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Per chi crede

Langelo disse alle donne:


" non abbiate paura.
So che cercate Ges il crocifisso:
non qui! Risorto! "
Sono le parole che annunciano alla Chiesa e a tutto
il mondo la Pasqua: Ges, il Cristo, risorto,
il Signore della vita e della morte; in Lui possiamo
credere e realizzare una vita nuova, segnata dallamore,
dalla pace, dal bene.
Ma ancora una volta mi viene spontaneo dire... tutto
questo si realizza "per chi crede".
S, perch per chi crede
Risurrezione camminare con sicurezza, senza ansia,
verso la vita, anche in situazioni che ti rendono
pauroso, perch Ges con te e ti indica la strada
della fiducia nel Padre.
Risurrezione andare con fiducia verso le persone,
cercare laltro dimenticando te stesso, amarlo
cos com, chiunque esso sia, anche se avrai la
sensazione di perderti... perch il Risorto ama tutti,
comprende tutti.
Risurrezione entrare nella gioia e nella pace del
Signore che ti accoglie, ti perdona, ti d forza.
fidarti di Lui che ha vinto la morte e il dolore.
E con Lui puoi uscire vincitore dalle tue situazioni
di paura e di morte.
Cos, se tu hai provato con Ges la Risurrezione,
allora sei un. uomo nuovo, un cristiano di nome e di
fatto.
Se hai creduto che, attraverso Ges, il Padre ti
perdona e ti tratta come un figlio, allora sei un
uomo nuovo, che deve lodare Dio per il suo amore
e la sua misericordia.
Se la luce del Risorto entrata nella tua vita, allora,
come uomo nuovo, non puoi tenere per te stesso
le ricchezze che Dio ti ha donato. Sentirai il bisogno
di donarle agli altri, di riconciliarti con chi
ha fatto del male e soprattutto con chi ti ha fatto
del male... BUONA PASQUA!
Mi rendo conto di aver detto tante cose che possono sembrare grandi, troppo grandi
per noi. Mi accorgo per che, vicino a noi, viveva un uomo che ha creduto e vissuto
queste cose. Forse, rileggendo questo augurio di Pasqua, spontaneamente ti
ritrovi a pensare a Padre Giuseppe, alla sua vita, alla sua missione, al suo martirio
e a dire, ancora una volta: "Grazie, Padre Giuseppe, perch con te il Signore
ci ha offerto una nuova pagina di Vangelo vivo!
per la benedizione delle case
pace a questa casa
La Benedizione delle case si rinnova
ogni anno nelle nostre famiglie., come
momento di preghiera e di incontro.
Chiedere la benedizione domandare
a Dio un dono; rendere viva una
presenza in cui abbiamo fiducia;
creare un rapporto pi vivo con Lui,
sorgente di ogni bene.
Attraverso la benedizione, ringraziamo
Dio per la sua bont e la sua
Provvidenza; riconosciamo che la
nostra casa, la nostra famiglia, il
nostro lavoro sono un dono che
vogliamo condividere per promuovere
la vita e la solidariet.
Il sacerdote prega con noi e per noi.
Egli si presenta a noi nel none di
Dio e vive con noi un momento di
comunione, di incontro e di fraternit
con la nostra famiglia, perch il
Signore sia sempre presente
nella nostra casa.
lo stesso Signore che il Vangelo
ci presenta molte volte in casa di
amici, per condividerne le pi
diverse situazioni di vita, per
rinnovare lamicizia.
Come ogni anno, il giorno e lora
della Benedizione saranno comunicati
con un avviso, direttamente alle
famiglie interessate.
Don Antonio
alleluja!
Cristo risorto dai morti,
alzatevi anche voi!
Cristo che dormiva si svegliato,
svegliatevi anche voi!
Cristo esce dalla tomba,
liberatevi dalle catene del peccato!
In Cristo
siete diventati creature nuove,
rinnovatevi!
la Pasqua del Signore,
il tempo della risurrezione
e linizio della Vita vera
Ieri appeso alla croce
con Cristo,
oggi sono glorificato
con Lui.
Morto ieri con Lui,
oggi con Lui
ritorno alla vita.
Sepolto ieri con Lui,
con Lui oggi risuscito.
Cristo, risorto dai morti,
rinnova anche me in spirito
e mi fa rivestire lUomo Nuovo.
San Gregario di Nazianzo
(Vescovo e padre della Chiesa,
329 390)
unesperienza
io e la croce.
Croce.
Voglio parlarne con Te, Signore.
Per noi, Signore, croce vuoi dire dolore,
limmagine della tua sofferenza,
il simbolo di ogni difficolt che
incontriamo.
Voglio parlarne con Te, attraverso
lultima esperienza che mi hai portato
a vivere insieme alla mia famiglia.
Ho ascoltato un invito di aiuto
e il mio pensiero corso subito
alle mie croci: forse non sono
sufficienti?
Se non in pochi momenti di sconforto,
non mi sono mai lamentato... e Tu mi
rispondi :
- non ti ho creato cos povero da non
avere nulla da donare agli altri.
Signore,
stata una decisione sofferta e
meditata in famiglia; poi lui
venuto ed ormai figlio nostro.
Ha portato nella nostra vita e nei
nostri cuori tutte le sue sofferenze,
le sue difficolt... ma noi siamo
sicuri che Tu gli hai donato cuori
che gli vogliono veramente bene.
Tu sapevi del suo grande bisogno
damore...
