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OGNI SETTIMANA IL MEGLIO DEI GIORNALI DI TUTTO IL MONDO

30 MAGGIOJS GIUGNO 2014 N. 10S3 ANNO 21 3,00


CARTA WEB TABLET SMARTPHONE
Laurle Penny Martin Cagarrs Alla Malek ]humga Lahlrl
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Le avventure
dl Matteo Renzl
Alla congulsta
dellEuroga
Gli articoli e i commenti
dei giornali stranieri
REPUBBLICA
CENTRAFRICANA
La cagltale
dellorrore
ECONOMIA
Gll eettl
dellet
SOCIET
Lassorbente
lndlano
Alexis Tsipras
fa sperare i greci
Marine Le Pen
prima in Francia
I britannici
scelgono
Nigel Farage
Meisterstck
nd Hugh Jckmn
Crfted for New Heights
Novntnni f, con Montblnc nscev
uno strumento d scrittur che srebbe
diventto unicon dell bell scrittur,
m non solo: l Montblnc Meisterstck,
simbolo di un costnte volont
di superrsi. In occsione del suo
novntesimo nniversrio, l nuov
Meisterstck 90 Yers si rricchisce
di niture in oro rosso e di un
pennino dllesclusiv incisione
90. Per informzioni e
cquisti visiti Montblnc.com
Internazionale 1053 | 30 maggio 2014 3
Sommario
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La settimana
30 maggio/5 giugno 2014 Numero 1053 Anno 21

europA
26 Ucraina
Financial Times
AfricA
e medio orieNte
28 Medio Oriente
Al Quds al Arabi
Americhe
30 Messico
La Nacin
AsiA e pAcifico
33 Thailandia
New Mandala
repubblicA
ceNtrAfricANA
40 La capitale
dellorrore
The New Republic
costA ricA
50 Presidente
a sorpresa
El Pas Domingo
ecoNomiA
56 Gli efetti dellet
The Economist
iNdiA
60 Lassorbente
indiano
Bbc News Magazine
portfolio
64 Il fotografo
flosofo
Sergej ilikov
ritrAtti
70 Thomas Piketty
Das Magazin
ViAggi
74 Oltre Pyongyang
South China Morning
Post
grAphic
JourNAlism
76 Ivanovo
Aleksandar Zograf
ciNemA
79 Una palma
in Cappadocia
Le Monde
POP
92 Una storia armena
Alia Malek
98 Il secondo esilio
Jhumpa Lahiri

scieNZA
102 Traduzioni
senza cuore
The Economist
tecNologiA
106 Non c pi spazio
per i troll
Financial Times
iN copertiNA
Le avventure di Matteo Renzi
Alla conquista dellEuropa. Gli articoli e i commenti dei giornali
stranieri (p. 16). Illustrazione di Makkox.
ecoNomiA
e lAVoro
108 I rischi climatici
incombono sulla
fnanza
Financial Times
cultura
82 Cinema, libri,
musica, video, arte
Le opinioni
29 Amira Hass
31 Natalia Viana
36 Bernard Guetta
39 Laurie Penny
84 Gofredo Fof
86 Giuliano Milani
88 Pier Andrea Canei
97 Tullio De Mauro
109 Tito Boeri
Le rubriche
10 Posta
13 Editoriali
111 Strisce
113 Loroscopo
114 Lultima
Npszabadsg Fondato a Budapest nel 1956, un quotidiano ungherese di sinistra. Larticolo a pagina 25 uscito il 26 maggio 2014 con il titolo Tovbbra
sincs kihvja a Fidesznek. New Mandala un sito australiano che pubblica articoli di analisi e commenti sul sudest asiatico. Larticolo a pagina 33 uscito il 25
maggio 2014 con il titolo Thailand, what next? The New Republic un quindicinale statunitense di politica e cultura fondato nel 1914. Dal marzo del 2012
diretto da Chris Hughes, uno dei cofondatori di Facebook, che anche leditore. Larticolo a pagina 40 uscito sul sito il 30 aprile 2014 con il titolo Hell is an
understatement. Al Quds al Arabi La Gerusalemme araba il pi importante quotidiano palestinese. Fondato a Londra nel 1989, una
voce critica contro Israele e i governi autoritari del Medio Oriente. Larticolo a pagina 28 uscito il 25 maggio 2014. Internazionale pubblica in
esclusiva per lItalia gli articoli dellEconomist.
le principali fonti di questo numero

LauriePenny MartnCaparrs AliaMalek JhumpaLahiri
internazionale.it
Leavventure
di MatteoRenzi
Allaconquista
dellEuropa
Gli articoli e i commenti
dei giornali stranieri
Lacapitale
dellorrore
Gli efetti
dellet
Lassorbente
indiano
Chi non appartiene a nessun posto specifco
non pu tornare, in realt, da nessuna parte
JhumpA lAhiri, pAgiNA
Articoli in formato
mp3 per gli abbonati
responsabilit
Lasciando da parte per un attimo ogni
considerazione politica e ogni giudizio sul
modo con cui Matteo Renzi arrivato al
potere, bisogna riconoscere che il risultato
che ha ottenuto alle elezioni europee, ad
appena cinque mesi dalla sua nomina alla
guida del Partito democratico,
sorprendente. Ha cancellato Berlusconi,
ridimensionato Grillo, ricevuto
quellinvestitura popolare che tanti gli
rimproveravano di non aver cercato,
raggiunto il 40 per cento dei voti (prima
volta nella storia di un partito di
centrosinistra in Italia) pur lasciando uno
spazio aperto alla sua sinistra, il tutto con
unafuenza alta e un risultato
geografcamente omogeneo. E anche
guardando al resto dellEuropa, dove il
voto ha premiato molti partiti di destra,
populisti e xenofobi, la vittoria di Renzi
appare clamorosa. Perch smentisce la
teoria secondo cui le elezioni puniscono
chi al governo, arriva alla vigilia del
semestre di presidenza italiana, si
guadagna il rispetto dei socialdemocratici
tedeschi, dei socialisti francesi e dei
laburisti britannici, ed un risultato
eccezionale condiviso con la sinistra greca
di Alexis Tsipras (sarebbe bello, tra laltro,
se i due riuscissero a dialogare). Oggi il
Partito democratico , per numero di
deputati, il primo partito del parlamento
europeo. Da un grande potere derivano
grandi responsabilit, diceva Ben Parker
al nipote, Spider Man. u
Giovanni De Mauro
Immagini
Contro il golpe
Bangkok, Thailandia
26 maggio 2014
Una donna partecipa a una manifesta-
zione contro il colpo di stato annunciato
il 22 maggio dal capo dellesercito, il ge-
nerale Prayuth Chan-ocha. Nonostante
limposizione della legge marziale e il
divieto degli assembramenti di pi di
cinque persone, quasi ogni giorno grup-
pi di persone protestano a Bangkok sf-
dando i militari. Il 28 maggio circa 150
persone, arrestate nelle ore successive
al golpe, sono state rilasciate. Foto di
Paula Bronstein (Getty Images)
Immagini
Attenti ai brogli
Ndirande, Malawi
21 maggio 2014
Addetti della commissione elettorale
del Malawi sorvegliano le cabine allesti-
te per una ripetizione del voto a Ndiran-
de, township alla periferia di Blanty re. Il
20 maggio in Malawi si sono svolte le
elezioni presidenziali e legislative. A
Ndirande si votato il giorno dopo per-
ch i seggi erano stati attaccati da mani-
festanti che protestavano per i ritardi
nellapertura delle operazioni di voto.
La presidente Joyce Banda, in svantag-
gio secondo uno scrutinio parziale, ha
denunciato brogli e annullato le elezio-
ni. Tuttavia la corte suprema del Malawi
ha invalidato la sua decisione, facendo
proseguire il conteggio. Foto di Amos
Gulumira (Afp/Getty Images)
Immagini
Remare per strada
Trysil, Norvegia
26 maggio 2014
La canoa lunico mezzo per viaggiare
sulle strade allagate intorno a Trysil,
nel sudest della Norvegia. Le forti piog-
ge e la neve disciolta hanno fatto cre-
scere il livello delle acque del fiume
Trysilelva, allagando la zona circostan-
te. Gi nel 2013 le inondazioni nel su-
dest e in altre zone della Norvegia ave-
vano costretto centinaia di persone ad
abbandonare le loro abitazioni. Foto di
Heiko Junge (Epa/Ansa)
10 Internazionale 1053 | 30 maggio 2014
Posta@internazionale.it
Grazie Andy

u Venerd, sfogliando il nume-
ro 1052 di Internazionale ri-
mango colpita da una foto che
ritrae dei bambini allinterno
di un rifugio a Sloviansk. Do-
menica, sentendo la notizia
della probabile morte di Andy
Rocchelli, ritorno a quella foto
e scopro che quellattimo
era stato fermato proprio da
lui. E penso che molte volte le
immagini raccontino pi delle
parole. Grazie Andy.
Mirta Meneghin

Il campione
della sinistra

u Non capisco la nota sarcasti-
ca del New York (Internaziona-
le 1051). Un sindaco annuncia
un piano da 73,9 miliardi di
dollari per listruzione, i servizi
sociali e i dipendenti pubblici,
laccesso agli asili nido e al do-
poscuola, laiuto ai senza tetto
e ai cittadini poveri, il tutto
senza tagliare i servizi, e viene
accusato di retorica progressi-
sta per accreditare la sua im-
magine di campione della sini-
stra. A cosa sono abituate le ri-
viste statunitensi? Cosa avreb-
bero scritto se avesse fnanzia-
to la scuola privata, sperperato
soldi pubblici o fnanziato le
lobby delle armi? Peccato che
sindaci cos vengano eletti solo
oltreoceano.
Franca Menneas

Basta euroscettici

u Leggere che negli Stati Uniti
dove lassistenza sanitaria
non pubblica si dice che gli
italiani sono individualisti
(Euroscettici ma non troppo,
Internazionale 1050) grotte-
sco. Sapere che in Germania
(I problemi dellItalia non di-
pendono dalleuro, stesso nu-
mero) la propaganda passa an-
cora attraverso la demolizione
dellItalia sarebbe doloroso se
non fosse ridicolo. La moda
degli ultimi anni quella di
elencare tutto quello che non
va di noi, psicanalizzare lItalia
e gli italiani come se fossero un
esperimento riuscito male
ma, tutto sommato, facilmente
scomponibile e comprensibile
da chiunque. Addirittura da chi
nemmeno conosce bene la
propria storia o il proprio pre-
sente. Basta. Ho deciso che co-
mincer a praticare una siste-
matica sottolineatura di quello
che va bene qui: la nostra sani-
t potente, la nostra bellezza
sconvolgente, la nostra incon-
tenibile fantasia, la nostra inso-
stenibile leggerezza, la nostra
determinazione nella difesa f-
no al paradosso dei diritti uma-
ni, la nostra irrequietezza, la
nostra ribellione costante, la
nostra onnipresente arte, il no-
stro inconfondibile gusto. Po-
trei andare avanti, ma la nostra
fnta modestia me lo impedi-
sce!
Francesca

Errata corrige
u Nel numero 1052, a pagina 25
le elezioni amministrative in
Grecia sono state il 18 maggio,
non il 18 giugno; a pagina 83,
lisola tropicale dov ambien-
tato il flm Still in the water si
chiama Amami, non Adami.
PER CONTATTARE LA REDAZIONE
Telefono 06 441 7301
Fax 06 4425 2718
Posta via Volturno 58, 00185 Roma
Email posta@internazionale.it
Web internazionale.it
Quando parlo con le mie
amiche mi sento la madre
peggiore di tutte. Dovrei
impegnarmi di pi o cam-
biare amiche?Laura
Anche se non le conosco sono
certo che le tue amiche non ti
raccontano tutta la verit, per-
ch non esiste genitore che
non nasconda qualche maga-
gna. Nelluniverso dei blog
delle mamme gira un post ri-
corrente che sintitola: Dieci
motivi per cui sono la mamma
peggiore del mondo. Ti pro-
pongo una raccolta delle mie
rivelazioni preferite: 1. Per una
settimana ho detto ai bambini
che lautoradio era rotta per-
ch non ne potevo pi di ascol-
tare le loro stupide canzonci-
ne. 2. Sono segretamente con-
tenta quando i fgli degli altri
fanno scenate in pubblico.
3. Quando taglio le unghie ai
bambini raccolgo solo quelle
in vista, le altre le lascio alla
donna delle pulizie. Anche se
verr dopo due settimane.
4. A volte fsso il cellulare per
dieci minuti senza mai alzare
lo sguardo su mia fglia. 5. Se
non so dove va rimesso un gio-
cattolo, lo butto nella spazza-
tura. 6. Per mesi ho promesso
un cane a mia fglia, ma allul-
timo momento ho cambiato
idea. 7. Mangio la met della
pappa di mio fglio mentre lui
mastica lentamente i bocconi.
8. Una volta ho messo a mia f-
glia un vestito estivo in pieno
autunno perch, con quello
che lavevo pagato, non volevo
che fnisse nelle cose smesse.
9. Butto via tutti i disegni che
arrivano a casa dallasilo. 10.
Ad Halloween ho rubato ai
miei fgli le caramelle pi buo-
ne e le ho mangiate di nasco-
sto in bagno.
Claudio Rossi Marcelli
un giornalista di Internaziona-
le. Risponde allindirizzo dad-
dy@internazionale.it
Dear Daddy
Le mamme peggiori del mondo
La virgola
di Rodari
Le correzioni
u Vi ricordate la Tragedia di
una virgola di Gianni Rodari?
Comincia cos: Cera una vol-
ta / una povera virgola / che
per colpa di uno scolaro / di-
sattento / capit al posto di un
punto / dopo lultima parola /
del componimento. Nellarti-
colo su Shinz Abe dello scor-
so numero successa una co-
sa simile: una virgola fnita
per sbaglio al posto di un pun-
to (pagina 48), anche se per
fortuna non capitata alla fne
dellarticolo. La virgola di Ro-
dari fa una brutta fne: La po-
verina, da sola, / doveva reg-
gere il peso / di cento parolo-
ni, / alcuni perfno con lac-
cento. / Per la fatica atroce
mor. Nel nostro caso non ci
sono morti, ma una piccola
tragedia s, perch quella vir-
gola inopportuna fa inciampa-
re i lettori proprio allinizio del
paragrafo. Incidenti anche
peggiori succedono con i nu-
meri. Nellottobre del 2009
alcuni correntisti di Bancopo-
sta si sono ritrovati i conti pro-
sciugati per colpa di un
software che non leggeva la
virgola dei decimali: se usava-
no il bancomat per prelevare o
pagare cento euro (100,00),
gliene venivano addebitati
diecimila (10000). Il rischio
di confondere i numeri alto
su Internazionale, perch lin-
glese indica i decimali con il
punto e le migliaia con la vir-
gola: tutto il contrario dellita-
liano.
Giulia Zoli una giornalista
di Internazionale. Lemail
di questa rubrica
correzioni@internazionale.it
Internazionale 1053 | 30 maggio 2014 13
Editoriali
Il risultato pi clamoroso e preoccupante delle
elezioni europee del 25 maggio stata lirruzione
dei populisti euroscettici e xenofobi, che in Fran-
cia e nel Regno Unito hanno provocato un terre-
moto. Le scosse registrate in altri paesi come i
Paesi Bassi, invece, sono state meno forti del pre-
visto. Con larrivo di molti deputati estremisti al
parlamento di Strasburgo i dibattiti acquisteran-
no un tocco demagogico: la politica tradizionale
dovr rinnovarsi per afrontare questa scomoda
ondata. Ma difcilmente questo ostacoler il la-
voro del parlamento e delle istituzioni, per una
ragione molto semplice: nonostante il momento
difcile, i partiti europeisti hanno ottenuto una
vittoria schiacciante alle elezioni.
I democristiani e i socialdemocratici in Ger-
mania hanno ottenuto un buon risultato, e lo stes-
so vale per il centrosinistra in Italia. Ma global-
mente le cinque grandi formazioni floeuropee
(Partito popolare, Partito socialista, liberali, ver-
di, sinistra unitaria) si sono aggiudicate pi di 550
seggi su 751. E lhanno fatto dopo la legislatura
economicamente pi difcile, socialmente pi
drammatica e politicamente pi disorientata del-
la storia comunitaria. diminuita anche lasten-
sione, che dal 1984 era sempre aumentata, forse
perch passato il messaggio che queste elezioni
avrebbero avuto un efetto diretto sul governo
dellEuropa, superando cos la consueta indife-
renza verso le elezioni europee.
Per questo fondamentale che i leader dei go-
verni siano allaltezza del loro compito nel Consi-
glio europeo, in cui dovranno proporre il candida-
to alla presidenza della Commissione. Sarebbe
una forzatura del trattato e unespressione di di-
sprezzo verso gli elettori non scegliere uno dei
candidati legittimati dalle urne. Il nome pi ovvio
quello del popolare Jean-Claude Juncker, a capo
del partito che ha ottenuto pi voti alle elezioni, e
che per ne ha persi di pi tra i grandi. Sarebbe
una scelta coerente anche il socialdemocratico
Martin Schultz, se riuscisse a formare unalleanza
parlamentare solida. In realt sar difcile sot-
trarsi alla dinamica di una grande coalizione, in-
dipendentemente dalla convenienza politica, che
richiederebbe proposte alternative. Ma ci sono
pochi dubbi sul fatto che sia la cosa migliore per la
stabilit del continente. u fr
Allaltezza degli europei
Gli egiziani e le urne del generale
El Pas, Spagna
Toronto Star, Canada
Il maresciallo Abdel Fattah al Sisi si aspettava che
da bravi soldatini gli egiziani sarebbero scattati
sullattenti e corsi in massa ai seggi per ofrirgli la
presidenza. Ma le truppe non hanno risposto
allappello. Arrabbiati e indiferenti, gli elettori si
sono presi una licenza senza permesso. Sua eccel-
lenza contava su una enorme afuenza alle urne
per legittimare non solo il colpo di stato contro
lex presidente Mohamed Morsi, che aveva preso
13 milioni di voti nelle pi corrette elezioni del
2012, ma anche la recente repressione dei Fratelli
musulmani. Invece il boicottaggio dei Fratelli e
lapatia dei cittadini verso queste elezioni mani-
polate gli hanno rovinato la festa.
Il 27 e il 28 maggio molti seggi del Cairo e di
altre citt sono rimasti quasi deserti, mentre la tv
arringava gli spettatori invitandoli ad andare a
votare. Prese dal panico, le autorit hanno dato il
marted di vacanza a tutti per favorire lafuenza
alle urne, hanno minacciato multe per chi non
andava a votare e, alla fne, prese dalla dispera-
zione, hanno deciso che i seggi sarebbero rimasti
aperti fno al 29 maggio. Al Sisi e i suoi sostenitori
si sono meritati questo rifuto. Hanno scatenato
una repressione che ha mandato sotto processo
Morsi e altre persone, hanno messo fuori legge la
Fratellanza, hanno ucciso 1.400 dei suoi sosteni-
tori e ne hanno arrestati 16mila. E hanno dimo-
strato solo disprezzo per lelettorato. Al Sisi non si
neanche preso la briga di presentarsi a un comi-
zio, di impegnarsi in un dibattito o di proporre un
programma coerente. Si solo lasciato intervista-
re da giornalisti televisivi servili e ha chiesto ai
suoi di controllare le risposte prima che andasse-
ro in onda, per essere sicuro che lo mettessero
nella luce migliore. Secondo molti, il suo unico
avversario era solo un fantoccio destinato a per-
dere.
In confronto alla campagna credibile e com-
battuta che aveva portato al potere Morsi, questa
stata una farsa. Naturalmente per Al Sisi e lesta-
blishment egiziano le cose si aggiusteranno.
Lesercito non accetter alternative. La presiden-
za sar sua. Ma gli egiziani non sono costretti a
fngere di essere daccordo. E il mondo non co-
stretto a rispettare questo risultato. u bt
Vi sono pi cose in cielo e in terra, Orazio,
di quante se ne sognano nella vostra flosofa
William Shakespeare, Amleto

Direttore Giovanni De Mauro
Vicedirettori Elena Boille, Chiara Nielsen,
Alberto Notarbartolo, Jacopo Zanchini
Comitatodi direzione Giovanna Chioini (copy
editor), Stefania Mascetti (Internazionale.it),
Martina Recchiuti (Internazionale.it),
Pierfrancesco Romano (copy editor)
Inredazione Giovanni Ansaldo, Annalisa
Camilli, Carlo Ciurlo (viaggi, visti dagli altri),
Gabriele Crescente, Giovanna DAscenzi,
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Dunaway (attualit), Mlissa Jollivet (photo
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Sibani (Africa e Medio Oriente), Junko Terao (Asia
e Pacifco), Piero Zardo (cultura), Giulia Zoli
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Impaginazione Pasquale Cavorsi, Valeria
Quadri, Marta Russo Segreteria Teresa
Censini, Monica Paolucci Correzionedi bozze
Sara Esposito, Lulli Bertini Traduzioni
I traduttori sono indicati dalla sigla alla fne degli
articoli. Marina Astrologo, Patrizia Barbieri,
Giuseppina Cavallo, Francesco Caviglia,
Catherine Cornet, Stefania De Franco, Andrea
De Ritis, Andrea Ferrario, Antonio Frate, Giusy
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Francesca Rossetti, Fabrizio Saulini, Andrea
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16 Internazionale 1053 | 30 maggio 2014
In copertina
I
l 27 aprile, di passaggio a Roma
per la canonizzazione di Giovanni
XXIII e Giovanni Paolo II, il nuo-
vo primo ministro francese Ma-
nuel Valls ha confdato ad alcuni
giornalisti le sue impressioni su
Matteo Renzi, con cui aveva cenato la sera
prima a palazzo Chigi.
Le cose che abbiamo in comune? Sia-
mo due leader di sinistra. Vogliamo riforme
rapide e profonde. Sappiamo che lEuropa
in pericolo se non superer le sfde della
competitivit, del lavoro, della politica mo-
netaria e delle tasse. Renzi ha una persona-
lit importante e una visione di come do-
vrebbe avvenire la ricostruzione della sini-
stra europea. E questo un argomento che
interessa anche me.
Quattro settimane dopo, il parallelismo
non funziona pi: il Partito socialista fran-
cese ha raccolto solo il 13,9 per cento dei
voti, mentre in Italia il Partito democratico
(Pd) ha avuto lunica bella sorpresa del 25
maggio per la sinistra europea, conquistan-
do il 40,8 per cento dei voti, relegando il
Movimento 5 stelle al 21,1 per cento e infig-
gendo a Forza Italia il partito di Silvio
Berlusconi, che si fermato al 16,8 per cen-
to la pi grave sconftta della sua storia. Il
risultato pu considerarsi quasi un miracolo
visto che nel dicembre del 2012, quando
partecip senza successo alle primarie del
Pd per le elezioni politiche del febbraio
2013, era ancora un politico poco conosciu-
to. Ora che lItalia sta per assumere la presi-
denza di turno dellUnione europea (un
ruolo ormai quasi puramente simbolico) il
primo ministro francese Valls potr dire a
Renzi: Tu sei giovane, popolare, energico.
Tocca a te prendere la guida della sinistra
europea.
Anche se ha assicurato di voler arrivare
allappuntamento della presidenza con
umilt, il capo di governo italiano con-
sapevole del nuovo peso che ha conquistato
e dei margini di manovra che il suo trionfo
elettorale gli consente. Se vuole che la sua
azione europea si svolga sotto il segno del
lavoro e della crescita, pu assumere la gui-
da di un fronte contrario allausterit e spin-
gere per un alleggerimento delle severe re-
gole di bilancio. La prima a benefciarne
potrebbe essere lItalia , uscita dalla pi lun-
ga recessione della sua storia nel terzo tri-
mestre del 2013 per ritrovarsi di fronte a una
nuova contrazione del prodotto interno lor-
do (pil) dello 0,1 per cento.
Lesempio italiano
LItalia in grado di incidere nel percorso
che si apre in Europa con molta decisione,
ha dichiarato con soddisfazione Renzi il 26
maggio durante una conferenza stampa.
un voto di speranza straordinaria di un pae-
se che ha tutte le condizioni per cambiare e
per poter invitare lEuropa a cambiare. Io
non immagino di avere un asse Germania-
Italia contro la Francia, ha spiegato, come
nessuno immaginava di avere un asse Ger-
mania-Francia contro lItalia. Questa una
vicenda delicata: o ne usciamo tutti insieme
prendendoci per mano oppure nessuno si
salver da solo. Renzi non ha mancato di
sottolineare che i parlamentari della sini-
stra italiana saranno i pi numerosi (31) nel
Partito socialista europeo (Pse) a Strasbur-
La sfda europe
go. Anche se non ne stato il promotore di-
retto, stato sotto il suo mandato da segre-
tario del Pd che il 1 marzo la sinistra italiana
ha ufcialmente aderito al Pse. Facendo
confluire il Partito democratico nel Pse,
Renzi aveva lambizione di trasformare la
sinistra europea dallinterno, spiega il sot-
Philippe Ridet, Le Monde, Francia
Il risultato del Partito democratico alle elezioni
del 25 maggio uneccezione rispetto alla crisi
della sinistra in Europa. In Francia e nel Regno
Unito vincono gli euroscettici. Alexis Tsipras
primo in Grecia
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A
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Internazionale 1053 | 30 maggio 2014 17
opea di Renzi
tosegretario alla presidenza del consiglio
con delega alle politiche europee Sandro
Gozi. La strategia di Renzi oggi raforza-
ta. Di sicuro in un primo tempo, quello delle
nomine, dovremo fare delle mediazioni.
Ma unopportunit da cogliere. Il risultato
delle elezioni in Francia ci incoraggia su
questa strada. necessario allargare lasse
franco-tedesco che ha portato la sinistra a
sostenere politiche di destra. La sinistra de-
ve ridiventare la sinistra.
Dal giorno successivo alle elezioni sono
partiti i primi contatti tra Matteo Renzi,
Franois Hollande e il tedesco Sigmar Ga-
briel, presidente dei socialdemocratici
dellSpd, in vista dei vertice tra i capi di stato
e di governo che si svolto il 27 maggio a
Bruxelles.
LItalia, che stata spesso laboratorio di
esperienze politiche atipiche, sembra or-
mai un esempio per le sinistre europee.
Roma, 22 maggio 2014. Matteo Renzi chiude la campagna elettorale in Piazza del Popolo
18 Internazionale 1053 | 30 maggio 2014
In copertina
Renzi, appena nominato presidente del
consiglio il 22 febbraio, ha immediatamen-
te voltato le spalle alle politiche del rigore
volute da tutti i suoi predecessori dal 2009,
con uniniezione di 90 miliardi di euro in
uneconomia ferma da ventanni.
Matteo Renzi sar il salvagente della si-
nistra europea? Non sarebbe un paradosso
da poco per qualcuno che diventato presi-
dente del consiglio senza essere stato eletto
e che proviene dallo scoutismo, da Azione
cattolica e dai ranghi del Partito popolare
italiano, un ramo della Democrazia cristia-
na. Forse non sono di sinistra, amava ri-
petere quando era ancora il sindaco di Fi-
renze, ma faccio cose di sinistra. Durante
la campagna elettorale si perfno avventu-
rato a difendere la memoria di Enrico Ber-
linguer, segretario del Partito comunista
italiano negli anni settanta, oggi ancora po-
polarissimo, da cui Renzi si diferenzia in
tutto.
Pragmatismo e sfrontatezza
Questa svolta ha consentito a Renzi di uni-
re intorno a s tutto il partito nato nel
2007 dalla fusione tra gli ex comunisti e gli
ex democristiani di sinistra ottenendo il
pi grande successo elettorale della sua
storia. La decisione di restituire dieci mi-
liardi di euro a dieci milioni di italiani sot-
to forma di una riduzione delle tasse, no-
nostante ci siano ancora dei dubbi su come
fnanziare questa misura, ha completato la
metamorfosi.
Un altro provvedimento che porta il se-
gno del suo pragmatismo e della sua sfron-
tatezza aver abbassato del 10 per cento le
tasse e le spese energetiche per le aziende.
Non a caso pragmatismo e sfrontatezza so-
no tra gli ingredienti di quel trionfo che
molti gli invidiano. u gim
M
atteo Renzi ha ottenuto una
vittoria schiacciante. In
controtendenza rispetto al
resto del continente, il suo
Partito democratico (Pd), moderato ed eu-
ropeista, ha ottenuto il 40,8 per cento dei
voti. Renzi si detto commosso, mentre
il vicepresidente del parlamento europeo
Gianni Pittella ha dichiarato che il presi-
dente del consiglio italiano si dimostrato
una diga al populismo nostrano ed euro-
peo. Il risultato stato accolto con entu-
siasmo dai mercati, che speravano in una
manifestazione di fducia nei confronti di
Renzi, del suo governo e del suo ambizioso
programma di riforme.
Le elezioni europee sono invece state
un disastro per il Movimento 5 stelle (M5s).
Alla vigilia i sondaggi davano il partito gui-
dato da Beppe Grillo impegnato in un testa
a testa con il Pd, ma dalle urne emerso
uno scarto di quasi 20 punti percentuali.
Grazie al sostegno di oltre un quinto degli
elettori, il partito di Grillo resta comunque
uno dei pi popolari in Europa tra quelli al
di fuori degli schieramenti politici tradi-
zionali (solo il Front national e Syriza han-
no ottenuto un risultato superiore). Ma in
politica le aspettative sono tutto e Grillo
aveva imprudentemente annunciato che il
Movimento sarebbe stato il primo partito
italiano lanciando lo slogan Vinciamo
noi, diventato un popolare hashtag. A
questo punto lecito chiedersi se lM5s e il
suo leader potranno mai riprendersi dalla
delusione elettorale.
I risultati dimostrano che milioni di
elettori dei cinquestelle sono passati dalla
parte del Pd, che complessivamente ha ot-
tenuto un numero maggiore di voti rispetto
alle elezioni politiche nonostante un netto
Non hanno vinto
The Economist, Regno Unito
Durante la campagna elettorale
Beppe Grillo ha ripetuto spesso
che avrebbe vinto. Non andata
cos e ora in molti criticano il suo
ostruzionismo nei confronti
del governo
calo dellafuenza (57 per cento contro il 75
per cento delle politiche). Alcuni sondaggi
avevano gi indicato che molti elettori del
Movimento non approvano la politica
ostruzionista voluta da Grillo nei confronti
del centrosinistra.
Lumiliazione dellex comico stata la
ciliegina sulla torta per Renzi, scelto come
leader dalla base del Pd proprio perch
considerato lunico in grado di arrestare
lavanzata dei cinquestelle.
Autostima e presunzione
Eppure c un problema per il segretario
del Pd: Renzi infatti ha bisogno del soste-
gno di Forza Italia e di Silvio Berlusconi per
riformare la costituzione e ha bisogno di
quello del Nuovo centrodestra, alleato nel-
la coalizione di governo, per cambiare la
legge elettorale. Ma i risultati delle euro-
pee spingeranno probabilmente entrambi
i partiti di centrodestra a riconsiderare la
collaborazione con il Pd. Uno degli obietti-
vi di Renzi infatti quello di trasformare
lItalia in una democrazia bipartitica, ma
le elezioni del 25 maggio hanno rivelato
che in questo momento tra i due maggiori
partiti del paese non c Forza Italia.
Infatti con il 16,8 per cento dei voti,
quattro punti in meno rispetto allM5s, For-
za Italia il terzo partito. Inoltre le riforme
immaginate da Renzi prevedono lesclu-
sione dal parlamento di alcuni partiti mi-
nori, tra cui potrebbe esserci anche il Nuo-
vo centrodestra, fermo al 4,3 per cento.
Quali che siano i problemi che Renzi
dovr afrontare, ci vorr un po di tempo
prima che questi gli facciano passare il
buonumore per la vittoria. Saputi i risulta-
ti, il presidente del consiglio ha twittato un
messaggio da cui si capisce quanto sia sicu-
ro di s: Un risultato storico. Commosso e
determinato adesso al lavoro per unItalia
che cambi lEuropa.
Presuntuoso? Pu darsi, ma anche ve-
ro che il trionfo alle elezioni europee dar al
Partito democratico una grande rappresen-
tanza al parlamento europeo nel gruppo dei
Socialisti e Democratici, superiore perfno
a quella della potente Spd tedesca. u as
Partito democratico
Movimento 5 stelle
Forza Italia
Lega Nord
Nuovo centro destra-Udc
Laltra Europa con Tsipras
Svp
Totale seggi
Fonte: Ministero dellinterno

