Beruflich Dokumente
Kultur Dokumente
con sublimità di parola o di sapienza. 2 Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e
questi crocifisso. 3 Io venni in mezzo a voi in debolezza e con molto timore e trepidazione; 4 e la mia parola e il
mio messaggio non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della
sua potenza, 5 perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio.
(1Cor 1,17-18; 22-29;2,1-5)
Stoltezza e follia
Tra gli ebrei, abituati a pensare le manifestazioni di Dio sullo schema dei prodigi dell’esodo dall’Egitto, era comune l’at-
tesa di un Dio vittorioso e potente, risolutore, a cui nessuno avrebbe potuto opporsi. I vangeli ricordano che più volte furo-
no chiesti a Gesù segni convincenti (cfr Mc 8,11; Mt 16,1; Gv 2,18;6,30). In questa prospettiva la debolezza della croce
appariva una via completamente estranea al piano di Dio: uno scandalo.
I greci erano abituati a valutare in termini di genialità, di originalità e di affermazione di sé. Per la loro cultura, lo spen-
dersi del Cristo in croce e il suo ostinato amore apparivano mortificazione di ogni originalità, mancanza di genialità e stol-
tezza: il contrario dei contrassegni dell’epifania di Dio.
Ancora oggi la croce è scandalo e stoltezza e il motivo è sempre lo stesso: agli occhi degli uomini appare segno di debo-
lezza che la libertà vera si possa ottenere solo quando, sulle orme di Gesù crocifisso, si ha il coraggio di consegnare tutta la
propria esistenza nelle mani di Dio Padre, per essere liberi di servire gli uomini. L’incredulo vede in essa uno scandalo
insuperabile, uno scandalo teologico, e quindi trova in essa la giustificazione del proprio rifiuto.
La Passione è uno scandalo da superare: scandalo teologico perché non si tratta soltanto di accettare la croce come un
momento qualsiasi della vicenda del Messia, ma come il luogo privilegiato in cui Dio si è manifestato nella sua realtà pro-
fonda e nella sua forza vittoriosa.
La croce non è una smentita, una sconfitta, ma un compimento. E’ un passaggio obbligato per ogni discepolo, fa parte
a pieno titolo della chiamata. Il credente trova nella croce la rivelazione più alta e insospettata del volto misericordioso di
Dio, e ne fa la ragione della propria fede.
Per Gesù la croce è il prezzo della fedeltà e dell’amore a Dio e agli uomini. La croce è la rivelazione massima, oltre ogni
attesa, della solidarietà di Dio nei confronti dell’uomo. Una solidarietà così forte che non si lascia vincere dallo stesso rifiu-
to dell’uomo. Rifiutato da noi, Gesù muore per noi. La croce è la rivelazione di chi è veramente Dio: un amore infinito,
superiore ad ogni immaginazione. Il gesto del Padre che dona il Figlio e del Figlio che dona se stesso non è misurato sul
bisogno dell’uomo, ma sulla ricchezza dell’amore di Dio. Per tutto questo non solo la croce è lieta notizia, ma in un certo
senso è il centro della lieta notizia.
Un secondo aspetto che fa della croce una lieta notizia è che essa mostra che la via dell’amore è vittoriosa: sembra perden-
te, ma è vittoriosa. La croce è una lieta notizia per tutti coloro che spendono la loro vita al servizio di Dio, della giustizia e
della verità.
Sbaglieremo se pensassimo all’evento della croce come a un disguido prontamente riparato dalla risurrezione. La risurre-
zione è invece l’altra faccia della croce: non la riparazione di una sconfitta, ma il segno che la croce non era una sconfitta.
La risurrezione è il segno che la via della fedeltà a Dio e del dono di sé fino alla croce è vincente.
LA CRESIMA:
un traguardo o un punto di partenza?
Dopo una preparazione che li ha visti impegnati per quasi tre anni, domenica 3 feb-
braio nella nostra parrocchia, Alessandro, Alessia, Antonio,Clarissa, Claudia, Damia-
no, Ester, Francesca, Francesco, Hermes, Luana, Maria Agnese, Martina, Michele,
Paolo, Silvia, Stefania, Vania e Veronica hanno ricevuto il sacramento della Cresima.
Il sabato precedente si erano ritrovati insieme ai catechisti e a don Giuseppe per vive-
re insieme un ritiro in cui hanno chiesto il sacramento della Riconciliazione e hanno
riflettuto più intensamente sul significato della Cresima. Infatti, come Mons. Franco
Croci- vescovo celebrante- ha sottolineato, Cresima è “Confermazione”. E’ il ragazzo che, manifestan-
do il desiderio di entrare definitivamente a far parte della Chiesa, chiede di confermare la sua adesione
alle promesse battesimali e ricevere il sigillo dello Spirito Santo attraverso il crisma.
In questo senso il compito del padrino e della madrina non è limitato al giorno del sacramento, ma
deve rinnovarsi ogni giorno nell’accompagnare passo per passo il ragazzo e nello stargli vicino come
sostegno e modello di fede adulta.