Ora ti chiedo: la croce che Tu hai
portato,
la croce che Tu hai voluto subire
per la nostra salvezza,
solo sofferenza e dolore senza senso?
La tua risposta semplice e vera:
- no!.
La croce non solo dolore,
la croce speranza;
attraverso la croce si vive una vita*
pi intensa, pi vera,
una vita pi vita.
Signore,
forse la mia, la nostra vita, senza
la tua volont manifestata sarebbe
meno gravosa? che senso avrebbe?
Non ti avremmo vicino come accompagnatore,
come guida verso un cammino
di speranza.
P. Giuseppe,
sei sempre con noi!
REP. 873/30 KAMPALA, 27/3/87.
ATTN. FAM. AMBROSOLI,
CARI FAMIGLIARI DI P. GIUSEPPE, OGGI ALLE 14.00 (12,00 ORE ITALIANE)
MORTO IL CARO PADRE GIUSEPPE.
HA AVUTO UN BLOCCO RENALE, ANCHE UN TENTATIVO DI PORTARLO CON
ELICOTTERO, PURTROPPO STATO INUTILE, PERCH IL P. GIUSEPPE
MORTO MENTRE ARRIVAVA LELICOTTERO,
HA CHIESTO DI ESSERE SEPOLTO A LIRA E IL VESCOVO E CONFRATELLI
CHIEDONO CHE SIA RISPETTATA LA SUA VOLONT.
HA DATO LA SUA VITA PER LUGANDA. IL SUO SACRIFICIO AIUTER
A RIPORTARE LA PACE.
VI SIAMO TUTTI UNITI NEL DOLORE E PREGHIAMO.
P. VITTORINO CONA.
SUPERIORE PROVINCIALE.
...vivo per sempre g.g.
" Perch piangete? Perch cercate tra
i morti colui che vivo? Padre
Giuseppe non pi qui, ora con
Cristo!"
La comunit di Ronago, quindi, annunci
con grande gioia: il nostro Padre
Giuseppe vive con Cristo!
Esternare lutto e dolore per la sua
improvvisa morte non cristiano!
Chi ha vissuto una vita come la sua,
la morte non pu che segnare un
traguardo vittorioso: al vincente
onori e grandi feste perch festa
grande per lui, nei Cieli!
Questa morte la sua Pasqua!
Il lutto corredo e prerogativa
del cristiano "part-time", legato
pi alla creatura che al Creatore.
Padre Giuseppe morto?
Viva Padre Giuseppe!
Ronago ha ora un fratello in pi
eternamente vivo nel Regno!
.. la sua disponibilit g.t.
Tra gli innumerevoli carismi di
P. Giuseppe, mi sembra in particolare
di dover mettere in evidenza
la sua disponibilit verso gli
altri e la sua proverbiale povert
evangelica.
Chi gli chiedeva un favore, di
qualsiasi tipo esso fosse, non
solo veniva prontamente esaudito,
ma Egli lo faceva in modo tale
che sembrava fosse lui a riceverlo
e non chi lo chiedeva.
Chi lo conosceva bene sa che la
sua povert era totale, infatti
tutto ci che chiedeva lo chiedeva
per gli altri e niente per se stesso.
Si potrebbero dire di lui mille
altre cose, ma egli non ne sarebbe
contento e poi altri lo hanno gi
fatto e sono sicuro lo faranno
ancora di pi in futuro.
Personalmente mi ritengo onorato
di aver potuto (sia pur durante i
brevi periodi della sua permanenza
in Italia) lavorare con lui e per
lui.
inutile tentare di descriverlo.
Era buono, umile, disponibile?
S, vero, era tutto questo, ma
anche qualcosa di pi, era un santo.
S, un santo del XX secolo.
Tutto qua.
Io gli volevo bene... (luca)
...la sua bont e.f.
Io ricordo Padre Giuseppe sempre
umile e semplice come lo stato
finora.
Ricordo la sua mamma, donna saggia,
molto timorata, che lo seguiva con
tanto amore, lo fissava con il suo
sguardo bonario come per dire:
"oh! se avessi un figlio sacerdote!"
Lo vedo ancora con la bicicletta che
si spostava qua e l. Poich militava
tra le file dellAzione Cattolica,
era sempre pronto al servizio dei
fratelli.
Devo il mio grazie a lui quando pi
volte, gi dottore e missionario,
durante un rientro dallUganda per
un periodo di riposo, cur il mio
bambino ammalato di bronco polmonite.
Tanto era umile e semplice,
anche il solo grazie era per lui
un sovrappi.
Se anche non fosse proclamato agli
oneri degli altari, noi sappiamo che
in paese abbiamo un Santo Martire
dUganda.
La sua semplicit e.b.
Devo dire che ero molto preoccupata
quando mi chiesero di dare una mano
in casa, perch doveva arrivare
Padre Giuseppe dallUganda per
curarsi, poich era molto malato.
Pensavo di non essere all'altezza
di accudire ad un personaggio cos
speciale, come lo giudicavo io per
averlo visto in altre occasioni.
Ma tutto si appian in pochi giorni.
Non gi perch io ero alla sua
altezza, ma era lui cos alla mano
da farmi sentire a mio agio: tutto
andava sempre bene, anche il cibo
che doveva sapere di poco, senza
sale per via della sua insufficienza
renale, anzi diceva che era buonissimo.
Mi diceva sempre "basta, basta":
facevo sempre troppo, per lui.
