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Salvami Regina

Numero 41
Gennaio 2007
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Il seminario degli Araldi in giubilo!
L
atto fondamentale compiuto da Cristo stato la
sua morte e risurrezione, il suo passaggio dalla
morte alla vita, dallo stato terreno allo stato glori-
ficato, da questo mondo al Padre.
Levento pasquale al centro di tutto lanno liturgico.
La Pasqua, [che cade questanno l8 aprile], la festa an-
nuale in cui si celebra il nostro passaggio come popolo dal-
la schiavit del peccato alla libert dei figli di Dio. Ogni
domenica, pasqua settimanale, giorno del Signore risorto,
la Chiesa si riunisce in assemblea attorno alla mensa della
parola e del corpo e sangue di Cristo.
Ma il percorso compiuto da Cristo comprende altri
momenti e la sua opera abbraccia altri gesti di salvezza:
si incarnato, nato da Maria Vergine, si manifesta-
to ai magi, ha digiunato, ha predicato, ha operato prodi-
gi, ha inviato lo Spirito sugli apostoli. Anche questi mi-
steri vengono ricordati, resi attuali per noi: cos tutta
la sua vita si svolge davanti al nostro sguardo nel corso
dellanno liturgico:
Ceneri, inizio della Quaresima, il 21 febbraio;
Ascensione del Signore, il 20 maggio;
Pentecoste, il 27 maggio;
1 Domenica dellAvvento, il 2 dicembre.
(Introduzione Messale Romano)
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Numero 41
Gennaio 2007
P o s t e I t a l i a n e s . p . a . - S p e d i z i o n e i n A b b o n a m e n t o P o s t a l e - D . L . 3 5 3 / 2 0 0 3 ( c o n v . i n L . 2 7 / 0 2 / 2 0 0 4 n 4 6 ) a r t . 1 , c o m m a 2 , D R P D - P e r i o d i c o d e l l A s s o c i a z i o n e M a d o n n a d i F a t i m a - M a r i a , S t e l l a d e l l a N u o v a E v a n g e l i z z a z i o n e
Il seminario degli Araldi in giubilo!
Anno IX, numero 41, Gennaio 2007
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Zuccato Alberto
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ARALDI DEL VANGELO
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riprodotti, basta che si indichi la fonte e si invii
copia alla Redazione. Il contenuto degli articoli
firmati di responsabilit dei rispettivi autori.
Salvami
Regina
Periodico dellAssociazione
Madonna di Fatima - Maria, Stella
della Nuova Evangelizzazione
S
ommari
O
Commento al Vangelo
Essi hanno visto,
ma non hanno capito
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10
Cardinale
Claudio Hummes
nel Seminario
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18
Il metodo preventivo
di Don Bosco
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22
Araldi nel mondo
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26
Gaspare, Baldassarre e
Melchiorre: re o magi?
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30
Lassassino e linnocente
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32
Storia per bambini
Le mele dorate
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . 44
accaduto nella
Chiesa e nel mondo
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38
La Parola dei Pastori
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34
I Santi di
ogni giorno
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . 46
Il Corteo dei Profeti
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . 48
Il Cardinale William
Levada visita la Casa
degli Araldi a Roma
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19
La voce del Papa
La fede il centro di tutto
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6
Lanno della speranza (Editoriale) 5
Scrivono i lettori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4
Copertina: Il Cardinale Claudio
Hummes, Prefetto della Congre-
gazione per il Clero, e sullo sfon-
do il Seminario degli Araldi a
San Paolo, Brasile.
(Foto: Fbio Kobayashi)
4 Salvami Regina Gennaio 2007
SCRIVONO I LETTORI
SOLIDO E SICURO CONTENUTO
DOTTRINALE E SPIRITUALE
La ringrazio per avermi mandato
cortesemente un esemplare della vo-
stra rivista Salvami Regina, il n35.
Ho letto gli articoli e riconosco il lo-
ro solido e sicuro contenuto dottrina-
le e spirituale. Vorrei complimentar-
mi particolarmente per aver pubblicato
lIstruzione pastorale della Conferen-
za Episcopale Spagnola. Queste parole
cos attuali e chiare dalla bocca dei Pa-
stori della Chiesa sono un vero benefi-
cio per il clero e il popolo fedele. Prego
che il Signore benedica il Vostro apo-
stolato e dia vasta diffusione alla Vo-
stra rivista per il bene di tante anime.
Mons. Athanasius Scheneider
Vescovo Ausiliare di Karaganda
FELICE DI SENTIRSI RICORDATA
La ringrazio molto per il bellissimo
calendario 2007 che ho ricevuto con
tanto piacere e appeso in casa mia per
vederlo sempre tutti i giorni cos mi ri-
corda di recitare la preghiera quoti-
diana del Papa che in prima pagina.
La ringrazio molto anche per la bellis-
sima rivista Salvami Regina Aral-
di del Vangelo che ricevo sempre con
tanto piacere e che io leggo molto vo-
lentieri. Sono molto felice di sentirmi
ricordata con tutta la mia famiglia nel-
la S. Messa e nelle sue preghiere, che
anchio contraccambio ricordandomi
di pregare per Lei e per lAssociazio-
ne Madonna di Fatima tutti i giorni.
Lidia Pugni Losi
Vellezzo Bellini (PV)
INCULCARE LAMORE
VERSO LA MADONNA
Complimenti per tutto il vostro la-
voro per tutto quello che fate per tan-
te anime. Sono un pap di due bellissi-
mi bambini, scrivo perch desidero, se
possibile, adesso per Natale, ricever
per i miei bambini il libro: Storie per
bambini o adulti pieni di fede e per
me il libro su Fatima che ho letto e ho
trovato bellissimo. Desidero tanto in-
culcare nei miei bambini lamore ver-
so la Madonna. Purtroppo n a scuo-
la, allore di religione, n al catechi-
smo, si parla abbastanza della Madon-
na e questo per me un vero dolore.
Acchile Tolo
Settimo S. Pietro (CA)
MI SEMBRA DI AVERE
UN ALTRO FIGLIO
Sono stata veramente felice di ri-
cevere la fotografia del seminarista
Gabriel M. Il suo viso mi ha fatto tan-
ta tenerezza e da oggi mi sembra di
avere un altro figlio. Che il Signore
lo possa aiutare, benedire e ispira-
re costantemente in questa sua stra-
da vocazionale. La ringrazio per le
belle parole che mi hanno riempito il
cuore di gioia e certamente includer
nelle mie preghiere anche Gabriel.
Liana di Palma
Roma (RM)
FORTE SUPPORTO SPIRITUALE
Colgo loccasione per ringraziarvi
e congratularmi vivamente per lan-
damento della vostra campagna. So-
no associata da qualche anno, e in voi
ho sempre trovato un forte supporto
spirituale.
Caterina Salzano
Carolito (NA)
BELLISSIMA SPILLA
La ringrazio per la bellissima spil-
la che ho ricevuto, la porto sempre con
me, mi auguro che possa aiutarmi sem-
pre nel mio cammino e che mi dia tan-
ta pace e amore da diffondere in altri
cuori. Mi auguro che tutti i nostri cuo-
ri si possano aprire con amore e devo-
zione alla nostra Madre, e non invocar-
la solo quando ci sentiamo il bisogno,
ma ringraziarla sempre, insieme al no-
stro Carissimo Cuore di Ges.
Maria Taurino
Surbo (LE)
AIUTANO AD APRIRE IL
CUORE AL SIGNORE
Leggendo la Rivista di Novem-
bre, alla pag.38 ho letto una bellissi-
ma testimonianza di una signora che
leggendo la vita di S.Caterina Labou-
r, e facendo la novena alla Madon-
na stata esaudita in una sua specia-
le richiesta . Questa testimonianza, ed
anche le altre, fanno capire quanto la
nostra mamma celeste ci sia vicina e
non ci abbandoni mai. Queste letture
sono molto edificanti per il nostro spi-
rito. Fin da piccolina ho portato sem-
pre con tanta fede la medaglia mira-
colosa e non me ne separo mai. Vi rin-
grazio per tutto quello che fate per noi
attraverso le reviste e anche per le bel-
lissime cose che ricevo come il rosario
e i libretti di preghiera che ci aiutano
ad aprire il cuore al Signore.
Pasqualina Riccardi
Caloria (NA)
INTENZIONI PER LA MESSA
Grazie per la Messa del 13 di ogni
mese. Le mie intenzioni: prima di tut-
to la gloria di Dio, poi per la mia fa-
miglia, che il Signore la protegga, per
me che possa amare di pi il Signo-
re, per i bambini e per tutto il mondo
che ha bisogno di Dio e lo ignora.
Maria Bazzoli
Montagna (BS)
APOSTOLATO MOLTO PROFICUO
Sono rimasto incantato nel ricevere
la Rivista e la sto gi divulgando il pi
possibile. Desidero incentivarvi a pro-
seguire in questa linea, poich si tratta
di un apostolato molto proficuo ed edi-
ficante per tutti noi che siamo cristiani
e amanti della Vergine di Fatima.
Daniel Benito Snchez
Torrejon el Rubio, Spagna
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Gennaio 2007 Salvami Regina 5
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ditoriale
contrari armonici, in materia di virt, sono raggiungibili solamen-
te dalle anime giuste e queste, con la grazia di Dio, in essi perse-
verano e progrediscono fino a limiti superlativi.
Questo mese, la Chiesa celebra la festa di San Paolo, lApo-
stolo, emblema instancabile degli estremi opposti vissuti con
perfezione: dal timore alla gioia, dal dolore alla vera letizia. In verit
egli ha detto ai Corinzi - come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, co-
s, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione ( 2 Cor 1, 5).
E di fatto, le sofferenze attraverso cui egli passava erano, alle volte, mol-
to al di l del sopportabile, come egli stesso racconta: Siamo stati mal-
trattati oltre misura, al di l delle nostre forze, al punto che abbiamo perdu-
to la speranza di sopravvivere (id. v. 8). Nel contempo, non esce dalle sue
labbra, o dalla sua penna, una sola parola di denuncia e meno ancora di
rivolta, anzi esattamente al contrario, lascia in eredit alla Chiesa un te-
soro teologico sulla tribolazione e la fiducia: ...per imparare a non riporre
fiducia in noi stessi, ma nel Dio che risuscita i morti (v.9).
Con uno spirito angelicamente celestiale, si eleva ad alti livelli di spi-
ritualit, nel considerare le avversit essenziali allesercizio del suo stes-
so ministero e, per questo, non solo non le teme, ma addirittura le desi-
dera: Perci sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nel-
la mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo
che la Chiesa (Col 1, 24).
Anche di fronte al pi temuto dei mali, che la morte, seguiva intera-
mente la dottrina del Maestro: Se il chicco di grano caduto in terra non
muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto (Gv 12, 24);
ossia, lApostolo deve morire di modo che, cos, possano vivere gli al-
tri: Portiamo sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Ges, (...)
In questo modo in noi opera la morte, ma in voi la vita (2 Cor 4, 10-12). E
questa determinazione, egli la abbraccia con fede convinta nella sua re-
surrezione, proprio come Ges (cfr. id. v.14). Accetta con amore le de-
bolezze proprie delle contingenze della vecchiaia, con la gioia di vederle
compensate dal progresso spirituale: Per questo non ci scoraggiamo, ma
se anche il nostro uomo esteriore si va disfacendo, quello interiore si rinnova
di giorno in giorno (id. v. 16).
Anche se lattivit di San Paolo si svolgesse nellanno 2007, egli non ri-
porrebbe la sua speranza nei valori umani, tutti fatti di incertezza, e nep-
pure nellespansione mondiale della vita economica, che conduce allim-
moralit e allo sfruttamento della persona umana, e neppure nel piace-
re fruitivo e frustrante della vita, e neppure in certi deliranti e suicidi pro-
gressi della scienza. Questo perch, per San Paolo, le cose visibili sono
passeggere, allo stesso modo che quelle invisibili sono eterne (id. 4, 18). Per
questo lanno 2007, come qualsiasi altro anno, sar tempo di speranza.
LANNO
DELLA
SPERANZA
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La fede il centro di tutto
6 Salvami Regina Gennaio 2007
LA VOCE DEL PAPA
Nellincontro con i vescovi della Svizzera, il Santo Padre ha preferito fare
unesposizione improvvisata, indicando le principali difficolt e sfide delle Chiese
locali. I suoi paterni orientamenti rivelano non soltanto la scienza del teologo,
ma, soprattutto, il cuore del Pastore universale.
on ho potuto prepa-
rare un vero discor-
so; vorrei ora, in vi-
sta dei singoli gran-
di complessi di pro-
blemi che toccheremo, fare solo qual-
che primo tentativo, che non inten-
de presentare delle affermazioni defi-
nitive, ma vuole soltanto avviare il col-
loquio. questo un incontro tra i Ve-
scovi svizzeri e i vari Dicasteri della Cu-
ria, nei quali si rendono visibili e sono
rappresentati i singoli settori del no-
stro compito pastorale. Ad alcuni di es-
si vorrei cercare di offrire qualche com-
mento.
Priorit della fede
In accordo col mio passato, comin-
cio con la Congregazione per la Dot-
trina della Fede, o meglio: col tema
della fede. Gi nellomelia ho cerca-
to di dire che, in tutto il travaglio del
nostro tempo, la fede deve veramen-
te avere la priorit. Due generazio-
ni fa, essa poteva forse essere ancora
presupposta come una cosa naturale:
si cresceva nella fede; essa, in qual-
che modo, era semplicemente pre-
sente come una parte della vita e non
Sua Santit Benedetto XVI nelludienza concessa ai vescovi della Svizzera:
Non ho potuto preparare un vero discorso...
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doveva essere cercata in modo parti-
colare. Aveva bisogno di essere pla-
smata ed approfondita, appariva pe-
r come una cosa ovvia.
Oggi appare naturale il contrario,
che cio in fondo non possibile cre-
dere, che di fatto Dio assente. In
ogni caso, la fede della Chiesa sem-
bra una cosa del lontano passato. Co-
s anche cristiani attivi hanno lidea
che convenga scegliere per s, dallin-
sieme della fede della Chiesa, le co-
se che si ritengono ancora sostenibi-
li oggi. E soprattutto ci si d da fa-
re per compiere mediante limpegno
per gli uomini, per cos dire, contem-
poraneamente anche il proprio dove-
re verso Dio.
Questo, per, linizio di una spe-
cie di giustificazione mediante le
opere: luomo giustifica se stesso e il
mondo in cui svolge quello che sem-
bra chiaramente necessario, ma man-
ca la luce interiore e lanima di tut-
to. Perci credo che sia importante
prendere nuovamente coscienza del
fatto che la fede il centro di tutto
Fides tua te salvum fecit dice il Si-
gnore ripetutamente a coloro che ha
guarito. Non il tocco fisico, non il
gesto esteriore che decide, ma il fatto
che quei malati hanno creduto. An-
che noi possiamo servire il Signore
in modo vivace soltanto se la fede di-
venta forte e si rende presente nella
sua abbondanza.
Vorrei sottolineare in questo con-
testo due punti cruciali.
Primo: la fede soprattutto fede
in Dio. Nel cristianesimo non si trat-
ta di un enorme fardello di cose di-
verse, ma tutto ci che dice il Credo
e che lo sviluppo della fede ha svolto
esiste solo per rendere pi chiaro alla
nostra vista il volto di Dio. Egli esiste
ed Egli vive; in Lui crediamo; davan-
ti a Lui, in vista di Lui, nellessere (-
)con Lui e da Lui viviamo. Ed in Ge-
s Cristo, Egli , per cos dire, corpo-
ralmente con noi.
Questa centralit di Dio deve, se-
condo me, apparire in modo comple-
tamente nuovo in tutto il nostro pen-
sare ed operare. ci che poi anima
anche le attivit che, in caso contra-
rio, possono facilmente decadere in
attivismo e diventare vuote. Questa
la prima cosa che vorrei sottolinea-
re: che la fede in realt guarda deci-
samente verso Dio, e cos spinge pure
noi a guardare verso Dio e a metterci
in movimento verso di Lui.
Credere insieme alla Chiesa
Laltra cosa che noi non possia-
mo inventare la fede componendola
di pezzi sostenibili, ma che credia-
mo insieme con la Chiesa. Non tut-
esclusivo senza nutrire lanima, reca
danni.
Il progresso svincolato dalla
fede: una forza di distruzione
Allora le capacit tecniche cresco-
no, s, ma da esse emergono soprat-
tutto nuove possibilit di distruzio-
ne. Se con laiuto a favore dei Paesi in
via di sviluppo, insieme allapprendi-
mento di tutto ci che luomo capa-
ce di fare, di tutto ci che la sua intel-
ligenza ha inventato e che la sua vo-
lont rende possibile, non viene con-
temporaneamente anche illuminata
la sua anima e non arriva la forza di
Dio, si impara soprattutto a distrug-
gere. E per questo, credo, deve nuo-
vamente farsi forte in noi la respon-
sabilit missionaria: se siamo lieti
della nostra fede, ci sentiamo obbli-
gati a parlarne agli altri. Sta poi nelle
mani di Dio in che misura gli uomini
potranno accoglierla.
Rinnovare la catechesi
Da questo argomento vorrei ora
passare allEducazione Cattolica,
toccando due settori. Una cosa che,
penso, causi a tutti noi una preoccu-
pazione nel senso positivo del termi-
ne, il fatto che la formazione teolo-
gica dei futuri sacerdoti e degli altri
insegnanti ed annunciatori della fede
debba essere buona; abbiamo quindi
bisogno di buone Facolt teologiche,
di buoni seminari maggiori e di ade-
guati professori di teologia che co-
munichino non soltanto conoscenze,
ma formino ad una fede intelligente,
cos che fede diventi intelligenza ed
intelligenza diventi fede. (...)
Laltra cosa la catechesi che, ap-
punto, negli ultimi cinquantanni cir-
ca, da un lato, ha fatto grandi pro-
gressi metodologici, dallaltro, pe-
r, si persa molto nellantropologia
e nella ricerca di punti di riferimen-
to, cosicch spesso non si raggiungo-
no neanche pi i contenuti della fede.
Posso capirlo: addirittura al tempo in
cui io ero viceparroco quindi 56 an-
ni fa risultava gi molto difficile an-
Anche noi possiamo
servire il Signore
in modo vivace
soltanto se la fede
diventa forte e si
rende presente nella
sua abbondanza
to ci che insegna la Chiesa possia-
mo comprendere, non tutto deve es-
sere presente in ogni vita. per im-
portante che siamo con-credenti nel
grande Io della Chiesa, nel suo Noi
vivente, trovandoci cos nella grande
comunit della fede, in quel grande
soggetto, in cui il Tu di Dio e lIo del-
luomo si toccano veramente; in cui
il passato delle parole della Scrittura
diventa presente, i tempi si compene-
trano a vicenda, il passato presente
e, aprendosi verso il futuro, lascia en-
trare nel tempo il fulgore delleterni-
t, dellEterno.
Questa forma completa della fe-
de, espressa nel Credo, di una fede in
e con la Chiesa come soggetto viven-
te, nel quale opera il Signore que-
sta forma di fede dovremmo cercare
di mettere veramente al centro del-
le nostre attivit. Lo vediamo anche
oggi in modo molto chiaro: lo svilup-
po, l dove stato promosso in modo
8 Salvami Regina Gennaio 2007
nunciare nella scuola pluralistica, con
molti genitori e bambini non creden-
ti, la fede, perch essa appariva un
mondo totalmente estraneo ed irrea-
le. Oggi, naturalmente, la situazione
ancora peggiorata.
Tuttavia importante che nella ca-
techesi, che comprende gli ambien-
ti della scuola, della parrocchia, del-
la comunit ecc., la fede continui ad
essere pienamente valorizzata, che
cio i bambini imparino veramen-
te che cosa sia creazione, che cosa
sia storia della salvezza realizzata
da Dio, che cosa, chi sia Ges Cristo,
che cosa siano i Sacramenti, quale sia
loggetto della nostra speranza
Io penso che noi tutti dobbiamo,
come sempre, impegnarci molto per
un rinnovamento della catechesi, nel-
la quale sia fondamentale il coraggio
di testimoniare la propria fede e di
trovare i modi affinch essa sia com-
presa ed accolta. Poich lignoran-
za religiosa ha raggiunto oggi un li-
vello spaventoso. E tuttavia, in Ger-
mania i bambini hanno almeno dieci
anni di catechesi, dovrebbero quindi
in fondo sapere molte cose. Per que-
sto dobbiamo certamente riflettere in
modo serio sulle nostre possibilit di
trovare vie per comunicare, anche se
in modo semplice, le conoscenze, af-
finch la cultura della fede sia pre-
sente.
Bellezza del sacerdozio
E ora qualche osservazione sul
Culto divino. LAnno Eucaristico,
a questo riguardo, ci ha donato mol-
to. Posso dire che lEsortazione po-
stsinodale a buon punto. Sar si-
curamente un grande arricchimento.
Inoltre abbiamo avuto il documento
della Congregazione per il Culto di-
vino circa la giusta celebrazione del-
lEucaristia, cosa molto importan-
te. Io credo che a seguito di tutto ci
man mano diventi chiaro che la Li-
turgia non unauto-manifestazio-
ne della comunit la quale, come si
dice, in essa entra in scena, ma in-
vece luscire della comunit dal sem-
plice essere-se-stessi e laccedere
al grande banchetto dei poveri, len-
trare nella grande comunit vivente,
nella quale Dio stesso ci nutre. Que-
sto carattere universale della Liturgia
deve entrare nuovamente nella con-
sapevolezza di tutti.
NellEucaristia riceviamo una co-
sa che noi non possiamo fare, ma en-
triamo invece in qualcosa di pi gran-
de che diventa nostro, proprio quan-
causa per essere portata allascolto e
allaccoglimento della Parola. Ci si-
gnifica che lomelia stessa fa parte del
mistero, della celebrazione del miste-
ro, e quindi non pu semplicemente
essere slegata da esso.
