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"Dio cre l'uomo a sua immagine; lo cre a immagine di Dio; li cre maschio e femmina.

Dio li benedisse; e Dio disse loro: Siate fecondi e moltiplicatevi; riempite la terra, rendetevela
soggetta, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e sopra ogni animale che si muove sulla terra."
"Poi Dio il SIGNORE disse: Non bene che l'uomo sia solo; io gli far un aiuto che sia adatto a lui."
"L'uomo diede dei nomi a tutto il bestiame, agli uccelli del cielo e ad ogni animale dei campi; ma per l'uomo non si trov un aiuto
che fosse adatto a lui.
Allora Dio il SIGNORE fece cadere un profondo sonno sull'uomo, che si addorment;
prese una delle costole di lui, e richiuse la carne al posto d'essa.
Dio il SIGNORE, con la costola che aveva tolta all'uomo, form una donna e la condusse all'uomo.
L'uomo disse: Questa, finalmente, ossa delle mie ossa e carne della mia carne.
Ella sar chiamata donna perch stata tratta dall'uomo.
Perci l'uomo lascer suo padre e sua madre e si unir a sua moglie, e saranno una stessa carne.
L'uomo e sua moglie erano entrambi nudi e non ne avevano vergogna.
Il serpente era il pi astuto di tutti gli animali dei campi che Dio il SIGNORE aveva fatti.
Esso disse alla donna: Come! Dio vi ha detto di non mangiare da nessun albero del giardino?
La donna rispose al serpente: Del frutto degli alberi del giardino ne possiamo mangiare; ma del frutto dell'albero che in
mezzo al giardino Dio ha detto: "Non ne mangiate e non lo toccate, altrimenti morirete".
Il serpente disse alla donna: No, non morirete affatto; ma Dio sa che nel giorno che ne mangerete, i vostri occhi si apriranno e
sarete come Dio, avendo la conoscenza del bene e del male.
La donna osserv che l'albero era buono per nutrirsi, che era bello da vedere e che l'albero era desiderabile per acquistare
conoscenza; prese del frutto, ne mangi e ne diede anche a suo marito, che era con lei, ed egli ne mangi.
Allora si aprirono gli occhi ad entrambi e s'accorsero che erano nudi; unirono delle foglie di fico e se ne fecero delle cinture.
Poi udirono la voce di Dio il SIGNORE, il quale camminava nel giardino sul far della sera; e l'uomo e sua moglie si nascosero
dalla presenza di Dio il SIGNORE fra gli alberi del giardino."
(Genesi 1:27-28; 218, 20-25; 3:1-8)


Con sguardo meravigliato, Eva contemplava la creazione: attorno a lei tutto era perfetto. Scopr la natura nel suo splendore;
l'aria che respirava era pura, senza alcuna traccia di inquinamento, e l'acqua che beveva era cristallina. Tutti gli animali vivevano in
pace.
Il matrimonio di Eva era perfetto, la sua comunione con Dio e con suo marito le generava una felicit quotidiana. Possedeva tutto ci
che ogni essere umano pu desiderare.
La vita umana creata ad immagine di Dio aveva proprio in s questa "immagine" impartita in modo esclusivo agli esseri
umani. Condividono cos, anche se in modo imperfetto e finito, la natura di Dio, ossia gli attributi - vita, personalit, verit, saggezza,
amore, santit, giustizia - che Egli pu comunicare, e possono quindi avere comunione spirituale con Lui.
Ma un giorno, nel giardino di Eden, ud una voce domandarle: Come! Dio vi ha detto di non mangiare da nessun albero del
giardino?
Allora Eva si domand con un certo stupore: Come ha fatto a sfuggire alla mia attenzione la bellezza particolare di questo albero
piazzato nel mezzo del giardino? Perch la mia felicit sembra ad un tratto dipendere dal suo frutto? Mangiare un frutto cos
desiderabile, non pu che farmi del bene!
Cos la concupiscenza di Eva fu risvegliata. Non si rese conto n della manovra della trappola preparata per lei, n che la
Parola di Dio era stata deformata e neppure che stava mettendo in dubbio l'amore di Dio.
Satana un mentitore fin dall'inizio (Giovanni 8:44)
Eva non ha riconosciuto nel suo interlocutore la persona, mascherata, di satana. Bugiardo e padre della menzogna fin
dall'inizio, cerca ancora di divorare gli uomini. Infatti, invece di citare l'affermazione di Dio con precisione, vi ha sostituito le proprie
parole. Questo modo di falsare la Parola di Dio avrebbe dovuto risvegliare l'attenzione di Eva e incitarla a respingere i propositi di
satana. Eva stata creata con una volont capace di resistere alla tentazione; si per lasciata andare su un terreno pericoloso.
Eva avrebbe dovuto rifiutarsi lasciarsi abusare dalle insinuazioni di satana. Era responsabile della sua scelta; purtroppo ha ascoltato
il diavolo e, peggio ancora, gli rispose scatenando l'inizio della caduta.
Vediamo allora ad i tratti fondamentali dell'incontro tra Eva e satana che rappresentano il piano presente in tutte le tentazioni...
Satana non ha cambiato tattica nel corso della storia!
Mettiamo dunque a confronto le parole di Eva con gli ordini autentici di Dio e con quelle del serpente.

ORDINE di DIO
(Genesi 2:16 - 17)
PAROLE di EVA
(Genesi 3:2-3)
PAROLE di SATANA
(Genesi 3:4-5)
1) Mangia pure di ogni albero del
giardino
1) Del frutto degli alberi del giardino ne
possiamo mangiare
1)"Come! Dio vi ha detto di non
mangiare di nessun albero del giardino?"
2) ma dell'albero della conoscenza
del bene e del male non ne mangiare;
2) ma del frutto dell'albero che in
mezzo al giardino Dio ha detto: "Non ne
mangiate e non lo toccate
2) Dio sa che nel giorno che ne
mangerete, i vostri occhi si apriranno e
sarete come Dio, avendo la conoscenza
del bene e del male.
3) nel giorno che ne
mangerai,certamente morrai
3) altrimenti morirete". No, non morirete affatto.

Proprio come satana all'inizio, Eva dal canto suo deform le parole di Dio; aggiunse: "...non lo toccate", mentre Dio non aveva
usato il termine "toccare". In pi, minimizz il giudizio pronunciato da Dio: "...certamente morrai" con "... altrimenti morrete".
La prima offensiva di satana ha avuto successo: Eva si prestata alla discussione. Subito dopo, il diavolo parla con maggiore
audacia e con arroganza tratta Dio come bugiardo, accusandoLo di abusare del Suo potere per frustrare la propria creatura
limitandone la felicit.
Morire?... dice con candore. Ma no! Non morirete affatto, conoscerete al contrario una felicit non sperata: sarete come Dio!Satana
prosegue nell'offensiva e trascina Eva verso l'emancipazione e la disobbedienza.
Ma la resistenza di Eva ha iniziato a cedere nel momento in cui ha accettato di discutere con satana. Poi, va avanti cogliendo il frutto
tanto attraente, oggetto della concupiscenza.
"La donna osserv che l'albero era buono per nutrirsi, che era bello da vedere e che l'albero era desiderabile per acquistare
conoscenza; prese del frutto, ne mangi e ne diede anche a suo marito, che era con lei, ed egli ne mangi."
Eva osserv ed ecco le sue considerazioni:
UTILITA' MATERIALE: l'albero era buono per nutrirsi;
BELLEZZA: l'albero era bello da vedere;
POTENZIALITA' di acquistare conoscenza.
Queste considerazioni portano Eva a superare il limite, una volta che ha dato credito pi alle parole del serpente che a quelle di
Dio, ha rimosso la barriera del castigo.
Quando viene RIMOSSO IL PENSIERO DEL CASTIGO, si pu superare qualsiasi limite...
L'evoluzione del male ora senza controllo. Eva presa nella rete del bugiardo al punto da non poterne sfuggire. Mangi il frutto e,
in pi, dopo essere stata sedotta, trascin a proprio turno il marito nella seduzione. Senza protestare, Adamo accett il frutto che gli
venne offerto e lo mangi.
Nel racconto fatto da Mos, autore della Genesi, Dio il sesto giorno cre l'uomo. Il sesto giorno rappresenta l'apice della
creazione, l'inizio dell'umanit. Dio stesso esprime la propria grande soddisfazione per questo suo atto creatore.
Sebbene l'uomo sia l'ultima creatura menzionata nel racconto della creazione, egli non frutto dell'evoluzione; egli fu creato.
Attraverso la creazione dell'uomo e della donna, l'opera di Dio fu completamente compiuta e merit il riconoscimento "molto buono".
Accanto ad Adamo, Eva era associata da Dio, e secondo la propria specificit, al compimento del compito di popolare e
sottomettere la terra. Aveva una relazione unica con il suo compagno di condivisione e complementariet. Insieme, grazie alla loro
costituzione fisica adeguata poterono realizzare l'ordine dato da Dio di moltiplicarsi. La creazione di Eva dopo quella di Adamo non
era un accomodamento al disegno di Dio.
Eva faceva parte del piano iniziale come era stato concepito per la persona di Adamo. Senza lui, Eva non poteva vivere e
Adamo non poteva fare a meno di lui. In qualit di marito e moglie, Adamo ed Eva costituivano una nuova cellula: la coppia,
caratterizzata da una propria personalit. Al di l della semplice unione di due individui, questa coppia costituiva una identit nuova in
se stessa. Secondo i piani di Dio, i coniugi sono chiamati a vivere in perfetta armonia, a formare un tutto, uniti con un legame d'amore
e di mutuo rispetto.
Dopo la disobbedienza, Eva realizz, non senza una grande amarezza, fino a che punto era stata ingannata. Si espresse
immediatamente nei rapporti con Adamo. Fino a quel momento, erano stati a loro agio; stavano bene tra di loro, secondo il piano di
Dio. Improvvisamente, si sono trovati intimiditi e disarmati.
La protezione della loro innocenza era sparita e trovavano un ostacolo alle loro relazioni libere e chiare fino a quel momento.
Cominciarono ad usare la dissimulazioni. Presero coscienza della loro nudit, non solo l'uno di fronte all'altro, ma anche davanti a
Dio. La loro purezza era scomparsa e la loro relazione intima con Dio interrotta. Al posto di essere simili a Dio, come aveva
promesso loro satana, ebbero paura di Dio e lo sfuggirono.
Allora Dio prende in mano questa situazione disastrosa. Prese l'iniziativa di andarli a cercare. Con amore, li chiama e comincia
facendo loro una domanda, ma senza accusarli. D loro la possibilit di riconoscere il loro peccato, ma loro se la lasciarono sfuggire.
Dio considera Adamo come responsabile, perch era il capo famiglia, visto che, pur essendo presente, Adamo ha lascito Eva
commettere il peccato. In pi, Adamo la rinnega dicendo: "La donna che mi hai messo accanto, mi ha dato il frutto dell'albero". Quasi
che Adamo rimproveri Dio di avergli dato Eva!
Eva, dal canto suo, rifiut la responsabilit accusando il serpente. Per, se fosse stata onesta con se stesa, avrebbe dovuto
riconoscere di aver agito consapevole delle conseguenze. Satana l'aveva sedotta, vero, ma lei aveva peccato deliberatamente.
Eva aveva mancato la possibilit che le si proponeva per dimostrare la capacit dell'essere umano di obbedire a Dio volontari amente
e con amore.
Il giudizio di Dio che segu rivel le conseguenze catastrofiche del suo atto. Oltre al magnifico giardino, anche tutta la terra fu
maledetta.
Eva, il capolavoro della creazione e ultima maglia di una catena di felicit, con la sua disobbedienza ha rotto questa catena. E
non si trattava solo della propria felicit, ma anche quella di tutti gli esseri umani e di tutti gli animali che sarebbero nati. La gioia della
maternit sarebbe purtroppo stata mescolata alla sofferenza ed alla difficolt.
Riassumendo i risultati furono disastrosi. La promessa di Satana di avere l'illuminazione divina non si avver, entrambi
mangiarono ed ebbero s la conoscenza del bene e del male, ma fu la loro rovina:
conobbero il disagio l'uno nei confronti dell'altro: sfiducia ed alienazione.
avvertirono il disagio nei confronti di Dio: ebbero paura e si nascosero

Quello che aveva promesso Satana non si avver,
perch non si raggiunge la conoscenza disobbedendo alla Parola di Dio,
ma il timore di Dio il principio della sapienza
(Proverbi 1:7)
Gli effetti del peccato sono la punizione.
L'uomo e la donna avevano:
vita, ed ora hanno la morte;
piacere, ed ora dolore;
abbondanza, ed ora una stentata sussistenza procurata con fatica;
perfetta comunione, ed ora alienazione e conflitto.


Come esseri umani, come affrontiamo la tentazione?
Come donne, siamo coscienti che i nostri pensieri e le nostre considerazioni devono essere sempre sottoposte alla Parola di
Dio? La Bibbia l'autorit della nostra vita?
Come mogli, siamo consapevoli della responsabilit nelle nostre scelte nelle quali coinvolgiamo la nostra famiglia?
Il racconto di Eva fondamentale per conoscere la tattica del tentatore; non dimentichiamo perci l'importanza di conoscere
bene la Parola di Dio e il peso che Essa deve avere sulle nostre scelte.
Rileggete e meditate nella vostra Bibbia, la storia di Eva, ne vale la pena!






























Lettura Genesi 4 5
Nei capitoli 4 e 5 della Genesi sono riportate due genealogie, ossia 2 linee di discendenti di Adamo ed Eva. In una di queste
discendenze compaiono i nomi di due donne: Ada e Zilla.
Ma entriamo nel dettaglio.
Caino, dopo essersi allontanato dalla presenza di Dio, si stabilisce nel paese di Nod, luogo il cui nome vuol dire fuga, esilio,
smarrimento. In questo luogo Caino ha dei figli, in particolare una discendenza cos ripartita:
Caino si allontan dalla presenza del SIGNORE e si stabil nel paese di Nod, a oriente di Eden.
Poi Caino conobbe sua moglie, che concep e partor Enoc. Quindi si mise a costruire una citt, a cui diede il nome di Enoc, dal
nome di suo figlio.
A Enoc nacque Irad; Irad gener Meuiael; Meuiael gener Metusael e Metusael gener Lamec.
CAINO ENOC IRAD MEUIAEL METUSAEL LAMEC
Successivamente leggiamo di un'altra discendenza da Adamo, quella attraverso Set.
Set visse centocinque anni e gener Enos. Set, dopo aver generato Enos, visse ottocentosette anni, e gener figli e figlie.
Tutto il tempo che Set visse fu di novecentododici anni; poi mor.
Enos visse novant'anni e gener Chenan.
Enos, dopo aver generato Chenan, visse ottocentoquindici anni e gener figli e figlie. Tutto il tempo che Enos visse fu di
novecentocinque anni; poi mor.
Chenan visse settant'anni e gener Maalaleel.
E Chenan, dopo aver generato Maalaleel, visse ottocentoquarant'anni e gener figli e figlie.Tutto il tempo che Chenan visse fu di
novecentodieci anni; poi mor. Maalaleel visse sessantacinque anni e gener Iared.
E Maalaleel, dopo aver generato Iared, visse ottocentotrent'anni e gener figli e figlie. Tutto il tempo che Maalaleel visse fu di
ottocentonovantacinque anni; poi mor.
E Iared visse centosessantadue anni, e gener Enoc. Iared, dopo aver generato Enoc, visse ottocento anni e gener figli e figlie;
tutto il tempo che Iared visse fu di novecentosessantadue anni; poi mor. Enoc visse sessantacinque anni e gener Metusela.
Enoc, dopo aver generato Metusela, cammin con Dio trecento anni e gener figli e figlie. Tutto il tempo che Enoc visse fu di
trecentosessantacinque anni.
Enoc cammin con Dio; poi scomparve, perch Dio lo prese.
Metusela visse centottantasette anni e gener Lamec.
E Metusela, dopo aver generato Lamec, visse settecentottantadue anni e gener figli e figlie. Tutto il tempo che Metusela visse fu di
novecentosessantanove anni; poi mor.
Lamec visse centottantadue anni e gener un figlio, che chiam No, dicendo: Questo ci consoler della nostra opera e della fatica
delle nostre mani a causa del suolo che il SIGNORE ha maledetto. Lamec, dopo aver generato No, visse
cinquecentonovantacinque anni e gener figli e figlie. Tutto il tempo che Lamec visse fu di settecentosettantasette anni; poi mor.
No, all'et di cinquecento anni, gener Sem, Cam e Iafet.
SET ENOS CHENAN MAALALEEL IARED ENOC METUSELA - LAMEC
Nella prima genealogia i discendenti di Caino sono menzionati per 4 generazioni senza et, come se fossero fuori dal tempo. Il
tempo, passato presente futuro, senza Dio vuoto e non conta per lautore biblico al quale interessa invece allaspetto interiore
delluomo. Nella seconda discendenza i figli di Set hanno unet precisa e fin da Set detto che si cominci ad invocare il nome del
Signore.

Lamec, Ada e Zilla
In queste due elencazioni troviamo due uomini con uguale nome: Lamec. Di entrambi riportato un breve discorso. Il primo
descritto con le stesse caratteristiche del progenitore Caino: un violento ed un assassino. E un uomo altezzoso ed arrogante, come
se si aspettasse dagli altri grande riguardo e rispetto per le sue azioni feroci. Riconosce di essere un uomo sanguinario, che si batte
con furore e senza misericordia per chi gli sta intorno, e ammazza chiunque gli si pari davanti, che sia un adulto od un ragazzo.
Come Caino non si ravvede, tremante ma pieno dorgoglio.
Lamec, dalla maledizione che grava su Caino, trae la convinzione che, se qualcuno dovesse ucciderlo per i suoi crimini, Dio
vendicherebbe ancor pi la sua morte, come se Dio fosse impegnato ad estendere la sua protezione su tutti gli omicidi.
Siccome la sentenza contro un'azione cattiva non si esegue prontamente,
il cuore dei figli degli uomini pieno della voglia di fare il male. Eccl. 8:11
Da notare che lostinatezza nel male di alcuni peccatori e la pazienza di Dio nei loro confronti possono indurre altri a perseverare nel
peccato con un sentimento di falsa sicurezza!
Qual la fine dei discendenti di Caino?
Saranno tutti sterminati via dal diluvio universali.
E Lamec porta un nome che tutto un programma: colui che sta per essere schiacciato, mentre suo padre Metusael significa quello
che chiede la morte.
Lamec ricordato anche per un altro particolare. E il primo uomo ad infrangere un ordine creazionale di Dio: il primo bigamo d ella
storia. Lamec nella arroganza viola lordine dato da Dio - Perci l'uomo lascer suo padre e sua madre e si unir a sua moglie, e
saranno una stessa carne. (Genesi 2:24) e prende per s due mogli: Ada e Zilla.
Dio aveva spiegato ad Adamo ed Eva come doveva essere costituita la famiglia; Ges stesso ricorder come da principio era
prevista una famiglia monogama, senza possibilit di divorzio, costituita da due persone di sesso diverso, impegnati in un progetto
comune di fedelt e solidariet.
Perch il SIGNORE testimone fra te e la moglie della tua giovinezza, verso la quale agisci slealmente, sebbene essa sia la tua
compagna, la moglie alla quale sei legato da un patto. Ma, direte voi, non ce n' uno che fece cos? E tuttavia, lo Spirito rimase in lui.
Ma perch quell'uno lo fece? Perch cercava la discendenza promessagli da Dio. Badate dunque al vostro spirito e nessuno agisca
slealmente verso la moglie della sua giovinezza.
Malacchia 2:14-15
E Ges rispose loro: Non avete letto che il Creatore, da principio, li cre maschio e femmina
e
che disse: "Perci l'uomo lascer il padre e la madre, e si unir con sua moglie, e i due
saranno una sola carne?"
Matteo 19:4-5
Dalla Scrittura si evince che da Adamo fino a Lamec agli uomini fosse chiaro lordine di Dio; ma Lamec decise di introdurre un
nuovo costume e quando una cattiva abitudine viene conosciuta accade che anche gli uomini di tendenze migliori siano indotti a
seguirla avventatamente. E il caso di Giacobbe, Davide e tanti altri.
Ada, la prima moglie citata nella Bibbia, ha un nome molto simbolico che significa ornamento, bellezza. Probabilmente, se il nome
rispecchiava la personalit di questa donna (cosa che generalmente nella Scrittura), Ada doveva essere la moglie bella di Lamec,
quella che gli dava lustro e gli faceva far bella figura. Diremo oggi, Ada era la moglie top model secondo i canoni di bellezza del
tempo.
La seconda moglie, Zilla, aveva un nome che indicava ombra, protezione. Probabilmente era una donna pi tranquilla, preferiva
stare defilata rispetto ad Ada che prendeva per s tutta lammirazione. Zilla era una donna che forse offriva protezione in quel
mnage a tre: un padre violento ed una moglie distratta dalla propria bellezza. Zilla forse avrebbe suscitato pi la nostra simpatia,
essendo meno egocentrica e pi altruista. Eppure di lei non delineato nessun tratto spirituale
Di questa famiglia oggi diremmo che costituita da un marito orgoglioso ed altezzoso, da una donna che lo gratifica nel ruol o di
maschio che ama pavoneggiarsi con belle donne ed una moglie pi tranquilla che rassicura in qualche modo il proprio ambiente
familiare. Ma una famiglia senza Dio! Nessuno dei componenti invoca il nome dellEterno.
Vediamone anche la discendenza.
Ada partor a Lamec due figli. Il primo lo chiamarono Iabal; fu famoso come pastore. Gli piaceva occuparsi degli armenti e mettere a
frutto questa sua professione. Il secondo venne chiamato Iubal e fu famoso musicista, in particolare suonatore di cetra e fu il primo
a dare le regole sulla nobile arte, o scienza della musica. Iabal aveva trovato il sistema per trarre il massimo dalla pastorizia,
spianando la strada ai suoi per la ricchezza (tende), Iubal aveva intrapreso la via per il divertimento.
Perch mai vivono gli empi? Perch arrivano alla vecchiaia e anche crescono di forze?
La loro discendenza prospera sotto i loro sguardi intorno ad essi,
i loro germogli fioriscono sotto gli occhi loro.
La loro casa in pace, al sicuro da spaventi, la verga di Dio non li colpisce.
Il loro toro monta e non sbaglia, la loro vacca figlia senz'abortire.
Mandano fuori come un gregge i loro piccini, e i loro figli saltano e ballano.
Cantano al suono del timpano e della cetra, si rallegrano al suono della zampogna.
Passano felici i loro giorni poi scendono in un attimo nel soggiorno dei morti.
Eppure, dicevano a Dio: "Ritrati da noi! Noi non ci curiamo di conoscere le tue vie!
Che cos' l'Onnipotente perch lo serviamo? Che guadagneremo a pregarlo?" Giobbe 21:7-15
Zilla partorisce Tubal-Cain, famoso fabbro. Con lui si ebbe un notevole progresso della tecnica della lavorazione del ferro e del rame,
per usi bellici e domestici. Zilla partor anche una bambina, Naama, il cui nome vuol dire dolce, gioiosa.
Ada e Zilla avevano di che andare fiere con dei figli cos erano lorgoglio delle loro madri!
I loro figli si acquistarono fama nella loro generazione.
Ma la loro spiritualit non viene per nulla menzionata, ma sono noti solo per il loro ingegno.
Furono uomini intraprendenti negli affari, ma anche di grande utilit per il mondo di allora; celebri per le invenzioni introdotte nelle arti
e nei mestieri.
Le attivit secolari sono le sole cui gli uomini carnali si appassionano, nelle quali pertanto sono i pi ingegnosi e industriosi. Tra i
discendenti di Caino cera un contesto sociale che permetteva di accumulare ricchezze, potenza e di sperimentare ogni genere di
divertimento ma, fra quegli uomini, non cera nessuno che invocasse Dio; non avevano timore di Dio, n avevano un culto in Suo
onore. Potremmo dire che si trattava di una societ pagana, atea ed anche laica. Le preoccupazioni mondane riempivano la testa
della maggior parte delle persone.
Tutte le vie dell'uomo gli sembrano rette,
ma il SIGNORE pesa i cuori.
Proverbi 21:2 Non portare invidia all'uomo violento e non scegliere nessuna delle sue vie; poich il SIGNORE detesta l'uomo
perverso, ma la sua amicizia per gli uomini retti. La maledizione del SIGNORE nella casa dell'empio, ma egli benedice
l'abitazione dei giusti. Se schernisce gli schernitori, fa grazia agli umili. I saggi erediteranno la gloria, ma l'infamia la parte che
spetta agli stolti.Proverbi 3:31-35
Nei versetti che narrano della famiglia di Lamec, Ada e Zilla vi un ritratto di una societ florida, che sfida le leggi di Dio (omicidio,
adulterio, ateismo), che ricerca il piacere e lindulgenza nei propri confronti.
Lamec, padre di NoNon possiamo terminare di tracciare la figura della famiglia di Lamec, Ada e Zilla senza tenere in
considerazione ci che viene narrato al capitolo successivo della Genesi, dove troviamo laltro Lamec. Si tratta del padre di No.
Questuomo si lamentava per la triste condizione umana, sottoposta al peccato. Con lingresso della disubbidienza e della
maledizione che ne derivata, la condizione delluomo diventata davvero insostenibile. Tutta la vita si consuma nel lavoro e il
tempo colmo di affanni. Lamec ha per speranza di un conforto.
Molto probabilmente, prima della nascita di No cerano state delle profezie non possiamo dimenticare il rapporto che tutta la
discendenza di Set aveva con Dio. Lantenato Set invocava il nome dellEterno; il nonno di Lamec era scomparso, rapito
dall'Eterno, dopo una vita trascorsa a camminare con Dio. E Lamec nutriva grandi speranze per il proprio figlio. Ma speranze
spirituali, non di successo umano; di liberazione dalla maledizione conseguente al peccato.
Intorno a loro (Genesi 6:11-13) vivevano uomini scellerati, corrotti e pieni di violenza proprio come il primo Lamec. Lamec, il
nipote di Enoc, sperava che attraverso suo figlio giungesse un po di pace, di consolazione per lanima.
No prima del diluvio visse 120 anni, durante i quali fu predicatore di giustizia (2Pietro2:5), durante questo periodo il nonno
Metusela, figlio di Enoc e padre di Lamec, mor lo stesso anno in cui venne il diluvio, mentre Lamec 15 anni prima. Insomma,
scamparono tutti al giudizio di Dio.
No fu davvero un figlio particolare per Lamec e sua moglie. Forse i loro parenti lontani, i discendenti di Caino, nel paese dello
smarrimento erano tanto potenti da non voler sentir parlare di un imminente giudizio di Dio su loro e sulle loro opere. Forse erano
tra coloro che deridevano il lontano parente, quel figlio strano di Lamec, No.
Per pensate: No e suo padre Lamec sono citati tra gli antenati di Ges (Luca 3:36).
Quanto sono diversi e quanto hanno da insegnare i due uomini chiamati Lamec
Che possiamo non seguire l'esempio di Ada e Zilla, ma che il nostro cuore prenda piacere innanzitutto nell'invocare il Signore,
nell'ubbidire alla Sua Parola e che possiamo insegnare ai nostri figli la via della salvezza.
Il SIGNORE vicino a tutti quelli che lo invocano, a tutti quelli che lo invocano in verit. Salmo 145:18
Soltanto, bada bene a te stesso e guardati dal dimenticare le cose che i tuoi occhi hanno viste, ed esse non ti escano dal
cuore finch duri la tua vita. Anzi, falle sapere ai tuoi figli e ai figli dei tuoi figli.Deuteronomio 4:9
DOMANDE PER LA RIFLESSIONE
1. A che razza apparteniamo spiritualmente? A quella di Caino o a quella di Set?
2. Invochiamo lEterno nelle nostre vite? Oppure siamo attratte solo dai canoni umani di bellezza, dalla buona educazione e
dal successo lavorativo?
3. Ci ricordiamo dei comandamenti di Dio? Oppure prendiamo a scusa dei nostri peccati quelli degli altri? Insomma,
storciamo la Parola per fare i nostri comodi, non chiamando con il proprio nome ladulterio, lassassinio, lamor per il
denaro?
4. Cosa desideriamo per i nostri figli? Che si sistemino con un buon lavoro, una posizione sociale, oppure, senza togliere
nulla all'impegno che ogni giovane deve avere nella societ in cui vive, desideriamo che siano soprattutto predicatori di
giustizia? Naturalmente seguire Cristo costa. Non si tratta di mettersi unetichetta di evangelici, ma di testimoniare
dellimminente giudizio di Dio ai nostri contemporanei che non si vogliono ravvedere e sono convinti di un continuo
progresso sociale e tecnologico della nostra societ.




Nel libro della Genesi (capitolo 38) troviamo il racconto di Tamar e di suo suocero, Giuda, figlio di Giacobbe.
Giuda aveva sposato una donna cananea, Sua, che gli ha partorito tre ragazzi: Er, Onan e Sela. Quando Er
divenne adulto, Giuda gli scelse per moglie Tamar. La Bibbia non dice molto sull'origine di questa donna.
Apparentemente non era ebrea, visto che non era un discendente di Abraamo, di Isacco e di Giacobbe. Ma ci
che viene rilevato di lei piuttosto il suo carattere.
L'unione di Tamar con Er si conclusa rapidamente. "Er, primogenito di Giuda, era perverso agli occhi del SIGNORE; e il
SIGNORE lo fece morire" (38:7 )
E Tamar rimane senza figli.
Giuda allora ordina al suo secondogenito, Onan, di sposare Tamar ed avere da lei dei figli con il nome di Er. Questo
considerata comunemente un'unione di levirato (Deut. 25:5-6): un uomo doveva sposare la vedova di suo fratello senza figli per
avere un figlio da lei. Il bambino nato sarebbe stato considerato il figlio del fratello defunto, cos da non estinguerne il nome nella
famiglia.

Onan obbedisce al padre solo in parte. Sposa Tamar, ma visto che il bambino non sarebbe stato suo figlio, prende tutte le
precauzioni perch non avvenga il concepimento. Il testo ebraico indica che Onan fece in questo modo pi volte.
Onan godette di tutti i vantaggi di questo matrimonio, ma rifiut di assumersi le responsabilit che ne derivavano. "Ci che egli faceva
dispiacque al SIGNORE, il quale fece morire anche lui". (Genesi 38:10)
Giuda ora aveva perso cos due figli. Temendo di perdere anche il terzo, dice a Tamar di vivere da vedova e di attendere visto che
Sela non abbastanza grande per poterla sposare. Tamar obbedisce al suocero.
La Bibbia non dice quanti anni sono passati; ma dopo certo tempo considerevole, Sela era ormai cresciuto ed ormai evidente a
Tamar che suo suocero non ha nessuna intenzione di rispettare i patti.
A questo punto, Tamar si trova davanti ad un dilemma: adattarsi alla degenerazione morale di Er, Onan e Giuda;
dimenticare la cosa e magari persino sposarsi con un altro uomo, di un'altra famiglia ?
Oppure prendere la situazione in mano provando a perpetuare lei stessa il nome di Er, in modo che fossero rispettati i suoi diritti
provenienti dall'usanza del levirato?
Sceglie la seconda possibilit.
Sentendo che Giuda era rimasto vedovo, lo inganna spacciandosi per una prostituta. Giuda non la riconosce e la
ricompensa lasciandole il suo sigillo,il suo bastone e il suo sigillo (38:18), come pegno per l'invio di una capra. Le lascia in questo
modo i suoi simboli di autorit ed i segni di identificazione.
Dopo poco Giuda le manda la capra per saldare il debito attraverso un amico cananeo e per riprendere i suoi effetti personali. Non si
riesce per a ritrovare la donna. Nessuno ne ha mai sentito parlare.
Ma Giuda non se la prende troppo, lasciare perdere il problema, " per non esporsi agli scherni" (38:23)

Tre mesi dopo, Giuda viene a sapere che Tamar era incinta. Dato che era un vedova, tutto presupponeva che si fosse
comportata immoralmente.
Il giudizio del Giuda risulta severo, implacabile al punto da dire : " Portela fuori e sia bruciata " (38:24). Giuda che aveva gi dato
prova di poca integrit, ora si comporta anche da ipocrita.
Quando Tamar arriva, Giuda ha avuto una brutta sorpresa.
"Mentre la portavano fuori, mand a dire al suo suocero: Sono incinta dell'uomo al quale appartengono queste cose. E disse:
Riconosci, ti prego, di chi siano questo sigillo, questi cordoni e questo bastone. (38:25)
Giuda rimane esterrefatto. Un momento simile lo ha vissuto Davide anche quando Nathan, il profeta, rivela il peccato del re
con Bath-sheba (2 Samuele 12:1-14).
Come Davide anche Giuda stato rapido a pronunciare un giudizio su altri senza riflettere e considerare il proprio peccato.
Giuda deve confessare che era stato il suo compagno, era colpevole quanto lei e che all'origine del comportamento di Tamar vi era il
suo errore.
" Giuda li riconobbe e disse: pi giusta di me, perch non l'ho data a mio figlio Sela. Ed egli non ebbe pi relazioni con
lei".(38:24).
Nell'immensit della Sua grazia, Dio benedice Tamar dandole non solo un figlio, ma due gemelli, Perez e Zerac.
Il nome di Perez divent grande in Israele tanto da venire successivamente invocato in una benedizione nel libro di Ruth:
"Possa la discendenza che il SIGNORE ti dar da questa giovane rendere la tua casa simile alla casa di Perez, che Tamar
partor a Giuda!" (Rut 4:11-12)
Ancora pi significativo, risulta essere la genealogia messianica di Ges che arriva fino a Tamar e Perez (Matteo 1:3).
Quanto grande la grazia di Dio, trionfa gloriosamente sul peccato dell'uomo, per compiere i disegni del Suo amore e della Sua
misericordia!



