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Sociobiologia
Prima pubblicazione: Lunedì 21 novembre, 2005
Per esempio, i biologi evoluzionisti, per un lungo periodo, sono stati spiazzati
dai casi di altruismo apparente in particolari società animali: i lavoratori sterili
nelle colonie di insetti, i vari richiami d’allarme, la compartecipazione alla
ricerca di cibo, e molte altre (vedi Darwin, 1859, pp. 235-242; 1871; 1872).
Questi comportamenti sembrano includere un costo di cooperazione o dei
sistemi altruistici, che vogliono far sembrare una cosa impossibile la loro
evoluzione per selezione naturale. Per spiegare l’esistenza dell’altruismo, i
primi sociobiologi distinsero le condizioni sotto cui un comportamento
altruistico può essere vantaggioso. Tra gli anni ‘60 e ’70, in una serie di scritti
teorici, i biologi evoluzionisti hanno abilmente mostrato come la selezione
naturale può effettivamente favorire comportamenti che diminuiscono
l’idoneità riproduttiva dei soggetti, a condizione che i parenti stretti
[discendenti diretti] ne siano sufficientemente beneficiati (Hamilton, 1964; vedi
anche Trivers, 1974). Questi esempi sono stati successivamente ampliati per
mostrare come i comportamenti altruistici possono evolvere tra gli individui
non apparentati con il gruppo sociale d’origine (Trivers, 1971; Hamilton, 1972;
Maynard Smith, 1974). Ulteriori sviluppi negli anni ’80 permisero ai biologi
evoluzionisti di mettere insieme un maggior numero di dinamiche sociali anche
più complesse (vedi, Axelrod and Hamilton, 1981; Maynard Smith, 1982; per
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un esempio, vedere l’introduzione di altruismo biologico). I sociobiologi, allora,
testarono l’adeguatezza esplicativa di particolari modelli per dare una
collocazione attraverso test indipendenti ad alcuni dei loro parametri valutativi
e alle assunzioni fondamentali.
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conseguenza parte della natura, invece quelli che la criticano tendono a vedere
gli esseri umani come differenti in modo radicale dagli animali e a separarli
dalla natura. Questa concezione competitiva della natura, della ragione, della
moralità e della cultura ovviamente estende molto al di là la “Guerra della
Sociobiologia” (per un esempio, vedere l’introduzione di epistemologia
evoluzionistica), ma qui i disaccordi sono specialmente acuti (vedi Holcomb,
1993).
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sopravvivenza e di capacità riproduttiva. I sociobiologi modellano l’evoluzione
dei comportamenti umani in molti modi simili, usando varie “strategie
comportamentali” come tratti rilevanti. Comunque, in aggiunta all’assunzione
della teoria dell’evoluzione standard, la sociobiologia contribuisce con molti
elementi teorici. Per esempio, i sociobiologi assumono che gli uomini, come gli
altri organismi, hanno un sistema di controllo del comportamento con funzioni
particolari delle quali la storia evolutiva non potrebbe individuarne traccia.
Questo presupposto comporta certe idee sulla modularità dei sistemi cognitivi,
psicologici e neuropsicologici. Ed altri, più generali impegni inclusi i seguenti:
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spiegazioni “distali” del perché esistano delle relazioni tra comportamenti e
fattori prossimali.
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I sociobiologi spiegano che questo comportamento innato, differenziato nei
neonati, scatena la reazione dei genitori a trattare i ragazzi in una maniera e le
ragazze in un’altra. Loro applicano agli esseri umani la “ipotesi di Trivers-
Willard” riguardo agli animali: le femmine con un basso status e un minore
accesso alle risorse tendono ad avere più femmine nella prole, e, le donne con
un alto status e un maggiore accesso alle risorse tendono ad avere una prole
maschile (Trivers e Willard, 1973).
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dominio del fenomeno comportamentale che rimane dopo la scienza sociale
tradizionale spiega come possa essere così ampio. In particolare, i
comportamenti descritti in termini funzionali sono stati lasciati inspiegati
dall’approccio tradizionale. Le descrizioni funzionali di molti comportamenti
umani, allora, sono soggetti legittimati nelle spiegazioni sociobiologiche.
