Tutte le Opere - versione italiana > Esegetici > Specchio di precetti morali dalla Sacra Scrittura
LA SACRA SCRITTURA SPECCHIO DI VITA PERFETTA
PREFAZIONE Nessuno ignora che la Sacra Scrittura, cio l'insieme dei libri della Legge, dei Profeti e dei Vangeli e degli scritti apostolici, ai quali riconosciamo autorit canonica, in alcune sue parti si prefigge il solo scopo di nutrire la scienza e dare solide basi alla fede. Tali le parole: In principio Dio cre il cielo e la terra (Gn 1, 1), e le altre: In principio era il Verbo (Gv 1, 1) e tutte quelle dove sono narrati fatti divini o umani con l'unico intento di farli conoscere. Altri testi invece contengono precetti da osservare e mettere in pratica o divieti di fare questa o quell'azione. Tale il comando: Onora tuo padre e tua madre (Es 20, 12; Mt 15, 4), e il divieto di commettere adulterio (Es 20, 14; Mt 5, 27). Riguardo poi a questi ultimi scritti contenenti prescrizioni e divieti, sappiamo che diverse cose ivi elencate sono coperte dal velo del mistero o della figurazione simbolica. Sono tutti quei precetti imposti agli uomini dell'Antico Testamento, che quindi il popolo cristiano non deve pi osservare ma solo cercare di capire; ed proprio a questo fine che li si investiga ed espone. Tali il precetto del sabato e del riposo esterno conseguente (Cf. Dt 5, 12), le norme sugli azzimi e il pane non fermentato, le leggi sulla Pasqua e l'uccisione dell'agnello (Cf. Es 12, 3-2). Vi rientrano anche le numerose specie di sacrifici da offrirsi e di cibi da evitarsi, i noviluni e le solennit annuali (Cf. Nm 28, 16-31) che i Giudei celebrano fino ai nostri giorni, e inoltre tutte quelle osservanze legali che non rientrano propriamente tra le opere della giustificazione ma debbono essere considerate come figure di qualcos'altro. Quale cristiano, ad esempio, ha dopo sette anni il dovere di mettere in libert lo schiavo e, se costui non se ne vuole andare, deve forargli l'orecchio con una lesina facendolo avvicinare allo stipite (Cf. Es 21, 2. 6)? E cose di questo genere. Quanto alle altre pratiche, se sono ingiunte con leggi precettive le si deve rispettare anche adesso e, se si tratta di divieti, si deve evitarle anche adesso. Cos la legge di onorare il padre e la madre e la proibizione dell'adulterio. Su queste leggi mi accingo a comporre l'opera che ho fra mano, cio sulle leggi o iussive o proibitive o concessive contenute nelle sacre Scritture che valgono anche per il Nuovo Testamento e stabiliscono norme per una vita morale conforme alle esigenze della vera religione. Da tutti i libri canonici dunque raccoglier, con l'aiuto di Dio, i brani che abbiano un tale contenuto e li sistemer come in uno Specchio dove ciascuno possa reperirli e consultarli con facilit. I singoli autori biblici infatti dovettero sistemare il materiale come di fatto l'hanno sistemato, mescolando cio precetti validi in quanto figure con narrazioni e dialoghi reali, e precetti reali con narrazioni e dialoghi figurativi. Lo facevano rispettando sempre l'ordine storico, con l'intento per di rispondere agli avversari o di istruire i discepoli o di sorprendere, diciamo cos, con la scoperta di sensi occulti coloro che di solito provano ripugnanza per le cose immediate e palesi. Quanto a noi, con la presente opera non intendiamo convertire l'infedele n maturarlo nella fede e nemmeno scuotere con la proposta di difficolt salutari le capacit intellettive dell'iniziato alla ricerca. Ci rivolgiamo piuttosto a colui che, credendo gi in Dio, vuole compiere meglio il suo divino volere. Costui esortiamo a specchiarsi in questo libro per constatare quanto cammino abbia fatto nella santit della vita e nelle opere buone e quanto invece gliene resta da percorrere. In tal modo egli potr ringraziare Dio per le mte conseguite e, per quanto non ha ancora raggiunto, impegnarsi per raggiungerlo, mentre lavora e prega con fede e piet per conservare quello che possiede e per conseguire ci che gli manca. In tutti i brani che ho voluto presentare all'attenzione del lettore, se ce ne sono di quelli che sembrano contrastare con altri, li si deve in un secondo tempo riesaminare evidenziandone i problemi e cercando poi la soluzione. In particolare, per quanto riguarda i peccati con le relative punizioni o le opere buone con il loro premio, sebbene abbia ritenuto conveniente passarne in rassegna certune, chi non sa che nel Nuovo Testamento i comportamenti e le valutazioni sono diversi che nell'Antico? Intraprendiamo dunque la nostra opera riguardante i precetti del Signore che abbiamo promesso di voler selezionare. Cominceremo con i libri della Legge che il Signore diede al suo popolo per mezzo di Mos. DAL PENTATEUCO, LIBRO DELL'ESODO
1. [Ex 20]. Non avrai di stranieri al mio cospetto. Non ti costruirai statue di idoli n immagini di qualsiasi essere celeste o terrestre o vivente nelle acque che sono sotto la terra. Non li adorerai n presterai loro il culto [20, 3-5]. E ancora: Non userai invano il nome del Signore tuo Dio, poich il Signore non ritiene esente da colpa chi usa invano il nome del Signore suo Dio [20, 7]. E un po' pi avanti: Onora tuo padre e tua madre, perch tu abbia lunga vita nel paese che il Signore tuo Dio ti dar. Non uccidere. Non commettere adulterio. Non rubare. Non dire falsa testimonianza a danno del tuo prossimo. Non desiderare la casa del tuo prossimo, e nemmeno la sua moglie, il suo servo, la sua serva, il bue, l'asino e nient'altro di ci che gli appartiene [20, 12-17]. Dopo il Decalogo si trovano nello stesso libro ma in diverso contesto i medesimi precetti morali: Non vi costruirete, accanto a me, divinit di argento, e nemmeno divinit d'oro vi costruirete [20, 23]. 2. [Ex 21]. Un po' pi avanti si dice: Chi percuote un uomo con l'intenzione di ucciderlo dovr senz'altro morire. Chi invece non si pone in agguato [per colpirlo] ma Dio glielo fa capitare davanti, ecco io ti stabilisco delle localit dove egli possa rifugiarsi. Se uno tende insidie al prossimo e deliberatamente lo uccide, lo strapperai anche dal mio altare per metterlo a morte. Chi percuote il padre o la madre dovr senz'altro morire. Chi avr sequestrato una persona e l'avr venduta, convinto della sua colpa lo si condanner a morte. Chi avr lanciato maledizioni contro il padre o la madre dovr senz'altro morire. Nella rissa fra due uomini, se uno colpisce l'altro con una pietra o con un pugno senza ucciderlo ma costringendolo soltanto a stare a letto, in questo caso, se il colpito riuscir ad alzarsi e a camminare all'aperto, sia pure appoggiandosi a un bastone, il feritore sar ritenuto esente da colpa; dovr solo risarcire l'altro per il lavoro impeditogli e le spese sostenute per i medici. Chi colpisce col bastone lo schiavo o la schiava, se costoro muoiono sotto i colpi, sar colpevole; se invece sopravvivono un giorno o due, non dovr subire la pena: si tratta infatti di un suo possesso. Se durante una rissa uno dei litiganti colpisce una donna incinta e la fa abortire ma non l'uccide, subir la pena che avr richiesto il marito di lei e star al giudizio degli arbitri. Se invece la donna muore, pagher la vita con la vita, l'occhio con l'occhio, il dente col dente, la mano con la mano, il piede con il piede, l'ustione con l'ustione, la ferita con la ferita, la lividura con la lividura. Se uno colpisce nell'occhio lo schiavo o la schiava e li rende orbi, deve metterli in libert, compensando cos la perdita dell'occhio. Se uno spezza al servo o alla serva uno o due denti, li dovr rimandare liberi come i precedenti. Se un bue uccider a cornate un uomo o una donna, lo si dovr lapidare e non se ne mangeranno le carni, ma il suo padrone non sar ritenuto colpevole. Se invece si sapeva antecedentemente che esso scornava e la gente l'aveva riferito al padrone ma costui non lo aveva chiuso nella stalla: in tal caso, se uccide un uomo o una donna, il bue dev'essere lapidato e il suo padrone messo a morte. Qualora ne venga fissato il prezzo, il padrone dovr pagare tutto quello che gli stato richiesto, e ci varr a salvargli la vita. Se uccider a cornate il figlio o la figlia [di una persona libera] subir la stessa condanna; se invece si avventer contro uno schiavo o una schiava, il proprietario pagher al loro padrone trenta sicli d'argento e il bue dovr essere lapidato. Se uno scava una cisterna profonda e non la copre, e in essa cade un bue o un asino, il padrone della cisterna sborser il prezzo degli animali ma l'animale morto apparterr a lui. Se il bue di un tizio ferisce il bue di un altro e lo uccide, si vender il bue rimasto vivo e se ne divider il prezzo ricavato, e anche la carogna sar divisa. Se viceversa il padrone sapeva da tempo che il suo bue cozzava e non lo aveva custodito a dovere, al posto del bue ucciso restituir un altro bue, ma sar sua la carogna [21, 12-36]. 3. [Ex 22]. Se uno ruba un bue o una pecora e li ammazza o vende, in restituzione dar [al proprietario] cinque buoi per un bue e quattro pecore per una pecora. Un ladro che sfonda una casa, se lo si sorprende mentre perfora il muro e lo si ferisce a morte, chi l'ha colpito non dovr rispondere del suo sangue. Se al contrario l'ha colpito in piena luce, ha commesso un omicidio e quindi dovr morire. Se non avr di che restituire quanto ha rubato, il ladro dovr essere venduto schiavo. Se invece quel che ha rubato, metti un bue, un asino o una pecora, lo si trova in vita presso il ladro, si dovr restituire il doppio. Se uno danneggia un campo o una vigna o lascia che un animale di sua propriet vada a pascolare nel campo altrui, risarcir il danno, debitamente valutato, cedendo quanto di meglio si trova nel suo campo o nella sua vigna. Se si sprigiona un incendio fra le spine ed esso si propaga tra il grano ammucchiato o fra le messi mature nel campo, chi ha appiccato il fuoco risarcir il danno. Se uno d in custodia al proprio amico o del denaro o un qualsiasi oggetto e poi succede che queste cose vengano rubate a colui che le aveva ricevute, se il ladro si scopre restituir il doppio; se non lo si scopre, il padrone di casa si presenter dinanzi agli di e l giurer che non si appropriato della roba del suo prossimo e che non ha inteso frodarlo privandolo del bue o dell'asino o della pecora o della veste, n danneggiarlo in qualsiasi oggetto di sua propriet. La causa di quei due sar rimessa agli di, e se questi avranno cos sentenziato, dovr restituire il doppio a quel suo amico. Se uno lascia in custodia di un suo vicino l'asino o il bue o una pecora o qualsiasi altro animale e una di queste bestie muore o si ammala o viene rapita dai nemici senza che alcuno se ne accorga, si ricorrer al giuramento per garantire che [il custode] non ha steso la mano su quanto apparteneva al vicino: il padrone accetter come valido il giuramento e l'altro non sar obbligato alla restituzione. Se sar stato rubato, si dovr risarcire il padrone del danno subto; se invece sar stato sbranato da una bestia feroce, si dovr consegnare al padrone la carcassa, ma non ci sar obbligo di restituzione. Se si chiede in prestito al vicino uno di questi animali ed esso si ammala o muore quando il padrone non era presente, lo si dovr ad ogni costo restituire; se invece il padrone era l presente, non c' obbligo di restituzione, specie quando fosse stato preso a nolo come compenso di prestazioni effettuate. Se uno seduce una vergine o comunque una donna non sposata e s'accoppia con lei, le dovr fornire la dote e sposarla. Che se il padre non gliela vorr dare in sposa, la risarcir dandole quella somma di denaro che le vergini sogliono ricevere come dote. Non lascerai in vita i malfici. Chi si accoppia con una bestia dovr morire. Chi offre sacrifici a divinit diverse dal Signore, sar messo a morte. Non affliggere e non angariare il forestiero, poich anche voi siete stati forestieri in terra d'Egitto. Non causerete danni alla vedova n all'orfano. Se li maltratterete ed essi leveranno a me il loro grido, io ascolter la loro supplica e la mia collera si accender [contro di voi]: io vi far perire di spada e saranno vedove le vostre mogli e orfani i vostri figli. Se presterai del denaro a un povero del mio popolo che abita presso di te, non lo metterai alle strette come fanno i pubblici esattori n imporrai un interesse da usuraio, s che ne venga schiacciato. Se dal tuo prossimo prendi in pegno un vestito, glielo restituirai prima del tramonto del sole: quello infatti il solo indumento per coprire il suo corpo e non ha altro con cui ripararsi durante il sonno. Se egli grider a me, io lo esaudir, perch sono un Dio misericordioso. Non spargere calunnie contro gli di [= i giudici] e non maledire il capo del tuo popolo. Non tardare ad offrire le tue decime e le tue primizie. Consacrerai a me il primo nato fra i tuoi figli [22, 1-29]. 4. [Ex 23]. E un po' pi avanti: Non usare la tua voce per pronunciare menzogne e non stendere la mano per dire falsa testimonianza a favore dell'empio. Non seguire la maggioranza se si tratta di compiere il male e non adeguarti al giudizio dei pi se ti facesse deviare dal vero. Neppure verso il povero dovrai usare compassione quando si tratta di sentenza giudiziaria. Se t'imbatti nel bue o nell'asino fuggiti alla custodia del tuo nemico, tu glieli ricondurrai. Se vedi che l'asino di colui che ti odia schiacciato dal peso della soma, non passerai diritto per di l ma aiuterai il padrone a farlo rialzare. Non falsare [il tuo giudizio] nella causa del povero. Evita la menzogna. Non uccidere l'innocente n il giusto: io detesto l'empio. Non accettare regali: essi accecano anche l'uomo saggio e stravolgono le parole dei giusti. Non recherai molestia al pellegrino: conoscete infatti cosa passi in cuore al forestiero poich anche voi siete stati forestieri in terra d'Egitto [23, 1-9]. Dopo alcuni altri versetti, parlando dei forestieri dice: Non adorerai i loro di n presterai loro il culto. Non compirai le opere che essi compiono, ma distruggerai i loro di e abbatterai le loro statue. Servirete il Signore Dio vostro [23, 24-25]. 5. [Ex 34]. Dopo molte altre prescrizioni, nello stesso libro a proposito delle divinit pagane si legge: Distruggi i loro altari, spezza le statue, taglia i boschi sacri. Non adorare divinit straniere, poich il Signore si chiama " Geloso ": egli un Dio geloso. Non fare alleanza con i popoli pagani perch, quando avranno fornicato con i loro di e ne avranno adorato i loro simulacri, potrebbe succedere che qualcuno di loro ti inviti a cibarti delle carni immolate. Non prendere per moglie dei tuoi figli nessuna delle loro figlie, perch non succeda che, dopo aver esse fornicato dietro ai loro di, facciano fornicare anche i tuoi figli. Non ti fabbricherai idoli di metallo fuso [34, 13-17]. E poco dopo: Porterai nella casa del Signore tuo Dio l'offerta delle primizie del raccolto del tuo campo [34, 26]. Questo quanto ho ritenuto doveroso raccogliere dal libro del Pentateuco chiamato Esodo. Ora passiamo a vedere con lo stesso metodo il libro del Levitico, che segue quello dell'Esodo. DAL LIBRO DEL LEVITICO 6. [Lev 18]. Dice: Nessuno si accoster ad una sua consanguinea scoprendone la nudit. Io sono il Signore. Non scoprirai la nudit di tuo padre n quella di tua madre. tua madre: non ne scoprirai la nudit. Non scoprirai la nudit della moglie di tuo padre: come la nudit di tuo padre. Non scoprirai la nudit di tua sorella tanto per parte di padre quanto per parte di madre, sia essa nata in casa tua sia fuori casa. Non scoprirai la nudit della figlia di tuo figlio n di tua nipote per parte di tua figlia. come la tua nudit. Non scoprirai la nudit della figlia della moglie di tuo padre: essa fu generata per tuo padre ed tua sorella. Non scoprirai la nudit della sorella di tuo padre; carne di tuo padre. Non scoprirai la nudit della sorella di tua madre: carne di tua madre. Non scoprirai la nudit del tuo zio avendo rapporti con la moglie di lui: una tua consanguinea e parente. Non scoprirai la nudit della tua nuora: la moglie di tuo figlio; tu non ne scoprirai la nudit. Non scoprirai la nudit della moglie di tuo fratello: roba di tuo fratello. Non scoprirai la nudit di colei che ti sei preso in moglie e insieme quella di sua figlia. Non prenderai in moglie la figlia del figlio o della figlia di lei, scoprendone la nudit. Esse sono corpo di tua moglie e unirsi a loro un incesto. Non prenderai in moglie la sorella di tua moglie, facendone una tua concubina e una sua rivale. Finch tua moglie vive non ti lecito scoprire la nudit di sua sorella. Non avrai rapporti con una donna nel periodo mestruale; non ne scoprirai la nudit. Non avrai rapporti con la moglie del tuo prossimo n ti contaminerai sessualmente con lei. Non permetterai che una della tua progenie sia offerta a Moloch e non profanerai il nome del tuo Dio: io sono il Signore. Non accoppiarti con un maschio come si suole fare con una donna, poich un abominio. Non giacerai con gli animali n ti contaminerai con loro. Nessuna donna soggiacer agli animali per unirsi con loro: un'infamia. Non macchiatevi con nessuna di queste azioni [18, 6-24]. 7. [Lev 19]. Un po' avanti si dice: Ognuno rispetti sua madre e suo padre [19, 3]. E un verso dopo: Non ricorrete agli idoli e non costruitevi divinit artefatte. Io sono il Signore Dio vostro [19, 4]. Un po' pi avanti detto: Non raccoglierai le spighe rimaste nel campo, e nella vigna non raccoglierai i grappoli e gli acini caduti a terra, ma lascerai che li prendano i poveri e i pellegrini. Io sono il Signore Dio vostro. Non ruberete. Non direte menzogne e non ingannerete il prossimo. Non giurerai il falso usando il mio nome e disonorando cos il nome del tuo Dio. Io sono il Signore. Non calunnierai il tuo prossimo n l'opprimerai con la violenza. Il lavoro eseguito dal tuo operaio non dovr restare in casa tua fino al mattino dopo. Non insulterai il sordo n collocherai inciampi dinanzi al cieco, ma vivrai nel timore del Signore tuo Dio: io sono il Signore. Non commetterai iniquit e non sarai ingiusto nel giudicare. Non badare se uno povero e non aver riguardi speciali per chi potente: giudica giustamente ogni tuo prossimo. Non essere calunniatore n maldicente in mezzo al tuo popolo. Non levarti bramando il sangue del tuo prossimo: io sono il Signore. Non coverai in cuore odio contro il tuo fratello, ma lo riprenderai apertamente, per non gravarti di peccato a causa di lui. Non cercherai la vendetta contro i tuoi concittadini e non ricorderai le offese che ti hanno arrecato. Amerai il tuo amico come te stesso: io sono il Signore. Osservate le mie leggi! [19, 9-19]. E dopo qualche versetto: Non mangerete la carne con il sangue. Non ricorrerete agli uguri e non presterete fede ai sogni. Non tagliatevi i capelli in forma rotonda e non rasatevi la barba. A causa di un morto non praticate incisioni sul vostro corpo e non imprimete figure o segni sulla vostra pelle: io sono il Signore. Non esporrai alla prostituzione la tua figlia perch la terra non venga profanata e riempita di cose abominevoli [19, 26-29]. E dopo un verso: Io sono il Signore. Non ricorrerete ai maghi e non andrete a consultare gli indovini per non contaminarvi a causa di loro: io sono il Signore vostro Dio. Alzati in piedi dinanzi ai capelli bianchi e onora la dignit del vecchio, animato da timore di Dio: io sono il Signore. Se un forestiero verr ad abitare nella vostra terra e si stabilir fra voi, non trattatelo male, ma sia tra voi come un nativo del posto e amatelo come uno di voi. Anche voi infatti siete stati forestieri in terra di Egitto: io sono il Signore vostro Dio. Non commettete ingiustizie nel giudizio, nelle misure sia di lunghezza come di peso e in ogni altra misura. Usate bilance giuste e pesi esatti, moggio giusto e coppo preciso. Io sono il Signore vostro Dio, che vi ho condotti fuori dal paese di Egitto. Osservate tutti i miei precetti e tutti i miei ordinamenti, e metteteli in pratica. Io sono il Signore [19, 30-37]. 8. [Lev 20]. Il Signore parl a Mos e gli disse: Questo dirai ai figli d'Israele: Un israelita o un forestiero residente in Israele che immoli suo figlio al dio Moloch sar inesorabilmente messo a morte. La gente del popolo lo lapider; e io volger la mia faccia contro di lui e lo eliminer dal suo popolo, perch con l'immolare suo figlio a Moloch ha profanato il mio santuario e ha disonorato il mio santo nome. Se il popolo trascurer questa mia prescrizione e prendendola alla leggera lascer libero colui che ha sacrificato il suo figlio a Moloch e non lo uccider, io volger la mia faccia contro quell'uomo e tutto il suo parentado: eliminer di fra mezzo al suo popolo e lui e tutti coloro che gli hanno consentito di fornicare con Moloch. Colui che ricorrer a maghi e indovini e si prostituir con loro, io volger la mia faccia contro di lui e uccidendolo lo eliminer da mezzo il suo popolo. Santificatevi e siate santi perch io, il Signore Dio vostro, sono santo. Osservate i miei comandamenti e metteteli in pratica: io sono il Signore che vi rendo santi. Se uno maledice suo padre o sua madre dovr inesorabilmente morire. Ha maledetto il padre o la madre: il suo sangue ricada su di lui. Se uno osa fornicare con la moglie altrui commettendo adulterio con lei, dovranno morire tutti e due gli adlteri. Se uno giace con la sua matrigna e ne scopre la nudit, che di suo padre, dovranno morire tutti e due: il loro sangue ricadr su di loro. Se uno giace con la propria nuora, dovranno morire tutti e due: hanno commesso un delitto, e il loro sangue ricadr su di loro. Se uno giace con un maschio avendo quei rapporti che si sogliono avere con le femmine, i due commettono una nefandezza: essi debbono inesorabilmente morire; il loro sangue ricada su di loro. Se uno, dopo aver preso in moglie la figlia, prender anche la madre di lei, commette un delitto: lo si brucer vivo insieme con le donne; una colpa cos mostruosa non deve durare a lungo in mezzo a voi. Chi avr rapporti sessuali con un animale o una bestia dovr inesorabilmente morire, e anche l'animale lo dovete uccidere. Se una donna si accoster a un animale concedendosi sessualmente ad esso, la si dovr uccidere insieme all'animale: il loro sangue ricada su di loro. Chi prende in moglie sua sorella, figlia di suo padre o di sua madre, e ne scopre la nudit e lei guarda le nudit del fratello, tutt'e due compiono un atto detestabile e pertanto li si uccider alla presenza del popolo. Si sono scoperti la nudit l'uno dell'altro: porteranno il peso della loro colpa. Chi giace con una donna durante il periodo mestruale e ne scopre la nudit, e lei gli permette d'accedere alla sua fonte insanguinata, saranno entrambi uccisi ed eliminati di fra mezzo al popolo. Non scoprirai la nudit della tua zia paterna o materna. Chi fa questo scopre la nudit del suo proprio corpo; e tutti e due risponderanno della loro disonest. Chi giace con la moglie dello zio paterno o materno e scopre la nudit di una tale parente, risponderanno entrambi di questo peccato e moriranno senza figli. Chi sposa la moglie di suo fratello, commette un atto illecito, perch scopre la nudit di suo fratello: i due non avranno figli [20, 1-21]. E in un altro passo: L'uomo o la donna posseduti dallo spirito pitone, che cio esercitano l'arte divinatoria, dovranno inesorabilmente morire. Saranno lapidati e cos il loro sangue ricadr su di loro [20, 27]. 9. [Lev 21]. Altrove, parlando del sommo sacerdote, dice: Sposer una vergine. Non prender in moglie una vedova, una ripudiata, un'immonda o una prostituta, ma una giovane del suo popolo. Questo per non abbassare la dignit della sua prole al livello degli ultimi del suo popolo. Io sono il Signore che santifico il sacerdote [21, 13-15]. 10. [Lev 24]. Dopo molte pagine dice: Colui che con parole offende il suo Dio porter il suo peccato; e chi bestemmia il nome del Signore dovr inesorabilmente morire. Tutto il popolo lo uccider con la lapidazione, sia che si tratti di un israelita sia che si tratti d'uno straniero. Chi bestemmia il nome del Signore deve morire. Chi colpisce un uomo e lo uccide deve morire. Chi uccide un animale dovr restituire alla pari, cio un animale identico all'animale ucciso. Chi causer una qualche lesione a uno dei suoi concittadini dovr subire la stessa lesione che ha causato all'altro: sconter rottura con rottura, occhio con occhio, dente con dente. Quale fu la lesione che egli ha procurato, tale sar quella che dovr subire. Chi avr percosso a morte un animale, ne restituir un altro. Chi avr picchiato un uomo dovr essere punito. Il colpevole, tanto se israelita quanto se forestiero, dovr essere trattato con giusta sentenza. Io sono il Signore vostro Dio [24, 15-22]. 11. [Lev 26]. Dopo alcune frasi dice: Non vi costruirete n idoli n statue di metallo fuso; non erigerete simulacri nel vostro territorio n vi collocherete pietre simboliche per adorarle. Io sono il Signore vostro Dio [26, 1]. Questo quanto abbiamo potuto desumere dal Levitico. Ora segnaleremo quanto ci sembrato bene raccogliere dal libro chiamato I Numeri. DAL LIBRO DEI NUMERI 12. [Num 27]. Se un uomo muore senza figli maschi, la sua eredit passa alle figlie. Se non ha nemmeno figlie, avr come eredi i suoi fratelli; e se non avr nemmeno fratelli, l'eredit la darete ai fratelli di suo padre. Se poi nemmeno questi zii egli ha, l'eredit passer ai suoi parenti pi prossimi. Questa norma sar per i figli d'Israele valida come legge perenne, come ha ordinato il Signore a Mos [27, 8-11]. 13. [Num 35]. Dopo molte pagine dice: Nessuno potr essere condannato in base alla testimonianza di una sola persona. Voi non accetterete regali da chi si macchiato di sangue [35, 30-31]. Nel libro dei Numeri abbiamo trovato queste norme che riteniamo meritevoli di considerazione. Adesso passiamo ad esaminare il libro chiamato Deuteronomio. DAL LIBRO DEL DEUTERONOMIO 14. [Deut 1]. Non farete discriminazioni tra persona e persona: ascolterete tanto il piccolo quanto il grande, n avrete preferenze per alcuno, poich il giudizio spetta a Dio [1, 17]. 15. [Deut 4]. Dopo parecchie pagine, in cui ripropone il Decalogo, dice: Abbiate sollecita cura per la vostra vita! Nel giorno in cui il Signore vi parl sull'Oreb di mezzo al fuoco non vedeste nessuna immagine, per cui ingannati vi sareste potuti costruire dei simulacri scolpiti o statue maschili o femminili. Non vi farete nemmeno figure di animali terrestri, di uccelli che volano nel cielo, di rettili che strisciano sulla terra n di pesci che vivono nell'acqua sotto terra. In tal modo non accadr che, sollevando gli occhi al cielo e vedendo il sole, la luna e tutti gli astri del cielo, tratto in inganno, tu li adori e presti il culto a delle creature fatte dal Signore tuo Dio e poste al servizio di tutte le genti che sono sotto il cielo [4, 15-19]. E dopo un po': Gurdati dal dimenticare il patto che il Signore tuo Dio ha stretto con te, fabbricandoti statue scolpite delle varie divinit, mentre il Signore ti ha proibito di fabbricarle. Ricorda che il Signore tuo Dio un fuoco divoratore, un Dio geloso [4, 23-24]. 16. [Deut 5]. Altrove dice: Non avrai divinit straniere al mio cospetto. Non ti fabbricherai statue o immagini degli esseri che sono lass in cielo o quaggi in terra o che si trovano nelle acque sotto terra. Non le adorerai n presterai ad esse culto religioso. Io infatti sono il Signore tuo Dio, un Dio geloso che fa ricadere la colpa dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione per coloro che mi odiano, e che usa misericordia per molte migliaia di generazioni per coloro che mi amano e osservano i miei comandamenti. Non pronunzierai invano il nome del Signore tuo Dio, poich non rester impunito chi per un'inezia pronunzier il nome del Signore [5, 7-11]. E dopo un po' dice: Onora tuo padre e tua madre, come ti ha comandato il Signore tuo Dio, per vivere a lungo e trovarti bene nel paese che il Signore tuo Dio ti dar. Non uccidere. Non commettere adulterio. Non rubare. Non dire falsa testimonianza contro il tuo prossimo. Non desiderare la moglie del tuo prossimo n la sua casa n il campo n il servo o la serva, non il bue o l'asino o qualsiasi altra cosa di sua propriet [5, 16-21]. 17. [Deut 6]. Altrove nello stesso libro: Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutte le tue forze [6, 5]. E un po' pi avanti: Quando avrai mangiato e ti sarai saziato, con ogni premura gurdati dal dimenticare il Signore, che ti ha fatto uscire dal paese d'Egitto, soggiorno di schiavit. Temi il Signore tuo Dio e adora lui solo: solo nel nome di lui presta giuramento. Non seguite gli di di qualsiasi popolo che ai vostri confini, perch il Signore tuo Dio, che in mezzo a te, un Dio geloso. Si potrebbe accendere contro di te l'ira del Signore tuo Dio sicch tu venga spazzato via dalla superficie della terra. Non tentare il Signore tuo Dio [6, 12-16]. 18. [Deut 7]. Non diversamente si dice un po' pi avanti, l dove si parlava degli stranieri: Non ti unirai con loro in matrimonio: non darai la tua figlia al loro figlio n prenderai una loro figlia per darla a tuo figlio, poich questa potrebbe distogliere il tuo figlio dal seguirmi inducendolo ad adorare gli di stranieri. Nel qual caso si accenderebbe l'ira del Signore e senza indugio ti annienterebbe. Al contrario voi dovete trattare cos questi popoli: demolite gli altari, spezzate le statue, radete al suolo i boschi sacri e bruciate le sculture idolatriche [7, 2-5]. E un po' pi oltre: Brucia le loro immagini scolpite. Non desiderare il possesso dell'argento e dell'oro con cui sono fatte e non volertene appropriare, perch non te ne venga scandalo, mentre sai che la cosa un abominio presso il Signore Dio tuo. Nulla d'idolatrico porterai in casa tua perch non abbia tu a diventare anatema come lo l'oggetto stesso. Lo detesterai come cosa immonda e lo abominerai come sporcizia e luridume. Si tratta infatti di cosa colpita da anatema [7, 25-26]. 19. [Deut 8]. In un altro passo dice: Sta' all'erta e gurdati dal dimenticare il Signore tuo Dio e dal trascurare i suoi comandamenti, i suoi decreti e le cerimonie che oggi io ti impongo. Non accada che, dopo aver mangiato ed esserti saziato, dopo aver costruito belle case ed esserti in esse sistemato, dopo esserti arricchito di bestiame grosso e minuto, d'argento, d'oro e di tutte le altre cose pregiate, il tuo cuore monti in superbia e ti dimentichi del Signore tuo Dio [8, 11-14]. Dopo alcuni versetti dice: Per ultimo sappi che il Signore ha avuto misericordia di te, e quindi non dovrai in alcun modo dire: " La mia forza e il vigore delle mie mani mi hanno procurato tutte queste cose "; ma ti ricorderai del Signore tuo Dio, che ha somministrato a te tutte le forze [8, 16-18]. 20. [Deut 11]. E dopo un poco: Quando ne mangerete e vi sazierete, non succeda che venga sedotto il vostro cuore e voi, abbandonando il Signore Dio, prestiate il culto a divinit straniere e le adoriate. Irritato, il Signore chiuderebbe il cielo [su di voi] [11, 15-17]. 21. [Deut 12]. E dopo un poco: Mettete a soqquadro tutti quei luoghi in cui hanno prestato il culto alle loro divinit i pagani, di cui occuperete il territorio: le alture dei monti, le colline e ogni sorta di albero frondoso. Spazzate via i loro altari e frantumate le statue; bruciate i boschetti sacri e distruggete gli idoli, facendo scomparire anche i loro nomi da quei luoghi [12, 2-3]. Successivamente, dopo alcune frasi, parlando degli stranieri aggiunge: Non imitare quei popoli che al tuo ingresso sono stati sterminati. Non ripristinare il loro rituale dicendo: " Come quelle genti hanno adorato i loro di, cos li adorer anch'io ". Non farai un atto simile dinanzi al Signore tuo Dio. Quei popoli infatti commisero per le loro divinit azioni abominevoli, detestate dal Signore, offrendo i propri figli e le proprie figlie e passandoli per il fuoco. Presterai al Signore soltanto quel culto che io ti comando: non vi aggiungerai nulla e nulla toglierai [12, 30-32]. 22. [Deut 13]. Se sorger fra voi un profeta o chi dica d'aver sogni e visioni, e predice un segno o un portento e la cosa preannunciata si verifica ma lui ti dice: " Suvvia! Seguiamo gli di stranieri, che tu non conosci e prestiamo loro culto religioso ", tu non dovrai dar retta alle parole di tale profeta o visionario. il Signore vostro Dio che cos vi mette alla prova perch sia palese se lo amate con tutto il cuore e con tutta l'anima ovvero no. Voi dovete seguire il Signore vostro Dio e lui solo temere. Osserverete i suoi comandi e ascolterete la sua voce. Lui adorerete e a lui solo resterete fedeli. Quanto poi a quel profeta o visionario, esso dovr essere ucciso perch ha parlato in modo che voi vi allontanaste dal Signore vostro Dio, che vi ha tratti fuori dal paese d'Egitto e vi ha liberati dalla casa della schiavit. Egli voleva fuorviarti dalla strada che il Signore tuo Dio ti aveva comandato; tu dovrai eliminare il male di fra mezzo te. La stessa cosa potrebbe suggerirti anche il tuo fratello, figlio di tua madre, o il tuo figlio o la tua figlia o anche la tua moglie, che dorme sul tuo seno, o magari l'amico che tu ami come l'anima tua. In tutta confidenza potrebbero dirti: " Suvvia! Seguiamo gli di stranieri, che tu e i tuoi padri non avete conosciuto: gli di dei diversi popoli che ti circondano, sia vicini che lontani dai tuoi confini, da un capo all'altro del paese ". Non cedere all'istigatore e non ascoltarlo! Il tuo occhio non lo risparmier, e non avrai piet di lui trovandogli un nascondiglio. Dovrai ucciderlo immediatamente: la tua mano sar la prima a colpirlo e dopo di te lo colpir tutto il popolo. Sar ucciso mediante lapidazione, per aver voluto allontanarti dal Signore tuo Dio [13, 1-10]. 23. [Deut 14]. E dopo un po' dice: Non fatevi incisioni e non tagliatevi i capelli quando sarete in lutto per un morto. Tu sei un popolo consacrato al Signore tuo Dio [14, 1-2]. 24. [Deut 15]. In un altro passo dice: Se uno dei tuoi fratelli che dimorano dentro le porte della tua citt nel paese che ti dar il Signore tuo Dio verr a trovarsi in miseria, tu non indurirai il tuo cuore: dinanzi al povero non devi serrare ma aprire la mano e dargli il prestito di cui ti accorgerai che egli ha bisogno. Non farti entrare nel cervello l'iniquo pensiero di dire nel tuo cuore: " ormai vicino il settimo anno, l'anno della remissione ", e per questo distogliere gli occhi dal tuo fratello povero senza dargli in prestito quel che ti chiede. Egli potrebbe alzare il grido verso il Signore e il peccato ricadrebbe su di te. Al contrario, gli darai [quel che ti chiede] e non farai il furbo nell'andare incontro alle sue necessit. Per tale comportamento il Signore tuo Dio ti benedir in ogni tempo e in tutte le tue imprese. Non mancheranno certamente poveri nel paese ove abiterai, e pertanto io ti ordino di aprire la mano al tuo fratello bisognoso e quello povero che vivono accanto a te nel tuo paese [15, 7-11]. 25. [Deut 16]. E un po' pi avanti: Nelle singole trib costituirai giudici e maestri [della legge] con sede vicina alle porte di tutte le citt che ti dar il Signore tuo Dio. Essi giudicheranno il popolo con [retto] giudizio e non commetteranno parzialit. Non guardare in faccia alle persone e ai loro regali, perch i regali accecano gli occhi dello stesso sapiente e stravolgono le parole anche al giusto. Pratica la giustizia con animo retto, e cos vivrai e possederai la terra che il Signore tuo Dio ti dar [16, 18-20]. E dopo un poco: Non ti fabbricherai alcun simulacro, poich sono in odio presso il Signore tuo Dio, e non lo collocherai su piedistalli [16, 22]. 26. [Deut 17]. E dopo un altro poco: Potranno trovarsi presso di te, nell'una o nell'altra delle citt che il Signore tuo Dio sta per darti, uomini o donne che compiano ci che male agli occhi del Signore tuo Dio: che cio, trasgredendo la sua alleanza, servano divinit straniere e le adorino. Parlo del sole, della luna e di tutte le schiere celesti, in contrasto con quanto io ti ho comandato. Se una cosa del genere ti verr annunziata e tu la verrai a sapere, farai delle ricerche accurate e se troverai che ci corrisponde a verit e che effettivamente una tal cosa abominevole stata commessa in Israele, condurrai l'uomo o la donna che hanno commesso tale orrenda scelleratezza alle porte della tua citt e l verranno lapidati. Li si uccider in base alla testimonianza di due o tre persone; nessuno potr essere ucciso per la testimonianza di una persona sola. La mano dei testimoni sar la prima ad ucciderlo; successivamente, alla fine, interverr la mano di tutto il popolo. Cos toglierai il male di mezzo a te [17, 2-7]. Non altrimenti detto un po' pi avanti: Se uno mosso da superbia ricuser d'obbedire al comando del sacerdote che in quel tempo officia nel tempio dinanzi al Signore tuo Dio o anche alle delibere del giudice, quell'uomo dovr essere ucciso; e cos toglierai il male da Israele. La cosa verr alle orecchie della gente e temer il Signore, n ci sar pi chi osi montare in superbia [17, 12-13]. 27. [Deut 18]. Dopo altre prescrizioni, parlando degli stranieri dice: Gurdati dall'imitare le pratiche abominevoli di quelle genti. Non ci sia in te chi, volendo purificarsi, faccia passare per il fuoco il figlio o la figlia n chi consulti gli indovini o dia ascolto a sogni o a profani auspici n chi pratichi arti magiche o incantesimi. Non andrai a consultare gli oracoli o i veggenti, n evocherai i morti per sapere la verit. Tutte queste cose sono in abominio presso il Signore [18, 9- 12]. 28. [Deut 19]. Dopo un po' dice: Non si lever un solo uomo a testimoniare contro un altro, qualunque sia la colpa o il misfatto [di cui lo si incolpi]; ma ogni cosa sar ritenuta vera sulla parola di due o tre testimoni. Se si alzer un falso teste contro una qualsiasi persona e l'accuser di trasgressione, le due persone in causa si presenteranno al Signore dinanzi ai sacerdoti e ai giudici in carica a quel tempo. Essi dovranno fare delle indagini molto accurate: dopo le quali, se risulter che il falso teste ha detto una menzogna contro il suo fratello, lo puniranno com'egli aveva pensato di fare al suo fratello. Cos toglierai il male di mezzo a te: la cosa verr risaputa e tutti, mossi da timore, si asterranno dal fare altrettanto. Non gli userai piet, ma esigerai vita per vita, occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede [19, 15-21]. 29. [Deut 21]. Altrove, nel medesimo libro: Pu capitare che un uomo generi un figlio caparbio e ribelle, che non ascolta gli ordini n del padre n della madre e per quanto messo alle strette si rifiuta d'obbedire. In tal caso [i genitori] lo prenderanno e lo porteranno dagli anziani della citt presso la porta dov' il tribunale, e diranno ad essi: " Questo nostro figlio ribelle e pervicace, rifiuta di ascoltare i nostri richiami e si d ai bagordi, alla dissolutezza e alle crapule". Il popolo della citt lo prender a sassate finch non sia morto. Cos toglierete il male di fra mezzo a voi, e l'intero Israele, venendo a sapere tale cosa, sar preso da timore [21, 18-24]. 30. [Deut 22]. E dopo un po': Se vedrai un bue o una pecora che si siano smarriti al tuo fratello, non dovrai passare oltre ma dovrai ricondurli al tuo fratello. Anche se quel tale fratello non ti parente e tu nemmeno lo conosci, tu accompagnerai l'animale in casa tua e l rimarr per tutto il tempo che il tuo fratello ne alla ricerca, finch cio non l'abbia ricuperata. Stesso comportamento nel caso che il fratello abbia smarrito un asino o una veste o qualsiasi altro oggetto che gli apparteneva. Se tu le trovi, non lasciarle in mezzo alla strada ritenendole cose non tue. Se vedi che l'asino o il bue del tuo fratello stramazzato a terra lungo la strada, non passare oltre incurante ma aiuta il tuo fratello a rialzarlo. Una donna non potr vestirsi con abiti da uomo n un uomo con abiti da donna. Chi fa queste cose in abominio dinanzi al Signore [22, 1-5]. E un po' oltre: Quando costruisci una casa nuova dovrai alzare un parapetto tutt'intorno, perch non accada che sia versato del sangue in casa tua e tu sia colpevole, qualora uno scivoli e cada nel vuoto [22, 8]. Dopo un altro poco: Potr accadere che un uomo, dopo aver preso moglie, cominci a odiarla e a cercare pretesti per mandarla via. Calunniandola gravemente potr affermare: " Ho preso in moglie questa donna ma quando sono stato con lei ho trovato che non era vergine ". Si leveranno allora suo padre e sua madre e condurranno la donna agli anziani della citt che risiedono presso la porta cittadina e mostreranno ad essi i segni della verginit di lei. Suo padre dir: " Ho dato in moglie a costui la mia figlia ma lui ha preso a odiarla ed per questo che l'incolpa di cosa gravissima dicendo: "Non ho trovato vergine la tua figlia". Ecco invece i segni della sua verginit ". E stender il panno dinanzi ai seniori della citt. Allora gli anziani di quella citt prenderanno quell'uomo e lo fustigheranno; inoltre gli faranno sborsare cento sicli d'argento che verranno consegnati al padre della ragazza. Quell'uomo aveva sparso una pessima diceria sul conto d'una vergine d'Israele: egli dovr riprenderla in moglie n potr ripudiarla per tutto il tempo della sua vita. Se al contrario la sua denunzia vera e si riscontra che in quella ragazza non c' verginit, la cacceranno fuori della porta della casa di suo padre e i suoi concittadini l'uccideranno mediante lapidazione. Quella donna, fornicando in casa di suo padre, ha commesso una nefandezza in Israele; e tu, cos facendo, toglierai il male che era in mezzo al tuo popolo. Se un uomo si accoppia con la moglie di un altro, tutti e due, cio l'adultero e l'adultera, dovranno morire: cos estirperai il male da Israele. Se uno sposa una ragazza ancora vergine e un altro l'incontra in citt e giace con lei, dovrai condurre tutt'e due i colpevoli alla porta della stessa citt, dove saranno lapidati: la giovane perch non ha gridato aiuto pur essendo in citt, l'uomo perch ha approfittato della moglie del suo prossimo. Cos toglierai il male di fra mezzo a te. Ma se l'uno incontra una tale ragazza maritata quando in campagna e l'afferra e giace con lei, dovr morire solo l'uomo; la ragazza non subir alcuna pena n tanto meno sar condannata a morte. come quando un brigante si apposta per uccidere un suo fratello e lo uccide di fatto. La stessa cosa toccata alla ragazza: essendo sola in campagna, ha gridato aiuto ma non c'era alcuno che andasse a liberarla. Se un uomo incontra una ragazza vergine non ancora sposata e l'afferra e giace con lei, la questione dovr essere portata in giudizio. L'uomo che stato con lei dar al padre della giovane cento sicli d'argento e la prender in moglie e, avendola antecedentemente umiliata, non potr ripudiarla per tutti i giorni della sua vita. Nessuno potr prendere in moglie la moglie di suo padre n scoprire quanto lei tiene coperto [22, 13-30]. 31. [Deut 23]. E dopo un poco: Tra le figlie d'Israele nessuna praticher la prostituzione [sacra] n tra i figli d'Israele ci sar chi si prostituisca [23, 17]. E dopo un poco: Non presterai al tuo fratello denaro o frumento o altra cosa esigendone l'interesse, lo esigerai invece dagli stranieri [23, 19-20]. E dopo alcuni versetti: Se avrai fatto un voto al Signore tuo Dio, non tardare ad adempierlo, perch il Signore tuo Dio lo richiede e, se tu tarderai ad adempierlo, ti sar ascritto a peccato. Se non avrai avuto l'intenzione di promettere, sarai esente da peccati, ma quando una promessa uscita dalle tue labbra la rispetterai e farai secondo quel che hai promesso al Signore tuo Dio e secondo la parola che uscita dalla tua volont e dalla tua bocca [23, 21-23]. 32. [Deut 24]. Poco dopo afferma: Come pegno non prenderai n la mola inferiore n quella superiore: questo sarebbe come se egli ti cedesse qualcosa della propria vita. Se si scopre che uno ha abbindolato un suo fratello, un israelita, e vendendolo [come schiavo] ne abbia ricavato un compenso in danaro, il rapitore dev'essere ucciso. Cos toglierai il male di mezzo a te [24, 6-7]. E dopo alcuni versetti dice: Per riprenderti una cosa che il tuo vicino deve restituirti non potrai varcare la soglia della sua casa per prenderne il pegno, ma te ne starai fuori e lui ti consegner quel che possiede. Che se egli un povero, il suo pegno non rester una nottata presso di te, ma glielo restituirai subito, prima che tramonti il sole, in modo che lui, addormentandosi nel suo vestito, ti benedica e tu risulti giusto dinanzi al Signore tuo Dio. Non ricuserai il salario dovuto al tuo fratello bisognoso e povero e nemmeno al forestiero che abita nella tua terra e risiede dentro le tue porte. Il prezzo del suo lavoro gli dev'essere consegnato nel giorno stesso prima che tramonti il sole. Egli povero e col lavoro tira avanti la vita; n deve succedere che egli invochi contro di te il Signore e il tuo comportamento ti sia ascritto a peccato. Non si dovranno mettere a morte i padri invece dei figli n i figli invece dei padri. Ciascuno morir per il proprio peccato [24, 10-16]. E dopo alcuni versetti: Quando mieterai le messi nel tuo campo, se per dimenticanza ti rimarr indietro qualche mannello, non tornerai indietro a prenderlo, ma lascerai che lo prenda il forestiero, l'orfano e la vedova. Cos ti benedir il Signore tuo Dio in ogni opera delle tue mani. Se raccogliendo il frutto dell'olivo ti rimane qualcosa sulla pianta, non tornerai a coglierlo ma lo lascerai al forestiero, all'orfano e alla vedova. Vendemmiando la tua vigna, non andrai a cogliere i grappoli che ti sono rimasti [sulla pianta]: essi sono destinati al forestiero, all'orfano e alla vedova. Ricorda che sei stato schiavo in Egitto, ed per questo che io ti comando di fare ci [24, 19-22]. 33. [Deut 25]. Se fra pi persone sorger una lite, s'interpelleranno i giudici e questi daranno la mano in riconoscimento della giustizia a colui che riscontreranno giusto e condanneranno con la pena degli empi colui che giudicheranno empio. Se riscontreranno che il colpevole merita battiture, lo faranno stendere a terra e lo faranno battere dinanzi ai loro occhi. Il numero delle percosse sar proporzionato alla gravit della colpa, badando tuttavia a non superare i quaranta colpi, perch non succeda che il tuo fratello, piagato oltre misura, muoia dinanzi a te [25, 1-3]. E dopo un poco: Caso di due uomini che litigando vengano a picchiarsi reciprocamente. Se la moglie dell'uomo, per liberare suo marito dalle mani del pi forte di lui, stende la mano e lo afferra per le vergogne, tu taglierai la mano a questa donna senza lasciarti prendere da alcuna piet verso di lei. Non avrai nel tuo sacchetto pesi differenti, uno pi grande e l'altro pi piccolo, n sar in casa tua un moggio pi grande e un altro pi piccolo; ma avrai pesi giusti e precisi e misure uguali ed esatte [25, 11-15]. 34. [Deut 27]. Dopo molte ingiunzioni dice: Maledetto chi fabbrica un idolo scolpito o fuso, opera delle mani di un artefice e abominio dinanzi al Signore, e lo collocher in luogo occulto. Tutto il popolo rispondendo dir: Amen! Maledetto chi non onora suo padre e sua madre. Tutto il popolo dir: Amen! Maledetto chi sposta i termini [al campo] del suo vicino. Tutto il popolo dir: Amen!. Maledetto chi fa sbagliare al cieco la via. Tutto il popolo dir: Amen! Maledetto chi sovverte il giudizio del forestiero, del pupillo e della vedova. Tutto il popolo dir: Amen! Maledetto colui che giace con la moglie di suo padre, sollevando le coperte del suo letto. Tutto il popolo dir: Amen! Maledetto chiunque si accoppia con una bestia. Tutto il popolo dir: Amen! Maledetto chiunque si unisce con sua sorella, figlia di suo padre o di sua madre. Tutto il popolo dir: Amen! Maledetto colui che ha rapporti sessuali con la suocera. Tutto il popolo dir: Amen! Maledetto chi uccide il suo prossimo clandestinamente. Tutto il popolo dir: Amen! Maledetto colui che accetta mance per uccidere l'innocente. Tutto il popolo dir: Amen! [27, 15-25]. Abbiamo fin qui riportato quelle parti dei libri di Mos che ci sembrava doveroso riportare. Dopo di loro vengono i libri chiamati: Libro di Ges figlio di Nave, Libro dei Giudici, Libro dei Regni, Libro dei Paralipomeni. In essi dato leggere pi la storia di fatti avvenuti che non precetti di buona condotta; tuttavia mi parso bene non omettere in quest'opera le seguenti norme, pochissime in verit, tratte dal libro di Ges figlio di Nave. DAL LIBRO DI GIOSU 35. [Ios 22]. Ora tornate indietro e recatevi alle vostre tende, nella terra del vostro possesso che vi ha assegnato al di l del Giordano Mos, servo del Signore. Badate per con premura a mettere in pratica i comandamenti e la legge che vi ha imposto Mos, servo del Signore, che questa: Amerete il Signore vostro Dio e camminerete nelle sue vie; osserverete i suoi comandamenti e gli sarete fedeli, servendolo con tutto il cuore e con tutta la vostra anima [22, 4-5]. 36. [Ios 23]. In un altro passo dice: Quando sarete entrati nel territorio delle genti che sono dentro i vostri confini, voi non dovrete giurare nel nome dei loro di, n prestare loro il culto o adorarli. Voi dovrete essere fedeli al Signore vostro Dio, come avete fatto fino al giorno d'oggi [23, 7-8]. Nel libro dei Salmi ci sarebbero molte cose da riportare, sebbene spesse volte si tratti solo di ripetizioni. Cercher tuttavia di limitarmi il pi possibile, per non rendere troppo lungo questo libro, scritto principalmente perch lo si tenga a memoria. DAL LIBRO DEI SALMI 37. [Ps 1]. Beato l'uomo che non procede secondo la condotta degli empi e non s'intrattiene nella via dei peccatori e non siede sulla cattedra dei beffardi: ma nella legge del Signore la sua compiacenza e la legge di lui medita giorno e notte [1, 1-2]. 38. [Ps 2]. E ora intendete bene voi, re; e voi, giudici della terra, lasciatevi istruire. Servite il Signore con timore, e con trepidazione giubilate. Adoratelo con purit, affinch non succeda che egli si adiri e voi smarriate la via. Quando repentina s'infiammer la sua collera, beati tutti coloro che sperano in lui [2, 10-13]. 39. [Ps 4]. Figli dell'uomo, mia fulgida gloria, perch amate ignominiosamente la vanit e correte dietro alla menzogna? [4, 3]. E poco dopo: Se vi adirate, state attenti a non peccare. Sui vostri giacigli parlate in cuor vostro ma tacete [con le labbra]. Offrite al Signore il sacrificio della giustizia e confidate in lui [4, 5-6]. 40. [Ps 5]. Tu non sei un Dio che si compiace dell'iniquit. Non abita presso di te il malvagio; gli iniqui non trovano posto dinanzi al tuo sguardo. Tu detesti quanti operano il male, condanni alla perdizione chi dice menzogne. Il Signore abomina l'uomo sanguinario e ingannatore [5, 5-7]. 41. [Ps 14]. Signore, chi soggiorner nella tua tenda? Chi abiter sul tuo monte santo? Colui che cammina senza colpa, opera la giustizia e dice la verit nel suo cuore; colui che non di lingua lunga, non reca danno al suo amico e non tollera che si insulti il suo vicino. Ai suoi occhi spregevole il malvagio, d invece gloria a chi teme il Signore. Quando giura, anche se la cosa gli torna molesta, non cambia: non presta con usura il suo denaro e non accetta doni contro l'innocente. Chi agisce cos avr stabilit eterna [14, 1-4]. 42. [Ps 23]. Chi salir il monte del Signore e chi star nel suo luogo santo? Chi ha mani innocenti e cuore puro; chi non innalza la sua anima mosso da vanit n giura il falso. Un tale uomo ricever la benedizione dal Signore e la giustizia da Dio suo salvatore [23, 3- 5]. 43. [Ps 26]. Il Signore mia luce e mia salvezza: chi temer? Il Signore la fortezza della mia vita: di chi avr paura? [26, 1]. E dopo quattro versetti: Anche se si leveranno contro di me accampamenti, il mio cuore non temer. Se infurier contro di me la battaglia, anche allora avr fiducia. Una cosa ho chiesto al Signore, questa sola bramer: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita per vedere la bellezza del Signore e contemplare il suo tempio [26, 3-4]. Ancor oltre dice: Cos ti ha parlato il mio cuore: Io ho cercato il tuo volto; il tuo volto, Signore, continuer sempre a cercare [26, 8]. E pi avanti: Aspetta il Signore! Sii forte e si irrobustisca il tuo cuore, e aspetta con perseveranza il Signore [26, 14]. 44. [Ps 27]. Non accomunarmi con gli empi n con coloro che operano l'iniquit: con coloro che parlano di pace ai propri amici mentre nel loro cuore covano malizia [27, 3]. 45. [Ps 30]. Siate forti e si irrobustisca il vostro cuore, o voi [tutti] che sperate nel Signore [30, 25]. 46. [Ps 31]. Non siate come il cavallo e il mulo, animali privi d'intelletto. Stringi la loro bocca con morso e briglie quando a te non si avvicinano. Molti sono i dolori dell'empio, la misericordia invece circonda chi confida nel Signore. Rallegratevi nel Signore e siate lieti voi, giusti; godete voi tutti, retti di cuore [31, 9-11]. 47. [Ps 32]. O giusti, lodate il Signore; ai retti si addice la lode [32, 1]. E altrove: Beato il popolo che ha come Dio il Signore, il popolo che il Signore si scelto come sua eredit [32, 12]. 48. [Ps 33]. Benedir il Signore in ogni tempo: la sua lode sar sempre sulla mia bocca. Nel Signore si glorier la mia anima: questo ascoltino i miti e ne gioiscano. Lodate con me il Signore; esaltiamo insieme il suo nome [33, 2-4]. E dopo pochi versetti: Gustate e vedete quanto buono il Signore: beato l'uomo che spera in lui. Temete il Signore, voi suoi santi, poich non soffrono miseria quelli che lo temono. Uomini forti come leoni caddero in povert ed ebbero fame; a chi teme il Signore non mancher alcun bene. Venite, figli, ascoltatemi: vi insegner il timore del Signore. Chi l'uomo che vuole la vita e ama vedere giorni di prosperit? Preserva la tua lingua dal male e le tue labbra non pronunzino inganni. Allontnati dal male e fa' il bene; cerca la pace e perseguila [33, 9-15]. E dopo sette versi: Il Signore vicino a chi ha il cuore contrito; egli salva gli spiriti affranti [33, 19]. 49. [Ps 36]. Non litigare con i malvagi e non invidiare coloro che commettono iniquit. Essi infatti verranno schiacciati in un battere d'occhio come il fieno, e come l'erba verde marciranno. Spera nel Signore e fa' il bene: finch sei pellegrino sulla terra ti nutra la fede. Riponi la tua gioia nel Signore ed egli ti dar quanto il tuo cuore desidera. Volgi al Signore la tua via e confida in lui: egli interverr e far sorgere come luce la tua giustizia e il tuo diritto come il meriggio. Sta' in silenzio dinanzi al Signore e spera in lui. Non indignarti per colui che ha successo in ogni sua impresa, per l'uomo che riesce a fare ogni cosa che gli viene pensata. Deponi l'ira e smettila con la rabbia! Non andare in escandescenze: faresti del male. Chi opera il male va in rovina; chi ha fiducia nel Signore erediter la terra. Ancora un poco, infatti, e l'empio pi non sar; cercherai la sua dimora ma non la troverai. I miti al contrario erediteranno la terra e si allieteranno in una pace sconfinata [36, 1- 11]. E poco dopo: Il poco del giusto val pi che non le cospicue ricchezze dell'empio, poich le braccia degli empi saranno spezzate, mentre i giusti saranno esaltati dal Signore [36, 16-17]. E dopo un po': Allontnati dal male e fa' il bene [36, 27]. E altrove: Spera nel Signore e rimani nella sua via: egli ti glorificher dandoti il possesso della terra. Conserva la semplicit e volgi lo sguardo alla rettitudine: l'uomo retto avr pace al termine della vita [36, 34. 37]. 50. [Ps 39]. Beato l'uomo che ripone nel Signore la sua fiducia e non si volge alla superbia e alle vanit illusorie [39, 5]. 51. [Ps 43]. Nel Signore ci rallegreremo tutto il giorno; celebreremo in eterno il suo nome [43, 9]. E poco dopo: Tutte queste cose ci sono capitate, anche se noi non ti avevamo dimenticato n avevamo tradito il tuo patto. Il nostro cuore infatti non si volto indietro n i nostri passi hanno abbandonato la tua via; ma tu ci hai precipitati nel regno dei dragoni e ci hai coperti con l'ombra di morte. Se avessimo dimenticato il nome del nostro Dio e avessimo teso le mani a un dio straniero, forse che Dio non ce ne avrebbe chiesto ragione? Egli infatti conosce i pensieri del cuore. In realt noi siamo messi a morte tutto il giorno a causa tua; siamo ritenuti un gregge da macello [43, 18-22]. 52. [Ps 46]. Cantate a Dio, cantate! Cantate al nostro re, cantate! Dio re di tutta la terra: cantate abilmente! [46, 7-8]. 53. [Ps 49]. Offri a Dio il sacrificio della lode e adempi i voti fatti all'Altissimo. Mi invocherai nel giorno della tribolazione: io ti liberer e tu mi darai gloria. All'empio, viceversa, dice Dio: Come fai tu a narrare i miei precetti e a mettere sulla tua bocca le mie alleanze? Tu hai in odio la disciplina e le mie parole te le getti dietro le spalle. Se vedevi un ladro t'accordavi con lui, e la tua simpatia era per gli adlteri. Aprivi la tua bocca al male e la tua lingua ordiva inganni. Sedendo sparlavi di tuo fratello, e contro il figlio di tua madre scagliavi insulti. Tu hai fatto questo e io ho taciuto; tu allora hai pensato che io fossi come te. Ti rimprovero, ti pongo dinanzi ai tuoi occhi. Comprendete questo voi che dimenticate Dio, affinch io non vi prenda al laccio e nessuno vi liberi. Chi offre il sacrificio della confessione mi d gloria; a colui che cammina rettamente mostrer la salvezza di Dio [49, 14-23]. 54. [Ps 50]. Mondami dalla mia colpa e dal mio peccato. Perch io riconosco la mia colpa e il mio peccato mi sta sempre dinanzi [50, 4-5]. E altrove: Sacrificio per il Signore un cuore affranto: un cuore contrito e umiliato tu, Dio, non disprezzi [50, 19]. 55. [Ps 51]. O potente, perch ti vanti della malizia? La misericordia di Dio dura tutto il giorno. La tua lingua macchina insidie, come rasoio affilato, operatore di inganni. Ami il male pi del bene, la menzogna pi del parlare sincero. Lingua ingannatrice, tu ami ogni parola che tende a rovinare, ma Dio ti abbatter per sempre, ti impaurir, ti strapper dalla tenda e ti sradicher dalla terra dei viventi. I giusti vedranno e ne avranno timore; e irridendolo diranno: Ecco un uomo che non ha riposto in Dio la sua forza ma ha sperato nelle sue grandi ricchezze e si consolidato nelle sue insidie. Io invece [sar] come olivo sempre verde nella casa di Dio, poich ho sperato nella misericordia di Dio nei secoli eterni. Canter senza fine le tue lodi, perch cos hai agito; confider nel tuo nome alla presenza dei tuoi santi, poich ci buono [51, 3-11]. 56. [Ps 61]. Sperate sempre in lui, o popoli; aprite il vostro cuore davanti a lui. Dio la nostra speranza. Vanit sono invece i figli di Adamo, menzogna tutti i figli dell'uomo: tutti allo stesso modo commettono frodi usando bilance false. Non confidate nella calunnia e non illudetevi commettendo rapine. Alla ricchezza, anche se abbonda, non attaccate il cuore [61, 9-11]. 57. [Ps 63]. Si rallegrer il giusto nel Signore e confider in lui [63, 11]. 58. [Ps 68]. Per amor tuo ho sopportato insulti e di confusione si coperto il mio volto. Sono diventato un estraneo ai miei fratelli, un forestiero ai figli di mia madre, perch lo zelo per la tua casa mi divora ed ricaduto su di me l'insulto di chi ti insulta. Ho afflitto la mia anima col digiuno, ed stato un disonore per me. Ho indossato come vestito un sacco e sono diventato il loro zimbello. Contro di me sparlavano quelli che sedevano sulla porta e mi canzonavano i bevitori di vino [68, 8-13]. E un po' dopo: Adorer il nome di Dio con il cantico, lo glorificher con la confessione; e ci piacer al Signore pi che l'offerta di un giovane vitello fornito di corna e di unghie. Ci vedendo, i miti si allieteranno. Vivr l'anima di voi che cercate il Signore, poich il Signore esaudisce i poveri [68, 31-34]. 59. [Ps 72]. Quanti si allontanano da te periscono: tu disperdi chi empiamente ti abbandona. Quanto a me, invece, cosa buona stare vicino a Dio: ho riposto la mia speranza nel Signore Dio per narrare tutte le tue promesse [72, 27-28]. 60. [Ps 75]. Fate voti al Signore vostro Dio e adempiteli. Quanti sono attorno a lui offriranno doni al Terribile: a colui che toglie lo spirito ai comandanti, a colui che terribile con i re della terra [75, 12-13]. 61. [Ps 77]. Popolo mio, ascolta la mia legge; inclinate i vostri orecchi alle parole della mia bocca. Aprir la mia bocca in linguaggio parabolico, pronunzier parole velate dai tempi antichi [77, 1-2]. E in un altro passo: Essi le narreranno ai loro figli, affinch ripongano in Dio la loro speranza e non dimentichino i suoi decreti ma osservino i suoi comandamenti [77, 6-7]. 62. [Ps 80]. Lodate Dio nostra forza, giubilate al Dio di Giacobbe [80, 2]. E altrove: O Israele, se tu mi ascoltassi! Non siano in mezzo a te divinit straniere e non adorare divinit di altri popoli: io sono il Signore tuo Dio [80, 9-11]. 63. [Ps 81]. Fino a quando giudicherete ingiustamente e userete preferenze verso gli empi? Giudicate favorendo il povero e il pupillo, trattate con giustizia il bisognoso e il nullatenente [81, 2-3]. 64. [Ps 83]. Beati coloro che abitano nella tua casa! Sempre cantano le tue lodi. Beato l'uomo che trova in te la sua forza e nel suo cuore albergano le tue prescrizioni. Passando per la valle del pianto, la cambieranno in una fonte. Il [loro] maestro sar inoltre vestito di benedizione. Andranno di vigore in vigore; compariranno dinanzi a Dio in Sion [83, 5-8]. E un poco avanti: migliore un giorno nei tuoi atri che mille [altrove]. Ho preferito essere un disprezzato nella casa del mio Dio piuttosto che abitare nelle tende degli empi [83, 11]. 65. [Ps 91]. bello lodare il Signore e cantare salmi al tuo nome, o Altissimo [91, 2]. 66. [Ps 93]. Comprendete, voi stolti del popolo, e voi, privi di sapienza, diventate finalmente saggi! [93, 8]. E un po' avanti: Beato l'uomo che tu, Signore, istruisci e ammaestri nella tua legge, sicch trovi riposo nel giorno dell'afflizione, quando all'empio viene scavato il precipizio [93, 12-13]. 67. [Ps 94]. Venite, adoriamo e curviamoci; pieghiamo le ginocchia dinanzi al Signore, nostro creatore [94, 6]. E dopo due versi: Oggi, se ascoltate la sua voce, non indurite i vostri cuori come nella ribellione, come nel giorno in cui tentaste [Dio] nel deserto [94, 8-9]. 