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ANSELM GRN

Tu sei una benedizione

Introduzione
Lkumenischer Kirchentag, la Giornata ecumenica delle chiese
cristiane, del 2003 era allinsegna del motto: Siate una
benedizione. Ha riportato alla coscienza di molte persone il tema
della benedizione. Evidentemente la benedizione fa leva su un
anelito profondo dellessere umano. Le persone anelano a essere
benedette. Ma il motto della Giornata ecumenica ha suscitato in
molti anche qualcosaltro: allimprovviso hanno scoperto che
possono benedire a propria volta e sono autorizzati a farlo. Alcuni
hanno timore di benedire gli altri. Pensano che sia unazione
riservata ai sacerdoti. Durante la Giornata ecumenica, invece, per
molti ha costituito unesperienza piena di gioia che, in liturgie di
benedizione, le persone si siano benedette a vicenda. Ogni cristiano
ha lautorit di benedire. E ogni cristiano, in quanto benedetto da
Dio, a sua volta una benedizione per gli altri.
Durante la Giornata ecumenica e in seguito anchio ho vissuto varie
esperienze di benedizione. Alcune persone mi si sono avvicinate
perch volevano essere benedette. Cos, in questo libro, vorrei
raccontare le mie esperienze di benedizione ed esaminare la
tradizione della Bibbia e della liturgia a proposito di questo tema.
Scrivo questo libro nella consapevolezza della mia qualit di
benedettino. Il nostro fondatore il Benedetto (benedictus). Noi
monaci portiamo con noi il tema della benedizione gi nel nome. Ci
tocca gi a partire dallimmagine che abbiamo di noi stessi.
Unesperienza durante la Giornata ecumenica mi ha colpito
profondamente. Dopo una celebrazione liturgica mi si avvicin una
coppia chiedendomi la benedizione. Luomo disse che aveva
urgente bisogno di essere benedetto, perch aveva sempre
sperimentato la maledizione. Su di lui erano state pronunciate molte
parole che lo svalutavano e gli auguravano il fallimento della sua
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esistenza. Contro di esse desiderava ricevere parole di benedizione,
che penetrassero nella, sua anima scacciando quelle di maledizione.
Dalla Giornata ecumenica in poi mi succede con regolarit, anche
dopo le mie conferenze, che le persone non desiderino soltanto un
autografo sui libri, ma che mi chiedano anche la benedizione. Allora
impongo loro le mani e pronuncio una benedizione. Cos facendo mi
lascio guidare dallintuito per dire le parole adatte in questo
momento alla loro situazione concreta.
E c anche unaltra esperienza che mi incoraggia a scrivere un libro
sulla benedizione. Quando, durante i corsi nellabbazia di
Mnsterschwarzach, celebro leucaristia con un gruppo, capita che a
volte, dopo la messa, alcuni partecipanti mi portino un crocifisso, un
angelo o una candela con la preghiera di benedirli. Quando poi,
prima della benedizione solenne al termine della messa, annuncio
che benedir loggetto che qualcuno mi ha portato, spesso si
aggiungono spontaneamente altre persone, portando la loro
catenina, la fede nuziale, la loro Bibbia o un altro oggetto che per
loro ha unimportanza particolare, affinch io benedica anche questi.
In un incontro con alcuni confratelli ci siamo chiesti perch
allimprovviso la gente senta un tale bisogno di benedizione. Ci
sono venuti in mente diversi motivi. Quando qualcuno chiede di
essere benedetto, desidera mettersi sotto la protezione di Dio.
Desidera sperimentare in concreto che Dio anche vicino a lui. La
benedizione qualcosa di indipendente dalle chiese ufficiali. Ogni
persona in grado di benedire. Tuttavia la benedizione non si
chiede a chiunque, bens soltanto a chi ha un determinato
retroscena, per esempio il padre, la madre, lamico o lamica, oppure
anche il sacerdote, che consacrato. Devo aver fiducia in chi mi
benedice. Altrimenti questa persona potrebbe associare alla
benedizione delle cattive intenzioni oppure potrebbe legarla troppo
ai suoi bisogni personali. Con la sua benedizione potrebbe
monopolizzarmi. Nel Salmo 61 sta scritto: Con la bocca benedicono,
nel loro cuore maledicono (Sal 61,5). Evidentemente la chiesa era
consapevole del pericolo di abusare della benedizione e perci ha
preteso come premessa necessaria per i sacerdoti, coloro che la
impartiscono ufficialmente, la purificazione interiore.
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Quando le persone vengono da me per farsi benedire, mi chiedo:
perch desiderano essere benedette da me in modo personale? E
soltanto il bisogno di essere toccati? O non c forse in loro un
anelito pi profondo, lanelito di venire toccati dalla mano di Dio e
di avere qualcuno al proprio fianco nella vita quotidiana? Quale
anelito risveglia in loro il desiderio di benedizione? Vi ho riflettuto
molto. Credo che sia lanelito a che la vita non sia tanto allinsegna
dei desideri e delle maledizioni, delle aspettative e delle esigenze
delle persone, bens della benedizione di Dio. Quando percorrono il
loro cammino con la benedizione di Dio, sperano che la loro vita
riesca e la loro strada porti a una meta buona. Naturalmente mi
chiedo anche se le persone non proiettino troppe cose su di me, se
non spostino su di me il loro desiderio profondo di guarigione, di
risultati positivi, dell esperienza della vicinanza di Dio.
Da bambino ho vissuto regolarmente lesperienza di come mio
padre mi benedicesse quando ritornavo in collegio. E nella nostra
famiglia la madre benediceva il pane prima di iniziare a tagliarlo.
Mi chiedo che cosa associassi alla benedizione da bambino. Non so
descriverlo con esattezza. Ma evidentemente cera lintuizione che la
vita qualcosa di pi di un funzionare esteriore, che tutto ci che
facciamo avviene sotto gli occhi benevoli di Dio, che tutto ci che
importante per la nostra vita toccato dalla mano benedicente di
Dio e pieno del suo amore. Un confratello ha raccontato come lo
abbia sempre colpito profondamente che sua madre benedicesse il
pane. Ci gli ha donato il senso del dono prezioso che costituisce il
pane. Ancora oggi gli fa male vedere quanto spesso il pane viene
tagliato e distribuito in maniera distratta. La benedizione conferisce
al pane una qualit diversa. Nel pane Dio stesso a nutrirmi, colui
che dona ogni cosa buona.
Anche quando le persone portano a benedire i loro crocifissi, le
candele e le fedi nuziali, mi chiedo quale anelito profondo si celi
dietro questo gesto. un fraintendimento magico? O non
desiderano piuttosto avere qualcosa nella loro vita quotidiana che
rammenti loro la benedizione di Dio, che faccia diventare tangibile
per loro la promessa della presenza risanatrice e amorevole di Dio?
Desiderano forse rammentarsi in maniera concreta della
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benedizione di Dio? Benedizione significa per loro vita divina, che
compenetra la loro esistenza spesso debole e fragile. Benedizione
significa vita riuscita, pienezza di vita. La benedizione conferisce
alla loro esistenza un buon sapore. In ogni cosa si sentono toccate e
avvolte dallamore affettuoso di Dio.
In questo libro vorrei approfondire le domande che affiorano in me
quando bene4ico e vorrei sviluppare alcuni aspetti della
benedizione, cos come ce li presentano la Bibbia e la tradizione
spirituale. Cos facendo non una trattazione sistematica a
interessarmi, bens le esperienze che mi stato concesso di fare con
la benedizione.

Dalle mie esperienze di benedizione
Quando le persone mi chiedono di benedirle
Che cosa desiderano le persone che, dopo una conferenza o un
dialogo, mi chiedono di benedirle? Se chiedessi loro perch
desiderano la benedizione, probabilmente non saprebbero dirlo con
esattezza nemmeno loro. Ci si potrebbe chiedere anche dal punto di
vista teologico quale effetto abbia la benedizione. Grazie alla
psicologia sappiamo che le parole hanno potere. La benedizione ha
un effetto positivo, tanto quanto nuoce il suo contrario. Le parole
cattive rimangono nel cuore di una persona. Le parole buone, le
parole di benedizione, aprono uno spazio di vita e damore. Le
parole benedicenti possono modificare una situazione. Perci non
pronuncio mai la benedizione soltanto su una determinata persona,
bens anche sempre sulla sua concreta situazione di vita. Le parole
di benedizione sono in grado di sbrogliare situazioni intricate e di
far tornare a scorrere qualcosa che si era bloccato.
Quando qualcuno mi chiede di benedirlo, cerco di immedesimarmi
in lui e nella sua situazione concreta. Molti di coloro che desiderano
la mia benedizione dopo una conferenza mi raccontano in breve il
loro problema. Una coppia di sposi ha raccontato che al momento
entrambi avevano grandi difficolt luno con laltra. Volevano essere
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benedetti, nella speranza che dopo il loro cammino avrebbe potuto
tornare a funzionare. Si potrebbe obiettare che sarebbe meglio se la
coppia provasse a esercitarsi in nuove forme di comunicazione. I
due coniugi, per, hanno gi fatto molti tentativi luno con laltra.
Nella terapia di coppia hanno lavorato a capirsi meglio a vicenda e a
comportarsi con maggiore sensibilit luno con laltra. Dalla
benedizione sperano qualcosaltro. Vorrebbero essere benedetti da
Dio. Vorrebbero fare lesperienza che la mano protettrice di Dio
sopra di loro. Ci li solleva dai loro sforzi. Dona a loro la speranza
che il loro impegno per un buon rapporto reciproco alla fine possa
riuscire.
Una donna mi racconta delle sue paure. Desidera che io la benedica.
un fraintendimento magico? Vuole che la paura se ne vada e
basta?
Non sarebbe meglio dialogare con la paura e farsi condurre a Dio da
essa? Quando benedico questa donna non lo faccio nella
consapevolezza che ci risolva tutti i suoi problemi. Le spiego per
prima cosa come potrebbe gestire la sua paura, come debba
concederle di esistere e iniziare a dialogare con essa. Tuttavia non le
nego la benedizione. Avverto infatti lanelito che sulla sua paura si
posino mani protettrici e che lamore benefico di Dio fluisca nella
sua paura. La benedizione non una garanzia che la paura non
torner a tentare di afferrarla. Alcuni vengono con questidea
magica, come se la benedizione risolvesse tutti i problemi senza che
loro debbano fare qualcosa a questo scopo. La maggior parte delle
persone, per, richiede la benedizione perch sente che per loro
troppo poco il semplice occuparsi delle paure dal punto di vista
psicologico. Desiderano sentire sopra di s la benedizione di Dio.
Ci non fa scomparire ogni loro paura, ma la ridimensiona. Quando
la paura torna ad aumentare, si immaginano le mani protettrici di
Dio che hanno percepito durante la benedizione.
Una donna incinta viene da me con suo marito. Racconta del
bambino che cresce dentro di lei. Chiede la benedizione per un parto
felice e perch entrambi accolgano il bambino con il cuore aperto e
siano per lui una buona madre e un buon padre. Un uomo mi
racconta della sua malattia. Una donna il giorno seguente deve
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andare in ospedale per sottoporsi a una difficile operazione. Un
altro si sente tagliato fuori dalla vita. Tutte queste persone
desiderano venire benedette. Talvolta c tutta una fila di persone in
coda che chiede la benedizione. Qualche anno fa succedeva solo
sporadicamente. E talvolta avevo degli scrupoli a osare, davanti ad
altre persone, un gesto tanto intimo come limposizione delle mani e
a pronunciare una preghiera personale. Nel frattempo, per, il
desiderio profondo delle persone sconfigge il mio timore di
amministrare la benedizione in un ambiente tanto rumoroso e in un
contesto tanto mondano come la sala delle conferenze.
Quando qualcuno mi chiede la benedizione gli impongo le mani. E
poi mi immedesimo nellaltra persona e mi affido alle parole che
escono da me. Non voglio limitarmi semplicemente a una formula
fissa, bens, attraverso la benedizione, fare una promessa a quella
concreta persona. Certo, ci sono anche formule fisse che ritornano
con regolarit. Si tratta per della benedizione per questa persona
concreta. Per la donna tormentata dalle paure prego per esempio
cos:
Dio buono e misericordioso, benedici questa mia sorella e tieni le tue mani
amorevoli sopra di lei per proteggerla. Pervadi la sua paura con il tuo Santo
Spirito e portala a contatto con la fiducia che in serbo dentro di lei al
fondo del suo cuore. Sottrai alla sua paura la forza paralizzante e
distruttiva. Trasformala in un ricordo della tua vicinanza damore.
Rafforza la sua fede che anche nella sua paura al sicuro nelle tue mani
buone. E mandale langelo della fiducia, che laccompagni lungo il suo
cammino e la conduca attraverso di esso in una libert e in una vastit
sempre maggiori. Ti benedica il Dio buono e misericordioso, il Padre e il
Figlio e lo Spirito Santo.
Nel caso di un uomo malato pregherei che Dio guarisca le sue ferite
e che il suo Spirito Santo e risanatore penetri sempre pi a fondo in
lui.
Talvolta mi chiedo come stessero le cose per Ges. Anche a lui si
avvicinavano persone che volevano essere benedette. Le madri gli
portavano i loro bambini perch egli imponesse loro le mani e li
benedicesse. I padri andavano da Ges perch egli benedicesse le
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loro figlie malate o i loro figli difficili, toccandoli con le sue mani.
Evidentemente Ges sprigionava qualcosa che attirava le persone e
le incoraggiava a chiedere la sua benedizione. Talvolta ho paura che
le persone mi invadano troppo. lo non sono Ges e non ho il suo
carisma. Tuttavia confido nel fatto che ogni cristiano, nel nome di
Ges e colmato dal suo Spirito, sia in grado di benedire. Per me,
quindi, quando benedico, importante non sommergere le persone
con le mie emozioni, bens essere permeabile allo Spirito di Ges,
affinch egli possa riversarsi nelle persone attraverso le mie mani.
