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ANNO XLIV

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N. 211
.
MERCOLED 3 SETTEMBRE 2014 EURO 1,50
CON LE MONDE DIPLOMATIQUE + EURO 1,50
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento
postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004
n.46) art. 1, comma 1, Aut. GIPA/C/RM/23/2013
VENEZIA 71| PAGINA 12
Franco Maresco,
viaggio nellorrore
del Belpaese
Folli venti di guerra
per la crisi in Ucraina.
Gli Usa allertano
la Nato, riunita domani
a Cardiff: gi oggi
esercitazioni militari
contro la Russia.
Mogherini,
allEuroparlamento:
colpa di Putin.
Poi ci ripensa, parla
di soluzione politica
e spiragli nei colloqui
con Mosca di Misk.
Ma lAlleanza tira
dritto. Assassinata
a Kiev deputata
di sinistra PAGINA 7
OLEUROPA
OLANATO
Tommaso Di Francesco
Con Belluscone-Una storia siciliana il creatore di Cini-
co tv va oltre la storia della liaison fra Berlusconi e la
Sicilia per raccontarci le macerie del presente italiano.
U
naltra atrocit nella guerra tra Isis e
Stati Uniti: ieri sera il secondo ostag-
gioUsa, il reporter StevenSotloff, sa-
rebbe stato ucciso dai miliziani di al-Ba-
ghdadi. Decapitato, come James Foley. Un
video mostrerebbe un miliziano in nero uc-
cidere conuncoltelloSotloff inunluogo de-
sertico (sempre inIraq). Per ora non ci sono
conferme del video a Washington, impegna-
ta in raid per liberare Amerli, citt sciita tu-
rkmena. Qui luned andata in scena la
guerra civile irachena: arrivato il premier
uscente Al Maliki a rivendicare il ruolo del-
le milizie sciite. CRUCIATI |PAGINA 6
L
a maggioranza dei mem-
bri della Commissione
Ue non capisce nulla di
questioni mondiali. Vedi il tentati-
vo di far entrare nella Ue lUcrai-
na. megalomania hanno po-
sto a Kiev la scelta o Ue o Estci
vuole una rivolta del Parlamento
europeo contro gli eurocrati di
Bruxelles, cos si rischia la terza
guerra mondiale: (prima di quel-
le di Bergoglio) sono le parole al-
larmate dellex cancelliere tede-
sco Schmidt in unintervista alla
Bild di tre mesi fa che non parla
ancora di ingresso esplosivo di
Kiev. Pericolo sul quale, contenta-
tivo non riuscito di influenzare le
scelte di Obama che invece rilan-
cia il riarmo atlantico sulla base
del presunto sconfinamento-inva-
sione russa dellUcraina, si sono
pronunciati gli ex segretari di Sta-
toUsa Kissinger e Brzezinski e per-
fino lex capo del Pentagono del-
lamministrazione Obama, Robert
Gates che nel suo libro di memo-
rie ha scritto: Lallargamento cos
rapido della Nato a est un errore
e serve solo ad umiliare la Russia,
fino a provocare una guerra. Non
servito a nulla a quanto pare.
Lamentano i governi europei
che in gioco lunit territoriale
dellUcraina e Federica Mogheri-
ni, Mrs Pesc in pectore davanti al
Parlamento europeo, per farsi per-
donare di essere considerata filo-
russa dati gli interessi dellEni, ha
la faccia tosta di accusare: col-
pa di Putin. Se gli stava veramen-
te a cuore lunit territoriale del-
lUcraina, perch i governi euro-
pei insieme alla Nato e agli Usa
con tanto di capo della Cia John
Brennan, senatori repubblicani
guidati da McCain e segretario di
stato Kerry tutti su quella piazza,
hannoalimentato e sostenuto dal-
la fine del 2013 fino al maggio
2014 la rivolta, spesso violenta e di
estrema destra, di Piazza Majdan
che ha rimesso di fatto in discus-
sione lunit territoriale del Paese.
Mentre lambasciatrice Usa man-
dava affan... lEuropa. Era colpa di
Putin anche la rivolta di piazza
Majdan? Magari perch aveva soc-
corso, pronta cassa, le richieste di
Kiev quando lUe se ne lavava le
mani in preda alla sua crisi?
CONTINUA |PAGINA 7
IRAQ, LEX PREMIER AL MALIKI RIVENDICA AGLI SCIITI LA PRESA DI AMERLI
Isis, copione barbaro:
Decapitato Sotlof
Il pazzo atlantico
Per il rilancio della politica indu-
striale arriva in soccorso della
traballante ministra Federica
Guidi una societ di consulenza
teutonica. Ieri, prima riunione
della task force con gli uomini
della filiale italiana di Rolando
Berger, il 77enne magnate delle
consulenze economiche, convo-
cati insieme a professori bocco-
niani FRANCHI |PAGINA 3
Stamattina alle 10 il governo
svela il patto educativo - non
la riforma - sulla scuola. Si pu
discutere fino al 15 novembre,
poi da gennaio si parte. La mini-
stra Giannini: Vogliamo abolire
gli scatti di anzianit degli inse-
gnanti e basarli solo sul merito.
Dellassunzione di 100mila pre-
cari, per ora, non c pi traccia
CICCARELLI |PAGINA 2
C
on grande enfasi mediatica,
il governo Renzi ha annun-
ciato che partita una nuova
riforma della Pubblica Ammini-
strazione. Inrealt, siamo inpresen-
za di unoperazione che ha uncarat-
tere, contemporaneamente, regres-
sivo (come quella annunciata sulla
scuola) e di pura immagine, metten-
do insieme provvedimenti che ridu-
cono diritti dei lavoratori pubblici e
sindacali, come il ricorso alla mobi-
lit obbligatoria e la riduzione dei
distacchi e dei permessi sindacali re-
tribuiti. CONTINUA |PAGINA 15
Da Berlino e Madrid ieri Alfano
ha ricevuto il sostegno che cerca-
va per Frontex plus, loperazione
che sostituir da novembre
Mare nostrum nel controllo del-
limmigrazione nel Mediterraneo.
In cambio la Germania ha ottenu-
to il rafforzamento dei controlli
sulla frontiera tra i due Paesi.
Mentre Grillo lancia lallarme tbc
CONTINUA |PAGINA 5
SCUOLA
Oggi alle 10
si svela
il mistero
renziano
SVILUPPO ECONOMICO
Piano industriale,
consulenti
alla tedesca
al ministero
INTERVISTA A MICHELA DE GIORGIO
Le donne al lavoro
nella Grande Guerra
ALESSANDRA PIGLIARU l PAGINA 10
IMMIGRAZIONE
Frontex plus,
s della Spagna
e (condizionato)
della Germania
REPORTAGE DALLA BIRMANIA
La lunga marcia
delle donne dAsia
LUCIANA CASTELLINA l PAGINE 8, 9
ANDER FOGH RASMUSSEN, LUSCENTE SEGRETARIO NATO PRONTO AL SUMMIT DI CARDIFF/REUTERS
GOVERNO E CGIL
Funzione pubblica
del sindacato
Corrado Oddi
BIANI
SIRIA |PAGINA 6
Dalle Alture del Golan
al via loffensiva jihadista
per la presa di Damasco.
Lambiguit dIsraele
MICHELE GIORGIO
pagina 2 il manifesto MERCOLED 3 SETTEMBRE 2014
Roberto Ciccarelli
A
lle 10 di questa mattina il
mistero renziano sulla
scuola sar rivelato. Sul si-
to passodopopasso.italia.it ver-
ranno pubblicate le linee gui-
da del patto educativo: La
buona scuola. E non chiamate-
la riforma della scuola, ha pre-
cisato il presidente del Consi-
glio. Le proposte verranno sotto-
poste aduna consultazione pub-
blica e online dal 15 settembre
al 15 novembre. Nella legge di
stabilit, ha annunciato ieri Ren-
zi nella sua newsletter Enews,
verrannoinserite le prime risor-
se e da gennaio il governo si
impegnato a produrre i primi
provvedimenti legislativi.
Proporremo agli insegnanti -
ha spiegato - di superare il mec-
canismo atroce del precariato
permanente e della supplentite,
ma chiederemo loro di accetta-
re che gli scatti di carriera siano
basati sul merito e non sempli-
cemente sull'anzianit: sareb-
be, sar, una svolta enorme. Il
passaggio sancito: dalla con-
trattazione nazionale, e dalla
carriera basata sull'idea di ser-
vizio pubblico, si passer alla
meritocrazia: uncontratto vin-
colante per l'individuo sia inter-
mini economico-finanziari (pi
lavori, pi vieni valutato, pi vie-
ni pagato) che in termini morali
(l'insegnante, o lo studente,
nonbravi non sono eccellen-
ti e efficienti, e quindi verran-
no esecrati?).
Per fare questo sar necessa-
rio introdurre dosi massicce di
valutazione per misurare i
meriti (e gli stipendi) di docen-
ti e studenti (con le prove Inval-
si). Ufficialmente per trasforma-
re insegnanti e famiglie in co-
munit educanti, altra espres-
sione renziana. Concretamente
per delineare una societ dei
controlli e delle sanzioni per
valutare e punire i meriti e i de-
meriti degli individui.
Quella che stiamo elaboran-
do non l'idea di stabilizzare i
precari ha detto ieri da Bruxel-
les il ministro dellIstruzione Ste-
fania Giannini - Quello che vo-
gliamo fare mettere fine a que-
sto metodo negativo che ha sof-
focato la possibilit di crescita
della scuola italiana. Bisogna ve-
ramente cambiare il sistema e
questo si abbina a un cambio
delle regole del gioco.
L'esegesi di queste dichiara-
zioni resta difficile perch con-
trastano con l'annuncio di sta-
bilizzare 100 mila precari dal-
le graduatorie ad esaurimento
o abolire quelle di istituto. Tra
le righe forse si vuole attribuire
la supplentite (altra invenzio-
ne linguistica di Renzi) ai do-
centi precari che da anni dan-
no una parvenza di normalit
alla scuola italiana. Proprio co-
me se fosse una malattia dei
singoli, non una degenerazio-
ne del sistema scolastico che
precarizza 280 mila persone
nelle graduatorie e 337.458
iscritte nella terza fascia.
anche probabile che il gover-
no non abbia le risorse per fi-
nanziare una simile impresa.
Renzi ieri ha evocato il passepar-
tout della spending review,
una coperta stretta utile per tut-
te le stagioni. Qualora riuscisse
nellimpresa, quella del gover-
no sar una normale attivit di
sostituzione al lavoro delle
90-100 mila persone che an-
dranno in pensione dal 2015 al
2022. Resta da capire, e non
detto che lo scopriremo questa
mattina, il destino riservato ai
precari che non rientreranno
nella stabilizzazione-che-non-
si-pu-chiamare-stabilizzazio-
ne. Si parla di una riforma del
reclutamento dei docenti a
partire dall'universit. Un prov-
vedimento reso necessario dal
caos disumano prodotto dai pre-
decessori della Giannini (Gelmi-
ni-Profumo-Carrozza) sull'abili-
tazione all'insegnamento dopo
la chiusura nel 2007 delle Siss.
Oggi frazionato tra Tfa, Pas,
senza dimenticare gli idonei o
i vincitori senza cattedra gene-
rati dal concorsone del 2012.
Tra incognite e auspici, nel
frattempo si pu apprezzare la
portata ideologica dell'operazio-
ne. La scuola, ha detto ieri Renzi,
alfa e omega di tutto. Come
nel 2008 con la riforma Gelmini,
anche oggi la scuola la cono-
scenza e il suo rapporto con
l'istruzionetecnica eprofessiona-
lizzante vengono usati come lo
sfondo dove proiettare le ombre
di un progetto neoliberale di so-
ciet. In questa chiave si pu in-
terpretare la trasformazione dei
dirigenti scolastici in manager di
una scuola-azienda; l'introduzio-
ne dell'inglese e dell'informatica
(coding cos si esprime Renzi)
sin dalle materne; il modello te-
desco constage e apprendistato
a scuola (pallino della Gelmini,
poi della Fornero, che riscuote
consensi tra i sindacati). In atte-
sadi capirecome opererl'orga-
nicofunzionale arete prospetta-
to ai neo-assunti o ai precari, al
momentosimileal lavoroachia-
mata. Le fabbriche, come la
scuola, funzionano gi cos.
A
spiranti fisioterapisti, logopedi-
sti e infermieri stamattina parte-
ciperannostamattina ai test a ri-
sposta multipla necessari per iniziare
a studiare nelle facolt a numero chiu-
so dedicate alle professioni sanitarie.
Ci sono 85mila aspiranti studenti per
25mila posti disponibili. Nel frattem-
po gli esclusi dai test a medicina che si
sono tenuti per la prima volta nello
scorso aprile, continuano a sperare
nei ricorsi o frequenteranno facolt af-
fini in attesa del 2015, quando il test
verr abolito come promesso dal mini-
stro dellIstruzione e delluniversit
Giannini. Al suo posto prevista un
nuova modalit di numero chiuso che
passa per test edesami a fine anno sul-
lesempio francese. La proposta sta-
ta contestata dai rettori per motivi logi-
stici. Il modello francese molto seve-
ro: passa solo 1 studente su 5.
Controi test daccessoalle professio-
ni sanitarie e alle facolt di scienze del-
la formazione oggi protesteranno gli
studenti: Esistono ragioni politica-
mente credibili per escludere pi di 60
mila studenti dai corsi di laurea scel-
ti?- domanda Riccardo Laterza, porta-
voce nazionale della Rete della Cono-
scenza - La bufala del merito e la vo-
lont di continuare sulla strada del de-
finanziamento dell'universit pubbli-
ca non possono giustificare l'azzardo
che i test rappresentano per tutte e tut-
ti. Nonsi pu precludere cos, conpro-
ve arbitrarie e dannose, estese a molto
pi della met dei corsi di laurea, la
scelta del proprio percorso universita-
rio a migliaia di studenti e studentes-
se. La Rete della Conoscenza chiede
la convocazione di un tavolo naziona-
le di confronto per ripensare le politi-
che del governo sull'istruzione. Laboli-
zione del test a Medicina viene defini-
to strumentale dal portavoce del co-
ordinamento universitario Link Alber-
to Campailla: Il ministroGiannini do-
vrebbe affrontare il problema struttu-
rale che porta a partecipare a questi
test unnumero spropositatodi studen-
ti rispetto alla scarsit di risorse e posti
disponibili negli atenei . Il sistema non
funziona. Gli studenti di Link hanno
annunciato volantinaggi e azioni negli
atenei da oggi e per i prossimi 20 gior-
ni di test. In Italia - sostengono Udu e
Rete degli Studenti medi - sono pi
del 57% i corsi a numero programma-
to e continuano ad aumentare di anno
in anno: il dato costituzionale per cui
l'istruzione dovrebbe essere accessibi-
le a tutti rilevante solo sulla carta ma
non nella realt.Non basta ripensare
i test - afferma Alberto Irone (Udu) - bi-
sogna investire sullorientamento. An-
che loro protesteranno oggi contro
prove inique e fallaci.
L
Italia penultima
in percentuale
(8%) per volume
di spesa pubblica dedica-
ta allistruzione rispetto al
complesso delle spese
pubbliche totali. Dopo di
noi, nella graduatoria dei
27 paesi europei, solo la
Romania (7,4%). I dati del-
lEurostat, listituto di sta-
tistica europeo, sono rela-
tivi al 2011 e ci dicono che
i paesi europei hanno in-
vestito nella scuola una
media del 9,7%. Al primo
posto per percentuale di
spesa c Malta (16,75%),
seguita da Cipro (14,42%),
Estonia (13,16%), Danimarca (12,91%), Litua-
nia (12,79%), Lettonia (12,13%), Irlanda
(11,98%), Svezia (11,81%), Belgio (11,59%),
Finlandia (11,45%), Polonia (10,97%), Slove-
nia (10,35%), Austria (10,21%), Olanda
(10,18%), Portogallo (10,16%) Spagna
(10,14%), Repubblica Ce-
ca (10,14%), Germania
(9,78%), Francia (9,77%),
Slovacchia (9,59%), Re-
gno Unito (9,49%), Bulga-
ria (8,91%), Ungheria
(8,87%), Croazia (8,63), e
in coda Italia (con
l8,08%) e la Romania
(7,47%).
Il rapporto dellOcse
conferma i dati: con una
spesa per listruzione pari
al 9% del totale della spe-
sa pubblica la penisola
al 31esimoposto su32 pa-
esi presi in considerazio-
ne, contro una media Oc-
se del 13%. Solo il Giappo-
ne pi avaro sulla scuola. LItalia sopra la
media per la scuola dellinfanzia (nona su 34
paesi) e la primaria (decima su 35), mentre
scende sotto la media per la scuola seconda-
ria (18esima) e per listruzione universitaria
(24esima).
Scuola, svelatoil misteroren
MILLENNIUM


Giannini: Non stabilizzeremo i precari, metteremo
fine al metodo negativo che soffoca la scuola italiana
Annunciazione

Alle 10 di questa mattina


pubblicate online
le linee guida del patto
educativo - non della
riforma - proposto
dal governo.Verranno
discusse fino al 15 novembre
8,08%
SPESA PUBBLICA Per listruzione siamo sotto la media europea
Italia fanalino di coda nellUe a 27
EUROSTAT LItalia
allultimo posto in Europa per
percentuale di spesa pubblica
destinata alla cultura (1,1% a
fronte del 2,2% dellUe a 27)
e al penultimo posto per
percentuale di spesa in
istruzione (l8,08%)
MATTEO RENZI
DURANTE LA SUA
VISITA NELLA
SCUOLA DI TREVISO
/SITO DEL GOVERNO
Universit /INIZIANO LE PROFESSIONI SANITARIE
Numero chiuso, studenti
contro i test dellazzardo
MERCOLED 3 SETTEMBRE 2014 il manifesto pagina 3
Adriana Pollice
A
veva promesso al se-
gretario generale della
Fiom di bere un bic-
chiere dacqua con lui e ieri
mattina Antonio Frosolone
ha mantenuto la parola.
Maurizio Landini si pre-
sentato a casa sua, a Lago
Patria: Abbiamo fatto un
brindisi - ha raccontato -, ve-
dere che anche Landini si in-
teressa alla mia situazione
la dimostrazione che i miei
compagni sono molto inte-
ressati a me. Un bel gesto di
solidariet. Dal 22 agosto
loperaio Fiat del reparto lo-
gistico di Nola aveva comin-
ciato lo sciopero della fame,
della sete e delle medicine,
sospendendo i farmaci per
il cuore e il diabete. Sei anni
di cassa integrazione senza
alcuna prospettiva di lavoro
hanno gi prodotto due sui-
cidi tra i colleghi di Antonio,
accanto ad altri tentativi per
fortuna non portati a termi-
ne. Per convincerlo a inter-
rompere la protesta ieri po-
meriggio si tenuta una ma-
nifestazione nella parroc-
chia di Pomigliano.
Viste le condizioni di salu-
te, probabilmente Frosolo-
ne ricomincer a curarsi e,
sotto osservazione medica,
anche a nutrirsi ma la batta-
glia per rompere il silenzio e
lisolamento dei 300 lavora-
tori del reparto punitivo di
Nola ancora lunga: Qual-
che parlamentare ha presen-
tato delle interrogazioni, la
Fiat dice che avvier 60 po-
stazioni, la verit che i la-
voratori sono disperati e sul
tavolo non c nessuna solu-
zione - spiega Andrea Amen-
dola, segretario regionale
Fiom -. Dopo la marcia dei
quarantamila nel 1980 ci fu
unondata di licenziamenti
con centinaia di suicidi.
Chi ha il lavoro se lo tiene
stretto e non mostra alcuna
solidariet, se indiciamo
unassemblea se ne tengo-
no lontani per paura di ri-
percussioni.
Al Giambattista Vico le co-
sa non vanno bene: sul piaz-
zale della fabbrica di Pomi-
gliano giacciono invendute
10mila Panda, questo mese
il settore A (dove si produce
lutilitaria, lunico dove si la-
vorava senza cassa integra-
zione) dovrebbe fare una
settimana di cig e, a dicem-
bre, ferie lunghe. Il nuovo
modello Panda dovrebbe ar-
rivare tra quattro anni, che
un modo gentile per dire
che per ora non c niente
per il Vico.
La buona notizia che
questa settimana sono tor-
nati al lavoro sulle linee di
produzione di Pomigliano
dieci degli iscritti Fiom che
avevano vinto la causa con-
tro la Fiat per discriminazio-
ne, i restanti nove verranno
assorbiti nei reparti dove si
lavora a rotazione con i con-
tratti di solidariet. la di-
mostrazione che avevamo
ragione ma non una vitto-
ria - conclude Amendola -,
bisogna riprendere da capo
a costruire rapporti e lotte.
Per gli operai della ex Iri-
sbus invece c ancora da
aspettare. I 300 lavoratori so-
pravvissuti alla chiusura da
parte del Lingotto della fab-
brica che produceva bus nel-
lavellinese e i 200 della Bre-
da Meranini di Bologna han-
no ricevuto nuove rassicura-
zioni, ma non c ancora
una data per la nascita della
newco Industria Italiana Au-
tobus. Al ministero della Svi-
luppo economico c stato
ieri un incontro tra i parla-
mentari irpini e il vicemini-
stro Claudio De Vincenti,
che ha assicurato la chiusu-
ra dellaccodo entro lanno.
La partita si gioca tra Cnh In-
dustrial (proprietaria dei
suoli della Irisbus), Finmec-
canica (che resta con il 20%,
ma vorrebbe poi cedere le
quote entro un paio danni)
e King Long Italia, ramo lo-
cale del colosso del traspor-
to cinese. A rallentare la trat-
tativa la diffidenza della
Breda, che ha le licenze. La
Fiomattende la convocazio-
ne al tavolo: Nel piano in-
dustriale c solo la costru-
zione dei bus pollicino per i
centri storici, accanto al re-
vamping dei mezzi in circo-
lazione e la personalizzazio-
ne dei pullman dalla Cina
da mettere sul mercato euro-
peo. C poi il pericolo che
si giochi al ribasso sui salari
nel nuovo contratto. Per noi
il modello di riferimento
quello della Breda.
Massimo Franchi
I
talia uber alles. Se Matteo
Renzi guarda alla Germa-
nia come modello della sua
riforma del lavoro - invece che
Jobs act dovremo chiamarlo Ar-
beit akt? - per il rilancio della di-
sastrata politica industriale arri-
va in soccorso la pi importan-
te societ di consulenza teuto-
nica. Ieri al ministero dello Svi-
luppo economico si tenuta la
prima riunione della task force
voluta dalla traballante mini-
stra Federica Guidi per cercare
di stare al passo con i program-
mi europei che puntano nel
2030 a un 20 %del Pil continen-
tale che venga dalla manifattu-
ra. A presiederla gli uomini di
Rolando Berger - il 77enne ma-
gnate delle consulenze econo-
miche. Assieme a loro un bel
gruppo di professori, guidati
da una pattuglia di bocconiani
doc: Carlo Altomonte e il giova-
ne rampante e renziano Tom-
maso Nannicini. Accanto a lo-
ro siedono altri luminari della
scienza economica - come
Giorgio Barba Navaretti, esper-
to di multinazionali - o ban-
chieri - come Fulvio Coltorti -
una vita a Mediobanca da Cuc-
cia in poi.
La presenza pi interessante
quella di Maurizio Tamagni-
ni, amministratore delegato
del Fondo strategico italiano,
braccio operativo di Cassa de-
positi e prestiti che come core
business avrebbe proprio quel-
lo di aiutare le industrie italia-
ne a rilanciarsi. Finora per lo
ha fatto ben poco.
Ma come detto, a tirare le fi-
la, dettare lagenda e snocciola-
re dati, ieri cerano i consulenti
di Rolando Berger Italia. Trince-
rati dietro il pi stretto riserbo,
dalla sede italiana - una delle
pi proficue fra la trentina spar-
se per il mondo - si fa notare il
fatto di essere lunica societ
presente assieme ai professori.
I tedeschi si sono offerti gratui-
tamente: guadagneranno sem-
plicemente dal fatto di pubbli-
care uno studio assieme e per
conto del governo italiano.
La scopo della task force al
momento alquanto generico:
redigere entro fine novembre
un documento per rilanciare
lindustria italiana su cui poi
spetter al governo lultima pa-
rola. Ma la prima riunione ha
gi fatto capire a cosa puntano
i tedeschi. Se i sindacati - a pro-
posito loro al tavolo non ci so-
no, si prevede una sola audizio-
ne pi in l - denunciano da
tempo il rischio di una desertifi-
cazione in settori fondamenta-
li come la siderurgia (Lucchini,
Ilva e Ast Terni stanno moren-
do), lauto (con la sola Fiat che
per giunta sta lasciando il pae-
se), lenergia (Alcoa se ne va, e-
On sar la prossima), ieri si
parlato solamente di dimen-
sione dimpresa. Per i consu-
lenti di Roland Berger Italia in-
fatti il vero problema dellindu-
stria nostrana che abbiamo
troppe aziende piccole: sotto i
50 dipendenti sono il 65% del
totale in Italia, solo il 30 % in
Germania). Piccolo non bel-
lo perch secondo Roland Ber-
ger proprio la loro dimensio-
ne ridotta a non farle investire
in ricerca, a non aprire loro i
mercati internazionali. La ricet-
ta per il futuro suggerita dai te-
deschi quella di crescere, di
diventare grandi.
Un cambiamento di mentali-
t, dunque. Che andr per fat-
to come al solito a costo zero,
perch di risorse a disposizio-
ne per il progetto - al momento
- non ce ne sono.
La prossima riunione fissa-
ta per fine mese. La speranza
che l si inizi veramente a parla-
re di come rilanciare i settori
storici dellindustria italiana.
Sempre che tedeschi e bocco-
niani siano daccordo.
MILLENNIUM


