Sie sind auf Seite 1von 24

Domenica 29 giugno 2 01 4 Anno 6 n 177 e1,30 Arretrati: e2,00

Redazione: via Valadier n 42 00193 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)
tel. +39 06 32818.1 fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009
y(7HC0D7*KSTKKQ( +&!"!]!?!;
Latitante? No, senatore
di Marco Travaglio
D
opo due settimane di inseguimenti, il giallo
dellimmunit ai senatori non pi eletti
dunque risolto: nel progetto originario del go-
verno Renzi non cera; poi il 17 giugno fa sa-
pere Palazzo Chigi, dopo le nostre ripetute in-
sistenze il premier incontr una delegazione di
senatori Pd che la chiesero a gran voce; allora il
Rottamatore divenne Restauratore e diede lok al
ripristino dello scudo impunitario. Che infatti si
tramut immantinente in emendamento firma-
to da Finocchiaro&Calderoli, relatori in com-
missione Affari costituzionali, che intanto ave-
vano raccolto lunanime analoga richiesta degli
altri partiti favorevoli al Senato non elettivo
(Ncd, FI, Lega e centrini). Emendamento appro-
vato per ben due volte via email il giorno 19 dal
ministero delle Riforme guidato da Maria Elena
Boschi. Il 21 giugno il lieto evento apparve sui
giornali. E il 22 la bella addormentata nei Boschi
dichiar a Repubblica che era tutta colpa dei par-
titi, mentre lei e il governo tutto erano contrari.
Una bugia bella a buona, visto che sia Renzi sia
lei avevano avallato il ripristino dellimmunit.
Finocchiaro e Calderoli, rimasti col cerino ac-
ceso in mano, si ribellarono e dissero che erano
tutti daccordo partiti e governo , precisando
di essersi limitati a fare i notai della suprema
volont della maggioranza delle riforme, cio
della somma di quella del governo pi FI e Lega
(esclusi una dozzina di dissidenti del Pd). Apriti
cielo, fuggi-fuggi generale: a parole, tutti i partiti
favorevoli divennero contrari. Nei fatti, pur po-
tendo cancellare lemendamento Calderoli-Fi-
nocchiaro, si guardarono bene dal farlo. La solita
fiera del tartufo. Tant limmunit rimane scrit-
ta a caratteri aurei nel testo che il Senato inizier
a votare a met luglio. Lunica differenza rispetto
allattuale articolo 68 della Costituzione lan-
nuncio che a votare lautorizzazione agli arresti,
alle intercettazioni e alle perquisizioni dei par-
lamentari non saranno pi Camera e Senato, ma
la Corte costituzionale. Vedremo se questa biz-
zarra innovazione, che affida al giudice delle leg-
gi la responsabilit di esprimersi su unindagine
giudiziaria in corso, rester affidata alla tradi-
zione orale tipica dellra renziana, o si tradurr
in qualcosa di scritto. La sostanza che i sena-
tori, anche se non verranno pi eletti ma no-
minati dalla Casta, resteranno cittadini pi
uguali degli altri. Come i maiali di Orwell.
Infatti di questa porcata nessuno vuole assumer-
si la paternit, come se lavesse portata la cicogna
allinsaputa di tutti. Da ieri, grazie al nostro gior-
nale, sappiamo invece che: a chiederla stato il
Pd, a volerla stato Renzi in persona e a dire le
bugie stata anche la Boschi. Sar bene tenerlo a
mente in vista del voto al Senato, perch l la
questione torner dattualit e ripartiranno le
supercazzole e gli scaricabarile. La principale
scusa per giustificare lingiustificabile questa:
limmunit non un privilegio per gli eletti, ma
una garanzia per la carica. Lo scrive il giurista
Michele Ainis sul Corriere di ieri, rammentando
che sono immuni anche i giudici costituzionali,
che nessuno elegge. Vero, ma il giudice costi-
tuzionale fa solo il giudice costituzionale. Il nuo-
vo senatore invece un cittadino eletto per fare il
sindaco o il consigliere regionale, dopodich il
consiglio regionale gli mette pure il pennacchio
di senatore: il fatto che sia anzitutto un ammi-
nistratore locale dimostrato dal fatto che scade
da senatore non al termine della legislatura se-
natoriale, ma quando chiude il mandato nel suo
comune o nella sua regione, o quando la sua
giunta cade in anticipo. Il nuovo Senato non
esercita pi il potere legislativo (non vota le leg-
gi, a parte quelle costituzionali, ma esprime solo
pareri non vincolanti alla Camera): una sorta di
dopolavoro gratuito e part-time per ammini-
stratori locali, che non si vede perch mai do-
vrebbero essere immuni full-time. O meglio, si
vede benissimo: i partiti gi pensano di man-
darci i loro compagnucci nei guai con la giustizia
per salvarli dalla galera. In fondo il Senato sem-
pre meglio della latitanza.
Domani in Cdm solo una vaghissima discussione sulle linee guida, sebbene il premier avesse
giurato a giugno il pacchetto giustizia. Per lo scudo su Palazzo Madama invece nessun passo
indietro. Senato elettivo, Razzi e Scilipoti si convertono a Chiti
Per ogni n e goz i o che apre, ne chiudono due. Il piano-giovani di Letta
un flop. Crescono le tasse sulle pensioni. La crisi non cambia verso
RIFORME, IMMUNIT S
FALSO IN BILANCIO NO
100 anni fa il casus belli della Grande
Guerra. LAustria lanci lhashtag #Ser-
biastaiserena w w w.fo r u m . s p i n oza . i t
LA CATTIVERIA
Vita, morte e tribolazioni della citt che, secondo i funzionari
dello Stato, gode di aria pulita e sana: i quartieri invasi
dalle polveri, i malati di cancro, i bimbi costretti a giocare
dentro casa anche destate Borromeo pag. 2 - 3
IL REPORTAGE Leterno disastro dellIlva e la rabbia della gente per strada
Taranto, il veleno rosa
sulle mani dei bambini
Enzo Biagi pag. 12 - 13
LI N T E RV I STA
Piera Degli Esposti:
Io, De Chirico
e la Renault 4 di Moro
NAPOLITANO E LE PROCURE
Lo strapotere del capo
dei pm e la lettera
al Csm: il Quirinale
della trasparenza zero
LO SCANDALO MOSE
LE PAGELLE DEL VERTICE
I fumi dellIlva e le polveri sulle
mani dei bambini Luigi Piepoli
Con la nomina di Juncker, inizia la battaglia
su regole e flessibilit. Per le altre caselle scoperte
gi DAlema e Letta, su la Mogherini Feltri pag. 8
Il gran risiko di Bruxelles:
vince la Merkel, Renzi
pareggia e Cameron va ko
Malcolm X: Solo
con la violenza
non saremo schiavi
Il grande teatro,
i tamburi della Maraini
e le giacche di Moretti
E ora la felicit delle
fiction tv Co ra l l o
e Pagani pag. 16 - 17
Orsoni, il Gip dice no
al patteggiamento:
Fatti troppo gravi
Ma c rischio prescrizione
dEsposito e Marra pag. 6 - 7
I MONDIALI DI CALCIO
Brasile, che paura!
Con il Cile si salva
allultimo rigore
(e grazie a due pali)
Tinti pag. 5 Amurri, Massari e Vecchi pag. 4
Maledizione Ro j a : sulla
traversa il tiro al 120
minuto di gioco, sul legno
il penalty finale. Neymar
& co. passano ai quarti
Beccantini e Beha pag. 18 - 19
2 DOMENICA 29 GIUGNO 2014 il Fatto Quotidiano SPROFONDO SUD
Si guasta la pompa
dei rifornimenti,
petrolio in mare
ANCHE IERI UN INCIDENTE a Taranto: la rottura
della valvola di una tubazione attraverso la quale era
stata rifornita di gasolio una nave della Marina mi-
litare nella base navale Chiapparo ha provocato lo
sversamento in mare di carburante. Angelo Bonelli,
dei Verdi: Tra diossina (Ilva), benzene (Eni) e pe-
trolio, Taranto si trova in una situazione drammatica
con un futuro compromesso.
di Beatrice Borromeo
inviata a Taranto
L
uomo fa scivolare il dito in-
dice lentamente, da destra a
sinistra, sulla superficie liscia
e scura del bancone del suo
bar. Sono un concorrente
del Grande Fratello, dice
mostrando la polvere rossastra che gli si accu-
mulata sul polpastrello. Polvere che sembra ci-
pria, che quando la soffi controluce brilla. Oggi
chi stato nominato? Io? Allora oggi muoio io. Il
piccolo bar nella piazza centrale del quartiere
Tamburi quello che, secondo il sub-commis-
sario Ilva, Edo Ronchi, gode dellaria tra le mi-
gliori dItalia fotografa la realt complessa di
Taranto. Pulisco tutti i giorni, e ogni venerd
strofino per bene ogni angolo e lavo i vetri. Ma
non c niente da fare: la polvere entra lo stesso,
sinfiltra ovunque. Respiro tutto il giorno unaria
che fa venire il cancro.
Ignazio con la barba bianca e i capelli neri ha due
categorie di clienti. I giornalisti e gli operai. Quan-
do entriamo noi, comincia lo show: ci racconta,
indicando col dito ancora sporco di quella zoc-
cola dellIlva, che la sua citt sembra uscita dalla
guerra. tutto sospeso. Si parla dei Mondiali, non
dei tumori. Siamo abituati, indifferenti. Voi cro-
nisti scrivete due righe e poi ve ne fregate. Ma qui
la guerra dovrebbe essere finita gi da un po, ep-
pure la vita non riparte. Ignazio dice tutto quello
che ti aspetti di sentire: C un altro funerale, og-
gi, a Santa Rita. Un altro ragazzo morto di tumo-
re. Ma se gli chiedi di farsi fotografare, la disin-
voltura che ormai ha con la stampa lascia il posto
alla paura di perdere la clientela: Non posso. Qui
ci vengono gli operai. Non si pu parlar male della
zoccola. Altrimenti la gente si arrabbia: ha paura
di perdere il lavoro. Vi faccio lo sconto-giorna-
listi, un euro per i vostri caff, ma non chiedetemi
la foto.
LA CITT ROSA E LE COZZE ILLEGALI
Pi ti avvicini a Tamburi, pi il paesaggio si colora
di rosa. Appena attraversi il ponte girevole, che
divide la citt vecchia da quella nuova, e ti lasci alle
spalle il Castello Aragonese e la sua storia mille-
naria, cominci a notare le ferite con cui convive la
gente. Basta guardare il mare. Anche dove non
piovono i siluri della Marina militare un bagnan-
te ne ha trovato uno di un paio di metri sganciato
qualche giorno fa, per errore, da un elicottero di
spie ce ne sono eccome. E sono rosse, di plastica,
galleggianti. Sono le decine di boe disseminate nel
Mar Piccolo di Taranto a indicare le coltivazioni
delle cozze tarantine, famose nel mondo ma ormai
contaminate. Per legge non si possono pi n
mangiare n vendere, anche se i pescatori a volte se
ne fregano, raccontano sul lungomare, mentre
due ragazzini sfrecciano avanti e indietro su un
motorino grigio, senza meta e senza casco. Rosse
come le recinzioni che confinano la terra tossica
del cimitero San Brunone, dove i morti non si pos-
sono pi seppellire perch il rischio per chi scava le
fosse troppo alto. Poi alzi gli occhi e vedi le boe
sovrastate da una torre blu che sulla cima si di-
pinge di strisce rosse e bianche. il camino E 312,
quello dove gli operai salivano per protestare con-
tro la diossina sparata nellaria.
IL TANFO, LE NUVOLE, IL BENZO(A)PIRENE
LIlva si vede, ma ancora lontana, avvolta da una
cappa che offusca tutto il cielo tarantino. Davanti a
noi ci sono due navi con la chiglia arrugginita. An-
che la Marina militare denuncia Legambiente
ha un ruolo importante nellavvelenamento di
queste acque. Cos come inquinano gli altri im-
pianti industriali, da Cememtir allEni. Capisci
dove sei anche a occhi chiusi, perch vicino a ogni
stabilimento c un odore diverso. Prima arriva la
puzza di gas, poi quella di marcio. Passi sotto i
lunghi nastri trasportatori che, come trenini blu
sospesi per aria, spostano ogni anno milioni di
tonnellate di materie prime minerali di ferro e
carbon fossile dal porto commerciale ai parchi
dellIlva. L inali qualcosa di diverso, di acre, una
puntura metallica che fa pizzicare le narici.
Dallacciaieria, di giorno, escono grappoli di nu-
vole bianche, fumi densi e compatti, innocui per
lazienda ( solo vapore) e tossici per i cittadini
(contengono polveri e benzo(a)pirene, che sono
sicuramente cancerogeni). LIlva oggi
unazienda in via di risanamento ambientale ha
insistito Ronchi il benzo(a)pirene si ridotto di
dieci volte. Nel quartiere Tamburi ampiamente a
norma per tutti i parametri.
UNO SU DICIOTTO SI BECCA IL CANCRO
Qui gente e paesaggio raccontano per unaltra
storia. Il parchetto di Tamburi, davanti alla scuola
elementare, recintato: Divieto dingresso, dice
lordinanza del sindaco. Neanche le aiuole si pos-
sono toccare: Dobbiamo tenere i bambini in casa,
non possono giocare sullerba, racconta una ma-
dre. Quasi tutti i portoni hanno tre cose in co-
mune: il numero civico scritto con la bomboletta
spray, la bandiera dellItalia che sventola anche
dopo leliminazione degli Azzurri e un cartello con
su scritto vendesi. Solo che nessuno vuole com-
prare. Alessandro Marescotti, professore delle su-
periori che da qualche anno gira con un rilevatore
di IPA tra i principali cancerogeni presenti
nellaria tarantina ci mostra i dati raccolti il gior-
no prima, allalba. di notte che allIlva bruciano
quello che non dovrebbero bru-
ciare. La qualit dellaria, dice
lui, pessima. Ieri oscillava tra i
17 e i 36 nanogrammi al metro
cubo, superando addirittura la
concentrazione che Arpa aveva
rilevato a Tamburi nellanno
delle telefonate tra Archin e Ni-
chi Vendola, il 2010 (cio 19 na-
nogrammi al metro cubo). Pro-
prio verso le sette di mattina si
vede una striscia orizzontale che
come un souffl si accascia sulla
citt: in quel momento che bi-
sogna analizzare laria. Il sistema
di monitoraggio che rende cos
ottimista Ronchi inaffidabile.
Il professore cita il numero dei malati di tumore, in
continuo aumento: Uno ogni diciotto persone a
Tamburi, nel resto della citt uno ogni ventisei
abitanti. Dati non necessariamente incompatibili
con le affermazioni del sub-commissario, consi-
derando il periodo dincubazione. La prova che i
rischi sono ancora enormi dice Marescotti
C Ignazio, il barista, ad accogliere i giornalisti: Voi venite,
scrivete e poi andate via. Ma qua la guerra non finisce mai
C Sabrina, che ha perso pap Peppino e il marito Nicola: A mio
padre andata bene, solo un mese di malattia. Nicola invece ci ha
messo tanto. E io vorrei andarmene, portare via almeno
la bambina: ma chi viene a comprarsi adesso una casa a Tamburi?
MARIO
E I BIMBI
Qui a destra
Mario
Amodio, gi
campione di
arti marziali.
Sotto, i bambi-
ni del quartiere
Tamburi, con
le mani sporche
di polvere
Foto Luigi Piepoli
3 il Fatto Quotidiano DOMENICA 29 GIUGNO 2 01 4 SPROFONDO SUD
LA GIUSTIZIA SI FERMA fino al 16 settembre:
solo allora il tribunale di Taranto decider se accet-
tare la costituzione di parte civile al processo Am -
biente svenduto per circa 800 fra associazioni e
cittadini convinti di aver avuto la vita rovinata
dallIlva con la gestione Riva. Gli ex proprietari, in-
vece, attendono la decisione della Cassazione sul-
la richiesta di trasferimento del processo a Poten-
za: troppa pressione in citt, troppa ostilit, dico-
no. La procura chiede il processo per 49 imputati e
tre societ fra dirigenti e rappresentanti della fami-
glia Riva, accusati di associazione per delinquere,
disastro ambientale, avvelenamento di sostanze
alimentari e omissione dolosa di cautele contro gli
infortuni sul lavoro. Mancher in aula Emilio Riva,
scomparso a 87 anni il 29 aprile scorso. Tra gli im-
putati anche il presidente della Regione Puglia, Ni-
chi Vendola, l'ex presidente della Provincia di Ta-
ranto Gianni Florido, il sindaco di Taranto, Ippazio
Stefano, il deputato di Sel, Nicola Fratoianni, l'as-
sessore regionale all'Ambiente, Lorenzo Nicastro.
INDAGINI IN CORSO
In tribunale a settembre
per Ambiente svenduto
DICE EDO RONCHI
Risanamento avviato,
a parte le opere pi care
ALTRO CHE INQUINAMENTO e pericoloso at-
tacco alla salute dei cittadini: laria di Taranto
tra le migliori dItalia. Lo dice il subcommissario
dellIlva, Edo Ronchi, confortato dai dati
dellAgenzia regionale pugliese per lA m b i e n te :
La qualit dellaria a Taranto buona, in par-
ticolare per le polveri sottili: i dati sono tra i mi-
gliori delle citt italiane. Il benzo(a)pirene si
ridotto di dieci volte. Nel quartiere Tamburi,
laria ampiamente a norma per tutti i parame-
tri. Anche le prospettive future dellarea taran-
tina sono eccellenti: LIlva oggi unazienda in
via di risanamento ambientale, l81% dei nume-
rosi interventi prescritti dallAia del 2011 e del
2012 sono stati attuati e il 98% degli interventi
stato avviato. Per l'applicazione dellAia, am-
mette per Ronchi, occorrono 1,8 miliardi, dei
quali 500 milioni entro lanno, perch non sono
ancora stati completati gli interventi pi costo-
si. Il colosso franco-indiano Arcelor Mittal po-
trebbe essere interessato a investire in Puglia.
LA RETE
E I MORTI
Sopra, lo sta-
bilimento
dellIlva intor-
no al quale
stata messa
una rete che -
in teoria - do-
vrebbe evitare
lo spargimento
delle polveri. A
destra, il cimi-
tero: non si pu
spalare la terra
per linquina -
mento
Foto Luigi Piepoli
LA LUNGA NOTTE NERA
DI TARANTO CITT MALATA
Mentre le autorit giurano che ormai la qualit dellaria tra le migliori dItalia
la gente combatte le polveri killer. Il professore: LIlva brucia le schifezze col buio
che abbiamo fatto fare gli esami del sangue a un
gruppo di bambini di Tamburi. E nel loro sangue
c piombo. Il piombo resiste tre o quattro setti-
mane al massimo. Se la situazione fosse buona co-
me vogliono farci credere, non avremmo un pro-
babile cancerogeno dentro di noi: s, ce lho anche
io, e sono preoccupato per la mia salute.
FRATELLI DITALIA E AMORE SUI MURI
Allingresso della citt, appena dopo lautostrada,
c questa scritta: Oggi bistecca alla diossina. A
Tamburi invece, oltre al patriottismo calcistico,
stupiscono anche i messaggi verniciati sui muri. Ci
sono solo frasi damore: Silvia ti prego torna;
Piccola mia io e te sempre insieme; Tanti au-
guri mamma. Sulla facciata di una casa popolare,
per, c affissa una targa: Ennesimo decesso per
neoplasia polmonare. 8 marzo 2012. Lha voluta
mio padre, operaio dellIlva, subito prima di mo-
rire, ricorda Sabrina Corisi, occhi azzurri e com-
battivi. Voleva fosse chiaro a tutti che siamo solo
numeri. Lui, almeno, stato fortunato: morto in
25 giorni. Entriamo nella sua casa, tirata a lucido
perch qui abbiamo la fobia della polvere. Fuori
dalle finestre ci sono stracci bagnati per impedire
che entri, stracci che dopo qualche ora si colorano
di rosa. Nella cucina, sul frigo, sono attaccate fo-
tografie di due uomini: Quello mio padre Pep-
pino. Laltro invece, mio marito Nicola. Stesso
lavoro, stessa sorte. Ma a Nicola andata molto
peggio: ci ha messo sei mesi a morire. Alla fine
aveva 52 metastasi solo al collo. Tre lesioni cere-
brali. Un nodulo al polmone. Non riusciva pi n a
respirare n a bere o mangiare. Qui dicono che
bisogna scegliere se morire di cancro o di fame: lui
morto di tutte due. Sabrina in casa con la so-
rella, la madre e la figlia di due anni, Gaia, che
indossa una maglietta con la foto del padre sul da-
vanti e del nonno sulla schiena. Di tanto in tanto
d un occhiata al cortile, dove Swami, 8 anni, gioca
con gli amici: So che non dovrebbero star fuori,
ma tenere i bambini tutto il giorno chiusi in casa
impossibile. Le mani e la fronte, quando si ap-
poggiano al muro per giocare a nascondino, di-
ventano subito rosse di polvere, come se avessero
toccato una vernice fresca color mattone. Se do-
vesse succedere qualcosa ai miei figli non me lo
perdonerei mai, alla fine la scelta di restare mia,
dice Sabrina. Che per, ad andarsene, ci ha pro-
vato: La casa invendibile. Il lavoro non c. Io
dico che tutti noi che abitiamo qui, in fondo, la-
voriamo per lIlva. Quando morto mio marito,
sono andata in banca perch da sola non riesco a
pagare il mutuo. Ho detto: Voglio pagarne solo
met, perch mio marito non pi qui, non usu-
fruisce pi di questa casa. Lui, mangiando pa-
tatine, si messo a ridere: Facile la vita, eh?, ha
risposto. Sabrina ci mostra un volantino che sta
distribuendo in tutto il vicinato. Chiedo alla gen-
te di Tamburi di svegliarsi. So che avete paura di
perdere il posto, ma qui stiamo morendo tutti.
Dobbiamo essere uniti, solo cos obbligheremo
Renzi, Ronchi o chi per loro a fare qualcosa. Ve-
nissero qui, a governare. Li ospito io, vediamo se
insistono con la cazzata che la nostra aria la mi-
gliore dItalia. Per unoretta, Sabrina racconta la
sua storia e resta tranquilla.
Poi gli scudi cadono e le parole escono veloci, una
dopo laltra. quando si parla della famiglia Riva:
Io li odio. Mentre ero in ospedale ho sentito della
morte di Emilio Riva. Aveva 80 anni, quindi la vita
lha vissuta, ha visto i figli crescere, e questo mi
dispiace. Ma in quel momento, quando ho saputo
che non esisteva pi, sono stata felice. Fanculo, sei
morto pure tu. Sarai anche morto vecchio e ricco,
ma almeno sei sotto terra. E dopo di te ci vada pure
lIlva.
CAMPIONI DEL MONDO
Ma c anche chi, si chiama Mario Amodio, vuole
che lacciaieria resti aperta: Che la mettano in si-
curezza. Altrimenti qui non si mangia pi: Mario
stato campione del mondo di kick boxing e ka-
rate, la sua casa colma di trofei e medaglie. Sua
moglie Felicetta, che dei tarantini dice siamo un
branco di pecore, non riusciamo a coalizzarci, li
guarda e poi abbassa gli occhi a terra. Adesso Ma-
rio pesa 40 chili. Ho lavorato nellIlva e nel suo
indotto tutta la mia vita. Poi mi hanno detto che
avevo un tumore alla lingua e uno allesofago. Io
ero cos in forma, cos forte, che non avrei mai
pensato potesse succedere proprio a me. Le pa-
role sono le stesse usate da Sabrina: Dopo mio
padre, come avrei potuto immaginare che capi-
tasse anche a Nicola?. Mario, che parla grazie a
una macchina appoggiata sotto al mento, si rivol-
ge direttamente al premier: Per colpa dellIlva sto
vivendo unaltra vita. Mi hanno tolto lesofago:
non posso digerire, se mangio troppo mi esce tut-
to. Non posso fare la doccia perch rischio di af-
fogare. Non posso essere un marito per mia mo-
glie, che lunica ragione per cui vado avanti. E
sapete cosha fatto lAsl? Mi ha tolto laccompa -
gnamento! Erano solo 500 euro al mese, ma aiu-
tavano. Dicono che mi vedono bene, che sto me-
glio. Che lavoro posso fare dice con la voce me-
tallica che filtra dalle vibrazioni del laringofano
loperatore di un call center?. Mario e Felicetta
scoppiano a ridere: Dobbiamo metterla in quel
posto a chi ci vuole morti. Restiamo di buon umo-
re. Siamo pi forti di te, Ilva.
Twitter@BorromeoBea
Ha collaborato Luigi Piepoli
4 DOMENICA 29 GIUGNO 2014 il Fatto Quotidiano
di Antonio Massari
e Davide Vecchi
inviati a Venezia
I
l paradosso va in scena
alle dieci del mattino: le
accuse contro lex sin-
daco di Venezia, Gior-
gio Orsoni, sono cos fondate
che rischia di non esser mai
punito. Oggi con il patteg-
giamento Orsoni avrebbe
potuto incassare una condan-
na a quattro mesi di reclusio-
ne e 15 mila euro. Il giudice
per le indagini preliminari,
Massimo Vicinanza, ha per
rigettato il patteggiamento
perch la pena non congrua.
Lex sindaco sar giudicato in
un processo con il rito ordi-
nario. Nel quale, per, va in-
contro a una prescrizione
quasi certa. Eppure lo stesso
Orsoni, accettando il patteg-
giamento, sera mosso con
una sostanziale ammissione
di responsabilit per usare
le parole del procuratore ag-
giunto Carlo Nordio. E cos,
se da un lato il lavoro della
procura veneziana altro pa-
radosso esce rafforzato dalla
sentenza del gup, dallaltro si
mette in moto la sua sostan-
ziale inutilit, poich Orsoni,
per via della prescrizione, po-
trebbe non essere mai puni-
to.
Lex sindaco accusato daver
incassato dal presidente del
Consorzio Venezia Nuova,
Giovanni Mazzacurati, un fi-
nanziamento illecito di 260
mila euro per la campagna
elettorale del 2010. Mazzacu-
rati ha riferito di una somma
anche pi ingente, pari a circa
500mila euro, consegnata a
Orsoni in pi tranche. Dopo
larresto, avvenuto ai primi di
giugno, e la successiva remis-
sione in libert, Orsoni aveva
accettato il patteggiamento e
nel frattempo - scaricato dal
Pd - sera dimesso dalla pol-
trona di primo cittadino.
Impianto accusatorio fonda-
to
IL COLPO DI SCENA che il
Gup Vicinanza ha riservato a
tutti procura e difesa me -
rita di essere analizzato. Lim -
pianto accusatorio che viene
definito fondato e il giudice
non ha dubbi sulla gravit del-
le accuse mosse a Orsoni. E
per due motivi. Il primo: Le
condotte da lui tenute sono
molto gravi, sia per l'entit del
contributo illecito ricevuto, sia
per la provenienza soggettiva e
oggettiva del denaro. Il se-
condo: altrettanto grave
linevitabile rischio, per la
corretta gestione della cosa
pubblica, che ha comportato
laver ricevuto ingenti som-
me. E averle ricevute dal pa-
tron del Mose, il gestore
dellopera pubblica di mag-
gior costo e rilievo che ha in-
teressato la citt della quale
l'indagato poi divenuto sin-
daco.
E cos il giudice viene al punto.
Per Orsoni stata chiesta una
pena che, sotto il profilo eco-
nomico, somiglia a una man-
cia da ristorante. Ed altret-
tanto lieve, troppo lieve, anche
sotto il profilo della detenzio-
ne: del tutto incongruo...
concordare una pena... deten-
tiva inferiore al limite edit-
tale. Sotto il profilo economi-
co, invece, il limite oltre
cento volte inferiore al mas-
simo erogabile se si tiene con-
to dellentit del finanziamen-
to illecito ricevuto. Il gup in-
via gli atti ai tre pm che hanno
formulato laccusa Stefano
Ancilotto, Stefano Buccini e
Paola Tonini che dovranno
procedere quindi secondo il
rito ordinario. Per loro non si
tratta di una sconfitta, anzi,
piuttosto di una delusione, per
aver chiesto una pena troppo
lieve, nella speranza di giun-
gere a una condanna certa, in-
vece che a una altrettanto certa
prescrizione. Orsoni invece
commenta: Ora posso final-
mente difendermi. Poi parla
di uso sproporzionato della
misura cautelare - si riferisce
ai giorni di carcere preventivo
e aggiunge: La scelta di ac-
cettare il patteggiamento, pro-
posto dalla Procura, era stata
dettata dalla necessit di tute-
lare lAmministrazione. Ero
ben consapevole della assoluta
infondatezza dei fatti addebi-
tati e della insussistenza della
fattispecie di reato ipotizzato.
In realt, come abbiamo visto,
il gup la pensa diversamente.
E CHE LIMPIANTO accusato -
rio continui a reggere dimo-
strato da un altro dato: il tri-
bunale del Riesame ieri ha
confermato il carcere per lex
assessore regionale alle infra-
strutture Renato Chisso (Fi),
accusato di aver incassato
mazzette dalla cricca del Mo-
se.