Durante l’omelia il vescovo ha rivolto ai ragazzi e ai padrini- ma anche a tutta la comunità- la provo-
cazione e l’invito a leggere tutti i giorni la Bibbia e a farsi aiutare nella comprensione. Ha ricordato con
forza che non si può essere cristiani senza conoscere la Parola di Dio, la quale deve diventare sempre
più guida per il cammino di ciascuno.
Con questa certezza e con il desiderio di riflettere insieme su questioni importanti per crescere in-
sieme alla luce del Vangelo, abbiamo iniziato da alcune settimane un percorso di “dopocresima”. Cre-
diamo fermamente che sia un’occasione importante per i ragazzi, perché nell’approfondire il significato
del loro incontro col Signore, diventino testimoni efficaci in tutta la comunità, pronti a rispondere a
chiunque domandi ragione della speranza che è in loro (1Pt 3,15).
Gli educatori
Chiara e Tommaso
ALCU
NI M
OME
NTI D
ELLA
FEST
A
Pagina 4
Vita in parrocchia Anno IX — Numero 3
Loredana Affortunati
Pagina 5
Vita in parrocchia Anno IX — Numero 3
PELLEGRINAGGIO PARROCCHIALE
ALLA MADONNA DEL CARAVAGGIO
Venerdì 25 Aprile 2008
la Parrocchia organizza un pellegrinaggio al Santuario di Caravaggio.
Caravaggio
Il Concilio Vaticano II ha richiamato con efficacia il costante insegnamento della chiesa: “tutta intera la sto-
ria umana è pervasa da una lotta tremenda contro le potenze delle tenebre, lotta incominciata fin dalle origini del
mondo”.(1) “L’uomo tentato dal maligno fin dalle origini della storia, abusò della sua libertà erigendosi contro Dio
e bramando di conseguire il suo fine al di fuori di Dio; rifiutando di riconoscere Dio come suo principio, l’uomo
ha infranto il debito ordine in rapporto al suo ultimo fine”.(2) “Ma Dio inviò suo figlio nel mondo allo scopo di
sottrarre, per suo mezzo, gli uomini al potere delle tenebre e del demonio”.(3) Come possono comprendere l’opera
di Cristo coloro che negano l’esistenza nonché l’attivissima opera del demonio? Come possono comprendere il
valore della morte redentrice di Cristo? Sulla base dei testi scritturistici il Vaticano II afferma: “Cristo con la sua
morte ci ha liberati dal potere di satana”(4); “Gesù crocifisso e risorto ha sconfitto Satana”.(5)
Sconfitto da Cristo, il diavolo combatte contro i di lui seguaci; la lotta contro gli spiriti maligni continua e
durerà, “fino all’ultimo giorno”(6). In questo tempo ogni uomo è posto in stato di lotta, essendo la vita terrena una
prova di fedeltà a Dio. Ecco perché: “i fedeli debbono sforzarsi di stare saldi contro gli agguati del demonio e te-
nergli fronte nel giorno cattivo (…) prima infatti di regnare con Cristo glorioso, finito l’unico corso della nostra
vita terrena (non esiste altra prova!), compariremo tutti davanti al tribunale di Cristo, per riportare ciascuno quello
che fece nella sua vita mortale, o di bene o di male; e alla fine del mondo ne usciranno: chi ha operato il bene per
la risurrezione di vita e chi ha operato il male per la risurrezione di condanna”. La lotta contro satana riguarda tutti
gli uomini di tutti i tempi, anche se, non vi è dubbio che in certe epoche della storia il potere di satana si è avvertito
più forte, se non altro, a livello comunitario e di “peccati di massa”. Un semplice esempio: quando l’impero roma-
no è decaduto, lo sfacelo morale dilagava, ne è fedele ed ispirata testimonianza, tra l’altro, la lettera di Paolo ai
Romani. Adesso ci troviamo allo stesso livello, dovuto ad una serie di fattori tra i quali spiccano: il cattivo utilizzo
dei mezzi di comunicazione di massa (in se stessi buoni), il materialismo ed il consumismo che hanno avvelenato
il mondo. (continua)
Simone Leoni
Le Sante Quarantore
Ringraziamo pertanto il Signore per il dono che riversa in noi con la Sua Presenza
Eucaristica e ringraziamo anche per la speciale Comunione che possiamo vivere attra-
verso questo momento di Adorazione e di Contemplazione del Mistero d’Amore rac-
chiuso nel Santissimo Sacramento dell’Eucaristia.
Anche la nostra Parrocchia ha organizzato per i giorni 13-14-15 marzo, dalle ore 9
alle ore 23, Quaranta Ore di Adorazione Eucaristica. La preghiera è uno strumento più
potente per sostenerci nelle varie preoccupazioni e difficoltà che la vita ci riserva. O-
gnuno di noi si senta invitato a trascorrere un po’ del suo tempo in compagnia del Si-
gnore vivo nel Sacramento dell’Eucaristia.