% di voti seggi
40,8
21,1
16,8
6,1
4,3
4,0
0,5
31
17
13
5
3
3
1
73
Da sapere
I partiti italiani in Europa
Internazionale 1053 | 30 maggio 2014 19
I
nutile cercare di sottilizzare, di invo-
care lastensionismo o di minimizza-
re limportanza di queste elezioni: in
Francia il vero vincitore delle europee
il Front national (Fn). Dopo lottimo risul-
tato alle presidenziali del 2012 e laferma-
zione alle amministrative di marzo, Marine
Le Pen ha centrato il suo terzo obiettivo: il
25 maggio diventata la leader del primo
partito di Francia e, superando nettamente
lUmp (centrodestra), della pi grande for-
za di opposizione. Il suo partito ha saputo
sfruttare meglio degli altri la triplice crisi
che da anni mina il paese. Prima di tutto c
la crisi economica e sociale, caratterizzata
da sei anni di crescita quasi nulla e dallim-
pennata della disoccupazione. Poi la crisi
dellEuropa, che non ofre pi una solida
rete di protezione e ha smesso di rappresen-
tare una speranza per il futuro, per diventa-
re invece il capro espiatorio di molte inquie-
tudini nazionali. proprio il Front a dar
voce a questo malcontento, indubbiamente
minoritario, ma comunque molto forte. In-
fne c la crisi politica. Il disagio verso la
democrazia, la sfducia nei partiti tradizio-
nali e lincapacit di rispondere ai timori dei
francesi hanno fnito con il provocare un
terremoto pi grave di quello del 21 aprile
2002. Allora, il successo del padre di Mari-
ne Le Pen, Jean-Marie, che arriv al ballot-
taggio delle presidenziali superando il can-
didato socialista, aveva rappresentato un
avvertimento. Oggi la vittoria della fglia
sconvolge radicalmente il panorama politi-
co. La sconftta del Partito socialista, con
meno del 14 per cento dei voti, non ha pre-
cedenti negli ultimi cinquantanni. Un tra-
collo che, tra laltro, non compensato dai
risultati delle altre liste progressiste: in tota-
le tutta la sinistra ha ottenuto il voto di ap-
pena un elettore su tre.
La sanzione degli elettori
La delusione altrettanto cocente per la de-
stra. Indebolito dalle divisioni interne e da-
gli scandali fnanziari che hanno coinvolto
il suo presidente, Jean Franois Cop,
lUmp un partito lacerato e incapace di
incarnare unopposizione convincente. Da
parte loro i centristi del Modem sembrano
approfttare della situazione, ma rimango-
no una forza marginale.
Per il governo la situazione grave,
molto grave, come ha ripetuto il primo mi-
nistro Manuel Valls. La sanzione inflitta
dagli elettori che segue di due mesi la
sconftta alle amministrative obbliga lese-
cutivo a porsi una domanda: come agire,
come governare e, soprattutto, come fare le
riforme con un presidente cos indebolito?
La risposta ha unimportanza vitale per ca-
pire come fermare Marine Le Pen. In Euro-
pa la Francia, che gi da tempo rappresen-
tava lanello debole della catena, apparir
inevitabilmente come la pecora nera, in ba-
lia delle deleterie pulsioni del nazional-po-
pulismo. E questo ridurr ancora di pi la
forza politica di Franois Hollande e il suo
margine di manovra. u adr
La Francia
degli estremisti
Le Monde, Francia
Il Front national il partito pi
votato dai francesi. Un successo
che sconvolge il panorama
politico e indebolisce il paese
Lopinione Reagire subito
Da sapere Il nuovo parlamento di Strasburgo
u Il desiderio non lasciarsi
abbattere, la volont non
lasciare lo spazio politico al
Front national. Ma la realt
spietata. Nel paese dei lumi
e dei diritti delluomo il pri-
mo partito una formazione
di estrema destra razzista e
xenofoba. Il risultato ha la-
sciato a bocca aperta lintero
continente. I giovani e i pi
poveri hanno scelto il Front
national, garantendo a Mari-
ne Le Pen un consenso che
in alcune delle regioni pi
colpite dalla crisi ha supera-
to il 40 per cento. Nessun al-
tro paese (a eccezione della
Danimarca) stato travolto
in questo modo dalle pulsio-
ni estremiste. La Grecia e la
Spagna danno una possibili-
t alla sinistra radicale, can-
cellata in Francia. LItalia
sceglie Matteo Renzi, a di-
mostrazione che un riformi-
smo di sinistra ancora pos-
sibile. Il paesaggio politico
francese esce devastato dal
voto: il socialismo di gover-
no in crisi e lopposizione
di destra screditata. La vitto-
ria di Le Pen anche la scon-
ftta di un paese e dei suoi in-
tellettuali. Oggi chiediamo
ai protagonisti della societ
francese di rifettere sulla ri-
sposta da dare al successo
del Front: una risposta popo-
lare al populismo. A quanto
pare la demonizzazione de-
gli elettori dellFn non ha
funzionato. Ai partiti, ai
giornalisti, agli insegnanti,
alla societ civile spetta il
compito di riconciliare la
Francia uscita dal voto del 25
maggio con la sua storia e la
sua vocazione europea, civi-
le e repubblicana. Franois
Sergent, Liberation
I seggi al parlamento europeo, divisi per gruppi politici, 2014. Fonte: Parlamento europeo
45
191
52
64
214
46
38
41
60
Totale
dei seggi
751
Socialisti e democratici
(S&d)
Democratici e liberali
per lEuropa
(Alde)
Partito popolare
europeo
(Ppe)
Verdi europei-Alleanza
libera europea
(G/Efa)
Europa della libert
e della democrazia
(Efd)
Non iscritti a
nessun gruppo
Nuovi eletti non
appartenenti a
gruppi politici del
parlamento uscente
Conservatori e
riformisti europei
(Ecr)
Sinistra unitaria
europea-Sinistra
verde nordica
(Gue/Ngl)
20 Internazionale 1053 | 30 maggio 2014
In copertina
L
a sinistra greca sempre stata in
prima linea nella lotta per la dife-
sa degli interessi popolari e
dellintegrit nazionale, in tutti i
momenti critici attraversati dal paese nel
corso delle diverse stagioni politiche. Alle
elezioni europee del 25 maggio Syriza, il
partito guidato da Alexis Tsipras, ha otte-
nuto un successo straordinario, di cui han-
no parlato tutti i mezzi dinformazione del
mondo.
Arrivata a un passo dal potere, oggi la
sinistra ancora una volta di fronte a una
grande responsabilit. un momento che
assume un signifcato particolare, perch
questa responsabilit gravosa, storica e
patriottica. La sinistra se la dovr assume-
re in primo luogo nei confronti di una so-
ciet prostrata, in lotta per la sopravviven-
za e messa in ginocchio dalle misure di
austerit che hanno colpito soprattutto i
pi deboli. Poi nei confronti di tutta la na-
zione e, di conseguenza, della generazione
dei ventenni e dei trentenni che hanno la-
sciato il paese per andare a cercare lavoro
allestero.
Costruire dal basso
La Grecia non dovr essere mai pi abban-
donata. In quanto partito di sinistra, Syriza
non chiamato solo a trovare una risposta
a questi problemi, ma anche ad afrontare
con determinazione il difcile compito che
la societ gli ha afdato. In questa fase non
c spazio per gli errori. Ma soprattutto non
c spazio per quegli atteggiamenti che
spesso caratterizzano i partiti di sinistra e
per quelle dinamiche tipiche delle forma-
zioni che non superano il 4 per cento dei
voti.
Per prima cosa Syriza deve lasciarsi alle
spalle i complessi del piccolo partito che era
alla fne degli anni novanta e nei primi anni
duemila. Deve sostituire le sue vecchie
paure con la solida consapevolezza di esse-
re oggi lunica grande forza nazionale, de-
mocratica e popolare in grado di guidare il
paese fuori dalla crisi.
Syriza deve dar prova di responsabilit e
afrontare la situazione per quello che .
Senza partigianerie e pregiudizi, e senza
certi schematismi tipici della sinistra. Il
partito di Tsipras deve costruire dal basso
una grande alleanza democratica per libe-
rare la societ e il paese dal memorandum
della troika e dalla sottomissione ai credi-
tori stranieri, e per rilanciare leconomia.
In questo momento il partito di Tsipras
non pu permettersi di deludere gli elettori
con discorsi ambigui e ragionamenti basati
su logiche di partito, che non interessano in
nessun modo ai cittadini. Oggi devono pre-
valere la solidariet e una linea politica for-
te, unite a proposte specifche per ogni sin-
golo problema che richieda soluzioni con-
crete. La societ ha fatto un grande passo in
avanti e ha scelto la sinistra. Per Syriza, per
il suo leader, per i suoi dirigenti e per i mili-
tanti arrivato il momento della responsa-
bilit. u af
Ad Atene trionfa
la sinistra
Eleftherotypia, Grecia
Dopo anni di crisi, i greci hanno
dato fducia a Syriza. Ora il
paese ha bisogno di scelte
politiche coraggiose
u Ripetere che le cose potevano andare peggio
non serve a migliorarle n a rassicurare chi
terrorizzato dal successo di Alba dorata. Il
partito neonazista non solo sopravvissuto, ha
anche aumentato i suoi consensi, raccolti tra le
vittime della crisi (le persone che vivono nelle
zone pi povere del paese), ma anche tra gli
elettori benestanti, per esempio nellarea di
Kolonaki, ad Atene. Alle europee del 2009 Alba
dorata aveva lo 0,46 per cento. Oggi al 9,4. E
se non ha ottenuto un risultato pi alto perch
al voto ha partecipato anche un altro partito di
estrema destra, il Laos. La mappa dellEuropa
sta diventando nera. E anche sulla Grecia c
una macchia scura. Kathimerini
Da sapere
La minaccia di Alba dorata
Voti Afuenza
Da sapere
I partiti pi votati nei singoli paesi alle elezioni
europee, afliazione per gruppo politico, %
Austria
lvp
Belgio
lN-va
Bulgaria
lGerb
Cipro
lRaduno democratico
Croazia
lHdz
Danimarca
lPart. del popolo danese estr. destra
Estonia
lPartito riformista
Finlandia
lPartito della coalizione nazionale
Francia
lFront national estrema destra
Germania
lCdu/Csu
Grecia
lSyriza
Irlanda
lIndipendenti
Italia
lPartito democratico
Lettonia
lUnit
Lituania
lUnione patriottica
Lussemburgo
lPartito cristiano sociale
Malta
lPartito laburista
Paesi Bassi
lD66
Polonia
lDiritto e giustizia
Portogallo
lPartito socialista
Regno Unito
lUkip
Repubblica Ceca
lAno 201
Romania
lPsd/Pc/Unpr
Slovacchia
lSmer
Slovenia
lSds
Spagna
lPartito popolare
Svezia
lSocialdemocratici
Ungheria
lFidsz
27,0
16,3
30,4
37,7
41,4
26,6
24,3
22,6
24,9
35,3
26,6
24,0
40,8
46,0
17,4
37,6
53,4
15,4
32,3
31,4
26,7
16,1
37,6
24,1
24,9
26,0
24,4
51,5
45,7
90,0
35,5
43,9
25,0
56,4
36,4
40,9
43,5
47,9
58,2
51,6
60,0
30,0
44,9
90,0
74,8
37,0
22,7
34,5
36,0
19,5
32,1
13,0
20,9
45,9
48,8
28,9
lGue/Ngl
lS&d
lG/Efa
lAlde
lPpe
lEcr
lEfd
lNon iscritti
Internazionale 1053 | 30 maggio 2014 21
I
britannici sono convinti che la loro
vita politica segua un ritmo diverso
da quello del resto dEuropa. Ma que-
ste elezioni europee li hanno smenti-
ti. Votando in massa contro lEuropa e con-
segnando la vittoria agli euroscettici
dellUkip (United Kingdom independence
party), i britannici hanno seguito la tenden-
za degli altri paesi europei. In tutto il conti-
nente un gran numero di cittadini ha
espresso qualche forma di dissenso verso le
La protesta
dei britannici
Martin Kettle, The Guardian, Regno Unito
LUkip ha sconftto i conservatori
e i laburisti. A conferma che la
rivolta contro le lite riguarda
tutto il continente
politiche comunitarie. LUnione non ha mai
dovuto affrontare una crisi di legittimit
cos profonda. Da Aberdeen ad Atene e da
Lisbona a Lipsia, indipendentemente
dallappartenenza o meno dei singoli paesi
alleurozona, dalle urne uscita una presa
di posizione netta contro i governi naziona-
li e le priorit di risanamento fnanziario
stabilite da Bruxelles.
Le elezioni del 25 maggio non hanno se-
gnato tanto la rivolta del Regno Unito con-
tro Bruxelles quanto piuttosto una ribellio-
ne generale di gran parte degli elettori euro-
pei contro le istituzioni comunitarie e i
partiti al governo. I britannici hanno sem-
plicemente preso parte a un fenomeno pi
ampio. Questo non signifca che gli euro-
scettici abbiano dominato il voto: il loro
successo non va sopravvalutato. Nella mag-
gior parte degli stati dellUnione europea (e
perfno nel Regno Unito, tradizionalmente
euroscettico) la maggioranza degli elettori
ha infatti votato per i partiti che sostengono
il progetto europeo, a prescindere dal disac-
cordo sulla necessit o meno di riformarlo.
I britannici e gli europei sono ancora
convinti che lEuropa debba restare unita.
Certo, questo non baster a consolare i libe-
raldemocratici britannici, praticamente
spazzati via dal voto. Ma resta il fatto che le
forze antieuropee (di destra e di sinistra)
sono ancora in minoranza. La diferenza
rispetto al passato sta nello scarto con gli
europeisti, che si nettamente ridotto.
Un panorama diverso
per questo che il risultato elettorale non
pu in nessun modo essere considerato un
successo dei partiti floeuropei o del proget-
to comunitario. Gli europeisti non possono
pi contare su un mandato pieno, e le attua-
li tendenze politiche sono chiare: le forma-
zioni antisistema non avranno ottenuto la
maggioranza, ma hanno sicuramente cam-
biato il panorama politico del continente.
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Nigel Farage a Londra, il 26 maggio 2014
22 Internazionale 1053 | 30 maggio 2014
In copertina
Lidea dei partiti tradizionali secondo cui
lo slogan pi Europa la risposta a tutte le
crisi non mai stata cos in discussione
come oggi. Ignorare questo dato sarebbe un
suicidio.
La sera del 25 maggio il Partito popolare
europeo (Ppe) ha subito rivendicato la vit-
toria. La mossa potrebbe preludere al tenta-
tivo di insediare Jean-Claude Juncker alla
presidenza della Commissione europea do-
po la fne del mandato di Jos Manuel Bar-
roso, anche lui di centrodestra. Nel prossi-
mo parlamento, tuttavia, i popolari avranno
214 deputati su 751, nettamente meno dei
265 attuali. I numeri parlano chiaro: quella
del centrodestra stata una sconftta, non
una vittoria. E imporre Juncker sarebbe un
errore catastrofco. Anche considerando i
191 seggi conquistati dallaltro grande grup-
po del parlamento europeo, i socialisti, il
voto evidenzia comunque una battuta dar-
resto per i partiti europeisti, che complessi-
vamente hanno perso terreno rispetto alle
formazioni pi piccole. Questo fenomeno,
che ha segnato la politica britannica negli
ultimi anni, si sta afermando anche nel re-
sto del continente.
In tutti i paesi europei, infatti, si regi-
strato un avanzamento dei partiti antisiste-
ma, anche se la rivolta ha assunto forme
diverse. In Grecia ha vinto il partito di sini-
stra Syriza, in Irlanda il Sinn Fin ha bene-
fciato delle difcolt del Fine gael, in Fran-
cia si afermato il Front national, e in Da-
nimarca ha vinto il Partito del popolo dane-
se, di estrema destra. La rivolta contro i
partiti di governo stata netta, ma comun-
que non maggioritaria.
Nel Regno Unito il problema che i
grandi partiti non sembrano in grado di de-
cifrare il messaggio che arriva da questa
rivolta n di trovare il modo per riaprire il
dialogo con gli elettori che hanno scelto il
voto di protesta, esattamente come succe-
de ai loro colleghi europei. Perfno la can-
celliera tedesca Angela Merkel deve af-
frontare una piccola sacca di ribellione,
rappresentata dal partito Alternativa per la
Germania.
Fare fnta di niente, come gi successo
in passato, sarebbe una follia. I risultati
delle elezioni europee rappresentano un
chiaro invito alla classe politica continen-
tale a trovare una soluzione nuova, sosti-
tuendo lo slogan pi Europa con unEu-
ropa diversa. Da questo dipende il futuro
di tutti i cittadini europei, a cominciare dai
britannici. u as
C
hi poteva immaginare che potes-
se succedere davvero? Il Dansk
folkeparti (Partito del popolo
danese, Df, populista e xenofo-
bo) stato il pi votato alle europee. La po-
litica danese cambiata, forse per sempre.
Il Df potrebbe facilmente essere bollato co-
me un partito rozzamente populista e op-
portunista. Ma sarebbe troppo facile e sba-
gliato. Oggi questo partito ha un potere che
impone unassunzione di responsabilit. Al
tempo stesso giusto chiedersi se questa
situazione debba spaventarci.
Scandali e lezioni
Si possono discutere a lungo le cause della
sua vittoria. Un fattore determinante stato
il disappunto degli elettori di centrodestra
per la vicenda delle spese private del leader
del partito liberale Venstre, Lars Lkke Ra-
smussen, rimborsate con denaro pubblico.
Anche alcune scelte politiche dei liberali,
dei conservatori e in parte anche dei social-
democratici hanno alimentato il successo
di Df. I partiti di centrodestra, in particola-
re, hanno dichiarato di sostenere lUnione
Nazionalisti
in Danimarca
Christian Jensen, Information, Danimarca
europea mentre ne minavano di fatto uno
dei princpi fondamentali: la libera circola-
zione delle persone. Nel dibattito sul cosid-
detto turismo del welfare, a proposito
degli assegni familiari ai lavoratori di altri
paesi dellUe, i liberali e i conservatori han-
no cercato di sofocare Df in un abbraccio
mortale, adottandone la linea politica. Ma
stato un grave errore, che dovr servire da
lezione.
Molti hanno probabilmente avuto un
soprassalto quando nei giorni scorsi la lea-
der del Partito popolare socialista, Pia Ol-
sen, ha sostenuto che su una serie di que-
stioni tra cui la tutela del lavoro era pi
disposta a collaborare con Df che con la si-
nistra radicale. Questa strategia, per, do-
vrebbe servire come ispirazione sia per il
governo sia per lopposizione. Prima delle
prossime elezioni bisogner capire non solo
a quali politiche il Df si oppone, ma anche
quali vuole sostenere. Il Dansk folkeparti
ha una grande responsabilit. Se non tra-
sformer il sostegno ricevuto in scelte con-
crete, allora s che la protesta potrebbe
esplodere. Ma al suo interno. u pb,fc
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Manifesti del Partito del popolo danese a Copenaghen
Internazionale 1053 | 30 maggio 2014 23
A
rrivati a sessantanni, alcuni so-
no orgogliosi delle loro conqui-
ste, mentre altri diventano irre-
quieti e pronti a rimettere in di-
scussione la loro vita. Capita alle persone, a
volte anche a popoli interi. Angela Merkel
compir sessantanni a luglio, lUnione eu-
ropea nel marzo del 2017. E, a giudicare dal
voto del 25 maggio, sembra che molti paesi
che ne fanno parte siano in preda ai rim-
pianti. Dopo le elezioni il rapporto della
cancelliera tedesca con unEuropa sempre
pi inquieta fa pensare a quello di una ma-
dre con la sua grande famiglia in crisi.
La situazione di Merkel facile da deli-
neare: la Cdu e i popolari europei hanno
vinto, ma senza nessun entusiasmo. In Sas-
sonia gli euroscettici di Alternativa per la
Germania hanno raggiunto percentuali a
due cifre, e in tutta Europa i partiti populisti
hanno avuto risultati senza precedenti.
A livello europeo la posta in gioco alta.
E in una situazione simile non conta molto
se a ricoprire la carica di presidente della
Commissione sar un cristianodemocrati-
co lussemburghese o un socialdemocratico
tedesco. Per molti paesi dellUnione, lEu-
ropa troppo tedesca, troppo dipendente
dai commissari della troika e troppo poco
trasparente. Se non cambier presto qual-
cosa, sar irrilevante quale dei due grandi
partiti tedeschi avr pi peso a Bruxelles. In
questo momento quel che pi conta la vi-
sione dinsieme.
La missione pi delicata
Intanto per le trattative politiche vanno
avanti. La lealt mostrata dai socialdemo-
cratici tedeschi nella grande coalizione po-
trebbe essere premiata con la nomina di un
presidente della Commissione appartenen-
Un voto contro
la Germania
Torsten Krauel, Die Welt, Germania
Di fronte alla protesta degli
europei, Berlino ha un compito
fondamentale: mantenere la
stabilit e salvare lEuropa
te allSpd, nonostante a Strasburgo il grup-
po parlamentare pi forte sia quello dei po-
polari. Questa soluzione potrebbe essere
favorita dal pessimo risultato dei socialisti
di Franois Hollande in Francia e dei con-
servatori di David Cameron nel Regno Uni-
to. Ma avrebbe un risvolto negativo: qualcu-
no potrebbe pensare che Bruxelles mano-
vrata dalla Germania e dai calcoli politici
dei partiti tedeschi. Un accordo del genere
non sarebbe certo una mossa astuta.
Nel resto dEuropa, intanto, i partner di
Berlino sono ridotti al lumicino. E, fatta ec-
cezione per pochi leader come lolandese
Mark Rutte o lungherese Viktor Orbn, so-
no terrorizzati dalle prossime elezioni. Nel
Regno Unito, in Francia e in Grecia i capi di
governo sono ormai rottami politici. In que-
sto contesto, Berlino dovr mostrarsi capa-
ce di mantenere la concordia in Europa.
Merkel e il leader dellSpd Sigmar Gabriel
dovranno soprattutto impegnarsi per far
restare Londra nellUnione, senza indurre
altri leader in difcolt a scatenare il panico
con richieste sempre pi difcili da asse-
condare. A giudicare dalle difcolt in cui si
trova il primo ministro greco e dalle pres-
sioni dei populisti sul governo danese, que-
sto rischio molto elevato.
Linquietudine diffusa in tutti i paesi
dellUnione richiede urgenti riforme, e a
realizzarle potr essere solo Berlino. Ma
tutto deve procedere in fretta, perch pro-
babile che gi nel 2015 le strade di alcuni
paesi dellUnione si divideranno. Oggi la
grande coalizione tedesca deve afrontare
la sua missione pi delicata. Non si tratta di
scelte di politica energetica o della riforma
del federalismo tedesco: di fronte alla rivol-
ta degli elettori il primo compito di Berlino
garantire stabilit e un indirizzo sicuro al-
la barcollante Unione europea.
Perch questo succeda, la compattezza
dei tedeschi il presupposto fondamentale.
Nel 2017, quando si presenteranno alle ele-
zioni politiche tedesche, Merkel e Gabriel
dovranno poter dire: Non siamo stati noi a
condannare lUnione europea. Abbiamo
fatto tutto il possibile per salvarla. u fp
Da sapere Il peso degli euroscettici
Alternativa per
la Germania
Front
national
M5s+Lega Ukip Knp
Germania
96
2009 736
2014 751
7 (+7)
56
109
24 (+20) 22 (+13) 24 (+11) 4 (+4)
Italia
73
Polonia
51
Francia
74
Spagna
54
Regno Unito
73
Romania
32
Seggi assegnati ai partiti euroscettici Numero di seggi assegnati a ogni paese, tra parentesi la variazione rispetto al 2009
Partito
della libert
Vlaams belang Alba dorata+
An.El.+Kke
Jobbik Democratici
svedesi
4 1 (-1) 6 (+4) 3 2 (+2)
Repubblica Ceca
21
Paesi Bassi
26
Portogallo
21
Belgio
21
Ungheria
21
Grecia
21
Svezia
20
Fp Partito del
popolo danese
Partito dei
fnlandesi
4 (+2) 4 (+2) 2 (+1)
Austria
18
Danimarca
13
Croazia
11
Bulgaria
17
Slovacchia
13
Finlandia
13
Irlanda
11
Ordine
e giustizia
2
Lituania
11
Slovenia
8
Lussemburgo
6
Lettonia
8
Estonia
6
Cipro
6
Malta
6
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In copertina
La Spagna punisce
il bipolarismo
El Mundo, Spagna
I socialisti e i popolari hanno
perso 17 seggi e oltre cinque
milioni di voti rispetto al 2009.
Sono loro i veri sconftti
I
l risultato principale delle elezioni eu-
ropee in Spagna il tracollo del bipo-
larismo. Alla fne lastensione previ-
sta dai sondaggi non c stata (laf-
fuenza stata pi alta che nel 2009), per-
ch i partiti hanno impostato la campagna
elettorale in chiave nazionale e perch la
sinistra e gli indipendentisti sono riusciti a
mobilitare i loro elettori.
Restando in ambito strettamente nazio-
nale, quindi, lanalisi deve cominciare dal
fatto che il Partito popolare (Pp, al governo)
e i socialisti del Psoe hanno perso 17 seggi
rispetto alle elezioni del 2009. Allora rap-
presentavano insieme l80 per cento
dellelettorato, oggi sono scesi al 49 per
cento, un minimo storico. I popolari sono
stati puniti per i tagli alla spesa e per il man-
cato rispetto delle promesse elettorali, ma
hanno pagato anche il fatto che il leader
Mariano Rajoy e il capolista Miguel Arias
Caete che non ha voluto neanche appari-
re in tv non hanno saputo convincere i pro-
pri elettori. Il Psoe, daltra parte, non riu-
scito ad approfttare del malcontento socia-
le, dellinquietudine causata dalle politiche
di austerit del governo e dei casi di corru-
zione che hanno coinvolto i popolari. Oggi
Rajoy pu dire almeno di aver vinto le ele-
zioni. Il leader socialista Alfredo Prez Ru-
balcaba e la capolista Elena Valenciano non
possono fare neanche questo. un serio
campanello dallarme, di cui il Psoe dovreb-
be tener conto. Non sappiamo di cosaltro
abbiano bisogno i socialisti per capire che,
dal punto di vista dellattrattiva elettorale,
Rubalcaba ha fatto il suo tempo.
Un altro fenomeno molto interessante
stato lirruzione di Podemos, il partito fon-
dato a marzo dal giovane politologo Pablo
Iglesias, che diventato la quarta forza po-
litica del paese, aggiudicandosi cinque seg-
gi al parlamento di Strasburgo. Prima di
tutto perch si tratta di un partito personale
e con pochi mesi di esperienza, e poi perch
la sua afermazione conferma non solo la
Radoslav tefank,
Sme, Slovacchia
Slovacchia
A
lle elezioni europee in Slo-
vacchia ha votato un citta-
dino su otto. Anche se ve-
ro che la politica europea pu sem-
brare lontana, noiosa e difcilmen-
te comprensibile, questa comun-
que una cattiva notizia. Con una
partecipazione cos bassa ogni in-
terpretazione dei risultati elettorali
diventa discutibile. In queste ele-
zioni non ci sono stati vincitori, ma
solo perdenti.
Tra i motivi di questa ennesima
bassa partecipazione non ci sono
solo i dubbi sulla reale importanza
del parlamento europeo, ma anche,
e soprattutto, la scarsa fducia nei
partiti in generale, un sentimento
difuso soprattutto tra chi ha opi-
nioni di destra. Invece di collabora-
re, i partiti non fanno che litigare, e
non per divergenze di idee, ma so-
prattutto per cercare di conquistare
poltrone o per soddisfare lego
spropositato dei loro leader. Ag-
giungiamo a tutto questo i frequen-
ti scandali legati alla corruzione e
non ci sar da stupirsi se la bassissi-
ma partecipazione al voto del 25
maggio si ripeter alle elezioni poli-
tiche.
Il primo ministro Robert Fico e
altri leader politici hanno parlato di
un paradosso slovacco. In altre pa-
role, ritengono singolare che gli slo-
vacchi non partecipino alle elezioni
europee pur avendo unampia fdu-
cia nelle istituzioni di Bruxelles. Per
risolvere questo paradosso forse
basterebbe che i partiti prestassero
maggiore attenzione alle compe-
tenze sulle questioni europee dei
candidati e alle loro capacit comu-
nicative. E che non scegliessero co-
me capilista delle fgure scialbe evi-
dentemente ricompensate con un
seggio europeo solo per qualche
utile servizio reso. u af
Urne deserte
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Pablo Iglesia del partito Podemos a Madrid, il 17 gennaio 2014
crisi del bipolarismo, ma anche i problemi
del partito di sinistra Izquierda unida (Iu).
Podemos e i suoi 1,2 milioni di elettori sono
il frutto del carisma di Iglesias, spesso ospi-
te di dibattiti in tv, e del suo messaggio anti-
sistema, diffuso con grande efficacia sui
social network. Ma il successo di questa
nuova formazione dipende anche dallin-
capacit di Cayo Lara, leader di Iu, di sfrut-
tare il crollo dei socialisti e di mobilitare gli
elettori di sinistra delusi. Lottimo risultato
di Podemos sar anche un fuoco di paglia.
Ma se cos non fosse, non sarebbe la prima
volta che un partito senza esperienza o sen-
za una lunga storia alle spalle sorprende
tutti e riesce a sopravvivere. gi successo
con Ciudadanos di Albert Rivera, che riu-
scito a conquistare due seggi a Strasburgo,
e con lUpyd di Rosa Dez, passato da uno a
quattro eurodeputati.
Referendum sullindipendenza
Anche dal risultato del voto in Catalogna si
possono trarre diverse conclusioni. La pri-
ma che i partiti catalanisti Convergncia i
uni (Ciu) ed Esquerra republicana (Erc)
hanno fatto la scelta giusta impostando la
campagna elettorale come un preambolo
del loro progetto di referendum sullindi-
pendenza della regione: lo dimostra lau-
mento della partecipazione al voto, che
stato di dieci punti percentuali rispetto al
2009. La seconda che i veri trionfatori di
questa scommessa sono i repubblicani se-
paratisti di Erc, guidati da Oriol Junqueras.
Rispetto a cinque anni fa, il partito ha gua-
dagnato oltre mezzo milione di elettori e ha
perfno superato Ciu di quasi cinquantami-
la voti, anche se nella distribuzione dei seg-
gi la coalizione a cui appartiene il presiden-
te catalano Artur Mas (che comprende Ciu,
la Coalizione canaria e il Partito nazionali-
sta basco) ha ottenuto un deputato in pi
della formazione di Junqueras.
Anche se assurdo commentare il voto
del 25 maggio come se si fosse trattato di
elezioni politiche, comunque possibile ri-
cavare alcune conclusioni generali dalle
tendenze uscite dalle urne. La pi impor-
tante che in Spagna si intravede gi la fne
del bipolarismo, dovuta al fallimento dei
due grandi partiti nazionali. Per questo oggi
necessario che siano proprio il Pp e il Psoe
a favorire quel movimento di rigenerazione
democratica di cui il paese ha bisogno. Pi
tempo impiegheranno i popolari e i sociali-
sti ad avviare questo processo, maggiore
sar la disillusione degli spagnoli. u fr
La vittoria di Fidesz un
ulteriore passo verso
il consolidamento di un sistema
autoritario e nazionalista
I
n Ungheria ha vinto la destra del di-
fensore della patria Viktor Orbn, un
leader che alloccorrenza sa spostarsi
al centro: sempre pi spesso, infatti, in-
dossa i panni del gentiluomo e del padre
della nazione, come spiega il sociologo
Gyrgy Szoboszlai. Il risultato delle euro-
pee, aggiunge Szoboszlai, segna un ulte-
riore passo verso il consolidamento di
uno stato autoritario, nazionalista e po-
pulista. A quanto pare, la teoria dellattra-
zione del vincitore ha funzionato: alle
elezioni politiche del 6 aprile, infatti, Or-
bn aveva vinto con poco meno del 45 per
cento dei voti, mentre il 25 maggio ha su-
perato il 51 per cento.
Per i socialisti dellMszp, che si sono
fermati poco oltre il 10 per cento, il mes-
saggio chiaro: tempo di cambiare lea-
der e proflo politico. Daltra parte, secon-
do Szoboszlai non bisogna nemmeno so-
pravvalutare il risultato degli estremisti
di destra di Jobbik, secondi con il 14,7 per
cento, perch lMszp e la Coalizione de-
mocratica (Dk) dellex premier socialista
Ferenc Gyurcsny insieme hanno co-
munque ottenuto pi voti dellestrema
destra. Il problema che la sinistra si
presentata divisa alle urne: la responsabi-
lit dei suoi leader, visto che gli elettori
delle due formazioni potrebbero convive-
re e votare lo stesso partito.
I giovani e gli incerti
LMszp inoltre, secondo Szoboszlai, ha
commesso lerrore di abbandonare i valo-
ri tradizionali della sinistra e di spostarsi
al centro, sostenendo scelte economiche
di tipo liberista. Dopo questo ennesimo
fasco, il partito dovr rivedere radical-
mente la sua strategia politica e, in vista
delle amministrative del prossimo autun-
no, dovr prepararsi a collaborare con Dk
e il partito Egytt-Pm di Gordon Bainaj,
che alle europee hanno ottenuto un risul-
tato inaspettatamente positivo. I risultati
delle europee, tuttavia, hanno dimostrato
soprattutto che agli ungheresi piace la re-
torica aggressiva della destra, costruita
intorno al mito della gloriosa nazione un-
gherese in lotta con tutta lEuropa.
I dati elettorali, spiega Szoboszlai, evi-
denziano inoltre che Fidesz e Jobbik at-
tingono allo stesso elettorato. Secondo
Rbert Lszl, analista del centro studi
Political capital, il voto evidenzia anche
che al momento Fidesz non ha veri con-
correnti, che la sinistra ha ottenuto un ri-
sultato simile a quello delle politiche di
aprile e che Jobbik non ha raccolto i con-
sensi sperati.
Il partito di Gbor Vona non riuscito
a sottrarre voti alla sinistra, confermando
che la mobilit dei consensi esiste essen-
zialmente tra Jobbik e Fidesz. Jobbik,
piuttosto, sembra aver raccolto i voti dei
giovani che sono andati alle urne per la
prima volta e degli incerti. Il suo risultato,
quindi, un successo eclatante solo a pri-
ma vista. E dimostra che lestrema destra
pu avere la forza per sfdare i partiti al
governo solo se i voti delle forze della si-
nistra liberale si disperdono. u ar
Destra senza rivali
Kroly Lencss, Npszabadsg, Ungheria
Ungheria
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Viktor Orbn al voto
26 Internazionale 1053 | 30 maggio 2014
Europa
N
elle ultime settimane il mondo
rimasto con il fato sospeso
mentre lUcraina sprofondava
nel caos. Secondo alcuni osser-
vatori, lo scontro tra milizie rivali per il
controllo dei territori intorno a Donetsk e
Luhansk sembrato una replica di quello
che era successo nella Jugoslavia degli anni
novanta. Durante la crisi il governo di Kiev
sembrato impotente. Ora, per, fnal-
mente arrivata loccasione di mettere fne
alla spirale di eventi che ha trascinato il pa-
ese sullorlo della guerra civile.
A prima vista il nuovo presidente ucrai-
no Petro Poroenko potrebbe sembrare
poco adatto a ricoprire il ruolo di salvatore
del paese. Oligarca e veterano dei trabal-
lanti governi dellex presidente in esilio
Viktor Janukovi e del suo predecessore
Viktor Juenko, Poroenko non esatta-
mente un volto nuovo. Nel corso dellacce-
so dibattito politico che ha segnato il paese
dallinizio delle proteste di Euromaidan , il
re del cioccolato ha sempre mantenuto
una posizione moderata: favorevole a un
riavvicinamento allUnione europea, non
si mai esposto a proposito delladesione
dellUcraina alla Nato. La sua forza deriva
prima di tutto dalla portata del suo trionfo
elettorale. Per la prima volta dalluscita di
scena di Janukovi, lUcraina ha un leader
che pu contare su un chiaro mandato de-
mocratico. Per il momento Mosca non ha
sollevato obiezioni sul voto (neanche per
quanto riguarda il caos elettorale nella par-
te orientale del paese) e ha implicitamente
riconosciuto il risultato.
Condizioni indispensabili
Poroenko dovr usare questa legittimit
per afrontare il problema pi urgente per
il paese e per la nazione: la rivolta nellest.
Loperazione militare lanciata da Kiev per
riprendere il controllo dellaeroporto di
Donetsk, occupato dai separatisti, ha cau-
sato molte vittime (secondo le autorit
ucraine, i morti sono quaranta, di cui 38
miliziani florussi e due civili; secondo i so-
stenitori della repubblica autoproclamata
di Donetsk, le vittime sono cento, tra cui
cinquanta civili). Il primo vicepremier Vi-
talij Jarema ha promesso che lazione
dellesercito andr avanti fno a quando
sul territorio ucraino non ci sar pi un
solo terrorista.
Il ripristino dellordine in Ucraina orien-
tale una priorit assoluta. Dalla regione
arrivano notizie sulla presenza di combat-
tenti stranieri (inclusi i ceceni) al fanco dei
separatisti, e se non si arriver a un cessate
il fuoco le milizie floucraine probabilmen-
te si rafforzeranno, spingendo ulterior-
mente la regione verso il caos. Tuttavia,
intensifcando limpegno militare, il gover-
no di Kiev rischia di far aumentare il nume-
ro delle vittime civili. Loperazione per la
riconquista dellaeroporto di Donetsk ha
portato i combattimenti pericolosamente
vicini ai confni della citt. Se gli scontri ar-
mati dovessero arrivare nei centri urbani,
Mosca avrebbe il pretesto per intervenire
in difesa degli ucraini russofoni.
Anche per questo, invece di continuare
ad afdarsi allesercito, Poroenko dovreb-
be fermarsi e cercare di capire se il presi-
dente russo Vladimir Putin davvero di-
sposto a collaborare per allentare la tensio-
ne. Un progetto di pacificazione era gi
stato concordato il mese scorso a Ginevra e
frmato dai rappresentanti dellUcraina e
della Russia. Laccordo fallito a causa del-
le sfducia reciproca prevede un impegno
di entrambi i paesi per disarmare le milizie
e organizzare lo sgombero degli edifci oc-
cupati. Questo signifca neutralizzare Pra-
vij sektor (un gruppo di estrema destra che
ha contribuito alla cacciata di Janukovi)
ma anche allontanare i separatisti dalle lo-
ro roccaforti. Poroenko dovrebbe stabilire
una scadenza per il rispetto dei patti e invi-
tare Mosca a usare tutta la sua infuenza sui
ribelli.
Le condizioni indispensabili per arriva-
re a una soluzione efcace sono evidenti fn
dallinizio delle proteste di Euromaidan:
lUcraina dovrebbe essere militarmente
non allineata e libera di commerciare sia
con la Russia sia con lUnione europea; in
secondo luogo, Kiev dovrebbe avviare una
forma di decentralizzazione per concedere
maggiore autonomia alle comunit russe
senza provocare una spaccatura dello
stato.
Lelezione di Poroenko ha creato le
condizioni migliori per una soluzione della
crisi, ma prima di tutto bisogna fermare la
rivolta nellest. uas
La strategia dellUcraina
dopo i morti di Donetsk
Il nuovo presidente Petro
Poroenko vuole riprendere il
controllo delle zone orientali per
garantire la stabilit del paese.
Ma cos rischia di far salire la
tensione con la Russia
Financial Times, Regno Unito
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Il cadavere di un miliziano florusso a Donetsk, il 27 maggio 2014
Internazionale 1053 | 30 maggio 2014 27
Nelle elezioni del 25 maggio i nazionalisti famminghi
hanno ottenuto una vittoria netta. Oltre ad aver vinto le
regionali delle Fiandre, dove ha ottenuto il 31,9 per cento
dei voti, la Nuova alleanza famminga (N-Va) si
afermata come primo partito del paese, ottenendo il 20,3
per cento dei voti. I socialisti francofoni restano il primo
partito in Vallonia (dove hanno ottenuto il 30,9 per cento
dei consensi) e a Bruxelles (23,5 per cento), ma perdono
terreno a livello nazionale, fermandosi all11,7 per cento.
Subito dopo il voto, il re Filippo ha cominciato le
consultazioni con i leader dei partiti per la formazione del
governo federale. Il sovrano ha afdato il mandato
esplorativo a Bart De Wever, il leader della N-Va. De
Wever stato colto di sorpresa dalla decisione di Filippo,
scrive Le Soir. Infatti lobiettivo del leader della N-Va era
formare prima un governo regionale nelle Fiandre, e poi
usare la stessa maggioranza per sostenere lesecutivo
nazionale. In ogni caso, secondo il quotidiano i tentativi
di De Wever sono destinati a fallire, perch nessuno dei
maggiori partiti pronto ad allearsi con la N-Va. Anzi,
nelle Fiandre i cristianodemocratici, i liberali e i socialisti
hanno detto di essere pronti a governare insieme. In
questo caso, osserva De Morgen, potrebbe formarsi un
governo regionale di coalizione simile a quello federale
uscente (socialisti, cristianodemocratici e liberali
famminghi e francofoni). Proprio la soluzione proposta
dal primo ministro uscente, il socialista Elio di Rupo. u
Belgio
La vittoria dei famminghi
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FRANCIA
Sgomberi
a Calais

Il 28 maggio le forze dellordine
francesi hanno smantellato due
accampamenti di migranti nel
centro di Calais, nel nord del pa-
ese. Le autorit erano preoccu-
pate per il peggioramento delle
condizioni igieniche e per lau-
mento delle violenze. Negli ac-
campamenti cerano circa 550
persone, soprattutto eritrei, su-
danesi, afgani e siriani, che
aspettavano di attraversare la
Manica per raggiungere il Re-
gno Unito. Secondo gli attivisti
per i diritti umani lo sgombero
non risolve niente. Per Le Mon-
de dimostra lincapacit di ge-
stire una situazione critica che
va avanti da pi di dieci anni.
GERMANIA
Il referendum
di Berlino

Il 25 maggio i berlinesi hanno re-
spinto con il 64,4 per cento dei
voti il piano di riconversione in
quartiere residenziale dellarea
di Tempelhof, laeroporto della
capitale chiuso nel 2008. Il se-
nato di Berlino aveva presentato
un progetto che prevedeva la co-
struzione di nuovi alloggi. Il ri-
sultato di questo referendum
un duro colpo per Klaus Wowe-
reit, scrive Die Tageszeitung.
Da due anni il sindaco alle
prese con un calo di popolarit e
con gli scandali, tra cui quello
del nuovo aeroporto di Brande-
burg, la cui apertura ritardata
da problemi tecnici.
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BELGIO
Attacco
al museo

Il 24 maggio, alla vigilia delle
elezioni, un uomo armato en-
trato nel museo ebraico di Bru-
xelles, nel centro della capitale
belga, ha estratto un fucile da
uno zaino e ha aperto il fuoco,
uccidendo sul colpo una coppia
di turisti israeliani e una volon-
taria francese. Un impiegato
del museo rimasto ferito mor-
to il giorno dopo in ospedale.
La Libre Belgique spiega che
lattacco, defnito terroristico
dalle autorit belghe, non sta-
to rivendicato, e la polizia an-
cora alla ricerca dellautore e
del movente. La coppia di turi-
sti israeliani (nella foto il loro fu-
nerale a Tel Aviv) aveva lavorato
in passato per i servizi di sicu-
rezza israeliani. Per ora le auto-
rit non parlano di attacco anti-
semita.
IN BREVE
Lituania Il 25 maggio Dalia
Grybauskaite stata conferma-
ta presidente con il 57,87 per
cento dei voti dopo aver battuto
al ballottaggio il socialdemocra-
tico Zigmantas Balcytis.
Polonia Il generale Wojciech
Jaruzelski, ultimo leader comu-
nista del paese, morto il 25
maggio a Varsavia. Aveva 90
anni.
Turchia Il 22 maggio un uomo
di 30 anni, Uur Kurt, stato uc-
ciso da una pallottola vagante
durante un funerale a Istanbul.
Il colpo sarebbe stato sparato da
un poliziotto durante gli scontri
con alcuni manifestanti.
Bart De Wever a Bruxelles, il 25 maggio 2014
Calais, 28 maggio 2014
Nuova alleanza famminga 33 |

Socialisti valloni 23 |

Movimento riformatore
(vallone) 20 |

Cristianodemocratici famminghi 18 |

Democratici e liberali
famminghi 14 |

Socialisti famminghi 13 |

Centro democratico umanista (vallone) 9
Verdi famminghi 6 |

Ecologisti valloni 6 |

Nazionalisti famminghi 3 |

Altri 5
Il nuovo parlamento belga, totale dei seggi: 150. Fonte: Le Soir
28 Internazionale 1053 | 30 maggio 2014
Africa e Medio Oriente
S
e cercate su Google maps la strada
per andare da Betlemme a Gerusa-
lemme, la risposta del motore di
ricerca sar: Non possibile cal-
colare litinerario tra Betlemme e Gerusa-
lemme, Israele. La piccola virgola tra i ter-
mini Gerusalemme e Israele sicura-
mente pi signifcativa di tutte le descrizio-
ni della barriera di separazione costruita da
Israele in Cisgiordania. Ed probabilmente
anche una delle ragioni che hanno spinto il
papa cattolico Francesco durante la sua
visita in Terra santa dal 24 al 26 maggio a
raggiungere Betlemme dalla capitale gior-
dana Amman e, in seguito, Gerusalemme
passando da Tel Aviv, invece di percorrere
la piccola distanza che separa le due citt.
In questo caso la geografa aiuta a descrive-
re in maniera simbolica uno dei principali
confitti del mondo.
Il pontefce, un argentino, unimpor-
tante forza di rinnovamento per la chiesa
cattolica, che grazie a lui potrebbe abban-
donare il suo eurocentrismo. In Medio
Oriente molti sperano che la sua visita pos-
sa contribuire a mettere fne alla crisi esi-
stenziale che attraversa la Terra santa, il
luogo associato alle tre grandi religioni mo-
noteistiche: ebraismo, cristianesimo e
islam. Anche se il papa ha dichiarato che la
visita era principalmente di natura spiritua-
le, tutto quello che ha fatto si tradotto in
forti segnali politici. Ogni piccola variazio-
ne rispetto al programma ufciale stata
interpretata come una presa di posizione in
un senso o in un altro. La sosta fuori pro-
gramma davanti alla barriera in Cisgiorda-
nia nei pressi di Betlemme ha messo davan-
ti agli occhi di tutti lodioso muro costruito
da Israele, la forza brutale che occupa la no-
stra terra, come ha dichiarato il presidente
palestinese Abu Mazen. Lisraeliano Benja-
min Netanyahu, invece, ha sfruttato il viag-
gio papale per pubblicizzare il suo paese. Il
primo ministro ha detto di voler mostrare
la vera immagine di Israele al mondo,
equiparando la Terra santa alla terra di
Israele, governata da uno stato progredi-
to, moderno e tollerante, lunico a garantire
piena libert di culto in Medio Oriente.
La presenza del pontefce stata anche
unimportante occasione per rifettere an-
cora una volta sulla guerra di religione in
corso dai tempi delle crociate. Molti storici
paragonano loccupazione israeliana di og-
gi alle crociate. La visita del papa riapre cos
le ferite scavate nel corso dei secoli tra le tre
religioni monoteiste, che si sono disputate
Gerusalemme dando vita a scontri politici e
militari. Ora i leader di tre religioni invitano
a pregare per la pace e per le vittime di tutte
le parti in confitto, e non c ragione di du-
bitare della loro buona fede. Ma resta il fatto
che nessun miracolo potr cambiare la si-
tuazione in Terra santa, fno a che continue-
r loccupazione israeliana. u cat
La lunga strada
verso Gerusalemme
Ogni gesto compiuto dal
pontefce durante il viaggio in
Terra santa ha avuto una forte
valenza politica. Il commento
del pi importante quotidiano
palestinese
Al Quds al Arabi, Regno Unito
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Il papa davanti al Muro del pianto, Gerusalemme, 26 maggio 2014
u Durante il suo viaggio in Medio Oriente, papa
Francesco ha creato una serie di precedenti,
scrive Menachem Gantz sul quotidiano
israeliano conservatore Yedioth Ahronot:
Innanzitutto ha insistito per far venire da
Beirut il patriarca maronita Bechara Boutros al
Rai, in quella che stata la prima visita di un
leader religioso libanese in Israele. Un altro
precedente stato creato domenica 25 maggio:
papa Bergoglio stato il primo capo di stato ad
arrivare in Israele dopo aver visitato lAutorit
Nazionale Palestinese (il suo elicottero
atterrato a Betlemme), senza passare prima per
Gerusalemme. In questo modo il Vaticano ha
praticamente riconosciuto la Palestina come
uno stato a tutti gli efetti. I palestinesi hanno
approfttato della visita papale per promuovere
le loro bugie, commenta sulle stesse pagine
Dan Calic, con toni pi duri. Fuori della chiesa
della Nativit a Betlemme avevano appeso un
manifesto del papa con Abu Mazen e il patriarca
greco di Gerusalemme sotto la scritta Stato di
Palestina, maggio 2014. Questo un tentativo
sfacciato di presentare la Palestina come uno
stato sovrano e la visita papale come una sorta
di riconoscimento. Il Vaticano avrebbe fatto
meglio a prendere le distanze.
Da sapere
Una visita senza precedenti
Internazionale 1053 | 30 maggio 2014 29
Ormai da due anni ad Haaretz
abbiamo introdotto la chat set-
timanale con i giornalisti.
Mercoled toccato a me. Al-
cune domande mi sono arriva-
te la sera prima, e cos sono ri-
masta sveglia fno allalba per
rispondere. Ecco alcuni esem-
pi: come puoi defnire un cri-
mine la distruzione degli albe-
ri palestinesi e difendere chi
lancia le pietre? Come puoi so-
stenere il sanguinario popolo
palestinese?
A mezzogiorno ero in mac-
china diretta a Tel Aviv per
partecipare alla chat. A ovest
di Ramallah sono stata co-
stretta ad attraversare un
checkpoint del ministero della
difesa gestito da unazienda di
sicurezza privata. Il personale
tratta gli arabi come fossero
tutti terroristi. Ogni volta che
attraverso il checkpoint vorrei
rispondere da Ramallah
allagente che mi chiede da
dove vengo, per essere trattata
come i palestinesi. Ma il pi
delle volte vado di fretta e pre-
ferisco mentire. Questa volta
ho consegnato soltanto il mio
documento, senza lindirizzo
(che fa capire se si abita in un
quartiere ebraico di Gerusa-
lemme). Naturalmente il mio
nome non sembrato del tutto
ebreo alla giovane militare
che, prima di lasciarmi passa-
re, mi ha sottoposta a una lun-
ga serie di controlli.
Le due ore che ho passato
al computer per rispondere al-
le domande dei lettori sono
trascorse rapidamente. Alcuni
mi hanno scritto messaggi di
sostegno, altri mi hanno rivol-
to dure critiche. Nessuno mi
ha chiesto come ci si sente a
viaggiare dalla gabbia di Ra-
mallah a Tel Aviv. u as
Da Ramallah Amira Hass
La gabbia
Le presidenziali egiziane del 26 e 27 maggio non avrebbero
dovuto riservare sorprese perch la vittoria del maresciallo
Abdel Fattah al Sisi contro lavversario Hamdin Sabahi era
data per scontata. Tuttavia il governo ha dovuto ricorrere a
misure straordinarie, come proclamare una giornata di
festa nazionale o tenere aperte le urne anche il 28 maggio,
per convincere gli egiziani ad andare a votare. Lafuenza
alle urne stata molto bassa, con percentuali intorno al 20
per cento nel Sinai, scrive Mada Masr. Un dato cos
negativo compromette lidea che il nuovo capo dello stato
abbia una forte legittimazione popolare. u
Egitto
Un giorno in pi
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IN BREVE
Libia Il 25 maggio il nuovo go-
verno guidato da Ahmed Miitig
ha ottenuto la fducia del parla-
mento. Due giorni dopo alcuni
uomini armati hanno attaccato
la casa del primo ministro.
u Il 26 maggio un giornalista di
50 anni, Meftah Bouzid, stato
ucciso a Bengasi.
Mali Cinquanta soldati sono
morti nei combattimenti con i
ribelli che dal 21 maggio control-
lano Kidal. Il ministro della dife-
sa Soumeylou Boubye Maga si
dimesso.
Niger Il 24 maggio quaranta op-
positori vicini al presidente del
parlamento Hama Amadou so-
no stati arrestati con laccusa di
pianifcare un colpo di stato.
Palestina Rami Hamdallah
stato confermato primo mini-
stro del nuovo governo di unit
nazionale palestinese, presenta-
to il 29 maggio.
Rdc Il 23 maggio la Corte penale
internazionale dellAja ha con-
dannato lex capo ribelle Ger-
main Katanga a dodici anni di
prigione per crimini di guerra.
Somalia Il 24 maggio dieci per-
sone sono morte a Mogadiscio
in un attacco al parlamento ri-
vendicato da Al Shabaab.
SIRIA
La farsa
di Assad

Il 28 maggio i siriani allestero
hanno cominciato a votare per
le elezioni presidenziali, che in
Siria si svolgeranno il 3 giugno.
Lesito scontato: Bashar al As-
sad, in cerca di un terzo manda-
to settennale, non ha seri con-
tendenti. Secondo lopposizione
siriana e gli Stati Uniti, il voto
una farsa. In Libano si poteva
votare allambasciata siriana a
Beirut, scrive Now, grazie an-
che al sostegno logistico e fnan-
ziario di Hezbollah, alleato di
Damasco. Tuttavia ci sono stati
scontri tra i soldati libanesi e i si-
riani che erano andati a votare.
Francia, Germania, Belgio ed
Emirati Arabi Uniti non hanno
permesso lo svolgimento del vo-
to sul loro territorio.
MALAWI
Joyce Banda
in difcolt

In Malawi scoppiata una crisi
politica dopo che la presidente
Joyce Banda ha deciso di annul-
lare per brogli le presidenziali
del 20 maggio, dovera in svan-
taggio, scrive Jeune Afrique.
Lo scrutinio stato caratterizza-
to da gravi problemi organizzati-
vi, ma gli osservatori elettorali
non hanno riscontrato brogli. La
corte suprema del Malawi ha
deciso di invalidare la decisione
di Banda e di far proseguire il
conteggio. Il candidato favorito
Peter Mutharika, fratello del
presidente morto nel 2012.
Attivit dei gruppi armati
Rapimenti e attentati
Rivendicati
dallAqmi (2007-2012)
Rivendicati da Boko
haram (2011-2012)
Al Qaida nel Magreb
islamico
Aqmi
Tuareg
Boko haram
Il Cairo, 26 maggio 2014
30 Internazionale 1053 | 30 maggio 2014
Americhe
Una mossa
intelligente
Diego Petersen Farah,
Sin Embargo, Messico
I
l subcomandante Marcos morto.
Lannuncio lo ha dato lui stesso, lin-
ventore del personaggio che nel gen-
naio del 1994 guid dalla selva del
Chiapas la rivolta armata dellEsercito za-
patista di liberazione nazionale (Ezln) con-
tro lingiustizia e lo stato messicano. Dopo
cinque anni di silenzio, il 24 maggio Rafael
Guilln Vicente, vero nome del subcoman-
dante Marcos, si presentato a una cerimo-
nia in onore di Jos Luis Sols Lpez, noto
come Galeano, uno zapatista di vecchia
data ucciso il 2 maggio. E in conferenza
stampa ha annunciato che il suo personag-
gio smetter di esistere: da ora in poi sar il
subcomandante ribelle Galeano.
Larte della retorica
Nel dicembre del 2007 Marcos aveva an-
nunciato la sua uscita dalla scena pubblica
per un bel po di tempo, raforzando le
voci sui suoi possibili problemi di salute. Ma
il 24 maggio lui ha smentito: Non sono ma-
lato e non lo sono mai stato. Non sono mor-
to e non lo sono mai stato, ha detto. Se
abbiamo incoraggiato alcune voci perch
ci tornava utile, ha ammesso Marcos, che
portava una benda da pirata sullocchio de-
stro. Il messaggio che ha letto davanti ai
mezzi dinformazione alternativi una lun-
ga rifessione su ventanni di zapatismo e
sul suo ruolo nel movimento.
Il leader dellEzln ha agito con tempi-
smo: tornato a far sentire la sua voce due
settimane dopo le violenze contro gli zapa-
tisti. Jos Luis Sols Lpez Galeano
morto durante uno scontro tra i militanti
dellEzln e un gruppo della Cioac-H, unor-
ganizzazione operaia e contadina che cova
vecchi rancori nei confronti degli zapatisti.
I due gruppi si scontrano da pi di dieci anni
per il controllo dei collegamenti tra i villaggi
della zona indigena del Chiapas, nel sudest
del Messico. Sols aveva scelto il suo so-
prannome in onore dello scrittore urugua-
iano Eduardo Galeano ed era uno storico
zapatista che nel 1994 aveva conquistato
due municipi. Da diversi anni insegnava a
La Escuelita, il progetto dellEzln per indot-
trinare i bambini delle zone ribelli.
Uccidendo lui o qualsiasi altro zapati-
sta, chi in alto voleva uccidere lEzln. Pen-
siamo che uno di noi debba morire perch
Galeano viva. Abbiamo deciso che Marcos
da oggi non esiste pi, ha annunciato il
subcomandante. Lultimo guerrigliero
messicano del novecento morto il 24 mag-
gio. Lo stesso giorno nato il subcoman-
dante ribelle Galeano, grande conoscitore
dellarte della retorica. u fr
Luscita di scena
del subcomandante Marcos
Luis Pablo Beauregard, La Nacin, Argentina
C
reare il subcomandante Marcos
stata la decisione pi intelli-
gente degli inizi dello zapati-
smo. Farlo scomparire lo anco-
ra di pi. Luccisione di Marcos, il bufone
rivoluzionario, dimostra la maturit di un
movimento che abbiamo faticato a capire
con i codici urbani e la politica tradizionale,
ma che ogni giorno d prova di sapere dove
vuole arrivare e di non avere fretta. Marcos
stato creato dagli indigeni perch il mon-
do occidentale si decidesse a guardarli, ma
soprattutto ne fosse afascinato. Il movi-
mento zapatista non sarebbe quello che
senza questo personaggio a met strada tra
un poeta rivoluzionario e un comico da
quattro soldi, cinico come un politico e pro-
fondo come il vecchio di un villaggio. Ha
conquistato i mezzi dinformazione messi-
cani e stranieri, gli intellettuali e gli studen-
ti, i leader politici e sociali che hanno reso
possibile che La Realidad, in Chiapas, esi-
stesse sul mappamondo, e che la realt del
Chiapas fosse conosciuta nel pi sperduto
angolo dellItalia.
Prepararsi al futuro
Se dovessimo fare un bilancio, potremmo
dire che il saldo di questinvenzione posi-
tivo. Il personaggio Marcos ha fatto gesti
inopportuni e ha commesso pi di un erro-
re, ma stata la scommessa di politica sim-
bolica pi intelligente e di maggiore succes-
so degli ultimi anni in Messico. Ventanni
dopo la rivolta del 1994, Marcos ha lasciato
intendere che lobiettivo non era mai stato
scendere a patti con il governo, ma prepa-
rarsi al futuro. chiaro che nello zapatismo
non sono mancate le contraddizioni e che
Marcos stata larma simbolica con cui gli
zapatisti hanno affrontato e hanno vinto
quasi tutte le battaglie lanciate sui mezzi
dinformazione. Marcos morto: lhanno
ucciso le stesse persone che lavevano crea-
to. Tutti noi, sostenitori e critici dello zapa-
tismo, grazie a Marcos e al suo umorismo
abbiamo imparato che la politica sar sim-
bolica o non sar afatto (ho detto simboli-
ca, non mediatica: signifca essere in grado
di costruire un sentire comune). u fr
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San Cristbal de las Casas, Messico, 2009. Il subcomandante Marcos
Internazionale 1053 | 30 maggio 2014 31
STATI UNITI
Lastro
nascente

Il 23 maggio il presidente degli
Stati Uniti, Barack Obama, ha
nominato Julian Castro capo del
ministero per la casa e lo svilup-
po umano. Castro, 39 anni, ex
sindaco di San Antonio di origi-
ni messicane, lastro nascente
del Partito democratico: Molti
lo considerano un possibile can-
didato alla vicepresidenza per il
2016, scrive il Washington
Post. la grande speranza de-
gli ispanici.
IN BREVE
Cile Il 21 maggio la presidente
Michelle Bachelet ha annuncia-
to un progetto di legge per depe-
nalizzare laborto terapeutico.
Guatemala Il 22 maggio lex
presidente Alfonso Portillo
stato condannato a cinque anni
di prigione per riciclaggio.
Repubblica Dominicana Il
parlamento ha approvato il 22
maggio in via defnitiva una leg-
ge che permetter di ottenere la
cittadinanza ai fgli di immigrati
nati nel paese.
STATI UNITI
Gli ultimi
di Guantanamo

Il 23 maggio una giudice federa-
le statunitense ha autorizzato
lalimentazione forzata di Abu
Wael Dhiab, un siriano detenu-
to a Guantanamo da 12 anni che
sta facendo lennesimo sciopero
della fame. La corte non pu
lasciarlo morire, ha spiegato la
giudice. La sentenza annulla un
precedente divieto di alimenta-
re forzatamente i prigionieri. A
Guantanamo ci sono ancora 154
detenuti, ricorda il New York
Times. Nel 2009 il presidente
Barack Obama si era impegnato
a chiudere il campo entro lan-
no, ma i repubblicani al congres-
so hanno bloccato il trasferi-
mento dei prigionieri negli Stati
Uniti.
VENEZUELA
Due nuove
sindache

Il 25 maggio Patricia Gutirrez e
Rosa Brandonisio sono state
elette, rispettivamente, sindaca
di San Cristbal (stato di Tchi-
ra) e di San Diego (stato di Cara-
bobo). I loro mariti, Daniel Ce-
ballos ed Enzo Scarano, erano
stati destituiti dallincarico a
marzo, durante le proteste anti-
governative, perch si erano ri-
futati di rimuovere le barricate
innalzate dai manifestanti. Oggi
stanno scontando la condanna
in carcere. Su Prodavinci Luis
Vicente Len scrive: Il voto di-
mostra che la societ si unisce
davanti agli abusi di potere.
Il 20 maggio la General Motors
(Gm) ha annunciato il ritiro di
238.360 veicoli prodotti in Bra-
sile tra lottobre 2013 e laprile
2014. Lazienda sostituir i fl-
tri della benzina per prevenire
delle perdite che potrebbero
provocare incendi. Lannuncio
arrivato alcuni giorni dopo
che la giornalista Moriti Neto,
di Agncia Pblica, ha raccon-
tato di una serie di esplosioni
sui modelli Vectra prodotti tra
il 1996 e il 1999. Unassocia-
zione delle vittime ha docu-
mentato 59 esplosioni in dieci
stati brasiliani, la met delle
quali senza cause esterne evi-
denti. Ci sono stati almeno
cinque morti e cinque feriti
gravi. Ma a diferenza della re-
cente politica dellazienda ne-
gli Stati Uniti, i risarcimenti
danni sono stati molto pi bas-
si di quelli pagati (o promessi)
ai cittadini statunitensi.
Unassociazione di familia-
ri delle vittime ha scoperto che
nel 1998 la Gm aveva diramato
una comunicazione interna in
cui parlava di un difetto alla
pompa della benzina. Secondo
le associazioni dei consumato-
ri, lazienda era a conoscenza
del problema e avrebbe potuto
evitare le esplosioni. Sedici an-
ni dopo nessun modello Vectra
stato ritirato dal mercato.
Forse lannuncio del 20 mag-
gio arrivato poco dopo la
pubblicazione dellarticolo
il segno che la Gm sta cam-
biando politica. Oppure, sem-
plicemente, che lazienda ha
deciso di chiudere con i pro-
blemi del passato senza paga-
re nessun risarcimento e di
andare avanti. fas
Natalia Viana dirige lagenzia
giornalistica brasiliana Pblica.
Da So Paulo Natalia Viana
Vittime della General Motors
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Zuluaga sfda Santos

scar Ivn Zuluaga, il 25 maggio a Bogot
Colombia
Alle elezioni del 25 maggio
scar Ivn Zuluaga, candidato
del Centro democrtico alla
presidenza della Colombia ed
ex ministro delle fnanze, ha ot-
tenuto il 29,2 per cento dei voti.
Il 15 giugno Zuluaga sfder al
ballottaggio il presidente
uscente Juan Manuel Santos
che, con il 25,6 delle preferenze,
ha subto una sconftta pesante.
Il successo di Zuluaga si spiega
anche grazie al sostegno dellex
presidente lvaro Uribe, anco-
ra molto popolare in Colombia
e contrario al processo di pace
con le Farc in corso a Cuba da
pi di un anno. Lastensione
stata molto alta.
I candidati che andranno al
ballottaggio il 15 giugno, %
Juan
Manuel
Santos
25,6
scar
Ivn
Zuluaga
29,2
Fonte: Bbc
Internazionale 1053 | 30 maggio 2014 33
Asia e Pacifco
D
opo sei mesi di proteste, vio-
lenze e impasse politica, leser-
cito si arreso al volere di Su-
thep Thaugsuban, il leader
delle manifestazioni contro il governo: do-
po due giorni di legge marziale, il 22 maggio
arrivato un colpo di stato in piena regola.
Il comandante dellesercito, il generale
Prayuth Chan-Ocha, ha preso il controllo
del paese e la costituzione del 2007 stata
parzialmente sospesa. In molti hanno ac-
colto la notizia con gioia perch ora possia-
mo andare avanti e prosperare nuovamen-
te. Questa dichiarazione, per, solleva un
interrogativo fondamentale: quale sar la
prossima mossa della Thailandia?
Una delle priorit della giunta militare
la riforma politica. Il Comitato democra-
tico del popolo per le riforme (Pdrc), guida-
to da Suthep Thaugsuban, chiede da tempo
un paese libero dalla corruzione, eppure
I militari sospendono
la democrazia a Bangkok
Lesercito ha preso il potere
accontentando gli oppositori
del governo, che chiedevano pi
trasparenza. Ma la repressione
nuocer anche a loro
K. Tonsakulrungruang, New Mandala, Australia
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Bangkok, 22 maggio 2014
nessun esponente del Pdrc in grado di in-
dicare con precisione i dettagli di questa
fantomatica riforma. Dal 1997 la Thailan-
dia ha introdotto vari meccanismi per limi-
tare la corruzione: la trasparenza dei patri-
moni, le leggi sul confitto di interessi, lim-
peachment, diverse istituzioni indipenden-
ti e un tribunale speciale in grado di esami-
nare i casi con grande rapidit. Nel 2007 e
nel 2011 il parlamento e il governo guidato
dal Partito democratico avevano proposto
nuovi sistemi elettorali per contrastare le
frodi. Entrambi i tentativi sono falliti.
Lenti e faziosi
In realt anche il sogno di unelezione com-
pletamente pulita irrealistico. Le irre-
golarit devono essere punite, ma non do-
vrebbero comportare lannullamento
dellintero scrutinio. Le riforme dovrebbe-
ro concentrarsi sulla tutela del rispetto della
legge, perch le norme anticorruzione in
vigore sono pi che sufcienti ma la corru-
zione persiste grazie al fatto che i tribunali e
le agenzie indipendenti hanno totale auto-
nomia e non le fanno rispettare. Di conse-
guenza sono lenti e faziosi, e perseguono
solo i loro avversari politici. La Commissio-
ne nazionale anticorruzione (Nccc), per
esempio, ha dichiarato di aver perso nelle
alluvioni del 2011 i documenti dellinchie-
sta sul programma del Partito democratico
di sussidi per il riso, mentre indaga senza
sosta su quello dellamministrazione di Yin-
gluck Shinawatra. LNccc inoltre ha anche
evitato di indagare sulle attivit sospette
che coinvolgono i militari. Le riforme pro-
porranno nuovi meccanismi che per non
serviranno a portare i corrotti davanti alla
giustizia, ma creeranno solo nuovi ostacoli
a unamministrazione gi impacciata.
La giunta dovr afrontare grandi sfde.
Il generale Prayuth il primo ministro, gli
ufciali dellesercito e le forze di polizia ge-
stiscono i ministeri e le altre agenzie ma,
privi della competenza necessaria, si rivol-
geranno ai tecnocrati in carica, che non aiu-
teranno la Thailandia a progredire. Molti di
loro, infatti, appartengono a lite conserva-
trici non interessate a risolvere la disugua-
glianza economica e lingiustizia sociale
alla radice della crisi tailandese. Come si
potr riunifcare un paese spaccato? In que-
ste ore il Partito democratico e il Pdrc fe-
steggiano mentre gli esponenti delle cami-
cie rosse e del Pheu Thai , il partito di Shina-
watra, sono arrestati. Una societ democra-
tica non pu nascere dalla repressione,
dallintolleranza e dalla mancanza di re-
sponsabilit. Lesercito ha avviato una cac-
cia alle streghe. Studenti, attivisti e intellet-
tuali di orientamento liberale sono in carce-
re e sotto interrogatorio, e il loro destino
incerto. Non vogliamo democrazia, vo-
gliamo solo trasparenza e responsabilit,
gridano in molti. Ma non si accorgono di
aver perso tutto. u as
u Il 20 maggio lesercito impone la legge
marziale in tutto il paese e convoca i leader del
governo, dellopposizione e dei movimenti che
li sostengono per trovare un accordo e superare
la crisi politica. Dopo solo due giorni il generale
Prayuth Chan-Ocha prende il potere e annun-
cia il colpo di stato, il dodicesimo dallindipen-
denza nel 1932. La costituzione sospesa e sono
vietati gli assembramenti di pi di cinque per-
sone. Alcuni manifestanti hanno sfdato i mili-
tari protestando per le strade di Bangkok. Il 26
maggio il re ha appoggiato il golpe, raforzando
la posizione della giunta. Gli esponenti del go-
verno, centinaia di politici e attivisti arrestati
dopo il colpo di stato sono stati rilasciati il 28
maggio dietro limpegno di evitare ogni attivi-
t politica e comunicare i loro spostamenti.
Da sapere
Il colpo di stato
34 Internazionale 1053 | 30 maggio 2014
CINA
Attentato
nello Xinjiang

