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Un approccio interdisciplinare alla Complessità Percettiva

Maurizio Cardaci (cardaci@unipa.it)


Dipartimento di Psicologia
Centro Interdipartimentale Tecnologia della Conoscenza
Università degli Studi di Palermo

Floriana A. Carmeci (floriana.carmeci@unipa.it)


Dipartimento di Psicologia
Università degli Studi di Palermo

Vito Di Gesù (digesu@math.unipa.it)


Sezione Computer Science - Dipartimento di Matematica ed Applicazioni
Centro Interdipartimentale Tecnologia della Conoscenza
Università degli Studi di Palermo

Marco Elio Tabacchi (tabacchi@math.unipa.it)


Sezione Computer Science - Dipartimento di Matematica ed Applicazioni
Università degli Studi di Palermo

Abstract Ornstein (1969) circa il rapporto tra complessità dello


Adopting an interdisciplinary perspective, this paper stimolo e tempo percepito, e riprendendo il lavoro di
describes two experiments, in which we derived from Treisman (1963), il Mental Clock Model (Cardaci,
perceived time a measure of cognitive complexity, both in 2000) prevede che:
acoustic and visual domains. Then we compared elapsed - con stimoli complessi, il maggior impegno di
time with independent physical measures of the input
complexity. Our results support a strong correlation
risorse cognitive rallenterà l’andamento dell’orologio
between the structural properties of stimuli and their interno, inducendo il soggetto a sottostimarne la
subjective processing. The theoretical interest, as well as durata;
some potential applications of this integrated approach - con stimoli semplici, per via del minor carico
to complexity, is discussed. cognitivo l’orologio interno andrà più velocemente,
inducendo il soggetto a sovrastimarne la durata.
Sommario Tali predizioni, che consentono non soltanto di
Adottando una prospettiva interdisciplinare, il presente
misurare la complessità cognitiva tramite i suoi effetti
contributo descrive due esperimenti nei quali abbiamo
derivato dal tempo percepito una misura della sulla percezione temporale ma anche di confrontarla
complessità cognitiva, nel dominio sensoriale sia acustico con quella fisica, sono state testate realizzando due
che visivo. Abbiamo quindi confrontato le stime esperimenti. In entrambi, le stime temporali prodotte
temporali con misure fisiche indipendenti di complessità sono state messe a confronto con misure della
dell’input. I nostri risultati confermano una forte complessità fisica degli stimoli, rispettivamente sonori
correlazione tra le proprietà strutturali degli stimoli e la (esperimento 1) e visivi (esperimento 2).
loro elaborazione soggettiva. Sono presi in
considerazione l’interesse teorico e alcune possibili Esperimenti
applicazioni di tale approccio integrato alla complessità.

