Tre lesioni cere-
brali. Un nodulo al polmone. Non riusciva pi n a
respirare n a bere o mangiare. Qui dicono che
bisogna scegliere se morire di cancro o di fame: lui
morto di tutte due. Sabrina in casa con la so-
rella, la madre e la figlia di due anni, Gaia, che
indossa una maglietta con la foto del padre sul da-
vanti e del nonno sulla schiena. Di tanto in tanto
d un occhiata al cortile, dove Swami, 8 anni, gioca
con gli amici: So che non dovrebbero star fuori,
ma tenere i bambini tutto il giorno chiusi in casa
impossibile. Le mani e la fronte, quando si ap-
poggiano al muro per giocare a nascondino, di-
ventano subito rosse di polvere, come se avessero
toccato una vernice fresca color mattone. Se do-
vesse succedere qualcosa ai miei figli non me lo
perdonerei mai, alla fine la scelta di restare mia,
dice Sabrina. Che per, ad andarsene, ci ha pro-
vato: La casa invendibile. Il lavoro non c. Io
dico che tutti noi che abitiamo qui, in fondo, la-
voriamo per lIlva. Quando morto mio marito,
sono andata in banca perch da sola non riesco a
pagare il mutuo. Ho detto: Voglio pagarne solo
met, perch mio marito non pi qui, non usu-
fruisce pi di questa casa. Lui, mangiando pa-
tatine, si messo a ridere: Facile la vita, eh?, ha
risposto. Sabrina ci mostra un volantino che sta
distribuendo in tutto il vicinato. Chiedo alla gen-
te di Tamburi di svegliarsi. So che avete paura di
perdere il posto, ma qui stiamo morendo tutti.
Dobbiamo essere uniti, solo cos obbligheremo
Renzi, Ronchi o chi per loro a fare qualcosa. Ve-
nissero qui, a governare. Li ospito io, vediamo se
insistono con la cazzata che la nostra aria la mi-
gliore dItalia. Per unoretta, Sabrina racconta la
sua storia e resta tranquilla.
Poi gli scudi cadono e le parole escono veloci, una
dopo laltra. quando si parla della famiglia Riva:
Io li odio. Mentre ero in ospedale ho sentito della
morte di Emilio Riva. Aveva 80 anni, quindi la vita
lha vissuta, ha visto i figli crescere, e questo mi
dispiace. Ma in quel momento, quando ho saputo
che non esisteva pi, sono stata felice. Fanculo, sei
morto pure tu. Sarai anche morto vecchio e ricco,
ma almeno sei sotto terra. E dopo di te ci vada pure
lIlva.
CAMPIONI DEL MONDO
Ma c anche chi, si chiama Mario Amodio, vuole
che lacciaieria resti aperta: Che la mettano in si-
curezza. Altrimenti qui non si mangia pi: Mario
stato campione del mondo di kick boxing e ka-
rate, la sua casa colma di trofei e medaglie. Sua
moglie Felicetta, che dei tarantini dice siamo un
branco di pecore, non riusciamo a coalizzarci, li
guarda e poi abbassa gli occhi a terra. Adesso Ma-
rio pesa 40 chili. Ho lavorato nellIlva e nel suo
indotto tutta la mia vita. Poi mi hanno detto che
avevo un tumore alla lingua e uno allesofago. Io
ero cos in forma, cos forte, che non avrei mai
pensato potesse succedere proprio a me. Le pa-
role sono le stesse usate da Sabrina: Dopo mio
padre, come avrei potuto immaginare che capi-
tasse anche a Nicola?. Mario, che parla grazie a
una macchina appoggiata sotto al mento, si rivol-
ge direttamente al premier: Per colpa dellIlva sto
vivendo unaltra vita. Mi hanno tolto lesofago:
non posso digerire, se mangio troppo mi esce tut-
to. Non posso fare la doccia perch rischio di af-
fogare. Non posso essere un marito per mia mo-
glie, che lunica ragione per cui vado avanti. E
sapete cosha fatto lAsl? Mi ha tolto laccompa -
gnamento! Erano solo 500 euro al mese, ma aiu-
tavano. Dicono che mi vedono bene, che sto me-
glio. Che lavoro posso fare dice con la voce me-
tallica che filtra dalle vibrazioni del laringofano
loperatore di un call center?. Mario e Felicetta
scoppiano a ridere: Dobbiamo metterla in quel
posto a chi ci vuole morti. Restiamo di buon umo-
re. Siamo pi forti di te, Ilva.
Twitter@BorromeoBea
Ha collaborato Luigi Piepoli
4 DOMENICA 29 GIUGNO 2014 il Fatto Quotidiano
di Antonio Massari
e Davide Vecchi
inviati a Venezia
I
l paradosso va in scena
alle dieci del mattino: le
accuse contro lex sin-
daco di Venezia, Gior-
gio Orsoni, sono cos fondate
che rischia di non esser mai
punito. Oggi con il patteg-
giamento Orsoni avrebbe
potuto incassare una condan-
na a quattro mesi di reclusio-
ne e 15 mila euro. Il giudice
per le indagini preliminari,
Massimo Vicinanza, ha per
rigettato il patteggiamento
perch la pena non congrua.
Lex sindaco sar giudicato in
un processo con il rito ordi-
nario. Nel quale, per, va in-
contro a una prescrizione
quasi certa. Eppure lo stesso
Orsoni, accettando il patteg-
giamento, sera mosso con
una sostanziale ammissione
di responsabilit per usare
le parole del procuratore ag-
giunto Carlo Nordio. E cos,
se da un lato il lavoro della
procura veneziana altro pa-
radosso esce rafforzato dalla
sentenza del gup, dallaltro si
mette in moto la sua sostan-
ziale inutilit, poich Orsoni,
per via della prescrizione, po-
trebbe non essere mai puni-
to.
Lex sindaco accusato daver
incassato dal presidente del
Consorzio Venezia Nuova,
Giovanni Mazzacurati, un fi-
nanziamento illecito di 260
mila euro per la campagna
elettorale del 2010. Mazzacu-
rati ha riferito di una somma
anche pi ingente, pari a circa
500mila euro, consegnata a
Orsoni in pi tranche. Dopo
larresto, avvenuto ai primi di
giugno, e la successiva remis-
sione in libert, Orsoni aveva
accettato il patteggiamento e
nel frattempo - scaricato dal
Pd - sera dimesso dalla pol-
trona di primo cittadino.