Quando benedico una candela
Durante i miei corsi torno sempre a fare lesperienza di come le
persone mi preghino di benedire un oggetto. Hanno acquistato nella
nostra libreria un crocifisso, una corona del rosario o una candela e
desiderano che io li benedica. Si pu pregare anche con una corona
del rosario non benedetta. Quando una persona la porta a benedire,
per, confida nel fatto che anche dalla sua preghiera scaturir una
benedizione per la sua vita e per la sua famiglia. Il crocifisso si pu
appendere in casa anche senza averlo benedetto. magia farlo
benedire prima di appenderlo? C differenza tra il crocifisso
comprato e quello benedetto? Penso che tale differenza non si possa
dimostrare. Per dal punto di vista emotivo una differenza
considerevole. Le persone desiderano associare una promessa al
crocifisso che appendono in casa o porta al collo..
Un confratello ha raccontato di un uomo dilaniato e non limpido
interiormente, che gli aveva regalato una pietra. Nella sua cella
percep come questa pietra avesse uninfluenza negativa su di lui.
Un suo amico peruviano, in visita proprio in quel periodo, si accorse
subito che in quella pietra cera qualcosa che non andava e la gett
lontano. Evidentemente ci sono oggetti carichi di energia negativa.
In Africa esistono feticci che guariscono e altri che nuocciono.
Evidentemente nel bisogno di benedizione spesso si cela anche il
desiderio profondo di venire protetti dalle negativit. I primi
monaci benedicevano gli oggetti che apparivano loro ambigui. E
non di rado questi si spezzavano, perch erano posseduti dai
demoni. Una volta san Benedetto pronunci la benedizione sul
calice di vino che gli veniva porto. Il calice subito si spezz. La
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benedizione protegge quindi dalle intenzioni negative che le
persone hanno posto in questi oggetti.
Quando pronuncio la benedizione sul crocifisso, diventa depositario
di tutte le parole che pongo in esso. Benedire significa che prima di
tutto glorifico Dio per creare uno spazio positivo e benefico. Poi vi
pongo la benedizione, la promessa di Dio che egli con quella
persona. Anche sugli oggetti cerco di non recitare una formula fissa,
ma di donare alle persone parole conformi alla dimensione
simbolica delloggetto. Sul crocifisso recito pi o meno la seguente
preghiera:
Dio buono e misericordioso, benedici questo crocifisso e questa mia sorella
(questo mio fratello) che lo appender a casa sua o lo porter sul cuore. Fa
che questo crocifisso sia per lei un segno dellamore con cui, sulla croce, il
tuo Figlio Ges Cristo lha amata fino alla fine. Il crocifisso sia per lei la
promessa che ogni parte di lei amata, che in lei non c nulla che non sia
circondato dal tuo amore di perdono. La protegga da ogni pericolo e le
mostri che tu proteggi la casa del suo cuore contro tutto ci che potrebbe
nuocerle. Rammentale attraverso il crocifisso che tuo Figlio Ges Cristo
morto anche per lei, perch nei tuoi occhi lei preziosa e di grande valore. Il
Dio buono e misericordioso, il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo, benedica
dunque questo crocifisso e in esso questa mia sorella. Amen.
Talvolta, durante le celebrazioni eucaristiche, i partecipanti posano
sullaltare degli oggetti che hanno per loro unimportanza
particolare. Alcuni posano la fede nuziale per farla benedire, altri
una candela che hanno comprato, altri ancora una cartolina
illustrata con una frase che li ha colpiti, un angelo che si pu
prendere in mano, oppure leffige di un santo che desiderano
donare a una persona che porta quel nome. Nella preghiera cerco di
esprimere la dimensione simbolica di questi oggetti:
Possa la fede nuziale circondare questa mia sorella con lamore di Dio,
affinch questo amore tenga unito tutto ci che tende a separarsi, dentro di
lei o tra lei e suo marito. Possa guarire la lacerazione interiore. E possa
rendere sempre pi stretta lunione tra lei e suo marito, affinch il vincolo
dellamore divino li unisca in te. Rammenti loro la sorgente interiore
dellamore, che zampilla dentro di lei e in loro e non si inaridisce mai,
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perch divina. Smussa in lei ci che diventato angoloso e duro. Rinnova
in lei la fedelt a ci che ha promesso a suo marito davanti a Dio. E
mostrale che tu sei fedele e stai al suo fianco anche se viene colta dalla
debolezza e cade.
La fede nuziale, del resto, gi stata benedetta una volta durante la
celebrazione del matrimonio. La donna che la posa sullaltare prega
che quella benedizione torni a rivivere in lei, che torni a determinare
la sua vita. Nella candela le persone mettono davanti a Dio il loro
anelito che attraverso la fiamma la loro vita possa diventare pi
luminosa e pi completa, che Dio rischiari la loro oscurit, la loro
depressione e che porti calore e amore nel loro gelo. Nelleffige di
un santo desiderano che la salvezza operata da Dio in quella
persona mostri anche a loro che possono realizzare qualcosa della
specificit di quel santo anche nella propria esistenza. Desiderano
che il santo possa portarle a contatto con il santo che in loro, a
partire dal quale tutto il resto pu raggiungere la salvezza. Quando
le persone portano un angelo, desiderano che un angelo le
accompagni sempre e ovunque. Prendendo in mano limmagine
dellangelo desiderano sperimentare concretamente la promessa di
Dio: Ecco, io mando un angelo davanti a te per custodirti sul cammino e
per farti entrare nel luogo che ho preparato. Abbi rispetto della sua
presenza e ascolta la sua voce (Es 23 ,20s.).
Quando un sacerdote dispensa la benedizione della messa novella
Un confratello racconta della messa novella, la sua prima messa
solenne dopo la consacrazione sacerdotale. Lesperienza che pi lo
ha colpito stato vedere quante persone gli si avvicinarono per
ricevere da lui la benedizione della messa novella. E si chiesto che
cosa si nasconda dietro questo bisogno. In passato era noto il detto
secondo cui per ricevere la benedizione della messa novella si
dovrebbe consumare anche un paio di scarpe. Ma oggi che
lesaltazione dei sacerdoti superata da tempo, che cosa spinge le
persone a ricevere la benedizione della messa novella? Gi
laggettivo novella esprime che qualcosa di nuovo, fresco, giovane,
si riversa nella vita di una persona. Coloro che ricevono la
benedizione della messa novella confidano nel fatto che il sacerdote
appena consacrato benedice con cura particolare. E intuiscono che,
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attraverso la consacrazione, nella vita di quel giovane entrato
qualcosa a cui vorrebbero avere parte. lelemento sacro ci che
associano al sacerdote appena consacrato. Il sacerdote partecipa del
sacro. diventato il dispensatore del sacro. Soltanto il sacro in
grado di risanare. Cos le persone desiderano ardentemente che
scenda su di loro qualcosa di sacro in grado di guarirne le ferite,
qualcosa di sacro in cui si sentano protette nel bel mezzo di un
mondo imperfetto, in cui venire sottratte al tran tran della vita
quotidiana e toccare ci a cui anelano nel pi profondo del loro
cuore. Forse anche tu conosci in te lanelito che la tua vita sia
benedetta, che sia protetta dalla mano benedicente di Dio, che
partecipi della sua pienezza, che prosperi grazie alla benedizione
del Signore.
Se ricordo la mia messa novella trentatr anni fa, anchio fui molto
toccato dal fatto di impartire la benedizione ai miei genitori e ai miei
parenti, ma anche a molte persone vecchie e giovani, quando
anchio ero cos giovane. Sentivo che le persone avevano fiducia di
quella benedizione. Mi vergognavo, perch sapevo che, con i miei
ventisei anni, non potevo dar nulla agli altri. Cercai per di
confidare nel fatto che un po della benedizione di Dio si riversa
sulle persone passando attraverso di me. Mi vidi come un canale,
attraverso il quale 1amore di Dio fluiva verso la gente. E pensai: ci
che la gente si aspetta dal neo-sacerdote in realt vale per tutti. Tutti
possono diventare per gli altri un canale attraverso il quale scorre lo
Spirito di Dio, per colmare le persone della benedizione e dellamore
divini.

Come interpretano la benedizione i racconti della Bibbia
Negli ultimi anni, soprattutto nella chiesa evangelica, si destato un
nuovo interesse per il tema della benedizione. Due sono gli
argomenti su cui riflettono i teologi protestanti: da un lato la
benedizione come gesto. La benedizione qualcosa di pi che
pregare a parole, si esprime attraverso un gesto. La benedizione pu
essere sperimentata dalle persone attraverso i sensi. Dallaltro lato,
si riscoperto Dio come creatore. Ci significa che Dio non
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soltanto il redentore, bens anche il creatore e come creatore ha
benedetto gli esseri umani, facendoli partecipare della ricchezza
della sua creazione.
Benedizione e fecondit
La benedizione uno dei temi centrali della Bibbia. Gi al momento
della creazione dellessere umano Dio benedice Adamo ed Eva: Dio
li benedisse e disse loro: Siate fecondi e moltiplicatevi (Gen 1,28). La
benedizione qui collegata alla fecondit, con la moltiplicazione e
lincremento della vita. Lintero creato una benedizione di Dio da
cima a fondo. Dio copre di doni lessere umano e fa s che la sua
esistenza porti frutto. in questo che consiste uno dei desideri
primordiali dellessere umano, che la sua esistenza non resti inutile
e infeconda. Quando prospera, quando porta frutto nei figli o in
unopera, lessere umano vede un senso nella propria esistenza. La
benedizione una promessa di Dio allessere umano che la sua
esistenza sotto la protezione del Signore e partecipa della sua
energia creativa, che si esprime e porta frutto nelluomo.
Il grande cruccio dellessere umano sta nel fatto che la sua vita gli
appaia priva di significato e che rimanga senza frutto. Le coppie di
sposi spesso soffrono per la mancanza di figli. Le persone non
sposate hanno talvolta limpressione di non lasciare nulla in questo
mondo. Non possono presentare n figli, n una grande opera. un
desiderio primordiale che la vita porti frutto. Per raggiungere
larmonia con se stesso, lessere umano ha bisogno della sensazione
di generare qualcosa, di creare qualcosa che resta. Non devono per
forza essere i figli o una grande opera visibile a tutti. Ognuno, per,
ha bisogno della certezza di portare frutto con la propria esistenza,
di lasciare in questo mondo unimpronta che pu essere lasciata
soltanto da lui.
Di una donna incinta diciamo che fertile. Ci che vale per lei,
anche una promessa a ciascuno di noi. Anche noi siamo fertili. Nel
nostro corpo si esprime la benedizione di Dio. E attraverso il nostro
corpo deve fluire benedizione in questo mondo, qualcosa che pu
prosperare e diventare visibile nel mondo esclusivamente attraverso
di noi. Lo psicologo americano Erik Erikson la definisce
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generativit. espressione di una persona matura. Parte integrante
della buona riuscita dellesistenza umana il fatto che io crei
qualcosa che mi sopravviva e vada oltre la mia persona. Quando
vado al lavoro o vivo gli incontri con gli altri con la consapevolezza
di essere fertile, lo far confidando nel fatto che da me si sprigiona
benedizione, che il mio lavoro diventa una benedizione per gli altri
e che il dialogo o lo sguardo amorevole fa scaturire la vita nellaltra
persona. In quanto benedetto posso essere sorgente di benedizione.
Ci conferisce alla mia esistenza un sapore nuovo, il sapore della
benedizione e non quello amaro di quanto sterile e privo di valore.
Ti auguro, caro lettore, cara lettrice, che ti senta benedetto/ a da Dio fin
dalla nascita. Su di te c sin dallinizio la benedizione di Dio, che ti dice:
bene che tu esista. Sei benvenuto/a su questa terra. Vivi la tua vita e sii
fecondo/a!. Ringrazia Dio per averti creato cos come sei e per tutto ci che
ti ha gi donato in questa vita. La gratitudine ti doner un nuovo sapore, il
sapore della vitalit e della gioia.
Abramo, il benedetto
Il patriarca di Israele e padre della fede Abramo. Dio gli promette:
Far di te un grande popolo e ti benedir, render grande il tuo nome e
diventerai una benedizione... In te si diranno benedette tutte le famiglie
della terra (Gen 12,2s.). Qui la benedizione non consiste soltanto
nella fecondit, bens anche nellelezione. Abramo una persona
speciale. Viene scelto da Dio come progenitore di un grande popolo.
La benedizione sempre collegata allelezione. Quando benedico
una persona, questa sa di essere stata eletta da Dio. Eleggere ha a
che fare con volere. La persona benedetta ed eletta sa di essere
voluta da Dio, sa di essere accettata e approvata
incondizionatamente. La Bibbia associa spesso la benedizione di Dio
a un nuovo nome. Anche ad Abramo viene dato un nome nuovo. La
benedizione istituisce una nuova identit. Lessere umano non si
sente pi segnato da unonta. Viene chiamato da Dio stesso con un
nome nuovo. creato, plasmato, costituito, amato e accettato
interamente da Dio. Trova la sua identit in unintensa relazione con
Dio. Sa di non poter vivere senza questa relazione di amicizia con
Dio, che accorda fecondit alla sua vita.
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Elezione significa anche che Dio ritiene lessere umano capace di
compiere qualcosa. Dio pretende da Abramo che abbandoni la
propria terra, i parenti e la casa paterna. I monaci hanno visto questa
partenza come archetipo per ogni essere umano. Ogni essere umano
deve abbandonare ogni dipendenza, i sentimenti del passato e le
cose visibili con cui si identifica volentieri. Il rischio della partenza,
per, pu essere corso soltanto da chi sa di essere sotto la
benedizione di Dio. Partendo lascia andare tutto ci con cui finora si
sentito benedetto: i suoi beni, i suoi genitori, i suoi amici, tutto ci
che gli consueto. Essere sotto la benedizione di Dio significa:
percorrere il proprio cammino sotto la sua mano che protegge,
confidando nel fatto che in noi Dio crea qualcosa di nuovo e volge a
buon fine la nostra esistenza. Abramo non una persona priva di
difetti, esattamente come noi, pur essendo benedetti, continuiamo a
essere pieni di difetti e di debolezze. Non di rado soffriamo per i
nostri difetti. Ci sentiamo lacerati. La benedizione tiene unito ci che
noi non riusciamo a comporre.
Ti auguro quindi che tu ti sappia benedetto ed eletto da Dio e che la
benedizione di Dio unisca dentro di te tutto ci che talvolta minaccia di
lacerarti. Dio ti benedica, affinch tu, come Abramo, possa percorrere la tua
strada pieno di fiducia e ti sappia circondato sempre e ovunque dalla
vicinanza protettrice di Dio.