Introduzione In ciascuno dei due esperimenti qui riportati, la


complessità fisica degli stimoli è stata determinata con
Nelle Scienze dell’Informazione la complessità criteri indipendenti a priori. Nell’esperimento 1,
percettiva dipende da proprietà fisiche misurabili degli centrato sull’ascolto di brani musicali, è stato utilizzato
stimoli. Essa emerge come un fenomeno strettamente un indice basato sulla “densità”, ovvero sulla
fisico, che può essere sottoposto ad un’analisi maggiore/minore presenza di “eventi sonori” (Xenakis,
puramente sintattica svincolata dall’osservatore 1963) nella tessitura del brano (Nattiez, 2002);
umano. Questi, dal canto suo, possiede una semantica nell’esperimento 2, consistente nella presentazione di
della complessità, legata non solo alla propria storia immagini pittoriche, è stato utilizzato un modello
socio-culturale, ma anche ai processi mentali tramite matematico basato su funzioni entropico-fuzzy
cui il suo sistema percettivo elabora l’informazione (Cardaci, Di Gesù, Petrou, Tabacchi, 2006).La
sensoriale. In proposito, a partire dalle intuizioni di presentazione degli stimoli, interamente gestita dal
computer, comportava la selezione casuale e la temporale suggerito dallo sperimentatore (0-180 sec.);
riproduzione automatica di brani/immagini di diversa peraltro, al fine di escludere ogni possibile fonte di
complessità. I partecipanti, del tutto all’oscuro degli distorsione, si è posta cura di indagare anche
scopi della ricerca, dovevano quindi rispondere ad una sull’eventuale familiarità del brano/motivo musicale
serie di domande generiche, che includevano quella, proposto (che nessuno dei soggetti ha dichiarato di
realmente cruciale, sulla durata stimata dell’input.In conoscere).I file sonori elaborati, in formato Midi,
accordo con le previsioni del Mental Clock Model, i sono stati riprodotti attraverso il computer, in una
risultati dei due diversi esperimenti evidenziano che stanza al riparo da interferenze esterne.
stimoli (sia visivi che uditivi) strutturalmente più
complessi sono significativamente associati ad una Risultati
sottostima della loro estensione temporale.
Dall’analisi dei dati emerge un significativo effetto
Esperimento 1 complessità sulla percezione temporale. Infatti, nella
Stimoli Musicali condizione “alta densità”, i soggetti tendono a
sottostimare l’intervallo temporale definito dal brano
Nel presente esperimento, si è ipotizzato che la ascoltato [valor medio 80 sec.], rispetto alla
percezione del tempo, nell’ascolto di brani musicali, sia condizione “bassa densità”, nella quale, invece, si
influenzata dalla complessità dello stimolo sonoro registra una tendenza a sovrastimare la durata [valor
percepito. medio 158 sec.]. La relatività delle durate stimate è
Per verificare tale ipotesi, abbiamo manipolato, confermata dai seguenti biases nella corrispondenza
come indicatore di complessità, il parametro “densità tra unità di tempo fisico (1 sec.) e unità di tempo
musicale” (Xenakis, 1963; Dowling & Harwood, 1986; percepito: nella condizione “bassa densità” 1 sec. fisico
Honing, 2005), cioè la maggiore o minore presenza di corrisponde, infatti a ≈2.6 sec. percepiti; in quella
eventi sonori nella tessitura del brano (Nattiez, 2002), “alta densità”, 1 sec. fisico corrisponde invece a ≈1.3
rilevandone gli effetti sulla stima temporale. sec. percepiti.
Peraltro, le suddette differenze tra le condizioni
Metodo densità “bassa” vs. “alta” risultano altamente
significative: l’analisi della varianza applicata alle
Soggetti: hanno partecipato all’esperimento, su stime temporali prodotte (ANOVA) ha evidenziato una
base volontaria, 40 soggetti (20 uomini e 20 donne, forte correlazione interclasse ed una netta separazione
età media di 23 anni) di estrazione universitaria, del tra le classi [F≈95; p<0.0001].
tutto ignari degli scopi della ricerca. Tali risultati dimostrano che manipolando la
Stimoli: Per l’elaborazione degli stimoli sonori, densità musicale come indice di complessità, in
abbiamo utilizzato un software funzionante da music condizioni di stima temporale, si ottengono gli effetti
machine, attraverso il quale sono stati gestiti previsti dal Mental Clock Model: all’aumentare della
automaticamente tutti i parametri musicali di due complessità musicale, diminuisce la stima temporale.