Impianto accusatorio fonda-
to
IL COLPO DI SCENA che il
Gup Vicinanza ha riservato a
tutti procura e difesa me -
rita di essere analizzato. Lim -
pianto accusatorio che viene
definito fondato e il giudice
non ha dubbi sulla gravit del-
le accuse mosse a Orsoni. E
per due motivi. Il primo: Le
condotte da lui tenute sono
molto gravi, sia per l'entit del
contributo illecito ricevuto, sia
per la provenienza soggettiva e
oggettiva del denaro. Il se-
condo: altrettanto grave
linevitabile rischio, per la
corretta gestione della cosa
pubblica, che ha comportato
laver ricevuto ingenti som-
me. E averle ricevute dal pa-
tron del Mose, il gestore
dellopera pubblica di mag-
gior costo e rilievo che ha in-
teressato la citt della quale
l'indagato poi divenuto sin-
daco.
E cos il giudice viene al punto.
Per Orsoni stata chiesta una
pena che, sotto il profilo eco-
nomico, somiglia a una man-
cia da ristorante. Ed altret-
tanto lieve, troppo lieve, anche
sotto il profilo della detenzio-
ne: del tutto incongruo...
concordare una pena... deten-
tiva inferiore al limite edit-
tale. Sotto il profilo economi-
co, invece, il limite oltre
cento volte inferiore al mas-
simo erogabile se si tiene con-
to dellentit del finanziamen-
to illecito ricevuto. Il gup in-
via gli atti ai tre pm che hanno
formulato laccusa Stefano
Ancilotto, Stefano Buccini e
Paola Tonini che dovranno
procedere quindi secondo il
rito ordinario. Per loro non si
tratta di una sconfitta, anzi,
piuttosto di una delusione, per
aver chiesto una pena troppo
lieve, nella speranza di giun-
gere a una condanna certa, in-
vece che a una altrettanto certa
prescrizione. Orsoni invece
commenta: Ora posso final-
mente difendermi. Poi parla
di uso sproporzionato della
misura cautelare - si riferisce
ai giorni di carcere preventivo
e aggiunge: La scelta di ac-
cettare il patteggiamento, pro-
posto dalla Procura, era stata
dettata dalla necessit di tute-
lare lAmministrazione. Ero
ben consapevole della assoluta
infondatezza dei fatti addebi-
tati e della insussistenza della
fattispecie di reato ipotizzato.
In realt, come abbiamo visto,
il gup la pensa diversamente.
E CHE LIMPIANTO accusato -
rio continui a reggere dimo-
strato da un altro dato: il tri-
bunale del Riesame ieri ha
confermato il carcere per lex
assessore regionale alle infra-
strutture Renato Chisso (Fi),
accusato di aver incassato
mazzette dalla cricca del Mo-
se.
Il procuratore aggiunto Nor-
dio commenta: La pronuncia
del Tribunale del Riesame di-
mostra lassoluta fondatezza
dellintero impianto accusato-
rio. Anche il rigetto dellistan -
za di patteggiamento del pro-
fessor Orsoni si colloca in que-
sta linea, consolidando la cor-
rettezza giuridica del reato e la
gravit delle prove a suo ca-
rico. Questa procura ritiene
che una sentenza certa e im-
mediata, con l'applicazione di
una pena comunque significa-
tiva, sia preferibile ai costi e
alle lungaggini di un processo,
con una tardiva pronuncia di
condanna a forte rischio di
prescrizione.
a.massari@ilfattoquotidiano.it
d.vecchi@ilfattoquotidiano.it
AFFARI LORO
Rai, Mieli benedice
Campo DallOr to
promesso dg
PER IL FUTURO del sistema televisivo servono
una pulizia di progetto, una guida chiara e un
gruppo di lavoro onesto: parola di Antonio Campo
Da l l Orto, protagonista del primo dei tre appun-
tamenti organizzati da Aleteia Communication
che da oggi per tre sabati consecutivi si terranno a
Spoleto durante il Festival Dei Due Mondi. Chi
oggi Campo DallOrto? luomo pi citato come
di Sandra Amurri
U
no dei capi di imputazione della corposa ordinanza di
custodia cautelare per lonorevole Giancarlo Galan, su cui
l11 luglio dovr decidere la Giunta per le autorizzazioni a pro-
cedere della Camera, si fonda su quel milione di euro per la
ristrutturazione della sua villa di Cinto Euganeo che, secondo
laccusa, sarebbe stato pagato dalla Mantovani, impresa capo-
fila del Consorzio Venezia Nuova. Il grande accusatore, lin-
gegnere Piergiorgio Baita, dice a verbale che il plusvalore pro-
veniente dalle fatture gonfiate per lavori realizzati dallarchi-
tetto Danilo Turato per la Mantovani serviva per liquidare le
parcelle del professionista per la ristrutturazione della villa di
Galan, ai tempi governatore del Veneto.
GALAN nellintervista al Fa t to si difende spiegando di aver ac-
quistato la villa da Tot, un dentista di Pantelleria, simpati-
cissimo. Io la compro a meno di 1 milione di euro, cio a 6 volte
il prezzo pagato da lui, perch era gi tutta restaurata. Ci fa solo
due interventi, dell'impresa di Turato. Baita sbaglia addirittura
la ditta che fa i lavori, che non si chiama Tecnoqualcosa ma
Architest. E sbaglia le date: parla di lavori ancora nel 2011, quan-
do erano finiti da due anni!. Era ristrutturata la villa quando
Galan lha comperata? Lo abbiamo chiesto a chi glielha venduta,
il dottor Salvatore Romano, originario di Gela e non di Pan-
telleria, medico condotto con un piccolo studio dentistico di
Lozzo Atestino, paese di origine della moglie, Maria Nunzia
Piccolo. Lo stesso paesino dove viveva Sandra Peregato prima di
diventare la moglie di Galan. Dottor Romano, lei ha venduto la
villa a Galan gi ristrutturata? Io non ho niente da dire sa,
comunque risulta comera, non ho niente da dire. Ma lha ven-
duta cos come laveva acquistata? Risulta comera, non in-
sista, ripete con tono sorpreso, imbarazzato e supplichevole ma
mai scortese. Poi aggiunge: Perch vuole saperlo? Era comera,
a lui gli andata bene e abbiamo fatto laffare. Galan dice che lei
laveva ristrutturata, di averla acquistata con i lavori gi fatti. In
proposito non ho niente da dirle, chieda al dottor Galan, se ha
detto cos va bene cos. Non mi dice se vero ci che afferma
Galan? Io non le sto dicendo n che vero n che non vero.