Pagina 8
Vita in parrocchia Anno IX — Numero 3
I’ Papaparla
UDIENZA PER LA PRESENTAZIONE E CONSEGNA ALLA DIOCESI DI ROMA DELLA
"LETTERA SUL COMPITO URGENTE DELL’EDUCAZIONE"
Cari fratelli e sorelle, vi ringrazio di aver accolto, tanto numerosi, l’invito a questa speciale Udienza, nella quale riceverete dalle mie mani la
Lettera che ho indirizzato alla Diocesi e alla città di Roma sul compito urgente dell’educazione. Saluto con affetto ciascuno di voi: sacerdoti,
religiosi e religiose, genitori, insegnanti, catechisti ed altri educatori, fanciulli, adolescenti e giovani, compresi coloro che seguono l’Udienza
attraverso la televisione. Saluto e ringrazio, in particolare, il Cardinale Vicario e tutti coloro che hanno preso la parola in rappresentanza delle
varie categorie di persone partecipi della grande sfida educativa.
Siamo qui riuniti, infatti, perché ci muove una comune sollecitudine per il bene delle nuove generazioni, per la crescita e per il futuro dei figli
che il Signore ha donato a questa città. Ci muove anche una preoccupazione, la percezione cioè di quella che abbiamo chiamato "una grande
emergenza educativa". Educare non è mai stato facile e oggi sembra diventare sempre più difficile: perciò non pochi genitori e insegnanti sono
tentati di rinunciare al proprio compito, e non riescono più nemmeno a comprendere quale sia, veramente, la missione loro affidata. Troppe
incertezze e troppi dubbi, infatti, circolano nella nostra società e nella nostra cultura, troppe immagini distorte sono veicolate dai mezzi di co-
municazione sociale. Diventa difficile, così, proporre alle nuove generazioni qualcosa di valido e di certo, delle regole di comportamento e
degli obiettivi per i quali meriti spendere la propria vita. Siamo qui oggi, però, anche e soprattutto perché ci sentiamo sostenuti da una grande
speranza e da una forte fiducia: dalla certezza, cioè, che quel "sì", chiaro e definitivo, che Dio in Gesù Cristo ha detto alla famiglia umana (cfr
2 Cor 1,19-20), vale anche per i nostri ragazzi e giovani, vale per i bambini che oggi si affacciano alla vita. Perciò anche nel nostro tempo
educare al bene è possibile, è una passione che dobbiamo portare nel cuore, è un’impresa comune alla quale ciascuno è chiamato a recare il
proprio contributo.
Siamo qui, in concreto, perché intendiamo rispondere a quella domanda educativa che oggi avvertono dentro di sé i genitori, preoccupati per il
futuro dei propri figli, gli insegnanti, che vivono dal di dentro la crisi della scuola, i sacerdoti e i catechisti che sanno per esperienza quanto sia
difficile educare alla fede, gli stessi ragazzi, adolescenti e giovani, che non vogliono essere lasciati soli di fronte alle sfide della vita. E’ questa
la ragione per la quale vi ho scritto, cari fratelli e sorelle, la lettera che sto per consegnarvi. In essa potete trovare alcune indicazioni, semplici e
concrete, sugli aspetti fondamentali e comuni dell’opera educativa. Oggi mi rivolgo a ciascuno di voi per offrirvi il mio affettuoso incoraggia-
mento ad assumere con gioia le responsabilità che il Signore vi affida, affinché la grande eredità di fede e di cultura, che è la ricchezza più vera
di questa nostra amata città, non vada smarrita nel passaggio dall’una all’altra generazione, ma al contrario si rinnovi, si irrobustisca, sia di
guida e di stimolo nel nostro cammino verso il futuro.
In questo spirito mi rivolgo a voi, cari genitori, per chiedervi anzitutto di rimanere saldi, per sempre, nel vostro reciproco amore: è questo il
primo e grande dono di cui hanno bisogno i vostri figli, per crescere sereni, acquisire fiducia in se stessi e fiducia nella vita e imparare così ad
essere a loro volta capaci di amore autentico e generoso. Il bene che volete ai figli deve poi darvi lo stile e il coraggio del vero educatore, con
una coerente testimonianza di vita ed anche con la fermezza necessaria per temprare il carattere delle nuove generazioni, aiutandole a distin-
guere con chiarezza il bene dal male ed a costruirsi a loro volta delle solide regole di vita, che le sostengano nelle prove future. Così farete
ricchi i vostri figli dell’eredità più preziosa e duratura, che consiste nell’esempio di una fede quotidianamente vissuta.
Con il medesimo animo domando a voi, docenti dei diversi ordini di scuole, di avere un concetto alto e grande del vostro impegnativo lavoro,
nonostante le difficoltà, le incomprensioni, le delusioni che troppo spesso sperimentate. Insegnare, infatti, significa andare incontro a quel
desiderio di conoscere e di capire che è insito nell’uomo e che nel bambino, nell’adolescente, nel giovane si manifesta in tutta la sua forza e
spontaneità. Il vostro compito, perciò, non può limitarsi a fornire delle nozioni e delle informazioni, lasciando da parte la grande domanda
riguardo alla verità, soprattutto a quella verità che può essere di guida nella vita. Siete infatti, a pieno titolo, degli educatori: a voi, in stretta
sintonia con i genitori, è affidata la nobile arte della formazione della persona. In particolare, quanti insegnano nelle scuole cattoliche portino
dentro di sé e traducano in azione quotidiana quel progetto educativo che ha al proprio centro il Signore Gesù e il suo Vangelo.