Per il rilancio della politica industriale arriva
in soccorso una societ di consulenza teutonica
Anna Maria Merlo
PARIGI
O
gni giorno una nuova tappa sulla strada della
svolta a destra della Francia: lultimo episo-
dio ieri con lannuncio, da parte del ministro
del lavoro, dellintroduzione di maggiori controlli sui
disoccupati che prendono il sussidio. 350mila offer-
te di lavoro che non trovano nessuno in un paese
che conta 3,4 milioni di disoccupati, una cosa in-
sopportabile, ha affermato Franois Rebsamen.
Penso che i controlli debbano
venire rafforzati. Quando si di-
soccupati, nel sensodel Bit, si de-
ve cercare un impiego. Auspico
che venga verificato che i disoc-
cupati cercano un lavoro. In ca-
so contrario, verranno radiati
dalle liste. Ad un certo punto, ci
vogliono delle sanzioni, ha ag-
giunto. Immediata la reazione
dei sindacati. Laurent Berg, se-
gretario della Confdration
franaise dmocratique du tra-
vail (Cfdt), si detto atterrito
da questa mossa. Per la Con-
fdration gnrale du travail
(Cgt), si tratta di indecenza, di mancanza di seriet.
Philippe Sabater, dello Snu di Ple Emploi (lagen-
zia di collocamento pubblica) spiega: Destra e sini-
stra sempre la stessa ricetta, le vecchie politiche pu-
nitive sono di ritorno. Vengonospulciate le liste e co-
s abbiamo migliori risultati. Ma anche se queste po-
litiche si tradurranno con un calo del numero dei di-
soccupati, sar artificiale e il problema ci esploder
in faccia come un boomerang. In realt delle misu-
re di controllo sono gi allopera: laccompagna-
mento guidato prevede una serie di appuntamenti
obbligatori con i funzionari di Ple Emploi e control-
li specifici sulle azioni di ricerca attiva di un posto. Il
governodi destra di Franois Fillonaveva deciso del-
le sanzioni dopo il rifiuto di due offerte di lavoro ra-
gionevoli (ma il meccanismo ha funzionato male).
Ple Emploi, da qualche mese, ha messo in opera
un sistema di intercettazione automatica di profili
a rischio, disoccupati che hanno caratteristiche di
pelandrone. Da un po pi di un anno, in quattro
regioni, sperimentato unnuovo sistema di control-
lo dei disoccupati, attraverso indagini su Internet,
per verificare se stata fatta una ricerca attiva di la-
voro, se la persona si iscritta ai siti di offerte di lavo-
ro ecc. In caso contrario, arriva la radiazione dalle li-
ste, la prima volta per 15 giorni. Questo sistema po-
trebbe adesso venire generalizzato a tutta la Fran-
cia. I disoccupati in Francia sono ben di pi della ci-
fra data da Rebsamen: a luglio, erano 3,7 milioni di
categoria A (cio senza nessuna attivit), mentre se
si addizionano coloro che hanno lavorato qualche
ora vengono superati i 5 milioni. Hollande aveva pro-
messo di invertire la curva della disoccupazione
entro la fine dello scorso anno: al contrario, la disoc-
cupazione continua a crescere.
Le affermazioni di Rebsamen
hanno alimentato ieri ancora la
polemica allinterno del Partito
socialista, dove una fronda
sempre pi consistente conte-
sta la politica del governo. Il pre-
mier Manuel Valls, che domeni-
ca invitato da Matteo Renzi al-
la Festa dellUnit di Bologna
per rilanciare lEuropa con la
sinistra europea, rischia di non
avere pi la maggioranza allAs-
semblea, quando dovr far pas-
sare la finanziaria 2015 (o se
chieder il voto di fiducia per il
nuovo governo).
Dopouna settimana di vita, il nuovo esecutivo Val-
ls gi in difficolt. Ieri sono cominciate le scuole ed
ripartita la polemica sulla modifica dei ritmi scola-
stici, avviata lannoscorso. Questanno dovrebbe ve-
nire generalizzata in tutto il paese: per la materna e
le elementari ci sar scuola anche il mercoled matti-
na (che era tradizionalmente libero) e, in cambio,
viene alleggerito lorario giornaliero (8,30-16,30). Ma
la protesta cresce, per spirito conservatore, ma an-
che perch i comuni hanno pochi soldi per proporre
attivit interessanti nellultima ora della giornata di
scuola, quando non ci sono pi lezioni. Molti denun-
cianolaccentuazione delle differenze tra comuni po-
veri e comuni ricchi (ma il problema esisteva anche
con il mercoled libero: chi poteva permetterselo pa-
gava corsi privati, dalle lingue straniere allo sport).
La destra ha trovato un nuovo angolo dattacco
contro la nuova ministra, Najat Vallaud-Belka-
cem, 36 anni, gi accusata di difendere la teoria
di genere perch ha proposto labc dellegua-
glianza per combattere le discriminazioni di gene-
re (una sindaca Ump ha regalato ai bambini della
sua cittadina una cartella blu con robot ai ma-
schietti e rosa con le perline per le bambine).
ziano
SVILUPPO ECONOMICO Una task force con gli uomini di Rolando Berger
Il ministero chiama
i manager alla tedesca
Modello tedesco

Francia /VALLS ALLA FESTA DELLUNIT DI BOLOGNA


Parigi sempre pi a destra:
radiati i disoccupati pelandroni
Insieme ai professori
bocconiani, ieri
la prima riunione
della task force
voluta da Guidi
GRANDI IMPRESE AL PALO Occupazione
ferma e salari in diminuzione nelle grandi imprese
italiane. E la rilevazione dellIstat relativa al mese di
giugno. Un dato che non lascia ben sperare, se si
considera che le indicazioni arrivate durante lestate
e fino allultima settimana hanno poi mostrato un
rallentamento sensibile delleconomia italiana.
Secondo la ricerca dellIstat, a giugno loccupazione
nelle grandi imprese (in termini destagionalizzati)
resta invariata rispetto a maggio sia al lordo sia al
netto dei dipendenti in Cassa integrazione guadagni
(Cig). Rispetto a giugno 2013, loccupazione nelle
grandi imprese diminuisce dello 0,8% al lordo della
Cig e dello 0,5% al netto dei dipendenti in Cig. Al
netto degli effetti di calendario, il numero di ore
lavorate per dipendente (al netto dei dipendenti in
Cig) diminuisce, rispetto a giugno 2013, dell1,2%.
Per quanto riguarda invece la retribuzione lorda per
ora lavorata a giugno si registra una diminuzione
dello 0,5% rispetto al mese precedente. In termini
tendenziali lindice grezzo aumenta del 3,3%.
Rispetto a giugno 2013 la retribuzione lorda e il
costo del lavoro per dipendente (al netto dei
dipendenti in Cig) aumentano rispettivamente del
2,2% e dell1,6%. Considerando la sola componente
continuativa, la retribuzione lorda per dipendente
aumenta, rispetto a giugno 2013 dello 0,4%.
LAVORO
La crisi dellauto
divora anche
Pomigliano e Iris
Landini va a trovare
loperaio Frosolone,
in sciopero della sete
e della fame
dal 22 agosto scorso
pagina 4 il manifesto MERCOLED 3 SETTEMBRE 2014
Silvio Messinetti
CATANZARO
L
a destra seduta sulla riva del fiu-
me inattesa di veder passare il ca-
davere del centrosinistra. Lucida
follia o pulsioni suicide? Chiss. In Ca-
labria il Pd sta celebrando il suo psico-
dramma. Pi che Tafazzi sembra Fan-
tozzi. Un partito pronto a subire umi-
liazioni pubbliche e private. Come gi
due anni fa, alle politiche, il centrosini-
stra in testa a pochi metri dal traguar-
do fa tutto per perdere le regionali. E
forse le perder.
A quasi sei mesi dalla condanna in
primo grado a sei anni del presidente
Peppe Scopelliti, tutto in alto mare.
Non si conosce la data delle elezioni,
non si indicono i comizi, non si cono-
scono i candidati. Un caos istituziona-
le con due protagonisti: il Pd, appunto,
e Antonella Stasi, la presidente facente
funzioni che fa e disfa dalla sera alla
mattina. Venti giorni fa aveva indicato
il 12 ottobre come electionday per fare
uno sgambetto al centrosinistra che
aveva fissato le sue primarie interne
per il 14 settembre. Gi, le primarie.
Qui ne esistonodi due tipi: quelle di co-
alizione e quelle istituzionali, sancite
da unastrusa legge elettorale regiona-
le, su cui pende un giudizio di incosti-
tuzionalit. Stasi aveva convocato le
primarie istituzionali a luglio, ma nes-
sunoaveva partecipato. Ci ha poi ripro-
vato fissandole per il 21 settembre e ri-
cevendo la partecipazione di Franco
Corbelli, del Movimentodei diritti civi-
li, dellex sottosegretario allAmbiente,
Elio Belcastro, e, persino, di Mario Ma-
iolo, consigliere regionale Pd e presi-
dente di Legautonomie. Che si candi-
datosoloper poche ore, dopoaver rice-
vutoil niet dal Nazareno. Il Pdnaziona-
le, con un comunicato al vetriolo, ave-
va, infatti, intimato di non partecipa-
re alle primarie istituzionali previste
per il 21 settembre ma di fare soloquel-
le di coalizione il 7 o il 14 settembre.
Fosse facile. Perch quello che va in
scena sotto il nome di primarie in re-
alt uncongressosottotraccia, guerreg-
giato, animato da fazioni in perenne
lotta, una disfida allultimo colpo.
Un brutto spettacolo. Che non piace
per niente ai vertici del Pd, a Renzi in
primo luogo. E cos si affaccia come
unombra lipotesi del papa nero,
una figura super partes capace di met-
tere a tacere le frizioni interne e le op-
poste fazioni, capeggiate da Mario Oli-
verio, presidente della provincia di Co-
senza, pivolte sindaco di SanGiovan-
ni inFiore, dalemiano- bersaniano- cu-
perliano, e Callipo il giovane, Gianlu-
ca, nipote di Pippo, il re del tonno.
E cos domenica Luca Lotti, numero
due del Pd, e braccio destro di Renzi, si
avvicinato ad Oliverio e gli ha detto:
Senti Mario, noi pensiamo a unmagi-
strato per la presidenza della Regione,
e crediamo sia meglio non fare le pri-
marie per non spaccare il partito. Il
colloquio tra il sottosegretario Lotti e il
candidato Oliverio avvenuto allHo-
tel Ashely di Lamezia per poi prosegui-
re in auto nel tragitto verso laeropor-
to. Il nome del magistrato a cui pensa
Lotti Salvatore Di Landro, procurato-
re capo a Reggio. Apriti cielo. Oliverio
andato gi duro: Avete deciso di fa-
re le primarie in Emilia, perch non si
possono fare in Calabria? Qui da mesi
stanno giocando a farle saltare perch
hannopaura che a vincerle possa esse-
re io. Ma nessuno, da Minniti a Gueri-
ni, quando li ho incontrati a Roma mi
ha detto che sul mio nome cera un
problema, altrimenti mi sarei regolato
diversamente. Ora il treno partito e
nonci sono le condizioni per fermarlo.
Altrimenti deraglia. Oliverio e Lotti si
sono lasciati all'ingresso dellaeropor-
to. Il primo in partenza verso Crotone
per continuare il viaggio elettorale, il
secondo direzione Roma con una con-
vinzione in pi: le primarie sono luni-
co modo per tenere unito il partito.
A sinistra del Pd, intanto, si assiste
sgomenti. C chi, come Gianni Spe-
ranza, sindaco di Lamezia e dirigente
nazionale di Sel, a queste primarie ha
creduto, e continua, nonostante tutto,
a crederci da candidato in campo. Ma
dice basta conle pantomime, il punto
la data delle elezioni, le primarie ven-
gono di conseguenza. Per poi lancia-
re una bordata al Pd per lambiguit
con cui sta gestendo la situazione, in
uncongressopermanente, che consen-
te a Stasi di giocare con le istituzioni.
Poi c il resto della lista Tsipras.
Quelli che vedono le primarie e lalle-
anza con il Pd come fumo negli occhi.
Acominciare da Rifondazione che lan-
cia oggi il progetto Laltra Calabria. Lo
fa da Lamezia, a casa Speranza. Sel
sta sbagliando i tempi - dice Pino Scar-
pelli, segretario regionale Prc - Speran-
za poteva essere il candidato della coa-
lizione di forze sociali e partitiche che
ha dato vita alla lista Tsipras. Ma dalle
europee in poi, Sel ha iniziato a dera-
gliare dal percorso comune. Noi siamo
alternativi al Pd e coerenti. E si fanno
gi i nomi per il candidato presidente:
dallarcheologo Battista Sangineto al
medico per lambiente FerdinandoLa-
ghi al giurista Alessandro Mazzitelli.
POLITICA


EMILIA ROMAGNA
Richetti: A Bonaccini
sostegno preventivo
Prendo atto, come prendono atto
tutti, che in queste ore tutto il grup-
po dirigente del partito si sta ogget-
tivamente compattando e a me
dispiace perch noi abbiamo mes-
so in campo alcune proposte, ab-
biamo parlato di sanit, di innova-
zione, di imprese, di formazione e
di welfare. Stefano presenter le sue nei prossimi giorni e pri-
ma ancora che possa esserci un confronto di idee c gi un
posizionamento preventivo. Cos Matteo Richetti, renziano
candidatosi alle primarie del centrosinistra per la candidatura
a presidente dellEmila Romagna. Il deputato si rammarica
per il sostegno che il Pd emiliano - lettiani compresi, almeno
questo lorientamento prevalente - sta invece dando appun-
to a Stefano, cio Bonaccini, renzianissimo, responsabile
enti locali nella segretaria nazionale del Pd. E Richetti, in
unintervista a a Radio Citt del Capo, lamenta anche: Vuol
dire che qualcuno si ritiene maggiormente appartenente a
una comunit politica e qualcun altro ormai da tempo viene
considerato un po ai margini. Risponde, via twitter, Stefano
Bonaccini: La maggioranza dei sindaci dellEmilia Romagna
mi sosterr alle primarie. Sono apparato anche loro che son
stati eletti dai cittadini?.
LAQUILA Possibili infiltrazioni per difetto costruttivo. Rischio evacuazione per tutti gli abitanti
Le newtown gi vecchie. Crolla un balcone
CALABRIA Scontro nel Pd, polemiche a sinistra. E non si conosce nemmeno la data delle elezioni
Un caos chiamato primarie
FESTA DELLUNIT
DAlema boccia
governo e partito
del premier
Fallisce la missione
del renziano Lotti
per evitare spaccature
mettendo in pista
un magistrato
BOLOGNA
I
l ragazzo si applica, per...
Alla Festa dellUnit di Bolo-
gna il giorno di Massimo
DAlema e lillustre rottamato,
sfumata anche la nomina a Mr
Pesc, nonsi lascia pregare per as-
sestare le sue bordate nei con-
fronti di Matteo Renzi. Il gover-
no compie indubbiamente degli
sforzi. Poi i risultati, sicuramen-
te, per ora nonsonorisultati sod-
disfacenti. Tutti rimandati a ot-
tobre, dunque, quando arriver
la manovra e l si capir me-
glio. Euna. Ma il problema non
solo il governo, perch io cre-
do nel ruolo dei partiti, credo
che un partito non possa essere
il movimento del premier. Men-
tre il Pd renziano visto da DAle-
ma una corte ogidi l: I parti-
ti dovrebbero avere una loro vi-
ta democratica, dei loro organi-
smi dirigenti, sostanzialmente il
Pd in questo momento non ha
una segreteria, ma un gruppo di
persone che sono fiduciarie del
presidente del consiglio. In que-
sto modo il partito finisce per
avere una vita molto stentata.
Per carit, Renzi ha un grande
consenso. Per ora... Perch lex
leader dei Ds sul futuro non
scommette e, velenosetto, spie-
ga: Il consenso importantissi-
mo, ma i partiti sono comunit
di persone che durano nel tem-
po, al di l del consenso che pos-
sono avere in unelezione e ma-
gari un po meno in quella suc-
cessiva, il consenso sempre di
pi un dato fluttuante e pro-
prio per questo occorre una
struttura organizzata, una comu-
nit che discute. I renziani non
la prendono bene e parte il coro
per esaltare i risultati ottenuti
dal leader.
Lex premier e ex ministro de-
gli esteri dal canto suo non si ri-
sparmia una lezioncina sulla vi-
cenda dei due mar, dolorosa e
anche umiliante per il nostropa-
ese, una vicenda che si sta tra-
scinando da troppo tempo e do-
vrebbe risolversi attraverso una
stringente trattativa con lIn-
dia. Ma insomma, che ne pen-
sa DAlema di Federica Mogheri-
ni? Ha esperienza, cresciuta
nel lavoro internazionale del no-
stro partito. Nonla si deve consi-
derare soltanto come una perso-
na che da qualche mese si occu-
pa di politica estera nel gover-
no. Per la politica estera non
una competenza europea.
una competenza nazionale e tra
i governi nazionali ce ne sonoal-
cuni, la Francia, il Regno Unito e
la Germania che la politica este-
ra europea la vogliono fare lo-
ro. E comunque il dominus
delle nomine stata la signora
Merkel. Noi possiamo vantare
di aver fatto cose brillanti, ma
tutti i vertici europei sono nelle
mani di personalit forti, speri-
mentate e conservatrici. Non
un gran risultato per i socialisti.
Altra bordata. E ce n anche per
Europa e per il suo ex portavoce
Fabrizio Rondolino, che sul quo-
tidiano ha scritto che la nomina
di Mogherini a Mrs Pesc la fine
della carriera politica di DAle-
ma. Risposta dellinteressato al-
lintervistatore che lo interroga
suqueste nonpiacevoli conside-
razioni: Mi fa piacere che lei si
occupi anche di stampa clande-
stina.... Il presunto direttore in
clandestinit, Stefano Menichi-
ni, ribatte via twitter: Mi sa che
avevamo ragione, a Massimo
DAlema non piaciutocom fi-
nita quella storia del Pesc.
LAQUILA
S
i staccato di netto, ed
finito al piano di sotto.
Non c stato bisogno di
una scossa, n di una folata di
vento come quelle che nove
mesi fa avevano portato via
cinque lastre di metallo pesan-
ti 30 kg luna che coprivano i
tetti. Apparentemente cadu-
toda solo, il balcone di legno al
secondo piano di una palazzi-
na prefabbricata post-sisma
nella frazione aquilana di Cese
di Preturo. Fortunatamente sul
balcone al piano di sotto non
cera nessuno. Linsediamento
di Cese di Preturo una delle
19cosiddette Newtowncostru-
ite dopo il terremoto del 6 apri-
le 2009 al costo di 2700 euro al
metro quadro e costituito da
circa 4500 alloggi per dare un
tetto a circa 16mila aquilani ri-
masti senza casa.
Sul posto sono accorsi i vigili
del fuoco per chiarire come sia
stato possibile il crollo improv-
viso. Che ovviamente ha susci-
tato molta preoccupazione tra
gli abitanti delle case di Pretu-
ro. Sul posto arrivato anche il
sindaco dellAquila, Massimo
Cialente, va verificato se c
un problema strutturale, ha
osservato.
In attesa delle verifiche, la
famiglia che abita al primo
piano della palazzina stata
sgomberata. Al secondo pia-
no sono stati apposti i sigilli al-
la porta del balcone precipita-
to. Non solo: sono anche stati
invitati gli altri aquilani che
abitano negli alloggi dello stes-
so tipo a non uscire sui balco-
ni in attesa dei controlli che
potrebbero anche portare al-
levacuazione di tutti gli abi-
tanti. Oggi si svolgeranno le
analisi e si sopetta un difetto
costruttivo, ha spiegato anco-
ra Cialente, legato alla man-
canza della guaina e quindi
dellisolamento, che ha per-
messo infiltrazioni che hanno
indebolito il legno. Ci sar an-
che uninchiesta della magi-
stratura, il sindaco ha annun-
ciato una denuncia allautori-
t giudiziaria. Le indicazioni
progettuali per la realizzazio-
ne del progetto case erano sta-
te date dallallora premier Ber-
lusconi. Le polemiche sulle
new town, a partire dai costi,
sono nate insieme al proget-
to. Gli insediamenti sono stati
realizzati conun bando coper-
to da un finanziamento del-
lUe di circa 500 milioni.
/FOTO TAM TAM
MERCOLED 3 SETTEMBRE 2014 il manifesto pagina 5
L
eonardo Vecchiolla, detto
Chucky, giovane attivi-
sta di 26 anni, si ucciso
ieri sparandosi un colpo di ar-
ma da fuoco alla tempia nella
casa dello zio in via Intonti ad
Ariano Irpino. Chucky viveva
a Chieti insieme alla compagna
con la quale ha avuto un figlio
che oggi ha unanno. Vecchiolla
era stato arrestato a Chieti nel
2011 per gli incidenti del 15 ot-
tobre in piazza San Giovanni a
Roma tra manifestanti e forze
dellordine. Pesantissime le ac-
cuse: tentato omicidio del cara-
biniere che guidava il blindato
dato alle fiamme, devastazione,
saccheggioe resistenza. Era sta-
to scarcerato il 16 novembre
2011 dal tribunale del riesame.
Video e fotografie che lo ritrae-
vano a volto scoperto e lontano
dal furgone in fiamme lo hanno
scagionato. Chucky si sempre
dichiarato estraneo ai fatti.
Chucky ieri sera ha deciso di la-
sciarci. Ha deciso di spezzare le
catene della repressione per vo-
lare libero ha scritto lOsserva-
torio contro la Repressione. In
un messaggio di commiato i 99
Posse hanno ricordato che Leo-
nardo stato attivo nelle lotte
contro linceneritore di Acerra e
contro la discarica di Difesa
Grande adAriano Irpino. Ci re-
sta tanta rabbia e tristezza - scri-
vono i 99 Posse - per il terzo sui-
cidio di un giovane impegnato
nelle lotte sociali, un fenomeno
che chiama tutti noi a una rifles-
sione doverosa. Il sequestro
di stato che perdura da quasi
mille giorni mi impedisce di
dargli lultimosaluto- scrive Da-
vide Rosci detenuto per gli scon-
tri del 15 ottobre - Socosa signi-
fica essere accusato ingiusta-
mente e per reati che non do-
vrebbero esistere nel nostro or-
dinamento giuridico perch fi-
gli del fascismo. Che la terra ti
sia lieve compagno Chucky, per
te continueremo a resistere.
Andrea Fabozzi
C
inquecentosettanta voti: tanti ne servo-
no al parlamento in seduta comune per
eleggere i due giudici costituzionali che
nonriesce ad eleggere da tre mesi. Gli stessi vo-
ti, anzi menovistoche il quorumdei 3/5 inque-
stocaso calcolato sui votanti, servono per sce-
gliere gli otto componenti laici del nuovo
Consiglio superiore della magistratura; quello
nuovo rimasto in carica proprio in
conseguenza del ritardo delle camere
ed la prima volta che succede nella
storia della Repubblica. Paradossi delle
larghe intese: Pd centristi e Forza Italia
riescono ad accordarsi su quasi tutto,
dalle riforme costituzionali a quelle sul-
la giustizia alla legge elettorale, ma non
trovano lintesa costituzionale sugli
organi di garanzia. Succede perch le
nomine vengono giocate su pi tavoli e
servonoai partiti per suggellare altri ac-
cordi. E cos giudici costituzionali e
consiglieri del Csmdevonoservire a fa-
cilitare le riforme, ecco spiegata la se-
rie di votazioni in bianco, gi sei per la
Consulta e tre per il Csm.
Il 10 settembre il parlamento nuo-
vamente convocato in seduta comune,
e il presidente della Repubblica ieri ha
invitato con forza a non perdere altro
tempo. Si tratta, ha scritto Napolitano
ai presidenti di senato e camera, di
adempimenti nonulteriormente diffe-
ribili. Anche perch era stato proprio
Napolitano a prorogare in vita il Csm, a
luglio, malgrado lui stesso pochi giorni prima
avesse raccomandato al vecchio Consiglio (di
cui presidente) di non accelerare certe nomi-
ne delicate (procuratore capo di Palermo) invi-
sta della nuova consiliatura. Che invece deve
ancora partire: i magistrati hanno eletto i loro
rappresentati ma i parlamentari ancora no. An-
zi ufficialmente per questo che il governo ha
scelto di rinviare la presentazione della riforma
del Csm, una rispettosa attesa che tornata
utile per rimandare un sicuro scontro nella
maggioranza.
I due giudici costituzionali mancanti dovreb-
beroinvece ricostituire quel plenumdella Con-
sulta che manca da oltre due mesi, fondamen-
tale in vista di decisioni importanti. Per esem-
pioquella sulla costituzionalit della legge elet-
torale per i parlamentari europei, un giudizio
che ha parecchi punti di contatto con quello
che ha mutilato il Porcellum: il relatore di quel-
la storica sentenza - il giudice Tesauro - ades-
so presidente della Corte, ma prossimo alla
scadenza. A novembre, infatti, Napolitano si
trover nella straordinaria condizione di poter
nominare ancora due giudici costituzionali (il
suo quarto e il suo quinto) e la Consulta finir
con lessere rinnovata per quattro quindicesi-
mi rispetto a inizio anno.
La lettera di Napolitano solo lultimo dei ri-
chiami al parlamento. indispensabile - scri-
ve adesso il capo dello stato - che le forze politi-
che, bench pressate da numerosi impegni, de-
dichino nel corso di questa settimana latten-
zione necessaria per compiere le loro scelte e
garantire lesito positivodelle prossime votazio-
ni. Grasso e Boldrini hanno aggiunto la loro
totale condivisione e hanno girato la missiva
ai capigruppo, in vista della ripresa dei lavori.
Le trattative riprenderanno. Pd e Forza Italia
non intendono rinunciare alle loro caselle, e
per la Consulta i nomi che re-
stanosulla bocca dei parlamen-
tari sono ancora quelli dellex
presidente della camera Lucia-
no Violante e del senatore ber-
lusconiano Donato Bruno. Per
il Csm la suddivisione classica
prevede 5 consiglieri alla mag-
gioranza e 3 allopposizione. Il
Pd ha in squadra il maestro di
procedura penale Fiandaca,
giurista tra i pi critici del pro-
cessopalermitano sulla trattati-
va statomafia, convintoa corre-
re per le europee dal ministro
della giustizia Orlando ma alla
fine non eletto. Il suo un no-
me buono per la vice presiden-
za del Consiglio. Cos come lo
sarebbe quello dellex ministra
Severino, casella che pu an-
dar bene a una parte dei centri-
sti - nontutti - che pure chiedo-
no spazio al Pd. Resterebbero
esclusi dai giochi i voti di Sel
(una trentina tra camera e sena-
to) e soprattutto quelli del Movimento 5 stelle
(quasi 150), che invece potrebbero offrire al Pd
unalternativa allalleanza con i berlusconiani,
non ci fossero in ballo gli accordi del famoso
patto del Nazareno. Intanto va a merito dei
grillini laver presentato candidature ufficiali,
offerte al giudizio della rete dal capo del Movi-
mento. Proposte quasi sempre ottime che so-
no state le uniche a raccogliere qualche voto
nelle nove precedenti, e inutili, votazioni.
POLITICA