Soprattutto, per, ritengo anche
importante che il sacerdote non sia
ridotto al Sacramento e alla giurisdi-
zione nella convinzione che tutti gli
altri compiti potrebbero essere assun-
ti anche da altri ma che si conservi
lintegrit del suo incarico. Il sacer-
dozio una cosa anche bella soltanto
se c da compiere una missione che
un tuttuno, dal quale non si pu ta-
gliare qua e l qualcosa. E a questa
missione appartiene gi da sempre
anche nel culto antico-testamentario
il dovere del sacerdote di collegare
col sacrificio la Parola che parte in-
tegrante dellinsieme.
Dal punto di vista puramente pra-
tico dobbiamo poi certamente prov-
vedere a fornire i sacerdoti degli aiu-
ti necessari perch possano svolge-
re in modo giusto anche il ministe-
ro della Parola. In linea di massima,
questa unit interiore sia dellessen-
za della Celebrazione eucaristica, sia
dellessenza del ministero sacerdota-
le, molto importante.
Mancanza della coscienza della
colpa: un fenomeno preoccupante
Il secondo tema, che vorrei tocca-
re in questo contesto, riguarda il sa-
cramento della Penitenza la cui prati-
ca in questi circa cinquanta ultimi an-
ni progressivamente diminuita.
Grazie a Dio esistono chiostri, ab-
bazie e santuari, verso i quali la gen-
te va in pellegrinaggio e dove il loro
cuore si apre ed anche pronto al-
la confessione. Questo Sacramento
lo dobbiamo veramente imparare di
nuovo. Gi da un punto di vista pu-
ramente antropologico importan-
te, da una parte, riconoscere la col-
pa e, dallaltra, esercitare il perdono.
La diffusa mancanza di una consape-
volezza della colpa un fenomeno
preoccupante del nostro tempo.
La diffusa
mancanza di una
consapevolezza della
colpa un fenomeno
preoccupante del
nostro tempo
do ci consegniamo a questa cosa pi
grande cercando di celebrare la Li-
turgia veramente come Liturgia del-
la Chiesa.
poi connesso con ci anche il fa-
moso problema dellomelia. Dal pun-
to di vista puramente funzionale pos-
so capirlo molto bene: forse il parro-
co stanco o ha predicato gi ripetu-
tamente o anziano e i suoi incarichi
superano le sue forze. Se allora c un
assistente per la pastorale che mol-
to capace nellinterpretare la Paro-
la di Dio in modo convincente, vien
spontaneo dire: perch non dovreb-
be parlare lassistente per la pastora-
le; lui riesce meglio, e cos la gente ne
trae maggior profitto.
Ma questo, appunto, la visione
puramente funzionale. Bisogna inve-
ce tener conto del fatto che lomelia
non uninterruzione della Liturgia
per una parte discorsiva, ma che essa
appartiene allevento sacramentale,
portando la Parola di Dio nel presen-
te di questa comunit. il momento,
in cui veramente questa comunit co-
me soggetto vuole essere chiamata in
Gennaio 2007 Salvami Regina 9
Il dono del sacramento della Pe-
nitenza consiste quindi non soltanto
nel fatto che riceviamo il perdono, ma
anche nel fatto che ci rendiamo con-
to, innanzitutto, del nostro bisogno di
perdono; gi con ci veniamo purifi-
cati, ci trasformiamo interiormente e
possiamo poi comprendere anche me-
glio gli altri e perdonarli. Il riconosci-
mento della colpa una cosa elemen-
tare per luomo malato se non lav-
verte pi e altrettanto importante
per lui lesperienza liberatrice del rice-
vere il perdono. Per ambedue le cose
il sacramento della Riconciliazione
il luogo decisivo di esercizio. Inoltre l
la fede diventa una cosa del tutto per-
sonale, non si nasconde pi nella col-
lettivit. Se luomo affronta la sfida e,
nella sua situazione di bisogno di per-
dono, si presenta, per cos dire, indife-
so davanti a Dio, allora fa lesperienza
commovente di un incontro del tutto
personale con lamore di Ges Cristo.
Aprire le Chiese locali
alluniversale
Infine vorrei ancora occuparmi del
ministero episcopale. Di questo, in
fondo, abbiamo implicitamente gi
parlato per tutto il tempo. Mi sem-
bra importante che i Vescovi, come
successori degli Apostoli, da una par-
te portino veramente la responsabili-
t delle Chiese locali che il Signore ha
loro affidate, facendo s che l la Chie-
sa come Chiesa di Ges Cristo cre-
sca e viva. Dallaltra parte, essi devo-
no aprire le Chiese locali alluniversa-
le. Viste le difficolt che gli Ortodos-
si hanno con le Chiese autocefale, co-
me anche i problemi dei nostri amici
protestanti di fronte alla disgregazio-
ne delle Chiese regionali, ci rendia-
mo conto di quale grande significato
abbia luniversalit, quanto sia impor-
tante che la Chiesa si apra alla totalit,
diventando nelluniversalit veramen-
te ununica Chiesa. Di questo, daltra
parte, capace soltanto se nel territo-
rio proprio viva. Questa comunione
deve essere alimentata dai Vescovi in-
sieme con il Successore di Pietro nel-
lo spirito di una consapevole succes-
sione al Collegio degli Apostoli. Tutti
noi dobbiamo sforzarci continuamen-
te di trovare in questo rapporto vicen-
devole il giusto equilibrio, cosicch la
Chiesa locale viva la sua autenticit e,
contemporaneamente, la Chiesa uni-
versale da ci riceva un arricchimento,
affinch ambedue donino e ricevano e
cos cresca la Chiesa del Signore. (...)
(Discorso nellincontro con i vesco-
vi della Svizzera 7/11/2006)
Nel discorso del Papa ai vescovi svizzeri ha brillato con particolare intensit luniversalit del Ministero Petrino
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Tutti i diritti sui documenti pontifici sono riservati alla Libreria Editrice Vaticana. La versione integrale di
questi documenti pu essere trovata in www.salvamiregina.it/lavocedelpapa
Essi hanno visto,
ma non hanno capito
Padre Joo Scognamiglio Cl Dias
Presidente Generale
10 Salvami Regina Gennaio 2007
COMMENTO AL VANGELO IV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Coloro che hanno avuto la fortuna incalcolabile di convivere
pi tempo con Ges i suoi conterranei di Nazaret sono
stati i primi a rifiutarLo e a volerLo uccidere. Per quale
ragione i profeti non sono accettati nella loro patria?
I LA VITA QUOTIDIANA
DI GES A NAZARET
Sarebbe uningenuit, o per lo me-
no una mancanza di buon senso, im-
maginare la vita privata di Ges tra-
scorsa in un completo isolamento,
chiusa tra quattro pareti, senza la
possibilit del minimo contatto con
la societ che lo circondava. Non pu
essere stato cos. La perdita e lincon-
tro del Bambino Ges nel Tempio,
lunico episodio narrato dai Vangeli,
ci fornisce gli elementi per ipotizzare
una normale convivenza con gli ado-
lescenti di Nazaret.
Ogni anno, partivano le carova-
ne dalle pi svariate regioni alla ri-
cerca della citt di Davide per parte-
21
Allora cominci a dire: Oggi si adem-
piuta questa Scrittura che voi avete udita con
i vostri orecchi.
22
Tutti gli rendevano testi-
monianza ed erano meravigliati delle parole
di grazia che uscivano dalla sua bocca e di-
cevano: Non il figlio di Giuseppe?.
23
Ma
egli rispose: Di certo voi mi citerete il pro-
verbio: Medico, cura te stesso. Quanto abbia-
mo udito che accadde a Cafarnao, fallo anche
qui, nella tua patria!.
24
Poi aggiunse: Nes-
sun profeta bene accetto in patria.
25
Vi di-
co anche: cerano molte vedove in Israele al
tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per
tre anni e sei mesi e ci fu una grande care-
stia in tutto il paese;
26
ma a nessuna di esse
fu mandato Elia, se non a una vedova in Sa-
repta di Sidone.
27
Cerano molti lebbrosi in
Israele al tempo del profeta Eliseo, ma nessu-
no di loro fu risanato se non Naaman, il Si-
ro.
28
Alludire queste cose, tutti nella sina-
goga furono pieni di sdegno;
29
si levarono,
lo cacciarono fuori della citt e lo condus-
sero fin sul ciglio del monte sul quale la lo-
ro citt era situata, per gettarlo gi dal preci-
pizio.
30
Ma egli, passando in mezzo a loro, se
ne and (Lc 4, 21-30).
a VANGELO A
Gennaio 2007 Salvami Regina 11
Tutti Lo
ammiravano
e i genitori lo
prendevano come
punto di riferimento
per incoraggiare i
figli ad essere buoni
cipare alle festivit che si svolgevano
nel Tempio. Si formavano gruppi di
famiglie che affrontavano il viaggio
insieme per poter essere di appog-
gio luna con laltra. Inoltre, essendo
i giudei di natura molto comunicati-
va e amante della conversazione, era
per loro unoccasione per affinare le
amicizie vecchie e nuove. probabi-
le che questo sia stato uno dei moti-
vi per i quali Maria e Giuseppe non
si accorsero, immediatamente, del-
la scomparsa del Figlio di Dio. I gio-
vani, che a partire dai dodici anni ac-
compagnavano i rispettivi genitori, si
riunivano anchessi per i loro intrat-
tenimenti, separatamente dagli adul-
ti. Di qui il verificarsi della possibili-
t per il Divino Giovane di realizza-
re il suo sogno quello cio di pren-
dersi cura degli interessi del suo Pa-
dre Eterno, nella totale indipendenza
da qualsiasi altro legame.
Posizione di Ges
nella piccola citt
Nazaret era una micro-citt di
quei tempi e, come succede di solito
in piccoli villaggi, tutti si conosceva-
no. Lavorando un po dimmaginazio-
ne, possiamo ricostruire la vita quoti-
diana di un Bambino esemplare che
vive in una circoscrizione territoriale
Ges, figlio del falegname Giuseppe, aiutava suo padre nei lavori di bottega
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12 Salvami Regina Gennaio 2007
tanto ristretta. Mai egli avr omesso
dalle sue attivit lorazione, come an-
che mai avr disatteso agli obblighi di
cui era responsabile. Sempre che fos-
se possibile, si sar presentato spon-
taneamente da suo padre, Giusep-
pe, per aiutarlo nei suoi lavori di fa-
legnameria. La sua influenza sui coe-
tanei dovr essere stata la pi incisi-
va, elevata e soprannaturale possibi-
le. Consigliere insuperabile, avr ri-
solto tutte le contese, placato le col-
lere e le vendette. Si sar offerto per
pregare con questi e quelli, al fine di
ottenere dal Padre celeste i suoi pro-
dighi favori. Tutti Lo avranno ammi-
rato con profondo rispetto e i genito-
ri lo avranno preso come punto di ri-
ferimento per incentivare i figli ad es-
sere buoni ed educati. Che cosa di-
r il figlio di Giuseppe se sapr che tu
non ti stai comportando bene? op-
pure Guarda lenorme rispetto che
il figlio di Giuseppe ha per i suoi ge-
nitori. Cos devi essere anche tu, fi-
glio mio! Certamente, saranno sta-
te queste le esortazioni frequenti fat-
te nellambito di alcune famiglie del-
la piccola Nazaret.
In questa atmosfera sar cresciuto
il Bambino, contento di sentire in S
il normale sbocciare della sua socie-
volezza. tale la forza di questistin-
to che una delle maggiori sofferenze
per una persona consiste nel vedersi
ripudiata da tutti e, in particolare, dai
suoi pi prossimi. Di qui si capisce la
dolorosa sensazione provata da Ge-
s nel vederSi respinto dai suoi cono-
scenti di Nazaret.
II VISITA DI GES
ALLA SUA CITT
Questa visita, per cos dire, ufficia-
le e pi o meno prolungata di Ges a
Nazaret, narrata da Matteo (13, 54-
58) e Marco (6, 1-6) quasi al termi-
ne del secondo anno della vita pub-
blica del Salvatore, al contrario di
Luca, che la anticipa. Secondo lopi-
nione di illustri commentatori, Lu-
ca ha preferito procedere in questo
modo per ragioni letterarie. Nel frat-
tempo, riconosce che la fama di Ge-
s si era diffusa per tutta la Galilea
e che Lui insegnava nelle sinagoghe
(Lc 4, 14-15). degna di nota lipo-
tesi sollevata da alcuni autori di pe-
so, sui viaggi precedenti realizzati da
Ges in questa localit. Questo a cui
ci riferiamo, tuttavia, al di l della sua
ufficialit, si stava realizzando in cir-
costanze speciali. Quanto pi picco-
lo era il luogo visitato, tanto pi for-
te diventava il regionalismo. Le noti-
zie riguardanti il grande successo del-
le predicazioni e dei miracoli operati
dal nuovo profeta, nativo della picco-
la Nazaret, conducevano il popolo al-
leuforia per il fatto di vedere uno dei
suoi conterranei essere una figura di
spicco in Israele. Insomma, un naza-
reno dimostrava il grande valore del-
la cittadina, non solo in Galilea, ma
in tutta la nazione.
Atteggiamento contraddittorio
dei concittadini
Daltro canto, questi sentimenti di
soddisfazione erano turbati dal risen-
timento (tali sono le contraddizioni
prodotte dallamor proprio): perch
tanti prodigi manifestati a Cafarnao,
e non a Nazaret? Limpressione di di-
scriminazione veniva loro da unauto-
s, che aveva beneficiato della loca-
lit per formarSi, crescere e vivere, la
abbandonasse per elargire ad altri il
meglio dei suoi frutti.
Quando lamore non puro, pa-
ziente, servizievole, ma ricerca sol-
tanto i suoi interessi personali pro-
voca rancore e si irrita (si veda la se-
conda lettura di oggi: 1 Cor 13, 1-
13). Inoltre, produce un tipo di ce-
cit incurabile, fino a quando legoi-
smo non sia estirpato: L pi che in
qualsiasi altro luogo Ges aveva volu-
to elargire i suoi divini favori (
1
), ma
era indispensabile la fondamentale
virt dellumilt perch gli abitanti di
Nazaret fossero oggetto dei moltepli-
ci doni del profeta taumaturgo.
Il battesimo del rifiuto
Se, per, Ges sapeva fin dal-
leternit che nessun profeta ben
ricevuto nella sua terra (v. 24),
perch desider allora ritornare al
villaggio della sua giovent? che,
a parte il battesimo penitenziale di
Giovanni, cercava altro, quello del
Le notizie
riguardanti il grande
successo delle
predicazioni e dei
miracoli, conduceva
il popolo alleuforia;
insomma, un
nazareno dimostrava
il grande valore
della cittadina, in
tutta la nazione
stima squilibrata. Non riuscivano ad
intendere le ragioni per le quali Ge-
Battesimo di Ges Cattedrale di Valencia / Foto: Sergio Hollmann
Gennaio 2007 Salvami Regina 13
rifiuto... Questo il terribile dram-
ma del vero apostolo: andare dai
suoi, e i suoi non lo ricevono (cfr.
Gv 1,11).
Si tratta di una delle pi doloro-
se stimmate, compagna inseparabi-
le di tanti santi nel corso dei seco-
li, sia di quelli del passato, sia anche
di quelli del futuro fino alla venuta
di Enoch ed Elia, alla fine dei tem-
pi. La Santa Chiesa, fondata da Cri-
sto, si arricchisce con i meriti di co-
loro che sono disprezzati per amo-
re della giustizia: Beati i persegui-
tati per causa della giustizia, perch
di essi il regno dei cieli! (Mt 5, 10).
A Nazaret, con Ges, essi trovano
la consolazione ed il sostegno nel-
lesempio divino.
Dobbiamo aver ben presenti que-
ste considerazioni, prima di segui-
re il Salvatore nei suoi passi per il
villaggio di Nazaret, soprattutto in
quel sabato quando Egli si trovava
nella sinagoga. Ci sar facile com-
prendere come non deve essere sta-
to trionfale questo suo ritorno , mal-
grado ci fosse una certa aspettativa
tra il popolo.
Ges, nella sinagoga di Nazaret
21
Allora cominci a dire: Og-
gi si adempiuta questa Scrittu-
ra che voi avete udita con i vostri
orecchi.
Prima del brano selezionato per la
Liturgia di questa domenica, San Lu-
ca riferisce su quanto ha fatto il Divi-
no Maestro nella sinagoga di Nazaret,
in quel giorno di sabato. Dopo le ora-
zioni e la lettura di un passaggio della
Tor, Ges fu invitato a commentare
un passo di uno dei profeti e, avendo
Egli accettato, gli fu consegnato il ro-
tolo di Isaia. Mentre lo apriva, quan-
do gi si trovava sulla pedana, si im-
batt nelle previsioni messianiche
(61, 1 e ss.). Nel Vangelo, riguardo al-
le parole di Ges, riportata appena
questa frase (v.21), ma, evidentemen-
te, il suo discorso fu molto pi este-
so e ricco di dottrina, come indica
laffermazione contenuta nel verset-
to seguente: E tutti davano testimo-
nianza a suo favore, e si meravigliava-
no delle parole di grazia che uscivano
dalla sua bocca. Sul loro contenuto
non si sa nulla, se non da rivelazioni
private, ma possiamo ben immagina-
re quanto si facesse evidente la rea-
lizzazione piena di quelle profezie
fatte molti secoli prima. Oltretutto, la
voce di Ges, il suo contegno, i suoi
gesti e atteggiamenti dovevano la-
sciar trasparire la grandezza della sua
missione redentrice. In unarmoniosa
coniugazione di estremi opposti, con
uninsuperabile tenerezza e un domi-
nio tutto fatto di padronanza di s , in
pochi istanti dissolse i pi consolidati
preconcetti della platea a suo riguar-
do. Stava davanti a loro quelluomo
preannunciato dalle Scritture, il soa-
ve e dolce Salvatore. Il Grande Mira-
colo di Dio si realizzava in quella si-
nagoga e ben pi grande di quelli ef-
fettuati a Cafarnao.
Ges instilla la messianit
Comunque, non da credere
che Ges abbia fatto una rivelazio-
ne sulla sua messianit in una for-
ma interamente esplicita; in caso
contrario, si potrebbe ben dedurre
quali reazioni avrebbero avuto quei
nazareni attraversati da sentimenti
dinvidia. Ancor pi se consideria-
mo che conoscevano le sue origini
familiari e le occupazioni lavorati-
ve precedenti. Ma il suo obiettivo,
proprio come ci insegna Maldona-
do, era il seguente:
Lintenzione di Ges era comu-
nicare loro che Egli era il vero Mes-
sia che tanto attendevano. Per questo
mostra loro che era Lui luomo del
quale aveva parlato il profeta. Sem-
bra esserci qui una specie di rimpro-
vero implicito, come se dicesse: Co-
me mai aspettate, con tanto deside-
rio il Messia e, avendoLo davanti agli
occhi, non volete riceverLo? Perch
cercarlo tra i Profeti se non volete in-
tendere gli stessi profeti, le cui lettu-
Stava davanti
a loro Quelluomo
previsto dalle
Scritture, il
soave e dolce
Salvatore. Il Grande
Miracolo di Dio
si realizzava in
quella sinagoga
Nessun profeta ben
accetto nella sua terra (Lc
4, 24). Ges, andando a
Nazaret, ha voluto ricevere
il battesimo del rifiuto
14 Salvami Regina Gennaio 2007
re vi sono fatte, n le profezie che si
compiono alla vostra vista? (
2
)
Tutti potevano cogliere i benefici.
Fillion, con la sua grande capacit
esegetica e indubbie doti letterarie, ci
fa rivivere la scena:
Letto questo passaggio lentamente e
con chiarezza , Ges arrotol di nuovo
la pergamena e la consegn al sacresta-
no. Si sedette poi sulla sedia del lettore,
indicando in questo modo che si rende-
va disponibile a parlare per spiegare il te-
sto sacro. Il momento era solenne e San
Luca lo d ad intendere in modo mirabi-
le, mostrandoci fissi in Ges gli sguardi
di tutti. I suoi ascoltatori, gi impressio-
nati, si chiedevano cosa avrebbe mai po-
tuto dire, su un testo cos notevole, quel
giovane la cui reputazione di predicato-
re e taumaturgo era giunta loro, prima da
Gerusalemme e poi da Cafarnao, sebbe-
ne fino ad allora Lui si fosse presentato
nel piccolo villaggio soltanto sotto le ap-
parenze di un modesto e pacifico artigia-
no. Con quale eloquenza e devozione de-
ve aver commentato questo magnifico te-
ma! Quanto ci sarebbe piaciuto conosce-
re tutto il suo discorso! Ma lEvangelista
non ci ha conservato che il suo brevissi-
mo esordio: Oggi si compiuto questo
passaggio della Scrittura che avete ap-
pena finito di udire. Questo significava:
Io stesso sono il Messia redentore e con-
solatore annunciato da Isaia. Era, dun-
que, aperto lanno di grazia del Signore,
e tutti potevano raccogliere sovrabbon-
danti benefici (
3
).
Perplessit dei
conterranei di Ges
22
Tutti gli rendevano testimo-
nianza ed erano meravigliati delle
parole di grazia che uscivano dal-
la sua bocca e dicevano: Non il
glio di Giuseppe?.
Linsigne Don Manuel de Tuya OP
dellopinione che i fatti narrati nei ver-
setti precedenti sono relativi ad un al-
tro viaggio realizzato da Ges: La se-
conda parte, con reazioni totalmente op-
poste, deve corrispondere ad un altro e
posteriore soggiorno di Cristo a Nazaret.
Si era gi largamente diffusa la sua fa-
ma di taumaturgo e si doveva aver per-
sino parlato pensando al suo messiani-
smo. Questo quello che causava per-
plessit nel popolo nazareno che Lo
ascoltava nella sinagoga. Gli riconosce-
vano la saggezza e i prodigi, ma si chie-
devano da dove questi Gli venissero, poi-
ch conoscevano i suoi genitori e parenti.
