" non abbiate paura. So che cercate Ges il crocifisso: non qui! Risorto! " Sono le parole che annunciano alla Chiesa e a tutto il mondo la Pasqua: Ges, il Cristo, risorto, il Signore della vita e della morte; in Lui possiamo credere e realizzare una vita nuova, segnata dallamore, dalla pace, dal bene. Ma ancora una volta mi viene spontaneo dire... tutto questo si realizza "per chi crede". S, perch per chi crede Risurrezione camminare con sicurezza, senza ansia, verso la vita, anche in situazioni che ti rendono pauroso, perch Ges con te e ti indica la strada della fiducia nel Padre. Risurrezione andare con fiducia verso le persone, cercare laltro dimenticando te stesso, amarlo cos com, chiunque esso sia, anche se avrai la sensazione di perderti... perch il Risorto ama tutti, comprende tutti. Risurrezione entrare nella gioia e nella pace del Signore che ti accoglie, ti perdona, ti d forza. fidarti di Lui che ha vinto la morte e il dolore. E con Lui puoi uscire vincitore dalle tue situazioni di paura e di morte. Cos, se tu hai provato con Ges la Risurrezione, allora sei un. uomo nuovo, un cristiano di nome e di fatto. Se hai creduto che, attraverso Ges, il Padre ti perdona e ti tratta come un figlio, allora sei un uomo nuovo, che deve lodare Dio per il suo amore e la sua misericordia. Se la luce del Risorto entrata nella tua vita, allora, come uomo nuovo, non puoi tenere per te stesso le ricchezze che Dio ti ha donato. Sentirai il bisogno di donarle agli altri, di riconciliarti con chi ha fatto del male e soprattutto con chi ti ha fatto del male... BUONA PASQUA! Mi rendo conto di aver detto tante cose che possono sembrare grandi, troppo grandi per noi. Mi accorgo per che, vicino a noi, viveva un uomo che ha creduto e vissuto queste cose. Forse, rileggendo questo augurio di Pasqua, spontaneamente ti ritrovi a pensare a Padre Giuseppe, alla sua vita, alla sua missione, al suo martirio e a dire, ancora una volta: "Grazie, Padre Giuseppe, perch con te il Signore ci ha offerto una nuova pagina di Vangelo vivo! per la benedizione delle case pace a questa casa La Benedizione delle case si rinnova ogni anno nelle nostre famiglie., come momento di preghiera e di incontro. Chiedere la benedizione domandare a Dio un dono; rendere viva una presenza in cui abbiamo fiducia; creare un rapporto pi vivo con Lui, sorgente di ogni bene. Attraverso la benedizione, ringraziamo Dio per la sua bont e la sua Provvidenza; riconosciamo che la nostra casa, la nostra famiglia, il nostro lavoro sono un dono che vogliamo condividere per promuovere la vita e la solidariet. Il sacerdote prega con noi e per noi. Egli si presenta a noi nel none di Dio e vive con noi un momento di comunione, di incontro e di fraternit con la nostra famiglia, perch il Signore sia sempre presente nella nostra casa. lo stesso Signore che il Vangelo ci presenta molte volte in casa di amici, per condividerne le pi diverse situazioni di vita, per rinnovare lamicizia. Come ogni anno, il giorno e lora della Benedizione saranno comunicati con un avviso, direttamente alle famiglie interessate. Don Antonio alleluja! Cristo risorto dai morti, alzatevi anche voi! Cristo che dormiva si svegliato, svegliatevi anche voi! Cristo esce dalla tomba, liberatevi dalle catene del peccato! In Cristo siete diventati creature nuove, rinnovatevi! la Pasqua del Signore, il tempo della risurrezione e linizio della Vita vera Ieri appeso alla croce con Cristo, oggi sono glorificato con Lui. Morto ieri con Lui, oggi con Lui ritorno alla vita. Sepolto ieri con Lui, con Lui oggi risuscito. Cristo, risorto dai morti, rinnova anche me in spirito e mi fa rivestire lUomo Nuovo. San Gregario di Nazianzo (Vescovo e padre della Chiesa, 329 390) unesperienza io e la croce. Croce. Voglio parlarne con Te, Signore. Per noi, Signore, croce vuoi dire dolore, limmagine della tua sofferenza, il simbolo di ogni difficolt che incontriamo. Voglio parlarne con Te, attraverso lultima esperienza che mi hai portato a vivere insieme alla mia famiglia. Ho ascoltato un invito di aiuto e il mio pensiero corso subito alle mie croci: forse non sono sufficienti? Se non in pochi momenti di sconforto, non mi sono mai lamentato... e Tu mi rispondi : - non ti ho creato cos povero da non avere nulla da donare agli altri. Signore, stata una decisione sofferta e meditata in famiglia; poi lui venuto ed ormai figlio nostro. Ha portato nella nostra vita e nei nostri cuori tutte le sue sofferenze, le sue difficolt... ma noi siamo sicuri che Tu gli hai donato cuori che gli vogliono veramente bene. Tu sapevi del suo grande bisogno damore... Ora ti chiedo: la croce che Tu hai portato, la croce che Tu hai voluto subire per la nostra salvezza, solo sofferenza e dolore senza senso? La tua risposta semplice e vera: - no!. La croce non solo