COSTITUZIONE Rimpianti Pd per il vecchio art. 81 NOMINE Pd e Forza Italia cercano unintesa che faciliti le riforme. Tra una settimana gli scrutini
Consulta e Csm, laltra faccia del patto
UN ARRIVO DI IMMIGRATI A POZZALLO/FOTO REUTERS
Napolitano pressa il parlamento: i partiti
si concentrino, le scelte (8 consiglieri
e 2 giudici) non possono pi essere rinviate
IMMIGRAZIONE Alfano ottiene lappoggio tedesco promettendo in cambio pi controlli alla frontiera con la Germania
Il s di Berlino e Madrid a Frontex plus
Approvato ad agosto in senato, il disegno di legge governativo che riforma un
terzo della Costituzione in attesa di essere esaminato dalla camera. Dove un
gruppo di deputati vicini allex segretario Bersani ha annunciato che riproporr
un emendamento rimasto fuori dalliter del senato. Punta a cambiare larticolo
81 della Costituzione, dove due anni e mezzo fa (governo Monti) fu velocemente
e a furor di parlamento (14 voti contrari totali in 4 letture) inserito lobbligo del
pareggio del bilancio dello stato. Nessun trattato n accordo europeo chiedeva
tanto al nostro paese, che ha voluto strafare scolpendo la regola aurea dellau-
sterit nella carta costituzionale - inutili allora gli appelli ai parlamentari Pd per-
ch consentissero almeno il referendum confermativo. Un esiguo gruppo del Pd
aveva gi provato a emendare il disegno di legge costituzionale del governo al
senato, ma la presidente Pd della prima commissione aveva respinto lemenda-
mento. i deputati Fassina, Lauricella e DAttorre ci riprovano adesso, intervenen-
do sul comma 2 del nuovo articolo 81 in modo che sia possibile lindebitamen-
to da parte dello stato per fare investimenti, daltra parte in linea con quanto
dice Renzi. Allannuncio delliniziativa, ecco subito la replica del deputato renzia-
no Giachetti: La riforma dellart. 81 fu votata dal Pd con Bersani segretario e
Fassina responsabile economia. Il ritorno dei compagni che sbagliano?. Contro-
replica di Fassina: Allepoca non ero parlamentare, fui contro il pareggio di bi-
lancio in Costituzione e i rigoristi del Pd chiesero le mie dimissioni. Ma lartico-
lo 81 fu modificato e tu non ti dimettesti, insiste Giachetti. E un altro renziano,
il senatore Tonini, ricorda che era proprio di Bersani la prima firma in calce alla
proposta di modifica in senso rigorista della Costituzione. Chiusura di Fassina:
Fu un grave errore, lo dissi a Bersani. Comunque ora cancelliamolo.
Lattacco leghista di
Beppe Grillo ai migranti:
Il ritorno delle malattie
infettive #tbcnograzie.
I nostri nonni confinati
a Ellis Island
15 OTTOBRE 2011
Il suicidio
di Leonardo
Vecchiolla
ROMA
L
a missione in Europa del ministro degli
Interni, Angelino Alfano, alla ricerca di
un sostegno per la nuova agenzia Fro-
tex plus ha dato i suoi frutti. A Berlino e a Ma-
drid, il titolare del Viminale ha ricevuto dai
suoi omologhi il tedesco Thomas de Maizie-
re e lo spagnolo Jorge Fernandez Diaz il pie-
no appoggio alloperazione che da novem-
bre, secondo i desiderata europei, sostituir
Mare nostrum per il controllo delle frontiere
nel Mediterraneo, cos come deciso il 27 ago-
sto scorso a Bruxelles nellincontro con la
commissaria europea agli Affari interni Ceci-
lia Malmstrom.
Incambio, de Maiziere ha chiestoe ottenu-
to dal governo italiano la collaborazione delle
sue forze di polizia per stroncare il trafficoille-
gale di migranti dallItalia verso la Germania.
Nel Paese, infatti, ha rivelato il governo di
Berlino decine di tassisti e conducenti di au-
to a noleggio perlopi veneti sono stati arre-
stati, soprattutto nelle ultime settimane, con
laccusa di favoreggiamento dellimmigrazio-
ne clandestina per aver accompagnato oltre
confine centinaia di migranti e profughi - in
maggior parte siriani - che avevano pagato
per il tragitto. AMadrid, invece, da presidente
di turno del Consiglio dei ministri dell'Inter-
no dell'Ue, Alfano ha ottenuto un terzo s do-
po quello del francese Bernard Cazeneuve:
Ho assicurato l'appoggio della Spagna al
Frontex plus, che subentrer a Mare Nostrum
ha dichiarato in serata il ministro Diaz e la
nostra disponibilit a fornire mezzi marittimi,
terrestri e aerei, con l'impegno della Guardia
Civil. Rincuorato, Alfano ha azzardato che il
nuovo dispositivo che dovrebbe agire su
due aree di intervento: il canale di Sicilia (co-
perto, nel precedente Frontex, dalloperazio-
ne Hermes) e il mar Jonio (operazione Aene-
as) potrebbe essere operativo a novem-
bre. E il governo di Madrid ha promesso il
ministro spagnolo dirotter i mezzi che ave-
va previsto di impiegare nelle operazioni Her-
mes e Guinea di pattugliamento nel Mediter-
raneo centrale su Frontex plus, perch ha
detto Fernandez Diaz tutti gli Stati europei
apportino risorse per far fronte alla realt del-
l'immigrazione irregolare e di massa attraver-
so il Mediterraneo.
Ma mentre a Berlino de Maiziere spiegava
che l'Italia in questo momento ha un ruolo
di particolare responsabilit sul fronte dellim-
migrazione e gode del nostro pieno appog-
gio, i social media italiani entravano in fibril-
lazione per unpost di Beppe Grilloche ripren-
de lultima sciocchezza leghista. Col titolo Il
ritorno delle malattie infettive #tbcnograzie,
nel post Grillo parla di porte spalancate agli
immigrati, del ritorno della tbc e di poliziotti
a cui non vengono forniti neppure gli stru-
menti minimi di profilassi. I triti e ritriti con-
fronti degli italiani come popolo di migranti
che deve comprendere, capire, giustificare
chiunque entri inItalia, sono delle amenit ti-
rate in ballo dai radical chic e dalla sinistra
che nonpaganomai il contoe da chi nonvuo-
le affrontare il problema. scrive il capo del
M5S Quando i nostri bisnonni approdava-
no negli Stati Uniti, Paese della Libert, dopo
aver visto la Statua con la fiaccola accesa, ve-
nivano subito confinati a Ellis Island in qua-
rantena.
Della quarantena, i ministri dellInterno te-
desco e italiano non hanno ancora parlato.
N sembra abbiano affrontato il problema di
come salvare la vita a chi la rischia sulle carret-
te del mare. Piuttosto invece tutti gli Stati de-
vono rispettare le regole di Dublino II, cio
prendere le impronte, registrare gli arrivi an-
che con foto, ha detto il ministro tedesco se-
condo il quale ora di mettere fine alle ac-
cuse reciproche e cooperare per trovare una
soluzione comune. L'Italia sopporta il peso
maggiore con Mare Nostrum e ha bisogno
d'appoggio ha dichiarato de Maiziere - E
noi possiamo sempre dire di avere un nume-
ro molto superiore di richiedenti asilo. E nes-
suno dei due argomenti sbagliato. Le noti-
zie di decine di migranti siriani passati attra-
verso la frontiera a bordo di taxi italiani non
si possono ridurre a un episodio, sostiene
De Maiziere: Abbiamo ha detto ogni gior-
no diversi casi scoperti dalla polizia tedesca
di persone che dicono di venire dall'Italia.
Una tale forma incontrollata di immigrazione
non nell'interesse della Germania, n del-
l'Italia o dell'intera Europa. Aquesto punto il
problema comune. Dunque come Germa-
nia siamo pronti a dare un sostegno a Fron-
tex Plus, ma anche l'Italia e altri Paesi del Me-
diterraneo si impegnano a registrare i richie-
denti asilo. Alfano incassa, esulta perch fi-
nalmente lEuropa torna a presidio della fron-
tiera del Mediterraneo, e promette tutta la
nostra cooperazione di polizia. e. ma.
pagina 6 il manifesto MERCOLED 3 SETTEMBRE 2014
Chiara Cruciati
L
a guerra tra Isis e Stati Uniti
vive unaltra barbarie: ieri
sera il secondoostaggio sta-
tunitense, il reporter Steven
Sotloff, sarebbe stato ucciso dai
miliziani di al-Baghdadi. Decapi-
tato, come prima il giornalista Ja-
mes Foley. Un video mostrereb-
be un miliziano vestito di nero
uccidere con un coltello Sotloff
in un luogo desertico, probabil-
mente in Iraq. Per ora non ci so-
noconferme dellesistenza del vi-
deo, nuovo messaggio-minaccia
a Washington, impegnata negli
ultimi giorni in raid per la libera-
zione della citt sciita turkmena
di Amerli, dove luned andata
in scena la guerra civile irache-
na, la stessa che infiamma Ba-
ghdad di esplosioni e morte.
andata in scena dopo la fine
di un assedio jihadista lungo due
mesi: quasi a rivendicare quella
vittoria la liberazione di 15mila
turkmeni stato il redivivo ex
premier Nouri al-Maliki, uno dei
principali responsabili dellattua-
le caos, passato in una manciata
di mesi da amico fidato di
Washington a capro espiatorio
dei mali del paese.
Luned, mentre la gente cele-
brava la scomparsa delle bandie-
re nere dai tetti, Maliki (ancora
in carica fino alla nomina del
nuovo governo, prevista per l11
settembre) arrivava a sorpresa at-
tirandolattenzione di una comu-
nit stremata, da settimane im-
pegnata a difendere con le armi
la vita. Il giorno precedente una
strana alleanza aveva spezzato la
resistenza dellIsis: peshmerga
kurdi, esercito iracheno, raid sta-
tunitensi e milizie sciite hanno
aperto la strada per Amerli ai sol-
dati governativi che hanno porta-
to con s camioni di cibo e ton-
nellate di acqua potabile. Tra le
milizie presenti, anche gruppi ar-
mati addestrati dallIran e gestiti
dai pasdran e il leader religioso
Moqdata al Sadr, o meglio, la sua
personale milizia, le Brigate della
Pace, nate dallEsercito al-Madhi
attivo negli anni delloccupazio-
ne statunitense.
Ad al Sadr e a Teheran lo show
di Maliki comparso al momen-
to dei festeggiamenti, nel chiaro
tentativodi rivendicare ufficiosa-
mente quella vittoria non deve
essere piaciuto, nonostante in
passato lIran abbia usato il pre-
mier per radicare la propria in-
fluenza suBaghdad. Entrambi la-
voranoda mesi per vederloestro-
mettere da un potere esercitato
per otto anni. Nel video manda-
to in onda dalla tv di Stato, si ve-
de Maliki in piedi su una scriva-
nia con alle spalle un poster con
il volto dellAyatollah al-Sistani
(che nei due mesi appena passa-
ti ha fatto pressioni dirette per
lallontanamento di Maliki) che
distribuisce premi e promozioni
ai combattenti: Rendo onore al-
la vostra resistenza e pazienza
contro quelle bestie ha detto al-
la folla in festa Tutto lIraq sar
una tomba per quegli infedeli.
Oggi Amerli il nuovo simbo-
lodella resistenza sciita, la Stalin-
gradoirachena, la chiamanoi re-
sidenti. Un buon punto di par-
tenza per unMaliki messo allan-
golo. E mentre lex premier tenta
la via popolare, forze kurde e mi-
lizie armate sciite tra cui le Bri-
gate di al Sadr e le Asaib Ahel-al-
Haq, riferimentoiraniano conti-
nuano nella controffensiva con-
trolIsis: tornata inmanogover-
nativa anche la citt di Suleiman
Bek, dove ieri i volontari sciiti
hanno avviato unoperazione di
pulizia da mine, ordigni e jihadi-
sti ancora presenti. La cittadina
era stata presa dallIsis dopo
unoccupazione lunga un anno
condotta dai baathisti dellOrdi-
ne Naqshbandi, gruppo guidato
dal vice di Saddam Hussein, Iz-
zat Ibrahim al-Douri. La milizia
di fedelissimi dellex rais, alleato-
si con lIsis sperando di usarlo
per cacciare da Baghdad il gover-
nosciita, aveva consegnato la cit-
t ai miliziani qaedisti nelle scor-
se settimane.
Ripresa anche la strada di col-
legamento tra Baghdad e Kirkuk,
a nord di Suleiman Bek, oggi in
mano dei peshmerga dopo loc-
cupazione ufficiosa da parte del-
la regione del Kurdistan, mentre
fonti a Mosul hanno dichiarato
alla stampa irachena che i jihadi-
sti avrebbero abbandonato i loro
quartier generali in citt per il ti-
more di bombardamenti, dopo il
lancio di volantini dai jet Usa
che annunciano ai residenti una
campagna aerea contro le posta-
zioni dellIsis, campagna che la
morte di Sotloff potrebbe incre-
mentare. Ma la strana alleanza
per la liberazione dei villaggi del-
la provincia di Salah-a-din diffi-
cilmente potrebbe reggere, vista
la chiara avversione dellammini-
strazione Obama a vedere i pro-
pri interessi convergere conquel-
li iraniani e (indirettamente) si-
riani. Le mani in pasta potrebbe
rinfilarle anche lArabia saudita,
principale accusato di aver finan-
ziato gruppi islamisti in Siria e
Iraq: il principe Salman bin Ab-
dul Aziz vicino alla firma di un
contratto da 2,3 miliardi di euro
con il governo francese. Armi
che ufficialmente andranno al-
lesercito libanese impegnato al
confine con la Siria ad evitare of-
fensive dellIsil.
MEDIO ORIENTE


Michele Giorgio
R
esta paralizzata la situazione
ai piedi delle Alture del Go-
lan siriane. Deciso ad alzare
il tiro anche contro le forze interna-
zionali, il Fronte al Nusra, ramo si-
rianodi al Qaeda, ha prima rivendi-
cato il sequestro di oltre 40 caschi
blu (Undof) delle Fiji e ora chiede
come riscatto la sua rimozione dal-
la lista nera delle organizzazioni
terroristiche delle Nazioni Unite,
aiuti per le sue roccaforti nei pressi
di Damasco e risarcimenti econo-
mici per tre dei propri membri ri-
masti feriti negli ultimi giorni. La li-
berazione dei militari delle Fiji per-
ci non appare imminente nono-
stante le intense trattative che van-
no avanti da giorni.
Stretto alleato dellEsercito libe-
ro siriano (Els), la milizia agli ordi-
ni della Coalizione Nazionale del-
lopposizione, il Fronte al Nusra
simile, ideologicamente, allo Stato
Islamico. Entrambe le organizza-
zioni, figlie di al Qaeda, si rifanno
al salafismo pi rigido e puntano
alla costruzione del Califfato. Tutta-
via il comandante di al Nusra, Abu
Mohammad al Joulani, a differen-
za del suo rivale Abu Bakr al Ba-
ghdadi, lemiro dello Stato islami-
co, ha una agenda pi nazionale.
Joulani e al Baghdadi sono nemici
giurati e i jihadisti di al Nusra e del-
lo Stato Islamico si combattono da
oltre un anno senza sosta per il
controllo di vaste aree della Siria.
Al Joulani, su ordine del capo di al
Qaeda, Aymanal Zawahry, ha stret-
to pi di due anni fa unalleanza
strategica con lEls, armato e gene-
rosamente finanziato dai principa-
li paesi del gruppo Amici della Si-
ria. Alleanza che ha consentito ad
al Nusra, che pure figura nellelen-
co internazionale delle organizza-
zioni terroristiche, di guadagnarsi
una sorta di immunit agli occhi
dei governi occidentali.
Nella Siria meridionale si decide-
r conogni probabilit il futurodel-
la guerra civile in un paese che gi
vede il 30-35% del suo territorio e
l80% delle sue risorse petrolifere
nelle mani dello Stato Islamico. I
comandi delle forze armate gover-
native sono consapevoli della po-
sta in palio e stanno tentando, an-
che con raid aerei spesso indiscri-
minati, di riprendere il controllo
della citt vecchia di Quneitra e del-
lomonimo valico sulle Alture del
Golan, unico punto di transito tra
la Siria e Israele, conquistato nei
giorni scorsi da al-Nusra insieme
alla Brigata Falluja-Houran, il Fron-
te Rivoluzionario Siriano, Saraya
al-Jihad, Bayt al-Maqdis e Ahrar al-
Sham. Damasco ha inviato rinforzi
alla 90esima Brigata e alla Settima
Divisione per impedire la conqui-
sta anche della nuova citt di Qu-
neitra e per rendere pi forti le li-
nee governative a Khan Arnaba e
Hamdani. Da tempo si parla di
una grande offensiva, nota come
La Promessa Sincera, di jihadisti
ed Esl (riforniti di armi e addestrati
in Giordania, anche da consiglie-
ri militari Usa) che da suddovreb-
be puntare a conquistare Dama-
sco che dista meno di 100 km.
Che attraverso la nuova offensi-
va militare al Nusra stia cercando
di contenere la popolarit intrisa
di sangue dello Stato Islamico nel
nord della Siria, confermato dal
fatto che riuscito a mobilitare fa-
zioni islamiche rimaste assenti per
mesi dai combattimenti nella regio-
ne meridionale, inparticolare a Da-
raa. I qaedisti, dopo le sconfitte su-
bite nel centro del Paese e lungo il
confine con il Libano, sono tornati
a farsi sentire anche a nord di Da-
masco, zona di Hama, e hanno lan-
ciato un attacco a sorpresa contro
il villaggio cristiano di Mhardeh. Si
combatte di nuovo anche a Ghou-
ta Est dove le brigate di Jaysh al-
Islam, Ajnad al-Sham, Al-Rahman
Legion, Alhabib al-Mustafa e Ahrar
al-Sham si sono fuse in un unico
gruppo armato sotto il comando
di Zahran Alloush, il leader del
Fronte Islamico. Raggruppamento
creatoe armatodallex capodellin-
telligence saudita Bandar bin Sul-
tan per unificare le forze islamiste
che combattonolesercito governa-
tivo, ad eccezione di al Nusra per-
ch inclusonella lista internaziona-
le delle organizzazioni terroristi-
che (per non creare imbarazzi agli
alleati Usa). Da pi parti per si
parla di finanziamenti e armi che
dal Golfo sono arrivati anche ad al
Nusra. Inogni casoanche le forma-
zioni che fanno parte del Fronte
Islamico puntano alla costituzione
di un Califfato ed esaltano il jihad.
Non di natura ideologica la diffe-
renza che separa lo Stato Islamico,
il Fronte al Nusra e il Fronte islami-
co. legata solo a chi paga lo sti-
pendio ai miliziani.
Lo Stato di Israele nel frattempo
un po fa lo spettatore e un po in-
terviene. E non solo con i suoi raid
aerei contro presunti convogli di
armi che dalla Siria andrebbero ai
guerriglieri del movimentosciita li-
banese Hezbollah. Il governo Ne-
tanyahu nei mesi scorsi ha aperto
un ospedale da campo sul Golan
per curare, ufficialmente, i civili si-
riani rimasti feriti nei combatti-
menti sullaltro versante delle linee
di armistizio. Inrealt i medici mili-
tari hannocurato inprevalenza mi-
liziani anti-Assad. Lospedale, lo
scorso febbraio, stato visitato an-
che dal primo ministro. Tel Aviv
non sa se augurarsi la caduta di
Bashar Assad o la sua permanenza
al potere ma indebolito. La priorit
di Israele resta la conferma dello
status attuale del Golan: loccupa-
zione, in ogni circostanza. Da tem-
po circolano voci su contatti tra gli
israeliani e i ribelli siriani allo sco-
po di dare vita ad una sorta di zo-
na cuscinetto in territorio siriano,
a protezione del Golan occupato.
CAMPOVOLO RE 21.8/14.9 2014
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MERCOLED 3 SETTEMBRE
Carmela LANZETTA
VENERD 5 SETTEMBRE
Fabrizio BARCA
SABATO 6 SETTEMBRE
Bianca
BERLINGUER
SABATO 13 SETTEMBRE
Pierluigi
BERSANI
GIOVED 4 SETTEMBRE
QUINTORIGO
VENERD 5 SETTEMBRE
I CANI
SABATO 6 SETTEMBRE
ALEX BRITTI
GIOVED 11 SETTEMBRE
Emilia Parabolica
AFGHANISTAN Si autoproclamano Isis. E i talebani li smentiscono
Il calderone jihadista della Bbc
Giuliano Battiston
I
barbuti dellIsis, lo Stato
islamico che opera in Siria
e in Iraq, sono ormai ovun-
que. Analisti e commentatori
provano a rintracciarne genesi,
potenzialit militari, serbatoi fi-
nanziari; i servizi segreti li cer-
cano, per farli fuori o per aiutar-
li; i giornalisti ne scappano o li
inseguono; i governi europei li
temono. Qualcuno finisce per
vederli anche dove non sono.
E successo a John Simpson,
World Affairs editor di BBC
news, che ieri ha pubblicato un
articolo dal titolo I militanti af-
ghani dellHezb-e-Islami
potrebbero unirsi allo Stato
islamico. Aspettavamo solo
questa: la notizia che anche i
Talebani sostengono lo Stato
islamico. Larticolo rimbalza
sui siti di informazione e circo-
la sui social network. Ma una
bufala. Perch a parlare un
solo comandante dellHezb-e-
Islami, uncerto Mirwais, incon-
trato nei dintorni di Pul-e-Khu-
mri, capoluogo della provincia
afghana di Baghlan. Il coman-
dante sostiene che lui e i suoi
uomini abbiano dei legami con
i membri dei Daish(sigla inara-
bo dello Stato islamico), dice di
essere pronto ad annunciare
loro lealt se dimostreranno
di soddisfare i requisiti per un
vero Califfato. Di quali legami
siano incorso, non dato sape-
re; di quali requisiti si tratta, ne-
anche. JohnSimpsonnonchie-
de, nonindaga, noninsiste, per
lui la generica affermazione di
un singolo comandante suffi-
ciente per scrivere che per la
prima volta gli insorti afghani
e inparticolare i Talebani stan-
no pensandodi unirsi ai gruppi
lontani dai propri confini. I fat-
ti raccontano per unaltra sto-
ria: quel comandante rappre-
senta se stesso, non lHezb-e-
Islami, il gruppo guidato da
Gulbuddin Hekmatyar; il fron-
te talebano ha unagenda diver-
sa dallHezb-e-Islami, con cui
condivide soltanto lavversione
per le truppe doccupazione; i
Talebani hanno gi preso le di-
stanze dallIsis e in particolare
da Abu Bakr al Baghdadi, rite-
nutoun usurpatore del titolo di
califfo; la leadership dei tur-
banti neri non cerca alleanze
jihadiste internazionali, ma al
contrarioprova da anni a smar-
carsi dallipoteca dellalleanza
tattica avuta a suo tempo con
al Qaeda, sempre mal sopporta-
ta. I Talebani pensano al pro-
prio orticello, allAfghanistan,
nonalla Siria e allIraq: aspetta-
no la buona occasione per dare
una spallata al nuovo governo
di Kabul, non appena se ne an-
dranno le truppe straniere. E
non appena verr nominato il
successore di Karzai, il presi-
dente uscente.
IRAQ Il premier uscente Al Maliki raggiunge Amerli e rivendica il ruolo delle milizie sciite
Macabro annuncio Isis
Decapitato anche Sotlof
Risposta barbara
ai raid americani:
sarebbe stato
ucciso il secondo
reporter Usa
STEVEN SOTLOF MOSTRATO PRIMA DELLESECUZIONE DI JAMES FOLEY. A DESTRA, GOLAN, TRUPPE ISRAELIANE E TANK ONU/REUTERS
SIRIA Lambiguo ruolo cuscinetto dIsraele
Dal Golan parte loffensiva
jihadista verso Damasco
MERCOLED 3 SETTEMBRE 2014 il manifesto pagina 7
Fabrizio Poggi

stata rinvenuta suicida con


colpi di fucile alla testa, lo scor-
so 27 agosto, nella sua casa nel
villaggio di Chajki (regione di Kiev), Va-
lentina Semenjuk Samsonenko (nella
foto reuters), tre volte deputata ed ex
presidente del Fondo delle Propriet
statali dellUcraina.
Lex speaker della Rada Aleksandr
Moroz laveva incontrata solodue gior-
ni prima e lei gli aveva parlato della li-
sta delle imprese statali da privatizzare
che avrebbe presentato a Poroshenko
nei prossimi giorni.
Nonsi dovuta attendere la scientifi-
ca di Csi per riformulare presto lipote-
si in omicidio premeditato. La guerra
totale degli oligarchi ucraini per acca-
parrarsi quanto rimane delle imprese
statali va avanti e mentre il loro comi-
tato daffari a Kiev manda le truppe a
bombardare le regioni industriali del
sudest, loro si occupano di eliminare
chi ne denuncia le rapine o i concor-
renti di malaffare. Pochi giorni prima
di morire, la Samsonenko aveva dato
unintervista alla tv Rossija24, incui af-
fermava che lattuale guerra nel sudest
solo il fuoco dartiglieria preparato-
rio in vista delle guerre tra oligarchi
per la spartizione delle imprese ancora
statali.
Lei stessa era stata sostituita al verti-
ce del Fondo delle Propriet statali con
Dmitrij Parfenenko, uomo di Julija Ti-
moshenko, duttile edesperto per con-
durre una privatizzazione in sordina,
senza uninventario dei beni statali e
che aveva riscritto le condizioni di pri-
vatizzazione di Krivorizhstal, aveva
detto la Samsonenko nellintervista. E
aveva anche parlato del ruolo di Igor
Kolomojskij (oligarca, sponsor di Pra-
vyj sektor e governatore della regione
di Dnepropetrovsk, in cui si trova Kri-
voj rog, la citt sede del colosso metal-
lurgico Krivorizhstal) nellaffare e del
suo coinvolgimento nellassassinio, lo
scorso 29 luglio, del Sindaco di Kre-
menchug, Oleg Babaev, che aveva sol-
levato dubbi sulla scalata di Kolo-
mojskij a Ukrnafta.
dunque uno scenario di terrore
sempre pi tetro quello che sta viven-
dola popolazione ucraina. Ese gli omi-
cidi sono il prezzo che sta pagando il
resto del paese, mentre il sudest viene
decimato, il pugno del nuovo governo
di Kiev colpisce in ogni direzione. Ca-
nali tv oscurati; siti webchiusi; collega-
menti concanali tv russi vietati. Eanco-
ra: deputati della Rada suprema zittiti
nei loro interventi e altri picchiati in
strada, non importa a quale partito
appartengano, basta che siano contra-
ri al corso verso la Ue, dice un croni-
sta del canale Novostinovostej del Don-
bass. Epoi operatori tv morti misterio-
samente o spariti nel nulla; parlamen-
tari avvertiti con maniere forti. E, do-
po lo scioglimento forzato della frazio-
ne parlamentare del Partito comunista
ucraino (Pcu), continui arresti di diri-
genti e attivisti (torturati e seviziati in
carcere, come testimoniano immagini
dal sito del Pcu) e ripetute manovre
per mettere definitivamente fuori leg-
ge il Partito comunista.
Questa la democrazia ucraina che
Natoe Unione europea difendono dal-
la invasione russa. Una democrazia
che lascia esterrefatti; non certo stupi-
ti: quando si invia lesercito e, in
avanscoperta, le bande naziste merce-
narie a bombardare scuole, ospedali,
case del proprio Paese, non pu esser-
ci altra democrazia. ci che aveva
detto ieri laltro la deputata del Partito
delle regioni, Elena Bondarenko, pri-
ma di essere zittita per propaganda
prorussa dallo speaker della Rada
Aleksandr Turcinov (sostenitore di
quella Julija Timoshenko le cui forze
si rianimerannoin autunno nella guer-
ra tra oligarchi, come ha detto un al-
trodeputato) conunhitlerianosi met-
ta in ginocchio di fronte al nostro eser-
cito.
Come scriveva unmese fa RIANovo-
sti lUcraina, nella sua forma attuale,
il risultato della lotta tra gruppi oligar-
chici, attraverso cui si formato il capi-
tale originario e ci si spartiti la pro-
priet sovietica; tutto passato attra-
versoclanregionali. Quando questosi-
stema crollato, grazie proprio a que-
gli stessi oligarchi, iniziata la riparti-
zione della propriet.
IL PAZZO ATLANTICO