Pu darsi che non soltanto provassero lo
stupore campagnolo di vedere che uno di
loro era superiore a loro, ma che anche
gi fossero venuti a conoscenza di vo-
ci sul suo messianismo. Considerato che
il Messia avrebbe dovuto essere di origi-
ne sconosciuta, questo non poteva conci-
liarsi con la conoscenza che essi avevano
dei genitori di Ges (
4
).
Dalle Scritture e persino da sto-
rici dellepoca, come Flavio Giusep-
pe e Filone, sappiamo quanto il popo-
lo giudeo fosse un estimatore dellora-
toria, soprattutto sacra. Da qui si no-
ta il grande effetto delle parole di Ge-
s, compenetrate di soavit ed elegan-
za grazie ai suoi modi divini, affabili e
dotti di parlare, facendo crescere gra-
devolmente linteresse dei suoi ascolta-
tori, come sottolinea Maldonado (
5
).
Nel commentare lo stupore dei giu-
dei, Luca lascia intravedere la sua rico-
noscenza per il carattere superiore alla
semplice natura umana delle parole di
Ges, come sottolinea San Cirillo: Egli
Siccome il
Messia avrebbe
dovuto essere di
origine sconosciuta,
questo non
poteva conciliarsi
con la conoscenza
che essi avevano
dei genitori
di Ges
Laffabilit di Ges e la sua saggezza conquistavano chi
lo ascoltava: Sar il Messia?
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Gennaio 2007 Salvami Regina 15
attirava a s gli sguardi di tutti, stupiti nel
vedere che conosceva le Scritture sen-
za averle studiate. Siccome i giudei era-
no soliti dire che le profezie relative a Cri-
sto si compivano in alcuni dei loro capi o
re, o in alcuni dei santi profeti, il Signore
previene la manifestazione di questo co-
stume. (
6
). San Giovanni Crisostomo
commenta: Egli espone loro una dottri-
na non meno mirabile dei suoi miracoli;
le parole del Salvatore erano accompa-
gnate da unineffabile grazia divina che
incantava tutti i suoi ascoltatori (
7
).
Reazione ripetuta nel
corso dei secoli
Non questo il figlio del falegna-
me? Cos avrebbero reagito davan-
ti a Dio fatto Uomo i mondani di tut-
ti i tempi. Vivere in funzione di un ul-
timo fine che si compie esclusivamen-
te in questa terra, conduce a leggerez-
ze pericolose e arrischiate riguardan-
ti la salvezza. I limitati orizzonti dei na-
zareni non oltrepassavano i ristretti li-
miti del loro villaggio. Lo stupore ma-
nifestato dalloratoria del Divino Mae-
stro si era limitato alla forma, senza pe-
netrare nella sua sostanza. Se le sue pa-
role eranopiene dincanto, potevano
soltanto confermare la fama dei suoi
miracoli e rendevano secondaria la
sua origine familiare. Daltronde Davi-
de non era figlio del contadino Isaia?
Mos il salvato dalle acque -, ebbe
anchegli degli antenati allaltezza della
missione che gli era stata conferita?
Commenta bene questo passaggio
San Giovanni Crisostomo: Questi in-
sensati, pur ammirando il potere della
sua parola, disprezzano la sua perso-
na, a causa di colui che considerava-
no suo padre (
8
). Da parte sua, dice
San Cirillo: Ma il fatto di essere figlio
di Giuseppe, come essi pensavano, im-
pedisce di essere venerabile e degno di
ammirazione? Non vedono i miracoli
divini, Satana vinto e i numerosi mala-
ti guariti dalle loro infermit? (
9
).
Incredulit dei nazareni
23
Ma egli rispose: Di certo voi
mi citerete il proverbio: Medi-
co, cura te stesso. Quanto abbia-
mo udito che accadde a Cafarnao,
fallo anche qui, nella tua patria!.
Ges riassume i sentimenti dei
giudei presenti nella sinagoga con
un proverbio molto comune a quei
tempi, persino tra i greci e i roma-
ni. Era applicato a tutti quanti si im-
pegnavano nel dare agli altri i rime-
di di cui essi stessi necessitavano.
Questa impostazione di spirito, co-
me commenta Maldonado, aveva le
sue radici nella mancanza di fede e
nellambizione. Non credevano nel
potere di Ges per quanto riguarda
i miracoli e, allo stesso tempo, desi-
deravano che la loro citt avesse pi
gloria delle altre. Ora, sappiamo dai
Vangeli la fondamentale importan-
za della virt della Fede per la rea-
lizzazione dei miracoli, come ci spie-
ga San Matteo: E non fece l molti
miracoli, a causa della loro increduli-
t (13, 58). Di qui il fatto che il Di-
vino Maestro ha interpretato il fon-
do del loro pensiero attraverso que-
sto proverbio popolare, come se di-
cessero: Abbiamo sentito dire che, a
Cafarnao, hai guarito molti; guarisci
anche Te stesso, cio, fa questo anche
nella tua citt, dove sei stato concepi-
to e creato (
10
).
A questa battuta satirica, Ges ri-
sponde loro con unaltra:
24
Poi aggiunse: Nessun profeta
bene accetto in patria.
Si dice in latino: assueta vilescunt.
E, infatti, dove non regna lamore
verso Dio, la familiarit sfocia, quasi
sempre, in disprezzo. Per questo, chi
vissuto in intimit con laltro, anche
se questo un grande profeta, in ge-
nerale meno idoneo ed meno dispo-
sto a riconoscere le sue qualit. Gere-
mia lo ha sperimentato a sue spese (cfr.
Gr 11, 21; 12, 6) (
11
).
Se non ha carit...
Si inserisce qui magistralmente il
pi celebre degli inni sulla carit, ri-
tagliato per la Liturgia di oggi, a gui-
sa di seconda lettura (1 Cor 13, 1-
13): Se io non avessi la carit, ripe-
te San Paolo tre volte in questo te-
sto, proclamando che, senza questa,
a nulla gli servirebbero tutte le scien-
ze e virt. Il vero amore non ricerca
i suoi propri interessi (...) a tutto crede,
tutto spera, tutto sopporta.
Il fondo dellambizione dei naza-
reni era radicato in un amore profon-
damente egoista, molto ben spiegato
dal famoso Don Badet:
Non c carit perfetta senza unab-
negazione perfetta. Non esiste puro
amore senza la completa assenza di ogni
pensiero personale. Chi cerca se stesso,
pecca contro lamore. Ogni ritorno su se
stessi un atto egoista e, di conseguen-
za, contrario allessenza di questo sen-
timento, che quello di dimenticare se
stessi, di perdersi, di sparire ai propri oc-
chi, mentre loggetto del suo amore di-
venta tutto. Chi ama perfettamente non
ha esigenze, non formula desideri, non
pone condizione alcuna, non doman-
da nessun favore. Se una volont resta
allanima che si disappropriata di se
stessa, quella di conformarsi in tutto
alla volont del Bene-Amato. Questa lo
rende maestro di tutto ed il suo abban-
dono assoluto, gioioso. Ecco la sua ri-
compensa: lanima che ama Dio con
questa purezza, occupa il primo posto
nel suo regno, perch essa lultima ai
suoi occhi.. (...) Quanto pi si fa picco-
Il fondo
dellambizione dei
nazareni
era radicato
in un amore
profondamente
egoista; non c
carit perfetta senza
unabnegazione
perfetta
16 Salvami Regina Gennaio 2007
la, pi Dio la fa grande; quanto meno
essa pensa ai propri interessi, pi Dio la
provvede magnificamente. Se essa di-
mentica di se stessa nellamore, il Bene-
Amato non la dimenticher! (
12
).
Condizioni affinch siano
operati i miracoli
.
25
Vi dico anche: cerano molte
vedove in Israele al tempo di Elia,
quando il cielo fu chiuso per tre
anni e sei mesi e ci fu una grande
carestia in tutto il paese;
26
ma a
nessuna di esse fu mandato Elia,
se non a una vedova in Sarepta di
Sidone.
27
Cerano molti lebbro-
si in Israele al tempo del profeta
Eliseo, ma nessuno di loro fu ri-
sanato se non Naaman, il Siro
Sempre le Scritture furono prese
come Parola stessa di Dio, a quei tem-
pi ancor pi di oggi. Con questi due
esempi di Elia (1 Rs 17, 8-24) ed Eli-
seo (2 Rs 5, 1-14) -, Ges dichiara che
non c stato luogo in cui Lui fosse me-
no ben accolto che nel villaggio dove
era vissuto quasi trentanni della sua
esistenza. Oltre a questo, spiega pi
chiaramente la ragione per la quale
non ha realizzato l molti miracoli:
perch essi soffrivano della stes-
sa incredulit dei suoi antenati. I
miracoli di Ges non sono privi-
legio di razza o di parentado, n
si ottengono per mezzo di impo-
sizione o della forza. Per ottener-
li, necessario avere molta umilt
e molta fede.
Causa dellodio
contro i profeti
28
Alludire queste cose,
tutti nella sinagoga furono
pieni di sdegno;
Non unabitudine degli
Evangelisti fare uso dellesa-
gerazione didattica. Quan-
do Luca dice tutti, significa
lassenza di difensori e luna-
nimit dei furiosi. Il fatto di
non avere l un solo amico per
unirsi al Salvatore e servirGli da scu-
do, prova, ancora una volta, la for-
za e il potere del dinamismo del ma-
le. Se esistito qualche ammiratore
in quelloccasione, rimasto timida-
mente in disparte ed ha avuto paura
di compromettersi, come, del resto,
solito succedere con i buoni, in circo-
stanze analoghe. Che non capiti mai
a noi di essere uno di questi codardi.
29
si levarono, lo cacciarono fuori
della citt e lo condussero n sul
ciglio del monte sul quale la loro
citt era situata, per gettarlo gi
dal precipizio.
La vetta del monte dal quale vole-
vano gettarlo, secondo Don Andrs
Fernndez
Truyols SJ, una grande rupe che
si pu vedere vicino alla chiesa dei ma-
roniti, pi in alto rispetto a quella dei
greco-cattolici: forma parte del mon-
te Djebel es-Sikh, e allo stesso tempo si
trovava nelle vicinanze della citt (
13
).
importante ricordare questo ge-
sto criminoso di mettere mano su Ge-
s, con lintenzione sanguinaria di get-
tarlo da quellaltezza. In modo appro-
priato commenta Beda: Sono peggio-
ri i giudei, che sono discepoli, che il dia-
volo che il maestro. Perch questo di-
ce: Gettati nellabisso, ma quelli tenta-
no di buttarLo veramente (
14
).
Questa sarebbe una buona occa-
sione per chiedere loro per quale dei
benefici ricevuti volevano uccidere il
Salvatore. Se Ges non avesse natu-
ra divina, avrebbe provato un po del-
lodio satanico che pi tardi si sareb-
be manifestato contro di Lui, nel cor-
so della Passione.
Perch sono trattati cos i profeti?
Il missionario o il profeta sar
sempre oggetto di critiche da dentro e
da fuori. Lo stesso capitato a Cristo,
a Paolo, ecc. Il profeta appartiene alla
Chiesa del suo tempo e, daltra parte,
deve se stesso al mondo che va a evan-
gelizzare. Questa duplice appartenenza
rappresenta il punto di partenza per un
amore senza frontiere. Tuttavia, si trat-
ta di una posizione molto scomoda.
Nonostante ci, il profeta potr rea-
lizzare una penetrazione insospetta-
ta nel fondo delle cose. I contrasti
lo purificano e lo rendono sempre
pi simile a Ges crocifisso.
Il profeta un messaggero, un
interprete della parola divina. Lha
ricevuta da Dio ed essa pi potente
dello stesso profeta: egli non potr
tacere. Cristo stato il maggiore
dei profeti: e per mezzo del Batte-
simo tutti partecipiamo al suo do-
Il missionario o il
profeta sar sempre
oggetto di critica
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Gennaio 2007 Salvami Regina 17
5
) Id., ib.
6
) San Tommaso dAquino, Catena Au-
rea, in Lucam
7
) Id., ib.
8
) Id., ib.
9
) Id., ib.
10
) San Tommaso dAquino, Catena Au-
rea, in Lucam
11
) Fillion, op. cit, pag. 286.
no profetico. Profeta attualmente
colui che giudica il presente e il
futuro alla luce di Dio e si sente
inviato da Dio per ricordare agli
uomini i suoi doveri religiosi, so-
ciali, familiari, civili. E lo fa pre-
so da zelo ardente per la causa di
Dio e da amore compassionevo-
le verso gli uomini. Il profeta de-
ve denunciare loppressione, lin-
giustizia, legoismo, le guerre, la
pornografia, ecc. Dovr esortare
e incoraggiare (
15
).
30
Ma egli, passando in
mezzo a loro, se ne and.
Da questa narrazione di San
Luca possiamo comprendere
come Ges abbia subito la Pas-
sione per libera e totale volon-
t, come osservano Beda e vari
altri autori. Quando Lui vuole,
Si libera dei suoi carnefici, non
solo con maestria, ma anche
con grandezza. Qui fa brillare
la sua divinit, nel Calvario, la
sua rassegnata misericordia.
C stato un vero miraco-
lo, un miracolo di ordine mo-
rale, consistente nella vittoria
ottenuta per volont di Ges
sui suoi nemici, che ha ridotti
allimpotenza. A questa cate-
goria di prodigi appartiene an-
che lespulsione dei mercanti
dal Tempio (
16
).
Ecco dunque! Il miraco-
lo imposto dai nazareni fu lo-
ro concesso in sovrabbondan-
za, ma essi non lo seppero in-
terpretare.
1
) L.Cl. Fillion, Vida de Nuestro Seor
Jesucristo, Voluntad, Madrid, 1925,
tomo. II, vol. I , pag. 280.
2
)Juan de Maldonado SJ, Comentarios
a los Cuatro Evangelios, BAC, Ma-
drid, in Lucam.
3
) L. CL. Fillion, op. cit., pagg. 283-284.
4
) Bblia Comentada, BAC, Madrid,
1964, vol. II, pag. 793
12
) Jesus et les femmes dans lvangile, Gabri-
el Beauchesne, Paris, 1908, pagg. 178-179
13
) Vida de Nuestro Seor Jesucristo, BAC,
Madrid, 1954, pag. 327
14
) San Tommaso dAquino, op. cit.
15
) Don Jos Salguero OP, Guiones pa-
ra Homilas Dominicales, EDIBESA,
Madrid, 2001, pag. 647
16
) Fillion, op. cit., pag. 287
Ges tra i dottori nel Tempio: una
delle prime manifestazioni
pubbliche del Messia
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Cardinale
Claudio Hummes
nel Seminario
18 Salvami Regina Gennaio 2007
PRIMA DI PARTIRE PER ROMA
Un calice e una patena sono stati i regali
degli Araldi del Vangelo al Cardinale Claudio
Hummes, come simbolo di gratitudine filiale.
el Seminario Mi-
nore degli Araldi,
la mattina del 20
novembre, il tim-
bro della campana
aveva qualcosa di diverso. Annuncia-
va un avvertimento di grande giubilo
per listituzione: la visita del Cardina-
le-Arcivescovo di San Paolo. La pre-
senza del Cardinale Claudio Hummes
tra gli Araldi aveva un significato mol-
to speciale, in quanto Sua Eminen-
za, prima di partire per Roma al fine
di assumere lalto incarico di Prefetto
della Congregazione per il Clero, ha
voluto far loro una visita di commiato,
manifestando cos, ancora una volta,
la sua sollecitudine verso questa realt
che fin dal primo momento egli aveva
accolto e incoraggiato.
La cura con la quale i giovani se-
minaristi facevano i preparativi per la
solenne Celebrazione Eucaristica de-
notava bene quanto essi fossero con-
sapevoli dellimportanza di quellav-
venimento. Si notava in loro un pul-
lulare di attivit pi intenso del soli-
to. Tutto per si calmato poco pri-
ma dellarrivo dellillustre porporato.
Il Cardinale Claudio Hummes e Padre Joo Scognamiglio
Cl (in alto) si intrattengono allegramente con i seminaristi. A
destra, davanti al padiglione delle aule di lezione, Padre Joo
Scognamiglio Cl descrive i futuri progetti del Seminario
Regalo simbolico fatto col cuore
Quando il corteo, preceduto dal-
la croce processionale, ha fatto il suo
ingresso e ha dato lopportunit al-
linconfondibile e paterna figura del
Cardinale Hummes di spuntare sulla
soglia, sono esplosi gli applausi che lo
hanno accompagnato durante tutto il
percorso, fino a occupare il suo po-
sto nel presbiterio, dove il Presiden-
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te Generale degli Araldi, Padre Joo
Scognamiglio Cl, gli ha diretto un fi-
liale saluto:
Il fatto che possiamo avere qui Vo-
stra Eminenza, prima di partire per as-
sumere la Presidenza della Congrega-
zione per il Clero, per noi un onore,
una gioia e un vero segnale di paterni-
t da parte di Vostra Eminenza verso
di noi.
Per questo desideriamo, in questo
momento, ringraziare tutto quanto Vo-
stra Eminenza ha fatto per noi, nel cor-
so di questi dieci anni di permanenza
in questa Arcidiocesi, e allo stesso tem-
po, manifestare la gioia per tutta quel-
labbondanza di meraviglie che ha la-
sciato in questa capitale, come il re-
stauro della Cattedrale, il restauro del
Seminario,senza dimenticare la predi-
cazione di un ritiro a Sua Santit il Pa-
pa Giovanni Paolo II, di felice memo-
ria.
Desideriamo, inoltre, allinizio di
questa Santa Messa, manifestare la
nostra gratitudine attraverso un sim-
bolo. Nella ricerca del simbolo avreb-
be potuto meglio esplicitare questa
gratitudine, non abbiamo trovato nul-
la di meglio di un calice e una pate-
na. In questo calice, noi collochiamo
quella goccia dacqua indispensabile
per la celebrazione della Santa Mes-
sa, quella goccia dacqua che la no-
Il Cardinale
William Levada visita la Casa
degli Araldi a Roma
Il Cardinale William Levada, al centro, sulla destra si vedono
Mons. Di Pascuale e Diac. Steven Schmieder, e a sinistra Diac. Jos
Francisco Hernndez e Don Steven Lopes
pesso le vie della Provvidenza hanno le loro apparenti casualit che, in
realt, non sono nientaltro che disegni eterni. Il modo con cui il Cardi-
nale Levada ha fatto conoscenza con gli Araldi del Vangelo su questa li-
nea. Fin dalleternit era nei piani di Dio che a Valencia (Spagna) e non a Roma,
il Prefetto della Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede sarebbe entrato
in contatto con questa Associazione.
In occasione del 5 Congresso Mondiale delle Famiglie, il Porporato ha ma-
nifestato il desiderio di assistere allarrivo del Papa da un luogo privilegiato per
la sua buona visibilit. Un amico, per questa ragione, lo ha invitato a farlo dalla
Casa degli Araldi, situata in una delle principali arterie di questa citt, da dove il
corteo del Pontefice sarebbe passato. Alla gradita sorpresa dellillustre ed inat-
tesa presenza, seguito linvito a visitare la Casa degli Araldi a Roma.
Nonostante le sue innumerevoli occupazioni, Sua Eminenza non si di-
menticato dellaccoglienza che aveva avuto a Valencia e ha voluto onorare gli
Araldi di Roma con una cordiale visita, avvenuta il 12 dicembre. Accompa-
gnato da Don Steven Lopes, il suo segretario personale, e da Mons. Angelo
Di Pascuale Cerimoniere Pontificio di cinque papi, Protonotario Apostolico
e attuale Assistente Spirituale degli Araldi del Vangelo , il Cardinale Levada
ha segnato indelebilmente, col sigillo della sua affettuosa paternit, gli annali
storici di questa Associazione.

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20 Salvami Regina Gennaio 2007
tutto quanto sia conveniente a Vostra
Eminenza. Voi, in qualsiasi parte del
mondo in cui ci troviamo. Stiamo in
59 paesi a servizio di Vostra Eminen-
za, per tutto ci che necessario.
Il nostro cuore triste perch per-
diamo un padre in questa Arcidiocesi.
Ma siamo contenti perch guadagnia-
mo un padre a Roma. Sappiamo per-
fettamente che verr continuato lo stes-
so tenore di relazioni mantenuto con
noi, con questi figli, con queste figlie,
che siamo noi. E sappia, che leterni-
t sar insufficiente per ringraziare Vo-
stra Eminenza per tutto quanto ha fat-
to per noi.
Ha messo a nostra disposizione in-
segnanti che erano sotto la sua autori-
t come il nostro carissimo Canoni-
co Adriano e il nostro Rev.mo Don Ta-
ni e ha voluto farci questa visita, pri-
ma di partire. Non troviamo luogo mi-
gliore che venire qui in questo Semina-
rio degli Araldi del Vangelo. La ringra-
zio moltissimo, Eminenza, dal pi pro-
fondo del cuore, simbolizzando e sinte-
tizzando con questo il ringraziamento di
tutti.
Ho una casa in 59 paesi...
Quando Padre Joo Scognami-
glio Cl ha terminato di pronuncia-
Il Cardinale Hummes prende atto del lavoro di evangelizzazione degli Araldi attraverso la corrispondenza
(sinistra) e benedice i funzionari che si occupano delle lettere (destra)
Visita alla Casa Madre degli Araldi: allarrivo, il Cardinale Claudio
Hummes dopo alcuni momenti di adorazione al Santissimo Sacramento,
perpetuamente esposto, ha percorso i vari ambienti delledificio
stra obbedienza, la nostra disposizio-
ne a porre nelle mani di Vostra Emi-
nenza le nostre vite, il nostro tempo,
la nostra capacit, i nostri sforzi per

Gennaio 2007 Salvami Regina 21


re queste parole, un corteo costituito
da giovani quelle di pi tenera et
del settore femminile, ha portato al
Cardinale Hummes il calice e la pa-
tena. Visibilmente compiaciuto, egli
li ha mostrati a tutti, in un applau-
so generale. Le sue parole di ringra-
ziamento hanno lasciato trasparire i
sentimenti traboccanti dal suo cuore
in quel momento:
Miei cari, vi voglio ringraziare, mol-
to commosso, per questo regalo. Poi
parler di pi, al momento dellomelia.