dolore, la croce speranza; attraverso la croce si vive una vita* pi intensa, pi vera, una vita pi vita. Signore, forse la mia, la nostra vita, senza la tua volont manifestata sarebbe meno gravosa? che senso avrebbe? Non ti avremmo vicino come accompagnatore, come guida verso un cammino di speranza. P. Giuseppe, sei sempre con noi! REP. 873/30 KAMPALA, 27/3/87. ATTN. FAM. AMBROSOLI, CARI FAMIGLIARI DI P. GIUSEPPE, OGGI ALLE 14.00 (12,00 ORE ITALIANE) MORTO IL CARO PADRE GIUSEPPE. HA AVUTO UN BLOCCO RENALE, ANCHE UN TENTATIVO DI PORTARLO CON ELICOTTERO, PURTROPPO STATO INUTILE, PERCH IL P. GIUSEPPE MORTO MENTRE ARRIVAVA LELICOTTERO, HA CHIESTO DI ESSERE SEPOLTO A LIRA E IL VESCOVO E CONFRATELLI CHIEDONO CHE SIA RISPETTATA LA SUA VOLONT. HA DATO LA SUA VITA PER LUGANDA. IL SUO SACRIFICIO AIUTER A RIPORTARE LA PACE. VI SIAMO TUTTI UNITI NEL DOLORE E PREGHIAMO. P. VITTORINO CONA. SUPERIORE PROVINCIALE. ...vivo per sempre g.g. " Perch piangete? Perch cercate tra i morti colui che vivo? Padre Giuseppe non pi qui, ora con Cristo!" La comunit di Ronago, quindi, annunci con grande gioia: il nostro Padre Giuseppe vive con Cristo! Esternare lutto e dolore per la sua improvvisa morte non cristiano! Chi ha vissuto una vita come la sua, la morte non pu che segnare un traguardo vittorioso: al vincente onori e grandi feste perch festa grande per lui, nei Cieli! Questa morte la sua Pasqua! Il lutto corredo e prerogativa del cristiano "part-time", legato pi alla creatura che al Creatore. Padre Giuseppe morto? Viva Padre Giuseppe! Ronago ha ora un fratello in pi eternamente vivo nel Regno! .. la sua disponibilit g.t. Tra gli innumerevoli carismi di P. Giuseppe, mi sembra in particolare di dover mettere in evidenza la sua disponibilit verso gli altri e la sua proverbiale povert evangelica. Chi gli chiedeva un favore, di qualsiasi tipo esso fosse, non solo veniva prontamente esaudito, ma Egli lo faceva in modo tale che sembrava fosse lui a riceverlo e non chi lo chiedeva. Chi lo conosceva bene sa che la sua povert era totale, infatti tutto ci che chiedeva lo chiedeva per gli altri e niente per se stesso. Si potrebbero dire di lui mille altre cose, ma egli non ne sarebbe contento e poi altri lo hanno gi fatto e sono sicuro lo faranno ancora di pi in futuro. Personalmente mi ritengo onorato di aver potuto (sia pur durante i brevi periodi della sua permanenza in Italia) lavorare con lui e per lui. inutile tentare di descriverlo. Era buono, umile, disponibile? S, vero, era tutto questo, ma anche qualcosa di pi, era un santo. S, un santo del XX secolo. Tutto qua. Io gli volevo bene... (luca) ...la sua bont e.f. Io ricordo Padre Giuseppe sempre umile e semplice come lo stato finora. Ricordo la sua mamma, donna saggia, molto timorata, che lo seguiva con tanto amore, lo fissava con il suo sguardo bonario come per dire: "oh! se avessi un figlio sacerdote!" Lo vedo ancora con la bicicletta che si spostava qua e l. Poich militava tra le file dellAzione Cattolica, era sempre pronto al servizio dei fratelli. Devo il mio grazie a lui quando pi volte, gi dottore e missionario, durante un rientro dallUganda per un periodo di riposo, cur il mio bambino ammalato di bronco polmonite. Tanto era umile e semplice, anche il solo grazie era per lui un sovrappi. Se anche non fosse proclamato agli oneri degli altari, noi sappiamo che in paese abbiamo un Santo Martire dUganda. La sua semplicit e.b. Devo dire che ero molto preoccupata quando mi chiesero di dare una mano in casa, perch doveva arrivare Padre Giuseppe dallUganda per curarsi, poich era molto malato. Pensavo di non essere all'altezza di accudire ad un personaggio cos speciale, come lo giudicavo io per averlo visto in altre occasioni. Ma tutto si appian in pochi giorni. Non gi perch io ero alla sua altezza, ma era lui cos alla mano da farmi sentire a mio agio: tutto andava sempre bene, anche il cibo che doveva sapere di poco, senza sale per via della sua insufficienza renale, anzi diceva che era buonissimo. Mi diceva sempre "basta, basta": facevo sempre troppo, per lui. Quante volte al giorno mi diceva "grazie" per ogni cosa gli facessi. Carissimo Padre Giuseppe, io devo ringraziare lei per avermi dato lopportunit e l grazia di viverle accanto, per aver potuto apprezzare la sua infinit bont, cosi semplice eppure cos grande. Vogliamo pregare insieme, lei in Paradiso ed io quaggi su questa povera terra. Grazie infinite I La sua scienza m.r. P. Giuseppe non stato soltanto lo straordinario e coraggioso testimone della fede cristiana, ma il missionario che ha operato con slancio e abnegazione incommensurabili in difficilissime situazioni socio -ambientali. Egli stato soprattutto il simbolo concreto e vivente del rapporto fecondo tra scienza e fede, lesempio pi autentico che la cultura e la scienza non possono