Obama scalda
la Nato: subito
esercitazioni
Per lUcraina gli Usa
si portano avanti con
il lavoro e muovono
lAlleanza atlantica: gi
oggi esercitazioni
anti-Russia. Mogherini
saccoda: colpa
di Putin, poi vuole
la soluzione politica.
tardi?
E come dimenticare che
quella rivolta stata na-
zionalista ucraina e anti-
russa, non solo anti-Putin, ma
contraria ai diritti delle popolazio-
ni dellest che avevano sostenuto
ed eletto Yanukovitch - certo cor-
rotto, ma non meno dellattuale
Poroshenko e del premier dimis-
sionario Yatsenyuk. La rivolta di
Majdan stata nazionalista anti-
russa, contro gli interessi politici e
sociali delle popolazioni dellest,
di lingua russa all80%, quando
non proprio russe e comunque fi-
lorusse, legate alla Russia per ap-
partenenze storiche, religiose e
culturali e per legame economico
imprescindibile e complementa-
re alla propria sopravvivenza, tut-
taltro che garantita dallassocia-
zione delle regioni dellovest al-
lUe.
l, inquel sostegnostrumenta-
le e ideologico, come se fosse un
nuovo89, dato dallOccidente eu-
ropeo ed americano che si con-
sumata lunit dellUcraina che a
quel punto si associata allUe so-
lo a met.
Ora accade che il governo di
Kiev dimissionato pochi giorni fa
dal presidente Poroshenkoannun-
ci, di fronte alla presunta invasio-
ne - il quarto allarme in due me-
si - la richiesta di adesione allAlle-
anza atlantica. Il governo ha sot-
toposto al parlamento un proget-
to di legge per annullare lo status
fuori dei blocchi dellUcraina e
tornare sulla via delladesione alla
Nato ha dichiarato quasi in fuga
il premier uscente, gi leader di
Majdan, Yatseniuk. E subito il se-
gretariodella NatoAnder FoghRa-
smussen, ha ammiccato: Ogni
paese ha diritto di scegliere da s
le proprie alleanze. Tanto pi
che la decisione sembra andare in-
contro alle ultime parole di Oba-
ma che, ormai incapace di uscire
dal militarismo umanitario de-
gli Stati uniti, sciorina per fermare
lorso russo (quel Putin che gli ha
impedito di impelagarsi ancora di
pi nella guerra in Siria) la nuo-
va agenda del riarmo americano
e Nato nellEuropa dellest, dalla
Polonia, ai Paesi baltici - andr in
Estonia per questo domani - e alle
finora neutrali Finlandia e Svezia.
Altro che nuova agenda: la
scellerata strategia della Nato in
atto da pi di venti anni a partire
dalle guerre nei Balcani, conrelati-
va redistribuzione di costi per la
difesa sullo scacchiere europeo,
tra gli stessi paesi ora alle prese
con la lacerante crisi economica.
Una strategia che in questi venti
anni ha visto lingresso di tutti i
paesi dellex Patto di Varsavia nel-
la Nato, con missioni in guerre al-
leate, a partire dallex Jugoslavia
(dove, a specchio capovolto della
storia, i raid Nato hanno aiutato i
ribelli dellUck - criminali, dice
ora lindagine della stessa com-
missione Ue Eulex - ad ottenere
lindipendenza) e ancora tante ba-
si, strutture dintelligence, siti mis-
silistici, ogive nucleari, scudi spa-
ziali tutti quanti ai confini russi.
Senza lallargamento a est della
Nato non ci troveremmo sullorlo
di un conflitto spaventoso in
Ucraina, n ci sarebbe stata la sce-
neggiata arrogante di una leader-
ship di oligarchi voltagabbana
che ha destabilizzato lUcraina
con la violenza della piazza buo-
na perch sedicente filoeuropea,
e che ora cavalca la repressione
sanguinosa della piazza cattiva
perch filorussa. Senza la Natoesi-
sterebbero una politica estera e di
difesa dellUe. Intanto in queste
ore nellest ucraino si combatte,
Kiev alloffensiva. Secondo
lOnu i morti, tanti i civili, in quat-
tro mesi sono pi di 2.600.
Se dal vertice Nato che si apre
domani a Cardiff, in Galles, arri-
vasse un s alla richiesta incendia-
ria di Kiev e se si avvia, come acca-
de, loschieramentodi forze milita-
ri Nato in dichiarate esercitazioni
anti-Russia o ai confini russi, co-
me ha chiesto lirresponsabile Ca-
meron, linizio della fine. Cio la
separazione delle regioni dellest
conlintervento, stavolta vero, del-
la Russia nella guerra, a quel pun-
tomotivata a difendere dalle trup-
pe occidentali le popolazioni rus-
so-ucraine, lo status proclamato
dagli insorti filo-russi ma anche lo
stessoterritorio russo. Quando in-
vece chiaro che lUcraina reste-
r unita finch non apparterr ad
alcun blocco militare e se ci sar
un tavolo negoziale per una fede-
ralizzazione del paese capace di
garantire lautonomia sostanziale
dellest. quello che chiede an-
che Putinquandodichiara: Devo-
no essere immediatamente avvia-
ti negoziati sostanziali nonsuque-
stioni tecniche, ma sullorganizza-
zione politica della societ e sul si-
stema statale nel sud-est del-
lUcraina allo scopo di garantire
incondizionatamente gli interessi
delle persone che vivono l, ma le
sue parole sono tradotte in modo
propagandisticodai media velina-
ri: Voglio uno Stato nellest.
la stessa richiesta che formu-
la, inascoltato, sul Corriere della
Sera, Sergio Romano, tra i pochi
ad intendersi di Russia. Federale e
neutrale sono le due parole chia-
ve garanzia di pace anche per
lUe, e certo non aiuta lelezione a
presidente dellUnione del polac-
co Tusk, leader della Polonia che
vanta un contenzioso storico su
una parte della terra ucraina con-
siderata ancora polacca.
Altrimenti sar, e non a pezzet-
ti, la terza guerra mondiale in pie-
na Europa. E siamo a cento anni
fa. il nuovo che avanza, la nuo-
va generazione alla guida euro-
pea tanto cara a Renzi. Ora la Mrs
Pesc Mogherini, anche se stata
commissariata da unvice-Pesc te-
desco, ha loccasione di dimostrar-
si per una volta europea e non
schiacciata sullAlleanza atlantica
e sugli Stati uniti. Qualcosa ci dice
che non saremo ascoltati.
Simone Pieranni
L
Europa, con Federica Mogherini e
la Nato, attraverso la preparazione
allincontro a Cardiff di domani,
mostrano il volto pi burbero e severo del
mondo che orbita intorno agli Usa contro
la Russia, dimostrando le proprie mire sul-
lUcraina, paese giunto in una condizione
di guerra bloccata, anche a causa della pre-
tese occidentale di sottrarla allarea di in-
fluenza russa. E Mosca di sicuro non star
a guardare, annoverandosi tra cui paesi
che ormai come hannoscrittoalcuni ana-
listi - non accettano pi che al mondo lul-
tima parola sia sempre americana.
Come annunciatola Nato, dopo la chia-
mata recente di Kiev, non si far aspetta-
re. Secondo quanto comunicato ieri, un
primo gruppo di militari sar gi pronto in
48 ore, mentre gi da oggi un contingente
sar in grado di iniziare le proprie esercita-
zioni nellEuropa orientale. Inquesto caso,
contrariamente al solito, la Nato non na-
sconde le proprie intenzioni. Si tratta di un
gesto duro, deciso e che tutto sommato
conferma quanto questa storia ucraina va
dicendo dallinizio. Le velleit di allarga-
mento a est della Nato, cos a lungo nega-
te, ora vengono presentate sotto forma di
risposta a Putin, a sua volta costretto a rea-
gire allintenzionalit di Nato e Usa, con il
rimorchio confuso della Ue. Centinaia di
soldati di nove Paesi della Nato, con blin-
dati e aerei, partecipano dunque da oggi fi-
no a luned 8 settembre ad esercitazioni
militari sul fronte orientale. Lo ha reso no-
to lAlleanza atlantica, precisando che le
manovre avrebbero dovuto essere inizial-
mente a guida Stati uniti, ma sono poi pas-
sate alla Nato nellambito dello sforzo in
corso per rassicurare i Paesi dellest dinan-
zi alle mosse aggressive della Russia con-
tro lUcraina. Steadfast Javelin II il no-
me in codice delle esercitazioni e serve a
dimostrare limpegno della Nato nei con-
fronti del suo obiettivo fondamentale di
salvaguardare la libert e la sicurezza dei
suoi membri e alleati, spiega lAlleanza.
Tra i Paesi coinvolti nelle manovre, Germa-
nia, Polonia, Lituania, Lettonia ed Estonia,
Stati uniti e Canada. E questa risposta del-
la Nato pare abbia la diretta benedizione
di Obama, che mal digerisce le accuse di
immobilismo in arrivo dallinterno. Lin-
contro di gioved a Cardiff sar quindi riso-
lutivo: Le tensioni cui stiamo assistendo
tra la Russia e lOccidente saranno in pri-
mo piano in Galles - spiega Ivo Daalder, ex
ambasciatore Usa alla Nato e oggi a capo
del Council on global affairs di Chicago - Il
presidente guider losforzo per dimostra-
re limpegno dellAlleanza contro la sfida
di Mosca per ridisegnare lordine europeo
post guerra fredda, perch Obama vuole
riaffermare lunit e la forza della Nato.
E sulla guerra ucraina e la conseguente
tensione economica - gas da un lato, agro
alimentare dallaltro - intervenuta lappe-
na nominata Lady Pesc, litaliana Mogheri-
ni. Forse per allontanare da s i sospetti
che hanno minato la sua elezione ( stata
accusata di essere troppo vicina alla Rus-
sia, leggi in primo luogo Eni) ieri Mogheri-
ni ha sparato a zero contro Putin e la Rus-
sia, riadattando per lennesima volta le pa-
role dordine europee a quella dei capi, la
Nato. La ministra, inaudizione allEuropar-
lamento a Bruxelles, ha specificato che la
partnershipfra la Russia e la Ue finita per
scelta di Mosca e per le conseguenze di
quanto successo sul territorio ed chiaro
che nonsi possa parlare pidi partenaria-
to. In ogni caso, ha continuato la ministra
degli Esteri, impossibile affermare che
non sia nel nostro interesse cercare di ri-
stabilire in futuro condizioni di partner-
ship con Mosca, anche se al momento
nonci sono le condizioni, per scelta di Mo-
sca. Ha poi sottolineato che la Russia, e
questo innegabile, resta un attore politi-
co nelle sfide regionali, ma non pi un
partner strategico. Spero che in futuro
cambi e che voglia ritornare a essere un
partner strategico della Ue. Mogherini ha
definito lincontro del gruppo di contatto
sullUcraina avvenuto a Minsk una picco-
la luce nel buio totale. Lavoreremo per far
crescere questa luce.
FOTO GRANDE, KRAMATORSK,
TANK E SOLDATI UCRAINI.
ACCANTO, BERLINO,
AEROPORTO TEGEL, AEREO
LUFTWAFFE CON FERITI
DELLESERCITO UCRAINO.
SOTTO. PROFUGHI A
KRASNOYARSK/FOTO REUTERS
La guerra allest anticipo
di quella tra i nuovi poteri
ucraini. Era stata eletta
tre volte alla Rada, con i
comunisti e con i socialisti
KIEV Aveva denunciato il legame oligarchi-neofascisti
Assassinata la deputata
di sinistra Samsonenko
CRISI UCRAINA Domani il vertice atlantico di Cardiff. Tusk e Cameron soffiano sul fuoco
Giocano ad innescare la guerra nel cuore dEuropa
DALLA PRIMA
Tommaso Di Francesco
pagina 8 il manifesto MERCOLED 3 SETTEMBRE 2014
Lamet
del cielo
al di l
dellOcean
REPORTAGE


Luciana Castellina
DI RITORNO DA YANGOON (MYANMAR)
C
ome il mondo visto dallaltra parte
del globo, dal sud-est asiatico, nien-
tedimeno che da Yangoon, capitale
di Myanmar, fino a poco tempo fa rispetti-
vamente Rangoone Birmania, dittatura mi-
litare che aveva imprigionato per anni la
dolce signora Aung San Suu Kyi, ora libera
ma non ancora autorizzata a candidarsi al-
la presidenza perch - questa lultima scu-
sa - stata sposata con uno straniero, cos
hanno stabilito gli ufficiali al potere, ora un
po pi, ma solo poco pi, democratici di
quelli di prima?
In questo mondo dallaltra parte del no-
stro sono stata immerse a ferragosto per
tre giorni di fitta discussione, assieme ad
una sessantina di rappresentanti di asso-
ciazioni di varia natura, provenienti da pae-
si di cui nonsi parla mai (a meno ci sia uno
tsumani) almeno da quando - pi di qua-
rantanni fa - terminate la guerra di libera-
zione dIndocina: la Cambogia,il Laos,il
Vietnam, e poi anche il Nepal, la Thailan-
dia,lIndonesia, il Bangladesh edaltri anco-
ra, compresa lIndia, la pi grossa e la pi
mistificata dalle notizie ufficiali. E persino
la Cina, sia pure attraverso la voce delle
Ong di Hong Kong. Insomma: la c.d. socie-
t civile asiatica. Sono stata invitata l dal-
lAepf (Asian European People Forum),
con cui da anni sono in contatto, un orga-
nismo che periodicamente riunisce lasso-
ciazionismo dei due continenti, alla vigilia
del summit dei governi dei due rispettivi
continenti.
Rosa Luxemburg e societ civile
Questo era un seminario sulla previden-
za sociale in preparazione della conferen-
za vera e propria che si terr a Milano a me-
t ottobre. Da me e da Bir-
git Daiber, Fondazione Ro-
sa Luxemburg, volevano sa-
pere di pi sulle vicende del
welfare europeo. Adunode-
gli incontri precedenti, a Pe-
chino, avevo scoperto que-
sta nuova fauna: le Ong
asiatiche, per lappunto.
Molte mi erano parse ma-
scherature di vecchie forma-
zioni comuniste, ora ho in-
vece constatato che no, so-
no, oforse sononel frattem-
podiventate,davverosocie-
t civile, con tutti i pregi e
tutti i difetti della specie. Di
partiti comunisti, ma, direi,
di partiti in generale, sem-
bra infatti anche da queste
parti che nonci sia pi trac-
cia: nemmeno vengono no-
minati, a meno non si scavi
in qualche antico ricordo
personale. Poich quello italiano lho no-
minato io, una bella signora di nome Loli-
ta Dela Cruz si affrettata a dirmi che suo
nonnoaveva fondatoquello filippino e ave-
va anche incontrato da studente inGerma-
nia Rosa Luxemburg. La nascita del Pcf era
avvenuta nel 1930 e da allora ne sono suc-
cesse di tutte: la guerra, ovviamente, e poi
prigioni, clandestinit, guerriglie, divisioni,
lultima e pi grossa indotta dal 68 locale
(il 68 c statoproprio dappertutto, una ve-
ra internazionale). Ora in Parlamento
quelloche mi pare pici somigli unparti-
to creato dai movimenti il cui leader, sono
stata felice di sapere, Walden Bello, com-
pagno economista che dirigeva il South
Center a Bangkok e che tutti quelli che han-
no frequentato i Forum Sociali Mondiali
conoscono bene e apprezzano molto.
Dai vietkong alla questione migranti
C anche un ex deputato Nepalese, Ha-
ri Roka, uscito assai frustrato dalla sua ab-
bastanza recente esperienza nel parlamen-
todi Katmandoudove statomentre al go-
verno era andato il PC maoista (lui era del
Pcm, il marxista ), diventato regolare mag-
gioranza in seguito alle elezioni indette
quando uno storico compromesso aveva
posto fine, qualche anno fa, all'insurrezio-
ne armata che durava da decenni. Frustra-
to perch non si riusciti - ci dice - a fare
nessuna delle cose che avevano in pro-
gramma. (Vale ancor sempre la famosa fra-
se di Ramsey McDonald, il primo laburista
inglese andato al governo inInghilterra ne-
gli anni 30: Credevo che la cosa peggiore
fosse stare allopposizione senza poter far
niente, ora so che assai peggio stare al go-
verno e non avere alcun potere).
Mi sono seduta vicino alla vietnamita,
perch anche solo il nome del paese scrit-
to sul cartellino davanti a lei mi emoziona.
Oltretutto mi pare di non aver incontrato
un vietnamita dai tempi in cui erano
vietkong - circa 40 anni fa - e lunica imma-
gine del paese che tuttora alberga nella
mia testa quella della guerra. Non per
limmagine che c in quella di Dan Kim
Chung, minigonna, trucco, tacchi altissi-
mi e un tatuaggio sulla gamba destra. Ov-
viamente nata quando il conflitto era fini-
to da un pezzo. Alle mie petulanti doman-
de risponde in modo da farmi capire che
fra i giovani nonsolo nonc molta memo-
ria, ma neppure grande interesse per il
passato. Se non sapessi che viene da Ha-
noi non la distinguerei dai rappresentanti
di un altro paese asiatico. E del resto na-
turale, visto che ormai hanno in comune
granparte dei problemi, innanzitutto quel-
lo che anche a lei pi preme e di cui si oc-
cupa con la sua associazione, Progetto di
rafforzamento del Sistema di Assistenza
Sociale: i migranti. Milioni di migranti
che si spostano di continuo non solo da
una nazione allaltra ma anche allinterno
di ciascuna, una epopee senza precedenti,
tutti senza protezione sociale e sradicati,
che provengano da un paese che si chia-
ma ancora socialista o meno non cambia.
Nelle campagne - dice - non sanno nem-
meno che potrebbero pagare contributi
piuttosto equi ed avere diritti sociali, poi
emigrano e diventano irregolari. E cos so-
no fuori da tutto.
Cerano una volta i khmer rossi
Dalla Cambogia sono venuti in quattro
in rappresentanza della Peoples Action
for Change, leader la pidecisa e combat-
tiva khmera, di nome Sophea. Muoio dalla
voglia di chiederle dei Khmer rossi: poco
prima di partire ho rivisto alla tv il volto or-
mai vecchissimo di Jan Sampan, in attesa
di essere condannato allergastolo per
aver perseguito l utopica follia di elimina-
re chiunque nonfosse un contadino pove-
ro e cos sopprimere il virus che impediva
di creare luomo nuovo, e ho ripensato a
quando, nel 73, lo intervistai per il mani-
festo. Era alla conferenza dei non allineati
ad Algeri, nel 1973, dove si trovava assie-
me al simpatico re Sihanuk e tutti ancora
speravamo. Poi per non chiedo niente a
Sophea, non me la sento, mi sembra una
illecita incursione in una storia terribile.
Resto con la curiosit di sapere se suo non-
no era uno khmer rosso o se suo uno dei
teschi delle loro vittime conservati a Ph-
nom Penh. Limpressione, comunque,
che i nonni siano diventati muti, o forse i
nipoti si sono turati le orecchie. Del passa-
to, dai quattro cambogiani, so solo qualco-
sa di pi attraverso un riferimento indiret-
to: sono i soli che parlano di riforma agra-
ria e dicono che ai contadini, da loro, pi
dellassistenza sociale interessa reclamare
la terra che stata loro tolta. E aggiungo-
no che la gente se la prende con il gover-
no e non capisce che invece colpa del si-
stema.
Anche qui il protagonismo femminile
La stragrande maggioranza dei presenti
sono donne. Donne fortissime e sicure da
ogni paese: dallIndia, dal Bangladesh, per-
sino dal Pakistan. come in Africa e in
America latina: sono loro le protagoniste
del nuovo movimento di lotta, perch so-
no loro quelle che pi degli uomini vivono
la realt pi generalizzata e significativa
dei questi continenti, quella delleconomia
informale. I sindacati a questa riunione
che pure ha allordine del giorno la prote-
zione sociale non ci sono. Ma non sembra
essere perch hanno altre appartenenze e
appuntamenti pi specifici, bens perch
inqueste parti del mondo sono marginaliz-
zati: lavoratori in senso proprio quasi non
ce ne sono. Dalla discussione emergono i
dati che confermano questo stato di cose:
2/3 delleconomia in Asia cos, l80 per
cento in India - riferisce il professor Ofre-
no, che insegna alluniversit nelle Filippi-
ne. un oceano di lavoro precario, anche
dove ci sono grosse imprese, perch tutte
ricorrono alloutsourcing, agli appalti di
terza mano, alla flessibilit. Il famoso mira-
colo economico asiatico minacciato da
unineguaglianza profonda, quasi tutto
fruttodi investimenti stranieri mordi e fug-
gi, qui non resta quasi niente,della prote-
zione sociale anche quando ufficialmente
c se ne infischiano. Dall Indonesia in-
vece venuto un ragazzo focoso, a differen-
za di tutti gli altri parla un inglese stentato,
si vede che alle sue prime armi.
A Giakarta una confederazione
Si chiama Maruf Anwar, ma viene chia-
mato Sestro. La sua organizzazione la
Confederazione dei movimenti popolari
indonesiani, un nome ambizioso ma a
lui preme proprio questa parola confede-
razione perch, dice, i sindacati sono tutti
solo di categoria, spezzettati, e non si rie-
sce ad animare un movimento generale.
Ci dice anche che la protezione sociale
nel suo paese inscritta nella Costituzio-
ne, ma non mai diventata legge. Del re-
sto ci sono quattro milioni di emigrati,
quasi tutti negli Emirati arabi, come garan-
tirgliela anche ci fossero norme? E poi - ag-
giunge - che vuol dire da noi il diritto alla
A ferragosto a Yangoon, in Myanmar
(dove Aung San Suu Kyi libera ma
sotto controllo) si svolto un seminario
di donne asiatiche sulla previdenza
sociale, promosso dallAsian European
People Forum, verso la conferenza
internazionale di met ottobre a Milano
MERCOLED 3 SETTEMBRE 2014 il manifesto pagina 9
REPORTAGE


