Dalle interpretazioni femministe delle Sacre scritture fino alle recenti dichiarazioni di papa Bergoglio, in atto un tentativo di riscattare la figura femminile nel mondo cristiano. Ma il posto delle donne nella storia del cristianesimo sempre stato subordinato a quello degli uomini e le aperture di Francesco non sembrano contenere in realt novit rilevanti: le donne sono certamente fondamentali nella visione cristiana, ma il loro posto sempre accanto, un po sotto, agli uomini, come Maria ai piedi della Croce. di Carlo Augusto Viano, da MicroMega 5/2014 Da Roncalli a Bergoglio Nel discorso del 25 gennaio 2014, rivolto ai partecipanti al Congresso nazionale promosso dal Centro italiano femminile, papa Francesco ha riconosciuto lindispensabile contribuito che le donne recano alla societ, in particolare con la loro sensibilit e la loro intuizione dellaltro, il debole e il non protetto. Si detto rincuorato dal fatto che molte donne condividessero con i preti la cura di persone, famiglie e gruppi e ha espresso la speranza che crescano gli spazi per una presenza pi incisiva e diffusa nella Chiesa. Ricordando lopera delle donne nella conduzione di gruppi di preghiera o nella distribuzione della comunione e pur auspicando lassunzione da parte loro di nuove responsabilit nella Chiesa e nella vita civile, il papa ha ammonito che tutto ci non pu far dimenticare la funzione insostituibile della donna in una famiglia. Qui si rivelano i loro doni di delicatezza, speciale sensibilit e tenerezza e si esplica la loro indispensabile funzione nel trasmettere solidi princpi morali e perfino la fede alle future generazioni. A queste dichiarazioni di principio non si sono accompagnati finora atti concreti: questo papa stato scelto dai cardinali che lo hanno sostenuto perch rinnovasse le gerarchie vaticane, cosa che ha incominciato a fare, evitando per di affidare a donne cariche importanti. Si era vociferato di possibili nomine di donne alla dignit cardinalizia, alla quale elevarle senza passare per lordinazione sacerdotale. Fantasie, probabilmente; ma di fatto nella Chiesa cerano stati tentativi di forzare le proibizioni ecclesiastiche, procedendo allordinazione di donne, iniziative contro le quali Giovanni Paolo II e Benedetto XVI erano intervenuti duramente. Al di l delle dichiarazioni di principio e dellinverosimile comparsa di cardinali donne, si potrebbe vedere qualcosa di nuovo, se Francesco facesse valere, anche nei confronti di ordinazioni abusive, la condotta ispirata alla piet, che sembra suggerire in altri casi difficili. Infatti nel luglio successivo allelezione, riferendosi agli omosessuali, il nuovo papa aveva dichiarato: Chi sono io per giudicare?. E aveva continuato su questa linea, quando aveva suggerito di avere piet, prima di giudicare. La via della piet doveva liberare la Chiesa dallossessione della sessualit. Pagina 1 di 17 micromega - micromega-online Donna e cristianesimo: ai piedi delluomo - Versi... 18/09/2014 http://temi.repubblica.it/micromega-online/donna-e-cristianesimo-ai-piedi-dell%e2%8... Le novit presenti nelle parole del papa sono state subito colte, sia nel mondo cattolico sia in quello esterno; perfino lOsservatore Romano ne ha dato conto. Tuttavia, proprio a proposito delle indicazioni papali su omosessuali e donne, quel giornale ha avvertito che si pu cambiare tutto senza cambiare le regole fondamentali, quelle sulle quali fondata la tradizione cattolica. Gli accenni agli spazi da concedere alle donne non potevano non preoccupare unistituzione nella quale, di fatto, limportanza delle donne stava crescendo, rischiando di mettere in pericolo il dominio da sempre esercitato dai maschi. Del resto sulle parole del nuovo papa si gettavano la stampa e la cultura non cattolica, che, sorvolando sulle cautele dellOsservatore Romano, si faceva prendere dallentusiasmo per un papa rivoluzionario. Eppure era lo stesso papa Bergoglio a escludere mutamenti nei princpi della dottrina e della condotta cattoliche. Lo faceva a proposito della contraccezione, richiamandosi allHumanae vitae, cio allenciclica di Paolo VI, che aveva messo fine alle speranze di rinnovamento suscitate dal Concilio Vaticano II e aveva segnato per molti, anche per molti cattolici, uninvoluzione nella dottrina morale della Chiesa. Papa Francesco arrivava a riconoscere a Paolo VI uno spirito profetico, che gli aveva ispirato lidea di accompagnare il divieto della contraccezione con lesortazione alla piet, non disgiunta per da unazione di freno, che compito della Chiesa esercitare. Comprensione a piene mani dunque, ma senza mutare nulla nei fondamenti e nemmeno nelle istituzioni puramente storiche della Chiesa, come il celibato ecclesiastico, che comunque, almeno per il prossimo futuro, meglio mantenere. E Francesco era chiaro: se anche il celibato dovesse essere rivisto, il sacerdozio sarebbe comunque riservato ai maschi, la famiglia dovrebbe sempre essere fatta di un uomo e una donna, le differenze tra uomo e donna non potrebbero essere cancellate, e la fase rivendicativa del femminismo dovrebbe finire, perch sarebbe semmai tempo di puntare sulle diversit tra i sessi, pi che sulla loro uguaglianza. In mezzo al tripudio per le novit di papa Francesco fa una certa impressione il suo richiamo alle doti profetiche di Paolo VI: se si vuole confrontare papa Bergoglio ai suoi predecessori, pi naturale richiamarsi a papi ritenuti innovatori, come Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, che a Paolo VI, il papa normalizzatore della Chiesa uscita dal Concilio Vaticano II. Infatti i richiami ai primi due pontefici si sono sprecati, perch papa Bergoglio, al pari di Giovanni XXIII, stato eletto con i voti di cardinali estranei alla curia e perch, come Giovanni Paolo II, ha mostrato il gusto della semplicit e qualcosa di popolano, anche se i toni dimessi di Giovanni XXIII, che pure indossava ancora i solenni abiti dei pontefici romani, facevano pensare ai parroci veneti, mentre papa Bergoglio porta con s le esperienze del cattolicesimo sudamericano. Oltre il folclore, una continuit con Giovanni XXIII emergeva nella ripresa della distinzione tra trattamento del peccato e trattamento del peccatore, una prospettiva, aperta nella Pacem in terris, diversa da quella in cui si era collocato Pio XII, il quale era arrivato a usare la scomunica per colpire non soltanto lideologia comunista, ma le persone che a quellideologia aderivano. Unendo la piet verso i peccatori al rigore nella condanna del peccato, Giovanni XXIII aveva potuto inaugurare una politica di confronto con il mondo comunista, sperando di assicurare la sopravvivenza del cattolicesimo nei paesi del socialismo reale. La politica di Giovanni XXIII era stata abbandonata, ma sulla questione delle donne papa Bergoglio poteva richiamarsi a posizioni uniformi da Roncalli a Wojtya: infatti poteva evocare Paolo VI, il quale, alla chiusura del Concilio Vaticano II, aveva rivendicato alla Chiesa lorgoglio di aver glorificato e liberato le donne e di aver fatto valere la loro fondamentale uguaglianza con luomo, pur nella diversit dei caratteri. Ma aveva aggiunto che si avvicinava lora, di fatto era gi arrivata, per la piena Pagina 2 di 17 micromega - micromega-online Donna e cristianesimo: ai piedi delluomo - Versi... 18/09/2014 http://temi.repubblica.it/micromega-online/donna-e-cristianesimo-ai-piedi-dell%e2%8... realizzazione della vocazione della donna, lora in cui la donna acquista nel mondo uninfluenza, unefficacia e un potere mai finora raggiunto. Tuttavia aggiungeva le donne hanno sempre avuto come loro compito la protezione della casa e sono presenti nel mistero dellinizio della vita [] offrono consolazione nel distacco della morte. Per Paolo VI le donne erano chiamate a riconciliare gli uomini con la vita, opponendosi alla tecnologia moderna, che rischia di diventare inumana. Come mogli e madri di famiglia, le donne devono soprattutto assicurare, attraverso leducazione, la conservazione delle tradizioni familiari. Ma il papa non dimenticava il valore della verginit, grazie alla quale le donne possono dedicarsi completamente allamore divino e al servizio degli altri, facendosi guardiane della purezza in un mondo in cui legoismo e la ricerca del piacere diventerebbero legge, compagne degli uomini nella battaglia da condurre fino al martirio, unendo pazienza e umilt al coraggio maschile. Quando, nel 1961, nellenciclica Mater et magistra, si era riferito alle donne, Giovanni XXIII le aveva poste accanto ai bambini, figure deboli della societ, sfruttate, come i bambini, con inaccettabili forme di lavoro. Con la Pacem in terris del 1963 il papa era tornato sulle donne lavoratrici, ricordando la necessit di garantire loro la possibilit di svolgere le funzioni di mogli e di madri: il suo timore era che lingresso delle donne nel mondo del lavoro interferisse con la loro vocazione per la vita domestica. Dellentrata delle donne nella vita pubblica