E voi, cari sacerdoti, religiosi e religiose, catechisti, animatori e formatori delle parrocchie, dei gruppi giovanili, delle associazioni e movimen-
ti ecclesiali, degli oratori, delle attività sportive e ricreative, cercate di avere sempre, verso i ragazzi e i giovani che accostate, gli stessi senti-
menti che furono in Gesù Cristo (cfr Fil 2,5). Siate dunque quegli amici affidabili nei quali essi possano toccare con mano l’amicizia di Gesù
per loro, e al tempo stesso siate i testimoni sinceri e coraggiosi di quella verità che rende liberi (cfr Gv 8,32) e che indica alle nuove generazio-
ni la via che conduce alla vita.
L’educazione però non è soltanto opera degli educatori: è un rapporto tra persone nel quale, con il crescere degli anni, entrano sempre più in
gioco la libertà e la responsabilità di coloro che vengono educati. Perciò, con grande affetto, mi rivolgo a voi, fanciulli, adolescenti e giovani,
per ricordarvi che voi stessi siete chiamati ad essere gli artefici della vostra crescita morale, culturale e spirituale. Sta a voi, dunque, accogliere
liberamente nel cuore, nell’intelligenza e nella vita il patrimonio di verità, di bontà e di bellezza che si è formato attraverso i secoli e che ha in
Gesù Cristo la sua pietra angolare. Sta a voi rinnovare e sviluppare ulteriormente questo patrimonio, liberandolo dalle tante menzogne e bruttu-
re che spesso lo rendono irriconoscibile e provocano in voi diffidenza e delusione. Sappiate comunque che in questo non facile cammino non
siete mai soli: vi sono vicini non soltanto i vostri genitori, insegnanti, sacerdoti, amici e formatori, ma soprattutto quel Dio che ci ha creato e
che è l’ospite segreto dei nostri cuori. Egli illumina dal di dentro la nostra intelligenza, Egli orienta al bene la nostra libertà, che spesso avver-
tiamo fragile e incostante, Egli è la vera speranza e il fondamento solido della nostra vita. Di Lui, anzitutto, ci possiamo fidare.
Cari fratelli e sorelle, nel momento in cui vi consegno simbolicamente la Lettera sul compito urgente dell’educazione, ci affidiamo dunque,
tutti insieme, a Colui che è il nostro vero e unico Maestro (cfr Mt 23,8), per impegnarci insieme a Lui, con fiducia e con gioia, in quella mera-
vigliosa impresa che è la formazione e la crescita autentica delle persone. Con questi sentimenti ed auspici a tutti imparto la mia Benedizione.
Benedetto XVI
Pagina 9
Vita in parrocchia Anno IX — Numero 3
Il Messaggio di Lourdes
L'11 febbraio scorso la Chiesa ha celebrato i 150 co tutto il contenuto del
anni dalla prima apparizione della Vergine a Ber- "Messaggio di Lourdes" -, e
nadette Soubirous a Lourdes. Invece di riportare la che ci ama così come siamo,
con tutti i nostri successi,
vita della Santa vogliamo far memoria del periodo ma anche con tutte le nostre
di Grazia in cui la Madonna le è apparsa. ferite, le nostre fragilità, i
Si chiama "Messaggio di Lourdes" i gesti e le parole che si nostri limiti.
sono scambiati la Vergine e Bernadette, alla Grotta di Al tempo della terza Appari-
Massabielle, nel corso delle 18 Apparizioni, dall'11 feb- zione, il 18 febbraio, la Ver-
braio 1858 al 16 luglio 1858. Per comprendere bene gli gine parla per la prima volta.
eventi che si sono svolti e imparare meglio il "Messaggio A Bernadette che le presenta un pezzo di carta ed una ma-
di Lourdes", bisogna conoscere il contesto delle Appari- tita perché scriva il suo nome, "la Signora" risponde: "non
zioni di cui Bernadette ha beneficiato. è necessario". È una parola straordinaria. Ciò vuole dire
che Maria vuole entrare con Bernadette in una relazione di
Lourdes, nel XIXo secolo, è un capoluogo di cantone con
amore, che si situa al livello del cuore. Il cuore, nella Bib-
circa 4000 abitanti, fra i quali ci sono dei notabili: notai,
bia, significa il centro anche della personalità, di ciò che
avvocati, medici, ufficiali, ma anche operai, carrettieri,
lavoratori dell’ardesia, ed i piccoli artigiani, come i mu- c'è più di profondo nell'uomo.