Inoltre, se il modello di Grant è pienamente corretto, a volte, anche le
spiegazioni sociobiologiche possono chiarire le cause, culturali, fisiologiche e
psicologiche “prossimali” dei comportamenti.
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comportamento riproduttivo altruistico e quello egoistico evolvono, ognuno,
tramite selezione naturale, in condizioni diverse, questo dipende dal giusto
rapporto benefici-costi e da altri fattori. Dato che siamo adatti alla vita di
gruppo, la cooperazione tra due o più individui per un mutuo vantaggio è un
comportamento normale in molte, ma non tutte, le interazioni sociali, questa
cooperazione da più opportunità di imbrogliare se occorre.
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discusso qui, intende spiegare nel dettaglio perché un certo numero limitato di
persone adotta delle strategie comportamentali antisociali.
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limitatezza delle risorse. Egli fornisce un meccanismo che spiega l’evoluzione
dei tratti adattivi, nominato, selezione naturale. E’ falso che “la selezione aiuta
quegli individui che aiutano se stessi”. Invece, la selezione aumenta la
frequenza dei tratti adattivi, i tratti che danno al loro organismo ospitante un
vantaggio nella competizione per il successo riproduttivo relativamente agli
altri individui. Questo vantaggio può verificarsi attraverso tratti altruistici (che,
compiendo incarichi, aiuta gli altri ma ostruisce se stesso, comportamento
distruttivo per se stesso) o tratti egoisti (che, compiendo incarichi, aiuta se
stesso ma ostruisce gli altri, comportamento distruttivo per gli altri).
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pre-analitici di ‘altruismo’ e di ‘egoismo’. Quando non facciamo questa
distinzione, le nuove teorie ‘prendi l’altruismo fuori dall’altruismo’ e ‘giustifica
ogni comportamento, non importa quanto immorale’, alla lunga questo può
essere solo una delle vie create dai nostri geni atta a ottenere il successo
riproduttivo.
Cosa sia la moralità e perché essa viene favorita dalla selezione naturale sono
due concetti distinti. Perciò, frasi come ‘noi siamo manipolatori sociali quando è
nel nostro interesse genetico fare ciò’ e ‘noi siamo onesti cooperatori sociali
quando è nel nostro interesse fare quest’altro’ sono fuorvianti. Il ‘mio interesse
genetico’ non è veramente il ‘mio interesse’. Il ‘mio interesse genetico’ è
ellittico parlando per quanto riguarda la pressione selettiva, essa agisce sugli
alleli che andranno ad aumentare la frequenza dei geni in una determinata
popolazione e nelle susseguenti generazioni, mentre il ‘mio interesse’ coinvolge
i miei stati psicologici, qui e ora, solo nella mia generazione. Nella sociobiologia
animale, molti studi identificano le situazioni in cui segnalazioni oneste
massimizzano la fitness e altre situazioni in cui le segnalazioni ingannevoli
massimizzano la fitness. Entrambe le situazioni pervadono la socialità umana.
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nostri ‘buoni comportamenti’ ci hanno condotto in una situazione di relativo
successo riproduttivo. Ci sono molte formule matematiche che prendono in
considerazione l’analisi benefici-costi nelle condizioni esatte in cui l’altruismo è
favorito o non favorito dalla selezione. Data questa visione buonista e gentile
della natura umana, ci spostiamo verso una domanda importante: Perché non
siamo tutti buoni, cooperativi e premurosi nei confronti degli altri, come i nostri
ideali morali richiederebbero? La combinazione di evoluzione e sviluppo
individuale permette a una piccola parte di persone di adottare una strategia di
‘Truffatore Egoista’ come indicato:
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che Darwin concepiva l’evoluzione come un gioco degli organismi contro le loro
condizioni di vita. Perché ci sono vincitori e vinti in base al criterio che “ognuno
sopravvive per riprodursi”, ogni organismo ha un rischio di morire e un rischio
di fallimento riproduttivo in ogni momento della sua vita. Il modello di Mealey è
un modello di gioco-teorico in cui il comportamento anti-sociale esiste accanto
ai comportamenti sociali come le strategie stabili dell’evoluzione (vale a dire,
una strategia come questa se fosse stata fissata in una popolazione,
un’eventuale invasione della strategia rivale non la soppianterebbe). Nella
metafora della teoria dei giochi, un ‘giocatore’ è un organismo, un ‘atto’ è un
comportamento, una ‘tattica’ è uno schema comportamentale, una ‘strategia’ è
uno stile di vita e la ‘resa dei conti’ di una strategia è il semplice effetto dell’uso
di una strategia nella fitness (i geni passano nella generazione seguente).