essere valori se non vengono messi a costante servizio delluomo inteso nella sua globalit. Questo ci ha insegnato il suo quotidiano eroismo fatto di umilt caritatevole, questo il testamento spirituale che ci ha consegnato. la nostra preghiera g. a. Signore, nei nostri frequenti smarrimenti poich i nostri progetti inutili non si sono concretizzati come abbiamo desiderato, facci pensare a Lui che non si mai perso danimo, anche quando davanti a s ha visto la distruzione di decenni di lavoro. Signore, nei nostri continui "distinguo" per rimarcare "questo mi aspetta, questo non di mia competenza", "tu non mi hai dato quindi non ti do", "quella volta non mi hai salutato quindi ora non ti saluto", riempi la nostra mente della sua umilt, del suo voler sempre servire. Signore, quando controlliamo il nostro conto in banca per vedere come sta il "saldo", oppure quando andiamo a fare le nostre spese pi o meno importanti, guida il nostro cuore verso di lui che tutto ha dato per donarlo ai pi bisognosi; forse riusciremo ad essere capaci di un gesto di vera e consistente generosit. Signore, quando facciamo scorrere lo sguardo tra le pietanze di una nostra tavola imbandita alla ricerca di qualcosa che soddisfi il nostro palato ormai assuefatto, poni davanti ai nostri occhi lo sguardo di migliaia di affamati che Lui ha cercato di sostenere in tanti anni dAfrica. Signore, quando il buio pi profondo riempie la nostra povera fede, quando i dubbi pi insormontabili ci assalgono e non siamo pi in grado di trovare modelli da guardare o esempi da seguire, donaci Padre Giuseppe, la sua santit, la sua fede incrollabile in Te, il dono della sua vita. Grazie la sua preghiera a.b. Lo ricordo giovane studente, quando tornava dalluniversit alle 13 o 14 del pomeriggio; andava in chiesa, accendeva le candele e don Carlo Porlezza gli dava Ges Eucaristia ( allora si doveva essere digiuni dalla mezzanotte). Sempre, prima di inginocchiarsi, estraeva un fazzoletto che metteva sotto le ginocchia (altra finezza per non essere di peso alle persone di servizio). Un episodio che mi ha fatto molto riflettere avvenne qualche anno fa, quando era tornato per essere operato per unernia al disco. Una sera stavo in chiesa, dopo il lavoro, seduta nellultimo banco perch m sentivo stanca. Dallaltra parte entra una persona, capisco che si inginocchia; dopo circa un quarto dora, non sentendo il pi piccolo rumore, guardo e vedo P. Giuseppe inginocchiato in profondo raccoglimento. Sapevo che era tornato dallospedale lo stesso pomeriggio e che aveva il tronco dritto perch ingessato. Fu come una folgorazione... ho sentito dentro tutta la mia pochezza. davanti al suo grande amore per Ges, che lo spingeva a tanto sacrificio. Davvero il suo modo di pregare trascinava e coinvolgeva pi di ogni predica. Anno Mariano 1987 -1988 la parola del Papa Lenciclica "Redemptoris Mater" (la sesta di papa Giovanni Paolo II) stata scritta come premessa allAnno Mariano che si svolger dal 7 giugno 1987 al 15 agosto 1988. certo unoccasione per tutti i cristiani di riflettere sul ruolo di Maria nel mistero di Cristo e sulla sua presenza attiva ed esemplare nella vita della Chiesa. Lampio discorso del Papa si articola in tre momenti (che sono le tre parti dellenciclica): Maria nel mistero di Cristo; la Madre di Dio al centro della Chiesa in cammino; mediazione materna. Maria, madre di Cristo, madre di tutti gli uomini e lo diventata nellevento che sopra tutti stato da Lei vissuto nella fede: la croce. Ai piedi della croce, Ges lascia Maria come madre in mezzo alla chiesa nascente e Maria resta, per la Chiesa, un modello inseparabile del suo mistero. Il Papa termina la relazione di Maria con la Chiesa col "Magnificat" e invita a leggere in questo cantico la priorit dei poveri e la loro liberazione. Esorta inoltre la Chiesa a "respirare pienamente con due polmoni, quello occidentale e quello orientale e a "vivificare il legame speciale di Maria con lumanit, allavvicinarsi dellanno 2000". Sempre guardando a Maria, madre di tutti gli uomini, Giovanni Paolo II invita tutti i cristiani allunit ed estende questo invito alle altre Chiese: "perch dunque non guardare a Lei tutti insieme come alla nostra madre comune, che prega per lunit della famiglia di Dio?" La mediazione di Maria con i cristiani chiamata "mediazione materna", una mediazione di intercessione che orienta e porta al Signore. Per ciascun uomo, dunque,Maria modello e madre; Maria lunica mediazione. Allumanit intera questa enciclica suggerisce la forza per non lasciarsi smarrire e abbattere dalle nostre conquiste, dalle nostre colpe, dai nostri fallimenti, dalle nostre disperazioni: "cadere e risorgere", poich la salvezza esiste in Cristo e passa attraverso le trepide mani di una Madre. Con laiuto di questa enciclica, ci si pu augurare