Sorse sopra l'Egitto un nuovo re, che non aveva conosciuto Giuseppe.
Egli disse al suo popolo:
Ecco, il popolo dei figli d'Israele pi numeroso e pi potente di noi.
Usiamo prudenza con esso, affinch non si moltiplichi e,
in caso di guerra, non si unisca ai nostri nemici
per combattere contro di noi e poi andarsene dal paese.
Stabilirono dunque sopra Israele dei sorveglianti ai lavori,
per opprimerlo con le loro angherie.
Israele costru al faraone le citt che servivano da magazzini, Pitom e Ramses.
Ma quanto pi lo opprimevano, tanto pi il popolo si moltiplicava e si estendeva;
e gli Egiziani nutrirono avversione per i figli d'Israele.
Cos essi obbligarono i figli d'Israele a lavorare duramente.
Amareggiarono la loro vita con una rigida schiavit,
adoperandoli nei lavori d'argilla e di mattoni e in ogni sorta di lavori nei campi. Imponevano loro tutti questi lavori con asprezza.
Il re d'Egitto parl anche alle levatrici ebree,
delle quali una si chiamava Sifra e l'altra Pua, e disse:
Quando assisterete le donne ebree al tempo del parto,
quando sono sulla sedia, se un maschio, fatelo morire;
se una femmina, lasciatela vivere.
Ma le levatrici temettero Dio,
non fecero quello che il re d'Egitto aveva ordinato loro e lasciarono vivere anche i maschi.
Allora il re d'Egitto chiam le levatrici e disse loro:
Perch avete fatto questo e avete lasciato vivere i maschi?
Le levatrici risposero al faraone:
Le donne ebree non sono come le egiziane; esse sono vigorose e,
prima che la levatrice arrivi da loro, hanno partorito.
Dio fece del bene a quelle levatrici.
Il popolo si moltiplic e divenne molto potente.
Poich quelle levatrici avevano temuto Dio,
Egli fece prosperare le loro case.
Esodo 1:8 - 21


Il racconto che troviamo nel libro dell'Esodo avvenuto realmente nel 1450/1250 avanti Cristo. L'autore, Mos descrive le
sofferenze di Israele in Egitto. Le 70 persone componenti la famiglia di Giacobbe erano scese in Egitto a causa di una carestia che
aveva colpito tutto il paese di Canaan. Nel frattempo, in Egitto come vicer, governava Giuseppe uno dei 12 figli di Giacobbe.
I discendenti si moltiplicarono fino a raggiungere, durante il periodo che stiamo considerando, il numero di circa 600.000 maschi
adulti (Esodo 12:37); contando donne e bambini, l'intera popolazione di Israele avrebbe potuto essere di circa 2 milioni.
Era nata una nazione, secondo la promessa che Dio aveva dato ad Abramo (Genesi 12:1-3).
Tuttavia, il racconto dell'Esodo ci presenta un popolo che durante il regno di un Faraone della 18 dinastia vive una terribile
schiavit:
schiavo nel lavoro e
lo sterminio dei bambini.
Il Faraone addusse due motivi per spiegare le sue decisioni: l'allarmante crescita numerica degli Israeliti ed il timore che, in
caso di guerra, questi avrebbero potuto allearsi con i nemici. Con le parole "usiamo prudenza" mise in atto una politica volta ad
ostacolare la loro crescita ed a sfruttare la loro capacit di lavoro. Vennero cos imposti lavori forzati in tutta la zona del Delta e gli
Ebrei usati per la costruzione delle citt che servivano da magazzini, Pitom e Ramses.
La schiavit ebbe effetto solo parziale e quindi il Faraone decise di mettere in atto una politica pi aggressiva, ossia
l'infanticidio. E' questo il ragionamento di un cuore che non ha imparato a far entrare Dio nei suoi calcoli. Un cuore che non tiene
conto di Dio. Al di fuori di Dio, indipendentemente da Lui, le riflessioni umane possono sembrare molto sagge, ma quando entra in
scena Dio, la loro completa follia dimostrata.
Faraone poteva calcolare con esattezza le diverse eventualit; poteva con insolita abilit pesare tutte tutte le circostanze, ma
non gli era mai venuto in mente, neanche per un istante, che Dio poteva avere qualcosa a che fare in tutto ci. Questo pensiero, se
gli fosse passato per la mente, avrebbe capovolto tutti i suoi ragionamenti e messo a nudo la follia dei suoi piani. Faraone ignorava
che da secoli, prima che lui venisse al mondo, la Parola di Dio e il Giuramento fatto da Dio ai patriarchi (due cose immutabili)
avevano assicurato la liberazione completa e gloriosa a quel popolo che lui, Faraone, si proponeva di distruggere. I piani di Faraone
si basavano sull'ignoranza di questa grande verit, fondamento di ogni verit: che Dio .
Agire senza tenere conto di Dio l'errore pi grande in cui possa cadere un uomo. Presto o tardi, il pensiero di Dio si imporr e
tutti i piani umani saranno annientati.
Ecco allora che entrano in scena le nostre protagoniste: Sifra e Pua, due levatrici che con tutta probabilit avevano, dato il gran
numero di persone, l'incarico di amministrare tutta l'organizzazione delle levatrici.
Le istruzioni del re furono molto precise: i neonati maschi dovevano essere uccisi e le neonate femmine lasciate in vita. Si tratta
di un ordine terribile!
Come reagiscono Sifra e Pua?
Le due donne agiscono proprio in modo contrario al modo di comportarsi di Faraone. Mentre lui non tiene conto di Dio, detto per
ben 2 volte che Sifra e Pua temettero Dio.
Il principio della saggezza il timore del SIGNORE, e conoscere il Santo l'intelligenza. Proverbi 9:10

Non c' saggezza, non intelligenza, non consiglio che valga contro il SIGNORE. Proverbi 21:30
Temere Dio: non si pu prosperare nelle nostre vite se non si riconosce la natura di Dio, reagendo dandoGli onore,
confidando in Lui, adorandoLo, ubbidendo alla Sua Parola e servendoLo.
Sifra e Pua non ubbidiscono agli ordini insensati di Faraone. Danno addirittura una risposta poco plausibile al re che chiede loro
conto. Ma Dio le protegge nel loro desiderio di temere il Signore eludendo la collera del re.
Beato chi ha cura del povero! Nel giorno della sventura il SIGNORE lo liberer. Il SIGNORE lo protegger e lo manterr in
vita; egli sar felice sulla terra, e Tu non lo darai in bala dei suoi nemici. Salmi 41: 1 - 2
La fede nelle promesse di Dio sono per coloro che credono in Lui. Credere vuol dire avere fiducia pienamente in Lui; ritenere
vero ci che scritto nella Parola di Dio; essere certo che ci che Egli ha detto si avverr sicuramente; essere convinto che nessuna
delle Parole scritte cadr inefficace.
Ges disse: "Il cielo e la terra passeranno, ma le Mie parole non passeranno." Marco 13:31
Credere significa, soprattutto, adeguare praticamente la nostra vita alle promesse di Dio proprio come Sifra e Pua che non
hanno avuto paura di sfidare l'ordine di un re, ma hanno considerato con rispetto le promesse che Dio aveva fatto ai patriarchi,
coscienti dell'autorit divina superiore all'autorit umana, con reverenza, lealt, devozione che le ha spinte all'amore, alla
fedelt e all'ubbidienza.
Il timore dell'Eterno appunto il proponimento di non fare per nessuna ragione dispiacere a Dio, all'Onnipotente che
non ha risparmiato il Suo Figliuolo dandolo in sacrificio per il peccato di chiunque crede in Lui.
Per concludere, nel racconto che abbiamo letto come vengono presentati due tipi di persone: coloro che umilmente temono Dio
e acquisiscono cos la saggezza e vengono benedetti da Lui, e gli sciocchi arroganti che, con il rifiuto di temere Dio, sono ottusi di
mente, rozzi ed incalliti nelle loro vie. Non dimentichiamo la fine di Faraone: sprofondato nel mar Rosso con tutto il suo esercito dopo
aver vissuto terribili piaghe! (Esodo 14)
Chi vogliamo essere? Vogliamo seguire l'esempio da Sifra e Pua o quello di faraone?
Dio fece del bene a quelle levatrici.
Poich quelle levatrici avevano temuto Dio,
Egli fece prosperare le loro case.










Elevata al ruolo di responsabile si sopravvaluta

"Mos e i figli d'Israele cantarono questo cantico quando i cavalli del faraone,i suoi carri e i suoi
cavalieri entrarono nel mare, e il SIGNORE fece ritornare su di loro le acque del mare, ma i figli d'Israele camminarono sulla terra
asciutta in mezzo al mare. Allora Maria, la profetessa, sorella d'Aaronne, prese in mano il timpano e tutte le donne uscirono dietro a
lei, con timpani e danze. E Maria rispondeva: Cantate al SIGNORE, perch sommamente glorioso: ha precipitato in mare cavallo
e cavaliere. Esodo 15:19 - 20
"Maria e Aaronne parlarono contro Mos a causa della moglie cusita che aveva presa; poich aveva sposato una Cusita.
E dissero: Il SIGNORE ha parlato soltanto per mezzo di Mos? Non ha parlato anche per mezzo nostro? E il SIGNORE lo ud.
Or Mos era un uomo molto umile, pi di ogni altro uomo sulla faccia della terra. Il SIGNORE disse a un tratto a Mos, ad Aaronne e
a Maria: Uscite voi tre, e andate alla tenda di convegno. Uscirono tutti e tre. Il SIGNORE scese in una colonna di nuvola,
si ferm all'ingresso della tenda, chiam Aaronne e Maria; tutti e due si fecero avanti. Il SIGNORE disse: Ascoltate ora le mie
parole; se vi tra di voi qualche profeta, io, il SIGNORE, mi faccio conoscere a lui in visione, parlo con lui in sogno. Non cos con il
mio servo Mos, che fedele in tutta la mia casa. Con lui io parlo a tu per tu, con chiarezza, e non per via di enigmi;
egli vede la sembianza del SIGNORE. Perch dunque non avete temuto di parlare contro il mio servo, contro Mos? L'ira del
SIGNORE si accese contro di loro, ed egli se ne and, e la nuvola si ritir di sopra alla tenda; ed ecco Maria era lebbrosa, bianca
come neve; Aaronne guard Maria, e vide che era lebbrosa. Aaronne disse a Mos: Ti prego, mio signore, non farci portare la pena
di un peccato che abbiamo stoltamente commesso, e di cui siamo colpevoli. Ti prego, che lei non sia come il bimbo nato morto,
la cui carne gi mezzo consumata quando esce dal seno materno! Mos grid al SIGNORE, dicendo: Guariscila, o Dio, te ne
prego! Il SIGNORE rispose a Mos: Se suo padre le avesse sputato in viso, non ne porterebbe la vergogna per sette giorni?
Stia dunque isolata fuori dell'accampamento sette giorni; poi, vi sar di nuovo ammessa. Maria dunque fu isolata fuori
dell'accampamento sette giorni; e il popolo non si mise in cammino finch Maria non fu riammessa nell'accampamento.
Poi il popolo part da Aserot e si accamp nel deserto di Paran." Numeri 12:1- 15
"Or tutta la comunit dei figli d'Israele arriv al deserto di Sin il primo mese, e il popolo si ferm a Cades. L mor e fu sepolta
Maria." Numeri 20:1

Maria, ragazza intelligente, si vide affidare una missione molto importante dalla madre: in gioco era la vita di suo fratello
minore. Comp questa missione con coraggio e con tatto, mettendo in contatto sua madre, una donna ebrea, con una principessa
egiziana. Cos suo fratello venne salvato, con un beneficio per la famiglia e per il popolo di Dio. Il bambino, Mos divenne il
mediatore dell'antico patto il profeta che parlava faccia a faccia con Dio
Diventata adulta, Maria fu una donna notevole. La sua personalit si form in seno alla sua famiglia dove la fede era una realt
quotidiana. I suoi genitori, armati di coraggio, d'amore e d'immaginazione s'opposero agli ordini di un tiranno e salvarono la vita a loro
ultimogenito. La famiglia di Amram e di Iochebed fu unica nell'esistenza d'Israele, perch ne uscirono tre grandi capi: Mos, Aaronne
e Maria, che hanno servito la nazione nello stesso periodo.
Pi tardi, attraverso Michea, Dio dichiar:
"Sono Io infatti che ti ho condotto fuori dal paese d'Egitto,
ti ho liberato dalla casa di schiavit, ho mandato davanti a te Mos, Aaronne e Maria." (Michea 6:4)
Quando Mos condusse il suo popolo turbolente fuori dal paese d'Egitto, fu assistito da suo fratello Aaronne, il sommo
sacerdote, e da sua sorella Maria, la profetessa.
Pi di una semplice sorella, fu una collaboratrice per Mos ed assunse responsabilit di leader. Maria, nubile, venne chiamata da Dio
a compiere un incarico straordinario. Ha avuto il privilegio di essere la prima donna profeta, porta parola di Dio. In parole e in opere,
proclam la grandezza di Dio. La sua vita fu totalmente centrata sul suo amore per Dio e per il popolo. I suoi doni e la sua personalit
furono troppo grandi per essere messi semplicemente al servizio della sua famiglia. Ci furono molte madri e molte mogli in Israele,
ma una sola Maria. Dio le affid una posizione elevata. Una nazione intera dipendeva anche da lei. L'incarico al quale si consacr
completamente le procur grandi soddisfazioni. Aveva quasi cento anni quando il miracolo del passaggio del Mar Rosso colp le folle
con stupore. L'acqua che salv il popolo di Dio vide l'annientamento dei suoi nemici.
Cantate al SIGNORE, perch sommamente glorioso: - esclam Mos dopo l'avvenimento - ha precipitato in mare cavallo e
cavaliere. Gli uomini cominciarono ad intonare gioiosamente questo canto al quale le donne si unirono le loro voci. Da quel giorno,
tutte le vittorie eccezionali d'Israele furono celebrate attraverso il canto, seguendo l'esempio di Maria. E' lei che lanci l'usanza.
Energica e dal carattere giovanile, malgrado l'et avanzata, con il timpano in mano, riprese il canto di Mos. Incoraggi le donne a
danzare in onore di Dio, cantando con gioia: "Cantate al SIGNORE, perch sommamente glorioso".
Maria aveva un temperamento da leader e le donne la seguivano volentieri. Queste ultime non potevano prevedere che i
loro canti sarebbero diventati una sorgente inesauribile di conforto per loro durante il lungo viaggio nel deserto. Il cammino pi
facile e la strada meno faticosa quando si canta. Quante volte ci vuole l'incoraggiamento e aver presente la fedelt di Dio. Il viaggio
fu interminabile a causa della disobbedienza del popolo. Ma ognuno riprese coraggio cantando: "ha precipitato in mare cavallo e
cavaliere".
Purtroppo la presunzione divenne fatale per Maria. Il carattere forte, la condussero presto a condurre. Ma come spesso
succede, questa forza divenne il suo punto debole. Le circostanze rivelano l'interiorit della persona. L'avvenimento che avrebbe
rilevato il tratto profondo del carattere di Maria fu il secondo matrimonio di Mos con una donna etiope. Tra l'altro i Cusiti non erano
un popolo con cui fosse proibito lo sposarsi (Cfr. Esodo 34:11, 16).
E' comprensibile che per Maria sia stato strano e difficile accettare la decisione di Mos, uomo di Dio, di sposare di nuova
straniera. O forse si irritata semplicemente per la presenza di una nuova moglie nella vita di Mos, tanto pi che lei stessa era
nubile? S'indign di veder suo fratello contrarre un'alleanza con un'etiope, quando c'erano tante donne israelite disponibili? Vedeva
forse la nuova moglie del fratello come una minaccia al suo ruolo di figura femminile preminente nella conduzione d'Israele? La
Scrittura ci lascia le nostre domande senza risposta.
Mos, il capo supremo e la guida degli Israeliti, era il fratello minore di Maria e lei fu contrariata dal suo comportamento.
Maria s'inquiet per gli effetti che questa unione avrebbe avuto sul popolo, visto che in quel periodo della storia, la parentela aveva
voce in capitolo nella scelta del matrimonio. Da questo punto di vista, la sua agitazione sembrava essere una reazione spirituale
giusta da parte di una donna matura. Ma questa impressione era ingannevole. Maria venne elevata da Dio, contemporaneamente ai
suoi fratelli, al posto pi alto mai occupato da una donna nella nazione, ma super i limiti. Maria sopravvaluta la sua posizione e si
consider uguale a Mos. Con il suo orgoglio scalz la sua autorit. Pens: E' veramente Mos il capo tra noi tre? Io e Aaronne non
sia forse suoi pari?
Il movente di Maria non era l'interesse del popolo o quello di Mos, ma la gelosia. Aaronne, il pi tranquillo dei tre, cedette al
carattere dominante della sorella. Maria e Aaronne cercarono di usurpare l'autorit di Mos. E' l'invidia, forse repressa a lungo, che
affiora. Agendo cos, misero in pericolo l'unit e l'avvenire della nazione. In pi tentarono di opporsi alla rivelazione diretta di Dio. Al
posto di pensare al benessere delle persone coinvolte, pensarono solo a loro stessi, e ci fu loro fatale.
Dio ha creato l'essere umano perch si doni agli altri. Chi fa questa esperienza ne prova grande gioia, perch la sua vita ne
arricchita e i suoi orizzonti allargati. Al contrario, ogni esperienza umana vissuta nell'egocentrismo s'impoverisce e si isola.
Mos resta calmo. Non fa alcun gesto per giustificarsi. Qualcun altro difende i suoi diritti, portando Aaronne e Maria a fare una
pessima esperienza. Dio dall'altro dei cieli ud e prese delle misure per fermare la ribellione diretta contro l'autorit di Mos e per
punire i colpevoli.
Bloccati e con le ginocchia tremanti, Aronne e Maria comparvero davanti a Dio e scoprirono come come giudica la situazione. Mos
non fu solo il capo incontrastato, ma venne posto in una posizione superiore a quello degli altri profeti. E' chiaro che Dio aveva scelto
Mos per essere il mediatore tra lui e il suo popolo. Nutriva verso Mos una cos grande stima che non gli parlava con enigmi vaghi o
sogni oscuri, ma come un uomo parla ad un suo amico, apertamente e semplicemente.
Maria e Aaronne attaccano un uomo incredibilmente rispettato da Dio. Convocati a comparire davanti alla sua giustizia e la
sua autorit per rendere conto, non ebbero alcuna scusa. Mos il mediatore nominato da Dio, rappresenta un tipo del Salvatore che
doveva venire, Ges Cristo. Il rifiuto di Mos rappresenta rifiutare il Messia che doveva venire; ecco il perch della gravit della
situazione.
Quando Dio vi rivolse loro, nella sua collera, Maria venne colpita dalla lebbra. Era la malattia pi temuta: colpisce la vita del
malato riducendolo allo stato di morto vivente. Ed ecco che Maria colpita da Dio con la maledetta lebbra.
La donna che durante il corso degli anni aveva trascinato la folla esortando con canti di lode a Dio, decade dal suo ruolo di
leader. La sua voce, al posto di lodare Dio in un modo tanto melodioso, gridava ora: "Impura, impura" a chiunque la incontrasse.
Avrebbe finito la sua vita deforme a causa della malattia in tutta solitudine?
Maria si rese conto con dolore della dimensione del suo peccato agli occhi di Dio. La sua vergogna pu paragonarsi a quella di
un bambino rimproverato dal padre davanti a testimoni. Maria dovette subire un castigo pubblico per dimostrare come Dio punisce
coloro che hanno un'opinione troppo alta di s. Maria, una volta attiva e coraggiosa, non trova pi la parole per rispondere al
giudizio.
Aaronne stato il primo a reagire e a dimostrare di accettare il castigo. Aaronne disse a Mos: "Ti prego, mio signore...
con il termine di "signore" al posto di quello di "fratello" riconosce la sua autorit - non farci portare la pena di un peccato che
abbiamo stoltamente commesso, e di cui siamo colpevoli. Aaronne si identifica completamente nel peccato di Maria. Pertanto non
stato lui, il sommo sacerdote, che implor Dio per la guarigione di Maria, ma Mos a pregare per la guarigione della sorella. In questa
preghiera, Mos si astiene da approvare il giudizio di Dio, e non accusa i colpevoli. Preg semplicemente, e il tormento della sorella
che doveva durare tutta la vita, fu ridotta a 7 giorni.
La condotta di Maria non fu solo un errore per se stessa, ma anche al suo popolo. Il loro viaggio fu ritardato a causa del suo
peccato. La nazione intera non poteva avanzare fino a quando Maria non fu ammessa. I 7 giorni di esilio furono sicuramente di
grande riflessione. Comprese allora che Dio solo nomina i capi e che Dio d autorit a coloro che sono abbastanza umili per
accettare di servirLo? La Bibbia non riporta altri atti di ribellione da parte di Maria. Riporta solo il fatto che Maria mor prima
dell'entrata del popolo nella terra promessa.
Maria si trovava in alto nella scala sociale, occupava una posizione eccezionale per una donna con l'impegno che Dio le
aveva affidato. Per tanto tempo in quella posizione onor Dio; diede esempio di una vocazione fuori dal comune. Chi si comporta
cos al riparo dall'errore. Purtroppo, Maria lasci nel corso degli anni sempre meno il controllo della sua vita nelle mani di Dio, fino a
voler prenderla completamente in mano. Senza dubbio questo cambiamento avvenne in modo sottile che Maria non se ne rese
conto. Un esame di coscienza onesto ed opportuno avrebbe potuto permetterle di non subire il giudizio di Dio e di non oltrepassare i
limiti con un'opinione di s troppo alta.
"Ora, se esaminassimo noi stessi, non saremmo giudicati." 1 Corinzi 11:31





A Caleb, figlio di Gefunne, Giosu diede una parte in mezzo ai figli di Giuda, come il SIGNORE gli aveva comandato, cio: la
citt di Arba, padre di Anac, la quale Ebron.
E Caleb ne scacci i tre figli di Anac: Sesai, Aiman e Talmai, discendenti di Anac.
Di l sal contro gli abitanti di Debir, che prima si chiamava Chiriat-Sefer.
E Caleb disse: A chi batter Chiriat-Sefer e la prender io dar in moglie mia figlia Acsa.
Allora Otniel figlio di Chenaz, fratello di Caleb, la conquist,
e Caleb gli diede in moglie sua figlia Acsa.
E quando lei venne a star con lui,
persuase Otniel a lasciarle chiedere un campo a Caleb, suo padre.
Lei smont dall'asino, e Caleb le disse: Che vuoi? Quella rispose:
Fammi un dono; poich tu m'hai stabilita in una terra arida, dammi anche delle sorgenti d'acqua. Ed egli le diede le sorgenti
superiori e le sorgenti sottostanti.
Questa l'eredit della trib dei figli di Giuda, secondo le loro famiglie.
Giosu 15 :13 - 20

I temi
1. Il padre, Caleb La fede di una spia La pazienza di una vita nel deserto Il combattimento con i giganti nella terza et
2. Il marito, OtnielEssere valoroso per conquistare una moglie Combattere per liberare un popolo oppresso e decaduto
Combattere: perch
3. Acsa nel matrimonio Quale eredit Audacia nella preghiera Esaurimento e benedizioni

Prima di conoscere meglio Acsa occorre conoscere la sua famiglia, dove e in quale contesto vissuta.

1. Il padre, Caleb La fede di una spia Il significato del nome Caleb uomo di cuore, forte e virtuoso.
Caleb un uomo della trib di Giuda che rientra tra gli eroi della fede.
Era nato durante la schiavit in Egitto ed ha assistito alle opere potenti compiute da Dio al momento della fuga e del passaggio
del Mar Rosso. E amico e compagno di Giosu, uno dei principi del popolo dIsraele: insieme ad altri 10 vengono inviati da Mos
per esplorare la terra di Canaan, la terra promessa, per 40 giorni, allindomani delluscita del popolo dallEgitto. (Numeri 13
14,
[1]
Deuteronomio 1:19-28
[2]
).
A quellepoca Caleb aveva 40 anni (Giosu 14:7
[3]
).
Tornando dallesplorazione, quando le altre 10 spie screditarono il paese seminando panico, dubbio e ribellione, solo Caleb e
Giosu cercarono di calmare il popolo illustrando quanto fosse buono il luogo promesso da Dio e tentarono di riportare lattenzione di
tutti su Dio e sulla Sua mano. Purtroppo, Israele non dette retta e, come conseguenza:
- il popolo vagher per 40 anni ramingo nel Sinai;
- parte del popolo non entrer nella terra promessa;
- la generazione uscita dallEgitto morir nel deserto (coloro che avevano dai 20 anni in su);
- i 10 compagni di Caleb e Giosu muoiono immediatamente colpiti dal Signore attraverso una piaga, per aver portato il
popolo a mormorare e spinto alla malvagit;
Si salvano perci solo Caleb e Giosu e la generazione con meno di 20 anni.
In questa occasione Dio defin Caleb: Il mio servo mi ha seguito pienamente. (Numeri 14:24).
Quale onore e privilegio essere chiamato servo di Dio!
Quale gioia sentire che Dio approva pienamente le proprie azioni e parole.
Ma Caleb era un uomo che non teme di sfidare un popolo e dei compagni di viaggio di essere la minoranza, pur di ubbidire al
Signore.
Caleb audace e laudacia una caratteristica preziosa della fede.
Dio accompagna lelogio di Caleb con una splendida premessa: perci io lo far entrare nel paese nel quale andato; e la sua
discendenza lo posseder (Numeri 14:24).
Proprio a questa discendenza appartiene Acsa.
La pazienza di una vita nel deserto
La fede di Caleb ha dovuto essere messa alla prova, senza lamentarsi, per ben 45 anni giorno dopo giorno, ha vagato
insieme ad un popolo intorno nel deserto; nutrirsi di manna e di quaglie quando avevano visto tanti ricchi succulenti cibi a portata di
mano. E stata una lunga prova quella di Caleb e di Giosu: portare la pena dellattesa dellesecuzione del giudizio di Dio su un
popolo ribelle, restando fedeli, senza amarezza o risentimento, attendendo pazientemente il momento della realizzazione delle
promesse di Dio.
E Caleb ne ha viste parecchie: la morte immediata dei suoi 10 compagni, della generazione sua contemporanea, il passaggio
miracoloso del fiume Giordano, la presa di Gerico, ecc.
La Bibbia tace su cosabbia fatto Caleb per tutti quegli anni, sicuramente stato fedele e paziente, fino a quando venuto di
nuovo il tempo di partecipare al combattimento necessario per conquistare la terra promessa.
Mediante il quale abbiamo anche avuto, per la fede, l'accesso a questa grazia nella quale stiamo fermi; e ci gloriamo nella
speranza della gloria di Dio;
non solo, ma ci gloriamo anche nelle afflizioni, sapendo che l'afflizione produce pazienza, la pazienza esperienza, e
l'esperienza speranza.
Or la speranza non delude, perch l'amore di Dio stato sparso nei nostri cuori mediante lo Spirito Santo che ci stato
dato.(Romani 5:2-5)


Il combattimento con i giganti per conquistare leredit promessa
Caleb ha combattuto al fianco di Giosu e gli viene assegnato da Dio un territorio preciso in mezzo alla trib di Giuda. In
particolare, gli viene destinata la citt di Arba, ossia Ebron.
[4]

E sapete quale citt visit Caleb come spia oltre 45 anni prima: proprio Ebron.
Mos mand i suoi uomini fino al torrente Escol, da dove portarono i campioni dei magnifici frutti del paese di Canaan. Ma non
come si potrebbe pensare che Escol ha accattivato gli occhi e il cuore di Caleb; la sua fede gli ha fatto trovare qualche cosa di
migliore: Ebron, dove ha messo piede. E ci gli concesso.
La citt costruita nel 1730 a.C., il luogo in cui venne sepolta Sara ed i patriarchi. Il nome di questa citt significa: luogo della
morte.
Era la patria degli Anachiti, una trib di giganti (Numeri 13:33, Deuteronomio 9:2).
Questa citt fu la capitale durante i primi 7 anni di regno di Giuda sotto il re Davide.
Questa citt che aveva spaventato tanto le 10 spie ed il popolo, diventa leredit di un eroe della fede e, successivamente, la
capitale del popolo di Dio.
Caleb dimostr il suo valore nella conquista di Ebron. Dopo che quasi tutto il territorio era sottoposto ad Israele, che tutte le
trib avevano trovato la loro collocazione conquistandola sotto la guida di Caleb, anche Caleb rivendica la sua parte la citt dei
giganti.
Sono davvero suggestivi i nomi dei giganti che abitavano Ebron:
- Aimal, che pu essere tradotto con fratello delluomo;
- Sesai, che vuol dire libero;
- Talmai, che significa fiducia in se stesso.
Dipingono proprio le caratteristiche che Satana vuol imprimere negli uomini: siamo tutti fratelli apparentemente, falsa li bert,
fiducia nelle nostre forze e, possibilmente, non in Dio.
Caleb, invece, fin da giovane, credeva di poter vincere grazie alla presenza di Dio nella sua vita; e questa fiducia non lo deluse,
ma Dio rispose alle sue aspettative.
Oltre ad essere audace ed un uomo di fede, Caleb un esempio di perseveranza nellattesa delle promesse.
Caleb incita altri alla conquista della terra promessa, delleredit stabilita da Dio.

Voi dunque passerete il Giordano e abiterete il paese
che il SIGNORE, il vostro Dio, vi d in eredit;
avrete pace da tutti i vostri nemici che vi circondano e vivrete nella sicurezza.
Deuteronomio 12:10

A 40 anni con Giosu ha incitato un popolo che, per la paura, preferiva ritornare in Egitto invece di avviarsi verso la terra
promessa. Ha cercato di riportarlo, senza successo, a contare sulla potenza e la forza di Dio.
A 85 anni pensa a dare lesempio ad i giovani e esortandoli a combattere con fede e a conquistare ci che Dio ha promesso
loro.
Caleb circondato da soli giovani (salvo Giosu): tutti hanno almeno 20 anni meno di lui.
Ma come esorta i giovani? Lanciando loro una sfida. Caleb conosceva i giovani e quanto siano stimolati dalle competizioni.
E Caleb disse: A chi batter Chiriat-Sefer e la prender io dar in moglie mia figlia Acsa. (Giosu 15:16).
La citt oggetto della sfida e da conquistare Chiriat-Sefer o Chiriat-Sanna, anche detta Debir (v. 41).
Si tratta della citt di un libro, la citt dellintendimento o citt degli scritti.
Molti hanno pensato che sia stata luniversit dei Cananei, come Atene per i Greci, dove venivano educati i giovani. O forse, in
questo luogo, vi si trovavano i libri con le cronache della nazione, una sorta di archivio di stato. Certo che Caleb esorta i giovani ad
apprendere il valore della fede, patrimonio della nazione dIsraele, proprio in una citt dove si studiava tuttaltro tipo di insegnamento.
Listruzione impartita da Caleb passa attraverso il combattimento che si basa sulla fede. La fede produce la dimostrazione di ci che
rimane inaccessibile alla ragione e ai sensi. Essa riposa sulle dichiarazioni della Bibbia, sulla onnipotenza di Dio, sulla sua fedelt.
Essa il solo mezzo per poter essere graditi a Dio e per ottenere le sue benedizioni.
Lo scopo della fede dei giovani sfidati da Caleb avere in moglie la figlia stessa di Caleb. Si trattava sicuramente di qualcosa di
molto caro per Caleb. E, oltretutto, doveva essere sicuramente un onore imparentarsi con questo principe dIsraele ed avere come
compagna una giovane educata da un padre valoroso, un servo del Signore.
Anche noi siamo chiamati al combattimento e a spingere i nostri giovani al combattimento.
Come Giosu e Caleb combattono per prendere possesso della loro eredit, cos anche noi siamo chiamati a prendere
possesso delleredit riservataci da Cristo Ges.


2. Il marito, Otniel
Essere valoroso per conquistare una moglie
Per la figlia Acsa, Claeb vuole il meglio non un rammollito, non un lamentoso, ma:
- un ragazzo dotto, che avrebbe avuto particolare affezione per la citt dei libri;
- un uomo di guerra che avrebbe servito il suo paese e la sua generazione, con esempio di coraggio e di fede.
Abbiamo visto come solo Caleb con Giosu abbiano fatto fronte allincredulit, alla paura e alla ribellione del popolo di Dio ed
insieme vedono il giudizio di Dio su una intera generazione.
Caleb termina lera dei conquistatori della terra promessa e viene allorizzonte un altro eroe della fede: Otniel, che nonostante il
degrado morale, la disubbidienza del popolo, rimane fedele a Dio e combatte per liberarlo dal giudizio di Dio.
Alla proposta di Caleb risponde un nipote, il figlio del fratello cadetto di Caleb: Otniel.
Il significato del suo nome Dio potente, oppure la mia forza Dio.
Pur appartenendo ad un ramo cadetto della famiglia, questo giovane ha tutte le caratteristiche per essere un buon partito: non
detto che fosse ricco, ma era provvisto di coraggio, di fede nella potenza di Dio.
Si getta alla conquista della citt, che diviene a pieno titolo territorio della trib di Giuda.
Otniel si distingue in giovent ed in seguito ebbe lonore di diventare
- un liberatore
- un giudice dIsraele, il primo dopo la morte di Giosu
[5]
.

Combattere per liberare un popolo oppresso e decaduto
Alla morte di Giosu il popolo invece di proseguire nella conquista delle parti del paese ancora in possesso dei Cananei,
sposarono le loro figlie ed i loro figli proprio di quei popoli che Dio aveva ordinato di distruggere perch idolatri e votati
alloccultismo.
Israele convive con queste persone; fa sposare i figli e arriva a servire i loro dei: Baal ed Astarte.
Mentre Caleb si dato da fare per dare la propria figlia ad un valoroso uomo di Dio, gli altri non ne seguono lesempio e fanno
ci che male agli occhi di Dio.
Allora Dio deve intervenire duramente ancora una volta. LEterno si serve anche del male per portare i suoi al ravvedimento e a
nuove benedizioni! Al tempo dei giudici si serve delloppressione dei nemici, del tutto meritata, per produrre un risveglio nella
corruzione.
Israele viene dato nelle mani di Cusman - Rismmathaim per ben 8 anni. Questi era un re babilonese. Il suo nome significa
doppia malvagit. Non sappiamo altro di questo re, solo che uno strumento di Dio per risvegliare il suo popolo.
A questo punto interviene Otniel, che dopo aver combattuto per avere una moglie, allopera pi tardi per combattere per altri.
Si mette alla testa del popolo e lEterno d il re babilonese nella sua mano.
Avviene sempre cos.
Perch un cristiano diventi uno strumento pubblico, deve prima aver fatto dei progressi nella conoscenza del Signore e nella
potenza dei suoi privilegi.
Se siamo poco adoperati nel servizio, generalmente perch i nostri cuori non sono occupati dalle cose celesti.
Le ricchezze morali che Otniel ha acquistato si manifestano ben presto nel suo cammino:
1. lo spirito dellEterno, la potenza di Dio per liberare Israele, fu sopra di lui;
2. usc alla guerra e fu attivo nel combattimento;
3. lEterno gli diede nelle mani il re di Mesopotamia e fu vittorioso;
4. guid Israele e il governo gli fu affidato.

Preparato in anticipo dallesortazione di Caleb al combattimento, fu un utile strumento nelle mani di Dio per la liberazione e nel
governo del suo popolo. Quando il popolo si d allidolatria, Otniel rimane fedele allEterno.

Combattere: perch?
Ci che colpisce di Caleb e di Otniel limpegno al combattimento.
La Parola di Dio parla sovente del combattimento. E troviamo il concetto del combattimento e della guerra anche nel Nuovo
Testamento.

Combatti il buon combattimento della fede,
afferra la vita eterna alla quale sei stato chiamato
1Timoteo 6:12
Paolo incoraggia Timoteo a continuare a combattere il buon combattimento, attraverso unazione costante anche se la vittoria
finale stata riportata da Cristo sulla croce (Col. 2:5).
Ecco qualche esempio personale di combattimento: il combattimento interiore, edonismo, pensieri, legalismo, presunzione,
orgoglio, contro la carne, suicidio, impulsivit, disordine sessuale

Il libro di Giosu, di cui abbiamo letto dei passi, ci presenta,in modo figurato, il soggetto dellepistola agli Efesini, nel Nuovo
Testamento: giunta al termine la traversata del deserto e bisognava che lassemblea dIsraele prendesse possesso del paese della
promessa, spodestando i nemici che labitavano.
La stessa cosa vale per noi. I luoghi celesti sono la nostra Canaan; vi entriamo nella potenza dello Spirito Santo che ci unisce a
Cristo morto e risorto, e ci fa sedere in Lui nel cielo godendo in anticipo di quella gloria che Egli si acquistata e nella quale vuole
introdurci. Ma al presente, dobbiamo impegnare il combattimento della fede contro gli spiriti maligni che sono nei luoghi celesti per
appropriarci di ogni palmo di terreno che Dio ci ha dato in eredit.
La grazia di Dio non consiste nel preservarci dagli attacchi di Satana, dal mondo e dalla carne, dalle cattive circostanze o dai
turbamenti causati dal nostro carattere mancante, ma piuttosto a sottoporci per realizzare la nostra incompetenza, che ci spinge ad
attaccarci a Dio con maggiore fermezza.
Se stiamo sempre a galla, non saremmo portati a dipendere da Dio pi saldamente. Dio ha fatto in modo che i nostri peccati e
le nostre mancanze siano una disciplina educatrice per insegnarci a confidare in Lui soltanto e non nelle nostre capacit, come
saremmo portati a fare.


