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SPECCHIO DI PRECETTI MORALI

DALLA SACRA SCRITTURA


Tutte le Opere - versione italiana > Esegetici >
Specchio di precetti morali dalla Sacra Scrittura

LA SACRA SCRITTURA
SPECCHIO DI VITA PERFETTA

PREFAZIONE
Nessuno ignora che la Sacra Scrittura, cio l'insieme dei libri della
Legge, dei Profeti e dei Vangeli e degli scritti apostolici, ai quali
riconosciamo autorit canonica, in alcune sue parti si prefigge il
solo scopo di nutrire la scienza e dare solide basi alla fede. Tali le
parole: In principio Dio cre il cielo e la terra (Gn 1, 1), e le altre:
In principio era il Verbo (Gv 1, 1) e tutte quelle dove sono narrati
fatti divini o umani con l'unico intento di farli conoscere. Altri testi
invece contengono precetti da osservare e mettere in pratica o
divieti di fare questa o quell'azione. Tale il comando: Onora tuo
padre e tua madre (Es 20, 12; Mt 15, 4), e il divieto di commettere
adulterio (Es 20, 14; Mt 5, 27). Riguardo poi a questi ultimi scritti
contenenti prescrizioni e divieti, sappiamo che diverse cose ivi
elencate sono coperte dal velo del mistero o della figurazione
simbolica. Sono tutti quei precetti imposti agli uomini dell'Antico
Testamento, che quindi il popolo cristiano non deve pi osservare
ma solo cercare di capire; ed proprio a questo fine che li si
investiga ed espone. Tali il precetto del sabato e del riposo esterno
conseguente (Cf. Dt 5, 12), le norme sugli azzimi e il pane non
fermentato, le leggi sulla Pasqua e l'uccisione dell'agnello (Cf. Es
12, 3-2). Vi rientrano anche le numerose specie di sacrifici da
offrirsi e di cibi da evitarsi, i noviluni e le solennit annuali (Cf. Nm
28, 16-31) che i Giudei celebrano fino ai nostri giorni, e inoltre tutte
quelle osservanze legali che non rientrano propriamente tra le
opere della giustificazione ma debbono essere considerate come
figure di qualcos'altro. Quale cristiano, ad esempio, ha dopo sette
anni il dovere di mettere in libert lo schiavo e, se costui non se ne
vuole andare, deve forargli l'orecchio con una lesina facendolo
avvicinare allo stipite (Cf. Es 21, 2. 6)? E cose di questo genere.
Quanto alle altre pratiche, se sono ingiunte con leggi precettive le si
deve rispettare anche adesso e, se si tratta di divieti, si deve
evitarle anche adesso. Cos la legge di onorare il padre e la madre e
la proibizione dell'adulterio. Su queste leggi mi accingo a comporre
l'opera che ho fra mano, cio sulle leggi o iussive o proibitive o
concessive contenute nelle sacre Scritture che valgono anche per il
Nuovo Testamento e stabiliscono norme per una vita morale
conforme alle esigenze della vera religione. Da tutti i libri canonici
dunque raccoglier, con l'aiuto di Dio, i brani che abbiano un tale
contenuto e li sistemer come in uno Specchio dove ciascuno possa
reperirli e consultarli con facilit. I singoli autori biblici infatti
dovettero sistemare il materiale come di fatto l'hanno sistemato,
mescolando cio precetti validi in quanto figure con narrazioni e
dialoghi reali, e precetti reali con narrazioni e dialoghi figurativi. Lo
facevano rispettando sempre l'ordine storico, con l'intento per di
rispondere agli avversari o di istruire i discepoli o di sorprendere,
diciamo cos, con la scoperta di sensi occulti coloro che di solito
provano ripugnanza per le cose immediate e palesi. Quanto a noi,
con la presente opera non intendiamo convertire l'infedele n
maturarlo nella fede e nemmeno scuotere con la proposta di
difficolt salutari le capacit intellettive dell'iniziato alla ricerca. Ci
rivolgiamo piuttosto a colui che, credendo gi in Dio, vuole
compiere meglio il suo divino volere. Costui esortiamo a specchiarsi
in questo libro per constatare quanto cammino abbia fatto nella
santit della vita e nelle opere buone e quanto invece gliene resta
da percorrere. In tal modo egli potr ringraziare Dio per le mte
conseguite e, per quanto non ha ancora raggiunto, impegnarsi per
raggiungerlo, mentre lavora e prega con fede e piet per
conservare quello che possiede e per conseguire ci che gli manca.
In tutti i brani che ho voluto presentare all'attenzione del lettore, se
ce ne sono di quelli che sembrano contrastare con altri, li si deve in
un secondo tempo riesaminare evidenziandone i problemi e
cercando poi la soluzione. In particolare, per quanto riguarda i
peccati con le relative punizioni o le opere buone con il loro premio,
sebbene abbia ritenuto conveniente passarne in rassegna certune,
chi non sa che nel Nuovo Testamento i comportamenti e le
valutazioni sono diversi che nell'Antico? Intraprendiamo dunque la
nostra opera riguardante i precetti del Signore che abbiamo
promesso di voler selezionare. Cominceremo con i libri della Legge
che il Signore diede al suo popolo per mezzo di Mos.
DAL PENTATEUCO, LIBRO DELL'ESODO

1. [Ex 20]. Non avrai di stranieri al mio cospetto. Non ti costruirai
statue di idoli n immagini di qualsiasi essere celeste o terrestre o
vivente nelle acque che sono sotto la terra. Non li adorerai n
presterai loro il culto [20, 3-5].
E ancora: Non userai invano il nome del Signore tuo Dio, poich il
Signore non ritiene esente da colpa chi usa invano il nome del
Signore suo Dio [20, 7].
E un po' pi avanti: Onora tuo padre e tua madre, perch tu abbia
lunga vita nel paese che il Signore tuo Dio ti dar. Non uccidere.
Non commettere adulterio. Non rubare. Non dire falsa
testimonianza a danno del tuo prossimo. Non desiderare la casa del
tuo prossimo, e nemmeno la sua moglie, il suo servo, la sua serva,
il bue, l'asino e nient'altro di ci che gli appartiene [20, 12-17].
Dopo il Decalogo si trovano nello stesso libro ma in diverso contesto
i medesimi precetti morali: Non vi costruirete, accanto a me,
divinit di argento, e nemmeno divinit d'oro vi costruirete [20,
23].
2. [Ex 21]. Un po' pi avanti si dice: Chi percuote un uomo con
l'intenzione di ucciderlo dovr senz'altro morire. Chi invece non si
pone in agguato [per colpirlo] ma Dio glielo fa capitare davanti,
ecco io ti stabilisco delle localit dove egli possa rifugiarsi. Se uno
tende insidie al prossimo e deliberatamente lo uccide, lo strapperai
anche dal mio altare per metterlo a morte. Chi percuote il padre o
la madre dovr senz'altro morire. Chi avr sequestrato una persona
e l'avr venduta, convinto della sua colpa lo si condanner a morte.
Chi avr lanciato maledizioni contro il padre o la madre dovr
senz'altro morire. Nella rissa fra due uomini, se uno colpisce l'altro
con una pietra o con un pugno senza ucciderlo ma costringendolo
soltanto a stare a letto, in questo caso, se il colpito riuscir ad
alzarsi e a camminare all'aperto, sia pure appoggiandosi a un
bastone, il feritore sar ritenuto esente da colpa; dovr solo
risarcire l'altro per il lavoro impeditogli e le spese sostenute per i
medici. Chi colpisce col bastone lo schiavo o la schiava, se costoro
muoiono sotto i colpi, sar colpevole; se invece sopravvivono un
giorno o due, non dovr subire la pena: si tratta infatti di un suo
possesso. Se durante una rissa uno dei litiganti colpisce una donna
incinta e la fa abortire ma non l'uccide, subir la pena che avr
richiesto il marito di lei e star al giudizio degli arbitri. Se invece la
donna muore, pagher la vita con la vita, l'occhio con l'occhio, il
dente col dente, la mano con la mano, il piede con il piede, l'ustione
con l'ustione, la ferita con la ferita, la lividura con la lividura. Se
uno colpisce nell'occhio lo schiavo o la schiava e li rende orbi, deve
metterli in libert, compensando cos la perdita dell'occhio. Se uno
spezza al servo o alla serva uno o due denti, li dovr rimandare
liberi come i precedenti. Se un bue uccider a cornate un uomo o
una donna, lo si dovr lapidare e non se ne mangeranno le carni,
ma il suo padrone non sar ritenuto colpevole. Se invece si sapeva
antecedentemente che esso scornava e la gente l'aveva riferito al
padrone ma costui non lo aveva chiuso nella stalla: in tal caso, se
uccide un uomo o una donna, il bue dev'essere lapidato e il suo
padrone messo a morte. Qualora ne venga fissato il prezzo, il
padrone dovr pagare tutto quello che gli stato richiesto, e ci
varr a salvargli la vita. Se uccider a cornate il figlio o la figlia [di
una persona libera] subir la stessa condanna; se invece si
avventer contro uno schiavo o una schiava, il proprietario pagher
al loro padrone trenta sicli d'argento e il bue dovr essere lapidato.
Se uno scava una cisterna profonda e non la copre, e in essa cade
un bue o un asino, il padrone della cisterna sborser il prezzo degli
animali ma l'animale morto apparterr a lui. Se il bue di un tizio
ferisce il bue di un altro e lo uccide, si vender il bue rimasto vivo e
se ne divider il prezzo ricavato, e anche la carogna sar divisa. Se
viceversa il padrone sapeva da tempo che il suo bue cozzava e non
lo aveva custodito a dovere, al posto del bue ucciso restituir un
altro bue, ma sar sua la carogna [21, 12-36].
3. [Ex 22]. Se uno ruba un bue o una pecora e li ammazza o
vende, in restituzione dar [al proprietario] cinque buoi per un bue
e quattro pecore per una pecora. Un ladro che sfonda una casa, se
lo si sorprende mentre perfora il muro e lo si ferisce a morte, chi
l'ha colpito non dovr rispondere del suo sangue. Se al contrario
l'ha colpito in piena luce, ha commesso un omicidio e quindi dovr
morire. Se non avr di che restituire quanto ha rubato, il ladro
dovr essere venduto schiavo. Se invece quel che ha rubato, metti
un bue, un asino o una pecora, lo si trova in vita presso il ladro, si
dovr restituire il doppio. Se uno danneggia un campo o una vigna
o lascia che un animale di sua propriet vada a pascolare nel campo
altrui, risarcir il danno, debitamente valutato, cedendo quanto di
meglio si trova nel suo campo o nella sua vigna. Se si sprigiona un
incendio fra le spine ed esso si propaga tra il grano ammucchiato o
fra le messi mature nel campo, chi ha appiccato il fuoco risarcir il
danno. Se uno d in custodia al proprio amico o del denaro o un
qualsiasi oggetto e poi succede che queste cose vengano rubate a
colui che le aveva ricevute, se il ladro si scopre restituir il doppio;
se non lo si scopre, il padrone di casa si presenter dinanzi agli di
e l giurer che non si appropriato della roba del suo prossimo e
che non ha inteso frodarlo privandolo del bue o dell'asino o della
pecora o della veste, n danneggiarlo in qualsiasi oggetto di sua
propriet. La causa di quei due sar rimessa agli di, e se questi
avranno cos sentenziato, dovr restituire il doppio a quel suo
amico. Se uno lascia in custodia di un suo vicino l'asino o il bue o
una pecora o qualsiasi altro animale e una di queste bestie muore o
si ammala o viene rapita dai nemici senza che alcuno se ne
accorga, si ricorrer al giuramento per garantire che [il custode]
non ha steso la mano su quanto apparteneva al vicino: il padrone
accetter come valido il giuramento e l'altro non sar obbligato alla
restituzione. Se sar stato rubato, si dovr risarcire il padrone del
danno subto; se invece sar stato sbranato da una bestia feroce, si
dovr consegnare al padrone la carcassa, ma non ci sar obbligo di
restituzione. Se si chiede in prestito al vicino uno di questi animali
ed esso si ammala o muore quando il padrone non era presente, lo
si dovr ad ogni costo restituire; se invece il padrone era l
presente, non c' obbligo di restituzione, specie quando fosse stato
preso a nolo come compenso di prestazioni effettuate. Se uno
seduce una vergine o comunque una donna non sposata e
s'accoppia con lei, le dovr fornire la dote e sposarla. Che se il
padre non gliela vorr dare in sposa, la risarcir dandole quella
somma di denaro che le vergini sogliono ricevere come dote. Non
lascerai in vita i malfici. Chi si accoppia con una bestia dovr
morire. Chi offre sacrifici a divinit diverse dal Signore, sar messo
a morte. Non affliggere e non angariare il forestiero, poich anche
voi siete stati forestieri in terra d'Egitto. Non causerete danni alla
vedova n all'orfano. Se li maltratterete ed essi leveranno a me il
loro grido, io ascolter la loro supplica e la mia collera si accender
[contro di voi]: io vi far perire di spada e saranno vedove le vostre
mogli e orfani i vostri figli. Se presterai del denaro a un povero del
mio popolo che abita presso di te, non lo metterai alle strette come
fanno i pubblici esattori n imporrai un interesse da usuraio, s che
ne venga schiacciato. Se dal tuo prossimo prendi in pegno un
vestito, glielo restituirai prima del tramonto del sole: quello infatti
il solo indumento per coprire il suo corpo e non ha altro con cui
ripararsi durante il sonno. Se egli grider a me, io lo esaudir,
perch sono un Dio misericordioso. Non spargere calunnie contro gli
di [= i giudici] e non maledire il capo del tuo popolo. Non tardare
ad offrire le tue decime e le tue primizie. Consacrerai a me il primo
nato fra i tuoi figli [22, 1-29].
4. [Ex 23]. E un po' pi avanti: Non usare la tua voce per
pronunciare menzogne e non stendere la mano per dire falsa
testimonianza a favore dell'empio. Non seguire la maggioranza se si
tratta di compiere il male e non adeguarti al giudizio dei pi se ti
facesse deviare dal vero. Neppure verso il povero dovrai usare
compassione quando si tratta di sentenza giudiziaria. Se t'imbatti
nel bue o nell'asino fuggiti alla custodia del tuo nemico, tu glieli
ricondurrai. Se vedi che l'asino di colui che ti odia schiacciato dal
peso della soma, non passerai diritto per di l ma aiuterai il
padrone a farlo rialzare. Non falsare [il tuo giudizio] nella causa del
povero. Evita la menzogna. Non uccidere l'innocente n il giusto: io
detesto l'empio. Non accettare regali: essi accecano anche l'uomo
saggio e stravolgono le parole dei giusti. Non recherai molestia al
pellegrino: conoscete infatti cosa passi in cuore al forestiero poich
anche voi siete stati forestieri in terra d'Egitto [23, 1-9].
Dopo alcuni altri versetti, parlando dei forestieri dice: Non adorerai i
loro di n presterai loro il culto. Non compirai le opere che essi
compiono, ma distruggerai i loro di e abbatterai le loro statue.
Servirete il Signore Dio vostro [23, 24-25].
5. [Ex 34]. Dopo molte altre prescrizioni, nello stesso libro a
proposito delle divinit pagane si legge: Distruggi i loro altari,
spezza le statue, taglia i boschi sacri. Non adorare divinit
straniere, poich il Signore si chiama " Geloso ": egli un Dio
geloso. Non fare alleanza con i popoli pagani perch, quando
avranno fornicato con i loro di e ne avranno adorato i loro
simulacri, potrebbe succedere che qualcuno di loro ti inviti a cibarti
delle carni immolate. Non prendere per moglie dei tuoi figli nessuna
delle loro figlie, perch non succeda che, dopo aver esse fornicato
dietro ai loro di, facciano fornicare anche i tuoi figli. Non ti
fabbricherai idoli di metallo fuso [34, 13-17].
E poco dopo: Porterai nella casa del Signore tuo Dio l'offerta delle
primizie del raccolto del tuo campo [34, 26].
Questo quanto ho ritenuto doveroso raccogliere dal libro del
Pentateuco chiamato Esodo. Ora passiamo a vedere con lo stesso
metodo il libro del Levitico, che segue quello dell'Esodo.
DAL LIBRO DEL LEVITICO
6. [Lev 18]. Dice: Nessuno si accoster ad una sua consanguinea
scoprendone la nudit. Io sono il Signore. Non scoprirai la nudit di
tuo padre n quella di tua madre. tua madre: non ne scoprirai la
nudit. Non scoprirai la nudit della moglie di tuo padre: come la
nudit di tuo padre. Non scoprirai la nudit di tua sorella tanto per
parte di padre quanto per parte di madre, sia essa nata in casa tua
sia fuori casa. Non scoprirai la nudit della figlia di tuo figlio n di
tua nipote per parte di tua figlia. come la tua nudit. Non
scoprirai la nudit della figlia della moglie di tuo padre: essa fu
generata per tuo padre ed tua sorella. Non scoprirai la nudit
della sorella di tuo padre; carne di tuo padre. Non scoprirai la
nudit della sorella di tua madre: carne di tua madre. Non
scoprirai la nudit del tuo zio avendo rapporti con la moglie di lui:
una tua consanguinea e parente. Non scoprirai la nudit della tua
nuora: la moglie di tuo figlio; tu non ne scoprirai la nudit. Non
scoprirai la nudit della moglie di tuo fratello: roba di tuo fratello.
Non scoprirai la nudit di colei che ti sei preso in moglie e insieme
quella di sua figlia. Non prenderai in moglie la figlia del figlio o della
figlia di lei, scoprendone la nudit. Esse sono corpo di tua moglie e
unirsi a loro un incesto. Non prenderai in moglie la sorella di tua
moglie, facendone una tua concubina e una sua rivale. Finch tua
moglie vive non ti lecito scoprire la nudit di sua sorella. Non
avrai rapporti con una donna nel periodo mestruale; non ne
scoprirai la nudit. Non avrai rapporti con la moglie del tuo
prossimo n ti contaminerai sessualmente con lei. Non permetterai
che una della tua progenie sia offerta a Moloch e non profanerai il
nome del tuo Dio: io sono il Signore. Non accoppiarti con un
maschio come si suole fare con una donna, poich un abominio.
Non giacerai con gli animali n ti contaminerai con loro. Nessuna
donna soggiacer agli animali per unirsi con loro: un'infamia. Non
macchiatevi con nessuna di queste azioni [18, 6-24].
7. [Lev 19]. Un po' avanti si dice: Ognuno rispetti sua madre e suo
padre [19, 3].
E un verso dopo: Non ricorrete agli idoli e non costruitevi divinit
artefatte. Io sono il Signore Dio vostro [19, 4].
Un po' pi avanti detto: Non raccoglierai le spighe rimaste nel
campo, e nella vigna non raccoglierai i grappoli e gli acini caduti a
terra, ma lascerai che li prendano i poveri e i pellegrini. Io sono il
Signore Dio vostro. Non ruberete. Non direte menzogne e non
ingannerete il prossimo. Non giurerai il falso usando il mio nome e
disonorando cos il nome del tuo Dio. Io sono il Signore. Non
calunnierai il tuo prossimo n l'opprimerai con la violenza. Il lavoro
eseguito dal tuo operaio non dovr restare in casa tua fino al
mattino dopo. Non insulterai il sordo n collocherai inciampi dinanzi
al cieco, ma vivrai nel timore del Signore tuo Dio: io sono il
Signore. Non commetterai iniquit e non sarai ingiusto nel
giudicare. Non badare se uno povero e non aver riguardi speciali
per chi potente: giudica giustamente ogni tuo prossimo. Non
essere calunniatore n maldicente in mezzo al tuo popolo. Non
levarti bramando il sangue del tuo prossimo: io sono il Signore. Non
coverai in cuore odio contro il tuo fratello, ma lo riprenderai
apertamente, per non gravarti di peccato a causa di lui. Non
cercherai la vendetta contro i tuoi concittadini e non ricorderai le
offese che ti hanno arrecato. Amerai il tuo amico come te stesso: io
sono il Signore. Osservate le mie leggi! [19, 9-19].
E dopo qualche versetto: Non mangerete la carne con il sangue.
Non ricorrerete agli uguri e non presterete fede ai sogni. Non
tagliatevi i capelli in forma rotonda e non rasatevi la barba. A causa
di un morto non praticate incisioni sul vostro corpo e non imprimete
figure o segni sulla vostra pelle: io sono il Signore. Non esporrai
alla prostituzione la tua figlia perch la terra non venga profanata e
riempita di cose abominevoli [19, 26-29].
E dopo un verso: Io sono il Signore. Non ricorrerete ai maghi e non
andrete a consultare gli indovini per non contaminarvi a causa di
loro: io sono il Signore vostro Dio. Alzati in piedi dinanzi ai capelli
bianchi e onora la dignit del vecchio, animato da timore di Dio: io
sono il Signore. Se un forestiero verr ad abitare nella vostra terra
e si stabilir fra voi, non trattatelo male, ma sia tra voi come un
nativo del posto e amatelo come uno di voi. Anche voi infatti siete
stati forestieri in terra di Egitto: io sono il Signore vostro Dio. Non
commettete ingiustizie nel giudizio, nelle misure sia di lunghezza
come di peso e in ogni altra misura. Usate bilance giuste e pesi
esatti, moggio giusto e coppo preciso. Io sono il Signore vostro Dio,
che vi ho condotti fuori dal paese di Egitto. Osservate tutti i miei
precetti e tutti i miei ordinamenti, e metteteli in pratica. Io sono il
Signore [19, 30-37].
8. [Lev 20]. Il Signore parl a Mos e gli disse: Questo dirai ai figli
d'Israele: Un israelita o un forestiero residente in Israele che
immoli suo figlio al dio Moloch sar inesorabilmente messo a morte.
La gente del popolo lo lapider; e io volger la mia faccia contro di
lui e lo eliminer dal suo popolo, perch con l'immolare suo figlio a
Moloch ha profanato il mio santuario e ha disonorato il mio santo
nome. Se il popolo trascurer questa mia prescrizione e
prendendola alla leggera lascer libero colui che ha sacrificato il suo
figlio a Moloch e non lo uccider, io volger la mia faccia contro
quell'uomo e tutto il suo parentado: eliminer di fra mezzo al suo
popolo e lui e tutti coloro che gli hanno consentito di fornicare con
Moloch. Colui che ricorrer a maghi e indovini e si prostituir con
loro, io volger la mia faccia contro di lui e uccidendolo lo eliminer
da mezzo il suo popolo. Santificatevi e siate santi perch io, il
Signore Dio vostro, sono santo. Osservate i miei comandamenti e
metteteli in pratica: io sono il Signore che vi rendo santi. Se uno
maledice suo padre o sua madre dovr inesorabilmente morire. Ha
maledetto il padre o la madre: il suo sangue ricada su di lui. Se uno
osa fornicare con la moglie altrui commettendo adulterio con lei,
dovranno morire tutti e due gli adlteri. Se uno giace con la sua
matrigna e ne scopre la nudit, che di suo padre, dovranno
morire tutti e due: il loro sangue ricadr su di loro. Se uno giace
con la propria nuora, dovranno morire tutti e due: hanno
commesso un delitto, e il loro sangue ricadr su di loro. Se uno
giace con un maschio avendo quei rapporti che si sogliono avere
con le femmine, i due commettono una nefandezza: essi debbono
inesorabilmente morire; il loro sangue ricada su di loro. Se uno,
dopo aver preso in moglie la figlia, prender anche la madre di lei,
commette un delitto: lo si brucer vivo insieme con le donne; una
colpa cos mostruosa non deve durare a lungo in mezzo a voi. Chi
avr rapporti sessuali con un animale o una bestia dovr
inesorabilmente morire, e anche l'animale lo dovete uccidere. Se
una donna si accoster a un animale concedendosi sessualmente ad
esso, la si dovr uccidere insieme all'animale: il loro sangue ricada
su di loro. Chi prende in moglie sua sorella, figlia di suo padre o di
sua madre, e ne scopre la nudit e lei guarda le nudit del fratello,
tutt'e due compiono un atto detestabile e pertanto li si uccider alla
presenza del popolo. Si sono scoperti la nudit l'uno dell'altro:
porteranno il peso della loro colpa. Chi giace con una donna
durante il periodo mestruale e ne scopre la nudit, e lei gli
permette d'accedere alla sua fonte insanguinata, saranno entrambi
uccisi ed eliminati di fra mezzo al popolo. Non scoprirai la nudit
della tua zia paterna o materna. Chi fa questo scopre la nudit del
suo proprio corpo; e tutti e due risponderanno della loro disonest.
Chi giace con la moglie dello zio paterno o materno e scopre la
nudit di una tale parente, risponderanno entrambi di questo
peccato e moriranno senza figli. Chi sposa la moglie di suo fratello,
commette un atto illecito, perch scopre la nudit di suo fratello: i
due non avranno figli [20, 1-21].
E in un altro passo: L'uomo o la donna posseduti dallo spirito
pitone, che cio esercitano l'arte divinatoria, dovranno
inesorabilmente morire. Saranno lapidati e cos il loro sangue
ricadr su di loro [20, 27].
9. [Lev 21]. Altrove, parlando del sommo sacerdote, dice: Sposer
una vergine. Non prender in moglie una vedova, una ripudiata,
un'immonda o una prostituta, ma una giovane del suo popolo.
Questo per non abbassare la dignit della sua prole al livello degli
ultimi del suo popolo. Io sono il Signore che santifico il sacerdote
[21, 13-15].
10. [Lev 24]. Dopo molte pagine dice: Colui che con parole offende
il suo Dio porter il suo peccato; e chi bestemmia il nome del
Signore dovr inesorabilmente morire. Tutto il popolo lo uccider
con la lapidazione, sia che si tratti di un israelita sia che si tratti
d'uno straniero. Chi bestemmia il nome del Signore deve morire.
Chi colpisce un uomo e lo uccide deve morire. Chi uccide un
animale dovr restituire alla pari, cio un animale identico
all'animale ucciso. Chi causer una qualche lesione a uno dei suoi
concittadini dovr subire la stessa lesione che ha causato all'altro:
sconter rottura con rottura, occhio con occhio, dente con dente.
Quale fu la lesione che egli ha procurato, tale sar quella che dovr
subire. Chi avr percosso a morte un animale, ne restituir un
altro. Chi avr picchiato un uomo dovr essere punito. Il colpevole,
tanto se israelita quanto se forestiero, dovr essere trattato con
giusta sentenza. Io sono il Signore vostro Dio [24, 15-22].
11. [Lev 26]. Dopo alcune frasi dice: Non vi costruirete n idoli n
statue di metallo fuso; non erigerete simulacri nel vostro territorio
n vi collocherete pietre simboliche per adorarle. Io sono il Signore
vostro Dio [26, 1].
Questo quanto abbiamo potuto desumere dal Levitico. Ora
segnaleremo quanto ci sembrato bene raccogliere dal libro
chiamato I Numeri.
DAL LIBRO DEI NUMERI
12. [Num 27]. Se un uomo muore senza figli maschi, la sua eredit
passa alle figlie. Se non ha nemmeno figlie, avr come eredi i suoi
fratelli; e se non avr nemmeno fratelli, l'eredit la darete ai fratelli
di suo padre. Se poi nemmeno questi zii egli ha, l'eredit passer ai
suoi parenti pi prossimi. Questa norma sar per i figli d'Israele
valida come legge perenne, come ha ordinato il Signore a Mos
[27, 8-11].
13. [Num 35]. Dopo molte pagine dice: Nessuno potr essere
condannato in base alla testimonianza di una sola persona. Voi non
accetterete regali da chi si macchiato di sangue [35, 30-31].
Nel libro dei Numeri abbiamo trovato queste norme che riteniamo
meritevoli di considerazione. Adesso passiamo ad esaminare il libro
chiamato Deuteronomio.
DAL LIBRO DEL DEUTERONOMIO
14. [Deut 1]. Non farete discriminazioni tra persona e persona:
ascolterete tanto il piccolo quanto il grande, n avrete preferenze
per alcuno, poich il giudizio spetta a Dio [1, 17].
15. [Deut 4]. Dopo parecchie pagine, in cui ripropone il Decalogo,
dice: Abbiate sollecita cura per la vostra vita! Nel giorno in cui il
Signore vi parl sull'Oreb di mezzo al fuoco non vedeste nessuna
immagine, per cui ingannati vi sareste potuti costruire dei simulacri
scolpiti o statue maschili o femminili. Non vi farete nemmeno figure
di animali terrestri, di uccelli che volano nel cielo, di rettili che
strisciano sulla terra n di pesci che vivono nell'acqua sotto terra.
In tal modo non accadr che, sollevando gli occhi al cielo e vedendo
il sole, la luna e tutti gli astri del cielo, tratto in inganno, tu li adori
e presti il culto a delle creature fatte dal Signore tuo Dio e poste al
servizio di tutte le genti che sono sotto il cielo [4, 15-19].
E dopo un po': Gurdati dal dimenticare il patto che il Signore tuo
Dio ha stretto con te, fabbricandoti statue scolpite delle varie
divinit, mentre il Signore ti ha proibito di fabbricarle. Ricorda che il
Signore tuo Dio un fuoco divoratore, un Dio geloso [4, 23-24].
16. [Deut 5]. Altrove dice: Non avrai divinit straniere al mio
cospetto. Non ti fabbricherai statue o immagini degli esseri che
sono lass in cielo o quaggi in terra o che si trovano nelle acque
sotto terra. Non le adorerai n presterai ad esse culto religioso. Io
infatti sono il Signore tuo Dio, un Dio geloso che fa ricadere la colpa
dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione per coloro
che mi odiano, e che usa misericordia per molte migliaia di
generazioni per coloro che mi amano e osservano i miei
comandamenti. Non pronunzierai invano il nome del Signore tuo
Dio, poich non rester impunito chi per un'inezia pronunzier il
nome del Signore [5, 7-11].
E dopo un po' dice: Onora tuo padre e tua madre, come ti ha
comandato il Signore tuo Dio, per vivere a lungo e trovarti bene nel
paese che il Signore tuo Dio ti dar. Non uccidere. Non commettere
adulterio. Non rubare. Non dire falsa testimonianza contro il tuo
prossimo. Non desiderare la moglie del tuo prossimo n la sua casa
n il campo n il servo o la serva, non il bue o l'asino o qualsiasi
altra cosa di sua propriet [5, 16-21].
17. [Deut 6]. Altrove nello stesso libro: Amerai il Signore Dio tuo
con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutte le tue forze
[6, 5].
E un po' pi avanti: Quando avrai mangiato e ti sarai saziato, con
ogni premura gurdati dal dimenticare il Signore, che ti ha fatto
uscire dal paese d'Egitto, soggiorno di schiavit. Temi il Signore tuo
Dio e adora lui solo: solo nel nome di lui presta giuramento. Non
seguite gli di di qualsiasi popolo che ai vostri confini, perch il
Signore tuo Dio, che in mezzo a te, un Dio geloso. Si potrebbe
accendere contro di te l'ira del Signore tuo Dio sicch tu venga
spazzato via dalla superficie della terra. Non tentare il Signore tuo
Dio [6, 12-16].
18. [Deut 7]. Non diversamente si dice un po' pi avanti, l dove si
parlava degli stranieri: Non ti unirai con loro in matrimonio: non
darai la tua figlia al loro figlio n prenderai una loro figlia per darla
a tuo figlio, poich questa potrebbe distogliere il tuo figlio dal
seguirmi inducendolo ad adorare gli di stranieri. Nel qual caso si
accenderebbe l'ira del Signore e senza indugio ti annienterebbe. Al
contrario voi dovete trattare cos questi popoli: demolite gli altari,
spezzate le statue, radete al suolo i boschi sacri e bruciate le
sculture idolatriche [7, 2-5].
E un po' pi oltre: Brucia le loro immagini scolpite. Non desiderare
il possesso dell'argento e dell'oro con cui sono fatte e non volertene
appropriare, perch non te ne venga scandalo, mentre sai che la
cosa un abominio presso il Signore Dio tuo. Nulla d'idolatrico
porterai in casa tua perch non abbia tu a diventare anatema come
lo l'oggetto stesso. Lo detesterai come cosa immonda e lo
abominerai come sporcizia e luridume. Si tratta infatti di cosa
colpita da anatema [7, 25-26].
19. [Deut 8]. In un altro passo dice: Sta' all'erta e gurdati dal
dimenticare il Signore tuo Dio e dal trascurare i suoi
comandamenti, i suoi decreti e le cerimonie che oggi io ti impongo.
Non accada che, dopo aver mangiato ed esserti saziato, dopo aver
costruito belle case ed esserti in esse sistemato, dopo esserti
arricchito di bestiame grosso e minuto, d'argento, d'oro e di tutte le
altre cose pregiate, il tuo cuore monti in superbia e ti dimentichi del
Signore tuo Dio [8, 11-14].
Dopo alcuni versetti dice: Per ultimo sappi che il Signore ha avuto
misericordia di te, e quindi non dovrai in alcun modo dire: " La mia
forza e il vigore delle mie mani mi hanno procurato tutte queste
cose "; ma ti ricorderai del Signore tuo Dio, che ha somministrato a
te tutte le forze [8, 16-18].
20. [Deut 11]. E dopo un poco: Quando ne mangerete e vi
sazierete, non succeda che venga sedotto il vostro cuore e voi,
abbandonando il Signore Dio, prestiate il culto a divinit straniere e
le adoriate. Irritato, il Signore chiuderebbe il cielo [su di voi] [11,
15-17].
21. [Deut 12]. E dopo un poco: Mettete a soqquadro tutti quei
luoghi in cui hanno prestato il culto alle loro divinit i pagani, di cui
occuperete il territorio: le alture dei monti, le colline e ogni sorta di
albero frondoso. Spazzate via i loro altari e frantumate le statue;
bruciate i boschetti sacri e distruggete gli idoli, facendo scomparire
anche i loro nomi da quei luoghi [12, 2-3].
Successivamente, dopo alcune frasi, parlando degli stranieri
aggiunge: Non imitare quei popoli che al tuo ingresso sono stati
sterminati. Non ripristinare il loro rituale dicendo: " Come quelle
genti hanno adorato i loro di, cos li adorer anch'io ". Non farai un
atto simile dinanzi al Signore tuo Dio. Quei popoli infatti commisero
per le loro divinit azioni abominevoli, detestate dal Signore,
offrendo i propri figli e le proprie figlie e passandoli per il fuoco.
Presterai al Signore soltanto quel culto che io ti comando: non vi
aggiungerai nulla e nulla toglierai [12, 30-32].
22. [Deut 13]. Se sorger fra voi un profeta o chi dica d'aver sogni
e visioni, e predice un segno o un portento e la cosa preannunciata
si verifica ma lui ti dice: " Suvvia! Seguiamo gli di stranieri, che tu
non conosci e prestiamo loro culto religioso ", tu non dovrai dar
retta alle parole di tale profeta o visionario. il Signore vostro Dio
che cos vi mette alla prova perch sia palese se lo amate con tutto
il cuore e con tutta l'anima ovvero no. Voi dovete seguire il Signore
vostro Dio e lui solo temere. Osserverete i suoi comandi e
ascolterete la sua voce. Lui adorerete e a lui solo resterete fedeli.
Quanto poi a quel profeta o visionario, esso dovr essere ucciso
perch ha parlato in modo che voi vi allontanaste dal Signore
vostro Dio, che vi ha tratti fuori dal paese d'Egitto e vi ha liberati
dalla casa della schiavit. Egli voleva fuorviarti dalla strada che il
Signore tuo Dio ti aveva comandato; tu dovrai eliminare il male di
fra mezzo te. La stessa cosa potrebbe suggerirti anche il tuo
fratello, figlio di tua madre, o il tuo figlio o la tua figlia o anche la
tua moglie, che dorme sul tuo seno, o magari l'amico che tu ami
come l'anima tua. In tutta confidenza potrebbero dirti: " Suvvia!
Seguiamo gli di stranieri, che tu e i tuoi padri non avete
conosciuto: gli di dei diversi popoli che ti circondano, sia vicini che
lontani dai tuoi confini, da un capo all'altro del paese ". Non cedere
all'istigatore e non ascoltarlo! Il tuo occhio non lo risparmier, e
non avrai piet di lui trovandogli un nascondiglio. Dovrai ucciderlo
immediatamente: la tua mano sar la prima a colpirlo e dopo di te
lo colpir tutto il popolo. Sar ucciso mediante lapidazione, per aver
voluto allontanarti dal Signore tuo Dio [13, 1-10].
23. [Deut 14]. E dopo un po' dice: Non fatevi incisioni e non
tagliatevi i capelli quando sarete in lutto per un morto. Tu sei un
popolo consacrato al Signore tuo Dio [14, 1-2].
24. [Deut 15]. In un altro passo dice: Se uno dei tuoi fratelli che
dimorano dentro le porte della tua citt nel paese che ti dar il
Signore tuo Dio verr a trovarsi in miseria, tu non indurirai il tuo
cuore: dinanzi al povero non devi serrare ma aprire la mano e
dargli il prestito di cui ti accorgerai che egli ha bisogno. Non farti
entrare nel cervello l'iniquo pensiero di dire nel tuo cuore: " ormai
vicino il settimo anno, l'anno della remissione ", e per questo
distogliere gli occhi dal tuo fratello povero senza dargli in prestito
quel che ti chiede. Egli potrebbe alzare il grido verso il Signore e il
peccato ricadrebbe su di te. Al contrario, gli darai [quel che ti
chiede] e non farai il furbo nell'andare incontro alle sue necessit.
Per tale comportamento il Signore tuo Dio ti benedir in ogni tempo
e in tutte le tue imprese. Non mancheranno certamente poveri nel
paese ove abiterai, e pertanto io ti ordino di aprire la mano al tuo
fratello bisognoso e quello povero che vivono accanto a te nel tuo
paese [15, 7-11].
25. [Deut 16]. E un po' pi avanti: Nelle singole trib costituirai
giudici e maestri [della legge] con sede vicina alle porte di tutte le
citt che ti dar il Signore tuo Dio. Essi giudicheranno il popolo con
[retto] giudizio e non commetteranno parzialit. Non guardare in
faccia alle persone e ai loro regali, perch i regali accecano gli occhi
dello stesso sapiente e stravolgono le parole anche al giusto.
Pratica la giustizia con animo retto, e cos vivrai e possederai la
terra che il Signore tuo Dio ti dar [16, 18-20].
E dopo un poco: Non ti fabbricherai alcun simulacro, poich sono in
odio presso il Signore tuo Dio, e non lo collocherai su piedistalli [16,
22].
26. [Deut 17]. E dopo un altro poco: Potranno trovarsi presso di te,
nell'una o nell'altra delle citt che il Signore tuo Dio sta per darti,
uomini o donne che compiano ci che male agli occhi del Signore
tuo Dio: che cio, trasgredendo la sua alleanza, servano divinit
straniere e le adorino. Parlo del sole, della luna e di tutte le schiere
celesti, in contrasto con quanto io ti ho comandato. Se una cosa del
genere ti verr annunziata e tu la verrai a sapere, farai delle
ricerche accurate e se troverai che ci corrisponde a verit e che
effettivamente una tal cosa abominevole stata commessa in
Israele, condurrai l'uomo o la donna che hanno commesso tale
orrenda scelleratezza alle porte della tua citt e l verranno lapidati.
Li si uccider in base alla testimonianza di due o tre persone;
nessuno potr essere ucciso per la testimonianza di una persona
sola. La mano dei testimoni sar la prima ad ucciderlo;
successivamente, alla fine, interverr la mano di tutto il popolo.
Cos toglierai il male di mezzo a te [17, 2-7].
Non altrimenti detto un po' pi avanti: Se uno mosso da superbia
ricuser d'obbedire al comando del sacerdote che in quel tempo
officia nel tempio dinanzi al Signore tuo Dio o anche alle delibere
del giudice, quell'uomo dovr essere ucciso; e cos toglierai il male
da Israele. La cosa verr alle orecchie della gente e temer il
Signore, n ci sar pi chi osi montare in superbia [17, 12-13].
27. [Deut 18]. Dopo altre prescrizioni, parlando degli stranieri dice:
Gurdati dall'imitare le pratiche abominevoli di quelle genti. Non ci
sia in te chi, volendo purificarsi, faccia passare per il fuoco il figlio o
la figlia n chi consulti gli indovini o dia ascolto a sogni o a profani
auspici n chi pratichi arti magiche o incantesimi. Non andrai a
consultare gli oracoli o i veggenti, n evocherai i morti per sapere la
verit. Tutte queste cose sono in abominio presso il Signore [18, 9-
12].
28. [Deut 19]. Dopo un po' dice: Non si lever un solo uomo a
testimoniare contro un altro, qualunque sia la colpa o il misfatto [di
cui lo si incolpi]; ma ogni cosa sar ritenuta vera sulla parola di due
o tre testimoni. Se si alzer un falso teste contro una qualsiasi
persona e l'accuser di trasgressione, le due persone in causa si
presenteranno al Signore dinanzi ai sacerdoti e ai giudici in carica a
quel tempo. Essi dovranno fare delle indagini molto accurate: dopo
le quali, se risulter che il falso teste ha detto una menzogna contro
il suo fratello, lo puniranno com'egli aveva pensato di fare al suo
fratello. Cos toglierai il male di mezzo a te: la cosa verr risaputa e
tutti, mossi da timore, si asterranno dal fare altrettanto. Non gli
userai piet, ma esigerai vita per vita, occhio per occhio, dente per
dente, mano per mano, piede per piede [19, 15-21].
29. [Deut 21]. Altrove, nel medesimo libro: Pu capitare che un
uomo generi un figlio caparbio e ribelle, che non ascolta gli ordini
n del padre n della madre e per quanto messo alle strette si
rifiuta d'obbedire. In tal caso [i genitori] lo prenderanno e lo
porteranno dagli anziani della citt presso la porta dov' il
tribunale, e diranno ad essi: " Questo nostro figlio ribelle e
pervicace, rifiuta di ascoltare i nostri richiami e si d ai bagordi, alla
dissolutezza e alle crapule". Il popolo della citt lo prender a
sassate finch non sia morto. Cos toglierete il male di fra mezzo a
voi, e l'intero Israele, venendo a sapere tale cosa, sar preso da
timore [21, 18-24].
30. [Deut 22]. E dopo un po': Se vedrai un bue o una pecora che si
siano smarriti al tuo fratello, non dovrai passare oltre ma dovrai
ricondurli al tuo fratello. Anche se quel tale fratello non ti parente
e tu nemmeno lo conosci, tu accompagnerai l'animale in casa tua e
l rimarr per tutto il tempo che il tuo fratello ne alla ricerca,
finch cio non l'abbia ricuperata. Stesso comportamento nel caso
che il fratello abbia smarrito un asino o una veste o qualsiasi altro
oggetto che gli apparteneva. Se tu le trovi, non lasciarle in mezzo
alla strada ritenendole cose non tue. Se vedi che l'asino o il bue del
tuo fratello stramazzato a terra lungo la strada, non passare oltre
incurante ma aiuta il tuo fratello a rialzarlo. Una donna non potr
vestirsi con abiti da uomo n un uomo con abiti da donna. Chi fa
queste cose in abominio dinanzi al Signore [22, 1-5].
E un po' oltre: Quando costruisci una casa nuova dovrai alzare un
parapetto tutt'intorno, perch non accada che sia versato del
sangue in casa tua e tu sia colpevole, qualora uno scivoli e cada nel
vuoto [22, 8].
Dopo un altro poco: Potr accadere che un uomo, dopo aver preso
moglie, cominci a odiarla e a cercare pretesti per mandarla via.
Calunniandola gravemente potr affermare: " Ho preso in moglie
questa donna ma quando sono stato con lei ho trovato che non era
vergine ". Si leveranno allora suo padre e sua madre e condurranno
la donna agli anziani della citt che risiedono presso la porta
cittadina e mostreranno ad essi i segni della verginit di lei. Suo
padre dir: " Ho dato in moglie a costui la mia figlia ma lui ha preso
a odiarla ed per questo che l'incolpa di cosa gravissima dicendo:
"Non ho trovato vergine la tua figlia". Ecco invece i segni della sua
verginit ". E stender il panno dinanzi ai seniori della citt. Allora
gli anziani di quella citt prenderanno quell'uomo e lo
fustigheranno; inoltre gli faranno sborsare cento sicli d'argento che
verranno consegnati al padre della ragazza. Quell'uomo aveva
sparso una pessima diceria sul conto d'una vergine d'Israele: egli
dovr riprenderla in moglie n potr ripudiarla per tutto il tempo
della sua vita. Se al contrario la sua denunzia vera e si riscontra
che in quella ragazza non c' verginit, la cacceranno fuori della
porta della casa di suo padre e i suoi concittadini l'uccideranno
mediante lapidazione. Quella donna, fornicando in casa di suo
padre, ha commesso una nefandezza in Israele; e tu, cos facendo,
toglierai il male che era in mezzo al tuo popolo. Se un uomo si
accoppia con la moglie di un altro, tutti e due, cio l'adultero e
l'adultera, dovranno morire: cos estirperai il male da Israele. Se
uno sposa una ragazza ancora vergine e un altro l'incontra in citt e
giace con lei, dovrai condurre tutt'e due i colpevoli alla porta della
stessa citt, dove saranno lapidati: la giovane perch non ha
gridato aiuto pur essendo in citt, l'uomo perch ha approfittato
della moglie del suo prossimo. Cos toglierai il male di fra mezzo a
te. Ma se l'uno incontra una tale ragazza maritata quando in
campagna e l'afferra e giace con lei, dovr morire solo l'uomo; la
ragazza non subir alcuna pena n tanto meno sar condannata a
morte. come quando un brigante si apposta per uccidere un suo
fratello e lo uccide di fatto. La stessa cosa toccata alla ragazza:
essendo sola in campagna, ha gridato aiuto ma non c'era alcuno
che andasse a liberarla. Se un uomo incontra una ragazza vergine
non ancora sposata e l'afferra e giace con lei, la questione dovr
essere portata in giudizio. L'uomo che stato con lei dar al padre
della giovane cento sicli d'argento e la prender in moglie e,
avendola antecedentemente umiliata, non potr ripudiarla per tutti i
giorni della sua vita. Nessuno potr prendere in moglie la moglie di
suo padre n scoprire quanto lei tiene coperto [22, 13-30].
31. [Deut 23]. E dopo un poco: Tra le figlie d'Israele nessuna
praticher la prostituzione [sacra] n tra i figli d'Israele ci sar chi
si prostituisca [23, 17].
E dopo un poco: Non presterai al tuo fratello denaro o frumento o
altra cosa esigendone l'interesse, lo esigerai invece dagli stranieri
[23, 19-20].
E dopo alcuni versetti: Se avrai fatto un voto al Signore tuo Dio,
non tardare ad adempierlo, perch il Signore tuo Dio lo richiede e,
se tu tarderai ad adempierlo, ti sar ascritto a peccato. Se non
avrai avuto l'intenzione di promettere, sarai esente da peccati, ma
quando una promessa uscita dalle tue labbra la rispetterai e farai
secondo quel che hai promesso al Signore tuo Dio e secondo la
parola che uscita dalla tua volont e dalla tua bocca [23, 21-23].
32. [Deut 24]. Poco dopo afferma: Come pegno non prenderai n
la mola inferiore n quella superiore: questo sarebbe come se egli ti
cedesse qualcosa della propria vita. Se si scopre che uno ha
abbindolato un suo fratello, un israelita, e vendendolo [come
schiavo] ne abbia ricavato un compenso in danaro, il rapitore
dev'essere ucciso. Cos toglierai il male di mezzo a te [24, 6-7].
E dopo alcuni versetti dice: Per riprenderti una cosa che il tuo vicino
deve restituirti non potrai varcare la soglia della sua casa per
prenderne il pegno, ma te ne starai fuori e lui ti consegner quel
che possiede. Che se egli un povero, il suo pegno non rester una
nottata presso di te, ma glielo restituirai subito, prima che tramonti
il sole, in modo che lui, addormentandosi nel suo vestito, ti
benedica e tu risulti giusto dinanzi al Signore tuo Dio. Non ricuserai
il salario dovuto al tuo fratello bisognoso e povero e nemmeno al
forestiero che abita nella tua terra e risiede dentro le tue porte. Il
prezzo del suo lavoro gli dev'essere consegnato nel giorno stesso
prima che tramonti il sole. Egli povero e col lavoro tira avanti la
vita; n deve succedere che egli invochi contro di te il Signore e il
tuo comportamento ti sia ascritto a peccato. Non si dovranno
mettere a morte i padri invece dei figli n i figli invece dei padri.
Ciascuno morir per il proprio peccato [24, 10-16].
E dopo alcuni versetti: Quando mieterai le messi nel tuo campo, se
per dimenticanza ti rimarr indietro qualche mannello, non tornerai
indietro a prenderlo, ma lascerai che lo prenda il forestiero, l'orfano
e la vedova. Cos ti benedir il Signore tuo Dio in ogni opera delle
tue mani. Se raccogliendo il frutto dell'olivo ti rimane qualcosa sulla
pianta, non tornerai a coglierlo ma lo lascerai al forestiero,
all'orfano e alla vedova. Vendemmiando la tua vigna, non andrai a
cogliere i grappoli che ti sono rimasti [sulla pianta]: essi sono
destinati al forestiero, all'orfano e alla vedova. Ricorda che sei stato
schiavo in Egitto, ed per questo che io ti comando di fare ci [24,
19-22].
33. [Deut 25]. Se fra pi persone sorger una lite, s'interpelleranno
i giudici e questi daranno la mano in riconoscimento della giustizia a
colui che riscontreranno giusto e condanneranno con la pena degli
empi colui che giudicheranno empio. Se riscontreranno che il
colpevole merita battiture, lo faranno stendere a terra e lo faranno
battere dinanzi ai loro occhi. Il numero delle percosse sar
proporzionato alla gravit della colpa, badando tuttavia a non
superare i quaranta colpi, perch non succeda che il tuo fratello,
piagato oltre misura, muoia dinanzi a te [25, 1-3].
E dopo un poco: Caso di due uomini che litigando vengano a
picchiarsi reciprocamente. Se la moglie dell'uomo, per liberare suo
marito dalle mani del pi forte di lui, stende la mano e lo afferra per
le vergogne, tu taglierai la mano a questa donna senza lasciarti
prendere da alcuna piet verso di lei. Non avrai nel tuo sacchetto
pesi differenti, uno pi grande e l'altro pi piccolo, n sar in casa
tua un moggio pi grande e un altro pi piccolo; ma avrai pesi
giusti e precisi e misure uguali ed esatte [25, 11-15].
34. [Deut 27]. Dopo molte ingiunzioni dice: Maledetto chi fabbrica
un idolo scolpito o fuso, opera delle mani di un artefice e abominio
dinanzi al Signore, e lo collocher in luogo occulto. Tutto il popolo
rispondendo dir: Amen! Maledetto chi non onora suo padre e sua
madre. Tutto il popolo dir: Amen! Maledetto chi sposta i termini
[al campo] del suo vicino. Tutto il popolo dir: Amen!. Maledetto chi
fa sbagliare al cieco la via. Tutto il popolo dir: Amen! Maledetto chi
sovverte il giudizio del forestiero, del pupillo e della vedova. Tutto il
popolo dir: Amen! Maledetto colui che giace con la moglie di suo
padre, sollevando le coperte del suo letto. Tutto il popolo dir:
Amen! Maledetto chiunque si accoppia con una bestia. Tutto il
popolo dir: Amen! Maledetto chiunque si unisce con sua sorella,
figlia di suo padre o di sua madre. Tutto il popolo dir: Amen!
Maledetto colui che ha rapporti sessuali con la suocera. Tutto il
popolo dir: Amen! Maledetto chi uccide il suo prossimo
clandestinamente. Tutto il popolo dir: Amen! Maledetto colui che
accetta mance per uccidere l'innocente. Tutto il popolo dir: Amen!
[27, 15-25].
Abbiamo fin qui riportato quelle parti dei libri di Mos che ci
sembrava doveroso riportare. Dopo di loro vengono i libri chiamati:
Libro di Ges figlio di Nave, Libro dei Giudici, Libro dei Regni, Libro
dei Paralipomeni. In essi dato leggere pi la storia di fatti
avvenuti che non precetti di buona condotta; tuttavia mi parso
bene non omettere in quest'opera le seguenti norme, pochissime in
verit, tratte dal libro di Ges figlio di Nave.
DAL LIBRO DI GIOSU
35. [Ios 22]. Ora tornate indietro e recatevi alle vostre tende, nella
terra del vostro possesso che vi ha assegnato al di l del Giordano
Mos, servo del Signore. Badate per con premura a mettere in
pratica i comandamenti e la legge che vi ha imposto Mos, servo
del Signore, che questa: Amerete il Signore vostro Dio e
camminerete nelle sue vie; osserverete i suoi comandamenti e gli
sarete fedeli, servendolo con tutto il cuore e con tutta la vostra
anima [22, 4-5].
36. [Ios 23]. In un altro passo dice: Quando sarete entrati nel
territorio delle genti che sono dentro i vostri confini, voi non
dovrete giurare nel nome dei loro di, n prestare loro il culto o
adorarli. Voi dovrete essere fedeli al Signore vostro Dio, come
avete fatto fino al giorno d'oggi [23, 7-8].
Nel libro dei Salmi ci sarebbero molte cose da riportare, sebbene
spesse volte si tratti solo di ripetizioni. Cercher tuttavia di
limitarmi il pi possibile, per non rendere troppo lungo questo libro,
scritto principalmente perch lo si tenga a memoria.
DAL LIBRO DEI SALMI
37. [Ps 1]. Beato l'uomo che non procede secondo la condotta degli
empi e non s'intrattiene nella via dei peccatori e non siede sulla
cattedra dei beffardi: ma nella legge del Signore la sua
compiacenza e la legge di lui medita giorno e notte [1, 1-2].
38. [Ps 2]. E ora intendete bene voi, re; e voi, giudici della terra,
lasciatevi istruire. Servite il Signore con timore, e con trepidazione
giubilate. Adoratelo con purit, affinch non succeda che egli si adiri
e voi smarriate la via. Quando repentina s'infiammer la sua
collera, beati tutti coloro che sperano in lui [2, 10-13].
39. [Ps 4]. Figli dell'uomo, mia fulgida gloria, perch amate
ignominiosamente la vanit e correte dietro alla menzogna? [4, 3].
E poco dopo: Se vi adirate, state attenti a non peccare. Sui vostri
giacigli parlate in cuor vostro ma tacete [con le labbra]. Offrite al
Signore il sacrificio della giustizia e confidate in lui [4, 5-6].
40. [Ps 5]. Tu non sei un Dio che si compiace dell'iniquit. Non
abita presso di te il malvagio; gli iniqui non trovano posto dinanzi al
tuo sguardo. Tu detesti quanti operano il male, condanni alla
perdizione chi dice menzogne. Il Signore abomina l'uomo
sanguinario e ingannatore [5, 5-7].
41. [Ps 14]. Signore, chi soggiorner nella tua tenda? Chi abiter
sul tuo monte santo? Colui che cammina senza colpa, opera la
giustizia e dice la verit nel suo cuore; colui che non di lingua
lunga, non reca danno al suo amico e non tollera che si insulti il suo
vicino. Ai suoi occhi spregevole il malvagio, d invece gloria a chi
teme il Signore. Quando giura, anche se la cosa gli torna molesta,
non cambia: non presta con usura il suo denaro e non accetta doni
contro l'innocente. Chi agisce cos avr stabilit eterna [14, 1-4].
42. [Ps 23]. Chi salir il monte del Signore e chi star nel suo luogo
santo? Chi ha mani innocenti e cuore puro; chi non innalza la sua
anima mosso da vanit n giura il falso. Un tale uomo ricever la
benedizione dal Signore e la giustizia da Dio suo salvatore [23, 3-
5].
43. [Ps 26]. Il Signore mia luce e mia salvezza: chi temer? Il
Signore la fortezza della mia vita: di chi avr paura? [26, 1].
E dopo quattro versetti: Anche se si leveranno contro di me
accampamenti, il mio cuore non temer. Se infurier contro di me
la battaglia, anche allora avr fiducia. Una cosa ho chiesto al
Signore, questa sola bramer: abitare nella casa del Signore tutti i
giorni della mia vita per vedere la bellezza del Signore e
contemplare il suo tempio [26, 3-4].
Ancor oltre dice: Cos ti ha parlato il mio cuore: Io ho cercato il tuo
volto; il tuo volto, Signore, continuer sempre a cercare [26, 8].
E pi avanti: Aspetta il Signore! Sii forte e si irrobustisca il tuo
cuore, e aspetta con perseveranza il Signore [26, 14].
44. [Ps 27]. Non accomunarmi con gli empi n con coloro che
operano l'iniquit: con coloro che parlano di pace ai propri amici
mentre nel loro cuore covano malizia [27, 3].
45. [Ps 30]. Siate forti e si irrobustisca il vostro cuore, o voi [tutti]
che sperate nel Signore [30, 25].
46. [Ps 31]. Non siate come il cavallo e il mulo, animali privi
d'intelletto. Stringi la loro bocca con morso e briglie quando a te
non si avvicinano. Molti sono i dolori dell'empio, la misericordia
invece circonda chi confida nel Signore. Rallegratevi nel Signore e
siate lieti voi, giusti; godete voi tutti, retti di cuore [31, 9-11].
47. [Ps 32]. O giusti, lodate il Signore; ai retti si addice la lode [32,
1].
E altrove: Beato il popolo che ha come Dio il Signore, il popolo che
il Signore si scelto come sua eredit [32, 12].
48. [Ps 33]. Benedir il Signore in ogni tempo: la sua lode sar
sempre sulla mia bocca. Nel Signore si glorier la mia anima:
questo ascoltino i miti e ne gioiscano. Lodate con me il Signore;
esaltiamo insieme il suo nome [33, 2-4].
E dopo pochi versetti: Gustate e vedete quanto buono il Signore:
beato l'uomo che spera in lui. Temete il Signore, voi suoi santi,
poich non soffrono miseria quelli che lo temono. Uomini forti come
leoni caddero in povert ed ebbero fame; a chi teme il Signore non
mancher alcun bene. Venite, figli, ascoltatemi: vi insegner il
timore del Signore. Chi l'uomo che vuole la vita e ama vedere
giorni di prosperit? Preserva la tua lingua dal male e le tue labbra
non pronunzino inganni. Allontnati dal male e fa' il bene; cerca la
pace e perseguila [33, 9-15].
E dopo sette versi: Il Signore vicino a chi ha il cuore contrito; egli
salva gli spiriti affranti [33, 19].
49. [Ps 36]. Non litigare con i malvagi e non invidiare coloro che
commettono iniquit. Essi infatti verranno schiacciati in un battere
d'occhio come il fieno, e come l'erba verde marciranno. Spera nel
Signore e fa' il bene: finch sei pellegrino sulla terra ti nutra la
fede. Riponi la tua gioia nel Signore ed egli ti dar quanto il tuo
cuore desidera. Volgi al Signore la tua via e confida in lui: egli
interverr e far sorgere come luce la tua giustizia e il tuo diritto
come il meriggio. Sta' in silenzio dinanzi al Signore e spera in lui.
Non indignarti per colui che ha successo in ogni sua impresa, per
l'uomo che riesce a fare ogni cosa che gli viene pensata. Deponi
l'ira e smettila con la rabbia! Non andare in escandescenze: faresti
del male. Chi opera il male va in rovina; chi ha fiducia nel Signore
erediter la terra. Ancora un poco, infatti, e l'empio pi non sar;
cercherai la sua dimora ma non la troverai. I miti al contrario
erediteranno la terra e si allieteranno in una pace sconfinata [36, 1-
11].
E poco dopo: Il poco del giusto val pi che non le cospicue
ricchezze dell'empio, poich le braccia degli empi saranno spezzate,
mentre i giusti saranno esaltati dal Signore [36, 16-17].
E dopo un po': Allontnati dal male e fa' il bene [36, 27].
E altrove: Spera nel Signore e rimani nella sua via: egli ti
glorificher dandoti il possesso della terra. Conserva la semplicit e
volgi lo sguardo alla rettitudine: l'uomo retto avr pace al termine
della vita [36, 34. 37].
50. [Ps 39]. Beato l'uomo che ripone nel Signore la sua fiducia e
non si volge alla superbia e alle vanit illusorie [39, 5].
51. [Ps 43]. Nel Signore ci rallegreremo tutto il giorno;
celebreremo in eterno il suo nome [43, 9].
E poco dopo: Tutte queste cose ci sono capitate, anche se noi non ti
avevamo dimenticato n avevamo tradito il tuo patto. Il nostro
cuore infatti non si volto indietro n i nostri passi hanno
abbandonato la tua via; ma tu ci hai precipitati nel regno dei
dragoni e ci hai coperti con l'ombra di morte. Se avessimo
dimenticato il nome del nostro Dio e avessimo teso le mani a un dio
straniero, forse che Dio non ce ne avrebbe chiesto ragione? Egli
infatti conosce i pensieri del cuore. In realt noi siamo messi a
morte tutto il giorno a causa tua; siamo ritenuti un gregge da
macello [43, 18-22].
52. [Ps 46]. Cantate a Dio, cantate! Cantate al nostro re, cantate!
Dio re di tutta la terra: cantate abilmente! [46, 7-8].
53. [Ps 49]. Offri a Dio il sacrificio della lode e adempi i voti fatti
all'Altissimo. Mi invocherai nel giorno della tribolazione: io ti
liberer e tu mi darai gloria. All'empio, viceversa, dice Dio: Come
fai tu a narrare i miei precetti e a mettere sulla tua bocca le mie
alleanze? Tu hai in odio la disciplina e le mie parole te le getti dietro
le spalle. Se vedevi un ladro t'accordavi con lui, e la tua simpatia
era per gli adlteri. Aprivi la tua bocca al male e la tua lingua ordiva
inganni. Sedendo sparlavi di tuo fratello, e contro il figlio di tua
madre scagliavi insulti. Tu hai fatto questo e io ho taciuto; tu allora
hai pensato che io fossi come te. Ti rimprovero, ti pongo dinanzi ai
tuoi occhi. Comprendete questo voi che dimenticate Dio, affinch io
non vi prenda al laccio e nessuno vi liberi. Chi offre il sacrificio della
confessione mi d gloria; a colui che cammina rettamente mostrer
la salvezza di Dio [49, 14-23].
54. [Ps 50]. Mondami dalla mia colpa e dal mio peccato. Perch io
riconosco la mia colpa e il mio peccato mi sta sempre dinanzi [50,
4-5].
E altrove: Sacrificio per il Signore un cuore affranto: un cuore
contrito e umiliato tu, Dio, non disprezzi [50, 19].
55. [Ps 51]. O potente, perch ti vanti della malizia? La
misericordia di Dio dura tutto il giorno. La tua lingua macchina
insidie, come rasoio affilato, operatore di inganni. Ami il male pi
del bene, la menzogna pi del parlare sincero. Lingua ingannatrice,
tu ami ogni parola che tende a rovinare, ma Dio ti abbatter per
sempre, ti impaurir, ti strapper dalla tenda e ti sradicher dalla
terra dei viventi. I giusti vedranno e ne avranno timore; e
irridendolo diranno: Ecco un uomo che non ha riposto in Dio la sua
forza ma ha sperato nelle sue grandi ricchezze e si consolidato
nelle sue insidie. Io invece [sar] come olivo sempre verde nella
casa di Dio, poich ho sperato nella misericordia di Dio nei secoli
eterni. Canter senza fine le tue lodi, perch cos hai agito;
confider nel tuo nome alla presenza dei tuoi santi, poich ci
buono [51, 3-11].
56. [Ps 61]. Sperate sempre in lui, o popoli; aprite il vostro cuore
davanti a lui. Dio la nostra speranza. Vanit sono invece i figli di
Adamo, menzogna tutti i figli dell'uomo: tutti allo stesso modo
commettono frodi usando bilance false. Non confidate nella calunnia
e non illudetevi commettendo rapine. Alla ricchezza, anche se
abbonda, non attaccate il cuore [61, 9-11].
57. [Ps 63]. Si rallegrer il giusto nel Signore e confider in lui [63,
11].
58. [Ps 68]. Per amor tuo ho sopportato insulti e di confusione si
coperto il mio volto. Sono diventato un estraneo ai miei fratelli, un
forestiero ai figli di mia madre, perch lo zelo per la tua casa mi
divora ed ricaduto su di me l'insulto di chi ti insulta. Ho afflitto la
mia anima col digiuno, ed stato un disonore per me. Ho indossato
come vestito un sacco e sono diventato il loro zimbello. Contro di
me sparlavano quelli che sedevano sulla porta e mi canzonavano i
bevitori di vino [68, 8-13].
E un po' dopo: Adorer il nome di Dio con il cantico, lo glorificher
con la confessione; e ci piacer al Signore pi che l'offerta di un
giovane vitello fornito di corna e di unghie. Ci vedendo, i miti si
allieteranno. Vivr l'anima di voi che cercate il Signore, poich il
Signore esaudisce i poveri [68, 31-34].
59. [Ps 72]. Quanti si allontanano da te periscono: tu disperdi chi
empiamente ti abbandona. Quanto a me, invece, cosa buona
stare vicino a Dio: ho riposto la mia speranza nel Signore Dio per
narrare tutte le tue promesse [72, 27-28].
60. [Ps 75]. Fate voti al Signore vostro Dio e adempiteli. Quanti
sono attorno a lui offriranno doni al Terribile: a colui che toglie lo
spirito ai comandanti, a colui che terribile con i re della terra [75,
12-13].
61. [Ps 77]. Popolo mio, ascolta la mia legge; inclinate i vostri
orecchi alle parole della mia bocca. Aprir la mia bocca in
linguaggio parabolico, pronunzier parole velate dai tempi antichi
[77, 1-2].
E in un altro passo: Essi le narreranno ai loro figli, affinch
ripongano in Dio la loro speranza e non dimentichino i suoi decreti
ma osservino i suoi comandamenti [77, 6-7].
62. [Ps 80]. Lodate Dio nostra forza, giubilate al Dio di Giacobbe
[80, 2].
E altrove: O Israele, se tu mi ascoltassi! Non siano in mezzo a te
divinit straniere e non adorare divinit di altri popoli: io sono il
Signore tuo Dio [80, 9-11].
63. [Ps 81]. Fino a quando giudicherete ingiustamente e userete
preferenze verso gli empi? Giudicate favorendo il povero e il pupillo,
trattate con giustizia il bisognoso e il nullatenente [81, 2-3].
64. [Ps 83]. Beati coloro che abitano nella tua casa! Sempre
cantano le tue lodi. Beato l'uomo che trova in te la sua forza e nel
suo cuore albergano le tue prescrizioni. Passando per la valle del
pianto, la cambieranno in una fonte. Il [loro] maestro sar inoltre
vestito di benedizione. Andranno di vigore in vigore; compariranno
dinanzi a Dio in Sion [83, 5-8].
E un poco avanti: migliore un giorno nei tuoi atri che mille
[altrove]. Ho preferito essere un disprezzato nella casa del mio Dio
piuttosto che abitare nelle tende degli empi [83, 11].
65. [Ps 91]. bello lodare il Signore e cantare salmi al tuo nome, o
Altissimo [91, 2].
66. [Ps 93]. Comprendete, voi stolti del popolo, e voi, privi di
sapienza, diventate finalmente saggi! [93, 8].
E un po' avanti: Beato l'uomo che tu, Signore, istruisci e ammaestri
nella tua legge, sicch trovi riposo nel giorno dell'afflizione, quando
all'empio viene scavato il precipizio [93, 12-13].
