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BIOCENTRISMO

L'ALBA DELLA NUOVA CIVILTA' UMANA

L'etica della non violenza


e dell'amore universale
per realizzare un mondo migliore

Noi siamo abituati a considerare gli animali come massa indistinta, non come singole entit.
Diamo valore alle cose in dipendenza dalla distanza da cui le osserviamo. Ma se ci avvicinassimo
anche alle pi minute forme di vita scopriremmo che ogni creatura vive nel centro del suo piccolo
universo con le stesse paure, lo stesso attaccamento alla vita e la stessa paura della morte, proprio
come ogni essere umano.
***
Se il bambino, fin dall'infanzia, viene educato ad apprezzare, valorizzare e rispettare ogni
essere vivente, ad accorgersi della bellezza della diversit delle cose, a capire che ogni creatura in
grado di soffrire se violentata come di gioire se trattata con amore, il bambino non potr che
sviluppare in se stesso i sentimenti pi nobili dell'animo umano che faranno di lui un essere giusto,
sensibile e responsabile anche nei confronti del prossimo.
***
I frutti delle piante sono la parte pi nobile e sublime della creazione. L'uomo deve cibarsi
con ci che gli consente di elevarsi biologicamente e spiritualmente, piuttosto che abbassarsi
mangiando animali. Dobbiamo nutrirci come gli angeli non come i demoni, come gli dei non come i
mostri sanguinari.
***
L'evoluzione della coscienza umana inevitabile: opporvisi un delitto.

A tutti coloro
che sperano
in un mondo migliore

L'uomo pu mettere in dubbio ogni regola ed ogni dottrina, ma la legge che nessuno potr mai
annullare o superare (sintesi del pensiero di Dio espresso in ogni grande religione) "Non fare ad
ALTRI quello che non vorresti ti fosse fatto" (e per "altri" si intende uomini ed animali). Ed a
questa legge che io mi appello, alla legge della Vita e dell'Amore. E chiunque, Profeta, Santo o
Filosofo che affermi princpi che si discostano da questa Legge io non riconosco come ispirati da
Dio.
Se il comportamento di un uomo disattende tale Legge, io obietto la norma che bene
rispettare l'idea altrui: perch se il modo di vivere degli uomini colpisce me in prima persona,
essendo io la vittima posso anche giustificare e continuare ad amare il mio prossimo; ma quando
colpisce gli animali (che io considero miei fratelli senza capacit di difesa) coinvolgendoli al punto
da torturarli o ucciderli, allora io dico che il "non far del male" per un uomo non pu essere una
libera scelta ma un preciso dovere verso la Vita.
FRANCO LIBERO MANCO

Questo libro, - trattato critico alla concezione antropocentrica della vita - (seconda
edizione ampliata da "Lotta all'antropocentrismo") composto da una serie di articoli, pi o meno
in ordine d'argomento, che l'autore ha scritto per giornali, riviste o in occasione di sue conferenze.

Presentazione
Ci accingiamo alla presentazione di questo libro con un p di timore.
Sapremo essere imparziali? L 'essenza del discorso, la sostanza delle idee ci sono tanto congeniali
che forse la presentazione entusiastica che si gi formata nella nostra mente ne possa essere la
conseguenza?
Ebbene il timore svanisce subito, al primo esame; non la nostra simpatia, non la nostra
condivisione, rendono il discorso di questo Autore cos positivo e convincente, ma l'universalit dei
temi trattati e la proposta etica che li risolve in maniera cosi sintonica con la parte migliore ed
incorruttibile del cuore umano, da far dire al lettore " quello che avrei voluto dire io".
Spaziando per i meandri di problemi di difficile soluzione come la pi parte dei problemi
etico-morali, sempre legato al filo d'oro della compassione, egli trova ed indica la strada della
soluzione antica ed eterna del rispetto e dell'amore universali che sciolgono ogni nodo e
nullificano, ancora prima che risolverla, ogni difficolt,
Non una religione particolare lo porta a questo, non una specifica filosofia, ma una visione
utopica e grandiosa che tutte le unisce fondandole nella consapevolezza di una omonizzazione
portante che mai diventa esclusione delle altre specie, ma, al contrario, si avvale
dell'affratellamento con ogni vivente, con ogni espressione del creato, per costruire l'Uomo.
Se abbiamo definito utopica la visione di Franco Libero Manco, non stato, certo, per
sottolinearne I'irrealizzabilit, al contrario, ci che, oggi, non ha ancora "posto", su questa terra,
proprio quello che le persone come lui stanno costruendo con i loro scritti, le loro parole, il loro
esempio di vita.
U-topos, senza posto, ma ancora per poco, anzi, vediamo chiaro in tutti i segni dei tempi,
che questo posto sta gi formandosi e che ospiter una realt pi bella dell'antico Eden; e, nel
dirlo, non ci sentiamo dei sognatori che lanciano un augurio come il dono di un'illusione, ma dei
positivi realisti che guardano delle floride messi e sanno che vogliono dire pane.
Quei Cieli Nuovi e Terra Nuova che il cattolico osservante e strutturalmente legato alle
Scritture (come il sottoscritto), trova per i Sentieri di Jahv, questo versatile Autore (egli , infatti,
abilissimo architetto, poeta profondo e gradevolissimo pittore) li trova in ogni espressione del
Divino.
Nello scorrere delle pagine, sul tema portante del rispetto per tutto ci che vive, si inserisce
la dinamica vitalissima di una ricostituzione dello Spirito dell'uomo, mediata dal
ridimensionamento dei suoi diritti nell'ambito, ben pi ampio, dei suoi inalienabili doveri verso
tutto il creato.
Per la forza espressiva, per la limpida complessit, per la ricreazione, di un'etica antica ma
mai realmente attualizzata, e, soprattutto, per l'altissima "religiosit" che informa di eterno questo
splendido libro, ne consigliamo la lettura, ancor prima che ai filosofi, ai moralisti ed ai teologi, a
tutti quegli uomini che desiderano chiarire, in se stessi, l'immagine dell'Uomo.
BRUNA D'AGUI'

E' innegabile che la tradizione cristiana nel suo insieme non accorda molta attenzione agli
animali. Diverse feste religiose in Italia, oltrech all'estero, culminano addirittura in atti di
crudelt verso un animale.
In teoria, non mancano dichiarazioni di principio nei Documenti del Magistero, non ultima
la "Sollecitudo rei socialis" di Giovanni Paolo II, che al n.29 afferma: "L 'uomo ha una certa
affinit con le altre creature. E' chiamato ad occuparsi di esse, sottostando alla volont di Dio, che
egli prescrive limiti nel loro uso e dominio".
Nella pratica, sono pochi i preti che integrano nell'insegnamento religioso il rispetto delle
creature e la bont verso gli animali. Le chiese cristiane non sono preoccupate, in genere, della
sorte degli animali e della loro uccisione che viene praticata spesso non a norma di legge, ma tra
immense sofferenze.
Ci provoca una reale incomprensione in chi ama gli animali e (si) allontana sovente dal
Cristianesimo, visto che la maggioranza dei cristiani non prende coscienza del problema, convinti
che gli animali non hanno nulla a che fare con la religione. Questo un danno per gli animali, per
gli uomini e per la religione.
Viene perci a proposito questo nuovo lavoro del prof. Franco Libero Manco che
stigmatizza l'illusione di chi, all'interno delle superate gerarchie aristotelico-cartesiane e di un
esagerato antropocentrismo, vuoI considerare solo il bene superiore dell'uomo.
La protezione di questi "nostri fratelli pi piccoli", come li chiamava San Francesco, deriva
in tutta coerenza dalle virt cristiane. Sono sicuro che i cristiani tutti stanno per scoprire questa
dimensione del messaggio evangelico che merita anch'esso la nostra attenzione.
MONS. MARIO CANCIANI

LE COSE IN CUI CREDO


Le popolazioni di religione cattolica non risultano essere sostanzialmente migliori delle
popolazioni di altre religioni e non sono neanche migliori delle popolazioni che neppure hanno una
religione. L'errore, credo, non sia nelle dottrine, ma in coloro che ne sono stati i tutori, che non
hanno saputo far germogliare il Seme dell'Amore in modo da arricchire lo spirito con l'evolversi dei
tempi.
Nulla di ci che stato detto pu avere valore imperituro, perch nulla vero in assoluto.
Ogni verit va data al momento giusto e nelle proporzioni dovute.
Credo che Dio sia pi grande e pi giusto di quanto lo concepisca la cultura antropocentrica.
Credo nel Dio che ha ispirato tutte le religioni, nel Dio che non ha bisogno di alcuna religione per
manifestarsi perch parla al cuore di ogni essere vivente.
Credo nel Dio che ama in ugual misura tutte le sue creature, nel Dio che chieder conto del
male fatto all'uomo come al pi piccolo essere vivente in grado di soffrire. Credo che non debba
essere Dio a perdonare la violenza dell'uomo ma la vittima che la subisce: Dio non pu perdonare se
la vittima non consenziente al perdono.
Credo nel Dio del bene, della giustizia universale, nel Dio tutore della Vita, che vuole
l'evoluzione mentale, morale e spirituale delle sue creature, non nel Dio parziale, antropocentrico
dei cattolici che autorizza e si compiace del massacro giornaliero di milioni di animali innocenti per
il sollazzo della specie umana.
Credo nella coscienza cosmica in grado di concepire l'unicit delle cose, nell'uomo che non
si limita ad arginare gli effetti del Male ma che combatte le cause che lo generano, che risiedono
nella mancanza del senso sacro della vita e nell'incapacit dell'uomo di condividere l'altrui
sofferenza. Credo nel dubbio, nella critica costruttiva perch fa progredire l'uomo pi di una fede
senza ragione.
L'AUTORE

LE ORIGINI DEL PENSIERO ANTROPOCENTRICO


Indagando sulle motivazioni che diedero origine al pensiero antropocentrico (per cui l'uomo
si ritiene al centro della creazione con il diritto naturale di disporre a suo piacere degli altri esseri
viventi) ci si chiede se questa mentalit sia nata con l'uomo o se vi siano stati fatti contingenti che lo
hanno portato ad autoattribuirsi tale prerogativa. Di conseguenza ci si chiede perch l'essere umano
ritiene che una sofferenza inflitta ingiustamente ad un uomo sia pi grave che se la stessa viene
inflitta ingiustamente ad un cavallo. Perch violentare, sfruttare, imprigionare, torturare un essere
umano viene considerato un fatto esecrabile ed un crimine mentre non lo sono se gli stessi reati
vengono commessi nei riguardi di un vitello? Perch l'uomo si sente legittimato a commettere
azioni delittuose nei confronti di altre creature ma non tollera che siano applicabili su se stesso? E il
fatto di differenziare la gravit dell'offesa a seconda della vittima non forse il piedistallo di ogni
discriminazione e di ogni razzismo?
Non credo sia possibile avere la certezza di dove, quando e perch sia nata nella mente
dell'uomo la concezione antropocentrica della vita. N credo che questa visione sia un fatto
geografico dal momento che tutti, o quasi, i popoli della Terra, anche le popolazioni tribali, in modo
pi o meno marcato manifestano la convinzione di essere superiori agli animali quando li sfruttano
a loro vantaggio. La presunzione di ritenersi superiori a qualcun altro tanto assurda quanto
innaturale e perniciosa, specialmente se questo viene fatto proprio da una religione che dice di
professare l'amore, la carit, la giustizia, n tantomeno da una popolazione civile che non ha alcuna
necessit di sopravvivenza per esprimersi in modo crudele nei riguardi delle altre creature.
Il pensiero antropocentrico si pu dire nasce con l'ominide ed andato gradualmente
sviluppandosi a mano a mano che questo si accorgeva di essere l'animale pi astuto e quindi il pi
forte perch in grado di organizzare imboscate alle sue prede, di armare le proprie mani con il
bastone, di costruirsi rifugi appropriati, di proteggersi il corpo con vestiti. Si sente creatura
privilegiata e siccome con l'uomo nasce anche l'idea di Dio le prime preghiere rivolte alla divinit
(oltre ad invocare la protezione della stessa contro gli elementi naturali e per la buona riuscita della
caccia) furono di lode verso un Creatore cos magnanimo nei riguardi della specie umana. Di
conseguenza si convince che gli animali e la natura fossero fatti da Dio per essere messi a
disposizione dell'uomo, come un'immensa dispensa alla quale attingere a piacimento.
Finch i nostri progenitori restarono nella foresta, e cio fino a circa un milione di anni fa, si
alimentarono secondo la loro natura di animali frugivori. Quando a causa dell'ultima glaciazione
l'uomo dovette spostarsi nella savana, per estrema necessit di sopravvivenza dovette alimentarsi
anche di carne vivendo di sciacallaggio. Poi cap che poteva uccidere direttamente le sue prede
senza aspettare gli avanzi dei felini e si organizz a predatore. In questo modo violent
fortissimamente la sua natura pacifica e con gli animali uccise gradualmente anche la sua
sensibilit, la sua innata repulsione alla violenza e al sangue.
L'uomo non essendo strutturato dalla natura per essere un animale aggressivo e violento
(perch privo di artigli e di denti adatti ad azzannare la preda) ma pacifico come i primati e le
scimmie antropoidi, ha attuato con la necessit di dover uccidere gli animali la pi rovinosa
disarmonia della sua natura. A differenza degli altri animali predatori la cui violenza circoscritta a
specifici episodi (anche perch ogni attacco oltre a richiedere un notevole dispendio di energie
mette in pericolo la stessa vita del predatore) non fu lo stesso per l'uomo che essendo ormai ben
organizzato ed armato continu ad uccidere non pi per necessit ma per il piacere del palato
(specialmente dopo che con la scoperta del fuoco rese gustosa l'orripilante pietanza), seppellendo
nella sua coscienza l'orrore della vista del sangue e dell'agonia della sua vittima. Sarebbe come se
oggi il pacifico Panda per sopravvivere fosse costretto ad uccidere conigli e selvaggina varia: certo

violenterebbe la sua natura e pianpiano si trasformerebbe in un animale aggressivo e violento. Per


non essendo strutturato fisiologicamente a mangiare la carne questo alimento inciderebbe in modo
devastante sulla sua natura. Infatti dal momento in cui i nostri progenitori inserirono la carne nella
loro dieta vi fu un calo a picco della lunghezza media della vita, forse addirittura del 50% per poi
tornare a risalire con la scoperta della coltivazione dei vegetali. L'alimento predominante non fu pi
la carne ma i cereali, il frumento, i tuberi, la frutta: cio l'uomo ritorn in parte ad alimentarsi
secondo la sua natura.
Gli animali pi miti catturati dall'uomo, ormai non pi cacciatore a tempo pieno, furono
rinchiusi in recinti e sfruttati per il loro latte, la loro lana, le loro uova, il lavoro nei campi. La carne
divenne gradualmente un alimento raro perch l'animale era, ovviamente, molto pi utile e
redditizio da vivo.
La carne assunse sempre pi il valore di uno status simbol, dal momento che soltanto i ricchi
potevano permettersi il lusso di rinunciare ad un capo di bestiame e ad i suoi derivati per farne
bistecche. Avendo poi quasi del tutto dimenticato le sue origini di animale frugivoro, l'uomo per
millenni ha continuato ad ambire questo alimento nonostante la incompatibilit biologica con il suo
organismo.
La moderna tecnologia e la vita nelle metropoli hanno poi dato il colpo fatale al
collegamento naturale dell'uomo con la natura. Oggi che la gente nei supermercati acquista la carne
in confezioni ben sigillate difficilmente associa la bistecca all'animale che appositamente stato
ucciso.
Delega altri a farlo perch se dovesse ammazzare con le proprie mani l'animale pochi
sarebbero i mangiatori di carne, non avendo cancellato del tutto dalla coscienza umana l'innaturale
atteggiamento di uccidere un animale che tipico invece dei carnivori.
Quindi quanto pi l'uomo si staccato dalle sue radici naturali per isolarsi nei contesti
urbani, tanto pi ha sviluppato in se stesso il concetto antropocentrico della vita ed il disprezzo per
tutto ci che diverso dall'uomo. Gli animali non sono pi i suoi compagni di viaggio, la natura non
pi la sua casa, ma strumenti da utilizzare e sfruttare a suo vantaggio. Questo concetto trova poi la
sua esatta definizione nella filosofia aristotelica. Aristotele fu il primo a suddividere in classi
gerarchiche la natura collocando al primo posto l'uomo, poi l'animale e quindi la pianta. Aristotele
parlava di anima intellettuale, anima animale e anima vegetale. Bacone pi tardi ritenne opportuno
togliere l'anima vegetale e successivamente Cartesio quella animale. Speriamo che a qualcun altro
non venga in mente di eliminare anche quella umana.
II solco di demarcazione tracciato da Aristotele tra l'uomo ed il resto della creazione nel
corso dei secoli divenne sempre pi ampio specialmente in virt di S. Agostino (pi tardi di S.
Tommaso, quindi Cartesio ed infine lo stesso Kant) che in modo particolare influenz il pensiero
cristiano: ci che sta in basso fatto per ci che sta in alto; ci che diverso dall'uomo impuro ed
imperfetto: dunque disprezzare tutto ci che inferiore all'uomo il modo migliore di servire Dio.
E con lo stesso meccanismo con cui Aristotele considera inferiori gli animali, gli ebrei e i negri,
giustifica l'inferiorit della donna rispetto all'uomo, dello schiavo rispetto al suo padrone. Dopo di
ci l'uomo ha fatto di tutto per potersi distinguere dagli animali, considerandoli la parte reietta della
creazione.
La mentalit antropocentrica la si deve, anche se in parte, attribuire oltre alla cruda legge
della natura che ha inclinato l'essere umano ad emulare gli animali secondo la legge del pi forte,
allo schema piramidale del potere che differenziando su strati sovrapposti le classi dei cittadini

sottomette spontaneamente al vertice quelle sottostanti. Ma tale schema gi la conseguenza logica


di una mentalit antropocentrica che si identifica solo con il vertice non la causa da cui ha avuto
origine.
La diffusione del pensiero antropocentrico nel mondo occidentale va massimamente
attribuito alle tre grandi religioni monoteiste: il cristianesimo, I'ebraismo e I'islamismo. In effetti la
Bibbia, da cui traggono origine le tre religioni, evidenzia in modo ossessionante una visione
maschilista ed antropocentrica. Fin dai primi capitoli abbondano i sacrifici di animali immolati a
Dio il quale dimostra di gradire pi questi che i pacifici doni della terra offerti ad es. da Caino.
Bisogna avere uno stomaco a prova di rigetto per leggere il levitivo: pi che un libro sacro sembra il
manuale del macellaio.
Ma perch questo aspetto quasi maniacale del popolo ebraico contro gli animali considerati
insostituibili capri espiatori di ogni sorta di peccato? Forse Mos nel tentativo di dare a questo
popolo nomade una maggiore dignit umana (in un tempo in cui era consuetudine, specialmente nei
popoli limitrofi, l'incesto ed il sacrificio umano) l'animale assumeva in se quella natura animalesca
dalla quale l'uomo doveva distaccarsi. Nei sacrifici dunque l'uomo uccide la parte peggiore di se
stesso e oltre ad aggraziarsi la divinit si assicura un saporito pasto a base di carne. Purtroppo lo
scopo iniziale non resta pi circoscritto alle esigenze di assurdi contesti storico-sociali.
Le altre grandi religioni, ed in particolare l'Induismo e il Buddismo, in virt soprattutto dei
testi vedici a cui fanno riferimento, non hanno avuto un'impronta cos antropocentrica come le tre
religioni monoteiste. Infatti nell'Induismo e nel Buddismo pressante l'invito a rispettare gli
animali, condizione essenziale per meritare la salvezza e le vette della spiritualit. I testi induisti e
buddisti ricordano l'identit dell'intima essenza della nostra natura con quella dell'animale. E se oggi
gran parte della popolazione di queste religioni si allontanata dalla visione della fratellanza
universale per aprirsi a quella antropocentrica dovuto principalmente agli influssi del pensiero
occidentale che con la sua tecnologia e la sua scienza ha determinato il distacco mentale, fisico e
morale dell'uomo dalla sua famiglia d'origine.
La scienza ha per inflitto alla cultura antropocentrica due grandi umiliazioni: quella
cosmologica di Copernico, per cui la Terra non al centro dell'universo, e quella biologica di
Darwin che stabilisce la parentela dell'uomo con la scimmia.
Ma perch tuttora persiste in modo cos inappellabile l'atteggiamento antropocentrico della
Chiesa cattolica da rifiutare a priori qualunque apertura morale che sposta i confini del rispetto
dall'uomo agli altri esseri viventi? Probabilmente perch in una religione in cui Dio volge il suo
sguardo compiaciuto solo all'uomo al quale sottomette tutte le altre creature e promette la salvezza e
il paradiso senza dover rinunciare ad uno dei piaceri fondamentali della vita, quello del mangiar
carne, cattura un maggior numero di seguaci.
Quanto maggiori sono le promesse e minori i sacrifici richiesti tanto pi adepti si trovano
disposti a seguire una dottrina. Daltronde nel tempo lo scopo della Chiesa non stato tanto quello di
rendere l'uomo migliore quanto quello di perpetuare se stessa. Ma anche perch la Chiesa non ha
mai disprezzato il sostegno economico dei vari centri di potere.
Dal teocentrismo, base dell'antropocentrismo, si passati all'egocentrismo, cio
all'assolutizzazione dell'io che viene posto al centro di ogni cosa e per il quale tutto si disposti a
sacrificare. L'antropocentrismo, sinonimo di specismo, diviene di conseguenza la matrice di ogni
mentalit razzista. E mentre la scienza e la tecnologia avanzano in modo strepitoso e preoccupante

nessuno dei "dotti" si sogna di far avanzare allo stesso modo la sfera morale, come se questa avesse
gi raggiunto il suo culmine finale.
Perch l'uomo si sente superiore all'animale? Per tre motivi fondamentali: 1) perch ha
ucciso il rimorso nella sua coscienza e non in grado di percepire che il dolore delle sole persone
che ama; 2) perch ritiene l'animale privo di un'anima, anche se nessuno in grado di dimostrare il
contrario ne che questa possa essere di natura differente dalla nostra. E se si vuole far riferimento
alla Creazione secondo la Bibbia, Dio soffi nelle narici solo dell'uomo, non della donna, per
dotarlo non di anima ma di spirito vivente: motivo di grandi controversie per cui ancora nel
Medioevo si discuteva se la donna avesse o no un'anima; 3) gli animali non avendo l'intelligenza
umana sono creature inferiori, di poco conto, quindi l'uomo ne pu fare ci che vuole, anche perch
cos ha stabilito Dio per mezzo dei Profeti che altri hanno sentito parlare.
Ma se l'intelligenza quella che d all'uomo prerogative di superiorit come si concilia con
le persone handicappate, le comatose e tutti coloro che non sono in grado di intendere e volere? Lo
stesso Leonardo o Einstein all'et di un anno non avevano pensieri pi sublimi di quelli di un cane.
Se la nostra intelligenza superiore a quella di un animale non si pu negare loro questa capacit,
come non si nega all'anatra la capacit di volare solo perch il gabbiano vola meglio. Essere umano
non significa affatto avere attitudini a comportarsi come tale, non condizione assiomatica.
L'illusione che esistano differenze sostanziali tra gli umani e gli animali viene mantenuta per
il timore che le somiglianze creino l'obbligo civile, morale e legale di accordare loro dei diritti e
quindi di dover rinunciare ai molti benefici derivanti dal loro sfruttamento, cos come successo per
la schiavit umana. Quando si ammetter che la differenza solo quantitativa non avremo pi
alcuna giustificazione ad adottare criteri differenti nell'affrontare gli stessi problemi.
A dire di Egesippo, S. Agostino ed altri i primi cristiani erano vegetariani. Infatti sarebbe
difficile immaginare il figlio di Dio uccidere un povero agnellino per divorarne il cadavere. Dopo
che Costantino entr a pieno titolo nella gestione politica della religione cristiana fu bandito il
precetto del non mangiare carne e nel Concilio di Ankara (325) si disse che il non voler mangiare
carne era un oltraggio al Creatore che ci aveva dato gli animali per mangiarli. Successivamente con
la caccia spietata contro il vescovo Priscilliano (345-385) giustiziato insieme ai suoi seguaci, la
Chiesa pone fine agli sforzi di conservare il vegetarismo nel seno della cristianit. Pi tardi la stessa
sorte tocc alla setta dei Catari (1052) sterminati soprattutto perch vegetariani: anche in punto di
morte si rifiutavano di uccidere un pollo. Infine il 14 Canone del Concilio di Braga (561)
introdusse l'obbligo per il clero di nutrirsi di carne pena la scomunica e la destituzione per sospetto
di eresia.
L 'ossessione a spingere la gente a mangiare la carne fa supporre che in quel periodo i
cristiani fossero inclini a rifiutare questa attitudine e infatti S. Girolamo scrive: "Noi capi cristiani
ci asteniamo dal mangiare carne per purezza e misericordia. Mangiare la carne innaturale e
impuro", ma che la Chiesa voleva abolire ad ogni costo. La stessa affermazione di S. Paolo, lascia
supporre che in quel periodo, il non mangiar carne era un fatto tutt'altro che marginale: "Colui che
mangia di tutto non giudichi colui che non mangia di tutto. Se un cibo scandalizza mio fratello io
non manger mai pi la carne per non scandalizzare mio fratello".
Stando ai 4 testi canonici Cristo in molte circostanze ha evidenziato una mentalit tipicamente
antropocentrica: vedi l'episodio dei porci e la pesca miracolosa, dell'albero del fico senza frutti ecc.
Stando invece ai testi non ufficiali, (furono scritti ben 49 vangeli sulla vita di Cristo) questi
era sicuramente vegetariano. Ci deriva oltre che ai vangeli apocrifi, dagli scritti della chiesa

primitiva, dal Vangelo della Pace, dal Vangelo degli Esseni, dagli scritti di Qumran. In ogni caso,
istituendo l'Eucaristia con il pane e il vino Cristo pone indiscutibilmente fine ai sacrifici cruenti.