3. Acsa nel matrimonio

Quale eredit
Il racconto di come Acsa arriva al matrimonio riportato per ben due volte nella Scrittura: Giosu 15:13-19 e Giudici 1:10-15.
La Bibbia narra, come abbiamo visto, il modo in cui Otniel ottiene la mano di Acsa, attraverso la vittoria su una citt e la
sconfitta dei nemici di Israele. La conquista della citt costituiva per la rinuncia da parte della famiglia della ragazza allabituale dono
del marito per i parenti.
Ma Acsa vive proprio al momento in cui Canaan, la terra promessa,viene spartita tra i figli dIsraele: ne ha visto in parte la
conquista ed ora, in casa, sicuramente avr sentito parlare del gran impegno di Giosu e di Caleb nellassegnare i diversi lotti di
terreno. Probabilmente avr sentito i discorsi, le discussioni, le liti che infervoravano il popolo. Non succede cos ancora ai nostri
giorni quando ci sono temi scottanti nella chiesa locale? Tutti vengono coinvolti nelle riflessioni.
Qui cera di mezzo il futuro delle diverse trib e delle varie famiglie: tutti facevano riferimento a diritti acquisiti da promesse fatte
fin dai tempi di Giacobbe sul letto di morte (Genesi 47 50).
Leggendo il libro di Giosu troviamo unintera sezione dedicata alla spartizione del territorio, dove vengono dettagliati gli atti di
propriet delle zone distribuite. Questo un momento culmine nella vita della giovane nazione dIsraele. Dopo secoli di schiavit in
Egitto, decenni dellarido deserto, anni di duro combattimento in Canaan, era giunto il tempo in cui gli Israeliti potevano finalmente
fermarsi stabilmente in un luogo e costruire le loro case, coltivare il suolo, ingrandire il numero delle famiglie e vivere in pace nel loro
paese. Il periodo di assegnazione della terra fu sicuramente un periodo felice, in cui tutti facevano progetti e si mettevano allopera
nel costruire.
Anche Acsa partecipe di questatmosfera. Per avere un marito, che sicuramente conosceva trattandosi di suo cugino, aveva
dovuto attendere che Otniel conquistasse una citt. Quindi sapeva direttamente cosa significassero le paure del combattimento,
incertezza dellesito della battaglia e la necessit della fede in Dio per riportare la vittoria ed ottenere leredit promessa.
Quando vede realizzata la conquista della citt di Chiriat-Sefer, partecipando indirettamente alla presa di Canaan, vuole anche
lei una parte di eredit in questa terra. Ha ben chiaro che lo scopo di tutte le battaglie alle quali ha assistito e sentito parlare avevano
lo scopo di ottenere leredit promessa da Dio al Suo popolo. Di questa eredit desidera essere assegnataria, perch sia suo padre
che suo marito hanno partecipato in pieno a questa conquista. Desidera un campo di propriet dove stabilirsi e uneredit ha un gran
valore ai suoi occhi.
E noi figli di Dio, chiamati al buon combattimento della fede, qual la nostra eredit?
Dio illumini gli occhi del vostro cuore,
affinch sappiate a quale speranza vi ha chiamati,
qual la ricchezza della gloria della sua eredit che vi riserva tra i santi,
e qual verso di noi, che crediamo, l'immensit della sua potenza.
Efesini 1:18 19
LEpistola agli Efesini riporta tutta la grandezza delleredit celeste alla quale siamo chiamati come figli di Dio. Nel primo capito
riporta appunto i diritti di cui sono assegnatari i credenti, il cui pegno lo Spirito Santo nei nostri cuori (Efesini 1:13-14), garanzia di
uneredit nel regno eterno di Cristo che abbraccer tutte le cose create in cielo e in terra. In Cristo otterr leredit perch regner
con Lui; ma fin da ora possiamo gustare la redenzione dai peccati, il perdono, la ricchezza della Sua grazia e del suo amore.
Che possiamo come Acsa andare oltre la semplice vita quotidiana e non perdere di vista il volere con tutto il cuore avere parte
alleredit che Dio fin dalla fondazione del mondo ha preparato per chiunque crede in Lui.


Audacia nella preghiera

Acsa ha la stessa fede di suo padre. Proprio come lui molto perseverante. Come Caleb audace, infatti incita suo marito a
chiedere un campo a suo padre, quando Otniel ha gi ottenuto il premio previsto per la presa della citt, ma Acsa lo esorta a
chiedere ancora.
Quanto abbiamo gi ottenuto da nostro Padre Celeste! Ma siamo convinte che nostro Padre ha in serbo altre benedizioni per
noi?
Possiamo stare anni girando e rigirando su posizioni vecchie, non progredendo spiritualmente perch non soddisfatte del la
posizione in cui ci troviamo. Acsa non stata a stressarsi pi di tanto, lamentandosi di essere una donna e quindi di non aver parte
alleredit che i figli maschi avevano per legge. Non si depressa piangendo su se stessa: avendo riguardo lautorit di suo marito
(persuase Otniel a lasciarle chiedere un campo a suo padre) e rispettosa di quella del proprio padre (scese dallasina), chiede ci che
crede di aver bisogno per finalmente anche lei fermarsi stabilmente in un luogo e costruire una casa, coltivare il suolo, ingrandire il
numero della famiglia e vivere in pace nel proprio paese. Acsa non sfrontata nelle richieste: scende dallasino su cui seduta e
domanda. Abbiamo coraggio anche noi di pregare altrettanto nostro Padre nel rispetto delle autorit che ha costituito su di noi?
Siamo umili e perseveranti come Acsa nella preghiera e nella supplica?




Esaurimento e benedizioni
Ma cosa chiede Acsa oltre al campo? Chiede delle sorgenti, visto che il suo campo arido.
Si pu indovinare la gioia di Caleb quando sente una tale richiesta: sua figlia ricever pi di quello che avr domandato, ossia,
le sorgenti superiori e quelle inferiori.
Anche noi davanti alla lettura quotidiana della Parola di Dio chiediamo a nostro Padre le sorgenti dellacqua? Questa Parola
vivente purtroppo per molti credenti come una terra arida, nella quale lanima non trova alcuna sostanza. La benedizione anche
alla nostra portata, basta chiedere come Acsa.
Dio, nostro Padre, come Caleb ci chiede: Cosa vuoi? Cosa rispondiamo noi?
Acsa pu sembrare una donna avida, ma la sua una avidit di benedizioni di Canaan.
E penosa invece la condizione della donna avida delle cose del mondo; Dio approva invece e prende piacere nel vedere una
cristiana avida delle cose celesti.
Risponde allavidit umana con castighi (vedi cos successo ad Acab al momento della presa di Gerico e Ai), invece d e
benedice oltre a quello che Gli domandiamo.
Acsa conosceva sicuramente le promesse di Dio fatte per i Suoi figli:

Perch il SIGNORE, il tuo Dio, sta per farti entrare in un buon paese:
paese di corsi d'acqua, di laghi e di sorgenti che nascono nelle valli e nei monti."
Deuteronomio 8:7

Nella Bibbia lacqua rappresenta la Parola e lo Spirito che dona la vita. Infatti,

Ges stando in piedi esclam:
Se qualcuno ha sete, venga a me e beva.
Chi crede in me, come ha detto la Scrittura, fiumi d'acqua viva sgorgheranno dal suo seno. Giovanni 7:37-38

Ogni cosa compiuta. Io sono l'alfa e l'omega, il principio e la fine. A chi ha sete io dar gratuitamente della fonte
dell'acqua della vita.
Apocalisse 21:6

Abbiamo bisogno tutte di crescere nella conoscenza profonda del ruscello che la Parola di Dio, per essere vivificate, godere
del riposo e della pace, nella santit. Allora porteremo frutto durante la giovent, nellet adulta e in quella avanzata.
Non accontentiamoci della terra arida, in cui c carestia spirituale.
Acsa aveva aspirazioni come una vera israelita: manifestava lo stesso desiderio, la stessa perseveranza ed ardore dei grandi
servi dellEterno, quali suo padre Caleb e suo marito Otniel.
Desideriamo con ardore i doni spirituali!





























"Parler delle testimonianze davanti ai re e non avr da vergognarmi." Salmo 119:46



"I siriani avevano fatto delle scorrerie ed avevano portato come prigioniera,
esule dalla terra di Israele, una piccola domestica. Era passata al servizio della moglie di
Naaman." (2 Re 5:2)
La vita pu prendere alle volte svolte inattese e dolorose.
La ragazzina di Israele si ritrovata cos bottino di guerra:una schiava, la propriet della famiglia di Naaman.
Ma la storia va in un modo un po' diverso da come possiamo prevedere.
Anzich l'autocommiserazione, scopriamo che la ragazza ha piet per il suo padrone; invece desiderare la vendetta su
coloro che l'avevano resa prigioniera, ha pensato al loro benessere. Non stata schiacciata dalle circostanze; ne passata oltre,
superandola.

"Ma io vi dico: amate i vostri nemici, [benedite coloro che vi maledicono, fate del bene a quelli che vi odiano,]
e pregate per quelli [che vi maltrattano e] che vi perseguitano" Matteo 5:44

"Tu sai tutto, Signore ricordati di me, visitami, e vendicami dei miei persecutori; nella tua benevolenza non portarmi via!
Riconosci che per amor tuo io porto l'infamia." Geremia 15:15
Naaman, il padrone di questa piccola ragazza, era un comandante siriano di successo.
Ma era un lebbroso. In Israele, chi aveva la lebbra veniva evitato.Chi veniva colpito da questa malattia era costretto ad andare in giro
dicendo a tutti la proprio disgrazia.Con fede semplice, la ragazzina suggerisce alla sua padrona che Naaman deve vedere il profeta
di Dio, in Samaria. Era sicura che Eliseo lo avrebbe guarito.
Ci deve essere stata una cos grande convinzione nel proposta di questa ragazzina, perch Naaman l'ha presa sul serio.
E cos, stato guarito da Dio.Possiamo fare molto per dirigere la gente verso Dio. La fede di una bambina ha messo in moto una
catena di eventi che hanno dato gloria a Dio. Dovremmo essere attenti anche noi oggi come affrontiamo le occasioni che Dio mette
davanti a noi. Dio pu compire i miracoli con le nostre piccole azioni.
Giovane o anziana, Dio disposto ad utilizzarti, vogliamo lasciarlo fare ?

"In una grande casa non ci sono soltanto vasi d'oro e d'argento,ma anche vasi di legno e di terra; e
gli uni sono destinati a un uso nobile e gli altri a un uso ignobile. Se dunque uno si conserva puro da quelle cose,
sar un vaso nobile, santificato, utile al servizio del padrone, preparato per ogni opera buona. 2 Timoteo 2:20-21

























UNA DONNA SOLA MA ANIMATA DA COMPASSIONE E CORAGGIO!


"I siriani avevano fatto delle scorrerie ed avevano portato come prigioniera,
esule dalla terra di Israele, una piccola domestica. Era passata al servizio della moglie di
Naaman." (2 Re 5:2)
"Essi stessi raccontano come vi siete convertiti dagl'idoli a Dio per servire il Dio vivente e vero." 1 Tessalonicesi 1:9-10
Quante volte abbiamo letto queste parole: Vi siete convertiti per servire il Dio vivente e vero.
E ci stato insegnato, nelle predicazioni del culto, il concetto che non siamo state salvate da Cristo per diventare parte della
Chiesa inutilmente. Lo scopo della nostra salvezza non di andare ad ingrossare le fila di unassemblea locale, per partecipare alle
sue riunioni, senza che nella nostra vita ci sia un reale cambiamento
Ci siamo convertite al Dio vivente e vero per diventare uno strumento utile nelle Sue mani.Questo ormai chiaro per molte di noi.
Eppure esiste un sentimento molto diffuso nelle chiese cristiane: molte sorelle pensano che la vita di una cristiana non differisca
molto da quella di una donna del mondo; cio pensano che la routine cambia un po la domenica mattina, perch si partecipa al culto.
Alcune pensano che sia bene fare qualche torta per lagape, oppure che si possa dare una mano per le pulizie della chiesa. Ma
linsegnamento dei bambini, quello dei giovani, limpegno nei campi biblici, una testimonianza attiva, un servizio nelle missioni solo
per poche elette che hanno sentito una chiamata speciale da parte di Dio.
Esiste nel nostro bagaglio culturale lidea errata, che viene probabilmente dal cattolicesimo, che esista un popolo laico e un
popolo consacrato; cio che vi siano delle persone normali, che frequentano la chiesa, e delle persone "chiamate", elette, destinate
al servizio per Dio.
Ma il verso di oggi ci insegna che non cos: tutti i cristiani sono "convertiti per servire il Dio vivente e vero", indistintamente
donne e uomini. Non occorre essere delle persone speciali per servire Dio; la chiamata per tutti i figli di Dio e anche per le figlie di
Dio.
Se tu ti sei convertita dagli idoli di questo mondo e sei stata salvata, il tuo destino per te il servizio. Nessuna di noi pu
considerarsi esclusa tutti i convertiti, tutti i salvati sono coinvolti nella chiamata al servizio.
Una riflessione sorge spontanea: "Ma io non sono preparata per un servizio sono incapace di fare qualsiasi cosa non ho la
preparazione necessaria "
Questo sentimento di inutilit e di incapacit ci paralizza e ci impone di frequentare la comunit locale, domenica dopo
domenica, senza alcun cambiamento, con scarsi progressi spirituali, con la convinzione latente che tanto nulla cambier
Stranamente a Dio piace utilizzare degli strumenti insignificanti per fare grandi cose: manifesta la Sua potenza, proprio quando
noi ci sentiamo incapaci ed inutili.
Vi ricordate di Mos, che non sapeva parlare, o di Gedeone, che era il pi piccolo della sua trib?
Questa lunica condizione perch la testimonianza una cristiana possa essere forte ed efficace
Le virt cristiane pi importanti brillano proprio nelle persone pi umili e nascoste e Dio si serve di loro in un modo efficace.
Per farti comprendere quanto sia utile essere una persona poco importante agli occhi del mondo, per servire Dio, oggi
mediteremo su un personaggio dellAntico Testamento: una piccola serva che ha saputo fare una grande cosa per il suo Dio.
Una piccola serva
La Bibbia ci racconta la storia di una piccola serva, che abitava in un paese straniero, in casa di un personaggio importante.
Leggiamo 2 Re 5.
"Alcune bande di Siri, in una delle loro incursioni, avevano portato prigioniera dal paese dIsraele una ragazza
che era passata al servizio della moglie di Naaman." "La ragazza disse alla sua padrona: Oh, se il mio signore potesse
presentarsi al profeta che sta a Samaria! Egli lo libererebbe dalla sua lebbra!"
Il nome della ragazza sconosciuto, ma Dio ha voluto conservare con cura la sua esperienza perch possa esserci di
insegnamento. Il fatto che non ci sia stato riportato il nome, permette ad ognuna di noi, di inserire il proprio nome e di sentirsi
coinvolta da questa storia.
La serva di Naaman lemblema di tutte quelle cristiane, senza nome, che non vengono ricordate con il nome proprio, ma che
hanno compiuto opere importanti per Dio, senza che nessuno parlasse di loro.
Il tempo in cui avviene la nostra storia stato un tempo triste per Israele: lidolatria regnava ovunque e il popolo veniva
continuamente vessato dagli incursori siriani.
Quella ragazza era stata oggetto di bottino di guerra; non aveva valore per gli uomini, probabilmente non era bella, altrimenti
lavrebbero avviata alla prostituzione o sarebbe diventata la concubina di qualche siriano influente. Perci, siccome appariva
insignificante, venne condotta dalla moglie di Naaman, come serva, destinata ad un compito umile.
La ragazza scopr, dopo poco tempo, che il suo padrone aveva una delle peggiori malattie che affliggevano i popoli di allora,
cio la lebbra. Ti ricordo che nella Bibbia questo morbo viene assimilato al peccato, ed simbolo del peccato. Il capo dellesercito
siriano non poteva essere curato nel suo paese: la sua posizione invidiabile, la sua potenza e tutto il suo denaro non gli servivano a
nulla per essere guarito, perci era condannato ad una morte lenta e inesorabile.
Nessun sforzo umano, nessun bene, nessuna posizione sociale possono proteggere luomo dal peccato. Nel mondo non c un
rimedio per il peccato, cos come in Siria non cera rimedio per la lebbra.
Ma in Siria, cera una ragazza che possedeva un segreto importante:
"La ragazza disse alla sua padrona:
Oh, se il mio signore potesse presentarsi al profeta che sta a Samaria!
Egli lo libererebbe dalla sua lebbra!" (2 Re 5:3)
C un profeta a Samaria in seno ad un popolo idolatra e sotto il giudizio di Dio, cera ancora qualcuno che poteva fare
qualcosa per la lebbra e che poteva guarire. In seno ad una cristianit alla deriva, che ha abbandonato lamore di Cristo, che segue
landazzo di questo mondo, c ancora la possibilit di trovare salvezza per il peccato. Dio ha sempre in vista la benedizione delle
anime!
Possiamo chiederci comera possibile che quella ragazza conoscesse il profeta lunico capace di guarire in Israele. Quella
ragazza aveva avuto probabilmente dei genitori fedeli al Signore, un uomo e una donna che non avevano piegato le ginocchia
davanti allidolo di Baal, molto in voga in quel tempo in Israele. "Ma io lascer in Israele un residuo di settemila uomini, tutti quelli il cui
ginocchio non s' piegato davanti a Baal, e la cui bocca non l'ha baciato." (1 Re 19:18) Suo pap era probabilmente uno di questi
settemila uomini fedeli al Signore.
Nella sua casa la ragazza aveva sentito parlare del profeta Eliseo, aveva imparato la legge di Dio, che era praticamente
sconosciuta tra il popolo. La mamma deve averle inculcato la Parola di Dio, e lei aveva fatto tesoro degli insegnamenti dei genitori.
Io vedo in questa ragazza non solo il frutto dellinsegnamento spirituale, ma anche unassoluta fiducia nellopera di Dio.
Probabilmente aveva visto Dio agire nella sua famiglia; magari i suoi genitori avevano ospitato il profeta Eliseo nella loro casa,
durante uno dei suoi viaggi.
Ma come poteva sapere la ragazza che Eliseo era in grado di guarire la lebbra?
Non poteva, visto che Ges ci fornisce uninformazione utile:
"Al tempo del profeta Eliseo, c'erano molti lebbrosi in Israele;
eppure nessuno di loro fu purificato; lo fu solo Naaman, il Siro." (Luca 4:27)
Ci significa che il profeta, fino a quel momento, non aveva mai guarito la lebbra, anche se aveva dimostrato molte volte di poter
fare di miracoli.
Ma la ragazza aveva una fede che andava oltre levidenza dei fatti: aveva fede nella potenza di Dio, e nellopera dello Spirito
Santo che risiedeva nel profeta, in misura straordinaria.
Dunque era assolutamente certa che il profeta era in grado di guarire Naaman, anche se non laveva mai visto guarire un caso
di lebbra! Aveva una convinzione profonda e una fede sincera, altrimenti non avrebbe parlato: se la cosa non fosse stata vera,
avrebbe rischiato sicuramente la sua vita!
Naaman avrebbe potuto pensare: "Questa ragazza vuole che io mi rechi in Israele senza esercito e ammalato, per farmi cadere
nelle mani dei miei nemici" Il capo dellesercito siriano avrebbe potuto pensare che questa era una trappola ordita dalla ragazza
per sconfiggere quelli che lavevano fatta prigioniera.
Invece Naaman, si fida:
"Naaman and dal suo signore, e gli rifer la cosa, dicendo:
Quella ragazza del paese d'Israele ha detto cos e cos." (2 Re 5:4)
La ragazza sa che avrebbe potuto rischiare la vita parlando, ma non tace! Perch?
Io credo che essa avesse compassione per il suo padrone, vedendolo malato e sempre pi stanco e debole, mentre la malattia
si aggravava.
Abbiamo noi la stessa compassione per le anime perdute, ammalate di peccato, che si avviano inesorabilmente verso linferno?
Questo mondo retto dalla corruzione e la violenza e in ogni luogo vi sono degli abusi e delle violenze, delle ingiustizie e
tantodolore ma noi siamo salvate per servire!

Unambasciatrice per Dio
Torniamo alla nostra piccola serva
Nessun grande ambasciatore dIsraele, circondato di onori e potente, avrebbe potuto fare di pi per il buon nome del popolo
dIsraele e del suo Dio. Nessun dignitario di corte del re dIsraele idolatra, avrebbe potuto fare di pi per Naaman. Invece una povera
ragazzina prigioniera, lontano dalla sua famiglia e dal suo popolo,
sola in un mondo ostile,
sola rispetto al suo popolo incredulo diventa lo strumento per cambiare una vita

Perch??? Perch lei ha fede che Dio pu salvare e che vuole ancora salvare!
Il popolo dIsraele era lontano dal Signore e sotto il Suo giudizio, a causa dellidolatria e dellincredulit, dei suoi re e dei dignitari
di corte.
Del re Ieoram, il figlio di Acab, ci viene detto:
"Egli fece ci che male agli occhi del SIGNORE; ma non quanto suo padre e sua madre,
perch tolse via la statua di Baal, che suo padre aveva fatta.
Tuttavia egli rimase attaccato ai peccati con i quali Geroboamo, figlio di Nebat,
aveva fatto peccare Israele; e non se ne distolse." (2 Re 3:2)
Che triste riassunto della vita di un re dIsraele, il re di un popolo che Dio aveva scelto per annunciare nel mondo il Suo Nome
potente!
Viviamo in un momento storico della chiesa in cui lamore per Cristo sta diminuendo; la testimonianza della chiesa si fa sempre
pi debole, e sono pochi quelli che hanno ancora il coraggio di annunciare con forza lEvangelo, controcorrente, di dichiarare ci che
peccato; non lo si fa pi per timore di apparire sempre pi obsoleti, fuori dal mondo, privi di saggezza umana.
La fede dei cristiani arrivata ad un livello bassissimo, perch il mondo entrato nella chiesa e i cristiani hanno perso il
coraggio di annunciare semplicemente della salvezza in Cristo, a costo di perdere la reputazione! I cristiani del nostro tempo non
vogliono apparire diversi!
La situazione delle nostre chiese e delle nostre famiglie tale che non abbiamo pi a cuore una testimonianza semplice per il
Signore.
Dobbiamo dunque prendere esempio da questa piccola serva ebrea, che nelle circostanze estremamente idolatre del popolo,
seppe essere unambasciatrice fedele del suo Dio.
Dio sta cercando ancora oggi dei cuori semplici, ma interamente devoti a Lui, pieni di una fede sincera e di un grande amore per
il prossimo, di compassione vera per le anime che vanno verso la perdizione eterna.
Per annunciare il vangelo non servono
grandi capacit umane,
una personalit di spicco,
una forte autostima,
una grande conoscenza biblica,
non serve lorgoglio di una posizione in vista nella chiesa
Per parlare di Ges al mondo,
basta aver compreso bene la grandezza del Suo amore, basta avere fede che lopera compiuta da Ges Cristo ancora
potente OGGI!
OGGI Ges Cristo pu ancora salvare? Pu ancora strappare dal potere del peccato le anime attorno a noi????
Dobbiamo aprire gli occhi sul male che ci circonda, sulla lebbra che divora le persone che conosciamo (anche se vogliono
apparire bene e di successo ai nostri occhi ma non vero!)
Noi, come la piccola serva ebrea, possediamo un grande segreto. Noi conosciamo il Profeta che in grado di guarire dal male
del peccato, cio Ges Cristo che salva il peccatore dal suo peccato e dona il perdono e la vita eterna.
Ma abbiamo la fede di quella ragazzina, che ci porta a non tacere, a non avere vergogna del Vangelo?
Abbiamo la compassione per le anime perdute, che sono destinate allinferno?
Abbiamo il coraggio di quella serva, che non temeva le conseguenze della sua intrusione nella vita della famiglia di Naaman?


Anche tu sei come la serva di Naaman,
sei SOLA, in un mondo ostile.
Ma tu puoi essere uno strumento per cambiare una vita!

In questo momento Dio ti sta chiedendo di servirLo nel mondo, dedicandoti ad una persona, ad unanima perduta.
Forse tu la conosci bene, perch il Signore te lha gi indicata in modo preciso.
Forse non la conosci ancora, ed allora puoi pregare che il Signore te la indichi.
Come la serva di Naaman, noterai che questa persona ha un grande bisogno di salvezza, perch vive nel peccato ed lontana
da Dio.
Come per la serva di Naaman, Dio ti dar la compassione per questanima, perch il suo destino eterno terribile! Dio ti
ricorder che questanima si sta inesorabilmente avviando verso linferno.
Come per la serva di Naaman, Dio ti dar fede nella potenza salvifica della croce di Cristo! Dio vuole salvarla Dio pronto a
salvarla!

Oppure in questo momento Dio ti sta chiedendo di servirLo proprio nella tua chiesa, dedicandoti ad una persona, di
unanima da amare.
Nella chiesa, esistono dei compiti importanti, ai quali nessuno pensa ci sono dei bisogni nascosti che forse nessuno conosce,
ma che Dio conosce bene. Puoi pregare chiedendo al Signore di mostrarti cosa puoi fare per UNA PERSONA, per una sorella che ha
dei bisogni a cui nessuno risponde.
Quante sorelle affermano di essere scontente della propria situazione di chiesa e sono state pi volte scoraggiate nei loro
tentativi di cambiamento.
Ci vuole una buona dose di compassione per la chiesa che ha sicuramente molte difficolt, e molte situazioni intricate. E poi ci
vuole un grande coraggio per affrontare dei problemi irrisolti. Ma il Signore ci chiama a servirLo in mezzo ad una chiesa che ha
enormi bisogni nascosti: quanti vogliono impegnarsi nei servizi spirituali in vista, in quelli che conducono al successo nell a chiesa.
Ma ci sono dei bisogni spirituali, che non si vedono: anche in questi casi, lunica soluzione lintervento del grande profeta Ges
Cristo, lunico che pu guarire le anime e trasformare le vite. Lui vuole intervenire, per mezzo tuo, se ti metti a Sua disposizione e se
ti lasci utilizzare come Lui vuole.
Puoi iniziare a pregare chiedendo al Padre celeste di mostrarti una sorella che ha un bisogno; poi chiediGLi saggezza per
rispondere a questo bisogno. Infine chiediGli fede e coraggio per intervenire in questo bisogno.
Questo agli occhi del mondo o agli occhi di alcuni nella chiesa una PICCOLA COSA.

C un verso interessante del profeta Zaccaria che dovrebbe farci riflettere:
"Chi potrebbe infatti disprezzare il giorno delle piccole cose?" (Zaccaria 4:10)
Oggi potrebbe essere il giorno delle piccole cose!Vuole fare la stessa cosa per te, vuole farti diventare una Sua serva,
unambasciatrice per il Suo Nome. Non importa se hai 19 anni o 70 anni Lui ha un progetto per te!
Oggi il giorno delle piccole cose!Il Signore ha preparato per te un servizio, che forse ancora non conosci.

La moglie di Giobbe ha sofferto quasi tutte le tribolazioni del marito. Salute a parte, ha perso anche lei tutto: casa, la famiglia,
propriet. Il suo atteggiamento e la sua reazione sono esattamente quelli che Satana si aspettava da Giobbe. Ironia della sorte,
l'obiettivo di Satana stato realizzato nella moglie di Giobbe e non in Giobbe stesso.La moglie di Giobbe si resa conto che aveva
ceduto alla manovra di Satana? Ha compreso di aver risposto alla disgrazia soltanto sulla base dei propri sentimenti, diventati in lei
sorgente di amarezza? Non conosciamo la risposta a queste domande. Tutto ci che sappiamo che ha reagito come la maggior
parte della gente in quelle circostanze: si arrabbiata con Dio ed ha insistito perch Giobbe facesse lo stesso. La maggior parte della
gente avrebbe agito in quel modo. La maggioranza avrebbe suggerito la stessa cosa.

Il personaggio della moglie di Giobbe (descritto in Giobbe 2:9; 19:17; 31:1O) introdotto dopo quello di Giobbe, uno dei pi
ricchi e pi grandi uomini del suo tempo. Ha perso tutto il suo bestiame, le mandrie, i cammelli e tutti i suoi figli. In pi malato di una
malattia dolorosa e fastidiosa, probabilmente la lebbra.
Mentre seduto fuori delle mura della citt, Giobbe non incolpa Dio di ci che gli successo. Sua moglie, probabilmente
non cos fedele e certamente non cos paziente, e gli suggerisce:
"Ma lascia stare Dio, e muori!"
(Giobbe 2:9)
La moglie di Giobbe senza dubbio considera la morte rapida come il metodo migliore per sfuggire alla situazione. E' una donna
normale, che non riesce a sopportare con il marito la sofferenza e non riesce cos a riportare la VITTORIA meravigliosa di fidarsi di
Dio anche se non capisce le circostanze in cui vive.



Vi tuttavia un altro lato della moglie di Giobbe. Aveva resistito di fronte all'afflizione del marito, alla perdita di tutti i loro figli e
dei beni materiali: era sopravvissuta a queste prove. Come suo marito, era sconcertata in mezzo a cos tante calamit. La causa del
suo discorso potrebbe essere stata ispirata da compassione e amore verso il marito. Probabilmente preferiva vederlo morire che
soffrire in quel modo.
Bench non si parli di lei nei capitoli di chiusura del libro, si scopre in Giobbe 42:14 che tre figlie, Jemima, Kezia e Keren-
happuch, e diversi figli, sono nati a Giobbe successivamente. Probabilmente la moglie di Giobbe ha preso parte a questa nuova
gioia, magari rammaricandosi per la propria mancanza di fede nel momento in cui aveva detto al marito "maledici Dio e muori".

Ogni volta che soffriamo, la nostra fede messa alla prova.
Dio ha veramente tutto sotto controllo la situazione?
C' un senso a quello che ci accade?

Se lasciamo che le emozioni prendono il controllo, come la moglie di Giobbe, malediremo Dio e saremo come lei: amare, arrabbiate
ed insensate.
























Prega, digiuna ed agisce "Insegnaci dunque a contar bene i nostri giorni, per acquistare un cuore saggio."

Come molti grandi della storia, Ester si presenta come una figura molto umile, un'orfana ebrea vissuta durante la deportazione
di Israele. In quattro anni la sua posizione cambia radicalmente ed Ester raggiunge il massimo del livello sociale: diventa la regina di
una grande potenza mondiale, un ruolo che riesce a vivere saggiamente.
Il racconto che troviamo nella Bibbia ambientato al tempo delle guerre tra i persiani ed i greci nel palazzo suntuoso
dell'impero persiano al tempo di Serse I (486 - 465 a.C.).
Arazzi di cotone finissimo, bianchi e viola, stavano sospesi, con cordoni di bisso e di porpora, ad anelli d'argento e a colonne di
marmo. C'erano divani d'oro e d'argento sopra un pavimento di porfido, di marmo bianco, di madreperla e di pietre nere. Si offriva da
bere in vasi d'oro di svariate forme, e il vino alla corte era abbondante, grazie alla liberalit del re. Tutto questo viene descritto nel
libro di Ester 1:6-7.
Grande l'importanza data a questa donna: il suo nome viene citato nella Bibbia ben 55 volte. Il nome di nessun'altra donna
ripetuto cos spesso. Soltanto Sara si avvicina; il suo nome appare come Sara 35 volte e come Sarai 16, .
La regina che ha preceduto Ester si chiamava Vasti, una bella donna nobile che ha avuto l'audacia di contraddire un ordine
irragionevole del marito. Durante una lunga festa nella quale aveva bevuto molto, il re Assuero ordin a sette eunuchi di convocare la
regina Vasti davanti a lui per far sfoggia di fronte ai principi della sua bellezza. Vasti rifiut e il re ne fu irritatissimo... l'ira divamp in
lui.
Ma proprio il rifiuto di Vasti ha permesso l'entrata di Ester nella storia.
La ragazza (allevata dal cugino Mardoccheo, un Beniaminita, addetto alle porte del palazzo del re) viene notata per la sua bellezza e
condotta con le altre giovani vergini di bell'aspetto nell'harem del re, come aspirante al posto della regina Vasti.
Tra tutte le ragazze radunate a Susa, probabilmente solo Adassa (nome ebraico di Ester) non adorava gli idoli. Istruita come
una figlia da Mardoccheo probabilmente aveva conosciuto da lui le verit riguardanti l'Iddio Altissimo, l'Eterno.

Una volta davanti al re, Assuero am Ester pi di tutte le altre donne. La ragazza trov grazia e favore agli occhi di lui pi di
tutte le altre vergini. Egli le pose in testa la corona reale e la fece regina al posto di Vasti.
Divenuta regina, il suo nome stato cambiato da Adassa, (il mirto) in Ester (la stella).
E ben presto ha svolto un ruolo non comune nelle vite della sua gente, minacciata dalla distruzione. Ester si dedicata, non al
piacere, alle comodit ed ai lussi del pi suntuoso palazzo del tempo, ma alle aspirazioni, alle speranze ed alle ambizioni della sua
gente.
Quando Ester diventata regina, il re Assuero ignorava che fossa giudea, per lei fa una grande festa e sgrava di tasse i popoli
dominati. Tutto questo perch stato attratto dall'amabilit e dalla bellezza di Ester.
Pensando a lei, possiamo supporre che in questo palazzo magnifico si muovesse con dignit e splendore, portando abiti d'oro,
gioielli di ogni sorta che spiccavano tra i suoi capelli e accanto agli occhi raggianti dalla meraviglia per ci che le stava capitando.
Possiamo immaginare che presto ha ipotizzato di essere stata posta a tale condizione non a caso, ma per un grande scopo.
La regina Ester ha guadagnato il favore della gente che la circondava, per:
la sua saggezza,
l'autocontrollo
e la capacit pensare ad altri prima che a se stessa.
Nel frattempo Ester scoprire che Aman, il favorito del marito, odia la sua gente. Da scrittori ebrei moderni Aman stato descritto
come un tipico Hitler, pieno di odio al punto da ordire un diabolico piano per distruggere tutto un popolo solo per orgoglio ed
ambizione personale.
Di fronte alla malvagit di Aman si oppone ed agisce il coraggioso di Ester, pronta a difendere la sua gente anche a costo della
propria vita.
Ester afflitta per lo scontro in corso tra lo Mardoccheo e Aman, ma si rende per conto che deve agire subito e con saggezza.
Un messaggio da parte del cugino la mette infatti di fronte alla sua responsabilit:

"Infatti se oggi tu taci, soccorso e liberazione sorgeranno per i Giudei da qualche altra parte;ma tu e la casa di tuo padre
perirete; e chi sa se non sei diventata regina appuntoper un tempo come questo?"(Ester 4:I4)
Ester risoluta: donna saggia e prudente, digiuna per tre giorni e coinvolge in questo non solo le sue serve, ma anche tutto il
popolo ebreo che si trova nella citt di Susa. Di fronte alla distretta tutto il popolo digiuna e, senz'altro anche se non scritto, prega.
Poi, Ester si prepara ad andare da suo marito per adoperarsi per la sua gente.
Se il re, un uomo molto volubile, fosse stato di buon umore, ce l'avrebbe fatta, senn, avrebbe potuto perdere oltre alla causa anche
la sua stessa vita.
Mentre Ester si preparata a comparire davanti al re, fa la dichiarazione pi coraggiosa mai fatta da una donna nella Bibbia:
"Se io debbo perire, che io perisca! " (Ester 4:16),
L'Eterno ricompensa l'abnegazione e l'ubbidienza.Tutto nelle Sue mani; il piano di salvezza e la forza di compierlo viene solo da
Lui. Ester una donna coraggiosa, ferma ma soprattutto possiede una fede sincera e una dedizione alla causa della sua gente.
Leggete la continuazione della storia che trovate nella Bibbia..vale la pena scoprire come Dio agir in risposta alla decisione di
Ester!