67. [Ps 94]. Venite, adoriamo e curviamoci; pieghiamo le ginocchia
dinanzi al Signore, nostro creatore [94, 6].
E dopo due versi: Oggi, se ascoltate la sua voce, non indurite i
vostri cuori come nella ribellione, come nel giorno in cui tentaste
[Dio] nel deserto [94, 8-9].
68. [Ps 95]. Cantate al Signore un cantico nuovo; cantate al
Signore, [voi di] tutta la terra. Cantate al Signore, benedite il suo
nome, annunziate ogni giorno la sua salvezza. Narrate alle genti la
sua gloria, a tutti i popoli le sue meraviglie [95, 1-3].
Dopo sei versetti: Tributate al Signore, o famiglie dei popoli,
tributate al Signore gloria e potenza. Date al Signore gloria per il
suo nome. Presentate doni ed entrate nei suoi atri. Adorate il
Signore nel suo magnifico santuario [95, 7-9].
69. [Ps 96]. Odiate il male, voi che amate il Signore [96, 10].
E dopo tre versetti: Allietatevi, giusti, nel Signore, e glorificate il
suo santo nome [96, 12].
70. [Ps 97]. Giubilate al Signore [voi di] tutta la terra! Alzate la
voce nella lode e nel canto [97, 4].
71. [Ps 98]. Esaltate il Signore nostro Dio; adorate lo sgabello dei
suoi piedi, perch santo! [98, 5].
72. [Ps 99]. Giubilate al Signore [voi di] tutta la terra! Servite il
Signore nella gioia, entrate con lodi alla sua presenza. Sappiate che
il Signore Dio: egli ci ha fatti e noi siamo suoi [99, 2-3].
E dopo un versetto: Varcate le sue porte con rendimento di grazie, i
suoi atri con inni di lode: date a lui gloria! [99, 4].
73. [Ps 100]. Camminer con cuore semplice dentro la mia casa,
n porr dinanzi ai miei occhi le azioni di Belial. Detesto chi compie
opere perverse; non mi sta vicino. Chi ha il cuore maligno si dovr
allontanare da me; il cattivo voglio ignorarlo; chi di nascosto sparla
a danno del suo prossimo, voglio ucciderlo. Chi superbo di occhi e
altezzoso di cuore, mai vorr stare insieme con lui. I miei occhi
sono rivolti ai fedeli del paese perch abitino insieme con me; chi
cammina nella via dell'onest sar al mio servizio. Non abiter nella
mia casa chi agisce con inganno; chi proferisce menzogna non sar
gradito ai miei occhi. Al mattino sterminer tutti gli empi del paese;
uccider nella citt del Signore tutti coloro che commettono iniquit
[100, 2-8].
74. [Ps 102]. La misericordia del Signore da sempre e per sempre
si stende su quanti lo temono; la sua giustizia giunge fino ai figli dei
figli per coloro che osservano il suo patto e ricordano i suoi precetti
mettendoli in pratica [102, 17-18].
75. [Ps 104]. Celebrate il Signore, invocate il suo nome! Palesate
alle genti i suoi pensieri; cantate e salmeggiate in suo onore.
Parlate di tutte le sue meraviglie ed esultate nel suo santo nome: si
rallegri il cuore di chi cerca il Signore. Cercate il Signore e la sua
potenza; cercate sempre il suo volto. Ricordate le grandi opere da
lui compiute, i suoi portenti e i giudizi della sua bocca [104, 1-5].
76. [Ps 107]. Pronto il mio cuore, o Dio; [ti] canter inni e salmi
poich tu sei la mia gloria. Alzatevi, salterio e cetra! Mi alzer di
buon mattino e in mezzo ai popoli innegger a te, o Signore: ti
celebrer in mezzo alle nazioni [107, 2-4].
77. [Ps 110]. Canter al Signore con tutto il mio cuore nel consesso
dei giusti e nell'assemblea [110, 1].
E altrove: Principio della sapienza il timore del Signore: scienza
santa per quanti la praticano. La sua lode dura per sempre [110,
10].
78. [Ps 111]. Beato l'uomo che teme il Signore: nei suoi
comandamenti trova pieno diletto [111, 1].
E dopo cinque versetti: Felice l'uomo pietoso, che d in prestito e
distribuisce i suoi beni con [retto] giudizio. Egli non vaciller in
eterno. Il giusto sar ricordato con memoria eterna; non avr a
temere sentenza cattiva. Pronto il suo cuore poich confida nel
Signore; saldo il suo cuore, non teme vedendo [confusi] i suoi
nemici. Egli largheggia, d ai poveri: la sua giustizia rimane per
l'eternit, la sua potenza s'innalza nella gloria. L'empio vede e si
adira, digrigna i denti e si consuma; ma il desiderio degli empi
svanisce [111, 5-10].
79. [Ps 112]. Lodate il Signore, suoi servi; lodate il nome del
Signore. Sia benedetto il nome del Signore ora e in eterno! Dal
sorgere del sole al suo tramonto sia lodato il nome del Signore!
[112, 1-3].
80. [Ps 113]. Gli idoli delle genti sono argento e oro, opera delle
mani degli uomini. Hanno bocca e non parlano, hanno occhi e non
vedono, hanno orecchi e non odono, etc. [113, 4-6].
E dopo un po': Siano come loro quelli che li fabbricano e chiunque
in essi confida. Israele confida nel Signore: loro aiuto e
protezione. La casa di Aronne confida nel Signore: loro aiuto e
protezione. Chi teme il Signore confida nel Signore: loro aiuto e
protezione [113, 8-11].
81. [Ps 115]. Ho creduto anche quando dicevo: Sono in
un'afflizione troppo grande [115, 10].
E dopo un po': Cosa render al Signore per quanto mi ha dato?
Prender il calice della salvezza e invocher il nome del Signore.
Preziosa agli occhi del Signore la morte dei suoi santi [115, 15].
E dopo tre versetti: Ti offrir il sacrificio della lode e invocher il
nome del Signore. Render i miei voti al Signore dinanzi a tutto il
suo popolo, negli atri della casa del Signore, in mezzo a te,
Gerusalemme [115, 17-19].
82. [Ps 116]. Lodate il Signore, o genti tutte; unitevi nella lode, o
popoli del mondo [116, 1].
83. [Ps 117]. Celebrate il Signore perch buono, perch in eterno
[dura] la sua misericordia. Dica Israele: " Eterna la sua
misericordia ". Dica la casa di Aronne: " Eterna la sua
misericordia ". Dicano quanti temono il Signore: " Eterna la sua
misericordia ". Nella tribolazione ho invocato il Signore, e il Signore
mi ha generosamente esaudito [117, 1-5].
E dopo cinque versi: meglio sperare nel Signore che sperare
nell'uomo; meglio sperare nel Signore che sperare nei potenti
[117, 8-9].
E dopo otto versetti: Mia forza e mio vanto il Signore; egli stato
la mia salvezza. Voci di lode e di salvezza nelle tende dei giusti
[117, 14-15].
84. [Ps 118]. Beati coloro che nel cammino della vita sono senza
da colpa, coloro che camminano nella legge del Signore. Beati
coloro che rispettano le sue testimonianze e lui cercano con tutto il
cuore [118, 1-2].
E altrove: Camminer in luoghi spaziosi perch ho cercato i tuoi
precetti; parler delle tue testimonianze davanti ai re e non sar
confuso; gioir nei tuoi comandi che ho amati, alzer le mie mani
verso i tuoi precetti che ho amati e parler delle tue prescrizioni
[118, 45-48].
E dopo quattro versi: Non ho deviato dalla tua legge; mi sono
ricordato dei tuoi giudizi che sono eterni, Signore, e ne sono stato
consolato. Mi ha invaso il terrore a causa degli empi che hanno
abbandonato la tua legge. Erano canti per me i tuoi precetti nel
luogo del mio pellegrinaggio. Di notte mi sono ricordato del tuo
nome, Signore, e ho osservato la tua legge. Questo mi accaduto
perch ho osservato i tuoi precetti. Ho detto: Mio retaggio, Signore,
conservare la tua parola. Con tutto il cuore ho supplicato il tuo
volto: Piet di me secondo la tua parola. Ho considerato le mie vie;
ho volto i miei passi verso le tue testimonianze. Mi sono affrettato e
non sono stato negligente nell'osservare i tuoi precetti. Le funi degli
empi mi hanno avviluppato, ma io non ho dimenticato la tua legge.
A mezzanotte mi lever a celebrare le tue lodi a motivo dei tuoi
giusti giudizi. Io sono dalla parte di tutti coloro che ti temono ed
osservano i tuoi precetti [118, 51-63].
E dopo pochi versi: Io, al contrario, osservavo i tuoi precetti con
tutto il cuore. Il mio cuore divenne grasso come lardo, io invece
continuavo a meditare sulla tua legge. Buon per me se sono stato
afflitto: cos ho imparato i tuoi precetti. La tua legge per me
superiore a chili d'oro e d'argento [118, 69-72].
E dopo pochi versi: La tua legge la mia gioia [118, 77].
E dopo un po': Io parler dei tuoi precetti [118, 78].
E dopo un po': Non ho dimenticato i tuoi precetti [118, 83].
E dopo due versetti: I superbi mi hanno scavato fosse, ma loro non
procedono secondo la tua legge [118, 85].
E dopo due versi: Per poco non mi annientavano sulla terra, ma io
non ho abbandonato i tuoi precetti [118, 87].
E dopo sette versi: Se la tua legge non fosse la mia gioia, con ogni
probabilit sarei perito nella mia afflizione. Non dimenticher mai i
tuoi precetti, nei quali mi hai dato la vita. Io sono tuo: salvami
poich ho ricercato i tuoi precetti. Gli empi mi hanno teso agguati
per rovinarmi: voglio meditare sulla tua testimonianza. Di ogni cosa
perfetta ho visto il limite; il tuo comando grande oltremisura.
Quanto ho amato la tua legge! Tutto il giorno la vado meditando
[118, 92-97].
E dopo un poco: Da ogni via di male ho distolto i miei piedi per
osservare la tua parola. Non mi sono allontanato dai tuoi giudizi
perch tu mi hai illuminato. Quanto dolce al mio palato il tuo dire!
Pi del miele alla mia bocca. Ho meditato i tuoi precetti; per questo
odio ogni via di menzogna. La tua parola lampada ai miei piedi,
luce nel mio cammino [118, 101-105].
E dopo cinque versi: La mia anima sempre in pericolo, ma io non
dimentico la tua legge. Gli empi hanno posto un laccio davanti a
me, ma io non ho deviato dai tuoi precetti. Le tue testimonianze
sono la mia eredit per sempre; esse sono la gioia del mio cuore.
Ho piegato il mio cuore all'adempimento dei tuoi giusti decreti in
vista della ricompensa eterna. Odio gli irrequieti e amo la tua legge.
Tu sei mio protettore e mio scudo: io ho sperato nella tua parola.
Allontanatevi da me, malvagi! Io voglio osservare gli ordini del mio
Dio [118, 105-115].
E dopo sette versi: Come rifiuti consideri tutti gli empi del paese:
per questo amo le tue testimonianze. Inorridisce la mia carne da te
impaurita: io temo il tuo giudizio. Ho praticato il diritto e la
giustizia: non abbandonarmi alle brame di chi mi calunnia [118,
119-121].
E dopo alcuni versetti: Ho amato i tuoi comandamenti pi dell'oro e
del topazio; ho rivolto le mie vie verso tutti i tuoi precetti; ho odiato
ogni via di menzogna. Meravigliose sono le tue testimonianze: per
questo la mia anima le ha custodite [118, 127-129].
E dopo due versetti: Ho aperto la bocca e tratto un respiro, perch
desidero i tuoi comandi [118, 131].
E in un altro passo: Mi consuma il mio zelo perch i miei nemici
hanno dimenticato le tue parole. Molto accetta mi la tua parola, e
il tuo servo la predilige. Io sono piccolo e merito disprezzo, ma non
dimentico i tuoi precetti [118, 139-141].
E dopo tre versi: Nei tuoi comandamenti la mia compiacenza
[118, 143].
E un po' dopo: Guarda alla mia afflizione e liberami, perch non ho
dimenticato la tua legge [118, 153].
E dopo sei versetti: Sono molti coloro che mi perseguitano e
affliggono, ma io non mi allontano dalle tue testimonianze. Ho visto
i trasgressori e mi sono rattristato, perch non rispettano la tua
parola. Guarda, Signore, come ho amato i tuoi precetti e dammi
vita secondo la tua misericordia [118, 157-159].
E dopo quattro versi: Io godo per la tua parola come chi trova un
grosso bottino. Odio la menzogna e la detesto: amo la tua legge.
Sette volte al giorno ti lodo per i tuoi giusti giudizi. Grande pace per
chi ama la tua legge: senza inciampi il suo cammino. Signore, ho
atteso la tua salvezza e ho messo in pratica i tuoi comandamenti.
L'anima mia ha custodito le tue testimonianze e le ha amate di gran
cuore. Ho custodito i tuoi precetti e le tue testimonianze: le mie vie
sono tutte dinanzi ai tuoi occhi [118, 162-168].
E dopo otto versi: Mi aiuti la tua mano perch ho scelto i tuoi
precetti. Signore, desidero la tua salvezza, e la tua legge la mia
delizia [118, 173-174].
E dopo due versi: Come pecora smarrita vado errando: cerca il tuo
servo perch non ho dimenticato i tuoi comandamenti [118, 176].
85. [Ps 119]. Io parlo di pace; essi osteggiano le mie parole [119,
7].
86. [Ps 121]. Impetrate la pace per Gerusalemme. Beati coloro che
l'amano! [121, 6].
E dopo due versi: Per i miei fratelli e i miei vicini ti auguravola
pace; per la casa del Signore nostro Dio ricercavo il tuo bene [121,
8-9].
87. [Ps 122]. Levo i miei occhi a te che abiti nei cieli. Ecco, come
gli occhi degli schiavi alle mani dei loro padroni e gli occhi della
schiava alla mano della sua padrona, cos i nostri occhi [sono
rivolti] al Signore nostro Dio finch abbia piet di noi [122, 1-2].
88. [Ps 124]. Chi confida nel Signore come il monte Sion: esso
stabile, [e] Gerusalemme sar abitata per sempre [124, 1].
89. [Ps 127]. Beato l'uomo che teme il Signore, che cammina nelle
sue vie [127, 1].
90. [Ps 129]. Ho atteso il Signore; l'anima mia lo ha atteso; e ho
aspettato la sua parola [129, 4].
91. [Ps 130]. Signore, non si inorgoglito il mio cuore n i miei
occhi hanno guardato in alto con alterigia; non ho camminato per la
via della grandezza o del sensazionale, sopra di me. Non ho avuto
propositi superbi ma ho fatto tacere la mia anima. Come bimbo
svezzato verso sua madre, cos privata di latte, si volge a me
l'anima mia. Attendi il Signore, o Israele, adesso e per sempre
[130, 1-3].
92. [Ps 132]. Ecco quanto bello e soave che i fratelli dimorino uniti
[132, 1].
93. [Ps 133]. Ecco, benedite il Signore voi tutti, servi del Signore;
voi che state nella casa del Signore, negli atri della casa del nostro
Dio. Durante le notti alzate le mani verso il santuario e benedite il
Signore [133, 1-2].
94. [Ps 134]. Lodate il nome del Signore; voi, servi, lodate il
Signore; voi che state nella casa del Signore, negli atri della casa
del nostro Dio. Lodate il Signore perch buono il Signore; cantate
al suo nome perch ci doveroso [134, 1-2].
E dopo un po': Gli idoli delle genti sono argento e oro, opera delle
mani dell'uomo. Hanno bocca ma non parlano; hanno occhi ma non
vedono, etc. [134, 15-16].
E dopo un po': Diventino simili a loro quelli che li fabbricano e tutti
quelli che in essi confidano. Casa d'Israele, benedici il Signore; casa
di Aronne, benedici il Signore; quanti temete il Signore benedite il
Signore [134, 18-20].
95. [Ps 135]. Celebrate il Signore perch buono, perch in eterno
[dura] la sua misericordia. Celebrate il Dio degli di, perch in
eterno [dura] la sua misericordia. Celebrate il Signore dei signori,
perch in eterno [dura] la sua misericordia [135, 1-3].
Alla fine del Salmo: Celebrate il Dio del cielo, perch in eterno
[dura] la sua misericordia [135, 26].
96. [Ps 136]. Se mi dimenticher di te, Gerusalemme, vada in
dimenticanza anche la mia destra. Mi si attacchi la lingua al palato
se non mi ricorder di te, Gerusalemme; se non porr
Gerusalemme come principio della mia esultanza [136, 5-6].
97. [Ps 138]. O Signore, non ho forse odiato coloro che ti odiavano,
e non mi sono consunto [nella lotta] contro i tuoi avversari? Li ho
odiati con odio implacabile e sono diventati miei nemici [138, 21-
22].
98. [Ps 139]. Non permettere, Signore, che si attuino i desideri
dell'empio! I suoi crimini non si dilatino n si accumulino [139, 9].
E dopo quattro versetti: L'uomo linguacciuto non durer [molto]
sulla terra [139, 12].
99. [Ps 140]. Mi riprenda pure il giusto, mosso da misericordia, e
mi rimproveri; ma l'olio della perversione non unga il mio capo
[140, 5].
E dopo cinque versi: A te, Signore, sono rivolti i miei occhi; in te ho
sperato, non privare [dei tuoi beni] l'anima mia [140, 8].
100. [Ps 141]. Con la mia voce grido al Signore, con la mia voce
supplico il Signore. Dinanzi a lui voglio effondere la mia parola, a lui
grider la mia afflizione [141, 2-3].
E dopo sette versi: A te, Signore, ho gridato; ho detto: Tu sei la
mia speranza, la mia porzione nella terra dei viventi [141, 6].
101. [Ps 142]. Meditavo tutte le tue opere, parlavo delle gesta
compiute dalle tue mani. Ho proteso a te le mie mani; l'anima mia
[ rivolta] a te come terra assetata [142, 5-6].
E dopo tre versetti: Fammi sentire al mattino la tua misericordia
perch in te confido. Manifestami la via per la quale debbo
camminare, perch a te ho elevato l'anima mia. Liberami dai miei
nemici, Signore, poich tu sei il mio protettore [142, 8-9].
102. [Ps 143]. Liberami e scampami dalla mano degli stranieri, la
cui bocca parla di cose vane e le cui mani sono mani fraudolente.
Siano i nostri figli come piante rigogliose, nella loro giovinezza; le
nostre figlie come colonne angolari adornate come quelle del
tempio. Le nostre dispense siano piene, traboccanti di questo e di
quello. I nostri greggi siano migliaia, siano innumerevoli nei nostri
tratturi; siano grassi i nostri buoi. Non ci siano brecce n varchi
[nelle nostre mura]; non gemiti nelle nostre piazze. Beato il popolo
che ha tutte queste cose; beato il popolo il cui suo Dio il Signore
[143, 11-15].
103. [Ps 144]. Ti esalter, Signore, mio Dio e mio Re; voglio
benedire il tuo nome in eterno e pi oltre ancora. Voglio benedirti
ogni giorno e lodare il tuo nome in eterno e per sempre [144, 1-2].
E dopo due versi: Una generazione narrer all'altra le tue opere;
tutti proclameranno le tue forti imprese. Parler della magnificenza
e della gloria della tua grandezza; proclamer a tutti le tue
stupende imprese; ed essi parleranno delle tue opere possenti e
terribili, narreranno le tue grandi imprese. Diffonderanno il ricordo
della tua immensa bont e loderanno i tuoi giusti giudizi [144, 4-7].
E dopo tre versi: I tuoi santi ti benediranno; parleranno della gloria
del tuo regno e proclameranno le tue forti imprese. Essi mostrano
agli uomini la sua fortezza e la splendida gloria del suo regno [144,
10-12].
E dopo un po': Il Signore vicino a quanti l'invocano, a quanti
l'invocano con sincerit. Egli realizzer quanto nel cuore di chi lo
teme: ascolter il loro grido e li salver. Il Signore protegge quanti
lo amano, ma annienta tutti gli empi. Canti la mia bocca la lode del
Signore, e ogni vivente benedica il suo nome santo in eterno e per
sempre [144, 18-21].
104. [Ps 145]. Anima mia, loda il Signore! Loder il Signore finch
vivr; per tutta la mia vita canter al mio Dio. Non confidate nei
potenti, nel figlio dell'uomo, nel quale non v' salvezza [145, 2-3].
E dopo due versi: Beato l'uomo che ha come aiuto il Dio di
Giacobbe, che ripone la speranza nel Signore suo Dio [145, 5].
105. [Ps 146]. Lodate il Signore perch buono. [Risuoni] il
cantico del nostro Dio perch stupendo: bella la sua lode [146,
1].
E dopo sette versi: Il Signore accoglie i miti, umilia fino a terra gli
empi. Cantate al Signore e celebratelo; cantate al nostro Dio [146,
6-7].
E dopo sette versi: Egli non si compiace del vigore del cavallo e
nemmeno nel braccio dell'uomo. Ben accetti al Signore sono coloro
che lo temono e confidano nella sua misericordia [146, 10-11].
106. [Ps 148]. I re della terra e tutti i popoli, i principi e tutti i
giudici della terra, i giovani e le vergini, i vecchi insieme ai fanciulli
lodino il nome del Signore [148, 11-12].
107. [Ps 149]. Cantate al Signore un canto nuovo: la sua lode
nell'assemblea dei santi. Si rallegri Israele nel suo Creatore; i figli di
Sion esultino nel loro Re [149, 1-2].
E dopo tre versi: In Ges, Dio esalter i mansueti. I santi
esulteranno nella gloria, loderanno [Dio] nei loro giacigli: le lodi di
Dio nella loro bocca [149, 5-6].
108. [Ps 150]. Lodate il Signore nel suo santuario; lodatelo per la
straordinaria sua potenza. Lodatelo per la sua forza, lodatelo per le
innumerevoli e splendide sue imprese [150, 1-2].
E alla fine del salmo: Ogni vivente dia lode al Signore [150, 6].
Ecco quanto abbiamo raccolto nel libro dei Salmi. In queste parole
del libro sacro potranno specchiare la propria vita tutti coloro che
desiderano progredire [nella virt]. Quanto a noi, vogliamo soltanto
avvertire il lettore affinch quel che abbiamo selezionato dal
salterio, voglia leggerlo di seguito come se si trattasse di un unico
salmo, omettendo quindi le parole aggiunte da me. Queste infatti vi
sono state inserite per l'utilit di chi volesse controllare dove si trovi
esattamente quanto da me trascritto, cio in quale salmo o in quale
punto del salmo. Chi pertanto ometter queste mie annotazioni e
con lettura continua seguir le sole parole dei salmi, ricaver dalla
stessa parola di Dio maggiore dolcezza e conseguentemente anche
maggiore profitto. Ora passiamo ai libri di Salomone per
raccogliervi quanto ci sembrer necessario al nostro libro.
Esamineremo prima di tutto i Proverbi, un libro che, se ben
compreso, ha quasi per intero un contenuto valido per la
formazione morale e religiosa. Io tuttavia ne tralascer i passi
oscuri: ne approfittino pure e vi si esercitino i lettori appassionati
dei libri spirituali; quanto a noi invece abbiamo deciso di trascrivere
in quest'opera solo le cose facili a capirsi, tra quelle che hanno
attinenza con la vita vissuta. In effetti per molti potranno avere
l'impressione che siano state omesse norme quanto mai palesi,
mentre altre sono incomprensibili e lo sono proprio per il fatto che
le si d per scontate. Quale frase, ad esempio, pi chiara di quella
scritta in tal libro: Sta' lontano dall'acqua altrui e non bere alla
fonte che non tua (Prv 9, 18 (sec. LXX))? A prendere le parole in
senso proprio esse sono un suggerimento banale. Cos dell'altra
frase: La povert umilia l'uomo, la mano dei forti lo arricchisce (Prv
10, 4). Se non vi si ricerca un senso pi profondo, non giova in
alcun modo a correggere i costumi. Infatti il non essere povero e
l'essere forte di mani non collegato con il volere dell'uomo
perbene ma pu capitare anche ai pi scellerati; per cui il
proverbio, inteso malamente, potrebbe stimolare i poveri dotati di
forza ad arricchirsi mediante rapine, ritenute legittime. Ancora: chi
non riderebbe se si dovesse intendere in senso proprio la frase di
quel libro: impossibile che nascano figli ai cattivi (Prv 24, 20)?
Lasceremo dunque da parte massime di questo genere per
indugiarci di pi in quelle che contengono inviti o precetti espressi
con chiarezza e senza oscurit. In questo Specchio infatti vogliamo
segnalare di preferenza le cose dove possano specchiarsi coloro che
si sono impegnati a condurre una vita buona ed encomiabile ma
sono ancora alla ricerca di quel che occorre desiderare e praticare
per realizzarla. Dal libro dei Proverbi di Salomone crediamo doversi
trascrivere quanto segue.
DAL LIBRO DEI PROVERBI
109. [Prov 1]. Il timore del Signore principio di saggezza. Gli
stolti disprezzano la sapienza e la scienza. Ascolta, figlio mio,
l'insegnamento di tuo padre e non allontanarti dalle norme ricevute
da tua madre [1, 7-8].
E dopo quattordici versi, parlando degli omicidi: Essi, dice, tendono
insidie al loro stesso sangue e macchinano inganni contro loro
stessi. Parimenti le vie seguite dagli avari conducono alla rovina
l'anima di chi possiede [ricchezze] [1, 18-19].
E dopo quattro versi: Fino a quando voi, bambocci, vorrete amare
le infantilit? Fino a quando gli stolti brameranno quel che ad essi
nocivo e gli insipienti odieranno la saggezza? [1, 22].
E dopo undici versi: Allora mi invocheranno ma io non li ascolter;
si alzeranno di buon mattino ma non mi troveranno. Questo perch
hanno odiato la morigeratezza e non hanno accolto il timore di Dio;
non si sono piegati al mio consiglio e hanno rifiutato ogni mia
riprensione. Mangeranno pertanto i frutti della loro condotta e si
sazieranno dei progetti da loro formulati. Li uccider il loro
sbandamento bambinesco e li far perire la loro stolta prosperit.
Chi invece mi ascolter vivr senza paura e godr dell'abbondanza,
senza temere alcun male [1, 28-33].
110. [Prov 2]. Dopo quattro versi: Se chiederai la sapienza e
volgerai il cuore all'intelligenza; se la ricercherai come si fa per il
denaro e scaverai come si usa per i tesori, comprenderai il timore
del Signore e troverai la scienza di Dio, perch il Signore largo nel
concedere la sapienza e dalla sua bocca scaturiscono la scienza e
l'intelligenza. Egli assister i giusti nella [via della] salvezza e
protegger chi cammina con cuore semplice; egli fa camminare
nelle vie della giustizia e protegge i santi nel loro cammino. Allora
tu comprenderai la giustizia, il diritto, l'equit e ogni buon
comportamento. Se la sapienza entrer nel tuo cuore e la scienza
sar bene accetta alla tua anima, i suoi suggerimenti ti
custodiranno e la saggezza ti conserver [in vita]: sarai liberato
dalle vie del male e dall'uomo che dice insensatezze. Costoro
abbandonano la retta via e camminano per vie tenebrose, si
rallegrano per le proprie malefatte e gioiscono di azioni pessime; le
loro vie sono tortuose e innominabili i loro comportamenti. Sta'
lontano dalla donna altrui e dall'adultera che ti rivolge parole
lusinghiere, da quante abbandonano l'uomo della loro giovinezza e
dimenticano l'alleanza del loro Dio [2, 3-18].
111. [Prov 3]. E dopo tredici versetti: Non ti abbandonino mai la
misericordia e la verit. Lgale al tuo collo e scrivile nelle tavole del
tuo cuore; cos troverai grazia e un buon insegnamento dinanzi a
Dio e dinanzi agli uomini. Abbi fiducia nel Signore con tutto il cuore
e non appoggiarti alla tua saggezza. Pensa al Signore in ogni tua
azione ed egli diriger [a buon fine] i tuoi passi. Non essere
sapiente dinanzi a te stesso; temi Dio e sta' lontano dal male [3, 3-
7].
E dopo un verso: Onora il Signore con l'offerta dei tuoi prodotti e
con le primizie di tutti i tuoi raccolti [3, 9].
E dopo due versi: Figlio mio, non ricusare la correzione del Signore,
e non stancarti se egli ti tratta severamente. Il Signore usa severit
con coloro che ama: agisce come un padre con il figlio che
predilige. Beato l'uomo che scopre la sapienza e abbonda di
saggezza. Il possesso di lei supera il valore dell'argento e i suoi
frutti valgono pi dell'oro. pi preziosa di tutti i beni, e tutte le
cose appetibili non reggono al suo confronto [3, 11-15].
E dopo dieci versi: Figlio mio, non si allontanino dai tuoi occhi
queste norme! Osserva la legge e [i miei] suggerimenti [3, 21].
E dopo nove versi: Non impedire, a chi ha disponibilit, di fare
beneficenza; se puoi, fanne anche tu. Non dire al tuo amico: "
Vattene ora, poi tornerai; domani ti dar [l'occorrente] ", mentre
potresti darglielo subito. Non tramare insidie all'amico che ha
fiducia in te. Non litigare con il prossimo senza motivi [3, 27-30].
E dopo sette versi: Egli si beffa dei beffardi, ma d la grazia ai miti
[3, 34].
112. [Prov 4]. Dopo quarantatr versi: Con ogni cautela custodisci
il tuo cuore, perch dal cuore dipende la vita. Allontana da te il
parlare maligno, e non ti siano vicine le labbra da cui esce la
detrazione. I tuoi occhi guardino alla giustizia e le tue palpebre ti
precedano illuminando i tuoi sentieri. Raddrizza la via davanti ai
tuoi piedi e tutte le tue vie siano ben sicure. Non deviare n a
destra n a sinistra, e distogli dal male il tuo piede. Il Signore infatti
approva le vie che vanno a destra; sono invece cattive le strade a
sinistra. Il Signore fa diritti i tuoi sentieri e guida nella pace il tuo
cammino [4, 23-27].
113. [Prov 5]. Figlio mio, presta attenzione alla mia sapienza e
china l'orecchio per udire la mia saggezza: imparerai a sorvegliare i
tuoi pensieri e le tue labbra custodiranno la disciplina. Un favo
stillante sono le labbra della prostituta e il suo parlare pi fluente
dell'olio, ma in fondo ha l'amarezza dell'assenzio e ferisce come una
spada a due tagli. I suoi piedi conducono alla morte, il suo andare
sprofonda negli inferi [5, 1-5].
114. [Prov 6]. Dopo novantasette versi: Il tuo cuore non brami la
bellezza di lei, per non essere accalappiato dal suo ammiccare. Il
prezzo di una prostituta s e no quello d'un pane; la donna che ha
marito accalappia un'anima preziosa. Pu forse un uomo celarsi in
seno il fuoco e impedire che le sue vesti brucino? Pu forse
camminare sui carboni [ardenti] e le piante dei suoi piedi non
verranno bruciate? Cos accade a colui che sta con la moglie del suo
prossimo: chiunque la tocca rimane immondo. Non commette un
gran peccato colui che ruba per saziare la sua fame; tuttavia, se
scoperto, restituir sette volte tanto, anzi dovr consegnare tutte le
sostanze della sua casa. Chi commette adulterio rende vuoto il
cuore e rovina la sua anima [6, 25-32].
115. [Prov 7]. Dopo quattro versi: Figlio mio, serba in cuore le mie
parole e nascondi presso di te i miei precetti. Osserva i miei
comandamenti, e cos vivrai; la mia legge sia per te come la pupilla
dell'occhio [7, 1-2].
116. [Prov 8]. Dopo cinquantasette versi: Voi, piccoli, apprendete
la sveltezza e voi, sempliciotti, ponete attenzione [8, 5].
E dopo due versi: Il mio palato rumina la verit e le mie labbra
detestano l'empio [8, 7].
E dopo tre versi: Accogliete la mia disciplina e non siate avidi di
denaro; amate i miei insegnamenti pi dell'oro. La sapienza infatti
supera in pregio anche le cose pi preziose: tutto quello che si pu
desiderare non regge al suo confronto [8, 10-11].
E dopo due versi: Il timore del Signore avversa il male, detesta
l'arroganza, la superbia, le vie tortuose e la lingua ingannatrice [8,
13].
E dopo sei versi: Io amo chi mi ama; mi trovano quelli che al
mattino si destano per cercarmi. Presso di me c' ricchezza e gloria,
beni prestigiosi e giustizia. Il mio frutto vale pi dell'oro e delle
pietre preziose, i miei prodotti pi dell'argento lavorato. Io
cammino nelle vie della giustizia e nei sentieri del [retto] giudizio;
io desidero arricchire coloro che mi amano e riempire i loro forzieri
[8, 17-24].
E dopo ventitr versi: Beato l'uomo che mi ascolta e ogni giorno
veglia alle mie porte fissando lo sguardo agli stipiti del mio uscio.
Chi mi trova trova la vita e ottiene la salvezza dal Signore; chi
invece pecca contro di me danneggia la propria anima. Quanti mi
odiano amano la morte [8, 34-36].
117. [Prov 9]. Dopo nove versi: Finitela con le puerilit; camminate
per la via della saggezza e vivrete. Chi si mette ad istruire il
beffardo danneggia se stesso e chi rimprovera l'empio si contamina.
Non rimproverare il beffardo poich ti prenderebbe in odio;
rimprovera il saggio ed egli te ne sar riconoscente. Metti alla prova
il sapiente e crescer in sapienza; d insegnamenti al giusto ed egli
si affretter ad accoglierli. Principio della sapienza il timore del
Signore; la prudenza la scienza dei santi [9, 6-10].
118. [Prov 10]. Dopo diciotto versi: A nulla giovano i tesori [frutto]
dell'iniquit; la giustizia libera dalla morte [10, 2].
Dopo quattro versi: Chi raccoglie al tempo della mietitura un
uomo sapiente; chi d'estate sonnecchia rester confuso [10, 5].
E dopo quattro versi: L'uomo dal cuore sapiente accetta gli ordini,
lo stolto si busca sferzate con il suo parlare. Chi cammina nella
semplicit cammina sicuro; chi rende tortuose le sue vie sar
scoperto. Chi ammicca con gli occhi procura dispiacere; chi stolto
nel parlare ricever percosse. Fonte di vita la bocca del giusto: la
bocca degli empi nasconde iniquit. L'odio suscita litigi, la carit
copre tutti i peccati. Sulle labbra del sapiente troverai sapienza; per
le spalle del senza cuore ci vuole il bastone. I saggi posseggono,
nascosta, la sapienza; la bocca dello stolto vicina alla confusione
[10, 8-14].
E dopo quattro versi: La via della vita [ aperta] a chi osserva la
disciplina; chi al contrario rifiuta le riprensioni va fuori strada. Le
labbra menzognere celano odio; chi proferisce insulti uno sciocco.
Nel molto parlare non assente il peccato; chi al contrario tiene a
freno la lingua persona molto assennata. Argento purificato la
lingua del giusto; il cuore degli empi cosa senza valore. Le labbra
del giusto istruiscono moltissima gente: gli inesperti [nella giustizia]
moriranno con il vuoto nel cuore. La benedizione del Signore
arricchisce, e chi da lui arricchito non esperimenta dolore. Lo
stolto commette scelleratezze come per gioco; la prudenza fonte
di saggezza per l'uomo. Quel che l'empio teme verr su di lui; il
desiderio dei giusti sar soddisfatto [10, 17-24].
E dopo due versi: Come l'aceto ai denti e il fumo agli occhi, cos il
pigro per coloro che lo mandano. Il timore del Signore prolunga i
giorni; gli anni degli empi saranno in diminuzione. L'attesa dei
giusti reca letizia, la speranza degli empi svanisce nel nulla.
Fortezza per l'uomo semplice la via del Signore; il terrore
accompagna chi opera il male. Il giusto non vaciller in eterno; gli
empi invece non troveranno dimora nella terra [promessa]. La
bocca del giusto proferisce parole sagge; la lingua dei perversi
andr in rovina. Le labbra del giusto meditano cose accettabili, la
bocca dell'empio cose nocive [10, 26-32].
119. [Prov 11]. Una bilancia falsa abominio presso Dio; il peso
giusto incontra il suo beneplacito. Dove c' la superbia c' anche
l'ingiuria; dove c' l'umilt c' anche la sapienza. La semplicit dei
giusti li indirizza [nella via del bene], l'inganno rovina i perversi. La
ricchezza non apporta vantaggi per il giorno dell'ira, la giustizia al
contrario libera dalla morte. La giustizia dirige il semplice nella sua
via, l'empio cade per la sua empiet. La giustizia libera i buoni; gli
iniqui resteranno presi nelle insidie tramate. Quando muore l'empio,
per lui non c' alcuna speranza: periranno le attese dei turbolenti
[11, 1-7].
E dopo cinque versi: Chi disprezza l'amico un senza cuore; l'uomo
prudente preferisce tacere. Chi cammina nella menzogna rivela i
segreti, chi fedele di animo li tiene nascosti. Se manca il
condottiero, il popolo si smarrisce; se ci sono molti consiglieri, si
salva. Chi si fa garante di uno sconosciuto dovr sopportare
malanni; chi al contrario evita i tranelli vivr sereno [11, 12-15].
E dopo due versi: L'uomo misericordioso giova alla sua anima; chi
crudele allontana anche i vicini [11, 17].
E dopo tre versetti: Il cuore depravato abominevole per il
Signore; egli ama coloro che procedono con semplicit. Mano nella
mano, non sar innocente il malvagio; la progenie dei giusti invece
si salver [11, 20-21].
E dopo due versi: Desiderio dei giusti ogni sorta di beni:
aspirazione degli empi l'ira sfrenata. Alcuni distribuendo i propri
averi arricchiscono: altri anche rubando i beni altrui restano sempre
in miseria. L'anima che fa il bene prosperer e chi d da bere avr
lui stesso da bere. Maledetto dalla gente chi nasconde il frumento,
chi lo vende sar benedetto. Chi cerca cose buone far bene ad
alzarsi presto al mattino; chi cerca cose cattive sar da queste
schiacciato. Chi ripone nelle ricchezze la sua speranza cadr: i
giusti al contrario saranno rigogliosi come foglie verdeggianti [11,
23-28].
E dopo quattro versi: Se qui in terra il giusto riceve [la sua
ricompensa], quanto di pi l'empio e il peccatore? [11, 31].
120. [Prov 12]. Chi ama la [severit della] disciplina ama il sapere;
chi odia i rimproveri uno stolto. Il buono ottiene grazia dal
Signore; chi ripone fiducia nel proprio pensare agisce da empio.
L'uomo non acquista vigore dall'empiet; la radice dei giusti non
muta [12, 1-3].
E dopo alcuni versi: Le brame dell'empio dn forza ai pi
spregiudicati, la radice dei giusti sar rigogliosa. La rovina incombe
sul malvagio a causa dei peccati della sua lingua, il giusto scamper
dall'angustia. Ognuno riceve il bene dai frutti della sua lingua; la
retribuzione gli verr secondo le opere delle sue mani. La via dello
stolto appare diritta ai suoi occhi; chi sapiente ascolta i consigli
[12, 12-15].
E dopo quattro versi: C' chi promette ma poi trafitto dalla
propria coscienza come da una spada; la lingua dei sapienti reca
salute. Il labbro veritiero stabile per sempre; al testimone
improvvisato occorre una lingua bugiarda. L'inganno nel cuore di
chi pensa male, la gioia accompagna quanti coltivano progetti di
pace. Qualunque cosa gli accada, il giusto non si rattrista; gli empi
saranno pieni di male. Sono in abominio presso il Signore le labbra
menzognere; chi agisce con lealt a lui gradito. L'uomo astuto
nasconde la propria scienza; il cuore degli insensati genera
stoltezza [12, 18-23].
E dopo due versi: L'uomo che ha preoccupazioni nel cuore si sente
avvilito, si rallegra invece per una buona parola. Chi non calcola le
perdite che subisce per amore del proprio amico, un uomo giusto;
la via degli empi finisce nella delusione. Il truffatore non otterr
guadagni; la stabilit dell'uomo vale quanto l'oro. E nella via della
giustizia c' la vita, la via tortuosa conduce alla morte [12, 25-38].
121. [Prov 13]. Il figlio saggio rispecchia l'insegnamento del padre,
il beffardo non ascolta la riprensione. Dal frutto della sua bocca
l'uomo si sazier di beni; l'anima dei trasgressori piena d'iniquit.
Chi custodisce la sua bocca custodisce la sua anima; chi parla
sconsideratamente esperimenter disgrazie. Il pigro vuole e
disvuole; l'anima delle persone solerti impingua. Il giusto aborrisce
le parole di menzogna, l'empio crea confusione ma rimane confuso.
La giustizia protegge l'innocente nella sua condotta, l'empiet
rovina i peccatori. Qualcuno fa il ricco mentre non ha nulla,
qualcuno fa il povero pur avendo molte ricchezze. Riscatto per la
vita di un uomo sono le sue ricchezze; chi povero non regge di
fronte ai rimbrotti. La luce dei giusti reca letizia; la lucerna degli
empi si spegner. Tra gente superba continui sono i litigi; chi agisce
con riflessione sotto la guida della sapienza. Le ricchezze
improvvise diminuiscono presto; aumentano invece quelle che si
accumulano poco alla volta lavorando con le proprie mani. Sperare
in una cosa che venga rinviata affligge il cuore, albero di vita un
desiderio realizzato. Chi sottrae qualcosa al prossimo si obbliga per
il domani, chi teme la legge vivr in pace. La legge fonte di vita
per il saggio: lo tiene lontano dai lacci della morte. Il buon
insegnamento dona grazia; sul sentiero dei detrattori aperta una
voragine [13, 1-15].
E dopo alcuni versi: Chi risparmia il bastone al figlio lo odia; chi lo
ama lo castiga con assiduit. Il giusto mangia e si sazia, il ventre
degli empi non mai sazio [13, 24-25].
122. [Prov 14]. Dopo due versi: Chi cammina per la retta via e
teme Dio viene disprezzato da chi batte vie malfamate. Sulla bocca
dello stolto germoglia la superbia: le labbra dei sapienti sono la loro
custodia [14, 2-3].
E dopo due versi: Il testimone fedele non mentisce, il falso
testimone proferisce menzogne. Il beffardo cerca la sapienza ma
non la trova; per i sapienti facile lasciarsi istruire. Opponiti allo
stolto e sta' lontano dalle labbra del dissennato. La saggezza
dell'uomo perspicace sta nel comprendere la propria via;
l'insensatezza degli stolti porta fuori strada. Lo stolto scherza col
peccato; tra i giusti regna la benevolenza. Il cuore conosce bene le
proprie amarezze; alla sua gioia non partecipano gli estranei. La
casa degli empi andr in rovina, le tende dei giusti saranno nella
prosperit. C' una via che all'uomo si presenta come retta ma poi
sfocia nella morte. Il riso si mescola con il dolore: alla fine della
festa arriva il pianto [14, 5-13].
E dopo tre versi: Il sapiente nel timore ed evita il male; lo stolto
tira dritto e sta tranquillo. L'impaziente commette sciocchezze;
l'uomo furbo si rende odioso [14, 16-17].
E dopo quattro versi: Chi disprezza il prossimo reo di colpa; chi
ha compassione del povero sar felice. Sbagliano coloro che
operano il male; la misericordia e la verit procureranno beni. Nel
molto lavoro c' l'abbondanza, ma dove abbondano le chiacchiere
spesso c' la miseria [14, 21-23].
E dopo quattro versi: Il timore del Signore la fiducia dell'uomo
forte; per i figli di lui c' la speranza. Il timore del Signore fonte
di vita; esso allontana dalla morte incombente [14, 26-27].
E dopo due versi: L'uomo paziente guidato da grande prudenza,
l'impaziente mette in mostra la sua stoltezza. Vita del corpo un
cuore sano; l'odio fa imputridire le ossa. Chi sparla del misero
offende colui che l'ha creato; onora invece Dio chi ha compassione
del povero [14, 29-31].
123. [Prov 15]. Dopo sette versi: Una risposta gentile placa l'ira, il
parlare scortese provoca la rabbia. La lingua dei saggi rende
aggraziato il sapere, la bocca degli stolti spumeggia di stupidit
[15, 1-2].
E dopo diciassette versi: L'uomo pestifero non guarda di buon
occhio colui che lo rimprovera, n cammina insieme ai sapienti [15,
12].
E dopo cinque versi: meglio il poco accompagnato dal timore del
Signore che grandi tesori per chi non si sazia di possedere.
meglio essere invitato a mangiare legumi serviti con amore che non
a mangiare carne di vitello servita con odio. L'uomo collerico
provoca risse; il paziente placa gli animi irritati. La via del pigro
come una siepe di spine, la via dei giusti non ha sassi d'inciampo. Il
figlio saggio rallegra il padre: l'uomo stolto disprezza sua madre
[15, 16-20].
E dopo due versi: Dove manca il consiglio i progetti vanno in fumo;
quando invece molti sono i consiglieri, sicura ne la riuscita.
L'uomo si rallegra per le risposte della sua bocca; un intervento
fatto a proposito cosa ottima. La via della vita aperta all'uomo
intelligente: cos egli evita l'abisso dell'inferno [15, 22-24].
E dopo quattro versi: Chi d ascolto all'avarizia porta in casa lo
scompiglio, chi odia regali [disonesti] posseder la vita. La mente
del giusto prona all'obbedienza; la bocca degli empi colma di
mali. Il Signore lontano dagli empi; egli esaudisce le preghiere dei
giusti. La luce degli occhi rallegra il cuore; la buona fama impingua
le ossa. L'orecchio che presta ascolto alle riprensioni salutari avr
dimora in mezzo ai saggi. Chi rigetta la severit della disciplina
danneggia la propria anima, chi accetta i rimproveri acquista
padronanza sul suo cuore. Il timore del Signore scuola di
sapienza; l'umilt precede la gloria [15, 27-33].
124. [Prov 16]. Compito dell'uomo disporre l'animo, dono di Dio
controllare la lingua. Agli occhi del Signore sono note tutte le vie
dell'uomo; egli valuta [tutti] gli spiriti. Manifesta al Signore le tue
opere: cos i tuoi progetti andranno a buon fine. Il Signore ha
compiuto tutte le opere in ordine a se stesso: l'empio l'ha fatto per
la sventura. un'abominazione al Signore l'uomo altero:
quand'anche se ne stia con le mani in mano non sar esente da
colpa. Con la misericordia e la fedelt si espia la colpa, con il timore
del Signore si evita il male. Se la condotta di un uomo piace al
Signore, costui sapr indurre alla pace anche i suoi nemici. meglio
il poco insieme con la giustizia che molti proventi uniti all'iniquit. Il
cuore dell'uomo prepara le sue vie ma chi dirige i suoi passi il
Signore. L'oracolo sulla bocca del re: nel giudizio non erra la sua
bocca. Pesi e bilance giuste sono giudizio del Signore; sua opera
sono tutte le pietre usate per pesare. Chi si comporta male
abominevole agli occhi del re; con la giustizia si consolida il trono.
Incontrano il beneplacito del re le labbra giuste: chi dice cose sagge
cammina sulla retta via. L'ira del re annunziatrice di morte:
l'uomo sapiente la placa. Nel volto sorridente del re c' la vita: la
sua clemenza come pioggia vespertina. Acquista la sapienza: essa
vale pi dell'oro; fa' provvista di saggezza: essa pi preziosa
dell'argento. Il sentiero dei giusti lontano dal male; chi veglia
sulla propria anima non abbandona la retta via. La superbia
precede la rovina; lo spirito che s'innalza precipita rovinosamente.
meglio essere insieme ai mansueti che spartire la preda in
compagnia dei superbi. Chi misurato nel parlare si procura molti
beni; chi spera nel Signore beato. Chi ha saggio il cuore merita il
nome di sapiente; chi dolce nel parlare otterr maggiori successi
[16, 1-21].
E dopo diciassette versi: L'uomo paziente da pi dell'uomo forte;
e chi sa dominare se stesso vale pi di chi conquista le citt. Nel
seno [del giudice] si gettano le sorti, ma chi le modera il Signore
[16, 32-33].
125. [Prov 17]. Un tozzo di pane secco mangiato nella gioia val pi
di una casa piena di carni ma turbata da risse. Un servo avveduto
dominer sui figli scapestrati e diverr erede insieme ai fratelli. Col
fuoco si prova l'argento, e l'oro nella fornace; allo stesso modo il
Signore saggia i cuori. Il malvagio d retta alle malelingue, il
truffatore ascolta le labbra menzognere. Chi disprezza il povero ne
offende il Creatore: non rester impunito colui che gode dell'altrui
sventura. Corona degli anziani, i figli dei figli; gloria dei figli, i loro
padri. Non si adatta alla bocca dello stolto il parlare assennato; n
sta bene al sovrano proferire menzogne. Perla quanto mai
desiderabile l'attesa di chi si aspetta [un dono]: da qualsiasi parte
egli si volga comprender e crescer in saggezza. Chi non divulga il
delitto s'acquista amicizie, chi riferisce i discorsi altrui separa i
compagni. Giova di pi una sola riprensione fatta al saggio che
cento bastonate sulla schiena dello stolto. Il malvagio cerca continui
litigi: un angelo senza piet sar inviato a castigarlo. meglio
incontrarsi con un'orsa a cui siano stati rapiti i figli che con uno
stolto che vada fiero della sua insensatezza. Se uno rende male per
bene, la sciagura non si allontaner dalla sua casa. Chi provoca liti
come chi d la stura all'acqua: gi prima che si arrivi all'ingiuria la
giustizia ti abbandona. C' chi giustifica l'empio e chi condanna il
giusto: l'uno e l'altro sono abominevoli dinanzi al Signore [17, 1-
15].
E dopo sedici versi: L'empio prende mance dall'altrui tasca per
pronunciare giudizi perversi. Sul volto del saggio riluce la sapienza;
gli occhi degli stolti guardano in capo al mondo [17, 23-24].
E dopo tre versi: Chi controlla le sue parole un uomo intelligente
e saggio; ricco di spirito buono colui che si lascia istruire [17, 27].
126. [Prov 18]. Dopo due versi: Cerca pretesti chi vuole
abbandonare l'amico: costui merita rimproveri a non finire [18, 1].
E dopo sei versi: Non bene aver preferenze per l'empio deviando
dal giusto giudizio [18, 5].
E dopo sei versi: Chi molle e svogliato nel lavoro fratello di colui
che butta all'aria le sue fatiche. Il nome del Signore una torre
munitissima: ad essa corre il giusto e viene esaltato [18, 9-10].
E dopo due versi: Prima d'essere schiacciato, il cuore dell'uomo si
innalza; prima d'essere glorificato deve umiliarsi [18, 12].
E dopo sette versi: Il giusto il primo ad accusare se stesso; viene
poi l'amico e lo scruta pi a fondo. La sorte risolve i contrasti e
decide anche fra i potenti. Se il fratello aiuta il fratello si ha come
una citt fortificata; i giudizi giusti sono le colonne della citt [18,
17-19].
E cos dopo due versi: La morte e la vita sono in potere della
lingua: quanti si affezionano ad essa ne mangeranno i frutti. Chi
trova una buona moglie trova un tesoro: egli otterr gioia dal
Signore. Il povero parla implorando, il ricco sentenziacon asprezza.
L'uomo affabile e socievole ti diventa amico pi di un fratello [18,
21-24].
127. [Prov 19]. Il povero che agisce con semplicit migliore del
ricco che torce le labbra tortuose ed sciocco. Dove manca la
saggezza dello spirito non c' il bene; chi cammina troppo svelto
inciampa. La stoltezza dell'uomo porta fuori strada i suoi passi: egli
si adira in cuor suo contro Dio. La ricchezza moltiplica gli amici; dal
povero si allontanano anche gli amici di un tempo. Il falso
testimone non rester impunito; chi dice menzogne non sfuggir
[alla punizione]. Molti onorano la persona potente e molti sono gli
amici di chi elargisce regali. Quando uno diventa povero anche i
fratelli lo odiano e gli stessi amici lo abbandonano. Chi va a caccia
solo di parole non realizza nulla; chi possiede intelligenza ama se
stesso [19, 1-8].
E dopo nove versi: L'indolenza fa venire il sonno e l'uomo
trascurato finir col soffrire la fame. Chi osserva la legge mette al
sicuro la sua anima; chi non bada alla sua condotta va incontro alla
morte. Chi soccorre il povero fa un prestito al Signore, che gli
render il contraccambio. Correggi il tuo figlio e non perdere la
speranza [di emendarlo] [19, 15-18].
E dopo sei versi: Chi nel bisogno facilmente compatisce; l'uomo
povero superiore al bugiardo. Il timore del Signore conduce alla
vita; chi ne ha la pienezza dimorer al sicuro dalle incursioni del
malvagio [19, 22-23].
E dopo due versi: Vedendo sferzato l'uomo pestilenziale, lo stolto
diventa pi saggio; se correggi il sapiente, egli comprender la
lezione. Chi affligge il padre e si stacca dalla madre ignobile ed
infelice. Non cessare, figlio, di ascoltare gli insegnamenti e non ti
restino sconosciuti i discorsi dei saggi. Il testimone iniquo si fa beffe
della giustizia, e la bocca degli empi ingoia avidamente l'iniquit.
Per i beffardi pronto il giudizio; per le spalle degli insensati i colpi
di bastone [19, 25-29].
128. [Prov 20]. Il vino produce lussuria, l'ubriachezza tumulti: chi
cerca il piacere in tali cose non sapiente [20, 1].
E dopo alcuni versi: Due pesi e due misure: cose abominevoli per il
Signore. Il [buon] ragazzo lo si conosce dalle sue aspirazioni, se
cio le sue opere sono buone e giuste [20, 10-11].
E dopo due versi: Non amare il sonno se non vuoi cadere in
miseria; apri per tempo gli occhi e avrai pane in abbondanza [20,
13].
E dopo diciassette versi: in abominazione al Signore il doppio
peso; la bilancia falsa non cosa buona [20, 23].
129. [Prov 21]. Dopo venticinque versi: Chi si tura gli orecchi al
lamento del povero, grider lui stesso e non sar esaudito. Un
regalo fatto in segreto placher l'ira, un dono sotto il mantello
anche la rabbia pi forte. un piacere per il giusto praticare la
giustizia; l'agitazione accompagna chi commette l'iniquit. L'uomo
che devia dal sentiero della sapienza da ritenersi caduto nel regno
dei morti [21, 13-16].
E dopo nove versetti: Chi tiene a freno le labbra e la lingua, libera
dalle angustie la propria anima. Il superbo e l'arrogante meritano il
nome di insipienti se nell'ira compiono atti di orgoglio. I desideri
uccidono il pigro; le sue mani infatti non vogliono mai mettersi
all'opera. [L'empio] tutto il giorno brama e desidera, il giusto invece
d senza cessare. I sacrifici degli empi sono un abominio perch
offerti mediante il delitto. Perir il teste mendace, l'uomo che
benedice canter vittoria [21, 23-28].
130. [Prov 22]. Dopo cinque versi: Una buona riputazione vale pi
di molte ricchezze [22, 1].
E dopo quindici versi: Chi incline alla misericordia benedetto;
egli d al povero il suo proprio pane. Caccia via il mettimale e con
lui usciranno anche le liti, cesseranno le contese e le ingiurie [22,
9-10].
E dopo quattro versi: Dice il pigro: Fuori c' un leone; sar ucciso in
mezzo alla piazza [22, 13].
E dopo tre versi: Chi opprime il povero per accrescere le sue
ricchezze finir col consegnarle a uno pi ricco di s e cadr in
miseria [22, 16].
E dopo otto versi: Non usare violenza contro il povero perch
povero; non metterti sotto i piedi il misero che sta alla porta: il
Signore difender i suoi diritti e trafigger coloro che lo hanno
trafitto. Non essere amico dell'uomo iracondo e non accompagnarti
con l'uomo collerico, se non vuoi imparare i suoi comportamenti e
riceverne scandalo. Non metterti insieme a coloro che porgono la
mano e si fanno garanti per i debiti altrui [22, 22-26].
131. [Prov 23]. Dopo un poco: Non risparmiare al giovane la
severit della disciplina: se lo prendi a bastonate non ne morr,
anzi usando la verga che libererai la sua anima dall'inferno [23,
13-14].
E dopo otto versi: Non andare a pranzo con i beoni n partecipare
ai bagordi di quanti ammucchiano carni per banchettare [23, 20].
E dopo venti versi: Non guardare al vino biancheggiante n al suo
colore quando luccica nel bicchiere: entra dolcemente, poi finisce
col mordere come una serpe, e come una vipera sparge veleno [23,
31-32].
132. [Prov 24]. Dopo sette versi dice: Non imitare i cattivi e non
desiderare la loro compagnia, poich il loro cuore trama rapine e le
loro labbra proferiscono menzogne [24, 1].
Dopo sedici versi: Salva quelli che sono condotti al supplizio e non
stancarti di liberare i condannati a morte. Se dirai di non aver
abbastanza forze, colui che scruta il cuore ti conosce bene e nulla
sfugge al tuo Salvatore: egli ripaga l'uomo secondo le sue opere
[24, 11-12].
E dopo nove versetti: Quando il tuo nemico cade, non rallegrarti, n
goda il tuo cuore per la sua disgrazia. Ci vedrebbe il Signore e gli
dispiacerebbe e distoglierebbe da lui la sua ira. Non litigare con gli
uomini spregiudicati e non invidiare gli empi [24, 17-19].
E dopo due versetti: Figlio mio, temi il Signore e il re, e non
mescolarti con i calunniatori perch improvvisa giunge la loro
rovina, e chi conosce la sciagura che riservata ad essi? Anche
queste sono parole dei sapienti: " Non bene usare riguardi
personali quando si siede in giudizio ". Se uno dice all'empio: " Tu
sei giusto ", i popoli malediranno questo tale e le trib lo avranno in
odio. Coloro che riprendono [il cattivo] saranno elogiati: su di loro
scender la benedizione. Ti d baci sulle labbra colui che ha
risposto con parole giuste [24, 21-26].
E dopo due versi: Non essere testimone inutile contro il tuo
prossimo e non lusingare nessuno con le tue labbra. Non dire:
Come egli ha trattato me cos io tratter lui, e render a ciascuno
quel che si merita. Ho attraversato il campo del pigro e la vigna
dello stolto: tutto era pieno di ortiche, le spine avevano coperto il
terreno e le mura di cinta erano crollate. Vedendo queste cose, me
le impressi nella mente e da tali esempi appresi la saggezza [24,
28-32].
133. [Prov 25]. Dopo venti versi: Ci che i tuoi occhi hanno visto
non affrettarti a palesarlo nei tuoi litigi, perch non ti sia impedito
di rettificare le parole con cui hai denigrato il tuo amico. Discuti i
tuoi problemi con il tuo amico e non rivelare all'estraneo i tuoi
segreti, perch dopo averti ascoltato non abbia a svergognarti e la
sua derisione non conosca fine. Frutti d'oro su piatti d'argento sono
coloro che parlano a tempo giusto. Orecchino d'oro e perla
splendente colui che richiama al dovere l'uomo saggio e docile
nell'ascoltare [25, 8-12].
E dopo diciassette versi: Come aceto sul salnitro colui che canta
canzoni gioiose a un cuore amareggiato. E se il tuo nemico ha
fame, dgli da mangiare; se ha sete dgli da bere: in tal modo
ammasserai carboni accesi sul suo capo e il Signore ti ricompenser
[25, 20-22].
E dopo dieci versi: Come una citt aperta e senza mura di cinta
l'uomo che nel parlare non sa porre un freno ai suoi [bollenti] spiriti
[25, 28].
134. [Prov 26]. Dopo due versi: Come un uccello migratore, come
un passero che vola dove gli aggrada, cos una maledizione
proferita senza motivo non si sa chi vada a colpire. Per il cavallo la
frusta, per l'asino il morso, il bastone per le spalle degli stolti. Non
rispondere allo stolto come meriterebbe la sua stoltezza, per non
diventare simile a lui. Rispondi allo stolto come richiede la sua
stoltezza affinch non si ritenga sapiente [26, 2-5].
E dopo dieci versi: Come il cane che torna al suo vomito cos lo
sciocco che ripete le sue stupidit. Hai visto un uomo che dentro di
s si ritiene sapiente? Lo stolto ha pi speranza che non lui. Il pigro
dice: Lungo la strada c' un leone, e una leonessa sul sentiero.
Come gira la porta sui cardini cos il pigro nel suo letto. Il pigro
nasconde le mani sotto le ascelle e fa fatica anche a portarle alla
bocca. Il pigro si ritiene pi saggio di sette persone che esprimano
il loro parere. Come chi prende il cane per le orecchie, cos chi,
privo di pazienza, arriva e si immischia negli alterchi altrui. Come
reca danni colui che scaglia lance e frecce mortali, cos l'uomo che
con inganni danneggia il proprio amico e, se lo si coglie in fallo,
risponde: " L'ho fatto per scherzo ". Finita la legna, il fuoco si
spegne; allontanato il maldicente, cessano le contese. Come il
carbone per la brace e la legna per il fuoco, cos l'uomo irascibile
per suscitare le risse. Le parole del maldicente sembrano innocue,
scendono invece nelle viscere pi profonde [26, 11-22].
E dopo tre versi: Il nemico che nel cuore macchina tranelli lo si
scopre dalle sue labbra. Quando la sua voce carezzevole non
prestargli fede, poich nel suo cuore vi sono sette malvagit. Se
uno nasconde l'odio ricorrendo alla finzione, la sua malizia si
paleser nell'assemblea. Chi scava una fossa vi precipita dentro; chi
rotola un masso questo piomber su di lui. La lingua bugiarda non
ama la verit, la bocca adulatrice causa rovine [26, 24-28].
135. [Prov 27]. Non vantarti del domani; non sai infatti ci che il
domani ti riserba. Ti lodi il forestiero e non la tua stessa bocca,
l'estraneo e non le tue labbra [27, 1-2].
E dopo quattro versi: meglio un richiamo a viso aperto che un
amore nascosto. Le ferite fatte da chi ti ama sono da preferirsi ai
baci ingannatori di chi ti odia [27, 5-6].
E dopo tre versi: Non abbandonare il tuo amico n l'amico di tuo
padre [27, 10].
E dopo alcuni versi: Gli inferi e il regno dei morti non si riempiono
mai; allo stesso modo sono insaziabili gli occhi dell'uomo. Come
l'argento si prova nel crogiolo e l'oro nella fornace, cos l'uomo si
prova dalle parole di chi lo loda. Anche se pestassi lo stolto nel
mortaio come quando con un pestello schiacci dall'alto un mucchio
di orzo, la sua stoltezza non lo abbandonerebbe [27, 20-22].
136. [Prov 28]. Dopo alcuni versi: Un povero che opprime i poveri
simile a un acquazzone che arreca la fame. Chi abbandona la
pratica della legge esalta l'empio; chi l'osserva si infiamma d'ira
contro di lui. I cattivi non pensano al giudizio; quanti cercano il
Signore valuteranno ogni cosa. Il povero che conduce una vita retta
preferibile al ricco che cammina per le vie tortuose [28, 3-6].
E dopo due versi: Chi accumula ricchezze con l'usura e interessi
esagerati le accumula per colui che generoso con i poveri. Se uno
distoglie l'orecchio per non udire la legge, la sua preghiera diventa
un'abominazione. Chi con inganno trascina i giusti per una strada
cattiva, quando muore piomber [nell'inferno] e gli onesti
possederanno i suoi beni [28, 8-10].
E dopo quattro versi: Chi nasconde i propri misfatti non avr
successo; chi invece li confessa e se ne allontana trover
misericordia. Beato l'uomo che sempre timoroso; chi invece
duro di cuore cadr nella sventura [28, 13-14].
Dopo altri dodici versetti: L'uomo fedele merita molte lodi; chi al
contrario arricchisce celermente non va esente da colpa. Chi nel
giudizio bada all'aspetto delle persone non agisce bene: anche per
un tozzo di pane disposto a tradire la verit. Chi ha fretta
d'arricchire e invidia gli altri non pensa che lo sovrasta la miseria.
Chi ammonisce il prossimo, in seguito trover grazia presso di lui, a
differenza di colui che lo inganna con parole lusinghiere. Chi sottrae
qualcosa a suo padre o a sua madre, dicendo che ci non
peccato, si comporta come un assassino. Chi si vanta per desiderio
di grandeggiare suscita contese; chi spera nel Signore otterr la
salvezza. Chi confida nel [le risorse del] suo cuore uno stolto; chi
cammina con sapienza si salver. Chi dona al povero non cadr in
miseria; chi non si cura del povero che lo supplica esperimenter
l'indigenza [28, 20-27].
137. [Prov 29]. Dopo dieci versi: Chi parla con il suo amico usando
discorsi melliflui ma falsi, stende una rete l dov'egli cammina [29,
5].
E dopo venticinque versi: Il servo non si pu correggere usando
[solo] parole perch, anche se comprende quanto gli dici, non si
cura di rispondere. Hai visto un uomo discorrere in fretta? In lui c'
da attendersi pi la stoltezza che non la correzione [29, 19-20].
E dopo quattro versi: L'umiliazione tiene dietro al superbo; la gloria
attende chi umile di spirito. Chi possiede buoi insieme con il ladro
odia la sua anima: ascolta l'imprecazione e non ne fa parola. Chi
teme [soltanto] l'uomo va presto in rovina; chi spera nel Signore
sar glorificato. Molti cercano il favore del principe, ma il giudizio su
ogni persona pronunziato dal Signore. I giusti abominano l'uomo
empio, gli empi detestano quanti camminano per la via retta [29,
23-27].
138. [Prov 30]. Dopo quattordici versi: Due cose ti ho chiesto, non
negarmele prima che muoia: Allontana da me la vuotaggine e il
parlare menzognero; non darmi estrema povert n troppe
ricchezze; dammi solo quanto necessario per vivere. In tal modo
non succeder che, sazio di beni, sia portato a rinnegarti e a dire: "
Chi il Signore? ". Non succeder nemmeno che, spinto dalla
miseria, mi metta a rubare e ad ingiuriare il nome del mio Dio. Non
calunniare il servo dinanzi al suo padrone perch non abbia a
maledirti e tu vada in rovina [30, 7-10].
139. [Prov 31]. Dopo un po': Apri la bocca e giudica con equit:
rendi giustizia al misero e al povero [31, 9].
Basta cos per quanto riguarda il libro dei Proverbi. Ora ci
volgeremo all'altro libro di Salomone chiamato Ecclesiaste
mettendone in risalto, come fatto sinora, le cose che troveremo
conformi all'intento di quest'opera.
DAL LIBRODELL'ECCLESIASTE
140. [Eccle 2]. Trascrivete poche frasi. Ho visto che la sapienza
superiore alla stoltezza quanto la luce alle tenebre. Il sapiente ha
gli occhi in fronte, lo stolto cammina nelle tenebre [2, 13-14].
141. [Eccle 4]. Dopo un po': Misura i tuoi passi quando entri nella
casa di Dio. L'obbedienza val molto di pi delle vittime offerte dagli
stolti, i quali non conoscono neppure il male che fanno [4, 17].
142. [Eccle 5]. Non parlare mai a vanvera, e il tuo cuore non sia
precipitoso quando parli con Dio. Dio infatti in cielo, mentre tu sei
su questa terra: pertanto sii misurato nel parlare. Al seguito dei
sogni vengono molti affanni; nel molto parlare non manca la
stoltezza. Se hai promesso qualcosa a Dio con un voto, non tardare
ad adempierlo: a lui infatti dispiace la promessa bugiarda e stolta.