prendeva atto il Concilio Vaticano II, che, nel documento Apostolicam actuositatem del 1965, riconosceva la loro presenza anche nella vita religiosa, parallela a quella nella vita profana, ed esaltava la loro opera nella laicit cattolica e nellapostolato. Ma nel documento successivo, Gaudium et spes, sempre del 1965, il concilio menzionava i movimenti culturali e politici, organizzati e diretti da donne, volti a rivendicare i loro diritti. Nella letteratura prodotta da questi movimenti il diritto alluguaglianza tra uomini e donne diventava una faccenda complicata, perch, per rivendicare luguaglianza dei diritti, si potevano reclamare differenze di trattamenti, volti a compensare gli oneri gravanti sulle donne, che devono affrontare gravidanza e maternit. Fin qui le rivendicazioni delle donne potevano trovare comprensione nella cultura cattolica, la quale aveva sempre guardato con preoccupazione alla possibilit che gli impegni delle donne nella vita pubblica le distogliessero dalla loro funzioni di mogli e madri. Contemplare trattamenti differenti conduceva per ad ammettere lesistenza di diritti a quei trattamenti, specifici delle donne e diversi da quelli degli uomini. E la rivendicazione di questi diritti non si sarebbe fermata ai trattamenti assistenziali, estendendosi presto al diritto di esercitare scelte strettamente pertinenti alla sessualit femminile e alla maternit. Uno dei mezzi per rendere effettiva la parit sessuale tra uomini e donne era lescogitazione di metodi sicuri e non afflittivi, che le donne potessero usare senza dipendere dai maschi, per evitare il concepimento. Il Concilio Vaticano II aveva fatto sperare che la Chiesa potesse adottare verso le pratiche contraccettive un atteggiamento diverso da quello tradizionale. Le prese di posizione di Paolo VI fecero cadere ogni illusione, in contrasto, come erano, con la pretesa delle donne di controllare la gravidanza, accettandola, rifiutandola o interrompendola. Ci fu chi anche tra i cattolici sper in qualcosa di diverso da condanne drastiche, ma le cose non andarono cos. Prima Paolo VI e poi Giovanni Paolo II ricorsero allidea tradizionale della posizione complementare della donna rispetto alluomo nella vita sessuale e in quella matrimoniale, ribadirono che il matrimonio era lunico luogo in cui esercitare la sessualit e che questa non poteva essere disgiunta dalla procreazione. Apparentemente queste posizioni avevano in comune con i movimenti delle donne la rivendicazione della specifica dignit femminile, che per per la Pagina 3 di 17 micromega - micromega-online Donna e cristianesimo: ai piedi delluomo - Versi... 18/09/2014 http://temi.repubblica.it/micromega-online/donna-e-cristianesimo-ai-piedi-dell%e2%8... cultura cattolica comportava essenzialmente obblighi e limitazioni. Del resto, in pratica, la Chiesa cattolica era stata sempre pi indulgente con gli uomini che con le donne, alle quali anzi affidava una specie di sorveglianza sul comportamento maschile, soprattutto allinterno della famiglia: toccava alla donna imporre limiti allintemperanza sessuale dei mariti, evitando che la sessualit diventasse il contenuto principale della vita matrimoniale. Il mondo moderno era quello che era e i papi erano gli ultimi a farsi illusioni sul suo conto: primato della tecnologia, caccia al profitto, ricerca sfrenata del piacere infuriavano e la secolarizzazione penetrava le genti. Libert sessuale e controllo della maternit erano i criteri ai quali si ispiravano anche le coppie cattoliche. Non cera da farsi illusioni in proposito: limportante era non perdere contatto con i cristiani distratti o infedeli, non spingerli ad abbandonare esplicitamente la fede. Qui tornava a proposito la distinzione di Giovanni XXIII tra peccato e peccatore, ma bisognava continuare a dire che la vita secolarizzata era peccato; e il pericolo era costituito non tanto dai fedeli quanto dal clero, che poteva cedere alle lusinghe di una teologia non pi fondata sul primato del clero e controllata dallautorit ecclesiastica. Giovanni Paolo II cercher di orientare le masse dei fedeli servendosi della propaganda di massa, utilizzata dai grandi movimenti politici successivi alla Rivoluzione francese, e, parallelamente, istituir un forte controllo sulla cultura teologica e sulla libert di pensiero dei preti. Dopo linfelice stagione segnata dalla modesta teologia di Benedetto XVI, papa Bergoglio sembra per il momento lasciar da parte la dottrina, immutabile, non discussa, ma neppure invocata, per cercare il rapporto diretto con i fedeli. Nellarsenale della retorica cristiana c sempre limmagine della cristianesimo originario, presa spesso sul serio anche dalla cultura laica: l cerano soprattutto umili e poveri, i compagni migliori per donne che hanno la vocazione per la cura degli altri, compagni che non minacciano di approfittare della dedizione femminile, per trasformarla in servit. Era vero? Ges si era rivolto soprattutto ai poveri? E intorno a s aveva molti poveri? E donne? E le donne che gli avevano dato ascolto avevano trovato, almeno nelle comunit cristiane delle origini, una dignit che la societ pagana non riconosceva loro? Ai piedi della croce Nel suo indirizzo rivolto alle donne, alla conclusione del Concilio Vaticano II, Paolo VI ricordava le donne vicine a Ges, da Maria, la madre di Ges, alle altre, presenti ai piedi della croce e testimoni della sua risurrezione e della sua ricomparsa. Tra le interpretazioni benevole, che storici religiosi e laici hanno dato di Ges, ci sono anche quelle che gli attribuiscono una particolare attenzione per le donne, destinatarie, come i poveri e gli esclusi, del suo messaggio; n mancato chi ha fatto risalire a lui la disposizione a non discriminare tra uomini e donne, una novit che non si sarebbe del tutto smarrita nel cristianesimo. Una letteratura femministica ha interpretato in questa chiave i Vangeli e gli scritti apostolici. Effettivamente nei Vangeli intorno a Ges ci sono donne e sembra che lui non sottilizzasse troppo sulla loro reputazione, tanto che in certi casi esse gli rendevano omaggi non privi di sfumature erotiche. Si detto che i Vangeli cercano di esprimere in forma narrativa il messaggio escatologico di Ges, trasformando in eventi i suoi annunci: la vicinanza delle donne a Ges e la loro confidenza nei suoi confronti, in atteggiamenti non consoni alla posizione di inferiorit, in cui le donne si trovavano nel mondo reale, ebraico e pagano, sarebbero essenzialmente modi di rappresentare, come se si fosse gi realizzato, il suo annuncio di un mondo in cui sarebbero stati riscattati gli esclusi, i poveri e le donne. Pagina 4 di 17 micromega - micromega-online Donna e cristianesimo: ai piedi delluomo - Versi... 18/09/2014 http://temi.repubblica.it/micromega-online/donna-e-cristianesimo-ai-piedi-dell%e2%8... Ma cera davvero un mondo di esclusi, ai quali Ges annunciava il rovesciamento della realt? O invece era la traduzione narrativa dellescatologia a creare quelle figure, per dar senso allo stesso messaggio escatologico? Che intorno a un predicatore taumaturgo si raccogliessero le persone pi diverse non stupisce. Qualcosa del genere era accaduto anche con Giovanni Battista e la Galilea aveva fama di essere terra di profeti e agitatori religiosi. Tra quella gente cerano anche estranei, come soldati, gentili, odiati esattori delle tasse e donne. Ges ostentava una particolare attenzione verso di loro? Del tutto naturale, in un propagandista religioso. I discepoli di personaggi come il Battista e Ges avranno inteso il messaggio dei loro maestri come potevano e, per raccontarlo, avranno calcato la mano su quegli esclusi o estranei, con lintento di dare rilievo alla rivoluzione escatologica, ma dal loro racconto emerge limmagine di una comunit di fedeli fatta essenzialmente di uomini e diretta da uomini, nella quale per le donne non mancano. E se fosse tutto pi normale? Se la proiezione narrativa del messaggio escatologico attribuito a Ges avesse indotto ad accentuare i contrasti effettivamente presenti nella societ reale, ma non cos profondi da poter essere superati soltanto da una rivoluzione in una prospettiva escatologica? Nella societ del I secolo a.C. le donne erano visibili, del tutto capaci di andare a sentire predicatori, taumaturghi e indovini. Sappiamo tutti ci che si detto della segregazione delle donne greche, ma abbiamo imparato che nelle citt greche cerano donne che non potevano permettersi il lusso della segregazione, che dovevano uscire di casa o vivere nelle vie della citt, nelle quali si svolgeva gran parte delle faccende quotidiane. N nelle campagne doveva essere facile realizzare la segregazione femminile. Tuttavia lideale della segregazione dava, anche nella Grecia classica, una carica metaforica alla figura della donna: Aristofane faceva esprimere alle donne programmi politici alternativi a quelli che considerava dominanti e i poeti tragici facevano impersonare