Una famiglia modello
Soffermiamoci un po' su ci che il Nuovo Testamento ci racconta di Aquila e di Priscilla.
Siamo nell'anno 52 dell'era cristiana.
L'imperatore romano Claudio mostra dei forti sentimenti antisemiti espellendo i Giudei da Roma.
Aquila e Priscilla devono lasciare la citt imperiale per trovare rifugio a Corinto.
Li troviamo appunto l leggendo l'inizio del capitolo 8 del libro degli Atti degli apostoli, durante il Secondo Viaggio Missionario di
Paolo:
Dopo questi fatti egli lasci Atene e si rec a Corinto.
Qui trov un ebreo, di nome Aquila, oriundo del Ponto, giunto di recente dall'Italia insieme con sua moglie Priscilla,
perch Claudio aveva ordinato a tutti i Giudei di lasciare Roma. Egli si un a loro.Essendo del medesimo mestiere, and ad
abitare e a lavorare con loro. Infatti, di mestiere, erano fabbricanti di tende. (Atti 18:1-3)
In quel periodo, era usanza nelle famiglie aristocratiche israelite che i figli imparassero un lavoro manuale prima di iniziare gli
studi superiori; cos in ogni situazione potevano badare ai propri bisogni. Potrebbe essere un metodo eccellente da proporre agli
studenti dei nostri giorni, ma questo un altro soggetto. Paolo aveva imparato il mestiere di fabbricante di tende, con ogni probabilit
nella propria citt natale, a Tarso in Cilicia. Solo in seguito che si recato a Gerusalemme dove entrato alla facolt gestita dal
maestro Gamaliele (Atti 22:3). Ma Dio sapeva che Paolo avrebbe avuto bisogno della professione che aveva imparata, quando
avrebbe soggiornato a Corinto durante 18 mesi. Ha dunque costruito tende con Aquila e Priscilla, dando tutto il suo tempo libero alla
predicazione dell'Evangelo. Fino a quando non si occup a tempo pieno per la Parola: ... Paolo si dedic completamente alla
Parola. (Atti 18:5)
Vi era molto interesse, i bisogni degli uditore si facevano pressanti, e Paolo non ha pi potuto dare due cose alla volta. Allora,
durante questo periodo cos fruttuoso del suo ministerio, chi ha provveduto ai bisogni materiali di Paolo? Certamente Aquil a e
Priscilla. Il loro desiderio di vedere delle anime liberate dalle tenebre del paganesimo era molto grandi, che hanno fatto
probabilmente dello straordinario nel loro l'atelier, per liberare Paolo da obblighi professionali.
Durante questi 18 mesi che l'apostolo pass con Aquila e Priscilla, dei legami solidi si sono instaurati tra loro; non ci stupisce
perci che abbia richiesto loro di accompagnarlo quando doveva lasciare Corinto. Aquila e Priscilla hanno chiuso la bottega, e tutti e
tre sono partiti. Leggiamo (Atti 18:18-19): Paolo... navig verso la Siria, con Priscilla e Aquila... giunsero a Efeso, Paolo li
lasci l.
I Giudei di Efeso avrebbero desiderato che Paolo prolungasse il suo soggiorno nella loro citt. Ma Paolo aveva fretta; voleva essere
a Gerusalemme per la Pentecoste. Ha dunque pregato i suoi compagni d'opera, Aquila e Priscilla, di restare a Efeso e di
proseguire ci che lui aveva iniziato.
Efeso era una citt votata all'adorazione di Artemide, la Diana digli Efesini. Il tempio dedicato a questa dea era una delle sette
meraviglie del mondo; il libro degli Atti ne parla cos: ... il tempio della grandi dea Diana... colei che tutta l'Asia e tutto il mondo adora
. (Atti 19:27)
Ma Aquila e Priscilla non erano venuti ad Efeso per ammirare il tempio di Diana, n per fare fortuna costruendo delle tende.
Erano venuti per annunciare Ges Cristo ai Giudei e ai pagani di quella citt. Mentre rendevano testimonianza di Ges Cristo ad
Efeso, hanno incontrato un compatriota giudeo chiamato Apollo. Apollo aveva scoperto che Ges Cristo era il Messia promesso
nell'Antico Testamento. Possiamo leggere a questo proposito: Un Giudeo, chiamato Apollo, originario d'Alessandria, uomo
eloquente e versato nelle Scritture, venne a Efeso. Era istruito nella via del Signore, e, fervente di spirito, annunciava ed insegnava
con esattezza ci che concerne Ges, anche se non conosceva il battesimo di Giovanni. (Atti 18:24-25)
Ascoltando, Aquila e Priscilla stato in grado di discernere che il suo insegnamento non era completo. Lo hanno invitato da
loro: Lo presero con loro, e gli esposero con pi esattezza la via di Dio. (Atti 18:26)
Cos la casa di Aquila e Priscilla diventata il centro di studi biblici. In seguito, altre persone si sono probabilmente aggiunte ad
Apollo, e hanno continuato a studiare la Parola di Dio da Aquila e Priscilla. Cos quando l'apostolo Paolo ritorn ad Efeso qualche
mese pi tardi, ha trovato l'embrione di una Chiesa, di cui i membri si radunavano regolarmente in casa di Aquila e Priscilla. Ne d
una testimonianza nel secondo capitolo della Prima Epistola ai Corinzi, scritta da Efeso in quel periodo: Le Chiese di Asia vi
salutano. Aquila e Priscilla, con la Chiesa che si trova nella loro casa, vi salutano molto nel Signore. (1 Corinzi16:19)
Ma Aquila e Priscilla non sono rimasti a lungo ad Efeso: un anno o due al massimo. Dopo la morte dell'imperatore Claudio
nell'anno 54, le misure di espulsione contro i Giudei sono state tolte, ed essi hanno potuto ritornare a casa loro a Roma. Ma Dio
aveva permesso per loro questo periodo movimentato, innanzitutto perch conoscessero il Signore attraverso il ministerio di Paolo,
poi perch diventassero ferventi testimoni di Ges Cristo. Perci si sono sistemati nuovamente a Roma non tanto come fabbricanti
di tende, ma piuttosto per propagare il messaggio della Parola di Dio.
A Roma, Aquila e Priscilla non hanno esitato ad esporre la loro vita per la causa dell'Evangelo. Hanno subito aperto la loro
casa ai cristiani e alle persone che avevano qui avevano bisogno di Ges Cristo, e quando nell'anno 58, l'apostolo Paolo indirizza ai
credenti di Roma una delle maggiori epistole, scrive in particolare questo messaggio:
Salutate Priscilla ed Aquila, miei collaboratori in Ges Cristo, che hanno rischiato la loro vita per me; a loro non io soltanto sono
grato, ma anche tutte le chiese delle nazioni. Salutate anche la chiesa che si riunisce in casa loro. (Romani 16:3-5)
Leggete nuovamente le ultime parole di questo messaggio: "... la Chiesa che si riunisce a casa loro."
A Corinto, Aquila e Priscilla avevano accolto da loro i credenti. Ad Efeso, una Chiesa si riuniva presso di loro. A Roma, avevano
aperto una Chiesa nella loro casa. Ed il loro ministerio non si fermato l, visto che 4 anni pi tardi Paolo invia loro un altro
messaggio ad Efeso, dove sono ritornati e dove appoggiavano la testimonianza dei cristiani di questa citt (2 Timoteo 4:19).
Aquila e Priscilla sono stati una coppia che ha dato tutto al Signore e che si interamente consacrata alla diffusione
dell'Evangelo. Pur mantenendo le loro responsabilit professionali, hanno aperto la loro casa a tutte le persone desiderose di
conoscere il Signore Ges. Furono di esempio; attraverso di loro Dio ha permesso la fondazione di tre assemblee cristiane,
e non di quelle minori: la Chiesa di Corinzi, di Efeso e di Roma.
Amiche... cosa non pu fare il Signore con una coppia unita, completamente consacrata, senza riserve, al Suo capo
divino!? Perch Ges Cristo non si servirebbe delle nostre famiglie cristiane, coppie e future coppie, per iniziare un lavoro spirituale
nel nostro quartiere? La nostra generazione avida di vedere la testimonianza pratica d'uomini e di donne,
di coppie che vivono il Vangelo; possiamo essere la prova che la Parola di Ges trasforma l'esistenza e d la vera felicit.


Amiche, rileggete la biografia d'Aquila e Priscilla, pregate da sole e con il vostro compagno... ... mettetevi ai piedi del
Signore per seguire il loro esempio!






















































La fedelt di una donna a Dio

Vi era anche Anna, una profetessa, figlia di Fanuel, della trib di Aser,
la quale era molto avanzata in et, avendo vissuto dopo la sua verginit sette anni con il marito. Ella era vedova e,
sebbene avesse ormai ottantaquattro anni, non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni
e preghiere. Sopraggiunta ella pure in quel momento, lodava il Signore e parlava di quel bambinoa tutti coloro che
aspettavano la redenzione in Gerusalemme (Luca 2:36-38)
Nel vangelo di Luca tra i personaggi che vengono ricordati attorno al racconto sulla nascita del Salvatore Ges Cristo, vi
Anna, una profetessa.
Maria e Giuseppe la incontrano nel tempio di Gerusalemme, portando il bambino Ges per presentarlo al Signore, come scritto
nella legge del Signore (Luca 2:22,23).
Di questo personaggio interessante un lato del suo carattere: la sua fedelt. Questa donna: non si allontanava mai dal tempio,
servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere.
La fedelt uno di quei valori di cui oggi poco si parla e poco si pratica. La fedelt, per, uno dei principali tratti del carattere di Dio.
Anna era una profetessa, una donna, cio, particolarmente dedicata al Signore tanto da diventarne la portavoce, una di
coloro alla quale il popolo si rivolgeva per ricevere parole di conforto, di saggezza, di consiglio. Nel dubbio, nellinsicurezza, nella
disperazione, uomini, donne e bambini, sapevano di trovarla l, nel tempio, ad accogliergli.
Sapevano che lei avrebbe sempre avuto tempo per loro, per ascoltarli e per comunicare loro la Parola del Signore. Non era un
sacerdote sempre indaffarato con le cerimonie del tempio, non era il tipico profeta che arringava folle anonime, non era lintellettuale
maestro della legge che, davanti alla sua classe, faceva erudite disquisizioni. Era soltanto una piccola donna, per altro molto
anziana, apprezzata perch particolarmente vicina a Dio. Non aveva, per questo, un incarico ufficiale. Non aveva un ufficio in cui
ricevesse clienti su appuntamento, ma la gente sapeva di poterla trovare l, nel luogo del culto, perch lei, ogni giorno, da tantissimo
tempo, si recava per pregare. Quella donna era davvero vicina a Dio, in comunione con Lui, e la cosa non sfuggiva alla gente, che
apprezzava questo molto pi di tante espressioni istituzionali della religione, e soprattutto ne apprezzava la disponibilit.
Anna non era sempre stata cos. Dopo soli sette anni di matrimonio era rimasta vedova, probabilmente anche senza figli.
Certamente era stata per lei una tragedia: una vedova a quel tempo, era una condizione davvero penosa. A quel tempo le ragazze si
sposavano molto presto. Possiamo supporre che intono ai 20 anni fosse gi vedova.
Di sarebbe potuto domandare: dovera la fedelt di Dio nei suoi confronti? Che delusione sarebbe stata per altre come lei quella
perdita, dopo che Dio promette al Suo popolo ogni bene! Come avrebbe dovuto reagire a questo fatto? Prendendosela magari con
Dio, arrabbiandosi con Lui?
Le sarebbe mancato sostegno economico, la compagnia, qualcuno con cui parlare, con cui lavorare, qualcuno che la
sostenesse La societ in cui viveva Anna, nonostante le prescrizioni del Signore, era ostile alle vedove.
Perch vivere ancora? Che scopo ha la mia vita?. Anna, per, non se la prende con Dio. Dio lavrebbe accolta, dandole Egli stesso
rifugio e proposito per la sua vita, quello scopo che nemmeno prima avrebbe supposto davere.
Lei sapeva che avrebbe potuto trovare rifugio presso Dio. Anna aveva fatto personale esperienza di quanto diceva il Salmo 84,
che certamente bene conosceva: Oh, quanto amabili sono le tue dimore, o Eterno degli eserciti! L'anima mia anela e si strugge per i
cortili dell'Eterno; il mio cuore e la mia carne mandano grida di gioia al DIO vivente. Anche il passero trova una casa e la rondine un
nido, dove posare i suoi piccoli presso i tuoi altari, o Eterno degli eserciti, mio Re e mio DIO. Beati coloro che abitano nella tua casa e
ti lodano del continuo. Beati quelli che ripongono la loro forza in te e che hanno in cuore le tue vie! (Salmo 84:1-5).
Si, Anna aveva scoperto quanto fosse autentica la gioia e la consolazione di trovare rifugio costante presso Dio, trovare in
Lui la sua forza e prendere a cuore la volont rivelata del Signore.
Anna aveva riposto la sua fiducia nel Signore ed aveva fatto esperienza della felicit del confidare in Lui e di quanto fosse mille
volte pi preferibile frequentare la casa di Dio che la dimora temporanea e precaria di chi ignora e disprezza Dio.
Anna si distingueva pure dal resto della sua stessa famiglia. In Luca leggiamo che apparteneva alla trib di Aser. Aser (o
Ascer) era lottavo dei dodici figli di Giacobbe (Ge. 30:13). Quando Giacobbe aveva benedetto, prima della sua morte, i suoi 12 figli,
egli aveva predetto che la sua sarebbe stata una trib particolarmente benestante: Da Ascer verr il pane saporito ed egli fornir
delizie reali (Ge. 49:20). Pure Mos, di Ascer, aveva detto: Benedetto pi di tutti i figli sia Ascer! Sia il favorito dei suoi fratelli e
immerga il suo piede nell'olio (De. 33:24). Quando poi Giosu divise la terra promessa fra le 12 trib, ad Ascer era appunto toccato
in sorte il territorio pi a nord, vicino al Mediterraneo, una terra molto fertile. Con le benedizioni materiali, per, erano pure venute le
tentazioni. Quella trib non avrebbe ubbidito al Signore quando si sarebbe trattato di respingere i popoli pagani ed i loro costumi, e
non avrebbe neppure assistito le altre trib di Israele in questo compito. Benestante e spiritualmente superficiale, la trib di Ascer
sarebbe ben presto scomparsa dalla scena, trascinata via dallinvasore assiro, e perduta per sempre alle pagine della storia.
Ecco per nel tempio di Gerusalemme proprio una della trib di Ascer! Dio aveva stabilito il suo patto di grazia anche con Ascer
e i suoi discendenti, cos Dio avrebbe conservato, anche nel loro mezzo, un residuo fedele.
Proprio nel mezzo dellinfedelt della sua gente, la presenza di Anna nel tempio, rivolge la nostra attenzione alle meraviglie
della fedelt di Dio. Sebbene la sua gente per secoli era stata infedele al loro Dio, ecco una famiglia che Dio aveva conservato
fedele. In modo per noi sconosciuto, il Signore aveva visto come la sua famiglia aveva continuato ad essere fedele al Dio
dellalleanza e continuato a considerare prezioso lEvangelo proclamato dai sacrifici nel tempio.
Il nonno di Anna avrebbe dato a suo padre il nome Fanuel, che significa il volto di Dio, che rammentava la lotta di Giacobbe
con langelo a Peniel. E Fanuel, a sua volta, da a sua figlia il nome di Anna, che significa oggetto particolare della grazia di Dio.
Ecco quindi dei nomi che esprimono apprezzamento per la storia del popolo di Dio, nomi che parlano il linguaggio della fede. Non
magnifico questo: sebbene la trib di Ascer fosse perita nella sua prosperit materiale, Dio ne aveva preservato un resto fedele, uno
che sarebbe stato designato per lincontro diretto con il Figlio di Dio nel tempio. Davvero questo un esempio luminoso della fedelt
di Dio, riflessa nella fedelt di Anna.

Che cosa avrebbe fatto Anna nel tempio giorno dopo giorno? Anna conosceva la Bibbia. Sapeva che in Deuteronomio 10 c
scritto che Diofa giustizia all'orfano e alla vedova, che ama lo straniero dandogli pane e vestito (De. 10:18). Conosceva leco di
Davide alla rivelazione di Dio su S stesso dov scritto: Padre degli orfani e difensore delle vedove DIO nella sua santa
dimora (Sl. 68:5), come pure: L'Eterno protegge i forestieri, soccorre l'orfano e la vedova ma sovverte la via degli empi (Sl. 146:9).
Nella sua solitudine questa vedova si aggrappa alle promesse di Dio e lavora su queste promesse. Anna sapeva dov la
santa dimora di Dio. La sua propria abitazione con suo marito era vuota, non era pi una casa, e qualcuno avrebbe molto
probabilmente magari aspirato a portargliela via. Colui che era stato chiamato a proteggerla era morto, ma sapeva di avere per
Colui che protegge per eccellenza, e cos trova casa nel tempio stesso. Luca dice che non si allontanava mai dal tempio. Ora il
Signore Iddio diventa il punto focale della sua vita.
Nel tempio, per, lei non avrebbe pianto e ricordato solo i bei tempi andati, n si sarebbe semplicemente rallegrata godendo
di questo nuovo suo rifugio, ma si sarebbe impegnata in una vita di servizio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere.
La combinazione digiuni e preghiere suona estranea alle nostre orecchie. Non nostra abitudine darci a digiuni e
preghiere ma il fedele Israele sapeva dalla Parola di Dio che cosa Egli richiedesse loro. Il digiuno in Israele era appropriato come
espressione di dispiacere verso il peccato, e il popolo di Israele si era dato molto a ci che Dio considera peccato. Lingiustizia per
cui le vedove venivano private della propria casa, non era che la punta di un iceberg. Fra il popolo mancava molto quella devozione
verso Dio che Egli si aspettava. Iddio non poteva concedere al Suo popolo le benedizioni promesse nel Patto semplicemente perch
il popolo non Lo serviva di tutto cuore.
Cos che fa Anna? Si unisce ad un circolo femminile la cui attivit preferita quella di pettegolare sulluno e sullaltro e
commentare gli scandali che avvengono nel contesto della societ? No, questa vedova trova un compito in cui impegnarsi, si
impegna a digiunare e a pregare umilmente per i peccati del suo popolo e a supplicare Dio che Dio li perdoni e che conceda loro
redenzione dai mali che li hanno intrappolati.
Giorno dopo giorno Anna si dedica ad invocare il perdono e le benedizioni del Signore. Quando la gente giunge nel tempio per
pregare ed il sacerdote entra nel Santissimo per offrire incenso sullaltare doro, questa figlia dellinfedele Ascer si impegna, con
digiuni e preghiere, ad invocare il Dio di Israele affinch Egli abbia misericordia di un popolo che solo meriterebbe un giudizio di
condanna. Come dice lapostolo Giacomo, pregate gli uni per gli altri, affinch siate guariti; molto pu la preghiera del giusto, fatta
con efficacia (Gm. 5:16).
In Anna lei dimorava lo spirito di Cristo
Era questo latteggiamento di Anna pi il servizio nel tempio che avevano spinto il popolo a considerarla una profetessa?
Comunque avesse ricevuto questa chiamata, o avesse o non avesse un riconoscimento ufficiale, il fatto sta che questa vedova in
Israele era una profetessa. In lei dimorava lo Spirito del Cristo che viene, come dice lapostolo Pietro: cercando di conoscere il
tempo e le circostanze che erano indicate dallo Spirito di Cristo che era in loro, e che attestava anticipatamente delle sofferenze che
sarebbero toccate a Cristo e delle glorie che le avrebbero seguite (1 Pi. 1:11).
Non conosciamo nemmeno una parola che provenisse dalle sue labbra: il fatto stesso che ritrattasse di una discendente di
Ascer nel tempio, gi ci parla della fedelt di Dio alle Sue promesse. Anzi, il fatto stesso che fosse una vedova consacrata anno dopo
anno al digiuno ed alla preghiera parlava come interi volumi ad un popolo che amava i suoi peccati. Il suo servizio nel tempio era una
condanna dei loro peccati ed un appello al ravvedimento.
I suoi anni non erano inutili. No, il fatto che fosse anziana e sola non significava che Anna non avesse scopo nella vita
che i suoi anni fossero inutili. Lei conosceva il suo Dio, conosceva i bisogni del popolo di Dio e questo era abbastanza per lei da
sapere che Dio laveva sollevata dalle responsabilit familiari per dedicarsi al servizio del popolo. Un nuovo anno per lei non era
unoccasione per riflettere sullinutilit della sua vita, ma unaltra opportunit per essere profetessa di Dio per il bene del suo popolo,
una rinnovata opportunit per implorare lIddio di Israele per la redenzione che Egli aveva promesso di inviare.
Per lei si era realizzato ci che annuncia il Salmo 92: Il giusto fiorir come la palma, crescer come il cedro del Libano. Quelli
che sono piantati nella casa dell'Eterno fioriranno nei cortili del nostro DIO. Porteranno ancora frutto nella vecchiaia e saranno
prosperi e verdeggianti, per proclamare che l'Eterno giusto; egli la mia Rocca e non vi alcuna ingiustizia in lui. (12-15).
Questa la donna, dunque, che vide nel tempio, un giorno quattro persone: una giovane donna, suo marito, ed un vecchio di
Gerusalemme, con un neonato fra le braccia del vecchio. Lo Spirito di Cristo in lei la rende cosciente che il bambino fra le braccia di
quel vecchio laggi era ladempimento di tutte le sue aspettative e ladempimento fedele delle aspettative di tutti i profeti prima di lei.
Le sue vecchie e stanche gambe la portano cos di fronte a quel gruppo di persone e lei ringrazia a gran voce il Signore. Ecco
ladempimento delle sue fedeli ed incessanti preghiere, e Maria, Giuseppe e Simeone odono lannuncio.
Non stupefacente? Le preghiere vengono esaudite? Si, il Dio fedele risponde allimpegno fedele dei Suoi fedeli.
Quel bambino, come aveva detto Simeone, sarebbe stato luce per illuminare le genti (v. 32) inclusi quei figli di Ascer che
erano scomparsi nel vortice delle nazioni. Era giunta la redenzione, la liberazione dalla servit al peccato e a Satana, per la salvezza
di molti e la gloria di Israele. Fa meraviglia che ringraziasse Dio?
Il suo compito non cessato. Poi questa donna si volta e se ne va. Nella Scrittura non c di lei una sola parola.
Ringrazia Dio e se ne va. Dove se ne va? A sprecare il suo tempo ora che la salvezza da parte del Signore vicina? No, niente
affatto. Luca ci dice che parlava di quel bambino a tutti coloro che aspettavano la redenzione in Gerusalemme. E una donna
anziana. Ora che le sue preghiere sono state esaudite, continua ad operare e a dire a tutti ci che avvenuto e avverr. Il suo
compito non finito, perch questo compito non sar assunto da nessuno nellestablishment religioso del tempo, piuttosto
preoccupato per linsorgere di qualcuno che avrebbe messo in questione il loro potere!
Qualcuno parla e si mobilita, non accetta la congiura del silenzio. E sempre lei, quella povera e vecchia vedova che diventa
proclamatrice dellEvangelo. Quante forze avr potuto avere per farlo a 84 anni? Eppure va e lo fa. Non sono i sacerdoti e i dottori del
tempio, esponenti ufficiali della religione, che accolgono Ges, Maria e Giuseppe, ma personaggi oscuri e apparentemente
secondari. Tutto questo in linea con tutto lo stile di Dio. Dio non si priva di chi Lo annuncia fedelmente, anche quando unintera
classe politica e religiosa corrotta. Il messaggio di Anna su quel bambino testimonianza vivente della fedelt di Dio all e Sue
promesse, attraverso la fedelt dei minimi fra il Suo popolo che vive nelle tenebre.
Quella donna messaggio fatto persona. Proprio perch il messaggio viene da una persona cos, fedele, che esso acquista
maggiore rilevanza.

La fedelt un valore importante. Per voi la fedelt importante, oppure vi unite anche voi al moderno coro che
considera stupido chi fedele e persevera? Chi persevera, per, vincer. Chi persevera non superficiale, ma sa che la fedelt la
caratteristica di Dio e di chiunque coerentemente assomiglia a Lui. Fedele era Anna, presenza costante ed affidabile. Lei sa che in
Dio pu trovare rifugio sicuro. Anna non ha paura di distinguersi dalla sua stessa gente, perch sa che certi valori non solo sono
vincenti e paganti, ma che la coerenza pi importante della malintesa solidariet con la sua stessa gente. Anna si impegna in una
vita di servizio intercedendo in favore del suo popolo e delle sue miserie. In lei dimora lo spirito di Cristo, e sa che gli anni che Dio ci
concede non sono mai inutili. E Anna che non cessa di parlare di Cristo, quandanche fosse lunica a farlo.
Che noi tutti si possa dunque assomigliare ad Anna nella sua fedelt e perseveranza, e con lei ricevere la redenzione in Cristo
Ges.

Magnificate il nostro Dio! Egli la rocca, l'opera sua perfetta, poich tutte le sue vie sono giustizia.
un Dio fedele e senza iniquit. Egli giusto e retto. Deuteronomio 32:3-4
Ecco ci che voglio richiamare alla mente, ci che mi fa sperare: una grazia del SIGNORE che non siamo stati
completamente distrutti; le sue compassioni infatti non sono esaurite; si rinnovano ogni mattina.
Grande la tua fedelt! Il SIGNORE la mia parte, io dico, perci sperer in lui. Il SIGNORE buono con quelli che
sperano in lui, con chi lo cerca. Lamentazioni 3:21-25











































"Presso la croce di Ges stavano sua madre e la sorella di sua madre, Maria di Cleopa, e Maria Maddalena." Giovanni 19:25
La prima scena si svolge al momento della crocifissione, al culmine del sacrificio di Ges. Tutti hanno abbandonato il Signore,
invece, queste quattro donne, di cui tre con il medesimo nome, si avvicinano il pi possibile alla croce e sono testimoni della Sua
morte. La prima donna la madre del Signore Ges; vi poi la sorella di Maria e, di seguito, sono nominate Maria di Cleopa e la
Maddalena. Da lontano diverse donne seguivano con la folla la scena dalle crocifissione, ma queste quattro sono rimaste vicine a
Lui, anche se successivamente sono state allontanate dai soldati romani. Forse volevano udire ancora qualche parola dell'amato
Maestro e dimostrarGli fino alla fine il loro affetto.
Il tenero sentimento di queste donne sicuramente commovente.
Durante le Sue sofferenze, a parte Giovanni, tutti i discepoli si sono defilati.
Queste donne continuano invece a starGli vicino: non possono salvarLo, n alleviarGli il dolore, ma Gli rimangono vicine facendoGli
sentire tutto il loro affetto.
Avevano provveduto ai Suoi bisogni durante i Suoi giri missionari in Galilea e il suo viaggio a Gerusalemme; ed ora, con mirabile
devozione, stanno ai piedi della croce, dimentiche di s, nella speranza che venga loro permesso di servire, nei Suoi ultimi momenti,
quel Maestro che tanto amavano.
E come le altre tre, Maria di Cleopa era una donna che andava fino in fondo. La ritroviamo probabilmente qualche ora dopo,
davanti al sepolcro con altre, dopo che Ges spirato (Matteo 27:56). E' testimone del terremoto che scuote la terra, fa schiantare le
rocce e liberare dei risorti dalle tombe... che scena impressionante! Ma Maria non si lascia impressionare.
Non venuta l con le altre per curiosit, ma perch desiderano rendere gli ultimi onori al corpo del loro Signore e Maestro.
Per l'avvicinarsi della notte e del sabato rende impossibile, per quella sera, l'attuazione del loro disegno; ma vogliono almeno
vedere dove si pone il corpo, ed osservare attentamente la posizione del sepolcro per essere certe di non sbagliarsi al ritorno.

Riescono infatti in questo intento. E lasciato trascorrere il sabato di riposo, domenica mattina all'alba, Maria di Cleopa si ripresenta al
sepolcro con Maria Maddalena per imbalsamare il corpo del Signore. Le aspetta per un'esperienza che non si sarebbero mai
immaginate: prima un nuovo terremoto. Ma questa volta la natura non trema pi per la morte del Suo Creatore, ma freme perch Egli
ha vinto la morte.
All'improvviso un angelo appare dicendo:
Ma l'angelo si rivolse alle donne e disse: "Voi, non temete;perch io so che cercate Ges, che stato crocifisso.
Egli non qui, perch risuscitato come aveva detto; venite a vedere il luogo dove giaceva." Matteo 28:5-6

Che spavento, ma quanta gioia nel cuore dopo tutti quegli avvenimenti sapere che Ges risuscitato!
E quelle se ne andarono in fretta dal sepolcro con spavento e grande gioia e corsero ad annunziarlo ai suoi discepoli. Matteo 28:8
Lo stesso giorno, nel Vangelo Luca riportato un fatto altrettanto speciale accaduto a quello che la maggior parte dei
commentatori riconoscono come il marito di Maria: Cleopa. Si tratta di uno dei due discepoli che incontrano il Signore Ges sulla via
di Emmaus (cfr. Luca 24:18).
Come le donne, anche Cleopa non aveva altro in testa se non quello che era accaduto i giorni precedenti; discorre e discute con un
altro discepolo della morte di Ges e su quei racconti davvero strani fatti dalle donne sull'apparizione di Ges Risorto.
Ricordiamo le sue parole toccanti:
"Ges Nazareno, che era un profeta potente in opere e in parola davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e i
nostri magistrati. lo hanno fatto condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che fosse lui che avrebbe liberato Israele!"
(Luca 24:20-21)

Dobbiamo capire il sentimento che pervadeva la famiglia di Cleopa: fino a domenica mattina vi una grande tristezza per una
SPERANZA ridotta in polvere!
Le parole del marito Noi speravamo traducono bene limmensa inquietudine di tanti cuori umani.
Ma questo Noi speravamo anche lespressione della rovina di qualsiasi sogno MESSIANICO: tutti sognavano che Israele fosse
liberato dalla potenza usurpatrice che lo stava dominando e che nessuno poteva accettare.
Se il Messia avesse liberato il popolo dalloppressore avrebbe permesso anche che Dio fosse servito senza timore, in santit e
giustizia.Ogni miracolo che Ges aveva compiuto era per questa Maria e per suo marito il combustibile che alimentava il fuoco della
loro attesa e del loro ardente desiderio.
Come potevano comprendere questo strano paradosso, di un Messia glorioso e allo stesso tempo umiliato?
Quando Ges insegnava, Maria di Cleopa ed il marito pendevano dalle sue labbra. Noi speravamo

" vero che certe donne tra di noi ci hanno fatto stupire; andate la mattina di buon'ora al sepolcro,non hanno trovato il suo corpo,
e sono ritornate dicendo di aver avuto anche una visione di angeli, i quali dicono che egli vivo. Alcuni dei nostri sono andati al
sepolcro e hanno trovato tutto come avevano detto le donne; ma lui non lo hanno visto" (Luca 24:22-24)

Ges con grande amore spiega a questi due discepoli come tutto quello che accaduto era secondo i piani di Dio e come le
parole delle donne erano veritiere.
Che meraviglia!
Cristo spiega ai suoi discepoli tutta l'opera che venuto a compiere... non si trattava solo di salvare Gerusalemme, ma la salvezza
era per tutte le genti. Il cuore di questi due discepoli arde, adorano il Signore e ritornano a Gerusalemme con una grande allegrezza.
La loro conoscenza della sua Messianit e Divinit ormai chiara e distinta; le tenebre sono passate e la vera luce risplende sopra
loro. Essi credevano fermamente che, sebbene non dovessero pi rivederlo coll'occhio materiale, Egli sarebbe stato con loro e con la
sua vera Chiesa fino alla fine del mondo.
Questa era la sorgente della gioia che riempiva il loro cuore.
Ges ha scelto per essere testimoni della Sua morte e, soprattutto, della Sua resurrezione alcune donne e due discepoli
smarriti, ma desiderosi di aver le idee chiare su tutto ci che riguardava il loro Maestro.
Maria di Cleopa nel voler essere vicina al suo Maestro fin alla fine stata testimone di eventi straordinari: la morte del Signore, ma
anche di terremoti, resurrezioni di morti, dell'apparizione di un angelo che incoraggia lei e Maria Maddalena a non temere, a verificare
e a credere che il Cristo risorto.
Cleopa stato scelto, con il suo compagno, ad incontrare il Cristo Risorto proprio perch non poteva darsi pace che tutto quello che
aveva visto durante la vita del Signore fosse finito con la Sua morte: doveva esserci dell'altro. Cos stato chiamato a parlare
direttamente con il Salvatore e ad essere testimone che Cristo venuto per dar la possibilit a tutti gli uomini che credono in Lui, che
chiedono il perdono dei peccati, di trovare la salvezza nella Sua opera unica e grandiosa.
Anche noi dobbiamo tenerci stretti a Ges come lo sono state queste donne.
Anche noi dovremmo fremere d'amore per il nostro Salvatore, gioire perch il nostro Signore seduto nei Luoghi Altissimi, al la destra
del Padre, dove ci ha preparato un posto e ci attende.
La vita di Cleopa e di sua moglie non stata pi la stessa dopo questi incontri. Probabilmente stavano tra i discepoli sempre nel
tempio e benedicevano. Quante promesse fatte dal Maestro durante la Sua vita terrena da ricordare e da raccontare... non c'era
tempo per spettegolare o affaccendarsi in mille attivit inutili; ma solo per rallegrarsi, benedire e ricordare raccontando a tutti gli altri
quali meraviglie aveva fatto il Salvatore.
Anche noi che abbiamo incontrato Cristo nelle nostre vite siamo chiamate a rendere testimonianza della verit del Vangelo del
nostro Maestro, dell'amore del Suo cuore, della felicit di servirLo, dell'eccellenza delle Sue norme di vita a fronte di tutto ci che
invece offre il mondo intorno a noi.
Anche noi siamo chiamate a non perdere tempo dietro cose vane, ma sempre a lodare Dio per la Sua opera immensa di cui ci
parla la Scrittura.
Che il Signore ci aiuti ad essere sempre tra coloro che LO AMANO e si rallegrano nel penetrare il segreto delle cose
scritte nella Sua Parola: solo con Lui il cuore si dilata e lanima festeggia.





