Il 22 maggio in un attentato a
Urumqi, capoluogo dello Xin-
jiang, sono morte 39 persone e
90 sono rimaste ferite. il se-
condo attacco in un mese nella
citt. Pechino ha annunciato un
nuovo piano di sicurezza contro
il terrorismo nella regione, gi
attraversata da tensioni etniche
e sociali che rischiano di acuirsi.
Secondo Mingpao, una sfda
per il presidente Xi Jinping, che
sta concentrando il potere nelle
sue mani. Vedremo se sapr
cambiare le politiche che hanno
creato tensioni tra han e uiguri.
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Solo un buon
inizio per Modi
e Sharif
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nche se ha attirato molta atten-
zione, era chiaro che lincontro
tra il primo ministro indiano
Narendra Modi (nella foto a de-
stra) e quello pachistano Nawaz Sharif (nel-
la foto a sinistra) il 27 maggio a New Delhi,
dopo la cerimonia dinsediamento di Modi,
avrebbe avuto solo un valore simbolico.
stato un inizio incoraggiante, ma per otte-
nere risultati concreti i due leader dovranno
superare le resistenze interne ai loro paesi e
aggirare fattori esterni su cui hanno poco
controllo. Gi in passato India e Pakistan
avevano fatto sporadici passi avanti su que-
stioni fondamentali come la lotta al terrori-
smo e le condizioni preliminari per un ne-
goziato sul Kashmir, ma questo tipo di ap-
proccio destinato a fallire. Purtroppo an-
che lidea che la soluzione a questi problemi
possa essere rinviata in attesa che lo svilup-
po economico produca condizioni migliori
impraticabile, perch non si possono igno-
rare i costi umani del terrorismo e della ten-
sione al confne, e il loro inevitabile impatto
sulla politica e sullopinione pubblica dei
due paesi. Modi e Sharif devono impegnar-
si nelle aree in cui possibile fare passi
avanti immediati ma anche nelle questioni
pi complesse.
Se il Pakistan garantir allIndia un ac-
cesso indiscriminato al suo mercato, i lega-
mi economici tra i due paesi ne benefce-
ranno. Nel campo della condivisione delle
acque dovrebbe essere lIndia, dove molti
fumi hanno origine, a prendere liniziativa.
Il Kashmir e il terrorismo sono problemi pi
complessi. Modi dovr essere discreto nel
fare pressione sul Pakistan perch acceleri
il processo ai presunti attentatori di Mum-
bai e afronti il problema del terrorismo.
Dovr anche essere capace di reggere la
pressione interna in caso di attentati o epi-
sodi di violenza lungo il confne. Infne Mo-
di dovr capire che, anche se lIndia consi-
dera il Kashmir un problema interno, la so-
luzione non pu prescindere da un accordo
con il Pakistan. Purtroppo le posizioni del
Bjp (il partito di Modi) non fanno ben spera-
re. Quanto a Sharif, lesercito e i servizi se-
greti, che stanno riprendendo le redini del
paese approfttando del ritiro statunitense
dallAfghanistan, lo terranno docchio. Il
primo passo, comunque, stato fatto. u as
Dna, India
Quello in cui il ministro del tesoro Joe
Hockey ha annunciato la chiusura di
nove centri di detenzione per immigrati
irregolari sul territorio australiano,
perch i migranti non arrivano pi,
avrebbe dovuto essere il momento di
gloria del ministro dellimmigrazione
Scott Morrison, scrive il Saturday
Paper. Morrison, per, rimasto
immobile con lo sguardo cupo. Forse pensava al costo di
quel risultato. Non tanto a quello economico (a febbraio il
governo ha frmato un contratto da 1,2 miliardi di dollari
con lazienda privata Transfeld per la gestione dei centri
ofshore sulle isole di Nauru e di Manu per i prossimi 18
mesi). Forse pensava al prezzo pagato sullisola di Manu,
dove un richiedente asilo iraniano stato ucciso e altri 67
sono rimasti feriti nella rivolta del 17 febbraio scorso. Oggi
sappiamo che nove mesi prima dei disordini il direttore del
centro aveva denunciato linadeguatezza delle strutture di
sicurezza e che la tensione era altissima dopo che i
detenuti avevano saputo che non sarebbero stati accolti in
un paese terzo. u
Australia
India
Momenti di gloria
Max Opray, The Saturday Paper, Australia
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Urumqi, 23 maggio 2014 AFGHANISTAN
Obama svela
il suo piano
Il 27 maggio il presidente statu-
nitense Barack Obama ha an-
nunciato il piano di rientro delle
truppe americane dallAfghani-
stan. Alla fne del 2014, rimar-
ranno nel paese 9.800 marines,
che diventeranno meno di mille
nel 2016, lo stretto necessario
per proteggere lambasciata di
Kabul e addestrare i militari af-
gani. Il piano per deve ancora
essere frmato dal presidente af-
gano, che sar eletto il 14 giu-
gno, scrive la Bbc.
IN BREVE
Pakistan Il 27 maggio una don-
na di 25 anni, Farzana Iqbal,
stata lapidata a morte a Lahore
da alcuni familiari che non ap-
provavano la sua decisione di
sposarsi. La donna era incinta.
Vietnam Il 26 maggio un pe-
schereccio vietnamita stato
speronato e afondato da alcune
imbarcazioni cinesi nel mar Ci-
nese meridionale.
New Delhi, 27 maggio 2014
Asia e Pacifco
Le opinioni
36 Internazionale 1053 | 30 maggio 2014
I
n Francia il Front national ha conquistato un
quarto dei voti alle elezioni europee del 25
maggio. Senza dubbio questo dato avr riper-
cussioni enormi sulla vita politica francese,
che non potr pi emarginare il partito di Mari-
ne Le Pen, eppure il terremoto politico non pu
impedirci di valutare il quadro dinsieme.
Prima di tutto resta da verifcare se il Front natio-
nal sar capace di ripetere alle elezioni politiche il suc-
cesso ottenuto alle europee, che i francesi (a torto)
considerano un appuntamento di secondo piano. Inol-
tre resta il fatto che pi di due terzi degli elettori fran-
cesi hanno scelto partiti che sono lontani dalle posizio-
ni dellestrema destra, non chiedono
luscita dalleuro e non vogliono fermare
tutto nellUnione europea con la speran-
za di farla implodere.
Il trionfo del Front national stato net-
to, ma comunque limitato dal rapporto
di forze, e la stessa considerazione si pu
fare su scala europea. Anche se gli euro-
scettici e i cripto-nazisti riuscissero a for-
mare un gruppo unico (molto difcile),
potrebbero infatti contare su appena un
quinto dei seggi al parlamento europeo.
Lestrema destra potrebbe alzare la vo-
ce e approfttare degli strumenti di cui i gruppi parla-
mentari dispongono a Strasburgo, ma per quanto sia-
no numerosi, i suoi deputati non potranno mai bloc-
care tutto e nemmeno determinare levoluzione eu-
ropea che deriva dal compromesso tra i partiti favore-
voli allunit continentale.
Lunico stato dellUnione europea in cui i risultati
del voto per il parlamento di Strasburgo potranno ave-
re conseguenze immediate il Regno Unito, dove il
rifuto dellEuropa non limitato allestrema destra. I
britannici, infatti, sono entrati nellUnione solo per
non essere tagliati fuori dal mercato comune, e da al-
lora hanno lavorato costantemente per impedire qual-
siasi avanzamento dellunit politica del continente.
Per questo il governo di Londra potrebbe essere tenta-
to da unuscita dallUnione, pur di non ritrovarsi coin-
volto nella marcia verso una prospettiva federale, an-
che se, considerando le pesanti conseguenze per leco-
nomia britannica, uno scenario di questo tipo non
afatto scontato. Ma cosa accadrebbe se davvero il Re-
gno Unito decidesse di rinunciare allUnione euro-
pea?
Naturalmente sarebbe una notizia sconvolgente.
Da un lato la fede assoluta (e mal riposta) nellimmor-
talit dellUnione crollerebbe allimprovviso, ma
dallaltro, senza pi i britannici a premere costante-
mente sul freno dellintegrazione, lunit politica
dellEuropa potrebbe compiere passi da gigante, e tra
dieci o quindici anni il Regno Unito torner a bussare
alla porta del continente di cui fa parte (a prescindere
dallinsularit) e a cui legato il suo destino.
Le elezioni, che hanno scosso lEuropa, hanno di-
mostrato fno a che punto il crollo dellUnione Sovieti-
ca ha cambiato lo scacchiere politico continentale. La
destra non pi cementata dalla paura del comuni-
smo, mentre la sinistra non pi defnita dal rifuto del
capitalismo. Con alcune eccezioni che confermano la
regola, il concetto di economia di mercato stato ge-
neralmente accettato. Le divergenze politiche tra de-
stra e sinistra non sono pi quelle del
passato, e anche allinterno dei due
grandi schieramenti socialisti e po-
polari la diversit si manifesta in me-
rito al grado di regolamentazione e ri-
distribuzione del capitale, alla consa-
pevolezza dei pericoli per lambiente,
al rapporto tra la legge e levoluzione
dei costumi e alla condivisione della
sovranit nazionale.
Non si tratta di piccole diferenze,
ma di punti fondamentali che segnano
nuove frontiere politiche tuttora in via
di formazione. I partiti dellottocento e le forze appar-
se alla fne del novecento sono in fase di precipitazione
chimica, e in tredici stati dellUnione su ventotto levo-
luzione della politica ha permesso la nascita di governi
di coalizione tra i moderati di tutti gli orientamenti.
Oggi non pi impossibile che la destra e la sinistra
spagnole decidano di governare insieme, mentre in
Francia ci sono pi punti in comune tra i socialisti al
potere, i centristi e una buona parte delllUmp di quan-
ti ce ne siano tra la sinistra moderata e i radicali del
Front de gauche o tra il Front national e la destra mo-
derata di Alain Jupp.
In altre parole lavanzata dei partiti reazionari, na-
zionalisti o di estrema destra europei spinger sempre
a riavvicinarsi tra loro il centrosinistra, i verdi e il cen-
trodestra, facendo emergere nuovi blocchi maggiori-
tari come gi successo al parlamento europeo e in
diversi paesi dellUnione.
Per sancire questa unit manca solo un grande
compromesso sulla necessit di accompagnare il risa-
namento dei conti pubblici con nuove politiche di ri-
lancio della crescita attraverso gli investimenti nellin-
dustria del futuro, e forse questo compromesso non
poi cos lontano.
Che piaccia o no, questa la situazione sul campo
dopo la battaglia. u as
Dopo la battaglia
delle elezioni
Bernard Guetta
BERNARD
GUETTA
un giornalista
francese. Ha una
rubrica quotidiana di
geopolitica su radio
France Inter, tradotta
sul sito di
Internazionale. Ha
scritto questo articolo
per Libration.
In tredici stati
dellUnione europea
levoluzione della
politica ha permesso
la nascita di governi
di coalizione tra i
moderati di tutti gli
orientamenti.
Sembra una
tendenza generale
Cosa fai
il 3, 4 e 5
ottobre?
Il festival su Twitter
@Internazfest
#intfe
Internazionale 1053 | 30 maggio 2014 39
Le opinioni
A
lla fne degli anni venti, le donne che
fumavano non erano molte. Le signo-
re non lo facevano in pubblico, era
indice di promiscuit e volgarit. Per-
ci lAmerican tobacco company in-
gaggi Edward Bernays, luomo che
oggi considerato il padre delle pubbliche relazioni,
perch trovasse il modo di vendere le sigarette alle don-
ne. La prima ondata di femminismo era al culmine e
Bernays si rese conto di poter sfruttare il
desiderio di indipendenza delle donne a
proprio vantaggio.
Sparse la voce che durante la marcia
di Pasqua del 1929 un gruppo di sufra-
gette avrebbe acceso le torce della liber-
t, e fece in modo che fossero presenti
dei fotograf. Al momento giusto, nel bel
mezzo della parata, alcune modelle ap-
positamente scelte tirarono fuori i loro
pacchetti e accesero una sigaretta. Le im-
magini fecero il giro del mondo. Funzio-
n alla perfezione. Nel 1923 le donne
compravano solo il 5 per cento delle sigarette vendute,
ma nel 1935 erano gi il 18 per cento. Le sigarette furono
quasi subito associate allidea dellindipendenza.
Quella fu probabilmente la prima volta che ci ruba-
rono il femminismo per venderci qualcosa di cui non
avevamo bisogno, ma non sarebbe stata lultima. Tra
parentesi, sto scrivendo queste righe con in mano una
sigaretta elettronica. E non mi sento tanto indipen-
dente.
Il capitalismo trova sempre il sistema di cannibaliz-
zare il dissenso. Gli infniti e logori discorsi sulla neces-
sit di rinnovare limmagine del femminismo non
tengono conto del fatto che la liberazione delle donne
soprattutto se depurata dalle sue espressioni pi radi-
cali contro la famiglia, il razzismo e il capitalismo vie-
ne usata da tempo per riflarci di tutto, dai profumi eco-
nomici ai vibratori. Dalle pubblicit della Revlon per
vendere alle nuove donne i profumi da supermercato
degli anni settanta fno alla recente campagna della
Dove sulla vera bellezza (che ci mostra come possia-
mo difenderci dal terrorismo psicologico della bellezza
ideale spalmandoci un po di crema sul corpo), ogni on-
data di idealismo sempre stata seguita da unondata
di pubblicit. Quello della pubblicit uno dei settori in
cui si combattono importanti battaglie culturali. Nella
metropolitana di Londra, i manifesti che pubblicizzano
la chirurgia estetica sono diventati pi rari da quando
hanno cominciato a essere sfregiati e coperti di adesivi
che ne denunciano il sessismo. Naturalmente, io non
farei mai niente del genere, perch significherebbe
danneggiare una propriet privata. Perci se state leg-
gendo questo articolo e pensate di fare un po di contro-
pubblicit, vi consiglio di scarabocchiare slogan solo
sui vostri manifesti, sui vostri cartelloni o sulle pareti di
qualsiasi edifcio pubblico o fermata dellautobus che
sia di vostra propriet.
Anche la pubblicit pi provocatoria di solito sfrutta
le mode e le tendenze della sua epoca. Lappropriazione
degli ideali femministi da parte dei venditori di ciocco-
lata e di assorbenti dimostra chiaramen-
te che c stato un cambiamento cultura-
le, ma laccostamento di queste pubblici-
t leggermente provocatorie alla quoti-
diana rassegna di corpi tatuati stesi su
automobili, carte di credito e numeri te-
lefonici di aziende che concedono presti-
ti facili indice di quanta strada dobbia-
mo ancora fare.
Il problema che, anche se unidea
progressista pu essere sfruttata per la
campagna pubblicitaria di una merendi-
na, la giustizia sociale in s pi difcile
da vendere. Il tipo di cambiamento in senso femmini-
sta che pu davvero incidere sulla vita di milioni di per-
sone, quello che interessa sempre di pi alla gente co-
mune, va al di l della nostra immagine. Signifca cam-
biare il modo in cui le donne (e, per estensione, tutti gli
altri), vivono, amano e lavorano. Signifca eliminare
problemi strutturali noiosi e sgradevoli come i lavori
domestici e quelli non pagati, il razzismo e la disparit
di reddito. Signifca permetterci di vivere una vita in cui
siamo qualcosa di pi del nostro corpo, di quello che
compriamo e di quello che abbiamo da vendere.
Non condivido lidea che il femminismo arrivi a
ondate. Per me la liberazione sessuale un enorme,
lento tsunami che spazzer via tutte le vecchie gerar-
chie e lascer un mondo pi nuovo e libero. Ma le mili-
tanti di quella che oggi viene chiamata la quarta onda-
ta del femminismo digitale, globale, interconnesso e
pazzo furioso sono sempre pi sicure di s e pi brave
a trasmettere il loro messaggio. Nellera di internet
liconografa dellingiustizia cambiata e i movimenti
virali, gli hashtag popolari, i video e gli slogan facili da
ricordare servono a promuovere idee che sono pi pro-
vocatorie di qualsiasi cosa i pubblicitari abbiano mai
inventato fnora. Non c niente di male nel farsi propa-
ganda n nellusare le idee del femminismo per vende-
re cioccolata e cosmetici. Ma ci sono idee che rimarran-
no provocatorie e inquietanti per quanto le si vogliano
camufare. Non basta entrare in un negozio e comprare
una torcia della libert: devi accenderla tu stessa e pas-
sarla. u bt
Il falso femminismo
della pubblicit
Laurie Penny
LAURIE PENNY
una giornalista
britannica.
columnist del
settimanale New
Statesman e
collabora con il
Guardian. In Italia ha
pubblicato Meat
market. Carne
femminile sul banco
del capitalismo
(Settenove 2013).
Lidea della
liberazione delle
donne soprattutto
se depurata dalle
sue espressioni pi
radicali viene usata
da tempo per
venderci di tutto, dai
profumi economici
ai vibratori
La capitale
dellorrore
Repubblica Centrafricana
Cadaveri abbandonati nelle strade, continue sparatorie,
posti di blocco sorvegliati da ragazzini armati e ubriachi.
Le violenze degli ultimi mesi hanno trasformato Bangui,
la capitale della Repubblica Centrafricana, nella citt
delle vendette incrociate
Graeme Wood, The New Republic, Stati Uniti
Foto di Michael Christopher Brown
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Repubblica Centrafricana
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angui, la capitale della
Repubblica Centrafrica-
na, non mai stata famo-
sa per lefcienza dei suoi
servizi. Gli animali selva-
tici passano al setaccio la
spazzatura, e quello che resta noccioli di
mango, pezzi di plastica, tappi arrugginiti
forma dei cumuli lungo le strade di terra
battuta o fnisce nelle fogne a cielo aperto.
Ma dal dicembre del 2013, su un tratto de-
solato dellavenue de France, la Croce ros-
sa gestisce un eccellente servizio igienico-
sanitario che, su richiesta, provvede in
meno di unora dalla chiamata a recupera-
re cadaveri umani, integri o fatti a pezzi.
Lavenue de France marca la linea di
divisione tra due quartieri. I cadaveri sono
quelli di chi, per una ragione o per laltra, si
spinto troppo nella direzione sbagliata.
una strada senza pedoni, una terra di nes-
suno dove le fazioni in lotta tra loro posso-
no abbandonare i morti per non doverli
seppellire e per evitare che marciscano
sotto il sole.
A nord di questa strada c il quinto ar-
rondissement. I vecchi abitanti di questo
quartiere erano quasi tutti musulmani, ma
sono stati uccisi o costretti allesilio, e ora
ci abitano quasi esclusivamente dei cristia-
ni. I pochi musulmani che non hanno la-
sciato Bangui vivono nel terzo arrondisse-
ment, appena a sud dellavenue de France.
L, essere cristiani una condanna a mor-
te, come lo essere musulmani poco pi a
nord, a sud, a est o a ovest.
I musulmani formano il 15 per cento
della popolazione centrafricana. Per gran
parte dei 54 anni di storia del paese la mi-
noranza islamica e la maggioranza cristia-
na hanno convissuto in relativa armonia.
Ma dal marzo del 2013 la repubblica si di-
sintegrata, prima in uno spasmo di violen-
za politica e ora in unorgia di massacri a
sfondo settario e religioso. Non esistono
dati precisi sul numero delle vittime, ma
negli ultimi mesi i linciaggi sono diventati
cos frequenti da non fare pi notizia.
Dopo la sua visita a met aprile di
questanno, il segretario generale delle Na-
zioni Unite Ban Ki-moon ha dichiarato alla
Bbc che per quanto riguarda la Repubblica
Centrafricana parlare di disperazione
un eufemismo. Samantha Power, lamba-
sciatrice degli Stati Uniti allOnu, ha fatto
tappa a Bangui allinizio di aprile per fare
pressione a favore dellinvio di caschi blu
nel paese il pi presto possibile (tuttavia
non arriveranno prima di settembre). Po-
wer ha seguito fn dallinizio la crisi nella
Repubblica Centrafricana, e probabilmen-
te lo fa perch spera di non dover aggiun-
gere un nuovo capitolo al suo libro del 2002
Voci dellinferno (Dalai editore), che parla
dellinerzia degli Stati Uniti davanti ai ge-
nocidi.
Basta passare un giorno nelle strade di
Bangui per capire cosa preoccupi tanto Sa-
mantha Power. Lultimo anno di combatti-
menti ha traumatizzato la popolazione, e
ora tutti o quasi covano rancore. Bangui
diventata una citt di vendette incrociate.
Ci sono posti di blocco presidiati da ragaz-
zini armati di fucile e induriti dalla guerra,
dove perfno una semplice battuta, come
lamentarsi per il cellulare rotto, pu scate-
nare una raffica di mitra contro la folla.
Nella settimana che ho trascorso nel pae-
se, ho imparato a rimanere in silenzio con
le mani intorno alle orecchie per indivi-
duare la direzione da cui provengono gli
spari.
Lincidente a Boy Rabe
Il 24 marzo sono andato con il fotografo
Michael Christopher Brown a Boy Rabe,
una roccaforte degli anti-balaka, la milizia
cristiana che diventata il gruppo armato
pi temuto nella capitale. Il nome deriva
dai riti diniziazione a cui si sottopongono
i suoi giovani combattenti per diventare
immuni dalle pallottole dei kalashnikov e
dai machete (balaka in sango, la lingua pi
parlata nella Repubblica Centrafricana).
Gli anti-balaka sono nati come forze di au-
todifesa nelle campagne e tra le comunit
cristiane di Bangui, ma da quando hanno
avuto la meglio sulle milizie musulmane
saccheggiano le case di civili terrorizzati
senza fare distinzioni di etnia o religione.
Incontrare gli anti-balaka sul loro terri-
torio signifca fnire in bala di adolescenti
armati fno ai denti e spesso ubriachi, per-
ci convinti di essere invulnerabili. Mentre
ci avviciniamo in auto al quartiere di Boy
Rabe, il tassista rallenta fno a procedere a
passo duomo, spiegando che lungo la stra-
da possono esserci dei posti di blocco na-
scosti. Cerchiamo indizi della presenza di
anti-balaka pronti a spuntare da dietro un
edifcio per derubarci o ucciderci. Prose-
guendo, la strada diventa silenziosa e il
caos dei taxi collettivi e dei motorini lascia
il posto a un deserto inquietante.
Incontriamo un posto di blocco. Quan-
do scendiamo dallauto, alcuni ragazzi ci
circondano. Indossano vestiti logori e
sporchi, e dei talismani amuleti e sac-
42 Internazionale 1053 | 30 maggio 2014
Nelle pagine precedenti, un soldato
dellUnione africana sorveglia una
strada di Bangui, 21 marzo 2014.
A destra, allaeroporto di Bangui un
combattente anti-balaka mostra su
un amico come si esegue una decapi-
tazione, 24 marzo 2014
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Internazionale 1053 | 30 maggio 2014 43
chetti di pelle pieni di erbe. Le loro armi
sono sporche e rovinate. Il pi piccolo avr
una decina danni, il pi grande sedici al
massimo. Hanno a disposizione almeno
tre Ak-47, due pistole, due spade, e una fal-
ce storta e spuntata.
Devono aver spaventato il nostro auti-
sta perch, prima ancora di riuscire a met-
tere a fuoco la situazione, lauto gi scom-
parsa in fondo alla strada. Tra di loro i ra-
gazzini parlano in sango, ma quando tiro
fuori il blocco di appunti e comincio a fare
domande in un francese stentato almeno
per un attimo sembrano ascoltarmi. Sia-
mo giornalisti, dico. Vogliamo conosce-
re la storia della gente di Boy Rabe e parla-
re con il vostro capo. I ragazzini si limitano
ad ammiccare, fnch uno dichiara: Non
c nessun capo. Queste parole ci danno
un certo sollievo: se parlano, probabilmen-
te non hanno ancora deciso di ucciderci.
Ma mentre scambiamo queste poche bat-
tute, il ragazzino con in mano la falce co-
mincia a correre avanti e indietro lungo la
strada. A una ventina di metri di distanza,
da dietro una recinzione sbuca un adulto.
Avr poco pi di trentanni e indossa una
maglietta blu pulita. Devessere il capo che
i ragazzini sostengono di non avere. Appe-
na arriva si mette a gridare, e i bambini in-
sieme a lui. Le prime parole che riusciamo
a distinguere sono: Via da qui. Alziamo
le mani per mostrare che non siamo peri-
colosi. Cerco di spiegargli che vorrei inter-
vistarlo, ma lui comincia subito a sbraitare:
Niente interviste. E di nuovo: Via da
qui. Ci piomba addosso e spintona
Michael per strappargli la macchina foto-
grafca. Poi ci caccia urlando. Non ci met-
tiamo a correre e non ci voltiamo indietro,
per paura che unocchiata o una fuga preci-
pitosa possano essere viste come un gesto
aggressivo o un indizio di colpevolezza.
Qualunque cosa pu essere interpretata
come una provocazione.
La stradina di terra battuta che porta al
viale principale si estende per altri duecen-
to metri, ma sembra molto pi lunga. Non
Repubblica Centrafricana
c nessuno per strada e se luomo decides-
se che meglio ucciderci, nessuno vedreb-
be niente. I nostri cadaveri, insolitamente
pallidi, probabilmente verrebbero trovati il
pomeriggio successivo in una catasta lun-
go lavenue de France.
Dopo limperatore
La Repubblica Centrafricana unex colo-
nia francese senza sbocchi sul mare,
schiacciata tra il Ciad, a nord, e la Repub-
blica Democratica del Congo, a sud ha
attirato per lultima volta lattenzione del
mondo venticinque anni fa. Allepoca
Jean-Bdel Bokassa, che si era autoprocla-
mato imperatore, dovette affrontare un
processo in cui era accusato di vari reati,
tra cui quello di avere un congelatore pieno
di corpi umani pronti a essere mangiati (si
dice che avesse servito i tagli pi pregiati al
presidente francese Valry Giscard
dEstaing durante una visita di stato).
Da allora la vita politica del paese non
stata degna di nota, almeno rispetto a quel-
lo che succedeva nel resto del continente.
La Repubblica Centrafricana non ha mai
assistito al massacro di un decimo della
sua popolazione com successo in Ruan-
da; i suoi governanti hanno saccheggiato le
risorse umane e naturali del paese con re-
lativa moderazione, almeno in confronto
al leader zimbabweano Robert Mugabe o
al libico Muammar Gheddaf; il paese non
mai diventato un covo di Al Qaeda come
il Mali o la Somalia. Negli ultimi decenni la
Repubblica Centrafricana non ha prospe-
rato, ma non neanche andata a pezzi.
Le origini dellattuale confitto risalgo-
no al 2003, quando Franois Boziz, il capo
di stato maggiore dellesercito, trov un
forte sostenitore nel presidente del Ciad,
Idriss Dby, e prese il controllo del paese.
Negli otto anni successivi Dby contribu a
mantenere Boziz al potere inviando, nei
momenti di crisi, le sue truppe scelte nella
Repubblica Centrafricana.
Ma nel 2011 Boziz ha cominciato ad
allontanarsi dallalleato ciadiano, dopo
aver trovato nel Sudafrica un nuovo protet-
tore. A quel punto, Dby ha spinto una va-
sta coalizione di ribelli musulmani, prove-
nienti dal nord e dallest del paese, a rove-
sciare Boziz.
La coalizione, chiamata Slka, aveva
bisogno di uomini, perci ha arruolato
mercenari del Ciad e del Sudan, che si so-
no uniti al gruppo durante la sua lunga
marcia su Bangui. I ribelli sono arrivati
nella capitale nella primavera del 2013 e
hanno subito preso il potere. Allinizio del-
la loro marcia sulla capitale erano molto
disorganizzati, e avevano in comune solo il
fatto di provenire dai paesi musulmani
confnanti o dalle province ribelli del nord
e dellest della Repubblica Centrafricana.
Tuttavia, durante la scalata al potere, mol-
ti cristiani si sono resi conto di essere loro il
bersaglio di Slka, mentre i musulmani
venivano risparmiati. E questo non pote-
vano accettarlo. La maggior parte dei cen-
tomila musulmani che vivevano a Bangui
gi prima che Slka conquistasse il potere
non aveva niente a che vedere con il nuovo
governo, ma la maggioranza cristiana ar-
rivata a odiare anche loro.
Nel 2013, a partire dalle campagne, i
cristiani si sono lentamente organizzati in
milizie. Alla fne dellanno sono arrivati a
Bangui e hanno ripetuto quasi esattamente
lo schema seguito da Slka. Ma a dife-
renza di Slka non hanno mai preso il go-
verno. Si sono limitati a destabilizzare il
paese e, nel gennaio del 2013, il leader di
Slka, Michel Djotodia, fuggito in Be-
nin.
Lattuale presidente di transizione, Ca-
44 Internazionale 1053 | 30 maggio 2014
Una moschea distrutta nel quinto
arrondissement di Bangui,
21 marzo 2014
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therine Samba-Panza, cristiana ed ex av-
vocata, non in grado di tenere sotto con-
trollo la situazione. Nei villaggi di campa-
gna sono nate forti spaccature religiose e
migliaia di musulmani sono stati espulsi. A
Bangui la cacciata dei musulmani quasi
completa. Molti quartieri, come Boy Rabe,
sono interamente occupati dagli anti-bala-
ka, e i pochi musulmani rimasti sono ac-
cerchiati e ridotti alla fame in attesa del
giorno della loro morte.
Aspetti tristemente familiari
Per il momento il compito di proteggerli
afdato a un contingente di seimila pea ce-
keeper dellUnione africana, che sfreccia-
no in citt su veicoli blindati o jeep con
grossi mitra montati sul retro. Fino alla fne
di marzo i peacekeeper pi odiati erano
quelli ciadiani perch i cristiani li accusa-
vano di proteggere i componenti di Slka.
Quando la loro presenza diventata trop-
po scomoda, i ciadiani si sono ritirati. Sul
campo sono rimasti due contingenti, uno
del Burundi e laltro del Ruanda, che colla-
borano strettamente per proteggere i mu-
sulmani dagli anti-balaka.
Il 25 marzo, il giorno dopo lincidente
nel quartiere di Boy Rabe, invito a pranzo
due ufciali ruandesi al Relais des chasses,
un ristorante di propriet francese specia-
lizzato in selvaggina esotica. Il tenente co-
lonnello Jean Paul Karangwa, il coman-
dante dei 750 militari ruandesi, e il mag-
giore Augustin Migabo, il suo addetto alle
operazioni, ordinano entrambi bistecca e
patatine fritte. Per loro le bistecche sono
un lusso il rancio ruandese quasi sem-
pre a base di riso e pollo, con sardine ogni
tanto per variare e oggi devono festeggia-
re. Hanno appena scortato un convoglio
civile di camionisti musulmani del Came-
run attraverso quartieri pieni di anti-bala-
ka, e hanno ucciso quattro miliziani. Ka-
rangwa e Migabo hanno prestato entrambi
servizio in Darfur. Secondo loro il confitto
nella regione sudanese era estremamente
semplice rispetto al caos che hanno trovato
nella Repubblica Centrafricana al loro ar-
rivo, lo scorso gennaio.
Lattuale crisi centrafricana ancora
molto limitata se paragonata allapocalisse
ruandese del 1994, e non un caso se il
pae se con la conoscenza pi profonda del
genocidio sia anche tra i pi decisi a voler-
ne scongiurare uno nuovo. Karangwa mi
spiega: Parliamo alle popolazioni locali e
cerchiamo di convincerle a non vendicar-
si. Inoltre, mi dice con orgoglio, i tribuna-
li speciali creati in Ruanda dopo il genoci-
dio potrebbero aiutare i centrafricani a fare
i conti con gli assassini che si nascondono
tra loro.
Ma i ruandesi ammettono che alcuni
aspetti del confitto gli risultano cos fami-
liari, cos cruenti, da costringerli a usare la
forza per uccidere. Nel genocidio in
Ruanda le armi usate erano quelle tradi-
zionali, come i machete, proprio come
succede qui, racconta Karangwa, quasi
per spiegare la politica di tolleranza zero
dei suoi soldati nei confronti dello smem-
bramento dei cadaveri.
Karangwa mi racconta di quando un
musulmano che rischiava di essere linciato
per strada aveva chiesto aiuto a una posta-
zione del contingente ruandese. Quando i
ruandesi si erano rifutati di consegnarlo
agli anti-balaka, un miliziano si era presen-
tato con il corpo di un altro musulmano per
dimostrare ai soldati ruandesi che la loro
protezione non significava niente: cera
sempre un altro musulmano che non pote-
va essere difeso. Poi ha cominciato a fare
a pezzi il cadavere sotto i nostri occhi, ri-
Internazionale 1053 | 30 maggio 2014 45
Soldati ruandesi regalano il pane ai
civili che il sabato partecipano
allUmuganda, la giornata dei lavori
socialmente utili, 22 marzo 2014
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Repubblica Centrafricana
corda Karangwa. E cos gli abbiamo spa-
rato. Se qualcuno si presenta con un fucile
o con un brandello di corpo umano davan-
ti a noi, dobbiamo sparargli.
Se per risolvere il confitto nella Repub-
blica Centrafricana bastasse uccidere tutti
quelli che si accaniscono sui cadaveri dei
loro nemici, i ruandesi potrebbero riuscire
davvero a tenere la situazione sotto con-
trollo. Ma la storia del paese ha incoraggia-
to linasprimento di rancori e risentimenti
di ogni genere. Inoltre la guerra ha aperto
un altro fronte, completamente distinto: la
rivalit tra i militari ruandesi e i duemila
peacekeeper francesi di stanza a Bangui.
La missione francese chiamata operazio-
ne Sangaris, dal nome della Cymothoe san-
garis una farfalla africana dalla vita molto
breve per sottolinea re la volont che lin-
tervento militare sia di breve durata e non
troppo pesante. Unaltra caratteristica me-
no nota della Cymothoe sangaris che i ma-
schi perdono unincredibile quantit di
tempo a combattere tra loro. E in efetti i
rapporti tra i soldati dei diversi paesi sono
estremamente confittuali.
Anche nel linguaggio ufciale, i ruan-
desi non risparmiano le frecciatine contro
i francesi. Noi siamo impegnati in un
peace keeping aggressivo, dice il genera-
le Joseph Nzabamwita, portavoce delleser-
cito ruandese a Kigali, che molto diverso
da quello tradizionale messo in atto da altri
paesi che hanno mandato le loro truppe
nella Repubblica Centrafricana.
I francesi arrivarono in quella che oggi
la Repubblica Centrafricana verso la fne
dellottocento. Allinizio cercarono di ri-
durre in schiavit la popolazione e di tra-
sformare il paese in un produttore di coto-
ne. Ma non funzion. Il paese fn per di-
ventare il luogo dove mandare i funzionari
coloniali pi inetti. Quando le colonie fran-
cesi ottennero lindipendenza, nei primi
anni sessanta del novecento, Parigi non si
rammaric troppo di perdere la Repubbli-
ca Centrafricana.
Eppure, forse per nostalgia coloniale, i
francesi continuarono a interferire nella
politica locale. Negli anni ottanta e novan-
ta la Repubblica Centrafricana divent una
base per le truppe francesi, mentre impor-
tanti esponenti politici francesi acquista-
vano partecipazioni nellindustria delloro
e dei diamanti.
Tutto questo spiega perch Parigi non
veda di buon occhio la presenza di elemen-
ti antifrancesi a Bangui. I francesi sono
preoccupati dallascesa del Ruanda, una
potenza regionale che ha visto aumentare
la sua importanza proprio mentre la loro
sorprenderli a compiere un crimine di
guerra se avessero sparato contro uno dei
civili documentando il tutto con un video.
La tensione tra le forze di pace ha raggiun-
to livelli tali che il comandante della mis-
sione dellUnione africana, un generale
camerunense ambizioso e determinato di
nome Martin Tumenta Chomu, a volte
convoca i suoi ufciali in albergo invece
che nel loro quartier generale, con i cellu-
lari spenti, per evitare di ofrire ai francesi
la possibilit di presentarsi, interrompere
la riunione, mettere bocca nella pianifca-
zione o passare i loro piani agli anti-balaka,
con cui, a detta dei ruandesi, intrattengono
rapporti cordiali. Dite ai francesi quello
che avete intenzione di fare, sostengono i
ruandesi, e gli anti-balaka lo sapranno nel
giro di due ore.
Questi tatticismi tra peacekeeper risul-
tano esasperanti quando nelle strade la
violenza e lodio raggiungono livelli cos
spaventosi. Il quinto arrondissement, dove
vivevano molti musulmani, in rovina. La
moschea Miskine, una delle pi grandi del-
la citt, stata rasa al suolo.
I musulmani che si azzardano a uscire
dal terzo arrondissement sono temerari o
disperati. Uno di loro, che lavora per unor-
ganizzazione internazionale, recentemen-
te tornato nel paese per ragioni di lavoro,
dopo aver passato tre mesi come profugo
in Camerun. Ha mandato unauto a pren-
dermi in un ristorante a due isolati di di-
stanza e ci siamo incontrati nel suo ufcio.
Normalmente mi avrebbe raggiunto a pie-
di al ristorante, ma ora lascia lufcio solo
per raggiungere lhotel dove vive. Se qual-
cuno dovesse vederlo per strada e ricono-
scerlo, rischierebbe di essere ucciso, pic-
chiato o trascinato per strada come un
animale. Negli spazi pubblici i cristiani
vanno in giro liberamente e gli anti-balaka
possono sfoggiare apertamente le loro ar-
mi, purch in giro non ci siano dei ruan-
desi.
C solo un posto a Bangui dove gli anti-
balaka sono certi di incontrare resistenza.
Nella moschea centrale del terzo arrondis-
sement c un grande cortile pieno di uo-
mini, donne e bambini sdraiati su stuoini
in aria dabbandono. Un uomo con gli oc-
chiali si presenta come il presidente della
Federazione dei genitori degli studenti
musulmani, e mi spiega che tutti i presenti
sono sfollati, e che tutti vogliono lasciare
Bangui il prima possibile. Gli anti-balaka
sparano, cercano sempre di arrivare qui,
spiega. Cercheranno di venire anche sta-
notte. Si aggiusta gli occhiali e diventa
ancora pi serio. Ma siamo coraggiosi,
svaniva. Sanno benissimo che i musulmani
di Bangui, protetti dai ruandesi, hanno uc-
ciso due soldati della missione Sangaris e
che si sono messi a tappezzare i quartieri in
cui vivono con grafti come: No alla Fran-
cia, i cani dEuropa!.
Regole dingaggio
I ruandesi, invece, accusano i militari fran-
cesi di restare a guardare mentre gli anti-
balaka commettono atrocit contro i mu-
sulmani. successo che i militari ruandesi
siano arrivati sulla scena di un crimine solo
per scoprire che i francesi avevano osser-
vato e di fatto consentito lo spargimento di
sangue. Gli anti-balaka stanno vicino ai
francesi con machete e fucili, e noi non
possiamo fare niente, spiega Migabo.
Questo un grosso problema. I diversi
contingenti hanno diverse regole di ingag-
gio. La gente lo sa e se ne approftta.
Una volta, dopo che avevano ucciso de-
gli anti-balaka, i soldati ruandesi sono sta-
ti avvicinati da alcuni civili che volevano
recuperare i corpi. Un soldato francese in-
tanto flmava la scena da lontano. I ruan-
desi sono convinti che i francesi volessero
46 Internazionale 1053 | 30 maggio 2014
u Prima dellinizio della crisi scatenata dal
colpo di stato contro il presidente Franois
Boziz, nel marzo del 2013, la Repubblica
Centrafricana aveva, secondo le stime delle
Nazioni Unite, una popolazione di 4,6 milioni
di persone, formata per il 40 per cento da
minori di quindici anni. Anche se la lingua
ufciale il francese, la maggior parte della
popolazione parla il sango. La religione pi
difusa quella cristiana (cattolici e protestanti
formano almeno il 50 per cento della
popolazione), mentre il 35 per cento dei
centrafricani segue credenze tradizionali e il 15
per cento lislam. Anche prima della crisi, la
Repubblica Centrafricana sempre stata
povera: era al 180 posto su 187 nella classifca
dellindice di sviluppo umano 2013 dellOnu.
Man mano che, verso la fne del 2013, il
confitto interno ha assunto i contorni di uno
scontro religioso, almeno seicentomila
centrafricani (di cui 160mila abitanti di Bangui)
sono stati costretti ad abbandonare le loro case.
Altre 350mila persone sono fuggite nei paesi
confnanti: Camerun, Ciad, Congo e
Repubblica Democratica del Congo. La
Commissione europea stima che almeno 2,5
milioni di persone hanno bisogno di assistenza
umanitaria. Non esistono invece dati sulle
vittime delle violenze degli ultimi mesi. Da
dicembre del 2013 lUnione europea ha
stanziato 51 milioni di euro di aiuti umanitari
per la Repubblica Centrafricana.
Da sapere
I numeri della crisi
conclude. E abbiamo i machete.
Lunica cosa che cristiani e musulmani
hanno in comune un rancore cos forte da
essersi trasformato in desiderio di sangue.
I musulmani hanno sicuramente ragione a
essere terrorizzati dagli anti-balaka, so-
prattutto quando fanno volteggiare le loro
falci, ma anche i cristiani di Bangui raccon-
tano storie di rapina e morte.
Lo scorso dicembre decine di migliaia
di cristiani si sono rifugiati in una zona
melmosa dellaeroporto internazionale
MPoko di Bangui dopo essere stati caccia-
ti dalle loro case nel terzo arrondissement.
Laeroporto di MPoko ancora funzionan-
te e continua ad accogliere i voli Air France
in arrivo da Parigi, ma oggi ricoperto per
met di tende. I cristiani sfollati hanno
riem pito gli spazi tra gli aerei parcheggiati,
fssando tettoie allombra delle ali e appen-
dendo il bucato alle eliche. La tendopoli si
estende fino al bordo della pista, dove i
bambini vanno a giocare tra un atterraggio
e laltro. Quando piove, il campo si riempie
di pozzanghere.
A MPoko i cristiani vivono meglio dei
musulmani accampati nella moschea cen-
trale: almeno possono lasciare il campo
senza essere certi di morire, e nel labirinto
di bancarelle che si sviluppato tra le ten-
de si vende di tutto, dalle medicine ai dvd.
Molte persone, per, sono piene di rabbia
verso i musulmani. Un uomo mi dice che
allarrivo di Slka i suoi vicini musulmani
sono impazziti e hanno cominciato a ucci-
dere e saccheggiare indiscriminatamente.
Padre Benjamin Soya, il sacerdote di una
parrocchia cattolica nel terzo arrondisse-
ment, venuto a vivere al campo per dire
messa vicino alla pista. La sua chiesa,
Saint-Mathias, stata attaccata e dice di
essere riuscito a fuggire solo spacciandosi
per musulmano, salutando la gente per
strada dicendo Salam aleikum e lascian-
do che scambiassero la sua tonaca bianca
per una veste araba.
I ruandesi sostengono che gli anti-bala-
ka usano laccampamento come base da
dove sferrare i loro attacchi. Mentre parlo
con i residenti del campo, colgo le occhiate
sospettose di alcuni giovani dallaria torva,
con le armi bene in vista. La maggior parte
di loro vuole parlare per accusare i musul-
mani. Alcuni insistono per farsi fotografare
con i coltelli sguainati, indicando sul collo
dei compagni dove avrebbero dovuto se-
gare per tagliare rapidamente una testa
umana. Quelli che rimangono in disparte a
osservarci sono ancora pi inquietanti.
Ma i civili mi assicurano che le guardie
anti-balaka sono i loro salvatori, una forza
del bene. Agli anti-balaka non piace com-
battere. Hanno a disposizione solo fucili
da caccia e armi artigianali, mentre quelli
che devono afrontare sono dei professio-
nisti, mi spiega un uomo, Marc Youane,
alludendo alla presenza di mercenari del
Ciad tra la popolazione musulmana. Sen-
za gli anti-balaka, i musulmani piombe-
rebbero qui in un secondo.
Contro i ciadiani
Nessuno dei cristiani di MPoko o di altri
quartieri sembra rendersi conto di quanto
siano precarie anche le condizioni di vita
dei musulmani. Vengono qui e ci uccido-
no con la protezione dei burundesi, di-
chiara Andre Keke, un giovane in tuta.
Non sono centrafricani. Gran parte di lo-
ro del Ciad, e sono venuti qui per massa-
crarci. Mentre si raduna una folla, dice
che i suoi vicini musulmani del Mali e del
Senegal sono i benvenuti se vogliono re-
stare. Ma i ciadiani devono andarsene. La
folla ruggisce di rabbia quando dice cia-
diani, e ripete questa parola. Alcuni li de-
Internazionale 1053 | 30 maggio 2014 47
Sfollati cristiani nellaccampamento
di MPoko, allinterno dellaeroporto
di Bangui, 24 marzo 2014
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Repubblica Centrafricana
finiscono colonizzatori, affaristi che
hanno conquistato troppo potere nei con-
fronti della maggioranza cristiana, e che
ora vanno cacciati via.
Keke sostiene che i ciadiani hanno uc-
ciso trenta persone negli ultimi tre giorni
Trenta morti!, continua a ripetere,
Trenta morti! e ogni volta la folla mor-
mora in segno di disapprovazione. Cerco
di capire se fanno diferenza tra le milizie
locali che sorvegliano i quartieri e gli anti-
balaka che vanno a caccia di musulmani.
Nessuna diferenza. Al contrario, quando
parlo degli anti-balaka, la folla lancia grida
di entusiasmo. A questo punto Keke
pronto a esplodere. Gli anti-balaka sono il
popolo, grida. Nel quartiere di Miskine lo
sono tutti, anche i neonati.
Per la riconciliazione
Quando si cercano soluzioni per questo ti-
po di orrori, si tentati di concludere che
qualsiasi compromesso in grado di allonta-
nare lipotesi di un genocidio sia da acco-
gliere positivamente. Le forze di pace stra-
niere potrebbero di fatto congelare il con-
fitto, creando una situazione instabile, ma
senza continui spargimenti di sangue. Op-
pure unaltra soluzione potrebbe semplice-
mente essere la partenza dei musulmani
verso altri paesi o verso le aree della Re-
pubblica Centrafricana a maggioranza
islamica. Tra i sostenitori di questa secon-
da soluzione ci sono molti musulmani, che
chiedono principalmente di poter attraver-
sare senza rischi le frontiere con il Ciad e il
Camerun.
Augustin Migabo, lufciale ruandese
dal volto rotondo e impassibile, dichiara
che questa soluzione non gli piace perch
alla lunga non pu funzionare. Quando gli
spiego che i musulmani vogliono solo an-
darsene, scuote la testa. Se andassero via,
la guerra fnirebbe, dice. Gli faccio notare
che questo sarebbe uno sviluppo positivo,
almeno a breve termine. Tuttavia, questo
sarebbe in contraddizione con il modello
di riconciliazione che i ruandesi promuo-
vono o sostengono di promuovere dalla
fne della loro guerra civile, ventanni fa.
Le forze di pace dellUnione africana, a
detta di Migabo, perseguono una strategia
che n gli anti-balaka n i musulmani sa-
canze estive. Gli uomini indossano divise
scompagnate, alcuni portano tute verdi da
combattimento alla Fidel Castro, altri tute
mimetiche in stile Desert storm. Uno in-
dossa una maglia da basket degli Orlando
Magic.
I comandanti sono ottimisti e dicono
che tutti i centrafricani con la fedina pena-
le pulita sono i benvenuti. Ma un ufciale
con trentanni di servizio mi fa capire che
possono nascere dei problemi. una si-
tuazione delicata, ma dobbiamo indivi-
duare gli anti-balaka, dice. un tipo al-
lampanato, e quando si curva per
bisbigliar mi allorecchio, i vestiti troppo
larghi gli pendono addosso. Vorrei parlar-
ti di questi problemi, ma ho paura che gli
anti-balaka mi scoprano e mi riempiano di
botte.
O peggio. Il 4 febbraio, pochi minuti
dopo che la nuova presidente Catherine
Samba-Panza aveva fnito di parlare a una
parata militare, alcuni componenti delle
Faca hanno rotto le fle per catturare un uo-
mo accusato di essere un ribelle di Slka.
Lasciando che i giornalisti fotografassero
la scena, lo hanno preso a calci in testa e lo
hanno pugnalato a morte, bruciandone il
corpo e trascinandolo in giro per la citt.
Le forze di pace francesi hanno posto fne
al tutto sparando dei colpi in aria.
Prima di lasciare il paese voglio incon-
trare la presidente Samba-Panza nella sua
casa nella zona est di Bangui. odiata da
entrambe le fazioni per gli anti-balaka
la puttana di Slka, mentre i musulma-
ni sono convinti che lei non voglia aiutarli
perci potrebbe essere stata scelta pro-
prio perch abbastanza moderata da tene-
re lontani da s gli elementi peggiori di
entrambi gli schieramenti. Di certo ha un
passato pi promettente dei suoi predeces-
sori, che erano dei dittatori nati. Limpera-
tore Bokassa spese lequivalente del pil del
pae se per organizzare una cerimonia di in-
coronazione cos sfarzosa che il regista
Werner Herzog lha immortalata in un do-
cumentario. Boziz non ha mai esitato a
chiamare le truppe del Ciad per sofocare
anche la minima rivolta. Samba-Panza, al
contrario, prima di impegnarsi in politica
faceva lavvocata e per un periodo della sua
carriera ha rappresentato clienti vulnera-
bili, come le donne e i bambini accusati di
stregoneria.
Ci si potrebbe rallegrare del fatto che
lincarico di presidente sia stato afdato a
lei. Ma, in realt, ben pochi leader sono
stati ininfuenti quanto lei. Catherine Sam-
ba-Panza vive in unoasi di lusso e sicurez-
za garantita dalla protezione dei militari
rebbero disposti ad accettare: il loro piano
proteggere gli ultimi musulmani da ogni
tipo di attacco e costringere i due gruppi in
lotta a convivere pacifcamente.
Se i musulmani reagiranno, sostiene
Migabo, ci saranno violenze ancora pi
gravi. Torneranno i musulmani del nord,
spiega lufciale ruandese, e daranno il via
a una guerra del terrore. Ci sono gi ele-
menti della ribellione Slka ammassati
vicino alla frontiera con il Ciad che si op-
pongono al disarmo e con ogni probabilit
si preparano a tornare a Bangui. Il peggior
scenario ipotizzabile, conclude, una resa
dei conti fnale, pi simile al Ruanda del
1994 che alla Bangui di oggi. Centinaia di
migliaia di morti contro le decine di mi-
gliaia di oggi.
La maggior parte degli esperti pensa
che lopzione pi valida o forse quella me-
no peggiore quella che avrebbe dovuto
essere realizzata gi da tempo: una forza
internazionale di mantenimento della pa-
ce con un mandato unico, che difenda vi-
gorosamente tutti i soggetti vulnerabili. Lo
scorso 10 aprile, il Consiglio di sicurezza
dellOnu ha approvato linvio di una mis-
sione formata da 11.800 peacekeeper. Il
loro arrivo previsto per settembre, spe-
rando che nel frattempo la Repubblica
Centrafricana non vada a pezzi.
Ma lodio ha gi cominciato a mettere
radici. Nessuna persona sana di mente ac-
cetterebbe di tornare per prima a vivere in
un quartiere dove fno a poco fa tutti vole-
vano ucciderla. E nessuno disposto a
scommettere sulla perseveranza e sullef-
fcacia delle Nazioni Unite. Il governo cen-
trafricano ha gi cominciato ad allontana-
re i musulmani dalle istituzioni. Le forze
armate centrafricane (Faca) si erano dis-
solte allarrivo dei ribelli della coalizione
Slka, e ora sono state rimesse in piedi
senza prestare troppa attenzione alla storia
personale dei suoi componenti, se sono
stati coinvolti in violenze locali o politiche
e se sono alleati degli anti-balaka. Nessuno
sa se le Faca rappresenteranno lintero
pae se o solo i cristiani.
Visito una base delle Faca dove i soldati
stanno riprendendo servizio, e latmosfera
sembra quella di un campus universitario
quando ricominciano le lezioni dopo le va-
48 Internazionale 1053 | 30 maggio 2014
Nel cuore climatizzato dellincubo
centrafricano, la presidente
Samba-Panza cerca di mantenere
la sua compostezza di avvocata
ruandesi. Convogli armati la scortano in
ufcio la mattina e la domenica la portano
alla cattedrale di Notre-Dame per seguire
la messa in francese. Quando lho vista
allaeroporto di rientro da un viaggio
allestero, volava su un jet privato con la
scritta Repubblica del Gabon.
Mi riceve in una casa ben arredata e de-
corata con statue di legno africane, lussuo-
sa per gli standard locali, ma modesta ri-
spetto agli eccessi dei suoi predecessori.
Lei seduta sotto un bel quadro a olio di
una natura morta foreale. Si lamenta della
storia violenta del suo paese e del fatto che
la rivolta delle popolazioni povere ed
emarginate nel nord e nellest del paese si
sia rapidamente trasformata in una guerra
di religione. Fino a un certo punto, si
trattato solo di una questione politica, che
non aveva niente a che fare con la fede,
spiega. Ora la popolazione non musulma-
na ha reagito. Non perch alla gente non
piacciano i musulmani. Ma perch i politici
hanno usato la religione per raggiungere i
loro obiettivi. Le chiedo, con una certa
impudenza, se davvero in grado di fare
qualcosa. Risponde parlando generica-
mente di coordinare gli aiuti umanitari, di
costruire il dialogo e la riconciliazione, e di
far rinascere il governo che stato cancel-
lato dalla guerra. Sostiene inoltre di dover
tenere viva lattenzione della comunit in-
ternazionale. Il Sud Sudan, la Siria,
esclama. Non siamo i soli ad avere dei
problemi.
Senza una vittoria defnitiva
Nel cuore climatizzato dellincubo centra-
fricano, Samba-Panza cerca di mantenere
la sua compostezza di avvocata. facile
capire perch sia riuscita ad afermarsi co-
me candidata di compromesso per la guida
del paese. Ma mi fa tanto pensare a un di-
fensore dufcio che deve seguire un clien-
te impazzito, che non pu pi essere difeso
n sal vato.
Lufciale ruandese responsabile della
sicurezza della presidente seduto vicino
a noi durante lintervista, e rimane sempre
in silenzio. Nel suo paese la guerra fn solo
quando il Fronte patriottico ruandese, gui-
dato dal leader tutsi Paul Kagame, ottenne
una vittoria decisiva. In seguito gli hutu
sono stati integrati forzatamente nelle isti-
tuzioni del governo e della societ civile.
Ma il Ruanda non sarebbe arrivato a tanto
se uno dei due schieramenti non avesse
vinto la guerra. Per la Repubblica Centra-
fricana, dove si spera le forze di pace
impediranno che la situazione precipiti co-
me in Ruanda, la prospettiva di una vittoria
defnitiva degli anti-balaka o della coali-
zione ribelle Slka rianimata e vendicati-
va un esito che sarebbe meglio evitare. La
sicurezza dallesterno sta lentamente arri-
vando, ma una sicurezza senza una dose di
clemenza e perdono da parte degli stessi
centrafricani solo una ricetta per rinviare
ulteriormente il disastro. Samba-Panza
preferisce parlare dei suoi progetti per il
rilancio delleconomia.
Quando lintervista si sta per conclude-
re, sentiamo dei colpi di arma da fuoco
provenienti dal centro della capitale. Nes-
suno dei due sembra farci caso, ma io mi
trovo a prolungare i saluti pi di quanto sa-
rebbe necessario, assaporando un altro
minuto di pace prima di tornare a una real-
t che nessun paese dovrebbe mai trovarsi
ad afrontare. u gc
Internazionale 1053 | 30 maggio 2014 49
La presidente centrafricana
Catherine Samba-Panza alluscita
dalla messa nella chiesa
di Notre-Dame, 23 marzo 2014
LAUTORE
Graeme Wood un giornalista e
sceneggiatore statunitense. Collabora con
The Atlantic e The New Republic.
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Costa Rica
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P
er strada assisto alla dispe-
razione e allangoscia di-
pinta sul volto di una si-
gnora in carne sui qua-
rantanni, con i jeans attil-
lati e i tacchi, che vende
chincaglieria su un telo steso sul marcia-
piede: tre poliziotti larrestano e la portano
via. La donna stringe a s il sacchetto di
plastica nera dove ha ancora la merce,
cammina a forza di spintoni e continua a
chiedere senza rivolgersi a nessuno in par-
ticolare, ai poliziotti, alla sua storia di di-
sgrazie: E ora dove mi portate?. Ha
lespressione di chi sa di aver appena perso
di nuovo tutto quello che aveva. Quelli
che fanno cose gravi non li arrestate mai.
Mai. Cosa mi volete fare?. Si guarda intor-
no, come se cercasse qualcuno in grado di
salvarla. Chiaramente non trova nessuno.
La Costa Rica un paese strano: ci sono
moltissimi uccelli e nessun soldato. Pi di
quattro milioni di persone vivono in
unarea di 52mila chilometri quadrati piena
di vulcani, foreste e spiagge, con pi uccel-
li e farfalle di qualsiasi altro posto del mon-
do. C uno stato sociale efciente, nato nel
1948 con il fondatore della seconda repub-
blica, Jos Figueres Ferrer, che per precau-
zione sciolse lesercito e lo viet nella co-
stituzione. La Costa Rica un paese senza
grandi violenze n confitti, che sorge nel
bel mezzo di una delle due o tre zone pi
violente e confittuali del pianeta; un paese
con una coscienza ecologica cos forte (e
Presidente
a sorpresa
Martn Caparrs, El Pas Domingo, Spagna
Contro ogni pronostico, ad aprile Luis Guillermo
Sols stato eletto alla guida della Costa Rica.
I cittadini erano stanchi dei soliti politici e il fatto
di essere quasi uno sconosciuto lo ha aiutato
messa a frutto cos bene) da aver vietato
lestrazione mineraria e le esplorazioni pe-
trolifere; un paese con uno degli indici di
sviluppo umano pi alti dellAmerica Lati-
na, in cui per stanno aumentando le disu-
guaglianze. La Costa Rica piena di euro-
pei che vanno alla ricerca dellanimale pi
insolito e raro per credere che non tutto
ancora perduto, e di statunitensi che vivo-
no la variante del sogno americano per-
dendosi sotto una palma o in un ristorante
biologico. Il paese centroamericano ha sa-
puto rendere orgogliosi i suoi cittadini fno
a quando, pochi anni fa, ha cominciato a
osservarsi con uno sguardo disincantato.
Tutti daccordo
Le storie non hanno sempre un inizio pre-
ciso, ma in Costa Rica tutto cominciato
pi o meno nel 2004, quando uninchiesta
giornalistica ha portato alla luce la corru-
zione dei partiti al governo. Nel giro di po-
co tempo, due ex presidenti sono stati arre-
stati e un terzo riuscito a scappare per un
pelo. Come succede in molti altri paesi, i
costaricani hanno capito di non potersi f-
dare di nessuno. Con questa difdenza il 2
febbraio 2014 hanno afrontato le elezioni
presidenziali: i candidati erano, apparen-
temente, quelli di sempre.
Ma allinizio dellanno un candidato
stava percorrendo il paese casa per casa. I
sondaggi gli davano dal quattro al sei per
cento delle intenzioni di voto, mentre l80
per cento degli elettori non sapeva nean-
che chi fosse. Quando arrivava a casa di
qualcuno (questo lha raccontato dopo),
bussava alla porta. Se gli aprivano, si pre-
sentava: Sono Luis Guillermo Sols, can-
didato alla presidenza della repubblica. A
volte la risposta era: Luis Guillermo
chi?.
Luis Guillermo Sols ha 56 anni, sei fgli,
una seconda moglie e nessun cane. Suo pa-
dre era un calzolaio della costa caraibica, la
madre era fglia di una nera della Giamai-
ca. Sols un prodotto del sistema pubblico
costaricano, dello stato sociale che ora in
pericolo: grazie al sistema di welfare nazio-
nale ha potuto studiare, lavorare e raggiun-
gere un tenore di vita abbastanza agiato. Si
laureato in storia e si specializzato in
scienze politiche. Finora Sols ha insegnato
allUniversidad de Costa Rica. Dagli anni
novanta milita nel Partido de liberacin
nacional (Pln), fondato da Figueres. Il Pln
stato spesso al governo e Sols ha sempre
ricoperto incarichi minori, soprattutto tec-
nici. Otto anni fa, in dissenso con il suo
partito, uscito dal Pln per entrare in una
nuova formazione di centrosinistra, il Par-
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tido de accin ciudadana. Nel 2013 il parti-
to gli ha proposto di candidarsi alla presi-
denza. Lui si presentato alla riunione dei
delegati del partito e ha vinto con un mar-
gine stretto: anche i suoi colleghi lo cono-
scevano poco.
A gennaio ha preso il toro per le corna
ed stato bravo a fare di necessit virt: i
costaricani erano stuf di tutti i volti noti
della politica, cos la sua arma sarebbe sta-
ta lanonimato e la mancanza di un passato
al governo. Non avendo molti fondi per f-
nanziare la campagna elettorale, Accin
ciudadana ha deciso di puntare su un an-
nuncio pubblicitario che avrebbe parlato
proprio dellanonimato di Sols: Ciao, mi
chiamo Luis Guillermo Sols e mi piacereb-
be farmi conoscere da tutti voi, dichiarava
il candidato mostrando la sua famiglia, il
suo lavoro, i suoi studenti e il suo modo di
vivere. Ho una sola macchina, un orolo-
gio, quattro vestiti e non ho bisogno di
nientaltro.
Nella pubblicit il candidato alla presi-
denza faceva lezione, camminava per stra-
da e si riparava dalla pioggia con una borsa
per salire su una vecchia auto. Sols si pre-
sentava come il candidato di chi odia tutti i
candidati. Anche in Costa Rica una parte
dei cittadini spera che se ne vadano tutti,
come gridavano gli argentini durante la
crisi del 2001, aferma Sols. La gente
stanca della corruzione, sia per motivi etici
sia per ragioni economiche: la corruzione
ci costa troppo e ci impedisce di realizzare
i nostri obiettivi. Mi riferisco alle strade
costruite male e spendendo troppo, ai pon-
ti che crollano, alle quattro o cinque impre-
se che si aggiudicano sempre gli appalti dei
cantieri pubblici pi importanti, ai presi-
denti in carcere, ai funzionari che chiedo-
no agli imprenditori o ai cittadini una maz-
zetta per ogni cosa. normale che la gente
sia arrabbiata e che il dibattito politico ne
risenta. Non importa pi se il prossimo
presidente sar rosso, verde o blu, limpor-
tante togliere di mezzo i politici corrotti.
La lotta alla corruzione mette daccordo
tutti, progressisti e conservatori: unisce i
cittadini.
Luis Guillermo Sols ha saputo fare leva
su questunione pi di chiunque altro.
Una questione di orgoglio
Ogni paese ha le sue stranezze, ma la Co-
sta Rica particolare: di solito al primo
posto nelle liste stilate da alcune aziende
per misurare la felicit nel mondo. Perch
siete cos felici?, chiedo a Sols.
Non lo so. A me non sembra che la
gente sia particolarmente contenta o sod-
disfatta. Anzi, critica molte cose e ha un
sacco di problemi. Nel paese ci sono disoc-
cupazione, delinquenza e povert. Certo,
in confronto ad altre nazioni dellAmerica
Centrale la situazione in Costa Rica posi-
tiva.
S, ma nelle classifche della felicit
siete i primi della lista, i campioni, insi-
sto.
Non saprei spiegare perch. Non so
come si misurano queste cose. Sar anche
vero, ma comunque strano, perch qui ci
sono molti problemi e c sempre pi disaf-
fezione nei confronti della democrazia che
poco tica. Sols si spiega meglio: tico, o
tica, il modo pi comune per chiamare i
costaricani.
Da sapere Leccezione centroamericana
Numero di omicidi ogni 100mila abitanti, 2013 Spesa per listruzione, percentuale del pil, 2013
Fonte: El Pas
Honduras
El Salvador
Guatemala
Panam
Nicaragua
Costa Rica
Costa Rica
Nicaragua
Panam
El Salvador
Guatemala
Honduras
91,6 6,3
39,1 4,6
38,5 3,5
21,3 3,4
12,6 3,0
10,0 -
San Jos, 2 febbraio 2014. Luis
Guillermo Sols saluta i sostenitori
Costa Rica
I tratti del nuovo presidente non sono
marcati e si dimenticano facilmente. Qual-
cosa mi fa pensare che questo lha favorito,
perch somiglia al paese: non ha nessun
elemento drammatico, tutto va pi o meno
bene e niente va davvero male, non ci sono
catastrof a parte linquietudine e la disillu-
sione degli ultimi anni.
Poco a poco i conduttori dei dibattiti
televisivi hanno concesso pi spazio a So-
ls. Lui ha criticato la corruzione e ha pro-
messo, in caso di vittoria, di garantire pi
democrazia e uguaglianza. Nel frattempo
i candidati dei partiti tradizionali si sono
sbranati lun laltro: nessuno pensava che
valesse la pena perdere tempo con
quelloutsider. Ma i suoi numeri sono cre-
sciuti: i sessantamila follower su Facebook
sono diventati pi di trecentomila, le porte
delle case si sono aperte pi facilmente e la
gente per strada lo riconosceva. La strate-
gia elettorale funzionava: i costaricani
hanno cominciato a credere in lui e a pren-
derlo sul serio.
Un giorno di gennaio Sols e il suo parti-
to hanno fatto i conti: avevano i numeri per
vincere. stata una sorpresa, che li ha qua-
si spaventati: non se lo aspettavano. I con-
sulenti di Sols gli hanno consigliato di
usare parole semplici e di evitare di fare
discorsi da professore. Ma io sono un pro-
fessore, ha ribattuto Sols. Il candidato e il
partito si sono giocati il tutto per tutto e
hanno fatto centro. La politica con i suoi
partiti, i suoi professionisti, i suoi sponsor,
i suoi pubblicitari alla moda, i suoi sondag-
gisti e le sue segretarie, perdeva terreno.
Durante i comizi preelettorali, Sols veniva
circondato da piccoli gruppi di persone con
le bandiere rosse e gialle (i colori del parti-
to Accin ciudadana).
Per molti costaricani le elezioni sono
diventate una questione di orgoglio: vole-
vano dimostrare ai politici prepotenti che
non avevano bisogno di loro e che, per riu-
scirci, potevano usare come mezzo proprio
la democrazia di cui si riempivano la boc-
ca. Sols era quello che i romani chiamava-
no con disprezzo homo novus, richiesto in-
vece dalla politica di oggi: qualcuno che
faccia politica contro la politica. Inoltre,
S0ls ha promesso ai costaricani che avreb-
bero avuto pi spazio: Vogliamo una de-
mocrazia pi partecipativa, che coinvolga
nelle decisioni le organizzazioni, i movi-
menti e i cittadini.
Tra i suoi obiettivi cera quello di mi-
gliorare la distribuzione della ricchezza, di
riprendere il controllo della sanit,
dellistruzione, dellenergia e delle reti
stradali pubbliche e, soprattutto, di com-
52 Internazionale 1053 | 30 maggio 2014
battere la corruzione nelle istituzioni dello
stato. Ma nonostante questo, nessun son-
daggio inseriva Sols tra i possibili vin-
citori.
La sorpresa arrivata il 6 febbraio: al
primo turno il suo partito, Accin ciudada-
na, arrivato primo con il 31 per cento dei
voti. Al ballottaggio Sols avrebbe afronta-
to Johnny Araya, lex sindaco di San Jos
(del Pln) che aveva ottenuto il 29,5 per cen-
to dei voti. Araya era un candidato tipico
della vecchia politica. A marzo Araya, in
difcolt secondo i sondaggi, ha annuncia-
to che si sarebbe ritirato dalla corsa alla
presidenza. Il suo partito per non ha fatto
marcia indietro e cos il ballottaggio si
svolto comunque. Il 6 aprile 2014 Sols ha
ottenuto pi di un milione e trecentomila
voti: in Costa Rica nessuno aveva mai rag-
giunto un risultato del genere.
Perch i costaricani hanno votato per
lei?, chiedo al presidente.
Per diversi motivi. Innanzitutto per
lanciare un messaggio molto forte alla po-
litica tradizionale e ai politici di professio-
ne. La gente ha capito che arrivato il mo-
mento di eliminare la corruzione e di cam-
biare rotta, ma non in modo radicale. In
secondo luogo perch hanno trovato un
candidato abbastanza empatico, che rap-
presenta bene questo cambiamento. co-
me se fossi riuscito a farmi portavoce della
voglia di cambiamento della gente, che ov-
viamente comporta dei rischi. Una signora
in un quartiere povero mi ha chiesto: Mi
dica una cosa: chi mi assicura che lei non
un ladro, un bugiardo, uno svergognato
come tutti quelli che sono gi passati di
qui?. Io le ho risposto: Signora, non lo pu
sapere. Le assicuro che lavorer sodo, sar
onesto, ci metter tutta la mia buona vo-
lont e sar al vostro completo servizio, ma
questo glielo avranno gi promesso tutti gli
altri prima di me. La signora mi ha guarda-
to negli occhi e mi ha detto: Ha il mio voto,
Sols.
Il voto di aprile stato una rivolta paci-
fca e brutale. Dopo sessantanni di bipar-
titismo, un outsider senza storia e senza un
apparato politico alle spalle stato eletto
presidente. Nessuno sa cosa succeder ora:
se lo chiedono in molti e la speranza si so-
vrappone al timore. I privilegiati (soprat-
tutto i grandi imprenditori) sono pronti a
difendere i loro privilegi, e comunque non
facile cambiare realt che sono radicate
da decenni.
Caccia alle streghe
A San Jos non si usano gli indirizzi. Per
spiegarti dove andare, la gente ti dice: S,
dopo il vecchio fco vai duecento metri ver-
so nord e qualche passo a est, dove vedrai
una Subaru bianca parcheggiata. Dalla ca-
sa di Matute Gmez fai due isolati verso la
cooperativa Dos Pinos e, prima di arrivare
al secondo negozio di alimentari, vedrai
una casa con le inferriate gialle e delle felci
davanti. Il vecchio fco un albero che
stato abbattuto, secondo i racconti, trenta
o quarantanni fa. Matute Gmez era un
medico morto negli anni cinquanta del no-
vecento. Non che le strade non abbiano
numeri o nomi, ma nessuno gli d impor-
tanza. Qualcuno mi chiede se voglio unal-
tra dimostrazione del conservatorismo
gentile di questo popolo, ma non serve.
Come si sente a essere stato eletto pre-
sidente quando tre mesi fa nessuno avreb-
be scommesso sulla sua vittoria?.
Guardi, non glielo so dire. Ogni tanto
ho un attacco di presidenzialite, e allora
mi vengono i brividi. Cos la presiden-
Da sapere
Elezioni e alternanza
2004 Tre ex presidenti della Costa Rica, Jos
Mara Figueres, Miguel ngel Rodrguez e
Rafael ngel Caldern, sono indagati per
corruzione.
2006 Le elezioni presidenziali si concludono
con un testa a testa tra scar Arias, del
Partido liberacin nacional (Pln,
centrodestra), e Ottn Sols, del Partido
accin ciudadana (Pac, centrosinistra). Dopo
un riconteggio manuale dei voti, Sols
ammette la sconftta e Arias proclamato
presidente.
2009 Lex presidente Rafael ngel Caldern
condannato a cinque anni di carcere per
corruzione.
2010 Per la prima volta nella storia del paese
una donna, Laura Chinchilla (del Pnl),
diventa presidente.
6 aprile 2014 Luis Guillermo Sols, uno
storico di 56 anni candidato con il Partido
accin ciudadana, eletto presidente al
secondo turno. A marzo lo sfdante Johnny
Araya si era ritirato dalla corsa alla
presidenza. Bbc
Internazionale 1053 | 30 maggio 2014 53
zialite?. Si chiama cos la patologia che fa
capire a una persona, in un determinato
momento del giorno, che qualcosa nella
sua vita cambiato e ora ha davanti a s una
responsabilit enorme.
Incontro Luis Guillermo Sols in un al-
bergo anonimo costruito una ventina di
anni fa. Le luci sono tristi. La stanza tre
metri per tre, con un tavolino basso nel
mezzo, il thermos con il caf e alcuni pa-
sticcini. Il presidente organizza le riunioni
qui perch la sua casa piccola e non c ab-
bastanza spazio, mi aveva spiegato la re-
sponsabile dellufcio stampa. Sols mi dice
che, per ora, lunica cosa nuova nella sua
vita la scorta e lattenzione a quello che
dice e a come lo dice. Ma mi spiega che con-
tinuer a vivere nel suo condominio della
classe media: questa mattina uscito a
comprare il pane. Gli chiedo se lo ha fatto
per dimostrare di essere lo stesso di prima.
No, me lha chiesto mia moglie per prepa-
rare la merenda che nostra fglia porta a
scuola, risponde Sols.
San Jos ha qualche angolo che vale la
pena di essere visitato, grazie alla ricchezza
arrivata con il caf nella prima met del
novecento: qualche dimora antica, un tea-
tro, un ufcio postale, alcuni parchi. Ma in
generale la capitale della Costa Rica brut-
tina: il cemento ovunque, i colori sono
mal accostati e ci sono pochi alberi. una
tipica citt del terzo mondo cresciuta trop-
po in fretta.
Una sera di aprile a plaza Roosevelt, un
terreno incolto alla periferia della capitale,
sventola una marea di bandiere rosse e
gialle. Le persone festeggiano perch si so-
no appena chiuse le urne e Sols stato pro-
clamato presidente. Una coppia della classe
media vicina alla pensione e vestita con cu-
ra mi spiega: Labbiamo votato perch
ascolta la gente e ci chiede cosa vogliamo,
non come quei politici che proclamano i
loro programmi e poi non fanno nulla.
Come non fanno nulla? Si rubano tutto.
Un ragazzo pieno di tatuaggi, con i capelli
dritti in testa, mi dice: Ho votato per Sols
perch voglio un po pi di uguaglianza.
Un uomo di quarantanni, che fa il medico
in un ospedale pubblico e per questo feli-
ce, orgoglioso e preoccupato, afferma:
Lho votato perch voglio che anche i miei
due fgli possano avere tutto quello che ho
avuto io, come la sanit e listruzione gra-
tuite.
Ora, nella stanza dalbergo, sotto le luci
tristi, il presidente eletto parla con calma,
soppesando le parole, con un mezzo sorriso
che ogni tanto gli sfugge, come per essere
sicuro di dire bene quello che ha in testa. Mi
spiega che la sua posizione politica chiara:
Sono un socialdemocratico. Credo
nelleconomia di mercato e in uno stato re-
golatore e forte che pu intervenire ed evi-
tare che il mercato si mangi la coda e fnisca
per avere il monopolio a scapito della vo-
lont della maggioranza.
I suoi avversari lo criticano perch non
ha mai gestito o diretto nessuna istituzione,
tantomeno un paese. Per la mia pace spi-
rituale, devo ricordarmi che chi aveva tan-
tissima esperienza ha fatto un sacco di
stronzate, per usare un francesismo. una
verit che mi tranquillizza, perch dimostra
che certe conoscenze sono utili solo in par-
te. Altre cose contano di pi.
Dovr dimostrare di essere onesto, ma
dovr anche dirigere delle istituzioni su cui
gravano forti sospetti di corruzione. Come
far?.
San Jos, 6 aprile 2014. Sostenitori
di Sols il giorno del ballottaggio
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)
54 Internazionale 1053 | 30 maggio 2014
Costa Rica
LAUTORE
Martn Caparrs uno scrittore e un
giornalista argentino nato nel 1957. Il suo
ultimo libro pubblicato in Italia Non un
cambio di stagione (Ambiente 2011).
Innanzitutto sceglier persone dispo-
ste a fare bene il loro dovere, ma ancora
prima bisogner fare un inventario, una
sorta di bilancio della situazione. Spero di
potermi presentare formalmente davanti
al parlamento con un rapporto sullo stato
della situazione. Non mi far carico di pro-
blemi che non ho... o meglio, mi far carico
di tutti i problemi, ma voglio che sia chiaro
chi li ha provocati. Non per dare il via a una
caccia alle streghe, ma per far capire la re-
sponsabilit che noi politici dobbiamo as-
sumerci quando scegliamo dintraprendere
questa carriera.
Sols si sposato, ha divorziato e convi-
ve da anni con una madrilena di 45 anni,
Mercedes Peas, politologa e cooperante
con pi di ventanni di esperienza in Costa
Rica. Hanno una fglia, Ins, di sette anni. I
conservatori lo rimproverano di non essere
sposato come Dio comanda, ma lui non ci
fa caso. Ora si sposer?. No, continuer
a convivere. Nel peccato?. S, nel pec-
cato. una decisione familiare che io ri-
spetto molto, prima di tutto perch lha
presa Mercedes, poi perch la condizione
in cui vivono molti miei concittadini e per-
ch le coppie presidenziali in apparenza pi
tradizionali hanno avuto delle relazioni ro-
venti. Roventi, ma con altri?. Certo, le
relazioni roventi erano le altre. Il nostro
rapporto monogamo e responsabile, ab-
biamo una fglia meravigliosa, oltre ai cin-
que fgli del mio primo matrimonio.
Per fortuna questo non stato un argo-
mento della campagna elettorale. Invece si
parlato molto di una dichiarazione di Sols
a proposito dellaborto: favorevole allin-
terruzione di gravidanza nei casi di stupro.
Le leggi del paese (linfuenza della chiesa
di Roma sul paese) vietano laborto. Per
tendergli un trabocchetto, in un dibattito
elettorale qualcuno ha ricordato a Sols la
sua afermazione sullinterruzione di gravi-
danza. Lui ha risposto che era unopinione
personale e non faceva parte del program-
ma di Accin ciudadana. Insomma, non
pensa di legalizzare laborto, neanche in
caso di stupro?, insisto. No, non un pun-
to in programma.
E il matrimonio omosessuale? Si par-
lato anche di quello, chiedo.
Siamo favorevoli a una societ basata
sulla convivenza e sul rispetto dei diritti ci-
vili e patrimoniali di tutti, anche delle cop-
pie dello stesso sesso. una questione di
diritti umani.
Crede che riuscirete ad approvarlo in
questa legislatura?.
Non lo so, perch c unopposizione
molto forte, il Bloque de la vida, di cui fan-
no parte anche alcuni nostri deputati. Si
oppongono al progetto perch hanno un
punto di vista molto religioso.
consapevole che ha davanti a s un
periodo difcile?.
S, certo, lo so benissimo. In politica un
nuovo governo ha lo stesso problema di
una macchina appena uscita dal concessio-
nario: anche se la stessa auto che cinque
minuti prima stava in vetrina, appena
messa su strada si svaluta e perde subito il
25 per cento del suo valore.
E come si sente, sapendolo?.
La prendo con flosofa. Ho limmensa
fortuna di avere una macchina con il pieno
di benzina, il milione e trecentomila voti
con cui sono stato eletto. Ma so anche che
un capitale volatile: le stesse persone che
ad aprile mi hanno votato con entusiasmo
e passione nel giro di poco tempo potrebbe-
ro cambiare idea e lasciarmi per strada se
non mantenessi le promesse. Di sicuro far
molti sbagli. Dico sempre: Quando sba-
glier, correggetemi, quando mi perder,
cercatemi. Sono consapevole della fragili-
t umana, anche in politica. Non ho proble-
mi a chiedere scusa quando sbaglio. Ma so
che non ci si pu scusare n perdersi per
quattro anni consecutivi. Sarebbe terribile
rendersi conto quasi subito di essere stato
solo un illuso che aveva pensato, per la sua
eterna dannazione, che si potesse cambiare
il paese come chiedono i cittadini, senza il
controllo della politica tradizionale. Spero
che saremo abbastanza saggi per prendere
le decisioni giuste e applicarle con stru-
menti diversi da quelli di sempre.
Sols sembra essere un uomo che
sta dove sta perch crede di poter fare qual-
cosa e non interessato al lusso o ai soldi,
ma al bronzo o a quella forma di bronzo che
chiamiamo libri: la memoria. Sa che in que-
sti quattro anni forger la sua vita e il ricor-
do di s. la consapevolezza migliore per
fare qualcosa di serio anche se, ovviamen-
te, resta il rischio di fallire. Qualche giorno
fa Sols andato in parlamento ed entrato
nel salone dove sono appesi i ritratti di tutti
i presidenti. Cera gi il posto riservato al
suo ritratto. L si trovano i principali per-
sonaggi della storia nazionale, quelli buoni
e quelli cattivi. E ci sar anchio. Guardan-
do quel posto vuoto ho percepito limpor-
tanza dellavventura che ho intrapreso.
Promesse
Sotto le luci tristi, chiedo al presidente se,
da storico, potrebbe dirmi come gli piace-
rebbe che fosse il paragrafo dedicato al suo
governo nei manuali del 2050. Per la prima
volta Sols tace, rifette per alcuni secondi e
poi parla come se stesse enunciando il suo
futuro, con un tono quasi grave: Quello di
Sols stato un governo inatteso che ha fat-
to aumentare come mai prima di allora la
fducia dei cittadini della Costa Rica nella
democrazia, garantendo sviluppo econo-
mico e trasparenza.
Gli spiego che dalle mie parti, davanti a
unafermazione del genere, diciamo viva
la modestia. Lui scoppia a ridere e poi ri-
torna serio: Spero solo che questa parabo-
la che porter al paese pi giustizia, pi
ricchezza e pi trasparenza non sia brusca-
mente interrotta per tornare al punto di
partenza, come capita spesso in politica. Mi
auguro che non sar un fuoco di paglia. Se
ce la faremo, il prossimo presidente dovr
proseguire quello che cominceremo in que-
sto mandato. Non ho la forza n il tempo
per completare il lavoro. Non mi presenter
per un secondo mandato: ho gi deciso di
guidare il paese solo per quattro anni, du-
rante i quali spero di lavorare bene e con
coerenza.
Pronuncia queste parole con un tono
solenne, il tono riservato agli argomenti
che ci stanno a cuore. Prima di uscire dalla
stanza Luis Guillermo Sols, il presidente
eletto, mi dice di aspettare un momento
perch deve spegnere laria condizionata. Il
telecomando sul tavolino: lo prende, lo
guarda, schiaccia qualche pulsante, ma
non succede niente. Sembra che non trovi
il comando, gli dico, e ci mettiamo a ride-
re. Allora gli prometto di non cadere nella
tentazione di fare una metafora di questo
momento e, chiaramente, non mantengo la
parola. Le promesse, in fn dei conti, sono
solo promesse. u fr
Non mi presenter per un secondo
mandato. Ho gi deciso di guidare il
paese solo per quattro anni, durante i
quali spero di lavorare con coerenza
Sono in tanti a ferirlo, inquinarlo e sventrarlo.
Lo sfruttamento delle sue risorse
accelera lo scioglimento dei ghiacciai,
causa i cambiamenti climatici
e determina la scomparsa
di interi ecosistemi. lunico Pianeta
che abbiamo, ed in pericolo.
Ecco perch abbiamo bisogno
del tuo aiuto in difesa.
Dai il tuo 5x1000 a Greenpeace.
Non ti costa nulla e pu fare tanto.
SONO IN TANTI
A PRENDERE A CALCI
IL PIANETA,
TUTTI I GIORNI.
Economia
N
el novecento la popola-
zione del pianeta rad-
doppiata due volte. In
questo secolo non suc-
ceder, perch in gran
parte del mondo i tassi
di natalit sono calati sensibilmente. In
compenso il numero delle persone che han-
no pi di 65 anni raddoppier in appena 25
anni. Dal punto di vista demografco non
un fenomeno epocale, ma pi che suf-
ciente per avere conseguenze importanti
per leconomia mondiale.
Le Nazioni Unite stimano che oggi nel
mondo ci sono circa seicento milioni di per-
sone con almeno 65 anni det. Di per s
gi un fatto notevole. Ma il suo valore in
rapporto alla popolazione mondiale (l8 per
cento) non molto lontano da quello di
qualche decennio fa. Nel 2035, tuttavia, pi
di 1,1 miliardi di persone (il 13 per cento del-
la popolazione) avranno superato i 65 anni.
una conseguenza naturale del calo dei
tassi di natalit, che stanno rallentando la
crescita demografca complessiva. Lindice
di dipendenza degli anziani, cio il rappor-
to tra anziani e popolazione in et lavorati-
va, crescer ancora pi rapidamente. Nel
2010 nel mondo cerano sedici persone con
pi di 65 anni ogni cento adulti di et com-
presa tra i 25 e i 64 anni, pi o meno lo stesso
rapporto del 1980. Le Nazioni Unite stima-
no che nel 2035 il numero salir a 26. Nei
paesi ricchi sar molto pi alto. Nel 2035 in
Giappone ci saranno 69 anziani ogni cento
abitanti in et lavorativa (nel 2010 erano
43), in Germania 66 (nel 2010 erano 38).
Negli Stati Uniti, nonostante un tasso di
fertilit relativamente alto, lindice di di-
pendenza degli anziani crescer di oltre il
70 per cento, arrivando a 44. Nei paesi
emergenti, dove oggi lindice molto pi
basso, i valori assoluti non saranno cos alti,
ma in percentuale laumento sar pi signi-
fcativo: in Cina lindice di dipendenza sar
pi del doppio, passando da 15 a 36, mentre
in America Latina passer da 14 a 27.
Le grandi eccezioni a questo invecchia-
mento generale sono lAsia e lAfrica, dove
la fertilit ancora alta. Considerato che in
questi due continenti vivono quasi tre mi-
liardi di persone, destinati a diventare cin-
que entro la met del secolo, la loro giovi-
nezza pu controbilanciare linvecchia-
mento del resto del mondo. Ma la tendenza
generale pu essere solo rallentata, non in-
vertita. Complessivamente, i paesi emer-
genti vedranno quasi raddoppiare lindice
di dipendenza, che nel 2035 sar di 22 anzia-
ni ogni cento persone in et lavorativa.
Lopinione di molti esperti che una
percentuale pi alta di anziani faccia rallen-
tare la crescita e il risparmio (perch gli an-
ziani devono consumare ricchezza per so-
pravvivere). A sua volta, questo provoca un
rialzo dei tassi dinteresse e un calo dei
prezzi dei beni (terra, immobili, attrezzatu-
re produttive, azioni e obbligazioni). Alcuni
56 Internazionale 1053 | 30 maggio 2014
Gli efetti
dellet
The Economist, Regno Unito. Foto di Todd Antony
Nei paesi sviluppati una generazione di anziani
istruiti tiene occupati i posti chiave del mondo
del lavoro. una conseguenza dellinvecchiamento
della popolazione. E i giovani ne fanno le spese
economisti, pi ottimisti, sostengono che la
popolazione si adatter e lavorer pi a lun-
go, rendendo irrilevanti le misurazioni del-
la dipendenza, basate sul presupposto che
nessuno lavori pi dopo i 65 anni. Un terzo
gruppo di esperti si rif agli studi di Alvin
Hansen, il Keynes americano. Nel 1938
Hansen scrisse che il calo della popolazione
negli Stati Uniti avrebbe spinto le imprese a
investire di meno (una forza lavoro pi ri-
dotta richiede minori investimenti) portan-
do a una stagnazione prolungata.
Linatteso boom demografco registrato
tra il 1946 il 1964 mand allaria le previsio-
ni di Hansen. Oggi altri eventi imprevisti
potrebbero alterare le proiezioni demogra-
fche, ma forse non il caso di sperarlo, dato
che stata una guerra mondiale a preparare
il terreno per il baby boom. Ma se davvero
gli anziani lavoreranno di pi e quindi ri-
sparmieranno di pi e se il rallentamento
della crescita demografca spinger le im-
prese a investire di meno, qualcosa di simile
a quello che aveva immaginato Hansen po-
trebbe succedere anche in assenza di un
calo generale della popolazione. Di recente
Larry Summers, professore di Harvard ed
ex segretario del tesoro statunitense, ha
detto che leconomia americana mostra gi
i segni di una stagnazione secolare,
unespressione presa direttamente dal vo-
cabolario di Hansen.
Tre canali
Chi ha ragione? Per rispondere bisogna
analizzare i tre canali attraverso i quali la
demografa infuenza leconomia: la forza
lavoro, il tasso di crescita della produttivit,
il risparmio. I risultati di questa analisi non
sono defnitivi. Almeno per i prossimi anni,
tuttavia, i timori di Hansen sembrano i pi
rilevanti, se non altro per un efetto fnora
inatteso: la tendenza dei lavoratori pi qua-
lifcati a lavorare pi a lungo e in modo pi
produttivo rispetto al passato.
La prima conseguenza di una popola-
zione che invecchia rapidamente senza cre-
scere che, a meno di un innalzamento
dellet pensionabile, ci saranno meno la-
voratori. Questo signifca che o aumenta la
produttivit o si produce di meno. In base al
presupposto stabilito dalle Nazioni Unite,
che la vita lavorativa fnisce a 65 anni, e in
mancanza di un aumento della produttivi-
t, nei prossimi anni linvecchiamento della
popolazione rischia di far scendere del 30-
50 per cento i tassi di crescita delle zone pi
ricche del mondo.
Amlan Roy, un economista del Credit
Suisse, ha calcolato che tra il 2000 e il 2013
il calo della popolazione in et lavorativa ha
Internazionale 1053 | 30 maggio 2014 57
frenato la crescita del pil giapponese di cir-
ca 0,6 punti percentuali allanno. Nei pros-
simi quattro anni il dato salir all1 per cen-
to. In Germania lo stesso fenomeno rischia
di comprimere la crescita del pil di quasi
mezzo punto. Negli Stati Uniti il pensiona-
mento della generazione del baby boom
provocherebbe una riduzione di 0,7 punti
del tasso di crescita potenziale.
Le reali dimensioni della forza lavoro,
tuttavia, non dipendono solo dallet; di-
pendono anche da quanto si lavora. Alla f-
ne del novecento questultimo fattore
cambiato poco. Unanalisi condotta su 43
paesi (in maggioranza ricchi) da David
Bloom, David Canning e Gnther Fink, tre
economisti di Harvard, ha evidenziato che
tra il 1965 e il 2005 let pensionabile au-
mentata di sei mesi scarsi. Nello stesso arco
di tempo laspettativa di vita maschile au-
mentata di nove anni. Con il nuovo secolo
la tendenza si rovesciata. Oggi il 20 per
cento degli statunitensi con pi di 65 anni fa
parte della forza lavoro, contro il 13 per cen-
to del 2000. Quasi la met dei tedeschi che
hanno da poco superato i sessantanni ha
un impiego, dieci anni fa erano un quarto.
In parte la spiegazione politica. I go-
verni indebitati dellEuropa hanno comin-
ciato a tagliare le pensioni future e hanno
innalzato let pensionabile. Diversi paesi
europei, tra cui lItalia, la Spagna e i Paesi
Bassi, hanno agganciato let pensionabile
allaspettativa di vita. Ma anche le circo-
stanze economiche individuali hanno avu-
to un peso. In molti paesi il cambiamento si
avvertito soprattutto dopo la crisi del
2008, che ha colpito i risparmi di molte per-
sone vicine alla pensione. Anche labban-
dono dei piani pensionistici aziendali basa-
ti sullultimo salario percepito ha spinto
molte persone a continuare a lavorare.
Un fattore ancora pi importante
listruzione. Gli anziani pi istruiti hanno
molte pi probabilit di continuare a lavo-
rare. Gary Burtless, della Brookings institu-
tion, ha calcolato che negli Stati Uniti solo il
32 per cento dei maschi con un diploma di
scuola superiore lavora ancora tra i 62 e i 74
anni det. Per gli uomini con un titolo pro-
fessionale la percentuale aumenta al 65 per
cento (anche se il numero complessivo di
questi lavoratori ovviamente pi basso).
Per le donne attive dopo i sessantanni il
rapporto rispettivamente di un quarto per
le diplomate e della met per le professioni-
ste qualifcate. In Europa, dove tutti i lavo-
ratori si sono ormai abituati a proseguire
anche dopo i sessantanni, lefetto non
altrettanto marcato, ma comunque signi-
fcativo. Solo un quarto dei lavoratori euro-
pei meno istruiti lavora ancora tra i 60 e i 64
anni, contro la met dei laureati.
Non un fenomeno difcile da spiegare.
I lavoratori meno qualifcati svolgono spes-
so mansioni manuali, che diventano pi
faticose con lavanzare dellet. Le retribu-
zioni dei lavoratori meno qualifcati in ter-
mini relativi sono diminuite, rendendo pi
allettante andare in pensione (soprattutto
quando pagata dallo stato); per i disoccu-
pati, che spesso sono anche i lavoratori me-
no qualifcati, la pensione una grande op-
portunit. Secondo una ricerca di Clemens
Hetschko, Andreas Knabe e Ronnie Schb,
chi passa direttamente dalla disoccupazio-
ne alla pensione avverte un sensibile mi-
glioramento del tenore di vita. I lavoratori
pi qualifcati, dal canto loro, tendono a es-
sere pagati meglio e quindi sono incentivati
a continuare a lavorare. E dato che in media
si mantengono pi in salute e vivono pi a
lungo, possono lavorare e guadagnare oltre
i 65 anni e sperare comunque di godere dei
frutti della loro fatica pi avanti.
Questo non signifca che la forza lavoro
crescer. Le persone con pi di sessantanni
avranno complessivamente ritmi di lavoro
pi bassi rispetto a quando erano pi giova-
ni. E anche se aumenter il numero degli
anziani istruiti che continuano ad avere un
impiego, ci saranno meno giovani poco
qualifcati che lavorano. In Europa il tasso
di disoccupazione pi alto quello dei gio-
vani con un basso livello di istruzione. Negli
Stati Uniti, dove il tasso di partecipazione
alla forza lavoro (63 per cento) vicino al
punto pi basso degli ultimi trentanni, loc-
cupazione calata soprattutto tra i maschi
scarsamente qualificati. In mancanza di
una crescita delloccupazione femminile, e
viste le resistenze allimmigrazione di mas-
sa, in gran parte del mondo sviluppato la
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Sun City, Stati Uniti
Economia
forza lavoro si ridurr anche se gli anziani
pi istruiti continueranno a lavorare.
possibile che una minore forza lavoro
non rallenti la crescita se c un aumento
della produttivit. Purtroppo, per, non
quello che possiamo aspettarci con linvec-
chiamento della popolazione. Numerosi
studi e lesperienza dimostrano che gran
parte delle abilit fsiche e molte di quelle
cognitive declinano con let. Secondo una
ricerca di tre studiosi canadesi basata sul
videogioco StarCraft II, per esempio, la ca-
pacit intellettiva di un individuo raggiun-
ge il suo massimo a 24 anni. Inoltre, le so-
ciet che invecchiano rischiano di fossiliz-
zarsi. Alfred Sauvy, il pensatore francese
che coni lespressione terzo mondo,
aveva il timore che il primo mondo diven-
tasse una societ di vecchi, che vivono in
vecchie case e rimuginano su vecchie idee.
In Giappone la produttivit ha rallentato
bruscamente negli anni novanta, quando la
popolazione in et lavorativa ha cominciato
a calare. Anche la produttivit tedesca si
appiattita con linvecchiamento della popo-
lazione.
Certo, il rallentamento della crescita
produttiva in Giappone pu essere attribui-
to anche allo sgonfamento della bolla azio-
naria del paese, e in Germania alle riforme
volte a ridurre la disoccupazione; entrambi
i paesi, nonostante linvecchiamento, pre-
cedono gli Stati Uniti nella classifca dellin-
novazione del World economic forum. La
carenza di manodopera pu favorire la sco-
perta di tecnologie ad alta intensit di capi-
tale che portano a un risparmio in termini
di lavoro, come in Giappone, dove le impre-
se stanno sperimentando con successo
luso dei robot nellassistenza agli anziani.
La maggiore esperienza sul lavoro, inoltre,
pu compensare il rallentamento delle ca-
pacit cognitive. In unepoca di macchine
sempre pi intelligenti, i fattori che fanno
aumentare la produttivit forse hanno pi a
che fare con la motivazione, la capacit di
relazione e lesperienza gestionale che con
le pure facolt cognitive.
Unistruzione migliore porta a una mag-
giore produttivit, a qualsiasi et. Per tutti
questi motivi possibile che la crescita del
numero degli anziani con un alto livello di
istruzione che continuano a lavorare faccia
aumentare la produttivit, compensando
per buona parte leffetto della riduzione
della forza lavoro.
Le cifre lo confermano, su entrambe le
sponde dellAtlantico. Diversi studi indica-
no che i lavoratori pi anziani sono spropor-
zionatamente pi produttivi, come ci si pu
aspettare da lavoratori spropor-
zionatamente pi istruiti. Laura
Romeu Gordo, del Centro tede-
sco di gerontologia, e Vegard
Skirbekk, dellIstituto internazio-
nale di analisi dei sistemi applica-
ti in Austria, mostrano che in Germania i
lavoratori pi anziani rimasti attivi tendono
a spostarsi verso occupazioni che richiedo-
no maggiori capacit cognitive. Forse a
causa di questo fenomeno, i redditi delle
persone con pi di cinquantanni sono cre-
sciuti rispetto a quelli dei lavoratori pi gio-
vani.
La scuola elementare
Questa pu essere una buona notizia per i
paesi con una popolazione istruita prossi-
ma alla vecchiaia, lo molto meno per i pa-
esi emergenti. Quasi met dei lavoratori
cinesi tra i 50 e 64 anni non hanno termina-
to la scuola elementare. Man mano che in-
vecchieranno, la loro produttivit scender.
Insieme alle sue colleghe Elke Loichinger e
Daniela Weber, Skirbekk ha provato a mi-
surare questo fenomeno creando un indi-
ce di dipendenza corretto con le capacit
cognitive. I tre studiosi hanno messo a
confronto le capacit cognitive di una serie
di soggetti con pi di cinquantanni in eco-
nomie sviluppate ed emergenti attraverso
un esperimento che ne ha misurato la capa-
cit di ricordare i vocaboli. I risultati sono
stati poi usati per calcolare i relativi indici di
dipendenza. Lindice corretto per le capaci-
t cognitive molto pi alto in Europa, per-
ch gli anziani del vecchio continente ripor-
tano punteggi molto pi alti nei test cogni-
tivi. Cos corretto, lindice di dipendenza
statunitense migliore di quello dellIndia.
Se le capacit e listruzione determinano
quanto e come gli anziani lavorano, hanno
anche un efetto sul risparmio, il terzo ca-
nale attraverso il quale linvec-
chiamento incide sulla crescita.
Pi alto il numero dei lavoratori
anziani con un elevato livello di
istruzione, maggiore la quota
del reddito complessivo che fni-
sce nelle loro tasche. Negli Stati Uniti la
percentuale dei redditi maschili in mano ai
cittadini tra i 60 e i 74 anni passata dal 7,3
al 12,7 per cento dal 2000, quando i pi
istruiti della generazione del baby boom
hanno cominciato a superare la sessantina.
Una parte di questi redditi servir per paga-
re le pensioni, quando gli interessati deci-
deranno di andarci; i maggiori risparmi di
chi oggi ha sessantanni corrisponderanno
a un aumento della spesa quando ne avran-
no ottanta. Molti anziani istruiti, tuttavia,
probabilmente accumuleranno molto di
pi di quanto spenderanno alla fne della
loro vita. Le prove indiziarie confortano
questa tesi. Leconomista francese Thomas
Piketty ha calcolato che in Francia la ric-
chezza media degli ottantenni il 134 per
cento di quella delle persone con et com-
presa tra i 50 e i 59 anni, il divario pi ampio
dagli anni trenta. Almeno per i prossimi an-
ni linvecchiamento della popolazione pi
istruita si tradurr probabilmente in pi di-
suguaglianza e pi risparmio privato.
Nel frattempo i governi di tutti i paesi
sviluppati (soprattutto in Europa) stanno
tagliando le pensioni e riducendo i defcit di
bilancio, incidendo in entrambi i casi sul
risparmio nazionale. Le riforme volte ad
abbassare le pensioni fanno s che, a pre-
scindere dalle competenze e dallistruzio-
ne, i lavoratori pi vicini alla pensione ri-
sparmieranno di pi e i governi spenderan-
no di meno per ogni anziano. Le ultime
previsioni della Commissione europea in-
dicano che la spesa pensionistica comples-
siva nellUnione europea scender dello 0,1
per cento del pil tra il 2010 e il 2020, per poi
58 Internazionale 1053 | 30 maggio 2014
Da sapere Lavoro e istruzione
Tasso di partecipazione al mercato del lavoro tra
i 62 e i 74 anni, Stati Uniti, per titolo di studio, %
Senza diploma
Diploma
College
Junior college
Bachelor degree
Master
Dottorato
0 10 20 30 40 50 60 70
1991-1992
2009-2010
Donne
1991-1992
2009-2010
Uomini
Indice di dipendenza degli anziani: persone con
pi di 65 anni ogni cento tra i 25 e i 64 anni
Giappone
Germania
Paesi ricchi
Stati Uniti
Cina
Paesi emergenti
0 20 40 60
2000 2010 2035*
*previsione
Fonte: The Economist
risalire dello 0,6 per cento nel decennio
successivo. Non poco, ma molto meno
di quanto vorrebbero far credere tanti com-
menti allarmistici sul fardello dellinvec-
chiamento. Lefetto netto combinato del
maggior risparmio dei lavoratori pi anzia-
ni e istruiti e di pensioni meno generose
sar probabilmente quello di uninattesa
parsimonia nel mondo sviluppato, almeno
per i prossimi anni. Se il denaro risparmiato
trover opportunit produttive di investi-
mento potrebbe favorire la crescita a lungo
termine. Ma dove sono queste opportunit?
In teoria, le possibilit sono due. Una lin-
novazione nelle economie avanzate. Laltra
la crescita delle economie emergenti, spe-
cialmente quelle pi giovani e povere.
Purtroppo, in questo momento i capitali
che dalle economie emergenti afuiscono
nei paesi ricchi sono pi di quelli che fanno
il percorso inverso. Le economie emergenti
pi forti hanno accumulato enormi riserve
di valuta estera e molte sono restie a dipen-
dere troppo dallindebitamento estero. An-
che se le cose cambiassero, le giovani eco-
nomie dellAsia meridionale e dellAfrica
sono troppo piccole per assorbire grandi
fussi di capitali dai paesi in via di rapido in-
vecchiamento.
E nel mondo avanzato, malgrado tante
ovvie innovazioni, specialmente nellinfor-
matica, negli ultimi tempi sia la produttivi-
t sia gli investimenti hanno ristagnato.
Forse sono i postumi della crisi fnanziaria.
Ma potrebbe essere anche un cambiamen-
to strutturale. Il prezzo dei beni capitali, a
partire da tutto ci che ha a che fare con i
computer, crollato; forse oggi linnovazio-
ne ha semplicemente bisogno di meno in-
vestimenti rispetto allera industriale. An-
che linvecchiamento della popolazione
scoraggia potenzialmente gli investimenti.
Internazionale 1053 | 30 maggio 2014 59
Se ci sono meno lavoratori, a parit di altre
condizioni, leconomia ha bisogno di una
minore quantit di capitale, anche se alcuni
di quei lavoratori sono degli arzilli vecchiet-
ti. Inoltre, una popolazione che invecchia
spende in modo diverso. Gli anziani com-
prano meno beni che richiedono investi-
menti pesanti a cominciare dalle case e
pi servizi, dallassistenza sanitaria al turi-
smo.
Decisioni politiche
Le tendenze demografche infuenzano il
futuro, ma non rendono nessuno scenario
inevitabile. Levoluzione delleconomia
dipender da come la politica risponder
alla nuova situazione. Ma, a loro volta, le
decisioni politiche saranno pi infuenzate
dalle priorit degli anziani rispetto al pas-
sato: gli anziani rappresentano una fascia
pi consistente della popolazione e nelle
democrazie tendono a votare pi dei gio-
vani.
Su entrambe le sponde dellAtlantico, le
ultime decisioni di bilancio sembrano ri-
specchiare le priorit degli anziani e dei
ricchi. Nel Regno Unito la riforma delle
rendite ha dato agli interessati maggiore
libert di attingere ai risparmi per le pen-
sioni. In Italia la scomparsa dellimposta
sulla prima casa ha risparmiato un nuovo
fardello a molti anziani proprietari di im-
mobili. Gli Stati Uniti hanno tagliato la
spesa pubblica per i giovani e i poveri senza
toccare minimamente la spesa sanitaria e
pensionistica per i ricchi. Pochi paesi ricchi
hanno fatto investimenti su larga scala, no-
nostante i tassi dinteresse bassi.
In mancanza di interventi correttivi
della politica, le forze che spingono gli in-
vestimenti verso il basso e il risparmio ver-
so lalto amplifcheranno limpatto dellin-
vecchiamento e ci porteranno verso una
situazione simile a quella descritta da Han-
sen: un mondo che cresce pi lentamente
(ma che crescerebbe ancora meno se gli
anziani non lavorassero di pi), con tassi
dinteresse bassissimi e un surplus di ri-
sparmio. Linvecchiamento consolider i
cambiamenti nella distribuzione del red-
dito portati dalle nuove tecnologie: gli an-
ziani pi qualifcati guadagneranno di pi,
mentre i lavoratori meno qualifcati di tutte
le et saranno spremuti. I pi svantaggiati
saranno i giovani disoccupati e meno istru-
iti, che non riusciranno mai ad acquisire le
competenze necessarie a diventare lavora-
tori anziani pi produttivi. Rispetto alle
fosche previsioni sulle conseguenze disa-
strose di uno tsunami grigio, una noti-
zia positiva. Ma non tanto buona. u fas
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Sun City, Stati Uniti
India
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invenzione costata ca-
ra ad Arunachalam Mu-
ruganantham: ha quasi
perso la famiglia, i soldi
e il suo posto nella so-
ciet. Eppure lui ha con-
servato il suo senso dellumorismo. Tutto
cominciato da mia moglie, racconta.
Nel 1998 erano appena sposati e per lui il
mondo ruotava intorno a Shanthi, oltre che
alla madre vedova. Un giorno si accorto
che la moglie gli nascondeva qualcosa.
Quando ha capito cosera, rimasto scon-
volto: si trattava di stracci, pezze sudice
che Shanthi usava quando aveva le me-
struazioni. Sar sincero, racconta Muru-
ganantham, io non li avrei usati neanche
per pulire il motorino. Fatto sta che quan-
do ha chiesto a Shanthi perch non usasse
gli assorbenti igienici, lei ha risposto che se
ne avesse comprati, non avrebbe pi potu-
to permettersi il latte o di mandare avanti
la casa. E cos, per far colpo sulla giovane
moglie, Muruganantham andato in citt
60 Internazionale 1053 | 30 maggio 2014
a comprarle un assorbente. Il negoziante
glielo ha dato furtivamente, come se fosse
merce di contrabbando. Lui lha soppesato
tra le mani e si subito chiesto come mai
dieci grammi di cotone che allepoca in
India costavano dieci paise, pari a poco pi
di un centesimo di euro si vendessero a
quattro rupie, cio a 40 volte il costo di pro-
duzione. E ha deciso che poteva fabbricar-
ne di pi economici lui stesso.
Ha preso del cotone, ne ha ricavato un
assorbente alla belle meglio, lha dato a
Lassorbente indiano
Vibeke Venema, Bbc News Magazine, Regno Unito
Viene da una famiglia povera e ha lasciato la scuola a 14 anni. Ha inventato un
modo per produrre assorbenti a basso costo e ha infranto i tab sulle
mestruazioni in India. Cos un uomo ha rivoluzionato le abitudini che causavano
alle donne indiane gran parte delle malattie dellapparato riproduttivo
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Arunachalam Muruganantham durante una Ted conference a Bangalore, 20 maggio 2012
Internazionale 1053 | 30 maggio 2014 61
Shanthi e le ha chiesto di dargli subito un
parere. Solo quando sua moglie gli ha ri-
sposto che avrebbe dovuto aspettare qual-
che giorno, Muruganantham ha scoperto
che le mestruazioni vengono una volta al
mese. Ma io non posso aspettare ogni vol-
ta un mese per testare il mio prodotto!, ha
esclamato. Di questo passo ci vorranno
ventanni!. A quel punto ha capito che gli
servivano altre volontarie.
Esaminata la questione pi a fondo,
Muruganantham ha scoperto che nei vil-
laggi vicini al suo le donne che usavano dei
veri e propri assorbenti igienici erano po-
chissime: meno di una su dieci. La sua sco-
perta stata confermata da uno studio del
2011 commissionato dal governo indiano
alla AC Nielsen, secondo cui in India solo
il 12 per cento della popolazione femminile
usa assorbenti igienici. Ma a sentire Muru-
ganantham, nelle zone rurali del paese la
percentuale ancora inferiore. Ha scoper-
to con orrore che l le donne non usano solo
stracci vecchi, ma anche altri materiali an-
tigienici come la sabbia, la segatura, le fo-
glie e la cenere. In pi le donne che usano
pezzi di tessuto, spesso si vergognano di
stenderli al sole ad asciugare. Il risultato
che non vengono disinfettati e in India cir-
ca il 70 per cento delle malattie dellappa-
rato riproduttivo femminile provocato
dalla scarsa igiene nel periodo mestruale,
con conseguenze anche sulla mortalit
materna.
Non stato facile per Muruganantham
trovare volontarie per testare i suoi prodot-
ti. Quando le sue sorelle si sono rifutate,
ha pensato di provare con le studentesse
della vicina facolt di medicina. Ma io che
sono un semplice operaio, si chiesto,
come faccio a fare conoscenza con una
studentessa di medicina? Tengono a di-
stanza anche i loro compagni di studi!.
Alla fne riuscito a convincere venti stu-
dentesse a provare i suoi assorbenti. Ma le
cose non sono andate come sperava.
Quando andato a ritirare i formulari con
le loro valutazioni, ha trovato tre ragazze
che stavano diligentemente compilandoli
tutti e venti. Chiaro che a quel punto i risul-
tati non erano afdabili. E cos Muruga-
nantham ha deciso di testare il prodotto su
se stesso: Sono diventato luomo che por-
ta gli assorbenti, racconta.
In pratica, si fabbricato un utero
con la camera daria di un pallone da calcio
su cui ha fatto un paio di buchi e lha riem-
pito di sangue di capra. Ha chiesto a un suo
ex compagno di scuola che fa il macellaio
di suonare il campanello della bici passan-
do davanti a casa sua ogni volta che stava
per macellare una capra, cos lui poteva
raccoglierne il sangue. Da un altro suo
amico, che lavora in una banca del sangue,
si fatto procurare un additivo per evitare
che coagulasse troppo rapidamente. Pec-
cato che ladditivo non poteva nulla contro
lodore.
Luomo mestruato
E cos, per qualche tempo Muruganan-
tham andato in giro a piedi e in bicicletta
con il fnto utero sotto i suoi abiti tradizio-
nali, pompando costantemente il sangue
fuori per misurare la capacit di assorbi-
mento dei suoi assorbenti. Tutti pensava-
no che fosse impazzito. Muruganantham
andava a lavare i suoi abiti sporchi di san-
gue al pozzo pubblico. Lintero villaggio
credeva che avesse contratto una malattia
venerea, e quelli che lo incontravano per la
strada cambiavano lato per evitarlo: Ero
diventato una specie di perverti-
to, racconta. Nel frattempo sua
moglie ne ha avuto abbastanza
di quella situazione e lha lascia-
to. Vede che senso dellumori-
smo ha Dio?, dice Muruganan-
tham nel documentario Menstrual man di
Amit Virmani. Avevo cominciato la ricer-
ca per amore di mia moglie, e lei dopo un
anno e mezzo mi ha piantato!.
Ma lui a quel punto ha avuto unaltra
intuizione: per capire tutto, avrebbe ana-
lizzato gli assorbenti usati. Purtroppo, pe-
r, in una comunit superstiziosa come la
sua, quellidea gli ha posto problemi ancor
pi gravi: Se a una donna chiedo anche
solo un capello, quella sospetta subito che
io voglia farle qualche magia nera!, spie-
ga. Cos Muruganantham ha distribuito
degli assorbenti al suo gruppo di studen-
tesse di medicina, andato a ritirarli dopo
luso, e se li portati nel cortile di casa per
esaminarli. Ma un pomeriggio la madre
lha sorpreso mentre si dedicava al maca-
bro compito. stata la goccia che ha fatto
traboccare il vaso. La madre ha lanciato un
urlo, ha gettato in terra il suo sari, ci ha av-
volto tutti i suoi beni e se n andata. Per
me stato un problema, ammette Muru-
ganantham: Dovevo prepararmi da man-
giare da solo.
Ma il peggio doveva ancora venire. La
gente del villaggio, convinta che fosse pos-
seduto dagli spiriti malvagi, voleva incate-
narlo a un albero a testa in gi per farlo
guarire dalla veggente del posto. A quel
punto Muruganantham ha accettato di la-
sciare il villaggio. stato un prezzo altissi-
mo: Lasciato da mia moglie, abbandona-
to da mia madre, ostracizzato dal mio vil-
laggio, ero rimasto solo al mondo, raccon-
ta. Ma non si dato per vinto. Per lui il
grande mistero era: di cosa sono fatti gli
assorbenti che funzionano meglio? Per ca-
pirlo ne aveva spediti alcuni a un laborato-
rio per farli analizzare, e la risposta era
stata: di cotone. I suoi, per, non funziona-
vano anche se erano fatti di cotone. Il mo-
tivo avrebbe potuto saperlo solo
dalle multinazionali che produ-
cono articoli sanitari, ma come
chiederglielo? Era come bussa-
re alla porta della Coca-Cola e
domandare cosa ci mettono den-
tro. Per giunta a quel tempo Muruganan-
tham non parlava bene linglese. E, cos, ha
chiesto a un docente universitario di aiu-
tarlo a scrivere una lettera ai grandi pro-
duttori, e in cambio per qualche tempo
andato a fare le pulizie a casa sua. Inoltre
ha fatto quasi settemila rupie di telefonate
(pi di 85 euro), e lui a quel tempo non le
aveva proprio. Quando prendevo la linea,
mi chiedevano puntualmente che tipo di
impianto di produzione avessi, racconta.
Ma io non capivo neanche cosa volessero
dire.
Alla fne ha deciso di spacciarsi per il
proprietario di una fabbrica tessile di
Coimbatore, nel Tamil Nadu, interessato a
cominciare la produzione di quegli articoli
e a riceverne dei campioni. Qualche setti-
mana dopo, nella sua cassetta delle lettere
sono comparse alcune misteriose tavolette
rigide: era cellulosa ricavata dalla cortec-
cia di un albero. Dopo due anni e tre mesi,
aveva finalmente scoperto di cosa sono
fatti gli assorbenti. Ma cera un altro picco-
lo problema: lapparecchio necessario per
triturare il materiale e trasformarlo in as-
sorbenti costava migliaia di dollari. In
mancanza di soldi, Muruganantham ha
dovuto progettarselo da solo.
E cos, dopo altri quattro anni e mezzo,
riuscito a mettere a punto un metodo a
basso costo per la produzione di assorben-
ti igienici. Il procedimento si articola in
quattro semplici fasi. Primo, un apparec-
Ha scoperto che le
donne non usano solo
stracci vecchi, ma
anche altri materiali
antigienici come la
sabbia, la segatura, le
foglie e la cenere
India
chio simile a un tritacarne trasforma la cel-
lulosa, che dura, in un materiale morbi-
do. Questo si pu comprimere con un altro
apparecchio fno a ricavarne delle matto-
nelle rettangolari che vengono avvolte in
una tela non tessuta e disinfettate con un
apparecchio a raggi ultravioletti. Per impa-
rare a eseguire la procedura serve unora.
Muruganantham voleva creare una tecno-
logia facile da usare, con lobiettivo non
solo di incentivare luso di assorbenti, ma
anche di creare posti di lavoro per le donne
delle zone rurali come sua madre, che do-
po la morte del marito in un incidente stra-
dale aveva dovuto vendere tutti i suoi averi
e mettersi a fare la bracciante. E siccome
un dollaro al giorno di paga non le bastava
per mantenere i quattro fgli, Muruganan-
tham aveva dovuto abbandonare gli studi
a 14 anni per trovarsi un lavoro.
Gli apparecchi sono intenzionalmente
molto semplici, in modo tale che le donne
stesse possano occuparsi della loro manu-
tenzione. Mi fanno pensare, commenta
Muruganantham, al primo volo dei fratel-
li Wright. Il prototipo della macchina era
quasi interamente di legno, e gli scienziati
dellIndian institute of technology (Iit) di
Madras, ai quali laveva mostrato, erano
scettici: come poteva pensare quel tale di
fare concorrenza alle multinazionali? Ma
Arunachalam Muruganantham era molto
sicuro di s.
Figlio di un tessitore, ha visto il padre
guadagnarsi abbastanza da vivere con un
semplice telaio di legno, anche se nella sua
citt esistevano a quel tempo ben 446 fab-
briche tessili completamente meccanizza-
te. Quellesperienza gli ha dato il coraggio
di afrontare i grandi produttori con il suo
piccolo apparecchio di legno. E poi il suo
obiettivo non era quello di fargli concor-
renza: Piuttosto gli spianiamo la strada
creando un nuovo mercato, dice.
Allinsaputa di Muruganantham, lIit
ha inserito il suo apparecchio tra le 943 in-
venzioni in concorso per un premio nazio-
nale per linnovazione, ed arrivato primo.
Muruganantham ha ricevuto il premio dal-
le mani della presidente indiana dellepoca
Pratibha Patil: una bella soddisfazione per
uno che aveva abbandonato gli studi. Di
colpo si trovato sotto i rifettori. Un suc-
cesso fulminante, racconta. Fotografe,
interviste, di tutto. Ma la vera ironia della
sorte che un giorno, dopo cinque anni e
mezzo, mi squilla il cellulare e una voce un
po roca mi dice: Ti ricordi di me?. Era sua
moglie, Shanthi. In fondo, non era rimasta
poi tanto sorpresa dal successo del marito:
Lui cos: ogni volta che impara qualcosa
di nuovo, commenta la donna, poi vuole
sapere tutto su quellargomento, e si mette
in testa di farci qualcosa che nessuno ha
mai fatto.
Per, vivere con chi nutre certe aspira-
zioni non facile, e Shanthi era turbata
dallinteresse di suo marito per certi argo-
menti. Non solo: quellinteresse assorbiva
tutto il suo tempo e tutto il suo denaro in un
periodo in cui non avevano quasi di che
mangiare a sufcienza. Per di pi, ai timori
di Shanthi si erano aggiunti i pettegolezzi.
Il momento pi brutto stato quando la
gente del villaggio ha cominciato a trattar-
ci male, racconta. Girava voce che Aru-
nachalam se la facesse con altre donne e
che per quel motivo si occupava di certe
cose. Ecco perch Shanthi aveva deciso di
tornare a vivere da sua madre. Ma alla fne
si sono dovuti ricredere tutti: prima la mo-
glie, poi la madre e anche tutti gli altri abi-
tanti del villaggio che avevano condanna-
to, criticato e ostracizzato Muruganan-
tham.
Il tocco della farfalla
A quel punto Muruganantham sembrava
destinato alla gloria e alla ricchezza. Eppu-
re ci che gli interessava non era il proftto:
Pensi, dice, ho ottenuto i diritti di bre-
vetto sullunico apparecchio al mondo che
serve a fabbricare assorbenti igienici a bas-
so costo: un prodotto che va a ruba. Chiun-
que altro si sarebbe buttato subito a fare
pi soldi che poteva. Io invece no. E sa per-
ch? Perch fn da bambino ho capito che
nessun essere umano morto a causa della
povert. La colpa di tutto delligno-
ranza.
Muruganantham convinto che i gran-
di gruppi industriali siano dei parassiti,
come le zanzare, mentre a lui piace di pi il
tocco leggero della farfalla: Le farfalle,
spiega, sanno succhiare il miele dal fore
senza rovinarlo.
In India le mestruazioni sono ancora
circondate da molti tab. Alle donne me-
struate vietato entrare nei templi e in altri
luoghi pubblici, cucinare e toccare lacqua.
Essenzialmente durante il ciclo sono con-
siderate intoccabili. Dopo un anno e mez-
zo di sforzi, Muruganantham riuscito a
costruire 250 apparecchi che ha portato fn
negli stati pi poveri e meno sviluppati del
nord dellIndia, quelli malati, chiamati
con lacronimo Bimaru: il Bihar, il Madhya
Pradesh, il Rajasthan e lUttar Pradesh. In
quelle zone, per procurarsi lacqua le don-
ne devono spesso percorrere chilometri a
piedi; quando hanno le mestruazioni non
possono farlo, e le loro famiglie ne sofro-
no. Qualcosa mi diceva, racconta Muru-
ganantham, che se sfondavo nel Bihar,
che un posto molto duro, ce lavrei fatta
ovunque.
Certo, in quella societ cos conserva-
trice era difcile anche solo sforare largo-
mento: Nelle campagne, per parlare con
una donna ci vuole il permesso del marito
o del padre, spiega. E comunque puoi
parlarle solo da dietro un telo. Anche ri-
62 Internazionale 1053 | 30 maggio 2014
23 per cento