Ora, permettetemi soltanto alcune bre-
vi parole. chiaro che niente potreb-
be essere pi simbolico, per un sacer-
dote, di un calice e una patena, perch
il prete nato dallEucaristia, nato
per lEucaristia, in primo luogo, Mi-
nistro dellEucaristia, prima di qualsia-
si altra cosa.
Questo un simbolo molto grande
per me, che sono prete (vescovo anche,
ma prete), pastore, sacerdote, e perch
ho una responsabilit, ora, sui preti in
tutto il mondo. Anche se sempre, dico
la verit, chi si prende cura dei preti so-
no i vescovi. I superiori religiosi si pren-
dono cura dei loro preti. soltanto do-
po che anche la Congregazione si pren-
de cura dei preti. Ma, direttamente, essi
sono affidati alle cure dei loro vescovi e
dei loro superiori.
Per questo dico: un regalo mol-
to simbolico e molto bello. Per que-
sto motivo vi dico anche: io lo porte-
r, porter tutti nel cuore. Allo stesso
tempo, con tutta tranquillit mi sento
di dire che a partire da oggi, ho lim-
pressione di poter contare su una casa
in ognuno dei 59 paesi dove sono inse-
diati gli Araldi (applausi).
Andiamo a benedire il calice, per
usarlo gi in questa Messa, anche in
omaggio a tutti voi.
Un passo coraggioso,
benedetto da Dio
Alla fine della Celebrazione Euca-
ristica, il Cardinale Claudio Hummes
ha pronunciato le seguenti parole di
commiato:
Voglio ringraziare per laccoglienza
che ho ricevuto qui, e di cui sempre so-
no stato oggetto, da parte degli Araldi
del Vangelo. stato un privilegio e una
grazia molto grande che gli Araldi sia-
no nati nellArcidiocesi di San Paolo.
Mi ricordo del giorno in cui Joo (al-
lepoca), oggi Padre Joo, venuto col
suo gruppo a dire che stavano fondando
lassociazione di fedeli degli Araldi del
Vangelo. Cos, essi hanno fatto questo
passo decisivo, tanto coraggioso e bene-
detto da Dio. Voi potete ben vedere oggi
come Dio li ha benedetti, e come sono
cresciuti in tutto il mondo.
Celebrazione eucaristica nel Seminario, durante la quale sono stati offerti
al Cardinale Hummes un calice e una patena artisticamente decorati
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Il metodo preventivo
di Don Bosco
Thiago de Oliveira Geraldo
22 Salvami Regina Gennaio 2007
Educare non solo unarte. diventato una sfida, poich sempre
pi difficile orientare la giovent in senso contrario alla mentalit
dominante. San Giovanni Bosco ha trovato la chiave che
apre lanima del giovane allinfluenza del bene.
antenere la di-
sciplina in unau-
la di lezione co-
stituita da ado-
lescenti una
difficolt che, con alcune varianti, si
mostra tanto antica quanto la civilt.
I maestri di SantAgostino potrebbe-
ro dare una testimonianza preziosa a
questo riguardo. In altri tempi, i meto-
di usati erano molto pi diretti di quel-
li attuali e davano risultati immedia-
ti, proporzionali allenergia e alla for-
za della personalit del professore. In
ogni caso il problema di fondo sem-
pre lo stesso, oggi come ieri.
Leducazione non si riduce a riusci-
re a mantenere, dentro le pareti di una
classe, tutti gli alunni in ordine e silen-
zio, in modo che il professore possa tra-
smettere con efficacia i suoi insegna-
menti. Il buon educatore deve saper
forgiare la personalit dei suoi discepo-
li, correggendo i difetti, stimolando le
qualit, facendo loro amare i principi
che orienteranno la vita. In una buona
educazione, la formazione religiosa oc-
cupa il posto principale, poich senza
amor di Dio e lausilio della grazia nes-
suno riesce a vincere le cattive inclina-
zioni e praticare stabilmente la virt.
Dalla teoria alla pratica...
In teoria, tutto questo molto fa-
cile... Ma, come metterla in pratica
nel mondo doggi, in cui tanto nume-
rose e attraenti sono le sollecitazioni
verso il male e gli educatori sentono
la crescente difficolt di esercitare la
loro influenza sui giovani?
Il problema era gi scottante al-
lepoca di San Giovanni Bosco. La
societ di allora stava vivendo grandi
trasformazioni, soprattutto di menta-
lit. La giovent, sempre avida di no-
vit, si allontanava dalla religione e
perdeva la rotta.
Don Bosco faceva il miracolo
molto pi grande di tutti quelli da lui
realizzati di attirare e formare gio-
vani che ormai non si lasciavano pla-
smare dagli antichi metodi educativi e
si sottraevano allazione della Chiesa.
Tentativi di penetrare il segreto
del metodo preventivo
Erano talmente sorprendenti i ri-
sultati ottenuti dal fondatore dei sale-
siani che molti dei suoi contemporanei
cercavano insistentemente di strap-
pargli il segreto del suo successo.
Questa stessa intenzione lebbe
il rettore del seminario maggiore di
Montpellier, quando invi una lettera
a Don Bosco, chiedendogli il segreto
della pedagogia da lui utilizzata: Ot-
tengo dai miei bambini tutto quello che
desidero, grazie al timor di Dio infuso
nei loro cuori fu la risposta.
Non soddisfatto, il rettore invi
una seconda lettera, ma a questa il
Santo non seppe rispondere, poich
non aveva mai fatto uno studio sulla
materia. Il libro da cui egli traeva gli
insegnamenti era la sua stessa vita.
Fiducia: lo strumento
del buon educatore
Conversando sullo stesso argo-
mento con il cardinale Tosti, a Roma,
una mattina del 1858, San Giovanni
Bosco gli disse: Vede, Eminenza,
impossibile educare bene la giovent
se non se ne conquista la fiducia. In
seguito, per dargli un esempio con-
creto, egli lo invit ad accompagnarlo
in Piazza del Popolo, dove facilmente
avrebbero incontrato gruppi di gio-
vani a giocare e avrebbe potuto di-
mostrare lefficacia del suo metodo.
Quando per scese dalla carrozza,
la torma di bambini che giocava nel-
la piazza fugg correndo. Certamen-
te avevano pensato che questo prete
Gennaio 2007 Salvami Regina 23
veniva a fare loro una piccola predi-
ca o a riprenderli per qualche man-
canza. Il cardinale era rimasto den-
tro il veicolo, assistendo alla scena e
si divertiva, pensando che quel primo
insuccesso avrebbe indotto Don Bo-
sco a desistere. Ma costui non si la-
sci abbattere e, in pochi minuti, con
la sua vivacit e irresistibile bont,
aveva una piccola mol-
titudine di giovinetti in-
torno a s che si diver-
tivano con i suoi gio-
chi ed erano entusiasti
della sua bont. Giun-
to il momento di ritirar-
si, essi formarono due
file davanti alla carroz-
za, per acclamare il sor-
ridente sacerdote men-
tre passava. Il cardinale
ebbe difficolt a crede-
re a quello che stava ve-
dendo...
Evitare il peccato:
lessenza del metodo
preventivo
Insomma, come fa-
ceva San Giovanni Bo-
sco ad attirare la gio-
vent?
Come primo obiet-
tivo, lui pretendeva di
evitare ogni e qualsia-
si tipo di peccato, fa-
cendo uso di una gran-
de vigilanza, accompa-
gnata da amorosa solle-
citudine. Non in un modo schiaccian-
te e glaciale, ma paterno ed affettuo-
so. A questa tattica di condurre i gio-
vani, il santo educatore diede il nome
di metodo preventivo, in rapporto
allaltro allora in voga, denominato
repressivo, il quale aveva per fon-
damento i castighi.
Questo esemplare formatore del-
la giovent non perdeva mai locca-
sione di bloccare lavanzamento del
male. Anche durante le ricreazioni, il
suo sguardo attento riusciva subito a
scoprire dove stava la rissa o da do-
ve provenivano parole riprovevoli e,
senza indugio, risolveva la confusio-
ne con abile giovialit, poich egli era
lanima dei divertimenti, come i suoi
alunni testimoniavano. Non rare vol-
te, egli sfidava tutti i bambini, in un
colpo solo, a fare una corsa. Allora
alzava la sottana, contava fino a tre e
lasciava quella turba di giovani dietro
proverava era attraverso una parola
fredda, uno sguardo triste, una ma-
no ritratta, o un qualsiasi altro segna-
le discreto di delusione per qualche
mancanza. Ma i risultati dimostra-
vano che questa forma di correzione
era estremamente efficace.
Una sera, subito dopo le orazioni,
Don Bosco voleva rivolgere ai bam-
bini alcune parole be-
nefiche, prima che an-
dassero a dormire, ma
tale era la confusione
che egli non riusc ad
ottenere silenzio. Do-
po alcuni minuti di at-
tesa, comunic loro:
Non sono contento di
voi! Andate a dormire.
Questa sera non vi di-
co nulla. A partire da
quel giorno non fu mai
pi necessario usare
una campanella affin-
ch i ragazzi facessero
silenzio.
Potrebbe, tuttavia,
sorgere un dubbio ri-
guardo a un tale me-
todo. Questa vigilan-
za per evitare il pecca-
to non avrebbe finito
per togliere la libert al
giovane?
La natura umana
fatta per lequilibrio:
non soffocare la liber-
t n, molto meno, per-
mettere indisciplina
sfrenata. Questo connubio, San Gio-
vanni Bosco seppe ottenerlo mirabil-
mente. Nonostante tutta la vivacit e
laffetto nel relazionarsi con i giova-
ni, questi mantenevano sempre un at-
teggiamento di rispetto e ammirazio-
ne verso il loro maestro.
Gioia, condimento indispensabile
Il clima nel refettorio dellOrato-
rio era una conferma di questo rap-
porto armonioso, quando Don Bosco
impiegava pi tempo per terminare il
suo pasto, per il quale era arrivato in
di s: Don Bosco arrivava sempre per
primo. Quando ormai aveva 53 an-
ni, lasciava ancora gli spettatori stu-
pefatti per la sua agilit, poich non
perdeva mai una corsa con gli alunni
dellOratorio.
Soavit nel rimprovero
San Giovanni Bosco non dava mai
castighi corporali, nella convinzione
che questo avrebbe soltanto incita-
to i cuori alla rivolta e avrebbe chiuso
lanima del giovane ai consigli saluta-
ri. La maniera con la quale egli rim-
Unardente devozione a Maria Ausiliatrice uno dei punti
essenziali del metodo preventivo di San Giovanni Bosco
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24 Salvami Regina Gennaio 2007
ritardo. Non appena gli altri superio-
ri uscivano, una moltitudine di giova-
ni entrava correndo e occupava tutto
la sala, non lasciando neanche un po
di spazio libero. Alcuni si avvicinava-
no talmente che quasi accostavano le
loro teste alle spalle di lui, altri si ap-
poggiavano alla spalliera della sua
sedia e i pi piccoli si infilavano sot-
to il tavolo. Quale non era la sorpresa
commossa del Santo nel vedere quelle
testoline uscire da l sotto, con lunico
scopo di restare pi vicine al loro pa-
dre. La libert con cui quei giovinet-
ti si approssimavano a lui e la venera-
zione che gli tributavano costituivano
realmente un quadro commovente.
Unoccasione come questa era
uneccellente opportunit per fare il
bene. Lo zelante sacerdote ne appro-
fittava allora per raccontare una storia,
dare un buon consiglio, fare domande,
fino a che la campana indicava lora
dellorazione della sera, ossia, la fine
di questo commovente convivio.
Come si vede, la gioia deteneva
un importante ruolo nel metodo edu-
cativo di Don Bosco. Con questa, il
Santo voleva rendere la vita lieta e
creare la disposizione giusta affin-
ch i bambini aprissero lanima allin-
fluenza sua e al soprannaturale. Uno
dei mezzi che utilizzava erano i gio-
chi e i divertimenti, ai quali lo stesso
educatore partecipava.
In uno di questi giochi, egli alli-
neava tutti i bambini in ununica fi-
la e raccomandava loro: Attenzione!
Fate tutto quello che faccio io. Chi non
fa quello che faccio io, esce dal gioco.
Detto questo, cominciava il suo per-
corso, ora correndo con le braccia in
aria, ora facendo gesti spettacolari,
batteva le mani, saltava con una gam-
ba sola, fingeva di fermarsi dietro un
albero, ma subito dopo usciva corren-
do di nuovo. In questo modo, li intrat-
teneva e creava un clima di gioia.
Con tali mezzi e, soprattutto, con
la grazia divina, San Giovanni Bosco
riusciva a portarli ad amare Dio con
gioia. A questo scopo, la musica era
uno strumento prezioso, al punto che
lui diceva che una casa senza musica
come un corpo senzanima.
Assiduit verso i Sacramenti
e devozione alla Madonna
La perseveranza possibile sol-
tanto con lassiduit ai Sacramenti e
unardente devozione alla Madonna.
Nella confessione, Don Bosco pa-
cificava le coscienze, infondeva fidu-
cia nelle anime, conduceva i suoi gio-
vani penitenti a Dio. Una bella de-
scrizione di queste confessioni la pro-
pone Huysmans, scrittore cattolico
del sec. XIX:
Il nostro Santo, che portava nel-
laspetto la bonomia di un vecchio vi-
cario dellintimo, attirava vicino a s
il bambino che aveva terminato lesa-
me di coscienza e, prendendolo per
il collo, lo avvolgeva col braccio si-
nistro e faceva appoggiare al piccolo
Negli incontri dei giovani degli Araldi del Vangelo la gioia la nota dominante
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Riscattando valori...
in compagnia della famiglia
Scuola Araldi
del Vangelo Internazionale
Estrada do Capuava-Ponta Por, 1080 - Granja Viana
Embu/Sao Paulo - Cep: 06846-090 Brasile
Tel.: (0055 11) 4778-0801 / 0806 - www.colegioarautos.com.br
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Gennaio 2007 Salvami Regina 25
penitente la testa sul suo cuore. Non
era pi il giudice. Era il padre che
aiutava i figli, nella confessione tante
volte penosa delle mancanze pi pic-
cole.
Per mezzo della comunione fre-
quente San Giovanni Bosco voleva
fortificare lanima dei giovani contro
gli attacchi infernali. Per lui, la Prima
Comunione avrebbe dovuto essere
fatta il pi presto possibile: Quando
un bambino sa distinguere tra il pane
comune e il Pane Eucaristico, quan-
do lo si ritiene sufficientemente istrui-
to, non necessario guardare allet.
Venga subito il Re del Cielo a regnare
in questanima.
Seguendo i saggi consigli mater-
ni, Don Bosco fece della devozione
a Maria Santissima, sotto la bella
invocazione di Maria Ausiliatrice,
una colonna di spiritualit dei sale-
siani: Se arrivi ad essere prete gli
ripeteva affettuosamente mamma
Margherita propaga senza sosta la
devozione alla Madonna.
Metodo preventivo e grazia divina
In realt, il metodo preventivo di
Don Bosco una forma adattata al-
le nuove generazioni e pienamente
attuale di predisporre i giovani ad
essere flessibili allazione della grazia
divina. essa la vera causa del suc-
cesso sorprendente di questo grande
educatore che ha segnato la sua epo-
ca, fino ai nostri giorni, col suo me-
todo innovatore trasmesso ai suoi se-
guaci, i sacerdoti salesiani e le figlie
di Maria Ausiliatrice.
Musica, catechismo,
sano intrattenimento
e intensa orazione
formano un
insieme armonico che
attrae i giovani a
Ges (nelle foto,
aspetti del programma
Futuro e Vita,
degli Araldi del
Vangelo)
M
26 Salvami Regina Gennaio 2007
ARALDI NEL MONDO ARALDI NEL MONDO
ugire anahoro ya Kri-
stu (La pace di Cri-
sto sia con voi). Con
questo saluto, Em-
manuel Batagata,
fervente e apostolico Araldo del Vangelo
in Ruanda, chiude le email che invia alla se-
greteria centrale degli Araldi. Instancabile
divulgatore della devozione alla Madre di
Dio, in ogni messaggio annuncia la forma-
zione di nuovi gruppi dellApostolato del-
lIcona, chiede pi oratori e medaglie per
i partecipanti, riferisce le sue esperienze di
evangelizzazione e ringrazia vivamente per
laiuto ricevuto.
Vorrei dirvi egli scrive che il lan-
cio dellApostolato dellIcona ha susci-
tato un grande movimento tra i cristiani
della nostra parrocchia. Ora ogni sabato
la chiesa piena e noi ci rivolgiamo tut-
ti a Ges e a Maria. Ieri sono stato nel-
la Capitale e ho potuto verificare la sete
che le persone hanno del Cuore Imma-
colato di Maria.
In unaltra lettera, egli aggiunge, pie-
no di zelo e partecipazione nella sua re-
sponsabilit di cristiano: Pregate per la
mia famiglia, a che Ges e Maria ci gui-
dino e a che noi possiamo dare sempre
il buon esempio a tutte le famiglie par-
tecipanti.
Cos lo Spirito Santo va suscitando in
tutta lAfrica evangelizzatori pieni di de-
dizione che si sforzano di accendere nei
cuori la devozione al nostro Redentore e
alla sua Santissima Madre.
Camerun A Yaound, lAraldo Paul Ekpe (in alto a sinistra, mentre porta lIcona), evangelizzatore
infaticabile, promuove processioni, fa visita alle case e forma nuovi gruppi di famiglie.
Ruanda Benedizione di oratori il primo sabato di novembre. In alto, Don
Lon, il parroco di Rango, con lAraldo Emmanuel Batagata; in basso, i
membri di un gruppo recentemente costituito e la sua coordinatrice.
LAfrica ha sete di Maria
M
ARALDI NEL MONDO
Gennaio 2007 Salvami Regina 27
ARALDI NEL MONDO
ugire anahoro ya Kri-
stu (La pace di Cri-
sto sia con voi). Con
questo saluto, Em-
manuel Batagata,
fervente e apostolico Araldo del Vangelo
in Ruanda, chiude le email che invia alla se-
greteria centrale degli Araldi. Instancabile
divulgatore della devozione alla Madre di
Dio, in ogni messaggio annuncia la forma-
zione di nuovi gruppi dellApostolato del-
lIcona, chiede pi oratori e medaglie per
i partecipanti, riferisce le sue esperienze di
evangelizzazione e ringrazia vivamente per
laiuto ricevuto.
Vorrei dirvi egli scrive che il lan-
cio dellApostolato dellIcona ha susci-
tato un grande movimento tra i cristiani
della nostra parrocchia. Ora ogni sabato
la chiesa piena e noi ci rivolgiamo tut-
ti a Ges e a Maria. Ieri sono stato nel-
la Capitale e ho potuto verificare la sete
che le persone hanno del Cuore Imma-
colato di Maria.
In unaltra lettera, egli aggiunge, pie-
no di zelo e partecipazione nella sua re-
sponsabilit di cristiano: Pregate per la
mia famiglia, a che Ges e Maria ci gui-
dino e a che noi possiamo dare sempre
il buon esempio a tutte le famiglie par-
tecipanti.
Cos lo Spirito Santo va suscitando in
tutta lAfrica evangelizzatori pieni di de-
dizione che si sforzano di accendere nei
cuori la devozione al nostro Redentore e
alla sua Santissima Madre.
Mozambico Testimoniare pubblicamente la fede una necessit di ogni
battezzato. Per questo i nuovi Cooperatori Araldi dopo la cerimonia di
ammissione hanno fatto una processione per le strade del quartiere Mavalene, a
Maputo, portando la statua del Cuore Immacolato di Maria.
LAfrica ha sete di Maria
28 Salvami Regina Gennaio 2007
Brasile Nella cattedrale della Madonna Aparecida,
a Montes Claros (Minas Gerais), 140 partecipanti
dellApostolato dellIcona hanno fatto la loro consacrazione
a Ges per mano di Maria. Padre Caio Newton, degli Araldi,
ha presieduto la cerimonia.
Colombia La statua pellegrina del Cuore Immacolato
di Maria ha percorso varie regioni di questa Nazione. Nel
Collegio Policarpa Salavarrieta, a Sincelejo, gli alunni
acclamano la Madre di Dio.
El Salvador Grazie al Cuore Immacolato di Maria, le
case si sono trasformate in chiese domestiche. E stata
affollata processione nella Parrocchia di San Giovanni
Nonualco, di San Salvador, dopo la quale sono stati
consegnati 5 nuovi Oratori.
Equador Chi devoto alla Santissima Vergine ha
trovato la stella che illuminer tutta la sua vita. Ad
Ambato, diversi collegi hanno ricevuto la visita della
statua Pellegrina della Madonna di Fatima.
Inghilterra Pellegrinaggio di Araldi inglesi al
Santuario di Aylesford, dove la Madonna del Carmelo
ha consegnato lo scapolare a San Simone Stock. Qui si
venera il cranio di questo santo carmelitano.
Messico A Morlia, la Parrocchia della Divina
Provvidenza ha accolto la statua dellImmacolato Cuore
di Maria. Il pellegrinaggio nelle case ha ravvivato nelle
famiglie la devozione alla Madre di Dio.
Gennaio 2007 Salvami Regina 29
Brasile LArcivescovo Primate, Cardinale
Geraldo Maggella Agnelo, in una solenne
Celebrazione Eucaristica nella Cattedrale
di Salvador, ha cresimato 30 giovani Araldi
e ha presieduto latto di ammissione di 18
cooperatori di questa associazione.