Il prezzo della menzogna
La Guardia di Finanza desidererebbe avere lo stesso discernimento che Pietro ha avuto il giorno in cui ha interrogato Saffira
ed Anania sulla quantit del loro dono finanziario alla chiesa. Quanto sarebbe utile sapere con sicurezza se qualcuno sta dicendo la
verit.Saffira parlando con Pietro del prezzo della propriet venduta e del dono che stavano offrendo alla chiesa, non ha avuto un
vuoto di memoria.
Conosceva perfettamente ci che suo marito stava andando a dire ai conduttori della chiesa.
La sola cosa che non conosceva era che la conseguenza della menzogna sarebbe arrivata rapida e severa.
L'amore per il danaro era il punto debole di Saffira. Lei e suo marito erano d'accordo con gli altri della Comunit nel
condividere ci che avevano e di mettere tutto in comune (Atti 2:44, 45; 4:32). Saffira ed suo marito non erano forzati a fare questo.
Avrebbero potuto ritirarsi dalla Comunit se non desiderassero fare fronte alle richieste. Ma volontariamente vi si erano adeguati.
Dopo la lettura del questo passo ed avere esaminato ci che accaduto, mi domando se lei e suo marito avessero
acconsentito soltanto per fare una bella figura davanti alla gente.
Siamo forse tentati di far la stessa cosa? Chi cerchiamo di imbrogliare gli altri anche noi?
Possiamo avere un buon proposito nei nostri cuori, ma ricordiamo che non possiamo dire un cosa e farne un'altra... un giorno,
dovremo rendere conto a Dio come Saffira.
Pietro ha indicato chiaramente che nessuno aveva chiesto loro di vendere la propriet ed anche dopo che l'avevano venduta il
ricavato ancora apparteneva loro... perch allora mettersi d'accordo per mentire?
Saffira non ha resistito davanti alla tentazione severa del danaro: lei ed Anania hanno desiderato avere l'approvazione della
chiesa ma, allo stesso tempo, amavano il loro denaro al punto di mentire, per tenere per s una parte dei soldi con disonest ed
inganno. La Bibbia dice: Atti 5:1-2
"Un uomo di nome Anania, con Saffira sua moglie, vendette una propriet e tenne per s una parte del prezzo,
essendone consapevole anche la moglie; e un'altra parte, la consegn, deponendola ai piedi degli apostoli."
Che forte atto d'accusa per una moglie. La frase " con la consapevolezza della sua moglie " la rende colpevole quanto suo
marito. Anania ha commesso questa malvagit complottando con Saffira... alla domanda di Pietro, lei ben pronta a dare la stessa
versione del marito.
Il significato iniziale del nome del Anania " Yahweh grazia ". Dio ha avuto grazia verso Anania nel dargli una moglie
bella (questo il significato del nome "Saffira") e nel benedirlo con propriet terrene. Senza dubbio lui e la sua moglie erano fra i
membri pi ricchi di questa Comunit cristiana e avrebbero dovuto essere impegnati pi fortemente nella generosit e nell'onest.
Il racconto ambientato in un periodo particolare della Chiesa primitiva. Luca ci dice in Atti 4:31 che quando i credenti avevano
pregato, il luogo in cui erano trem; e tutti erano ripieni dello Spirito Santo e annunziavano la Parola del dio con franchezza.
Saffira ha avuto l'occasione conoscere l'opera dello Spirito Santo nella vita del cristiano. Aveva visto diverse persone vivere in modo
pratico la propria fede in Cristo (Atti 4:34- 37).
Come altri cristiani Saffira aveva conoscenza delle parole di Cristo:
"Nessuno pu servire due padroni;perch o odier l'uno e amer l'altro, o avr riguardo per l'uno e disprezzo per l'altro.
Voi non potete servire Dio e Mammona." Matteo 6:24
Ma Pietro disse: Anania, perch Satana ha cos riempito il tuo cuore da farti mentire allo Spirito Santo e trattenere parte del prezzo
del podere?Se questo non si vendeva, non restava tuo?E una volta venduto, il ricavato non era a tua disposizione?
Perch ti sei messo in cuore questa cosa?Tu non hai mentito agli uomini ma a Dio Atti 5:3 - 4
Anania non ha dato risposta ed caduto completamente ai piedi di Pietro. Non conoscendo che cosa fosse successo di suo
marito, Saffira si presenta dopo tre ore da Pietro; e quando costui le chiede se suo marito avesse venduto per un importo specifico la
propriet, lei risponde: "S, per tanto. " (Atti 5:8) Questa risposta disonesta rivela Saffira come moglie che preferisce pensare
disonestamente al proprio tornaconto che essere onesta davanti alla chiesa e leale verso Dio.
Saffira pretende essere chi non in realt. Apparentemente Anania e Saffira sembravano generosi; ma per Dio erano
degli ipocriti. E con Anania e Saffira l'ipocrisia si fa conoscere nella chiesa cristiana.
Interessante da notare che in questo passaggio relativo a Saffira ed Anania compare per la prima vola la parola "la chiesa"
(Atti 5:11) come nome per la Comunit cristiana. Cominciamo perci a capire il dovere estremamente importante che riposava su
Saffira come membro principale di questa prima chiesa cristiana. Le nostre offerte SONO importanti quanto la nostre preghiera!
Pensiamo alle benedizioni che Saffira ha perso quando hanno deciso RUBARE a Dio.
Non pensiamo per che Dio abbia realmente bisogno dei vostri soldi.
A Lui appartiene ogni cosa!
Ma ha bisogno della nostra obbedienza, della disposizione del nostro cuore.
Non ci sono bisogni che il nostro Padre Celeste non possa soddisfare se camminiamo sulla strada dell'obbedienza e nella fede.
Se Dio scegliesse di imporre lo stesso giudizio rapido su di noi come ha fatto su Saffira, quanto tempo dureremmo?
Non ci sono bugie che abbiamo detto, grandi o piccole, recenti o vecchie, che non possano essere perdonate, confessate a
Dio. Perch aspettare di essere un giorno alla presenza di Dio per dire la verit? Questo il momento per dire la verit, mentre Dio
sta dando l'occasione che Saffira non ha avuto.
La morte improvvisa di Saffira e di suo marito ha mostrato nella chiesa cosa potrebbe accadere quando un marito e una moglie
diventano soci nella malvagit e non nella verit.
La gente ha visto anche che non possibile non dire la verit ed andarsene impuniti, che non c' una strada di mezzo tra la verit e
la menzogna.
Impariamo dalla storia di Saffira dove porta l'amore per il danaro ...



La chiamata di Paolo in Macedonia e la sua ubbidienza a Dio
Lidia, la sua conversione, la sua vita per il Signore

Iniziamo quindi dalla visione che Paolo ebbe durante la notte.

In tutto il suo ministerio Paolo ebbe molte visioni, qualche volta di incoraggiamento, altre volte, come in questo caso, per
dirigerlo nel suo lavoro.
Un angelo (IL MACEDONE) gli apparve per dirgli che era volont di Cristo, che andasse a Macedonia; e Paolo non si lasci
scoraggiare dal divieto impostogli dal Signore di tanto in tanto, con il quale le sue intenzioni venivano ostacolate, poich sebbene non
sarebbe andato dove aveva intenzione di andare, cio in Asia, sarebbe andato dove Dio aveva preparato un lavoro da fargli
svolgere.
Quando Paolo e i suoi compagni arrivano a Filippi ricevono per una fredda accoglienza.
Indubbiamente dopo la chiamata tanto particolare da parte di Dio in quel luogo, ci si aspetta almeno un gioioso benvenuto
come Pietro lo ebbe da Cornelio, quando langelo lo invi da lui.
Ma dove era luomo macedone che preg Paolo di andare l in tutta fretta? Perch Paolo non fu presentato solennemente, e
non gli furono date in mano le chiavi della citt?
Non trov nulla del genere e infatti pass diverso tempo prima che ci si accorgesse di loro come leggiamo al Versetto 12
Di l ci recammo a Filippi, che Colonia Romana e la citt pi importante di quella regione della Macedonia; e restammo in
quella citt alcuni giorni.
Penso che Paolo a questo punto del suo secondo viaggio missionario, inizi un po a scoraggiarsi e a pensare: cosa sono
venuto a farci qui, era meglio, forse, restare dove eravamo!!!!
Questo particolare momento vissuto da Paolo mi ha fatto riflettere su come tante volte ci lasciamo scoraggiare sentiamo e
siamo sicuri che Dio ci abbia chiamati in un posto o a svolgere un servizio per Lui e poi giunti a destinazione ci aspettiamo che
suonino le trombe al nostro arrivo e invece, NON SUCCEDE NIENTE, passano i giorni e niente, gli anni ma niente; e noi l a
chiederci :dove ho sbagliato o in che direzione sto andando?
E quale mezzo migliore della Parola e della Preghiera abbiamo per scoprire Dio dove ci sta indirizzando e cosa vuole da noi?

La Tua Parola una lampada al mio piede e una Luce sul mio sentiero .
SALMO 119:105

Non affidiamoci a sentimenti, a vocine interiori, o a sensazioni; ma restiamo fedeli alla Sua Parola e scopriremo le cose
meravigliose che ci vengono preparate ogni giorno da Lui.
I nostri tempi non sono come i Suoi, quindi, pazientemente attendiamo con fede la Sua Volont, infatti come vediamo
ritornando al nostro testo al VERSETTO 13
Il Sabato andammo fuori dalla porta, lungo il fiume, dove pensavamo vi fosse un luogo di preghiera; e sedutici
parlavamo alle donne riunite.
Quindi dopo una ricerca trovarono un gruppo di donne pie (e non una sinagoga piena di Giudei), che sarebbero state
entusiaste di sentirli parlare.
Le donne si incontravano fuori dalla citt perch era lunico posto in cui poteva essere tollerato un tale incontro, secondo la
descrizione della devozione pi antica e universale per invocare il nome del Signore bisognava stare appartati a e loro non
interessava tanto dove, limportante era adorare Dio, lo facevano in modo appartato ogni giorno e inoltre si radunavano di Sabato
anche se erano solo donne e col dissenso e la disapprovazione della citt.
Pensiamo alla gioia che hanno provato nel cuore, quelle donne che nel giorno delladorazione a Dio, (cio il Sabato) si sono
viste presentare degli uomini che potevano parlar loro del Signore Ges: inoltre notiamo con quanta intraprendenza e audacia,
queste donne non potendosi radunare dove volevano lo facevano come potevano.
Oggi, dobbiamo essere davvero grate a Lui per il privilegio che abbiamo di poterci radunare con tranquillit e in
completa libert per poter Adorare, Glorificare e Lodare il nostro Dio.
Cos Paolo e gli altri si sedettero per istruire e pregare con loro, affinch potessero essere incoraggiate ed accrescere in loro
una profonda conoscenza di Cristo.
Sempre in Atti 16 al versetto14 leggiamo:
Una donna della citt di Tiatiri, commerciante di porpora, di nome Lidia,
che temeva Dio, ci stava ad ascoltare.
Il Signore le apr il cuore, per renderla attenta alle cose dette da Paolo .
Di questa donna prendiamo in considerazione quattro punti fondamentali della sua vita.

Primo punto : Lidia fu una delle prime convertite in quel luogo e sicuramente per lei un onore avere il suo nome scritto
nel libro di Dio, in modo che si legger sempre di lei nelle Scritture.
Ed stupendo pensare che avendo aperto il nostro cuore al Signore, anche se non troviamo il nostro nome nella Bibbia, lo
troveremo nel libro della vita.

Come scritto in FILIPPESI 4:3 e in LUCA 10:20

bisogna veramente che ci rallegriamo per questo.

Secondo punto : il suo mestiere.
Lidia era una negoziante di porpora, era una donna molto rispettata, viveva in una casa spaziosa e aveva anche molti servi.
Insomma non dobbiamo meravigliarci che fosse una donna di successo nei suoi affari, aveva le idee chiare e svolgeva il suo
mestiere in modo onesto, con entusiasmo e per uno scopo ben preciso.
Ho notato nei vari commentari che tutti evidenziano il suo modo onesto di lavorare, ci vuol dire che davvero lo faceva i n
modo lodevole e non era come tante donne di quel tempo come troviamo in I TIMOTEO 5:13 :
Inoltre imparano anche a essere oziose, andando attorno per le case;
e non soltanto a essere oziose, ma anche pettegole e curiose,
parlando di cose delle quali non si deve parlare.
Pur essendo una donna indipendente e dato che i suoi prodotti erano richiesti soprattutto da re e comunque da persone ricche
di un certo livello, questo non aveva permesso che ne fosse assorbita completamente, ma trovava il tempo per cose di maggiore
importanza; ovvero adorava Dio e trovava il tempo per far progredire e migliorare la sua anima.
E a questo punto guardo indietro nella mia vita, a quando avevamo un negozio e, con vero dispiacere penso a come il lavoro
assorbiva tutto il nostro tempo, e tutto il nostro essere.
Vivevamo solo per il negozio, e mi viene in mente il versetto che dice dov il tuo tesoro l anche il tuo cuore (Matteo
6:21),purtroppo era proprio cos.

Quando abbiamo aperto il negozio, lo abbiamo fatto con lo scopo di avere unattivit nel mondo dirigendoci per verso Dio, nel
senso che con dei buoni propositi evangelici pensavamo di poter portare agli altri la Parola di Dio, ma contando sulle nostre forze,
eravamo convinti di poter badare a questo mestiere senza togliere nulla a Dio, ma soprattutto eravamo certi che il negozio era una
risposta da parte del Signore.
Invece pian piano, non stavamo seguendo pi Dio, ma altre direzioni e purtroppo non avevamo neanche pi il tempo di
andare alle riunioni; ma ringrazio tanto Dio che nella Sua Immensa Misericordia mi ha offerto lopportunit di cambiare tutta la mia
vita e, anche se questo ha comportato il fatto di aver dovuto cambiare citt, abitazione, chiesa e lavoro lo ha fatto nella Sua Grazia
e in modo meraviglioso dandomi la possibilit di conoscerlo a fondo attraverso la Sua parola e ora a distanza di un anno scopro le
benedizioni che mi dona ogni giorno e posso dire con estrema certezza che tutto ci che fa il Signore lo fa per il nostro
bene.

Terzo punto :
E qui mi ricollego a Lidia e di come Dio lha condotta a Filippi, affinch potesse beneficiare del ministerio di Paolo; e proprio l
in una citt dove lei non era nata, poich proveniva da Tiatiri, fece buon uso della vantaggiosa opportunit che Dio le stava offrendo.
Ed cos vero il versetto in Romani 8:28
Or sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il Suo
disegno.

Quarto punto:
Adorava Dio con tutto il Suo cuore.
Quando Lidia a quell incontro di preghiera sente parlare di Ges apre il suo cuore e si ravvede, subito dopo sente la necessit
di dire agli altri ci che stava succedendo in lei.
Infatti si battezza, e quale modo migliore per testimoniare della propria fede, per mostrare a tutti lincontenibile felicit che
regnava dentro di lei, ma soprattutto dimostrava che si identificava con la morte e la resurrezione di Cristo ed era una nuova
creatura.
Romani 6:3-5
O ignorate forse che tutti noi, che siamo stati battezzati in Cristo Ges, siamo stati battezzati nella Sua morte?
Siamo dunque stati sepolti con Lui mediante il battesimo nella Sua morte, affinch come Cristo stato risuscitato dai morti
mediante la gloria del Padre, cos anche noi camminassimo in novit di vita. Perch se siamo stati totalmente uniti a Lui in
una morte simile alla Sua, lo saremo anche in una resurrezione simile alla Sua.
Con il suo entusiasmo Lidia, port a Ges tante persone e grazie a lei il numero dei cristiani crebbe tantissimo, che sorse la
prima chiesa l in quel luogo.


Penso che questo ci che Dio si aspetta da ognuno di noi, che lavoriamo in questo mondo, in modo da mettere tutte noi
stesse al servizio di Cristo e cosa fondamentale, inoltre, di parlare agli altri dellamore stupendo del nostro Signore Ges.
Sforziamoci sempre di raggiungere lo scopo a cui Dio ci ha chiamate e non perdiamo mai di vista la nostra destinazione finale.
La nostra vita terrena ci spinge a combattere, e noi combattiamo il buon combattimento della fede.

Combatti il buon combattimento della fede, afferra la vita eterna alla quale sei stato chiamato e in vista della quale hai
fatto quella bella confessione di fede in presenza di molti testimoni. (I Timoteo 6:12 )
Per raggiungere poi delle ricompense eterne e cio le corone che sono riservate per coloro che le hanno conquistate.
Per Lidia, lessere diventata cristiana significava qualcosa di molto concreto e cio: lintera sottomissione alla supremazia di
Cristo.
Oltre a tutta se stessa sottomise anche la sua casa infatti costrinse Paolo e i suoi compagni a rimanere presso di lei e loro
accettarono, segno che davvero questa donna si era convertita.
Inoltre un altro aspetto fondamentale da non sottovalutare di Lidia il fatto che non si vergognava di Cristo e quindi neppure
quando Paolo e Sila, coperti di ferite e contusioni, tornarono a casa sua dopo essere stati in prigione.
Tutti in citt sapevano quanto Lidia considerava un privilegio ospitare quegli uomini in casa sua.
E quale altro insegnamento, come donne, questa sera possiamo trarre da Lidia se non quello dellOSPITALITA!!
Dio desidera che i cristiani aprano le loro case agli altri e si aiutino con i mezzi che Lui ci mette a disposizione. Dio desidera che
amministriamo con diligenza i beni materiali che ci ha affidato.
Chi pratica lospitalit si render conto in seguito e con sua grande sorpresa, di aver qualche volta, ospitato degli angeli senza
saperlo.
Ebrei 13:2
Non dimenticate lospitalit; perch alcuni praticandola, senza saperlo hanno ospitato angeli.
E comprensibile supporre che una donna, che era riuscita ad impressionare gli apostoli e la sua famiglia con le proprie
convinzioni, avesse lo stesso successo nel convincere gli altri attraverso i suoi contatti di lavoro; quindi prosperava su due fronti.
Inoltre vediamo in Filippesi 1:3-7 e 4:3 , che nella lettera che Paolo scrisse qualche anno dopo alla comunit di Filippi, mentre
era prigioniero a Roma, menziona delle donne che hanno lavorato intensamente insieme a lui per portare la diffusione del vangelo.
E stupendo vedere come una donna, comunque impegnata in un commercio cos importante abbia dato tutta se stessa per
servire Ges e lo ha fatto fedelmente ottenendo degli ottimi risultati.
Pensando al vero premio, quello che nei cieli e non alle ricchezze e ai tesori di questa terra. Lidia ha corso verso la meta per
ottenere il premio della celeste vocazione in Cristo Ges.
Come scritto in FILIPPESI 3:13-14
Dimenticando le cose che stanno dietro di me e protendendomi verso quelle che stanno davanti ,
corro verso la meta per ottenere il premio della celeste vocazione in Cristo Ges.

Che tutte possiamo essere delle tante Lidia.

DOMANDE PER LA RIFLESSIONE


Dove appare Lidia per la prima volta e che cosa si dice di lei?
Cosa accadde quando sent parlare Paolo?
Quale fu lazione di Dio nei suoi confronti e che cosa fece lei? (VEDI ANCHE PROVERBI 14:23 e LUCA 8:15)
Dopo aver sentito parlare Paolo, quale fu la sua pubblica confessione di fede?
Qual la spiegazione a tale confessione?
GIOVANNI 15:1-6 parla di portare frutto. In che modo la vita di Lidia port frutto?
In che modo Lidia dimostr di dare la precedenza assoluta alle cose di Dio?
Che cosa impari da lei e come puoi manifestarlo nella tua vita quotidiana?

















Ecco io sono convinto che questuomo un santo uomo di Dio 2 Re 4:9

Questa frase esprime tutta la convinzione, la certezza e la fede di una donna che confida nel suo Dio, ed in un certo senso
un po il cuore del racconto.
In questa storia viene esaltata tutta la grandezza, la bellezza e la sovranit di Dio, un Dio meraviglioso che prepara le
situazioni, le cose e le persone in modo perfetto, portando sempre a compimento i suoi piani ed esaltando tutta la Sua gloria!
Questa donna, essendo sensibile alle cose di Dio, aveva imparato a non dare nulla per scontato nella sua vita; sapeva che
ogni persona o situazione poteva essere usata da Dio per parlare al suo cuore. Per questa ragione, quando vide passare Eliseo, si
accorse subito che era un uomo di Dio.
Offrendo ad Eliseo tutta la sua disponibilit, sapeva di piacere a Dio.
In questa storia emergono due figure, la donna e luomo di Dio.
La fede nellunico vero Dio il filo conduttore tra luomo di Dio e la donna.
E importante notare, che quando Dio parla al nostro cuore lo fa in modo diretto e personale preparando tutto ci che
attorno noi.
Dio ci ha creato in modo diverso luno dallaltro: spetta a noi, uomo o donna, scoprire quali sono i talenti che Dio ci ha
donato e adoperarli per Lui, in tutta la sua potenzialit.
Come la salvezza personale, individuale, anche il nostro rapporto con Dio e la nostra crescita spirituali sono personali ed
individuali.
In base al nostro rapporto con Dio, anche nelle situazioni pi difficili, riusciremo a distinguere in modo chiaro la sua voce.
Il marito, pur non avendo la stessa sensibilit e la stessa apertura verso le cose di Dio della moglie, viene comunque, usato
e preparato da Dio per i suoi piani.
Partendo dal v. 8 dello stesso capitolo vediamo che un giorno: "il profeta Eliseo passava per Shunem, e una donna
ricca lo trattenne con premura perch prendesse cibo da lei; e tutte le volte che passava, si recava da lei a mangiare
Vedremo che il dialogo si svolge esclusivamente tra luomo di Dio e la donna.
Dal punto di vista umano, il comportamento della donna potrebbe non essere capito o addirittura criticato: una donna ricca,
sposata, vede passare un uomo, lo trattiene con premura, circondandolo di attenzioni e lo convince a fermarsi a mangiare da lei.
Luomo accetta linvito. Tutto questo pu apparire strano ai nostri occhi.
Ma fortunatamente, Dio non ragiona con la nostra mente e non vede le cose con i nostri occhi; Egli non si ferma davanti a
ci che appare ma va oltre, va diritto al cuore e il cuore della donna era gradito a Dio.
Questa donna, nonostante il fatto che non aveva potuto avere figli, perch il marito era ormai vecchio, era comunque
serena; non permise in alcun modo al suo cuore di inaridirsi, ma lo lasci libero di espandere attorno a s lamore di Dio. Sapeva
che solo Dio era in grado di capirla davvero nella profondit del suo essere e a Lui aveva affidato ogni cosa.
Al v. 10 la donna dice al marito: ti prego, facciamo una piccola stanza in muratura al piano di sopra e mettiamoci
per lui un tavolo, una sedia e un candeliere; cos, quando verr da noi, vi si potr ritirare" ed il marito accetta.
Al v. 11 vediamo che: Un giorno Eliseo passava di la, si ritir nella stanza di sopra e vi dorm. Ci che sembrava strano,
diventa ancora pi strano: in un certo senso, il marito acconsente al fatto che il Profeta entri a far parte della vita della moglie. Dal
punto di vista umano, ancora non riusciamo a comprendere, ma anche questo era nei piani di Dio. Egli fa cose grandi e
imperscrutabili, meravigliose senza numero (Giobbe cap. 9:10).
Luomo, a volte, pu ostacolare o ritardare i disegni di Dio, ma una cosa certa i disegni di Dio sono e saranno sempre
portati a compimento.
In Isaia cap. 46: 11 scritto: Si, io lho detto e lo far avvenire; ne ho formato il disegno e lo eseguir
Dio aveva predisposto ogni cosa: nonostante il fatto che il marito non sentisse e non vivesse le cose di Dio come la moglie,
contribuisce alla benedizione nella vita della moglie tramite la presenza di Eliseo, usufruendone in seguito, lui stesso.
Se il marito avesse voluto, non avendo la stessa convinzione, la stessa certezza e la stessa fede della moglie, avrebbe
potuto ostacolarla e come marito poteva farlo; ma non lo fece perch questo, non era nei piani di Dio!
Ai v.12 e 13 Eliseo sente il bisogno di contraccambiare in qualche modo la gentilezza e la premura della donna e dice il suo
servo Gheazi: chiama questa Sunamita egli la chiam ed ella si present davanti a lui. Eliseo disse quindi al suo servo: or dille
cos: ecco, tu hai avuto per noi questa premura; cosa posso fare per te? Alla domanda di Eliseo la donna risponde soltanto: io vivo
in mezzo al mio popolo
Dalla risposta sembra che la donna stia bene cos, probabilmente neppure lei si era resa conto di ci che mancava alla sua
vita, cio lessere benedetta con la nascita di un figlio. Forse dava per scontato che non avrebbe mai potuto aver figli.
Eliseo per non si d per vinto, insiste e chiede ancora al suo servo Gheazi: Cosa posso fare dunque per lei? Gheazi
risponde: a dire il vero lei non ha figli e suo marito vecchio
Eliseo, al v. 15 dice ancora al suo servo: chiamala! Egli la chiam, ed ella si ferm sulla porta ed Eliseo le disse: in
questa stagione, lhanno prossimo, tu abbraccerai un figlio
E cos avvenne, come per Sara, la donna concep e partor un figlio lanno seguente, in quella stessa stagione come
Eliseo aveva detto v. 17
Ecco la benedizione di Dio per lei, tramite Eliseo; il dono di un figlio; finalmente avrebbe provato la gioia di tenere tra le
braccia un bambino il suo bambino.
Purtroppo nei versetti successivi vediamo che, mentre si trovava nei campi assieme al padre, il bambino si sent male e
disse a suo padre: la mia testa, la mia testa!
Il padre ordin al suo servo: portalo a sua madre
Al v. 20 vediamo che il bambino rimase sulle ginocchia della madre sino a mezzogiorno, poi mor. Allora lei sal, lo adagi
sul letto delluomo di Dio, chiuse la porta ed usc v. 21
In questo gesto c unulteriore esempio di fede da parte della donna, una fede vera, concreta che non viene mai meno!
Dio gli aveva dato un figlio e Lui era lunico che poteva aiutarla!
La donna sapeva che Eliseo dipendeva da Dio, lasciando il bambino adagiato sul suo letto nella stanza dove lui
pregava e meditava, era come se avesse messo in certo senso, il suo bambino nelle mani di Dio!
Poi, al v. 22 la donna chiam suo marito dicendo: ti prego mandami uno dei servi e unasina;corro dalluomo di Dio e torno.
Il marito non comprende, non si rende conto dellurgenza della cosa, della necessit della moglie di andare subito dalluomo
di Dio e pone domande che in quel momento, data lurgenza forse erano fuori luogo. (v. 23)
Anche in questo caso, si vede nuovamente la fede, la dinamicit e la prontezza della donna la quale, avviandosi rassicura il
marito dicendo: andr tutto bene
Dopodich, al v. 24 vediamo che fece sellare lasina e ordin al suo servo: conducimi e vai avanti; non rallentare il passo
per me, a meno che te lo ordini. Al v. 25 vediamo che si reca dalluomo di Dio sul monte Carmelo e Non appena luomo di Dio la
vide da lontano, disse a Gheazi suo servo: ecco la Sunamita
Al v. 26 mand il suo servo Gheazi ad incontrarla, chiedendole: Stai bene? Sta bene tuo marito? E il bimbo sta bene?
Ma lei non vuole perdere tempo nel dare spiegazioni a Gheazi, la persona di cui si fidava era Eliseo non il suo servo; la sua
fiducia era riposta nelluomo di Dio, perch luomo di Dio dipendeva da Dio!
Quando finalmente giunse da Eliseo, si gett ai suoi piedi e pianse amaramente dicendo: Avevo forse chiesto al mio
signore un figlio? Non ti avevo forse detto non mi ingannare?
Allora: Eliseo disse a Gheazi: cingiti i fianchi, prendi in mano il mio bastone e part. Se ti imbatti in qualcuno, non lo
salutare; e se alcuno ti saluta non lo salutare non gli rispondere; e poserai il mio bastone sulla faccia del fanciullo v. 29
Ma la madre del bambino disse ad Eliseo: Com vero che lEterno vive e che tu pure vivi, io non ti lascer ed Eliseo si
levo a le andr appresso (v. 30).
La donna sentiva che lunico che poteva aiutarla era Eliseo perch egli, era stato il mezzo attraverso il quale Dio laveva
benedetta con la nascita di un figlio e non se ne sarebbe mai andata, senza di lui!
Al v. 31 vediamo che: Gheazi li aveva preceduti e aveva posto il bastone sulla faccia del fanciullo,ma non ci fu ne
voce ne segno di vita
Il fallimento di Gheazi nel riportare in vita il bambino, dimostra che Dio agisce e risponde soltanto alle persone che si fidano
di Lui e Dio rispondeva e agiva tramite Eliseo, perch Eliseo si fidava completamente di Dio.
Ai v. 33 e 34 vediamo che Eliseo aveva bisogno di concentrarsi sul suo Dio: allora entr, chiuse la porta dietro loro due e
preg lEterno Sali sul letto e si coric sul fanciullo; pose la propria bocca sulla sua bocca,i propri occhi sui suoi occhi, le proprie
mani sulla sua mani;si distese sopra di lui e la carne del fanciullo si riscald
Continu a pregare con fervore, spandendo la sua anima davanti allEterno,finch Dio non ripose alla sua supplica.
Come era avvenuto per Lazzaro, il bambino dopo aver starnutito sette volte, apre gli occhi.
Al v. 36 Eliseo dice alla donna: Prendi tuo figlio.
Con estrema gratitudine verso il suo Dio: Ella entr si gett ai suoi piedi, prostrandosi fino a terra; poi prese suo figlio ed
usc. La fede e la fiducia della donna, vengono ricompensate da Dio con una nascita miracolosa e una restituzione miracolosa alla
vita, esaltando cos tutta la sua gloria!


Ma questa non fu lunica benedizione concessa alla donna.
Infatti, sempre in 2 Re al cap. 8 v. da 1 a 6, vediamo che quando alcuni anni dopo, il paese venne minacciato dalla carestia,
la donna fu avvisata dal profeta di andarsene con la sua famiglia, sfuggendo cos alla fame e alla morte.
E dopo sette anni, terminata la carestia, ritorn nel suo paese.
E siccome durante la sua assenza aveva perso sia la casa che i terreni, chiese al re che gli venissero restituiti e il re, affido
lincarico ad un funzionario al quale disse: Restituiscile tutto ci che le appartiene e tutte le rendite delle terre, dal giorno in cui ella lo
lasci fino ad ora.
Tutto questo, venne fatto sulla base del fatto che lei era la donna alla quale Eliseo aveva riportato in vita il figlio e perch
aveva aiutato Eliseo luomo di Dio e il regno di Dio!
In Luca cap. 6:38 scritto: Date e vi sar dato: vi sar versata in seno buona misura, pigiata scossa e traboccante; perch
con la misura con cui misurate, sar rimisurato a voi
Ed cos.. inevitabile, donando con un sincerit davanti a Dio riceviamo di pi, molto di pi di ci che abbiamo donato!



Scegliere la cosa migliore e pi duratura

Lettura: Luca 10:38-42

Schema dello studio: Premessa La buona parte Lattivismo Il risentimento e l irritazione Conclusione

PREMESSA

Ges afferma che c una cosa migliore e pi duratura di altre, qualcosa che ha valore e che permane nel tempo. Lo scopo di
questa meditazione di scoprire quale sia, per appropriarsene.
Interpretare il testo ponendo la consueta antitesi tra servizio e contemplazione, semplicistico e fuorviante, perch entrambi, la
diaconia e lascolto, sono buoni e importanti. Inoltre Ges, in quanto ebreo, non avrebbe mai proposto questa chiave di lettura, infatti
nella sua cultura lattivit manuale era pregiata quanto quella intellettuale. La solita interpretazione , con buona probabilit, frutto di
un approccio molto pi tardivo, legato allinfluenza della cultura filosofica greca, su parte del cristianesimo, al tempo della teologia
scolastica (1200-1500).
Maria ha scelto la parte buona che non le sar tolta(42); a Marta, invece, qualcosa stato tolto, perch ha delle rivendicazioni
da fare; c qualcosa che la irrita e che le toglie la pace. Marta ha un risentimento. Non solo un sentimento, ma un sentimento
ricorrente, che si affaccia e si riaffaccia, che cova, per esplodere alla prima occasione, con esiti imprevedibili.

Il risentimento uno stato danimo di irritazione e di dispetto, provocato da una azione compiuta da altri, ritenuta
ingiusta.(Diz. De Agostini).

E un artiglio nellanima, un amo conficcato nel cuore, che fa soffrire, che lacera, che difficile slamare (nel gergo dei
pescatori significa separare il pesce dallamo).
E come un serpente annidato in seno, pronto a colpire con un morso velenoso.
Marta vive male, perch ritiene che le sia state tolte: considerazione, collaborazione, aiuto, comprensione.
Proveremo ad approfondire, cercando di capire quali siano le cose buone, durature, apprezzate da Ges e scelte da Maria (cos
da imitarla); e cosa stia capitando a Marta, per evitare lamorevole rimprovero che Ges rivolge a questa sua amica, e anche a noi,
se ci comportiamo come lei.


LA BUONA PARTE

Marta ospita a casa sua il Maestro con il suo seguito. Maria, sua sorella, si resa generosamente disponibile ad aiutare (38).
Ad un certo punto Maria si distoglie dai lavori di cucina, per conversare con Ges.
Una scelta poco opportuna in un momento poco opportuno, secondo Marta.
Maria nota per fare scelte contestate da alcuni:
ora ha lasciato il suo servizio e si messa ai piedi di Ges, nella posizione classica dei discepoli (una
espressione tipica lucana, usata anche per lapostolo Paolo educato ai piedi di Gamaliele(At.22:3)). Solo che, nella
sua cultura, quella posizione riservata agli uomini ed giudicata inopportuna per le donne. Ma per Ges Maria al posto
giusto e fa la cosa migliore.
Unaltra volta le viene contestato di aver versato sul capo di Ges dellolio profumato costosissimo. Per i discepoli,
si trattato di uno spreco; perch col ricavato si poteva aiutare i poveri. E poi, quando mai si vista una donna ungere il
capo a un Maestro? Ma, per Ges, Maria fa la cosa giusta, al momento opportuno e degna di essere
ricordata (Mc.14:3-8).

Sembra che Maria abbia la capacit di vedere pi in l di dove gli altri fermano lo sguardo, e ha il coraggio di andarvi,
prendendosi i rischi conseguenti. A confronto con lei, gli altri sembrano miopi.
Intuito femminile? No, anche Marta donna, ed una donna di fede; sua una delle pi belle confessioni di fede dei
Vangeli io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che doveva venire nel mondo(Gv.11/27). Forse pi opportuno parlare di una
talento naturale, o di un dono spirituale.

In entrambi i casi, dunque, Maria sceglie la buona parte che non le sar tolta. In cosa consiste?
Mettersi allascolto di Ges (ossia, per noi oggi, leggere il Vangelo, ascoltare la predicazione, leggere buoni libri
cristiani, meditare la Parola, studiarla e comprenderla, metterla in pratica) con attenzione, personalmente, direttamente,
senza mediazioni. Riferire ci che si ricevuto, essere profeti e profetesse che comunicano alla gente la fresca Parola di
Dio per noi oggi, la manna raccolta: al lavoro, a scuola, dal verduraio, ai fratelli e alle sorelle che si incontrano, approfittando
delle occasioni, senza perderne.
Parlare a Ges, aprirgli il cuore, dirgli quanto amabile la sua presenza, quanto bello stare con lui, quanto sono
preziose le cose che dice, ringraziarlo per tutto quello che ha fatto, che fa e che far per noi. Presentargli i nostri problemi, le
nostre difficolt, chiedergli consiglio, guida, forza, sopportazione, costanza, potenza, amore. E adorare, lodare, intercedere.
Donare a Ges ci che si ha di pi prezioso. Riconoscere che egli ne degno. Avere coscienza di un debito
incolmabile, di una indicibile indegnit. Offrirgli il meglio di se, delle proprie risorse. Non rispondere a buon prezzo
alla grazia a caro prezzo.