CONTRADDIZIONI BIBLICHE
E PROBLEMA ANIMALI
Quando si parla di rispetto per gli animali coloro che cercano di giustificare il loro diritto a
mangiare la carne trovano nella Bibbia il supporto alle loro convinzioni sancite da Dio.
I biocentristi vedono la Bibbia un documento non solo incongruente ma la causa stessa della
concezione antropocentrica che autorizza l'uomo ad uccidere gli animali e a violentare la natura.
In molti punti della Bibbia, per bocca dei profeti, emerge un Dio non solo impietoso verso la
condizione degli animali (che mai considera come esseri senzienti dotati di entit specifiche ed in
grado di soffrire come l'uomo) ma un Dio assetato di olocausti per l'espiazione dei peccati umani
che inclina inevitabilmente l'uomo al disprezzo del diverso e all'incapacit di condividere l'altrui
sofferenza. Oltremodo dannoso per la coscienza umana sono i molti comandi, dai profeti attribuiti a
Dio, a sterminare intere popolazioni per estirpare con esse il male che rappresentano.
Leggendo la Bibbia emergono spontanee le seguenti domande:
- la religione deve o no essere conforme alla morale universale? cio deve servire o no a
rendere l'uomo migliore nell'armonica convivenza con il creato?
- tutto ci che nella Bibbia risponde o no alla vera volont di Dio? tutto ci che dai profeti
viene attribuito a Dio realmente la sua parola? E se alcune parti sono state omese o
arbitrariamente aggiunte quali sono quelle autentiche?
- Dio o no il padre buono, giusto e misericordioso di Ges Cristo il quale si lascia
crocefiggere senza reagire, pur avendo il potere di farlo, nel supremo rifiuto di ogni violenza?
- il Dio di Giacobbe, Samuele, Davide, lo stesso Dio di Ges Cristo?
Vi sono nel Vecchio testamento molte incongruenze non solo di ordine cronologico e
geografico ma sui valori essenziali di ordine morale e spirituale che fanno sorgere dei dubbi sulla
vericidit delle dichiarazioni da alcuni profeti attribuite a Dio. Ne citiamo soltanto alcune.
- I pi antichi capitoli della Bibbia risultano scritti intorno all'ottavo sec. a.C. Pu essere
veritiera la descrizione di fatti e personaggi avvenuta millenni prima e tramandata per via orale?
- come possono essere attribuiti a Mos libri che riportano cose avvenute molto tempo dopo
di lui? Dice di aver scritto al di l del Giordano mentre egli non lo ha mai attraversato;
- come mai l'Esodo dice che gli Ebrei rimasero 400 anni in Egitto, mentre facendo il conto
preciso risultano soltanto 205 anni?;
- in che modo il Faraone pot inseguire gli Ebrei con tutta la cavalleria dal momento che con
la 5 piaga d'Egitto, Dio aveva fatto morire tutti i cavalli e tutte le bestie?;
- in DT 14,7 la Legge vieta di mangiare la lepre "perch rumina e non ha il piede fesso"
mentre le lepri hanno il piede fesso e non ruminano. Dio forse ignorante in zoologia?;

- dov' la terra promessa pi volte sotto giuramento da Dio ad Israele, dove scorre latte e
miele, mentre questo popolo quasi sempre schiavo dei Fenici, dei Babilonesi, dei Persiani, dei
Siriani, dei Romani ed tutt'oggi disperso in tutto il mondo?
Riguardo agli innumerevoli olocausti richiesti e graditi da Dio, vedi ad es. Gen 4,4: "...il
Signore grad Abele e la sua offerta", oppure Is 56,7: "I loro olocausti ed i loro sacrifci saliranno
graditi sul mio altare" ecc. non vi forse incongruenza con quanto espresso in Gr 7,22.23 dove si
afferma che "In verit non parlai mai, n diedi comandi sull'olocausto e sul sacrifcio ai vostri
padri quando li feci uscire dal paese d'Egitto"? E in Sal 51,18 troviamo ancora: "poich non
gradisci il sacrifcio e se offro olocausti non li accetti".
Quando Dio ordina lo sterminio di intere popolazioni, come per es. in Dt 13,16: "Dovrai
passare a fil di spada gli abitanti di quella citt, la voterai allo sterminio con quanto
contiene..."oppure in Sa 15,3: "fa dunque, colpisci Amelek e vota allo sterminio quanto gli
appartiene, non lasciarti prendere da compassione per lui, ma uccidi uomini e donne, bambini e
lattanti, buoi e pecore, cammelli e asini". E ancora in Es 9,5: "Il vostro occhio non perdoni, non
abbiate misericordia; vecchi, giovani, ragazze, bambini e donne, ammazzate fino allo sterminio...
riempite di cadaveri i cortili del tempio" ecc. ecc. non forse lecito dubitare che Questi sia lo stesso
Dio buono e misericordioso riportato in Sal I 36,25 in cui si legge: "Egli d il cibo ad ogni vivente
perch eterna la sua misericordia" e ancora: "Buono il Signore verso tutti, la sua tenerezza si
espande su tutte le creature?":
- se Dio vuole eliminare dalla faccia della Terra qualcuno perch non scatena gli elementi
naturali, come in Sam 24,16 invece di rendere un uomo complice di omicidio?;
- perch Dio preferisce alle pacifiche offerte dei frutti della terra di Caino il sacrificio
cruento di animali da parte di Abele al punto da scatenare la gelosia di Caino e l'uccisione del
fratello? Gen 4,3;
- come possibile che Dio autorizzi No ad uccidere gli animali per farne cibo se
contestualmente stabilisce con gli stessi la sua eterna alleanza? Gen 9,9;
- come si pu conciliare il comando "Non ammazzare" dato da Dio sul monte Sinai a Mos
mentre questi fa sterminare 3.000 uomini per aver costruito il vitello d'oro? Gen 32,28;
- come pu un Dio giusto ed equanime non condannare la schiavit ma anzi autorizzare un
genitore a vendere la propria figlia come schiava? Gen 21,7;
- dov' la giustizia di Dio quando predilige un popolo ad un altro, al punto da spingere l'uno
ad invadere l'altro, a sterminare ogni essere vivente e ad impossessarsi delle loro terre?;
- come pu Dio benedire le figlie di Lot che ubriacando il padre per unirsi a lui per due notti,
Gen 19,33 mentre il peccato di incesto viene dalle leggi di Mos punito con la morte? Lev 18,6:
"Nessuno si accoster ad una sua consanguinea per avere rapporti con lei" e ancora in Dt 27,22:
"Maledetto chi si unisce con la propria sorella, figlia di suo padre, o figlia di sua madre";
- come pu Giacobbe essere considerato uomo di Dio se costringe suo fratello che sta
morendo di fame a cedergli la primogenitura per un piatto di lenticchie, se poi inganna il suo
vecchio padre in punto di morte e dopo ancora inganna suo suocero Labano? E inoltre sposa due
sorelle e va a letto con tutte le serve. Come pu Dio benedire questi inganni e queste incontinenze
se contestualmente con la legge di Mos li considera peccati punibi li con la morte?;

- pu essere considerato profeta di Dio Samuele che fa a pezzi il re Agag prigioniero di


Saul? o forse gli uomini di Dio erano esentati dal comando "Non ammazzare?";
- forse, profeta di Dio Eliseo che fa divorare 40 bambini dagli orsi perch lo avevano
chiamato testa pelata?;
- si fa risalire a Davide addirittura la discendenza del Figlio di Dio. Ma Davide saccheggia
tutto ci che trova, tra gli altri un ricco di nome Nabal e ne sposa la moglie. Mette a ferro e fuoco
interi villaggi del re Achis suo benefattore e sgozza uomini, donne e bambini affinch non restino
testimoni. E' questi un uomo di Dio?;
- cinque re amorrei tentano di opporsi alle razzie di Giosu ma vengono sconfitti e ne fa una
carneficina. E come se non bastasse il Signore fa piovere una gran pioggia di pietre sui fuggiaschi
(Gs 10,12) e per impedire che qualcuno scampi al massacro Dio acconsente di fermare il sole.
Giosu vota allo sterminio molte citt, secondo quanto comandato dal Signore, passando a fil di
spada ogni essere vivente, senza lasciare alcun superstite (Gs 10,28). Stermin 31 re ai quali usurp
gli stati, sempre per volont di Dio. E' questi il Dio della misericordia e della giustizia?;
- perch Ges si esprime in modo antitetico con quanto richiesto da Dio (Dt 20,19) quando
fa seccare un albero di fico perch non vi trova frutti in inverno?;
- come giustificare le azioni di Salomone che pur avendo 700 mogli e 300 concubine
assassina il proprio fratello Adonia che gliene chiede una? Come conciliare questo con il comando
"non ammazzare" e con quello "non desiderare la donna d'altri" sugellato anche in Lv 20,10: "Se
uno commette adulterio con la moglie del prossimo, l'adultero e l'adultera dovranno essere messi a
morte"?
- se un essere umano biasimato quando pur essendo buono dimostra a volte di essere
crudele, perch questo non dovrebbe essere valido anche nei confronti di Dio? Perch l'uomo
dovrebbe credere che Dio sia soltanto buono mentre dimostra di essere anche crudele? L'uomo non
deve forse nel suo comportamento imitare Dio? Perch la crudelt di Dio sempre giustificabile
mentre quella dell'uomo sempre condannabile?
Molte altre incongruenze bibliche vengono inoltre dal rapporto uomo-animale: Infatti,
mentre da una parte gli animali vengono considerati alla stregua di oggetti al servizio dell'uomo,
dall'altro emerge parallela una considerazione degli stessi da mettere in discussione la visione
antropocentrica. Si riportano le tracce pi significative:
- dopo che Dio in Gen 1,26.28 dice "Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza", in
Gen 2,18.19 dice: "Non bene che l'uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia SIMILE.
Allora il Signore Dio plasm dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e le condusse all'uomo per
vedere come le avrebbe chiamate". Quindi l'animale simile all'uomo come l'uomo ad immagine
di Dio; quindi anche l'animale ad immagine di Dio;
- in Gen 1,29.30 troviamo il comando di Dio ad essere vegetariani: "Ecco, io vi do ogni erba
che produce seme e ogni albero da cui frutto saranno il vostro cibo, mentre agli animali d la
verde erba dei campi";
- all'uscita dall' Arca in Gen 9,9.17 Dio stabilisce la sua alleanza con No, la sua gente e tutti
gli animali sopravvissuti: "...Ecco io stabilisco la mia alleanza con voi e con tutti gli animali che

sono usciti dall'Arca". Come pu un padre sancire un patto d'amore con i propri figli autorizzando il
pi forte a massacrare il pi debole?;
- in Lev 24, 18 Dio, come per l'uccisione di un uomo, infligge la medesima condanna a colui
che uccide un animale: "Chi percuote a morte un capo di bestiame sia messo a morte". In questo il
Signore d alla vita dell'animale l'identico valore della vita dell'uomo; a conferma di ci troviamo
che in Eccle 3,18.21 non solo la vita degli uomini viene accomunata a quella degli'animali: "La
sorte degli uomini e quella degli animali la stessa, C' un solo soffio vitale per tutti", ma viene poi
annullata la presunta superiorit umana: "Non esiste superiorit dell'uomo rispetto alle bestie
perch tutto vanit";
- in Es 23,12 Dio si preoccupa della stanchezza degli animali: "Per sei giorni farai i tuoi
lavori ma nel settimo giorno farai riposo, perch possano godere quiete il tuo bue, il tuo asino e
ognuna delle tue bestie";
- in Dt 20,19 emerge, sorprendentemente, l'immagine di un Dio compassionevole anche
verso le piante: "Quando cingerai d'assedio una citt, non ne distruggerai gli alberi colpendoli con
la scure. L'albero della campagna forse un uomo per essere coinvolto nell'assedio?" e in;
- Ger 32,27 aggiunge: "Ecco, io sono il Signore di ogni essere vivente";
- in Gb 12,7.10 troviamo la conferma che gli animali al pari dell'uomo sono dotati di anima:
"...Egli ha in mano I'anima di ogni vivente e il soffio di ogni carne umana". E ancora in;
- Sap II, 23.26 troviamo la conferma che non solo negli animali ma in ogni essere vivente
presente lo spirito INCORRUTTIBILE di Dio: "poich il tuo apirito incorruttibile in tutte le
cose";
- in Gb 40,15.29 viene rimarcata l'identica azione creativa dell'uomo e dell'animale: "Ecco
l'ippopotamo che io ho creato al pari di te, mangia l'erba come il bue";
- in Pr 23,20 il Signore considera i mangiatori di carne persone da non imitare: "Non essere
tra quelli che s'inebriano di vino, n tra coloro che sono ghiotti di carne";
- a sugello del compito dell'uomo a tutelare e proteggere le altre creature, troviamo in Sap
8,13-9,2.3: "Con la tua sapienza hai formato l'uomo perch governi sulle creature fatte da te e
governi il mondo con SANTITA' e GIUSTIZIA". E a conferma dell'amore di Dio per ogni creatura
in;
- Sap II, 23.26 troviamo: "poich tu ami tutte le cose esistenti e nulla disprezzi di quanto hai
creato";
- ed in Sir 18,12 troviamo la testimonianza di Dio tutt'altro che indifferente alla sorte degli
animali: "La misericordia dell'uomo riguarda il prossimo, la misericordia del Signore ogni essere
vivente";
- in Ger 12,4 c' l'accorato lamento del profeta che vede soffrire gli animali e le piante a
causa dell'uomo: "Fino a quando sar in lutto la terra e seccher tutta l'erba dei campi? Per la
malvagit dei suoi abitanti le fiere e gli uccelli periscono".

Quindi nonostante non vi sia un invito specifico a rispettare e ad amare gli animali come
entit individuali, aventi coscienza propria, vi nella Bibbia non solo una continua correlazione tra
questi e gli esseri umani ma molto spesso Dio si serve degli animali per indicare all'uomo le virt
che deve possedere.
La visione tipicamente antropocentrica della Bibbia probabilmente dovuta alla condizione
civile e spirituale della popolazione ebraica ancora fedifraga, idolatra, malvagia, fratricidia,
incestuosa e quindi non ancora pronta ad aprirsi al rispetto e all'amore anche verso gli animali.
Se si potesse fare una comparazione tra gli effetti positivi e quelli negativi del V.T. sulla
coscienza umana e sul contesto storico-sociale, probabilmente la bilancia penderebbe
inesorabilmente dalla parte negativa. Ma nonostante gli effetti negativi delI'antropocentrismo
biblico sulla cultura ebraica e mussulmana, negli ultimi tempi anche in questi paesi vanno
emergendo movimenti in difesa degli animali, secondo una visione pi civile e pi conforme alla
cultura dell'amore universale. La perniciosa concezione antropocentrica dovr presto o tardi
piegarsi all'inarrestabile corso evolutivo della coscienza umana.
Per concludere. Dal momento che la legge di Mos "Occhio per occhio e dente per dente"
in antitesi con la legge di Ges "Porgi l'altra guancia" l'Antico Testamento deve essere considerato
superato in toto o solo in alcune parti? E quali? Un uomo nel giusto o nell'errore quando per
giustificare il suo diritto a mangiare carne cita Gen 9,3 in cui scritto: "Quanto si muove e ha vita vi
servir di cibo " mentre Mos stesso fa poi un elenco degli animali che possono essere mangiati? E
se quel comando viene considerato valido perch non lo sono anche i seguenti? "Non ti farai idolo
n immagine alcuna di quanto lass nel cielo" Es 20,4; oppure "Chi far un lavoro di sabato sar
messo a morte" Es 31,16 ecc. ecc.?
Dunque la chiesa cattolica non attinge a tutti gli insegnamenti dei Profeti. Molti aspetti del
V.T. vengono considerati superati dalla legge evangelica. Ma quali?
Infine, le molte incongruenze presenti nella Bibbia, che fanno emergere un Dio buono e
crudele nello stesso tempo (sia con gli uomini che con gli animali) inducono a dubitare non solo
della autenticit dei precetti dai profeti attribuiti a Dio ma che il Dio del V.T. sia il Padre di ges
Cristo. Pertanto, nella ricerca della vera legge della vita non conviene far riferimento al V.T. oppure
prendere solo ci che in esso risulta conforme alla morale universale.
Nel Nuovo Testamento vi sono ottimi motivi per ritenere, a differenza della convinzione
comune, che Cristo fosse vegetariano, per i seguenti motivi: in Mt 5,17.19 Cristo afferma di essere
venuto a dare compimento alla Legge. Quindi Cristo, nuovo Adamo, non poteva non essere
conforme al comando di Gen 1,29 ed essere vegetariano. Se si esclude l'episodio riportato
dall'Evangelista Luca nel cap. 24,43 in cui Cristo dopo la resurrezione mangia del pesce per
dimostrare ai presenti di essere vivo (tra l'altro Luca scrive il Vangelo su insegnamento di S. Paolo
il quale non era presente all'evento) in nessuna circostanza Ges mangia o autorizza altri a mangiare
la carne. D'altronde come potrebbe il figlio di Dio, simbolo d'amore, di mitezza e di misericordia
essere indifferente alla morte violenta di un animale ucciso per il piacere della sua gola? ed in
umanit e sensibilit farsi superare da molti esseri umani del suo tempo e non solo che considerano
il mangiare carne un atto crudele?
Come mai vi dicotomia tra i vangeli canonici e quelli considerati apocrifi? Nei primi
emerge un atteggiamento di Cristo tipicamente antropocentrico, nei secondi un essere estremamente
sensibile ed attento alla sofferenza degli animali.

Considerando che originariamente furono scritti ben 49 Vangeli, quali tra questi riportano il
vero pensiero di Cristo? Perch solo nei Vangeli apocrifi e nei testi non ufficiali, Cristo tenero e
compassionevole verso gli animali? Ma anche se questi non fossero nel vero, a beneficio della
sensibilit umana, della coscienza morale e della stessa tutela della creazione, non sarebbe pi
opportuno (perch pi edificanti, pi conformi alla legge della Vita e dell'amore universale) aderire
ai Vangeli apocrifi piuttosto che a quelli canonici? E ancora: Quando due concili si anatemizzano
l'un l'altro, come avvenuto per ben venti volte, qual' quello a cui il credente deve far riferimento
con fede?
Di fronte all'impossibilit di conoscere la verit, all'uomo non resta che la voce della sua
coscienza, la luce della sua intelligenza, il suo buon senso, la consapevolezza che Dio non pu che
essere Amore (altrimenti non avrebbe dato alle cose la possibilit di esistere, dal momento che
queste non tornano a vantaggio del Creatore) considerando anche il fatto che i testi biblici nel tempo
sono stati trascritti e tradotti migliaia di volte e che l'uomo troppo spesso, per i suoi interessi, si
servito delle cose di Dio piuttosto che servire Dio.
A conferma di quanto scritto trovo in Ap 4,7 che gli animali, nel giorno del Giudizio non
solo sono presenti in Paradiso ma sono da Dio posti ai vertici della gloria.

IL VEGETARISMO ALLE ORIGINI DEL CRISTIANESIMO


La visione antropocentrica della dottrina cattolica, che ritiene l'uomo al centro della
creazione con l'assurdo diritto di disporre della vita di ogni altro essere vivente, ha di fatto
legittimato la violenza sugli animali e aperto le porte dei mattatoi dove ogni giorno,
nell'assuefazione di tutti, si consuma, sistematicamente, un olocausto di proporzioni apocalittiche.
Secondo l'insegnamento cattolico Cristo (a differenza di altri grandi Iniziati delle religioni
del mondo) non ha mai chiesto amore e rispetto anche per gli animali. Ma, diversamente da quanto
tramandato ufficialmente dalla chiesa cattolica, dalle testimonianze dei cronisti della prima
tradizione cristiana del calibro di S. Girolamo, S. Benedetto, Tertulliano, Eusebio, Plinio, Papas,
Cipriano, Pantaneo ecc. emerge una filosofia sconosciuta e per certi versi rivoluzionaria: non solo
Cristo e gli Apostoli insegnavano la misericordia ed il rispetto per ogni creatura di Dio ma nel
supremo rifiuto di ogni violenza erano di conseguenza vegetariani. Fatto non insolito se si considera
che in quel tempo molte sette religiose seguivano questo precetto, come gli Ebioniti, i Nazorei, i
Terapeuti, gli Gnostici, i Montanisti ed altri.
Ed in effetti non sorge dal nulla il precetto vegetariano delle confessioni cristiane pi
recenti, come la Chiesa Avventista del 7 giorno, i Metodisti, i Trappisti, i Benedettini, il
Movimento Gnostico Universale Cristiano, i Rosacroce, la maggioranza dei monaci francesi ed
altri.
La stessa vita di quasi tutti i santi dimostra inequivocabilmente l'importanza della
compassione universale.
Eusebio afferma che Giacomo rifiutava di mangiare carne di animali e che l'apostolo Matteo
si nutrisse solo di semi, noci e vegetali. Anche Clemente di Alessandria, uno dei pi influenti
pensatori della prima chiesa cristiana e Tertulliano erano ferventi sostenitori dell'alimentazione
incruenta.
Nel Clementine Homilis, uno dei pi antichi testi cristiani basato sulla predicazione di S.
Pietro, troviamo l'apostolo affermare: "Il consumo innaturale di carne contaminante quanto la
pagana adorazione dei demoni".
E inoltre. Secondo lo storico Edgar Goospeed esistito un tempo un "Atto Tommaso" a cui
facevano riferimento le prime sette cristiane in cui si afferma che l'apostolo si asteneva dal
mangiare la carne. Gli atti 24:5 parlano di S. Paolo come di un membro della setta dei Nazorei per i
quali, come per gli Esseni, essere vegetariani era condizione essenziale. Pi severi sono i moniti
riportati nell'aramaico "Vangelo della vita Perfetta": in cui vi una chiara condanna della violenza
verso gli animali: "Maledetti siano i cacciatori perch saranno a loro volta cacciati". Nel Vangelo
dei 12 Apostoli dalla considerazione della gente emerge una figura di Cristo tenera e
compassionevole: "Ecco che quest'uomo ha cura di tutte le creature. Esse sono dunque suoi fratelli
e sorelle. Perch Egli le ama tanto?".
Poi la cristianit gradualmente si allontan dalle sue origini vegetariane e l'astinenza dal
mangiare carne fu ridotta al solo giorno di venerd, per essere ulteriormente ridotta con il Concilio
Vaticano II al solo giorno di venerd santo. Ma gli scritti originali dell'antica chiesa indicano
chiaramente che il consumo di carne non era permesso sino al 4 secolo d.C. cio fino a quando
l'imperatore Costantino dett le sue regole eliminando i precetti pi austeri e pi visibili in
pubblico, come appunto quello del non mangiar carne, al cui piacere i romani non volevano
rinunciare.

Al Concilio di Nicea del 325 d.C. i sacerdoti e politici alterarono radicalmente i documenti
cristiani originali con omissioni ed interpolazioni per renderli accettabili a Costantino che a quei
tempi si opponeva ferocemente alle sacre scritture. Lo scopo era quello di fare accettare la religione
cristiana come culto ufficiale dell'impero romano. Fu nominata una commissione di correttori per
eliminare, con accurata dovizia, nell'interesse dell'ortodossia, tutti quei principi che non ritenevano
di seguire, compreso quello del mangiare carne e del bere bevande forti.
Ma "qualcuno" scampa sempre al massacro e alcuni testi originali sono arrivati sino a noi,
tra questi anche le Pergamene del Mar Morto scoperte nel 194 7, chiaramente a favore del
vegetarismo.
Ma c' anche il problema delle cattive traduzioni e dell'esatta interpretazione letterale dei
testi antichi. Per esempio, il tanto richiamato miracolo dei pesci e dei pani: sembra che in realt i
pesci fossero una sorta di polpette, un cibo diffuso ancora oggi, fatto con una pianta marina
conosciuta come la pianta del pesce, pi probabile da conservarsi nella cesta fino al tramonto,
piuttosto che il pesce crudo. Infatti nei primi manoscritti del Vangelo si fa riferimento al pesce solo
dal IV secolo in poi, prima di tale periodo per il miracolo si parla di pane e frutta.
Un altro aspetto riguarda l'agnello pasquale. Cristo istituendo l'Eucarestia con il pane e il
vino si sostitu all'agnello proprio per far cessare la sanguinaria tradizione pagana. A conferma di
ci S. Girolamo scrive: "Dopo che Cristo venuto non pi consentito mangiare la carne!'. E
Porfirio, considerato da S. Agostino il pi grande dei filosofi, ribadisce: "Ges ci ha portato il cibo
divino, il cibo carneo nutrimento per i demoni". Anche Giovanni e Paolo affermano che Ges ha
sostituito il cibo cruento con quello incruento.
Quindi da un'accurata traduzione dei testi originali e dagli insegnamenti degli apostoli si
evidenzia il fatto che i primi cristiani non solo praticavano il vegetarismo ma che il carattere
misericordioso di Ges era perfettamente conforme ai princpi di non violenza universale delle sette
religiose pi spirituali del suo tempo.
Novit interessanti circa la vita di Ges vengono dalle Pergamene del Mar Molio in cui si
legge che l'Angelo disse a Maria: "Tu non mangerai carne n berrai bevande forti perch il
Bambino sar consacrato a Dio dal ventre di sua madre".
Negli stessi testi troviamo poi Ges che predica il rispetto per tutte le creature: "Siate
rispettosi e compassionevoli, non solo verso i vostri simili ma verso tutte le creature poste sotto la
vostra tutela". E ancora: "Sono venuto per porre fine ai sacrifici e ai banchetti di sangue e se non
smetterete di offrire e di mangiare carne l'ira divina non si allontaner da voi", Ges rimproverava
aspramente i pescatori: "Forse che i pesci vengono a voi a chiedere la terra e i suoi cibi? Lasciate
le reti e seguitemi, far di voi pescatori di anime". Ed infine Ges condanna duramente anche i
cacciatori avvisandoli che saranno ripagati con la stessa ferocia.
Questa dicotomia, tra il pensiero di Cristo tramandato dalla chiesa cattolica e l'insegnamento
di Ges che emerge dai documenti non ufficiali (ma che stranamente coincidono nel sentimento
dell'amore da estendere dall'uomo agli animali) porta a due ipotesi:
a) a Cristo interessava solo la condizione umana e non quella, spesso assai peggiore, degli
altri esseri viventi condannati dalla violenza umana ad un olocausto senza fine dal peccato originale
commesso dall'uomo.

Ma questo oltre ad essere ingiusto e spiritualmente limitato sarebbe in contraddizione con lo


stesso S. Paolo che afferma che tutta la creazione stata redenta dal sangue di Cristo e inoltre
mangiare la carne significherebbe accettare la condizione di decadenza dell'uomo, mentre Cristo,
nuovo Adamo, venuto per ricondurre l'uomo alla dimensione perduta, al piano originale del Padre,
non poteva non essere vegetariano, come furono le prime 10 generazioni da Adamo a No secondo
il comando di Genesi 1,29: "Ecco io vi d ogni erba che produce seme ed ogni albero in cui frutto
saranno il vostro cibo... ".
Indicativo al tal proposito il pensiero di Ges in molte circostanze: "A causa della durezza
dei vostri cuori, ma in principio non fu cos".
Se S. Girolamo e gli altri cronisti non hanno mentito (che motivo avrebbero avuto?) Cristo
era misericordioso verso gli animali, altrimenti S. Francesco e molti altri santi avrebbero dimostrato
maggiore comprensione e amore verso le creature di Dio che non lo stesso Figlio del Creatore;
b) la seconda ipotesi quella per cui i testi sacri sono stati alterati come afferma lo stesso S.
Girolamo il quale dice che il permesso dato a No di mangiare carne un'interpolazione dei testi
sacri aggiunta tardivamente in un periodo di basso profilo spirituale, che coincide con il gi citato
concilio di Nicea.
Se vera, come credo sia vera, la seconda ipotesi, coloro che hanno alterato i testi sacri, o
non hanno fatto nulla, in tempi successivi per ricostruire l'autentico insegnamento di Cristo, non
solo hanno vanificato in parte il Suo sacrificio ma si sono macchiati del pi grande peccato contro
la verit a danno della creazione e della coscienza umana disumanizzata dall'abitudine e dal
disprezzo della vita e della sofferenza non umana. Di tutto questo i responsabili sicuramente un
giorno dovranno dar conto a Dio.
Ma se Cristo fosse stato indifferente al dolore degli animali e di conseguenza mangiatore di
carne allora mi sento autorizzato a dubitare che fosse il Figlio di Dio, della bont e della
misericordia, dal momento che altri grandi Iniziati, pur non essendo di origine divina, hanno
dimostrato amore e compassione oltre che per gli uomini anche per gli animali.

IL VEGETARISMO NELLE RELIGIONI DEL MONDO


Pi si percorre all'indietro la storia delle religioni e maggiore il rispetto e la compassione
manifestata per ogni essere vivente. Questo sentimento d'amore universale, questa ricchezza morale
e spirituale andata gradualmente affievolendosi, specialmente nei paesi occidentali, a causa della
filosofia aristotelica, agostiniana, d'aquiniana, cartesiana ecc. i cui principi antropocentrici se da una
parte hanno posto l'uomo al centro della creazione dall'altra lo hanno staccato dalle sue origini
naturali causando un progressivo disprezzo per tutto ci che era ed dissimile all'uomo.

EBRAISMO
Anche se gli ebrei hanno versato pi sangue di animali (a scopo alimentare e sacrificale) di
qualsiasi altra razza umana (solo Salomone per la sua investitura fece immolare ben 120.000 pecore
e 22.000 buoi), le regole relative all'alimentazione riguardano esclusivamente gli alimenti a base di
carne. Gli animali consentiti devono essere erbivori e devono avere lo zoccolo fesso. Non lecito
mangiare la carne con il sangue (anche se questo sembra impossibile dal momento che se si pu
drenare il sangue dalle arterie non possibile eliminarlo dai capillari).
Tra i vari richiami alla compassione verso gli animali vale ricordare: "Non essere tra quelli
che s'inebriano di vino n tra coloro che sono ghiotti di carne" Pr, 23.30. "Fino a quando sar in
lutto la terra e seccher tutta l'erba dei campi? Per la malvagit dei suoi abitanti le fiere e gli
uccelli periscono" Ger, 12.4. A questo c' da aggiungere che in molte circostanze Dio si serve degli
animali per attuare i suoi programmi di salvezza: I'asina di Balaam, la colomba dell'Arca, il cane di
Tobia, la balena di Giona, i leoni di Daniele ecc.
Ma anche se questo aspetto della Legge sia stato ampiamente disatteso dalla dottrina
ufficiale, la popolazione israelita ha la pi alta percentuale di vegetariani nel mondo, con
l'eccezione dell'India. Anche oggi alcuni noti rabbini ed alcuni premi Nobel della cultura ebraica
(come Isac B. Singer e Shuel Y. Agnon) sono convinti assertori dell'alimentazione vegetariana.