che lanno mariano segni un tempo di rinnovamento spirituale, di approfondimento nella fede di progresso verso lunit di tutti i cristiani. lintervista: Suor Donata di maurizio r. vivere con serenit e sentire la gioia della propria fede Pu capitarci , a volte, risucchiati nel travolgente e vorticoso scorrere dei giorni, di non accorgerci che c' ancora intorno a noi la serenit, o di nascondere dietro la patina spesso invisibil e della superficial it e del conformismo principi e valori che dovrebbero essere i l fondamento di ogni nostro gesto. Cos si pu provare a riscoprire il significato pi vero e profondo delle parole, provare a cercare di capire come le esperienze di ogni giorno possono diventare fede autentica; andare al di l dei luoghi comuni che spesso inaridiscono la nostra vita. Sono alcune delle sensazioni provate dopo il coll oquio avuto con Suor Donata in una sala della Scuola Materna. Seduto, nella l ivida luce fil trata dalle ampie vetrate e nell' ovattato e quasi irreale silenzio di un luogo deputato ad accogliere voci e grida di bambini, ho cominciato a porre domande con qualche timido imbarazzo, ma con la consapevolezza di offrire alla nostra comunit un'occasione importante di ri flessione. Domanda) Suor Donata, ci dia, per cominciare, qualche notizia bi ografica. Risposta) Sono di San Bartolomeo in Val Cavargna e appartengo, come le due sorell e della nostra scuola, alle Suore di S. Maria di Loreto. Sono venuta a Ronago proveniente da Bresso (Milano) dove ero stata indirizzata dopo il periodo di preparazione trascorso presso la casa-madre di Vercell i. D) Facciamo un passo indi etro. Quando nata la sua vocazione? R) Ero una ragazza come tante, impegnata all'interno di gruppi cattol ici organizzati. Dopo aver partecipato, intorno ai 18 anni, ad un corso di esercizi spirituali, ho maturato progressivamente la consapevolezza che non mi bastava l' amore parti colare e che non poteva esserci per me nulla di pi appagante dell' amore uni versale, inteso come costante servizio agli altri. Quindi, a 21 anni, ho deciso di consacrare la mia vita a Di o. D) Che cosa le pi costato lasciare della vita laica? R) L'aria pura, le mie montagne, le mie radici insomma. D) Pensa che sia cambiato oggi il modo di consacrarsi a Dio? R) Credo che oggi vi sia maggior consapevol ezza rispetto a qualche decennio fa. Forse una volta, per qualcuno, poteva essere anche una scelta forzata. D) Ci racconti una vostra giornata. R) Ci alziamo alle 6. 30, recitiamo le lodi comunitariamente e facciamo meditazione. Poi inizia l' attivit scolastica, che comporta un serio e delicato impegno. Finite le lezioni, ci dedichiamo alla lettura spirituale e a mezzora o pi di preghiera personale. Alle 18 cantiamo il vespro. Ma il momento per me pi importante la Santa Messa, un momento di riflessione e di verifica dell' intera giornata trascorsa. D) Suora, che cos' per lei la preghiera? R) la mia vita, parlare con una persona che il tutto, un abbandono totale, un completo atto di fiducia. D) Ha sempre pregato allo stesso modo? R) I o prego per la Chiesa universale, ma cerco di dare valore personale alla preghiera, perch la ritengo attual e se cari cata di signifi cati personali. D) Torniamo per un attimo al suo l avoro educativo. Che difficolt incontra? R) Ho la sensazi one che non sempre i genitori riescano a condividere i problemi educativi o che si corra il rischio di sottovalutare questa importante fase nella crescita dei bambini, un errore che si potrebbe pagare in futuro nella formazione della loro personalit. D) Che cos' , Suor Donata, il silenzio? R) II momento in cui ri trovi te stessa, nel quale dai voce alla tua anima. A volte 11 silenzio interiore pu essere amaro, ma ser ve per costruirti dentro: una ricerca continua che porta alla vera comunione con Di o. una risposta che trovo bellissima e glielo dico, fissando quel suo piccol o viso che sembra disegnato apposta per essere incorniciato dal velo nero. D) Quali sono le sue letture preferite? R) II Vangelo il mi o libro fondamentale, senza il quale non potrei vivere. Leggo volenti eri gli scritti del Card. Martini, del Card. Ballestrero. Ma leggo anche S. Agostino e S. Teresa d'Avila. D) Che cosa pensa della soci et d' oggi, dei suoi problemi ? Cosa la angoscia di pi sul piano umano e reli gioso? Non ha un attimo di esitazione, sicura nella risposta. R) L'opulenza consumistica e la conseguente perdita di valori autentici. L' uomo d' oggi pensa sempre pi spesso sol o in termini di profitto e di successo e non si preoccupa di guardarsi dentro. Anche la scarsit di vocazioni religiose il risultato di una perdita d'identit dell'uomo che sempre pi insicuro. Non ci sono pi luoghi in cui maturare una scelta coerente ed impegnativa. Sembra che anche la stessa famiglia sia coinvolta in questo