Marta ospita Ges a casa sua, Maria lo accoglie nel cuore, desidera il rapporto con lui.
Ges viene prima di ogni altra cosa, egli Dio, e Dio amore; lamore la cosa pi importante e durevole, Lamore non verr
mai meno(1Co.13:8).
Vivere le esperienze pi entusiasmanti in campo religioso, ricevere i carismi migliori e svilupparli al massimo, possedere una fede
che compie miracoli, avere un cuore tanto grande da donare tutto ai poveri, fino a dare la propria vita; sono tutte cose straordinarie,
ma senza significato se non c amore, se non c Ges nel cuore (1Co.13:1-3).
Scegliere la buona parte , prima di tutto, scegliere di passare del tempo con Ges, come sua sposa, come suo corpo;
appartenergli, appartenere al suo corpo e appartenersi nella sua chiesa, essere in comunione; rinunciare agli
individualismi, agli egoismi, allauto-affermazione, alla prevaricazione, alla rivendicazione, al risentimento. E vivere il
servizio con amore nella pace. Ci che Ges gradisce pi di tutto essere accolto nel cuore e nella vita, prima ancora di
essere servito.


LATTIVISMO

Marta quindi ha scelto la parte non buona, pi scadente e pi effimera. Qual ? La diaconia, il servizio pratico per il Signore? Il
servire Ges e i suoi seguaci poco apprezzabile? Laiutare i bisognosi non va bene?
Sicuramente il servizio pratico buono, a meno che non si trasformi in puro attivismo, fine a se stesso, distaccato dallamore
per Ges, senza legami con lui.
Alla chiesa di Efeso, che era scaduta a questo livello, Ges dice:Io conosco le tue opere, la tua fatica, la tua costanzama ho
questo contro di te: che hai abbandonato il tuo primo amore. Ricorda dunque da dove sei caduto, ravvediti, e compi le opere di
prima(Ap.2:2,5).La chiesa di Efeso deve fare le solite cose, le tante cose che fa, ma in modo diverso.
Ges conosce anche le nostre opere (o la nostra pigrizia), le nostre fatiche per lui (o il nostro essere in tuttaltre faccende
affaccendati), la nostra costanza (o la nostra latitanza).
Anche il prendersi cura scrupolosamente della propria spiritualit potrebbe degenerare, se diventasse un alibi per trascurare i
doveri coniugali, familiari, ecclesiali, sociali.

Linsegnamento di Ges non intende penalizzare la diaconia o il lavoro, ma dare utili indicazioni per un sano equilibrio
tra attivit, rapporto con Ges e riposo, che non deve mai essere dimenticato, un Comandamento.


IL RISENTIMENTO E LIRRITAZIONE

Il consiglio di Ges a Marta:ma una cosa sola necessaria non di facile comprensione.
Una suggestiva interpretazione propone che Ges si riferisca al numero delle portate. Questa ipotesi viene scartata da alcuni
commentatori (R.G. Stewart, L. Morris), perch la sola cosa necessaria quella scelta da Maria, non un piatto unico.
Ammesso che non sia troppo elaborato il men scelto da Marta, cosa non va allora?
Perch Ges la costringe amorevolmente a ripensare alla sua reazione nei confronti di Maria?
Secondo Marta, in Maria che c qualcosa che non va, ma cos?
Sono almeno due le cose che non vanno in Marta: il risentimento e lirritazione.

Il risentimento
Marta ha un artiglio nel cuore, cova del risentimento. Qualcosa la fa soffrire, animata da un cattivo spirito, uno spirito di
paragone; le sembra che altri abbiano privilegi che a lei sono negati.
Capita a tutti, umano, quello che succede anche a Caino, quando considera il favore ricevuto dallofferta di Abele.
Forse Marta pensa: <Maria se ne sta di l, a godersi gli ospiti, e mi lascia qui da sola, rintanata in cucina, a sgobbare!>. E lo
stesso spirito che fa dire, per esempio:<Lui/lei sposato/a, io no; lui/lei ha dei figli, io no; lui/lei ha un buon stipendio/io no; lui/lei
bello/a, io no; lui/lei svolge quel servizio nella chiesa, io no, ecc>.
Il risentimento la maledizione di non riuscire a dimenticare, anche etimologicamente il ripetersi di un sentimento, che, oltre
a ripresentarsi, si amplifica, consuma chi lo cova e pu deflagrare causando danni seri.
E stato definito passione atroce (F.W. Nietzsche). Fa perdere la serenit. Nonostante sia masochistico (cio faccia del male
a se stessi), difficile rinunciarvi.
Il Creatore disse a Caino: il peccato sta spiandoti alla porta, e i suoi desideri sono rivolti contro di te ... (Ge.4:7).
Andare oltre questa forma di auto-lesionismo un dono fatto prima di tutto a se stessi.
Solo la meditazione sul perdono di Dio, la confessione a lui del peccato, lo scovare il risentimento e lespellerlo, lunzione dellolio
dello Spirito Santo sulle ferite del cuore, possono donare guarigione.

Lo scrittore argentino Borges, in un suo racconto, immagina che Caino e Abele si incontrino nellaldil; solo che nessuno dei due
ricorda chi sia stato lassassino e chi la vittima. E, dopo aver ricostruito la vicenda, Caino conclude:<Ora so che ci siamo perdonati
davvero, perch dimenticare perdonare>.

Il risentimento di Marta palese. Marta non guarda neanche in faccia sua sorella, non parla con lei, si rivolge direttamente a
Ges, rivendicando il presunto danno subito e se la prende anche con lui Signore, non timporta(40). Espone a lui le sue
rivendicazioni Dille dunque che mi aiuti(40). Quando siamo animati dal risentimento ne risente anche il rapporto con il
Signore.
Ecco cosa non va in Marta: il suo cuore invaso da una miscela esplosiva, composta da auto-commiserazione, frustrazione,
amarezza, invidia, rancore, spirito di giudizio e di rivendicazione. Qualcosa di cui non sottovalutare la pericolosit, come il primo
omicidio insegna.
Quello che manca di pi a Marta non una mano in cucina, le manca quella cosa che nessuno toglie: la buona parte, stare di pi
con Ges. Se nessuno la pu togliere, non ci sar mai bisogno di rivendicazione; se si ha la buona parte, si soddisfatti, ci si accetta
cos come si , non ci si confronta con gli altri, si gioisce con chi gioisce (che spesso pi difficile che piangere con chi piange). Si
accolgono gli altri, i loro caratteri, i loro doni, si impara la complementariet nel servizio.

Lirritazione
Marta non solo stanca, anche molto irritata, ha perso la pace.
Lirritazione il frutto del risentimento, non della fatica. La stanchezza contribuisce eventualmente solo alla perdita dei freni
inibitori, non causa il risentimento; il cuore di Marta invaso da questa erbaccia, urticante e infestante come lortica, che non cresce
sul terreno lavorato della fatica nel servizio, ma che spunta spontaneamente nel campo incolto del confronto, del paragone, della
rivendicazione..
Lirritazione anche lo stato danimo di Caino. Caino ne fu molto irritato, e il suo viso era abbattuto.(Ge. 4:5)

Ges fa notare a Marta il suo stato, con laffabilit del caso, trattandola con molto amore (una buona lezione: guai a prendere di
petto chi irritato!): Marta, Marta, tu ti affanni e sei agitata per molte cose (41).
Anche il Creatore fece notare la stessa cosa a Caino, senza esprimere giudizi a priori, lasciando a lui stesso di valutare la propria
condizione e indicandogli una via di uscita: Perch sei irritato? E perch hai il volto abbattuto? Se agisci bene, non rialzerai il tuo
volto?...(Ge.4:6,7).Lirritazione gi uno stadio avanzato, pu rapidamente volgere in aggressivit e in aggressione, verbale o fisica.

La Parola del Signore aiuta a guardarsi dentro, a conoscersi meglio.
CONCLUSIONE

Ges non fa la paternale a Marta, sicuramente egli si rende conto di quanto lei si stia dando da fare per ospitarlo degnamente
con il suo numeroso seguito, apprezza la fatica della sua amica, ne comprende la stanchezza. Molto probabilmente, dopo questo
siparietto, Maria corre in soccorso alla sorella.

Consigli pratici
Non facile scendere nel concreto in questo genere di situazioni, perch spesso le scelte sono dettate da inderogabili necessit
familiari, ecclesiali, assistenziali, economiche. Si prova a dare qualche suggerimento, senza la presunzione di proporre nulla di
inedito, n di conclusivo:
Quando possibile, opportuna una attenzione preventiva, elaborando un progetto di vita sostenibile. Si deve
tenere conto dei propri limiti (da non sottovalutare mai), invece che solamente di aspetti economici, di carriera, di prestigio. Il
comandamento biblico di un giorno di riposo settimanale non deve essere mai trascurato. E un tempo benedetto e
santificato dal Signore. Non difficile rilevare dei danni alla vita cristiana, alla comunione, alla salute fisica, psichica e
familiare, causati da esperienze lavorative stressanti.
Se invece ci si ritrova momentaneamente gi incastrati nellingranaggio, potrebbe essere utile porsi delle
prospettive di miglioramento nel pi breve tempo possibile, presentandoli al Signore in preghiera. Se non si
intravedono soluzioni a breve termine, potrebbe essere utile ritagliarsi possibilmente momenti di sosta, atti ad evitare di
essere stritolati, ammettendo di averne bisogno prima di tutto a se stessi, chiedendo soccorso.
Infine, ma non in ultimo, possono svolgere un ruolo importante coloro che stanno attorno alle persone sotto stress.
Occorre la sensibilit e la buona volont di dare un po di sollievo, a volte basta poco.
Il benevolo consiglio di Ges chiaro, egli mi invita a tener conto che:
io sono io, con le mie risorse, con i miei limiti, con le mie attitudini, con i miei doni, con le mie scelte, che non sono
quelle degli altri. Devo eliminare quel brutto spirito di paragone, che fa perdere la pace. Devo lasciarlo perdere perch d
pessimi risultati per me e per gli altri. Come mi vedono gli altri? Sono considerato/a una persona pacifica o aggressiva?
Perch non chiederlo a qualcuno che ha il dono di sapermi dire cose spiacevoli?
la cosa migliore e duratura, che nessuno pu togliere (se non ci se ne priva da soli), che Ges apprezza, che da
ottimi risultati, che appaga, che da piacere, che fa star bene con se stessi e con gli altri, stare ai piedi di Ges,
accoglierlo con tutto il cuore, desiderare il dialogo con lui, adorarlo, lodarlo, donargli ci che di pi prezioso si
possiede.





Una donna dominata dalla sessualit
Lettura: Genesi 39:1-20

"Dopo queste cose, la moglie del padrone di Giuseppe
gli mise gli occhi addosso e gli disse: Unisciti a me!
Ma egli rifiut e disse alla moglie del suo padrone:
Ecco, il mio padrone non mi chiede conto di quanto nella casa e mi ha affidato tutto quello che ha.
In questa casa, egli stesso non pi grande di me e nulla mi ha vietato,
se non te, perch sei sua moglie.
Come dunque potrei fare questo gran male e peccare contro Dio?".
Secondo il pensiero biblicodue esseri umani che hanno condiviso latto sessualenon sono mai uguali dopo.Non possono agire luno
verso laltro come se non avessero fatto questesperienza. Questa esperienza fa s che i diretti interessati diventino una coppia
legata indissolubilmente. Il rapporto sessuale crea un legame carnale con tutte le sue implicazioni.
La moglie di Potifar aveva tutto ci che una donna sposata pu desiderare: un marito che occupava una posizione elevata
come ufficiale del Faraone, viveva in una casa spaziosa e lussuosa, nuotava nellabbondanza, aveva cibo e vestiti, cerano schiavi al
suo sevizio che facevano il necessario per esaudire i suoi desideri.
Era una donna viziata.
Come egiziana godeva di molta libert pi di ogni altra donna del tempo, con tutti questi elementi si potrebbe dedurre che fosse
molto felice.
Ma questa conclusione si dimostra infondata perch la situazione reale era diversa.
E stato detto che le circostanze non fanno una persona, ma rivelano quale essa sia, questa massima calza a pennello
per la moglie di Potifar.
Nelle Scritture incontriamo la figura di questa donna in Genesi in rapporto alla storia di Giuseppe, il capo degli schiavi di quella
casa.
Giuseppe, figlio di Giacobbe e Rachele, era un uomo di una bellezza sorprendente, arriv nella casa di Potifarre dopo essere
stato venduto ai mercanti di schiavi dai suoi fratelli.
Ma la vita interiore di Giuseppe era ancora pi singolare del suo bellaspetto, egli camminava vicino a Dio.
Molte volte Dio gli aveva rivelato il futuro per mezzo di sogni ed era una delle ragioni per cui i suoi fratelli erano gelosi di lui e,
quando poi si erano accorti che il loro padre lo amava pi di tutti, presero ad odiarlo tanto da desiderarne la morte.
Essi si sbarazzarono di lui vendendolo a dei mercanti che passavano di l, tuttavia fu molto chiaro che Dio era con Giuseppe,
perch dovunque egli andasse la benedizione di Dio era con lui.
Perci la casa di Potifar fu benedetta a causa sua, una relazione di reciproco rispetto nacque fra Giuseppe e Potifar .
In conseguenza di ci le responsabilit di Giuseppe aumentarono notevolmente e fu nominato sovrintendente dellintera casa.
La moglie di Potifar che a prima vista sembrava possedere tutto ci che una donna potrebbe desiderare, era vuota
interiormente, non aveva uno scopo per vivere.
Aveva del tempo libero e non sapeva come occuparlo, era sposata ad un uomo che si dedicava completamente al lavoro.
La Bibbia non parla di bambini, ma se ce ne fossero stati, probabilmente sarebbero stati affidati alle cure di una governante.
Forse era offesa per il fatto che il marito non le dava le attenzioni che avrebbe desiderato, una vita vuota cerca uno scopo, un
cuore vuoto cerca soddisfazione.
La moglie di Potifar alla fine mostr i desideri che erano nel suo cuore.
Non era riuscita a capire il carattere interiore di Giuseppe, la sua giustizia e la sua serenit erano per lei, unitamente alla
bellezza fisica, motivo di attrazione.
Non poteva capire che ci che aveva di speciale questuomo era il suo cammino con Dio.
Infatti, dal suo comportamento evidente che non aveva inteso il legame fra Giuseppe e il suo Dio, perch umili s stessa e
Giuseppe non una volta sola, ma ripetutamente.
Lei cerc di imporre s stessa e il suo corpo, pensava di trovare soddisfazione nel sesso.
Non sapeva che il desiderio che provava era prodotto solo dalla passione e che un eccitamento delle emozioni lavrebbe
lacerata se latto non fosse stato ben radicato nellamore, nella sicurezza del matrimonio.
Alla creazione Dio aveva detto:
Luomo lascer suo padre e sua madre
e si unir alla moglie
e diventeranno una sola cosa.


Cos la sessualit stata messa da Dio nellambito del matrimonio, nel calore e nella sicurezza dellamore che esso d.
Diventare una sola carne deve essere il risultato dellamore, la decisione di lasciare i propri genitori e di fare una propria casa
il giusto ambiente per latto culminante dellamore sessuale.
Senza questi requisiti il sesso solo una passione che consuma, che pu degradare anche lessere umano al livello animale.
Non si pu sorvolare sui problemi della moglie di Potifar, ma essi non potevano trovare una soluzione nel sesso.
La sensualit usata in questa maniera un inferno.
Giuseppe giustamente mise la tentazione nella sua giusta prospettiva, egli non la minimizz, ma la chiam per quella che era:
peccato.
Egli parl del gran rispetto che aveva verso il suo marito, ma ci che pi gli importava era Dio:
Come posso fare questo peccato contro Dio? chiese.
Giuseppe aveva ragione: la fornicazione e ladulterio sono peccati davanti a Dio, ogni atto sessuale fuori del matrimonio un
peccato che Dio aborrisce.
Limmoralit uno dei colpi mortali che vengono direttamente dallinferno e che distruggono la persona che vi si abbandona.
Giuseppe sapeva bene questo perch camminava con Dio, sapeva che avrebbe fatto dispiacere al suo Creatore.

Colui che commette adulterio con una donna
privo di senno,
chi vuole distruggere s stesso fa questo.
Ferite e disonore lo troveranno
ed il suo disonore non sar cancellato.
Prov. 6:32-33


Salomone avrebbe scritto queste parole molti anni pi tardi, ma Giuseppe naveva gi capito il senso e aveva applicato questo
principio alla sua situazione con la moglie di Potifar.
Il fatto che la moglie di Potifar non conoscesse il Dio dIsraele non era una scusante,
ella, come ogni altra persona, aveva dentro di s il senso della moralit.
Stava disubbidendo alla legge della vita che Dio ha dato a tutte le creature del mondo alla creazione.
Diede prova di questo, quando travis la verit dopo che Giuseppe lebbe respinta, lo accus dellimmortalit che lei aveva
intenzione di compiere.
La rapida fuga di Giuseppe era la prova della sua purezza di carattere, indusse la donna a compiere un altro peccato: mentire.
Essendo suo superiore aveva deciso, senza nessuno scrupolo, di rovinargli la carriera e di macchiare il suo buon nome.
Questo caus a Giuseppe molti anni di prigionia. Egli indubbiamente fu molto ferito dalle accuse disoneste, probabilmente si
sent abbandonato, anche perch in apparenza Potifar non investig sulla situazione, forse nutr dei dubbi sul racconto della moglie,
altrimenti avrebbe messo a morte Giuseppe.
Giuseppe non si lament, con gioia scopr che le mura della prigione non potevano escludere Dio, che era con lui, come era
stato nella casa di Potifar.
Giuseppe fu una benedizione per tutti quelli che poi incontr: carcerieri, prigionieri sino ad arrivare al Faraone.
Fu ricompensato per la sua lealt a Dio e al suo padrone, gli fu dato il governo di tutto lEgitto, egli era al secondo posto nella
gerarchia di comando dopo il Faraone.
Poi spos la figlia di Faraone e divenne suo genero, cambi nome e divenne Zaphenath-paaneath, il protettore del popolo.
In seguito pot salvare i suoi fratelli, che lavevano tradito, quando si trovarono nella carestia.
Giuseppe non era stato il perdente, lo era stata la moglie di Potifar.
Di lei non sappiamo nientaltro, nonostante la grandezza del peccato essa non mostr pentimento, n chiese perdono.
In lei non ci fu nessun volont di conoscere Dio, anche se Egli (Dio) era cos desideroso di darle gioia e soddisfazione nella
vita, loccasione la poteva avere attraverso la testimonianza di Giuseppe.
Lei avrebbe potuto avere la vittoria su tutti i suoi desideri sensuali se li avesse riconosciuti in tempo come peccato. Avrebbe
potuto riguadagnare il controllo della sua mente e del suo corpo dopo la prima volta che Giuseppe laveva respinta.
Avrebbe potuto domandare a Giuseppe del suo Dio, del Dio che guidava la sua vita. Avrebbe potuto riempire le sue ore
preziose con molto pi profitto.
Lozio diventa il padre dei vizi, essa trascurava uno dei doni pi preziosi della vita il TEMPO, lozio diventa il terreno che nutre
i pensieri peccaminosi.
Solo dopo aver ceduto ai suoi pensieri malvagi, mise in atto il peccato, poich le azioni sono il frutto dei pensieri e i suoi
pensieri furono la sorgente della sua caduta.
La tentazione alla quale cedette la moglie di Potifar non fuori del comune, milioni di persone sono oggi tentate nella stessa
maniera, perch Satana continua ad andare in giro come un leone ruggente cercando di divorare qualcuno, Egli non cambier mai di
carattere.
La moglie di Potifar permise alla tentazione di trasformarsi in peccato perch non si oppose ai suoi desideri, n cerc di frenarli,
ma piuttosto lasci che essi la conducessero al peccato.
Essa non aveva alcun desiderio di correggersi, avrebbe avuto il tempo, lintelligenza e la possibilit di usare la sua vita in modo
positivo, ma fall.
Nessuna buona parola pu essere detta di lei perch ha vissuto senza lasciare alcuna buona impressione dietro di s.








ABIGAIL o il potere di essere donna

"A Maon c'era un uomo, che aveva i suoi beni a Carmel; era molto ricco, aveva tremila pecore e mille capre,
e si trovava a Carmel per la tosatura delle sue pecore. Quest'uomo si chiamava Nabal, e il nome di sua moglie era Abigail, donna di
buon senso e di bell'aspetto; ma l'uomo si comportava con durezza e con malvagit; discendeva da Caleb."1 Samuele 25:2-3
Abigail viene presentata come donna di buon senso (saggia) e di bellaspetto, mentre suo marito rispecchiava appieno, con
il suo comportamento, il nome che aveva: Nabal cio "stolto".
Nabal era un uomo molto ricco, discendeva dalla stirpe di Caleb, ma era completamente diverso da lui.
Probabilmente era riuscito a sposare una donna bella ed intelligente come Abigail proprio grazie alla sua posizione economica.
Certamente per Abigail il suo matrimonio non era dei pi felici, infatti dopo solo dieci giorni dalla morte di suo marito diventa
moglie di Davide.
Il suo incontro con Davide avviene proprio a causa della stoltezza di suo marito.
Davide si trovava con i suoi uomini nel deserto ed era in un particolare momento di bisogno, avendo saputo che Nabal era li a
festeggiare e banchettare per la tosatura delle pecore, mand alcuni suoi uomini a chiedere del cibo e con molto tatto e gentilezza gli
sottoline che lui ed i suoi uomini avevano dato protezione ai soui tosatori.
Lo stolto Nabal, non solo non accolse la sua richiesta di aiuto,ma lo insult con veemenza ed arroganza:
"Ma Nabal rispose ai servi di Davide, e disse: Chi Davide? E chi il figlio d'Isai? Sono molti, oggi, i servi che scappano dai loro
padroni!Io dovrei prendere il mio pane, la mia acqua e la carne che ho macellata per i miei tosatori, per darli a gente che non so da
dove venga? (1 Samuele 25:10-11).
A causa di questo affronto, Davide decide di sterminare tutti gli appartenenti alla famiglia di Nabal:
"Or Davide aveva detto: Ho dunque protetto invano tutto ci che costui aveva nel deserto, in modo che nulla mancato di
quanto possiede; ed egli mi ha reso male per bene.Cos tratti Dio i nemici di Davide con il massimo rigore! Fra qui e lo spuntar del
giorno, di tutto quello che gli appartiene non lascer in vita un solo uomo. (1 Samuele 25: 21-22).
Questo un gran momento di caduta per Davide che cerca di farsi giustizia con le sue mani, anzich affidarsi nelle mani di Dio.
Ma il Signore, per la sua grande misericordia, non ha permesso che questo avvenisse, ed ha usato il potere di una donna
pronta ad agire saggiamente: Abigail.
Quante volte ci siamo trovate in situazioni particolarmente delicate, in cui il nostro agire ha potuto precludere o determinare delle
reazioni positive o negative.
Ogni donna deve riconoscere di avere un "potere" all'interno della famiglia o della societ:
pu essere positivo se sottomesso agli insegnamenti della Parola di Dio
pu essere negativo se la nostra personalit carnali a farlo agire.
Vediamo attraverso la Parola di Dio le caratteristiche di una donna saggia ed intelligente che un esempio per noi ancora oggi.
Abigail era:
intelligente e saggia riconosciuta ed amata anche dai suoi servi che corrono da lei per far fermare la furia di Davide (1Sam25:17)
fa sempre del bene a suo marito anche se non lo merita (Proverbi 12:4)
sorveglia personalmente landamento della sua casa (Proverbi 31:27)
per il bene della famiglia si addossa le colpe degli altri (1 Samuele 25:24)
prende il miglior cibo che aveva in casa e lo porta a Davide per placare la sua ira (Proverbi 21:14)
sa usare le parole giuste per far ritornare in se Davide. (Proverbi 16:24 e Proverbi 15:4)
si seppe umiliare anche non avendo colpe (Efesini 4:1-2)
donna generosa e forte che lotta con tutte le sue forze per il bene della famiglia (Proverbi 14:1)
sa aspettare la liberazione che viene da Dio (Proverbi 20:22).

Attraverso Abigail Dio fa giustizia anche a Davide, facendolo ritornare alla ragione impedendogli di commettere un grave
peccato.
(Leggi 1 Samuele 25:32-34 e Deuteronomio 32:35)
Attraverso Abigail Dio premia Davide, donandogli una moglie saggia ed intelligente (Proverbi 18:22 e Proverbi 19:4)
Da questa meravigliosa storia impariamo a sottomettersi al "potere" della Parola di Dio e per certo riceveremo vittorie in ogni
situazione.



Principessa fra le donne
"Per fede anche Sara stessa,
bench avesse oltrepassato let ricevette forza per concepire il seme e partor, perch ritenne Fedele
colui che aveva fatto la promessa."Ebrei 11:11

Abramo e Sara, una coppia a cui Dio si rivela
La scena si svolge a Ebron, duemila anni prima di Cristo. (Leggi Genesi cap.18:9-15)
Sara ride, non perch felice, ride per quello che ha sentito, che lei, donna di ottantadue anni avr un bambino.
Un figlio! Impossibile!
Sia Sara che il marito sono troppo vecchi per un bambino, biologicamente impossibile che ella possa portare alla luce un figlio
nonostante abbiano aspettato tutti questi anni.
Dio stesso aveva loro promesso venticinque anni prima un figlio, ma la promessa non era stata attuata.
Poteva esserci un errore? Sara ripens a quegli anni...
In quel periodo abitavano in Ur, centro di cultura e di commercio nel sud della Mesopotamia, bench non fosse pi ricca e
fiorente come un tempo, poteva ancora dare unesistenza ricca ai suoi abitanti.
I suoi artigiani erano superati solo da quelli egiziani, le navi nel suo porto portavano merci dalloriente che erano scambiate col
grano che cresceva in quelle zone.
Molti cittadini erano ricchi ed abitavano in case spaziose.
Sara ed Abramo avevano vissuto serenamente ad Ur per molti anni tra amici e parenti, ma un giorno qualcosa cambi la loro vita
radicalmente.
Dio era apparso ad Abramo in modo glorioso, cos glorioso che aveva rimosso ogni dubbio sulla sua identit, questo era il vero
Dio, non il dio luna che i padri dAbramo avevano adorato.
Dio ordin ad Abramo di lasciare quella regione e i propri parenti e di andare in un paese che Egli (Dio) gli avrebbe indi cato.
Lordine gli era stato dato insieme con una promessa: Ed io far di te una grande nazione e ti benedir, render grande il tuo
nome e tu sarai una benedizione. S Io benedir coloro che ti benedicono e maledir quelli che ti maledicono, ed in te tutte le famiglie
della terra saranno benedetti. Genesi 12:2-3.
Abramo ubbid immediatamente. Sara dovette adattarsi alla decisione del marito, allimprovviso da cittadini di una ricca citt piena
di confort essi divennero seminomadi.
Come succede a molte donne, per Sara non stato facile lasciare la sua casa, i suoi cari ed affrontare un futuro ignoto, ma
aveva ubbidito a suo marito e aveva confidato in Dio che gli aveva parlato.
Per mesi essi viaggiarono, spostandosi lentamente a causa degli animali, finch giunsero a Heran, 900 Km a nord di Ur, rimasero
l per un po di tempo e per loro la vita fu pi comoda, non lussuosa comera stata ad Ur ma sempre meglio che essere in viaggio.
Poi ripartirono, si fermarono di nuovo, stavolta un po pi a Sud, nel paese dei Caldei e si stabilirono a Haran, fu allora che il loro
padre Terah, (infatti Sara era sorellastra dAbramo, a quei tempi era costume sposarsi nellambito famigliare), mor.
Con il decesso del padre e lassenza dei parenti che erano rimasti a Heran, Sara si sent ancora pi sola, solo Lot, il cugino,
viaggiava con loro.
Nonostante le loro perdite due cose erano immutate: prima di tutto continuavano a credere nelle promesse di Dio, pensavano che
avrebbero potuto avere ancora un bambino nonostante let, Abramo aveva 75 anni, lei 65.
In secondo luogo continuavano a vivere nel rispetto e nellamore reciproco, non era facile.
Come Abramo, Sara aveva una forte personalit, aveva un certo caratterino, aveva fatto del suo meglio per adattarsi al marito ed
a ubbidirlo, vero, ma aveva una testa sua e godeva di una certa libert interiore.
Spesso Sara rifletteva su queste cose ed era convinta di questo: che la sua relazione col marito era il frutto dalla sua relazione
con Dio.
La sua fiducia in Dio la faceva una donna fedele e forte, capace di affrontare una vita con coraggio e vivere in armonia col marito.
Aveva ubbidito ad Abramo ed aveva dato a lui il primo posto nella sua vita, del resto Abramo la rispettava, ascoltava i suoi
consigli e la onorava della sua amicizia.
Erano amici ed amanti, insieme discutevano le cose che riguardavano la giornata.
Dal momento che erano in comunione con Dio e in comunione fra loro, il loro matrimonio e la loro vita spirituale crescevano di
pari passo.


Sara messa in pericolo dal marito
Nel frattempo erano andati in Sichem dove Dio era apparso ad Abramo e di nuovo gli aveva detto: Tu avrai discendenti e io ti
dar questa terra.
Alla fine avevano raggiunto la loro destinazione e ancora speravano di avere il figlio promesso.
Per gratitudine Abramo costru un altare a Dio, ma a causa di una gran carestia che era venuta nel paese, si spost verso Sud
per poter trovare cibo per la sua famiglia e per gli animali.
Stavolta per aveva fatto tutto di sua volont senza chiedere consiglio a Dio, andarono in Egitto, in una direzione che a Dio non
piaceva.
La vita non era stata facile in Egitto, perch Sara era bellissima e Abramo aveva temuto per la sua vita, pensando che gli egiziani
lo avrebbero ucciso per poterla avere.
Cos Abramo le aveva detto: per favore d che sei mia sorella, cos non cercheranno di uccidermi. Cos per paura, Abramo
aveva trovato rifugio in una bugia.
E vero che allinizio delle loro peregrinazioni erano daccordo di usare questa tattica, la loro coscienza era stata zittita del fatto
che in realt non era una bugia.
Eppure era un uomo che aveva avuto fiducia in Dio per tanti anni!
Come Abramo aveva previsto, la sua bellezza era stata notata ed ella and a finire nellharem del Faraone.
La paura dAbramo di morire non solo aveva messo in pericolo lincolumit di entrambi, poteva insinuare in Sara dubbi e minare
alla base il loro rapporto.
Ma Dio, in cui ella aveva fiducia, intervenne attraverso tormenti e grandi piaghe nella casa del Faraone. Il re dEgitto intu che la
causa di tutti i suoi mali era il matrimonio con Sara, la rese ad Abramo sottolineando linganno in cui era caduto e lo scacci in malo
modo.
In seguito a ci erano tornati al paese che Dio aveva promesso loro, portando con s una giovane schiava egiziana, Agar.

Una promessa divina non mantenuta?
Gli anni passavano, continuavano a passare senza il figlio promesso.
Abramo si stava domandando se per caso un figlio adottato sarebbe stato la soluzione voluta da Dio, forse il figlio sarebbe
Eliezer, luomo pi importante del casato.
Ma questo non era il piano di Dio, il Signore aveva promesso che lerede di Abramo sarebbe stato concepito da Sara.
La promessa di un discendente rimaneva immutabile, era stata confermata da un patto.(Genesi cap. 15:18)
Bench Dio avesse ripetuto le sue promesse, era stato lento ad adempirle.
Sara sapeva per esperienza che vivere una vita di fede significava non solo soffocare il ragionamento umano, ma essere anche
molto paziente.
La fede e la pazienza vanno di pari passo e non possono essere comprate facilmente come della merce, ma si imparano
attraverso la difficile scuola della vita.
Perci Abramo e Sara dovettero imparare che la fede ancorata al solido terreno delle promesse di Dio, non alle sabbie mobil i
delle possibilit umane.
Ma erano diventati impazienti e limpazienza porta a commettere errori, cos stato per Abramo e sua moglie.
Sara rendendosi conto del fatto che gli anni in cui poteva concepire figli erano passati, sugger ad Abramo di prendere come
concubina Agar, la schiava che avevano portato dallEgitto.
Ella si era adattata ai costumi dei tempi, dopo tutto queste cose succedevano frequentemente.
Ma quello che aveva fatto era sbagliato, perch mancava di fede. Aveva voluto vedere adempiuta la promessa di Dio ad ogni
costo e nel momento scelto da lei.
Il vero problema di Sara, naturalmente, non fu la mancanza di pazienza, ma il fatto di aver cercato una soluzione da sola. Aveva
voluto agire in prima persona e ora doveva pagarne le conseguenza.
Che cosa aveva spinto Abramo ad ascoltarla? Questo ancora non chiaro, ma come Adamo prima di lui, egli pag le
conseguenze dellaver ascoltato il suggerimento della moglie.
Gli effetti furono evidenti quasi subito, limpazienza aveva cominciato a dare i suoi frutti: la casa di Abramo stava per essere
rovinata dalla scontentezza e dalla mancanza di pace.
Agar quando si era accorta di essere incinta aveva preso un atteggiamento di disprezzo verso la sua padrona, Sara si arrabbia e
nonostante ammette di aver dato la serva al marito come concubina, chiede lintervento di Abramo.
Perch si era allontanata da Dio? Perch Sara aveva dimenticato di fare un esame di coscienza e di pentirsi?
Invece aveva accusato il marito dellatteggiamento di Agar e se Dio non fosse intervenuto, la giovane schiava sarebbe morta per
colpa di Sara.
Sara si era degradata, aveva imparato che una persona potente ed istruita pu esercitare in pieno il suo potere, quando si
allontana da Dio, ella voleva vincere sul tempo.

Sara: una donna che dubita
Ritorniamo alla scena di partenza ad Hebron: Abramo intanto aspettava ospiti, essi erano apparsi ad un tratto dal nulla e stavano
davanti ad Abramo, suo marito.
Allora di pranzo Sara era rimasta in disparte, come era costume in oriente. Ad un certo momento per la sua attenzione fu
attratta dalle parole dei visitatori: Dov tua moglie Sara?
Allora aveva pensato:Chi sono questi uomini? Come fanno a conoscere il mio nome? Che cosa sanno ancora di me?
Abramo aveva risposto:E nella sua tenda, poi ecco viene fatta una dichiarazione sorprendente: Io ritorner da voi fra un anno
e tua moglie Sara avr concepito un figliolo.
Gli ospiti erano ancora seduti con la schiena verso la tenda, Sara sentiva che non sarebbe stata notata. Era sola con i suoi
pensieri ed il suo cuore rideva di queste parole: Quegli ospiti sono persone ben educate, dei veri gentiluomini, perci dimostrano la
loro gratitudine per lospitalit augurando ad Abramo un figlio. pensava dentro di s la donna.
Ma ad un tratto le sue riflessioni cessarono e, meravigliata sent che i suoi pensieri venivano ripetuti ad alta voce: Perch Sara
ride dicendo Io non concepir un figlio alla mia et?
Le parole dellospite la gelarono. C qualcosa di troppo difficile per lEterno?
LEterno!! fu allora che Sara lo riconobbe, cos come Abramo lo aveva gi riconosciuto.
Il Signore era disceso dal cielo per parlare a lei per confermarle la promessa personalmente. Sara rimase talmente colpita che
neg la sua mancanza di fede e disse :Io non ho riso Egli le conferm S tu hai riso
Perch il Signore non le aveva parlato direttamente? Forse perch era uso orientale parlare alla donna per mezzo del marito, o
voleva forse ricordare ad Abramo che egli come sua moglie aveva messo in dubbio le parole di Dio per mancanza di fede? Non
molto tempo prima Dio aveva promesso e ripetuto la promessa di un figlio, ma anche Abramo aveva perduto la speranza di avere un
figlio da Sara.
Era soddisfatto di avere Ismaele il figlio della schiava Agar, ed aveva pregato che il Signore lo accettasse come suo erede! Ma
ora il Signore non aveva creduto sufficiente dire soltanto ad Abrahamo che il tempo di attesa era ormai finito, era venuto
personalmente a dirlo anche a Sara.
Lanno dopo nel periodo stabilito da Dio,il figlio nacque, il nome che Dio gli diede Isacco significa quello che ride.
Finch sarebbero vissuti Isacco avrebbe ricordato ai suoi genitori il fatto che con la loro incredulit avevano messo un punto
interrogativo dietro al suo nome, mentre Dio lo aveva cambiato in punto esclamativo.