68. [Ps 95]. Cantate al Signore un cantico nuovo; cantate al Signore, [voi di] tutta la terra. Cantate al Signore, benedite il suo nome, annunziate ogni giorno la sua salvezza. Narrate alle genti la sua gloria, a tutti i popoli le sue meraviglie [95, 1-3]. Dopo sei versetti: Tributate al Signore, o famiglie dei popoli, tributate al Signore gloria e potenza. Date al Signore gloria per il suo nome. Presentate doni ed entrate nei suoi atri. Adorate il Signore nel suo magnifico santuario [95, 7-9]. 69. [Ps 96]. Odiate il male, voi che amate il Signore [96, 10]. E dopo tre versetti: Allietatevi, giusti, nel Signore, e glorificate il suo santo nome [96, 12]. 70. [Ps 97]. Giubilate al Signore [voi di] tutta la terra! Alzate la voce nella lode e nel canto [97, 4]. 71. [Ps 98]. Esaltate il Signore nostro Dio; adorate lo sgabello dei suoi piedi, perch santo! [98, 5]. 72. [Ps 99]. Giubilate al Signore [voi di] tutta la terra! Servite il Signore nella gioia, entrate con lodi alla sua presenza. Sappiate che il Signore Dio: egli ci ha fatti e noi siamo suoi [99, 2-3]. E dopo un versetto: Varcate le sue porte con rendimento di grazie, i suoi atri con inni di lode: date a lui gloria! [99, 4]. 73. [Ps 100]. Camminer con cuore semplice dentro la mia casa, n porr dinanzi ai miei occhi le azioni di Belial. Detesto chi compie opere perverse; non mi sta vicino. Chi ha il cuore maligno si dovr allontanare da me; il cattivo voglio ignorarlo; chi di nascosto sparla a danno del suo prossimo, voglio ucciderlo. Chi superbo di occhi e altezzoso di cuore, mai vorr stare insieme con lui. I miei occhi sono rivolti ai fedeli del paese perch abitino insieme con me; chi cammina nella via dell'onest sar al mio servizio. Non abiter nella mia casa chi agisce con inganno; chi proferisce menzogna non sar gradito ai miei occhi. Al mattino sterminer tutti gli empi del paese; uccider nella citt del Signore tutti coloro che commettono iniquit [100, 2-8]. 74. [Ps 102]. La misericordia del Signore da sempre e per sempre si stende su quanti lo temono; la sua giustizia giunge fino ai figli dei figli per coloro che osservano il suo patto e ricordano i suoi precetti mettendoli in pratica [102, 17-18]. 75. [Ps 104]. Celebrate il Signore, invocate il suo nome! Palesate alle genti i suoi pensieri; cantate e salmeggiate in suo onore. Parlate di tutte le sue meraviglie ed esultate nel suo santo nome: si rallegri il cuore di chi cerca il Signore. Cercate il Signore e la sua potenza; cercate sempre il suo volto. Ricordate le grandi opere da lui compiute, i suoi portenti e i giudizi della sua bocca [104, 1-5]. 76. [Ps 107]. Pronto il mio cuore, o Dio; [ti] canter inni e salmi poich tu sei la mia gloria. Alzatevi, salterio e cetra! Mi alzer di buon mattino e in mezzo ai popoli innegger a te, o Signore: ti celebrer in mezzo alle nazioni [107, 2-4]. 77. [Ps 110]. Canter al Signore con tutto il mio cuore nel consesso dei giusti e nell'assemblea [110, 1]. E altrove: Principio della sapienza il timore del Signore: scienza santa per quanti la praticano. La sua lode dura per sempre [110, 10]. 78. [Ps 111]. Beato l'uomo che teme il Signore: nei suoi comandamenti trova pieno diletto [111, 1]. E dopo cinque versetti: Felice l'uomo pietoso, che d in prestito e distribuisce i suoi beni con [retto] giudizio. Egli non vaciller in eterno. Il giusto sar ricordato con memoria eterna; non avr a temere sentenza cattiva. Pronto il suo cuore poich confida nel Signore; saldo il suo cuore, non teme vedendo [confusi] i suoi nemici. Egli largheggia, d ai poveri: la sua giustizia rimane per l'eternit, la sua potenza s'innalza nella gloria. L'empio vede e si adira, digrigna i denti e si consuma; ma il desiderio degli empi svanisce [111, 5-10]. 79. [Ps 112]. Lodate il Signore, suoi servi; lodate il nome del Signore. Sia benedetto il nome del Signore ora e in eterno! Dal sorgere del sole al suo tramonto sia lodato il nome del Signore! [112, 1-3]. 80. [Ps 113]. Gli idoli delle genti sono argento e oro, opera delle mani degli uomini. Hanno bocca e non parlano, hanno occhi e non vedono, hanno orecchi e non odono, etc. [113, 4-6]. E dopo un po': Siano come loro quelli che li fabbricano e chiunque in essi confida. Israele confida nel Signore: loro aiuto e protezione. La casa di Aronne confida nel Signore: loro aiuto e protezione. Chi teme il Signore confida nel Signore: loro aiuto e protezione [113, 8-11]. 81. [Ps 115]. Ho creduto anche quando dicevo: Sono in un'afflizione troppo grande [115, 10]. E dopo un po': Cosa render al Signore per quanto mi ha dato? Prender il calice della salvezza e invocher il nome del Signore. Preziosa agli occhi del Signore la morte dei suoi santi [115, 15]. E dopo tre versetti: Ti offrir il sacrificio della lode e invocher il nome del Signore. Render i miei voti al Signore dinanzi a tutto il suo popolo, negli atri della casa del Signore, in mezzo a te, Gerusalemme [115, 17-19]. 82. [Ps 116]. Lodate il Signore, o genti tutte; unitevi nella lode, o popoli del mondo [116, 1]. 83. [Ps 117]. Celebrate il Signore perch buono, perch in eterno [dura] la sua misericordia. Dica Israele: " Eterna la sua misericordia ". Dica la casa di Aronne: " Eterna la sua misericordia ". Dicano quanti temono il Signore: " Eterna la sua misericordia ". Nella tribolazione ho invocato il Signore, e il Signore mi ha generosamente esaudito [117, 1-5]. E dopo cinque versi: meglio sperare nel Signore che sperare nell'uomo; meglio sperare nel Signore che sperare nei potenti [117, 8-9]. E dopo otto versetti: Mia forza e mio vanto il Signore; egli stato la mia salvezza. Voci di lode e di salvezza nelle tende dei giusti [117, 14-15]. 84. [Ps 118]. Beati coloro che nel cammino della vita sono senza da colpa, coloro che camminano nella legge del Signore. Beati coloro che rispettano le sue testimonianze e lui cercano con tutto il cuore [118, 1-2]. E altrove: Camminer in luoghi spaziosi perch ho cercato i tuoi precetti; parler delle tue testimonianze davanti ai re e non sar confuso; gioir nei tuoi comandi che ho amati, alzer le mie mani verso i tuoi precetti che ho amati e parler delle tue prescrizioni [118, 45-48]. E dopo quattro versi: Non ho deviato dalla tua legge; mi sono ricordato dei tuoi giudizi che sono eterni, Signore, e ne sono stato consolato. Mi ha invaso il terrore a causa degli empi che hanno abbandonato la tua legge. Erano canti per me i tuoi precetti nel luogo del mio pellegrinaggio. Di notte mi sono ricordato del tuo nome, Signore, e ho osservato la tua legge. Questo mi accaduto perch ho osservato i tuoi precetti. Ho detto: Mio retaggio, Signore, conservare la tua parola. Con tutto il cuore ho supplicato il tuo volto: Piet di me secondo la tua parola. Ho considerato le mie vie; ho volto i miei passi verso le tue testimonianze. Mi sono affrettato e non sono stato negligente nell'osservare i tuoi precetti. Le funi degli empi mi hanno avviluppato, ma io non ho dimenticato la tua legge. A mezzanotte mi lever a celebrare le tue lodi a motivo dei tuoi giusti giudizi. Io sono dalla parte di tutti coloro che ti temono ed osservano i tuoi precetti [118, 51-63]. E dopo pochi versi: Io, al contrario, osservavo i tuoi precetti con tutto il cuore. Il mio cuore divenne grasso come lardo, io invece continuavo a meditare sulla tua legge. Buon per me se sono stato afflitto: cos ho imparato i tuoi precetti. La tua legge per me superiore a chili d'oro e d'argento [118, 69-72]. E dopo pochi versi: La tua legge la mia gioia [118, 77]. E dopo un po': Io parler dei tuoi precetti [118, 78]. E dopo un po': Non ho dimenticato i tuoi precetti [118, 83]. E dopo due versetti: I superbi mi hanno scavato fosse, ma loro non procedono secondo la tua legge [118, 85]. E dopo due versi: Per poco non mi annientavano sulla terra, ma io non ho abbandonato i tuoi precetti [118, 87]. E dopo sette versi: Se la tua legge non fosse la mia gioia, con ogni probabilit sarei perito nella mia afflizione. Non dimenticher mai i tuoi precetti, nei quali mi hai dato la vita. Io sono tuo: salvami poich ho ricercato i tuoi precetti. Gli empi mi hanno teso agguati per rovinarmi: voglio meditare sulla tua testimonianza. Di ogni cosa perfetta ho visto il limite; il tuo comando grande oltremisura. Quanto ho amato la tua legge! Tutto il giorno la vado meditando [118, 92-97]. E dopo un poco: Da ogni via di male ho distolto i miei piedi per osservare la tua parola. Non mi sono allontanato dai tuoi giudizi perch tu mi hai illuminato. Quanto dolce al mio palato il tuo dire! Pi del miele alla mia bocca. Ho meditato i tuoi precetti; per questo odio ogni via di menzogna. La tua parola lampada ai miei piedi, luce nel mio cammino [118, 101-105]. E dopo cinque versi: La mia anima sempre in pericolo, ma io non dimentico la tua legge. Gli empi hanno posto un laccio davanti a me, ma io non ho deviato dai tuoi precetti. Le tue testimonianze sono la mia eredit per sempre; esse sono la gioia del mio cuore. Ho piegato il mio cuore all'adempimento dei tuoi giusti decreti in vista della ricompensa eterna. Odio gli irrequieti e amo la tua legge. Tu sei mio protettore e mio scudo: io ho sperato nella tua parola. Allontanatevi da me, malvagi! Io voglio osservare gli ordini del mio Dio [118, 105-115]. E dopo sette versi: Come rifiuti consideri tutti gli empi del paese: per questo amo le tue testimonianze. Inorridisce la mia carne da te impaurita: io temo il tuo giudizio. Ho praticato il diritto e la giustizia: non abbandonarmi alle brame di chi mi calunnia [118, 119-121]. E dopo alcuni versetti: Ho amato i tuoi comandamenti pi dell'oro e del topazio; ho rivolto le mie vie verso tutti i tuoi precetti; ho odiato ogni via di menzogna. Meravigliose sono le tue testimonianze: per questo la mia anima le ha custodite [118, 127-129]. E dopo due versetti: Ho aperto la bocca e tratto un respiro, perch desidero i tuoi comandi [118, 131]. E in un altro passo: Mi consuma il mio zelo perch i miei nemici hanno dimenticato le tue parole. Molto accetta mi la tua parola, e il tuo servo la predilige. Io sono piccolo e merito disprezzo, ma non dimentico i tuoi precetti [118, 139-141]. E dopo tre versi: Nei tuoi comandamenti la mia compiacenza [118, 143]. E un po' dopo: Guarda alla mia afflizione e liberami, perch non ho dimenticato la tua legge [118, 153]. E dopo sei versetti: Sono molti coloro che mi perseguitano e affliggono, ma io non mi allontano dalle tue testimonianze. Ho visto i trasgressori e mi sono rattristato, perch non rispettano la tua parola. Guarda, Signore, come ho amato i tuoi precetti e dammi vita secondo la tua misericordia [118, 157-159]. E dopo quattro versi: Io godo per la tua parola come chi trova un grosso bottino. Odio la menzogna e la detesto: amo la tua legge. Sette volte al giorno ti lodo per i tuoi giusti giudizi. Grande pace per chi ama la tua legge: senza inciampi il suo cammino. Signore, ho atteso la tua salvezza e ho messo in pratica i tuoi comandamenti. L'anima mia ha custodito le tue testimonianze e le ha amate di gran cuore. Ho custodito i tuoi precetti e le tue testimonianze: le mie vie sono tutte dinanzi ai tuoi occhi [118, 162-168]. E dopo otto versi: Mi aiuti la tua mano perch ho scelto i tuoi precetti. Signore, desidero la tua salvezza, e la tua legge la mia delizia [118, 173-174]. E dopo due versi: Come pecora smarrita vado errando: cerca il tuo servo perch non ho dimenticato i tuoi comandamenti [118, 176]. 85. [Ps 119]. Io parlo di pace; essi osteggiano le mie parole [119, 7]. 86. [Ps 121]. Impetrate la pace per Gerusalemme. Beati coloro che l'amano! [121, 6]. E dopo due versi: Per i miei fratelli e i miei vicini ti auguravola pace; per la casa del Signore nostro Dio ricercavo il tuo bene [121, 8-9]. 87. [Ps 122]. Levo i miei occhi a te che abiti nei cieli. Ecco, come gli occhi degli schiavi alle mani dei loro padroni e gli occhi della schiava alla mano della sua padrona, cos i nostri occhi [sono rivolti] al Signore nostro Dio finch abbia piet di noi [122, 1-2]. 88. [Ps 124]. Chi confida nel Signore come il monte Sion: esso stabile, [e] Gerusalemme sar abitata per sempre [124, 1]. 89. [Ps 127]. Beato l'uomo che teme il Signore, che cammina nelle sue vie [127, 1]. 90. [Ps 129]. Ho atteso il Signore; l'anima mia lo ha atteso; e ho aspettato la sua parola [129, 4]. 91. [Ps 130]. Signore, non si inorgoglito il mio cuore n i miei occhi hanno guardato in alto con alterigia; non ho camminato per la via della grandezza o del sensazionale, sopra di me. Non ho avuto propositi superbi ma ho fatto tacere la mia anima. Come bimbo svezzato verso sua madre, cos privata di latte, si volge a me l'anima mia. Attendi il Signore, o Israele, adesso e per sempre [130, 1-3]. 92. [Ps 132]. Ecco quanto bello e soave che i fratelli dimorino uniti [132, 1]. 93. [Ps 133]. Ecco, benedite il Signore voi tutti, servi del Signore; voi che state nella casa del Signore, negli atri della casa del nostro Dio. Durante le notti alzate le mani verso il santuario e benedite il Signore [133, 1-2]. 94. [Ps 134]. Lodate il nome del Signore; voi, servi, lodate il Signore; voi che state nella casa del Signore, negli atri della casa del nostro Dio. Lodate il Signore perch buono il Signore; cantate al suo nome perch ci doveroso [134, 1-2]. E dopo un po': Gli idoli delle genti sono argento e oro, opera delle mani dell'uomo. Hanno bocca ma non parlano; hanno occhi ma non vedono, etc. [134, 15-16]. E dopo un po': Diventino simili a loro quelli che li fabbricano e tutti quelli che in essi confidano. Casa d'Israele, benedici il Signore; casa di Aronne, benedici il Signore; quanti temete il Signore benedite il Signore [134, 18-20]. 95. [Ps 135]. Celebrate il Signore perch buono, perch in eterno [dura] la sua misericordia. Celebrate il Dio degli di, perch in eterno [dura] la sua misericordia. Celebrate il Signore dei signori, perch in eterno [dura] la sua misericordia [135, 1-3]. Alla fine del Salmo: Celebrate il Dio del cielo, perch in eterno [dura] la sua misericordia [135, 26]. 96. [Ps 136]. Se mi dimenticher di te, Gerusalemme, vada in dimenticanza anche la mia destra. Mi si attacchi la lingua al palato se non mi ricorder di te, Gerusalemme; se non porr Gerusalemme come principio della mia esultanza [136, 5-6]. 97. [Ps 138]. O Signore, non ho forse odiato coloro che ti odiavano, e non mi sono consunto [nella lotta] contro i tuoi avversari? Li ho odiati con odio implacabile e sono diventati miei nemici [138, 21- 22]. 98. [Ps 139]. Non permettere, Signore, che si attuino i desideri dell'empio! I suoi crimini non si dilatino n si accumulino [139, 9]. E dopo quattro versetti: L'uomo linguacciuto non durer [molto] sulla terra [139, 12]. 99. [Ps 140]. Mi riprenda pure il giusto, mosso da misericordia, e mi rimproveri; ma l'olio della perversione non unga il mio capo [140, 5]. E dopo cinque versi: A te, Signore, sono rivolti i miei occhi; in te ho sperato, non privare [dei tuoi beni] l'anima mia [140, 8]. 100. [Ps 141]. Con la mia voce grido al Signore, con la mia voce supplico il Signore. Dinanzi a lui voglio effondere la mia parola, a lui grider la mia afflizione [141, 2-3]. E dopo sette versi: A te, Signore, ho gridato; ho detto: Tu sei la mia speranza, la mia porzione nella terra dei viventi [141, 6]. 101. [Ps 142]. Meditavo tutte le tue opere, parlavo delle gesta compiute dalle tue mani. Ho proteso a te le mie mani; l'anima mia [ rivolta] a te come terra assetata [142, 5-6]. E dopo tre versetti: Fammi sentire al mattino la tua misericordia perch in te confido. Manifestami la via per la quale debbo camminare, perch a te ho elevato l'anima mia. Liberami dai miei nemici, Signore, poich tu sei il mio protettore [142, 8-9]. 102. [Ps 143]. Liberami e scampami dalla mano degli stranieri, la cui bocca parla di cose vane e le cui mani sono mani fraudolente. Siano i nostri figli come piante rigogliose, nella loro giovinezza; le nostre figlie come colonne angolari adornate come quelle del tempio. Le nostre dispense siano piene, traboccanti di questo e di quello. I nostri greggi siano migliaia, siano innumerevoli nei nostri tratturi; siano grassi i nostri buoi. Non ci siano brecce n varchi [nelle nostre mura]; non gemiti nelle nostre piazze. Beato il popolo che ha tutte queste cose; beato il popolo il cui suo Dio il Signore [143, 11-15]. 103. [Ps 144]. Ti esalter, Signore, mio Dio e mio Re; voglio benedire il tuo nome in eterno e pi oltre ancora. Voglio benedirti ogni giorno e lodare il tuo nome in eterno e per sempre [144, 1-2]. E dopo due versi: Una generazione narrer all'altra le tue opere; tutti proclameranno le tue forti imprese. Parler della magnificenza e della gloria della tua grandezza; proclamer a tutti le tue stupende imprese; ed essi parleranno delle tue opere possenti e terribili, narreranno le tue grandi imprese. Diffonderanno il ricordo della tua immensa bont e loderanno i tuoi giusti giudizi [144, 4-7]. E dopo tre versi: I tuoi santi ti benediranno; parleranno della gloria del tuo regno e proclameranno le tue forti imprese. Essi mostrano agli uomini la sua fortezza e la splendida gloria del suo regno [144, 10-12]. E dopo un po': Il Signore vicino a quanti l'invocano, a quanti l'invocano con sincerit. Egli realizzer quanto nel cuore di chi lo teme: ascolter il loro grido e li salver. Il Signore protegge quanti lo amano, ma annienta tutti gli empi. Canti la mia bocca la lode del Signore, e ogni vivente benedica il suo nome santo in eterno e per sempre [144, 18-21]. 104. [Ps 145]. Anima mia, loda il Signore! Loder il Signore finch vivr; per tutta la mia vita canter al mio Dio. Non confidate nei potenti, nel figlio dell'uomo, nel quale non v' salvezza [145, 2-3]. E dopo due versi: Beato l'uomo che ha come aiuto il Dio di Giacobbe, che ripone la speranza nel Signore suo Dio [145, 5]. 105. [Ps 146]. Lodate il Signore perch buono. [Risuoni] il cantico del nostro Dio perch stupendo: bella la sua lode [146, 1]. E dopo sette versi: Il Signore accoglie i miti, umilia fino a terra gli empi. Cantate al Signore e celebratelo; cantate al nostro Dio [146, 6-7]. E dopo sette versi: Egli non si compiace del vigore del cavallo e nemmeno nel braccio dell'uomo. Ben accetti al Signore sono coloro che lo temono e confidano nella sua misericordia [146, 10-11]. 106. [Ps 148]. I re della terra e tutti i popoli, i principi e tutti i giudici della terra, i giovani e le vergini, i vecchi insieme ai fanciulli lodino il nome del Signore [148, 11-12]. 107. [Ps 149]. Cantate al Signore un canto nuovo: la sua lode nell'assemblea dei santi. Si rallegri Israele nel suo Creatore; i figli di Sion esultino nel loro Re [149, 1-2]. E dopo tre versi: In Ges, Dio esalter i mansueti. I santi esulteranno nella gloria, loderanno [Dio] nei loro giacigli: le lodi di Dio nella loro bocca [149, 5-6]. 108. [Ps 150]. Lodate il Signore nel suo santuario; lodatelo per la straordinaria sua potenza. Lodatelo per la sua forza, lodatelo per le innumerevoli e splendide sue imprese [150, 1-2]. E alla fine del salmo: Ogni vivente dia lode al Signore [150, 6]. Ecco quanto abbiamo raccolto nel libro dei Salmi. In queste parole del libro sacro potranno specchiare la propria vita tutti coloro che desiderano progredire [nella virt]. Quanto a noi, vogliamo soltanto avvertire il lettore affinch quel che abbiamo selezionato dal salterio, voglia leggerlo di seguito come se si trattasse di un unico salmo, omettendo quindi le parole aggiunte da me. Queste infatti vi sono state inserite per l'utilit di chi volesse controllare dove si trovi esattamente quanto da me trascritto, cio in quale salmo o in quale punto del salmo. Chi pertanto ometter queste mie annotazioni e con lettura continua seguir le sole parole dei salmi, ricaver dalla stessa parola di Dio maggiore dolcezza e conseguentemente anche maggiore profitto. Ora passiamo ai libri di Salomone per raccogliervi quanto ci sembrer necessario al nostro libro. Esamineremo prima di tutto i Proverbi, un libro che, se ben compreso, ha quasi per intero un contenuto valido per la formazione morale e religiosa. Io tuttavia ne tralascer i passi oscuri: ne approfittino pure e vi si esercitino i lettori appassionati dei libri spirituali; quanto a noi invece abbiamo deciso di trascrivere in quest'opera solo le cose facili a capirsi, tra quelle che hanno attinenza con la vita vissuta. In effetti per molti potranno avere l'impressione che siano state omesse norme quanto mai palesi, mentre altre sono incomprensibili e lo sono proprio per il fatto che le si d per scontate. Quale frase, ad esempio, pi chiara di quella scritta in tal libro: Sta' lontano dall'acqua altrui e non bere alla fonte che non tua (Prv 9, 18 (sec. LXX))? A prendere le parole in senso proprio esse sono un suggerimento banale. Cos dell'altra frase: La povert umilia l'uomo, la mano dei forti lo arricchisce (Prv 10, 4). Se non vi si ricerca un senso pi profondo, non giova in alcun modo a correggere i costumi. Infatti il non essere povero e l'essere forte di mani non collegato con il volere dell'uomo perbene ma pu capitare anche ai pi scellerati; per cui il proverbio, inteso malamente, potrebbe stimolare i poveri dotati di forza ad arricchirsi mediante rapine, ritenute legittime. Ancora: chi non riderebbe se si dovesse intendere in senso proprio la frase di quel libro: impossibile che nascano figli ai cattivi (Prv 24, 20)? Lasceremo dunque da parte massime di questo genere per indugiarci di pi in quelle che contengono inviti o precetti espressi con chiarezza e senza oscurit. In questo Specchio infatti vogliamo segnalare di preferenza le cose dove possano specchiarsi coloro che si sono impegnati a condurre una vita buona ed encomiabile ma sono ancora alla ricerca di quel che occorre desiderare e praticare per realizzarla. Dal libro dei Proverbi di Salomone crediamo doversi trascrivere quanto segue. DAL LIBRO DEI PROVERBI 109. [Prov 1]. Il timore del Signore principio di saggezza. Gli stolti disprezzano la sapienza e la scienza. Ascolta, figlio mio, l'insegnamento di tuo padre e non allontanarti dalle norme ricevute da tua madre [1, 7-8]. E dopo quattordici versi, parlando degli omicidi: Essi, dice, tendono insidie al loro stesso sangue e macchinano inganni contro loro stessi. Parimenti le vie seguite dagli avari conducono alla rovina l'anima di chi possiede [ricchezze] [1, 18-19]. E dopo quattro versi: Fino a quando voi, bambocci, vorrete amare le infantilit? Fino a quando gli stolti brameranno quel che ad essi nocivo e gli insipienti odieranno la saggezza? [1, 22]. E dopo undici versi: Allora mi invocheranno ma io non li ascolter; si alzeranno di buon mattino ma non mi troveranno. Questo perch hanno odiato la morigeratezza e non hanno accolto il timore di Dio; non si sono piegati al mio consiglio e hanno rifiutato ogni mia riprensione. Mangeranno pertanto i frutti della loro condotta e si sazieranno dei progetti da loro formulati. Li uccider il loro sbandamento bambinesco e li far perire la loro stolta prosperit. Chi invece mi ascolter vivr senza paura e godr dell'abbondanza, senza temere alcun male [1, 28-33]. 110. [Prov 2]. Dopo quattro versi: Se chiederai la sapienza e volgerai il cuore all'intelligenza; se la ricercherai come si fa per il denaro e scaverai come si usa per i tesori, comprenderai il timore del Signore e troverai la scienza di Dio, perch il Signore largo nel concedere la sapienza e dalla sua bocca scaturiscono la scienza e l'intelligenza. Egli assister i giusti nella [via della] salvezza e protegger chi cammina con cuore semplice; egli fa camminare nelle vie della giustizia e protegge i santi nel loro cammino. Allora tu comprenderai la giustizia, il diritto, l'equit e ogni buon comportamento. Se la sapienza entrer nel tuo cuore e la scienza sar bene accetta alla tua anima, i suoi suggerimenti ti custodiranno e la saggezza ti conserver [in vita]: sarai liberato dalle vie del male e dall'uomo che dice insensatezze. Costoro abbandonano la retta via e camminano per vie tenebrose, si rallegrano per le proprie malefatte e gioiscono di azioni pessime; le loro vie sono tortuose e innominabili i loro comportamenti. Sta' lontano dalla donna altrui e dall'adultera che ti rivolge parole lusinghiere, da quante abbandonano l'uomo della loro giovinezza e dimenticano l'alleanza del loro Dio [2, 3-18]. 111. [Prov 3]. E dopo tredici versetti: Non ti abbandonino mai la misericordia e la verit. Lgale al tuo collo e scrivile nelle tavole del tuo cuore; cos troverai grazia e un buon insegnamento dinanzi a Dio e dinanzi agli uomini. Abbi fiducia nel Signore con tutto il cuore e non appoggiarti alla tua saggezza. Pensa al Signore in ogni tua azione ed egli diriger [a buon fine] i tuoi passi. Non essere sapiente dinanzi a te stesso; temi Dio e sta' lontano dal male [3, 3- 7]. E dopo un verso: Onora il Signore con l'offerta dei tuoi prodotti e con le primizie di tutti i tuoi raccolti [3, 9]. E dopo due versi: Figlio mio, non ricusare la correzione del Signore, e non stancarti se egli ti tratta severamente. Il Signore usa severit con coloro che ama: agisce come un padre con il figlio che predilige. Beato l'uomo che scopre la sapienza e abbonda di saggezza. Il possesso di lei supera il valore dell'argento e i suoi frutti valgono pi dell'oro. pi preziosa di tutti i beni, e tutte le cose appetibili non reggono al suo confronto [3, 11-15]. E dopo dieci versi: Figlio mio, non si allontanino dai tuoi occhi queste norme! Osserva la legge e [i miei] suggerimenti [3, 21]. E dopo nove versi: Non impedire, a chi ha disponibilit, di fare beneficenza; se puoi, fanne anche tu. Non dire al tuo amico: " Vattene ora, poi tornerai; domani ti dar [l'occorrente] ", mentre potresti darglielo subito. Non tramare insidie all'amico che ha fiducia in te. Non litigare con il prossimo senza motivi [3, 27-30]. E dopo sette versi: Egli si beffa dei beffardi, ma d la grazia ai miti [3, 34]. 112. [Prov 4]. Dopo quarantatr versi: Con ogni cautela custodisci il tuo cuore, perch dal cuore dipende la vita. Allontana da te il parlare maligno, e non ti siano vicine le labbra da cui esce la detrazione. I tuoi occhi guardino alla giustizia e le tue palpebre ti precedano illuminando i tuoi sentieri. Raddrizza la via davanti ai tuoi piedi e tutte le tue vie siano ben sicure. Non deviare n a destra n a sinistra, e distogli dal male il tuo piede. Il Signore infatti approva le vie che vanno a destra; sono invece cattive le strade a sinistra. Il Signore fa diritti i tuoi sentieri e guida nella pace il tuo cammino [4, 23-27]. 113. [Prov 5]. Figlio mio, presta attenzione alla mia sapienza e china l'orecchio per udire la mia saggezza: imparerai a sorvegliare i tuoi pensieri e le tue labbra custodiranno la disciplina. Un favo stillante sono le labbra della prostituta e il suo parlare pi fluente dell'olio, ma in fondo ha l'amarezza dell'assenzio e ferisce come una spada a due tagli. I suoi piedi conducono alla morte, il suo andare sprofonda negli inferi [5, 1-5]. 114. [Prov 6]. Dopo novantasette versi: Il tuo cuore non brami la bellezza di lei, per non essere accalappiato dal suo ammiccare. Il prezzo di una prostituta s e no quello d'un pane; la donna che ha marito accalappia un'anima preziosa. Pu forse un uomo celarsi in seno il fuoco e impedire che le sue vesti brucino? Pu forse camminare sui carboni [ardenti] e le piante dei suoi piedi non verranno bruciate? Cos accade a colui che sta con la moglie del suo prossimo: chiunque la tocca rimane immondo. Non commette un gran peccato colui che ruba per saziare la sua fame; tuttavia, se scoperto, restituir sette volte tanto, anzi dovr consegnare tutte le sostanze della sua casa. Chi commette adulterio rende vuoto il cuore e rovina la sua anima [6, 25-32]. 115. [Prov 7]. Dopo quattro versi: Figlio mio, serba in cuore le mie parole e nascondi presso di te i miei precetti. Osserva i miei comandamenti, e cos vivrai; la mia legge sia per te come la pupilla dell'occhio [7, 1-2]. 116. [Prov 8]. Dopo cinquantasette versi: Voi, piccoli, apprendete la sveltezza e voi, sempliciotti, ponete attenzione [8, 5]. E dopo due versi: Il mio palato rumina la verit e le mie labbra detestano l'empio [8, 7]. E dopo tre versi: Accogliete la mia disciplina e non siate avidi di denaro; amate i miei insegnamenti pi dell'oro. La sapienza infatti supera in pregio anche le cose pi preziose: tutto quello che si pu desiderare non regge al suo confronto [8, 10-11]. E dopo due versi: Il timore del Signore avversa il male, detesta l'arroganza, la superbia, le vie tortuose e la lingua ingannatrice [8, 13]. E dopo sei versi: Io amo chi mi ama; mi trovano quelli che al mattino si destano per cercarmi. Presso di me c' ricchezza e gloria, beni prestigiosi e giustizia. Il mio frutto vale pi dell'oro e delle pietre preziose, i miei prodotti pi dell'argento lavorato. Io cammino nelle vie della giustizia e nei sentieri del [retto] giudizio; io desidero arricchire coloro che mi amano e riempire i loro forzieri [8, 17-24]. E dopo ventitr versi: Beato l'uomo che mi ascolta e ogni giorno veglia alle mie porte fissando lo sguardo agli stipiti del mio uscio. Chi mi trova trova la vita e ottiene la salvezza dal Signore; chi invece pecca contro di me danneggia la propria anima. Quanti mi odiano amano la morte [8, 34-36]. 117. [Prov 9]. Dopo nove versi: Finitela con le puerilit; camminate per la via della saggezza e vivrete. Chi si mette ad istruire il beffardo danneggia se stesso e chi rimprovera l'empio si contamina. Non rimproverare il beffardo poich ti prenderebbe in odio; rimprovera il saggio ed egli te ne sar riconoscente. Metti alla prova il sapiente e crescer in sapienza; d insegnamenti al giusto ed egli si affretter ad accoglierli. Principio della sapienza il timore del Signore; la prudenza la scienza dei santi [9, 6-10]. 118. [Prov 10]. Dopo diciotto versi: A nulla giovano i tesori [frutto] dell'iniquit; la giustizia libera dalla morte [10, 2]. Dopo quattro versi: Chi raccoglie al tempo della mietitura un uomo sapiente; chi d'estate sonnecchia rester confuso [10, 5]. E dopo quattro versi: L'uomo dal cuore sapiente accetta gli ordini, lo stolto si busca sferzate con il suo parlare. Chi cammina nella semplicit cammina sicuro; chi rende tortuose le sue vie sar scoperto. Chi ammicca con gli occhi procura dispiacere; chi stolto nel parlare ricever percosse. Fonte di vita la bocca del giusto: la bocca degli empi nasconde iniquit. L'odio suscita litigi, la carit copre tutti i peccati. Sulle labbra del sapiente troverai sapienza; per le spalle del senza cuore ci vuole il bastone. I saggi posseggono, nascosta, la sapienza; la bocca dello stolto vicina alla confusione [10, 8-14]. E dopo quattro versi: La via della vita [ aperta] a chi osserva la disciplina; chi al contrario rifiuta le riprensioni va fuori strada. Le labbra menzognere celano odio; chi proferisce insulti uno sciocco. Nel molto parlare non assente il peccato; chi al contrario tiene a freno la lingua persona molto assennata. Argento purificato la lingua del giusto; il cuore degli empi cosa senza valore. Le labbra del giusto istruiscono moltissima gente: gli inesperti [nella giustizia] moriranno con il vuoto nel cuore. La benedizione del Signore arricchisce, e chi da lui arricchito non esperimenta dolore. Lo stolto commette scelleratezze come per gioco; la prudenza fonte di saggezza per l'uomo. Quel che l'empio teme verr su di lui; il desiderio dei giusti sar soddisfatto [10, 17-24]. E dopo due versi: Come l'aceto ai denti e il fumo agli occhi, cos il pigro per coloro che lo mandano. Il timore del Signore prolunga i giorni; gli anni degli empi saranno in diminuzione. L'attesa dei giusti reca letizia, la speranza degli empi svanisce nel nulla. Fortezza per l'uomo semplice la via del Signore; il terrore accompagna chi opera il male. Il giusto non vaciller in eterno; gli empi invece non troveranno dimora nella terra [promessa]. La bocca del giusto proferisce parole sagge; la lingua dei perversi andr in rovina. Le labbra del giusto meditano cose accettabili, la bocca dell'empio cose nocive [10, 26-32]. 119. [Prov 11]. Una bilancia falsa abominio presso Dio; il peso giusto incontra il suo beneplacito. Dove c' la superbia c' anche l'ingiuria; dove c' l'umilt c' anche la sapienza. La semplicit dei giusti li indirizza [nella via del bene], l'inganno rovina i perversi. La ricchezza non apporta vantaggi per il giorno dell'ira, la giustizia al contrario libera dalla morte. La giustizia dirige il semplice nella sua via, l'empio cade per la sua empiet. La giustizia libera i buoni; gli iniqui resteranno presi nelle insidie tramate. Quando muore l'empio, per lui non c' alcuna speranza: periranno le attese dei turbolenti [11, 1-7]. E dopo cinque versi: Chi disprezza l'amico un senza cuore; l'uomo prudente preferisce tacere. Chi cammina nella menzogna rivela i segreti, chi fedele di animo li tiene nascosti. Se manca il condottiero, il popolo si smarrisce; se ci sono molti consiglieri, si salva. Chi si fa garante di uno sconosciuto dovr sopportare malanni; chi al contrario evita i tranelli vivr sereno [11, 12-15]. E dopo due versi: L'uomo misericordioso giova alla sua anima; chi crudele allontana anche i vicini [11, 17]. E dopo tre versetti: Il cuore depravato abominevole per il Signore; egli ama coloro che procedono con semplicit. Mano nella mano, non sar innocente il malvagio; la progenie dei giusti invece si salver [11, 20-21]. E dopo due versi: Desiderio dei giusti ogni sorta di beni: aspirazione degli empi l'ira sfrenata. Alcuni distribuendo i propri averi arricchiscono: altri anche rubando i beni altrui restano sempre in miseria. L'anima che fa il bene prosperer e chi d da bere avr lui stesso da bere. Maledetto dalla gente chi nasconde il frumento, chi lo vende sar benedetto. Chi cerca cose buone far bene ad alzarsi presto al mattino; chi cerca cose cattive sar da queste schiacciato. Chi ripone nelle ricchezze la sua speranza cadr: i giusti al contrario saranno rigogliosi come foglie verdeggianti [11, 23-28]. E dopo quattro versi: Se qui in terra il giusto riceve [la sua ricompensa], quanto di pi l'empio e il peccatore? [11, 31]. 120. [Prov 12]. Chi ama la [severit della] disciplina ama il sapere; chi odia i rimproveri uno stolto. Il buono ottiene grazia dal Signore; chi ripone fiducia nel proprio pensare agisce da empio. L'uomo non acquista vigore dall'empiet; la radice dei giusti non muta [12, 1-3]. E dopo alcuni versi: Le brame dell'empio dn forza ai pi spregiudicati, la radice dei giusti sar rigogliosa. La rovina incombe sul malvagio a causa dei peccati della sua lingua, il giusto scamper dall'angustia. Ognuno riceve il bene dai frutti della sua lingua; la retribuzione gli verr secondo le opere delle sue mani. La via dello stolto appare diritta ai suoi occhi; chi sapiente ascolta i consigli [12, 12-15]. E dopo quattro versi: C' chi promette ma poi trafitto dalla propria coscienza come da una spada; la lingua dei sapienti reca salute. Il labbro veritiero stabile per sempre; al testimone improvvisato occorre una lingua bugiarda. L'inganno nel cuore di chi pensa male, la gioia accompagna quanti coltivano progetti di pace. Qualunque cosa gli accada, il giusto non si rattrista; gli empi saranno pieni di male. Sono in abominio presso il Signore le labbra menzognere; chi agisce con lealt a lui gradito. L'uomo astuto nasconde la propria scienza; il cuore degli insensati genera stoltezza [12, 18-23]. E dopo due versi: L'uomo che ha preoccupazioni nel cuore si sente avvilito, si rallegra invece per una buona parola. Chi non calcola le perdite che subisce per amore del proprio amico, un uomo giusto; la via degli empi finisce nella delusione. Il truffatore non otterr guadagni; la stabilit dell'uomo vale quanto l'oro. E nella via della giustizia c' la vita, la via tortuosa conduce alla morte [12, 25-38]. 121. [Prov 13]. Il figlio saggio rispecchia l'insegnamento del padre, il beffardo non ascolta la riprensione. Dal frutto della sua bocca l'uomo si sazier di beni; l'anima dei trasgressori piena d'iniquit. Chi custodisce la sua bocca custodisce la sua anima; chi parla sconsideratamente esperimenter disgrazie. Il pigro vuole e disvuole; l'anima delle persone solerti impingua. Il giusto aborrisce le parole di menzogna, l'empio crea confusione ma rimane confuso. La giustizia protegge l'innocente nella sua condotta, l'empiet rovina i peccatori. Qualcuno fa il ricco mentre non ha nulla, qualcuno fa il povero pur avendo molte ricchezze. Riscatto per la vita di un uomo sono le sue ricchezze; chi povero non regge di fronte ai rimbrotti. La luce dei giusti reca letizia; la lucerna degli empi si spegner. Tra gente superba continui sono i litigi; chi agisce con riflessione sotto la guida della sapienza. Le ricchezze improvvise diminuiscono presto; aumentano invece quelle che si accumulano poco alla volta lavorando con le proprie mani. Sperare in una cosa che venga rinviata affligge il cuore, albero di vita un desiderio realizzato. Chi sottrae qualcosa al prossimo si obbliga per il domani, chi teme la legge vivr in pace. La legge fonte di vita per il saggio: lo tiene lontano dai lacci della morte. Il buon insegnamento dona grazia; sul sentiero dei detrattori aperta una voragine [13, 1-15]. E dopo alcuni versi: Chi risparmia il bastone al figlio lo odia; chi lo ama lo castiga con assiduit. Il giusto mangia e si sazia, il ventre degli empi non mai sazio [13, 24-25]. 122. [Prov 14]. Dopo due versi: Chi cammina per la retta via e teme Dio viene disprezzato da chi batte vie malfamate. Sulla bocca dello stolto germoglia la superbia: le labbra dei sapienti sono la loro custodia [14, 2-3]. E dopo due versi: Il testimone fedele non mentisce, il falso testimone proferisce menzogne. Il beffardo cerca la sapienza ma non la trova; per i sapienti facile lasciarsi istruire. Opponiti allo stolto e sta' lontano dalle labbra del dissennato. La saggezza dell'uomo perspicace sta nel comprendere la propria via; l'insensatezza degli stolti porta fuori strada. Lo stolto scherza col peccato; tra i giusti regna la benevolenza. Il cuore conosce bene le proprie amarezze; alla sua gioia non partecipano gli estranei. La casa degli empi andr in rovina, le tende dei giusti saranno nella prosperit. C' una via che all'uomo si presenta come retta ma poi sfocia nella morte. Il riso si mescola con il dolore: alla fine della festa arriva il pianto [14, 5-13]. E dopo tre versi: Il sapiente nel timore ed evita il male; lo stolto tira dritto e sta tranquillo. L'impaziente commette sciocchezze; l'uomo furbo si rende odioso [14, 16-17]. E dopo quattro versi: Chi disprezza il prossimo reo di colpa; chi ha compassione del povero sar felice. Sbagliano coloro che operano il male; la misericordia e la verit procureranno beni. Nel molto lavoro c' l'abbondanza, ma dove abbondano le chiacchiere spesso c' la miseria [14, 21-23]. E dopo quattro versi: Il timore del Signore la fiducia dell'uomo forte; per i figli di lui c' la speranza. Il timore del Signore fonte di vita; esso allontana dalla morte incombente [14, 26-27]. E dopo due versi: L'uomo paziente guidato da grande prudenza, l'impaziente mette in mostra la sua stoltezza. Vita del corpo un cuore sano; l'odio fa imputridire le ossa. Chi sparla del misero offende colui che l'ha creato; onora invece Dio chi ha compassione del povero [14, 29-31]. 123. [Prov 15]. Dopo sette versi: Una risposta gentile placa l'ira, il parlare scortese provoca la rabbia. La lingua dei saggi rende aggraziato il sapere, la bocca degli stolti spumeggia di stupidit [15, 1-2]. E dopo diciassette versi: L'uomo pestifero non guarda di buon occhio colui che lo rimprovera, n cammina insieme ai sapienti [15, 12]. E dopo cinque versi: meglio il poco accompagnato dal timore del Signore che grandi tesori per chi non si sazia di possedere. meglio essere invitato a mangiare legumi serviti con amore che non a mangiare carne di vitello servita con odio. L'uomo collerico provoca risse; il paziente placa gli animi irritati. La via del pigro come una siepe di spine, la via dei giusti non ha sassi d'inciampo. Il figlio saggio rallegra il padre: l'uomo stolto disprezza sua madre [15, 16-20]. E dopo due versi: Dove manca il consiglio i progetti vanno in fumo; quando invece molti sono i consiglieri, sicura ne la riuscita. L'uomo si rallegra per le risposte della sua bocca; un intervento fatto a proposito cosa ottima. La via della vita aperta all'uomo intelligente: cos egli evita l'abisso dell'inferno [15, 22-24]. E dopo quattro versi: Chi d ascolto all'avarizia porta in casa lo scompiglio, chi odia regali [disonesti] posseder la vita. La mente del giusto prona all'obbedienza; la bocca degli empi colma di mali. Il Signore lontano dagli empi; egli esaudisce le preghiere dei giusti. La luce degli occhi rallegra il cuore; la buona fama impingua le ossa. L'orecchio che presta ascolto alle riprensioni salutari avr dimora in mezzo ai saggi. Chi rigetta la severit della disciplina danneggia la propria anima, chi accetta i rimproveri acquista padronanza sul suo cuore. Il timore del Signore scuola di sapienza; l'umilt precede la gloria [15, 27-33]. 124. [Prov 16]. Compito dell'uomo disporre l'animo, dono di Dio controllare la lingua. Agli occhi del Signore sono note tutte le vie dell'uomo; egli valuta [tutti] gli spiriti. Manifesta al Signore le tue opere: cos i tuoi progetti andranno a buon fine. Il Signore ha compiuto tutte le opere in ordine a se stesso: l'empio l'ha fatto per la sventura. un'abominazione al Signore l'uomo altero: quand'anche se ne stia con le mani in mano non sar esente da colpa. Con la misericordia e la fedelt si espia la colpa, con il timore del Signore si evita il male. Se la condotta di un uomo piace al Signore, costui sapr indurre alla pace anche i suoi nemici. meglio il poco insieme con la giustizia che molti proventi uniti all'iniquit. Il cuore dell'uomo prepara le sue vie ma chi dirige i suoi passi il Signore. L'oracolo sulla bocca del re: nel giudizio non erra la sua bocca. Pesi e bilance giuste sono giudizio del Signore; sua opera sono tutte le pietre usate per pesare. Chi si comporta male abominevole agli occhi del re; con la giustizia si consolida il trono. Incontrano il beneplacito del re le labbra giuste: chi dice cose sagge cammina sulla retta via. L'ira del re annunziatrice di morte: l'uomo sapiente la placa. Nel volto sorridente del re c' la vita: la sua clemenza come pioggia vespertina. Acquista la sapienza: essa vale pi dell'oro; fa' provvista di saggezza: essa pi preziosa dell'argento. Il sentiero dei giusti lontano dal male; chi veglia sulla propria anima non abbandona la retta via. La superbia precede la rovina; lo spirito che s'innalza precipita rovinosamente. meglio essere insieme ai mansueti che spartire la preda in compagnia dei superbi. Chi misurato nel parlare si procura molti beni; chi spera nel Signore beato. Chi ha saggio il cuore merita il nome di sapiente; chi dolce nel parlare otterr maggiori successi [16, 1-21]. E dopo diciassette versi: L'uomo paziente da pi dell'uomo forte; e chi sa dominare se stesso vale pi di chi conquista le citt. Nel seno [del giudice] si gettano le sorti, ma chi le modera il Signore [16, 32-33]. 125. [Prov 17]. Un tozzo di pane secco mangiato nella gioia val pi di una casa piena di carni ma turbata da risse. Un servo avveduto dominer sui figli scapestrati e diverr erede insieme ai fratelli. Col fuoco si prova l'argento, e l'oro nella fornace; allo stesso modo il Signore saggia i cuori. Il malvagio d retta alle malelingue, il truffatore ascolta le labbra menzognere. Chi disprezza il povero ne offende il Creatore: non rester impunito colui che gode dell'altrui sventura. Corona degli anziani, i figli dei figli; gloria dei figli, i loro padri. Non si adatta alla bocca dello stolto il parlare assennato; n sta bene al sovrano proferire menzogne. Perla quanto mai desiderabile l'attesa di chi si aspetta [un dono]: da qualsiasi parte egli si volga comprender e crescer in saggezza. Chi non divulga il delitto s'acquista amicizie, chi riferisce i discorsi altrui separa i compagni. Giova di pi una sola riprensione fatta al saggio che cento bastonate sulla schiena dello stolto. Il malvagio cerca continui litigi: un angelo senza piet sar inviato a castigarlo. meglio incontrarsi con un'orsa a cui siano stati rapiti i figli che con uno stolto che vada fiero della sua insensatezza. Se uno rende male per bene, la sciagura non si allontaner dalla sua casa. Chi provoca liti come chi d la stura all'acqua: gi prima che si arrivi all'ingiuria la giustizia ti abbandona. C' chi giustifica l'empio e chi condanna il giusto: l'uno e l'altro sono abominevoli dinanzi al Signore [17, 1- 15]. E dopo sedici versi: L'empio prende mance dall'altrui tasca per pronunciare giudizi perversi. Sul volto del saggio riluce la sapienza; gli occhi degli stolti guardano in capo al mondo [17, 23-24]. E dopo tre versi: Chi controlla le sue parole un uomo intelligente e saggio; ricco di spirito buono colui che si lascia istruire [17, 27]. 126. [Prov 18]. Dopo due versi: Cerca pretesti chi vuole abbandonare l'amico: costui merita rimproveri a non finire [18, 1]. E dopo sei versi: Non bene aver preferenze per l'empio deviando dal giusto giudizio [18, 5]. E dopo sei versi: Chi molle e svogliato nel lavoro fratello di colui che butta all'aria le sue fatiche. Il nome del Signore una torre munitissima: ad essa corre il giusto e viene esaltato [18, 9-10]. E dopo due versi: Prima d'essere schiacciato, il cuore dell'uomo si innalza; prima d'essere glorificato deve umiliarsi [18, 12]. E dopo sette versi: Il giusto il primo ad accusare se stesso; viene poi l'amico e lo scruta pi a fondo. La sorte risolve i contrasti e decide anche fra i potenti. Se il fratello aiuta il fratello si ha come una citt fortificata; i giudizi giusti sono le colonne della citt [18, 17-19]. E cos dopo due versi: La morte e la vita sono in potere della lingua: quanti si affezionano ad essa ne mangeranno i frutti. Chi trova una buona moglie trova un tesoro: egli otterr gioia dal Signore. Il povero parla implorando, il ricco sentenziacon asprezza. L'uomo affabile e socievole ti diventa amico pi di un fratello [18, 21-24]. 127. [Prov 19]. Il povero che agisce con semplicit migliore del ricco che torce le labbra tortuose ed sciocco. Dove manca la saggezza dello spirito non c' il bene; chi cammina troppo svelto inciampa. La stoltezza dell'uomo porta fuori strada i suoi passi: egli si adira in cuor suo contro Dio. La ricchezza moltiplica gli amici; dal povero si allontanano anche gli amici di un tempo. Il falso testimone non rester impunito; chi dice menzogne non sfuggir [alla punizione]. Molti onorano la persona potente e molti sono gli amici di chi elargisce regali. Quando uno diventa povero anche i fratelli lo odiano e gli stessi amici lo abbandonano. Chi va a caccia solo di parole non realizza nulla; chi possiede intelligenza ama se stesso [19, 1-8]. E dopo nove versi: L'indolenza fa venire il sonno e l'uomo trascurato finir col soffrire la fame. Chi osserva la legge mette al sicuro la sua anima; chi non bada alla sua condotta va incontro alla morte. Chi soccorre il povero fa un prestito al Signore, che gli render il contraccambio. Correggi il tuo figlio e non perdere la speranza [di emendarlo] [19, 15-18]. E dopo sei versi: Chi nel bisogno facilmente compatisce; l'uomo povero superiore al bugiardo. Il timore del Signore conduce alla vita; chi ne ha la pienezza dimorer al sicuro dalle incursioni del malvagio [19, 22-23]. E dopo due versi: Vedendo sferzato l'uomo pestilenziale, lo stolto diventa pi saggio; se correggi il sapiente, egli comprender la lezione. Chi affligge il padre e si stacca dalla madre ignobile ed infelice. Non cessare, figlio, di ascoltare gli insegnamenti e non ti restino sconosciuti i discorsi dei saggi. Il testimone iniquo si fa beffe della giustizia, e la bocca degli empi ingoia avidamente l'iniquit. Per i beffardi pronto il giudizio; per le spalle degli insensati i colpi di bastone [19, 25-29]. 128. [Prov 20]. Il vino produce lussuria, l'ubriachezza tumulti: chi cerca il piacere in tali cose non sapiente [20, 1]. E dopo alcuni versi: Due pesi e due misure: cose abominevoli per il Signore. Il [buon] ragazzo lo si conosce dalle sue aspirazioni, se cio le sue opere sono buone e giuste [20, 10-11]. E dopo due versi: Non amare il sonno se non vuoi cadere in miseria; apri per tempo gli occhi e avrai pane in abbondanza [20, 13]. E dopo diciassette versi: in abominazione al Signore il doppio peso; la bilancia falsa non cosa buona [20, 23]. 129. [Prov 21]. Dopo venticinque versi: Chi si tura gli orecchi al lamento del povero, grider lui stesso e non sar esaudito. Un regalo fatto in segreto placher l'ira, un dono sotto il mantello anche la rabbia pi forte. un piacere per il giusto praticare la giustizia; l'agitazione accompagna chi commette l'iniquit. L'uomo che devia dal sentiero della sapienza da ritenersi caduto nel regno dei morti [21, 13-16]. E dopo nove versetti: Chi tiene a freno le labbra e la lingua, libera dalle angustie la propria anima. Il superbo e l'arrogante meritano il nome di insipienti se nell'ira compiono atti di orgoglio. I desideri uccidono il pigro; le sue mani infatti non vogliono mai mettersi all'opera. [L'empio] tutto il giorno brama e desidera, il giusto invece d senza cessare. I sacrifici degli empi sono un abominio perch offerti mediante il delitto. Perir il teste mendace, l'uomo che benedice canter vittoria [21, 23-28]. 130. [Prov 22]. Dopo cinque versi: Una buona riputazione vale pi di molte ricchezze [22, 1]. E dopo quindici versi: Chi incline alla misericordia benedetto; egli d al povero il suo proprio pane. Caccia via il mettimale e con lui usciranno anche le liti, cesseranno le contese e le ingiurie [22, 9-10]. E dopo quattro versi: Dice il pigro: Fuori c' un leone; sar ucciso in mezzo alla piazza [22, 13]. E dopo tre versi: Chi opprime il povero per accrescere le sue ricchezze finir col consegnarle a uno pi ricco di s e cadr in miseria [22, 16]. E dopo otto versi: Non usare violenza contro il povero perch povero; non metterti sotto i piedi il misero che sta alla porta: il Signore difender i suoi diritti e trafigger coloro che lo hanno trafitto. Non essere amico dell'uomo iracondo e non accompagnarti con l'uomo collerico, se non vuoi imparare i suoi comportamenti e riceverne scandalo. Non metterti insieme a coloro che porgono la mano e si fanno garanti per i debiti altrui [22, 22-26]. 131. [Prov 23]. Dopo un poco: Non risparmiare al giovane la severit della disciplina: se lo prendi a bastonate non ne morr, anzi usando la verga che libererai la sua anima dall'inferno [23, 13-14]. E dopo otto versi: Non andare a pranzo con i beoni n partecipare ai bagordi di quanti ammucchiano carni per banchettare [23, 20]. E dopo venti versi: Non guardare al vino biancheggiante n al suo colore quando luccica nel bicchiere: entra dolcemente, poi finisce col mordere come una serpe, e come una vipera sparge veleno [23, 31-32]. 132. [Prov 24]. Dopo sette versi dice: Non imitare i cattivi e non desiderare la loro compagnia, poich il loro cuore trama rapine e le loro labbra proferiscono menzogne [24, 1]. Dopo sedici versi: Salva quelli che sono condotti al supplizio e non stancarti di liberare i condannati a morte. Se dirai di non aver abbastanza forze, colui che scruta il cuore ti conosce bene e nulla sfugge al tuo Salvatore: egli ripaga l'uomo secondo le sue opere [24, 11-12]. E dopo nove versetti: Quando il tuo nemico cade, non rallegrarti, n goda il tuo cuore per la sua disgrazia. Ci vedrebbe il Signore e gli dispiacerebbe e distoglierebbe da lui la sua ira. Non litigare con gli uomini spregiudicati e non invidiare gli empi [24, 17-19]. E dopo due versetti: Figlio mio, temi il Signore e il re, e non mescolarti con i calunniatori perch improvvisa giunge la loro rovina, e chi conosce la sciagura che riservata ad essi? Anche queste sono parole dei sapienti: " Non bene usare riguardi personali quando si siede in giudizio ". Se uno dice all'empio: " Tu sei giusto ", i popoli malediranno questo tale e le trib lo avranno in odio. Coloro che riprendono [il cattivo] saranno elogiati: su di loro scender la benedizione. Ti d baci sulle labbra colui che ha risposto con parole giuste [24, 21-26]. E dopo due versi: Non essere testimone inutile contro il tuo prossimo e non lusingare nessuno con le tue labbra. Non dire: Come egli ha trattato me cos io tratter lui, e render a ciascuno quel che si merita. Ho attraversato il campo del pigro e la vigna dello stolto: tutto era pieno di ortiche, le spine avevano coperto il terreno e le mura di cinta erano crollate. Vedendo queste cose, me le impressi nella mente e da tali esempi appresi la saggezza [24, 28-32]. 133. [Prov 25]. Dopo venti versi: Ci che i tuoi occhi hanno visto non affrettarti a palesarlo nei tuoi litigi, perch non ti sia impedito di rettificare le parole con cui hai denigrato il tuo amico. Discuti i tuoi problemi con il tuo amico e non rivelare all'estraneo i tuoi segreti, perch dopo averti ascoltato non abbia a svergognarti e la sua derisione non conosca fine. Frutti d'oro su piatti d'argento sono coloro che parlano a tempo giusto. Orecchino d'oro e perla splendente colui che richiama al dovere l'uomo saggio e docile nell'ascoltare [25, 8-12]. E dopo diciassette versi: Come aceto sul salnitro colui che canta canzoni gioiose a un cuore amareggiato. E se il tuo nemico ha fame, dgli da mangiare; se ha sete dgli da bere: in tal modo ammasserai carboni accesi sul suo capo e il Signore ti ricompenser [25, 20-22]. E dopo dieci versi: Come una citt aperta e senza mura di cinta l'uomo che nel parlare non sa porre un freno ai suoi [bollenti] spiriti [25, 28]. 134. [Prov 26]. Dopo due versi: Come un uccello migratore, come un passero che vola dove gli aggrada, cos una maledizione proferita senza motivo non si sa chi vada a colpire. Per il cavallo la frusta, per l'asino il morso, il bastone per le spalle degli stolti. Non rispondere allo stolto come meriterebbe la sua stoltezza, per non diventare simile a lui. Rispondi allo stolto come richiede la sua stoltezza affinch non si ritenga sapiente [26, 2-5]. E dopo dieci versi: Come il cane che torna al suo vomito cos lo sciocco che ripete le sue stupidit. Hai visto un uomo che dentro di s si ritiene sapiente? Lo stolto ha pi speranza che non lui. Il pigro dice: Lungo la strada c' un leone, e una leonessa sul sentiero. Come gira la porta sui cardini cos il pigro nel suo letto. Il pigro nasconde le mani sotto le ascelle e fa fatica anche a portarle alla bocca. Il pigro si ritiene pi saggio di sette persone che esprimano il loro parere. Come chi prende il cane per le orecchie, cos chi, privo di pazienza, arriva e si immischia negli alterchi altrui. Come reca danni colui che scaglia lance e frecce mortali, cos l'uomo che con inganni danneggia il proprio amico e, se lo si coglie in fallo, risponde: " L'ho fatto per scherzo ". Finita la legna, il fuoco si spegne; allontanato il maldicente, cessano le contese. Come il carbone per la brace e la legna per il fuoco, cos l'uomo irascibile per suscitare le risse. Le parole del maldicente sembrano innocue, scendono invece nelle viscere pi profonde [26, 11-22]. E dopo tre versi: Il nemico che nel cuore macchina tranelli lo si scopre dalle sue labbra. Quando la sua voce carezzevole non prestargli fede, poich nel suo cuore vi sono sette malvagit. Se uno nasconde l'odio ricorrendo alla finzione, la sua malizia si paleser nell'assemblea. Chi scava una fossa vi precipita dentro; chi rotola un masso questo piomber su di lui. La lingua bugiarda non ama la verit, la bocca adulatrice causa rovine [26, 24-28]. 135. [Prov 27]. Non vantarti del domani; non sai infatti ci che il domani ti riserba. Ti lodi il forestiero e non la tua stessa bocca, l'estraneo e non le tue labbra [27, 1-2]. E dopo quattro versi: meglio un richiamo a viso aperto che un amore nascosto. Le ferite fatte da chi ti ama sono da preferirsi ai baci ingannatori di chi ti odia [27, 5-6]. E dopo tre versi: Non abbandonare il tuo amico n l'amico di tuo padre [27, 10]. E dopo alcuni versi: Gli inferi e il regno dei morti non si riempiono mai; allo stesso modo sono insaziabili gli occhi dell'uomo. Come l'argento si prova nel crogiolo e l'oro nella fornace, cos l'uomo si prova dalle parole di chi lo loda. Anche se pestassi lo stolto nel mortaio come quando con un pestello schiacci dall'alto un mucchio di orzo, la sua stoltezza non lo abbandonerebbe [27, 20-22]. 136. [Prov 28]. Dopo alcuni versi: Un povero che opprime i poveri simile a un acquazzone che arreca la fame. Chi abbandona la pratica della legge esalta l'empio; chi l'osserva si infiamma d'ira contro di lui. I cattivi non pensano al giudizio; quanti cercano il Signore valuteranno ogni cosa. Il povero che conduce una vita retta preferibile al ricco che cammina per le vie tortuose [28, 3-6]. E dopo due versi: Chi accumula ricchezze con l'usura e interessi esagerati le accumula per colui che generoso con i poveri. Se uno distoglie l'orecchio per non udire la legge, la sua preghiera diventa un'abominazione. Chi con inganno trascina i giusti per una strada cattiva, quando muore piomber [nell'inferno] e gli onesti possederanno i suoi beni [28, 8-10]. E dopo quattro versi: Chi nasconde i propri misfatti non avr successo; chi invece li confessa e se ne allontana trover misericordia. Beato l'uomo che sempre timoroso; chi invece duro di cuore cadr nella sventura [28, 13-14]. Dopo altri dodici versetti: L'uomo fedele merita molte lodi; chi al contrario arricchisce celermente non va esente da colpa. Chi nel giudizio bada all'aspetto delle persone non agisce bene: anche per un tozzo di pane disposto a tradire la verit. Chi ha fretta d'arricchire e invidia gli altri non pensa che lo sovrasta la miseria. Chi ammonisce il prossimo, in seguito trover grazia presso di lui, a differenza di colui che lo inganna con parole lusinghiere. Chi sottrae qualcosa a suo padre o a sua madre, dicendo che ci non peccato, si comporta come un assassino. Chi si vanta per desiderio di grandeggiare suscita contese; chi spera nel Signore otterr la salvezza. Chi confida nel [le risorse del] suo cuore uno stolto; chi cammina con sapienza si salver. Chi dona al povero non cadr in miseria; chi non si cura del povero che lo supplica esperimenter l'indigenza [28, 20-27]. 137. [Prov 29]. Dopo dieci versi: Chi parla con il suo amico usando discorsi melliflui ma falsi, stende una rete l dov'egli cammina [29, 5]. E dopo venticinque versi: Il servo non si pu correggere usando [solo] parole perch, anche se comprende quanto gli dici, non si cura di rispondere. Hai visto un uomo discorrere in fretta? In lui c' da attendersi pi la stoltezza che non la correzione [29, 19-20]. E dopo quattro versi: L'umiliazione tiene dietro al superbo; la gloria attende chi umile di spirito. Chi possiede buoi insieme con il ladro odia la sua anima: ascolta l'imprecazione e non ne fa parola. Chi teme [soltanto] l'uomo va presto in rovina; chi spera nel Signore sar glorificato. Molti cercano il favore del principe, ma il giudizio su ogni persona pronunziato dal Signore. I giusti abominano l'uomo empio, gli empi detestano quanti camminano per la via retta [29, 23-27]. 138. [Prov 30]. Dopo quattordici versi: Due cose ti ho chiesto, non negarmele prima che muoia: Allontana da me la vuotaggine e il parlare menzognero; non darmi estrema povert n troppe ricchezze; dammi solo quanto necessario per vivere. In tal modo non succeder che, sazio di beni, sia portato a rinnegarti e a dire: " Chi il Signore? ". Non succeder nemmeno che, spinto dalla miseria, mi metta a rubare e ad ingiuriare il nome del mio Dio. Non calunniare il servo dinanzi al suo padrone perch non abbia a maledirti e tu vada in rovina [30, 7-10]. 139. [Prov 31]. Dopo un po': Apri la bocca e giudica con equit: rendi giustizia al misero e al povero [31, 9]. Basta cos per quanto riguarda il libro dei Proverbi. Ora ci volgeremo all'altro libro di Salomone chiamato Ecclesiaste mettendone in risalto, come fatto sinora, le cose che troveremo conformi all'intento di quest'opera. DAL LIBRODELL'ECCLESIASTE 140. [Eccle 2]. Trascrivete poche frasi. Ho visto che la sapienza superiore alla stoltezza quanto la luce alle tenebre. Il sapiente ha gli occhi in fronte, lo stolto cammina nelle tenebre [2, 13-14]. 141. [Eccle 4]. Dopo un po': Misura i tuoi passi quando entri nella casa di Dio. L'obbedienza val molto di pi delle vittime offerte dagli stolti, i quali non conoscono neppure il male che fanno [4, 17]. 142. [Eccle 5]. Non parlare mai a vanvera, e il tuo cuore non sia precipitoso quando parli con Dio. Dio infatti in cielo, mentre tu sei su questa terra: pertanto sii misurato nel parlare. Al seguito dei sogni vengono molti affanni; nel molto parlare non manca la stoltezza. Se hai promesso qualcosa a Dio con un voto, non tardare ad adempierlo: a lui infatti dispiace la promessa bugiarda e stolta. Ci che hai promesso con voto adempilo: molto meglio infatti non far voti che, fatto il voto, non adempiere le promesse. Non permettere alla tua bocca di far peccare il tuo corpo e non dire alla presenza dell'angelo che non esiste Provvidenza. Dio, adirato per le tue parole, potrebbe rendere vano tutto ci che hai realizzato con le tue mani. Dove ci sono molti sogni ci sono anche molte sciocchezze e le chiacchiere non finiscono mai: tu temi il Signore [5, 1-6]. E dopo sei versi: L'avaro non mai sazio di far quattrini; chi attacca il cuore alle ricchezze non ne percepir i frutti [5, 9]. 