Italia Tradizionale processione dellImmacolata Concezione,
a Roma, presieduta dal Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario
di Stato. Su invito del parroco, Mons. Giacomo Ceretto, gli
Araldi hanno fatto la guardia donore a Sua Eminenza.
Portogallo La casa degli Araldi a Lisbona ha avuto la gradita occasione di accogliere il suo Cardinale- Patriarca, S.E. Jos
Policarpo. Dopo la celebrazione dellEucaristia, egli ha risposto a varie domande dei presenti, specialmente dei pi giovani.
Costa Rica Inaugurazione del Presepio, con effetti
di luce, suono e movimento, nella Casa degli Araldi, a
San Jos. Mons. Osvaldo Padilla, Nunzio Apostolico, ha
presieduto latto e ha benedetto il Presepio.
C
Gaspare, Baldassarre e
Melchiorre: re o magi?
30 Salvami Regina Gennaio 2007
NOVIT DI UN PASSATO IMMORTALE
LEpifania, pi conosciuta come Festa dei Re Magi, stata oggetto di grandi
commemorazioni, fin dai primordi della Chiesa. La nostra Torta dei Re una
reminiscenza di questa solennit, che non rimaneva limitata allambito liturgico.
Ma, come nata? quello che ci racconta la rivista francese LAmi du Clerg,
in uno dei suoi primi e ormai storici numeri.
ome i pastori docili al ri-
chiamo della voce del-
langelo, ci affrettiamo
ad andare alla grotta di
Betlemme, dove adoria-
mo Dio che promette il Regno dei Cie-
li a chi imiter la sua infanzia.
Ecco per che unaltra festa, tutta
fatta di gioia e speranza, ci riconduce
al rifugio del Salvatore per celebra-
re la sua Epifania, la sua manifesta-
zione, agli uomini, del fatto che Lui
amore e carit. Immaginiamo di esse-
re alla vigilia di questa antica solen-
nit. Le campane intonano i loro ac-
cordi pi argentini, i bambini e gli an-
ziani poveri, con un canto innocente,
vanno a chiedere, in nome della Ver-
gine Maria, una parte del dolce servi-
to alla festa dei Re: la parte di Dio.
Il digiuno, ai primi tempi
del Cristianesimo
Alla vigilia di questa festa, i pri-
mi cristiani avevano lusanza di di-
giunare. Solamente gli orientali, pe-
r, conservarono questo costume, a
causa del Battesimo solenne che nei
loro riti conferito in questa notte
da loro denominata il giorno delle
sante luci.
Intorno al secolo XI, in Occidente
si cominci a ritenere che un auste-
ro digiuno non era compatibile con la
gioia della Nativit del Signore, la cui
commemorazione si prolungava fino
alla festa dellEpifania. Cos, il digiu-
no fu limitato. Il giubilo non si limi-
t alla soppressione del digiuno, poi-
ch, come scrive Guglielmo, Vescovo
di Parigi, nel secolo XIII si accende-
vano fal nelle piazze pubbliche, co-
me alla vigilia della festa di San Gio-
vanni Battista.
Gi nel secolo IV, la festa dellEpi-
fania era talmente importante che,
secondo il racconto di Amien- Mar-
cellin, autore pagano, limperatore
Giuliano, che veniva da Parigi ed era
di passaggio nel Delfinato, non os
mancare allUfficio divino in questo
giorno, per paura di diventare sospet-
to di apostasia. Alcuni anni pi tar-
di, limperatore Flavio Valente, con-
tagiato dallarianesimo, ebbe il timo-
re di non essere pi considerato prin-
cipe cristiano se non fosse stato visto
personalmente alla celebrazione del
Santo Ufficio in questo giorno. Nel
suo elogio a San Basilio, San Grego-
rio Nazianzeno descrive limpressio-
ne causata al Cesare romano dalla
munificenza delle cerimonie liturgi-
che, come anche dalla maest di San
Basilio allaltare e lo sgomento che
lui, imperatore, sent, per il miscono-
scimento delle sue ricche offerte.
Chi erano i Re Magi
I Magi attributo che designa uo-
mini saggi ed esperti di astronomia
erano ricchi e potenti. Un folto nu-
mero di autori attribuisce loro il ti-
tolo di re e la Chiesa giustifica que-
sta opinione, presentando ladora-
zione dei Magi come il compimento
di questa profezia di Davide: I re di
Tarsis e delle isole porteranno offerte,
Gennaio 2007 Salvami Regina 31
i re degli Arabi e di Saba offriranno tri-
buti (Sl 72, 10).
Lautore Sandini osserva con acu-
tezza che, con i loro cammelli, i Magi
hanno potuto compiere il viaggio dal-
lArabia a Gerusalemme nellarco di
otto giorni; i cinque giorni che man-
cano per arrivare alla data delladora-
zione la quale, secondo SantAgosti-
no e San Tommaso, avvenne il 13 gior-
no dopo la nascita di Ges Bambino
sono pi che sufficienti per i preparati-
vi del viaggio e lincontro con il re Ero-
de. Fissando la festa del-
lEpifania il 6 gennaio, la
Chiesa sembra confer-
mare questa opinione
ormai tanto antica.
Illuminati dalla gra-
zia e lasciandosi guidare
dalla misteriosa meteo-
ra, cos come in tempi
pi antichi il popolo di
Dio nel deserto, i Ma-
gi si misero in cammino
per conoscere il re dei
Giudei, la cui stella era
loro appena apparsa.
La notizia di un re
appena nato mise Geru-
salemme nello scompi-
glio. Si riunirono sacer-
doti e dottori, si consul-
tarono le profezie e su-
bito Betlemme fu designata come la
citt natale dellAgognato dai Popoli.
Felici per questa informazione, i
Magi sentirono raddoppiare la loro fe-
de. Non appena ebbero oltrepassato le
mura della Citt Santa, la stella nuova-
mente li precedette nel loro cammino
per fermarsi finalmente in cima al luo-
go dove si trovava ladorabile Bambino.
Secondo lopinione pi comune,
fu nella stessa stalla dove Ges nac-
que che essi si prosternarono davan-
ti a Colui che, dal fondo del suo pre-
sepio, li aveva attratti dallOriente,
chiamando a S, nelle loro persone,
tutti i popoli della paganit.
La Tradizione ci ha conservato i no-
mi venerati dei tre Re Magi, dei quali
la Cattedrale di Colonia si vanta di pos-
sedere le reliquie: Melchiorre, augusto
anziano, offr oro al Re Ges; Gaspare,
nel fulgore della giovent e della bel-
lezza, offr incenso, per proclamare la
sua divinit; Baldassarre, di colore mol-
to scuro, offr al Salvatore mirra, a te-
stimonianza della sua immortalit.
Origine della Torta dei Re
Non si pu tralasciare, in questa ras-
segna, il festeggiamento della Torta
dei Re. La sua origine risale al seco-
lo XIV. In quellepoca era usanza fare
regali uscivano dalla sacrestia e, can-
tando il Vangelo, scendevano alla par-
te inferiore della chiesa, preceduti da
una stella di fuoco. Poi salivano al co-
ro e, giungendo al passo del Vangelo in
cui si dice che i Magi adorarono il Sal-
vatore, essi andavano fino allaltare, si
prosternavano davanti al celebrante e
gli offrivano i loro regali. Si ritiravano
in seguito dal lato opposto a quello dal
quale erano venuti.
Tanto alla vigilia quanto nel gior-
no dellEpifania, terminato lUfficio,
il canonico re offriva
ai suoi confratelli, che
componevano la sua
corte, un pasto durante
il quale egli era trattato
come un re.
La fava nella
Torta dei Re
Per quanto riguarda
lelezione di un re, i lai-
ci non vollero essere da
meno degli ecclesiasti-
ci. Ogni famiglia deside-
r avere il suo re, la cui
scelta era fatta a sorte.
Le torte facevano parte
dei banchetti dei nostri
antenati. Se ne invent
una speciale per lEpifa-
nia, contenente una fa-
va. Chi riceveva la fetta nella quale si
trovava la fava, veniva proclamato re.
Questo monarca di un giorno ave-
va per corte la sua famiglia e i suoi
amici. Siccome la sua sovranit si
esercitava a tavola, si rese necessa-
rio segnalarne una nota di distinzio-
ne durante i pasti. Cos, in suo onore,
tutti acclamavano quando lui beveva:
Il re beve, viva il re!
* * *
Questa forma di celebrazione conti-
nua ancora ai nostri giorni in vari pae-
si dEuropa, costituendo una delle feste
liturgiche commemorate ampiamente
nella sfera temporale.
(LAmi du clerg, Ano 2, No. 1,
1/1/1880)
nelle chiese delle rappresentazioni tea-
trali dei misteri della nostra fede.
In un registro della chiesa di Santa
Maddalena, a Besanon (Francia), si
trova la narrazione di come si rappre-
sentava lEpifania.
Alcuni giorni prima della festa, i ca-
nonici sceglievano uno di loro al quale
davano il nome di re, perch egli avreb-
be dovuto impersonare il ruolo del Re
dei Re. Si collocava per lui un trono nel
coro e un ramo di palma gli serviva da
scettro. Egli era il celebrante fin dal-
le prime vigilie. Nella Messa, tre cano-
nici il primo vestito di una dalmatica
bianca, il secondo di una rossa e il ter-
zo di una nera, ognuno con una coro-
na in testa e un ramo di palma in ma-
no, seguiti da tre paggi che portavano i
Adorazione dei Re Magi: oro, incenso e mirra per
riconoscere la regalit, la divinit e lumanit di Ges
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Lassassino e linnocente
Carlos Tonelli
32 Salvami Regina Gennaio 2007
La fiducia che la giovane Teresa riponeva nella
misericordia divina, le dava la certezza che questo
sventurato sarebbe stato perdonato. Chiese a Dio un
segnale... e questo segnale le fu dato!
n Enrico Pranzini, le quali-
t naturali ed i vizi si dispu-
tavano la supremazia. Par-
lava alla perfezione varie
lingue e aveva viaggiato in
molti paesi. Avventuriero, si era arruo-
lato nellEsercito delle Indie ed era an-
dato a combattere in Afganistan. In se-
guito offr i suoi servigi allImpero rus-
so per combattere in Sudan.
Nel 1887, eccolo a Parigi, dove eb-
be una relazione con la ricca e triste-
mente famosa Regina de Montille.
Con lintenzione, a quanto sembra, di
impossessarsi della fortuna di questa
sventurata donna, la strangol a san-
gue freddo, insieme a sua figlia di do-
dici anni e ad una sua cameriera.
Catturato per questo triplice as-
sassinio, proclam con cinica arro-
ganza la sua innocenza e trascor-
se i suoi ultimi giorni di vita a leggere
libri osceni. Invano vari sacerdoti gli
fecero visita in prigione: non dava se-
gno alcuno di pentimento e si vanta-
va di non temere la condanna eterna.
Ges ha fatto di me una
pescatrice di anime
Il fatto ebbe ripercussioni in tut-
ta la Francia e giunse a conoscienza
di una graziosa giovane di quattordici
anni, residente nella cittadina di Li-
sieux: Teresa Martin, la futura Santa
Teresina.
Proprio in quei giorni, Teresa sen-
tiva nella sua anima un pressante ap-
pello di Ges, che lei stessa descrive
cos: Egli ha fatto di me una pescatri-
ce di anime. Ho sentito un grande desi-
derio di lavorare per la conversione dei
peccatori. (...) nel guardare una fotogra-
fia di Nostro Signore Crocifisso, mi ha
commosso il vedere il sangue che cor-
reva da una delle sue mani divine e mi
ha causato una grande pena la consi-
derazione che questo sangue era cadu-
to a terra senza che nessuno cercasse di
raccoglierlo, e ho deciso di mantenermi
in spirito ai piedi della Croce per riceve-
re questo Divino Balsamo e distribuir-
lo alle anime. (...) io ardevo dal deside-
rio di strappare dalle fiamme dellinfer-
no le anime dei grandi peccatori.
Ecco comera la santa Pescatrice
di Anime quando Pranzini fu con-
dannato a morte. Ella si mise in cam-
po per liberarlo dalla condanna eter-
na: preg, fece sacrifici e fece celebra-
re una Messa, con questintenzione.
La sua fiducia nella misericordia
divina le dava la certezza che questo
sventurato sarebbe stato perdona-
to, anche se non si fosse confessato e
non si fosse nemmeno mostrato pen-
tito. Intanto, lei diceva, ho chiesto
a Ges soltanto un segnale di penti-
mento, semplicemente per la mia con-
solazione.
E questo segnale le fu dato!
Il mio primo figlio
Il giorno seguente a quello del-
lesecuzione, lei lesse nel giornale La
Croix la descrizione dettagliata degli
ultimi minuti di vita del criminale:
Alle cinque meno due minuti, men-
tre gli uccelli cinguettano sugli albe-
ri della piazza e un mormorio confu-
so si eleva dalla moltitudine (...) si apre
la porta della prigione e appare palli-
do lassassino. Il cappellano, Don Fau-
re, si mette davanti a lui, egli respin-
ge il sacerdote e i carnefici. Eccolo da-
vanti alla ghigliottina verso cui il boia
Deibler lo spinge. Un aiutante, collo-
cato dallaltro lato, gli afferra la testa,
per mantenerla ben stretta per i capel-
li sotto la lamina pronta a cadere. Pri-
ma, per, forse un lampo di pentimen-
Associazione Madonna di Fatima -
Maria, Stella della Nuova Evangelizzazione
N
Calendario/2007 con i principali
insegnamenti di Fatima
Gennaio 2007 Salvami Regina 33
to attraversa la coscienza del crimina-
le. Pranzini chiede al cappellano il cro-
cifisso e lo bacia due volte. La lamina
cade subito dopo e quando uno degli
aiutanti afferra per le orecchie la testa
tagliata, la conclusione che se la giu-
stizia umana soddisfatta, forse que-
stultimo bacio ha soddisfatto anche la
Giustizia Divina, la quale chiede, so-
prattutto, il pentimento.
La futura Patrona delle Missioni
rese grazie a Dio per questo suo pri-
mo peccatore convertito, il mio pri-
mo figlio scrisse, emozionata, nei
Manoscritti Autobiografici.
* * *
Fin tanto che Santa Teresina ri-
mase in vita, utilizzava il denaro che
accumulava nel suo salvadanaio per
ordinare una Messa per lanima di
Pranzini, tutti gli anni, il giorno 31
Agosto, anniversario dellesecuzio-
ne del condannato. Abitudine questa
che, con il debito permesso della su-
periora, conserv anche nel Car.
In alto, Santa
Teresina a 15
anni. A lato, i
Buissonnets,
residenza
della famiglia,
dove Teresa
Martin ha
trascorso la
sua infanzia
el 2007 ricorre il 90 anni-
versario delle apparizio-
ni di Nostra Signora di Fa-
tima, in Portogallo. Con lintenzione
di dare la massima divulgazione alle
richieste ed alle promesse fatte dal-
la Santissima Vergine, lAssociazio-
ne Madonna di Fatima Maria, Stel-
la della Nuova Evangelizzazione ha
preparato per il 2007 un calendario
mariano molto speciale.
Qui in terra, gli uomini segnano
i giorni, le settimane, i mesi nel ca-
lendario; in Cielo, invece, il nostro
Angelo Custode scrive nel Libro
della Vita le nostre orazioni e ope-
re buone. E cos, ogni giorno che
passa, vissuto con spirito cristiano,
non soltanto un ricordo buono o
cattivo che rimane dietro di noi, ma
un gradino che saliamo per unirci
di pi a Ges e Maria.
I membri e gli amici dellAsso-
ciazione Madonna di Fatima Ma-
ria, Stella della Nuova Evangelizza-
zione nel collocare nelle loro case,
o nei loro posti di lavoro il calenda-
rio, esprimono lofferta di tutta la
loro attivit, come pure di tutti i lo-
ro sacrifici che lanno nuovo, certa-
mente richieder.
In questo senso, una frase del Pa-
pa Benedetto XVI stampata nel ca-
lendario potr servire da preghiera
quotidiana:
Maria vegli sui pastori e sul po-
polo cristiano; guidi i passi dei Po-
poli per il pieno compimento della
volont del Signore e ottenga per
tutti la pace: pace nei cuori, nelle
famiglie e tra i popoli. Possa il mes-
saggio di Fatima essere sempre pi
ricevuto, compreso e vissuto in tut-
te le comunit.
Il calendario del 2007 ha anche
una finalit evangelizzatrice. Nella
condizione di Madre indicibilmente
affettuosa, la Madonna ci ha trasmes-
so gli appelli del suo Cuore Immaco-
lato. Ella venuta a Cova da Iria per
collocarsi a fianco di questo mondo
ammalato del peggiore di tutti i ma-
li, che il peccato, per soccorrerlo,
ed assisterlo in tutti i suoi bisogni e
necessit, e versare sulle sue doloro-
se piaghe il celeste balsamo delle sue
benedizioni e misericordie.
Per questo, lAssociazione Ma-
donna di Fatima ha dato la massi-
ma evidenza nel calendario ai prin-
cipali insegnamenti del messaggio
di Fatima. Nei mesi da maggio ad
ottobre, sono riportati una frase, un
consiglio o una richiesta della Ma-
donna. I restanti mesi, riferiscono,
invece, alcuni dei numerosi ed im-
portanti insegnamenti dellAngelo
della Pace, che dopo una minuziosa
catechesi diede la prima comunio-
ne ai Pastorelli. Nel mese di dicem-
bre risalta la promessa incondizio-
nata e piena di speranza della Ma-
donna allumanit: Alla fine, il Mio
Immacolato Cuore trionfer!
In ogni mese, in primo piano,
spicca limmagine della Madonna,
cos tutti coloro che consulteran-
no il calendario, troveranno nel-
lo sguardo di Maria un invito a ri-
spondere al suo materno appello
che porter sollievo e consolazione
in tutte le difficolt della vita.
M
LA PAROLA DEI PASTORI
Esigenza, la chiave di
una buona formazione
In visita al Centro di Formazione e Seminario San Tommaso dAquino,
degli Araldi del Vangelo il Cardinale Claudio Hummes ha dato importanti
orientamenti pastorali ed insegnamenti per chi si dedica alleducazione in
generale o alla formazione dei futuri sacerdoti. Trascriviamo di seguito la
versione integrale dellilluminata omelia.
Cardinale Claudio Hummes
Prefetto della Congregazione per il Clero
iei fratelli e mie
sorelle, un saluto
speciale al caro
Padre Joo Sco-
gnamiglio, al Ca-
nonico Jos Adriano, a tutti i sacerdoti
e diaconi degli Araldi del Vangelo.
con grande gioia che vengo qui
oggi in visita innanzitutto alla comu-
nit chiaro, le persone sono sem-
pre pi importanti ma anche a ve-
dere tutto questo complesso del Se-
minario San Tommaso dAquino, co-
struito per il servizio degli Araldi,
della Chiesa e della societ. Real-
mente, sono molto sorpreso e felice
di vedere tutto questo progresso del-
la vostra Associazione e della Socie-
t di Vita Apostolica. Il modo in cui
state progredendo degno di ammi-
razione. Operare in 58 paesi dimo-
stra un progresso via via maggiore e
pi rapido.
Qui sta la mano di Dio
Tutto questo, certamente, non po-
trebbe esistere se non ci fosse la ma-
no di Dio. Io riconosco qui la mano
di Dio. Lui Colui che sta qui, che fa
sorgere le meraviglie del suo Spirito.
Egli cos vario! talmente vario lo
Spirito che sta, di fatto, arricchendo
la Chiesa di una diversit molto gran-
de di nuove comunit, di nuove for-
me di vita consacrata, nuove forme
associative di laici cattolici, di laiche
cattoliche. Ve ne una grande fiori-
tura in tutto il mondo. Voi fate parte
di questo slancio dello Spirito Santo,
di questa felice manifestazione dei
suoi doni e carismi, che portano alla
Chiesa nuove spiritualit, nuove me-
todologie di lavoro, nuove forme di
convivenza in comunit. Insomma,
una ricchezza molto grande, che dob-
biamo riconoscere e per la quale dob-
biamo ringraziare Dio.
Lapprovazione pontificia,
una grande responsabilit
Gi San Paolo diceva che la Chiesa
gli Apostoli e i suoi successori deve
saper discernere e conservare, ossia,
appoggiare quello che buono, santo
e giusto. Correggere quello che non va
bene. La Chiesa vi ha gi manifestato
questo appoggio, approvandovi in am-
bito pontificio. Mondiale, pertanto.
Voi avete ricevuto la grazia della Chie-
sa, che questo riconoscimento.
Allo stesso tempo, una grande
responsabilit essere sempre molto
fedeli e saper interpretare in che di-
rezione va la Chiesa, come si pu aiu-
tare la Chiesa, come si pu dare ap-
poggio alle sue iniziative, in ogni luo-
go in cui vi troviate. Questo laltro
lato della medaglia. Essa accoglie,
riconosce, e si aspetta da voi questa
presenza viva, fedele, missionaria ed
evangelizzatrice e nella Chiesa e
con la Chiesa nel mondo di oggi.
Perch essa deve essere una presen-
za nel mondo di oggi che sia una luce,
come diceva il Concilio: luce dei po-
poli, lumen gentium.
La Chiesa riflette la luce
di Cristo nei popoli
Ges Cristo la luce dei popoli,
come diceva il vecchio Simone. Egli
la trasmette alla sua Chiesa, che co-
me uno specchio che riflette questa
luce nei popoli.
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Noi tutti dobbiamo essere Chiesa
che riflette, di fatto, Ges Cristo nel
mondo. Noi viviamo nel mondo, sia-
mo sementi in mezzo al mondo, se-
menti di trasformazione del mondo,
affinch il Regno di Dio si stabilisca,
cresca e possa manifestarsi.