Quante volte al giorno mi diceva
"grazie" per ogni cosa gli facessi.
Carissimo Padre Giuseppe, io devo
ringraziare lei per avermi dato
lopportunit e l grazia di viverle
accanto, per aver potuto apprezzare
la sua infinit bont, cosi semplice
eppure cos grande.
Vogliamo pregare insieme, lei in
Paradiso ed io quaggi su questa
povera terra.
Grazie infinite I
La sua scienza m.r.
P. Giuseppe non stato soltanto lo
straordinario e coraggioso testimone
della fede cristiana, ma il missionario
che ha operato con slancio e
abnegazione incommensurabili in
difficilissime situazioni socio -ambientali.
Egli stato soprattutto il
simbolo concreto e vivente del
rapporto fecondo tra scienza e fede,
lesempio pi autentico che la
cultura e la scienza non possono
essere valori se non vengono messi
a costante servizio delluomo
inteso nella sua globalit.
Questo ci ha insegnato il suo
quotidiano eroismo fatto di umilt
caritatevole, questo il testamento
spirituale che ci ha consegnato.
la nostra preghiera g. a.
Signore, nei nostri frequenti smarrimenti
poich i nostri progetti inutili non si
sono concretizzati come abbiamo desiderato,
facci pensare a Lui che non si mai
perso danimo, anche quando davanti a s
ha visto la distruzione di decenni
di lavoro.
Signore, nei nostri continui "distinguo"
per rimarcare "questo mi aspetta, questo
non di mia competenza", "tu non mi hai
dato quindi non ti do", "quella volta
non mi hai salutato quindi ora non ti
saluto", riempi la nostra mente della
sua umilt, del suo voler sempre
servire.
Signore, quando controlliamo il nostro
conto in banca per vedere come sta il
"saldo", oppure quando andiamo a fare
le nostre spese pi o meno importanti,
guida il nostro cuore verso di lui che
tutto ha dato per donarlo ai pi
bisognosi; forse riusciremo ad essere
capaci di un gesto di vera e consistente
generosit.
Signore, quando facciamo scorrere lo
sguardo tra le pietanze di una nostra
tavola imbandita alla ricerca di qualcosa
che soddisfi il nostro palato
ormai assuefatto, poni davanti ai nostri
occhi lo sguardo di migliaia di affamati
che Lui ha cercato di sostenere in
tanti anni dAfrica.
Signore, quando il buio pi profondo
riempie la nostra povera fede, quando
i dubbi pi insormontabili ci assalgono
e non siamo pi in grado di trovare
modelli da guardare o esempi da seguire,
donaci Padre Giuseppe, la sua santit,
la sua fede incrollabile in Te, il dono
della sua vita. Grazie
la sua preghiera a.b.
Lo ricordo giovane studente,
quando tornava dalluniversit alle
13 o 14 del pomeriggio; andava in
chiesa, accendeva le candele e don
Carlo Porlezza gli dava Ges Eucaristia
( allora si doveva essere digiuni
dalla mezzanotte).
Sempre, prima di inginocchiarsi,
estraeva un fazzoletto che metteva
sotto le ginocchia (altra finezza per non
essere di peso alle persone di servizio).
Un episodio che mi ha fatto molto
riflettere avvenne qualche anno fa,
quando era tornato per essere operato
per unernia al disco.
Una sera stavo in chiesa, dopo il
lavoro, seduta nellultimo banco
perch m sentivo stanca. Dallaltra
parte entra una persona, capisco che
si inginocchia; dopo circa un quarto
dora, non sentendo il pi piccolo
rumore, guardo e vedo P. Giuseppe
inginocchiato in profondo raccoglimento.
Sapevo che era tornato dallospedale
lo stesso pomeriggio e che aveva
il tronco dritto perch ingessato.
Fu come una folgorazione...
ho sentito dentro tutta la mia pochezza.
davanti al suo grande amore per
Ges, che lo spingeva a tanto
sacrificio.
Davvero il suo modo di pregare
trascinava e coinvolgeva pi di
ogni predica.
Anno Mariano 1987 -1988
la parola del Papa
Lenciclica "Redemptoris Mater" (la
sesta di papa Giovanni Paolo II)
stata scritta come premessa allAnno
Mariano che si svolger dal 7 giugno
1987 al 15 agosto 1988.
certo unoccasione per tutti i
cristiani di riflettere sul ruolo di
Maria nel mistero di Cristo e sulla
sua presenza attiva ed esemplare
nella vita della Chiesa.
Lampio discorso del Papa si articola
in tre momenti (che sono le tre parti
dellenciclica): Maria nel mistero di
Cristo; la Madre di Dio al centro
della Chiesa in cammino; mediazione
materna.
Maria, madre di Cristo, madre di
tutti gli uomini e lo diventata
nellevento che sopra tutti stato
da Lei vissuto nella fede: la croce.
Ai piedi della croce, Ges lascia
Maria come madre in mezzo alla chiesa
nascente e Maria resta, per la Chiesa,
un modello inseparabile del suo mistero.
Il Papa termina la relazione di
Maria con la Chiesa col "Magnificat"
e invita a leggere in questo cantico
la priorit dei poveri e la loro
liberazione.
Esorta inoltre la Chiesa a "respirare
pienamente con due polmoni, quello
occidentale e quello orientale e a
"vivificare il legame speciale di
Maria con lumanit, allavvicinarsi
dellanno 2000".