da donne piet, comprensione e tenerezza, assenti nelletica maschile, eroica o cittadina che fosse. Nei settori alti della societ ateniese, quelli propri della segregazione femminile, accanto ai filosofi cerano donne: nellAtene di Pericle erano personaggi di spicco Aspasia come Anassagora, Platone metteva Diotima vicino a Socrate, tra i cinici le donne esibivano la loro libert sessuale e nei circoli epicurei le donne potevano contare su amicizie e solidariet. Nella societ maschilista spartana le donne dei guerrieri, la cui propriet era regolamentata, avevano accumulato grandi ricchezze si diceva e tenevano le fila del potere. Della libert delle donne romane si sapeva e si considerava un passaggio importante il riconoscimento del loro diritto di ricevere e lasciare eredit. Neppure in Palestina le cose dovevano essere radicalmente diverse, anche se spesso, per accentuare i contenuti rivoluzionari del messaggio di Ges, si usata unimmagine stereotipata dellebraismo del I secolo a.C. A parte la realt delle cose, perfino gli ideali appropriati per lebraismo dellesilio babilonese o dei primi tempi del Secondo Tempio non lo erano pi per quello della Palestina romana, nella quale le donne dovevano godere di una certa libert e dovevano essere presenti nella vita delle comunit; perfino le prescrizioni pi stringenti sui rapporti pubblici tra uomini e donne si erano attenuate. Ma, oltre a tutto ci, lo stesso messaggio escatologico attribuito a Ges era perfettamente normale nellebraismo del suo tempo: cera da aspettarsi che un predicatore taumaturgo si appropriasse o fosse investito delle attese di un messia o di un re erede di Davide o di entrambe le cose. E figure del genere erano ben collocabili entro la Palestina del I secolo a.C., per giunta profondamente penetrata da modi di pensare ellenistici, che si facevano sentire anche allinterno della religiosit messianica. Che Ges si presentasse o fosse inteso come figlio di Dio e fosse divinizzato non era affatto uno scandalo n per la religiosit ebraica n per quella pagana. Cos che le donne Pagina 5 di 17 micromega - micromega-online Donna e cristianesimo: ai piedi delluomo - Versi... 18/09/2014 http://temi.repubblica.it/micromega-online/donna-e-cristianesimo-ai-piedi-dell%e2%8... potessero partecipare al fervore messianico, accanto agli uomini, ma in movimenti religiosi nei quali gli uomini avevano il predomino, non era affatto qualcosa di eccezionale. Linterpretazione che ha cercato di liberare Ges dai condizionamenti storici, per recuperare la prospettiva escatologica del suo messaggio, pu essere rovesciata: il predicatore originario faceva discorsi escatologici ben integrati nella tradizione ebraica, ma comprensibili anche ai gentili ellenizzati della Palestina. I suoi annunci nascevano in una societ in cui le donne si muovevano accanto agli uomini, chiedevano rimedi alle loro malattie ginecologiche, nonostante i problemi che lo stile di vita ebraico poneva a proposito della sessualit femminile, dedicavano allaspirante messia le cure, talvolta ambigue, che le donne riservavano agli uomini dei quali subivano il fascino. Qualcuno si spinto a fare supposizioni sulla vita familiare del messia, sulla presenza, forse ingombrante, della madre e dei parenti e sui possibili dissidi tra costoro e i discepoli o una parte di essi. Quando il messia far una brutta fine, i suoi discepoli e i suoi familiari, pi o meno daccordo, dovranno trovare un modo per salvarsi dal naufragio. Pu anche darsi (come si supposto) che siano state le donne del gruppo a credere nella resurrezione, mentre gli uomini erano spaventati e forse consapevoli dei pericoli che correvano. La resurrezione fu per una buona carta, rivelatasi, dopo il primo smarrimento, non cos difficile da smerciare: non era estranea alla cultura ebraica, tanto meno a quella ellenica e romana, nella quale i contatti tra divino e umano erano assai facili. Chi doveva fissare la leggenda di Ges aveva ora un piano da seguire, che era il contrario della vicenda del predicatore originario: bisognava partire, anzich dalle sue promesse e dalle sue vanterie, dalla sua resurrezione, e mostrare che essa era ladempimento delle attese contenute nellAntico Testamento, ma anche che rientrava nella mentalit dellellenismo. Lescatologia non era il pane del predicatore originario, che sembrava incluso nel breve periodo del suo tempo e ingabbiato nelle fazioni della cultura ebraica locale, ma era la chiave di cui potevano servirsi gli evangelisti, i quali partivano dalla sua morte e potevano rifarsi al profetismo biblico o alla cultura ellenica, per svincolare il loro personaggio da una vicenda finita cos male. Si osservato che nel Vangelo di Luca e negli Atti degli apostoli, a lui attribuiti, i personaggi femminili hanno un particolare rilievo e il loro numero uguale, o quasi, a quello dei personaggi maschili; si perfino sospettato che a scrivere quel Vangelo fosse stata una donna. Non probabile, ma in quegli scritti la vicenda del predicatore originario era narrata in modi che fossero comprensibili nella cultura ebraica ed ellenistica, immersa in un mondo in cui le donne erano presenti accanto agli uomini. Subordinate e minacciose Se Ges era un profeta autentico rivoluzionario, magari progressista, liberale, perfino un po femminista, chi ha inventato il cristianesimo dottrinario e repressivo? Ma Paolo di Tarso! A questultimo stata attribuita linvenzione di un secondo cristianesimo o semplicemente del cristianesimo, per liberare Ges dal sospetto di aver ingabbiato, gi lui, il proprio messaggio in istituzioni ecclesiastiche; perfino chi non aveva simpatie per Paolo non ha nascosto la propria ammirazione per un personaggio capace di fondare una nuova religione. Tutto intento a radicare il cristianesimo nella societ reale, porterebbe lui la responsabilit di aver adattato il messaggio cristiano alle istituzioni politiche e sociali dalle quali doveva farlo accettare. Per questo Paolo suggeriva ai cristiani di sottomettersi alle autorit costituite, di non sciogliere le famiglie e raccomandava alle donne di non ribellarsi ai mariti, di non pretendere di essere pari agli uomini, di velarsi. Possibile che Paolo, un missionario che si sentiva investito dallo spirito, fosse cos conformista e, pur essendo tutto preso dallattesa del ritorno del messia e Pagina 6 di 17 micromega - micromega-online Donna e cristianesimo: ai piedi delluomo - Versi... 18/09/2014 http://temi.repubblica.it/micromega-online/donna-e-cristianesimo-ai-piedi-dell%e2%8... della fine del mondo presente, credesse nellesistenza di differenze naturali tra uomini e donne? Si addirittura pensato che i passi delle lettere paoline nei quali si raccomandava alle donne di sottomettersi fossero interpolazioni, non attribuibili a Paolo. I testi delle sue lettere non sono roba facile, ma quelle raccomandazioni non sono sorprendenti, perch laria di attesa e di provvisoriet, che circola nella letteratura paolina, poteva indurre i missionari a non prendere troppo sul serio il mondo reale, sul punto di finire, e a essere prudenti, per non sollevare problemi futili alle soglie dellevento finale. Inoltre Paolo era il tipo di missionario intraprendente, capace di affrontare la concorrenza degli altri missionari, cristiani e non, abile nel raccogliere denaro da portare a Gerusalemme, dove la cosa gli serviva per farsi valere presso gli apostoli pi legati alla tradizione ebraica e forse presso gli stessi parenti del predicatore originario. Questo prototipo di missionario originario, pi che un fanatico odiatore di donne, era un tipo indulgente, che, per reclutare seguaci, non voleva creare dissidi. Cerano ebrei disposti ad ascoltare i missionari, ma non a partecipare con i gentili a banchetti nei quali si consumassero carni di animali sacrificati agli idoli? Non bisognava tormentare le loro coscienze deboli, ancora incapaci di sentire la forza dello spirito. Abbandonare il marito poteva mettere in difficolt donne convertite? Che restassero in famiglia! Le donne erano veicoli preziosi per diffondere il cristianesimo e collaboratrici fedeli: potevano prendere la parola, ma dovevano restare velate, come conviene alle donne. Paolo accettava lescatologia postuma degli evangelisti, ma centrava la propria predicazione sulladempimento vicino delle promesse messianiche, unimminenza che faceva perdere importanza alle forme della vita personale e sociale. Lescatologia aveva le proprie insidie, perch lattesa poteva, da un lato, indurre a non cambiare nulla, dallaltro, a mutare intempestivamente la propria vita, con il pericolo di dare a questi mutamenti provvisori pi importanza del ritorno del messia. Paolo doveva tener viva lattesa, senza dare per troppa importanza agli accorgimenti che servivano a quello scopo, ma che non erano lobiettivo cui mirava la fede: se nellattesa cerano ragioni esterne che impedivano di cambiare, meglio non cambiare e attendere. Una certa storiografia