Diventerai una benedizione, dice Dio ad Abramo. la promessa pi
bella che possa essere fatta a una persona: essere una benedizione
per gli altri, diventare sorgente di benedizione per gli altri. Talvolta
diciamo a proposito di una persona che una benedizione per la
comunit, lazienda, il paese. Di alcuni bambini si dice che sono una
benedizione per la famiglia. Intendiamo con questo che quel
bambino ha in s qualcosa che fa bene agli altri. Forse ha un
carattere solare. Oppure effonde pace intorno a s. Oppure c in lui
qualcosa di schietto e di puro di cui tutti gioiscono. Ogni comunit
ha bisogno di persone che siano una benedizione per essa. Alla
lunga, senza persone benedette una comunit non pu sussistere.
Quando diciamo di un adulto che una benedizione per la
comunit, pensiamo anche allinfluenza positiva che si sprigiona da
lui. Da una persona del genere si effonde speranza per gli altri. La
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sua influenza riconcilia, non divide. E da questa persona partono
nuove idee. Della sua inventiva, della sua creativit vivono anche
un po gli altri. Senza di lei la comunit si spaccherebbe. Una
persona benedetta unisce le persone. Trasmette ad altri la
benedizione che ha ricevuto.
Gli innamorati fanno lesperienza che il loro amico o la loro amica
diventa una benedizione per loro. Gli innamorati rifioriscono.
Vicino al partner imparano ad accettare se stessi. Cresce una nuova
fiducia in se stessi. Quanto buio si rischiara, la disperazione
sparisce. Lo sconforto se ne va. Allimprovviso la vita riacquista
fantasia e creativit. Si sviluppano nuove idee. Ci che era
pietrificato diventa vivo.
Alcuni hanno limpressione che il loro medico, la loro terapeuta o il
loro padre spirituale sia una benedizione per loro. Dalla loro guida
spirituale si sprigiona qualcosa che fa bene allanima. Allora i dubbi
su se stessi si disperdono, la svalutazione e la condanna di s
cessano. Da quella persona ricevono nuova speranza che la loro vita
vada a buon fine.
Anche tu, caro lettore, cara lettrice, sei una benedizione per altre persone.
Dio te ne ritiene capace. Non devi compiere imprese speciali per diventare
una benedizione per gli altri. Basta che tu sia interamente te stesso/a. Cos
come sei, nella tua unicit, sei una benedizione per gli altri. Smetti di
svalutarti, e sii grato/ a del fatto che Dio ti ha eletto a sorgente di
benedizione per gli altri.
La benedizione notturna di Giacobbe
La Bibbia ci narra una storia singolare. la storia della benedizione
notturna che Giacobbe riceve proprio dalluomo che ha lottato con
lui tutta la notte. Da giovane Giacobbe aveva ottenuto con linganno
da suo padre Isacco la benedizione del primogenito, suscitando cos
lira di suo fratello Esa contro di s. Questa benedizione appare qui
come qualcosa di tangibile, qualcosa che non si pu dare due volte.
Giacobbe in vantaggio rispetto a suo fratello Esa. La benedizione
del primogenito consiste nel fatto che ora Giacobbe sar signore dei
suoi fratelli.
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A Giacobbe sembra riuscire ogni cosa. Torna a casa con grandi
ricchezze, le sue due mogli e molti figli. Ma gli viene annunciato che
suo fratello Esa gli sta venendo incontro. Ora si ritrova a fare i
conti con la paura. Esa rappresenta lombra di Giacobbe. Giacobbe
deve affrontare la propria ombra affinch la sua vita diventi
davvero una benedizione. La Bibbia ce lo descrive nella lotta
notturna con un uomo oscuro che si fa riconoscere come angelo di
Dio. I due lottano nella notte, senza che uno dei due riporti la
vittoria. Quando sorge laurora, langelo prega Giacobbe di lasciarlo
andare. Giacobbe ribatte: Non ti lascer, se non mi avrai benedetto!
(Gen 32,27). Giacobbe lotta per la benedizione. Ci tiene tanto a
essere benedetto da Dio da lottare come se fosse questione di vita o
di morte. Dio in persona benedice Giacobbe e gli d un nuovo nome:
Non ti chiamerai pi Giacobbe [truffatore, ma Israele [colui che lotta con
Dio] (Gen 32,29).
un paradosso che proprio ci che pericoloso per me e mi
combatte debba benedirmi. In un primo momento a Giacobbe Dio
non appare affatto come colui che benedice, bens come colui che lo
mette in discussione, che gli sbarra la strada. Da un punto di vista
psicologico, si tratta di un incontro con lombra. Prima che Giacobbe
possa riconciliarsi con suo fratello Esa, deve incontrare lombra
dentro di s, la parte che imbroglia, quella falsa, la propria
menzogna esistenziale. E proprio lincontro con lombra si trasforma
per lui in benedizione. La sua vita acquista una qualit nuova. Non
soltanto riesce a riconciliarsi con il fratello, ma diventa uno dei
patriarchi di Israele.
Pensiamo di incontrare la benedizione di Dio nelle situazioni in cui
abbiamo successo, in cui tutto ci riesce. La storia di Giacobbe ci
dimostra che sperimentiamo la benedizione proprio dove abbiamo
toccato il fondo, dove incontriamo dolorosamente noi stessi, la
nostra falsit, il nostro rifiuto della vita, il nostro sconfinato
egoismo. Se diciamo di s a noi stessi cos come siamo, persino la
parte debole e falsa di noi pu trasformarsi in sorgente di
benedizione. Dio non benedice ci che perfetto, ma ci che
imperfetto, non ci che intero: ma ci che spezzato. Attraverso la
benedizione il ramoscello tagliato torna a rifiorire. E la notte si
trasforma in giorno chiaro.
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Dio ti benedica anche dove ti senti fallito, dove soffri per le tue debolezze,
dove sei circondato dalloscurit. Non darti per vinto, quando tutto sembra
privo di vie duscita e non sai come andare avanti, quando sei stanco della
lotta e preferiresti darti per vinto. Allora, come Giacobbe, grida
testardamente nella notte del buio e della tentazione: Non ti lascer, se
non mi avrai benedetto!.
Benedizione o maledizione
Nel Deuteronomio Dio pone davanti al popolo la benedizione o la
maledizione. Mette il popolo davanti allalternativa di scegliere
luna o laltra:
Vedete, io pongo oggi davanti a voi una benedizione e una maledizione: la
benedizione, se obbedite ai comandi del Signore vostro Dio, che oggi vi do;
la maledizione se non obbedite ai comandi del Signore vostro Dio e se vi
allontanate dalla via che oggi vi prescrivo, per seguire di stranieri, che voi
non avete conosciuto (Dt 11,26-28).
Possiamo dunque essere noi a scegliere tra benedizione e
maledizione. Se ci atteniamo ai comandamenti, se viviamo in
conformit della nostra natura di esseri umani, siamo benedetti. Se
per agiamo contro la nostra natura e ci facciamo condizionare dalle
nostre brame e dalle nostre pulsioni, scegliamo la maledizione. Dio
afferma il Deuteronomio - ha legato il comportarsi secondo i
comandamenti alla benedizione e lallontanarsi dalla retta via alla
maledizione. E sta in mano nostra scegliere luna o laltra. Se ci
atteniamo ai comandamenti, la nostra vita viene benedetta. Porter
frutto e prosperer. Se invece voltiamo le spalle a Dio,
sperimentiamo la maledizione. Per lAntico Testamento, la
maledizione sempre un indebolirsi della vita. Il maledetto si sente
ripudiato da Dio e vive estraniato dal Signore e da se stesso.
Esiste per anche lesperienza che una persona ne maledica unaltra.
Nel libro dei Numeri si narra di come il re Balak, nella sua paura del
popolo di Israele, mandi a chiamare lindovino Balaam. Gli d
lincarico di maledire il popolo di Israele. Una volta che il popolo
sar maledetto spera di sconfiggerlo. Ma Dio ordina allindovino:
Non maledirai quel popolo, perch esso benedetto (Nm 22,12). Chi
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stato benedetto da Dio non pu venire maledetto da un essere
umano. Molte persone si sentono maledette. La parola tedesca
fluchen, maledire, deriva da un gesto a cui si associava il
malaugurio. Ci si batteva il petto con il palmo della mano aperta,
per esprimere che si augurava il male allaltra persona.
Torno sempre a incontrare persone che hanno limpressione di
essere maledette. Quando chiedo maggiori dettagli, mi raccontano
che il padre, in preda allira, ha gridato loro: Non farai mai strada.
Non troverai mai un marito. Vedrai come finirai in malora. Altre sono
piene di paura, perch un parente ha augurato loro di avere un
bambino disabile o di rimanere sterili. Anche se con la ragione ci
rendiamo conto che questi auguri malvagi nascono dallamarezza di
persone malate, ben difficilmente riusciamo a sottrarci alloro potere.
In noi permane la sensazione confusa che le parole non siano
soltanto parole, ma abbiano un certo effetto. Talvolta le persone
maledette si sentono rose interiormente. Anelano alla benedizione
che scioglier la maledizione che pesa sulla loro anima. Non basta
dire loro che la maledizione non ha valore, perch essa dimora nella
loro anima. C bisogno di una potente benedizione. Impongo le
mani a queste persone e, in nome di Ges Cristo, dico che protegga
la loro anima dallinflusso nocivo delle parole altrui e che faccia
penetrare sempre pi a fondo nel loro cuore la sua parola di vita.
Una volta venuta da me una donna che durante linfanzia aveva
subito degli abusi sessuali da parte di un sacerdote. Questi laveva
maledetta. Se mai lavesse raccontato a qualcuno, sarebbe morta.
Quella donna non osava pi andare in chiesa. Desiderava
ardentemente partecipare alla messa. Ma non appena entrava in una
chiesa, quella maledizione scendeva su di lei e la paralizzava.
Unamica la persuase a parlare con me. Quando le andai incontro
amichevolmente e le tesi la mano, si tir indietro. Ebbe il coraggio di
parlarmi soltanto perch lamica entr con lei nel parlatorio. E ci
volle molto tempo, prima che il suo blocco si sciogliesse e trovasse la
fiducia di dire ci che le pesava sullanima. Le chiesi se potevo
impartirle la benedizione e imporle le mani. Lo volle.
Durante quella benedizione ho sentito che tutti i miei bisogni di
mostrare partecipazione o riuscire ad aiutare dovevano passare in
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seconda linea. Devessere una benedizione pura, in cui sono
permeabile soltanto allo Spirito di Dio. Ed ero consapevole del fatto
che la benedizione ha bisogno di autorit conferita dallalto.
Benedico in nome di Dio. Benedico con la forza della croce, sulla
quale Ges ha sconfitto il potere dei demoni. Affiorano in me
immagini archetipe, per esempio limmagine che Cristo protegge la
donna con il suo potere, che con il segno della croce suggello la
fronte affinch non possa entrare niente di negativo. E in questa
situazione comprendo allimprovviso la frase di san Paolo, che
altrimenti mi risulta piuttosto estranea, cio che sulla croce Ges
diventato maledizione per noi, per riscattarci dalla maledizione (cfr.
Gal 3 , 13s.).
Forse conosci anche tu parole di maledizione che sono rimaste nella tua
anima. Sovrapponi a queste parole oscure la Parola iniziale che ti stata
affidata nel battesimo: Tu sei il mio figlio diletto. . Tu sei la mia figlia
diletta. In te mi sono compiaciuto. Oppure pronuncia nel tuo cuore
laugurio con cui Paolo benedice Timoteo, il destinatario delle sue lettere:
Grazia, misericordia e pace da parte di Dio Padre e Cristo Ges Signore
nostro (2 Tm 1,2).
Donne che si benedicono a vicenda
Quando Maria visit sua cugina Elisabetta, questultima fu piena di
Spirito Santo ed esclam: Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto
del tuo grembo! (Lc 1,42). La donna pi anziana benedice la pi
giovane. Entrambe le donne sono incinte. un incontro prodigioso
quello che ci viene descritto da Luca nel suo vangelo. In quanto
greco, Luca ha una sensibilit particolare per la dignit della donna
e per la sua capacit di sentire che il nostro compito pi importante
benedirci a vicenda e diventare una benedizione per gli altri. Le
donne dicono di se stesse che sono fertili, quando sono incinte. Le
donne conoscono la grande benedizione della creazione. Ai giorni
nostri sono proprio le donne ad aver sviluppato nuove forme di
liturgia della benedizione. Amano benedirsi a vicenda.
Nellincontro tra Maria ed Elisabetta vedo una dimensione
affettuosa nel rapporto reciproco. L non questione di rivalit,
come sperimentano spesso gli uomini nelle loro relazioni
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interpersonali. L questione di gioire per laltra persona e della
capacit di vivere insieme la benedizione di Dio, che destinata a
tutti, e di gioirne insieme agli altri. La benedizione pronunciata da
Elisabetta su Maria rende viva anche lei. Il bambino le sussulta nel
grembo. Il suo isolamento si trasforma in nuova vitalit. E Maria, la
benedetta, prorompe nel canto di lode del Magnificat. Trasmette ad
altri la benedizione di Dio. Benedire significa: lodare Dio per tutto
ci che ha fatto per noi. Dio la fonte di ogni benedizione. Per
questo fa parte della benedizione la lode di Dio come nostro
creatore, redentore e salvatore.
Con questo racconto levangelista ci invita a benedirci a vicenda.
Benedirsi a vicenda pu avvenire attraverso un gesto, per esempio
tracciando una croce sulla fronte dellaltra persona. Ma pu anche
semplicemente avvenire attraverso una parola. Elisabetta benedice
Maria dicendole qualcosa di buono. La parola greca per benedire,
euloghein, e la traduzione latina benedicere, significano: dire qualcosa
di buono, dire bene. Benedire consiste nel dire qualcosa di buono
dellaltro, su di lui e rivolto a lui. Elisabetta glorifica Maria come la
donna che benedetta pi di tutte le altre, che ha una dignit
inviolabile. Nella benedizione Elisabetta vede il mistero di questa
giovane donna e del bambino che porta in grembo. Ci che
Elisabetta dice a proposito di Maria vale per ciascuno di noi.
Ognuno di noi una donna benedetta, un uomo benedetto. Ogni
donna sotto la benedizione di Dio. Ognuno creato e amato da
Dio come persona speciale e unica.