gnai. I mulini sono numerosi, molti sorgono fuori della Bernadette è di primo acchito invitata ad aprire le profon-
città, lungo uno dei torrenti che si gettano nel Gave: il La- dità del suo cuore a questo messaggio d'amore.
paca. Bernadette Soubirous nascerà in uno di loro, il muli- Alla seconda parola della Vergine:"potreste avere la genti-
no di Boly, il 7 gennaio 1844. lezza di venire qui durante quindici giorni?", Bernadette è
Nel 1858, la famiglia Soubirous è in rovina, ridotta a vive- frastornata. È la prima volta che le danno del "voi". Spie-
re al cachot. gherà questa parola dicendo: “Lei mi guardava come una
persona guarda un'altra persona”. L'Uomo, creato a imma-
L'11 febbraio 1858, Bernadette, sua sorella Antonietta e la
gine e alla rassomiglianza di Dio, è una persona. Bernadet-
loro amica Giovanna Abadie, vanno in cerca di legna. Si
te, che si sente così rispettata e amata, fa lei stessa l'espe-
dirigono verso "il luogo dove il torrente si getta nel Gave".
rienza di essere una persona. Siamo tutti con dignità agli
Arrivano dinanzi alla Grotta di Massabielle. Antonietta e
Giovanna attraversano l'acqua ghiacciata del torrente. Ber- occhi di Dio. Perché ognuno è un amato da Dio.
nadette, per il problema della sua asma cronica, esita a La terza parola della Vergine: "non vi prometto di render-
fare altrettanto. E’ in quel momento che “sente un rumore vi felice in questo mondo, ma nell'altro". Conosciamo il
come un colpo di vento”, ma "nessun albero si muove". mondo della violenza, della menzogna, della sensualità,
"Alzando la testa, vede, nella cavità della roccia, una pic- del profitto, della guerra. Ma conosciamo anche il mondo
cola ragazza, avvolta di luce, che la osserva e le sorride". della carità, della solidarietà, della giustizia. Quando Gesù,
È la prima Apparizione di Nostra Signora. nel Vangelo, ci invita a scoprire il regno dei cieli, ci invita
a scoprire, nel mondo così come è, un "altro mondo". Do-
Al tempo di Bernadette, la Grotta era un luogo sporco,
ve c'è l'amore, Dio è presente. Questa realtà non occulta
oscuro, umido e freddo. Si chiamava questa Grotta " Grot-
l'orizzonte del messaggio che è il cielo. La Vergine Maria
ta dei maiali", perché era il luogo dove si conducevano i
trasmette a Bernadette la certezza di una terra promessa
maiali. È in questo luogo che Maria, tutto biancore, tutta
che potrà essere raggiunta soltanto al di là della morte.
purezza, segno dell'amore di Dio, cioè segno di ciò che
Sulla terra, ci sono i fidanzamenti; le cerimonie nuziali
Dio vuole fare in ciascuno di noi, ha voluto apparire. C'è
un contrasto immenso tra questa Grotta oscura, umida, e la sono per dopo, per il cielo.
presenza di Maria Vergine, "l'Immacolata Concezione". Fare l'esperienza di Dio, questo non è altro che fare l'espe-
Questo ci richiama il Vangelo: l’incontro tra la ricchezza rienza dell'amore su questa terra. A chi ha saputo scoprire
di Dio e la povertà dell'uomo. Il Cristo è venuto a cercare questo, Gesù dichiara: "non sei lontano dal regno di Dio".
ciò che era perduto. Nonostante la sua miseria, la sua malattia, la sua ignoran-
za, Bernadette è sempre stata profondamente felice. È que-
A Lourdes, Maria è apparsa in una Grotta sporca ed oscu-
ra, in questo luogo che si chiama Massabielle, la vecchia sto il Regno di Dio, il mondo del vero amore.
roccia, per dirci che Dio viene a raggiungerci dovunque Durante le prime sette Apparizioni di Maria, Bernadette ha
siamo, nel pieno delle nostre miserie, di tutte le nostre mostrato un viso raggiante di gioia, di felicità, di luce. Ma,
cause perse. La Grotta non è soltanto il luogo dell'evento, tra l'ottava e la dodicesima apparizione tutto cambia: il
un luogo geografico, è anche un luogo dove Dio ci da un viso di Bernadette diventa teso, triste, preoccupato e so-
segno per svelarci il suo cuore ed il nostro cuore. È un prattutto compie gesti incomprensibili. Camminare sulle
posto dove Dio ci lascia un messaggio che non è diverso ginocchia fino in fondo alla Grotta. Baciare la terra, anco-
che quello del Vangelo. Dio viene a dirci che ci ama - ec- ra tutta sporca e disgustosa, di questa Grotta. Mangiare
delle erbe amare. Continua a pag. 11
Pagina 11
Vita in parrocchia Anno IX — Numero 3
Raspare il suolo e, per tre volte, provare a bere acqua fan- penitenza, penitenza." Pregate per i peccatori "." Per
gosa, sorbirne un pò, poi sputarla. Prendere del fango tra le "penitenza", si intede conversione. Per la Chiesa, la conver-
mani e sfregarselo sulla faccia.Quindi, Bernadette osserva sione consiste, come il Cristo l’ha insegnata, nel rivolgere il
la folla allargando le sue braccia. Allora tutti dicono: "è proprio cuore verso Dio, verso i propri fratelli. "Pregate per
pazza". i peccatori". Pregare, fa entrare nello Spirito di Dio. Così
Molte volte, Bernadette ripeterà gli stessi gesti. Cosa signi- possiamo capire che il peccato non fa la felicità dell'uomo.