Non insista, la prego. Non c nulla di segreto. un argomento
di cui non vuole parlare? No. Non ne voglio parlare, non insista,
la prego, chiedete a lui. Un colpo alla difesa di Galan arriva
dallarchitetto Diego Zamaica, direttore del cantiere. Nel verbale
depositato dai Pm al Riesame per la scarcerazione dellarchitetto
Danilo Turato di Tecnostudio e di altre societ come la Architest
di cui parla lex governatore del Veneto, dice che i lavori per il
corpo centrale e la barchessa (edificio di servizio) sono iniziati
nel 2006 - pochi mesi dopo lacquisto della villa avvenuto a no-
vembre 2005 - e sono terminati nel 2008-2009. Costo, circa 1
milione di euro. Esattamente come racconta lingegner Baita, ex
ad della Mantovani: Ho liquidato larchitetto Turato per i lavori
della villa di Galan in due tranche: una di 600mila euro e una di
400 mila euro, lultimo pagamento avvenuto circa due anni
dopo il termine dei lavori, cio nel 2011 perch abbiamo fatto un
po penare larchitetto Turato. Parole confermate da Niccol
Buson, direttore finanziario della Mantovani. Ma non da Ga-
lan.
ORSONI, IL FUTURO PRESCRITTO:
NEGATO IL PATTEGGIAMENTO
PARADOSSO A VENEZIA: IL GIP RESPINGE LA PENA CONCORDATA PER LEX SINDACO
COME NON CONGRUA E ORDINA IL PROCESSO. MA I TERMINI DOVREBBERO SCADERE
Lex sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni Ansa
Arriva la Pinotti, lF-35 si rompe
ENNESIMO GUASTO A UN CACCIA IN FLORIDA, DURANTE LA VISITA AMERICANA DELLA MIN I ST R A
prossimo numero uno della Rai di Renzi, ha detto
Paolo Mieli, che tiene il filo di queste conversazioni
spoletine, uno dei pochissimi che oggi in Italia ha
le competenze per ricoprire quel ruolo. Tra visione
e televisione per unora si discusso del presente e
del futuro della comunicazione, un mercato da 5
miliardi di euro, di cui il 57% prodotto ancora oggi
dalla televisione" ha sottolineato Campo DallOr-
to, considerato un enfant prodige della tv italiana.
Gi vicedirettore di Canale 5 e direttore di La7, ar-
tefice del lancio e del successo di Mtv Italia, Cam-
po DallOrto, oltre a immaginare un futuro della
televisione da lui sognata, ha raccontato le sue
esperienze spiegando alcune delle sue scelte del
passato. Come quando da vicedirettore di Canale
5 decise di passare allallora sconosciuta Mtv.
TOGHE DIVERSE
Limpianto accusatorio
fondatos c r i ve
il giudice. Il procuratore
Nordio: Meglio
una sentenza certa che
una tardiva condanna
di Daniele Martini
L
a maledizione degli F-35
colpisce ancora. Proprio
mentre la ministra italiana della
Difesa, Roberta Pinotti, era a
Washington per ridiscutere i
termini dell'impegno italiano
per i Joint Strike Fighter della
Lockheed Martin, si misera-
mente rotto in fase di prova un
altro di quei costosissimi caccia.
successo durante un decollo
sulla pista di Eglin in Florida, e
ne ha dato notizia il Wa sh ingto n
Po s t . La cronaca dellaccaduto
rasenta il ridicolo: sulla pista
laereo ha perso alcuni pezzi e
poi si incendiato nella parte po-
steriore. Dal racconto sembra
coinvolto non il jet pi sofistica-
to e costoso di tutta la storia
dellaviazione, ma un qualche
decrepito scassone di una sco-
nosciuta compagnia sudameri-
cana. Molto opportunamente il
pilota ha abortito la manovra e
altrettanto opportunamente il
Pentagono ha sospeso tutte le
esercitazioni in corso. Il Washin -
gton Post ha scritto pure che un
altro guasto si era verificato tre
settimane fa.
IN QUEL CASO il pilota si era ac-
corto che laereo stava perdendo
olio in volo e aveva frettolosa-
mente riportato il caccia alla base.
Alla luce di questi nuovi episodi
regge sempre di meno la giusti-
ficazione fornita dai sostenitori
del costosissimo programma che
il susseguirsi degli incidenti sia fi-
siologico per un aereo in fase di
sviluppo. Questa volta il grave in-
conveniente ha riguardato un F
35 del modello A, destinato negli
Stati Uniti allAir Force, mentre
in Italia dovrebbe costituire i due
terzi della commessa in discus-
sione (60 esemplari su 90). Il con-
dizionale dobbligo perch do-
po mesi e mesi di infinite pole-
miche non ancora per niente
chiaro quanti aerei alla fine lIta -
lia comprer davvero. Nel suo
viaggio americano la Pinotti ha
incontrato il capo del Pentagono,
Chuck Hagel e forse proprio in
preparazione della trasferta alcu-
ni giorni fa aveva rilasciato una
dichiarazione favorevole al man-
tenimento da parte dellItalia del-
la piena commessa di 90 F-35, so-
stenendo che i tagli avrebbero
comportato conseguenze negati-
ve per la fabbrica Alenia-Finmec-
canica di Cameri (Novara). La
Pinotti non aveva ricordato, pe-
r, che lo stabilimento di Cameri
strutturalmente in perdita a
prescindere dallentit della com-
messa italiana, per il semplice
motivo che stato avventata-
mente costruito al buio, in assen-
za di ogni definizione ufficiale dei
programmi F-35 per lEuropa. Di
recente Norvegia, Olanda e Gran
Bretagna hanno fatto sapere che
non intendono pi assemblare i
loro F-35 nello stabilimento no-
varese.
LA TESTIMONIANZA
A Galan ho ceduto
la casa cos come ra :
e basta
LUI NEGA DI AVER RESTAURATO LA VILLA CON
UN MILIONE SOSPETTO. IL VENDITORE: SE LO DICE LUI...