Il procuratore aggiunto Nor-
dio commenta: La pronuncia
del Tribunale del Riesame di-
mostra lassoluta fondatezza
dellintero impianto accusato-
rio. Anche il rigetto dellistan -
za di patteggiamento del pro-
fessor Orsoni si colloca in que-
sta linea, consolidando la cor-
rettezza giuridica del reato e la
gravit delle prove a suo ca-
rico. Questa procura ritiene
che una sentenza certa e im-
mediata, con l'applicazione di
una pena comunque significa-
tiva, sia preferibile ai costi e
alle lungaggini di un processo,
con una tardiva pronuncia di
condanna a forte rischio di
prescrizione.
a.massari@ilfattoquotidiano.it
d.vecchi@ilfattoquotidiano.it
AFFARI LORO
Rai, Mieli benedice
Campo DallOr to
promesso dg
PER IL FUTURO del sistema televisivo servono
una pulizia di progetto, una guida chiara e un
gruppo di lavoro onesto: parola di Antonio Campo
Da l l Orto, protagonista del primo dei tre appun-
tamenti organizzati da Aleteia Communication
che da oggi per tre sabati consecutivi si terranno a
Spoleto durante il Festival Dei Due Mondi. Chi
oggi Campo DallOrto? luomo pi citato come
di Sandra Amurri
U
no dei capi di imputazione della corposa ordinanza di
custodia cautelare per lonorevole Giancarlo Galan, su cui
l11 luglio dovr decidere la Giunta per le autorizzazioni a pro-
cedere della Camera, si fonda su quel milione di euro per la
ristrutturazione della sua villa di Cinto Euganeo che, secondo
laccusa, sarebbe stato pagato dalla Mantovani, impresa capo-
fila del Consorzio Venezia Nuova. Il grande accusatore, lin-
gegnere Piergiorgio Baita, dice a verbale che il plusvalore pro-
veniente dalle fatture gonfiate per lavori realizzati dallarchi-
tetto Danilo Turato per la Mantovani serviva per liquidare le
parcelle del professionista per la ristrutturazione della villa di
Galan, ai tempi governatore del Veneto.
GALAN nellintervista al Fa t to si difende spiegando di aver ac-
quistato la villa da Tot, un dentista di Pantelleria, simpati-
cissimo. Io la compro a meno di 1 milione di euro, cio a 6 volte
il prezzo pagato da lui, perch era gi tutta restaurata. Ci fa solo
due interventi, dell'impresa di Turato. Baita sbaglia addirittura
la ditta che fa i lavori, che non si chiama Tecnoqualcosa ma
Architest. E sbaglia le date: parla di lavori ancora nel 2011, quan-
do erano finiti da due anni!. Era ristrutturata la villa quando
Galan lha comperata? Lo abbiamo chiesto a chi glielha venduta,
il dottor Salvatore Romano, originario di Gela e non di Pan-
telleria, medico condotto con un piccolo studio dentistico di
Lozzo Atestino, paese di origine della moglie, Maria Nunzia
Piccolo. Lo stesso paesino dove viveva Sandra Peregato prima di
diventare la moglie di Galan. Dottor Romano, lei ha venduto la
villa a Galan gi ristrutturata? Io non ho niente da dire sa,
comunque risulta comera, non ho niente da dire. Ma lha ven-
duta cos come laveva acquistata? Risulta comera, non in-
sista, ripete con tono sorpreso, imbarazzato e supplichevole ma
mai scortese. Poi aggiunge: Perch vuole saperlo? Era comera,
a lui gli andata bene e abbiamo fatto laffare. Galan dice che lei
laveva ristrutturata, di averla acquistata con i lavori gi fatti. In
proposito non ho niente da dirle, chieda al dottor Galan, se ha
detto cos va bene cos. Non mi dice se vero ci che afferma
Galan? Io non le sto dicendo n che vero n che non vero.
Non insista, la prego. Non c nulla di segreto. un argomento
di cui non vuole parlare? No. Non ne voglio parlare, non insista,
la prego, chiedete a lui. Un colpo alla difesa di Galan arriva
dallarchitetto Diego Zamaica, direttore del cantiere. Nel verbale
depositato dai Pm al Riesame per la scarcerazione dellarchitetto
Danilo Turato di Tecnostudio e di altre societ come la Architest
di cui parla lex governatore del Veneto, dice che i lavori per il
corpo centrale e la barchessa (edificio di servizio) sono iniziati
nel 2006 - pochi mesi dopo lacquisto della villa avvenuto a no-
vembre 2005 - e sono terminati nel 2008-2009. Costo, circa 1
milione di euro. Esattamente come racconta lingegner Baita, ex
ad della Mantovani: Ho liquidato larchitetto Turato per i lavori
della villa di Galan in due tranche: una di 600mila euro e una di
400 mila euro, lultimo pagamento avvenuto circa due anni
dopo il termine dei lavori, cio nel 2011 perch abbiamo fatto un
po penare larchitetto Turato. Parole confermate da Niccol
Buson, direttore finanziario della Mantovani. Ma non da Ga-
lan.
ORSONI, IL FUTURO PRESCRITTO:
NEGATO IL PATTEGGIAMENTO
PARADOSSO A VENEZIA: IL GIP RESPINGE LA PENA CONCORDATA PER LEX SINDACO
COME NON CONGRUA E ORDINA IL PROCESSO. MA I TERMINI DOVREBBERO SCADERE
Lex sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni Ansa
Arriva la Pinotti, lF-35 si rompe
ENNESIMO GUASTO A UN CACCIA IN FLORIDA, DURANTE LA VISITA AMERICANA DELLA MIN I ST R A
prossimo numero uno della Rai di Renzi, ha detto
Paolo Mieli, che tiene il filo di queste conversazioni
spoletine, uno dei pochissimi che oggi in Italia ha
le competenze per ricoprire quel ruolo. Tra visione
e televisione per unora si discusso del presente e
del futuro della comunicazione, un mercato da 5
miliardi di euro, di cui il 57% prodotto ancora oggi
dalla televisione" ha sottolineato Campo DallOr-
to, considerato un enfant prodige della tv italiana.
Gi vicedirettore di Canale 5 e direttore di La7, ar-
tefice del lancio e del successo di Mtv Italia, Cam-
po DallOrto, oltre a immaginare un futuro della
televisione da lui sognata, ha raccontato le sue
esperienze spiegando alcune delle sue scelte del
passato. Come quando da vicedirettore di Canale
5 decise di passare allallora sconosciuta Mtv.
TOGHE DIVERSE
Limpianto accusatorio
fondatos c r i ve
il giudice. Il procuratore
Nordio: Meglio
una sentenza certa che
una tardiva condanna
di Daniele Martini
L
a maledizione degli F-35
colpisce ancora. Proprio
mentre la ministra italiana della
Difesa, Roberta Pinotti, era a
Washington per ridiscutere i
termini dell'impegno italiano
per i Joint Strike Fighter della
Lockheed Martin, si misera-
mente rotto in fase di prova un
altro di quei costosissimi caccia.
successo durante un decollo
sulla pista di Eglin in Florida, e
ne ha dato notizia il Wa sh ingto n
Po s t . La cronaca dellaccaduto
rasenta il ridicolo: sulla pista
laereo ha perso alcuni pezzi e
poi si incendiato nella parte po-
steriore. Dal racconto sembra
coinvolto non il jet pi sofistica-
to e costoso di tutta la storia
dellaviazione, ma un qualche
decrepito scassone di una sco-
nosciuta compagnia sudameri-
cana. Molto opportunamente il
pilota ha abortito la manovra e
altrettanto opportunamente il
Pentagono ha sospeso tutte le
esercitazioni in corso. Il Washin -
gton Post ha scritto pure che un
altro guasto si era verificato tre
settimane fa.
IN QUEL CASO il pilota si era ac-
corto che laereo stava perdendo
olio in volo e aveva frettolosa-
mente riportato il caccia alla base.
Alla luce di questi nuovi episodi
regge sempre di meno la giusti-
ficazione fornita dai sostenitori
del costosissimo programma che
il susseguirsi degli incidenti sia fi-
siologico per un aereo in fase di
sviluppo. Questa volta il grave in-
conveniente ha riguardato un F
35 del modello A, destinato negli
Stati Uniti allAir Force, mentre
in Italia dovrebbe costituire i due
terzi della commessa in discus-
sione (60 esemplari su 90). Il con-
dizionale dobbligo perch do-
po mesi e mesi di infinite pole-
miche non ancora per niente
chiaro quanti aerei alla fine lIta -
lia comprer davvero. Nel suo
viaggio americano la Pinotti ha
incontrato il capo del Pentagono,
Chuck Hagel e forse proprio in
preparazione della trasferta alcu-
ni giorni fa aveva rilasciato una
dichiarazione favorevole al man-
tenimento da parte dellItalia del-
la piena commessa di 90 F-35, so-
stenendo che i tagli avrebbero
comportato conseguenze negati-
ve per la fabbrica Alenia-Finmec-
canica di Cameri (Novara). La
Pinotti non aveva ricordato, pe-
r, che lo stabilimento di Cameri
strutturalmente in perdita a
prescindere dallentit della com-
messa italiana, per il semplice
motivo che stato avventata-
mente costruito al buio, in assen-
za di ogni definizione ufficiale dei
programmi F-35 per lEuropa. Di
recente Norvegia, Olanda e Gran
Bretagna hanno fatto sapere che
non intendono pi assemblare i
loro F-35 nello stabilimento no-
varese.
LA TESTIMONIANZA
A Galan ho ceduto
la casa cos come ra :
e basta
LUI NEGA DI AVER RESTAURATO LA VILLA CON
UN MILIONE SOSPETTO. IL VENDITORE: SE LO DICE LUI...
Un F-35 Ansa
5 il Fatto Quotidiano DOMENICA 29 GIUGNO 2 01 4 RE GIORGIO
Feltri e la Pascale
si sono iscritti
allA rc i gay
FRANCESCA PASCALE e Vittorio Feltri
si sono iscritti allArcigay, perch ne
condividono le battaglie in favore
dellestensione massima dei diritti civili
e della libert. La scelta della Pascale
viene poche settimane dopo li n te r v i s t a
al Corriere della Sera, in cui la compagna
dellex Cavaliere aveva dichiarato di es-
sere favorevole alle unioni civili ed esor-
tava tutto il centrodestra a spendersi per
i diritti delle coppie gay. un gesto sim-
bolico, per affermare la necessit di
estendere al massimo i diritti civili, ha
commentato invece Feltri. La notizia
stata data, con una nota, dal quotidiano
il Giornale, di cui Feltri editorialista.
di Antonella Mascali
A
ppena si nomina il
presidente Giorgio
Napolitano la stra-
grande maggioran-
za dei magistrati chiamati al te-
lefono, tantissimi, si inventano
ogni tipo di scusa per non ri-
spondere su quanto scritto dal
capo dello Stato nella lettera a
favore di Edmondo Bruti Libe-
rati, alla vigilia del voto del ple-
num del Csm, la settimana
scorsa, sullo scontro alla pro-
cura milanese. Insomma, silen-
zio quasi assoluto su quanto
scritto dal capo dello Stato. Ep-
pure nellatto costitutivo di
Magistratura democratica del
1964, per esempio, indicato
lobiettivo delleliminazione
dellattuale assetto gerarchi-
co-piramidale degli uffici giu-
diziari.
MA NON TUTTI i magistrati
vogliono stare zitti. Accetta di
rispondere il presidente del tri-
bunale per i minorenni di Ge-
nova, Adriano Sansa, che prima
di criticare Napolitano inter -
ventista vuole fare una pre-
messa per far capire quanto sia
importante la concezione del
ruolo dei procuratori: Con la
riforma Castelli e poi Mastella
si tornati indietro: il procura-
tore diventato unico titolare
dellazione penale e si ridotta
lazione dei pubblici ministeri.
In questa situazione, la discus-
sione sui limiti del potere del
capo estremamente impor-
Csm per dire, in sostanza, fate
come vi dico. Il suo stato un
gesto che deve preoccupare: d
forza alla visione in senso stret-
tamente gerarchico delle fun-
zioni del procuratore della Re-
pubblica.
Per il consigliere del Csm An-
tonello Racanelli, di Mi, la let-
tera del capo dello Stato rappre-
senta una vicenda che desta
perplessit poich nella parte
conclusiva della missiva c un
invito ai consiglieri a tener con-
to di quanto espresso dal pre-
sidente. Ci vuol dire che era
destinata a essere conosciuta
dai consiglieri. Perch non
stata letta? (dal vicepresidente
Michele Vietti al plenum, ndr).
Forse si temeva che consiglieri
togati, che almeno a parole han-
no sempre difeso lautonomia e
lindipendenza dei pubblici mi-
nisteri, avessero difficolt a vo-
tare proposte di maggioranza
rivedute e corrette, e assumes-
sero posizione contro la tesi del
presidente? Al di l del massi-
mo rispetto e la massima con-
siderazione che si deve avere
per le valutazioni del capo dello
Stato, non necessariamente de-
vono essere fatte proprie dal
plenum. Anzi, auspico, rispetto
ai poteri del procuratore della
Repubblica, che il plenum so-
stenga una posizione diversa.
OPPOSTA LOPINIONE di un
altro consigliere del Csm, Paolo
Auriemma, di Unicost: ap-
prezzabile la scelta del vicepre-
sidente di non leggere la lettera
al plenum(ne ha letto solo qual-
che frase, ndr) perch cos ha
fatto in modo di non condizio-
nare il dibattito. La delibera fi-
nale in sintonia con quanto
pensa il capo dello Stato ma noi
non conoscevamo il contenuto
della missiva. Per, osservia-
mo, soprattutto il testo della
Settima commissione stato li-
mato di tutti i passaggi critici
sul procuratore Bruti dopo che
si appreso dellesistenza della
lettera... I testi delle relazioni
sono stati modificati prima del
voto in plenum semplicemente
perch si voleva avere unampia
condivisione delle scelte.
tante perch se si arrivasse a di-
re che pu dare le disposizioni
che vuole avremmo il possibile
condizionamento politico delle
inchieste. Dunque, lazione di
Napolitano d la sensazione di
un interventismo della Presi-
denza della Repubblica pi che
di un intervento. inquietante
che abbia inviato una lettera al
I magistrati perdono la voce
quando interviene il Colle
SILENZIO SU NAPOLITANO, CSM E CASO BRUTI, MA RACANELLI E SANSA PROTESTANO
di Bruno Tinti
S
ono le azioni che tradiscono
il pensiero. Prendiamo ad
esempio la lettera che Napolita-
no ha scritto al vicepresidente
del Csm Vietti.
Questi se la porta al plenum: Il Presidente della
Repubblica mi ha mandato una lettera che per
voi non dovete leggere; vi basti sapere che, secon-
do lui, il Procuratore della Repubblica ha ampi
poteri per via della legge di riforma dellordina -
mento giudiziario. La maggior parte dei com-
ponenti del CSM, autonomi e indipendenti quan-
ti altri mai e che evidentemente tutto ignora di
questa riforma, butta nel cestino gli interventi gi
preparati e ne scrive altri in esito ai quali lesposto
di Robledo contro Bruti Liberati viene archiviato.
Dopo una decina di giorni di ritardo, la lettera
pubblicata sul sito del Quirinale. Il Presidente Na-
politano, pur avendo a suo tempo ritenuto op-
portuno considerare riservata la missiva, ritiene
utile renderne ora noto il contenuto. Lui fatto
cos, fa quello che gli pare, quando gli pare. In
realt si comportato proprio come Bruti: ieri mi
andava bene che Robledo trattasse i processi per
reati contro la PA; oggi non mi va pi. Perch?
Fatevi i fatti vostri.
CON QUESTA CONCEZIONE autoritaria del ruolo
non c da meravigliarsi che il contenuto della let-
tera sia del tutto illogico e contraddittorio: mo-
tivare i pregiudizi una cosa complicata. Mi pre-
me sottolineare che, a differenza del giudice, le ga-
ranzie di indipendenza "interna" del Pubblico Mi-
nistero riguardano l'ufficio nel suo complesso e
non il singolo magistrato. Trattasi di frase incom-
prensibile. Napolitano sottolinea, le virgolette so-
no sue, che sta parlando di indipendenza inter -
na; cio indipendenza nei confronti di altri ma-
gistrati o uffici o enti appartenenti allordine giu-
diziario. Cosa diversa dunque dallindipendenza
esterna, che si ha nei confronti di Parlamento,
Governo, lobbies etc. Come possa lufficio nel
suo complesso, una Procura della Repubblica,
vedere insidiate le sue garanzie di indipendenza
interna non dato capire. Un Tribunale, una
Corte dAppello o di Cassazione possono dissen-
tire dalloperato di un PM; e quindi assolvere in
luogo di condannare (o viceversa). Ma in nessun
modo possibile che insidino le prerogative di in-
dipendenza dellUfficio. Che in effetti non esisto-
no: una Procura (e anche un Tribunale, una Corte)
non possono essere destinatari di comportamenti
che pregiudichino le loro prerogative di indipen-
denza; non ne hanno. Chi le ha sono i singoli ma-
gistrati che li compongono. Sono loro a dover es-
sere tutelati, non lUfficio nel suo complesso.
QUESTA FRASE non solo incomprensibile. E
anche sbagliata quando contesta che la modifica
dei principi organizzativi dellUfficio possa tra-
dursi in violazione delle garanzie di indipendenza
dei singoli PM. Ci che deve caratterizzare gli Uf-
fici di Procura l'impersonalit e l'unitariet della
loro azione, sicch i criteri organizzativi di ogni
singolo ufficio requirente non possono essere in-
tesi come rigide regole immodificabili, in quanto
deve sempre consentirsi una equilibrata elasticit
nella loro applicazione, volta sempre al miglior
esercizio dell'azione penale da parte dell'Ufficio
nel suo complesso". E chi lo nega. E noto che in
udienza laccusa pu essere sostenuta da un PM
diverso da quello che ha svolto le indagini e che un
interrogatorio svolto da un PM diverso da quello
titolare del fascicolo non nullo. Ed del tutto
ovvio che i criteri organizzativi devono essere ela-
stici per forza, pena la paralisi dellufficio: arrivano
100 grossi processi per reati contro la PA, i 10 po-
veri Sostituti che fanno parte di quel Gruppo non
ce la fanno, si trasferiscono altri 10 Sostituti dagli
altri gruppi per il tempo necessario. Ma il proble-
ma sta appunto l: ci deve essere
una ragione per cui i criteri or-
ganizzativi sono modificati; e
deve essere esplicitata. Altri-
menti si cade nellarbitrio. Che ,
ovviamente, pericolosissimo.
Immaginiamo che un Procura-
tore sia convinto che lAmministratore di una so-
ciet, accusato di corruzione, sia innocente; e im-
maginiamo che sappia che lAggiunto competente
lo consideri colpevole. Non pu semplicemente
affidare il processo a un altro PM senza spiegare le
ragioni del suo provvedimento. Sarebbe del tutto
legittimo che dicesse (anzi scrivesse):Caro colle-
ga ho letto attentamente gli atti e credo che la tua
decisone non sia corretta per questo e questaltro
motivo; siccome mia la responsabilit della con-
duzione delle indagini in questa Procura, assegno
il processo al PM (o a me stesso) per evitare
quello che credo sia un errore. Ma sottrarglielo
senza adeguata motivazione non pu essere lecito.
Pensate se la revoca dellassegnazione fosse dovuta
al desiderio di favorire un imputato o compiacere
una parte politica. Davvero saremmo contenti di
un potere incontrollato che permettesse a un Pro-
curatore di fare tutto quello che vuole? Insomma,
quello che proprio non sta nelle corde di Napo-
litano, la trasparenza. Oggi, quando - non si sa
perch - decide di rendere conoscibile la lettera
che ieri voleva tenere riservata. Laltro ieri, quando
fece fuoco e fiamme perch si derogasse al codice
di procedura solo per lui e si distruggessero le in-
tercettazioni delle sue telefonate, anche in pregiu-
dizio delle difese degli altri imputati che avrebbero
potuto avere interesse (processuale) a conoscerle.
Della serie: state contenti umane genti al quiz - che
se potuto aveste veder tutto - mestier non era par-
torir Maria.
Il presidente Giorgio Napolitano
La Pre ss e
Quella lettera incomprensibile
e le pericolose svolte autoritarie
A GAMBA TESA
COSA AVR VOLUTO DIRE?
Procura (Tribunale o Corte) non possono essere
destinatari di comportamenti che pregiudichino
le prerogative di indipendenza: non ne hanno
ANTONELLA RAMPINO, quirinalista de La
S ta m p a , inconsolabile: l'Italia proprio un
bizzarro Paese se addirittura ci si indigna
se il presidente del Csm scrive una lettera al
suo vicepresidente. In realt, nessuno s' in-
dignato per la lettera: le polemiche riguardavano il fatto
che il testo di Napolitano restasse segreto anche per i
membri del Csm, oltrech per lopinione pubblica. Vab-
b, dettagli. Infatti prosegue la cronista sempre pi
stupefatta - dopo giorni di titoloni dei giornali berlusco-
niani che ipotizzano assalti giudiziari (ma quando, ma
dove, ma quali assalti? Boh, ndr) e del Fatto Quotidiano
che definiscono (sic, ndr) s u r re a l e quel che attiene in-
vece al normale svolgimento di una funzione istituzio-
nale, ieri Giorgio Napolitano ha deciso di rendere inte-
gralmente pubblica la lettera inviata il 13 giugno a Mi-
chele Vietti.
Sfugge anzitutto il senso di quell'i n fa t t i : se Napolitano
aveva ragione a tenere segreta quella lettera, come pu
avere ragione anche quando decide di renderla pubblica
(e i n te g ra l m e n te , mica una parola s e una no)? E so-
prattutto: quando mai s' visto un giornalista felice di
commentare un documento segreto che non solo non fa
nulla per conoscerne il contenuto, ma se la prende con i
colleghi che lo cercano e lo invocano (non solo dei gior-
nali berlusconiani e del Fa t to, ma anche del Corriere della
S e ra )?
Mai, da nessuna parte al mondo. Per Antonella va com-
presa: al cuore non si comanda. Ci appelliamo perci al
capo ufficio stampa del Quirinale: assumetela, datele un
incarico qualsiasi, non vi deluder.
L ECC A
L ECC A
Rampino, la cronista
allergica alle notizie
fatto
a mano
6 DOMENICA 29 GIUGNO 2014 il Fatto Quotidiano NEL PANTANO
Sar a Bologna
la Festa dellUnit
riesumata dal Pd
SI TERR DAL 27 AGOSTO al 7 settembre. Per la
Festa nazionale dellUnit stata scelta, non a caso,
Bologna, con la sua tradizionale festa del parco
Nord, dove i militanti hanno sempre scelto di con-
tinuare a chiamare Festa dellUnit quella che al-
trove veniva ribattezzata Festa Democratica.
La scelta ha un significato politico ma anche pra-
tico: a Bologna, Modena e Reggio Emilia le feste
I N D I S P O STA
Anna Finocchiaro
non firma emendamenti
soppressivi dello scudo
Renzi incalza: Le
polemiche interne
non devono frenarci
Il ministro
della
Giustizia,
A n d re a
Orlando e
il
p re s i d e n t e
del
C o n s i g l i o,
M at t e o
Renzi in
aula al
S e n at o
Ansa
di Wanda Marra
A
lla fine limmunit re-
ster cos come previ-
sta nel testo emendato
dai relatori, Finocchia-
ro e Calderoli, ragionava qualche
giorno fa un senatore democratico
che sta seguendo molto da vicino le
riforme costituzionali. Prevedendo
che nessuna cancellazione dello
scudo ci sarebbe stata. Guardan-
do ai fatti, sembra proprio che ab-
bia ragione. Non solo il governo ha
dato il suo assenso alla norma
sullimmunit durante il vertice a
Palazzo Chigi del 17 giugno, non
solo il premier si assunto in pro-
prio la responsabilit di averla ap-
provata. Ma c un altro dato di fat-
to: venerd scaduto il termine in
commissione Affari costituzionali
per i sub emendamenti al testo con-
segnato da Finocchiaro & Caldero-
li. E non ce n uno di iniziativa go-
vernativa e neanche degli stessi re-
latori che cancelli la norma in que-
stione. Domani inizia il voto in
commissione Affari Costituzionali
e i sub emendamenti che vogliono
labrogazione dellimmunit sono
firmati dai Cinque Stelle o dai ri-
belli Pd, in testa Vannino Chiti.
Anna Finocchiaro aveva annuncia-
to che avrebbe presentato lei stessa
una modifica per affidare alla Con-
sulta la decisione (soluzione questa
che ha fatto registrare perplessit
sia dal Quirinale, che dalla stessa
Consulta). Ma, a conti fatti, ha pre-
ferito non fare niente e lasciare il
cerino nelle mani del governo. Che
per ora ha lasciato tutto comera. I
renziani meglio informati sono
certi che lo scudo non verr tolto:
potrebbe essere riformulato, preve-
dendo che valga per i membri della
nuova Camera delle autonomie so-
lo nellesercizio delle loro funzioni
da senatori e non da amministra-
tori. Ma tutto sta a vedere come an-
dr il dibattito in Aula.
P E RC H poi le riforme si accaval-
lano, le esigenze si incrociano. E
quando si parla di giustizia il tema
diventa incandescente. Domani in
Consiglio dei ministri non ci sar la
riforma annunciata dal premier, gi
durante il discorso per la fiducia,
per giugno, termine ribadito pi
volte nei mesi. Alla fine dellultimo
Cdm era stato il ministro Boschi ad
annunciare che nel prossimo (quel-
lo di domani appunto) si sarebbe di-
scussa la riforma. Ma il dibattito si
limiter alle linee guida, che verran-
no illustrate ai ministri dal Guarda-
sigilli, Andrea Orlando. Da via Are-
nula la raccontano cos: il ministro e
il premier si sono sentiti gioved
mattina, prima della partenza di
Renzi per il Consiglio Ue, e non
avendo di fatto mai avuto il tempo
di discutere a fondo hanno deciso
che sarebbe stato necessario un ul-
teriore approfondimento, prima di
entrare nel merito di provvedimen-
ti molto delicati, magari rischiando
dissensi dai titolari degli altri dica-
steri. Fino a quando? Non chiaro.
Ci sar, di certo, un decreto che af-
fronter il sistema della giustizia ci-
vile per fare fronte allarretrato pe-
santissimo rappresentato da milio-
ni di cause. I tecnici di Palazzo Chigi
stanno decidendo quando vararlo:
stanno valutando bene le questioni
legate alliter parlamentare. Tradot-
to: se si fa a inizio luglio si rischia di
non riuscire a convertirlo entro i
tempi a disposizione, ovvero fine
agosto. Quindi si potrebbe spostare
in l, magari alla fine del mese. E il
resto? Sar tutto affidato a disegni di
legge, che saranno presentati in mo-
menti successivi, anche qui difficil-
mente prevedibili. Se si prende il ca-
so Pa, il Cdm con le linee guida si
fatto il 30 aprile, quello con i prov-
vedimenti (in bozza) il 13 giugno, e
i decreti effettivi sono stati scritti so-
lo dopo e firmati dal Quirinale mar-
ted 24. Se per la riforma del Se-
nato, il ddl costituzionale stato ap-
provato il 31 marzo, il voto in Com-
missione inizia domani, con un te-
sto che stato quasi riscritto.
A proposito di ddl, a Palazzo Chigi
ne esiste gi uno sullautoriclaggio,
predisposto dal ministero della
Giustizia, e consegnato oltre un me-
se fa, al quale lo stesso dicastero ha
ipotizzato di aggiungere alcune
norme sul falso in bilancio. Ma, a
meno di sorprese dellultimo secon-
do, domani non verr tirato fuori. I
tempi si dilatano. E a occhio e croce
liter parlamentare dei provvedi-
menti in questione non comincer
che dopo lestate. Il metodo Renzi -
ormai s capito - quello di spin-
gere lannuncio oltre lostacolo. Pe-
r trattandosi di materia incande-
scente come la giustizia ogni sospet-
to lecito. Anche perch il governo
ha chiesto in Senato un rinvio della
legge sullanticorruzione proprio in
attesa dei provvedimenti di fine
giugno. Che non ci saranno. Tra le
voci che si rincorrono a Palazzo
Madama ce n una insistente se-
condo la quale Forza Italia starebbe
facendo pressione perch laccerta -
mento del falso in bilancio abbia il
via solo su querela di parte (come
adesso), e non diventi automatico.
RENZI ha bisogno dei voti di Forza
Italia per portare a casa le riforme
costituzionali, tanto pi la fronda di
Palazzo Madama si allarga. E lom -
bra dello scambio si allunga so-
prattutto quando trattativa su alcu-
ni temi e temporeggiamento su altri
vanno di pari passo. Ieri il presiden-
te del Consiglio ha annunciato che
questa settimana decisiva e
quindi vedr tutti: Pd, Forza Italia e
Cinque Stelle. Le polemiche non
devono frenarci, neanche quelle in-
terne, ha detto ai fedelissimi. I suoi
lavorano ad allargare la maggioran-
za, ma le falle restano.
provinciali che si svolgono fra la fine di agosto e i
primi di settembre, sono macchine rodate che ogni
anno sono frequentate da migliaia di persone, che
guadagnano con decine di ristoranti e alla cui or-
ganizzazione i volontari lavorano tutto lanno. Al-
trove, al contrario, le feste nazionali vanno costruite
quasi da zero (non di rado con esiti catastrofici per
le casse del partito), nel triangolo emiliano basta
mettere il bollino di festa nazionale su una mani-
festazione che esiste comunque e il gioco fatto.