La percentuale di ragazze indiane che
abbandonano gli studi quando arrivano
le mestruazioni
guardo alluso degli assorbenti foriscono
leggende e paure: si teme infatti che le
donne che li usano possano diventare cie-
che o non riescano a sposarsi. Eppure, gra-
dualmente, villaggio dopo villaggio, tra
mille cautele, lidea stata accettata. Con
il passare del tempo, linvenzione di Muru-
ganantham ha raggiunto 1.300 villaggi in
23 stati. Sono le donne stesse a produrre gli
assorbenti e a venderli direttamente alle
clienti, perch di solito le botteghe sono
gestite da uomini, cosa che scoraggia le
donne dallacquisto. Invece quando posso-
no averli da altre donne, insieme agli as-
sorbenti ricevono anche informazioni utili
su come usarli. E a volte non serve nemme-
no il denaro: molte li barattano con cipolle
e patate.
Far arrivare il messaggio in altre zone
del paese ancora difcile, ma Muruga-
nantham scettico sulla pubblicit in tv:
Negli spot si vedono sempre ragazze in
jeans bianchi che scavalcano un muretto,
osserva, mentre non si parla mai di pro-
blemi igienici. La sua clientela formata
per lo pi da ong e gruppi femminili di au-
toaiuto. Attualmente uno dei suoi apparec-
chi manuali costa circa 75mila rupie (936
euro), mentre quelli semiauto-
matici sono pi costosi. Ogni
macchina in grado di converti-
re tremila donne alluso di assor-
benti e d lavoro a dieci di loro,
che arrivano a produrre anche
200-250 assorbenti al giorno, dalla cui
vendita possono ricavare in media due ru-
pie e mezzo a testa. Sono le donne a deci-
dere che nome dare agli assorbenti che
producono, quindi non c un unico mar-
chio, sono fatti dalle donne per le don-
ne.
Muruganantham lavora anche con le
scuole. In India, infatti, allarrivo del me-
narca il 23 per cento delle ragazze abban-
dona gli studi. Ma oggi, grazie alla sua in-
venzione, anche le scolare possono fabbri-
carsi gli assorbenti da sole: Perch aspet-
tare che diventino donne?, osserva lui.
Perch non responsabilizzarle fn da bam-
bine?.
Oltre i confni
Di recente, il governo indiano ha annun-
ciato la distribuzione di assorbenti sovven-
zionati alle donne pi povere. Per Muruga-
nantham stato un brutto colpo che le au-
torit non abbiano scelto di collaborare
con lui. Ma ormai i suoi orizzonti superano
i confni dellIndia: Il mio obiettivo, spie-
ga, era di creare un milione di posti di la-
voro per donne povere. Ma in fondo, per-
ch non dieci milioni di impieghi in tutto il
mondo?. E infatti ha in programma di
estendere le sue attivit a 106 paesi, tra cui
il Kenya, la Nigeria, le Mauritius, le Filippi-
ne e il Bangladesh. Il nostro successo si
deve esclusivamente al passaparola tra le
donne, dice, perch il problema riguarda
tutti i paesi in via di sviluppo.
Oggi Muruganantham abita con la fa-
miglia in un appartamento modesto e pos-
siede una jeep, unauto robusta, in grado
di portarmi sulle colline, nella giungla, nel-
la foresta. Ma non vuole accumulare pro-
Internazionale 1053 | 30 maggio 2014 63
ftti: Soldi in banca non ne ho, ma ho tanta
felicit, spiega. Puoi anche diventare ric-
co, magari possedere un appartamento
con una camera da letto in pi, ma alla fne
muori lo stesso.
Lui invece preferisce dedicare il suo
tempo a parlare agli studenti universitari.
Nonostante il suo inglese sia molto perso-
nale, un oratore divertente e coinvolgen-
te. Per dirla con le sue parole, non lavora da
cervello a cervello, ma da cuore a cuore.
una fortuna che io non abbia studia-
to, dice sempre agli studenti. Vivendo da
illetterati non si smette mai di imparare.
Chi vive nellignoranza ha meno preoccu-
pazioni per il futuro. Su questo
punto daccordo anche sua mo-
glie Shanthi: Se avesse concluso
gli studi sarebbe unaltra perso-
na: lavorerebbe sotto un padrone
per un salario a giornata, dice.
E invece, proprio perch non ha fnito la
scuola ha avuto il coraggio di avviare
unimpresa sua, cos adesso lui che d la-
voro ad altri.
Dove Nehru ha fallito
Oggi Shanthi e Arunachalam sono molto
uniti. Dice lui: Mia moglie e la mia azien-
da non sono cose separate: lazienda par-
te integrante della nostra vita. Nel loro
villaggio, quando una bambina raggiunge
la pubert la tradizione impone una ceri-
monia per affermare che pronta per il
matrimonio. In quelle occasioni Shanthi
porta sempre con s un assorbente igieni-
co, lo regala alla ragazza e le spiega come
usarlo. Allinizio mi imbarazzava molto
parlarne alla gente, racconta. Ma ades-
so, dopo tutto questo tempo, le donne han-
no cominciato ad aprirsi: vengono loro a
parlare con me, mi fanno domande e si
fanno dare degli assorbenti da provare. S,
nel villaggio sono cambiati tutti radical-
mente. E Muruganan tham conferma che
Shanthi fa un ottimo lavoro.
Una volta qualcuno gli ha chiesto se il
giorno in cui la presidente gli ha consegna-
to il premio sia stato il pi felice della sua
vita. Lui ha risposto di no. Il suo momento
di massimo orgoglio stato quando riu-
scito a installare uno dei suoi apparecchi in
un villaggio isolato dellUttarakhand, sulle
pendici dellHimalaya, dove da generazio-
ni nessuno aveva mai guadagnato abba-
stanza per mandare i fgli a scuola. Un an-
no dopo unabitante del villaggio gli ha te-
lefonato per dirgli che sua fglia aveva co-
minciato ad andare a scuola. Una sempli-
ce macchina, commenta lui, riuscita
dove Nehru ha fallito. u ma
Due immagini tratte dal documenta-
rio Menstrual man di Amit Virmani.
Nella foto in basso Muruganantham
posa accanto alla macchina per pro-
durre assorbenti igienici.