Sempre guardando a Maria, madre di
tutti gli uomini, Giovanni Paolo II
invita tutti i cristiani allunit
ed estende questo invito alle altre
Chiese: "perch dunque non guardare a
Lei tutti insieme come alla nostra
madre comune, che prega per lunit
della famiglia di Dio?"
La mediazione di Maria con i cristiani
chiamata "mediazione materna", una
mediazione di intercessione che orienta
e porta al Signore.
Per ciascun uomo, dunque,Maria
modello e madre; Maria lunica
mediazione. Allumanit intera questa
enciclica suggerisce la forza per non
lasciarsi smarrire e abbattere dalle
nostre conquiste, dalle nostre colpe, dai
nostri fallimenti, dalle nostre
disperazioni: "cadere e risorgere", poich la
salvezza esiste in Cristo e
passa attraverso le trepide mani di una
Madre. Con laiuto di questa enciclica, ci
si pu augurare che lanno mariano
segni un tempo di rinnovamento
spirituale, di approfondimento nella fede
di progresso verso lunit di tutti i cristiani.
lintervista: Suor Donata di maurizio r.
vivere con serenit
e sentire la gioia della propria fede
Pu capitarci , a volte, risucchiati nel travolgente e vorticoso scorrere dei giorni, di non accorgerci che c' ancora
intorno a noi la serenit, o di nascondere dietro la patina spesso invisibil e della superficial it e del conformismo
principi e valori che dovrebbero essere i l fondamento di ogni nostro gesto.
Cos si pu provare a riscoprire il significato pi vero e profondo delle parole, provare a cercare di capire come le
esperienze di ogni giorno possono diventare fede autentica; andare al di l dei luoghi comuni che spesso
inaridiscono la nostra vita.
Sono alcune delle sensazioni provate dopo il coll oquio avuto con Suor Donata in una sala della Scuola Materna.
Seduto, nella l ivida luce fil trata dalle ampie vetrate e nell' ovattato e quasi irreale silenzio di un luogo deputato ad
accogliere voci e grida di bambini, ho cominciato a porre domande con qualche timido imbarazzo, ma con la
consapevolezza di offrire alla nostra comunit un'occasione importante di ri flessione.
Domanda) Suor Donata, ci dia, per cominciare, qualche notizia bi ografica.
Risposta) Sono di San Bartolomeo in Val Cavargna e appartengo, come le due sorell e della nostra scuola, alle
Suore di S. Maria di Loreto. Sono venuta a Ronago proveniente da Bresso (Milano) dove ero stata indirizzata dopo
il periodo di preparazione trascorso presso la casa-madre di Vercell i.
D) Facciamo un passo indi etro. Quando nata la sua vocazione?
R) Ero una ragazza come tante, impegnata all'interno di gruppi cattol ici organizzati. Dopo aver partecipato,
intorno ai 18 anni, ad un corso di esercizi spirituali, ho maturato progressivamente la consapevolezza che non mi
bastava l' amore parti colare e che non poteva esserci per me nulla di pi appagante dell' amore uni versale, inteso
come costante servizio agli altri. Quindi, a 21 anni, ho deciso di consacrare la mia vita a Di o.
D) Che cosa le pi costato lasciare della vita laica?
R) L'aria pura, le mie montagne, le mie radici insomma.
D) Pensa che sia cambiato oggi il modo di consacrarsi a Dio?
R) Credo che oggi vi sia maggior consapevol ezza rispetto a qualche decennio fa. Forse una volta, per qualcuno,
poteva essere anche una scelta forzata.
D) Ci racconti una vostra giornata.
R) Ci alziamo alle 6. 30, recitiamo le lodi comunitariamente e facciamo meditazione. Poi inizia l' attivit scolastica,
che comporta un serio e delicato impegno. Finite le lezioni, ci dedichiamo alla lettura spirituale e a mezzora o pi
di preghiera personale. Alle 18 cantiamo il vespro. Ma il
momento per me pi importante la Santa Messa, un momento di riflessione e di verifica dell' intera giornata
trascorsa.
D) Suora, che cos' per lei la preghiera?
R) la mia vita, parlare con una persona che il tutto, un abbandono totale, un completo atto di fiducia.
D) Ha sempre pregato allo stesso modo?
R) I o prego per la Chiesa universale, ma cerco di dare valore personale alla preghiera, perch la ritengo attual e se
cari cata di signifi cati personali.
D) Torniamo per un attimo al suo l avoro educativo. Che difficolt incontra?
R) Ho la sensazi one che non sempre i genitori riescano a condividere i problemi educativi o che si corra il rischio
di sottovalutare questa importante fase nella crescita dei bambini, un errore che si potrebbe pagare in futuro
nella formazione della loro personalit.
D) Che cos' , Suor Donata, il silenzio?
R) II momento in cui ri trovi te stessa, nel quale dai voce alla tua anima. A volte 11 silenzio interiore pu essere
amaro, ma ser ve per costruirti dentro: una ricerca continua che porta alla vera comunione con Di o.
una risposta che trovo bellissima e glielo dico, fissando quel suo piccol o viso che sembra disegnato apposta per
essere incorniciato dal velo nero.
D) Quali sono le sue letture preferite?
R) II Vangelo il mi o libro fondamentale, senza il quale non potrei vivere. Leggo volenti eri gli scritti del Card.
Martini, del Card. Ballestrero. Ma leggo anche S. Agostino e S. Teresa d'Avila.