Ci che hai promesso con voto adempilo: molto meglio infatti non
far voti che, fatto il voto, non adempiere le promesse. Non
permettere alla tua bocca di far peccare il tuo corpo e non dire alla
presenza dell'angelo che non esiste Provvidenza. Dio, adirato per le
tue parole, potrebbe rendere vano tutto ci che hai realizzato con le
tue mani. Dove ci sono molti sogni ci sono anche molte sciocchezze
e le chiacchiere non finiscono mai: tu temi il Signore [5, 1-6].
E dopo sei versi: L'avaro non mai sazio di far quattrini; chi
attacca il cuore alle ricchezze non ne percepir i frutti [5, 9].
143. [Eccle 7]. Dopo un po': meglio andare in una casa dove c'
pianto che in una casa dove si banchetta. In quella infatti viene
richiamata alla mente la fine di tutti gli uomini e il vivente pensa al
suo futuro. L'ira preferibile al riso perch ad opera di un volto
corrucciato si corregge l'animo del colpevole. Il cuore dei sapienti
dove regna la tristezza, il cuore degli stolti dove regna la
giocondit. meglio essere ripreso dal sapiente che essere
ingannato dall'adulazione degli stolti: il riso dello stolto come il
crepitio di spine che ardono sotto la pentola [7, 3-7].
E dopo quattro versi: L'uomo paziente migliore dell'uomo
arrogante. Non essere facile ad arrabbiarti perch l'ira alberga nel
cuore dello stolto. Non dire: " Come mai i tempi antichi erano
migliori del tempo presente? ". Una simile domanda stupida [7, 9-
11].
E dopo tre versetti: L'intelligenza e la saggezza in pi hanno
questo: dnno la vita a chi le possiede [7, 13].
144. [Eccle 8]. Un poco appresso: Io osservo il volto del re e i
precetti dell'alleanza giurata da Dio. Non allontanarti con
disinvoltura dalla sua presenza e non persistere nelle cattive azioni
[8, 2-3].
Un po' pi tardi dice: Dal fatto che il peccatore, sebbene ricada
cento volte nel male, viene pazientemente sopportato [da Dio], ho
concluso che una buona ricompensa toccher a chi timorato di Dio
e prova rispetto dinanzi al suo volto. Per l'empio non ci sar buona
fortuna n si protrarranno i suoi giorni. E chi non teme il volto di
Dio svanir come ombra [8, 12-13].
145. [Eccle 9]. Dopo un po': Io asserisco: la sapienza val pi della
forza [9, 16].
E dopo quattro versetti: La sapienza superiore a un
equipaggiamento militare; chi commette un solo peccato si priva di
molti beni [9, 18].
146. [Eccle 10]. Dopo due versi: La sapienza e la gloria, anche
piccola, sono pi preziose della stoltezza, che di breve durata [10,
1].
E dopo tredici versi: Chi scava una fossa vi cade dentro e chi
abbatte una siepe sar morso dalle vipere. Chi trasporta le pietre,
dalle pietre sar colpito e chi spacca la legna sar ferito dalla legna.
Se la spada si ottunde, se cio non pi [tagliente] come prima ma
smussata, occorre molto lavoro per affilarla: la sapienza tiene
dietro all'abilit. Il serpente morde nel silenzio: non gli inferiore
colui che calunnia dietro le spalle. Le parole del sapiente sono
grazia; le labbra dello stolto lo manderanno in rovina [10, 10-12].
147. [Eccle 11]. Un po' dopo: Rallgrati, giovane, nella tua verde
et e sia felice il tuo cuore nei giorni della tua giovinezza. Cammina
pure seguendo le vie del tuo cuore e secondo il desiderio dei tuoi
occhi; sappi per che di tutto questo Dio ti giudicher. Scaccia l'ira
dal tuo cuore, allontana i disordini dal tuo corpo. L'adolescenza
infatti, come anche il piacere, sono cose che svaniscono [11, 9-10].
148. [Eccle 12]. Nei giorni della tua giovinezza ricordati del tuo
Creatore [12, 1].
E dopo trentatr versi: Temi Dio e osserva i suoi comandamenti
[12, 13].
Dei libri di Salomone resta da trattare quello che s'intitola: Il
Cantico dei cantici. Ma del contenuto di questo libro che cosa
possiamo qui riportare? Tutto intero infatti esso inculca, con
linguaggio figurato che raggiunge altezze profetiche, i santi amori
tra Cristo e la Chiesa. Sebbene ci troviamo di fronte a un libro
difficilissimo a comprendersi, tuttavia dalla sua lettura possiamo
con facilit dedurre quanto dobbiamo stimare e desiderare la carit,
virt divina e in noi divinamente infusa. questa una cosa che nel
libro non si afferma una volta sola, ma si ripete due o anche tre
volte nell'uno o nell'altro capitolo.
DAL CANTICO DEI CANTICI
Vi scongiuro, figlie di Gerusalemme, per le capre e i cervi dei campi
a non destare n scuotere dal sonno l'amata finch lei non vorr (Ct
2, 7; 3, 5). Vi scongiuro, figlie di Gerusalemme, per le energie della
terra e le risorse del suolo a non svegliare l'amore finch non lo
voglia (Ct 8, 4).
Con queste parole la Chiesa, nella quale siamo anche noi, esorta le
sue figlie, cio se stessa, costituita da moltissime anime. lei il
campo fertilissimo di Dio, le cui risorse e capacit sono immense: le
hanno raggiunte i santi martiri sospinti dall'amore per Cristo. Egli
infatti propone alla sua sposa diletta, pellegrina in questo mondo, di
tenere alta la [fiamma della] carit. Ma fin dove se non fino al
punto che egli deline a parole e incoraggi con l'esempio quando
disse: Nessuno ha un amore pi grande di questo: dare la vita per i
propri amici (Gv 15, 13)? Egli comp quanto aveva affermato; ma
perch non si pensi che queste parole riguardino lui solo, dice
Giovanni nella sua lettera: Come Cristo diede la vita per noi, cos
anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli (1 Gv 3, 16). Questo
significa: Fin quando voglia.
149. [Cant 2]. Si legge nel medesimo Cantico: Stabilite in me la
carit [2, 4].
150. [Cant 6]. sempre Cristo colui che dice in quel libro: Bella sei
tu, o mia amica, graziosa e adorna come Gerusalemme [6, 3].
151. [Cant 7]. E altrove: Quanto sei bella e leggiadra nelle tue
delizie, o mia carissima [7, 6].
152. [Cant 8]. E in un altro testo: Ponimi come un sigillo sopra il
tuo cuore, come un sigillo sopra il tuo braccio, perch forte come la
morte l'amore, tenace come gli inferi la gelosia [8, 6].
E dopo un verso: Le molte acque non possono spegnere l'amore n
i fiumi travolgerlo. Se l'uomo desse tutte le ricchezze della sua casa
in cambio dell'amore, lo disprezzerebbero come cosa di nessun
valore [8, 7].
DAL LIBRO DI GIOBBE
153. [Iob 24]. Coloro che lo conoscono ne ignorano i giorni. Ci
sono di quelli che spostano i termini di confine e rubano le greggi,
appropriandosene ingiustamente. Portano via l'asino agli orfani e
prendono in pegno il bue della vedova [24, 1-3].
E dopo cinque versi: Mietono nel campo altrui e vendemmiano nella
vigna di colui che hanno oppresso con violenza. Lasciano nudi gli
uomini spogliandoli delle vesti, sebbene non abbiano altro riparo
contro il freddo [24, 6-7].
E dopo tre versi: Agiscono con violenza nel depredare l'orfano e
spogliano la gente povera. Sottraggono le spighe a chi nudo,
privo di vesti e affamato [24, 9-10].
E dopo due versi: Fanno gemere la gente della citt. L'anima dei
feriti grida e Dio non tollera che il colpevole rimanga impunito. Essi
si ribellano contro la luce: non ne conoscono le vie n percorrono i
suoi sentieri [24, 12-13].
E dopo ventun versi: Lo si spezzi come un ramo privo di frutti. Egli
atterrisce la sterile e la priva di figli, n si comporta bene con la
vedova. Con la sua forza abbatte il forte [24, 20-22].
154. [Iob 29]. E dopo un po': L'orecchio che mi udiva mi diceva
beato e l'occhio che mi vedeva attestava che io ero solito liberare il
povero, quando gridava verso di me, e l'orfano privo di chi lo
aiutasse. La benedizione del moribondo scendeva su di me: io
consolavo il cuore della vedova. Mi sono rivestito di giustizia: l'ho
indossata come una veste e mi sono ornato della rettitudine come
di un diadema. Sono stato occhio per il cieco e piede per lo zoppo.
Ero un padre per i poveri ed esaminavo con diligenza ogni causa
che mi fosse sconosciuta. Spezzavo i denti all'oppressore e dalla
bocca gli strappavo la preda [29, 11-17].
155. [Iob 31]. E dopo un po': Se ho camminato nella vanit e il
mio piede si affrettato verso l'inganno, Dio mi pesi con stadera
giusta e dovr riconoscere la mia rettitudine. Se il mio piede
andato fuori strada e il mio occhio ha assecondato le voglie del mio
cuore, e se roba sporca si attaccata alle mie mani [31, 5-7].
E dopo due versi: Se il mio cuore fu sedotto da donna e ho spiato
alla porta del mio amico [31, 9].
E dopo due versi: Ci infatti disonest e ingiustizia grandissima.
un fuoco che divora fino ad annientare, sradicando ogni germoglio.
Se ho rifiutato di recarmi in giudizio insieme con il mio schiavo e la
mia serva quando intentavano lite contro di me [31, 11-13].
E dopo sei versi: Se ho negato ai poveri quel che mi chiedevano e
ho fatto attendere gli occhi della vedova. Se ho mangiato da solo il
mio pane e non ne ha mangiato insieme con me anche l'orfano... In
realt fin dall'infanzia cresciuta con me la compassione; essa
uscita insieme con me dal seno di mia madre. Se non mi sono
curato di chi stava per morire non avendo di che vestirsi o del
povero che mancava di coperte. Se non mi benedirono i suoi fianchi
essendosi riscaldato con la lana delle mie pecore... Se contro
l'orfano ho alzato la mano quando mi vedevo posto in alto presso la
porta [31, 16-21].
E dopo cinque versi: Se ho pensato che la mia forza consistesse
nell'oro e a qualche oggetto d'oro ho detto: " Tu sei la mia fiducia ";
se mi sono rallegrato per le mie copiose ricchezze in quanto
moltissime sono passate tra le mie mani [31, 24-25].
E dopo sei versi: Se ho goduto per la sventura di colui che mi
odiava e se mi sono rallegrato perch il male l'aveva colpito [31,
29].
E dopo quattro versi: Mai un pellegrino rimasto fuori [della mia
casa], la mia porta stata sempre aperta al viandante. Se ho
nascosto il mio peccato come sogliono fare gli uomini, se mi sono
celato in cuore la mia iniquit... Se ho provato timore dinanzi a una
folla numerosa e mi ha spaventato il disprezzo dei familiari; se non
ho preferito starmene in silenzio e non varcare la soglia. Chi mi
dar qualcuno che voglia di ascoltarmi, affinch l'Onnipotente
stesso ascolti il mio desiderio e colui che giudica lo scriva nel libro?
Questo libro io lo porr sulle mie spalle e me ne cinger come di
una corona; lo declamer ad ogni gradino e lo presenter a lui
come a mio sovrano! Se la terra ha gridato contro di me e insieme
con essa piangono i suoi solchi; se ho mangiato i suoi frutti senza
pagarli e ho contristato l'animo degli agricoltori [31, 32-39].
Raccogliamo ora dai libri dei Profeti le cose necessarie al
completamento di quest'opera. Iniziamo con quei profeti che per la
brevit dei loro scritti si chiamano Minori. Nel profeta Osea
troviamo quanto segue:
DAL LIBRO DI OSEA
156. [Os 4]. Ascoltate la parola del Signore, figli d'Israele, perch il
Signore intenta un processo contro gli abitanti della terra. Sulla
terra, infatti, non c' verit n misericordia n conoscenza di Dio.
L'hanno inondata la maledizione, la menzogna, l'omicidio, il furto e
l'adulterio; e il sangue [versato] tocca altro sangue [4, 1-2].
E dopo dodici versi: Perch tu hai rigettato la scienza anch'io ti
allontaner s che tu non abbia ancora a servirmi nell'ufficio
sacerdotale [4, 6].
E dopo quindici versi: Hanno abbandonato il Signore; non hanno
osservato [la legge]. La fornicazione, il vino e l'ubriachezza traviano
il cuore [4, 10-11].
E dopo sedici versi: Siccome essi frequentano le prostitute ed
offrono sacrifici insieme con i pervertiti, il popolo sar privato
dell'intelligenza e ricever percosse. Se tu, Israele, ti di alla
fornicazione, Giuda almeno non pecchi. Non entrate in Galgala, non
salite a Bethaven, e non giurate dicendo: Viva il Signore! [4, 14-
15].
157. [Os 5]. Dopo diciotto versi: Non dispongono i loro pensieri al
fine di tornare al Signore loro Dio perch in loro c' uno spirito di
fornicazione e non hanno conosciuto il Signore [5, 4].
158. [Os 6]. Dopo sessantuno versetti: I tuoi giudizi si paleseranno
e saranno come luce: io voglio la misericordia e non i sacrifici, io
preferisco la conoscenza di Dio agli olocausti [6, 5-6].
159. [Os 10]. Dopo un po': Seminate la giustizia e mieterete messi
di misericordia: preparate la maggese. Sar tempo di cercare il
Signore quando verr il vostro maestro di giustizia [10, 12].
160. [Os 12]. Dopo settantotto versi: Tu ti convertirai al Signore
tuo Dio. Pratica la misericordia e il giusto giudizio e spera sempre
nel Signore Dio tuo [12, 6].
161. [Os 13]. Dopo cinquantun versi: Io, il Signore tuo Dio, ti ho
fatto uscire dal paese di Egitto: non conoscerai altro signore
all'infuori di me; fuori di me non c' salvatore [13, 4].
162. [Os 14]. Dopo trentanove versetti: Convrtiti, o Israele, al
Signore tuo Dio, poich sei prostrato a terra per la tua iniquit.
Preparatevi le parole e rivolgetevi al Signore. Ditegli: Cancella ogni
iniquit, accetta ci che buono: noi ti offriremo in cambio il
sacrificio delle nostre labbra [14, 2-3].
DAL LIBRO DI GIOELE
163. [Ioel 1]. Destatevi, o ubriachi; piangete e fate lamento tutti
voi che bevete vino con giocondit, perch esso vi tolto dalla
bocca. Ecco, sulla mia terra salito un popolo forte e numeroso
oltre ogni dire [1, 5-6].
164. [Ioel 2]. Dopo un po': Ebbene, cos dice il Signore:
Convertitevi a me con tutto il cuore nel digiuno, nel pianto e nel
lamento. Lacerate il vostro cuore e non le vostre vesti, e
convertitevi al vostro Dio, che buono e misericordioso [2, 12-13].
DAL LIBRO DI AMOS
165. [Amos 2]. Cos dice il Signore: Su tre misfatti di Giuda e su
quattro non revocher la mia decisione: hanno disprezzato la legge
del Signore e non hanno praticato i suoi comandamenti. Li hanno
fuorviati i loro idoli, dietro ai quali erano andati i loro padri [2, 4].
E dopo due versi: Cos dice il Signore: Su tre misfatti di Israele e su
quattro non lo revocher: hanno venduto il giusto a prezzo di
argento e il povero in cambio di calzature. Essi sfracellano la testa
del povero riducendola peggio della polvere della terra e distorcono
il cammino degli umili. Figlio e padre vanno dalla stessa ragazza
violando il mio santo nome [2, 6-7].
E dopo un versetto dice: Bevevano il vino dei condannati nella casa
del loro Dio [2, 8].
166. [Amos 5]. Dopo un po': Questo infatti dice il Signore alla casa
di Israele: " Cercatemi e vivrete " [5, 4].
E dopo tre versi: Cercate il Signore e vivete! [5, 6].
E dopo otto versi: Avevano in odio colui che li correggeva presso la
porta e detestavano colui che parlava in modo irreprensibile. Ed
eccone il motivo: Voi volevate spogliare il povero e strappargli le
cose preziose che s'era acquistato [5, 10-11].
E dopo tre versi: Ho conosciuto i molti vostri delitti e i vostri gravi
peccati: nemici del giusto, pronti ad accettare regali, oppressori del
povero nei pressi della porta [5, 12].
E dopo due versi: Cercate il bene, non il male, se volete vivere; e il
Signore Dio degli eserciti sar con voi, come voi avete detto. Odiate
il male e amate il bene e costituite presso la porta un tribunale
giusto. Cos facendo, il Signore degli eserciti avr piet del resto di
Giuseppe [5, 14-15].
167. [Amos 6]. Dopo cinquanta versi: Voi dormite in letti d'avorio e
gozzovigliate sui vostri divani. Mangiate agnelli del gregge e vitelli
della mandria. Canterellate al suono del salterio. Hanno creduto
d'avere strumenti sonori come Davide; hanno bevuto il vino in
coppe e si sono profumati con unguento prezioso, per nulla
rattristati della rovina di Giuseppe [6, 4-6].
168. [Amos 8]. Dopo un po': Ascoltate questa parola, voi che
opprimete il povero e volete sterminare gli umili del paese,
dicendo: Quando sar passato il mese venderemo i proventi;
trascorso il sabato smerceremo il frumento diminuendo la misura e
aumentando il prezzo e servendoci di bilance false. Con l'argento
asserviremo i miseri, e i poveri per un paio di calzari; venderemo
anche i rimasugli del frumento [8, 4-6].
DAL LIBRO DI MICHEA
169. [Mich 2]. Guai a voi che pensate alle vanit e tramate il male
nei vostri giacigli! Alla luce del mattino lo eseguono: la loro mano
contro Dio. Desideravano campi e li hanno presi con la violenza e
anche le case hanno rapito. Hanno calunniato il prossimo e la casa
di lui, l'amico e il suo possesso ereditario [2, 1-2].
170. [Mich 3]. Dopo un po': Ascoltate queste parole, o principi
della casa di Giacobbe, e voi, giudici della casa d'Israele che
detestate il [giusto] giudizio e sovvertite ogni giustizia! Voi edificate
Sion nel sangue e Gerusalemme sull'iniquit. I suoi capi
giudicavano a seconda dei regali, i suoi sacerdoti insegnavano per
ottenere compensi e i suoi profeti davano responsi in base al
denaro. Con tutto ci si appoggiavano sul Signore dicendo: Non
forse tra noi il nostro Dio? Dunque non c'incoglier alcun male [3,
9-11].
171. [Mich 6]. Dopo un po': T'indicher, o uomo, ci che buono e
ci che il Signore esige da te. Eccotelo: agire con giustizia, amare la
misericordia e camminare con fedelt dinanzi al tuo Dio [6, 8].
E dopo tre versi: C' tuttora fuoco nella casa dell'empio: i tesori,
frutto di iniquit e la misura scarsa che provoca una grande ira.
Approver forse le bilance false e i pesi ingiusti che porti nella
borsa? Ci facendo i suoi ricchi si sono coperti d'iniquit e i suoi
abitanti proferivano menzogne: nella loro bocca c'era una lingua
ingannatrice [6, 10-12].
172. [Mich 7]. Dopo dodici versi: Guai a me, che sono diventato
come uno che raccoglie in autunno i grappoli della vendemmia. Non
c' un grappolo da mangiare; [invano] un fico primaticcio ha
desiderato il mio cuore. Sono scomparsi i santi dalla terra e tra gli
uomini non c' persona retta. Tutti stanno in agguato per versare il
sangue; ognuno bracca il proprio fratello per ucciderlo, e chiamano
bene il male che commettono. Il principe esige e il giudice pronto
ad eseguire [i suoi ordini]; il potente manifesta [a gran voce] le
pretese del suo cuore [7, 1-3].
DAL LIBRO DI ABACUC
173. [Abac 1]. Contro di me s' fatto un giudizio [ingiusto] e
un'opposizione molto violenta. In effetti la legge stata
manomessa e il giudizio non giunto a conclusione: l'empio ha la
meglio sul giusto e per questo ecco venir fuori un giudizio falsato
[1, 3-4].
174. [Abac 2]. Dopo un po': Il giusto vivr per la sua fede; ma
come il vino inganna il bevitore cos sar dell'uomo superbo: non
conseguir onorificenze [2, 4-5].
E dopo un po': Cosa giova il simulacro? E perch l'artefice scolpisce
un idolo di metallo e un'immagine inconsistente? Cosa ha da
sperare l'artefice dal suo lavoro, se ha fabbricato una statua muta?
Guai a chi dice al legno: " Svgliati ", e al muto sasso: " Alzati "!
Forse che lo potr istruire? Eccolo l! verniciato d'oro e d'argento
ma nelle sue viscere non c' respiro. Il Signore, al contrario, nel
suo santo tempio. Tutta la terra faccia silenzio dinanzi a lui! [2, 18-
20].
DAL LIBRO DI SOFONIA
175. [Soph 1]. Dice: Sterminer da questo luogo i resti di Baal e
inoltre i nomi degli scaccini e quelli dei sacerdoti, e allontaner
coloro che sui tetti adorano e giurano nel [nome del] Signore e
giurano per Milkom e coloro che si allontanano dal seguire il
Signore, che non cercano il Signore e non si curano di consultarlo.
State in silenzio dinanzi al Signore perch vicino il giorno del
Signore [1, 4-7].
E dopo sedici versi: Cos accadr in quel tempo: Io scruter
Gerusalemme con lanterne e visiter quegli uomini che si piantano
sopra le loro feci e dicono in cuor loro: Il Signore non ci far n
bene n male [1, 12].
176. [Soph 2]. Dopo diciotto versi: Accorrete, radunatevi, gente
detestabile, prima che la parola [del Signore] faccia sorgere il
giorno [dell'ira], che passer come la polvere; prima che giunga su
di voi l'ira ardente del Signore; prima che giunga su di voi il giorno
dell'ira del Signore. Cercate il Signore, voi tutti mansueti della terra
che avete attuato la giustizia divina. Cercate ci che giusto,
cercate ci che mansueto, per essere riparati nel giorno dell'ira
ardente del Signore [2, 1-3].
177. [Soph 3]. Dopo un po': Lascer in mezzo a te un popolo
povero e sprovvisto di beni. Sperer nel Signore il resto d'Israele:
non commetter azioni inique, non proferiranno menzogne n si
troveranno nella loro bocca parole ingannatrici [3, 12-13].
DAL LIBRO DI ZACCARIA
178. [Zach 5]. Parlando del volume che vide in spirito: Mi disse:
Questa la maledizione che si riverser sulla faccia di tutta la
terra: sar giudicato ogni ladro, come ivi sta scritto, e parimenti
sar giudicato chi giura il falso. Dice il Signore degli eserciti: Tutto
questo io tirer fuori e scender sulla casa del ladro e sulla casa di
chi giura il falso interponendo il mio nome. Si fermer in mezzo alla
casa di lui e la consumer insieme alle sue travi e alle sue pietre [5,
3-4].
179. [Zach 7]. Dopo un po': Fu rivolta a Zaccaria la parola del
Signore, che diceva: Questo dice il Signore degli eserciti: Giudicate
con retto giudizio e ciascuno usi misericordia e piet verso il suo
fratello; non opprimete la vedova, l'orfano, il forestiero e il povero.
Non tramate nel vostro cuore di fare del male al vostro fratello [7,
8-10].
180. [Zach 8]. Dopo un po': Ognuno parli con sincerit al suo
prossimo; presso le vostre porte giudicate secondo verit e
pronunziate giudizi pacifici. Nessuno trami in cuor suo di fare del
male al proprio amico, e non amate il giuramento falso, poich io
odio tutte queste cose, oracolo del Signore [8, 16-17].
DAL LIBRO DI MALACHIA
181. [Mal 1]. Il figlio ama il padre e il servo il proprio padrone.
Ebbene, se io sono padre, dov' il mio onore? E se sono padrone,
dov' il mio timore? Oracolo del Signore degli eserciti [1, 6].
182. [Mal 2]. Dopo un po': Io vi ho resi spregevoli e meschini di
fronte a tutti i popoli, non avendo voi osservato le mie vie, avendo
anzi usato preferenze in base alla stessa legge. Non forse unico il
Padre di noi tutti? Non ci ha forse creati l'unico Dio? Perch dunque
disprezzare il proprio fratello, violando il patto concluso con i nostri
padri? Giuda l'ha trasgredito, e l'abominazione stata commessa in
Israele e a Gerusalemme. Giuda ha profanato il santuario del
Signore, luogo che egli ama, e si preso la figlia di un dio
straniero. Il Signore disperda colui che ha fatto questo; disperder
dai padiglioni di Giacobbe il maestro e il discepolo e colui che offre
doni al Signore degli eserciti. Un'altra cosa avete anche fatto: avete
coperto di lacrime, di pianti e di lamenti l'altare del Signore, sicch
io non abbia a guardare al vostro sacrificio n accetti dalle vostre
mani la vittima di espiazione. E voi mi chiedete: Perch mai questo?
Perch il Signore testimone fra te e la donna della tua giovent,
che tu hai disonorata, mentre ella era la tua consorte, la donna con
cui avevi stretto alleanza. Non stato l'unico [Dio] che ha fatto
l'uomo e il suo spirito il resto? E cosa cerca ogni uomo se non una
discendenza da Dio? Custodite dunque integro il vostro spirito, e tu
non disprezzare la donna della tua giovinezza. Se ti si render
odiosa rimandala, dice il Signore Dio d'Israele: l'iniquit coprir la
sua veste, dice il Signore degli eserciti. Custodite il vostro spirito e
non lo disprezzate. Avete stancato il Signore con i vostri discorsi e
avete detto: In che cosa lo abbiamo stancato? Eccolo qua! Quando
dicevate: Chi compie il male giusto dinanzi al Signore; queste
sono le persone che gli piacciono. Quanto meno, dov' il giorno del
giudizio? [2, 9-17].
183. [Mal 3]. Dopo quindici versi dice: Io verr a voi per il giudizio
e sar pronto a testimoniare contro i malfici, gli adlteri, gli
spergiuri, contro quelli che defraudano la mercede all'operaio, che
maltrattano le vedove, gli orfani e opprimono i forestieri, e non
hanno timore di me, dice il Signore degli eserciti. Io sono il Signore
e non cambio; eppure voi, figli di Giacobbe, non siete stati ancora
annientati. Dai giorni dei vostri padri avete abbandonato le mie
leggi e non le avete osservate. Tornate a me e io torner a voi, dice
il Signore degli eserciti [3, 5-7].
E dopo quindici versi: Dice il Signore: Le vostre parole contro di me
sono diventate parole sgarbate. E voi chiedete: Cosa abbiamo
detto? Avete detto: un illuso colui che serve Dio. Quale vantaggio
infatti abbiamo ottenuto dall'aver osservato i suoi precetti e
dall'aver camminato umilmente dinanzi al Signore degli eserciti? S,
ora dichiariamo beati i superbi: coloro che operano l'iniquit e
costruiscono [palazzi], tentano Dio e restano incolumi. Allora
parlarono i timorati di Dio, ciascuno col suo vicino, e il Signore si
volse a loro e ascolt; dinanzi a lui fu scritto un libro di memorie a
pr dei timorati del Signore e di quanti si volgono rispettosi al suo
nome. Disse il Signore degli eserciti: Nel giorno in cui agir essi mi
saranno propriet particolare; li risparmier come un padre
risparmia il figlio docile nel servirlo. Voi vi convertirete e vedrete la
differenza che c' tra il giusto e l'empio, fra chi serve Dio e chi non
lo serve [3, 13-18].
184. [Mal 4]. Ecco, viene il giorno, ardente come una fornace, e
saranno come paglia tutti i superbi e gli operatori d'iniquit. Dice il
Signore degli eserciti: Venendo, quel giorno li brucer e non lascer
in essi n radice n germoglio. Per voi invece, che temete il mio
nome, sorger il sole della giustizia, e nelle sue penne ci sar la
salvezza: uscirete saltellando come vitelli di una mandria e
calpesterete gli empi, che saranno come polvere sotto la pianta dei
vostri piedi nel giorno in cui io interverr, dice il Signore degli
eserciti [4, 1-3].
DAL LIBRO DI ISAIA
185. [Isa 1]. Lavatevi, siate mondi, togliete i vostri cattivi propositi
dagli occhi miei. Smettetela con le vostre azioni perverse, imparate
a compiere il bene, cercate la giustizia. Aiutate l'oppresso, trattate
con giustizia l'orfano, difendete la vedova. E poi venite da me e
redarguitemi, dice il Signore [1, 16-18].
E dopo otto versi: Il tuo argento si mutato in scoria; il tuo vino
mescolato con acqua. I tuoi nobili sono in combutta con i ladri; tutti
bramano donativi e vanno a caccia di compensi: non emettono
giudizi giusti nei confronti dell'orfano e non s'interessano della
causa della vedova [1, 22-23].
186. [Isa 2]. Dopo un po': Casa di Giacobbe, venite, camminiamo
nella luce del Signore! Tu infatti hai rigettato il tuo popolo, la casa
di Giacobbe, perch si sono riempiti [d'iniquit] come nei tempi
addietro e hanno avuto gli indovini come i
filistei e si sono associati ai popoli stranieri [2, 5-6].
E dopo tre versi: La sua terra piena di idoli: hanno adorato l'opera
delle loro mani, ci che hanno fabbricato con le loro dita [2, 8].
E dopo cinque versi: Ecco, il giorno del Signore degli eserciti si
abbatter su ogni superbo e altolocato e su ogni arrogante, e li
umilier [2, 12].
187. [Isa 3]. Dopo un po': Il mio popolo spogliato dai creditori,
su di esso dominano le femmine. O mio popolo, chi ti proclama
beato ti inganna: egli allontana i tuoi passi dalla [retta] via [3, 12].
E dopo quattro versi: Vi siete divorati la mia vigna; quanto avete
rubato al povero in casa vostra. Dice il Signore degli eserciti:
Perch schiacciate il mio popolo e sfigurate il volto del povero? E
disse il Signore: Le figlie di Sion si sono inorgoglite, incedevano a
collo teso e camminavano ammiccando con gli occhi; battevano le
mani e camminavano; avanzavano muovendo i piedi a passo
ritmato [3, 14-16].
188. [Isa 5]. Dopo un po': Guai a voi che congiungete casa con
casa e attaccate campo a campo fino all'estremit della superficie
[togliendo (queste cose) al prossimo. Simmaco e Teodozione
traducono: Finch non arrivate alla fine, ovvero, finch non ci sia
pi spazio]. Forse che voi soli abiterete sulla terra? Tutte queste
cose del Signore degli eserciti sono pervenute al mio orecchio [5, 8-
9].
E dopo tre versi: Guai a voi che, quando vi alzate al mattino,
correte ad ubriacarvi e a bere fino a sera, s da barcollare per il
vino. Nei vostri conviti ci sono la cetra, la lira, il timpano, il flauto e
abbondanza di vino. Non guardate alle opere del Signore n
riflettete su ci che le sue mani hanno compiuto [5, 11-12].
E dopo diciassette versi: Guai a voi che chiamate male il bene e
bene il male, e confondete la luce con le tenebre e le tenebre con la
luce, che cambiate l'amaro in dolce e il dolce in amaro. Guai a voi
che siete sapienti ai vostri occhi e saggi secondo le vostre vedute.
Guai a voi che siete eccezionali nel bere vino e forti nel digerire
l'ebbrezza, che in base a regali dichiarate giusto l'empio e cercate
di spogliare il giusto della sua giustizia [5, 20-23].
189. [Isa 10]. Dopo un po': Guai a coloro che emanano leggi inique
e scrivendole scrivono norme ingiuste, per opprimere i poveri nel
giudizio, stravolgere la causa degli umili del mio popolo, defraudare
le vedove e derubare gli orfani [10, 1-2].
190. [Isa 11]. Dopo un po': Si poser su di lui lo Spirito del
Signore, spirito di sapienza e d'intelletto, spirito di consiglio e di
fortezza, spirito di scienza e di piet; lo riempir lo spirito del
timore del Signore. Non giudicher in base a ci che ha visto con gli
occhi n proceder secondo ci che ha udito con gli orecchi.
Giudicher i poveri con giustizia e interverr con equit a favore dei
mansueti del paese. Percuoter la terra con la verga della sua
parola e con il soffio delle sue labbra uccider l'empio. La giustizia
sar cintura ai suoi fianchi, la fedelt cingolo ai suoi lombi [11, 2-
5].
191. [Isa 12]. Dopo sessanta versi: Ecco, Dio il mio salvatore; in
lui confider e non avr alcun timore perch mia forza e mio canto
il Signore Dio: egli stato la mia salvezza. Attingerete acqua con
gioia alle sorgenti del Salvatore e quel giorno direte: " Celebrate il
Signore e invocate il suo nome. Annunziate ai popoli le sue
imprese, ricordate che il suo nome l'Eccelso ". Cantate al Signore
perch ha compiuto opere meravigliose; recate la notizia in tutta la
terra. Esulta e sciogli canti, abitante di Sion, perch grande in
mezzo a te il Santo d'Israele [12, 2-6].
192. [Isa 13]. Dopo quaranta versi: Far tacere la superbia degli
increduli e umilier l'arroganza dei forti [13, 11].
193. [Isa 17]. Dopo un po': Dice il Signore, Dio d'Israele: In quel
giorno l'uomo s'inchiner dinanzi al suo Creatore e i suoi occhi si
volgeranno al Santo d'Israele. Non s'inchiner dinanzi agli altari
costruiti dalle sue mani, dinanzi alle opere delle sue dita. Non
volger gli occhi ai boschi sacri n ai santuari [delle genti] [17, 6-
8].
194. [Isa 22]. Dopo un po' dice: In quel giorno il Signore Dio degli
eserciti vi chiamer a far pianto e lamento, a radervi i capelli e a
vestirvi di sacco. Ed ecco invece giubilo ed allegria, macellare vitelli
e scannare arieti, mangiare carne e bere vino. Mangiamo e beviamo
poich domani morremo. E si fatta udire ai miei orecchi la voce
del Signore degli eserciti: Non sar rimessa a voi questa
scelleratezza finch non siate morti, dice il Signore, Dio degli
eserciti [22, 12-14].
195. [Isa 26]. Dopo un po': Aprite le porte ed entri il popolo giusto,
che rispetta la verit. scomparso l'errore di prima: tu ci
conserverai nella pace, pace perch in te abbiamo sperato. Sperate
nel Signore per i secoli eterni; per sempre nel Signore, Dio forte
[26, 2-4].
E dopo sei versi: Ti abbiamo atteso, Signore, [perseverando] nella
via dei tuoi giudizi; il tuo nome e il tuo ricordo sono nel desiderio
della nostra anima. La mia anima ti desidera di notte, e con il mio
spirito, nel profondo del mio cuore, fin dal mattino veglier rivolto a
te. Quando eseguirai i tuoi giudizi sulla terra, impareranno la
giustizia gli abitanti del mondo. Usiamo pure compassione verso
l'empio, ma egli non imparer a comportarsi con giustizia. Ha
compiuto azioni inique nella terra dei santi; non vedr la gloria di
Dio [26, 8-10].
196. [Isa 29]. Dopo un po': Il pi forte venuto meno; il beffardo
stato annientato; sono stati sterminati tutti coloro che vegliavano
per compiere iniquit, che facevano peccare la gente con le loro
parole [29, 20-21].
197. [Isa 30]. Dopo dieci versi: Guai a voi, figli ribelli, dice il
Signore. Voi vi fate progetti che non vengono da me; voi tessete la
tela ma non secondo il mio spirito; voi aggiungete peccato a
peccato [30, 1].
E dopo un po': Questo dice il Signore Dio, il Santo d'Israele: Se
tornate a me e ve ne state quieti, vi salverete. Nel silenzio e nella
fiducia sar la vostra forza; ma voi non avete voluto [30, 15].
E dopo venti versi: Insozzerai la verniciatura d'argento del tuo idolo
e le vesti d'oro del tuo simulacro, e le butterai via come un panno
immondo [30, 22].
198. [Isa 31]. Dopo un po': Tornate indietro, figli d'Israele, dal
profondo abisso in cui vi eravate cacciati! In quel giorno ciascuno di
voi getter via i suoi idoli d'argento e d'oro, che le vostre mani si
erano costruite peccando [31, 6-7].
199. [Isa 33]. Dopo un po': Nei tuoi giorni ci sar la fedelt;
ricchezze salutari saranno la sapienza e la scienza; il timore del
Signore sar il suo tesoro [33, 6].
E dopo un po': Chi di voi potr abitare presso il fuoco divoratore?
Chi di voi abiter tra fiamme eterne? Colui che cammina nella
giustizia e dice la verit, colui che rigetta l'avarizia e la calunnia e
scuote la mano rifiutando ogni regalo; colui che si tura gli orecchi
per non udire [fatti di] sangue e si chiude gli occhi per non vedere
alcun male. Costui abiter in luoghi elevati; fortezze sulle rocce
saranno la sua posizione elevata. Gli dato il pane, l'acqua a lui
garantita [33, 14-16].
200. [Isa 44]. Dopo un po': Ricorda questo, o Giacobbe-Israele: tu
sei mio servo. Io ti ho formato e tu, Israele, sei mio servo. Non
dimenticarti di me! Ho cancellato le tue iniquit come una nube e
come nebbia i tuoi peccati. Torna a me; io ti ho redento [44, 21-
22].
201. [Isa 46]. Dopo un po': Ricordatevi di questo e vergognatevi!
Rientrate nel [vostro] cuore, o trasgressori! Ricordatevi del tempo
passato, poich io sono Dio e non ce n' un altro. Nessun dio
simile a me [46, 8-9].
202. [Isa 50]. Dopo un po': C' qualcuno che cammina nelle
tenebre ed privo di luce? Speri nel nome del Signore e si appoggi
sul suo Dio [50, 10].
203. [Isa 51]. Dopo un po': Ascoltatemi, gente del popolo: voi che
conoscete la giustizia e avete nel cuore la mia legge! Non temete gli
insulti della plebaglia e non spaventatevi di fronte alle loro
bestemmie. Il verme li manger come un vestito e la tignola li
consumer come lana. La mia salvezza, al contrario, durer in
eterno e la mia giustizia per tutte le generazioni [51, 7-8].
204. [Isa 55]. Dopo un po': Cercate il Signore mentre si fa trovare,
invocatelo mentre vicino. L'empio abbandoni la sua via e l'uomo
iniquo i suoi pensieri malvagi. Ritorni al Signore, che avr
misericordia di lui; al nostro Dio, che molto generoso nel perdono
[55, 6-7].
205. [Isa 56]. Dopo venti versi: Questo dice il Signore: Praticate il
[giusto] giudizio, operate secondo giustizia, perch la mia salvezza
prossima a venire, la mia giustizia a rivelarsi. Beato l'uomo che
agisce cos e il figlio dell'uomo che comprende questo: che rispetta
il sabato e non lo profana, che tiene a freno le mani perch non
compiano alcun male [56, 1-2].
206. [Isa 57]. Non molto dopo: Voi cercate consolazione in di
[falsi] sotto ogni albero verdeggiante, immolate i bambini presso i
torrenti, sotto le rocce sporgenti. La tua porzione presso il
torrente: questa la tua sorte. Anche alle pietre hai offerto
libagioni, hai offerto sacrifici. Posso io non adirarmi contro tali cose?
[57, 5-6].
207. [Isa 58]. Dopo un po': Ecco, essi mi cercano ogni giorno e
vogliono essere informati sulle mie vie, come gente che pratichi la
giustizia e non abbia rigettato i giudizi del suo Dio. Mi chiedono
sentenze giuste, vogliono la vicinanza con Dio. " Perch digiunare
se tu non guardi? Perch umiliarci se tu non ti curi di saperlo? ".
Ecco, nel giorno del vostro digiuno voi ricercate la vostra volont e
angariate tutti i vostri debitori. Ecco, voi digiunate tra litigi e
alterchi e percuotete col pugno empiamente. Non digiunate pi
come avete fatto fino ad oggi, facendo salire in alto le vostre grida.
forse questo il digiuno che a me piace: che per un giorno vi
mortifichiate piegando come un giunco la vostra testa e coprendovi
di sacco e cenere? Cose come queste vorresti tu chiamare digiuno e
giorno gradito al Signore? O viceversa non sar forse quest'altro il
digiuno che io gradisco? Spezza le catene inique, sciogli i legami
opprimenti. Rimanda liberi gli oppressi, e rompi ogni giogo. Spezza
il tuo pane all'affamato, e accogli nella tua casa i poveri e i senza
tetto. Se vedi un nudo vestilo, senza trascurare quelli della tua
stirpe [58, 2-7].
E dopo quattro versi: Se toglierai di mezzo a te le catene e cesserai
di puntare il dito e di proferire parole insulse, se aprirai il cuore
all'affamato e riempirai [di beni] chi nell'afflizione, sorger nelle
tenebre la tua luce e le tue tenebre brilleranno come il meriggio. Il
Signore ti dar riposo per sempre [58, 9-11].
208. [Isa 65]. Dopo molte frasi: Il popolo mi provoca all'ira sempre
e in maniera sfacciata: immolano vittime nei recinti e sacrificano
sopra i tetti, abitano nei sepolcri e dormono nei templi degli idoli
[65, 3-4].
E dopo due versi: Essi dicono: " Allontanati da me e non avvicinarti
perch sei immondo ". Costoro saranno ridotti in fumo dalla mia
collera, in fuoco che arde tutto il giorno. Ecco, dinanzi a me
scritto: Non tacer ma li ripagher, riverser addosso a voi le
vostre iniquit e le iniquit dei vostri padri, tutte insieme, dice il
Signore. Coloro che sacrificavano sulle alture e sui colli, mi hanno
offeso e io li ripagher prontamente riversando sul loro seno il
castigo delle loro opere [65, 5-7].
E dopo dieci versi, dice: Voi avete abbandonato il Signore, vi siete
dimenticati del mio santo monte, preparate una mensa per la
fortuna e brindate sopra di essa. Per questo io vi conter fra quelli
che muoiono di spada e tutti perirete nella strage. Questo perch io
vi ho chiamati e voi non mi avete risposto; vi ho parlato e voi non ci
avete fatto caso ma avete seguitato a compiere il male dinanzi a
me, e avete scelto ci che io non gradisco [65, 11-12].
209. [Isa 66]. Cos dice il Signore: Il cielo il mio trono e la terra
lo sgabello dei miei piedi. Qual dunque la casa che mi
edificherete? Quale il luogo dove risieder? Tutte queste cose le ha
fatte la mia mano e tutte sono state [da me] create, dice il Signore.
A chi dunque volger lo sguardo? Al povero, a chi ha lo spirito
contrito e teme la mia parola [66, 1-2].
E dopo sette versi: Io sceglier [d'inviare loro] le sventure che
hanno immaginato e riverser su di loro ci che temevano. Io li ho
chiamati ma nessuno mi ha risposto; ho parlato ma non mi hanno
ascoltato, e hanno fatto ci che male ai miei occhi e hanno
preferito quel che a me non piace. Ora ascoltate la legge del
Signore, voi che temete la sua parola. I vostri fratelli che vi
portavano odio e vi scacciavano a causa del mio nome, vi dicevano:
" Date pure gloria al Signore, e noi vedremo la vostra contentezza
"; ma essi saranno confusi [66, 4-5].
DAL LIBRO DI GEREMIA
210. [Ier 2]. Ascoltate le parole del Signore, o casa di Giacobbe e
voi tutte, famiglie della casa d'Israele. Cos dice il Signore. Quale
colpa hanno trovato in me i vostri padri per allontanarsi da me e
camminare dietro di vani, diventando vani loro stessi? [2, 4-5].
Dopo dieci versi: Avete reso un abominio la mia eredit, e i
sacerdoti non si sono chiesti: Dov' il Signore? I depositari della
legge non mi hanno riconosciuto, e i pastori mi si sono ribellati; i
profeti hanno profetato in nome di Baal e hanno seguito gli idoli [2,
7-8].
E dopo un po': Dimentica forse una vergine il suo ornamento, una
sposa la sua cintura? Viceversa il mio popolo si dimenticato di me
per innumerevoli giorni. Con quale risultato cerchi di dimostrare che
buona la tua via, volendo con ci acquistarti il mio amore? Tu hai
perfino insegnato [agli altri] la malizia delle tue vie, e nelle frange
del tuo vestito si trovato il sangue dei poveri e degli innocenti.
Non li ho trovati nelle fosse ma in tutti i luoghi che sopra ho
ricordato. Tu hai detto: Io non ho peccato, io sono innocente, per
cui la tua collera deve allontanarsi da me. " Ecco, io ti chiamer in
giudizio avendo tu detto: Non ho peccato ". Quanto sei diventata
spregevole, ripetendo i tuoi errori! Ebbene, tu sarai vilipesa anche
dall'Egitto come lo sei stata dall'Assiria. Infatti anche da questa
[regione] tornerai con le mani sulla testa, perch il Signore ha
annientato coloro in cui riponevi la tua fiducia [2, 32-37].
211. [Ier 3]. Dopo un po': Convertitevi, figli, e tornate [a me], dice
il Signore, poich io sono il vostro sposo [3, 14].
212. [Ier 4]. Dopo un po': Se vuoi ravvederti, o Israele, ritorna,
dice il Signore, ritorna a me. Se toglierai dal mio sguardo i tuoi
scandali, non sarai pi turbato. Tu giurerai con verit, rettitudine e
giustizia, dicendo: " Viva il Signore! ". Lui benediranno e loderanno
le genti [4, 1-2].
E dopo un po': Il mio popolo, stolto com', non mi ha conosciuto.
Sono gente stupida e insensata: sono abili nel commettere il male
ma incapaci di compiere il bene [4, 22].
213. [Ier 5]. Dopo trenta versi: Percorrete le vie di Gerusalemme,
guardate e fate attenzione. Cercate nelle sue piazze per vedere se
sia possibile trovarvi una mano che agisca con giustizia e desideri la
fedelt; e io gli user misericordia. Anche se dicono: " Per la vita
del Signore ", questo giuramento anch'esso falso. Signore, i tuoi
occhi guardano alla fedelt: li hai castigati ma essi non si sono
dispiaciuti; li hai prostrati ma essi hanno rifiutato la correzione;
hanno indurito la loro faccia peggio della pietra: non sono voluti
tornare indietro. Io dicevo fra me: Forse si tratta di gente povera e
ignorante; e per questo non riescono a comprendere la via del
Signore, il giudizio del loro Dio. Mi recher pertanto dai notabili del
paese e parler a loro, poich essi certamente conoscono la via del
Signore, il giudizio del loro Dio. Ma ecco che costoro all'unanimit,
peggio degli altri, hanno spezzato il giogo e troncato i legami [5, 1-
5].
E dopo sei versi: I tuoi figli mi hanno abbandonato e giurano in
nome di quelli che non sono di. Io li ho saziati ed essi son
diventati adulteri: si sono dati alla lussuria in case di prostituzione.
Sono diventati cavalli in amore, stalloni sfrenati; ciascuno nitriva
dietro la moglie del suo vicino. Ebbene, contro gente siffatta non
dovr intervenire? dice il Signore; e la mia mano non si vendicher
di tali malfattori? [5, 7-9].
E dopo quaranta versi: Ho posto la sabbia perch fosse argine al
mare: un limite perenne che esso non valicher. I suoi flutti si
agiteranno ma non riusciranno [ad andare oltre], si gonfieranno ma
non riusciranno ad oltrepassarlo. Al contrario il cuore di questo
popolo diventato indocile e ribelle. Mi hanno abbandonato e se ne
sono andati, e non hanno detto in cuor loro: " Temiamo il Signore
nostro Dio " [5, 22-24].
E dopo sette versi dice: Nel mio popolo si sono infiltrati degli empi
che tendono insidie come gli uccellatori che sistemano lacci e
trappole per catturare gli uomini. Come una gabbia piena di
uccelli cos le loro case sono piene di inganni. Si sono ingranditi e
dilatati; si sono ingrassati e impinguati, trasgredendo in maniera
invereconda i miei ordini. Non difendono la causa dell'orfano e non
giudicano il diritto del povero. Forse che non dovr intervenire
contro costoro?, dice il Signore. O contro gente di questa sorta non
dovr vendicarsi la mia mano? Cose inaudite e impensabili sono
accadute nel paese: i profeti predicevano menzogne e i sacerdoti
battevano loro le mani, e il mio popolo di ci si compiaceva. Cosa
dunque accadr quando arriver la fine? [5, 26-31].
214. [Ier 6]. Dopo trenta versi: A chi parler e con chi disputer in
modo che mi ascolti? Ecco, sono incirconcisi i loro orecchi e quindi
essi sono incapaci di udire; ecco, la parola del Signore diventata
oggetto di scherno ed essi non la recepiscono [6, 10].
215. [Ier 7]. Dopo un po': Ascoltate la parola del Signore, o voi
tutti abitanti di Giuda, che attraversate queste porte per andare ad
adorare il Signore. Cos dice il Signore degli eserciti, il Dio di
Israele: Raddrizzate le vostre vie; siano buoni i vostri propositi, e io
abiter in mezzo a voi in questo luogo. Non confidate in parole
menzognere dicendo: Il tempio del Signore, il tempio del Signore, il
tempio del Signore questo. Voi dovrete indirizzare al bene le
vostre vie e i vostri progetti; dovete giudicare con giustizia fra una
persona e l'altra; non dovete opprimere l'orfano e la vedova, non
versare sangue innocente in questo luogo, non seguire di stranieri
con vostro danno. Se agirete cos, abiter in mezzo a voi in questo
luogo, nella terra che ho dato ai padri, da sempre e per sempre.
Ecco invece che voi confidate in parole menzognere che non vi
arrecheranno alcun vantaggio: rubare, uccidere, commettere
adulterio, giurare il falso, offrire libagioni ai Baalim e seguire
divinit straniere che non avevate conosciuto. Dopo questo voi
venite e vi presentate a me in questa casa, nella quale invocato il
mio nome, dicendo: " Siamo stati liberati proprio perch abbiamo
compiuto queste azioni abominevoli ". dunque diventata una
spelonca di ladri questa casa nella quale sotto i vostri occhi stato
invocato il mio nome? Dice il Signore: Io, io sono, io ho visto.
Andate al luogo che mi ero consacrato in Silo, l dove agli inizi
abit il mio nome, e vedete come l'ho trattata per la malvagit del
mio popolo Israele. E ora, dice il Signore, perch avete compiute
tutte queste [cattive] azioni, e io vi ho parlato, mi sono levato di
buon mattino per parlarvi e voi non mi avete ascoltato; vi ho
chiamato e voi non mi avete risposto, ecco io far quel che ho fatto
a Silo anche a questa casa, nella quale invocato il mio nome e
nella quale voi riponete la vostra fiducia; a questo luogo che ho
dato ai vostri padri. Vi allontaner dalla mia presenza come ho
rigettato tutti i vostri fratelli, l'intera stirpe di Efraim. Tu pertanto
non pregare per questo popolo, non incaricarti di elevare lodi o
preci e non insistere presso di me, perch non ti esaudir. Non vedi
cosa fanno costoro nelle citt di Giuda e nelle piazze di
Gerusalemme? I figli raccolgono la legna e i padri accendono il
fuoco mentre le donne spalmano il grasso per preparare focacce
alla regina del cielo. Essi offrono libagioni agli di stranieri,
provocando la mia collera. Ma questo soltanto un provocare me
all'ira?, dice il Signore, o non piuttosto un danno che arrecano a
se stessi, per la confusione del loro volto? [7, 2-19].
216. [Ier 8]. Dopo un po': Forse che l'uomo, quando cade, non si
rialza? E chi si allontana forse non ritorna? Perch dunque questo
popolo in Gerusalemme si allontanato con animo ribelle? Si sono
dati alla menzogna e non sono voluti tornare indietro. Io ho atteso
e ascoltato: nessuno parla in bene, nessuno si pente del proprio
peccato e dice: Cosa mai ho fatto! [8, 4-6].
E dopo nove versi: Come potete dire: Noi siamo saggi e abbiamo
con noi la legge del Signore? Veramente una menzogna ha scritto lo
stilo mentitore degli scribi. I saggi sono stati confusi, atterriti e
presi al laccio. Hanno infatti buttato via la parola del Signore e in
essi non c' pi alcuna sapienza [8, 8-9].
217. [Ier 9]. Dopo un po': Chi mi dar nel deserto un rifugio da
viandante, e io abbandoner il mio popolo e mi allontaner da loro?
Sono infatti tutti adlteri: una congrega di malfattori. Hanno teso la
loro lingua come un arco per dire menzogne e non la verit; si sono
rafforzati nel paese passando da un delitto a un altro, ma non
hanno conosciuto me, dice il Signore. Ognuno si guardi dal suo
vicino e non si fidi del suo fratello, perch ogni fratello imbroglia e
inganna, e ogni amico procede per vie fraudolente, e ognuno irride
il suo fratello e non dice la verit. Hanno infatti abituato la loro
lingua a parlare con doppiezza e si sono dati da fare per compiere
l'iniquit. La tua abitazione immersa negli inganni e nell'inganno
ricusano di conoscere me, dice il Signore. Pertanto, dice il Signore
Dio degli eserciti: Ecco, io li fonder e li sagger. E in realt
cos'altro potrei fare di fronte alla figlia del mio popolo? La loro
lingua una freccia che ferisce: nella loro bocca ha proferito
inganni. Essa parla di pace con l'amico e sotto sotto gli tende
insidie. Non dovr intervenire in tutte queste cose? dice il Signore;
ovvero di una gente simile non dovr vendicarsi la mia anima? [9,
2-9].
E dopo un po': Cos dice il Signore: Non si glori il sapiente per la
sua sapienza, n il forte per la sua forza, n il ricco per le sue
ricchezze; ma chi vuole gloriarsi si glori di questo: di conoscere me
e aver familiarit con me, poich io sono il Signore che agisce con
misericordia, retto giudizio e giustizia sulla terra. Queste sono le
cose di cui mi compiaccio, dice il Signore [9, 23-24].
218. [Ier 10]. Dopo sedici versi: Cos dice il Signore: Non imparate
[ad andare per] le vie dei gentili e non temete i segni celesti che
temono i gentili, poich la vita dei popoli ha come legge la vanit.
Infatti ecco la mano di un lavoratore si mette all'opera e taglia dal
bosco un pezzo di legno servendosi di un'ascia; lo ricopre d'oro e
d'argento, con chiodi e martellate lo stringe in modo che non si
spezzi. Questi idoli somigliano a uno spaventapasseri: non parlano,
si muovono solo se qualcuno li porta, perch da soli sono incapaci
di camminare. Non temeteli dunque, poich non vi possono fare n
del male n del bene. Non sono simili a te, Signore! Tu sei grande,
e grande per la potenza il tuo nome. Chi non avr timore di te, o
Re delle genti? Tuo infatti lo splendore, pi che non quello di tutti
i sapienti delle nazioni: in tutti i loro regni non c' nessuno che
somigli a te. E noi possiamo dimostrare che essi sono nello stesso
tempo stupidi e vani: prova della loro vanit il legno [che
adorano]. Si reca da Tarsis argento battuto e da Ofaz viene l'oro;
segue il lavoro dell'artefice e l'abilit della mano dell'orefice.
Scarlatto e porpora sono il loro manto, ma tutto opera di
artigiani. Il Signore al contrario un vero Dio: il Dio vivente e il
Re eterno. Di fronte alla sua ira si scuote la terra e i popoli non
reggono alla sua minaccia. Voi dunque direte loro cos: Gli di che
non hanno creato il cielo e la terra scompaiano dalla faccia della
terra e da ogni luogo che esiste sotto la volta del cielo [10, 2-11].
219. [Ier 17]. Dopo un po': Cos dice il Signore: Maledetto l'uomo
che confida nell'uomo e ripone il suo sostegno in esseri di carne,
mentre il suo cuore abbandona il Signore. Egli sar come un
tamarisco nella steppa: quando viene il bene non lo vede ma
abiter in terra arida, nel deserto, terra salmastra e non abitabile.
Benedetto l'uomo che confida nel Signore, e il Signore la sua
speranza. Sar come un albero piantato presso le acque, che
protende le sue radici verso il bagnato: quando vengono i grandi
calori non teme; le sue foglie saranno sempre verdeggianti.
Durante la siccit non avr problemi, non cesser mai di produrre
frutti [17, 5-8].
220. [Ier 22]. Un po' avanti: Cos dice il Signore: Praticate il [retto]
giudizio e la giustizia; liberate dalla mano del violento chi
oppresso dalla prepotenza. Non rattristate il forestiero n l'orfano
n la vedova, e non opprimeteli ingiustamente. E non spargete
sangue innocente in questo luogo [22, 3].
221. [Ier 23]. Dopo un po': Dice il Signore: Guai ai pastori che
disperdono e fanno perire il gregge del mio pascolo! Pertanto cos
parla il Signore Dio d'Israele ai pastori che pascolano il mio popolo:
Voi avete disperso il mio gregge, l'avete cacciato [dall'ovile] e non
lo avete visitato. Orbene, dice il Signore, ecco io vi visiter
riversando su di voi la malizia dei vostri intendimenti [23, 1-2].
E similmente dopo un po': Cos dice il Signore degli eserciti: Non
ascoltate le parole dei profeti che profetizzano per ingannarvi. Vi
parlano delle visioni del loro cuore e non di quanto detto dal
Signore. A coloro che mi bestemmiano essi dicono: Il Signore ha
detto che ci sar pace, e a tutti coloro che seguono la perversit del
proprio cuore dicono: Non verr su di voi alcuna disgrazia. Chi
infatti stato mai presente quando il Signore prende le sue
decisioni? [23, 16-18].
E dopo undici versi: Io non inviavo quei profeti ma loro correvano
[ugualmente dal mio popolo]; senza che io parlassi loro, essi si
mettevano a profetare. Se fossero stati presenti l dove io prendo
le mie decisioni essi avrebbero comunicato al mio popolo le mie
parole, e io li avrei senz'altro fatti allontanare dalla loro via
perversa e dalle loro pessime macchinazioni [23, 21-22].
E dopo quattro versi: Ho udito ci che vanno dicendo i profeti che,
pur in nome mio, profetizzano menzogne e dicono: Ho avuto un
sogno, s, proprio un sogno. Fino a quando ci saranno cose come
queste nel cuore dei profeti, che predicono menzogne e annunziano
le bizzarrie del loro cuore? Essi vogliono che il mio popolo si
dimentichi del mio nome dando invece ascolto a ci che essi
sognano in cuor loro e che poi ciascuno racconta al suo vicino. Allo
stesso modo i loro padri avevano dimenticato il mio nome per
seguire Baal. Il profeta che ha un sogno racconti pure il suo sogno;
quello invece che possiede la mia parola racconti con verit la mia
parola. Cos'ha in comune la paglia col chicco di frumento?, dice il
Signore. Non sono forse le mie parole, dice il Signore, come un
fuoco o come un maglio che frantuma la pietra? Pertanto, dice il
Signore, ecco io mi volgo contro i profeti che si rubano l'un l'altro le
mie parole. Ecco, dice il Signore, io mi rivolgo contro i profeti che
muovono la loro propria lingua e affermano: Questo dice il Signore.
Dice inoltre il Signore: Ecco, io mi rivolgo contro i profeti che
sognano cose false e le raccontano al mio popolo per traviarlo con
le loro menzogne e le loro gesta mirabolanti, mentre io non li ho
inviati n ho dato loro alcun incarico. Essi non arrecano al popolo
nessuna utilit, dice il Signore [23, 25-32].
222. [Ier 25]. Dopo un po': Il Signore ha mandato a voi tutti i suoi
servi, i profeti. Si alzava di buon mattino e ve li mandava, ma voi
non li avete ascoltati n avete prto l'orecchio per ascoltarli. Egli vi
diceva: Ognuno di voi abbandoni il suo cammino, che cattivo, e si
ravveda dei propri pensieri, che sono pessimi; e abiterete nel paese
che il Signore ha dato a voi e ai vostri padri da sempre e per
sempre. Non seguite gli di stranieri; non prestate loro culto e non
adorateli. Non provocate la mia indignazione con le opere delle
vostre mani e io non vi mander afflizioni. Voi per non mi avete
ascoltato, dice il Signore [25, 4-7].
223. [Ier 48]. Dopo un po': Maledetto chi compie l'opera del
Signore con imbrogli [48, 10].
224. [Thren 3]. Dopo un po': Buono il Signore con chi spera in
lui, con l'anima che lo cerca. bene attendere in silenzio la
salvezza del Signore. Buon per l'uomo se avr portato il giogo [del
Signore] fin dalla sua adolescenza. Seder solitario e far silenzio
perch [il Signore] si levato in alto sopra di lui. Porr nella
polvere la sua bocca poich forse ci sar speranza. Presenter la
guancia a chi lo percuote, sar saziato di scherni, ma il Signore non
lo rigetta per sempre [3, 25-32].
DAL LIBRO DI EZECHIELE
225. [Ez 3]. Passati sette giorni fu rivolta a me la parola del
Signore. Egli mi disse: Figlio dell'uomo, ti ho posto come sentinella
per la casa d'Israele: ascolterai dalla mia bocca la parola e
l'annunzierai loro da parte mia. Ecco, io dico all'empio: Tu morirai.
Se tu non glielo riferirai n gliene parlerai, in modo che si ravveda
della sua condotta malvagia e viva, l'empio morr nella sua iniquit
ma del suo sangue io chieder conto a te. Se invece tu riferirai
all'empio [la mia parola] e lui non si convertir dalla sua empiet e
dalla sua condotta malvagia, egli certo morr nella sua colpa ma tu
avrai posto in salvo la tua anima. Cos se il giusto, abbandonando la
giustizia, si sar messo a compiere l'iniquit. Io porr un sasso
d'inciampo davanti a lui ed egli morir perch tu non lo hai
avvertito. Egli morir nel suo peccato n ci sar ricordo delle opere
di giustizia da lui compiute prima, ma del suo sangue io chieder
conto a te. Se tu invece andrai dal giusto e gli annunzierai di non
peccare, ed effettivamente egli non peccher, egli avr assicurata
la vita perch tu l'hai avvertito, e tu avrai salvato la tua anima [3,
16-21].
226. [Ez 9]. Dopo un po': Il Signore disse a lui: Attraversa la citt,
Gerusalemme, e segna un T sulla fronte degli uomini che gemono e
si rattristano per tutti gli abomini che si compiono nella citt. E
disse ancora in modo che potessi udire anch'io: Attraversate la citt
al seguito di lui e uccidete. Il vostro sguardo non risparmi nessuno
e non abbiate compassione di nessuno. Uccidete fino allo sterminio
i vecchi e i giovani, le vergini, i bambini e le donne. Non uccidete
per nessuno nel quale troverete segnato il T. Cominciate dal mio
santuario [9, 4-6].
227. [Ez 13]. Dopo un po': Con le vostre menzogne avete fatto
soffrire il cuore del giusto, mentre io non volevo rattristarlo, e avete
rafforzato la mano dell'empio, impedendo che recedesse dalla sua
cattiva condotta e ottenesse la vita [13, 22].
228. [Ez 16]. Dopo un po': Questa fu la grossa colpa di Sodoma,
tua sorella: la superbia. Essa e le sue figlie avevano pane a saziet,
abbondanza [di ogni bene] e tranquillit, ma non stendevano la
mano al povero e all'indigente. Montarono in superbia e commisero
delitti abominevoli alla mia presenza, ed io le ho fatte scomparire,
come tu hai veduto [16, 49-50].
229. [Ez 18]. Dopo un po': Ecco l'uomo giusto, che agisce con retto
giudizio e secondo giustizia. Egli non prende pasti [sacri] sulle
alture e non innalza gli occhi agli idoli della casa d'Israele. Non
approfitta della moglie del suo vicino e non si unisce a donna nel
suo ciclo mensile. Non fa soffrire nessuno, rende il pegno al
debitore e non deruba nessuno usando violenza; d del suo pane
all'affamato e veste il nudo; non presta denaro con usura,
riscuotendo pi di quanto aveva dato. Tiene la sua mano lontana
dal delitto, pratica il giusto giudizio tra persona e persona, cammina
secondo le mie leggi, e pratica i miei precetti e si comporta secondo
verit. Costui [veramente] giusto: egli senza dubbio conseguir la
vita, dice il Signore Dio. Ma ecco che costui genera un figlio
scellerate, che sparge sangue; fa l'una o l'altra delle cattive azioni
sopra elencato e non pratica nessuna di queste norme. Egli
banchetta sulle alture, disonora la moglie del suo vicino, rattrista il
povero e il bisognoso, commette rapine e non restituisce il pegno;
solleva lo sguardo agli idoli e commette azioni abominevoli; presta
con usura e riscuote pi di quanto aveva dato. Potr vivere costui?
Certo non vivr. Avendo commesso tutte queste azioni detestabili,
in nessuna maniera sfuggir alla morte: il suo sangue ricadr su di
lui. Ecco per che costui genera un figlio il quale, vedendo tutti i
peccati commessi da suo padre, preso da timore non commette
nulla di simile. Non banchetta sulle alture e non rivolge gli occhi agli
idoli della casa d'Israele. Non si approfitta della moglie del suo
vicino n rattrista il suo simile; non si trattiene il pegno e non
commette rapine. D il suo pane all'affamato e copre di vesti il
nudo; tiene lontano la sua mano dal far torti al povero; non prende
nulla con usura e per voglia smodata di possesso; mette in pratica i
miei decreti e cammina nelle mie vie. Ebbene, questo tale non
morir per le colpe di suo padre, ma senz'altro vivr, sebbene suo
padre, avendo denigrato e oppresso il suo fratello, avendo operato
il male in seno al suo popolo, sia morto per la sua colpevolezza. Ma
voi dite: Perch mai il figlio non deve portare le colpe del padre?
Ecco, quel figlio ha agito con [retto] giudizio e secondo giustizia, ha
osservato e messo in pratica tutti i miei comandamenti. Ebbene,
egli certamente vivr. La persona che pecca, e non altri, deve
morire. Il figlio non sar gravato delle colpe del padre, n il padre
delle colpe del figlio. Sopra il giusto star la giustizia da lui
praticata, sopra l'empio la sua empiet. Se poi l'empio fa penitenza
di tutti i peccati commessi e metter in pratica tutti i miei precetti e
operer secondo il giudizio e la giustizia, certo vivr e non morr.
Io non mi ricorder di tutte le colpe da lui commesse: vivr nella
giustizia che ha praticato. Desidero forse io la morte dell'empio,
dice il Signore Dio, o non piuttosto che si converta dalla sua
condotta e viva? Se al contrario il giusto abbandoner la sua
giustizia e compir azioni inique secondo tutto ci che di
abominevole suole commettere l'empio, potr forse vivere? Tutte le
opere giuste da lui compiute non saranno ricordate: nella
prevaricazione con cui ha prevaricato e nel peccato che ha
commesso, in essi morir. Ma voi avete detto: Non giusto il
comportamento del Signore. Ebbene, ascoltami, o casa d'Israele!