Il segretario bolognese del Pd Raffaele Donini e il
responsabile delle feste Fabio Querci ringraziano
per la fiducia, ma ricordano che, di fatto, la festa
gi bella che organizzata: sar su unarea di 30 mila
metri quadrati, che l'anno scorso ha fatto un mi-
lione di visitatori e tre di fatturato.
Fini non lo caccia pi nessuno
IL RIENTRO
I
l presentatore, un ragazzo che impugna il microfono
da esperto rapper, introduce Gianfranco sulle note
ultracontemporanee di Human del gruppo americano
The Killers. Sul video scorrono le immagini vincenti di
cari campioni dello sport e Gianfranco Fini entra nella
sala facendo una miniprocessione in platea. Roma,
Palazzo dei congressi dellEur. Le poltrone sono mille,
riempite a fatica per due terzi, forse. Lassemblea aper-
ta della destra che non c soffre il caldo e anche il
traffico. Lo stesso Fini: Sul raccordo anulare ci sono
molti partecipanti bloccati. Il finismo edizione 2014
rientra in campo sotto forma di allenatore: Voglio
allenare una nuova classe dirigente che coniughi tra-
dizione e modernit. Fini abiura il montismo, una
catastrofe, evoca le radici missini (pur senza citare
Almirante) e ripropone una destra repubblicana ed
europeista a fronte della diaspora di An oggi rappre-
sentata da un florilegio di sigle. Pochi i volti noti tra i
finiani di un tempo: Menia, Consolo, Mazzocchi, Di
Biagio, Giuseppe Tatarella. Lanalisi della realt co-
munque perfetta: Renzi rischia di governare per
ventanni per lassenza di un vero competitore a destra.
Non pensabile fare una sommatoria, mettere insieme
Alfano e Salvini, Tajani e la Meloni. la verit. Il
renzismo ha invecchiato tutti, compreso Fini: Non
esistono uomini per tutte le stagioni, io ho fatto errori
ma non sono pentito. Dobbiamo recuperare i delusi
del centrodestra, quelli che hanno votato Renzi, Grillo
o si sono astenuti. Oggi parte una fase movimentista.
E se i risultati arriveranno nascer il partito. Fini parla
per unora esatta, dalle 11 e 40 alle 12 e 40, e anche tra
i suoi deve scontare una contestazione isolata. Gio-
vanni Angelini, romano, lo interrompe un paio di volte
per gridargli: Sei tu che hai ucciso la destra, T r a-
ditore.
NON PI TEMPO DI FIUGGI
Fini beve un bicchiere dacqua, ma non Fiuggi lad-
dove il Msi abbandon la Casa del Padre
T R E N DY
La camicia ne-
ra subisce
levo lu z i o n e
dei tempi: las-
sonnato parte-
cipante si
presentato con
una Lacoste
s c u ra
QU I E T E
Due parteci-
panti si
m a s ch e ran o
con occhiali
e scialli per
p a s s a re
i n o s s e r vat e
e dormire in
santa pace
VISPO
Anonimo finiano
espone il cartello
con lo slogan della
m an i fe s t a z i o n e :
Pa r t e c i p o . Per la
precisione i cartel-
li erano di tre colo-
ri (bianco, rosso e
verde) per formare
il tricolore
fd e
Foto di Umberto Pizzi
IL CAMERATA ROMAGNOLI
Luca Romagnoli, il secondo seduto, fond la Fiamma
quando nacque An. Fini non sapeva che fosse in sala
D
ice Bertinotti: Con un
gruppo di amici psicanalisti
lacaniani sto lavorando a capire
perch a sinistra si producono con-
flitti mortali diversamente dalle al-
tre storie politiche. I socialisti e i
democristiani fanno scelte opposte
ma restano affratellati. Noi defla-
griamo. Bertinotti non scherza.
Sta davvero conducendo questo
studio, con un gruppo di psicana-
listi delle Marche e produrr anche
un libro. Lidea nata quando Ni-
chi Vendola disse che lui stato il
primo padre a uccidere i figli. In
genere avvenuto il contrario. La
sinistra, probabilmente, destina-
ta a rinascere sul lettino?
BERTINOTTI STUDIA
S i n i s t ra
p s i ch i at r i c a
GIUSTIZIA CANAGLIA
FALSO IN BILANCIO SLITTA
LIMMUNIT RIMANE
NONOSTANTE GLI ANNUNCI, DOMANI IN CONSIGLIO DEI MINISTRI
SI DISCUTERANNO SOLO LINEE GUIDA. PER I PROVVEDIMENTI
CI SI AFFIDER A DISEGNI DI LEGGE NON ANCORA IN CALENDARIO
7 il Fatto Quotidiano DOMENICA 29 GIUGNO 2 01 4 LA FRONDA
Grillo caccia
tutti gli scontenti:
Cercatevi un partito
DISFATTISTI, malpancisti, fautori dellimplosio-
ne: il Movimento 5 Stelle non ha bisogno di voi.
Con un intervento sul suo blog, Beppe Grillo serra
le file allinterno del M5S e, ancora una volta, se la
prende con chi presta il fianco ai nemici parlando
con i giornalisti (p e n n i ve n d o l i nella sua defi-
nizione) che fanno titoli sul Movimento spac-
cato, sulle divisioni, sugli errori, sui flop, su fazioni
interne. All'interno del M5S prosegue il post
alcuni si fanno trascinare in polemiche sterili per
affermare una propria alterit, marcare un ter-
ritorio, un'indipendenza ostentata. Il M5S non ha
bisogno di queste persone. Per questo dissidenti
e scontenti hanno limbarazzo della scelta, i pen-
nivendoli li intervisteranno, i partiti li accoglie-
ranno a braccia aperte.
di Fabrizio dE s p o s i to
G
li anticorpi al renzi-
smo hanno genera-
to nella pancia par-
lamentare una nuo-
va specie: lHomo Senatus, lUo -
mo del Senato. LHomo Senatus
un Frankenstein costituzio-
nale che assembla spezzoni di
tutti i partiti e ha soprattutto
una caratteristica: di fronte al
renzismo imperante mette in-
sieme uomini e donne che non
hanno pi nulla da perdere e si
ritengono pi liberi dei tantis-
simi che sono saliti sul carro del
vincitore di Firenze. La linea di
confine tra loro e il resto del
mondo il Senato elettivo. Ca-
pofila di questa battaglia nel Pd
Vannino Chiti, ex ministro.
Ma ci sono, per esempio, anche
C a ss o n , M u cc h e t t i , Tocci e Mi -
neo. In tutto sono 35 i senatori,
tra democrat, ex grillini e Sel,
che si battono per il suffragio
universale, e non unelezione
indiretta.
Ecco cosa significa non aver
nulla da perdere secondo Mas-
simo Mucchetti, gi firma di
peso del Corriere della Sera poi
senatore nel Pd bersaniano: Io
mi sono impegnato in questa
battaglia nel momento in cui
hanno messo fuori la testa per-
sone con una notevole cultura
istituzionale. Questa la prin-
cipale molla che li spinge. Ov-
viamente ho messo nel conto
un prezzo da pagare. Un prezzo
si paga sempre in certi frangen-
ti, gi mi capitato professio-
nalmente e non mi sono mai
spaventato. Non credo quindi
che il Pd mi chiamer pi a fare
il capolista in Lombardia come
successo lanno scorso.
come se lHomo Senatus, a dif-
ferenza degli abolizionisti che
vogliono
riempire Pa-
lazzo Mada-
ma di sindaci
e consiglieri
regionali, si
fosse liberato
allo stesso
tempo di due
ossessioni, le-
gate tra di lo-
ro. Quella di
dire s al Capo
di turno (ieri
Berlusconi,
oggi Renzi) e
quella della
poltrona a
tutti i costi. Almeno a sentire
Mucchetti, che conclude con
unosservazione acuta sulla
propaganda tipica dei partiti
padronali-carismatici o sem-
del Transatlantico renziano.
Ma non lunico.
Dentro Forza Italia c un con-
sistente movimento che non va
nel verso renziano. Il volto pi
noto di questo schieramento
Augusto Minzolini, giornalista
come Mucchetti. Anche lui ha
la sensazione che in giro per
Palazzo Madama siano in tanti
a non avere pi nulla da per-
dere, compresi quelli che, rea-
listicamente, non credono pi
nella possibilit di un altro giro
parlamentare. La pubblicistica
corrente individua solo quattri
azzurri contrari alla riforma del
Senato (oltre Minzolini: Tar-
quinio, DA m b ro s i o , Le t t i e r i e
plicemente carismatici: C
una vera e propria manipola-
zione del reale. Noi che stiamo
denunciando tutti i rischi di
questa operazione siamo la pa-
lude, chi invece d ragione al
Capo diventa un riformista.
Ma chi vincer alla fine? Rispo-
sta: Il sentimento sul Senato
elettivo maggioritario tra tutti
i miei colleghi, ma non so come
finir. Comunque reputo diffi-
cile il raggiungimento dei due
terzi come prevede la Costitu-
zione.
I dissidenti del Pd, pi ex gril-
lini e Sel, sono per il momento
un iceberg di medie dimensio-
ni che minaccia la navigazione
Caliendo), ma il numero mol-
to pi alto. Dice Minzolini: Il
mio ddl costituzionale su Ca-
mera e Senato ha raccolto 37
firme, quella la base che po-
trebbe fare sponda con chi
dallaltro lato. Un totale di 73
senatori, sommando 35 pi
38.
LHomo Senatus sul versante
berlusconiano include, a legge-
re le firme sul ddl di Minzolini,
Cinzia Bonfrisco, Francesco Gi-
ro , Paola Pelino, A l e ss a n d ra
M u ss o l i n i , i famigerati R a zz i e
Scilipoti (s anche loro, in fon-
do chi mai potrebbe riportarli
in Parlamento?), Riccardo Vil-
lari, Francesco Compagna, Pie -
tro Langella (da poco passato
con Ncd) e quasi tutto il gruppo
degli autonomisti di Gal capeg-
giato dal socialista B a ra n i e dal
cosentiniano DAnna. Anche
Minzolini convinto che Renzi
non riuscir ad avere i due terzi
e a quel punto il referendum
sulla riforma, nel 2015, si po-
trebbe trasformare in un refe-
rendum sul premier, peraltro
non pi in luna di miele con il
Paese. Il senatore azzurro, gi
principe dei retroscenisti poli-
tici, ha pure un sospetto: Il di-
segno di Renzi perverso. Do-
po la riforma potrebbe manda-
re a casa questo Senato ed eleg-
gere il nuovo capo dello Stato
con la Camera attuale e il Se-
nato a elezione indiretta. I mille
giorni che ha annunciato si
possono spiegare cos.
Domenico Scilipoti vuole un Senato eletto a suffragio universale Ansa
di Carlo Tecce

cos buio intorno a Carlo Cottarelli,


ignorato dai trionfalistici cronopro-
grammi di governo, in isolamento vo-
lontario al Tesoro, che il signor spending
rev i ew annuncia e poi smentisce, precisa
e poi rettifica che vuole cominciare a ta-
gliare lilluminazione pubblica. Inedita
sindrome delloscurit. Cottarelli fu
uninvenzione di Enrico Letta e di Enrico
Letta lestrema testimonianza. Non un
richiamo per amorosi sensi (che da tem-
po sono dissensi) con lo spavaldo Mat-
teo.
CON SPIRITO DA ULTIMO commissario
dentro un ultimo bastione, Cottarelli fa
trapelare stringati comunicati, brandelli
di dichiarazioni, anacoluti incompresi. A
un paio di mesi dai negoziati non sereni a
palazzo Chigi per sorreggere gli 80 euro
in busta paga, questa settimana, in mezzo
a una faticosa risalita renziana (arriva o
non arriva la riforma della giustizia?),
Cottarelli vuole sequestrare la scena: in
maniera garbata perch leconomista
persona garbata. Il signor spending review
ha allertato gli uffici di via XX Settembre
per un incontro con i giornalisti, i dettagli
non sono espliciti, la forma non pia-
nificata, ma il contenuto affinato da
giorni: Cottarelli vuole svelare lennesi -
ma strategia per grattare
un pacco di miliardi (7
nel 2014) che, entro il
2016, dovranno rag-
giungere quota 32 a re-
gime. Cio per sempre.
Cio non lineari: non a
casaccio. Non i mancati
acquisti per Comuni,
Province e Regioni 2,1
miliardi in totale che
hanno garantito gli 80
euro di Renzi. Oltre ai
lampioni in strada, il si-
gnor spending review
vuole colpire le lampa-
dine negli uffici pubbli-
ci, i servizi di pulizia e, i
soliti, irrinunciabili, or-
mai leggendari, immo-
bili statali. Il guaio che Cottarelli stre-
mato dai preliminari prolungati. Custo-
disce decine di studi, tabelle, analisi. La
parte teorica perfetta. La pratica in-
certa. Renzi lo voleva osservare da vicino,
non ammette ministeri paralleli, figuria-
moci un super ministro che pu rove-
sciare il bilancio pubblico per scovare
quei maledetti (e necessari) 32 miliardi. Il
rimedio renziano fu la convocazione
Cottarelli, come se fosse appunto un
commissario distaccato in un bastione un
po fuori controllo, presso i locali che saf -
facciano su Largo
Chigi: non a Palazzo
Chigi, ma vicini; sotto
sorveglianza di Renzi,
ma senza invadenza o
troppa complicit.
DA MESI, PARE, che
ci siano irrisolte que-
stioni burocratiche
che impediscono a
Cottarelli di comple-
tare il trasloco. La ver-
sione meno ufficiale e
pi veritiera che
Cottarelli, il trasloco,
non lha neanche ini-
ziato. Il signor spen -
ding review, assistito da
una decina di collabo-
ratori, sosta al ministero di Pier Carlo
Padoan, un amico dai rimpianti tempi
americani, compagno di scorribande
sportive e unico interlocutore sempre di-
sponibile. Il ministro che rassicur i cro-
nisti al Festival di Trento: Dov finito
Cottarelli? vivo e vegeto. Quando a
Cottarelli chiedi di rammentare e citare il
pi recente appuntamento o addirittura
un semplice contatto telefonico con Ren-
zi, di colpo, lattesa diventa vana. Ora
vuole parlare. E non sar un discorso ta-
gliato.
COMMISSARIO alla spending
reviewCarloCottarelli La Pre ss e
LA PROPOSTA
Minzolini: Il mio ddl costituzionale ha
raccolto 37 firme, quella la base che
potrebbe fare da sponda allaltro lato
I DISSIDENTI
Non ci sono solo i Democratici. Nella
pattuglia degli eletti Pdl le defezioni
crescono: ci sono pure Mussolini e Villari
Cottarelli esule da Padoan
medita la riscossa: Ora parlo io
SPENDING REVIEW A CHI?
Nella trincea del Senato
tra Chiti, Razzi e Scilipoti
LA BATTAGLIA PER LELEZIONE DIRETTA DEI COMPONENTI DI PALAZZO MADAMA
HA UN FRONTE BIPARTISAN. MUCCHETTI: NON ABBIAMO NULLA DA PERDERE
I
partiti della sinistra vanno e vengono. I tesorieri
restano in piedi, portati dal vento e dal fiuto per
i cambiamenti. Nel 2008, Sergio Boccadutri, allora
tesoriere di Rifondazione comunista, lanciava lal-
larme per la mancanza di fondi nelle casse del
partito. Il Prc, infatti, non aveva pi rappresen-
tanza parlamentare e i soldi erano destinati, come
poi accaduto, a finire. Lui non si perse danimo e
qualche tempo dopo, salt a pi pari nellallora
scissione vendoliana che form Sinistra, Ecologia e
Libert. Come se fosse stato iscritto a un albo pro-
fessionale, Boccadutri divenne
sic et simpliciter tesoriere del
nuovo partito di cui, nel giu-
gno 2012, vantava un bilancio
virtuoso e trasparente. Nel
febbraio del 2013 ottenne il ri-
conoscimento di questo lavoro
sapiente, venendo eletto depu-
tato a soli 37 anni. Qualche
giorno fa, lennesimo salto: sta-
volta nel Pd dove potr espri-
mere le sue competenze, co-
me ha spiegato ai compagni dellex partito. Si sa
che collaborer con la tesoreria renziana di Fran-
cesco Bonifazi. Chi lo conosce assicura che non
porta via un euro ma, certamente, al Pd assicurer
relazioni e conoscenze con il mondo bancario.
Chi gli vuole male lo accusa di essere un lobbista,
nel Pd lo hanno accolto a braccia aperte. Nel suo
piccolo, comunque, resta un caso di scuola, esem-
pio di come la politica si sia fatta cos professione
da poter gestire i cambi di casacca come si gestisce
un colloquio di lavoro. Senza concorso.
BOCCADUTRI Lo n o r evo l e
resta sempre tesoriere
8 DOMENICA 29 GIUGNO 2014 il Fatto Quotidiano
stigiosa.
CAMERON&HOLLANDE. Da -
vid Cameron stato umiliato:
il premier inglese ha messo il
veto sul nome di Juncker per
la Commissione, preoccupato
che la sua nomina sia un pe-
ricoloso cedimento del Con-
siglio (cio dei governi nazio-
nali) a un'idea di Europa pi
federale e dove il Parlamento
a decidere. Per la prima volta il
Consiglio ha votato a maggio-
ranza invece che decidere al-
l'unanimit: 26 con Juncker,
due contro. A sostegno di Ca-
meron rimasto solo il leader
reazionario e xenofobo del-
l'Ungheria, Viktor Orban. Ora
Cameron, gi umiliato dal
successo degli indipendentisti
Ukip di Nigel Farage, deve
scegliere se incasare l'umilia-
zione o reagire spingendo
Londra fuori dall'Unione col
referendum previsto per il
2017. Franois Hollande
semplicemente non pervenu-
to: il debolissimo presidente
francese cerca disperatamente
un posto per l'ex ministro
Pierre Moscovici, che ha fatto
dimettere promettendogli un
posto a Bruxelles, ma per ora
non si ha traccia dell'attivit
diplomatica francese.
Im m i g ra z i o n e ,
Italia s o d d i s fa t t a ,
ma lasilo non c
QUANDO SI PARLA di immigrazio-
ne in Europa, lItalia sempre sod-
d i s fa t t a , nonostante le sue richie-
ste siano sempre ridimensionate.
Matteo Renzi si detto appunto
s o d d i s fa t to sullintesa raggiunta al
Vertice europeo, sulli m m i g ra z i o n e .
Siamo meno soli. Sono state messe
le basi per poter finalmente dare vi-
ta a un Frontex plus, allargandone l'o-
perativit, cos come sta a cuore a
noi e ai francesi, ma con la condi-
visione di tutti, ha detto il premier
al termine del Summit. LItalia aveva
spinto per inserire nelle conclusioni
del vertice un paragrafo sul mutuo
riconoscimento del diritto da s i l o.
Questo passaggio saltato allulti-
mo, ma Renzi si detto comunque
soddisfatto, esattamente come Let-
ta al Vertice di ottobre, quando si
decise di posticipare le decisioni
operative su Frontex al Consiglio ap-
pena concluso. Bocciata la modi-
fica ai trattati di Dublino, per con-
sentire il trasferimento dei profughi
nei Paesi di loro scelta. Arrivano in
Italia e non possono uscirne. Renzi
non ottiene nulla, ma forse non lha
nemmeno chiesto, ha commentato
Renato Brunetta, capogruppo di
Forza Italia alla Camera.
E U ROR I S I KO
di Stefano Feltri
inviato a Bruxelles
C
soltanto una
nomina per ora
e neanche defi-
nitiva, quella di
Jean Claude Juncker come
presidente della Commissio-
ne: tra due settimane dovr
andare davanti al Parlamento
europeo per chiedere una pri-
ma fiducia, poi ci torner una
volta composta la squadra dei
commissari. Una sola nomi-
na, in questo complesso in-
castro tra nazioni, famiglie
politiche, Paesi rigorosi e Pae-
si indebitati, ma si possono
gi vedere i primi vincitori e
soprattutto i primi sconfitti.
RENZI&LETTA. Matteo Renzi
un vincitore a met: il pre-
mier italiano, forte del 40,8
per cento alle urne, usa il suo
peso elettorale per avanzare
richieste. Al momento la sua
scelta quella di avere l'Alto
rappresentante per la politica
estera, considerato in quota
socialista (il Pd in Europa
dentro il Partito socialista).
Una casella di grande presti-
gio ma che vale zero in termini
di interesse nazionale, il mi-
nistro degli Esteri dell'Unione
la persona da insultare quan-
do l'Europa non riesce ad agi-
re nelle crisi internazionali.
Ma Renzi usa la casella in
chiave politica: quella pi
nobile ed quella a cui am-
bisce da anni Massimo D'A-
lema. Renzi la prenota per Fe -
derica Mogherini, la fedelissi-
ma ministro degli Esteri. E co-
s manda un messaggio inter-
no e a Bruxelles: la vecchia
guardia del partito D'Alema
e non solo deve rassegnarsi
all'oblio. E il fronte dei tecno-
crati, la filiera europeista che
da Giuliano Amato e Mario
Monti arrivava fino a E n r i co
Le t t a non pu pi considerare
le poltrone europee una spet-
tanza automatica. Renzi in
Europa si appogger alla Mo-
gherini e a due renziani ac-
quisiti come Gianni Pittella,
che guider probabilmente il
potente gruppo del Pse in Par-
lamento, e a Roberto Gualtieri
che sar capogruppo nella
commissione che segue i dos-
sier economici, due caselle po-
co appariscenti in Italia, ma
che consentono grandi possi-
bilit di azione. Secondo una
fonte dell'Europarlamento,
Angela Merkel avrebbe chie-
sto a Renzi se era disponibile a
indicare Enrico Letta alla pre-
sidenza del Consiglio euro-
LE POLTRONE DE U R O PA
COS RENZI E MERKEL
SCHIERANO GLI ESERCITI
CON LA NOMINA DI JUNCKER COMINCIA LA BATTAGLIA SUL RIGORE
E SULLE CASELLE DECISIVE DELLUNIONE: QUELLE DI POLITICA
ECONOMICA. I TEDESCHI SONO I PI ABILI. CAMERON HA GI PERSO
peo, in caso di necessit. Il
premier avrebbe risposto con
un secco no. E comunque ha
pubblicamente spiegato che
l'Italia non chiede la guida del
Consiglio perch c' gi un ita-
liano, Mario Draghi, alla Bce.
Letta fuori, D'Alema anche,
Renzi pi forte ma rinuncia a
portafogli economici pesanti
come Commercio e Mercato
interno.
ANGELA MERKEL. La cancel-
liera tedesca un portento:
riuscita a ribaltare una situa-
zione difficile in una afferma-
zione di forza. La Merkel era
contraria al sistema degli Spit -
ze n ka n d i d a te n , cio il tentativo
dei partiti europei di imporre
ai capi di governo il presidente
della Commissione abbinan-
do le candidature al voto par-
titico. Non ha mai amato Jean
Cluade Juncker, il candidato
del Ppe, e ancor meno Mar tin
Schulz, il suo avversario del
Pse, socialista tedesco della
Spd. Ma quando David Came-
ro n ha messo il veto sul nome
di Juncker, simbolo di un'Eu-
ropa troppo federale e contra-
ria agli interessi inglesi, la
Merkel ha difeso il nome di
Juncker, trasformandolo di
fatto in un presidente di Com-
missione su mandato della
Germania, ha sbloccato il ri-
siko delle nomine appoggian-
do la riconferma di Schulz al
Parlamento per i prossimi due
anni e ha quasi ottenuto in an-
ticipo la conferma di un por-
tafoglio importante per Ber-
lino nella nuova commissio-
ne. Il commissario sar, di
nuovo, Gnther Oettinger,
quasi certamente confermato
all'Energia. Anche il prossimo
commissario agli Affari eco-
nomici, il successore di Olli
Re h n , deve essere scelto tra i
nomi graditi alla Merkel: pro-
babile che sia un altro finlan-
dese, l'ex premier Jirky Katai-
nen, che si dimesso dal go-
verno con la promessa tedesca
di ottenere una poltrona pre-
inviato a Bruxelles
L
a flessibilit sui conti magari ar-
river, ma per ora regna il rigore:
mentre il premier Matteo Renzi cele-
brava il presunto successo italiano di
aver ottenuto la promessa di qualche
margine di manovra in cambio di ri-
forme, il Consiglio europeo approvava
le raccomandazioni della Commissione
all'Italia rendendole ancora pi dure.
Nel 2015 il Consiglio raccomanda al-
l'Italia di garantire le esigenze di ridu-
zione del debito cos da rispettare l'o-
biettivo di medio termine, cio il pa-
reggio di bilancio strutturale (deficit a
zero dopo aver tolto dal
calcolo le componenti
dovute all'effetto della
recessione). E l'Italia de-
ve assicurare il progres-
so verso il pareggio gi
nel 2014. Queste le pe-
santi indicazioni del do-
cumento rivelato ieri da
Federico Fubini su Re -
p u b b l i ca .
Nelle sue raccomanda-
zioni, a inizio giugno, la
Commissione era stata
chiara: il governo italiano non sta fa-
cendo la riduzione del debito da 4-5
miliardi nel 2014 promessa e ha deciso
di rinviare il pareggio di bilancio dal
2015 al 2016. Bruxelles non chiede nes-
suna manovra correttiva, per ora. Se pe-
r in autunno non si dovessero mate-
rializzare i miracolosi impatti delle ri-
forme sulla crescita, allora il governo
dovr intervenire gi con la legge di Sta-
bilit per ridurre debito e deficit.
LA SITUAZIONE questa: secondo
Confindustria il Pil nel 2014 salir dello
0,2 per cento invece che dello 0,8 in-
dicato dal governo. Stando cos le cose
bisognerebbe interve-
nire di sicuro, non si
vede da dove possa
arrivare questo im-
pulso alla crescita nei
prossimi due-tre me-
si. Si capisce a questo
punto meglio l'esi-
genza di Renzi di ot-
tenere qualche aper-
tura dalla Commis-
sione e da Berlino, il
premier vuole dimo-
strare di essere sulla
strada giusta delle riforme ed evitare che
in autunno gli venga imposta la mano-
vra per qualche zero virgola mancante:
con i nuovi poteri dei regolamenti noti
come two pack, la Commissione pu
anche bocciare la legge di Stabilit se
non rispetta i numeri concordati. C'
anche la possibilit che venga aperta una
procedura di infrazione per debito ec-
cessivo. E tutto questo Renzi non pu
permetterselo perch, in base a come
andranno i negoziati col Parlamento
sulle riforme, il premier potrebbe voler
andare al voto nel 2015 ed meglio non
farlo mentre salgono le tasse o ci sono
pesanti tagli di spesa (aggiuntivi a quelli
sicuri per garantire gli 80 euro in busta
paga anche l'anno prossimo e trovare i
32 miliardi di risparmi previsti dal com-
missario alla spending review Carlo Co-
trarelli).
Ste. Fel.
Il
ministro
Pier
C a rl o
Pa d o an
La Pre ss e
DOCCIA FREDDA
Mentre il rottamatore
esultava per vaghe
promesse, Bruxelles
ci intimava pi rigore sui
conti. Tradotto: tagli o
aumento del peso fiscale
Il rinculo della flessibilit:
in autunno si rischia la manovra
MATTEO RENZI
Forte del suo 40%avanza pretese sulle poltro-
ne. Potrebbe ottenere il ministero degli Esteri
Ue. Casella che vale poco in termini di interessi
concreti. Solo promesse sulla flessibilit.
MASSIMO DALEMA
Da anni voleva fare il ministro degli Esteri
dEuropa e si era illuso che la poltrona fosse
sua. Ma Renzi troppo forte e non ha bi-
sogno di tenerselo buono.
ENRICO LETTA
La Merkel avrebbe suggerito il suo nome a
Renzi ed era in corsa per una poltrona im-
portante. Ma il premier non vuole resuscitare
lex rivale e lo condanna allo b l i o.
ANGELA MERKEL
Ha gi scelto il suo commissario e ora vuole
lEnergia e piazzer un suo uomo a gestire le
politiche economiche delleuro. Ha sconfitto la
Gran Bretagna sulla nomina di Juncker.
I pretendenti al trono
Chi comanda nel continente
Il parlamento europeo La Pre ss e
9 il Fatto Quotidiano DOMENICA 29 GIUGNO 2 01 4 PAESE NEL PANTANO
I pensionati italiani
i pi tassati della Ue
E i negozi chiudono
I NOSTRI ANZIANI PAGANO PI IMPOSTE RISPETTO A QUANDO
LAVORAVANO. PER OGNI ESERCIZIO CHE NASCE NE MUOIONO DUE
Maurizio Landini (Fiom)
Basta spot! Matteo, lascia stare Marchionne
Il sindacalista
GIOVANI SENZA LAVORO
IL FLOP DEL BONUS PER LE ASSUNZIONI
La crisi morde e cos si rivelato un sostanziale
flop il bonus per le assunzioni dei giovani tra i 18
e i 29 anni messo in campo lanno scorso dal go-
verno Letta per creare, tra il 2013 e il 2015, circa
100.000 nuovi posti, con uno stanziamento di
794 milioni. Secondo i dati Inps a fine giugno le
domande confermate erano poco pi di 22.000.