ISLAM
Nota la compassione di Maometto verso la condizione degli animali; significativo
l'episodio in cui prefer tagliarsi un lembo del mantello, piuttosto che svegliare un gatto, sul quale si
era addormentato. Il profeta viet l'uso di uccelli per il tiro al bersaglio. Vedendo alcune persone
che tiravano frecce ad un montone ne fu disgustato e disse: "Non usate violenza agli animali
selvatici".
In quel tempo in cui l'incesto tra madre e figlio era consuetudine e la gente usava tagliare
carne da animali vivi, come la gobba e la coda ai cammelli, anche se il profeta preferiva cibi
vegetariani per la popolazione permise l'alimentazione carnea, cercando di adottare la tecnica del
graduale distacco seguita neII'Antico Testamento. Comunque, a coloro che avessero mangiato carne
comandava di lavarsi la bocca prima di mettersi a pregare.
In una tradizione Sufi AlIah disse a Maometto: "Se proprio dovete uccidere, al posto di 40
polli uccidete una capra, al posto di 40 capre uccidete 10 mucche, al posto di 40 mucche uccidete

10 cammelli". Evidente il valore attribuito alla vita indipendentemente dalla forma e dalla
dimensione corporea della creatura.
Per il profeta infatti gli animali hanno un'anima: parlando del Giudizio egli li cita sovente.
Secondo Maometto gli animali non sono nostri schiavi ma creature che Dio ci ha affidato e delle
quali ci chieder conto nel giorno del Giudizio. Alcuni discepoli gli chiesero se esistesse una
ricompensa per chi fa del bene agli animali: "Esiste una ricompensa per chi fa del bene a qualunque
essere vivente" rispose.
Alcune sette islamiche, come gli Sciti ed i Sufi, tengono in alta considerazione il
vegetarismo come regola di vita. Una santa sufi, quando si isolava in una foresta a pregare molti
animali le si facevano intorno. Un giorno and a trovarla un altro sufi ma gli animali scapparono e
questi chiese alla santa il motivo. "Che cosa hai mangiato oggi?" gli chiese: "Aglio fritto e lardo"
rispose. "Ti mangi il loro corpo e vuoi che non scappino?" Altrettanto nota la storia del cacciatore
che scopre la piet dall'uccisione di una cerva che allattava il suo cucciolo.
In ogni caso il Corano continuamente richiama alla compassione e alla misericordia per gli
animali.

BUDDISMO
Su due princpi fondamentali si fonda la filosofia buddista, la saggezza e la compassione.
Per il raggiungimento dell'una e dell'altra indispensabile essere vegetariani.
Il primo dei precetti buddisti recita: "Non uccidere, anzi tutela ogni forma di vita". L 'unico
testo ritenuto scritto di proprio pugno dal Buddha dice: "Le creature senza piedi hanno il mio
amore, e cos lo hanno quelle a due piedi e anche quelle a molti piedi. Possano tutte le creature,
tutte le cose che hanno vita, tutti gli esseri di qualunque specie, non avere mai nulla che possa
danneggiarle. Possa non accadere loro mai nulla di male". Infatti la filosofia del Buddha mirava
all'estinsione della sofferenza di tutti gli esseri viventi.
Dopo la morte del Buddha i discepoli incominciarono a dare maggiore importanza
all'intenzione pi che all'azione. I monaci accettarono di mangiare carne a condizione che l'animale
non fosse stato ucciso per loro.
Il vegetarismo era ritenuto da Buddha una pratica essenziale per il risveglio spirituale
dell'individuo. Nella sua lungimiranza profetica disse: "Ci saranno sciocchi che in futuro diranno
che io ho dato il permesso di mangiare carne e che io stesso ne ho mangiata, ma io non ho
permesso a nessuno di mangiare carne, non lo permetto ora e non lo permetter in alcuna forma, in
alcun modo ed in nessun luogo; incondizionatamente proibito a tutti".
Uno dei compiti principali della missione del Buddha era proprio la liberazione degli
animali dalla violenza umana. Gosvami, famoso maestro spirituale del XII sec. nella sua Gita
Govinda, in omaggio alle 10 principali incarnazioni di Dio dice: "O mio Signore, o Persona
Suprema. Tutte le glorie a Te. Per la tua grande compassione sei apparso nella forma di Buddha
per condannare i sacrifici di animali raccomandati dai Veda".
Oggi dalla grande famiglia buddista solo i monaci Zen hanno mantenuto inalterata la loro
originale tradizione di vegetariani.

*In Cina ed in Giappone, dove fin dai tempi pi antichi esistevano dei veri e propri codici di
corretta alimentazione vegetariana, il consumo di carne, che era considerato negativo e quindi
bandito, cess del tutto intorno al 5 sec. d.C.. Nei templi e nei monasteri si diffuse l'abitudine di
non mangiare alcun tipo di carne. Certi cibi, specialmente la carne di maiale, si diceva rendessero il
respiro sgradevole agli antenati. Secondo la tradizione Shinto per ottenere la verit suprema era
essenziale consumare cibi puri, cio vegetariani.

lNDUlSMO
L'induismo oltre ad essere la pi antica delle religioni asiatiche anche il pi forte
sostenitore del vegetarismo.
I testi Vedici, scritti in sanscrito circa 3000 anni a.C., contengono migliaia di ingiunzioni
contro il consumo della carne. Un maestro Veda cos diceva al suo re: "Se una persona mangia
carne umana, di cavallo o di altri animali, o priva gli altri del latte uccidendo le mucche, o re, se
tale essere malvagio non desiste con altri mezzi, allora non devi esitare a tagliargli la testa" (R.
Veda 10.87.16). E ancora: "Non dovete usare il corpo che vi stato dato per uccidere le creature di
Dio, siano esse umane, animali o di qualsiasi altra specie" (Yajur Veda 12.32).
Diretti richiami in tal senso vengono da altri maestri. "Le anime nobili, che sono attente a
tutti gli esseri e che proteggono tutti gli animali, sono quelle che veramente hanno intenzioni serie
verso le pratiche spirituali" (Atarva Veda 19.48.5). "Si diventa degni della salvezza quando non si
uccide alcun essere vivente" (Manusmriti,6.60).
Nell'lnduismo particolarmente sentita la legge dei karma. "Coloro che ignorano il vero
Dharma e, pur essendo ignoranti e malvagi, si ritengono virtuosi uccidendo gli animali senza alcun
rimorso o timore di essere puniti, in seguito, nelle loro vite future, questi peccatori saranno
mangiati dalle stesse creature che hanno ucciso in questo mondo" (Srimad Bhagavatam 11.5.14).
"O governatore del popolo, mio caro re, osserva nel cielo gli animale che hai immolato,
senza compassione e senza misericordia, nell'arena sacrificale. Tutti questi animali stanno
aspettando la tua morte per vendicarsi delle loro ferite. Quando sarai morto ti squarceranno il
corpo con corna di ferro e mangeranno la tua carne" (Srimad Bhagavatam 4.25.7).
Nei testi antichi della tradizione vedica la licenza di mangiare la carne delle vittime
sacrificale era accompagnata dalla frase: "Cos come ora io mangio te nella prossima vita tu
mangerai me".
In seguito l'alimentazione vegetariana divenne sempre meno comune soprattutto a causa
delle dominazioni straniere. Tuttavia ancora oggi l'83% della popolazione indiana induista nella
stragrande maggioranza vegetariana. I cibi impuri impediscono l'ascesi spirituale: la carne degli
animali uccisi considerata come la carne dei propri figli e colui che ne mangia reputato il
peggiore degli uomini. La violenza sugli animali infatti ritenuta la causa della violenza dell'uomo
verso il suo simile.
I Veda riconoscono l'anima ad ogni creatura dotata della stessa dignit umana, e la stessa
possibilit di raggiungere alti livelli di spiritualit: indipendente dal corpo in cui risiede l'anima, dal
momento che tutti gli esseri viventi sono spiritualmente uguali. In quell'ottica i Veda descrivono le

varie incarnazioni di Dio in forme non umane: il cavallo, il cinghiale, la tartaruga, il pesce. Uccidere
questi animali significa rendersi colpevoli verso Dio.
I Veda non condannano soltanto coloro che mangiano la carne, ma chi uccide l'animale, chi
vi partecipa, chi compra la carne, chi la prepara e chi la serve. Solo rispettando tutte le forme di vita
si pu rispettare lo spirito che le contiene e l'uomo pu raggiungere la vera spiritualit e la vera
saggezza.
L'Ahimsa (il principio della nonviolenza verso tutti gli esseri viventi che ha appunto la sua
origine nei Veda) tutt'oggi un aspetto centrale di tutte le religioni orientali e ispiratrice delle
grandi iniziative di pace da Gandhi a M.L. King.
Il principio comune a tutte le grandi dottrine religiose e filosofiche "Non fare ad altri ci che
non vorresti ti fosse fatto" non pu prescindere dall'alimentazione vegetariana, pena il subire le
conseguenze del male causato secondo la legge del karma. La 3a legge di Newton "Ad ogni azione
corrisponde una reazione uguale e contraria" estende i suoi effetti dalla materia all'energia vitale
che la pervade, portando alla logica conseguenza che l'uomo non paga solo per il male commesso
verso quelli della sua stessa specie ma anche verso ogni creatura in grado di soffrire.
*L'Ahimsa il principio fondamentale del Jainismo al quale i fedeli sono rimasti pienamente
conformi per tutta la loro storia.
Il Jainismo, originato da Mahavira nel 600 a.C. circa, oggi conta 4 milioni di fedeli, tutti
strettamente vegetariani. Famosi per i loro ospedali per animali e perch, pi rigorosi dei buddisti
nell'applicazione dell'Ahimsa, usano portare bende davanti alla bocca per evitare di ingerire
moscerini.

ZOROASTRISMO
Zaratustra era un fervente sostenitore dell'alimentazione vegetariana. Condann i sacrifici di
animali ed i banchetti cruenti: "Chi ha cura del suo bestiame e non si nutre delle sue carni
martoriate avr lo spirito santo e la verit". E ancora: "Colui che uccide un cane uccide la propria
anima". Oggi i Parsi (i seguaci di Zaratustra) che vivono in India, sono per la maggioranza
vegetariani.

LA FILOSOFIA ANIMALISTA NELLA GRECIA ANTICA


Nella cultura della Grecia antica il problema del rispetto per gli animali era molto sentito e
dibattuto. Celso, autore di un'opera "Ricerca intorno agli esseri viventi" sostiene che l'universo non
fatto solo per l'uomo ma per tutte le creature. Nella Stoa si parla del soffio verde, pnema, che
permea tutte le cose. Per Platone, per il quale una sola anima passa attraverso una pluralit di corpi
e di vita, la carne deve essere consentita solo ai soldati in guerra.
Empedocle attribuisce anche alle piante, oltre che agli animali, intelligenza e sentimento.
Democrito esalta l'ingegnosit degli animali: i ragni tessitori, i castori costruttori di dighe, ecc.
Secondo Stratone gli animali posseggono facolt intellettive affini alle nostre. Teofrasto
condannava la tradizione religiosa con i sacrifici di animali, diceva: "I sacrifici cruenti basati
sull'uccisione degli animali sono buoni per i cattivi demoni non per gli dei che aborriscono il
sangue". Senocrate affermava che l'ingiustizia uguale su qualunque essere vivente viene
perpretata. "Il comando "non uccidere" deve essere esteso dall'uomo ad ogni essere vivente".
Plutarco scrisse un'esauriente opera circa la somiglianza dell'uomo con gli animali e
sull'astensione del cibo a base di carne. Condannava severamente la caccia e gli spettacoli con l'uso
di animali. In quanto all'alimentazione carnea diceva: "Non ci cibiamo di lupi e di leoni uccisi in
nostra difesa, ma di esseri che non ci recano alcun danno, privi di strumenti che possono dilianarci
e tali che la natura sembra averli formati solo per amore della bellezza e della grazia". Ed infine il
grande Pitagora diceva: "O miei simili, non profanate il vostro corpo con cibi peccaminosi. La terra
offre un'abbondante riserva di ricchezze, di cibi innocenti e vi offre banchetti che non comportano
uccisioni o spargimento di sangue. Finch gli uomini massacreranno gli animali, si uccideranno
tra di loro. In verit colui che semina il seme del dolore e della morte non pu raccogliere amore e
gioie".
Ma con Aristotele i confini tra i regni, fino a quel tempo mai nettamente delineati, vengono
definitivamente marcati e anche se non attribuisce all'uomo alcuna posizione privilegiata agevola lo
sviluppo del pensiero antropocentrico, raccolto poi da molti padri della cristianit nel tentativo di
favorire un particolare rapporto dell'uomo col Divino. Di conseguenza l'uomo resta sempre pi
isolato; staccandosi dalle sue radici naturali perde il senso dell'unicit delle cose e si avvia al
progressivo deprezzamento della Vita. Sar la coscienza umana disumanizzata e la natura devastata
a pagare gli effetti di un danno apocalittico.

ANTROPOCENTRISMO, SUPERlORITA' UMANA


E VIRTU' DEGLI ANIMALI
Come e perch si potuto sviluppare il concetto antropocentrico nell'uomo? A mio avviso vi
sono due concezioni fondamentali (che a loro volta si fondono): quella creazionista e quella
evoluzionista. La prima nasce come conseguenza del peccato originale nella cui dimensione l'uomo
non sente pi il dovere di rispettare l'antico patto con Dio nei confronti degli animali, a questo si
aggiunge la soggettiva interpretazione dell'ispirazione divina da parte di alcuni Profeti del Vecchio
Testamento, il cui pensiero sembra a volte disattendere l'originale comando di Dio giustificando
l'uccisione degli animali quale sacrificio propiziatorio, vi poi un'altro aspetto: quello del persistere
di una cultura pagana e sanguinaria, incline a manifestare in ogni modo la sua latente violenza.
Basta pensare alle moderne corride o alla lotta dei galli per accorgersi di quanto sia ancora
persistente il sadismo anche nella coscienza dell'uomo cosddetto civile. C' anche da dire che in un
periodo storico di decadenza morale e spirituale, in cui l'uomo stentava ad inserirsi in una logica
sociale, in cui la stessa vita dell'uomo aveva ben poco valore e gli esseri umani si macchiavano
delle azioni pi crudeli verso i loro stessi fratelli, in periodi in cui riuscire a badare a se stessi e alla
propria sopravvivenza era gi molto difficile, periodi in cui nemmeno agli uomini venivano
riconosciuti i pi elementari diritti alla vita, preoccuparsi della condizione degli animali appariva a
dir poco paradossale. Anzi la carne di un animale era fonte di ricchezza perch serviva a sfamare e
quindi a far sopravvivere chi moriva letteralmente di fame.
Mentre sotto l'aspetto razionalistico si pu dire che la concezione antropocentrica della vita
si sviluppa come conseguenza a quella difficolt civile e morale che si trovano a vivere tutte le
popolazioni nella loro fase storica iniziale. Cio se si considera l'uomo quale prodotto
dell'evoluzione naturale, con in se tutte quelle espressioni tipiche di uno stato intellettivo e morale
ancora legato alla sfera subumana e quindi con il senso dell'aggressione e del dominio, diventa
conseguenziale il suo antropocentrismo. Infatti quando l'uomo per mezzo dell'astuzia riesce ad
imporre alle altre specie animali e al contesto naturale la sua supremazia, a buona ragione si
inorgoglisce perch diviene consapevole di certe capacit non comuni agli altri animali.
Quindi fin dalle origini l'uomo si sentito diverso e superiore agli animali per il fatto che
egli, a differenza di questi, costruiva palafitte, capanne, trappole, armi ecc. mentre gli animali
restavano nel loro stato iniziale. Il concetto biocentrico della vita infatti la dimensione della
coscienza umana che ha superato quella fase combattiva ed egocentrica che accompagna
I'evoluzione di ogni specie, praticamente il momento in cui l'uomo comprende che lo scopo della
creazione non la specie umana ma la Vita in ogni sua forma e manifestazione e che assurdo
sarebbe concepire tutte le cose allo stesso modo e sul medesimo livello, anzi queste esistono proprio
in virt della differenza formale e sostanziale delle stesse. Quindi non ci sono esseri superiori o
inferiori, ma diversi l'uno dall'altro, che tra loro si integrano, si compensano al punto che sarebbe
impossibile la vita degli uni senza la presenza degli altri. Infatti se scomparissero tutti gli uccelli dal
globo terrestre ai fini dell'armonia biologica ci non sarebbe meno grave che se venisse a mancare
l'intera specie umana.
Un'ulteriore contributo allo sviluppo dell'antropocentrismo stato dato poi dalla scienza e
dalla tecnologia. L'uomo allontanandosi sempre pi dall'antica simbiosi con la natura e gli animali,
a causa degli agglomerati urbani, ha finito col dimenticare del tutto la sua parentela con gli animali.
A questa convinzione si aggiunge anche quella che la specie umana la sola in grado di modificare
radicalmente il suo contesto naturale.

Oggi l'uomo moderno vive quasi esclusivamente tra le opere della sua tecnologia; distratto
dalla frenesia della civilt metropolitana, avulso dal suo contesto naturale, disumanizzato dalla
scienza e dalla meccanica, ha finito col considerare gli animali come esseri sempre pi distaccati ed
estranei alla sua vita, alla sua cultura, alla sua sfera sentimentale. Infatti molti bambini in America
credono che il pollo, che i loro genitori comprano in rosticceria, sia un derivato di prodotti chimici e
lo stesso pensano del latte.
A questo si aggiunta poi la cultura del carnivorismo che diventata sinonimo di benessere
materiale mediante il quale l'uomo inconsapevolmente cerca di soddisfare la sua fame ancestrale.
Oggi che il benessere economico lo consente tutti cercano e vogliono mangiare ci che per millenni
stato privilegio delle persone facoltose, la carne appunto.
La potenza dell'informazione dei mass media ha poi ulteriormente aggravato la situazione e
dato un duro colpo a quello che forse l'aspetto pi costruttivo dell'uomo: il senso critico delle
cose. Le grandi industrie, di allevamento e di medicinali, le multinazionali interessate al vastissimo
impero dell'alimentazione umana, hanno convinto la gente che per star bene in salute bisogna
mangiare la carne. Ed anche se stato dimostrato scientificamente che l'alimentazione carnea
danneggia l'organismo umano, perch l'uomo non stato "programmato" dalla natura per nutrirsi di
cadaveri come gli animali carnivori; anche se stato dimostrato che con l'aumento del consumo
della carne si sono moltiplicate nel mondo le malattie cardiovascolari, prima causa di morte per
malattia; anche se stato dimostrato dalla moderna dietologia che per il perfetto equilibrio biopsico-fisico dell'uomo richiede una quantit molto limitata di proteine le quali sono presenti in tutto
ci che comunemente mangiamo, la gente continua a consumare la carne degli animali uccisi
incurante sia della sua stessa salute che della sofferenza e della morte che ha dovuto causare a
quella creatura che divora.
Quindi anche affrontando il problema in termini razionalistici non si attenua l'effetto
negativo che ha sempre avuto sulla coscienza umana il concetto di "superiorit" di un essere rispetto
ad un altro. Tale assurda convinzione ha portato per millenni gli uomini a schiavizzare i loro simili
perch ritenuti inferiori, ha portato allo sterminio di intere popolazioni ritenute inferiori perch
appartenenti ad altra razza, ha portato alla suddivisione in caste della societ, ha portato alla tratta
degli schiavi in cui nel giro di due secoli sono stati strappati dalle loro terre e condotti in catene in
Europa e in America non meno di 50 milioni di uomini di colore, ci ha portato al maschilismo e alla
condizione di sottimissione della donna da parte dell'uomo; ma l'aspetto pi deleterio lo ha subto la
coscienza umana la quale con I'antropocentrismo stata abituata all'idea della forza, della
sottomissione del pi debole, del fine che giustifica i mezzi, all'indifferenza verso il dolore e la
morte degli altri esseri viventi e di conseguenza stata abituata all'insensibilit, all'aggressivit e
alla violenza anche nei confronti dell'uomo.
Ma ritornando all'aspetto religioso del problema si pu dire che l'antropocentrismo si
sviluppato a causa dell'enorme influenza che ha sempre esercitato sulla massa la cultura religiosa.
Anche se lo scopo intrinseco dei sacerdoti, a mio avviso, era quello di spingere l'uomo ad assurgere
a dignit superiori allontanandolo da un modus vivendi di violenza tipica della naturale espressione
degli animali, perch l'uomo fu fatto ad immagine di Dio, il concetto di superiorit dell'uomo nei
confronti degli animali ha finito col rivelare nel tempo tutti i suoi effetti pi nocivi sull'evoluzione
della civilt e della coscienza umana, cio ha finito col rendere l'uomo peggiore, incapace di dar
valore alla vita e di condividere l'altrui sofferenza. E questo il punto cruciale del problema: cio
SE L'UOMO AVESSE UNA COSCIENZA IN GRADO DI SENTIRE, LA SOFFERENZA DEGLI
ALTRI, DELLA SUA VITTIMA, MAI COMMETTEREBBE DEL MALE NEI CONFRONTI DI
ALCUN ESSERE VIVENTE. E ci che finora ha precluso lo sviluppo di questi valori interiori
stata appunto la concezione antropocentrica della vita.

Anche la superstizione ha contribuito all'idea antropocentrica e al disprezzo per gli animali,


specialmente di quelli poco aggraziati. Per millenni si creduto (e tuttora si crede) che il diavolo
assumesse sembianze animali. Cos subentrata la convizione che un animale pi brutto e pi
capace di arrecare danno all'uomo. Anche ora uccidere un animale non di belle fattezze non f
sentire in colpa ma quasi autorizzati, mentre se si uccide un animale di bell'aspetto ci dispiace e
siamo pi portati a considerare quell'animale capace di soffrire.
Se S. Paolo non si sbagliato dicendo che Cristo il primogenito di tutte le creature, gli
animali sono nostri fratelli, Dio ama tutti allo stesso modo e di conseguenza per Lui l'uccisione di
un animale grave quanto l'uccisione di un uomo. Papa Paolo VI ebbe ad affermare che un giorno
gli animali li avremmo rivisti in Paradiso e il Vangelo di Giovanni sembra confermarlo, infatti in
Ap. 5,13.14 si legge: "Tutte le creature del cielo e della terra, sotto terra e nel mare e tutte le cose
ivi contenute, udii che dicevano: A Colui che siede sul Trono e all'Agnello lode, onore e gloria nei
secoli dei secoli".
E' comunque innegabile che gran parte della concezione antropocentrica sia dovuta alla
cultura cristiana nel mondo, come innegabile che nelle varie traduzioni, nella successione dei
tempi, i Testi Sacri abbiano subto mutamenti concettuali dovuti ad interpretazioni soggettive. Per
cui sempre consigliabile cercare conferme nei testi in lingua originale: in ebraico per l'antico
testamento ed in greco per il nuovo testamento. E siccome I'antropocentrismo mirava ad esaltare
l'uomo era pi facile attrarre seguaci con la concezione che Dio abbia creato tutte le cose per
metterle a disposizione dell'uomo piuttosto che far sentire lo stesso fratello dell'animale. Quindi
semplice capire che le varie traduzioni bibliche abbiano subto una chiara impronta antropocentrica
e molte espressioni che indicavano guidare, proteggere ecc. sono state tradotte con soggiogare,
piegare ecc.
Questo si verificato non solo con i Testi dell'Antico Testamento ma anche con il Vangelo
di Ges Cristo. Infatti a noi stato sempre presentato un Cristo che mai nulla ha detto in difesa
degli animali ed in questo il suo pensiero sarebbe addirittura riduttivo nei confronti del messaggio
di S. Francesco, perch noi conosciamo solo la versione evangelica accettata dalla Chiesa e dai
ministri del culto e non i testi originali senza traduttori intermediari.
Siccome i Vangeli originali scritti in aramaico si ritengono perduti, si considera come
originale la pi antica versione greca dell'evangelista S. Marco scritto circa l'80 d.C. Per esiste un
vangelo, non riconosciuto nel canone della Chiesa cattolica, n in alcuna chiesa cristiana separata,
detto il Vangelo Esseno della Pace e in genere seguito dai teosofi, secondo il quale, Ges dice:
"Colui che uccide uccide sul fratello. Orbene, la Madre Terra si discoster da quest'uomo
criminale e lo priver del suo seno vivificante. Ed i suoi angeli lo eviteranno e quindi Satana
prender dimora nel suo corpo. E la carne degli animali abbattuti diventer la stessa tomba per il
suo corpo. Perch io ve lo dico in verit: colui che uccide uccide se stesso e colui che mangia la
carne degli animali abbattuti mangia un corpo di morte. Non uccidete mai e non mangiate mai la
carne delle vostre innocenti vittime se non volete diventare gli schiavi di Satana".
Poi ancora afferma: "Io vi chieder di ogni animale ucciso come pure vi chieder delle
anime di tutti gli uomini uccisi". E prosegue: "Colui che senza motivo uccide un animale senza che
questo lo attacchi, sia per il piacere di uccidere che per procurarsi la sua carne, la sua pelle o le
sue difese, questi commette un atto malvagio perch egli stesso si trasforma in bestia feroce. E per
questo la sua fine rassomiglia a quella delle bestie feroci". E a chiusura del passo vangelico, Ges
ribadisce: "lo vi dico, non uccidete n uomini n bestie e non distruggete gli alimenti che portate
alla bocca perch se voi mangiate degli alimenti viventi questi vi vivificheranno. Ma se voi uccidete
per ottenere il vostro nutrimento, la carne morta vi uccider a sua volta. Perch la vita procede

solamente dalla vita, e dalla morte deriva soltanto la morte. Tutto quanto uccide i vostri alimenti
uccide altres i vostri corpi, e tutto quanto uccide i vostri corpi uccide parimenti le vostre anime".
Dunque, chi pu dire quali sostanziali modifiche siano state apportate ai testi sacri prima che
la definitiva versione fattane da Sisto V e pubblicata da Clemente VIII divenisse con il Concilio di
Trento del 1546, il solo testo ammesso ufficialmente dalla Chiesa Cattolica?
Comunque indipendentemente da quello che altri possono aver detto o stabilito ognuno di
noi, in ogni momento della sua esistenza, posto davanti alla sua coscienza perch responsabile sia
del proprio destino che degli altri esseri con i quali interagisce nella vita. E l'unico comandamento
valido sotto ogni cielo e per qualsiasi essere umano di ogni religione, tempo e cultura "NON
FARE AD ALTRI CIO' CHE NON VORRESTI TI FOSSE FATTO". Solo chi mette in pratica
questo principio ama Dio, il prossimo e ogni cosa che ha vita e non solo non contribuisce ad
aumentare la violenza collettiva ma a realizzare un mondo migliore.
Anche se l'uomo vive oggi la condizione di disarmonia dovuta alla colpa originale, sempre
presente nella coscienza dell'essere umano la legge fondamentale della vita e nel momento in cui
decide di metterla in atto egli ristabilisce l'Antica Alleanza con Dio e con tutti gli altri esseri viventi.
Infatti se egli si nutre di alimenti vivi, cio di frutta e semi e verdura come il Creatore per lui aveva
stabilito, si nutre secondo le sue vere esigenze biologiche e secondo quello per cui il suo organismo
era stato "programmato" ed in pi non causa sofferenza e morte ad alcun essere vivente, quindi non
vive la legge della violenza e della morte ma dell'amore e della vita.
Credo che nessuna legge possa andare a vantaggio o a discapito del Padreterno, ma solo
dell'uomo e degli altri esseri viventi: ogni divieto, ammonizione od invito se rispettato dall'uomo fa
il suo stesso bene ma se trasgredito causa di disordine sia individuale che collettivo.
L'uomo si ritiene superiore agli animali ma si comporta peggio degli stessi i quali se
aggrediscono per solo spirito di conservazione o per necessit di sopravvivenza. Ma in che
consiste la superiorit umana! Se l'intelligenza a rendere un uomo superiore allora un computer
pi di un essere umano ha diritto al rispetto e alla vita; anche sul piano evolutivo l'uomo l'animale
pi evoluto solo nella forma fisica. La vera superiorit sta invece nel bene che si pu compiere,
nella disposizione a condividere, far propria la condizione dell'altro, nella volont di un amore pi
vasto che non quello limitato a se stessi, ai propri familiari, alla propria razza, alla sola specie
umana, sta nella capacit di capire che nessun essere ha il merito o il demerito di essere stato creato
tale da Dio, sta nella capacit di capire che tutte le cose sono intimamente legate come tessere di un
solo immenso mosaico, anelli della stessa catena, come membra dello stesso organismo al punto che
ogni cosa esiste in virt dell'esistenza del resto.
Purtroppo nei secoli le chiese cristiane non solo hanno dimostrato indifferenza verso gli
animali ma disprezzo, autorizzando il loro sfruttamento e la loro uccisione, condannando poi chi
avesse dimostrato piet per gli animali, come se ci fosse stata una latente volont a rendere l'uomo
peggiore e non migliore secondo gli insegnamenti di Cristo. A parte le armi degli eserciti che i papi
si son trovati pi volte a benedire, Pio IX rifiutava di avere a che fare con quelli della protezione
animali. Considerava eretico l'uomo che sentisse doveri verso gli animali. Mentre Pio XII ha
benedetto il tiro al piccione. Tuttora la chiesa giustifica la vivisezione perch ostinatamente
ancorata alla sua concezione antropocentrica e dimostra di essere molto lontana non solo dalla
cultura del vegetarismo ma da quell'amore Cristico che solo in teoria spesso proclama. I0 CREDO
CHE NULLA COME IL VEGETARISMO METTERA' IN CRISI LA DOTTRINA CATTOLICA,
PERCHE' I LAICI E NON I PRETI STANNO DIMOSTRANDO AMORE VERSO TUTTI GLI
ESSERI VIVENTI RENDENDO GIUSTIZIA A DIO. In questo si sta verificando il detto di Cristo:

"I pubblicani e le meretrici vi passeranno avanti", (anche se noi laici non siamo n pubblicani n
meritrici).
C' per da dire che alcuni papi hanno dimostrato sensibilit verso gli animali.
San Pio V condann le corride considerandole spettacoli sanguinosi e vergognosi, pi degni
dei demoni che degli uomini e Paolo VI non concesse udienza speciale ai toreri.
Giovanni XXIII disse che se per realizzare un suo piano avesse dovuto uccidere una formica
non lo avrebbe mai fatto.
Anche Giovanni Paolo II ha speso due parole in difesa degli animali affermando che mai
l'uomo deve maltrattarli o torturarli perch creature dotate di capacit di soffrire e di sensibilit.
Ma queste ultime voci, a mio avviso, sono pi espressioni soggettive (e forse di circostanza)
che dettate da una vera volont innovatrice. Infatti il singolo prete che volesse discostarsi dalla
dottrina antropocentrica della Chiesa Cattolica o essere vegetariano, sarebbe seriamente ostacolato
nei suoi propositi, ed io mi chiedo: il dovere di chi a tutela dei valori morali e spirituali non
dovrebbe forse essere quello di favorire lo sviluppo della sensibilit dell'animo e del senso della
giustizia in modo da rendere l'uomo pi umano e pi mite? E se la Chiesa insegna ad essere
indifferenti alla sofferenza e alla morte degli animali non abitua forse l'uomo ad essere violento e
insensibile anche nei confronti del suo prossimo? E mi sorge il dubbio se la Chiesa voglia o no
rendere gli uomini migliori, se voglia portarli a Dio o alla Chiesa, che a mio avviso non affatto la
stessa cosa.
In che modo la Chiesa dimostra di essere dalla parte dei pi deboli e dei pi indifesi? E'
facile risolvere il quesito: basta chiedersi se Cristo approverebbe la vivisezione, la caccia, l'uso delle
pellicce, le corride, il carnivorismo ecc. che la Chiesa approva. lo non ce lo vedo Cristo ad assistere
disinteressato allo squartamento di un animale indifeso, al suo martirio, alla sua agonia, alla sua
morte. E se Cristo ammettesse questa infamia non sarebbe il figlio di Dio ma un falso profeta e il
cristianesimo una falsa religione e di conseguenza si dovrebbe ancora, come gli ebrei, aspettare il
Messia.
C' poi da considerare l'immensa ingratitudine umana nei confronti degli animali. Da sempre
gli animali sono stati usati e sfruttati dall'uomo sino all'inverosimile per i suoi egoistici interessi
coinvolgendoli in tutti i suoi conflitti sanguinari. L 'asino, il mulo, il cavallo, il bue hanno sempre
aiutato l'uomo nel lavoro dei campi; le mucche gli hanno dato il loro latte, le pecore la loro lana, il
cane la sua protezione, il gatto la sua compagnia ecc. ecc. e l'uomo li ricambia nella maniera pi
ingrata e pi ignominiosa torturandoli, violentandoli, uccidendoli, trattandoli come fossero oggetti
senza alcuna capacit di soffrire, anche se l'animale, nella sua grande discrezione, nulla o poco ha
chiesto all'uomo.
Ma ritornando alla presunta superiorit dell'uomo. Lo si ritiene forse superiore per le sue
metropoli? per le scoperte scientifiche delle quali non stato in grado di prevedere gli effetti
negativi? per la costruzione di ordigni nucleari? per gli strumenti di tortura e i campi di sterminio?
L'animale non uccide mai per il piacere di farlo, non uccide i suoi figli con l'aborto, non si droga,
non si prostituisce per denaro, non viviseziona i suoi simili, non li spella per mettersi addosso le
loro pellicce, non devasta la natura. Se l'uomo sapesse di una specie capace di causare il danno che
la specie umana causa alla natura certamente la sterminerebbe.

L'UOMO SAREBBE SUPERIORE SE FOSSE IN GRADO DI COMPIERE TUTTO CIO'


CHE COMPIE UN ALTRO ESSERE DEL QUALE SI RITIENE SUPERIORE, IN CASO
CONTRARIO NON E' SUPERIORE MA DIVERSO.
E' vero, l'uomo capace di grandi crimini come di azioni sublimi, perch l'intelligenza che
egli possiede una terribile arma a doppio taglio. Ma mentre l'animale non commette le cose
peggiori dell'uomo compie invece le cose migliori. Infatti, qual l'azione peggiore che l'uomo abbia
compiuto? Certamente la strage di innocenti, ebbene questo l'animale non lo ha mai commesso,
mentre se ci chiediamo qual l'azione che pi ha fatto onore all'essere umano diremo che stato
quando l'uomo ha saputo dare anche la sua vita per il bene dei suoi simili, ma di queste azioni
alcuni animali avrebbero di che insegnare all'essere umano. La storia piena di episodi in cui
l'abnegazione e il sacrificio di certi animali fanno impallidire i nostri eroi, anche se gli animali non
hanno il motivo della gloria che li spinge a rischiare la propria vita.
E' degli ultimi giorni la notizia di un pastore tedesco che si getta nelle fiamme della casa dei
padroni per salvare un secondo bambino ma nel tentativo purtroppo resta vittima delle fiamme. Un
altro fatto di cronaca ricorda un ragazzo che era con il motorino ed il suo cane. Il ragazzo venne
investito da un'automobile e poi trasportato al pronto soccorso. Il cane rest all'ingresso
dell'ospedale, vicino al motorino, per tre giorni e tre notti, fin che il ragazzo non fu dimesso. E'
recente la notizia che nel mare di Sydney un ragazzo surfista, attaccato da uno squalo, viene salvato
da un branco di delfini. L'elenco potrebbe continuare e al sentimento degli animali si potrebbero
aggiungere gli eccezionali poteri esoterici di questi umili nostri fratelli. Cito alcuni episodi tratti dal
libro di Enzo Baschera dal titolo "I poteri esoterici degli animali e delle piante", per dimostrare (se
mai ce ne fosse bisogno) che gli animali non solo hanno un'anima e capacit di sentimenti ma che
posseggono facolt percettive che pochi ed eccezionali esseri umani posseggono.
Come, per esempio, il cane del soldato tedesco che, ad Anzio, nel 44, aveva presentito lo
sbarco degli alleati abbaiando disperatamente per molto tempo sulla spiaggia poche ore prima in
direzione del mare; lo scimpanz che rifiut di entrare nella capsula spaziale Mercury, nonostante
l'avesse fatto molte volte: sentiva che sarebbe esplosa: i tecnici trovarono poi il guasto che avrebbe
potuto causare l'incidente; il cane del signor Von Klaist a Sanremo abbaiava furiosamente solo
all'uomo che precedentemente era stato condannato per violenza sugli animali; il gatto della signora
Lina Giordani di Verona che percepiva il momento in cui il marito di lei usciva dall'ufficio a 20 Km
di distanza, anche se l'uomo cambiava orario continuamente; la cavalla del fattore John Hardy che
si rifiut di passare per la strada campestre di ogni giorno avendo percepito la presenza di banditi in
agguato; i cani del monaco dell'Ospizio del Gran S. Bernardo che si rifiutarono di uscire dal rifugio
per la consueta ricognizione: pochi minuti dopo cadde una enorme valanga seppellendo il sentiero
su cui sarebbero passati; prima del terremoto nel Friuli il cane del signor Ugo Pittis era come
impazzito: ululava e guaiva furiosamente; quando fu liberato dalla catena si mise a correre come
stregato andando a grattare a tutte le porte del cortile come per far uscire la gente; Silver, il cane
bastardo di Joe Green, famoso per le sue qualit extrasensoriali, una volta si scagli contro un
gruppo di ragazzi che consumavano la merenda sotto un albero ai bordi della strada. I ragazzi
scapparono terrorizzati ma dopo pochi minuti un'auto and a schiantarsi contro la pianta: se ci
fossero stati ancora i ragazzi avrebbe causato una strage; la catastrofe di due piroscafi entrati in
collisione nel 1917 nel porto di Halifax nella nuova Scozia era stato presentito due ore prima dai
gabbiani che come impazziti avevano abbandonato la zona.
Quindi un'estrema sensibilit da parte degli animali in grado addirittura di percepire una
violenza ed un dolore che sta per verificarsi. Infatti nulla pi cieco e pi oscurantista che sostenere
che gli animali non siano capaci di soffrire.

Esistono macchinari che misurano l'intensit del dolore e che a nostra onta e vergogna sono
spesso usati dai vivisettori nei confronti degli animali per studiare oltre l'intensit del dolore il
limite entro cui un essere pu sopportare un'agonia prima di impazzire. Non solo gli animali
soffrono, ne pi ne meno come soffre un uomo, ma dimostrato che anche le piante esprimono il
loro dolore e addirittura percepiscono in anticipo le intenzioni violente nei loro riguardi. Ad una
pianta di appartamento furono applicati degli elettrodi e quando l'operatore pens di bruciare una
foglia la lancetta segnalatrice dell'apparecchio sembrava come impazzita. Fu fatto un altro
esperimento analogo. In una stanza furono collocate due piante. Un uomo entr e mutil una delle
due. Poi fecero entrare una per volta diverse persone ma quando entr il "colpevole" la pianta emise
intensissime vibrazioni come di paura.
Ma tornando alle origini si detto che non era stabilito che l'uomo si alimentasse di carni.
Allora sorge spontanea una domanda: come mai sia la religione ebraica che quella cristianocattolica ha disatteso l'antico programma di Dio per l'uomo? Perch non ha mai cercato di
ricondurre l'essere umano alla dimensione antecedente il peccato originale secondo il comando di
vegetarismo? A mio avviso la risposta semplice: una cosa la meta ma un'altra cosa sono gli
uomini che la perseguono. La chiesa dell'Antico e del Nuovo Testamento ha preso dalla Bibbia ci
che maggiormente realizzava i suoi scopi temporali, diversamente non si spiegherebbero i tanti
crimini commessi nel corso dei millenni; non si spiegherebbero le tante guerre combattute, le stragi
degli eretici, le sante inquisizioni, la caccia alle streghe, nonostante il monito alla pace e alla
giustizia dei grandi Profeti e l'esplicito messaggio di Cristo alla mitezza, al perdono, all'amore che si
concretizzava nel chiarissimo comandamento "Porgi l'altra guancia". In tutte le sue azioni cruente
sembra che la Chiesa Cattolica abbia causato la morte di almeno 50 milioni di persone. Lo storico
Leckey asseriva: "La chiesa di Roma ha versato sangue innocente pi di ogni altra istituzione
umana". A mio avviso la Chiesa Cattolica ha fatto un principio di comodo (cos come chiunque
accetterebbe di buon grado l'idea di un padre disposto a perdonare le mancanze dei figli e pagare gli
eventuali danni commessi) della redenzione dei peccati operata da Cristo, anzi ha fatto delle
debolezze umane e dei piaceri della carne il mezzo per non vanificare il sacrificio di Cristo, cio se
Cristo non venuto a riscattare solo i peccati passati ma anche quelli futuri diventa quasi lecito
peccare. Daltronde da sempre nella Chiesa vi sono due tipi di uomini: quelli che servono Cristo e
quelli che si servono di Cristo. Purtroppo, puntando tutta la sua attenzione sull'uomo, come centro
della creazione, e sulla conquista dei suoi valori, pi umani che spirituali, la Chiesa ha finito
coll'allontanarsi dal piano originale di Dio e col trovare il modo di raccogliere nel tempo una gran
folla di seguaci, perch se al popolo dai quel che ti chiede allora sta certo che questo ti onora.
Quindi non ci poteva essere posto per gli animali nella coscienza cristiana; il suo
atteggiamento nei confronti di questi nostri fratelli sempre stato di totale indifferenza e di
arrogante superiorit come chi non ha tempo da perdere per futili cose, oltre che di quella
sufficienza tipica dei tronfi padroni nei confronti delle fastidiose esigenze della schiavit, e poi,
PRIMA DI PREOCCUPARSI DEGLI ANIMALI BISOGNA INTERESSARSI DEGLI UOMINI,
COME SE NON CI SI POTESSE INTERESSARE DELLE DUE COSE, COME SE NON SI
POTESSERO AMARE GLI UNI E GLI ALTRI, COME SE UN ORGANISMO MALATO
POTESSE GUARIRE CURANDONE SOLO UNA PARTE, COME SE SI POTESSE RENDERE
MIGLIORE UN INDIVIDUO AUTORIZZANDOLO A MASSACRARE ESSERI INNOCENTI.
Ma la Chiesa stenta a capire che i problemi degli uomini ci saranno finch gli esseri umani avranno
una coscienza cos disumana e insensibile alla sofferenza e alla morte degli altri esseri viventi. La
priorit di un problema rispetto ad un altro data solo dalla maggior sofferenza subita dalla vittima,
e l'uomo non soffre affatto pi degli animali. Il dolore uccide non solo l'uomo. Ricordo la storia di
un cavallo che segu il feretro del suo padrone, e dopo, salito su di un dirupo si abbandono nel vuoto
cercando la morte.

In questa progressiva disumanizzazione dell'uomo probabilmente in futuro guarderemo agli


animali per ricordare a noi stessi quelle virt dell'anima che questa arrogante civilt ha di strutto nei
nostri cuori.

BIBBIA: INFERNO DEGLI ANIMALI


Quando si parla di diritti degli animali, nel tentativo di sensibilizzare l'interlocutore a
considerare la sofferenza delle altre creature e a non mangiare la carne, i pi accaniti oppositori
risultano essere gli indottrinati di cultura biblica. Ogni buona argomentazione perde di significato di
fronte a chi non ha alcuna intenzione a rinunciare alle piacevolezze culinarie di un piatto di carne.
Alcuni sanno citare, con sapiente dovizia di particolari, solo i passi della Bibbia in cui trovano
l'autorizzazione di Dio a considerare gli animali a loro uso e consumo. Il Dio della Bibbia diviene la
giustificazione inappellabile ed indiscutibile dell'autorizzazione ad essere crudeli verso gli animali
ed insensibili alla loro sofferenza.
Dalla Bibbia, da sempre, ognuno prende ci che pi gli utile ad asseverare le proprie
convinzioni. Con l'assioma che la logica di Dio non la logica umana si potuto giustificare ogni
crimine facendolo passare per volont di Dio. Mai fu inventata formula pi efficace e micidiale al
servizio dei furbi della fede cieca ed assoluta verso un Dio che "altri" hanno sentito parlare.
Dalle argomentazioni di chi ha una visione antropocentrica della vita emergono controsensi
abissali, difficilmente colmabili, alle seguenti domande:
- dal momento che la Bibbia nello stesso tempo legge di giustizia e compassione, di
durezza ed inflessibilit, coloro che ne fanno riferimento devono o no mettere in pratica in toto I
SUOI insegnamenti o devono invece porsi in atteggiamento critico e selettivo?
- se pi giusto porsi in modo selettivo verso i testi sacri, quali sono le parti da prendere o
da non prendere come riferimento? E chi lo stabilisce?
- chi ci assicura che i contenuti biblici siano autentici? che riflettano la vera volont di Dio o
invece non hanno subto modifiche ed interpolazioni come dice lo stesso S. Girolamo a proposito
del mangiare carne? E se la Bibbia stata in parte alterata a causa delle molte traduzioni nel corso
dei millenni, magari per compiacere i potenti di turno come accadde con il concilio di Nicea nel 325
durante il regno di Costantino, quali sono le parti autentiche? .
- e se il Dio della Bibbia, per assurdo, esigesse sacrifici umani, come gli antichi dei pagani,
come si dovrebbe comportare il fedele in merito ai presunti dettami di un Dio crudele e
sanguinario?
- i comandamenti e le regole hanno valore immutabile ed imperituro o invece deve essere
considerato il contesto storico sociale-morale dell'uomo? Cio chi ci dice, se non la realt tangibile,
se il riferimento a regole dettate in altri tempi per altre genti sia sempre utile all'evoluzione della
coscienza collettiva? Infatti stato dimostrato che l'indifferenza verso la sofferenza degli animali
dispone l'uomo ad ogni crudelt anche verso il suo stesso simile.
- il Vecchio Testamento stato o no superato dal Nuovo? Se lo stato nessuna
autorizzazione stata data in proposito all'uccisione degli animali. Se non lo stato allora bisogna
considerare ancora grave peccato lavorare di sabato, per la donna indossare i pantaloni, per l'uomo
tagliarsi in tondo la barba ai lati del volto; occorre dare le decime ai poveri, consacrare a Dio i
primogeniti, consacrare gli altari con lo spargimento del sangue degli animali immolati, lapidare gli
adulteri, tagliare le mani ai ladri ecc. Da considerare anche il fatto che in nessun caso dio si
espresso a condanna della schiavit umana, se si esclude la schiavit del popolo ebraico a causa
degli egiziani. Lo stesso S. Paolo invita i cristiani schiavi a sottostare ai loro padroni, come alla
donna a sottostare al marito.

Ma la Bibbia potrebbe essere autentica in toto. Potrebbe, dal momento che nessuno ha la
facolt di dimostrare il contrario. Nessun testo originale sopravvissuto alla deperibilit del tempo.
Le copie scritte a mano, anch'esse deperibili, furono a loro volta ricopiate. Complessivamente sono
state scritte a mano circa 6000 copie delle scritture ebraiche e non meno di 5000 delle scritture
greche cristiane, senza considerare le traduzioni pi recenti delle lingue contemporanee. Anche se
studiosi, da un'analisi comparata dei manoscritti, hanno confermato l'autenticit del messaggio
originario, senza un sostanziale intervento divino difficile pensare che abbiano valicato indenni i
millenni.
N le comunit ebraiche e musulmane, n la stessa chiesa cattolica che in passato ha messo
in atto regole in antitesi con il messaggio evangelico (le guerre sante, le inquisizioni, i roghi, lo
schiavismo, la sospensione a divinisi per chi faceva uso di tabacco, la condanna alla pena capitale
per il peccato di eresia, la scomunica per l'adesione al comunismo, per il turpiloquio ecc.) applicano
integralmente la vecchia legge mosaica e ci che un tempo era considerato immutabile stato col
tempo sostituito da regole pi miti con l'evolversi della coscienza civile e morale.
Tra le cose pi crudeli superate dalla civilt umana, l'uso del mangiar carne rimane, quale
simbolo di una cultura indifferente e crapulona, per i seguenti motivi: la supremazia sull'animale d
all'uomo un senso di potenza: poter disporre della sua vita lo inebria e allontana da lui l'ipotesi che
anch'egli faccia parte della famiglia animale e che questo possa mettere in pericolo la sua presunta
prerogativa di essere la sola creatura fatta ad immagine di Dio.
Il superamento della lunga fase cruenta dell'uomo nei confronti degli animali avverr
sicuramente perch sar considerato: a) un fatto contro la sensibilit e contro la piet umana; b)
contro la legge dell'amore; c) contro il comandamento "non ammazzare"; d) contro il comando "non
fare agli altri ci che non vorresti ti fosse fatto"; e) perch in contraddizione con la fede in un Dio
per definizione amore, bont, giustizia; f) perch il mangiar carne evidenzier sempre di pi i suoi
effetti nocivi sulla salute umana oltre che lo stridente contrasto con i valori di una nuova coscienza
umana finalmente giusta e capace di valorizzare la sacralit della vita in tutte le sue espressioni e
quindi di rispettare l'altrui diritto all'esistenza nella condivisione della sofferenza dei pi deboli.
Se gli animali al pari degli esseri umani sono in grado di soffrire e di avere paura della
morte, per quale assurdo motivo Dio dovrebbe aver premura solo della specie umana ed essere
indifferente dello stesso dolore e dello stesso anelito alla vita delle altre sue creature? Pu un Dio
buono e giusto preoccuparsi della scalfitura di un'unghia di un uomo e guardare con indifferenza il
massacro giornaliero di milioni di animali innocenti per le delizie culinarie dell'essere umano? Il
delitto pi grande dell'uomo verso Dio, io credo, stato ed quello di aver fatto credere al mondo
che Dio sia indifferente alla sofferenza degli animali.
Ancora oggi gli schieramenti restano sostanzialmente due: chi sostiene il suo diritto ad
utilizzare gli animali a seconda il piacere e le necessit umane, trincerandosi dietro i dettami
ancestrali di una religione che ha fatto del pensiero antropocentrico il suo cardine teologico, e chi
difende il diritto al rispetto e alla vita degli animali facendo appello alla vera intelligenza umana,
come quella di Pitagora, Porfirio, Leonardo, Einstein ecc. e ad una nuova coscienza protesa verso
realt pi civili e pi giuste, come quella di S. Francesco, di Gandhi, di M. Luther King.

ARMONIZZARE LE DIVERSITA'
Non v' cosa in cui non sia presente la vita. Il pianeta Terra come una piramide, fatta di
esseri viventi al cui vertice l'uomo, e alla base la cosiddetta materia inerte, anch'essa vibrante di
energia. Tra le due estreme posizioni si collocano, senza interruzione, infinite creature intermedie
per differenti livelli evolutivi, al punto che impossibile stabilire una demarcazione tra il Regno
minerale, vegetale ed animale.
Le cose risultano essere parti di un solo grande organismo, anelli della stessa catena, note di
una medesima sinfonia. E come in un edificio non pu mancare non solo una struttura portante ma
un solo mattone senza compromettere, sia pure in parte, la staticit della costruzione, cos per gli
esseri viventi di ogni dimensione. Ogni cosa vive perch interagisce con tutto il resto. La stessa vita
possibile grazie alla combinazione di elementi eterogenei e al sincronismo delle diversit esistenti
in natura.
Senza la differenza formale e sostanziale delle cose e la combinazione dei pi diversi
componenti nulla potrebbe esistere.
Ogni elemento e ogni creatura un universo a se stante, irripetibile. Quindi nulla pi
illogico che pensare che un altro essere debba "sentire" al nostro stesso modo, essere convinto di ci
di cui noi siamo convinti, amare ci che noi amiamo. E' bene invece che ogni cosa sia identica solo
a se stessa affinch senta di essere incompleta se isolata dalla sintonia con tutte le altre; da questo
dunque la spinta a cercarsi e integrarsi, fondersi per poi battere all'unisono come un unico cuore, un
solo organismo che per esprimersi ha bisogno di tutte le membra che lo compongono.
Da sempre le diversit delle cose, invece di essere intesa come ricchezza fortificante
dell'insieme, come sapiente spinta ad amalgamarsi, stata vista invece come un potenziale nemico
da convertire al proprio modo di essere.
L'intolleranza ideologica, politica, religiosa, personale, ecc. da sempre stata causa delle pi
cruenti battaglie nella storia: ci ha stroncato, o rallentato, l'evoluzione della specie umana.
Ogni religione, ogni dottrina spirituale o filosofica che sia, crede di possedere la chiave dei
misteri della vita; e per quanto cerchi di combinare in ogni modo possibile tutti gli elementi di cui
dispone, non emerge l'immagine del piano universale delle cose, perch si ostina a cercare la
soluzione solo nell'ambito dei valori contemplati dalla sua dottrina.
Ogni verit come ogni religione ispirata da Dio, in un preciso momento della storia, per un
determinato popolo bisognoso di guarire da certi mali morali e di essere incamminato verso
dimensioni pi evolute, a seconda della sua condizione spirituale e quindi della sua capacit
ricettiva.
Ogni religione tessera di un solo grande mosaico la cui immagine d'insieme si avr solo
quando tutte si armonizzeranno nell'intesa, arricchendosi vicendevolmente, prendendo da ognuna
ci che mira alla conservazione e all'evoluzione di ogni essere vivente, sino a fare una sola ed
universale legge di vita.
Mettere in sintonia le diversit degli esseri, mediante il rispetto e l'amore, questo il
pensiero espresso dal Dio di ogni religione.

DALLA DIVERSITA' LA VITA


E' necessario lottare per l'unificazione spirituale dei popoli perch tutti gli esseri viventi
sono i diversi organi vitali di un solo grande organismo che per vivere bene ha bisogno
dell'efficienza di ognuno e dell'armonia tra le parti.
L'amore sintonia, collaborazione: quando non c' intesa tra le parti nasce la discordia, la
dispersione.
La guerra, come ogni sorta di violenza frutto dell'avversione della diversit, di pensiero, di
espressione ecc., eppure solo la diversit che d alle cose la possibilit di esistere.
Le cellule (mai uguali tra loro) si associano a formare un tessuto, pi tessuti formano un
organo, pi organi fanno un apparato, pi apparati formano un corpo con una sua funzione vitale, la
cui esistenza dipende, dunque, proprio dall'associazione di pi elementi diversi tra loro. Mentre
elementi uguali non avrebbero mai potuto dar vita a quel corpo.
Che accadrebbe se nel mondo vi fossero soltanto abeti, rondini o rocce granitiche?
Infinite sono le circostanze per le quali un uomo ha un suo particolare carattere, tante cause
(sociali, culturali, morali, spirituali, psicologiche ecc.) sono intervenute a formare quella particolare
indole, inclinazione o natura.
Come non possibile stabilire il momento in cui si separa il giorno dalla notte cos
impossibile stabilire il limite che separa la ragione dalla follia, il coraggio dall'incoscienza, il bene
dal male, il bianco dal nero, perch tra i due opposti estremi vi sono innumerevoli stadi intermedi.
Quali meriti abbiamo noi ad aver avuto un buon bagaglio morale? E quali demeriti hanno gli
altri a non averlo avuto? Ognuno convinto di essere nel vero nella misura in cui crede giuste le sue
idee, cos come noi crediamo nelle nostre.
Il problema non sta nel capire chi di noi ha ragione. non serve che la mente capisca se il
cuore si rifiuta di accettare. Non dobbiamo cercare nuove verit ma mettere in sintonia quelle
esistenti.
Non dobbiamo guardare la diversit come un antagonista da combattere, ma vedere nella
dissomiglianza la bellezza multiforme dell'insieme.
Non vi cosa nell'universo che sia identica ad un'altra, e se Dio ha cos stabilito, il torto non
sta forse in noi che avversiamo la diversit con la presunzione di essere nel vero?
L'accentuata diversit degli individui fa s che ognuno abbia il suo Dio, purtroppo, e ci non
sarebbe male se servisse a realizzare il bene del soggetto: ma non vi pu essere vera realizzazione
senza la sintonia delle diversit. Finch nel nostro essere non vi saranno tutti gli altri esseri, ognuno
sar inevitabilmente incompleto. Perch questa la nostra natura: di essere una sola cosa con tutte
le altre creature.