versioni elettroniche delle “Variazioni Goldberg” (J.S.
Bach, 1741-1742), il cui tema è stato variato in modo Esperimento 2
tale da incrementarne la densità. Tutte le altre variabili Stimoli Visivi
musicali (tonalità, ritmo, timbro, velocità di
esecuzione, intensità etc.) e la durata effettiva dei brani Nel presente esperimento, si è ipotizzato che anche
(60 sec.) sono state mantenute costanti. I due file nel caso di stimoli visivi emergano gli effetti previsti
musicali ottenuti sono stati etichettati, dal Mental Clock Model. Immagini più complesse
rispettivamente, come V1 (bassa complessità) e V2 determinano un rallentamento del tempo percepito,
(alta complessità). Le partiture relative ad una sezione laddove il contrario si verifica con immagini più
dei brani V1 e V2, dalle quali si evince la differenza in semplici.Per verificare tali previsioni, abbiamo
termini di densità musicale, sono presentate in Figura dapprima derivato una misura della complessità fisica
1. di immagini dal modello matematico presentato più
Procedura: I partecipanti all’esperimento (N= avanti. Per mezzo di tale misura, abbiamo poi ripartito
40) sono stati assegnati casualmente a due diversi un insieme di immagini pittoriche in due diverse
gruppi (ns=20), rispettivamente associati all’ascolto categorie: immagini ad “alta complessità” vs. a “bassa
del file V1 e del file V2. Ciascun soggetto, testato complessità”.
individualmente, è stato invitato ad ascoltare un brano
musicale, a conclusione del quale è stato sottoposto ad Metodo
una serie di domande generiche sul brano ascoltato,
tra le quali è stata inserita la richiesta, realmente Soggetti: hanno partecipato all’esperimento, su
cruciale, di stimarne la durata, secondo un range base volontaria, 40 soggetti (20 uomini e 20 donne,
età media di 23 anni) di estrazione universitaria, del influenzano la percezione temporale, secondo la
tutto ignari degli scopi della ricerca. direzione ipotizzata dal Mental Clock Model.
Stimoli: dopo avere testato un ampio set di
riproduzioni pittoriche, abbiamo selezionato 12 Misure di complessità degli stimoli
immagini (6+6), che il nostro algoritmo ha classificato
come a “bassa” (categoria I) vs. “alta” (categoria II) Per determinare la complessità fisica degli stimoli
complessità computazionale. Esempi delle immagini abbiamo fatto ricorso a misure oggettive indipendenti:
utilizzate sono presentati in Figura 2.Procedura: I nel caso degli stimoli musicali il criterio formale
partecipanti all’esperimento (N= 40) sono stati utilizzato è stato quello della densità, come
assegnati casualmente a due diversi gruppi (ns=20), precedentemente riportato; nel caso delle immagini, in
associati all’osservazione di immagini appartenenti, mancanza di un criterio formale predeterminato,
rispettivamente, alla categoria I e II. abbiamo elaborato un modello basato su algoritmi
Ciascun soggetto, testato individualmente, è stato real-time, al fine di garantirne l’implementabilità. Tali
invitato a sedersi dinanzi allo schermo in posizione algoritmi sono stati applicati alle immagini usate per
comoda e rilassata, premere il tasto del mouse per dare l'esperimento, in modo da consentire un confronto con
inizio all'esperimento, osservare l’immagine riprodotta le stime temporali.
a video fino alla sua scomparsa. Per non influenzare i
soggetti, nella presentazione del compito si è evitato Operatori Locali e Globali: Considerando che il
accuratamente di menzionare termini riferiti a concetti riconoscimento di una scena attiva meccanismi diversi
temporali. Dopo il periodo di osservazione (60 sec.), secondo che si debbano analizzare le sue componenti o
ciascun soggetto è stato invitato a rispondere ad una invece dare un giudizio complessivo (Renninger
serie di domande generiche sull’immagine osservata, Walker e Malik, 2004), anche nella letteratura sulla
tra le quali è stata inserita la richiesta cruciale di visione artificiale si distinguono due tipi di operatori:
stimarne il tempo di presentazione. Si è avuta, altresì, locali e globali. Gli operatori globali vengono utilizzati
cura di indagare sull’eventuale familiarità del per derivare proprietà generali associati a valori
contenuto pittorico proposto (che nessun partecipante numerici (ad es. quanto un’immagine sia chiara o