Elisabetta non glorifica soltanto Maria, bens anche il frutto del suo
seno. La benedizione che promette a sua cugina si riferisce al
bambino che le cresce in grembo. Essere benedetti significa che in
me fiorisce qualcosa di nuovo. Nei sogni il bambino rappresenta
sempre qualcosa di nuovo e genuino, che desidera aprirsi una
strada in me, attraverso tutto ci che non autentico e nasconde la
mia vera natura. Oggi molte persone soffrono del fatto che la loro
vita scorre in maniera monotona e basta, senza che accada nulla di
notevole. Si sentono logorate. Tutto segue il suo corso abituale.
Essere benedetti come Maria significa che Dio fa fiorire in me
qualcosa di nuovo, che mi porta a contatto con limmagine genuina
e originale che egli si fatto di me.
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A proposito del bambino che Maria metter al mondo, langelo dice:
Colui che nascer sar dunque santo e chiamato Figlio di Dio (Lc 1,35).
Il nostro nucleo pi intimo, limmagine intatta di Dio dentro di noi,
sono santi, sacri. In ognuno di noi c qualcosa di sacro, di cui gli
esseri umani non possono disporre. Il sacro, infatti, proprio ci che
sottratto alla signoria del mondo. Per i Greci soltanto ci che
sacro pu risanare. Langelo promette anche a noi che dentro di noi
esiste qualcosa di santo, di sacro, che ha raggiunto salvezza e
perfezione, che intatto e non infettato dalla colpa.
Se sei a contatto con quanto di santo in te, potrai avere unzione benefica
sugli altri. Allora - benedetto come Maria - anche tu diventerai una
benedizione per gli altri. Ti auguro che, come Maria, tu sappia dire di s al
fatto che Dio ti ha benedetto e ti dona un figlio che sar chiamato santo.
un mistero quello che avviene in te quando il bambino divino nasce dentro
di te. Il mistero ha bisogno della tua parola di fede, come quella che ha
pronunciato Maria dandoti lesempio: Eccomi, sono la serva del Signore,
avvenga di me quello che hai detto (Lc 1,38).
La benedizione del vecchio Simeone
Luca ci narra unaltra splendida storia di benedizione. Quando
Maria e Giuseppe portano il loro bambino al tempio, vi incontrano il
vecchio Simeone. Simeone prende il bambino tra le braccia per
benedirlo. E lodando Dio, dice parole stupende sul neonato. In quel
bambino i suoi occhi hanno visto la salvezza, la luce che illumina le
genti e la gloria di Israele. senz altro la cosa pi bella che si possa
dire di una persona: Quando ti vedo, vedo la salvezza che Dio ha
preparato agli uomini. Ogni persona ha una sua profondissima
vocazione a portare gli altri alla salvezza, a che gli altri raggiungano
attraverso di lei la salvezza e la perfezione.
Con Simeone vorrei dirti: In te vedo la luce. Sei un raggio di speranza
in questo mondo. Rischiari i miei occhi. Sei gloria. In te risplende la
bellezza di Dio.
In te un po dellamore di Dio riluce in questo mondo. Attraverso di te il
mondo diventa pi luminoso e pi caldo. Vicino a te mi si riscalda il
cuore. Forse pensi che questo, per quanto ti riguarda, non sia vero. Ma le
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parole benedicenti di Simeone valgono anche per te. Anche tu, infatti; sei
benedetto, come il bambino di Maria.
Quando il bambino benedetto da Simeone fu diventato uomo,
bened altri bambini. Evidentemente la gente aveva limpressione
che questo Ges di Nazaret fosse una persona benedetta. Cos gli
portavano i loro bambini, affinch imponesse loro le mani e li
benedicesse (Mc 10,1316). Volevano che i loro bambini
partecipassero della benedizione di questuomo Ges. Sentivano che
la presenza di Ges faceva bene a loro e ai loro bambini, che da
Ges si sprigionavano benedizione, accoglienza, incoraggiamento,
vita e amore. Ges prende i bambini tra le braccia, impone loro le
mani e li benedice. un gesto affettuoso di benedizione.
Nellabbraccio Ges dimostra loro che sono abbracciati e amati da
Dio, che la presenza di guarigione e damore di Dio li circonda
sempre. Attraverso labbraccio, la benedizione si fa concreta. I
bambini si sentono amati, accettati. La benedizione ha in s qualcosa
di affettuoso.
Ges impone loro le mani. Nellimposizione delle mani non faccio
soltanto lesperienza dello Spirito Santo di Dio e della sua forza
risanatrice, che si riversa in me, bens anche della sua protezione. In
tutto ci che faccio so che Dio stesso tiene le sue mani protettrici sul
mio capo. Limposizione delle mani il gesto di, benedizione pi
intenso. In esso lamore di Dio pu essere sperimentato fisicamente
come contatto affettuoso e come un flusso che mi pervade. A questo
intenso gesto di benedizione, limposizione delle mani, Ges associa
una parola buona, una parola di incoraggiamento. La sua parola
crea relazione e comunione. Ges offre ai bambini la sua amicizia
personale. Ma attraverso la benedizione comunica loro anche che
appartengono al regno di Dio, che si trovano alla presenza
risanatrice e protettiva di Dio.
Molti genitori, la sera, prima di andare a dormire, hanno labitudine
di benedire i loro figli. Quando un figlio ancora piccolo, attraverso
la benedizione si sente al sicuro e protetto. Una madre, ogni sera,
posa in silenzio la mano sul capo del suo bambino che gi a letto e
prega per lui. Ci trasmette al bambino lesperienza che Dio tiene le
sue mani buone su di lui e che bene detto e amato da Dio. Un
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padre, ogni volta che i figli stanno per andare via da casa per un
periodo piuttosto lungo, fa loro un segno della croce sulla fronte.
Una madre mi ha raccontato che i suoi figli le presentavano sempre
la fronte per ricevere da lei la benedizione. Evidentemente
anelavano al tenero affetto della benedizione. In essa facevano
lesperienza della promessa: Sei benedetto da Dio. Non sono
soltanto io a pensare a te, ma Dio tiene la sua mano affettuosa su di
te. Quando i figli crebbero, la madre ebbe degli scrupoli a
continuare a fare loro il segno della croce sulla fronte. Ma quando
tralasci di farlo, i figli ormai adulti lo reclamano. Per loro costituiva
un bisogno sperimentare la benedizione della madre. A che cosa
anelavano quei giovani uomini? Dato che non li conosco, posso
soltanto fare delle supposizioni. Penso per che volessero
sperimentare fisicamente che sono benedetti, che non sono soli, che
non soltanto la madre ad accompagnarli con il suo amore, bens
anche Dio, che loro vicino, anche se, lontano da casa, si sentono
soli. Desidero perci incoraggiare padri e madri a benedire i loro
figli.
Nel segno della croce, nellimposizione delle mani o nella parola di
benedizione metti il tuo amore, la tua benevolenza, le tue premure e la tua
fiducia che tuo figlio benedetto da Dio. La benedizione che dai a tuo figlio
ti libera dalle preoccupazioni timorose per lui. Sai che sotto la benedizione
di Dio, che percorre la sua strada da persona benedetta e che la benedizione
come una mano protettrice che lo accompagna e circonda.
Se mi ricordo di come mio padre mi tracciava la croce sulla fronte
quando ritornavo in collegio a Miinsterschwarzach, in quel gesto
non cera soltanto un senso di dedizione affettuosa. Con quel piccolo
gesto mio padre esprimeva dei sentimenti che altrimenti non
riusciva a mostrare con facilit. Era anche la certezza che la
benedizione mi accompagnava e che in essa mi accompagnava
anche laffetto di mio padre, quando tornavo nellatmosfera un po
pi dura del collegio.
Non dovrebbero essere soltanto padri e madri a benedire i loro figli.
Possiamo anche benedirci a vicenda. Il ragazzo pu tracciare la
croce sulla fronte della sua ragazza e viceversa.
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Con questo gesto amorevole esprimiamo verso laltra persona che:
Vai bene cos come sei. Ogni aspetto contrapposto in te toccato
dallamore di Dio. Appartieni a Dio. Non c un re o un imperatore sopra
di te. Sei libero. Percorri la tua strada sotto lo sguardo amorevole di Dio,
che ti dice: Sei il benvenuto in questo mondo. Abbi fiducia nella vita. Io
vengo con te.
Benedetti attraverso Ges Cristo
La lettera agli Efesini vede loperato di redenzione e riscatto di Dio in
Ges Cristo come benedizione. Con limmagine della benedizione
lautore esprime ci che Dio ha fatto per noi in Ges Cristo. La
lettera inizia con un rendimento di lode:
Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Ges Cristo, che ci ha
benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo. In lui ci ha
scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo
cospetto (Ef 1,3s.).
La benedizione con cui Dio ci ha benedetti consiste nel fatto che ci
ha scelti in Ges Cristo. In Ges Dio ha diretto lo sguardo su
ciascuno di noi, ricolmandoci di tutto lamore che ha donato a suo
figlio. In Ges, per, ci ha anche chiamati a essere santi e immacolati
al suo cospetto. L8 dicembre, nella solennit di Maria immacolata,
la liturgia riferisce questa frase a Maria, la Madre di Dio. Allo stesso
tempo, per, questa frase vale anche per noi. In Ges Cristo siamo
gi santi e immacolati. L dove Ges in noi, c in noi qualcosa di
sincero e di puro. L il peccato non ha alcun potere su di noi. In
Cristo Dio ci ha benedetti, dicendoci:
Tu sei buono. Ti ho creato buono. E ai miei occhi sei buono, santo e
immacolato. Il mondo non ha potere su di te. In te non c nessuna
macchia. Quando sei in comunione con il mio figlio tutto buono in te.
Paolo sviluppa questa grande benedizione che abbiamo ricevuto in
Ges Cristo. Consiste nel fatto che in Ges ci stata donata la
redenzione, la remissione dei peccati secondo la ricchezza della sua
grazia (Ef 1,7). Redenzione significa in realt liberazione, riscatto. In
Ges non siamo pi in balia di forze demoniache che vorrebbero
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nuocerci. In Cristo persino il peccato non ha potere su di noi. Siamo
sottratti alla sua orbita. Non abbiamo pi bisogno di condannarci. In
Ges, infatti, Dio ei ha rimesso i peccati. Non ei gravano pi
addosso per paralizzarci con i sensi di colpa. L dove siamo
benedetti in Cristo il peccato non conta pi. Non dobbiamo
scontarlo. Possiamo semplicemente lasciarlo andare. La benedizione
pi forte della maledizione che spesso ci infliggiamo da soli
quando ci dilaniamo con i sensi di colpa, indebolendo cos la nostra
energia vitale.
Il terzo effetto che la lettera agli Efesini attribuisce alla grande
benedizione in Ges Cristo liniziazione al mistero (Heinrich
Schlier, 39 [trad. it. cit., 20s.]). Viene sviluppata in Ef 1,8-10:
Egli lha [la grazia] abbondantemente riversata su di noi con ogni
sapienza e intelligenza, poich egli ci ha fatto conoscere il mistero
[mysterion] della sua volont, secondo quanto, nella sua benevolenza,
aveva in lui prestabilito per realizzarlo nella pienezza dei tempi: il disegno,
cio, di ricapitolare in Cristo tutte le cose, quelle del cielo come quelle della
terra.
In Ges Dio ei ha resi partecipi della sua sapienza. Abbiamo
conquistato la gnosis, a cui le persone dellepoca tanto anelavano.
Gnosis significa: conoscenza, illuminazione, vero sapere. In Ges
siamo diventati sapienti. In lui comprendiamo i veri motivi delle
cose. In lui riconosciamo la nostra vera natura. E questa vera natura
consiste nel fatto che Cristo in noi e unisce tutti quei nostri ambiti
che non di rado viviamo come separati: tutte le cose, quelle del cielo
come quelle della terra, la parte terrena e quella celeste, quella
oscura e quella luminosa, quella debole e quella forte, la nostra
caducit e limmortalit di Dio. Il mistero della sua volont :
Cristo in noi. Cos stato descritto dalla lettera ai Colossesi:
Dio volle far conoscere [loro] la gloriosa ricchezza di questo mistero
[mysterium] in mezzo ai pagani, cio Cristo in mezzo a voi, speranza della
gloria (Col 1,27).
Si pu tradurre anche come Cristo in voi, speranza della gloria. In ci
consiste la benedizione pi profonda che Dio ei ha donato in Cristo.
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Cristo stesso in noi. in noi come colui che unisce dentro di noi
ci che separato e scisso. Ed in noi come speranza della gloria.
come la caparra che cresceremo nella forma (d6xa) che Dio ci ha
assegnato, che la gloria di Dio risplenda pura e chiara in noi.
Medita tra te e te linizio della lettera agli Efesini e lascia cadere nel
profondo del tuo cuore le parole: Ci ha benedetti con ogni benedizione
spirituale nei cieli, in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del
mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto (Ef 1,3s.). Durante la
meditazione non devi tanto riflettere sulle parole quanto accogliere le parole
nel tuo cuore) nella fede che questa la verit. Questa la realt
autentica. lo sono benedetto. Sono scelto da Dio, eletto, amato
incondizionatamente. L, dove la benedizione di Dio si posa su me, sono
santo e immacolato.


Dal tesoro delle forme di benedizione
Nella tradizione cristiana abbiamo sviluppato varie forme di
benedizione. Benediciamo con la croce, con lacqua santa o con le
parole. Ed esistono diversi gesti di benedizione delle mani:
lallargare le braccia e limposizione delle mani.
La forza della croce posta su di te
La parola tedesca segnen, benedire, deriva da due parole latine:
signare e secare. Signare significa: contrassegnare. Signum il segno.
Con questo termine il linguaggio della chiesa indica sempre il segno
della croce. E secare significa: incidere, tagliare. I primi cristiani si
facevano il segno della croce gi nel I secolo. E alcuni si tatuavano la
croce sulla fronte. Oggi alcuni giovani si tatuano immagini negative.
Non fanno bene alla loro anima. I primi cristiani vedevano nella
croce un segno di protezione da tutti i mali e un segno dellamore di
Dio che tocca e trasforma ogni cosa dentro di loro. Per i primi
cristiani la croce non era tanto un simbolo della passione di Cristo.