D) Che cosa pensa della soci et d' oggi, dei suoi problemi ? Cosa la angoscia di pi sul piano umano e reli gioso?
Non ha un attimo di esitazione, sicura nella risposta.
R) L'opulenza consumistica e la conseguente perdita di valori autentici. L' uomo d' oggi pensa sempre pi spesso
sol o in termini di profitto e di successo e non si preoccupa di guardarsi dentro. Anche la scarsit di vocazioni
religiose il risultato di una perdita d'identit dell'uomo che sempre pi insicuro. Non ci sono pi luoghi in cui
maturare una scelta coerente ed impegnativa. Sembra che anche la stessa famiglia sia coinvolta in questo
processo di generale smarrimento.
D) I fondamenti del la vostra vocazione sono: castit, povert, obbedienza. Vuole chiarire a noi cosa significa
obbedienza?
R) L'obbedienza un val ore, una scelta; far proprio quello che l'altro chiede. Non per. come passiva
accettazione di una volont non nostra, ma come un cammino di adesione . convinta e totale. I tre val ori ri cordati
poco fa sono inscindi bil i tra loro e dipendono l'uno dall' altro. Quindi senza obbedienza non ci potrebbe essere
una vocazione fedele.
D) Che cosa direbbe ad una ragazza d'oggi che pensa di essere stata chiamata da Dio?
R) Prima di tutto di pregare molto perch possa essere sicura della chiamata e poi riflettere perch la vocazione
deve maturare gradualmente; infine, confidarsi con un direttore spirituale che la possa aiutare nel suo cammino.
D) Un' ultima domanda; Qual il gesto pi autenticamente religioso che l' uomo d' oggi pu compiere?
R) Vi vere con serenit e sentire ogni gi orno la gioia d testimoniare il Vangelo e la propria fede.
Siamo giunti alla fine del nostro incontro. Saluto Suor Donata e la ringrazio per la sua cortese disponibilit,
pensando a quanta forza interiore mi abbia trasmesso. La guardo allontanarsi lentamente al di l del la vetrata.
Fuori il tramonto comincia a indorare il cielo ancora invernale.
seconda giornata della giovent di felice g.
...abbiamo creduto allamore di Dio
Dal messaggio del Papa ai giovani, nel
1985, primo anno in cui si celebrata -
in occasione della domenica delle Palme -
la prima giornata mondiale della giovent,
a quello di questanno, un passo
stato fatto.
Allora il giovane se ne andava sconsolato
poich aveva molti beni; questanno
il Papa, citando Gv 1 4,16, ci dice;
"noi abbiamo riconosciuto e creduto
allamore che Dio ha per noi."
lincontro con colui che pu
cambiare la vita di un uomo, che pu
darle significato al di l di ogni bene
terreno che, riempiendo il cuore, oscura
la visione di Dio.
Ancora il Papa ci ricorda come "luomo
non pu vivere senza amore...E quanto
pi valida questa realt per i giovani,
in una fase di speciale responsabilit
e speranza, di crescita della persona,
di precisazione dei grandi significati,
ideali e progetti di vita, di ansia
di verit come di ricerca di autentica
felicit".
facile intuire, da queste parole,
come apparirebbe monca una vita che non
tenesse conto di questo grande amore.
Amore che favorisce la costruzione di
tutto luomo: "posto che luomo senza
amore non pu vivere n essere compreso,
vi invito tutti a crescere in umanit,
a porre come priorit i valori dello
Spirito, a trasformarvi in "uomini
nuovi" - riconoscendo ed accettando
sempre pi la presenza di Dio nella
vostra vita, la presenza di un Dio che
Amore, un Padre che ama ciascuno di
noi da tutta leternit"... E Cristo,
luomo nuovo, luomo pienamente
realizzato, ha ricolmato ogni attimo
della sua vita di questa realt.
Tutto ci non pu portarci a crescere
soli, isolati, poich c una ..esplicita
dimensione comunitaria, esigenza
dellamore di Dio e della comunione di
coloro che si sentono figli di Dio e della
comunione di coloro che si sentono figli
del medesimo Padre, fratelli in Ges
Cristo e uniti dalla forza dello Spirito.
quindi impensabile un cristiano
La carit non transige con lerrore,
per muove sempre incontro a tutti per
indicare la via della conversione."
La conversione porta a misurarsi col
grande dono che "noi abbiamo riconosciuto
e creduto". Lincontro con gli uomini,
con la loro umanit, aprendo "nuove
strade alla convivenza sociale, superando
divisioni ed opposti materialismi"
definito dal Papa una "precisa responsabilit
dei giovani doggi che saranno gli uomini e
le donne di domani, agli albori del
terzo millennio cristiano".
Non difficile rendersi conto di quanto il Santo
Padre abbia ragione; che lo si voglia
o no, per il procedere naturale delle cose,
domani sar compito nostro gestire la realt. Nella
lettera indicato anche un cammino che, se
assunto pienamente, pu portare ad una nostra
maturazione e a migliori rapporti. "Mettetevi in
cammino! Che il vostro itinerario sia scandito dalla
preghiera, dallo studio, dal dialogo, dal desiderio di
conversione e di miglioramento.
Camminate uniti partendo dalle vostre parrocchie e
comunit cristiane, dalle
vostre associazioni e movimenti apostolici.
Sia, il vostro, un atteggiamento di accoglienza, di
attesa".