ha riconosciuto). La selezione delle immagini scura…), mentre quelli locali evidenziano elementi
presentate e la relativa riproduzione video sono state specifici (disegno curvilineo o rettilineo, presenza o
gestite in modalità casuale da un programma assenza di figure umane, complesse tessiture o tinte
appositamente elaborato. piatte…).
Operatori globali e locali si completano a vicenda:
Risultati l'utilizzo di soli operatori globali tende a produrre
ambiguità e difficoltà di classificazione, a causa della
Al pari dell’esperimento sugli stimoli sonori, anche forte riduzione della quantità di informazione, mentre
dal presente studio è emersa una significativa i risultati degli operatori locali mettono in evidenza
distorsione della stima temporale al variare del carico proprietà dell'immagine che devono essere codificate
cognitivo in relazione alla complessità fisica degli per poter essere classificate. Il nostro modello utilizza
stimoli osservati. I soggetti cui sono state presentate le sinergicamente operatori di entrambi i tipi.
immagini appartenenti alla categoria II (alta Come operatore locale abbiamo scelto la
complessità) hanno sottostimato l’intervallo temporale Trasformata Simmetrica Discreta DST (Di Gesù e
di osservazione [valor medio 63 sec.] rispetto a coloro Valenti, 1996). Il nostro sistema visivo tende com’è
ai quali sono state sottoposte le immagini appartenenti noto a concentrarsi sulle simmetrie: più punti di
alla categoria I (bassa complessità) [valor medio 184.1 interesse sono presenti, più l'immagine richiede
sec.]. La relatività delle durate stimate è confermata attenzione (Yarbus, 1961; Fournier et al., 1988).
dai seguenti biases nella corrispondenza tra unità di L'operatore DST evidenzia le zone dell'immagine
tempo fisico (1 sec.) e unità di tempo percepito: nella nelle quali sono presenti elementi a forte simmetria
condizione “bassa complessità” 1 sec. fisico radiale, basandosi sulle misure del momento assiale di
corrisponde infatti a ≈2 sec. percepiti; in quella “alta un corpo intorno al suo centro di gravità. La DST
complessità”, 1 sec. fisico equivale approssimativa- calcolata su un pixel (x ≡ (i, j, gij )), per n assi è data da:
mente a 1 sec. percepito.Per verificare l’esistenza di un ! " k #$
significativo effetto di distorsione, abbiamo applicato DSTi,j = 1 − stddevk Ti,j · Ei,j
alle stime temporali prodotte l’analisi della varianza
(ANOVA), che ha evidenziato una forte correlazione con: stddev deviazione standard per k = 0, . . . , n - 1,
interclasse ed una netta separazione tra le classi del momento di second’ordine relativo all’angolo
[F≈85; p<0.0001]. Tale dato altamente significativo αk = kπ/n; Cr disco digitale centrato sul pixel (i, j) di
conferma che, così come per gli stimoli sonori, raggio r;
variazioni nella complessità fisica di stimoli visivi
! 2 Discussione
k
Ti,j = [(x − i) sin αk − (y − j) cos αk ] · gx,y .
(x,y)∈Cr (i,j)
!
La presente ricerca trae spunto, da un lato, dalla
" "
Ei,j = "gx,y − gs,t " for |x − s| + |y − t| = 1. constatazione che nella letteratura psicologica manca
(x, y) ∈ ∂Cr (i, j) un chiaro quadro teorico di riferimento sul rapporto
(s, t) ∈ ∂Cr+1 (i, j) tra carico cognitivo dello stimolo e percezione della sua
durata, dall’altro dalla ravvisata necessità di elaborare,
Il secondo operatore misura la relativa smoothness nell’ambito delle discipline dell’artificial sensing, un
dell’immagine calcolando il gradiente medio tra due modello formale delle misure di complessità da
dischi digitali di raggio r ed r+1, con ∂Cr (i, j), utilizzare in chiave interdisciplinare come criterio
(∂Cr+1 (i, j)) punti di frontiera di Cr (i, j), (Cr+1 (i, j)). comparativo oggettivo. A supporto delle predizioni del
Nel determinare il nostro indice di complessità Mental Clock Model, nel primo esperimento i risultati
siamo interessati non ad una risposta a logica binaria confermano l’esistenza di un meccanismo significativo
(come ad esempio, nel caso del riconoscimento di volti, di alterazione della percezione temporale dipendente
“è una faccia, o non lo è”), bensì alla determinazione di dalle variazioni del carico cognitivo. La durata del
quanto un'immagine sia complessa. Abbiamo scelto secondo percepito si attesta su 1.3 sec. nel caso del
come operatore globale la funzione di distanza brano V2 (alta complessità), e su 2.6 sec. nel caso del