Riprendevano piuttosto linterpretazione del vangelo di Giovanni,
secondo cui la morte di Ges sulla croce il compimento
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dellamore. La croce un segno del fatto che Ges ci ha amato fino
alla fine, che in noi ama tutto. La croce unimmagine dei poli
opposti dentro di noi, di cui non di rado soffriamo. Quando mi
faccio il segno della croce, professo che ogni aspetto contrastante in
me toccato dallamore di Dio. Non c nulla che sia escluso da
questo amore. Attraverso il segno della croce mi accerto fisicamente
dellamore di Dio.
Il grande segno della croce va dalla fronte al ventre e dalla spalla
sinistra a quella destra. Incido lamore di Dio nella fronte, affinch la
mia mente non sia fredda e calcolatrice, bens pervasa dallamore. Il
ventre rappresenta la forza vitale e la sessualit. Anche in questo
ambito traccio il segno dellamore di Dio. In me non esiste nulla che
non sia accettato dallamore di Dio e colmo di esso. E in questo gesto
esprimo la speranza che lamore di Dio trasformi e purifichi il mio
amore, spesso inquinato dal desiderio di possesso. La spalla sinistra
indica da un lato linconscio, dallaltro la parte femminile e per
finire anche il cuore, la sede dellamore, il centro della persona. La
spalla destra la metafora della parte conscia, di quella maschile e
dellazione. Con il segno della croce benedico ogni ambito del mio
corpo e della mia anima. La benedizione di Dio, che si manifestata
nella maniera pi chiara sulla croce, pervade ogni parte di me, il
pensiero, la forza vitale e la sessualit, il conscio e linconscio, la
parte luminosa e quella oscura. Nel segno della croce torno sempre
a richiamare alla mente la consapevolezza che sono benedetto da
Dio. Mi lecito benedire me stesso, perch Dio ha posto sotto la sua
benedizione ogni parte di me.
Ricollegandomi a una preghiera della chiesa siriana, associo
volentieri il segno della croce alle seguenti parole:
Nel nome del Padre, che mi ha ideato e plasmato; e del Figlio, che disceso
nella mia umanit; e dello Spirito Santo, che volge il male in bene.
Nel segno della croce sperimento la benedizione che mi viene
donata attraverso la creazione e attraverso lincarnazione e la
redenzione in Ges Cristo. E faccio lesperienza che sono accolto
nella vita e nellamore del Dio unitrino. Cos come Dio uno e trina,
anche in me esistono tre ambiti in cui Dio vorrebbe penetrare: la
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mente, lanima e il corpo. Vedo Dio come Padre che mi ha creato e
mi ha dato una mente ricca di inventiva, affinch io sia creativo a
mia volta. Vedo il Figlio come colui che scende dal cielo e come ci
mostra Giovanni nella lavanda dei piedi - si china fin nella polvere
della terra per guarirmi proprio nella mia parte pi vulnerabile. Il
segno della croce mi incoraggia a scendere insieme a Cristo nella
mia umanit, con le sue pulsioni e le sue brame. Soltanto cos
lelemento pulsionale pu venire trasformato. E vedo lo Spirito
Santo come colui che unisce quanto lacerato e diviso in me, che
mette in collegamento il cuore con lazione, linconscio con il
conscio, il maschile con il femminile, il forte con il debole, la parte
che ha successo con quella che non ce lha. Lo Spirito Santo mi
incoraggia ad accettare ogni parte di me e a non scindere nulla.
Unaltra forma del segno della croce viene praticata nella liturgia
prima della lettura del vangelo. Con il pollice mi traccio una croce
sulla fronte, sulla bocca e sul petto. In tal modo esprimo che la
parola di Dio diventa una benedizione per il mio pensiero, che
caratterizza i miei discorsi e penetra nel profondo del mio cuore.
Quando le persone si benedicono a vicenda, lo fanno spesso
tracciandosi reciprocamente la croce sulla fronte. In molte case
ancora consuetudine incidere una croce nel pane che si inizia a
tagliare. Nella chiesa delle origini si tracciava il segno della croce
sugli utensili e tutti gli oggetti che rivestivano una certa importanza
per qualcuno. Nella liturgia la maniera consueta di benedire fare il
segno di croce. Quando il sacerdote, al termine della messa,
amministra la benedizione solenne, traccia con le mani una croce
sulla comunit.
Lacqua santa diventa una sorgente
Nelle solennit liturgiche il sacerdote spesso benedice aspergendo le
persone o gli oggetti con lacqua santa. Durante la celebrazione del
matrimonio benedice gli anelli degli sposi prima con le parole, poi
con il segno della croce e infine aspergendoli dacqua santa. Che si
tratti della benedizione del vino durante la festa di san Giovanni, di
quella delle candele alla Candelora, o dei cibi pasquali la domenica
di Pasqua, essa viene sempre impartita con lacqua santa. Lacqua
ricorda la creazione a opera di Dio. In principio lo spirito di Dio
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aleggiava sulle acque (cfr. Gen l,l). Gli oggetti che vengono aspersi
dacqua dovrebbero riacquistare il loro significato originario. Dio li
ha creati buoni. Dovrebbero servire allessere umano. Dovrebbero
acquistare anche per luomo il significato che Dio ha posto in essi. E
dovrebbero essere al sicuro dallabuso da parte di noi uomini, a cui
piacerebbe dare loro un altro significato.
Il vino deve allietare il cuore delluomo, senza ubriacarlo. Nei cibi
pasquali dovremmo godere la vita invece di rimpinzarci. La fede
nuziale non deve imprigionare, ma unire allaltro nella fedelt e
tenere insieme ci che tende a separarsi. E lacqua collegata alla
fecondit. Tutte le cose che vengono asperse con acqua devono
portarci frutto.
Nella notte di Pasqua il sacerdote benedice lacqua e percorre poi la
chiesa aspergendo dacqua santa tutti coloro che partecipano alla
funzione. In passato era consuetudine aspergere il popolo con
lacqua santa prima di ogni celebrazione eucaristica. Cos facendo si
cantava lAsperges me: Purificami con issopo, Signore, e sar mondato;
lavami, e sar pi bianco della neve. Si associava dunque questo rito
allidea della purificazione. Lacqua purifica. E prima della messa le
persone avevano la sensazione di doversi purificare dalla
contaminazione di cui avevano fatto esperienza durante la
settimana: la contaminazione emotiva attraverso i sentimenti
negativi che si riversano su di loro dallesterno, la contaminazione
attraverso il peccato e la colpa e lintorbidamento attraverso le
immagini e le aspettative imposte loro dagli altri. Allo stesso tempo
lacqua deve portarci a contatto con la sorgente interiore che
zampilla in noi. Deve rendere feconda la nostra vita e preservarci
dal prosciugarci e irrigidirci interiormente.
Allingresso di ogni chiesa si trova unacquasantiera. Molti, non
appena entrano in chiesa, bagnano le dita nellacqua santa e si fanno
il segno della croce con essa. Ci rammenta loro il battesimo, in cui
lacqua lustrale stata versata su di loro. Quando, ogni mattina alle
5.00, entro nella nostra chiesa abbaziale, prendo consapevolmente
lacqua santa e traccio con essa la croce in tutti gli ambiti del mio
corpo e della mia anima. Cos facendo prego Dio che durante questa
giornata la mia vita porti frutto. E allo stesso tempo lo prego di
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lavare via tutte le immagini che alterano la mia natura. Conosco
dentro di me immagini false con cui offusco il mio vero lo. Sono
fantasie di grandezza, come se fossi qualcosa di speciale. Sono le
immagini della persona di successo, del tipo spirituale, del saggio.
Sento che devo sbarazzarmi di tutte queste immagini per poter
vivere in maniera autentica. Entro in chiesa cos come sono, con le
mie debolezze e i miei punti di forza, con il bene e anche con le
tentazioni a cui sono esposto e a cui non di rado cedo. E lacqua
santa mi rammenta che sono battezzato, che ho guadato le acque
della morte, che non mi definisco pi in base al mondo, bens in
base a Cristo, che, per cos dire, ho indossato Cristo come una veste.
Quando Ges usc dallacqua del Giordano, sent le parole di Dio:
Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto (Mc 1,11).
Segnandomi con lacqua santa mi sincero che sono accettato e amato
incondizionatamente.
Molti cristiani hanno unacquasantiera anche sulla porta di casa.
Quando escono e quando tornano a casa bagnano le dita nellacqua
santa. un buon rituale della soglia. Una volta le persone avevano
ancora una particolare consapevolezza delle soglie. Varcare una
soglia significa entrare in un altro ambito, un ambito spesso ignoto o
pericoloso, oppure nellambito del sacro. In molte culture, la soglia
del tempio viene considerata sacra. Non pu essere varcata senza
sottoporsi a determinati rituali di purificazione. Questo sapere
antichissimo si protrae nelluso di mettere unacquasantiera sulla
soglia di casa. Bagnandomi le dita nellacqua santa quando esco di
casa, esprimo la speranza che il mio lavoro porti frutto e che possa
attingere alla sorgente interiore dello Spirito Santo in tutto ci che
faccio. Allora non arriver a casa esaurito. La sorgente interiore,
infatti, inesauribile, perch divina. Quando, rientrando in casa,
mi segno con lacqua santa, mi lascio alle spalle tutta la sporcizia che
si attaccata alle mie emozioni durante il giorno. Mi purifico da
tutte le seccature e le delusioni, per poter entrare in casa mia libero
interiormente e riconciliato con me stesso e con la mia vita. La casa
un riflesso del tempio. Non soltanto casa mia, bens anche la casa
del Signore, la casa in cui Dio abita insieme a me. In questa casa
desidero entrare incontaminato da ci che durante il giorno mi ha
oppresso e macchiato.
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Il rituale dellacqua santa illustra ci che in fondo si intende in ogni
rituale: il rituale chiude una porta e ne apre unaltra. La porta del
lavoro viene chiusa, affinch a casa non mi opprima pi. E viene
aperta la porta di casa mia, affinch mi ci senta davvero a casa e
possa essere me stesso, affinch trovi la pace e la mia vera casa.
La parola crea una realt
Nella tradizione cristiana la benedizione viene sempre associata a
una parola. Il termine greco (euloghein) e quello latino (benedicere)
per benedire significano: dire qualcosa di buono, parlare bene
dellaltro, promettere qualcosa di buono. Le parole che associamo a
una benedizione, perci, vanno scelte bene. Esistono molte formule
fisse per benedire. Sono adatte alle occasioni a cui sono destinate. E
spesso celano in s una grande forza. bene impartire la
benedizione con queste parole gi formulate. Talvolta, per, per
benedire c anche bisogno di parole proprie, personali. Ci vale
soprattutto quando benedico una persona in una situazione ben
precisa. La parola crea una relazione con laltro. Nelle parole di
benedizione dico a quella determinata persona ci che Dio vorrebbe
donarle, come la vede Dio e che cosa significa per lui. Benedire
qualcosa di pi della preghiera di intercessione. Benedire equivale a
una promessa: Sei amato da Dio. Dio ti stima. Al suo cospetto sei
prezioso e di grande valore. In Isaia, Dio promette a Israele (e queste
parole valgono anche per ogni persona che benediciamo): Perch tu
sei prezioso ai miei occhi, perch sei degno di stima e io ti amo, do uomini al
tuo posto e nazioni in cambio della tua vita (Is 43,4).
La parola di benedizione fa bene allanima. Deve soppiantare tutte
le parole offensive che abbiamo sentito nel corso della nostra vita.
Quando le parole della benedizione vengono scelte con cura, alla
persona benedetta non viene in mente che la benedizione sia
qualcosa di magico. Sente che nella benedizione Dio stesso si china
benevolmente su di lei, che il Signore tiene la sua mano buona sul
capo e le parla con parole damore, dincoraggiamento, di
rinvigorimento, di speranza. Attraverso le parole la benedizione di
Dio pu penetrare nel cuore dellessere umano. Talvolta assisto al
fatto che le persone iniziano a piangere, perch le parole che rivolgo
loro le toccano. So che non dipende dalla mia capacit di
31

formulazione. Quando una parola colpisce laltra persona, sempre
un dono. Non mai merito mio. sempre una grazia. E in quei casi
anchio sono grato, perch in quellattimo ho potuto essere del tutto
permeabile alla grazia di Dio e non lho oscurata con i miei secondi
fini.
Anche le parole di benedizione che pronunciamo sugli oggetti
vanno scelte bene. Alla liturgia sono note parole di benedizione
bellissime, come per esempio la benedizione dellacqua lustrale
nella notte di Pasqua, che esprime limportanza dellacqua per gli
esseri umani. In un esperimento si studiato come le parole
modifichino la struttura dei cristalli nellacqua. Le parole negative
possono creare confusione, le parole benedicenti, buone, benevole e
amorevoli, invece, creano strutture meravigliose. Le parole di
benedizione agiscono, anche se lo comprendiamo solo a fatica, come
parole che possono modificare la materia. Lacqua benedetta, gli
oggetti benedetti fanno bene allanima. Non magia, bens
espressione della fede nel Verbo di Dio, portatore di salvezza.
Le parole con cui benediciamo una candela, un crocifisso, una fede
nuziale, unauto, una casa, devono far risplendere il senso celato
nelle singole cose. Nelle parole di benedizione si esprime il fatto che
Dio ha creato il mondo buono e ci dona cose buone. Nelle cose ci
dimostra il suo affetto, ci fa sperimentare il suo amore tenero e
premuroso. In una candela ci fa sentire che egli porta luce nella
nostra oscurit e calore nel nostro gelo. Nella fede nuziale ci
rimanda alla fedelt con cui si legato a noi. Nella casa ci promette
che potremo essere a casa presso di lui. Nellincarnazione in Ges
Cristo, Dio ha conferito a tutte le cose una nuova dignit. Ges
stesso esprime a parole la sua natura. Dice di se stesso di essere la
vera vite. Quando contempliamo la vite con gli occhi della fede,
riconosciamo in essa la natura della nostra esistenza, cos come si
trasformata grazie a Ges Cristo. Tutte le cose diventano per noi
immagine della salvezza che Dio ha dimostrato su di noi in Ges.
