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Tutti questi episodi per il filosofo hanno trasformato l’intera Europa anche
grazie alla grande figura di Napoleone,il grande innovatore che ha un peso
universale sulla storia. Egli infatti ha introdotto il Codice Civile,la proprietà
privata,il divorzio,distrugge la monarchia, rinnova il mondo (anche se questo
rinnovamento sarà bloccato dalla Battaglia di Waterloo e dalla Restaurazione).
E’ qui che si inserisce il concetto di “astuzia della natura”. Mentre per Kant
era difficile provare il finalismo,ossia che la natura avesse uno scopo, per Hegel
la risposta sta proprio nel lavoro umano. Quest’ultimo introduce la finalità dove
non c’è. Il lavoro diventa quindi una “cerniera” tra la mancanza di finalità
naturale e la finalità che introduce l’uomo facendo servire la natura a se stesso.
Questo modello starà poi alla base “Nella filosofia della storia” ,dell’astuzia
della ragione,per indicare il cammino proprio dello spirito nella storia nel
mondo,un cammino che procede secondo un fine,ossia la realizzazione e la
libertà dello spirito. I mezzi per raggiungere questo grande fine sono gli
individui (come Napoleone,Cesare,Carlo magno) con le loro passioni e
ambizioni, che cosi facendo contribuiscono al dispiegarsi della ragione e della
libertà nella storia.
Il diritto astratto riguarda la libertà della persona che vive nella società e si
realizza nella proprietà che diviene tale attraverso un contratto. Esistono
inoltre torti e furti che vanno contro la proprietà e si arriva così al diritto contro
il torto che viene abolito grazie alla pena,la quale fa ritornare tutto alla
razionalità; infatti i beni ritornano al proprietario e colui che commette il torto
sconta la pena. Ma affinchè questa pena sia efficacemente punitiva occorre che
vi sia la conversione interiore del colpevole.
Hegel critica qui sia la dottrina del diritto naturale che l’invenzione dello Stato
di natura,per i quali sosteneva che l’individuo entrando un società andava
incontro a una limitazione della libertà e quindi a una rinuncia dei suoi diritti.
Per il filosofo quindi lo stato di natura è quello della prepotenza e del resto;da
esso bisogna uscire,disciplinando i rapporti umani con la legge.
Si passa così dal diritto astratto alla moralità,ossia dai rapporti giuridici verso
l’interiorità della coscienza morale. LO STATO ADEGUA LE LEGGI A CIO’
CHE E’ GIUSTO PER I CITTADINI. È qui che l’individuo riconosce le leggi
come proprie e diventano così interiori,come un dovere da compiere.
Hegel polemizza quindi contro il moralismo formale kantiano: agire per puro
dovere,come voleva Kant,appare per il filosofo tedesco impossibile in quanto
fondare la morale sulla ragione dell’individuo non affronta il problema della
determinazione concreta dei doveri (cosa fare). Ciò porta a un conflitto tra
dover essere ideale e realtà concreta dell’individuo. In tal modo il dovere
kantiano è vuoto,senza contenuto,staccato dalle condizioni reali dell’esistenza.
Ideale per Hegel è la monarchia costituzionale con tra tripartizione dei poteri,la
libertà e l’uguaglianza degli individui.
Queste due figure per Hegel hanno anche un equivalente nei popoli: i tedeschi
sono la civetta,un popolo che pensa parecchio,ma agisce ben poco;mente i
francesi sono la talpa poiché agiscono molto,ma pensano poco.