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Il fotografo
flosofo
Una mostra a Ste, in Francia, ripercorre la carriera
dellartista russo Sergej ilikov. Le sue immagini
sono gioiose, divertenti e seducenti, con colori
inverosimili, scrive Christian Caujolle
I
colori sono inverosimili e sedu-
centi, difficili da collocare e da
defnire. Eppure proprio il colore
a rappresentare la materia se non
lintenzione di queste immagini
senza data, che possiamo imma-
ginare cugine delle polaroid di Andrej Tar-
kovskij (ma nonostante il formato quadrato
facile rendersi conto che non si tratta di
polaroid) o realizzate con una pellicola di
epoca sovietica per cercare di avvicinare e
magari superare le emulsioni Kodak che
hanno dato alla fotografa quella tonalit
cinematografca cos caratteristica. Queste
fotografie ricordano uninvenzione russa
precedente alla rivoluzione, una tecnica in
tricromia messa a punto dal chimico Sergej
Prokudin-Gorskij (anche le sue foto sono
esposte al festival di Ste), che precede lau-
tocromia dei fratelli Lumire. La confusio-
ne temporale provocata dalle tonalit dei
colori raforzata dallimpossibilit di da-
tare queste immagini scattate in campagna
o al mare, spesso stravaganti, che evocano
lo stupore e il sorriso.
Ma tutto ci perfettamente normale e
voluto. Infatti, come dice lui stesso, Sergej
ilikov non un fotografo ma un visua-
lista. Originario della repubblica dei Mari,
attraversata dal Volga, a est della grande
pianura russa afacciata sullEuropa, larti-
sta stato infuenzato da questo territorio
profondamente rurale, costituito per il 70
per cento da foreste. Ed qui che ilikov,
uomo piuttosto misterioso che vive ancora
in questa regione, colloca le sue scene stra-
ne e al tempo stesso banali. Immagini che
mostrano, per esempio, alcuni ragazzi
mentre scalano una palizzata o una conta-
dina dal seno abbondante in compagnia di
un uomo bafuto, che immaginiamo essere
suo marito, davanti alla porta spalancata di
una piccola casetta in legno.
Iniziative originali
La formazione universitaria di ilikov non
ha niente a che fare con le arti visive. Lau-
reato allistituto pedagogico dei Mari, dove
ha conseguito un master in filosofia nel
1983, ha insegnato dal 1976 al 1991 alluni-
versit di Jokar-Ola e nel 1993 ha pubblica-
to un libro importante sulla flosofa russa.
per questo che i critici, a seconda di dove
si collocano, lhanno defnito un fotografo
flosofo o un flosofo fotografo. Il suo inte-
resse per la fotografa risale al 1976, quando
insieme ad altri ha fondato il gruppo Fact,
di cui presto diventato il leader, aferman-
dosi nella regione come artista anticonfor-
mista. Senza mai mettersi apertamente in
contrasto con i grandi nomi della fotografa
ufciale, ha sviluppato iniziative originali,
visionarie e allavanguardia, tra cui la bien-
nale Analytical photo exhibitions a Jokar-
Ola tra il 1980 e il 1989 e una mostra
allaperto sulle rive del fume Kundy, una
delle prime organizzate fuori dalle gallerie
o dai musei.
Ogni foto deve essere sostenuta da una
forte emozione, spiega ilikov. questo il
ilikov si nutre della
realt e si limita a
modifcare alcuni
elementi per attirare
la nostra attenzione
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LA MOSTRA E IL LIBRO
Le fotografe di Sergej ilikov sono in mostra al
festival ImageSingulires a Ste, in Francia,
fno al 15 giugno (www.imagesingulieres.com
/expo-sergey-chilikov.php). Lartista,
rappresentato in esclusiva dalla Grinberg
gallery di Mosca, ha pubblicato un solo libro
fotografco: Selected works 1978- (Schilt
Publishing 2011).
suo principio fondamentale quando propo-
ne delle serie intitolate Photo provocations,
Countryside glam, The beach, Gambling o
Philosophy of a journey. Per farlo ilikov usa
un metodo semplice e al tempo stesso sof-
sticato: si nutre della realt, delle situazio-
ni, dellesperienza, e nelle sue messe in
scena si limita a modifcare alcuni elemen-
ti per attirare la nostra attenzione, farci ri-
fettere sul mondo, sulle sue rappresenta-
zioni, su temi come la verit, la fgura o il
tempo. Molto interessato allerotismo, alla
forza e alla presenza del sesso in una socie-
t rurale tradizionale, ilikov compone
quadri in cui posano ragazze nude, langui-
de, indolenti, che richiamano le immagini
kitsch di inizio novecento. Oppure sono ri-
tratte in modo un po bizzarro nel loro am-
biente quotidiano, senza che il fotografo
operi alcuna modifca. questo sfasamen-
to, difficile da precisare, questo cambia-
mento di status, questo modo di mettere in
crisi limmagine ad attrarci. Anche se luni-
verso di ilikov non ha niente a che vedere
con quelli di Philip-Lorca diCorcia e di Jef
Wall ai quali lui dice di ispirarsi, vero che
il suo atteggiamento rispetto alla rappre-
sentazione del reale ha molti punti in comu-
ne. Ma lartista russo ha sviluppato una to-
nalit molto particolare, rara in fotografa,
caratterizzata da unironia e unautoironia
che si aprono su un universo gioioso. riu-
scito a scoprire, a livello individuale, spazi
di libert inesistenti in epoca sovietica e, di
fatto, ancora oggi.
ilikov un artista lucido e determina-
to: Immaginate quanto la visione indivi-
duale fosse compressa dallideologia e dal-
le illusioni negli anni settanta in Unione
Sovietica. Immaginate quanto fosse depri-
mente non poter esprimere il proprio pen-
siero e doversi adeguare a regole grottesche
a senso unico, senza alternative. Immagi-
nate lassenza di qualunque motivazione in
grado di incoraggiare gli sforzi di ognuno di
noi. Immaginate la soppressione delle aspi-
razioni individuali in nome della sicurezza
nazionale. Era tutto talmente complicato
che difcile capire come abbiamo fatto a
uscire da questa massa informe, da questa
specie di argilla appiccicosa e sofocante.
Eppure ci siamo riusciti. Questa visione
del suo lavoro e di quello degli altri ha spin-
to ilikov ad abbandonare i gruppi, gli
eventi e i festival che aveva largamente
contribuito a fondare e animare. Il rischio
di ricadere in una forma di rivendicazione
istituzionale dellarte era diventato molto
concreto: Si parla troppo di fotografa, di
categorie, di posizione dellartista.
Spirito critico
Artista capace di mettere in scena una real-
t che si ofre a chi ha il tempo di osservarla
a fondo convivendo serenamente con le
proprie ossessioni, i propri sentimenti e il
proprio spirito critico (applicandolo a se
stessi), ilikov ha realizzato unopera del
tutto originale, un po folle, senza narcisi-
smi, profondamente legata alla necessit di
analizzare le basi della cultura, le pulsioni
del corpo e dellocchio.
Laspetto pi interessante che ilikov
ha saputo fare tutto questo in modo gioioso,
tra divertimento e seduzione, come quando
ritrae tre paia di natiche che troneggiano su
una staccionata dai colori brillanti su una
spiaggia, mentre tre ragazzi osservano la
scena come se fosse un allegro invito. Una
scena divertente e profonda, con colori ma-
gnifci che esistono solo nelle fotografe di
ilikov. u adr
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on capita spesso che un
libro di economia di
quasi mille pagine di-
venti un best seller inter-
nazionale, ma negli ulti-
mi mesi successo. A
settembre del 2013 leconomista francese
Thomas Piketty ha pubblicato Le capital au
XXIe sicle (il capitale nel ventunesimo se-
colo). Qualche tempo dopo il libro stato
tradotto in inglese e ha fatto scalpore in tut-
to il mondo. Un mese fa Piketty ha tenuto
conferenze in molte aule gremite di New
York e ha parlato a Washington di fronte al-
la squadra dei consulenti economici del
presidente statunitense Barack Obama. A
Parigi il libro andato a ruba, e anche i mez-
zi dinformazione tedeschi ne hanno parla-
to molto.
Negli ambienti accademici c grande
entusiasmo per questo lavoro. Piketty
cambier il nostro modo di rifettere sulla
societ e di amministrare leconomia, ha
scritto Paul Krugman, che nel 2008 ha vinto
il premio Nobel per leconomia e che pu
essere considerato un economista di sini-
stra. Elogi simili sono arrivati anche dallo
schieramento liberista. Il libro ha lobietti-
vo di rivoluzionare il pensiero economico, e
potrebbe pure riuscirci, ha scritto lEcono-
mist. Un testo di importanza straordina-
ria, ha commentato il Financial Times.
Sono molto contento che il libro stia
andando cos bene, dice Thomas Piketty
nel suo ufcio allcole dconomie de Pa-
ris. La stanza cos piccola che non c qua-
si spazio per far sedere gli ospiti. Spero che
sia anche letto. Spesso i saggi cos volumi-
nosi sono usati come semplici oggetti deco-
rativi, dice leconomista ridimensionando
il suo successo. Piketty, 43 anni, ha un
aspetto giovanile e un atteggiamento umi-
le. Eppure, malgrado la sua giovane et, pu
vantare un notevole potere istituzionale.
uno dei direttori e fondatori dellcole
dconomie de Paris, una scuola creata nel
2006 dagli istituti di studi superiori pi pre-
stigiosi della Francia e da sponsor privati.
Ci lavorano 120 ricercatori e i corsi si svol-
gono esclusivamente in inglese. Nel 2013 la
scuola si attestata tra le dieci migliori fa-
colt economiche del mondo in diverse
classifche internazionali.
La carriera di Piketty stata veloce e im-
pressionante, ma una parte rilevante del
suo successo dovuta alla sua modestia,
una caratteristica che lo contraddistingue
sul piano intellettuale e infuenza la sua vi-
Il suo libro sulla storia delle
disuguaglianze nei paesi
industrializzati diventato un
best seller nel giro di pochi mesi.
E i suoi studi sono destinati
a condizionare il dibattito
economico mondiale
Daniel Binswanger, Das Magazin, Svizzera. Foto di Ed Alcock
sione delle scienze economiche.
Per prima cosa, dice Piketty, bisogna
capire che leconomia una scienza inesat-
ta. Niente ha danneggiato questa disciplina
pi dellarroganza di chi ha voluto attribuir-
le unesattezza e una capacit di previsione
quasi naturalistiche. Leconomia una
scienza sociale, niente di pi e niente di me-
no. Pu impiegare modelli matematici (ed
assolutamente necessario che lo faccia),
ma le attivit economiche sono svolte da
esseri sociali, quindi le scoperte delle scien-
ze economiche non sono meno contestabi-
li di quelle di altre discipline sociali. Sono
tante le cose che non sappiamo, per cui
necessario verifcare tutto in profondit.
La ricetta di Piketty contro leccentricit dei
modelli matematici che non corrispondono
alla realt pi semplice di quanto si possa
immaginare: raccogliere il maggior nume-
ro possibile di dati.
Una lettura afascinante
Il libro di Piketty analizza levoluzione nella
distribuzione dei patrimoni e dei redditi. La
novit pi significativa dei suoi studi sta
nella scoperta che nei paesi industrializzati
oltre alle disuguaglianze nella distribuzio-
ne dei redditi sono aumentate anche quelle
legate ai patrimoni. In particolare, la cre-
scente rilevanza delle rendite fnanziarie
potrebbe causare, in futuro, una distribu-
zione dei redditi ancora pi iniqua. Se i go-
verni non adotteranno contromisure, gli
stati industrializzati potrebbero essere nuo-
vamente dominati da persone che vivono di
rendita come succedeva in Europa nel no-
vecento. Leconomia di mercato diretta
verso una nuova belle poque. Nel giro di
una generazione le societ borghesi in cui
abbiamo vissuto fnora potrebbero scompa-
rire, e una casta di milionari potrebbe arri-
vare a dominare leconomia e la politica.
Oltre che per la sua tesi di fondo secon-
do cui oggi la disuguaglianza nel reddito
7 maggio 1971 Nasce a Clichy, in Francia.
1989 Entra allcole normale suprieure,
dove studia matematica ed economia.
1993 Ottiene un dottorato con una tesi sulla
redistribuzione della ricchezza. Subito dopo
nominato professore associato alla facolt di
economia del Massachusetts institute of
technology, negli Stati Uniti.
1995 Torna in Francia, dove lavora per il
French national centre for scientifc research.
2002 Vince un premio come miglior giovane
economista francese.
2006 Diventa direttore della Paris School of
Economics.
2012 Sostiene la candidatura di Franois
Hollande alla presidenza della repubblica
francese.
2013 Pubblica Le capital au XXIe sicle, un
libro sulla disuguaglianza nella distribuzione
dei redditi nei paesi industrializzati.
Biografa
Thomas Piketty
Economia per tutti
Ritratti
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non tanto un problema di disparit tra i
salari ma piuttosto una conseguenza inevi-
tabile del raforzamento del capitale , il li-
bro risulta sorprendente perch si fonda su
una base estremamente ampia e solida. Per
sostenere la sua teoria, Piketty usa una no-
tevole quantit di dati risalenti anche a pi
di duecento anni fa, dimostrando che per
interpretare correttamente le tendenze
economiche bisogna prendere in conside-
razione un arco di tempo lunghissimo. Inol-
tre lautore allarga lo studio a un gran nu-
mero di paesi, ne ripercorre lo sviluppo e a
ognuno applica la sua teoria della distribu-
zione del reddito. Le capital au XXIe sicle
innanzitutto un monumento alla concre-
tezza empirica che cambier lapproccio
della ricerca accademica. Non solo perch
le conclusioni si basano su dati estrema-
mente solidi ma anche perch il materiale
raccolto da Piketty per il suo studio cos
tanto che far discutere unintera genera-
zione di studiosi.
sorprendente che unopera cos densa
sia una lettura afascinante e interessante
anche per chi non esperto di economia.
Merito sicuramente della prosa chiara ed
elegante, ma anche della forza del tema
trattato. Quale argomento potrebbe essere
pi signifcativo della storia della distribu-
zione dei redditi e dei patrimoni nella socie-
t moderna? Non per niente Piketty cita
continuamente Balzac e Jane Austen per
descrivere la distribuzione dei redditi nel
diciannovesimo secolo. Nonostante lab-
bondanza di tabelle e grafci, il suo libro si
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Ritratti
legge come il grande romanzo realista
dellepoca contemporanea.
Le capital au XXIe sicle il frutto
dellinconsueta biografa dellautore. Pi-
ketty ha cominciato la sua carriera come
precoce genio della matematica allesclu-
siva cole normale suprieure, ha ottenuto
il dottorato a soli 22 anni con una tesi in
matematica sui processi di ridistribuzione
economica ed stato subito nominato pro-
fessore associato alla facolt di economia
del Massachusetts institute of technology,
la pi prestigiosa degli Stati Uniti. Lecono-
mista racconta cos il periodo trascorso
negli Stati Uniti: stato fantastico. Io
adoro le universit statunitensi e detesto lo
sciocco antiamericanismo di alcuni intel-
lettuali francesi. Ma poco dopo mi sono
stancato dellapproccio matematico e
astratto alleconomia che si pratica allMit,
anche se mi sarei potuto dedicare a quei
giochi astrusi per il resto della mia vita.
Piketty si convinto che quelle elucubra-
zioni fossero solo in parte legate al funzio-
namento reale del mondo e delleconomia.
I miei principali modelli intellettuali non
sono stati gli economisti dellMit, i premi
Nobel Paul Samuelson e Robert Solow, ma
gli studiosi francesi di storia sociale della
scuola delle Annales e il loro maestro Fer-
nand Braudel. Per questo dopo tre anni
sono tornato a Parigi.
Due intuizioni
Era il 1996 e Piketty aveva 25 anni. In quel
periodo ha cominciato a gettare le basi per
le ricerche su cui si basa la sua opera monu-
mentale. Insieme ad alcuni colleghi (in
particolare Emmanuel Saez e Anthony
Atkinson), lo studioso ha messo insieme
enormi serie di dati che rappresentano la
distribuzione dei patrimoni e dei redditi di
diversi paesi in un lungo arco temporale.
Gran parte di queste informazioni stata
inserita nel World top incomes database
ed accessibile online. I dati si basano sui
registri delle imposte, che hanno il vantag-
gio di fornire informazioni risalenti a mol-
to tempo indietro. In questo modo si pos-
sono ottenere vaste serie di dati che ripro-
ducono landamento nella distribuzione
della ricchezza nel lungo periodo e gettano
luce sui mutamenti strutturali nel sistema
economico. E per la prima volta si pu de-
scrivere con precisione il processo che ha
causato laumento delle disuguaglianze in
tutti i paesi industrializzati, e soprattutto
nei paesi anglosassoni, a partire dagli anni
settanta del novecento.
Il libro di Piketty agli antipodi rispetto
ai tanti libri in commercio che rendono
omaggio allideologia dominante. Poco
meno di ventanni fa lautore ha avuto due
intuizioni teoriche che si sono rivelate cor-
rette: in un periodo in cui leconomia acca-
demica prestava poca attenzione al tema
della distribuzione della ricchezza, lui ha
capito che questo tema continuer a essere
determinante per lo sviluppo delleconomia
di mercato. Inoltre, ha capito che solo una
svolta storico-empirica potr restituire
alleconomia politica gli strumenti per com-
prendere i processi fondamentali che pro-
ducono mutamenti nellambito dellecono-
mia e della societ.
Anche se molte persone hanno cono-
sciuto il suo lavoro solo adesso, Piketty
esercita da tempo un notevole infusso sul
dibattito economico e politico, e pu essere
defnito senza esagerazione il punto di rife-
rimento nascosto del movimento Occupy
Wall street. In fondo sono stati i suoi lavori
(scritti in collaborazione con Emmanuel
Saez) a puntare per la prima volta il dito in
modo chiaro contro il rapido aumento delle
disparit di reddito negli Stati Uniti e
sullimprovvisa avanzata dell1 per cento
pi ricco. Noi siamo il 99 per cento: senza
gli studi statistici pubblicati da Piketty, for-
se nessuno avrebbe mai pensato a questo
slogan.
Soluzioni radicali
Gli economisti non sono infallibili, per
hanno pi tempo di altri cittadini per rifet-
tere sui problemi economici, dice lo stu-
dioso. Per questo hanno anche il dovere
di prendere parte al dibattito pubblico. Il
mio obiettivo principale fornire un con-
tributo utile alla discussione. Mi rivolgo
soprattutto ai cittadini, non a gruppi di
esperti o a consulenti presidenziali.
Nellultima parte del suo libro Piketty pro-
pone alcune soluzioni radicali per correg-
gere le crescenti disparit di reddito. Da
una parte sostiene listituzione del salario
minimo e aliquote fscali elevate per i red-
diti pi alti, mentre dallaltra propone lin-
troduzione di unimposta patrimoniale
progressiva per i patrimoni pi alti.
Ricette cos drastiche non sono utopisti-
che? Non credo che le mie proposte per
correggere le disuguaglianze sempre pi
grandi siano drastiche, ribatte Piketty.
Per legittimo accoglierle con scettici-
smo. Per me quello che conta di pi riusci-
re a metterci daccordo sui fatti. Io ho dimo-
strato che la concentrazione dei patrimoni
e dei redditi continuer ad aumentare e po-
trebbe produrre disparit maggiori di quel-
le osservate negli ultimi duecento anni, a
meno che non decidiamo di intervenire
energicamente per modifcare i rapporti tra
le forze di mercato. Chi dellopinione che
le forti disuguaglianze non costituiscano un
problema non arriver alle mie stesse con-
clusioni politiche. Ma chi ritiene che nelle
democrazie debba esistere un livello mini-
mo di equit economica non pu sottrarsi al
dibattito.
Per limposta patrimoniale funziona
solo se viene introdotta contemporanea-
mente in tutte le principali zone economi-
che del mondo. Secondo molti economisti,
per questo motivo una misura del genere
destinata a fallire. Naturalmente quando
un concetto politico si fonda sulla coopera-
zione internazionale le cose si complica-
no, risponde Piketty. Ma come sanno le
banche in Svizzera, sono stati fatti notevo-
li progressi, per esempio nello scambio
automatico di informazioni. Il possibile e
limpossibile non sono predeterminati a
livello storico, perch lo sviluppo dipende
sempre da fattori politici difcili da preve-
dere.
davvero cos complicato immaginare
come si svilupper la societ nei prossimi
ventanni? Possiamo dedurlo dalla storia,
dice Piketty. Allinizio del novecento,
quando in Europa e negli Stati Uniti infuria-
va il dibattito sullintroduzione delle impo-
ste sul reddito, la discussione era dominata
da chi sosteneva che una tassa del genere
fosse politicamente impraticabile e andas-
se assolutamente esclusa. Invece dopo po-
chissimo tempo limposta sul reddito stata
istituita in tutti i paesi. Quello che in prece-
denza sembrava una follia del tutto incon-
cepibile divent di colpo una norma gene-
ralmente accettata. Non escluderei che per
quanto riguarda limposta patrimoniale si
sia di fronte a una simile svolta epocale.
Credo che gli ideologi che mi danno lezioni
di fattibilit politica siano anche meno
credibili degli economisti convinti di stu-
diare una scienza esatta. ufp
Il mio obiettivo fornire un
contributo utile alla discussione.
Mi rivolgo ai cittadini, non agli esperti
e ai consulenti presidenziali
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In collaborazione con
74 Internazionale 1053 | 30 maggio 2014
Viaggi
dirgli che le persone vengono in Corea del
Nord per i motivi pi disparati per la pro-
paganda eccentrica e per fare unesperienza
decisamente diversa, ma non certo per fare
una vacanza rilassante. Lidea di rilassarsi
sembra assurda fno a quando si arriva da
queste parti.
Il nordest una regione con tante bel-
lezze naturali: montagne, boschi, fumi e
vasti altipiani spazzati dal vento. Sembra il
posto ideale per una vacanza allaria aperta,
ma sono poche le persone che arrivano in
uno degli angoli pi sperduti di uno dei regi-
mi pi repressivi al mondo senza fare un po
di compiti a casa. E molte di queste ne fan-
no anche di pi. Sicuramente in ogni grup-
po ci sar qualcuno che sa quanti campi per
i lavori forzati sincontrano e in che mo-
mento del viaggio (noi ne incontriamo tre e
molto grossi).
Aria frizzante
I tour in Corea del Nord sono pianifcati dal
governo. Una navetta trasporta i visitatori
da un sito allaltro insieme a delle persone
che sono una via di mezzo tra le guide e i
sorveglianti, con il compito di assicurarsi
che nessuno si allontani troppo dallauto-
bus. Se per riuscite a stare seduti e a met-
tere da parte le questioni etiche, un tour
nel nordest proprio un bel viaggio. Non si
sofre la fame ma non si mangia molto.
Entriamo in Corea del Nord a Nam-
yang, provenienti dalla provincia cinese di
Jilin. Per i primi due giorni lautobus segue
il corso del fume Tumen, lungo il confne
con la Cina. Praticamente non c trafco.
I colori sono tenui e il fume sembra molto
stretto e poco profondo. Questa una via
di fuga molto usata per andare in Cina, an-
che se quasi subito vediamo la recinzione
elettrica.
Qualche giorno pi tardi, dopo esserci
inginocchiati davanti a una serie di statue di
Kim Il-sung, aver visto il paese dove nata
sua moglie e visitato una scuola, ci arrampi-
chiamo con lautobus sul monte Chilbo.
L
a Corea del Nord ha aperto
le porte al turismo nel 1987,
ma solo da pochi anni que-
sto paese cos isolato co-
mincia ad accogliere un
numero signifcativo di tu-
risti. Chi arriva da posti pi distanti della
Cina nordorientale lo fa anche per saperne
di pi su uno degli stati pi temuti al mon-
do: litinerario prevede, praticamente senza
eccezioni, la visita di Pyongyang, della zona
demilitarizzata tra le due Coree e i grandi
giochi di massa (uno spettacolo che si tiene
ogni anno allo stadio di Pyongyang tra ago-
sto e ottobre).
Tour studiati attentamente presentano
Pyongyang come una citt moderna con
grattacieli e persone vestite alla moda che
parlano al cellulare. Ma esclusa la capitale,
la Corea del Nord molto diversa. Per chi
volesse sperimentare un lato pi autentico
di questo paese cos complicato c lo sper-
duto nordest, una regione montuosa che
abbraccia il confine con la Cina e con la
Russia. Nel 2013 cinquemila turisti non ci-
nesi hanno visitato Pyongyang, ma solo
trecento di loro si sono spinti a nordest; i tu-
risti cinesi invece sono molti, circa ventimi-
la allanno. Come possiamo convincere i
turisti occidentali a venire qui?, si chiede
Kim, una guida locale. Vorrebbe che gli oc-
cidentali scegliessero questa destinazione
per gli stessi motivi per cui decidono di an-
dare in altre parti del mondo. Questo il
luogo ideale per stare a contatto con la na-
tura, magari facendo una gita in barca per
andare a guardare le foche, o in generale
per rilassarsi e per godersi la cucina locale.
Nessuno nel nostro gruppo ha il coraggio di
Oltre
Pyongyang
Kate Whitehead, South China Morning Post, Hong Kong
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)
(
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)
In Corea del Nord tra la natura
della regione del nordest:
montagne, boschi, sorgenti
termali e gite in barca per
vedere le foche
Siamo in autunno e le foglie rosse, arancio e
gialle colorano le colline. Quando siamo
circa a met della salita lautobus accosta.
Ci fermiamo accanto a una cascata per un
picnic a base di pane e frutta. Lo scenario
idilliaco. Le pere sono dolcissime e fanno
venire lacquolina in bocca. Laria pulita e
frizzante. Non sembra proprio di stare in
Corea del Nord. Poi un turista tedesco si av-
Corea del Nord. Veduta aerea
Il planetario a Pyongyang
Internazionale 1053 | 30 maggio 2014 75
vicina e bisbiglia: Lo sapevi che siamo pas-
sati vicino a un campo, uno dei pi grandi?.
Evidentemente lautista ha accelerato men-
tre la guida celebrava le virt del nordest:
bellissime donne, bellissime pesche e bel-
lissime terrecotte. Tornati sullautobus, la
guida ci indica delle magnifche formazioni
rocciose e su ciascuna racconta un aneddo-
to. Poco dopo incrociamo una grande sta-
tua rossa di un orso che porta un cartello.
Sembra fuori contesto e qualcuno lo fa no-
tare. Perch? Nel vostro paese non ci sono
dei personaggi buf che vi fanno sorridere
quando camminate per la strada?, chiede
la guida, sorpresa. Certo che ci sono, solo
che nessuno si aspetta di vedere un orso dei
cartoni animati in Corea del Nord. Nessu-
no, per la verit, si aspetta di vedere nulla
che sia stato pensato con lunico scopo di
far sorridere.
Il monte Chilbo ospita 750 specie vege-
tali, venti specie animali e quaranta specie
di uccelli ed in lizza per diventare patri-
monio dellumanit dellUnesco. Ha tutte
le carte in regola per essere una destinazio-
ne turistica, ma a causa del regime ci vengo-
no in pochi. Le guide fanno del loro meglio
per presentare il paese sotto una buona luce
e sono in imbarazzo quando manca la cor-
rente o in un albergo non c lacqua calda.
Arriviamo a Kyongsong, una localit no-
ta per le sorgenti termali, dopo una lunga e
polverosa traversata. La spa non il massi-
mo del lusso, ma ci sono decine di vasche
fumanti. Sembra proprio di stare in vacan-
za. Le montagne sono impressionanti e le
vaste pianure molto belle, ma la parte del
viaggio che pi somiglia a una vacanza la
discesa lungo la costa orientale. Loceano
di un azzurro abbagliante e le onde si in-
frangono su una costa spettacolare che al-
terna ripide scogliere e calette riparate dove
ci sono villaggi di pescatori.
Dal fnestrino osserviamo gli abitanti
che vanno al lavoro in bicicletta o spargono
il mais sui tetti a essiccare. Gli abiti sono
sciatti, i volti stanchi, ma nessuno sembra
morire di fame. Poi rispunta la recinzione
elettrica. Segue la strada costiera, cinque
cavi tesi tra i pali di legno. La nostra guida ci
spiega che serve a proteggere i bambini.
Abbiamo paura che vadano troppo vicino al
dirupo e cadano. Ma certo! u fas
uSi pu andare in Corea del Nord solo
tramite le agenzie di viaggi. Per il 2014
Koryo tours (koryogroup.com) organizza
ancora due viaggi nel nordest: dal 18 al 26
agosto e dal 13 al 21 ottobre. I prezzi
comprendono la sistemazione in albergo,
gli spostamenti e i pasti allinterno della
Corea del Nord.
Informazioni
pratiche
Sulla strada per Wonsan
La zona economica speciale di Rason
76 Internazionale 1053 | 30 maggio 2014
Graphic journalism
Internazionale 1053 | 30 maggio 2014 77
Internazionale 1053 | 30 maggio 2014 79
Cultura
Cinema
P
er cominciare vale la pena di
ricordare i nomi dei giurati
chiamati a esprimersi sui flm
delledizione 2014 del festival
di Cannes, che si chiusa do-
menica 25 maggio: Jane Campion era la pre-
sidente della giuria, afancata da Willem
Dafoe, Gael Garca Bernal, Carole Bouquet,
Jeon Do-yeon, Nicolas Winding Refn, Sofa
Coppola, Leila Hatami e Jia Zhang-ke. Cin-
que donne e quattro uomini. Non sappiamo
se questa disparit di genere per una volta
invertita abbia avuto il suo peso, ma ormai
i giochi sono fatti: con Winter sleep il regista
turco Nuri Bilge Ceylan si aggiudicato la
Palma doro.
Non si pu che ammirare questo film
che ha come numi tutelari Camus e Shake-
speare. Ceylan merita la Palma tanto per
questa splendida pellicola quanto per lin-
sieme della sua opera, una delle pi com-
plete nel panorama del cinema contempo-
raneo. Per il resto, che dire di questo pal-
mars, se non che oscilla tra il radicalismo
consegnare il Grand prix a Le meraviglie di
Alice Rohrwacher stato un giusto azzardo!
e il senso politico tipicamente cannois.
Rimpianti e pesantezze
Thierry Frmaux e Pierre Lescure, prossi-
mo presidente del festival, possono stare
tranquilli, gli anglo-americani non se ne
tornano a casa a mani vuote: premio alla re-
gia a Bennet Miller per Foxcatcher, miglior
interpretazione femminile a Julianne Moo-
re per Maps to the stars di David Cronenberg
e, infne, miglior interpretazione maschile a
Timothy Spall in Mr. Turner, di Mike Leigh.
Se per caso Foxcatcher dovesse anche anda-
re bene al botteghino, forse nel 2015 gli
americani torneranno in forze sulla Croi-
sette.
Naturalmente c qualche rimpianto.
Timbuktu di Abderrahmane Sissako e Still
the water di Naomi Kawase avrebbero am-
piamente meritato di ricevere un premio.
Still the water cos bello che ci si domanda
se Jane Campion non abbia voluto approft-
tare ancora un po del suo status di unica
donna ad aver vinto la Palma doro.
Quanto a Timbuktu, la questione pi
seria: la presenza nella giuria dellattrice
iraniana Leila Hatami, al centro di uno
scandalo nella Repubblica islamica per aver
dato un bacio sulla guancia al presidente del
festival Gilles Jacob, ha forse giocato a sfa-
vore del cineasta mauritano e del suo ma-
gnifco atto daccusa contro lintegralismo
musulmano?
Nellinsieme, la selezione del 2014 pu
essere considerata un buon raccolto, anche
se sarebbe stato bello se avesse corso qual-
che rischio in pi. Si fa quel che si pu,
sottolinea Thierry Frmaux, un modo per
dire che i capolavori non si incontrano tutti
i giorni agli angoli della strada. Soprattutto
nel caso dei flm francesi, per, cera lop-
portunit di aggiungere un pizzico di pepe
alla selezione. Un flm come Bande de flles,
Le scelte della giuria del festival
di Cannes possono sembrare
radicali, ma non stato un
festival indimenticabile
Una palma
in Cappadocia
Franck Nouchi, Le Monde, Francia
D
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Winter sleep
80 Internazionale 1053 | 30 maggio 2014
di Cline Sciamma, presentato alla Quin-
zaine, avrebbe potuto benissimo sostituire
il polpettone The search, di Michel Hazana-
vicius. Questa constatazione potrebbe spin-
gere a rivedere il processo di selezione dei
flm francesi a Cannes, un esercizio molto
politico che andrebbe alleggerito di qualche
pesantezza superfua.
Lanno delle donne
Ma il 2014 stato senzombra di dubbio
lanno delle donne. Non possiamo che im-
maginare limbarazzo della scelta nellasse-
gnare il premio alla migliore attrice doven-
do scegliere tra Toulou Kiki (Timbuktu),
Melisa Szen (Winter sleep), Marion Cotil-
lard (Deux jour, une nuit), Anne Dorval
(Mommy), Elena Lyadova (Leviathan) e Kri-
sten Stewart (Sils Maria). Per non parlare di
altre interpreti applaudite nelle selezioni
parallele, come Anglique Litzenburger,
Anas Demoustier o Cline Sallette.
Tutte queste attrici hanno portato ma-
gnifcamente in scena personaggi di donne
libere e coraggiose, che desiderano prende-
re in mano il loro destino. La giuria ha deci-
so di andare a pescare in un altro registro,
pi hollywoodiano, in parte pi nevrotico,
scegliendo Julianne Moore, impressionante
in Maps to the stars.
Ma unattrice come Toulou Kiki sarebbe
stata certamente pi emblematica del ven-
to di libert femminile che ha soffiato
questanno sulla Croisette.
Il 2014 stato poi un anno di passaggio
delle consegne. Simbolicamente, il premio
della giuria stato assegnato ex aequo a Xa-
vier Dolan (Mommy) e a Jean-Luc Godard
(Adieu au langage), cinquantotto anni di dif-
ferenza.
Gilles Jacob, alla sua ultima apparizione
in pubblico in veste di presidente del festi-
val, ci aveva tenuto a ripristinare questo pre-
mio che lui stesso aveva creato nel 1978.
Accompagnato da Nicole Garcia, ha ricevu-
to da parte dei 1.800 spettatori del Grand
thtre Lumire una calorosa standing ova-
tion. Jane Campion si alzata in piedi e, te-
neramente, andata a prendergli la mano.
In una frase, il presidente Jacob ha rias-
sunto il senso della sua missione: Celebra-
re il cinema, preparare il suo futuro. Pre-
sente in sala, Pierre Lescure ha ricevuto il
messaggio. A lui ora, in buona intesa con
Thierry Frmaux, il compito di trarne ispi-
razione. u nv
Cultura
Cinema
D
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Le meraviglie
Lopinione
Il documentario Eau ar-
gente, Syrie autoportrait fa
luce sul lungo martirio del-
la rivoluzione siriana.
stato realizzato da Ossama
Mohammed e Wiam Si-
mav Bedirxam. I due non
si erano mai incontrati pri-
ma di arrivare a Cannes.
La regia segnata da un ri-
futo della norma, una ca-
ratteristica che ha accomu-
nato molti flm. Per esem-
pio Bande de flles e Party
girl, i due flm che hanno
aperto la Quinzaine des
ralizateurs e Un certain
regard. Il personaggio in-
terpretato da Adle Haenel
in Les combattants fuori
dagli schemi, come lado-
lescente di Mommy di Xa-
vier Dolan. E come Yves
Saint Laurent, che ha aleg-
giato sul festival e ha fatto
vincere a Bertrand Bonello
le sue resistenze nei con-
fronti del flm biografco.
Diversi flm descrivono co-
munit autonome alterna-
tive. Gli apicoltori poliglot-
ti delle Meraviglie, i jenisch
nomadi di Mange tes morts,
i rom di Geronimo, gli scia-
mani dellisola giapponese
di Amami, dove Naomi Ka-
wase ha girato Still the wa-
ter. Gruppi di persone che
voltano le spalle allordine
dominante. Infne Maps
to the stars, satira di Hol-
lywood, la macchina di
produzione delle norme
che Cronenberg dipinge
come una societ maledet-
ta. Condannando i suoi f-
gli a immolarsi, il regista
canadese ha optato per la
tabula rasa.
Isabelle Regnier,
Le Monde
Fuori dalle norme
facebook.com/invasionefestival twitter.com/grandeinvasione instagram.com/grandeinvasione
82 Internazionale 1053 | 30 maggio 2014
Cultura
Cinema
Italieni
I flm italiani visti da
un corrispondente straniero.
Questa settimana Lee
Marshall, collaboratore
di Cond Nast Traveller e
Screen International.
Le meraviglie
Di Alice Rohrwacher. Italia/
Svizzera/Germania 2014, 110

