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IL PARANCO

1. La carrucola
La carrucola costituita da un disco (o puleggia), girevole intorno ad un asse, munito di una gola nella quale
si avvolge una fune o una catena alle cui estremit agiscono le forze motrice e resistente.
La carrucola si dice fissa se lasse di rotazione fisso e viene adottata per modificare il verso della forza
motrice; in Fig. 1, il carico P=mg (azione resistente) viene sollevato applicando una forza F (motrice)
rivolta verso il basso. La carrucola si pu considerare come una leva di primo genere con guadagno
meccanico unitario (Gm = P/F=1) se si trascura lattrito nei perni e la rigidit flessionale della fune. In realt
per sollevare la massa m necessario esplicare una forza F>P per vincere anche il lavoro delle seguenti
resistenze passive:
-

F, resistenza dovuta allattrito tra perno e cuscinetto della puleggia. Considerando che la forza
premente tra i due elementi pari a 2P, il momento della forza dattrito vale: Ma =f2Pdp/2 = fPdp,
essendo f il coefficiente dattrito e dp, il diametro del perno. Indicando con D il diametro della
puleggia, necessario applicare una forza aggiuntiva F tale che:
FD/2 = Ma, e quindi: F=2 fP(dp/D);

F, resistenza che la fune oppone alla variazione del proprio raggio di curvatura. Tale resistenza
dovuta alle resistenze dattrito che si destano inseguito allo scorrimento mutuo tra i fili (o le fibre).
Per le funi tale resistenza proporzionale al quadrato del diametro della fune ed proporzionale allo
sforzo di trazione: F " = Pd 2f / D , essendo un coefficiente che vale circa 0.05 mm-1 per le funi
metalliche.

Risulta quindi:

dp
d 2f

F = P + F '+ F " = P 1 + 2 f
+

D
D

Il rendimento della carrucola vale infine:

dp
d 2f
= P / F = 1 / 1 + 2 f
+

D
D

2F

V=V p

F=P

Vp
P

a)

b)

Fig.1

R=P /2
F=P /2
F=P /2
V= 2 Vp

VB = 2Vp
P /2

Vp

P /2

F=P/2
A

Vp

Vp

Fig. 2 a

Vp

Fig.2b

Fig.2c

Nella Fig. 2a riportato lo schema della carrucola mobile; in questo caso uno dei due estremi della fune
fisso e lasse della ruota mobile; lazione resistente P questa volta viene applicata allasse della ruota
mentre la forza motrice F applicata allestremo libero della fune.
Nellipotesi di rendimento unitario, applicando il principio di sezionamento si nota che la forza resistente P
equilibrata dal carico applicato F e dalla reazione del vincolo; trascurando il peso della fune, per equilibrare
il carico P bisogna applicare una forza F=P/2 allestremo libero della fune.
Il tal caso la ruota rotola sul ramo fisso della fune ed il punto A il centro di istantanea rotazione; la velocit
con la quale viene spostato lestremo libero della fune pari al doppio della velocit di sollevamento Vp del
carico. La carrucola mobile una leva di secondo genere (vantaggiosa, con guadagno meccanico G=2)
avente come braccio della forza motrice una lunghezza doppia rispetto al braccio dellazione resistente
resistenza.
Si noti che, in condizioni ideali, la potenza applicata allestremo libero della fune, pari a FV=(P/2)V,
uguale a quella disponibile allasse della puleggia mobile, con valori della velocit e della forza
rispettivamente pari alla met ed al doppio di quella dellestremo libero: PVp=P(V/2).
Per vincere le resistenze passive deve comunque risultare: F=P/2+F+F. Nelle espressioni di F e F
compare in questo caso met del carico resistente:
- F = fP(dp/D), resistenza dovuta allattrito tra perno e cuscinetto;
2
P df
- F"=
, resistenza che la fune oppone alla variazione del proprio raggio di curvatura.
2 D
Risulta quindi:
dp
d 2f
P
1+ 2 f
+
2
D
D

dp
d 2f
P/2
=
= 1 / 1 + 2 f
+

F
D
D

F=

Esempio:

Per sollevare un carico di 2500 N si utilizza una carrucola fissa con ruota di 100 mm di diametro e fune metallica 5; il
diametro del perno della ruota pari a 10mm. Considerando: f=0.05, =0.05mm-1, si ha:
F " = 2 fP

dp
D

= 2 0.05 2500

10
= 25 N ;
100

F " = P

d 2f
D

= 0.05 2500

P
P
2500
52
= 31N , = =
=
= 0.98 .
100
F P + F '+ F " 2556

2. Paranco e taglia
Linsieme costituito da una carrucola mobile ed una fissa detto paranco ed rappresentato
schematicamente in Fig. 3. Il vantaggio del paranco si pu accrescere ulteriormente aumentando il numero
delle carrucole che lo compongono; si ottiene cos un meccanismo che prende il nome di paranco multiplo o
taglia.
0.5 P

1.5 P

V= 2 Vp
0.5P
A

F=0.5P

V= 2 Vp

V= 2 Vp
0.5P

0.5P

F=0.5P

0.5P
Vp

Vp
P

V= 2 Vp

Vp

0.5P

V= 2 Vp

Vp

Vp

Fig.3
Un paranco multiplo ad n carrucole mobili si pu assimilare a n paranchi semplici, per cui risulta:

F=

1R R
=
n 2 2n

Il vantaggio che si ottiene, in termini di riduzione della forza, pu essere quindi notevole. La velocit
sollevamento 2n volte minore della velocit con la quale viene tirato lestremo libero della fune. In Fig. 4
schematicamente riportato il caso di una taglia con 3 carrucole mobili.