Un F-35 Ansa
5 il Fatto Quotidiano DOMENICA 29 GIUGNO 2 01 4 RE GIORGIO
Feltri e la Pascale
si sono iscritti
allA rc i gay
FRANCESCA PASCALE e Vittorio Feltri
si sono iscritti allArcigay, perch ne
condividono le battaglie in favore
dellestensione massima dei diritti civili
e della libert. La scelta della Pascale
viene poche settimane dopo li n te r v i s t a
al Corriere della Sera, in cui la compagna
dellex Cavaliere aveva dichiarato di es-
sere favorevole alle unioni civili ed esor-
tava tutto il centrodestra a spendersi per
i diritti delle coppie gay. un gesto sim-
bolico, per affermare la necessit di
estendere al massimo i diritti civili, ha
commentato invece Feltri. La notizia
stata data, con una nota, dal quotidiano
il Giornale, di cui Feltri editorialista.
di Antonella Mascali
A
ppena si nomina il
presidente Giorgio
Napolitano la stra-
grande maggioran-
za dei magistrati chiamati al te-
lefono, tantissimi, si inventano
ogni tipo di scusa per non ri-
spondere su quanto scritto dal
capo dello Stato nella lettera a
favore di Edmondo Bruti Libe-
rati, alla vigilia del voto del ple-
num del Csm, la settimana
scorsa, sullo scontro alla pro-
cura milanese. Insomma, silen-
zio quasi assoluto su quanto
scritto dal capo dello Stato. Ep-
pure nellatto costitutivo di
Magistratura democratica del
1964, per esempio, indicato
lobiettivo delleliminazione
dellattuale assetto gerarchi-
co-piramidale degli uffici giu-
diziari.
MA NON TUTTI i magistrati
vogliono stare zitti. Accetta di
rispondere il presidente del tri-
bunale per i minorenni di Ge-
nova, Adriano Sansa, che prima
di criticare Napolitano inter -
ventista vuole fare una pre-
messa per far capire quanto sia
importante la concezione del
ruolo dei procuratori: Con la
riforma Castelli e poi Mastella
si tornati indietro: il procura-
tore diventato unico titolare
dellazione penale e si ridotta
lazione dei pubblici ministeri.
In questa situazione, la discus-
sione sui limiti del potere del
capo estremamente impor-
Csm per dire, in sostanza, fate
come vi dico. Il suo stato un
gesto che deve preoccupare: d
forza alla visione in senso stret-
tamente gerarchico delle fun-
zioni del procuratore della Re-
pubblica.
Per il consigliere del Csm An-
tonello Racanelli, di Mi, la let-
tera del capo dello Stato rappre-
senta una vicenda che desta
perplessit poich nella parte
conclusiva della missiva c un
invito ai consiglieri a tener con-
to di quanto espresso dal pre-
sidente. Ci vuol dire che era
destinata a essere conosciuta
dai consiglieri. Perch non
stata letta? (dal vicepresidente
Michele Vietti al plenum, ndr).
Forse si temeva che consiglieri
togati, che almeno a parole han-
no sempre difeso lautonomia e
lindipendenza dei pubblici mi-
nisteri, avessero difficolt a vo-
tare proposte di maggioranza
rivedute e corrette, e assumes-
sero posizione contro la tesi del
presidente? Al di l del massi-
mo rispetto e la massima con-
siderazione che si deve avere
per le valutazioni del capo dello
Stato, non necessariamente de-
vono essere fatte proprie dal
plenum. Anzi, auspico, rispetto
ai poteri del procuratore della
Repubblica, che il plenum so-
stenga una posizione diversa.
OPPOSTA LOPINIONE di un
altro consigliere del Csm, Paolo
Auriemma, di Unicost: ap-
prezzabile la scelta del vicepre-
sidente di non leggere la lettera
al plenum(ne ha letto solo qual-
che frase, ndr) perch cos ha
fatto in modo di non condizio-
nare il dibattito. La delibera fi-
nale in sintonia con quanto
pensa il capo dello Stato ma noi
non conoscevamo il contenuto
della missiva. Per, osservia-
mo, soprattutto il testo della
Settima commissione stato li-
mato di tutti i passaggi critici
sul procuratore Bruti dopo che
si appreso dellesistenza della
lettera... I testi delle relazioni
sono stati modificati prima del
voto in plenum semplicemente
perch si voleva avere unampia
condivisione delle scelte.
tante perch se si arrivasse a di-
re che pu dare le disposizioni
che vuole avremmo il possibile
condizionamento politico delle
inchieste. Dunque, lazione di
Napolitano d la sensazione di
un interventismo della Presi-
denza della Repubblica pi che
di un intervento. inquietante
che abbia inviato una lettera al
I magistrati perdono la voce
quando interviene il Colle
SILENZIO SU NAPOLITANO, CSM E CASO BRUTI, MA RACANELLI E SANSA PROTESTANO
di Bruno Tinti
S
ono le azioni che tradiscono
il pensiero. Prendiamo ad
esempio la lettera che Napolita-
no ha scritto al vicepresidente
del Csm Vietti.
Questi se la porta al plenum: Il Presidente della
Repubblica mi ha mandato una lettera che per
voi non dovete leggere; vi basti sapere che, secon-
do lui, il Procuratore della Repubblica ha ampi
poteri per via della legge di riforma dellordina -
mento giudiziario. La maggior parte dei com-
ponenti del CSM, autonomi e indipendenti quan-
ti altri mai e che evidentemente tutto ignora di
questa riforma, butta nel cestino gli interventi gi
preparati e ne scrive altri in esito ai quali lesposto
di Robledo contro Bruti Liberati viene archiviato.
Dopo una decina di giorni di ritardo, la lettera
pubblicata sul sito del Quirinale. Il Presidente Na-
politano, pur avendo a suo tempo ritenuto op-
portuno considerare riservata la missiva, ritiene
utile renderne ora noto il contenuto. Lui fatto
cos, fa quello che gli pare, quando gli pare. In
realt si comportato proprio come Bruti: ieri mi
andava bene che Robledo trattasse i processi per
reati contro la PA; oggi non mi va pi. Perch?
Fatevi i fatti vostri.