fica tutto questo? Nessuno ha capito nulla! Siamo proprio Il peccato è tutto ciò che si oppone a Dio.
nel cuore del "Messaggio di Lourdes". In occasione della tredicesima Apparizione, Maria si rivol-
Questi gesti sono, infatti, gesti biblici. Perché "la Signora" ge a Bernadette: "direte ai sacerdoti che si costruisca qui
gliel'ha chiesto. Bernadette diventa la immagine dell'Incar- una cappella e che ci si venga in processione". "Che si ven-
nazione, la Passione e la Morte del Cristo. Andare in ginoc- ga in processione" significa andare, in questa vita, sempre
chio fino al fondo della Grotta: è il gesto dell'Incarnazione, presso i nostri fratelli. "Che si costruisca una cappella".
dell'abbassamento di Dio che si fa uomo. Bernadette bacia A Lourdes, tante cappelle sono state costruite per accoglie-
la terra per significare che quest'abbassa- re la folla dei pellegrini. Ma, queste cappelle
mento è giustamente il gesto dell'amore di sono soltanto i segni di questa comunione
Dio per gli uomini. Mangiare le erbe ama- fondata sulla carità, alla quale tutti sono
re ricorda la tradizione ebrea che si trova chiamati. La cappella, è "la Chiesa" che
nel Vecchio Testamento. dobbiamo costruire, là dove siamo, nella
Quando gli ebrei volevano significare che nostra famiglia, sul nostro luogo di lavoro,
Dio aveva preso su di sè tutte le amarezze, nella nostra parrocchia, nella nostra diocesi.
tutti i peccati del mondo, uccidevano un Qualsiasi cristiano trascorre la sua vita co-
agnello, lo svuotavano, lo riempivano di struendo la Chiesa, vivendo in comunione
erbe amare e pronunciavano su lui la pre- con Dio e i suoi fratelli.
ghiera: "ecco l'Agnello di Dio che prende Il 25 marzo 1858, giorno della sedicesima
su di sé tutte le disgrazie, che toglie tutte Apparizione, Bernadette si reca alla Grotta
le amarezze, tutti i peccati del mondo". dove, per volere di don Peyramale, parroco
Questa preghiera è ripetuta nella messa. di Lourdes, chiede "alla Signora" di dire il
Imbrattare la figura: il profeta Isaia mostra suo nome. Per tre volte, Bernadette rivolge
il Messia, il Cristo, sotto le caratteristiche la domanda. Alla quarta richiesta, "la Signo-
del servo sofferente. "Perché portava su lui ra" le risponde in dialetto:
tutti i peccati degli uomini, il suo viso non "Que soy era Immaculada Counceptiou", "Io
aveva più figura umana." Era, precisa Isaia, come una pe- sono l'Immacolata Concezione". Bernadette non ha capito
cora condotta al macello e, sul suo passaggio, la gente ride- immediatamente il senso di questa parola. L'Immacolata
va di lui. Ecco, alla Grotta, Bernadette sfigurata dal fango, Concezione, così come lo insegna la Chiesa, è "Maria con-
e la folla che grida: "è diventata pazza". cepita senza peccato, grazie ai meriti della croce del Cri-
I gesti che Bernadette compie sono gesti di liberazione. La sto" (definizione del dogma promulgato nel 1854). Berna-
Grotta è liberata dalle sue erbe, dal suo fango. Ma perché dette si reca immediatamente dal signor parroco, per tra-
bisogna liberare questa Grotta? Perché nasconde un tesoro smettergli il nome "della Signora". Lui capirà che è la Ma-
immenso che occorre assolutamente aggiornare. Così, alla dre di Dio che appare alla Grotta di Massabielle. Più tardi,
nona Apparizione, "la Signora" chiederà a Bernadette di il vescovo di Tarbes, Mgr Laurence, la autentificherà.
andare a raschiare il suolo, in fondo a questa "Spelonca per La "firma" del messaggio avviene dopo 3 settimane di Ap-
i maiali", dicendole: "andate alla fonte, berrete e lavatevi". parizioni e 3 settimane di silenzio (dal 4 al 25 marzo). Il 25
Ed ecco che un po' d’acqua fangosa inizia a sgorgare, suffi- marzo è il giorno dell’Annunciazione, del "concepimento"
cientemente perché Bernadette possa berne. Ed ecco che di Gesù nel ventre di Maria. La Signora della Grotta dice
quest'acqua diventa, poco a poco, trasparente, pura, limpi- quale è la sua missione: Lei è la Madre di Gesù, tutto il suo
da. essere è quello di concepire il Figlio di Dio, Lei è tutta per
Con questi gesti, ci è rivelato il mistero stesso del cuore del lui. Per questo, è Immacolata, abitata da Dio. Così, la Chie-
Cristo: " Un soldato, con la sua lancia, trapasserà il cuore e, sa e tutti i cristiani devono lasciarsi abitare da Dio per di-
immediatamente, scaturisce sangue e acqua". Ma anche le ventare immacolati, radicalmente perdonati ed in modo da
profondità del mistero del cuore dell'uomo, creato a imma- essere, anche loro, testimoni di Dio. Sarà la vocazione di
gine e somiglianza di Dio: "l'acqua che ti darò, diventerà in Bernadette.