processo di generale smarrimento. D) I fondamenti del la vostra vocazione sono: castit, povert, obbedienza. Vuole chiarire a noi cosa significa obbedienza? R) L'obbedienza un val ore, una scelta; far proprio quello che l'altro chiede. Non per. come passiva accettazione di una volont non nostra, ma come un cammino di adesione . convinta e totale. I tre val ori ri cordati poco fa sono inscindi bil i tra loro e dipendono l'uno dall' altro. Quindi senza obbedienza non ci potrebbe essere una vocazione fedele. D) Che cosa direbbe ad una ragazza d'oggi che pensa di essere stata chiamata da Dio? R) Prima di tutto di pregare molto perch possa essere sicura della chiamata e poi riflettere perch la vocazione deve maturare gradualmente; infine, confidarsi con un direttore spirituale che la possa aiutare nel suo cammino. D) Un' ultima domanda; Qual il gesto pi autenticamente religioso che l' uomo d' oggi pu compiere? R) Vi vere con serenit e sentire ogni gi orno la gioia d testimoniare il Vangelo e la propria fede. Siamo giunti alla fine del nostro incontro. Saluto Suor Donata e la ringrazio per la sua cortese disponibilit, pensando a quanta forza interiore mi abbia trasmesso. La guardo allontanarsi lentamente al di l del la vetrata. Fuori il tramonto comincia a indorare il cielo ancora invernale. seconda giornata della giovent di felice g. ...abbiamo creduto allamore di Dio Dal messaggio del Papa ai giovani, nel 1985, primo anno in cui si celebrata - in occasione della domenica delle Palme - la prima giornata mondiale della giovent, a quello di questanno, un passo stato fatto. Allora il giovane se ne andava sconsolato poich aveva molti beni; questanno il Papa, citando Gv 1 4,16, ci dice; "noi abbiamo riconosciuto e creduto allamore che Dio ha per noi." lincontro con colui che pu cambiare la vita di un uomo, che pu darle significato al di l di ogni bene terreno che, riempiendo il cuore, oscura la visione di Dio. Ancora il Papa ci ricorda come "luomo non pu vivere senza amore...E quanto pi valida questa realt per i giovani, in una fase di speciale responsabilit e speranza, di crescita della persona, di precisazione dei grandi significati, ideali e progetti di vita, di ansia di verit come di ricerca di autentica felicit". facile intuire, da queste parole, come apparirebbe monca una vita che non tenesse conto di questo grande amore. Amore che favorisce la costruzione di tutto luomo: "posto che luomo senza amore non pu vivere n essere compreso, vi invito tutti a crescere in umanit, a porre come priorit i valori dello Spirito, a trasformarvi in "uomini nuovi" - riconoscendo ed accettando sempre pi la presenza di Dio nella vostra vita, la presenza di un Dio che Amore, un Padre che ama ciascuno di noi da tutta leternit"... E Cristo, luomo nuovo, luomo pienamente realizzato, ha ricolmato ogni attimo della sua vita di questa realt. Tutto ci non pu portarci a crescere soli, isolati, poich c una ..esplicita dimensione comunitaria, esigenza dellamore di Dio e della comunione di coloro che si sentono figli di Dio e della comunione di coloro che si sentono figli del medesimo Padre, fratelli in Ges Cristo e uniti dalla forza dello Spirito. quindi impensabile un cristiano La carit non transige con lerrore, per muove sempre incontro a tutti per indicare la via della conversione." La conversione porta a misurarsi col grande dono che "noi abbiamo riconosciuto e creduto". Lincontro con gli uomini, con la loro umanit, aprendo "nuove strade alla convivenza sociale, superando divisioni ed opposti materialismi" definito dal Papa una "precisa responsabilit dei giovani doggi che saranno gli uomini e le donne di domani, agli albori del terzo millennio cristiano". Non difficile rendersi conto di quanto il Santo Padre abbia ragione; che lo si voglia o no, per il procedere naturale delle cose, domani sar compito nostro gestire la realt. Nella lettera indicato anche un cammino che, se assunto pienamente, pu portare ad una nostra maturazione e a migliori rapporti. "Mettetevi in cammino! Che il vostro itinerario sia scandito dalla preghiera, dallo studio, dal dialogo, dal desiderio di conversione e di miglioramento. Camminate uniti partendo dalle vostre parrocchie e comunit cristiane, dalle vostre associazioni e movimenti apostolici. Sia, il vostro, un atteggiamento di accoglienza, di attesa". Questanno il Papa celebrer la giornata mondiale della giovent a Buenos Aires., in Argentina, terra tormentata come lo stato tutto questo viaggio del pontefice; una preghiera salga anche per tutti questi giovani. Termino con le frasi finali della lettera ( che vi invito a leggere per intero), un impegno per tutti noi: "Cari giovani, cari amici, siate . testimoni dellAmore di Dio, seminatori di speranza e costruttori di pace", solo, bens inserito nella comunit, che sia