Al 23 giugno, scrive lInps, il numero totale delle
domande di prenotazione arrivate per la ss u n -
zione di giovani disoccupati erano 28.606, ma
tra queste 5.499 sono scadute, mentre quelle
confermate sono 22.124. Il beneficio per ogni la-
voratore assunto con il bonus di un terzo della
retribuzione lorda fino a un tetto di 650 euro al
mese per un massimo di 18 mesi (12 mesi nel
caso di trasformazione di un contratto a termine
in tempo indeterminato). Quindi se si calcolano
circa 8.000 euro in un anno per ogni assunto al
momento sono stati spesi meno di 160 milioni
di euro. Non basta quindi il taglio totale dei con-
tributi per 18 mesi per convincere le aziende ad
aumentare il personale.
di Giulia Merlo
P
ensionati supertassa-
ti e negozi che chiu-
dono: questo il qua-
dro a tinte fosche
dellItalia nei primi mesi del
2014, presentato da Confeser-
centi e Confcommercio.
PENSIONI Italia il paese pi
longevo dEuropa, ma anche
quello che tratta peggio i propri
pensionati. Gli anziani, dopo
una vita di contributi, pagano
proporzionalmente pi tasse di
quando lavoravano. Un anzia-
no che riceve un assegno men-
sile di 1500 euro lordi detrae 72
euro in meno rispetto a quanto
fa, invece, un lavoratore dipen-
dente con un reddito dello stes-
so importo, ha spiegato il pre-
sidente Marco Venturi, durante
la festa nazionale della Fipc (Fe-
derazione Italiana Pensionati
del Commercio).
Lanomalia maggiore, per,
che il prelievo fiscale tanto
maggiore quanto pi la pensio-
ne bassa. Le pensioni sotto i
1500 euro, infatti, possono de-
trarre 131 euro in meno dei la-
voratori con lo stesso reddito.
Le pensioni, per, non vengono
erose solo dalle tasse. Nel 2014 i
nonni italiani hanno perso 1419
euro di potere dacquisto rispet-
to al 2008. Sono oltre 118 euro
al mese, sottratti a consumi e ai
bilanci delle famiglie ha speci-
ficato Venturi, secondo cui
sempre pi indispensabile una
riforma del sistema fiscale, che
estenda anche ai pensionati il
bonus fiscale, in modo da am-
mortizzare, almeno in parte, la
perdita su base mensile.
EUROPA Opposta la situazione
nel resto dEuropa: sulla stessa
pensione da 1500 euro, un non-
no romano paga il doppio ri-
spetto a un suo collega spa -
gnolo, il triplo rispetto a un in-
glese e cento volte di pi rispetto
a un tedesco. Un pensionato
italiano paga il circa 4000 euro
lanno di tasse, il 20,7% di quan-
to riceve dallImps - ha spiegato
Venturi - in Germania quello
stesso pensionato invece tas-
sato allo 0,2, pari a 39 euro an-
nui. E il discorso non cambia
nemmeno quando si considera-
no pensioni pi basse: chi riceve
circa 750 euro, -1,5 volte il trat-
tamento minimo - tassato al
9,17%. La stessa pensione in
Germania, Francia e Spagna sa-
rebbe, invece, esentasse.
CO M M E RC I O Nei primi cinque
mesi dellanno, per ogni nuovo
negozio aperto due hanno chiu-
so. I pi colpiti sono stati bar e
ristoranti, aumentano invece le
licenze per il commercio ambu-
lante.
Unica per quanto magra conso-
lazione che il dato - fornito
dallOsservatorio sulla demo-
grafia delle imprese della Con-
fcommercio - comunque mi-
gliore rispetto a quello registra-
to nello stesso periodo nel 2013:
52.716 esercizi chiusi questan -
no, contro i 55.815 dellanno
scorso. Il pi colpito il Meri-
dione, con 17mila imprese in
meno. Secondo lOsservatorio, i
dati confermano come non ci
siano ancora segnali concreti di
una vera ripresa, anche se le
imprese stanno riuscendo a
contenere gli effetti della crisi,
nonostante una domanda inter-
na stagnante, lelevata pressione
fiscale e i mancati pagamenti dei
debiti della p.a..
di Salvatore Cannav
S
e Renzi vuol cambiare verso, lo cambi dav-
vero, altrimenti non va da nessuna parte. La
fase degli spot finita. Maurizio Landini, segre-
tario Fiom che con il premier ha costituito un
rapporto diretto tale da infastidire la segreteria
Cgil, invita il presidente del Consiglio a prendere
le distanze da Sergio Marchionne con cui doma-
ni parteciper al convegno degli Industriali di
Torino alla Maserati di Grugliasco.
C il rischio che il convegno di domani sia uno
spot alla Fiat?
La fase degli spot finita. In Italia la disoccu-
pazione cresce, la maggioranza dei lavoratori
Fiat in cassa integrazione, si continuano a fare
accordi separati, come pochi giorni fa a Melfi.
Cosa dovrebbe dire il premier?
Il governo non pu pi stare a guardare. Non si
pu subire un progressivo disimpegno della Fiat
o avallare la cancellazione del sindacato dai luo-
ghi di lavoro. singolare che Marchionne trovi il
tempo di volare in Italia per fare fronte a unora
di sciopero e non trovi mai il tempo per con-
frontarsi sugli investimenti che servono.
Perch Marchionne volato di corsa da Detroit a
G r u g l i a s co?
Negli Stati Uniti gli analisti finanziari non sono
entusiasti del suo piano e stanno attenti a tutto
quello che si muove. Poi, la Fiat si era fatta l'idea
che esistessero solo sindacati che firmano gli ac-
cordi. La sentenza della Corte costituzionale ha
messo in discussione il modello. Non se lo aspet-
tava.
Voi cosa proponete?
Credo che ci sia un bilancio da fare. Sono passati
quattro anni e c tanta cassa integrazione e i sa-
lari dei lavoratori Fiat sono pi bassi degli altri
metalmeccanici. Occorre chiedersi che industria
vuole questo paese. Se la Germania un paese
forte perch ha la pi forte industria.
Crede che Renzi abbia da imparare?
Penso proprio di s. Il governo
francese ha imposto alla General
Electric di creare mille posti di la-
voro. In Italia, alla Ducati Motor,
di propriet della tedesca Audi,
discutiamo di maggior utilizzo
degli impianti e di riduzione de-
gli orari.
Non le sembra che anche Renzi
sia stato subordinato alla Fiat?
I governi precedenti, da Berlu-
sconi a Monti a Letta, hanno
apertamente sostenuto Mar-
chionne. Ora c una possibilit
di un cambiamento.
Eppure il governo parla ancora di
articolo 18.
Mi sembrano pure sciocchezze.
In un paese con unevasione fiscale che non ha
eguali e con investimenti in ricerca tra i pi bassi
dEuropa bisognerebbe parlare daltro.
Sembra di capire che il credito a Renzi non esau-
r i to.
Non si tratta di fare credito. Abbiamo giudicato
positivamente gli 80 euro e negativamente il de-
creto lavoro. Renzi dice che vuole cambiare? Be-
ne, lo faccia. Gli esodati, ad esempio, non sono un
errore ma il prodotto di un taglio secco del si-
stema pensionistico.
Vi incontrerete pubblicamente con il premier?
Entro il mese di luglio organizzeremo un con-
vegno che metta attorno a un tavolo diversi sog-
getti per discutere di evasione, legge sugli appalti,
corruzione.
Verr anche Renzi?
Se c una disponibilit abbiamo intenzione di
fare un confronto anche con il governo. Noi non
mandiamo email. A Renzi, al governo, portiamo
i lavoratori in carne e ossa.
Cosa pensa delle mosse del governo sull'Ilva?
Il problema avere un profilo industriale, met-
tere a norma lazienda, applicare il piano am-
bientale. Per farlo c bisogno di un nuovo assetto
proprietario: i Riva devono pagare e andarsene.
Ma nella fase transitoria, il governo deve inter-
venire, tramite la Cassa depositi e prestiti o il
Fondo strategico per facilitare una nuova pro-
priet.
Pu essere anche ArcelorMittal?
Il problema sono i piani industriali.
La Fiom una minoranza in Cgil. Pensa ancora che
servano le primarie per eleggere i vertici?
La segretaria della Cgil entrata al congresso con
il 98% dei voti, la sua lista al direttivo ha ottenuto
l80%, lei stata eletta con il 70 e la segreteria di
maggioranza, proposta qualche giorno fa, con
poco pi del 60%. Considero che una democra-
tizzazione e trasparenza della Cgil sia necessaria.
Con5,7 milioni di iscritti, 95 persone decidono
tutto. una questione irrisolta.
ORA
DI CAMBIARE
Noi non mandiamo
email, se il premier vuole
discutere venga pure
Dalla Germania impari
che lindustria
strategica. Larticolo 18?
Sento solo sciocchezze
2 0,7 %
TA S S E
IN ITALIA
0, 2 %
IMPOSTA IN
GERMANIA
FEDERICA MOGHERINI
Ha poca esperienza. Teneva i rapporti tra il Pd e i
socialisti europei. Ora potrebbe avere la Politica
estera dellUnione in quanto fedelissima di Renzi.
Tra i suoi sponsor c anche il Quirinale.
JEAN CLAUDE JUNCKER
Con le nuove regole stato nominato quasi senza
volerlo. Ora deve costruire una squadra adatta al
grande inciucio nel Parlamento europeo. Rischia
sempre un nuovo scandalo dal suo passato.
DAVID CAMERON
La sua battaglia di principio era evitare la no-
mina di Juncker come prova di forza in Europa.
La stampa di casa lo massacra. Ora diventa pi
concreto il rischio che Londra lasci lE u ro p a .
JIRKY KATAINEN
Si dimesso da premier della Finlandia perch
Berlino gli ha promesso una poltrona. Voleva
fare il presidente di Commissione o Consiglio,
ora spera di prendere il posto di Olli Rehn.
Maurizio Landini La Pre ss e
10 DOMENICA 29 GIUGNO 2014 il Fatto Quotidiano
11 il Fatto Quotidiano DOMENICA 29 GIUGNO 2 01 4
Sbarchi, 5 agenti
positivi a test Tbc
Scontro Sap Viminale
RISCHIO TBC per cinque poliziotti di
Catania, impegnati negli sbarchi dei mi-
granti al porto di Catania. Gli agenti sono
risultati positivi al test di Mantoux, che
serve a verificare la potenzialit di con-
trarre la tbc. Il tutto dopo la notizia che in
uno sbarco di una ventina di giorni fa un
migrante risultava affetto dal virus. Il Sap
ha accusato il Viminale di aver tenuto
tutto nascosto. Il segretario generale del
Sap siciliano, Saro Indelicato, denuncia
anche la mancanza di adeguati strumen-
ti di profilassi durante gli sbarchi come
mascherine, tute e guanti. In serata il
Dipartimento della Polizia di Stato ha
gettato acqua sul fuoco: "La positivit
non indice di contagio o malattia ed
esclusa la possibilit di contagio. La
posizione del Dipartimento fuorviante
e inconsistente. Infatti il Dipartimento
subito intervenuto con la Questura di
Catania predisponendo accertamenti
per gli operatori interessati gi da lu-
ned, questa la dura replica del Sap.
di Thomas Mackinson
e Alessio Schiesari
I
n un colmado, il chiosco
alimentare tipico in Re-
pubblica Dominicana, si
pu comprare di tutto:
frutta, riso, fagioli e visti di in-
gresso per lItalia. Sembra in-
credibile ma cos: nellisola ca-
raibica un gruppo di funzionari
dellambasciata, con la compia-
cenza dei diplomatici, ha creato
un mercato nero capillare, in
cui bastava sborsare la cifra giu-
sta per ottenere il documento
per lingresso in Italia. Al dia-
volo i requisiti stabiliti dal mi-
nistero degli Esteri: assicura-
zione sanitaria, libretto di ri-
sparmio e lettera dinvito, per
anni stato sufficiente pagare
(tra i 5 e 7 mila euro a visto) per
entrare in area Schengen. Fino a
met 2013, lambasciata trico-
lore stata unindustria di visti,
migliaia dei quali questa la
convinzione degli ispettori del
ministero commerciati ille-
galmente. Per capire la portata
della truffa, basta guardare i da-
ti sui visti rilasciati: 5272 nel so-
lo 2012. Lambasciata in Brasi-
le, che conta venti volte gli abi-
tanti della Repubblica Domini-
cana, ne ha concessi 3078, quel-
la in Messico 1357, quella ar-
gentina appena 667. Fino a che
il giochino si interrotto. Il me-
rito, almeno inizialmente, non
delle autorit italiane, ma di
quelle spagnole. stata infatti la
polizia di frontiera dellaero -
porto di Madrid ad accorgersi
che qualcosa non andava quan-
do ha scovato sedici dominica-
ni che si erano da poco visti ne-
gare il pass dingresso in Spagna
ma, a distanza di pochi giorni,
avevano ottenuto quello italia-
no. Di qui partita la segnala-
zione che ha dato il la a una raf-
fica di ispezioni concluse con il
commissariamento della rap-
presentanza: lambasciatore
Arturo Olivieri stato richia-
mato a Roma, un funzionario
licenziato, il rilascio dei visti
italiani stato affidato allam -
basciata spagnola e, come spie-
ga il portavoce del ministero, i
rapporti ispettivi sono stati in-
viati in procura.
SI STIMA che circa 8 mila visti
siano stati rilasciati dietro com-
penso, per una truffa che, se-
condo fonti interne allamba -
sciata, avrebbe fruttato non me-
no di 30 milioni di euro (il mi-
nistero si rifiuta di confermare).
Qualcuno, sul posto, si spinge
oltre e ipotizza che il sistema
fosse sfruttato dalla malavita lo-
cale che approfittava dei visti fa-
cili allinterno dei traffici di stu-
pefacenti e prostitute. Unipote -
si che non trova conferme, ma
che ha preso piede anche per la
mancata trasparenza della Far-
nesina. Basti pensare che lat -
tuale reggente dellambasciata,
lincaricato daffari Olindo
DAgostino, dalle colonne dei
giornali caraibici continua a
mandare segnali minacciosi per
zittire le voci sul traffico di visti:
Fate nomi e cognomi, altri-
menti si rischia la galera. Par-
lare con lui impossibile perch
da giorni al telefono dellamba -
sciata non risponde nessuno.
Laffaire visti si lega con unaltra
vicenda, la chiusura di quattro
ambasciate (tra cui quella di
Santo Domingo) annunciata
dal ministro Federica Mogheri-
ni il 4 aprile scorso. Le forbici
della spending review arrivano
nel cuore della diplomazia ita-
liana, scriveva lAnsa. Si pre-
sto scoperto che due di queste,
Rejkjavik e Nouakchatt, non
erano mai state aperte. La terza,
quella di Santo Domingo, era
gi stata commissariata e resa
inoperativa. Ufficialmente la
Farnesina nega ogni collega-
mento tra le chiusure e le ispe-
zioni: sono due vicende com-
pletamente scollegate, sostiene
il sottosegretario con delega
allAmerica Latina, Mario Gi-
ro.
A contraddire la tesi ufficiale c
per una lettera inviata dallam -
basciatore dominicano a Roma,
Vinicio Tobal, dopo un incon-
tro al ministero con lo stesso Gi-
ro: Ha spiegato (il sottosegre-
tario, ndr) che sono state riscon-
trate irregolarit nellambascia -
ta italiana, per questo il governo
ha deciso la sua chiusura, ma il
provvedimento sar solo tran-
sitorio. Niente spending re-
view quindi, solo una pausa
causata dallincapacit di sanare
una situazione di illegalit. Chi
sta provando a bloccare la chiu-
sura dellambasciata lassocia -
zione Casa de Italia, che la scor-
sa settimana ha comprato mez-
za pagina su Repubblica per lan-
ciare il suo appello. La chiusura
costringerebbe i 30 mila italiani
residenti a Santo Domingo a re-
carsi a Panama per ottenere un
qualsiasi documento (spesa per
laereo, 800 euro). Non solo:
chiudendo la sede il ministero
perderebbe la propriet di quat-
tro propriet del valore com-
plessivo di 30 milioni di euro. Si
tratta di terreni lasciati in ere-
dit allambasciata per cui non
possibile cambiare la destina-
zione duso e che, in caso di
chiusura, tornerebbero in mano
ai precedenti proprietari.
Ansa
di Gabriele Fazio
I
dipendenti pubblici della
Regione Sicilia soffrono lo
stress. Preoccupazioni per la
carriera, liti con i colleghi, in-
comprensioni con i superiori.
Ma lo Stato non li ha abban-
donati: la Regione ha aperto
allinterno dei suoi uffici uno
sportello che fornisce supporto
psicologico ai suoi lavoratori.
Il progetto partito undici me-
si fa, i risultati sono sorpren-
denti. In meno di un anno, so-
no addirittura 150 i dipendenti
che si sono rivolti allo psicolo-
go Tommaso Gioietta per rac-
contargli problemi e frustra-
zione. Non chiamateli statali
fannulloni, al massimo demo-
tivati. Questo il termine usato
dal dottor Gioietta, che spiega:
Il mito dellimpiegato pubbli-
co pigro da sfatare. La verit
sta nel mezzo: ci sono gli scan-
safatiche, vero, ma non si pu
estremizzare. Sono tantissimi i
dipendenti che fanno pi di
quanto dovrebbero e si fanno
carico anche del lavoro degli
altri. Per lo psicologo della Re-
gione Sicilia i colloqui sono in
media cinque o sei a settimana,
della durata di circa unora.
ALLA SUA PORTAbussano uo-
mini e donne in egual misura,
senza limiti di esperienza o an-
zianit: hanno richiesto aiuto
tanto i giovani appena assunti
quanto alcuni colleghi a un an-
no dalla pensione, in ansia per
limminente distacco dal posto
di lavoro. Allinizio si pensava
che lo psicologo sarebbe stato
accolto con diffidenza, al con-
trario: la risposta stata entu-
siasta. Meno convinti, proba-
bilmente, saranno i contri-
buenti. Lesperimento dello
psicologo dei regionali avvie -
ne nellente italiano con il bi-
lancio pi disastrato e gli spre-
chi di denaro pubblico pi im-
barazzanti.
Lennesimo allarme sulle esan-
gui casse dellArs stato lancia-
to a inizio giugno dalla Corte
dei Conti, secondo cui lattuale
situazione finanziaria appe -
na sufficiente a garantire il fab-
bisogno mensile. Una situa-
zione, per utilizzare il linguag-
gio quasi eufemistico dei giu-
dici contabili, che desta alcune
preoccupazioni.
La giunta Crocetta si da poco
messa al lavoro per la terza ma-
novra economica dallinizio
della legislatura: bisogna trova-
re subito 360 milioni di euro. Il
governatore nervoso: La
prossima persona che parla di
commissariamento della Re-
gione Sicilia ha detto in con-
ferenza stampa sar denun-
ciata per attentato alla Costitu-
zione.
La manovra prevede tagli da 15
milioni di euro sui costi
dellAssemblea regionale e da
22 milioni di euro sulla sanit,
giusto per citarne un paio.
Lacrime e sangue, dunque, per
alleggerire leredit di anni di
sprechi. Chiss se anche la fi-
gura dello psicologo degli im-
piegati regionali sar vittima
dei tagli. Per adesso il dottor
Gioietta si gode la grande par-
tecipazione alla sua iniziativa. Il
terapeuta esulta e prova pure a
spiegare una ricetta per aumen-
tare la produttivit degli statali:
Certi problemi sostiene
non possono essere risolti dai
singoli lavoratori, ma dipendo-
no dal contesto organizzativo.
Grazie ai nostri consigli, la vita
lavorativa in questi uffici mi-
gliorata.
S. DOMINGO, LAMBASCIATA CHIUSA
E LO STRANO TRAFFICO DEI VISTI
LA SEDE TAGLIATAERA GI COMMISSARIATA DA MESI: DIPLOMATICI MANDATI A CASA
E DIPENDENTI LICENZIATI. ORA I DOCUMENTI ITALIANI LI RILASCIA IL CONSOLATOS PAG N O LO
LA TERRA DEI CACHI
L
a pagina a pagamento pubblicata dal Corriere della Sera a
sostegno di Marcello DellUtri potrebbe sconfinare
nellapologia di reato. A sostenerlo il presidente dellOrdine
dei giornalisti della Lombardia (e giornalista del quotidiano
di via Solferino), Gabriele Dossena, che in una lettera pro-
mette provvedimenti disciplinari per il direttore Ferruccio de
Bortoli: mia intenzione portare laccaduto al prossimo
Consiglio dellOrdine perch intervenga il consiglio di di-
sciplina. Valuteremo in che misura la libert di manifesta-
zione del pensiero cada in apologia di reato o modalit im-
barazzanti per il prestigio e letica del giornale che dirigi. La
pagina incriminata, voluta dalla moglie dellex senatore ora in
carcere, stata pubblicata sul giornale di gioved e conteneva
decine di messaggi di affetto per DellUtri scritti dagli amici e
confezionati in forma di pizzini. Sulla questione era gi in-
tervenuta la rappresentanza sindacale del Corriere della Sera,
che ha definito grave
la scelta di accettare
passivamente unintera
pagina pubblicitaria,
senza che peraltro la di-
rezione abbia provato a
prendere le distanze.
Per il cdr, si tratta di un
imbarazzante prece-
dente. Da oggi ci chie-
diamo come il Corriere
potr rifiutare analoghe
richieste degli amici di
altri condannati per
mafia. In settimana
probabilmente De Bor-
toli risponder al comi-
tato di redazione.
LORDINE contro De Bortoli
per i pizzini a DellUtr i
Sicilia, una Regione in analisi
LARS RISCHIA LA BANCAROTTA, I SUOI DIPENDENTI FANNO LA FILA ALLO SPORTELLO DELLO PSICOLOGO
5. 272
RILASCI
IN UN ANNO
CHI LI HA VISTI?
In Brasile, venti
volte gli abitanti
dellisola caraibica,
ne sono stati
concessi solo 3078
PARADOSSI
Mentre la giunta
Crocetta studia
lennesima manovra
correttiva, tra gli uffici
pubblici ce n anche uno
per i lavoratori stressati La sede dellAssemblea regionale siciliana Ansa
SMENTITE E BUGIE
La Farnesina nega
il collegamento
tra spending review
e irregolarit, ma
lambasciatore caraibico
racconta unaltra verit
Il sottosegretario Mario Giro Ansa
12
di Enzo Biagi
S
ignor Malcolm X qual il suo primo ricordo di
b a m b i n o?
Guardi, la cosa che ho pi viva nella memoria,
se ripenso alla mia giovinezza, quando la no-
stra casa nel Michigan fu bruciata dal Ku Klux
Klan. Avevano i cappucci coi grandi fori da-
vanti agli occhi, mantelli rossi e lunghi fucili.
Gridavano. A quel tempo noi vivevamo in un
quartiere bianco. Anche allora, come adesso, i
bianchi, la societ bianca, era contraria a ogni
forma di integrazione, e cos incendiarono la
nostra abitazione e ci costrinsero ad andare via.
Questo non accadeva nel profondo Sud, ma nel
Michigan, in uno degli Stati pi a nord di que-
sta nazione. Non lho mai dimenticato.
Lei parla con grande propriet di linguaggio, do-
ve ha studiato?
Sono nato a Omaha, nel Nebraska, nel 1925,
anche da quelle parti il Ku Klux Klan era molto
forte. Diedero a mio padre lordine di partire, e
cos ce ne andammo. Per me fu una grande
umiliazione. Pensai che mio padre avrebbe do-
vuto comportarsi diversamente, reagire, poi
negli anni compresi che non avremmo potuto
fare nulla e che mio padre volle semplicemente
proteggere la nostra famiglia. Ho frequentato
solo le prime classi, quello che so lho imparato
vivendo quotidianamente a contatto con la di-
sperazione del nostro popolo. Da mio padre ho
imparato a parlare agli altri, lui era un predi-
catore battista, lo sapeva fare molto bene.
Lei stato in carcere.
S, sono stato in carcere perch avevo commes-
so un crimine, anzi, parecchi crimini: droga,
estorsione, rapine e tanti altri. Fui preso e con-
dannato, allora avevo ventanni, ma stata la
societ, la societ dei bianchi, la societ occi-
dentale, con tutte le oppressioni che esercita sui
neri che mi ha mandato dentro; e fa s che la pi
alta percentuale di detenuti sia nera, perch noi
neri dobbiamo ricorrere al delitto per vivere.
Siamo in guerra: il Mississippi come il Congo,
Harlem come il Vietnam. Qualcuno cade.
per questo che diventato musulmano?
Mi sono convertito quando ero in prigione. So-
no nato cristiano, poi ho avuto diversi anni di
agnosticismo, e dopo essere stato anche ateo
capii che la religione dellIslam la verit e lac-
cettai. Allah giusto, mentre i cristiani sono
ipocriti, per questo ho deciso di convertimi alla
grandezza dellIslam. Mio fratello Reginald,
mentre ero in carcere, mi chiese di aderire alla
National of Islam di Elijah Muhammad, perch
la maggior parte degli africani, prima di essere
presi e ridotti in schiavit, erano musulmani.
Tutti i neri devono convertirsi allIslam.
Signor Malcolm X, lei crede nelli n te g ra z i o n e?
I neri devono, ogni volta che intendono pren-
dere una decisione, rivolgersi ai bianchi per sa-
pere quali sono le cose che possono comprare,
dove, e in quale quartiere devono andare a vi-
vere. I neri hanno bisogno di avere un permes-
so per qualsiasi iniziativa intendono prendere.
I musulmani che seguono Elijah Mohamed
non credono in nessuna forma di integrazione.
La parola integrazione pronunciata dai bianchi
una menzogna anche quando viene detta da
un presidente degli Stati Uniti o da un bianco
che socialmente impegnato. Se la legge o la
Corte Suprema o gli altri organismi giuridici
facessero sul serio per luguaglianza tra bianchi
e neri, condannerebbero chi impedisce linte-
grazione, e noi neri non dovremmo continua-
mente manifestare per i nostri diritti. Se la legge
nazionale firmata dal presidente Lyndon John-
son fosse reale e non una grande ipocrisia,
quando i neri manifestano per lintegrazione
non verrebbero arrestati perch, come sta scrit-
to nella legge, sono dalla parte della giustizia,
nel loro diritto. La polizia, invece, dovrebbe ar-
restare chi discrimina. stupido da parte dei
neri dimostrare per farsi arrestare credendo
nella legge. I neri non si devono esporre cos
ingenuamente al nemico. Noi musulmani sia-
mo contro lintegrazione, crediamo che la se-
parazione sia la sola via percorribile. Quando
vediamo la nostra gente brutalizzata e sotto-
messa dai razzisti pensiamo a quanto stupida
a farsi sottomettere senza reagire. La violenza
quando usata per proteggersi, non solo ne-
cessaria, giustificata. Tutti i neri dovrebbero
credere nel diritto di difendersi da chiunque. Se
durante una manifestazione un cane, lanciato
da un poliziotto, morde un nero, lui dovrebbe
avere la possibilit di uccidere il cane. Lani-
male viene lanciato contro il nero, che non sta
facendo altro che esercitare un diritto, il po-
liziotto che lo ha lanciato dovrebbe pagare per
questo atto violento e non giustificato.
Lei per la violenza mentre Martin Luther King
per la pace, per la non violenza come Gandhi.
Non siete daccordo tra di voi e questo vi rende
pi deboli.
Caro Biagi, prima o poi arriver il tempo in cui
i neri si sveglieranno e diventeranno indipen-
denti intellettualmente da pensare solo a se
stessi come fanno gli altri esseri umani. Solo
allora i neri avranno un pensiero comune.
Quel giorno quando uno attaccher un nero
attaccher tutti i neri. Pi i bianchi saranno
brutali con i neri, prima arriver quel giorno. I
neri devono fare da s e per s, non sar grazie
a una legge o alla Corte Federale se riusciranno
a ottenere luguaglianza. Gandhi era lelefante
nero che schiaccia il topo bianco, mentre Mar-
tin Luther King un topino bianco sotto le
zampe di un elefante bianco. Noi non abbiamo
bisogno di avere lautorizzazione dei bianchi
per poter manifestare, come ha fatto lui, per la
marcia su Washington, che ha chiesto lauto-
rizzazione allAmministrazione.
Lei ha accusato Martin Luther King di essere
pagato dai bianchi, lo crede veramente?
Il reverendo King continua a insegnare ai neri a
essere indifesi, questo non aiuta la nostra cau-
sa.
Non ha timore delle conseguenze che queste
sue parole potrebbero portare?
