2

0
cosa sia la coscienza, o meglio precisiamo che
cosa comunemente intendiamo con questi termini.
La materia è qualcosa di esteso, a cui non
attribuiamo stati di coscienza, non lo sappiamo
Siccome i singoli individui che compongono
il mio corpo sono coscienti, per esempio tutte le
cellule sono coscienti, "io" sarei solo
una comunità non una coscienza, quello che

7.
bene ma sembrerebbe discreta, forse collocabile
in uno spazio tridimensionale o, stando alle
moderne teorie fisiche, collocabile in spazi a più
di 3 dimensioni; forse aldilà della definizione
intendo dire è: come si spiega l'unità della mia
coscienza? Come è avvenuta questa "fusione
di coscienze" tale per cui ora mi sento UNO
e non molti? A chi fa riferimento la mia

n 3
data da Cartesio, cioè "res extensa", facciamo coscienza se non può essere riferita né

1 veramente fatica ad andare. La coscienza possiamo

facilmente constatare "che cosa sia", attraverso
un'introspezione, ma proprio per questo è quasi
a un singolo atomo, né alla struttura?
Potremmo insistere sul fatto che l'insieme
di tutti gli atomi strutturati in un certo modo

ma che
impossibile da definire, Cartesio parlava di "res sia ciò che è cosciente, ma siamo nella posizione
cogitans", ma preferisco dissociarmi da questa in cui ad essere cosciente è la materia, e una
definizione e stare ancora più sul generico: struttura non è materia. Il risultato sarebbe
sottometto le è vero che la coscienza pensa, però percepisce
anche i colori (la percezione del rosso
tanti individui coscienti che formano una
comunità, per esempio: tutti noi siamo coscienti
mie opinioni è "di più" rispetto alla frequenza di un'onda
fisica), fa muovere il corpo, prova emozioni, etc.
e se crediamo che la materia sia cosciente,
nonostante tutto questo, saremmo assai restii
al giudizio Dunque per coscienza intendo ciò che,
in noi, è capace di percepire (direi "vivere")
a riconoscere una coscienza allo Stato italiano
solo perché tutti noi interagiamo in molti modi

dei più saggi E. Husserl

dati sensoriali, emozioni, pensieri, etc.
Chiarito questo, proviamo a partire da una
tra di noi. Dovremmo aggiungere un'altra premessa
che "tutte le strutture sono coscienti" ma questa

e all'autorità
all’autorità concezione materialistica, che sostiene che
la coscienza sopravviene sul corpo fisico, cioè
sarebbe un'ipotesi "ad hoc" che non segue dalle
constatazioni da cui eravamo partiti, siccome c'è