Questanno il Papa celebrer la giornata
mondiale della giovent a Buenos Aires., in
Argentina, terra tormentata come lo stato
tutto questo viaggio del pontefice; una
preghiera salga anche per tutti questi
giovani.
Termino con le frasi finali della lettera
( che vi invito a leggere per intero), un
impegno per tutti noi: "Cari giovani, cari
amici, siate . testimoni dellAmore di Dio,
seminatori di speranza e costruttori di
pace", solo, bens inserito nella comunit,
che sia lespressione piena dellamore che ci
dato: "da questo vi riconosceranno come
miei discepoli, se avrete amore gli uni per
gli altri". questa la grande testimonianza
al mondo, questa la via, perch: ...il messaggio
di amicizia arrivi anche a quanti non accettano la
fede religiosa.
fatti di casa nostra di giuseppe g.
incomunicabilit e sordit
" Ministerialit dei laici"
" Missionari nella comunit"
" Testimoni nel mondo"
Conoscere, pregare, condividere, aiutare"
" Pronto a dare te stesso per il Signore"
" Comunione e comunit missionaria"
" II servizio agli altri"
" Catechesi esistenziale,.."
Tesi di studio per incontri ad alto livello?
Documenti C.E.I.?
Fantareligione?
No, amici lettori, semplicemente una
"mini-hit-parade" delle mega-espressioni
"ecclesiali" moderne, ricavate non da
encicliche papali, sebbene dall'ultima
pubblicazione di "Ronago '87"!
All'ostinato e inconsistente linguaggio
"politichese" ora se ne aggiunge un altro assai simile: il
"cattolicese"!
Vangelo, catechesi. predicazioni lanciate a mo'
di slogan onnicomprensivi ma..
incomprensibili, quasi a voler dimostrare
che "uno slogan al giorno toglie il
diavolo di torno".
Se la Parola di Dio rivelata ai semplici,
c' da ritenere che dove non c' semplicit
manchi quella Parola e quindi
"incomunicabilit".
In realt, accade proprio che col "cattolicese"
la stragrande maggioranza delle famiglie resti
veramente fuori dal giro e dal gergo "ecclesiale"
perch nei momenti del riscontro, ossia della necessit,
immancabilmente esse restano
in balia di slogan che si svuotano,
anche se quei solenni ed assoluti proclami
offrono loro l'evangelico diritto di essere
"amate, aiutate, condivise"...
D'altra parte, anzi, dall'altra parte, da quella,
cio, che accusa solitudine, abbandono,
incapacit di capire, c' di che veramente battersi
il petto a potenti "mea culpa"
Perch?
Perch c' assoluta sordit!
Perch il linguaggio "cattolicese" anche uno
degli ultimi pretesti arrivati in ordine di tempo
per rifiutare qualsiasi partecipazione personale
all'impegno comunitario; un pretesto per
giustificare la "noia" delle prediche, dei
discorsi, delle catechesi, degli incontri; un
pretesto per ironizzare l'impegno altrui, per
accusare di ipocrisia, di fanatismo, di
esibizionismo chi tanto opera o seriamente
impegnato; un pretesto, in sintesi,per
giustificare la propria inazione, la propria
mediocrit. Allora?
Allora, per rompere un comportamento tanto
convenzionale quanto diabolicamente
distruttivo..., chi si sente svalutato non
sottovaluti gli altri; chi si compiange per una
quotidiana solitudine, esca di casa ad ovviarne
altre; chi si ritiene abbandonato, non trascuri altri
dimenticati: chi si sente incompreso, chi non
vuole o non riesce a comprendere, non derida chi
pu e chi sa capire; chi rimprovera pettegolezzi,
calunnie, cattiverie e disprezzo altrui, eviti di
rilanciare il proprio (stereo) amaro; chi
disapprova o critica negativamente quanto viene
realizzato con sacrificio di opere e con carit,
detesti la propria inettitudine e se ne stia zitto;
chi disprezza coloro che, pur tra cento contraddizioni o
tradimenti, credono e vogliono credere, usi il proprio
dileggio verso le quotidiane razioni televisive di porno-
dallas oltre che verso se stesso; chi invidia le capacit, la
seriet, l'intraprendenza altrui utilizzi il proprio mini
quoziente d'intelligenza per dubitare delle proprie
presuntuose opinioni ; chi ritiene infine di sapere, di
insegnare, di non sbagliare... "uno solo il Maestro"!
E come atto comune che prescinda da slogan e contro-
slogan, da suscettibilit contro permalosit, da
litigiosit contro presunzione, adottiamo un'unica
bandiera, un solo simbolo: "trave e fuscello", perch se
esiste
incomunicabilit (temporanea ed occasionale) c'
dall'altra parte molta, molta sordit finta!
la casa anziani
un progetto diventa realt
Circa un anno fa stata decisa la
costruzione di una casa di ricovero
per gli anziani, situata ad Uggiate Trevano,
che verr terminata dopo 2 anni
dallinizio dei lavori.
Per poter capire meglio gli aspetti pi
significativi e importanti del problema
opportuno ascoltare le riflessioni e i pensieri
dellattuale sindaco.
- Come mai sorta la necessit di costruire una
casa di riposo in questa zona?
Il continuo invecchiamento della popolazione
ha posto in primo piano il problema
dellassistenza degli anziani.