Sara, una donna come noi
I risultati dellerrore di Sara nel permettere che Agar diventasse la concubina di Abrahamo furono molto seri.
Poich Ismaele aveva deriso Isacco alla sua festa di ringraziamento, Sara aveva pregato Abramo di mandare via Agar e suo
figlio.
Abramo provava dolore in cuor suo, perch amava anche laltro figlio. Tuttavia Dio gli disse si ascoltare Sara, cos mand vi a la
donna col suo bambino. Come scritto, Dio am anche loro, ma ci fu una distinta separazione fra le discendenza di Isacco da quella
di Ismaele.
Sara visse altri 37 anni dopo la nascita di Isacco, cos non vide la miseria e il contrasto tra i discendenti dei due figli di Abramo.
Infatti gli arabi, discendenti di Ismaele, e i Giudei, discendenti di Isacco, sono stati e lo sono oggi perenni nemici. Dopo molti
secoli i problemi del Medio oriente aspettano ancora una soluzione. E triste constatare che per una azione dimpazienza da parte di
Sara abbia avuto delle conseguenza cos durature! E triste anche che la sua memoria sia stata macchiata da questo fatto.
Tuttavia la prima donna presente nella galleria dei ritratti degli eroi della fede in Ebrei 11, Sara.
E ricordata con onore per la fede che aveva e non per le sue mancanze. La sua fede magnificamente illustrata dalla nascita di
Isacco crebbe durante la sua lunga vita.
La sua vita richiese molti sacrifici, dovette astenersi da molte cose che amava e voleva, sopport sacrifici e delusioni, tutto senza
lamentarsi. Sara fu pronta ai cambiamenti di situazione, adattandosi al marito. Per la sua ubbidienza ad Abramo, ella lo aiut ad
ubbidire a Dio.
Recenti studi dimostrano che le cattive emozioni possono rendere una persona ammalata, dicono che le buone emozioni dalla
serenit e dalla felicit danno bellezza fisica, buona salute e lunga vita. Poteva essere questo il segreto della bellezza esteriore e
della vitalit di Sara? Pietro loda Sara per la sua bellezza interiore e fa un appello a tutte le donne di seguire il suo esempio, perch
Sara veramente una principessa fra le donne.





























"La regina di Seba ud la fama che circondava Salomone a motivo del nome del SIGNORE,
e venne a metterlo alla prova con degli enigmi.Lei giunse a Gerusalemme con un numerosissimo sguito,con cammelli carichi di
aromi, d'oro in gran quantit, e di pietre preziose.And da Salomone e gli disse tutto quello che aveva nel suo cuore.Salomone
rispose a tutte le domande della regina,e non ci fu nulla che fosse oscuro per il re e che egli non sapesse spiegare."1 Re 10:1-3

Troviamo citazione della regina di Seba, nel suo incontro con il re Salomone, il maggiore dei re dIsraele.
Questa regina abitava nel sud della penisola arabica, ed aveva sentito parlare di questo re eccezionale, per la sua grande
saggezza e ricchezza. Volle verificare di persona le informazioni che aveva avuto; cos inizi un lunghissimo viaggio, per quei tempi,
pari a milleottocento chilometri a dorso di cammello. Erano tempi in cui le bande di briganti piombavano addosso ai beduini e a coloro
che traversavano i deserti. Ma la regina di Seba non si lasci spaventare da questo viaggio pericolosissimo, perch aveva un grande
desiderio in cuore, quello di incontrare il re pi famoso di quel tempo.
La regina di Seba ud la fama che circondava Salomone a motivo del nome del Signore. Possiamo stabilire un paragone
con noi, cristiane del XXI secolo: chi il re di cui abbiamo sentito parlare e che grande in saggezza e in ricchezza?
Il nostro Re, o meglio il Re dei re, Ges Cristo, il Signore. Anche noi dovremmo affrontare ogni difficolt, ogni sfida, ogni
pregiudizio, anche la vergogna del mondo che non apprezza coloro che vogliono conoscere Ges. Anche noi dovremmo lasciarci
attrarre dalla fama di Colui che ha saputo trasformare il corso della storia, che ne ha cambiato letica, che ha convertito milioni di vite.
Come possiamo conoscere meglio Ges Cristo? Interrogando la Parola di Dio, leggendola e permettendole di mettere a nudo la
nostra anima; i Suoi insegnamenti devono toccare il nostro cuore, devono mettere in discussione tutte le nostre convinzioni morali e
spirituali.
Lei giunse a Gerusalemme con un numerosissimo sguito, con cammelli carichi di aromi, d'oro in gran quantit, e di pietre
preziose.
La regina di Seba non si present davanti a Salomone a mani vuote: port dalla sua terra tutto ci che aveva di pi prezioso, per
offrirlo in omaggio alluomo che aveva sperato di conoscere da anni. Volle aggiungere alla ricchezza delluomo pi ricco del tempo,
anche la sua ricchezza; probabilmente voleva dare il suo contributo alla gloria di Salomone.
Anche noi non possiamo andare davanti a Ges Cristo a mani vuote. Il Signore vuole che Gli doniamo ci che abbiamo di pi
prezioso, cio la nostra vita, il nostro cuore: Figlio mio, dammi il tuo cuore, e gli occhi tuoi prendano piacere nelle mie vie. (Proverbi
23:26)
Come potremmo andare davanti a Ges, con delle reticenze, delle perplessit, con la convinzione che non deve avere posto
nella nostra vita? Come potremmo leggere la Sua Parola con molti dubbi, perch sappiamo bene che Essa riuscir a cambiare il
corso della nostra esistenza?
And da Salomone e gli disse tutto quello che aveva nel suo cuore. La regina di Seba and da Salomone con la
convinzione che egli comprendesse perfettamente tutto ci che lei pensava; si fidava di lui ed ebbe il coraggio di dire ogni cosa, di
porgli delle domande, di esprimere i suoi pensieri pi intimi sapeva che Salomone avrebbe capito.
Anche il nostro Re si aspetta che andiamo a Lui con gli stessi sentimenti; vuole che ci avviciniamo al Suo trono in tutta sincerit;
se lo faremo Egli sapr rispondere con la bont e lamore che Lo contraddistinsero quando era su questa terra, quando si rivolgeva a
donne malate, a donne straniere, a donne rifiutate, a donne condannate a morte. Per ognuna di loro Egli ebbe un tocco speciale, una
parola di comprensione e di perdono, un gesto di affetto e non di giudizio. Tutti i loro bisogni furono soddisfatti, al punto che tutte
queste donne diventarono Sue discepole, tutte erano pronte a servirLo, a seguirLo ovunque andasse.
Avviciniamoci dunque a Ges Cristo in tutta tranquillit, pronte ad aprire il nostro cuore e a raccontarGli tutto ci che ci
turba. Salomone rispose a tutte le domande della regina, e non ci fu nulla che fosse oscuro per il re e che egli non sapesse
spiegare.

La regina di Seba vide tutta la saggezza di Salomone e la casa che egli aveva costruita, i cibi della sua mensa, gli alloggi
dei suoi servitori, l'organizzazione dei suoi ufficiali e le loro uniformi, i suoi coppieri e gli olocausti che egli offriva nella casa del
SIGNORE. Rimase senza fiato. (1 Re 10:5)
La regina di Seba rimase senza fiato: me la immagino a bocca aperta, perch le cose che aveva sentito dire di Salomone non
reggevano il confronto con la realt: la ricchezza dei palazzi, la perfezione di ogni dettaglio nellorganizzazione del regno,
dimostravano ampiamente che la saggezza del re aveva qualcosa di soprannaturale. Infatti gli era stata donata direttamente da Dio,
perch laveva chiesta con semplicit, quando era giovane e si sentiva incapace ad affrontare il suo compito di sovrano.
Anche noi avevamo sentito parlare di Ges Cristo, dalle persone che avevano avuto un incontro personale con Lui; ci avevano
parlato della grandezza del Suo amore, della Sua guida e del Suo perdono.
Ma quando abbiamo voluto capitolare di fronte al nostro orgoglio, e Gli abbiamo chiesto di diventare il nostro Salvatore e Si gnore,
perdonando i nostri peccati e donandoci la vita eterna, abbiamo scoperto che lincontro con Lui di gran lunga superiore a ci che
avevamo sentito raccontare.
Lunico modo per conoscere la grandezza dellamore di Cristo di darGli fiducia, cio di credere con fede; dobbiamo avere un
incontro personale con Lui. Non sufficiente essere figlie di credenti, non sufficiente fidarci della fede dei nostri genitori. Non
possiamo credere per sentito dire no, dobbiamo avere il coraggio di fare una scelta precisa!
E disse al re: Quello che avevo sentito dire nel mio paese della tua situazione e della tua saggezza era dunque vero. Ma non ci
ho creduto finch non sono venuta io stessa e non ho visto con i miei occhi. Ebbene, non me n'era stata riferita neppure la met! La
tua saggezza e la tua prosperit sorpassano la fama che me n'era giunta! (1 Re 10:7)

Beata la tua gente, beati questi tuoi servitori che stanno sempre davanti a te, e ascoltano la tua saggezza!
Sia benedetto il SIGNORE, il tuo Dio, il quale ti ha gradito, mettendoti sul trono d'Israele! Il SIGNORE ti ha fatto re, per
amministrare il diritto e la giustizia, perch egli nutre per Israele un amore eterno. (1 Re 10:9)
Queste sono le parole della regina di Seba, quando finalmente i suoi occhi furono soddisfatti ed anche il suo cuore ebbe ricevuto
tutte le risposte che sospirava. Ella fece un elogio del grande re, e dovette riconoscere che tutto quello che possedeva, derivava
dallazione del grande Signore, il Dio di Salomone.
Pi che lodare Salomone, la regina di Seba dovette lodare il grande Dio delluniverso, e sono certa che anche lei divenne
unadoratrice dellunico vero Dio; quando torn nella sua terra, sicuramente era una donna trasformata, una credente.
Lincontro con Cristo non pu che condurci a diventare dei veri adoratori; quando scopriamo la Sua bont, il Suo amore, non
possiamo far altro che rivolgerci al Padre celeste per ringraziarlo e lodarLo per averci donato il Figlio.
Come la regina di Seba, anche noi dobbiamo diventare delle donne che adorano, che lodano, che benedicono il grande Signore
Dio: siamo state oggetto della Sua grazia, per lazione del Figlio e non possiamo far altro che rispondere con la nostra adorazione.

Poi lei diede al re centoventi talenti d'oro, una grandissima quantit di aromi e delle pietre preziose. Non furono mai pi
portati tanti aromi quanti ne diede la regina di Seba al re Salomone.
La flotta di Chiram, che portava oro da Ofir, portava anche da Ofir del legno di sandalo in grandissima quantit, e delle pietre
preziose, e di questo legno di sandalo il re fece delle ringhiere per la casa del SIGNORE e per il palazzo reale, delle arpe e delle
cetre per i cantori. Di questo legno di sandalo non ne fu pi portato, e non se n' pi visto fino a oggi. (1 Re 10:11)
Nella Parola di Dio loro sempre legato alla gloria di Dio, e il legno di sandalo allumanit: queste erano le due caratteristiche
della Persona di Ges Cristo. In Lui coesisteva perfettamente la divinit gloriosa e lumanit perfetta. Di questo legno di sandalo non
ne fu pi portato, e non se n' pi visto fino a oggi: lumanit perfetta di Cristo c stata una sola volta sulla faccia della terra e mai
pi si vedr.
Questo perfetta unione di Dio con luomo, nella Persona di Cristo, ha permesso di costruire la casa del Signore, cio la Chiesa:
dalle Sue mani ferite e dal Suo costato uscito quel sangue che purifica i peccati degli uomini e la Sua morte li ha espiati.
Con il legno di sandalo si fecero delle arpe e delle cetre per i cantori che eseguivano le lodi nella casa del Signore: che l a nostra
umanit serva a dare la gloria a Colui che ci ha salvate e che ci ha donato la vita eterna.
Che i nostri cuori siano pieni di canti, di inni, in onore del grande Re!

Tutto quello che la regina di Seba desider e chiese, il re Salomone glielo diede, oltre a quello che egli le don con la sua
munificenza sovrana. Poi lei si rimise in cammino, e con i suoi servitori torn al suo paese. (1 Re 10:13)
La regina di Seba non torn alla sua terra a mani vuote: vero che aveva donato tutto ci che aveva di pi bello, ma ricevette
molto dal suo incontro con il re Salomone.
Sicuramente aveva ricevuto molte risposte alle sue domande : era una donna pi ricca spiritualmente e moralmente e sarebbe
stata sicuramente una regina migliore per il suo popolo.
Ma ella ricevette anche molti doni: molto probabilmente aveva visto in Israele degli oggetti che non aveva mai visto e li aveva
desiderati; il re non si era fatto pregare e glieli aveva subito offerti, oltre a tutta una serie di doni che le aveva dato i n contraccambio.
Anche noi, quando doniamo a Cristo la nostra vita, non ci perdiamo anzi! Sembra che rinunciamo a tutto ci che abbiamo di
pi caro, ma riceviamo in contraccambio molto, molto di pi!
Trova la tua gioia nel SIGNORE,
ed egli appagher i desideri del tuo cuore. (Salmo 37:4)
Se troviamo la nostra gioia in presenza di Cristo, se Lo facciamo diventare il centro e lo scopo della nostra vita, riceveremo in
cambio tutte le Sue ricchezze celesti ed anche tanta gioia e pace su questa terra.
Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Ges Cristo, che ci ha benedetti di ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti
in Cristo.(Efesini 1:3)

Sei pronta a donare anche tu la tua vita al grande Re?






"E Maria disse:L'anima mia magnifica il Signore,e lo spirito mio esulta in Dio, mio Salvatore,
perch egli ha guardato alla bassezza della sua serva."Luca 1:46

Nel panorama di libri evangelici, e nei siti evangelici, estremamente difficile trovare degli studi biblici sulla persona di Maria,
madre del Signore Ges Cristo. A causa dellenorme attenzione che la religione cattolica dedica alla sua persona, facendone un vero
e proprio culto, gli evangelici lhanno accantonata, dimenticata, per prendere le distanze dalle storture idolatre che laccompagnano.
In realt la Bibbia ci fornisce di lei un quadro meraviglioso, e ce la propone come modello di donna, insieme alle altre donne pie e
devote dellAntico e del Nuovo Testamento: non possiamo dimenticarla, indotte dalla paura di farne un idolo, ma dobbiamo cercare di
avere una visione corretta del posto che Dio le ha dato nellopera dellincarnazione di Ges Cristo.
Bisogna dire che la Bibbia ce ne parla in modo estremamente sobrio e ci d pochissime informazioni riguardanti la sua persona,
la sua vita e la sua famiglia; infatti, chi ha voluto farne un culto, ha dovuto attingere informazioni dai vangeli apocrifi, cio da quegli
scritti non ispirati dallo Spirito Santo ed elaborati allo scopo di creare confusione riguardo alla verit della Parola di Di o.
Scopriamo insieme ci che la Bibbia ci dice su Maria, madre naturale del Signore Ges Cristo.
Emergono dai pochi dettagli biblici, alcune qualit che dovremmo imitare:
Maria era una ragazza pia, devota, sottomessa al Dio dIsraele.
E Maria disse: L'anima mia magnifica il Signore, e lo spirito mio esulta in Dio, mio Salvatore. (Luca 1:47).
Notiamo come lei chiama Dio = mio Salvatore! Ella sapeva di aver bisogno di un Salvatore, perch conosceva la sua
natura di peccatrice, come tutti gli uomini. In questa parola, percepiamo la sua attesa di un Salvatore, secondo la promessa
fatta agli Ebrei; anche lei stava aspettando il Messia promesso.
Maria ammette davanti a Dio la propria bassezza, e il proprio peccato: perch egli ha guardato alla bassezza
della sua serva.(Luca 1:48)
Queste parole dimostrano che Maria era una ragazza umile, sottomessa a Dio e che conosceva, lodava e magnificava
la grandezza di Dio. Maria era cosciente di ci che langelo le aveva detto: Non temere, Maria, perch hai trovato grazia
presso Dio. (Luca 1:30)
Maria aveva trovato grazia presso Dio; Egli laveva resa capace di accogliere in s il seme divino che avrebbe generato
il Figlio Ges Cristo. Nonostante ella fosse una peccatrice come le altre donne, Dio le aveva fatto grazia: Lo Spirito Santo
verr su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprir dell'ombra sua; perci, anche colui che nascer sar chiamato Santo,
Figlio di Dio.
Maria era una donna capace di adorare: perch grandi cose mi ha fatte il Potente. Santo il suo nome; e la sua
misericordia si estende di generazione in generazione su quelli che lo temono. (Luca 1:49)
Riconosceva che Dio, il Potente, aveva agito nella sua vita, scegliendola tra molte altre donne per un compito
importantissimo. Questo favore ricevuto da Dio, la spingeva a lodarLo, a magnificare il Nome Suo santo e a riconoscere la
Sua grande misericordia.
Dalle parole di Elisabetta, scopriamo un altro dettaglio su Maria: ad alta voce esclam: Benedetta sei tu fra le
donne, e benedetto il frutto del tuo seno! (Luca 1:42)
Maria era n pi n meno una donna come tutte le altre; ma a causa dei suoi natali, della sua discendenza (che risaliva
direttamente al re Davide), era la donna prescelta da Dio. Questa elezione divina rappresentava una benedizione per lei,
perch la faceva essere lo strumento scelto da Dio per portare a compimento lincarnazione del Figlio di Dio, che sarebbe
diventato frutto del suo seno.
La sua elezione fra le donne non fa di lei una donna al di sopra delle altre; Ges ce lo conferma con queste parole:
Mentr'egli diceva queste cose, dalla folla una donna alz la voce e gli disse: Beato il grembo che ti port e le
mammelle che tu poppasti! Ma egli disse: Beati piuttosto quelli che ascoltano la parola di Dio e la mettono in
pratica! (Luca 11:27) Una donna invidi il ruolo che Maria aveva avuto nel dare alla luce un Figlio cos speciale; ma Ges
ribadisce che tutti possono essere pari a Maria, se sono ascoltatori della Parola di Dio e se la mettono in pratica.
Scopriamo poi che Maria era una donna calma, riservata, poco incline a mettersi in mostra, ma capace di
riflettere sugli strani avvenimenti della sua vita: Maria serbava in s tutte queste cose, meditandole in cuor suo. (Luca 2:19)
Sapeva benissimo che non era lei ad essere importante, ma il Figlio che Dio le aveva dato sarebbe diventato il Salvatore
dellumanit; doveva dunque mantenere il ruolo che le spettava, cio di strumento nelle mani di Dio per compiere la Sua
opera.
Maria, al momento della presentazione di Ges nel tempio, 8 giorni dopo il parto, riceve una rivelazione
particolare, per bocca del profeta Simeone: E Simeone li benedisse, dicendo a Maria, madre di lui: Ecco, egli posto a
caduta e a rialzamento di molti in Israele, come segno di contraddizione a te stessa una spada trafigger l'anima), affinch i
pensieri di molti cuori siano svelati. (Luca 2:34)
Giuseppe e Maria si stupiscono delle cose che vengono dette loro riguardo a questo Figlio; e Maria viene preparata ad
affrontare (33 anni prima) al cammino di sofferenza e di reiezione di questo Figlio. Quando Cristo morir sulla croce, Maria
che si trovava ai Suoi piedi, vedr il Figlio abbandonato dagli uomini e da Dio stesso e faticher a comprendere la Sua triste
fine; solo alla risurrezione, si render infine conto della grandezza del Suo Salvatore e Signore.
Maria appare anche nell'episodio di Ges dodicenne nel tempio. Quando i suoi genitori lo videro, rimasero
stupiti; e sua madre gli disse: Figlio, perch ci hai fatto cos? Ecco, tuo padre e io ti cercavamo, stando in gran pena. Ed
egli disse loro: Perch mi cercavate? Non sapevate che io dovevo trovarmi nella casa del Padre mio? Ed essi non
capirono le parole che egli aveva dette loro. Poi discese con loro, and a Nazaret, e stava loro sottomesso. Sua madre
serbava tutte queste cose nel suo cuore.
Maria, spinta dallansia che laveva turbata per tre giorni (quando non riusciva a trovare il figlio) si permette di
rimproverarlo; Ges fa immediatamente capire che Egli non figlio di Giuseppe, ma Figlio di Dio e che dunque deve
occuparsi di ubbidire a questo Padre ben pi importante!
E strano come Maria e Giuseppe non riuscirono a capire queste parole di Ges, quasi che Lui fosse un figlio come tutti
gli altri. Tuttavia, ancora una volta ci viene detto che Maria conservava nel suo cuore questi insegnamenti del Figlio, che
sono dettagli importantissimi per aumentare la Sua fede in Lui.
Maria, al momento di un matrimonio a Cana di Galilea, comprende bene che il Figlio che aveva ricevuto da Dio,
le era di molto superiore, in quanto Dio stesso incarnato. Ges dice a Sua madre, una frase che sembra enigmatica: Che
c' fra me e te, o donna? L'ora mia non ancora venuta (Giovanni 2:4)
Maria aveva gi imparato nel tempio che suo Figlio aveva un Padre, del quale doveva fare la volont. Qui impara che il
Figlio Ges Cristo deve prendere le distanze da lei, perch si prepara a compiere il Suo primo miracolo, come Dio. Non pu
ricevere un ordine da lei (quello di occuparsi del vino delle nozze), perch Lui sa cosa deve fare.
Maria si stava immischiando in cose che non la riguardavano, perch non era ancora venuto per lui il momento di
rivelare S stesso come Figlio di Dio: Ges poteva solo ascoltare la voce di Dio, quando si trattava di compiere un miracolo.
Maria comprende bene la riprensione del Figlio, e si ritira dicendo: Fate tutto quel che vi dir.
Qualcuno ha scritto: Se Maria era stata tentata di uscire dal suo ruolo, a causa del suo profondo affetto per il Figlio, e
forse anche per il desiderio di vedere il Figlio pubblicamente riconosciuto appena il Signore parl con autorit, riprese il
suo ruolo di secondo piano di donna sottomessa, nellattesa che il Figlio brillasse della Sua gloria divina.
Pare che Maria e i fratelli di Ges, Lo seguissero di tanto in tanto durante il Suo ministerio (leggi Matteo
12:46; 13:55; Marco 3:31; Luca 8:19 e Giovanni 2:12). Maria ebbe una famiglia numerosa: la Bibbia ci ricorda che i suoi figli
si chiamavano Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda e che vi erano anche delle figlie.
Scopriamo cos che dopo il Figlio, nato dallo Spirito Santo, ebbe dei figli nati dal matrimonio con il marito Giuseppe. Fu
una famiglia che fatic a comprendere che il figlio primogenito era molto speciale (Luca 2:7), perch ad un certo punto non
credettero pi che Egli fosse il Messia, Dio incarnato: Poich neppure i suoi fratelli credevano in lui. (Giovanni 7:5)
Ma la Sua risurrezione provoc in loro una nuova fede, che li condusse ad essere discepoli e apostoli di Cristo: Tutti
questi perseveravano concordi nella preghiera, con le donne, e con Maria, madre di Ges e con i fratelli di lui. (Atti 1:14)
Maria diventa cos la madre di una famiglia che, unita, seguace di quel Messia morto per i peccati del mondo; i suoi figli
divennero degli apostoli di Cristo (ce lo dimostra la lettera di Giacomo apostolo, anziano della chiesa di Gerusalemme e
fratello carnale di Cristo - leggi Galati 1:19 e 1 Corinzi 9:5)
Troviamo ancora Maria ai piedi della croce in Giovanni 19:25-27. E circondata da altre donne fedeli a Ges
Cristo e da Giovanni, il discepolo che Ges amava. Immaginiamo il dolore indicibile provato da questa donna di fronte alla
crocifissione del Figlio; Laveva osservato e seguito per 33 anni ed aveva goduto della sua bellezza morale ora vedeva il
Suo volto sfigurato dal dolore. S, la spada le stava trafiggendo lanima, come Simeone aveva profetizzato.
Ges comprendeva la sofferenza della madre ed ebbe per lei una parola di conforto, affidandola a Giovanni: Ges
dunque, vedendo suamadre e presso di lei il discepolo che egli amava, disse a sua madre: Donna, ecco tuo figlio! Poi
disse al discepolo: Ecco tua madre! E da quel momento, il discepolo la prese in casa sua. (Giovanni 19:26)
In quellistante Ges, pur sapendo che si trattava della Sua madre naturale, le rivolse la parola chiamandola Donna:
era come se Dio stesso parlasse e sostituisse quel Figlio che le veniva tolto con un altro figlio, affinch il suo cuore fosse
consolato. Affidava a Giovanni il compito di sostentamento della madre (che era gi vedova), un compito che non poteva pi
portare a termine (era il figlio primogenito).
Maria viene citata infine come facente parte delle donne che attendevano lo Spirito Santo. Non si parla di lei
n al momento della sepoltura e nemmeno al momento della risurrezione; ma in Atti 1 Maria viene citata per lultima volta
nella Bibbia.
Il suo compito terrestre era terminato, ma nasceva per lei una nuova relazione con il Figlio di Dio risuscitato: Egli era
diventato il suo Salvatore e il suo Signore. Tutti questi perseveravano concordi nella preghiera, con le donne, e con Maria,
madre di Ges e con i fratelli di lui. (Atti 1:14)
La presenza di Maria e dei fratelli carnali di Cristo in questo momento storico cos importante, ci indica che era diventata
una discepola del Signore; il figlio le era stato tolto, ma era entrata a far parte insieme alle altre donne e ai discepoli di
Cristo, della chiesa nascente in Gerusalemme. Il suo nome era stato scritto nei cieli, perch anche lei era stata riscattata dal
sangue di Cristo ed ora confessava, insieme ai suoi figli, il grande Nome del Salvatore.

S, Maria, madre di Ges Cristo, stata una grande donna da imitare; anche se nessuna di noi potr mai assomigliare a lei
nel compito unico che Dio le aveva affidato, possiamo tuttavia emularla nelle grandi virt che l'hanno contraddistinta.




Un'insistenza che Dio gradisce
Partito di l, Ges si ritir nel territorio di Tiro e di Sidone.Ed ecco una donna cananea di quei
luoghi venne fuori e si mise a gridare:Abbi piet di me, Signore, Figlio di Davide. Mia figlia gravemente tormentata da un
demonio.Ma egli non le rispose parola. E i suoi discepoli si avvicinarono e lo pregavano dicendo: Mandala via, perch ci grida
dietro.Ma egli rispose: Io non sono stato mandato che alle pecore perdute della casa d'Israele.Ella per venne e gli si prostr
davanti, dicendo: Signore, aiutami!Ges rispose: Non bene prendere il pane dei figli per buttarlo ai cagnolini.Ma ella disse:
Dici bene, Signore, eppure anche i cagnolini mangiano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni.Allora Ges le disse:
Donna, grande la tua fede; ti sia fatto come vuoi. E da quel momento sua figlia fu guarita.Matteo 15:21 - 28
RICONOSCERE CHI GES CRISTO!
Leggiamo il racconto della Donna cananea nei vangeli di Matteo e di Marco.
Il vangelo di Matteo ci dice che Ges non le rispose parola. Per comprendere bene il significato del comportamento di Ges
Cristo, bisogna intendere il contesto in cui avviene questo fatto: il Signore stava rivolgendo il Suo ministerio principalmente ai Giudei,
il popolo terrestre di Dio, quel popolo che non Laveva accolto come Messia. venuto in casa sua e i suoi non l'hanno
ricevuto. (Giovanni 1:11)
La donna cananea era una straniera, greca, di origine siro-fenicia; non apparteneva al popolo dIsraele e dunque la salvezza,
predicata da Cristo, non era rivolta a lei.
Ges non le rispose parola, per far comprendere alle persone presenti che le Sue benedizioni dovevano prima ricadere sui
Giudei e poi sui pagani: Lascia che prima siano saziati i figli. Infatti, tempo prima, aveva detto: Non andate tra i pagani e non
entrate in nessuna citt dei Samaritani, ma andate piuttosto verso le pecore perdute della casa d'Israele. (Matteo 10:6)
Ma questa donna di grande fede, aveva sentito parlare di Ges Cristo e, molto probabilmente, Laveva visto compiere dei
miracoli.
Il vangelo di Matteo riferisce: Abbi piet di me, Signore, Figlio di Davide. Mia figlia gravemente tormentata da un
demonio (15:22)
incredibile il fatto che la donna si rivolga a Lui con un appellativo, non utilizzato dalla maggior parte dei Giudei: Figlio di
Davide. Utilizzare questo titolo, nel rivolgersi a Ges, significa credere che Egli Colui che deve venire, Colui che Dio ha mandato
come Messia, come Figlio di Davide, cio come Re dIsraele.
In questo modo, la donna cananea dimostra di credere alle promesse fatte da Dio al Suo popolo, e di credere che Ges Cristo
era il vero Messia, secondo le profezie.
Su cosa si basa la nostra fede?
E fondamentale indagare sulle nostre credenze, perch spesso le nostre preghiere mancano di potenza, a causa del fatto
che non ci appoggiamo sulle promesse che Dio ci fa, ma chiediamo male, in modo generico, senza troppa convinzione.
Lapostolo Giacomo ci esorta in questo modo: Ma la chieda con fede, senza dubitare; perch chi dubita rassomiglia a
un'onda del mare, agitata dal vento e spinta qua e l. (Giacomo 1:6)
Chi per noi, Ges Cristo? veramente il nostro personale Salvatore e Signore, Colui dal quale dipende interamente la
nostra vita e il nostro futuro?
Siamo convinte che Lui il solo in grado di donarci tutto ci di cui abbiamo bisogno, secondo i Suoi piani e secondo la volont
di Dio?
Dalla relazione che abbiamo con Ges Cristo, dipende la risposta alle nostre preghiere: Egli pu realizzare le cose impossibili
e trasformare tutte quelle situazioni umane, intricate ed irrisolvibili.
Come la donna cananea, avviciniamoci a Lui con fede, appoggiandoci sulle Sue promesse, convinte di avere un grande
Padre celeste, ed un grande Avvocato presso di Lui, che intercede in nostro favore! Anche noi, saremmo indegne di chiedere al
Figlio di Davide, ma per la grazia di Dio, siamo state raccolte tra le Sue pecore, ed Egli ha promesso di avere cura di noi!

IL SILENZIO APPARENTE DI DIO
Vorrei ancora riflettere su questo passo della Scrittura, che ci mostra un comportamento strano da parte del Salvatore del
mondo: Ma egli non le rispose parola.
La donna cananea si rivolge con fede, appoggiandosi sulle promesse divine, e non riceve risposta! Talvolta anche noi,
preghiamo, e apparentemente non c una risposta immediata da parte di Dio. Le nostre preghiere ricevono solo un silenzio.
Questo silenzio inspiegabile da parte del nostro Signore, mette a dura prova la nostra fede, perch ci fa pensare che Egli sia
indifferente ai nostri problemi, che Egli non comprenda la nostra sofferenza. Il libro di Giobbe ci viene in aiuto con queste parole:
Certo, Dio non d ascolto a lamenti vani;
l'Onnipotente non ne fa caso;
e tu, quando dici che non lo scorgi,
la tua causa gli sta davanti;
sappilo aspettare! (Giobbe 35:13-14)
Se Dio tace, lo fa con uno scopo preciso: conosce il nostro cuore e sa bene che sapremo perseverare nella preghiera, che
sapremo oltrepassare gli ostacoli, anche quello dellincomprensione delle persone che ci stanno attorno.
Come i discepoli che dissero: Mandala via, perch ci grida dietro ci sono delle persone che ci osservano e che non
comprendono che noi attendiamo con fede che Dio intervenga nella nostra vita. Per loro, i problemi si risolvono in altro modo!
Il nostro attendere con fede la risposta dellEterno, sar alla Sua gloria, perch dimostrer al mondo che Egli ci ama e che noi
Lamiamo, al di sopra delle benedizione che possiamo ricevere!
Con il Suo silenzio, Dio fortifica la nostra fede e ci fa crescere spiritualmente nella pazienza. Ricordiamo Abraamo e ci che
lapostolo dice di lui: Cos, avendo aspettato con pazienza, Abraamo vide realizzarsi la promessa. (Ebrei 6:15)

IL GIUSTO ATTEGGIAMENTO DELLA PREGHIERA
La situazione familiare della donna cananea era disastrosa: Mia figlia gravemente tormentata da un demonio. Solo
lintervento divino avrebbe potuto cacciare un demonio dalla figlia: gli uomini non hanno potere sui demoni. La donna laveva capito
bene, quando aveva sentito che Ges aveva guarito un indemoniato (Matteo 12) e probabilmente aveva saputo che Ges Cristo
aveva detto queste parole: Ma se con l'aiuto dello Spirito di Dio che io scaccio i demni, dunque giunto fino a voi il regno di
Dio. (Matteo 12:28)
Perci questa donna cananea non se n andata via, sconsolata no, al contrario, ha insistito con coraggio; ha persino
saputo dare una risposta appropriata allapparente rifiuto del Messia: Dici bene, Signore, eppure anche i cagnolini mangiano delle
briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni.
Dici bene Per niente disarmata dal rifiuto di Ges Cristo, la donna accetta benevolmente di essere come un cagnolino,
degno solo delle briciole. C molta umilt in questa accettazione.
Non possiamo andare davanti a Dio, con pretese, con i nostri piani che vogliamo realizzare a tutti i costi; solo lumilt ottiene il
favore divino!
Rivestitevi, dunque, come eletti di Dio, santi e amati, di sentimenti di misericordia, di benevolenza, di umilt, di mansuetudine,
di pazienza. (Colossesi 3:12)
Non dimentichiamo mai che Dio resiste ai superbi, ma d grazia agli umili. (1 Pietro 5:5)

UNINSISTENZA CHE DIO GRADISCE
Ella per venne e gli si prostr davanti, dicendo: Signore, aiutami!
C una progressione nella scena, raccontataci da Matteo: prima la donna si trova fuori della casa in cui si trova Ges Cristo.
Il Maestro si era ritirato in questa casa per riposarsi: Entr in una casa e non voleva farlo sapere a nessuno. (Marco 7:24)
Non potendo entrare (come straniera non era stata invitata ad entrare nella casa di un giudeo) la donna si limita ad urlare
dallesterno, per attirare lattenzione del Signore.
N il padrone di casa, n i discepoli, mostrano attenzione per quella donna straniera, anzi si mostrano decisamente infastidi ti.
La donna, con grande coraggio, entra dentro la casa giudea, pur sapendo di non essere gradita: Ella per venne e gli si
prostr davanti, dicendo: Signore, aiutami!
Questa insistenza dovrebbe darci un grande insegnamento.
Quando il Signore tace, quando non c risposta alle nostre preghiere, non dobbiamo scoraggiarci! Se chiediamo,
sottoponendo le nostre richieste alla volont di Dio, e se accettiamo che Egli intervenga a Suo piacimento, senza dettarGli l e nostre
condizioni, possiamo continuare a bussare insistentemente al trono della grazia.
Nulla deve scoraggiarci, come la donna cananea: non smettiamo di pregare finch non abbiamo ricevuto risposta dal cielo. La
perseveranza nella preghiera un percorso in salita, molto difficile, irto di ostacoli, perch spesso la realt sembra andare nella
direzione opposta alle nostre richieste.
Talvolta, sembra che pi preghiamo e pi le cose diventano complicate e tristi; allora il dubbio si insinua facilmente nei nostri
pensieri, perch il nostro avversario ha partita vinta se riesce a farci credere che il nostro Dio non fedele alle Sue promesse!
Questo linsegnamento del nostro Signore:
Io altres vi dico: chiedete con perseveranza, e vi sar dato;
cercate senza stancarvi, e troverete;
bussate ripetutamente, e vi sar aperto. (Luca 11:9)

QUANDO DIO RISPONDE
Allora Ges le disse: Donna, grande la tua fede; ti sia fatto come vuoi. E da quel momento sua figlia fu guarita.
Alla fine, Ges Cristo risponde allinsistenza della donna cananea.
Anche i discepoli proveranno a cacciare dei demoni, ma non poterono guarire gli indemoniati. Allora i discepoli, accostatisi a
Ges in disparte, gli chiesero: Perch non l'abbiamo potuto cacciare noi?
Ges rispose loro: A causa della vostra poca fede; perch in verit io vi dico: se avete fede quanto un granello di senape,
potrete dire a questo monte: "Passa da qui a l", e passer; e niente vi sar impossibile. (Matteo 17:19)
Ci sono dei monti nelle nostre vite che devono passare da qui a l! Solo una fede solida pu far accadere delle cose
impossibili agli uomini, ma possibili a Dio.
Dio vuole rispondere, con i Suoi tempi, a modo Suo, ma vuole rispondere, perch vuole il meglio per noi!
Anche i bambini possono avere questa fede che sposta i monti; non necessaria unintelligenza elevata, una forza
sovrumana, una volont di ferro, capacit e saggezza fuori dal comune. Basta la fiducia in Dio, una fiducia semplice come quella di
un bimbo, che crede che il pap gli risponder.
Come donne di fede, possiamo seguire lesempio della donna cananea che non cedette di fronte al silenzio di Cristo.
Come mamme di fede, possiamo imitare la donna cananea che seppe perseverare perch la propria figlia fosse liberata.
Che il Padre celeste ci conceda di diventare delle donne di preghiera perseveranti!