Non dunque giusto il mio agire o non forse il vostro ad essere
distorto? Se il giusto abbandona la giustizia e commette l'iniquit,
morir in essa: morir nell'ingiustizia che ha commessa. E se
l'empio si sar allontanato dalla sua empiet e avr agito con
[retto] giudizio e con giustizia, egli far vivere la sua anima. Ha
riflettuto e si allontanato da tutte le iniquit che aveva
commesse: egli pertanto vivr, non morr. Dicono al riguardo i figli
d'Israele: Non giusto il comportamento del Signore. Casa
d'Israele, sono davvero le mie vie che non sono giuste o non
piuttosto sono le vostre ad essere errate? In effetti io giudicher
ciascuno secondo il suo comportamento, o casa d'Israele, dice il
Signore Dio. Convertitevi e pentitevi di tutte le vostre iniquit, e
l'iniquit non vi sar causa di rovina. Gettate lontano da voi tutte le
vostre prevaricazioni, quelle che avete commesse, e fate nuovo il
vostro cuore e il vostro spirito. Perch volete morire, o casa
d'Israele? Io non voglio la morte di colui che muore, dice il Signore
Dio. Convertitevi e vivrete! [18, 5-32].
230. [Ez 22]. Dopo un po': Ecco, i capi d'Israele sono stati in
mezzo a te per versare il sangue, ciascuno secondo il potere del
proprio braccio. Hanno ingiuriato il padre e la madre, hanno
oppresso il forestiero che abitava in te, hanno fatto soffrire l'orfano
e la vedova. Avete disprezzato i miei santuari e disonorato i miei
sabati. Vi sono in te dei calunniatori che procurano spargimenti di
sangue. Hanno banchettato sulle alture e hanno commesso delle
scelleratezze nella tua terra; hanno scoperto le vergogne del padre
e hanno oppresso la donna nell'impurit del suo ciclo. Molti hanno
commesso atti abominevoli con la moglie del suo vicino, e anche il
suocero ha disonorato scelleratamente la nuora, come pure il
fratello ha violentato la sorella, figlia dello stesso padre. In te si
accettano regalie per spargere il sangue. Tu prendi interessi
spropositati, da usuraio, e a causa della tua avarizia opprimi il tuo
prossimo, dimenticandoti anche di me, dice il Signore Dio [22, 6-
12].
E dopo poco: E mi fu nota la parola del Signore che mi diceva:
Figlio dell'uomo, dille: Tu sei una terra impura, non bagnata da
pioggia nel giorno della [mia] collera. In essa vi una congrega di
profeti i quali, come leone ruggente che conquista la preda, hanno
divorato le anime e si sono impadroniti dei loro averi e della loro
ricchezza, accrescendo in te il numero delle vedove. I suoi sacerdoti
hanno disprezzato la mia legge e hanno profanato i miei santuari;
non hanno fatto alcuna differenza tra sacro e profano e non
riescono pi a distinguere ci che contaminato e immondo [22,
23-26].
E dopo due versi: I capi sono in essa come dei lupi che addentano
la preda: spargono sangue e rovinano le anime cercando
avidamente [di accrescere] i loro guadagni. I suoi profeti li
mascherano con vernice senza colla: vedono visioni irreali,
prevedono cose false e dicono: Cos dice il Signore Dio, mentre il
Signore non ha detto niente. La gente minuta si d alla calunnia,
commette rapine e violenze; fa soffrire il povero e il misero ed
opprime il forestiero con calunnie senza retto giudizio. Ed ecco io ho
cercato fra loro un uomo che costruisse una siepe e si ergesse di
fronte a me a favore del paese, in modo che non lo sterminassi, ma
non l'ho trovato. Allora ho riversato su di loro la mia indignazione e
li ho consumati col fuoco della mia ira. Ho fatto ricadere sul loro
capo il male della loro condotta, dice il Signore Dio [22, 27-31].
231. [Ez 33]. Dopo un po': Mi fu rivolta la parola del Signore, che
mi disse: Figlio dell'uomo, parla ai figli del tuo popolo e di' loro:
Metti il caso che io voglia estendere la guerra fino a un certo paese.
Allora il popolo di quel paese prender uno dei suoi uomini, magari
fra gli ultimi, e lo porr a fare da sentinella. Se questi vede arrivare
un esercito nel paese, suoner la tromba e avviser il popolo. Chi
ode il suono della tromba e non si mette al riparo, ecco, arriver la
spada [del nemico] e lo uccider: il suo sangue ricadr su di lui. Ha
udito il suono della tromba e non corso a ripararsi: il suo sangue
ricadr su di lui, mentre, se si metter al riparo, si salver. Se
viceversa la sentinella vede arrivare il nemico e non d fiato alla
tromba e quindi il popolo non si mette al riparo, ecco arriva la
spada [del nemico] e toglie la vita agli abitanti del paese.
Veramente il popolo preso a causa della sua iniquit, ma io
chieder conto del suo sangue alla sentinella. E quanto a te, figlio
dell'uomo, ecco io ti ho posto come sentinella per la casa d'Israele.
Dalla mia bocca ascolterai la parola e la riferirai loro in nome mio.
Se io dico all'empio: " O empio, tu vai incontro alla morte " e tu non
parlerai all'empio perch si ritragga dalla sua via, l'empio morir,
vero, per la sua iniquit, ma del suo sangue io chieder conto a te.
Se, al contrario, tu dichiarerai all'empio che deve convertirsi dalla
sua condotta ma lui non si converte, lui morir nella sua iniquit ma
tu avrai salvato la tua anima. Figlio dell'uomo, di' alla casa
d'Israele: Voi avete detto: Le nostre iniquit e i nostri peccati sono
ricaduti su di noi e noi veniamo meno; come potremo vivere? Di'
loro: Com' vero che io vivo, dice il Signore Dio, io non voglio la
morte dell'empio ma che si converta dalla sua cattiva condotta e
viva. Convertitevi dunque dalle vostre pessime consuetudini! Perch
volete morire, o casa d'Israele? Di' ancora ai figli del tuo popolo, o
figlio dell'uomo: La giustizia del giusto non lo salver se egli si
mette a peccare; e l'empiet non nuocer all'empio se egli si
converte dalla sua empiet. Parimenti il giusto non potr vivere per
la sua [antecedente] giustizia se in seguito si dar al peccato. Per
quanto io abbia potuto dire al giusto che avr la vita, se egli
confidando nella sua giustizia si dar a commettere l'iniquit, tutte
le sue opere di giustizia saranno dimenticate ed egli morir
nell'iniquit che ha commesso. Se al contrario dir all'empio: "
Senza dubbio morrai " e lui fa penitenza dei suoi peccati e agisce
secondo rettitudine e giustizia: restituisce il pegno e tutto ci che
aveva rapito, cammina nei precetti della vita e non commette nulla
d'ingiusto, egli certamente vivr e non morr. Non gli sar imputato
nessuno dei peccati commessi. Ha operato con [retto] giudizio e
con giustizia: certamente vivr. Dissero al riguardo i figli del mio
popolo: Non procede con giustizia il Signore nelle sue vie. Invece
la loro via che ingiusta. Se infatti il giusto recede dalla sua
giustizia e commette azioni delittuose, morir in queste. E se
l'empio recede dalla sua empiet e agisce secondo rettitudine e
giustizia, vivr in queste. Ma voi dite: " Non retta la via del
Signore ". Tuttavia io giudicher ciascuno secondo le sue vie. Lo
dico di voi, casa d'Israele [33, 1-20].
E dopo quarantanove versi: E tu, figlio dell'uomo: ecco, i figli del
tuo popolo parlano di te presso le mura e sulle porte delle case e si
dicono l'un l'altro, il vicino dice al vicino: " Venite, ascoltiamo quale
annunzio ci viene dal Signore ". E vengono da te come una folla che
voglia entrare: il mio popolo si siede davanti a te e ascoltano le tue
parole ma senza metterle in pratica, anzi sulla loro bocca le
cambiano in canzoni e il loro cuore va appresso alla loro avarizia.
Sei per loro come un canto melodioso, cantato con
accompagnamento delicato e dolce: essi ascolteranno le tue parole
ma non le praticheranno. Ma quando verr ci che stato loro
predetto (poich eccolo effettivamente arrivare) allora si
accorgeranno che c'era un profeta in mezzo a loro [33, 30-33].
232. [Ez 34]. Mi fu rivolta la parola dal Signore, che diceva: Figlio
dell'uomo, profetizza sui pastori d'Israele; profetizza e di' ai
pastori: Cos dice il Signore Dio: Guai ai pastori d'Israele, che
hanno pasciuto se stessi. Non forse il gregge che viene condotto
al pascolo dai pastori? Voi invece vi siete nutriti di latte e coperti di
lana e avete ucciso le pecore grasse e il mio gregge non l'avete
pascolato. Non avete rafforzato ci che era debole, non avete
curato ci che era ammalato, non avete fasciato ci che era
spezzato; ci che era sbandato non l'avete portato all'ovile, ci che
si era perduto non lo avete ricercato ma l'avete minacciato
trattandolo con severit e prepotenza. E le mie pecore si sono
disperse per mancanza di pastori; sono diventate pasto di tutte le
bestie feroci e si sono disperse. I miei greggi vagano su tutti i monti
e su tutti i colli elevati; i miei greggi si sono dispersi su tutta la
faccia della terra e non c'era nessuno che li ricercasse. Non v'era
nessuno, ripeto, che andasse a ricercarli. Pertanto udite, pastori, la
parola del Signore. Dice il Signore Dio: Com' vero che io vivo,
siccome i miei greggi sono diventati oggetto di rapina e le mie
pecore sono state divorate da ogni sorta di bestie feroci e questo
perch non c'era chi le pascesse (i pastori infatti non si curavano
del mio gregge; pascevano se stessi e non i miei greggi), per
questo udite, o pastori, la parola del Signore. Questo dice il Signore
Dio: Ecco, io mi volger contro i pastori e chieder loro conto del
mio gregge. Li far smettere di pascolare il gregge, per cui non
potranno pi pascere se stessi. Liberer il mio gregge dalle loro
fauci e non sar pi loro pasto [34, 1-10].
E dopo trentaquattro versi: Quanto a voi, mio gregge, cos dice il
Signore Dio: Ecco io giudico fra pecora e pecora, fra montone e
ariete. Non era dunque sufficiente per voi pascolare in un buon
pascolo? Voi, per di pi avete calpestato con i vostri piedi quanto
restava del vostro pascolo; e mentre voi bevevate acqua purissima,
intorbidavate l'altra con i vostri piedi, e le mie pecore dovevano
mangiare dell'erba calpestata dai vostri piedi e bere l'acqua
intorbidata dai vostri piedi. Per questo dice loro il Signore Dio:
Ecco, io giudico tra pecora grassa e pecora magra, perch voi le
mettevate allo stretto con i fianchi e il dorso, e con le vostre corna
disperdevate tutte le pecore deboli fino ad allontanarle [dall'ovile]
[34, 17-21].
233. [Ez 45]. Dopo un po': Questo dice il Signore Dio: Vi basti cos,
o capi d'Israele! Smettetela con l'iniquit e le rapine; operate
secondo diritto e giustizia, e delimitate i vostri confini da quelli del
mio popolo, dice il Signore Dio. Usate una bilancia giusta, un efa
giusto e un bat giusto [45, 9-10].
Abbiamo fin qui raccolto quanto proviene dai libri che anche i Giudei
ritengono canonici. Non giusto per omettere quei libri che, scritti
prima della venuta del Salvatore, non sono recepiti dai Giudei ma
solo dalla Chiesa di Cristo. Tra questi ce ne sono due che da molti
ricercatori sono detti di Salomone, a motivo credo d'una certa
somiglianza di stile, mentre i pi competenti non dubitano di
asserire che non appartengono a Salomone. Di quello che si chiama
La Sapienza non si riesce a precisare chi ne sia l'autore. Quanto
invece all'altro libro, da noi chiamato Ecclesiastico, a coloro che
hanno potuto leggerlo per intero risulta che l'abbia scritto un certo
Ges, soprannominato " Sirach ". Del Libro della Sapienza ci
sembra che rientrano in questa opera i passi seguenti.
DAL LIBRO DELLA SAPIENZA
234. [Sap 1]. Amate la giustizia voi, giudici della terra; abbiate
buoni pensieri nei riguardi del Signore e cercatelo con cuore
semplice. Egli infatti si lascia trovare da chi non lo mette alla prova
e si manifesta a coloro che hanno fede in lui. I pensieri dissennati
separano da Dio, mentre la virt esperimentata richiama al dovere
gli stolti. La sapienza infatti non entra in un'anima assuefatta al
male n abita in un corpo schiavo del peccato. Il santo spirito, che
ammaestra, scansa l'ipocrisia e si sottrae da chi nutre pensieri
insensati: viene impedito dal sopraggiungere dell'iniquit. Lo spirito
della sapienza benigno ma non libera il bestemmiatore dalle
[parole delle] sue labbra, poich Dio testimone dei suoi
sentimenti, scruta con verit il suo cuore e ascolta [quanto dice] la
sua lingua. Lo Spirito del Signore infatti riempie l'universo e poich
tutto abbraccia ha conoscenza di ogni parola. Per questo chi
proferisce parole inique non pu rimanere nascosto n la giustizia
vendicatrice lo risparmier. Si far un'indagine sui pensieri
dell'empio e il suono dei suoi discorsi giunger all'orecchio del
Signore, affinch sia castigata la sua iniquit. Un orecchio geloso
ode tutto n gli rester nascosto il rumore della mormorazione.
Guardatevi pertanto dalle mormorazioni, che sono inutili, e
trattenete la lingua dalla maldicenza, poich nemmeno una parola
segreta andr in vano. La bocca che proferisce menzogne uccide
l'anima [1, 1-11].
235. [Sap 3]. Dopo un po': Quanti confidano in lui comprenderanno
la verit e i [suoi] fedeli abiteranno accanto a lui nell'amore, perch
la grazia e la pace sono riservate ai suoi eletti. Gli empi, al
contrario, avendo trascurato la giustizia e abbandonato il Signore,
avranno il castigo secondo quel che hanno progettato. Chi infatti
disprezza la sapienza e la correzione un uomo infelice [3, 9-11].
E dopo sei versi: Sar infatti beata la sterile e colei che non si
contaminata con i godimenti peccaminosi del letto matrimoniale: ne
riporter vantaggi nel giorno della ricompensa delle anime. Cos
l'eunuco che non ha commesso iniquit con le sue mani e nella sua
mente non ha concepito pensieri irrispettosi contro il Signore [3,
13-14].
236. [Sap 6]. Dopo un po': Ascoltate dunque, o re, e comprendete!
Apprendete la giustizia, o giudici dei confini della terra. Porgete
l'orecchio voi che tenete in mano la moltitudine e vi compiacete per
il gran numero delle nazioni. Il potere stato a voi accordato dal
Signore; la vostra sovranit [deriva] dall'Altissimo, che esaminer
le vostre opere e scandaglier i vostri pensieri. Essendo
amministratori del suo regno, non avete giudicato con rettitudine e
non avete rispettato le norme della giustizia, n avete camminato
secondo la volont di Dio. Egli vi si manifester in maniera terribile
e non tarder, poich un giudizio oltremodo severo attende coloro
che comandano. E se al piccolo si usa misericordia, i potenti
subiranno tormenti atroci. Il Signore infatti non risparmia la
personalit di alcuno n riverisce la grandezza di nessuno. Egli ha
creato il piccolo e il grande e ha pari cura di tutti e due; ma sui pi
altolocati incombe un tormento pi grave. Ora questi miei discorsi
sono rivolti a voi, o re cattivi, affinch apprendiate la saggezza e
non andiate fuori strada. Infatti coloro che praticano la giustizia
vivendo da giusti saranno giustificati e coloro che imparano queste
norme sapranno cosa rispondere [al giudice]. Desiderate dunque le
mie parole e amatele: ne otterrete istruzione. La sapienza infatti
lucente e inalterabile: si lascia facilmente vedere da coloro che
l'amano; la troveranno [facilmente] quelli che la cercano. Precede
quanti la bramano lasciandosi vedere per prima. Chi dall'alba veglia
in sua attesa non dovr stancarsi: la trover seduta alla sua porta.
Pensare assiduamente a lei saggezza consumata: chi veglia per
lei sar presto esentato da ogni preoccupazione. Essa va in giro
cercando chi sia degno di lei; durante la via si mostra ad essi con
volto ilare, e con ogni sollecitudine va loro incontro. Principio di lei
il desiderio sincero della disciplina e la diligenza nell'apprendere
deriva dall'amore, il quale poi l'osservanza delle sue leggi.
L'osservanza delle leggi garanzia d'incorruttibilit, la quale
incorruttibilit ci fa essere vicini a Dio. Il desiderio della sapienza
accompagna dunque al regno eterno, per cui se voi, o re delle
nazioni, vi dilettate di troni e di scettri, amate la sapienza e
regnerete per sempre [6, 2-22].
237. [Sap 8]. Dopo un po': Se uno ama la giustizia, i suoi sforzi
conseguono grandi virt. lei infatti che insegna la sobriet, la
prudenza, la giustizia e la fortezza, virt delle quali nessuna cosa
pi utile [all'uomo] durante la sua vita [8, 7].
Ora dobbiamo attingere dal libro chiamato l'Ecclesiastico quanto ci
sembra rientrare nell'ambito di quest'opera. A proposito di questo
libro io riterrei doversi ripetere quanto detto del Libro dei Proverbi;
solo che in questo Ecclesiastico ho trovato, pi che non nei
Proverbi, materiale necessario alla completezza dell'opera presente.
DAL LIBRO DELL'ECCLESIASTICO
238. [Eccli 1]. Il timore del Signore sapienza e religiosit. La
religiosit custodisce e rende giusto il cuore: essa procura
allegrezza e gioia. Chi teme il Signore avr una buona sorte: sar
benedetto nei giorni della fine. Temere Dio pienezza di sapienza;
dai suoi frutti deriva questa pienezza [1, 17-20].
E dopo due versi: Corona della sapienza il timore del Signore [1,
22].
E dopo quattro versi: Temere Dio radice di sapienza: i suoi rami
sono lunga vita. Nei recessi della sapienza c' l'intelligenza, la
scienza e la religiosit; per i peccatori invece la sapienza una cosa
detestabile. Il timore del Signore scaccia il peccato; chi privo del
timore non pu essere giustificato: la sua collera e il suo sdegno
sono la sua rovina. Il sapiente per un po' di tempo sopporta con
pazienza; alla fine gli ridonata la gioia. Il benpensante per un
certo tempo occulta le sue parole; le labbra di molti elogeranno il
suo sentire [1, 25-30].
Se desideri la sapienza osserva la giustizia, e Dio te la conceder. Il
timore del Signore sapienza e vita ordinata; a lui piacciono la
fedelt e la mitezza. Egli riempir i tuoi scrigni. Non essere indocile
di fronte al timore del Signore e non accostarti a lui con doppiezza
di cuore. Non essere ipocrita di fronte alla gente, e non lasciarti
scandalizzare dalle tue stesse labbra. Bada a tutto ci, se non vuoi
cadere e procurarti della confusione. Dio infatti manifester i tuoi
segreti: e non succeda che egli ti umili in mezzo all'assemblea,
poich tu ti eri avvicinato al Signore con animo perverso e il tuo
cuore era pieno di inganno e falsit [1, 33-40].
239. [Eccli 2]. Figlio, se vuoi accostarti a Dio per servirlo, sta' saldo
nel timore e nella giustizia, e preprati a subire la prova: umilia il
tuo cuore e sii paziente. Piega il tuo orecchio per accogliere le
parole dell'intelligenza e non essere precipitoso nel tempo della
provocazione. Accogli con pazienza le dilazioni di Dio, rimani unito a
lui e resisti, affinch si prolunghi la tua vita quando sarai giunto agli
estremi. Qualunque cosa ti capiti, ricevila: nel dolore sopporta,
nell'umiliazione abbi pazienza, poich col fuoco si provano l'oro e
l'argento, e cos gli uomini graditi [a Dio] nel braciere
dell'umiliazione. Abbi fiducia in Dio, ed egli ti protegger; indirizza
[al bene] il tuo cammino e spera in Dio. Conserva il timore di lui e
invecchia in esso [2, 1-6].
Voi che temete il Signore attendete con fortezza la sua misericordia
e non deviate [da lui] per non cadere. Voi che temete il Signore
abbiate fede in lui e non sarete privati della vostra ricompensa. Voi
che temete il Signore sperate in lui e con vostro godimento verr a
voi la misericordia. Voi che temete Dio amatelo e saranno illuminati
i vostri cuori. Guardate, figli, le generazioni dell'umanit e riflettete!
Chi sper mai nel Signore e rest confuso? Chi si conserv fedele ai
suoi precetti e fu abbandonato? Chi lo invoc e non venne
ascoltato? In realt, Dio pietoso e compassionevole, e nel tempo
dell'afflizione rimette i peccati a tutti coloro che con sincerit lo
ricercano [2, 7-13].
Guai all'uomo dal cuore insincero, alle labbra maligne e alle mani
che compiono il male; guai al peccatore che nel paese conduce una
doppia vita! Guai a chi ha il cuore malfermo e non ha fede in Dio:
egli non da lui protetto. Guai a coloro che si stancano di
pazientare, abbandonano le vie diritte e s'incamminano per vie
tortuose. Cosa farete quando Dio inizier la sua disamina? Coloro
che temono il Signore non sono increduli alla sua parola e coloro
che lo amano si mantengono nella sua via. Coloro che temono il
Signore cercano quanto a lui gradito, e coloro che lo amano
saranno saziati dalla sua legge. Coloro che temono il Signore
dispongono [al bene] il loro cuore, e fan s che la loro anima sia
santa davanti a lui. Coloro che temono il Signore osservano i suoi
comandamenti e pazientano finch non arrivi il suo controllo.
Dicono: Se non faremo penitenza cadremo nelle mani di Dio e non
in quelle degli uomini. Con lui infatti sempre la misericordia, che
pari alla sua grandezza [2, 14-23].
240. [Eccli 3]. I figli sapienti sono un'assemblea di giusti; loro
regime l'obbedienza e la dilezione. Ascoltate, figli diletti, il giudizio
del padre e agite di conseguenza se volete essere salvi [3, 1-2].
E dopo due versi: Chi ama Dio implora [perdono] per i peccati e si
astiene dal commetterli: egli sar esaudito quando chieder
[lunghezza di] giorni. Come chi accumula tesori colui che onora
sua madre; chi onora il padre avr gioia dai figli; chi onora il padre
godr lunga vita; chi obbedisce al padre d sollievo alla madre. Chi
teme Dio porta rispetto ai genitori e come a dei padroni serve a
coloro che l'hanno generato. Onora tuo padre con fatti e con parole
e con molta pazienza: cos verr su di te la benedizione del Signore
[3, 4-10].
E dopo tre versi: Non andare orgoglioso quando tuo padre
disonorato [3, 12].
E dopo tre versi: Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia e non
contristarlo finch in vita; e anche se perdesse il senno tu sappilo
compatire e non disprezzarlo nel vigore delle tue forze [3, 14-15].
E dopo quattro versi: Quanto infame colui che abbandona suo
padre! maledetto da Dio chi reca dispiaceri alla madre. Figlio,
compi con mitezza il tuo dovere e sarai amato, e la tua gloria
superer quella degli [altri] uomini. Quanto pi sei grande tanto pi
umliati in tutto, e troverai grazia presso Dio, poich [veramente]
grande solo la potenza di Dio: Egli onorato dagli umili. Non
aspirare a cose superiori a te e non voler penetrare ci che supera
le tue forze; pensa sempre alle cose che Dio ti ha comandato e non
sindacare curiosamente le sue svariate opere. Non ti sono infatti
necessarie le cose che ti sono state occultate [3, 18-23].
E dopo tre versi: La voglia di curiosare port molti fuori strada e
sottopose alla vanit i loro pensieri. Il cuore duro alla fine si trover
male e chi ama il pericolo perir in esso. Il cuore che procede con
doppiezza non avr successi, e chi perverso di cuore, nei successi
trover inciampo. Il cuore cattivo sar gravato di dolori, il peccatore
aggiunger peccato a peccato [3, 26-29].
E dopo due versi: Il cuore saggio si riconosce dalla sua sapienza, e
l'orecchio ben disposto ascolta la sapienza con grande desiderio. Il
cuore saggio e avveduto si tiene lontano dai peccati e progredisce
nelle opere di giustizia. L'acqua spegne gli incendi, l'elemosina
cancella i peccati; e Dio, che vede dall'alto colui che elargisce
favori, se ne ricorda per l'avvenire, e tu troverai sostegno quando
starai per cadere [3, 31-34].
241. [Eccli 4]. Figlio, non privare i poveri dell'elemosina; non
distogliere i tuoi occhi dall'indigente. Non lasciare incalcolata la
persona che ha fame e non irritare il povero nella sua povert. Non
affliggere il cuore del misero e non differire la tua elargizione
all'indigente. Non respingere la supplica dell'afflitto e non
distogliere lo sguardo dall'indigente. Non volgere lo sguardo lontano
dal povero per non provocarne l'ira, e non permettere, a chi ti
domanda qualcosa, che ti maledica alle spalle. Se infatti qualcuno
con il cuore amareggiato ti maledice, la sua supplica sar esaudita:
l'esaudir colui che l'ha creato. Renditi affabile all'assemblea dei
poveri; umliati dinanzi all'anziano; piega il capo dinanzi a chi pi
grande di te. Piega l'orecchio al povero senza rammaricartene;
restituiscigli quanto gli dovuto e rispondigli con calma usando
parole di pace. Libera dalla mano del superbo colui che subisce
angherie e non serbare acidit nel tuo cuore. Nel giudicare sii
tollerante: per gli orfani sii come un padre, per la loro madre come
suo marito; e sarai come un figlio obbediente dell'Altissimo, il quale
ti user compassione pi di una madre [4, 1-11].
La sapienza ha dato ai suoi figli il soffio vitale: essa accoglie chi la
cerca e lo precede sulla via della giustizia. Chi l'ama ama la vita e
chi veglia in sua attesa incontrer il suo beneplacito. Chi la tiene
con s erediter la vita: Dio benedir il luogo dov'essa entrata.
Chi la serve onora il Santo; Dio ama quanti l'amano. Chi l'ascolta
in grado di giudicare i popoli; chi si specchia in lei abiter con
fiducia. Chi creder in lei l'avr in eredit: le loro creature ne
costituiranno il sostegno. Ella camminer con lui nella prova e lo
sceglier tra i suoi prediletti. Provocher in lui timore e angustia e
tribolazione e lo tormenter con il rigore della sua disciplina; lo
tenter nei suoi pensieri per poi concedersi all'anima di lui. E lo
fortificher e diriger verso di lui un cammino diritto e lo rallegrer:
manifester a lui i suoi segreti e ammasser su di lui [grande]
scienza e la comprensione della giustizia. Se viceversa egli le volta
le spalle, lui lo abbandoner e lo consegner nelle mani del suo
nemico [4, 12-22].
Figlio, apprezza il tempo e fuggi il male. Per il bene dell'anima tua
non vergognarti di dire la verit, poich se c' una vergogna che
porta al peccato, ce n' una che arreca gloria e grazia. Non usare
parzialit rovinando te stesso e non dire menzogne a tuo danno.
Non sdegnare [di soccorrere] il tuo prossimo quando cade e non
trattenere la parola nel tempo della prosperit. Non nascondere la
tua sapienza nel fulgore della sua bellezza, poich la sapienza e
l'assennatezza traspaiono dalla lingua, la scienza e l'istruzione dalle
parole di verit e il vigore dalle opere di giustizia. Non contraddire
in alcun modo alla verit; arrossisci piuttosto della menzogna che
hai proferita per mancanza di educazione. Non vergognarti di
confessare i tuoi peccati e non piegarti a nessuno con l'intento di
peccare. Non resistere al potente e non opporti all'impeto di una
fiumana. Quando si tratta della giustizia resisti fino all'ultimo
respiro, e fino alla morte lotta per la causa giusta, e Dio abbatter i
tuoi nemici a tuo vantaggio. Non esser frettoloso nel parlare e
inconcludente e fiacco nell'agire. Non essere, nella tua casa, simile
a un leone scombussolando i tuoi domestici e opprimendo i tuoi
subalterni. La tua mano non sia allungata nel ricevere e contratta
nel dare [4, 23-36].
242. [Eccli 5]. Non volgere il cuore a possedimenti iniqui e non
dire: ho una vita passabile. Questo infatti in nessun modo ti giover
nel giorno del castigo e della punizione. Non seguire i desideri del
cuore e non dire: " Come potr [riuscire]? ", o: " Chi mi controller
in quello che faccio? ". Dio infatti non mancher di vendicare [il
male fatto]. Non dire nemmeno: " Ecco, ho peccato e cosa mi
capitato di brutto? ". Poich l'Altissimo longanime nel ripagare.
Quanto ai peccati espiati non escludere ogni timore, e non
aggiungere peccato a peccato dicendo: " La misericordia di Dio
grande; egli avr piet dei molti miei peccati ". Rapidamente infatti
ci raggiungono e la sua misericordia e la sua ira: la sua ira piomba
sui peccatori. Non tardare a convertirti al Signore e non rimandarlo
da un giorno all'altro: improvvisa infatti ti viene addosso la sua ira
e nel giorno del castigo ti consumer. Non agitarti per accumulare
ricchezze ingiuste: non ti gioveranno in alcun modo nel giorno della
punizione e del castigo [5, 1-10].
Non lasciarti sollevare da ogni vento e non imboccare ogni strada:
cos infatti il peccatore si manifesta per la doppiezza della sua
lingua. Sta' saldo nella via di Dio e nella sincerit dei tuoi
sentimenti e nella sapienza: ti seguir la parola di pace e di
giustizia. Sii docile nell'ascoltare la parola di Dio per poterla capire
e cos, dotato di sapienza, tu possa emettere sentenze veraci. Se
possiedi la saggezza rispondi al tuo prossimo; in caso contrario
mettiti la mano dinanzi alla bocca per non uscire in parole
dissennate e provarne confusione. Onore e gloria nel parlare
dell'uomo assennato: la lingua dell'imprudente gli procura rovina.
Fa' s che nella tua vita non abbiano a chiamarti mettimale e non
farti cogliere in fallo nel parlare, se non vuoi essere svergognato.
Se infatti c' disonore per il ladro anche se pentito, c' anche una
qualifica infamante per chi parla con doppiezza. Per il mormoratore
poi c' l'odio, l'inimicizia e l'invettiva. Rendi giustizia al piccolo e al
grande senza distinzioni [5, 11-18].
243. [Eccli 6]. Non inimicarti i familiari parteggiando per gli amici.
Al cattivo toccheranno in sorte l'ingiuria e lo strapazzo; stessa sorte
per tutti i peccatori invidiosi e maldicenti. Non inorgoglirti come un
toro nei tuoi pensieri, affinch la tua forza non si afflosci a causa
della stoltezza [6, 1-2].
Dopo sette versi: Fa' s che molti siano in pace con te, ma sia tuo
consigliere uno su mille. Se possiedi un amico, te ne accorgerai
nella prova; comunque non abbandonarti facilmente a lui. C' infatti
un amico opportunista, che non ti assister nel giorno della
sventura; e c' l'amico che si cambia in nemico, e quello che
semina odio, risse e vituperi. C' l'amico che ti sta vicino finch sei
a tavola ma non ti rimane vicino nel tempo della strettezza. L'amico
che ti rimane fedele sar come un altro te stesso: egli ti tratter
con fiducia come un tuo familiare. Se si umilier dinanzi a te e alla
tua presenza si nasconder, riterrai la sua amicizia salda e buona.
Seprati dai tuoi nemici e con i tuoi amici sta' ad occhi aperti. Un
amico fedele una protezione forte: chi lo trova trova un tesoro.
Nulla pu paragonarsi a un amico fedele; non c' quantit d'oro o
d'argento che valga quanto la bont della sua affezione. Un amico
fedele una medicina che d vita e immortalit: lo trovano coloro
che temono il Signore. Chi teme Dio apprezza debitamente la
buona amicizia, poich qual ciascuno tale sar anche il suo amico.
Figlio, accetta l'insegnamento fin dalla tua giovinezza e fino alla
canizie troverai la sapienza. Accstati a lei come uno che ara e
semina e attendi con pazienza i suoi frutti deliziosi. Per compiere le
sue opere poco sar il lavoro e ben presto mangerai dei suoi frutti.
Per gli uomini impreparati la sapienza una conquista molto
difficile: chi privo di senno non persevera in essa. Per questi tali
la sua disamina sar pesante come un macigno ed essi non
tarderanno a gettarla via [6, 6-22].
E dopo due versi: Viceversa in coloro che l'apprezzano essa rimane
stabile finch non arrivino al cospetto di Dio. Ascolta, figlio, e ricevi
il consiglio dell'intelligenza: non disprezzare il mio consiglio. Caccia
il tuo piede nei suoi anelli e il tuo collo nella sua collana. Sottoponi
a lei le tue spalle e caricati di essa: non ripudiare i suoi legami.
Accstati a lei con tutto il cuore, e con tutte le forze persevera nelle
sue vie. Ricercala e ti si manifester, e quando l'avrai afferrata non
abbandonarla: in essa infatti troverai riposo quando giungerai alla
fine. Essa si tramuter in fonte di delizie; i suoi ceppi saranno una
protezione potente e le sue basi un forte sostegno, la sua collana
un ornamento di gloria [6, 23-30].
E dopo quattro versi: Figlio, se ti volgerai a me imparerai; se
accosterai [a me] la tua anima sarai sapiente. Se chinerai l'orecchio
riceverai l'istruzione e se amerai ascoltare diverrai sapiente. Sta'
nell'assemblea degli anziani dotati di saggezza e unisciti col cuore
alla loro sapienza per udire tutto il racconto [delle opere] di Dio.
Non ti sfuggano le massime in lode di lui. Se incontri un saggio, sta'
sveglio dinanzi a lui e il tuo piede calchi spesso i gradini della sua
porta. Fissa il pensiero nei comandamenti di Dio, e sii molto assiduo
nell'ascoltare le sue prescrizioni. Egli ti compenser dandoti
[fortezza di] cuore; e ti verr elargito anche il desiderio di una
[maggiore] sapienza [6, 33-37].
244. [Eccli 7]. Non fare il male ed esso non ti dominer. Allontnati
dal malvagio e i mali si allontaneranno da te. Non seminare il male
nei solchi dell'ingiustizia se non vuoi mieterli aumentati sette volte.
Non chiedere agli uomini il comando, n al re il seggio pi onorifico.
Non volerti giustificare dinanzi a Dio, perch egli conosce il
profondo del cuore, e dinanzi al re non voler fare la figura del
sapiente. Non desiderare di diventare giudice se con la tua forza
non sei in grado di intervenire contro l'iniquit, affinch non abbia a
tremare dinanzi al potente e cos rechi scandalo con il tuo agire.
Non peccare contro i cittadini adunati in folla e non scagliarti contro
il popolo; non cadere in doppio peccato, poich neppure di uno solo
resterai impunito. Non essere di cuore pusillanime. Prega e non
omettere di fare l'elemosina; non dire per: " Dio mi user riguardi
per l'abbondanza dei doni che elargisco; il Dio altissimo accetter i
miei doni tutte le volte che glieli offrir ". Non prenderti gioco di un
uomo dall'animo amareggiato; c' infatti chi abbassa ed innalza:
Dio. Non seminare menzogne contro il tuo fratello e neppure contro
il tuo amico. Non mentire con alcuna sorta di falsit: l'abitudine di
mentire non buona. Non essere linguacciuto nell'assemblea degli
anziani [7, 1-15].
E dopo dodici versi: Non maltrattare il servo che si comporta con
onest n il mercenario che pone se stesso a tua disposizione. Il
servo giudizioso ti sia caro come un altro te stesso; non privarlo
della libert e non licenziarlo in miseria [7, 22-23].
E dopo due versi: Hai dei figli? Educali con severit e picchiali fin
dall'adolescenza! Hai bestiame? Badalo con cura. Hai delle figlie?
Custodisci il loro corpo e non essere largo di sorrisi verso di loro.
Marita tua figlia e hai risolto un grosso problema. Occorre per che
la dia a un uomo di giudizio. Se hai una moglie secondo il tuo
cuore, non ripudiarla; di colei che viceversa ti sta sul naso non
fidarti completamente. Onora tuo padre e non dimenticare i dolori
di tua madre. Ricordati che senza di loro tu non saresti al mondo e
ripagali con uguale misura. Temi Dio con tutta l'anima e rispetta i
suoi sacerdoti. Con tutte le forze ama il Dio che ti ha creato e non
trascurare i suoi ministri. Onora Dio con tutta l'anima e d il giusto
onore ai sacerdoti [7, 25-33].
E dopo sei versi: Stendi la mano al povero affinch sia piena la tua
benedizione. La tua benevolenza nel dare raggiunga ogni vivente, e
non negare la tua grazia ai morti. Non mancare di consolare chi
piange e cammina al fianco di chi nel dolore. Non esser pigro nel
visitare gli infermi: da queste opere sarai rafforzato nell'amore. In
tutte le tue azioni ricorda la fine che ti attende: cos eviterai per
sempre di cadere in peccato [7, 36-40].
245. [Eccli 8]. Non attaccar liti con il potente: potresti cadere nelle
sue mani. Non contendere con il ricco perch potrebbe intentare
una causa contro di te. Il denaro infatti causa di rovina per molti;
esso penetra anche nel cuore dei re e lo stravolge. Non litigare con
il linguacciuto; non portare legna al suo fuoco [8, 1-4].
E dopo due versi: Non essere sprezzante con l'uomo che sta
allontanandosi dal peccato e non rimproverarlo: ricordati che tutti
siamo meritevoli di castigo. Non disprezzare il vecchio: anche fra
noi infatti ci sar chi invecchia. Non godere della morte del tuo
nemico, sapendo che tutti siamo destinati a morire e non vogliamo
che [allora] si goda di noi. Non sottovalutare ci che raccontano gli
anziani forniti di esperienza ma soffermati a considerare le loro
massime: da loro apprenderai la dottrina che arricchisce la mente e
saprai servire senza lamenti chi posto in dignit. Non sorvolare
sui racconti degli anziani, che essi a loro volta appresero dai loro
antenati: da loro imparerai cose sensate e la risposta adatta per
ogni necessit [8, 6-12].
E dopo sedici versi: Non far lega con gli stolti, che non sanno amare
se non le cose che loro fan comodo. Non tenere un'adunanza
presenti gli estranei, poich non sai cosa possa venirne fuori [8, 20-
21].
246. [Eccli 9]. Dopo due versi: Non essere geloso della tua
consorte [9, 1].
E dopo sette versi: Non desiderare con malizia una vergine per non
essere portato fuori strada dalla sua bellezza. Non consegnarti in
alcun modo alle prostitute, se non vuoi perdere te stesso e la tua
eredit [9, 5-6].
E dopo due versi: Distogli lo sguardo dalla donna agghindata e non
incantarti a guardare la bellezza delle straniere [9, 8].
E dopo dodici versi: Non abbandonare il vecchio amico: il nuovo
non sar come lui. Un amico nuovo come il vino nuovo: lo berrai
con gusto quando si sar invecchiato. Non invidiare la gloria e la
ricchezza del peccatore; non sai infatti quale rovina lo attende. Non
ti piaccia per l'odio degli iniqui [9, 14-17].
E dopo due versi: Sta' lontano dall'uomo che ha il potere di
ucciderti e non ti passer per la mente il timore della morte. Se
devi stare accanto a lui, non commettere colpa per cui possa
toglierti la vita [9, 18-19].
E dopo quattro versi: Frequenta i sapienti e gli uomini assennati.
Tuoi commensali siano i giusti, e il tuo vanto sia nel timore di Dio
[9, 21-22].
247. [Eccli 10]. Dopo cinquantatr versi: Tra i figli dell'uomo merita
amore colui che teme Dio; merita disonore colui che disprezza i
comandamenti del Signore. Tra i fratelli gode prestigio colui che li
governa, agli occhi del Signore sono accetti quanti lo temono.
Gloria dei ricchi e degli uomini di riguardo il timore di Dio: lo
stesso per i poveri. Non giusto disprezzare un povero
assennato, e non esaltare l'iniquo perch ricco. Sono in onore il
grande, il giudice e il potente; ma pi grande di loro chi teme Dio.
A uno schiavo assennato si sottomettono anche gli uomini liberi;
l'uomo saggio e disciplinato non protesta se viene ripreso [10, 23-
28].
E dopo cinque versi: Figlio, conserva nella mansuetudine la tua
anima e d ad essa l'onore che merita [10, 31].
248. [Eccli 11]. Dopo sei versi: La sapienza di chi si umilia gli fa
tenere alta la fronte e lo fa sedere in mezzo alle persone autorevoli.
Non lodare l'uomo per la sua bellezza e non disprezzarlo per la sua
apparenza. Piccolo insetto l'ape ma il suo prodotto ha il primato
nella dolcezza. Non vantarti del tuo abito [lussuoso] e non
insuperbire nel giorno che sei onorato [11, 1-4].
Dopo sei versi: Prima d'aver indagato non trattare alcuno con
severit; dopo l'indagine correggilo con giustizia. Prima d'ascoltare
non pronunziare sentenze, e non permetterti di parlare nel
consesso degli anziani. Non litigare per ci che non ti reca fastidio e
non assiderti nel tribunale dei peccatori. Figlio, le tue azioni non
s'estendano a molte cose: se sei ricco, non sarai esente da peccato.
Se terrai dietro [a molte cose] non le raggiungerai n per quanto tu
corra te la svignerai [11, 7-10].
Dopo venti versi: Non sostare nel male che compiono i peccatori;
abbi piuttosto fiducia in Dio e persevera nel tuo posto [11, 22].
E dopo alcuni versi: Prima che muoia non lodare nessun uomo [11,
30].
E dopo un verso: Non fare entrare in casa qualsiasi uomo: molte
infatti sono le trappole dell'ingannatore. Come vomita lo stomaco
dei bambini e come la pernice s'introduce nelle fenditure o come la
capra nello steccato, cos il cuore dei superbi spia per osservare la
caduta del suo prossimo. Cambiando il bene in male tende i suoi
lacci e getta fango contro gli eletti. Da una scintilla si sprigiona un
grande incendio: per un solo ingannatore si versa molto sangue. Il
peccatore infatti tende insidie al fine di spargere sangue. Guardati
dall'uomo pestilenziale che ordisce malvagit, perch non riversi su
di te un'onta incancellabile. Accogli in casa l'estraneo: quando ti
addormenterai ti far lo sgambetto e ti allontaner dai tuoi cari [11,
31-36].
249. [Eccli 12]. Quando fai beneficenza sappi a chi la fai e otterrai
profonda gratitudine per la tua buona azione. Fa' del bene al giusto
e ne avrai un grande compenso, se non da lui certo da Dio. Non
otterranno beni coloro che sono abitualmente dediti al male e non
elargiscono elemosina, poich l'Altissimo odia il peccatore mentre
misericordioso con chi si ravvede. D all'uomo compassionevole e
non nutrire preferenze per il peccatore; sii largo con l'umile e non
dar nulla all'empio; anzi impedisci che gli sia dato del pane, se non
vuoi che con quanto riceve diventi pi forte di te. In ogni bene che
fai puoi andare incontro a due mali in quanto l'Altissimo odia i
peccatori e si prende vendetta degli empi [12, 1-4].
E dopo quattro versi: Non fidarti mai del tuo nemico: la sua malizia
per te come ruggine al bronzo. Anche se fa l'umile e cammina
curvo, tu sta' attento e gurdati da lui. Non metterlo vicino a te e
non farlo sedere alla tua destra, affinch non succeda che
cambiando idea si collochi al posto tuo, perch cio non si volga
verso il tuo posto ed aspiri ad occupare la tua sede, e tu finalmente
ti renda conto delle mie parole e sia rimproverato dai miei discorsi.
Chi proverebbe compassione per l'incantatore che venisse morso
dal serpente e per chiunque volesse avvicinarsi alle bestie feroci?
Lo stesso per l'uomo che si accompagna con un malfattore e si
lascia coinvolgere nei suoi peccati; rester con te per un'ora, ma se
tu comincerai ad allontanarti non ti guarder pi in faccia. Il nemico
sulle labbra ha la dolcezza ma nel cuore cova insidie per farti
cadere nella fossa. Il nemico ha negli occhi le lacrime ma, se gli si
d l'occasione, non si sazier del tuo sangue; se incorri in qualche
sciagura, lo troverai in prima fila contro di te. Il nemico ha negli
occhi le lacrime e, come se volesse aiutarti, sorregge i tuoi piedi; in
realt pronto a scuotere la testa e a battere le mani e a voltarti la
faccia mormorando molte cose [contro di te] [12, 10-19].
250. [Eccli 13]. Dopo sessantun versi: Buona la ricchezza quando
non causa peccati nella coscienza; oltremodo cattiva la povert
sulla bocca dell'empio [13, 30].
E dopo tre versi: Beato l'uomo che non commette peccati con la
parola della sua bocca e non tormentato da afflizioni per i suoi
delitti. Felice colui che non prova tristezza nel suo cuore e non
perde mai la speranza. All'uomo avido e incontentabile nulla giova il
possedere sostanze; che profitto reca l'oro all'uomo invidioso? [14,
1-3].
251. [Eccli 14]. Dopo quattordici versi: Figlio, se possiedi [dei beni]
approfittane per te stesso e offri a Dio ci che gli spetta. Ricordati
che la morte non tarda e che ti stato gi notificato il testamento
con il regno dei morti. Quanto al testamento fatto in questo mondo
si estinguer con la morte. Prima di morire sii largo nel beneficare il
tuo amico e largheggia con il povero donando secondo le tue risorse
[14, 11-13].
E dopo sedici versi: Beato l'uomo che rimane fedele alla sapienza,
s'intrattiene nella giustizia e nell'intimo pensa ai decreti di Dio.
Beato colui che nel suo cuore medita le vie del Signore, cercando di
comprendere i suoi segreti [14, 22-23].
252. [Eccli 15]. Dopo venticinque versi: Gli stolti non la
raggiungeranno, gli assennati le andranno incontro. Gli stolti non la
vedranno, poich lontana dalla superbia e dalla falsit. I mentitori
non si ricordano di lei, gli uomini veritieri trovano in essa la loro
dimora e avranno successo fino alla contemplazione di Dio. Non
bella la lode sulla bocca del peccatore, poich la sapienza proviene
da Dio. Alla sapienza di Dio congiunta la lode: essa abbonda sulla
bocca dell'uomo fedele, poich il Padrone [dell'universo] che gliela
dona. Non dire: " per colpa di Dio che essa mi manca ", e non
fare ci che egli odia. Non dire: " Egli mi ha fatto errare ", poich
mai saranno suoi amici gli uomini empi. Dio odia ogni maledizione
che si basa sull'errore, non l'ameranno i timorati di Dio. All'inizio
Dio plasm l'uomo lasciandolo alla decisione del suo volere. Gli
impose successivamente comandi e precetti: se vorrai osservare,
essi ti faranno vivere, purch tu accetti di conservarti ad essi fedele
per sempre. Ti ha messo accanto il fuoco e l'acqua; tu stenderai la
mano a ci che preferisci. Di fronte all'uomo sono la vita e la morte,
il bene e il male: quel che preferisce gli sar dato. Grande la
sapienza di Dio. Egli forte nella sua potenza: osserva tutti senza
mai cessare. Gli occhi di Dio sono rivolti a chi lo teme: egli valuta
ogni azione umana. A nessuno consente di agire empiamente; a
nessuno presenta occasioni di peccare. Non gradisce infatti la
moltitudine dei figli infedeli e senza frutto [15, 7-22].
253. [Eccli 16]. Non rallegrarti per i tuoi molti figli se essi sono
empi; non lusingarti per loro se li vedi senza timore di Dio. Non
fidarti della loro vita e non compiacerti dei loro lavori. meglio
infatti un figlio solo ma timorato di Dio che mille figli irreligiosi; anzi
meglio morire senza figli piuttostoch lasciare sulla terra figli
empi [16, 1-4].
E dopo ventun versi: Non dire: " Mi nasconder dalla vista di Dio, e
chi nell'alto dei cieli si ricorder di me? " [16, 16].
254. [Eccli 17]. Un po' dopo: Non sono nascosti [a Dio] i
testamenti compilati con iniquit, poich ogni sorta di iniquit
presente al suo sguardo. L'elemosina dell'uomo come un sigillo
che l'unisce a Dio: egli ha cara come la pupilla [dell'occhio] la
misericordia praticata dall'uomo. Poi si alzer per dare a ciascuno la
ricompensa che gli dovuta; egli si volger alle parti pi profonde
della terra. A chi si pente apre la via della giustizia; assicura il
sostegno a chi viene meno e destina loro una eredit sicura.
Convertiti a Dio e smetti di peccare; rivolgi a lui la preghiera e
finiscila con le pietre d'inciampo. Ritorna a Dio e tienti lontano da
ogni ingiustizia: odia cordialmente l'abitudine d'imprecare [17, 17-
23].
E dopo nove versi: Quanto grande la misericordia di Dio e il suo
perdono per coloro che si convertono a lui! Non tutte le cose
possono essere nell'uomo perch il figlio dell'uomo non immortale
[17, 28-29].
255. [Eccli 18]. Dopo trenta versi: [Il Signore] ha compassione di
chi accoglie la scienza della compassione e di chi cammina spedito
nella via dei suoi precetti. Figlio, nel fare il bene non uscire in
rampogne e quando regali qualcosa non arrecare tristezza con
parole cattive. La rugiada non forse refrigerio nella calura? Cos
una [buona] parola vale pi di un regalo. Non forse vero che una
parola migliore di un dono? L'una e l'altro troverai nell'uomo
giusto. Viceversa lo stolto rimprovera aspramente, e il regalo del
maligno fa imputridire gli occhi. Prima che venga il giudizio
arricchisciti di giustizia, e prima di parlare impara. Prima che ti
indebolisca per la malattia usa la medicina e prima del giudizio
esamina te stesso: cos troverai piet dinanzi a Dio. Prima che ti
raggiunga l'infermit conservati umile e nella malattia mostra qual
la [bont della] tua vita. Fa' che nulla t'impedisca di pregare in
continuazione e fino alla morte non mancare di crescere nella
giustizia, poich la ricompensa divina durer in eterno. Prima
dell'orazione prepara la tua anima e non essere come uno che tenta
Dio [18, 14-23].
E dopo sei versi: L'uomo sapiente sempre nel timore e nei giorni
quando si moltiplicano i delitti si guarda dall'inattivit [18, 28].
E dopo cinque versi: Non seguire le tue voglie malnate e allontnati
da quanto ti reca piacere. Se permetti alla tua anima di seguire le
sue voglie farai godere i tuoi nemici. Non ti lusingare per la
moltitudine [di seguaci] e non gioire di ci che smodato [18, 30-
32].
256. [Eccli 19]. Dopo cinque versi: Chi trascura le piccole cose alla
fine cadr. Il vino e le donne fanno apostatare i sapienti e causano
rimproveri alle persone assennate [19, 1-2].
E dopo quattro versi: Chi frettoloso nel credere [alla gente]
dimostra un animo leggero e ci rimetter; chi pecca contro l'anima
propria sar ritenuto [degno di] sorte peggiore [19, 4].
E dopo due versi: Chi odia la loquacit fa cessare la cattiveria [19,
5].
E dopo otto versi: Hai udito una parola contro il prossimo? Muoia
dentro di te! E sta' certo che non ti far scoppiare. Lo stolto avr
dolore per le sue parole come una partoriente che geme nel
partorire il bambino. Come una saetta conficcata nella coscia cos
una parola sulla bocca dello stolto. Riprendi l'amico qualora non
abbia compreso [il suo male], perch non dica: " Non l'ho fatto "; o,
se l'ha fatto, perch non ci ricada ancora. Riprendi il prossimo
perch non lo neghi e, se lo ammette, perch non ricada.
Rimprovera l'amico anche se si tratta di una insinuazione, ma non
credere a tutto ci che si dice [di lui]. C' chi cade in difetto per la
sua lingua ma senza volont. Chi infatti non pecca con la lingua?
Riprendi il prossimo prima di minacciarlo e d spazio al timore
dell'Altissimo, perch il timore di Dio la somma sapienza: temere
Dio in ogni atto del sapiente [19, 10-18].
E dopo cinque versi: L'uomo privo di sapienza e scarso
d'intelligenza ma ricco di timore [di Dio] migliore dell'uomo
superdotato che non osserva la legge dell'Altissimo [19, 21].
257. [Eccli 20]. Dopo sedici versi: Quanto meglio rimproverare
che arrabbiarsi! [20, 1].
E dopo dodici versi: Sar odiato chi giunge al potere mediante
l'ingiustizia [20, 8].
E dopo otto versi: Il sapiente si rende amabile con il suo parlare
[20, 20-22].
E dopo tredici versi: Cadere per la falsit nel parlare come cadere
sul pavimento: la caduta dei malvagi giunge improvvisa. Un uomo
sgradevole come il racconto di cose immaginarie: quale spesso
sulla bocca degli uomini insubordinati. Non si accetta un proverbio
dalla bocca del fatuo, poich non detto a suo tempo [20, 24-29].
E dopo due versi: C' chi perde la sua anima per timidezza e chi la
perde a causa d'una persona imprudente; c' chi si perde per la
preferenza che accorda a certe persone. C' chi per insipienza fa
promesse all'amico e senza motivo se lo rende nemico. Vergogna e
cattiveria nell'uomo la falsit; essa frequente sulla bocca di chi
non osserva la legge. meglio il ladro che chi mente di continuo:
l'uno e l'altro andranno in perdizione. Il comportamento della
persona bugiarda causa disonore; la vergogna l'accompagner di
continuo. Il saggio si manifesta con le sue parole [20, 24-29].
E dopo quattro versi: Le elargizioni e i regali accecano i giudici e,
rendendoli come muti, distolgono dalla loro bocca le parole di
rimprovero. La sapienza nascosta e il tesoro sotterrato a che
servono? Tra gli uomini da preferirsi colui che nasconde la sua
stupidit a colui che nasconde la sua sapienza [20, 31-33].
258. [Eccli 21]. Figlio, hai peccato? Non aggiungere altri peccati ma
prega [Dio] che ti perdoni le colpe commesse. Fuggi il peccato
come il serpente, poich se ti avvicini ti prender [nelle sue spire].
I suoi denti sono come i denti di un leone e uccidono gli uomini.
Ogni iniquit una spada a due tagli: per le sue ferite non esiste
rimedio [21, 1-4].
E dopo quattro versi: Odiare la correzione indizio di uomo
peccatore ma chi teme Dio rientrer in se stesso [21, 7].
E dopo cinque versi: La via dei peccatori cosparsa di sassi e alla
sua fine si trovano gli inferi, le tenebre e i castighi. Chi osserva la
giustizia ne consegue il senso: la sapienza e l'assennatezza
costituiscono la perfezione del timore di Dio [21, 11-13].
E dopo sette versi: Chi ha cuore aperto ascolter la parola saggia,
qualunque essa sia: egli la loder e la far propria. Se l'ascolter
l'uomo dissoluto, gli procurer noie e se la getter dietro le spalle.
Le chiacchiere dello stolto sono come un peso per chi deve
camminare; nelle labbra dell'uomo assennato risiede la grazia.
Nell'assemblea si ricerca il parlare dell'uomo prudente: sulle sue
parole rifletteranno in cuor loro [21, 18-20].
E dopo due versi: La disciplina per lo stolto come un ceppo ai
piedi e come una catena nella mano destra. Lo sciocco ride ad alta
voce, il sapiente ride s e no in silenzio. La disciplina un
ornamento d'oro nell'uomo saggio, come un braccialetto nel suo
braccio destro [21, 22-24].
E dopo otto versi: Il cuore degli stolti sulla loro bocca; la bocca
dei sapienti nel loro cuore. Quando l'empio maledice il diavolo
maledice se stesso. Il mettimale insudicia la sua anima ed da tutti
odiato; altrettanto odioso si rende l'uomo che si ferma presso di lui,
mentre chi silenzioso e assennato conseguir onori [21, 29-31].
259. [Eccli 22]. Il pigro colpito con zolle di fango e tutti parlano
di lui con disprezzo [22, 1].
E dopo quattro versi: Una figlia assennata una ricca dote per suo
marito, la donna riprovevole una vergogna per suo padre. La
donna sfrontata motivo di confusione per il padre e il marito: non
da meno degli empi n riceve onore dai suoi familiari. Un
racconto fuori posto come una musica [allegra] in tempo di lutto;
la sapienza una sferza: essa insegna [il bene] in ogni tempo. Chi
ammaestra lo stolto come colui che riattacca i cocci. Chi racconta
qualcosa al disattento come colui che tenta di svegliare
l'addormentato in un sonno profondo. Chi parla con lo stolto parla
con uno che dorme e che alla fine gli dice: " Ma chi costui? ".
Piangi sul morto perch gli manca la luce; piangi sullo stolto perch
gli manca il senno. Duri poco il pianto per un morto, perch
andato nella pace; ma peggiore della morte dello stolto la vita
infame dello scellerato. Il lutto per un morto di sette giorni; per lo
stolto e l'empio dura tutti i giorni della loro vita [22, 4-13].
E dopo ventun versi: Chi tira sassi contro gli uccelli li mette in fuga;
chi offende l'amico distrugge l'amicizia. Se contro l'amico hai
sguainato la spada non disperarti, poich la puoi ritirare; se hai
sparlato dell'amico non temere, poich puoi riconciliarti; devi
escludere per l'insulto, il vituperio, l'arroganza, la rivelazione del
segreto, il colpo a tradimento, poich in tutti questi casi ogni amico
ti sfuggir [22, 25-27].
E dopo dieci versi: Chi metter una guardia dinanzi alla mia bocca e
un sigillo sicuro sulle mie labbra in modo che non cada [nel male]
per colpa loro e la mia lingua non mi uccida? [22, 33].
260. [Eccli 23]. Signore, padre e reggitore della mia vita, non
abbandonarmi e non permettere che io cada nelle loro mani. Chi
usa la sferza contro il mio modo di pensare e chi user il rigore
della sapienza nei confronti del mio cuore? Non mi si debbono
infatti risparmiare castighi nella mia ignoranza n coprire i miei
peccati, sicch abbia a crescere la mia ignoranza, si moltiplichino le
mie colpe e i miei peccati passino la misura, e io cada di fronte agli
avversari e il mio nemico goda su di me. Signore, padre e Dio della
mia vita, non abbandonarmi in balia delle loro trame! Non
abbandonarmi all'impudenza degli occhi e allontana da me ogni
[insana] bramosia. Toglimi il desiderio incontrollato del mangiare, e
fa' che non mi tiranneggi l'attrattiva del sesso. Non consegnarmi a
impulsi indecorosi e dissennati. O figli, ascoltate la dottrina della
[mia] bocca! Chi la metter in pratica non si roviner col suo
parlare n inciamper compiendo opere nefande. Il peccatore
rimarr intrappolato nella sua vuotaggine, il superbo e il maldicente
inciamperanno nelle loro opere riprovevoli. La tua bocca non
s'abitui a giurare: giurando si cade in grave peccato. Non nominare
con frequenza il nome di Dio, non usare il nome santo: non saresti
esente da colpa. Come lo schiavo fustigato pi volte non resta
senza lividure cos chi giura o nomina [Dio] non rester del tutto
senza peccato. L'uomo che giura di frequente si carica di iniquit e
il castigo non sar lontano dalla sua casa. Anche se vorr negarla,
la sua colpa rester sopra di lui e se finge di non averla commessa
pecca due volte. Se avr giurato il falso non sar nella giustizia; del
castigo sar piena la sua casa [23, 7-14].
Dopo quattro versi: La tua bocca non si abitui a [dire] grossolanit:
sono parole peccaminose. Ricrdati di tuo padre e di tua madre
quando sederai in mezzo ai magnati, perch non succeda che Dio si
scordi di te di fronte a loro, e tu, diventato stolto per averli
frequentati, subisca una vergogna per la quale preferiresti di non
essere nato e maledica il giorno della tua nascita. Un uomo abituato
a dire parole ingiuriose non metter giudizio per quanti siano i suoi
giorni. Due categorie di persone moltiplicano i peccati e la terza si
attira la collera [divina] e la perdizione. Un'anima nel calore [della
passione] come il fuoco acceso: non si raffredda finch non abbia
ingoiato qualcosa; l'uomo disonesto e dedito alle volutt carnali non
trova requie finch non abbia provocato l'incendio [23, 17-23].
E dopo due versi: L'uomo che tradisce il letto coniugale disonora se
stesso. Egli dice: " Chi mi vede? Mi coprono le tenebre, mi riparano
i muri; nessuno mi vede: di chi dovr aver paura? Nemmeno
l'Altissimo si ricorder delle mie colpe! ". Costui non ha intelletto e
il suo occhio diventato cieco: il timore di quest'uomo esclude il
timore di Dio, mentre lo temono [tutti] gli uomini. Egli non pensa
che gli occhi di Dio sono molto pi lucenti del sole: essi penetrano
tutte le azioni dell'uomo e anche le profondit dell'abisso: essi
scrutano il cuore dell'uomo fin nei pi intimi recessi [23, 25-28].
261. [Eccli 25]. Dopo un po': Ci che in giovent non raccogliesti,
come potrai trovartelo nella vecchiaia? Quanto bello il retto
giudizio nell'anziano e nei seniori la conoscenza e il discernimento!
Com' bella la sapienza nei vecchi e nei dignitari la saggezza e il
discernimento! Corona dei vecchi la grande esperienza e loro
gloria il timore di Dio [25, 5-8].
E dopo dieci versi: Il timore di Dio s'innalza al di sopra di tutte le
cose. Beato l'uomo cui stato donato il timore di Dio. A chi potr
paragonarsi una persona timorata di Dio? [25, 14-15].
E dopo venti versi: Non incantarti dinanzi alla bellezza della donna
e non desiderare la donna a motivo della sua bellezza [25, 28].
262. [Eccli 26]. Dopo ventotto versi: Una donna ubriacona [causa
di] ire profonde: la sua scostumatezza e improntitudine non si
possono occultare. L'impudicizia di una donna si rivela da come ti
sbircia con gli occhi e muove le palpebre. Rafforza la sorveglianza
su una figlia che non si sa frenare perch all'occasione non abusi di
se stessa. Gurdati da ogni occhio impudente, e non meravigliarti
se ti trascura [26, 11-14].
E dopo quattro versi: La delicatezza di una donna premurosa
rallegra il marito, e la sua morigeratezza gli rinfranca le ossa. Dono
di Dio una donna assennata e silenziosa; non c' prezzo per una
persona edotta [nella legge]. Beneficio grande pi di ogni altro
una donna santa e pudica. La persona continente superiore ad
ogni prezzo [26, 16-20].
E dopo dodici versi: Se uno dalla giustizia passa al peccato, per lui
Dio tiene pronta la spada [26, 27].
263. [Eccli 27]. Dopo quattro versi: Chi desidera arricchire distoglie
[da Dio] il suo sguardo [27, 1].
E dopo tre versi: Il delitto sar abbattuto. Se non resterai
costantemente nel timore del Signore, la tua casa andr presto in
rovina. Come quando si agita il vaglio rimane la polvere cos nel
pensiero dell'uomo si scopre il suo imbarazzo. La fornace prova i
vasi dell'artefice; la tentazione mette alla prova la giustizia
dell'uomo. Come la coltivazione di una pianta appare dal suo frutto,
cos la parola risente dei pensieri del cuore umano. Non lodare
alcuno prima di sentirlo parlare: da l infatti si manifesta ogni uomo.
Se segui la giustizia la raggiungerai e te ne vestirai come di tunica
preziosa: abiterai con essa ed essa ti protegger sempre e
riscontrerai che essa tuo sostegno nel giorno della verifica. Gli
uccelli si radunano presso i propri simili; la verit ritorna da coloro
che l'esercitano. Il leone sempre in agguato per cacciare;
altrettanto fa il peccato con chi dedito all'iniquit. Il santo
stabile nella sapienza a somiglianza del sole; lo stolto mutevole
come la luna. Se ti trovi tra persone insensate abbrevia il tempo del
tuo parlare; frequenta le persone ragionevoli. Il parlare dei malvagi
odioso, il loro ridere per riuscire in qualche delitto. Il parlare di
uno che giura spesso fa drizzare i capelli, la sua improntitudine fa
turare gli orecchi. Dalla rissa tra superbi [deriva] spargimento di
sangue; le loro invettive sono moleste ad udirsi. Chi rivela i segreti
dell'amico ne perder la fiducia e non trover pi un amico per il
suo cuore. Ama il prossimo e resta a lui fedele; se viceversa ne
avrai svelato i segreti non stargli pi alle calcagna. Chi perde
l'amicizia del suo vicino come colui che perde l'amico stesso.
Come colui che si lascia sfuggire di mano un uccello cos sei tu se ti
lasci sfuggire l'amico: non lo riavrai. E non devi nemmeno
inseguirlo poich gi lontano: egli fugge come una gazzella che si
liberata dal cappio, poich la sua anima stata ferita e non ci
sono bende con cui fasciarla. In caso d'ingiuria si pu trovare il
modo di riappacificarsi, ma quando si svelano i segreti di un amico
non esiste speranza per l'anima di quell'infelice. Chi ammicca con
l'occhio combina azioni inique e nessuno lo pu distogliere. Sotto i
tuoi occhi la sua bocca piena di dolcezza e giunger ad applaudire
i tuoi discorsi, ma alla fine muter linguaggio e ti prender al laccio
per le tue parole. Io odio molte cose ma nessuna come un uomo
simile; anche il Signore lo detesta [27, 3-27].
E dopo due versi: Chi scava una fossa cadr in essa e chi colloca
una pietra dinanzi all'amico vi inciamper. Chi tende un laccio al
suo simile vi perir. Chi traduce in pratica decisioni malvage, il male
ricadr su di lui senza che egli si accorga da dove gli provenga.
Derisione e improperi son roba da superbi, ma la vendetta sta loro
in agguato come un leone. Chi si rallegra della caduta dei giusti
sar preso al laccio e perir [27, 29-32].
264. [Eccli 28]. Dopo tre versi: Colui che desidera vendicarsi
incorrer nella vendetta di Dio, il quale ben ricorda tutti i peccati.
Perdona al tuo prossimo che ti fa del male; cos quando pregherai
saranno rimessi a te i tuoi peccati. Chi si adira contro il suo simile
come chieder a Dio di essere guarito? Egli non ha piet del suo
simile e osa pregare per [la remissione dei] suoi peccati! Pur
essendo figlio di Adamo, egli serba rancore: come potr ottenere il
perdono da Dio, o chi interceder per la remissione delle sue colpe?
Ricrdati della tua fine e smettila con le inimicizie: la consunzione e
la morte ti incolgano mentre sei fedele ai comandamenti di Dio.
Pensa al timore di Dio e non adirarti con il prossimo. Ricorda
l'alleanza dell'Altissimo e non far caso dell'incoscienza altrui. Evita i
litigi, e diminuir il numero dei tuoi peccati. L'uomo iracondo suscita
risse e il peccatore getta zizzania fra gli amici e suscita inimicizie
tra coloro che erano in pace [28, 1-11].