Se lei si riferisce alla mia persona, credo di es-
sere gi un uomo morto. Io mi batto perch
importante che si capisca la natura del movi-
mento islamico, la sua psicologia, per raggiun-
gere lobiettivo di portare luguaglianza tra neri
e bianchi: solo quel giorno riusciremo a essere
uniti. Oggi se qualcuno venisse da me a dirmi
quello che io vado predicando nelle piazze delle
citt o in questo momento con lei, senza che io
sia a conoscenza della verit e della psicologia
che i bianchi usano contro di noi, avrei una
reazione violenta, sarei disposto a uccidere. Per
questo ci battiamo: per fare capire ai neri quello
Malcolm X:
Senza violenza
il nero schiavo
IL LEADER DELLE LOTTE CONTRO LA SEGREGAZIONE RAZZIALE RACCONTA LA SUA VITA:
LA CASA DINFANZIA BRUCIATA DAL KU KLUX KLAN, LASSASSINIO DEL PADRE, LE DROGHE
E LA GALERA. POI LA SCOPERTA DEL CORANO E LINIZIO DI UNA DURA MILITANZA POLITICA
NON AVEVA FIDUCIA NEL PACIFISMO: MARTIN LUTHER KING NON AIUTA LA NOSTRA CAUSA,
CI INSEGNA A ESSERE INDIFESI. UN TOPOLINO SCHIACCIATO DA UN ELEFANTE BIANCO
Lintegrazione
una menzogna
Non sar certo
grazie a una riforma
o alla Corte federale
che avremo luguaglianza
Non abbiamo bisogno
di alcuna autorizzazione
per poter manifestare
Islam e lotta, cos risvegliava lorgoglio razziale
Enzo Biagi intervist Malcolm X in un bar
di New York. Nel 64, il Congresso approv
il Civil Rights Act. Un anno dopo, lattivista
venne ucciso dai suoi sodali di Nation of Islam
49
FRATELLI COLTELLI
Ucciso dai compagni traditi di Nation of Islam
MALCOLM X, il cui vero nome Malcolm Little, nasce a Omaha, in Nebra-
ska, il 19 maggio 1925. Settimo di 11 figli, impara presto a conoscere il raz-
zismo: la sua famiglia emigra in Michigan per le minacce subite dal Ku Klux
Klan. Quando ha soli sei anni, suo padre, un predicatore battista, viene as-
sassinato da estremisti bianchi. A 13 anni perde anche la madre, che viene
rinchiusa in un ospedale psichiatrico. Lascia la scuola, in cui eccelle, quando
un insegnante gli dice che studiare legge non un obiettivo realistico per
un negro. A ventanni finisce in galera. Qui aderisce a Nation of Islam, uno rga n i zza z i o n e
musulmana che lotta per i diritti degli afroamericani, di cui diventa presto un leader. In car-
cere comincia a firmarsi Malcolm X. Quando esce dal carcere si trasferisce a New York, di-
venta un predicatore e sposa Betty Senders, da cui avr otto figli. Dopo lomicidio di Ken-
nedy commenta polemicamente: La violenza che non ha saputo fermare gli si ritorta con-
t ro. Nel 64 lascia Nation of Islam, abbandona le tesi sulla superiorit nera, e fonda il Mu-
slim Mosque Inc. Il 17 febbraio dellanno successivo scampa a un attentato dinamitardo. Una
settimana dopo, tre membri di Nation gli tendono un agguato e lo uccidono.
(co n t i n u a )
12 13 il Fatto Quotidiano DOMENICA 29 GIUGNO 2 01 4
BLACKPOWER Malcolm X visto da Ema-
nuele Fucecchi. A destra, in una fotografia dep o c a .
In basso, insieme al fuoriclasse del pugilato
Muhammad Al, unaltra icona storica dello rgog l i o
afroamericano La Pre ss e
Il rapporto impossibile
tra due eroi afroamericani
TRA LUI E IL REVERENDO NON CERA STIMA. SI INCONTRARONO SOLTANTO
UNA VOLTA: QUANDO LYNDON JOHNSON FIRM LA LEGGE SUI DIRITTI CIVILI
che sta realmente accadendo.
Lei sostiene addirittura il principio della supe-
riorit dei negri.
Maometto ci insegna che luomo di colore
luomo originale, luomo dal quale derivano gli
altri uomini. La biologia e la genetica spiegano
che la pelle nera, i capelli neri, gli occhi neri,
sono dominanti. La pelle bianca e gli occhi az-
zurri sono riflessivi, cio passivi. Maometto ci
insegna che i neri possono generare i bianchi
mentre i genitori bianchi non possono avere
una discendenza negra. Se c stato un momen-
to nella storia del mondo in cui vi era una sola
persona, questa persona doveva essere nera; la
prima gente al mondo doveva essere nera e da
quei neri vennero tutti gli altri, compresi i bian-
chi. Noi crediamo in questo. Siccome luomo
nero stato il primo sulla terra, Maometto ci
insegna che il nero sar il primo anche alla fi-
ne.
Nessuna razza superiore a unaltra. Lei dice
dei neri esattamente quello che i bianchi hanno
detto dei neri per molte generazioni.
I soli bianchi che io conosco sono quelli che ci
hanno rapiti e portati in questa terra come
schiavi, ci hanno fatto lavorare nei campi come
cavalli per quattrocento anni, ci hanno venduti
come loro propriet per trecentocinquanta, e
negli ultimi cento si sono comportati da ipo-
criti, cercando di far pensare al mondo che noi
neri siamo stati liberati dalla Guerra di Seces-
sione, mentre invece siamo ancora pi schiavi
di quello che eravamo sotto il presidente Lin-
coln e prima della dichiarazione di emancipa-
zione.
Alcuni imprenditori sostengono che lo p e ra i o
nero rende meno del bianco.
No, non assolutamente vero. Posso ammet-
tere che in alcune situazioni i neri non hanno la
spinta della promozione a raggiungere un gra-
do pi alto, la mira dellandare avanti con la
carriera, oppure non hanno la base dellistru-
zione che hanno altri operai e quindi riman-
gono indietro, ma dove godono di uguali pos-
sibilit, dove sono ugualmente preparati, di-
mostrano le stesse capacit e ottengono gli
stessi risultati. Anzi dimostrato che in certe
fabbriche, operai specializzati di colore, pro-
ducono pi dei bianchi.
Parlando con lei ho la sensazione che il suo
obiettivo sia quello di diventare il capo dei mu-
sulmani neri.
No, io non ho alcun desiderio di diventare ca-
po dei musulmani neri. Non ho mai avuto que-
sto desiderio. Il mio obiettivo vedere gli afroa-
mericani ottenere i diritti umani che gli sono
dovuti. LIslam pu aiutarci a raggiungere que-
sto. la religione migliore per la nostra gente,
perch crea unit, dignit e fiducia razziale.
Questo indispensabile per rendere lessere
umano completo.
Non c nessun bianco per il quale lei prova
qualche simpatia?
Lesperienza che abbiamo fatto in questa so-
ciet bianca, non ci permette di camminare per
cercare qualche uomo bianco verso il quale di-
rigere la nostra ammirazione. Non un pro-
blema di individui, collettivo, generale. Le
buone parole di una o due persone bianche non
bastano. Nemmeno il comportamento di una
piccola comunit, noi guardiamo a tutta la col-
lettivit dei bianchi.
Quali sono, in definitiva, gli scopi del suo grup-
p o?
Mio padre stato ucciso nel 1931, quando ave-
vo sei anni, stato trovato sotto un tram, ce
lavevano buttato i bianchi, i sostenitori della
supremazia bianca, perch era troppo impe-
gnato a combattere, parlava troppo chiara-
mente, era contro i compromessi, esortava i
neri ad agire da soli. Io porto dentro di me
questo insegnamento. Lo scopo dei musulmani
neri quello di portare libert, uguaglianza, ai
venti milioni di fratelli che vivono in questo
paese. Noi pensiamo che Allah, il Dio che ci
unisce, ci dar la forza necessaria per vivere, per
fare quello che giusto per noi stessi, senza
aspettare che luomo bianco dAmerica ci aiu-
ti.
Il suo desiderio quale ?
Nulla di diverso da quello dei musulmani neri.
Vorrei che la crudelt delluomo verso luomo
finisse. Per far questo sono disposto a ricorrere
a qualsiasi mezzo. LAmerica una grande pri-
gione, basta nascere con la pelle scura ed co-
me stare nel carcere di Sing Sing. Questo non
potr impedirci di morire da uomini. Noi vo-
gliamo libert e giustizia e siamo disposti a usa-
re ogni mezzo necessario pur di arrivare fino in
fondo. I diritti umani sono qualcosa che ab-
biamo dalla nascita. I diritti umani ci sono dati
da Dio. I diritti umani sono quelli che tutte le
nazioni della terra riconoscono. Non crediamo
che in un paese come gli Stati Uniti dAmerica,
che si definisce guida nel mondo libero, i cit-
tadini neri debbano aspettare i favori di qual-
che politico o presidente texano disposto a fare
concessioni in tema di diritti civili.
Perch non crede nelle leggi dello Stato?
Al diavolo la politica. Quando parlo ai fratelli
neri li esorto a levarsi in piedi e combattere
tutte le battaglie necessarie perch, solo cos, il
bianco imparer a rispettarci. E se egli non ci
permetter di vivere da uomini, non potr im-
pedirci di morire da uomini. n
Ricordo i razzisti
che vennero a dar fuoco
alle nostre pareti: i cappucci
chiari coi grandi fori
davanti agli occhi
Quando ci cacciarono
dal Nebraska fu unumiliazione
Pensai fosse un gesto
di debolezza, volevo reagire
di Loris Mazzetti
M
alcolm X e Martin
Luther King furono
due grandi leader
del popolo nero
americano. La loro vita la dedi-
carono alla lotta contro la segre-
gazione razziale, a favore dei di-
ritti umani, usando metodi com-
pletamente diversi. Il primo ri-
teneva che solo lIslam potesse
rendere il nero libero e legitti-
mava luso della violenza. Tra i
due non ci fu mai accordo, tanto
che Malcom X accus King di es-
sere un servo dei bianchi. La
grande rottura tra loro si consu-
m in occasione della Marcia su
Washington per la quale il reve-
rendo protestante chiese lauto-
rizzazione allAmministrazione.
Malcolm X defin con disprezzo i
fratelli che vi parteciparono di
essere bianchi: Non trovo nul-
la di eccitante in una dimostra-
zione fatta davanti alla statua di
un presidente morto da cento
anni e al quale, quando era vivo,
noi non piacevamo. Martin Lu-
ther King era per la pace, la non
violenza alla Gandhi, questo gli
valse nel 1964 il Premio Nobel.
King era molto vicino a John
Kennedy, mentre Malcolm X,
quando il presidente fu assassi-
nato a Dallas, dichiar: La vio-
lenza che i Kennedy non erano
riusciti a fermare gli si era ritorta
contro, aggiungendo che quelle
cose non lo avevano rattristato,
ma reso felice. La sua stessa or-
ganizzazione prese le distanze da
quelle parole e gli imped per no-
vanta giorni di fare comizi. Mal-
colm X fu ucciso a New York nel
1965 per mano di tre sicari del
Nation of Islam, organizzazione
di cui era stato portavoce; Mar-
tin Luther King nel 1968 a Mem-
phis fu vittima di una cospira-
zione, ma il colpevole non fu mai
trovato. Ambedue avevano 39
anni. Se molto tempo dopo, il 20
gennaio 2009, per la prima volta
fu nominato un afroamericano
alla presidenza degli Stati Uniti,
Barack Obama, il merito anche
loro.
LI N T E RV I STA di Enzo Biagi che
il Fatto Quotidiano pubblica oggi
a Malcolm X. Di lui il grande
giornalista scrisse: Ho cono-
sciuto il nero gonfio di orgoglio
che sogna la rivolta. Ci incon-
trammo a New York, allo Sha-
bazz, sulla 124 Strada e bevem-
mo caff, perch il buon musul-
mano deve lasciar perdere il whi-
sky, le donne, i dadi e le lotterie;
cera in giro odore di patate fritte,
di nafta bruciata e di brillantina.
Tutti lo guardavano con rispetto,
poi una domenica, il 21 febbraio
1965, mentre stava predicando,
venne ucciso, colpito da 16
proiettili, tre dei quali mortali.
Nella storia di Malcolm X cera -
no il dolore, il crimine e la pri-
gione: sette anni. La madre era
figlia di una nera violentata da un
bianco, ed era finta al manicomio
dopo la morte del marito, ucciso
per il colore della sua pelle. La
trasmissione tv, in due puntate,
stata una delle tante straordina-
rie inchieste fatte da Enzo Biagi
in onda su Rai1, in prima serata,
dal titolo: Mississippi, romanzo di
un fiume. Una specie di diario di
viaggio, come lo defin lo stesso
Biagi, in cui il giornalista incon-
tr uomini, paesaggi e tanti pro-
blemi. Linchiesta con il taglio del
documentario classico, che nulla
aveva da invidiare a quelli rea-
lizzati da grandi registi (le riprese
furono realizzate da due storici
operatori della Rai: Duilio Chia-
radia e Paolo Muti e il suono, re-
golarmente in presa diretta, da
Salvatore Staiano), partiva
dallattualit: il 2 luglio 1964 il
presidente Lyndon Johnson ave-
va firmato la legge sui diritti ci-
vili, grazie alla quale ai neri ve-
niva riconosciuta una parit po-
litica che la Costituzione fino ad
allora non garantiva. Al momen-
to della firma, accanto al presi-
dente degli Stati Uniti, vi era
Martin Luther King. In quel pe-
riodo, per la prima e unica volta,
Malcolm X e il pastore protestan-
te si incontrarono. Fino a quel
momento avevano fatto tutto il
possibile per non vedersi, le loro
linee erano inconciliabili. King
consider quella firma fonda-
mentale per il futuro dei neri
dAmerica. Malcolm X invece
una legge inutile, non per il con-
tenuto, ma perch era convinto
che nessun bianco lavrebbe mai
rispettata. Linchiesta di Biagi
partiva dal fatto che allora 20 mi-
lioni di cittadini degli Stati Uniti
erano divisi dagli altri soltanto
dal colore della pelle, ma final-
mente potevano avvalersi di una
forza legale per far cadere ogni
forma di discriminazione.
NELLA SECONDA parte del suo
viaggio, il giornalista fece discu-
tere della questione dei neri quat-
tro singolari personaggi: il primo
era Malcolm X, definito come
uno dei capi della setta dei mu-
sulmani neri, Roy Wilkins segre-
tario dellAssociazione fondata
da King, il campione del mondo
dei pesi massimi Floy Patterson e
lo scrittore americano pi inte-
ressante in quel periodo: James
Baldwin. Biagi li present cos al
telespettatore: Ognuno di loro
esprime con la massima indipen-
denza il suo punto di vista. Forse
vi colpir lacre polemica di Mal-
colm X con i bianchi, ma lui un
razzista alla rovescia e la sua ap-
parente logica e la sua violenza
animano unappassionante di-
scussione. Biagi raccont per
quegli anni unAmerica incon-
sueta, non quella della grande
potenza e della grande prosperi-
t, ma quella dei problemi.
QuellAmerica per la quale si bat-
t Malcolm X, in cui ogni uomo
deve essere libero dalla povert e
dallodio.
14 DOMENICA 29 GIUGNO 2014 il Fatto Quotidiano
di Giulia Merlo
I
n Unione Sovietica il
porno si nascondeva in
biblioteca. Lontano da-
gli occhi del popolo, ma
a piena disposizione dei capi
del partito comunista, molti dei
quali erano assidui frequenta-
tori di quellala segreta della Bi-
blioteca di Stato di Mosca. An-
cora oggi la scandalosa raccolta
si trova l, chiusa a doppia man-
data dietro una porticina tra gli
scaffali del nono piano della bi-
blioteca Lenin, dove sono ar-
chiviate tutte le pubblicazioni
marchiate come ideologica -
mente dannose. Migliaia di li-
bri, disegni, fotografie e film
connessi in un modo o nellal -
tro al sesso sono stati conservati
qui: una collezione di circa
12mila oggetti provenienti da
tutto il mondo, dalle stampe
giapponesi del 700 agli Har-
mony americani dellera nixo-
niana. La stanza uno dei tanti
segreti che si annidano nel pas-
sato dell'austera Russia bolsce-
vica ed anche oggi la sua esi-
stenza non nota alla maggior
parte dei frequentatori della
grande biblioteca.
Labbiamo mantenuta intatta,
come cimelio di unepoca pas-
sata, ha spiegato la biblioteca-
ria Marina Chestnykh, che si
occupa di curare la raccolta
erotica. Lei stessa lha scoperta
solo nel 1990, dieci anni dopo
aver iniziato a lavorare alla Bi-
blioteca di Stato. La storia
dellarchivio segreto iniziata
nel 1920, quando il museo dar -
te di Mosca venne trasformato
Contrordine Compagni!
Il porno non per tutti
MOSCA, SVELATA LA COLLEZIONE DI STAMPE E LIBRI EROTICI NELLA BIBLIOTECA LENIN
NASCOSTA IN UNA STANZA CHE ERA APERTA SOLO AI MEMBRI DEL POLITBURO
La crisi in Ucraina
ALTRI MONDI
di Roberta Zunini
M
i scuso per aver riportato
nel mio intervento parla-
mentare la notizia di fotografie
che mostrano soldati ucraini in-
tenti a maneggiare i resti carbo-
nizzati di una persona uccisa nel
Donbass. Tre giorni dopo il suo
intervento in aula per illustrare,
attraverso l'esempio della crisi
ucraina, la mozione del Movi-
mento 5Stelle per varie ragioni, come la
mancanza di una politica italiana basata
sulle energie rinnovabili, l'onorevole
Marta Grande risponde alle accuse che le
sono state rivolte anche da simpatizzanti
del Movimento.
Lei ha affermato pubblicamente che i sol-
dati ucraini nel Donbass uccidono i civili e
ha portato come esempio alcune foto che
girano in rete. Non sapeva che erano sce-
ne tratte da una fiction?
Questa mia affermazione seguiva un'al-
tra in cui spiegavo che lo stesso governo
di Kiev ha fatto sapere di aver creato
campi di filtraggio per la popolazione del
Donbass, campi che in realt sono lager e
quindi ho concluso con l'esempio di que-
ste foto.
A maggior ragione, data la gravit di ci
che aveva appena asserito, non era il
caso di evitare di portare un
esempio falso in aula?
Ripeto, me ne scuso, ma
avrei potuto citarne altre che
sono vere.
Perch non l'ha fatto?
Cosa vuole che le dica, resta il
fatto che il focus del mio in-
tervento non era sul Donbass
ma sul peso politico italiano a
livello europeo che influenzi le scelte
strategiche dell'Unione e parlavo della
necessit di esprimerci concretamente
perch altrimenti subiremmo delle po-
litiche che vanno doppiamente contro i
nostri principi: primo perch non se-
guiamo le linee europee che ci siamo dati
tutti insieme e secondo perch, non
esprimendoci dobbiamo appunto subire
le scelte a noi imposte da altri.
Nell'intervento sembra che voi accettiate
la realizzazione del gasdotto South
Stream, frutto di un accordo tra il gigante
russo Gazprom e l'italiana Eni. Un pro-
getto rigettato dagli ambientalisti e volu-
to strenuamente dall'ex premier Berlu-
sconi e avallato poi dall'ex primo ministro
Pro d i . . .
Voglio fare chiarezza assoluta su questa
questione: noi del Movimento riteniamo
che sia il corridoio energetico azero Tap
sia il South Stream, che aggira l'Ucraina e
termina in Italia, siano due progetti da
ostacolare perch conseguenza di una
politica obsoleta e dannosa basata sullo
sfruttamento del petrolio e del gas, non
sulle energie alternative e rinnovabili.
Ma anche vero che, a causa dell'appog-
gio dato dal governo Renzi a Kiev, se ci
saranno ritorsioni da parte della Russia,
dopo la firma di ieri dell'accordo tra
Ucraina e Unione Europea, queste po-
trebbero estendersi all'Italia.
Lei sostiene che per evitare ritorsioni
russe nei nostri confronti, il governo
italiano dovrebbe fare ci che vuole
M o s c a?
Noi non siamo n pro Mosca n pro
Ucraina. Facciamo un discorso di stra-
tegia energetica.
Perch avete sostenuto l'annessione
della Crimea da parte di Mosca?
Perch fino al 1954 la Crimea stata rus-
sa e al referendum ha vinto il consenso
all'annessione.
Lo sa che la maggior parte della popo-
lazione della Crimea non ha votato?
Chi non ha votato ha sbagliato, bisogna
partecipare, noi del Movimento lo di-
ciamo sempre.
nella Biblioteca nazionale, inti-
tolata a Lenin. Accanto ai libri
della nuova cultura russa, i bol-
scevichi trasformarono i piani
alti in un deposito dove accu-
mulare la stampa clandestina e
i libri confiscati alla nobilt rus-
sa dopo la rivoluzione.
LA MAGGIOR PARTE del ma-
teriale viene, per, dalla colle-
zione privata di Nikolai Skoro-
dumov, il direttore della biblio-
teca delluniversit di Mosca.
Dietro limmagine pubblica del
tranquillo funzionario, Skoro-
dumov collezion per tutta la
vita volumi sia russi che stranie-
ri e soprattutto a tema erotico.
Come riuscisse ad aggirare la
censura sovietica, rimane un
mistero. Alcuni dicono impor-
tasse i volumi sfruttando la sua
posizione alluniversit e facen-
doli passare per materiale di in-
teresse scientifico, altre voci
raccontano che godesse della
protezione del comandante
della polizia di Stalin, anche lui
cultore di romanzi erotici. Do-
po la morte del collezionista, la
censura scopr un tesoro di car-
ta di oltre 40 mila volumi, 7mila
dei quali a contenuto erotico.
Una raccolta che non poteva
certo essere lasciata alla vedova
- sostennero le autorit - perch
tenerli in una casa privata pre-
senta enormi rischi. E quale
posto migliore, se non la stanza
allultimo piano della biblioteca
Lenin. Una stanza che divenne
improvvisamente molto visita-
ta dagli alti membri del Polit-
buro. Erano pi interessati alle
immagini pi che ai libri - ha
raccontato la bibliotecaria - ed
entravano quando volevano,
senza bisogno di permessi. La
particolare raccolta ha conti-
nuato ad essere ampliata fino
agli anni Ottanta, con il mate-
riale sequestrato alle dogane: li-
bri in inglese ma anche film e
cartoline considerate licenziose
e dunque poco adatte ai citta-
dini russi. Non venivano rac-
colti con metodo e non esiste un
catalogo - ha spiegato la Che-
stnykh - prendevano tutto quel-
lo che gli sembrava inappro-
priato e lo portavano qui. Il ri-
sultato un curioso collage: fo-
tografie dei Beatles, un libro sul
Kama Sutra in inglese, un ca-
talogo di dipinti di Picasso e una
raccolta di scritti di De Sade.
La stanza, oggi come ieri, con-
tinua a galleggiare nel limbo
della semi-clandestinit. La so-
vrintendenza della biblioteca di
Stato, infatti, divisa tra chi
vorrebbe valorizzare la piccola
raccolta e chi invece la conside-
ra una spesa inutile. Anche do-
po la caduta dell'Urss, il nono
piano della Biblioteca Lenin re-
sta un luogo di misteri e sguardi
ammiccanti.
La biblioteca Lenin e larticolo che ha svelato la collezione erotica La Pre ss e
Pianeta terra
REGNO UNITO STAMPA CONTRO CAMERON: PERDENTE
La stampa britannica ritiene che il premier David Cameron abbia fal-
lito in Europa per non aver evitato linvestitura di Jean-Claude Jun-
cker a presidente della Commissione Ue; aumentano le possibilit,
secondo i giornali, di unuscita della Gran Bretagna dallUe. La Pre ss e
IRAQ BATTAGLIA ALLE PORTE DI BAGHDAD
Alcuni sobborghi di Baghdad sono stati teatro di
scontri con venti militari governativi uccisi dagli
islamici. Lesercito ha proseguito loffensiva per ri-
prendere Tikrit, lungo lasse che conduce a Mosul
ma le truppe dello Stato islamico dellIraq e del Le-
vante (Isis) si sono spinte sulla capitale. La Pre ss e
M. Grande e la foto del soldato ucraino tratta da una fictionAnsa
Marta Grande (M5S)
Ho sbagliato, la foto del soldato era falsa
15 il Fatto Quotidiano DOMENICA 29 GIUGNO 2 01 4 ALTRI MONDI
di Carlo Antonio Biscotto
L
ennesimo proces -
so del secolo, quel-
lo ai responsabili
delle intercettazio-
ni organizzate da News of the
wo r l d , periodico scandalistico
dellimpero di Murdoch, ha
avuto un risultato a sorpresa:
assoluzione per Rebekah Broo-
ks, condanna per il suo compli-
ce e presunto amante Andy
Coulson, ex spin doctor di Came-
ron. I due imputati avevano fat-
to carriera insieme e insieme
erano fragorosamente caduti
travolti da uno scandalo che an-
ni fa mise a rumore il mondo
dellinformazione e della politi-
ca. Il tribunale ha separato i loro
destini assolvendo la rossa di
fuocoe condannando Coulson
che ora rischia due anni di pri-
gione. E Murdoch? Se lo chiede
perplesso Andreas Whittam
Smith sulle pagine dellIndepen -
dent, il quotidiano che ha con-
tribuito a fondare e di cui stato
direttore. Infatti il domenicale
dello scandalo costretto a
chiudere i battenti nel 2011
era di propriet, insieme al Sun e
al Ti m e s , di News International,
il gruppo editoriale che faceva
capo a Rupert Murdoch. Secon-
do la legislazione approvata in
Gran Bretagna nel 2000 in ma-
teria di intercettazioni telefoni-
che, il direttore responsabile di
un giornale e Murdoch era il
direttore responsabile di News
International risponde penal-
mente degli illeciti commessi
dai suoi dipendenti in caso di
negligenza. Ed proprio que-
sta la parola chiave.
MURDOCH STATOnegligente
nel controllare quello che face-
vano i suoi giornalisti? Quattro
ex dipendenti di Murdoch sono
stati condannati per aver illegal-
mente intercettato conversazio-
ni telefoniche private. Tre si era-
no dichiarati colpevoli allinizio
del processo: Neville Thurlbeck,
ex redattore capo di News of the
Wo rld , Greg Miskiw e James
Weatherup. Alla lista si ag-
giunto il direttore del tabloid,
Andy Coulson. Rupert Murdo-
ch aveva rassegnato le dimissio-
ni dal consiglio di amministra-
zione di News International nel
luglio 2012 quando Rebekah
Brooks e Andy Coulson erano
gi stati rinviati a giudizio. Inol-
tre il 1 maggio 2012 una appo-
sita commissione del ministero
della Cultura aveva scritto nella
sua relazione che Murdoch
aveva dolosamente lasciato
correre i comportamenti illeciti
divenuti abituali nelle redazioni
dei giornali di sua propriet e lo
aveva ritenuto inadatto a gesti-
re un gruppo editoriale interna-
zionale. Sullautorevole quoti-
diano inglese, Whittam Smith
sostiene che i comportamenti
allinterno di aziende, giornali,
organizzazioni e istituzioni, so-
no sempre ispirati se non addi-
rittura determinati dalla con-
dotta di chi al vertice e si aspet-
ta che anche al magnate austra-
liano la giustizia presenti il con-
to. Innegabile il fatto che i ta-
bloid hanno sempre prosperato
sul pettegolezzo e sulla violazio-
ne della privacy e che le inter-
cettazioni telefoniche e/o am-
bientali rappresentano sempli-
cemente il metodo pi moderno
ed efficiente per farsi i fatti degli
altri.
DA SEMPRE LA STAMPA scan -
dalistica causa problemi, disagi
e sofferenze e quasi mai ha po-
tuto addurre a giustificazione
del proprio operato il cosiddetto
interesse dellopinione pubbli-
Mosley finito sulle prime pa-
gine di tutti i giornali per qual-
che perdonabile vizietto pri-
vato passando per Mar-
garet Watson la quale
ha maturato la con-
vinzione che le falsit
scritte sullomicidio
della figlia Diane ab-
biano spinto al suici-
dio il figlio Alan scon-
volto da quello che leg-
geva sulla sorella. Per non
parlare di casi ancor pi famosi
quali quelli dei coniugi Mc-
Cann, genitori della piccola Ma-
deleine scomparsa in Portogal-
lo, il rapporto Leveson scrive:
Sono diventati merce per la
stampa, persone private di ogni
diritto e di cui tutti dovevano sa-
pere tutto. Se si vuole trovare
una giustificazione al compor-
ca a essere informata. Il ca h i e r
des dolances lunghissimo co-
me testimoniato dal rapporto di
Lord Leveson. Va dallattrice
Sienna Miller che, non sapen-
do di essere intercettata, accus
ingiustamente familiari e amici
di fornire notizie alla stampa
allex presidente della FIA Max
tamento dei giornalisti di N ews
of the World, bisogna ricordare
che erano sottoposti a enormi
pressioni fin dal momento della
loro assunzione. In tribunale
Don Evans, testimoniando sot-
to giuramento, ha detto che fin
dal primo giorno gli dissero che
qualora non fosse stato capace
di trovare una storia da prima
pagina avrebbe fatto meglio a
buttarsi dalla finestra. Le inter-
cettazioni illegali erano la rego-
la, non leccezione. Per il mo-
mento la giuria ha creduto a Re-
bekah e non a Coulson, ma
possibile che Rupert Murdoch
fosse alloscuro di tutto?