Simone Pieranni
D
i ong, mondodel lavoro, migra-
zioni e welfare, diritti delle don-
ne, si parla da tempo in Asia. Il
paese a cui tutti i paesi del continente
guardano, per lo pi, la Cina, perch
quello pi prepotente a livello interna-
zionale e con i numeri pi imponenti.
Pechino sa bene come lallargamento
del welfare sia necessario. Anche per
questo con Xi Jinping partita la rifor-
ma dellhukou, il permesso di residen-
za, che permetter anche ai migranti
di usufruire dei diritti basilari sociali,
sanitari. Parte di questa modifica stori-
ca (lhukou in vigore dagli anni 50) si
deve sicuramente alla piena consape-
volezza da parte degli organismi diri-
genziali cinesi, riguardo il dovere di re-
distribuire ricchezza in uno dei paesi
con la differenza pi emblematica tra
chi si arricchito e chi povero. Allo
stessotempo la necessit di avere lavo-
ratori e lavoratrici, anche quelli che oc-
cupano il gradino pi basso della scala
sociale, ovvero quelli che si spostano
dalla campagna alla citt, in grado di
poter spendere, comprare e azionare
la leva del mercato interno, permette
al paese di essere meno dipendente
dalle esportazioni e aumentare gli inve-
stimenti nellinnovazione. Questa pro-
gressiva china verso il basso della co-
siddetta fabbrica del mondo, il ri-
sultato di pi fattori: il decisionismo
del Partito, la crisi internazionale e le
attivit delle ong che negli ultimi anni
hanno finito per avere un ruolo sem-
pre pi importante nei gangli sociali e
lavorativi cinesi. Inchieste, ricerche (ri-
corda Luciana Castellina nel reportage
accanto, i numeri ufficiali cinesi non
sono il massimo dellaffidabilit), han-
nomostrato unpaese che tutti vedeva-
no, ma che nessuno ufficializzava. La
forza di queste ong, quasi tutte del set-
tore lavorativo e ambientale (ad esem-
pio ci sono molte organizzazioni dedi-
cate completamente al cibo biologico
e alla sicurezza alimentare) stata a tal
punto rilevante, da finire nel tritacarne
del governo. In Cina si dice che quasi
tutte le ong siano ong con la g, nel
senso che pur essendo nominalmente
nongovernative, hannouna spruzza-
ta di governativo. Anche perch altri-
menti non potrebbero esistere. Quindi
va bene la ricerca e le inchieste, ma
queste organizzazioni nondevono esa-
gerare. Tradurre un allarme sociale in
mobilitazione, porta a finali di storia
piuttosto cupi in Cina.
Ma del resto questa tendenza cine-
se, incontra le necessit di uncontinen-
te. Da fratello maggiore degli altri pae-
si asiatici, tale la considerazione della
propria identit in Asia da parte della
Cina, Pechino spinge sullinnovazione
e sulla produzione di qualit (nelle
scienze, nelle biotecnologie), perch
ormai il capitale umano per la produ-
zione a basso costo si spostato. La
stessa Cina delocalizza: Laos, Vietnam,
Cambogia. Chi stato in Cambogia si
sar accorto che ogni fabbrica di una
certa rilevanza di propriet cinese.
Stessa cosa in Vietnam. Nei giorni del-
le proteste anti Pechino di Hanoi e Ho
Chi Minh City, per una annosa disputa
territoriale tra i due paesi, la Cina ha
fatto rientrare un numero piuttosto al-
to di lavoratori, impiegati nei propri
stabilimenti. A dimostrazione di una
presenza imponente. O il Bangladesh.
I paesi dove donne e uomini muoiono
con una certa frequenza sul lavoro
(nonche inCina nonaccada, ma pre-
sumibile che anche questo genere di
eventi vada diminuendo in futuro). E
non solo capitale cinese, perch in
quelle fabbriche dove lavorano spesso
minorenni, per lopidonne, a ritmi in-
fernali, in condizioni di sicurezza che
definire scadenti poco, produconoor-
mai i pi grandi brand mondiali, come
dimostrato dalla recente tragedia del
Rana Plaza, a Dakka in Bangladesh. L
lo scorso aprile ledificio croll e i mor-
ti furono pi di mille.
salute? Siamo un arcipelago e gli ospedali
nella maggioranza delle nostre isole non
ci sono. Assistenza sanitaria da noi vuol di-
re trasporti. Per certi versi pi consolanti
le notizie dalla Cina: l le fabbriche ci so-
no, grandi e grosse, e cos ci sono stati an-
che i primi scioperi.
La svolta cinese sul welfare
Il problema della previdenza sociale
comunque enorme anche l, perch gigan-
tesche sono le migrazioni interne e dun-
que il lavoro non regolarizzato. Lassisten-
za sociale, anche qui come in molti paesi
socialisti, era erogata dal luogo di lavoro,
azienda industriale o agricola. Quando
scoppiato il mercato e il privato il sistema
saltato per aria.
Qualche anno fa il Cc del Pcc, che con
buona pace del business prende ancora
tutte le decisioni, ha dichiarato che occor-
reva assolutamente creare unwelfare gene-
rale; e che per ci sarebbe volute tempo
perch era molto costoso. Ora, pare, siano
arrivati al 27% di copertura, un ritmo da
tartaruga, ma meglio di niente. Ma va a sa-
pere se questa proporzione reale, le cifre
in Cina non sono la cosa pi affidabile. Ho
appena letto sulledizione asiatica di Chi-
na Daily, il giornale in inglese pubblicato
dal governo a Pechino e diffuso in tutto il
sud continente, che un giovane ricercatore
di Shanghai avrebbe scoperto che i disoc-
cupati nel paese sono molti di pi di quelli
annunciati, perch le zone rurali non sono
prese in considerazione, i migranti nonso-
no calcolati e neppure gli studenti appena
laureati. (Prudentemente il giornale anno-
ta incalce allarticolo che il parere del ricer-
catore non necessariamente quello della
redazione. Che invece evidentemente con-
divide con entusiasmo le molte pagine de-
dicate al tema dellimpresa familiare, vera
chiave del successo cinese. Quando si liti-
ga fra eredi - come dimostrano alcune
grandi aziende - tutto va gambe allaria. Vi-
va la famiglia, dunque, e i panda. Anche lo-
ro ricevono parecchio spazio nella pubbli-
cazione sotto il titolo Panda Diplomacy:
tre cuccioli sono stati regalati alla Malesia
che li ha accolti con grandi feste governati-
ve). Wong Yuet May, del Globalisation Mo-
nitor di Hong Kong, insiste tuttavia soprat-
tutto sulla corruzione, la principale osses-
sione cinese: a Shanghai pare si siano ruba-
ti tutti i fondi pensione.
Il 1988 e lisolamento birmano
Ancora molto sperdute sono le ragazze
di Myanmar, venute in tante (maschi nes-
suno): il paese stato isolato dal mondo
per 25 anni, anzi pi, gi dalla semidittatu-
ra anchessa militare del Partito socialista
birmano, che mischiando Buddha con
qualche insegnamento di tipo sovietico
aveva gi determinatoundisastro, benvisi-
bile visto che nella regione il solo paese
dove la modernit non arrivata (il solo
che abbia vistodove non arrivatoMaxma-
ra, giunto persino nellestremo limbo della
Siberia), che potrebbe anche essere un be-
ne se avesse conservato le virt premoder-
ne: invece non ci sono n quelle post n
quelle pre e cos le stupende pagode cado-
no a pezzi. Le ragazze si lamentano, dico-
no che il livello culturale dei contadini, fra
i quali domina lanalfabetismo, cos bas-
so che loro, prevalentemente ceto medio,
non arrivano nemmeno a parlargli per dir-
gli che avrebbero diritto alla previdenza so-
ciale. Ma fra le svariate organizzazioni che
rappresentano, ce ne una che mi dice
qualcosa: nel suo nome c il numero 88:
88 Generation Resources. Quella cifra
evoca il 1988, una data importantissima
nel Myanmar: fu allora che prese corpo
una estesissima rivolta studentesca contro
i militari socialisti che reggevano il paese
da 25 anni. Purtroppo caddero dalla padel-
la nella brace: dopo mesi di tensione e di
dimostrazioni, intervenne lala peggiore
dellesercito, quella che ha instaurato la dit-
tatura completa. Molti ragazzi dell88 fini-
rono in prigione per lunghissimi anni, pa-
recchi hanno cominciato ad uscire solo
adesso dalla galera. Ma in questi due anni
una nuova leva, che si collegata con i pi
anziani, sta emergendo:non sono un parti-
to e nemmeno sembra lo vogliano forma-
re, n entrare in quello quello creato da
Aung San Suu Kiy. Per ora si limitano ad
aiutare chi deve reclamare diritti. Mar Mar
Oo, che si occupa di previdenza, sociale de-
ve essere una di loro.
Ben pi sperimentate le bengladeshesi e
le indiane, nonostante le disperate condi-
zioni dei loro paesi. Nel Bengladesh il 38
per cento dei bambini non va nemmeno a
scuola. Ma le donne ormai scioperano e
hanno strappato qualche accordo, per
esempio nel settore della fabbricazione di
tappeti. Priti Darooka, una Indiana tostissi-
ma, fondatrice e direttrice esecutiva del
programma per i diritti sociali, economici
e culturali delle donne, ha sollevato il pro-
blema del lavoro di cura e di quello collega-
to con la riproduzione sociale che le don-
ne compiono e che non n pagato n ri-
conosciuto, una gigantesca fascia di fatica
resa invisibile, nelloceano delleconomia
informale, che riguarda il 96% delle donne
indiane. Priti sta chiedendo quello che noi
dellUdi degli anni 50 chiamavamo la pen-
sione per le casalinghe, oltrech la titolarie-
t dei diritti di assistenza per le donne, ora,
al meglio, considerate solo in quanto ap-
partenenti al nucleo familiare di cui capo
il marito.
Per tre giorni il seminario ha lavorato al-
la stesura di una comune piattaforma di
lotta, un documento che riflette gli otto
punti della Convenzione dellIlo (Organiz-
zazione Internazionale del Lavoro), lonta-
na anni luce dalla realt asiatica. Ma tutti i
partecipanti hanno insistito nel dire che
era importante, serve a dare coscienza dei
diritti cui si ha diritto. giusto.
Troppa lobbing, poco movimento
Quel che colpisce, tuttavia, in questo
continente che stato lepicentro delle
grandi rivoluzioni e controrivoluzioni del
900, come rapidamente sia tramontata
la cultura politica della sinistra che abbia-
mo conosciuto e quanto forte sia diventa-
ta linfluenza di quella americana. Per di-
re che devono rivendicare usano, per
esempio, la parola lobbing e io mi arrab-
bio dicendogli che non una bella parola,
i lobbisti sono quelli che premono con
mezzi leciti e nonsui legislatori per ottene-
re leggi favorevoli alla ditta che rappresen-
tano. Loro non sono l per conto di una
ditta, ma dei lavoratori, dei poveri. Ne se-
gue una curiosa discussione. Quale parola
usare, allora? Suggerisco movimento po-
polare, pressione popolare. Si discute
unpo,sembrano convinti, ma poi la paro-
la lobbing torna a risuonare, riflesso quasi
condizionato di quello che ormai domina
da queste parti.
Che sono molto diverse da come noi
spesso le immaginiamo: non vero che
possiamo aspettarci la crescita della clas-
se operaia cos come labbiamo conosciu-
ta in Europa nonostante tanta parte della
produzione si sia ormai spostata in Asia.
Non ci saranno prime prese di coscienza
e azioni collettive che si organizzano nelle
fabbriche e poi via via la crescita dei sinda-
cati eccetera eccetera. Qui non si sta svi-
luppando con ritardo il nostro capitali-
smo, ne sta nascendo unaltro, nuovoe di-
verso. E noi abbiamo poco da suggerire,
toccher a loro inventarsi forme e conte-
nuti dellalternativa necessaria. Il poten-
ziale di lotta c, un nuovo mondo dun-
que possibile, ma chiss come sar.
ASIA
Le Ong dalla Cina
alle nuovissime
fabbriche del mondo
FOTO GRANDE, YANGOON, DONNE AL TEMPIO DI BUDDHA. A SINISTRA E SOTTO, IL DIBATTITO AL FORUM. SOTTO A DESTRA, AUNG SAN SUU KYI. IN BASSO, PROTESTA DI DONNE A
SARLINGYI (MIANMAR), SEDE DI MINIERE DI RAME E DI SANGUE: LE POPOLAZIONI SONO SPINTE A FORZA A SVENDERE LE LORO TERRE. E DONNA DELLETNIA KAYAN /REUTERS
pagina 10 il manifesto MERCOLED 3 SETTEMBRE 2014
CULTURE


Alessandra Pigliaru
S
ia in Italia che allestero, so-
no state molte le occasioni
che hanno ricordato que-
stanno il centenario della Grande
Guerra. In uno scenario simile,
utile rammentare e illuminare lin-
terno mutamento socio-politico
dei costumi e della mentalit del-
le donne come trasformazione
del tessuto sociale.
Tra le storiche che si sono occu-
pate della grande guerra, e di ci
che nella rappresentazione assu-
me la vita delle donne, si pu fare
riferimento, tra le altre, ad Anna
Bravo, Bruna Bianchi e Michela De
Giorgio. A lei, che ha studiato in
particolare il cambiamento di para-
digma delle italiane nei momenti
di snodo storico per esempio, nel
suo volume poderoso Le italiane
dallunit a oggi (Laterza 1992) e
che di recente ha scritto un saggio
intorno alla cultura del materno
tra il 1900 e il 1920 in Di generazio-
ne in generazione (Viella, 2014) a
cura di Maria Teresa Mori, Alessan-
dra Pescarolo, An-
naScattignoe Simo-
netta Soldani - ab-
biamo posto alcu-
ne domande.
Come si pu defi-
nire il cambia-
mento di mentali-
t e costumi del-
le donne negli an-
ni della prima
guerra mondiale?
necessario, innan-
zitutto, far riferi-
mento a un proces-
so storico e sociale
pi lungo. Un pri-
mo cambiamento
avviene al passag-
gio del secolo. Il se-
colonuovo, il Nove-
cento, rappresenta un punto di
svolta anche nella vita delle italia-
ne. Il racconto della mentalit e dei
costumi non deve seguire esclusi-
vamente il percorso giuridico che
spesso ha assunto forme restrittive
rispetto a mutamenti gi in atto
nelle esistenze delle donne. Fonte
di innovative condotte femminili,
dettate da comportamenti sociali,
valori sentimentali e cultura delle
appartenenze, il primo conflitto
mondiale levento investito dalla
responsabilit della Plus Grande
Guerre cos la vedeva Paul Mo-
rand dei sessi in primo luogo. Lo
sconquasso postbellico in capo a
uno spirito di modernit che sem-
bra rivitalizzare la fisionomia senti-
mentale e sociale. Cera da parte di
alcune intellettuali lintendimento
di opporsi alla moderna mascoli-
nizzazione delle donne ma anche
la consapevolezza di quel passag-
gio tra lessere fanciulle e il diveni-
re ragazze, giovanotte, sicura-
mente pi forti e libere. Alcune di
loro erano gi emancipate, nono-
stante la strisciante tendenza alla
denigrazione delle capacit femmi-
nili. La guerra rappresenta la cesu-
ra, leventoche, bench appaia nel-
le rappresentazioni come il campo
di eccellenza delle qualit virili, de-
termina anche la grande visibilit
di nuovi ruoli delle donne, con il
moltiplicarsi dei loro compiti sul
fronte interno e nelle retrovie.
La trasformazione del lavoro
stata non solo relativa allallon-
tanamento degli uomini arruola-
ti, bens un fenomeno detonante
lintera configurazione socio-
economica. quel che descrive
nel suo Donne e professioni
(Storia dItalia, Annali, 10, Ei-
naudi, 1996) interno al volume
curato da Maria Malatesta....
Il varco che la guerra apre nelle
possibilit di realizzazione sociale
femminile innegabile. La relazio-
ne tra donne e professioni fornisce
una rappresentazione piuttosto fe-
dele sul cambiamento della posi-
zione sociale e degli effetti simboli-
ci prodotti sulla costruzione del-
lidentit femminile, individuale e
sociale. Alcune idee mostranola lo-
ro intersezione anche in ambiente
italiano tra fine dellOttocento e
prima met del Novecento entro
cui il passaggio della Grande Guer-
ra diventa cruciale.
Intantolanticointerrogativo sul-
la ragione delle donne e luso socia-
le del sapere; infine la distinzione
tra leccezionalit dunque lecce-
zione delleccellenza e la regola
legata a doppio filo con la norma
che anche quella della subordina-
zione. Gi dagli anni Settanta del-
lOttocento appaionole prime pro-
fessioniste italiane, seppure gi
dalla fine del Settecento che si pos-
sono registrare nella pubblicistica
politica i primi segnali rivendica-
zionisti. Ci per dire che quel lievi-
to dellutopia fermenta in una fi-
sionomia del lavoro femminile
che esploder e muter ulterior-
mente nel passaggio della Grande
Guerra. Gi presenti laureate in let-
tere, giurisprudenza ma anche me-
dicina, il mutamento dei costumi
si avvale della spinta femminista e
della presenza delle donne nella
scena pubblica attraverso le rivi-
ste a loro dedicate.
Sul tema credo sia sempre note-
vole il volume di Barbara Curli, Ita-
liane al lavoro (1914-1920), edito
da Marsilio (1998). In fondo non ci
sono moltissimi studi relativi a
quella trasformazione di cui stia-
mo parlando e che, tuttavia, stata
potente. Penso che gran parte del
cambiamentosia relativo allorfani-
t. Lalto tasso di mortalit di que-
gli anni non sufficiente, secondo
me, per decifrare ci che si andava
configurando: untagliodettato dal-
la scomposizione delle famiglie
condonne che restavano sole a vol-
te senza pi fratelli, mariti e padri.
In qualche misura lorfanit pu
aver prodotto in queste donne
una consapevolezza della perdi-
ta, ma anche della liberazione?
Certo. Incontesti drammaticamen-
te scomposti, i lutti hanno messo a
dura prova sia le famiglie mononu-
cleari-borghesi che quelle rurali-
patriarcali. In alcuni numeri del
1919 della rivista femminile Corde-
lia diretta da Ida Baccini, la rubrica
della posta delle lettrici conserva
oggi elementi importanti sullargo-
mento: molte giovani donne scrive-
vanoancora a propositodi fidanza-
ti e persone care scomparse e spes-
so mai pi ritrovate. Ma interes-
sante anche segnalare ci che nel
1920 Laura Orvieto annotava nel-
lAlmanacco della donna italiana:
Si sfasciano le rotaie che i secoli
avevano fabbricato e che indicava-
no allumanit il cammino da per-
correre: rotaie familiari, sociali, reli-
giose, tradizionali.
Ci indica anche linevitabile
complessit delle relazioni tra ma-
dri e figlie. Alle prime, spesso vedo-
ve, non fu facile opporsi ai desideri
di indipendenza e ribellione delle
figlie. Si tratta, tuttavia, di un qua-
dro di cui la storiografia non si a
sufficienza occupata. Di recente
ho visto a New York, per uno degli
appuntamenti in ricordo della
Grande Guerra allistituto francese
di Colombia, Bertrand Tavernier
regista di La vie et rien dautre
(1989). Mi sembra che, a differenza
dei nostri film di riferimento (pen-
so fra tutti a La grande guerra di
Mario Monicelli), in questo lavoro
di Tavernier si evinca di pi il pun-
to di vista di una donna, cio in
questa ricerca fatta da Irne de
Courtil, interpretata da Sabine Az-
ma, di un caro scomparso. pro-
prio la ricerca e il ricordo delligno-
to a differenziarla dallapproccio
antropometrico e positivista del
dottor Delaplane, medico di guer-
ra interpretato da Philippe Noiret.
Del resto, in Francia, si contano ot-
tocentomila tra sconosciuti e di-
spersi e Tavernier ci ha esposto
che cosa statoil disordine nelle fa-
miglie, oltre ai lutti effettivi.
Lei ha dedicato pagine molto in-
teressanti alla moda. Ci sono sta-
te resistenze culturali in merito?
Nel dibattito post-guerra, anche
tra le pi illuminate osservatrici,
c sempre lidea della moda tenta-
colare, corruttrice. Tra le poche vo-
ci in controtendenza c quella di
Gina Lombroso che, gi nel 1917, il
pi terribile anno di guerra, sul
quindicinale torinese La Donna, af-
fermava che nella generazione
che ci ha precedute, le ragazze non
potevanocambiare di rango, il qua-
le era loro fissato dai genitori.
Per lei il desiderio di moda cos
osteggiato dai benpensanti non
era la Caporetto della morale fem-
minile bens una forza coesiva e
propulsiva del mondo giovanile
che permetteva alle donne di cam-
biare status. Nonostante il padre
Cesare dicesse loro di restare cos
come erano, asinine, lei e la sorella
si sono laureate inmedicina a Tori-
no. Cerano poi i capelli corti -
lannosa questione, come la chia-
ma Matilde Serao e il suo racconto
di un villaggio francese in cui un
parroco si era imposto di non dare
la comunione alle donne con i ca-
pelli alla garonne. Cos le altre
donne si ammutinano e nessuna
va a prendere la comunione.
Con acume sociologico F. Scott
Fitzgerald consacra la gloria del-
le ragazze del 1917 come nu-
cleo essenziale della generazio-
ne sregolata; quel modello ven-
ne divorato dalle ragazze pi
grandi e pi piccole intenzionate
a non farsi mancare proprio nien-
te, visto che le sregolate sembra-
vano divertirsi un mondo. Chi
erano le garonnes e le nostre
avanguardie?
Christine Berdha cercatodi quanti-
ficare il fenomeno del garonni-
smo. Anche Mary Louise Roberts,
allieva di Joan Scott, ha lavorato su
alcuni corpi mitici e imitati, refe-
renti epocali che rifondano una
nuova estetica anatomica femmini-
le come il corpo di Sarah Bernhar-
dt e ha decostruito tutto il dibattito
francese del dopoguerra, sulla scel-
ta femminile di massa di liberarsi
dellaureola capillare da fanciulle
del mondo di ieri per il taglio ma-
schio. Le garonnes erano donne
che, al di l della forma quasi an-
drogina di s, si presentavano sulla
scena pubblica tra il 1919 e il 1920
con una moda sciolta, di snellezza,
senza busto e calze.
Per Roberts il capello corto ha
rappresentatountentativosimboli-
co di legame con i morti come a
raccogliere il luttocollettivo per tra-
sformarlo in una nuova immagine
che non tacesse per lautonomia
conquistata di se stesse.
NOVECENTO Limmigrazione sentimentale delle spose belliche negli States
Unintervista con la storica Michela De Giorgio che ripercorre i mutamenti sociali
delle donne italiane durante gli anni del primo conflitto mondiale. Gran parte
del cambiamento relativo allorfanit: i lutti misero a dura prova sia le famiglie
nucleari-borghesi che quelle rurali-patriarcali. Alle madri, spesso vedove e rimaste
sole, non risult facile opporsi ai desideri di indipendenza e ribellione delle figlie
Nei conflitti che coinvolsero gli Stati Uniti nel XX secolo, i militari ebbero molti contatti con le popolazioni locali, alleate o nemi-
che. Dopo ognuna di queste guerre, molti soldati americani ritornarono in patria con mogli e compagne straniere e con i figli
nati da queste relazioni. Unimmigrazione sentimentale particolarmente intensa si ebbe con la seconda guerra mondiale. Tra il
1939 e il 46, sedici milioni di giovani americani vennero mobilitati per prendere parte a un conflitto che coinvolgeva cinquanta-
sette paesi nel mondo. Risultato? Centomila spose di guerra europee che entrarono negli Usa, tra il 1946 e il 1950, anche gra-
zie a speciali norme legislative, come il War Brides Act, varate dal governo statunitense. La maggior parte erano britanniche, poi
francesi, belghe, tedesche e olandesi. Quasi diecimila erano italiane. Il libro di Silvia Cassamagnaghi Operazione Spose di
guerra (Feltrinelli, pp. 328, euro 24), riporta numerose testimonianze dei protagonisti, ricostruisce le storie delle unioni tra i
soldati americani e le ragazze italiane, illustrando gli aspetti pratici, amministrativi e logistici, ma anche i pi personali e umani.
Allaconquista di s
LE DONNE AL LAVORO PER SELEZIONARE I BOSSOLI; ACCANTO, LE GARONNES AMERICANE
GRANDEGUERRA
MERCOLED 3 SETTEMBRE 2014 il manifesto pagina 11
Francesca Angeleri
C
ancora un po di tempo. Per
leggere. E allora, di qualun-
que matrice siano o siano sta-
ti o saranno questi giorni con lestate
agli sgoccioli, liberiamoci fino in fon-
do di un senso di colpa, concediamoci
le letture che pi ci sono gradite. E
mettiamoci dentro anche lui: il famige-
rato food. Se nei circoli pi di settore
non si fa mistero di quanto ormai sia
diventato un argomento asfissiante e
ripetitivo, pur vero che resta comun-
que un grande successo. Editoriale e
non. Allegro, distensivo, si potrebbe di-
re quasi curativo, il cibo ci nutre con-
cretamente e virtualmente.
In mezzo a tutto ci, ci sono anche
fari di speranza, pensieri alti o semi,
approfondimenti scritti da mani legge-
re e consapevoli. Insomma, qualcosa
di interessante sul fronte c ancora.
Fornelli dItalia lultimo librodi Stefa-
nia Aphel Barzini, gi autrice di volu-
mi a stampo enogastronomico, autri-
ce televisiva del periododoroBonillia-
no del Gambero Rosso, cuoca, blogger
col suo Folle Casseruola, gentile signo-
ra bionda e fine intellettuale.
Inquesto libroprosegue unsuo per-
sonale fil rouge ormai di lunga data,
quello che stringe in maniera indisso-
lubile la figura femminile, con tutto il
suo bagaglio complicato e al tempo
stesso costruttivo, e la storia, in parti-
colare quella dello stivale. Fornelli
dItalia, edito Mondadori, un saggio
in cui Barzini ripercorre gli ultimi cen-
tocinquantanni del paese attraverso
lo spunto della tavola. Ci sono le im-
mancabili ricette, le troviamo per
contestualizzate nei vari ambiti storici
incui si sviluppano e veniamo a cono-
scenza di figure femminili cruciali per
le diverse epoche, alcune di queste to-
talmente ignote a noi, che per ci ri-
portano consigli e sfumature utili allo-
ra come adesso. Dalla maionese senza
uovodi Petronilla (geniale) alle frittati-
ne di latte di Cordelia. Fino ad arrivare
alle icone contemporanee come Nigel-
la, Parodi, Clerici. Si passa dal fasci-
smoal femminismo, unperiodo com-
plicato per me - racconta Barzini - me-
raviglioso e creativo da ogni punto di
vista. Tranne quello culinario. Le don-
ne volevano scappare dalle cucine in
cui erano rimaste imprigionate per se-
coli. Io invece adoravo spignattare.
Continuai a farlo, sicura che poisi sa-
rebbe compreso il modo giusto per
riappropriarsene.
In questo volume in cui si parla di
donne normali e cibo, totalmente di-
sinteressato allalta cucina e presunti
alti chef. Ci che, coerentemente, vie-
ne scandagliatoqui, il ruolo ancestra-
le e storicodella figura femminile, con-
cetto ripreso anche dal movimento
Women for Expo, di cui Barzini par-
te. C una parola che ha una declina-
zione esclusivamente al femminile:
nutrice. un concetto atavico. Il signi-
ficato profondo non solo quello del
dar da mangiare, ma soprattutto del
prendersi cura. un contenuto anche
politico. in questa linea che la figura
della donna trova, a mio avviso, un
suo essenziale modo dessere. In mol-
ti paesi, sono le donne a farsi carico
dellagricoltura. Il nostro ruolo nel fu-
turo sar quello di avere cura del pia-
neta. Sar quello di prendersi sulle
spalle la responsabilit di ci che dare-
mo ai nostri figli, del cibo, nel modo di
procurarlo e prepararlo. Per me, tutto
ci rappresenta una speranza, e la di-
mensione della donna molto legata
a quella della memoria del proprio pa-
ese. Questa tendenza genetica del tra-
mandare di madre in figlia le cono-
scenze, i ritmi, le tradizioni avr sem-
pre di piunpesofortemente identita-
rio della terra.
Unpercorso interessante che ci pre-
dispone allo scambio e allaccettazio-
ne, mentre ci sfilano davanti le staffet-
te partigiane con il pane e i fucili nella
borsa della spesa, i Talismani della Fe-
licit, Wilma de Angelis e nostra non-
na. E noi.
SAGGI/2 Dialogo sullItalia di Giuseppe De Rita e Aldo Bonomi per Feltrinelli
Appunti da un mondo al capolinea
Giuseppe Allegri
A
ldo Bonomi e Giuseppe De Rita porta-
noavanti da tempounprolungatocon-
fronto e lavoro di ricerca sulle trasfor-
mazioni sociali del Bel Paese, fino allagile
Dialogo sullItalia. Leclissi della societ di
mezzo (Feltrinelli, pp. 96, euro 9). In questa
occasione i due autori si confrontano con il
radicale disallineamento tra sociale e politi-
co, che ha eliminato lo spazioorizzontale del-
la societ di mezzo, artefice di relazioni so-
ciali, economiche e istituzionali ingradodi te-
nere insieme un intero Paese, pur attraversa-
to da forti tensioni e differenze. il tramonto
ventennale dei corpi intermedi, associazioni,
circoli, movimenti, comitati, sindacati e parti-
ti radicati nei territori, che riarticolavano il
conflitto tra capitale e lavoro, oltre lincom-
benza dello Stato e nonabbandonando lindi-
viduo nelle maglie strette delle reti familiari.
Sembra di essere al capolinea di una storia
repubblicana forgiata dal basso di conflitti so-
ciali, sperimentazioni economiche e inven-
zioni istituzionali indagate da Giuseppe De
Rita dagli anni Cinquanta alla infinita transi-
zione italiana fuori dalla prima Repubblica e
dentro lavvento del capitalismo molecolare,
osservato in modo partecipato proprio da Al-
do Bonomi. Eccoci giunti a un panorama
frammentato, nel quale la lotta di classe
quella espressa dallalto dei flussi globali, ma
non regge come strumento di interpretazio-
ne di ci che accade nei territori (Bonomi).
Ma lo stesso De Rita a insistere sul concetto
di classe, inteso per come stile di vita e di
appartenenza, verso cui protende quel che
rimane di un ceto medio investito da radicali
scossoni. Il lungo e tortuoso processo di ce-
tomedizzazione delle classi subalterne italia-
ne inforte tensione. Da unlato si apre il per-
tugio, assai stretto, attraverso il quale si tenta
la scalata alllite dellalto ceto medio. Dallal-
tro si amplia il processo di precarizzazione
che attraversa il ceto medio, facendolo spro-
fondare in condizioni di insicurezza sociale
ed economica. il quinto stato di precariz-
zati del lavoro della conoscenza, di cura e ser-
vizio alla persona, composto da intermitten-
ti, soprattutto nelle retribuzioni e che Bono-
mi e De Rita definiscono come i sommersi
del capitalismo liberista.
Inquesto scenario si inseritoMatteo Ren-
zi, con gli 80 euro di assai scarno sostegno a
quel ceto medio impoverito, rivendicando la
sua appartenenza alla societ di mezzo degli
scout e con laspirazione di essere il leader di
unpartito della nazione imbevuto di leade-
rismo e populismo. Qui torna utile la critica
di Bonomi e De Rita alla verticalizzazione del-
la burocrazia politica, contro lorizzontalit
dei territori: un processo inarrestabile nelle
democrazie occidentali, da oltre cinquantan-
ni. Da Charles de Gaulle, mattatore prima del-
la radio e successivamente della televisione
francese, al ventennio di Silvio Berlusconi,
passando per Ronald Reagan, fino al grilli-
smo e al renzismo ai tempi della rete e del-
lantipolitica in 140 caratteri, via Twitter. E
questa personalizzazione egotica della leader-
ship statale, plebiscitaria e populistica, nulla
pucontro lostrapotere trentennale delle oli-
garchie tecnocratiche globali.
Eppure Bonomi e De Rita ci esortano a cer-
care ancora, evitando sia la facile retorica del-
la buona societ civile, contro la conclama-
ta inadeguatezza delle classi dirigenti politi-
che, che lo sterile gioco dellindignazione vir-
tuale e dellimmobilismo sociale, nellattuale
societ dello spettacolo telematico. Gli indizi
del cambiamento necessario si rintracciano
nelle resistenze sperimentate nei territori e
nelle possibilit di attivare politiche di sco-
po che tutelino gli interessi delle cittadinan-
ze. la dialettica tra flussi e luoghi, a parti-
re da piattaforme territoriali dove rendere
operative coalizioni sociali che riempiano il
vuoto lasciato dalla societ di mezzo, per di-
segnare un diritto alla citt, fatto di autogo-
verno, connessioni orizzontali e nuove istitu-
zioni. Una sfida dal basso, che riguarda tutti:
cittadinanze e sommersi del capitalismo fi-
nanziario, come una nuova generazione di
amministratori locali, disponibile a compren-
dere il valore della posta in palio.
CULTURE