Le amministrazioni comunali locali, constatando
le poche disponibilit offerte dalle attuali
strutture, hanno ritenuto opportuno dare
esecuzione ad un progetto che prevede la
costruzione della struttura in oggetto. Infatti, per
una popolazione di 25.000 abitanti esistono solo
due case che, in teoria, potrebbero ospitare gli
anziani: una situata ad Olgiate Comasco, laltra
a Solbiate. La prima ha i posti letto limitati, per cui
le disponibilit sono riservate ai pochi comuni che
lhanno fondata. La seconda, offrendo un servizio
altamente specializzato, richiede rette
elevate che sono alla portata di poche persone.
Per evitare quindi che gli anziani dei nostri paesi
siano costretti a cercare ricoveri lontani dalle loro
abitazioni, si deciso di realizzare una struttura.
- In base a quali motivi la scelta del luogo di
costruzione caduta su Uggiate Trevano?
Ad essa si giunti attraverso una serie di
motivazioni. Innanzi tutto si cercato di
immedesimarsi nellanziano e nei suoi problemi;
per questo motivo, la casa doveva sorgere in un
luogo centrale, a contatto con lo svolgersi della vita
quotidiana; perci si sono scartate le soluzioni che
lavrebbero localizzata in una zona
verdeggiante, allinterno di un parco ma di
conseguenza lontano dalla gente. Si inoltre
pensato che lanziano avrebbe desiderato, salute
permettendo, poter provvedere alle proprie piccole
necessit, quindi la casa doveva essere realizzata
in un centro dotato del maggior numero di servizi
possibile, facilmente raggiungibili da tutti i comuni
della zona.
Alla luce di queste considerazioni, Uggiate
Trevano, che ha messo a disposizione larea del
campo sportivo, sembrato il luogo pi idoneo.
- Quali sono le caratteristiche
delledificio che verr realizzato?
Ledificio avr una superficie complessiva
di 2900 m2, suddivisi in piano seminterrato,
primo piano, 2piano e verranno ospitate 40
persone.
Larea sulla quale sorger consta di circa 6000 m2,
dei quali 2000 saranno utilizzati per ledificio
sopra descritto e per un secondo da costruirsi in
futuro. Il resto della superficie verr destinata a
parco. A lavori ultimati verranno complessivamente
ospitate 80 persone.
Nel piano seminterrato sono localizzati i servizi
tecnologici; al piano terra le cucine, il refettorio,
i soggiorni e gli uffici. Il primo piano riservato agli
anziani autosufficienti ed dotato di camere
doppie e singole. Il secondo riservato ai non-
autosufficienti, con sole camere doppie. Verr
costruita anche una sala per la fisioterapia, una
cappella e un piccolo laboratorio e un bar.
- A quanto ammonta la spesa per i progetto?
La cifra precisa non -ancora stata stabilita
poich il progetto particolareggiato non tuttora
disponibile; si aggira comunque attorno ai tre
miliardi, dei quali pi della met stanziati
dallamministrazione provinciale, utilizzando il
ristorno
dei frontalieri, la restante verr versata dai singoli
comuni.
- Da chi sar gestita la casa?
Sar gestita da un consorzio comprendente i
comuni
di: Albiolo. Bizzarone, Cagno, Drezzo, Gironico,
Pare,
Rodero, Ronago, Uggiate,Valmorea, Binago,
Solbiate.
Il comune capo consorzio sar Uggiate Trevano.
- In base a quali criteri saranno accolti gli anziani?
Ogni comune consorziato avr a disposizione dei
posti letto proporzionalmente ai suoi abitanti; verr
data la precedenza- alle persone pi anziane, sole
e
con maggiori problemi di salute ed economici.
domenica 29 marzo
il primo "perdono"
Nella nostra comunit si vivono,
nellarco dellanno liturgico, momenti molto
belli e significativi; uno di questi stato quello che
abbiamo vissuto domenica 29 marzo, nella
celebrazione della prima confessione dei bambini
di terza elementare che stiamo seguendo con la
catechesi, per guidarli alla Messa di Prima
Comunione.
Con sensibilit e attenzione, abbiamo cercato di
presentare loro la grandezza e la bellezza del
Sacramento della Riconciliazione: le parabole della
misericordia, ampiamente illustrate, hanno fatto
loro capire che lamore di Dio Padre grande e
misericordioso, sempre pronto ad accogliere e a
perdonare. Con questi sentimenti e con tanto
rispetto per il loro intimo, li abbiamo aiutati a fare
lesame di coscienza, con serenit e fiducia.
La cerimonia stata bella e significativa: questi
bambini che si accostavano, un po emozionati,
alla Confessione, per ricevere il perdono delle loro
piccole mancanze, ci hanno aiutato a riflettere
ancora una volta sulla bont di Dio e sullaiuto che
Egli ci dona per vivere la sua Parola.
Nel salone dellasilo abbiamo poi fatto festa con
genitori e amici, per concludere in fraternit un
incontro cos importante e per far crescere sempre
pi fra di noi lamore reciproco che ci propone il
Vangelo.
le catechiste
mese di maggio
ogni giorno, una preghiera insieme
ore 16 per i bambini e i ragazzi
ore 20 per giovani e adulti
ogni settimana messa nelle frazioni
loratorio
una realt che cresce erminia g.
importante richiamare spesso una realt
educativa presente nella nostra comunit
parrocchiale: loratorio.
Questa parola richiama alla mente di ognuno
di noi momenti diversi vissuti insieme ad altri
ragazzi e ragazze nella gioia, nella festa,
nellamicizia e (perch no?) forse anche con un
po di sacrificio.