E dopo quattro versi: Una discussione fuori posto accende la
fiamma e l'alterco incontrollato causa spargimento di sangue: la
lingua che ne fa da testimone procura la morte. Se soffi su una
favilla essa si accender come una fiamma, se sputi su di essa si
spegner; comunque le due cose vengono fuori dalla bocca. Sono
maledetti il delatore e il bugiardo: essi causano molte discordie fra
gente in pace. La lingua calunniatrice ha turbato molta gente e l'ha
dispersa di qua e di l; ha abbattuto le citt dei ricchi, sebbene
protette da mura, e ha fatto sprofondare le case dei potenti; ha
stritolato popoli valorosi e annientato nazioni forti. La lingua
calunniatrice ha fatto ripudiare donne di animo virile e le ha private
del proprio lavoro. Chi imiter il calunniatore non trover riposo e
non avr amici su cui appoggiarsi [28, 13-20].
E dopo ventitr versi: Per le tue parole fatti una [buona] bilancia, e
sulla tua bocca metti un'appropriata museruola. Bada di non
peccare con la lingua per non cadere di fronte ai nemici quando ti
tenderanno insidie. La tua caduta sarebbe allora inguaribile, anzi
mortale [28, 29-30].
265. [Eccli 29]. Chi esercita la misericordia d in prestito al
prossimo; chi [lo] sostiene con la mano osserva i comandamenti.
Se il tuo prossimo in necessit fagli dei prestiti e a tempo debito
restituisci al prossimo quanto a te prestato. Mantieni la parola e
comprtati lealmente con lui e in ogni tempo troverai quel che ti
occorre. Molti considerano il prestito come un oggetto trovato e
causano molestie a coloro che li hanno aiutati [29, 1-4].
E dopo tredici versi: Verso il povero sii d'animo risoluto e non
portarlo in giro nel dargli l'elemosina. A causa del comandamento
[di Dio] prenditi cura del povero e nella necessit non lasciarlo
partire a mani vuote. Prvati del tuo denaro a beneficio del fratello e
dell'amico; non nasconderlo sotto una pietra perch arrugginisca.
Riponi il tuo tesoro nella legge dell'Altissimo e ti sar pi utile
dell'oro. Nascondi la tua elemosina in seno al povero ed essa ti
riparer da ogni male: combatter contro il tuo nemico pi di un
uomo potente armato di scudo e di lancia. L'uomo buono si fa
garante a favore del suo prossimo, lo spudorato lo abbandona a se
stesso. Non dimenticare la benevolenza di chi ti si fa garante: egli
espone per te la sua vita. Il peccatore e il disonesto abbandonano
colui che ha fatto loro delle promesse: il peccatore si appropria dei
beni del suo mallevadore; ingrato di cuore abbandona chi lo ha
liberato. L'uomo che si fa garante per il prossimo, se ne perde il
rispetto, sar da lui abbandonato. La promessa di cose cattive ha
rovinato molti che prima si amavano e li ha sconvolti come onde del
mare. Girando attorno ha fatto emigrare personaggi potenti, che
dovettero vagare fra popolazioni straniere. Il peccatore col
trasgredire i comandi del Signore va incontro a minacce di mali [29,
11-26].
E dopo un verso: Sostieni il tuo prossimo secondo le tue possibilit,
ma bada a te stesso per non finire in miseria [29, 27].
266. [Eccli 30]. Dopo sedici versi: Chi ama il proprio figlio ricorre
spesso alla frusta per aver di che rallegrarsi alla fine dei suoi giorni.
Chi educa [bene] il proprio figlio ne otterr gioia [30, 1-2].
E dopo dieci versi: Un cavallo non domato diventer intrattabile; un
figlio abbandonato a se stesso diventa temerario. Coccola tuo figlio
e ti dovrai spaventare; scherza con lui e ne sarai rattristato. Non
ridere insieme con lui perch non abbia a rammaricartene e alla
fine ti si alleghino i denti. Nella sua giovent non dargli [troppa]
autonomia, ma non lasciare incalcolati i suoi pensieri. Finch
giovane costringilo a piegare la testa e quand' bambino prendilo a
sculaccioni: altrimenti egli diventer cocciuto e non ti dar ascolto,
con grande dolore del tuo cuore. Educa tuo figlio e datti da fare per
lui, se non vuoi provare vergogna per la sua sfrontatezza. Un
povero sano e robusto meglio di un ricco gracile e colpito dal
male. La buona salute, insieme con la santit e la giustizia, vale pi
di qualsiasi oro o argento; un corpo sano preferibile ad ogni
ricchezza, anche colossale. Non c' prezzo che superi il prezzo della
salute del corpo; non c' felicit superiore alla pace del cuore.
meglio la morte che una vita nell'amarezza, meglio il riposo eterno
che una persistente infermit. Il bene che rimane nascosto in una
bocca chiusa come un cibo gi pronto collocato in una tomba [30,
8-18].
Dopo cinque versi: Non darti alla tristezza e non torturarti con i tuoi
progetti. La letizia del cuore vita per l'uomo: un tesoro che non
esclude la santit; l'allegrezza dona all'uomo una lunga vita. Abbi
compassione di te stesso cercando di piacere a Dio e sappiti
frenare; colloca il tuo cuore nella santit di lui e tieni lontana da te
ogni tristezza, poich la tristezza stata per molti causa di morte e
da lei non proviene alcun vantaggio. La gelosia e l'ira accorciano la
vita; il molto pensare fa diventar vecchi anzitempo [30, 22-26].
267. [Eccli 31]. Dopo dieci versi: Chi ama l'oro non raggiunge la
giustizia; chi va appresso a cose corruttibili si corromper. Molti
sono caduti a causa dell'oro e per la sua bellezza hanno trovato la
loro rovina. Tronco d'inciampo l'oro offerto in sacrificio: guai a chi
gli corre appresso! L'uomo sprovveduto per esso perir. Beato il
ricco che risulter esente da colpe, che non corre dietro all'oro e
non ripone la speranza nel denaro e nei tesori. Chi costui? Noi lo
elogeremo perch ha compiuto cose straordinarie nella sua vita. Chi
costui che, messo alla prova in fatto di ricchezza, fu trovato
perfetto? La sua gloria sar eterna, poich, sebbene potesse
trasgredire [la legge], non la trasgred; sebbene potesse compiere
il male, non lo fece. Per questo i suoi beni sono al sicuro presso il
Signore e l'assemblea dei santi racconter le sue opere di
misericordia [31, 5-11].
E dopo dieci versi: Usa con frugalit delle vivande che ti vengono
servite, perch non ti succeda che, mangiando molto, venga preso
in odio [dai commensali]. Per correttezza smetti per primo [di
mangiare] e non esagerare nel cibo per non urtare [gli altri
invitati]. Se ti trovi tra molti convitati non essere il primo ad
allungare la mano e a chiedere da bere. Com' vero che all'uomo
ben educato basta poco vino! [31, 19-22].
E dopo sedici versi: Non stuzzicare chi dedito al vino, poich il
vino fu per molti causa di rovina [31, 30].
268. [Eccli 32]. Dopo venticinque versi: Prendi la parola, o anziano,
poich spetta a te parlare per primo; ama la scienza e non impedire
che si canti. Quando c' chi ascolta, non sprecare parole; della tua
erudizione non vantarti fuori posto [32, 4-6].
E dopo cinque versi: Tu, giovane, parla dei tuoi problemi solo in
caso di necessit. Se sei interrogato due volte rispondi solo con un
cenno del capo. Su molti argomenti comportati come se non li
conoscessi; ascolta in silenzio e interroga. Non azzardarti a parlare
in mezzo ai notabili, e alla presenza degli anziani non dire molte
parole. Il lampo precede la grandine; l'amabilit precede il giovane
riservato; per la riservatezza si accresceranno verso di te la
benedizione e la simpatia. Sii il primo a tornare a casa: l divertiti,
gioca e attua i tuoi disegni; evita per le delinquenze e le parole
arroganti. Per ogni cosa benedici il Dio che ti ha creato e ti rallegra
con tutti i suoi beni. Chi teme Dio ne accoglie l'insegnamento e chi
veglia alla sua presenza ne ricever la benedizione. Chi ama la
legge sar da essa colmato [di beni]; chi agisce con doppiezza
trover in essa occasione d'inciampo. Chi teme il Signore trover un
giudizio giusto: la sua giustizia briller come luce. Il peccatore
rifugge dalla correzione e trova sempre come comportarsi con chi
del medesimo suo volere. L'uomo assennato non spreca la sua
intelligenza [32, 10-22].
E dopo quattro versi: Figlio, non far nulla senza averci riflettuto, per
non doverti pentire dopo che l'hai fatto [32, 24].
E dopo sei versi: Chi crede in Dio diligente nell'osservare i
comandamenti; chi confida in lui non sar deluso [32, 28].
269. [Eccli 33]. Chi teme il Signore non incontrer alcun male ma
Dio lo sosterr nella prova e lo liberer dal male. Il sapiente si
guarda dall'odiare i comandamenti e le esigenze della giustizia, e
non sar sconquassato come nave nel mare in tempesta. L'uomo
assennato presta fede alla legge di Dio e la legge fedele a lui. Chi
vuol presentare una richiesta deve prima preparare il discorso [33,
1-4].
270. [Eccli 34]. Dopo un po': L'uomo insensato coltiva speranze
vane e fallaci; i sogni fanno inorgoglire gli stolti. Chi d retta a
visioni illusorie come chi abbraccia le ombre e insegue il vento.
Una cosa che ne segue un'altra quel che si vede sognando:
l'immagine dell'uomo che si presenta all'uomo. Con una persona
impura che cosa si pu purificare? E da una persona bugiarda come
potr dirsi qualcosa di vero? La divinazione di chi nell'errore, gli
auspici di chi dice menzogne e i sogni di chi si comporta male sono
tutte vanit. Se infatti l'Altissimo non interviene con una sua visita,
il tuo cuore farnetica come una donna durante il parto: non
abbandonarlo quindi alle sue fantasticherie. I sogni hanno condotto
molta gente fuori strada e quanti speravano in essi andarono a
precipizio. Eseguirai senza menzogne e perfettamente la parola [del
Signore]; la sapienza sar visibile sulla bocca del fedele [34, 1-8].
E dopo cinque versi: Viaggiando ho visto molte cose e ascoltato
moltissime lingue. Per ottenere questo ho corso anche pericoli
mortali ma sono stato liberato dalla grazia di Dio. [dagli uomini]
ricercato lo spirito di quanti temono Dio e di coloro che sono
benedetti perch si volgono a lui: costoro ripongono la speranza in
colui che d la salvezza, e gli occhi di Dio sono rivolti a quanti lo
amano. Chi teme il Signore non ha nulla da temere; egli di niente
ha paura poich in Dio la sua speranza. Beata l'anima di chi teme
il Signore! A chi si volge un tal uomo? E chi la sua forza? Gli occhi
del Signore sono rivolti a chi lo teme: forte protettore, sostegno
robusto, riparo nella calura, ombra per il sole di mezzogiorno. Egli
allontana l'inciampo e aiuta chi cade, solleva l'anima e illumina gli
occhi, d la salute, la vita e la benedizione. L'offerta di chi immola
una vittima acquistata con disonest immonda: non sono gradite
[a Dio] le irrisioni degli iniqui, poich egli, il solo Signore, [si volge]
a quanti gli sono fedeli nella via della verit e della giustizia.
L'Altissimo non gradisce i doni dei malvagi, non volge lo sguardo
alle loro offerte n rimette i loro peccati per la moltitudine dei
sacrifici che gli offrono. Chi offre un sacrificio con sostanze sottratte
al povero come colui che sacrifica il figlio alla presenza del padre.
Il pane, anche se poco, vita per il povero; chi ne lo priva un
uomo crudele. Chi toglie al prossimo il pane guadagnato col sudore
come colui che lo uccide. Sono fratelli colui che versa il sangue e
colui che defrauda l'operaio della sua mercede. Ecco, uno costruisce
e un altro demolisce: quale il risultato per entrambi se non l'aver
faticato? Uno prega, un altro augura il male: quale dei due
ascolter il Signore? Chi si purifica per aver toccato un cadavere, se
di nuovo va a toccarlo cosa gli giovano le sue abluzioni? Cos
dell'uomo che pratica il digiuno in isconto dei suoi peccati: se di
nuovo torna a peccare qual vantaggio riceve dall'essersi umiliato? O
chi ascolter la sua preghiera? [34, 12-31].
271. [Eccli 35]. Chi osserva la legge assiduo nella preghiera.
Sacrificio che salva praticare i comandamenti e tenersi lontani da
ogni colpa; sacrificio espiatorio quello che si immola per [riparare]
le ingiustizie; supplica in riparazione dei peccati recedere
dall'iniquit [35, 1-5].
E dopo pochi versi: Non presentarti dinanzi al Signore a mani
vuote: tutto questo infatti si compie perch comandato dal Signore.
L'offerta del giusto abbellisce l'altare ed profumo soave dinanzi
all'Altissimo. gradito al Signore il sacrificio del giusto: egli non
mancher di ricordarlo. Con animo lieto da' gloria a Dio e non
ridurre la quantit delle primizie che offri. Offri i tuoi doni con volto
sorridente e consacra le tue decime con allegrezza. Dona
all'Altissimo in proporzione di quello che egli ti ha dato e con occhio
sereno effettua le scelte delle tue mani: il Signore ti ricompenser e
ti render sette volte tanto. Non offrire doni difettosi: Dio non li
accetterebbe. Non ricorrere a sacrifici frutto d'ingiustizia, perch il
Signore giudice e non conta dinanzi a lui la dignit della persona.
Il Signore non fa preferenze a danno del povero, ma ascolta le
invocazioni di chi stato danneggiato. Non manca d'ascoltare le
preghiere dell'orfano e della vedova quando le rivolgono a lui
gemendo. Non scendono forse le loro lacrime gi per le guance e le
loro grida non salgono dalla loro bocca verso l'alto per colpa di colui
che gliele ha fatte sgorgare? [35, 6-18].
E dopo quattro versi: La preghiera dell'umile penetra le nubi [35,
21].
272. [Eccli 37]. Dopo un po': Frequenta le persone sante, chiunque
cio avrai riscontrato che si mantiene nel timore di Dio e la cui
anima in accordo con la tua [37, 15-16].
E dopo cinque versi: In tutte queste situazioni prega l'Altissimo che
guidi nella verit il tuo agire [37, 19].
E dopo ventuno versi: Figlio, finch vivi saggia la tua anima e se
riscontri che depravata, non farla comandare. In effetti, non tutte
le cose giovano a tutti n a tutte le persone piacciono tutte le cose.
Non essere ingordo nel mangiare e non gettarti su ogni vivanda
[37, 30-32].
273. [Eccli 38]. E dopo quattro versi: Onora il medico per il bisogno
[che ne hai] e perch lo ha creato l'Altissimo. La guarigione infatti
viene da Dio, come i doni si ricevono dal re. Per il suo sapere il
medico procede a testa alta e riceve lodi dinanzi ai notabili.
L'Altissimo ricava le medicine dai prodotti della terra e l'uomo
sensato non le disprezza. L'acqua amara non fu forse resa dolce
mediante un pezzo di legno perch fosse manifestata agli uomini la
sua virt? L'Altissimo ha dato agli uomini l'intelligenza perch lo
glorificassero per le sue meraviglie. Curando con tali mezzi egli
mitiga il loro dolore [38, 1-7].
E dopo quattro versi: Figlio, nella malattia non disperarti ma prega
il Signore ed egli ti guarir. Fuggi il delitto: volgi le mani [alla
giustizia] e purifica il tuo cuore da ogni malvagit [38, 9-10].
E dopo un verso: Offri generosamente i sacrifici e chiama il medico,
poich il Signore lo ha creato; non allontanarlo da te finch la sua
opera ti necessaria. Non mancheranno occasioni in cui dovrai
ricorrere alle mani dei medici, ma essi dovranno pregare il Signore
affinch [ti] conceda il sollievo per mezzo di loro e la guarigione per
il loro intervento [38, 11-14].
E dopo un verso: Figlio, versa lacrime su chi morto e piangi come
chi soffre dolori atroci. Quindi avvolgi il suo cadavere com' di
dovere, e non trascurarne la sepoltura. Per timore delle dicerie fa'
amari pianti su di lui per la durata di un giorno ma poi conslati
della tristezza: il tuo lutto si prolunghi, secondo il merito del
defunto, uno o due giorni, e questo per evitare critiche. L'eccessiva
tristezza infatti accelera la morte e sopraff il vigore: la tristezza
del cuore curva il capo [38, 19].
E dopo un verso: Non abbandonare il cuore alla tristezza [38, 21].
E dopo nove versi: La sapienza dello scriba [cresce] nel tempo della
quiete, e chi riduce le attivit consegue la sapienza [38, 25].
274. [Eccli 39]. E dopo un po': Di' ad alta voce: Ascoltatemi, o
frutti divini delle acque, e portate frutti come un roseto piantato
vicino a un ruscello. Come il Libano spargete soave odore; fiorite
come giglio, emanate profumo e copritevi di foglie splendenti:
cantate un cantico di lode benedicendo il Signore per le sue opere.
Magnificate il suo nome e lodatelo con la vostra voce, cantando con
le labbra accompagnati dalle cetre. Nella vostra lode dite cos: Tutte
le opere del Signore son buone assai.Per la sua parola l'acqua si
ferm come un mucchio di pietre e per un comando della sua bocca
come una diga di fronte alle acque. Per suo comando infatti si
realizza tutto ci che egli vuole e non c'e impedimento quando egli
decide di salvare; dinanzi a lui sono le opere di ogni mortale e nulla
nascosto ai suoi occhi: egli controlla con lo sguardo il susseguirsi
dei secoli eterni e nulla straordinario ai suoi occhi. Non devi
dunque dire: " Cos' questo? ", o: " Cos' quello? ". Ogni cosa va
ricercata a suo tempo [39, 17-26].
275. [Eccli 40]. Dopo un po': La carit, come il paradiso quanto a
benedizioni, e la misericordia rimangono in eterno [40, 17].
Dopo dodici versi: I fratelli [si riconoscono] nell'aiuto [che si danno]
in tempo di afflizione: su di loro [ci sar] la misericordia a liberarli
[40, 24].
276. [Eccli 41]. Dopo un po': Se la sapienza si tiene nascosta e il
tesoro rimane sotterrato, che vantaggio si ricava dall'una e
dall'altro? L'uomo che cela la sua insipienza fa meglio di colui che
nasconde la sua saggezza [41, 17-18].
277. [Eccli 43]. Dopo un altro po': Quando benedite il Signore
lodatelo con tutte le forze, poich egli superiore ad ogni lode.
Nell'esaltarlo siate dunque pieni di vigore [43, 33-34].
278. [Eccli 51]. Dopo molti versi: Accorrete a me voi che siete privi
di sapere e radunatevi nella casa dell'ammaestramento. Perch
tardate ancora? O cosa avete ancora da obiettare nelle cose di cui
le vostre anime sono ardentemente assetate? Io ho aperto la bocca
e ho parlato [dicendovi]: Procuratevi la sapienza e vi sar data
senza che spendiate denaro; sottoponete il collo al suo giogo, e la
vostra anima accolga l'insegnamento. Essa alla portata di chi la
vuol trovare. Osservate con i vostri stessi occhi come io, pur
lavorando poco, ho conquistato una grande serenit. Acquistate il
sapere anche a prezzo di molto denaro; con l'istruzione verrete a
possedere oro in abbondanza. Si allieti la vostra anima nella
misericordia di Dio e non arrossite per averlo lodato. Compite le
vostre opere prima che arrivi il giorno [del Signore], e in quel
giorno egli vi dar la vostra mercede [51, 31-38].
Dal libro di Tobia abbiamo ritenuto opportuno stralciare quanto
segue.
DAL LIBRO DI TOBIA
279. [Tob 4]. Onora tua madre tutti i giorni della sua vita,
ricordando i numerosi e gravi pericoli che affront per te quand'eri
nel suo grembo [4, 3-4].
E dopo due versi: Per tutti i giorni della tua vita ricordati di Dio e
gurdati dal consentire al peccato; non trasgredire i precetti del tuo
Dio. Con i tuoi beni fa' l'elemosina e non voltare la faccia a nessun
povero: cos ottieni che il Signore non distolga da te il suo volto. Sii
generoso in proporzione di quello che hai: se hai molto, elargisci
molto; se hai poco, quel poco che puoi dare dllo volentieri. Cos ti
metti da parte un bel capitale per il giorno della scarsit. In effetti
l'elemosina libera dal peccato e dalla morte e non permette che
l'anima scenda nelle tenebre. Motivo di grande fiducia dinanzi al Dio
altissimo l'elemosina per quanti la praticano. Gurdati, figlio, da
ogni sorta di fornicazione e, all'infuori di tua moglie, non
permetterti mai rapporti, che sarebbero peccaminosi. Non
permettere che nel tuo sentire e nel tuo parlare domini la superbia;
da essa infatti ebbe principio ogni rovina. Se qualcuno ha compiuto
per te un qualche lavoro, dgli immediatamente il compenso: il
salario del tuo operaio non rimanga in alcun modo presso di te.
Quello che ti dispiace se ti viene fatto da un altro bada di non farlo
tu stesso agli altri. Mangia il tuo pane condividendolo con i poveri e
gli affamati e vesti gli ignudi col tuo vestito [4, 6-17].
Dopo due versi: Ricerca sempre il parere del sapiente. In ogni
tempo benedici Dio e chiedigli che diriga i tuoi passi e tutte le tue
scelte siano accette a lui [4, 19-20].
E dopo sette versi: Non temere, figlio mio! vero che la nostra vita
da povera gente, ma avremo molte ricchezze se temeremo Dio e
ci terremo lontani da ogni peccato e compiremo il bene [4, 23].
280. [Tob 12]. Dopo molti versi: Allora Raffaele disse loro in
disparte: Benedite il Dio del cielo e dinanzi a tutti i viventi
proclamate la misericordia che vi ha usata. bene infatti tenere
nascosti i segreti del re ma lodevole svelare e magnificare le
opere di Dio. Buona cosa la preghiera congiunta con il digiuno, e
l'elemosina val pi che accumulare grande quantit di oro.
L'elemosina libera dalla morte, purifica dal peccato e conduce alla
vita eterna. Chi invece si d al peccato e all'iniquit nemico della
propria anima [12, 6-10].
281. [Tob 14]. Dopo un po': Ascoltate, figli, il vostro padre! Servite
il Signore nella verit e siate zelanti nel fare ci che piace a lui. Ai
vostri figli ordinate di compiere opere di giustizia e di dare in
elemosina. Che essi si ricordino di Dio e in ogni tempo lo
benedicano nella verit e con tutte le loro forze [14, 10-11].
A questo punto notiamo che non tutti i libri canonici del Vecchio
Testamento hanno fornito del materiale necessario alla completezza
del presente nostro lavoro. Quanto ai libri che ne contenevano, non
era opportuno prendere interamente i loro testi ma soltanto quelli
dove riscontravano esposti con pi evidenza i precetti morali, dove
cio venivano inculcate le cose utili [per una buona vita] o proibite
quelle contrarie. Ora passiamo ai Vangeli e agli scritti degli Apostoli.
I quattro Vangeli, libri notissimi ed eccellentissimi, aprono il canone
del Nuovo Testamento. Esaminiamo dunque quanto si trova di
rispondente con il fine dell'opera intrapresa nel primo di questi
Vangeli, cio quello secondo Matteo.
DAL VANGELO SECONDO MATTEO
282. [Mt 5]. Il Signore vedendo la grande folla sal sul monte e,
messosi a sedere, gli si accostarono i suoi discepoli. Aprendo allora
la bocca prese ad insegnare dicendo: " Beati i poveri di spirito
perch di essi il regno dei cieli. Beati i miti perch possederanno
la terra. Beati quelli che piangono perch saranno consolati. Beati
quelli che hanno fame e sete della giustizia perch saranno saziati.
Beati i misericordiosi perch troveranno misericordia. Beati i puri di
cuore perch vedranno Dio. Beati gli operatori di pace perch
saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la causa della
giustizia perch di essi il regno dei cieli. Beati voi, quando gli
uomini vi malediranno e vi perseguiteranno e mentendo diranno
contro di voi ogni sorta di male per causa mia. Gioite e rallegratevi
perch grande la vostra ricompensa nei cieli. Cos infatti essi
hanno perseguitato i profeti venuti prima di voi. Voi siete il sale
della terra: ora, se il sale diventa insipido con che cosa lo si potr
salare? Non serve pi a nulla: lo si butta via e viene calpestato
dalla gente. Voi siete la luce del mondo. Non pu nascondersi una
citt situata sulla cima di un monte; n si accende una lucerna per
metterla sotto un moggio ma la si pone sul candelabro perch
illumini tutti coloro che sono in casa. Cos risplenda la vostra luce
dinanzi agli uomini, affinch, vedendo le vostre opere buone, diano
gloria al Padre vostro celeste. Non crediate che io sia venuto ad
abolire la Legge o i Profeti: non sono venuto ad abolire ma a
completare. In verit vi dico: Sino alla fine del mondo neppure uno
iota o un apice sar sottratto alla legge ma tutto si compir.
Pertanto chi trasgredir uno solo di questi comandamenti, anche il
pi piccolo, e cos insegner agli altri, sar il pi piccolo nel regno
dei cieli; chi invece li osserver e insegner sar grande nel regno
dei cieli. Poich io vi dico: se la vostra giustizia non superer quella
degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete
udito che agli antichi fu detto: " Non uccidere ", e: " Chi uccide
meritevole di giudizio " (Cf. Es 20, 13; Dt 5, 17), io invece vi dico:
Chiunque si adira con il proprio fratello meritevole di giudizio, e
chi al fratello dice: " Cretino " merita la condanna del sinedrio: chi
poi gli dice: " Pazzo rinnegato " merita il fuoco della Geenna. Se
quindi mentre stai recando all'altare la tua offerta ti ricordi che un
tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia la tua offerta l davanti
all'altare e va' a riconciliarti con il tuo fratello; poi tornerai a fare la
tua offerta. Mettiti sollecitamente d'accordo con il tuo avversario,
mentre sei ancora in cammino con lui, perch non succeda che il
tuo avversario ti consegni al giudice e il giudice ti consegni
all'esecutore perch ti metta in prigione. In verit ti dico che non
usciresti da l finch non abbia pagato fino all'ultimo quattrino.
Avete udito che agli antichi fu detto: " Non commettere adulterio "
(Cf. Es 20, 14), ma io vi dico: Chiunque guarda una donna con
desiderio impuro ha gi commesso adulterio con lei dentro il suo
cuore. Se il tuo occhio destro ti motivo di scandalo, cavalo e
gettalo via lontano da te. meglio per te che perisca uno dei tuoi
membri piuttosto che tutto intero il tuo corpo sia cacciato nella
geenna. E se la tua mano destra ti occasione di scandalo, tagliala
e gettala via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri,
piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella geenna. Fu detto
ancora: " Se uno vuol rimandare la propria moglie le dia il libello del
ripudio " (Cf. Dt 24, 1); ma io vi dico: Chiunque rimanda la propria
moglie, a meno che non si tratti di fornicazione, l'espone
all'adulterio e chi sposa una di queste ripudiate commette adulterio.
Avete udito parimenti che agli antichi fu detto: " Non spergiurare ",
e: " Mantieni i giuramenti che hai fatto al Signore " (Cf. Es 20, 7; Lv
19, 12; Dt 5, 11); ma io vi dico di non giurare in alcun modo: non
per il cielo, che il trono di Dio; non per la terra, che lo sgabello
dei suoi piedi; non per Gerusalemme, che la citt del gran Re; e
nemmeno per la tua testa devi giurare, perch non in tuo potere
rendere bianco o nero uno solo dei tuoi capelli. Sia quindi il vostro
dire: " S, s; no, no ". Il di pi viene dal maligno. Avete udito che
fu detto: " Occhio per occhio, dente per dente " (Cf. Es 21, 24; Lv
24, 20; Dt 19, 21). Io al contrario vi dico di non opporvi al
malvagio; anzi, se uno ti percuote sulla guancia destra, tu
presentagli anche l'altra, e se uno vuole intentare con te una lite
per toglierti la tunica, tu lasciagli anche il mantello. E se uno con la
forza ti costringer ad andare con lui per un miglio, tu continua ad
andarci per altri due. Da' a chi ti chiede e non volgere le spalle a
colui che da te vuole avere un prestito. Avete udito che fu detto: "
Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico " (Cf. Lv 19, 18); ma
io vi dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a chi vi odia e
pregate per chi vi perseguita e calunnia. Cos sarete figli del Padre
vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni e
manda la pioggia ai giusti e agli ingiusti. Se infatti amate [solo] chi
vi ama, che ricompensa ne avrete? Non fanno cos anche i
pubblicani? E se date il saluto solo ai vostri fratelli, cosa fate di
eccezionale? Non fanno lo stesso anche i pagani? Siate dunque, voi,
perfetti come perfetto il Padre vostro celeste " [5, 1-48].
283. [Mt 6]. " Badate a non compiere le vostre opere buone dinanzi
agli uomini per essere da loro ammirati: non avreste la ricompensa
del Padre vostro celeste. Quando dunque fai l'elemosina non
suonare la tromba dinanzi a te come fanno gli ipocriti nelle
sinagoghe e nelle strade per essere onorati dalla gente. In verit vi
dico: Hanno gi ricevuto la loro ricompensa. Quando dunque tu fai
l'elemosina non sappia la tua sinistra ci che fa la tua destra, e la
tua elemosina resti nel segreto, e il Padre tuo, che vede nel
segreto, ti ricompenser. E quando pregate non dovete fare come
gli ipocriti che amano pregare stando in piedi nelle sinagoghe e
negli angoli delle piazze per essere visti dagli uomini. In verit vi
dico: hanno gi ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando
preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il tuo Padre
in segreto; e il tuo Padre, che vede nel segreto, ti ricompenser.
Nel pregare poi non dilungatevi in molte parole come fanno i
pagani, i quali credono d'essere esauditi a forza di parlare. Non fate
come loro, poich il Padre vostro sa cosa vi occorre ancora prima
che glielo chiediate. Pregherete dunque cos: Padre nostro che sei
nei cieli sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; sia fatta la
tua volont come in cielo cos in terra. Dacci oggi il nostro pane per
sostentamento, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo
ai nostri debitori, e non c'indurre in tentazione, ma liberaci dal
male. Se infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre
vostro celeste rimetter a voi le vostre; ma se non perdonerete agli
altri, nemmeno il Padre vostro celeste perdoner a voi le vostre
colpe. E quando digiunate non assumete aria melanconica come
fanno gli ipocriti, che sfigurano il loro viso per mostrare alla gente
che stanno digiunando. In verit vi dico: Hanno gi ricevuto la loro
ricompensa. Al contrario, quando tu pratichi il digiuno profumati la
testa e lavati il viso per non mostrare alla gente che stai
digiunando. Mostralo invece al Padre tuo, che nel segreto; e il
Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenser. Non accumulate
tesori sulla terra dove la ruggine e il tarlo consumano e dove i ladri
sfondano e portano via. Accumulatevi tesori nel cielo dove non ci
sono ruggine e tarli che consumano e dove i ladri non scassinano
n portano via. Infatti dov' il tuo tesoro, l anche il tuo cuore.
Lucerna del corpo l'occhio: se il tuo occhio sar limpido, tutto il
tuo corpo sar nella luce; se il tuo occhio sar guasto, tutto il tuo
corpo sar nelle tenebre. Se pertanto ci che in te [fonte di] luce
diventato tenebra, quanto grandi saranno le tenebre stesse!
Nessuno pu servire due padroni: o odier l'uno e amer l'altro, o
partegger per l'uno e trascurer l'altro. Non potete servire Dio e
mammona. Inoltre vi dico di non preoccuparvi per la vostra vita di
quello che mangerete, n per il vostro corpo di che cosa vi
vestirete. Forse che la vita non vale pi del cibo e il corpo pi del
vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, non mietono e
non raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. E
voi non valete pi di loro? E poi, chi di voi col suo pensare pu
aumentare d'una sola spanna la propria statura? E perch
angustiarvi del vestito? Osservate i gigli del campo e come essi
crescono. Non faticano a filare; ma posso garantirvi che neppure
Salomone, nonostante la sua magnificenza, vestiva come uno di
loro. Se pertanto Dio veste in tale maniera l'erba del campo, che
oggi c' e domani viene gettata nel forno, quanto pi voi, gente di
poca fede? Non angustiatevi dunque dicendo: " Che mangeremo o
che berremo e di che ci vestiremo? ". Son cose, queste, di cui si
dnno pensiero i pagani. Il Padre vostro sa che di tutto questo
avete bisogno! Cercate dunque in primo luogo il regno di Dio e la
sua giustizia: tutte queste altre cose vi saranno date per giunta.
Non preoccupatevi poi del domani, poich il domani avr esso
stesso le sue preoccupazioni: A ciascun giorno basta il suo affanno "
[6, 1-34].
284. [Mt 7]. " Non giudicate e non sarete giudicati: sarete infatti
giudicati secondo il giudizio con cui avete giudicato, e nella misura
con cui avrete misurato si misurer a voi in cambio. Inoltre, perch
vuoi osservare la pagliuzza che nell'occhio del tuo fratello e non
guardi alla trave che nell'occhio tuo? O come puoi dire al tuo
fratello: " Lasciami togliere la pagliuzza che hai nell'occhio ", se nel
tuo occhio c' una trave? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo
occhio: cos avrai vista sufficiente per togliere la pagliuzza
dall'occhio del tuo fratello. Non date ci che sacro ai cani e non
gettate le vostre perle dinanzi ai porci affinch non le calpestino e,
rivoltandosi contro di voi, vi provochino ferite. Chiedete e vi sar
dato; cercate e troverete, bussate e vi sar aperto. Perch
chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sar aperto.
C' forse tra di voi qualcuno che, se il figlio gli chiede un pane, gli
dia un sasso? O, se gli chiede un pesce, gli dia una serpe? Se
dunque voi, che siete gente cattiva, vi sentite in dovere di dare ci
che buono ai vostri figli, quanto di pi il Padre vostro celeste dar
cose buone a chi gliele domanda! E ancora: tutto ci che volete che
gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questo infatti
[l'insegnamento del] la Legge e dei Profeti. Cercate di entrare per la
porta stretta, poich ampia la porta e larga la via che conduce
alla perdizione e molti sono quelli che entrano per essa. Quanto
invece angusta la porta e stretta la via che conduce alla vita e
quanto pochi coloro che riescono a trovarla! Guardatevi dai falsi
profeti, che vengono a voi vestiti da pecore mentre interiormente
sono lupi rapaci. Li riconoscerete dai loro frutti. Si raccoglie forse
l'uva dai pruni o fichi dai rovi? Similmente ogni albero buono
produce frutti buoni e ogni albero cattivo frutti cattivi. Un albero
buono non pu produrre frutti cattivi n un albero cattivo frutti
buoni. Ogni pianta che non produce frutti buoni sar tagliata e
gettata nel fuoco. Li riconoscerete dunque dai loro frutti. Non
chiunque mi dice: " Signore, Signore " entrer nel regno dei cieli;
ma colui che fa la volont del Padre mio celeste, ecco che entrer
nel regno dei cieli. In quel giorno molti mi diranno: " Signore,
Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demoni
nel tuo nome e, nel tuo nome, non abbiamo operato molti prodigi?
". Ma io replicher loro: " Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da
me, operatori d'iniquit ". In conclusione, chi ascolta queste mie
parole e le mette in pratica simile ad un uomo saggio che ha
edificato la sua casa sulla roccia: cadde la pioggia, strariparono i
fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa
non croll perch era fondata sulla roccia. Chi al contrario ascolta
queste mie parole e non le mette in pratica simile ad un uomo
stupido che edifica la sua casa sulla sabbia: cadde la pioggia,
strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella
casa: ed essa croll e fu grande la sua rovina " [7, 1-27].
285. [Mt 10]. Dopo un po': " Gratuitamente avete ricevuto,
gratuitamente date. Non vogliate accumulare oro n argento e non
mettete denaro nelle vostre borse. Non procuratevi la bisaccia da
viaggio n due tuniche n scarpe n bastone; l'operaio merita che
gli venga dato il cibo. Quando entrate in una citt o villaggio
interrogate se ci sia un uomo degno [di voi] e rimanete presso di lui
finch non lascerete [quella citt]. Entrando nella sua casa
salutatela dicendo: " Sia pace a questa casa " e se questa ne sar
degna, la vostra pace scende su di essa; se invece non ne sar
degna, la vostra pace torner da voi. Se poi qualcuno non vi
accoglier o non ascolter le vostre parole andatevene da quella
casa o citt scuotendo la polvere dai vostri piedi. In verit vi dico:
Nel giorno del giudizio il paese di Sodoma e Gomorra sar trattato
meno severamente che quella citt. Ecco, io vi mando come pecore
in mezzo a lupi. Siate pertanto avveduti come i serpenti e semplici
come le colombe. State in guardia dalla gente, perch vi
condurranno davanti ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro
sinagoghe. Per causa mia sarete condotti alla presenza di
governatori e di re a testimonianza contro di loro e contro i pagani.
Quando vi sarete condotti, non preoccupatevi di come parlare o di
che cosa dire; in quell'ora vi sar suggerito che cosa dovete dire.
Non siete infatti voi a parlare ma parler in voi lo Spirito del Padre
vostro. Il fratello consegner alla morte il fratello, e il padre il
proprio figlio; e i figli si ribelleranno ai genitori e li faranno morire.
E sarete odiati da tutte le genti a causa del mio nome; ma chi
perseverer sino alla fine si salver. Quando vi perseguiteranno in
questa citt fuggite in un'altra. In verit vi dico: Non finirete [di
percorrere] tutte le citt d'Israele prima che venga il Figlio
dell'uomo. Non c' discepolo superiore al maestro n servo
superiore al suo padrone. A un discepolo sufficiente d'essere
come il suo maestro e a un servo essere come il suo padrone. Se
hanno chiamato Beelzebub il padrone di casa, quanto pi i suoi
familiari! Non dovete quindi aver paura di loro. Non c' nulla di
nascosto che non debba essere manifestato e nulla di segreto che
non debba essere conosciuto. Ci che io vi dico nelle tenebre
esponetelo alla luce, e ci che ascoltate all'orecchio predicatelo
sopra i tetti. E non temete coloro che uccidono il corpo ma non
possono uccidere l'anima; temete piuttosto colui che pu
condannare alla Geenna l'anima e il corpo. Non forse vero che
due passeri sono venduti per un quattrino? Eppure nessuno di loro
cade in terra senza [che lo voglia] il Padre vostro. Cos dei capelli
della vostra testa: essi sono tutti contati. Non abbiate quindi
timore! Voi valete di pi di molti passeri. Chi dunque mi riconoscer
di fronte agli uomini, anch'io lo riconoscer dinanzi al Padre mio
celeste; chi al contrario mi rinnegher di fronte agli uomini, anch'io
lo rinnegher dinanzi al Padre mio celeste. Non pensate che io sia
venuto a portare la pace sulla terra; non sono venuto a portare la
pace ma la spada. Sono venuto infatti a separare il figlio dal padre
e la figlia dalla madre e la nuora dalla suocera; e nemici dell'uomo
saranno quelli di casa sua. Chi ama il padre o la madre pi di me
non degno di me, e chi ama il figlio o la figlia pi di me non
degno di me. E chi non prende la sua croce e mi segue non degno
di me. Chi si attacca avidamente alla propria vita la perder e chi
sapr abbandonarla per amor mio la ritrover. Chi accoglie voi
accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.
Chi accoglie un profeta perch profeta ricever la ricompensa
dovuta al profeta, e chi accoglie un giusto perch giusto ricever
la ricompensa dovuta al giusto; e chiunque dar da bere un
bicchiere d'acqua fresca a uno di questi [miei discepoli] fosse anche
l'ultimo e lo fa perch [mio] discepolo, ve lo dico in verit: non
sar privato della sua ricompensa " [10, 8-42].
286. [Mt 11]. Dopo un po': " A chi paragoner questa generazione?
simile a quei fanciulli che, seduti in piazza, gridano ai propri
coetanei: " Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato; vi
abbiamo cantato un lamento e non avete pianto ". venuto infatti
Giovanni il Battista, che non mangiava n beveva, e han detto di
lui: " posseduto dal demonio ". venuto il Figlio dell'uomo, che
mangia e beve, e dicono: " Ecco un mangione e un bevitore di vino,
un amico dei pubblicani e dei peccatori ". Ma alla sapienza stata
resa giustizia dai suoi figli " [11, 16-19].
E dopo un po': " Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi
e io vi ristorer. Prendete il mio giogo sulle vostre spalle e imparate
da me, che sono mite ed umile di cuore: e troverete pace per le
vostre anime, poich il mio giogo soave e il mio peso leggero "
[11, 28-30].
287. [Mt 12]. Dopo un po': " Se comprendeste cosa significhi: " Io
voglio la misericordia e non i sacrifici " (Cf. Os 6, 6), non avreste
osato condannare degli innocenti " [12, 7].
E dopo un altro poco: " Chi non con me contro di me, e chi non
raccoglie con me getta via. Per questo vi dico: Ogni peccato e
bestemmia sar rimessa agli uomini; la bestemmia contro lo
Spirito, al contrario, non sar rimessa. E sar rimesso all'uomo ogni
insulto contro il Figlio dell'uomo; chi per insulter lo Spirito Santo
non otterr perdono n in questo mondo n nell'altro.
Immaginatevi un albero buono: anche il suo frutto sar buono.
Supponete viceversa un albero cattivo: anche il suo frutto sar
cattivo: la pianta infatti si riconosce dai frutti. Razza di vipere,
come potete dire parole buone se siete cattivi? In effetti la bocca
parla dalla pienezza del cuore. L'uomo buono dal tesoro del suo
buon cuore tira fuori cose buone; l'uomo cattivo dal tesoro del suo
cuore cattivo estrae cose cattive. E poi vi dico: Di ogni parola
oziosa che l'uomo avr proferito render conto nel giorno del
giudizio. In base alle tue parole sarai proclamato giusto, e in base
alle tue parole sarai condannato " [12, 30-37].
288. [Mt 15]. Dopo un po': " Ascoltate e capite bene! Non ci che
entra nella bocca contamina l'uomo, ma ci che esce dalla bocca lo
contamina " [15, 10-11].
E dopo un po': Prendendo la parola Pietro gli disse: " Illustraci
questa parabola ". Egli rispose: " Anche voi siete tuttora privi
d'intelligenza? Non vi rendete conto che quanto entra per la bocca
va nel ventre e si scarica nella fogna? Quanto invece esce dalla
bocca viene dal cuore e tutto questo contamina l'uomo. Dal cuore
infatti procedono i cattivi pensieri, gli omicidi, gli adultri, le
fornicazioni, i furti, le false testimonianze, le bestemmie. E tutte
queste cose contaminano l'uomo. Viceversa, mangiare senz'essersi
lavato le mani non contamina l'uomo " [15, 15-20].
289. [Mt 16]. Dopo un po': In quell'occasione Ges disse ai
discepoli: " Chi vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda
la sua croce e mi segua. Chi infatti vorr salvare la propria vita la
perder, mentre chi perder la propria vita per me la trover. E
cosa giova all'uomo conquistare il mondo intero se danneggia la sua
anima? O che cosa potr dare l'uomo in cambio della propria
anima? Verr infatti il Figlio dell'uomo nella gloria del Padre suo
insieme con i suoi angeli e ricompenser ciascuno secondo le sue
opere " [16, 24-27].
290. [Mt 18]. Dopo un po': " In verit vi dico: Se non vi
convertirete e non diventerete come bambini, non entrerete nel
regno dei cieli. Pertanto chi si far piccolo come questo bambino
sar il pi grande nel regno dei cieli, e chi accoglie un bambino
come questo nel nome mio accoglie me, mentre chi scandalizza uno
di questi piccoli che credono in me preferibile che una mola, di
quelle che girano gli asini, sia appesa al suo collo e cos sprofondi
negli abissi del mare. Guai al mondo per gli scandali! Debbono,
vero, succedere scandali; ma guai a colui per colpa del quale
avviene lo scandalo! Se pertanto la tua mano o il tuo piede ti
creano scandalo, tagliali e gettali lontano da te. meglio per te
entrare nella vita monco o zoppo anzich con due mani e due piedi
essere gettato nel fuoco eterno. E se ti di scandalo il tuo occhio,
cvalo e gettalo via da te. meglio per te entrare nella vita con un
occhio solo anzich con ambedue gli occhi essere cacciato nella
Geenna di fuoco. Guardatevi dal trattare malamente qualcuno di
questi piccoli, poich vi dico che i loro angeli vedono
ininterrottamente il volto del Padre mio celeste. E quanto al Figlio
dell'uomo, egli venuto per salvare quanti erano perduti " [18, 3-
11].
E dopo un po': " Se un tuo fratello ha peccato contro di te, va' e
correggilo da solo a solo. Se ti ascolter avrai conquistato quel tuo
fratello; se invece non ti ascolter ricorri ad una o due persone: le
recherai con te, affinch sulla testimonianza di una o due persone
sia decisa ogni questione. Se non ascolter neppure costoro riferisci
la cosa alla comunit, e se nemmeno alla comunit vorr dare
ascolto sia per te come un pagano o un pubblicano. In verit vi
dico: Tutto ci che avrete legato sulla terra sar legato nel cielo e
tutto ci che avrete sciolto sulla terra sar sciolto nel cielo. E vi dico
ancora: Se due di voi sulla terra si troveranno riuniti insieme,
qualunque cosa chiedano al Padre mio celeste sar loro concessa,
poich dove sono due o tre riuniti nel mio nome l in mezzo a loro ci
sono anch'io ". Allora si avvicin a lui Pietro e gli domand: "
Signore, se un mio fratello pecca contro di me, quante volte lo
dovr perdonare? Fino a sette volte? ". Ges gli rispose: " Ti dico:
Non fino a sette volte ma fino a settanta volte sette. Sotto questo
riguardo il regno dei cieli pu essere paragonato a un re che volle
fare i conti con i suoi servi. Quando cominci l'inchiesta gli fu
presentato uno che era in debito di diecimila talenti. Siccome non
aveva di che restituire, il padrone comand che fosse venduto lui,
la moglie, i figli e tutto ci che aveva; e cos si saldasse il debito.
Prostratosi ai piedi del padrone, quel servo lo supplicava dicendo: "
Abbi pazienza con me e ti restituir ogni cosa ". Il padrone di quel
servo s'impietos e lo lasci andare libero, condonandogli il debito.
Accadde per che quel servo nell'uscire incontr un compagno,
servo come lui, che gli era debitore di cento denari. Presolo per la
gola lo voleva strozzare e gli gridava: " Restituiscimi quanto mi
devi! " Questo suo compagno gli si prostr anche lui ai piedi e lo
supplicava dicendo: " Abbi pazienza con me e ti restituir ogni cosa
". L'altro per non volle ascoltarlo, anzi and e lo fece mettere in
carcere fino a quando non avesse saldato il debito. Vedendo
l'accaduto gli altri servi ne furono molto rattristati e andarono a
raccontare il fatto al padrone. Allora il padrone chiam quel [primo]
servo e gli disse: " Servo sciagurato! Per le tue preghiere io ti
condonai tutto il tuo debito; e allora non dovevi anche tu usare
misericordia verso il tuo compagno di servizio, cos come io sono
stato misericordioso con te? " E il padrone, pieno di sdegno, lo
consegn agli aguzzini finch non avesse soddisfatto per intero il
suo debito. Allo stesso modo si comporter con voi il mio Padre
celeste se con tutto il cuore non perdonerete ciascuno al proprio
fratello " [18, 15-35].
291. [Mt 19]. Dopo un po': Gli si avvicinarono i farisei per metterlo
alla prova e gli chiesero: " vero che all'uomo lecito ripudiare la
propria moglie per qualsiasi motivo? " Rispondendo egli disse loro:
" Non avete letto che colui che al principio li cre li cre maschio e
femmina ", e aggiunse: " Per questo motivo l'uomo abbandoner il
padre e la madre e si unir alla sua moglie e saranno due in un
corpo solo (Cf. Gn 1, 27; 2, 24)? Effettivamente non sono pi due
corpi ma un corpo solo. L'uomo dunque non osi separare ci che
Dio ha congiunto ". Gli replicano: " Come mai allora Mos ha
prescritto di darle il libello del ripudio e licenziarla (Cf. Dt 24, 1; 9,
27)? " Rispose: " Per la durezza del vostro cuore Mos vi ha
permesso di rimandare [a casa] le vostre mogli, ma al principio non
era cos. Ora io vi dico: Chi rimanda la propria moglie, purch non
si tratti di fornicazione, e ne sposa un'altra commette adulterio, e
chi sposa una ripudiata commette adulterio ". Gli dicono i discepoli:
" Se il problema dell'uomo nei riguardi della moglie si pone cos,
non conviene sposarsi ". Egli rispose: " Non tutti capiscono questo
discorso ma [solo] coloro ai quali stato donato [dall'alto]. Ci sono
infatti eunuchi che sono nati cos dal grembo della madre; ce ne
sono altri che sono stati resi tali dall'uomo; e ce ne sono ancora
altri che si sono evirati loro stessi per il regno dei cieli: chi pu
capire capisca ". In quell'occasione furono presentati a lui dei
bambini perch imponesse loro le mani e pregasse, ma i discepoli
facevano rimostranze. Ges disse loro: " Lasciate stare questi
piccoli e non impedite che vengano a me, poich a chi come loro
appartiene il regno dei cieli ". E dopo aver imposto loro le mani se
ne and di l, ed ecco gli si avvicin un tale che gli disse: " Maestro
buono, cosa debbo fare di bene per avere la vita eterna? ". Gli
rispose Ges: " Perch mi interroghi su ci che buono? Uno solo
il buono, Dio. Se per desideri entrare nella vita, osserva i
comandamenti ". Gli replic: "Quali?". E Ges: " Non uccidere, non
commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza,
onora tuo padre e tua madre, ama il tuo prossimo come te stesso "
(Cf. Es 20, 13). Gli disse il giovane: " Tutto questo io l'ho [sempre]
osservato; cosa mi rimane ancora? ". Rispose Ges: "Se vuoi
essere perfetto, va', vendi quel che possiedi e danne il ricavato ai
poveri, e avrai un tesoro nei cieli, e poi vieni e seguimi ". Udendo
queste parole il giovane se ne and triste poich possedeva molti
beni. Ges allora disse ai discepoli: " In verit vi dico che chi ricco
difficilmente entrer nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: pi facile che
un cammello passi per la cruna d'un ago anzich un ricco entri nel
regno dei cieli ". All'udire questo i discepoli restarono molto sorpresi
e dicevano: " Chi dunque si potr salvare? ". Ges li guard e
disse: " Questo impossibile agli uomini ma presso Dio tutto
possibile ". Prese allora la parola Pietro e disse: " Ecco, noi abbiamo
abbandonato ogni cosa per seguirti: cosa ce ne verr? ". Ges disse
loro: " In verit vi dico: Voi che mi avete seguito, nella
restaurazione [di tutte le cose] quando il Figlio dell'uomo seder sul
trono della sua gloria, sederete anche voi su dodici troni e
giudicherete le dodici trib d'Israele. E parimenti chiunque ha
abbandonato la casa e i fratelli o le sorelle o il padre o la madre o la
moglie o i figli o i campi per il mio nome ricever il centuplo e
posseder la vita eterna. Peraltro molti che sono primi saranno
ultimi e molti che sono ultimi saranno i primi " [119, 3-30].
292. [Mt 20]. Dopo un po': " [Fate] come il Figlio dell'uomo [che]
non venuto per essere servito ma per servire e dare la sua vita in
riscatto di molti " [20, 23].
293. [Mt 22]. Dopo alcuni versi: " Rendete dunque a Cesare quel
che di Cesare e a Dio quel che di Dio " [22, 21].
E altrove: " Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con
tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo il pi grande e
il primo dei comandamenti; ma il secondo simile a questo: Ama il
prossimo tuo come te stesso. In questi due comandamenti si
compendia tutta la Legge e i Profeti " [22, 37-40].
294. [Mt 23]. Dopo pochi versi: Allora Ges si rivolse alla folla e ai
discepoli dicendo: " Sulla cattedra di Mos si sono seduti gli scribi e
i farisei. Ebbene, tutto ci che vi diranno osservatelo e mettetelo in
pratica, ma non eseguite le opere che compiono, poich essi dicono
ma non fanno. Legano infatti pesi gravi e insopportabili e li caricano
sulle spalle della gente ma loro non vogliono toccarli neppure con
un dito. Inoltre essi compiono le loro opere per farsi notare dagli
uomini e vogliono che siano larghi i loro filatteri e grandi le frange
[del loro mantello]; ambiscono i primi posti nei banchetti e i primi
seggi nelle sinagoghe, e cos pure godono nel ricevere saluti sulle
piazze e nel sentirsi chiamare " Rabb ". Voi al contrario non fatevi
chiamare " Rabb " poich uno solo il vostro Maestro, mentre voi
siete tutti fratelli. E non chiamate nessuno " padre " sulla terra: uno
solo infatti il Padre vostro, quello nei cieli. N fatevi chiamare "
maestri " perch uno solo il vostro maestro: Cristo. Chi fra voi il
pi grande sar vostro servo. E chi s'innalza sar umiliato e chi si
umilia sar innalzato " [23, 1-12].
E dopo un po': " Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la
decima della menta, dell'aneto e del cumino e trascurate le cose pi
importanti prescritte dalla legge: la giustizia, la misericordia e la
fedelt. Queste cose occorreva fare, senza peraltro omettere le
altre. Guide cieche che scolate il moscerino e inghiottite il
cammello! Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che ripulite l'esterno
del bicchiere e del piatto; dentro invece sono pieni di rapina e di
ogni immondezza. fariseo cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere
e del piatto, perch sia puro anche il di fuori. Guai a voi, scribi e
farisei ipocriti, che somigliate a sepolcri intonacati, che, visti dal di
fuori, sembrano splendidi, mentre al di dentro sono pieni di ossa di
morti e di ogni putridume. Cos anche voi: all'esterno sembrate
giusti a chi vi guarda ma dentro siete pieni di ipocrisia e malvagit.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che costruite sepolcri ai profeti e
abbellite le tombe dei giusti e dite: Se fossimo vissuti al tempo dei
nostri padri non ci saremmo associati a loro nel versare il sangue
dei profeti. In questo modo attestate contro voi stessi che siete figli
di coloro che uccisero i profeti. Ebbene, colmate la misura dei vostri
padri! Serpenti, razza di vipere, come potrete sfuggire dalla
condanna della Geenna? Per questo, ecco, io mando a voi profeti,
sapienti e scribi, e voi di queste persone alcune ne uccidete, altre
ne crocifiggete o flagellate nelle vostre sinagoghe o le perseguitate
di citt in citt, finch non ricada su di voi tutto il sangue dei giusti
che stato versato sulla terra: dal sangue di Abele il giusto fino al
sangue di Zaccaria, figlio di Barachia, che avete ucciso tra il
santuario e l'altare. In verit vi dico: Tutte queste cose verranno
sopra questa generazione " [23, 23-36].
295. [Mt 24]. Dopo un po': " Per l'abbondare dell'ingiustizia si
raffredder in molti la carit; ma chi avr perseverato sino alla fine
sar salvato " [24, 12-13].
E dopo un po': " Tenetevi preparati perch non sapete in quale ora
il Figlio dell'uomo verr. Chi credi sia il servo fedele e saggio
destinato dal padrone a governare la sua famiglia per dare a tutti il
cibo a tempo [debito]? Beato il servo che il padrone arrivando
trover ad agire cos! In verit vi dico che lo metter a capo di tutti
i suoi beni. Se al contrario quel servo dicesse in cuor suo: Il mio
padrone tarda a venire e cominciasse a bastonare i suoi compagni
di servit e a mangiare e bere con i crapuloni, il padrone di quel
servo giunger nel giorno che egli non s'aspetta e nell'ora che non
sa, e lo separer dagli altri e gli assegner la sorte degli ipocriti,
dove sar pianto e stridore di denti " [24, 44-51].
296. [Mt 25]. Dopo un po': " Vegliate dunque, perch non sapete
n il giorno n l'ora " [25, 13].
E dopo un po' ancora: " Quando il Figlio dell'uomo verr nella sua
gloria e con lui tutti i suoi angeli, si seder sul trono della sua
gloria, e saranno adunate davanti a lui tutte le genti, ed egli li
separer l'uno dall'altro come il pastore separa le pecore dai capri,
e collocher le pecore alla sua destra e i capri alla sua sinistra.
Allora il re dir a quelli che sono alla destra: " Venite benedetti del
Padre mio; prendete possesso del regno preparato per voi dalla
creazione del mondo. Poich ho avuto fame e mi avete dato da
mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e
mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete
visitato, in carcere e siete venuti a trovarmi ". I giusti gli
risponderanno dicendo: " Signore, quando ti abbiamo visto
affamato e ti abbiamo nutrito, o assetato e ti abbiamo dato da
bere? O quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o
nudo e ti abbiamo vestito? O quando ti abbiamo visto malato o in
carcere e siamo venuti a visitarti? ". Rispondendo il Re dir loro: "
In verit vi dico: Tutte le volte che avete fatto queste cose a
qualcuno dei miei fratelli, anche il pi piccolo, l'avete fatto a me ".
Dir poi a quelli che stanno alla sua sinistra: " Via, lontano da me,
maledetti! Andate al fuoco eterno che fu preparato per il diavolo e i
suoi angeli. Poich ho avuto fame e non mi avete dato da
mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero
forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito,
malato e in carcere e non mi avete visitato ". Anche costoro
risponderanno dicendo: " Signore, quando mai ti abbiamo visto
affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non
ti abbiamo assistito? ". Egli risponder loro dicendo: " In verit vi
dico: Tutte le volte che non avete fatto queste cose a qualcuno dei
miei, anche il pi piccolo, non l'avete fatto a me ". E se ne
andranno, questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna "
[25, 31-46].
297. [Mt 26]. Dopo un po': " Vegliate e pregate per non cadere in
tentazione " [26, 41].
DAL VANGELO SECONDO MARCO
298. [Mc 7]. Chiamata di nuovo attorno a s la folla, diceva loro: "
Ascoltatemi tutti e comprendete. Non c' nulla al di fuori dell'uomo
che entrando in esso lo contamini; al contrario le cose che vengono
fuori dall'uomo queste s che lo contaminano. Chi ha orecchie per
intendere intenda ". Quando allontanatosi dalla gente entr in casa,
i discepoli lo interrogavano su questo parlare figurato, egli disse
loro: " Possibile che anche voi siete cos ottusi? Come fate a non
capire che le cose che dal di fuori entrano nell'uomo non possono
contaminarlo? Queste infatti non gli entrano nel cuore ma nel
ventre e vanno a finire nella latrina, dove ci si scarica di tutti i cibi?
". Quindi spiegava come le cose che vengono fuori dall'uomo lo
contaminano, in quanto dal cuore dell'uomo vengono fuori i cattivi
pensieri, e ne derivano gli adultri, le fornicazioni, gli omicidi, i
furti, le avarizie, le malignit, l'inganno, la lascivia, le cattive
intenzioni, le bestemmie, la superbia, l'insipienza. Le quali cose,
che sono tutte cattive, procedono dal di dentro e contaminano
l'uomo [7, 14-23].
299. [Mc 8]. In un altro passo: Chiamata a s la folla insieme con i
suoi discepoli, disse loro: " Se uno vuol seguirmi rinneghi se stesso,
prenda la sua croce e mi segua. Chi infatti vorr salvare la propria
vita la perder mentre chi perder la propria vita per me e per il
Vangelo la salver. In effetti cosa giova all'uomo guadagnare il
mondo intero se [con ci] danneggia la sua vita? Ovvero, cosa
potr dare l'uomo in cambio della propria vita? Colui che si sar
vergognato di me e delle mie parole in mezzo a questa genia
adultera e peccatrice, anche il Figlio dell'uomo lo far arrossire
[quando comparir] nella gloria del Padre suo insieme ai suoi angeli
" [8, 34-38].
300. [Mc 9]. In un passo: Preso un bambino lo colloc in mezzo a
loro e abbracciandolo diceva loro: " Chi accoglie nel mio nome uno
di questi fanciulli accoglie me, e chi accoglie me non accoglie me
ma colui che mi ha mandato " [9, 35-36].
E dopo un poco: " Chi vi dar un bicchiere d'acqua nel nome mio,
cio perch siete di Cristo, ve lo dico in verit: Non perder la sua
ricompensa. Se al contrario qualcuno scandalizza uno di questi
piccoli che credono in me, meglio per lui che venga legata al suo
collo una macina, di quelle che girano gli asini, e lo si getti in mare
" [9, 40-41].
E dopo un po': " Abbiate in voi il sale e abbiate pace tra voi " [9,
49].
301. [Mc 10]. Dopo un po': I farisei gli si avvicinarono per metterlo
alla prova e gli chiesero: " lecito a un marito ripudiare la propria
moglie? ". Rispondendo egli disse loro: " Che cosa vi ha ordinato
Mos? ". Gli dissero: " Mos ha permesso di rilasciarle il libello del
ripudio e ripudiarla (Cf. Dt 24, 1) ". In risposta Ges disse loro: "
Mos vi diede questa disposizione adattandosi alla durezza del
vostro cuore, ma agli inizi, quando furono creati, Dio li fece maschio
e femmina; e per questo l'uomo abbandoner suo padre e sua
madre e si unir alla sua moglie e i due saranno un corpo solo (Cf.
Gn 2, 24). Non sono pi dunque due corpi ma uno solo. Ora quel
che Dio ha unito l'uomo non osi separarlo ". Quando furono in casa
i discepoli lo interrogarono di nuovo sull'argomento ed egli precis:
" Chi ripudiando sua moglie sposa un'altra donna commette con lei
un adulterio; e cos la moglie che, ripudiando il marito, si sposa con
un altro adultera " [10, 2-12].
Dopo quattro versi: " Lasciate che i piccoli vengano a me e non
glielo impedite, poich a loro appartiene il regno di Dio. In verit vi
dico: Chi non accoglie con cuore di bambino il regno di Dio non
entrer in esso ". E abbracciandoli e imponendo loro le mani li
benediceva. Uscito che fu nella strada, un tale gli corse innanzi e
inginocchiandosi davanti a lui gli chiedeva: " Maestro buono, cosa
debbo fare per conseguire la vita eterna? ". Ges gli rispose: "
Perch mi chiami buono? Nessuno buono all'infuori di Dio. Non
conosci tu i comandamenti? Non commettere adulterio, non
uccidere, non rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare il
prossimo, onora tuo padre e tua madre (Cf. Es 20, 13) ". Quel tale
gli replic: " Maestro, tutte queste cose io le ho osservate fino dalla
mia giovinezza ". Ges, sentendo ci, lo fiss con amore e gli disse:
"Una cosa sola ti manca. Va', vendi quanto possiedi e dallo ai
poveri. Ne avrai un tesoro nel cielo. Poi vieni e seguimi ". A queste
parole egli si rattrist e si allontan con l'animo in pena. Possedeva
infatti molti beni. Ges volgendo gli occhi all'intorno disse ai
discepoli: "Quanto difficile che un ricco entri nel regno di Dio! ". I
discepoli si stupivano di queste sue parole, ma Ges replicando la
medesima risposta disse loro: " Figlioli, quanto difficile che chi
ripone le sue speranze nelle ricchezze possa entrare nel regno di
Dio! pi facile che un cammello passi per la cruna di un ago che
non ad un ricco entrare nel regno di Dio ". Essi, ancor pi stupiti, si
dicevano fra loro: " Chi dunque potr salvarsi? ". Ges li guard e
disse: " Presso gli uomini la cosa impossibile, ma non presso Dio,
poich a Dio tutto possibile. Allora Pietro cominci a dirgli: " Ecco
noi abbiamo abbandonato ogni cosa e ti abbiamo seguito ". Ges gli
rispose: " In verit vi dico: Chiunque avr abbandonato la casa o i
fratelli o le sorelle o la madre o il padre o i figli o i campi per causa
mia e del Vangelo ricever adesso, nel tempo presente, il centuplo
in case, fratelli, sorelle, madri, figli e campi, senza per escludere le
persecuzioni, e nel mondo avvenire la vita eterna. Comunque, molti
che ora sono i primi saranno gli ultimi e molti degli ultimi saranno i
primi " [10, 14-31].
E dopo un po': " Sapete che quanti sembrano essere i pi
ragguardevoli tra le genti esercitano su di queste il dominio e i loro
capi la fanno da padroni. Non dovr essere cos tra voi, ma chi
vorr essere il pi grande fra voi dovr diventare vostro servo e chi
vorr primeggiare fra voi sar schiavo di voi tutti. Infatti il Figlio
dell'uomo non venuto per farsi servire ma per servire gli altri e
dare la vita in riscatto delle moltitudini " [10, 42-45].
302. [Mc 11]. Dopo un po': Prendendo la parola Ges disse: "
Abbiate fede in Dio. In verit vi dico: Chi dir a questo monte: "
Levati di qui e buttati in mare ", e non esiter nel suo cuore ma
creder che quanto avr detto avverr, di fatto gli avverr cos. E
pertanto vi dico: Tutto ci che chiederete nella preghiera, se
crederete che lo riceverete, vi accadr. E quando vi mettete a
pregare, deponete ogni rancore contro il vostro prossimo, affinch il
Padre vostro celeste perdoni a voi i vostri peccati, poich, se voi
non perdonerete, nemmeno il Padre vostro celeste perdoner a voi i
vostri peccati " [11, 22-26].
303. [Mc 12]. Dopo un po': Rispondendo, Ges disse loro: "
Rendete dunque a Cesare quel che di Cesare e a Dio quel che di
Dio " [12, 17].
E in un altro passo: Gli si avvicin uno degli scribi che aveva
ascoltato le loro domande e, vedendo com'egli aveva loro risposto
con precisione, volle interrogarlo nei riguardi del pi importante fra
i comandamenti. Ges gli rispose: " Il primo comandamento :
Ascolta Israele. Il Signore tuo Dio l'unico Dio, e: Amerai il Signore
tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la
tua mente e con tutte le tue forze. Questo il comandamento
principale, ma il secondo uguale a questo: Amerai il prossimo tuo
come te stesso (Cf. Lv 19, 18). Non c' comandamento pi grande
di questi due ". Riprese lo scriba: " Bene Maestro! Con [piena]
verit hai detto che Dio uno solo e non ce ne sono altri all'infuori
di lui, e che amarlo con tutto il cuore, con tutta la mente, con tutta
l'anima e con tutte le forze, e amare il prossimo come se stessi vale
pi di tutti gli olocausti e i sacrifici ". Ges, constatando come egli
aveva risposto con saggezza, gli disse: " Non sei lontano dal regno
di Dio ". E da quel momento nessuno osava interrogarlo ancora
[12, 28-34].
E dopo un poco: " Tenetevi lontani dagli scribi. Essi vogliono
incedere in abiti vistosi, essere salutati nelle piazze, occupare i
primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti; essi
dilapidano le case delle vedove col pretesto di lunghe orazioni, ma
otterranno un pi severo giudizio ". Ges sedeva di fronte al tesoro
del Tempio e osservava la gente che gettava monete nel tesoro.
Molti ricchi gettavano grosse somme ma una vedova, che era
povera, venne e vi gett due spiccioli, cio un soldo. Chiamati a s i
discepoli, disse loro: " In verit vi dico: Questa vedova, povera, vi
ha gettato pi di tutti gli altri che hanno versato le loro offerte nel
tesoro. Costoro infatti vi hanno gettato del loro superfluo, costei al
contrario nella sua povert vi ha gettato tutto quello che aveva,
tutto ci che aveva per vivere " [12, 38-44].