Alberto Giovanni Biuso
L
a consapevolezza che la re-
alt non sia come ci appare
rappresenta linizio stesso
della filosofia e della scienza. Un
inizio che non va posto contro il
mito ma accanto a esso. Senza il
mito sono impensabili Anassi-
mandro, Parmenide, Platone, ed
quindi impensabile lorigine
del pensiero scientifico. E invece
in alcune pagine del pi recente
libro di Carlo Rovelli (La realt
non come ci appare. La struttu-
ra elementare delle cose, Raffael-
lo Cortina, pp. 241, euro 22) sem-
bra di accostarsi a una storia del-
la scienza di stampo un po otto-
centesco, polemica e positivisti-
ca che, per fortuna, viene poi
stemperata da molti dei suoi con-
tenuti e dallammissione che in-
finita la nostra ignoranza e ci
troviamo tutti - filosofi, fisici, po-
eti - in una condizione non dissi-
mile da quella dei prigionieri del-
la caverna platonica.
La concezione del sapere
scientifico difesa da Rovelli cu-
mulativa e tesa a risolvere in una
progressiva e trionfante unifica-
zione i conflitti che percorrono
la storia della scienza. Una con-
cezione che presenta in modo
agiografico le vicende e il lavoro
di alcuni scienziati, primo dei
quali Einstein, il quale vi appare
a volte come una sorta di santAl-
berto con tanto di aneddoti e
miracoli scientifici: Nei primi
anni del secolo, questo chiaro
a tutte le persone sufficiente-
mente ragionevoli, cio solo a Al-
bert Einstein. Si tace pure sul
fatto che il pi grande uomo di
scienza di tutti i secoli,
Newton, si sentiva e fosse in real-
t anche un mago.
Sonoatteggiamenti e preferen-
ze comunque comprensibili e
che si giustificano di fronte al
grande pregio di una chiarezza
davvero esemplare nellaffronta-
re questioni assai complesse con
uno stile sempre coinvolgente. Il
cammino dallapeiron di Anassi-
mandro alla gravit quantistica
a loop - teoria della quale Rovelli
rappresenta il maggior esponen-
te - descritto come una progres-
siva semplificazione e unificazio-
ne dei princpi. Il punto di svolta
rappresentato dal concetto di
campo con il quale materia ed
energia vengono unificati in un
insieme di forze che non opera-
no nello spazio e nel tempo ma
sono lo spazio e il tempo.
La meccanica quantistica ha
inglobato nel campo anche gli
atomi e ogni possibile particel-
la, per cui il mondo non sareb-
be fatto di campi e di particelle
ma di ununica realt che il
campo quantistico covariante,
le cui caratteristiche fondamen-
tali sono costituite dalla granu-
larit, dallindeterminismo e
dalla relazionalit.
Granularit perch - come
aveva intuito Democrito - non
vero che la materia sia divisi-
bile allinfinito; esiste un limite
alla divisibilit nello spazio, la
cui lunghezza minima e non ul-
teriormente riducibile si chia-
ma lunghezza di Planck. Tra
questa scala enormemente pic-
cola e la scala cosmologica -
quella delle galassie, degli spa-
zi sterminati, dellUniverso -
c dunque limmensa distan-
za di 120 ordini di grandezza.
Moltissimo. Ma finito.
Indeterminismo perch nel co-
smo quantistico nulla fermo e
misurabile di per s ma tutto in
motoe sempre fluttuante. Gli og-
getti che percepiamo - dai sassi
alle montagne, dai sorrisi di chi
ci sta vicino alle onde del mare -
sono in realt un flusso continuo
e continuamente variabile, una
vibrazione senza fine, una co-
stante e passabile incostanza.
Relazionalit perch chiaro
che nella sua struttura granulare
e indeterministica ogni cosa esi-
ste soltanto in relazione a cia-
scunaltra, che un olismo radica-
le costituisce il mondo, che so-
lo nelle relazioni che si disegna-
no i fatti della natura, che gli
elettroni non esistono sempre.
Esistono solo quando interagi-
scono. Si materializzano in un
luogo quando sbattono contro
qualcosa daltro. (...) Quando
nessuno lo disturba, un elettro-
ne non in alcun luogo.
Si arriva cos alla questione
fondamentale, al problema del
tempo. Uno dei capitoli si intito-
la Il tempo non esiste ma si tratta
di una formula troppo netta e
smentita dagli stessi contenuti
del libro. Anche alla scala picco-
lissima nella quale si manifesta
la gravit quantistica lo spazio
e il tempo cambiano natura. Di-
ventano qualcosa daltro, il
che non vuol dire che non esi-
stono ma che si mostrano anco-
ra una volta nella loro natura
enigmatica e affascinante di vi-
brazioni della materia, le quali
non vibrano in un tempo e in
uno spazio gi costituti ma che
nel loro vibrare sono lo spazio e
il tempo: Lo scorrere del tem-
po interno al mondo, nasce
nel mondo stesso, dalle relazio-
ni fra eventi quantistici che so-
no il mondo e generano essi
stessi il proprio tempo.
Rovelli si spinge sino ad affer-
mare che i campi quantistici co-
varianti rappresentano la miglio-
re descrizione che abbiamo oggi
dellapeiron, la sostanza primor-
diale che forma il tutto, ipotizza-
ta dal primo scienziato e primo
filosofo, Anassimandro.
La conseguenza di tutto que-
sto che, lungi dal non esiste-
re, il tempo lesistere stesso di
ogni ente, evento e processo,
proprio nel senso quantistico
che non ci sono oggetti irrelati
tra di loro ma soltanto eventi le-
gati gli uni agli altri in un modo
indissolubile.
Il libro chiarisce bene come
lorizzonte delle ricerche con-
temporanee consista nel tentati-
vo di coniugare la meccanica
quantistica e la relativit con le
teorie sullinformazione e quindi
con la termodinamica, la quale
impensabile senza lirreversibili-
t, senza il tempo: Siamo esseri
che vivono nel tempo: abitiamo
il tempo, ci nutriamo di tempo.
Siamo un effetto di questa tem-
poralit, prodotta da valori medi
di variabili microscopiche.
La fisica ci proietta oltre luma-
no, al di l di ogni pretesa antro-
pocentrica, lasciando compren-
dere - conil rigore della matema-
tica unito alla potenza dellim-
maginazione - che limmensa ric-
chezza della materia passa (per
noi) attraverso la parte di mate-
ria che il cervello, poich se la
realt non come ci appare
anche perch costruita dalla
nostra mente, la quale materia
consapevole di esistere.
SAGGI/1 La realt non come ci appare di Carlo Rovelli per Raffaello Cortina Editore
Nel campounificato
del tempoe dellospazio
AL VIA IL FESTIVAL POETITALY
Dal regista del festival internazionale dei poeti di Castel
Porziano del 1978, Simone Carella, la rassegna Poetitaly.
I poeti a Corviale, che si svolger dal 5 al 7 settembre.
Una rassegna che prevede la collaborazione di Gilda
Policastro, Lidia Riviello e Teatroinscatola e lintroduzione
di Andrea Cortellessa, Stefano Chiodi e Franco Cordelli.
Ouverture con una tavola rotonda partendo dall'esperienza
singolare di quella che stata definita la Woodstock dei
poeti (Castel Porziano), che verr riletta e interpretata. A
partire dalle ore 19, nella cavea esterna anfiteatro di
Corviale, si incontreranno molti poeti di varie generazioni,
dai lirici ai postneoavanguardisti, dai testuali ai performer,
dai classici viventi ai rapper, dai popolari ai procedurali,
fino a un esperimento di poesia virtuale live.
oltre
tutto
Dalla filosofia greca
alla fisica quantistica
alla ricerca
della struttura
elementare delle cose
SCAFFALE
Il cibo che fa storia.
Lantico sapere
dei Fornelli dItalia
Unanalisi sulleclissi
di una costituzione materiale
a partire dallimpoverimento
del ceto medio e dalla crescita
del populismo politico
Una spiegazione
che ruota attorno
a un insieme
primordiale
in continuo divenire
pagina 12 il manifesto MERCOLED 3 SETTEMBRE 2014
R
ealizzato in cinque anni di lavoro,
Belluscone. Una storia siciliana
non denuncia le difficolt finanzia-
rie, i ripensamenti del regista, i capricci
del caso e la precisione della sfiga che
hanno tormentato la lavorazione. Come i
classici hollywoodiani amati da Franco
Maresco, il filmfa in modo di nascondere
le condizioni produttive che ne hanno
permesso la realizzazione e offre allo spet-
tatore un meccanismo perfettamente
oliato, capace di organizzare al meglio i
diversi piani narrativi e di suggerirne ulte-
riori, gestendo con disinvoltura formati
diversi, salti di registro e cambi di focaliz-
zazione narrativa.
Eppure, a tutta evidenza, si tratta del la-
voropipersonale del regista siciliano, ad-
dirittura un passo oltre lintenso e doloro-
sissimo Tony Scott, presentato a Locarno
e a qualche altro festival nel 2010 prima di
essere condannato a ingiusto oblio. Se nel
ritratto al jazzista italoamericano, Mare-
sco orgogliosamente rivendicava affinit
elettive conScott e, di fronte allimpossibi-
le identificazione, non esitava a piegare il
film alla deriva esistenziale del suo prota-
gonista, qui si impegna in unoperazione
pi sottile e sofisticata che passa attraver-
so un movimento di distanziamento che
innovanta minuti viene lentamente e ine-
sorabilmente eroso fino alla sua negazio-
ne finale.
Originariamente concepito come unin-
dagine sulle fortune siciliane di Berlusco-
ni, il film svolge solo parzialmente il com-
pito (non rinunciando peraltro a snoccio-
lare verit impronunciabili fino a qualche
anno fa) per passare bruscamente, come
per unimprevista e modernissima interfe-
renza, alla storia di Ciccio Mira, improba-
bile impresario di neomelodici stretto tra
le bizze dei suoi capricciosi cantanti e le
pretese degli amici degli amici.
Le due linee proseguono in parallelo
per lintero film e, offrendosi luna a spec-
chio deformato dellaltra, connettono il
dato politico-giudiziario e quello socio-
culturale. A garantire la tenuta dellinsie-
me lindagine di Tatti Sanguineti che, ar-
rivato da Milano, si mette sulle tracce del-
lamico regista alla ricerca, vana, delle ra-
gioni della sua latitanza. Come il giornali-
sta ThompsoninQuarto Potere, Sanguine-
ti corteggia senza soddisfare mai fino in
fondolansia di conoscenza dello spettato-
re e nel frattempo gli snocciola una serie
di informazioni preziose, per quanto tal-
volta lievemente inattendibili, sulla lavora-
zione del filme i suoi, spesso esilaranti, in-
cidenti. Il processo conta pi dellobbietti-
vo, il film ha modo di dispiegare la sua di-
mensione autoriflessiva, ma anche questa
in fondo si rivela una pista falsa, o quasi.
Pi di quanto dicono le immagini, in Bel-
luscone conta quanto si pu intuire tra le
immagini, quanto si pu capire interro-
gando i vuoti strategicamente collocati al
centro della sovrabbondante architettura
del film. Langoscia indissolubilmente
connessa alla creazione artistica, la diffi-
colt di concludere un lavoro quasi finito,
la tentazione di lasciare scivolare via qual-
cosa cui si tiene pidella vita sonofatte in-
tuire per differenza, tenendo uninquadra-
tura quel tanto in pi che basta per espri-
mere un affetto imprevisto o semplice-
mente frustrando, ma solo lievemente, le
attese dello spettatore.
Allesibizione della soggettivit del mo-
derno cinema in prima persona, Maresco
preferisce la misura del cinema classico e
si mette a nudo nascondendosi, celando
levidenza dei fatti per farne risaltare il sen-
timento autentico. E cos, senza mai met-
terla gi dura, ci colpisce e ci emoziona
profondamente, pi di quanto non aveva
mai fatto in venticinque anni di cinema.
Un film imperdibile.
Cristina Piccino
VENEZIA
F
orza Italia non ha gradito annun-
ciando (da copione) che chiede-
r alla magistratura il sequestro
del film per offesa allimmagine di
Berlusconi. Per ora Belluscone Una
storia siciliana, il nuovo e magnifico
film di Franco Maresco, dovrebbe arri-
vare in sala domani (36 copie)
in tutta Italia. Corriamo a veder-
lo (mi raccomando il passapa-
rola con gli amici) contro i ricat-
ti dellesercizio (quelle cose del
tipo una settimana e via), e so-
prattutto perch ci spiega, co-
me mai finora e facendo mori-
re dal ridere, un ventennio di
Storia italiana, quello berlusco-
niano, e le sue mutazioni antro-
pologiche e culturali che si arro-
tolano nei decenni precedenti,
e che trovano negli anni Novan-
ta di discesa in campo del Ca-
valiere il perfetto compimento.
Semmai lo censurassero co-
me ai tempi di Tot che visse
due volte bloccato dalle furie in-
tegraliste del cattolici sarebbe
la cupissima conferma del sen-
timento che lo attraversa. Per-
ch il film di Franco Maresco, il pi
applaudito alla Mostra di Venezia (in
Orizzonti, continuano tutti a chieder-
si perch non stato messo in concor-
so specie di fronte alcuni titoli passati
questi giorni, da The Cut a Roy An-
dersson), parla di Berlusconi e della
sua love story con la Sicilia che lo
ama sempre tanto, e attraverso quella
che potrebbe sembrare una riflessio-
ne su qualcosa gi consumato per la
sua natura mediatica, investiga la Sto-
ria del nostro paese, i suoi eterni ri-
torni e i sussulti apparenti, i consen-
si taciti e gli accordi strumentali.
Lalter ego di Maresco Ciccio Mira,
impresario musicale e figura chiave per
capire le relazioni tra neomelodici e po-
teri, quelli che Ciccio chiama gli amici,
ben attento a non pronunciare mai un
nome, a non farsi sfuggire una qualche
dichiarazione. lui a governare le piaz-
ze dei neomelodici napoletani che trion-
fano nei quartieri popolari di Palermo
come il Brancaccio. Ma cosa centrano i
neomelodici conBerlusconi a parte il fat-
to che sonotutti azzurri? Voglio cena-
re con Berlusconi compone Erik, can-
tante neomelodico con lamico napole-
tano Vittorio, idolo delle ragazzine che
impazziscono sulle note della sua #31#.
Organizzeresti un concerto per ricor-
dare il 19 luglio, anniversario dellassas-
sinio di Borsellino? chiede a Ciccio Mi-
ra Maresco. Luomo tentenna, imba-
razzato, non risponde. La mafia? Non
so. Per il suo programma su unemit-
tente locale si chiude sempre con i mes-
saggi in codice dei detenuti alla fami-
glia, e dal palco i cantanti non manca-
no mai (guai se accade il contrario) di
salutare gli ospiti dello stato.
E Berlusconi? Perch ai siciliani piace
tantissimo? Perch alla notizia delle
sue dimissioni tutti sono in lacrime e
pregano santa Rosalia che faccia il mira-
colo, che lo riporti tra loro. Berlusconi
buono, Berlusconi ci d lavoro, c per-
sino chi temendo di perdere senza di
lui la pensione si fa saltare in aria con
tutta la casa.
Anche di Berlusconi si dice che aves-
se rapporti con la mafia, Maresco ricor-
da lo stalliere Mangano e le relazioni
coi boss dellepoca, Bontade tra tutti, e
lallora imprenditore milanese astro na-
scente delleconomia italiana.
Poi un colpo di fortuna: davanti alle
telecamere di Maresco accetta di parla-
re il senatore DellUtri, prima della fu-
ga. Ma quando sta per dire qualcosa di
fondamentale su un possibile legame
tra Berlusconi e la morte di Mattei lau-
dio salta. Rimane limmagine di Del-
lUtri su un trono rosso e oro, laria
scocciata di fronte alle manovre di quel-
la troupe scalcagnata.
Maresco a parte la voce non lo vedia-
mo mai. Anzi il filo narrativo quello
della sua scomparsa misteriosa, forse
perch venuto a conoscenza di cose
scottanti. A cercarlo a Palermo, come
in un set di Welles, arriva lamico Tatti
Sanguineti, quasi un Marlowe nel taxi
sotto la pioggia. lui a intrecciare il fuo-
ri campo della storia che prende la for-
ma di una ricerca, uninvestigazione in-
torno al filmarenato. Frammenti disse-
minati tra beghe giudiziarie un can-
tante ha bloccato la sua canzone quan-
do ha scoperto che il filmattacca la ma-
fia, ma Picarra e Ficone sbroglieranno
la matassa. E la depressione del regista
svanito nel nulla che non ricomparir.
Un po come il suo Cagliostro, del film
diretto ancora con Cipr, e come gli abi-
tanti del suo universo poetico, fanta-
smi quale lo stesso Ciccio Mira che al-
la fine sar arrestato. La mafia non
pi quella antica che non ammazzava i
bambini dice Ciccio, prodigioso esem-
pio di congiunzione tra la Sicilia (Italia)
democristiana e quella berlusconiana.
Non per la denuncia a interessare
Maresco, nelle sue immagini lattualit
va oltre la cronaca, e questa la loro
potenza, e ci che gli permette di non
rimanere impigliate nella logica della
realt cos come . lo sguardo che
produceva le apocalissi di Cinico tv,
crudele e insieme pieno di compassio-
ne verso quelle creature immobilizzate
in un paesaggio senza salvezza. Lo stes-
so che pervade questa Palermo/Italia
dallapparenza scanzonata, che Mare-
sco scortica con malinconica consape-
volezza. Non si tratta di nostalgia, per
carit, e del resto di cosa? Delle specu-
lazioni selvagge, di una corruzione re-
mota e immutabile, della menzogna e
delle stragi? Malinconico semmai il
pensiero sul senso del proprio ruolo,
che significa fare oggi un cinema che
parla del vero. Maresco non un mo-
ralista, non punta il dito o cerca colpe-
voli che garantiscano risposte rassicu-
ranti. Costruisce la sua inchiesta den-
tro allimmaginario, nella televisione
di anni e anni, nelle trasmissioni delle
emittenti locali.
Berlusconi questa cosa qui, o molte
altre, ma al di l di lui c un paesaggio
umano, quello di ora, in cui la visione
di Renzi a Amici col suo giubbino nero
non tanto meglio. Non , dunque,
semplicemente questione della trattati-
va stato-mafia, ma qualcosa che va al
di l, qualcosa che tutto questo rag-
gruppa e produce, una sorta di pensie-
ro collettivo ineffabile, che solo la fin-
zione del vero, pu cogliere nella sua
radicale verit.
Sta a noi cogliere il fascino di Berlu-
sconi o Belluscone in un paese che ha
bisogno di sentirsi protagonista, e da-
vanti alle sue macerie preferisce disto-
gliere gli occhi. Lui, Maresco, si interro-
ga a sua volta, e quel sentimento malin-
conico, questa sua commuovente
ostinazione, che oscilla tra comico e
tragico, risata e spavento per un pre-
sente in cui tutto si confonde, e appare
normale, quotidiano. Il limite infran-
to, Ciccio Mari sparito, e cos Mare-
sco. E il cinema?
VISIONI