entropico-fuzzy (Di Gesù e Roy, 2000): brano V1 (bassa complessità). La distorsione
temporale osservata si rivela in questo caso così forte
1
G0 (η) = − × (ηlog(η) + (1 − η)log(1 − η) da giungere a raddoppiare l’unità di tempo percepita.
log(2) Tale sorprendente variazione di magnitudine induce
una variante della funzione entropica introdotta da ad interrogarsi sulla portata dei meccanismi
!n neurofisiologici implicati.D’altra parte, ancora più
Termini (De Luca e Termini, 1972), con η = n i=1 |hi | ,
1
evidente è l’effetto prodotto dalla complessità delle
e hi i livelli di grigio dell’immagine, normalizzati immagini nel secondo esperimento: infatti l’unità di
nell’intervallo [0,1]. Go soddisfa i requisiti canonici di tempo percepita corrisponde ad un periodo di 1 sec.
una funzione distanza, ed il problema della per la condizione “alta complessità”, e di 3 sec. per
determinazione dell'indice di complessità di “bassa complessità”. Tale dato fa supporre che gli
un'immagine è stato associato alla ricerca del grado di stimoli visivi abbiano maggior pregnanza semantica
appartenenza all'insieme delle immagini complesse, ed rispetto a quelli sonori, ma questa ipotesi richiede
a questo la distanza tra l'immagine e la più semplice ulteriori approfondimenti incentrati sull’utilizzo
immagine realizzabile nel nostro spazio delle variabili sinergico di input visivi e sonori, anche per esplorarne
(nella fattispecie un'immagine completamente gli eventuali effetti di interazione.
uniforme). La componente entropica assicura
l'espansione del dettaglio di classificazione dove i Conclusioni
valori formano un cluster più fitto, ovvero all'inizio
della curva.
In Tabella 1 sono riportati i risultati Ai fini di un approccio inter-disciplinare come
dell'applicazione alle immagini degli operatori locali e quello tipico delle scienze cognitive, dal presente
globali prescelti. In particolare, è riportato il valor lavoro si possono trarre interessanti implicazioni, non
medio ottenuto dalla funzione di distanza entropico- soltanto teoriche, ma anche applicative: la conoscenza
fuzzy, applicata alle immagini di ogni categoria filtrate del modo in cui gli individui, in differenti condizioni di
con l’operatore DST. Come si evince dal confronto, i stimolazione sensoriale, percepiscono il trascorrere del
risultati ottenuti sono molto ben correlati con la durata tempo, potrebbe permettere di calibrare la
soggettivamente percepita delle immagini (come complessità, ad esempio, di contenuti multimediali in
previsto dal Mental Clock Model la correlazione è ambienti digitali. A questo scopo, gli sviluppi futuri
negativa poiché a livelli più elevati di complessità della ricerca potranno riguardare un affinamento degli
corrispondono stime temporali più brevi). Possiamo strumenti di misurazione della complessità, ed una
quindi dire che, almeno nell'ambito limitato di questo nuova verifica del Mental Clock Model centrata sullo
esperimento, l'applicazione ad un’immagine studio dell’integrazione simultanea di stimoli
dell'operatore locale DST, e la successiva applicazione semplici/complessi provenienti da diversi domini
dell'operatore globale di distanza entropico-fuzzy sensoriali.
forniscono un risultato numerico comparabile col
differenziale tra i tempi di esposizione allo stimolo
percepiti dai soggetti.
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Figura 1. Stimoli sonori.

I suoni contrassegnati con * propongono lo stesso pattern melodico, ma all’interno di tessiture musicali
caratterizzate diversa densità di eventi sonori.

Figura 2. Stimoli visivi.

Un campione delle immagini pittoriche utilizzate per l'esperimento. Da sinistra a destra, in ordine decrescente di
complessità: categoria I (bassa complessità), Georges Braque, "Il Pesce Nero"; categoria II (alta complessità),
Nicholas Poussin, "Il Ratto delle Sabine". Durante l'esperimento le immagini sono state proposte nei loro colori
originali.

Tabella 1. I risultati dell'applicazione del modello matematico entropico-fuzzy alle immagini. Posto ad 1 il valore
corrispondente alla categoria II, è evidente la corrispondenza con i valori ottenuti negli esperimenti.

Categoria I Categoria II

stima durata 2.04 1

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