LA LEGGE INGLESE
Il direttore risponde
degli illeciti dei suoi
dipendenti: per questo
il magnate potrebbe
ritrovarsi sul banco
degli imputati
Tabloidgate, si stringe
la rete attorno allo Squalo
LONDRA, LE INTERCETTAZIONI DEL N E WS : LEDITORE MURDOCH ESCE INDENNE
DAL PROCESSO COME LA SUA PROTETTA REBEKAH BROOKS. MA NON FINITA
R. Murdoch e Rebekah Brooks, accanto Andy CoulsonLa Pre ss e
di Pierfrancesco Curzi
O
re 10:45 del 28 giugno 1914, Sa-
rajevo, davanti al Ponte Latino:
Gavrilo Princip esplode una serie di
colpi contro la vettura con a bordo
l'erede dell'Impero Austro-ungarico,
l'arciduca Francesco Ferdinando, fe-
rendolo a morte assieme alla moglie
Sofia. Ore 10:45 del 28 giugno 2014,
stesso luogo: una folla in arrivo da
ogni parte del pianeta si ritrova per
celebrare uno degli accadimenti car-
dine del XX secolo. Ci sono militari
austriaci, bosgnacchi in abiti tradi-
zionali, sosia dell'arciduca, gruppi di
preghiera a favore della pace in terra
che si sono dati appuntamento su in-
ternet, telecamere e giornalisti da
mezzo mondo. Un enorme carroz-
zone. Il resto del panorama celebra-
tivo sparso qua e l nella capitale: un
concerto nella Biblioteca nazionale
inaugurata di fresco dopo il rogo del-
l'agosto 1992, una mostra fotografica
sui fatti di 100 anni fa e, a mezza-
notte, un grande concerto di musica e
colori sopra il Ponte Latino che uni-
sce le due sponde della Miliacka. Il
governo serbo non ha mancato di en-
trare a gamba tesa. Il presidente Ni-
kolic non si visto a Sarajevo, ha
preferito celebrare il centenario a
Banja Luka, capitale della Republika
Srpska.
SARAJEVO ESPLODE di turisti nella
sua prima giornata di sole estivo. I
tavolini dei bar e dei ristoranti all'a-
perto straboccano, code ai musei. Da
questo punto di osservazione sembra
che la vita in Bosnia sia fiorente e i
fantasmi di un recente passato ormai
sopiti. Una cartolina sfocata. Meno di
100 km a nord, gli abitanti del vil-
laggio di Topcic Polje piangono morti
e danni causati dall'alluvione del
maggio scorso: La mia casa sotto
sei metri di fango - racconta Sharif
Josipovic mentre scava con la pala, il
classico bicchiere d'acqua nel mare -
ho perso mia moglie quella notte. Ora
vivo da mia sorella. Gli aiuti? Non li
abbiamo visti qui. Topcic Polje fa i
conti con la vera faccia della Bosnia
del secolo XXI, scevra da conflitti san-
guinosi, immersa tuttavia nelle sabbie
immobili di una leadership politica
incapace di risolvere vecchie grane.
Gli accordi di Dayton, novembre
1995, dovevano dare alla Bosnia una
forma amministrativa temporanea. A
quasi 20 anni tutto congelato. Esiste
ancora una presidenza a tre teste,
ognuna per rappresentanza etnica:
Bakir Izetbegovic (figlio di Aljia che
nel 1992 firm l'indipendenza della
Bosnia da cui si scaten l'inferno) per
i bosgnacchi, Nebojsa Radmanovic
per i serbi e Zeljko Komsic per i croa-
ti. A turno si succedono nella guida
del Paese diviso da vecchie ruggini.
Un'instabilit che non dovrebbe es-
sere regolata dalle elezioni presiden-
ziali e parlamentari, il 12 ottobre
prossimo.
LA POLITICA LITIGA su tutto, come
allora, ma senza sangue e bombe.
Quanto durer? Il rapporto 2014 di
Human Rights Watch parla di rischio
costante. Discriminazioni razziali, ri-
fugiati, oltre 100 mila sfollati mai tor-
nati nelle loro case. E a fine anno de-
cadr pure il Tribunale Internazio-
nale per l'ex Yugoslavia (ICTY), con
oltre 600 cause pendenti e i due leader
serbo-bosniaci, Radovan Karadzic e
Ratko Mladic, ancora sotto processo.
A Sarajevo ormai la gente ha impa-
rato a convivere col passato per teme
che da un momento all'altro tornino a
cadere le bombe:
Sarebbe colpa
della politica
dice Lejla, 37 an-
ni, laureata in
Legge, ferita da
un cecchino nel
marzo del 1994
perch la gente
vuole dimentica-
re, vuole vivere in
pace. Avevo 17
anni allora, quel-
la sera celebrava-
mo il Bajram (fe-
sta musulmana,
nda), c'era il ces-
sate il fuoco per
l'evento, ma al-
l'improvviso sen-
tii un sibilo e la
fitta al petto. Un
proiettile si era
conficcato a un
centimetro dal
cuore. Sono stata
in coma dieci
giorni e tre mesi
in ospedale. I ser-
bi? Ci hanno ag-
grediti, ma l'Europa non ha fatto nul-
la. Lejla mostra i punti dove al tempo
si trovavano le postazioni serbe sul
monte Trebevic.
Sui monti delle Olimpiadi oggi re-
stano gli scheletri dei Giochi Olimpici
del 1984. La pista di bob e slittino, un
serpente di cemento tra gli abeti e
l'impianto di salto dal trampolino sul
Monte Igman dove il finlandese Matti
Nykanen stabil un record storico.
Oggi restano solo le sagome minac-
ciose e il podio delle gare, triste come
la triste storia della Bosnia.
Dove iniziano le guerre:
benvenuti a Sarajevo
la citt che teme
il ritorno delle bombe
RICORRENZE: 1914-2014
LA FINTA NORMALIT
La Capitale ha ricordato lassassinio dellarciduca
Ferdinando accogliendo i turisti, ma la Bosnia
ancora divisa e i serbi celebrano a parte
SIMBOLI
Case distrutte dalle
recenti inondazioni,
il villaggio Olimpico
e la collina usata
dai cecchini serbi
ARGENTINA DIMISSIONI PER BOUDOU
Lopposizione ha chiesto che il vicepresidente
Amado Boudou, accusato in un caso di corruzione,
si dimetta o venga sospeso dallincarico finch
la sua situazione non verr stabilita dalla legge.
Boudou deve fare un passo indietro ha detto
Ernesto Sanz presidente dellUnione radicale. Ansa
USA TROPPI SUICIDI DAL GOLDEN GATE
Il Golden Gate Bridge di San Francisco sar
dotato di barriere di sicurezza per impedire
i suicidi; costo delloperazione, 76 milioni di
dollari. Oltre 1400 persone si sono uccise, dal
1937 ai giorni nostri, gettandosi dal ponte, con
un record di 46 suicidi nel solo 2013. La Pre ss e
16
non era da solo. Una mia amica pittrice, Pino la
Rana, laveva avuto come allievo. Non aveva la
forza di sollevare un quaderno, non avrebbe mai
potuto uccidere Pasolini con le sue mani. Con
Giuseppina, la proprietaria del Biondo Tevere,
parlai a lungo dellultima cena di Pier Paolo. Ri-
cordava tutto. Gli spaghetti, la conversazione, il
momento del congedo. Pasolini era felice, aveva
molti progetti, non covava pulsioni autodistrut-
tive. A Ostia non inseguiva la fine.
La tesi di Dacia Maraini. Con lei scrisse Storia di
Pi e ra , fortunata biografia di una parabola av-
ve n t u ro s a .
La conobbi alla Casa della donna, mentre suo-
nava il tamburo in un casino indescrivibile. Il
vo, sei stato molto bravo. Maestro, ma io sono
una femmina e lui: Bravo lo stesso.
Con Pasolini come and?
Ero una delle ancelle di Maria Callas in Medea e
linizio fu arduo: Mi piace la tua faccia perch
non hai un volto dattrice. Pensavo: Gi non mi
prende nessuno e lui rincara la dose. Pier Paolo
voleva dire che avevo un profilo autentico, ma io
mi misi sulla difensiva. Non conoscevo il cinema
e non avevo idea che inquadratura, presenza sul-
lo schermo e dettagli prevalessero sui dialoghi.
Mi accorsi che molte delle mie battute erano sta-
te tagliate e mi immalinconii. Un paio di volte,
per la delusione, cedetti il primo piano a qualche
comparsa. Dovevo entrare da una porta tenendo
in mano delle uova e prima del ciak cedevo il
malloppo alla vicina nascondendomi. Un altro
regista avrebbe urlato, Pasolini tacque. Poteva
esser duro e spietato, ma era soprattutto sensi-
bile, audace e fanciullesco. Per la Callas aveva
una vera e propria adorazione.
Si sempre discusso di quella della Callas per lui.
Il sentimento era reciproco. Mangiavano insie-
me e ridevano, una volta che tanto per cambiare
avevo sbagliato porta, li vidi anche darsi un ba-
cio. Pasolini aveva amato anche donne come la
Mangano, femmine dalla struttura un po andro-
gina. Il confine della sua sessualit era pi sfu-
mato, pi sottile di una definizione obbligata.
Comunque per la Callas si sarebbe buttato nel
fuoco. Lo fece, anche.
Dice davvero?
A un tratto, per una spina difettosa, si propag
un po di fumo in un casotto costruito sulla
spiaggia. Io, la Callas e un paio di ancelle era-
vamo dentro. Pier Paolo si precipit prima dei
macchinisti con lestintore. Gridava: Mariaaa,
Mariaaa, noi potevamo anche incenerire, ma
la Callas si doveva salvare. Le comparse venivano
dalle periferie. Non avevano mai sentito parlare
della Callas e non capivano: C sto nasone e c
sti baffi sar lamante der produttore. Poi No-
vella 2000 rivel la storia damore con Onassis e
latteggiamento del branco di colpo cambi.
Quando parlava al telefono con lui, le Ancelle
ammiccavano: Ah, sta a parl cor greco.
Quando Pasolini mor nel 1975, Medea era gi un
r i co rd o.
Lo seppi per telefono. Pasolini stato una pro-
vocazione vivente. Mai pago di sapere, di denun-
ciare la verit, di vivere nelle contraddizioni del
suo abisso. Il sottoproletariato era laltra faccia
della sua esistenza. E quella faccia, Pier Paolo an-
dava a cercarla in solitudine. Un suo amico, Giu-
seppe Zigaina, sostenne che la sua morte fosse
prevedibile. Io non me la sento. Probabilmente ai
tempi seguiva una traccia ed era in contatto con
qualcuno che in un mondo metamorfico in cui
infiltrati e spie erano allordine del giorno, non
gli voleva bene. AllIdroscalo, comunque, Pelosi
femminismo aveva molte diramazioni, le donne
marciavano da tutti i lati e Dacia era un capo
carismatico. sempre stata curiosa delle storie e
delle persone, mi chiese di raccontarle di mia
madre e cominciammo a frequentarci. Mi pro-
pose unestate a Sabaudia, con lei e Moravia.
Conversazioni registrate, dormite e bagni. Un
periodo bellissimo dopo un paio danni atroci.
Ero stata operata ai polmoni nel 77. Un calvario
dal quale mi ero ripresa con sommo sforzo.
Quando nel 78 dissi ai medici che sarei andata al
Teatro Greco di Siracusa per interpretare Elettra,
furono categorici: Lei laereo non lo prende.
And lo stesso?
In treno. Comunque. Il 9 maggio 1978, in tarda
mattinata, andai a ritirare i biglietti allIstituto di
Dramma antico in Via Caetani. Aristide Busa, il
funzionario, era in ritardo. Il portone sbarrato.
Non rinunciai. In quei biglietti cera pi di una
semplice scrittura teatrale. Ero tornata in salute e
mi riprendevo il palco. Ci sarebbero stati i gra-
dini per sedersi, ma con il solito atteggiamento
da suora preferii appoggiarmi a una delle auto
sulla strada. Una R4 rossa. Rimasi l per unora,
poi, stanca, emigrai per un caff in Piazza del
Ges. Tornai in Via Caetani, ma non cera nes-
suno. Mi spostai in una pasticceria poco distante
e l, a mezzogiorno passato, mi arresi. Telefonai a
unamica per chiederle di passarmi a prendere e
lei stravolta: Hai visto? Lhanno trovato. Os-
sessionata dallattesa azzardai: Aristide Busa? e
lei con voce spaventata: Aldo Moro. Alzai la
testa e vidi il caos. Poi la confusione divent iste-
rismo e listerismo, delirio. Nel ricordo tutto
nero e migliaia di persone si accalcano su Via
delle Botteghe Oscure.
Lei sost a lungo sullauto che custodiva il corpo
senza vita di Aldo Moro.
Cera qualche discordanza con gli orari forniti
di Malcom Pagani
e Fabrizio Corallo
N
elle fotografie di Piera
Degli Esposti il fuoco
sempre sullo sfondo. A 75
anni, con rossetto, oc-
chiali e sciarpa, ad andare
in primo piano ancora
latmosfera: Ho bisogno di sentirmi accet-
tata, di avere un rifugio, di sapermi compre-
sa. Accadeva anche ieri, prima che la tele-
visione le offrisse cittadinanza onoraria e la
popolarit: Rifiutata da ragazza e piovuta so-
lo adesso che la vita al tramonto le resti-
tuisse discesa dopo tanta salita: In molti mi
osteggiavano, in pochi mi capivano. Dopo
aver recitato per i Taviani, Pasolini, Moretti,
Ferreri, Bellocchio, Sorrentino e Tornatore:
E aver abbandonato il no a prescindere a cui
il timore di sporcarmi o scontentare il mio
cenacolo intellettuale mi aveva confinata,
mentre al cinema proiettano un bel docu-
mentario sulla sua parabola (Tutte le storie di
Pi e ra di Peter Marcias, gi presentato al Fe-
stival di Torino) Degli Esposti si felicemente
data alla serialit in cui famiglia e amore, fin
dal titolo, tracciano i Comandamenti dellab-
braccio generazionale. Un trionfo: Ed stra-
no perch non ho figli e non sono mai stata
giovanilista. Per la tv mi piace. Mi fa entrare
nelle case e mi colloca nel presente. N avanti.
N indietro. I bambini mi sognano e dise-
gnandomi, mi emozionano. Vorrebbero por-
tarmi in camera, come una bambola.
Quante altre volte si emozionata?
Tutte le volte che sono stata felice o pur av-
vertendo linadeguatezza, ho ricevuto affet-
to.
Per Eduardo De Filippo lei era il verbo nuo-
vo .
Seppi che sarebbe venuto a vedermi in Molly
ca ra . Ero partita dai teatrini davanguardia ro-
mani come il Centouno. Cera da avere le ver-
tigini. Sapete cosa dicevamo del Centouno?
Che aveva cento posti e un solo bagno. Poi
una sera, a Napoli, Eduardo arriv davvero.
Ero rossa e sentivo un gran caldo. Recitai solo
per lui. Alla fine venne in camerino con il fi-
glio. Nun teng interesse perch issa nun m
parente n song limpresario suo, ma issa o
verbo nuovo. Rimasi senza fiato. Con Eduar-
do, come con De Chirico e Pasolini, sono in
debito.
Pe rc h ?
Mi hanno insegnato cose straordinarie che
allepoca non capii. De Chirico assistette alla
prima di A dieci minuti da Buffalo di Gnter
Grass. Interpretavo un marinaio. Visto che
come donna non mi prendevano sul serio e
che la mia fisicit magra e angolosa turbava i
pi, feci del mio meglio per essere un ma-
schiaccio. De Chirico mi prese da parte: Bra-
Piera Degli Esposti
La t t r i ce
CARMELO BENE BANDIVA
LA FELICIT DA CONTRATTO
Mi chiede di recitare con lui, tento di rifiutare ma poi
mi lascio convincere. Mi presento in platea e lui inizia
a provocarmi: Mi sembra di vedere la Degli Esposti,
come mai sei qui?. Avevamo appuntamento oggi.
Non sarebbe pi semplice dire che volevi
venire e sei venuta senza appuntamento?
Dai, ormai sei qui, vieni sul palco, forza
IO E NANNI SIAMO STATI MOLTO AMICI,
NON LHO MAI TROVATO ARIDO
Quando lesse Storia di Pierami telefon urlando: Ma
quanti aborti hai fatto?e io, tranquilla: Nanni, mica
un'opera dei fratelli Cervi, non devi leggerla per forza
Siamo stati molto amici e mi amareggio perch qualcuno
ha scritto che lo trovavo arido. Non vero. Aveva grandi
slanci. Arrivava sotto casa mia vestito di bianco
e se mi vedeva spuntare in lontananza, sventolava gioia
UNA LUNGA CARRIERA
CON I TAVIANI, MORETTI,
FERRERO, SORRENTINO
E TANTI ALTRI,
MA SOLTANTO ADESSO
LA TELEVISIONE LHA
CONSACRATA AL SUCCESSO
I BAMBINI MI SOGNANO
E MI EMOZIONANO
ED STRANO, PER CHI
NON HA AVUTO FIGLI
Da De Chirico e Pasolini
alla R4 di Moro: ma ora
con la fiction sono fe l i c e
LA VITA, IL PALCO
Nata a Bologna nel 1939, ha recitato per i pi impor-
tanti registi italiani. Sui suoi anni sul palco sta per uscire
il libro Bravo lo stessodi Manuel Giliberti. A giorni
torner sul set per la fiction Rai Una grande famiglia
16 17 il Fatto Quotidiano DOMENICA 29 GIUGNO 2 01 4
Q u a l e?
Non puoi fingere coraggio se sei pavido. Cos
pregai Massimo, il mio compagno di allora, di
rifiutare al posto mio. Intuivo che Carmelo mi
voleva per finirmi. Mi aveva definito presenza
straordinaria, ma in realt sottintendeva che
lunica presenza straordinaria dovesse essere la
sua. Lavevo capito, mi difesi finch fu possibile e
quando arriv la telefonata di un suo assistente:
Il maestro aspetta una risposta e io sibilai: Ma
ho gi detto di no, si sent il ruggito di Carmelo
in sottofondo. Un imperativo: Deve venire a
dirmelo di persona, voglio sentire la sua voce.
Andai. E naturalmente persi. Bene aveva una lo-
gica ferrea e io mi sciolsi in un istante. Uscii dopo
aver accettato il ruolo, definitivamente persuasa:
Non so perch lo dipingano come un mostro,
ma Carmelo diventato dolcissimo.
Era vero?
Un abbaglio totale. Era solo labbrivio della ven-
detta. Lappuntamento era a Pavia. Il giorno 6
alle 6. Mi presento puntuale in platea e lui inizia
a provocarmi: Mi sembra di vedere la Degli
Esposti, come mai sei qui?. Avevamo appun-
tamento oggi. Non sarebbe pi semplice dire
che volevi venire e sei venuta senza appuntamen-
to? Dai, ormai sei qui, vieni sul palco, forza. Co-
mincio ad avvertire qualcosa di sinistro e chiedo
di parlare con limpresario. C un telefono sul
palco. Compongo il numero e illudendomi di
essere in errore gli faccio la domanda giusta: Ma
non eravamo daccordo per oggi alle 6? Carmelo
dice di no. Sento silenzio e poi mentre ascolto la
risposta: Hai perfettamente ragione, come al so-
lito ha cominciato a fare lo stronzo, mi accorgo
che il maestro sogghigna da una quinta. Perch
vuoi parlare con limpresario, Piera? Perch
pi cordiale di te, Io non sono cordiale, cara?
Sei tutto tranne che cordiale. In evidente stato
dagli artificieri e si cercavano riscontri su una
ragazza dai capelli corti che in Via Caetani, pri-
ma che la notizia del ritrovamento fosse di pub-
blico dominio, aveva chiesto a un poliziotto se
nella Renault si trovasse davvero Moro. Decenni
dopo mi chiamarono in Questura per fissare il
mio ricordo. E la convocazione mi riport ad
allora. Non fu piacevole. Mi inquiet. Ricordare
con esattezza, 35 anni dopo, complicato. Se le-
gittimamente esiti, o sei in malafede, o sei vec-
chio, o peggio ancora, rincoglionito. Ricordare
in s violento.
Violento fu il suo rapporto con Carmelo Bene.
Se non ero contenta, la scrittura non la accettavo.
A Massimo Castri che mi domandava la ragione
del mio rifiuto lavevo detto chiaramente:
Quando lavoro con te non sono felice. Figu-
riamoci se andavo a lavorare con Carmelo che la
felicit la bandiva da contratto. Prov ad aggi-
rarmi con la complicit degli amici comuni e mi
invit in vacanza a Forte dei Marmi.
Lei and?
Era fine agosto. Arrivai e lo trovai tinto di biondo
in giardino. Doveva fare Amleto e leggeva as-
sorto su una sdraio. Non alz lo sguardo dal li-
bro. Mi parve un inizio tremendo. Poi le cose
migliorarono. Mi divertiva vederlo preparare il
barbecue o giocare a ping pong e buffoneggiare
sui punti persi. Arriv il suo compleanno e gli
feci grandi auguri: Il pi grande regalo che puoi
farmi accettare di lavorare con me disse. Poi
mand avanti il suo amministratore e mi fece
offrire 28 milioni di lire. Una cifra folle. Ma io ho
sempre avuto bisogno damore e non di soldi.
Cos presi tempo, respinsi le blandizie: Una vol-
ta che sarai diretta da me, non potrai farti di-
rigere da nessun altro e chiesi di poter tornare a
Roma per riflettere. Lui usc di testa. Una volta a
casa, diedi sfogo alla mia vera indole.
di tensione, andiamo a cena. Per due ore d
dellimbecille a unamica e poi pretende di pro-
vare fino allalba. Declino. Vado a dormire e alle
9 di mattina, mentre faccio colazione, vedo ar-
rivare il maestro Striano, un galantuomo, con la
coda tra le gambe: Bene dice che lo spettacolo
non si fa pi. Non mi fido e chiedo a che ora
siano previste le prove. Poi corro a teatro in per-
fetto orario. Sono una provarola, conosco il
soggetto e sono certa di trovarlo al suo posto.
Cos ?
Cos . Lui ride, fa il pazzo, mi attacca: Fai troppi
ruoli, devo togliertene uno. Non cado nella
trappola fino a quando non esagera: Purtroppo
i microfoni che come sai sono il solo a usare met-
tono in evidenza una tua difficolt respiratoria.
La fine arrivata in quel momento. Picchiare
sulla malattia che avevo avuto era di una crudelt
atroce e infantile. Il mio compagno avrebbe vo-
luto regolare i conti sul momento, lo calmai. Dis-
si solo: Me ne vado. E cos feci. Carmelo giu-
rava di stimarmi incondizionatamente, ma la
storia mi ricordava quella dello scorpione e della
tartaruga. Lei deve attraversare il fiume, lui si
offre di aiutarla. Mentre guadano, lo scorpione la
punge. La tartaruga chiede perch. In quel modo
moriranno entrambi. Lui ne consapevole, ma
non pu trattenersi: la mia natura.
Per Paolo Sorrentino lei nella categoria inarri-
va b i l i .
uno straordinario orefice e io sono solo uno dei
suoi risultati. Lavora sulle facce, sulla direzione
degli attori e porta con s un mistero complesso.
Quasi indecifrabile. Sul set de Il Divo io e Servillo
ci guardavamo trasfigurati: Siamo davvero en-
trati nella Democrazia cristiana.
Per Bellocchio darle una scena importante equi-
vale a fornirle uno spazio in cui concederle piena
liber t.
Marco una persona corretta. Ho pensato, senza
dirglielo, che eravamo entrambi molto legati alla
famiglia e che questo avrebbe potuto facilitare
lamicizia. Ma limpressione che Bellocchio
non sia un uomo facile e che di amici, per sua
volont, non ne abbia molti. molto chiuso, ava-
ro di s, legato alle radici. Sembra il figlio di suo
figlio. rimasto ragazzo, come Nanni Moretti, a
cui somiglia. Insieme potrebbero giocare persi-
no a pallacanestro in una parrocchia.
Moretti lha conosciuto bene.
Fin dai tempi in cui suo padre lo chiamava Gio-
vanni e a pranzo gli consigliava come imbrigliar-
mi: Dovresti dire alla tua amica che giovane e
quando si giovani pi saggio ascoltare che
parlare. Quando lesse Storia di Piera mi telefon
urlando: Ma quanti aborti hai fatto? e io, tran-
quilla: Nanni, mica unopera dei fratelli Cervi,
non devi leggerla per forza. Siamo stati molto
amici e mi amareggio perch qualcuno ha scritto
che lo trovavo arido. Non vero. Aveva grandi
slanci. Arrivava sotto casa mia vestito di bianco e
se mi vedeva spuntare in lontananza, sventolava
gioia: Pieraaa, Pieraa. Su mio fratello Franco,
socialista, improvvisava strofe: Penso male di
Bettino/mi dispiace per Franchino.
Craxi non dispiaceva neanche a Dalla.
Un fratello. Ci conoscemmo a 7 anni per non
perderci pi di vista. Lucio mi rendeva felice.
Raccontava bugie, era spiritoso, con lui la vita era
leggera. Solo Marco Ferreri mi ha fatto sentire
cos. Dormivo lieta nellattesa di rivederlo il gior-
no dopo. Lho amato molto. Quando chiesi a mia
madre se gli avesse fatto una buona impressione,
lei rispose: S, quelluomo la sua testa. Era un
buono, ma si incazzava. Anche solo per diver-
timento. Quando rivedevamo i giornalieri e mi
mettevo in ultima fila fingeva di indignarsi: A
Pi, te sto a ff il monumento e tu te distrai?.
E l'altra grande passione della sua vita, Robert
M i tc h u m?
Mi sembrava il massimo dellerotismo, facevo
camminare tutti con i piedi stretti come lui e a un
certo punto, gli scrissi anche una lettera aperta:
Tutto in te osceno e speranzoso, un inno
allabbandono. E io che non mi abbandono mai,
ti aspetto per vedere se quella meraviglia esiste
veramente. Lina Wertmller, con cui nessun
sogno era impossibile, organizz per me una ce-
na con lui. Hai visto cocca dove ti porta lamica
tua?. Diventai un termosifone, ci sedemmo vi-
cini, lui era un gran civettone molto divertito dal
mio presentarmi come lultima delle ciabatte. A
fine serata ci demmo un bacio. Un bacio vero.
Aveva un gusto di caramella. Come il primo ba-
cio della mia vita. Da allora penso che i baci do-
vrebbero avere soltanto quel sapore.
SORRENTINO E LA CATEGORIA
DEGLI I NA R R I VA B I L I
uno straordinario orefice e io sono solo uno
dei suoi risultati. Lavora sulle facce,
sulla direzione degli attori e porta con s
un mistero complesso. Quasi indecifrabile
Sul set de Il Divo io e Servillo ci guardavamo
trasfigurati: Siamo davvero entrati
nella Democrazia cristiana
I PROTAGONISTI A fianco, Piera Degli
Esposti oggi. Qui sotto, una foto sequenza
con Robert Mitchum, passione della sua vita.
In basso a sinistra, insieme con Dacia Maraini
e il regista Marco Ferreri
18 19 DOMENICA 29 GIUGNO 2 01 4 D O M E N I CA 29GIUGNO 2 01 4 il Fatto Quotidiano
I MONDIALI DEL FATTO
S P ORT. S P E T TAC O L I . I DE E
di Roberto Beccantini
N
on stata una partita, stato un romanzo. Il Bra-
sile spazza via il fantasma del Maracanazo al cul-
mine di unordalia che anche noi neutrali fati-
cheremo a dimenticare. Un fiammeggiante Cile
si arrende solo ai rigori: e in che modo, poi. Dopo
aver spaccato una traversa con Pinilla, riserva
del Cagliari, agli sgoccioli dei supplementari, e
dopo aver colpito il palo, nellultimo penalty, con
Jara. Uno a uno, firmato David Luiz e Sanchez, e
poi 3-2 dal dischetto. Determinanti le parate di
Julio Cesar.
Che emozioni, a Belo Horizonte. Il Brasile meno
Brasile della storia si aggrappato agli attributi,
pi che allo stile e alla tecnica. Possibile che non
esista un centravanti meno schiappa di Fred e Jo?
Non so se avete presente il Serginho del 1982:
siamo l. Il Cile, pi squadra, ha conteso al Brasile
ogni zolla e ogni tackle: avrebbe meritato di pi,
ma il mondo imponeva un vincitore, e i rigori
riassumono la volutt dei carnefici.
Parlavano spesso di calcio, i 33 minatori che, in-
trappolati a settecento metri sotto terra nella mi-
niera di San Jos, vennero salvati dopo sessan-
tanove giorni di drammatico limbo. anche per
questo che Sanchez & c. hanno dato lanima. La
Fifa, a scanso di equivoci, aveva inviato Webb, il
migliore. Subito fuoco alle polveri: Fernandinho
placca Aranguiz, Medel stende Neymar. Scolari
alterna il 4-2-3-1 dordinanza a un 4-4-2 am -
biguo, con Neymar pi vicino a Fred che non a
Oscar e Hulk. Sampaoli, lui, sfodera un 3-4-1-2
tradotto ai cento allora: nelle intenzioni, alme-
no.
Toccato duro, Neymar esce e rientra. Isla-Mar-
celo e Mena-Dani Alves timbrano le fasce. A me-
t campo tutto un ribollir di tibie. Sanchez e
Vargas spremono Thiago Silva e David Luiz. I
contatti David Luiz-Vargas e Isla-Hulk non com-
muovono larbitro: siamo in area, e per crollare
basta un soffio.