304. [Mc 13]. Dopo un po': " Quando vi cattureranno e
condurranno [in tribunale], non state l a pensare cosa dovrete dire,
ma dite ci che vi sar suggerito in quell'ora. Non siete infatti voi a
parlare; parler in voi lo Spirito Santo " [13, 11].
E dopo un poco: " Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Chi
perseverer sino alla fine sar salvo " [13, 13].
E in un altro passo: " Osservate [le cose], vegliate pregando perch
non sapete quando sar il momento. Sar come quando un uomo si
allontana per un lungo viaggio. Egli lascia la casa e d ai servi
l'incarico di fare le diverse opere: al portinaio d l'ordine di tenersi
desto. State dunque svegli [anche voi] poich non sapete quando
ritorner il padrone della vostra casa, se di sera tardi, se a
mezzanotte o al canto del gallo o al mattino. E non succeda che
tornando all'improvviso egli vi trovi addormentati. S, questo che
dico a voi lo dico a tutti: Siate vigilanti! " [13, 33-37].
DAL VANGELO SECONDO LUCA
305. [Lc 2]. Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini
di buona volont [2, 14].
306. [Lc 3]. Un po' dopo: Lo interrogavano le folle chiedendogli: "
Cosa dobbiamo fare? ". Rispondeva: " Chi ha due tuniche ne dia
[una] a chi non ne ha; e la stessa cosa faccia chi provvisto di
cibo". Vennero a farsi battezzare anche alcuni pubblicani e gli
chiedevano: " Maestro, e noi cosa dobbiamo fare? ". Egli rispose: "
Non compite nulla che vada oltre il limite della legalit ". Anche i
soldati gli ponevano delle domande e gli chiedevano: " Che cosa
dobbiamo fare anche noi? ". Rispose: " Non usate violenza con
nessuno, non calunniate e contentatevi della vostra paga " [3, 10-
14].
307. [Lc 6]. Dopo un poco: " Beati voi, poveri, perch vostro il
regno di Dio. Beati voi che ora soffrite la fame, poich sarete
saziati. Beati voi che siete nel pianto, perch riderete. Sarete beati
quando gli uomini vi odieranno a causa del Figlio dell'uomo e vi
disperderanno qua e l e vi oltraggeranno e cancelleranno il vostro
nome ritenendolo cattivo. Rallegratevi e gioite in quel giorno
poich, ecco, grande sar la vostra ricompensa nel cielo. In questo
modo infatti i loro padri trattavano i [veri] profeti. Viceversa, guai a
voi, ricchi, perch avete gi ora la vostra consolazione. Guai a voi
che siete sazi poich patirete la fame. Guai a voi che ora ridete
perch piangerete e vi lamenterete. Guai a voi quando tutti gli
uomini vi osanneranno. In tal modo si comportavano i loro padri
con i falsi profeti. A voi, poi, che mi ascoltate, io dico: Amate i
vostri nemici, fate del bene a chi vi odia. Benedite chi vi maledice e
pregate per chi vi calunnia. A colui che ti percuote in una guancia tu
porgi anche l'altra e a colui che vuol toglierti il mantello non
impedire che ti tolga anche la tunica. Da' largamente a chi ti chiede
qualcosa e, se uno ti sottrae del tuo, non andare a richiederglielo.
Quanto volete che gli uomini facciano a voi, lo stesso fate voi a
loro. Del resto, se amate solo chi vi ama, quale gratifica vi
meritate? Anche i peccatori amano chi li ama. E se fate del bene a
coloro che ne fanno a voi, quale gratifica meritate? Fanno cos
anche i peccatori. E se fate un prestito a coloro dai quali sperate di
riceverne un altro, quale gratifica meritate? Anche i peccatori
accendono mutui a vantaggio dei peccatori sperando di riceverne il
contraccambio. Voi, al contrario, amate i vostri nemici, fate
elargizioni e prestiti senza attendervi alcun compenso. Cos la
vostra ricompensa sar grande: sarete figli dell'Altissimo, che
ricco di benevolenza verso gli ingrati e i cattivi. Siate dunque
misericordiosi com' misericordioso il Padre vostro. Non giudicate e
non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati;
perdonate e vi sar perdonato; date e vi sar dato. Vi verseranno in
seno una misura larga, abbondante, scossa e traboccante, poich
con la misura con cui avrete misurato sar rimisurato a voi in
cambio. E diceva loro una similitudine: Pu forse un cieco far da
guida a un altro cieco? Non cadranno tutti e due nella fossa?
Nessun discepolo superiore al maestro: sar perfetto se riuscir
ad essere pari al suo maestro. Quanto a te, come fai a scorgere la
pagliuzza nell'occhio del tuo fratello se non ti accorgi della trave che
nell'occhio tuo? O come puoi dire al tuo fratello: Fratello, lasciami
togliere la pagliuzza che nel tuo occhio, se tu non vedi la trave
che nell'occhio tuo? Ipocrita, leva prima la trave dal tuo occhio;
cos avrai una buona vista per togliere la pagliuzza dall'occhio del
tuo fratello. Non c' albero buono che possa produrre frutti cattivi
n albero cattivo che possa produrre frutti buoni. Ogni albero si
riconosce dai frutti: non si pu infatti cogliere fichi dallo spino n
vendemmiare uva dai rovi. L'uomo buono dal buon deposito del suo
cuore cava fuori il bene, l'uomo cattivo dal cattivo deposito del suo
cuore cava fuori il male, poich la bocca parla da ci che riempie il
cuore. Perch state ad invocarmi: " Signore, Signore ", se non fate
quel che vi dico? Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le
mette in pratica, ecco vi presento a chi somiglia. Somiglia all'uomo
che, nel fabbricare la sua casa, scava in profondit e fa poggiare
sulla roccia le fondamenta. Venendo l'inondazione, la piena
dell'acqua si abbatte su quella casa ma non pu rovesciarla poich
fondata sulla roccia. Chi invece ascolta ma non pratica somiglia
all'uomo che, fabbricando la sua casa, la sistema sopra la creta e
non le d un [saldo] fondamento. La corrente delle acque s'infrange
su di essa e subito cade e diviene un gran mucchio di macerie " [6,
24-49].
308. [Lc 7]. Dopo un po': " A chi dir che somigliano gli uomini di
questa generazione? E veramente a chi somigliano? Somigliano a
quei bambini che, seduti in piazza, si scambiano motti e dicono: "
Vi abbiamo cantato al suono del flauto e non avete ballato; vi
abbiamo intonato un lamento e non avete pianto ". Venne infatti
Giovanni Battista, che non mangiava pane n beveva vino, e voi
avete detto: " un indemoniato ". venuto il Figlio dell'uomo, che
solito mangiare e bere, e voi andate dicendo: " Ecco un ghiottone
e un beone, un amico dei pubblicani e dei peccatori ". Ma alla
sapienza stata fatta giustizia da tutti i suoi figli " [7, 31-35].
309. [Lc 8]. Dopo un poco: " Questo il senso della parabola: Il
seme la parola di Dio. Quello caduto per via sono coloro che
ascoltano ma poi viene il diavolo e porta via la parola dal loro cuore
perch non credano e cos non si salvino. Il seme caduto sui sassi
sono coloro che, ascoltando la parola, l'accolgono con gioia, ma non
hanno radici: credono per un po' di tempo, ma quando arrivano le
prove abbandonano. Il seme caduto tra le spine raffigura coloro che
ascoltano ma poi, uscendo fuori, vengono soffocati dalle angustie
[della vita] o dalle ricchezze o dai piaceri e non producono frutto. Il
seme caduto sulla terra buona rappresenta coloro che, accogliendo
la parola con cuore ben disposto e generoso, lo conservano e
producono frutto mediante la pazienza. Non c' nessuno che
accenda la lucerna e la copra con un vaso o la nasconda sotto il
letto, ma la pone sul candeliere, in modo che quanti entrano
possano vedere la luce. Non c' infatti alcuna cosa occulta che non
debba manifestarsi n cosa nascosta che non debba essere
conosciuta e resa di pubblico dominio. E badate a quel che avete
udito. Infatti a chi ha sar dato, mentre a chi non ha sar tolto
anche quello che gli sembra di ave-re
" [8, 11-18].
310. [Lc 9]. Dopo un po': Chiamati a s i dodici apostoli diede loro
il potere di scacciare ogni sorta di demoni e anche di guarire dalle
malattie. Quindi li invi a predicare il regno di Dio e a guarire gli
infermi. Disse loro: " Non prendete nulla per il viaggio: non il
bastone n la borsa, non il pane n denaro e nemmeno due
tuniche. Quando entrerete in una casa, rimanete l e non andate in
giro. Se non vi riceveranno, uscendo dalla loro citt scuotete anche
la polvere dai vostri piedi in testimonianza contro di loro " [9, 1-5].
Ancora un po' dopo: A tutti poi diceva: " Se uno vuol venire dietro a
me, rinneghi se stesso, prenda giorno dopo giorno la sua croce e mi
segua. Chi infatti vorr salvare la propria vita la perder, mentre
chi perder la sua vita per causa mia la salver. Pertanto, cosa
giova all'uomo conquistare il mondo intero se poi perde se stesso o
si rovina? Se poi qualcuno si vergogner di me e delle mie parole,
di lui si vergogner il Figlio dell'uomo quando torner nella sua
gloria e nella gloria del Padre e degli angeli santi " [9, 23-26].
In un altro passo ancora: Entr nel loro cuore il desiderio [di
sapere] chi potesse essere il pi grande fra loro. Ges, conoscendo
i pensieri del loro cuore, prese un bambino e lo colloc vicino a s e
disse loro: " Chi accoglie un bambino come questo nel mio nome
accoglie me e chiunque accoglie me accoglie colui che mi ha
mandato, poich colui che tra tutti voi il pi piccolo, costui il pi
grande " [9, 46-48].
E dopo un po': Disse poi a un tale: " Seguimi "; ma costui rispose: "
Signore, lascia che prima io vada a seppellire mio padre ". Replic
Ges: " Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu va' e
predica il regno di Dio ". Un altro gli disse: " Signore, io ti seguir
ma tu consentimi di dare l'addio ai miei di casa ". Ges gli disse:
"Nessuno che, messa la mano all'aratro, poi si volti indietro
adatto per il regno di Dio " [9, 59-62].
311. [Lc 10]. Dopo un po': " Ecco, io vi mando come agnelli in
mezzo ai lupi. Non portate con voi n sporta n bisaccia n calzari,
e non salutate nessuno lungo la via. In qualunque casa entriate
presentatevi dicendo: Sia pace a questa casa. Se in essa abiter un
uomo di pace la vostra pace rimarr in essa; altrimenti torner da
voi. Restate nella stessa casa prendendo quel cibo e quella bevanda
che troverete presso di loro: infatti chi lavora merita il dovuto
compenso. Non passate di casa in casa. Quando entrate in una
qualche citt, se vi ricevono mangiate quel che vi servono a tavola;
curate gli infermi che ci sono e dite alla gente: vicino a voi il
regno di Dio. Se poi entrate in una qualche citt ma la gente non vi
riceve, uscite in piazza e dite loro: Anche la polvere che dalla vostra
citt si fosse posata sulle nostre vesti noi ve la scuotiamo in faccia;
sappiate per che il regno di Dio vicino. Vi garantisco che contro
Sodoma in quel giorno si proceder meno severamente che non
verso quella citt " [10, 3-11].
E dopo un po': " Non dovete per rallegrarvi del fatto che gli spiriti
[cattivi] sono a voi sottomessi. Godete piuttosto perch i vostri
nomi sono scritti in cielo " [10, 20].
Dopo un po' ancora: Ecco che un dottore della legge si alz e per
metterlo alla prova gli disse: " Maestro, cosa debbo fare per
conseguire la vita eterna? ". Ges gli rispose: " Cosa c' scritto
nella legge? Cosa vi leggi? ". Quel tale rispose e disse: " Amerai il
Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutta la
forza e con tutta la mente, ed il tuo prossimo come te stesso " [10,
25-27].
E dopo alcuni versetti: " Quale di questi tre ti sembra essere stato il
pi vicino a colui che era incappato nei briganti? ". E l'altro: " Colui
che gli us compassione ". E Ges a lui: " Va' e fa' altrettanto anche
tu " [10, 36-37].
Un po' dopo: " Marta, Marta, tu ti preoccupi e sei in angustia per
troppe cose, mentre una sola la cosa di cui c' [vera] necessit.
Maria ha scelto la parte migliore, che non le sar mai tolta " [10,
41-42].
312. [Lc 11]. Dopo un poco: Ges aggiunse: " Quando pregate
dite: Padre, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; dacci
oggi il nostro pane di ogni giorno, e rimetti a noi i nostri peccati
poich anche noi [li] rimettiamo a tutti quelli che sono in debito con
noi; e non ci indurre in tentazione ". E diceva loro: " Ecco, uno di
voi ha un amico il quale a mezzanotte va da lui per dirgli: " Amico,
prestami tre pani poich venuto in casa mia un amico di ritorno
da un viaggio e io non ho nulla da apparecchiargli ". Quell'altro da
dentro casa gli risponder: "Non starmi a seccare; ormai la porta
chiusa, io e i figli siamo a letto: non posso alzarmi per darti [quei
pani]". Ma se quell'altro continuer a bussare, vi dico che sebbene
non avesse voglia di alzarsi e di dargli quei pani per l'amicizia,
tuttavia per la sua sgarbata insistenza si alzer e gli dar quel che
gli occorre. Vi dico pertanto: Chiedete e vi sar dato, cercate e
troverete, picchiate e vi sar aperto. Infatti chi chiede riceve, chi
cerca trova e a chi bussa sar aperto. Che succede infatti fra voi?
Se uno va dal padre e gli chiede un pane, forse che gli dar una
pietra? E se gli chiede un pesce, gli dar forse una serpe invece del
pesce? E se gli chiede un uovo, gli dar forse uno scorpione? Se
dunque voi, che siete gente cattiva, sapete dare cose buone ai
vostri figli, con quanto maggior larghezza il Padre vostro celeste
dar lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono! " [11, 2-3].
E dopo un po': Mentre stava dicendo queste cose una donna tra la
folla alz la voce e gli disse: " Beato il grembo che ti ha portato ed
il petto da cui hai preso il latte ". Egli replic: " Beati piuttosto
coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica " [11,
27-28].
Dopo un altro po': Mentre stava ancora parlando un fariseo gli
chiese con insistenza che andasse a pranzo in casa sua. Egli entr e
si mise a tavola; ma quel fariseo ragionando in cuor suo cominci a
chiedersi come mai non avesse compiuto le abluzioni prima di
mangiare. Il Signore gli disse: " In effetti voi, farisei, purificate
l'esterno del bicchiere e del vassoio, il vostro interno al contrario
pieno di ruberie e malvagit. Stolti! Non forse vero che chi fece
l'esterno fece anche l'interno? Tuttavia avete ancora un rimedio:
fate l'elemosina ed ecco tutto vi diventer puro. Guai per a voi,
farisei, che pagate la decima della menta, della ruta e di tutti gli
ortaggi ma trasgredite la giustizia e l'amore di Dio. Queste sono le
cose che si debbono fare, senza omettere le altre. Guai a voi,
farisei, che ambite i primi seggi nelle sinagoghe e le riverenze in
piazza. Guai a voi, che siete come i sepolcri, da cui non traspare
nulla e gli uomini, non accorgendosi di nulla, vi passeggiano sopra
". Prendendo allora la parola un dottore della legge gli disse: "
Maestro, parlando cos tu offendi anche noi ". E Ges: " Guai anche
a voi, dottori della legge, che imponete alla gente fardelli cos
pesanti che non si riesce a portarli, mentre voi quei pesi non li
toccate nemmeno con un dito " [11, 37-46].
313. [Lc 12]. In un altro passo: " Tenetevi lontani dal fermento dei
farisei, che l'ipocrisia " [12, 1].
E dopo un po': " A voi, miei amici, io dico: Non spaventatevi di
fronte a coloro che uccidono il corpo ma oltre a questo non possono
fare altro. Vi mostrer io chi dovete temere. Temete colui che, dopo
la vostra morte, ha il potere di spedirvi nella Geenna. S, vi dico,
costui temete. Non forse vero che cinque passeri si vendono per
due quattrini? Eppure nemmeno uno di loro dimenticato da Dio.
Ancora: perfino i capelli della vostra testa sono tutti contati. Non
abbiate quindi timore: voi valete pi di molti passeri. E poi vi dico:
Chi mi riconoscer dinanzi agli uomini, il Figlio dell'uomo lo
riconoscer dinanzi agli angeli di Dio; chi invece mi rinnegher
dinanzi agli uomini sar rinnegato dinanzi agli angeli di Dio. Se uno
dice una parola offensiva contro il Figlio dell'uomo, la colpa gli sar
rimessa, mentre non sar rimessa a chi bestemmier contro lo
Spirito Santo. Quando vi condurranno nelle sinagoghe o dinanzi ai
magistrati o ai pubblici poteri non preoccupatevi di come dovrete
rispondere o cosa dovrete dire; perch lo Spirito Santo vi insegner
in quel momento ci che bisogna dire ". Uno della folla gli disse: "
Maestro, di' a mio fratello che divida con me l'eredit "; ma Ges gli
replic: "O uomo, chi mi ha costituito giudice o arbitro fra di voi? ".
E continu dicendo: " State attenti e guardatevi da ogni sorta di
avidit, poich la vita di ogni uomo non dipende dalla quantit di
roba che possiede ". E disse loro una similitudine: " Il campo di un
ricco produsse un raccolto abbondante, tanto che egli fantasticava
cos nel suo intimo: " Che cosa far, dato che non ho spazio
sufficiente per riporvi quanto ho raccolto? ". E concluse: " Far cos:
demolir i miei magazzini e ne far di pi grandi e l ammasser
tutto quello che ho raccolto e tutti i miei beni; e poi dir alla mia
anima: Anima, ecco che ora possiedi molti beni e ne puoi disporre
per moltissimi anni. Ripsati dunque, mangia, bevi e datti ai
bagordi ". Ma Dio gli disse: "Stolto, questa notte stessa ti
toglieranno la vita e le cose che ti sei preparate a chi
apparterranno?". Questo capita a tutti coloro che ammassano tesori
ma non diventano ricchi dinanzi a Dio ". E diceva ai suoi discepoli: "
A questo riguardo vi dico: Non preoccupatevi per la vostra vita, di
cosa mangerete n, per il vostro corpo, come lo vestiate. La vita
vale pi del cibo e il corpo pi del vestito. Considerate i corvi: essi
non seminano n mietono, non hanno n cantina n granaio,
eppure Dio li nutre. Quanto pi di loro non valete dunque voi? E
poi, chi di voi a forza di pensare pu aggiungere un solo cubito alla
sua statura? Se dunque non potete far nulla nemmeno in queste
cose insignificanti, perch angustiarvi delle altre? Osservate i gigli e
com'essi crescano! Non lavorano n filano, eppure, vi dico,
nemmeno Salomone nella pienezza della sua gloria vestiva come
uno di loro. Se pertanto Dio veste in questa maniera l'erba del
campo, che oggi c' e domani viene gettata nel fuoco, quanto pi
[vestir] voi, gente di poca fede? Parimenti non cercate
ansiosamente cosa mangerete o berrete. E non vogliate neanche
aspirare a cose eccezionali, poich di tutte queste cose vanno in
cerca i pagani, e il Padre vostro sa che di ci voi avete bisogno. Voi
pertanto cercate il regno di Dio, e tutto questo vi sar dato per
giunta. Non temere, piccolo gregge, perch il Padre si
compiaciuto di darvi il regno. Vendete quel che possedete e datelo
in elemosina. Preoccupatevi delle bisacce che non invecchiano, un
tesoro che non viene meno ma rimane per il cielo, dove i ladri non
penetrano n i tarli consumano. Infatti il vostro cuore sar l dov'
il vostro tesoro " [12, 4-34].
E dopo un po': " Tenetevi pronti perch il Figlio dell'uomo verr
nell'ora che non pensate ". Pietro gli domand: " Signore, questa
parabola la dici per noi o vale per tutti? ". Replic il Signore: "
Quale secondo te sar l'amministratore fedele e saggio che il
padrone porr a capo della sua famiglia per distribuire nel tempo
opportuno una data quantit di frumento? Beato il servo che il
padrone al ritorno trover cos occupato. In verit vi dico che lo
porr a capo di tutto ci che possiede. Ma se quel servo dicesse in
cuor suo: " Il mio padrone tarda a venire ", e cominciasse a
maltrattare i servi e le serve e a percuoterli e si desse a mangiare e
a bere e ad ubriacarsi, il padrone di questo servo torner nel giorno
che non s'attende e nell'ora da lui ignorata: lo separer [dagli altri]
e la sua sorte sar fra gli infedeli. Il servo che ha conosciuto la
volont del suo padrone ma non dispone [le cose] n agisce
secondo la volont di lui ricever molte batoste; mentre colui che
compir azioni meritevoli di punizione senza conoscere la volont
del padrone ne ricever poche. Da colui al quale stato dato molto,
molto sar richiesto, e da colui al quale stato affidato molto, si
esiger molto di pi " [12, 40-48].
E ancora dopo un po': " Ipocriti, siete in grado di distinguere
l'aspetto della terra e del cielo. Come fate a non accorgervi del
momento presente? E perch non valutate da voi stessi ci che
giusto? " [12, 56-57].
314. [Lc 13]. Dopo un po': " Sforzatevi ad entrare per la porta
stretta, perch, vi dico, molti cercheranno di entrare ma non lo
potranno " [13, 24].
315. [Lc 14]. In un altro passo: Diceva una parabola agli invitati,
osservando com'essi sceglievano i primi posti. Diceva loro: " Se ti
invitano a [una festa di] nozze, non sederti al primo posto perch
non sia stato invitato dal padrone un altro pi ragguardevole di te e
allora venga da te chi ha invitato te e l'altro, e ti dica: " Cedigli il
posto ", nel qual caso tu con vergogna dovresti occupare l'ultimo
posto. Pertanto, se ti invitano [a nozze], va' a sederti nell'ultimo
posto: nel qual caso venendo colui che ti ha invitato ti dir: "
Amico, passa avanti ", e tu ne avrai gloria presso tutti i
commensali. Poich chi s'innalza sar umiliato e chi si umilia sar
innalzato ". In seguito diceva a colui che lo aveva invitato: " Se offri
un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici n i tuoi fratelli o
parenti o vicini ricchi, pensando che anch'essi ti inviteranno a loro
volta e tu sia ricompensato. Quando offri un banchetto chiama i
poveri, la gente insignificante, gli zoppi e i ciechi: sarai beato
perch essi non hanno con che ricompensarti. Sarai ricompensato
nella risurrezione dei giusti " [14, 7-14].
E dopo un po': " Se uno viene da me e non odia il padre e la
madre, la moglie e i figli, i fratelli e le sorelle, e anche la sua stessa
vita, non pu essere mio discepolo. E chi non si carica della propria
croce e viene da me non pu essere mio discepolo. Chi di voi
infatti, se vuol costruire una torre, non si siede prima per fare i
conti e vedere se ha denaro sufficiente per portare a compimento
[l'opera iniziata]? In tal modo non succeder che, avendo gettato le
fondamenta e non avendo potuto completare [l'edificio], tutti quelli
che vedono cominciano a beffarlo dicendo: Quest'uomo ha
cominciato la costruzione ma non riuscito a terminarla. Ovvero,
qual quel re che, volendo ingaggiare una guerra contro un altro
re, non si mette prima a sedere e non valuta se possa con diecimila
soldati affrontare chi gli viene contro forte di ventimila? In questo
caso, mentre costui ancora lontano gli manda un'ambasceria per
trattare la pace. Allo stesso modo chiunque fra voi non si priva di
tutto ci che possiede non pu essere mio discepolo " [14, 26-33].
316. [Lc 16]. Dopo un po': " Ora io vi dico: Fatevi degli amici con
l'iniqua ricchezza affinch, quando arriverete alla fine, vi accolgano
nei padiglioni eterni. Chi fedele nel poco fedele anche nel molto,
e chi disonesto nel poco disonesto anche nel molto. Se pertanto
non sarete stati fedeli nella ricchezza iniqua, chi vi affider quella
vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi dar ci
che pur sarebbe vostro? Nessuno pu servire a due padroni, poich
o odier l'uno e amer l'altro o si schierer con l'uno e trascurer
l'altro. Non potete servire Dio e il denaro. Ad ascoltare queste cose
c'erano anche dei farisei, che sono gente avara, e si beffavano di
lui. Ma egli disse loro: Voi siete gente che si ritiene giusta di fronte
agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori, e ci che impenetrabile
agli uomini in abominio agli occhi di Dio " [16, 9-15].
E dopo pochi versi: " Chi ripudia la propria moglie e ne sposa
un'altra commette adulterio " [16, 19].
317. [Lc 17]. Dopo un po': " impossibile che non ci siano
scandali, ma guai a colui per colpa del quale essi avvengono!
preferibile per lui che gli si leghi al collo una macina da mulino e lo
si getti in mare anzich permettere che scandalizzi uno solo di
questi piccoli. Fate dunque attenzione! Se un tuo fratello pecca
[contro di te] rimproveralo, e se si ravvede perdonalo. E se
peccher contro di te sette volte al giorno e sette volte al giorno
ricorrer a te per dirti: "Mi pento ", tu devi perdonarlo " [17, 1-4].
318. [Lc 18]. In un altro passo: Disse poi questa parabola
rivolgendosi a certuni che confidavano in se stessi ritenendosi giusti
e disprezzavano gli altri: " Due uomini salirono al tempio per
pregare: uno era fariseo, l'altro pubblicano. Il fariseo dritto in piedi
cos pregava in cuor suo: " Signore, ti ringrazio perch io non sono
come gli altri uomini, rapaci, ingiusti, adlteri e nemmeno come
questo pubblicano. Digiuno due volte la settimana, pago la decima
di tutto ci che posseggo ". Il pubblicano se ne stava lontano e non
osava neanche alzare gli occhi al cielo, ma battendosi il petto
diceva: " O Dio, abbi misericordia di me peccatore ". Ora io vi dico:
Costui se ne torn a casa giustificato, a differenza dell'altro, poich
chi si innalza sar umiliato e chi si umilia sar innalzato ". In quel
tempo gli presentavano dei fanciulli perch imponesse loro le mani,
ma i discepoli vedendo la cosa rimproveravano quei tali. Ges allora
li chiam a s e disse loro: "Lasciate che i piccoli vengano a me e
non glielo impedite. A chi infatti come loro appartiene il regno di
Dio. Ve lo dico in verit: Chi non accoglie il regno di Dio con l'animo
del fanciullo non entrer in esso ". Ecco allora farsi avanti un
personaggio che gli domand: "Maestro buono, per possedere la
vita che cosa debbo fare?". Ges gli rispose: " Perch mi dici
buono? Nessuno buono eccettuato Dio. Tu conosci i
comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non
rubare, non dire falsa testimonianza, onora il padre e la madre (Cf.
Es 20, 13) ". Gli replic l'altro: " Tutte queste cose le ho osservate
fin dalla mia giovinezza ". Ci udendo Ges gli disse: " Ti manca
ancora una cosa. Vendi tutto ci che possiedi e dallo ai poveri: ne
avrai un tesoro nei cieli, e poi vieni e seguimi ". Udendo queste
parole egli si rattrist essendo molto ricco; e Ges vedendolo cos
rattristato disse: " Con quanta difficolt chi ha ricchezze entrer nel
regno di Dio! pi facile che un cammello passi per la cruna di un
ago che un ricco entri nel regno di Dio ". Coloro che udirono queste
parole chiesero: " Ma allora chi si potr salvare? ". Rispose: " Ci
che impossibile agli uomini possibile a Dio ". Allora Pietro gli
disse: " Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito ". Egli
aggiunse: " In verit vi dico: Chiunque lascia la casa o i genitori o i
fratelli o la moglie o i figli per il regno di Dio ricever molto di pi
nel tempo presente, e nel tempo futuro avr la vita eterna " [18, 9-
30].
319. [Lc 19]. Altrove: Alzandosi in piedi Zaccheo disse al Signore: "
Signore, ecco io do ai poveri la met dei miei beni e se ho frodato
qualcuno gli rendo quattro volte tanto ". Ges gli disse: " Oggi la
salvezza giunta in questa casa, e in effetti anche costui un figlio
di Abramo. Il Figlio dell'uomo venuto a cercare e salvare ci che
era perduto " [19, 8-10].
320. [Lc 20]. Dopo un po': " Rendete dunque a Cesare ci che di
Cesare e a Dio ci che di Dio " [20, 25].
In un altro passo: Lo ascoltava tutto il popolo mentre egli diceva ai
discepoli: " Guardatevi dagli scribi, che bramano passeggiare in
vesti [caratteristiche] e vanno a caccia di omaggi quando sono in
piazza e dei primi posti quando sono a mensa. Divorano le case
delle vedove fingendo di recitare lunghe preghiere. Costoro
riceveranno una condanna molto severa " [20,45-47].
321. [Lc 21]. Volgendo lo sguardo vedeva i ricchi che gettavano le
loro offerte nel tesoro del Tempio. Osserv anche una vedova
povera che come offerta gett due spiccioli e disse: " In verit vi
dico che questa vedova, povera com', vi ha gettato pi di tutti gli
altri. Infatti tutti gli altri hanno offerto in dono a Dio il loro
superfluo, mentre costei ha versato ci di cui sentir la mancanza:
tutto ci che aveva per vivere " [21, 1-4].
E in un altro passo: " Cacciatevi in cuore di non premeditare le
vostre risposte. Sar io infatti a darvi lingua e sapienza a cui i vostri
avversari non potranno resistere n sapranno replicare. Sarete
traditi dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici e
uccideranno alcuni fra voi. A causa del mio nome sarete odiati da
tutti, ma neppure un capello cadr dalla vostra testa. Con la vostra
pazienza diverrete padroni della vostra vita " [21, 14-19].
E dopo un po': " State attenti a che i vostri cuori non siano
appesantiti da orge e bevande e nemmeno da preoccupazioni
mondane, e quel giorno piombi improvviso su di voi. Arriver infatti
come un cappio su tutti gli abitanti di tutta la terra. Vegliate dunque
pregando in continuazione per essere trovati degni di sfuggire a
tutti questi mali, che dovranno avvenire, e di stare alla presenza
del Figlio dell'uomo " [21, 34-36].
322. [Lc 22]. Dopo un po': Sorse tra loro una lite su chi fra loro
fosse il pi importante. Il Signore disse loro: " I re delle genti
spadroneggiano sui sudditi e coloro che esercitano l'autorit sono
chiamati magnanimi. Tra voi non dev'essere cos, ma chi fra voi il
pi grande si faccia il pi piccolo e chi superiore diventi servo
[degli altri]. Infatti chi pi grande, chi seduto a mensa o chi vi
presta servizio? Non forse colui che sta seduto? Io invece sono tra
voi come colui che serve " [22, 24-27].
E in un altro passo: " Pregate per non entrare in tentazione " [22,
40].
DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI
323. [Io 5]. " Come potete diventare credenti voi che andate a
caccia della gloria l'uno dall'altro e non cercate la gloria che viene
da Dio soltanto? " [5, 44].
324. [Io 8]. Dopo un po': Ges le disse: " Nemmeno io ti
condanno; va' e non peccare mai pi " [8, 11].
E dopo un altro poco: " Se resterete fedeli alla mia parola sarete
davvero miei discepoli, e conoscerete la verit e la verit vi far
liberi " [8, 31-32].
E dopo un poco ancora: " In verit, in verit vi dico: Chiunque
commette peccato schiavo del peccato " [8, 34].
E altrove: " In verit, in verit vi dico: Chi osserva la mia parola
non vedr mai la morte " [8, 51].
325. [Io 12]. E alquanto dopo: " Chi ama la sua vita la perder e
chi odia la propria vita in questo mondo la conserver per la vita
eterna. Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io, l sar
anche il mio servo. Se uno mi serve, il Padre mio lo onorer " [12,
25-26].
E altrove: " Essi amarono la gloria degli uomini pi che non la gloria
di Dio " [12, 43].
326. [Io 13]. Altrove: " Voi mi chiamate Signore e Maestro, e dite
bene poich lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato
i piedi a voi, anche voi dovete lavarvi i piedi l'uno all'altro. Vi ho
dato infatti l'esempio perch, come ho fatto io, cos facciate anche
voi" [13, 13-15].
E dopo un po': " Vi do un comandamento nuovo: quello di amarvi
gli uni gli altri. Come io vi ho amati cos voi dovete amarvi a
vicenda. Da questo riconosceranno tutti che siete miei discepoli: se
avrete amore l'uno per l'altro " [13, 34-35].
327. [Io 14]. Dopo un po': " Se mi amate osservate i miei
comandamenti " [14, 15].
E dopo un altro poco: " Chi ritiene i miei comandamenti e li mette
in pratica, costui mi ama, e chi mi ama sar amato dal Padre mio, e
anch'io lo amer e gli manifester me stesso " [14, 21].
E dopo tre versetti: " Se uno mi ama, osserver la mia parola, e il
Padre mio lo amer, e noi verremo da lui e prenderemo dimora
presso di lui. Chi non mi ama, non conserva le mie parole " [14, 23-
24].
328. [Io 15]. Dopo un po': " Rimanete in me e io in voi. Come il
tralcio non pu produrre frutti da se stesso, se non rimane nella
vite, cos nemmeno voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i
tralci. Chi rimane in me, e nel quale io rimango, costui produce
molto frutto: poich senza di me non potete far nulla. Se uno non
rimane in me sar buttato via, come il tralcio, e si secca; e li si
raccoglie e getta a bruciare nel fuoco. Se rimanete in me e le mie
parole rimangono in voi, chiederete quel che desiderate e vi sar
accordato. In questo glorificato il Padre mio: se voi portate molto
frutto e siete miei discepoli. Come il Padre ha amato me cos
anch'io ho amato voi; rimanete nel mio amore! Se osserverete i
miei comandamenti rimarrete nel mio amore, cos come io ho
osservato i precetti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho
detto queste cose perch sia in voi la mia gioia e la vostra gioia sia
piena. Questo il mio comandamento: che vi amiate l'un l'altro
come io ho amato voi. Nessuno ha un amore pi grande di questo:
dare la vita per gli amici" [15, 4-13].
E dopo un po': " Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri " [15,
17].
Questo il materiale desunto dai Vangeli che ho ritenuto opportuno
trascrivere in quest'opera. Da questa scelta si pu comprendere che
i tre sinottici, cio Matteo, Marco e Luca, ci hanno fornito un
maggior numero di prescrizioni concernenti il retto vivere. Ci
dipende dal fatto che essi si sono interessati soprattutto di
quell'aspetto che va sotto il nome di vita attiva. Giovanni al
contrario si occupa piuttosto dell'aspetto contemplativo, per cui il
suo Vangelo , s, superiore agli altri, ma i precetti di vita morale
che troviamo in esso sono di meno.
Adesso riferiremo quelle cose, e sono pochissime, che troviamo nel
libro intitolato gli Atti degli Apostoli. In questo libro si narra la serie
degli avvenimenti mediante i quali si venne costruendo l'edificio
della fede; e pertanto in esso vengono descritti pi gli esempi che
non le prescrizioni.
DAGLI ATTI DEGLI APOSTOLI
329. [Act 15]. Prendendo la parola Giacomo disse: In base a ci, io
ritengo che non si debbano turbare gli animi di coloro che si
convertono al Signore provenendo dal paganesimo. Si scriva per a
loro di astenersi dalla contaminazione dell'idolatria, dalla
fornicazione, dalle carni di animali soffocati e dal sangue [15, 19-
20].
E dopo un po': sembrato bene allo Spirito santo e a noi di non
imporvi alcun altro peso all'infuori di queste cose necessarie, e cio
che vi asteniate dalle carni immolate agli idoli, dal sangue, dagli
animali soffocati e dalla fornicazione. Farete bene a tenervi lontano
da queste cose. State bene! [15, 28-29].
330. [Act 20]. Dopo un lungo discorso che l'apostolo Paolo rivolse
agli anziani della Chiesa che aveva convocato presso di s, egli
disse loro: Badate a voi stessi e all'intero gregge sul quale lo Spirito
Santo vi ha posti come vescovi per reggere la Chiesa di Dio, che
egli si acquistato mediante il suo sangue [20, 28].
E dopo un po' lo stesso Paolo agli stessi anziani: Come sapete, io
non ho cercato da nessuno n argento n oro n vesti. Alle
necessit mie e di coloro che sono con me ho provveduto
[lavorando] con queste mie mani. Vi ho dato, sotto ogni aspetto,
l'esempio di come si debbano avvicinare i deboli sottoponendosi al
lavoro, ricordando le parole del Signore Ges quand'egli diceva: "
C' pi felicit nel dare che nel ricevere " [20, 33-35].
331. [Act 21]. In un altro passo Giacomo e i suoi sostenitori, rivolti
all'apostolo Paolo, gli dissero: Tu, fratello, hai notato quante
migliaia di giudei abbiano aderito alla fede. E tutti costoro sono
zelanti osservatori della legge. Orbene, costoro nei tuoi riguardi
hanno udito che insegni l'abbandono di Mos a quei giudei che si
trovano nel mondo pagano; che predichi che non debbano
circoncidere i loro figli n seguire le consuetudini trasmesse dai
padri. Cos' tutto questo? Bisogna certo radunare la gente, poich
hanno saputo del tuo arrivo. Ebbene, fa' quel che ti suggeriamo.
Sono qui tra noi quattro uomini che si sono astretti a un voto:
prendili con te e purficati insieme con loro, e paga per loro quanto
richiesto per farsi rasare la testa (Cf. Nm 6, 18). Cos tutti si
persuaderanno che quanto hanno udito sul tuo conto falso,
mentre in realt anche tu ti comporti osservando la legge. Riguardo
infatti a coloro che dal paganesimo sono passati alla fede abbiamo
scritto noi sentenziando che si debbano astenere dalle carni
immolate agli idoli, dal sangue, dagli animali soffocati e dalla
fornicazione [21, 20-25].
Dal libro degli Atti degli Apostoli riteniamo sufficiente riferire qui i
soli passi riportati, essendo essi rispondenti a quest'opera. Da tali
citazioni ricaviamo che gli apostoli a coloro che erano diventati
cristiani provenendo dal paganesimo non vollero imporre tutti i pesi
della legge antica concernenti l'astinenza dai piaceri corporali.
Dovevano solo astenersi da queste tre cose: le carni immolate agli
idoli, il sangue e la fornicazione. In base a questo alcuni ritengono
che soltanto tre sono i peccati mortali, e cio l'idolatria, l'omicidio e
la fornicazione, comprendendo in quest'ultimo, naturalmente, anche
l'adulterio e ogni altro atto sessuale che non sia il rapporto con la
moglie. All'infuori di questi tre non ci sarebbero peccati mortali, di
nessun genere, che escluderebbero dal regno di Dio, per cui
sarebbero prive di senso e addirittura false le parole: N i ladri n
gli avari n gli ubriaconi n i detrattori n i rapinatori possederanno
il regno di Dio (1 Cor 6, 10).
Noi tuttavia dobbiamo qui fermarci e omettere la nostra replica per
passare alle Lettere degli Apostoli e vedere cosa si trovi in esse che
rientri nel progetto di quest'opera.
DALLA LETTERA DI PAOLO APOSTOLO AI ROMANI
332. [Rom 1]. Non mi vergogno infatti del Vangelo. Esso potenza
divina per la salvezza di tutti gli uomini, purch credano: prima dei
Giudei e poi dei Greci. In esso si rivela la giustizia di Dio [che
nasce] dalla fede [e sfocia] nella fede, come sta scritto: Il giusto
vivr in virt della fede in me (Cf. Ab 2, 4). In realt l'ira di Dio dal
cielo si manifesta verso l'empiet e l'ingiustizia di quegli uomini che
mediante l'ingiustizia soffocano la verit, poich quel che di Dio
oggetto di cognizione loro manifesto e a manifestarlo stato Dio
stesso. Dalla creazione del mondo infatti gli attributi invisibili di Dio
si rendono visibili perch li si pu comprendere attraverso le cose
create: cos la sua eterna potenza e la sua gloria divina. In tal
modo [gli atei] sono inescusabili, in quanto, avendo conosciuto Dio,
non lo hanno glorificato come Dio n gli sono stati riconoscenti. Con
il loro pensiero sono corsi dietro a delle vanit e, privato della
sapienza, il loro cuore si ottenebrato: pur dicendosi sapienti, sono
istupiditi e hanno sostituito la magnificenza del Dio invisibile con
un'effigie dell'uomo corruttibile o anche di uccelli, di quadrupedi o di
rettili [1, 16-23].
Per questo motivo Dio li ha abbandonati perch seguissero le brame
del loro cuore e si dessero all'impurit, disonorando in se stessi il
loro corpo. Essi hanno cambiato il vero Dio con delle falsit e hanno
prestato il culto e adorato la creatura anzich il Creatore, che
benedetto nei secoli, amen! Per questo motivo Dio li ha lasciati in
balia di passioni vergognose. Ed ecco che le loro donne hanno
cambiato il loro naturale rapporto in rapporti contro natura. Lo
stesso per gli uomini: abbandonato il rapporto naturale con la
donna, arsero dal desiderio di soddisfarsi l'uno con l'altro e caddero
nella sconcezza di rapporti maschio con maschio. In tal maniera
ricevettero in loro stessi la giusta ricompensa dell'errore in cui
erano incorsi. E siccome non dimostrarono d'avere la cognizione di
Dio, Dio li abbandon al loro sentire pervertito, sicch commettono
ci che indegno; colmi come sono di ogni malvagit, malizia,
fornicazione, avarizia e cattiveria; pieni d'invidia, di omicidio, di
rivalit, di frodi, di malignit; diventando brontoloni, mettimale,
odiosi a Dio, litigiosi, superbi, orgogliosi, inventori di mali, indocili ai
genitori, insipienti, disordinati, senza affetto, senza accordo, senza
misericordia. Essi infatti, avendo conosciuto la giustizia di Dio, non
compresero che meritano la morte coloro che commettono tali
colpe, e non solo quelli che le commettono ma anche quelli che
condividono i sentimenti di chi le commette [1, 24-32].
333. [Rom 2]. Stando cos le cose, non hai scuse, o uomo che
giudichi, chiunque tu sia. Giudicando infatti gli altri condanni te
stesso in quanto tu compi le stesse azioni che disapprovi, e noi
sappiamo che il giudizio di Dio contro i responsabili di tali azioni
secondo verit. O pensi forse tu, o uomo che giudichi i rei di queste
azioni e poi tu stesso le compi, che sfuggirai al giudizio di Dio?
Ovvero hai l'audacia di prendere alla leggera le ricchezze della sua
bont, pazienza e tolleranza? Non sai che, se Dio usa longanimit,
perch vuole indurti a conversione? Tu viceversa ti regoli secondo
la durezza del tuo cuore refrattario ad ogni conversione, e cos ti
accumuli collera per il giorno dell'ira e della manifestazione del
giusto giudizio di Dio. Egli allora dar a ciascuno la ricompensa
meritata con le proprie opere; dar quindi la vita eterna a coloro
che perseverando nelle opere buone hanno cercato la gloria, l'onore
e l'incorruttibilit; per coloro che, viceversa, hanno opposto
resistenza e non si sono sottomessi alla verit ma hanno avuto fede
nell'iniquit sono riservati ira e sdegno. C' infatti tribolazione e
angoscia per ogni persona che opera il male, prima per il giudeo e
poi per il greco; e c' gloria, onore e pace per chiunque compie il
bene, per il giudeo prima e poi per il greco [2, 1-10].
E dopo un po': Dinanzi a Dio non giusto chi ascolta la legge ma
chi la mette in pratica [2, 13].
E dopo un po' ancora: Ebbene, tu che fai da maestro agli altri non
sai ammaestrare te stesso! Tu che predichi di non rubare rubi; tu
che dici che non si deve commettere adulterio ne commetti, tu che
detesti gli idoli compi sacrilegi, tu che ti glori della legge
trasgredendo la legge offendi Dio. Per colpa vostra infatti, come sta
scritto, il nome di Dio viene vilipeso fra le genti (Cf. Is 52, 5; Ez 36,
20) [2, 21-24].
334. [Rom 5]. E dopo un po': Giustificati mediante la fede abbiamo
pace con Dio ad opera del nostro Signore Ges Cristo. Per suo
mezzo, tramite la fede, ci dato di entrare in quella grazia in cui ci
troviamo, e ci vantiamo nella speranza della gloria dei figli di Dio.
N solo questo, ma ci vantiamo anche delle tribolazioni sapendo
che la tribolazione produce la pazienza, la pazienza la virt solida,
la virt consolidata la speranza: la quale speranza non sar delusa
perch la carit di Dio stata riversata nei nostri cuori per mezzo
dello Spirito Santo che ci stato donato [5, 1-5].
335. [Rom 6]. In un altro passo ancora: Non regni dunque il
peccato nel vostro corpo mortale, s che abbiate a seguire le sue
concupiscenze. E non prestate al peccato le vostre membra perch
siano armi a servizio dell'illegalit, ma mettetevi a disposizione di
Dio, come gente che da morte tornata in vita, e le vostre membra
siano armi nelle mani di Dio per la [causa della] giustizia [6, 12-
13].
E dopo un po': Voglio presentarvi una riflessione d'indole umana
per adeguarmi alla debolezza della vostra umanit. Come siete
ricorsi alle vostre membra e le avete poste al servizio della
turpitudine e della malvagit per compiere opere malvage, cos
adesso prendete le vostre membra e usatele per servire alla
giustizia al fine di conseguire la santificazione [6, 19].
336. [Rom 8]. In un passo: Conseguentemente, fratelli, noi non
siamo debitori verso la carne sicch dobbiamo vivere secondo la
carne. Se infatti vivrete secondo la carne morirete; se al contrario
mediante lo Spirito farete morire le opere della carne vivrete. In
realt quanti sono mossi dallo Spirito di Dio sono figli di Dio [8, 12-
14].
E dopo un po': Siamo infatti eredi di Dio, coeredi di Cristo, a patto
per che con lui soffriamo per essere con lui glorificati [8, 17].
E dopo un po': Se al contrario speriamo in cose che non vediamo,
dobbiamo aspettarle sorretti dalla pazienza [8, 25].
E dopo pochi versi: Sappiamo che tutto concorre al bene di coloro
che amano Dio [8, 28].
E un po' dopo: Chi ci separer dall'amore di Cristo? La tribolazione,
l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudit, il pericolo, la spada?
Come sta scritto: " Per te siamo messi a morte tutto il giorno,
siamo considerati pecore da macello " (Cf. Sal 43, 22). Eppure in
tutte queste prove noi risultiamo pi che vincitori in grazia di colui
che ci ha amati. Sono certo infatti che n morte n vita, n angeli
n potest, n il presente n il futuro, n ci che forte o alto o
profondo, e nessun'altra cosa creata potr separarci dall'amore di
Dio, che in Cristo Ges nostro Signore [8, 35-39].
337. [Rom 10]. In un altro passo: Con il cuore si crede e cos si
consegue la giustizia; con la bocca si professa la fede e si ottiene la
salvezza. Dice infatti la Scrittura: " Chiunque crede in lui non
rester confuso " (Cf. Is 28, 16). N c' differenza fra Giudei e
Greci. Il medesimo [Cristo] infatti Signore di tutti, ed ricco [di
misericordia] verso tutti coloro che lo invocano, come scritto:
Chiunque invocher il nome del Signore sar salvo (Cf. Gi 3, 5) [10,
10-13].
338. [Rom 11]. In un altro passo: Quanto a te, sta' saldo nella
fede; non inorgoglirti ma temi. Se infatti Dio non ebbe riguardi per i
rami nati [dalla pianta] potrebbe non risparmiare nemmeno te.
Osserva pertanto la benevolenza e la severit di Dio: la severit in
coloro che decaddero, la benevolenza usata verso di te, se resterai
nella bont [11, 20-22].
339. [Rom 12]. Un poco dopo: Vi scongiuro pertanto, fratelli, per la
misericordia di Dio ad offrire il vostro corpo come sacrificio vivo,
santo e accetto a Dio. Sia questa la vostra offerta razionale; e non
conformatevi a questo mondo ma trasformatevi col rinnovare i
vostri sentimenti affinch possiate riconoscere quale sia la volont
di Dio, ci che buono, a lui gradito e perfetto. In forza della grazia
che mi stata data dico a tutti voi di non stimarvi pi di quanto sia
lecito stimarsi, ma stimarsi saggiamente, ciascuno secondo la
misura della fede che Dio gli ha conferito. Come infatti nel corpo
abbiamo molte membra e queste membra non hanno tutte la stessa
funzione, cos noi, che siamo molti, siamo s un unico corpo in
Cristo e ciascuno membro dell'altro, tuttavia abbiamo ricevuto
doni diversi secondo la grazia che a ciascuno di noi stata donata.
Chi ha ricevuto la profezia l'usi in proporzione con la fede; chi il
ministero [lo eserciti] nel servire; chi l'insegnamento nell'insegnare;
chi l'esortazione nell'esortare; chi elargisce [lo faccia] con
semplicit; chi presiede, con ogni premura; chi compie opere di
misericordia [lo faccia] con gioia. L'amore sia senza finzione: odiate
il male, aderite con tenacia al bene. Amatevi a vicenda con carit
fraterna; prevenitevi a vicenda nel rendervi onore. Non siate pigri
nello zelo, ma fervorosi nello spirito come chi serve il Signore.
Godete nella speranza, siate pazienti nelle prove, perseveranti nella
preghiera, solleciti delle necessit dei santi, premurosi
nell'ospitalit. Benedite chi vi perseguita; benedite e non maledite.
Godere con chi nella gioia, piangere con chi nel pianto. Abbiate i
medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non aspirate a cose
troppo altea, piegatevi invece a quelle umili. Non vogliate essere
saggi agli occhi vostri. Non rendete ad alcuno male per male;
procurate di compiere il bene non solo dinanzi a Dio ma anche
dinanzi a tutti gli uomini. Se possibile, per quanto dipende da voi
state in pace con tutti. Non vi vendicate, carissimi, ma lasciate che
agisca l'ira di Dio. Sta scritto infatti: " A me [ riservata] la
vendetta, io ripagher ogni uomo ", dice il Signore. " Ma se il tuo
nemico ha fame, dgli da mangiare; se ha sete, dgli da bere; cos
facendo accumulerai carboni infuocati sulla sua testa. Non farti
vincere dal malvagio, ma con il bene vinci il male " (Cf. Dt 32, 35;
Prv 25, 21-22) [12, 1-21].
340. [Rom 13]. Ciascuno sia sottomesso a chi gli superiore in
autorit, poich non c' autorit che non derivi da Dio, e tutte
quelle che esistono, sono state disposte da Dio. Pertanto chi resiste
all'autorit resiste alla disposizione di Dio, e chi vi resiste si procura
la propria condanna. In realt i superiori non ci sono per [incutere]
timore nelle opere buone ma in quelle cattive. Orbene, vuoi tu non
temere l'autorit? Opera il bene e da essa riceverai approvazione,
poich [il superiore] un incaricato di Dio per il tuo bene. Se invece
commetti azioni cattive, abbine timore, poich non senza motivo
egli porta la spada, ma un incaricato di Dio, un esecutore della
sua vendetta a danno di chi agisce male. Siate quindi loro soggetti
come necessario, e non solo per il motivo di sfuggire alla collera
ma anche per motivi di coscienza. Per questo motivo anche pagate
le imposte: perch essi sono al servizio di Dio in quanto [da lui]
incaricati di questo compito. Rendete dunque a ciascuno [dei
magistrati] quanto gli dovuto: a chi dovuta l'imposta l'imposta,
a chi la gabella la gabella, a chi il timore il timore, a chi l'onore
l'onore. Non abbiate verso alcuno nessun altro debito escluso quello
dell'amore vicendevole: chi infatti ama il prossimo adempie tutta la
legge. In effetti: " Non commettere adulterio, non uccidere, non
rubare, non dire falsa testimonianza, non desiderare " (Cf. Es 20,
13-17; Dt 5, 17-21) e qualsiasi altro comandamento si riepiloga in
questa parola: " Ama il prossimo tuo come te stesso " (Cf. Lv 19,
18). L'amore al prossimo non commette azioni cattive; quindi pieno
adempimento della legge l'amore. E questo [osservatelo] sapendo
in che tempo siamo e come sia giunta l'ora di finirla con il dormire.
Ora infatti la nostra salvezza divenuta pi vicina di quando
diventammo credenti. La notte passata, vicino il giorno.
Gettiamo dunque via le opere delle tenebre e rivestiamoci delle
armi della luce; come chi in pieno giorno, conduciamo una vita
onesta. Non fra gozzoviglie e ubriachezze, non nelle alcove e
nell'impurit, non fra litigi e gelosie; ma rivestitevi del Signore Ges
Cristo e non soddisfate la carne nei suoi desideri [13, 1-14].
341. [Rom 14]. Accogliete chi debole nella fede senza discutere
sulle opinioni. Uno infatti pensa di poter mangiare tutto mentre un
altro, che debole [nella fede], vuole mangiare [solo] verdura.
Ebbene, chi mangia [tutto] non disprezzi chi [tutto] non mangia; e
chi non ne mangia non si eriga a giudice di colui che mangia, dal
momento che Dio lo ha accolto. E chi sei tu che osi giudicare il
servo dell'altro? Se sta in piedi o cade per il suo padrone; ma
certamente star in piedi perch Dio ha il potere di sorreggerlo.
Inoltre, ecco uno che fa distinzione tra giorno e giorno mentre un
altro valuta tutti i giorni. [L'importante che] ognuno sia perfetto
nel suo giudizio. Chi distingue i giorni li distingue in rapporto al
Signore, e chi mangia mangia conforme [piace] al Signore, tant'
vero che ne ringrazia Dio. E cos chi non mangia non mangia per
riguardo del Signore, e ne ringrazia Dio. Nessuno di noi infatti vive
per se stesso e nessuno muore per se stesso, ma se viviamo
viviamo per il Signore, se moriamo moriamo per il Signore. Sia
dunque che viviamo sia che moriamo, siamo del Signore. Per
questo infatti Cristo morto e risuscitato: per essere il Signore dei
morti e dei vivi. Quanto a te, invece, come fai a giudicare il tuo
fratello o a disprezzare il tuo fratello? Tutti infatti ci dovremo
presentare al tribunale di Dio, come sta scritto: Com' vero che io
vivo, dice il Signore, dinanzi a me si piegher ogni ginocchio e ogni
lingua dar lode a Dio (Cf. Is 45, 23; 49, 18). Quindi ognuno di noi
render conto a Dio di se stesso, per cui non dobbiamo continuare
a giudicarci fra di noi. Provvedete piuttosto a non porre inciampi o
pietre di scandalo dinanzi al fratello. So infatti, e ne ho la
convinzione nel Signore Ges, che nulla impuro di per se stesso
ma impuro solo per colui che lo ritiene impuro. Se un tuo fratello
poi da te contristato a motivo d'un qualche cibo, non ti regoli
secondo carit. Non devi essere causa di perdizione, con il tuo cibo,
ad uno per il quale Cristo ha dato la vita; e che non venga vilipeso
il beneficio datoci [da Dio]. Il regno di Dio in realt non cibo o
bevanda ma giustizia e pace e gioia nello Spirito Santo; e chi
serve Cristo in queste cose piace a Dio e riceve l'approvazione dagli
uomini. Occupiamoci quindi di ci che favorisce la pace e
l'edificazione vicendevole. Non permetterti di distruggere l'opera di
Dio a motivo d'un po' di cibo. Tutte le cose sono in s pure, ma
causano peccato all'uomo che le mangia nello scandalo: sicch
bene non mangiar carne n bere vino o fare qualunque altra cosa in
cui il tuo fratello trovi inciampo, scandalo o detrimento. Hai tu la
fede dentro di te? Abbila anche dinanzi a Dio. Beato chi non giudica
se stesso in quel che approva; mentre chi si mette a distinguere, se
ne mangia condannato, poich non segue la sua convinzione, e
tutto quello che non conforme alla ferma convinzione peccato
[14, 1-23].
342. [Rom 15]. Noi pi forti dobbiamo sorreggere la fragilit dei
pi deboli e non [limitarci a] contentare noi stessi. Ciascuno di noi
cerchi di compiacere il prossimo a fin di bene, per edificarlo. In
effetti lo stesso Cristo non cerc di piacere a se stesso ma, come
sta scritto: " gli insulti di coloro che ti insultavano sono caduti su di
me " (Cf. Sal 68, 10). Ora tutto ci che stato scritto stato scritto
per nostro ammaestramento, affinch mediante la pazienza e la
consolazione che ci viene dalle Scritture abbiamo speranza. Ebbene,
il Dio della pazienza e della consolazione vi conceda di avere fra voi
lo stesso [modo di] sentire secondo il volere di Ges Cristo, affinch
d'accordo con un sol cuore possiate glorificare Dio, Padre del
Signore nostro Ges Cristo. Accoglietevi pertanto gli uni gli altri
come vi ha accolti Cristo, per la gloria di Dio [15, 1-7].
E un po' dopo: La Macedonia e l'Acaia hanno creduto opportuno
fare una colletta a favore dei poveri che sono tra i santi nella
comunit di Gerusalemme. Cos loro piaciuto; e poi
effettivamente sono debitori verso di loro. Se infatti i gentili sono
diventati partecipi dei loro beni spirituali, debbono almeno nei beni
materiali mettersi al loro servizio [15, 26-27].
E dopo pochissimi versi: Vi scongiuro pertanto, fratelli, in nome del
Signore nostro Ges Cristo e per la carit dello Spirito, a venire in
mio aiuto elevando a Dio preghiere per me [15, 30].
343. [Rom 16]. Dopo un po': Vi raccomando, fratelli, di tener
d'occhio coloro che suscitano discordie o [creano] scandali
allontanandosi dalla dottrina che avete appresa. State lontani da
loro! Essi infatti non sono servi di Cristo ma del proprio ventre, e
con il loro parlare mellifluo e con le loro benedizioni traviano i cuori
degli ingenui. Al contrario, la vostra docilit ben nota in ogni
luogo, e io ne godo per voi. Vorrei tuttavia che voi foste sapienti nel
bene ed esenti dal male [16, 7-9].
DALLA PRIMA LETTERA AI CORINZI
344. [1 Cor 1]. Vi scongiuro, fratelli, per il nome del Signore Ges
Cristo affinch fra tutti voi ci sia un unico parlare e non ci siano
divisioni fra voi; ma piuttosto siate perfettamente uniti nello stesso
sentire e nello stesso pensare. Dai familiari di Cloes infatti mi
stato riferito nei vostri riguardi, fratelli miei, che fra voi ci sono
delle discordie, e questo dico in quanto ciascuno di voi va dicendo:
" Io sono di Paolo, io invece di Apollo, io poi di Cefa e io di Cristo ".
Forse che Cristo diviso? Ovvero forse che Paolo stato crocifisso
per voi o siete stati battezzati nel nome di Paolo? [1, 10-13].
E dopo un po': Per sua disposizione voi siete in Cristo Ges, il quale
per volere di Dio diventato per noi sapienza, giustizia,
santificazione e redenzione, per cui, come sta scritto, chi si vanta si
vanti nel Signore (Cf. Ger 23, 5; 9, 23-24) [1, 30-31].
345. [1 Cor 3]. In un altro passo: Se allignano fra voi gelosie e
contese, non forse perch siete carnali e camminate secondo
l'uomo [vecchio]? E quando uno dice: " Io sono di Paolo ", e un
altro: "Io invece di Apollo ", non segno che siete soltanto uomini?
[3, 3-4].
E dopo poco: Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di
Dio abita in voi? Se uno profana il tempio di Dio, Dio lo abbatter.
Santo infatti il tempio di Dio e questo tempio siete voi. Che
nessuno si illuda! Se uno di voi pensasse d'essere sapiente per la
sapienza del mondo, si renda stolto, per diventare [veramente]
sapiente, poich la sapienza del mondo presente stoltezza agli
occhi di Dio [3, 16-19].
346. [1 Cor 4]. Dopo pochi versi: Ne segue che prima del tempo
[del Signore] non dovete pronunziare giudizi, finch cio non venga
il Signore, il quale metter in luce quanto si nasconde nelle tenebre
e render palesi le intenzioni dei cuori, e allora ciascuno avr la sua
lode da Dio. Queste cose, fratelli, io le ho applicate a me e ad
Apollo in vista di voi, affinch in noi impariate a non gonfiarvi - al di
l di quanto sta scritto - parteggiando per l'uno e rifiutando l'altro.
Chi infatti colui che ti giudica? Inoltre, che cosa possiedi tu che
non l'abbia ricevuto? E se l'hai ricevuto, come fai a vantartene
quasi che non l'abbia ricevuto? [4, 5-7].
E dopo un po': Fino al momento presente noi soffriamo la fame e la
sete, siamo nudi e presi a schiaffi, andiamo randagi e ci
affatichiamo lavorando con le nostre mani. Maledetti, benediciamo;
perseguitati, pazientiamo; ingiuriati, rispondiamo pregando. Siamo
diventati come i rifiuti del mondo presente, la feccia dell'umanit
fino ad oggi. Non vi scrivo questo per farvi arrossire; solo un
ammonimento che sento di dovervi dare come a miei figli carissimi
[4, 11-14].
347. [1 Cor 5]. Dopo un po': Si sente dire ovunque della
fornicazione che si commette fra voi: una fornicazione tale che non
la si trova nemmeno in mezzo ai pagani, e cio che uno si preso
in moglie la moglie di suo padre. Di questo voi vi siete inorgogliti e
non, piuttosto, ne avete fatto il necessario lutto, sicch colui che ha
commesso un tal gesto fosse espulso dalla vostra comunit. Quanto
a me, assente s col corpo ma presente con lo spirito, ho gi
emesso il mio giudizio, considerandomi come presente, nei riguardi
di colui che si comportato cos. Riuniti voi e il mio spirito nel nome
del Signore nostro Ges Cristo, con la potenza del Signore Ges ho
deciso di consegnare quest'uomo a satana per l'annientamento
della carne e in tal modo lo spirito sia salvo nel giorno del Signore
nostro Ges Cristo. Non bello il vostro vanto! Non sapete che un
po' di lievito fermenta tutta la massa? Rigettate il lievito vecchio per
diventare una nuova massa poich voi siete pani azzimi. In effetti la
nostra Pasqua, cio Cristo, stata immolata, sicch non dobbiamo
pranzare con il lievito vecchio, che lievito di malizia e cattiveria,
ma usando gli azzimi della sincerit e della verit. Nella lettera vi
ho scritto di non mischiarvi con i fornicatori: non dico certo dei
fornicatori di questo mondo, o degli avari o dei rapinatori o dei
cultori degli idoli; altrimenti sareste dovuti uscire da questo mondo.
Tuttavia io vi ho scritto di non mescolarvi con gente come questa.
Se uno che chiamate fratello fornicatore, o avaro, o idolatra, o
calunniatore, o ubriacone, o ladro, con una tale persona non vi
dovete nemmeno sedere a mensa. Quanto agli altri, che sono a noi
estranei, tocca forse a me giudicarli? In realt voi stessi non vi
limitate a giudicare quelli di famiglia? Per quanto invece riguarda gli
estranei, li giudicher Iddio. Eliminate fra mezzo a voi chi si
comporta male [5, 1-13].
348. [1 Cor 6]. C' qualcuno tra voi che, avendo una lite con un
altro, osa farsi giudicare dagli infedeli anzich dai santi? Ma non
sapete che i santi saranno i giudici di questo mondo? E se da voi
sar giudicato il mondo, non siete in grado di giudicare le [vostre]
bazzecole? Non sapete che saremo giudici anche degli angeli?
Quanto pi dunque delle cose materiali! Se pertanto avrete
contrasti su cose terrene, per tali cose costituite giudici quelli che
nella Chiesa sono i pi spregevoli. Lo dico a vostra vergogna:
possibile che fra voi non ci sia nessun saggio, che possa far da
giudice tra i fratelli? Ma ecco che un fratello intenta lite con il
fratello e vuole il giudizio, e per questo ricorre agli infedeli!
Effettivamente, gi uno sconcio che ci siano liti tra voi. Non
dovreste infatti accettare [in pace] i torti? Non dovreste preferire
d'essere frodati? Al contrario voi fate i torti, commettete le frodi, e
questo ai fratelli! Ma non sapete che i malvagi non otterranno il
regno di Dio? Non illudetevi! N i fornicatori n gli idolatri, n gli
adlteri, n gli effeminati, n i sodomiti, n i ladri, n gli avari, n
gli ubriaconi, n i detrattori, n i rapinatori possederanno il regno di
Dio [6, 1-10].
E dopo un po': Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo?
E io oser prendere un membro di Cristo per farlo membro d'una
prostituta? Non sia mai! Non sapete che chi si unisce ad una
prostituta diventa con lei un unico corpo? Essi saranno - dice - due
in un corpo solo (Cf. Gn 2, 24). Chi al contrario si tiene unito al
Signore diviene, con lui, un unico spirito. Fuggite la prostituzione!
Qualunque peccato che l'uomo possa commettere al di fuori del
corpo, mentre chi si d alla fornicazione pecca proprio contro il suo
corpo. O non sapete che le vostre membra sono tempio dello
Spirito Santo, che abita in voi avendolo ricevuto da Dio, e quindi
non appartenete a voi stessi? Siete stati infatti riscattati a caro
prezzo: glorificate quindi il Signore portandolo [degnamente] nel
vostro corpo [6, 15-20].
349. [1 Cor 7]. Riguardo a quello che mi avete scritto, bene che
l'uomo non abbia rapporti con donna, ma per [evitare] le
fornicazioni ogni uomo abbia la propria moglie e ogni donna il suo
marito. Il marito renda alla moglie il debito [coniugale], e cos la
moglie al marito; poich la moglie non padrona del proprio corpo
ma lo il marito, e parimenti il marito non padrone del suo corpo
ma lo la moglie. Non privatevi l'uno dell'altro se non di rado, di
comune accordo e per breve tempo, per dedicarvi alla preghiera. In
seguito ritornate di nuovo insieme, in modo che satana non vi tenti
per la vostra incontinenza. Questo dico come un atto di
condiscendenza, non per impartirvi un comando. Vorrei certamente
che tutti gli uomini fossero come me, ma ciascuno ha da Dio il suo
dono, uno cos e un altro cos. Ai non sposati e ai vedovi dico per
che bene se rimangono come me; ma se non riescono a
contenersi, si sposino pure, poich meglio sposarsi che ardere [di
libidine]. Quanto invece a coloro che sono uniti in matrimonio,
comando non io ma il Signore, che la moglie non abbandoni il
marito - se lo abbandona non si risposi ma piuttosto si riconcili con
suo marito - e cos l'uomo non deve allontanare la sua moglie.