CON QUESTA CONCEZIONE autoritaria del ruolo
non c da meravigliarsi che il contenuto della let-
tera sia del tutto illogico e contraddittorio: mo-
tivare i pregiudizi una cosa complicata. Mi pre-
me sottolineare che, a differenza del giudice, le ga-
ranzie di indipendenza "interna" del Pubblico Mi-
nistero riguardano l'ufficio nel suo complesso e
non il singolo magistrato. Trattasi di frase incom-
prensibile. Napolitano sottolinea, le virgolette so-
no sue, che sta parlando di indipendenza inter -
na; cio indipendenza nei confronti di altri ma-
gistrati o uffici o enti appartenenti allordine giu-
diziario. Cosa diversa dunque dallindipendenza
esterna, che si ha nei confronti di Parlamento,
Governo, lobbies etc. Come possa lufficio nel
suo complesso, una Procura della Repubblica,
vedere insidiate le sue garanzie di indipendenza
interna non dato capire. Un Tribunale, una
Corte dAppello o di Cassazione possono dissen-
tire dalloperato di un PM; e quindi assolvere in
luogo di condannare (o viceversa). Ma in nessun
modo possibile che insidino le prerogative di in-
dipendenza dellUfficio. Che in effetti non esisto-
no: una Procura (e anche un Tribunale, una Corte)
non possono essere destinatari di comportamenti
che pregiudichino le loro prerogative di indipen-
denza; non ne hanno. Chi le ha sono i singoli ma-
gistrati che li compongono. Sono loro a dover es-
sere tutelati, non lUfficio nel suo complesso.
QUESTA FRASE non solo incomprensibile. E
anche sbagliata quando contesta che la modifica
dei principi organizzativi dellUfficio possa tra-
dursi in violazione delle garanzie di indipendenza
dei singoli PM. Ci che deve caratterizzare gli Uf-
fici di Procura l'impersonalit e l'unitariet della
loro azione, sicch i criteri organizzativi di ogni
singolo ufficio requirente non possono essere in-
tesi come rigide regole immodificabili, in quanto
deve sempre consentirsi una equilibrata elasticit
nella loro applicazione, volta sempre al miglior
esercizio dell'azione penale da parte dell'Ufficio
nel suo complesso". E chi lo nega. E noto che in
udienza laccusa pu essere sostenuta da un PM
diverso da quello che ha svolto le indagini e che un
interrogatorio svolto da un PM diverso da quello
titolare del fascicolo non nullo. Ed del tutto
ovvio che i criteri organizzativi devono essere ela-
stici per forza, pena la paralisi dellufficio: arrivano
100 grossi processi per reati contro la PA, i 10 po-
veri Sostituti che fanno parte di quel Gruppo non
ce la fanno, si trasferiscono altri 10 Sostituti dagli
altri gruppi per il tempo necessario. Ma il proble-
ma sta appunto l: ci deve essere
una ragione per cui i criteri or-
ganizzativi sono modificati; e
deve essere esplicitata. Altri-
menti si cade nellarbitrio. Che ,
ovviamente, pericolosissimo.
Immaginiamo che un Procura-
tore sia convinto che lAmministratore di una so-
ciet, accusato di corruzione, sia innocente; e im-
maginiamo che sappia che lAggiunto competente
lo consideri colpevole. Non pu semplicemente
affidare il processo a un altro PM senza spiegare le
ragioni del suo provvedimento. Sarebbe del tutto
legittimo che dicesse (anzi scrivesse):Caro colle-
ga ho letto attentamente gli atti e credo che la tua
decisone non sia corretta per questo e questaltro
motivo; siccome mia la responsabilit della con-
duzione delle indagini in questa Procura, assegno
il processo al PM (o a me stesso) per evitare
quello che credo sia un errore. Ma sottrarglielo
senza adeguata motivazione non pu essere lecito.
Pensate se la revoca dellassegnazione fosse dovuta
al desiderio di favorire un imputato o compiacere
una parte politica. Davvero saremmo contenti di
un potere incontrollato che permettesse a un Pro-
curatore di fare tutto quello che vuole? Insomma,
quello che proprio non sta nelle corde di Napo-
litano, la trasparenza. Oggi, quando - non si sa
perch - decide di rendere conoscibile la lettera
che ieri voleva tenere riservata. Laltro ieri, quando
fece fuoco e fiamme perch si derogasse al codice
di procedura solo per lui e si distruggessero le in-
tercettazioni delle sue telefonate, anche in pregiu-
dizio delle difese degli altri imputati che avrebbero
potuto avere interesse (processuale) a conoscerle.
Della serie: state contenti umane genti al quiz - che
se potuto aveste veder tutto - mestier non era par-
torir Maria.
Il presidente Giorgio Napolitano
La Pre ss e
Quella lettera incomprensibile
e le pericolose svolte autoritarie
A GAMBA TESA
COSA AVR VOLUTO DIRE?
Procura (Tribunale o Corte) non possono essere
destinatari di comportamenti che pregiudichino
le prerogative di indipendenza: non ne hanno
ANTONELLA RAMPINO, quirinalista de La
S ta m p a , inconsolabile: l'Italia proprio un
bizzarro Paese se addirittura ci si indigna
se il presidente del Csm scrive una lettera al
suo vicepresidente. In realt, nessuno s' in-
dignato per la lettera: le polemiche riguardavano il fatto
che il testo di Napolitano restasse segreto anche per i
membri del Csm, oltrech per lopinione pubblica. Vab-
b, dettagli. Infatti prosegue la cronista sempre pi
stupefatta - dopo giorni di titoloni dei giornali berlusco-
niani che ipotizzano assalti giudiziari (ma quando, ma
dove, ma quali assalti? Boh, ndr) e del Fatto Quotidiano
che definiscono (sic, ndr) s u r re a l e quel che attiene in-
vece al normale svolgimento di una funzione istituzio-
nale, ieri Giorgio Napolitano ha deciso di rendere inte-
gralmente pubblica la lettera inviata il 13 giugno a Mi-
chele Vietti.
Sfugge anzitutto il senso di quell'i n fa t t i : se Napolitano
aveva ragione a tenere segreta quella lettera, come pu
avere ragione anche quando decide di renderla pubblica
(e i n te g ra l m e n te , mica una parola s e una no)? E so-
prattutto: quando mai s' visto un giornalista felice di
commentare un documento segreto che non solo non fa
nulla per conoscerne il contenuto, ma se la prende con i
colleghi che lo cercano e lo invocano (non solo dei gior-
nali berlusconiani e del Fa t to, ma anche del Corriere della
S e ra )?