143. [Eccle 7]. Dopo un po': meglio andare in una casa dove c' pianto che in una casa dove si banchetta. In quella infatti viene richiamata alla mente la fine di tutti gli uomini e il vivente pensa al suo futuro. L'ira preferibile al riso perch ad opera di un volto corrucciato si corregge l'animo del colpevole. Il cuore dei sapienti dove regna la tristezza, il cuore degli stolti dove regna la giocondit. meglio essere ripreso dal sapiente che essere ingannato dall'adulazione degli stolti: il riso dello stolto come il crepitio di spine che ardono sotto la pentola [7, 3-7]. E dopo quattro versi: L'uomo paziente migliore dell'uomo arrogante. Non essere facile ad arrabbiarti perch l'ira alberga nel cuore dello stolto. Non dire: " Come mai i tempi antichi erano migliori del tempo presente? ". Una simile domanda stupida [7, 9- 11]. E dopo tre versetti: L'intelligenza e la saggezza in pi hanno questo: dnno la vita a chi le possiede [7, 13]. 144. [Eccle 8]. Un poco appresso: Io osservo il volto del re e i precetti dell'alleanza giurata da Dio. Non allontanarti con disinvoltura dalla sua presenza e non persistere nelle cattive azioni [8, 2-3]. Un po' pi tardi dice: Dal fatto che il peccatore, sebbene ricada cento volte nel male, viene pazientemente sopportato [da Dio], ho concluso che una buona ricompensa toccher a chi timorato di Dio e prova rispetto dinanzi al suo volto. Per l'empio non ci sar buona fortuna n si protrarranno i suoi giorni. E chi non teme il volto di Dio svanir come ombra [8, 12-13]. 145. [Eccle 9]. Dopo un po': Io asserisco: la sapienza val pi della forza [9, 16]. E dopo quattro versetti: La sapienza superiore a un equipaggiamento militare; chi commette un solo peccato si priva di molti beni [9, 18]. 146. [Eccle 10]. Dopo due versi: La sapienza e la gloria, anche piccola, sono pi preziose della stoltezza, che di breve durata [10, 1]. E dopo tredici versi: Chi scava una fossa vi cade dentro e chi abbatte una siepe sar morso dalle vipere. Chi trasporta le pietre, dalle pietre sar colpito e chi spacca la legna sar ferito dalla legna. Se la spada si ottunde, se cio non pi [tagliente] come prima ma smussata, occorre molto lavoro per affilarla: la sapienza tiene dietro all'abilit. Il serpente morde nel silenzio: non gli inferiore colui che calunnia dietro le spalle. Le parole del sapiente sono grazia; le labbra dello stolto lo manderanno in rovina [10, 10-12]. 147. [Eccle 11]. Un po' dopo: Rallgrati, giovane, nella tua verde et e sia felice il tuo cuore nei giorni della tua giovinezza. Cammina pure seguendo le vie del tuo cuore e secondo il desiderio dei tuoi occhi; sappi per che di tutto questo Dio ti giudicher. Scaccia l'ira dal tuo cuore, allontana i disordini dal tuo corpo. L'adolescenza infatti, come anche il piacere, sono cose che svaniscono [11, 9-10]. 148. [Eccle 12]. Nei giorni della tua giovinezza ricordati del tuo Creatore [12, 1]. E dopo trentatr versi: Temi Dio e osserva i suoi comandamenti [12, 13]. Dei libri di Salomone resta da trattare quello che s'intitola: Il Cantico dei cantici. Ma del contenuto di questo libro che cosa possiamo qui riportare? Tutto intero infatti esso inculca, con linguaggio figurato che raggiunge altezze profetiche, i santi amori tra Cristo e la Chiesa. Sebbene ci troviamo di fronte a un libro difficilissimo a comprendersi, tuttavia dalla sua lettura possiamo con facilit dedurre quanto dobbiamo stimare e desiderare la carit, virt divina e in noi divinamente infusa. questa una cosa che nel libro non si afferma una volta sola, ma si ripete due o anche tre volte nell'uno o nell'altro capitolo. DAL CANTICO DEI CANTICI Vi scongiuro, figlie di Gerusalemme, per le capre e i cervi dei campi a non destare n scuotere dal sonno l'amata finch lei non vorr (Ct 2, 7; 3, 5). Vi scongiuro, figlie di Gerusalemme, per le energie della terra e le risorse del suolo a non svegliare l'amore finch non lo voglia (Ct 8, 4). Con queste parole la Chiesa, nella quale siamo anche noi, esorta le sue figlie, cio se stessa, costituita da moltissime anime. lei il campo fertilissimo di Dio, le cui risorse e capacit sono immense: le hanno raggiunte i santi martiri sospinti dall'amore per Cristo. Egli infatti propone alla sua sposa diletta, pellegrina in questo mondo, di tenere alta la [fiamma della] carit. Ma fin dove se non fino al punto che egli deline a parole e incoraggi con l'esempio quando disse: Nessuno ha un amore pi grande di questo: dare la vita per i propri amici (Gv 15, 13)? Egli comp quanto aveva affermato; ma perch non si pensi che queste parole riguardino lui solo, dice Giovanni nella sua lettera: Come Cristo diede la vita per noi, cos anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli (1 Gv 3, 16). Questo significa: Fin quando voglia. 149. [Cant 2]. Si legge nel medesimo Cantico: Stabilite in me la carit [2, 4]. 150. [Cant 6]. sempre Cristo colui che dice in quel libro: Bella sei tu, o mia amica, graziosa e adorna come Gerusalemme [6, 3]. 151. [Cant 7]. E altrove: Quanto sei bella e leggiadra nelle tue delizie, o mia carissima [7, 6]. 152. [Cant 8]. E in un altro testo: Ponimi come un sigillo sopra il tuo cuore, come un sigillo sopra il tuo braccio, perch forte come la morte l'amore, tenace come gli inferi la gelosia [8, 6]. E dopo un verso: Le molte acque non possono spegnere l'amore n i fiumi travolgerlo. Se l'uomo desse tutte le ricchezze della sua casa in cambio dell'amore, lo disprezzerebbero come cosa di nessun valore [8, 7]. DAL LIBRO DI GIOBBE 153. [Iob 24]. Coloro che lo conoscono ne ignorano i giorni. Ci sono di quelli che spostano i termini di confine e rubano le greggi, appropriandosene ingiustamente. Portano via l'asino agli orfani e prendono in pegno il bue della vedova [24, 1-3]. E dopo cinque versi: Mietono nel campo altrui e vendemmiano nella vigna di colui che hanno oppresso con violenza. Lasciano nudi gli uomini spogliandoli delle vesti, sebbene non abbiano altro riparo contro il freddo [24, 6-7]. E dopo tre versi: Agiscono con violenza nel depredare l'orfano e spogliano la gente povera. Sottraggono le spighe a chi nudo, privo di vesti e affamato [24, 9-10]. E dopo due versi: Fanno gemere la gente della citt. L'anima dei feriti grida e Dio non tollera che il colpevole rimanga impunito. Essi si ribellano contro la luce: non ne conoscono le vie n percorrono i suoi sentieri [24, 12-13]. E dopo ventun versi: Lo si spezzi come un ramo privo di frutti. Egli atterrisce la sterile e la priva di figli, n si comporta bene con la vedova. Con la sua forza abbatte il forte [24, 20-22]. 154. [Iob 29]. E dopo un po': L'orecchio che mi udiva mi diceva beato e l'occhio che mi vedeva attestava che io ero solito liberare il povero, quando gridava verso di me, e l'orfano privo di chi lo aiutasse. La benedizione del moribondo scendeva su di me: io consolavo il cuore della vedova. Mi sono rivestito di giustizia: l'ho indossata come una veste e mi sono ornato della rettitudine come di un diadema. Sono stato occhio per il cieco e piede per lo zoppo. Ero un padre per i poveri ed esaminavo con diligenza ogni causa che mi fosse sconosciuta. Spezzavo i denti all'oppressore e dalla bocca gli strappavo la preda [29, 11-17]. 155. [Iob 31]. E dopo un po': Se ho camminato nella vanit e il mio piede si affrettato verso l'inganno, Dio mi pesi con stadera giusta e dovr riconoscere la mia rettitudine. Se il mio piede andato fuori strada e il mio occhio ha assecondato le voglie del mio cuore, e se roba sporca si attaccata alle mie mani [31, 5-7]. E dopo due versi: Se il mio cuore fu sedotto da donna e ho spiato alla porta del mio amico [31, 9]. E dopo due versi: Ci infatti disonest e ingiustizia grandissima. un fuoco che divora fino ad annientare, sradicando ogni germoglio. Se ho rifiutato di recarmi in giudizio insieme con il mio schiavo e la mia serva quando intentavano lite contro di me [31, 11-13]. E dopo sei versi: Se ho negato ai poveri quel che mi chiedevano e ho fatto attendere gli occhi della vedova. Se ho mangiato da solo il mio pane e non ne ha mangiato insieme con me anche l'orfano... In realt fin dall'infanzia cresciuta con me la compassione; essa uscita insieme con me dal seno di mia madre. Se non mi sono curato di chi stava per morire non avendo di che vestirsi o del povero che mancava di coperte. Se non mi benedirono i suoi fianchi essendosi riscaldato con la lana delle mie pecore... Se contro l'orfano ho alzato la mano quando mi vedevo posto in alto presso la porta [31, 16-21]. E dopo cinque versi: Se ho pensato che la mia forza consistesse nell'oro e a qualche oggetto d'oro ho detto: " Tu sei la mia fiducia "; se mi sono rallegrato per le mie copiose ricchezze in quanto moltissime sono passate tra le mie mani [31, 24-25]. E dopo sei versi: Se ho goduto per la sventura di colui che mi odiava e se mi sono rallegrato perch il male l'aveva colpito [31, 29]. E dopo quattro versi: Mai un pellegrino rimasto fuori [della mia casa], la mia porta stata sempre aperta al viandante. Se ho nascosto il mio peccato come sogliono fare gli uomini, se mi sono celato in cuore la mia iniquit... Se ho provato timore dinanzi a una folla numerosa e mi ha spaventato il disprezzo dei familiari; se non ho preferito starmene in silenzio e non varcare la soglia. Chi mi dar qualcuno che voglia di ascoltarmi, affinch l'Onnipotente stesso ascolti il mio desiderio e colui che giudica lo scriva nel libro? Questo libro io lo porr sulle mie spalle e me ne cinger come di una corona; lo declamer ad ogni gradino e lo presenter a lui come a mio sovrano! Se la terra ha gridato contro di me e insieme con essa piangono i suoi solchi; se ho mangiato i suoi frutti senza pagarli e ho contristato l'animo degli agricoltori [31, 32-39]. Raccogliamo ora dai libri dei Profeti le cose necessarie al completamento di quest'opera. Iniziamo con quei profeti che per la brevit dei loro scritti si chiamano Minori. Nel profeta Osea troviamo quanto segue: DAL LIBRO DI OSEA 156. [Os 4]. Ascoltate la parola del Signore, figli d'Israele, perch il Signore intenta un processo contro gli abitanti della terra. Sulla terra, infatti, non c' verit n misericordia n conoscenza di Dio. L'hanno inondata la maledizione, la menzogna, l'omicidio, il furto e l'adulterio; e il sangue [versato] tocca altro sangue [4, 1-2]. E dopo dodici versi: Perch tu hai rigettato la scienza anch'io ti allontaner s che tu non abbia ancora a servirmi nell'ufficio sacerdotale [4, 6]. E dopo quindici versi: Hanno abbandonato il Signore; non hanno osservato [la legge]. La fornicazione, il vino e l'ubriachezza traviano il cuore [4, 10-11]. E dopo sedici versi: Siccome essi frequentano le prostitute ed offrono sacrifici insieme con i pervertiti, il popolo sar privato dell'intelligenza e ricever percosse. Se tu, Israele, ti di alla fornicazione, Giuda almeno non pecchi. Non entrate in Galgala, non salite a Bethaven, e non giurate dicendo: Viva il Signore! [4, 14- 15]. 157. [Os 5]. Dopo diciotto versi: Non dispongono i loro pensieri al fine di tornare al Signore loro Dio perch in loro c' uno spirito di fornicazione e non hanno conosciuto il Signore [5, 4]. 158. [Os 6]. Dopo sessantuno versetti: I tuoi giudizi si paleseranno e saranno come luce: io voglio la misericordia e non i sacrifici, io preferisco la conoscenza di Dio agli olocausti [6, 5-6]. 159. [Os 10]. Dopo un po': Seminate la giustizia e mieterete messi di misericordia: preparate la maggese. Sar tempo di cercare il Signore quando verr il vostro maestro di giustizia [10, 12]. 160. [Os 12]. Dopo settantotto versi: Tu ti convertirai al Signore tuo Dio. Pratica la misericordia e il giusto giudizio e spera sempre nel Signore Dio tuo [12, 6]. 161. [Os 13]. Dopo cinquantun versi: Io, il Signore tuo Dio, ti ho fatto uscire dal paese di Egitto: non conoscerai altro signore all'infuori di me; fuori di me non c' salvatore [13, 4]. 162. [Os 14]. Dopo trentanove versetti: Convrtiti, o Israele, al Signore tuo Dio, poich sei prostrato a terra per la tua iniquit. Preparatevi le parole e rivolgetevi al Signore. Ditegli: Cancella ogni iniquit, accetta ci che buono: noi ti offriremo in cambio il sacrificio delle nostre labbra [14, 2-3]. DAL LIBRO DI GIOELE 163. [Ioel 1]. Destatevi, o ubriachi; piangete e fate lamento tutti voi che bevete vino con giocondit, perch esso vi tolto dalla bocca. Ecco, sulla mia terra salito un popolo forte e numeroso oltre ogni dire [1, 5-6]. 164. [Ioel 2]. Dopo un po': Ebbene, cos dice il Signore: Convertitevi a me con tutto il cuore nel digiuno, nel pianto e nel lamento. Lacerate il vostro cuore e non le vostre vesti, e convertitevi al vostro Dio, che buono e misericordioso [2, 12-13]. DAL LIBRO DI AMOS 165. [Amos 2]. Cos dice il Signore: Su tre misfatti di Giuda e su quattro non revocher la mia decisione: hanno disprezzato la legge del Signore e non hanno praticato i suoi comandamenti. Li hanno fuorviati i loro idoli, dietro ai quali erano andati i loro padri [2, 4]. E dopo due versi: Cos dice il Signore: Su tre misfatti di Israele e su quattro non lo revocher: hanno venduto il giusto a prezzo di argento e il povero in cambio di calzature. Essi sfracellano la testa del povero riducendola peggio della polvere della terra e distorcono il cammino degli umili. Figlio e padre vanno dalla stessa ragazza violando il mio santo nome [2, 6-7]. E dopo un versetto dice: Bevevano il vino dei condannati nella casa del loro Dio [2, 8]. 166. [Amos 5]. Dopo un po': Questo infatti dice il Signore alla casa di Israele: " Cercatemi e vivrete " [5, 4]. E dopo tre versi: Cercate il Signore e vivete! [5, 6]. E dopo otto versi: Avevano in odio colui che li correggeva presso la porta e detestavano colui che parlava in modo irreprensibile. Ed eccone il motivo: Voi volevate spogliare il povero e strappargli le cose preziose che s'era acquistato [5, 10-11]. E dopo tre versi: Ho conosciuto i molti vostri delitti e i vostri gravi peccati: nemici del giusto, pronti ad accettare regali, oppressori del povero nei pressi della porta [5, 12]. E dopo due versi: Cercate il bene, non il male, se volete vivere; e il Signore Dio degli eserciti sar con voi, come voi avete detto. Odiate il male e amate il bene e costituite presso la porta un tribunale giusto. Cos facendo, il Signore degli eserciti avr piet del resto di Giuseppe [5, 14-15]. 167. [Amos 6]. Dopo cinquanta versi: Voi dormite in letti d'avorio e gozzovigliate sui vostri divani. Mangiate agnelli del gregge e vitelli della mandria. Canterellate al suono del salterio. Hanno creduto d'avere strumenti sonori come Davide; hanno bevuto il vino in coppe e si sono profumati con unguento prezioso, per nulla rattristati della rovina di Giuseppe [6, 4-6]. 168. [Amos 8]. Dopo un po': Ascoltate questa parola, voi che opprimete il povero e volete sterminare gli umili del paese, dicendo: Quando sar passato il mese venderemo i proventi; trascorso il sabato smerceremo il frumento diminuendo la misura e aumentando il prezzo e servendoci di bilance false. Con l'argento asserviremo i miseri, e i poveri per un paio di calzari; venderemo anche i rimasugli del frumento [8, 4-6]. DAL LIBRO DI MICHEA 169. [Mich 2]. Guai a voi che pensate alle vanit e tramate il male nei vostri giacigli! Alla luce del mattino lo eseguono: la loro mano contro Dio. Desideravano campi e li hanno presi con la violenza e anche le case hanno rapito. Hanno calunniato il prossimo e la casa di lui, l'amico e il suo possesso ereditario [2, 1-2]. 170. [Mich 3]. Dopo un po': Ascoltate queste parole, o principi della casa di Giacobbe, e voi, giudici della casa d'Israele che detestate il [giusto] giudizio e sovvertite ogni giustizia! Voi edificate Sion nel sangue e Gerusalemme sull'iniquit. I suoi capi giudicavano a seconda dei regali, i suoi sacerdoti insegnavano per ottenere compensi e i suoi profeti davano responsi in base al denaro. Con tutto ci si appoggiavano sul Signore dicendo: Non forse tra noi il nostro Dio? Dunque non c'incoglier alcun male [3, 9-11]. 171. [Mich 6]. Dopo un po': T'indicher, o uomo, ci che buono e ci che il Signore esige da te. Eccotelo: agire con giustizia, amare la misericordia e camminare con fedelt dinanzi al tuo Dio [6, 8]. E dopo tre versi: C' tuttora fuoco nella casa dell'empio: i tesori, frutto di iniquit e la misura scarsa che provoca una grande ira. Approver forse le bilance false e i pesi ingiusti che porti nella borsa? Ci facendo i suoi ricchi si sono coperti d'iniquit e i suoi abitanti proferivano menzogne: nella loro bocca c'era una lingua ingannatrice [6, 10-12]. 172. [Mich 7]. Dopo dodici versi: Guai a me, che sono diventato come uno che raccoglie in autunno i grappoli della vendemmia. Non c' un grappolo da mangiare; [invano] un fico primaticcio ha desiderato il mio cuore. Sono scomparsi i santi dalla terra e tra gli uomini non c' persona retta. Tutti stanno in agguato per versare il sangue; ognuno bracca il proprio fratello per ucciderlo, e chiamano bene il male che commettono. Il principe esige e il giudice pronto ad eseguire [i suoi ordini]; il potente manifesta [a gran voce] le pretese del suo cuore [7, 1-3]. DAL LIBRO DI ABACUC 173. [Abac 1]. Contro di me s' fatto un giudizio [ingiusto] e un'opposizione molto violenta. In effetti la legge stata manomessa e il giudizio non giunto a conclusione: l'empio ha la meglio sul giusto e per questo ecco venir fuori un giudizio falsato [1, 3-4]. 174. [Abac 2]. Dopo un po': Il giusto vivr per la sua fede; ma come il vino inganna il bevitore cos sar dell'uomo superbo: non conseguir onorificenze [2, 4-5]. E dopo un po': Cosa giova il simulacro? E perch l'artefice scolpisce un idolo di metallo e un'immagine inconsistente? Cosa ha da sperare l'artefice dal suo lavoro, se ha fabbricato una statua muta? Guai a chi dice al legno: " Svgliati ", e al muto sasso: " Alzati "! Forse che lo potr istruire? Eccolo l! verniciato d'oro e d'argento ma nelle sue viscere non c' respiro. Il Signore, al contrario, nel suo santo tempio. Tutta la terra faccia silenzio dinanzi a lui! [2, 18- 20]. DAL LIBRO DI SOFONIA 175. [Soph 1]. Dice: Sterminer da questo luogo i resti di Baal e inoltre i nomi degli scaccini e quelli dei sacerdoti, e allontaner coloro che sui tetti adorano e giurano nel [nome del] Signore e giurano per Milkom e coloro che si allontanano dal seguire il Signore, che non cercano il Signore e non si curano di consultarlo. State in silenzio dinanzi al Signore perch vicino il giorno del Signore [1, 4-7]. E dopo sedici versi: Cos accadr in quel tempo: Io scruter Gerusalemme con lanterne e visiter quegli uomini che si piantano sopra le loro feci e dicono in cuor loro: Il Signore non ci far n bene n male [1, 12]. 176. [Soph 2]. Dopo diciotto versi: Accorrete, radunatevi, gente detestabile, prima che la parola [del Signore] faccia sorgere il giorno [dell'ira], che passer come la polvere; prima che giunga su di voi l'ira ardente del Signore; prima che giunga su di voi il giorno dell'ira del Signore. Cercate il Signore, voi tutti mansueti della terra che avete attuato la giustizia divina. Cercate ci che giusto, cercate ci che mansueto, per essere riparati nel giorno dell'ira ardente del Signore [2, 1-3]. 177. [Soph 3]. Dopo un po': Lascer in mezzo a te un popolo povero e sprovvisto di beni. Sperer nel Signore il resto d'Israele: non commetter azioni inique, non proferiranno menzogne n si troveranno nella loro bocca parole ingannatrici [3, 12-13]. DAL LIBRO DI ZACCARIA 178. [Zach 5]. Parlando del volume che vide in spirito: Mi disse: Questa la maledizione che si riverser sulla faccia di tutta la terra: sar giudicato ogni ladro, come ivi sta scritto, e parimenti sar giudicato chi giura il falso. Dice il Signore degli eserciti: Tutto questo io tirer fuori e scender sulla casa del ladro e sulla casa di chi giura il falso interponendo il mio nome. Si fermer in mezzo alla casa di lui e la consumer insieme alle sue travi e alle sue pietre [5, 3-4]. 179. [Zach 7]. Dopo un po': Fu rivolta a Zaccaria la parola del Signore, che diceva: Questo dice il Signore degli eserciti: Giudicate con retto giudizio e ciascuno usi misericordia e piet verso il suo fratello; non opprimete la vedova, l'orfano, il forestiero e il povero. Non tramate nel vostro cuore di fare del male al vostro fratello [7, 8-10]. 180. [Zach 8]. Dopo un po': Ognuno parli con sincerit al suo prossimo; presso le vostre porte giudicate secondo verit e pronunziate giudizi pacifici. Nessuno trami in cuor suo di fare del male al proprio amico, e non amate il giuramento falso, poich io odio tutte queste cose, oracolo del Signore [8, 16-17]. DAL LIBRO DI MALACHIA 181. [Mal 1]. Il figlio ama il padre e il servo il proprio padrone. Ebbene, se io sono padre, dov' il mio onore? E se sono padrone, dov' il mio timore? Oracolo del Signore degli eserciti [1, 6]. 182. [Mal 2]. Dopo un po': Io vi ho resi spregevoli e meschini di fronte a tutti i popoli, non avendo voi osservato le mie vie, avendo anzi usato preferenze in base alla stessa legge. Non forse unico il Padre di noi tutti? Non ci ha forse creati l'unico Dio? Perch dunque disprezzare il proprio fratello, violando il patto concluso con i nostri padri? Giuda l'ha trasgredito, e l'abominazione stata commessa in Israele e a Gerusalemme. Giuda ha profanato il santuario del Signore, luogo che egli ama, e si preso la figlia di un dio straniero. Il Signore disperda colui che ha fatto questo; disperder dai padiglioni di Giacobbe il maestro e il discepolo e colui che offre doni al Signore degli eserciti. Un'altra cosa avete anche fatto: avete coperto di lacrime, di pianti e di lamenti l'altare del Signore, sicch io non abbia a guardare al vostro sacrificio n accetti dalle vostre mani la vittima di espiazione. E voi mi chiedete: Perch mai questo? Perch il Signore testimone fra te e la donna della tua giovent, che tu hai disonorata, mentre ella era la tua consorte, la donna con cui avevi stretto alleanza. Non stato l'unico [Dio] che ha fatto l'uomo e il suo spirito il resto? E cosa cerca ogni uomo se non una discendenza da Dio? Custodite dunque integro il vostro spirito, e tu non disprezzare la donna della tua giovinezza. Se ti si render odiosa rimandala, dice il Signore Dio d'Israele: l'iniquit coprir la sua veste, dice il Signore degli eserciti. Custodite il vostro spirito e non lo disprezzate. Avete stancato il Signore con i vostri discorsi e avete detto: In che cosa lo abbiamo stancato? Eccolo qua! Quando dicevate: Chi compie il male giusto dinanzi al Signore; queste sono le persone che gli piacciono. Quanto meno, dov' il giorno del giudizio? [2, 9-17]. 183. [Mal 3]. Dopo quindici versi dice: Io verr a voi per il giudizio e sar pronto a testimoniare contro i malfici, gli adlteri, gli spergiuri, contro quelli che defraudano la mercede all'operaio, che maltrattano le vedove, gli orfani e opprimono i forestieri, e non hanno timore di me, dice il Signore degli eserciti. Io sono il Signore e non cambio; eppure voi, figli di Giacobbe, non siete stati ancora annientati. Dai giorni dei vostri padri avete abbandonato le mie leggi e non le avete osservate. Tornate a me e io torner a voi, dice il Signore degli eserciti [3, 5-7]. E dopo quindici versi: Dice il Signore: Le vostre parole contro di me sono diventate parole sgarbate. E voi chiedete: Cosa abbiamo detto? Avete detto: un illuso colui che serve Dio. Quale vantaggio infatti abbiamo ottenuto dall'aver osservato i suoi precetti e dall'aver camminato umilmente dinanzi al Signore degli eserciti? S, ora dichiariamo beati i superbi: coloro che operano l'iniquit e costruiscono [palazzi], tentano Dio e restano incolumi. Allora parlarono i timorati di Dio, ciascuno col suo vicino, e il Signore si volse a loro e ascolt; dinanzi a lui fu scritto un libro di memorie a pr dei timorati del Signore e di quanti si volgono rispettosi al suo nome. Disse il Signore degli eserciti: Nel giorno in cui agir essi mi saranno propriet particolare; li risparmier come un padre risparmia il figlio docile nel servirlo. Voi vi convertirete e vedrete la differenza che c' tra il giusto e l'empio, fra chi serve Dio e chi non lo serve [3, 13-18]. 184. [Mal 4]. Ecco, viene il giorno, ardente come una fornace, e saranno come paglia tutti i superbi e gli operatori d'iniquit. Dice il Signore degli eserciti: Venendo, quel giorno li brucer e non lascer in essi n radice n germoglio. Per voi invece, che temete il mio nome, sorger il sole della giustizia, e nelle sue penne ci sar la salvezza: uscirete saltellando come vitelli di una mandria e calpesterete gli empi, che saranno come polvere sotto la pianta dei vostri piedi nel giorno in cui io interverr, dice il Signore degli eserciti [4, 1-3]. DAL LIBRO DI ISAIA 185. [Isa 1]. Lavatevi, siate mondi, togliete i vostri cattivi propositi dagli occhi miei. Smettetela con le vostre azioni perverse, imparate a compiere il bene, cercate la giustizia. Aiutate l'oppresso, trattate con giustizia l'orfano, difendete la vedova. E poi venite da me e redarguitemi, dice il Signore [1, 16-18]. E dopo otto versi: Il tuo argento si mutato in scoria; il tuo vino mescolato con acqua. I tuoi nobili sono in combutta con i ladri; tutti bramano donativi e vanno a caccia di compensi: non emettono giudizi giusti nei confronti dell'orfano e non s'interessano della causa della vedova [1, 22-23]. 186. [Isa 2]. Dopo un po': Casa di Giacobbe, venite, camminiamo nella luce del Signore! Tu infatti hai rigettato il tuo popolo, la casa di Giacobbe, perch si sono riempiti [d'iniquit] come nei tempi addietro e hanno avuto gli indovini come i filistei e si sono associati ai popoli stranieri [2, 5-6]. E dopo tre versi: La sua terra piena di idoli: hanno adorato l'opera delle loro mani, ci che hanno fabbricato con le loro dita [2, 8]. E dopo cinque versi: Ecco, il giorno del Signore degli eserciti si abbatter su ogni superbo e altolocato e su ogni arrogante, e li umilier [2, 12]. 187. [Isa 3]. Dopo un po': Il mio popolo spogliato dai creditori, su di esso dominano le femmine. O mio popolo, chi ti proclama beato ti inganna: egli allontana i tuoi passi dalla [retta] via [3, 12]. E dopo quattro versi: Vi siete divorati la mia vigna; quanto avete rubato al povero in casa vostra. Dice il Signore degli eserciti: Perch schiacciate il mio popolo e sfigurate il volto del povero? E disse il Signore: Le figlie di Sion si sono inorgoglite, incedevano a collo teso e camminavano ammiccando con gli occhi; battevano le mani e camminavano; avanzavano muovendo i piedi a passo ritmato [3, 14-16]. 188. [Isa 5]. Dopo un po': Guai a voi che congiungete casa con casa e attaccate campo a campo fino all'estremit della superficie [togliendo (queste cose) al prossimo. Simmaco e Teodozione traducono: Finch non arrivate alla fine, ovvero, finch non ci sia pi spazio]. Forse che voi soli abiterete sulla terra? Tutte queste cose del Signore degli eserciti sono pervenute al mio orecchio [5, 8- 9]. E dopo tre versi: Guai a voi che, quando vi alzate al mattino, correte ad ubriacarvi e a bere fino a sera, s da barcollare per il vino. Nei vostri conviti ci sono la cetra, la lira, il timpano, il flauto e abbondanza di vino. Non guardate alle opere del Signore n riflettete su ci che le sue mani hanno compiuto [5, 11-12]. E dopo diciassette versi: Guai a voi che chiamate male il bene e bene il male, e confondete la luce con le tenebre e le tenebre con la luce, che cambiate l'amaro in dolce e il dolce in amaro. Guai a voi che siete sapienti ai vostri occhi e saggi secondo le vostre vedute. Guai a voi che siete eccezionali nel bere vino e forti nel digerire l'ebbrezza, che in base a regali dichiarate giusto l'empio e cercate di spogliare il giusto della sua giustizia [5, 20-23]. 189. [Isa 10]. Dopo un po': Guai a coloro che emanano leggi inique e scrivendole scrivono norme ingiuste, per opprimere i poveri nel giudizio, stravolgere la causa degli umili del mio popolo, defraudare le vedove e derubare gli orfani [10, 1-2]. 190. [Isa 11]. Dopo un po': Si poser su di lui lo Spirito del Signore, spirito di sapienza e d'intelletto, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di scienza e di piet; lo riempir lo spirito del timore del Signore. Non giudicher in base a ci che ha visto con gli occhi n proceder secondo ci che ha udito con gli orecchi. Giudicher i poveri con giustizia e interverr con equit a favore dei mansueti del paese. Percuoter la terra con la verga della sua parola e con il soffio delle sue labbra uccider l'empio. La giustizia sar cintura ai suoi fianchi, la fedelt cingolo ai suoi lombi [11, 2- 5]. 191. [Isa 12]. Dopo sessanta versi: Ecco, Dio il mio salvatore; in lui confider e non avr alcun timore perch mia forza e mio canto il Signore Dio: egli stato la mia salvezza. Attingerete acqua con gioia alle sorgenti del Salvatore e quel giorno direte: " Celebrate il Signore e invocate il suo nome. Annunziate ai popoli le sue imprese, ricordate che il suo nome l'Eccelso ". Cantate al Signore perch ha compiuto opere meravigliose; recate la notizia in tutta la terra. Esulta e sciogli canti, abitante di Sion, perch grande in mezzo a te il Santo d'Israele [12, 2-6]. 192. [Isa 13]. Dopo quaranta versi: Far tacere la superbia degli increduli e umilier l'arroganza dei forti [13, 11]. 193. [Isa 17]. Dopo un po': Dice il Signore, Dio d'Israele: In quel giorno l'uomo s'inchiner dinanzi al suo Creatore e i suoi occhi si volgeranno al Santo d'Israele. Non s'inchiner dinanzi agli altari costruiti dalle sue mani, dinanzi alle opere delle sue dita. Non volger gli occhi ai boschi sacri n ai santuari [delle genti] [17, 6- 8]. 194. [Isa 22]. Dopo un po' dice: In quel giorno il Signore Dio degli eserciti vi chiamer a far pianto e lamento, a radervi i capelli e a vestirvi di sacco. Ed ecco invece giubilo ed allegria, macellare vitelli e scannare arieti, mangiare carne e bere vino. Mangiamo e beviamo poich domani morremo. E si fatta udire ai miei orecchi la voce del Signore degli eserciti: Non sar rimessa a voi questa scelleratezza finch non siate morti, dice il Signore, Dio degli eserciti [22, 12-14]. 195. [Isa 26]. Dopo un po': Aprite le porte ed entri il popolo giusto, che rispetta la verit. scomparso l'errore di prima: tu ci conserverai nella pace, pace perch in te abbiamo sperato. Sperate nel Signore per i secoli eterni; per sempre nel Signore, Dio forte [26, 2-4]. E dopo sei versi: Ti abbiamo atteso, Signore, [perseverando] nella via dei tuoi giudizi; il tuo nome e il tuo ricordo sono nel desiderio della nostra anima. La mia anima ti desidera di notte, e con il mio spirito, nel profondo del mio cuore, fin dal mattino veglier rivolto a te. Quando eseguirai i tuoi giudizi sulla terra, impareranno la giustizia gli abitanti del mondo. Usiamo pure compassione verso l'empio, ma egli non imparer a comportarsi con giustizia. Ha compiuto azioni inique nella terra dei santi; non vedr la gloria di Dio [26, 8-10]. 196. [Isa 29]. Dopo un po': Il pi forte venuto meno; il beffardo stato annientato; sono stati sterminati tutti coloro che vegliavano per compiere iniquit, che facevano peccare la gente con le loro parole [29, 20-21]. 197. [Isa 30]. Dopo dieci versi: Guai a voi, figli ribelli, dice il Signore. Voi vi fate progetti che non vengono da me; voi tessete la tela ma non secondo il mio spirito; voi aggiungete peccato a peccato [30, 1]. E dopo un po': Questo dice il Signore Dio, il Santo d'Israele: Se tornate a me e ve ne state quieti, vi salverete. Nel silenzio e nella fiducia sar la vostra forza; ma voi non avete voluto [30, 15]. E dopo venti versi: Insozzerai la verniciatura d'argento del tuo idolo e le vesti d'oro del tuo simulacro, e le butterai via come un panno immondo [30, 22]. 198. [Isa 31]. Dopo un po': Tornate indietro, figli d'Israele, dal profondo abisso in cui vi eravate cacciati! In quel giorno ciascuno di voi getter via i suoi idoli d'argento e d'oro, che le vostre mani si erano costruite peccando [31, 6-7]. 199. [Isa 33]. Dopo un po': Nei tuoi giorni ci sar la fedelt; ricchezze salutari saranno la sapienza e la scienza; il timore del Signore sar il suo tesoro [33, 6]. E dopo un po': Chi di voi potr abitare presso il fuoco divoratore? Chi di voi abiter tra fiamme eterne? Colui che cammina nella giustizia e dice la verit, colui che rigetta l'avarizia e la calunnia e scuote la mano rifiutando ogni regalo; colui che si tura gli orecchi per non udire [fatti di] sangue e si chiude gli occhi per non vedere alcun male. Costui abiter in luoghi elevati; fortezze sulle rocce saranno la sua posizione elevata. Gli dato il pane, l'acqua a lui garantita [33, 14-16]. 200. [Isa 44]. Dopo un po': Ricorda questo, o Giacobbe-Israele: tu sei mio servo. Io ti ho formato e tu, Israele, sei mio servo. Non dimenticarti di me! Ho cancellato le tue iniquit come una nube e come nebbia i tuoi peccati. Torna a me; io ti ho redento [44, 21- 22]. 201. [Isa 46]. Dopo un po': Ricordatevi di questo e vergognatevi! Rientrate nel [vostro] cuore, o trasgressori! Ricordatevi del tempo passato, poich io sono Dio e non ce n' un altro. Nessun dio simile a me [46, 8-9]. 202. [Isa 50]. Dopo un po': C' qualcuno che cammina nelle tenebre ed privo di luce? Speri nel nome del Signore e si appoggi sul suo Dio [50, 10]. 203. [Isa 51]. Dopo un po': Ascoltatemi, gente del popolo: voi che conoscete la giustizia e avete nel cuore la mia legge! Non temete gli insulti della plebaglia e non spaventatevi di fronte alle loro bestemmie. Il verme li manger come un vestito e la tignola li consumer come lana. La mia salvezza, al contrario, durer in eterno e la mia giustizia per tutte le generazioni [51, 7-8]. 204. [Isa 55]. Dopo un po': Cercate il Signore mentre si fa trovare, invocatelo mentre vicino. L'empio abbandoni la sua via e l'uomo iniquo i suoi pensieri malvagi. Ritorni al Signore, che avr misericordia di lui; al nostro Dio, che molto generoso nel perdono [55, 6-7]. 205. [Isa 56]. Dopo venti versi: Questo dice il Signore: Praticate il [giusto] giudizio, operate secondo giustizia, perch la mia salvezza prossima a venire, la mia giustizia a rivelarsi. Beato l'uomo che agisce cos e il figlio dell'uomo che comprende questo: che rispetta il sabato e non lo profana, che tiene a freno le mani perch non compiano alcun male [56, 1-2]. 206. [Isa 57]. Non molto dopo: Voi cercate consolazione in di [falsi] sotto ogni albero verdeggiante, immolate i bambini presso i torrenti, sotto le rocce sporgenti. La tua porzione presso il torrente: questa la tua sorte. Anche alle pietre hai offerto libagioni, hai offerto sacrifici. Posso io non adirarmi contro tali cose? [57, 5-6]. 207. [Isa 58]. Dopo un po': Ecco, essi mi cercano ogni giorno e vogliono essere informati sulle mie vie, come gente che pratichi la giustizia e non abbia rigettato i giudizi del suo Dio. Mi chiedono sentenze giuste, vogliono la vicinanza con Dio. " Perch digiunare se tu non guardi? Perch umiliarci se tu non ti curi di saperlo? ". Ecco, nel giorno del vostro digiuno voi ricercate la vostra volont e angariate tutti i vostri debitori. Ecco, voi digiunate tra litigi e alterchi e percuotete col pugno empiamente. Non digiunate pi come avete fatto fino ad oggi, facendo salire in alto le vostre grida. forse questo il digiuno che a me piace: che per un giorno vi mortifichiate piegando come un giunco la vostra testa e coprendovi di sacco e cenere? Cose come queste vorresti tu chiamare digiuno e giorno gradito al Signore? O viceversa non sar forse quest'altro il digiuno che io gradisco? Spezza le catene inique, sciogli i legami opprimenti. Rimanda liberi gli oppressi, e rompi ogni giogo. Spezza il tuo pane all'affamato, e accogli nella tua casa i poveri e i senza tetto. Se vedi un nudo vestilo, senza trascurare quelli della tua stirpe [58, 2-7]. E dopo quattro versi: Se toglierai di mezzo a te le catene e cesserai di puntare il dito e di proferire parole insulse, se aprirai il cuore all'affamato e riempirai [di beni] chi nell'afflizione, sorger nelle tenebre la tua luce e le tue tenebre brilleranno come il meriggio. Il Signore ti dar riposo per sempre [58, 9-11]. 208. [Isa 65]. Dopo molte frasi: Il popolo mi provoca all'ira sempre e in maniera sfacciata: immolano vittime nei recinti e sacrificano sopra i tetti, abitano nei sepolcri e dormono nei templi degli idoli [65, 3-4]. E dopo due versi: Essi dicono: " Allontanati da me e non avvicinarti perch sei immondo ". Costoro saranno ridotti in fumo dalla mia collera, in fuoco che arde tutto il giorno. Ecco, dinanzi a me scritto: Non tacer ma li ripagher, riverser addosso a voi le vostre iniquit e le iniquit dei vostri padri, tutte insieme, dice il Signore. Coloro che sacrificavano sulle alture e sui colli, mi hanno offeso e io li ripagher prontamente riversando sul loro seno il castigo delle loro opere [65, 5-7]. E dopo dieci versi, dice: Voi avete abbandonato il Signore, vi siete dimenticati del mio santo monte, preparate una mensa per la fortuna e brindate sopra di essa. Per questo io vi conter fra quelli che muoiono di spada e tutti perirete nella strage. Questo perch io vi ho chiamati e voi non mi avete risposto; vi ho parlato e voi non ci avete fatto caso ma avete seguitato a compiere il male dinanzi a me, e avete scelto ci che io non gradisco [65, 11-12]. 209. [Isa 66]. Cos dice il Signore: Il cielo il mio trono e la terra lo sgabello dei miei piedi. Qual dunque la casa che mi edificherete? Quale il luogo dove risieder? Tutte queste cose le ha fatte la mia mano e tutte sono state [da me] create, dice il Signore. A chi dunque volger lo sguardo? Al povero, a chi ha lo spirito contrito e teme la mia parola [66, 1-2]. E dopo sette versi: Io sceglier [d'inviare loro] le sventure che hanno immaginato e riverser su di loro ci che temevano. Io li ho chiamati ma nessuno mi ha risposto; ho parlato ma non mi hanno ascoltato, e hanno fatto ci che male ai miei occhi e hanno preferito quel che a me non piace. Ora ascoltate la legge del Signore, voi che temete la sua parola. I vostri fratelli che vi portavano odio e vi scacciavano a causa del mio nome, vi dicevano: " Date pure gloria al Signore, e noi vedremo la vostra contentezza "; ma essi saranno confusi [66, 4-5]. DAL LIBRO DI GEREMIA 210. [Ier 2]. Ascoltate le parole del Signore, o casa di Giacobbe e voi tutte, famiglie della casa d'Israele. Cos dice il Signore. Quale colpa hanno trovato in me i vostri padri per allontanarsi da me e camminare dietro di vani, diventando vani loro stessi? [2, 4-5]. Dopo dieci versi: Avete reso un abominio la mia eredit, e i sacerdoti non si sono chiesti: Dov' il Signore? I depositari della legge non mi hanno riconosciuto, e i pastori mi si sono ribellati; i profeti hanno profetato in nome di Baal e hanno seguito gli idoli [2, 7-8]. E dopo un po': Dimentica forse una vergine il suo ornamento, una sposa la sua cintura? Viceversa il mio popolo si dimenticato di me per innumerevoli giorni. Con quale risultato cerchi di dimostrare che buona la tua via, volendo con ci acquistarti il mio amore? Tu hai perfino insegnato [agli altri] la malizia delle tue vie, e nelle frange del tuo vestito si trovato il sangue dei poveri e degli innocenti. Non li ho trovati nelle fosse ma in tutti i luoghi che sopra ho ricordato. Tu hai detto: Io non ho peccato, io sono innocente, per cui la tua collera deve allontanarsi da me. " Ecco, io ti chiamer in giudizio avendo tu detto: Non ho peccato ". Quanto sei diventata spregevole, ripetendo i tuoi errori! Ebbene, tu sarai vilipesa anche dall'Egitto come lo sei stata dall'Assiria. Infatti anche da questa [regione] tornerai con le mani sulla testa, perch il Signore ha annientato coloro in cui riponevi la tua fiducia [2, 32-37]. 211. [Ier 3]. Dopo un po': Convertitevi, figli, e tornate [a me], dice il Signore, poich io sono il vostro sposo [3, 14]. 212. [Ier 4]. Dopo un po': Se vuoi ravvederti, o Israele, ritorna, dice il Signore, ritorna a me. Se toglierai dal mio sguardo i tuoi scandali, non sarai pi turbato. Tu giurerai con verit, rettitudine e giustizia, dicendo: " Viva il Signore! ". Lui benediranno e loderanno le genti [4, 1-2]. E dopo un po': Il mio popolo, stolto com', non mi ha conosciuto. Sono gente stupida e insensata: sono abili nel commettere il male ma incapaci di compiere il bene [4, 22]. 213. [Ier 5]. Dopo trenta versi: Percorrete le vie di Gerusalemme, guardate e fate attenzione. Cercate nelle sue piazze per vedere se sia possibile trovarvi una mano che agisca con giustizia e desideri la fedelt; e io gli user misericordia. Anche se dicono: " Per la vita del Signore ", questo giuramento anch'esso falso. Signore, i tuoi occhi guardano alla fedelt: li hai castigati ma essi non si sono dispiaciuti; li hai prostrati ma essi hanno rifiutato la correzione; hanno indurito la loro faccia peggio della pietra: non sono voluti tornare indietro. Io dicevo fra me: Forse si tratta di gente povera e ignorante; e per questo non riescono a comprendere la via del Signore, il giudizio del loro Dio. Mi recher pertanto dai notabili del paese e parler a loro, poich essi certamente conoscono la via del Signore, il giudizio del loro Dio. Ma ecco che costoro all'unanimit, peggio degli altri, hanno spezzato il giogo e troncato i legami [5, 1- 5]. E dopo sei versi: I tuoi figli mi hanno abbandonato e giurano in nome di quelli che non sono di. Io li ho saziati ed essi son diventati adulteri: si sono dati alla lussuria in case di prostituzione. Sono diventati cavalli in amore, stalloni sfrenati; ciascuno nitriva dietro la moglie del suo vicino. Ebbene, contro gente siffatta non dovr intervenire? dice il Signore; e la mia mano non si vendicher di tali malfattori? [5, 7-9]. E dopo quaranta versi: Ho posto la sabbia perch fosse argine al mare: un limite perenne che esso non valicher. I suoi flutti si agiteranno ma non riusciranno [ad andare oltre], si gonfieranno ma non riusciranno ad oltrepassarlo. Al contrario il cuore di questo popolo diventato indocile e ribelle. Mi hanno abbandonato e se ne sono andati, e non hanno detto in cuor loro: " Temiamo il Signore nostro Dio " [5, 22-24]. E dopo sette versi dice: Nel mio popolo si sono infiltrati degli empi che tendono insidie come gli uccellatori che sistemano lacci e trappole per catturare gli uomini. Come una gabbia piena di uccelli cos le loro case sono piene di inganni. Si sono ingranditi e dilatati; si sono ingrassati e impinguati, trasgredendo in maniera invereconda i miei ordini. Non difendono la causa dell'orfano e non giudicano il diritto del povero. Forse che non dovr intervenire contro costoro?, dice il Signore. O contro gente di questa sorta non dovr vendicarsi la mia mano? Cose inaudite e impensabili sono accadute nel paese: i profeti predicevano menzogne e i sacerdoti battevano loro le mani, e il mio popolo di ci si compiaceva. Cosa dunque accadr quando arriver la fine? [5, 26-31]. 214. [Ier 6]. Dopo trenta versi: A chi parler e con chi disputer in modo che mi ascolti? Ecco, sono incirconcisi i loro orecchi e quindi essi sono incapaci di udire; ecco, la parola del Signore diventata oggetto di scherno ed essi non la recepiscono [6, 10]. 215. [Ier 7]. Dopo un po': Ascoltate la parola del Signore, o voi tutti abitanti di Giuda, che attraversate queste porte per andare ad adorare il Signore. Cos dice il Signore degli eserciti, il Dio di Israele: Raddrizzate le vostre vie; siano buoni i vostri propositi, e io abiter in mezzo a voi in questo luogo. Non confidate in parole menzognere dicendo: Il tempio del Signore, il tempio del Signore, il tempio del Signore questo. Voi dovrete indirizzare al bene le vostre vie e i vostri progetti; dovete giudicare con giustizia fra una persona e l'altra; non dovete opprimere l'orfano e la vedova, non versare sangue innocente in questo luogo, non seguire di stranieri con vostro danno. Se agirete cos, abiter in mezzo a voi in questo luogo, nella terra che ho dato ai padri, da sempre e per sempre. Ecco invece che voi confidate in parole menzognere che non vi arrecheranno alcun vantaggio: rubare, uccidere, commettere adulterio, giurare il falso, offrire libagioni ai Baalim e seguire divinit straniere che non avevate conosciuto. Dopo questo voi venite e vi presentate a me in questa casa, nella quale invocato il mio nome, dicendo: " Siamo stati liberati proprio perch abbiamo compiuto queste azioni abominevoli ". dunque diventata una spelonca di ladri questa casa nella quale sotto i vostri occhi stato invocato il mio nome? Dice il Signore: Io, io sono, io ho visto. Andate al luogo che mi ero consacrato in Silo, l dove agli inizi abit il mio nome, e vedete come l'ho trattata per la malvagit del mio popolo Israele. E ora, dice il Signore, perch avete compiute tutte queste [cattive] azioni, e io vi ho parlato, mi sono levato di buon mattino per parlarvi e voi non mi avete ascoltato; vi ho chiamato e voi non mi avete risposto, ecco io far quel che ho fatto a Silo anche a questa casa, nella quale invocato il mio nome e nella quale voi riponete la vostra fiducia; a questo luogo che ho dato ai vostri padri. Vi allontaner dalla mia presenza come ho rigettato tutti i vostri fratelli, l'intera stirpe di Efraim. Tu pertanto non pregare per questo popolo, non incaricarti di elevare lodi o preci e non insistere presso di me, perch non ti esaudir. Non vedi cosa fanno costoro nelle citt di Giuda e nelle piazze di Gerusalemme? I figli raccolgono la legna e i padri accendono il fuoco mentre le donne spalmano il grasso per preparare focacce alla regina del cielo. Essi offrono libagioni agli di stranieri, provocando la mia collera. Ma questo soltanto un provocare me all'ira?, dice il Signore, o non piuttosto un danno che arrecano a se stessi, per la confusione del loro volto? [7, 2-19]. 216. [Ier 8]. Dopo un po': Forse che l'uomo, quando cade, non si rialza? E chi si allontana forse non ritorna? Perch dunque questo popolo in Gerusalemme si allontanato con animo ribelle? Si sono dati alla menzogna e non sono voluti tornare indietro. Io ho atteso e ascoltato: nessuno parla in bene, nessuno si pente del proprio peccato e dice: Cosa mai ho fatto! [8, 4-6]. E dopo nove versi: Come potete dire: Noi siamo saggi e abbiamo con noi la legge del Signore? Veramente una menzogna ha scritto lo stilo mentitore degli scribi. I saggi sono stati confusi, atterriti e presi al laccio. Hanno infatti buttato via la parola del Signore e in essi non c' pi alcuna sapienza [8, 8-9]. 217. [Ier 9]. Dopo un po': Chi mi dar nel deserto un rifugio da viandante, e io abbandoner il mio popolo e mi allontaner da loro? Sono infatti tutti adlteri: una congrega di malfattori. Hanno teso la loro lingua come un arco per dire menzogne e non la verit; si sono rafforzati nel paese passando da un delitto a un altro, ma non hanno conosciuto me, dice il Signore. Ognuno si guardi dal suo vicino e non si fidi del suo fratello, perch ogni fratello imbroglia e inganna, e ogni amico procede per vie fraudolente, e ognuno irride il suo fratello e non dice la verit. Hanno infatti abituato la loro lingua a parlare con doppiezza e si sono dati da fare per compiere l'iniquit. La tua abitazione immersa negli inganni e nell'inganno ricusano di conoscere me, dice il Signore. Pertanto, dice il Signore Dio degli eserciti: Ecco, io li fonder e li sagger. E in realt cos'altro potrei fare di fronte alla figlia del mio popolo? La loro lingua una freccia che ferisce: nella loro bocca ha proferito inganni. Essa parla di pace con l'amico e sotto sotto gli tende insidie. Non dovr intervenire in tutte queste cose? dice il Signore; ovvero di una gente simile non dovr vendicarsi la mia anima? [9, 2-9]. E dopo un po': Cos dice il Signore: Non si glori il sapiente per la sua sapienza, n il forte per la sua forza, n il ricco per le sue ricchezze; ma chi vuole gloriarsi si glori di questo: di conoscere me e aver familiarit con me, poich io sono il Signore che agisce con misericordia, retto giudizio e giustizia sulla terra. Queste sono le cose di cui mi compiaccio, dice il Signore [9, 23-24]. 218. [Ier 10]. Dopo sedici versi: Cos dice il Signore: Non imparate [ad andare per] le vie dei gentili e non temete i segni celesti che temono i gentili, poich la vita dei popoli ha come legge la vanit. Infatti ecco la mano di un lavoratore si mette all'opera e taglia dal bosco un pezzo di legno servendosi di un'ascia; lo ricopre d'oro e d'argento, con chiodi e martellate lo stringe in modo che non si spezzi. Questi idoli somigliano a uno spaventapasseri: non parlano, si muovono solo se qualcuno li porta, perch da soli sono incapaci di camminare. Non temeteli dunque, poich non vi possono fare n del male n del bene. Non sono simili a te, Signore! Tu sei grande, e grande per la potenza il tuo nome. Chi non avr timore di te, o Re delle genti? Tuo infatti lo splendore, pi che non quello di tutti i sapienti delle nazioni: in tutti i loro regni non c' nessuno che somigli a te. E noi possiamo dimostrare che essi sono nello stesso tempo stupidi e vani: prova della loro vanit il legno [che adorano]. Si reca da Tarsis argento battuto e da Ofaz viene l'oro; segue il lavoro dell'artefice e l'abilit della mano dell'orefice. Scarlatto e porpora sono il loro manto, ma tutto opera di artigiani. Il Signore al contrario un vero Dio: il Dio vivente e il Re eterno. Di fronte alla sua ira si scuote la terra e i popoli non reggono alla sua minaccia. Voi dunque direte loro cos: Gli di che non hanno creato il cielo e la terra scompaiano dalla faccia della terra e da ogni luogo che esiste sotto la volta del cielo [10, 2-11]. 219. [Ier 17]. Dopo un po': Cos dice il Signore: Maledetto l'uomo che confida nell'uomo e ripone il suo sostegno in esseri di carne, mentre il suo cuore abbandona il Signore. Egli sar come un tamarisco nella steppa: quando viene il bene non lo vede ma abiter in terra arida, nel deserto, terra salmastra e non abitabile. Benedetto l'uomo che confida nel Signore, e il Signore la sua speranza. Sar come un albero piantato presso le acque, che protende le sue radici verso il bagnato: quando vengono i grandi calori non teme; le sue foglie saranno sempre verdeggianti. Durante la siccit non avr problemi, non cesser mai di produrre frutti [17, 5-8]. 220. [Ier 22]. Un po' avanti: Cos dice il Signore: Praticate il [retto] giudizio e la giustizia; liberate dalla mano del violento chi oppresso dalla prepotenza. Non rattristate il forestiero n l'orfano n la vedova, e non opprimeteli ingiustamente. E non spargete sangue innocente in questo luogo [22, 3]. 221. [Ier 23]. Dopo un po': Dice il Signore: Guai ai pastori che disperdono e fanno perire il gregge del mio pascolo! Pertanto cos parla il Signore Dio d'Israele ai pastori che pascolano il mio popolo: Voi avete disperso il mio gregge, l'avete cacciato [dall'ovile] e non lo avete visitato. Orbene, dice il Signore, ecco io vi visiter riversando su di voi la malizia dei vostri intendimenti [23, 1-2]. E similmente dopo un po': Cos dice il Signore degli eserciti: Non ascoltate le parole dei profeti che profetizzano per ingannarvi. Vi parlano delle visioni del loro cuore e non di quanto detto dal Signore. A coloro che mi bestemmiano essi dicono: Il Signore ha detto che ci sar pace, e a tutti coloro che seguono la perversit del proprio cuore dicono: Non verr su di voi alcuna disgrazia. Chi infatti stato mai presente quando il Signore prende le sue decisioni? [23, 16-18]. E dopo undici versi: Io non inviavo quei profeti ma loro correvano [ugualmente dal mio popolo]; senza che io parlassi loro, essi si mettevano a profetare. Se fossero stati presenti l dove io prendo le mie decisioni essi avrebbero comunicato al mio popolo le mie parole, e io li avrei senz'altro fatti allontanare dalla loro via perversa e dalle loro pessime macchinazioni [23, 21-22]. E dopo quattro versi: Ho udito ci che vanno dicendo i profeti che, pur in nome mio, profetizzano menzogne e dicono: Ho avuto un sogno, s, proprio un sogno. Fino a quando ci saranno cose come queste nel cuore dei profeti, che predicono menzogne e annunziano le bizzarrie del loro cuore? Essi vogliono che il mio popolo si dimentichi del mio nome dando invece ascolto a ci che essi sognano in cuor loro e che poi ciascuno racconta al suo vicino. Allo stesso modo i loro padri avevano dimenticato il mio nome per seguire Baal. Il profeta che ha un sogno racconti pure il suo sogno; quello invece che possiede la mia parola racconti con verit la mia parola. Cos'ha in comune la paglia col chicco di frumento?, dice il Signore. Non sono forse le mie parole, dice il Signore, come un fuoco o come un maglio che frantuma la pietra? Pertanto, dice il Signore, ecco io mi volgo contro i profeti che si rubano l'un l'altro le mie parole. Ecco, dice il Signore, io mi rivolgo contro i profeti che muovono la loro propria lingua e affermano: Questo dice il Signore. Dice inoltre il Signore: Ecco, io mi rivolgo contro i profeti che sognano cose false e le raccontano al mio popolo per traviarlo con le loro menzogne e le loro gesta mirabolanti, mentre io non li ho inviati n ho dato loro alcun incarico. Essi non arrecano al popolo nessuna utilit, dice il Signore [23, 25-32]. 222. [Ier 25]. Dopo un po': Il Signore ha mandato a voi tutti i suoi servi, i profeti. Si alzava di buon mattino e ve li mandava, ma voi non li avete ascoltati n avete prto l'orecchio per ascoltarli. Egli vi diceva: Ognuno di voi abbandoni il suo cammino, che cattivo, e si ravveda dei propri pensieri, che sono pessimi; e abiterete nel paese che il Signore ha dato a voi e ai vostri padri da sempre e per sempre. Non seguite gli di stranieri; non prestate loro culto e non adorateli. Non provocate la mia indignazione con le opere delle vostre mani e io non vi mander afflizioni. Voi per non mi avete ascoltato, dice il Signore [25, 4-7]. 223. [Ier 48]. Dopo un po': Maledetto chi compie l'opera del Signore con imbrogli [48, 10]. 224. [Thren 3]. Dopo un po': Buono il Signore con chi spera in lui, con l'anima che lo cerca. bene attendere in silenzio la salvezza del Signore. Buon per l'uomo se avr portato il giogo [del Signore] fin dalla sua adolescenza. Seder solitario e far silenzio perch [il Signore] si levato in alto sopra di lui. Porr nella polvere la sua bocca poich forse ci sar speranza. Presenter la guancia a chi lo percuote, sar saziato di scherni, ma il Signore non lo rigetta per sempre [3, 25-32]. DAL LIBRO DI EZECHIELE 225. [Ez 3]. Passati sette giorni fu rivolta a me la parola del Signore. Egli mi disse: Figlio dell'uomo, ti ho posto come sentinella per la casa d'Israele: ascolterai dalla mia bocca la parola e l'annunzierai loro da parte mia. Ecco, io dico all'empio: Tu morirai. Se tu non glielo riferirai n gliene parlerai, in modo che si ravveda della sua condotta malvagia e viva, l'empio morr nella sua iniquit ma del suo sangue io chieder conto a te. Se invece tu riferirai all'empio [la mia parola] e lui non si convertir dalla sua empiet e dalla sua condotta malvagia, egli certo morr nella sua colpa ma tu avrai posto in salvo la tua anima. Cos se il giusto, abbandonando la giustizia, si sar messo a compiere l'iniquit. Io porr un sasso d'inciampo davanti a lui ed egli morir perch tu non lo hai avvertito. Egli morir nel suo peccato n ci sar ricordo delle opere di giustizia da lui compiute prima, ma del suo sangue io chieder conto a te. Se tu invece andrai dal giusto e gli annunzierai di non peccare, ed effettivamente egli non peccher, egli avr assicurata la vita perch tu l'hai avvertito, e tu avrai salvato la tua anima [3, 16-21]. 226. [Ez 9]. Dopo un po': Il Signore disse a lui: Attraversa la citt, Gerusalemme, e segna un T sulla fronte degli uomini che gemono e si rattristano per tutti gli abomini che si compiono nella citt. E disse ancora in modo che potessi udire anch'io: Attraversate la citt al seguito di lui e uccidete. Il vostro sguardo non risparmi nessuno e non abbiate compassione di nessuno. Uccidete fino allo sterminio i vecchi e i giovani, le vergini, i bambini e le donne. Non uccidete per nessuno nel quale troverete segnato il T. Cominciate dal mio santuario [9, 4-6]. 227. [Ez 13]. Dopo un po': Con le vostre menzogne avete fatto soffrire il cuore del giusto, mentre io non volevo rattristarlo, e avete rafforzato la mano dell'empio, impedendo che recedesse dalla sua cattiva condotta e ottenesse la vita [13, 22]. 228. [Ez 16]. Dopo un po': Questa fu la grossa colpa di Sodoma, tua sorella: la superbia. Essa e le sue figlie avevano pane a saziet, abbondanza [di ogni bene] e tranquillit, ma non stendevano la mano al povero e all'indigente. Montarono in superbia e commisero delitti abominevoli alla mia presenza, ed io le ho fatte scomparire, come tu hai veduto [16, 49-50]. 229. [Ez 18]. Dopo un po': Ecco l'uomo giusto, che agisce con retto giudizio e secondo giustizia. Egli non prende pasti [sacri] sulle alture e non innalza gli occhi agli idoli della casa d'Israele. Non approfitta della moglie del suo vicino e non si unisce a donna nel suo ciclo mensile. Non fa soffrire nessuno, rende il pegno al debitore e non deruba nessuno usando violenza; d del suo pane all'affamato e veste il nudo; non presta denaro con usura, riscuotendo pi di quanto aveva dato. Tiene la sua mano lontana dal delitto, pratica il giusto giudizio tra persona e persona, cammina secondo le mie leggi, e pratica i miei precetti e si comporta secondo verit. Costui [veramente] giusto: egli senza dubbio conseguir la vita, dice il Signore Dio. Ma ecco che costui genera un figlio scellerate, che sparge sangue; fa l'una o l'altra delle cattive azioni sopra elencato e non pratica nessuna di queste norme. Egli banchetta sulle alture, disonora la moglie del suo vicino, rattrista il povero e il bisognoso, commette rapine e non restituisce il pegno; solleva lo sguardo agli idoli e commette azioni abominevoli; presta con usura e riscuote pi di quanto aveva dato. Potr vivere costui? Certo non vivr. Avendo commesso tutte queste azioni detestabili, in nessuna maniera sfuggir alla morte: il suo sangue ricadr su di lui. Ecco per che costui genera un figlio il quale, vedendo tutti i peccati commessi da suo padre, preso da timore non commette nulla di simile. Non banchetta sulle alture e non rivolge gli occhi agli idoli della casa d'Israele. Non si approfitta della moglie del suo vicino n rattrista il suo simile; non si trattiene il pegno e non commette rapine. D il suo pane all'affamato e copre di vesti il nudo; tiene lontano la sua mano dal far torti al povero; non prende nulla con usura e per voglia smodata di possesso; mette in pratica i miei decreti e cammina nelle mie vie. Ebbene, questo tale non morir per le colpe di suo padre, ma senz'altro vivr, sebbene suo padre, avendo denigrato e oppresso il suo fratello, avendo operato il male in seno al suo popolo, sia morto per la sua colpevolezza. Ma voi dite: Perch mai il figlio non deve portare le colpe del padre? Ecco, quel figlio ha agito con [retto] giudizio e secondo giustizia, ha osservato e messo in pratica tutti i miei comandamenti. Ebbene, egli certamente vivr. La persona che pecca, e non altri, deve morire. Il figlio non sar gravato delle colpe del padre, n il padre delle colpe del figlio. Sopra il giusto star la giustizia da lui praticata, sopra l'empio la sua empiet. Se poi l'empio fa penitenza di tutti i peccati commessi e metter in pratica tutti i miei precetti e operer secondo il giudizio e la giustizia, certo vivr e non morr. Io non mi ricorder di tutte le colpe da lui commesse: vivr nella giustizia che ha praticato. Desidero forse io la morte dell'empio, dice il Signore Dio, o non piuttosto che si converta dalla sua condotta e viva? Se al contrario il giusto abbandoner la sua giustizia e compir azioni inique secondo tutto ci che di abominevole suole commettere l'empio, potr forse vivere? Tutte le opere giuste da lui compiute non saranno ricordate: nella prevaricazione con cui ha prevaricato e nel peccato che ha commesso, in essi morir. Ma voi avete detto: Non giusto il comportamento del Signore. Ebbene, ascoltami, o casa d'Israele! Non dunque giusto il mio agire o non forse il vostro ad essere distorto? Se il giusto abbandona la giustizia e commette l'iniquit, morir in essa: morir nell'ingiustizia che ha commessa. E se l'empio si sar allontanato dalla sua empiet e avr agito con [retto] giudizio e con giustizia, egli far vivere la sua anima. Ha riflettuto e si allontanato da tutte le iniquit che aveva commesse: egli pertanto vivr, non morr. Dicono al riguardo i figli d'Israele: Non giusto il comportamento del Signore. Casa d'Israele, sono davvero le mie vie che non sono giuste o non piuttosto sono le vostre ad essere errate? In effetti io giudicher ciascuno secondo il suo comportamento, o casa d'Israele, dice il Signore Dio. Convertitevi e pentitevi di tutte le vostre iniquit, e l'iniquit non vi sar causa di rovina. Gettate lontano da voi tutte le vostre prevaricazioni, quelle che avete commesse, e fate nuovo il vostro cuore e il vostro spirito. Perch volete morire, o casa d'Israele? Io non voglio la morte di colui che muore, dice il Signore Dio. Convertitevi e vivrete! [18, 5-32]. 230. [Ez 22]. Dopo un po': Ecco, i capi d'Israele sono stati in mezzo a te per versare il sangue, ciascuno secondo il potere del proprio braccio. Hanno ingiuriato il padre e la madre, hanno oppresso il forestiero che abitava in te, hanno fatto soffrire l'orfano e la vedova. Avete disprezzato i miei santuari e disonorato i miei sabati. Vi sono in te dei calunniatori che procurano spargimenti di sangue. Hanno banchettato sulle alture e hanno commesso delle scelleratezze nella tua terra; hanno scoperto le vergogne del padre e hanno oppresso la donna nell'impurit del suo ciclo. Molti hanno commesso atti abominevoli con la moglie del suo vicino, e anche il suocero ha disonorato scelleratamente la nuora, come pure il fratello ha violentato la sorella, figlia dello stesso padre. In te si accettano regalie per spargere il sangue. Tu prendi interessi spropositati, da usuraio, e a causa della tua avarizia opprimi il tuo prossimo, dimenticandoti anche di me, dice il Signore Dio [22, 6- 12]. E dopo poco: E mi fu nota la parola del Signore che mi diceva: Figlio dell'uomo, dille: Tu sei una terra impura, non bagnata da pioggia nel giorno della [mia] collera. In essa vi una congrega di profeti i quali, come leone ruggente che conquista la preda, hanno divorato le anime e si sono impadroniti dei loro averi e della loro ricchezza, accrescendo in te il numero delle vedove. I suoi sacerdoti hanno disprezzato la mia legge e hanno profanato i miei santuari; non hanno fatto alcuna differenza tra sacro e profano e non riescono pi a distinguere ci che contaminato e immondo [22, 23-26]. E dopo due versi: I capi sono in essa come dei lupi che addentano la preda: spargono sangue e rovinano le anime cercando avidamente [di accrescere] i loro guadagni. I suoi profeti li mascherano con vernice senza colla: vedono visioni irreali, prevedono cose false e dicono: Cos dice il Signore Dio, mentre il Signore non ha detto niente. La gente minuta si d alla calunnia, commette rapine e violenze; fa soffrire il povero e il misero ed opprime il forestiero con calunnie senza retto giudizio. Ed ecco io ho cercato fra loro un uomo che costruisse una siepe e si ergesse di fronte a me a favore del paese, in modo che non lo sterminassi, ma non l'ho trovato. Allora ho riversato su di loro la mia indignazione e li ho consumati col fuoco della mia ira. Ho fatto ricadere sul loro capo il male della loro condotta, dice il Signore Dio [22, 27-31]. 