Accolto da continui applausi a scena aperta e da unovazione finale,
Belluscone - Una storia siciliana di Franco Maresco ha conquistato il Lido
Luca Mosso
71
POLEMICHE
Forza Italia annuncia
la richiesta di sequestro
Sotto le macerie
di una nazione
Berlusconi e la sua liaison con la
Sicilia, ma il creatore di Cinico tv
va oltre e parla del passato/presente
di questo paese, i suoi eterni ritorni
e i sussulti apparenti. Il vero orrore
gli sembra, alla fine, lItalia di oggi
OLTRE LO SCHERMO
Il processo creativo
che racconta una doppia Storia
Forza Italia - per voce del senatore Lucio Malan
intervistato da Klaus Nomi nel corso del suo
programma KlausCondicio - annuncia da par-
te del partito la richiesta di sequestro per il
film Belluscone - Una storia siciliana di Fran-
co Maresco. Io credo - prosegue il senatore
azzurro - che sia doveroso un atto di questo
genere nel momento in cui si va al di l della
critica, della satira. Qui non c' proprio nessu-
na satira: c' purtroppo ben poco da ridere. C'
piuttosto un attacco a una persona, a una inte-
ra parte del Paese, a un movimento politico,
per cui credo che sia doveroso agire a difesa
della dignit del nostro Paese, dei nostri eletto-
ri, oltre che della persona di Silvio Berlusconi.
Sono tre anni - aggiunge - che Berlusconi non
pi al governo italiano, quindi bisognerebbe
parlare di altro. Si potrebbe parlare anche di
quello che c' di bello in Italia: il cinema pu
essere un veicolo di promozione, non solo turi-
stica, ma anche economica in generale, ma
purtroppo c' un eccessivo indulgere sulla ma-
fia, sulla mafiosit, come se tutta l'Italia fosse
fatta di mafiosi o di realt delinquenziali.
ALCUNE SCENE DA BELLUSCONE - UNA STORIA SICILIANA DI FRANCO MARESCO, NELLA FOTO IN BASSO IL REGISTA
MERCOLED 3 SETTEMBRE 2014 il manifesto pagina 13
INCONTRI Consegnato il Leone alla carriera alla montatrice americana Thelma Schoonmaker
Ogni film, una sfida diversa
Silvana Silvestri
VENEZIA
I
l Leopardi di Martone offerto al
pubblico italiano come un dono
lussureggiante per ripensare, an-
che seguendo la propria maturazio-
ne, il tragitto della nostra storia inbili-
co (per gli stranieri sar pi ostico: Le-
opardi who is it? ci chiedono anche i
critici anglosassoni pi accorti), noi
conosciamo d'altra parte ben poco
della letteratura portoghese, ci sem-
bra di aver imparato tutto dai film di
Manoel de Oliveira, coni suoi poeti se-
duti ai tavolini dei bar, le lettere scam-
biate, i personaggi evocati nel patio e
nei conventi, tirati fuori come dalla
sua libreria al momento giusto. Come
Leopardi si affaccia allepoca moder-
na e spazza via le accademie, cos Cer-
vantes fa da spartiacque tra due epo-
che. Il poeta che si affaccia sul secolo
nuovo scelto da Manoel de Oliveira
come uno dei suoi generali da schiera-
re nel suo ultimo film O Velho de Re-
stelo.
A lui certo non hanno detto come i
produttori di Martone in fatto di fi-
nanziamenti non potevamo negargli
nulla, ma inquei 19 minuti si pu tro-
vare tutta la magia dellambiguit tra
parola e immagine, passato e presente
e quel sottile confine da perderci la te-
sta tra lingua portoghese e spagnola.
Il frontespizio del Don Quixote, in-
quadrato allinizio e alla fine di O
Velho do Restelo presentato fuori con-
corso, ci rammenta uno dei punti di ri-
ferimento da cui ripartire per orizzon-
tarsi, tante sono le analogie tra lepo-
ca che si chiudeva quando fu scritto e
quella che si affacciava, carica di inco-
gnite, a superare anche i limiti nazio-
nali e di conquista.
Con il Don Quixote e I Luisiadi di
Luis de Camoes (di cui O velho de Re-
stelo rappresenta il IV canto) il regista
intanto mette inscena il doppio desti-
no di un territorio diviso, separazione
che sar poi amplificata, decisa dal pa-
pato nel nuovo mondo con nettezza
geometrica, si affaccia sul baratro del-
la storia per avvertire dei corsi e ricor-
si soprattutto nelle epoche di transi-
zione (ma tutto sogno, ricorda), o
meglio rimanda ai classici, utile avver-
timento in caso di assoluto disastro.
Allet del regista in cui si dialoga
tra pari, in cui si colloquia solo con i
poeti, con i classici - lui lo ha fatto da
sempre - mette insieme chi ha me-
glio espresso nella cultura lusitana il
pessimismo, lironia, il romantici-
smo. Seduti sulla stessa panchina
nondesolata ma assai combattiva sie-
dono, uno accanto allaltro, come fos-
sero pensionati speciali Louis de Ca-
moes, che perse locchio destro in
battaglia, cinto di alloro come rap-
presentato nelle stampe, imparenta-
to con Vasco de Gama e che accanto
a lui fu sepolto, Teixera de Pascoaes
lo scrittore romantico del XIX secolo
a evocare il poeta di cui scrisse nel
suo O penitente, morto qualche anno
dopo la sua nascita, Camilo Castelo
Branco, autore di quellAmor de per-
diao che Manoel de Oliveira diresse
nel 1972. E un po solitario se ne sta
Cervantes in armatura, come fosse
appena tornato dalla battaglia di Le-
panto, soldato che non ha parole,
che ha visto tutto.
Il romanzo si apriva al nuovo mon-
do che aveva spazzato via da un pez-
zo gli ideali della cavalleria. De Oli-
veira mette in relazione il capolavo-
ro portoghese di Camoes, che rac-
contava la gloria di un popolo nel pe-
riodo delle grandi scoperte georgrafi-
che, letto dallo stesso scrittore al re
per prevenirlo inutilmente della
prossima sconfitta, e il capolavoro di
Cervantes scritto dopo la sconfitta
dellInvincibile Armada. Ma pi an-
cora mette in relazione per affinit
Quixote e Camilo Branco perch
mostrano le loro debolezze, sono
pi umani. Il Quixote che il regista
mette in scena ripetutamente scel-
to dai brani del filmdi Grigori Kozint-
sev interpretato da Nikolaij Cherka-
sov (era stato anche Ivan il terribile,
c dellironia in questo unico volto
per due eroi cos distanti).
Vediamo la copia de I Luisiadi, il
poema di Camoes galleggiare sulle
acque delloceano senza affondare,
una scena che parla di esplorazioni
e di battaglie navali, un ondeggiare
che appartiene alla materia stessa di
una terra il cui destino lAtlantico.
O velho, era il vecchio che ammoni-
va a non affrontare il viaggio della
scoperta delle nuove terre, metteva
in guardia contro i pericoli (che
morti, che perigli, che tormenti), av-
vertiva il re senza essere ascoltato
della sconfitta imminente di Alcacer
Quibir. Il paesaggio prima della bat-
taglia coperto di schiere di soldati
in armi e vessilli. Sire, le truppe han-
no bisogno di un discorso. Ma il re
non parla. OVehlo do Restelo anco-
ra oggi un termine che definisce il
pessimismo, il regista capovolge il si-
gnificato: nel saper prevedere il disa-
stro il senso del film, avverte de Oli-
veira.
Cecilia Ermini
VENEZIA
U
na massa di materia-
le da plasmare, un la-
voro creativo. Martin
e io non pensiamo affatto che il
montaggio sia unarte invisibile
ed per questo che abbiamo
sempre cercare di aumentarne il
riconoscimento. Parole che suo-
nano come una dichiarazione
poetica quelle di Thelma Schoon-
maker, secondo Leone alla car-
riera della Mostra, dopo il ricono-
scimento a un altro colosso del
cinema americano come Frederi-
ck Wiseman. La straordinaria
montatrice americana, che da
Toro scatenato accompagna
ogni filmdi MartinScorsese, rac-
conta vita e prime esperienze ci-
nematografiche, poche ore pri-
ma la consegna del premio inSa-
la Grande Mi sono avvicinata al
montaggio per puro caso. Dopo
uninfanzia trascorsa allestero,
sono tornata negli Stati uniti a 15
anni per poi cominciare i miei
studi universitari. L, ho cono-
sciuto Martin, era il 1963, e non
eravamo nemmeno nella stessa
classe. Aveva dei problemi con i
negativi appena sviluppati di un
suo cortometraggio e mi sono of-
ferta di dargli una mano. Da po-
co tempo avevo concluso un ap-
prendistato insieme a un regista
che aveva messo un annuncio
sul New York Times per cercare
unassistente, ma stato Martin
a insegnarmi larte di questo me-
stiere e la sua potenza creatrice.
Schoonmaker per comincia
a lavorare come montatrice di
documentari nellAmerica dei ri-
voltosi primi anni 70, esperien-
za che si rivela preziosa per il
suo futuro prossimo: Ho inizia-
to la mia carriera come montatri-
ce coni documentari. Amavotro-
vare una mia linea personale al-
linterno di questi lavori, cosa
che molti colleghi nonamano fa-
re, e sono stata felice di ritrovarla
molti anni dopo nei due docu-
mentari sulla storia del cinema
italiano e americano che ho fatto
con Scorsese. Scorsese non si
limitato soltanto ad omaggiare
lamato cinema con i documen-
tari, ma stato lartefice della ri-
scoperta americana (e non solo)
di due geni del cinema britanni-
co: Michael Powell (che nel 1980
spos Thelma Schoonmaker,
complice il Cupido Martin che li
fece conoscere) e Emeric Pres-
sburger: Molti conoscono
lamore che Martin nutre per il
cinema di Powell e Pressburger.
Scorsese e Michael si intesero su-
bito alla perfezione, dopo che
Martin gli mostr Mean Streets,
film che am subito moltissimo.
Quando Michael arriv negli Sta-
ti uniti per collaborare alla realiz-
zazione di Toro scatenato, Mar-
tin lo accompagn con gioia sui
luoghi del film. Coreografare i
combattimenti, questo Martin
chiese a Michael ma il contribu-
to di Powell fu ancora pi gran-
de: non amava i guantoni rossi
di Jake LaMotta e cos sugger a
Scorsese di girare tutto in bianco
e nero, quasi a voler ricreare la
stessa atmosfera degli incontri di
box nelle televisioni dellepoca
LaMotta.
Proprio una scena di Toro sca-
tenato stata proiettata poco pri-
ma della consegna del premio:
Quello straordinario momento
dove vediamo il combattimento
di Jake contro Sugar Ray Robin-
soncon gli occhi della moglie Vi-
ckie. Penso che sia uno dei mo-
menti pi alti della mia collabo-
razione con Martin. Il balletto di
primi piani con lemozione sul
suo viso e lidea meravigliosa di
usare le voci del vero combatti-
mentopoich nessuno poteva ri-
produrre la poesia della voce di
Jake. Lintesa perfetta fra il regi-
sta americano e la Schoonmaker
non ha mai conosciuto crisi, no-
nostante le esplorazioni di gene-
re che Scorsese ha intrapreso ne-
gli ultimi ventanni della sua car-
riera. Ogni film una sfida diver-
sa. So che tante persone vorreb-
bero altri cento Quei bravi ragaz-
zi, ma per me e Scorsese impor-
tante reiventarsi continuamen-
te. Come accadde, per esempio,
con Let dellinnocenza, un film
diverso, quasi uno spartiacque.
Bisognava rallentare il ritmo dei
tagli e allo stesso tempo sottoli-
neare, come una stilettata, le ter-
ribili regole sociali capaci di di-
struggere lautenticit di un sen-
timento. unfilmcrudele nel de-
scrivere una societ spietata qua-
si quanto la mafia.
Lintensit della collaborazio-
ne fra i due ha permessi pochissi-
mi sconfinamenti della monta-
trice (soltanto con il film di Alli-
son Anders del 1997 Grace of My
heart): Ho lavorato quasi solo
conScorsese per una serie di mo-
tivi. Il pi importante che lo ri-
tengo il miglior regista vivente,
in pi abbiamo sempre avuto la
fortuna di poter realizzare tanti
progetti, senza mai soffrire trop-
po a causa dei produttori. diffi-
cile stabilire chi di noi due abbia
lultima parola sul montaggio; la
nostra collaborazione perfetta,
anche perch il dialogo costan-
te e senza leggi prestabilite. Il no-
stro rapporto, inoltre, si alimen-
ta anche quando non lavoriamo
insieme, discutendo di tanti argo-
menti estranei alla nostra pro-
fessione, come il Papa ad esem-
pio, ma ci piace anche guardare
i film trasmessi dal canale Tcm,
specializzato in grandi classici
della Storia del Cinema, gli stessi
film che vedevo da ragazza in tv,
quando mai avrei pensato di la-
vorare nel mondo del cinema.
Antonello Catacchio
VENEZIA
I
l 26 ottobre dello scorso anno oltre
44mila italiani hanno effettuato delle ri-
prese che hanno poi inviato a Gabriele
Salvatores per realizzare Italy in a Day. Alla
fine sono stati 632 i video utilizzati per il
montaggio finale, alla Mostra fuori concor-
so, in attesa di una presentazione in sala il
23 settembre e della messa in onda in pri-
ma serata su Raitre il 27.
Un film collettivo quindi che rende lim-
magine dellItalia di oggi un paese che sof-
fre, ma con dignit dichiara Salvatores
commentando il filmcome undiario emo-
tivo, un censimento di emozioni. Gi per-
ch c di tutto, meglio ci sono tante storie
condensate. C la signora che studia cinese
perch convinta che i suoi figli finiranno mi-
granti inCina per fare i badanti, chi rimpian-
ge per nonsentirsi piutilizzato dalla socie-
t, c la mamma anziana che non ricorda
pi neppure il nome del figlio ma lo ritiene
unangelo e lo bacia, ci sono richieste di ma-
trimonio, annunci di maternit, c lastro-
nauta italiano nella navicella, e chi viaggia
su una nave cargo, chi ama girare nella citt
deserta di notte, chi balla, chi canta O sole
mio, chi incarcere, chi inospedale medi-
co o paziente.
Si sorride, talvolta si ride, in altri momen-
ti affiora il magone per questo paese soffe-
rente. Unbombardamento di emozioni che
arrivano magnificamente a segno e alcune
persone inpochi secondi si rivelanobellissi-
mi personaggi. Ma c anche il non visto
perch eliminato in montaggio. Aggiunge
infatti Salvatores tanti hanno interpretato
la cosa un po come se fosse una seduta di
psicanalisi, ho dovuto eliminare tantissimi
video perch si rivolgevano direttamente a
me addirittura chiamandomi Gabriele e rac-
contandomi cose personali come fosse una
confessione laica collettiva. Una grande re-
sponsabilit ricevere questi messaggi nella
bottiglia, ci voleva attenzione, rispetto ma
anche coscienza del proprio ruolo per rac-
contare la tua storia anche se con le parole
degli altri. La scelta fatta da Salvatores con
i suoi montatori Massimo Fiocchi e Chiara
Griziotti (supportati nella selezione iniziale
da una cinquantina di studenti, perch ave-
vano tra le mani 2200 ore di materiale) sta-
ta quella di privilegiare il racconto umano
legato alle persone, scandito dalle 24 ore
della giornata. Alcuni video sono stati in
qualche modo sollecitati perch altrimen-
ti non avrebbero potuto esistere.
Dalle riprese dellastronauta a quelle ne-
gli ospedali (che richiedevano autorizzazio-
ni preventive) a quelle delle carceri per cui
oltre a chiedere lautorizzazione hanno for-
nito le telecamere ai reclusi lasciandoli poi
peraltro liberi di riprendere quel che a loro
sembrava opportuno. Lidea di Italy in a
day stata di Lorenzo Gangarossa di India-
na Production (che ha seguito anche tutto il
complicatissimo iter burocratico dei per-
messi e delle liberatorie) che ha prodotto il
film con Rai Cinema in associazione con
Scott Free, perch lidea originale di Rid-
ley Scott. Il paese che Mussolini raccontava
composto da santi, poeti e navigatori di-
ventato ora altro da s, unItalia.2, un pae-
se, se non proprio di cineasti, almeno di
operatori, perch bisogna riconoscere che,
alla fine, il risultato ha una sua omogeneit
e compattezza, nonostante le centinaia di
mani, di occhi e strumenti sempre diversi.
Anzi, scherza Gabriele se mai dovessimori-
fare un esperimento di questo tipo invito
quanti fannoriprese soprattuttocol telefoni-
no a farle orizzontali. Il problema, ovvia-
mente, tutto nel montaggio, nella fluidit
del racconto composto da tanti tasselli,
spesso slegati tra loro, un po come se si co-
struisse unmosaico contante piccole tesse-
re colorate e in movimento, che poi lim-
magine suggestiva e conclusiva del film, pri-
ma di ringraziare tutti i partecipanti inparti-
colare Margherita Hack che era stata testi-
monial per sollecitare a partecipare al pro-
getto, nel frattempo scomparsa tornata
a essere un puntino luminoso di energia
sottolinea il regista, contraltare forse al-
lenergia prepotente dellEtna in piena atti-
vit proprio il 26 ottobre 2013.
VISIONI


GIOVANNI FLORIS
Un talk show settimanale - il marted alle 19.40 dal 16 settembre - e una striscia quotidiana - dal 16 settembre diciannovEquaranta
dal luned al venerd alle 19.40 dall8 settembre. A presentarli Giovanni Floris negli studi La7 a Roma in via Tiburtina: Siamo una
trasmissione nuova che riparte dai punti fermi di Ballar ma questo non vuol dire - sottolinea lex anchor man di Raitre - che sar una
fotocopia. Massimo Giannini, che lo sostituir su Raitre a Ballar, viene definito: Unottima scelta. Gli faccio mille auguri.
Ho conosciuto
Scorsese nel 63.
Aveva dei problemi
con i negativi di un suo
corto e mi sono offerta
per dargli una mano
Il Don Quixote
e i Luisiadi: 19 minuti
di cinema per ritrovare
la magia della relazione
fra parola e immagine
A DESTRA LUIS MIGUEL
CINTRA, SINISTRA SCENA
DA TORO SCATENATO E
THELMA SCHOONMAKER
AL LIDO/FOTO REUTERS
FUORI GARA De Oliveira e O Velho de Restelo
Unincursione lusitana
fra i classici dellironia
FUORI CONCORSO Presentato Italy in a Day, opera collettiva di Gabriele Salvatores
Siamo tutti santi, poeti e cineoperatori
pagina 14 il manifesto MERCOLED 3 SETTEMBRE 2014


EMILIA ROMAGNA
Venerd 5 settembre
ARGILLA ITALIA Dal 5 al 7 settembre la
citt di Faenza ospiter ceramisti, artisti e
professionisti del settore della ceramica artisti-
ca e artigianale per la quarta edizione di Argil-
la Italia, lappuntamento biennale con il festi-
val della ceramica per le vie e le piazze del
centro storico, organizzato dal Comune di Faen-
za e Aicc Associazione Italiana Citt della
Ceramica. Argilla si affermata, nel corso delle
passate edizioni, come uno dei principali festi-
val della ceramica a livello europeo. Info: www.
argilla-italia.it.
Faenza
LAZIO
Gioved 4 settembre
INEUROFF Settima edizione (4- 7 settembre)
del Festival inEURoff - Racconti e Incanti. Pro-
mossa ed organizzata dalla Compagnia Onda-
durto Teatro (Il gesto, lacrobatica, il testo, il
teatro-danza, sono parti essenziali della loro
creazione artistica, unita allutilizzo di macchi-
ne scenografiche in movimento, effetti pirotec-
nici, giochi dacqua, video, musica dal vivo), la
kermesse sar un vero e proprio connubio tra
teatro urbano, nuovo circo, performing arts e
video art, dove arti classiche, documentari e
spettacoli dalle grandi dimensioni, si uniranno
per celebrare il confluire di differenti linguaggi
espressivi ed arti performative Programma:
www.ineuroff.it infoline: 3395954230
Scalinata Monumentale Museo Civilt
Roman, largo Agnelli, Roma
Luned 8 settembre, ore 21
GAROFANO VERDE Nuova edizione per
Garofano verde (8-9-10 settembre) Garofano
verde, scenari di teatro omosessuale, una ras-
segna a cura di Rodolfo Di Giammarco. Tre gli
appuntamenti in programma: luned 8 la Com-
pagnia Vucciria Teatro propone Io, mai niente
con nessuno avevo fatto di Joele Anastasi,
anche regista e co-interprete con Enrico Sorti-
no e Federica Carruba Toscano. Marted 9
Teatri Uniti presenta Birre e rivelazioni di
Tony Laudadio, con un confronto scomodo e
progressivo tra due adulti, Roberto De France-
sco e Andrea Renzi. Mercoled 10 Un bacio,
di Ivan Cotroneo per Iaia Forte, Enzo Curcur e
Matteo Lai.
Teatro Argentina, Largo Argentina,
Roma
PUGLIA
Gioved 4 settembre
TALOS FESTIVAL Si apre domani la manife-
stazione ideata e diretta dal trombettista e
compositore ruvese Pino Minafra, propone
anche questanno un cartellone ricco di concer-
ti, produzioni originali, mostre e masterclass.
Tra gli ospiti Keith Tippett e la moglie Julie,
Tankio Band, Antonello Salis, Instant Compo-
sers Pool Orchestra, Gianluigi Trovesi, Han
Bennink, Louis Moholo, Klaus Paier e Asia
Valcic Duo, Cesare Dell'Anna e Girodibanda.
Info: www.talosfestival.it
Ruvo di Puglia (Ba)
TOSCANA
Gioved 4 settembre
METAROCK FESTIVAL Ventinovesima edizio-
ne del Metarock Quality POPular Festival 2014:
la storica manifestazione questanno prevede
quattro serate (4-7 settembre) protagonisti
indiscussi della musica italiana. Da Caparezza
(eccezionalmente in Piazza dei Cavalieri) ai
pisani Zen Circus, dalla Bandabard fino a
chiudere con gli Afterhours di Manuel Agnelli e
lo spettacolo equestre di Giovanni Lindo Ferret-
ti. Ogni concerto sar poi aperto dai migliori
talenti toscani e non per un totale di 14 artisti
in scena nella 4 giorni toscana.
Pisa
Tutti gli appuntamenti:
eventiweb@ilmanifesto.it
Caro manifesto, stavo per scrive-
re caro Giorgio ma cos conti-
nuando non avrei potuto, il dolo-
re, lacrime avrebbero offuscato
la scrittura, non avrei pi distinto
i tasti. Ti ho letto e riletto, una
infinit di volte. Ti ho sentito al
telefono, avevo avuto bisogno di
sentirti su Expo, e per altre cose.
La tua voce, la tua disponibilit,
incredibile, una volta, si sarebbe-
ro dette normali, da compagni.
Oggi, non pi scontato niente
e sono le qualit umane pi che
quelle politiche a contare. Appe-
na saputo, una fitta, ho cambia-
to cellulare, internet fuori uso,
questi maledetti temporali dago-
sto, uno schifo destate che si
portata via anche te, ho cercato
numeri della redazione di Mila-
no, non li ho trovati.
Ci sono anchio, ci sono anchio
a dire a tuo padre che un poco
della tua luce lhai donata anche
a me. Non nulla, non niente,
non consola ma quello che mi
viene. Abbraccio Luca, abbraccio
i compagni milanesi che ti han-
no apprezzato ed hanno lavorato
con te. La vignetta di Biani, luo-
mo che si alza...
Siamo una piccola comunit,
noi, lettori, sostenitori de Il Mani-
festo, ancora questa estate, in
treno, con mio figlio, verso Saler-
no, scorto un altro con una co-
pia del giornale, una chiacchie-
ra, unamicizia. Questo, carissi-
mo Giorgio, questo voler restare
uniti, insieme, ci caratterizza.
Una comunit di valori, piccola e
grande. Quando qualcuno man-
ca lutto , vuoto. Che le paro-
le gentili, accorate che ho letto,
che stiamo leggendo, contribui-
scano ad alleviare il dolore e a
cementare unidea, un progetto
antico di solidariet ed egua-
glianza. Vi chiedo scusa, forse
ho detto troppo o troppo poco.
Mi unisco agli amici, ai compa-
gni e compagne de il manifesto.
Teodoro Margarita
Ho appreso solo ora che Giorgio
non pi.... E faticoso superare
il senso di vuoto e sgomento e
scrivere parole mai come in que-
sto caso inadeguate; ma devo,
voglio testimoniare anchio che
bella figura sia stato Giorgio e
che perdita rappresenti per tutti
quelli che hanno avuto la fortuna
di apprezzare le sue qualit uma-
ne e politiche. Nel sentire che
gi ci manca il mio pensiero va
alla famiglia e a Luca che ab-
braccio forte.
Antonello Patta
Il sequestro di stato che perdura
ormai da quasi mille giorni mi
impedisce di dargli lultimo salu-
to e pertanto con questa lettera
affido il mio pensiero a Leonardo
Vecchiolla detto Chucky che ieri,
luned 1 settembre 2014, ha de-
ciso di abbandonare questa infa-
me vita terrena per un mondo
che speriamo tutti sia veramente
migliore e giusto. Con le lacrime
agli occhi mando il mio pi pro-
fondo sentimento di vicinanza
umana ai famigliari di Leonardo
e in particolar modo alla sua cre-
atura di soli tre anni che da og-
gi, purtroppo, non avr pi un
padre. Sono tante le sensazioni
che attraversano il mio corpo e
la collera mi assale. Grido, con
la voce che mai nessuna galera
potr soffocare, la mia rabbia
contro un sistema fascista che in
modo diretto responsabile del-
la morte di Leonardo.
Hanno con accuse infondate e
senza uno straccio di prove sbat-
tuto, nei giorni seguenti gli scon-
tri di Roma del 15 ottobre 2011,
Leonardo in galera segnando per
sempre la sua vita.
So cosa significhi essere accusa-
to ingiustamente e per di pi per
reati che non dovrebbero nean-
che esistere nel nostro ordina-
mento giuridico perch figli del
Fascismo, ho vissuto anche io
una carcerazione inumana e co-
nosco, e non mi vergogno a dir-
lo, quei pensieri che hanno porta-
to Leonardo a compiere quel ge-
sto estremo.
Oggi il giorno del dolore e che
le lacrime solchino pure il nostro
viso, ma da domani ricordiamoci
di onorare Chucky tornando a
lottare attivamente contro tutte
quelle ingiustizie per le quali lui
combatteva in prima linea. Lo
dobbiamo a Chucky ed a anche
a noi stessi.
Che la terra ti sia lieve Compa-
gno Chucky, per te continueremo
a resistere.
Davide Rosci, detenuto politico
per gli scontri di Roma del 15
Ottobre 2011
Larticolo di Tommaso Di France-
sco sulla nomina della Mogherini
davvero prezioso! Non solo
apprezzabile il lapidario giudizio:
la persona giusta al posto giu-
sto, visto che la politica estera
europea (e non solo quella)
gi decisa da Washington e dal-
la Nato e una nullit come la
nuova Mrs. Pesc perfetta per la
parte; ma anche una serie di sin-
tetiche e giuste considerazioni su
tutti i precedenti orrori della poli-
tica europea (ed italiana in parti-
colare) in Iraq, Jugoslavia, Libia,
Siria, ecc.
Vincenzo Brandi
Cari compagni, nellarticolo com-
parso ieri 2 settembre venivano
riportate le frasi scritte su face-
book dalla figlia di uno dei fuci-
lieri che sono in attesa di proces-
so in India. Sarebbe il frutto di
una comprensibile frustrazione
l accostamento che fa la ragaz-
za tra il mancato ritorno di suo
padre e laccoglienza ai migranti
che bucano le ruote e vogliono
soldi. Viene considerato sacro-
santo e scomposto, comprensi-
bile ma non condivisibile uno
sfogo che colloca nella stessa
frase, quindi su un piano para-
gonabile, liter giudiziario di chi
accusato di omicidio di due
pescatori inermi, e il soccorso a
chi vittima di guerre e perse-
cuzioni. Il ruolo che il manifesto
svolge nelle vicende attuali, co-
s cariche di mistificazioni da
parte degli organi di potere,
lodevole ed innegabile. Ma pro-
prio a causa di questi tempi
che corrono, anche una certa
attenzione agli aggettivi che si
usano parrebbe opportuna. Con
affetto e vicinanza.
Claudio Buonanno
Arriver in Italia il Ku Klux Klan
dei beni culturali? LItalia sta ri-
schiando grazie al governo del
fare (danno) di alimentare la
nascita di una sorta di Ku Klux
Klan che avr come obiettivo il
disfacimento dei Beni culturali.
Questo neo K.K.K. allitaliana
avr il nome di Commissione re-
gionale ad hoc che avr il compi-
to di sconfessare e "crocifiggere"
le Sovrintendenze, gi poco effi-
caci, a discapito dei Beni Cultura-
li e dei centri storici e del pae-
saggio per far s che sindaci del
fare ovvero di fare quanto pi
danno alle bellezze italiane. Pe-
raltro di questi sindaci che per-
mettono che i nostri beni cultura-
li, unici nel panorama internazio-
nale, possano essere violati e
sacrificati alla prepotenza del
cemento e della loro mercificazio-
ne ve ne sono gi troppi. Visto
che siamo in tema spending re-
view perch non sopprimere di-
rettamente le Sovrintendenze da-
to che il loro parere varr meno
di zero se passa lidea, condivisa
dai tanti Soloni italiani, del Mi-
nistro ai Beni Culturali France-
schini?
Alfio Lisi