INTERDIPENDENZA DELLE COSE


E' sorprendente notare come ogni singola cosa interagisca pi o meno direttamente con il
resto della creazione, condizionando il contesto in cui vive.
Passeggiando per la strada incontro persone che formano lo scenario della vita; se fossi
uscito da casa pochi istanti prima, o dopo, l'immagine d'insieme sarebbe stata completamente
diversa. Cerco di prendere un autobus; dove incontro persone che mai pi rivedr nella stessa
combinazione. Dialogo con qualcuna di esse che potr diventare un amico o la compagna della mia
vita e che certo influenzer il resto della mia esistenza. Mi accorgo che ogni persone e ogni cosa, a
seconda della sua configurazione, della sua disposizione, del modo di comunicare e anche del suo
stesso colore, influisce sulla condizione morale e psicologica di ognuno di noi.
Se fossi solo non conoscerei che me stesso: sono ricco in virt della presenza degli altri e
delle cose che mi circondano. Ogni persona pu influire positivamente o negativamente sulla mia
vita a seconda che sia un elemento armonico con se stesso e quindi con gli altri oppure disarmonico.
Ma in ogni caso tutti in generale, ed ognuno in particolare, contribuiscono al mio arricchimento
interiore per mezzo dell'esperienza dell'incontro. Cos come un uomo tanto pi padrone della sua
lingua quanti pi vocaboli conosce anche tanto pi ricco quante pi esperienze diverse dalla sua
ha potuto sperimentare. Non solo gli esseri umani influiscono nella mia vita ma tutti gli esseri
viventi: infatti a seconda del contesto in cui vivo in me si sviluppa un certo modo di essere.
Ma io non percepisco che parte dell'insieme; quindi l'insieme mi condiziona attraverso il
singolo componente, infatti il tutto importante perch ha valore il singolo elemento che lo
compone, altrimenti sarebbe come dire che ha valore solo il mucchio di grano non i singoli chicchi,
che ha valore l'umanit non l'individuo, che ha valore la foresta non il singolo albero. Il capo
officina importante quanto l'operaio perch l'uno senza l'altro non potrebbero essere, il musicista,
ai fini della realizzazione di un brano musicale, importante quanto il suo strumento, infatti l'uno
senza l'altro non potrebbero attuare lo scopo. Un essere pi o meno importante a seconda della
possibilit che ha di essere sostituito? ma anche in questi termini l'eccezione pu esistere solo se
esiste un contesto in cui possa esprimersi.
Quindi a seconda del mio comportamento gli altri si comportano (e viceversa) e si sviluppa
la nostra coscienza e il nostro intelletto. Se io violento o uccido qualcuno st violentando e
distruggendo ci che mi arricchisce, in un certo senso st violentando e distruggendo me stesso, sia
perch nell'azione st rendendo peggiore la mia coscienza e sia perch nei confronti della vita io
divento un elemento negativo.
Non v' pensiero o azione che non abbia i suoi effetti universali. Una buona azione, di
altruismo, di bont, di giustizia ecc. influenza il mio vicino e lo induce a sua volta ad essere pi
disposto nei confronti del suo simile; per contro un'azione malvagia, si ripercuote negativamente
non solo sulla vittima ma su tutti generando malcontento, rabbia, autodifesa e quindi disarmonia.
Della interdipendenza dobbiamo quindi renderci conto in modo da predisporre noi stessi non
solo ad apprezzare e valorizzare tutte le cose perch tutte ugualmente importanti, ma armonizzare
noi stessi, il nostro essere interiore, con il resto della creazione e cos contribuire al bene e
all'evoluzione di tutte le cose di qui siamo parti inscindibili.
Disponiamoci quindi ad amare e rispettare la diversit delle cose perch proprio per questa
esiste la terra e l'universo.

INCOERENZA UMANA
Di fronte alle tante tragedie umane a molti appare fuori luogo parlare di ecologia, di rispetto
per gli animali e la natura. Ma il problema va al di l di un errato sentimentalismo ristretto alla
cerchia degli ecologisti: risiede nella coscienza degli individui che esprimono la loro condizione
interiore, incline alla violenza anche verso il loro simile, a causa dell'insensibilit e del'indifferenza
verso il dolore e la morte in senso Iato.
L'umanit dilaniata da guerre di ogni genere, vero, ma la coscienza degli uomini a
generarle, a concepirle, a gestirle, la qual coscienza se fosse pi umana, pi giusta, pi evoluta certo
non si esprimerebbe in tal modo.
II rispetto per la vita dell'uomo non un valore scindibile dal rispetto per la vita delle altre
creature: nell'uomo carente questo sentimento che se lo nutrisse per gli animali non potrebbe certo
non nutrirlo anche nei confronti del suo simile.
Quale realt sociale ci si pu aspettare dall'uomo capace di distruggere con indifferenza la
strabiliante perfezione di un essere vivente, come quella di un animale, per farne alimenti? Quale
evoluzione pu venire dall'uomo che ha come misura se stesso? che non vede che la sua condizione,
non sente che il suo dolore e tutto in grado di sacrificare per i suoi bisogni e i suoi piaceri
materiali? l'uomo che non sa rinunciare ad un momentaneo piacere di gola per risparmiare ad un
animale, oltre al bene insostituibile della vita, sofferenze, agonia e morte, quale messaggio di
giustizia e di bont pu dare a questa nostra societ sempre pi priva di valori morali e spirituali?
Nessuno, credo, ucciderebbe il proprio cane, il proprio gatto o il proprio uccello per
mangiarselo, eppure la maggior parte della gente considera leggittimo che questo sia fatto ad altri
identici animali.
Scoraggia non poco l'incoerenza dell'uomo fondata sul famoso detto di Ovidio: ''II meglio
vedo e al peggior m'appiglio". Infatti non v' persona che di fronte al giusto e logico ragionamento
che uccidere un animale (biologicamente, psicologicamente e sentimentalmente) fatto come l'uomo,
per divorarselo alla fine non condivida l'idea che ci sia un fatto crudele, ma nonostante tutto
ognuno dimostra che pi grande della giustizia, del rispetto, dell'ideale, dell'amore il piacere della
gola. L'uomo continua a nutrirsi di carne anche davanti alla dimostrazione scientifica che essa non
solo pu essere benissimo sostituita da altri prodotti pi salutari ed economicamente pi
convenienti, ma che dannosa per la salute umana; ma al dio Piacere nessuno osa opporre
resistenza, neppure coloro che dovrebbero considerarla una debolezza dello spirito, nascondendosi
dietro l'arcaico ed egoistico concetto che cos sempre stato e che gli animali, assurdamente si
crede, siano fatti per l'uomo.
Tutto io posso giustificare dell'uomo, ogni debolezza, ogni vizio, ogni aberrazione, ma
l'indifferenza verso la distruzione di una vita, per un proprio, degradante, piacere un fatto che
disonora la natura degli uomini, perch la morte una realt irrevocabile, e dimostra che l'uomo
non ancora pronto per un futuro pi degno.

IRRESPONSABILITA' UMANA
Da ogni parte si sente viva e presente la necessit di una nuova cultura umana che consenta
all'uomo e al macrosistema ecobiologico di superare indenne la soglia del 2000. I problemi sono
tanti, ma a gestire le sorti del mondo resta la coscienza umana che se priva di valori morali e
spirituali non pu certo dar vita ad un mondo migliore.
Il mio essere ecologista nasce dalla consapevolezza che FINCHE' L'UOMO NON SENTE
AMORE E RISPETTO PER OGNI ESSERE VIVENTE NON PUO' SVILUPPARE IN SE
STESSO L'AMORE E IL RISPETTO PER GLI ESSERI UMANI. Un uomo che senza alcun
rimorso uccide gli animali e distrugge la natura non pu che essere incline alla violenza anche verso
il suo stesso simile.
lo credo che i problemi dell'uomo non possano risolversi se non contestualmente al suo
intimo sentire.
L 'irresponsabilit umana verso la natura sta per rivelarsi fatale per lo stesso genere umano.
Ed io mi chiedo: PERCHE' L'UOMO UCCIDE SE NON VUOLE ESSERE UCCISO? PERCHE'
TORTURA, SOTTOMETTE, VIOLENTA, IMPRIGIONA ESSERI INNOCENTI SE NON
VUOLE ESSERE TORTURATO, SOTTOMESSO, VIOLENTATO, IMPRIGIONATO?
Quotidianamente col benestare di tutti, si consuma un'ecatombe a danno degli animali e la
natura che davanti a Dio grida giustizia. Forse pochi sanno che 400 milioni di animali vengono
sacrificati ogni anno sui banchi dei vivisettori, a danno della stessa salute pubblica, dal momento
che i risultati non sono trasferibili sull'uomo e l'aumento delle malattie croniche lo conferma. In
Italia, ad ogni stagione venatoria, circa 200 milioni di volatili vengono sterminati con la caccia, da
un folto gruppo di persone in cui ancora persiste distorta la necessit primordiale. Solo di volpi e
visoni nel mondo ogni anno vengono uccisi per le loro pelli 160 milioni di capi. 20 milioni di ettari
di bosco vengono distrutti ogni anno dall'uomo con tutti gli squilibri naturali che ne conseguono.
Ma il dato pi impressionante viene dalla mattazione: i dati ufficiali parlano di 20 milioni, solo di
animali di grossa mole per l'ltalia, che ogni anno vengono soppressi per essere dati in pasto alla
specie umana che si considera onnivora mentre la sua natura biologica contrasta con questo tipo di
alimentazione.
lo credo che giusto sarebbe se la natura avesse la possibilit di ribellarsi all'uomo, che per un
solo giorno gli animali potessero capire l'immane ingiustizia di cui sono vittime da milllenni e
attuassero la loro giusta vendetta, facendo subire all'uomo ci che essi stessi subiscono. Giusto
sarebbe se gli uomini fossero a loro volta macellati per diventare pasto giornaliero, che fossero
uccisi per gioco nella caccia e nelle corride, che fossero spellati per utilizzare le loro pelli, che
fossero vivisezionati, strappati dalle loro famiglie e rinchiusi in gabbie per la vita, perch solo in
questo modo potrebbero capire ci che causano agli altri viventi ed avere disgusto del loro egoismo,
forse allora tornerebbero ad essere degni di essere uomini.

ASSUEFAZIONI CRUDELI
L'assuefazione alle cose di sempre rende, inavvertitamente, insensibile la coscienza
dell'uomo all'altrui dolore, precludendo all'intero genere umano la necessaria evoluzione verso
dimensioni pi luminose e pi giuste.
L 'uomo non si chiede se certe sue abitudini siano o no degne del suo essere civile o se
invece non siano ancestrali retaggi che da millenni avrebbe gi dovuto superare.
Dall'antica legge biblica l'uomo ha sempre preso e ingigantito ci che lascia spiraglio alla
sua natura indolente, egoista e sensuale, come: "Occhio per occhio e dente per dente"; "crescete e
moltiplicatevi", oltre la fraintesa licenza di uccidere gli animali, mentre ha cercato di aggirare o
ignorare ogni comando che comporta faticosi impegni morali. N si chiede l'uomo se certe regole
non furono dettate da una particolare circostanza storica per un popolo indomito e di "dura cervice",
e quindi non procrastinabili indefinitamente nel tempo ma limitate alla sfera di quella determinata
condizione in attesa di dimensioni spirituali pi elevate. Daltronde quelle regole se attuate ancora
oggi vanificano lo stesso messaggio di Cristo tutto proteso alla realizzazione dell'amore universale.
Obbedendo all'arcaica abitudine di cibarsi di carne, come ai tempi della preistoria, oggi
l'uomo (senza un giustificato motivo) conserva tale crudele tradizione perch ormai non sa
rinunciare al piacere di un piatto prelibato, anche se questo costa immane dolore, terrore e morte a
tanti animali innocenti che come lui amano la vita.
Ma l'uomo non si pone il problema dell'altrui sofferenza, non si accorge del suo devastante
egoismo, della sua planetaria ingiustizia: considera le altre creature come oggetti senz'anima
incapaci di soffrire, dei quali pu disporre come e quando crede. Non gli importa di sapere se
l'animale che a tavola divora voleva essere ucciso, oppure, se per un istante considera il problema,
ipocritamente ostenta dispiacere per tale sorte toccata alla sfortunata creatura, e con cinica
rassegnazione pensa che diversamente non pu essere, perch convinto che il suo organismo ha
bisogno di quella misera carne per mantenere la sua forma ottimale, anche se l'ottima salute dei
vegetariani conferma il contrario. Siccome l'essere umano non sa ancora amare e rispettare neanche
il suo simile rimanda il rispetto alle altre creature a quando gli uomini si considereranno fratelli,
cio forse mai. E intanto ogni giorno milioni e milioni di animali vengono immolati sull'altare della
crapula umana; montagne e montagne di pelli, di ossa, di zampe, di occhi, vengono ammucchiati
ogni giorno come stracci consunti e repellenti; fiumi di sangue scorrono ogni giorno da quelle vene
calde e pulsanti che per (cos breve) inondarono il cuore di linfa rossa e vitale.
Ma l'uomo tutto sarebbe disposto ad annientare per non rinunciare ad un suo piacere,
essendosi bendato gli occhi per non vedere gli effetti del suo crudele egoismo che a sua insaputa
dilania le coscienze allo stesso modo con cui egli dilania una splendida creatura.
Quanto siamo lontani dall'essere cristiani, da quell'amore proclamato da Cristo nei Vangeli,
da Francesco, da Gandhi! Eppure basterebbe vivere un solo insegnamento per riportare nel mondo il
Paradiso perduto: "Non fare ad altri ci che non vorresti ti fosse fatto". Purtroppo l'uomo considera
suo prossimo solo chi ha le sue stesse sembianze.

CIECA IPOCRISIA
L 'uomo ebbe da Dio percezioni pi vaste e intelligenza pi acuta non perch di queste sue
prerogative facesse abuso intensificando i suoi Iati peggiori a danno del creato; non perch
mediante il suo acume sapesse meglio catturare e sottomettere le creature pi deboli; ma affinch
per primo attuasse in se la legge dell'annonia e fosse di esempio, guida e punto di riferimento per
tutte le altre creature in via di evoluzione, e per mezzo di quella luce interiore che dovrebbe
distinguerlo, utilizzasse nel bene le qualit della sua anima: non fosse succube dell'istinto e della
passione sensuale ma li finalizzasse in un rapporto di intesa edificante.
Ogni dono soprattutto una prova in cui l'uomo ha la possibilit di innalzarsi, facendone
buon uso, o di abbassarsi scivolando nell'egoistico impulso primordiale sfruttando ogni cosa a suo
vantaggio.
L'uomo nel tempo ha lasciato evolvere solo la sua parte intellettiva mentre il sentimento del
cuore e la sensibilit della sua anima sono rimaste immutate, causando in se stesso uno scompenso
di natura essenziale.
Dov' la superiorit della razza umana? sta forse nella scienza o nella tecnologia per mezzo
della quale l'uomo ora in grado di allevare animali in batteria senza pi la necessit di procurarsi il
cibo cacciando nei boschi? o nell'utilizzare sofisticati macchinari per catturare, uccidere o scuoiare
tanti animali nati liberi?
La vita dell'uomo costellata da ipocrisie che emergono (insieme alle pi disparate e povere
giustificazioni) specialmente quando di fronte al problema dell'eventuale rinuncia ad uno dei
piaceri cui maggiormente attaccato come quello del mangiar carne.
C' l'ipocrisia di chi considera la natura a sua disposizione e non esita a distruggere ogni
cosa per un suo tornaconto personale portando ovunque violenza e morte. Se l'uomo uccide le altre
creature avvalorando la legge del pi forte, dovrebbe anche accettare di buon grado, e come
naturale, l'eventuale sottomissione ad una razza a lui superiore o ad un uomo pi forte di lui.
L'uomo si rifiuta di capire che se fosse pi umano verso le altre creature sarebbe pi buono e giusto
anche verso la sua stessa specie.
C' l'ipocrisia di quanti s'impietosiscono davanti al maltrattamento di un animale domestico
e non si curano che la bistecca, che elegantemente servono o mangiano a tavola, parte del corpo di
uno stesso animale che ad altri hanno demandato il compito di sopprimere. Ma se quell'animale lo
avessero avuto vicino fin dalla nascita, se l'avessero visto crescere, nutrirsi, giocare, dormire; se
l'avessero visto formarsi nel suo manto velloso e nelle sue morbide piume e poi visto sgozzare,
spellare, sbrandellare, ridurre in piccoli pezzi; se avessero sentito le sue urla di terrore, se l'avessero
visto dimenarsi sino all'ultimo anelito nel disperato, quanto inutile tentativo di sfuggire alla morte;
se avessero visto il suo sangue scorrere a rivoli e i suoi occhi buoni e ignari implorare piet al
carnefice, forse avrebbero rimorso di tanta ingiustizia e rinuncerebbero a cibarsi di quegli arti, di
quel corpo.
C' l'ipocrisia di chi cerca una scappatoia, per giustificare la propria abitudine a cibarsi di
carne, rammentando che anche Ges ha mangiato del pesce, ma rifiuta di capire che l'uomo
proteso verso il superamento di certe condizioni sociali dettate da necessit di sopravvivenza.

C' l'ipocrisia di quanti dimostrano smisurata attenzione al cane, al gatto o al canarino che
hanno in casa e non li scuote il fatto che altri simili animali subiscano quotidianamente una sorte
crudele.
C' l'ipocrisia di chi, di fronte al problema del rispetto degli animali, fa l'ipotesi estrema che
anche le piante siano esseri sensibili, come per giustificare la violenza necessaria sulle cose e si
rifiuta di comprendere che ogni evoluzione graduale e che il punto d'arrivo del genere umano sar
quello in cui si arriver a cibarsi di sola frutta e semi per non causare dolore a ci che ha vita (anche
se questo, ai materialisti, pu sembrare utopica speranza).
Pu forse un nostro piacere gastronomico giustificare tanto dolore? si crede che un animale
non soffra o non abbia paura di ci che sta per accadergli? Eppure le urla disperate e quasi umane
dei maiali, dei vitelli e delle mucche sul luogo della immolazione esprimono la loro consapevole
agonia. E allora perch tutto questo? La risposta semplice: L'UOMO E' INDIFFERENTE AL
DOLORE ALTRUI: ED E' QUESTA LA CAUSA DI OGNI EGOISMO E DI OGNI MISERIA
UMANA.
L'uomo non sa di dover scontare un giorno anche gli errori inconsapevoli; non sa che ogni
grido accolto da Colui che tutti ama in ugual misura, SPECIALMENTE I PIU' DEBOLI, perch
tutti creati per amore.
Voi che vi chiudete gli occhi per non vedere e gli orecchi per non sentire il cosmico dolore
causato a tante creature innocenti, sappiate che ogni pietra lanciata ricade pi pesante e ognuno,
presto o tardi, subisce, per giustizia universale, gli effetti del male che ad altri ha causato. L'errore
dell'uomo quello di credere che sconter solo le colpe commesse verso la propria specie.
Voi che allegramente vi nutrite di carne, facendo sterminare le creature di Dio, sappiate di
avere nelle vene il sangue di innumerevoli vittime che come voi anelavano alla vita e avevano paura
della morte. E sappiatelo anche voi macellai, razza cieca e di durissimo cuore; sappiatelo anche voi
cacciatori del duemila dopo Cristo, gente ipocrita e crudele; sappiatelo anche voi vivisettori,
vergogna del genere umano(!)
Se le sue azioni sono nel giusto di nulla un uomo deve temere. Allora io chiedo sia mostrato
al pubblico ci che avviene nei mattatoi comunali affinch ognuno sappia da dove viene ci di cui
usa cibarsi. Chiedo sia fatto conoscere l'inferno sotterraneo dei laboratori lager dei vivisettori,
perch ognuno sappia quali atroci torture si celano dietro un prodotto farmaceutico. Chiedo sia fatto
vedere il tragitto che compie una pelliccia di animale prima di arrivare ad essere elegante drappo
ornamentale, cos da dar rimorso a quanti l'indossano, per l'inaudita strage necessaria. Chiedo sia
mostrato al pubblico ci che accade agli animali da circo durante il loro addestramento, non solo la
bugiarda faccia esteriore del variopinto spettacolo.
Questo io chiedo, nella speranza che l'uomo arrivi un giorno a vergognarsi della sua crudele
indifferenza e impari a vedere non solo nell'uomo il suo prossimo ma in tutto ci che vive: quel
giorno forse ritorner ancora ad avere le sembianze dell'essere fatto ad immagine e somiglianza di
Dio.

INDIFFERENZA, CANCRO DELL'ANIMA


L'indifferenza verso il dolore altrui il vero dramma del genere umano, perch rende
insensibili le coscienze a danno della vera evoluzione dell'uomo.
Gli animali per l'uomo non sono che oggetti senz'anima: fatti per essere utilizzati o
trasformati in alimenti. L'uomo usa cibarsi di carne perch cos sempre stato, n si chiede se ci
sia giusto o se invece tale abitudine non che il retaggio di una concezione primitiva e crudele.
E che importa all'uomo del dolore di un'altra creatura? dell'agonia e della disperazione che
accompagna la morte di un essere vivente quando sta per essere privato del suo unico e vero bene,
la vita? che gli importa se la creatura che a tavola sta divorando biologicamente fatta come lui
stesso? che gli importa se la strabiliante perfezione di un organismo viene per sempre annientata, se
molte parti di quel corpo saranno gettate a marcire come letame? che gli importa se quel cuore
cesser per sempre di pulsare, se quegli occhi non vedranno mai pi la luce del giorno, se mai pi
quell'agnellino o quel vitello potr correre sui prati o nutrirsi della verde erba dei campi? che gli
importa di sapere se con la morte tutto l'universo si spegne per sempre per quella creatura che come
l'uomo bramava l'esistenza? che importa alla crudele femmina umana delle sofferenze inaudite delle
decine e decine di splendide creature che vengono sacrificate, (spellate spesso ancora vive ) perch
lei possa avere la tetra e morbida pelliccia? che importa agli ignoranti spettatori circensi se gli
animali impazziscono in strettissime gabbie, se con la frusta, con le scariche elettriche o col digiuno
vengono costretti a ripetere centinaia di volte al giorno innaturali esercizi? che importa all'idiota
cacciatore se stroncher per sempre il canto o il volo di un uccello, o se invece lo lascer
agonizzante per giorni nell'erba o se i piccoli resteranno a morire di fame nei nidi?
La sola cosa che conta per l'uomo, miope, sprezzante della vita e del dolore altrui, l'utile o
il piacevole che gli pu venire da qualunque cosa, e al dio del suo egoismo tutto pronto a
sacrificare, fosse pure l'intero pianeta.
Inorridisco pensando alla devastante ipocrisia dell'uomo che uccide gli animali perch si
sente superiore mentre si comporta peggio degli stessi i quali se si esprimono con violenza agiscono
sempre per estrema necessit di sopravvivenza.
Inorridisco pensando alla naturalezza con cui l'essere umano usa cibarsi del cuore, del
fegato, del cervello, degli arti di un'altra creatura fatta come lui, che ha il suo stesso sentire.
Se essere fatti ad immagine e somiglianza di Dio significa avere in se la capacit di
condividere la condizione di ogni altro essere vivente, credo che l'uomo ha di che sprofondare dalla
vergogna per essere cos paurosamente distante da ci che per lui Dio aveva stabilito.

MANCANZA DI SENSO CRITICO


La mancanza di senso critico da parte della gente sempre stata motivo di lutti e rovine per
le popolazioni di ogni tempo.
Per millenni la massa stata psicologicamente manovrata, spinta in continue guerre
fratricide, schiavizzata, oppressa in nome di ideali che in apparenza erano a beneficio del popolo ma
nella sostanza facevano il tornaconto di certe classi privilegiate odi alcuni scaltri individui.
La gente si rifiuta di pensare con la propria testa: delega ad altri il compito di stabilire ci
che giusto e ci che non lo , ci che bene e ci che sbagliato, ma poi di questo paga le
conseguenze.
L'antico popolo azteca, convinto dalla classe dei sacerdoti, immolava 50 mila uomini l'anno
sull'altare di un dio crudele e sanguinario. Pi tardi con le sante inquisizioni ben 8 milioni di
individui sono stati arsi vivi, senza che il popolo si ribellasse a tali infamanti pratiche. Se la gente
fosse stata culturalmente pi evoluta forse si sarebbe potuto evitare lo sterminio degli ebrei nei
campi nazisti o la stessa tratta degli schiavi con la quale, nel giro di 4 secoli, non meno di 50 milioni
di esseri umani sono stati strappati alle loro case e condotti in catene in Europa e in America.
La mancanza di senso critico si rivela devastante non solo per l'uomo ma per tutta la
creazione: specialmente gli animali ne pagano le dure conseguenze.
L'uomo infatti considera gli animali oggetti fatti per l'alimentazione umana, e cos come gli
schiavi venivano considerati incapaci di soffrire o di avere sentimenti perch esseri "inferiori", la
gente non pensa se gli animali al pari dell'uomo soffrono o hanno terrore della morte. Si uccidono
gli animali per gioco cos come si schiaccia una noce; si strappano le loro pelli per farne capi di
abbigliamento con la disinvoltura con cui si leva l'involucro ad un pacco; si imprigionano a vita in
strettissime gabbie per esporli in vetrina come si usa fare per un oggetto prezioso; si torturano gli
animali con la vivisezione perch i vivisettori e le in dustrie farmaceutiche hanno convinto la gente
che questo serve alla salute umana, anche se nessun beneficio mai venuto da simili crudeli
esperimenti. Ma gli esseri umani non danno alcun valore alla sofferenza degli altri esseri viventi.
Giornalmente i mass media ci condizionano il cervello rendendoci indispensabile ci che
sempre stato superfluo, stabilendo per noi il tipo di alimentazione, l'abbigliamento da usare, i
medicinali da prendere e perfino gli anticoncezionali pi adatti. Ma alla gente non viene il dubbio se
questo torna a suo beneficio oppure fa il tornaconto di coloro che gestiscono il potere.
Pensare con la propria testa sembra sia la cosa pi difficile: poi ci si lamenta della
condizione sociale in cui sempre pi emerge la terribile realt che sono altri ad avere in mano non
solo la nostra mente e la nostra coscienza ma la nostra stessa vita.

VIOLENZA SUGLI ANIMALI E MANCANZA


DI AUTODETERMINAZIONE UMANA
La parte pi negativa della storia umana e dei rapporti sociali si sempre espressa mediante
la violenza fisica o ideologico-morale, sfociando poi in contrasti su tutti i livelli sia di coppia che
collettivi.
Ci che predispone l'uomo alla violenza senza dubbio l'incapacit di condividere la
sofferenza della sua vittima, l'indifferenza verso il dolore altrui, l'incapacit di immedesimarsi
nell'altrui condizione. Quindi il problema prettamente di natura morale e dipende oltre dal grado
di civilt e di evoluzione della coscienza umana dalla capacit della stessa al senso critico delle
cose.
L'uomo viene abituato da millenni alla liceit dello sfruttamento, della sottomissione e
dell'uccisione degli animali, a non sentire piet alcuna della loro sofferenza, a non sentirsi in colpa
per la loro uccisione. Questa indifferenza verso l'altrui morte rende inevitabilmente insensibili
anche nei confronti della sofferenza e della morte degli esseri umani. In modo inequivocabile
l'antropocentrismo preclude all'uomo l'evoluzione non solo della sua sfera emotiva ma anche
intellettiva: la prima perch tende ad inaridirgli la coscienza, la seconda perch gli impedisce lo
sviluppo del senso critico, ci che mette in discussione i comportamenti umani, le tradizioni e le
assuefazioni ritenuti giusti solo perch sono comuni e tradizionalmente accettati.
Da sempre infatti la mancanza di autodeterminazione e di senso critico stato il piedistallo
su cui sono state erette le pi feroci dittature che hanno precluso all'uomo la sua evoluzione sociale.
Da sempre stato detto che gli animali sono stati fatti per essere utilizzati e mangiati dall'uomo.
Non ci si accorge che nelle abitudini e nelle assuefazioni spesso l'uomo inconsapevolmente fa la
volont di chi detiene il potere, di chi non vuole che la gente sia accorta, preparata, perch
vaglierebbe criticamente il suo operato e gli impedirebbe di essere disonesto. Infatti alimentarsi di
carni non solo non utile ma dannoso per la salute e in questo la gente fa a sua stessa insaputa gli
interessi degli allevatori e delle industrie farmaceutiche, sia per i prodotti chimici che vengono
somministrati agli animali e sia per le malattie che generano gli stessi. E' noto infatti che il 60%
delle malattie umane conosciute sono di origine iatrogena: questo vuoI dire che le medicine causano
pi malattie di quante non ne guariscano.
Gli animali sono fatti per l'uomo, (secondo una errata opinione comune). Se cos avesse
stabilito il Creatore Egli non sarebbe il Dio della giustizia e della vita ma il dio della sofferenza e
della morte, un dio parziale, antropocentrico, che si cura solo di una delle milioni di specie da Lui
create, che indifferente al planetario dolore dei miliardi di altre creature che sono tali (con la loro
specifica caratteristica e dimensione) non per propria volont ma per volere di Dio e che spesso
portano un fardello molto pi pesante dell'uomo, magari con pi dignit.
Ma io credo che Dio sia pi grande di quanto la miseria umana riesca a concepirlo. Credo
che Dio ami in ugual misura tutte le sue creature cos come un buon padre ama allo stesso modo
tutti i suoi figli; assurdo sarebbe che Dio amasse di pi l'uomo perch la creatura pi bella o pi
intelligente dal momento che stato Lui stesso a dargli la bellezza o l'intelligenza; forse Dio amer
di pi un essere che dimostri maggior volont nell'amore, nella ricerca del bene e della giustizia
rispetto a chi consapevolmente si oppone alla vita ma anche in questo caso relativa la colpa della
singola creatura.