della Chiesa corpo e coscienza
Vorrei proporre una riflessione sul problema corpo
e coscienza. Tutti noi possiamo constatare
le innumerevoli correlazioni tra il corpo fisico e
i nostri stati di coscienza: per esempio
una martellata su un dito mi causa dolore,
se bevo troppi alcolici mi rallentano i sensi
e allentano molti "freni inibitori", ci sono
farmaci che influiscono sull'umore, e malattie,
n°3_26 novembre
n°1_24 ottobre 2008
2008
come quelle che in genere vengono in vecchiaia,
Hanno collaborato:
hanno
che causano perdita di memoria a breve termine,
Alessandro Franca
Silvano Gresta Zucchi disorientamento, fino a crisi di panico (o simili)
Carlo Maria
Fabiola Cirino
Corradetti
Cecilia Giampaoli/grafica/
nei casi più gravi. Questa dipendenza della
Enrico Boccioletti
coscienza dal corpo è innegabile, però è anche
vero che possiamo constatare altrettanti casi
in cui il corpo dipende dalla coscienza: per
esempio in questo momento posso alzare una mano
207. non ha una redazione stabile
né un direttore editoriale. oppure no, cioè il movimento del corpo dipende
207. viene prodotto senza scopo di lucro; dalla volontà esercitata dalla mia coscienza,
la stampa si autofinanzia attraverso oppure di fronte a immagini reversibili come
le offerte raccolte. quelle della psicologia della Gestalt, posso
207. è composto da pensieri, articoli vederle come "papero o coniglio", o come "vecchia
ed immagini libere da censura. o bella donna", e ancora, questo mio ragionare
Ogni autore è responsabile dei testi sembra essere la causa dei processi che ora
pubblicati a suo nome. avvengono nel mio cervello e non viceversa.
207. viene distribuito ogni tre settimane Siamo dunque di fronte a una condizione
circa, o comunque ogni qualvolta
di reciproca dipendenza: A influenza B e B influenza
venga raccolto materiale sufficiente
a giustificarne l'impaginazione.
l’impaginazione. A, logicamente in un circolo non possiamo
Chiunque può prendere parte alla stabilire chi è causa di cosa, semmai possiamo
realizzazione del giornale inviando i pensare che A e B devono presentarsi insieme,
propri testi al seguente indirizzo e-mail: anche se comunque nemmeno questa è una necessità
logica, come diceva Cartesio non è impossibile
207.liberastampa@libero.it
207.liberastampa@libero.it immaginare una "cosa pensante" senza un corpo,
praticamente una "coscienza disincarnata" non
è un concetto in sè paradossale, anche se
Si ringrazia
Papalagi Records Produzioni Musicali abbastanza controintuitivo e anomalo.
per aver finanziato questo numero Proviamo a definire che cosa sia la materia e
l'insieme delle proprietà della coscienza non
possono differire senza che vi sia una differenza
nell'insieme delle proprietà fisiche del corpo.
Il primo problema che si presenta è che se
la materia è inerte, senza coscienza, come può
una sua particolare configurazione dare origine
a qualcosa di così diverso come la coscienza?
Il problema è la disomogeneità tra le due cose,
un esempio che secondo me rende bene l'idea è
pensare di mescolare alcuni colori e far venire
fuori un suono, sembra proprio impossibile: o il
suono in qualche modo è nel colore, cioè abbiamo
dei colori sonori, oppure il suono è un "di più"
che viene aggiunto, non credo ci sia alternativa
a queste due opzioni, che si traducono per
il materialista o nell'ammettere che la materia
sia cosciente, o nell'accettare che tutti gli
esseri coscienti hanno un "di più" che potremmo
chiamare anima, anche se non sappiamo cosa sia
questo "di più" e come si connette al corpo
o quando la connessione avviene.
Tentiamo di proseguire sulla prima via, cioè
nessun anima, nessuna connessione, ma materia
cosciente. Ovvio che se l'atomo ha coscienza
è decisamente diversa e molto più elementare
rispetto alla nostra complessa coscienza,
semplicemente la materia deve avere un qualche
grado di coscienza, e deve esser possibile
combinare coscienze semplici per generare
coscienze complesse, come quella animale o umana.
Qui viene fuori un altro problema se gli atomi
che mi compongono e formano certe strutture sono
coscienti, e la mia coscienza è la strutturazione
di queste coscienze elementari, quando dico che
"io sono cosciente", chi è cosciente? Un singolo
atomo privilegiato? La "struttura" di questo mio
corpo? (però una struttura non è materiale,
è una relazione tra entità materiali).
un'altra strada possibile proviamo quell'altra.
Praticamente arriviamo all'anima, introdotta come
un qualcosa che rende possibile la mia coscienza
unitaria e che può "legarsi" in modo profondo
ai corpi, praticamente siamo nella posizione
di Cartesio. Ricordo anche che su questa strada
possiamo (e lo facciamo) abolire l'opzione che
la materia sia cosciente, ora il problema grave
di questa posizione è: come possono due cose così
disomogenee (corpo e anima), sostenendo che siano
indipendenti in qualche modo, interagire tra
di loro e unirsi? Effettivamente sembra illogico,
anzi sembra che si debba introdurre un altro
punto di riferimento: non è possibile che materia
e coscienza siano due cose fisicamente separate
e diverse, appunto due sostanze, non potrebbero
interagire tra loro, deve esserci qualcosa
in comune. Non è il solo problema delle anime
questo: l'altro è che dobbiamo immaginare un Dio
che interviene per ogni ovulo fecondato
e vi inserisce l'anima, oppure la inserisce dopo
qualche settimana, comunque vada è un'immagine
davvero pittoresca e poco credibile.
Forse possiamo pensare alle anime come entità
che "volano" intorno al pianeta Terra e come
si presenta l'occasione si legano ad un feto
umano, forse è leggermente più credibile dato che
non necessita di un intervento divino che sarebbe
incompatibile con l'eternità di Dio, però dopo
non si capisce come mai la nostra anima non possa
liberamente lasciare il corpo e poi ritornarci
a piacere. Insomma il concetto di anima, inteso
in questo senso, non sembra funzionare a meno
di non sfociare in "voli di fantasia"
e introdurre ipotesi ad hoc "a manetta".
Sembra che ogni strada giunga a un vicolo cieco,
dunque ripensiamo ai dati iniziali: abbiamo la
materia, abbiamo la coscienza, ed evidentemente