Fig. 4

3. Esempi di applicazione
I sistemi costituiti da funi e carrucole sono utilizzati in molti sistemi meccanici per la leggerezza e la capacit
di trasferire una forza a notevole distanza, eventualmente amplificata.
In Fig. 5a schematicamente rappresentato i comandi che permettono di azionare i freni di un aeromobile
(DC9 MD80); i pedali dei due piloti sono collegati tra loro mediante barre di torsione dalle quali partono le
funi di azionamento delle valvole dei freni; ogni pilota aziona un pedale per ciascun semicarello. Il freno di
parcheggio unico e pu essere attivato dopo aver premuto a fondo i pedali.
In Fig. 5b rappresentato lo schema di un sterzatura di un aeromobile (Lockheed JetStar).

Fig. 5
Negli impianti ascensori il sistema fune-carrucole trasferisce il moto della macchina motrice alla cabina. La
macchina motrice pu essere un motore elettrico o un cilindro oleodinamico.
Nel primo caso limpianto viene detto impianto elettrico ad argano (oppure elettrico con trazione a fune o
ancora tradizionale) ed costituito da una puleggia motrice (detta anche di puleggia di trazione o di frizione)
che trasmette, per attrito, il moto alla fune alla quale fissata la cabina ed il contrappeso (Fig.6). La puleggia
di trazione mossa dallalbero lento dellargano (costituito da un motore elettrico ed un riduttore di velocit
del tipo vite senza finecorona).
Il contrappeso (cp) serve a ridurre la potenza necessaria per sollevare la cabina (c) e, in alcune
configurazioni, ha il compito di tenere in tensione la fune evitando che possa slittare sulla puleggia motrice.
Il contrappeso ha in genere una massa pari alla somma della massa della cabina e di met carico utile.
Quando si realizza il perfetto bilanciamento dei pesi, il motore deve fornire solo la potenza necessaria per
vincere le resistenze passive tra gli organi in moto relativo e per accelerare le masse.
Nella figura 6 sono rappresentate alcune schemi tipici di impianti ascensore a fune; in tutti gli schemi oltre
alla puleggia di trazione vi almeno una puleggia di rinvio (ad asse fisso) per deviare lasse della fune per
evitarne linterferenza con la cabina o con il contrappeso. Nelle configurazioni a) e b) tutte le pulegge sono
ad asse fisso e lazione esercitata dallargano sulla fune uguale a quella che agisce sulla cabina e sul
contrappeso; le due configurazioni si differenziano per la posizione dellargano che ubicato rispettivamente
nella parte pi alta ed in quella pi bassa del vano di scorrimento della cabina. Nelle configurazioni c) e d)
sia la cabina che il contrappeso sono dotati di puleggia mobile e le estremit della fune sono vincolate in due
punti fissi. La forza che agisce sugli assi delle due pulegge mobili pari al doppio di quella che largano
esercita sulla fune e la loro velocit di traslazione ridotta alla met di quella che largano impone alla fune.
Mm

Mm

cp

cp

cp

cp

Mm

a)

Mm

c)

b)

d)

Fig. 6
Negli impianti ascensori oleodinamici la cabina viene sollevata da un cilindro idraulico. La trazione si dice:
- diretta se il pistone del cilindro idraulico direttamente collegato alla cabina (Fig. 7 a);
- indiretta se il pistone connesso alla cabina mediante un sistema di funi e pulegge (Fig. 7 b).
In figura 7b riportato lo schema dellimpianto oleodinamico indiretto in taglia (o con taglia inversa), senza
contrappeso, che viene adottato quando la corsa della cabina non particolarmente lunga (max 4-6 piani). Il

pistone ha lunghezza pari alla met della corsa e sulla sua estremit fissata una puleggia sulla quale si
avvolge la fune fissata ad un estremo ad un punto fisso ed allaltro estremo alla cabina.
Questo schema prevede una sola puleggia alla estremit del pistone che ha una lunghezza pari alla met della
corsa della cabina che viaggia ad una velocit doppia rispetto a alla velocit del pistone. La forza esercitata
dal cilindro sulla puleggia doppia rispetto a quella che agisce sulla cabina.

c
c

Vp

Vc

cabina

a)

b)
Fig. 7

c)

Limpianto idraulico non viene preferito a quello elettrico se la corsa elevata (la lunghezza del pistone
limitata dallinstabilit per carico di punta) oppure se luso particolarmente frequente (poich lolio si
riscalda eccessivamente e sarebbe necessario un sistema di raffreddamento) o ancora se sono richieste
velocit di salita elevate, come avviene negli edifici alti o in quelli con uffici dove laffluenza dellutenza
maggiore.
Limpianto elettrico ha linconveniente di richiedere un locale macchine posto sopra il vano di scorrimento
della cabina, per largano e/o per le pulegge di rinvio.
In Fig. 8 riportata unaltra applicazione del paranco, adottato nelle reti di alimentazione elettrica delle linee
ferroviarie per mantenere costante lo sforzo di trazione del filo di contatto al variare della temperatura e
quindi della dilatazione termica della fune.

Fig. 8

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