femminista ha tentato di riscattare Paolo: egli assegnava s alle donne una posizione subordinata, ma soltanto perch doveva muoversi in una societ in cui quella era la condizione della donna, e lui non intendeva promettere rivoluzioni fittizie o riscatti illusori. Il suo messaggio sar stato esasperatamente escatologico, ma ci che egli prometteva era una palingenesi totale, in cui essere uomo o donna non avrebbe pi contato. La sua non era una soluzione di compromesso, fatta di aggiustamenti parziali: aspettandosi la fine e il rovesciamento totale del mondo, poteva prospettare alle donne indipendenza assoluta e piena parit con gli uomini. Forse fare di Paolo un femminista escatologico era esagerato, ma lo era anche infierire su di lui come maschilista, odiatore delle donne. In fondo n Ges n gli apostoli erano stati pi liberali di lui. Nelle comunit cristiane le donne erano presenti e attive, come risulta dalla stessa letteratura paolina, ma non sembra che nella vita cristiana fossero previsti istituzioni o luoghi nei quali le donne potessero esplicare una propria attivit, separata, anche solo relativamente, da quella degli uomini. Istituzioni del genere esistevano nel mondo pagano, perfino in quello della Grecia classica, che sembrava la meno adatta al riconoscimento dellautonomia femminile. Forse nel mondo ebraico cerano gruppi religiosi che ammettevano donne, separate dagli uomini o poste accanto a essi, ma in posizione subordinata; e queste comunit potevano essere la matrice dei gruppi cristiani, nei quali le donne appaiono sempre accanto a uomini e tendenzialmente subordinate a essi. Pagina 7 di 17 micromega - micromega-online Donna e cristianesimo: ai piedi delluomo - Versi... 18/09/2014 http://temi.repubblica.it/micromega-online/donna-e-cristianesimo-ai-piedi-dell%e2%8... La presenza femminile doveva essere una questione aperta, che continuava a farsi sentire via via che si delineava una Chiesa ortodossa e si dava un volto alle eresie. Nel montanismo le donne erano presenti e alle donne vicine a Montano, trattate con grande rispetto, veniva riconosciuta la capacit di profetare; e la cosa doveva preoccupare gli ortodossi, anche se probabilmente le loro critiche al montanismo non riguardavano principalmente la questione delle donne. Ha creato qualche difficolt il fatto che Tertulliano, diventato montanista, si distinguesse per la sua misoginia: strenuo assertore della modestia femminile, dedicava unopera intera allopportunit di far indossare il velo alle ragazze. Come si potevano conciliare queste posizioni con il posto occupato dalle donne nei gruppi montanisti? Come era accaduto con Paolo di Tarso, si voluto vedere nelle posizioni di Tertulliano una difesa della parit delle donne: Tertulliano voleva semplicemente far indossare il velo alle ragazze, come lo indossavano le donne sposate rispettose di regole di modestia vincolanti anche per gli uomini, pur nei modi che si addicevano loro. Vista da fuori, limposizione della pudicizia alle donne sembrava incompatibile con la mentalit di un gruppo che attribuiva alle donne capacit profetiche e poteri sacerdotali; ma questa incomprensione rivelava soltanto la tendenza a vedere in ogni disaccordo sulla posizione delle donne nella comunit religiosa una deroga alle regole che dovevano limitare la loro libert sessuale e impedire la loro infedelt agli uomini. In realt limportanza riconosciuta alle donne nelle comunit montaniste non andava intesa come una deroga dalla condotta imposta loro nelle altre comunit cristiane. Al di l delle innovazioni dottrinali e delle polemiche tra i gruppi cristiani, di fatto nelle comunit cristiane le donne si facevano sentire, anche nella Chiesa romana, in cui esse operavano come amministratrici, diaconesse, necessarie per tenere i rapporti con le fedeli donne, rapporti delicati in certe funzioni liturgiche, come il battesimo per immersione, per il quale le donne dovevano essere denudate e unte. La partecipazione alla vita liturgica e amministrativa delle comunit era la via ordinaria attraverso la quale le donne trovavano un loro posto, ma poi cera la via straordinaria, rappresentata dal martirio. Anche nella Chiesa romana il martirio era per le donne una specie di promozione, perch si attribuivano ai martiri, anche alle donne martiri, capacit sacerdotali, che comportavano il potere di sciogliere dai peccati e di allacciare un rapporto speciale con laldil. Se nellimmaginazione religiosa il martirio era unesperienza dolorosa ma luminosa, in cui la fede ha conferma sicura e la salvezza a portata di mano, nei fatti le cose erano pi complicate. Non tutti i fedeli avevano il medesimo grado di eroismo: cera chi si sottometteva, pronto a ritornare al cristianesimo in momenti pi tranquilli, cera chi, se poteva, evitava di dichiararsi cristiano, cera chi, arrivato alla soglia del martirio, se la cavava. Le autorit ecclesiastiche mostravano di apprezzare i martiri e ne promuovevano la venerazione, ma consigliavano anche prudenza, perch temevano che le persecuzioni potessero avere successo. Professioni di fede intempestive non andavano incoraggiate, perch avrebbero messo le Chiese in pericolo, e non si potevano neppure dare troppi riconoscimenti a chi scampava al martirio, con il rischio di introdurre personaggi carismatici, emersi non per le loro capacit pastorali o organizzative, ma soltanto perch esibizionisti o fortunati o astuti. I montanisti erano meno prudenti, e incoraggiavano la ricerca del martirio, sostenendo che si dovesse sempre proclamare la propria fede, senza accettare compromessi. In compenso consideravano la confessione, cio il riconoscimento esplicito della propria fede, anche se non seguito dal martirio, sufficiente per conferire poteri eccezionali, quale il sacerdozio e lesercizio della profezia: era il percorso seguito dalle grandi profetesse montaniste, quelle che, al di l delle sottigliezze dottrinali, costituivano lo scandalo del montanismo. La posizione delle donne nelle comunit montaniste dipendeva dunque pi dalle regole generali di condotta di fronte alle persecuzioni che da innovazioni concernenti le donne, ma la facilit con cui si riconoscevano loro Pagina 8 di 17 micromega - micromega-online Donna e cristianesimo: ai piedi delluomo - Versi... 18/09/2014 http://temi.repubblica.it/micromega-online/donna-e-cristianesimo-ai-piedi-dell%e2%8... poteri sacerdotali e profetici scandalizzava, perch appariva come una violazione delle gerarchie sessuali dei gruppi cristiani. Laltra grande eresia originaria era lo gnosticismo, e anche questa finiva con levocare limmagine delle donne. Se il montanismo aveva tracciato un itinerario attraverso il quale le donne potevano arrivare al sacerdozio, lo gnosticismo inseriva la loro figura in uno sfondo propriamente teologico, piuttosto grandioso. Le religioni pagane annoveravano divinit femminili e avevano generato teogonie intessute di legami sessuali, nelle quali cerano figli degli dei, proprio come Ges era figlio di Dio, nati da rapporti sessuali tra divinit e umani. Invece lebraismo aveva eliminato le divinit femminili e aveva depurato il proprio Dio da aspetti sessuali. Tuttavia nellebraismo, nello spazio compreso tra ebraismo e cristianesimo e nel cristianesimo, lelemento femminile era ritornato attraverso la teologia gnostica. Nella produzione della realt lo gnosticismo faceva intervenire unentit femminile, che era superiore allentit responsabile della produzione del mondo, ma che rappresentava il primo momento del processo di decadenza da cui il mondo nasce. Spesso, ma non sempre, identificata con Sophia (sapienza), essa aveva tutti i caratteri attribuiti alla femminilit, nel mondo pagano come in quello ebraico o cristiano, aspetti positivi, come la luminosit e la potenza, uniti per ad aspetti negativi, come la pretesa ingiustificata allautosufficienza, al fascino e allambiguit. Questo sfondo teologico doveva avere qualche relazione con la posizione che le donne occupavano nelle comunit gnostiche. Abbiamo in proposito poche informazioni attendibili, anche perch molto di ci che sappiamo degli gnostici viene da documenti indiretti, ostili nei loro confronti. Anche le comunit gnostiche dovevano essere dominate da uomini, che sulle donne non avevano idee diverse da quelle che ispiravano le altre comunit cristiane e in generale il mondo greco, romano ed ebraico: le donne potevano stare accanto agli uomini, ma richiedevano particolare sorveglianza. Pu darsi che le donne fossero attirate dalle comunit gnostiche, come da quelle montaniste, pi che dalle altre, perch in esse alle donne era riconosciuto uno spazio, anche se erano pur sempre guardate con sospetto. La letteratura sugli gnostici attribuisce loro modi di vita e culti nei quali uomini e donne si comportavano in modi considerati scandalosi: le donne si accoppiavano con fratelli (come venivano chiamati i membri della comunit) diversi dal marito, si celebravano riti usando sperma