A Cannes questanno ho pas-


sato molto tempo a difendere
il nuovo flm di Alice Rohrwa-
cher, un gioiello di grazia e in-
telligenza, contro colleghi che
lo bollavano come insulso
(Ho aspettato a lungo che
qualcosa succedesse, era un
commento tipico, ma non
succede niente). Invece suc-
cedono molte cose. Un padre
tedesco, ex sessantottino, ora
apicoltore in terra etrusca, gri-
da contro i cacciatori, contro
la moglie, le quattro fglie; la
sua vita un lungo grido. La
fglia maggiore Gelso sogna la
vittoria in un improbabile, fol-
cloristico concorso a premi di
una tv locale. Le api fuggono
dallalveare e vengono riprese.
Arriva un ragazzo tedesco in
rieducazione che viene afda-
to alla famiglia; non parla, ma
fschia divinamente. Il secchio
in cui cola il miele si riempie e
devessere sostituito. Se non
viene sostituito, forse crolla il
mondo. Dicono che le donne
sono brave a fare pi cose con-
temporaneamente. Le meravi-
glie ne la prova. Tocca temi
profondi come la banalizza-
zione della cultura agricola, le
famiglie cosiddette alternati-
ve dov sempre il maschio a
comandare, la solitudine di
una dodicenne, la diferenza
fra magia fnta e magia vera. E
lo fa in un modo originale, fre-
sco, destreggiandosi con la
delicatezza del suo giovane
protagonista.
Resistenza naturale
In uscita
Resistenza naturale
Di Jonathan Nossiter. Italia/
Francia 2014, 85

un flm giovane, vivace,


semplice e naturale. Un po co-
me il Secondo di Pacina, un vi-
no prodotto da Giovanna Tiez-
zi. Dieci anni dopo Mondovino,
il nuovo flm di Jonathan Nos-
siter, Resistenza naturale, pog-
gia su una semplicit che pu
derivare solo dallesperienza.
Frutto della lunga meditazio-
ne estetica e dellimpegno per-
sonale dellautore, il flm
uscito da solo, senza preavvi-
so, come uno scoppio di risa
collettivo. E poi maturato,
migliorato al montaggio e ha
rapidamente trovato una di-
stribuzione in Francia e in Ita-
lia. Una fammata spontanea
rara nel contesto economico
attuale. Una bolla di coraggio
e libert in un mondo di con-
trollo e moderazione. Resisten-
za naturale si deve anche
allamicizia del regista con al-
cuni produttori italiani di vino
naturale, ed costruito come
un pranzo insieme a questi ri-
belli tranquilli e di buon senso
che hanno scelto di uscire dal-
le gabbie del docg per conti-
nuare a fare il loro vino secon-
do la loro etica e le tradizioni
dei territori in cui lavorano. In-
sieme a loro anche Gianluca
Farinelli, direttore della Cine-
teca di Bologna. Scopriamo
che operano tutti nello stesso
ambito. Perch fare dei vini o
dei flm, liberamente, nel
mondo industrializzato, stan-
dardizzato e globalizzato pu
porre gli stessi problemi.
Uscendo dai codici didattici
del documentario, Nossiter ci
d molto di pi di qualche in-
formazione sul vino naturale o
sulla conservazione del patri-
monio cinematografco. Ci
mostra la forza emancipatrice
della cultura, lallegria della
scienza, lebbrezza della poe-
sia e la gioia delletica. E ci fa
intuire che il gioioso dissenso
dei vignaioli naturali e dei re-
gisti indipendenti qualcosa
di molto promettente. Resi-
stenza naturale un flm, pove-
ro e luminoso, di unincredibi-
le ricchezza umana. Olivier
Beuvelet, Mediapart
Dieci flm nelle sale italiane giudicati dai critici di tutto il mondo
Massa critica
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Legenda: Pessimo Mediocre Discreto Buono Ottimo
ALABAMA MONROE
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SOLO GLI AMANTI
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DOM HEMINGWAY
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GRAND BUDAPEST
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11111 LOCKE
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LOVELACE
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NON DICO ALTRO
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NYMPHOMANIAC 2 11111 - 11111 11111 11111 11111 11111 11111 11111 11111
1cc11
NYMPHOMANIAC 1
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SPIDER-MAN 2
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Media
Internazionale 1053 | 30 maggio 2014 83
Cannes 2014
In concorso
Winter sleep
Di Nuri Bilge Ceylan. Con
Haluk Bilginer, Melisa Szen.
Turchia 2014, 196

Tre anni fa, qui a Cannes, il


suo Cera una volta in Anatolia
aveva conquistato i festivalie-
ri. Nuri Bilge Ceylan torna ora
con Winter sleep, flm magnif-
co che conferma lo status di
grande autore del regista tur-
co. un flm lungo (tre ore e
un quarto) che procede per
conversazioni successive tra i
personaggi principali, ed un
flm che si sviluppa per tutta la
sua durata, valido sia per la co-
struzione formale sia per il suo
messaggio morale e flosofco.
Da qualche parte nei maestosi
paesaggi dellAnatolia centra-
le, arroccato in un paesaggio
lunare, c lalbergo Othello. Il
proprietario, Aydin, un vec-
chio attore che si ritirato dal-
le scene e ha deciso di scrivere
una storia del teatro turco. Sul-
le pareti del suo ufcio troneg-
giano due locandine, una del
Caligola di Camus e laltra di
Antonio e Cleopatra di Shake-
speare. Sono proprio Camus e
Shakespeare ai quali va ag-
giunto echov gli autori ai
quali pensiamo vedendo que-
sto afresco anatolico.
Franck Nouchi,
Le Monde
Maps to the stars
Di David Cronenberg. Con Juli-
anne Moore, Robert Pattinson.
Canada/Stati Uniti/Francia/
Germania 2014, 111

Il nuovo flm di David Cronen-


berg una pellicola avvincen-
te e squisitamente orribile am-
bientata nella Hollywood con-
temporanea, sadica e sprez-
zante. Maps to the stars con-
torto, sconvolgente e molto
lontano dai luoghi comuni sul-
la cultura delle celebrit. Lo
stato dansia, la vertigine della
fama, il senso di appagamento
sessuale e la onnicomprensiva
paura del fallimento che avve-
lenano ogni successo sono
messi in mostra con una gla-
ciale sicurezza, una sorta di
estremismo che prende di pet-
to la classica critica per cui
flm di questo genere sono in
realt compiacenti verso log-
getto della loro indagine. La
pellicola segna un ulteriore af-
fnamento della capacit del
suo autore di maneggiare lor-
rore e la satira.
Peter Bradshaw,
The Guardian
Adieu au langage
Di Jean-Luc Godard. Con
Hloise Godet, Kamel Abdelli.
Francia 2014, 70

Realizzato in 3d con smart-


phone, telecamere Go-Pro e
apparecchi fotografci, Adieu
au langage pu essere accolto
come uno sfoggio di prodezza
tecnica. Ma Godard andrebbe
piuttosto immaginato come un
moderno pittore che afronta
la sfda del rilievo imponendo-
si una disciplina ferrea: prima
compone un disegno classico
sulla tela per poi pasticciare
tutto gettando della sabbia sul-
la tela, facendo colare via le
tinte, saturando il sonoro e co-
s via. Ma non c niente di au-
todistruttivo in questo proces-
so, perch il risultato magni-
fco e, a tratti, sublime.
Libration
Mommy
Di Xavier Dolan. Con Anne
Dorval. Canada 2011, 139

Anche se sicuramente odier


la parola, leroe hipster del
Qubec Xavier Dolan un re-
gista per cui potrebbe essere
stata inventata lespressione
bambino prodigio. A 25 anni,
ha cinque flm al suo attivo. A
quellet Orson Welles ne ave-
va da parte uno solo, anche se
piuttosto buono. Mommy, il
suo ultimo lavoro, anche il
pi divertente. Si presenta
chiassoso e vigoroso come una
commedia del primo Almo-
dvar, con un contagioso amo-
re per il melodramma a tutto
gas nellanima e uno stile nelle
scelte visive volutamente
cheap. Dolan sembra avere tut-
to nel suo arsenale, tranne for-
se la disciplina, lasciata sotto il
letto dopo il promettentissimo
flm precedente, Tom la fer-
me. Ma abbiamo idea che lab-
bia fatto di proposito.
Tim Robey, The Daily
Telegraph
Winter sleep
Jauja
Di Lisandro Alonso.
Formato da cinema muto, la
Patagonia di fne ottocento:
lassenza totale di punti di rife-
rimento trasformata in un poe-
ma. Il capolavoro del festival
tra i flm di Un certain regard.
Mommy
Di Xavier Dolan.
Xavier Dolan, 25 anni, prodigio
del cinema francofono, inda-
gando la solitudine e la mega-
lomania delladolescenza, par-
la di tutti noi. Formato stretto:
scompare la linea dorizzonte.
Adieu au langage
Di Jean-Luc Godard.
Un flm in 3d girato con smart-
phone e apparecchi fotografci
a 84 anni. Modalit da grande
pittura, una coppia che si ama,
un cane.
Francesco Boille
Scelti da Internazionale
Jauja
84 Internazionale 1053 | 30 maggio 2014
Libri
Una mostra a New York
celebra un periodo doro
delleditoria statunitense

Lo sguardo malinconico di
una donna futtua nel cielo
notturno che sovrasta le luci di
un luna park. Dei raggi di luce
si fanno strada tra le nuvole e
illuminano una casa isolata su
una collina brulla. Non sono
quadri, ma copertine di libri,
le prime edizioni del Grande
Gatsby e di Luce dagosto. An-
che se di grande fascino, non
sono neanche i pezzi pi pre-
giati della mostra Gatsby to
Garp. Modern masterpieces
from the Carter Burden collec-
tion (fno al 7 settembre al
Morgan Library & Museum),
che raccoglie un centinaio di
cimeli della collezione di Car-
ter Burden: prime edizioni,
bozze, manoscritti, lettere.
Dagli Stati Uniti
A giudicare dalla copertina
Francesco Maino
Cartongesso
Einaudi, 239 pagine, 19,50 euro
Un mondo di cartongesso
sono ormai il Veneto e lItalia
per Michele Tessari, il
protagonista alter ego
dellautore di questo sfogo
aggressivo e veemente, che
tanto furioso quanto
doloroso: la constatazione di
un marcio irrimediabile,
dellinsopportabilit della
societ in cui si costretti,
delle sue ipocrisie, della sua
radicale ingiustizia e intima
violenza, non perdona e non
sarebbe giusto neanche se
stessi. La narrazione fa fatica a
staccarsi dallinvettiva, ma
Michele Tessari penalista sui
quarantanni che dice faccio
lavvocato, non sono un
avvocato, che a contatto nel
carcere e in tribunale con i
risultati di un preciso sistema
di potere, composto da una
moltitudine politica minata,
minata e decomposta,
illuridita nel profondo
dellanima o meglio destituita
dogni equilibrio morale,
sfasciata e fstolizzata sa
ancora la diferenza tra il bene
e il male e, nel suo piccolo,
cerca di fare il possibile e il
giusto. Si staglia alla fne come
un personaggio potente, tra i
pi rilevanti delle nostre
lettere, un egocentrista del
cazzo che per ha occhi per
vedere e bocca per gridare, un
piccolo profeta biblico senza
nessuna consolazione. Tra
brandelli di privato dentro un
fusso collettivo, sempre
amaro, spesso osceno: Ecco
quello che hanno fatto di me:
un complice debole. Ecco
quello che hanno fatto di noi,
dovrebbero dire i lettori. u
Il libro Gofredo Fof
I complici deboli
Italieni
I libri italiani letti da un
corrispondente straniero.
Questa settimana Salvatore
Alose del quotidiano france-
se Le Monde.
Caterina Sofci
Italia yes Italia no
Feltrinelli, 141 pagine, 14 euro

Tutti, prima o poi, sono stati


tentati. Lei lo ha fatto davvero.
Ha lasciato lItalia, dove non
funziona niente, per andare a
vivere a Londra, dove invece
tutto gira a dovere. O, per lo
meno, quello che pensa chi
sta in Italia. Con il suo libro
(sottotitolo: Cosa si capisce
del nostro Paese quando vai a
vivere a Londra) Caterina
Sofci ha voluto rovesciare il
punto di vista. Perch qui tutti
sono bravi a imprecare quando
qualcuno salta la fla o il vicino
di casa benestante ottiene
lesenzione dal ticket imbro-
gliando il fsco, ma le cattive
abitudini sono difcili da estir-
pare. Se vai a Londra, la prima
cosa che capisci che la nor-
malit a fare la diferenza.
grazie alla normalit che le co-
se funzionano, a Londra come
in qualsiasi altro paese che non
sia lItalia. Dal rinnovo della
patente con unemail al mini-
stro che fnisce in galera per-
ch ha mentito per evitare una
multa, tutto sinonimo di ci-
vilt. La normalit e il rispetto
delle regole permetterebbero
ancora di raddrizzare lItalia e
non farcela rimpiangere da
lontano. Perch, come dice
lautrice, paradossalmente,
una volta che sei l, guardan-
doti intorno, magari in metro-
politana, ti rendi conto che a
Londra si sta forse meglio, ma
si vive sicuramente peggio.
Due esempi su tutti: la sanit e
la scuola, ormai diventate un
privilegio per ricchi.
Eppure le copertine catturano
subito lattenzione. Del resto
sono pensate proprio per que-
sto. La mostra, curata da Caro-
lyn Vega, spazia in un periodo
ben pi ampio di quello indi-
cato dal titolo e che rappresen-
ta unepoca in cui la letteratura
americana ha incontrato il se-
colo americano, un mondo an-
cora non tecnologico. Le co-
pertine erano il modo in cui i
libri (e i loro autori) si presen-
tavano nelle librerie moderne,
che proprio in quel secolo
simposero sulle biblioteche.
Edward Rothstein,
The New York Times
Cultura
D
R
D
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Internazionale 1053 | 30 maggio 2014 85
Chris Bohjalian
La levatrice
Eliot, 320 pagine, 18,50 euro

Ambientato nel Vermont rura-


le dei primi anni ottanta, il ro-
manzo racconta le difcolt di
Sibyl Danforth, ex hippy di-
ventata levatrice, che esegue
un cesareo demergenza du-
rante un parto casalingo dagli
esiti funesti, perch convinta
che la madre del neonato sia
morta dinfarto. La causa del
decesso della donna e la com-
petenza di Sibyl come ostetri-
ca diventano temi centrali
nellindagine per omicidio e
nel processo che seguono. La
narratrice la fglia di Sibyl,
Connie, allepoca adolescente,
che racconta quella che perce-
pisce come una caccia alle
streghe da parte del procura-
tore e di una comunit medica
ostile. Quella di Connie, di-
ventata in seguito lei stessa
ostetrica, una storia di for-
mazione. Prima che sua ma-
dre sia accusata di omicidio,
Connie vive la vita piacevole
di una ragazzina di provincia.
Dopo, anche se comprensi-
bilmente preoccupata per la
madre e per la famiglia, non
soprafatta dalla disperazione.
I suoi amici le restano fedeli, il
suo ragazzo la sostiene. La sto-
ria di Sibyl, al contrario, au-
tenticamente provocatoria.
Cosa accade quando una per-
sona scopre che potrebbe aver
ucciso accidentalmente qual-
cuno? Senza contare le conse-
guenze legali, come si pu far
pace con un errore fatale? Si
pu mai ammettere un tale
sbaglio? Bohjalian solleva que-
ste inquietanti questioni via
via che il caso di Sibyl si svilup-
pa, ma non le afronta mai di-
rettamente. Anche se ogni ca-
pitolo si apre con estratti dai
suoi taccuini un diario tenuto
prima, durante e dopo il pro-
cesso il punto di vista di Sibyl
non veramente esplorato.
Connie occupa il centro della
scena mentre si svolge il
dramma della madre, e questo
un difetto in un romanzo per
il resto appassionante.
Suzanne Berne,
The New York Times
Sof Oksanen
Quando i colombi
scomparvero
Feltrinelli, 357 pagine, 19 euro

Nei romanzi di Sof Oksanen il


lettore sente, prima di tutto, il
lungo singhiozzo della storia
estone. Con Quando i colombi
scomparvero la scrittrice collo-
ca la sua narrazione nel cuore
della guerra, nel 1941. LEsto-
nia sottomessa alla Russia
sovietica. La resistenza estone
cerca di liberare il paese dal
giogo comunista fno al mo-
mento in cui arrivano i nazisti
a cacciare i russi e diventano i
nuovi occupanti. Sof Oksanen
mette in scena per quasi quat-
trocento pagine la traiettoria
sinuosa di due cugini, Roland
ed Edgar. I due uomini aveva-
no scelto entrambi la resisten-
za, ma allarrivo dei tedeschi
prendono strade diverse. Uno
tradisce, laltro no. Roland
deportato nel campo di Kloo-
ga per le sue attivit partigia-
ne. Edgar cambia identit, fno
al punto di diventare un fer-
vente sostenitore del regime
delle Ss. Quando lEstonia ri-
torna comunista nel 1944 (il
romanzo si estende su un arco
di tempo che va dal 1930 al
1963), il cugino Edgar sinven-
ta ancora unaltra personalit,
un altro passato. Un nuovo
cambio di casacca. Ed ecco
che ritrova le tracce di Roland.
Oksanen non crea soltanto
unopera letteraria, ma riesce
a illuminare la storia di questo
popolo tiranneggiato.
Valrie Trierweiler,
Paris Match
Yoshihiro Tatsumi
Una vita
tra i margini
Bao Publishing
John Banville
Una educazione
amorosa
(Guanda)
Juan Villoro
Chiamate
da Amsterdam
(Ponte alle Grazie)
I consigli
della
redazione
Haruki Murakami
Lincolore Tazaki
Tsukuru e i suoi anni
di pellegrinaggio
Einaudi, 272 pagine,
20 euro

Il romanzo racconta la storia


di un uomo di nome Tazaki
Tsukuru, un nativo della citt
giapponese di Nagoya.
Nellestate dopo il suo
secondo anno di college
Tsukuru si ritrova consumato
dalla depressione e
ossessionato da pensieri di
morte: i suoi quattro amici pi
cari del liceo gli hanno detto
che non vogliono pi avere a
che fare con lui. Insieme a
quegli amici (due uomini e
due donne) Tsukuru aveva
formato una sorta di entit
collettiva di cinque persone,
nata facendo volontariato per
un progetto scolastico.
Tsukuru si era sempre sentito
un po fuori luogo nella
compagnia, ma il loro
progetto era andato avanti e i
cinque studenti erano
diventati inseparabili,
passando insieme sempre pi
tempo.
Dopo che i suoi amici lo
abbandonano Tsukuru
attraversa un periodo di lutto
di sei mesi in cui costretto ad
afrontare il mondo da solo.
Non rivedr pi la sua vecchia
comitiva, e quando chiede
cosa li abbia indotti ad
abbandonarlo, un amico gli
risponde: Dovresti chiederlo
a te stesso. E infatti nei
successivi sedici anni Tsukuru
cerca dentro di s la risposta a
questa domanda. Nel
momento in cui si svolge il
romanzo Tsukuru ha trentasei
Il romanzo
Il nome del fare
anni, il suo lavoro progettare
stazioni ferroviarie ed esce
con unagente di viaggio di 38
anni di nome Sara, con cui
cerca di condividere quella
vecchia e strana vicenda.
Murakami ha creato una
storia che ricorda molte delle
sue opere precedenti: un
tranquillo protagonista
maschile vive unesperienza
traumatica che lo costringe a
mettere in discussione un
legame profondo con unaltra
persona (in questo caso con
altre quattro persone), e tenta
di esplorare il mondo da solo.
interessante notare che
Murakami ha dato al suo
personaggio principale un
nome, Tsukuru, che in
giapponese anche un verbo
che signifca fare, costruire o
creare. Forse un modo per
suggerire che il protagonista
del romanzo stato piuttosto
passivo fno a questo
momento della sua vita, ma
ora pronto per costruire una
soluzione al suo problema.
Daniel Morales,
The Japan Times
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)
Haruki Murakami
Cultura
Libri
Adachiara Zevi
Monumenti per difetto
Donzelli, 226 pagine, 21 euro
Il termine monumento evo-
ca ancora rafgurazioni so-
lenni, qualche volta pacchia-
ne, sempre volte a celebrare
qualcuno o qualcosa: oggetti
sontuosi e ingombranti come
le statue equestri dei grandi
condottieri. Dalla seconda
guerra mondiale in poi, per,
si manifestata sempre di pi
la necessit di costruire monu-
menti diversi, oggetti che pi
che imporre allosservatore
unimmagine eroica, riuscis-
sero a farlo rifettere su ci che
era avvenuto, sulle tragedie
che erano state perpetrate,
monumenti il pi possibile
lontani da quelli che aveva fat-
to costruire per s chi aveva
ordinato quelle tragedie.
Sono nati cos memoriali
nuovi, che il pubblico si trova
a percorrere e a osservare da
pi punti, monumenti che in-
vece di rassicurare e raforzare
una convinzione contribuisco-
no a sfatare le certezze e a far
provare disagio. Adachiara
Zevi racconta le storie di que-
sti contro-monumenti, spesso
anche controversi perch in-
novativi e dunque non sempre
accettati pacifcamente: il
mausoleo delle Fosse ardeati-
ne, i musei ebraici di Daniel
Libeskind (a partire da quello
di Berlino), fno ai musei difu-
si, che invece di strappare gli
oggetti dalle loro sedi, portano
lo spettatore in luoghi signif-
cativi. Attraverso le storie di
questi e altri posti da visitare
Zevi rifette sul modo in cui ar-
tisti e architetti stanno trasfor-
mando il modo in cui le socie-
t decidono di ricordare il pro-
prio passato. u
Non fction Giuliano Milani
Ricordare con difcolt
Roddy Doyle
La musica cambiata
Guanda, 395 pagine, 18,50 euro

In La musica cambiata Doyle


torna al mondo che aveva cre-
ato venticinque anni fa in The
Commitments. Ritroviamo
Barrytown, Jimmy Rabbitte
junior e altri personaggi a cui
ci eravamo afezionati. Una
parte del fascino del romanzo
sta nel suo senso di familiari-
t, e nella nostra nostalgia.
Sappiamo che devono essere
cambiati, e tuttavia vogliamo
credere che il passato sia rima-
sto cos come lo ricordiamo.
Ma le ombre della mortalit si
sono fatte pi lunghe. Jimmy
Rabbitte, che aveva messo in-
sieme la band, adesso ha 47
anni. Gli hanno diagnosticato
un cancro, ma a dispetto della
malattia ancora ambizioso. Il
suo lavoro, ora, consiste nel ri-
pescare gruppi di rock celtico
degli anni sessanta e piazzare
la loro terribile musica su in-
ternet. Come in The Commit-
ments, ci sono poche descrizio-
ni e spiegazioni. il dialogo,
come la musica, a trascinare
avanti lappassionante narra-
zione: un mondo di signifcati
riposto nelle parole non det-
te o dette a met, in un s o
in un ma. Gli altri punti di
forza sono il narratore distac-
cato, obiettivo; i monologhi in-
teriori di Jimmy; le piccole os-
servazioni che illuminano un
personaggio; gli uomini che
continuano a lottare con otti-
mismo malgrado i fallimenti,
in modo quasi eroico.
Gabriel Byrne,
The Irish Times
In Koli Jean Bofane
Matematica congolese
66thAnd2nd, 245 pagine,
17 euro

Un libro picaresco, feroce e


bizzarro, sui mezzi che i po-
tenti senza scrupoli adottano
per raggiungere i loro obietti-
vi. Seguendo le peregrinazioni
del giovane eroe, Clio Mate-
mona soprannominato Clio
Mathematik, il lettore trasci-
nato irresistibilmente, con un
tufo macabro ma pieno di
umorismo, attraverso i quar-
tieri di una citt i cui abitanti
sono attanagliati dalla fame.
Orfano dalla pi tenera infan-
zia, Clio tenta di trasformare
in equazioni pratiche le formu-
le matematiche attinte a un
vecchio manuale scolastico
ereditato dal suo padre istitu-
tore, morto nel corso delle
guerre che si sono succedute
nel paese. Il manuale, impara-
to a memoria, diventato una
specie di breviario che Clio
usa per cercare di risolvere i
tanti problemi del suo am-
biente. Ma dopo un incontro
con un alto esponente del regi-
me, questo strumento si rive-
ler la chiave ideale per pene-
trare nei circoli occulti del po-
tere dove le sue formule divi-
natorie, basate su estrapola-
zioni matematiche fantasiose
ma convincenti, diventeranno
indispensabili. Romanzo di
grande potenza evocativa.
Alain Brezault,
Africultures
Stati Uniti
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S
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O
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B
U
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2
)
Francine Prose
Lovers at the Chameleon
club, Paris 1932 Harper
Lou Villars, una donna inquie-
ta che lavora al Chameleon
club, un night di espatriati, ar-
tisti e libertini, fa scandalo con
la sua omosessualit, ma colla-
bora anche con i nazisti e tor-
tura i partigiani.
Roz Chast
Cant we talk about
something more pleasant?
Bloomsbury Usa
Graphic novel piena di legge-
rezza e umorismo nonostante
largomento triste. Roz Chast
(New York, 1954) parla del de-
clino dei suoi genitori negli ul-
timi anni di vita.
Rivka Galchen
American innovations
Farrar, Straus & Giroux
Esilaranti racconti sullassurdi-
t della vita, resa ancor pi fol-
le dalla passivit con cui viene
accolta dai diversi narratori.
Rivka Galchen nata a Toron-
to nel 1976, ma vive negli Stati
Uniti da quando era bambina.
Lydia Davis
Cant and Wont
Farrar, Straus & Giroux
Una scatola di cioccolatini,
una lettera di lamentele, un so-
gno. I racconti di Lydia Davis
(Massachusetts, 1947) sono
costruiti attorno alla realt
quotidiana e sono scritti con
una prosa molto rafnata.
Maria Sepa
usalibri.blogspot.com
86 Internazionale 1053 | 30 maggio 2014
Ricevuti Ragazzi
Fumetti
LItalia dei padri
Un viaggio
difcile
Pia Valentinis
Ferreira
Coconino/Fandango,
120 pagine, 15,50 euro
Lillustratrice udinese Pia Va-
lentinis, al suo debutto nel fu-
metto, racconta la vicenda del
padre, operaio in fonderia,
classe 1928. Riappropriarsi
della memoria del genitore
scomparso sembra un modo
per riappropriarsi del padre as-
sente, il quale, da buon friula-
no, era persona parca di paro-
le, pudica, orgogliosa. Il bello
di questa dimensione intima
che si coniuga alla perfezione
con il ritratto collettivo quel-
lo del Nordest in particolare,
ma si ritrovano elementi pro-
pri allintera societ italiana
dellepoca che coniuga con
ottimi risultati una sorta di
sommessa narrazione prosai-
ca dei fatti con la trasfgurazio-
ne poetica.
Nel disegnare questo ri-
tratto di unItalia appena ieri
semplice, dignitosa, pulita,
come recita la nota in quarta
di copertina, Valentinis riesce
Cecilia Bartoli
e Guido Scarabottolo
Gli amici nascosti
Topipittori, 64 pagine, 10 euro
Cecilia Bartoli per tutti quelli
che la conoscono una pasio-
naria delle lotte civili. Con la
sua associazione Asinitas ha
lavorato per lintegrazione dei
migranti nel tessuto cittadino
organizzando corsi di lingua e
momenti di convivialit. Re-
centemente si fatta conosce-
re su internet perch stata
una delle mamme che hanno
cacciato Mario Borghezio
dalla scuola Carlo Pisacane.
Lesponente leghista stava fa-
cendo un comizio xenofobo
davanti alla scuola pi mul-
tietnica di Roma, proprio un
momento prima che i bambini
uscissero dalledifcio. Ceci-
lia, e si evince da queste po-
che righe, da mamma, com-
battente, militante, non sop-
porta le angherie. E questo lo
si nota anche nella sua scrittu-
ra. La storia di Taiba e di suo
fglio Robera che lasciano
lamata Etiopia per andare a
trovare un futuro migliore al-
trove scritta con grande in-
tensit e rispetto. Taiba rias-
sume in s tutte le studentes-
se che Cecilia ha avuto in que-
sti anni, donne che con pochi
ricordi in mano si sono avvia-
te verso un futuro ignoto. E
anche il disegno di Guido Sca-
rabottolo con le sue linee e gli
spazi bianchi segue il fusso di
un viaggio nomade che si fa di
tappa in tappa pi difcile. Gli
amici nascosti, quelli a cui si ri-
ferisce il titolo, sono i tanti si-
gnor nessuno che aiutano chi
spesso non ce la fa.
Igiaba Scego
a darci momenti di pura poe-
sia sognata, la rievocazione di
un clima e non solo dei fatti, e i
fatti, spesso dolorosi, sono re-
stituiti con precisione docu-
mentaria quanto gli elementi
concreti dei ricordi paiono
spesso astrazione pura. Gran-
de il talento dellautrice nel
creare dai dettagli, ingranden-
doli e osservandoli da punti di
vista inattesi, una tessitura
grafca onirica che aggiunge
intensit a quanto narrato:
spesso siamo dalle parti di
quel capolavoro assoluto di
Dino Buzzati chiamato Poema
a fumetti. La rievocazione di
un temps perdu diviene qui un
Proust alla rovescia. Non ci si
perde a rievocare le spiagge
della Normandia, ma a ricor-
dare un padre operaio. lui la
madeleine, il misto di sudore,
fatica, vino, nazionali senza
fltro, ferro infuocato e ferro
oleoso. In estensione, a esser
ricordati sono una classe so-
ciale e un paese, lautenticit
perduta di unepoca.
Francesco Boille
Eva Cantarella
Perfno Catone scriveva
ricette
Feltrinelli, 224 pagine, 16 euro
Frammenti di vita vissuta che
ofrono il ritratto di uomini e
donne a noi vertiginosamente
vicini: greci e romani antichi.
Marco Aime
Etnografa del quotidiano
Eluthera, 190 pagine, 15 euro
Uno sguardo antropologico
sulla societ italiana e la sua
evoluzione.
Filippo Nicosia
Pianissimo
Terre di mezzo, 135 pagine,
13,50 euro
Un furgone trasformato in una
libreria itinerante gira lItalia
per promuovere la lettura.
Francesco Campione
Non lavoro
San Paolo, 180 pagine,
14 euro
I nuovi disturbi psichici legati
agli insuccessi professionali e
alla perdita del lavoro.
Marshall Sahlins
La parentela
Eluthera, 126 pagine, 13 euro
Il concetto di appartenenza va
oltre il legame biologico e si
basa su una comune esperien-
za esistenziale.
Yuval Noah Harari
Da animali a di
Bompiani, 531 pagine, 22 euro
Il ruolo di denaro, religione e
scienza nellascesa dellhomo
sapiens.
Marco Roth
Gli scienziati
Indiana, 257 pagine, 18 euro
Memorie di unadolescenza
segnata dalla malattia e dalla
morte per aids del padre
dellautore.
Internazionale 1053 | 30 maggio 2014 87
88 Internazionale 1053 | 30 maggio 2014
Cultura
1
Mannarino
Al monte
Incrociare il potere e
lamore, attraversare le citt
derelitte. Cercare una donna e
accomiatarsene, partire, un
po morire e trovare un nuovo
punto dosservazione. Che uno
strimpella e si cava dimpiccio
come un fool on the hill ma con
una bella canzone italiana.
Al monte, album ascensionale
del trentacinquenne ex fre-
quentatore di suburre, pu an-
che sembrare un gesto di hu-
bris, ma ha il cuore e le corde
di spaghettata, un calore che
manca a quei capoccioni tipo
Capossela, o tutto Tom Waits
dopo Rain dogs. Canzoni che
tengono la cottura.
2
Zombie Orchestra
Carovana blu
Quello che vedi nei
western romagnoli non san-
gue, solo rag. La strana f-
sarmonica imbracciata come
un fucile semiautomatico mi-
sto pianoforte da bordello un
bercanden. E Kit Carson
pu fnire con calma la sua bi-
stecca alta tre dita e sepolta
sotto una montagna di patati-
ne fritte, e poi ancora trovare
una mazurca da ballare e due
gambe da incrociare. Cera
una volta in Romagna un
album cos, Casadei con il
Wurlitzer, il liscio con il moto-
re truccato, e un poco di sorri-
denti riti tribali del popolo di
Finale Emilia.
3
Confusional Quartet
Cometa rossa
Non dissimile dalle hit
postume di Michael Jackson
loperazione fatta con linarri-
vabile voce di Demetrio
Stratos, scomparso 35 anni
fa a giugno. I Confusional
Quartet, band new wave che
resiste nel tempo, su suoi ine-
diti appoggia una serie di sigle
per le pubblicit progresso di
Tele kabul. E funziona: i voca-
lizzi i versacci le nenie le tran-
ce del grande riorganizzati su
linee reazionaliste, vanno
sempre bene. Tributo a Deme-
trio, lalbum, ci voleva, fa me-
dia con i completini di Maria
Elena Boschi. Sinistro ma
anche iconico.
Musica
Dal vivo
Linkin Park
+ Fall Out Boy, Milano, 10
giugno, citysoundmilano.com
Scott Matthew
Ravenna, 13 giugno,
bronsonproduzioni.com; Sestri
Levante, 14 giugno, mojotic.it
Young the Giant
Ciampino (Rm), 4 giugno,
orionliveclub.com; Milano,
5 giugno, magazzinigenerali.it
Billy Idol
Roma, 9 giugno,
rockinroma.com; Padova,
10 giugno, granteatrogeox.com
Tangerine Dream
Torino, 9 giugno,
hiroshimamonamour.org
Tori Amos
Roma, 2 giugno,
auditorium.com; Milano,
3 giugno, teatronazionale.it;
Padova, 4 giugno,
granteatrogeox.com
Terraforma
Thomas Fehlmann, Voices From
The Lake, Morphosis e altri,
Bollate (Mi), 6-8 giugno,
terraforma2014.com
Beaches Brew festival
Disappears, Cloud Nothings,
Be Forest e altri, Marina di
Ravenna , 3-5 giugno,
bronsonproduzioni.org
Alcuni artisti passati e
presenti da riscoprire
Molti conoscono le superstar
della musica africana come
Salif Keta, Youssou NDour e
Fela Kuti. Ma c un grandis-
simo tesoro nascosto, che
proviene sia dal presente sia
dal passato. Vale la pena di ri-
portarlo un po alla luce. Po-
che persone, per esempio,
conoscono il cantautore ni-
geriano Prince Nico Mbarga.
Nel 2004 la Bbc ha fatto un
sondaggio per stabilire qual
era la canzone preferita dagli
africani. Ha vinto proprio
Sweet mother di Prince Nico
Mbarga. Cantata in inglese
contaminato con la lingua lo-
cale, allinizio era stata scarta-
ta dalla Emi, che riteneva
il suo stile troppo infantile.
Pubblicata nel 1976 dalleti-
chetta nigeriana Rogers All
Stars, ha venduto 13 milioni di
copie.
Guardando al presente,
non possiamo non parlare del
tishoumaren, detto anche tua-
reg blues o blues del deserto.
Questa musica, proveniente
dal Mali e dal Niger, apprez-
zata anche dal pubblico occi-
dentale. I Tinariwen, che
hanno appena pubblicato il
loro sesto disco Emmaar, so-
no la band pi famosa. Tra gli
altri contendenti al trono ci
sono Bombino, Group Dou-
eh, e soprattutto i Tamikrest.
Nella lingua tuareg Tamik-
rest signifca il futuro. La
loro musica un blues arden-
te, che ha la grinta della sab-
bia del Sahara. Il terzo album
del gruppo, Chatma, il cui ti-
tolo traducibile come so-
relle, un tributo al coraggio
delle donne tuareg.
Charles Leonard,
Mail & Guardian
DallAfrica
I tesori nascosti del continente
Playlist Pier Andrea Canei
Sinistre icone
D
R
Tori Amos
Prince Nico Mbarga
Internazionale 1053 | 30 maggio 2014 89
Album
Sharon Van Etten
Are we there
(Jagjaguwar)