Dunque se le specie esistenti sono tutte ugualmente importanti per le misteriose finalit di
Dio, perch l'uomo ritiene che abbia valore solo la sua vita, che degna di considerazione solo la
sua sofferenza e non quella identica di un cavallo o di un cane? Probabilmente e semplicemente
perch si ritiene superiore all'animale. Purtroppo vi sono uomini che si ritengono superiori anche a
certi loro simili, magari solo perch appartengono ad un'altra razza, ad un altro credo religioso o
politico. Il razzismo sempre stato motivo di lutti e rovine per l'intero genere umano.
Alle origini l'uomo con molta probabilit non era un essere violento; avendo gli attributi
tipici dei primati frugivori non uccideva gli animali per mangiare le loro carni, si nutriva invece di
frutta e vegetali allo stesso modo delle scimmie antropoidi. Poi a causa della mancanza di cibo, per
sopravvivere, dovette emulare gli animali carnivori. Ma il suo orgoglio e il suo antropocentrismo si
svilupparono quando si rese conto di essere l'animale pi astuto per le sue capacit organizzative a
sostegno di questa sua convinzione si aggiunse pi tardi la dottrina delle religioni monoteiste che
presentano al mondo un Dio compiacente della sola specie umana e incurante dei milioni di altre
specie da Egli stesso create.
Per millenni poi l'alimento carneo stato pietanza dei pi facoltosi, mentre il popolo (la cui
ricchezza consisteva proprio in qualche capo di bestiame) mangiava la carne solo quando poteva.
Oggi l'uomo alle soglie del duemila non riesce ancora a liberarsi dalla sua fame ancentrale e
considera indice di benessere e di ricchezza potersi alimentare di carne. Non c' famiglia
occidentale che non mangi almeno una volta al giorno la carne o derivati di animali. La carne fa
solo male all'uomo, non perch gli animali d'allevamento siano rimpinzati di ogni sorta di
medicinali ma perch contro la natura umana nutrirsi di cadaveri. L'uomo non stato "progettato"
per alimentarsi di carne: non avendo lo stomaco adatto a questo tipo di alimento, la carne staziona
negli intestini umani pi del necessario causando putredine ed ogni sorta di infezione. Le
conseguenze sono note: aumento delle malattie cardiovascolari e tumorali, prima causa di morte nel
mondo occidentale.
L'uomo considera legittimo sfruttare, violentare, uccidere gli animali in ogni modo ed in
ogni campo ma condanna la violenza perpetrata sull'uomo e tantomeno accetta l'idea di essere egli
stesso la vittima della violenza che usa all'animale. In ogni parte del mondo si cercano i diritti
umani, si lotta per la giustizia, per la pace, per la libert. Allora perch l'uomo commette
quotidianamente quel male dal quale spera di essere libero?
E' necessario che nell'uomo nasca una nuova coscienza in grado di amare non solo l'uomo
ma ogni essere vivente, di condannare non solo la violenza perpetrata sull'uomo ma su ogni
creatura. La violenza non pi o meno grave a seconda di chi la vittima: per il fatto che si
contrappone alla vita un'azione sempre condannabile.
Ogni violenza sull'uomo, come sull'animale o sulla natura, un reato contro la creazione.
Tagliare la zampa ad un cane non meno grave del taglio della mano di un uomo: eventualmente
dovremmo chiedere l'opinione al cane il quale certo ci direbbe che la sua vita la pi importante
nell'universo.
L'antropocentrismo ha abituato l'uomo all'indifferenza verso il dolore e la morte altrui:
questo ha impedito all'uomo lo sviluppo della sensibilit dell'animo capace di condividere la sorte
della vittima della sua violenza. Se l'uomo facesse sua la condizione degli altri certo non causerebbe
mai del male a nessun essere vivente; non ci sarebbe pi chi violenta, chi ruba, chi uccide, chi
tradisce e chiunque pu commettere azioni delittuose.

Senza la nefanda dottrina dell'antropocentrismo probabilmente l'uomo avrebbe gi raggiunto


questa simbiosi ideale tra la propria specie e tutti gli animali suoi fratelli. E anche se ci pu
sembrare utopia io sono sicuro che un giorno l'uomo si accorger di essere solo virtualmente
diverso e separato dagli altri esseri viventi ma che nella sostanza si tutti membra dello stesso
corpo.
Il problema del rapporto uomo-animali riguarda tutti, perch chiama in causa la civilt
umana, il grado di evoluzione delle coscienze. Una societ che legalizza la tortura e l'uccisione di
esseri innocenti dimostra di non avere ancora capito la causa della disarmonia collettiva.
L'UOMO USA GIUSTIFICARE IN DUE MODI LE SUE AZIONI CRIMINOSE:
INCOLPANDO LA VITTIMA O RITENENDOLA INCAPACE DI SOFFRIRE.
Credo che un'azione violenta o crudele resti tale qualunque sia l'intenzione o l'esito finale
che essa produce: nessun presunto beneficio pu mai compensare il fatto che abbia reso peggiore
l'uomo che la ha compiuta e di conseguenza la stessa umanit che tacitamente la accetta.
Un punto chiarificatore del problema questo: L'UOMO E' DISSIMILE O NO
DALL'ANIMALE? Se l'uomo violenta ed uccide gli animali perch li ritiene esseri inferiori egli
giustifica la legge del pi forte e allora dovrebbe accettare anche la sua eventuale sottomissione a
qualunque individuo o a qualunque razza pi forte.
Se sostiene che gli animali non sono in grado di capire allora sarebbe lecito sacrificare gli
imbecilli e tutti coloro che non sono sani di mente, a seconda delle convinzioni personali di ognuno
che considera inferiori gli altri sotto l'aspetto intellettivo, morale, religioso, politico, ecc. e
naturalmente anche coloro che violentano, torturano o uccidono gli animali, perch certamente
dimostrano limitate capacit umane sia sotto l'aspetto intellettivo che morale.

ANIMALI IN CRONACA
Giornalmente gli animali vengono ammazzati senza piet per imbandire le tavole della
specie umana che si considera "civile" ed eticamente superiore. Vale la pena ricordare qualche
episodio, alle porte del consueto massacro natalizio o pasquale.
Un uomo per liberarsi del suo cane lo port al largo con la sua barca e dopo avergli legato
una pietra al collo lo scaravent in acqua. Ma il cane riusciva a riemergere a tratti annaspando
disperatamente. L'uomo lo respinse pi volte con il remo e visto che era duro ad affogare si mise in
piedi sul ciglio della barca per assestargli un forte colpo sulla testa; in tale operazione perse
l'equilibrio e cadde in acqua senza saper nuotare. Il cane port a riva il suo padrone nonostante il
peso che ancora aveva al collo.
Un cacciatore, accompagnato dal suo Setter, una mattina in un bosco fu colto da infarto. Il
cane trascin l'uomo per 80 metri fin su il ciglio della strada dove a forza di abbaiare riusc a
fermare un automobilista che caric l'uomo sulla sua vettura trasportandolo al pi vicino ospedale,
dove venne salvato in tempo.
In una campagna un uomo si imbatte in due topi che stranamente camminavano affiancati
tenendo in bocca uno stelo d'erba. Istintivamente l'uomo vibr ai topi un colpo di bastone
ammazzandone uno. Incuriosito dal fatto che l'altro non fuggiva, lo osserv pi attentamente e si
accorse che il topo rimasto vivo era cieco.
Un mulo quando gli fu fatta varcare la soglia della sala da mattazione si ferm come
terrorizzato e cerc di trovare una via di scampo. Accortosi del vano tentativo si avvicin ansimante
ad una persona occasionale, non addetta ai lavori, e a breve distanza si mise a muggire come per
chiedere aiuto. Ma visto che l'uomo restava indifferente torn indietro e senza opporre resistenza si
lasci uccidere.
Un cavallo segu il corteo per la morte del suo padrone e dopo salito su di un dirupo si
abbandon nel vuoto.
Quando un branco di struzzi viene attaccato uno di loro si stacca dal gruppo fingendosi
zoppicante, sacrificandosi per salvare i suoi compagni.
Una mucca alla quale fu tolto il suo vitellino da latte per essere condotto al mattatoio, pianse
e si lament ininterrottamente per tre giorni e tre notti.
E l'elenco potrebbe continuare. Io credo che se c' un paradiso i soli a meritarlo veramente
sono gli animali, perch innocenti davanti al male: essi non tradiscono, non sono ipocriti, non sono
malvagi, non rubano, non fanno la guerra, praticamente non hanno i peggiori difetti degli esseri
umani mentre hanno quelle virt (spesso pi sviluppate che negli uomini) che danno a questi il
diritto alla dignit, alla libert e alla vita. Mentre se c' un inferno per gli animali senza dubbio
quello che noi causiamo loro con il nostro spietato egoismo.

CAMPI DI STERMINIO IN TEMPO DI PACE


In questi ultimi decenni si andata sempre di pi sviluppandosi una coscienza animalista in
virt delle molte associazioni impegnate in difesa dei diritti degli animali a condanna di ogni
violenza su l'uomo, sull'animale e sulla natura. La battaglia, su molti fronti, si estrinseca contro la
vivisezione, la caccia, le pellicce, gli zoo, i circhi equestri ecc. nel tentativo di liberare gli animali
dalla terribile condizione cui sono stati condannati dalla societ moderna cosiddetta civile.
Le tematiche portate avanti dai protezionisti (che investono la sfera sociale a livello etico,
scientifico, economico) non sono state associate, a mio avviso, alla parte pi drammatica del
problema, la mattazione che resta come l'ultimo ostacolo da abbattere in difesa degli animali. Pochi
sono infatti gli stessi animalisti impegnati in questo settore e pochi coloro che sanno essere coerenti
in questo ideale di giustizia e d'amore per essere di conseguenza vegetariani in modo da dare una
spinta verso l'attuazione di una dieta incruenta ostacolando la tendenza comune della gente a
nutrirsi di cadaveri, e mentre condanna - almeno in teoria, ogni violenza sugli animali accetta come
scontata l'estrema violenza della mattazione perch non sa o non vuole rinunciare al piacere di un
piatto prelibato anche se costa la vita ad un essere vivente biologicamente fatto come l'uomo.
Se la lotta alla violenza della mattazione rimasta indietro rispetto le lotte alle altre violenze
sugli animali in gran parte dipende dalla poca informazione della gente su l'inferno che sono gli
allevamenti intensivi e la stessa mattazione. Finch la gente sar tenuta all'oscuro degli effetti
raccapriccianti che precedono l'elegante bistecca a tavola; finch non saranno mostrati gli orrori dei
mattatoi nessuno si sentir in colpa dell'immane ingiustizia e dei fiumi di sangue che ogni giorno
vengono versati lontani dalla vista delle persone che accettano sia compiuto l'orrore ma non di
vederne gli effetti; si continuer a scaricare sugli altri questa disumana abitudine alimentare:
I'allevatore alleva animali perch il macellaio ne fa richiesta, il macellaio chiede la carne perch la
gentile signora andr a comperare la fettina e la gente mangia la carne perch ipocriticamente
sostiene quell'animale gi stato ucciso. E cos, sulla pelle di miliardi di animali massacrati ogni
giorno lievitano gli interessi dei grandi allevatori, delle industrie zootecnico-alimentari e delle
industrie chimicofarmaceutiche a danno della salute umana, dal momento che coll'aumento del
consumo della carne sono aumentate le malattie pi terribili, come gli infarti, i tumori, il diabete,
I'arteriosclerosi, i disturbi gastrointestinali, gli squilibri mentali ecc. Allo spaventoso crescendo di
orrori, di sofferenze e di morte a danno degli animali, sacrificati sull'altare della crapula e
dell'egoismo umano, (diretta somiglianza dei sangunari riti pagani come dei danteschi gironi
infernali) si associa un crescendo di nuove malattie sempre pi incurabili, contestualmente ad una
diminuizione delle capacit immunitarie dell'organismo umano.
Dopo millenni di regime pressoch vegetariano la carne oramai assurta a status symbol di
benessere economico. Come per placare una fame ancestrale di carne, da sempre esclusiva pietanza
di nobili e signorotti. Oggi la gente del mondo occidentale si ingozza di carne due-tre volte al
giorno, con un consumo medio, solo in Italia, di 80 Kg a testa, mentre il sud muore di fame per
produrre i foraggi che serviranno ad ingrassare le nostre bistecche.
Oggi in Italia si allevano circa 500 milioni di animali all'anno negli allevamenti intensivi, in
cui gli animali vengono fatti riprodurre con fecondazione artificiale. I megallevamenti inquinano il
suolo, le falde acquifere i fiumi, i mari a causa delle deiezioni intrise di fosforo e azoto. Solo nella
Pianura Padana gli allevamenti inquinano quanto una popolazione di 65 milioni di persone.
Nei 15.000 mattatoi presenti nel nostro paese vengono macellati ogni anno 5 milioni di
bovini, 12 milioni di suini, 400 milioni di polli, senza contare gli equini, gli ovini ecc. Praticamente

ogni italiano ha sulla coscienza l'uccisione di almeno 10 animali all'anno, compresi quelli di grossa
mole.
Questa cultura disumanizzante non solo considera lecita I'ecatombe giornaliera di tanti
animali dotati di intelligenza e sensibilit ma non si preoccupa nemmeno di rendere meno dolorosa
la loro uccisione applicando le normative vigenti stabilite dalla legge, che prevedono lo stordimento
degli animali da maceIlazione in modo da evitare stress e sofferenza tramite anestesia. I pochi
mattatoi che mettono in pratica tali direttive sono quelli controllati da associazioni zoofile...
La direttiva CEE che vieta l'impiego di estrogeni negli alimenti per animali in vigore
dall'88, ma le industrie dei mangimi e dei farmaci hanno aggirato l'ostacolo somministrando
prodotti a base di zinco (che al pari degli estrogeni servono a stimolare l'ormone della crescita) che
nell'uomo causa spossatezza, diarrea, ottundimento dei riflessi, alterazione nei reni e nel pancreas,
depressione, tremori, mancanza di coordinamento muscolare ecc. Non solo, si viene a sapere che
soltanto dopo le proteste e gli allarmi lanciati da ogni direzione per la somministrazione di
betabloccanti ai vitelli importati dai paesi europei, il ministro alla sanit decide di imporre l'obbligo
del controllo del 10% della carne che arriva alle dogane: pensando agli effetti sulla salute umana dei
betabloccanti (potente farmaco che serve a curare i cardiopatici, gli ipertesi) c' da far accapponare
la pelle pensando a quante fettine a base di questo medicinale sono state consumate dagli ignari
italiani.
Ogni anticamera d'allevamento una vera e propria farmacia: assieme ad un pappone
schifoso e repellente agli animali viene somministrato ogni tipo di farmaco: cortisonici, antibiotici,
sulfamidici, betabloccanti, vitaminizzanti ecc. che finiscono poi nel metabolismo di chi mangia la
carne. Daltronde non si pu pretendere che gli animali costretti a vivere in ambienti innaturali,
costantemente illuminati al neon, tenuti a temperatura costante (per non far consumare le calorie
ingerite), su pavimenti in cemento inclinato per permettere il deflusso dei liquami o, come per i
suini, su assi di legno distanziate che finiscono con lo storcere gli zoccoli agli animali (infatti il 70%
dei suini alla macellazione si presentano storpi) non abbiamo bisogno di essere tenuti in piedi con i
farmaci, anche a causa dello stress che determina l'abbattimento del sistema immunitario
predisponendoli a qualsiasi infezione.
Il concetto che si segue negli allevamenti intensivi produrre un vitello pi grosso possibile,
nel pi breve tempo possibile, nel minore spazio possibile. Cos gli animali sono costretti a passare
la loro breve e tristissima esistenza in spazi cos angusti da non potersi nemmeno girare, sdraiarsi o
leccarsi; solo la testa spunta fuori dal box: gli consentito solo mangiare e mordere disperatamente
le sbarre metalliche. Certi suini diventano cos grassi che muoiono d'infarto ai primi passi.
E' degli ultimi tempi la notizia venuta dall'Inghilterra dove centinaia di bovini (animali
vegetariani) alimentati con farina di carne di pecore infette hanno accusato la "sindrome delle
vacche pazze".
Il vitello da cosiddetta carne bianca, al quale viene espressamente impedito di camminare,
spesso viene tenuto in catena per anni o per tutto il ciclo di produzione se si tratta da bovini da latte
o scrofe da riproduzione. Questultime sono costrette a partorire in continuazione in spazi poco pi
grandi del loro volume corporeo. E' assai evidente la sofferenza delle madri di non poter
assecondare la loro natura e preparare un riparo per i piccoli.
Nei capannoni l'atmosfera lugubre, il fetore stomachevole, le urla dei suini (quasi umane)
raccapricciante; il sovraffollamento spesso determina la pazzia: si manifestano atti di cannibalismo
ed i suini spesso arrivano a staccare a morsi la coda a qualche loro compagno: problema che gli

allevatori spesso risolvono tagliando la coda ai disgraziati animali piuttosto che concedere loro pi
spazio. Grande deve essere la sofferenza per queste creature nate per pascolare libere mangiando la
verde erba dei campi, invece condannate a vita nei campi di concentramento animali.
Gli animali ingrassati al punto giusto vengono trasportati su camion blindati al luogo della
mattazione. Nei lunghissimi viaggi restano per giorni e settimane esposti al gelo pi glaciale e al
sole pi rovente nelle soste degli scali ferroviari. Molti muoiono per il trauma delle operazioni
sempre violente. Ad alcuni tori che oppongono resistenza vengono spenti gli occhi a coltellate. Il
sovraffollamento nei camion spesso genera terrore: gli animali finiscono coll'accalcarsi e
calpestarsi, alcuni restano uccisi altri storpiati. Due animali su dieci non arrivano vivi a
destinazione. Infine vengono scaricati come pietre e condotti terrorizzati sul luogo della esecuzione,
dove vedono i loro compagni precederli e morire di una morte terribile. Specialmente i vitelli
intuiscono la morte e cercano inutilmente e pateticamente di scappare, mentre i suini emettono urla
strazianti di paura. Come se ce ne fosse bisogno, la sofferenza degli animali stata provata anche
scientificamente da Mariam Stamp Kawkins, da Harriet Scheifere, da Edvard Evans e da molti altri.
Un tempo i bovini venivano uccisi con un colpo di martello da 20 Kg sulla fronte, ora i
macellai usano la pistola con proiettili captivi che sfondano la scatola cranica, o con una scarica
elettrica a forte amperaggio, 40-60 volts. L'animale viene quindi sgozzato con grossi coltelli, viene
fatto dissanguare, per permettere una buona conservazione della carne e quindi sezionato. Durante
questa operazione spesso il cuore pulsa ancora di vita. Comunque in breve anche l'animale pi forte
e gagliardo trasformato in un ammasso di cose raccapriccianti.
I maiali appena usciti dal box (vedono il cielo e la luce del sole per la prima ed ultima volta)
vengono spinti in un corridoio a grate che finisce nella gabbia dell'esecuzione: quasi sempre
intuiscono ci che sta per accadergli e fanno di tutto per non imboccare quel funesto corridoio:
l'animale si rifiuta di andare verso la camera della morte: urla, scalcia, punta gli zoccoli, a volte si
guarda intorno come per implorare aiuto, ma quello che lo aspetta tutt'altro che la liberazione. Una
volta nella gabbia gli viene messa una morsa nelle orecchie e una scarica di corrente fulmina
l'animale che finisce in una vasca bollente per ammorbidire il pelo. Guai se il disgraziato animale
resta vivo: inimmaginabile l'urlo di terrore. Quindi i maiali sono squartati da una sega elettrica che
li divide in due e seziona la coscia, il lombo, il lardo, la pancetta, la spalla, la coppa, il guanciale, la
testa. II sangue raccolto in enormi contenitori una volta veniva utilizzato per fare il sanguinaccio
(tipo di salsiccia da molti considerata una prelibatezza) oggi essiccato in polvere viene utilizzato
come concime o mangime nel settore zootecnico.
La cosiddetta "vitella" la carne del cucciolo di vitello ucciso prima dello svezzamento. Una
volta venivano condotti al mercato ai primi giorni di vita e uccisi al momento in modo
improvvisato. Oggi si fanno crescere fino a 15 settimane, impedendo loro di mangiare erba per
avere le carni pi tenere e bianche. l vitellini trascorrono la loro breve esistenza in piccoli box dove
vengono continuamente ingozzati tramite un tubo. l vitellini vengono tenuti anemici perch la carne
possa essere rosa. Per farli mangiare di pi vengono tenuti senz'acqua: cercano di dissetarsi
mangiando. l vitellini portati via al 3 o 4 giorno di vita sentono il bisogno della madre, di
succhiare, ma possono solo bere da un secchio di plastica.
Per gli animali di piccola mole, polli, conigli, tacchini ecc. la macellazione pi sbrigativa.
A testa in gi, i poveri pennuti, vengono appesi ad una catena mobile che li trasporta verso la
macchina ghigliottina che mozza loro la testa mediante una lama girevole. Talvolta si usa
schiacciare la testa dei volatili con una grossa pinza. Poi avviene il dissanguamento, lo spiumaggio,
I'eviscerazione, il lavaggio e infine la confezione.

Oggi in Italia si pratica anche il rito ebraico-musulmano (sia per la presenza nel nostro paese
di gente orientale, sia perch molta carne viene esportata in quei paesi). Gli ebrei secondo la loro
religioni, possono mangiare solo carne di animali con zoccolo biforcute i musulmani, che escludono
il suino, pesci solo senza scaglie. Per hanno l'ipocrita delicatezza di non uccidere la madre nello
stesso giorno del figlio, di non catturare i pulcini se la madre vola nelle vicinanze del nido n di
attaccare l'asino allo stesso gioco del bue, perch farebbe doppia fatica.
Il metodo usato per la macellazione detto "sechit" che consiste nel taglio netto della
trachea, dei giugulari e dell'esofago con coltelli affilatissimi. Quindi l'animale viene capovolto con
speciali organi per il completo dissanguamento (il sangue viene considerato impuro).
Non meno crudele la sorte dei pulcini che fin dal primo giorno di vita vengono messi in
enormi capannoni illuminati a giorno 24 ore su 24. Non vedranno mai la luce del sole se non per
essere uccisi. All'aria ammorbata dai loro escrementi un pollo ha lo spazio a vita grande quanto una
mattonella di 20 centimetri di lato.
Gabbie a perdita d'occhio su 3-4 file sovrapposte da dove cadono attraverso i fili di ferro, di
cui sono fatte la basi, i liquami degli animali soprastanti. Lo stress causa spesso la pazzia degli
animali e quando sono ammucchiati assieme si aggrediscono sino a ferirsi mortalmente. Il problema
dei frequenti episodi di cannibalismo gli allevatori lo risolvono tagliando il becco dell'animale
pennuto.
Le galline ovaiole sono tenute in un tale stato di stress che molte si lasciano morire d'inedia
o finiscono schiacciate o storpiate dalla calca delle loro compagne. Le pi fortunate muoiono subito,
le altre verranno uccise appena terminato il ciclo produttivo per essere trasformate in pasticcio di
carne o brodo di pollo. Una volta nati i pulcini vengono scelti velocemente: i malformati e i non
maturi vengono scartati come mele guaste e gettati in contenitori dove saranno frullati per farne una
poltiglia che sar utilizzata come alimento nel settore zootecnico o come concime.
Tristemente noto il fois-gras. Le palme delle oche vengono inchiodate ai tavolacci. Nel
collo dell'animale viene infilato un tubo dal quale viene ininterrottamente somministrato un pastone
da ingrasso. Il fegato a poco a poco si spappola e diventa quella "squisitezza" che tanto piace a certi
raffinati palati.
L'allevamento tradizionale non meno crudele di quello industriale. In molte localit
italiane ancora in voga il taglio della corna, delle orecchie, la castrazione, il marchio a fuoco,
sempre la separazione dei figli dalle madri.
Oltre alla macellazione industriale si pratica un po dovunque quella clandestina, locale,
familiare: gli animali vengono uccisi, senza la minima anestesia, da gente improvvisata.
Nei dintorni di Modena viene tutt'ora praticato il barbaro metodo del bastone conficcato
nella bocca dell'animale fino a sfondare lo stomaco e gli intestini; in una sorta di impalamento alla
rovescia.
A Napoli nei mercati rionali capretti e agnellini vengono uccisi sul posto dal venditore
mediante tagli imprecisi con coltellacci poco affilati. Nel sud quando un bovino sgozzato duro a
morire gli viene versata dell'acqua bollente nelle orecchie (punto debole dei mammiferi) che muore
nei pi atroci dolori.

Nel sud-est asiatico, nelle Filippine, in Corea, cani e gatti vengono venduti al mercato la cui
carne considerata una prelibatezza. A migliaia gli animali vengono ammazzati sommariamente,
bolliti o arrostiti spesso ancora vivi o impiccati per rendere pi saporite le carni. Con le pelli
verranno poi confezionate le pellicce gae-wolf.
Non meno atroce la sorte che tocca agli animali marini. I pesci pescati con le reti muoiono
per asfissia dopo ore di lenta e spasimante agonia, mentre dimenandosi cercano inutilmente di
riconquistare il mare. Altrettanto crudele la morte dei pesci pescati all'amo, paragonabile ad un
grosso arpione che si infila nella bocca di un uomo sino a sfondargli il cervello. Ma la morte pi
terribile tocca alle aragoste, bollite ancora vive, e alle piccole lumache uccise a centinaia per
confezionare una sola pietanza.
Budda annovera tra i mestieri pi infami quello di macellaio, di cacciatore, di allevatore di
animali, di pescatore. Pitagora affermava che quelli che uccidono gli animali o mangiano la carne
sono pi inclini a massacrare anche i propri animali. B. Schaw diceva che ipocrisia lamentarsi
della violenza o della guerra se poi si uccidono gli animali per farne pietanza. Leonardo asseriva:
"Coloro che non rispettano la vita non la meritano". Platone tollerava l'alimentazione carnea solo ai
soldati. S. Girolamo asseriva: "Dopo che Cristo venuto non pi permesso mangiare carne" e
Porfirio aggiunge: "Ges ci ha portato il cibo divino, il cibo carneo nutrimento per demoni".
Mentre il profeta Isaia dice: "Colui chi uccide un bue come colui che uccide un uomo".
Dal 1950 ad oggi il consumo di carne aumentato del 122%. Ma ogni violenza ha sempre le
sue ripercussioni, infatti con I'aumento del consumo di carne sono aumentate nel mondo le malattie
pi terribili: di queste malattie sono maggiormente colpite le popolazioni che fanno maggior uso di
carne, per contro le popolazioni a regime vegetariano, o quasi, sono immuni alle stesse malattie. Le
infezioni intestinali dovute alla carne sono all'ordine del giorno: 30.000 casi di salmonellosi in
Inghilterra e 80.000 di enterite in Germania sono solo i dati pi noti degli ultimi tempi.
Per quanto riguarda gli effetti della carne sull'organismo umano, oltre quelli gi descritti ed
altri tristemente noti, c' da dire che la carne ha legami con il cancro alla mammella e al colon, che
il nitrito di sodio aggiunto alla carne in scatola forma le nitrosammine sostanze mutagene e
cancerogene, che gli eschimesi che si nutrono quasi esclusivamente di carne e pesce hanno vita
media di 27 anni e che il loro quoziente intellettivo tra i pi scarsi, che l'uso eccessivo di pesce ha
favorito l'insorgere della lebbra in molte zone dell'Asia.
Non meno grave e allarmante l'aspetto economico della dieta carnea. Occorrono 16 Kg di
proteine vegetali per produrre 1 Kg di proteine animali. Un capo di bestiame consuma derrate
alimentari quanto 12 persone. Con il costo di un Kg di carne oggi si possono comperare 2 Kg di
pasta, 2 Kg di pane, 2 Kg di verdure, 2 Kg di insalata e un litro di olio. In USA il cibo vegetale
consumato per gli animali di allevamento sfamerebbe 500 milioni di persone. Se l'Europa si nutrisse
di vegetali potrebbe sfamare una popolazione 54 volte superiore e gli U.S. una popolazione 150
volte superiore, praticamente se tutti i terreni coltivabili del mondo venissero coltivati per produrre
cibo vegetale si potrebbe sfamare una popolazione di 25 miliardi di persone, con la logica
conseguenza che sarebbe debellata la fame nel Terzo mondo. Un terreno, che adibito a pascolo da
una tonnellata di carne bovina, se coltivato a legumi darebbe 20 tonnellate di cibo ancora pi ricco
di proteine. E infine c' da considerare che il settore zootecnico ha un passivo annuo sulla nostra
bilancia agroalimentare di 10-12 mila miliardi, a fronte di una scarsissima fonte occupazionale.
La spaventosa indifferenza dell'uomo verso l'uccisione degli animali, considerati cose da
trasformare in pietanze, e che si estende, come abbiamo visto, ai cuccioli preferiti per le loro tenere
carni, fa emergere una considerazione sull'ipocrita malvagit umana. Se eccezionalmente, un felino

(per sua natura predatore e carnivoro) uccide un bambino per mangiarselo l'animale viene
considerato un mostro crudele e insensibile verso una creatura inerme, allora quell'animale deve
essere sterminato. Ma se l'uomo ad uccidere un cucciolo, come di fatto avviene sistematicamente,
viene considerato un fatto normale, non condannabile dalla morale comune. Praticamente sono state
invertite le parti: dall'animale, nella sua natura semplice ed istintiva, si pretende ragionevolezza,
sensibilit e rispetto verso gli esseri umani, mentre l'uomo, cosiddetto civile, cristiano, filosofo,
poeta, legittimato a compiere qualsiasi delitto nei confronti di esseri indifesi, senza per questo
sentirsi in colpa verso la giustizia e verso la Vita.
Don Mario Canciani afferma che le popolazioni pi crudeli verso gli animali sono quelle di
cultura ebraico-cattolica, nonostante vi siano molte chiare indicazioni nell'Antico Testamento a
rispettare questi nostri fratelli di viaggio.
Se la storia non che lo specchio fedele della condizione morale e spirituale della gente, le
violenze, le ingiustizie, le guerre non sono che la diretta conseguenza della condizione della
coscienza umana abituata, dalla cultura antropocentrica, a convivere ogni giorno con gli orrori
apocalittici dei fiumi di sangue che vengono versati nei mattatoi per imbandire le tavole dell'essere
fatto ad "immagine e somiglianza di Dio". Si rivela profetica l'affermazione di Hermann: "Finch vi
saranno i mattatoi vi saranno i campi di battaglia".