e sangue mestruale, si praticavano aborti e si uccidevano bambini appena nati. Si tratta di accuse, delle quali si possono ricavare testimonianze soltanto in modo indiretto, tenendo conto del fatto che spesso chi riferiva di dottrine filosofiche e fedi religiose alle quali era ostile, tendeva a trasformare credenze e massime in episodi concreti, configurati come vere e proprie trasgressioni: una pratica sistematica e ossessiva quando si aveva il sospetto che le donne potessero acquistare troppa importanza. Labitudine, diffusa nelle comunit cristiane, di chiamare i correligionari fratelli dava adito al sospetto di rapporti incestuosi, allamore cristiano veniva dato un significato sessuale, i gesti di saluto usati tra confratelli e consorelle erano interpretati come indebita confidenza tra uomini e donne. Del travisamento di queste pratiche avevano sofferto anche i cristiani ortodossi, quando avevano parlato di loro gli scrittori pagani, ma poi gli ortodossi avrebbero usato le stesse armi contro gli eretici, colpevoli di sovvertire lordine naturale. Il sesso domato Come dicevamo, le religioni greche e romane avevano attribuito una vita sessuale agli dei e avevano dato rilievo alle apprensioni degli uomini per la propria virilit e delle donne per la propria fecondit. I risvolti individuali sintrecciavano a quelli collettivi, rappresentati dalla produttivit della terra e Pagina 9 di 17 micromega - micromega-online Donna e cristianesimo: ai piedi delluomo - Versi... 18/09/2014 http://temi.repubblica.it/micromega-online/donna-e-cristianesimo-ai-piedi-dell%e2%8... dalla continuazione della stirpe; e qui le donne avevano una posizione importante, anche se nettamente subordinata rispetto a quella degli uomini, come dimostravano filosofi e medici, per i quali il seme maschile aveva una parte attiva rispetto a quella passiva del sangue mestruale. Limportanza delle donne era perci riconosciuta e nello stesso tempo esorcizzata, e non soltanto dal punto di vista strettamente sessuale, perch nel matrimonio le donne erano considerate elementi importanti non come compagne della vita affettiva e sessuale, ma come strumenti di relazioni sociali ed economiche e come veicoli di conservazione e trasmissione della ricchezza. La religione pubblica pagana dava rilievo alla famiglia come luogo in cui si esercitavano la vita sessuale e la procreazione, ma nel mondo pagano cerano forme religiose riservate alle donne. Inoltre la sessualit che si svolgeva fuori della famiglia era disgiunta dalla procreazione, ma era anchessa coperta da credenze e pratiche religiose, capaci di dare un senso alla prostituzione o allomosessualit, soprattutto maschile. La sessualit maschile, esaltata come una specie di forza, poteva essere resa immune da ogni contaminazione femminile, anche a costo dellevirazione rituale, intesa come liberazione dalla sessualit riproduttiva. Queste idee erano penetrate nella cultura filosofica, cio in una cultura piuttosto conservatrice, critica sia delle idee religiose tramandate sia di quelle che apparivano innovazioni popolari, ma interessata a riprendere e reinterpretare credenze e pratiche religiose. I pitagorici avevano proposto uno stile di vita retto da regole di purezza, nelle quali i tab alimentari e sessuali permettevano di evitare tutto ci che avesse che fare con il sangue e in generale con i veicoli materiali della vita. A questi temi si era riallacciato anche il platonismo, che, soprattutto con Platone, aveva rivalutato una sessualit disgiunta dalla procreazione, e perci totalmente spiritualizzata. Platone aveva additato nellomosessualit la sua massima espressione, soprattutto quando il rapporto omosessuale era tra un giovane e un anziano in grado di educarlo: in questo caso il rapporto sessuale produceva qualcosa che restava interamente nellanima. In un certo senso la vita filosofica consigliata da pitagorici e platonici era la traduzione in termini intellettuali e simbolici dellevirazione sacrale. Le condotte sessuali suggerite da professioni religiose e credenze filosofiche si collegavano a miti religiosi e filosofici, che inserivano la sessualit in unimmagine del mondo e la collegavano agli elementi che, in quelle immagini, sembravano pi strettamente legati alla vita. Era ovvio accostare la sessualit umana a quella animale, ma riceveva uninterpretazione sessuale anche la vegetazione; e dalla vegetazione si poteva ricavare lidea che anche le vicende umane avessero un andamento ciclico, che la nascita e la morte delle persone fosse simile al ciclo vegetale. In questa prospettiva le pratiche escogitate per il disciplinamento della sessualit potevano essere reinterpretate come mezzi per inserirsi nel ciclo della nascita e della morte o per sottrarsi alla morte. In questo senso agivano nel mondo classico le religioni orfiche e dionisiache come le filosofie pitagoriche e platoniche. Nella cultura classica la riproduzione delle popolazioni sollecitava preoccupazioni contrastanti. Le famiglie potevano tenere alla propria continuazione, ma per le citt antiche la crescita della popolazione poteva essere un problema, perch la polis classica poteva essere costretta, dal rischio di non trovare approvvigionamenti nel territorio circostante, a costruire una rete commerciale estesa, fondando colonie e prendendo iniziative militari. Utopisti politici, spesso filosofi, avevano immaginato citt capaci di controllare la riproduzione sociale, dissociando sessualit e procreazione attraverso una sorveglianza stretta sulla vita sessuale dei cittadini. Nel mondo pagano della prima et cristiana le cose erano cambiate, perch la dimensione imperiale si era affermata su quella cittadina e, con limpero, erano sorti problemi di popolazione di altro tipo. Pagina 10 di 17 micromega - micromega-online Donna e cristianesimo: ai piedi delluomo - Ver... 18/09/2014 http://temi.repubblica.it/micromega-online/donna-e-cristianesimo-ai-piedi-dell%e2%8... Lellenizzazione dellOriente, prima, e lespansione di Roma in Oriente, poi, avevano provocato grandi cambiamenti di costume, favorendo la mescolanza, la migrazione e il riorientamento di credenze e pratiche. Quando completava lassorbimento dellOriente nellimpero romano, con la decisiva incorporazione dellEgitto, Augusto teneva conto dello smarrimento che questi eventi avevano prodotto, richiamandosi ai costumi austeri, attribuiti ai romani antichi, e al valore della famiglia romana. Era una politica che poteva toccare soltanto una parte dellimpero e dei suoi cittadini, ma la ricerca di rapporti fruibili senza la mediazione di istituzioni cittadine, in un mondo cos delocalizzato, si esprimeva anche con ladesione a religioni e pratiche nate altrove, ma diventate disponibili dentro gli orizzonti dellimpero. Nella tradizione ebraica la sessualit era circondata da tab di purezza, che avevano al centro le donne, le sole che potessero dare certezza sullascendenza di una persona e perci sulla sua appartenenza al popolo ebraico. Quei tab servivano a mantenere la differenza degli ebrei dagli altri popoli della Palestina e si erano accentuati dopo la sradicamento degli ebrei dalla Terra promessa, al tempo dellesilio babilonese. Gli esuli avevano dovuto cercare di preservare la propria originalit nel contesto babilonese e coloro i quali erano ritornati da Babilonia, con la restaurazione del tempio sotto legida di Ciro, avevano di nuovo dovuto fare i conti con le popolazioni non ebraiche della Palestina e con gli stessi ebrei che, rimasti nella regione al tempo dellesilio, avevano stabilito rapporti con le genti in essa residenti. Con il Secondo Tempio la religione ebraica si era assestata come religione territoriale, circoscritta alla Terra promessa degli ebrei. In realt gli ebrei erano usciti dalla loro terra e si erano diffusi in un mondo reso pi omogeneo e permeabile dallellenizzazione e dalla romanizzazione, due fenomeni che pure avevano avversato la chiusura dellebraismo in se stesso e la sua pretesa di essere lunica religione del territorio occupato dagli ebrei. Ellenizzazione, romanizzazione, diaspora e vicende interne alla societ ebraica palestinese avevano anche cambiato la posizione del tempio e del sacerdozio nella societ ebraica, facendo sorgere nuovi movimenti religiosi apocalittici, messianici, mistici e devozionali. I tab religiosi tendevano cos a perdere almeno una parte del loro contenuto identitario, per trasformarsi sempre di pi in pratiche di salvezza in vista della venuta del messia o della vittoria sulla morte attraverso la sopravvivenza dellanima o la resurrezione. Lebraismo territoriale e identitario poneva al centro delle proprie preoccupazioni la riproduzione del popolo ebraico, creando unaccurata protezione religiosa dellingresso in quel popolo attraverso una corretta procreazione, ma nei movimenti escatologici quella preoccupazione veniva meno, anche perch essi nascevano dallinsoddisfazione per il modo in cui erano andate le