Parte del fascino di Sharon


Van Etten sta nella coinciden-
za tra canzoni e vita, compresi
gli aspetti violenti e oscuri. Ma
pi che da questo, dallunici-
t della voce e dalla qualit del
materiale che lultima fatica
artistica della cantautrice di
Brooklyn, Are we there, sprigio-
na la sua forza. Lalbum sor-
prende per timbri e melodie,
e mostra tutta labilit dellar-
tista nel risultare a tratti sve-
nevole ma mai soprafatta.
Anche se persistono, i toni
malinconici vengono smorzati
da dettagli rafnati come
lorgano che si combina con il
contralto rauco della cantante
in Taking chances, o il clarinet-
to ansimante in Tarifa, una
ballata in 3/4 e da un nuovo e
pungente umorismo. La risata
che chiude Are we there sugge-
risce non solo che Van Etten
sopravvissuta alle sue disav-
venture, ma anche che se la
gode.
Caleb Caldwell, Slant
The Brian Jonestown
Massacre
Revelation
(A Recordings)

I Brian Jonestown Massacre


sono ormai arrivati al quattor-
dicesimo album. E nonostante
il titolo, il nuovo lavoro non
una rivelazione ma una con-
ferma del loro status di band
cult. La fedelt di Anton
Newcombe a unestetica psi-
chedelica anni sessanta pro-
duce pezzi ripetitivi dominati
dalle percussioni, avvolti da
un riverbero un po datato. Ma
nonostante i limiti, lalbum
pieno di canzoni divertenti. Il
brano dapertura Vad hnde
rock non si era ancora balca-
nizzato e la feticizzazione dei
generi non aveva ancora
strangolato la creativit. Tem-
pi in cui le band migliori ave-
vano il fegato e la capacit di
creare sintesi sonore innovati-
ve partendo dalla radici pi
profonde: nel caso dei Feat
blues, soul, funk, country,
jazz, fusion, cajun e ovvia-
mente rocknroll.
Michael Simmons, Mojo
Coldplay
Ghost stories
(Parlophone)

Vi ricordate quando i Radio-


head diventarono dance? Il ri-
sultato fu Kid A, che allinizio
cre confusione ma presto
venne riconosciuto come una
tappa fondamentale nellevo-
luzione del gruppo. Anche i
Coldplay sono diventati dance
con Ghost stories. Per Chris
Martin non Thom Yorke, e il
massimo che riuscito a fare
afancarsi al produttore sve-
dese Avicii. Il risultato rock
da stadio in versione ballabile.
Un altro momento elettronico
Midnight, che risulta un mi-
scuglio tra la tecno rafnata di
Jon Hopkins e M83. Se a que-
sto punto avete un quadro
chiaro, vi renderete conto che
questo album non rispecchia
molto lidentit del gruppo.
Con momenti che ricordano
da Bon Iver a Brian Eno, Mar-
tin e compagni non sono mai
stati cos invisibili. Alla fne
qualcosa di carino c ma una
bellezza efmera. Da chi ha
scritto Clocks, The scientist o Vi-
va la vida, queste nuove canzo-
ni facili da dimenticare sono
quasi un crimine.
Larry Fitzmaurice,
Clash Magazine
Paul Heaton and
Jacqui Abbott
What have we become?
(Virgin)

Uno splendido mix di intelli-


genza e humour caustico, i Be-
autiful South si sono sciolti nel
2007 per afnit musicali,
ma ora le due voci del gruppo
tornano con questo gioiello, ed
come se tutto quel che erano
fosse nuovo. Basta il brano di
apertura, che parte con una
batteria tagliente, un piano
che porta la melodia verso un
posti pieno di sole e Gil Scott-
Heron che spunta dicendo
la rivoluzione non andr in
onda / e neanche la vostra
morte, e ci fa sentire come se
gli Smiths fossero una novit
allultima moda. What have we
become? si pu ascoltare come
se fosse di Burt Bacharach o di
Marc Bolan, ed perfetto per
chiunque ami il pop ironico e
intelligente.
David Jefries, AllMusic
Martha Argerich
Mozart: concerto k 467, so-
nate k 310, 333, 576
Martha Argerich, piano; Wdr
Sinfonieorchester Colonia, diret-
tore: Peter Maag (Doremi)

Il Mozart della Argerich nel


1960 lascia sbalorditi per la
sua potenza, la chiarezza scin-
tillante e la combinazione di
fantasia e vitalit di ogni fra-
se. Sempre con un grandissi-
mo senso dello spettacolo.
Stphane Fridrich,
Classica
med dem una sintesi del
sound vivace dei 13th Floor
Elevators e di What goes on dei
Velvet Underground. La stru-
mentale Second sighting do-
minata da un fauto pastorale
e da chitarre acustiche.
Newcombe ha un gusto per il
ripetitivo che gli permette di
avere mezza idea ed estender-
la allinfnito in una cappa di
fumo. Ma il risultato piace-
vole, come entrare in un nego-
zio dantiquariato.
Jon Dennis, The Guardian
Little Feat
Red Gumbo: the complete
Warner Bros years
(Rhino)

Jackson Browne defniva i
Little Feat una band di
killer. In efetti i musicisti
della Georgia raramente man-
cavano il bersaglio. I cofonda-
tori e songwriter della band,
Lowell George e Bill Payne,
possedevano una tecnica so-
prafna rispettivamente alla
slide e alle tastiere, che grazie
a una mancinismo quasi me-
tafsico produceva un suono
distintamente diverso da
quello degli altri gruppi
dellepoca, e forse di sempre.
Gli Stones, Dylan e i Led Zep-
pelin erano quasi intimoriti
dalloriginalit dei Little Feat
e dalla loro audacia. I tredici
album incisi per la Warner
Bros sono raccolti in questa
collezione da isola deserta,
che racconta unera in cui il Coldplay
D
R
Coldplay
Midnight
(Giorgio Moroder
remix)
Kiesza
Hideaway
Mr Probz
Waves
(Robin Schultz
radio edit)
Sharon Van Etten
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Dance
Scelti da Claudio
Rossi Marcelli
Internazionale 1053 | 30 maggio 2014 91
Body fuid art
I fuidi corporei sembrano les-
senza di tutto quello che stra-
namente e meravigliosamente
nuovo nellarte contempora-
nea. Rose-Lynn Fisher ha rea-
lizzato una serie di paesaggi
usando cento qualit di lacri-
me, distinguendole in lacrime
di dolore, di felicit e perfno
in lacrime procurate dal taglio
della cipolla. Questarte lacri-
mevole fa il paio con le efusio-
ni urinarie di Andres Serrano e
con otto lunghe ore di eiacula-
zioni di Vito Acconci. Anche
Antony Gormley ha avuto a
che fare con lo sperma, mentre
Mattew Barney ha espulso va-
rie tipologie di strane sostanze
nel ciclo Cremaster. La poten-
za dei fuidi corporei una
scoperta moderna, ma luso ri-
sale a secoli fa. Esistono rap-
presentazioni maya di strani
salassi rituali e recipienti azte-
chi per raccogliere il sangue
umano durante i sacrifci di
massa. Ma lEuropa cristiana
in testa a tutti. Il velo di santa
Veronica sul quale sarebbe ri-
masta impressa limmagine di
Cristo appena morto stato il
punto di partenza per gli artisti
che dovettero dare un volto a
Cristo. Il velo non c pi, ma
la Sindone di Torino sopravvi-
ve. I falsari medioevali che la
crearono sostituirono con il
sangue umano il colore che
avevano usato fno ad allora i
pittori per rappresentare Cri-
sto. Fisher e gli altri sono il ri-
sultato di un lungo processo
che ha le radici nel mondo cri-
stiano. Eppure le lacrime pi
potenti della storia dellarte
moderna non sono reali, ma
sono quelle della Donna che
piange dipinta da Picasso (oggi
alla Tate Modern). Un fume
allegorico di dolore e reden-
zione, prova che non c biso-
gno di fare pip o sanguinare
per essere grandi artisti.
The Guardian
Monumenta
Ltrange cit, Grand Palais,
Parigi, fno al 22 giugno
Monumenta un esercizio ri-
schioso perch punta sulle di-
mensioni delle sculture. Una
proposta irresistibile per gli
artisti. Il rischio che il potere
evocativo delle opere totali di
Ilya ed Emilia Kabakov si di-
sperda nello spazio forte.
Luniverso delle loro opere
brulica di dettagli poetici,
oscuri, ironici e storici, che ri-
mandano al vuoto che ci cir-
conda. Il titolo di questa in-
stallazione incoraggiante:
La strana citt. La bellezza e la
luminosit del luogo sono la
prima sfda artistica. I Kaba-
kov hanno risolto il problema
ripiegando lo spazio su se
stesso e creando un mondo
chiuso, composto di sette edi-
fci. La luce abbagliante della
navata e la potenza della strut-
tura di metallo appiattiscono
le piccole costruzioni bianche.
A parte la cupola capovolta
che apre il percorso, niente
sembra essere coerente con il
luogo. I primi cinque edifci,
destinati a illustrare la tensio-
ne delluomo verso la spiritua-
lit, sono appesantiti da con-
cetti, da testi esplicativi e dal-
le buone intenzioni. Il plastico
Centro dellenergia cosmica,
un archivio di tutte le scoper-
te dello spirito umano, una
possibile fonte permanente
per tutte le forme della creati-
vit. Nelledifcio intitolato
Portalis una grande porta
aperta su una moquette grigia
dovrebbe rappresentare il
passaggio simbolico allaldi-
l. Ricorda confusamente
unagenzia funebre. Solo il
museo vuoto e la cappella alla
fne del percorso lasciano in-
travedere la poesia che ci si
aspettava di trovare.
Libration
Parigi
Esercizi sulle dimensioni
Cultura
Arte
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S
)
Ltrange cit
92 Internazionale 1053 | 30 maggio 2014
T
re anni fa, a settembre, i vicini di casa di
Anto hanno cominciato a metterlo in
guardia: doveva andarsene. Non era pi
al sicuro su quelle colline sopra la citt
di Idlib nel nordovest della Siria. E lui
sapeva che avevano ragione.
Discendente di armeni della Turchia ottomana,
aveva ereditato un atteggiamento di vigilanza latente
che si era subito risvegliato. Suo padre gli diceva
sempre, ripetendogli una frase tramandata per genera-
zioni: Cos come abbiamo lasciato la Turchia per
venire in Siria, un giorno potremmo andarcene anche
da qui.
Con lavvertimento dei vicini che gli
ronzava nelle orecchie, Anto si dato da
fare per mettere insieme un po di con-
tanti. Senza dare troppo nellocchio, ha
cominciato a vendere buona parte
dellarredamento di Abu Artin, la pen-
sione con annesso ristorante che la sua
famiglia gestiva nei mesi estivi dal 1938.
La pensione prendeva il nome da suo
nonno, che laveva costruita in cima a
quelle colline per farne un rifugio estivo
per i siriani in fuga dal caldo torrido della
citt e dei centri vicini. La terra ofriva
aria fresca, la cucina piatti deliziosi e gli uomini Anto,
e prima di lui suo padre e suo nonno concerti improv-
visati che li avevano resi famosi tra i clienti.
Cos Anto ha venduto piatti e posate del ristorante,
condizionatori, termosifoni e tutto quello che poteva
in un altro villaggio, a un prezzo molto inferiore al loro
valore. Gli oggetti con un valore afettivo i ritratti di
suo nonno e di suo padre li ha portati nella sua casa di
Aleppo, dove viveva dinverno. Tutto questo, facendo
sempre attenzione a non dire a nessuno, sulle colline,
quando andava e veniva.
Anche se ha cercato di ridimensionare la sua attivi-
t in modo graduale e di nascosto, presto la gente ha
cominciato ad accorgersi di qualcosa, a girargli intorno
e a fare domande. I siriani sono abituati a essere circon-
dati da tanti informatori del governo, e di solito sanno
distinguere tra le informazioni che possono metterti
nei guai e quelle pi generiche e innocue. Ma ora, nel
pieno del caos che dalla primavera era andato rapida-
mente aumentando, nessuno sapeva pi quale detta-
glio poteva costargli caro, e come.
Gennaio e febbraio avevano segnato la fne delle
dittature in Tunisia e in Egitto. E a marzo era gi chiaro
Una storia armena
In citt come
Aleppo, i siriani
non ancora toccati
dalle violenze
preferivano
restare vicini alle
loro case, ignorando
la guerra che
infuriava in altre
parti del paese
che il presidente Bashar al Assad che aveva ereditato
il potere da suo padre, portando il regime della fami-
glia Assad a un totale di 41 anni non aveva alcuna in-
tenzione di seguire la loro sorte. Alla fne del mese, le
sue truppe avevano ucciso 103 civili disarmati, facen-
done sparire molti altri: il numero esatto nessuno lo
sapr mai.
Cos, nellaprile del 2011 Anto non aveva aperto la
sua pensione come faceva tutti gli anni in quello stesso
periodo. Nessuno era disposto a fare i settanta chilo-
metri in auto da Aleppo, la citt pi grande della Siria,
in cui vivevano gran parte dei suoi clienti da 73 anni a
quella parte. In citt come Aleppo, i siriani non ancora
toccati dalle violenze preferivano restare
vicini alle loro case, ignorando la guerra
che infuriava in altre parti del paese: spe-
ravano che, ignorandola, se ne sarebbe
andata comera venuta.
Con lestate, sugli alberi del giardino
era maturata la frutta, ma non cera nes-
suno a mangiarla: sia la pensione sia il ri-
storante erano rimasti vuoti e inuti-
lizzati.
Ma a settembre, dopo sei mesi di ri-
volte e repressione, nessuno poteva pi
evitare di tirare le somme: Anto era se-
gnato. Non cera posto per un cristiano siriano-armeno
in una Siria sempre pi settaria.
Ad Aleppo vivevano altre decine di migliaia di ar-
meni siriani, ma su quelle colline Anto era solo. Sei
come un arabo a Tel Aviv, gli ha detto un abitante di
Idlib.
Idlib e larea circostante stavano diventando rocca-
forti dei combattenti dellopposizione, sia laici sia
jihadisti. Nel caos crescente, religione ed etnia erano
diventate una variabile pericolosa: la fede o le origini
sbagliate, nel momento sbagliato, potevano essere fa-
tali. La colpa era diventata collettiva: un individuo po-
teva essere colpito al posto di un altro della stessa setta
o comunit, in un clima che diventava ogni giorno pi
violento e brutale.
Per gli abitanti pi conservatori delle colline, era gi
un afronto che Anto gestisse un ristorante in cui si ser-
vivano alcolici, si cantava, e maschi e femmine sedeva-
no vicini. Per i pi ignoranti, il fatto che non fosse n
musulmano n arabo anche se era siriano lo rendeva
il capro espiatorio ideale di un regime che si proclama-
va sostenuto dalle minoranze. E questo ne faceva an-
che il facile bersaglio di rapitori che pensavano di po-
Alia Malek
ALIA MALEK
una scrittrice e
giornalista nata negli
Stati Uniti da una
famiglia siriana.
Lavora per Al Jazeera
America. Questo
racconto stato
scritto con il sostegno
del Pulitzer center on
crisis reporting e
pubblicato in
collaborazione con la
Ochberg society for
trauma journalism.
uscito su Guernica
con il titolo Enduring
exile.
Pop
Internazionale 1053 | 30 maggio 2014 93
terne ricavare un sostanzioso riscatto senza inimicarsi
una comunit pi numerosa o pi potente. Per quelli
che, nel loro fervore religioso, credevano in una Siria
fatta di persone tutte uguali, per lui non cera posto.
I siriani pi pragmatici, invece, gi immaginavano che
ci sarebbero state troppe vittime prima che qualcuno si
fermasse a mettere in discussione linferno che si era
scatenato.
Anto non aveva tempo da perdere e non voleva cor-
rere rischi illudendosi che la gente sarebbe rinsavita.
Una mattina nellottobre del 2011, un mese dopo che i
suoi vicini di casa lo avevano messo in guardia del peri-
colo, salito in collina. Uno degli abitanti del posto lo
ha accolto con una battuta: Perch non ci hai detto che
venivi? Volevamo rapirti.
Anto ha riso, ma non gli ha confessato di essere l
per lultima volta. In silenzio, ha detto addio agli alberi,
alle colline, perfno alla terra. Ha fatto un cenno alla
statua della Madonna e alla piccola masjid (moschea)
che aveva costruito per consentire ai dipendenti e ai
clienti musulmani di pregare.
Si fermato accanto alla poltrona in cui amava se-
dersi con il suo narghil ed rimasto a fssare il luogo
dove, da bambino prima e da adulto poi, guardava suo
padre e suo nonno cantare davanti ai clienti del risto-
rante, estasiati. Ha accarezzato le mura che suo nonno
aveva eretto, pietra su pietra, tanti anni prima.
Quelledifcio era un pezzo di storia, reale e incancella-
bile. Abu Artin era l prima di Bashar, prima di Hafez,
prima di tutti i presidenti.
Anto ha dato da mangiare al cane randagio che
avevano accolto, entrato in una stanzetta e ha pianto.
Voleva morire. Pensava che il suo cuore avrebbe
smesso di battere proprio l, in quel preciso momento.
G
I
P
I
94 Internazionale 1053 | 30 maggio 2014
Storie vere
Charite Stevens si
iscritta al liceo
cristiano New Life di
Longview, in Texas,
indicando come et
quindici anni. Si
comportava come
una teenager, ha
dichiarato Stuart
Newlin, il preside.
Era una studentessa
diligente, rispettosa,
simpatica e faceva
sempre i compiti.
Dopo un po qualcuno
ha cominciato ad
avere dei sospetti e li
ha esposti alla polizia,
che ha fatto degli
accertamenti. E ha
scoperto che in realt
la ragazza si chiama
Charity Johnson, ha
34 anni e ha falsifcato
la sua identit per
potersi iscrivere al
liceo. Ma perch?,
si chiede ora Newlin.
Nessuno ha ancora
capito perch.
Dove andr? Come far a provvedere a Matilda e alle
bambine?
Si asciugato gli occhi ed andato da Mahmoud,
che lavorava per la sua famiglia da sempre e aveva te-
nuto la mano al padre di Anto fno allultimo, quando
era morto in ospedale. Mahmoud ora aveva un piccolo
dikan, un emporio, accanto ad Abu Artin.
Anto ha chiesto a Mahmoud di mettere da parte
qualcosa da mangiare per il cane, il giorno dopo. Poi gli
ha consegnato le chiavi di Abu Artin e gli ha detto che
tornava ad Aleppo.
Dopo averlo baciato, Anto ha detto a Mahmoud:
Che Iddio ti protegga. Se Dio vorr ci rivedremo.
Non tornare, muallim, ha risposto Mahmoud.
Una settimana dopo, Mahmoud ha telefonato ad
Anto per dirgli che i vicini avevano forzato la porta del-
la pensione ed erano entrati per rubare tutto quello che
era rimasto: sanitari, toilette, specchi. Intanto, gli sfol-
lati di Jisr al Shughur si erano trasferiti nelle stanze
vuote.
Anto se l presa con i ladri, ma non con gli occupan-
ti abusivi: erano persone che avevano bisogno di un
posto in cui dormire, in fuga da una violenza che gli
aveva tolto le loro case. Dove altro potevano andare?
Sua moglie e i suoi tre bambini avevano tutti un po-
sto in cui dormire, anche se Anto non sapeva cosa sa-
rebbe successo. Ma avrebbe trovato una soluzione.
Aveva risparmiato e venduto abbastanza da sopravvi-
vere per mesi, al sicuro ad Aleppo, come tanto tempo
prima avevano gi fatto i suoi antenati.
P
rima che linverno cedesse il passo alla
primavera, nel 1915, i vicini di casa turchi
di Abkar lo avevano messo in guardia: sta-
va per succedere qualcosa. I sudditi arme-
ni dellimpero ottomano come Abkar e
la sua famiglia si sarebbero presto trova-
ti in pericolo. Abkar faceva il burattinaio e, con i suoi
spettacoli di marionette, si era conquistato lafetto sia
degli armeni sia dei turchi. Forse per questo i turchi de-
cisero di avvertirlo per tempo.
Impacchett le marionette, dissotterr il suo oro e
sgattaiol via di notte, a piedi, con la moglie e i sei fgli.
Tallonato da uno dei primi genocidi del secolo.
Di solito, linizio dello sterminio del popolo armeno
da parte dei turchi si fa risalire alla notte del 24 aprile
1915, quando il governo ottomano rastrell e imprigio-
n pi di duecento notabili della comunit armena,
molti dei quali furono sommariamente giustiziati poco
dopo.
Gli abitanti dei villaggi armeni uomini, donne,
bambini e anziani furono massacrati e bruciati, o an-
negati nel mar Nero. Furono allestiti campi di stermi-
nio, e la maggior parte degli armeni fu deportata ad
Aleppo, una citt della Siria controllata dagli ottomani,
alla fne della linea ferroviaria. Fondata nel sesto seco-
lo avanti Cristo, Aleppo era sempre stata popolata da
musulmani, cristiani, ebrei e da una piccola comunit
armena arabizzata. Da Aleppo, gli ottomani costrinse-
ro gli armeni a marciare incolonnati attraverso il deser-
to siriano: ufcialmente erano diretti verso uno dei
centri di deportazione, ma in realt partecipavano a
vere e proprie marce della morte. Senza alcun riparo
dal sole, n cibo o acqua, a volte venivano fatti cammi-
nare in circolo, fnch non crollavano. Molti morirono
nel deserto, dove ancora oggi si trovano le loro ossa se-
polte sotto la sabbia.
In una corrispondenza apparsa sul New York Times
nellagosto del 1915 si leggeva: Le strade e il fume
Eufrate sono disseminati di cadaveri di profughi, e
i sopravvissuti sono destinati a morte certa perch nel
deserto non troveranno n casa n lavoro n cibo.
un piano concepito per sterminare lintero popolo
armeno.
Allinizio Aleppo era solo una tappa del viaggio, ma
pi tardi divent anche un luogo di soccorso prima e
della memoria poi. La citt ospitava una popolazione
armena arabizzata che risiedeva in Siria almeno
dallundicesimo secolo. In realt, per, i luoghi di pel-
legrinaggio cristiano della Siria del nord erano gi da
tempo meta degli armeni, animati da uno speciale fer-
vore religioso: dopo tutto, lArmenia era uno dei pi
antichi paesi cristiani del mondo.
Dalla fne del 1915 in poi gli aiuti si concentrarono
ad Aleppo, dove il governo allest campi profughi per
gli armeni. Pi tardi, quei campi sarebbero diventati
quartieri trafcati e pieni di vita, via via che le tende
lasciavano il posto alle case di cemento e la provviso-
riet dei campi alla stanzialit. Quella che per gli arme-
ni era lArmenia occidentale divisa dallattuale Ar-
menia orientale dal maestoso monte Ararat smise di
esistere quando la sua gente e le sue tracce furono can-
cellate dal territorio che poi diventato la moderna
Turchia. La sua lingua, le sue chiese, le sue scuole e il
suo popolo, invece, furono riportati in vita, ricostruiti e
conservati ad Aleppo. Molti armeni restarono, facendo
della Siria la loro casa e diventando siriani: negli anni
novanta la comunit armena, al culmine della sua
espansione, contava circa 150mila persone. Altre par-
tirono per il Libano, lEuropa, il Sudamerica o gli Stati
Uniti, dando vita alle numerose comunit che oggi
compongono la diaspora armena. Ma prima passavano
tutti dalla Siria. E nellimmaginario collettivo armeno,
Aleppo in particolare e la Siria in generale rappresenta-
no un luogo protetto e di rinascita.
Dopo aver lasciato Urfa e la loro terra, Abkar e la sua
famiglia viaggiarono a piedi fno ad Antep, di l prose-
guirono per Kilis e infine arrivarono ad Aleppo. L
Abkar lasci in valigia le sue marionette e si mise a la-
vorare come fotografo ritrattista. Presto, pot avviare
un piccolo ristorante per servire la comunit sempre
pi numerosa di sopravvissuti al genocidio, afitti dal-
la nostalgia di casa. Ma Abkar voleva sedurre anche la
popolazione siriana locale con i sapori speziati della
cucina anatolica.
In seguito suo fglio Artin apr una locanda con an-
nesso ristorante sulle colline incontaminate sopra
Idlib, e la chiam come lepiteto usato dagli arabi siria-
ni per rivolgersi a suo padre: Abu (padre di) Artin. Ave-
va sposato una donna armena del posto che si chiama-
va Zakeya e parlava larabo invece del dialetto armeno
occidentale. La loro lingua comune era la musica: Artin
Pop
Internazionale 1053 | 30 maggio 2014 95
si era innamorato di lei il giorno che laveva vista suo-
nare una melodia struggente alloud. Zakeya era vedo-
va, e Artin crebbe i suoi tre fgli, a cui se ne aggiunsero
altri due avuti insieme, Bedrous e Antranig, che mor a
18 anni. In seguito, Bedrous chiam il proprio fglio An-
to, in ricordo di quel fratello perso.
Canto, teatro e narrazione restavano vivi nelle lo-
ro case e nei loro cuori, e l ad Aleppo, fnalmente al
sicuro, la famiglia di Abkar e i suoi discendenti prospe-
rarono.
N
el 1993, Anto and per la prima volta
in Armenia con una compagnia di
danza di armeni siriani invitata a par-
tecipare a un festival. Aveva 25 anni, e
un solo vestito indosso: quello tradi-
zionale armeno che usava come abito
di scena. Tutti i bagagli erano andati smarriti da qual-
che parte, tra Erevan e Aleppo.
LArmenia era da poco indipendente, dopo essersi
separata dallUnione Sovietica in una catarsi naziona-
lista, come avevano fatto molti paesi dopo la sua di-
sgregazione. Nelle due settimane successive, al festival
si sarebbero esibiti armeni della diaspora provenienti
da tutto il mondo, e Anto non vedeva lora di fare quello
che amava di pi e che la sua famiglia aveva nel sangue:
cantare, danzare e fare musica.
Era curioso di visitare lArmenia, anche se non era
la vera Armenia, quella da cui veniva lui.
Quella che lui e gli altri siriani consideravano la loro
patria era lArmenia occidentale, a ovest dellArarat
la cima innevata che dominava lorizzonte di Erevan
e dallaltra parte di una frontiera blindata, in Turchia.
LArmenia al di qua della frontiera, che loro chiamava-
no Armenia orientale, era tutto ci che restava del re-
gno di un tempo. Il genocidio e le espulsioni avevano
cancellato lArmenia occidentale, consegnandola alla
memoria. La sua cultura, le sue istituzioni, la sua cuci-
na e la sua lingua diversa da quella dellArmenia
orientale erano state portate in esilio da quelli che
erano fuggiti ed erano sopravvissuti al massacro. L,
erano state riportate in vita nelle loro case, nelle loro
cucine: se cera un posto in cui sopravviveva il patrimo-
nio culturale dellArmenia occidentale, quello era
Aleppo.
Eppure, lArarat, cos alto e imponente che sembra-
va quasi di poterlo toccare, restava una ferita aperta, a
perenne memoria dellaltra Armenia e di tutto quello
che era andato perso.
Quel monte aveva spaccato in due la storia, divi-
dendo i destini delle due Armenie. Cera lArmenia
occidentale, un tempo brutalizzata e devastata ma oggi
forente allinterno del mondo arabo e sul mar Medi-
terraneo, e cera lArmenia orientale, impoverita e afa-
mata in mezzo al Caucaso aspro e accidentato, nella
sfera di infuenza della Persia e della Russia, ieri co-
me oggi.
LArmenia non era stato lunico paese a dover fare i
conti con la fne dellUnione Sovietica: anche la Siria
dovette rimpiazzare lamicizia sovietica, da cui aveva
tratto grossi vantaggi, con quella americana. Nel 1991
ader alla coalizione guidata dagli Stati Uniti per inva-
dere lIraq, e fu ricompensata con il via libera alloccu-
pazione del Libano e con i negoziati di pace con Israele.
Tuttavia, dopo quasi cinquemila anni di presenza nella
Siria storica, gli ebrei erano diventati una presenza sco-
moda sia per la Siria sia per Israele. Nel 1992, dopo
cinquantanni di confitto tra i due stati, gli ultimi quat-
tromila ebrei che ancora vivevano in Siria lasciarono
il paese.
Questo esodo silenzioso, per, non era sfuggito ad
Anto e ad altri siriani, che si chiedevano se non potesse
costituire un pericoloso precedente: i siriani non erano
pi tutti uguali.
Ma la gente scacciava questi pensieri e preferiva
voltarsi dallaltra parte. Gli ebrei erano un caso a parte,
dicevano. Se essere arabi ed ebrei era diventata una
contraddizione in termini, la colpa era del nazionali-
smo ebraico e della guerra con Israele. Non cerano al-
tri casi come questo, pensavano.
Se la Siria in quel periodo sembrava uscire dalliso-
lamento e vedere fnalmente la luce, lArmenia viveva
un periodo buio. Una guerra con il vicino Azerbaigian
aveva portato a un embargo energetico. Senza elettri-
cit, le notti erano illuminate solo dalla luce delle can-
dele. Il cibo scarseggiava e toccava agli armeni della
diaspora come per esempio quelli della ricca comuni-
t siriana sostenere leconomia della madrepatria con
le rimesse. La Georgia e lIran, gli altri due paesi conf-
nanti con lArmenia, erano il suo ultimo tramite col re-
sto del mondo.
Gli organizzatori del festival avevano avvertito gli
artisti siriani e quelli stranieri di non restare fuori dopo
il crepuscolo. Anto aveva quasi limpressione di vivere
in un altro secolo, e non sembrava strano andarsene in
giro per Erevan indossando costumi di un altro tempo
e unaltra epoca.
Provava piet per quel luogo. Non cera da stupirsi
se i richiami nazionalisti a tornare in patria erano stati
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in buona parte ignorati dagli armeni siriani. Aveva fa-
miliarizzato soprattutto con gli artisti provenienti
dallArgentina, che parlavano larmeno occidentale,
come lui. Ma era afamato, perch il cibo gli sembrava
immangiabile e perfno il pane era difcile da trovare.
Eppure, alcune cose gli erano familiari: larchitettu-
ra delle chiese, i lineamenti delle facce, e soprattutto le
canzoni. Musicalmente, Anto aveva limpressione di
essere sempre vissuto in Armenia.
Nel corso della terza notte nella loro quasi patria,
dopo essersi esibiti sulle montagne alla periferia di
Erevan si ritrovarono su un autobus lanciato in discesa
lungo una strada buia e tortuosa. Era gi passata la
mezzanotte e sembrava che lautista del veicolo messo
a disposizione dal festival non vedesse lora di lasciarli
in albergo e proseguire per la sua destinazione. Alla f-
ne, accost e disse ai siriani di scendere: erano arrivati
nel posto in cui dovevano passare la notte. Avanzando
a tentoni nel buio, arrivarono alla porta e bussarono.
Lautista era gi ripartito di gran carriera.
Una donna tutta vestita di bianco venne ad aprire.
La candela che teneva in mano le illuminava il volto.
Siamo il gruppo siriano, le dissero.
Benvenuti, rispose lei. Stavamo aspettando un
gruppo dalla Siria.
Mentre seguivano la donna al buio, senza vedere
quasi nulla, Anto la sent bussare alle porte di alcune
stanze e dire: C il gruppo siriano. Alzatevi! C gente
che vuole dormire.
Sentiva rumori concitati dietro le porte, e aveva la
precisa sensazione che qualcosa non andasse. Sussurr
a uno dei suoi compagni: Siamo nel posto sbagliato.
La donna accompagn i diciotto siriani in stanze
semivuote arredate in modo estremamente scarno, e
gli ofr vodka e cognac in bicchieri sporchi. Da fuori
arrivava lululato dei cani. Anto tir le tende per vedere
se riusciva a scorgere qualcosa, ma scopr che non
cerano fnestre, solo pareti intonacate.
Rimasti soli, gli uomini rassicurarono le donne che
non cera nulla da temere. Dopodich i componenti del
gruppo si sistemarono per terra o sui pochi giacigli che
trovarono. Anto non voleva dormire, perch a casa gli
avevano detto che lArmenia era piena di ladri, ma alla
fne si addorment ugualmente.
Si svegli solo quando qualcuno lo scosse: Sveglia!
Sveglia!.
Un suo collega era arrivato di corsa da unaltra stan-
za. Il governo ci stava cercando, disse. Per fortuna
ci hanno trovato!.
Solo alla luce del giorno, una volta riemersi dalla
forzata oscurit delle stanze senza fnestre, si erano
accorti che il conducente dellautobus non li aveva la-
sciati davanti a un albergo. La donna in bianco era
uninfermiera: i siriani avevano dormito in un rifugio
per senzatetto e malati di mente.
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uando allinizio del 2012 Anto ha detto
a sua madre che lasciava la Siria e si tra-
sferiva in Armenia, lei rimasta di
stucco. Ti rapir la mafa, quando sarai
l, gli ha detto. E tu e Matilda divorzie-
rete.
Come molti altri ad Aleppo, armeni e no, era con-
vinta che quello che stava succedendo nel resto della
Siria non sarebbe mai arrivato fn l.
Anto, per, non la pensava pi cos, dopo aver dovu-
to abbandonare Abu Artin e ritirarsi ad Aleppo a vivere
con il poco che gli restava. Ora aveva deciso di vendere
anche la sua casa in citt. Nella comunit, la gente
chiacchierava: perch voleva fare un gesto cos dispe-
rato? Lui si giustifcava dicendo di avere dei debiti da
pagare, e la gente si chiedeva come avesse fatto a ridur-
si cos.
Gli abitanti di Aleppo ancora non immaginavano
quello che li aspettava, e Anto riuscito a spuntare un
prezzo per la casa che non faceva proprio pensare a un
paese in guerra. Ha preso i soldi e, giocando danticipo,
a febbraio andato a Erevan a cercarsi un futuro.
La citt era cambiata dallanno della sua prima visi-
ta, nel 1993. I soldi della diaspora erano arrivati a fumi,
e ora nelle vie del centro cerano alberghi di lusso, ufci
e negozi. Anto aveva continuato a venire spesso in Ar-
menia, doveva aveva realizzato le sue ambizioni musi-
cali registrando e producendo dischi. Cantare in arme-
no era pi facile che in arabo. Aveva deciso di aprire un
ristorante in Armenia e conoscendo bene Erevan aveva
anche trovato il locale ideale da afttare.
I soldi gli bastavano appena per quel posto mode-
sto, che un tempo aveva ospitato un altro ristorante
chiamato Nuova Antep, dal nome di una citt della
Turchia ottomana dove gli armeni avevano vissuto per
secoli, prima del genocidio. Al posto del Nuova Antep,
che si era trasferito altrove facendo un salto di qualit,
Anto voleva aprire il Nuova Urfa, dal nome della citt
del suo bisnonno, anche quella epurata degli armeni.
E avrebbe servito lo stesso cibo che aveva accompa-
gnato la sua famiglia per oltre un secolo, attraverso
tante frontiere.
Ma una volta tornato ad Aleppo, Anto ha avuto dei
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Internazionale 1053 | 30 maggio 2014 97
Il 13 maggio lUnione europea ha
presentato Multirank, una nuova
classifca mondiale delle universi-
t: circa ottocentocinquanta, so-
prattutto europee (diciassette le
italiane), ma anche latinoamerica-
ne e africane. Altre, se vorranno,
potranno aggregarsi. Per ora le
aree considerate sono fsica, inge-
gneria meccanica ed elettrica,
economia e commercio. Seguiran-
no dal 2015 informatica, psicologia
e medicina. Poi arte e letteratura e
scienze umane. La classifca ope-
ra dellObservatory on academic
ranking and excellence, un con-
sorzio europeo. Le scelte di base
furono spiegate lanno scorso, co-
me qui riferimmo, da Jan Sedlak,
presidente del consorzio, e discus-
se poi in un incontro a Varsavia.
Rispetto ad altri ranking inter-
nazionali (Arwu di Shanghai dal
2003, poi le spagnole Webome-
trics e Scimago, Quacquarelli
Symonds e, dal 2009, Thomson
Reuters) le maggiori novit sono
tre: il grande aumento del numero
di universit censite; la moltiplica-
zione dei criteri, estesi dal succes-
so accademico e scientifco dei
docenti alle capacit di formazio-
ne degli studenti e al rapporto col
territorio; la possibilit per luten-
te di personalizzare la classifca
sulla base di uno o laltro dei molti
criteri utilizzati. In piccola parte
Multirank pare avere accolto lim-
postazione delle classifche del
Washington Monthly college
ranking e del Community college
survey of student engagement
(Ccsse), che guardano soprattutto
alla reale vita di studio e formazio-
ne degli studenti. u
Scuole Tullio De Mauro
Fatti il ranking tuo
ripensamenti. Dopotutto, amava il paese in cui viveva,
e quella era la sua citt. Forse, sarebbe davvero fnito
tutto in fretta comera cominciato.
Poi ha pensato ai suoi fgli, e si deciso. A maggio ha
portato Matilda e i bambini a Erevan. Lentamente, il
Nuova Urfa ha cominciato a farsi una clientela. E Anto
sapeva che gli afari sarebbero andati ancora meglio in
estate, quando arrivavano in vacanza gli armeni siriani
e occidentali, in cerca della cucina di casa.
A giugno, gli armeni venuti da Aleppo erano certi
che la crisi siriana si sarebbe risolta prima della fne
delle loro vacanze. Poi, a luglio, cominciata la batta-
glia per Aleppo e la citt stata travolta dai combatti-
menti che alla fne lhanno ridotta in macerie. I siriani
tra cui il fratello e la sorella di Anto sono rimasti in
Armenia, in attesa che le acque si calmassero.
Con larrivo di settembre, gli abiti e le scarpe estive
non bastavano pi: la sera faceva freddo. A ottobre,
quando in Siria stava per cominciare lanno scolastico,
i bambini degli armeni siriani se ne stavano dimentica-
ti per le strade di Erevan. Cos, le famiglie si sono rivol-
te al governo chiedendo lapertura di una scuola che
seguisse il programma siriano. Poi hanno fatto fotoco-
pie dei pochi libri di testo in arabo arrivati in volo dalla
Siria e le hanno distribuite ai bambini perch potessero
studiare, in vista del rientro a casa.
Intanto lArmenia ha velocizzato le procedure per
lassegnazione dei visti e della cittadinanza agli armeni
siriani, molti dei quali fno ad allora consideravano ri-
dicola la sola idea di un passaporto armeno, di cui non
vedevano la necessit. Il governo ha oferto ai siriani
anche lassistenza sanitaria gratuita e laccesso alluni-
versit alle tarife ridotte previste per gli studenti loca-
li. Ha cancellato alcune imposte legate ai soggiorni
prolungati, e presto per le strade di Erevan hanno co-
minciato a circolare auto con targhe siriane.
Organizzazioni governative e private hanno aiutato
gli armeni siriani a trovare lavoro e a trasferire le loro
attivit in Armenia. Dopotutto, la comunit di Aleppo
era benestante e operosa, e lArmenia aveva bisogno di
persone e investimenti per dare impulso a unecono-
mia ancora in larga misura dipendente dalle rimesse
degli emigrati. Molti vedevano nella crisi siriana una
soluzione ai problemi dellArmenia.
C anche stato chi, in Armenia, ha fatto leva sulla
paura delle violenze in Siria e sulla memoria del geno-
cidio per promuovere obiettivi nazionalisti, in primo
luogo il ritorno o rimpatrio di tutti gli armeni: pensa-
re che si risolver tutto, sostenevano, un errore che
gi costato fn troppe vite allepoca del genocidio.
Nel frattempo, Anto ha installato un grande televi-
sore a schermo piatto nel suo ristorante, sintonizzando
la parabola sui canali siriani. E nel settembre del 2012,
un anno dopo il primo avvertimento ricevuto dai vicini
di Idlib, ha visto bruciare i suq storici di Aleppo.
Non posso piangere ora, ha detto. Non ho tem-
po. Devo sfamare la mia famiglia. Devo sopravvivere in
questo nuovo paese. Se la mia situazione migliorer e
potr rilassarmi, allora pianger.
A dicembre, alla vigilia di Natale, sua madre mor-
ta da sola nella sua casa di Aleppo. Aveva scelto di re-
stare, anche se i cecchini e la violenza la costringevano
a restare a casa, come tanti altri suoi concittadini.
Passava il tempo davanti alla tv, ignorando i tele-
giornali e guardando le sue adorate telenovele turche,
in una lingua che ancora conosceva meglio dellarabo.
Sono passati quasi tre anni dallarrivo di Anto a Ere-
van, e quasi due dalla distruzione di Aleppo. Ma oggi
Anto non sa pi come misurare il tempo. Le ricorren-
ze sono da celebrare a Urfa, a Idlib, ad Aleppo o a
Erevan?
Il passato mi manca, dice. Ma intanto va avanti.
Ogni giorno prepara altre foglie di vite, manti, kibbeh e
kebab al Nuova Urfa, e si chiede insieme ai suoi clien-
ti se anche questa volta la stabilit non sia unillu-
sione. u dic
D
opo aver trascorso un anno a Roma
torno per un mese in America. L,
subito, sento la mancanza dellita-
liano. Non poterlo parlare e sentire
ogni giorno mi angoscia. Quando
vado nei ristoranti, nei negozi,
in spiaggia, minfastidisco: come mai la gente non
parla italiano? Non voglio interagire con nessuno. Pro-
vo un sentimento di nostalgia struggente. Sono scon-
fortata.
Tutto ci che ho assorbito a Roma sembra assente.
Torniamo alla metafora materna. Penso alle prime oc-
casioni in cui ho dovuto lasciare i miei fgli a casa, ap-
pena dopo la nascita. Provavo, allepoca, unansia tre-
menda. Mi sentivo in colpa, anche se questi brevi mo-
menti di separazione erano normali, importanti sia
per me sia per loro. stato importante stabilire che i
nostri corpi, fno allora vincolati, erano indipendenti.
Eppure, ora come allora, sono acutamente consapevo-
le di un distacco fsico, doloroso. Come se una parte di
me non ci fosse pi.
Mi rendo conto della lontananza. Di un silenzio op-
primente, insopportabile.
Ogni giorno la mancanza dellitaliano mi colpisce
sempre di pi. Temo di aver gi dimenticato tutto ci
che ho imparato. Temo di subire un annientamento.
Immagino un vortice divorante, tutte le parole che
spariscono nelloscurit. Faccio sul taccuino una lista
di verbi in italiano che indicano latto di andarsene:
scomparire, svanire, sbiadire, sfumare, fnire. Evaporare,
svaporare, svampire. Perdersi, dileguarsi, dissolversi. So
che alcuni sono sinonimi di morire.
Soffro, finch non mi chiama, un pomeriggio a
Cape Cod, una giornalista da Milano, per intervistar-
mi. Non vedo lora che squilli il telefono, ma mentre
parlo con lei mi preoccupo che il mio italiano suoni gi
imbranato, che la mia lingua sia gi fuori allenamento.
Una lingua straniera un muscolo gracile, schizzino-
so. Senza uso, sindebolisce. Il mio italiano, in Ameri-
ca, mi suona stonato, trapiantato. Il modo di parlare, i
suoni, i ritmi, le cadenze, sembrano sradicati, disam-
bientati. Le parole sembrano senza rilevanza, senza
nessuna presenza signifcativa. Sembrano naufraghe,
nomadi.
In America, quando ero giovane, i miei genitori mi
sembravano sempre in lutto per qualcosa. Ora capi-
sco: doveva essere la lingua. Quarantanni fa non era
facile, per i miei, sentire le loro famiglie per telefono.
Aspettavano la posta. Non vedevano lora che arrivas-
se una lettera da Calcutta, scritta in bengalese. La leg-
gevano cento volte, la conservavano. Queste lettere
rievocavano la loro lingua e rendevano presente una
vita scomparsa. Quando la lingua con cui ci si identif-
ca lontana, si fa di tutto per tenerla viva. Perch la
lingua riporta tutto: il luogo, la gente, la vita, le strade,
la luce, il cielo, i fori, i rumori. Quando si vive senza la
propria lingua ci si sente senza peso e, allo stesso tem-
po, schiacciati. Si respira un altro tipo daria, a una di-
versa altitudine. Si sempre consapevoli della dife-
renza.
In America, dopo aver vissuto solo un anno in Ita-
lia, mi sento un po cos. Eppure qualcosa non mi qua-
dra. Non sono italiana, non sono neanche bilingue.
Litaliano rimane per me una lingua imparata da adul-
ta, coltivata, covata.
Un giorno a Cape Cod mi trovo a una vendita di li-
bri di seconda mano, allaperto, in una specie di piaz-
zetta. Ci sono, sullerba, tanti tavoli pieghevoli colmi
di libri di ogni tipo. Costano pochissimo. Di solito amo
frugare per unoretta e comprare un sacco di cose.
Questa volta, per, non voglio comprare niente, per-
ch tutti i libri sono in inglese. Sentendomi disperata,
ne cerco uno in italiano. C perfno qualche scatola
dedicata ai libri stranieri. Vedo un dizionario tedesco
malconcio, dei romanzi francesi sbrindellati, ma non
trovo nulla in italiano. Mi attrae solo una guida turisti-
ca dellItalia scritta in inglese, lunica cosa che com-
pro, solo perch mi fa pensare al rientro a Roma a fne
agosto. Tutti gli altri libri, perfno una copia di uno dei
miei romanzi, mi lasciano indiferente. Come se fos-
sero scritti in una lingua straniera.
Ora avverto una doppia crisi. Da un lato mi rendo
conto delloceano, in ogni senso, tra me e litaliano.
Dallaltro, del distacco tra me e linglese. Me ne ero gi
accorta in Italia, traducendo me stessa. Ma penso che
un allontanamento sentimentale sia sempre pi spic-
cato, pi lancinante quando, nonostante la prossimit,
c una voragine.
Perch non mi sento pi a casa in inglese? Come
mai non mi rincuora la lingua in cui ho imparato a leg-
gere, a scrivere? Cosa successo, e cosa signifca? Lo
straniamento, il disincanto che provo mi confonde, mi
turba. Pi che mai mi sento una scrittrice senza una
lingua defnitiva, senza origine, senza defnizione. Se
sia un vantaggio o uno svantaggio, non saprei.
A met del mese vado a trovare la mia insegnante
veneziana, a Brooklyn. Questa volta non facciamo
nessuna lezione, solo una lunga chiacchierata. Parlia-
mo di Roma, della sua famiglia e della mia. Le porto
una scatola di biscottini, le faccio vedere delle foto
della mia nuova vita. Lei mi regala alcuni dei suoi libri,
in edizione tascabile, dalle sue librerie: i racconti di
Calvino, di Pavese, di Silvio dArzo. Le poesie di Unga-
retti. lultima volta che far questo viaggio. La mia
Il secondo esilio
Jhumpa Lahiri
JHUMPA LAHIRI
una scrittrice
statunitense di
origine bengalese.
Vive a Roma. Il suo
ultimo libro
pubblicato in Italia
La moglie (Guanda
2013). Questo
racconto il
sedicesimo di una
serie che Jhumpa
Lahiri scrive
in italiano per
Internazionale.
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insegnante sta per trasferirsi, sta per lasciare Brook-
lyn. Ha gi venduto la casa in cui ha vissuto per parec-
chi anni, la casa dove facevamo le nostre lezioni. Sta
per imballare tutto per il trasloco. Dora in poi quando
torner in America, a Brooklyn, non la vedr pi.
Torno a casa mia con un piccolo mucchio di libri
italiani, grazie ai quali, nonostante la malinconia che
mi pervade, riesco a tranquillizzarmi. In questo perio-
do di silenzio, di isolamento linguistico, solo un libro
pu rassicurarmi. I libri sono i mezzi migliori privati,
discreti, afdabili per scavalcare la realt.
Leggo in italiano ogni giorno, ma non scrivo. In
America divento passiva. Anche se ho portato i dizio-
nari, i quaderni e i taccuini, non riesco a scrivere nean-
che una parola in italiano. Non descrivo nulla nel dia-
rio, non me la sento. Per quanto riguarda la scrittura,
rimango inattiva. Come se mi ritrovassi in una sala
dattesa creativa, non faccio altro che aspettare.
Finalmente, a fne agosto, allaeroporto, allimbar-
co, sono circondata di nuovo dallitaliano. Vedo tutti
gli italiani che stanno per tornare al loro paese dopo le
vacanze a New York. Sento le loro chiacchiere. Allini-
zio provo sollievo, gioia. Subito dopo mi accorgo di
non essere come loro. Sono diversa, cos come ero di-
versa dai miei genitori quando andavamo in vacanza
dagli Stati Uniti a Calcutta. Non torno a Roma per rag-
giungere la mia lingua. Torno per continuare a corteg-
giarne unaltra.
Chi non appartiene a nessun posto specifco non
pu tornare, in realt, da nessuna parte. I concetti di
esilio e di ritorno implicano un punto di origine, una
patria. Senza una patria e senza una vera lingua ma-
dre, io vago per il mondo, anche dalla mia scrivania.
Alla fne mi accorgo che non stato un vero esilio,
tuttaltro. Sono esiliata perfno dalla defnizione di
esilio. u (16. Continua)
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Scienza
102 Internazionale 1053 | 30 maggio 2014
W
ould you kill the fat man?
(Uccideresti il grassone?)
il titolo di un recente li-
bro che afronta una serie
di dilemmi etici cari a flosof e psicologi. Il
dilemma, in termini canonici, questo: da
un ponte pedonale vedi un carrello ferro-
viario lanciato a gran velocit contro cinque
persone ignare. Per salvarle basterebbe
spingere di sotto un uomo molto grasso
(inutile che salti tu per fermare il carrello,
solo lui abbastanza pesante per riuscirci).
Lo faresti?
Allidea di causare la morte di qualcuno
quasi tutti restano sgomenti. Ma basta una
variazione minima e le reazioni cambiano.
Se bisogna abbassare la leva dello scambio
ferroviario per deviare il carrello su un altro
binario e far morire una sola persona, si
pi disposti a intervenire. Anche se il calco-
lo utilitaristico lo stesso, la distanza fsica
ed emotiva dallomicidio fa preferire la
scelta di abbassare la leva rispetto a quella
di spingere materialmente luomo.
Da uno studio pubblicato il mese scorso
sulla rivista PlosOne emerge, per, che la
lingua in cui viene posto il dilemma pu al-
terare la risposta. In particolare, se il quesi-
to del carrello viene formulato in una lingua
straniera aumenta la propensione a sacrif-
care luomo per il bene degli altri. Albert
Costa e i suoi colleghi dellUniversitat Pom-
peu Fabra di Barcellona hanno intervistato
317 persone che parlavano due lingue, in
genere inglese pi unaltra tra spagnolo, co-
reano e francese. Per ogni gruppo, met dei
componenti ha risposto nella lingua madre,
mentre laltra met nella seconda lingua. Se
tra i primi solo il 20 per cento ha detto che
avrebbe spinto luomo, tra i secondi la per-
centuale salita al 33 per cento.
I linguisti si sono chiesti se ogni lingua
codifchi i princpi etici a modo suo, il che
potrebbe spiegare il risultato, ma lefetto si
ripresentato con ogni combinazione lin-
guistica esaminata, per cui la cultura dori-
gine non sembra fornire una spiegazione.
Da altri studi emerso che in estremo
oriente le persone sono meno propense a
compiere un calcolo utilitaristico e nessun
coreano ha risposto che avrebbe spinto
luomo sul ponte quando la domanda sta-
ta posta nella sua lingua. Il 7,5 per cento,
per, ha detto di s quando la domanda era
posta in inglese. Forse la spiegazione va ri-
cercata nel grado di conoscenza della lin-
gua straniera. I volontari dellesperimento
non erano bilingui, conoscevano bene la
seconda lingua, ma non alla perfezione.
Due sistemi cognitivi
Secondo molti psicologi tra cui Daniel Kah-
neman, Nobel per leconomia per il suo la-
voro su come si prendono le decisioni, la
mente usa due sistemi cognitivi distinti,
uno per le decisioni rapide e intuitive, laltro
per le scelte pi lente e ragionate. I due si-
stemi possono entrare in confitto, come
nel caso del dilemma del carrello: normal-
mente le persone provano unavversione
morale a uccidere (sistema intuitivo), ma
sono capaci di ammettere che, in termini
numerici, una morte preferibile a cinque
(sistema razionale). Questultimo studio
concorda con altri secondo cui parlare una
lingua straniera attiva il secondo sistema, a
patto che non la si parli come un madrelin-
gua. Lipotesi dellquipe di Costa la se-
guente: chi parla perfettamente una lingua
formula le frasi con naturalezza, chi usa una
lingua meno conosciuta fa uno sforzo mag-
giore e ragiona con pi attenzione. Questo
tipo di ragionamento crea una distanza psi-
cologica ed emotiva proprio come avviene
quando si sostituisce la spinta con la leva.
Al di l del preciso meccanismo mentale
dietro a questi risultati, le conseguenze po-
trebbero essere enormi. Lo psicologo Boaz
Keysar, uno degli autori dello studio, ritiene
necessario approfondirne limpatto sulle
decisioni mediche e legali. Con la globaliz-
zazione, inoltre, il bilinguismo in aumen-
to. Quelli che parlano linglese senza essere
madrelingua (500 milioni secondo una sti-
ma) hanno superato i madrelingua (340
milioni). Per le comunicazioni interne le
multinazionali usano linglese anche se non
la lingua madre della maggior parte dei
dipendenti. Le riunioni delle organizzazio-
ni come le Nazioni Unite e lUnione euro-
pea spesso si svolgono in lingue che non
sono quelle preferite da gran parte dei par-
tecipanti. Forse ci si pu consolare al pen-
siero che sono riunioni pi distaccate e ra-
zionali di quelle tra monolingui, ammesso
di non essere quello che sta per fnire meta-
foricamente sotto un treno. u sdf
Traduzioni senza cuore
giusto uccidere una persona
per salvarne cinque? Un nuovo
studio dimostra che quando i
dilemmi etici sono posti in
una lingua straniera si pi
distaccati e pragmatici
The Economist, Regno Unito
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IN BREVE
Astronomia Il Mars recon-
naissance orbiter della Nasa ha
fotografato un nuovo cratere su
Marte, grande quanto un cam-
po da calcio. stato creato nel
marzo 2012 probabilmente da
un meteorite simile a quello
che ha colpito eljabinsk, in
Russia, nel 2013. I crateri pi
piccoli accanto a quello centra-
le potrebbero essere stati for-
mati da frammenti di meteorite
o dal materiale uscito dal crate-
re centrale. u stato confer-
mato che le stelle del tipo di
Wolf-Rayet si evolvono in su-
pernove. Secondo Nature, la di-
retta osservazione di una su-
pernova a circa 15 ore
dallesplosione indica che la
stella originaria era del tipo di
Wolf-Rayet. Lesplosione sta-
ta preceduta da un forte vento
stellare, caratteristico delle
Wolf-Rayet. Unevoluzione di
questo tipo era stata prevista
dalla teoria, ma fnora non era
stata mai osservata.
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SALUTE
La proteina
antimalarica