Siamo noi che, liberamente, lascia-
mo che Dio regni in noi. Questo il
Regno di Dio: lasciare Dio regnare in
noi! Egli bussa nel nostro cuore, noi
apriamo la porta e Lo lasciamo entra-
re e regnare. Cos, dobbiamo aiutare il
mondo ad aprire le sue porte, affinch
Dio possa regnare. Dio non forza le
porte, nemmeno la nostra! Egli ci invi-
ta, ci sollecita, ci chiama. Egli ci impor-
tuna, nel senso buono del termine. Egli
sta sempre dietro di noi e, cos, dietro a
tutta quanta lumanit, perch Egli non
vuole perdere nessuno! Lumanit tut-
ta chiamata alla santit, chiamata a
salvarsi. La volont di Dio che tutti si
salvino. Pertanto, la Chiesa deve aiuta-
re lumanit ad aprire le porte, come
diceva Giovanni Paolo II Che si apra-
no le porte a Ges Cristo, che si aprano
totalmente le porte affinch Ges Cri-
sto possa entrare.
Dobbiamo condurre il
mondo a Ges Cristo
Noi, che siamo suoi seguaci, suoi
discepoli e discepole e soprattut-
to noi, pastori dobbiamo condurre
il mondo a Ges Cristo. Non condur-
lo a noi, ma a Ges Cristo. Vogliamo,
chiaro, che egli stia con noi, faccia
parte della nostra convivenza frater-
na: noi siamo il popolo di Dio, il po-
polo di fratelli,ma noi conduciamo, in
verit, il mondo a Ges Cristo.
Questo vorrei che fosse ben sottoli-
neato. Lo stesso Vangelo di oggi ci par-
la a questo riguardo, parla di un cieco
che stato guarito. Con quanta gioia
e fede, ha ricevuto quella guarigione!
Egli gridava: Ges, figlio di Davide!
Egli, cieco, aveva gi certamente udito
parlare di Ges, era giunto alla conclu-
sione che Ges doveva essere il Messia.
Perch il Messia doveva essere discen-
dente di Davide. Per questo, egli grida:
Ges, figlio di Davide!. Era, pertan-
to, una manifestazione di fede che que-
sto Ges era proprio il Messia.
Ges, che aveva fatto tanti mira-
coli, perch non poteva farne uno an-
che per lui? Per questo egli gridava:
Signore, fa che io veda! in fondo al
cuore, ogni persona umana dice que-
sto. Sebbene molte volte non sappia
dove sia la luce, vuole vedere, vuole
arrivare fino alla luce che la illumi-
ni. Ges questa luce. lunico che
pu, di fatto, illuminare lumanit.
E noi dobbiamo condurre le per-
sone dalle tenebre alla luce. San Gio-
vanni parla molto di questo contrasto
delle tenebre con la luce, come pure
parla molto anche della morte e del-
la vita. Ges la luce del mondo. Egli
stesso diceva: Io sono la luce del
mondo. Siate figli della luce. Seguite
la luce, uscite dalle tenebre!
Cristo non ha detto questo arrogan-
do a S la gloria, perch San Paolo dice
che Ges, persino, Si dimentic, per co-
s dire, della sua gloria divina, per farSi
uno di noi. Si umiliato, Si annichili-
to. Ma Egli vuole condurci alla vera lu-
ce, che Lui. Questa luce, che Lui e il
Padre, uno solo, con lo Spirito Santo,
lunica e vera luce. Dio abita nella luce
inacessibile. Egli la luce stessa, nella
quale noi distinguiamo la luce.
Una scienza senza Dio
genera tenebre
Dobbiamo portare il mondo a que-
sta luce, poich sappiamo che il mon-
do doggi ha ancora tenebre. Tene-
bre molto speciali, molto specifiche.
Il mondo postmoderno, scientifico,
che ha assistito ad un enorme progres-
so della scienza e della tecnologia, ha
perso, nel frattempo, la religione. Sen-
za dubbio, la scienza anche lei una
luce, come pure la tecnologia. Ma es-
sa pu essere una luce falsa. Nella mi-
sura in cui essa vuole essere lunica lu-
Il modo in cui state progredendo degno di ammirazione. Io vi
riconosco la mano di Dio.
ce, essa diventa tenebre. Quando essa
vuole essere lunica luce per il mondo,
il quale ritiene che soltanto la scien-
za abbia valore, cos come la tecnolo-
gia, allora questa luce si trasforma in
tenebre. Perch essa si dimentica che
non esisterebbe neppure, senza la Lu-
ce e la Verit, che Dio. Dio la Veri-
t. Dio la Luce. Quando si dimenti-
ca questo, il mondo comincia ad anda-
re nelle tenebre, la scienza finisce per
sviare lumanit dalla vera luce.
scere il progresso della scienza e del-
la tecnologia, ma portarla allinterno
di questa luce della fede.
Per questo dobbiamo avere anche
una qualificazione ed essere esperti
nelle cose della scienza e della tecno-
logia. Per questo tutti i membri della
Chiesa soprattutto quelli pi qualifi-
cati, i suoi pastori devono essere ben
preparati per poter oggi essere una lu-
ce nel mondo. Mi sento ispirato a par-
lare di questo, vedendo qui tutto quello
che anche voi state progettando e rea-
lizzando in termini di scolarizzazione.
Pertanto, di qualificazione, non solo di
voi stessi, ma anche dei figli di questa
nostra gente, dei giovani, degli adole-
scenti, dei bambini del nostro popolo.
Leducazione indispensabile, an-
che per il proprio Paese. Ma, ripeto,
deve essere uneducazione che non sia
mero tecnicismo, mero scientificismo,
in cui soltanto si crede nella scienza e
le persone ne vengono cos affascinate
che si dimenticano della loro fede reli-
giosa e della Luce Suprema, che Dio.
In questo aspetto delleducazione
religiosa nelle scuole, dobbiamo con-
tinuare ad essere molto forti, visto che
la scuola pubblica fa poco. La scuola
privata deve formare anche dal punto
di vista religioso i suoi alunni.
La formazione di voi stessi, dei vo-
stri sacerdoti, dei vostri membri, consa-
crati e non, deve essere molto speciale,
perch dovete essere capaci di riflette-
re la luce, che Ges, sulla scienza, sul-
la tecnologia, sulla vita culturale, fami-
liare, e sociale di oggigiorno.
Necessit di una selezione
rigorosa dei sacerdoti
Sulla formazione dei sacerdoti su
questo noi abbiamo voluto porre lac-
cento qui nellArcidiocesi di San Pao-
lo, negli ultimi anni, insistendo mol-
to creare condizioni significa, chiara-
mente, prima di tutto costruire semina-
ri adeguati, ma anche formare i sacer-
doti, fare una buona e rigorosa selezio-
ne. E parlo di rigorosa selezione! Es-
sa necessaria, perch i sacerdoti og-
gi necessitano di essere molto qualifi-
cati, essere in molto buone condizioni
per operare nel mondo, che non d lo-
ro pi quellappoggio che anticamen-
te dava. Oggi il sacerdote non ha pi
questo appoggio. Egli deve essere mol-
to pi forte, molto pi qualificato, deve
avere condizioni di gran lunga migliori.
Pertanto, necessaria una selezione ri-
gorosa, affinch egli sia messo in con-
dizione di vivere, nel mondo, con gioia
e per portare avanti felicemente il suo
ministero. necessaria una formazio-
ne, pertanto, esigente. Esigente!
Lesigenza, una prova di
fiducia nei giovani
Dico questo anche per i giovani che
sono qui. Quando si parla di esigenza,
il giovane, in un primo momento, si
spaventa. In fondo,per, ad egli piace
che si sia esigenti con lui. Perch, se
non si esige nulla da lui, ritiene di non
valere nulla, di non essere capace di
nulla. Il che vuol dire che non si crede
in lui. Se siamo esigenti, perch sia-
mo convinti che egli sia capace. Allo-
ra, il giovane deve rallegrarsi quando
si esige da lui, perch questo mostra
che si ha fiducia, del fatto che capa-
ce di crescere, di essere quello che gli
si sta chiedendo di essere.
in effetti cos, poich Dio d la
grazia e noi abbiamo molta pi capa-
Due ali che portano alla
verit: fede e ragione
necessario riconoscere la scien-
za, necessario riconoscere la tec-
nologia, necessario riconoscere la
grande capacit della ragione uma-
na, ma, come diceva Giovanni Paolo
II, fede e ragione devono essere due
ali che ci portano alla verit piena. La
scienza ci porta alla verit delle co-
se create, ci aiuta ad intenderle. Es-
sa per soltanto una delle ali. Senza
laltra che la principale, la fede
camminiamo nelle tenebre.
molto importante questa pre-
senza che significa anche una pre-
senza qualificata. I papi hanno detto
questo, ultimamente. Il Papa attuale,
pi che mai, insiste in questo dialogo
tra la fede e la razionalit, che risco-
pre la razionalit della fede; ricono-
Fede e ragione devono essere
due ali che ci portano alla verit
cit di quel che pensiamo. Io dico so-
vente che i nostri limiti sono sempre
molto pi in l di quel che pensiamo.
Quando ci impegnammo, scopriamo
che Dio ci ha dato un grande capita-
le di capacit. Noi usiamo poco le no-
stre capacit, invece dovremmo usar-
le molto, per il bene dellumanit e
del prossimo.
Importanza dellevangelizzazione
delle famiglie
Che voi siate, allo stesso tempo,
missionari nel mondo, molto evange-
lizzatori, facendo di Ges Cristo una
buona novella per la nostra gente,
per le nostre famiglie.
Io insisto molto nelle visite alle
famiglie. Ascoltiamole, creiamo fi-
ducia affinch esse parlino, preghia-
mo con loro, leggiamo con loro un
brano del Vangelo, affinch prenda-
no labitudine di un piccolo incontro
con Ges Cristo e vedano che loro
possibile avere questo incontro con
Lui. Basta aprire il Vangelo e legge-
re un passo ed ecco che ci si trova
davanti a Ges Cristo! Essere mis-
sionari significa aiutare le famiglie
ad intendere questo, insegnare loro
ad incontrare Ges Cristo, a conver-
sare con Lui, a convivere con Lui, ad
avere intimit con Lui.
Aiutare a realizzare lideale
cristiano di societ
Che Ges Cristo sia, effettivamen-
te, una gioia per le persone, soprattut-
to le pi povere. Esse hanno bisogno
di aiuto pi che mai, perch sono vit-
time di una societ ingiusta, mal strut-
turata. Il sogno di Ges Cristo non
era quello di una societ nella qua-
le una met sta bene o molto bene, e
laltra met sta male o molto male.
Dobbiamo, allora, aiutare anche le
famiglie pi disagiate a trovare il cam-
mino per promuovere se stesse, per
uscire dalle loro necessit, dalla loro
povert, dalla loro miseria. Tutto que-
sto deve essere vinto, costituendo un
processo. Un processo che chieda an-
che lo dico sempre politiche pubbli-
che che dobbiamo esigere dal governo
affinch, di fatto, possiamo essere un
mondo pi fraterno e pi pacifico.
Tutto questo missione del sacer-
dote, dei consacrati, missione no-
stra, che ci riuniamo per servire Dio.
Anche questo il nostro grande com-
pito: condurre le persone a Ges Cri-
sto e che esse sentano che siamo loro
fratelli e vogliamo prenderci cura an-
che di loro, quando sono bisognose.
Dal malato al povero, dal disperato al
peccatore che non sa pi cosa fare del-
la vita e ha perso il senso dellesisten-
za, fino a colui che ancora conosce il
senso della sua vita, ma vive in una po-
vert cos grande che la vita finisce per
essere molto complicata. Verso tutti
dobbiamo avere molto amore, e una
grande presenza presso di loro.
So che voi siete orientati verso
questo obiettivo e lo state metten-
do in pratica. Padre Joo Scognami-
glio insiste su questo con tutti voi. Ri-
tengo che sia questa la strada su cui
dobbiamo procedere: essere una pre-
senza della Chiesa, una presenza vi-
va ed evangelizzatrice, ossia, che fac-
cia di Ges Cristo una buona novella
per le persone e per lumanit, che sia
solidale con i pi sofferenti, peccatori
e poveri. Con i pi sofferenti dobbia-
mo essere partecipi, affinch anches-
si sentano il calore della loro Chiesa e
dei loro fratelli.
Io potrei rimanere qui a conversa-
re con voi non so per quanto tempo...
NellEucaristia, Ges morto
e risorto, sta in mezzo a noi
Grazie per laccoglienza. Andia-
mo ora a celebrare lEucaristia. Ges
Cristo, morto e risorto, star in mez-
zo a noi. Questo mi fa sempre pen-
sare al brano dellApocalisse che di-
ce che lAgnello sta davanti al Padre,
in piedi, come fosse immolato. Egli
risorto, ma con tutti i segni della sua
Passione. cos che Egli nellEuca-
ristia: in piedi, ma come fosse immo-
lato. Tutta la sua morte l presente,
insieme alla sua resurrezione.
Noi possiamo partecipare, cos,
unendo a Lui la nostra morte di tutti
i giorni, quando moriamo per il male
e rinasciamo per il bene. Sempre, tut-
ti i giorni, la sua morte e la sua resur-
rezione operano nella nostra vita nella
misura in cui, anche noi,ci alimentia-
mo di Lui stesso, che diventa la nostra
forza in questo costante morire e resu-
scitare, per resuscitare un giorno pie-
namente, alla fine dei tempi. Amen.
Lauditorio del Seminario Minore
degli Araldi del Vangelo, durante la
Celebrazione Eucaristica presieduta
dal Cardinale Claudio Hummes
necessaria una formazione
esigente. Esigente!
38 Salvami Regina Gennaio 2007
Laicismo alla rovescia
Chi ha optato per fare compere di
Natale nella rete multinazionale Ikea,
in Italia, ha notato la mancanza di un
articolo indispensabile per lambien-
tazione della festa: il Presepio. Il fat-
to tanto sorprendente che stato
ampiamente commentato nelle pagi-
ne dei giornali italiani, da intellettua-
li, politici e giornalisti. Motivo del riti-
ro del Presepio: non ferire i sentimen-
ti religiosi dei non-cristiani. Fatti simi-
li sono capitati in tutta Europa, sotto
il pretesto del laicismo o del rispetto
verso le altre religioni. Ci sono state
scuole che hanno sospeso le comme-
morazioni natalizie e perfino le musi-
che caratteristiche della festa.
Questo curioso laicismo o sup-
posto rispetto verso le altre religio-
ni giunge allestremo di rinunciare
a una fonte di lucro, come capita-
to nella rete di negozi Ikea, o addirit-
tura di impedire la libera espressione
dei sentimenti religiosi dei cristiani.
Il laicismo in che consiste, insom-
ma: nel dare libert a tutte le religio-
ni, o nel proibire che tutte loro si ma-
nifestino liberamente?
Il Natale in Giappone
Il Natale sta diventando un ap-
puntamento sempre pi importante
per i giapponesi, informa una nota
della BBC.
Infatti, sebbene il giorno del-
la nascita di Cristo non sia festivo
in Giappone, aumenta ogni anno la
popolarit delle festivit natalizie
in questo paese dove molto esiguo
il numero di cristiani.
Cos, nel 2002, una gioielleria eu-
ropea ha montato in un antico palaz-
zo di Tokio lalbero di Natale pi ca-
ro del mondo: stato addobbato con
1000 carati di diamanti e altre pietre
preziose, per un valore di quasi 9 mi-
liardi di euro.
In novembre 2006, stata inau-
gurata a Tokio una scuola per in-
segnare agli alunni come svolge-
re bene, presso i bambini, il ruolo
di Babbo Natale. Infine il parco ac-
quatico di Hakkeijima, a Yokoha-
ma, ha presentato come spettacolo
di Natale uno show di delfini che
rimasto in cartellone dal 21 novem-
bre fino al 25 dicembre.
Insieme a suo marito, il Presiden-
te dellUganda Museyeni, promuo-
ve un programma che incentiva lasti-
nenza per combattere lAIDS. Grazie
a questultimo, la trasmissione del vi-
rus crollata del 75% in varie regioni
di questo paese.
Il primo libro
di Benedetto XVI
Ges di Nazaret Dal battesi-
mo nel Giordano alla Trasfigura-
zione il titolo del primo libro del
Papa Benedetto XVI, gi consegna-
to alla Libreria Editrice Vaticana.
Teologo di fama universale, Ratzin-
ger ha scritto gi numerose opere di
grande profondit dottrinaria, che
hanno fatto epoca nella storia della
Chiesa. Questa, per, sar la prima
ad uscire dalla sua penna in quanto
Papa. Il suo lancio, secondo una no-
ta divulgata dal servizio informati-
vo del Vaticano, avverr durante la
prossima primavera.
Processione
Eucaristica in India
Secondo informazioni dellAgen-
zia Fides, oltre 60mila fedeli han-
no partecipato alla processione eu-
caristica realizzata a Shillong, capi-
tale dello Stato indiano di Megh-
laya, in novembre. Lorazione Ngi
wan ban mane ia Me Jisu (Ges,
siamo venuti ad adorarVi) era sul-
le labbra di tutti i partecipanti. In
unautomobile decorata con magni-
ficenza, il Vescovo di Tura, Mons.
George Mamalassery, ha condotto
il Santissimo Sacramento per tutta
la citt, mentre migliaia di perso-
ne aspettavano devotamente lungo
le strade. La radio e la televisione
hanno trasmesso la grande manife-
stazione di fede, che durata cir-
ca tre ore, portando a tutti la Buo-
na Novella sotto forma di orazione
e inni sacri.
Hanno prodotto un grande ef-
fetto sui presenti le parole proferi-
te da Francis Najope, Ministro del-
lEnergia dello Stato di Manipur.
Uganda: i giovani sono
invitati a praticare la castit
La moglie del Presidente del-
lUganda, Signora Janet Museye-
ni, ha visitato lUniversit Cristiana
Mukuno dellUganda, in occasione
della Giornata Mondiale della Lotta
contro lAIDS ed ha incoraggiato gli
studenti a vivere in amore, fede e pu-
rezza.
Non usate sotterfugi, non ponete la
vita in pericolo, utilizzando mezzi in-
ventati dalluomo, come i preservati-
vi, e sollevandovi contro il piano di Dio
per le vostre vite, ha affermato. Ha
inoltre chiesto loro di onorare i vostri
corpi come un tempio di Dio.
Sotto laltare maggiore della Basilica di San Paolo fuori le Mura, unapertura fatta dal servizio archeologico
del Vaticano permette di vedere il tumulo nel quale si trovano le reliquie dellApostolo San Paolo

N
Scoperta la sepoltura dellApostolo San Paolo
Gennaio 2007 Salvami Regina 39
on c mai stato alcun dubbio, negli ultimi
venti secoli, che il tumulo fosse qui ha af-
fermato lArciprete della Basilica di San Pao-
lo Fuori le Mura, Cardinale Andrea Cordero Lanza di
Montezemolo, nel presentare in unintervista collettiva
alla stampa, giorno 11 dicembre, il risultato delle recen-
ti scoperte archeologiche: In passato, esso era visibile,
in seguito fu visibile solo di tanto in tanto, fino a che fu
definitivamente coperto ha spiegato il porporato.
Effettivamente, lApostolo dei Gentili fu martiriz-
zato durante la persecuzione dellImperatore Nerone
e sepolto fuori Roma, sulla Via Ostiense. La Basilica
di San Paolo fu costruita dallImperatore Costantino
nel sec.IV, sul luogo della sua sepoltura. Successive di-
struzioni e ricostruzioni di questa Basilica finirono per
occultare il sepolcro, ora nuovamente scoperto.
Secondo il Cardinale Montezemolo, le indagini
archeologiche potranno continuare, con lanalisi del-
linterno del tumulo, solo dopo aver ottenuto il per-
messo dal Santo Padre.
Egli ha ricordato il sequestro e luc-
cisione di sua figlia Elizabeth, di ot-
to anni, avvenuto tre anni fa. Il fu-
nerale della piccola Elizabeth fu
celebrato nello stesso giorno del-
la processione eucaristica realizza-
ta nel 2003. Il Ministro apposita-
mente venuto da Imphal, Mnipur,
accompagnato dalla moglie per rin-
graziare il Signore per il dono del
perdono e per pregare insieme al-
le migliaia di fedeli che hanno te-
stimoniato la loro fede in Ges pre-
sente nellEucaristia.
10 Incontro Monastico
Latino-Americano
Si realizzato dal 6 al 13 novem-
bre, a Belo Horizonte (Brasile), il 10
Incontro Monastico Latino-America-
no, organizzato dalla CIMBRA Con-
biano vita in Lui (Cfr. Gv 10, 10)
dice un passaggio del Messaggio fi-
nale, firmato dallabate cistercense
Mons. Edmilson Amador Caetano,
Presidente dellUnione Monastica
Latino-Americana.
Martiri domenicani
in Ucraina
Ha avuto inizio a Lviv, Ucrai-
na, la fase diocesana del proces-
so di beatificazione di otto domeni-
cani assassinati dalla polizia segreta
sovietica nel 1941. Si tratta di Don
Justyn Spyrlak, priore del monaste-
ro di Czortov e di sette altri religio-
si. Il solenne rito dapertura del pro-
cesso, realizzato nella Cattedrale di
questa citt, ha visto la presenza del
Cardinale Marian Jaworski, Arcive-
scovo di Lviv dei latini.
ferenza di Intercambio Monastico
del Brasile.
Avendo come tema La pace be-
nedettina: dono e sfida nel contesto
dellAmerica Latina, levento ha
riunito monaci e monache di mona-
steri benedettini, cistercensi e trap-
pisti dellAmerica Latina e dei Ca-
raibi, contando sulla presenza de-
gli abati-generali di questi tre ordi-
ni religiosi.