Questa realt, spesso sommersa e sottovalutata,
ancora viva fra noi: unesperienza portata
avanti da alcune ragazze e giovani della nostra
parrocchia, che con tanta disponibilit si mettono
al servizio dei pi piccoli, ma che vedono
ricambiato
il loro impegno da tanti momenti belli vissuti con e
per i ragazzi.
Limpegno assunto non da poco, perch
ogni domenica cerchiamo di offrire ai ragazzi
un ambiente veramente educativo, in cui i vari
spazi del pomeriggio vissuto insieme siano
unesperienza di vera amicizia e fraternit.
Dopo le attivit che ci hanno accompagnato
nelloperazione natale" e quelle che ci hanno
condotto alla festa di carnevale, vissuta nella
semplicit e nellallegria, abbiamo ricominciato un
cammino da portare avanti insieme con costanza e
fantasia.
I ragazzi delloratorio sono ora impegnati in
vari tornei e discipline che li porteranno,alla fine
di questo oratorio domenicale, a disputare le finali
nella grande festa che lo concluder. Tutto questo
utile per imparare a stare insieme divertendosi,
senza fare dello sport una competizione soltanto,
bens un momento di vera amicizia per costruire
insieme, nel nostro piccolo, la pace, un dono
sempre
pi prezioso, cui non scordiamo mai di correre
incontro.
Nei nostri pomeriggi, rientra infatti , anche un
momento di riflessione proprio sulla pace, che
un po il filo conduttore delloratorio di questanno.
Questa, in sintesi, lesperienza delloratorio
domenicale, in cui le attivit cambiano e i
programmi
mutano; forte in noi la necessit che loratorio
diventi veramente un momento importante nella
vita
della nostra comunit; sarebbe bello quindi che al-
tri
giovani e adulti si impegnassero in questo servizio,
perch se crediamo veramente che loratorio il
modo pi immediato ed efficace per trasmettere ai
ragazzi la propria esperienza di fede e di amore,
necessario che tutti quanti ce ne facciamo carico.
conversando sulluomo
Ogni marted,insieme a molti giovani della zona,
ci siamo incontrati per approfondire insieme il
nostro cammino quaresimale, conversando
sulluomo. Sono stati momenti molto belli e
profondi per ciascuno, occasioni per riflettere.
Gli stessi ospiti hanno sperimentato
quellatmosfera di attenzione,interesse e
partecipazione che si creata e in cui tutti
potevano riscoprire e guardare a valori sempre
attuali.
"Bene e male nel cuore delluomo. A chi la
vittoria?"
stato il titolo del primo incontro. Si sottolineata,
come afferma anche: S. Paolo, la contraddizione
che c dentro di noi tra il bene che si vorrebbe
fare in rapporto al male.
"Cambiare: una scommessa!". Ognuno chiamato
a capire il suo errore, quale primo passo verso
una vita autentica. Abbiamo proseguito con un
tema particolarmente interessante, ma anche
difficile: "il dolore. Un ospite indesiderabile?"
Luomo, nella sua sofferenza, rimane un mistero
intangibile, ma questa, se accettata con autenticit,
pu portare grandi frutti. stato riscoprire che se
alla base di ogni cosa mettiamo lamore, allora
tutto acquista senso e valore, realizzando in
pienezza la nostra vocazione.
Come conclusione, abbiamo affrontato il tema
"e dopo? c un futuro per luomo?". Il germe
delleternit che ciascuno porta in s insorge
contro la morte e prevale la speranza.
Con questa convinzione e facendo tesoro di
quello che abbiamo vissuto, questi incontri
possono e devono avere un futuro, non rimanendo
fine a se stessi. " sulla capacit e la volont di
comunicare che si costruisce, giorno per giorno, un
rapporto autentico di amore tra le persone."
Questa
frase indicata da Don Dante mi sembra bellissima
perch, nella sua semplicit, costituisce la base del
nostro vivere da cristiani, guardando a Cristo
crocifisso quale pi alta espressione damore.
dalla biblioteca comunale
buon decennale, biblioteca
Non lo troveremo stampato
a caratteri cubitali sui
quotidiani nazionali n lo
sentiremo annunciare sui
teleschermi.,., ma noi della
biblioteca vorremmo fare in
modo che il decimo anniversario
dellavvio di questa importante
attivit culturale nel nostro paese
non passasse inosservato.
Non sempre molto frequentata,
alcune volte delusa per incontri
preparati con impegno, ma
mancati da troppi, la nostra
biblioteca rimane una realt di
notevole importanza per Ronago,
un punto di riferimento non solo
per i ragazzi di scuola - nostri
fedeli frequentatori - ma per
tutti.
Per questo, tra altre cose,
vorremmo allestire una MOSTRA
che si terr verso la fine di
settembre e avr come tema:
ARTISTI A RONAGO.
Invitiamo perci tutti coloro
che dipingono quadri, ceramiche;
che eseguono lavori artigianali
(quali il tombolo, piccole
sculture...) o altro a mettersi
in contatto con la biblioteca,
che sar lieta di dare chiarimenti,
ricevere i lavori, garantendo
la massima cura.
Vi chiediamo, per favore, di farlo
al pi presto, per permetterci
cos un accurato allestimento
della mostra.
La Commissione di gestione della
biblioteca vi ringrazia e augura
a tutti Buona Pasqua e... Buon Lavoro!

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