MACCHINE ANIMALI
Negli ultimi anni il consumo della carne va registrando un sensibile calo a causa della
denunciata dannosit che produce nell'organismo umano, per l'ingente quantit di farmaci
anabolizzanti somministrati agli animali per immunizarli dalle varie malattie, farli ingrassare pi in
fretta e farli avere la carne del colore desiderato: medicinali che entrano inevitabilmente nel
metabolismo di chi fa uso di questa orribile pietanza.
La battaglia contro la produzione industriale portata avanti con lo slogan "macchine animali"
svilupper, di conseguenza, la richiesta di carne biologica, cio prodotta da animali liberi di
pascolare secondo natura. Se da una parte gli animali (ugualmente condannati a morte dall'egoismo
e dall'ignoranza umana) avranno, se non altro, la possibilit di trascorrere la loro breve esistenza
senza soffrire la restrizione della prigione a vita e di una innaturale alimentazione, dall'altra vi sar
un probabile incremento della richiesta di tale alimento considerato non pi nocivo per la salute
umana.
I grandi allevatori convertiranno i loro lager in distese terriere adatte alle nuove esigenze in
modo che tutti possano continuare a mangiare gli animali con le carte in regola della dietologia
ufficiale. Gran parte dei terreni, ora coltivati a vegetali, saranno adibiti a pascolo e nel giro di pochi
anni andranno ad ingrandire l'area delle terre aride, con le ben note conseguenze dell'inquinamento
delle falde acquifere, delle piogge acide dovute alle deiezioni degli animali ecc.
A mio avviso il problema un altro su cui noi animalisti dovremmo puntare l'attenzione: la
carne fa male non perch gli animali vengono imbottiti da farmaci ma perch l'alimento carneo non
adatto all'alimentazione umana (anche se lo fosse sarebbe eticamente condannabile) dal momento
che l'uomo non stato programmato dalla natura per nutrirsi di cadaveri ma di alimenti vivi, cio di
frutta, semi e verdura come i primati e le scimmie antropoidi alla cui specie appartiene.
Gli animali che in natura mangiano la carne sono dotati di un apparato digerente differente
dal nostro, adatto al transito e all'espulsione rapida dei residui carnei. L'uomo avendo un canale
intestinale 4 volte pi lungo dei carnivori, adatto al lento transito delle fibre vegetali, la carne che
ingerisce (sostanza in via di putrefazione) staziona per un tempo molto pi lungo del dovuto
sviluppando di conseguenza ogni sorta di infezioni. Infatti le popolazioni che consumano pi carne
sono quelle maggiormente flagellate dalle malattie gastrointestinali e non solo. Gli Stati Uniti che
detengono il primato del maggior consumo di carne procapite hanno la pi bassa percentuale di vita
media di tutti i paesi industrializzati, pur avendo il pi sofisticato apparato sanitario del mondo ed
uno dei climi pi temperati. Per contro certe popolazioni, pur avendo un clima severissimo, in virt
di una dieta povera di carne hanno un indice di vita media tra il pi alto del mondo, come gli
Hunzakuts pakistani, i russi caucasici, gli indiani dello Yucatan, gli indiani Toda ecc. la cui vita
media supera i cento anni.
Ma anche se la consapevolezza della dannosit della carne porter sicuramente ad una
progressiva diminuzione del consumo di tale prodotto I'universalizzazione della dieta vegetariana
resta per ora meta da raggiungere, frutto di una nuova coscienza umana che sta maturando a livello
planetario.
Il senso di giustizia, la solidariet e l'etica universale portata avanti dalla rivoluzione
culturale animalista e che trova i suoi massimi esponenti in Leonardo, Tolstoi, Gandhi ecc.
consentir all'umanit di compiere il grande salto di qualit, non in virt di un concetto egoistico
che "la carne fa male" ma della nuova capacit della coscienza umana di rispettare il valore della
vita e di condividere l'altrui sofferenza.

Noi sicuramente non vedremo i risultati di questa nostra battaglia, il concretizzarsi di questa
nuova stupenda dimensione, ma siamo orgogliosi di aver posto le basi di una civilt pi degna
dell'attuale basata sull'amore e sulla fratellanza universale.

ANIMALISMO E OPINIONI ALTRUI


Le regole democratiche vogliono che siano rispettate le opinioni degli altri e siccome noi
animalisti condanniamo chi legittimizza l'uccisione degli animali, anche a scopo alimentare, spesso
siamo tacciati di intolleranza verso le scelte degli altri oltre che di incoerenza nei confronti del
senso di giustizia e di civilt che anima la nostra causa.
Noi dunque dovremmo rispettare quelle convinzioni (che tra l'altro sono il motivo delle
nostre battaglie) anche quando queste giustificano l'estrema violenza sull'animale, che noi
consideriamo nostro prossimo, mentre la stessa logica non viene applicata quando, giustamente, si
condanna un uomo per aver usato violenza verso quelli della sua stessa specie.
La critica agli ideali animalisti a mio avviso un latente quanto patetico tentativo di
scagionare la propria coscienza quando, posta davanti ad una palese ingiustizia, accusa sensi di
colpa per un'errata interpretazione della vita e per l'assurdo rifiuto a rinunciare ad una abitudine
crudele giustificata solo dal piacere della gola.
lo credo che come il male vada condannato e il bene esaltato, cos le opinioni della gente
siano degne di biasimo o di lode a seconda che si schierino in difesa della violenza e della morte o
della giustizia e della vita. Tutte le opinioni sono degne di considerazione e di rispetto solo se non si
oppongono alla Vita, altrimenti tutto diviene lecito, come la storia insegna, e la violenza sugli
animali gradualmente si estende sugli esseri umani.
In realt siamo noi animalisti a subire la violenza pi dolorosa e sistematica, non solo da
parte di coloro che mangiano la carne dei nostri fratelli animali o che per vanit indossano le loro
pellicce, ma da parte della cultura ufficiale che per mezzo dei mass media e della TV di Stato
offende continuamente il nostro sentimento d'amore propinandoci giornalmente immagini di
animali appena massacrati o ancora agonizzanti (come i pesci) o che stanno per subire la pena
capitale in una macabra esaltazione di un'incivilt degradante e diseducativa: il tutto con l'assoluta
mancanza di rispetto non solo verso le sventurate vittime ma verso quanti non considerano affatto
gli animali oggetti ad uso e consumo dell'uomo ma esseri senzienti col nostro stesso disperato
bisogno di esistere.
Voi non avete alcun diritto di violentare la nostra coscienza con immagini dolorose quanto
raccapriccianti; non vi lecito propugnare una cultura di sangue e di morte, che rende l'uomo
peggiore perch lo abitua a giustificare il suo pi tremendo genocidio.
Vi qualcosa di peggio della dittatura, della demagogia, dell'egoismo, della malvagit: di
abituare l'uomo all'indifferenza e al disprezzo dell'altrui dolore e morte.
Un giorno ci stupiremo di essere stati cos ciechi, stolti e retrivi nei confronti dell'edificante
concezione biocentrica della vita rispetto alla tirannia dell'antropocentrismo.
Un giorno capiremo che l'etica universale dell'animalismo, cio il sentimento di rispetto e
d'amore esteso dall'uomo ad ogni essere vivente, l'anello mancante alle dottrine religiose e
filosofiche affinch l'uomo possa avere l'esatta visione della realt ed una coscienza in grado di
realizzare un mondo migliore. Un giorno capiremo che anche l'uomo ritenuto pi saggio ha le mani
sporche di sangue se non vegetariano.
Ognuno interroghi se stesso per sapere quante creature vivono o sono state uccise a causa
della sua condotta e delle sue opinioni.

NECESSITA' DI SUPERARE ANTICHE CONCEZIONI


Per millenni si creduto che la Terra fosse il centro dell'Universo, che l'Universo fosse di
contorno al pianeta Terra e che la creazione fosse in funzione della specie umana.
Ora anche se stato dimostrato da molti secoli che il nostro pianeta non affatto il fulcro
dell'universo, il concetto antropocentrico della vita resta per gran parte della gente la quale continua
a ritenere che Dio abbia creato tutte le cose per metterle a disposizione dell'uomo.
Ma a parte le motivazioni storico-sociali-religiose che hanno contribuito allo sviluppo della
nefanda dottrina antropocentrica, nulla di ci che stato detto pu avere valore imperituro, deve
invece svilupparsi con l'evolversi della coscienza e dello spirito umano in modo da ampliare nel
tempo la sfera dei sentimenti e dell'intelligenza dell'uomo e cos renderlo capace di amare non solo
se stesso, i suoi parenti, la gente del suo paese e quelli della sua razza ma ogni essere vivente, ogni
cosa che ha vita.
Infatti se la legge dell'Antico Testamento dovesse essere ancora valida integralmente il
comando "crescete e moltiplicatevi" porterebbe la specie umana al collasso delle sue capacit
demografiche; non solo: dovremmo far circoncidere i nostri figli, consacrare il primogenito a Dio,
considerare reo di morte non solo chi uccide e chi commette adulterio ma anche chi lavora di
sabato. La legge dice pure che il 7 anno la terra deve essere lasciata incolta affinch se ne servano i
poveri, che gli altari vanno consacrati con lo spargimento di sangue degli animali immolati, che la
donna che indossa indumenti da uomo (e viceversa) abominio, insomma una legge che contempla,
tra l'altro, la condizione di schiavit dell'uomo ecc.
Ma l'uomo proiettato verso dimensioni superiori e nulla pu impedire (salvo guerre e
degenerazioni esistenziali) la sua evoluzione civile e morale. Un tempo certi privilegi erano
esclusiva prerogativa dei regnanti, poi furono estesi alla corte, successivamente a certe caste, quindi
a quelli appartenenti alla stessa razza ed infine, con la democrazia, si capito che tutti gli uomini
sono uguali davanti alla vita e che tutti hanno gli stessi diritti, anche se ancora oggi in molte parti
del mondo si lotta per i diritti umani a causa del razzismo il quale (ed inevitabile perch
nell'ordine naturale delle cose) sar presto frantumato dal senso della giustizia che accompagna ogni
evoluzione civile. Ma la giustizia pu forse essere per sempre limitata alla sola specie umana?
L'uomo non potr mai essere in pace con se stesso e con gli altri e raggiungere la sua vera
dimensione sociale se continuer a considerare legittimo il giornaliero massacro di animali
innocenti: una coscienza capace di giustificare tale ingiustizia non pronta a realizzare un mondo
migliore.
Se Dio avesse stabilito per legge naturale che l'uomo impunemente potesse violentare,
sfruttare, torturare, uccidere gli altri esseri viventi senza tema alcuna di infrangere la legge della
giustizia e della vita, sarebbe un Dio insensibile alle sofferenze delle sue stesse creature o impotente
a nutrire gli uomini senza spargimento di sangue.
Anche se alle origini l'antropocentrismo servito a dare all'uomo la spinta per allontanarsi
da un modo di vivere simile a quello degli animali selvatici, col passare del tempo ha rivelato tutti i
suoi effetti deleteri sullo sviluppo della coscienza umana.
Infatti nei primordi l'uomo uccideva un animale perch costretto da necessit di
sopravvivenza, oggi mangia la carne solo per variare il gusto delle pietanze e senza alcun rispetto
per la vittima del suo ventre, della sua indifferenza e della sua ignoranza. Milioni di animali
vengono uccisi ogni giorno e impacchettati con la noncuranza con cui si confeziona una scatola di

fagioli. Nonostante abbia a disposizione un'infinit di altri beni alimentari l'uomo mangia il corpo
degli altri esseri viventi senza pensare alla morte e all'agonia che costata a quella creatura a cui
stata tolta per sempre l'unica sua ricchezza terrena, la vita.
L'antropocentrismo ci ha portato ad una cultura sempre pi disumana perch ha abituato
l'uomo all'insensibilit e all'indifferenza verso la condizione di dolore non solo degli animali ma
degli stessi esseri umani: l'indifferenza agli antipodi dell'amore che si esprime nella volont di
condividere e di sentire l'altro come parte di se stessi.
L'antropocentrismo ci ha portato all'infamante e crudele pratica della visisezione con la
quale per scopi sadici e lucrosi, vengono sacrificati montagne di animali innocenti a danno sia della
salute umana che dell'evoluzione della vera scienza medica ma solo a vantaggio dei vivisettori e
delle industrie farmaceutiche; ci ha portato alla cultura delle pellicce in cui, per soddisfare la rozza
vanit di una sola persona vengono sacrificate anche 80 splendide creature; ci ha portato al crudele
gioco del tiro al piccione, della caccia a causa della quale moltissime specie di animali si sono
ormai estinte per sempre dalla faccia del pianeta; ci ha portato al disumano divertimento delle
corride in cui in un solo anno solo in Spagna 10 mila giovani tori vengono barbaramente trucidati
per divertire un pubblico assetato di sangue e di violenza; ci ha portato alle sagre degli animali delle
infinite feste patronali che si celebrano in gran parte del mondo occidentale, ci ha portato
all'ecatombe giornaliera di animali nei mattatoi, nelle tonnare, alla soppressione sistematica dei cani
nei canili comunali, alla segregazione a vita, fino alla pazzia, degli animali negli zoo e nei circhi
equestri; ci ha portato all'avvelenamento dell'acqua, della terra, dell'aria, dei mari; ma gli effetti pi
devastanti dell'antropocentrismo sono sulla coscienza umana e sulla mente dell'uomo: abituando i
bambini a non dar valore ad ogni forma di vita, a non curarsi della sofferenza e della morte degli
altri esseri viventi, in essi non si sviluppa la sfera del sentimento, dell'amore, della condivisione e il
loro animo resta incapace di rispetto, insensibile, egoista anche verso le necessit degli esseri
umani.
L'errore pi grande che l'adulto possa compiere (ed anche il delitto pi grosso) nei confronti
dei bambini limitare la loro sfera d'amore al solo essere umano e indicare loro gli animali come
esseri cattivi pronti a mangiarli o a punirli. A parte che ci una menzogna e come tale sempre
negativa ai fini dell'educazione del bambino, la loro anima rester mutilata nelle sue pi nobili
espressioni ed il bambino non sar capace di amare gli altri come se stesso perch diffidente e
pauroso specie di fronte alle differenze di razza e costume; sar incapace di accettare l'idea e di
capire che tutti gli esseri viventi sono uguali davanti alla vita perch tutti ugualmente importanti ai
fini dell'armonia universale perch tutti parti e membra di un solo grande organismo; incapace di
capire che proprio in virt della diversit multiforme delle cose esiste la vita, la terra, il cosmo, che
non pi o meno importante un essere, o ha pi o meno diritto al rispetto e alla vita, a seconda della
sua bellezza o della sua intelligenza perch nessuna creatura ha il merito o il demerito di essere tale
fisicamente o intellettualmente, n la quantit degli esseri a renderli pi o meno importanti perch
altrimenti avrebbe valore la comunit non il singolo componente. La vita di per se stessa sacra
perch il bene pi grande di ogni creatura, mentre la morte un fatto irrevocabile che spegne per
sempre l'universo negli occhi e nel cuore della vittima.
L'errore sta nel credere che alcune specie o alcune creature abbiano pi di altre diritto al
rispetto e alla vita, cio nel credere che un serpente o un topo sia legittimo e doveroso ucciderlo
perch brutto, pericoloso o poco intelligente. Non si pensa per che i rettili sono un anello della
catena biologica della vita importante quanto l'anello della specie umana, n che per il serpente o
per il topo la loro vita pi importante magari non solo di quella dell'uomo ma di tutte le altre
specie messe assieme.

Anche se vero che esiste una scala di valori non c' differenza alcuna tra la vita di un
cavallo e quella di un uomo perch la capacit di soffrire e la vita in se stessa che accomunano
tutte le cose e stabiliscono per l'uomo la legge di non fare ad altri ci che non si vorrebbe per noi: la
gioia come il dolore, la vita come la morte sono realt universali.
Dalla violenza mai viene un bene, per questo non mai giustificabile se commessa
dall'uomo il quale ha la possibilit e la capacit di trovare soluzioni non violente per ogni
circostanza. MA SE SI ABITUA L'UOMO ALL'INDIFFERENZA VERSO IL DOLORE DEGLI
ANIMALI LO SI DISPONE ALLA VIOLENZA COME REGOLA DI VITA.
E' necessario che l'uomo sia educato non al rispetto della vita dell'uomo ma della vita in
senso Iato; al rifiuto della violenza non sull'uomo ma su ogni essere vivente; spronato a condividere
la condizione non della propria specie ma di ogni creatura.
LA REALIZZAZIONE DI UN MONDO MIGLIORE E' POSSIBILE SOLO SE
MIGLIORE SARA' LA COSCIENZA DI COLORO CHE LO COMPONGONO, una coscienza
capace di condannare qualsiasi tipo di violenza sull'uomo, sull'animale, sulla natura, capace di
condividere l'altrui condizione e partecipare all'intimo sentire di ogni cosa; capace di comprendere
che, anche se in modi diversi, tutti gli esseri viventi come l'uomo amano la vita, soffrono ed hanno
paura della morte.
Condividere significa immedesimarsi nell'altro, capire le sue necessit, la sua paura di fronte
al pericolo, alla minaccia della fame, della prigionia, della morte. Se l'uomo riuscisse a condividere
fino a percepire la sofferenza dell'altro, come se fosse una parte di se stesso che viene ferita o
mutilata, mai causerebbe sofferenza o morte ad alcun essere vivente e di conseguenza nemmeno
all'essere umano.
La legge dell'amore e della vita, la sola che pu dare all'uomo la sua vera e giusta
dimensione, si esprime esclusivamente attraverso la sensibilit dell'animo e la bont di un cuore
intelligente.
Amare significa volere per l'altro lo stesso bene che si vuole per se stessi; significa
desiderare che viva secondo la sua natura, che sia felice; ed felice solo chi libero, chi pu essere
artefice della propria esistenza.

UNIFICARE LE FORZE ECOLOGICHE


Credo sia paradossale che nell'ambito delle associazioni protezioniste vi siano
differenziazioni ideologiche e che tuttora non si riscontri una vera volont comune di unificare le
varie forze impegnate nello stesso obiettivo. A mio avviso come cercare di portare a riva la stessa
barca spingendola verso opposte direzioni.
La nostra battaglia (che una nuova realt culturale) pu essere vinta solo se metteremo in
sintonia le nostre singole valenze per troppo tempo isolate e, nella forma, spesso divergenti.
C' assoluta necessit di coerenza, di chiarezza, di linearit sia a livello di associazioni che
di singoli rappresentanti: ogni errore, ogni malaugurato compromesso non fa che indeboliore la
nostra causa e dar forza agli oppositori. L'unificazione delle forze ci darebbe la possibilit di
coinvolgere i tantissimi potenziali ecologisti che ora purtroppo si limitano ad assistere dall'esterno
ai risvolti di questo processo evolutivo riversando il loro interesse solo sui propri animali domestici,
o sugli animali come specie in estinzione, incuranti della sorte di tanti animali simili che
giornalmente vengono torturati o uccisi.
Quindi SE LA COERENZA E' DETERMINANTE IN UNA CAUSA, NOI NON
POSSIAMO CHE ESSERE VEGETARIANI, PERCHE' NON POSSIAMO INVOCARE
PROTEZIONE E GIUSTIZIA PER GLI ANIMALI SE POI CE LI MANGIAMO A TAVOLA.
Cos come ogni associazione non pu limitare l'azione nel suo specifico campo curando gli effetti di
questa cultura antropocentrica, deve essere invece fulcro generatore di una nuova cultura, pi
umana, pi giusta, di amore e rispetto per la vita in senso lato. E' assurdo sperare vi siano sostanziali
mutamenti nei riguardi degli animali se non cambia la coscienza degli individui e non viene
debellata la concezione antropocentrica della vita. Una buona legge tutelerebbe gli animali, vero,
ma dato che questi non possono protestare se la gente resta egoista, insensibile e malvagia li
maltratter e li uccider ogni qual volta potr sfuggire ad un controllo.
Imporre una legge non significa risolvere un problema; necessaria la persuasione e questa
pu avvenire solo mediante una nuova cultura. E' chiaro che questa un'impresa difficile e
disperata, perch rendere gli uomini migliori, specialmente pi sensibili, significa risolvere tutti i
problemi ora conosciuti. Questo equivarrebbe a scardinare i sistemi culturali fin qui perseguiti e da
sempre voluti da coloro che gestiscono la cultura delle masse e che da questo stato di cose traggono
vantaggi.
Noi dobbiamo essere gente scomoda, che non si scoraggia di fronte alle delusioni, solo cos
abbiamo la speranza di farci sentire in questa lotta impari. Dobbiamo incentivare nella gente il
senso critico delle cose, una pi acuta intelligenza, un pi vasto sentire.
Si sa che ogni potere si sempre instaurato sulla ignoranza della gente, voluta e
incrementata con mezzi politici perch gli sfruttatori sanno che quando il popolo diviene
consapevole della realt delle cose allora si ribella ed essi non possono pi spadroneggiare.
E' necessario quindi debellare le cause che generano ta cultura antropocentrica, che da
sempre incide in modo determinante sulla formazione delle coscienze: non limitarsi solo a curare gli
effetti che la stessa produce.
La cultura antropocentrica in gran parte dovuta alla Chiesa Cattolica che inculca nei
bambini, fin dai primi anni di vita, l'idea che Dio ha messo tutte le cose a disposizione dell'uomo;
questo fa in modo che nell'essere umano non possa svilupparsi la giusta sensibitit dell'animo da

consentire la vera ed integrale evoluzione, cos l'uomo resta incline alla violenza non solo verso gli
animali e la natura ma anche verso i suoi stessi simili.
E' necessario dunque operare affinch si comprenda che la sofferenza e la morte, come la
gioia e la vita, sono realt comuni a tutti gli esseri viventi e che non sono pi o meno gravi o
importanti a seconda della specie o della singola creatura interessata. La vita di ogni essere vivente
il bene terreno pi grande e pi prezioso che possiede. Per un topolino la sua vita importante
quanto per un uomo importante ta sua.
Quindi necessaria un'inversione di cultura, senza aspettare o sperare che siano coloro che
sono al vertice a darci l'esempio perch non lo daranno mai essendo a discapito dei loro interessi.
All'uomo deve essere insegnata la non viotenza in senso lato, cos come l'amore e il rispetto per la
vita in senso lato, non limitato alla sola specie umana.
Non basterebbe un libro intero per elencare i crimini commessi dall'uomo a danno della
creazione. Ma non possiamo limitarci a difendere solo alcune specie, (anche se ci sacrosanto e
meglio di niente ed ci che da decenni noi animalisti stiamo facendo) necessario intervenire
sulle cause che determinano tali azioni, cio sulla coscienza umana che indispensabile, sia meno
crudele, meno egoista. Questo purtroppo nessuno s'impegna seriamente a perseguire.
Tutti sanno che se l'uomo fosse pi onesto e sensibile, pi giusto ed umano non vi sarebbero
pi guerre o violenze di sorta; ma nessuno fa niente per migliorare l'uomo. Si disperdono le energie
pi vitali per curare i mali dell'uomo ma nulla si fa per prevenirli.
II sentimento una componente essenziale per la formazione delle coscienze, infatti coloro
che hanno fatto del bene all'umanit erano ricchi di sentimento e di sensibilit d'animo; per contro
coloro che ne sono stati privi hanno portato il mondo alla rovina.
Gli antropocentristi, coloro che osteggiano la nostra causa, sostengono i seguenti princpi: 1)
"Gli animali sono fatti per I'uomo". Se cos fosse, se cos avesse stabilito il Padreterno Egli non
sarebbe il Dio dell'Amore, della Giustizia e della Vita ma il Dio della sofferenza e della morte,
questo porterebbe a due alternative: o Dio impietoso o impotente di fronte alla necessit di
nutrire gli esseri umani in modo incruento. 2) "Gli animali non hanno un'anima". Anche in questo
modo si dimostrerebbe l'impotenza di Dio a dare un paradiso anche alle altre creature. Ma anche se
la gente fosse consapevole che pure gli animali hanno un'anima questo non impedirebbe il loro
giornaliero massacro. Il 3 quesito relativo alla violenza tra gli animali. L'uomo giustifica la sua
violenza a danno degli animali perch - dice - anch'essi tra loro si usano violenza. Cio l'uomo
uccide gli animali perch di questi si sente superiore ma si comporta peggio degli stessi. A questo
punto bisogna scegliere: o anche l'uomo un'animale e quindi si giustifica la violenza in senso lato,
disponendosi ad accettare di buon grado qualunque sopruso che gli pu venire da chi pi forte di
lui, oppure superiore agli animali e quindi non pu essere giustificato il suo comportamento "da
essere inferiore".
Gli animali si aggrediscono perch non hanno alternativa per sopravvivere, non cos per
l'uomo che ha la facolt di capire che non affatto necessario n giusto uccidere, causare sofferenza
e morte ad un'altro essere vivente per soddisfare il piacere della gola, dal momento che il
sostentamento umano pu essere benissimo assicurato mediante sostanze vegetali, come la realt
dei vegetariani conferma.
C' da dire, infine, che gli animali, a differenza dell'uomo, non sono mai crudeli, non
commettono mai il male per il gusto di farlo, non fanno la guerra, non si drogano, non abortiscono,

non hanno dunque i Iati peggiori dell'uomo pur essendo forse diversamente intelligenti; ma non
l'intelligenza speculativa, bens il sentimento a dare ad un essere la sua vera grandezza.