Mai, da nessuna parte al mondo. Per Antonella va com-
presa: al cuore non si comanda. Ci appelliamo perci al
capo ufficio stampa del Quirinale: assumetela, datele un
incarico qualsiasi, non vi deluder.
L ECC A
L ECC A
Rampino, la cronista
allergica alle notizie
fatto
a mano
6 DOMENICA 29 GIUGNO 2014 il Fatto Quotidiano NEL PANTANO
Sar a Bologna
la Festa dellUnit
riesumata dal Pd
SI TERR DAL 27 AGOSTO al 7 settembre. Per la
Festa nazionale dellUnit stata scelta, non a caso,
Bologna, con la sua tradizionale festa del parco
Nord, dove i militanti hanno sempre scelto di con-
tinuare a chiamare Festa dellUnit quella che al-
trove veniva ribattezzata Festa Democratica.
La scelta ha un significato politico ma anche pra-
tico: a Bologna, Modena e Reggio Emilia le feste
I N D I S P O STA
Anna Finocchiaro
non firma emendamenti
soppressivi dello scudo
Renzi incalza: Le
polemiche interne
non devono frenarci
Il ministro
della
Giustizia,
A n d re a
Orlando e
il
p re s i d e n t e
del
C o n s i g l i o,
M at t e o
Renzi in
aula al
S e n at o
Ansa
di Wanda Marra
A
lla fine limmunit re-
ster cos come previ-
sta nel testo emendato
dai relatori, Finocchia-
ro e Calderoli, ragionava qualche
giorno fa un senatore democratico
che sta seguendo molto da vicino le
riforme costituzionali. Prevedendo
che nessuna cancellazione dello
scudo ci sarebbe stata. Guardan-
do ai fatti, sembra proprio che ab-
bia ragione. Non solo il governo ha
dato il suo assenso alla norma
sullimmunit durante il vertice a
Palazzo Chigi del 17 giugno, non
solo il premier si assunto in pro-
prio la responsabilit di averla ap-
provata. Ma c un altro dato di fat-
to: venerd scaduto il termine in
commissione Affari costituzionali
per i sub emendamenti al testo con-
segnato da Finocchiaro & Caldero-
li. E non ce n uno di iniziativa go-
vernativa e neanche degli stessi re-
latori che cancelli la norma in que-
stione. Domani inizia il voto in
commissione Affari Costituzionali
e i sub emendamenti che vogliono
labrogazione dellimmunit sono
firmati dai Cinque Stelle o dai ri-
belli Pd, in testa Vannino Chiti.
Anna Finocchiaro aveva annuncia-
to che avrebbe presentato lei stessa
una modifica per affidare alla Con-
sulta la decisione (soluzione questa
che ha fatto registrare perplessit
sia dal Quirinale, che dalla stessa
Consulta). Ma, a conti fatti, ha pre-
ferito non fare niente e lasciare il
cerino nelle mani del governo. Che
per ora ha lasciato tutto comera. I
renziani meglio informati sono
certi che lo scudo non verr tolto:
potrebbe essere riformulato, preve-
dendo che valga per i membri della
nuova Camera delle autonomie so-
lo nellesercizio delle loro funzioni
da senatori e non da amministra-
tori. Ma tutto sta a vedere come an-
dr il dibattito in Aula.
P E RC H poi le riforme si accaval-
lano, le esigenze si incrociano. E
quando si parla di giustizia il tema
diventa incandescente. Domani in
Consiglio dei ministri non ci sar la
riforma annunciata dal premier, gi
durante il discorso per la fiducia,
per giugno, termine ribadito pi
volte nei mesi. Alla fine dellultimo
Cdm era stato il ministro Boschi ad
annunciare che nel prossimo (quel-
lo di domani appunto) si sarebbe di-
scussa la riforma. Ma il dibattito si
limiter alle linee guida, che verran-
no illustrate ai ministri dal Guarda-
sigilli, Andrea Orlando. Da via Are-
nula la raccontano cos: il ministro e
il premier si sono sentiti gioved
mattina, prima della partenza di
Renzi per il Consiglio Ue, e non
avendo di fatto mai avuto il tempo
di discutere a fondo hanno deciso
che sarebbe stato necessario un ul-
teriore approfondimento, prima di
entrare nel merito di provvedimen-
ti molto delicati, magari rischiando
dissensi dai titolari degli altri dica-
steri. Fino a quando? Non chiaro.
Ci sar, di certo, un decreto che af-
fronter il sistema della giustizia ci-
vile per fare fronte allarretrato pe-
santissimo rappresentato da milio-
ni di cause. I tecnici di Palazzo Chigi
stanno decidendo quando vararlo:
stanno valutando bene le questioni
legate alliter parlamentare. Tradot-
to: se si fa a inizio luglio si rischia di
non riuscire a convertirlo entro i
tempi a disposizione, ovvero fine
agosto. Quindi si potrebbe spostare
in l, magari alla fine del mese. E il
resto? Sar tutto affidato a disegni di
legge, che saranno presentati in mo-
menti successivi, anche qui difficil-
mente prevedibili. Se si prende il ca-
so Pa, il Cdm con le linee guida si
fatto il 30 aprile, quello con i prov-
vedimenti (in bozza) il 13 giugno, e
i decreti effettivi sono stati scritti so-
lo dopo e firmati dal Quirinale mar-
ted 24. Se per la riforma del Se-
nato, il ddl costituzionale stato ap-
provato il 31 marzo, il voto in Com-
missione inizia domani, con un te-
sto che stato quasi riscritto.
A proposito di ddl, a Palazzo Chigi
ne esiste gi uno sullautoriclaggio,
predisposto dal ministero della
Giustizia, e consegnato oltre un me-
se fa, al quale lo stesso dicastero ha
ipotizzato di aggiungere alcune
norme sul falso in bilancio. Ma, a
meno di sorprese dellultimo secon-
do, domani non verr tirato fuori. I
tempi si dilatano. E a occhio e croce
liter parlamentare dei provvedi-
menti in questione non comincer
che dopo lestate. Il metodo Renzi -
ormai s capito - quello di spin-
gere lannuncio oltre lostacolo. Pe-
r trattandosi di materia incande-
scente come la giustizia ogni sospet-
to lecito. Anche perch il governo
ha chiesto in Senato un rinvio della
legge sullanticorruzione proprio in
attesa dei provvedimenti di fine
giugno. Che non ci saranno. Tra le
voci che si rincorrono a Palazzo
Madama ce n una insistente se-
condo la quale Forza Italia starebbe
facendo pressione perch laccerta -
mento del falso in bilancio abbia il
via solo su querela di parte (come
adesso), e non diventi automatico.