COMMUNITY


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FUORILUOGO
Unapiantadi canapanon reato
Franco Corleone

C
he parte decider di interpretare
lAutorit per le garanzie nelle comu-
nicazioni rispetto al ventilato matri-
monio tra Telecom e Mediaset? Far don
Rodrigo o don Abbondio? Oppure, come
dovrebbe, ricorder innanzitutto che lo
stesso Testo Unico sulla radiodiffusione
del 2005, peraltro voluto dallex ministro
Gasparri, impedisce persinoil fidanzamen-
to? Il divieto sta nel comma 11 dellarticolo
43, verosimilmente pensato allepoca per
impedire qualsiasi feeling tra lex monopo-
lista delle telecomunicazioni e la Sky di
Murdoch. Vedi leterogenesi dei fini. Ieri la
norma proteggeva il Biscione, oggi lo fre-
na nella nuova discesa in campo.
Tuttavia, il capitalismo di questepoca
sgradevole non guarda in faccia a nessuno
e chiss- quel comma magari verr rotta-
mato in uno dei prossimi 998 giorni.
In verit, tra le mille bolle blu evocate
dal premier, non c neanche un cenno al
problema dei media vecchi e nuovi, ma for-
se proprio il silenzio parla pi di tante pa-
role. Vale a dire, disco verde alle peripezie
di unmercato che inItalia tuttora soggio-
gato alle logiche del vecchio duopolio Rai-
Mediaset, con la novit che il servizio pub-
blico interpreta il ruolo del coro dellAida:
tra il partiampartiam e il movimento rea-
le passa un bel po di tempo. Perch, altri-
menti, il presidente di Telecom si sarebbe
tanto esposto inuna recente intervista sul-
le nozze del secolo?
Telecom un antico oggetto del deside-
rio del gruppo di Berlusconi, ma finora ta-
le rimasto. Stiamo ora a vedere. Certo,
una via meno diretta (per dribblare la leg-
ge, inunpaese ricco di precedenti inmate-
ria) potrebbe essere laffidamento della
pratica matrimoniale a Bollor, il patrondi
Vivendi, tradizionalmente ben visto ad Ar-
core. La societ francese sta pensando di ri-
levare la quota di Telecomposseduta dalla
spagnola Telefonica, cui ha ceduto la sua
societ brasiliana Gvt , vincendo la guerra
di agosto con Telecom.
Un apparente pasticcio, che apre una
nuova fase del e nel villaggio globale. Elin-
tesa tra i gestori delle reti, come le storiche
aziende telefoniche, e i produttori di conte-
nuti la chiave per la sopravvivenza. Altri-
menti, i signori dellera di Internet, da Goo-
gle in poi, spadroneggeranno senza oppo-
sizione.
Di fronte a tutto questo il governo italia-
no davvero non ritiene di dire (e fare) nul-
la? Neppure i cultori del liberismo sfrenato
si sono storicamente ritratti dallattenzio-
ne al settore dellinformazione, vero siste-
ma nervoso della democrazia. Vedere per
credere. Grazie a TelecomItalia possibile
seguire in streaming i lavori dellIgf (Inter-
net governance forum), in corso a Istanbul.
Nella seduta di apertura di ieri si sono sus-
seguite alle tribuna realt dal Bangladesh,
alla Colombia, alla Costarica- in passato
lontane e marginali.
La geopolitica dei media sta cambiando
a velocit digitale, nonpassodopopasso.
E in Europa, tra laltro, avvengono fatti
strani. Il rapporto predisposto da Pascal
Lamy (ex commissario e direttore dellOr-
ganizzazione mondiale del commercio,
pour cause) sulla destinazione delle preli-
batissime frequenze della banda 700 MHz
allunga il brodo del loro passaggio alle reti
mobili di nuova generazione fino al 2020,
lasciandole in balia della televisione. Vetu-
sta, ma sempre influente. chiaro che fino
a che nonsi libereranno risorse tecniche la
banda larga per tutti non ci sar, per dirla
in soldoni.
E sapete chi cera per lItalia nel gruppo
di Lamy? Mediaset, conla tenace consiglie-
ra di amministrazione Gina Nieri. Sembra
di rivedere un film in bianco e nero.
Una recente sentenza della Cassazio-
ne, la 33835 del 29 luglio 2014, ha
affermato con nettezza che la coltiva-
zione di poche piante di marijuana in
un vaso, destinate ad uso esclusiva-
mente personale non costituisce rea-
to secondo quanto previsto dallart.
73 della legge sulla droga 309/90.
La VI Sezione Penale (presidente Mi-
lo, relatore Di Stefano) ha accolto il
ricorso del Pg della Corte dAppello
di Sassari avverso la condanna con-
fermata dalla stessa Corte il 7 febbra-
io 2013 contro P.A. per aver coltivato
due piante di canapa indiana.
La decisione assume un particolare
rilievo perch viene dopo la sentenza
della Corte Costituzionale, la
32/2014, che ha annullato lunifica-
zione del trattamento sanzionatorio
per le diverse droghe previsto dalla
Fini-Giovanardi e sollecitato il Parla-
mento ad affrontare finalmente un
punto controverso che provoca assur-
de persecuzioni, soprattutto di giova-
ni che amano prodursi la sostanza
senza ricorrere al mercato illegale.
Tanti giudici di merito e diverse sezio-
ni della Cassazione si sono confronta-
ti con il senso del dettato della legge
che distingue nettamente tra deten-
zione e coltivazione.
Infatti mentre la detenzione per uso
personale, risulta pacifico, soggetta
a sanzione amministrativa, la coltiva-
zione sempre e comunque comporte-
rebbe una sanzione penale.
Lo spartiacque stato rafforzato dal-
la sentenza 28605 del 2008 delle
Sezioni Unite della Cassazione che
ribadiva che la condotta della coltiva-
zione non poteva essere sottratta al
rilievo penale perch non menziona-
ta nellart. 75 della legge antidroga
tra i comportamenti soggetti ad illeci-
to amministrativo. Aggiungeva anche
una valutazione risibile in quanto la
coltivazione merita un trattamento
diverso e pi grave rispetto alla de-
tenzione, per il solo fatto di aumenta-
re la quantit complessiva di stupefa-
centi presenti sul mercato. Il caratte-
re ideologico, fondato su un pregiudi-
zio moralistico, era reso evidente da
una retorica conclusione: lazione po-
neva in pericolo la salute pubblica,
la sicurezza e lordine pubblico e la
salvaguardia delle giovani generazio-
ni. La sentenza, che si limita ad una
lettura pedissequa, meccanica e su-
perficialmente riduttiva di un fenome-
no storicamente e culturalmente com-
plesso, non ha alcun pregio giuridico
e interpretativo. E infatti stata con-
traddetta dalle sentenze, che abbia-
mo commentato in questa rubrica, di
giudici come Salvini, Pilato, Renoldi
e da alcune sezioni della Cassazione.
La recente sentenza non si confronta
con gli argomenti sostenuti in prece-
denza, in particolare la differenza tra
coltivazione industriale e casalinga,
e la presenza drogante nella pianta,
ma valorizza la destinazione alluso
personale sotto il profilo del principio
di offensivit come delineato dalla
Corte Costituzionale soprattutto nelle
sentenze 360/1995 e 260/2005.
Se da una parte si pone il principio
delloffensivit in astratto rileva la
sentenza dallaltro si pone laccerta-
mento del fatto, loffensivit in con-
creto, affidato al giudice. Si tratta di
una rottura del tab.
La via maestra per quella della
politica. Come sosteneva Giancarlo
Arnao, la Convenzione di Vienna sulle
droghe del 1988, al par. 2 dellart.
3, equipara la coltivazione per consu-
mo personale al possesso e allacqui-
sto. davvero ora che sia definita la
liceit della coltivazione personale o
allinterno dei social cannabis club,
come prevede la legge dellUruguay,
sottraendola alla discrezionalit del
giudice. Bisogna evitare processi inu-
tili, che portano ad assoluzioni per-
ch il fatto non costituisce reato.
La giustizia deve essere liberata dalla
caccia alle streghe.
Vedi il dossier sulla canapa domesti-
ca sul sito www.fuoriluogo.it

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RI-MEDIAMO
Telecom e Mediaset
Vincenzo Vita
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COMMUNITY


M
olte delle minacce che
incombono sul piane-
ta sonogi fatti. Innan-
zitutto la data che render irre-
versibile un cambiamento cli-
matico radicale e devastante si
avvicina. I nostri figli e nipoti
avranno un debito ambientale
benpigravoso dei debiti pub-
blici sucui politici ed economi-
sti si stracciano le vesti.
Governi e manager hanno
per lo pi cancellato il proble-
ma dalla loro agenda: a quei li-
velli la green economy non
unalternativa al trend in atto,
ma una serie scollegata di mi-
sure, spesso dannose, che ne
occupano gli interstizi. LItalia,
che ha una strategia energetica
(Sen) recepita da Renzi, ne
un esempio: ha impegnato ci-
fre astronomiche nelle fonti
rinnovabili a beneficio quasi
solo di grandi speculazioni che
devastano il territorio, ma den-
tro un piano energetico incen-
trato su trivellazioni e traspor-
to di metano in conto terzi.
una visione miope che distrug-
ge ambiente e competitivit, e
chiude gli occhi al futuro.
Viviamo ormai da tempo in
stato di guerra: lItalia gi im-
pegnata con diverse modalit,
tutte contrabbandate come
missioni di pace, suuna deci-
na di fronti. Ma questi interven-
ti alimentano un meccanismo
irreversibile: si armano o so-
stengono stati o fazioni per
combatterne altri o altre, che
poi si rivoltano contro chi le ha
armate in un alternarsi conti-
nuodei fronti che nonfa che al-
largarli. Dal conflittoisraelo-pa-
lestinese alla guerra tra Iraq e
Iran, dalla Somalia allex Jugo-
slavia, dalle due guerre contro
lIraq allAfghanistan, e poi Algeria,
Libia, Siria e di nuovo Iraq, e poi in
Ucraina, lestablishment dellOcci-
dente ha perso il controllodelle for-
ze che ha scatenato.
difficile riconoscere coerenza
a scelte (ciascuna delle quali ha o
ha avuto una sua logica) che infi-
la testimoniano la mancanza di
una visione strategica. Il soffoca-
mento o la degenerazione di molti
processi nati da rivolte popolari
contromiseria e dittature sono il ri-
sultatodi una mancanza di alterna-
tive al caos che la democrazia oc-
cidentale - ormai identificata con
il dominio feroce dei mercati -
non pi in grado di prospettare e
che le forze antagoniste non sono
ancora capaci di proporre.
Entrambi quei trend sono desti-
nati a produrre uncrescendoconti-
nuodi profughi destinati a sconvol-
gere la geopolitica planetaria. Gi
ora, e da anni, paesi come Paki-
stan, Siria, Giordania, Libano, Iraq,
Turchia, Tunisia, sono costretti a
ospitare milioni di profughi, molti
dei quali si riversano poi in Euro-
pa. Pensare di affrontare questi
flussi conpolitiche di respingimen-
to nonsolo criminale, ma del tut-
to irrealistico. Ma avere milioni di
nuovi arrivati con cui convivere
per molto tempo o per sempre, a
cui trovare unoccupazione, evitan-
do di innescare in tutto il paese fo-
colai di infezione razzista (e di re-
clutamento per milizie del terrore)
rende risibili le politiche economi-
che e sociali di cui dibattono i no-
stri governi, tutte calibrate sui deci-
mi di punto di Pil. un dato che
dovrebbe ridefinire in tutta Euro-
pa le politiche relative a scuola, sa-
nit, abitazione, lavoro e cultura.
(...) Di fronte a scenari come que-
sti si evidenzia tutta la miopia delle
politiche dellUnione messe in at-
to con lausterity, il fiscal compact,
gli accordi come TTIPe TISA, leter-
na melina sul coordinamento delle
politiche degli Stati membri. Qui
tuttavia una strategia chiaramente
perseguita c: mettere la finanza
pubblica con le spalle al muro:
nonper liberalizzare, ma per pri-
vatizzare tutto lesistente: imprese
e servizi pubblici, beni comuni, ter-
ritorio, ma anche esistenze indivi-
duali e percorsi di vita; mettere
con le spalle al muro il lavoro, per
privarlo di tutti i diritti acquisiti in
due secoli di lotta di classe; instau-
rare il dominio di una competitivi-
t universale.
Tuttavia anche inquesto caso gli
effetti vanno al di l del previsto:
sono le stesse teste pensanti del-
lestablishment ad ammettere, an-
no dopo anno, che i risultati non
sono quelli che si attendevano. So-
prattutto ora che vengono al petti-
ne contemporaneamente molti di
quei nodi: deflazione, deindustria-
lizzazione, disoccupazione, dipen-
denza energetica, guerre senza
sbocco, disastri climatici, profughi.
Ma non hanno vere alternative;
e mettere toppe da una parte - co-
sa in cui Mario Draghi maestro
non fa che aprire falle da unaltra.
Dunque un piano B non esi-
ste. Dobbiamo lavorarci noi e que-
sto deve essere lorizzonte politico,
e prima ancora culturale, di qualsi-
asi iniziativa, anche la pi minuta,
di cui ci occupiamo.
Non lasciamoci scoraggiare dal-
la sproporzione delle forze e delle
risorse: in sintonia con noi ci sono
altre migliaia di organizzazioni
sparse per il mondo(e forse unpas-
soimportante per cominciare a co-
ordinarci a livello europeo stato
fatto con la lista Laltra Europa; e
non n il primo n lunico); e poi,
ci sono milioni o miliardi di esseri
umani che hanno bisogno di trova-
re innuove pratiche e nuove elabo-
razioni un punto di riferimento
per sottrarsi a quel caos prossimo
venturo di cui gi sono vittime.
La radicalit di un movimento,
di unprogramma, di unorganizza-
zione, cio la lorocapacit di misu-
rarsi con lo stato di cose in essere,
si misura su questo sfondo: si trat-
ta di sviluppare a 360 gradi il con-
flitto con il pensiero unico e con la
cultura e la pratica della competiti-
vit universale e le sue molteplici
applicazioni, per promuovere al lo-
roposto le condizioni di una convi-
venza pacifica, egualitaria, demo-
cratica e solidale tra gli umani e
con la natura.
stata la globalizzazione a
spalancare le porte alla compe-
titivit universale. Noi dobbia-
mopensare e praticare alterna-
tive che valorizzino i benefici
dellunificazione del pianeta in
ununica rete di rapporti di in-
terdipendenza e di connettivi-
t, ma in condizioni che non
facciano pi dipendere la so-
pravvivenza di alcuni dalla
morte di altri, il reddito di alcu-
ni dalla miseria altrui, il succes-
so di unazienda dalla rovina
dei concorrenti, il manteni-
mentoola conquista di unla-
voro dallespulsione di chi ne
resta escluso, la ricchezza del-
le nazioni (il Pil!) dalla miseria
delle rispettive popolazioni.
Queste alternative ricondu-
cono tutte alla riterritorializza-
zione dei processi economici:
non al protezionismo, che non
pi praticabile; non al confi-
no in ambiti economici chiusi
conil ritorno a valute nazionali
in competizione tra loro; non
alla ferocia di identit etniche
e culturali fittizie che ci metto-
no in guerra con chiunque
non le condivida; bens alla
promozione ovunque possibi-
le e certamente non in tutti i
campi e per tutti i bisogni - di
rapporti quanto pi stretti, di-
retti e programmati tra produt-
tori e consumatori di uno stes-
so territorio, ridimensionando,
ovunque possibile, impianti,
aziende, reti commerciali e il
loro governo.
La trasferibilit del know-
how a livello planetario ormai
lo consente per molti processi,
a partire dalla generazione
energetica; il recupero dei ma-
teriali di scarto ci pu rendere
piindipendenti dallapprovvi-
gionamentodi materie prime; i ser-
vizi pubblici locali riportati alla lo-
ro missione originaria possono
connettere un governo democrati-
co e partecipato della domanda (di
energia, alimenti, trasporto, gestio-
ne del territorio, cura delle perso-
ne, promozione della cultura, istru-
zione, integrazione) con misure di
sostegno alloccupazione, di con-
versione ecologica delle attivit
produttive, di risanamento del ter-
ritorio e del costruito. Si pu cos
costruire, dentro il villaggio globa-
le creato dalla circolazione dellin-
formazione e dallinterconnessio-
ne di tutti, le basi materiali di una
vita di comunit ricca di relazioni.
Una strada che la base irrinun-
ciabile di unprogettopolitico alter-
nativo per lEuropa e per il mondo
intero; che va imboccata e seguita
in ogni situazione in forme diffe-
renti e specifiche; ma tutte insie-
me possono fornire dei modelli a
chi decide di imboccarla.
Questa una versione ridotta,
larticolo integrale su www.ilmani-
festo.info
Lalternativa radicale
alla globalizzazione
il manifesto
DIR. RESPONSABILE Norma Rangeri
CONDIRETTORE Tommaso Di Francesco
DESK
Matteo Bartocci, Marco Boccitto, Micaela Bongi,
Massimo Giannetti, Giulia Sbarigia
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
Benedetto Vecchi (presidente),
Matteo Bartocci, Norma Rangeri,
Silvana Silvestri
Guido Viale
tiratura prevista 39.116
Riterritorializzare i processi economici.
Se stata la globalizzazione a spalancare le porte
alla competitivit universale, noi dobbiamo pensare
e praticare alternative che valorizzino
i benefici dellunificazione del pianeta in ununica rete
di rapporti di interdipendenza e di connettivit
chiuso in redazione ore 22.00
DALLA PRIMA
Corrado Oddi
Oltre a annunci generi-
ci, frutto pi di unansia
di dimostrare che le ri-
forme strutturali stanno parten-
do piuttostoche di una reale vo-
lont di intervenire sui nodi di
fondoche impedisconoalla Pub-
blica Amministrazione di svolge-
re il ruolo di volanoper una nuo-
va qualit dello sviluppo.
Quello che, invece, rimasto
maggiormente in ombra come
il sindacato ha affrontato, e in
specifico la Funzione Pubblica
Cgil, tale situazione. Al di l di al-
cune dichiarazioni di formale
contrasto, in realt siamo di
fronte a una posizione di passi-
va rassegnazione allimpianto di
tale controriforma della Pubbli-
ca Amministrazione. Che sta ac-
celerandoalcuni processi negati-
vi che erano in corso gi da tem-
po allinterno della Fp Cgil e che
il processo di riorganizzazione
interna derivante dal dimezza-
mento delle agibilit sindacali
sta ulteriormente rafforzando.
Per dirla in breve, non si pu
non vedere come venga avanti e
rischi di diventare strutturale
una mutazione del modello sin-
dacale che si compone di chiusu-
ra autoreferenziale, restringi-
mento del proprio ruolo e oriz-
zonte di iniziativa e anche della
propria democrazia interna.
Non volendo essere generico e
riferendomi inspecifico allespe-
rienza della Fp Cgil, mi interessa
evidenziare almeno tre questio-
ni che disegnano fatti e scenari
che, almeno per me, generano
un dato di seria inquietudine.
Il primo che, nei fatti, la Fp
Cgil sta attuando scelte che ri-
schiano, se non di farla ritrarre,
perlomeno di rendere molto pi
evanescente il proprio impegno
nel variegatoe importante movi-
mento per lacqua pubblica. Ci
non solo sbagliato in s, per-
ch cos si svaluta quella che io
ritengo essere stata una delle
esperienze pi feconde di questi
ultimi anni di relazione tra espe-
rienza sindacale e realt dei mo-
vimenti e cittadinanza attiva,
ma lo si fa proprioinunmomen-
to in cui il governo sicuramen-
te conla prossima legge di stabi-
lit - si appresta a dare un colpo
mortale allesito referendario di
3 anni fa, aprendo unciclo di for-
tissime privatizzazioni dei servi-
zi pubblici locali.
Il secondo che si d una let-
tura assai riduttiva e alla fine
inefficace del proprio ruolo con-
trattuale e della necessit di sal-
vaguardarlo. Bisognerebbe inter-
rogarsi seriamente sul perch ci
si trova in un quadro per cui i la-
voratori pubblici hanno i propri
contratti nazionali bloccati da 5
anni e, come dice esplicitamen-
te il Def e nonostante le smenti-
te, vedranno questa situazione
prolungarsi anche nei prossimi
2-3 anni. Non basta dire che ci
il prodotto della linea dellau-
sterit che ci proviene dallEuro-
pa e cui aderisce anche questo
governo. In realt, in questi an-
ni, la stessa Fp Cgil, e tutta la
Cgil, non ha colto e si mostrata
subalterna a questattacco, ha
subito la campagna di delegitti-
mazione del lavoro pubblico,
portata avanti almeno dai tempi
del ministroBrunetta, nonha re-
agitosufficientemente allopera-
zione costruita di contrapporre
lavoroprivato e lavoro pubblico,
e questultimo ai cittadini.
Ora, con le scelte che si stan-
no compiendo, si continua e si
approfondisce questerrore. Si
prosegue nel non rendersi con-
to che il recupero di un potere
contrattuale nel settore pubbli-
co pu realizzarsi solo rico-
struendo un nesso forte tra ruo-
lodel lavoro, ruolo dellinterven-
topubblicoe rapporto conla cit-
tadinanza, come nel passato la
Fp Cgil ha saputo fare, negli an-
ni 90 legando fortemente lidea
della contrattazione con quella
di un reale processo riformatore
della Pubblica Amministrazio-
ne, e negli anni pi recenti, teo-
rizzando il tema fondante del
rapporto tra valorizzazione del
lavoro pubblico, affermazione
dei beni comuni e espansione
della partecipazione dei cittadi-
ni. Si ripiega su unidea neocor-
porativa di modello di tutela e
rappresentanza dei lavoratori
pubblici, che lascia per strada
unidea di sindacato come sog-
getto generale per approdare a
una cultura sindacale maggior-
mente simile allassociazione di
interessi, destinata peraltro a
non avere sbocchi con le attuali
compatibilit economiche e, in-
vece, ad approfondire la crisi di
rappresentanza della Cgil.
Infine - terzopuntoinquietan-
te - non posso sottacere che, an-
che nel processo riorganizzativo
interno che in corso a seguito
del dimezzamento dei permessi
sindacali, si d perlomeno lim-
pressione di mettere da parte le
voci critiche sulle scelte e sugli
ultimi esiti congressuali compiu-
ti dalla maggioranza della Fp
Cgil e della Cgil. Stanno diven-
tando ormai troppi i casi in cui il
dissenso interno viene regolato
per via burocratica, anzich con
una riflessione strategica di cui
la Cgil ha sempre pi bisogno, e
di cui una sua riforma democra-
tica parte essenziale.
Una cartina al tornasole di tut-
te tre questi dati negativi pro-
babilmente rappresentata an-
che dal fatto che il sottoscritto,
che ha rappresentato la Fp Cgil
Nazionale allinterno del Forum
Italiano dei Movimenti per lAc-
qua sin dalla sua nascita e che
ha lavorato in questi ultimi dieci
anni allinterno della Cgil sui te-
mi dei beni comuni, viene coin-
volto, per scelta del sindacato a
seguitodel processo riorganizza-
tivo interno, nella perdita della
propria agibilit e incarico sinda-
cale a tempo pieno, rientrando
nel proprio posto di lavoro origi-
nario al comune di Ferrara.
Ovviamente ci non mi impe-
dir, anzi, di provare a dare il
miocontributo alliniziativa e al-
la riflessione di cui ritengo la
Cgil abbia necessit e su cui mi
auguroche indiversi voglianoci-
mentarsi. Per quanto mi riguar-
da, lo far come semplice iscrit-
to alla FpCgil, attivista del movi-
mentoper lacqua, militante po-
litico interessato alla costruzio-
ne di una soggettivit politica
nuova per la sinistra italiana.
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Dove va
il sindacato

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