cose, quando il popolo ebraico si era rinchiuso nella propria territorialit e si era lasciato penetrare dalla civilt ellenistica. In questi movimenti il disprezzo per la procreazione, insieme con laccettazione dei tab sessuali della purezza, privati per del significato territoriale e identitario, facevano della verginit il modo in cui le donne potevano entrare in comunit religiose speciali. Ci sono tracce che permettono di supporre che donne vergini o non pi sessualmente attive potessero porsi accanto agli uomini nelle comunit di tipo monastico istituite dalle sette ebraiche radicali. La verginit non era additata esplicitamente come un valore nella cultura classica pagana, anche se cerano forme rituali di verginit, spesso interpretate come offerta esclusiva della propria sessualit a una divinit. Quando si erano occupati della famiglia, i filosofi non lavevano proprio consigliata come un ingrediente opportuno della vita filosofica e spesso avevano messo in guardia contro il peso che essa poteva rappresentare; Platone poi laveva considerata un pessimo strumento di riproduzione della societ e di distribuzione di Pagina 11 di 17 micromega - micromega-online Donna e cristianesimo: ai piedi delluomo - Ver... 18/09/2014 http://temi.repubblica.it/micromega-online/donna-e-cristianesimo-ai-piedi-dell%e2%8... risorse e di potere. Era un atteggiamento del tutto coerente con la diffidenza verso la sessualit, cui si accompagnavano, come ancora una volta nel caso di Platone, la sua spiritualizzazione e il rifiuto della procreazione, vista come una conseguenza dellattivit sessuale e non come un suo possibile fine. Del resto i movimenti filosofici, escluso Platone, non dedicavano alla sessualit unattenzione particolare, n si occupavano specificamente delle donne, ma tutti, dal pi al meno, cercavano di togliere importanza ai comportamenti che consideravano dominati dalle emozioni e dalla sensibilit; e tra questi si collocavano quelli sessuali, visti come modi per conseguire il piacere sensibile. Il declassamento della sessualit aveva aperto dei varchi per la presenza di donne nelle comunit filosofiche, non tanto perch si riconoscesse la loro parit con gli uomini, quanto perch si dava meno importanza alle strutture sociali, in particolare familiari, nelle quali esse avevano sicuramente una posizione subordinata rispetto agli uomini. Non a caso Aristotele, che faceva della famiglia un livello importante della societ, era un convinto assertore della superiorit dei maschi sulle femmine. Viste dallesterno, le comunit filosofiche, fatte essenzialmente da uomini, ma nelle quali, almeno in alcune di esse, poteva esserci posto anche per le donne, colpivano perch, se in esse ci si occupava della sessualit, lo si faceva indipendentemente dal quadro familiare in cui la donna aveva una posizione precisa, circondata da rigidi confini; e ne nascevano fantasie sulla vita filosofica, che poteva essere raffigurata come una forma di licenza sessuale. I cinici condividevano probabilmente molte delle convinzioni dei platonici, ma esibivano disprezzo e rifiuto per le forme sociali, che spesso gli altri filosofi insegnavano ad accettare senza troppo impegno. Dalle loro sentenze sugli usi sociali e sulle forme di pudicizia correnti si ricavavano storie damore sfrenato e impudico tra maestri cinici e le loro compagne. Se si taceva della famiglia tradizionale o la si lasciava sullo sfondo, ma soprattutto se la si criticava, subito si affacciava lincubo della femminilit tentatrice e pericolosa e simmaginava che, fuori del recinto familiare, le donne diventassero esibizioniste svergognate, peggiori delle prostitute. Il cristianesimo era nato e aveva preso forma nellebraismo della Giudea, forse addirittura nella Galilea, probabilmente in un clima segnato da movimenti escatologici e messianici, che tuttavia non erano incomprensibili n ai palestinesi ellenizzati n a quelli che conoscevano o praticavano altre religioni. Il cristianesimo si sarebbe poi diffuso anche nei ceti colti dellimpero e avrebbe sviluppato una propria cultura in latino e in greco, attingendo alla cultura ebraica, che aveva affrontato e subto il confronto con lellenismo, ma lo aveva anche assimilato. Sia da parte pagana sia da parte cristiana risultava appropriato un confronto tra il cristianesimo e la filosofia pagana. Cerano pratiche e credenze cristiane che ai filosofi risultavano incomprensibili, mentre gli scrittori cristiani erano interessati a mostrare i punti di contatto tra cristianesimo e filosofia, per poi sostenere che, proprio in quei punti, il cristianesimo era superiore alla filosofia. E nelletica repressiva, costruita dai filosofi, i cristiani si trovavano a loro agio; anzi vi trovavano una ragione per dare un fondamento ai tab ereditati dallebraismo, rimasti senza senso in un religione priva del legame territoriale con Gerusalemme e il suo tempio, per giunta distrutto dai romani. Gi nellebraismo si era aperta la possibilit di considerare losservanza della legge e dei suoi tab come una pratica di salvezza, ma per i cristiani la legge ebraica stava diventando sempre meno importante, mentre i filosofi offrivano un impianto in cui inserire alcuni di quei tab senza pi mantenere legami con la Terra promessa e il suo tempio o il ricordo del suo tempio. I filosofi offrivano anche la cornice ideale per dare un senso alla posizione subordinata in cui collocare le donne, senza invocare la sua funzione di garanzia dellappartenenza dei neonati al loro popolo, come facevano gli ebrei, n la concezione greca della famiglia o limpianto romanistico del matrimonio. La figura della donna, mezzo per la riproduzione e fonte di piacere per i Pagina 12 di 17 micromega - micromega-online Donna e cristianesimo: ai piedi delluomo - Ver... 18/09/2014 http://temi.repubblica.it/micromega-online/donna-e-cristianesimo-ai-piedi-dell%e2%8... maschi, trovava posto nella struttura dellanima ideata dai filosofi, nella quale i piaceri dovevano restare subordinati alle funzioni intellettuali superiori, quelle esercitate prevalentemente dagli uomini. Con limpero il platonismo conosceva una rinascita, e il platonismo offriva un ricco arsenale di tecniche con le quali realizzare il controllo della vita emotiva. I neoplatonici erano perfino pi imprudenti dei cristiani, perch attingevano da tutte le religioni tab di purezza e pratiche ascetiche, e si affidavano volentieri alla magia teurgica, per ottenere lidentificazione con il divino, che ai cristiani era preclusa. Tra le tecniche di purificazione i cristiani avrebbero introdotto la verginit, erede della dissociazione della sessualit dalla procreazione, teorizzata dai platonici e apprezzata dai gruppi religiosi escatologici. Nei Vangeli questa scelta non appare particolarmente apprezzata, ma nelle lettere apostoliche incominciano a comparire donne che rinunciano del tutto alla sessualit, per dedicarsi completamente ai compiti ausiliari loro spettanti nelle comunit cristiane nascenti. Gi Paolo di Tarso, pur usando lindulgenza verso le donne sposate, delineava una scala di valori, nella quale la rinuncia al sesso per la dedizione totale alla comunit occupava il grado pi alto. Sar per il monachesimo che fisser questa gerarchia e che far della verginit una forma di perfezione, destinata a diventare un modello anche per il clero ordinario. Nella tradizione filosofica si trovava uno schema con cui distinguere i gradi di realizzazione della purezza: da sempre i filosofi si erano tormentati sui rapporti tra quelli che si davano alla vita filosofica e gli altri, e i platonici si erano sottratti al radicalismo di stoici ed epicurei elaborando una gerarchia, in cima alla quale stavano coloro che erano riusciti a liberarsi completamente dalla vita sensibile e dai piaceri; ma cera un posto anche per chi praticava una vita meno indipendente dal corpo e dalle cose. Lindulgenza paolina nei confronti di donne ed ebrei superstiziosi poteva essere un accorgimento necessario nella turbolenta Corinto, in cui passavano missionari in concorrenza tra loro, ma, finiti i tempi dellattesa di un ritorno imminente del messia, gli scrittori cristiani dovevano elaborare un codice di comportamento completo, ispirato alla modestia femminile, che aveva il proprio principio ispiratore nella censura del corpo. Tertulliano voleva che si velassero le ragazze, e non soltanto le donne sposate, cio sottoposte a un uomo, ma le donne cristiane in generale dovevano stare attente a non lasciar trasparire traccia del proprio corpo, neppure accavallando i piedi sotto le vesti. Erano regole che dovevano risultare comprensibili anche a molti pagani colti o a ebrei devoti e che trovavano giustificazioni nelle filosofie rispettabili, lontane dai radicalismi dei cinici. Del resto Plinio il Giovane, che mostrava curiosit e interesse per i cristiani, osservava compiaciuto che la propria moglie aveva assistito allesibizione pubblica del marito in modo riservato, dietro