lespressione piena dellamore che ci dato: "da questo vi riconosceranno come miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri". questa la grande testimonianza al mondo, questa la via, perch: ...il messaggio di amicizia arrivi anche a quanti non accettano la fede religiosa. fatti di casa nostra di giuseppe g. incomunicabilit e sordit " Ministerialit dei laici" " Missionari nella comunit" " Testimoni nel mondo" Conoscere, pregare, condividere, aiutare" " Pronto a dare te stesso per il Signore" " Comunione e comunit missionaria" " II servizio agli altri" " Catechesi esistenziale,.." Tesi di studio per incontri ad alto livello? Documenti C.E.I.? Fantareligione? No, amici lettori, semplicemente una "mini-hit-parade" delle mega-espressioni "ecclesiali" moderne, ricavate non da encicliche papali, sebbene dall'ultima pubblicazione di "Ronago '87"! All'ostinato e inconsistente linguaggio "politichese" ora se ne aggiunge un altro assai simile: il "cattolicese"! Vangelo, catechesi. predicazioni lanciate a mo' di slogan onnicomprensivi ma.. incomprensibili, quasi a voler dimostrare che "uno slogan al giorno toglie il diavolo di torno". Se la Parola di Dio rivelata ai semplici, c' da ritenere che dove non c' semplicit manchi quella Parola e quindi "incomunicabilit". In realt, accade proprio che col "cattolicese" la stragrande maggioranza delle famiglie resti veramente fuori dal giro e dal gergo "ecclesiale" perch nei momenti del riscontro, ossia della necessit, immancabilmente esse restano in balia di slogan che si svuotano, anche se quei solenni ed assoluti proclami offrono loro l'evangelico diritto di essere "amate, aiutate, condivise"... D'altra parte, anzi, dall'altra parte, da quella, cio, che accusa solitudine, abbandono, incapacit di capire, c' di che veramente battersi il petto a potenti "mea culpa" Perch? Perch c' assoluta sordit! Perch il linguaggio "cattolicese" anche uno degli ultimi pretesti arrivati in ordine di tempo per rifiutare qualsiasi partecipazione personale all'impegno comunitario; un pretesto per giustificare la "noia" delle prediche, dei discorsi, delle catechesi, degli incontri; un pretesto per ironizzare l'impegno altrui, per accusare di ipocrisia, di fanatismo, di esibizionismo chi tanto opera o seriamente impegnato; un pretesto, in sintesi,per giustificare la propria inazione, la propria mediocrit. Allora? Allora, per rompere un comportamento tanto convenzionale quanto diabolicamente distruttivo..., chi si sente svalutato non sottovaluti gli altri; chi si compiange per una quotidiana solitudine, esca di casa ad ovviarne altre; chi si ritiene abbandonato, non trascuri altri dimenticati: chi si sente incompreso, chi non vuole o non riesce a comprendere, non derida chi pu e chi sa capire; chi rimprovera pettegolezzi, calunnie, cattiverie e disprezzo altrui, eviti di rilanciare il proprio (stereo) amaro; chi disapprova o critica negativamente quanto viene realizzato con sacrificio di opere e con carit, detesti la propria inettitudine e se ne stia zitto; chi disprezza coloro che, pur tra cento contraddizioni o tradimenti, credono e vogliono credere, usi il proprio dileggio verso le quotidiane razioni televisive di porno- dallas oltre che verso se stesso; chi invidia le capacit, la seriet, l'intraprendenza altrui utilizzi il proprio mini quoziente d'intelligenza per dubitare delle proprie presuntuose opinioni ; chi ritiene infine di sapere, di insegnare, di non sbagliare... "uno solo il Maestro"! E come atto comune che prescinda da slogan e contro- slogan, da suscettibilit contro permalosit, da litigiosit contro presunzione, adottiamo un'unica bandiera, un solo simbolo: "trave e fuscello", perch se esiste incomunicabilit (temporanea ed occasionale) c' dall'altra parte molta, molta sordit finta! la casa anziani un progetto diventa realt Circa un anno fa stata decisa la costruzione di una casa di ricovero per gli anziani, situata ad Uggiate Trevano, che verr terminata dopo 2 anni dallinizio dei lavori. Per poter capire meglio gli aspetti pi significativi e importanti del problema opportuno ascoltare le riflessioni e i pensieri dellattuale sindaco. - Come mai sorta la necessit di costruire una casa di riposo in questa zona? Il continuo invecchiamento della popolazione ha posto in primo piano il problema dellassistenza degli anziani. Le amministrazioni comunali locali, constatando le poche disponibilit offerte dalle attuali strutture, hanno ritenuto opportuno dare esecuzione ad un progetto che prevede la costruzione della struttura in oggetto. Infatti, per una popolazione di 25.000 abitanti esistono solo due case che, in teoria, potrebbero ospitare gli anziani: una situata ad Olgiate Comasco, laltra a Solbiate. La prima ha i posti letto limitati, per cui le disponibilit sono riservate ai pochi