Carlo M. Cirino e Cecilia M. Giampaoli 1/2

groviglio Via Petrucci 19, 61121 Pesaro
sono stato troppo semplicistico, infatti c'è
anche lo spazio. Premetto subito che non si può
pensare allo spazio come vuoto, nel senso
di nulla, se tra la Terra e la Luna non ci fosse
niente allora sarebbero "attaccati", questo
significa che non c'è niente, il fatto che
ci sia una distanza è certamente qualcosa,
anche se è una cosa non consistente.
Lo spazio è ovunque, nulla si può dare senza
spazio, e stando alla teoria della gravità
la materia curva lo spazio, dunque non possono
essere due sostanze realmente diverse,
se interagiscono tra di loro in questo modo.
E se abbiamo accantonato il concetto di anima,
dobbiamo accettare l'idea che lo spazio e la
materia sono coscienti (ritorno sulla prima via).
Il problema che presentava la materia è che
è divisa in particelle, due atomi come possono
"fondersi" in un'unica coscienza, il massimo
che si poteva immaginare è due semplici
"coscienze atomiche" che comunicano.
Invece con lo spazio, che è continuo, il problema
non si pone perché è già ovunque, tutto è unito
dallo spazio, e questo spazio è modellabile
dalla materia, anziché parlare di anima,
il termine più appropriato è spirito, definito
così: ciò che è cosciente, indivisibile
e continuo come lo spazio, ciò che è spazio, non
è localizzabile, ed è ovunque in ogni dimensione
(questo dobbiamo riconoscerlo se identifichiamo
lo spirito con lo spazio, e lo spazio con lo
spirito). Ora sembra sorgere il problema opposto:
se lo spazio-spirito cosciente è ovunque dovrebbe
esistere solo una coscienza assoluta che è tutto,
come si spiega la mia coscienza che è relativa
e sconnessa dalle altre coscienze? E se avevamo
concluso che materia e spazio non possono essere
due cose completamente diverse, come ci dice
la fisica moderna e anche una riflessione filosofica
sulla sostanza, cosa sono e come si spiegano
le discontinuità, le strutture complesse,
le curvature, etc.? Arriviamo al concetto
di forma in senso quasi aristotelico, la materia
curva lo spazio, gli dà una forma, cioè genera
una forma spaziale-spirituale cosciente, questa
possiamo, reintroducendo il termine, chiamarla
anima. La forma è una relativizzazione
dello spirito, ovunque c'è una forma
c'è una coscienza, e tutto vive all'interno
di una coscienza assoluta che è lo spazio-
spirito. C'è una non curanza che va chiarita:
è davvero la materia che dà forma allo spazio,
o è lo spazio che modellandosi genera la materia?
Tenendo conto che materia e spazio devono essere
due facce della stessa sostanza, direi (come
le iniziali constatazioni ci facevano supporre)
che c'è una dipendenza reciproca molto forte.
Il punto interessante, ora che si è parlato di
forma, è che siccome l'universo non è omogeneo,
ma è configurato in modo complesso e diversificato,
significa che c'è informazione nell'universo.
Energia-materia-informazione oggi la fisica
ci dice che sono equivalenti, e questo sarebbe
2/2
ciò che rende possibile la "comunicazione di
una forma" (informazione) nello spazio-spirito.
Concludo con una domanda: da dove viene questa
energia-informazione che dà forma-materiale-
spaziale a tutte le cose-coscienti?
Silvano Gresta Zucchi
il mistero
È noto che una cosa ignota si reputi misteriosa...
ma qual'è l'origine del mistero?
Ritengo che la realtà si possa definire misteriosa
in quanto contraddittoria... infatti se riflettiamo
un attimo lo svolgersi degli eventi e tutto ciò
che ci circonda è permeato di contraddizioni...
la stessa esistenza è contraddittoria poiché
contrassegnata dalla nascita e dalla morte...
Dunque come agire in questa "giungla" di misteri
chiamata Vita? Certamente la cosa sarebbe
risolvibile se fossero soltanto gli accadimenti
puramente materiali ad essere contraddittori...
Basterebbe infatti accettare il naturale flusso
della vita ed anche le conseguenze negative