231. [Ez 33]. Dopo un po': Mi fu rivolta la parola del Signore, che mi disse: Figlio dell'uomo, parla ai figli del tuo popolo e di' loro: Metti il caso che io voglia estendere la guerra fino a un certo paese. Allora il popolo di quel paese prender uno dei suoi uomini, magari fra gli ultimi, e lo porr a fare da sentinella. Se questi vede arrivare un esercito nel paese, suoner la tromba e avviser il popolo. Chi ode il suono della tromba e non si mette al riparo, ecco, arriver la spada [del nemico] e lo uccider: il suo sangue ricadr su di lui. Ha udito il suono della tromba e non corso a ripararsi: il suo sangue ricadr su di lui, mentre, se si metter al riparo, si salver. Se viceversa la sentinella vede arrivare il nemico e non d fiato alla tromba e quindi il popolo non si mette al riparo, ecco arriva la spada [del nemico] e toglie la vita agli abitanti del paese. Veramente il popolo preso a causa della sua iniquit, ma io chieder conto del suo sangue alla sentinella. E quanto a te, figlio dell'uomo, ecco io ti ho posto come sentinella per la casa d'Israele. Dalla mia bocca ascolterai la parola e la riferirai loro in nome mio. Se io dico all'empio: " O empio, tu vai incontro alla morte " e tu non parlerai all'empio perch si ritragga dalla sua via, l'empio morir, vero, per la sua iniquit, ma del suo sangue io chieder conto a te. Se, al contrario, tu dichiarerai all'empio che deve convertirsi dalla sua condotta ma lui non si converte, lui morir nella sua iniquit ma tu avrai salvato la tua anima. Figlio dell'uomo, di' alla casa d'Israele: Voi avete detto: Le nostre iniquit e i nostri peccati sono ricaduti su di noi e noi veniamo meno; come potremo vivere? Di' loro: Com' vero che io vivo, dice il Signore Dio, io non voglio la morte dell'empio ma che si converta dalla sua cattiva condotta e viva. Convertitevi dunque dalle vostre pessime consuetudini! Perch volete morire, o casa d'Israele? Di' ancora ai figli del tuo popolo, o figlio dell'uomo: La giustizia del giusto non lo salver se egli si mette a peccare; e l'empiet non nuocer all'empio se egli si converte dalla sua empiet. Parimenti il giusto non potr vivere per la sua [antecedente] giustizia se in seguito si dar al peccato. Per quanto io abbia potuto dire al giusto che avr la vita, se egli confidando nella sua giustizia si dar a commettere l'iniquit, tutte le sue opere di giustizia saranno dimenticate ed egli morir nell'iniquit che ha commesso. Se al contrario dir all'empio: " Senza dubbio morrai " e lui fa penitenza dei suoi peccati e agisce secondo rettitudine e giustizia: restituisce il pegno e tutto ci che aveva rapito, cammina nei precetti della vita e non commette nulla d'ingiusto, egli certamente vivr e non morr. Non gli sar imputato nessuno dei peccati commessi. Ha operato con [retto] giudizio e con giustizia: certamente vivr. Dissero al riguardo i figli del mio popolo: Non procede con giustizia il Signore nelle sue vie. Invece la loro via che ingiusta. Se infatti il giusto recede dalla sua giustizia e commette azioni delittuose, morir in queste. E se l'empio recede dalla sua empiet e agisce secondo rettitudine e giustizia, vivr in queste. Ma voi dite: " Non retta la via del Signore ". Tuttavia io giudicher ciascuno secondo le sue vie. Lo dico di voi, casa d'Israele [33, 1-20]. E dopo quarantanove versi: E tu, figlio dell'uomo: ecco, i figli del tuo popolo parlano di te presso le mura e sulle porte delle case e si dicono l'un l'altro, il vicino dice al vicino: " Venite, ascoltiamo quale annunzio ci viene dal Signore ". E vengono da te come una folla che voglia entrare: il mio popolo si siede davanti a te e ascoltano le tue parole ma senza metterle in pratica, anzi sulla loro bocca le cambiano in canzoni e il loro cuore va appresso alla loro avarizia. Sei per loro come un canto melodioso, cantato con accompagnamento delicato e dolce: essi ascolteranno le tue parole ma non le praticheranno. Ma quando verr ci che stato loro predetto (poich eccolo effettivamente arrivare) allora si accorgeranno che c'era un profeta in mezzo a loro [33, 30-33]. 232. [Ez 34]. Mi fu rivolta la parola dal Signore, che diceva: Figlio dell'uomo, profetizza sui pastori d'Israele; profetizza e di' ai pastori: Cos dice il Signore Dio: Guai ai pastori d'Israele, che hanno pasciuto se stessi. Non forse il gregge che viene condotto al pascolo dai pastori? Voi invece vi siete nutriti di latte e coperti di lana e avete ucciso le pecore grasse e il mio gregge non l'avete pascolato. Non avete rafforzato ci che era debole, non avete curato ci che era ammalato, non avete fasciato ci che era spezzato; ci che era sbandato non l'avete portato all'ovile, ci che si era perduto non lo avete ricercato ma l'avete minacciato trattandolo con severit e prepotenza. E le mie pecore si sono disperse per mancanza di pastori; sono diventate pasto di tutte le bestie feroci e si sono disperse. I miei greggi vagano su tutti i monti e su tutti i colli elevati; i miei greggi si sono dispersi su tutta la faccia della terra e non c'era nessuno che li ricercasse. Non v'era nessuno, ripeto, che andasse a ricercarli. Pertanto udite, pastori, la parola del Signore. Dice il Signore Dio: Com' vero che io vivo, siccome i miei greggi sono diventati oggetto di rapina e le mie pecore sono state divorate da ogni sorta di bestie feroci e questo perch non c'era chi le pascesse (i pastori infatti non si curavano del mio gregge; pascevano se stessi e non i miei greggi), per questo udite, o pastori, la parola del Signore. Questo dice il Signore Dio: Ecco, io mi volger contro i pastori e chieder loro conto del mio gregge. Li far smettere di pascolare il gregge, per cui non potranno pi pascere se stessi. Liberer il mio gregge dalle loro fauci e non sar pi loro pasto [34, 1-10]. E dopo trentaquattro versi: Quanto a voi, mio gregge, cos dice il Signore Dio: Ecco io giudico fra pecora e pecora, fra montone e ariete. Non era dunque sufficiente per voi pascolare in un buon pascolo? Voi, per di pi avete calpestato con i vostri piedi quanto restava del vostro pascolo; e mentre voi bevevate acqua purissima, intorbidavate l'altra con i vostri piedi, e le mie pecore dovevano mangiare dell'erba calpestata dai vostri piedi e bere l'acqua intorbidata dai vostri piedi. Per questo dice loro il Signore Dio: Ecco, io giudico tra pecora grassa e pecora magra, perch voi le mettevate allo stretto con i fianchi e il dorso, e con le vostre corna disperdevate tutte le pecore deboli fino ad allontanarle [dall'ovile] [34, 17-21]. 233. [Ez 45]. Dopo un po': Questo dice il Signore Dio: Vi basti cos, o capi d'Israele! Smettetela con l'iniquit e le rapine; operate secondo diritto e giustizia, e delimitate i vostri confini da quelli del mio popolo, dice il Signore Dio. Usate una bilancia giusta, un efa giusto e un bat giusto [45, 9-10]. Abbiamo fin qui raccolto quanto proviene dai libri che anche i Giudei ritengono canonici. Non giusto per omettere quei libri che, scritti prima della venuta del Salvatore, non sono recepiti dai Giudei ma solo dalla Chiesa di Cristo. Tra questi ce ne sono due che da molti ricercatori sono detti di Salomone, a motivo credo d'una certa somiglianza di stile, mentre i pi competenti non dubitano di asserire che non appartengono a Salomone. Di quello che si chiama La Sapienza non si riesce a precisare chi ne sia l'autore. Quanto invece all'altro libro, da noi chiamato Ecclesiastico, a coloro che hanno potuto leggerlo per intero risulta che l'abbia scritto un certo Ges, soprannominato " Sirach ". Del Libro della Sapienza ci sembra che rientrano in questa opera i passi seguenti. DAL LIBRO DELLA SAPIENZA 234. [Sap 1]. Amate la giustizia voi, giudici della terra; abbiate buoni pensieri nei riguardi del Signore e cercatelo con cuore semplice. Egli infatti si lascia trovare da chi non lo mette alla prova e si manifesta a coloro che hanno fede in lui. I pensieri dissennati separano da Dio, mentre la virt esperimentata richiama al dovere gli stolti. La sapienza infatti non entra in un'anima assuefatta al male n abita in un corpo schiavo del peccato. Il santo spirito, che ammaestra, scansa l'ipocrisia e si sottrae da chi nutre pensieri insensati: viene impedito dal sopraggiungere dell'iniquit. Lo spirito della sapienza benigno ma non libera il bestemmiatore dalle [parole delle] sue labbra, poich Dio testimone dei suoi sentimenti, scruta con verit il suo cuore e ascolta [quanto dice] la sua lingua. Lo Spirito del Signore infatti riempie l'universo e poich tutto abbraccia ha conoscenza di ogni parola. Per questo chi proferisce parole inique non pu rimanere nascosto n la giustizia vendicatrice lo risparmier. Si far un'indagine sui pensieri dell'empio e il suono dei suoi discorsi giunger all'orecchio del Signore, affinch sia castigata la sua iniquit. Un orecchio geloso ode tutto n gli rester nascosto il rumore della mormorazione. Guardatevi pertanto dalle mormorazioni, che sono inutili, e trattenete la lingua dalla maldicenza, poich nemmeno una parola segreta andr in vano. La bocca che proferisce menzogne uccide l'anima [1, 1-11]. 235. [Sap 3]. Dopo un po': Quanti confidano in lui comprenderanno la verit e i [suoi] fedeli abiteranno accanto a lui nell'amore, perch la grazia e la pace sono riservate ai suoi eletti. Gli empi, al contrario, avendo trascurato la giustizia e abbandonato il Signore, avranno il castigo secondo quel che hanno progettato. Chi infatti disprezza la sapienza e la correzione un uomo infelice [3, 9-11]. E dopo sei versi: Sar infatti beata la sterile e colei che non si contaminata con i godimenti peccaminosi del letto matrimoniale: ne riporter vantaggi nel giorno della ricompensa delle anime. Cos l'eunuco che non ha commesso iniquit con le sue mani e nella sua mente non ha concepito pensieri irrispettosi contro il Signore [3, 13-14]. 236. [Sap 6]. Dopo un po': Ascoltate dunque, o re, e comprendete! Apprendete la giustizia, o giudici dei confini della terra. Porgete l'orecchio voi che tenete in mano la moltitudine e vi compiacete per il gran numero delle nazioni. Il potere stato a voi accordato dal Signore; la vostra sovranit [deriva] dall'Altissimo, che esaminer le vostre opere e scandaglier i vostri pensieri. Essendo amministratori del suo regno, non avete giudicato con rettitudine e non avete rispettato le norme della giustizia, n avete camminato secondo la volont di Dio. Egli vi si manifester in maniera terribile e non tarder, poich un giudizio oltremodo severo attende coloro che comandano. E se al piccolo si usa misericordia, i potenti subiranno tormenti atroci. Il Signore infatti non risparmia la personalit di alcuno n riverisce la grandezza di nessuno. Egli ha creato il piccolo e il grande e ha pari cura di tutti e due; ma sui pi altolocati incombe un tormento pi grave. Ora questi miei discorsi sono rivolti a voi, o re cattivi, affinch apprendiate la saggezza e non andiate fuori strada. Infatti coloro che praticano la giustizia vivendo da giusti saranno giustificati e coloro che imparano queste norme sapranno cosa rispondere [al giudice]. Desiderate dunque le mie parole e amatele: ne otterrete istruzione. La sapienza infatti lucente e inalterabile: si lascia facilmente vedere da coloro che l'amano; la troveranno [facilmente] quelli che la cercano. Precede quanti la bramano lasciandosi vedere per prima. Chi dall'alba veglia in sua attesa non dovr stancarsi: la trover seduta alla sua porta. Pensare assiduamente a lei saggezza consumata: chi veglia per lei sar presto esentato da ogni preoccupazione. Essa va in giro cercando chi sia degno di lei; durante la via si mostra ad essi con volto ilare, e con ogni sollecitudine va loro incontro. Principio di lei il desiderio sincero della disciplina e la diligenza nell'apprendere deriva dall'amore, il quale poi l'osservanza delle sue leggi. L'osservanza delle leggi garanzia d'incorruttibilit, la quale incorruttibilit ci fa essere vicini a Dio. Il desiderio della sapienza accompagna dunque al regno eterno, per cui se voi, o re delle nazioni, vi dilettate di troni e di scettri, amate la sapienza e regnerete per sempre [6, 2-22]. 237. [Sap 8]. Dopo un po': Se uno ama la giustizia, i suoi sforzi conseguono grandi virt. lei infatti che insegna la sobriet, la prudenza, la giustizia e la fortezza, virt delle quali nessuna cosa pi utile [all'uomo] durante la sua vita [8, 7]. Ora dobbiamo attingere dal libro chiamato l'Ecclesiastico quanto ci sembra rientrare nell'ambito di quest'opera. A proposito di questo libro io riterrei doversi ripetere quanto detto del Libro dei Proverbi; solo che in questo Ecclesiastico ho trovato, pi che non nei Proverbi, materiale necessario alla completezza dell'opera presente. DAL LIBRO DELL'ECCLESIASTICO 238. [Eccli 1]. Il timore del Signore sapienza e religiosit. La religiosit custodisce e rende giusto il cuore: essa procura allegrezza e gioia. Chi teme il Signore avr una buona sorte: sar benedetto nei giorni della fine. Temere Dio pienezza di sapienza; dai suoi frutti deriva questa pienezza [1, 17-20]. E dopo due versi: Corona della sapienza il timore del Signore [1, 22]. E dopo quattro versi: Temere Dio radice di sapienza: i suoi rami sono lunga vita. Nei recessi della sapienza c' l'intelligenza, la scienza e la religiosit; per i peccatori invece la sapienza una cosa detestabile. Il timore del Signore scaccia il peccato; chi privo del timore non pu essere giustificato: la sua collera e il suo sdegno sono la sua rovina. Il sapiente per un po' di tempo sopporta con pazienza; alla fine gli ridonata la gioia. Il benpensante per un certo tempo occulta le sue parole; le labbra di molti elogeranno il suo sentire [1, 25-30]. Se desideri la sapienza osserva la giustizia, e Dio te la conceder. Il timore del Signore sapienza e vita ordinata; a lui piacciono la fedelt e la mitezza. Egli riempir i tuoi scrigni. Non essere indocile di fronte al timore del Signore e non accostarti a lui con doppiezza di cuore. Non essere ipocrita di fronte alla gente, e non lasciarti scandalizzare dalle tue stesse labbra. Bada a tutto ci, se non vuoi cadere e procurarti della confusione. Dio infatti manifester i tuoi segreti: e non succeda che egli ti umili in mezzo all'assemblea, poich tu ti eri avvicinato al Signore con animo perverso e il tuo cuore era pieno di inganno e falsit [1, 33-40]. 239. [Eccli 2]. Figlio, se vuoi accostarti a Dio per servirlo, sta' saldo nel timore e nella giustizia, e preprati a subire la prova: umilia il tuo cuore e sii paziente. Piega il tuo orecchio per accogliere le parole dell'intelligenza e non essere precipitoso nel tempo della provocazione. Accogli con pazienza le dilazioni di Dio, rimani unito a lui e resisti, affinch si prolunghi la tua vita quando sarai giunto agli estremi. Qualunque cosa ti capiti, ricevila: nel dolore sopporta, nell'umiliazione abbi pazienza, poich col fuoco si provano l'oro e l'argento, e cos gli uomini graditi [a Dio] nel braciere dell'umiliazione. Abbi fiducia in Dio, ed egli ti protegger; indirizza [al bene] il tuo cammino e spera in Dio. Conserva il timore di lui e invecchia in esso [2, 1-6]. Voi che temete il Signore attendete con fortezza la sua misericordia e non deviate [da lui] per non cadere. Voi che temete il Signore abbiate fede in lui e non sarete privati della vostra ricompensa. Voi che temete il Signore sperate in lui e con vostro godimento verr a voi la misericordia. Voi che temete Dio amatelo e saranno illuminati i vostri cuori. Guardate, figli, le generazioni dell'umanit e riflettete! Chi sper mai nel Signore e rest confuso? Chi si conserv fedele ai suoi precetti e fu abbandonato? Chi lo invoc e non venne ascoltato? In realt, Dio pietoso e compassionevole, e nel tempo dell'afflizione rimette i peccati a tutti coloro che con sincerit lo ricercano [2, 7-13]. Guai all'uomo dal cuore insincero, alle labbra maligne e alle mani che compiono il male; guai al peccatore che nel paese conduce una doppia vita! Guai a chi ha il cuore malfermo e non ha fede in Dio: egli non da lui protetto. Guai a coloro che si stancano di pazientare, abbandonano le vie diritte e s'incamminano per vie tortuose. Cosa farete quando Dio inizier la sua disamina? Coloro che temono il Signore non sono increduli alla sua parola e coloro che lo amano si mantengono nella sua via. Coloro che temono il Signore cercano quanto a lui gradito, e coloro che lo amano saranno saziati dalla sua legge. Coloro che temono il Signore dispongono [al bene] il loro cuore, e fan s che la loro anima sia santa davanti a lui. Coloro che temono il Signore osservano i suoi comandamenti e pazientano finch non arrivi il suo controllo. Dicono: Se non faremo penitenza cadremo nelle mani di Dio e non in quelle degli uomini. Con lui infatti sempre la misericordia, che pari alla sua grandezza [2, 14-23]. 240. [Eccli 3]. I figli sapienti sono un'assemblea di giusti; loro regime l'obbedienza e la dilezione. Ascoltate, figli diletti, il giudizio del padre e agite di conseguenza se volete essere salvi [3, 1-2]. E dopo due versi: Chi ama Dio implora [perdono] per i peccati e si astiene dal commetterli: egli sar esaudito quando chieder [lunghezza di] giorni. Come chi accumula tesori colui che onora sua madre; chi onora il padre avr gioia dai figli; chi onora il padre godr lunga vita; chi obbedisce al padre d sollievo alla madre. Chi teme Dio porta rispetto ai genitori e come a dei padroni serve a coloro che l'hanno generato. Onora tuo padre con fatti e con parole e con molta pazienza: cos verr su di te la benedizione del Signore [3, 4-10]. E dopo tre versi: Non andare orgoglioso quando tuo padre disonorato [3, 12]. E dopo tre versi: Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia e non contristarlo finch in vita; e anche se perdesse il senno tu sappilo compatire e non disprezzarlo nel vigore delle tue forze [3, 14-15]. E dopo quattro versi: Quanto infame colui che abbandona suo padre! maledetto da Dio chi reca dispiaceri alla madre. Figlio, compi con mitezza il tuo dovere e sarai amato, e la tua gloria superer quella degli [altri] uomini. Quanto pi sei grande tanto pi umliati in tutto, e troverai grazia presso Dio, poich [veramente] grande solo la potenza di Dio: Egli onorato dagli umili. Non aspirare a cose superiori a te e non voler penetrare ci che supera le tue forze; pensa sempre alle cose che Dio ti ha comandato e non sindacare curiosamente le sue svariate opere. Non ti sono infatti necessarie le cose che ti sono state occultate [3, 18-23]. E dopo tre versi: La voglia di curiosare port molti fuori strada e sottopose alla vanit i loro pensieri. Il cuore duro alla fine si trover male e chi ama il pericolo perir in esso. Il cuore che procede con doppiezza non avr successi, e chi perverso di cuore, nei successi trover inciampo. Il cuore cattivo sar gravato di dolori, il peccatore aggiunger peccato a peccato [3, 26-29]. E dopo due versi: Il cuore saggio si riconosce dalla sua sapienza, e l'orecchio ben disposto ascolta la sapienza con grande desiderio. Il cuore saggio e avveduto si tiene lontano dai peccati e progredisce nelle opere di giustizia. L'acqua spegne gli incendi, l'elemosina cancella i peccati; e Dio, che vede dall'alto colui che elargisce favori, se ne ricorda per l'avvenire, e tu troverai sostegno quando starai per cadere [3, 31-34]. 241. [Eccli 4]. Figlio, non privare i poveri dell'elemosina; non distogliere i tuoi occhi dall'indigente. Non lasciare incalcolata la persona che ha fame e non irritare il povero nella sua povert. Non affliggere il cuore del misero e non differire la tua elargizione all'indigente. Non respingere la supplica dell'afflitto e non distogliere lo sguardo dall'indigente. Non volgere lo sguardo lontano dal povero per non provocarne l'ira, e non permettere, a chi ti domanda qualcosa, che ti maledica alle spalle. Se infatti qualcuno con il cuore amareggiato ti maledice, la sua supplica sar esaudita: l'esaudir colui che l'ha creato. Renditi affabile all'assemblea dei poveri; umliati dinanzi all'anziano; piega il capo dinanzi a chi pi grande di te. Piega l'orecchio al povero senza rammaricartene; restituiscigli quanto gli dovuto e rispondigli con calma usando parole di pace. Libera dalla mano del superbo colui che subisce angherie e non serbare acidit nel tuo cuore. Nel giudicare sii tollerante: per gli orfani sii come un padre, per la loro madre come suo marito; e sarai come un figlio obbediente dell'Altissimo, il quale ti user compassione pi di una madre [4, 1-11]. La sapienza ha dato ai suoi figli il soffio vitale: essa accoglie chi la cerca e lo precede sulla via della giustizia. Chi l'ama ama la vita e chi veglia in sua attesa incontrer il suo beneplacito. Chi la tiene con s erediter la vita: Dio benedir il luogo dov'essa entrata. Chi la serve onora il Santo; Dio ama quanti l'amano. Chi l'ascolta in grado di giudicare i popoli; chi si specchia in lei abiter con fiducia. Chi creder in lei l'avr in eredit: le loro creature ne costituiranno il sostegno. Ella camminer con lui nella prova e lo sceglier tra i suoi prediletti. Provocher in lui timore e angustia e tribolazione e lo tormenter con il rigore della sua disciplina; lo tenter nei suoi pensieri per poi concedersi all'anima di lui. E lo fortificher e diriger verso di lui un cammino diritto e lo rallegrer: manifester a lui i suoi segreti e ammasser su di lui [grande] scienza e la comprensione della giustizia. Se viceversa egli le volta le spalle, lui lo abbandoner e lo consegner nelle mani del suo nemico [4, 12-22]. Figlio, apprezza il tempo e fuggi il male. Per il bene dell'anima tua non vergognarti di dire la verit, poich se c' una vergogna che porta al peccato, ce n' una che arreca gloria e grazia. Non usare parzialit rovinando te stesso e non dire menzogne a tuo danno. Non sdegnare [di soccorrere] il tuo prossimo quando cade e non trattenere la parola nel tempo della prosperit. Non nascondere la tua sapienza nel fulgore della sua bellezza, poich la sapienza e l'assennatezza traspaiono dalla lingua, la scienza e l'istruzione dalle parole di verit e il vigore dalle opere di giustizia. Non contraddire in alcun modo alla verit; arrossisci piuttosto della menzogna che hai proferita per mancanza di educazione. Non vergognarti di confessare i tuoi peccati e non piegarti a nessuno con l'intento di peccare. Non resistere al potente e non opporti all'impeto di una fiumana. Quando si tratta della giustizia resisti fino all'ultimo respiro, e fino alla morte lotta per la causa giusta, e Dio abbatter i tuoi nemici a tuo vantaggio. Non esser frettoloso nel parlare e inconcludente e fiacco nell'agire. Non essere, nella tua casa, simile a un leone scombussolando i tuoi domestici e opprimendo i tuoi subalterni. La tua mano non sia allungata nel ricevere e contratta nel dare [4, 23-36]. 242. [Eccli 5]. Non volgere il cuore a possedimenti iniqui e non dire: ho una vita passabile. Questo infatti in nessun modo ti giover nel giorno del castigo e della punizione. Non seguire i desideri del cuore e non dire: " Come potr [riuscire]? ", o: " Chi mi controller in quello che faccio? ". Dio infatti non mancher di vendicare [il male fatto]. Non dire nemmeno: " Ecco, ho peccato e cosa mi capitato di brutto? ". Poich l'Altissimo longanime nel ripagare. Quanto ai peccati espiati non escludere ogni timore, e non aggiungere peccato a peccato dicendo: " La misericordia di Dio grande; egli avr piet dei molti miei peccati ". Rapidamente infatti ci raggiungono e la sua misericordia e la sua ira: la sua ira piomba sui peccatori. Non tardare a convertirti al Signore e non rimandarlo da un giorno all'altro: improvvisa infatti ti viene addosso la sua ira e nel giorno del castigo ti consumer. Non agitarti per accumulare ricchezze ingiuste: non ti gioveranno in alcun modo nel giorno della punizione e del castigo [5, 1-10]. Non lasciarti sollevare da ogni vento e non imboccare ogni strada: cos infatti il peccatore si manifesta per la doppiezza della sua lingua. Sta' saldo nella via di Dio e nella sincerit dei tuoi sentimenti e nella sapienza: ti seguir la parola di pace e di giustizia. Sii docile nell'ascoltare la parola di Dio per poterla capire e cos, dotato di sapienza, tu possa emettere sentenze veraci. Se possiedi la saggezza rispondi al tuo prossimo; in caso contrario mettiti la mano dinanzi alla bocca per non uscire in parole dissennate e provarne confusione. Onore e gloria nel parlare dell'uomo assennato: la lingua dell'imprudente gli procura rovina. Fa' s che nella tua vita non abbiano a chiamarti mettimale e non farti cogliere in fallo nel parlare, se non vuoi essere svergognato. Se infatti c' disonore per il ladro anche se pentito, c' anche una qualifica infamante per chi parla con doppiezza. Per il mormoratore poi c' l'odio, l'inimicizia e l'invettiva. Rendi giustizia al piccolo e al grande senza distinzioni [5, 11-18]. 243. [Eccli 6]. Non inimicarti i familiari parteggiando per gli amici. Al cattivo toccheranno in sorte l'ingiuria e lo strapazzo; stessa sorte per tutti i peccatori invidiosi e maldicenti. Non inorgoglirti come un toro nei tuoi pensieri, affinch la tua forza non si afflosci a causa della stoltezza [6, 1-2]. Dopo sette versi: Fa' s che molti siano in pace con te, ma sia tuo consigliere uno su mille. Se possiedi un amico, te ne accorgerai nella prova; comunque non abbandonarti facilmente a lui. C' infatti un amico opportunista, che non ti assister nel giorno della sventura; e c' l'amico che si cambia in nemico, e quello che semina odio, risse e vituperi. C' l'amico che ti sta vicino finch sei a tavola ma non ti rimane vicino nel tempo della strettezza. L'amico che ti rimane fedele sar come un altro te stesso: egli ti tratter con fiducia come un tuo familiare. Se si umilier dinanzi a te e alla tua presenza si nasconder, riterrai la sua amicizia salda e buona. Seprati dai tuoi nemici e con i tuoi amici sta' ad occhi aperti. Un amico fedele una protezione forte: chi lo trova trova un tesoro. Nulla pu paragonarsi a un amico fedele; non c' quantit d'oro o d'argento che valga quanto la bont della sua affezione. Un amico fedele una medicina che d vita e immortalit: lo trovano coloro che temono il Signore. Chi teme Dio apprezza debitamente la buona amicizia, poich qual ciascuno tale sar anche il suo amico. Figlio, accetta l'insegnamento fin dalla tua giovinezza e fino alla canizie troverai la sapienza. Accstati a lei come uno che ara e semina e attendi con pazienza i suoi frutti deliziosi. Per compiere le sue opere poco sar il lavoro e ben presto mangerai dei suoi frutti. Per gli uomini impreparati la sapienza una conquista molto difficile: chi privo di senno non persevera in essa. Per questi tali la sua disamina sar pesante come un macigno ed essi non tarderanno a gettarla via [6, 6-22]. E dopo due versi: Viceversa in coloro che l'apprezzano essa rimane stabile finch non arrivino al cospetto di Dio. Ascolta, figlio, e ricevi il consiglio dell'intelligenza: non disprezzare il mio consiglio. Caccia il tuo piede nei suoi anelli e il tuo collo nella sua collana. Sottoponi a lei le tue spalle e caricati di essa: non ripudiare i suoi legami. Accstati a lei con tutto il cuore, e con tutte le forze persevera nelle sue vie. Ricercala e ti si manifester, e quando l'avrai afferrata non abbandonarla: in essa infatti troverai riposo quando giungerai alla fine. Essa si tramuter in fonte di delizie; i suoi ceppi saranno una protezione potente e le sue basi un forte sostegno, la sua collana un ornamento di gloria [6, 23-30]. E dopo quattro versi: Figlio, se ti volgerai a me imparerai; se accosterai [a me] la tua anima sarai sapiente. Se chinerai l'orecchio riceverai l'istruzione e se amerai ascoltare diverrai sapiente. Sta' nell'assemblea degli anziani dotati di saggezza e unisciti col cuore alla loro sapienza per udire tutto il racconto [delle opere] di Dio. Non ti sfuggano le massime in lode di lui. Se incontri un saggio, sta' sveglio dinanzi a lui e il tuo piede calchi spesso i gradini della sua porta. Fissa il pensiero nei comandamenti di Dio, e sii molto assiduo nell'ascoltare le sue prescrizioni. Egli ti compenser dandoti [fortezza di] cuore; e ti verr elargito anche il desiderio di una [maggiore] sapienza [6, 33-37]. 244. [Eccli 7]. Non fare il male ed esso non ti dominer. Allontnati dal malvagio e i mali si allontaneranno da te. Non seminare il male nei solchi dell'ingiustizia se non vuoi mieterli aumentati sette volte. Non chiedere agli uomini il comando, n al re il seggio pi onorifico. Non volerti giustificare dinanzi a Dio, perch egli conosce il profondo del cuore, e dinanzi al re non voler fare la figura del sapiente. Non desiderare di diventare giudice se con la tua forza non sei in grado di intervenire contro l'iniquit, affinch non abbia a tremare dinanzi al potente e cos rechi scandalo con il tuo agire. Non peccare contro i cittadini adunati in folla e non scagliarti contro il popolo; non cadere in doppio peccato, poich neppure di uno solo resterai impunito. Non essere di cuore pusillanime. Prega e non omettere di fare l'elemosina; non dire per: " Dio mi user riguardi per l'abbondanza dei doni che elargisco; il Dio altissimo accetter i miei doni tutte le volte che glieli offrir ". Non prenderti gioco di un uomo dall'animo amareggiato; c' infatti chi abbassa ed innalza: Dio. Non seminare menzogne contro il tuo fratello e neppure contro il tuo amico. Non mentire con alcuna sorta di falsit: l'abitudine di mentire non buona. Non essere linguacciuto nell'assemblea degli anziani [7, 1-15]. E dopo dodici versi: Non maltrattare il servo che si comporta con onest n il mercenario che pone se stesso a tua disposizione. Il servo giudizioso ti sia caro come un altro te stesso; non privarlo della libert e non licenziarlo in miseria [7, 22-23]. E dopo due versi: Hai dei figli? Educali con severit e picchiali fin dall'adolescenza! Hai bestiame? Badalo con cura. Hai delle figlie? Custodisci il loro corpo e non essere largo di sorrisi verso di loro. Marita tua figlia e hai risolto un grosso problema. Occorre per che la dia a un uomo di giudizio. Se hai una moglie secondo il tuo cuore, non ripudiarla; di colei che viceversa ti sta sul naso non fidarti completamente. Onora tuo padre e non dimenticare i dolori di tua madre. Ricordati che senza di loro tu non saresti al mondo e ripagali con uguale misura. Temi Dio con tutta l'anima e rispetta i suoi sacerdoti. Con tutte le forze ama il Dio che ti ha creato e non trascurare i suoi ministri. Onora Dio con tutta l'anima e d il giusto onore ai sacerdoti [7, 25-33]. E dopo sei versi: Stendi la mano al povero affinch sia piena la tua benedizione. La tua benevolenza nel dare raggiunga ogni vivente, e non negare la tua grazia ai morti. Non mancare di consolare chi piange e cammina al fianco di chi nel dolore. Non esser pigro nel visitare gli infermi: da queste opere sarai rafforzato nell'amore. In tutte le tue azioni ricorda la fine che ti attende: cos eviterai per sempre di cadere in peccato [7, 36-40]. 245. [Eccli 8]. Non attaccar liti con il potente: potresti cadere nelle sue mani. Non contendere con il ricco perch potrebbe intentare una causa contro di te. Il denaro infatti causa di rovina per molti; esso penetra anche nel cuore dei re e lo stravolge. Non litigare con il linguacciuto; non portare legna al suo fuoco [8, 1-4]. E dopo due versi: Non essere sprezzante con l'uomo che sta allontanandosi dal peccato e non rimproverarlo: ricordati che tutti siamo meritevoli di castigo. Non disprezzare il vecchio: anche fra noi infatti ci sar chi invecchia. Non godere della morte del tuo nemico, sapendo che tutti siamo destinati a morire e non vogliamo che [allora] si goda di noi. Non sottovalutare ci che raccontano gli anziani forniti di esperienza ma soffermati a considerare le loro massime: da loro apprenderai la dottrina che arricchisce la mente e saprai servire senza lamenti chi posto in dignit. Non sorvolare sui racconti degli anziani, che essi a loro volta appresero dai loro antenati: da loro imparerai cose sensate e la risposta adatta per ogni necessit [8, 6-12]. E dopo sedici versi: Non far lega con gli stolti, che non sanno amare se non le cose che loro fan comodo. Non tenere un'adunanza presenti gli estranei, poich non sai cosa possa venirne fuori [8, 20- 21]. 246. [Eccli 9]. Dopo due versi: Non essere geloso della tua consorte [9, 1]. E dopo sette versi: Non desiderare con malizia una vergine per non essere portato fuori strada dalla sua bellezza. Non consegnarti in alcun modo alle prostitute, se non vuoi perdere te stesso e la tua eredit [9, 5-6]. E dopo due versi: Distogli lo sguardo dalla donna agghindata e non incantarti a guardare la bellezza delle straniere [9, 8]. E dopo dodici versi: Non abbandonare il vecchio amico: il nuovo non sar come lui. Un amico nuovo come il vino nuovo: lo berrai con gusto quando si sar invecchiato. Non invidiare la gloria e la ricchezza del peccatore; non sai infatti quale rovina lo attende. Non ti piaccia per l'odio degli iniqui [9, 14-17]. E dopo due versi: Sta' lontano dall'uomo che ha il potere di ucciderti e non ti passer per la mente il timore della morte. Se devi stare accanto a lui, non commettere colpa per cui possa toglierti la vita [9, 18-19]. E dopo quattro versi: Frequenta i sapienti e gli uomini assennati. Tuoi commensali siano i giusti, e il tuo vanto sia nel timore di Dio [9, 21-22]. 247. [Eccli 10]. Dopo cinquantatr versi: Tra i figli dell'uomo merita amore colui che teme Dio; merita disonore colui che disprezza i comandamenti del Signore. Tra i fratelli gode prestigio colui che li governa, agli occhi del Signore sono accetti quanti lo temono. Gloria dei ricchi e degli uomini di riguardo il timore di Dio: lo stesso per i poveri. Non giusto disprezzare un povero assennato, e non esaltare l'iniquo perch ricco. Sono in onore il grande, il giudice e il potente; ma pi grande di loro chi teme Dio. A uno schiavo assennato si sottomettono anche gli uomini liberi; l'uomo saggio e disciplinato non protesta se viene ripreso [10, 23- 28]. E dopo cinque versi: Figlio, conserva nella mansuetudine la tua anima e d ad essa l'onore che merita [10, 31]. 248. [Eccli 11]. Dopo sei versi: La sapienza di chi si umilia gli fa tenere alta la fronte e lo fa sedere in mezzo alle persone autorevoli. Non lodare l'uomo per la sua bellezza e non disprezzarlo per la sua apparenza. Piccolo insetto l'ape ma il suo prodotto ha il primato nella dolcezza. Non vantarti del tuo abito [lussuoso] e non insuperbire nel giorno che sei onorato [11, 1-4]. Dopo sei versi: Prima d'aver indagato non trattare alcuno con severit; dopo l'indagine correggilo con giustizia. Prima d'ascoltare non pronunziare sentenze, e non permetterti di parlare nel consesso degli anziani. Non litigare per ci che non ti reca fastidio e non assiderti nel tribunale dei peccatori. Figlio, le tue azioni non s'estendano a molte cose: se sei ricco, non sarai esente da peccato. Se terrai dietro [a molte cose] non le raggiungerai n per quanto tu corra te la svignerai [11, 7-10]. Dopo venti versi: Non sostare nel male che compiono i peccatori; abbi piuttosto fiducia in Dio e persevera nel tuo posto [11, 22]. E dopo alcuni versi: Prima che muoia non lodare nessun uomo [11, 30]. E dopo un verso: Non fare entrare in casa qualsiasi uomo: molte infatti sono le trappole dell'ingannatore. Come vomita lo stomaco dei bambini e come la pernice s'introduce nelle fenditure o come la capra nello steccato, cos il cuore dei superbi spia per osservare la caduta del suo prossimo. Cambiando il bene in male tende i suoi lacci e getta fango contro gli eletti. Da una scintilla si sprigiona un grande incendio: per un solo ingannatore si versa molto sangue. Il peccatore infatti tende insidie al fine di spargere sangue. Guardati dall'uomo pestilenziale che ordisce malvagit, perch non riversi su di te un'onta incancellabile. Accogli in casa l'estraneo: quando ti addormenterai ti far lo sgambetto e ti allontaner dai tuoi cari [11, 31-36]. 249. [Eccli 12]. Quando fai beneficenza sappi a chi la fai e otterrai profonda gratitudine per la tua buona azione. Fa' del bene al giusto e ne avrai un grande compenso, se non da lui certo da Dio. Non otterranno beni coloro che sono abitualmente dediti al male e non elargiscono elemosina, poich l'Altissimo odia il peccatore mentre misericordioso con chi si ravvede. D all'uomo compassionevole e non nutrire preferenze per il peccatore; sii largo con l'umile e non dar nulla all'empio; anzi impedisci che gli sia dato del pane, se non vuoi che con quanto riceve diventi pi forte di te. In ogni bene che fai puoi andare incontro a due mali in quanto l'Altissimo odia i peccatori e si prende vendetta degli empi [12, 1-4]. E dopo quattro versi: Non fidarti mai del tuo nemico: la sua malizia per te come ruggine al bronzo. Anche se fa l'umile e cammina curvo, tu sta' attento e gurdati da lui. Non metterlo vicino a te e non farlo sedere alla tua destra, affinch non succeda che cambiando idea si collochi al posto tuo, perch cio non si volga verso il tuo posto ed aspiri ad occupare la tua sede, e tu finalmente ti renda conto delle mie parole e sia rimproverato dai miei discorsi. Chi proverebbe compassione per l'incantatore che venisse morso dal serpente e per chiunque volesse avvicinarsi alle bestie feroci? Lo stesso per l'uomo che si accompagna con un malfattore e si lascia coinvolgere nei suoi peccati; rester con te per un'ora, ma se tu comincerai ad allontanarti non ti guarder pi in faccia. Il nemico sulle labbra ha la dolcezza ma nel cuore cova insidie per farti cadere nella fossa. Il nemico ha negli occhi le lacrime ma, se gli si d l'occasione, non si sazier del tuo sangue; se incorri in qualche sciagura, lo troverai in prima fila contro di te. Il nemico ha negli occhi le lacrime e, come se volesse aiutarti, sorregge i tuoi piedi; in realt pronto a scuotere la testa e a battere le mani e a voltarti la faccia mormorando molte cose [contro di te] [12, 10-19]. 250. [Eccli 13]. Dopo sessantun versi: Buona la ricchezza quando non causa peccati nella coscienza; oltremodo cattiva la povert sulla bocca dell'empio [13, 30]. E dopo tre versi: Beato l'uomo che non commette peccati con la parola della sua bocca e non tormentato da afflizioni per i suoi delitti. Felice colui che non prova tristezza nel suo cuore e non perde mai la speranza. All'uomo avido e incontentabile nulla giova il possedere sostanze; che profitto reca l'oro all'uomo invidioso? [14, 1-3]. 251. [Eccli 14]. Dopo quattordici versi: Figlio, se possiedi [dei beni] approfittane per te stesso e offri a Dio ci che gli spetta. Ricordati che la morte non tarda e che ti stato gi notificato il testamento con il regno dei morti. Quanto al testamento fatto in questo mondo si estinguer con la morte. Prima di morire sii largo nel beneficare il tuo amico e largheggia con il povero donando secondo le tue risorse [14, 11-13]. E dopo sedici versi: Beato l'uomo che rimane fedele alla sapienza, s'intrattiene nella giustizia e nell'intimo pensa ai decreti di Dio. Beato colui che nel suo cuore medita le vie del Signore, cercando di comprendere i suoi segreti [14, 22-23]. 252. [Eccli 15]. Dopo venticinque versi: Gli stolti non la raggiungeranno, gli assennati le andranno incontro. Gli stolti non la vedranno, poich lontana dalla superbia e dalla falsit. I mentitori non si ricordano di lei, gli uomini veritieri trovano in essa la loro dimora e avranno successo fino alla contemplazione di Dio. Non bella la lode sulla bocca del peccatore, poich la sapienza proviene da Dio. Alla sapienza di Dio congiunta la lode: essa abbonda sulla bocca dell'uomo fedele, poich il Padrone [dell'universo] che gliela dona. Non dire: " per colpa di Dio che essa mi manca ", e non fare ci che egli odia. Non dire: " Egli mi ha fatto errare ", poich mai saranno suoi amici gli uomini empi. Dio odia ogni maledizione che si basa sull'errore, non l'ameranno i timorati di Dio. All'inizio Dio plasm l'uomo lasciandolo alla decisione del suo volere. Gli impose successivamente comandi e precetti: se vorrai osservare, essi ti faranno vivere, purch tu accetti di conservarti ad essi fedele per sempre. Ti ha messo accanto il fuoco e l'acqua; tu stenderai la mano a ci che preferisci. Di fronte all'uomo sono la vita e la morte, il bene e il male: quel che preferisce gli sar dato. Grande la sapienza di Dio. Egli forte nella sua potenza: osserva tutti senza mai cessare. Gli occhi di Dio sono rivolti a chi lo teme: egli valuta ogni azione umana. A nessuno consente di agire empiamente; a nessuno presenta occasioni di peccare. Non gradisce infatti la moltitudine dei figli infedeli e senza frutto [15, 7-22]. 253. [Eccli 16]. Non rallegrarti per i tuoi molti figli se essi sono empi; non lusingarti per loro se li vedi senza timore di Dio. Non fidarti della loro vita e non compiacerti dei loro lavori. meglio infatti un figlio solo ma timorato di Dio che mille figli irreligiosi; anzi meglio morire senza figli piuttostoch lasciare sulla terra figli empi [16, 1-4]. E dopo ventun versi: Non dire: " Mi nasconder dalla vista di Dio, e chi nell'alto dei cieli si ricorder di me? " [16, 16]. 254. [Eccli 17]. Un po' dopo: Non sono nascosti [a Dio] i testamenti compilati con iniquit, poich ogni sorta di iniquit presente al suo sguardo. L'elemosina dell'uomo come un sigillo che l'unisce a Dio: egli ha cara come la pupilla [dell'occhio] la misericordia praticata dall'uomo. Poi si alzer per dare a ciascuno la ricompensa che gli dovuta; egli si volger alle parti pi profonde della terra. A chi si pente apre la via della giustizia; assicura il sostegno a chi viene meno e destina loro una eredit sicura. Convertiti a Dio e smetti di peccare; rivolgi a lui la preghiera e finiscila con le pietre d'inciampo. Ritorna a Dio e tienti lontano da ogni ingiustizia: odia cordialmente l'abitudine d'imprecare [17, 17- 23]. E dopo nove versi: Quanto grande la misericordia di Dio e il suo perdono per coloro che si convertono a lui! Non tutte le cose possono essere nell'uomo perch il figlio dell'uomo non immortale [17, 28-29]. 255. [Eccli 18]. Dopo trenta versi: [Il Signore] ha compassione di chi accoglie la scienza della compassione e di chi cammina spedito nella via dei suoi precetti. Figlio, nel fare il bene non uscire in rampogne e quando regali qualcosa non arrecare tristezza con parole cattive. La rugiada non forse refrigerio nella calura? Cos una [buona] parola vale pi di un regalo. Non forse vero che una parola migliore di un dono? L'una e l'altro troverai nell'uomo giusto. Viceversa lo stolto rimprovera aspramente, e il regalo del maligno fa imputridire gli occhi. Prima che venga il giudizio arricchisciti di giustizia, e prima di parlare impara. Prima che ti indebolisca per la malattia usa la medicina e prima del giudizio esamina te stesso: cos troverai piet dinanzi a Dio. Prima che ti raggiunga l'infermit conservati umile e nella malattia mostra qual la [bont della] tua vita. Fa' che nulla t'impedisca di pregare in continuazione e fino alla morte non mancare di crescere nella giustizia, poich la ricompensa divina durer in eterno. Prima dell'orazione prepara la tua anima e non essere come uno che tenta Dio [18, 14-23]. E dopo sei versi: L'uomo sapiente sempre nel timore e nei giorni quando si moltiplicano i delitti si guarda dall'inattivit [18, 28]. E dopo cinque versi: Non seguire le tue voglie malnate e allontnati da quanto ti reca piacere. Se permetti alla tua anima di seguire le sue voglie farai godere i tuoi nemici. Non ti lusingare per la moltitudine [di seguaci] e non gioire di ci che smodato [18, 30- 32]. 256. [Eccli 19]. Dopo cinque versi: Chi trascura le piccole cose alla fine cadr. Il vino e le donne fanno apostatare i sapienti e causano rimproveri alle persone assennate [19, 1-2]. E dopo quattro versi: Chi frettoloso nel credere [alla gente] dimostra un animo leggero e ci rimetter; chi pecca contro l'anima propria sar ritenuto [degno di] sorte peggiore [19, 4]. E dopo due versi: Chi odia la loquacit fa cessare la cattiveria [19, 5]. E dopo otto versi: Hai udito una parola contro il prossimo? Muoia dentro di te! E sta' certo che non ti far scoppiare. Lo stolto avr dolore per le sue parole come una partoriente che geme nel partorire il bambino. Come una saetta conficcata nella coscia cos una parola sulla bocca dello stolto. Riprendi l'amico qualora non abbia compreso [il suo male], perch non dica: " Non l'ho fatto "; o, se l'ha fatto, perch non ci ricada ancora. Riprendi il prossimo perch non lo neghi e, se lo ammette, perch non ricada. Rimprovera l'amico anche se si tratta di una insinuazione, ma non credere a tutto ci che si dice [di lui]. C' chi cade in difetto per la sua lingua ma senza volont. Chi infatti non pecca con la lingua? Riprendi il prossimo prima di minacciarlo e d spazio al timore dell'Altissimo, perch il timore di Dio la somma sapienza: temere Dio in ogni atto del sapiente [19, 10-18]. E dopo cinque versi: L'uomo privo di sapienza e scarso d'intelligenza ma ricco di timore [di Dio] migliore dell'uomo superdotato che non osserva la legge dell'Altissimo [19, 21]. 257. [Eccli 20]. Dopo sedici versi: Quanto meglio rimproverare che arrabbiarsi! [20, 1]. E dopo dodici versi: Sar odiato chi giunge al potere mediante l'ingiustizia [20, 8]. E dopo otto versi: Il sapiente si rende amabile con il suo parlare [20, 20-22]. E dopo tredici versi: Cadere per la falsit nel parlare come cadere sul pavimento: la caduta dei malvagi giunge improvvisa. Un uomo sgradevole come il racconto di cose immaginarie: quale spesso sulla bocca degli uomini insubordinati. Non si accetta un proverbio dalla bocca del fatuo, poich non detto a suo tempo [20, 24-29]. E dopo due versi: C' chi perde la sua anima per timidezza e chi la perde a causa d'una persona imprudente; c' chi si perde per la preferenza che accorda a certe persone. C' chi per insipienza fa promesse all'amico e senza motivo se lo rende nemico. Vergogna e cattiveria nell'uomo la falsit; essa frequente sulla bocca di chi non osserva la legge. meglio il ladro che chi mente di continuo: l'uno e l'altro andranno in perdizione. Il comportamento della persona bugiarda causa disonore; la vergogna l'accompagner di continuo. Il saggio si manifesta con le sue parole [20, 24-29]. E dopo quattro versi: Le elargizioni e i regali accecano i giudici e, rendendoli come muti, distolgono dalla loro bocca le parole di rimprovero. La sapienza nascosta e il tesoro sotterrato a che servono? Tra gli uomini da preferirsi colui che nasconde la sua stupidit a colui che nasconde la sua sapienza [20, 31-33]. 258. [Eccli 21]. Figlio, hai peccato? Non aggiungere altri peccati ma prega [Dio] che ti perdoni le colpe commesse. Fuggi il peccato come il serpente, poich se ti avvicini ti prender [nelle sue spire]. I suoi denti sono come i denti di un leone e uccidono gli uomini. Ogni iniquit una spada a due tagli: per le sue ferite non esiste rimedio [21, 1-4]. E dopo quattro versi: Odiare la correzione indizio di uomo peccatore ma chi teme Dio rientrer in se stesso [21, 7]. E dopo cinque versi: La via dei peccatori cosparsa di sassi e alla sua fine si trovano gli inferi, le tenebre e i castighi. Chi osserva la giustizia ne consegue il senso: la sapienza e l'assennatezza costituiscono la perfezione del timore di Dio [21, 11-13]. E dopo sette versi: Chi ha cuore aperto ascolter la parola saggia, qualunque essa sia: egli la loder e la far propria. Se l'ascolter l'uomo dissoluto, gli procurer noie e se la getter dietro le spalle. Le chiacchiere dello stolto sono come un peso per chi deve camminare; nelle labbra dell'uomo assennato risiede la grazia. Nell'assemblea si ricerca il parlare dell'uomo prudente: sulle sue parole rifletteranno in cuor loro [21, 18-20]. E dopo due versi: La disciplina per lo stolto come un ceppo ai piedi e come una catena nella mano destra. Lo sciocco ride ad alta voce, il sapiente ride s e no in silenzio. La disciplina un ornamento d'oro nell'uomo saggio, come un braccialetto nel suo braccio destro [21, 22-24]. E dopo otto versi: Il cuore degli stolti sulla loro bocca; la bocca dei sapienti nel loro cuore. Quando l'empio maledice il diavolo maledice se stesso. Il mettimale insudicia la sua anima ed da tutti odiato; altrettanto odioso si rende l'uomo che si ferma presso di lui, mentre chi silenzioso e assennato conseguir onori [21, 29-31]. 259. [Eccli 22]. Il pigro colpito con zolle di fango e tutti parlano di lui con disprezzo [22, 1]. E dopo quattro versi: Una figlia assennata una ricca dote per suo marito, la donna riprovevole una vergogna per suo padre. La donna sfrontata motivo di confusione per il padre e il marito: non da meno degli empi n riceve onore dai suoi familiari. Un racconto fuori posto come una musica [allegra] in tempo di lutto; la sapienza una sferza: essa insegna [il bene] in ogni tempo. Chi ammaestra lo stolto come colui che riattacca i cocci. Chi racconta qualcosa al disattento come colui che tenta di svegliare l'addormentato in un sonno profondo. Chi parla con lo stolto parla con uno che dorme e che alla fine gli dice: " Ma chi costui? ". Piangi sul morto perch gli manca la luce; piangi sullo stolto perch gli manca il senno. Duri poco il pianto per un morto, perch andato nella pace; ma peggiore della morte dello stolto la vita infame dello scellerato. Il lutto per un morto di sette giorni; per lo stolto e l'empio dura tutti i giorni della loro vita [22, 4-13]. E dopo ventun versi: Chi tira sassi contro gli uccelli li mette in fuga; chi offende l'amico distrugge l'amicizia. Se contro l'amico hai sguainato la spada non disperarti, poich la puoi ritirare; se hai sparlato dell'amico non temere, poich puoi riconciliarti; devi escludere per l'insulto, il vituperio, l'arroganza, la rivelazione del segreto, il colpo a tradimento, poich in tutti questi casi ogni amico ti sfuggir [22, 25-27]. E dopo dieci versi: Chi metter una guardia dinanzi alla mia bocca e un sigillo sicuro sulle mie labbra in modo che non cada [nel male] per colpa loro e la mia lingua non mi uccida? [22, 33]. 260. [Eccli 23]. Signore, padre e reggitore della mia vita, non abbandonarmi e non permettere che io cada nelle loro mani. Chi usa la sferza contro il mio modo di pensare e chi user il rigore della sapienza nei confronti del mio cuore? Non mi si debbono infatti risparmiare castighi nella mia ignoranza n coprire i miei peccati, sicch abbia a crescere la mia ignoranza, si moltiplichino le mie colpe e i miei peccati passino la misura, e io cada di fronte agli avversari e il mio nemico goda su di me. Signore, padre e Dio della mia vita, non abbandonarmi in balia delle loro trame! Non abbandonarmi all'impudenza degli occhi e allontana da me ogni [insana] bramosia. Toglimi il desiderio incontrollato del mangiare, e fa' che non mi tiranneggi l'attrattiva del sesso. Non consegnarmi a impulsi indecorosi e dissennati. O figli, ascoltate la dottrina della [mia] bocca! Chi la metter in pratica non si roviner col suo parlare n inciamper compiendo opere nefande. Il peccatore rimarr intrappolato nella sua vuotaggine, il superbo e il maldicente inciamperanno nelle loro opere riprovevoli. La tua bocca non s'abitui a giurare: giurando si cade in grave peccato. Non nominare con frequenza il nome di Dio, non usare il nome santo: non saresti esente da colpa. Come lo schiavo fustigato pi volte non resta senza lividure cos chi giura o nomina [Dio] non rester del tutto senza peccato. L'uomo che giura di frequente si carica di iniquit e il castigo non sar lontano dalla sua casa. Anche se vorr negarla, la sua colpa rester sopra di lui e se finge di non averla commessa pecca due volte. Se avr giurato il falso non sar nella giustizia; del castigo sar piena la sua casa [23, 7-14]. Dopo quattro versi: La tua bocca non si abitui a [dire] grossolanit: sono parole peccaminose. Ricrdati di tuo padre e di tua madre quando sederai in mezzo ai magnati, perch non succeda che Dio si scordi di te di fronte a loro, e tu, diventato stolto per averli frequentati, subisca una vergogna per la quale preferiresti di non essere nato e maledica il giorno della tua nascita. Un uomo abituato a dire parole ingiuriose non metter giudizio per quanti siano i suoi giorni. Due categorie di persone moltiplicano i peccati e la terza si attira la collera [divina] e la perdizione. Un'anima nel calore [della passione] come il fuoco acceso: non si raffredda finch non abbia ingoiato qualcosa; l'uomo disonesto e dedito alle volutt carnali non trova requie finch non abbia provocato l'incendio [23, 17-23]. E dopo due versi: L'uomo che tradisce il letto coniugale disonora se stesso. Egli dice: " Chi mi vede? Mi coprono le tenebre, mi riparano i muri; nessuno mi vede: di chi dovr aver paura? Nemmeno l'Altissimo si ricorder delle mie colpe! ". Costui non ha intelletto e il suo occhio diventato cieco: il timore di quest'uomo esclude il timore di Dio, mentre lo temono [tutti] gli uomini. Egli non pensa che gli occhi di Dio sono molto pi lucenti del sole: essi penetrano tutte le azioni dell'uomo e anche le profondit dell'abisso: essi scrutano il cuore dell'uomo fin nei pi intimi recessi [23, 25-28]. 261. [Eccli 25]. Dopo un po': Ci che in giovent non raccogliesti, come potrai trovartelo nella vecchiaia? Quanto bello il retto giudizio nell'anziano e nei seniori la conoscenza e il discernimento! Com' bella la sapienza nei vecchi e nei dignitari la saggezza e il discernimento! Corona dei vecchi la grande esperienza e loro gloria il timore di Dio [25, 5-8]. E dopo dieci versi: Il timore di Dio s'innalza al di sopra di tutte le cose. Beato l'uomo cui stato donato il timore di Dio. A chi potr paragonarsi una persona timorata di Dio? [25, 14-15]. E dopo venti versi: Non incantarti dinanzi alla bellezza della donna e non desiderare la donna a motivo della sua bellezza [25, 28]. 262. [Eccli 26]. Dopo ventotto versi: Una donna ubriacona [causa di] ire profonde: la sua scostumatezza e improntitudine non si possono occultare. L'impudicizia di una donna si rivela da come ti sbircia con gli occhi e muove le palpebre. Rafforza la sorveglianza su una figlia che non si sa frenare perch all'occasione non abusi di se stessa. Gurdati da ogni occhio impudente, e non meravigliarti se ti trascura [26, 11-14]. E dopo quattro versi: La delicatezza di una donna premurosa rallegra il marito, e la sua morigeratezza gli rinfranca le ossa. Dono di Dio una donna assennata e silenziosa; non c' prezzo per una persona edotta [nella legge]. Beneficio grande pi di ogni altro una donna santa e pudica. La persona continente superiore ad ogni prezzo [26, 16-20]. E dopo dodici versi: Se uno dalla giustizia passa al peccato, per lui Dio tiene pronta la spada [26, 27]. 263. [Eccli 27]. Dopo quattro versi: Chi desidera arricchire distoglie [da Dio] il suo sguardo [27, 1]. E dopo tre versi: Il delitto sar abbattuto. Se non resterai costantemente nel timore del Signore, la tua casa andr presto in rovina. Come quando si agita il vaglio rimane la polvere cos nel pensiero dell'uomo si scopre il suo imbarazzo. La fornace prova i vasi dell'artefice; la tentazione mette alla prova la giustizia dell'uomo. Come la coltivazione di una pianta appare dal suo frutto, cos la parola risente dei pensieri del cuore umano. Non lodare alcuno prima di sentirlo parlare: da l infatti si manifesta ogni uomo. Se segui la giustizia la raggiungerai e te ne vestirai come di tunica preziosa: abiterai con essa ed essa ti protegger sempre e riscontrerai che essa tuo sostegno nel giorno della verifica. Gli uccelli si radunano presso i propri simili; la verit ritorna da coloro che l'esercitano. Il leone sempre in agguato per cacciare; altrettanto fa il peccato con chi dedito all'iniquit. Il santo stabile nella sapienza a somiglianza del sole; lo stolto mutevole come la luna. Se ti trovi tra persone insensate abbrevia il tempo del tuo parlare; frequenta le persone ragionevoli. Il parlare dei malvagi odioso, il loro ridere per riuscire in qualche delitto. Il parlare di uno che giura spesso fa drizzare i capelli, la sua improntitudine fa turare gli orecchi. Dalla rissa tra superbi [deriva] spargimento di sangue; le loro invettive sono moleste ad udirsi. Chi rivela i segreti dell'amico ne perder la fiducia e non trover pi un amico per il suo cuore. Ama il prossimo e resta a lui fedele; se viceversa ne avrai svelato i segreti non stargli pi alle calcagna. Chi perde l'amicizia del suo vicino come colui che perde l'amico stesso. Come colui che si lascia sfuggire di mano un uccello cos sei tu se ti lasci sfuggire l'amico: non lo riavrai. E non devi nemmeno inseguirlo poich gi lontano: egli fugge come una gazzella che si liberata dal cappio, poich la sua anima stata ferita e non ci sono bende con cui fasciarla. In caso d'ingiuria si pu trovare il modo di riappacificarsi, ma quando si svelano i segreti di un amico non esiste speranza per l'anima di quell'infelice. Chi ammicca con l'occhio combina azioni inique e nessuno lo pu distogliere. Sotto i tuoi occhi la sua bocca piena di dolcezza e giunger ad applaudire i tuoi discorsi, ma alla fine muter linguaggio e ti prender al laccio per le tue parole. Io odio molte cose ma nessuna come un uomo simile; anche il Signore lo detesta [27, 3-27]. E dopo due versi: Chi scava una fossa cadr in essa e chi colloca una pietra dinanzi all'amico vi inciamper. Chi tende un laccio al suo simile vi perir. Chi traduce in pratica decisioni malvage, il male ricadr su di lui senza che egli si accorga da dove gli provenga. Derisione e improperi son roba da superbi, ma la vendetta sta loro in agguato come un leone. Chi si rallegra della caduta dei giusti sar preso al laccio e perir [27, 29-32]. 264. [Eccli 28]. Dopo tre versi: Colui che desidera vendicarsi incorrer nella vendetta di Dio, il quale ben ricorda tutti i peccati. Perdona al tuo prossimo che ti fa del male; cos quando pregherai saranno rimessi a te i tuoi peccati. Chi si adira contro il suo simile come chieder a Dio di essere guarito? Egli non ha piet del suo simile e osa pregare per [la remissione dei] suoi peccati! Pur essendo figlio di Adamo, egli serba rancore: come potr ottenere il perdono da Dio, o chi interceder per la remissione delle sue colpe? Ricrdati della tua fine e smettila con le inimicizie: la consunzione e la morte ti incolgano mentre sei fedele ai comandamenti di Dio. Pensa al timore di Dio e non adirarti con il prossimo. Ricorda l'alleanza dell'Altissimo e non far caso dell'incoscienza altrui. Evita i litigi, e diminuir il numero dei tuoi peccati. L'uomo iracondo suscita risse e il peccatore getta zizzania fra gli amici e suscita inimicizie tra coloro che erano in pace [28, 1-11]. E dopo quattro versi: Una discussione fuori posto accende la fiamma e l'alterco incontrollato causa spargimento di sangue: la lingua che ne fa da testimone procura la morte. Se soffi su una favilla essa si accender come una fiamma, se sputi su di essa si spegner; comunque le due cose vengono fuori dalla bocca. Sono maledetti il delatore e il bugiardo: essi causano molte discordie fra gente in pace. La lingua calunniatrice ha turbato molta gente e l'ha dispersa di qua e di l; ha abbattuto le citt dei ricchi, sebbene protette da mura, e ha fatto sprofondare le case dei potenti; ha stritolato popoli valorosi e annientato nazioni forti. La lingua calunniatrice ha fatto ripudiare donne di animo virile e le ha private del proprio lavoro. Chi imiter il calunniatore non trover riposo e non avr amici su cui appoggiarsi [28, 13-20]. E dopo ventitr versi: Per le tue parole fatti una [buona] bilancia, e sulla tua bocca metti un'appropriata museruola. Bada di non peccare con la lingua per non cadere di fronte ai nemici quando ti tenderanno insidie. La tua caduta sarebbe allora inguaribile, anzi mortale [28, 29-30]. 265. [Eccli 29]. Chi esercita la misericordia d in prestito al prossimo; chi [lo] sostiene con la mano osserva i comandamenti. Se il tuo prossimo in necessit fagli dei prestiti e a tempo debito restituisci al prossimo quanto a te prestato. Mantieni la parola e comprtati lealmente con lui e in ogni tempo troverai quel che ti occorre. Molti considerano il prestito come un oggetto trovato e causano molestie a coloro che li hanno aiutati [29, 1-4]. E dopo tredici versi: Verso il povero sii d'animo risoluto e non portarlo in giro nel dargli l'elemosina. A causa del comandamento [di Dio] prenditi cura del povero e nella necessit non lasciarlo partire a mani vuote. Prvati del tuo denaro a beneficio del fratello e dell'amico; non nasconderlo sotto una pietra perch arrugginisca. Riponi il tuo tesoro nella legge dell'Altissimo e ti sar pi utile dell'oro. Nascondi la tua elemosina in seno al povero ed essa ti riparer da ogni male: combatter contro il tuo nemico pi di un uomo potente armato di scudo e di lancia. L'uomo buono si fa garante a favore del suo prossimo, lo spudorato lo abbandona a se stesso. Non dimenticare la benevolenza di chi ti si fa garante: egli espone per te la sua vita. Il peccatore e il disonesto abbandonano colui che ha fatto loro delle promesse: il peccatore si appropria dei beni del suo mallevadore; ingrato di cuore abbandona chi lo ha liberato. L'uomo che si fa garante per il prossimo, se ne perde il rispetto, sar da lui abbandonato. La promessa di cose cattive ha rovinato molti che prima si amavano e li ha sconvolti come onde del mare. Girando attorno ha fatto emigrare personaggi potenti, che dovettero vagare fra popolazioni straniere. Il peccatore col trasgredire i comandi del Signore va incontro a minacce di mali [29, 11-26]. E dopo un verso: Sostieni il tuo prossimo secondo le tue possibilit, ma bada a te stesso per non finire in miseria [29, 27]. 