Attraverso la mano sei toccato da Dio
Alla tradizione cristiana sono noti due gesti fondamentali di
benedizione: il segno di croce e limposizione delle mani. Entrambi i
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gesti vengono eseguiti con le mani. Da sempre la mano riveste
grande importanza per luomo. Con la mano agiamo, formiamo e
plasmiamo. Prendiamo in mano le cose e i nostri compiti. Con le
mani ci tocchiamo reciprocamente. Esprimiamo il nostro amore
accarezzandoci con affetto a vicenda. La nostra mano, per, pu
anche ferire, quando ci avvinghiamo a unaltra persona, la
inchiodiamo a una certa immagine o le neghiamo la stretta di mano.
Quando benediciamo con la mano, importante che siamo
interamente presenti nelle mani, che tocchiamo laltro con
attenzione e rispetto, con tenerezza e con amore.
Quando Ges benediceva singole persone, imponeva loro le mani.
Limposizione delle mani un gesto molto significativo. Attraverso
di esso comunico allaltro che Dio stesso tiene la sua mano su di lui,
che protetto e al sicuro. Gli poso le mani sul capo. Per gli indiani il
cakra o zona del corpo con una valenza energetica - della testa apre
lessere umano allambito del divino. Nella benedizione lo Spirito di
Dio si riversa nellaltro. Da sempre le mani sono lorgano attraverso
il quale si trasmettono la forza e 1amore di Dio a unaltra persona.
Per quanto mi riguarda, vedo limposizione delle mani come un
gesto personalissimo e molto intimo. Sento il calore dellaltra
persona. E talvolta intuisco che in quel momento qualcosa di
benefico si sta riversando nellaltro. Posso imporre le mani in
silenzio o associare il gesto alle parole. Ma anche quando dico
qualcosa, per me importante lasciare per qualche attimo le mani
sul capo dellaltra persona solo in silenzio. Ci che avviene dentro di
lei in fondo non si pu esprimere a parole. un mistero. Ha bisogno
di silenzio, affinch il Dio inconcepibile e impronunciabile in
persona agisca sullaltro.
Quando impongo le mani, mi preparo interiormente. Cerco di essere
interamente nel gesto e di abbandonare, cos facendo, tutti i miei
bisogni personali e i miei secondi fini, per essere permeabile allo
Spirito santo e risanatore di Dio. Allora vedo il gesto come qualcosa
di sacro anche per me. In questo gesto faccio lesperienza di me
stesso come canale, attraverso cui lamore di Dio desidera scorrere
puro verso laltro, senza essere inquinato dalle mie emozioni.
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Luca ci descrive un ulteriore modo di benedire di Ges. Conclude il
suo vangelo con le parole:
Poi li condusse fuori verso Betania e, alzate le mani, li benedisse. Mentre
li benediceva, si stacc da loro e fu portato verso il cielo. Ed essi, dopo
averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioia (Lc 24,50-52).
Il sacerdote ripete questo gesto benedicente di Ges nella
benedizione solenne al termine delleucaristia. Esistono due gesti
diversi. Alzo le mani e mi immagino come la benedizione fluisca
attraverso di esse sulle persone. Questo gesto antichissimo. Le sue
prime raffigurazioni risalgono a diecimila anni fa. anche il gesto
con cui al mattino invio la benedizione alle persone che mi sono
care. Laltro gesto 1allargare le mani sugli altri. come
nellimposizione delle mani. Ora, per, le impongo per cos dire a
tutte le persone l .riunite e invoco la benedizione di Dio su di loro.
Luca descrive leffetto di questa benedizione sui discepoli. Adorano
Ges e tornano a Gerusalemme con grande gioia. Sperimentano la
benedizione come qualcosa di sacro, davanti a cui si prosternano. In
molte comunit ancora oggi consuetudine inginocchiarsi al
momento della benedizione. un gesto di timore reverenziale di
fronte a ci che Dio opera in loro. E i discepoli tornano alla loro
quotidianit con grande gioia. La benedizione suscita in loro gioia,
la certezza che la loro vita ha un esito positivo e porta frutto, e la
fiducia che sono nelle mani buone di Dio, protetti e sostenuti da
esse.

Come la benedizione pu segnare la vita quotidiana
Benedizione della mensa - assaporare Dio durante i pasti
In molte famiglie cristiane c ancora la consuetudine di pronunciare
la preghiera prima dei pasti. Questa preghiera in fondo una
preghiera di benedizione. I cibi vengono benedetti. Una volta si
associava alla benedizione del cibo lidea che gli influssi diabolici
venivano tenuti lontani dagli alimenti. Anche oggi molti hanno
paura di mangiare ci che nuoce loro alla salute. La benedizione
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vuole liberarli da questa paura. Un confratello ha raccontato di
come in Africa gli venne offerto da mangiare qualcosa di
indefinibile. Il suo stomaco si ribell. Ma se avesse rifiutato il cibo,
avrebbe offeso profondamente il padrone di casa. Cos vi tracci
sopra la croce. E il cibo gli fece bene. La benedizione esprime il fatto
che riceviamo i doni di Dio, che non ci nuoceranno, ma ci
rinvigoriranno.
La benedizione della mensa, tuttavia, significa qualcosa di pi:
vuole esprimere che Dio stesso a donarci il cibo e che negli
alimenti esprime la sua bont e il suo amore per gli esseri umani.
Desidera che godiamo dei cibi e gustiamo in essi un po del suo
amore. Gli antichi parlano della dulcedo Dei, della dolcezza di Dio,
del suo sapore gradevole. Dio si fa assaporare. Ci costituisce per gli
antichi unesperienza significativa. Nei cibi assaporo un po
dellamore di Dio. E quest amore ha un sapore gradevole.
Nella benedizione della mensa lodiamo Dio per tutto ci che ci
dona. E lo preghiamo che gli alimenti si trasformino per noi in
benedizione, che irrobustiscano la nostra salute e ci rendano capaci
di portare a termine i compiti della vita quotidiana. E preghiamo
che il Signore benedica chi siede a mensa con noi, cos che sentiamo
che Dio stesso in mezzo a noi come colui che ci tiene uniti. Per gli
antichi il sedersi a tavola con gli altri era qualcosa di sacro.
Condividere il pasto con unaltra persona significava accettarla in
tutto e per tutto. Nel pasto in comune le persone facevano
lesperienza di fondersi con gli altri. Oggi, in molte famiglie, si
smarrita la cultura dei pasti in comune. E la benedizione della
mensa diventata per molti un punto di dibattito. Invece di
rinunciarvi, sarebbe opportuno discutere di nuove forme di
preghiera prima dei pasti.
Conosco una famiglia in cui ognuno, a turno, responsabile del
benedicite per una settimana. li padre e la madre si sono comperati
un libro con diverse benedizioni della mensa. li figlio diciottenne
non ama le parole. Quando lui a stabilire la benedizione della
mensa, osservano tutti insieme qualche minuto di silenzio. E i figli
pi piccoli pronunciano una preghiera spontanea, quando sono loro
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i responsabili della benedizione della mensa. Cos nasce il rispetto
reciproco e il senso del fatto che non ovvio godere insieme dei
doni buoni di Dio.
Benedizione della casa come lo spazio in cui abiti diventa una
vera dimora
Negli ultimi tempi io e i miei confratelli veniamo pregati con sempre
maggiore frequenza di benedire delle case. Una giovane famiglia ha
costruito una casa. Prima di trasferirvisi desidera che un sacerdote
la benedica. Evidentemente ha il bisogno di celebrare un rituale
personale prima di occupare labitazione. La richiesta della
benedizione per gli spazi abitativi nasce dallesperienza
antichissima che alcuni spazi sono colmi di benedizione. Ci sono
chiese in cui si pu percepire fisicamente che sono colme di
benedizione. Viceversa, esistono anche case in cui non ci si sente a
proprio agio. Una famiglia mi ha raccontato di come avesse la
sensazione che nella propria casa qualcosa non andasse, che fosse
maledetta. La famiglia non era superstiziosa, ma piuttosto razionale.
Evidentemente ci sono spazi in cui si preferisce non abitare. La
benedizione deve rendere la casa abitabile, cos che ci si dimora
volentieri, perch Dio stesso vi prende dimora insieme a noi.
Dopo il concilio Vaticano II la Commissione liturgica ha pubblicato
un proprio benedizionale, in cui sono previste varie benedizioni e
consacrazioni: benedizione di una casa, di una fabbrica, di uno
studio medico, di un ufficio, di una scuola materna, di una caserma
dei vigili del fuoco ecc. Con il suo benedizionale, la chiesa va
incontro al bisogno degli esseri umani di benedire gli spazi in cui
lavorano, affinch diventino una benedizione per le persone che vi
svolgono la loro attivit e per coloro che vi si recano per trovarvi
aiuto e assistenza. Il benedizionale prevede per tutte le benedizioni
particolari passi biblici, preghiere di benedizione e di intercessione.
Sono un valido aiuto e uno spunto per tutte le celebrazioni di
benedizione.
lo inizio la benedizione di una casa o con le parole di Ges sulla casa
costruita sulla roccia (Mt 7,24-28) o con il racconto di Zaccheo (Le
19,1-10). Poi interpreto il testo biblico e dico qualcosa sul significato
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della casa. Non ha soltanto bisogno di fondamenta esteriori, ma
anche di fondamenta interiori. Labitazione sempre anche una
metafora delledificio della propria esistenza. Non cadr se
costruita sulla roccia che in fondo Cristo stesso. La casa diventa
una casa della salvezza, una casa in cui otteniamo salute e salvezza,
quando Cristo stesso vi entra e ci copre dei suoi doni divini. Poi mi
faccio condurre nelle singole stanze e spiegare dai bambini a che
cosa serve ogni camera e che cosa desiderano per essa. Alcuni
bambini sanno raccontare in modo molto personale da che cosa
vorrebbero essere protetti e che cosa desiderano che Dio doni loro.
Dopodich recito una preghiera personale, che esprime il significato
della rispettiva stanza e formula auguri, affinch quella stanza doni
ai suoi abitanti ci che promette: tranquillit in soggiorno, fecondit
nello studio, ristoro in cucina, purificazione e depurazione nel
bagno, relax e sogni doro in camera da letto.
Non ho !impressione che la gente associ concezioni magiche alla
benedizione della casa. Desidera piuttosto vivere con
consapevolezza in spazi benedetti, affinch anche la sua vita e la sua
convivenza con gli altri siano benedette. Sente che non basta
costruire una casa soltanto esteriormente, se non viene colmata della
benedizione divina.
Benedizione dei fenomeni atmosferici - sole e pioggia sono nelle
mani di Dio
Nella tradizione cattolica, dalla festa dellInvenzione della croce, il 3
maggio, fino a quella dellEsaltazione della croce, il 14 settembre, al
termine della messa si recita la benedizione dei fenomeni
atmosferici. Con essa non esprimiamo il fatto di poter influenzare
come ci fa comodo il tempo annunciato dalle previsioni
meteorologiche. Riconosciamo piuttosto di dipendere dalla
benedizione di Dio affinch i frutti della terra prosperino e il nostro
lavoro riesca. Gli agricoltori hanno ancora una spiccata sensibilit
per il fatto che tutto dipende dalla benedizione di Dio. Possono
lavorare quanto vogliono, se il tempo non collabora tutto inutile. E
il tempo non si pu influenzare con mezzi tecnici. In questo punto
lessere umano sperimenta ancora la propria impotenza. Negli
ultimi anni le catastrofi climatiche - un anno la grande alluvione,
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quello dopo la siccit - hanno fatto riflettere molte persone. Sentono
che le forze della natura possono diventare minacciose e che, anche
in questo, dipendiamo dalla benedizione di Dio. Ci non significa
che non possiamo prendere delle misure in grado di impedire tali
catastrofi. Ma alla fine non possiamo influenzare n le piogge
continue, n il perdurare dellafa.
Nella benedizione dei fenomeni atmosferici il sapere dei contadini
viene espresso in parole anche per gli altri fedeli: il nostro lavoro
dipende dalla benedizione di Dio. Tutto ci che facciamo pu essere
annientato da qualche evento che non in nostro potere. Perci
presentiamo noi stessi e i nostri sforzi a Dio, affinch egli benedica
ogni cosa. E nella benedizione dei fenomeni atmosferici il nostro
sguardo sulla creazione e la sua bellezza viene affinato. Dobbiamo
essere grati per la natura che ci circonda. In essa sperimentiamo la
premura di Dio per noi. E la fecondit, che proprio in primavera
vediamo fiorire ovunque, unimmagine del fatto che anche la
nostra vita porta frutto.
La benedizione per chi viaggia - che cosa ti deve accompagnare
quando sei in viaggio
Ogni volta che un confratello intraprende un viaggio in un paese
lontano, recitiamo su di lui la benedizione per chi viaggia. Dopo la
preghiera dellora media o dopo compieta, il confratello esce dalla
cerchia dei frati e si inginocchia. sullultimo gradino dellaltare. Poi
cantiamo su di lui o il canto latino In viam pacis o alcuni versi del Sal
120, con lantifona: Il Signore veglier su di te, quando esci e quando
entri, da ora e per sempre. Cantiamo rivolti al viaggiatore: Non
lascer vacillare il tuo piede, non si addormenter il tuo custode. Il Signore
il tuo custode, il Signore come ombra che ti copre, e sta alla tua destra. Il
Signore ti protegger da ogni male, egli protegger la tua vita. Poi labate
pronuncia la benedizione sul confratello in procinto di partire.
Nella benedizione per chi viaggia diventa chiaro che non ovvio
che arriviamo sani e salvi alla meta e torniamo a casa incolumi. Non
solo la protezione durante il viaggio a contare, ma anche che ci
che ci siamo proposti abbia buon esito. Ogni viaggio, del resto, non
ha soltanto una meta esteriore. Avviene per un compito da portare a
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termine o per una visita. E anche per questo abbiamo bisogno della
benedizione di Dio. Per il nostro convento la benedizione per chi
viaggia non unabitudine fastidiosa. Anzi, in essa avvertiamo un
unione interiore reciproca. Chi parte per portare a termine un
compito in un luogo lontano lo fa in comunione con noi. Lo
accompagnano i nostri buoni auguri, ma soprattutto la nostra
preghiera e la benedizione di Dio. Gli ospiti che assistono in chiesa
alla benedizione per chi viaggia spesso sono molto toccati. Chiedono
al padre che si occupa di loro che preghiera abbiamo recitato.