Se fosse un match di pugilato, parlerei di pesi
massimi contro pesi medi.
I cileni soffrono il
gioco aereo, i calci
piazzati; gli avversa-
ri, il lavoro ai fianchi
(quando rapido).
Lequilibrio si spac-
ca al 18. Angolo di
Neymar, sponda di
Thiago Silva, ca-
rambola Jara-David
Luiz. Come volevasi
dimostrare. Al Bra-
sile non sembra ve-
ro. Fernandinho e
Luiz Gustavo chia-
mano a s i punte -
ros e giocano di rimessa. Se Vidal e Aranguiz
perdono palla, sono dolori. Operato di menisco il
7 maggio, lo juventino gira in folle, a caccia di una
posizione che non sia banalmente decorativa.
IL PAREGGIO, al 32, appartiene a un episodio,
non al contesto, visto lagio con il quale i brasiliani
stavano controllando le scaramucce. Hulk perde
palla, Vargas imbecca Sanchez, Sanchez fulmina
Julio Cesar. Non un difensore che abbia reagito
come insegnano a scuola: fermi o distratti, tutti.
Neymar la molla del Brasile. Sfiora il raddoppio
di testa, dribbla mezzo Cile. Dani Alves ci prova
da lontano, Bravo alza sopra la traversa. Non
scherza neppure il Cile, e Aranguiz, armato da
Vidal e Sanchez, spreca a ridosso del portiere.
In avvio di ripresa, Webb coglie qualcosa di ma-
nesco nel gol di Hulk e cala lasso: rete annullata
pi ammonizione. Sampaoli richiama Vargas
(cos cos) e, con Gutierrez, aggiunge legna al cen-
trocampo. Scolari replica subito: fuori Fred, fi-
schiato, dentro Jo. Come non detto. La partita
un braccio di ferro che il Cile non rifiuta, anzi.
Julio Cesar salva la patria su Aranguiz, al 65; non
pi il Brasile che aveva aggredito la sfida, un
Brasile che rumina calcio, a rimorchio degli even-
ti.
La staffetta Fernandinho-Ramires ricerca di
equilibrio, di ossigeno. Jo sfiora un cross teso di
Hulk: era unoccasione. Il Brasile ronza attorno al
Cile padrone del ring. Neymar arriva, quando ar-
riva, da molto lontano. Troppo egoista. il ci-
clopico Hulk, soprattutto, ad accendere larena:
che parata, Bravo. Si gioca sui nervi; Pinilla, tra-
liccio fatale, avvicenda un Vidal alla frutta. Il Cile
chiude allattacco.
Sembra stremato, il Brasile, e invece i supplemen-
tari sono tutti suoi. Willian al posto di Oscar, un
disastro, e Rojas al posto di Medel, un guerriero,
accompagnano gli ultimi bagliori. Manca un mi-
nuto alla fine, uno solo, quando Pinilla butta gi la
traversa. Ho pensato al palo che Rensenbrink col-
p agli sgoccioli di Argentina-Olanda, nella finale
del 1978, prima che Kempes e Bertoni facessero
godere Videla. Rigori, dunque. David Luiz gol;
Pinilla parato; Willian fuori; Sanchez parato;
Marcelo gol; Aranguiz gol; Hulk parato; Diaz gol;
Neymar gol; Jara palo. Brasile ai quarti, Cile a casa.
Con tutto il rispetto: gran bastardo, il destino,
quando vuole.
di Oliviero Beha
NELLO PSICODRAMMA collettivo finito be-
ne, grazie a un palo, un semplice palo nellul-
timo rigore, spunta il carisma contraddittorio di
Neymar Da Silva Santos junior, fuoriclasse
paulista di genere Pel. O di tendenza Pel,
come si dice. Costato al Barcellona 85 milioni
di euro, confluenza e pretesto per un investi-
mento pubblicitario da 35 milioni, in questi
Mondiali Neymar sta facendo il suo, compreso
il rigore perfetto che precedeva il palo del ci-
leno, dopo aver miracola-
to la sua Seleo per tutto
il primo tempo regola-
mentare. uno strano 10,
classico nelle movenze da
met campo in avanti, un
mezzo centravanti che
stacca di testa e tira con
due piedi, grande fluidit
familiare con quella cosa
rotonda, una visione di
gioco intermittente. Sem-
bra esile ma non lo , sa come restare in piedi e
ancor meglio come ammortizzare i colpi, tan-
tissimi, che gli vengono inferti: ha un suo va-
demecum su come cade. E sa accartocciarsi su se
stesso nelle pause, come ha fatto nelli n te r va l l o
tra tempi regolamentari e supplementari, quasi
fosse un muezzin rivolto verso la propria anima.
UN PO INDIOe un po borghese, quale lo espri-
me la sua fisionomia tanto diversa nei colori e
nelle espressioni facciali da quella di Edson Aran-
tes do Nascimiento, che oggi nelle strade con-
testano come complice del potere politico ma
una volta adoravano come oggi fanno o piace-
rebbe loro fare con Neymar, abbastanza atipico
nella tipicit brasiliana. Nella flessuosit fisica
felina ricorda nei gesti il pi celebre Pel, non
Maradona e tanto meno Messi, da lui cos diversi
nel fusto: due microcaluscenti contro un medio-
caulescente, per dirla in botanichese. E a pro-
posito di linguaggi, il linguaggio delle piante non
esattamente quello del solito Sepp Blatter, bu-
caniere della Finanza che pur di garantirsi un
nuovo mandato dopo aver fatto una carneficina
della credibilit della Fifa adesso ricorre al sorriso
e allapertura verso le nuove tecnologie: moviola
in campo, sia pure tutta da studiare, per evitare
gli errori pi grossolani degli amici arbitri (se-
gnalo un Webb bravissimo in Brasile-Cile, al di
sopra stellare di ogni sospetto pro-brasiliani):
probabilmente ci si arriver, esattamente come
accaduto per le cellule che segnalano se un pal-
lone varca la linea di porta. Certo, se ci si af-
fidasse di pi a una sorta di presentabilit di tutto
il baraccone, quello sospetto di corruzioni in ogni
circostanza fino al colmo del Qatar, forse sarebbe
meglio: cos ci troviamo di fronte al paradosso
che la moviola deve salvare letica. Per fortuna c
ancora qualche Neymar in giro che fa identificare
le folle e qualche volta addirittura con ragione.
Diventer Pel? Per ora s o l t a n to N ey m a r.
Mentre Blatter pur troppo gi Blatter da un
p e zzo.
w w w w.o l i v i e ro b e h a . i t
Brasile a undici metri
da un altro Maracanazo
IL PALO RESPINGE IL QUINTO RIGORE DEL CILE, REGALA I QUARTI DI FINALE ALLA SELEO EVITANDO UN CLAMOROSO FLOP
GRAN PARTITA DEI ROJ OS , CHE AL 120 VEDONO INFRANGERSI LA VITTORIA SULLA TRAVERSA COLPITA DA PINILLA
UNO A UNO AL 90
Verdeoro avanti
con David Luiz al 18,
pareggio di Sanchez al 32
e cos fino ai tiri dal
dischetto. Julio Cesar, eroe
della serata, ne para due
S O L L I E VO
Abbracci a Julio
Cesar, decisivo per
la vittoria. In alto,
la delusione di
Alexis Sanche-
z A n s a / La Pre ss e
CO P PA
C A BA N A
Neymar, il piccolo
Pel sul bordo
dello psicodramma
18 19 DOMENICA 29 GIUGNO 2 01 4 D O M E N I CA 29GIUGNO 2 01 4 il Fatto Quotidiano
I MONDIALI DEL FATTO
S P ORT. S P E T TAC O L I . I DE E
di Paolo Ziliani
D
allalto dei suoi 75 anni e con la
valigia in mano pronto a imbar-
carsi per la Costa dAvorio (far il
ct succedendo a Lamouchi in vista
del Mondiale di Russia 2018), Giovanni Tra-
pattoni un lusso se lo concede: dire quello che
pensa senza troppi giri di parole. Forte
dellesperienza accumulata come ct azzurro, e
non solo, e come allenatore in ogni angolo del
mondo, il Trap riproietta il film del tracollo
italiano al Mundial in Brasile ed emette la sua
prima sentenza: Balotelli non centra. Dare ad-
dosso a lui per leliminazione
non onesto spiega non
un giocatore che ti fa perdere
un Mondiale; come non a
unespulsione (alludo a quella
di Marchisio) che ti fa perdere
una partita. Una partita in 10 la
puoi pareggiare, a volte per-
sino vincere. Sapessi quante
volte a me successo!.
Per De Rossi ha parlato di
f i g u r i n e e Buffon, sul Cor-
riere della Sera ha ribadito
che i giovani, prima di vestire
lazzurro, i campi della Serie
A li devono arare.
Questa la gelosia del grup-
po. Che quando le cose vanno
male viene fuori, se tutto va
bene resta sotto traccia. Ba-
lotelli un talento difficile da gestire, cer-
tamente, ma non il primo e non sar lu l-
timo. A me capit Cassano. Prima del Mon-
diale in Giappone andai a colazione con lui e
Totti per essere certo che non ci sarebbero
stati problemi, sotto
il profilo umano,
a livello di
gruppo. Per-
ch a volte i
problemi
vanno preve-
nuti, anticipati. Ricordate Edmundo? Ho pas-
sato le notti, alla Fiorentina, a parlare con lui,
brasiliano, e con gli argentini, Batistuta in
testa, perch almeno si accettassero. Quando
c il talento, che pu farti vincere, provarci
dobbligo.
Un lavoro che Prandelli non ha fatto?
Mi sembrerebbe strano. Prandelli un mio
ragazzo, sa bene il lavoro che facevo nella
stanze come allenatore. Ma la verit che oggi
tutto pi difficile perch il mondo cam-
biato. Buffon dice: quandero giovane io, ma
dimentica che era unaltra epoca. Oggi nes-
suno insegna pi lumilt, e prima di dire che
colpa di Balotelli sarebbe
onesto dire che colpa del
mondo. E poi, vogliamo par-
lare di sti cazzo di procura-
tori? Vi sembra che si pon-
gano il problema di educarli,
questi ragazzi? Io dico di no.
E insomma, vedere oggi un
Messi, campione immenso e
ragazzo doro, a me pare un
miracolo. Come lui non ne
nasceranno pi.
Tornando a bomba: Pepito
Rossi come alternativa a Ba-
lotelli non ci stava proprio?
Di esclusioni crudeli so qual-
cosa anchio. Credo che
Prandelli avr sofferto come
soffrii io nel 2002 quando
avevo Baggio che stava gua-
rendo dopo la rottura del crociato. Ma la ga-
ranzia, al 100 per 100, non lavevo. Cos pro-
posi a Baggio di venire come 24, una specie
di testimonial azzurro. Rifiut.
Nel 2006, ai Mondiali di Germania, Barzagli
era lultima ruota del carro dopo Cannavaro,
Nesta, Materazzi. Oggi, con 8 anni in pi sulle
spalle, il meglio che abbiamo in difesa.
Vero. Credo che il nuovo ct, chiunque esso
sia, dovr pensarci. E innovare profonda-
mente. Bisogna cercare. Far crescere. E ri-
costruire.
Buffon per dice: andiamoci piano con i gio-
va n i .
Buffon un senatore: ma lo diventato es-
sendo stato, a sua volta, giovane. Non di-
mentichiamo che i giovani portano une n e r-
gia diversa. Certo, dovrebbero essere spavaldi
e avere la testa sulle spalle. Una delle due non
basta. Ma attenzione: se hai giovani a modo e
non spavaldi, le partite non le vinci. Come la
mia Irlanda allEuropeo 2012. Pronti-via, c
la Croazia, larbitro fischia e siamo gi
sotto. Erano 3 punti che scottavano
davvero. Cera bisogno di essere un
po prepotenti.
Chiellini ha detto che Suarez non
doveva essere punito in modo cos
duro per il morso. Lei da cco rd o?
Per niente. Suarez ha compiuto,
da recidivo, un gesto tremendo
per la cui gravit stato pu-
nito. Non tocca a Chiellini
giudicare le sanzioni.
Non ha titolo per farlo e
dovrebbero dirglie-
lo.
Larbitro messica-
no Rodriguez
stato un Moreno
2?
Proprio come il
mio Moreno,
credo fosse preve-
nuto. Marchisio ha
commesso un fallo stupido e pla-
teale, vero: ma era un fallo da
ammonizione.
Perch siamo tornati a casa subi-
t o?
Vale per noi ma anche per colossi
come Spagna, Inghilterra, la stes-
sa Russia: perch eravamo spom-
pati. Attenzione signori: qualifi-
carsi a un Europeo o a un Mondiale un
conto, ci metti due anni, pianino pianino, ma
affrontare la fase che conta con 8 undicesimi,
o 15 ventitreesimi della rosa che hanno 70
partite sul gobbone non semplice. Alla fine
corrono pi gli africani, i centroamericani.
Che forse durante la stagione non si spre-
mono come ci spremiamo noi.
Il nuovo ct: Allegri, Guidolin, Mancini o Spal-
letti?
Io dico che lesperienza internazionale conta.
E insomma, anche se Guidolin un ottimo
tecnico, sulla panchina azzurra io vedo o
Mancini o Spalletti.
Pronto per la Costa dAvor i o?
S. E ora posso dirlo: mi avrebbero voluto in
panca gi in Brasile, ma a me non sembrava
bello che chi aveva faticato per arrivarci (La-
mouchi, ndr) non raccogliesse i frutti del suo
lavoro. Cos ho spiegato ai dirigenti che non era
giusto. Mi hanno ascoltato. Ora sono pronto.
LUOMO
IN MENO
di Andrea Scanzi
Allegri ct? Tanto
vale Fassino
DIFFICILE individuare oggi un allenato-
re in grado di fare peggio di Prandelli in
Brasile, per forse la Federazione riusci-
ta a trovarlo: Allegri. I nomi di questi gior-
ni sono tutti pi o meno auspicabili, in
particolare Spalletti, Mancini e Guidolin
(Cabrini un po meno). Uno dei pi papa-
bili per Allegri, e davvero non se ne ca-
pisce il motivo, a meno che aver vinto uno
scudetto per mancanza di avversari e
averne perso un altro
da strafavoriti (compli-
ce il gol negato a Mun-
tari) siano requisiti suf-
ficienti.
Allegri ricordato dai
milanisti, e non solo da
loro, per non avere mai
dato uno straccio di
gioco ai rossoneri e per
avere regalato Pirlo alla
Juventus. Livornese ati-
pico, 47 anni, da calcia-
tore era assai indiscipli-
nato. Dribblatore in
campo e alla l t a re ,
scamp al matrimonio
un attimo prima di celebrarlo. In panchina
pare lopposto: piangina con arbitri e gior-
nalisti, yesman zelantissimo coi Presiden-
ti perfino sulle pettinature da sfoggiare
(Allegri dovrebbe tagliarsi i capelli, or-
din Silvio. E Max obbed)
SCRIVEVA ieri Giancarlo Dotto su Dago-
spia: Il nome di Allegri malinconia pu-
ra. (...) Ci stiamo consegnando alluomo
che passer alla storia per aver consegna-
to Pirlo alla Juventus, con la scusa che era
al capolinea. Uno che di carismatico ha
solo il volto. Purch non parli e non rida.
Ilare pi che altro nel cognome, Allegri ha
le sembianze di un Fassino allenatore, che
predica un gioco vieppi elementare:
Passala a Ibrahimovic, che poi ci pensa
lui. Come Pel in Fuga per la vittoria. Solo
che lItalia non ha Pel n Ibrahimovic, e
consegnare la Nazionale a lui per rilan-
ciarsi sarebbe quasi come regalare il pae-
se ad Alfano per uscire dalla crisi.
PA L L E
MONDIALI
DOVE STA
IL MARCIO
Oggi nessuno insegna
pi lumilt, e prima di
dare addosso a Balotelli,
vogliamo parlare di sti
cavolo di procuratori?
Si pongono il problema di
educarli, questi ragazzi?
Lex ct azzurro
Giovanni Trapattoni
Noi a casa per colpa
dei giovani? Stupidate
G i ovan n i
Trap at t o n i ,
75 anni
Ansa
Intanto Renzi
chiama Raiola:
per piazzare Letta
di Paolo Ziliani
n RENZI ha chiamato Rajola e gli ha of-
ferto la procura di Letta: come Balotelli,
non lo vuole pi nessuno
n RENZI ha chiamato Blatter e gli ha detto
che se vuole infila nella riforma anche lim-
munit per Suarez
n DOPO aver letto che il Papa sta per
s p re t a re il nunzio pedofilo Vesolowski,
Chiellini ha commentato: Punizione ec-
ce ss i va
n DISPERATA per la sparizione degli Az-
zurri, Sky comunica che stasera, invece di
Costa Rica-Grecia, verr trasmesso lin-
contro di Beach Soccer Squadra di Ca-
re ss a vs Squadra di Alciato
n CHIARITO il mistero dei reportage lirici
dellinviato di Sky Marco Nosotti: la notte,
per una migliore ossigenazione, dorme in
botti di rovere
@ZZiliani
20 DOMENICA 29 GIUGNO 2014 il Fatto Quotidiano
Lultimo spenga la luce
SECONDO TEMPO
a cura di
S te fa n o
Disegni
BIOCRAZIA
JULIAN ASSANGE (AUSTRALIA, 1971)
n Julian Assange uno dei fondatori di WikiLeaks. Quello meno
r i s e r va to.
n Assange e il suo gruppo ricevono file dal contenuto esplosivo e li
mettono in Rete senza censure. Ma non con il successo di You-
porn.
n Assange ha rivelato al mondo le atrocit compiute dalle truppe
statunitensi e britanniche in Afghanistan. Ora chi lo sente il ga-
rante della privacy?
n Giorni fa WikiLeaks ha rivelato l'esistenza di un trattato segreto
in cui si prospetta un futuro dominato dalla finanza. del secolo
s co rs o.
n Assange si trova nell'ambasciata dell'Ecuador a Londra da ben
due anni. I sudamericani sorseggiano il t molto lentamente.
n Su Assange pende una richiesta di estradizione da parte della
Svezia. Devono essere impazienti di dargli il Nobel per la Pace.
n Un tribunale di Stoccolma accusa Assange di non aver usato il
preservativo durante un rapporto consenziente. Ma allora chieda
asilo al Vaticano!
n Per impedire la fuga di Assange, gli inglesi spendono sei milioni
di sterline all'anno. E poi non hanno i soldi per comprarsi un bi-
det.
di edelman
21 il Fatto Quotidiano DOMENICA 29 GIUGNO 2 01 4 SECONDO TEMPO
TG PAPI
Le notti t ra g i c h e
del p ove ro M a zzo cc h i
SALI E SCENDI
La vera r i fo r m a della Rai
che in Rai non vuole nessuno
LUIGI GUBITOSI direttore generale
della Rai La Pre ss e
di Paolo Ojetti
L
a crisi del calcio sta tutta in due
rientri. Quello di Buffon e soci,
accolti da un pugno di tifosi silenti e
un cartello: vergogna. E quello de-
gli eroi del Messico, quelli della in-
tramontabile Italia-Germania 4 a 3.
Ecco, l cera una folla incazzatis-
sima perch gli eroi erano stati se-
polti in finale dal Brasile di Pel, 4 a
1 e via andare. La Nazionale era
amata e odiata. L cera la sofferen-
za. Qui, lindifferenza. Che, a parte
lesercitazione mediatica dei com-
mentatori, generalmente trasfor-
mati in incontenibili tifosi e pessi-
mi profeti (basta rileggere e medi-
tare Travaglio di gioved scorso)
era diffusa sin dallinizio: le odiose
mattane di Balotelli lo sfasciasqua-
dre avevano annichilito tutto il re-
sto, soprattutto il calcio vero.
Al seguito, andato alla deriva tut-
to il circo televisivo, in testa il ca-
po-quipe della spedizione, Marco
Mazzocchi. Il giorno fatale, quello
contro il CostaRica (con lUruguay
nessuno avrebbe pi puntato un
euro sugli azzurri con due risultati
a disposizione), Mazzocchi rivela-
va da Recife: SuperMario Balotelli
anche qui molto ben accolto.
cambiato, ha chiesto la mano della
sua Fanny ed coccolato dal pub-
blico. Nessun problema incal-
zava Mazzocchi e il Costa Rica mi
fa pure simpatia, ha una alfabetiz-
zazione del 95 per cento e guarda al
futuro con fiducia. Non come noi,
che siamo agli antidoti. Proprio
cos, antidoti. Ed chiaro che, al-
meno per lalfabetizzazione, il Co-
sta Rica era davvero un bel pezzo
avanti. A nessuno, tantomeno a
Mazzocchi e ai colleghi televisivi,
venuto il sospetto che i troppi ap-
pelli alla patria di Prandelli, come
i generali alla frutta, nascondessero
paure, sfiducia e fosche visioni. A
fine partita, di Balotelli, Prandelli e
tutta la mediocre compagnia resta-
vano solo hamburger. Gli adulatori
di 105 minuti prima, sbranavano
gli idoli, come fanno i tifosi da bar.
SI PARLA di generale rifondazio -
ne del sistema calcio. Non accadr,
come sempre. Ma qualche rottama-
zione televisiva va fatta. Quale af-
fidabilit avranno quei giornalisti
ed esperti che hanno venduto per
finalista una squadra materasso?
Quante balle girano attorno al pal-
lone? Bisogner iniziare dalla Do -
menica Sportiva della milanista
Paola Ferrari, pi esperta di tacco
14 che di tacchi smarcanti. Alla sua
corte, commentatori esausti, una
moviola juventina e un solipsista
di nome Bacconi. Dovendo rico-
struire il calcio italiano da zero, me-
glio non trascurare niente. Lo esige
il canone.
di Carlo Tecce
I
l tema non frizzante, premessa che
non ingolosisce il lettore, da censura
giornalistica, ma importante per lItalia
che sabbandona volentieri a tentazioni
private e poi le inganna con i conflitti
dinteresse. Il tema la riforma Rai, cio
la riforma di un servizio pubblico tele-
visivo e radiofonico. Da mesi, politici,
funzionari, giornalisti, giocolieri e taver-
nieri con estremo rispetto per ciascuna
di questi categorie discettano di rifor-
ma: ma la riforma non esiste, e il governo
fa trapelare tante indiscrezioni, spesso
contraddittorie.
LUNED SCORSO, in via Teulada, studi
romani che ospitano Ballar, s tenuta la
Leopolda Rai, organizzata dal capo dei
dirigenti Rai (Luigi De Siervo) che gi
ispirava le Leopolde di Matteo Renzi. Il
canovaccio para-politico e para-teatrale,
applicato ai modelli Rai, ha generato una
passerella mista, fra luminari e improv-
visati, attori di punta e comparse da re-
trobottega. I soliloqui, quasi un centi-
naio, hanno sfiorato il tema riforma. E
dunque accolgono lindirizzo di Palazzo
Chigi e il tipico atteggiamento di coloro
che parlano di Rai: sfiorare, non entrare
nel merito. Appena il governo ha chiesto
lobolo di 150 milioni di euro a viale Maz-
zini per coprire gli 80 euro in busta paga,
in Rai s cominciato a esaminare le ri-
forme possibili e, soprattutto, quelle im-
possibili. Renzi ha girato la pratica al vi-
ceministro Antonello Giacomelli, che
non difetta certo in preparazione e che,
laicamente, vuole rendere pi efficiente
questo memorabile coacervo di sprechi,
spartizione e arretratezza tecnologica. Il
traguardo di Renzi semplice: modulare
il canone e poter annunciare di aver ab-
bassato la tassa pi odiata dagli italiani;
asciugare la burocrazia interna ritoccan-
do la legge Gasparri. Forse vuole anche
abolire la commissione parlamentare di
Vigilanza, un organo inutile pi che dan-
noso: lunico ruolo attivo che svolge
quello di nominare gi altrettanto inutili
consiglieri di amministrazione. Questi
ritocchi sostanziali li propone da anni il
movimento La Rai ai cittadinidi Adria-
no Colafrancesco. Non sempre neces-
sario coinvolgere dei saggi o creare so-
vrastrutture per disperdere le responsa-
bilit.
Torniamo al luned di Lepolda. In tanti
hanno suggerito di vendere un canale dei
tre generalisti; pare che la scelta, per un
motivo un po arbitrario, cada sempre su
Rai2, che talmente leggera da essere pri-
va di unetichetta e di un pubblico con-
solidato come Rai1 e Rai3.
CHI RAGIONAsul numero di reti, in tem-
pi di spazi illimitati in Internet, di digitale
terrestre formato da centinaia di pezzet-
tini e parimenti di satellite, fermo a
unepoca precendente al testo di Gaspar-
ri e dunque a Gasparri stesso. Che sia una
televisione pubblica, met di canone e
met di pubblicit, la Rai deve soddisfare
i suoi abbonati con i contenuti che offre e
deve maledettamente schierarsi in mezzo
al campo. Come fonte di informazione,
come snodo per lapprofondimento, co-
me catalizzatore per l'intrattenimento.
Plasmato il prodotto, poi decidi in quale
vetrina mostrarlo: su Internet, su Rai1, su
Rai3 o su Rai5. Estirpata la logica di una
concorrenza orizzontale fra i canali (e i
direttori e i partiti), la Rai pu trasfor-
marsi in una fabbrica editoriale di asso-
luto livello, in onore (e in rispetto) del de-
naro che gli italiani versano ogni anno.
Gli ascolti
di venerd
SEGRETI E DELITTI
Spettatori 2,89 mln Share 1 6 ,6 %
TI STIMO FRATELLO
Spettatori 1,87 mln Share 9,1 7 %
UNA VOCE PER PADRE PIO
Spettatori 3,15 mln Share 16,11%
THE JACKAL
Spettatori 1,43 mln Share 7,55%
22 DOMENICA 29 GIUGNO 2014 il Fatto Quotidiano
di Furio Colombo
A
llora Jean Claude
Juncker il nuovo
presidente della
Commissione eu-
ropea. Gira e rigira, pensa e
ripensa, si trova un personag-
gio di poco sopra il niente di
Barroso, niente visione, niente
leadership, vuoto dove do-
vrebbero esserci due idee fon-
damentali: chi siamo noi, lEu-
ropa. E che rapporto c con il
resto del mondo, il mondo che
si frantuma, si uccide, si ag-
gredisce, con i suoi popoli in
fuga. Juncker non ha altro da
aggiungere a ci che Barroso
non ha detto e non ha neppure
pensato in tutti questi anni:
come mai lEuropa? Da dove
viene lEuropa? Dove va lEu-
ropa? Con chi e perch?
Ricordo spesso, in queste pa-
gine, che solo i Radicali di
Pannella, qualunque strada
abbiano scelto in qualunque
altra cosa, non si sono stancati
mai di sventolare il Manifesto
di Ventotene, quel documen-
to italiano che ha fatto nascere
frontiere aperte invece di trin-
cee, quel sogno di unire risor-
se e popoli che appare pi
grande nella ricorrenza del
massacro detto Grande
Guerra. Li abbiamo visti tutti
insieme i leader di questa Eu-
ropa, riuniti intorno alla pic-
cola aiuola che ricorda la car-
neficina spaventosa nella pic-
cola citt belga di Ypres. Ma
neppure quella ricorrenza ha
prodotto il miracolo di fare
cambiare discorso.
LEUROPA nata da regola-
menti, ed rimasta ai regola-
menti. Quando il nuovo Par-
lamento europeo si aprir ci
saranno, come protagonisti,
tante piccole donne e piccoli
uomini (non loro, ma i gover-
ni che rappresentano) che ve-
dono la vita di ogni essere
umano e di ogni popolo solo in
numeri e decimali, niente so-
gni, niente attese, niente spe-
ranze, niente ideali. E si tro-
veranno contro, con intento di
opposizione, creature ancora
pi piccole, come in un pau-
roso viaggio di Gulliver, strani
gnomi che, proprio nei giorni
della Grande Guerra, vogliono
frontiere chiuse, persone
escluse, migranti affondati in
mare e una meticolosa opera
di smagliatura per disfare i le-
gami e riportare a solitudine e
isolamento ogni Stato che si
era associato per fare quella
che continuiamo a chiamare,
con infondata speranza, Euro-
pa.
Peccato che nessun testimone
originale del Manifesto di
Ventotene (non parliamo di
et ma di fede) abbia voluto o
potuto candidarsi in queste
elezioni. Fra gli uomini-nu-
mero del cosiddetto rigore, e i
nani delle frontiere chiuse,
mancano i testimoni del per-
corso grandioso da cui lEu -
ropa ha deragliato, e per la
quale alcuni grandi esuli e
confinati avevano a lungo la-
vorato e testimoniato. Dunque
il Parlamento della nuova Eu-
ropa, che non ha visioni, non
ha ideali, non ha progetti, si
divide in buoni e cattivi. I
buoni sono gli uomini-nu-
mero che si uniscono o si di-
vidono per uno 0,3 per cento. I
cattivi vogliono ritornare
allEuropa della Grande Guer-
ra, perch possono concepire
come solo valore la frontiera, e
la vogliono chiusa. Per questa
ragione, quando si ferma per
decidere chi dovr essere il mi-
nistro degli Esteri (che chia-
mano, non per errore alto
rappresentante affinch si
senta fin dal nome che un
funzionario e non un politico)
i nomi sono subito piccoli, pi
piccoli e irrilevanti (quelli ri-
masti in discussione in questo
momento) della stessa mode-
sta dimensione del nuovo pre-
sidente.