266. [Eccli 30]. Dopo sedici versi: Chi ama il proprio figlio ricorre spesso alla frusta per aver di che rallegrarsi alla fine dei suoi giorni. Chi educa [bene] il proprio figlio ne otterr gioia [30, 1-2]. E dopo dieci versi: Un cavallo non domato diventer intrattabile; un figlio abbandonato a se stesso diventa temerario. Coccola tuo figlio e ti dovrai spaventare; scherza con lui e ne sarai rattristato. Non ridere insieme con lui perch non abbia a rammaricartene e alla fine ti si alleghino i denti. Nella sua giovent non dargli [troppa] autonomia, ma non lasciare incalcolati i suoi pensieri. Finch giovane costringilo a piegare la testa e quand' bambino prendilo a sculaccioni: altrimenti egli diventer cocciuto e non ti dar ascolto, con grande dolore del tuo cuore. Educa tuo figlio e datti da fare per lui, se non vuoi provare vergogna per la sua sfrontatezza. Un povero sano e robusto meglio di un ricco gracile e colpito dal male. La buona salute, insieme con la santit e la giustizia, vale pi di qualsiasi oro o argento; un corpo sano preferibile ad ogni ricchezza, anche colossale. Non c' prezzo che superi il prezzo della salute del corpo; non c' felicit superiore alla pace del cuore. meglio la morte che una vita nell'amarezza, meglio il riposo eterno che una persistente infermit. Il bene che rimane nascosto in una bocca chiusa come un cibo gi pronto collocato in una tomba [30, 8-18]. Dopo cinque versi: Non darti alla tristezza e non torturarti con i tuoi progetti. La letizia del cuore vita per l'uomo: un tesoro che non esclude la santit; l'allegrezza dona all'uomo una lunga vita. Abbi compassione di te stesso cercando di piacere a Dio e sappiti frenare; colloca il tuo cuore nella santit di lui e tieni lontana da te ogni tristezza, poich la tristezza stata per molti causa di morte e da lei non proviene alcun vantaggio. La gelosia e l'ira accorciano la vita; il molto pensare fa diventar vecchi anzitempo [30, 22-26]. 267. [Eccli 31]. Dopo dieci versi: Chi ama l'oro non raggiunge la giustizia; chi va appresso a cose corruttibili si corromper. Molti sono caduti a causa dell'oro e per la sua bellezza hanno trovato la loro rovina. Tronco d'inciampo l'oro offerto in sacrificio: guai a chi gli corre appresso! L'uomo sprovveduto per esso perir. Beato il ricco che risulter esente da colpe, che non corre dietro all'oro e non ripone la speranza nel denaro e nei tesori. Chi costui? Noi lo elogeremo perch ha compiuto cose straordinarie nella sua vita. Chi costui che, messo alla prova in fatto di ricchezza, fu trovato perfetto? La sua gloria sar eterna, poich, sebbene potesse trasgredire [la legge], non la trasgred; sebbene potesse compiere il male, non lo fece. Per questo i suoi beni sono al sicuro presso il Signore e l'assemblea dei santi racconter le sue opere di misericordia [31, 5-11]. E dopo dieci versi: Usa con frugalit delle vivande che ti vengono servite, perch non ti succeda che, mangiando molto, venga preso in odio [dai commensali]. Per correttezza smetti per primo [di mangiare] e non esagerare nel cibo per non urtare [gli altri invitati]. Se ti trovi tra molti convitati non essere il primo ad allungare la mano e a chiedere da bere. Com' vero che all'uomo ben educato basta poco vino! [31, 19-22]. E dopo sedici versi: Non stuzzicare chi dedito al vino, poich il vino fu per molti causa di rovina [31, 30]. 268. [Eccli 32]. Dopo venticinque versi: Prendi la parola, o anziano, poich spetta a te parlare per primo; ama la scienza e non impedire che si canti. Quando c' chi ascolta, non sprecare parole; della tua erudizione non vantarti fuori posto [32, 4-6]. E dopo cinque versi: Tu, giovane, parla dei tuoi problemi solo in caso di necessit. Se sei interrogato due volte rispondi solo con un cenno del capo. Su molti argomenti comportati come se non li conoscessi; ascolta in silenzio e interroga. Non azzardarti a parlare in mezzo ai notabili, e alla presenza degli anziani non dire molte parole. Il lampo precede la grandine; l'amabilit precede il giovane riservato; per la riservatezza si accresceranno verso di te la benedizione e la simpatia. Sii il primo a tornare a casa: l divertiti, gioca e attua i tuoi disegni; evita per le delinquenze e le parole arroganti. Per ogni cosa benedici il Dio che ti ha creato e ti rallegra con tutti i suoi beni. Chi teme Dio ne accoglie l'insegnamento e chi veglia alla sua presenza ne ricever la benedizione. Chi ama la legge sar da essa colmato [di beni]; chi agisce con doppiezza trover in essa occasione d'inciampo. Chi teme il Signore trover un giudizio giusto: la sua giustizia briller come luce. Il peccatore rifugge dalla correzione e trova sempre come comportarsi con chi del medesimo suo volere. L'uomo assennato non spreca la sua intelligenza [32, 10-22]. E dopo quattro versi: Figlio, non far nulla senza averci riflettuto, per non doverti pentire dopo che l'hai fatto [32, 24]. E dopo sei versi: Chi crede in Dio diligente nell'osservare i comandamenti; chi confida in lui non sar deluso [32, 28]. 269. [Eccli 33]. Chi teme il Signore non incontrer alcun male ma Dio lo sosterr nella prova e lo liberer dal male. Il sapiente si guarda dall'odiare i comandamenti e le esigenze della giustizia, e non sar sconquassato come nave nel mare in tempesta. L'uomo assennato presta fede alla legge di Dio e la legge fedele a lui. Chi vuol presentare una richiesta deve prima preparare il discorso [33, 1-4]. 270. [Eccli 34]. Dopo un po': L'uomo insensato coltiva speranze vane e fallaci; i sogni fanno inorgoglire gli stolti. Chi d retta a visioni illusorie come chi abbraccia le ombre e insegue il vento. Una cosa che ne segue un'altra quel che si vede sognando: l'immagine dell'uomo che si presenta all'uomo. Con una persona impura che cosa si pu purificare? E da una persona bugiarda come potr dirsi qualcosa di vero? La divinazione di chi nell'errore, gli auspici di chi dice menzogne e i sogni di chi si comporta male sono tutte vanit. Se infatti l'Altissimo non interviene con una sua visita, il tuo cuore farnetica come una donna durante il parto: non abbandonarlo quindi alle sue fantasticherie. I sogni hanno condotto molta gente fuori strada e quanti speravano in essi andarono a precipizio. Eseguirai senza menzogne e perfettamente la parola [del Signore]; la sapienza sar visibile sulla bocca del fedele [34, 1-8]. E dopo cinque versi: Viaggiando ho visto molte cose e ascoltato moltissime lingue. Per ottenere questo ho corso anche pericoli mortali ma sono stato liberato dalla grazia di Dio. [dagli uomini] ricercato lo spirito di quanti temono Dio e di coloro che sono benedetti perch si volgono a lui: costoro ripongono la speranza in colui che d la salvezza, e gli occhi di Dio sono rivolti a quanti lo amano. Chi teme il Signore non ha nulla da temere; egli di niente ha paura poich in Dio la sua speranza. Beata l'anima di chi teme il Signore! A chi si volge un tal uomo? E chi la sua forza? Gli occhi del Signore sono rivolti a chi lo teme: forte protettore, sostegno robusto, riparo nella calura, ombra per il sole di mezzogiorno. Egli allontana l'inciampo e aiuta chi cade, solleva l'anima e illumina gli occhi, d la salute, la vita e la benedizione. L'offerta di chi immola una vittima acquistata con disonest immonda: non sono gradite [a Dio] le irrisioni degli iniqui, poich egli, il solo Signore, [si volge] a quanti gli sono fedeli nella via della verit e della giustizia. L'Altissimo non gradisce i doni dei malvagi, non volge lo sguardo alle loro offerte n rimette i loro peccati per la moltitudine dei sacrifici che gli offrono. Chi offre un sacrificio con sostanze sottratte al povero come colui che sacrifica il figlio alla presenza del padre. Il pane, anche se poco, vita per il povero; chi ne lo priva un uomo crudele. Chi toglie al prossimo il pane guadagnato col sudore come colui che lo uccide. Sono fratelli colui che versa il sangue e colui che defrauda l'operaio della sua mercede. Ecco, uno costruisce e un altro demolisce: quale il risultato per entrambi se non l'aver faticato? Uno prega, un altro augura il male: quale dei due ascolter il Signore? Chi si purifica per aver toccato un cadavere, se di nuovo va a toccarlo cosa gli giovano le sue abluzioni? Cos dell'uomo che pratica il digiuno in isconto dei suoi peccati: se di nuovo torna a peccare qual vantaggio riceve dall'essersi umiliato? O chi ascolter la sua preghiera? [34, 12-31]. 271. [Eccli 35]. Chi osserva la legge assiduo nella preghiera. Sacrificio che salva praticare i comandamenti e tenersi lontani da ogni colpa; sacrificio espiatorio quello che si immola per [riparare] le ingiustizie; supplica in riparazione dei peccati recedere dall'iniquit [35, 1-5]. E dopo pochi versi: Non presentarti dinanzi al Signore a mani vuote: tutto questo infatti si compie perch comandato dal Signore. L'offerta del giusto abbellisce l'altare ed profumo soave dinanzi all'Altissimo. gradito al Signore il sacrificio del giusto: egli non mancher di ricordarlo. Con animo lieto da' gloria a Dio e non ridurre la quantit delle primizie che offri. Offri i tuoi doni con volto sorridente e consacra le tue decime con allegrezza. Dona all'Altissimo in proporzione di quello che egli ti ha dato e con occhio sereno effettua le scelte delle tue mani: il Signore ti ricompenser e ti render sette volte tanto. Non offrire doni difettosi: Dio non li accetterebbe. Non ricorrere a sacrifici frutto d'ingiustizia, perch il Signore giudice e non conta dinanzi a lui la dignit della persona. Il Signore non fa preferenze a danno del povero, ma ascolta le invocazioni di chi stato danneggiato. Non manca d'ascoltare le preghiere dell'orfano e della vedova quando le rivolgono a lui gemendo. Non scendono forse le loro lacrime gi per le guance e le loro grida non salgono dalla loro bocca verso l'alto per colpa di colui che gliele ha fatte sgorgare? [35, 6-18]. E dopo quattro versi: La preghiera dell'umile penetra le nubi [35, 21]. 272. [Eccli 37]. Dopo un po': Frequenta le persone sante, chiunque cio avrai riscontrato che si mantiene nel timore di Dio e la cui anima in accordo con la tua [37, 15-16]. E dopo cinque versi: In tutte queste situazioni prega l'Altissimo che guidi nella verit il tuo agire [37, 19]. E dopo ventuno versi: Figlio, finch vivi saggia la tua anima e se riscontri che depravata, non farla comandare. In effetti, non tutte le cose giovano a tutti n a tutte le persone piacciono tutte le cose. Non essere ingordo nel mangiare e non gettarti su ogni vivanda [37, 30-32]. 273. [Eccli 38]. E dopo quattro versi: Onora il medico per il bisogno [che ne hai] e perch lo ha creato l'Altissimo. La guarigione infatti viene da Dio, come i doni si ricevono dal re. Per il suo sapere il medico procede a testa alta e riceve lodi dinanzi ai notabili. L'Altissimo ricava le medicine dai prodotti della terra e l'uomo sensato non le disprezza. L'acqua amara non fu forse resa dolce mediante un pezzo di legno perch fosse manifestata agli uomini la sua virt? L'Altissimo ha dato agli uomini l'intelligenza perch lo glorificassero per le sue meraviglie. Curando con tali mezzi egli mitiga il loro dolore [38, 1-7]. E dopo quattro versi: Figlio, nella malattia non disperarti ma prega il Signore ed egli ti guarir. Fuggi il delitto: volgi le mani [alla giustizia] e purifica il tuo cuore da ogni malvagit [38, 9-10]. E dopo un verso: Offri generosamente i sacrifici e chiama il medico, poich il Signore lo ha creato; non allontanarlo da te finch la sua opera ti necessaria. Non mancheranno occasioni in cui dovrai ricorrere alle mani dei medici, ma essi dovranno pregare il Signore affinch [ti] conceda il sollievo per mezzo di loro e la guarigione per il loro intervento [38, 11-14]. E dopo un verso: Figlio, versa lacrime su chi morto e piangi come chi soffre dolori atroci. Quindi avvolgi il suo cadavere com' di dovere, e non trascurarne la sepoltura. Per timore delle dicerie fa' amari pianti su di lui per la durata di un giorno ma poi conslati della tristezza: il tuo lutto si prolunghi, secondo il merito del defunto, uno o due giorni, e questo per evitare critiche. L'eccessiva tristezza infatti accelera la morte e sopraff il vigore: la tristezza del cuore curva il capo [38, 19]. E dopo un verso: Non abbandonare il cuore alla tristezza [38, 21]. E dopo nove versi: La sapienza dello scriba [cresce] nel tempo della quiete, e chi riduce le attivit consegue la sapienza [38, 25]. 274. [Eccli 39]. E dopo un po': Di' ad alta voce: Ascoltatemi, o frutti divini delle acque, e portate frutti come un roseto piantato vicino a un ruscello. Come il Libano spargete soave odore; fiorite come giglio, emanate profumo e copritevi di foglie splendenti: cantate un cantico di lode benedicendo il Signore per le sue opere. Magnificate il suo nome e lodatelo con la vostra voce, cantando con le labbra accompagnati dalle cetre. Nella vostra lode dite cos: Tutte le opere del Signore son buone assai.Per la sua parola l'acqua si ferm come un mucchio di pietre e per un comando della sua bocca come una diga di fronte alle acque. Per suo comando infatti si realizza tutto ci che egli vuole e non c'e impedimento quando egli decide di salvare; dinanzi a lui sono le opere di ogni mortale e nulla nascosto ai suoi occhi: egli controlla con lo sguardo il susseguirsi dei secoli eterni e nulla straordinario ai suoi occhi. Non devi dunque dire: " Cos' questo? ", o: " Cos' quello? ". Ogni cosa va ricercata a suo tempo [39, 17-26]. 275. [Eccli 40]. Dopo un po': La carit, come il paradiso quanto a benedizioni, e la misericordia rimangono in eterno [40, 17]. Dopo dodici versi: I fratelli [si riconoscono] nell'aiuto [che si danno] in tempo di afflizione: su di loro [ci sar] la misericordia a liberarli [40, 24]. 276. [Eccli 41]. Dopo un po': Se la sapienza si tiene nascosta e il tesoro rimane sotterrato, che vantaggio si ricava dall'una e dall'altro? L'uomo che cela la sua insipienza fa meglio di colui che nasconde la sua saggezza [41, 17-18]. 277. [Eccli 43]. Dopo un altro po': Quando benedite il Signore lodatelo con tutte le forze, poich egli superiore ad ogni lode. Nell'esaltarlo siate dunque pieni di vigore [43, 33-34]. 278. [Eccli 51]. Dopo molti versi: Accorrete a me voi che siete privi di sapere e radunatevi nella casa dell'ammaestramento. Perch tardate ancora? O cosa avete ancora da obiettare nelle cose di cui le vostre anime sono ardentemente assetate? Io ho aperto la bocca e ho parlato [dicendovi]: Procuratevi la sapienza e vi sar data senza che spendiate denaro; sottoponete il collo al suo giogo, e la vostra anima accolga l'insegnamento. Essa alla portata di chi la vuol trovare. Osservate con i vostri stessi occhi come io, pur lavorando poco, ho conquistato una grande serenit. Acquistate il sapere anche a prezzo di molto denaro; con l'istruzione verrete a possedere oro in abbondanza. Si allieti la vostra anima nella misericordia di Dio e non arrossite per averlo lodato. Compite le vostre opere prima che arrivi il giorno [del Signore], e in quel giorno egli vi dar la vostra mercede [51, 31-38]. Dal libro di Tobia abbiamo ritenuto opportuno stralciare quanto segue. DAL LIBRO DI TOBIA 279. [Tob 4]. Onora tua madre tutti i giorni della sua vita, ricordando i numerosi e gravi pericoli che affront per te quand'eri nel suo grembo [4, 3-4]. E dopo due versi: Per tutti i giorni della tua vita ricordati di Dio e gurdati dal consentire al peccato; non trasgredire i precetti del tuo Dio. Con i tuoi beni fa' l'elemosina e non voltare la faccia a nessun povero: cos ottieni che il Signore non distolga da te il suo volto. Sii generoso in proporzione di quello che hai: se hai molto, elargisci molto; se hai poco, quel poco che puoi dare dllo volentieri. Cos ti metti da parte un bel capitale per il giorno della scarsit. In effetti l'elemosina libera dal peccato e dalla morte e non permette che l'anima scenda nelle tenebre. Motivo di grande fiducia dinanzi al Dio altissimo l'elemosina per quanti la praticano. Gurdati, figlio, da ogni sorta di fornicazione e, all'infuori di tua moglie, non permetterti mai rapporti, che sarebbero peccaminosi. Non permettere che nel tuo sentire e nel tuo parlare domini la superbia; da essa infatti ebbe principio ogni rovina. Se qualcuno ha compiuto per te un qualche lavoro, dgli immediatamente il compenso: il salario del tuo operaio non rimanga in alcun modo presso di te. Quello che ti dispiace se ti viene fatto da un altro bada di non farlo tu stesso agli altri. Mangia il tuo pane condividendolo con i poveri e gli affamati e vesti gli ignudi col tuo vestito [4, 6-17]. Dopo due versi: Ricerca sempre il parere del sapiente. In ogni tempo benedici Dio e chiedigli che diriga i tuoi passi e tutte le tue scelte siano accette a lui [4, 19-20]. E dopo sette versi: Non temere, figlio mio! vero che la nostra vita da povera gente, ma avremo molte ricchezze se temeremo Dio e ci terremo lontani da ogni peccato e compiremo il bene [4, 23]. 280. [Tob 12]. Dopo molti versi: Allora Raffaele disse loro in disparte: Benedite il Dio del cielo e dinanzi a tutti i viventi proclamate la misericordia che vi ha usata. bene infatti tenere nascosti i segreti del re ma lodevole svelare e magnificare le opere di Dio. Buona cosa la preghiera congiunta con il digiuno, e l'elemosina val pi che accumulare grande quantit di oro. L'elemosina libera dalla morte, purifica dal peccato e conduce alla vita eterna. Chi invece si d al peccato e all'iniquit nemico della propria anima [12, 6-10]. 281. [Tob 14]. Dopo un po': Ascoltate, figli, il vostro padre! Servite il Signore nella verit e siate zelanti nel fare ci che piace a lui. Ai vostri figli ordinate di compiere opere di giustizia e di dare in elemosina. Che essi si ricordino di Dio e in ogni tempo lo benedicano nella verit e con tutte le loro forze [14, 10-11]. A questo punto notiamo che non tutti i libri canonici del Vecchio Testamento hanno fornito del materiale necessario alla completezza del presente nostro lavoro. Quanto ai libri che ne contenevano, non era opportuno prendere interamente i loro testi ma soltanto quelli dove riscontravano esposti con pi evidenza i precetti morali, dove cio venivano inculcate le cose utili [per una buona vita] o proibite quelle contrarie. Ora passiamo ai Vangeli e agli scritti degli Apostoli. I quattro Vangeli, libri notissimi ed eccellentissimi, aprono il canone del Nuovo Testamento. Esaminiamo dunque quanto si trova di rispondente con il fine dell'opera intrapresa nel primo di questi Vangeli, cio quello secondo Matteo. DAL VANGELO SECONDO MATTEO 282. [Mt 5]. Il Signore vedendo la grande folla sal sul monte e, messosi a sedere, gli si accostarono i suoi discepoli. Aprendo allora la bocca prese ad insegnare dicendo: " Beati i poveri di spirito perch di essi il regno dei cieli. Beati i miti perch possederanno la terra. Beati quelli che piangono perch saranno consolati. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia perch saranno saziati. Beati i misericordiosi perch troveranno misericordia. Beati i puri di cuore perch vedranno Dio. Beati gli operatori di pace perch saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la causa della giustizia perch di essi il regno dei cieli. Beati voi, quando gli uomini vi malediranno e vi perseguiteranno e mentendo diranno contro di voi ogni sorta di male per causa mia. Gioite e rallegratevi perch grande la vostra ricompensa nei cieli. Cos infatti essi hanno perseguitato i profeti venuti prima di voi. Voi siete il sale della terra: ora, se il sale diventa insipido con che cosa lo si potr salare? Non serve pi a nulla: lo si butta via e viene calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo. Non pu nascondersi una citt situata sulla cima di un monte; n si accende una lucerna per metterla sotto un moggio ma la si pone sul candelabro perch illumini tutti coloro che sono in casa. Cos risplenda la vostra luce dinanzi agli uomini, affinch, vedendo le vostre opere buone, diano gloria al Padre vostro celeste. Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti: non sono venuto ad abolire ma a completare. In verit vi dico: Sino alla fine del mondo neppure uno iota o un apice sar sottratto alla legge ma tutto si compir. Pertanto chi trasgredir uno solo di questi comandamenti, anche il pi piccolo, e cos insegner agli altri, sar il pi piccolo nel regno dei cieli; chi invece li osserver e insegner sar grande nel regno dei cieli. Poich io vi dico: se la vostra giustizia non superer quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete udito che agli antichi fu detto: " Non uccidere ", e: " Chi uccide meritevole di giudizio " (Cf. Es 20, 13; Dt 5, 17), io invece vi dico: Chiunque si adira con il proprio fratello meritevole di giudizio, e chi al fratello dice: " Cretino " merita la condanna del sinedrio: chi poi gli dice: " Pazzo rinnegato " merita il fuoco della Geenna. Se quindi mentre stai recando all'altare la tua offerta ti ricordi che un tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia la tua offerta l davanti all'altare e va' a riconciliarti con il tuo fratello; poi tornerai a fare la tua offerta. Mettiti sollecitamente d'accordo con il tuo avversario, mentre sei ancora in cammino con lui, perch non succeda che il tuo avversario ti consegni al giudice e il giudice ti consegni all'esecutore perch ti metta in prigione. In verit ti dico che non usciresti da l finch non abbia pagato fino all'ultimo quattrino. Avete udito che agli antichi fu detto: " Non commettere adulterio " (Cf. Es 20, 14), ma io vi dico: Chiunque guarda una donna con desiderio impuro ha gi commesso adulterio con lei dentro il suo cuore. Se il tuo occhio destro ti motivo di scandalo, cavalo e gettalo via lontano da te. meglio per te che perisca uno dei tuoi membri piuttosto che tutto intero il tuo corpo sia cacciato nella geenna. E se la tua mano destra ti occasione di scandalo, tagliala e gettala via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella geenna. Fu detto ancora: " Se uno vuol rimandare la propria moglie le dia il libello del ripudio " (Cf. Dt 24, 1); ma io vi dico: Chiunque rimanda la propria moglie, a meno che non si tratti di fornicazione, l'espone all'adulterio e chi sposa una di queste ripudiate commette adulterio. Avete udito parimenti che agli antichi fu detto: " Non spergiurare ", e: " Mantieni i giuramenti che hai fatto al Signore " (Cf. Es 20, 7; Lv 19, 12; Dt 5, 11); ma io vi dico di non giurare in alcun modo: non per il cielo, che il trono di Dio; non per la terra, che lo sgabello dei suoi piedi; non per Gerusalemme, che la citt del gran Re; e nemmeno per la tua testa devi giurare, perch non in tuo potere rendere bianco o nero uno solo dei tuoi capelli. Sia quindi il vostro dire: " S, s; no, no ". Il di pi viene dal maligno. Avete udito che fu detto: " Occhio per occhio, dente per dente " (Cf. Es 21, 24; Lv 24, 20; Dt 19, 21). Io al contrario vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti percuote sulla guancia destra, tu presentagli anche l'altra, e se uno vuole intentare con te una lite per toglierti la tunica, tu lasciagli anche il mantello. E se uno con la forza ti costringer ad andare con lui per un miglio, tu continua ad andarci per altri due. Da' a chi ti chiede e non volgere le spalle a colui che da te vuole avere un prestito. Avete udito che fu detto: " Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico " (Cf. Lv 19, 18); ma io vi dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a chi vi odia e pregate per chi vi perseguita e calunnia. Cos sarete figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni e manda la pioggia ai giusti e agli ingiusti. Se infatti amate [solo] chi vi ama, che ricompensa ne avrete? Non fanno cos anche i pubblicani? E se date il saluto solo ai vostri fratelli, cosa fate di eccezionale? Non fanno lo stesso anche i pagani? Siate dunque, voi, perfetti come perfetto il Padre vostro celeste " [5, 1-48]. 283. [Mt 6]. " Badate a non compiere le vostre opere buone dinanzi agli uomini per essere da loro ammirati: non avreste la ricompensa del Padre vostro celeste. Quando dunque fai l'elemosina non suonare la tromba dinanzi a te come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere onorati dalla gente. In verit vi dico: Hanno gi ricevuto la loro ricompensa. Quando dunque tu fai l'elemosina non sappia la tua sinistra ci che fa la tua destra, e la tua elemosina resti nel segreto, e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenser. E quando pregate non dovete fare come gli ipocriti che amano pregare stando in piedi nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze per essere visti dagli uomini. In verit vi dico: hanno gi ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il tuo Padre in segreto; e il tuo Padre, che vede nel segreto, ti ricompenser. Nel pregare poi non dilungatevi in molte parole come fanno i pagani, i quali credono d'essere esauditi a forza di parlare. Non fate come loro, poich il Padre vostro sa cosa vi occorre ancora prima che glielo chiediate. Pregherete dunque cos: Padre nostro che sei nei cieli sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; sia fatta la tua volont come in cielo cos in terra. Dacci oggi il nostro pane per sostentamento, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non c'indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Se infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste rimetter a voi le vostre; ma se non perdonerete agli altri, nemmeno il Padre vostro celeste perdoner a voi le vostre colpe. E quando digiunate non assumete aria melanconica come fanno gli ipocriti, che sfigurano il loro viso per mostrare alla gente che stanno digiunando. In verit vi dico: Hanno gi ricevuto la loro ricompensa. Al contrario, quando tu pratichi il digiuno profumati la testa e lavati il viso per non mostrare alla gente che stai digiunando. Mostralo invece al Padre tuo, che nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenser. Non accumulate tesori sulla terra dove la ruggine e il tarlo consumano e dove i ladri sfondano e portano via. Accumulatevi tesori nel cielo dove non ci sono ruggine e tarli che consumano e dove i ladri non scassinano n portano via. Infatti dov' il tuo tesoro, l anche il tuo cuore. Lucerna del corpo l'occhio: se il tuo occhio sar limpido, tutto il tuo corpo sar nella luce; se il tuo occhio sar guasto, tutto il tuo corpo sar nelle tenebre. Se pertanto ci che in te [fonte di] luce diventato tenebra, quanto grandi saranno le tenebre stesse! Nessuno pu servire due padroni: o odier l'uno e amer l'altro, o partegger per l'uno e trascurer l'altro. Non potete servire Dio e mammona. Inoltre vi dico di non preoccuparvi per la vostra vita di quello che mangerete, n per il vostro corpo di che cosa vi vestirete. Forse che la vita non vale pi del cibo e il corpo pi del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, non mietono e non raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. E voi non valete pi di loro? E poi, chi di voi col suo pensare pu aumentare d'una sola spanna la propria statura? E perch angustiarvi del vestito? Osservate i gigli del campo e come essi crescono. Non faticano a filare; ma posso garantirvi che neppure Salomone, nonostante la sua magnificenza, vestiva come uno di loro. Se pertanto Dio veste in tale maniera l'erba del campo, che oggi c' e domani viene gettata nel forno, quanto pi voi, gente di poca fede? Non angustiatevi dunque dicendo: " Che mangeremo o che berremo e di che ci vestiremo? ". Son cose, queste, di cui si dnno pensiero i pagani. Il Padre vostro sa che di tutto questo avete bisogno! Cercate dunque in primo luogo il regno di Dio e la sua giustizia: tutte queste altre cose vi saranno date per giunta. Non preoccupatevi poi del domani, poich il domani avr esso stesso le sue preoccupazioni: A ciascun giorno basta il suo affanno " [6, 1-34]. 284. [Mt 7]. " Non giudicate e non sarete giudicati: sarete infatti giudicati secondo il giudizio con cui avete giudicato, e nella misura con cui avrete misurato si misurer a voi in cambio. Inoltre, perch vuoi osservare la pagliuzza che nell'occhio del tuo fratello e non guardi alla trave che nell'occhio tuo? O come puoi dire al tuo fratello: " Lasciami togliere la pagliuzza che hai nell'occhio ", se nel tuo occhio c' una trave? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio: cos avrai vista sufficiente per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello. Non date ci che sacro ai cani e non gettate le vostre perle dinanzi ai porci affinch non le calpestino e, rivoltandosi contro di voi, vi provochino ferite. Chiedete e vi sar dato; cercate e troverete, bussate e vi sar aperto. Perch chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sar aperto. C' forse tra di voi qualcuno che, se il figlio gli chiede un pane, gli dia un sasso? O, se gli chiede un pesce, gli dia una serpe? Se dunque voi, che siete gente cattiva, vi sentite in dovere di dare ci che buono ai vostri figli, quanto di pi il Padre vostro celeste dar cose buone a chi gliele domanda! E ancora: tutto ci che volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questo infatti [l'insegnamento del] la Legge e dei Profeti. Cercate di entrare per la porta stretta, poich ampia la porta e larga la via che conduce alla perdizione e molti sono quelli che entrano per essa. Quanto invece angusta la porta e stretta la via che conduce alla vita e quanto pochi coloro che riescono a trovarla! Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi vestiti da pecore mentre interiormente sono lupi rapaci. Li riconoscerete dai loro frutti. Si raccoglie forse l'uva dai pruni o fichi dai rovi? Similmente ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo frutti cattivi. Un albero buono non pu produrre frutti cattivi n un albero cattivo frutti buoni. Ogni pianta che non produce frutti buoni sar tagliata e gettata nel fuoco. Li riconoscerete dunque dai loro frutti. Non chiunque mi dice: " Signore, Signore " entrer nel regno dei cieli; ma colui che fa la volont del Padre mio celeste, ecco che entrer nel regno dei cieli. In quel giorno molti mi diranno: " Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demoni nel tuo nome e, nel tuo nome, non abbiamo operato molti prodigi? ". Ma io replicher loro: " Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, operatori d'iniquit ". In conclusione, chi ascolta queste mie parole e le mette in pratica simile ad un uomo saggio che ha edificato la sua casa sulla roccia: cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non croll perch era fondata sulla roccia. Chi al contrario ascolta queste mie parole e non le mette in pratica simile ad un uomo stupido che edifica la sua casa sulla sabbia: cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa: ed essa croll e fu grande la sua rovina " [7, 1-27]. 285. [Mt 10]. Dopo un po': " Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non vogliate accumulare oro n argento e non mettete denaro nelle vostre borse. Non procuratevi la bisaccia da viaggio n due tuniche n scarpe n bastone; l'operaio merita che gli venga dato il cibo. Quando entrate in una citt o villaggio interrogate se ci sia un uomo degno [di voi] e rimanete presso di lui finch non lascerete [quella citt]. Entrando nella sua casa salutatela dicendo: " Sia pace a questa casa " e se questa ne sar degna, la vostra pace scende su di essa; se invece non ne sar degna, la vostra pace torner da voi. Se poi qualcuno non vi accoglier o non ascolter le vostre parole andatevene da quella casa o citt scuotendo la polvere dai vostri piedi. In verit vi dico: Nel giorno del giudizio il paese di Sodoma e Gomorra sar trattato meno severamente che quella citt. Ecco, io vi mando come pecore in mezzo a lupi. Siate pertanto avveduti come i serpenti e semplici come le colombe. State in guardia dalla gente, perch vi condurranno davanti ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe. Per causa mia sarete condotti alla presenza di governatori e di re a testimonianza contro di loro e contro i pagani. Quando vi sarete condotti, non preoccupatevi di come parlare o di che cosa dire; in quell'ora vi sar suggerito che cosa dovete dire. Non siete infatti voi a parlare ma parler in voi lo Spirito del Padre vostro. Il fratello consegner alla morte il fratello, e il padre il proprio figlio; e i figli si ribelleranno ai genitori e li faranno morire. E sarete odiati da tutte le genti a causa del mio nome; ma chi perseverer sino alla fine si salver. Quando vi perseguiteranno in questa citt fuggite in un'altra. In verit vi dico: Non finirete [di percorrere] tutte le citt d'Israele prima che venga il Figlio dell'uomo. Non c' discepolo superiore al maestro n servo superiore al suo padrone. A un discepolo sufficiente d'essere come il suo maestro e a un servo essere come il suo padrone. Se hanno chiamato Beelzebub il padrone di casa, quanto pi i suoi familiari! Non dovete quindi aver paura di loro. Non c' nulla di nascosto che non debba essere manifestato e nulla di segreto che non debba essere conosciuto. Ci che io vi dico nelle tenebre esponetelo alla luce, e ci che ascoltate all'orecchio predicatelo sopra i tetti. E non temete coloro che uccidono il corpo ma non possono uccidere l'anima; temete piuttosto colui che pu condannare alla Geenna l'anima e il corpo. Non forse vero che due passeri sono venduti per un quattrino? Eppure nessuno di loro cade in terra senza [che lo voglia] il Padre vostro. Cos dei capelli della vostra testa: essi sono tutti contati. Non abbiate quindi timore! Voi valete di pi di molti passeri. Chi dunque mi riconoscer di fronte agli uomini, anch'io lo riconoscer dinanzi al Padre mio celeste; chi al contrario mi rinnegher di fronte agli uomini, anch'io lo rinnegher dinanzi al Padre mio celeste. Non pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra; non sono venuto a portare la pace ma la spada. Sono venuto infatti a separare il figlio dal padre e la figlia dalla madre e la nuora dalla suocera; e nemici dell'uomo saranno quelli di casa sua. Chi ama il padre o la madre pi di me non degno di me, e chi ama il figlio o la figlia pi di me non degno di me. E chi non prende la sua croce e mi segue non degno di me. Chi si attacca avidamente alla propria vita la perder e chi sapr abbandonarla per amor mio la ritrover. Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta perch profeta ricever la ricompensa dovuta al profeta, e chi accoglie un giusto perch giusto ricever la ricompensa dovuta al giusto; e chiunque dar da bere un bicchiere d'acqua fresca a uno di questi [miei discepoli] fosse anche l'ultimo e lo fa perch [mio] discepolo, ve lo dico in verit: non sar privato della sua ricompensa " [10, 8-42]. 286. [Mt 11]. Dopo un po': " A chi paragoner questa generazione? simile a quei fanciulli che, seduti in piazza, gridano ai propri coetanei: " Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato; vi abbiamo cantato un lamento e non avete pianto ". venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangiava n beveva, e han detto di lui: " posseduto dal demonio ". venuto il Figlio dell'uomo, che mangia e beve, e dicono: " Ecco un mangione e un bevitore di vino, un amico dei pubblicani e dei peccatori ". Ma alla sapienza stata resa giustizia dai suoi figli " [11, 16-19]. E dopo un po': " Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi e io vi ristorer. Prendete il mio giogo sulle vostre spalle e imparate da me, che sono mite ed umile di cuore: e troverete pace per le vostre anime, poich il mio giogo soave e il mio peso leggero " [11, 28-30]. 287. [Mt 12]. Dopo un po': " Se comprendeste cosa significhi: " Io voglio la misericordia e non i sacrifici " (Cf. Os 6, 6), non avreste osato condannare degli innocenti " [12, 7]. E dopo un altro poco: " Chi non con me contro di me, e chi non raccoglie con me getta via. Per questo vi dico: Ogni peccato e bestemmia sar rimessa agli uomini; la bestemmia contro lo Spirito, al contrario, non sar rimessa. E sar rimesso all'uomo ogni insulto contro il Figlio dell'uomo; chi per insulter lo Spirito Santo non otterr perdono n in questo mondo n nell'altro. Immaginatevi un albero buono: anche il suo frutto sar buono. Supponete viceversa un albero cattivo: anche il suo frutto sar cattivo: la pianta infatti si riconosce dai frutti. Razza di vipere, come potete dire parole buone se siete cattivi? In effetti la bocca parla dalla pienezza del cuore. L'uomo buono dal tesoro del suo buon cuore tira fuori cose buone; l'uomo cattivo dal tesoro del suo cuore cattivo estrae cose cattive. E poi vi dico: Di ogni parola oziosa che l'uomo avr proferito render conto nel giorno del giudizio. In base alle tue parole sarai proclamato giusto, e in base alle tue parole sarai condannato " [12, 30-37]. 288. [Mt 15]. Dopo un po': " Ascoltate e capite bene! Non ci che entra nella bocca contamina l'uomo, ma ci che esce dalla bocca lo contamina " [15, 10-11]. E dopo un po': Prendendo la parola Pietro gli disse: " Illustraci questa parabola ". Egli rispose: " Anche voi siete tuttora privi d'intelligenza? Non vi rendete conto che quanto entra per la bocca va nel ventre e si scarica nella fogna? Quanto invece esce dalla bocca viene dal cuore e tutto questo contamina l'uomo. Dal cuore infatti procedono i cattivi pensieri, gli omicidi, gli adultri, le fornicazioni, i furti, le false testimonianze, le bestemmie. E tutte queste cose contaminano l'uomo. Viceversa, mangiare senz'essersi lavato le mani non contamina l'uomo " [15, 15-20]. 289. [Mt 16]. Dopo un po': In quell'occasione Ges disse ai discepoli: " Chi vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Chi infatti vorr salvare la propria vita la perder, mentre chi perder la propria vita per me la trover. E cosa giova all'uomo conquistare il mondo intero se danneggia la sua anima? O che cosa potr dare l'uomo in cambio della propria anima? Verr infatti il Figlio dell'uomo nella gloria del Padre suo insieme con i suoi angeli e ricompenser ciascuno secondo le sue opere " [16, 24-27]. 290. [Mt 18]. Dopo un po': " In verit vi dico: Se non vi convertirete e non diventerete come bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Pertanto chi si far piccolo come questo bambino sar il pi grande nel regno dei cieli, e chi accoglie un bambino come questo nel nome mio accoglie me, mentre chi scandalizza uno di questi piccoli che credono in me preferibile che una mola, di quelle che girano gli asini, sia appesa al suo collo e cos sprofondi negli abissi del mare. Guai al mondo per gli scandali! Debbono, vero, succedere scandali; ma guai a colui per colpa del quale avviene lo scandalo! Se pertanto la tua mano o il tuo piede ti creano scandalo, tagliali e gettali lontano da te. meglio per te entrare nella vita monco o zoppo anzich con due mani e due piedi essere gettato nel fuoco eterno. E se ti di scandalo il tuo occhio, cvalo e gettalo via da te. meglio per te entrare nella vita con un occhio solo anzich con ambedue gli occhi essere cacciato nella Geenna di fuoco. Guardatevi dal trattare malamente qualcuno di questi piccoli, poich vi dico che i loro angeli vedono ininterrottamente il volto del Padre mio celeste. E quanto al Figlio dell'uomo, egli venuto per salvare quanti erano perduti " [18, 3- 11]. E dopo un po': " Se un tuo fratello ha peccato contro di te, va' e correggilo da solo a solo. Se ti ascolter avrai conquistato quel tuo fratello; se invece non ti ascolter ricorri ad una o due persone: le recherai con te, affinch sulla testimonianza di una o due persone sia decisa ogni questione. Se non ascolter neppure costoro riferisci la cosa alla comunit, e se nemmeno alla comunit vorr dare ascolto sia per te come un pagano o un pubblicano. In verit vi dico: Tutto ci che avrete legato sulla terra sar legato nel cielo e tutto ci che avrete sciolto sulla terra sar sciolto nel cielo. E vi dico ancora: Se due di voi sulla terra si troveranno riuniti insieme, qualunque cosa chiedano al Padre mio celeste sar loro concessa, poich dove sono due o tre riuniti nel mio nome l in mezzo a loro ci sono anch'io ". Allora si avvicin a lui Pietro e gli domand: " Signore, se un mio fratello pecca contro di me, quante volte lo dovr perdonare? Fino a sette volte? ". Ges gli rispose: " Ti dico: Non fino a sette volte ma fino a settanta volte sette. Sotto questo riguardo il regno dei cieli pu essere paragonato a un re che volle fare i conti con i suoi servi. Quando cominci l'inchiesta gli fu presentato uno che era in debito di diecimila talenti. Siccome non aveva di che restituire, il padrone comand che fosse venduto lui, la moglie, i figli e tutto ci che aveva; e cos si saldasse il debito. Prostratosi ai piedi del padrone, quel servo lo supplicava dicendo: " Abbi pazienza con me e ti restituir ogni cosa ". Il padrone di quel servo s'impietos e lo lasci andare libero, condonandogli il debito. Accadde per che quel servo nell'uscire incontr un compagno, servo come lui, che gli era debitore di cento denari. Presolo per la gola lo voleva strozzare e gli gridava: " Restituiscimi quanto mi devi! " Questo suo compagno gli si prostr anche lui ai piedi e lo supplicava dicendo: " Abbi pazienza con me e ti restituir ogni cosa ". L'altro per non volle ascoltarlo, anzi and e lo fece mettere in carcere fino a quando non avesse saldato il debito. Vedendo l'accaduto gli altri servi ne furono molto rattristati e andarono a raccontare il fatto al padrone. Allora il padrone chiam quel [primo] servo e gli disse: " Servo sciagurato! Per le tue preghiere io ti condonai tutto il tuo debito; e allora non dovevi anche tu usare misericordia verso il tuo compagno di servizio, cos come io sono stato misericordioso con te? " E il padrone, pieno di sdegno, lo consegn agli aguzzini finch non avesse soddisfatto per intero il suo debito. Allo stesso modo si comporter con voi il mio Padre celeste se con tutto il cuore non perdonerete ciascuno al proprio fratello " [18, 15-35]. 291. [Mt 19]. Dopo un po': Gli si avvicinarono i farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: " vero che all'uomo lecito ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo? " Rispondendo egli disse loro: " Non avete letto che colui che al principio li cre li cre maschio e femmina ", e aggiunse: " Per questo motivo l'uomo abbandoner il padre e la madre e si unir alla sua moglie e saranno due in un corpo solo (Cf. Gn 1, 27; 2, 24)? Effettivamente non sono pi due corpi ma un corpo solo. L'uomo dunque non osi separare ci che Dio ha congiunto ". Gli replicano: " Come mai allora Mos ha prescritto di darle il libello del ripudio e licenziarla (Cf. Dt 24, 1; 9, 27)? " Rispose: " Per la durezza del vostro cuore Mos vi ha permesso di rimandare [a casa] le vostre mogli, ma al principio non era cos. Ora io vi dico: Chi rimanda la propria moglie, purch non si tratti di fornicazione, e ne sposa un'altra commette adulterio, e chi sposa una ripudiata commette adulterio ". Gli dicono i discepoli: " Se il problema dell'uomo nei riguardi della moglie si pone cos, non conviene sposarsi ". Egli rispose: " Non tutti capiscono questo discorso ma [solo] coloro ai quali stato donato [dall'alto]. Ci sono infatti eunuchi che sono nati cos dal grembo della madre; ce ne sono altri che sono stati resi tali dall'uomo; e ce ne sono ancora altri che si sono evirati loro stessi per il regno dei cieli: chi pu capire capisca ". In quell'occasione furono presentati a lui dei bambini perch imponesse loro le mani e pregasse, ma i discepoli facevano rimostranze. Ges disse loro: " Lasciate stare questi piccoli e non impedite che vengano a me, poich a chi come loro appartiene il regno dei cieli ". E dopo aver imposto loro le mani se ne and di l, ed ecco gli si avvicin un tale che gli disse: " Maestro buono, cosa debbo fare di bene per avere la vita eterna? ". Gli rispose Ges: " Perch mi interroghi su ci che buono? Uno solo il buono, Dio. Se per desideri entrare nella vita, osserva i comandamenti ". Gli replic: "Quali?". E Ges: " Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, onora tuo padre e tua madre, ama il tuo prossimo come te stesso " (Cf. Es 20, 13). Gli disse il giovane: " Tutto questo io l'ho [sempre] osservato; cosa mi rimane ancora? ". Rispose Ges: "Se vuoi essere perfetto, va', vendi quel che possiedi e danne il ricavato ai poveri, e avrai un tesoro nei cieli, e poi vieni e seguimi ". Udendo queste parole il giovane se ne and triste poich possedeva molti beni. Ges allora disse ai discepoli: " In verit vi dico che chi ricco difficilmente entrer nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: pi facile che un cammello passi per la cruna d'un ago anzich un ricco entri nel regno dei cieli ". All'udire questo i discepoli restarono molto sorpresi e dicevano: " Chi dunque si potr salvare? ". Ges li guard e disse: " Questo impossibile agli uomini ma presso Dio tutto possibile ". Prese allora la parola Pietro e disse: " Ecco, noi abbiamo abbandonato ogni cosa per seguirti: cosa ce ne verr? ". Ges disse loro: " In verit vi dico: Voi che mi avete seguito, nella restaurazione [di tutte le cose] quando il Figlio dell'uomo seder sul trono della sua gloria, sederete anche voi su dodici troni e giudicherete le dodici trib d'Israele. E parimenti chiunque ha abbandonato la casa e i fratelli o le sorelle o il padre o la madre o la moglie o i figli o i campi per il mio nome ricever il centuplo e posseder la vita eterna. Peraltro molti che sono primi saranno ultimi e molti che sono ultimi saranno i primi " [119, 3-30]. 292. [Mt 20]. Dopo un po': " [Fate] come il Figlio dell'uomo [che] non venuto per essere servito ma per servire e dare la sua vita in riscatto di molti " [20, 23]. 293. [Mt 22]. Dopo alcuni versi: " Rendete dunque a Cesare quel che di Cesare e a Dio quel che di Dio " [22, 21]. E altrove: " Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo il pi grande e il primo dei comandamenti; ma il secondo simile a questo: Ama il prossimo tuo come te stesso. In questi due comandamenti si compendia tutta la Legge e i Profeti " [22, 37-40]. 294. [Mt 23]. Dopo pochi versi: Allora Ges si rivolse alla folla e ai discepoli dicendo: " Sulla cattedra di Mos si sono seduti gli scribi e i farisei. Ebbene, tutto ci che vi diranno osservatelo e mettetelo in pratica, ma non eseguite le opere che compiono, poich essi dicono ma non fanno. Legano infatti pesi gravi e insopportabili e li caricano sulle spalle della gente ma loro non vogliono toccarli neppure con un dito. Inoltre essi compiono le loro opere per farsi notare dagli uomini e vogliono che siano larghi i loro filatteri e grandi le frange [del loro mantello]; ambiscono i primi posti nei banchetti e i primi seggi nelle sinagoghe, e cos pure godono nel ricevere saluti sulle piazze e nel sentirsi chiamare " Rabb ". Voi al contrario non fatevi chiamare " Rabb " poich uno solo il vostro Maestro, mentre voi siete tutti fratelli. E non chiamate nessuno " padre " sulla terra: uno solo infatti il Padre vostro, quello nei cieli. N fatevi chiamare " maestri " perch uno solo il vostro maestro: Cristo. Chi fra voi il pi grande sar vostro servo. E chi s'innalza sar umiliato e chi si umilia sar innalzato " [23, 1-12]. E dopo un po': " Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell'aneto e del cumino e trascurate le cose pi importanti prescritte dalla legge: la giustizia, la misericordia e la fedelt. Queste cose occorreva fare, senza peraltro omettere le altre. Guide cieche che scolate il moscerino e inghiottite il cammello! Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che ripulite l'esterno del bicchiere e del piatto; dentro invece sono pieni di rapina e di ogni immondezza. fariseo cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere e del piatto, perch sia puro anche il di fuori. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che somigliate a sepolcri intonacati, che, visti dal di fuori, sembrano splendidi, mentre al di dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume. Cos anche voi: all'esterno sembrate giusti a chi vi guarda ma dentro siete pieni di ipocrisia e malvagit. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che costruite sepolcri ai profeti e abbellite le tombe dei giusti e dite: Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri non ci saremmo associati a loro nel versare il sangue dei profeti. In questo modo attestate contro voi stessi che siete figli di coloro che uccisero i profeti. Ebbene, colmate la misura dei vostri padri! Serpenti, razza di vipere, come potrete sfuggire dalla condanna della Geenna? Per questo, ecco, io mando a voi profeti, sapienti e scribi, e voi di queste persone alcune ne uccidete, altre ne crocifiggete o flagellate nelle vostre sinagoghe o le perseguitate di citt in citt, finch non ricada su di voi tutto il sangue dei giusti che stato versato sulla terra: dal sangue di Abele il giusto fino al sangue di Zaccaria, figlio di Barachia, che avete ucciso tra il santuario e l'altare. In verit vi dico: Tutte queste cose verranno sopra questa generazione " [23, 23-36]. 295. [Mt 24]. Dopo un po': " Per l'abbondare dell'ingiustizia si raffredder in molti la carit; ma chi avr perseverato sino alla fine sar salvato " [24, 12-13]. E dopo un po': " Tenetevi preparati perch non sapete in quale ora il Figlio dell'uomo verr. Chi credi sia il servo fedele e saggio destinato dal padrone a governare la sua famiglia per dare a tutti il cibo a tempo [debito]? Beato il servo che il padrone arrivando trover ad agire cos! In verit vi dico che lo metter a capo di tutti i suoi beni. Se al contrario quel servo dicesse in cuor suo: Il mio padrone tarda a venire e cominciasse a bastonare i suoi compagni di servit e a mangiare e bere con i crapuloni, il padrone di quel servo giunger nel giorno che egli non s'aspetta e nell'ora che non sa, e lo separer dagli altri e gli assegner la sorte degli ipocriti, dove sar pianto e stridore di denti " [24, 44-51]. 296. [Mt 25]. Dopo un po': " Vegliate dunque, perch non sapete n il giorno n l'ora " [25, 13]. E dopo un po' ancora: " Quando il Figlio dell'uomo verr nella sua gloria e con lui tutti i suoi angeli, si seder sul trono della sua gloria, e saranno adunate davanti a lui tutte le genti, ed egli li separer l'uno dall'altro come il pastore separa le pecore dai capri, e collocher le pecore alla sua destra e i capri alla sua sinistra. Allora il re dir a quelli che sono alla destra: " Venite benedetti del Padre mio; prendete possesso del regno preparato per voi dalla creazione del mondo. Poich ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, in carcere e siete venuti a trovarmi ". I giusti gli risponderanno dicendo: " Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo nutrito, o assetato e ti abbiamo dato da bere? O quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? O quando ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti? ". Rispondendo il Re dir loro: " In verit vi dico: Tutte le volte che avete fatto queste cose a qualcuno dei miei fratelli, anche il pi piccolo, l'avete fatto a me ". Dir poi a quelli che stanno alla sua sinistra: " Via, lontano da me, maledetti! Andate al fuoco eterno che fu preparato per il diavolo e i suoi angeli. Poich ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato ". Anche costoro risponderanno dicendo: " Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? ". Egli risponder loro dicendo: " In verit vi dico: Tutte le volte che non avete fatto queste cose a qualcuno dei miei, anche il pi piccolo, non l'avete fatto a me ". E se ne andranno, questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna " [25, 31-46]. 297. [Mt 26]. Dopo un po': " Vegliate e pregate per non cadere in tentazione " [26, 41]. DAL VANGELO SECONDO MARCO 298. [Mc 7]. Chiamata di nuovo attorno a s la folla, diceva loro: " Ascoltatemi tutti e comprendete. Non c' nulla al di fuori dell'uomo che entrando in esso lo contamini; al contrario le cose che vengono fuori dall'uomo queste s che lo contaminano. Chi ha orecchie per intendere intenda ". Quando allontanatosi dalla gente entr in casa, i discepoli lo interrogavano su questo parlare figurato, egli disse loro: " Possibile che anche voi siete cos ottusi? Come fate a non capire che le cose che dal di fuori entrano nell'uomo non possono contaminarlo? Queste infatti non gli entrano nel cuore ma nel ventre e vanno a finire nella latrina, dove ci si scarica di tutti i cibi? ". Quindi spiegava come le cose che vengono fuori dall'uomo lo contaminano, in quanto dal cuore dell'uomo vengono fuori i cattivi pensieri, e ne derivano gli adultri, le fornicazioni, gli omicidi, i furti, le avarizie, le malignit, l'inganno, la lascivia, le cattive intenzioni, le bestemmie, la superbia, l'insipienza. Le quali cose, che sono tutte cattive, procedono dal di dentro e contaminano l'uomo [7, 14-23]. 299. [Mc 8]. In un altro passo: Chiamata a s la folla insieme con i suoi discepoli, disse loro: " Se uno vuol seguirmi rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Chi infatti vorr salvare la propria vita la perder mentre chi perder la propria vita per me e per il Vangelo la salver. In effetti cosa giova all'uomo guadagnare il mondo intero se [con ci] danneggia la sua vita? Ovvero, cosa potr dare l'uomo in cambio della propria vita? Colui che si sar vergognato di me e delle mie parole in mezzo a questa genia adultera e peccatrice, anche il Figlio dell'uomo lo far arrossire [quando comparir] nella gloria del Padre suo insieme ai suoi angeli " [8, 34-38]. 300. [Mc 9]. In un passo: Preso un bambino lo colloc in mezzo a loro e abbracciandolo diceva loro: " Chi accoglie nel mio nome uno di questi fanciulli accoglie me, e chi accoglie me non accoglie me ma colui che mi ha mandato " [9, 35-36]. E dopo un poco: " Chi vi dar un bicchiere d'acqua nel nome mio, cio perch siete di Cristo, ve lo dico in verit: Non perder la sua ricompensa. Se al contrario qualcuno scandalizza uno di questi piccoli che credono in me, meglio per lui che venga legata al suo collo una macina, di quelle che girano gli asini, e lo si getti in mare " [9, 40-41]. E dopo un po': " Abbiate in voi il sale e abbiate pace tra voi " [9, 49]. 301. [Mc 10]. Dopo un po': I farisei gli si avvicinarono per metterlo alla prova e gli chiesero: " lecito a un marito ripudiare la propria moglie? ". Rispondendo egli disse loro: " Che cosa vi ha ordinato Mos? ". Gli dissero: " Mos ha permesso di rilasciarle il libello del ripudio e ripudiarla (Cf. Dt 24, 1) ". In risposta Ges disse loro: " Mos vi diede questa disposizione adattandosi alla durezza del vostro cuore, ma agli inizi, quando furono creati, Dio li fece maschio e femmina; e per questo l'uomo abbandoner suo padre e sua madre e si unir alla sua moglie e i due saranno un corpo solo (Cf. Gn 2, 24). Non sono pi dunque due corpi ma uno solo. Ora quel che Dio ha unito l'uomo non osi separarlo ". Quando furono in casa i discepoli lo interrogarono di nuovo sull'argomento ed egli precis: " Chi ripudiando sua moglie sposa un'altra donna commette con lei un adulterio; e cos la moglie che, ripudiando il marito, si sposa con un altro adultera " [10, 2-12]. Dopo quattro versi: " Lasciate che i piccoli vengano a me e non glielo impedite, poich a loro appartiene il regno di Dio. In verit vi dico: Chi non accoglie con cuore di bambino il regno di Dio non entrer in esso ". E abbracciandoli e imponendo loro le mani li benediceva. Uscito che fu nella strada, un tale gli corse innanzi e inginocchiandosi davanti a lui gli chiedeva: " Maestro buono, cosa debbo fare per conseguire la vita eterna? ". Ges gli rispose: " Perch mi chiami buono? Nessuno buono all'infuori di Dio. Non conosci tu i comandamenti? Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare il prossimo, onora tuo padre e tua madre (Cf. Es 20, 13) ". Quel tale gli replic: " Maestro, tutte queste cose io le ho osservate fino dalla mia giovinezza ". Ges, sentendo ci, lo fiss con amore e gli disse: "Una cosa sola ti manca. Va', vendi quanto possiedi e dallo ai poveri. Ne avrai un tesoro nel cielo. Poi vieni e seguimi ". A queste parole egli si rattrist e si allontan con l'animo in pena. Possedeva infatti molti beni. Ges volgendo gli occhi all'intorno disse ai discepoli: "Quanto difficile che un ricco entri nel regno di Dio! ". I discepoli si stupivano di queste sue parole, ma Ges replicando la medesima risposta disse loro: " Figlioli, quanto difficile che chi ripone le sue speranze nelle ricchezze possa entrare nel regno di Dio! pi facile che un cammello passi per la cruna di un ago che non ad un ricco entrare nel regno di Dio ". Essi, ancor pi stupiti, si dicevano fra loro: " Chi dunque potr salvarsi? ". Ges li guard e disse: " Presso gli uomini la cosa impossibile, ma non presso Dio, poich a Dio tutto possibile. Allora Pietro cominci a dirgli: " Ecco noi abbiamo abbandonato ogni cosa e ti abbiamo seguito ". Ges gli rispose: " In verit vi dico: Chiunque avr abbandonato la casa o i fratelli o le sorelle o la madre o il padre o i figli o i campi per causa mia e del Vangelo ricever adesso, nel tempo presente, il centuplo in case, fratelli, sorelle, madri, figli e campi, senza per escludere le persecuzioni, e nel mondo avvenire la vita eterna. Comunque, molti che ora sono i primi saranno gli ultimi e molti degli ultimi saranno i primi " [10, 14-31]. E dopo un po': " Sapete che quanti sembrano essere i pi ragguardevoli tra le genti esercitano su di queste il dominio e i loro capi la fanno da padroni. Non dovr essere cos tra voi, ma chi vorr essere il pi grande fra voi dovr diventare vostro servo e chi vorr primeggiare fra voi sar schiavo di voi tutti. Infatti il Figlio dell'uomo non venuto per farsi servire ma per servire gli altri e dare la vita in riscatto delle moltitudini " [10, 42-45]. 302. [Mc 11]. Dopo un po': Prendendo la parola Ges disse: " Abbiate fede in Dio. In verit vi dico: Chi dir a questo monte: " Levati di qui e buttati in mare ", e non esiter nel suo cuore ma creder che quanto avr detto avverr, di fatto gli avverr cos. E pertanto vi dico: Tutto ci che chiederete nella preghiera, se crederete che lo riceverete, vi accadr. E quando vi mettete a pregare, deponete ogni rancore contro il vostro prossimo, affinch il Padre vostro celeste perdoni a voi i vostri peccati, poich, se voi non perdonerete, nemmeno il Padre vostro celeste perdoner a voi i vostri peccati " [11, 22-26]. 303. [Mc 12]. Dopo un po': Rispondendo, Ges disse loro: " Rendete dunque a Cesare quel che di Cesare e a Dio quel che di Dio " [12, 17]. E in un altro passo: Gli si avvicin uno degli scribi che aveva ascoltato le loro domande e, vedendo com'egli aveva loro risposto con precisione, volle interrogarlo nei riguardi del pi importante fra i comandamenti. Ges gli rispose: " Il primo comandamento : Ascolta Israele. Il Signore tuo Dio l'unico Dio, e: Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutte le tue forze. Questo il comandamento principale, ma il secondo uguale a questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso (Cf. Lv 19, 18). Non c' comandamento pi grande di questi due ". Riprese lo scriba: " Bene Maestro! Con [piena] verit hai detto che Dio uno solo e non ce ne sono altri all'infuori di lui, e che amarlo con tutto il cuore, con tutta la mente, con tutta l'anima e con tutte le forze, e amare il prossimo come se stessi vale pi di tutti gli olocausti e i sacrifici ". Ges, constatando come egli aveva risposto con saggezza, gli disse: " Non sei lontano dal regno di Dio ". E da quel momento nessuno osava interrogarlo ancora [12, 28-34]. E dopo un poco: " Tenetevi lontani dagli scribi. Essi vogliono incedere in abiti vistosi, essere salutati nelle piazze, occupare i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti; essi dilapidano le case delle vedove col pretesto di lunghe orazioni, ma otterranno un pi severo giudizio ". Ges sedeva di fronte al tesoro del Tempio e osservava la gente che gettava monete nel tesoro. Molti ricchi gettavano grosse somme ma una vedova, che era povera, venne e vi gett due spiccioli, cio un soldo. Chiamati a s i discepoli, disse loro: " In verit vi dico: Questa vedova, povera, vi ha gettato pi di tutti gli altri che hanno versato le loro offerte nel tesoro. Costoro infatti vi hanno gettato del loro superfluo, costei al contrario nella sua povert vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto ci che aveva per vivere " [12, 38-44]. 304. [Mc 13]. Dopo un po': " Quando vi cattureranno e condurranno [in tribunale], non state l a pensare cosa dovrete dire, ma dite ci che vi sar suggerito in quell'ora. Non siete infatti voi a parlare; parler in voi lo Spirito Santo " [13, 11]. E dopo un poco: " Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Chi perseverer sino alla fine sar salvo " [13, 13]. E in un altro passo: " Osservate [le cose], vegliate pregando perch non sapete quando sar il momento. Sar come quando un uomo si allontana per un lungo viaggio. Egli lascia la casa e d ai servi l'incarico di fare le diverse opere: al portinaio d l'ordine di tenersi desto. State dunque svegli [anche voi] poich non sapete quando ritorner il padrone della vostra casa, se di sera tardi, se a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino. E non succeda che tornando all'improvviso egli vi trovi addormentati. S, questo che dico a voi lo dico a tutti: Siate vigilanti! " [13, 33-37]. DAL VANGELO SECONDO LUCA 305. [Lc 2]. Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volont [2, 14]. 306. [Lc 3]. Un po' dopo: Lo interrogavano le folle chiedendogli: " Cosa dobbiamo fare? ". Rispondeva: " Chi ha due tuniche ne dia [una] a chi non ne ha; e la stessa cosa faccia chi provvisto di cibo". Vennero a farsi battezzare anche alcuni pubblicani e gli chiedevano: " Maestro, e noi cosa dobbiamo fare? ". Egli rispose: " Non compite nulla che vada oltre il limite della legalit ". Anche i soldati gli ponevano delle domande e gli chiedevano: " Che cosa dobbiamo fare anche noi? ". Rispose: " Non usate violenza con nessuno, non calunniate e contentatevi della vostra paga " [3, 10- 14]. 307. [Lc 6]. Dopo un poco: " Beati voi, poveri, perch vostro il regno di Dio. Beati voi che ora soffrite la fame, poich sarete saziati. Beati voi che siete nel pianto, perch riderete. Sarete beati quando gli uomini vi odieranno a causa del Figlio dell'uomo e vi disperderanno qua e l e vi oltraggeranno e cancelleranno il vostro nome ritenendolo cattivo. Rallegratevi e gioite in quel giorno poich, ecco, grande sar la vostra ricompensa nel cielo. In questo modo infatti i loro padri trattavano i [veri] profeti. Viceversa, guai a voi, ricchi, perch avete gi ora la vostra consolazione. Guai a voi che siete sazi poich patirete la fame. Guai a voi che ora ridete perch piangerete e vi lamenterete. Guai a voi quando tutti gli uomini vi osanneranno. In tal modo si comportavano i loro padri con i falsi profeti. A voi, poi, che mi ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a chi vi odia. Benedite chi vi maledice e pregate per chi vi calunnia. A colui che ti percuote in una guancia tu porgi anche l'altra e a colui che vuol toglierti il mantello non impedire che ti tolga anche la tunica. Da' largamente a chi ti chiede qualcosa e, se uno ti sottrae del tuo, non andare a richiederglielo. Quanto volete che gli uomini facciano a voi, lo stesso fate voi a loro. Del resto, se amate solo chi vi ama, quale gratifica vi meritate? Anche i peccatori amano chi li ama. E se fate del bene a coloro che ne fanno a voi, quale gratifica meritate? Fanno cos anche i peccatori. E se fate un prestito a coloro dai quali sperate di riceverne un altro, quale gratifica meritate? Anche i peccatori accendono mutui a vantaggio dei peccatori sperando di riceverne il contraccambio. Voi, al contrario, amate i vostri nemici, fate elargizioni e prestiti senza attendervi alcun compenso. Cos la vostra ricompensa sar grande: sarete figli dell'Altissimo, che ricco di benevolenza verso gli ingrati e i cattivi. Siate dunque misericordiosi com' misericordioso il Padre vostro. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sar perdonato; date e vi sar dato. Vi verseranno in seno una misura larga, abbondante, scossa e traboccante, poich con la misura con cui avrete misurato sar rimisurato a voi in cambio. E diceva loro una similitudine: Pu forse un cieco far da guida a un altro cieco? Non cadranno tutti e due nella fossa? Nessun discepolo superiore al maestro: sar perfetto se riuscir ad essere pari al suo maestro. Quanto a te, come fai a scorgere la pagliuzza nell'occhio del tuo fratello se non ti accorgi della trave che nell'occhio tuo? O come puoi dire al tuo fratello: Fratello, lasciami togliere la pagliuzza che nel tuo occhio, se tu non vedi la trave che nell'occhio tuo? Ipocrita, leva prima la trave dal tuo occhio; cos avrai una buona vista per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello. Non c' albero buono che possa produrre frutti cattivi n albero cattivo che possa produrre frutti buoni. Ogni albero si riconosce dai frutti: non si pu infatti cogliere fichi dallo spino n vendemmiare uva dai rovi. L'uomo buono dal buon deposito del suo cuore cava fuori il bene, l'uomo cattivo dal cattivo deposito del suo cuore cava fuori il male, poich la bocca parla da ci che riempie il cuore. Perch state ad invocarmi: " Signore, Signore ", se non fate quel che vi dico? Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, ecco vi presento a chi somiglia. Somiglia all'uomo che, nel fabbricare la sua casa, scava in profondit e fa poggiare sulla roccia le fondamenta. Venendo l'inondazione, la piena dell'acqua si abbatte su quella casa ma non pu rovesciarla poich fondata sulla roccia. Chi invece ascolta ma non pratica somiglia all'uomo che, fabbricando la sua casa, la sistema sopra la creta e non le d un [saldo] fondamento. La corrente delle acque s'infrange su di essa e subito cade e diviene un gran mucchio di macerie " [6, 24-49]. 308. [Lc 7]. Dopo un po': " A chi dir che somigliano gli uomini di questa generazione? E veramente a chi somigliano? Somigliano a quei bambini che, seduti in piazza, si scambiano motti e dicono: " Vi abbiamo cantato al suono del flauto e non avete ballato; vi abbiamo intonato un lamento e non avete pianto ". Venne infatti Giovanni Battista, che non mangiava pane n beveva vino, e voi avete detto: " un indemoniato ". venuto il Figlio dell'uomo, che solito mangiare e bere, e voi andate dicendo: " Ecco un ghiottone e un beone, un amico dei pubblicani e dei peccatori ". Ma alla sapienza stata fatta giustizia da tutti i suoi figli " [7, 31-35]. 309. [Lc 8]. Dopo un poco: " Questo il senso della parabola: Il seme la parola di Dio. Quello caduto per via sono coloro che ascoltano ma poi viene il diavolo e porta via la parola dal loro cuore perch non credano e cos non si salvino. Il seme caduto sui sassi sono coloro che, ascoltando la parola, l'accolgono con gioia, ma non hanno radici: credono per un po' di tempo, ma quando arrivano le prove abbandonano. Il seme caduto tra le spine raffigura coloro che ascoltano ma poi, uscendo fuori, vengono soffocati dalle angustie [della vita] o dalle ricchezze o dai piaceri e non producono frutto. Il seme caduto sulla terra buona rappresenta coloro che, accogliendo la parola con cuore ben disposto e generoso, lo conservano e producono frutto mediante la pazienza. Non c' nessuno che accenda la lucerna e la copra con un vaso o la nasconda sotto il letto, ma la pone sul candeliere, in modo che quanti entrano possano vedere la luce. Non c' infatti alcuna cosa occulta che non debba manifestarsi n cosa nascosta che non debba essere conosciuta e resa di pubblico dominio. E badate a quel che avete udito. Infatti a chi ha sar dato, mentre a chi non ha sar tolto anche quello che gli sembra di ave-re " [8, 11-18]. 310. [Lc 9]. Dopo un po': Chiamati a s i dodici apostoli diede loro il potere di scacciare ogni sorta di demoni e anche di guarire dalle malattie. Quindi li invi a predicare il regno di Dio e a guarire gli infermi. Disse loro: " Non prendete nulla per il viaggio: non il bastone n la borsa, non il pane n denaro e nemmeno due tuniche. Quando entrerete in una casa, rimanete l e non andate in giro. Se non vi riceveranno, uscendo dalla loro citt scuotete anche la polvere dai vostri piedi in testimonianza contro di loro " [9, 1-5]. Ancora un po' dopo: A tutti poi diceva: " Se uno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda giorno dopo giorno la sua croce e mi segua. Chi infatti vorr salvare la propria vita la perder, mentre chi perder la sua vita per causa mia la salver. Pertanto, cosa giova all'uomo conquistare il mondo intero se poi perde se stesso o si rovina? Se poi qualcuno si vergogner di me e delle mie parole, di lui si vergogner il Figlio dell'uomo quando torner nella sua gloria e nella gloria del Padre e degli angeli santi " [9, 23-26]. In un altro passo ancora: Entr nel loro cuore il desiderio [di sapere] chi potesse essere il pi grande fra loro. Ges, conoscendo i pensieri del loro cuore, prese un bambino e lo colloc vicino a s e disse loro: " Chi accoglie un bambino come questo nel mio nome accoglie me e chiunque accoglie me accoglie colui che mi ha mandato, poich colui che tra tutti voi il pi piccolo, costui il pi grande " [9, 46-48]. E dopo un po': Disse poi a un tale: " Seguimi "; ma costui rispose: " Signore, lascia che prima io vada a seppellire mio padre ". Replic Ges: " Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu va' e predica il regno di Dio ". Un altro gli disse: " Signore, io ti seguir ma tu consentimi di dare l'addio ai miei di casa ". Ges gli disse: "Nessuno che, messa la mano all'aratro, poi si volti indietro adatto per il regno di Dio " [9, 59-62]. 311. [Lc 10]. Dopo un po': " Ecco, io vi mando come agnelli in mezzo ai lupi. Non portate con voi n sporta n bisaccia n calzari, e non salutate nessuno lungo la via. In qualunque casa entriate presentatevi dicendo: Sia pace a questa casa. Se in essa abiter un uomo di pace la vostra pace rimarr in essa; altrimenti torner da voi. Restate nella stessa casa prendendo quel cibo e quella bevanda che troverete presso di loro: infatti chi lavora merita il dovuto compenso. Non passate di casa in casa. Quando entrate in una qualche citt, se vi ricevono mangiate quel che vi servono a tavola; curate gli infermi che ci sono e dite alla gente: vicino a voi il regno di Dio. Se poi entrate in una qualche citt ma la gente non vi riceve, uscite in piazza e dite loro: Anche la polvere che dalla vostra citt si fosse posata sulle nostre vesti noi ve la scuotiamo in faccia; sappiate per che il regno di Dio vicino. Vi garantisco che contro Sodoma in quel giorno si proceder meno severamente che non verso quella citt " [10, 3-11]. E dopo un po': " Non dovete per rallegrarvi del fatto che gli spiriti [cattivi] sono a voi sottomessi. Godete piuttosto perch i vostri nomi sono scritti in cielo " [10, 20]. Dopo un po' ancora: Ecco che un dottore della legge si alz e per metterlo alla prova gli disse: " Maestro, cosa debbo fare per conseguire la vita eterna? ". Ges gli rispose: " Cosa c' scritto nella legge? Cosa vi leggi? ". Quel tale rispose e disse: " Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutta la forza e con tutta la mente, ed il tuo prossimo come te stesso " [10, 25-27]. E dopo alcuni versetti: " Quale di questi tre ti sembra essere stato il pi vicino a colui che era incappato nei briganti? ". E l'altro: " Colui che gli us compassione ". E Ges a lui: " Va' e fa' altrettanto anche tu " [10, 36-37]. Un po' dopo: " Marta, Marta, tu ti preoccupi e sei in angustia per troppe cose, mentre una sola la cosa di cui c' [vera] necessit. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sar mai tolta " [10, 41-42]. 312. [Lc 11]. Dopo un poco: Ges aggiunse: " Quando pregate dite: Padre, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; dacci oggi il nostro pane di ogni giorno, e rimetti a noi i nostri peccati poich anche noi [li] rimettiamo a tutti quelli che sono in debito con noi; e non ci indurre in tentazione ". E diceva loro: " Ecco, uno di voi ha un amico il quale a mezzanotte va da lui per dirgli: " Amico, prestami tre pani poich venuto in casa mia un amico di ritorno da un viaggio e io non ho nulla da apparecchiargli ". Quell'altro da dentro casa gli risponder: "Non starmi a seccare; ormai la porta chiusa, io e i figli siamo a letto: non posso alzarmi per darti [quei pani]". Ma se quell'altro continuer a bussare, vi dico che sebbene non avesse voglia di alzarsi e di dargli quei pani per l'amicizia, tuttavia per la sua sgarbata insistenza si alzer e gli dar quel che gli occorre. Vi dico pertanto: Chiedete e vi sar dato, cercate e troverete, picchiate e vi sar aperto. Infatti chi chiede riceve, chi cerca trova e a chi bussa sar aperto. Che succede infatti fra voi? Se uno va dal padre e gli chiede un pane, forse che gli dar una pietra? E se gli chiede un pesce, gli dar forse una serpe invece del pesce? E se gli chiede un uovo, gli dar forse uno scorpione? Se dunque voi, che siete gente cattiva, sapete dare cose buone ai vostri figli, con quanto maggior larghezza il Padre vostro celeste dar lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono! " [11, 2-3]. E dopo un po': Mentre stava dicendo queste cose una donna tra la folla alz la voce e gli disse: " Beato il grembo che ti ha portato ed il petto da cui hai preso il latte ". Egli replic: " Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica " [11, 27-28]. Dopo un altro po': Mentre stava ancora parlando un fariseo gli chiese con insistenza che andasse a pranzo in casa sua. Egli entr e si mise a tavola; ma quel fariseo ragionando in cuor suo cominci a chiedersi come mai non avesse compiuto le abluzioni prima di mangiare. Il Signore gli disse: " In effetti voi, farisei, purificate l'esterno del bicchiere e del vassoio, il vostro interno al contrario pieno di ruberie e malvagit. Stolti! Non forse vero che chi fece l'esterno fece anche l'interno? Tuttavia avete ancora un rimedio: fate l'elemosina ed ecco tutto vi diventer puro. Guai per a voi, farisei, che pagate la decima della menta, della ruta e di tutti gli ortaggi ma trasgredite la giustizia e l'amore di Dio. Queste sono le cose che si debbono fare, senza omettere le altre. Guai a voi, farisei, che ambite i primi seggi nelle sinagoghe e le riverenze in piazza. Guai a voi, che siete come i sepolcri, da cui non traspare nulla e gli uomini, non accorgendosi di nulla, vi passeggiano sopra ". Prendendo allora la parola un dottore della legge gli disse: " Maestro, parlando cos tu offendi anche noi ". E Ges: " Guai anche a voi, dottori della legge, che imponete alla gente fardelli cos pesanti che non si riesce a portarli, mentre voi quei pesi non li toccate nemmeno con un dito " [11, 37-46]. 313. [Lc 12]. In un altro passo: " Tenetevi lontani dal fermento dei farisei, che l'ipocrisia " [12, 1]. E dopo un po': " A voi, miei amici, io dico: Non spaventatevi di fronte a coloro che uccidono il corpo ma oltre a questo non possono fare altro. Vi mostrer io chi dovete temere. Temete colui che, dopo la vostra morte, ha il potere di spedirvi nella Geenna. S, vi dico, costui temete. Non forse vero che cinque passeri si vendono per due quattrini? Eppure nemmeno uno di loro dimenticato da Dio. Ancora: perfino i capelli della vostra testa sono tutti contati. Non abbiate quindi timore: voi valete pi di molti passeri. E poi vi dico: Chi mi riconoscer dinanzi agli uomini, il Figlio dell'uomo lo riconoscer dinanzi agli angeli di Dio; chi invece mi rinnegher dinanzi agli uomini sar rinnegato dinanzi agli angeli di Dio. Se uno dice una parola offensiva contro il Figlio dell'uomo, la colpa gli sar rimessa, mentre non sar rimessa a chi bestemmier contro lo Spirito Santo. Quando vi condurranno nelle sinagoghe o dinanzi ai magistrati o ai pubblici poteri non preoccupatevi di come dovrete rispondere o cosa dovrete dire; perch lo Spirito Santo vi insegner in quel momento ci che bisogna dire ". Uno della folla gli disse: " Maestro, di' a mio fratello che divida con me l'eredit "; ma Ges gli replic: "O uomo, chi mi ha costituito giudice o arbitro fra di voi? ". E continu dicendo: " State attenti e guardatevi da ogni sorta di avidit, poich la vita di ogni uomo non dipende dalla quantit di roba che possiede ". E disse loro una similitudine: " Il campo di un ricco produsse un raccolto abbondante, tanto che egli fantasticava cos nel suo intimo: " Che cosa far, dato che non ho spazio sufficiente per riporvi quanto ho raccolto? ". E concluse: " Far cos: demolir i miei magazzini e ne far di pi grandi e l ammasser tutto quello che ho raccolto e tutti i miei beni; e poi dir alla mia anima: Anima, ecco che ora possiedi molti beni e ne puoi disporre per moltissimi anni. Ripsati dunque, mangia, bevi e datti ai bagordi ". Ma Dio gli disse: "Stolto, questa notte stessa ti toglieranno la vita e le cose che ti sei preparate a chi apparterranno?". Questo capita a tutti coloro che ammassano tesori ma non diventano ricchi dinanzi a Dio ". E diceva ai suoi discepoli: " A questo riguardo vi dico: Non preoccupatevi per la vostra vita, di cosa mangerete n, per il vostro corpo, come lo vestiate. La vita vale pi del cibo e il corpo pi del vestito. Considerate i corvi: essi non seminano n mietono, non hanno n cantina n granaio, eppure Dio li nutre. Quanto pi di loro non valete dunque voi? E poi, chi di voi a forza di pensare pu aggiungere un solo cubito alla sua statura? Se dunque non potete far nulla nemmeno in queste cose insignificanti, perch angustiarvi delle altre? Osservate i gigli e com'essi crescano! Non lavorano n filano, eppure, vi dico, nemmeno Salomone nella pienezza della sua gloria vestiva come uno di loro. Se pertanto Dio veste in questa maniera l'erba del campo, che oggi c' e domani viene gettata nel fuoco, quanto pi [vestir] voi, gente di poca fede? Parimenti non cercate ansiosamente cosa mangerete o berrete. E non vogliate neanche aspirare a cose eccezionali, poich di tutte queste cose vanno in cerca i pagani, e il Padre vostro sa che di ci voi avete bisogno. Voi pertanto cercate il regno di Dio, e tutto questo vi sar dato per giunta. Non temere, piccolo gregge, perch il Padre si compiaciuto di darvi il regno. Vendete quel che possedete e datelo in elemosina. Preoccupatevi delle bisacce che non invecchiano, un tesoro che non viene meno ma rimane per il cielo, dove i ladri non penetrano n i tarli consumano. Infatti il vostro cuore sar l dov' il vostro tesoro " [12, 4-34]. E dopo un po': " Tenetevi pronti perch il Figlio dell'uomo verr nell'ora che non pensate ". Pietro gli domand: " Signore, questa parabola la dici per noi o vale per tutti? ". Replic il Signore: " Quale secondo te sar l'amministratore fedele e saggio che il padrone porr a capo della sua famiglia per distribuire nel tempo opportuno una data quantit di frumento? Beato il servo che il padrone al ritorno trover cos occupato. In verit vi dico che lo porr a capo di tutto ci che possiede. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: " Il mio padrone tarda a venire ", e cominciasse a maltrattare i servi e le serve e a percuoterli e si desse a mangiare e a bere e ad ubriacarsi, il padrone di questo servo torner nel giorno che non s'attende e nell'ora da lui ignorata: lo separer [dagli altri] e la sua sorte sar fra gli infedeli. Il servo che ha conosciuto la volont del suo padrone ma non dispone [le cose] n agisce secondo la volont di lui ricever molte batoste; mentre colui che compir azioni meritevoli di punizione senza conoscere la volont del padrone ne ricever poche. Da colui al quale stato dato molto, molto sar richiesto, e da colui al quale stato affidato molto, si esiger molto di pi " [12, 40-48]. E ancora dopo un po': " Ipocriti, siete in grado di distinguere l'aspetto della terra e del cielo. Come fate a non accorgervi del momento presente? E perch non valutate da voi stessi ci che giusto? " [12, 56-57]. 314. [Lc 13]. Dopo un po': " Sforzatevi ad entrare per la porta stretta, perch, vi dico, molti cercheranno di entrare ma non lo potranno " [13, 24]. 315. [Lc 14]. In un altro passo: Diceva una parabola agli invitati, osservando com'essi sceglievano i primi posti. Diceva loro: " Se ti invitano a [una festa di] nozze, non sederti al primo posto perch non sia stato invitato dal padrone un altro pi ragguardevole di te e allora venga da te chi ha invitato te e l'altro, e ti dica: " Cedigli il posto ", nel qual caso tu con vergogna dovresti occupare l'ultimo posto. Pertanto, se ti invitano [a nozze], va' a sederti nell'ultimo posto: nel qual caso venendo colui che ti ha invitato ti dir: " Amico, passa avanti ", e tu ne avrai gloria presso tutti i commensali. Poich chi s'innalza sar umiliato e chi si umilia sar innalzato ". In seguito diceva a colui che lo aveva invitato: " Se offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici n i tuoi fratelli o parenti o vicini ricchi, pensando che anch'essi ti inviteranno a loro volta e tu sia ricompensato. Quando offri un banchetto chiama i poveri, la gente insignificante, gli zoppi e i ciechi: sarai beato perch essi non hanno con che ricompensarti. Sarai ricompensato nella risurrezione dei giusti " [14, 7-14]. E dopo un po': " Se uno viene da me e non odia il padre e la madre, la moglie e i figli, i fratelli e le sorelle, e anche la sua stessa vita, non pu essere mio discepolo. E chi non si carica della propria croce e viene da me non pu essere mio discepolo. Chi di voi infatti, se vuol costruire una torre, non si siede prima per fare i conti e vedere se ha denaro sufficiente per portare a compimento [l'opera iniziata]? In tal modo non succeder che, avendo gettato le fondamenta e non avendo potuto completare [l'edificio], tutti quelli che vedono cominciano a beffarlo dicendo: Quest'uomo ha cominciato la costruzione ma non riuscito a terminarla. Ovvero, qual quel re che, volendo ingaggiare una guerra contro un altro re, non si mette prima a sedere e non valuta se possa con diecimila soldati affrontare chi gli viene contro forte di ventimila? In questo caso, mentre costui ancora lontano gli manda un'ambasceria per trattare la pace. Allo stesso modo chiunque fra voi non si priva di tutto ci che possiede non pu essere mio discepolo " [14, 26-33]. 316. [Lc 16]. Dopo un po': " Ora io vi dico: Fatevi degli amici con l'iniqua ricchezza affinch, quando arriverete alla fine, vi accolgano nei padiglioni eterni. Chi fedele nel poco fedele anche nel molto, e chi disonesto nel poco disonesto anche nel molto. Se pertanto non sarete stati fedeli nella ricchezza iniqua, chi vi affider quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi dar ci che pur sarebbe vostro? Nessuno pu servire a due padroni, poich o odier l'uno e amer l'altro o si schierer con l'uno e trascurer l'altro. Non potete servire Dio e il denaro. Ad ascoltare queste cose c'erano anche dei farisei, che sono gente avara, e si beffavano di lui. Ma egli disse loro: Voi siete gente che si ritiene giusta di fronte agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori, e ci che impenetrabile agli uomini in abominio agli occhi di Dio " [16, 9-15]. E dopo pochi versi: " Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra commette adulterio " [16, 19]. 317. [Lc 17]. Dopo un po': " impossibile che non ci siano scandali, ma guai a colui per colpa del quale essi avvengono! preferibile per lui che gli si leghi al collo una macina da mulino e lo si getti in mare anzich permettere che scandalizzi uno solo di questi piccoli. Fate dunque attenzione! Se un tuo fratello pecca [contro di te] rimproveralo, e se si ravvede perdonalo. E se peccher contro di te sette volte al giorno e sette volte al giorno ricorrer a te per dirti: "Mi pento ", tu devi perdonarlo " [17, 1-4]. 318. [Lc 18]. In un altro passo: Disse poi questa parabola rivolgendosi a certuni che confidavano in se stessi ritenendosi giusti e disprezzavano gli altri: " Due uomini salirono al tempio per pregare: uno era fariseo, l'altro pubblicano. Il fariseo dritto in piedi cos pregava in cuor suo: " Signore, ti ringrazio perch io non sono come gli altri uomini, rapaci, ingiusti, adlteri e nemmeno come questo pubblicano. Digiuno due volte la settimana, pago la decima di tutto ci che posseggo ". Il pubblicano se ne stava lontano e non osava neanche alzare gli occhi al cielo, ma battendosi il petto diceva: " O Dio, abbi misericordia di me peccatore ". Ora io vi dico: Costui se ne torn a casa giustificato, a differenza dell'altro, poich chi si innalza sar umiliato e chi si umilia sar innalzato ". In quel tempo gli presentavano dei fanciulli perch imponesse loro le mani, ma i discepoli vedendo la cosa rimproveravano quei tali. Ges allora li chiam a s e disse loro: "Lasciate che i piccoli vengano a me e non glielo impedite. A chi infatti come loro appartiene il regno di Dio. Ve lo dico in verit: Chi non accoglie il regno di Dio con l'animo del fanciullo non entrer in esso ". Ecco allora farsi avanti un personaggio che gli domand: "Maestro buono, per possedere la vita che cosa debbo fare?". Ges gli rispose: " Perch mi dici buono? Nessuno buono eccettuato Dio. Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, onora il padre e la madre (Cf. Es 20, 13) ". Gli replic l'altro: " Tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza ". Ci udendo Ges gli disse: " Ti manca ancora una cosa. Vendi tutto ci che possiedi e dallo ai poveri: ne avrai un tesoro nei cieli, e poi vieni e seguimi ". Udendo queste parole egli si rattrist essendo molto ricco; e Ges vedendolo cos rattristato disse: " Con quanta difficolt chi ha ricchezze entrer nel regno di Dio! pi facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel regno di Dio ". Coloro che udirono queste parole chiesero: " Ma allora chi si potr salvare? ". Rispose: " Ci che impossibile agli uomini possibile a Dio ". Allora Pietro gli disse: " Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito ". Egli aggiunse: " In verit vi dico: Chiunque lascia la casa o i genitori o i fratelli o la moglie o i figli per il regno di Dio ricever molto di pi nel tempo presente, e nel tempo futuro avr la vita eterna " [18, 9- 30]. 319. [Lc 19]. Altrove: Alzandosi in piedi Zaccheo disse al Signore: " Signore, ecco io do ai poveri la met dei miei beni e se ho frodato qualcuno gli rendo quattro volte tanto ". Ges gli disse: " Oggi la salvezza giunta in questa casa, e in effetti anche costui un figlio di Abramo. Il Figlio dell'uomo venuto a cercare e salvare ci che era perduto " [19, 8-10]. 320. [Lc 20]. Dopo un po': " Rendete dunque a Cesare ci che di Cesare e a Dio ci che di Dio " [20, 25]. In un altro passo: Lo ascoltava tutto il popolo mentre egli diceva ai discepoli: " Guardatevi dagli scribi, che bramano passeggiare in vesti [caratteristiche] e vanno a caccia di omaggi quando sono in piazza e dei primi posti quando sono a mensa. Divorano le case delle vedove fingendo di recitare lunghe preghiere. Costoro riceveranno una condanna molto severa " [20,45-47]. 321. [Lc 21]. Volgendo lo sguardo vedeva i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del Tempio. Osserv anche una vedova povera che come offerta gett due spiccioli e disse: " In verit vi dico che questa vedova, povera com', vi ha gettato pi di tutti gli altri. Infatti tutti gli altri hanno offerto in dono a Dio il loro superfluo, mentre costei ha versato ci di cui sentir la mancanza: tutto ci che aveva per vivere " [21, 1-4]. E in un altro passo: " Cacciatevi in cuore di non premeditare le vostre risposte. Sar io infatti a darvi lingua e sapienza a cui i vostri avversari non potranno resistere n sapranno replicare. Sarete traditi dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici e uccideranno alcuni fra voi. A causa del mio nome sarete odiati da tutti, ma neppure un capello cadr dalla vostra testa. Con la vostra pazienza diverrete padroni della vostra vita " [21, 14-19]. E dopo un po': " State attenti a che i vostri cuori non siano appesantiti da orge e bevande e nemmeno da preoccupazioni mondane, e quel giorno piombi improvviso su di voi. Arriver infatti come un cappio su tutti gli abitanti di tutta la terra. Vegliate dunque pregando in continuazione per essere trovati degni di sfuggire a tutti questi mali, che dovranno avvenire, e di stare alla presenza del Figlio dell'uomo " [21, 34-36]. 322. [Lc 22]. Dopo un po': Sorse tra loro una lite su chi fra loro fosse il pi importante. Il Signore disse loro: " I re delle genti spadroneggiano sui sudditi e coloro che esercitano l'autorit sono chiamati magnanimi. Tra voi non dev'essere cos, ma chi fra voi il pi grande si faccia il pi piccolo e chi superiore diventi servo [degli altri]. Infatti chi pi grande, chi seduto a mensa o chi vi presta servizio? Non forse colui che sta seduto? Io invece sono tra voi come colui che serve " [22, 24-27]. E in un altro passo: " Pregate per non entrare in tentazione " [22, 40]. DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI 323. [Io 5]. " Come potete diventare credenti voi che andate a caccia della gloria l'uno dall'altro e non cercate la gloria che viene da Dio soltanto? " [5, 44]. 324. [Io 8]. Dopo un po': Ges le disse: " Nemmeno io ti condanno; va' e non peccare mai pi " [8, 11]. E dopo un altro poco: " Se resterete fedeli alla mia parola sarete davvero miei discepoli, e conoscerete la verit e la verit vi far liberi " [8, 31-32]. E dopo un poco ancora: " In verit, in verit vi dico: Chiunque commette peccato schiavo del peccato " [8, 34]. E altrove: " In verit, in verit vi dico: Chi osserva la mia parola non vedr mai la morte " [8, 51]. 325. [Io 12]. E alquanto dopo: " Chi ama la sua vita la perder e chi odia la propria vita in questo mondo la conserver per la vita eterna. Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io, l sar anche il mio servo. Se uno mi serve, il Padre mio lo onorer " [12, 25-26]. E altrove: " Essi amarono la gloria degli uomini pi che non la gloria di Dio " [12, 43]. 326. [Io 13]. Altrove: " Voi mi chiamate Signore e Maestro, e dite bene poich lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavarvi i piedi l'uno all'altro. Vi ho dato infatti l'esempio perch, come ho fatto io, cos facciate anche voi" [13, 13-15]. E dopo un po': " Vi do un comandamento nuovo: quello di amarvi gli uni gli altri. Come io vi ho amati cos voi dovete amarvi a vicenda. Da questo riconosceranno tutti che siete miei discepoli: se avrete amore l'uno per l'altro " [13, 34-35]. 327. [Io 14]. Dopo un po': " Se mi amate osservate i miei comandamenti " [14, 15]. E dopo un altro poco: " Chi ritiene i miei comandamenti e li mette in pratica, costui mi ama, e chi mi ama sar amato dal Padre mio, e anch'io lo amer e gli manifester me stesso " [14, 21]. E dopo tre versetti: " Se uno mi ama, osserver la mia parola, e il Padre mio lo amer, e noi verremo da lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non conserva le mie parole " [14, 23- 24]. 328. [Io 15]. Dopo un po': " Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non pu produrre frutti da se stesso, se non rimane nella vite, cos nemmeno voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e nel quale io rimango, costui produce molto frutto: poich senza di me non potete far nulla. Se uno non rimane in me sar buttato via, come il tralcio, e si secca; e li si raccoglie e getta a bruciare nel fuoco. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiederete quel che desiderate e vi sar accordato. In questo glorificato il Padre mio: se voi portate molto frutto e siete miei discepoli. Come il Padre ha amato me cos anch'io ho amato voi; rimanete nel mio amore! Se osserverete i miei comandamenti rimarrete nel mio amore, cos come io ho osservato i precetti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perch sia in voi la mia gioia e la vostra gioia sia piena. Questo il mio comandamento: che vi amiate l'un l'altro come io ho amato voi. Nessuno ha un amore pi grande di questo: dare la vita per gli amici" [15, 4-13]. E dopo un po': " Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri " [15, 17]. Questo il materiale desunto dai Vangeli che ho ritenuto opportuno trascrivere in quest'opera. Da questa scelta si pu comprendere che i tre sinottici, cio Matteo, Marco e Luca, ci hanno fornito un maggior numero di prescrizioni concernenti il retto vivere. Ci dipende dal fatto che essi si sono interessati soprattutto di quell'aspetto che va sotto il nome di vita attiva. Giovanni al contrario si occupa piuttosto dell'aspetto contemplativo, per cui il suo Vangelo , s, superiore agli altri, ma i precetti di vita morale che troviamo in esso sono di meno. Adesso riferiremo quelle cose, e sono pochissime, che troviamo nel libro intitolato gli Atti degli Apostoli. In questo libro si narra la serie degli avvenimenti mediante i quali si venne costruendo l'edificio della fede; e pertanto in esso vengono descritti pi gli esempi che non le prescrizioni. DAGLI ATTI DEGLI APOSTOLI 329. [Act 15]. Prendendo la parola Giacomo disse: In base a ci, io ritengo che non si debbano turbare gli animi di coloro che si convertono al Signore provenendo dal paganesimo. Si scriva per a loro di astenersi dalla contaminazione dell'idolatria, dalla fornicazione, dalle carni di animali soffocati e dal sangue [15, 19- 20]. E dopo un po': sembrato bene allo Spirito santo e a noi di non imporvi alcun altro peso all'infuori di queste cose necessarie, e cio che vi asteniate dalle carni immolate agli idoli, dal sangue, dagli animali soffocati e dalla fornicazione. Farete bene a tenervi lontano da queste cose. State bene! [15, 28-29]. 330. [Act 20]. Dopo un lungo discorso che l'apostolo Paolo rivolse agli anziani della Chiesa che aveva convocato presso di s, egli disse loro: Badate a voi stessi e all'intero gregge sul quale lo Spirito Santo vi ha posti come vescovi per reggere la Chiesa di Dio, che egli si acquistato mediante il suo sangue [20, 28]. E dopo un po' lo stesso Paolo agli stessi anziani: Come sapete, io non ho cercato da nessuno n argento n oro n vesti. Alle necessit mie e di coloro che sono con me ho provveduto [lavorando] con queste mie mani. Vi ho dato, sotto ogni aspetto, l'esempio di come si debbano avvicinare i deboli sottoponendosi al lavoro, ricordando le parole del Signore Ges quand'egli diceva: " C' pi felicit nel dare che nel ricevere " [20, 33-35]. 331. [Act 21]. In un altro passo Giacomo e i suoi sostenitori, rivolti all'apostolo Paolo, gli dissero: Tu, fratello, hai notato quante migliaia di giudei abbiano aderito alla fede. E tutti costoro sono zelanti osservatori della legge. Orbene, costoro nei tuoi riguardi hanno udito che insegni l'abbandono di Mos a quei giudei che si trovano nel mondo pagano; che predichi che non debbano circoncidere i loro figli n seguire le consuetudini trasmesse dai padri. Cos' tutto questo? Bisogna certo radunare la gente, poich hanno saputo del tuo arrivo. Ebbene, fa' quel che ti suggeriamo. Sono qui tra noi quattro uomini che si sono astretti a un voto: prendili con te e purficati insieme con loro, e paga per loro quanto richiesto per farsi rasare la testa (Cf. Nm 6, 18). Cos tutti si persuaderanno che quanto hanno udito sul tuo conto falso, mentre in realt anche tu ti comporti osservando la legge. Riguardo infatti a coloro che dal paganesimo sono passati alla fede abbiamo scritto noi sentenziando che si debbano astenere dalle carni immolate agli idoli, dal sangue, dagli animali soffocati e dalla fornicazione [21, 20-25]. Dal libro degli Atti degli Apostoli riteniamo sufficiente riferire qui i soli passi riportati, essendo essi rispondenti a quest'opera. Da tali citazioni ricaviamo che gli apostoli a coloro che erano diventati cristiani provenendo dal paganesimo non vollero imporre tutti i pesi della legge antica concernenti l'astinenza dai piaceri corporali. Dovevano solo astenersi da queste tre cose: le carni immolate agli idoli, il sangue e la fornicazione. In base a questo alcuni ritengono che soltanto tre sono i peccati mortali, e cio l'idolatria, l'omicidio e la fornicazione, comprendendo in quest'ultimo, naturalmente, anche l'adulterio e ogni altro atto sessuale che non sia il rapporto con la moglie. All'infuori di questi tre non ci sarebbero peccati mortali, di nessun genere, che escluderebbero dal regno di Dio, per cui sarebbero prive di senso e addirittura false le parole: N i ladri n gli avari n gli ubriaconi n i detrattori n i rapinatori possederanno il regno di Dio (1 Cor 6, 10). Noi tuttavia dobbiamo qui fermarci e omettere la nostra replica per passare alle Lettere degli Apostoli e vedere cosa si trovi in esse che rientri nel progetto di quest'opera. DALLA LETTERA DI PAOLO APOSTOLO AI ROMANI 332. [Rom 1]. Non mi vergogno infatti del Vangelo. Esso potenza divina per la salvezza di tutti gli uomini, purch credano: prima dei Giudei e poi dei Greci. In esso si rivela la giustizia di Dio [che nasce] dalla fede [e sfocia] nella fede, come sta scritto: Il giusto vivr in virt della fede in me (Cf. Ab 2, 4). In realt l'ira di Dio dal cielo si manifesta verso l'empiet e l'ingiustizia di quegli uomini che mediante l'ingiustizia soffocano la verit, poich quel che di Dio oggetto di cognizione loro manifesto e a manifestarlo stato Dio stesso. Dalla creazione del mondo infatti gli attributi invisibili di Dio si rendono visibili perch li si pu comprendere attraverso le cose create: cos la sua eterna potenza e la sua gloria divina. In tal modo [gli atei] sono inescusabili, in quanto, avendo conosciuto Dio, non lo hanno glorificato come Dio n gli sono stati riconoscenti. Con il loro pensiero sono corsi dietro a delle vanit e, privato della sapienza, il loro cuore si ottenebrato: pur dicendosi sapienti, sono istupiditi e hanno sostituito la magnificenza del Dio invisibile con un'effigie dell'uomo corruttibile o anche di uccelli, di quadrupedi o di rettili [1, 16-23]. Per questo motivo Dio li ha abbandonati perch seguissero le brame del loro cuore e si dessero all'impurit, disonorando in se stessi il loro corpo. Essi hanno cambiato il vero Dio con delle falsit e hanno prestato il culto e adorato la creatura anzich il Creatore, che benedetto nei secoli, amen! Per questo motivo Dio li ha lasciati in balia di passioni vergognose. Ed ecco che le loro donne hanno cambiato il loro naturale rapporto in rapporti contro natura. Lo stesso per gli uomini: abbandonato il rapporto naturale con la donna, arsero dal desiderio di soddisfarsi l'uno con l'altro e caddero nella sconcezza di rapporti maschio con maschio. In tal maniera ricevettero in loro stessi la giusta ricompensa dell'errore in cui erano incorsi. E siccome non dimostrarono d'avere la cognizione di Dio, Dio li abbandon al loro sentire pervertito, sicch commettono ci che indegno; colmi come sono di ogni malvagit, malizia, fornicazione, avarizia e cattiveria; pieni d'invidia, di omicidio, di rivalit, di frodi, di malignit; diventando brontoloni, mettimale, odiosi a Dio, litigiosi, superbi, orgogliosi, inventori di mali, indocili ai genitori, insipienti, disordinati, senza affetto, senza accordo, senza misericordia. Essi infatti, avendo conosciuto la giustizia di Dio, non compresero che meritano la morte coloro che commettono tali colpe, e non solo quelli che le commettono ma anche quelli che condividono i sentimenti di chi le commette [1, 24-32]. 333. [Rom 2]. Stando cos le cose, non hai scuse, o uomo che giudichi, chiunque tu sia. Giudicando infatti gli altri condanni te stesso in quanto tu compi le stesse azioni che disapprovi, e noi sappiamo che il giudizio di Dio contro i responsabili di tali azioni secondo verit. O pensi forse tu, o uomo che giudichi i rei di queste azioni e poi tu stesso le compi, che sfuggirai al giudizio di Dio? Ovvero hai l'audacia di prendere alla leggera le ricchezze della sua bont, pazienza e tolleranza? Non sai che, se Dio usa longanimit, perch vuole indurti a conversione? Tu viceversa ti regoli secondo la durezza del tuo cuore refrattario ad ogni conversione, e cos ti accumuli collera per il giorno dell'ira e della manifestazione del giusto giudizio di Dio. Egli allora dar a ciascuno la ricompensa meritata con le proprie opere; dar quindi la vita eterna a coloro che perseverando nelle opere buone hanno cercato la gloria, l'onore e l'incorruttibilit; per coloro che, viceversa, hanno opposto resistenza e non si sono sottomessi alla verit ma hanno avuto fede nell'iniquit sono riservati ira e sdegno. C' infatti tribolazione e angoscia per ogni persona che opera il male, prima per il giudeo e poi per il greco; e c' gloria, onore e pace per chiunque compie il bene, per il giudeo prima e poi per il greco [2, 1-10]. E dopo un po': Dinanzi a Dio non giusto chi ascolta la legge ma chi la mette in pratica [2, 13]. E dopo un po' ancora: Ebbene, tu che fai da maestro agli altri non sai ammaestrare te stesso! Tu che predichi di non rubare rubi; tu che dici che non si deve commettere adulterio ne commetti, tu che detesti gli idoli compi sacrilegi, tu che ti glori della legge trasgredendo la legge offendi Dio. Per colpa vostra infatti, come sta scritto, il nome di Dio viene vilipeso fra le genti (Cf. Is 52, 5; Ez 36, 20) [2, 21-24]. 334. [Rom 5]. E dopo un po': Giustificati mediante la fede abbiamo pace con Dio ad opera del nostro Signore Ges Cristo. Per suo mezzo, tramite la fede, ci dato di entrare in quella grazia in cui ci troviamo, e ci vantiamo nella speranza della gloria dei figli di Dio. N solo questo, ma ci vantiamo anche delle tribolazioni sapendo che la tribolazione produce la pazienza, la pazienza la virt solida, la virt consolidata la speranza: la quale speranza non sar delusa perch la carit di Dio stata riversata nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci stato donato [5, 1-5]. 335. [Rom 6]. In un altro passo ancora: Non regni dunque il peccato nel vostro corpo mortale, s che abbiate a seguire le sue concupiscenze. E non prestate al peccato le vostre membra perch siano armi a servizio dell'illegalit, ma mettetevi a disposizione di Dio, come gente che da morte tornata in vita, e le vostre membra siano armi nelle mani di Dio per la [causa della] giustizia [6, 12- 13]. E dopo un po': Voglio presentarvi una riflessione d'indole umana per adeguarmi alla debolezza della vostra umanit. Come siete ricorsi alle vostre membra e le avete poste al servizio della turpitudine e della malvagit per compiere opere malvage, cos adesso prendete le vostre membra e usatele per servire alla giustizia al fine di conseguire la santificazione [6, 19]. 336. [Rom 8]. In un passo: Conseguentemente, fratelli, noi non siamo debitori verso la carne sicch dobbiamo vivere secondo la carne. Se infatti vivrete secondo la carne morirete; se al contrario mediante lo Spirito farete morire le opere della carne vivrete. In realt quanti sono mossi dallo Spirito di Dio sono figli di Dio [8, 12- 14]. E dopo un po': Siamo infatti eredi di Dio, coeredi di Cristo, a patto per che con lui soffriamo per essere con lui glorificati [8, 17]. E dopo un po': Se al contrario speriamo in cose che non vediamo, dobbiamo aspettarle sorretti dalla pazienza [8, 25]. E dopo pochi versi: Sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio [8, 28]. E un po' dopo: Chi ci separer dall'amore di Cristo? La tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudit, il pericolo, la spada? Come sta scritto: " Per te siamo messi a morte tutto il giorno, siamo considerati pecore da macello " (Cf. Sal 43, 22). Eppure in tutte queste prove noi risultiamo pi che vincitori in grazia di colui che ci ha amati. Sono certo infatti che n morte n vita, n angeli n potest, n il presente n il futuro, n ci che forte o alto o profondo, e nessun'altra cosa creata potr separarci dall'amore di Dio, che in Cristo Ges nostro Signore [8, 35-39]. 337. [Rom 10]. In un altro passo: Con il cuore si crede e cos si consegue la giustizia; con la bocca si professa la fede e si ottiene la salvezza. Dice infatti la Scrittura: " Chiunque crede in lui non rester confuso " (Cf. Is 28, 16). N c' differenza fra Giudei e Greci. Il medesimo [Cristo] infatti Signore di tutti, ed ricco [di misericordia] verso tutti coloro che lo invocano, come scritto: Chiunque invocher il nome del Signore sar salvo (Cf. Gi 3, 5) [10, 10-13]. 338. [Rom 11]. In un altro passo: Quanto a te, sta' saldo nella fede; non inorgoglirti ma temi. Se infatti Dio non ebbe riguardi per i rami nati [dalla pianta] potrebbe non risparmiare nemmeno te. Osserva pertanto la benevolenza e la severit di Dio: la severit in coloro che decaddero, la benevolenza usata verso di te, se resterai nella bont [11, 20-22]. 339. [Rom 12]. Un poco dopo: Vi scongiuro pertanto, fratelli, per la misericordia di Dio ad offrire il vostro corpo come sacrificio vivo, santo e accetto a Dio. Sia questa la vostra offerta razionale; e non conformatevi a questo mondo ma trasformatevi col rinnovare i vostri sentimenti affinch possiate riconoscere quale sia la volont di Dio, ci che buono, a lui gradito e perfetto. In forza della grazia che mi stata data dico a tutti voi di non stimarvi pi di quanto sia lecito stimarsi, ma stimarsi saggiamente, ciascuno secondo la misura della fede che Dio gli ha conferito. Come infatti nel corpo abbiamo molte membra e queste membra non hanno tutte la stessa funzione, cos noi, che siamo molti, siamo s un unico corpo in Cristo e ciascuno membro dell'altro, tuttavia abbiamo ricevuto doni diversi secondo la grazia che a ciascuno di noi stata donata. Chi ha ricevuto la profezia l'usi in proporzione con la fede; chi il ministero [lo eserciti] nel servire; chi l'insegnamento nell'insegnare; chi l'esortazione nell'esortare; chi elargisce [lo faccia] con semplicit; chi presiede, con ogni premura; chi compie opere di misericordia [lo faccia] con gioia. L'amore sia senza finzione: odiate il male, aderite con tenacia al bene. Amatevi a vicenda con carit fraterna; prevenitevi a vicenda nel rendervi onore. Non siate pigri nello zelo, ma fervorosi nello spirito come chi serve il Signore. Godete nella speranza, siate pazienti nelle prove, perseveranti nella preghiera, solleciti delle necessit dei santi, premurosi nell'ospitalit. Benedite chi vi perseguita; benedite e non maledite. Godere con chi nella gioia, piangere con chi nel pianto. Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non aspirate a cose troppo altea, piegatevi invece a quelle umili. Non vogliate essere saggi agli occhi vostri. Non rendete ad alcuno male per male; procurate di compiere il bene non solo dinanzi a Dio ma anche dinanzi a tutti gli uomini. Se possibile, per quanto dipende da voi state in pace con tutti. Non vi vendicate, carissimi, ma lasciate che agisca l'ira di Dio. Sta scritto infatti: " A me [ riservata] la vendetta, io ripagher ogni uomo ", dice il Signore. " Ma se il tuo nemico ha fame, dgli da mangiare; se ha sete, dgli da bere; cos facendo accumulerai carboni infuocati sulla sua testa. Non farti vincere dal malvagio, ma con il bene vinci il male " (Cf. Dt 32, 35; Prv 25, 21-22) [12, 1-21]. 340. [Rom 13]. Ciascuno sia sottomesso a chi gli superiore in autorit, poich non c' autorit che non derivi da Dio, e tutte quelle che esistono, sono state disposte da Dio. Pertanto chi resiste all'autorit resiste alla disposizione di Dio, e chi vi resiste si procura la propria condanna. In realt i superiori non ci sono per [incutere] timore nelle opere buone ma in quelle cattive. Orbene, vuoi tu non temere l'autorit? Opera il bene e da essa riceverai approvazione, poich [il superiore] un incaricato di Dio per il tuo bene. Se invece commetti azioni cattive, abbine timore, poich non senza motivo egli porta la spada, ma un incaricato di Dio, un esecutore della sua vendetta a danno di chi agisce male. Siate quindi loro soggetti come necessario, e non solo per il motivo di sfuggire alla collera ma anche per motivi di coscienza. Per questo motivo anche pagate le imposte: perch essi sono al servizio di Dio in quanto [da lui] incaricati di questo compito. Rendete dunque a ciascuno [dei magistrati] quanto gli dovuto: a chi dovuta l'imposta l'imposta, a chi la gabella la gabella, a chi il timore il timore, a chi l'onore l'onore. Non abbiate verso alcuno nessun altro debito escluso quello dell'amore vicendevole: chi infatti ama il prossimo adempie tutta la legge. In effetti: " Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non dire falsa testimonianza, non desiderare " (Cf. Es 20, 13-17; Dt 5, 17-21) e qualsiasi altro comandamento si riepiloga in questa parola: " Ama il prossimo tuo come te stesso " (Cf. Lv 19, 18). L'amore al prossimo non commette azioni cattive; quindi pieno adempimento della legge l'amore. E questo [osservatelo] sapendo in che tempo siamo e come sia giunta l'ora di finirla con il dormire. Ora infatti la nostra salvezza divenuta pi vicina di quando diventammo credenti. La notte passata, vicino il giorno. Gettiamo dunque via le opere delle tenebre e rivestiamoci delle armi della luce; come chi in pieno giorno, conduciamo una vita onesta. Non fra gozzoviglie e ubriachezze, non nelle alcove e nell'impurit, non fra litigi e gelosie; ma rivestitevi del Signore Ges Cristo e non soddisfate la carne nei suoi desideri [13, 1-14]. 341. [Rom 14]. Accogliete chi debole nella fede senza discutere sulle opinioni. Uno infatti pensa di poter mangiare tutto mentre un altro, che debole [nella fede], vuole mangiare [solo] verdura. Ebbene, chi mangia [tutto] non disprezzi chi [tutto] non mangia; e chi non ne mangia non si eriga a giudice di colui che mangia, dal momento che Dio lo ha accolto. E chi sei tu che osi giudicare il servo dell'altro? Se sta in piedi o cade per il suo padrone; ma certamente star in piedi perch Dio ha il potere di sorreggerlo. Inoltre, ecco uno che fa distinzione tra giorno e giorno mentre un altro valuta tutti i giorni. [L'importante che] ognuno sia perfetto nel suo giudizio. Chi distingue i giorni li distingue in rapporto al Signore, e chi mangia mangia conforme [piace] al Signore, tant' vero che ne ringrazia Dio. E cos chi non mangia non mangia per riguardo del Signore, e ne ringrazia Dio. Nessuno di noi infatti vive per se stesso e nessuno muore per se stesso, ma se viviamo viviamo per il Signore, se moriamo moriamo per il Signore. Sia dunque che viviamo sia che moriamo, siamo del Signore. Per questo infatti Cristo morto e risuscitato: per essere il Signore dei morti e dei vivi. Quanto a te, invece, come fai a giudicare il tuo fratello o a disprezzare il tuo fratello? Tutti infatti ci dovremo presentare al tribunale di Dio, come sta scritto: Com' vero che io vivo, dice il Signore, dinanzi a me si piegher ogni ginocchio e ogni lingua dar lode a Dio (Cf. Is 45, 23; 49, 18). Quindi ognuno di noi render conto a Dio di se stesso, per cui non dobbiamo continuare a giudicarci fra di noi. Provvedete piuttosto a non porre inciampi o pietre di scandalo dinanzi al fratello. So infatti, e ne ho la convinzione nel Signore Ges, che nulla impuro di per se stesso ma impuro solo per colui che lo ritiene impuro. Se un tuo fratello poi da te contristato a motivo d'un qualche cibo, non ti regoli secondo carit. Non devi essere causa di perdizione, con il tuo cibo, ad uno per il quale Cristo ha dato la vita; e che non venga vilipeso il beneficio datoci [da Dio]. Il regno di Dio in realt non cibo o bevanda ma giustizia e pace e gioia nello Spirito Santo; e chi serve Cristo in queste cose piace a Dio e riceve l'approvazione dagli uomini. Occupiamoci quindi di ci che favorisce la pace e l'edificazione vicendevole. Non permetterti di distruggere l'opera di Dio a motivo d'un po' di cibo. Tutte le cose sono in s pure, ma causano peccato all'uomo che le mangia nello scandalo: sicch bene non mangiar carne n bere vino o fare qualunque altra cosa in cui il tuo fratello trovi inciampo, scandalo o detrimento. Hai tu la fede dentro di te? Abbila anche dinanzi a Dio. Beato chi non giudica se stesso in quel che approva; mentre chi si mette a distinguere, se ne mangia condannato, poich non segue la sua convinzione, e tutto quello che non conforme alla ferma convinzione peccato [14, 1-23]. 342. [Rom 15]. Noi pi forti dobbiamo sorreggere la fragilit dei pi deboli e non [limitarci a] contentare noi stessi. Ciascuno di noi cerchi di compiacere il prossimo a fin di bene, per edificarlo. In effetti lo stesso Cristo non cerc di piacere a se stesso ma, come sta scritto: " gli insulti di coloro che ti insultavano sono caduti su di me " (Cf. Sal 68, 10). Ora tutto ci che stato scritto stato scritto per nostro ammaestramento, affinch mediante la pazienza e la consolazione che ci viene dalle Scritture abbiamo speranza. Ebbene, il Dio della pazienza e della consolazione vi conceda di avere fra voi lo stesso [modo di] sentire secondo il volere di Ges Cristo, affinch d'accordo con un sol cuore possiate glorificare Dio, Padre del Signore nostro Ges Cristo. Accoglietevi pertanto gli uni gli altri come vi ha accolti Cristo, per la gloria di Dio [15, 1-7]. E un po' dopo: La Macedonia e l'Acaia hanno creduto opportuno fare una colletta a favore dei poveri che sono tra i santi nella comunit di Gerusalemme. Cos loro piaciuto; e poi effettivamente sono debitori verso di loro. Se infatti i gentili sono diventati partecipi dei loro beni spirituali, debbono almeno nei beni materiali mettersi al loro servizio [15, 26-27]. E dopo pochissimi versi: Vi scongiuro pertanto, fratelli, in nome del Signore nostro Ges Cristo e per la carit dello Spirito, a venire in mio aiuto elevando a Dio preghiere per me [15, 30]. 343. [Rom 16]. Dopo un po': Vi raccomando, fratelli, di tener d'occhio coloro che suscitano discordie o [creano] scandali allontanandosi dalla dottrina che avete appresa. State lontani da loro! Essi infatti non sono servi di Cristo ma del proprio ventre, e con il loro parlare mellifluo e con le loro benedizioni traviano i cuori degli ingenui. Al contrario, la vostra docilit ben nota in ogni luogo, e io ne godo per voi. Vorrei tuttavia che voi foste sapienti nel bene ed esenti dal male [16, 7-9]. DALLA PRIMA LETTERA AI CORINZI 344. [1 Cor 1]. Vi scongiuro, fratelli, per il nome del Signore Ges Cristo affinch fra tutti voi ci sia un unico parlare e non ci siano divisioni fra voi; ma piuttosto siate perfettamente uniti nello stesso sentire e nello stesso pensare. Dai familiari di Cloes infatti mi stato riferito nei vostri riguardi, fratelli miei, che fra voi ci sono delle discordie, e questo dico in quanto ciascuno di voi va dicendo: " Io sono di Paolo, io invece di Apollo, io poi di Cefa e io di Cristo ". Forse che Cristo diviso? Ovvero forse che Paolo stato crocifisso per voi o siete stati battezzati nel nome di Paolo? [1, 10-13]. E dopo un po': Per sua disposizione voi siete in Cristo Ges, il quale per volere di Dio diventato per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione, per cui, come sta scritto, chi si vanta si vanti nel Signore (Cf. Ger 23, 5; 9, 23-24) [1, 30-31]. 345. [1 Cor 3]. In un altro passo: Se allignano fra voi gelosie e contese, non forse perch siete carnali e camminate secondo l'uomo [vecchio]? E quando uno dice: " Io sono di Paolo ", e un altro: "Io invece di Apollo ", non segno che siete soltanto uomini? [3, 3-4]. E dopo poco: Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? Se uno profana il tempio di Dio, Dio lo abbatter. Santo infatti il tempio di Dio e questo tempio siete voi. Che nessuno si illuda! Se uno di voi pensasse d'essere sapiente per la sapienza del mondo, si renda stolto, per diventare [veramente] sapiente, poich la sapienza del mondo presente stoltezza agli occhi di Dio [3, 16-19]. 346. [1 Cor 4]. Dopo pochi versi: Ne segue che prima del tempo [del Signore] non dovete pronunziare giudizi, finch cio non venga il Signore, il quale metter in luce quanto si nasconde nelle tenebre e render palesi le intenzioni dei cuori, e allora ciascuno avr la sua lode da Dio. Queste cose, fratelli, io le ho applicate a me e ad Apollo in vista di voi, affinch in noi impariate a non gonfiarvi - al di l di quanto sta scritto - parteggiando per l'uno e rifiutando l'altro. Chi infatti colui che ti giudica? Inoltre, che cosa possiedi tu che non l'abbia ricevuto? E se l'hai ricevuto, come fai a vantartene quasi che non l'abbia ricevuto? [4, 5-7]. E dopo un po': Fino al momento presente noi soffriamo la fame e la sete, siamo nudi e presi a schiaffi, andiamo randagi e ci affatichiamo lavorando con le nostre mani. Maledetti, benediciamo; perseguitati, pazientiamo; ingiuriati, rispondiamo pregando. Siamo diventati come i rifiuti del mondo presente, la feccia dell'umanit fino ad oggi. Non vi scrivo questo per farvi arrossire; solo un ammonimento che sento di dovervi dare come a miei figli carissimi [4, 11-14]. 347. [1 Cor 5]. Dopo un po': Si sente dire ovunque della fornicazione che si commette fra voi: una fornicazione tale che non la si trova nemmeno in mezzo ai pagani, e cio che uno si preso in moglie la moglie di suo padre. Di questo voi vi siete inorgogliti e non, piuttosto, ne avete fatto il necessario lutto, sicch colui che ha commesso un tal gesto fosse espulso dalla vostra comunit. Quanto a me, assente s col corpo ma presente con lo spirito, ho gi emesso il mio giudizio, considerandomi come presente, nei riguardi di colui che si comportato cos. Riuniti voi e il mio spirito nel nome del Signore nostro Ges Cristo, con la potenza del Signore Ges ho deciso di consegnare quest'uomo a satana per l'annientamento della carne e in tal modo lo spirito sia salvo nel giorno del Signore nostro Ges Cristo. Non bello il vostro vanto! Non sapete che un po' di lievito fermenta tutta la massa? Rigettate il lievito vecchio per diventare una nuova massa poich voi siete pani azzimi. In effetti la nostra Pasqua, cio Cristo, stata immolata, sicch non dobbiamo pranzare con il lievito vecchio, che lievito di malizia e cattiveria, ma usando gli azzimi della sincerit e della verit. Nella lettera vi ho scritto di non mischiarvi con i fornicatori: non dico certo dei fornicatori di questo mondo, o degli avari o dei rapinatori o dei cultori degli idoli; altrimenti sareste dovuti uscire da questo mondo. Tuttavia io vi ho scritto di non mescolarvi con gente come questa. Se uno che chiamate fratello fornicatore, o avaro, o idolatra, o calunniatore, o ubriacone, o ladro, con una tale persona non vi dovete nemmeno sedere a mensa. Quanto agli altri, che sono a noi estranei, tocca forse a me giudicarli? In realt voi stessi non vi limitate a giudicare quelli di famiglia? Per quanto invece riguarda gli estranei, li giudicher Iddio. Eliminate fra mezzo a voi chi si comporta male [5, 1-13]. 348. [1 Cor 6]. C' qualcuno tra voi che, avendo una lite con un altro, osa farsi giudicare dagli infedeli anzich dai santi? Ma non sapete che i santi saranno i giudici di questo mondo? E se da voi sar giudicato il mondo, non siete in grado di giudicare le [vostre] bazzecole? Non sapete che saremo giudici anche degli angeli? Quanto pi dunque delle cose materiali! Se pertanto avrete contrasti su cose terrene, per tali cose costituite giudici quelli che nella Chiesa sono i pi spregevoli. Lo dico a vostra vergogna: possibile che fra voi non ci sia nessun saggio, che possa far da giudice tra i fratelli? Ma ecco che un fratello intenta lite con il fratello e vuole il giudizio, e per questo ricorre agli infedeli! Effettivamente, gi uno sconcio che ci siano liti tra voi. Non dovreste infatti accettare [in pace] i torti? Non dovreste preferire d'essere frodati? Al contrario voi fate i torti, commettete le frodi, e questo ai fratelli! Ma non sapete che i malvagi non otterranno il regno di Dio? Non illudetevi! N i fornicatori n gli idolatri, n gli adlteri, n gli effeminati, n i sodomiti, n i ladri, n gli avari, n gli ubriaconi, n i detrattori, n i rapinatori possederanno il regno di Dio [6, 1-10]. E dopo un po': Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo? E io oser prendere un membro di Cristo per farlo membro d'una prostituta? Non sia mai! Non sapete che chi si unisce ad una prostituta diventa con lei un unico corpo? Essi saranno - dice - due in un corpo solo (Cf. Gn 2, 24). Chi al contrario si tiene unito al Signore diviene, con lui, un unico spirito. Fuggite la prostituzione! Qualunque peccato che l'uomo possa commettere al di fuori del corpo, mentre chi si d alla fornicazione pecca proprio contro il suo corpo. O non sapete che le vostre membra sono tempio dello Spirito Santo, che abita in voi avendolo ricevuto da Dio, e quindi non appartenete a voi stessi? Siete stati infatti riscattati a caro prezzo: glorificate quindi il Signore portandolo [degnamente] nel vostro corpo [6, 15-20]. 