te sorgente di vita eterna". Il cuore dell'uomo, ferito dal Il 7 aprile, durante l’Apparizione, la fiamma della candela
peccato, è significato dalle erbe e dal fango. Ma in fondo a passerà tra le sue dita senza bruciarla: diventa trasparente di
questo cuore, c'è la vita stessa di Dio, significata dalla fon- luce, può, lei pure, comunicare la luce di Dio. Maria ci dice
te. che è ciò che dobbiamo diventare. Il giorno della sua Prima
Chiedono a Bernadette : "la Signora ti ha detto qualcosa ?" Comunione (3 giugno 1858), Bernadette prolunga quest'e-
E lei risponde: " Sì, di tanto in tanto diceva: "Penitenza, sperienza unendosi al dono di Dio.
Pagina 12
Vita in parrocchia Anno IX — Numero 3
Francesco Burberi
Pagina 14
Vita in parrocchia Anno IX — Numero 3
PIETRALBA:
UN’OASI DI PREGHIERA
Una grigia mattina d’Agosto percorrendo una stretta strada nei boschi della Val di Fiemme, s’intuiscono le vette del Ca-
tinaccio, del Latimar e della Marmolada. Poco dopo una curva, a 1520 mt d’altezza, si staglia in lontananza, nascosto da
una fitta nebbia un imponente edificio, il “Santuario di Pietralba”. Ti accorgi subito che questo è un luogo fuori del co-
mune, carismatico, mistico, di silenzio, dove tutto è colmo di preghiera. Si respira la stessa aria che circa 500 anni fa,
Leonardo Weißensteiner ha respirato, quando la Vergine Maria gli apparve. Era un contadino molto devoto e malato e
come tutti noi, quando abbiamo qualche problema, aveva pregato la Madonna perché lo guarisse. Straordinariamente Lei
esaudì questo suo desiderio chiedendo in cambio la costruzione di una cappella dove il rintocco di una campana avrebbe
fatto raccogliere in preghiera chi la sentiva. L’uomo fu felice di accettare. Umanamente, come facciamo molte volte an-
che noi, quando fu guarito, si dimenticò della promessa fatta. Dopo un po’ di tempo Leonardo si ammalò nuovamente e
nella foresta la Madonna gli apparve ancora e lo rimproverò perché non aveva mantenuto la promessa. Questa volta il
contadino appena tornato a casa lasciò tutto il lavoro ai figli e si dedicò alla costruzione e al mantenimento della piccola
cappella. Lavorando alle fondamenta trovò una statua della Madonna Addolorata che teneva sulle ginocchia il figlio de-
posto dalla croce, ”la statuetta della Pietà”. Più probabilmente fu trovata su di un albero. Spesso, infatti, i contadini della
zona mettevano statue di Santi o della Madonna sulle piante per avere protezione.
Nei boschi circostanti salendo per un sentiero si raggiunge il luogo dove apparve la Vergine Maria.
Pietralba è uno dei più importanti centri religiosi di tutto l’Alto Adige. Albino Luciani (Giovanni Paolo I), quando era
ancora Cardinale, per raccogliersi in preghiera era solito passarvi le vacanze estive. Pure il suo successore Giovanni Pao-
lo II fece un pellegrinaggio a Pietralba. Le S. Messe sono dette in varie lingue per fare in modo che tutti i pellegrini pos-
sano partecipare.
Entrando si nota subito la spiritualità del luogo, infatti, circa 4000 ex voto sistemati nei corridoi del 1853 antistanti la
chiesa, ci fanno capire quanta devozione è presente in questo Santuario. Ci sono foto di bambini e adulti che hanno chie-
sto o ricevuto una grazia. Dal 1953 è concessa ai pellegrini l’indulgenza plenaria. Entrati in chiesa, viene spontaneo di
raccogliersi in preghiera. Rivolgere lo sguardo verso la statua della Pietà e pregare Maria. Superata la chiesa si trova la
cappella di S. Pellegrino Laziosi, che è il protettore dei malati di tumore. Oltre questa cappella ci sono i confessionali,
dove i sacerdoti, appartenenti all’ordine dei Servi Di Maria, confessano i fedeli in varie lingue.
La presenza dell’arte barocca completa il senso di preghiera e raccoglimento. Il tempo passa veloce e dopo la S.Messa
usciamo da questo sacro luogo e siamo “benedetti” da una pioggia battente. Un’ultima occhiata al Santuario e colmi di
gioia di nuovo c’immergiamo nella nebbia.