LItalia nomina Mogherini, la
gentile persona che nessuno
aveva notato come ministro
degli Esteri italiano, e che nes-
suno noter come Rappresen-
tante della Politica Estera eu-
ropea. A ben guardare non c
sproporzione fra Mogherini e
questa Europa. Perch non c
una politica estera europea.
LEuropa vive senza politica e
senza idee accanto alla Siria
che un nodo senza sosta e
senza uscita di spaventosa vio-
lenza. LEuropa a un passo da
Israele e Palestina e non ha mai
saputo compiere gesti anche
lontanamente simili a quello
di Papa Francesco.
LEuropa prende atto del ra-
pimento di tre adolescenti
israeliani e non ha una parola
da dire n un gesto da com-
piere per quanto sia evidente la
gravit e il rischio. LEuropa ha
di fronte una Libia spezzata in
territori e bande di guerra con-
tinua e si comporta come se
non fosse acceso fuoco accan-
to al petrolio. Agli europei
sembra bastare la sicurezza di
portarsi via la parte necessaria
di carburante.
SUL MEDITERRANEOlItalia
allo stesso tempo colpevole e
vittima. Colpevole di avere af-
fidato per anni tutta la politica
della immigrazione nelle mani
di un gruppo barbaro detto la
Lega Nord che, con lodioso e
dannoso strumento della legge
Bossi-Fini, ha trasformato un
problema serio, importante
ma affrontabile con civilt, in
una serie di tragedie, naufragi,
donne e bambini scomparsi in
mare, respingimento di perso-
ne in fuga dalle guerre e con
inviolabile diritto dasilo. E
adesso che esiste loperazione
Mare Nostrum (che avrebbe
dovuto esistere fin dall'inizio)
lEuropa non intende fare la
sua parte, non accoglie, non
condivide, non paga. Ma in-
tanto esplodono guerre (alme-
no otto le pi gravi nel mondo)
e divampa in Africa la spaven-
tosa febbre emorragica ebola
che ormai contagia undici
Paesi. Anche ebola politica
estera perch, senza aiuti e in-
tervento scientifico interna-
zionale, quei Paesi non po-
tranno salvarsi ma ne conta-
geranno altri. Intanto la Russia
continua a premere con la sua
forza contro lUcraina con la
gentile comprensione italiana.
Il Giappone decide che la cosa
giusta lasciare il pacifismo e
tornare al riarmo. Ma le fine-
stre dEuropa (niente a che ve-
dere con Ventotene) conti-
nuano a restare murate. Dalle
sue piccole feritoie lEuropa
non vede il mondo e il mondo
non vede l'Europa.
di Nando dalla Chiesa
D
io mio, quanti luo-
ghi comuni. La
Lombardia non la
Sicilia, non la Ca-
labria... Magari lo fosse, vien da
dire a volte. Come quando sco-
pri che a indagare su alcuni clan
al nord sono un maresciallo ca-
labrese o un commissario sici-
liano che hanno respirato a casa
loro laria dellantimafia. O co-
me quando ti imbatti in questa
storia che ha per protagonista
una pensionata salernitana che
da anni battaglia in nome del di-
ritto in un piccolo comune in
provincia di Como. E dove a in-
fischiarsene della legge non so-
no quelli di gi mandati al con-
fino ma, con modalit pi si-
gnorili, disinvolti personaggi
locali. Con tanto di incarichi
pubblici.
E DUNQUE riprendiamola
dallinizio questa incredibile
storia di una Lombardia dove
della legge ci si fa un baffo. Tea-
tro: San Fermo della Battaglia,
un nome che ricorda la vittoria
dei Cacciatori delle Alpi di Ga-
ribaldi contro gli austriaci. Pro-
tagonista e vittima: uninse -
gnante di italiano e storia da
tempo in pensione, Angela
Compagnone, sposata Malerba.
Venuta da Salerno alla fine degli
anni sessanta. La tipica profes-
soressa che ha trovato lavoro al
nord. E che quandera in servi-
zio aveva il pallino delleduca -
zione alla legalit. Piccola e gen-
tile, ma tosta e combattiva. No-
nostante la lunga permanenza
sul lago di Como, la prof ha con-
servato un salace accento cam-
pano. Che le serve per raccon-
tare di quando un giorno del
2007 si accorse che, di fronte a
casa sua, le stavano tirando su
unaltra casa. Ci volle poco tem-
po per capire che le volumetrie
violavano le norme fissate dal
piano di governo del territorio.
E che nessuno accennava a in-
tervenire. Cera un occhio di ri-
guardo del Comune verso quel
progetto. La volumetria era sta-
ta misurata escludendo dal cal-
colo sia il piano interrato sia i lo-
cali del sottotetto. E per una di
quelle combinazioni ricorrenti
anche in Lombardia, il geome-
tra era cugino del sindaco, Pier-
luigi Mascetti (attuale vicesin-
daco), il quale a sua volta si fat-
to ristrutturare la casa di fami-
glia dalla ditta costruttrice.
E che dovevo fare, dovevo stare
a guardare? si infervora lei
Ho protestato, ho cercato di sol-
levare il problema sulla stampa
locale, che mi ha dato spazio
perch chiunque vedeva che
avevo ragione io. Ma lammini -
strazione non si scomposta e
ha acconsentito che i lavori an-
dassero avanti. E ora eccola l, la
casa, e davanti ci hanno pure
eretto un muro. Doveva essere
alto tre metri, alto sette. La ca-
sa, invece, diciassette. In effetti
la vista sulla valle andata a farsi
benedire, il paesaggio deturpa-
to. Il sindaco e poi vicesindaco
Mascetti, un pregiato prodotto
del centrodestra in versione sba-
razzina, ha messo lamministra -
zione a tutela del manufatto.
Anche se, su pressione della vit-
tima, lufficio tecnico del comu-
ne ha dovuto denunciare alla
magistratura la violazione delle
norme edilizie. Non sono una
sprovveduta, la nostra famiglia
ha uno degli studi di commer-
cialista pi avviati di Como, e io
ho una passione per la legalit.
So quali sono i miei diritti. Ci
siamo rivolti al Tar della Lom-
bardia. Che nel 2010 ci ha dato
ragione. Ha mandato un archi-
tetto e lui ha fatto il suo rappor-
to. Ma nemmeno il Tar basta-
to. Allora mi sono rivolta al
Consiglio di Stato. Che nel mar-
zo di questanno, sette anni do-
po, mi ha dato ragione. La casa
rossa abusiva. Per qualche
giorno ho pensato di avere vin-
to. Oltre il Consiglio di Stato
non c pi nulla, il massimo
organo giurisdizionale.
E INVECE? E invece, sopra il
Consiglio di Stato c il comune
di San Fermo. Ma lo sa che
coshanno fatto quando si sono
trovati davanti alla sentenza?
Hanno deciso cos: visto che c
un abuso riconosciuto, noi fac-
ciamo una bella sanatoria. In-
somma il sindaco ha sanato il
Consiglio di Stato. E la ditta in-
teressata, la Mazzucchi costru-
zioni, gongola, anche perch
lavora per il Comune. Pure il
magistrato che doveva decidere
sul muro, che aveva rinviato la
causa per anni, ha emesso la sua
sentenza dopo quella del Con-
siglio di Stato: non luogo a pro-
cedere. Nessuno la tiene pi, la
professoressa. La si vede in una
foto sorreggere uno striscione
con la scritta La voce della giu-
stizia (la sua testata doccasio -
ne) e sotto Casa Rossa abusiva
(titolo). Poi giura: Pretendo il
rispetto della legge. Batter an-
che le strade della giustizia pe-
nale, a questo punto, e chieder
il commissariamento di un Co-
mune che non riconosce la giu-
stizia dello Stato. Si sono inven-
tati un ricorso di cinquanta pa-
gine alla Cassazione, a carico del
cittadino naturalmente, accam-
pando che larchitetto mandato
dal Tar era rimasto vittima di un
abbaglio dei sensi, testuale. E
che aveva trascinato nel suo ab-
baglio prima il Tar poi il Con-
siglio di Stato. Non riesco a
dormire, pensi che credevo nel-
la legge. Be, il paese che ama la
legalit solidarizzi con questa
pensionata campana che in
Lombardia difende fino allulti -
mo i suoi buoni diritti contro gli
abusi di un piccolo potere loca-
le. Ma qualcuno, un prefetto, un
procuratore, vorr intervenire
per dare man forte alle leggi del-
la Repubblica? Ci sar pure un
giudice a Berlino.
di Silvia Truzzi
n AL LICEO Telesio di Cosenza succede quanto
segue: una ragazza viene bocciata al primo anno e
i genitori di lei non la prendono bene (cosa in-
dubbiamente comprensibile). Cosa fanno? Rim-
proverano la figlia? Non proprio. Si precipitano, in
spedizione punitiva, a scuola chiedendo un col-
loquio con il preside, che per in quel momento
assente. Si presenta allora la vicepreside, Rosanna
Gallucci, che prova a spiegare i motivi della de-
cisione. Ma i genitori non sono soddisfatti e la
a g g re d i s co n o.
No, non verbalmente. Il pap, secondo quanto ri-
costruito dagli inquirenti, avrebbe fatto da "palo"
sulla porta, la mamma (con la proverbiale dolcezza
materna) sarebbe passata alle vie di fatto, pro-
curando alla professoressa ferite giudicate gua-
ribili in 25 giorni. Lavrebbe presa per i capelli e
buttata a terra, colpita alla testa e allo sterno con
calci e pugni. La coppia stata denunciata per
aggressione, lesioni personali e violenza a pubblico
ufficiale. Uno dice: poverina questa ragazzina,
chiss che imbarazzo. Invece guardate che scrive
su Facebook la fanciulla: La Gallucci stata si-
stemata, ora tocca agli altri. E ancora: Lanno
prossimo torner per darvi fastidio.
n IL PRESIDE ha raccontato il percorso scolastico
della studentessa: Si era iscritta a settembre pri-
ma al liceo scientifico, poi allistituto alberghiero e
solo a febbraio era arrivata al nostro liceo europeo,
che particolarmente impegnativo. Fin dallinizio
ha mostrato difficolt, ma labbiamo aiutata met-
tendole un insegnante per aiutarla a prepararsi
nelle materie che le risultavano pi difficili. Non ha
mai mostrato grande voglia di studiare. Al di l del
gesto inqualificabile di mettere le mani addosso a
qualcuno, colpisce molto l'incapacit di accettare
la responsabilit e le conseguenze dei compor-
tamenti: non studio, mi aspetto di essere promos-
sa. Per questo desta molta perplessit unaltra no-
tizia che arriva dalla Francia, dove stata annun-
ciata l'abolizione dei brutti voti. Secondo il mi-
nistro dell'Istruzione francese bisogna essere pi
clementi con i ragazzi, incentivarli anzich sco-
ra g g i a r l i , scrive Anais Ginori su Re p u b b l i ca . Un sei
politico che garantisce la sufficienza a tutti.
Largomento scuola molto complesso, ma deve
per forza esserci una via di mezzo tra il voto politico
(che, durante gli anni della contestazione, nellU n i-
versit italiana ha fatto danni sufficienti e perma-
nenti) e la selezione darwiniana. Le basi culturali
della scuola dellobbligo non sono un optional, in
quadro pi generale di formazione della persona,
sono una condicio sine qua non, rispetto al pro-
seguimento degli studi. La tesi che tanto piaciuta
ai nostri politici (come lindimenticabile ministro
Berlinguer) secondo cui lo studente va trattato co-
me un cliente, come si vede ha prodotto mera-
viglie. Come ha detto una volta Claudio Magris,
intervistato da questo giornale: Il cliente per de-
finizione ha sempre ragione. Se io vado al risto-
rante e sui maccheroni al posto del formaggio chie-
do lo zucchero, il cameriere me lo porter. Ma se
uno studente mi dice che Dante ha scritto I pro-
messi sposi, mica posso dirgli In genere no, ma per
te s.
FATI DI VITA
Tra il 6 p o l i t i co e le mani addosso:
d ov finita la funzione della scuola?
Piccoli uomini dEuropa
contro il resto del mondo
IL DOPO-JUNKER
La guerra di Angela
contro la casa abusiva
STORIE ITALIANE
QUI BRUXELLES
Si deve decidere chi sar
il ministro degli Esteri,
ma i nomi sono subito
irrilevanti. Perch
irrilevante la politica
estera dellUnione
VO L U M E T R I E
Nonostante una
sentenza del Consiglio
di Stato, un Comune
lombardo non solo
non interviene,
ma fa una sanatoria
SECONDO TEMPO
Jean-Claude Juncker Ansa
23 il Fatto Quotidiano DOMENICA 29 GIUGNO 2 01 4
A DOMANDA RISPONDO
Furio Colombo
SECONDO TEMPO
La presunta onest
di Matteo Renzi
Sono rimasta colpita da
una frase di Furio Colom-
bo, Matteo Renzi one-
sto. Sul vocabolario il si-
gnificato il seguente:
onesto: chi si attiene a
principi di integrit mora-
le, di giustizia. Renzi ha
una condanna per danno
erariale in primo grado e il
suo governo sta cercando
di introdurre una norma
per evitargli la sentenza di
appello. Ci sarebbero an-
che i contributi pensioni-
stici furbi, nonch la ca-
sa fornita a Renzi dallami -
co Marco Carrai. Senza
contare lo stretto accordo
segreto stipulato con un
condannato in via definiti-
va che, grazie a Renzi, sta
per assurgere al ruolo di
Padre costituente. Spero
che la frase di Colombo sia
ironica come la shakespea-
riana e Bruto un uomo
donore, perch capisco
che nellItalia dei grandi
scandali, della corruzione
diffusa, dellinsaputismo
dilagante e dellimpunit
riservata ai potenti (che lo
stesso Renzi vuole poten-
ziare) queste piccolezze
sembrino trascurabili, ma
vorrei ricordare che altro-
ve, in quellEuropa alle cui
direttive tutti sembrano
voler aderire quando fa co-
modo, ci si dimette per
molto meno. Da noi no. E
addirittura si passa per es-
sere moralmente integri,
giusti e retti.
Tiziana Gubbiotti
Le offese di Berlusconi:
oltraggi e rassegnazioni
I magistrati finora non
hanno ritenuto di segnala-
re gli oltraggi ricevuti da B.
come elementi di reato. Le
assuefazioni operano an-
che in questo senso: non si
avverte pi il peso delle pa-
role e dei fatti. Decenni di
insulti che B. ha lanciato
contro i magistrati senza
che questi reagissero, han-
no creato uno stato di as-
suefazione rassegnata.
giusto anche questo. Per
alcuni giusto tutto.
Giuseppe Al
La legge elettorale
dei tre compari
Quest'anno il 90 anni-
versario della legge mag-
gioritaria Acerbo-Musso-
lini, che segn il suicidio
della democrazia italiana.
La legge elettorale Ren-
zi-Berlusconi-Alfano
peggiore della legge Acer-
bo-Mussolini. Infatti la
legge Acerbo permise l'e-
lezione di Matteotti: col
superporcellum di Renzi e
compari Matteotti non
potr nemmeno arrivare
in Parlamento. La colpa
anche mia: nel febbraio
2013 votando Pd contri-
buii a dargli il premio di
maggioranza alla Camera:
per nel programma del
Pd non si parlava di premi
di maggioranza, ballot-
taggi, Senato-pagliaccia-
ta. A proposito del Sena-
to-pagliacciata di Renzi e
compari, formato da
mangiatori di nutella
(Consiglieri regionali) e
da altri politicanti (Sinda-
ci: ringrazio i senatori e gli
altri che si opporranno al
Senato-pagliacciata. For-
se rimarranno in mino-
ranza, ma forse permette-
ranno il ricorso al referen-
dum popolare conferma-
tivo. Cos si vedr se il po-
polo approver il Sena-
to-pagliacciata voluto da
un ragazzotto megaloma-
ne (Renzi), da un frodato-
re fiscale (Berlusconi) e da
un politicante dallo sguar-
do non molto vivace (Al-
fano).
Antonio Rossi
Il rapimento di giovani
come ricatto politico
Tre ragazzi israeliani, due
di 16 e uno di 19 anni, sono
stati rapiti facendo piom-
bare le loro famiglie in un
incubo. Lutilizzo dei ra-
pimenti quale arma di ri-
catto politico repellente,
ancora di pi se le vittime
sono ragazzi. Se lumanit
non coglie la gravit di
quanto accaduto, e questa
brutta storia finisce nel di-
menticatoio, allora penso
che il futuro ci riserver le
stesse sorti delle vittime.
La Vostra responsabilit,
intesa quale onere e onore
di creare una coscienza
della collettivit, rende
doverosa la considerazio-
ne.
Francesco Di Giovanni
DIRITTO DI REPLICA
Caro Direttore,
quanto acrimonioso in-
chiostro in un solo articolo
da parte di Luisella Costa-
magna nei riguardi di Sini-
stra Ecologia Libert.
Quanta superficiale anali-
si, quanti inappellabili giu-
dizi e condanne. E aggiun-
go, quanta ingenerosita
politica e persino umana
verso le singole persone e
una intera comunit che
vive con dolore e passione
un passaggio politico cos
duro. Le chiedo come sia
possibile ridurre a mac-
chietta una discussione che
impegna gruppi dirigenti,
militanti, uomini e donne
interessati ad una sfida po-
litica che riguarda questa
parte della sinistra. Tutti
marchiati, da Vendola a
Migliore, da Laura Boldri-
ni al Tesoriere di Sel, dal
tarlo dellopportunismo
personale. Lei sa bene caro
Direttore, a differenza del-
la giornalista, che ci siamo
alleati con Bersani sulla ba-
se di un programma che se
nellarco di questanno po-
co pi fosse stato almeno in
parte applicato, alcuni no-
CARO COLOMBO, leggo un po dapper -
tutto che in Italia non esiste il reato di tor-
tura perch le polizie si oppongono. Cio
Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di fi-
nanza si oppongono in tutti i modi. ve-
r o?
Nadia
LO LEGGO ANCHIOogni volta che si tor-
na a discutere del problema (che grave e
urgente) e me lo sentivo dire da colleghi de-
putati e senatori quando ero in Parlamento.
Spiegavano, sussurravano o tuonavano (se-
condo l'inclinazione politica, ma anche con
diverse intonazioni dentro lo stesso partito)
che mai e poi mai si sarebbe potuta fare una
legge contro la tortura perch le Forze del-
l'ordine non volevano una simile legge. Non
ci credevo allora e non ci credo adesso. Solo i
Radicali appoggiavano lurgenza della legge
e il doppio argomento che condivido. Una
legge sulla tortura difende i cittadini e difen-
de la polizia. Adesso mi sembra chiaro, ad-
dirittura evidente che poche persone nelle
varie polizie hanno trovato agganci alla Ca-
mera e al Senato, diffondendo la leggenda
secondo cui una simile legge avrebbe a) offe-
so la Polizia, b) favorito il moltiplicarsi di
denunce false come espediente di difesa, c)
avrebbe limitato la capacit di azioni ade-
guate ed efficaci degli agenti in casi di grave
necessit. Cerco di spiegare perch non pu
essere vero, e perch il rifiuto della legge, e
non la legge, che offende la Polizia, come se
la polizia volesse la libert di abbandonarsi
alla violenza. un pensiero insultante e la
prova semplice. I casi dolorosi e barbari in
cui si pu legittimamente parlare di tortura
(da Cucchi ad Aldrovandi, da Uva a Ma-
gherini) ci sono purtroppo. Ma sono pi rari
delle prodezze di bravi cittadini che all'im-
provviso diventano pirati della strada, fal-
ciano sulle strisce mamme e bambini, e si al-
lontanano senza prestare soccorso e senza
autodenunciarsi. Ma quando i casi di mal-
trattamenti violenti e mortali ci sono, e la
storia raggiunge un giudice, la materia (dai
maltrattamenti alla morte) rimane difficile
da giudicare perch manca la definizione
giuridica di quegli atti e lascia tutto in bilico
tra voluto, possibile e accidentale. La prag-
maticit americana ha trovato una defini-
zione semplice e precisa: maltrattamento
insolito e crudele. Chi si oppone? Evidente-
mente i pochi e i violenti che hanno compiu-
to o potrebbero compiere simili atti. Chi non
ha niente da obiettare alla legge sulla tortu-
ra che c' in ogni Paese civile? Tutti gli altri,
i moltissimi che, anche in situazioni difficili
e pericolose, non hanno mai violato leggi,
dettami e buon senso umanitario in mi-
gliaia di interventi, di azioni, di impegni, di
contenimento del disordine violento. Sono
tanti coloro che non sono mai stati accusati
o anche solo indicati dai cittadini come col-
pevoli di abusi e violenze, e pochi (ma liberi
di essere recidivi) coloro che hanno com-
messo atti che i cittadini non possono di-
menticare. Una legge sulla tortura protegge
da un lato i cittadini dalle iniziative per cui
prevista una condanna. Ma, dall'altro,
protegge i carabinieri e agenti delle diverse
polizie che in quella legge trovano definizio-
ne e garanzia del loro comportamento e nel-
la condanna di quella legge non incappe-
ranno mai. Infatti anche adesso non si ab-
bandonano e non si sono mai abbandonati
al comportamento crudele e incivile. Hanno
ragione i Radicali. Per il solo fatto di esistere,
quella legge sar la difesa pi forte del presti-
gio e della reputazione delle polizie demo-
cratiche.
Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano
00193 Roma, via Valadier n. 42
l e t te re @ i l fa t to q u o t i d i a n o. i t
Pe r c h
la tortura
non reato
Direttore responsabile
Antonio Padellaro
Condirettore Marco Travaglio
Direttore de ilfattoquotidiano.it Peter Gomez
Caporedattore centrale Ettore Boffano
Caporedattore Edoardo Novella
Caporedattore (Inchieste) Marco Lillo
Art director Paolo Residori
Redazione
00193 Roma , Via Valadier n 42
tel. +39 06 32818.1, fax +39 06 32818.230
mail: segreteria@ilfattoquotidiano.it - sito: www.ilfattoquotidiano.it
Editoriale il Fatto S.p.A.
sede legale: 00193 Roma , Via Valadier n 42
Presidente:Antonio Padellaro
Amministratore delegato: Cinzia Monteverdi
Consiglio di Amministrazione:
Luca DAprile, Peter Gomez,
Marco Tar, Marco Travaglio, Lorenzo Fazio
FORME DI ABBONAMENTO
Abbonamentopostale annuale (Italia)
Prezzo 290,00e 6 giorni
Prezzo 220,00e 5 giorni
Prezzo 200,00e 4 giorni
Abbonamentopostale semestrale (Italia)
Prezzo 170,00 e 6 giorni
Prezzo 135,00 e 5 giorni
Prezzo 120,00 e 4 giorni
Modalit Coupon annuale * (Italia)
Prezzo 370,00e 7 giorni
Prezzo 320,00e 6 giorni
Modalit Coupon semestrale * (Italia)
Prezzo 190,00 e 7 giorni
Prezzo 180,00 e 6 giorni
COME ABBONARSI
possibile sottoscrivere labbonamento su:
https://shop.ilfattoquotidiano.it/abbonamenti/
Oppure rivolgendosi allufficio abbonati
tel. +39 0521 1687687, fax +39 06 92912167
o allindirizzo mail:
abbonamenti@ilfattoquotidiano.it
Servizio clienti
a ss i s te n za @ i l fa t to q u o t i d i a n o. i t
MODALITDI PAGAMENTO
Bonifico bancario intestato a:
Editoriale Il Fatto S.p.A.,
BCC Banca di Credito Cooperativo
Ag. 105, 00187 Roma, Via Sardegna n 129
Iban IT 94J0832703239000000001739
Versamento suc. c. postale:
97092209 intestato a Editoriale Il Fatto S.p.A.
00193 Roma , Via Valadier n 42,
Dopo aver fatto il versamento inviare un fax al
numero +39 06 92912167, con ricevuta
di pagamento, nome, cognome, indirizzo,
telefono e tipo di abbonamento scelto
Pagamento direttamente online
con carta di credito e PayPal.
Centri stampa: Litosud, 00156Roma, via Carlo Pesenti n130,
20060Milano, Pessano con Bornago, via Aldo Moro n 4;
Centro Stampa Unione Sarda S. p. A., 09034Elmas (Ca), via Omodeo;
Societ Tipografica Siciliana S. p. A., 95030Catania, strada 5 n 35
Concessionaria per la pubblicitper lItalia eper lestero:
Publishare Italia S.r.l., 20124Milano, Via Melchiorre Gioia n 45,
tel. +390249528450-52, fax +390249528478,
mail: natalina.maffezzoni@publishare.it, sito: www.publishare.it
DistribuzioneItalia: m-dis Distribuzione Media S.p.A.,
Sede: 20132Milano, Via Cazzaniga n 1,
tel. +390225821, fax +390225825203, mail: info@m-dis.it
Resp.le del trattamento dei dati (d. Les. 196/2003):
AntonioPadellaro
Chiusura in redazione: ore 22.00
Certificato ADS n 7617del 18/12/2013
Iscr. al Registro degli Operatori di Comunicazione al numero 18599
il Fatto Quotidiano
Abbonamenti
Il Fatto Quotidiano
00193 Roma, via Valadier n. 42
l e t te re @ i l fa t to q u o t i d i a n o. i t
la vignetta
Abbonamentoin edicola annuale (Italia)
Prezzo 305,00 e 7 giorni
Prezzo 290,00e 6 giorni
Abbonamentoin edicola semestrale (Italia)
Prezzo 185,00 e 7 giorni
Prezzo 170,00e 6 giorni
Abbonamentodigitale settimanale
Prezzo 4,00 e 7 giorni
Abbonamentodigitale mensile
Prezzo 12,00 e 7 giorni
Abbonamentodigitale semestrale
Prezzo 70,00e 7 giorni
Abbonamentodigitale annuale
Prezzo 130,00 e 7 giorni
* attenzione accertarsi prima che la zona sia raggiunta dalla distribuzione de Il Fatto Quotidiano
di sarebbero stati sciolti e
non stringerebbero ora al
collo il Paese, come nel ca-
so del decreto sul lavoro e
di riforme istituzionali che
mirano a mutilare la nostra
Costituzione. La nostra
coerenza a quel program-
ma e a quel patto con gli
elettori interpretata come
colpa nellessere andati
allopposizione del gover-
no Letta, quando il Par-
tito Democratico che in
quel succedersi degli eventi
andato piuttosto allop -
posizione di s stesso. Lal -
tra colpa quella di voler
essere forza di governo an-
che quando si sta nella trin-
cea dellopposizione. Pro-
vengo dal PCI e in queste
settimane si sta ricordan-
do, finalmente con la con-
siderazione storica e politi-
ca che merita, la figura di
Enrico Berlinguer. A Lei
non potr sfuggire che pro-
prio questo stato il capo-
lavoro di quel partito e di
quel segretario. Il Tesoriere
se n andato, vero. Ma
vorrei assicurare Luisella
Costamagna che quella
perfida espressione spe -
riamo non con i soldi la
dimostrazione pi eclatan-
te di come si possa scrivere
senza conoscere n i fatti n
le persone. In quanto a
Vendola, che dovrebbe an-
darsene dalla politica e dal
partito, mi sento di dirle
che da questa politica e da
questo partito con cui la
giornalista ci raffigura, lui
come noi non possiamo di
fatto andarcene per il sem-
plice motivo che non ci sia-
mo mai entrati. Siamo in-
vece qui, a tessere il difficile
filo di una sinistra che tanti
suoi lettori incontrano in
giro per il Paese e a cui, so-
no sicuro, nel confronto
delle opinioni come nella
critica, guardano con ri-
spetto. Semplice e fonda-
mentale parola che ancora
non rientra nel lessico di
Luisella Costamagna.
On. Francesco Ferrara
- Presidenza Nazionale Sel
DIRITTO DI REPLICA
Gentile direttore,
nella "lettera" di Luisella
Costamagna, pubblicata
venerd 27 giugno, a pagina
18 del suo giornale, si fa ri-
ferimento a Fausto Berti-
notti "rimasto fedele a scor-
ta e auto blu". Forse non sa-
r molto interessante per
lei e per i suoi lettori, ma
certamente utile per mette-
re fine a una inutile falsit,
sapere che Fausto Berti-
notti, da circa un anno non
ha n scorta n auto blu.
Possiede, invece, un abbo-
namento Metrebus-Roma
intera rete che gli consente
di prendere, tutti i giorni,
l'autobus numero 80.
Vittorio Mucci - Addetto
stampa Fausto Bertinotti
I NOSTRI ERRORI
Nell'articolo dal titolo
"Omicidio Yara: peli e ca-
pelli di Bossetti sul corpo
martoriato" uscito nell'edi-
zione del 28 giugno 2014 a
pagina 9, nel sommario il
medico legale stato chia-
mato Buffi: il cognome
Buzzi, come riportato cor-
rettamente nel testo.

Das könnte Ihnen auch gefallen