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Proprio come dei biologi cellulari che esaminano la patologia per capire la
funzione normale, la comprensione della sociopatia potrebbe fare luce, non
solamente nel rintracciare la fonte del comportamento antisociale, ma, nel
migliorare la conoscenza del funzionamento sociale normale. I sociopatici
differiscono dal resto di noi per il fatto che adottano una strategia per
l’evoluzione truffaldina, questo in relazione al loro ‘anormale’ sentiero di
sviluppo, mentre noi adottiamo una strategia per l’evoluzione cooperativa in
relazione al nostro ‘normale’ sentiero di sviluppo.
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che la mente umana e la cultura creano il comportamento umano
indipendentemente dalla biologia, allora, questo, induce a spiegare il
comportamento nei termini delle loro funzioni distali (successo riproduttivo) e di
meccanismi “prossimali” (evoluti meccanismi psicologici che eseguono strategie
evolute per il successo riproduttivo), questi saranno visti come irrazionali.
Questa sezione cerca di chiarire le varie assunzioni, tra loro in competizione,
sostenute dai sociobiologi.
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il dominio, stabilisce in quali modi la sociobiologia è rilevante o irrilevante su
quanto noi già pensiamo della natura umana.
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approcci sociobiologici che spiegano la natura umana sono legittimati e
compatibili, in questo modo non c’è bisogno, allo scopo di difendere gli approcci
non-evolutivi, di approvare la disconnessione tra strategie evolute e
comportamento umano. Una grande fonte di dibattito è perciò stata eliminata
allorchè sia riconosciuto che la spiegazione evoluzionista implichi normalmente:
ridescrizione, riclassificazione e riconcetualizzazione.
Anche, le spiegazioni evoluzionistiche dei comportamenti sono cariche di teoria,
cioè, l’oggetto che deve essere studiato e definito è riconcettualizzato con l’uso
della teoria evoluzionistica. “Riteniamo, tuttavia, che una considerazione del
significato evolutivo di un comportamento – le condizioni ancestrali che possono
averlo reso adattivo, i meccanismi che possiamo aver sviluppato per produrre
questo comportamento, e quanti di questi meccanismi putativamente evoluti
potrebbero funzionare negli ambienti attuali – potranno spesso fornire delle
visioni che non sono state fornite da nessun altra teoria comportamentale”
(Crawford e Anderson, 1989, p. 1458). Lo studio sulla sociopatia di Mealey è,
solamente in questo senso, uno studio del significato evoluzionistico della
sociopatia.
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componenti di un meccanismo tale che, quando le connessioni mutano per un
cambiamento dei geni o dell’ambiente, l’esito del comportamento differisce.
4. Conclusione
La sociobiologia umana mira a comprendere l’evoluzione della socialità umana.
I sociobiologi provano a tracciare le storie evolutive di particolari strategie
comportamentali nei termini del loro ruolo funzionale in ambienti ancestrali e
attuali. La ricerca sociobiologica mostra, peraltro, sfide straordinarie. La prima
tra queste è la nostra ignoranza dei fatti cruciali: la cronologia della pressione
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selettiva negli ambienti umani ancestrali e attuali, in che modo strategie
particolari sono attivate e controllate, la possibilità di transizioni radicali
dell’organizzazione sociale umana, il rapporto tra evoluzione biologica ed
evoluzione culturale e molti altri ancora. Il risultato è una struttura esplicativa
necessariamente speculativa. Tuttavia, sembra ragionevole credere che la
sociobiologia offra un quadro di riferimento potenzialmente illuminante per
comprendere il comportamento umano, che ha già conseguito importanti
obbiettivi.
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