349. [1 Cor 7]. Riguardo a quello che mi avete scritto, bene che l'uomo non abbia rapporti con donna, ma per [evitare] le fornicazioni ogni uomo abbia la propria moglie e ogni donna il suo marito. Il marito renda alla moglie il debito [coniugale], e cos la moglie al marito; poich la moglie non padrona del proprio corpo ma lo il marito, e parimenti il marito non padrone del suo corpo ma lo la moglie. Non privatevi l'uno dell'altro se non di rado, di comune accordo e per breve tempo, per dedicarvi alla preghiera. In seguito ritornate di nuovo insieme, in modo che satana non vi tenti per la vostra incontinenza. Questo dico come un atto di condiscendenza, non per impartirvi un comando. Vorrei certamente che tutti gli uomini fossero come me, ma ciascuno ha da Dio il suo dono, uno cos e un altro cos. Ai non sposati e ai vedovi dico per che bene se rimangono come me; ma se non riescono a contenersi, si sposino pure, poich meglio sposarsi che ardere [di libidine]. Quanto invece a coloro che sono uniti in matrimonio, comando non io ma il Signore, che la moglie non abbandoni il marito - se lo abbandona non si risposi ma piuttosto si riconcili con suo marito - e cos l'uomo non deve allontanare la sua moglie. Riguardo invece agli altri dico io, non il Signore: se un fratello ha una moglie non credente, la quale per d'accordo nel rimanere insieme con lui, non la mandi via; e se una moglie ha un marito non credente, il quale per d'accordo nel rimanere con lei, non lo mandi via. Mediante la moglie credente viene infatti data una santificazione all'uomo non credente, e mediante l'uomo credente santificata la donna non credente. Se fosse diversamente, i vostri figli dovrebbero ritenersi impuri, mentre invece essi sono santi. Se per chi non ha abbracciato la fede se ne va [da casa], se ne vada pure; in tal caso il fratello, o la sorella, non pi soggetto a legami verso l'altro. Dio infatti ci ha chiamati a vivere nella pace; e poi come fai tu, donna, a sapere che potresti salvare il marito? E come fai tu, uomo, a sapere che potresti salvare la moglie? Ciascuno dunque viva secondo il dono che Dio gli ha conferito; ciascuno rimanga nello stato di quando Dio l'ha chiamato. Cos insegno in tutte le Chiese. Uno stato chiamato da circonciso? Non cerchi di rifarsi il prepuzio. Un altro stato chiamato mentre aveva il prepuzio? Non si circoncida. Niente infatti significa la circoncisione e niente il prepuzio. Ci che conta l'osservanza dei comandamenti di Dio. Sicch ciascuno rimanga nella condizione in cui era quando fu chiamato. Sei stato chiamato quando eri schiavo? Non te ne preoccupare, ma anche se potessi diventare libero approfitta piuttosto [della tua condizione]. Colui infatti che stato chiamato [ad essere] del Signore quand'era schiavo un liberto del Signore, e parimenti colui che stato chiamato quand'era libero servo di Cristo. Siete stati riscattati a [grande] prezzo; non dovete quindi diventare schiavi di uomini. Fratello, nella condizione in cui ciascuno stato chiamato in essa rimanga dinanzi a Dio. Quanto alle vergini, non ho alcuna prescrizione tassativa da parte del Signore; voglio tuttavia darvi un consiglio come uno che dal Signore ha ottenuto misericordia per rimanergli fedele. A motivo dunque della strettezza [di tempo] che ci sovrasta io ritengo che sia bene questo: che cio all'uomo sia opportuno regolarsi come segue. Sei unito a donna? Non cercare di rompere il vincolo. Sei libero da [legami con] donna? Non ammogliarti! Anche se prendendo moglie non commetti peccato e se una vergine si sposa non pecca. Tuttavia chi si sposa avr da sopportare difficolt d'ordine materiale, dalle quali io vorrei esentarvi. Insomma, fratelli, io vi dico questo: il tempo si abbreviato. Per quel che rimane, dunque, chi ha moglie sia come chi non l'ha; e chi piange come chi non piange; e chi gode come chi non gode; e chi si serve di questo mondo sia come chi non se ne serve. Poich passa la configurazione di questo mondo. E io, per mio conto, vorrei liberarvi da ogni preoccupazione. Chi non ha moglie si dedica alle cose di Dio e si preoccupa di come piacere a Dio; chi invece ammogliato ha da pensare alle cose del mondo, cio come possa piacere alla moglie, e quindi diviso. Ugualmente la donna non sposata, e ancor pi la vergine, pensa alle cose del Signore, per essere santa nel corpo e nello spirito, mentre colei che sposata pensa alle cose del mondo, cio come piacere al marito. Naturalmente dico questo nel vostro interesse: non per tendervi un laccio ma per suggerirvi ci che pi corretto e vi dia maggiore possibilit di elevare orazioni al Signore. Se poi qualcuno ritiene d'apparire come inverecondo nei confronti della propria vergine per il fatto che questa sia oltre il fiore dell'et e sia necessario che le cose vadano cos, faccia ci che vuole: non pecca se si sposa. Differente il caso di colui che ha preso la decisione sentendosi sicuro nel suo cuore, non avendo alcuna necessit e sapendo dominare la sua volont. Se costui avr ritenuto in cuor suo che sia bene conservare [intatta] la sua vergine, agisce bene. In conclusione, chi d a marito la sua vergine agisce bene, ma chi non la marita fa meglio. La donna vincolata alla legge [maritale] finch suo marito vive; se il marito cessa di vivere sciolta [dal vincolo]: si sposi pure, ma lo faccia nel Signore. Se poi rester cos [com'] sar pi felice. Questo, secondo il mio consiglio: e credo d'avere anche io lo Spirito di Dio [7, 17-40]. 350. [1 Cor 8]. Sulle carni immolate agli idoli siamo bene informati, avendo tutti [il dono del] la scienza. Ma la scienza gonfia; chi invece edifica la carit. Se uno su qualcosa si ritiene di essere sapiente, non per questo conosce ancora il modo d'essere sapiente, mentre colui che ama Dio riconosciuto da lui. Quanto poi alle carni immolate agli idoli, sappiamo che gli idoli esistenti nel mondo sono nullit [8, 1-4]. E dopo un po': Ma non tutti hanno la scienza. Alcuni, convinti ancora [della realt] degli idoli, mangiano [le carni] come se fossero state immolate agli idoli e cos la loro coscienza, essendo fragile, viene contaminata. Quanto a noi, non sono i cibi che ci rendono graditi a Dio, per cui se non ne mangiamo diventiamo meno perfetti e se ne mangiamo aumentiamo [in santit]. Tuttavia state attenti affinch una tale libert non diventi motivo di scandalo per i deboli. Se infatti uno di questi vede che un altro, ritenuto persona ben istruita [nella fede], sta seduto alla mensa degli idoli, la sua coscienza, fragile com', non sar forse indotta a mangiare quanto sacrificato agli idoli? E cos per la tua scienza andr in perdizione un fratello, per il quale Cristo ha dato la vita! In tal modo peccando con danno dei fratelli e ferendo la loro coscienza ancora debole voi peccate contro Cristo. Pertanto se il mio mangiare scandalizza qualcuno dei miei fratelli, non manger carne in eterno per non scandalizzare il mio fratello [8, 7-13]. 351. [1 Cor 9]. Dopo poche parole: Non abbiamo noi forse la licenza di mangiare e di bere? O non abbiamo la licenza di condurre con noi una donna sorella come l'hanno gli altri apostoli, i fratelli del Signore, e lo stesso Cefa? Perch mai soltanto io e Barnaba non dovremmo avere la facolt di compiere tali cose? Chi mai si mette a fare il soldato a proprie spese? Chi pianta una vigna senza mangiare dei suoi frutti? Chi pascola un gregge senza prenderne il latte e mangiarne? Sono troppo umano nel dire questo? O non c' anche la legge a dire la stessa cosa? Nella legge di Mos infatti scritto: "Non metterai la museruola al bue che trebbia " (Cf. Dt 25, 4). O che Dio s'interessa dei buoi? Non parler per caso a nostro ammaestramento? In effetti [i libri sacri] sono stati scritti per noi: sicch chi ara deve arare nella speranza e chi trebbia deve trebbiare nella speranza di percepirne i frutti. Se noi pertanto abbiamo seminato in voi dei beni spirituali, sar cosa esagerata che veniamo a mietere dei beni materiali? Se altri hanno facolt di parteciparne, non dovremmo averla anche noi a maggior ragione? Ma noi a tale facolt abbiamo rinunciato, preferendo sostenere ogni disagio per non creare ostacoli al Vangelo di Cristo. O non sapete che quanti lavorano nel tempio mangiano delle cose del tempio e coloro che servono all'altare hanno parte dei doni disposti sull'altare? Allo stesso modo anche il Signore autorizz gli annunziatori del Vangelo a vivere [dai proventi] del Vangelo. Ma io di tutto questo non ho voluto per nulla approfittare. Non scrivo questo affinch si faccia altrettanto verso di me. Preferirei infatti morire piuttosto ch permettere a qualcuno di togliermi un tale vanto. Non infatti per motivi di gloria che predico il Vangelo; una necessit che mi viene imposta. Guai a me se non mi dedicassi alla predicazione del Vangelo! Certo, se facessi questo di mia spontanea volont meriterei la ricompensa; se invece lo faccio non di mia volont vuol dire che un incarico a me affidato. Quale sar dunque la mia ricompensa? Quella di predicare il Vangelo di Cristo e di diffonderlo senza [percepirne] emolumenti, cio senza usare in maniera distorta del potere che il Vangelo mi d. Essendo infatti libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero possibile. Per questo mi sono fatto giudeo con i Giudei per conquistare i Giudei; con coloro che erano sotto la legge mi sono comportato come se fossi sotto la legge - io che non ero sotto la legge ma sotto la grazia - per conquistare coloro che erano sotto la legge. Per coloro che non erano sottoposti alla legge mi sono fatto come un senza legge, pur non essendo senza la legge di Dio ma trovandomi nella legge di Cristo; e questo pur di conquistare coloro che non avevano ricevuto la legge. Mi sono reso debole con i deboli per conquistare i deboli; mi sono fatto tutto a tutti per conquistare tutti. Tutto questo faccio per amore del Vangelo, per poter partecipare dei suoi benefici. Ora non sapete che quanti corrono nello stadio corrono, s, tutti ma uno solo conquista il premio? Correte anche voi in modo da conseguirlo! Ma chi gareggia nello stadio si astiene da ogni piacere; e loro lo fanno per una corona che marcisce, mentre noi per una che non marcisce. Io pertanto corro, ma non come alla ventura; faccio del pugilato ma non come chi d colpi al vento. Se castigo il mio corpo e lo tengo sottomesso come uno schiavo perch non vorrei che, dopo aver predicato agli altri, io stesso risulti squalificato [9, 4-27]. 352. [1 Cor 10]. Non mi piace che voi, fratelli, ignoriate come i nostri padri furono tutti nella nube [10, 1]. E dopo pochissimi versi: Ma della maggior parte di loro Dio non si compiacque, tant' vero che furono abbattuti nel deserto. Ora queste cose accaddero come figura per noi: affinch cio noi non nutriamo desideri di cose cattive come ne ebbero loro; n dovete darvi all'idolatria come fecero alcuni di loro, come sta scritto: " Il popolo si sedette per mangiare e bere e si alz per divertirsi " (Cf. Es 32, 6). N diamoci alla fornicazione, come fornicarono alcuni di loro e in un solo giorno perirono ventitremila persone (Cf. Nm 21, 1-9). E non tentiamo Cristo, come lo tentarono alcuni di loro, i quali morirono morsi dai serpenti. E non mormorate, come mormorarono alcuni di loro, i quali furono abbattuti dallo sterminatore. Tutte queste cose infatti accadevano loro come in figura; nella loro realt esse erano scritte per nostro ammaestramento, poich su di noi che incombe la fine dei tempi. Pertanto chi crede di stare in piedi veda di non cadere. Non vi sorprenda alcuna tentazione che non sia [soltanto] umana. E [sappiate che] Dio fedele e non permette che siate tentati al di sopra delle vostre forze, ma insieme con la tentazione vi somministrer le forze perch possiate sopportarla. Per questo motivo, miei carissimi, fuggite l'idolatria [10, 5-14]. E dopo un po': Ci che immolano i pagani, lo immolano ai demoni, non a Dio. Ora io non tollero che voi siate in comunione con i demoni. Non potete bere al calice del Signore e al calice dei demoni; non potete partecipare alla mensa del Signore e a quella dei demoni. Vogliamo forse provocare all'ira il Signore? Osiamo forse reputarci pi potenti di lui? " Tutto mi lecito! ". Ma non tutto mi conveniente. " Tutto mi lecito! ". Ma non tutto mi edifica. Pertanto nessuno cerchi il proprio interesse ma l'interesse altrui. E mangiate pure quel che si vende nel macello senza porvi problemi per [quanto concerne] la coscienza (Cf. Sal 23, 1; Sir 17, 31) [10, 20-25]. E dopo un po': Se viceversa qualcuno dice: " Questa carne stata immolata agli idoli ", voi non la mangiate per riguardo verso colui che ha fatto un tale rilievo e anche per motivo di coscienza: non dico della coscienza tua ma di quest'altro. Ma che la mia libert debba essere valutata in base alla coscienza altrui? Se io partecipo [alla mensa] rendendo grazie [a Dio], perch dovrei essere biasimato del mio ringraziare Dio? Sia dunque che mangiate, sia che beviate, sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto a gloria di Dio. Non siate d'ostacolo n ai Giudei n ai pagani n alla Chiesa di Dio. In questa maniera infatti anch'io cerco di piacere a tutti in ogni cosa, cercando non ci che utile a me ma alla gente, perch tutti siano salvi [10, 28-33]. 353. [1 Cor 11]. Siate miei imitatori, come io lo sono di Cristo [11, 1]. E dopo un po': Ogni uomo che preghi o profetizzi a capo coperto disonora il suo capo; ogni donna che preghi o profetizzi a capo scoperto disonora il suo capo [11, 4-5]. E dopo un po': Questo poi vi prescrivo non potendovi lodare, dato che vi radunate non nella maniera migliore ma in quella pi sconveniente. In primo luogo, quando vi radunate in assemblea, sento dire che fra voi ci sono delle divisioni e, in parte almeno, lo credo. necessario infatti che ci siano delle fazioni, perch si renda palese chi fra voi merita approvazione. Ecco dunque che quando voi vi riunite insieme non come se doveste mangiare la cena del Signore, poich ciascuno pretende di mangiare la sua propria cena, e succede che, mentre uno resta con la fame, un altro ubriaco. O che non avete ciascuno la vostra casa per mangiare e bere? O volete disonorare l'assemblea di Dio e umiliare chi non ha provviste? Che dirvi? Lodarvi? In questo non vi lodo [11, 17-22]. E dopo alcuni versi: Di conseguenza, chi indegnamente mangia il pane o beve al calice del Signore reo del corpo e del sangue del Signore. Ognuno dunque esamini se stesso e cos mangi di quel pane e beva di quel calice, poich chi ne mangia e beve indegnamente si mangia e beve la propria condanna non valutando [a dovere] il corpo del Signore. Ed per questo che fra voi ci sono molti infermi e fiacchi, e molti anche muoiono. Se invece da noi stessi ci sottoponessimo a giudizio, certo non saremmo [da lui] giudicati; se per il Signore a giudicarci, lo fa per richiamarci al dovere e cos non essere condannati insieme col mondo presente. In conclusione: miei fratelli, quando vi radunate per mangiare aspettatevi gli uni gli altri. Se uno ha fame mangi a casa propria, perch le vostre adunanze non risultino di vostra condanna. Quanto al resto, lo regoler alla mia venuta [11, 27-34]. 354. [1 Cor 12]. In un altro passo: Dio ha strutturato il corpo accordando maggior onore alle membra che ne erano prive, e cos non ci siano divisioni nel corpo ma le membra siano armonicamente sollecite le une delle altre; e se un membro soffre tutte le membra soffrono con lui, e se un membro onorato ne godono tutte le membra. Ora voi siete il corpo di Cristo e membra l'uno dell'altro. E Dio ha stabilito alcuni nella Chiesa: in primo luogo gli apostoli, in secondo i profeti, in terzo i dottori, e poi gli operatori dei miracoli, quelli che hanno il dono di guarire, di presiedere, di soccorrere, di parlare diverse lingue, di interpretare le loro parole. O che sono forse tutti apostoli? O tutti profeti? O tutti dottori? O tutti operano miracoli? O tutti hanno il dono delle guarigioni? O tutti parlano lingue sconosciute? O tutti interpretano le [loro] parole? Aspirate quindi ai doni pi elevati. Ma io voglio indicarvi una via che ancora pi sublime [12, 24-31]. 355. [1 Cor 13]. Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli ma non avessi la carit, sarei come un bronzo echeggiante o come un cembalo sonoro. E se avessi la profezia e possedessi la conoscenza di tutti i misteri e di tutto lo scibile, e se avessi tanta fede da spostare le montagne, ma non avessi la carit, sarei un nulla. E se distribuissi tutti i miei averi per sfamare i poveri e dessi lo stesso mio corpo alle fiamme, ma non avessi la carit, non mi gioverebbe a nulla. La carit paziente, benigna la carit. La carit non gelosa, non agisce maliziosamente, non si gonfia, non ambiziosa, non cerca interessi personali, non si adira, non pensa male, non gode dell'ingiustizia ma si rallegra della verit. Tutto sopporta, tutto crede, tutto spera, tutto soffre. La carit non finir mai [13, 1-8]. E dopo alcuni versi: Ora, vero, rimangono la fede, la speranza, la carit, ma di tutte queste la pi grande la carit [13, 13]. 356. [1 Cor 14]. Cercate di possedere la carit [14, 1]. E dopo un po': Dato che voi aspirate ai beni spirituali, cercateli per edificare la comunit e cercatene la pienezza [14, 12]. E dopo un po' ancora: Fratelli, non vogliate diventare bambini per i sensi del corpo ma per la malizia. Quanto ai sensi, siate invece perfetti [14, 20]. E altrove: Cosa accade dunque, fratelli? Quando vi adunate, ecco che ciascuno di voi ha il suo salmo, il suo insegnamento, la sua rivelazione, la sua parola [ispirata], la sua interpretazione. Fate tutto per la [comune] edificazione [14, 26]. E dopo pochissimi versi: Le donne durante l'assemblea stiano in silenzio! Non infatti loro consentito di parlare ma di stare sottomesse, come dice la legge (Cf. Gn 3, 16). Se vogliono conoscere qualcosa, interroghino i loro mariti a casa propria. infatti una sconcezza che la donna parli in assemblea. In effetti sorta forse in mezzo a voi la parola di Dio o giunta soltanto a voi? [14, 34-36]. 357. [1 Cor 15]. Dopo un po': Non lasciatevi ingannare! Le cattive compagnie guastano i buoni costumi. Siate svegli, come conviene, e non peccate! Alcuni infatti non conoscono Dio: lo dico a vostro disonore [15, 33-34]. E dopo un altro po': Pertanto, fratelli miei carissimi, mantenetevi saldi e irremovibili abbondando sempre nell'opera del Signore, sapendo che il vostro impegno non sar infruttuoso nel Signore [15, 58]. 358. [1 Cor 16]. Riguardo alla colletta a favore dei santi, come ho prescritto alle Chiese della Galazia, cos fate anche voi. Ogni primo giorno della settimana ciascuno di voi metta da parte in casa sua quel che gli sembrer opportuno, in modo che la raccolta non si debba fare alla mia venuta. Quando sar tra voi mander a portare il vostro dono gratuito a Gerusalemme, servendomi di coloro che avrete designati accompagnandoli con lettera. Se poi varr la pena che ci vada anch'io, verranno con me. Da voi verr dopo aver attraversato la Macedonia: in effetti voglio passare per la Macedonia. Presso di voi forse mi tratterr a lungo, o forse anche vi passer l'inverno, affinch siate voi ad accompagnarmi dovunque mi recher. Non voglio infatti questa volta vedervi di sfuggita, ma spero di restare del tempo presso di voi, se il Signore lo consentir. Ad Efeso rester fino alla Pentecoste, dato che mi si aperta una porta grande e manifesta, e molti sono anche gli avversari. Se verr da voi Timoteo, procurate che vi si trovi senza preoccupazioni [16, 1-10]. E dopo un poco: Vegliate, state saldi nella fede, agite virilmente e siate persone coraggiose. Tutto fra voi si faccia nella carit [16, 13- 14]. DALLA SECONDA LETTERA AI CORINZI 359. [2 Cor 1]. Il nostro vanto questo: l'attestato della nostra coscienza, che nel mondo ci siamo comportati con schiettezza e sincerit, non conformandoci alla sapienza della carne ma [perseverando] nella grazia di Dio [1, 12]. 360. [2 Cor 2]. Dopo un po': Se qualcuno mi ha rattristato, non ha rattristato me ma almeno parzialmente, per non voler esagerare, tutti voi. A questo tale sufficiente il rimprovero che gli viene fatto dalla maggioranza [della comunit], sicch voi dovete piuttosto perdonargli la colpa e confortarlo, affinch non venga schiacciato da esagerata tristezza. Vi scongiuro pertanto di confermargli l'amore che avete per lui. Vi ho scritto infatti per rendermi conto, con un sondaggio, se siete obbedienti in ogni cosa. E se gli avete perdonato qualcosa, anch'io gli perdono; e se io gli ho perdonato qualcosa - ammesso che c'era da perdonare - l'ho perdonato per vostro vantaggio in nome di Cristo. Cos facendo, non saremo fuorviati da satana, di cui non ci sono sconosciute le trame [2, 5- 11]. 361. [2 Cor 4]. In un passo: Avendo dunque un tale ministero, in quanto ci stata usata misericordia, non ci perdiamo di coraggio ma rifiutiamo ogni sotterfugio derivante da vigliaccheria, e non vogliamo procedere con astuzia n adulterare la parola di Dio; al contrario, manifestando la verit vogliamo presentarci alla coscienza di tutti gli uomini dinanzi a Dio [4, 1-2]. E dopo alcuni versi: Noi infatti non predichiamo noi stessi ma Ges Cristo Signore. Quanto a noi, siamo al vostro servizio per amore di Ges [4, 7-13]. E dopo un altro po': Abbiamo questo tesoro racchiuso in vasi di argilla, perch appaia la sublime grandezza della potenza di Dio e non [si pensi che] sia risorsa nostra. Da ogni parte infatti siamo sottoposti a tribolazioni ma non ci sentiamo messi alle strette; siamo angustiati ma non abbandonati, perseguitati ma non derelitti, abbattuti ma non annichiliti. Noi portiamo continuamente nel nostro corpo la morte di Ges, affinch si manifesti nel medesimo nostro corpo la vita di Ges. Noi vivi infatti siamo senza sosta messi a morte per la causa di Ges, affinch anche la vita di Ges si manifesti nella nostra carne mortale. E pertanto in noi operante la morte, in voi la vita; ma possedendo noi quello spirito di fede di cui sta scritto: Ho creduto e per questo ho parlato (Cf. Sal 116, 10 (115, 1)), anche noi crediamo e per questo parliamo [4, 7-13]. E dopo sei versi: Per questo non ci scoraggiamo ma, sebbene il nostro uomo esteriore vada disfacendosi, tuttavia l'uomo interiore si rinnova quotidianamente. Quanto infatti al presente c' in noi di tribolazione, roba fugace e leggera, produce in noi un incommensurabile ed eterno tesoro di gloria nelle altezze, poich noi non abbiamo di mira le cose visibili ma quelle invisibili. In effetti le cose visibili sono temporanee, mentre quelle invisibili sono eterne [4, 16-18]. 362. [2 Cor 6]. Dopo un po': Poich siete collaboratori vi esortiamo a non ricevere invano la grazia di Dio. Egli infatti dice: Nel tempo propizio ti ho esaudito, nel giorno della salvezza ti ho aiutato (Cf. Is 49, 8). Eccolo ora il tempo propizio, eccolo ora il giorno della salvezza. Non diamo ad alcuno occasione di scandalo perch non sia denigrato il nostro ministero, ma ci presentiamo a tutti come servi di Dio forniti di grande pazienza nelle tribolazioni, nelle necessit, nelle strettezze, nelle battiture, nella prigionia, nei tumulti, nelle fatiche, nelle veglie, nei digiuni; ricchi nella castit, nella scienza, nella tolleranza, nella dolcezza, nello Spirito Santo, nella carit sincera, nella parola della verit, nella fortezza dataci da Dio; usando le armi della giustizia con la destra e la sinistra, nella gloria e nell'ignominia, nella diffamazione e nella buona reputazione. Ritenuti seduttori mentre siamo veritieri, ignorati mentre siamo ben noti, morti mentre ecco viviamo, castigati ma non uccisi, afflitti mentre siamo sempre gioiosi, miserabili mentre arricchiamo intere moltitudini, gente che non ha nulla mentre possediamo tutto [6, 1-10]. E dopo pochi versi: Dilatate anche voi il vostro cuore! Non sottoponetevi al giogo degli increduli! Che relazione c' infatti tra la giustizia e la malvagit? O che rapporto fra la luce e le tenebre? O quale accordo fra Cristo e Beliar? O quale societ tra il credente e il senza fede? O quale comunione tra il tempio di Dio e gli idoli? E in realt voi siete tempio del Dio vivo, come attesta il Signore: Io abiter in mezzo a loro e camminer fra loro; e sar il loro Dio ed essi saranno il mio popolo (Cf. Lv 26, 11-12; Ez 37, 27). Pertanto uscite dal loro consorzio e separatevi da loro (Cf. Cf. Is 52, 11; Ger 51, 45), dice il Signore, e non toccate ci che immondo. In tal modo io vi prender per me, e sar per voi un padre e voi mi sarete figli e figlie, oracolo del Signore onnipotente (Cf. 2 Sam 7, 14; Ger 31, 9; Is 43, 6) [6, 13-18]. 363. [2 Cor 7]. Carissimi, avendo ricevuto tali promesse, purifichiamoci da ogni bruttura del corpo e dello spirito, e completiamo l'opera della nostra santificazione nel timore di Dio [7, 1]. E dopo un po': In realt, anche se vi avessi rattristato con la mia lettera non me ne dispiaccio, o meglio, anche se mi dispiacesse che quella lettera, sia pure momentaneamente, vi abbia rattristati, ora ne godo: non perch vi siete rattristati, ma perch dalla tristezza maturata la conversione. Vi siete infatti rattristati secondo Dio, per cui nessun danno vi derivato per causa nostra. Infatti la tristezza accetta a Dio produce quella conversione stabile che conduce a salvezza, a differenza della tristezza mondana, che genera la morte. E in realt l'esservi rattristati secondo Dio quanta intraprendenza non sta producendo in voi! [7, 8-11]. 364. [2 Cor 8]. Dopo pochi versi: Fratelli, vogliamo rendervi nota la grazia di Dio elargita alle Chiese della Macedonia. Pur tra le molte loro prove e tribolazioni, la ricchezza della loro letizia, nonostante la loro straordinaria povert, si concretata in un'abbondante generosit e liberalit. Rendo loro testimonianza: essi sono stati generosi secondo le loro possibilit e al di sopra delle loro possibilit, scongiurandoci con molta insistenza di accordar loro il favore di partecipare all'opera di carit che stiamo compiendo a beneficio dei santi. E hanno dato non solo secondo quello che noi speravamo ma dando addirittura se stessi, in primo luogo al Signore e poi anche a noi secondo la volont di Dio. Per questo motivo abbiamo dovuto ricorrere a Tito affinch, come ha cominciato in mezzo a voi questa opera buona, cos voglia portarla a termine. Orbene, come avete il primato in ogni cosa (nella fede, nella parola, nella scienza, in ogni premura per i bisognosi e infine nell'affetto verso di noi), cos siate generosi in questa iniziativa benefica. Non vi dico queste cose come imponendovi un precetto ma per dimostrare attraverso questa premura verso gli altri quanto grande sia la vostra buona propensione nell'esercizio della carit. Voi infatti ben conoscete la grazia del Signore nostro Ges Cristo: egli, essendo ricco, si fatto povero per voi affinch voi diventaste ricchi per la sua povert. dunque solo un consiglio quello che vi do: una cosa utile a voi che fino dall'anno scorso siete stati i primi non solo a realizzare ma anche a progettare [questo servizio]. Orbene, portate a compimento l'opera intrapresa, affinch come fu pronto l'animo nel volere, cos lo sia anche nel realizzare, naturalmente secondo quello che avete. Se infatti la volont pronta [a dare], la si apprezza se d secondo quello che possiede, non secondo quel che non possiede. E non deve succedere che per sollevare gli altri voi mettiate in angustia voi stessi, ma ci dev'essere uguaglianza. Al presente la vostra abbondanza colmi la loro penuria in modo tale che la loro abbondanza possa colmare la [eventuale] vostra indigenza, e in tal modo si ottenga l'uguaglianza di cui sta scritto: Chi [raccolse] molto non ne ebbe d'avanzo e chi [raccolse] poco non scarseggi (Cf. Es 16, 18). A questo punto debbo ringraziare Dio che ha messo nel cuore di Tito la stessa mia premura nei vostri riguardi. Egli ha accettato la nostra richiesta; anzi, essendo lui stesso ancora pi premuroso, partito spontaneamente per recarsi da voi. Con lui abbiamo inviato anche un altro fratello che riscuote plauso in tutte le Chiese come evangelizzatore. E non questo soltanto, ma stato anche costituito nostro accompagnatore in questo viaggio di carit che viene esercitata da noi a gloria del Signore e per adempiere il nostro proposito, in quanto vogliamo impedire che qualcuno ci venga a biasimare per la troppa abbondanza della raccolta effettuata da noi. Ci preoccupiamo infatti non solo di ci che bene dinanzi a Dio ma anche dinanzi agli uomini [8, 1-21]. 365. [2 Cor 9]. Dopo nove versetti: Riguardo all'opera di beneficenza a pr dei santi superfluo che ve ne scriva. So infatti che il vostro animo pronto: della qual cosa mi vanto presso i Macedoni dicendo che l'Acaia gi pronta fin dall'anno passato, e cos il vostro zelo ha stimolato moltissimi [a fare altrettanto]. Se ho inviato dei fratelli, l'ho fatto perch il nostro vantarci di voi non venga sia pure parzialmente smentito. Siate dunque ben pronti, come vi ho detto, affinch non succeda che, venendo con me dei Macedoni e trovandovi non preparati, noi (per non dire voi) dobbiamo vergognarci di questo fatto. Per questo motivo ho ritenuto necessario rivolgermi ai fratelli pregandoli di venire da voi prima del mio arrivo e preparare quest'opera benefica a cui vi siete impegnati: la quale dev'essere organizzata come un gesto di benevolenza e non come una spilorceria. Vi dico dunque questo: chi semina scarsamente, scarsamente raccoglie, chi semina con larghezza con larghezza anche raccoglie (Cf. Prv 22, 8). Dia pertanto ciascuno come ha stabilito in cuore, ma non con rammarico o per forza, poich Dio ama chi dona con gioia (Cf. Sir 35, 11). E Dio in grado di far abbondare in voi ogni dono, affinch, avendo sempre e in tutto il sufficiente, abbondiate anche in ogni opera buona, come sta scritto: Ha largheggiato, ha dato ai poveri; la sua giustizia rimane in eterno (Cf. Sal 111, 9). E colui che somministra il seme al seminatore dar a voi il pane da mangiare, moltiplicher la vostra semente e accrescer i frutti della vostra giustizia. In tal modo, arricchiti di tutto, vi troverete nell'abbondanza in ogni [genere di] liberalit, la quale a sua volta attraverso di noi si tradurr in ringraziamento a Dio. In realt il compimento di questo servizio non solo supplisce a ci che manca ai santi ma attraverso l'attuazione di questo servizio da molti si lever un bel coro di ringraziamenti al Signore. Essi glorificheranno Dio per l'abbondanza della vostra fede e per la generosit del vostro contributo verso di loro e verso tutti. Mediante le loro preghiere per voi mostreranno l'affetto che nutrono per voi a motivo dell'eccezionale larghezza di grazia di Dio a voi concessa. Pertanto io ringrazio Dio per il suo dono che non so descrivere [9, 6-15]. 366. [2 Cor 10]. In un altro passo: Chi si gloria si glori nel Signore (Cf. Ger 9, 23), poich non approvato colui che si approva da se stesso ma colui che approvato da Dio [10, 17-18]. 367. [2 Cor 11]. Dopo un po': Sono ministri di Cristo. Lo sono anch'io; anzi, parlando da insensato, io pi di loro. In moltissime fatiche, ancora di pi nelle prigioni, in misura incredibile nelle battiture, spessissimo nella morte. Cinque volte ho ricevuto dai Giudei i trentanove colpi. Tre volte sono stato battuto con le verghe, una volta sono stato lapidato, tre volte ho fatto naufragio e fui nelle profondit del mare una notte e un giorno. Spesso nei viaggi, con pericoli di fiumi, pericoli di briganti, pericoli dai miei connazionali, pericoli dai pagani, pericoli nella citt e nel deserto, pericoli nel mare, pericoli causati da falsi fratelli. Nella fatica e nell'afflizione, in frequenti veglie, nella fame e nella sete, in frequenti digiuni, nel freddo e nella nudit. Oltre tutte queste cose, che sono esteriori, il mio peso quotidiano [] la preoccupazione per tutte le Chiese. Chi si indebolisce senza che anch'io diventi debole insieme con lui? Chi si scandalizza senza che io ne frema? Se vale la pena gloriarsi, anch'io mi glorier in base alla mia debolezza [11, 23-30]. 368. [2 Cor 12]. Dopo un po': Volentieri dunque mi vanter delle mie debolezze perch dimori in me la potenza di Cristo. Pertanto mi rallegro delle infermit, delle ingiurie, delle strettezze, delle persecuzioni, delle molte difficolt incontrate per la causa di Cristo, poich quando sono debole allora che sono robusto [12, 9-10]. E dopo undici versi: Ecco, sono pronto a venire da voi per la terza volta e non vi voglio essere d'aggravio. Io non vado in cerca delle vostre sostanze ma di voi. Non sono infatti i figli che debbono conservare per i genitori, ma i genitori per i figli; e io pi che volentieri spender del mio, anzi mi consumer io stesso per le vostre anime, anche se amandovi di pi dovessi ricevere da voi meno amore [12, 14-15]. E dopo alcuni versi: Temo che, venendo da voi, non vi trovi come vorrei e voi troviate me come non vorreste. Temo che ci siano tra voi contese, gelosie, animosit, rivalit, maldicenze, insinuazioni maligne, superbie e contrasti. Temo che, quando verr di nuovo, Iddio mi umilii per causa vostra e io debba piangere per quei molti di voi che tempo fa hanno peccato e non si sono ancora pentiti della dissolutezza e impudicizia in cui sono caduti [12, 20-21]. 369. [2 Cor 13]. E anche in un altro passo: Preghiamo Dio perch non abbiate a commettere nulla di male, non perch siamo noi approvati ma perch voi pratichiate la giustizia [13, 7]. E dopo sei versi: Del resto, fratelli, rallegratevi, progredite [nel bene], consolatevi, abbiate lo stesso sentire e vivete in pace. E il Dio dell'amore e della pace sar con voi [13, 11]. LETTERA AI GALATI 370. [Gal 1]. Se cercassi di piacere agli uomini non sarei servo di Cristo [1, 10]. 371. [Gal 5]. Dopo un po': In Cristo Ges n la circoncisione conta qualcosa n la non circoncisione, ma la fede che opera mediante la carit [5, 6]. In un altro passo: Voi, fratelli, siete stati chiamati per essere nella libert; non dovete per fare della libert un pretesto per la carne ma mediante la carit, dono dello Spirito, mettetevi a servizio gli uni degli altri. Tutta la legge infatti si compendia in quest'unica parola: Amerai il prossimo tuo come te stesso (Cf. Lv 19, 18). Se invece voi vi mordete e sbranate a vicenda state attenti almeno a non divorarvi del tutto. Ma io vi dico: Camminate secondo lo Spirito e non attuate le voglie della carne, poich la carne ha brame contrarie a quelle dello Spirito come anche lo Spirito brame contrarie alla carne. Sono due princpi contrari fra loro, per cui non riuscite a fare tutto quello che vorreste; comunque, se siete guidati dallo Spirito non siete pi sotto la legge. Ora le opere della carne sono note. Esse sono: fornicazione, impurit, lussuria, idolatria, venefici, inimicizie, litigi, gelosie, irascibilit, risse, discordie, eresie, invidie, omicidi, ubriachezze, orge e cose simili. A questo riguardo vi preavviso, come gi ho fatto antecedentemente, che chi commette tali cose non posseder il regno di Dio. Ed ecco ora i frutti dello Spirito: carit, gioia, pace, pazienza, tolleranza, bont, mitezza, fedelt, moderazione, continenza. Contro queste virt non c' legge che conti. Ebbene, quanti appartengono a Cristo hanno crocifisso la carne con i suoi vizi e desideri. Quindi, se viviamo nello Spirito comportiamoci secondo lo Spirito; e non coltiviamo brame di vanagloria provocandoci e invidiandoci a vicenda [5, 13-26]. 372. [Gal 6]. Fratelli, se qualcuno viene sorpreso in una qualche colpa, voi, da persone spirituali, dovete correggerlo, ma con dolcezza, considerando te stesso affinch non abbia a cadere in tentazione. Portate i pesi gli uni degli altri, e cos adempirete la legge di Cristo. Se infatti uno crede d'essere qualcosa, mentre una nullit, costui inganna se stesso. Ciascuno esamini le sue opere e in tal modo trover di che vantarsi solo in se stesso e non negli altri: ciascuno infatti ha da portare il suo proprio fardello. Chi viene istruito nella parola deve rendere partecipi di tutte le sue sostanze colui che lo istruisce. Non illudetevi: Dio non lo si pu prendere in giro. L'uomo mieter ci che ha seminato: per cui chi semina nella carne dalla carne raccoglier corruzione, mentre chi semina nello Spirito, dallo Spirito raccoglie vita eterna. Non stanchiamoci quindi di compiere il bene e a suo tempo raccoglieremo una messe indefettibile. Finch dunque ne abbiamo il tempo compiamo il bene verso tutti, ma specialmente verso i fratelli nella fede [6, 1-10]. LETTERA AGLI EFESINI 373. [Eph 4]. Fratelli, vi scongiuro io, il prigioniero del Signore, a comportarvi in maniera degna della vocazione con cui siete stati chiamati, con ogni umilt d'animo e mansuetudine, con pazienza, sopportandovi con carit vicendevole, impegnandovi ad osservare l'unit dello spirito mediante il vincolo della pace [4, 1-3]. E altrove: Questo pertanto dico e attesto davanti al Signore: non dovete pi comportarvi come si comportano i gentili, nella vanit del loro sentire, avendo l'intelletto immerso nelle tenebre, estraniati dalla vita divina a causa dell'ignoranza che in loro per la cecit del loro cuore. Persa ogni speranza, essi si sono dati alla dissolutezza compiendo ogni sorta di impurit e diventati schiavi dell'avarizia. Quanto a voi invece non cos avete conosciuto il Cristo, se effettivamente gli avete dato ascolto e su di lui siete stati istruiti, secondo la verit che in Ges. Spogliatevi quindi dell'uomo vecchio, quello della vostra condotta di prima, l'uomo che si corrompe seguendo desideri perversi, e rinnovatevi nello spirito dei vostri pensieri: rivestitevi dell'uomo nuovo, quello che stato creato secondo Dio nella giustizia e nella vera santit (Cf. Zc 8, 16). Pertanto, smettetela con le menzogne e parlate con i vostri prossimi secondo verit, dato che siamo membra gli uni degli altri. Adiratevi ma non peccate (Cf. Sal 4, 5): non tramonti il sole sopra la vostra ira, e non date occasione al diavolo. Chi rubava non rubi pi: anzi si dia da fare lavorando onestamente con le proprie mani, e ci anche per poter dare a chi in necessit. Nessuna parola cattiva esca dalla vostra bocca ma solo parole buone e utili per l'edificazione, e cos trasmettere la grazia a chi ascolta. E non vogliate rattristare lo Spirito Santo di Dio con il quale siete stati sigillati per il giorno della redenzione. Ogni rancore, ira, sdegno, subbuglio e parlare insensato sia escluso fra mezzo a voi, e cos pure ogni maliziosit. Al contrario siate tra di voi benevoli, compassionevoli, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo [4, 25-32]. 374. [Eph 5]. Siate imitatori di Dio come figli [a lui] carissimi e vivete nell'amore, cos come anche Cristo ci ha amati e ha dato se stesso per noi, offerta di un sacrificio gradito a Dio. Di fornicazione, di ogni sorta di impurit come anche dell'avarizia, nemmeno se ne parli in mezzo a voi, come si addice a dei santi. Altrettanto vale per la spudoratezza, la licenza nel parlare, la scurrilit, tutte cose sconvenienti; si oda piuttosto il rendimento di grazie. Dovete infatti sapere, da persone ben istruite, che nessun fornicatore o disonesto o avaro (che una specie di idolatria) sar erede del regno di Cristo e di Dio. Che nessuno v'inganni con vuote parole! Fu per questi vizi che piomb l'ira di Dio sopra i figli ribelli, dei quali voi non fate pi parte. Un tempo infatti eravate tenebra, ora invece siete luce nel Signore. Comportatevi come figli della luce (i cui frutti consistono nella bont, nella giustizia e nella verit), e cercate quanto piace al Signore. Non partecipate alle opere infruttuose di chi ancora nelle tenebre, ma anzi confutateli. Quanto infatti da loro compiuto nelle tenebre sconcio anche il solo nominarlo. Viceversa tutte le cose quando le si disapprova vengono portate alla luce, e ci che manifesto gi luce. Per questo motivo dice: " Sorgi, tu che dormi, e sollevati al di sopra dei morti, e Cristo ti illuminer ". Osservate dunque, fratelli, se vi comportate con avvedutezza, non come gente stolta ma saggia, ricuperando il tempo poich i giorni sono cattivi. Non siate quindi degli sconsiderati, ma cercate di capire bene quale sia il volere del Signore. Non ubriacatevi di vino, causa di lussuria, ma riempitevi di Spirito Santo, parlando fra voi con salmi, inni e cantici spirituali, cantando e lodando il Signore nei vostri cuori. Ringraziate Dio Padre sempre e per ogni cosa nel nome del Signore nostro Ges Cristo, sottomessi l'un l'altro nel timore di Cristo. Le mogli siano sottomesse al marito come al Signore, poich l'uomo capo della donna come Cristo capo della Chiesa, egli che il Salvatore del corpo. E come la Chiesa sottomessa a Cristo, cos le mogli devono essere sottomesse in tutto al loro marito. Quanto a voi, mariti, amate le vostre mogli come Cristo ama la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa e purificarla con un lavacro di acqua insieme con la parola. In tal modo egli ha voluto presentare a se stesso una Chiesa splendente di gloria, senza macchia n ruga n cose del genere, ma perch fosse santa e immacolata. Alla stessa maniera i mariti debbono amare la propria moglie come il proprio corpo. Chi ama la moglie ama se stesso. Ora nessuno odia il proprio corpo, ma lo nutre e custodisce, come fa Cristo con la Chiesa. E noi siamo membra del suo corpo, carne della sua carne e ossa delle sue ossa. Per questo l'uomo abbandoner suo padre e sua madre, e si unir alla sua moglie, e i due saranno un solo corpo (Cf. Gn 2, 24). Questo mistero grande, e mi riferisco a Cristo e alla Chiesa. Quindi ognuno di voi ami la sua moglie come se stesso, e la moglie rispetti il marito [5, 1-33]. 375. [Eph 6]. Figli, obbedite in ogni cosa ai genitori nel Signore, poich questo giusto. Onora tuo padre e tua madre; il primo comandamento unito a una promessa: Perch te ne venga bene e la tua vita si prolunghi sulla terra (Cf. Es 20, 12; Dt 5, 16; Sir 3, 9). E voi, padri, non fate arrabbiare i vostri figli, ma educateli nella sana dottrina correggendoli nel Signore. Voi, servi, obbedite con timore e paura ai vostri padroni terreni, nella semplicit del cuore, come fareste con Cristo stesso. Non serviteli solo quando siete controllati, come se voleste piacere agli uomini; ma, come servi di Cristo, fate di buon grado la volont di Dio e serviteli con retta intenzione come chi serve il Signore e non gli uomini: tenete presente che ciascuno ricever dal Signore la ricompensa secondo il bene che ha compiuto, tanto se servo quanto se libero. E voi, padroni, usate ai servi lo stesso trattamento e lasciate da parte le minacce, sapendo che in cielo c' Uno che padrone di loro e di voi e dinanzi al quale non esistono preferenze personali. Inoltre, fratelli, state saldi nel Signore e nella sua grande potenza. Rivestitevi dell'armatura di Dio, affinch possiate resistere alle insidie del diavolo, perch la nostra lotta non contro forze umane ma contro i principi e le dominazioni, contro i reggitori di questo mondo tenebroso, contro gli spiriti celesti che abitano nell'aria. Rivestitevi dunque dell'armatura di Dio affinch possiate resistere nel giorno del maligno e conservarvi perfetti in ogni cosa. Cingetevi i fianchi con la verit, indossate la corazza della giustizia (Cf. Is 11, 5; 52, 7; 40, 3), mettetevi ai piedi i calzari per la preparazione del Vangelo della pace. In ogni circostanza prendete lo scudo della fede con il quale possiate spegnere tutti i dardi infuocati del maligno; mettete anche l'elmo della salvezza e prendete la spada dello spirito (Cf. Is 59, 17), cio la parola di Dio. Pregate in ogni tempo nello spirito con ogni orazione e supplica e insieme vegliando con assidua perseveranza, e scongiurate Dio per tutti i santi e anche per me, affinch quando apro la bocca mi siano date parole adatte per annunziare con franchezza il mistero del Vangelo, del quale sono ambasciatore in catene, e cos abbia il coraggio di parlarne in maniera adeguata [6, 10-20]. LETTERA AIFILIPPESI 376. [Phil 1]. Ho speranza che mai sar confuso; spero anzi di avere completa fiducia che, come sempre, cos anche ora Cristo sar glorificato nel mio corpo tanto se vivr quanto se dovr morire. Per me infatti vivere Cristo e il morire un guadagno. Che se il vivere nella carne produce un frutto di questo genere non saprei cosa scegliere: sono infatti stretto da due parti, avendo il desiderio di andarmene per essere con Cristo - cosa per me di gran lunga migliore - e quello di restare nella carne, cosa a voi pi necessaria [1, 20-24]. E dopo sei versi: Badate a comportarvi in maniera degna del Vangelo di Cristo, in modo che, sia che venga e vi veda, sia che rimanga da voi lontano, mi sia dato udire di voi che siete concordi nello spirito e collaborate per la [diffusione della] fede nel Vangelo, senza spaventarvi minimamente di fronte agli avversari. Ci per essi causa di perdizione mentre per voi causa di salvezza, e ci per volere di Dio. In effetti a voi stato fatto non soltanto il dono di credere in Cristo ma anche quello di soffrire per lui, dovendo sostenere la stessa lotta che avete veduto in me e ora sentite che attualmente si protrae in me [1, 27-30]. 377. [Phil 2]. Se pertanto vi una qualche consolazione in Cristo e un qualche conforto nato da carit, o una qualche comunione spirituale o tenerezza di affetto, rendete completa la mia gioia mediante la concordia dei pensieri, avendo la stessa carit e vivendo in unit di volere e con gli stessi sentimenti. Non fate nulla per contestazione o per motivo di vanagloria, ma mossi da umilt, ritenete gli altri superiori a voi stessi. Ciascuno abbia di mira non il proprio interesse ma quello altrui; e abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Ges. Egli, sussistendo nella natura divina, non ritenne un'usurpazione indebita l'essere uguale a Dio; ma spogli se stesso prendendo la natura del servo e divenendo simile all'uomo. Apparso in sembianze umane, umili [ancora] se stesso facendosi obbediente fino alla morte e morte di croce. Per questo Dio a sua volta lo ha esaltato e gli ha dato il nome che al di sopra di ogni altro nome, tanto che dinanzi al nome di Ges piegano le ginocchia tutte le creature, celesti, terrestri e infernali, e ogni lingua proclama che Ges Cristo il Signore a gloria di Dio Padre. Pertanto, miei amatissimi, come mi avete obbedito sempre - non solo cio quand'ero presente ma ancor pi ora che sono assente - cos seguitate a lavorare per la vostra salvezza con timore e tremore, poich Dio colui che opera in voi il volere e l'operare secondo il [suo] benevolo disegno. Fate tutto senza mormorazioni e turbolenze, per essere al di sopra di ogni accusa e semplici, figli di Dio irreprensibili in mezzo a una societ degenere e perversa, nella quale dovete splendere come astri nel mondo. Tenete alta la parola della vita perch io possa gloriarmi [di voi] nel giorno di Cristo, sapendo di non aver corso n lavorato invano. Che se poi dovessi essere immolato per il sacrificio e l'offerta a servizio della vostra fede, io ne godrei e sarei nella gioia insieme con tutti voi: pertanto anche voi allo stesso modo godete e rallegratevi con me. Spero nel Signore Ges di poter al pi presto inviare a voi Timoteo, affinch io, conoscendo come stanno le cose presso di voi, possa essere rassicurato nello spirito. Non ho infatti [con me] nessun altro che abbia gli stessi miei pensieri e sia altrettanto premuroso nei vostri riguardi e nutra [per voi] un affetto cos sincero. Tutti cercano infatti gli interessi propri, e non quelli di Ges Cristo. Riconoscete dunque la prova da lui fornita e com'egli sia stato verso di me, nel ministero dell'evangelizzazione, come un figlio verso il padre. Appena dunque avr veduto come si mettono le cose attorno a me spero di mandarvelo, e inoltre confido nel Signore che anch'io possa presto venire di persona da voi. Ho ritenuto peraltro opportuno inviarvi il fratello Epafrodito, mio collaboratore e socio di battaglia, vostro apostolo e incaricato di servirmi nelle mie necessit. Egli era desideroso di rivedere voi tutti e si rattristava di quanto voi avevate udito circa la sua malattia. stato infatti malato fin quasi a morirne, ma Dio ha avuto piet di lui, e non solo di lui ma anche di me, perch non avessi tristezza su tristezza. L'ho inviato con tutta celerit, affinch voi al rivederlo siate nella gioia e anch'io mi liberi dalla tristezza. Accoglietelo dunque con grande allegrezza nel Signore e abbiate in onore uomini come lui, in quanto egli per compiere l'opera di Cristo stato sul punto di morire offrendo [a Dio] la sua vita per supplire quel che a voi non era possibile adempiere nel servizio verso di me [2, 13-20]. 378. [Phil 3]. Dopo un po': Fratelli, non credo d'aver conseguito [il premio] ma questo solo [io faccio]: dimentico delle cose lasciate dietro mi protendo a ci che mi davanti e corro verso la mta, cio alla ricompensa della chiamata celeste ricevuta da Dio in Cristo Ges. Quanti dunque siamo perfetti cerchiamo di avere questi sentimenti; che se la pensate differentemente Dio vi ha rivelato anche questo. Ad ogni modo giungiamo almeno a questo: ad avere gli stessi sentimenti, e restiamo fissi in questa norma. Fratelli, siate miei imitatori ed osservate coloro che si comportano secondo il modello che avete in noi. Molti infatti - ve ne ho parlato pi volte e ora ve lo ripeto piangendo - si comportano da nemici della croce di Cristo; ma la loro fine la morte, dal momento che hanno come dio il ventre, e la loro gloria risulter una loro confusione. Essi infatti gustano soltanto le cose terrene, mentre la nostra cittadinanza nei cieli [3, 13-20]. 379. [Phil 4]. Dopo tredici versi: Siate sempre lieti nel Signore; ve lo ripeto: Siate lieti. La vostra affabilit sia nota a tutti gli uomini. Il Signore vicino. Non angustiatevi di nulla, ma in ogni orazione e supplica, come anche nei ringraziamenti, le vostre richieste siano rivolte a Dio. E la pace di Dio, che sorpassa ogni intendimento, custodisca i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Ges. Del resto, fratelli, tutto ci che vero, puro, giusto, santo, amabile e degno d'onore e tutto ci che virtuoso e degno di lode, tutto questo apprezzate. Ci che avete appreso, ricevuto e udito e visto in me, questo fate; e il Dio della pace sar con voi. Mi sono grandemente rallegrato nel Signore, perch avete fatto rifiorire nei miei riguardi i sentimenti che avevate nei tempi addietro ma vi mancava il modo [di manifestarmeli]. Non mi riferisco per al fatto della scarsit dei beni. Ho infatti imparato a contentarmi di come mi trovo: so essere nelle strettezze e so essere nell'abbondanza. S, mi sono abituato a tutto: ad essere sazio e ad essere affamato, ad essere nell'abbondanza e nell'indigenza. Tutto posso in colui che mi d forza. Tuttavia voi avete fatto bene a venirmi incontro nel tempo della prova. Lo sapete anche voi, Filippesi. Al principio dell'evangelizzazione, quando partii dalla Macedonia, nessun'altra Chiesa ebbe con me relazione di dare o avere all'infuori di voi, che mi inviaste sovvenzioni per i miei bisogni per due volte. Questo non perch io vada in cerca di donazioni, ma perch mi riprometto un frutto abbondante a vostro interesse. Ora ho tutto e in abbondanza. Sono pieno di beni: li ho ricevuti da Epafrodito, che voi avete inviato da me, sacrificio di soave profumo, oblazione accetta e gradita al Signore [4, 10-18]. PRIMA LETTERA AI TESSALONICESI 380. [1 Thess 2]. Fratelli, voi conoscete di persona come la nostra venuta presso di voi non stata senza frutto ma, dopo aver sofferto molto ed essere stati sottoposti a vari maltrattamenti a Filippi, come ben sapete, abbiamo nel nome del nostro Dio avuto l'ordine di annunziare fra voi con grande zelo il Vangelo di Dio. La nostra predicazione infatti non ha per oggetto l'errore, la disonest o l'imbroglio, ma come siamo stati ritenuti da Dio meritevoli che ci fosse affidato il Vangelo cos lo annunziamo, non cercando di piacere agli uomini ma a Dio che saggia i nostri cuori. Mai infatti siamo ricorsi a parole di adulazione, come sapete; n a motivi di cupidigia, Dio ne testimone; n abbiamo cercato gloria umana n da voi n da altri. Come apostoli di Cristo avremmo potuto, vero, gravare su di voi, ma noi abbiamo preferito essere in mezzo a voi come dei bambini, come quando una nutrice provvede ai suoi nati. Affezionati come eravamo a voi, avremmo desiderato vivamente di donarvi non solamente il Vangelo di Dio ma anche la stessa nostra vita, tanto eravate diventati a noi cari. Ricordate infatti, fratelli, la nostra fatica e il nostro affanno: lavorando notte e giorno per non essere di aggravio a nessuno di voi, vi abbiamo predicato il Vangelo di Dio. Siete testimoni e voi e Dio della rettitudine, della giustizia e della condotta irreprensibile che abbiamo tenuto nei confronti di voi che avete creduto. Come ricordate, abbiamo scongiurato ed esortato ciascuno di voi, come fa un padre con i suoi figli; e vi abbiamo inculcato a camminare in maniera degna di Dio, che vi ha chiamati al suo regno e alla sua gloria. Per questo motivo, anche noi ringraziamo continuamente Dio perch, avendo ricevuto da noi la parola della fede in Dio, l'avete accolta non come parola umana ma, com' veramente, come parola di Dio, che agisce in voi che avete creduto. Voi infatti, fratelli, siete diventati emuli delle Chiese di Dio che sono in Giudea in Cristo Ges, avendo subto da parte dei vostri connazionali le stesse persecuzioni alle quali essi sono stati sottoposti dai Giudei[2, 1-14]. 381. [1 Thess 4]. E altrove: Inoltre, fratelli, vi preghiamo e scongiuriamo nel [nome del] Signore Ges Cristo affinch, in conformit con quello che avete appreso da noi sul modo di comportarvi per piacere a Dio, cos vi comportiate effettivamente, progredendo sempre di pi. Ricordate infatti quali precetti vi abbiamo impartito con l'autorit del Signore Ges: come cio sia volont di Dio che diventiate santi astenendovi dalla fornicazione, e ciascuno di voi sappia conservare il suo corpo nella santit e nel debito rispetto, non seguendo passioni e desideri come fanno i pagani, che non conoscono Dio. In questa materia voi non dovete sopraffare n ingannare il proprio fratello, poich Dio vindice di tutti questi abusi, come vi abbiamo predicato e attestato solennemente. Dio non ci ha chiamati a vivere nell'impurit ma alla santificazione, per cui chi sottovaluta queste cose non disprezza un uomo ma Dio, il quale vi ha dato il suo santo Spirito. Quanto alla carit fraterna, non occorre che ve ne scriviamo: voi stessi infatti avete appreso da Dio come ci si debba amare a vicenda, e gi praticate questo amore verso tutti i fratelli dell'intera Macedonia. Vi scongiuriamo peraltro, fratelli, ad aumentarlo ancora di pi, ad impegnarvi per una vita pi tranquilla, badando ciascuno ai propri affari e lavorando con le vostre mani, come gi vi abbiamo ordinato. Dovete anche comportarvi onestamente nei riguardi degli estranei, senza desiderare i beni altrui. E finalmente non vogliamo che voi, fratelli, restiate nell'ignoranza riguardo alla sorte di coloro che si sono addormentati [nel Signore] perch non vi rattristiate come coloro che non hanno speranza [4, 1-12]. 382. [1 Thess 5]. Dopo alcuni versi: Ne consegue che noi non dobbiamo dormire, come fanno gli altri, ma vegliare ed essere sobri. Chi infatti dorme, dorme di notte e chi si ubriaca, si ubriaca di notte; e quindi noi, che apparteniamo al giorno, dobbiamo essere temperanti, rivestiti della corazza della fede e della carit e avendo per elmo la speranza della salvezza. Dio infatti non ci ha destinati alla collera ma alla conquista della salvezza, [che otterremo] per l'opera di Ges Cristo, che morto per noi affinch, o desti o addormentati, viviamo insieme con lui. A questo scopo incoraggiatevi a vicenda ed edificatevi, come del resto gi state facendo. Vi scongiuriamo, fratelli, di usare riguardi speciali verso coloro che lavorano per voi e nel Signore stanno a capo della comunit per istruirvi. A motivo del compito che svolgono trattateli con una carit pi generosa, e state in pace con loro. Vi scongiuriamo ancora, fratelli, riprendete gli irrequieti, confortate i pusillanimi, accogliete i deboli, siate pazienti con tutti. Guardatevi dal rendere male per male, ma operate sempre il bene e fra di voi e nei riguardi di tutti gli altri. Siate sempre nella gioia, pregate senza interruzione, in ogni circostanza rendete grazie. Questa infatti la volont di Dio nei riguardi di tutti voi in Cristo Ges. Non estinguete lo Spirito, non disprezzate le profezie. Saggiate ogni cosa, ma attenetevi a ci che buono; astenetevi da ci che anche solo all'apparenza si presenta come male [5, 12-22]. SECONDA LETTERA AI TESSALONICESI 383. [2 Thess 1]. Fratelli, noi dobbiamo ringraziare Dio continuamente per voi (e la cosa proprio doverosa) dal momento che la vostra fede cresce e abbonda, e la vostra carit vicendevole ha raggiunto il culmine. Di conseguenza noi ci vantiamo di voi presso le Chiese di Dio per la vostra pazienza e perseveranza nella fede in mezzo alle persecuzioni e tribolazioni che sostenete. Tutto ci una dimostrazione del giusto giudizio di Dio, una prova cio che voi siete degni di appartenere al regno di Dio, per il quale state anche soffrendo. Presso Dio infatti giusto ripagare con la sofferenza coloro che vi fanno soffrire e accordare la serenit del riposo a voi che siete sottoposti a tribolazioni insieme con noi. Ci accadr alla manifestazione del Signore Ges. Egli verr dal cielo con gli angeli, segno della sua potenza, e con fiamma di fuoco; e si vendicher di tutti coloro che non hanno voluto conoscere Dio n obbedire al Vangelo del Signore nostro Ges Cristo. Essi subiranno pene eterne nella perdizione, lontani dalla presenza del Signore e dalla sua gloria possente, quando egli verr per essere glorificato nei suoi santi - ci sar in quel giorno - e si mostrer mirabile con tutti coloro che hanno creduto, dato che la nostra testimonianza stata creduta in mezzo a voi. A tale fine noi preghiamo sempre per voi, affinch il nostro Dio vi renda degni della sua chiamata e voglia con la [sua] potenza completare in tutto il decreto della sua bont e l'opera della vostra fede, in modo che sia glorificato in voi il nome del Signore nostro Ges Cristo e voi siate glorificati in lui, secondo la grazia del nostro Dio e Signore Ges Cristo [1, 3-12]. 384. [2 Thess 3]. In un altro passo: Vi raccomandiamo, fratelli, nel nome del Signore nostro Ges Cristo di tenervi lontani da ogni fratello che si comporti disordinatamente e non secondo le istruzioni che ha ricevuto da noi. Ben sapete infatti voi stessi che necessario imitare la nostra condotta. Ora noi non siamo vissuti tra voi da persone irrequiete n abbiamo mangiato a ufo il pane datoci da altri, ma abbiamo lavorato e faticato senza interruzione, di notte e di giorno, per non essere di peso a nessuno di voi. Non che non ne avessimo l'autorizzazione, ma perch volevamo darvi in noi stessi il modello che dovete imitare. Stando infatti presso di voi vi demmo questa norma: chi non lavora non deve nemmeno mangiare. Questo perch abbiamo saputo che alcuni di voi si comportano da irrequieti, senza far nulla, dediti a vane curiosit. A questi tali prescriviamo, scongiurandoli nel nome del Signore Ges Cristo, di lavorare in silenzio per mangiare il pane che si son guadagnati. Quanto a voi, fratelli, non stancatevi di fare il bene. E se qualcuno non ascolta la nostra parola scritta in questa lettera, prendetene nota ed evitatelo affinch resti confuso, ma non trattatelo come un nemico; correggetelo piuttosto come un fratello [3, 6-15]. DALLA LETTERA AI COLOSSESI 385. [Col 3]. Se quindi siete risorti con Cristo, cercate le cose di lass, dov' Cristo, assiso alla destra di Dio; gustate le cose di lass, non quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita nascosta con Cristo in Dio. Quando apparir Cristo, vostra vita, allora insieme con lui apparirete anche voi nella gloria. In vista di ci mortificate le vostre membra in quel che hanno di terreno: la fornicazione, l'impurit, la licenza, i desideri cattivi, e soprattutto l'avarizia, che una idolatria. Per questi vizi venne l'ira di Dio sulle popolazioni senza fede; e al seguito di tali vizi eravate incamminati anche voi quando vivevate nel paganesimo. Adesso per dovete sbarazzarvi di tutto ci: l'ira, lo sdegno, la malignit, l'ingiuria; e non lasciatevi sfuggire di bocca il turpiloquio n ricorrete alla menzogna. Spogliatevi dell'uomo vecchio con le sue azioni e rivestitevi dell'uomo nuovo, quello cio che continuamente si rinnova ad immagine di colui che lo ha creato e progredisce nella conoscenza di Dio. L non c' pi n pagano n giudeo, n circonciso o incirconciso, n barbaro o scita, n schiavo o libero, ma Cristo tutto in tutti. Pertanto, come eletti da Dio, a lui consacrati e da lui amati, rivestitevi anche voi di sentimenti di misericordia, bont, umilt, moderazione e pazienza. Sopportatevi a vicenda e perdonatevi se qualcuno ha del risentimento verso l'altro. Come vi ha perdonato il Signore, cos fate anche voi. Al di sopra di tutto questo poi abbiate la carit, che il vincolo della perfezione, e trionfi nei vostri cuori la pace di Cristo, alla quale siete stati chiamati essendo tutti in un solo corpo. E siate riconoscenti. La parola di Cristo dimori tra voi in abbondanza: ammaestratevi e ammonitevi con ogni sapienza; pieni di grazia, cantate a Dio nei vostri cuori con salmi, inni e cantici spirituali. Tutto quello che fate in parole e opere, fatelo nel nome del Signore Ges, ringraziando Dio Padre per mezzo di lui. Voi, mogli, come di dovere, siate sottomesse ai vostri mariti, nel Signore; voi, mariti, amate le mogli e non siate aspri con loro. Voi, figli, obbedite in tutto ai genitori, poich questa la volont del Signore; voi, genitori, non suscitate nei vostri figli sentimenti d'indignazione perch non finiscano col diventare dei pusillanimi. Voi, schiavi, obbedite in tutto ai vostri padroni terreni e serviteli non [soltanto] quando vi osservano, quasi che vogliate conquistarvi l'approvazione degli uomini, ma con cuore schietto, come chi teme il Signore. Qualunque cosa facciate, fatela di buon animo, come chi agisce per il Signore e non per gli uomini, sapendo che dal Signore riceverete in compenso la sua eredit. Servite Cristo Signore! Chi peraltro commette ingiustizia riceve la pena dell'ingiustizia commessa, e dinanzi a Dio non esistono preferenze personali [3, 18-25]. 386. [Col 4]. Padroni, date ai servi quel che loro spetta secondo giustizia ed equit, consapevoli che anche voi avete un padrone nel cielo. Siate perseveranti nell'orazione, vegliate in essa e rendete grazie. Pregate anche per noi, affinch Dio ci apra l'uscio della parola per annunziare il mistero di Cristo, per il quale sono anche incatenato. Che io lo sappia comunicare con parole adeguate! Comportatevi da saggi nei confronti degli estranei, cercando di sfruttare le circostanze. Il vostro parlare sia sempre condito del sale della grazia, perch sappiate rispondere a ciascuno secondo la necessit [4, 1-6]. DALLA PRIMA LETTERA A TIMOTEO 387. [1 Tim 1]. Scopo della legge la carit, che procede da cuore puro, da buona coscienza e da fede sincera. Allontanandosi da questi princpi alcuni hanno deviato perdendosi in discorsi vuoti di senso e legge, sebbene pretendano d'essere maestri della legge non capiscono n quello che dicono n le cose a proposito delle quali proferiscono sentenze. Noi, viceversa, sappiamo che la legge cosa buona per chi ne usa legittimamente; come pure sappiamo che la legge non stata data per chi giusto ma per chi ingiusto, empio e peccatore. stata data per i delinquenti e gli impuri, per i parricidi e i matricidi, per gli omicidi, i fornicatori, i sodomiti, i sequestratori, i mentitori, gli spergiuri e per tutto ci che si oppone alla sana dottrina: alla dottrina cio che si conforma al Vangelo della gloria del Dio benedetto, quale stato affidato a me [1, 5-11]. 