a una cortina. Uno dei testi pi antichi contenente regole per le comunit cristiane, come la Didach, raccomandava di astenersi dai desideri della carne, di non abbandonarsi alla concupiscenza, di non praticare la fornicazione, di non fare discorsi osceni, di non lanciare sguardi immodesti, origine degli adulteri. Queste esortazioni, non in grande evidenza nei Vangeli, erano mescolate con altre, che invece riprendevano quelle che, presenti nei Vangeli, sono state presentate come le grandi massime della pi nobile etica cristiana, fondata sulla carit, il perdono, la rinuncia alla rivalsa, la fiducia nel trionfo degli umili. Nella Didach si vede il profilo di antiche comunit cristiane, con le loro regole interne, le loro gerarchie, le forme di controllo della collettivit sui singoli fedeli, un rituale religioso, un contesto in cui le grandi regole morali mirano soprattutto, al pari di quelle sessuali, a dissimulare le comunit religiose entro il mondo circostante, che non devono provocare, accettandone i criteri di giudizio fino allesasperazione, perch, sullo sfondo, c la fiducia nella rivalsa degli umili, anche se latteggiamento escatologico gi diventato molto sfumato e incorporato nella vita comunitaria. Pagina 13 di 17 micromega - micromega-online Donna e cristianesimo: ai piedi delluomo - Ver... 18/09/2014 http://temi.repubblica.it/micromega-online/donna-e-cristianesimo-ai-piedi-dell%e2%8... Laver fatto posto alla perfezione nella gerarchia delle prestazioni religiose sar una minaccia costante per il cristianesimo romano, una via di fuga dal controllo delle autorit episcopali, nella quale si infileranno le eresie. E intorno agli eretici, e soprattutto ai perfetti che prenderanno la loro guida, si scateneranno le fantasie erotiche dei loro persecutori. Che cosa voleva dire essere perfetti? Essere puri? Liberi dal sesso, ma perch non soggetti alle sue tentazioni e lusinghe o perch liberi di esercitarlo senza remore? Erotismo femminile sfrenato e omosessualit maschile diventeranno i comportamenti che gli ortodossi attribuiranno agli eretici, come era gi accaduto nel cristianesimo delle origini. Le donne, spostate dal luogo in cui la societ antica e i filosofi le avevano collocate, erano ancora una volta limmagine concreta di ci cui pu condurre la rivendicazione dellindipendenza dalle gerarchie. Laver collocato il clero nella zona della perfezione si riveler una minaccia esiziale nel momento della riforma protestante, quando i laici rivendicheranno il diritto di giudicare il clero e daranno un giudizio negativo sul clero romano. Nel protestantesimo la perfezione come liberazione totale dalla sessualit perder ogni valore, ma non per questo cambier la posizione delle donne, che dovranno conservare il posto assegnato loro da filosofi, teologi e legislatori. Un autore saggio e illuminato, gran conoscitore delle cose del mondo e della storia, come Montesquieu, vedr ancora nelle donne una possibile insidia per le societ: non erano state forse le donne, inserendosi nella trasmissione ereditaria dei patrimoni, a indurre una delle trasformazioni fatali allimpero romano? Perch le donne sono da sempre uno dei veicoli attraverso il quale la disponibilit di ricchezza genera il lusso, creando una domanda di beni superflui. E il tormentato Kant amava ascoltare i marinai che gli propinavano storie sugli abitanti dei mari del Sud, dediti allozio e occupati soltanto a riprodursi nel piacere; Kant doveva essere attratto da quella vita, ma vedeva in essa un pericolo da cui guardarsi, il frutto proibito del legno storto di cui fatto luomo. Il corpo e la carne La cultura pagana, almeno nellimmagine che ne abbiamo ricevuta, non sembra ossessionata dal corpo, dal corpo umano come dalla corporeit delle cose materiali, quanto lo stato il cristianesimo. Nella societ antica, fatta prevalentemente per uomini, il corpo maschile era spesso ostentato e la figura degli organi sessuali maschili poteva essere esibita in luoghi pubblici. Le donne di pi alta condizione, raffigurate coperte, erano tenute a rispettare le regole del pudore, ma non ci si richiamava al corpo per giustificarle. Neppure i filosofi lo facevano: per loro il corpo poteva essere una fonte di problemi, perch condizionava lesercizio del pensiero puro o perch aveva bisogni, dei quali ci si doveva occupare. Le cose necessarie per soddisfarli erano beni del corpo, che, accanto ai beni esterni, come la ricchezza o la buona reputazione, occupavano un posto non eccelso nelle scale di valori elaborate dalle scuole filosofiche. Proprio per il loro modesto piazzamento, la ricerca dei beni del corpo doveva essere disciplinata, perch preoccuparsi di ci che fosse utile alla soddisfazione di un bisogno del corpo avrebbe compromesso la cura dei beni dellanima: a che cosa servivano le virt, se non a esercitare quella sorveglianza? E tra i beni del corpo da usare con misura o addirittura da evitare cera il sesso. I filosofi non entravano troppo nei particolari, ma qui le donne erano indirettamente presenti; anche i maschi, perch lomosessualit poteva dar luogo a comportamenti considerati poco virili, ma, quando entravano in gioco le donne, si rischiava di far saltare la famiglia, che i filosofi potevano anche evitare, non per minacciare. Anche se le donne evocavano subito la famiglia e la societ, i filosofi collocavano tutto ci che le donne rappresentavano in uno spazio ricavato nella teoria dellanima. Lo schema filosofico doveva passare agli scrittori Pagina 14 di 17 micromega - micromega-online Donna e cristianesimo: ai piedi delluomo - Ver... 18/09/2014 http://temi.repubblica.it/micromega-online/donna-e-cristianesimo-ai-piedi-dell%e2%8... cristiani, che avevano accettato il confronto con la filosofia, ed essere usato sia nellescatologia sia nella morale cristiane. Proprio lescatologia, la teologia della salvezza e il mito della resurrezione inducevano a concepire il corpo come carne, un tema che i filosofi antichi avevano evitato. Le minute e fosche immaginazioni di Agostino sulla carne dei dannati, che brucia senza mai consumarsi, per garantire leternit delle pene, sono eloquenti. La carne era vista come lo strumento per la sovversione della gerarchia ereditata dai filosofi, una sovversione intesa dai cristiani come tentazione, secondo il suggerimento ricavato dalla narrazione biblica del peccato originale; e le donne, portatrici della tentazione sessuale, dovevano essere temute soprattutto come carne, da tenere velata. Una sfida decisiva a tutto ci si sarebbe profilata quando la mentalit scientifica moderna avrebbe interpretato la coppia di anima e corpo in termini non di contrapposizione, ma di distinzione. Questo mutamento, apparentemente innocente e puramente dottrinale, doveva avere una conseguenza importante, perch risultava che il corpo era capace di svolgere, anche senza lintervento dellanima, le funzioni che i filosofi classici avevano creduto di dover attribuire a parti inferiori dellanima. Molti filosofi moderni, a cominciare da Cartesio, conservavano lantica gerarchia di valore tra anima e corpo, limitandosi a rendere le manifestazioni inferiori della vita umana azioni puramente meccaniche, attribuibili al solo corpo. Perfino molti degli irrispettosi illuministi continuavano a ritenere che le manifestazioni pi alte della mente umana non potessero essere attribuite al corpo. La cacciata dellanima dalla materia, dalla natura e dal corpo proponeva un programma di lavoro a una parte della filosofia moderna, che tentava di tradurre nel linguaggio della materia e del corpo ci che era stato attribuito allanima. La vecchia associazione tra la femminilit e la carne non era pi uno svantaggio per le donne, perch anche gli uomini erano soltanto carne e materia e perch la materia e la carne bastavano a produrre i prodotti sublimi della cultura maschile. Da questa prospettiva sono nati modi nuovi di considerare le donne e riforme culturali e sociali che hanno cercato di trasformare modi di pensare e istituzioni costruiti sullassunto dellinferiorit femminile. Utilitaristi e positivisti, soprattutto saint-simoniani, hanno elaborato dottrine e costruito immagini nelle quali il riconoscimento dei diritti delle donne stato ampiamente affermato, ma soprattutto hanno indicato nellapertura delle scuole e della vita politica alle donne la via da percorrere. La conoscenza della materia e linvenzione di tecniche con le quali usarla hanno messo a disposizione mezzi efficaci per offrire alle donne possibilit e risorse che prima non erano a portata di mano e in virt delle quali le donne sono uscite di casa; e la cosa ha riguardato non lite femminili ristrette, ma la massa delle donne delle societ industriali. Linvenzione di macchine per i lavori domestici ha consentito di rompere il vincolo materiale che chiudeva le donne nelle mura della casa. Su un altro versante la diffusione delle pratiche contraccettive ha permesso alle donne lesercizio di una sessualit