Sentono che, nella benedizione per chi viaggia, tra di noi avviene
qualcosa. Il confratello non parte e basta, ma si allontana con la
nostra benedizione, rimanendo cos in collegamento con noi.
La benedizione dei campi - essere in collegamento con la terra e
con i frutti
Nei giorni che precedono lAscensione, la liturgia prevede la
benedizione dei campi. Iniziamo la messa conventuale uscendo per
prima cosa dalla chiesa e percorrendo il giardino della foresteria.
Nel frattempo cantiamo le litanie dei santi. In molti luoghi -
soprattutto in campagna - durante queste giornate si va in
processione attraverso i campi. Nelle litanie preghiamo Dio che
benedica i campi e prepari un buon raccolto. La benedizione dei
campi ha una tradizione molto antica. Gi ai Romani era nota la
processione attraverso i campi il 25 marzo. La chiesa ha ripreso
questa tradizione pagana celebrando il 25 marzo la festa
dellAnnunciazione a Maria. La vera primavera inizia quando Dio
invia il suo Figlio nel mondo. La chiesa ha cos strutturato in
maniera cristiana persino le processioni attraverso i campi. In tal
modo ha ripreso un desiderio antichissimo, quello che la nostra vita
porti frutto.
La benedizione dei campi ha radici pagane, ma non unazione
magica. In essa esprimiamo piuttosto che i nostri campi hanno
bisogno della benedizione di Dio per portare frutto. Non sono
soltanto i fenomeni atmosferici a poter costituire una minaccia per i
raccolti, ma anche molti flagelli, come quello di parassiti, di insetti e
piante nocive ecc. Nella benedizione dei campi percepiamo
consapevolmente la natura. La benedizione diventa concreta.
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Attraversiamo i campi. Ci guardiamo intorno. Annusiamo il
profumo diffuso dai campi. La spiritualit si fa terrena. La
benedizione diventa visibile. Camminando e meditando abbiamo
lintuizione che tutto ci che facciamo dipende dalla benedizione di
Dio.
La benedizione del mattino - iniziare la giornata benedetti
Per me un buon modo di iniziare la giornata quello di alzare le
mani per benedire e far fluire la benedizione verso coloro che mi
hanno raccontato o scritto delle loro preoccupazioni. Per molti
genitori al mattino sarebbe confortante non pronunciare la
benedizione soltanto sulla propria giornata, ma anche sui propri
figli e nipoti. Allora possono confidare nel fatto che questi non
vanno da soli per il loro cammino, ma sono sotto la benedizione di
Dio, che i genitori hanno invocato su di loro.
Un missionario mi ha raccontato che ogni mattina alle 5.00 andava
in chiesa per pregare il breviario e meditare. Non appena apriva,
arrivava anche un anziano catechista, che si sedeva in chiesa, in
silenzio, per unora intera. Una volta gli chiese che cosa facesse.
Laltro gli spieg: Percorro tutto il villaggio, capanna per capanna.
Mi raffiguro le persone che ci abitano, penso a come stanno, di che
cosa soffrono, di che cosa hanno bisogno e a che cosa anelano. E poi
le benedico. Per farlo ho bisogno di unora intera. Quellanziano
aveva il senso di che cosa significa la benedizione. E ha reso feconda
la sua vecchiaia. Non poteva pi fare molto. Ma benediceva la gente
del suo villaggio. Senz altro per tutto il villaggio era una
benedizione.
La benedizione della sera - vai a dormire sotto la benedizione di
Dio
Concludiamo sempre compieta con la benedizione della sera.
Labate dice: Il Signore ci conceda una notte serena e un riposo
tranquillo. Poi cantiamo unantifona mariana, la Salve Regina o
quella prevista per quel momento dellanno liturgico. Dopo un
breve attimo di silenzio, labate asperge il convento e i fedeli di
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acqua santa. Una volta un ospite ha detto che gli ricordava il
momento in cui la madre accarezza ancora una
volta il bambino che gi a letto. La benedizione della sera esprime
che abbiamo bisogno della protezione di Dio anche durante la notte.
I sogni possono spaventarci. Attraverso di essi, per, Dio pu anche
rinvigorirci interiormente e darci indicazioni per la nostra vita. Cos
lo preghiamo che la nostra notte sia benedetta, che possiamo
dormire bene e riposare in pace. Oggi questo per molti non pi
cos ovvio. Un numero sempre crescente di persone ha problemi di
insonnia. Non riposano in pace, ma si rigirano irrequiete di qua e di
l e vengono tormentate dalle paure. Anche la notte ha bisogno
della benedizione per diventare come Dio lha creata per noi: un
tempo di riposo, di sogno e di distensione.
Nella benedizione della sera ripresentiamo a Dio la nostra giornata.
Pur con tutti i conflitti e le delusioni affidiamo la giornata a Dio,
confidando nel fatto che stata una giornata benedetta, che si
risolver in benedizione per noi e per gli altri. E nella benedizione
della sera ci lasciamo cadere nelle mani benevole e affettuose di Dio.
Allo stesso tempo ci rammentiamo che la notte una metafora della
morte. Non ovvio che ci risveglieremo. Cos la notte ci ammonisce
di affidarci con tutto ci che esiste alle mani misericordiose di Dio e
di trovare pace in lui.
Zone di confine - benedizione o consacrazione?
Talvolta le persone non distinguono esattamente tra benedizione e
consacrazione. Si parla dellinaugurazione di una casa o del fatto
che una campana viene consacrata. La consacrazione (consecratio)
significa in realt che un oggetto (consacrazione dellaltare), una
persona (consacrazione dellabate) o uno spazio (consacrazione della
chiesa) vengono sottratti alluso consueto e scelti per un servizio
speciale davanti a Dio o per luso durante le funzioni liturgiche. Una
casa, perci, viene sempre benedetta e non consacrata. Infatti non
sottratta alluso consueto da parte di una famiglia. Una chiesa
invece viene consacrata. riservata esclusivamente alle funzioni
liturgiche. Viene sottratta allaccesso del mondo, affinch sia uno
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spazio sacro in cui lessere umano raggiunge la quiete e fa
lesperienza del sacro o del santo.

Riti di benedizione durante le feste e le stagioni
Nel corso dellanno liturgico esiste una grande variet di
benedizioni. Negli ultimi tempi, in molte zone, si tornato a
praticarle volentieri. La gente sente che vive lanno liturgico in
modo diverso se celebra attraverso un rituale personalizzato le
benedizioni una volta consuete.
Benedire la corona dellAvvento
Per molti la corona dellAvvento soltanto una decorazione con cui
si arreda la casa nel periodo dellAvvento. Ma ha perso il suo
significato pi profondo. La benedizione deve dare voce al
significato della corona dellAvvento per tutta la famiglia. Nella
corona dellAvvento esprimiamo la nostra speranza che la nostra
vita abbia un esito positivo, che ci che durante lanno si spezzato
torni intatto e completo. E nelle quattro candele, che accendiamo
ogni domenica di Avvento, la luce dellincarnazione deve
risplendere in ogni ambito della nostra esistenza. Quando la corona
dellAvvento viene benedetta, non una semplice decorazione della
casa. Torna piuttosto a ricordare sempre alla famiglia che Dio stesso
entra in questa casa e che unisce ci che tende a separarsi,
nellindividuo e nei rapporti con gli altri. I rametti verdi della
corona dellAvvento rimandano alla vita eterna che Dio ci dona
nellincarnazione del suo Figlio. Quanto secco ritorna verde e vivo.
E la luce della corona dellAvvento rischiara loscurit che talvolta si
annida nella nostra anima, riscaldando i cuori che si sono
raffreddati.
Gustare nel vino lamore di san Giovanni
Sono cresciuto in una comunit la cui chiesa era consacrata a san
Giovanni evangelista. Il giorno della festa di san Giovanni
celebravamo una funzione particolare, in cui veniva benedetto il
vino di san Giovanni. Durante questa funzione persino a noi
42

bambini era permesso bere il vino. Il parroco ce lo porgeva con le
parole: Bevi lamore di san Giovanni. Ci mi ha sempre colpito
profondamente. Nella nostra abbazia il vino di san Giovanni viene
benedetto al termine della messa conventuale. Lo beviamo poi
durante il pranzo.
La benedizione del vino di san Giovanni vuole sensibilizzarci per il
significato di ogni vino.
Quando beviamo del vino con consapevolezza e attenzione, ci
costituisce sempre unesperienza
damore. Il vino allieta il cuore delluomo. Il vino rafforza lamore.
Nel vino in fondo beviamo quellamore che viene da Dio e non si
esaurisce mai. Ne abbiamo bisogno per entrare in contatto con la
sorgente interiore dellamore in noi. E nel buon sapore del vino
assaporiamo la dolcezza (dulcedo) di Dio, di cui hanno parlato i
mistici. Dio vuole entrare dentro di noi come un vino dolce,
riempiendo le nostre emozioni e il nostro corpo di un sapore
gradevole.
Benedire la casa allEpifania
Da piccoli eravamo sempre entusiasti della benedizione della casa il
giorno dellEpifania. Infatti potevamo riempire la casa dincenso.
Cos, profondamente affascinati, prendevamo in prestito in chiesa il
turibolo, mettendo ci dentro sempre abbastanza incenso, cos che il
buon profumo si potesse sentire proprio dappertutto. AllEpifania
non il sacerdote a benedire la casa, bens il padre o la madre,
insieme ai bambini. Noi ci divertivamo sempre moltissimo a passare
di stanza in stanza con il turibolo e ad aspergere ogni oggetto in casa
nostra dacqua santa.
La consuetudine della benedizione delle case il giorno dellEpifania
risale forse a un uso pagano durante le dodici notti tra Natale e
lEpifania. Per paura dei demoni si disinfestavano con il fumo la
casa e la stalla e si apponeva uniscrizione sulla porta di casa,
affinch la sventura fosse bandita dallabitazione. I cristiani hanno
cambiato il significato di questa consuetudine.
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Poich la gloria di Dio si manifestata visibilmente in Ges Cristo
(Epifania), deve risplendere ovunque, anche nelle nostre case. La
benedizione deve mostrare allessere umano, a cui spesso sembra di
essere privo di riparo, che Dio stesso dimora nella sua casa. L, dove
abita Dio, anche lessere umano pu sentirsi a casa.
Il giorno dellEpifania, nei paesi di lingua tedesca, sullarchitrave
della porta si scrivono le tre lettere C+M+B seguite dalle cifre del
nuovo anno. Il popolo ha pensato che fossero le iniziali dei tre re
magi: Gaspare (Caspar), Melchiorre e Baldassarre. In realt si tratta
della sigla della formula latina: Christus mansionem benedicat, Cristo
benedica questa casa. Il segno della croce come un sigillo che si
disegna sulla porta. Quando la porta suggellata in casa non pu
penetrare alcuna forza nociva.
Spostare lo sguardo sul corpo insieme a san Biagio
In molte zone la benedizione di san Biagio va riacquistando nuova
popolarit. San Biagio era un medico, che guar persino degli
animali. Divenne famoso soprattutto grazie alla guarigione di un
giovinetto, che aveva ingoiato una lisca di pesce che gli impediva di
respirare. Cos il giorno della sua festa, il 3 febbraio, dopo la messa
viene impartita la benedizione di san Biagio. Il sacerdote tiene due
candele accese incrociate vicino alla gola del fedele. E prega che Dio,
per intercessione di san Biagio, preservi le persone da tutto ci che
pu minacciare la gola. La gola, infatti, una parte molto sensibile
del corpo umano. Talvolta la paura ci chiude la gola e non riusciamo
a parlare correttamente. Talvolta abbiamo un groppo in gola, o un
groppo di dolore, che ci impedisce di vivere, oppure abbiamo
buttato gi bocconi amari, cos che soffochiamo interiormente a
causa loro. E molti si ammalano alla gola. La gola la parte del
corpo umano pi bisognosa di attenzione. Proprio l abbiamo
bisogno del tepore della candela e della dedizione amorevole di Dio.
Quando la benedizione di san Biagio viene spiegata nel modo giusto
e impartita in maniera adeguata, colpisce profondamente le persone.
Sentono che dedizione molto concreta per i loro bisogni da parte
di Dio. Non cos ovvio che siamo in buona salute. Cos la
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benedizione di san Biagio non vale soltanto per i nostri disturbi di
gola, ma per tutto il corpo. li giorno della festa di san Biagio
preghiamo che Dio ci doni salute del corpo e dellanimo.
Contemplare la natura umana nelle Ceneri
Il mercoled delle Ceneri, dopo la lettura del vangelo, vengono
benedette le ceneri, che poi vengono sparse sul capo dei presenti in
forma di croce. La cenere segno di conversione. Deve ricordarci
che siamo polvere e polvere ritorneremo, come dice lantica formula
pronunciata al momento della distribuzione. In passato la cenere
serviva anche a pulire. La cenere ci invita dunque a vivere
consapevolmente la Quaresima come un tempo di purificazione
interiore. Abbiamo bisogno di depurare ci che si insinuato nel
nostro cuore durante lanno e ci ha sporcato interiormente.
Allinizio della Quaresima tengo un corso quaresimale. E lo
introduco sempre con una celebrazione eucaristica in cui
distribuisco le Ceneri a tutti i partecipanti. Sento quanto sia
importante per le persone ricevere un segno materiale che rammenti
loro la loro natura umana, che passeggera e torner polvere, e che
le inviti alla conversione. Quando chiedo alle persone che hanno
ricevuto le Ceneri che effetto abbia avuto su di loro, non riescono
quasi a esprimerlo. Dicono soltanto che le ha profondamente colpite.
evidente che le Ceneri benedette penetrano nel loro anelito
inconscio di ricominciare da capo e bruciare dentro di loro tutto ci
che impedisce a esse di vivere. E costituisce per loro un segno
materiale che vogliono abbandonare strade che non le portano da
nessuna parte e che desiderano cambiare modo di pensare,
desiderano vedere le cose come sono realmente.
Portare con s lacqua di vita della notte di Pasqua
Nella notte di Pasqua il sacerdote benedice lacqua in un grande
recipiente. Nella preghiera di benedizione esprime il significato
dellacqua:
Degnati di benedire questacqua, che hai creato perch dia fertilit alla
terra, freschezza e sollievo ai nostri corpi.