Il sacerdote di Madian aveva sette figlie Mos accett di abitare da quell'uomo.Egli diede a Mos sua figlia Sefora.
Ella partor un figlio che Mos chiam Ghersom; perch disse: Abito in terra straniera. (Esodo 2)
Sefora, la moglie di Mos. Una donna di cui la Bibbia parla poco, eppure era la moglie di un grande uomo di Dio, il
liberatore del Suo popolo ed il grande scrittore del Pentateuco, i primi cinque libri della Bibbia.
Scopriamo tra le righe della Parola di Dio la personalit di questa donna.
Innanzitutto Sefora non era una donna israelita, ma una madianita. Era figlia di un sacerdote di Madian, che Mos incontr
quando fuggiva dallEgitto, dopo aver ucciso un egiziano.
Mos si trovava in una terra straniera, e per lui che era stato allevato alla corte del Faraone, faceva una bella differenza; dopo
la ricchezza e la sapienza della corte egiziana, dopo aver vissuto in una delle nazioni pi influenti ed avanzate culturalmente del
mondo, ora si trova nel deserto, presso dei semplici pastori.
Dalle parole di Mos, alla nascita del figlio, cogliamo una nota di rassegnazione per la sua situazione di abbassamento totale:
Abito in terra straniera.
Dopo la nascita di Ghersom, il primo figlio di Mos e Sefora, avvenne il primo incontro di Mos con Dio:
Mos pascolava il gregge di Ietro suo suocero, sacerdote di Madian, e,
guidando il gregge oltre il deserto, giunse alla montagna di Dio, a Oreb.
L'angelo del SIGNORE gli apparve in una fiamma di fuoco, in mezzo a un pruno. (Esodo 3:1)
Questo incontro fece s che Mos comprendesse qual era il piano di Dio per la sua vita, la sua missione di liberatore del popolo
dIsraele e di grande legislatore.
Cos si decise, dopo 40 anni di deserto, a lasciare la casa del suocero Ietro, per andare in Egitto.Allora Mos se ne and, torn da
Ietro suo suocero e gli disse:Lascia che io vada e ritorni dai miei fratelli che sono in Egitto, e veda se sono ancora vivi.Ietro disse a
Mos: Va' in pace.Il SIGNORE disse a Mos in Madian: Va', torna in Egitto,perch tutti quelli che cercavano di toglierti la vita
sono morti.Mos dunque prese sua moglie e i suoi figli, li mise su un asino e torn nel paese d'Egitto. (Esodo 4:18-20)
Mos affront a ritroso il viaggio in Egitto, con moglie e figli, su un asino
Durante il suo soggiorno in Madian, Mos aveva trascurato di ubbidire ad un comandamento che Dio aveva dato al suo
popolo: la circoncisione di ogni figlio maschio. E il primogenito di Mos e Sefora, Ghersom, non era stato circonciso.
possibile che sia stata Sefora ad opporsi a questa circoncisione, per proteggere il figlio da un rito che lei giudicava barbarico.
Non dimentichiamo che Sefora apparteneva ad una religione diversa, ad una cultura diversa da quella del marito e che era di
una razza diversa.
Forse Sefora si oppose alla circoncisione perch giudicava che questa fosse unoperazione pericolosa e il suo cuore di mamma
ne soffriva; non voleva che il figlio soffrisse per un male inflitto dal marito. Questo rito era contrario alla sua cultura, e il cuore naturale
di Sefora si contrappose alle ragioni spirituali di Mos.

Ma Dio non dimentica mai la vita dei Suoi figli.
Egli osserv che il Suo strumento Mos era mancante e che non poteva servirsi di lui, per attuare il suo grande piano di
liberazione. La sua vita aveva bisogno di essere in accordo con la volont di Dio e doveva avvenire una purificazione.
E cos, durante il viaggio, accadde un fatto stranissimo:
Mentre si trovava in viaggio, il SIGNORE gli venne incontro nel luogo dov'egli pernottava, e cerc di farlo morire. (Esodo 4:24)
Mos e Sefora erano ormai sposati da quasi 40 anni ed ora erano arrivati ad una forte crisi matrimoniale: Mos venne colpito
da una malattia improvvisa e mortale.
Una malattia cos seria non poteva che spingere questa coppia a riesaminare la loro vita, per vedere qual era la ragione di
questa situazione dolorosa. Come poteva Dio colpire di morte un uomo che aveva appena inviato a compiere una missione cos
importante? Esisteva una strana contraddizione!
Ed fu proprio Sefora che comprese il problema: il figlio Ghersom non stato circonciso, secondo la volont di Dio.
Perch la circoncisione del figlio era una cosa cos importante per Dio?
Perch era il simbolo del patto tra Dio e il suo popolo. In Genesi 17:10-14 leggiamo:
Questo il mio patto che voi osserverete, patto fra me e voi e la tua discendenza dopo di te:
ogni maschio tra di voi sia circonciso.
Sarete circoncisi; questo sar un segno del patto fra me e voi.
All'et di otto giorni, ogni maschio sar circonciso tra di voi, di generazione in generazione:
tanto quello nato in casa, quanto quello comprato con denaro da qualunque straniero
e che non sia della tua discendenza.
Quello nato in casa tua e quello comprato con denaro dovr essere circonciso;
il mio patto nella vostra carne sar un patto perenne.
L'incirconciso, il maschio che non sar stato circonciso nella carne del suo prepuzio,
sar tolto via dalla sua gente: egli avr violato il mio patto.
Mos non poteva diventare capo del popolo eletto da Dio, se non adeguava la sua vita e quella della sua famiglia alle regole
divine e se ignorava il simbolo per eccellenza del patto con Dio.
Mos era cos prostrato e debole, a causa della malattia, che non pot compiere il rito di circoncisione e fu proprio Sefora
che incise la carne del figlio, nonostante la sua avversione.
Arriv al punto di farlo con uno strumento di fortuna:
Allora Sefora prese una selce tagliente, recise il prepuzio di suo figlio
e con quello gli tocc i piedi di Mos,
dicendo: Tu sei per me uno sposo di sangue!
Allora il SIGNORE lo lasci.
Lei aveva detto: Sposo di sangue!, a causa della circoncisione. (Esodo 4:25-26)
Sefora salv la vita del marito, compiendo un atto contrario alla propria volont. Le sue parole di sfida lo dimostrano: Tu sei
per me uno sposo di sangue!
Sefora non era sposata con un marito qualunque, perch Mos doveva compiere il piano di Dio. Cos la sua vita stata
influenzata da questopera divina. Aveva avuto Mos per s per quasi quarantanni; ora doveva piegarsi alla volont di Dio.
Doveva accettare che per il marito, Dio venisse prima di lei e dei suoi figli e doveva accettarne le regole spirituali.
Cerchiamo di trarre un insegnamento spirituale. Mos era sposato con una donna che stentava a comprendere la sua
spiritualit, che non capiva il suo speciale rapporto con Dio.
possibile che tu sia sposata con un non credente; sicuramente la tua vita non facile, perch tuo marito non comprende il tuo
desiderio di amare e servire il tuo Signore e Salvatore. Ma la tua fedelt a Dio pu convincere il cuore di tuo marito e di tutta la
famiglia.
L'insegnamento degli apostoli questo:
"Anche voi, mogli, siate sottomesse ai vostri mariti perch,
se anche ve ne sono che non ubbidiscono alla parola,
siano guadagnati, senza parola, dalla condotta delle loro mogli,
quando avranno considerato la vostra condotta casta e rispettosa." (1 Pietro 3:1-2)
Non lasciarti fermare sul cammino della tua fede; anzi, cogli le tue difficolt come delle opportunit per guidare la tua famiglia
verso la luce di Ges Cristo.
Fallo con umilt, sottomissione, rispetto del tuo ruolo. E il Signore ti benedir.
Sefora non potr seguire il marito nellopera di liberazione del popolo ebraico. Infatti sembra che dopo questa crisi
matrimoniale, Mos la rimandi dal padre, molto probabilmente allo scopo di proteggerla da tutti i fatti drammatici che seguiranno nella
sua vita.
Mos comprende che non pu occuparsi contemporaneamente dellopera di Dio e della sua famiglia.
Ma, una volta compiuta la sua missione, Dio si impegna a riunirlo alla moglie e ai figli.
Leggiamo i fatti nella Bibbia:
Ietro, suocero di Mos, aveva preso Sefora, moglie di Mos,
dopo che era stata rimandata, e i due figli di Sefora.
Uno si chiamava Ghersom; perch Mos aveva detto: Abito in terra straniera.
L'altro si chiamava Eliezer, perch aveva detto:
Il Dio di mio padre stato il mio aiuto e mi ha liberato dalla spada del faraone.
Ietro, suocero di Mos, and da Mos, con i figli e la moglie di lui, nel deserto dove egli era accampato, al monte di Dio, e fece
dire a Mos: Io, Ietro, tuo suocero, vengo da te con tua moglie e i suoi due figli con lei.
Allora Mos usc a incontrare suo suocero, s'inchin e lo baci; s'informarono scambievolmente della loro salute, poi entrarono
nella tenda. Allora Mos raccont a suo suocero tutto quello che il SIGNORE aveva fatto al faraone e agli Egiziani per amore
d'Israele, tutte le sofferenze patite durante il viaggio e come il SIGNORE li aveva liberati.
Ietro si rallegr di tutto il bene che il SIGNORE aveva fatto a Israele, liberandolo dalla mano degli Egiziani.
Ietro disse: Benedetto sia il SIGNORE, che vi ha liberati dalla mano degli Egiziani e dalla mano del faraone; egli ha liberato il
popolo dal giogo degli Egiziani!
Ora riconosco che il SIGNORE pi grande di tutti gli di;
tale si mostrato quando gli Egiziani hanno agito orgogliosamente contro Israele.
Ietro, suocero di Mos, prese un olocausto e dei sacrifici per offrirli a Dio; Aaronne con tutti gli anziani d'Israele vennero a
mangiare con il suocero di Mos davanti a Dio.
I fatti straordinari della vita di Mos, i miracoli che Dio aveva compiuto per mezzo suo, convinsero il suocero che lunico vero
Dio il Dio dIsraele.
E Sefora, la moglie messa da parte per un tempo, ritrov il marito per vivere tra il suo popolo.
Se la tua famiglia fatica a comprendere che vuoi amare e servire il tuo Salvatore e Signore, non disperare!
Verr il giorno in cui ammetteranno che il Dio che ami e che servi "il SIGNORE pi grande di tutti gli di".
E la famiglia che oggi sembra opporsi alla tua fede, un giorno ti seguir, perch vedr le meraviglie di Dio nella tua vita!



Allora Anna preg e disse:
Il mio cuore esulta nel SIGNORE,
il SIGNORE ha innalzato la mia potenza,
la mia bocca si apre contro i miei nemici perch gioisco nella tua salvezza.
Nessuno santo come il SIGNORE, poich non c' altro Dio all'infuori di te; e non c' rocca pari al nostro Dio.
Non parlate pi con tanto orgoglio; non esca pi l'arroganza dalla vostra bocca;
poich il SIGNORE un Dio che sa tutto e da lui sono pesate le azioni dell'uomo.
L'arco dei potenti spezzato, ma quelli che vacillano sono rivestiti di forza.
Quelli che una volta erano sazi si offrono a giornata per il pane, e quanti erano affamati ora hanno riposo.
La sterile partorisce sette volte, ma la donna che aveva molti figli diventa fiacca.
Il SIGNORE fa morire e fa vivere; fa scendere nel soggiorno dei morti e ne fa risalire.
Il SIGNORE fa impoverire e fa arricchire, egli abbassa e innalza.
Alza il misero dalla polvere e innalza il povero dal letame,
per farli sedere con i nobili, per farli eredi di un trono di gloria;
poich le colonne della terra sono del SIGNORE e su queste ha poggiato il mondo.
Egli veglier sui passi dei suoi fedeli, ma gli empi periranno nelle tenebre;
infatti l'uomo non trionfer per la sua forza.
Gli avversari del SIGNORE saranno frantumati; egli tuoner contro di essi dal cielo;
il SIGNORE giudicher l'estremit della terra e dar forza al suo re;
innalzer la potenza del suo unto.
1 Samuele 2:1-10


ANNA, UNA DONNA CHE SAPEVA LODARE DIO

Il cantico di Anna una delle liriche pi belle di tutta la Bibbia, pieno di esultanza e di gioia, di certezze e di speranze, di
dichiarazioni di fede e di riconoscenza.
Il mio cuore esulta nel Signore
Anna stata oggetto della grazia di Dio, perch ha ricevuto il dono di un figlio, nonostante fosse sterile; dunque non pu che
esultare per ci che ha ricevuto: il SIGNORE ha innalzato la mia potenza.
La lode esultante il tributo che diamo a Dio, quando otteniamo qualcosa in risposta alla preghiera.
Allora Anna preg e disse La lode e il ringraziamento devono essere una parte essenziale della preghiera!
Dobbiamo esprimere a Dio la nostra adorazione riconoscente, perch Lui il nostro benefattore.
Possiamo notare che quando Anna chiedeva qualcosa per se stessa, oppressa dal dolore di essere sterile,parlava sottovoce:
Anna parlava in cuor suo e si movevano soltanto le sue labbra, ma non si sentiva la sua voce. (1 Samuele 1:13)
La sua preghiera di richiesta non stata ascoltata da nessuno, solo da Dio ed infatti la Bibbia non riferisce le sue parole.
Quando invece Anna riceve dal Signore le benedizioni richieste, cio un figlio, il suo cantico fatto ad alta voce e tutti
possono ascoltarlo.
Da questo fatto, ho dedotto che fondamentale che la nostra lode e riconoscenza a Dio, non devono essere soltanto
qualcosa tra Lui e noi, ma devono essere manifestati in pubblico, perch gli uomini e il mondo delle tenebre devono ascoltarl e!
La nostra deve essere una testimonianza pubblica. Se la supplica pu essere fatta con sospiri che non possono essere
pronunciati o ascoltati, la lode e la riconoscenza devono essere il frutto di labbra che parlano.
Per mezzo di Ges, dunque, offriamo continuamente a Dio un sacrificio di lode: cio, il frutto di labbra che confessano il suo
nome. (Ebrei 13:15)

ANNA, UNA DONNA CHE GUARDAVA AL DONATORE E NON AL DONO

Il cantico di Anna fu pronunciato quando lei condusse il figlio Samuele, nel tempio, affinch fosse consacrato a Dio; era una
mamma che stava per lasciare il figlio da poco svezzato nelle mani di sconosciuti. Usciva dalla tutela della madre, per andare a
crescere sotto la tutela dei sacerdoti.
L'aveva ricevuto in dono da Dio, e lo restituiva in dono a Dio: Samuele sarebbe diventato un profeta in Israele.
Notiamo che Anna non si sofferma sul dono che ha ricevuto, non parla del bambino che nato, che era bellissimo e
bravissimo! Non elogia il figlio Samuele, ma lo dimentica nella preghiera, per concentrarsi sul Donatore.
Questo ci deve far riflettere che spesso siamo molto concentrate sui nostri figli, sulla loro bellezza esteriore o interiore (o
quella che noi vorremmo per loro), sui loro successi od insuccessi, sugli obiettivi che ci prefiggiamo per la loro vita.
Invece dovremmo concentrarci su Colui che ce li ha donati; se abbiamo ricevuto il favore di avere un figlio, ci dovrebbe
aumentare la nostra ammirazione per Dio che ce lha donato.
Ci possono essere pi figli, ma non c' altro Dio all'infuori di te. Per questa ragione Anna, concentrandosi sul Signore, passa
ad analizzare le qualit del suo Signore, per farne testimonianza.
Anna non si dimentica di riconoscere la santit perfetta ed immacolata di Dio, che un Dio santo, separato
dal mondo e dalle sue esigenze umane: Nessuno santo come il Signore
Inoltre celebra la Sua onnipotenza e la Sua grandezza, che offre allessere umano rifugio e sicurezza: non c'
rocca pari al nostro Dio.
Poi Anna parla della Sua imperscrutabile saggezza: il SIGNORE un Dio che sa tutto.
Ed infine cita una caratteristica di Dio fondamentale per la fede del cristiano, la Sua giustizia: e da lui sono
pesate le azioni dell'uomo.
Anna non era una teologa, era solo una donna del popolo, ma qui, nella sua semplice preghiera, ci sta dando una lezione di
altissima teologia.

ANNA, UNA DONNA CHE CONOSCEVA LE OPERE DI DIO
Poi Anna inizia a fare una serie di esempi sulle opere che Dio compie tra gli uomini, quando ribalta molte situazioni umane.
proprio ci che noi facciamo quando ci rivolgiamo in preghiera a Dio, per intercedere in favore dei nostri figli: Gli chiediamo
di trasformare delle situazioni ingestibili, di perdonare dei peccati che hanno rovinato delle vite, di risolvere problemi adolescenziali
che siamo incapaci di affrontare, di toccare dei cuori insensibili e vuoti che non ci ascoltano, ecc .
Avendo tessuto le lodi di Dio, nella Sua adorazione, per le Sue qualit, ora Anna prende un tempo perdichiarare le Sue
opere: lo fa con dei verbi al tempo presente, per dimostrare che non si tratta di opere future, ma di opere presenti, che devono
essere riconosciute e per le quali dobbiamo essere riconoscenti.
L'arco dei potenti spezzato, ma quelli che vacillano sono rivestiti di forza.
Quelli che una volta erano sazi si offrono a giornata per il pane,
e quanti erano affamati ora hanno riposo.
La sterile partorisce sette volte, ma la donna che aveva molti figli diventa fiacca.
Il SIGNORE fa morire e fa vivere; fa scendere nel soggiorno dei morti e ne fa risalire. Il SIGNORE fa impoverire e fa arricchire,
egli abbassa e innalza.
Alza il misero dalla polvere e innalza il povero dal letame,
per farli sedere con i nobili, per farli eredi di un trono di gloria;
poich le colonne della terra sono del SIGNORE
e su queste ha poggiato il mondo.
Anna sa che sotto leffetto della grazia divina, che gode delle Sue grandi benedizioni, che continueranno ancora. Anna ebbe
ancora 5 figli: se contiamo che Samuele vale 2, perch fu consacrato al Signore, Anna ebbe veramente 7 figli.
Era stata vituperata per non essere una buona moglie, ma debole e fragile; ed invece divenne forte di ci che Dio fece nella
sua vita. Sembrava povera, ma diventata ricca; era in una posizione umile e bassa, ma stata innalzata.
Perch questi capovolgimenti umani, in cui sembra che tutto debba essere ribaltato, stravolto, totalmente cambiato
dallintervento divino? poich le colonne della terra sono del Signore e su queste ha poggiato il mondo.
Il potere onnipotente di Dio, non pu essere controllato dagli uomini, perch Egli sostiene tutta la creazione, ha fondato la
terra e la sostiene con la parola della Sua potenza.
Che cosa non pu fare nelle situazioni familiari, o nelle vite umane?
Ecco perch fondamentale dichiarare nelle nostre preghiere la grandezza di Dio, perch su di essa che esse devono
fondarsi non sui nostri sentimenti, o sulla nostra comprensione delle cose, ma su ci che pu fare Dio, che Signore e Padrone di
tutto!

ANNA, UNA DONNA CHE PROFETIZZAVA
Ed infine, Anna profetizza! Che meraviglia vedere ci che Dio pu fare per bocca di una donna!
Qui i verbi sono al futuro, ad indicare che Anna stava parlando di fatti che sarebbero accaduti a lunga scadenza:
Egli veglier sui passi dei suoi fedeli, ma gli empi periranno nelle tenebre; infatti l'uomo non trionfer per la sua forza.
Gli avversari del SIGNORE saranno frantumati; egli tuoner contro di essi dal cielo;il SIGNORE giudicher l'estremit della
terra e dar forza al suo re; innalzer la potenza del suo unto.
La profezia di Anna cos ampia che ci parla di Ges Cristo, il suo re, il suo unto. Ci parla di un giorno in cui il
Signore giudicher l'estremit della terra, cio di un tempo in cui tutti gli uomini dovranno comparire davanti al trono di Dio e del Suo
Agnello.
E c una bellissima promessa che vogliamo fare nostra, come donne e come madri: Egli veglier sui passi dei suoi
fedeli.
Dio non ci far mai mancare la Sua protezione, ci manterr in piedi, anche quando sembra che gli uomini malvagi trionfi no con
la loro forza.
Questa lesperienza di molti uomini di Dio, che nel momento in cui pensavano che non vi fosse pi speranza, hanno ritrovato
le energie per rialzarsi e per risorgere per effetto dellintervento divino, pieno di bont:
Quand'ho detto: Il mio piede vacilla,
la tua bont, o SIGNORE, m'ha sostenuto. (Salmo 94:18)

Anna stata una donna di preghiera, nellintercessione prima, ma anche nella lode e adorazione ad esaudimento avvenuto.
bello notare che suo figlio, Samuele, stato anche lui un uomo di preghiera:
Mos e Aaronne tra i suoi sacerdoti,
e Samuele fra quanti invocavano il suo nome, invocarono il SIGNORE,
ed egli rispose loro. (Salmo 99:6)
Per me questo un incoraggiamento enorme: desidero essere una donna di preghiera, perch spero che questo sia un
esempio per mio figlio.
La mia speranza maggiore che anche lui diventi un uomo di preghiera, cio un figlio di Dio che non si dimentica mai di
mantenere un contatto costante con il Donatore, con il meraviglioso Padre che si prende cura di noi in un modo straordinario!

Ed infine, Anna profetizza! Che meraviglia vedere ci che Dio pu fare per bocca di una donna!
Qui i verbi sono al futuro, ad indicare che Anna stava parlando di fatti che sarebbero accaduti a lunga scadenza:
Egli veglier sui passi dei suoi fedeli, ma gli empi periranno nelle tenebre;
infatti l'uomo non trionfer per la sua forza.
Gli avversari del SIGNORE saranno frantumati;
egli tuoner contro di essi dal cielo;
il SIGNORE giudicher l'estremit della terra e dar forza al suo re;
innalzer la potenza del suo unto.

La profezia di Anna cos ampia che ci parla di Ges Cristo, il suo re, il suo unto. Ci parla di un giorno in cui il
Signore giudicher l'estremit della terra, cio di un tempo in cui tutti gli uomini dovranno comparire davanti al trono di Dio e del Suo
Agnello.
E c una bellissima promessa che vogliamo fare nostra, come donne e come madri: Egli veglier sui passi dei suoi
fedeli.
Dio non ci far mai mancare la Sua protezione, ci manterr in piedi, anche quando sembra che gli uomini malvagi trionfino con
la loro forza.
Questa lesperienza di molti uomini di Dio, che nel momento in cui pensavano che non vi fosse pi speranza, hanno ritrovato
le energie per rialzarsi e per risorgere per effetto dellintervento divino, pieno di bont:
Quand'ho detto: Il mio piede vacilla,
la tua bont, o SIGNORE, m'ha sostenuto. (Salmo 94:18)

Anna stata una donna di preghiera, nellintercessione prima, ma anche nella lode e adorazione ad esaudimento avvenuto.
bello notare che suo figlio, Samuele, stato anche lui un uomo di preghiera:
Mos e Aaronne tra i suoi sacerdoti,
e Samuele fra quanti invocavano il suo nome, invocarono il SIGNORE,
ed egli rispose loro. (Salmo 99:6)
Per me questo un incoraggiamento enorme: desidero essere una donna di preghiera, perch spero che questo sia un
esempio per mio figlio.
La mia speranza maggiore che anche lui diventi un uomo di preghiera, cio un figlio di Dio che non si dimentica mai di
mantenere un contatto costante con il Donatore, con il meraviglioso Padre che si prende cura di noi in un modo straordinario!





























Alzati, Debora!


In quel tempo era giudice d'Israele una profetessa, Debora, moglie di Lappidot.
Lei sedeva sotto la palma di Debora, fra Rama e Betel, nella regione montuosa di Efraim, e i figli d'Israele salivano da lei per le
controversie giudiziarie.
Debora mand a chiamare Barac, figlio di Abinoam, da Cades di Neftali, e gli disse: Il SIGNORE, Dio d'Israele, non ti ha forse dato
quest'ordine: "Va', raduna sul monte Tabor e prendi con te diecimila uomini dei figli di Neftali e dei figli di Zabulon.
Io attirer verso di te, al torrente Chison, Sisera, capo dell'esercito di Iabin, con i suoi carri e la sua numerosa gente, e lo dar nelle
tue mani"?
Barac le rispose: Se vieni con me, andr; ma se non vieni con me, non andr.
Debora disse: Certamente, verr con te; per, la via per cui cammini non ti porter onori; perch il SIGNORE dar Sisera in mano a
una donna.
E Debora si alz e and con Barac a Cades.Prima della lettura di questa meditazione,
consigliabile leggere i capitoli 4 e 5 del libro dei Giudici.

DEBORA, LA MADRE DISRAELE
La storia della profetessa Debora, moglie di Lappidot, copre due capitoli della nostra Bibbia, il 4 ed il 5 del libro dei Giudici.
Debora, il cui nome significa ape, simbolo di intelligenza, di devozione, colei che d il miele, ma che nasconde un
pungiglione. Infatti Debora aveva il suo miele, quella saggezza che Dio le donava con le sue profezie. Ma ha assolto anche il suo
compito di ferire il nemico con il suo pungiglione, quando segu Barac in battaglia e sconfisse Sisera.
Debora non era solo una profetessa, ma anche giudice in Israele, in un momento storico particolarmente difficile per questo
popolo.
I figli d'Israele continuarono a fare ci che male agli occhi del SIGNORE. (Giudici 4:1)
Che tristezza quando leggiamo simili parole; ci piange il cuore sapere che i figli di Dio, pur conoscendo la Sua grandezza, l a
Sua potenza e la Sua misericordia, continuano a dimenticare le Sue benedizioni, per cercare ci che ha poco valore, facendo ci che
male ai Suoi occhi!
Ed allora Dio sceglie una donna per fare ci che dovrebbero fare gli uomini, umiliando il Suo popolo, che sar guidato da una
donna.
Debora non avrebbe mai potuto comandare lesercito di persona, in quanto donna, ma scelse Barac di Neftali, un uomo che lei
giudicava valoroso e che avrebbe potuto radunare il popolo contro i nemici.
Debora, sebbene donna, era la testa, che aveva bisogno di un corpo valoroso, Barac, per poter effettuare una completa
liberazione dal nemico.
Debora aveva il coraggio della fede, e una buona comunione con Dio, che la rendeva audace e coraggiosa; a Barac e agli altri
uomini dIsraele, mancava proprio il coraggio della fede. Lautorit dellesercito rimaneva saldamente nelle mani di Barac, ma dietrole
sue spalle cera la presenza di una donna di fede, per incoraggiare il popolo alla battaglia.
Infatti, nella Parola di Dio, emana sempre il pensiero che le donne non devono avere autorit sugli uomini, come ci scrive
lapostolo Paolo:
Poich non permetto alla donna d'insegnare,
n di usare autorit sul marito, ma stia in silenzio.
Infatti Adamo fu formato per primo, e poi Eva. (1 Timoteo 2:12-13)
Nel pensiero divino la donna ha una posizione subordinata rispetto alluomo, perch il suo ruolo diverso; non inferiore,
quanto ad importanza, agli occhi di Dio, che considera lessere umano indipendentemente dal suo sesso. Ma la donna, sul piano
sociale, ha un ruolo diverso.
Debora aveva ben chiaro che lautorit deve rimanere alluomo, infatti afferma:Certamente, verr con te; per, la via per
cui cammini non ti porter onori; perch il SIGNORE dar Sisera in mano a una donna. (Giudici 4:9)
Debora considerava una vergogna per i capi dIsraele, che Dio affidasse la guida del popolo ad una donna.
Ma aveva anche compreso che Dio la chiamava a mostrare la sua grande fede, per dare un insegnamento importante agli
uomini dIsraele, che facevano il male ed avevano abbandonato Dio.
Barac, luomo chiamato da Debora a guidare il popolo alla guerra, aveva detto:Se vieni con me, andr; ma se non vieni
con me, non andr. (Giudici 4:8)
Barac vedeva in Debora la presenza costante di Dio, il consiglio di Dio nelle sue profezie, il giudizio saggio che solo Dio sa
dare; per questa ragione voleva assolutamente che Debora andasse con lui in battaglia.
La fede degli uomini era scomparsa al punto che avevano bisogno dellappoggio di una donna! Barac era come un bambino
che ha bisogno dellaiuto della mamma.
Per questa ragione, nel cantico finale, Debora dice:
I capi mancavano in Israele; mancavano, finch non venni io, Debora,
finch non venni io, come una madre in Israele. (Giudici 5:7)
Che triste figura fanno gli uomini dIsraele! Hanno abbandonato Dio, hanno perso la fede e fanno la figura dei bambini piccoli!
La Bibbia insegna fin dalla Genesi un principio importante:
Il capo di ogni uomo Cristo,
che il capo della donna l'uomo,
e che il capo di Cristo Dio. (1 Corinzi 11:3)
Ma nel caso di Debora, il Signore accetta che una donna sia il capo delluomo, temporaneamente, scegliendo le cose deboli
del mondo per confondere i potenti.
DEBORA E IAEL, DUE DONNE DI GRANDE CORAGGIO
In questi due capitoli della Bibbia, a Debora si affianca unaltra donna:
Iael, moglie di Eber.
Debora, moglie di Lappidot e Iael, moglie di Eber: due donne che sono legate a due mariti di cui non si parla affatto. Ma
dimostrano entrambe una fede ben pi forte dei loro consorti, una fede capace di agire, una fede che mostra un grande coraggio.
Iael non ha paura di affrontare Sisera, il capo dellesercito nemico e di conficcargli nella tempia il piolo di una tenda!
lei che sceglie di chiamarlo e di tendergli una trappola nella propria tenda:
Iael usc incontro a Sisera e gli disse: Entra, mio signore, entra da me; non temere. (Giudici 4:18)
Potremmo pensare che queste due donne non conoscessero la paura, ma non cos, perch Debora dice, nel suo cantico:
Anima mia, avanti, con forza! (Giudici 5:21)
E la gloria finale non andr alle donne, ma a Dio.
Debora inizia il suo cantico di vittoria, con la riconoscenza a Dio, perch finalmente degli uomini si sono alzati ed hanno
combattuto:
Poich dei capi si sono messi alla testa del popolo in Israele,
poich il popolo si mostrato volenteroso,
benedite il SIGNORE! (Giudici 5:2)
Debora aveva quasi perso la speranza che in Israele qualche uomo avrebbe dimostrato un po di coraggio, un po di virilit, un
po di fede nel Signore. Ma il Signore aveva risposto alle sue preghiere e laveva guidata a chiamare Barac alla battaglia.
Nel Nuovo Testamento il nome di Debora non compare; invece compare il nome di Barac, il condottiero, negli esempi di fede:
Che dir di pi? Poich il tempo mi mancherebbe per raccontare di Gedeone, Barac, Sansone, Iefte, Davide,
Samuele e dei profeti, i quali per fede conquistarono regni (Ebrei 11:32-33)
La gloria va a Dio, tramite luomo; ma in tempi difficili, talvolta il Signore si serve di donne per spingere gli uomini ad alzare gli
occhi dalla loro triste condizione e riporli su Colui che pu condurli alla vittoria!
Debora cosciente che quando gli uomini falliscono e non hanno fede, Dio agisce dal cielo:
Dai cieli si combatt:
gli astri, nel loro corso, combatterono contro Sisera.
Il torrente Chison li travolse (Giudici 5:20)
La fede di Debora ha visto Dio agire e non pu far altro che dare a Lui la gloria di questa vittoria.
LINSEGNAMENTO PER NOI
In questa bellissima storia della Bibbia, vi almeno un insegnamento importante: la fede di una donna arriva talvolta dove gli uomini
non arrivano, per mancanza di fede.
Per questa ragione dobbiamo prendere esempio da Debora, moglie di Lappidot e da Iael, moglie di Eber.
Queste due donne stavano nel luogo in cui Dio le aveva poste, nei limiti del loro ruolo:
- La prima nella sua casa sotto la palma, fra Rama e Betel
- La seconda nella sua tenda.
Ma la loro fede ed il loro coraggio ha brillato al punto da eclissare quella degli uomini dIsraele; esse hanno mantenuto il loro
ruolo di donne, lasciando agli uomini il compito della battaglia, ma hanno avuto un ruolo importantissimo nellesito della guerra.
La nostra fede deve essere forte, deve incoraggiare i nostri uomini a guardare verso Dio, a non abbandonare la fiducia e la
speranza!
Dobbiamo trovare il coraggio con la preghiera e la nostra fede deve risplendere come il sole. Infatti Debora termina il suo
cantico con queste parole:
Coloro che ti amano siano come il sole
quando si alza in tutta la sua forza! (Giudici 5:31)
Che il Padre celeste ci conceda di essere delle donne forti, piene di fede e di coraggio!

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