Riguardo invece agli altri dico io, non il Signore: se un fratello ha
una moglie non credente, la quale per d'accordo nel rimanere
insieme con lui, non la mandi via; e se una moglie ha un marito
non credente, il quale per d'accordo nel rimanere con lei, non lo
mandi via. Mediante la moglie credente viene infatti data una
santificazione all'uomo non credente, e mediante l'uomo credente
santificata la donna non credente. Se fosse diversamente, i vostri
figli dovrebbero ritenersi impuri, mentre invece essi sono santi. Se
per chi non ha abbracciato la fede se ne va [da casa], se ne vada
pure; in tal caso il fratello, o la sorella, non pi soggetto a legami
verso l'altro. Dio infatti ci ha chiamati a vivere nella pace; e poi
come fai tu, donna, a sapere che potresti salvare il marito? E come
fai tu, uomo, a sapere che potresti salvare la moglie? Ciascuno
dunque viva secondo il dono che Dio gli ha conferito; ciascuno
rimanga nello stato di quando Dio l'ha chiamato. Cos insegno in
tutte le Chiese. Uno stato chiamato da circonciso? Non cerchi di
rifarsi il prepuzio. Un altro stato chiamato mentre aveva il
prepuzio? Non si circoncida. Niente infatti significa la circoncisione e
niente il prepuzio. Ci che conta l'osservanza dei comandamenti
di Dio. Sicch ciascuno rimanga nella condizione in cui era quando
fu chiamato. Sei stato chiamato quando eri schiavo? Non te ne
preoccupare, ma anche se potessi diventare libero approfitta
piuttosto [della tua condizione]. Colui infatti che stato chiamato
[ad essere] del Signore quand'era schiavo un liberto del Signore,
e parimenti colui che stato chiamato quand'era libero servo di
Cristo. Siete stati riscattati a [grande] prezzo; non dovete quindi
diventare schiavi di uomini. Fratello, nella condizione in cui ciascuno
stato chiamato in essa rimanga dinanzi a Dio. Quanto alle vergini,
non ho alcuna prescrizione tassativa da parte del Signore; voglio
tuttavia darvi un consiglio come uno che dal Signore ha ottenuto
misericordia per rimanergli fedele. A motivo dunque della strettezza
[di tempo] che ci sovrasta io ritengo che sia bene questo: che cio
all'uomo sia opportuno regolarsi come segue. Sei unito a donna?
Non cercare di rompere il vincolo. Sei libero da [legami con] donna?
Non ammogliarti! Anche se prendendo moglie non commetti
peccato e se una vergine si sposa non pecca. Tuttavia chi si sposa
avr da sopportare difficolt d'ordine materiale, dalle quali io vorrei
esentarvi. Insomma, fratelli, io vi dico questo: il tempo si
abbreviato. Per quel che rimane, dunque, chi ha moglie sia come
chi non l'ha; e chi piange come chi non piange; e chi gode come chi
non gode; e chi si serve di questo mondo sia come chi non se ne
serve. Poich passa la configurazione di questo mondo. E io, per
mio conto, vorrei liberarvi da ogni preoccupazione. Chi non ha
moglie si dedica alle cose di Dio e si preoccupa di come piacere a
Dio; chi invece ammogliato ha da pensare alle cose del mondo,
cio come possa piacere alla moglie, e quindi diviso. Ugualmente
la donna non sposata, e ancor pi la vergine, pensa alle cose del
Signore, per essere santa nel corpo e nello spirito, mentre colei che
sposata pensa alle cose del mondo, cio come piacere al marito.
Naturalmente dico questo nel vostro interesse: non per tendervi un
laccio ma per suggerirvi ci che pi corretto e vi dia maggiore
possibilit di elevare orazioni al Signore. Se poi qualcuno ritiene
d'apparire come inverecondo nei confronti della propria vergine per
il fatto che questa sia oltre il fiore dell'et e sia necessario che le
cose vadano cos, faccia ci che vuole: non pecca se si sposa.
Differente il caso di colui che ha preso la decisione sentendosi
sicuro nel suo cuore, non avendo alcuna necessit e sapendo
dominare la sua volont. Se costui avr ritenuto in cuor suo che sia
bene conservare [intatta] la sua vergine, agisce bene. In
conclusione, chi d a marito la sua vergine agisce bene, ma chi non
la marita fa meglio. La donna vincolata alla legge [maritale]
finch suo marito vive; se il marito cessa di vivere sciolta [dal
vincolo]: si sposi pure, ma lo faccia nel Signore. Se poi rester cos
[com'] sar pi felice. Questo, secondo il mio consiglio: e credo
d'avere anche io lo Spirito di Dio [7, 17-40].
350. [1 Cor 8]. Sulle carni immolate agli idoli siamo bene informati,
avendo tutti [il dono del] la scienza. Ma la scienza gonfia; chi
invece edifica la carit. Se uno su qualcosa si ritiene di essere
sapiente, non per questo conosce ancora il modo d'essere sapiente,
mentre colui che ama Dio riconosciuto da lui. Quanto poi alle
carni immolate agli idoli, sappiamo che gli idoli esistenti nel mondo
sono nullit [8, 1-4].
E dopo un po': Ma non tutti hanno la scienza. Alcuni, convinti
ancora [della realt] degli idoli, mangiano [le carni] come se
fossero state immolate agli idoli e cos la loro coscienza, essendo
fragile, viene contaminata. Quanto a noi, non sono i cibi che ci
rendono graditi a Dio, per cui se non ne mangiamo diventiamo
meno perfetti e se ne mangiamo aumentiamo [in santit]. Tuttavia
state attenti affinch una tale libert non diventi motivo di scandalo
per i deboli. Se infatti uno di questi vede che un altro, ritenuto
persona ben istruita [nella fede], sta seduto alla mensa degli idoli,
la sua coscienza, fragile com', non sar forse indotta a mangiare
quanto sacrificato agli idoli? E cos per la tua scienza andr in
perdizione un fratello, per il quale Cristo ha dato la vita! In tal
modo peccando con danno dei fratelli e ferendo la loro coscienza
ancora debole voi peccate contro Cristo. Pertanto se il mio
mangiare scandalizza qualcuno dei miei fratelli, non manger carne
in eterno per non scandalizzare il mio fratello [8, 7-13].
351. [1 Cor 9]. Dopo poche parole: Non abbiamo noi forse la
licenza di mangiare e di bere? O non abbiamo la licenza di condurre
con noi una donna sorella come l'hanno gli altri apostoli, i fratelli
del Signore, e lo stesso Cefa? Perch mai soltanto io e Barnaba non
dovremmo avere la facolt di compiere tali cose? Chi mai si mette a
fare il soldato a proprie spese? Chi pianta una vigna senza
mangiare dei suoi frutti? Chi pascola un gregge senza prenderne il
latte e mangiarne? Sono troppo umano nel dire questo? O non c'
anche la legge a dire la stessa cosa? Nella legge di Mos infatti
scritto: "Non metterai la museruola al bue che trebbia " (Cf. Dt 25,
4). O che Dio s'interessa dei buoi? Non parler per caso a nostro
ammaestramento? In effetti [i libri sacri] sono stati scritti per noi:
sicch chi ara deve arare nella speranza e chi trebbia deve
trebbiare nella speranza di percepirne i frutti. Se noi pertanto
abbiamo seminato in voi dei beni spirituali, sar cosa esagerata che
veniamo a mietere dei beni materiali? Se altri hanno facolt di
parteciparne, non dovremmo averla anche noi a maggior ragione?
Ma noi a tale facolt abbiamo rinunciato, preferendo sostenere ogni
disagio per non creare ostacoli al Vangelo di Cristo. O non sapete
che quanti lavorano nel tempio mangiano delle cose del tempio e
coloro che servono all'altare hanno parte dei doni disposti
sull'altare? Allo stesso modo anche il Signore autorizz gli
annunziatori del Vangelo a vivere [dai proventi] del Vangelo. Ma io
di tutto questo non ho voluto per nulla approfittare. Non scrivo
questo affinch si faccia altrettanto verso di me. Preferirei infatti
morire piuttosto ch permettere a qualcuno di togliermi un tale
vanto. Non infatti per motivi di gloria che predico il Vangelo;
una necessit che mi viene imposta. Guai a me se non mi dedicassi
alla predicazione del Vangelo! Certo, se facessi questo di mia
spontanea volont meriterei la ricompensa; se invece lo faccio non
di mia volont vuol dire che un incarico a me affidato. Quale sar
dunque la mia ricompensa? Quella di predicare il Vangelo di Cristo e
di diffonderlo senza [percepirne] emolumenti, cio senza usare in
maniera distorta del potere che il Vangelo mi d. Essendo infatti
libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il
maggior numero possibile. Per questo mi sono fatto giudeo con i
Giudei per conquistare i Giudei; con coloro che erano sotto la legge
mi sono comportato come se fossi sotto la legge - io che non ero
sotto la legge ma sotto la grazia - per conquistare coloro che erano
sotto la legge. Per coloro che non erano sottoposti alla legge mi
sono fatto come un senza legge, pur non essendo senza la legge di
Dio ma trovandomi nella legge di Cristo; e questo pur di
conquistare coloro che non avevano ricevuto la legge. Mi sono reso
debole con i deboli per conquistare i deboli; mi sono fatto tutto a
tutti per conquistare tutti. Tutto questo faccio per amore del
Vangelo, per poter partecipare dei suoi benefici. Ora non sapete che
quanti corrono nello stadio corrono, s, tutti ma uno solo conquista
il premio? Correte anche voi in modo da conseguirlo! Ma chi
gareggia nello stadio si astiene da ogni piacere; e loro lo fanno per
una corona che marcisce, mentre noi per una che non marcisce. Io
pertanto corro, ma non come alla ventura; faccio del pugilato ma
non come chi d colpi al vento. Se castigo il mio corpo e lo tengo
sottomesso come uno schiavo perch non vorrei che, dopo aver
predicato agli altri, io stesso risulti squalificato [9, 4-27].
352. [1 Cor 10]. Non mi piace che voi, fratelli, ignoriate come i
nostri padri furono tutti nella nube [10, 1].
E dopo pochissimi versi: Ma della maggior parte di loro Dio non si
compiacque, tant' vero che furono abbattuti nel deserto. Ora
queste cose accaddero come figura per noi: affinch cio noi non
nutriamo desideri di cose cattive come ne ebbero loro; n dovete
darvi all'idolatria come fecero alcuni di loro, come sta scritto: " Il
popolo si sedette per mangiare e bere e si alz per divertirsi " (Cf.
Es 32, 6). N diamoci alla fornicazione, come fornicarono alcuni di
loro e in un solo giorno perirono ventitremila persone (Cf. Nm 21,
1-9). E non tentiamo Cristo, come lo tentarono alcuni di loro, i quali
morirono morsi dai serpenti. E non mormorate, come mormorarono
alcuni di loro, i quali furono abbattuti dallo sterminatore. Tutte
queste cose infatti accadevano loro come in figura; nella loro realt
esse erano scritte per nostro ammaestramento, poich su di noi
che incombe la fine dei tempi. Pertanto chi crede di stare in piedi
veda di non cadere. Non vi sorprenda alcuna tentazione che non sia
[soltanto] umana. E [sappiate che] Dio fedele e non permette che
siate tentati al di sopra delle vostre forze, ma insieme con la
tentazione vi somministrer le forze perch possiate sopportarla.
Per questo motivo, miei carissimi, fuggite l'idolatria [10, 5-14].
E dopo un po': Ci che immolano i pagani, lo immolano ai demoni,
non a Dio. Ora io non tollero che voi siate in comunione con i
demoni. Non potete bere al calice del Signore e al calice dei
demoni; non potete partecipare alla mensa del Signore e a quella
dei demoni. Vogliamo forse provocare all'ira il Signore? Osiamo
forse reputarci pi potenti di lui? " Tutto mi lecito! ". Ma non tutto
mi conveniente. " Tutto mi lecito! ". Ma non tutto mi edifica.
Pertanto nessuno cerchi il proprio interesse ma l'interesse altrui. E
mangiate pure quel che si vende nel macello senza porvi problemi
per [quanto concerne] la coscienza (Cf. Sal 23, 1; Sir 17, 31) [10,
20-25].
E dopo un po': Se viceversa qualcuno dice: " Questa carne stata
immolata agli idoli ", voi non la mangiate per riguardo verso colui
che ha fatto un tale rilievo e anche per motivo di coscienza: non
dico della coscienza tua ma di quest'altro. Ma che la mia libert
debba essere valutata in base alla coscienza altrui? Se io partecipo
[alla mensa] rendendo grazie [a Dio], perch dovrei essere
biasimato del mio ringraziare Dio? Sia dunque che mangiate, sia
che beviate, sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto a gloria
di Dio. Non siate d'ostacolo n ai Giudei n ai pagani n alla Chiesa
di Dio. In questa maniera infatti anch'io cerco di piacere a tutti in
ogni cosa, cercando non ci che utile a me ma alla gente, perch
tutti siano salvi [10, 28-33].
353. [1 Cor 11]. Siate miei imitatori, come io lo sono di Cristo [11,
1].
E dopo un po': Ogni uomo che preghi o profetizzi a capo coperto
disonora il suo capo; ogni donna che preghi o profetizzi a capo
scoperto disonora il suo capo [11, 4-5].
E dopo un po': Questo poi vi prescrivo non potendovi lodare, dato
che vi radunate non nella maniera migliore ma in quella pi
sconveniente. In primo luogo, quando vi radunate in assemblea,
sento dire che fra voi ci sono delle divisioni e, in parte almeno, lo
credo. necessario infatti che ci siano delle fazioni, perch si renda
palese chi fra voi merita approvazione. Ecco dunque che quando voi
vi riunite insieme non come se doveste mangiare la cena del
Signore, poich ciascuno pretende di mangiare la sua propria cena,
e succede che, mentre uno resta con la fame, un altro ubriaco. O
che non avete ciascuno la vostra casa per mangiare e bere? O
volete disonorare l'assemblea di Dio e umiliare chi non ha
provviste? Che dirvi? Lodarvi? In questo non vi lodo [11, 17-22].
E dopo alcuni versi: Di conseguenza, chi indegnamente mangia il
pane o beve al calice del Signore reo del corpo e del sangue del
Signore. Ognuno dunque esamini se stesso e cos mangi di quel
pane e beva di quel calice, poich chi ne mangia e beve
indegnamente si mangia e beve la propria condanna non valutando
[a dovere] il corpo del Signore. Ed per questo che fra voi ci sono
molti infermi e fiacchi, e molti anche muoiono. Se invece da noi
stessi ci sottoponessimo a giudizio, certo non saremmo [da lui]
giudicati; se per il Signore a giudicarci, lo fa per richiamarci al
dovere e cos non essere condannati insieme col mondo presente.
In conclusione: miei fratelli, quando vi radunate per mangiare
aspettatevi gli uni gli altri. Se uno ha fame mangi a casa propria,
perch le vostre adunanze non risultino di vostra condanna. Quanto
al resto, lo regoler alla mia venuta [11, 27-34].
354. [1 Cor 12]. In un altro passo: Dio ha strutturato il corpo
accordando maggior onore alle membra che ne erano prive, e cos
non ci siano divisioni nel corpo ma le membra siano armonicamente
sollecite le une delle altre; e se un membro soffre tutte le membra
soffrono con lui, e se un membro onorato ne godono tutte le
membra. Ora voi siete il corpo di Cristo e membra l'uno dell'altro. E
Dio ha stabilito alcuni nella Chiesa: in primo luogo gli apostoli, in
secondo i profeti, in terzo i dottori, e poi gli operatori dei miracoli,
quelli che hanno il dono di guarire, di presiedere, di soccorrere, di
parlare diverse lingue, di interpretare le loro parole. O che sono
forse tutti apostoli? O tutti profeti? O tutti dottori? O tutti operano
miracoli? O tutti hanno il dono delle guarigioni? O tutti parlano
lingue sconosciute? O tutti interpretano le [loro] parole? Aspirate
quindi ai doni pi elevati. Ma io voglio indicarvi una via che
ancora pi sublime [12, 24-31].
355. [1 Cor 13]. Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli ma
non avessi la carit, sarei come un bronzo echeggiante o come un
cembalo sonoro. E se avessi la profezia e possedessi la conoscenza
di tutti i misteri e di tutto lo scibile, e se avessi tanta fede da
spostare le montagne, ma non avessi la carit, sarei un nulla. E se
distribuissi tutti i miei averi per sfamare i poveri e dessi lo stesso
mio corpo alle fiamme, ma non avessi la carit, non mi gioverebbe
a nulla. La carit paziente, benigna la carit. La carit non
gelosa, non agisce maliziosamente, non si gonfia, non ambiziosa,
non cerca interessi personali, non si adira, non pensa male, non
gode dell'ingiustizia ma si rallegra della verit. Tutto sopporta, tutto
crede, tutto spera, tutto soffre. La carit non finir mai [13, 1-8].
E dopo alcuni versi: Ora, vero, rimangono la fede, la speranza, la
carit, ma di tutte queste la pi grande la carit [13, 13].
356. [1 Cor 14]. Cercate di possedere la carit [14, 1].
E dopo un po': Dato che voi aspirate ai beni spirituali, cercateli per
edificare la comunit e cercatene la pienezza [14, 12].
E dopo un po' ancora: Fratelli, non vogliate diventare bambini per i
sensi del corpo ma per la malizia. Quanto ai sensi, siate invece
perfetti [14, 20].
E altrove: Cosa accade dunque, fratelli? Quando vi adunate, ecco
che ciascuno di voi ha il suo salmo, il suo insegnamento, la sua
rivelazione, la sua parola [ispirata], la sua interpretazione. Fate
tutto per la [comune] edificazione [14, 26].
E dopo pochissimi versi: Le donne durante l'assemblea stiano in
silenzio! Non infatti loro consentito di parlare ma di stare
sottomesse, come dice la legge (Cf. Gn 3, 16). Se vogliono
conoscere qualcosa, interroghino i loro mariti a casa propria.
infatti una sconcezza che la donna parli in assemblea. In effetti
sorta forse in mezzo a voi la parola di Dio o giunta soltanto a voi?
[14, 34-36].
357. [1 Cor 15]. Dopo un po': Non lasciatevi ingannare! Le cattive
compagnie guastano i buoni costumi. Siate svegli, come conviene,
e non peccate! Alcuni infatti non conoscono Dio: lo dico a vostro
disonore [15, 33-34].
E dopo un altro po': Pertanto, fratelli miei carissimi, mantenetevi
saldi e irremovibili abbondando sempre nell'opera del Signore,
sapendo che il vostro impegno non sar infruttuoso nel Signore
[15, 58].
358. [1 Cor 16]. Riguardo alla colletta a favore dei santi, come ho
prescritto alle Chiese della Galazia, cos fate anche voi. Ogni primo
giorno della settimana ciascuno di voi metta da parte in casa sua
quel che gli sembrer opportuno, in modo che la raccolta non si
debba fare alla mia venuta. Quando sar tra voi mander a portare
il vostro dono gratuito a Gerusalemme, servendomi di coloro che
avrete designati accompagnandoli con lettera. Se poi varr la pena
che ci vada anch'io, verranno con me. Da voi verr dopo aver
attraversato la Macedonia: in effetti voglio passare per la
Macedonia. Presso di voi forse mi tratterr a lungo, o forse anche vi
passer l'inverno, affinch siate voi ad accompagnarmi dovunque
mi recher. Non voglio infatti questa volta vedervi di sfuggita, ma
spero di restare del tempo presso di voi, se il Signore lo consentir.
Ad Efeso rester fino alla Pentecoste, dato che mi si aperta una
porta grande e manifesta, e molti sono anche gli avversari. Se
verr da voi Timoteo, procurate che vi si trovi senza preoccupazioni
[16, 1-10].
E dopo un poco: Vegliate, state saldi nella fede, agite virilmente e
siate persone coraggiose. Tutto fra voi si faccia nella carit [16, 13-
14].
DALLA SECONDA LETTERA AI CORINZI
359. [2 Cor 1]. Il nostro vanto questo: l'attestato della nostra
coscienza, che nel mondo ci siamo comportati con schiettezza e
sincerit, non conformandoci alla sapienza della carne ma
[perseverando] nella grazia di Dio [1, 12].
360. [2 Cor 2]. Dopo un po': Se qualcuno mi ha rattristato, non ha
rattristato me ma almeno parzialmente, per non voler esagerare,
tutti voi. A questo tale sufficiente il rimprovero che gli viene fatto
dalla maggioranza [della comunit], sicch voi dovete piuttosto
perdonargli la colpa e confortarlo, affinch non venga schiacciato da
esagerata tristezza. Vi scongiuro pertanto di confermargli l'amore
che avete per lui. Vi ho scritto infatti per rendermi conto, con un
sondaggio, se siete obbedienti in ogni cosa. E se gli avete
perdonato qualcosa, anch'io gli perdono; e se io gli ho perdonato
qualcosa - ammesso che c'era da perdonare - l'ho perdonato per
vostro vantaggio in nome di Cristo. Cos facendo, non saremo
fuorviati da satana, di cui non ci sono sconosciute le trame [2, 5-
11].
361. [2 Cor 4]. In un passo: Avendo dunque un tale ministero, in
quanto ci stata usata misericordia, non ci perdiamo di coraggio
ma rifiutiamo ogni sotterfugio derivante da vigliaccheria, e non
vogliamo procedere con astuzia n adulterare la parola di Dio; al
contrario, manifestando la verit vogliamo presentarci alla
coscienza di tutti gli uomini dinanzi a Dio [4, 1-2].
E dopo alcuni versi: Noi infatti non predichiamo noi stessi ma Ges
Cristo Signore. Quanto a noi, siamo al vostro servizio per amore di
Ges [4, 7-13].
E dopo un altro po': Abbiamo questo tesoro racchiuso in vasi di
argilla, perch appaia la sublime grandezza della potenza di Dio e
non [si pensi che] sia risorsa nostra. Da ogni parte infatti siamo
sottoposti a tribolazioni ma non ci sentiamo messi alle strette;
siamo angustiati ma non abbandonati, perseguitati ma non derelitti,
abbattuti ma non annichiliti. Noi portiamo continuamente nel nostro
corpo la morte di Ges, affinch si manifesti nel medesimo nostro
corpo la vita di Ges. Noi vivi infatti siamo senza sosta messi a
morte per la causa di Ges, affinch anche la vita di Ges si
manifesti nella nostra carne mortale. E pertanto in noi operante la
morte, in voi la vita; ma possedendo noi quello spirito di fede di cui
sta scritto: Ho creduto e per questo ho parlato (Cf. Sal 116, 10
(115, 1)), anche noi crediamo e per questo parliamo [4, 7-13].
E dopo sei versi: Per questo non ci scoraggiamo ma, sebbene il
nostro uomo esteriore vada disfacendosi, tuttavia l'uomo interiore
si rinnova quotidianamente. Quanto infatti al presente c' in noi di
tribolazione, roba fugace e leggera, produce in noi un
incommensurabile ed eterno tesoro di gloria nelle altezze, poich
noi non abbiamo di mira le cose visibili ma quelle invisibili. In effetti
le cose visibili sono temporanee, mentre quelle invisibili sono eterne
[4, 16-18].
362. [2 Cor 6]. Dopo un po': Poich siete collaboratori vi esortiamo
a non ricevere invano la grazia di Dio. Egli infatti dice: Nel tempo
propizio ti ho esaudito, nel giorno della salvezza ti ho aiutato (Cf. Is
49, 8). Eccolo ora il tempo propizio, eccolo ora il giorno della
salvezza. Non diamo ad alcuno occasione di scandalo perch non
sia denigrato il nostro ministero, ma ci presentiamo a tutti come
servi di Dio forniti di grande pazienza nelle tribolazioni, nelle
necessit, nelle strettezze, nelle battiture, nella prigionia, nei
tumulti, nelle fatiche, nelle veglie, nei digiuni; ricchi nella castit,
nella scienza, nella tolleranza, nella dolcezza, nello Spirito Santo,
nella carit sincera, nella parola della verit, nella fortezza dataci da
Dio; usando le armi della giustizia con la destra e la sinistra, nella
gloria e nell'ignominia, nella diffamazione e nella buona
reputazione. Ritenuti seduttori mentre siamo veritieri, ignorati
mentre siamo ben noti, morti mentre ecco viviamo, castigati ma
non uccisi, afflitti mentre siamo sempre gioiosi, miserabili mentre
arricchiamo intere moltitudini, gente che non ha nulla mentre
possediamo tutto [6, 1-10].
E dopo pochi versi: Dilatate anche voi il vostro cuore! Non
sottoponetevi al giogo degli increduli! Che relazione c' infatti tra la
giustizia e la malvagit? O che rapporto fra la luce e le tenebre? O
quale accordo fra Cristo e Beliar? O quale societ tra il credente e il
senza fede? O quale comunione tra il tempio di Dio e gli idoli? E in
realt voi siete tempio del Dio vivo, come attesta il Signore: Io
abiter in mezzo a loro e camminer fra loro; e sar il loro Dio ed
essi saranno il mio popolo (Cf. Lv 26, 11-12; Ez 37, 27). Pertanto
uscite dal loro consorzio e separatevi da loro (Cf. Cf. Is 52, 11; Ger
51, 45), dice il Signore, e non toccate ci che immondo. In tal
modo io vi prender per me, e sar per voi un padre e voi mi sarete
figli e figlie, oracolo del Signore onnipotente (Cf. 2 Sam 7, 14; Ger
31, 9; Is 43, 6) [6, 13-18].
363. [2 Cor 7]. Carissimi, avendo ricevuto tali promesse,
purifichiamoci da ogni bruttura del corpo e dello spirito, e
completiamo l'opera della nostra santificazione nel timore di Dio [7,
1].
E dopo un po': In realt, anche se vi avessi rattristato con la mia
lettera non me ne dispiaccio, o meglio, anche se mi dispiacesse che
quella lettera, sia pure momentaneamente, vi abbia rattristati, ora
ne godo: non perch vi siete rattristati, ma perch dalla tristezza
maturata la conversione. Vi siete infatti rattristati secondo Dio, per
cui nessun danno vi derivato per causa nostra. Infatti la tristezza
accetta a Dio produce quella conversione stabile che conduce a
salvezza, a differenza della tristezza mondana, che genera la
morte. E in realt l'esservi rattristati secondo Dio quanta
intraprendenza non sta producendo in voi! [7, 8-11].
364. [2 Cor 8]. Dopo pochi versi: Fratelli, vogliamo rendervi nota la
grazia di Dio elargita alle Chiese della Macedonia. Pur tra le molte
loro prove e tribolazioni, la ricchezza della loro letizia, nonostante la
loro straordinaria povert, si concretata in un'abbondante
generosit e liberalit. Rendo loro testimonianza: essi sono stati
generosi secondo le loro possibilit e al di sopra delle loro
possibilit, scongiurandoci con molta insistenza di accordar loro il
favore di partecipare all'opera di carit che stiamo compiendo a
beneficio dei santi. E hanno dato non solo secondo quello che noi
speravamo ma dando addirittura se stessi, in primo luogo al
Signore e poi anche a noi secondo la volont di Dio. Per questo
motivo abbiamo dovuto ricorrere a Tito affinch, come ha
cominciato in mezzo a voi questa opera buona, cos voglia portarla
a termine. Orbene, come avete il primato in ogni cosa (nella fede,
nella parola, nella scienza, in ogni premura per i bisognosi e infine
nell'affetto verso di noi), cos siate generosi in questa iniziativa
benefica. Non vi dico queste cose come imponendovi un precetto
ma per dimostrare attraverso questa premura verso gli altri quanto
grande sia la vostra buona propensione nell'esercizio della carit.
Voi infatti ben conoscete la grazia del Signore nostro Ges Cristo:
egli, essendo ricco, si fatto povero per voi affinch voi diventaste
ricchi per la sua povert. dunque solo un consiglio quello che vi
do: una cosa utile a voi che fino dall'anno scorso siete stati i primi
non solo a realizzare ma anche a progettare [questo servizio].
Orbene, portate a compimento l'opera intrapresa, affinch come fu
pronto l'animo nel volere, cos lo sia anche nel realizzare,
naturalmente secondo quello che avete. Se infatti la volont
pronta [a dare], la si apprezza se d secondo quello che possiede,
non secondo quel che non possiede. E non deve succedere che per
sollevare gli altri voi mettiate in angustia voi stessi, ma ci
dev'essere uguaglianza. Al presente la vostra abbondanza colmi la
loro penuria in modo tale che la loro abbondanza possa colmare la
[eventuale] vostra indigenza, e in tal modo si ottenga l'uguaglianza
di cui sta scritto: Chi [raccolse] molto non ne ebbe d'avanzo e chi
[raccolse] poco non scarseggi (Cf. Es 16, 18). A questo punto
debbo ringraziare Dio che ha messo nel cuore di Tito la stessa mia
premura nei vostri riguardi. Egli ha accettato la nostra richiesta;
anzi, essendo lui stesso ancora pi premuroso, partito
spontaneamente per recarsi da voi. Con lui abbiamo inviato anche
un altro fratello che riscuote plauso in tutte le Chiese come
evangelizzatore. E non questo soltanto, ma stato anche costituito
nostro accompagnatore in questo viaggio di carit che viene
esercitata da noi a gloria del Signore e per adempiere il nostro
proposito, in quanto vogliamo impedire che qualcuno ci venga a
biasimare per la troppa abbondanza della raccolta effettuata da noi.
Ci preoccupiamo infatti non solo di ci che bene dinanzi a Dio ma
anche dinanzi agli uomini [8, 1-21].
365. [2 Cor 9]. Dopo nove versetti: Riguardo all'opera di
beneficenza a pr dei santi superfluo che ve ne scriva. So infatti
che il vostro animo pronto: della qual cosa mi vanto presso i
Macedoni dicendo che l'Acaia gi pronta fin dall'anno passato, e
cos il vostro zelo ha stimolato moltissimi [a fare altrettanto]. Se ho
inviato dei fratelli, l'ho fatto perch il nostro vantarci di voi non
venga sia pure parzialmente smentito. Siate dunque ben pronti,
come vi ho detto, affinch non succeda che, venendo con me dei
Macedoni e trovandovi non preparati, noi (per non dire voi)
dobbiamo vergognarci di questo fatto. Per questo motivo ho
ritenuto necessario rivolgermi ai fratelli pregandoli di venire da voi
prima del mio arrivo e preparare quest'opera benefica a cui vi siete
impegnati: la quale dev'essere organizzata come un gesto di
benevolenza e non come una spilorceria. Vi dico dunque questo: chi
semina scarsamente, scarsamente raccoglie, chi semina con
larghezza con larghezza anche raccoglie (Cf. Prv 22, 8). Dia
pertanto ciascuno come ha stabilito in cuore, ma non con
rammarico o per forza, poich Dio ama chi dona con gioia (Cf. Sir
35, 11). E Dio in grado di far abbondare in voi ogni dono,
affinch, avendo sempre e in tutto il sufficiente, abbondiate anche
in ogni opera buona, come sta scritto: Ha largheggiato, ha dato ai
poveri; la sua giustizia rimane in eterno (Cf. Sal 111, 9). E colui che
somministra il seme al seminatore dar a voi il pane da mangiare,
moltiplicher la vostra semente e accrescer i frutti della vostra
giustizia. In tal modo, arricchiti di tutto, vi troverete
nell'abbondanza in ogni [genere di] liberalit, la quale a sua volta
attraverso di noi si tradurr in ringraziamento a Dio. In realt il
compimento di questo servizio non solo supplisce a ci che manca
ai santi ma attraverso l'attuazione di questo servizio da molti si
lever un bel coro di ringraziamenti al Signore. Essi glorificheranno
Dio per l'abbondanza della vostra fede e per la generosit del
vostro contributo verso di loro e verso tutti. Mediante le loro
preghiere per voi mostreranno l'affetto che nutrono per voi a
motivo dell'eccezionale larghezza di grazia di Dio a voi concessa.
Pertanto io ringrazio Dio per il suo dono che non so descrivere [9,
6-15].
366. [2 Cor 10]. In un altro passo: Chi si gloria si glori nel Signore
(Cf. Ger 9, 23), poich non approvato colui che si approva da se
stesso ma colui che approvato da Dio [10, 17-18].
367. [2 Cor 11]. Dopo un po': Sono ministri di Cristo. Lo sono
anch'io; anzi, parlando da insensato, io pi di loro. In moltissime
fatiche, ancora di pi nelle prigioni, in misura incredibile nelle
battiture, spessissimo nella morte. Cinque volte ho ricevuto dai
Giudei i trentanove colpi. Tre volte sono stato battuto con le
verghe, una volta sono stato lapidato, tre volte ho fatto naufragio e
fui nelle profondit del mare una notte e un giorno. Spesso nei
viaggi, con pericoli di fiumi, pericoli di briganti, pericoli dai miei
connazionali, pericoli dai pagani, pericoli nella citt e nel deserto,
pericoli nel mare, pericoli causati da falsi fratelli. Nella fatica e
nell'afflizione, in frequenti veglie, nella fame e nella sete, in
frequenti digiuni, nel freddo e nella nudit. Oltre tutte queste cose,
che sono esteriori, il mio peso quotidiano [] la preoccupazione per
tutte le Chiese. Chi si indebolisce senza che anch'io diventi debole
insieme con lui? Chi si scandalizza senza che io ne frema? Se vale
la pena gloriarsi, anch'io mi glorier in base alla mia debolezza [11,
23-30].
368. [2 Cor 12]. Dopo un po': Volentieri dunque mi vanter delle
mie debolezze perch dimori in me la potenza di Cristo. Pertanto mi
rallegro delle infermit, delle ingiurie, delle strettezze, delle
persecuzioni, delle molte difficolt incontrate per la causa di Cristo,
poich quando sono debole allora che sono robusto [12, 9-10].
E dopo undici versi: Ecco, sono pronto a venire da voi per la terza
volta e non vi voglio essere d'aggravio. Io non vado in cerca delle
vostre sostanze ma di voi. Non sono infatti i figli che debbono
conservare per i genitori, ma i genitori per i figli; e io pi che
volentieri spender del mio, anzi mi consumer io stesso per le
vostre anime, anche se amandovi di pi dovessi ricevere da voi
meno amore [12, 14-15].
E dopo alcuni versi: Temo che, venendo da voi, non vi trovi come
vorrei e voi troviate me come non vorreste. Temo che ci siano tra
voi contese, gelosie, animosit, rivalit, maldicenze, insinuazioni
maligne, superbie e contrasti. Temo che, quando verr di nuovo,
Iddio mi umilii per causa vostra e io debba piangere per quei molti
di voi che tempo fa hanno peccato e non si sono ancora pentiti della
dissolutezza e impudicizia in cui sono caduti [12, 20-21].
369. [2 Cor 13]. E anche in un altro passo: Preghiamo Dio perch
non abbiate a commettere nulla di male, non perch siamo noi
approvati ma perch voi pratichiate la giustizia [13, 7].
E dopo sei versi: Del resto, fratelli, rallegratevi, progredite [nel
bene], consolatevi, abbiate lo stesso sentire e vivete in pace. E il
Dio dell'amore e della pace sar con voi [13, 11].
LETTERA AI GALATI
370. [Gal 1]. Se cercassi di piacere agli uomini non sarei servo di
Cristo [1, 10].
371. [Gal 5]. Dopo un po': In Cristo Ges n la circoncisione conta
qualcosa n la non circoncisione, ma la fede che opera mediante la
carit [5, 6].
In un altro passo: Voi, fratelli, siete stati chiamati per essere nella
libert; non dovete per fare della libert un pretesto per la carne
ma mediante la carit, dono dello Spirito, mettetevi a servizio gli
uni degli altri. Tutta la legge infatti si compendia in quest'unica
parola: Amerai il prossimo tuo come te stesso (Cf. Lv 19, 18). Se
invece voi vi mordete e sbranate a vicenda state attenti almeno a
non divorarvi del tutto. Ma io vi dico: Camminate secondo lo Spirito
e non attuate le voglie della carne, poich la carne ha brame
contrarie a quelle dello Spirito come anche lo Spirito brame
contrarie alla carne. Sono due princpi contrari fra loro, per cui non
riuscite a fare tutto quello che vorreste; comunque, se siete guidati
dallo Spirito non siete pi sotto la legge. Ora le opere della carne
sono note. Esse sono: fornicazione, impurit, lussuria, idolatria,
venefici, inimicizie, litigi, gelosie, irascibilit, risse, discordie, eresie,
invidie, omicidi, ubriachezze, orge e cose simili. A questo riguardo
vi preavviso, come gi ho fatto antecedentemente, che chi
commette tali cose non posseder il regno di Dio. Ed ecco ora i
frutti dello Spirito: carit, gioia, pace, pazienza, tolleranza, bont,
mitezza, fedelt, moderazione, continenza. Contro queste virt non
c' legge che conti. Ebbene, quanti appartengono a Cristo hanno
crocifisso la carne con i suoi vizi e desideri. Quindi, se viviamo nello
Spirito comportiamoci secondo lo Spirito; e non coltiviamo brame di
vanagloria provocandoci e invidiandoci a vicenda [5, 13-26].
372. [Gal 6]. Fratelli, se qualcuno viene sorpreso in una qualche
colpa, voi, da persone spirituali, dovete correggerlo, ma con
dolcezza, considerando te stesso affinch non abbia a cadere in
tentazione. Portate i pesi gli uni degli altri, e cos adempirete la
legge di Cristo. Se infatti uno crede d'essere qualcosa, mentre
una nullit, costui inganna se stesso. Ciascuno esamini le sue opere
e in tal modo trover di che vantarsi solo in se stesso e non negli
altri: ciascuno infatti ha da portare il suo proprio fardello. Chi viene
istruito nella parola deve rendere partecipi di tutte le sue sostanze
colui che lo istruisce. Non illudetevi: Dio non lo si pu prendere in
giro. L'uomo mieter ci che ha seminato: per cui chi semina nella
carne dalla carne raccoglier corruzione, mentre chi semina nello
Spirito, dallo Spirito raccoglie vita eterna. Non stanchiamoci quindi
di compiere il bene e a suo tempo raccoglieremo una messe
indefettibile. Finch dunque ne abbiamo il tempo compiamo il bene
verso tutti, ma specialmente verso i fratelli nella fede [6, 1-10].
LETTERA AGLI EFESINI
373. [Eph 4]. Fratelli, vi scongiuro io, il prigioniero del Signore, a
comportarvi in maniera degna della vocazione con cui siete stati
chiamati, con ogni umilt d'animo e mansuetudine, con pazienza,
sopportandovi con carit vicendevole, impegnandovi ad osservare
l'unit dello spirito mediante il vincolo della pace [4, 1-3].
E altrove: Questo pertanto dico e attesto davanti al Signore: non
dovete pi comportarvi come si comportano i gentili, nella vanit
del loro sentire, avendo l'intelletto immerso nelle tenebre, estraniati
dalla vita divina a causa dell'ignoranza che in loro per la cecit del
loro cuore. Persa ogni speranza, essi si sono dati alla dissolutezza
compiendo ogni sorta di impurit e diventati schiavi dell'avarizia.
Quanto a voi invece non cos avete conosciuto il Cristo, se
effettivamente gli avete dato ascolto e su di lui siete stati istruiti,
secondo la verit che in Ges. Spogliatevi quindi dell'uomo
vecchio, quello della vostra condotta di prima, l'uomo che si
corrompe seguendo desideri perversi, e rinnovatevi nello spirito dei
vostri pensieri: rivestitevi dell'uomo nuovo, quello che stato
creato secondo Dio nella giustizia e nella vera santit (Cf. Zc 8, 16).
Pertanto, smettetela con le menzogne e parlate con i vostri
prossimi secondo verit, dato che siamo membra gli uni degli altri.
Adiratevi ma non peccate (Cf. Sal 4, 5): non tramonti il sole sopra
la vostra ira, e non date occasione al diavolo. Chi rubava non rubi
pi: anzi si dia da fare lavorando onestamente con le proprie mani,
e ci anche per poter dare a chi in necessit. Nessuna parola
cattiva esca dalla vostra bocca ma solo parole buone e utili per
l'edificazione, e cos trasmettere la grazia a chi ascolta. E non
vogliate rattristare lo Spirito Santo di Dio con il quale siete stati
sigillati per il giorno della redenzione. Ogni rancore, ira, sdegno,
subbuglio e parlare insensato sia escluso fra mezzo a voi, e cos
pure ogni maliziosit. Al contrario siate tra di voi benevoli,
compassionevoli, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a
voi in Cristo [4, 25-32].
374. [Eph 5]. Siate imitatori di Dio come figli [a lui] carissimi e
vivete nell'amore, cos come anche Cristo ci ha amati e ha dato se
stesso per noi, offerta di un sacrificio gradito a Dio. Di fornicazione,
di ogni sorta di impurit come anche dell'avarizia, nemmeno se ne
parli in mezzo a voi, come si addice a dei santi. Altrettanto vale per
la spudoratezza, la licenza nel parlare, la scurrilit, tutte cose
sconvenienti; si oda piuttosto il rendimento di grazie. Dovete infatti
sapere, da persone ben istruite, che nessun fornicatore o disonesto
o avaro (che una specie di idolatria) sar erede del regno di Cristo
e di Dio. Che nessuno v'inganni con vuote parole! Fu per questi vizi
che piomb l'ira di Dio sopra i figli ribelli, dei quali voi non fate pi
parte. Un tempo infatti eravate tenebra, ora invece siete luce nel
Signore. Comportatevi come figli della luce (i cui frutti consistono
nella bont, nella giustizia e nella verit), e cercate quanto piace al
Signore. Non partecipate alle opere infruttuose di chi ancora nelle
tenebre, ma anzi confutateli. Quanto infatti da loro compiuto nelle
tenebre sconcio anche il solo nominarlo. Viceversa tutte le cose
quando le si disapprova vengono portate alla luce, e ci che
manifesto gi luce. Per questo motivo dice: " Sorgi, tu che dormi,
e sollevati al di sopra dei morti, e Cristo ti illuminer ". Osservate
dunque, fratelli, se vi comportate con avvedutezza, non come gente
stolta ma saggia, ricuperando il tempo poich i giorni sono cattivi.
Non siate quindi degli sconsiderati, ma cercate di capire bene quale
sia il volere del Signore. Non ubriacatevi di vino, causa di lussuria,
ma riempitevi di Spirito Santo, parlando fra voi con salmi, inni e
cantici spirituali, cantando e lodando il Signore nei vostri cuori.
Ringraziate Dio Padre sempre e per ogni cosa nel nome del Signore
nostro Ges Cristo, sottomessi l'un l'altro nel timore di Cristo. Le
mogli siano sottomesse al marito come al Signore, poich l'uomo
capo della donna come Cristo capo della Chiesa, egli che il
Salvatore del corpo. E come la Chiesa sottomessa a Cristo, cos le
mogli devono essere sottomesse in tutto al loro marito. Quanto a
voi, mariti, amate le vostre mogli come Cristo ama la Chiesa e ha
dato se stesso per lei, per renderla santa e purificarla con un
lavacro di acqua insieme con la parola. In tal modo egli ha voluto
presentare a se stesso una Chiesa splendente di gloria, senza
macchia n ruga n cose del genere, ma perch fosse santa e
immacolata. Alla stessa maniera i mariti debbono amare la propria
moglie come il proprio corpo. Chi ama la moglie ama se stesso. Ora
nessuno odia il proprio corpo, ma lo nutre e custodisce, come fa
Cristo con la Chiesa. E noi siamo membra del suo corpo, carne della
sua carne e ossa delle sue ossa. Per questo l'uomo abbandoner
suo padre e sua madre, e si unir alla sua moglie, e i due saranno
un solo corpo (Cf. Gn 2, 24). Questo mistero grande, e mi
riferisco a Cristo e alla Chiesa. Quindi ognuno di voi ami la sua
moglie come se stesso, e la moglie rispetti il marito [5, 1-33].
375. [Eph 6]. Figli, obbedite in ogni cosa ai genitori nel Signore,
poich questo giusto. Onora tuo padre e tua madre; il primo
comandamento unito a una promessa: Perch te ne venga bene e
la tua vita si prolunghi sulla terra (Cf. Es 20, 12; Dt 5, 16; Sir 3, 9).
E voi, padri, non fate arrabbiare i vostri figli, ma educateli nella
sana dottrina correggendoli nel Signore. Voi, servi, obbedite con
timore e paura ai vostri padroni terreni, nella semplicit del cuore,
come fareste con Cristo stesso. Non serviteli solo quando siete
controllati, come se voleste piacere agli uomini; ma, come servi di
Cristo, fate di buon grado la volont di Dio e serviteli con retta
intenzione come chi serve il Signore e non gli uomini: tenete
presente che ciascuno ricever dal Signore la ricompensa secondo il
bene che ha compiuto, tanto se servo quanto se libero. E voi,
padroni, usate ai servi lo stesso trattamento e lasciate da parte le
minacce, sapendo che in cielo c' Uno che padrone di loro e di voi
e dinanzi al quale non esistono preferenze personali. Inoltre,
fratelli, state saldi nel Signore e nella sua grande potenza.
Rivestitevi dell'armatura di Dio, affinch possiate resistere alle
insidie del diavolo, perch la nostra lotta non contro forze umane
ma contro i principi e le dominazioni, contro i reggitori di questo
mondo tenebroso, contro gli spiriti celesti che abitano nell'aria.
Rivestitevi dunque dell'armatura di Dio affinch possiate resistere
nel giorno del maligno e conservarvi perfetti in ogni cosa. Cingetevi
i fianchi con la verit, indossate la corazza della giustizia (Cf. Is 11,
5; 52, 7; 40, 3), mettetevi ai piedi i calzari per la preparazione del
Vangelo della pace. In ogni circostanza prendete lo scudo della fede
con il quale possiate spegnere tutti i dardi infuocati del maligno;
mettete anche l'elmo della salvezza e prendete la spada dello
spirito (Cf. Is 59, 17), cio la parola di Dio. Pregate in ogni tempo
nello spirito con ogni orazione e supplica e insieme vegliando con
assidua perseveranza, e scongiurate Dio per tutti i santi e anche
per me, affinch quando apro la bocca mi siano date parole adatte
per annunziare con franchezza il mistero del Vangelo, del quale
sono ambasciatore in catene, e cos abbia il coraggio di parlarne in
maniera adeguata [6, 10-20].
LETTERA AIFILIPPESI
376. [Phil 1]. Ho speranza che mai sar confuso; spero anzi di
avere completa fiducia che, come sempre, cos anche ora Cristo
sar glorificato nel mio corpo tanto se vivr quanto se dovr
morire. Per me infatti vivere Cristo e il morire un guadagno. Che
se il vivere nella carne produce un frutto di questo genere non
saprei cosa scegliere: sono infatti stretto da due parti, avendo il
desiderio di andarmene per essere con Cristo - cosa per me di gran
lunga migliore - e quello di restare nella carne, cosa a voi pi
necessaria [1, 20-24].
E dopo sei versi: Badate a comportarvi in maniera degna del
Vangelo di Cristo, in modo che, sia che venga e vi veda, sia che
rimanga da voi lontano, mi sia dato udire di voi che siete concordi
nello spirito e collaborate per la [diffusione della] fede nel Vangelo,
senza spaventarvi minimamente di fronte agli avversari. Ci per
essi causa di perdizione mentre per voi causa di salvezza, e ci
per volere di Dio. In effetti a voi stato fatto non soltanto il dono di
credere in Cristo ma anche quello di soffrire per lui, dovendo
sostenere la stessa lotta che avete veduto in me e ora sentite che
attualmente si protrae in me [1, 27-30].
377. [Phil 2]. Se pertanto vi una qualche consolazione in Cristo e
un qualche conforto nato da carit, o una qualche comunione
spirituale o tenerezza di affetto, rendete completa la mia gioia
mediante la concordia dei pensieri, avendo la stessa carit e
vivendo in unit di volere e con gli stessi sentimenti. Non fate nulla
per contestazione o per motivo di vanagloria, ma mossi da umilt,
ritenete gli altri superiori a voi stessi. Ciascuno abbia di mira non il
proprio interesse ma quello altrui; e abbiate in voi gli stessi
sentimenti che furono in Cristo Ges. Egli, sussistendo nella natura
divina, non ritenne un'usurpazione indebita l'essere uguale a Dio;
ma spogli se stesso prendendo la natura del servo e divenendo
simile all'uomo. Apparso in sembianze umane, umili [ancora] se
stesso facendosi obbediente fino alla morte e morte di croce. Per
questo Dio a sua volta lo ha esaltato e gli ha dato il nome che al
di sopra di ogni altro nome, tanto che dinanzi al nome di Ges
piegano le ginocchia tutte le creature, celesti, terrestri e infernali, e
ogni lingua proclama che Ges Cristo il Signore a gloria di Dio
Padre. Pertanto, miei amatissimi, come mi avete obbedito sempre -
non solo cio quand'ero presente ma ancor pi ora che sono
assente - cos seguitate a lavorare per la vostra salvezza con timore
e tremore, poich Dio colui che opera in voi il volere e l'operare
secondo il [suo] benevolo disegno. Fate tutto senza mormorazioni e
turbolenze, per essere al di sopra di ogni accusa e semplici, figli di
Dio irreprensibili in mezzo a una societ degenere e perversa, nella
quale dovete splendere come astri nel mondo. Tenete alta la parola
della vita perch io possa gloriarmi [di voi] nel giorno di Cristo,
sapendo di non aver corso n lavorato invano. Che se poi dovessi
essere immolato per il sacrificio e l'offerta a servizio della vostra
fede, io ne godrei e sarei nella gioia insieme con tutti voi: pertanto
anche voi allo stesso modo godete e rallegratevi con me. Spero nel
Signore Ges di poter al pi presto inviare a voi Timoteo, affinch
io, conoscendo come stanno le cose presso di voi, possa essere
rassicurato nello spirito. Non ho infatti [con me] nessun altro che
abbia gli stessi miei pensieri e sia altrettanto premuroso nei vostri
riguardi e nutra [per voi] un affetto cos sincero. Tutti cercano
infatti gli interessi propri, e non quelli di Ges Cristo. Riconoscete
dunque la prova da lui fornita e com'egli sia stato verso di me, nel
ministero dell'evangelizzazione, come un figlio verso il padre.
Appena dunque avr veduto come si mettono le cose attorno a me
spero di mandarvelo, e inoltre confido nel Signore che anch'io possa
presto venire di persona da voi. Ho ritenuto peraltro opportuno
inviarvi il fratello Epafrodito, mio collaboratore e socio di battaglia,
vostro apostolo e incaricato di servirmi nelle mie necessit. Egli era
desideroso di rivedere voi tutti e si rattristava di quanto voi avevate
udito circa la sua malattia. stato infatti malato fin quasi a
morirne, ma Dio ha avuto piet di lui, e non solo di lui ma anche di
me, perch non avessi tristezza su tristezza. L'ho inviato con tutta
celerit, affinch voi al rivederlo siate nella gioia e anch'io mi liberi
dalla tristezza. Accoglietelo dunque con grande allegrezza nel
Signore e abbiate in onore uomini come lui, in quanto egli per
compiere l'opera di Cristo stato sul punto di morire offrendo [a
Dio] la sua vita per supplire quel che a voi non era possibile
adempiere nel servizio verso di me [2, 13-20].
378. [Phil 3]. Dopo un po': Fratelli, non credo d'aver conseguito [il
premio] ma questo solo [io faccio]: dimentico delle cose lasciate
dietro mi protendo a ci che mi davanti e corro verso la mta,
cio alla ricompensa della chiamata celeste ricevuta da Dio in Cristo
Ges. Quanti dunque siamo perfetti cerchiamo di avere questi
sentimenti; che se la pensate differentemente Dio vi ha rivelato
anche questo. Ad ogni modo giungiamo almeno a questo: ad avere
gli stessi sentimenti, e restiamo fissi in questa norma. Fratelli, siate
miei imitatori ed osservate coloro che si comportano secondo il
modello che avete in noi. Molti infatti - ve ne ho parlato pi volte e
ora ve lo ripeto piangendo - si comportano da nemici della croce di
Cristo; ma la loro fine la morte, dal momento che hanno come dio
il ventre, e la loro gloria risulter una loro confusione. Essi infatti
gustano soltanto le cose terrene, mentre la nostra cittadinanza
nei cieli [3, 13-20].
379. [Phil 4]. Dopo tredici versi: Siate sempre lieti nel Signore; ve
lo ripeto: Siate lieti. La vostra affabilit sia nota a tutti gli uomini. Il
Signore vicino. Non angustiatevi di nulla, ma in ogni orazione e
supplica, come anche nei ringraziamenti, le vostre richieste siano
rivolte a Dio. E la pace di Dio, che sorpassa ogni intendimento,
custodisca i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Ges. Del resto,
fratelli, tutto ci che vero, puro, giusto, santo, amabile e degno
d'onore e tutto ci che virtuoso e degno di lode, tutto questo
apprezzate. Ci che avete appreso, ricevuto e udito e visto in me,
questo fate; e il Dio della pace sar con voi. Mi sono grandemente
rallegrato nel Signore, perch avete fatto rifiorire nei miei riguardi i
sentimenti che avevate nei tempi addietro ma vi mancava il modo
[di manifestarmeli]. Non mi riferisco per al fatto della scarsit dei
beni. Ho infatti imparato a contentarmi di come mi trovo: so essere
nelle strettezze e so essere nell'abbondanza. S, mi sono abituato a
tutto: ad essere sazio e ad essere affamato, ad essere
nell'abbondanza e nell'indigenza. Tutto posso in colui che mi d
forza. Tuttavia voi avete fatto bene a venirmi incontro nel tempo
della prova. Lo sapete anche voi, Filippesi. Al principio
dell'evangelizzazione, quando partii dalla Macedonia, nessun'altra
Chiesa ebbe con me relazione di dare o avere all'infuori di voi, che
mi inviaste sovvenzioni per i miei bisogni per due volte. Questo non
perch io vada in cerca di donazioni, ma perch mi riprometto un
frutto abbondante a vostro interesse. Ora ho tutto e in abbondanza.
Sono pieno di beni: li ho ricevuti da Epafrodito, che voi avete
inviato da me, sacrificio di soave profumo, oblazione accetta e
gradita al Signore [4, 10-18].
PRIMA LETTERA AI TESSALONICESI
380. [1 Thess 2]. Fratelli, voi conoscete di persona come la nostra
venuta presso di voi non stata senza frutto ma, dopo aver
sofferto molto ed essere stati sottoposti a vari maltrattamenti a
Filippi, come ben sapete, abbiamo nel nome del nostro Dio avuto
l'ordine di annunziare fra voi con grande zelo il Vangelo di Dio. La
nostra predicazione infatti non ha per oggetto l'errore, la disonest
o l'imbroglio, ma come siamo stati ritenuti da Dio meritevoli che ci
fosse affidato il Vangelo cos lo annunziamo, non cercando di
piacere agli uomini ma a Dio che saggia i nostri cuori. Mai infatti
siamo ricorsi a parole di adulazione, come sapete; n a motivi di
cupidigia, Dio ne testimone; n abbiamo cercato gloria umana n
da voi n da altri. Come apostoli di Cristo avremmo potuto, vero,
gravare su di voi, ma noi abbiamo preferito essere in mezzo a voi
come dei bambini, come quando una nutrice provvede ai suoi nati.
Affezionati come eravamo a voi, avremmo desiderato vivamente di
donarvi non solamente il Vangelo di Dio ma anche la stessa nostra
vita, tanto eravate diventati a noi cari. Ricordate infatti, fratelli, la
nostra fatica e il nostro affanno: lavorando notte e giorno per non
essere di aggravio a nessuno di voi, vi abbiamo predicato il Vangelo
di Dio. Siete testimoni e voi e Dio della rettitudine, della giustizia e
della condotta irreprensibile che abbiamo tenuto nei confronti di voi
che avete creduto. Come ricordate, abbiamo scongiurato ed
esortato ciascuno di voi, come fa un padre con i suoi figli; e vi
abbiamo inculcato a camminare in maniera degna di Dio, che vi ha
chiamati al suo regno e alla sua gloria. Per questo motivo, anche
noi ringraziamo continuamente Dio perch, avendo ricevuto da noi
la parola della fede in Dio, l'avete accolta non come parola umana
ma, com' veramente, come parola di Dio, che agisce in voi che
avete creduto. Voi infatti, fratelli, siete diventati emuli delle Chiese
di Dio che sono in Giudea in Cristo Ges, avendo subto da parte
dei vostri connazionali le stesse persecuzioni alle quali essi sono
stati sottoposti dai Giudei[2, 1-14].
381. [1 Thess 4]. E altrove: Inoltre, fratelli, vi preghiamo e
scongiuriamo nel [nome del] Signore Ges Cristo affinch, in
conformit con quello che avete appreso da noi sul modo di
comportarvi per piacere a Dio, cos vi comportiate effettivamente,
progredendo sempre di pi. Ricordate infatti quali precetti vi
abbiamo impartito con l'autorit del Signore Ges: come cio sia
volont di Dio che diventiate santi astenendovi dalla fornicazione, e
ciascuno di voi sappia conservare il suo corpo nella santit e nel
debito rispetto, non seguendo passioni e desideri come fanno i
pagani, che non conoscono Dio. In questa materia voi non dovete
sopraffare n ingannare il proprio fratello, poich Dio vindice di
tutti questi abusi, come vi abbiamo predicato e attestato
solennemente. Dio non ci ha chiamati a vivere nell'impurit ma alla
santificazione, per cui chi sottovaluta queste cose non disprezza un
uomo ma Dio, il quale vi ha dato il suo santo Spirito. Quanto alla
carit fraterna, non occorre che ve ne scriviamo: voi stessi infatti
avete appreso da Dio come ci si debba amare a vicenda, e gi
praticate questo amore verso tutti i fratelli dell'intera Macedonia. Vi
scongiuriamo peraltro, fratelli, ad aumentarlo ancora di pi, ad
impegnarvi per una vita pi tranquilla, badando ciascuno ai propri
affari e lavorando con le vostre mani, come gi vi abbiamo
ordinato. Dovete anche comportarvi onestamente nei riguardi degli
estranei, senza desiderare i beni altrui. E finalmente non vogliamo
che voi, fratelli, restiate nell'ignoranza riguardo alla sorte di coloro
che si sono addormentati [nel Signore] perch non vi rattristiate
come coloro che non hanno speranza [4, 1-12].
382. [1 Thess 5]. Dopo alcuni versi: Ne consegue che noi non
dobbiamo dormire, come fanno gli altri, ma vegliare ed essere
sobri. Chi infatti dorme, dorme di notte e chi si ubriaca, si ubriaca
di notte; e quindi noi, che apparteniamo al giorno, dobbiamo essere
temperanti, rivestiti della corazza della fede e della carit e avendo
per elmo la speranza della salvezza. Dio infatti non ci ha destinati
alla collera ma alla conquista della salvezza, [che otterremo] per
l'opera di Ges Cristo, che morto per noi affinch, o desti o
addormentati, viviamo insieme con lui. A questo scopo
incoraggiatevi a vicenda ed edificatevi, come del resto gi state
facendo. Vi scongiuriamo, fratelli, di usare riguardi speciali verso
coloro che lavorano per voi e nel Signore stanno a capo della
comunit per istruirvi. A motivo del compito che svolgono trattateli
con una carit pi generosa, e state in pace con loro. Vi
scongiuriamo ancora, fratelli, riprendete gli irrequieti, confortate i
pusillanimi, accogliete i deboli, siate pazienti con tutti. Guardatevi
dal rendere male per male, ma operate sempre il bene e fra di voi e
nei riguardi di tutti gli altri. Siate sempre nella gioia, pregate senza
interruzione, in ogni circostanza rendete grazie. Questa infatti la
volont di Dio nei riguardi di tutti voi in Cristo Ges. Non estinguete
lo Spirito, non disprezzate le profezie. Saggiate ogni cosa, ma
attenetevi a ci che buono; astenetevi da ci che anche solo
all'apparenza si presenta come male [5, 12-22].
SECONDA LETTERA AI TESSALONICESI
383. [2 Thess 1]. Fratelli, noi dobbiamo ringraziare Dio
continuamente per voi (e la cosa proprio doverosa) dal momento
che la vostra fede cresce e abbonda, e la vostra carit vicendevole
ha raggiunto il culmine. Di conseguenza noi ci vantiamo di voi
presso le Chiese di Dio per la vostra pazienza e perseveranza nella
fede in mezzo alle persecuzioni e tribolazioni che sostenete. Tutto
ci una dimostrazione del giusto giudizio di Dio, una prova cio
che voi siete degni di appartenere al regno di Dio, per il quale state
anche soffrendo. Presso Dio infatti giusto ripagare con la
sofferenza coloro che vi fanno soffrire e accordare la serenit del
riposo a voi che siete sottoposti a tribolazioni insieme con noi. Ci
accadr alla manifestazione del Signore Ges. Egli verr dal cielo
con gli angeli, segno della sua potenza, e con fiamma di fuoco; e si
vendicher di tutti coloro che non hanno voluto conoscere Dio n
obbedire al Vangelo del Signore nostro Ges Cristo. Essi subiranno
pene eterne nella perdizione, lontani dalla presenza del Signore e
dalla sua gloria possente, quando egli verr per essere glorificato
nei suoi santi - ci sar in quel giorno - e si mostrer mirabile con
tutti coloro che hanno creduto, dato che la nostra testimonianza
stata creduta in mezzo a voi. A tale fine noi preghiamo sempre per
voi, affinch il nostro Dio vi renda degni della sua chiamata e voglia
con la [sua] potenza completare in tutto il decreto della sua bont e
l'opera della vostra fede, in modo che sia glorificato in voi il nome
del Signore nostro Ges Cristo e voi siate glorificati in lui, secondo
la grazia del nostro Dio e Signore Ges Cristo [1, 3-12].
384. [2 Thess 3]. In un altro passo: Vi raccomandiamo, fratelli, nel
nome del Signore nostro Ges Cristo di tenervi lontani da ogni
fratello che si comporti disordinatamente e non secondo le
istruzioni che ha ricevuto da noi. Ben sapete infatti voi stessi che
necessario imitare la nostra condotta. Ora noi non siamo vissuti tra
voi da persone irrequiete n abbiamo mangiato a ufo il pane datoci
da altri, ma abbiamo lavorato e faticato senza interruzione, di notte
e di giorno, per non essere di peso a nessuno di voi. Non che non
ne avessimo l'autorizzazione, ma perch volevamo darvi in noi
stessi il modello che dovete imitare. Stando infatti presso di voi vi
demmo questa norma: chi non lavora non deve nemmeno
mangiare. Questo perch abbiamo saputo che alcuni di voi si
comportano da irrequieti, senza far nulla, dediti a vane curiosit. A
questi tali prescriviamo, scongiurandoli nel nome del Signore Ges
Cristo, di lavorare in silenzio per mangiare il pane che si son
guadagnati. Quanto a voi, fratelli, non stancatevi di fare il bene. E
se qualcuno non ascolta la nostra parola scritta in questa lettera,
prendetene nota ed evitatelo affinch resti confuso, ma non
trattatelo come un nemico; correggetelo piuttosto come un fratello
[3, 6-15].
DALLA LETTERA AI COLOSSESI
385. [Col 3]. Se quindi siete risorti con Cristo, cercate le cose di
lass, dov' Cristo, assiso alla destra di Dio; gustate le cose di
lass, non quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita
nascosta con Cristo in Dio. Quando apparir Cristo, vostra vita,
allora insieme con lui apparirete anche voi nella gloria. In vista di
ci mortificate le vostre membra in quel che hanno di terreno: la
fornicazione, l'impurit, la licenza, i desideri cattivi, e soprattutto
l'avarizia, che una idolatria. Per questi vizi venne l'ira di Dio sulle
popolazioni senza fede; e al seguito di tali vizi eravate incamminati
anche voi quando vivevate nel paganesimo. Adesso per dovete
sbarazzarvi di tutto ci: l'ira, lo sdegno, la malignit, l'ingiuria; e
non lasciatevi sfuggire di bocca il turpiloquio n ricorrete alla
menzogna. Spogliatevi dell'uomo vecchio con le sue azioni e
rivestitevi dell'uomo nuovo, quello cio che continuamente si
rinnova ad immagine di colui che lo ha creato e progredisce nella
conoscenza di Dio. L non c' pi n pagano n giudeo, n
circonciso o incirconciso, n barbaro o scita, n schiavo o libero, ma
Cristo tutto in tutti. Pertanto, come eletti da Dio, a lui consacrati
e da lui amati, rivestitevi anche voi di sentimenti di misericordia,
bont, umilt, moderazione e pazienza. Sopportatevi a vicenda e
perdonatevi se qualcuno ha del risentimento verso l'altro. Come vi
ha perdonato il Signore, cos fate anche voi. Al di sopra di tutto
questo poi abbiate la carit, che il vincolo della perfezione, e
trionfi nei vostri cuori la pace di Cristo, alla quale siete stati
chiamati essendo tutti in un solo corpo. E siate riconoscenti. La
parola di Cristo dimori tra voi in abbondanza: ammaestratevi e
ammonitevi con ogni sapienza; pieni di grazia, cantate a Dio nei
vostri cuori con salmi, inni e cantici spirituali. Tutto quello che fate
in parole e opere, fatelo nel nome del Signore Ges, ringraziando
Dio Padre per mezzo di lui. Voi, mogli, come di dovere, siate
sottomesse ai vostri mariti, nel Signore; voi, mariti, amate le mogli
e non siate aspri con loro. Voi, figli, obbedite in tutto ai genitori,
poich questa la volont del Signore; voi, genitori, non suscitate
nei vostri figli sentimenti d'indignazione perch non finiscano col
diventare dei pusillanimi. Voi, schiavi, obbedite in tutto ai vostri
padroni terreni e serviteli non [soltanto] quando vi osservano, quasi
che vogliate conquistarvi l'approvazione degli uomini, ma con cuore
schietto, come chi teme il Signore. Qualunque cosa facciate, fatela
di buon animo, come chi agisce per il Signore e non per gli uomini,
sapendo che dal Signore riceverete in compenso la sua eredit.
Servite Cristo Signore! Chi peraltro commette ingiustizia riceve la
pena dell'ingiustizia commessa, e dinanzi a Dio non esistono
preferenze personali [3, 18-25].
386. [Col 4]. Padroni, date ai servi quel che loro spetta secondo
giustizia ed equit, consapevoli che anche voi avete un padrone nel
cielo. Siate perseveranti nell'orazione, vegliate in essa e rendete
grazie. Pregate anche per noi, affinch Dio ci apra l'uscio della
parola per annunziare il mistero di Cristo, per il quale sono anche
incatenato. Che io lo sappia comunicare con parole adeguate!
Comportatevi da saggi nei confronti degli estranei, cercando di
sfruttare le circostanze. Il vostro parlare sia sempre condito del sale
della grazia, perch sappiate rispondere a ciascuno secondo la
necessit [4, 1-6].
DALLA PRIMA LETTERA A TIMOTEO
387. [1 Tim 1]. Scopo della legge la carit, che procede da cuore
puro, da buona coscienza e da fede sincera. Allontanandosi da
questi princpi alcuni hanno deviato perdendosi in discorsi vuoti di
senso e legge, sebbene pretendano d'essere maestri della legge
non capiscono n quello che dicono n le cose a proposito delle
quali proferiscono sentenze. Noi, viceversa, sappiamo che la legge
cosa buona per chi ne usa legittimamente; come pure sappiamo
che la legge non stata data per chi giusto ma per chi ingiusto,
empio e peccatore. stata data per i delinquenti e gli impuri, per i
parricidi e i matricidi, per gli omicidi, i fornicatori, i sodomiti, i
sequestratori, i mentitori, gli spergiuri e per tutto ci che si oppone
alla sana dottrina: alla dottrina cio che si conforma al Vangelo
della gloria del Dio benedetto, quale stato affidato a me [1, 5-11].
388. [1 Tim 2]. E dopo un po': Raccomando dunque anzitutto che
si facciano suppliche, preghiere, orazioni e ringraziamenti a favore
di tutti gli uomini: per i re e coloro che occupano alte dignit,
affinch possiamo condurre una vita serena e tranquilla in totale
dedizione a Dio e morigeratezza di costumi [2, 1-2].