Pagina 15
Vita in parrocchia Anno IX — Numero 3
16 17 18 19
20 21 22 23 24
25 26 27 28 29 30
31 32 33 34 35
36 37 38
39 40 41 42 43
44 45 46 47 48 49 50
51 52 53 54
55 56 57 58
59 60 61 62 63
64 65 66
ORIZZONTALI: VERTICALI:
1. La si fa in 4 elementare 1. Quella di Cristo è stata oggetto di un film recente
13. Tipo di succo 2. Rupe senza pari
16. Gli inviati speciali di Gesù 3. L’ego oggi…
17. Uno tedesco 4. Marca di sigarette famosa
18. Livorno 5. Particolare isola presente nel Pacifico
19. Osmio 6. Si dicono tali i documenti di un concilio
20. Non è off 7. Al centro del polo
21. Piccola macchia sulla pelle 8. Cantante italiano famoso
22. Epoche 9. Lo è un nuovo dottore
24. Prete senza uguali 10. Due romano
25. Fu trovato vuoto 11. Carico, dovere.
29.Lusso per i mussulmani 12. Mendicati
30. Lire senza seconda 14. Scattare
31. A volte sono utopie 15. Libro della Bibbia ebraica
32. Richiamato 23. Presa senza estremi
35. Svuota i cassonetti alle Sieci 24. Tavoletta in russo
36. Pari in Foligno 26. Inventò la lampadina
37.Ampolle per olio e aceto 27. Coloro che fanno penitenza
38. Sigla romana 28. Pari in poca
39. Vinsi…senza testa 29. Arezzo
40. Chiudono le bottiglie 33. Iridio
43. Unione Europea 34. L’oro nero
44. Beoti senza capo 41. Le prime due vocali
46. Luogo in cui si compie la Messa 42. Agnostico
49. Associazione nazionale infermieri in endocrinologia 45. Ente per le assicurazioni sul lavoro
51. Il cuore del tenente 47. Nomignolo per Leonardo
52. Lo commette il ladro 48. Vi si viaggia a Firenze
53. Litigano con i cani 50. Lo seguono le leggi
56. C’è quella di calcio, di pallavolo, di nuoto… 54. Pile che non hanno consonanti
58. A testa…in Francia 55. Pace..latina
59. Rancore 57. Zolle senza uguali
61. Alla fine dei carciofi 60. Sofà privo di parità
62. Assemblare 62. Il vecchio DO
64. Telefilm molto famoso 63. Boxe al centro
65. 4 x 2
66. Non più in carica Elena e Filippo
Pagina 16
Vita in parrocchia Anno IX — Numero 3
Venerdì 7 marzo Ore 18.30 Via Crucis in parrocchia per i ragazzi delle Medie
Ore 21.00 Stazione Quaresimale nella nostra parrocchia.
Domenica 9 marzo Ore 11.00 Via Crucis in parrocchia per i ragazzi delle Elementari
Venerdì 14 marzo Ore 21.00 Via Crucis dei giovani della Diocesi di Firenze con il Vescovo da Piazza Duomo a Piazza Santa
Croce a Firenze.
Nei giorni 13 – 14 – 15 marzo, dalle ore 9.00 alle ore 23.00 la nostra parrocchia celebra le Quarantore. Tre giorni in cui
la chiesa sarà aperta e dove sarà esposto il Santissimo Sacramento. Siamo tutti invitati a partecipare in silenziosa pre-
ghiera nei momenti liberi della nostra giornata.
Domenica 16 marzo Domenica delle Palme e della Passione di Gesù
SS. Messe ore 8.00 – 10.00 – 11.30
Ore 9.30 Benedizione delle Palme e processione da Piazza Albizi alla Chiesa
L'ulivo verrà benedetto a tutte le Sante Messe
APPUNTAMENTI
Sabato 15 marzo Ore 16.00 Incontro mensile per i giovani e gli adulti di Azione Cattolica. L'incontro è comunque aperto a tutti.
Mercoledì 26 marzo Ore 21.00 Incontro Vicariale degli educatori dei gruppi del dopo Cresima
Sabato 29 marzo Ore 10.00 Incontro dei rappresentanti dei Catechisti del Vicariato
Domenica 30 marzo Ore 17.30 Terzo incontro di Catechesi per Adulti e Famiglie sulla Lettera di S. Paolo ai Romani. Seguirà cena
Domenica 6 aprile Durante le SS. Messe si voterà per il rinnovo del Consiglio Pastorale Parrocchiale.
IN REDAZIONE: Alessio Lenti - Massimiliano Santi - Elisabetta Guerri - Francesco Burberi
Lorenzo Franconi - Serena Biancalani - Filippo Frenos - Letizia Materassi - Elena Braccini - Andrea Undri
Imprimatur, stampa e responsabilità Ente Parrocchia San Giovanni Battista a Remole Sieci—Uso esclusivamente interno