libera, non subordinata alla procreazione o bollata come socialmente e moralmente riprovevole. A utilitaristi e positivisti non sono andate le simpatie di filosofi e storici, che hanno loro rimproverato di aver passivamente accettato le indebite rivendicazioni di primato di scienziati o ideologi della conoscenza scientifica. Con questa critica gli umanisti cercavano di esorcizzare non solo il fatto che avevano dovuto rinunciare alla conoscenza della natura, ma anche il rischio di dover riconoscere la scarsa affidabilit delle forme di sapere che avevano sempre coltivato. Il rifiuto di positivismo e utilitarismo si inseriva in un movimento di rivolta contro il sapere scientifico moderno, che segna gran parte della filosofia della fine dellOttocento e del Novecento, un movimento guidato dalla cultura filosofica tedesca, in cui si era conservata leredit della scolastica medievale, regredita, fra Seicento e Settecento, nel resto dellEuropa. Attingendo al patrimonio scolastico i filosofi tedeschi Pagina 15 di 17 micromega - micromega-online Donna e cristianesimo: ai piedi delluomo - Ver... 18/09/2014 http://temi.repubblica.it/micromega-online/donna-e-cristianesimo-ai-piedi-dell%e2%8... proponevano alternative al sapere scientifico o concezioni che lo sottomettessero a forme di sapere superiori o sue reinterpretazioni che comunque ne limitassero le pretese. In sostanza si trattava di rimettere lanima nella materia e nella natura, facendo della natura o la manifestazione puramente fenomenica di una realt spirituale, o il frutto di pure costruzioni intellettuali umane, o una rappresentazione proiettata sulle cose soltanto per giustificare tecniche escogitate per dominare cose e uomini. In un modo o nellaltro si riduceva lespulsione dellanima dal corpo a un ingrediente per esercitare il controllo totale delle attivit umane. Come si poteva dire allora che le filosofie utilitariste e positiviste e lo sviluppo delle tecniche generate dallingegneria o dalla medicina avessero contribuito a liberare le donne? Perch, al contrario, si trattava semplicemente di unestensione ancora pi penetrante del controllo sulla realt. Liberando le donne dal loro legame con la procreazione, lallevamento dei figli, la cura della casa e i lavori domestici, le si rendeva simili agli uomini, capaci di una sessualit indipendente e si profilava per loro perfino la possibilit di generare senza bisogno di avere un rapporto sessuale: la donna smetteva cos di essere soprattutto corpo, come era stata per i filosofi antichi, e carne tentatrice, come i cristiani avevano tradotto lidea dei filosofi. Le donne erano corpo e sessualit come lo sono gli uomini o, addirittura, si invertivano le parti, perch un uomo ha bisogno di una donna per diventare padre, mentre a una donna basta il seme di un uomo, per generare, e pu comunque decidere da s sulla gravidanza, anche se iniziata nel rapporto con un uomo. Ma, per chi sospettava di tutto ci che provenisse dalla conoscenza scientifica e dallinvenzione di tecniche, quelle cose producevano una liberazione apparente delle donne, perfino peggiore del loro asservimento, perch abolivano s le restrizioni che esse avevano subto, ma le omologava in una realt indifferenziata. Limmagine della donna come carne tentatrice non poteva essere cancellata semplicemente con la crescita delle conoscenze scientifiche o il perfezionamento di tecniche operative, senza un mutamento culturale profondo di tutta la societ, che partisse dal riconoscimento dei meccanismi diffusi di dominio. Per questo storici convinti dellarbitrariet delle servit imposte alle donne hanno visto con favore le posizioni di Paolo di Tarso, il quale era indulgente con le donne vincolate alla famiglia, ma prefigurava un mondo futuro in cui le differenze tra uomini e donne non avrebbero pi contato. La verginit era stata la condizione ideale che il cristianesimo dei padri e della Chiesa medievale aveva additato a uomini e donne, per liberarli dalla sessualit e dalla procreazione: non era forse un modo, imperniato su unescatologia, per togliere la donna dai vincoli imposti dalla societ pagana e metterla sullo stesso piano degli uomini? Una specie di verginit democratica. Lescatologia era la strada da battere, il rovesciamento della realt, senza farsi ingannare dalle immagini fallaci, dispensate in nome della conoscenza scientifica delle cose. Una forma estrema di controllo dei comportamenti era stata la confessione, quale si era configurata secondo le indicazioni ecclesiastiche, ma Foucault, sciaguratamente, metteva sul medesimo piano la confessione e la mentalit scientifica moderna, perch entrambe pretendevano di imporre a ogni persona di riconoscersi in uno stereotipo. Questi temi sono prevalsi nella saggistica e nella storiografia sul corpo e sulle donne, suggerendo indulgenza per le posizioni religiose, soprattutto per quelle considerate originarie, non ancora inquinate da una qualche organizzazione ecclesiastica e non ancora trasformate in strumenti di controllo sociale. Indipendentemente dalla questione del corpo e delle donne, il mito dei gruppi religiosi allo stato nascente era stato largamente applicato nella storia del cristianesimo e della cultura occidentale in generale, sicch lo si poteva tranquillamente usare in storie della sessualit ispirate allidea che la degenerazione del cristianesimo primitivo avesse trovato qualcosa di equivalente, al sorgere dellet moderna, nellirrigidimento del sapere attraverso la conoscenza scientifica istituzionalizzata. Quando il discorso si Pagina 16 di 17 micromega - micromega-online Donna e cristianesimo: ai piedi delluomo - Ver... 18/09/2014 http://temi.repubblica.it/micromega-online/donna-e-cristianesimo-ai-piedi-dell%e2%8... fatto, da genericamente filosofico, politico, anzich di illuminismo o modernit, si brutalmente parlato di capitalismo: solo la liberazione dal capitalismo consente una nuova concezione del corpo e unautentica liberazione delle donne, salvando dallequivoco che conoscenza e tecnica possano offrire cose delle quali fidarsi. Dicevamo allinizio che le dichiarazioni di papa Bergoglio non sono di fatto cos innovative rispetto alle posizioni dei suoi predecessori, almeno a cominciare da Giovanni XXIII. Si pu capire che le cose dette in abiti ancora pontificali e con morbide raffinate scarpette ai piedi appaiano diverse, se pronunciate da uno che calza ruvide e solide scarpe nere. Ma non ci sono soltanto questi elementi esterni, perch lindulgenza di cui papa Francesco ha goduto forse dovuta anche al contesto culturale in cui lha inserita. Le sue aperture sulla sessualit e sulle donne, gi di per s convenzionali, soprattutto le seconde, sono state accompagnate da solenni dichiarazioni sullimmutabilit degli articoli di fede e della dottrina teologica, addirittura dellorganizzazione ecclesiastica; eppure queste cose sono sfuggite non soltanto a Eugenio Scalfari, travolto da intemperanza filosofica, ma alla generalit di quelli che gli hanno dato ascolto. Poich il papa non ha troppo insistito sulla fedelt alla dottrina, sulla condanna dellaborto, sul celibato ecclesiastico, sul sacerdozio riservato ai maschi, si pensato che di fatto avesse rivoluzionato i princpi ai quali si era sempre ispirata la Chiesa di Roma e le sue moderatissime parole sulle donne e sulla sessualit sono state messe in relazione con la cornice pauperistica in cui ha collocato quasi tutti i suoi messaggi. Il pauperismo fa parte della retorica del cristianesimo, e il papa non lha approfondito, trattandolo anzi con la disarmante semplicit che gli propria. Ma, accompagnato a unapparente estraneit a ogni forma di sofisticazione intellettuale, esso stato preso come un rifiuto della societ opulenta in preda a un crisi imputabile alla sua stessa efficienza, che scarica sui poveri i prezzi del progresso. I banchieri, i capitalisti sempre pi ricchi, i mercanti di armi sono sembrati gli obiettivi contro i quali il papa si scagliava. Dunque finalmente un papa che scioglie le vere catene contro le quali riforme sociali, strumenti materiali per liberare dal lavoro domestico, tecniche per il controllo della sessualit e della procreazione non possono nulla? Nessuno sembra pi ricordare che spesso povert e devozione religiosa vanno insieme, che luna e laltra generano solidariet bellicose pi che convivenze pacifiche e non sono il clima adatto per attribuire diritti alle donne. Induce a dimenticare tutto ci limmagine di un cristianesimo fatto di poveri trionfanti nella loro povert e di donne libere nellaccettazione del loro posto accanto, un po sotto, agli uomini, come Maria accoccolata ai piedi di Ges nella casa di Lazzaro. (16 settembre 2014) Copyright 1999-2014 Gruppo Editoriale LEspresso Spa - P.Iva 05703731009 Pagina 17 di 17 micromega - micromega-online Donna e cristianesimo: ai piedi delluomo - Ver... 18/09/2014 http://temi.repubblica.it/micromega-online/donna-e-cristianesimo-ai-piedi-dell%e2%8...