comuni che lhanno fondata. La seconda, offrendo un servizio altamente specializzato, richiede rette elevate che sono alla portata di poche persone. Per evitare quindi che gli anziani dei nostri paesi siano costretti a cercare ricoveri lontani dalle loro abitazioni, si deciso di realizzare una struttura. - In base a quali motivi la scelta del luogo di costruzione caduta su Uggiate Trevano? Ad essa si giunti attraverso una serie di motivazioni. Innanzi tutto si cercato di immedesimarsi nellanziano e nei suoi problemi; per questo motivo, la casa doveva sorgere in un luogo centrale, a contatto con lo svolgersi della vita quotidiana; perci si sono scartate le soluzioni che lavrebbero localizzata in una zona verdeggiante, allinterno di un parco ma di conseguenza lontano dalla gente. Si inoltre pensato che lanziano avrebbe desiderato, salute permettendo, poter provvedere alle proprie piccole necessit, quindi la casa doveva essere realizzata in un centro dotato del maggior numero di servizi possibile, facilmente raggiungibili da tutti i comuni della zona. Alla luce di queste considerazioni, Uggiate Trevano, che ha messo a disposizione larea del campo sportivo, sembrato il luogo pi idoneo. - Quali sono le caratteristiche delledificio che verr realizzato? Ledificio avr una superficie complessiva di 2900 m2, suddivisi in piano seminterrato, primo piano, 2piano e verranno ospitate 40 persone. Larea sulla quale sorger consta di circa 6000 m2, dei quali 2000 saranno utilizzati per ledificio sopra descritto e per un secondo da costruirsi in futuro. Il resto della superficie verr destinata a parco. A lavori ultimati verranno complessivamente ospitate 80 persone. Nel piano seminterrato sono localizzati i servizi tecnologici; al piano terra le cucine, il refettorio, i soggiorni e gli uffici. Il primo piano riservato agli anziani autosufficienti ed dotato di camere doppie e singole. Il secondo riservato ai non- autosufficienti, con sole camere doppie. Verr costruita anche una sala per la fisioterapia, una cappella e un piccolo laboratorio e un bar. - A quanto ammonta la spesa per i progetto? La cifra precisa non -ancora stata stabilita poich il progetto particolareggiato non tuttora disponibile; si aggira comunque attorno ai tre miliardi, dei quali pi della met stanziati dallamministrazione provinciale, utilizzando il ristorno dei frontalieri, la restante verr versata dai singoli comuni. - Da chi sar gestita la casa? Sar gestita da un consorzio comprendente i comuni di: Albiolo. Bizzarone, Cagno, Drezzo, Gironico, Pare, Rodero, Ronago, Uggiate,Valmorea, Binago, Solbiate. Il comune capo consorzio sar Uggiate Trevano. - In base a quali criteri saranno accolti gli anziani? Ogni comune consorziato avr a disposizione dei posti letto proporzionalmente ai suoi abitanti; verr data la precedenza- alle persone pi anziane, sole e con maggiori problemi di salute ed economici. domenica 29 marzo il primo "perdono" Nella nostra comunit si vivono, nellarco dellanno liturgico, momenti molto belli e significativi; uno di questi stato quello che abbiamo vissuto domenica 29 marzo, nella celebrazione della prima confessione dei bambini di terza elementare che stiamo seguendo con la catechesi, per guidarli alla Messa di Prima Comunione. Con sensibilit e attenzione, abbiamo cercato di presentare loro la grandezza e la bellezza del Sacramento della Riconciliazione: le parabole della misericordia, ampiamente illustrate, hanno fatto loro capire che lamore di Dio Padre grande e misericordioso, sempre pronto ad accogliere e a perdonare. Con questi sentimenti e con tanto rispetto per il loro intimo, li abbiamo aiutati a fare lesame di coscienza, con serenit e fiducia. La cerimonia stata bella e significativa: questi bambini che si accostavano, un po emozionati, alla Confessione, per ricevere il perdono delle loro piccole mancanze, ci hanno aiutato a riflettere ancora una volta sulla bont di Dio e sullaiuto che Egli ci dona per vivere la sua Parola. Nel salone dellasilo abbiamo poi fatto festa con genitori e amici, per concludere in fraternit un incontro cos importante e per far crescere sempre pi fra di noi lamore reciproco che ci propone il Vangelo. le catechiste mese di maggio ogni giorno, una preghiera insieme ore 16 per i bambini e i ragazzi ore 20 per giovani e adulti ogni settimana messa nelle frazioni loratorio una realt che cresce erminia g. importante richiamare spesso una realt educativa presente nella nostra comunit parrocchiale: loratorio. Questa parola richiama alla mente di ognuno di noi momenti diversi vissuti insieme ad altri ragazzi e ragazze nella gioia, nella festa, nellamicizia e (perch no?) forse anche con un po di sacrificio. Questa realt, spesso sommersa e sottovalutata, ancora viva fra noi: unesperienza portata avanti da alcune ragazze