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Di questo dono della creazione hai fatto un segno della tua bont:
attraverso lacqua del Mar Rosso hai liberato il tuo popolo dalla schiavit;
nel deserto hai fatto scaturire una sorgente per sazia re la sua sete; con
limmagine dellacqua viva i profeti hanno preannunziato la nuova alleanza
che tu intendevi offrire agli uomini; infine nellacqua del Giordano,
santificata dal Cristo, hai inaugurato il sacramento della rinascita, che
segna linizio dellumanit nuova libera dalla corruzione del peccato.
In queste immagini diventa chiaro quale sia il vero significato
dellacqua. Lacqua possa purificare anche noi, affinch la nostra
immagine genuina e immacolata, che Dio si fatto di noi, torni a
risplendere.
Dopo la benedizione dellacqua, il sacerdote asperge tutti i fedeli
dacqua benedetta. Il nostro abate percorre la chiesa con una grande
acquasantiera e asperge i presenti, cos che si bagnino davvero.
Devono sentire che lacqua purifica e rinfresca anche loro, che sono
persone benedette. E lacqua deve rammentare loro il loro
battesimo. Labate invita tutti a portare a casa un po di acqua
pasquale. E, dopo la celebrazione della notte, molti riempiono
dacqua lustrale le bottiglie che si sono portati dietro. Portano a casa
un po della benedizione di Pasqua. La versano nella loro
acquasantiera a casa, che hanno prima pulito. Anche a casa lacqua
rammenta loro che sono risorti con Cristo dalla tomba della loro
paura e della loro oscurit, che anche in loro fiorisce nuova vita.
Celebrare la vittoria della vita nel pranzo di Pasqua
Gi a partire dai primi secoli del cristianesimo, il giorno di Pasqua
vengono benedetti i cibi. La benedizione che si sprigiona dalla
Pasqua deve essere vissuta anche a casa, nel pranzo comune. Tenere
mensa pieni di gioia la maniera appropriata di reagire alla festa
della risurrezione. Nella risurrezione Dio ci ha donato la vita nuova
ed eterna, che non pu pi essere annientata dalla morte.
Mangiando insieme agli altri viviamo la pienezza della vita, che
iniziata per noi nella risurrezione di Ges. E nel pranzo di Pasqua a
casa nostra ci ricordiamo che il Risorto sedeva sempre a tavola con i
suoi discepoli, portando cos luce e speranza nella loro vita. La
benedizione dei cibi pasquali non li rende qualcosa di
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completamente diverso. Ci ricorda per che ogni pasto in fondo
un assaporare i doni buoni concessici da Dio, affinch ne godiamo e
ci rallegriamo della nostra vita. Assaporando i doni di Dio intuiamo
che la vita pi forte della morte.
Contemplare la creazione di Dio il giorno dellAssunta
Il 15 agosto la chiesa celebra lAssunzione in cielo di Maria con
anima e corpo. Maria unimmagine del nostro futuro. Anche noi
nella morte veniamo accolti in cielo con anima e corpo. Certo, il
nostro corpo prima si decomporr. Ma la festa vuole direi che tutto
ci che abbiamo sperimentato sul nostro corpo - il nostro amore, la
nostra gioia, il nostro struggimento, il nostro dolore - nella morte
viene trasformato e salvato in Dio. Non arriver a Dio soltanto
lessenza della nostra anima, bens tutta la nostra persona concreta.
Nella morte non usciremo fuori dallamore di Dio, ma verremo
trasformati nella vera gloria che gi adesso risplende nel nostro
corpo.
In questa solennit, gi a partire dal X secolo, vengono benedetti i
mazzolini di erbe aromatiche che i fedeli portano in chiesa. La
solennit ci rammenta che Dio ha creato buona ogni cosa. La
creazione il suo primo dono. Maria, la Madre, rappresenta sempre
anche la Madre Terra, da cui Dio fa germogliare non soltanto dei bei
fiori, ma anche erbe medicamentose e rinvigorenti. una bella
consuetudine che le famiglie si mettano insieme alla ricerca di erbe
officinali e bei fiori e compongano insieme mazzolini di erbe
aromatiche. Li portano in chiesa e li riportano a casa benedetti. Ne
decorano labitazione, per esprimere che lenergia benefica di Dio
pi forte di tutto ci che indebolisce la vita. La solennit
dellAssunzione in cielo di Maria improntata alla gioia.
Celebriamo il futuro che attende anche noi. Celebriamo la vittoria
della vita sulla morte. E celebriamo il nostro Dio come il Creatore
che ci dona bellezza e salute. Le erbe officinali portano la
benedizione del creato nelle nostre case, rammentandoci che siamo
persone benedette e siamo sempre e ovunque sotto la benedizione
del Signore. E la bellezza dei fiori ci rammenta anche la bellezza che
Dio ha donato al nostro corpo e che, nonostante la caducit di
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questa vita, non vittima della morte, ma viene tramutata da Dio in
bellezza eterna.

Parole di benedizione per te
Da sempre la benedizione viene espressa attraverso determinate
formule e preghiere. Nellebraismo era popolare la cosiddetta
benedizione aronitica. Nella chiesa evangelica viene pronunciata
spesso al termine della liturgia. Dice:
Ti benedica il Signore e ti protegga. Il Signore faccia brillare il suo volto
su di te e ti sia propizio. Il Signore rivolga su di te il suo volto e ti conceda
pace (Nm 6,24-26).
In questa formula di benedizione diventa chiaro qualcosa che vale
per ogni benedizione. N ella benedizione Dio ci mostra il suo volto
benevolo. il Dio materno che si china amorevolmente proprio su
di me. Lesperienza della benedizione collegata allesperienza di
base del bambino, che guarda il viso benevolo e amorevole della
madre che si china sulla culla. La vita del bambino riesce soltanto se
fa regolarmente lesperienza di questa dedizione amorevole della
madre. Possiamo dire la stessa cosa della benedizione. La nostra vita
riesce soltanto se possiamo regolarmente fare questesperienza: Dio
mi mostra il suo volto benevolo. Sono tenuto in considerazione.
Sono preso sul serio. Sono amato. Nella benedizione incontriamo il
Dio materno.
Quando recito una benedizione personale su qualcuno, essa
dovrebbe dar voce a questa dedizione materna, a quest atmosfera
affettuosa di amore materno.
La benedizione sempre dedizione personale. Guardo laltro. Mi
immedesimo in lui attraverso la meditazione, per sentire di che cosa
abbia bisogno questa persona in particolare, quale sia il suo anelito
pi profondo. La benedizione non dev essere una frase pia
qualsiasi, staccata da quella persona in particolare, bens una
promessa e una dedizione personale, una riposta allanelito pi
profondo e ai veri bisogni di quella persona.
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Negli ultimi anni sono diventate molto popolari le formule di
benedizione irlandesi. Riflettono qualcosa di questa atmosfera
materna e affettuosa, a cui, in realt, dovrebbe essere improntata
ogni benedizione. Si distinguono attraverso la loro ricchezza di
immagini. Danno voce alle esperienze degli uomini, alle loro
esperienze del vento e della pioggia, del sole e di campi rigogliosi.
Puoi farti ispirare dalle benedizioni irlandesi per crearne di tue.
Sarebbe pi importante, per, che, formulando la preghiera, ti
fidassi dei tuoi sentimenti e pronunciassi le parole che ti sgorgano
dal cuore. Quando benedici una persona, immedesimati in lei: quali
sono i motivi delle sue azioni? Di che cosa ha bisogno? A che cosa
anela? Che cosa voglio promettere in nome di Dio a questa persona
in particolare? Molte persone conoscono quasi esclusivamente
preghiere di supplica. Quando devono affrontare un colloquio
pregano Dio che esso abbia esito positivo. lecito che sia cos. In fin
dei conti, infatti, pregano che Dio benedica il colloquio. Invece della
preghiera di supplica, per, puoi pronunciare tu stesso parole di
benedizione su una situazione concreta. Quando c un conflitto in
famiglia, nella tua ditta, nel gruppo, sovrapponigli una benedizione.
Essa ti aiuter a vedere la situazione con occhi nuovi. E vedrai che
latmosfera non sar pi segnata soltanto da equivoci e tensioni, ma
dalla benedizione di Dio, che trasforma il clima intorno a te. Al
mattino puoi benedire la giornata di oggi. Pronuncia la benedizione
su tutto ci che ti attende. Nella benedizione esprimi la tua fede che
la giornata che stai per iniziare avvolta dalla benedizione di Dio.
Gli uffici, lofficina, il grande magazzino, il posto di lavoro, sono
tutti avvolti dalla benedizione di Dio. Non vai in un posto segnato
da emozioni negative, bens in un posto su cui sta la benedizione di
Dio. Ti muovi sotto la benedizione di Dio. Lavori sotto la
benedizione di Dio. Incontri persone che sono piene della
benedizione di Dio.
Alla sera, ripercorrendo la giornata e i tuoi incontri, puoi tornare a
benedire ci che stato. Attraverso la benedizione tutto assume un
volto nuovo. E ti sentirai diverso rispetto alla giornata trascorsa,
pieno di gratitudine e di pace. E poi benedici anche la notte, affinch
diventi una benedizione per te. Durante la notte, infatti, accadono
cose essenziali per la nostra anima. I sogni possono turbarla o
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donarle nuova speranza. Possono colmare di luce il nostro cuore e
mostrarci la strada per andare avanti. Prega Dio che anche la tua
notte sia sotto la sua benedizione, e non soltanto la tua notte, bens
anche quella di tutti coloro che oggi non riescono a dormire, che
piangono perch sono tristi e non sanno pi che pesci pigliare.
Nel formulare la benedizione, fidati del tuo cuore. Le preghiere di
benedizione che vorrei donarti devono soltanto ispirarti a trovare
parole tue. Talvolta, per, pu essere anche daiuto pronunciare
formule gi esistenti. Proprio quando il cuore inaridito e le labbra
hanno perso le parole, le preghiere che seguono vogliono aiutarti a
mettere la tua vita sotto la benedizione di Dio, a saperti benedetto e
a confidare nel fatto che tu stesso sei una benedizione per gli altri.
Al mattino
Dio buono e misericordioso, benedici questa giornata. Me lhai donata
affinch io la viva come un tempo santo, un tempo in cui tu stesso mi sei
sempre vicino. Benedici tutto ci a cui oggi metter mano. Fa che il mio
lavoro riesca. Benedici i dialoghi che avr. Benedici gli incontri, affinch
veda risplendere il tuo volto in ogni persona. Benedici le persone che mi
stanno a cuore. Non lasciarle sole sul loro cammino. Accompagnale e invia
i tuoi santi angeli affinch le custodiscano in tutti i loro passi e le
proteggano. Benedici questo giorno, affinch lo viva nella consapevolezza
della tua presenza di guarigione e damore. E benedicimi oggi, affinch
anche a me sia concesso di diventare una sorgente di benedizione per le
persone che oggi mi incontreranno. Amen.
A tavola
Buon Dio, ti ringraziamo per questo pasto che ci hai donato. Hai
apparecchiato riccamente la tavola di doni buoni, in cui ci concesso di
sperimentare la tua bont e benevolenza. Lasciaci godere con gioia di questi
doni. Benedici la nostra mensa, affinch sentiamo che sei in mezzo a noi
come Dio damore. Benedici i nostri discorsi, affinch ci avvicinino gli uni
agli altri e facciano s che ci comprendiamo a vicenda. Ristoraci attraverso
questo pasto e donaci un giorno di partecipare al banchetto eterno, in cui
potremo sempre gustarti come pienezza di vita. Ti preghiamo, per Cristo,
nostro Signore. Amen.
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Alla sera
Signore, benedici questa notte, che diventi per me un tempo santo, un
tempo in cui tu stesso mi parli nel sonno. Benedici il mio sonno, affinch
possa riposarmi e alzarmi domattina con energia rinnovata, per portare a
termine ci a cui mi hai chiamato. Benedicimi in questa notte, affinch sia
al sicuro e sorretto nelle tue mani buone. Preservami dalla malattia e dalla
morte. Invia i tuoi santi angeli affinch mi custodiscano nella pace. E
benedici anche tutti coloro che questa notte piangono perch sono tristi.
Benedici coloro che non riescono a dormire. E mostra loro che tieni la tua
mano buona su di loro. Benedica me e tutti coloro che mi sono cari il Dio
buono e misericordioso, il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo. Amen.
Per una persona cara
Quando benedici una persona, affidati alle parole che si formano da sole nel
tuo cuore. Se per ti riesce difficile formulare parole tue, forse ti pu
ispirare questa preghiera:
Dio buono e misericordioso, benedici mia sorella (mio fratello, mio figlio, il
mio ragazzo, la mia ragazza, mio marito, mia moglie). Tieni le tue mani
protettrici su di lei e falle sentire ovunque la tua presenza di guarigione e
damore. Pervadila del tuo Santo Spirito. Fa che il tuo Spirito santo e
santificatore penetri in tutti gli abissi della sua anima. Guariscine le ferite.
Ridona vita a ci che si pietrificato in lei. Feconda in lei ci che
inaridito. Portala a contatto con la sorgente della benedizione che zampilla
in lei. E rendila cos com una benedizione per le persone che incontra.
Donale la fiducia nel fatto che tu benedici le sue vie. Accompagnala lungo il
suo cammino, affinch esso la conduca in una vitalit, in una libert e in
un amore sempre maggiori. Amen.
Per te
Per finire, caro lettore, cara lettrice, vorrei rivolgere proprio a te la
mia benedizione personale:
Il Dio buono e misericordioso ti benedica. Ti avvolga della sua presenza
damore e di guarigione. Ti sia vicino quando ti alzi e quando ti corichi. Ti
sia vicino quando esci e quando entri. Ti sia vicino quando lavori. Faccia
riuscire il tuo lavoro. Ti sia vicino in ogni incontro e ti apra gli occhi per il
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mistero che risplende verso di te in ogni volto umano. Ti custodisca in tutti
i tuoi passi. Ti sorregga quando sei debole. Ti consoli quando ti senti solo.
Ti rialzi quando sei caduto. Ti ricolmi del suo amore, della sua bont e
dolcezza e ti doni libert interiore. Te lo conceda il buon Dio, il Padre e il
Figlio e lo Spirito Santo. Amen.

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