388. [1 Tim 2]. E dopo un po': Raccomando dunque anzitutto che si facciano suppliche, preghiere, orazioni e ringraziamenti a favore di tutti gli uomini: per i re e coloro che occupano alte dignit, affinch possiamo condurre una vita serena e tranquilla in totale dedizione a Dio e morigeratezza di costumi [2, 1-2]. E dopo un po': Voglio pertanto che gli uomini preghino ovunque, elevando [a Dio] mani pure senza ira n discordia. Similmente le donne siano vestite di decoro, si adornino con modestia e verecondia, non curandosi di inanellare i capelli o di vestirsi d'oro, di pietre preziose o vesti di lusso ma, come si conviene a donne, professando la vera religiosit mediante le opere buone. La donna apprenda in silenzio e piena soggezione. Io non ammetto che le donne la facciano da maestre e da padrone nei confronti dell'uomo: esse debbono tenersi in silenzio [2, 8-12]. 389. [1 Tim 3]. Dopo alcuni versi: Il vescovo dev'essere irreprensibile, sposato una sola volta, sobrio, prudente, gentile, pudico, ospitale, capace d'insegnare. Non sia dedito al vino n facile a menare di mano, ma disciplinato; non litigioso o avaro ma abile nel reggere la sua famiglia avendo figli a lui sottomessi e perfettamente casti. Se pertanto uno non sa reggere la propria casa, come potr avere cura diligente per la Chiesa di Dio? Non sia un neofita, perch non si insuperbisca e cada in potere del diavolo. Bisogna inoltre che egli riscuota buona testimonianza da quelli di fuori, perch non abbia a subire vergogna e [cada nei] lacci del diavolo. Parimenti i diaconi debbono essere onesti: non parlino con doppiezza n siano dediti al vino in maniera smodata; non ambiscano a turpi guadagni, ma conservino il mistero della fede in una coscienza pura. Occorre quindi sottoporli prima a un tirocinio, sicch possano esercitare il ministero senza riprensioni. Cos anche le [loro] donne debbono essere pudiche, non maldicenti ma sobrie e fedeli in tutto. I diaconi debbono essere sposati una sola volta ed essere capaci di ben governare i figli e tutti i domestici. Infatti coloro che esercitano bene il proprio ministero si acquistano un grande prestigio e meritano molta fiducia nella fede in Cristo Ges [3, 2-13]. 390. [1 Tim 4]. Dopo dodici versi: Lo Spirito predice apertamente che alla fine dei tempi ci saranno alcuni che, seguendo gli spiriti della falsit e le dottrine dei demoni, si allontaneranno dalla fede, pronunzieranno menzogne con animo ipocrita e, bollati a fuoco nella loro coscienza, proibiranno di sposarsi e costringeranno [la gente] ad astenersi da cibi che Dio ha creato perch i fedeli e quanti conoscono la verit ne usino con rendimento di grazie a Dio. Ogni cosa creata da Dio infatti buona e nulla da rigettarsi se lo si prende con gratitudine, essendo tutto reso santo attraverso la parola di Dio e la preghiera. Spiegando queste cose ai fratelli sarai un buon servitore di Cristo Ges, nutrito dalle parole della fede e della sana dottrina sulla quale sei stato formato. Evita pertanto le favole inconsistenti di cui vanno a caccia le vecchie. Esrcitati nella piet, poich mentre ogni esercizio corporale utile a poco, la piet utile a tutte le cose, avendo in s la promessa della vita presente e di quella futura. Eccoti una parola degna di fede e che tutti debbono accettare: noi fatichiamo e siamo sottoposti a vituperi perch riponiamo la nostra speranza nel Dio vivo, Salvatore di tutti gli uomini, specie dei credenti. Queste cose inculca e insegna. Nessuno disprezzi la tua giovane et, ma tu da parte tua sii di esempio ai fedeli nel predicare, nel comportamento, nella carit, nella fede, nella castit. Finch non venga io stesso ddicati alla lettura, all'esortazione, all'insegnamento. Non trascurare la grazia che in te essendoti stata data attraverso i profeti con l'imposizione delle mani da parte dei presbiteri. Medita queste cose e rimani saldo in esse, affinch il tuo progresso risulti chiaro a tutti. Bada a te stesso e all'insegnamento; persevera in tali cose. Praticando tutto questo salverai te stesso e i tuoi uditori [4, 1-16]. 391. [1 Tim 5]. Non riprendere con severit i vecchi, ma fa' uso della raccomandazione come [faresti] con un padre. Tratta i giovani come fratelli, le vecchie come madri, le giovani come sorelle, con ogni castit. Onora le vedove, quelle che sono vedove per davvero. Se una vedova ha figli o nipoti, impari prima a governare bene la casa e a ricambiare alla pari i benefici ricevuti dai genitori, poich questo gradito a Dio. Colei che veramente vedova e vive nella solitudine spera in Dio e si dedica alle preghiere e alle orazioni notte e giorno, mentre quella che si d ai piaceri, anche se vive morta. Questo inoltre comanda loro: che siano irreprensibili. Se poi qualcuno non si prende cura dei propri parenti, specie se della sua famiglia, rinnega la fede ed peggiore di un infedele. Una vedova per essere annoverata nel catalogo delle vedove deve avere almeno sessant'anni, essere stata sposata una sola volta, deve riscuotere buona testimonianza sulla pratica delle opere buone: se ha educato [bene] i figli, se ha praticato l'ospitalit, lavato i piedi ai santi, dato del suo a chi si trovava nelle strettezze, praticato ogni sorta di opere buone. Rifiuta invece le vedove di giovane et, poich quando sono prese da desideri lussuriosi, sebbene legate a Cristo, vogliono sposarsi incorrendo nella condanna per essere venute meno alla fedelt promessa. Esse inoltre sono oziose e vanno girando di casa in casa, e non sono soltanto oziose ma anche linguacciute e parlano di cose di cui non bene parlare. Stabilisco pertanto, riguardo alle vedove giovani, che si sposino, abbiano figli, diventino madri di famiglia e non diano all'avversario alcun appiglio di sparlare. Questo, perch gi alcune ci hanno voltato la faccia mettendosi al seguito di satana. Se un credente ha in casa delle vedove pensi lui a mantenerle affinch non abbiano a gravare sulla comunit, la quale deve aiutare quelle che sono veramente vedove. I presbiteri che sanno ben governare [la Chiesa] sono degni di una doppia rimunerazione, specie quelli che si affaticano per la [predicazione della] parola e l'insegnamento. Dice infatti la Scrittura: Non metterai la museruola al bue che trebbia (Cf. Dt 25, 4), e ancora: L'operaio merita la giusta ricompensa (Cf. Lv 10, 7). Non prendere in considerazione le accuse lanciate contro il presbitero se non sono appoggiate da due o tre testimoni. Ammonisci pubblicamente i peccatori perch anche gli altri concepiscano timore. Dinanzi a Dio, a Ges Cristo e agli angeli eletti ti scongiuro di conservare integre queste norme, nulla facendo che suoni preferenza per l'una o l'altra delle parti. Non imporre frettolosamente le mani a nessun candidato per non essere responsabile dei peccati altrui. Conservati casto! Non seguitare a bere solo acqua ma usa anche del vino a causa del tuo stomaco e delle frequenti tue infermit. I peccati di alcuni sono gi palesi prima del giudizio, mentre quelli di altri saranno noti solo dopo. Cos anche le opere buone: alcune di esse sono gi note, mentre quelle che non lo sono non potranno restare nascoste [5, 1-26]. 392. [1 Tim 6]. Gli schiavi che sono sotto il giogo [dei pagani] stimino i loro padroni degni d'onore perch non siano diffamati il nome e l'insegnamento del Signore. Quelli invece che hanno padroni cristiani non manchino loro di rispetto poich essi sono fratelli, ma li servano pi attentamente appunto perch quelli a cui prestano il loro servizio sono credenti e amati [da Dio]. Queste cose insegna e [a questo] esorta. Se uno insegna diversamente e non si adatta alla predicazione genuina del Signore nostro Ges Cristo e all'insegnamento conforme alla vera fede un superbo che non capisce niente e si perde dietro questioni e cavilli di parole. Da questo nascono invidie, litigi, diffamazioni, sospetti maligni, contrasti di uomini dalla mente corrotta e aliena dalla verit, che considerano la vita di fede come una fonte di guadagno. Certo la fede un guadagno, ma se unita a moderazione. Nulla infatti abbiamo recato in questo mondo n c' dubbio che da qui possiamo portare via qualcosa. Se quindi abbiamo il nutrimento e il vestito, contentiamoci di questo. Coloro infatti che bramano le ricchezze cadono nella tentazione e nei lacci del diavolo, desiderando molte cose inutili e nocive che cacciano l'uomo nella morte e nella perdizione. Radice di tutti i mali infatti l'ingordigia, correndo dietro alla quale alcuni fecero naufragio nella fede e si cacciarono in mezzo a un'infinit di guai. Ma tu, uomo di Dio, fuggi tutto questo e cerca di conseguire la giustizia, la piet, la fedelt, la carit, la pazienza, la mansuetudine. Combatti la buona battaglia della fede, consegui la vita eterna, alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la bella confessione di fede di fronte a molti testimoni. Di fronte a Dio, che d la vita a tutte le cose, e a Ges Cristo, che rese la sua testimonianza davanti a Ponzio Pilato, ti comando di fare la tua bella professione di fede, di osservare il comando [di Dio] senza macchiarlo ma in modo irreprensibile fino alla venuta del Signore nostro Ges Cristo [6, 1-14]. E dopo alcuni versi: Ai ricchi di questo mondo ingiungi di non nutrire sentimenti superbi n sperare nella ricchezza incerta ma piuttosto in Dio, che d a tutti noi in abbondanza ci di cui dobbiamo servirci. Che compiano il bene e si arricchiscano di opere buone, che siano facili nell'elargire e nel comunicare [agli altri i propri beni], accumulandosi un tesoro per il futuro e cos raggiungere la vita vera. O Timoteo, custodisci il deposito [della fede]; evita le novit di dicerie profane e le obiezioni che alcuni fanno [alla fede] in nome di una falsa scienza. Volendo spacciare questa scienza essi sono decaduti dalla fede. La grazia sia con te. Amen [6, 17-21]. DALLA SECONDA LETTERA A TIMOTEO 393. [2 Tim 1]. Dio non ci ha dato uno spirito di timore, ma di fortezza, di amore e di sobriet. Non vergognarti quindi della testimonianza data dal Signore nostro n di me suo servo, ma lavora nel Vangelo insieme con me secondo le forze ricevute da Dio [1, 7-8]. E dopo pochissimi versi: Conserva la verit delle parole salutari che hai ricevuto da me nella fede e nella carit di Ges Cristo. Custodisci il buon deposito confortato dallo Spirito Santo che abita in noi [1, 13-14]. 394. [2 Tim 2]. Dopo un po': Tu dunque, figlio mio, sii forte nella grazia di Cristo Ges, e le cose che hai udite da me e [sono confermate] da molti testimoni, inculcale a persone degne di fiducia che siano in grado di insegnarle agli altri. Datti da fare come un buon soldato di Cristo Ges. Nessuno che combatta la battaglia di Dio si immischia in affari secolareschi ma cerca di piacere a colui sotto il quale si arruolato, poich anche chi lotta nel circo non sar coronato se non avr lottato a norma di regolamento. L'agricoltore che coltiva [i campi] deve prima di ogni altro percepirne i frutti. Intendi bene quanto ti sto dicendo, e il Signore stesso ti doni l'intelligenza su ogni cosa. Ricrdati che Ges Cristo, della stirpe di Davide, risuscitato dai morti, secondo il mio vangelo, impegnandomi in questo lavoro fino ad andare in prigione come un malfattore; ma la parola di Dio non incatenata. Per questo tutto sopporto a vantaggio degli eletti, perch anch'essi raggiungano la salvezza che in Cristo Ges insieme con la gloria celeste. Parola degna di fede [ questa]. Se moriamo con lui, con lui otterremo la vita; se soffriamo con lui, con lui regneremo; se lo rinneghiamo, anch'egli ci rinnegher; se non crederemo egli comunque rester fedele non potendo rinnegare se stesso. Inculca tutto questo attestandolo al cospetto di Dio. Non permetterti dispute di parole: esse non giovano ad altro che a rovinare chi ascolta. Cura attentamente te stesso per presentarti come persona accetta a Dio, come un operaio che non si deve riprendere in nulla avendo trattato con rettitudine la parola della verit. Evita i discorsi profani e insulsi: essi avanzano molto nella via dell'empiet e il loro parlare si divulga come cancrena [2, 1-17]. E dopo sei versi: Il Signore conosce i suoi (Cf. Nm 16, 5), e si separino dall'iniquit quanti invocano il nome del Signore (Cf. Is 26, 13). D'altronde in una casa grande non ci sono solo utensili d'oro e d'argento, ma anche di legno e di terracotta, dei quali alcuni sono per usi nobili, altri invece per usi vili. Chi pertanto si mantiene puro da cose come queste, sar un oggetto santificato e degno di onore, utile al Signore e capace di essere adibito ad ogni opera buona. Tu fuggi le voglie disordinate proprie della giovent e ddicati alla giustizia, alla fede, alla carit e alla pace con tutti coloro che con amore puro invocano il Signore. Evita le discussioni sciocche e contrarie alla [sana] disciplina, ricordando che esse producono litigi, mentre il servo di Dio non dev'essere litigioso ma mansueto nei riguardi di tutti, pronto a lasciarsi istruire, paziente e in grado di riprendere con moderazione coloro che oppongono resistenza. In questa maniera otterr che Dio li converta e faccia loro conoscere la verit e li sottragga ai lacci del diavolo, dal quale sono tenuti prigionieri secondo i suoi desideri [2, 19-26]. 395. [2 Tim 3]. Sappi poi questo: negli ultimi giorni ci saranno tempi difficili, in quanto gli uomini saranno attaccati a se stessi, avidi, orgogliosi, superbi, bestemmiatori. Si ribelleranno ai genitori, saranno ingrati e non rifuggiranno dal delitto. Saranno privi di affetto, senza pace, calunniatori, intemperanti, privi di sensibilit e di bont, traditori, protervi, smargiassoni. Ameranno il piacere pi che non Dio, avendo le apparenze della religiosit mentre ne rifiutano la sostanza. Li dovrai quindi tener lontani. Tra costoro ci sono di quelli che s'introducono nelle case e riescono a plagiare delle donnicciole cariche di peccati e guidate dai pi strani desideri, le quali ambiscono una sempre maggiore dottrina, ma non giungono mai alla conoscenza della verit [3, 1-7]. E dopo otto versi: Quanto a te, tu hai condiviso con me l'insegnamento, la formazione, il proposito, la fede, la dolcezza, la carit, la pazienza, le persecuzioni, le sofferenze, come quelle che mi capitarono ad Antiochia, Iconio e Listri, tribolazioni che ebbi ad affrontare e da cui mi liber il Signore. Peraltro tutti coloro che vogliono vivere piamente in Cristo Ges soffrono persecuzioni. Viceversa i cattivi e i seduttori progrediranno ognor pi nel male, fuorviati e abili nel trarre in errore. Tu, al contrario, rimani saldo nella dottrina che hai appresa e che ti stata affidata, sapendo da chi l'hai appresa, e anche perch fino dall'infanzia sei stato istruito nelle sacre Scritture, che hanno il potere di darti l'istruzione che conduce a salvezza attraverso la fede in Cristo Ges. Infatti ogni Scrittura, ispirata da Dio, anche utile per insegnare, per convincere, per riprendere e per educare nella giustizia, in modo che l'uomo di Dio raggiunga la perfezione e sia equipaggiato per ogni opera buona [3, 10-17]. 396. [2 Tim 4]. Attesto davanti a Dio e a Cristo Ges che verr a giudicare i vivi e i morti, per la sua venuta e il suo regno: predica la Parola, insisti a tempo opportuno e non opportuno; rimprovera, scongiura con ogni pazienza e saggezza. Verr infatti un tempo in cui gli uomini non sopporteranno pi la sana dottrina ma, conformandosi con le proprie voglie, ammasseranno attorno a s maestri che lusingano gli orecchi e cos li distoglieranno dalla Verit per volgersi alle favole. Tu al contrario sii vigilante! Impgnati in ogni attivit [benefica], compi l'opera del [vero] evangelizzatore, esplica il tuo ministero. Quanto a me, io sono ormai una libagione [a Dio] e si avvicina il tempo della mia dipartita. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede. Al termine mi stata preparata la corona dei giusti, che mi consegner in quel giorno il Signore, giudice giusto. E non solo a me, ma anche a quanti attendono con amore la sua venuta [4, 1- 8]. DALLA LETTERA A TITO 397. [Tit 1]. Ti ho lasciato a Creta con l'incarico di sistemare quanto vi manca e di costituire presbiteri nelle diverse citt, secondo le ingiunzioni che ti ho date. Sia presbitero colui che irreprensibile, sposato una sola volta, che ha i figli credenti, senza taccia di dissolutezza o di insubordinazione. Quanto al vescovo infatti dev'essere irreprensibile come chi depositario [dei beni] di Dio. Non dev'essere orgoglioso, iracondo, dedito al vino, manesco o avido di sporchi guadagni, ma piuttosto ospitale, mite, sobrio, giusto, santo, temperante, attaccato alla parola della fede conforme agli insegnamenti [ricevuti], in modo che risulti capace di esortare gli altri a conservare la sana dottrina e di rimproverare coloro che vi si oppongono [1, 5-9]. E dopo alcuni versi: Per questo motivo rimproverali aspramente, affinch conservino una fede sana e non diano retta alle parole dei Giudei e alle prescrizioni di quanti si allontanano dalla verit. Per i puri ogni cosa pura, mentre per i contaminati e gli increduli nulla puro, avendo essi sporca la mente e la coscienza. A parole confessano Dio, ma con i fatti lo rinnegano, in quanto sono abominevoli e privi di fede e inetti a compiere qualsiasi opera buona [1, 13-16]. 398. [Tit 2]. Tu viceversa insegna quel che conforme alla sana dottrina. I vecchi siano temperanti, casti, prudenti, sani di fede, di amore, di pazienza. E cos le vecchie siano sante nel loro comportamento, non maldicenti, non schiave del troppo vino, ma capaci di ben insegnare. Insegnino cio alle pi giovani ad essere sagge, ad amare il proprio marito, essere affezionate ai figli, dotate di senno e di castit, ad avere cura della famiglia, essere dolci e sottomesse al marito, affinch non sia diffamata la parola di Dio. Allo stesso modo inculca ai giovani la sobriet. In tutto presenta te stesso come modello di buona condotta: nell'insegnamento, con l'integrit [della vita], la severit [dei costumi]. La [tua] parola sia assennata, irreprensibile, affinch quanti ci avversano abbiano a vergognarsi non avendo nulla di cattivo da rinfacciarci. I servi siano soggetti ai padroni, cerchino di compiacerli in tutto, non si ribellino e non li defraudino, ma in tutto mettano in mostra una grande fedelt, per rendere attraente in tutto l'insegnamento di Dio nostro salvatore. infatti apparsa a tutti gli uomini la grazia di Dio salvatore, la quale c'insegna a rinnegare l'empiet e i desideri mondani e a vivere con sobriet, giustizia e piet mentre siamo in questo mondo e attendiamo la beata speranza e il ritorno glorioso del grande Dio e nostro Salvatore Ges Cristo, che ha dato se stesso per noi, per redimerci da ogni iniquit e prepararsi mediante la purificazione un popolo a s gradito, zelante nelle opere buone. Di queste cose parla, esortando e rimproverando con piena autorit. E nessuno osi mancarti di rispetto [2, 1-15]. 399. [Tit 3]. Inculca loro il dovere di sottomettersi ai dignitari e a quanti sono investiti di potere, di obbedire alle loro ingiunzioni ed essere pronti ad ogni opera di bene, a non dir male di nessuno n essere litigiosi, ma al contrario riservati e capaci di usare grande mitezza verso tutti [3, 1-2]. E dopo pochi versi: Questa parola degna di fede e io voglio che tu insista su tali cose: coloro che credono in Dio procurino di primeggiare nelle opere di bene, che sono belle e utili agli uomini. Evita al contrario le controversie stupide, le genealogie, le chiacchiere e le discussioni sulla legge: sono tutte cose inutili e vane. Dopo una prima e una seconda correzione evita l'eretico, sapendo che chi si comporta cos un forviato e un peccatore che da se stesso si procura la condanna [3, 8-11]. DALLA LETTERA A FILEMONE [Philem]. Ho ricevuto molta gioia e consolazione dalla tua carit, perch il cuore dei santi ha trovato riposo in te, fratello [7]. E dopo un po': Io lo avrei voluto trattenere con me affinch mi servisse in tua vece nel ministero dell'evangelizzazione; tuttavia senza il tuo consenso non ho voluto fare nulla, affinch il bene che tu compi non fosse come un dovere obbligatorio, ma una tua scelta volontaria [13-14]. DALLA LETTERA AGLI EBREI 400. [Hebr 3]. State attenti, fratelli, affinch in nessuno di voi abbia a trovarsi un cuore cattivo e alieno dalla fede per cui vi allontaniate dal Dio vivente. Esortatevi piuttosto a vicenda tutti i giorni - finch si pu parlare di un " oggi " - perch nessuno di voi si indurisca sedotto dal peccato. Siamo stati infatti resi partecipi del Cristo, ma a condizione che manteniamo salda sino alla fine quella stabilit in lui che avevamo all'inizio. Al riguardo detto: Oggi, se ascoltate la sua voce, non indurite i vostri cuori com'essi nella ribellione (Cf. Sal 94, 8) [3, 12-15]. 401. [Hebr 4]. Dopo pochi versi: Temiamo dunque affinch, allontanandosi dalla promessa di entrare nel suo riposo, qualcuno di voi ne venga a mancare. Il messaggio infatti inviato anche a noi come a loro, ma a loro la parola ascoltata non arrec alcun vantaggio non essendo congiunta alla fede in ci che ascoltavano [4, 1-2]. E altrove: Avendo dunque un grande sommo sacerdote che penetrato nei cieli, cio Ges Figlio di Dio, stiamo saldi nella professione della fede [4, 14]. E dopo quattro versi: Accostiamoci dunque con fiducia al trono della grazia per ottenere misericordia e trovare grazia mediante un aiuto adeguato [4, 16]. 402. [Hebr 6]. Dopo un po': Dio non ingiusto e quindi non pu dimenticare le vostre opere, specialmente la carit di cui avete dato prova nel suo nome quando avete prestato servizio ai santi, come del resto state facendo tuttora. Desideriamo tuttavia che ognuno di voi continui a manifestare la stessa premura per conseguire sino alla fine una completa speranza. Non dovete pertanto impigrirvi, ma restare imitatori fedeli di quanti attraverso la fede e la pazienza diverranno eredi della promessa [6, 10-12]. E dopo sette versi: Gli uomini giurano ricorrendo a qualcuno che sia a loro superiore, e il giuramento serve a dare stabilit e a definire ogni loro controversia [6, 16]. 403. [Hebr 10]. Dopo un po': Manteniamo fissa e stabile la confessione della nostra speranza ( infatti fedele colui che ci ha fatto la promessa!) e incoraggiamoci a vicenda stimolandoci alla carit e alle opere buone. Non disertiamo le nostre adunanze come sogliono fare certuni ma sosteniamoci scambievolmente, e questo tanto pi perch, come potete constatare, il giorno si sta avvicinando. Se infatti dopo ricevuta la conoscenza della verit noi volontariamente cadiamo nel peccato, non ci rimane alcun sacrificio per il peccato, ma solo l'attesa angosciosa del giudizio e l'ardore del fuoco destinato a divorare i nemici. Se infatti colui che trasgredisce la legge di Mos deve senza piet subire la condanna a morte sulla testimonianza di due o tre persone (Cf. Dt 17, 6), come non dovrete credere che meriti un castigo pi severo colui che avr calpestato il Figlio di Dio e considerato immondo il sangue del testamento con cui stato santificato? Inoltre egli ha oltraggiato lo Spirito della grazia! Conosciamo infatti colui che dice: A me la vendetta; e inoltre: Io dar la ricompensa (Cf. Dt 32, 35); e ancora: Il Signore giudicher il suo popolo (Cf. Dt 32, 36). spaventoso cadere nelle mani del Dio vivente. Ricordate viceversa i giorni dei vostri inizi quando, appena illuminati, sopportaste una grande lotta e molte sofferenze, ora esposti pubblicamente a oltraggi e maltrattamenti ora divenuti partecipi di coloro che subirono cose come queste. Avete infatti partecipato alle sofferenze dei carcerati e avete con gioia subito la rapina dei vostri averi, consapevoli di avere un capitale pi prezioso e pi stabile. Non perdete dunque la vostra fiducia alla quale riservata una grande ricompensa. Vi solo necessaria la pazienza, affinch compiendo la volont di Dio, otteniate la promessa. Infatti ancora un poco, solo un pochino, e colui che deve venire verr e non tarder (Cf. Is 26, 20). Per questo il mio giusto vivr mediante la fede, ma se si tirer indietro l'anima mia non trover in lui la compiacenza (Cf. Ab 2, 3- 4) [10, 32-38]. 404. [Hebr 12]. Dopo un po': Avendo sopra di noi un cos grande nugolo di testimoni, sbarazziamoci anche noi di ogni peso, cio del peccato che ci assedia, e armati di pazienza corriamo nella gara che ci viene posta dinanzi. Guardiamo a Ges, autore e termine ultimo della fede: egli a posto del godimento che gli era profferto si caric della croce, non curando il disonore che gliene derivava, e in questo modo si assiso alla destra di Dio. Considerate attentamente colui che sopport contro di s una cos grande ostilit da parte dei peccatori e non vi perderete di coraggio n vi abbatterete. Non avete infatti ancora resistito fino al sangue nella vostra lotta contro il peccato e gi vi siete dimenticati della parola consolante che rivolge a voi come a suoi figli quando dice: Figlio mio, non disprezzare la disciplina del Signore e non ti scoraggiare quando sei da lui ripreso. Il Signore infatti castiga colui che ama e colpisce ogni figlio che gli accetto (Prv 3, 11-12). Perseverate nella disciplina! In essa Dio si presenta a voi come a figli; e qual quel figlio che non trattato con severit dal padre? Se foste privati delle riprensioni delle quali tutti hanno avuto parte, sareste dei bastardi e non dei figli. Inoltre noi abbiamo avuto come educatori i nostri padri secondo la carne e li abbiamo rispettati. Non dovremo quindi a maggior ragione obbedire al Padre degli spiriti per ottenere la vita? In effetti essi ci ammaestravano secondo la loro volont e per la durata di pochi giorni, mentre Dio lo fa per cose [veramente] utili, cio perch conseguiamo la sua santit. vero che ogni pedagogia sul momento sembra apportare non gioia ma afflizione, in seguito tuttavia arreca a chi viene da lei irrobustito un frutto abbondantissimo di pace e di giustizia. A tal fine procurate che siano tenute in alto le braccia cadenti e le ginocchia vacillanti, e raddrizzate i passi dei vostri piedi, affinch nessuno che zoppichi finisca fuori strada ma piuttosto guarisca. Con tutti cercate di vivere in pace e santit, senza le quali nessuno vedr mai Dio. Proponetevi sinceramente che nessuno [per causa vostra] venga meno alla grazia di Dio, che nessuna radice amara spunti di nuovo da terra e vi crei ostacoli e per essa molti vengano contaminati. Non ci sia [fra voi] nessun fornicatore e nessuno sia schiavo di cose profane, come Esa, che per una mangiata vendette la sua dignit di primogenito (Cf. Gn 25, 33) [12, 1-16]. 405. [Hebr 13]. In un altro passo: Sia stabile fra voi l'amore fraterno e non dimenticate l'ospitalit. Per essa alcuni piacquero [a Dio] e ricevettero come ospiti gli stessi angeli. Ricordatevi dei carcerati, considerandovi anche voi in carcere come loro, e dei sofferenti, essendo anche voi rivestiti di un corpo [mortale]. Da tutti sia onorato il matrimonio, e il talamo non venga macchiato da colpe: Dio infatti giudicher i fornicatori e gli adlteri. Nei vostri costumi non entri l'avarizia, ma siate contenti di quanto possedete, avendo detto Dio stesso: Non ti lascer solo n ti abbandoner (Gs 1, 5), sicch noi possiamo ripetere con fiducia: Dio il mio aiuto; non temer quel che potr farmi l'uomo (Sal 117, 6). Ricordatevi dei vostri dirigenti, cio di coloro che vi hanno predicato la parola di Dio. Considerando la conclusione della loro vita imitatene la fede. Ges Cristo lo stesso ieri, oggi e sempre. Non lasciatevi fuorviare da insegnamenti speciosi e peregrini, poich un gran bene che il cuore sia consolidato nella grazia e non attratto da cibi [carnali], che in nulla giovarono a quei tali che li ricercarono. Abbiamo un altare da cui non possono cibarsi coloro che prestano servizio nella tenda. Quando infatti il sangue di un animale viene dal pontefice introdotto nel santuario per [l'espiazione del] peccato (Cf. Lv 16, 27), il suo corpo viene bruciato fuori dell'accampamento. Per questo anche Ges, per santificare il popolo con il suo sangue, fu ucciso fuori della porta. Usciamo quindi anche noi incontro a lui fuori dall'accampamento portando in noi il suo disonore. Non abbiamo infatti quaggi una citt permanente ma siamo in cerca di quella futura. Per mezzo di lui dunque offriamo continuamente a Dio il sacrificio di lode, cio il frutto di labbra che confessano il suo nome. N dimenticate la beneficenza e la condivisione, poich con tali offerte si raggiunge Dio. Obbedite ai vostri capi e state loro sottomessi: essi vigilano su di voi come gente che dovr rendere conto delle vostre anime. Che essi adempiano il loro ufficio con gioia e non rammaricandosi: questo non vi gioverebbe in alcun modo. Pregate per noi, bench siamo convinti di avere una buona coscienza essendo decisi a comportarci bene in ogni cosa [13, 1- 18]. DALLA PRIMA LETTERA DI SAN PIETRO 406. [1 Pt 1]. necessario che ora siate per un po' di tempo rattristati da varie prove, affinch la vostra fede attraverso la prova diventi molto pi pregevole dell'oro, che saggiato nel fuoco [1, 6- 7]. E in un altro passo: Tenete cinti i fianchi del vostro spirito e vivendo nella sobriet attendete in maniera perfetta quella grazia che vi viene promessa nella manifestazione del Signore Ges Cristo. Come figli obbedienti non conformatevi alle voglie della precedente vostra ignoranza ma, in conformit con quel Santo che vi ha chiamati, siate santi anche voi in ogni vostro comportamento, poich sta scritto: Voi sarete santi poich io sono santo (Lv 11, 44; 19, 2). E se chiamate " padre " colui che senza preferenza di persona giudica ogni uomo secondo le sue opere, anche voi agite con timore per tutto il tempo del vostro pellegrinaggio [terreno] [1, 13-17]. E dopo alcuni versi: Purificate le vostre anime nell'obbedienza della verit, nell'amore fraterno e, rinati [in Dio], amatevi scambievolmente con semplicit di cuore e grande attenzione [1, 22]. 407. [1 Pt 2]. E dopo pochi versi: Deposta pertanto ogni malizia e ogni inganno, e gli infingimenti e le invidie e tutte le maldicenze, come bambini appena nati bramate il genuino latte spirituale [2, 1- 2]. E dopo pochi versi: Carissimi, come forestieri e pellegrini vi scongiuro di astenervi da ogni desiderio carnale, poich in contrasto con l'anima. Abbiate, in mezzo ai pagani, una buona condotta affinch, mentre sparlano di voi come se foste malfattori, riflettendo sulle vostre opere buone diano gloria a Dio nel giorno della [sua] venuta. Per amore di Dio siate dunque sottomessi all'autorit umana in ogni suo grado: al re, come al sovrano di tutti, ai governanti come gente da lui inviata per punire i malviventi e premiare i buoni. Questa infatti la volont di Dio: operando il bene dovete far tacere l'ottusa malevolenza degli uomini ignoranti. Essendo uomini liberi, non dovete fare della libert un velo per nascondere la malizia, ma comportatevi da servi di Dio. Onorate tutti, amate i fratelli, temete Dio, abbiate rispetto per il re. Voi, schiavi, siate sottomessi ai vostri padroni con ogni timore, non solo se sono buoni e condiscendenti, ma anche se fossero scorbutici. Questo infatti un vantaggio: quando cio uno per amore del Dio che ha conosciuto accetta le afflizioni e sopporta le ingiustizie. Che gloria ci sarebbe infatti se soffriste e foste schiaffeggiati per aver peccato? Se invece soffrite per aver fatto del bene e sopportate con pazienza [la tribolazione], questo s che un merito dinanzi a Dio. E a questo siete stati chiamati, dal momento che anche Cristo soffr per noi lasciando a voi l'esempio perch ne seguiate le orme. Egli non commise peccato n si trov inganno sulla sua bocca. Maledetto non malediceva; maltrattato non minacciava ma si consegnava nelle mani di chi lo condannava ingiustamente. Egli port nel suo corpo sull'albero [della croce] i nostri peccati affinch noi, morti al peccato, vivessimo per la giustizia. Dalle sue piaghe siete stati guariti. Eravate infatti come pecore sperdute, ma ora siete tornati al pastore e custode delle vostre anime [2, 11-24]. 408. [1 Pt 3]. E in un altro passo: Allo stesso modo le mogli siano soggette al proprio marito, di modo che, se qualcuno di loro non credesse alla Parola, sia conquistato, senza [bisogno di] parole, dal comportamento della moglie, considerando cio il vostro comportamento casto e rispettoso. Non badino [queste donne] a ci che esteriore: chiome ben acconciate, ornamenti d'oro, sfoggio di vesti e indumenti di lusso, ma curino ci che dell'uomo la parte nascosta, cio lo spirito incorrotto [che dev'essere] sereno ed equilibrato. Di questo siano ricche dinanzi a Dio. In questa maniera infatti si adornavano in passato le sante donne che avevano riposto in Dio la loro speranza; ed erano soggette ai loro mariti. Cos Sara, la quale si assoggettava ad Abramo e lo chiamava " signore " (Cf. Gn 18, 12). Di lei voi siete le figlie, se farete il bene senza temere alcuna minaccia. Allo stesso modo voi, mariti, convivete con esse regolandovi con saggezza, tributando onore alla donna come a un essere pi fragile, il quale per come voi erede della grazia che d la vita. Cos non incontreranno ostacoli le vostre preghiere. Siate tutti concordi nella fede, abbiate unit di sentimenti, amatevi d'amore fraterno, siate misericordiosi, miti, umili. Non ricambiate il male con il male (Cf. Prv 17, 13) n l'ingiuria con l'ingiuria, ma viceversa rispondete benedicendo, poich a questo siete stati chiamati: ad essere cio eredi della benedizione. Infatti chi vuol amare la vita e godere giorni sereni freni la sua lingua perch non compia il male e le labbra perch non dicano menzogne; si tenga lontano dal male e compia il bene, cerchi la pace e la persegua, poich gli occhi del Signore sono rivolti ai giusti e le sue orecchie alle loro preghiere, mentre il volto del Signore [severo] contro chi fa il male (Sal 34, 13-17). Inoltre, chi potr nuocervi se sarete zelanti nel bene? Se poi avrete da soffrire qualcosa per la giustizia, beati voi! Non abbiate quindi alcun timore di loro e non vi sgomentate (Is 8, 12); anzi proclamate nei vostri cuori la santit di Cristo Signore, pronti sempre a rendere ragione della vostra speranza a chiunque ve ne faccia richiesta. Fatelo per con moderazione e timore, sorretti dalla buona coscienza, in modo che quanti calunniano la vostra buona condotta in Cristo rimangano confusi per il fatto stesso che osano malignare su di voi. meglio infatti soffrire operando il bene - se tale la volont di Dio - che non operando il male [3, 1-17]. 409. [1 Pt 4]. Dopo alcuni versi: Avendo Cristo patito nel suo corpo, anche voi munitevi del medesimo pensiero: colui che nel corpo ha subito la passione, ha cessato di vivere nei peccati per trascorrere il tempo che gli rimane da vivere nella carne non secondo le passioni umane ma secondo la volont di Dio. Basta infatti con il tempo passato nel soddisfare le voglie del mondo pagano a coloro che sono vissuti nella lussuria, nelle passioni, nelle ebbrezze, nei bagordi, nelle crapule e ubriacature e nei culti illeciti degli idoli [4, 1-3]. E dopo pochi versi: Siate dunque saggi e vegliate nell'orazione. Prima d'ogni altra cosa per abbiate fra voi una ininterrotta carit, poich la carit copre una moltitudine di peccati (Cf. Prv 10, 12). Siate ospitali e non brontoloni. Ciascuno di voi metta a servizio della comunit i doni della grazia ricevuti, come si addice a buoni amministratori della multiforme grazia di Dio. Se uno parla lo faccia come chi annunzia la parola di Dio; se uno esercita un ministero lo faccia come chi si serve di un'energia somministrata da Dio, affinch in tutti sia glorificato Dio mediante il Signore Ges Cristo, al quale vadano la gloria e il dominio nei secoli dei secoli. Carissimi, non lasciatevi fuorviare dal fuoco che si levato contro di voi per mettervi alla prova n spaventatevi quasi che vi sia capitata una cosa insolita, ma partecipando alle sofferenze di Cristo, rallegratevi, affinch possiate godere di gioia piena nella manifestazione della sua gloria. Se venite insultati per il nome di Cristo beati voi, poich vi saranno dati l'onore, la gloria e la potenza di Dio e si poser sopra di voi il suo Spirito. Nessuno di voi abbia a patire perch omicida o ladro o diffamatore o avido dei beni altrui. Se al contrario soffre per il fatto di essere cristiano, non se ne vergogni, ma glorifichi Dio per questo nome. giunto infatti il tempo che cominci il giudizio, e ci proprio dalla casa di Dio. E se esso comincia da noi, quale ne sar la fine in coloro che non credono al Vangelo di Dio? E se il giusto a stento si salva, dove andranno a finire l'empio e il malfattore? (Cf. Prv 11, 31) Pertanto coloro che soffrono per conformarsi alla volont di Dio seguitino a fare il bene e affidino le loro anime al Creatore, che fedele [4, 12-19]. 410. [1 Pt 5]. Gli anziani che sono tra voi li esorto come loro coetaneo, come testimone dei patimenti di Cristo e come partecipe della gloria che deve manifestarsi. Pascete il gregge di Dio a voi affidato badando ad esso non per forza ma spontaneamente secondo Dio; non per amore di sporchi guadagni ma con libera dedizione; non dominatori di chi vi stato affidato ma facendo di voi stessi, e di cuore, il modello del gregge. E quando apparir il Principe dei pastori riceverete la corona di gloria che non marcisce. Allo stesso modo voi, giovani, siate sottomessi agli anziani. Tutti poi esercitate scambievolmente l'umilt perch Dio resiste ai superbi ma d la grazia agli umili (Cf. Prv 3, 34; Gc 4, 6). Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio affinch egli v'innalzi nel giorno della sua visita. Gettate in lui ogni vostro affanno, poich egli ha cura di voi. Siate sobri e vigilate poich il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro cercando chi divorare. Resistetegli saldi nella fede, ricordando che le stesse sofferenze capitano ai vostri fratelli sparsi per il mondo. E il Dio di ogni grazia, che in Ges Cristo ci ha chiamati alla sua gloria eterna, dopo una breve sofferenza vi render perfetti, forti, saldi. A lui la gloria e il potere nei secoli dei secoli. Amen! [5, 1-11]. DALLA SECONDA LETTERA DI SAN PIETRO 411. [2 Pt 1]. Per mezzo di lui [Dio] ci ha elargito gratuitamente le pi grandi e preziose promesse, in forza delle quali voi diventate partecipi della natura divina purch fuggiate la corruzione delle bramosie mondane. Mettete dunque ogni impegno per aggiungere alla vostra fede la fermezza, alla fermezza la scienza, alla scienza la temperanza, alla temperanza la pazienza, alla pazienza la piet, alla piet l'amore fraterno, all'amore fraterno la carit. Se infatti voi possederete tutte queste virt e le avrete in gran copia, esse non vi lasceranno n vuoti n infruttuosi quanto alla conoscenza del Signore nostro Ges Cristo. Colui che, viceversa, non le possiede un cieco che cammina a tentoni e dimentica d'essere stato purificato dei suoi precedenti misfatti. Pertanto, fratelli, adoperatevi sempre pi per compiere opere buone e con esse rendere sicura la vostra vocazione ed elezione. Se agirete cos non cadrete mai in peccato [1, 4-10]. 412. [2 Pt 2]. Dopo un po': Parimenti ci saranno in mezzo a voi dei falsi dottori che introdurranno stte di rovina e rinnegano il Signore che li ha redenti, attirando sopra di s una immediata rovina. Molti li seguiranno nelle loro dissolutezze e per causa loro la via della verit sar diffamata; anzi essi usando parole inventate faranno di voi roba da mercato per la loro avarizia, mentre sopra di loro la condanna gi da tempo segnata e la loro perdizione non tarda, quasi che stia dormendo [2, 1-3]. E in un altro passo: Il Signore in grado di liberare dalla prova gli uomini pii e destinare gli iniqui ad essere tormentati nel giorno del giudizio, specialmente coloro che seguono la carne nei suoi desideri immondi e disprezzano il [celeste] Sovrano. Costoro, audaci come sono nel soddisfare se stessi, non paventano di suscitare fazioni pronunciando insolenze, mentre gli angeli, pur essendo superiori per forza e potenza, non portano contro di lui un giudizio ingiurioso. Ma costoro, come animali sprovvisti di ragione, fatti dalla natura per essere catturati e uccisi, insultano le cose che ignorano. Essi periranno e andranno in corruzione ricevendo cos la ricompensa della loro iniquit, poich stimano delizia il piacere di un giorno; uomini corrotti e maculati si deliziano dei loro disordini, diguazzano nelle sconcezze dei loro banchetti vicino a voi, hanno gli occhi pieni di adulterio e sono insaziabili nei delitti, adescano le anime vacillanti, hanno il cuore assuefatto alla cupidigia. Come figli maledetti essi hanno deviato abbandonando la retta via [2, 9-15]. E dopo pochi versi: Proferendo discorsi superbi e vacui, allettano a seguire i desideri della carne e la dissolutezza coloro che da poco tempo si erano liberati dagli altri che vivono nell'errore. Ad essi promettono la libert mentre loro stessi sono schiavi della corruzione, poich ognuno schiavo di colui da cui vinto. Se infatti dopo essersi sbarazzati della contaminazione col mondo mediante la conoscenza del nostro Signore e Salvatore Ges Cristo ne sono di nuovo irretiti e vinti, la loro sorte seguente peggiore di quella di prima. Sarebbe stato infatti meglio per loro non conoscere la via della giustizia che, dopo averla conosciuta, rinnegare il santo precetto che stato loro manifestato. Accade loro quanto affermato in quel proverbio che in essi si avvera: Il cane torna a leccare quanto ha vomitato; e ancora: La scrofa dopo che stata lavata torna a voltolarsi nel fango (Prv 26, 11) [2, 18-22]. 413. [2 Pt 3]. Dopo un po': Dal momento che le cose presenti sono destinate a sparire, come dovete essere santi nella condotta e nella piet voi che attendete la venuta del giorno di Dio e vi affrettate verso di esso! [3, 11-12]. E dopo un po': Carissimi, nell'attesa di questi eventi sforzatevi di farvi trovare senza macchia e irreprensibili, e la longanimit del nostro Signore ritenetela come [un procedimento di] salvezza [3, 14]. E in un altro passo: Quanto a voi, fratelli, essendo al corrente di tutto questo, badate a non farvi trascinare dall'errore di tali insensati e cos decadere dalla vostra stabilit. Anzi, crescete nella grazia e nella conoscenza del nostro Signore e Salvatore Ges Cristo. A lui la gloria ora e per il giorno dell'eternit. Amen! [3, 17- 18]. DALLA LETTERA DI SAN GIACOMO 414. [Iac 1]. Miei fratelli, considerate [motivo di] gioia grande l'incorrere in numerose prove, sapendo che la vostra fede attraverso le prove produce la pazienza, la quale pazienza consegue la perfezione rendendovi perfetti ed integri, senza che manchiate di nulla. Se qualcuno di voi privo di sapienza, la chieda a Dio, che la d a tutti in abbondanza e mai si rifiuta: cos gli sar data. Deve per chiederla con fiducia, senza esitazioni di sorta. Chi esita infatti simile alle onde del mare, quando il vento le solleva e le sospinge in varie direzioni. Ora un uomo come questo non pensi di poter mai ottenere qualcosa dal Signore. L'uomo dal cuore doppio incostante in ogni sua iniziativa. Il fratello umile si vanti pure perch sar innalzato; il ricco invece si vanti della sua umiliazione, poich egli appassisce come fiore d'erba. Si leva il sole col suo calore e l'erba si secca, il suo fiore avvizzisce e la bellezza del suo aspetto scompare (Cf. Is 40, 6-7). Allo stesso modo il ricco si corrompe nelle sue imprese. Beato l'uomo che sostiene [con fortezza] la prova, poich, superata questa, ricever la corona della vita che Dio ha promesso a coloro che lo amano [1, 2-12]. E dopo un po': Non ingannatevi, fratelli carissimi! I regali pi preziosi e i doni pi perfetti vengono tutti dall'alto: derivano dal Padre della luce [1, 16-17]. E dopo pochi versi: Lo sapete, fratelli miei cari: ognuno dev'essere pronto ad ascoltare, controllato invece nel parlare (Cf. Prv 10, 19; 17, 27) e controllato nell'ira, poich l'uomo che si adira non compie ci che giusto davanti a Dio. Perci sbarazzatevi di ogni sorta d'impurit e degli eccessi della malizia e ricevete con docilit la parola che seminata [in voi] e che pu salvare le vostre anime. Siate gente che mette in pratica la parola e non di quelli che si contentano di ascoltarla ingannando se stessi. Poich l'uomo che ascolta la parola ma non la mette in pratica somiglia a colui che osserva allo specchio la propria faccia: si guarda e appena si allontana dimentica le sue fattezze. Ben diverso colui che medita la legge della perfetta libert e le resta fedele, colui che non un uditore scordareccio ma un attivo realizzatore. Costui sar beato per le opere che compie. Se poi qualcuno pensasse di avere una buona religiosit senza curarsi di frenare la lingua, illude se stesso e la sua religiosit vuota [di senso]. Religiosit pura e incontaminata infatti dinanzi a Dio e Padre questa: visitare gli orfani e le vedove nei loro disagi e conservarsi immune dalle sozzure mondane [1, 19-27]. 415. [Iac 2]. Miei fratelli, non pensate che la fede nel nostro Signore Ges Cristo, Signore della gloria, vi consenta di fare preferenze tra persona e persona [2, 1]. E dopo alcuni versi: Ascoltate, fratelli miei carissimi! Non forse vero che Dio ha scelto i poveri di questo mondo perch siano ricchi nella fede e divengano eredi del regno che Dio ha promesso a chi lo ama? Voi invece avete disprezzato il povero. Ebbene, non sono per caso i ricchi coloro che vi angariano con le loro prepotenze e vi trascinano in tribunale? Non sono forse loro a disonorare il nome glorioso che stato invocato su di voi? Voi dunque agirete bene quando metterete in pratica l'aurea norma della Scrittura: Amerai il prossimo tuo come te stesso (Lv 19, 18). Se al contrario agite in base a preferenze personali, commettete peccato e dalla legge siete condannati come prevaricatori [2, 5-9]. E dopo pochi versi: Un giudizio senza misericordia riservato a chi non ha usato misericordia. La misericordia prevale sempre sul giudizio [2, 12]. 416. [Iac 3]. Dopo un po': Miei fratelli, non cercate di diventare maestri in parecchi, consapevoli che subireste un giudizio pi severo. Tutti infatti pecchiamo in molte cose; ma se uno non pecca con la lingua un uomo perfetto, e con tal freno pu guidare per ogni dove tutto il corpo [3, 1-2]. E in un altro passo: Nessun uomo in grado di frenare la lingua, malanno sempre in moto, pieno di veleno mortale. Con essa benediciamo Il Signore e Padre e con essa malediciamo gli uomini, creati a immagine di Dio. Dalla stessa bocca escono la benedizione e la maledizione. Fratelli miei, non si deve agire in questa maniera [3, 8-10]. E dopo alcuni pochi versi: Chi tra voi saggio e sta alla disciplina, dalla sua buona condotta manifesti il suo progresso nella mansuetudine e nella sapienza. Se avete gelosie e acrimonie e nel vostro cuore ci sono [sentimenti di] contesa, non vantatevi, poich sareste bugiardi e in contrasto con la verit. Una tal sapienza non sarebbe quella che scende dal cielo, ma una sapienza terrena, animalesca, diabolica. Dove infatti ci sono gelosie e contese, l c' anche la volubilit e ogni azione perversa. Quanto invece alla sapienza che viene dall'alto, essa prima di tutto riservata, e poi pacifica, modesta, facile a convincersi; aderisce ai buoni; piena di misericordia e di frutti di bont: essa giudica senza finzioni. Un frutto di giustizia unito alla pace seminato a vantaggio di chi opera per la pace [3, 13-18]. 417. [Iac 4]. Da dove sorgono fra voi le guerre e le liti? Non derivano forse dalle bramosie disordinate che si combattono nelle vostre membra? [4, 1]. Cos dopo qualche verso: Voi chiedete, ma siccome chiedete male non ottenete e cos vi logorate dietro le vostre brame perverse. Adulteri! Non sapete che l'amore verso questo mondo nemico di Dio? Se pertanto uno ama questo mondo diventa nemico di Dio [4, 3-4]. E dopo un po': Per questo motivo dice: Dio resiste ai superbi mentre largisce la grazia agli umili (Prv 3, 34). Sottomettetevi dunque a Dio! Resistete al diavolo ed egli si allontaner da voi; avvicinatevi a Dio ed egli si avviciner a voi. Lavate le vostre mani, o peccatori, e voi, insinceri di mente, rendete puri i vostri cuori. Siate abbacchiati, piangete e lamentatevi! Il vostro riso si cambi in pianto e la vostra gioia in tristezza. Umiliatevi dinanzi al Signore ed egli vi innalzer. Non siate detrattori l'uno dell'altro, fratelli [4, 6- 11]. E dopo pochi versi: Uno il legislatore e il giudice, colui che ha il potere di condannare alla perdizione e liberarne; ma tu chi sei per permetterti di giudicare il prossimo? Ecco, voi dite: " Oggi o domani andremo in quella citt e vi trascorreremo un anno, ci dedicheremo al commercio e arricchiremo " mentre non sapete cosa vi accadr domani. Cos' infatti la vostra vita? Una nube che per un istante compare e poi sparisce. Questo perch impariate a dire: " Se il Signore vorr e se vivremo, faremo questo o quello ". Voi invece ringalluzzite nella vostra superbia; ma sappiate che tale allegrezza malsana. Conclusione: chi sa di dover fare il bene ma non lo fa, commette peccato [4, 12-17]. 418. [Iac 5]. Attenti dunque, o ricchi! Urlate e piangete per le disavventure che v'incoglieranno. Le vostre ricchezze si sono imputridite e le vostre vesti se le sono mangiate le tarme. Il vostro oro e il vostro argento sono arrugginiti, e la loro ruggine vi fa da testimone. Essa divorer come fuoco le vostre carni: voi vi siete accumulati l'ira [di Dio] per l'ultimo giorno. Ecco, la mercede dei vostri operai che hanno mietuto i vostri campi e che voi avete frodato [del compenso] grida e il loro grido ha raggiunto gli orecchi del Signore degli eserciti. Avete banchettato sulla terra e avete saziato di lussuria il vostro cuore. Nel giorno della strage avete condotto [in tribunale] e ucciso il giusto, mentre egli non vi opponeva resistenza. Voi quindi, fratelli, armatevi di pazienza fino al giorno del Signore [5, 1-7]. E poco dopo: Siate anche voi pazienti e rafforzate i vostri cuori, poich la venuta del Signore vicina. Non inaspritevi, fratelli, l'uno contro l'altro per non essere giudicati [5, 8-9]. E altrove: Prima di tutto per, fratelli, non giurate n per il cielo n per la terra n con qualsiasi altro giuramento; ma il vostro parlare sia: " S, s; no, no ", per non incorrere nel giudizio. C' fra di voi qualcuno che prova tristezza? Preghi! C' qualche altro che gode serenit d'animo? Canti salmi. Qualcuno di voi ammalato? Chiami i presbiteri della Chiesa, che preghino per lui, ungendolo con olio nel nome del Signore. La preghiera della fede salver il malato e il Signore gli dar sollievo e, se nei peccati, questi gli saranno rimessi. Confessatevi dunque a vicenda i peccati e pregate scambievolmente al fine di essere salvi. Molto vale infatti la preghiera del giusto fatta con insistenza [5, 12-16]. E dopo alcuni versetti: Fratelli miei, se uno di voi si allontana dalla verit e qualcuno ve lo riconduce, costui deve sapere che chi fa ravvedere un peccatore dalla sua via traviata, salva se stesso dalla morte e copre una moltitudine di peccati [5, 19-20]. DALLA PRIMA LETTERA DI SAN GIOVANNI 419. [1 Io 1]. Se diciamo di essere in comunione con lui ma camminiamo nelle tenebre, mentiamo e non seguiamo la verit; se invece camminiamo nella luce, com'egli nella luce, siamo in comunione tra noi e il sangue di Ges Cristo, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato. Se diciamo di non avere peccati, inganniamo noi stessi e la verit non in noi. Se confessiamo i nostri peccati, egli, che fedele e giusto, rimetter a noi i peccati e ci purificher da ogni malizia. Se diciamo di essere senza peccato, facciamo di lui un mentitore, e la sua parola non in noi [1, 6-10]. 420. [1 Io 2]. Figlioli miei, vi scrivo queste cose perch non pecchiate, ma se uno ha peccato, noi abbiamo un avvocato presso il Padre: Ges Cristo, il giusto. Egli l'espiazione dei nostri peccati e non solo dei nostri ma anche di quelli di tutto il mondo. Da questo ci rendiamo conto che lo conosciamo: dall'osservanza dei suoi comandamenti. Chi dice di conoscerlo ma non osserva i suoi comandamenti un bugiardo e in lui non c' verit; mentre al contrario in colui che custodisce la sua parola, la carit di Dio veramente perfetta. Da questo ci dato conoscere che siamo in lui: se in lui perseveriamo. Ora, chi dice di dimorare in lui deve comportarsi come lui si comportato [2, 1-6]. E dopo alcuni versi: Chi dice di essere nella luce ma odia il suo fratello ancora nelle tenebre, mentre chi ama il proprio fratello dimora nella luce e non ci sono ostacoli per lui. Viceversa, colui che odia il proprio fratello nelle tenebre e cammina nelle tenebre: egli non sa dove vada perch le tenebre hanno accecato i suoi occhi [2, 9-11]. E dopo un po': Non amate il mondo n le cose del mondo, poich quanto nel mondo (la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita) non proviene dal Padre ma dal mondo. E il mondo passa e passano le sue concupiscenze, mentre chi fa la volont di Dio rimane in eterno [2, 15-17]. E in un altro passo: Nessuna menzogna proviene dalla verit [2, 21]. 421. [1 Io 3]. Dopo un po': Carissimi, adesso noi siamo figli di Dio ma quello che saremo non si ancora manifestato. Sappiamo per che, quando egli si riveler, noi saremo simili a lui poich lo vedremo cos come egli . Chi pertanto ha questa speranza in lui procura di santificarsi per essere santo come lo lui. Chi commette il peccato commette anche un'ingiustizia poich il peccato un'ingiustizia; e noi sappiamo che egli apparso [in questo mondo] per togliere i nostri peccati, mentre in lui personalmente non c' peccato. Chiunque dimora in lui non pecca, mentre chi pecca non ha visto lui n lo conosce. Figlioli, che nessuno v'inganni! Chi opera la giustizia giusto, come anch'egli giusto. Chi al contrario commette il peccato proviene dal diavolo, poich il diavolo peccatore fin dall'inizio. Il Figlio di Dio venuto proprio per questo: per distruggere le opere del diavolo. Quanti sono nati da Dio non commettono peccati perch un germe divino risiede in loro e non possibile che pecchino perch sono nati da Dio. In questo si palesano i figli di Dio e i figli del diavolo: quanti sono ingiusti e non amano i fratelli non sono nati da Dio, poich questo il messaggio che avete udito fin dal principio: che ci amiamo l'un l'altro [3, 2- 11]. E dopo pochi versi: Non meravigliatevi, fratelli, se il mondo vi odia. Noi riconosciamo di essere passati dalla morte alla vita poich amiamo i fratelli. Chi non ama resta nella morte. Chi odia il proprio fratello un omicida; e voi sapete che nessun omicida possiede la vita eterna dentro di s. Da questo conosciamo l'amore di Dio: dal fatto che egli ha dato la vita per noi. Cos anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli. Chi avesse sostanze di questo mondo e vedendo un suo fratello nel bisogno gli chiudesse il cuore, come potrebbe dimorare in lui l'amore di Dio? Figlioli miei, non amiamo a parole n con la lingua ma con i fatti e nella verit. Da questo conosciamo che siamo dalla parte della verit e rassicuriamo il nostro cuore dinanzi a lui. Poich se il nostro cuore ci rimprovera, Dio superiore al nostro cuore e conosce tutto. Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera abbiamo fiducia dinanzi a Dio: otterremo tutto ci che chiederemo, poich osserviamo i suoi comandamenti e facciamo ci che a lui gradito. E questo il suo comando: che crediamo nel nome del suo Figlio Ges Cristo e ci amiamo a vicenda secondo il suo precetto. Chi osserva i suoi comandamenti rimane in lui e lui in loro. E che egli rimane in noi lo conosciamo dallo Spirito che ci ha dato [3, 13-24]. 422. [1 Io 4]. Carissimi, non credete ad ogni spirito ma controllate gli spiriti [per vedere] se sono da Dio, poich molti falsi profeti sono comparsi nel mondo. Da questo si riconosce lo spirito di Dio: da Dio ogni spirito che riconosce che Ges Cristo si incarnato, non da Dio ogni spirito che esclude Ges. Costui l'anticristo, di cui avete sentito che deve venire, anzi gi nel mondo. Voi, figlioli, siete da Dio e li avete vinti, poich colui che dimora in voi maggiore di colui che nel mondo. Essi sono del mondo: per questo insegnano cose del mondo, e il mondo li ascolta. Noi siamo da Dio e chi conosce Dio ci ascolta, mentre chi non da Dio non ci ascolta. Da questo conosciamo lo spirito della verit e lo spirito dell'errore. Carissimi, amiamoci a vicenda poich l'amore da Dio, e tutti coloro che amano sono nati da Dio e conoscono Dio. Chi non ama non conosce Dio, poich Dio amore [4, 1-8]. E dopo un po': Carissimi, se Dio ci ha amati cos, anche noi dobbiamo amarci a vicenda. Nessuno ha mai veduto Dio, ma se ci amiamo a vicenda Dio dimora in noi e il suo amore in noi perfetto [4, 11-12]. E dopo un altro poco: Chiunque confesser che Ges il Figlio di Dio, Dio dimora in lui e lui in Dio. E noi abbiamo conosciuto e crediamo all'amore che Dio ha per noi. Dio amore, e chi sta nella carit sta in Dio e Dio sta in lui. La carit di Dio in noi perfetta in quanto noi abbiamo fiducia nel giorno del giudizio, poich, com'egli nel mondo cos anche noi siamo nel mondo. Nella carit non c' timore ma la carit perfetta esclude il timore, perch il timore comporta della pena, e chi teme non perfetto nella carit. Amiamo dunque Dio, perch Dio ci ha amati per primo. Se uno dice d'amare Dio mentre odia il proprio fratello un mentitore. Se uno infatti non riesce ad amare il fratello che vede come potr amare Dio, che non vede? E questo il comando che abbiamo ricevuto da lui: chi ama Dio deve amare anche il proprio fratello [4, 15-21]. 423. [1 Io 5]. Chiunque crede che Ges il Cristo, nato da Dio; e chiunque ama il Padre che l'ha generato ama anche chi da lui stato generato. Da questo ricaviamo la certezza d'amare i figli di Dio: se amiamo e ne osserviamo i comandamenti. L'amore di Dio infatti sta in questo: nell'osservare i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi. Tutto ci che nato da Dio vince il mondo [5, 1-4]. E dopo un po': Questa la fiducia che abbiamo in Dio: qualunque cosa chiederemo secondo il suo volere, egli ci esaudir; e che egli ci esaudisce gi noi lo sappiamo [5, 14-15]. E dopo tre versi: Chi sapesse che un suo fratello sta commettendo peccati che non conducono alla morte, invochi Dio, e Dio gli dar la vita, sempre nel caso che non si pecchi mortalmente. C', vero, un peccato che reca la morte; e chi lo commette non dico che si debba pregare anche per lui: ogni iniquit peccato, ma ci sono peccati che non recano la morte. Sappiamo poi che chiunque nato da Dio non pecca, ma la sua origine da Dio lo custodisce in modo che il maligno non possa toccarlo [5, 16-18]. E in un altro passo: Figlioli, guardatevi dal venerare gli idoli [5, 21]. DALLA SECONDA LETTERA DI SAN GIOVANNI 424. [2 Io]. Ti scrivo non come se avessi un comandamento nuovo ma [per confermarti] quello che abbiamo avuto fin dall'inizio, cio che ci amiamo a vicenda. E l'amore sta in questo: camminare secondo i suoi precetti. Il suo comandamento che, come avete udito fin dal principio, cos seguitate a comportarvi [5-6]. E dopo pochi versi: Chi abbandona e non rimane saldo nella dottrina di Cristo non possiede Dio, mentre chi persevera nella dottrina possiede e il Figlio e il Padre. Se qualcuno, venendo da voi, non si presenta con questa dottrina, non fatelo entrare in casa e non dategli il saluto. Infatti chi lo saluta partecipa delle sue opere malvagie [9-11]. DALLA TERZA LETTERA DI SAN GIOVANNI 425. [3 Io]. Carissimo, tu agisci secondo la fede quando lavori a vantaggio dei fratelli, specie dei pellegrini; ed essi hanno reso testimonianza alla tua carit di fronte alla Chiesa. Beneficherai dunque questi fratelli provvedendoli [per il viaggio] in maniera degna di Dio. Si sono infatti messi in viaggio per [servire] il suo nome senza accettare nulla dai pagani. Pertanto noi abbiamo l'obbligo di accogliere persone come queste per essere collaboratori della verit [5-8]. E dopo un po': Carissimo, non imitare il male ma il bene. Chi opera il bene da Dio; chi opera il male non ha veduto Dio [11]. DALLA LETTERA DI SAN GIUDA APOSTOLO 426. [Iuda]. Si sono intrusi in mezzo a voi alcuni individui che da tempo sono stati designati per il giudizio: empi, che mutano la grazia del nostro Signore in dissolutezze, rinnegando l'unico sovrano e Signore nostro Ges Cristo [4]. E dopo un po': Costoro contaminano i loro banchetti, si assidono a tavola senza timore, e pascono se stessi [12]. E altrove: Costoro sono brontoloni mai contenti, che conducono una vita secondo le proprie voglie. La loro bocca proferisce stoltezze; considerano arbitrariamente le persone in base al proprio interesse. Ma voi, carissimi, ricordatevi delle parole che sono state dette dagli apostoli del nostro Signore Ges Cristo, i quali vi dicevano che nei tempi della fine sarebbero sorti degli imbroglioni che sarebbero vissuti nell'empiet secondo i loro desideri. Sono coloro che si separano [da noi], uomini animaleschi e privi di spirito. Ma voi, carissimi, edificando voi stessi sopra la vostra santissima fede e pregando nello Spirito Santo, mantenetevi nell'amore di Dio, attendendo la misericordia del nostro Signore Ges Cristo per la vita eterna. Rimproverate coloro che sono caduti in giudizio; salvate questi liberandoli dal fuoco; abbiate per gli altri una compassione piena di timore; odiate perfino la tunica contaminata di coloro che sono carnali [16-23]. DALL'APOCALISSE DI SAN GIOVANNI 427. [Apoc 2]. Se quando si richiamano al dovere gli angeli dobbiamo intendere che il richiamo rivolto agli uomini e precisamente perch sono uomini, in tutti i precetti di questo tipo ci si insegna a sopportare con pazienza i falsi fratelli per amore di Dio. Ci si dice inoltre che necessario convertirsi e tornare alle buone opere di un tempo, che per la fede si debbono accettare le persecuzioni, non esclusa la morte, e che per amore occorre rendersi servi [dei fratelli] [2, 14-16]. 428. [Apoc 21]. Verso la fine del libro, parlando della citt santa, dice: Non entrer in essa nulla d'impuro n chiunque commette abomini o pronunzia menzogne [21, 27]. 429. [Apoc 22]. Altrove: Beati coloro che lavano le proprie vesti nel sangue dell'Agnello, per avere il possesso dell'albero della vita ed entrare nella citt attraverso la porta. Fuori i cani, i venfici, gli impuri, gli omicidi, gli idolatri e quanti amano la menzogna e la praticano. Io Ges ho inviato il mio messaggero ad attestarvi tutte queste cose [22, 14-16].