scaturite dal suo svolgersi...
dunque basterebbe prendere la vita con "filosofia"
e conseguentemente anche la morte poiché questa
è una costante universale...
Tuttavia trovare una risoluzione
al problema della contraddittorietà
non è semplice in quanto lo stesso animo umano
è contraddittorio... é dunque anche un mistero...
Si pensi ad esempio allo "Strano caso
del Dottor Jackyl e di Mr. Hyde"; la storia
di un individuo di giorno razionale e tranquillo
mentre di notte impulsivo ed aggressivo...
un'opera letteraria che indubbiamente presenta
dell'inquietante ma fortemente significativa
per comprendere quanto l'Io dell'uomo
sia in bilico tra ragione ed istinto...
tra la scelta di una vita tranquilla
e l'abbandono totale alle passioni...
Ebbene, ecco il vero mistero... l'Io è diviso
tra spirito "apollineo" e "dionisiaco";
sta ad ognuno equilibrare le due parti
o scegliere quale far prevalere, ciò naturalmente
a seconda delle peculiarità caratteriali
di ciascun individuo. Inoltre anche Pirandello,
a causa della contraddittorietà dell'uomo,
riteneva che la realtà fosse difficilmente
comprensibile. Egli affermava infatti che l'uomo
conduce una vita solo apparentemente tranquilla
ma coincidente con una "finzione" poiché
interiormente ciascuno è "alienato" nell'animo...
l'individuo a causa delle regole sociali
non può esprimere il suo vero essere e deve anzi
tenere nascosta la propria indole
per non sentirsi "diverso"...
Sempre Pirandello riteneva che l'uomo non potesse
sopportare tale finzione e che dunque ad un punto
della sua vita, per un evento apparentemente
banale, avrebbe gettato "la maschera" e disgelato
il suo Io. Ed io... getterò mai la maschera?
Ebbene, ancora un mistero... per ora...
2
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Fabiola Corradetti
tutto fogliame.
So che presto verrai, arriverai a liberarmi
di tutta questa troppa saccarina. Tutto il
fogliame inutile sul quale rischi di cadere,
ed io con te; e noi con me; e con noi, voi.
Ripetevi sempre una frase, inutilmente sempre
7.
la stessa, la stessa frase, che con lo scivolare
dei minuti nelle centinaia di battiti
di palpebra, tanti e troppi battiti liturgicamente
scanditi con stoccate di violenza impercettibile,
collassava sulla sua stessa struttura, burro
in un getto di vapore: un'unica insensata parola.
Un'unica insensata parola di vapore.
Dovendo scegliere un modello di calzature adatte
ai miei piedi sensibili cerco sempre
di non sbagliare misura, nemmeno di pochissimo.
Evito di dovermi trovare a camminare con una
scarpa troppo larga dato che, anche se abituato
a brevi passeggiate, ciò significherebbe
mal di schiena assicurato entro breve tempo.
La scarpa funzionale antepone il comfort
all'estetica; la scarpa ideale, naturalmente,
contempla entrambe le virtù in egual misura.
Il colpo di genio non si pianifica, e nemmeno
si improvvisa. È qualcosa che elude, e deve
eludere, i criteri di giudizio estetici
fo-
e le norme morali, le precisazioni a posteriori
di carattere empirico e le elucubrazioni a priori
di stampo metafisico. Il colpo di genio non può
essere insegnato in alcuna scuola, né potrebbe
essere sicuramente appreso in alcun modo,
né, con buone probabilità, dovrebbe essere
dominio dei più.
Il colpo di genio si fa spazio d'improvviso
nel brusio luccicante del registro medio,
glia-
decapita con leggiadria lo standard senza
il minimo spargimento di sangue, crea terra
bruciata dietro di sé con minimo sforzo.
Pochi colpi di ramazza liberano la mulattiera
da tutto il fogliame che la confondeva
nello scenario, restituendo per brevi frazioni
la visione del sentiero a chi desideri
appassionatamente notare, prezioso consiglio
a colui lo che lo abbia richiesto. Fino a quando
me
poi il vento, d'impeto imprevedibie
o senza farsi notare, ripristinerà tutto
al suo posto di default, come se mai nulla fosse
allora accaduto.
Enrico Boccioletti