Da un gruppo di bambini natu-
ralmente resistenti alla malaria
potrebbe arrivare una nuova ar-
ma per combattere questa ma-
lattia. Si chiama PfSEA-1 ed
una proteina che stimola la pro-
duzione di anticorpi che, a loro
volta, bloccano allinterno dei
globuli rossi i parassiti della ma-
laria impedendogli di moltipli-
carsi e di infettare gli organi. La
PfSEA-1 stata scoperta analiz-
zando il sangue di un migliaio di
bambini della Tanzania dove la
malaria endemica. Il 6 per
cento di loro era risultato immu-
ne alla malattia, spiega Scien-
ce. Inoculando la PfSEA-1 nei
topi si visto che riduce la mol-
tiplicazione dei parassiti e rad-
doppia la probabilit di soprav-
vivenza. Leventuale efcacia
della PfSEA-1 come vaccino do-
vr essere testata nella scimmia
e poi negli esseri umani.
TECNOLOGIA
La ricerca
in rete

Il motore di ricerca Google
scholar trova l88 per cento dei
documenti scientifci in inglese
presenti in rete, scrive Plos-
One. Gli informatici Lee Giles e
Madian Khabsa, delluniversit
della Pennsylvania, hanno ana-
lizzato la copertura di Google
scholar e del concorrente Micro-
soft academic search. In rete ci
sono 114 milioni di documenti
(studi, libri e rapporti) in ingle-
se. Pi del 24 per cento dispo-
nibile gratuitamente.
Salute
Gli abitanti della placenta
La placenta umana non afatto un
ambiente sterile, come si credeva
fnora. Al contrario, contiene una
piccola comunit di batteri,
abbastanza simile a quella che si
trova in bocca. I microrganismi
svolgono probabilmente una
funzione importante nello sviluppo
del feto, perch potrebbero aiutare a
metabolizzare i micronutrienti, per esempio le vitamine
come la biotina e lacido folico. possibile che i batteri
vengano dal fusso sanguigno, che li trasporterebbe dalla
bocca della madre. La fora batterica della placenta
sarebbe una nicchia microbiologica a s, distinta dalla
fora intestinale o vaginale, o dalla comunit
microbatterica che vive sulla pelle o su altre parti del
corpo. Lesistenza di questa comunit potrebbe costituire
un ponte tra la salute della madre e quella del fglio. Lo
studio ha mostrato che in caso di parto prematuro, cio
prima della 37 settimana di gravidanza, la fora della
placenta un po diversa: si ipotizza che i batteri
responsabili di infezioni a denti e gengive possano
passare nella placenta e aumentare il rischio di parto
pretermine. Per scongiurare questi rischi per la salute del
feto, le madri dovrebbero prestare molta cura alligiene
orale fn dallinizio della gravidanza. u
Science Translational Medicine, Stati Uniti
Gli uccelli che non volano
Luccello elefante del Madagascar, ora estinto (nella foto, un suo uovo
e lo scheletro di un kiwi), risultato essere pi vicino al kiwi della Nuo-
va Zelanda che agli struzzi africani. Il loro antenato comune vissu-
to dopo la separazione tra Madagascar e Nuova Zelanda, e poteva
probabilmente volare tra i due territori. Solo successivamente em,
kiwi e struzzi avrebbero perso la capacit di volare, scrive Science. u
Evoluzione
NEUROSCIENZE
I neuroni
delle carezze

Sono state individuate le fbre
nervose che rispondono alle ca-
rezze, scrive la rivista Neuron.
Il senso del tatto corrisponde a
pi modalit, una delle quali,
quella del tocco gentile, capa-
ce di provocare emozioni.
Lquipe di ricerca di Francis
McGlone, della Liverpool John
Moores university, nel Regno
Unito, ha trovato alcune fbre
nervose che innervano tratti di
pelle con peli e che rispondono
a movimenti lenti. Queste fbre
mancano invece nella pelle
glabra. F
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La ricerca sul web. Numero di
documenti, in milioni
Totale*
Google scholar*
Thomson Reuters
web of science
Microsoft
academic search
PubMed
*Stime
0 40 80 120
104 Internazionale 1053 | 30 maggio 2014
Il diario della Terra
Australia
Isole
Salomone
6,5 M
Stati Uniti
5,1 M
Messico
5,6 M
Stati Uniti
4,6 M
-71,7C
Polo Sud,
Antartide
Stati Uniti
4,2 M
Messico
Messico Cina
5,1 M
Pakistan
6,8 M
Stati Uniti
Nuova
Zelanda
4,4 M
Figi
Tonga
6,6 M
Taiwan
5,4 M
Stati Uniti
4,4 M
Stati Uniti
4,4 M
45,6C
Hafr Al Batin,
Arabia Saudita
Australia
Isole
Salomone
India
6,0 M
Turchia
6,4 M
Nuova
Caledonia
6,7 M
Romania
4,7 M
El Salvador
Nicaragua
5,1 M
Canada
Serbia
Bosnia Erzegovina
Croazia
Tunisia
Belgio
Messico
4,1 M
Albania
5,2 M
Iran
5,1 M
Figi
6,6 M
Burkina
Faso
Tanzania
Germania
4,1 M
Sugli scaffali dei supermerca-
ti si sono moltiplicati i prodot-
ti confezionati in cartoni per
alimenti: dal succo di frutta al
vino, dalla minestra pronta
alla salsa di pomodoro. Non si
pu quindi fare a meno di
chiedersi se pi ecologico il
cartone o il tradizionale ba-
rattolo di latta. La risposta di-
pende da vari fattori. Essen-
do rettangolari, i cartoni sono
imballati e trasportati in mo-
do pi efficiente, anche per-
ch sono pi leggeri delle lat-
tine, spiega Grist. Tetra Pak,
la principale azienda del set-
tore, riferisce inoltre che i
suoi cartoni per bevande rap-
presentano solo il 4 per cento
del peso contro il 96 del pro-
dotto contenuto, mentre una
lattina dacciaio rappresenta
il 13 per cento del peso contro
l87 per cento del contenuto.
Riguardo ai materiali usa-
ti, i cartoni sono formati al 70
per cento da carta, che rici-
clabile, e la cui origine si pu
certificare. Un difetto dei car-
toni per bevande deriva per
dal metodo di smaltimento,
non semplice, perch sono ri-
ciclabili solo con macchinari
particolari, poco diffusi. Inve-
ce, il riciclo delle lattine
molto pi semplice. Se smal-
titi correttamente, i cartoni
tendono a essere pi ecologi-
ci anche dei contenitori di
vetro.
La scelta migliore limita-
re luso delle conserve, ridur-
re gli imballaggi e preferire le
grandi confezioni famiglia,
evitando le monodosi, che
hanno un packaging pi in-
gombrante rispetto al conte-
nuto. Ancora meglio, si po-
trebbe scegliere di comprare
prodotti sfusi.
Cartoni
alimentari
Ethical living
Alluvioni Il bilancio delle
alluvioni che hanno colpito i
Balcani salito a 59 vittime: 33
in Serbia, 24 in Bosnia Erzego-
vina e due in Croazia. In Bo-
snia le squadre di sminatori
stanno cercando di mettere in
sicurezza le mine rimaste sul
terreno dai tempi della guerra
(1992-1995).
Terremoti Un sisma di ma-
gnitudo 6,4 sulla scala
Richter, registrato nel mar
Egeo, ha causato il ferimento
di 266 persone in Turchia. Al-
tre scosse sono state registrate
in Albania, in Germania, nel
sud dellIran, nellest dellIn-
dia e nel sud del Messico.

Tempeste Una violenta
tempesta ha colpito la regione
di Kairouan, nel centro della
Tunisia, causando la morte di
cinque persone.
Siccit Pi di quattro milio-
ni di persone sono a rischio a
causa della siccit che ha col-
pito il Burkina Faso. Lha reso
noto il ministero dellagricol-
tura burkinab.
Vulcani Il risveglio del
vulcano Chaparrastique, nel
Salvador, ha costretto circa
mille persone a lasciare le loro
case.
Elefanti Il bracconaggio in
Tanzania ormai fuori
controllo e potrebbe causare
lestinzione degli elefanti
entro sette anni. Lallarme
stato lanciato dalla Societ
per la protezione degli
elefanti della Tanzania (Teps).
Circa 30 pachidermi sono
uccisi nel paese ogni giorno.
Salamandre Decine di sa-
lamandre sono state ritrovate
morte nelle ultime settimane
in Belgio. Secondo gli esperti,
la strage degli anfbi sarebbe
causata da un fungo che di-
strugge la loro pelle e li uccide
nel giro di quindici giorni.
Pesci Labitudine dei pescatori
del Nordamerica di uscire nelle
notti di plenilunio per pescare il
muskie, un grosso pesce simile
al luccio europeo, giustifcata.
Il muskie infatti tende a uscire
di pi per nutrirsi nelle notti di
luna piena, scrive PlosOne.
Lefetto pi pronunciato per
gli esemplari di taglia superio-
re, per le latitudini maggiori e a
met dellestate. Non chiaro il
motivo di questo comporta-
mento.
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Topcic Polje, Bosnia
Isola di Ellesmere, Canada
Ghiaccio I ghiacci artici conservano mille miliardi di microsco-
pici pezzi di plastica provenienti dai rifuti fniti in mare e tra-
sportati dalle correnti. Lanalisi dei campioni di ghiaccio preleva-
ti nel 2005 e nel 2010, scrive Earths Future, ha rilevato particelle
di rayon, poliestere, nylon, polipropilene, acrilico e polietilene.
Con lo scioglimento dei ghiacciai i frammenti di plastica saran-
no rilasciati in mare, rischiando di contaminare gli ecosistemi.
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Internazionale 1053 | 30 maggio 2014 105
u Tra ottobre e aprile le piogge
stagionali gonfano i fumi afri-
cani Zambesi e Chobe, che
inondano le vaste piane alluvio-
nali. Questanno non ha fatto
eccezione. Il 13 maggio 2014,
sorvolando la regione dello
Zambesi in Namibia, il satellite
Aqua ha fotografato le alluvioni
(in basso).
Nella foto in alto (dai colori
artifciali, ottenuta con radiazio-
ne infrarossa e luce visibile) lac-
qua appare nera, la vegetazione
verde acceso e il terreno spo-
glio marrone. La foto in basso
mostra la stessa zona il 13 mag-
gio 2014. A causa dellalluvione
alcuni villaggi sono stati som-
mersi, diverse aree evacuate e
molte scuole chiuse. Nel com-
plesso, per, nel 2014 sembrano
esserci stati meno danni degli
anni precedenti.
In questa regione remota i
satelliti possono essere molto
utili per osservare landamento
delle inondazioni. Da non molto
lAgenzia spaziale europea ha
lanciato un satellite con un ra-
dar che le autorit della Nami-
bia hanno usato per tenere sotto
controllo le alluvioni di
questanno. Il Dartmouth food
observatory, invece, calcola
lampiezza delle alluvioni lungo
lo Zambesi e il Chobe basandosi
sui dati ricavati dai satelliti della
Nasa.Adam Voiland
Queste foto sono state scat-
tate dal satellite Aqua della
Nasa, usato per studiare le
precipitazioni, levapora-
zione e il ciclo dellacqua.
Il pianeta visto dallo spazio
Le alluvioni dello Zambesi
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Namibia
Zimbabwe
Fiume Zambesi
Fiume Zambesi
Fiume Chobe
Fiume Chobe
Botswana
Zambia
21 febbraio 2014
13 maggio 2014
Nord
25 km
106 Internazionale 1053 | 30 maggio 2014
Tecnologia
N
ei primi tempi di internet si par-
lava molto di come la rete
avrebbe arricchito le nostre co-
noscenze e promosso la forma-
zione di nuove comunit. I suoi sostenitori
erano convinti che la rete avrebbe permes-
so di organizzarsi e comunicare senza subi-
re il controllo delle istituzioni e senza i
pregiudizi dei mezzi dinformazione. Un
aspetto, per, non mai stato risolto: i com-
menti in fondo agli articoli e ai post.
vero che i commenti permettono ai
lettori di contribuire a una conversazione
collettiva, ma anche evidente che posso-
no trasformarsi in posti dove persone stra-
ne si incontrano e diventano ancora pi
strane. Su internet la maleducazione cos
difusa che ha generato una particolare ti-
pologia di abusi. Il faming (infammare)
consiste in una guerra verbale furiosa e de-
cisamente personale che si insinua in una
discussione online. Il griefng (afiggere)
consiste nel tormentare costantemente
qualcuno, in genere attraverso aggressioni
su un forum. Un troll qualcuno che distur-
ba intenzionalmente le comunit online, di
solito nascondendosi dietro uno pseudoni-
mo. Questo tipo di attivit, detta trolling,
cos difusa che sullo Urban Dictionary si
trovano decine di definizioni per questo
termine, tra cui la pi concisa fare lo
stronzo su internet perch si pu fare.
Solo in rare eccezioni questi commenti
ofensivi hanno portato a un processo. Di
solito i siti dinformazione hanno dei mo-
deratori che rimuovono i post ofensivi e
impediscono di commentare certi articoli.
Prendete per esempio Alphaville, il blog f-
nanziario del Financial Times, che ha circa
30mila visite al giorno. Secondo il curatore
del blog, Paul Murphy, meglio moderare i
commenti piuttosto che impedire i com-
menti anonimi. Ogni tanto ricordiamo
agli utenti di non essere aggressivi e di ri-
manere in tema, dice Murphy. Se non
rispettano le regole li blocchiamo per un
giorno, per una settimana oppure per sem-
pre. I lettori capiscono cosa accettabile e
spesso si scusano se hanno esagerato. A
quanto pare la moderazione funziona. Su
Alphaville ci sono circa quattromila com-
menti alla settimana e di questi solo un
paio vengono cancellati. Inoltre si blocca-
no in media solo uno o due lettori al mese.
Daltra parte, la supervisione delle conver-
sazioni online pu essere unattivit caoti-
ca e frustrante che porta via tempo. Perf-
no una squadra dedicata di moderatori
farebbe fatica a competere con le orde di
troll che assalgono un sito. Per questo, do-
po aver permesso per anni che lanonimato
regnasse sovrano su internet, i siti dinfor-
mazione stanno cambiando strategia.
Opinioni forti e nomi veri
Lanno scorso la rivista statunitense Popu-
lar Science ha deciso di eliminare i com-
menti. Secondo i redattori, i commenti
(soprattutto se anonimi) sono un rischio
per lintegrit scientifca e generano un
clima aggressivo. Quartz, il sito dinforma-
zione di propriet dellAtlantic Media, al
posto dei commenti ha preferito inserire
delle note moderate accanto agli articoli.
Non ha i commenti neanche Vox, un sito
specializzato in notizie tecnologiche lan-
ciato ad aprile dallex blogger del Wa-
shington Post Ezra Klein. E questo mese
anche il National Journal, la rivista politica
dellAtlantic Media, ha eliminato i com-
menti. Per ogni rifessione intelligente
c sempre una valanga di attacchi perso-
nali. In questo modo il dibattito non si ar-
ricchisce, si svilisce, ha osservato il diret-
tore Tim Grieve.
Eppure molti giornali non vogliono ri-
nunciare ai commenti, perch quando una
conversazione decolla pu diventare mol-
to interessante. Lobiettivo eliminare gli
attaccabrighe e dare spazio a chi disposto
a fornire non solo opinioni forti ma anche
Non c pi spazio
per i troll
Lanonimato su internet stato
sempre accettato, soprattutto
nello spazio dei commenti. Ma
una sentenza della Corte
europea dei diritti delluomo
potrebbe cambiare le cose
John Sunyer, Financial Times, Regno Unito
il suo nome vero. A settembre lHufngton
Post ha annunciato che da quel momento
in poi per commentare sarebbe stato neces-
sario collegare il proprio profilo a un ac-
count Facebook verifcato con un numero
di telefono e che ogni commento sarebbe
stato associato al nome vero dellutente.
Credo che la libert despressione deb-
ba essere data a chi si assume la responsa-
bilit di quel che dice e non si nasconde
dietro lanonimato, ha detto la direttrice
Arianna Hufngton. Anche Google sta cer-
cando un modo per migliorare i commenti
di YouTube, non moderati e spesso violen-
ti, collegando ogni autore al suo proflo su
Google+. Ma costringere gli utenti a com-
mentare usando un social network non sol-
lever i siti dinformazione dalla responsa-
bilit legale per i commenti ofensivi. Inol-
tre, aprire un account finto su un social
network non difcile: in molti casi basta
unemail. Molte persone creano unidentit
digitale associata a uno pseudonimo. In
rete ho creato diversi alias, non per distur-
bare le conversazioni degli altri, ma per vi-
vere unesperienza pi creativa, mi spiega
al telefono Susie K., 32 anni, che dice di es-
sere una maniaca dei commenti attiva su
molti siti dinformazione. questo uno dei
grandi interrogativi per il futuro della rete:
questa straordinaria libert potr rimanere
nelle mani degli utenti o sar regolamenta-
ta? A giudicare da una recente decisione
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Internazionale 1053 | 30 maggio 2014 107
della Corte europea dei diritti delluomo,
forse andremo sempre pi in questultima
direzione.
Dal suo imponente palazzo in vetro e
acciaio nella periferia di Strasburgo, la Cor-
te europea dei diritti delluomo ha emesso
pi di diecimila verdetti nei sessantanni
della sua esistenza. Solo nellultimo decen-
nio il tribunale ha imposto allAustria di
permettere ai partner dello stesso sesso di
adottare i fgli luno dellaltro, ha migliorato
le condizioni di vita nei penitenziari russi e
ha decretato che la Francia doveva attribu-
ire ai fgli nati fuori dal matrimonio gli stes-
si diritti di successione degli altri.
Tra le cause in corso al momento ce n
una apparentemente insignifcante, ma che
potrebbe avere ripercussioni importanti su
internet. Il caso Delf contro lEstonia un
processo che decider fno a che punto i siti
devono avere il controllo dei commenti che
ospitano e capire in anticipo se un articolo
attirer discussioni difamanti.
Tutto cominciato con una denuncia
del principale azionista di una compagnia
di traghetti (nelle carte chiamato solo L)
contro Delf, un importante sito dinforma-
zione dellEstonia. Ha a che fare con un ar-
ticolo del gennaio 2006 sulle conseguenze
della decisione dellazienda di trasporti di
modifcare le sue rotte: i nuovi percorsi dei
traghetti avrebbero danneggiato alcune
strade di ghiaccio, che rappresentano il
modo pi economico per arrivare dallEsto-
nia orientale alle isole pi remote del paese.
La notizia non fnita in prima pagina nem-
meno in Estonia. Ma quel che successo
dopo preoccupante per qualunque sito
incoraggi i suoi utenti a commentare gli ar-
ticoli, soprattutto per quelli che permetto-
no i commenti anonimi. Due giorni dopo la
pubblicazione, larticolo di Delf aveva 185
commenti, molti dei quali anonimi. Alcuni
erano illuminanti, altri divertenti e altri
venti sono stati descritti da L come volgari
e difamanti. Delf ha riconosciuto il tono
difamatorio di quei commenti (si riferiva-
no alla compagnia di traghetti con espres-
sioni come fottute teste di cazzo) e li ha
rimossi non appena ha ricevuto da L lelen-
co dei post ofensivi. Come molti altri siti,
Delf usava un sistema di moderazione che
elimina i commenti su segnalazione.
Il meccanismo era semplice e subito do-
po la segnalazione i commenti erano stati
rimossi. Ma la segnalazione era arrivata so-
lo sei settimane dopo la pubblicazione
dellarticolo e in tutto quel periodo i com-
menti erano rimasti visibili.
Un esercito di moderatori
Nellaprile del 2006 la compagnia di tra-
ghetti ha fatto causa a Delf e due anni dopo
un tribunale estone ha dichiarato il sito col-
pevole e gli ha ordinato di risarcire lazien-
da con una somma di cinquemila corone
estoni (320 euro). Lappello di Delf stato
respinto dalla corte suprema dellEstonia
nel giugno del 2009. Dopo una serie este-
nuante di ricorsi nei tribunali del paese,
Delfi arrivato fino a Strasburgo, dove
nellottobre del 2013 la Corte europea ha
emesso il suo verdetto: Vista la natura
dellarticolo, Delf avrebbe dovuto immagi-
nare che ci sarebbero stati dei commenti
ofensivi e avrebbe dovuto procedere con
particolare cautela, per evitare di essere
condannata per danni alla reputazione di
un individuo.
Secondo la Corte europea, dunque, i siti
dinformazione dovrebbero prevedere qua-
li articoli potrebbero attirare commenti
difamanti e prepararsi a rimuoverli imme-
diatamente, addirittura prima che il conte-
nuto sia segnalato. Questo potrebbe impli-
care che i siti web dovranno esaminare
tutti i commenti prima di pubblicarli.
A gennaio, in reazione ai possibili efetti
di questo verdetto, un gruppo di testate
giornalistiche, aziende online, organizza-
zioni per la difesa dei diritti umani e istitu-
zioni accademiche ha spedito una lettera
aperta al presidente della Corte europea,
per avvertirlo che quella decisione avrebbe
potuto avere gravi ripercussioni sulla de-
mocrazia nellera digitale. Tra i sessanta-
nove frmatari cerano Google, la Guardian
News and Media, il Daily Beast, Pen Inter-
national e lAssociazione mondiale della
carta stampata. Gli editori temono che la
condanna di Delf in appello possa costitu-
ire il caso esemplare che, se preso a model-
lo, potrebbe assestare un duro colpo alla li-
bert despressione in rete e aprire un vaso
di Pandora di privati cittadini e aziende che
chiedono agli editori un risarcimento per le
frasi pubblicate da anonimi sui loro siti.
Questo impedir di fatto alle testate onli-
ne di accettare commenti i cui autori non
siano stati identifcati, dice Joe McNamee,
presidente di European digital rights.
Se lattuale sistema di segnalazione e
rimozione automatica dei commenti non
sar pi accettato, i siti saranno costretti ad
arruolare un piccolo esercito di moderatori
che dovranno scoprire chi si nasconde die-
tro le false identit. Si tratter di una mis-
sione complicatissima, potenzialmente
impossibile.
una brutta notizia anche per chi vuo-
le commentare questioni sensibili come
violenze domestiche, identit di genere,
persecuzione religiosa eccetera, dice Ai-
dan Eardley, un avvocato specializzato in
tutela dei dati personali e diritti umani.
Sarah Laitner del Financial Times os-
serva: importante eliminare tutti gli
ostacoli che impediscono al lettore di par-
tecipare. Alcuni si sentono pi liberi di
commentare se possono usare uno pseudo-
nimo. Daltra parte, la decisione non de-
finitiva. Il 17 febbraio la grande camera
della Corte europea ha accettato di riesa-
minare il caso. Il 9 luglio una nuova com-
missione prender in esame la questione e
solo allora Delf sapr se la sua condanna
defnitiva. Qualunque sar lesito di questa
vicenda, il compito da afrontare colossa-
le: lanonimato online cos radicato nella
nostra cultura che potrebbe essere troppo
tardi per cambiare le regole. u fp
Questa straordinaria
libert rimarr nelle
mani degli utenti o
sar regolamentata?
108 Internazionale 1053 | 30 maggio 2014
Economia e lavoro
I
l 3 maggio, allultimo incontro annua-
le di Warren Bufett con i suoi azioni-
sti, gli investitori hanno discusso in
modo ossessivo quello che limpren-
ditore statunitense ha detto sul mercato
azionario e sui piani per la sua successione.
Ma una questione interessante stata igno-
rata: la Berkshire Hathaway, la societ din-
vestimenti di Bufett, ha ridimensionato il
volume degli afari collegati al settore del-
le riassicurazioni a causa delle valutazioni
della dirigenza sulladeguatezza dei pre-
mi. In parole povere, Bufett ritiene che
non valga pi la pena dinvestire nelle assi-
curazioni contro le catastrof naturali.
Gli investitori e i governatori delle ban-
che centrali dovrebbero tenerne conto. A
un osservatore superfciale potrebbe sem-
brare che la decisione di Bufett sia dovuta
al fatto che le catastrof naturali stanno di-
ventando sempre pi imprevedibili. Di re-
cente, infatti, il governo statunitense ha
pubblicato un rapporto che attribuisce lau-
mento delle temperature, gli incendi incon-
trollabili e le piogge torrenziali al cambia-
mento climatico. Ma in realt la questione
delle riassicurazioni rivela qualcosa anche
sulle distorsioni fnanziarie prodotte dalle
politiche monetarie di questi ultimi anni.
Questo settore diventato meno interes-
sante per Bufett, perch stato inondato
da troppi soldi. Lalleggerimento quantita-
tivo (la politica messa in atto dalle banche
centrali per creare moneta attraverso
lacquisto di titoli di stato e di altre obbliga-
zioni) ha incoraggiato gli investitori a soste-
nere le aziende e i governi, ma li sta anche
spingendo a farsi carico dei rischi ambien-
tali, fnanziando le assicurazioni sulle per-
dite causate dai fenomeni naturali.
Un esempio lampante il mercato da
venti miliardi di dollari dei catastrophe bond
(cat bond), le obbligazioni collegate alle ca-
tastrof naturali. Grazie a questi strumenti,
lanciati quasi ventanni fa, gli investitori
scommettono sulla possibilit che le azien-
de assicurative debbano risarcire imprese
colpite da catastrof naturali. In genere que-
sti titoli hanno una durata triennale e, se nel
periodo di riferimento non si verifcano ca-
tastrof, gli investitori ricevono un cospicuo
interesse, altrimenti sono loro a pagare.
Quando queste rischiose obbligazioni sono
comparse sul mercato, solo pochi operatori
esperti nella valutazione del rischio di cata-
strofe naturale si azzardavano a comprarle.
Negli ultimi due o tre anni, per, si gonfa-
to rapidamente, toccando il picco di 4,75
miliardi di dollari nei primi quattro mesi del
2014. Al settore sinteressano anche gli in-
vestitori ordinari: nel 2013 quattro quinti dei
cat bond sono stati comprati da fondi pen-
sione e da altri grandi gestori istituzionali.
Immuni al crollo
I cat bond sono interessanti perch ofrono
rendite migliori di quelle garantite dalle ob-
bligazioni pi rischiose. Inoltre, sono consi-
derati immuni al crollo di altre attivit f-
nanziarie: una caratteristica molto apprez-
zata dopo la crisi del 2008. Tuttavia, con
londata di nuovi investitori successo
linevitabile: i tassi dinteresse sono precipi-
tati. Negli ultimi mesi il rendimento medio
dei cat bond di circa il 5 per cento, la met
dei livelli di due anni fa. Per certi versi una
buona notizia: lanno scorso il calo dei ren-
dimenti ha fatto ridurre del 15 per cento il
prezzo delle polizze assicurative.
Ma come sempre quello che conta sono
il rischio e la ricompensa. Molti degli inve-
stitori che si stanno tufando nel mercato
dei cat bond non hanno mai visto questi
strumenti causare perdite consistenti: se
infatti luragano Sandy ha provocato gravi
danni due anni fa, negli ultimi tempi la Flo-
rida e la California non sono state colpite da
catastrof rilevanti. A quanto pare gli inve-
stitori non si preoccupano molto della netta
riduzione dei rendimenti. Ma gli assicura-
tori esperti come Bufett considerano que-
sto atteggiamento un segno di autocompia-
cimento: secondo loro gli utili sono troppo
bassi per giustifcare la decisione di coprire
rischi come le catastrof naturali.
Da questi elementi si potrebbe dedurre
che il saggio di Omaha e i suoi colleghi han-
no un atteggiamento troppo prudente, ma
pi probabile che i fondi pensione possano
essere gravemente colpiti dalla prossima
catastrofe naturale. In ogni caso questa si-
tuazione dovrebbe ricordarci che i guada-
gni facili possono avere efetti imprevisti.
Ed meglio tenerlo presente, soprattutto
ora che nelle regioni statunitensi bagnate
dallAtlantico sta per cominciare la stagione
degli uragani. u fp
I rischi climatici
incombono sulla fnanza
Sempre pi investitori sono
interessati alle assicurazioni
contro le catastrof naturali. Ma
laumento di eventi legati al
riscaldamento globale potrebbe
metterli in difcolt
Gillian Tett, Financial Times, Regno Unito
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San Marcos, Stati Uniti, 16 maggio 2014. Un incendio in California
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Lettonia
Il numero Tito Boeri
39
Il 39 per cento degli investi-
menti diretti allestero provie-
ne dai paesi emergenti. Quin-
dici anni fa la quota era dell11
per cento. Una crescita impe-
tuosa trainata dallAsia che nel
2013 ha contribuito con il 7 per
cento. Stati Uniti e Giappone
sono ormai tallonati da Cina e
India. I due colossi asiatici
hanno spesso strategie diver-
genti, come dimostrano i dati
dellEmerging multinationals
events and networks database.
Lanalisi di questi dati, fatta
su lavoce.info da Alessia Ami-
ghini, Claudio Cozza e Rober-
ta Rabellotti, evidenzia alcune
fondamentali diferenze di
metodo tra i due paesi: mentre
per i cinesi la principale moda-
lit di investimento sempre
stata lattivit di green-
feld (lapertura di nuovi stabi-
limenti), tra gli indiani preva-
leva fno a poco tempo fa la
tendenza a comprare imprese
gi esistenti. Cina e India de-
stinano allEuropa una quota
simile dei loro investimenti
(rispettivamente il 33 e il 31 per
cento), ma mentre la Cina
punta soprattutto sulla Ger-
mania, lIndia si rivolge preva-
lentemente al Regno Unito.
Sono diferenti anche i settori
di specializzazione: i cinesi
prediligono lelettronica, la co-
municazione e le auto; gli in-
diani si concentrano su soft-
ware, servizi alle imprese e
farmaceutica. In entrambi i
casi, per, si tratta in maggio-
ranza di investimenti isolati.
Solo una minoranza rientra
per ora in una strategia mista
di acquisizioni e greenfeld. In
una situazione di grave crisi,
lapporto di capitali stranieri
pu essere decisivo per la ri-
presa. Osservare le strategie
degli investitori il modo mi-
gliore di creare il terreno adat-
to ad accoglierli. u
Shopping a Riga
La capitale lettone Riga una
straordinaria oasi del commercio al
dettaglio. Molte cose di cui in
Germania ancora si fantastica, qui
sono state gi realizzate, scrive
Brand Eins. Linnovazione stata
cos veloce, continua il mensile,
forse perch in Lettonia la crisi
arrivata prima e ha colpito molto
duramente: nel 2009 il pil crollato del 18 per cento, la
disoccupazione salita alle stelle, gli stipendi si sono
dimezzati, il commercio si contratto del 30 per cento.
Nei negozi i clienti erano diventati una merce rara, cos i
commercianti hanno deciso di dedicargli la massima
attenzione. Un altro aspetto interessante luso di
internet. Dopo la crisi, molti commercianti hanno dovuto
lasciare il centro a causa degli aftti troppo alti e sono
andati in periferia. Alcuni, per, hanno trovato una
soluzione: hanno afttato piccoli negozi dove non ci sono
molte merci, ma si pu ordinare tutto online: Il cliente
pu ritirare il prodotto in quello stesso negozio oppure
pu farselo spedire. A Riga la consegna avviene nello
stesso giorno dellacquisto entro le 15. u
Brand Eins, Germania
ECONOMIA
I numeri
di Piketty

Le capital au XXI sicle, il saggio
delleconomista francese Tho-
mas Piketty (nella foto) sulla di-
suguaglianza nel capitalismo,
contiene alcuni dati sbagliati e
alcune lacune soprattutto nella
parte che riguarda il Regno Uni-
to che ne indeboliscono le con-
clusioni. laccusa lanciata da
Chris Giles, un giornalista del
Financial Times. Secondo il
quotidiano britannico, i dati di
Piketty non bastano a sostenere
che nel sistema capitalistico i
pi ricchi accumulano ancora
pi ricchezza, aggravando la di-
sparit rispetto a chi ha di meno.
Piketty ha risposto dichiarando
di non avere alcun dubbio che i
miei dati possano essere miglio-
rati e ha accusato il Financial
Times di essere disonesto nel
suggerire che tutto questo possa
cambiare le conclusioni del sag-
gio. Anche perch diversi studi
recenti sono arrivati alle mie
stesse conclusioni usando fonti
diferenti. Nel dibattito inter-
venuto anche Paul Krugman.
Ora Piketty deve rispondere ai
rilievi, e vedremo come lo far,
ha scritto il premio Nobel per
leconomia. Il problema che
Giles andato troppo oltre. La
sua revisione lo ha portato alla
conclusione che la disparit di
ricchezza non mai cambiata.
Questo, in realt, dimostra che
lui nella direzione sbagliata. Pi-
ketty non pu sottrarsi al dovere
di rispondere. Ma chi pensa di
poter confutare lidea che le di-
sparit stanno crescendo va in-
contro a una forte delusione.
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IRAQ
Esportazioni
contestate

Il 22 maggio il governo regionale
del Kurdistan ha cominciato a
esportare carichi di greggio in
Europa attraverso la Turchia. La
decisione ha scatenato le prote-
ste del governo centrale irache-
no, che ha luso esclusivo degli
oleodotti turchi. Questa nuova
crisi potrebbe inasprire le rela-
zioni tra Ankara e Baghdad, gi
tese a causa delle ostilit tra scii-
ti e sunniti in tutta la regione,
scrive Ips. I contrasti con la Tur-
chia, inoltre, rischiano di rafor-
zare il sentimento separatista
dei curdi sul territorio turco e di
spingere lIraq a cercare strade
alternative per lesportazione
del petrolio.
IN BREVE
Guinea Dopo anni di rinvii, Rio
Tinto, Chinalco e lInternational
fnance corporation hanno an-
nunciato un investimento da
venti miliardi dollari nel proget-
to Simandou, il pi grande giaci-
mento di ferro dellAfrica.
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Strisce
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FANTASTICO, LA TERRA ESPLOSA E NOI
ANDIAMO DA SOLI ALLA DERIVA NELLO SPAZIO.
DAI, ACCENDI LA TV. CHISS SE STANNO
TRASMETTENDO QUALCOSA.
NO, ASPETTA, HO TROVATO UN SEGNALE!
SIGNORE E SIGNORI, BUONASERA.
VI PARLA IL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI.
POCHI MINUTI FA IL NOSTRO PIANETA STATO
DISTRUTTO CON TUTTE LE SUE FORME DI VITA
COME PENSAVO:
NON C NIENTE.
CE NE
HA MESSO A
CAPIRLO.
STA UN PO
ZITTO.
Loroscopo
Rob Brezsny
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Unquipe di scienziati li ha presi
ed riuscita a riprodurre la pianta.
Metaforicamente parlando, la lo-
ro impresa somiglia a un progetto
che riuscirai a realizzare nei pros-
simi 12 mesi, Vergine. Non so
esattamente che forma assumer.
Sar una rianimazione? Una re-
surrezione? Il risveglio di un so-
gno sopito? Il disgelo di un bene
congelato o il ritrovamento di una
risorsa perduta?
BILANCIA
Il fsico tedesco Arnold
Sommerfeld fu nominato
per il Nobel ben 81 volte. Ma non lo
vinse mai. La stessa sorte tocc
allattore Richard Burton, che rice-
vette sette nomination ma non si
port mai a casa un Oscar. Se nella
tua vita c qualcosa che somiglia a
questo, Bilancia, i prossimi 12 mesi
saranno il periodo pi favorevole
per rompere lincantesimo. E nelle
prossime settimane avrai unanti-
cipazione di quello che succeder.
SCORPIONE
Avrei dovuto baciarti pi a
lungo. Mi auguro che fra
tre settimane questo pensiero non
continui a tormentarti. Spero che
non sarai neanche ossessionato da
altri mantra come avrei dovuto
trattarti meglio o avrei dovuto
ascoltarti con pi attenzione. Ti
prego, non lasciare che succeda,
Scorpione. Ti scongiuro di operare
in te stesso i cambiamenti neces-
sari per essere pronto a dare alle
persone importanti della tua vita
tutta lattenzione che meritano. Se
lo farai, in futuro non avrai nessun
rimpianto.
SAGITTARIO
Cos il desiderio? E il de-
siderio struggente?. Sono
le domande che si pone Louise
Gluck nella sua poesia Prism. Sul
serio non lo sa? tornata in qual-
che modo a essere innocente, libe-
ra da tutti i ricordi di quello che il
desiderio ha signifcato per lei in
passato? proprio quello che do-
vresti fare tu, Sagittario. Pensi di
poterci riuscire? Sapresti entrare
nella mente di un principiante e
sentire il tuo desiderio come qual-
cosa di nuovo, appena nato, fresco
e primordiale comera nel momen-
to in cui ti sei innamorato per la
prima volta? Se ci riuscirai, ti rega-
lerai una grande benedizione.
CAPRICORNO
Ti farebbe davvero bene
scontrarti con un critico
compassionevole, con qualcuno
che freni dolcemente e amorevol-
mente i tuoi eccessi, curi la tua
ignoranza e corregga i tuoi errori.
Perch non vai in cerca di una gui-
da cos energica? Idealmente, que-
sta persona dovrebbe anche spin-
gerti a sfruttare meglio i tuoi punti
forti e a prenderti pi cura del tuo
corpo. Questo feedback terapeuti-
co arriver comunque. Il punto :
sarai tu a sceglierlo o aspetterai
passivamente che sia il fato a deci-
dere per te? Io sono favorevole alla
prima opzione.
ACQUARIO
Sarebbe un ottimo mo-
mento per inventare cin-
que nuovi modi per divertirti.
Non sto insinuando che ci sia
qualcosa di sbagliato in quelli che
hai gi. solo che nelle prossime
settimane la vita cospirer per
aiutarti a far cadere alcune delle
tue inibizioni, a spassartela pi
del solito e a provare pi piacere.
Il modo migliore per collaborare
con questa cospirazione sarebbe
esplorare le frontiere dellintratte-
nimento e dello svago. Qual la
cosa pi eccitante che hai sempre
voluto provare ma non hai mai
fatto? Quale avventura riaccende-
rebbe la tua spontaneit?
PESCI
Questo il momento ideale
per modifcare il tuo rap-
porto con il passato. Sei pronto per
una seduta intensiva di lavoro psi-
cospirituale? Per cominciare, me-
dita su questa domanda: A quali
ossessioni fossilizzate, antichi in-
sulti, sogni impossibili e fantasmi
parassiti sono pronto a rinuncia-
re?. E poi passa a questaltra: Co-
sa posso fare per essere sicuro che
dora in poi reagir ai miei incontri
con il passato con uno spirito dac-
cettazione rilassato e divertito?. E
la terza: Cosa ne far di tutta
lenergia che avr liberato lascian-
do andare i pesi morti ai quali ero
aggrappato?.
GEMELLI
Credo che prossimamente sognerai di stare nudo su un
palcoscenico davanti a un grande pubblico. Forse non
sarai completamente nudo, magari indosserai un paio
di calzini a righe verdi e rosa e una corona doro. E, peggio anco-
ra, scommetto che ti dimenticherai cosa dovevi dire alla folla in
attesa. Muoverai le labbra ma non ne uscir nessuna parola. La
buona notizia che, grazie al mio avvertimento, puoi fare tutto il
necessario per evitare che mentre sei sveglio succeda qualcosa di
simile a questo sogno. Cos, quando sarai chiamato a dare prova
di te, sarai preparato e farai una bellissima impressione.
COMPITI PER TUTTI
Ti sfdo a fare un complimento a una
persona alla quale non ne hai mai fatti.
ARIETE
Quando ero giovane, di-
ceva lo scrittore francese Al-
bert Camus, mi aspettavo dalle
persone pi di quello che potevano
darmi, amicizia eterna, emozioni
permanenti. Pi di una volta era
rimasto deluso. Adesso ho impa-
rato ad aspettarmi meno di quello
che possono darmi, concludeva.
Le loro emozioni, la loro amici-
zia, i loro gesti nobili continuano
ad avere un valore miracoloso ai
miei occhi, sono il frutto della gra-
zia. Mi piacerebbe che seguissi il
suo esempio nei prossimi mesi,
Ariete. Se lo farai, i presagi astrali
lasciano intendere che proverai la
stessa gioia di Camus.
TORO
Alcuni terremoti avvengono
al rallentatore. Si verifcano
a 30 o 40 chilometri di profondit,
dove le placche tettoniche sono pi
calde e meno dure. Diversamente
da quelli che provocano scosse im-
provvise e devastanti, questi terre-
moti possono andare avanti per
giorni senza far volare per terra i
piatti dagli scafali. Ho il sospetto
che nei prossimi mesi il tuo destino
somiglier a questo fenomeno, To-
ro. Le tue fondamenta fremeran-
no, ma lo faranno lentamente e
dolcemente. Alla fne, lenergia li-
berata sar enorme e il riallinea-
mento delle strutture profonde sa-
r di portata epica. Ma tutto questo
non provocher nessuno scompi-
glio e nessun danno.
CANCRO
Quando entro in uno stato
meditativo e cerco di intuire
qualcosa sul tuo futuro, vedo lim-
magine di un arboscello sano e for-
te nato da un albero caduto che sta
marcendo nel bosco. Vedo funghi
che spuntano in abbondanza da un
mucchietto di sterco in un pascolo.
Cosa signifcano queste mie visio-
ni? Suppongo che metaforicamen-
te tu stia attraversando una fase di
decomposizione. Ti stai liberando
di tutto ci che morto e ti stai pu-
rifcando. Nel frattempo, stai an-
che preparando uno straordinario
fertilizzante. Ancora non pronta
ma, quando lo sar, comincer una
fase di improvvisa crescita.
LEONE
Caro diario, negli ultimi
dodici mesi quasi tutto quel-
lo che poteva cambiare cambia-
to. Non sto esagerando. Veder di-
strutta una delle mie certezze sa-
rebbe stato accettabile, sono abi-
tuato al graduale sgretolarsi delle
mie fondamenta. Ma questultima
fase, in cui tutte le mie belle illu-
sioni di stabilit sono crollate, ha
battuto ogni record. E allora per-
ch sono ancora forte e solido?
Perch non sono rannicchiato in
un angolo a parlottare con i ragni?
Ho forse trovato una nuova fonte
di energia a cui non ho potuto ac-
cedere fnch non sono cadute tut-
te le mie difese? Penso che sposer
questa teoria.
VERGINE
Circa 32mila anni fa alcuni
scoiattoli della Siberia set-
tentrionale seppellirono i frutti di
una pianta in profondit nelle loro
tane, sotto il livello del perma-
frost. Poi ci fu uninondazione.
Lacqua gel e sigill per sempre
quei frutti in uno strato di ghiac-
cio. Sono rimasti l fno al 2007,
quando qualcuno li ha trovati.
114 Internazionale 1053 | 30 maggio 2014
Lultima
Quasi tutte le guerre cominciano dalle braci della precedente.
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Le regole Red carpet
1 Se ti vesti di rosso ti confonderai con il tappeto. 2 Non dimenticare di dire: gi un
grandissimo onore essere qui stasera. 3 Ostenta intimit con le star che incontri: salutale con
baci e gridolini anche se non le conosci. 4 Presentarti sul red carpet con tuo fglio equivale ad
ammettere che non fai sesso da mesi. 5 Non sei famoso? La tua unica chance fare irruzione in
una foto di Nicole Kidman. regole@internazionale.it
Finalmente mi sento europeo!.
Belgio, re Filippo afda un mandato esplorativo a Bart De Wever:
Allora Matilde, lo invito, gli dico che non indispensabile e
passo al successivo. Non cos in fretta, Filippo.
Obama: Arrivederci, buona fortuna e se mai vi servisse
una man0.

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