RENZI ha bisogno dei voti di Forza
Italia per portare a casa le riforme
costituzionali, tanto pi la fronda di
Palazzo Madama si allarga. E lom -
bra dello scambio si allunga so-
prattutto quando trattativa su alcu-
ni temi e temporeggiamento su altri
vanno di pari passo. Ieri il presiden-
te del Consiglio ha annunciato che
questa settimana decisiva e
quindi vedr tutti: Pd, Forza Italia e
Cinque Stelle. Le polemiche non
devono frenarci, neanche quelle in-
terne, ha detto ai fedelissimi. I suoi
lavorano ad allargare la maggioran-
za, ma le falle restano.
provinciali che si svolgono fra la fine di agosto e i
primi di settembre, sono macchine rodate che ogni
anno sono frequentate da migliaia di persone, che
guadagnano con decine di ristoranti e alla cui or-
ganizzazione i volontari lavorano tutto lanno. Al-
trove, al contrario, le feste nazionali vanno costruite
quasi da zero (non di rado con esiti catastrofici per
le casse del partito), nel triangolo emiliano basta
mettere il bollino di festa nazionale su una mani-
festazione che esiste comunque e il gioco fatto.
Il segretario bolognese del Pd Raffaele Donini e il
responsabile delle feste Fabio Querci ringraziano
per la fiducia, ma ricordano che, di fatto, la festa
gi bella che organizzata: sar su unarea di 30 mila
metri quadrati, che l'anno scorso ha fatto un mi-
lione di visitatori e tre di fatturato.
Fini non lo caccia pi nessuno
IL RIENTRO
I
l presentatore, un ragazzo che impugna il microfono
da esperto rapper, introduce Gianfranco sulle note
ultracontemporanee di Human del gruppo americano
The Killers. Sul video scorrono le immagini vincenti di
cari campioni dello sport e Gianfranco Fini entra nella
sala facendo una miniprocessione in platea. Roma,
Palazzo dei congressi dellEur. Le poltrone sono mille,
riempite a fatica per due terzi, forse. Lassemblea aper-
ta della destra che non c soffre il caldo e anche il
traffico. Lo stesso Fini: Sul raccordo anulare ci sono
molti partecipanti bloccati. Il finismo edizione 2014
rientra in campo sotto forma di allenatore: Voglio
allenare una nuova classe dirigente che coniughi tra-
dizione e modernit. Fini abiura il montismo, una
catastrofe, evoca le radici missini (pur senza citare
Almirante) e ripropone una destra repubblicana ed
europeista a fronte della diaspora di An oggi rappre-
sentata da un florilegio di sigle. Pochi i volti noti tra i
finiani di un tempo: Menia, Consolo, Mazzocchi, Di
Biagio, Giuseppe Tatarella. Lanalisi della realt co-
munque perfetta: Renzi rischia di governare per
ventanni per lassenza di un vero competitore a destra.
Non pensabile fare una sommatoria, mettere insieme
Alfano e Salvini, Tajani e la Meloni. la verit. Il
renzismo ha invecchiato tutti, compreso Fini: Non
esistono uomini per tutte le stagioni, io ho fatto errori
ma non sono pentito. Dobbiamo recuperare i delusi
del centrodestra, quelli che hanno votato Renzi, Grillo
o si sono astenuti. Oggi parte una fase movimentista.
E se i risultati arriveranno nascer il partito. Fini parla
per unora esatta, dalle 11 e 40 alle 12 e 40, e anche tra
i suoi deve scontare una contestazione isolata. Gio-
vanni Angelini, romano, lo interrompe un paio di volte
per gridargli: Sei tu che hai ucciso la destra, T r a-
ditore.
NON PI TEMPO DI FIUGGI
Fini beve un bicchiere dacqua, ma non Fiuggi lad-
dove il Msi abbandon la Casa del Padre
T R E N DY
La camicia ne-
ra subisce
levo lu z i o n e
dei tempi: las-
sonnato parte-
cipante si
presentato con
una Lacoste
s c u ra
QU I E T E
Due parteci-
panti si
m a s ch e ran o
con occhiali
e scialli per
p a s s a re
i n o s s e r vat e
e dormire in
santa pace
VISPO
Anonimo finiano
espone il cartello
con lo slogan della
m an i fe s t a z i o n e :
Pa r t e c i p o . Per la
precisione i cartel-
li erano di tre colo-
ri (bianco, rosso e
verde) per formare
il tricolore
fd e
Foto di Umberto Pizzi
IL CAMERATA ROMAGNOLI
Luca Romagnoli, il secondo seduto, fond la Fiamma
quando nacque An. Fini non sapeva che fosse in sala
D
ice Bertinotti: Con un
gruppo di amici psicanalisti
lacaniani sto lavorando a capire
perch a sinistra si producono con-
flitti mortali diversamente dalle al-
tre storie politiche. I socialisti e i
democristiani fanno scelte opposte
ma restano affratellati. Noi defla-
griamo. Bertinotti non scherza.
Sta davvero conducendo questo
studio, con un gruppo di psicana-
listi delle Marche e produrr anche
un libro. Lidea nata quando Ni-
chi Vendola disse che lui stato il
primo padre a uccidere i figli. In
genere avvenuto il contrario. La
sinistra, probabilmente, destina-
ta a rinascere sul lettino?
BERTINOTTI STUDIA
S i n i s t ra
p s i ch i at r i c a
GIUSTIZIA CANAGLIA
FALSO IN BILANCIO SLITTA
LIMMUNIT RIMANE
NONOSTANTE GLI ANNUNCI, DOMANI IN CONSIGLIO DEI MINISTRI
SI DISCUTERANNO SOLO LINEE GUIDA. PER I PROVVEDIMENTI
CI SI AFFIDER A DISEGNI DI LEGGE NON ANCORA IN CALENDARIO
7 il Fatto Quotidiano DOMENICA 29 GIUGNO 2 01 4 LA FRONDA
Grillo caccia
tutti gli scontenti:
Cercatevi un partito
DISFATTISTI, malpancisti, fautori dellimplosio-
ne: il Movimento 5 Stelle non ha bisogno di voi.