e giovani della nostra parrocchia, che con tanta disponibilit si mettono al servizio dei pi piccoli, ma che vedono ricambiato il loro impegno da tanti momenti belli vissuti con e per i ragazzi. Limpegno assunto non da poco, perch ogni domenica cerchiamo di offrire ai ragazzi un ambiente veramente educativo, in cui i vari spazi del pomeriggio vissuto insieme siano unesperienza di vera amicizia e fraternit. Dopo le attivit che ci hanno accompagnato nelloperazione natale" e quelle che ci hanno condotto alla festa di carnevale, vissuta nella semplicit e nellallegria, abbiamo ricominciato un cammino da portare avanti insieme con costanza e fantasia. I ragazzi delloratorio sono ora impegnati in vari tornei e discipline che li porteranno,alla fine di questo oratorio domenicale, a disputare le finali nella grande festa che lo concluder. Tutto questo utile per imparare a stare insieme divertendosi, senza fare dello sport una competizione soltanto, bens un momento di vera amicizia per costruire insieme, nel nostro piccolo, la pace, un dono sempre pi prezioso, cui non scordiamo mai di correre incontro. Nei nostri pomeriggi, rientra infatti , anche un momento di riflessione proprio sulla pace, che un po il filo conduttore delloratorio di questanno. Questa, in sintesi, lesperienza delloratorio domenicale, in cui le attivit cambiano e i programmi mutano; forte in noi la necessit che loratorio diventi veramente un momento importante nella vita della nostra comunit; sarebbe bello quindi che al- tri giovani e adulti si impegnassero in questo servizio, perch se crediamo veramente che loratorio il modo pi immediato ed efficace per trasmettere ai ragazzi la propria esperienza di fede e di amore, necessario che tutti quanti ce ne facciamo carico. conversando sulluomo Ogni marted,insieme a molti giovani della zona, ci siamo incontrati per approfondire insieme il nostro cammino quaresimale, conversando sulluomo. Sono stati momenti molto belli e profondi per ciascuno, occasioni per riflettere. Gli stessi ospiti hanno sperimentato quellatmosfera di attenzione,interesse e partecipazione che si creata e in cui tutti potevano riscoprire e guardare a valori sempre attuali. "Bene e male nel cuore delluomo. A chi la vittoria?" stato il titolo del primo incontro. Si sottolineata, come afferma anche: S. Paolo, la contraddizione che c dentro di noi tra il bene che si vorrebbe fare in rapporto al male. "Cambiare: una scommessa!". Ognuno chiamato a capire il suo errore, quale primo passo verso una vita autentica. Abbiamo proseguito con un tema particolarmente interessante, ma anche difficile: "il dolore. Un ospite indesiderabile?" Luomo, nella sua sofferenza, rimane un mistero intangibile, ma questa, se accettata con autenticit, pu portare grandi frutti. stato riscoprire che se alla base di ogni cosa mettiamo lamore, allora tutto acquista senso e valore, realizzando in pienezza la nostra vocazione. Come conclusione, abbiamo affrontato il tema "e dopo? c un futuro per luomo?". Il germe delleternit che ciascuno porta in s insorge contro la morte e prevale la speranza. Con questa convinzione e facendo tesoro di quello che abbiamo vissuto, questi incontri possono e devono avere un futuro, non rimanendo fine a se stessi. " sulla capacit e la volont di comunicare che si costruisce, giorno per giorno, un rapporto autentico di amore tra le persone." Questa frase indicata da Don Dante mi sembra bellissima perch, nella sua semplicit, costituisce la base del nostro vivere da cristiani, guardando a Cristo crocifisso quale pi alta espressione damore. dalla biblioteca comunale buon decennale, biblioteca Non lo troveremo stampato a caratteri cubitali sui quotidiani nazionali n lo sentiremo annunciare sui teleschermi.,., ma noi della biblioteca vorremmo fare in modo che il decimo anniversario dellavvio di questa importante attivit culturale nel nostro paese non passasse inosservato. Non sempre molto frequentata, alcune volte delusa per incontri preparati con impegno, ma mancati da troppi, la nostra biblioteca rimane una realt di notevole importanza per Ronago, un punto di riferimento non solo per i ragazzi di scuola - nostri fedeli frequentatori - ma per tutti. Per questo, tra altre cose, vorremmo allestire una MOSTRA che si terr verso la fine di settembre e avr come tema: ARTISTI A RONAGO. Invitiamo perci tutti coloro che dipingono quadri, ceramiche; che eseguono lavori artigianali (quali il tombolo, piccole sculture...) o altro a mettersi in contatto con la biblioteca, che sar lieta di dare chiarimenti, ricevere i lavori, garantendo la massima cura. Vi chiediamo, per favore, di farlo al pi presto, per permetterci cos un accurato allestimento della mostra. La Commissione di gestione della biblioteca vi ringrazia e augura a tutti Buona Pasqua e... Buon Lavoro!