Il nostro incontro a Belo Hori-
zonte stato unazione dello Spirito
affinch la vita monastica consegni
il dono insostituibile che il Signore
fa alla Chiesa latino-americana e ca-
raibica con questo carisma particola-
re: rendere i figli e le figlie di San Be-
nedetto costruttori e trasmettitori del-
la Pace, discepoli e missionari di Ge-
s Cristo affinch i nostri popoli ab-
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Film sulla vita dei
certosini: il miglior
documentario del 2006
40 Salvami Regina Gennaio 2007
Secondo lagenzia di informa-
zione polacca KAI, quattro dei re-
ligiosi furono assassinati nel mona-
stero, mentre gli altri, tra i quali il
priore, furono uccisi mediante col-
pi alla nuca in prossimit del fiume
Seret. Per finire, la polizia segreta
saccheggi il monastero, sparando
contro dipinti raffiguranti la Ma-
donna.
La causa di beatificazione di que-
sti otto religiosi la prima inizia-
ta dallArcidiocesi di Lviv per mar-
tiri della Seconda Guerra Mondiale.
(Radio Vaticana)
Il Papa e la musica
Per molti, la musica un semplice
intrattenimento o, al massimo, una
degna attivit culturale. Per il Papa
invece, ha una portata molto pi al-
ta, poich un mezzo per elevare lo
spirito a Dio.
Dopo il concerto del Philharmonia
Quartett Berlin, nella Sala Clementina
offerto al Santo Padre dal Presidente
della Germania, Horst Koehler Be-
nedetto XVI ha tessuto alcune consi-
derazioni sullarte musicale: La mu-
sica armonizza la nostra vita interiore.
(...) Nellambito della Chiesa, ci impe-
gnammo ad essere strumenti del gran-
de Compositore, la cui opera larmo-
nia delluniverso, ha affermato.
Due sacerdoti che sono
vissuti in tre secoli
Il sacerdote pi anziano della Ger-
mania, Don Konrad Fuchs chiamato
da Dio nel novembre del 2006, a 109
anni di et e 83 di sacerdozio per
poco non si guadagnato il titolo di
prete pi vecchio del mondo: Don Ni-
colaus Kao Se Tseien, monaco trappi-
sta di Hong Kong, lo ha superato con
una differenza di pochi mesi. Entram-
bi sono nati nellanno 1897, durante il
pontificato di Papa Leone XIII.
Per Don Nicolaus Kao Se Tseien,
il segreto della lunga vita consisti-
to nella virt della temperanza, nel-
lesercizio fisico e nellassiduit del-
la preghiera, a cui ha contribuito effi-
cacemente la rigorosa regola dei reli-
giosi trappisti.
Martirio di tre giovani
in Indonesia
In Indonesia, tre studenti cristia-
ni, di quindici anni di et, mentre fa-
l Grande Silenzio, film che presenta la vita quo-
tidiana dei monaci della Grande Certosa mona-
stero situato a Grenoble, nelle Alpi Francesi -, ha
ricevuto dallAccademia del Cinema Europeo il 1 Premio
nella Categoria Documentari.
Il filmato stato realizzato dallo stesso regista, Philip
Grning, che ha trascorso quattro mesi nella certosa re-
gistrando gli atti comuni della vita dei religiosi: canti del-
lUfficio, meditazione, orazioni, studi, lavori.
Nel concedergli lautorizzazione a filmare, labate ave-
va imposto soltanto la condizione di non usare la luce ar-
tificiale, non aggiungere commenti n qualsiasi tipo di
musica di fondo. In altre parole, doveva riprodurre esclu-
sivamente le scene e i suoni del monastero, nella loro au-
tenticit.
Nella decisione di attribuire a questa pellicola il 1
Premio, la giuria dellAccademia del Cinema Europeo ha
messo in rilievo la capacit di narrare la mistica della fe-
de e il nostro bisogno di calma e silenzio, in contrasto con
la vita moderna.
Aspetti della pagina web dedicata al film
(www.diegrossestille.de)
L
Il Papa consacra una nuova chiesa a Roma
Gennaio 2007 Salvami Regina 41
a solenne Liturgia della dedicazione di una chie-
sa un momento di intensa gioia spirituale per
tutti i parrocchiani. I fedeli della parrocchia ro-
mana di Santa Maria Stella della Nuova Evangelizzazione
hanno potuto constatare personalmente, il 10 dicembre, la
realt di questaffermazione di Benedetto XVI: in qualit
di Vescovo di Roma, Sua Santit ha consacrato al culto di-
vino la sua nuova e bella chiesa parrocchiale.
Questo edificio sacro si somma a pi di 50 altri co-
struiti negli ultimi anni in zone periferiche della citt,
grazie agli sforzi del Vicariato di Roma, alle offerte di nu-
merosi fedeli e allattenzione delle autorit civili ha detto
il Pontefice nella sua omelia.
Il Santo Padre ha ricordato anche limportan-
za fondamentale della parrocchia, soprattutto nel-
lattuale contesto sociale ampiamente secolarizzato:
Essa un faro che irradia la luce della fede e, cos, ri-
sponde alle sfide pi profonde e vere del cuore delluo-
mo, dando significato e speranza alla vita delle persone
e delle famiglie.
La prima chiesa consacrata dal Papa
Benedetto XVI, come vescovo di Roma
cevano ritorno a casa sono stati at-
taccati e decapitati da musulmani ar-
mati di catana. Questo caso ha pro-
vocato ripulsione da parte dellopi-
nione pubblica ed stato duramente
condannato dal presidente indone-
siano e dal Papa Benedetto XVI.
Musei Vaticani: 500 anni
di evangelizzazione
Pi di 4 milioni di persone hanno
visitato i Musei Vaticani nel 2006,
anno del suo 500 anniversario. Nel
discorso pronunciato nelludien-
za concessa ai funzionari di questa
istituzione, il Papa Benedetto XVI
ha considerato che, tra questi visi-
tatori, molti non sono cattolici, tan-
ti non sono cristiani e forse neppure
credenti.
Secondo il Pontefice, questo fa
riflettere sulla straordinaria respon-
sabilit dei Musei Vaticani, sotto il
punto di vista del messaggio cristia-
no. Laccostamento alla verit cri-
stiana mediato dallespressione arti-
stica o storica-culturale offre unop-
portunit in pi per parlare allintel-
ligenza e alla sensibilit delle perso-
ne che non appartengono alla Chiesa
Cattolica e a volte possono avere in
relazione a questa preconcetti e diffi-
denza ha detto.
Omaggio cinematografico
a Giovanni Paolo II
LUniversit San Paolo CEU di
Madrid, ha presentato in dicembre il
film cortometraggio intitolato Mira-
coli, prodotto con lobiettivo di pre-
stare un omaggio a Giovanni Pao-
lo II per le sue visite in Spagna, il suo
sorriso, e le sue parole, come ha spie-
gato Javier Figuero, regista del film e
professore della Facolt di Umanit e
Scienze della Comunicazione.
La pellicola, di nove minuti di du-
rata, narra linspiegabile guarigio-
ne di una monaca francese il pri-
mo miracolo attribuito ufficialmente
dalla Chiesa a Giovanni Paolo II e
le ostinate richieste di una bambina
paraplegica affinch i suoi genito-
ri la portassero in una chiesa gi co-
struita in onore di questo Papa, dove
lei sperava di essere guarita.
Il caso della religiosa france-
se, guarita dal morbo di Parkinson
esattamente due mesi dopo la mor-
te del Papa, stato confermato dal
postulatore della Causa di Canoniz-
zazione di Giovanni Paolo II, Don
Slawomir Oder. Sulla base di criteri
scientifici, i medici non sono riusci-
ti a dare una spiegazione in merito a
quanto successo, ha detto.
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42 Salvami Regina Gennaio 2007
La storia delle
elezioni dei Papi
Habemus Papam Le elezioni
pontificie da San Pietro fino a Bene-
detto XVI il nome dellesposizio-
ne inaugurata il 7 dicembre dal Se-
gretario di Stato del Vaticano, Cardi-
nale Tarcisio Bertone.
Installata nel Palazzo Apostoli-
co Lateranense, la mostra presen-
ta unampia selezione di opere dar-
te provenienti da collezioni. Come ha
evidenziato il Porporato, stata con-
cepita in una forma che, se da un la-
to offre la visione pi completa possi-
bile dellevoluzione storica del concla-
ve, dallaltro, non rinuncia a mettere in
risalto la misteriosa azione di Dio, che
con la sua provvidenza guida il cam-
mino della Chiesa, fondata su Pietro e
i suoi legittimi successori.
Il valore eminente di questa espo-
sizione, che coincide col 500 anni-
versario sia della Basilica di San Pie-
tro sia dei Musei Vaticani, quello di
facilitare la comprensione che, anche
se attraversa circostanze caratterizza-
te alle volte da fragilit umane e inte-
ressi politici, chi guida lelezione del
Sommo Pontefice sempre il Signo-
re. Cristo, con la forza del suo Spiri-
to, conduce la Chiesa affidandola al
suo Vicario sulla terra, il Papa. Que-
sti, anche quando sembra che abbia-
no prevalso intrighi e sotterfugi, mai
venuto meno alla sua missione.
Tra queste numerose iniziative,
stata organizzata una serie di con-
certi a Madrid, nei mesi di novembre
e dicembre, a carico dellOrchestra
Giovane di Galapagar e del Coro del-
la Famiglia Salesiana.
La Venerabile Margherita Occhie-
na considerata la prima e principale
collaboratrice di Don Bosco nata
il 10 aprile 1788 a Capriglio ed mor-
ta a Torino il 25 novembre 1856.
Il Cile opta per il diritto alla vita
Il giorno 21 novembre il tentativo
di introdurre laborto ha subito una
grande sconfitta nel Parlamento ci-
leno: 61 parlamentari hanno votato
contro il progetto di legge che ave-
va come obiettivo la depenalizzazio-
ne dellaborto praticato entro la 12
settimana di gestazione. La proposta
abortista ha ottenuto soltanto 21 vo-
ti favorevoli.
I vescovi del Cile, a loro volta
in un messaggio divulgato a chiu-
sura della 92 Assemblea Plenaria
della Conferenza Episcopale, rea-
lizzata dal 13 al 17 novembre -, han-
no evidenziato la necessit di di-
fendere il diritto e la dignit della vi-
ta umana, reiteratamente minacciata
da proposte riguardanti laborto. Di-
fendiamo anche la bellezza dellamo-
re e la vita familiare, di fronte a in-
terventi pubblici che non rispettano il
suo senso integrale.
Il Cardinale ha ricordato che la
storia della Chiesa , pertanto, storia di
fede, di amore e di dedizione. (VIS)
La mamma di San Giovanni
Bosco dichiarata Venerabile
La Congregazione per le Cau-
se dei Santi ha promulgato il Decre-
to che riconosce leroismo della vita
e delle virt di Margherita Occhiena,
madre di San Giovanni Bosco, cos
come la fama della sua santit.
Questo un avvenimento viva-
mente atteso da lungo tempo da tut-
ti i salesiani e per il quale ci preparia-
mo con molte iniziative in onore del-
la mamma di don Bosco, ha dichia-
rato il rettore-principale dei Sale-
siani, Don Pascual Chvez.
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APOSTOLATO MARIA REGINA DEL TERZO MILLENNIO
Lopera consiste nel portare di casa in
casa unicona con limmagine del Cuore
Immacolato di Maria, cos come apparve
a Fatima, che sar accolta, ogni mese in un
giorno stabilito da ciascuna famiglia parte-
cipante. Per loccasione si legger un bra-
no del Vangelo, seguito da alcuni minuti
di riflessione. Si reciter il santo Rosario
e finalmente si rinnover la consacrazione
della famiglia a Ges per mezzo di Maria.
Circostanza propizia per invitare parenti,
amici e vicini.
Ogni gruppo di 30 famiglie che desidera-
no ospitare licona una volta al mese, richie-
de lesistenza di un Coordinatore(trice),
che riceve dal parroco un mandato in que-
sto senso durante la cerimonia di conse-
gna ufficiale dellicona in chiesa. Chiun-
que pu essere Coordinatore(trice), me-
glio una coppia di coniugi.

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Viaggio Apostolico in Turchia
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Gennaio 2007 Salvami Regina 43
opo il ritorno dal-
la Turchia, il Santo
Padre ha fatto, nel-
lUdienza Generale
del 6 dicembre scor-
so, un bilancio di questo suo viaggio,
del quale il Servizio Informativo del
Vaticano (VIS) ha divulgato un rias-
sunto:
Anche i viaggi del Papa contri-
buiscono a realizzare la sua missio-
ne che si realizza in cerchi concen-
trici, ha egli detto. Ha poi spie-
gato che nel cerchio pi interno il
Successore di Pietro conferma i fe-
deli cattolici nella fede, in quello in-
termedio incontra gli altri cristiani e
nel pi esterno si rivolge ai non cri-
stiani e allumanit intera.
A questultimo cerchio ha corri-
sposto la prima giornata del Papa
in Turchia, durante la quale si in-
contrato con le autorit civili. Que-
sti contatti sono stati una parte mol-
to importante della visita, soprattutto
perch la Turchia un paese ad ampia
maggioranza musulmana ed regola-
ta, inoltre, da una costituzione che af-
ferma la laicit dello Stato. pertanto
un paese particolarmente rappresenta-
tivo della grande sfida che oggi si pre-
senta in ambito mondiale: da un la-
to, necessario riscoprire la realt di
Dio e limportanza pubblica della fe-
de religiosa, e dallaltro, garantire che
lespressione di questa fede sia libera,
senza degenerazioni fondamentaliste e
capace di ripudiare, pertanto, qualsia-
si forma di violenza.
Nella seconda giornata, Efeso,
Benedetto XVI entrato nel cer-
chio pi interno del viaggio, a contatto
diretto con la comunit cattolica, do-
ve in un clima di pace abbiamo pre-
gato per la pace nella Terra Santa e in
tutto il mondo.
Il cerchio intermedio, quello del-
le relazioni ecumeniche, ha occupa-
to la parte centrale del viaggio. Il Pa-
pa, seguendo le impronte di Paolo VI
e di Giovanni Paolo II, ha rinnovato
con Sua Santit Bartolomeo I, lim-
pegno reciproco di proseguire il cam-
mino verso il ristabilimento della co-
munione piena tra cattolici e ortodos-
si ed ha firmato col patriarca ecu-
menico una dichiarazione congiun-
ta che costituisce una tappa ulteriore
in questo cammino. Benedetto XVI
ha fatto visita anche al patriarca del-
la Chiesa Armena Apostolica, il me-
tropolita siro-ortodosso e il gran rab-
bino della Turchia.
Il Santo Padre ha concluso il
racconto del suo viaggio chieden-
do a Dio che aiuti il popolo tur-
co, i suoi governanti e i rappresen-
tanti delle diverse religioni a costrui-
re insieme un futuro di pace affinch
la Turchia possa essere un ponte di
amicizia e di collaborazione fraterna
tra lOccidente e lOriente.
1) Il Papa in preghiera
nel Santuario Casa
di Maria, ad Efeso;
2) Messa nella
Cattedrale dello
Spirito Santo, ad
Istambul
3)Incontro col
Patriarca Ecumenico
di Costantinopoli
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Le mele dorate
Carlo Toniolo
44 Salvami Regina Gennaio 2007
STORIA PER BAMBINIO PER ADULTI PIENI DI FEDE?
Un giorno Adamo si chiese se anche le piante gli avrebbero
obbedito. Si diresse verso uno degli alberi pi belli e gli
disse: Melo, dammi uno dei tuoi frutti.
ome erano incantevo-
li quei primi giorni della
creazione! Adamo nostro
padre camminava pieno
di meraviglia nel Paradi-
so, inebriato dai doni che Dio onnipo-
tente gli aveva gratuitamente concesso.
Il primo uomo era stato po-
sto come signore del Giardino del-
lEden. Egli subito cap che tutti gli
animali gli obbedivano, accorrendo
con gioia al suo richiamo, aspettan-
do i suoi ordini o richieste. Proba-
bilmente nei loro misteriosi istinti,
comprendevano quanto Dio voleva
bene ad Adamo, visto che passeg-
giava tutte le sere con lui e i due si
intrattenevano in lunghe e amiche-
voli conversazioni. Con riverenza,
decine di mammiferi, rettili e anfibi
osservavano a distanza e in silenzio
quelle divine passeggiate.
Un giorno, Adamo si chiese se an-
che le piante gli avrebbero obbedito.
Se la fauna contenta lo faceva, per-
ch allora non lo poteva fare anche la
flora? Si diresse verso uno degli albe-
ri pi belli: possedeva foglie di colo-
re simile ai nostri smeraldi e frutti di
un colore dorato capace di offuscare
qualsiasi oro fuori del paradiso. Ora,
quei frutti di cos bellaspetto si tro-
vavano su rami molto alti e Adamo,
alzando un po la voce, disse:
Melo, dammi uno dei tuoi frutti.
Questo, contentissimo per essere
stato la prima pianta ad essere chia-
mata da Adamo, curv uno dei suoi
rami come se fosse un braccio uma-
no e gentilmente gli offr il suo frut-
to migliore. Adamo lo assaggi e ne
apprezz moltissimo il sapore. Da al-
lora la mela divenne il suo frutto fa-
vorito.
Non dobbiamo meravigliarci del
fatto che a quellepoca le mele fosse-
ro dorate. opportuno ricordare che
in Paradiso tutto, assolutamente tut-
to, era migliore, pi bello e, di gran
lunga, superiore alle povere cose esi-
stenti sulla nostra terra.
* * *
La parte successiva di questa sto-
ria ben conosciuta. Adamo ed Eva
dettero ascolto alle insinuanti paro-
le del serpente e disobbedirono agli
ordini divini, come ci narrato nella
Genesi. Ma intanto, nulla ci impedi-
sce di immaginare la scena con alcu-
ni dettagli che non sono presenti nel-
la Sacra Scrittura.
Lalbero del frutto proibito era giu-
stamente il pi grande ed il pi bel-
lo di tutti i meli, collocato ben al cen-
tro del Giardino dellEden. La prima
coppia si avvicin ad esso ed il ser-
pente, temendo che essi potessero
vacillare, li istig: Suvvia! Adamo,
allora, si diresse al melo:
Dammi uno dei tuoi frutti.
Lalbero ebbe un dubbio crude-
le, una vera commozione interio-
re: da un lato, sapeva che ad Ada-
mo era proibito mangiare dei suoi
frutti, dallaltro, sentiva una gran-
de tristezza, poich era lunico al-
bero i cui frutti non sarebbero mai
stati assaporati dagli uomini. Cos,
un po riluttante ed un po soddi-
sfatto, abbass un ramo e gli conse-
gn la fatidica mela. Vedendo que-
sto, il serpente sibilava, con perfida
contentezza.
Il peccato di Adamo non pass
inosservato a Dio. Confusi e pie-
ni di dolore, i nostri progenitori fu-
rono espulsi dal Paradiso. Mentre
li condannava, Dio guard per un
istante verso il grande melo, il qua-
le raccolse le sue foglie, mentre tut-
ti i suoi frutti arrossivano per la ver-
gogna.
Nelluscire, Adamo port con s
nelle pieghe del suo vestito alcune
sementi di piante, perch non sape-
va ci che avrebbe trovato nel cru-
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dele mondo fuori del Paradiso. Esse,
effettivamente, furono utili. Il primo
pane, Eva lo fece dal frumento pro-
veniente da queste sementi. Sempre
da queste provennero altri cerea-
li, legumi e frutti. Intanto, una delle
maggiori speranze del triste Adamo
erano le sementi di mela. Dopo al-
cuni anni, i primi meli da lui pianta-
ti raggiunsero la loro maturit; pie-
no di nostalgia del Paradiso, egli an-
sioso ne aspettava i frutti. Prov una
grande delusione quando vide che le
mele non erano pi dorate, ma ros-
se, come nel giorno del suo triste
peccato.
Contemplando lalbero carico di
frutti vermigli, si ricord del Paradi-
so perduto. Dio avrebbe consentito
che gli restasse ancora del potere sul-
la natura? Esitante, si colloc davanti
allalbero e chiese:
Per favore... dammi uno dei tuoi
frutti.
Questo, per, rimase immobile.
Sospirando, Adamo e i suoi figli an-
darono a prendere alcune rozze sca-
le e con rassegnazione cominciarono
a raccogliere le mele, arrampicandosi
con le braccia ai tronchi ruvidi e bar-
collando sotto il peso dei cesti pieni.
Ma Adamo e i suoi discendenti
non furono gli unici a subire le con-
seguenze del grande e primo peccato,
poich sia gli animali che le piante,
per una misteriosa ereditariet, ser-
bavano il ricordo di tempi migliori.
Cos, anche quel melo soffr, per non
aver potuto consegnare il suo frutto a
colui che era stato il signore degli es-
seri creati.
Trascorsero i secoli ed ogni nuova
generazione di meli portava nel colo-
re dei suoi frutti il ricordo della ver-
gogna di quel triste avvenimento, e la
speranza che un giorno Dio li avreb-
be perdonati e avrebbe restaurato
sulla terra quellarmonia perduta nel
Paradiso.
* * *
Migliaia di anni pi tardi, un
gruppo di stanchi e assetati viaggia-
tori percorreva a piedi le polvero-
se strade che varcavano le frontie-
re dellantico regno di Israele. Il so-
le ardente li castigava e le loro gole
riarse anelavano a qualcosa che mi-
tigasse loro la sete.
Dopo una curva lungo il cammi-
no, si imbatterono in un albero alla
cui ombra decisero di riposare per
un po, trovandosi ancora molto di-
stanti dalla loro destinazione: la ter-
ra dei faraoni. Mentre recuperavano
le forze, si resero conto che si trat-
tava di un albero da frutto. Pi pre-
cisamente di un melo, un melo ca-
rico di frutti succosi, poich, nono-
stante fossero numerosi i viaggiato-
ri che passavano di l, essi pendeva-
no da rami molto alti e non poteva-
no essere colte con facilit.
Anche lalbero, nella sua mu-
ta percezione, sent la presenza dei
viaggiatori un rispet-
tabile anziano ed una
bella signora con un in-
nocente bambino tra le
braccia e, come aveva-
no fatto i suoi antenati,
si afflisse di non poter
consegnare loro le sue
succulente mele. Co-
me sarebbe stato felice
di poter calmare la sete
che essi avevano!