Con un intervento sul suo blog, Beppe Grillo serra
le file allinterno del M5S e, ancora una volta, se la
prende con chi presta il fianco ai nemici parlando
con i giornalisti (p e n n i ve n d o l i nella sua defi-
nizione) che fanno titoli sul Movimento spac-
cato, sulle divisioni, sugli errori, sui flop, su fazioni
interne. All'interno del M5S prosegue il post
alcuni si fanno trascinare in polemiche sterili per
affermare una propria alterit, marcare un ter-
ritorio, un'indipendenza ostentata. Il M5S non ha
bisogno di queste persone. Per questo dissidenti
e scontenti hanno limbarazzo della scelta, i pen-
nivendoli li intervisteranno, i partiti li accoglie-
ranno a braccia aperte.
di Fabrizio dE s p o s i to
G
li anticorpi al renzi-
smo hanno genera-
to nella pancia par-
lamentare una nuo-
va specie: lHomo Senatus, lUo -
mo del Senato. LHomo Senatus
un Frankenstein costituzio-
nale che assembla spezzoni di
tutti i partiti e ha soprattutto
una caratteristica: di fronte al
renzismo imperante mette in-
sieme uomini e donne che non
hanno pi nulla da perdere e si
ritengono pi liberi dei tantis-
simi che sono saliti sul carro del
vincitore di Firenze. La linea di
confine tra loro e il resto del
mondo il Senato elettivo. Ca-
pofila di questa battaglia nel Pd
Vannino Chiti, ex ministro.
Ma ci sono, per esempio, anche
C a ss o n , M u cc h e t t i , Tocci e Mi -
neo. In tutto sono 35 i senatori,
tra democrat, ex grillini e Sel,
che si battono per il suffragio
universale, e non unelezione
indiretta.
Ecco cosa significa non aver
nulla da perdere secondo Mas-
simo Mucchetti, gi firma di
peso del Corriere della Sera poi
senatore nel Pd bersaniano: Io
mi sono impegnato in questa
battaglia nel momento in cui
hanno messo fuori la testa per-
sone con una notevole cultura
istituzionale. Questa la prin-
cipale molla che li spinge. Ov-
viamente ho messo nel conto
un prezzo da pagare. Un prezzo
si paga sempre in certi frangen-
ti, gi mi capitato professio-
nalmente e non mi sono mai
spaventato. Non credo quindi
che il Pd mi chiamer pi a fare
il capolista in Lombardia come
successo lanno scorso.
come se lHomo Senatus, a dif-
ferenza degli abolizionisti che
vogliono
riempire Pa-
lazzo Mada-
ma di sindaci
e consiglieri
regionali, si
fosse liberato
allo stesso
tempo di due
ossessioni, le-
gate tra di lo-
ro. Quella di
dire s al Capo
di turno (ieri
Berlusconi,
oggi Renzi) e
quella della
poltrona a
tutti i costi. Almeno a sentire
Mucchetti, che conclude con
unosservazione acuta sulla
propaganda tipica dei partiti
padronali-carismatici o sem-
del Transatlantico renziano.
Ma non lunico.
Dentro Forza Italia c un con-
sistente movimento che non va
nel verso renziano. Il volto pi
noto di questo schieramento
Augusto Minzolini, giornalista
come Mucchetti. Anche lui ha
la sensazione che in giro per
Palazzo Madama siano in tanti
a non avere pi nulla da per-
dere, compresi quelli che, rea-
listicamente, non credono pi
nella possibilit di un altro giro
parlamentare. La pubblicistica
corrente individua solo quattri
azzurri contrari alla riforma del
Senato (oltre Minzolini: Tar-
quinio, DA m b ro s i o , Le t t i e r i e
plicemente carismatici: C
una vera e propria manipola-
zione del reale. Noi che stiamo
denunciando tutti i rischi di
questa operazione siamo la pa-
lude, chi invece d ragione al
Capo diventa un riformista.
Ma chi vincer alla fine? Rispo-
sta: Il sentimento sul Senato
elettivo maggioritario tra tutti
i miei colleghi, ma non so come
finir. Comunque reputo diffi-
cile il raggiungimento dei due
terzi come prevede la Costitu-
zione.
I dissidenti del Pd, pi ex gril-
lini e Sel, sono per il momento
un iceberg di medie dimensio-
ni che minaccia la navigazione
Caliendo), ma il numero mol-
to pi alto. Dice Minzolini: Il
mio ddl costituzionale su Ca-
mera e Senato ha raccolto 37
firme, quella la base che po-
trebbe fare sponda con chi
dallaltro lato. Un totale di 73
senatori, sommando 35 pi
38.
LHomo Senatus sul versante
berlusconiano include, a legge-
re le firme sul ddl di Minzolini,
Cinzia Bonfrisco, Francesco Gi-
ro , Paola Pelino, A l e ss a n d ra
M u ss o l i n i , i famigerati R a zz i e
Scilipoti (s anche loro, in fon-
do chi mai potrebbe riportarli
in Parlamento?), Riccardo Vil-
lari, Francesco Compagna, Pie -
tro Langella (da poco passato
con Ncd) e quasi tutto il gruppo
degli autonomisti di Gal capeg-
giato dal socialista B a ra n i e dal
cosentiniano DAnna. Anche
Minzolini convinto che Renzi
non riuscir ad avere i due terzi
e a quel punto il referendum
sulla riforma, nel 2015, si po-
trebbe trasformare in un refe-
rendum sul premier, peraltro
non pi in luna di miele con il
Paese. Il senatore azzurro, gi
principe dei retroscenisti poli-
tici, ha pure un sospetto: Il di-
segno di Renzi perverso. Do-
po la riforma potrebbe manda-
re a casa questo Senato ed eleg-
gere il nuovo capo dello Stato
con la Camera attuale e il Se-
nato a elezione indiretta. I mille
giorni che ha annunciato si
possono spiegare cos.
Domenico Scilipoti vuole un Senato eletto a suffragio universale Ansa
di Carlo Tecce