E dopo un po': Voglio pertanto che gli uomini preghino ovunque,
elevando [a Dio] mani pure senza ira n discordia. Similmente le
donne siano vestite di decoro, si adornino con modestia e
verecondia, non curandosi di inanellare i capelli o di vestirsi d'oro,
di pietre preziose o vesti di lusso ma, come si conviene a donne,
professando la vera religiosit mediante le opere buone. La donna
apprenda in silenzio e piena soggezione. Io non ammetto che le
donne la facciano da maestre e da padrone nei confronti dell'uomo:
esse debbono tenersi in silenzio [2, 8-12].
389. [1 Tim 3]. Dopo alcuni versi: Il vescovo dev'essere
irreprensibile, sposato una sola volta, sobrio, prudente, gentile,
pudico, ospitale, capace d'insegnare. Non sia dedito al vino n facile
a menare di mano, ma disciplinato; non litigioso o avaro ma abile
nel reggere la sua famiglia avendo figli a lui sottomessi e
perfettamente casti. Se pertanto uno non sa reggere la propria
casa, come potr avere cura diligente per la Chiesa di Dio? Non sia
un neofita, perch non si insuperbisca e cada in potere del diavolo.
Bisogna inoltre che egli riscuota buona testimonianza da quelli di
fuori, perch non abbia a subire vergogna e [cada nei] lacci del
diavolo. Parimenti i diaconi debbono essere onesti: non parlino con
doppiezza n siano dediti al vino in maniera smodata; non
ambiscano a turpi guadagni, ma conservino il mistero della fede in
una coscienza pura. Occorre quindi sottoporli prima a un tirocinio,
sicch possano esercitare il ministero senza riprensioni. Cos anche
le [loro] donne debbono essere pudiche, non maldicenti ma sobrie e
fedeli in tutto. I diaconi debbono essere sposati una sola volta ed
essere capaci di ben governare i figli e tutti i domestici. Infatti
coloro che esercitano bene il proprio ministero si acquistano un
grande prestigio e meritano molta fiducia nella fede in Cristo Ges
[3, 2-13].
390. [1 Tim 4]. Dopo dodici versi: Lo Spirito predice apertamente
che alla fine dei tempi ci saranno alcuni che, seguendo gli spiriti
della falsit e le dottrine dei demoni, si allontaneranno dalla fede,
pronunzieranno menzogne con animo ipocrita e, bollati a fuoco
nella loro coscienza, proibiranno di sposarsi e costringeranno [la
gente] ad astenersi da cibi che Dio ha creato perch i fedeli e
quanti conoscono la verit ne usino con rendimento di grazie a Dio.
Ogni cosa creata da Dio infatti buona e nulla da rigettarsi se lo
si prende con gratitudine, essendo tutto reso santo attraverso la
parola di Dio e la preghiera. Spiegando queste cose ai fratelli sarai
un buon servitore di Cristo Ges, nutrito dalle parole della fede e
della sana dottrina sulla quale sei stato formato. Evita pertanto le
favole inconsistenti di cui vanno a caccia le vecchie. Esrcitati nella
piet, poich mentre ogni esercizio corporale utile a poco, la piet
utile a tutte le cose, avendo in s la promessa della vita presente
e di quella futura. Eccoti una parola degna di fede e che tutti
debbono accettare: noi fatichiamo e siamo sottoposti a vituperi
perch riponiamo la nostra speranza nel Dio vivo, Salvatore di tutti
gli uomini, specie dei credenti. Queste cose inculca e insegna.
Nessuno disprezzi la tua giovane et, ma tu da parte tua sii di
esempio ai fedeli nel predicare, nel comportamento, nella carit,
nella fede, nella castit. Finch non venga io stesso ddicati alla
lettura, all'esortazione, all'insegnamento. Non trascurare la grazia
che in te essendoti stata data attraverso i profeti con
l'imposizione delle mani da parte dei presbiteri. Medita queste cose
e rimani saldo in esse, affinch il tuo progresso risulti chiaro a tutti.
Bada a te stesso e all'insegnamento; persevera in tali cose.
Praticando tutto questo salverai te stesso e i tuoi uditori [4, 1-16].
391. [1 Tim 5]. Non riprendere con severit i vecchi, ma fa' uso
della raccomandazione come [faresti] con un padre. Tratta i giovani
come fratelli, le vecchie come madri, le giovani come sorelle, con
ogni castit. Onora le vedove, quelle che sono vedove per davvero.
Se una vedova ha figli o nipoti, impari prima a governare bene la
casa e a ricambiare alla pari i benefici ricevuti dai genitori, poich
questo gradito a Dio. Colei che veramente vedova e vive nella
solitudine spera in Dio e si dedica alle preghiere e alle orazioni
notte e giorno, mentre quella che si d ai piaceri, anche se vive
morta. Questo inoltre comanda loro: che siano irreprensibili. Se poi
qualcuno non si prende cura dei propri parenti, specie se della sua
famiglia, rinnega la fede ed peggiore di un infedele. Una vedova
per essere annoverata nel catalogo delle vedove deve avere almeno
sessant'anni, essere stata sposata una sola volta, deve riscuotere
buona testimonianza sulla pratica delle opere buone: se ha educato
[bene] i figli, se ha praticato l'ospitalit, lavato i piedi ai santi, dato
del suo a chi si trovava nelle strettezze, praticato ogni sorta di
opere buone. Rifiuta invece le vedove di giovane et, poich
quando sono prese da desideri lussuriosi, sebbene legate a Cristo,
vogliono sposarsi incorrendo nella condanna per essere venute
meno alla fedelt promessa. Esse inoltre sono oziose e vanno
girando di casa in casa, e non sono soltanto oziose ma anche
linguacciute e parlano di cose di cui non bene parlare. Stabilisco
pertanto, riguardo alle vedove giovani, che si sposino, abbiano figli,
diventino madri di famiglia e non diano all'avversario alcun appiglio
di sparlare. Questo, perch gi alcune ci hanno voltato la faccia
mettendosi al seguito di satana. Se un credente ha in casa delle
vedove pensi lui a mantenerle affinch non abbiano a gravare sulla
comunit, la quale deve aiutare quelle che sono veramente vedove.
I presbiteri che sanno ben governare [la Chiesa] sono degni di una
doppia rimunerazione, specie quelli che si affaticano per la
[predicazione della] parola e l'insegnamento. Dice infatti la
Scrittura: Non metterai la museruola al bue che trebbia (Cf. Dt 25,
4), e ancora: L'operaio merita la giusta ricompensa (Cf. Lv 10, 7).
Non prendere in considerazione le accuse lanciate contro il
presbitero se non sono appoggiate da due o tre testimoni.
Ammonisci pubblicamente i peccatori perch anche gli altri
concepiscano timore. Dinanzi a Dio, a Ges Cristo e agli angeli
eletti ti scongiuro di conservare integre queste norme, nulla
facendo che suoni preferenza per l'una o l'altra delle parti. Non
imporre frettolosamente le mani a nessun candidato per non essere
responsabile dei peccati altrui. Conservati casto! Non seguitare a
bere solo acqua ma usa anche del vino a causa del tuo stomaco e
delle frequenti tue infermit. I peccati di alcuni sono gi palesi
prima del giudizio, mentre quelli di altri saranno noti solo dopo.
Cos anche le opere buone: alcune di esse sono gi note, mentre
quelle che non lo sono non potranno restare nascoste [5, 1-26].
392. [1 Tim 6]. Gli schiavi che sono sotto il giogo [dei pagani]
stimino i loro padroni degni d'onore perch non siano diffamati il
nome e l'insegnamento del Signore. Quelli invece che hanno
padroni cristiani non manchino loro di rispetto poich essi sono
fratelli, ma li servano pi attentamente appunto perch quelli a cui
prestano il loro servizio sono credenti e amati [da Dio]. Queste cose
insegna e [a questo] esorta. Se uno insegna diversamente e non si
adatta alla predicazione genuina del Signore nostro Ges Cristo e
all'insegnamento conforme alla vera fede un superbo che non
capisce niente e si perde dietro questioni e cavilli di parole. Da
questo nascono invidie, litigi, diffamazioni, sospetti maligni,
contrasti di uomini dalla mente corrotta e aliena dalla verit, che
considerano la vita di fede come una fonte di guadagno. Certo la
fede un guadagno, ma se unita a moderazione. Nulla infatti
abbiamo recato in questo mondo n c' dubbio che da qui possiamo
portare via qualcosa. Se quindi abbiamo il nutrimento e il vestito,
contentiamoci di questo. Coloro infatti che bramano le ricchezze
cadono nella tentazione e nei lacci del diavolo, desiderando molte
cose inutili e nocive che cacciano l'uomo nella morte e nella
perdizione. Radice di tutti i mali infatti l'ingordigia, correndo
dietro alla quale alcuni fecero naufragio nella fede e si cacciarono in
mezzo a un'infinit di guai. Ma tu, uomo di Dio, fuggi tutto questo e
cerca di conseguire la giustizia, la piet, la fedelt, la carit, la
pazienza, la mansuetudine. Combatti la buona battaglia della fede,
consegui la vita eterna, alla quale sei stato chiamato e per la quale
hai fatto la bella confessione di fede di fronte a molti testimoni. Di
fronte a Dio, che d la vita a tutte le cose, e a Ges Cristo, che rese
la sua testimonianza davanti a Ponzio Pilato, ti comando di fare la
tua bella professione di fede, di osservare il comando [di Dio] senza
macchiarlo ma in modo irreprensibile fino alla venuta del Signore
nostro Ges Cristo [6, 1-14].
E dopo alcuni versi: Ai ricchi di questo mondo ingiungi di non
nutrire sentimenti superbi n sperare nella ricchezza incerta ma
piuttosto in Dio, che d a tutti noi in abbondanza ci di cui
dobbiamo servirci. Che compiano il bene e si arricchiscano di opere
buone, che siano facili nell'elargire e nel comunicare [agli altri i
propri beni], accumulandosi un tesoro per il futuro e cos
raggiungere la vita vera. O Timoteo, custodisci il deposito [della
fede]; evita le novit di dicerie profane e le obiezioni che alcuni
fanno [alla fede] in nome di una falsa scienza. Volendo spacciare
questa scienza essi sono decaduti dalla fede. La grazia sia con te.
Amen [6, 17-21].
DALLA SECONDA LETTERA A TIMOTEO
393. [2 Tim 1]. Dio non ci ha dato uno spirito di timore, ma di
fortezza, di amore e di sobriet. Non vergognarti quindi della
testimonianza data dal Signore nostro n di me suo servo, ma
lavora nel Vangelo insieme con me secondo le forze ricevute da Dio
[1, 7-8].
E dopo pochissimi versi: Conserva la verit delle parole salutari che
hai ricevuto da me nella fede e nella carit di Ges Cristo.
Custodisci il buon deposito confortato dallo Spirito Santo che abita
in noi [1, 13-14].
394. [2 Tim 2]. Dopo un po': Tu dunque, figlio mio, sii forte nella
grazia di Cristo Ges, e le cose che hai udite da me e [sono
confermate] da molti testimoni, inculcale a persone degne di fiducia
che siano in grado di insegnarle agli altri. Datti da fare come un
buon soldato di Cristo Ges. Nessuno che combatta la battaglia di
Dio si immischia in affari secolareschi ma cerca di piacere a colui
sotto il quale si arruolato, poich anche chi lotta nel circo non
sar coronato se non avr lottato a norma di regolamento.
L'agricoltore che coltiva [i campi] deve prima di ogni altro
percepirne i frutti. Intendi bene quanto ti sto dicendo, e il Signore
stesso ti doni l'intelligenza su ogni cosa. Ricrdati che Ges Cristo,
della stirpe di Davide, risuscitato dai morti, secondo il mio
vangelo, impegnandomi in questo lavoro fino ad andare in prigione
come un malfattore; ma la parola di Dio non incatenata. Per
questo tutto sopporto a vantaggio degli eletti, perch anch'essi
raggiungano la salvezza che in Cristo Ges insieme con la gloria
celeste. Parola degna di fede [ questa]. Se moriamo con lui, con
lui otterremo la vita; se soffriamo con lui, con lui regneremo; se lo
rinneghiamo, anch'egli ci rinnegher; se non crederemo egli
comunque rester fedele non potendo rinnegare se stesso. Inculca
tutto questo attestandolo al cospetto di Dio. Non permetterti
dispute di parole: esse non giovano ad altro che a rovinare chi
ascolta. Cura attentamente te stesso per presentarti come persona
accetta a Dio, come un operaio che non si deve riprendere in nulla
avendo trattato con rettitudine la parola della verit. Evita i discorsi
profani e insulsi: essi avanzano molto nella via dell'empiet e il loro
parlare si divulga come cancrena [2, 1-17].
E dopo sei versi: Il Signore conosce i suoi (Cf. Nm 16, 5), e si
separino dall'iniquit quanti invocano il nome del Signore (Cf. Is 26,
13). D'altronde in una casa grande non ci sono solo utensili d'oro e
d'argento, ma anche di legno e di terracotta, dei quali alcuni sono
per usi nobili, altri invece per usi vili. Chi pertanto si mantiene puro
da cose come queste, sar un oggetto santificato e degno di onore,
utile al Signore e capace di essere adibito ad ogni opera buona. Tu
fuggi le voglie disordinate proprie della giovent e ddicati alla
giustizia, alla fede, alla carit e alla pace con tutti coloro che con
amore puro invocano il Signore. Evita le discussioni sciocche e
contrarie alla [sana] disciplina, ricordando che esse producono litigi,
mentre il servo di Dio non dev'essere litigioso ma mansueto nei
riguardi di tutti, pronto a lasciarsi istruire, paziente e in grado di
riprendere con moderazione coloro che oppongono resistenza. In
questa maniera otterr che Dio li converta e faccia loro conoscere la
verit e li sottragga ai lacci del diavolo, dal quale sono tenuti
prigionieri secondo i suoi desideri [2, 19-26].
395. [2 Tim 3]. Sappi poi questo: negli ultimi giorni ci saranno
tempi difficili, in quanto gli uomini saranno attaccati a se stessi,
avidi, orgogliosi, superbi, bestemmiatori. Si ribelleranno ai genitori,
saranno ingrati e non rifuggiranno dal delitto. Saranno privi di
affetto, senza pace, calunniatori, intemperanti, privi di sensibilit e
di bont, traditori, protervi, smargiassoni. Ameranno il piacere pi
che non Dio, avendo le apparenze della religiosit mentre ne
rifiutano la sostanza. Li dovrai quindi tener lontani. Tra costoro ci
sono di quelli che s'introducono nelle case e riescono a plagiare
delle donnicciole cariche di peccati e guidate dai pi strani desideri,
le quali ambiscono una sempre maggiore dottrina, ma non
giungono mai alla conoscenza della verit [3, 1-7].
E dopo otto versi: Quanto a te, tu hai condiviso con me
l'insegnamento, la formazione, il proposito, la fede, la dolcezza, la
carit, la pazienza, le persecuzioni, le sofferenze, come quelle che
mi capitarono ad Antiochia, Iconio e Listri, tribolazioni che ebbi ad
affrontare e da cui mi liber il Signore. Peraltro tutti coloro che
vogliono vivere piamente in Cristo Ges soffrono persecuzioni.
Viceversa i cattivi e i seduttori progrediranno ognor pi nel male,
fuorviati e abili nel trarre in errore. Tu, al contrario, rimani saldo
nella dottrina che hai appresa e che ti stata affidata, sapendo da
chi l'hai appresa, e anche perch fino dall'infanzia sei stato istruito
nelle sacre Scritture, che hanno il potere di darti l'istruzione che
conduce a salvezza attraverso la fede in Cristo Ges. Infatti ogni
Scrittura, ispirata da Dio, anche utile per insegnare, per
convincere, per riprendere e per educare nella giustizia, in modo
che l'uomo di Dio raggiunga la perfezione e sia equipaggiato per
ogni opera buona [3, 10-17].
396. [2 Tim 4]. Attesto davanti a Dio e a Cristo Ges che verr a
giudicare i vivi e i morti, per la sua venuta e il suo regno: predica la
Parola, insisti a tempo opportuno e non opportuno; rimprovera,
scongiura con ogni pazienza e saggezza. Verr infatti un tempo in
cui gli uomini non sopporteranno pi la sana dottrina ma,
conformandosi con le proprie voglie, ammasseranno attorno a s
maestri che lusingano gli orecchi e cos li distoglieranno dalla Verit
per volgersi alle favole. Tu al contrario sii vigilante! Impgnati in
ogni attivit [benefica], compi l'opera del [vero] evangelizzatore,
esplica il tuo ministero. Quanto a me, io sono ormai una libagione
[a Dio] e si avvicina il tempo della mia dipartita. Ho combattuto la
buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede. Al
termine mi stata preparata la corona dei giusti, che mi
consegner in quel giorno il Signore, giudice giusto. E non solo a
me, ma anche a quanti attendono con amore la sua venuta [4, 1-
8].
DALLA LETTERA A TITO
397. [Tit 1]. Ti ho lasciato a Creta con l'incarico di sistemare
quanto vi manca e di costituire presbiteri nelle diverse citt,
secondo le ingiunzioni che ti ho date. Sia presbitero colui che
irreprensibile, sposato una sola volta, che ha i figli credenti, senza
taccia di dissolutezza o di insubordinazione. Quanto al vescovo
infatti dev'essere irreprensibile come chi depositario [dei beni] di
Dio. Non dev'essere orgoglioso, iracondo, dedito al vino, manesco o
avido di sporchi guadagni, ma piuttosto ospitale, mite, sobrio,
giusto, santo, temperante, attaccato alla parola della fede conforme
agli insegnamenti [ricevuti], in modo che risulti capace di esortare
gli altri a conservare la sana dottrina e di rimproverare coloro che vi
si oppongono [1, 5-9].
E dopo alcuni versi: Per questo motivo rimproverali aspramente,
affinch conservino una fede sana e non diano retta alle parole dei
Giudei e alle prescrizioni di quanti si allontanano dalla verit. Per i
puri ogni cosa pura, mentre per i contaminati e gli increduli nulla
puro, avendo essi sporca la mente e la coscienza. A parole
confessano Dio, ma con i fatti lo rinnegano, in quanto sono
abominevoli e privi di fede e inetti a compiere qualsiasi opera buona
[1, 13-16].
398. [Tit 2]. Tu viceversa insegna quel che conforme alla sana
dottrina. I vecchi siano temperanti, casti, prudenti, sani di fede, di
amore, di pazienza. E cos le vecchie siano sante nel loro
comportamento, non maldicenti, non schiave del troppo vino, ma
capaci di ben insegnare. Insegnino cio alle pi giovani ad essere
sagge, ad amare il proprio marito, essere affezionate ai figli, dotate
di senno e di castit, ad avere cura della famiglia, essere dolci e
sottomesse al marito, affinch non sia diffamata la parola di Dio.
Allo stesso modo inculca ai giovani la sobriet. In tutto presenta te
stesso come modello di buona condotta: nell'insegnamento, con
l'integrit [della vita], la severit [dei costumi]. La [tua] parola sia
assennata, irreprensibile, affinch quanti ci avversano abbiano a
vergognarsi non avendo nulla di cattivo da rinfacciarci. I servi siano
soggetti ai padroni, cerchino di compiacerli in tutto, non si ribellino
e non li defraudino, ma in tutto mettano in mostra una grande
fedelt, per rendere attraente in tutto l'insegnamento di Dio nostro
salvatore. infatti apparsa a tutti gli uomini la grazia di Dio
salvatore, la quale c'insegna a rinnegare l'empiet e i desideri
mondani e a vivere con sobriet, giustizia e piet mentre siamo in
questo mondo e attendiamo la beata speranza e il ritorno glorioso
del grande Dio e nostro Salvatore Ges Cristo, che ha dato se
stesso per noi, per redimerci da ogni iniquit e prepararsi mediante
la purificazione un popolo a s gradito, zelante nelle opere buone.
Di queste cose parla, esortando e rimproverando con piena
autorit. E nessuno osi mancarti di rispetto [2, 1-15].
399. [Tit 3]. Inculca loro il dovere di sottomettersi ai dignitari e a
quanti sono investiti di potere, di obbedire alle loro ingiunzioni ed
essere pronti ad ogni opera di bene, a non dir male di nessuno n
essere litigiosi, ma al contrario riservati e capaci di usare grande
mitezza verso tutti [3, 1-2].
E dopo pochi versi: Questa parola degna di fede e io voglio che tu
insista su tali cose: coloro che credono in Dio procurino di
primeggiare nelle opere di bene, che sono belle e utili agli uomini.
Evita al contrario le controversie stupide, le genealogie, le
chiacchiere e le discussioni sulla legge: sono tutte cose inutili e
vane. Dopo una prima e una seconda correzione evita l'eretico,
sapendo che chi si comporta cos un forviato e un peccatore che
da se stesso si procura la condanna [3, 8-11].
DALLA LETTERA A FILEMONE
[Philem]. Ho ricevuto molta gioia e consolazione dalla tua carit,
perch il cuore dei santi ha trovato riposo in te, fratello [7].
E dopo un po': Io lo avrei voluto trattenere con me affinch mi
servisse in tua vece nel ministero dell'evangelizzazione; tuttavia
senza il tuo consenso non ho voluto fare nulla, affinch il bene che
tu compi non fosse come un dovere obbligatorio, ma una tua scelta
volontaria [13-14].
DALLA LETTERA AGLI EBREI
400. [Hebr 3]. State attenti, fratelli, affinch in nessuno di voi
abbia a trovarsi un cuore cattivo e alieno dalla fede per cui vi
allontaniate dal Dio vivente. Esortatevi piuttosto a vicenda tutti i
giorni - finch si pu parlare di un " oggi " - perch nessuno di voi
si indurisca sedotto dal peccato. Siamo stati infatti resi partecipi del
Cristo, ma a condizione che manteniamo salda sino alla fine quella
stabilit in lui che avevamo all'inizio. Al riguardo detto: Oggi, se
ascoltate la sua voce, non indurite i vostri cuori com'essi nella
ribellione (Cf. Sal 94, 8) [3, 12-15].
401. [Hebr 4]. Dopo pochi versi: Temiamo dunque affinch,
allontanandosi dalla promessa di entrare nel suo riposo, qualcuno di
voi ne venga a mancare. Il messaggio infatti inviato anche a noi
come a loro, ma a loro la parola ascoltata non arrec alcun
vantaggio non essendo congiunta alla fede in ci che ascoltavano
[4, 1-2].
E altrove: Avendo dunque un grande sommo sacerdote che
penetrato nei cieli, cio Ges Figlio di Dio, stiamo saldi nella
professione della fede [4, 14].
E dopo quattro versi: Accostiamoci dunque con fiducia al trono della
grazia per ottenere misericordia e trovare grazia mediante un aiuto
adeguato [4, 16].
402. [Hebr 6]. Dopo un po': Dio non ingiusto e quindi non pu
dimenticare le vostre opere, specialmente la carit di cui avete dato
prova nel suo nome quando avete prestato servizio ai santi, come
del resto state facendo tuttora. Desideriamo tuttavia che ognuno di
voi continui a manifestare la stessa premura per conseguire sino
alla fine una completa speranza. Non dovete pertanto impigrirvi,
ma restare imitatori fedeli di quanti attraverso la fede e la pazienza
diverranno eredi della promessa [6, 10-12].
E dopo sette versi: Gli uomini giurano ricorrendo a qualcuno che sia
a loro superiore, e il giuramento serve a dare stabilit e a definire
ogni loro controversia [6, 16].
403. [Hebr 10]. Dopo un po': Manteniamo fissa e stabile la
confessione della nostra speranza ( infatti fedele colui che ci ha
fatto la promessa!) e incoraggiamoci a vicenda stimolandoci alla
carit e alle opere buone. Non disertiamo le nostre adunanze come
sogliono fare certuni ma sosteniamoci scambievolmente, e questo
tanto pi perch, come potete constatare, il giorno si sta
avvicinando. Se infatti dopo ricevuta la conoscenza della verit noi
volontariamente cadiamo nel peccato, non ci rimane alcun sacrificio
per il peccato, ma solo l'attesa angosciosa del giudizio e l'ardore del
fuoco destinato a divorare i nemici. Se infatti colui che trasgredisce
la legge di Mos deve senza piet subire la condanna a morte sulla
testimonianza di due o tre persone (Cf. Dt 17, 6), come non
dovrete credere che meriti un castigo pi severo colui che avr
calpestato il Figlio di Dio e considerato immondo il sangue del
testamento con cui stato santificato? Inoltre egli ha oltraggiato lo
Spirito della grazia! Conosciamo infatti colui che dice: A me la
vendetta; e inoltre: Io dar la ricompensa (Cf. Dt 32, 35); e
ancora: Il Signore giudicher il suo popolo (Cf. Dt 32, 36).
spaventoso cadere nelle mani del Dio vivente. Ricordate viceversa i
giorni dei vostri inizi quando, appena illuminati, sopportaste una
grande lotta e molte sofferenze, ora esposti pubblicamente a
oltraggi e maltrattamenti ora divenuti partecipi di coloro che
subirono cose come queste. Avete infatti partecipato alle sofferenze
dei carcerati e avete con gioia subito la rapina dei vostri averi,
consapevoli di avere un capitale pi prezioso e pi stabile. Non
perdete dunque la vostra fiducia alla quale riservata una grande
ricompensa. Vi solo necessaria la pazienza, affinch compiendo la
volont di Dio, otteniate la promessa. Infatti ancora un poco, solo
un pochino, e colui che deve venire verr e non tarder (Cf. Is 26,
20). Per questo il mio giusto vivr mediante la fede, ma se si tirer
indietro l'anima mia non trover in lui la compiacenza (Cf. Ab 2, 3-
4) [10, 32-38].
404. [Hebr 12]. Dopo un po': Avendo sopra di noi un cos grande
nugolo di testimoni, sbarazziamoci anche noi di ogni peso, cio del
peccato che ci assedia, e armati di pazienza corriamo nella gara che
ci viene posta dinanzi. Guardiamo a Ges, autore e termine ultimo
della fede: egli a posto del godimento che gli era profferto si caric
della croce, non curando il disonore che gliene derivava, e in questo
modo si assiso alla destra di Dio. Considerate attentamente colui
che sopport contro di s una cos grande ostilit da parte dei
peccatori e non vi perderete di coraggio n vi abbatterete. Non
avete infatti ancora resistito fino al sangue nella vostra lotta contro
il peccato e gi vi siete dimenticati della parola consolante che
rivolge a voi come a suoi figli quando dice: Figlio mio, non
disprezzare la disciplina del Signore e non ti scoraggiare quando sei
da lui ripreso. Il Signore infatti castiga colui che ama e colpisce ogni
figlio che gli accetto (Prv 3, 11-12). Perseverate nella disciplina!
In essa Dio si presenta a voi come a figli; e qual quel figlio che
non trattato con severit dal padre? Se foste privati delle
riprensioni delle quali tutti hanno avuto parte, sareste dei bastardi e
non dei figli. Inoltre noi abbiamo avuto come educatori i nostri
padri secondo la carne e li abbiamo rispettati. Non dovremo quindi
a maggior ragione obbedire al Padre degli spiriti per ottenere la
vita? In effetti essi ci ammaestravano secondo la loro volont e per
la durata di pochi giorni, mentre Dio lo fa per cose [veramente]
utili, cio perch conseguiamo la sua santit. vero che ogni
pedagogia sul momento sembra apportare non gioia ma afflizione,
in seguito tuttavia arreca a chi viene da lei irrobustito un frutto
abbondantissimo di pace e di giustizia. A tal fine procurate che
siano tenute in alto le braccia cadenti e le ginocchia vacillanti, e
raddrizzate i passi dei vostri piedi, affinch nessuno che zoppichi
finisca fuori strada ma piuttosto guarisca. Con tutti cercate di vivere
in pace e santit, senza le quali nessuno vedr mai Dio.
Proponetevi sinceramente che nessuno [per causa vostra] venga
meno alla grazia di Dio, che nessuna radice amara spunti di nuovo
da terra e vi crei ostacoli e per essa molti vengano contaminati.
Non ci sia [fra voi] nessun fornicatore e nessuno sia schiavo di cose
profane, come Esa, che per una mangiata vendette la sua dignit
di primogenito (Cf. Gn 25, 33) [12, 1-16].
405. [Hebr 13]. In un altro passo: Sia stabile fra voi l'amore
fraterno e non dimenticate l'ospitalit. Per essa alcuni piacquero [a
Dio] e ricevettero come ospiti gli stessi angeli. Ricordatevi dei
carcerati, considerandovi anche voi in carcere come loro, e dei
sofferenti, essendo anche voi rivestiti di un corpo [mortale]. Da
tutti sia onorato il matrimonio, e il talamo non venga macchiato da
colpe: Dio infatti giudicher i fornicatori e gli adlteri. Nei vostri
costumi non entri l'avarizia, ma siate contenti di quanto possedete,
avendo detto Dio stesso: Non ti lascer solo n ti abbandoner (Gs
1, 5), sicch noi possiamo ripetere con fiducia: Dio il mio aiuto;
non temer quel che potr farmi l'uomo (Sal 117, 6). Ricordatevi
dei vostri dirigenti, cio di coloro che vi hanno predicato la parola di
Dio. Considerando la conclusione della loro vita imitatene la fede.
Ges Cristo lo stesso ieri, oggi e sempre. Non lasciatevi fuorviare
da insegnamenti speciosi e peregrini, poich un gran bene che il
cuore sia consolidato nella grazia e non attratto da cibi [carnali],
che in nulla giovarono a quei tali che li ricercarono. Abbiamo un
altare da cui non possono cibarsi coloro che prestano servizio nella
tenda. Quando infatti il sangue di un animale viene dal pontefice
introdotto nel santuario per [l'espiazione del] peccato (Cf. Lv 16,
27), il suo corpo viene bruciato fuori dell'accampamento. Per
questo anche Ges, per santificare il popolo con il suo sangue, fu
ucciso fuori della porta. Usciamo quindi anche noi incontro a lui
fuori dall'accampamento portando in noi il suo disonore. Non
abbiamo infatti quaggi una citt permanente ma siamo in cerca di
quella futura. Per mezzo di lui dunque offriamo continuamente a
Dio il sacrificio di lode, cio il frutto di labbra che confessano il suo
nome. N dimenticate la beneficenza e la condivisione, poich con
tali offerte si raggiunge Dio. Obbedite ai vostri capi e state loro
sottomessi: essi vigilano su di voi come gente che dovr rendere
conto delle vostre anime. Che essi adempiano il loro ufficio con
gioia e non rammaricandosi: questo non vi gioverebbe in alcun
modo. Pregate per noi, bench siamo convinti di avere una buona
coscienza essendo decisi a comportarci bene in ogni cosa [13, 1-
18].
DALLA PRIMA LETTERA DI SAN PIETRO
406. [1 Pt 1]. necessario che ora siate per un po' di tempo
rattristati da varie prove, affinch la vostra fede attraverso la prova
diventi molto pi pregevole dell'oro, che saggiato nel fuoco [1, 6-
7].
E in un altro passo: Tenete cinti i fianchi del vostro spirito e vivendo
nella sobriet attendete in maniera perfetta quella grazia che vi
viene promessa nella manifestazione del Signore Ges Cristo. Come
figli obbedienti non conformatevi alle voglie della precedente vostra
ignoranza ma, in conformit con quel Santo che vi ha chiamati,
siate santi anche voi in ogni vostro comportamento, poich sta
scritto: Voi sarete santi poich io sono santo (Lv 11, 44; 19, 2). E
se chiamate " padre " colui che senza preferenza di persona giudica
ogni uomo secondo le sue opere, anche voi agite con timore per
tutto il tempo del vostro pellegrinaggio [terreno] [1, 13-17].
E dopo alcuni versi: Purificate le vostre anime nell'obbedienza della
verit, nell'amore fraterno e, rinati [in Dio], amatevi
scambievolmente con semplicit di cuore e grande attenzione [1,
22].
407. [1 Pt 2]. E dopo pochi versi: Deposta pertanto ogni malizia e
ogni inganno, e gli infingimenti e le invidie e tutte le maldicenze,
come bambini appena nati bramate il genuino latte spirituale [2, 1-
2].
E dopo pochi versi: Carissimi, come forestieri e pellegrini vi
scongiuro di astenervi da ogni desiderio carnale, poich in
contrasto con l'anima. Abbiate, in mezzo ai pagani, una buona
condotta affinch, mentre sparlano di voi come se foste malfattori,
riflettendo sulle vostre opere buone diano gloria a Dio nel giorno
della [sua] venuta. Per amore di Dio siate dunque sottomessi
all'autorit umana in ogni suo grado: al re, come al sovrano di tutti,
ai governanti come gente da lui inviata per punire i malviventi e
premiare i buoni. Questa infatti la volont di Dio: operando il
bene dovete far tacere l'ottusa malevolenza degli uomini ignoranti.
Essendo uomini liberi, non dovete fare della libert un velo per
nascondere la malizia, ma comportatevi da servi di Dio. Onorate
tutti, amate i fratelli, temete Dio, abbiate rispetto per il re. Voi,
schiavi, siate sottomessi ai vostri padroni con ogni timore, non solo
se sono buoni e condiscendenti, ma anche se fossero scorbutici.
Questo infatti un vantaggio: quando cio uno per amore del Dio
che ha conosciuto accetta le afflizioni e sopporta le ingiustizie. Che
gloria ci sarebbe infatti se soffriste e foste schiaffeggiati per aver
peccato? Se invece soffrite per aver fatto del bene e sopportate con
pazienza [la tribolazione], questo s che un merito dinanzi a Dio.
E a questo siete stati chiamati, dal momento che anche Cristo soffr
per noi lasciando a voi l'esempio perch ne seguiate le orme. Egli
non commise peccato n si trov inganno sulla sua bocca.
Maledetto non malediceva; maltrattato non minacciava ma si
consegnava nelle mani di chi lo condannava ingiustamente. Egli
port nel suo corpo sull'albero [della croce] i nostri peccati affinch
noi, morti al peccato, vivessimo per la giustizia. Dalle sue piaghe
siete stati guariti. Eravate infatti come pecore sperdute, ma ora
siete tornati al pastore e custode delle vostre anime [2, 11-24].
408. [1 Pt 3]. E in un altro passo: Allo stesso modo le mogli siano
soggette al proprio marito, di modo che, se qualcuno di loro non
credesse alla Parola, sia conquistato, senza [bisogno di] parole, dal
comportamento della moglie, considerando cio il vostro
comportamento casto e rispettoso. Non badino [queste donne] a ci
che esteriore: chiome ben acconciate, ornamenti d'oro, sfoggio di
vesti e indumenti di lusso, ma curino ci che dell'uomo la parte
nascosta, cio lo spirito incorrotto [che dev'essere] sereno ed
equilibrato. Di questo siano ricche dinanzi a Dio. In questa maniera
infatti si adornavano in passato le sante donne che avevano riposto
in Dio la loro speranza; ed erano soggette ai loro mariti. Cos Sara,
la quale si assoggettava ad Abramo e lo chiamava " signore " (Cf.
Gn 18, 12). Di lei voi siete le figlie, se farete il bene senza temere
alcuna minaccia. Allo stesso modo voi, mariti, convivete con esse
regolandovi con saggezza, tributando onore alla donna come a un
essere pi fragile, il quale per come voi erede della grazia che d
la vita. Cos non incontreranno ostacoli le vostre preghiere. Siate
tutti concordi nella fede, abbiate unit di sentimenti, amatevi
d'amore fraterno, siate misericordiosi, miti, umili. Non ricambiate il
male con il male (Cf. Prv 17, 13) n l'ingiuria con l'ingiuria, ma
viceversa rispondete benedicendo, poich a questo siete stati
chiamati: ad essere cio eredi della benedizione. Infatti chi vuol
amare la vita e godere giorni sereni freni la sua lingua perch non
compia il male e le labbra perch non dicano menzogne; si tenga
lontano dal male e compia il bene, cerchi la pace e la persegua,
poich gli occhi del Signore sono rivolti ai giusti e le sue orecchie
alle loro preghiere, mentre il volto del Signore [severo] contro chi
fa il male (Sal 34, 13-17). Inoltre, chi potr nuocervi se sarete
zelanti nel bene? Se poi avrete da soffrire qualcosa per la giustizia,
beati voi! Non abbiate quindi alcun timore di loro e non vi
sgomentate (Is 8, 12); anzi proclamate nei vostri cuori la santit di
Cristo Signore, pronti sempre a rendere ragione della vostra
speranza a chiunque ve ne faccia richiesta. Fatelo per con
moderazione e timore, sorretti dalla buona coscienza, in modo che
quanti calunniano la vostra buona condotta in Cristo rimangano
confusi per il fatto stesso che osano malignare su di voi. meglio
infatti soffrire operando il bene - se tale la volont di Dio - che
non operando il male [3, 1-17].
409. [1 Pt 4]. Dopo alcuni versi: Avendo Cristo patito nel suo
corpo, anche voi munitevi del medesimo pensiero: colui che nel
corpo ha subito la passione, ha cessato di vivere nei peccati per
trascorrere il tempo che gli rimane da vivere nella carne non
secondo le passioni umane ma secondo la volont di Dio. Basta
infatti con il tempo passato nel soddisfare le voglie del mondo
pagano a coloro che sono vissuti nella lussuria, nelle passioni, nelle
ebbrezze, nei bagordi, nelle crapule e ubriacature e nei culti illeciti
degli idoli [4, 1-3].
E dopo pochi versi: Siate dunque saggi e vegliate nell'orazione.
Prima d'ogni altra cosa per abbiate fra voi una ininterrotta carit,
poich la carit copre una moltitudine di peccati (Cf. Prv 10, 12).
Siate ospitali e non brontoloni. Ciascuno di voi metta a servizio
della comunit i doni della grazia ricevuti, come si addice a buoni
amministratori della multiforme grazia di Dio. Se uno parla lo faccia
come chi annunzia la parola di Dio; se uno esercita un ministero lo
faccia come chi si serve di un'energia somministrata da Dio,
affinch in tutti sia glorificato Dio mediante il Signore Ges Cristo,
al quale vadano la gloria e il dominio nei secoli dei secoli. Carissimi,
non lasciatevi fuorviare dal fuoco che si levato contro di voi per
mettervi alla prova n spaventatevi quasi che vi sia capitata una
cosa insolita, ma partecipando alle sofferenze di Cristo, rallegratevi,
affinch possiate godere di gioia piena nella manifestazione della
sua gloria. Se venite insultati per il nome di Cristo beati voi, poich
vi saranno dati l'onore, la gloria e la potenza di Dio e si poser
sopra di voi il suo Spirito. Nessuno di voi abbia a patire perch
omicida o ladro o diffamatore o avido dei beni altrui. Se al contrario
soffre per il fatto di essere cristiano, non se ne vergogni, ma
glorifichi Dio per questo nome. giunto infatti il tempo che cominci
il giudizio, e ci proprio dalla casa di Dio. E se esso comincia da noi,
quale ne sar la fine in coloro che non credono al Vangelo di Dio? E
se il giusto a stento si salva, dove andranno a finire l'empio e il
malfattore? (Cf. Prv 11, 31) Pertanto coloro che soffrono per
conformarsi alla volont di Dio seguitino a fare il bene e affidino le
loro anime al Creatore, che fedele [4, 12-19].
410. [1 Pt 5]. Gli anziani che sono tra voi li esorto come loro
coetaneo, come testimone dei patimenti di Cristo e come partecipe
della gloria che deve manifestarsi. Pascete il gregge di Dio a voi
affidato badando ad esso non per forza ma spontaneamente
secondo Dio; non per amore di sporchi guadagni ma con libera
dedizione; non dominatori di chi vi stato affidato ma facendo di
voi stessi, e di cuore, il modello del gregge. E quando apparir il
Principe dei pastori riceverete la corona di gloria che non marcisce.
Allo stesso modo voi, giovani, siate sottomessi agli anziani. Tutti poi
esercitate scambievolmente l'umilt perch Dio resiste ai superbi
ma d la grazia agli umili (Cf. Prv 3, 34; Gc 4, 6). Umiliatevi
dunque sotto la potente mano di Dio affinch egli v'innalzi nel
giorno della sua visita. Gettate in lui ogni vostro affanno, poich
egli ha cura di voi. Siate sobri e vigilate poich il vostro nemico, il
diavolo, come leone ruggente va in giro cercando chi divorare.
Resistetegli saldi nella fede, ricordando che le stesse sofferenze
capitano ai vostri fratelli sparsi per il mondo. E il Dio di ogni grazia,
che in Ges Cristo ci ha chiamati alla sua gloria eterna, dopo una
breve sofferenza vi render perfetti, forti, saldi. A lui la gloria e il
potere nei secoli dei secoli. Amen! [5, 1-11].
DALLA SECONDA LETTERA DI SAN PIETRO
411. [2 Pt 1]. Per mezzo di lui [Dio] ci ha elargito gratuitamente le
pi grandi e preziose promesse, in forza delle quali voi diventate
partecipi della natura divina purch fuggiate la corruzione delle
bramosie mondane. Mettete dunque ogni impegno per aggiungere
alla vostra fede la fermezza, alla fermezza la scienza, alla scienza la
temperanza, alla temperanza la pazienza, alla pazienza la piet,
alla piet l'amore fraterno, all'amore fraterno la carit. Se infatti voi
possederete tutte queste virt e le avrete in gran copia, esse non vi
lasceranno n vuoti n infruttuosi quanto alla conoscenza del
Signore nostro Ges Cristo. Colui che, viceversa, non le possiede
un cieco che cammina a tentoni e dimentica d'essere stato
purificato dei suoi precedenti misfatti. Pertanto, fratelli, adoperatevi
sempre pi per compiere opere buone e con esse rendere sicura la
vostra vocazione ed elezione. Se agirete cos non cadrete mai in
peccato [1, 4-10].
412. [2 Pt 2]. Dopo un po': Parimenti ci saranno in mezzo a voi dei
falsi dottori che introdurranno stte di rovina e rinnegano il Signore
che li ha redenti, attirando sopra di s una immediata rovina. Molti
li seguiranno nelle loro dissolutezze e per causa loro la via della
verit sar diffamata; anzi essi usando parole inventate faranno di
voi roba da mercato per la loro avarizia, mentre sopra di loro la
condanna gi da tempo segnata e la loro perdizione non tarda,
quasi che stia dormendo [2, 1-3].
E in un altro passo: Il Signore in grado di liberare dalla prova gli
uomini pii e destinare gli iniqui ad essere tormentati nel giorno del
giudizio, specialmente coloro che seguono la carne nei suoi desideri
immondi e disprezzano il [celeste] Sovrano. Costoro, audaci come
sono nel soddisfare se stessi, non paventano di suscitare fazioni
pronunciando insolenze, mentre gli angeli, pur essendo superiori
per forza e potenza, non portano contro di lui un giudizio ingiurioso.
Ma costoro, come animali sprovvisti di ragione, fatti dalla natura
per essere catturati e uccisi, insultano le cose che ignorano. Essi
periranno e andranno in corruzione ricevendo cos la ricompensa
della loro iniquit, poich stimano delizia il piacere di un giorno;
uomini corrotti e maculati si deliziano dei loro disordini, diguazzano
nelle sconcezze dei loro banchetti vicino a voi, hanno gli occhi pieni
di adulterio e sono insaziabili nei delitti, adescano le anime
vacillanti, hanno il cuore assuefatto alla cupidigia. Come figli
maledetti essi hanno deviato abbandonando la retta via [2, 9-15].
E dopo pochi versi: Proferendo discorsi superbi e vacui, allettano a
seguire i desideri della carne e la dissolutezza coloro che da poco
tempo si erano liberati dagli altri che vivono nell'errore. Ad essi
promettono la libert mentre loro stessi sono schiavi della
corruzione, poich ognuno schiavo di colui da cui vinto. Se
infatti dopo essersi sbarazzati della contaminazione col mondo
mediante la conoscenza del nostro Signore e Salvatore Ges Cristo
ne sono di nuovo irretiti e vinti, la loro sorte seguente peggiore di
quella di prima. Sarebbe stato infatti meglio per loro non conoscere
la via della giustizia che, dopo averla conosciuta, rinnegare il santo
precetto che stato loro manifestato. Accade loro quanto affermato
in quel proverbio che in essi si avvera: Il cane torna a leccare
quanto ha vomitato; e ancora: La scrofa dopo che stata lavata
torna a voltolarsi nel fango (Prv 26, 11) [2, 18-22].
413. [2 Pt 3]. Dopo un po': Dal momento che le cose presenti sono
destinate a sparire, come dovete essere santi nella condotta e nella
piet voi che attendete la venuta del giorno di Dio e vi affrettate
verso di esso! [3, 11-12].
E dopo un po': Carissimi, nell'attesa di questi eventi sforzatevi di
farvi trovare senza macchia e irreprensibili, e la longanimit del
nostro Signore ritenetela come [un procedimento di] salvezza [3,
14].
E in un altro passo: Quanto a voi, fratelli, essendo al corrente di
tutto questo, badate a non farvi trascinare dall'errore di tali
insensati e cos decadere dalla vostra stabilit. Anzi, crescete nella
grazia e nella conoscenza del nostro Signore e Salvatore Ges
Cristo. A lui la gloria ora e per il giorno dell'eternit. Amen! [3, 17-
18].
DALLA LETTERA DI SAN GIACOMO
414. [Iac 1]. Miei fratelli, considerate [motivo di] gioia grande
l'incorrere in numerose prove, sapendo che la vostra fede
attraverso le prove produce la pazienza, la quale pazienza consegue
la perfezione rendendovi perfetti ed integri, senza che manchiate di
nulla. Se qualcuno di voi privo di sapienza, la chieda a Dio, che la
d a tutti in abbondanza e mai si rifiuta: cos gli sar data. Deve
per chiederla con fiducia, senza esitazioni di sorta. Chi esita infatti
simile alle onde del mare, quando il vento le solleva e le sospinge
in varie direzioni. Ora un uomo come questo non pensi di poter mai
ottenere qualcosa dal Signore. L'uomo dal cuore doppio
incostante in ogni sua iniziativa. Il fratello umile si vanti pure
perch sar innalzato; il ricco invece si vanti della sua umiliazione,
poich egli appassisce come fiore d'erba. Si leva il sole col suo
calore e l'erba si secca, il suo fiore avvizzisce e la bellezza del suo
aspetto scompare (Cf. Is 40, 6-7). Allo stesso modo il ricco si
corrompe nelle sue imprese. Beato l'uomo che sostiene [con
fortezza] la prova, poich, superata questa, ricever la corona della
vita che Dio ha promesso a coloro che lo amano [1, 2-12].
E dopo un po': Non ingannatevi, fratelli carissimi! I regali pi
preziosi e i doni pi perfetti vengono tutti dall'alto: derivano dal
Padre della luce [1, 16-17].
E dopo pochi versi: Lo sapete, fratelli miei cari: ognuno dev'essere
pronto ad ascoltare, controllato invece nel parlare (Cf. Prv 10, 19;
17, 27) e controllato nell'ira, poich l'uomo che si adira non compie
ci che giusto davanti a Dio. Perci sbarazzatevi di ogni sorta
d'impurit e degli eccessi della malizia e ricevete con docilit la
parola che seminata [in voi] e che pu salvare le vostre anime.
Siate gente che mette in pratica la parola e non di quelli che si
contentano di ascoltarla ingannando se stessi. Poich l'uomo che
ascolta la parola ma non la mette in pratica somiglia a colui che
osserva allo specchio la propria faccia: si guarda e appena si
allontana dimentica le sue fattezze. Ben diverso colui che medita
la legge della perfetta libert e le resta fedele, colui che non un
uditore scordareccio ma un attivo realizzatore. Costui sar beato
per le opere che compie. Se poi qualcuno pensasse di avere una
buona religiosit senza curarsi di frenare la lingua, illude se stesso
e la sua religiosit vuota [di senso]. Religiosit pura e
incontaminata infatti dinanzi a Dio e Padre questa: visitare gli
orfani e le vedove nei loro disagi e conservarsi immune dalle
sozzure mondane [1, 19-27].
415. [Iac 2]. Miei fratelli, non pensate che la fede nel nostro
Signore Ges Cristo, Signore della gloria, vi consenta di fare
preferenze tra persona e persona [2, 1].
E dopo alcuni versi: Ascoltate, fratelli miei carissimi! Non forse
vero che Dio ha scelto i poveri di questo mondo perch siano ricchi
nella fede e divengano eredi del regno che Dio ha promesso a chi lo
ama? Voi invece avete disprezzato il povero. Ebbene, non sono per
caso i ricchi coloro che vi angariano con le loro prepotenze e vi
trascinano in tribunale? Non sono forse loro a disonorare il nome
glorioso che stato invocato su di voi? Voi dunque agirete bene
quando metterete in pratica l'aurea norma della Scrittura: Amerai il
prossimo tuo come te stesso (Lv 19, 18). Se al contrario agite in
base a preferenze personali, commettete peccato e dalla legge siete
condannati come prevaricatori [2, 5-9].
E dopo pochi versi: Un giudizio senza misericordia riservato a chi
non ha usato misericordia. La misericordia prevale sempre sul
giudizio [2, 12].
416. [Iac 3]. Dopo un po': Miei fratelli, non cercate di diventare
maestri in parecchi, consapevoli che subireste un giudizio pi
severo. Tutti infatti pecchiamo in molte cose; ma se uno non pecca
con la lingua un uomo perfetto, e con tal freno pu guidare per
ogni dove tutto il corpo [3, 1-2].
E in un altro passo: Nessun uomo in grado di frenare la lingua,
malanno sempre in moto, pieno di veleno mortale. Con essa
benediciamo Il Signore e Padre e con essa malediciamo gli uomini,
creati a immagine di Dio. Dalla stessa bocca escono la benedizione
e la maledizione. Fratelli miei, non si deve agire in questa maniera
[3, 8-10].
E dopo alcuni pochi versi: Chi tra voi saggio e sta alla disciplina,
dalla sua buona condotta manifesti il suo progresso nella
mansuetudine e nella sapienza. Se avete gelosie e acrimonie e nel
vostro cuore ci sono [sentimenti di] contesa, non vantatevi, poich
sareste bugiardi e in contrasto con la verit. Una tal sapienza non
sarebbe quella che scende dal cielo, ma una sapienza terrena,
animalesca, diabolica. Dove infatti ci sono gelosie e contese, l c'
anche la volubilit e ogni azione perversa. Quanto invece alla
sapienza che viene dall'alto, essa prima di tutto riservata, e poi
pacifica, modesta, facile a convincersi; aderisce ai buoni; piena di
misericordia e di frutti di bont: essa giudica senza finzioni. Un
frutto di giustizia unito alla pace seminato a vantaggio di chi
opera per la pace [3, 13-18].
417. [Iac 4]. Da dove sorgono fra voi le guerre e le liti? Non
derivano forse dalle bramosie disordinate che si combattono nelle
vostre membra? [4, 1].
Cos dopo qualche verso: Voi chiedete, ma siccome chiedete male
non ottenete e cos vi logorate dietro le vostre brame perverse.
Adulteri! Non sapete che l'amore verso questo mondo nemico di
Dio? Se pertanto uno ama questo mondo diventa nemico di Dio [4,
3-4].
E dopo un po': Per questo motivo dice: Dio resiste ai superbi
mentre largisce la grazia agli umili (Prv 3, 34). Sottomettetevi
dunque a Dio! Resistete al diavolo ed egli si allontaner da voi;
avvicinatevi a Dio ed egli si avviciner a voi. Lavate le vostre mani,
o peccatori, e voi, insinceri di mente, rendete puri i vostri cuori.
Siate abbacchiati, piangete e lamentatevi! Il vostro riso si cambi in
pianto e la vostra gioia in tristezza. Umiliatevi dinanzi al Signore ed
egli vi innalzer. Non siate detrattori l'uno dell'altro, fratelli [4, 6-
11].
E dopo pochi versi: Uno il legislatore e il giudice, colui che ha il
potere di condannare alla perdizione e liberarne; ma tu chi sei per
permetterti di giudicare il prossimo? Ecco, voi dite: " Oggi o domani
andremo in quella citt e vi trascorreremo un anno, ci dedicheremo
al commercio e arricchiremo " mentre non sapete cosa vi accadr
domani. Cos' infatti la vostra vita? Una nube che per un istante
compare e poi sparisce. Questo perch impariate a dire: " Se il
Signore vorr e se vivremo, faremo questo o quello ". Voi invece
ringalluzzite nella vostra superbia; ma sappiate che tale allegrezza
malsana. Conclusione: chi sa di dover fare il bene ma non lo fa,
commette peccato [4, 12-17].
418. [Iac 5]. Attenti dunque, o ricchi! Urlate e piangete per le
disavventure che v'incoglieranno. Le vostre ricchezze si sono
imputridite e le vostre vesti se le sono mangiate le tarme. Il vostro
oro e il vostro argento sono arrugginiti, e la loro ruggine vi fa da
testimone. Essa divorer come fuoco le vostre carni: voi vi siete
accumulati l'ira [di Dio] per l'ultimo giorno. Ecco, la mercede dei
vostri operai che hanno mietuto i vostri campi e che voi avete
frodato [del compenso] grida e il loro grido ha raggiunto gli orecchi
del Signore degli eserciti. Avete banchettato sulla terra e avete
saziato di lussuria il vostro cuore. Nel giorno della strage avete
condotto [in tribunale] e ucciso il giusto, mentre egli non vi
opponeva resistenza. Voi quindi, fratelli, armatevi di pazienza fino
al giorno del Signore [5, 1-7].
E poco dopo: Siate anche voi pazienti e rafforzate i vostri cuori,
poich la venuta del Signore vicina. Non inaspritevi, fratelli, l'uno
contro l'altro per non essere giudicati [5, 8-9].
E altrove: Prima di tutto per, fratelli, non giurate n per il cielo n
per la terra n con qualsiasi altro giuramento; ma il vostro parlare
sia: " S, s; no, no ", per non incorrere nel giudizio. C' fra di voi
qualcuno che prova tristezza? Preghi! C' qualche altro che gode
serenit d'animo? Canti salmi. Qualcuno di voi ammalato? Chiami
i presbiteri della Chiesa, che preghino per lui, ungendolo con olio
nel nome del Signore. La preghiera della fede salver il malato e il
Signore gli dar sollievo e, se nei peccati, questi gli saranno
rimessi. Confessatevi dunque a vicenda i peccati e pregate
scambievolmente al fine di essere salvi. Molto vale infatti la
preghiera del giusto fatta con insistenza [5, 12-16].
E dopo alcuni versetti: Fratelli miei, se uno di voi si allontana dalla
verit e qualcuno ve lo riconduce, costui deve sapere che chi fa
ravvedere un peccatore dalla sua via traviata, salva se stesso dalla
morte e copre una moltitudine di peccati [5, 19-20].
DALLA PRIMA LETTERA DI SAN GIOVANNI
419. [1 Io 1]. Se diciamo di essere in comunione con lui ma
camminiamo nelle tenebre, mentiamo e non seguiamo la verit; se
invece camminiamo nella luce, com'egli nella luce, siamo in
comunione tra noi e il sangue di Ges Cristo, suo Figlio, ci purifica
da ogni peccato. Se diciamo di non avere peccati, inganniamo noi
stessi e la verit non in noi. Se confessiamo i nostri peccati, egli,
che fedele e giusto, rimetter a noi i peccati e ci purificher da
ogni malizia. Se diciamo di essere senza peccato, facciamo di lui un
mentitore, e la sua parola non in noi [1, 6-10].
420. [1 Io 2]. Figlioli miei, vi scrivo queste cose perch non
pecchiate, ma se uno ha peccato, noi abbiamo un avvocato presso
il Padre: Ges Cristo, il giusto. Egli l'espiazione dei nostri peccati
e non solo dei nostri ma anche di quelli di tutto il mondo. Da questo
ci rendiamo conto che lo conosciamo: dall'osservanza dei suoi
comandamenti. Chi dice di conoscerlo ma non osserva i suoi
comandamenti un bugiardo e in lui non c' verit; mentre al
contrario in colui che custodisce la sua parola, la carit di Dio
veramente perfetta. Da questo ci dato conoscere che siamo in lui:
se in lui perseveriamo. Ora, chi dice di dimorare in lui deve
comportarsi come lui si comportato [2, 1-6].
E dopo alcuni versi: Chi dice di essere nella luce ma odia il suo
fratello ancora nelle tenebre, mentre chi ama il proprio fratello
dimora nella luce e non ci sono ostacoli per lui. Viceversa, colui che
odia il proprio fratello nelle tenebre e cammina nelle tenebre: egli
non sa dove vada perch le tenebre hanno accecato i suoi occhi [2,
9-11].
E dopo un po': Non amate il mondo n le cose del mondo, poich
quanto nel mondo (la concupiscenza della carne, la concupiscenza
degli occhi e la superbia della vita) non proviene dal Padre ma dal
mondo. E il mondo passa e passano le sue concupiscenze, mentre
chi fa la volont di Dio rimane in eterno [2, 15-17].
E in un altro passo: Nessuna menzogna proviene dalla verit [2,
21].
421. [1 Io 3]. Dopo un po': Carissimi, adesso noi siamo figli di Dio
ma quello che saremo non si ancora manifestato. Sappiamo per
che, quando egli si riveler, noi saremo simili a lui poich lo
vedremo cos come egli . Chi pertanto ha questa speranza in lui
procura di santificarsi per essere santo come lo lui. Chi commette
il peccato commette anche un'ingiustizia poich il peccato
un'ingiustizia; e noi sappiamo che egli apparso [in questo mondo]
per togliere i nostri peccati, mentre in lui personalmente non c'
peccato. Chiunque dimora in lui non pecca, mentre chi pecca non
ha visto lui n lo conosce. Figlioli, che nessuno v'inganni! Chi opera
la giustizia giusto, come anch'egli giusto. Chi al contrario
commette il peccato proviene dal diavolo, poich il diavolo
peccatore fin dall'inizio. Il Figlio di Dio venuto proprio per questo:
per distruggere le opere del diavolo. Quanti sono nati da Dio non
commettono peccati perch un germe divino risiede in loro e non
possibile che pecchino perch sono nati da Dio. In questo si
palesano i figli di Dio e i figli del diavolo: quanti sono ingiusti e non
amano i fratelli non sono nati da Dio, poich questo il messaggio
che avete udito fin dal principio: che ci amiamo l'un l'altro [3, 2-
11].
E dopo pochi versi: Non meravigliatevi, fratelli, se il mondo vi odia.
Noi riconosciamo di essere passati dalla morte alla vita poich
amiamo i fratelli. Chi non ama resta nella morte. Chi odia il proprio
fratello un omicida; e voi sapete che nessun omicida possiede la
vita eterna dentro di s. Da questo conosciamo l'amore di Dio: dal
fatto che egli ha dato la vita per noi. Cos anche noi dobbiamo dare
la vita per i fratelli. Chi avesse sostanze di questo mondo e
vedendo un suo fratello nel bisogno gli chiudesse il cuore, come
potrebbe dimorare in lui l'amore di Dio? Figlioli miei, non amiamo a
parole n con la lingua ma con i fatti e nella verit. Da questo
conosciamo che siamo dalla parte della verit e rassicuriamo il
nostro cuore dinanzi a lui. Poich se il nostro cuore ci rimprovera,
Dio superiore al nostro cuore e conosce tutto. Carissimi, se il
nostro cuore non ci rimprovera abbiamo fiducia dinanzi a Dio:
otterremo tutto ci che chiederemo, poich osserviamo i suoi
comandamenti e facciamo ci che a lui gradito. E questo il suo
comando: che crediamo nel nome del suo Figlio Ges Cristo e ci
amiamo a vicenda secondo il suo precetto. Chi osserva i suoi
comandamenti rimane in lui e lui in loro. E che egli rimane in noi lo
conosciamo dallo Spirito che ci ha dato [3, 13-24].
422. [1 Io 4]. Carissimi, non credete ad ogni spirito ma controllate
gli spiriti [per vedere] se sono da Dio, poich molti falsi profeti sono
comparsi nel mondo. Da questo si riconosce lo spirito di Dio: da
Dio ogni spirito che riconosce che Ges Cristo si incarnato, non
da Dio ogni spirito che esclude Ges. Costui l'anticristo, di cui
avete sentito che deve venire, anzi gi nel mondo. Voi, figlioli,
siete da Dio e li avete vinti, poich colui che dimora in voi
maggiore di colui che nel mondo. Essi sono del mondo: per
questo insegnano cose del mondo, e il mondo li ascolta. Noi siamo
da Dio e chi conosce Dio ci ascolta, mentre chi non da Dio non ci
ascolta. Da questo conosciamo lo spirito della verit e lo spirito
dell'errore. Carissimi, amiamoci a vicenda poich l'amore da Dio,
e tutti coloro che amano sono nati da Dio e conoscono Dio. Chi non
ama non conosce Dio, poich Dio amore [4, 1-8].
E dopo un po': Carissimi, se Dio ci ha amati cos, anche noi
dobbiamo amarci a vicenda. Nessuno ha mai veduto Dio, ma se ci
amiamo a vicenda Dio dimora in noi e il suo amore in noi perfetto
[4, 11-12].
E dopo un altro poco: Chiunque confesser che Ges il Figlio di
Dio, Dio dimora in lui e lui in Dio. E noi abbiamo conosciuto e
crediamo all'amore che Dio ha per noi. Dio amore, e chi sta nella
carit sta in Dio e Dio sta in lui. La carit di Dio in noi perfetta in
quanto noi abbiamo fiducia nel giorno del giudizio, poich, com'egli
nel mondo cos anche noi siamo nel mondo. Nella carit non c'
timore ma la carit perfetta esclude il timore, perch il timore
comporta della pena, e chi teme non perfetto nella carit.
Amiamo dunque Dio, perch Dio ci ha amati per primo. Se uno dice
d'amare Dio mentre odia il proprio fratello un mentitore. Se uno
infatti non riesce ad amare il fratello che vede come potr amare
Dio, che non vede? E questo il comando che abbiamo ricevuto da
lui: chi ama Dio deve amare anche il proprio fratello [4, 15-21].
423. [1 Io 5]. Chiunque crede che Ges il Cristo, nato da Dio; e
chiunque ama il Padre che l'ha generato ama anche chi da lui
stato generato. Da questo ricaviamo la certezza d'amare i figli di
Dio: se amiamo e ne osserviamo i comandamenti. L'amore di Dio
infatti sta in questo: nell'osservare i suoi comandamenti; e i suoi
comandamenti non sono gravosi. Tutto ci che nato da Dio vince
il mondo [5, 1-4].
E dopo un po': Questa la fiducia che abbiamo in Dio: qualunque
cosa chiederemo secondo il suo volere, egli ci esaudir; e che egli ci
esaudisce gi noi lo sappiamo [5, 14-15].
E dopo tre versi: Chi sapesse che un suo fratello sta commettendo
peccati che non conducono alla morte, invochi Dio, e Dio gli dar la
vita, sempre nel caso che non si pecchi mortalmente. C', vero,
un peccato che reca la morte; e chi lo commette non dico che si
debba pregare anche per lui: ogni iniquit peccato, ma ci sono
peccati che non recano la morte. Sappiamo poi che chiunque nato
da Dio non pecca, ma la sua origine da Dio lo custodisce in modo
che il maligno non possa toccarlo [5, 16-18].
E in un altro passo: Figlioli, guardatevi dal venerare gli idoli [5, 21].
DALLA SECONDA LETTERA DI SAN GIOVANNI
424. [2 Io]. Ti scrivo non come se avessi un comandamento nuovo
ma [per confermarti] quello che abbiamo avuto fin dall'inizio, cio
che ci amiamo a vicenda. E l'amore sta in questo: camminare
secondo i suoi precetti. Il suo comandamento che, come avete
udito fin dal principio, cos seguitate a comportarvi [5-6].
E dopo pochi versi: Chi abbandona e non rimane saldo nella
dottrina di Cristo non possiede Dio, mentre chi persevera nella
dottrina possiede e il Figlio e il Padre. Se qualcuno, venendo da voi,
non si presenta con questa dottrina, non fatelo entrare in casa e
non dategli il saluto. Infatti chi lo saluta partecipa delle sue opere
malvagie [9-11].
DALLA TERZA LETTERA DI SAN GIOVANNI
425. [3 Io]. Carissimo, tu agisci secondo la fede quando lavori a
vantaggio dei fratelli, specie dei pellegrini; ed essi hanno reso
testimonianza alla tua carit di fronte alla Chiesa. Beneficherai
dunque questi fratelli provvedendoli [per il viaggio] in maniera
degna di Dio. Si sono infatti messi in viaggio per [servire] il suo
nome senza accettare nulla dai pagani. Pertanto noi abbiamo
l'obbligo di accogliere persone come queste per essere collaboratori
della verit [5-8].
E dopo un po': Carissimo, non imitare il male ma il bene. Chi opera
il bene da Dio; chi opera il male non ha veduto Dio [11].
DALLA LETTERA DI SAN GIUDA APOSTOLO
426. [Iuda]. Si sono intrusi in mezzo a voi alcuni individui che da
tempo sono stati designati per il giudizio: empi, che mutano la
grazia del nostro Signore in dissolutezze, rinnegando l'unico
sovrano e Signore nostro Ges Cristo [4].
E dopo un po': Costoro contaminano i loro banchetti, si assidono a
tavola senza timore, e pascono se stessi [12].
E altrove: Costoro sono brontoloni mai contenti, che conducono una
vita secondo le proprie voglie. La loro bocca proferisce stoltezze;
considerano arbitrariamente le persone in base al proprio interesse.
Ma voi, carissimi, ricordatevi delle parole che sono state dette dagli
apostoli del nostro Signore Ges Cristo, i quali vi dicevano che nei
tempi della fine sarebbero sorti degli imbroglioni che sarebbero
vissuti nell'empiet secondo i loro desideri. Sono coloro che si
separano [da noi], uomini animaleschi e privi di spirito. Ma voi,
carissimi, edificando voi stessi sopra la vostra santissima fede e
pregando nello Spirito Santo, mantenetevi nell'amore di Dio,
attendendo la misericordia del nostro Signore Ges Cristo per la
vita eterna. Rimproverate coloro che sono caduti in giudizio; salvate
questi liberandoli dal fuoco; abbiate per gli altri una compassione
piena di timore; odiate perfino la tunica contaminata di coloro che
sono carnali [16-23].
DALL'APOCALISSE DI SAN GIOVANNI
427. [Apoc 2]. Se quando si richiamano al dovere gli angeli
dobbiamo intendere che il richiamo rivolto agli uomini e
precisamente perch sono uomini, in tutti i precetti di questo tipo ci
si insegna a sopportare con pazienza i falsi fratelli per amore di Dio.
Ci si dice inoltre che necessario convertirsi e tornare alle buone
opere di un tempo, che per la fede si debbono accettare le
persecuzioni, non esclusa la morte, e che per amore occorre
rendersi servi [dei fratelli] [2, 14-16].
428. [Apoc 21]. Verso la fine del libro, parlando della citt santa,
dice: Non entrer in essa nulla d'impuro n chiunque commette
abomini o pronunzia menzogne [21, 27].
429. [Apoc 22]. Altrove: Beati coloro che lavano le proprie vesti nel
sangue dell'Agnello, per avere il possesso dell'albero della vita ed
entrare nella citt attraverso la porta. Fuori i cani, i venfici, gli
impuri, gli omicidi, gli idolatri e quanti amano la menzogna e la
praticano. Io Ges ho inviato il mio messaggero ad attestarvi tutte
queste cose [22, 14-16].

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