In quel momento, il
bambino fiss lo sguar-
do sul melo. Esso fu
scosso tutto da un brivi-
do, dalla radice fino alle
ultime foglie. Sebbene il
piccolo ancora non par-
lasse, esso sent nellin-
timo del suo essere co-
me se il dolce bambino
gli dicesse:
Dammi uno dei tuoi
frutti, perch ho sete!
Allora, per lo stupo-
re di coloro che passava-
no per di l ed anche del-
lo stesso albero, i suoi ra-
mi riacquistarono lan-
tica flessibilit; curvan-
doli, lalbero consegn
i suoi migliori frutti a quella piccola
famiglia. Quando il bambino diede il
primo morso con gusto alla sua mela,
questa miracolosamente divenne do-
rata! Una dopo laltra, divennero do-
rate anche quelle che sua madre e suo
padre mangiavanoe subito dopo, la
stessa cosa capit a tutte le altre me-
le. Pieno di gioia, il felice melo si rese
conto che i giorni di tristezza del pec-
cato originale sarebbero presto stati
consolati ed una nuova era stava per
aprirsi per tutta la creazione.
Stupito da quelle meraviglie, uno
dei viaggiatori esclam:
Chi questo bambino, alla cui pre-
senza la natura obbedisce e si trasfor-
ma?
Sorridendo soavemente, la signora
lo guard con bont e rispose:
- Si chiama Ges.
1. Beato Luigi Variara, sacerdote
(+1923). Missionario dellOrdine Sa-
lesiano, si dedic allapostolato con i
lebbrosi ad Agua de Dios, in Colom-
bia. Fond la Congregazione delle
Figlie dei Sacri Cuori di Ges e Ma-
ria, che oggi esiste in 10 paesi.
2. Festa della Presentazione del
Signore.
Santa Giovanna di Lestonnac
(+1640). Ancora molto giovane, rea-
g alle minacce della madre, calvini-
sta, che voleva costringerla a lasciare
la religione cattolica. Dopo la morte
del marito, fond la Societ delle Fi-
glie della Madonna, per la formazio-
ne cristiana di bambine bisognose.
3. San Biagio , vescovo e martire e
SantOscar, vescovo. Memorie facol-
tative.
Beato Giovanni Nelson, sacerdote
e martire (+1578). Sacerdote gesui-
ta messo a morte a Tyburn, Inghilter-
ra, perch si rifiutava di riconoscere il
supremo potere spirituale della regi-
na Isabella I.
4. V Domenica del Tempo
Ordinario.
San Gilberto di Sem-
pringham, sacerdote
(+1189). Consacratosi
al servizio di Dio e della
Chiesa fin dalla fanciul-
lezza, fond in Inghilter-
ra lOrdine monastico dei
Gilbertini. Mor a 106 anni.
5. SantAgata, vergine e
martire. Memoria obbliga-
toria.
Beata Francesca Mzire,
vergine e martire (+1794). Si
dedic alla cura dei malati e
alleducazione dei bambini
poveri. Venne decapitata du-
rante la Rivoluzione France-
se, per odio alla fede.
6. San Paolo Miki e compagni,
martiri in Giappone. Memoria obbli-
gatoria.
San Brinolfo Algotsson, vescovo
(+1317). Prelato insigne per la sua
scienza e dedizione alla Chiesa a Ska-
ra, Svezia.
7. Beati Anselmo Polanco, vescovo
di Teruel, e Filippo Ripoll, sacerdote,
ambedue martiri (+1939). Per la lo-
ro fedelt alla Chiesa, furono fucilati
durante la Guerra Civile Spagnola.
8. San Girolamo Emiliani, sacer-
dote. Memoria facoltativa.
Santa Giuseppina Bakhita, vergi-
ne (+1947).
SantOnorato di Milano, vescovo
(+570). Di fronte allimminenza del-
linvasione dei lombardi, salv la vita
di gran parte dei milanesi, inviando-
li a Genova.
9. San Rinaldo, vescovo (+1222).
Priore del monastero camaldolense di
Fonte Avellana, fu nominato vescovo
di Nocera. Esercit il ministero episco-
pale senza abbandonare il suo abito di
monaco n la regola monastica.
10. Santa Scolastica, vergine. Me-
moria obbligatoria.
Beato Ugo di Fosses, abate
(+1163). San Norberto, fondato-
re dei premonstratensi, essendo sta-
to nominato vescovo di Magdebur-
go, deleg la direzione dellOrdine
al Beato Ugo, che divenne abate del
monastero di Fosses, in Belgio.
11. VI Domenica del Tempo Ordi-
nario.
Madonna di Lourdes.
San Gregorio II, papa (+731). Di-
fese il culto delle immagini sacre al
tempo dellimperatore Leone Isauri-
co. Invi San Bonifacio ad evangeliz-
zare la Germania.
12. Beata Ombelina, badessa
(+1136). Consigliata da suo fra-
tello, San Bernardo di Chia-
ravalle, rinunci ai fasti del
mondo e, con il consenso di
suo marito, entr nel mona-
stero di Jully-les-Nonnais,
del quale divenne badessa.
13. Beato Giordano di
Sassonia, sacerdote (+1237).
Successore di San Domenico,
diresse per 15 anni lOrdine Do-
menicano. Durante la sua gestio-
Santi Cirillo e
Metodio (Chiesa di Santa
Maria di Tyn, Praga)
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ne, furono fondate 249 case e vennero
costituite sei nuove province.
14. Festa dei Santi Cirillo e
Metodio, Patroni dEuropa.
SantAntonino, abate (+830).
Monaco benedettino di Monte
Cassino. Quando questo mona-
stero fu distrutto dai lombardi,
si ritir ad una vita solitaria nei
pressi di Sorrento.
15. Beato Onesimo (+ sec.
I). Schiavo fuggitivo che San
Paolo Apostolo accolse e, nel
carcere, convert al Cristianesi-
mo, come lui stesso narra nel-
lepistola a Filemone.
16. Beata Filippa Mareri,
vergine (+1236). Figlia di nobi-
le famiglia, disprezz le ricchez-
ze e i fasti del mondo e abbrac-
ci la vita religiosa. In un castel-
lo donato dai suoi fratelli, fond
un monastero dove organizz la
vita claustrale secondo la regola
di Santa Chiara.
17. Sette Santi Fondatori dellOr-
dine dei Servi della Beata Vergine
Maria, Memoria facoltativa.
Beato Luca Belludi, sacerdote
(+1286). Proveniente da nobile fami-
glia e uomo di grande cultura, si fe-
ce religioso francescano a 25 anni. Fu
compagno e discepolo fedele di San-
tAntonio da Padova.
18. VII Domenica del Tempo Ordi-
nario.
Beata Gertrude Comensoli, ver-
gine (+1903). Fond a Bergamo la
Congregazione delle Suore Sacra-
mentine, adoratrici del Santissimo Sa-
cramento ed educatrici di bambine.
19. San Quodvultdeus, vescovo
(+439). Era vescovo di Cartagine
quando il re ariano Genserico invase
con i suoi vandali il nord Africa e fe-
ce imbarcare tutto il clero cartaginese
in una barca senza vele n remi, nel-
20. San Tiranio, vescovo e martire
(+311). Educato nella fede Cristia-
na fin da molto giovane, fu vescovo di
Tiro e ricevette la palma del martirio
ad Antiochia in Siria.
Beati Giacinta e Francesco Marto,
Pastorelli di Fatima.
21. Mercoled delle Ceneri, inizio
della Quaresima.
San Pier Damiani, vescovo e dot-
tore della Chiesa (+1072).
San Germano, abate (+667). Mor
assassinato da un gruppo di banditi,
nel monastero di Granval, Svizzera.
22. Festa della Cattedra di San
Pietro.
Beata Isabella di Francia, vergine
(+1270). Sorella di San Luigi IX, re
di Francia, rinunci ad un matrimo-
nio regio per dedicarsi ad una vita di
orazione e ascetismo. Fond a Lon-
gchamp, vicino a Parigi, il monastero
delle Monache Minori.
23. San Policarpo, vescovo e mar-
tire. Memoria obbligatoria.
Beata Giuseppina Vannini, vergi-
ne (+1911). Fond a Roma la
Congregazione delle Figlie di
San Camillo, per lassistenza
ai malati.
24. SantEtelberto (+616).
Re di Kent, in Bretagna. Con-
vertito da SantAgostino di
Kent, apostolo dellInghilter-
ra, fu il primo sovrano anglo-
sassone ad abbracciare la fede
in Ges Cristo.
25. I Domenica di Quare-
sima.
Beato Sebastiano Apari-
cio, religioso (+1600). Nato
in Spagna, emigr in Messi-
co, dove accumul una grande
fortuna, frutto della sua gran-
de capacit imprenditoriale.
Abbandon tutto per fare in-
gresso nellOrdine dei Frati
Minori, dove mor quasi cen-
tenario.
26. Beata Piet della Croce Ortiz
Real, vergine (+1916). Monaca spa-
gnola, fondatrice della Congregazio-
ne delle Suore Salesiane del Sacro
Cuore di Ges, per la formazione e la
catechesi dei bambini poveri.
27. Beata Maria della Carit del-
lo Spirito Santo Brader, vergine
(+1943). Religiosa francescana in
Svizzera, fu inviata in Colombia do-
ve fond la Congregazione delle Suo-
re Francescane di Maria Immacola-
ta. Concili molto bene la vita con-
templativa con lattivit missionaria.
Quanto pi intensa e visibile latti-
vit esterna diceva -, tanto pi pro-
fonda e fervorosa deve essere la vita
interiore.
28. SantIlaro, papa (+468). Scris-
se lettere sulla fede cattolica con le
quali conferm i Concili di Nicea,
Efeso e Calcedonia
Santa Scolastica (Monastero di
S. Cugat del Valles, Barcellona)
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la speranza di un naufragio quasi ine-
vitabile. Questa, per, approd a Na-
poli, dove il Santo mor come esule.

Incio de Almeida
Il Corteo dei Profeti
48 Salvami Regina Gennaio 2007
Nella citt di Congonhas do Campo (Brasile) le pietre
parlano. Miracolo dellarte che lo scultore brasiliano Antonio
Francisco Lisboa detto lAleijadinho (lo Sciancatino)
ha realizzato, nelle statue dei Profeti.
il 24 maggio del 1733.
Le strade scoscese di Vi-
la Rica, antica capitale
di Minas Gerais, si so-
no svegliate tutte fiorite,
piene di damaschi e sete. Le pietre pre-
ziose, loro, largento brillano nei luo-
ghi pi impensati...
Allora, con assoluto ossequio da
parte del popolo, si celebr la Mes-
sa nella Chiesa del Rosario officiata
con due cori di musica, nella quale
la ricchezza dei paramenti dei mini-
stri dava piacere agli occhi, elevazio-
ne ai cuori.
Oltre alla massa di fedeli venuti dai
dintorni da una distanza di quaranta
leghe, a confraternite, a rappresentan-
ti del clero, autorit civili e militari, sfi-
lavano anche pi di duecento figure in
vesti simboliche e allegorie varie.
Cinque archi di trionfo incrostati
doro e diamanti adornavano le vie.
In testa alla principale confrater-
nita si distingueva una costosa Croce
dargento con maniche di seta e fran-
ge doro ai lati. Veniva portata da ce-
roferari, accompagnata da due torcie-
re dargento ornate da capricciosi ara-
beschi. Era seguita dal sovrintendente
e da sacerdoti in casula, dalmatiche,
piviali, camici, manipoli e stole. Ange-
li vestiti alla tragica portavano vassoi
dargento pieni di fiori profumati, che
spargevano graziosamente per le stra-
de, e solo allora appariva il Divino ed
Eucaristico Sacramento sotto un pal-
lio cremisi.
Cos descriveva Simone Ferreira,
cronista dellepoca, la traslazione del
Santissimo Sacramento dalla Chiesa
del Rosario al nuovo tempio della Ma-
donna del Pilar. Concludeva dicendo:
Non c ricordo che si sia mai vista
cosa simile in Brasile, n risulta che si
sia fatto in America, un atto di maggior
grandezza.
Il Brasile, dalla sua scoperta, non
aveva mai contemplato una festivi-
t con tanto splendore e altrettanto
sfarzo. Per sempre questa processio-
ne sarebbe rimasta scolpita negli an-
nali della storia come Il Trionfo Eu-
caristico.
Nato schiavo, liberato
dal Battesimo
in questambiente di piet ed
opulenza che un bambino di appena
Ouro Preto, dove lAleijadinho ha vissuto i suoi primi anni, conserva nella
sua architettura tracce dellantico splendore
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tre anni di et prendeva i suoi primi
contatti con la magnificenza della li-
turgia cattolica.
Il suo nome: Antonio Francisco Li-
sboa, pi conosciuto col soprannome di
Aleijadinho (lo Sciancatino). Nato il 29
agosto del 1730, figlio dellartista por-
toghese Manoel Francisco da Costa Li-
sboa e di una schiava di nome Isabella,
ebbe per culla il paesino di Bom Suces-
so, appartenente allantica Vila Rica de
Nossa Senhora do Pilar de Albuquer-
que, pomposo nome che in tempi anti-
chi ostentava la citt di Ouro Preto.
Nacque schiavo secondo la legge
allora vigente, ma suo padre, con un
gesto pieno di simbolismo, lo affran-
c nel giorno del suo Battesimo.
Uno scultore barocco con
spirito medievale
Poco si sa sulla sua infanzia e ado-
lescenza. Ma, mentre i suoi coetanei
si avventuravano per trovare il metal-
lo dorato, tanto abbondante in quel-
le regioni, egli fin da molto presto so-
gnava un tesoro non meno affasci-
nante: larte cristiana.
naturale pensare che lAleja-
dinho si form con suo padre, allo-
ra impegnato nella costruzione di im-
portanti opere, come il Palazzo dei
Governatori. A ventanni fu avviato
come intagliatore nel laboratorio di
Coelho de Noronha. La sua maggio-
re attitudine si rivel nella difficile e
rara arte della statuaria.
Il lavoro non mancava a questo
mulatto di genio, poich le numero-
se confraternite esistenti nella Pro-
vincia, impegnate in una santa emu-
lazione, cercavano ognuna di costrui-
re chiese pi belle e sontuose.
Antonio Francisco era allora rico-
nosciuto come lartista pi completo
della sua generazione. Si susseguiro-
no decadi di creazioni in tutti i cam-
pi. La chiesa di San Francesco, a Ou-
ro Preto, di questo periodo. Fu con-
siderata da Germain de Bazin, con-
servatore del Museo del Louvre (Pa-
rigi), come uno dei monumenti pi
perfetti dellOccidente.
Nel disegnare una chiesa o prepa-
rare una decorazione, procedeva con
disinvoltura e faceva il barocco. Ma
come artista gotico che concep la
maggior parte delle sue statue. Co-
munque, come uno scultore del seco-
lo XVIII, che non ha fatto studi spe-
cifici e non mai uscito dalla sua pro-
vincia natale, trasse ispirazione nel-
larte del Medio Evo.
Secondo quanto si riferisce, sarebbe
arrivato alle sue mani un esemplare dei
celebri Libri delle Ore o della Biblia
Pauperum (Bibbia dei Poveri), poich
in tempi antichi, per facilitare al popolo
la conoscenza del Vecchio e del Nuovo
Testamento, si diffondevano bibbie ac-
compagnate da incisioni con paesaggi e
figure. Il Maestro Alejadinho, che sem-
pre cerc ispirazione nei libri sacri, cer-
tamente si sofferm a contemplare le
illustrazioni dei miniaturisti medievali
contenute in alcune di queste opere.
Il dolore scolp nella sua
anima la rassegnazione
Precisamente al culmine del suo
prestigio di artista, a cinquantanni di
I profeti nel Santuario del Buon Ges, capolavoro dellAleijadinho
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et, lo colp la malattia che lo avreb-
be portato alla morte: la lebbra.
Con il progredire della malattia, il
suo aspetto diventava sempre pi de-
solante. Perse tutte le dita dei piedi,
cominci a camminare in ginocchio.
Le dita delle mani si atrofizzarono e
si curvarono.
Antonio Francisco, anche dopo es-
sere diventato deforme e malato, man-
tenne la sua passione per larte. Prima
delle prime luci dellalba, si dirigeva al
posto di lavoro. Non si scoraggi mai
nella lotta immane contro linfermit
crudele e mutilante. tragico per un
uomo contemplare lo spettacolo della
brutale decadenza del suo corpo. Ma
se lorganismo, che materia, and de-
perendo, lo spirito, che luce, si elev
al cielo e concep quelle meraviglie.
Il corteo dei profeti
A Congonhas do Campo si erge
il Santuario del Buon Ges di Mato-
sinhos, incastonato sulla
vetta di una montagna che
domina tutto il luogo. Qui
l Alejadinho lasci scolpi-
to il pi bel complesso ar-
tistico del Brasile. Salendo
in processione la ripida sa-
lita, dopo aver contempla-
to le sei cappelle delle Sta-
zioni della Via Crucis, ci si
ferma davanti alla scalinata
che d accesso alla Chiesa.
Vediamo il corteo dei
dodici profeti: essi sem-
brano appena usciti dal-
linterno del tempio, dove
stavano riuniti. Dopo aver
ricevuto gli insegnamen-
ti di Dio, si dirigono alle mura della
chiesa. Con le pergamene in mano, di
fronte allanfiteatro di montagne on-
dulate, cominciano a profetizzare...
enorme la forza espressiva di
queste statue. Le loro perfette fisio-
nomie palpitano di una vita intensa.
Il primo a presentarsi il subli-
me Isaia, con la sua barba arriccia-
ta, colpita dai venti, ed il volto fermo
che sembra dardeggiare faville con lo
sguardo. Dalla bocca aperta di que-
sta statua di pietra sembrano irrom-
pere parole di fuoco. Dice la perga-
mena tenuta stretta nelle sue mani:
Dopo che i Serafini hanno celebra-
to il Signore, uno di loro ha portato
alle mie labbra una brace con una te-
naglia.
Al suo fianco Geremia, il profe-
ta delle Lamentazioni, parla col suo
filatterio: Piango la sconfitta della
Giudea e la rovina di Gerusalemme.
Chiedo che vogliano tornare al mio
Signore.
Dietro di loro stanno Baruc ed
Ezechiele. Col suo sguardo di lince
che trapassa i secoli, Ezechiele ana-
lizza il futuro che le sue labbra vigo-
rose sono pronte ad annunciare agli
uomini.
Ecco sulla terrazza, insieme a
Osea, si trova il bello e meditati-
vo Daniele, a fianco di un leone ve-
neziano, evocante la grazia ricevuta:
Chiuso nel covo dei leoni per ordi-
ne del re, sono liberato incolume con
laiuto di Dio.
Infine giungiamo ad Abdia, Gioe-
le, Amos e Naum, il cui aspetto gene-
ra noi incanto e ammirazione. Anche
il maestoso Abacuc, col braccio solle-
vato e il dito puntato al cielo, come in
tempi antichi Mos nel Sinai.
Ci manca soltanto di parlare di
Giona. Con gli occhi rivolti allal-
to dei Cieli, ringrazia il Signore per
il miracoloso salvataggio e procla-
Geremia: Piango la
sconfitta della Giudea e la
rovina di Gerusalemme.
Chiedo che vogliano
tornare al mio Signore
Daniele: Chiuso
nella fossa dei leoni per
ordine del re, sono
stato liberato incolume
con laiuto di Dio
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ma per mezzo della sua pergamena:
Ingoiato da una balena, rimango tre
giorni e tre notti nel suo ventre. An-
nuncio la mia andata a Ninive.
Da questo insieme di atteggiamen-
ti, nasce unarmonia affascinante. Sem-
bra che un soffio di vita animi i profe-
ti creati dal scultore brasiliano. Queste
statue, al di l del valore artistico, sono
piene di piet cristiana. Sono, nel con-
tempo, opere darte e di devozione.
Sconfitto dalla lebbra,
trionfante nel Cielo
Dopo uno sforzo sovrumano per
creare questopera di grandezza bi-
blica, arriv il momento per lo scal-
pello della morte di colpire il corpo
del nostro artista. La lebbra aveva
ormai raggiunto in profondit il suo
tronco, piagandogli uno dei lati del
corpo. Insieme alla paralisi, gli so-
pravvenne la perdita parziale della vi-
sta. Trascorse due anni interi sdraiato
su un tavolato, senza potersi alzare. I
suoi occhi, ormai quasi spenti, ancora
riuscivano a distinguere nella camera
Abdia (in alto), Gioele e
Habacuc (Sotto): i profeti
attraversano la Storia con le loro
figure grandiose
una piccola statua di Cri-
sto crocifisso. Negli istan-
ti destrema angustia e di
forte sofferenza pregava
il Signore che ponesse su
di lui i suoi divini piedi.
Il 18 novembre del
1814, confortato da tutti i
sacramenti della Chiesa,
il grande artista consegn
la sua anima a Dio. Eb-
be un funerale semplice e
povero. Fu seppellito nel-
la chiesa della citt di An-
tonio Dias, davanti allal-
tare della Madonna della
Buona Morte. I suoi resti
mortali sarebbero andati
a riposare a poca distanza
dal fonte battesimale dove
egli si era fatto cristiano...
Come diceva un gran-
de teologo, il pi rapido destriero
per condurre alla perfezione la sof-
ferenza. Davanti al dolore, lAleija-
dinho compose un poema di fede ce-
sellato in pietra steatite
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Vergine Maria Salus


Populi Romani (Studio
Vaticano del Mosaico)
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veramente inade-
guato, ogni can-
to che pretenda
di eguagliare le tue in-
numerevoli grazie. An-
che se Ti offrissimo, Si-
gnora, tanti inni quan-
ti sono i granelli di sab-
bia, non saremmo mai
allaltezza dei tuoi doni!
(Inno Akathistos)

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