CARNIVORISMO E SUPERIORITA' UMANA


Mi sconcerta il carnivorismo dell'uomo, mi sconcerta il fatto che l'uomo consideri naturale
nutrirsi di esseri viventi e che non si senta colpevole uccidendolo o facendo uccidere un animale per
soddisfare il piacere della sua gola.
Una macelleria in cui sono appese le misere parti sezionate di vari animali mi inorridisce: mi
sembra di sentire le urla di terrore e l'agonia di quelle sventurate creature; ma pi ancora mi
inorridisce il fatto che l'uomo consideri normale tutto questo, che esseri (fatti come lui e che come
lui amano la vita) debbano soccombere quotidianamente per essere trasformati in pietanze per il suo
stomaco.
A che serve che l'uomo abbia maggiore intelligenza se questa lo rende pi crudele degli
animali che egli considera inferiori? A che serve che meglio sappia distinguere il bene dal male se
poi cos indifferente di fronte al dolore e alla morte di tante creature innocenti? Dov' la
superiorit umana? Se l'uomo superiore agli animali, come egli stesso asserisce, come pu
compiere le azioni che negli animali condanna? e se invece non lo allora egli dimostra di essere
pi crudele di ogni altra creatura, perch la specie umana la sola che uccide per il solo piacere di
farlo con la caccia, o quando sacrifica orribilmente splendidi animali per strappar loro il morbido
manto, o quando li tormenta per gioco nelle arene.
E' questa la civilt dell'essere fatto ad immagine di Dio? Si dice che la legge della natura in
cui il pi debole soccombe sempre al pi forte. Allora giusto sarebbe considerare legittimo ogni
sopruso, ogni violenza: la -supremazia di un popolo su di un altro, la guerra, il razzismo ecc.
Ma l'uomo giustamente si ribella a questa assurda realt vissuta nei confronti del suo simile,
mentre la considera naturale applicata sulle specie pi deboli, perch non hanno la capacit di
rivendicare il loro diritto alla vita.
Di fronte alla inumana realt carnivora e dello sfruttamento degli animali da parte dell'uomo,
i pi sensibili si limitano a riconoscere che uccidere gli animali per mangiarseli, o usarli per fare
esperimenti, crudele, ma siccome l'organismo umano ha bisogno di proteine, e gli esperimenti
bisogna pur farli, allora la soluzione pi accettabile resta quella del non abuso, sia
dell'alimentazione carnea che della pratica vivisettoria.
Ed inutile poi dimostrare scientificamente che l'organismo umano non ha alcun bisogno di
nutrirsi di carne, che vi sono prodotti pi ricchi di proteine, pi vitali e meno costosi, come inutile
provare che la vivisezione oltre ad essere crudele soprattutto dannosa per la salute dell'uomo per il
semplice fatto che i risultati di tali metodi non sono trasferibili sull'essere umano, e gli effetti
devastanti di molti prodotti derivati da tali pratiche storia inconfutabile; come inutile dire che
troppi interessi girano nella sfera delle industrie della carne, che troppi miliardi interessano le case
farmaceutiche perch si possa sperare in un risanamento morale dal vertice. Troppo spesso la
scaltrezza e l'egoismo di pochi (sfruttando il disinteresse e l'ignoranza dei molti) riesce a fagocitare
la mente e la coscienza collettiva, il resto storia.

VEGETARISMO: RIVOLUZIONE D'AMORE


La portata della rivoluzione etico-culturale dell'animalismo credo sia pi grande di quanto
noi stessi riusciamo a concepirla. L'ideale di giustizia e di CONDIVISIONE che ci muove va oltre il
comune sentimento dell'amore il quale, anche nelle sue pi nobili intenzioni, cela sempre
un'inconsapevole egoismo: l'uomo aiuta quelli della sua specie perch in fondo spera, a sua volta, di
essere aiutato. L'amore verso gli animali evulso da qualsiasi interesse personale: non ci si aspetta
ricompensa o gratitudine, ne tanto meno premi ultraterreni: ci che ci spinge l'amore verso la
VITA, il desiderio di bene, di pace e di giustizia che vorremmo estendere dall'uomo ad ogni essere
vivente in grado di soffrire.
Per questo l'animalismo ha in s i germi della vera grandezza umana in cui l'uomo ritorna
(secondo il piano originale di Dio) ad essere tutore, cooperatore e guida delle creature pi deboli.
Ma la nostra rivoluzione appena all'alba e su di noi grava l'onere della sua attuazione:
ognuno chiamato a vivere coerentemente ed in prima persona l'ideale di umanit e di giustizia al
fine di essere punto di riferimento etico-sociale, di dialogo e di forza nonviolenta. Ci che occorre
scuotere le coscienze dal torpore e dall'indifferenza, risvegliare e rinvigorire la parte migliore
dell'animo umano, la sua capacit d'amare. Occorre anteporre alla logica passiva e noncurante il
dubbio della critica pi costruttiva. La terribile realt che subiscono gli animali a causa dell'uomo
deve essere sprono a sempre pi determinati propositi.
Limitarsi ad arginare gli effetti di un male serve a poco se non si debellano le cause che lo
generano. E' la coscienza della gente a fare la storia, per questo necessario intervenire sulla sfera
dei sentimenti, parlando al cuore pi che alla mente. E' necessario promuovere programmi di
cultura e di sensibilizzazione a vasto raggio con lo scopo di rendere la coscienza umana pi giusta e
pi sensibile, pi capace di condividere l'altrui condizione, pi consapevole dell'unicit delle cose e
dell'intrinseca somiglianza di tutti gli esseri viventi; programmi in grado di portare, specialmente le
nuove generazioni, a considerare grave la violenza sull'animale quanto quella sull'uomo in modo
che non vi sia pi distinzione tra la sofferenza dell'animale e la sofferenza umana, tra la vita
dell'animale e la vita dell'uomo.
Solo da una nuova cultura di valorizzazione della VITA e da una capacit di
CONDIVISIONE pu nascere una coscienza umana in grado di realizzare un mondo migliore. Per
questo necessario non solo combattere la paura (e spesso l'assurdo disprezzo) degli esseri viventi
che solo nella forma sono dissimili dall'uomo, ma valorizzare le diversit formali e sostanziali come
ci che integra l'uomo e lo arricchisce. L'uomo stato abituato a vedere negli animali la parte
negativa della creazione, il male nascosto che ognuno porta dentro: annientando l'animale egli
s'illuide di liberarsi della sua parte peggiore; stato abituato a considerare il "diverso" un nemico da
combattere, del quale diffidare: tutto ci che non umano va dominato perch minaccioso, deforme
e ci che deforme sempre all'opposto del tipo di bellezza voluta dagli schemi convenzionali
degli ottusi e dei malvagi.
Il disprezzo per la diversit stato nefasto non solo per gli animali ma anche per molti esseri
umani: a causa del colore della loro pelle o per l'appartenenza ad altre etnie, per secoli sono stati
considerati esseri inferiori negando perfino loro la capacit di soffrire o di avere sentimenti. Lo
specismo della mentalit antropocentrica ha preparato il terreno per ogni sorta di razzismo.
Ogni violenza e ogni guerra fratricida trova nell'aggressore, incapace di condividere la
sofferenza della sua vittima, l'arma pi micidiale per ogni atto criminoso. L'antropocentrismo,
abituando la gente a non considerare il dolore e la morte degli esseri non umani, ha predisposto

l'uomo alla violenza verso quelli della sua stessa specie. E ora, tutti ne paghiamo le terribili
conseguenze per la mancanza di pace, di giustizia, di comprensione, vittime inconsapevoli della
nostra stessa violenza e della mancanza di senso critico.
Si pu costruire un mondo migliore con le mani sporche del sangue dei milioni di animali
innocenti ogni giorno sacrificati dall'egoismo umano? Pu una sofferenza perdersi nel nulla e non
avere le sue ripercussioni sulla condotta comune? La violenza sugli animali reale e drammatica
quanto e forse pi la violenza perpetrata sull'uomo, perch quest'ultimo pu, per certi versi, essere
corresponsabile di una determinata situazione sociale, l'animale no: egli innocente davanti alla
vita perch non gli dato di scegliere, anche se ha capacit di sofferenza e di sentimenti simili
all'uomo.
L'uomo delega ad altri il compito di mettere in atto la sua latente violenza per sfuggire agli
attacchi dei suoi sensi di colpa e l'indifferenza finisce col diventare legge di vita. Gran parte dei
piaceri umani costano sangue e morte agli animali: nulla di pi terribile e di pi degradante che
godere sull'altrui sofferenza. E' questa la creatura fatta ad immagine di Dio? Eppure l'uomo riesce a
ridere pur sapendo che a causa sua un'altro essere cesser per sempre di far parte dell'universo dei
viventi.
Se Dio ama tutte le sue creature (altrimenti non avrebbe dato loro la possibilit di esistere) il
modo di concepire l'amore degli animalisti, cio di coloro che oltre agli esseri umani sanno amare e
rispettare anche le altre creature, senza dubbio il pi vicino al modo di amare di Dio.

VEGETARISMO ED EVOLUZIONE UMANA


Il vegetarismo non soltanto una dieta alimentare incruenta ma un nuovo modo di concepire
la vita nella sua interezza pi qualificante; il frutto di una coscienza maturata nell'amore, nel
rispetto per ogni essere vivente e nel rifiuto di ogni violenza che si oppone alla libert e al diritto di
esistere di ogni creatura.
Il vegetarismo rispecchia chiaramente la condizione etica, civile e spirituale di un individuo
e quindi di un popolo: punto di partenza dell'essere umano, per sua natura fruttariano, e punto di
arrivo dell'uomo che riconquista la sua dimensione paradisiaca perduta in armonia con tutti gli altri
esseri.
L'uomo dei primordi, inizialmente frugivoro, perch discendente dalla famiglia dei primati,
si trasforma gradualmente in onnivoro per necessit di sopravvivenza a causa delle glaciazioni e del
suo trasferimento dalla foresta nella savana. Storicamente l'uomo attraversa la selva della violenza,
della legge del pi forte e del fine che giustifica i mezzi e prima di approdare ad uno stadio di
giustizia sociale e di democrazia, passano sulla sua coscienza le guerre, le persecuzioni, i roghi, il
razzismo, lo schiavismo e da una posizione iniziale politicamente verticistica in cui in un solo
individuo, nel capo, erano concentrati tutti i privilegi e le prerogative, si passa gradualmente ad
estendere i diritti democratici a tutti i cittadini esseri umani.
A questo punto sboccia la cultura del vegetarismo che propugna l'estensione del diritto al
rispetto, alla dignit, alla libert e alla vita dall'uomo alle altre creature senzienti in una visione
globale delle cose legate insieme dal medesimo destino macrobiologico. Una dimensione a cui
approder inevitabilmente il genere umano spinto per legge naturale verso l'evoluzione del suo
livello etico-culturale in virt del quale sar abolita non solo la violenza tra gli esseri umani ma la
sopraffazione dell'uomo nei confronti degli animali. Verr il tempo in cui si avverer la biblica frase
"Il leone pascoler con l'agnello e il bambino metter incolume la sua mano nel nido dell'aspide".
Alcuni profeti del vecchio Testamento gi presagivano l'ampliarsi di tale sentimento come
logica conseguenza e condizione necessaria alla realizzazione del Regno di Dio. Isaia arriva a
paragonare l'uccisione di un bue a quella di un uomo e Geremia ha l'ordine da parte di Dio di porsi
sulla porta del tempio per persuadere coloro che entrano a non sacrificare animali. Tale nuovo senso
di giustizia non poteva non coinvolgere i primi cristiani che a dire di S. Agostino e di S. Girolamo
erano vegetariani, ed in particolare Pietro, Giacomo, Giovanni e Stefano.
Verr pure il tempo in cui le grandi religioni integreranno le rispettive dottrine e ognuna si
arricchir della parte pi edificante dell'altra. La religione cattolica si aprir all'amore verso gli
animali mettendo in atto la legge gi implicata nello Zoroastrismo, nel Buddismo, nell'Induismo.
Zaratustra proib il sacrificio di animali affermando "Chi ha cura degli animali senza nutrirsi delle
loro carni martoriate avr lo Spirito santo e la Verit".
Mentre Budda annoverava tra i mestieri pi degradanti quello di macellaio, di allevatore di
animali da macello, di cacciatore e di pescatore. L'lnduismo, che ha sempre dato grande importanza
agli animali, concepisce Dio come il Padre di tutte le creature in cui gli animali sono considerati
fratelli e sorelle dell'uomo, che hanno un'anima come quella umana. Visione che conduce di
conseguenza al vegetarismo, anche in virt della legge karmica mediante la quale ogni azione
malvagia si paga fino ad essere vittime della stessa violenza: gli spiriti s'incarnano negli animali per
riscattare la colpa subendo la medesima violenza.

In tempi pi recenti Francesco d'Assisi interpreta pienamente lo spirito della nuova


dimensione umana aperta verso la fratellanza universale non solo nei confronti degli uomini e degli
animali ma verso gli esseri inanimati: "sorella acqua, sorella pietra...". Messaggio incarnato in un
contesto sociale pi vasto da Gandhi che formula in "Tutto ci che vive il tuo prossimo" la sua
dottrina d'amore e di nonviolenza. Gandhi sostiene che il rispetto per gli animali il dono
dell'lnduismo all'umanit e anche se di estrazione induista non rivendica il primato della sua
religione anzi afferma di essere cristiano, buddista e musulmano nella stessa misura in cui si sente
induista. Dando risalto al rispetto dovuto agli animali, quali vittime della violenza umana, arriva a
dichiarare che tra tutti i crimini commessi dall'uomo quello della vivisezione il pi nero.
Il pensiero di molti grandi filosofi ha precorso i tempi in merito alla nascente cultura
animalista, anche se questa, come tutte le grandi rivoluzioni esistenziali, dovr subire il processo
dell'opposizione, per poi passare alla tolleranza dell'idea ed infine all'accettazione.
Tra i primi filosofi, sostenitori dell'etica vegetariana, si annovera Aristotele, Lucrezio,
Leonardo, Marc'Aurelio, Moro, Orazio, Origene, Ovidio, Platone, Pascal, Plutarco, Plinio, Spencer,
Tagore e molti altri. In particolare Lutero asseriva che il dolore degli animali sarebbe stato redento
nel Regno di Dio; Calvino che le altre creature avrebbero accompagnato l'uomo nella gloria; Volter
pi volte si trov ad esprimere la sua indignazione per il fatto che i sentimenti venivano riconosciuti
agli uomini e negati agli animali; Kant affermava che tutti gli esseri viventi sono fini e non mezzi;
mentre per G. Benthan il problema non era se gli animali potevano ragionare o parlare ma se erano
in grado di soffrire e aggiungeva: "Possa venire il giorno in cui agli animali siano restituiti quei
diritti che non avrebbero potuto essere strappati loro se non dai tiranni"; Shophenauer diceva che
gli animali sono dotati di volont e che la piet verso di essi la pi valida garanzia del buon
comportamento umano; e infine Schweitzer, convinto assertore della sacralit di ogni vita, chiama
l'uomo al massimo rispetto.
Anche sotto l'aspetto scientifico l'amore ed il rispetto per gli animali chiaro traguardo di
un'economia pi benefica e lungimirante. Finalmente l'uomo si sta accorgendo che la scienza
medica sporca di sangue non pu essere di aiuto all'umanit, anzi si rivela dannosa per la stessa
salute umana. La vivisezione ha ormai i giorni contati dal momento che assiste imponente al suo
fallimento metodo logico per l'impossibilit di trasferire sull'uomo i risultati sperimentati
sull'animale, come resta confermato dal proliferare delle malattie pi terribili. La scienza avulsa dal
sentimento umano ha generato mostri in camice bianco. Ma la coltura di cellule umane e
l'osservazione diretta della malattia sull'uomo (perorata da tutti i grandi medici di ogni tempo e
paese) consentir alla scienza medica e alla coscienza umana di attuare la sua giusta evoluzione.
Ma l'aspetto pi evidente e notevole della diretta corrispondenza tra vegetarismo ed
evoluzione umana sicuramente quello etico, che supera gli stereotipi della mentalit arcaica e
cruenta dell'antropocentrismo, causa diretta di specismo e di ogni forma di discriminazione razziale.
La visione biocentrica, che d l'esatta visione della realt biodinamica, nell'integrazione sinergica di
tutte le specie e di tutti i componenti del tutto armonico, integra e valorizza non solo la vita a livello
macroscopico ma riqualifica la singola vita per il suo intrinseco ed irripetibile valore, come entit
che in se racchiude i meccanismi dell'intero universo.
Tra i benefici, non ultimi, del vegetarismo, come emerso da studi encefalografici, il
controllo delle onde cerebrali connesse con il rilassamento neuromuscolare che porta, come
conseguenza, allo sviluppo della sensibilit umana, alla coscienza etica, alla nonviolenza e alla
meditazione. Di questo la chiesa cattolica, ed in particolare il mondo clericale dovrebbe tenere
debito conto, anche perch la dieta carnea, incitando nell'uomo gli istinti peggiori, ostacola lo
sviluppo della sfera spirituale.

VEGETARISMO: BAROMETRO DELLA CIVILTA' UMANA


La scomoda e provocante tematica animalista scatena puntualmente la reazione dei non
vegetariani che, a difesa delle loro abitudini alimentari, tirano in ballo il solito sconfortante concetto
che l'uomo ha sempre mangiato la carne, che in natura il pi debole soccombe al pi forte, che non
dovremmo mangiare l'insalata (perch anche le piante esseri viventi capaci di soffrire) e,
naturalmente, neppure indossare scarpe o cinte di cuoio ecc. Concetti in cui si cerca di giustificare
la violenza sugli animali da parte dell'uomo per il semplice fatto che "cos sempre stato", che
come dire: inutile lottare contro la guerra, la criminalit, le rapine, i furti ecc. perch ci sono
sempre stati, negando in questo modo la spinta naturale di tutte le cose verso la loro evoluzione.
Senza contare che uno libero di giustificare la violenza in cui egli stesso la vittima non quando a
subirne le conseguenze sono gli altri.
Ma gli oppositori all'etica animalista anche di fronte alla coerenza di molti vegetariani che
vivono integralmente il loro ideale rifiutano ugualmente di cambiare regime alimentare, perch
dovrebbero rinunciare alle piacevolezze culinarie della carne: in realt proprio questo il nocciolo
del problema.
Purtroppo pochissimi sono coloro che sanno accettare le innovazioni positive di una
rivoluzione etico-esistenziale, ed in questo caso l'estensione del diritto al rispetto, alla libert e
all'esistenza dall'uomo agli animali; a considerare moralmente e civilmente pi giusta e qualificante
la cultura vegetariana rispetto alla cruenta concezione antropocentrica; pochi sono anche coloro che
(pur considerando crudele uccidere un animale per divorarlo) dimostrano volont ad approfondire il
problema anche in vista della conclamata dannosit della carne sull'organismo umano. In realt
coloro che giustificano il carnivorismo legittimizzano la violenza come regola di vita.
Ma anche se non sar facile cambiare una mentalit arcaica che dura ormai da millenni;
anche se siamo consapevoli che la nostra battaglia culturale solo agli albori e che non si pu
giungere al suo compimento finale senza percorrere tutte le tappe della coscienza umana; che il
vegetarismo integrale il risultato finale di una condizione civile maturata nel senso della
condivisione e nel rispetto del sacro valore della vita, sicuramente presto o tardi tutto il genere
umano approder alla dieta incruenta per motivi etici, salutistici ed economici. I dati statistici
confortano le nostre aspettative: gi un milione e mezzo di italiani hanno abbandonato la dieta
carnea e per I'Inghilterra si prevede che nel giro di pochi anni la maggioranza della popolazione
sar vegetariana.
Ma non c' da stupirsi se molti sono ancora coloro che osteggiano la cultura della
nonviolenza. Anche Cristo quando invit ad amare i propri nemici da molti fu considerato folle.
Il vegetarismo come nessun'altra filosofia rispecchia la capacit dell'uomo di mettere in atto
la legge dell'amore e della condivisione mediante la volont dell'individuo a compiere un sacrificio
nella rinuncia di un piacere a beneficio dei valori dello spirito. Infatti il vegetarismo accettato e
vissuto, pi o meno nella sua interezza, a seconda del livello spirituale di ognuno. C' chi rinuncia
alla carne e ai suoi derivati (i veganiani), chi rinuncia solo alla carne e al pesce (i vegetariani) e chi,
pur essendo vegetariano, non riesce, purtroppo, a rinunciare ad una morbida quanto macabra
pelliccia: ognuno aderisce alla legge dell'amore e della giustizia universale in base alla sua capacit
di condividere il dramma degli animali e di tradurre in azione la sua spinta interiore.
Ma proiettando in un lontano futuro il compimento del nostro ideale, non sar affatto
impossibile non solo rinunciare definitivamente all'alimento carneo e ai suoi derivati e quindi non

causare violenza ad alcun essere vivente, ma aiutare gli animali a superare la fase della loro ingiusta
condanna alla violenza naturale.
Partendo dal fatto che l'essere umano in qualit di creatura capostipite ha l'obbligo morale di
aiutare gli altri esseri viventi nella loro evoluzione integrale, cos come il fratello maggiore ha
l'obbligo di aiutare i fratelli pi piccoli, dal momento che il Regno di Dio non potrebbe attuarsi se
limitato alla sola specie umana, allo stesso modo in cui ora l'uomo interviene ad arginare gli effetti
violenti della natura o aiuta un animale in pericolo, potr e dovr intervenire per proteggere gli
animali pi deboli dall'estrema violenza da parte degli animali predatori, ma anche aiutare
quest'ultimi (se non altro quelli pi vicini all'uomo) a superare la loro fase cruenta.
La cosa non affatto impossibile, anche se una speranza che appartiene al futuro; cio
quando l'uomo avr realizzato la vera pace e la vera giustizia tra tutti gli esseri umani e sentir il
dovere di estendere concretamente la sua azione a protezione dei pi deboli dall'uomo agli altri
esseri viventi e in questo caso anche agli animali erbovori condannati ad una orribile morte da parte
dei carnivori, egli potr tutelare la loro vita, per esempio, facendo in modo che gli animali carnivori
mangino il corpo di animali morti naturalmente e siccome la dieta influisce notevolmente sull'indole
degli esseri viventi, contestualmente al pasto carneo potrebbero essere somministrate anche
sostanze vegetali e chiss che col tempo non possa avverarsi la profezia di Isaia "Il leone pascoler
con l'agnello...".
Ma gli interlocutori del cavillo mentre sono pronti a considerare ingiusto costringere il leone
a modificare il suo regime alimentare, non considerano ingiusta la violenza assai pi grande subta
dalla gazella sbranata dal felino.
Allo stesso modo l'uomo potr e dovr aiutare gli animali erbivori a compiere anch'essi un
passo verso la loro necessaria evoluzione, dal momento che le piante e l'erba, di cui essi si nutrono,
soffrono se recise. Tali animali potrebbero nutrirsi (come in gran parte succede anche oggi) di erba
e foglie secche ugualmente ricche di sostanze nutritive, approvvigionando tali alimenti nel periodo
pi opportuno.
Tutto questo una violenza all'ordine naturale delle cose? un voler arbitrariamente
cambiare le regole della vita? voler intervenire sugli istinti e sulle funzioni? A mio avviso
semplicemente il giusto e sacrosanto diritto dell'uomo di proteggere gli animali pi deboli da quelli
violenti a costo di cambiare il loro regime alimentare. Daltronde una vita vale ben un pasto
alternativo.
E ancora allo stesso modo l'uomo potr e dovr risolvere il problema dei piccoli animali,
insetti, formiche ecc. Per esempio costruendo le case o le strade nel periodo in cui l'erba secca;
organizzando opportuni percorsi nei prati in modo che passando non si finisca con lo schiacciare le
formiche ecc.
E i contadini che tagliano l'erba per liberare il terreno dai parassiti? credo che, per quanto
riguarda i vegetali, meglio non farli germogliare che tagliarli. Basterebbe cospargere i terreni con
adeguati composti che nutrano la terra impedendo all'erba di spuntare.
Quindi le soluzioni ci sarebbero e come ai non animalisti possono sembrare assurde
proiezioni future a noi sembrano reali e realizzabili sia perch un gran numero di ecologisti gi le
mettono in pratica e sia perch sono conseguenza logica ed inevitabile dell'evoluzione civile e
morale della coscienza umana protesa verso la realizzazione di un mondo ideale senza pi la
violenza tra gli abitatori del pianeta Terra.

***
CHI MANGIA LA CARNE NON AMA LA VITA PERCHE'
SI NUTRE DI VIOLENZA, DI SANGUE E DI MORTE
Una societ che legittimizza il massacro degli animali per il piacere della gola umana, che
nega ad esseri senzienti il diritto all'esistenza, che abitua a disprezzare la sofferenza e la morte dei
pi deboli lontana dall'abolire le guerre, le violenze, le malattie e dall'avere una coscienza in grado
di concepire un mondo di pace, di giustizia e d'amore.
NULLA COME LA VIVISEZIONE GRIDA VENDETTA DAVANTI A DIO.
SOLO L'INFERNO E' PARAGONABILE
ALLA SPERIMENTAZIONE ANIMALE
Chi pratica la vivisezione potenzialmente capace di commettere qualsiasi delitto.
LA CACCIA E' IL DIVERTIMENTO PIU' DISUMANO
E DISTRUTTIVO DELL'UOMO COSIDDETTO CIVILE.
Chi, senza rimorsi, distrugge la vita di un animale innocente non pu che essere incline alla
violenza anche verso gli esseri umani.
INDOSSARE LE PELLICCE SIGNIFICA SPOGLIARSI
DELLA PROPRIA UMANITA' PER VESTIRSI
DELLA PIU' SPAVENTOSA INGIUSTIZIA.
L 'indifferenza verso il dolore altrui il vero cancro dell'animo umano.
LA CORRIDA E' LO SPETTACOLO PIU' DEGRADANTE
E DISEDUCATIVO CONCEPITO PER DAR SFOGO
AGLI ISTINTI PIU' CRUDELI DELL'UOMO.
Il male si alimenta non dalla violenza dei pochi ma dall'indifferenza dei molti.
LA PESCA E' IL DOLORE PIU' GRANDE E MENO
CLAMOROSO DELLA CREAZIONE.
Quando l'uomo avr una coscienza in grado di sentire il dolore della sua vittima sar
incapace di far del male ad alcun essere vivente.
GLI ZOO SONO LE SOLE GALERE IN CUI TUTTI

I CONDANNATI SONO INNOCENTI.


Finch un animale sar schiavizzato, sfruttato, recluso, nessun uomo sar libero.
NEI CIRCHI EQUESTRI GLI ANIMALI VENGONO
MORTIFICATI FINO ALL'ANNIENTAMENTO DELLA
LORO VOLONTA' PER DIVERTIRE UN PUBBLICO
DI GENTE VUOTA E SUPERFICIALE.
La mancanza di senso critico sempre stato il piedistallo delle pi feroci tirannie.

IL CATTIVO ESEMPIO
Mentre la legge afferma che l'individuo libero di esprimere il suo pensiero, salvo apologia
di reato, calunnie, ecc. stabilisce che lecito tutto ci che non nuoce al proprio simile. Quel che
da approfondire ci che realmente nuoce all'individuo al di l degli effetti palesi.
La legge punisce l'espressione finale di una condotta rea non chi ha generato le cause che
hanno indotto l'individuo a comportarsi in un determinato modo. Questo un problema antico ma
da sempre l'uomo viene colpevolizzato per le scelte che dipendono dal suo libero arbitrio, mentre
non si colpevolizzano quanti hanno potuto, con la loro cattiva condotta, influire sulle sue scelte
sbagliate.
Oggi in tutti i modi l'uomo viene sollecitato dai mass media, dalla cultura materialista e
consumista, a non essere certo uomo virtuoso: cio l'uomo viene spinto a compiere azioni che se
non sar capace di contenere entro certi limiti sar giudicato un debole, un incapace, un vizioso, un
corrotto e cosi via, come appunto succede per la propaganda di alcolici, della pornografia,
dell'alimentazione, degli oggetti lussuosi ecc.
Ma, a parte la cultura, che un fatto contingente, chiunque d cattivo esempio di vita, a mio
avviso, contribuisce alla degenerazione collettiva.
D cattivo esempio chi si nutre delle carni di animali perch trasmette ad altri la liceit della
violenza e della soppressione del pi debole per soddisfare il piacere della gola; d cattivo esempio
chi indossa le pelli degli animali perch afferma che altri esseri possono essere uccisi per la
stupidit e la vanit umana; d cattivo esempio di vita chi va a caccia perch diviene fautore della
violenza e della morte; d cattivo esempio chi assiste alle corride perch d il suo contributo
affinch quell'animale venga torturato ed ucciso; d cattivo esempio chi va allo zoo o ai circhi
equestri a vedere gli animali in gabbia perch per i visitatori che quegli animali sono stati
condannati alla prigione a vita; d cattivo esempio di vita non solo chi sperimenta sugli animali ma
chi tacitamente tollera simile crudele pratica che abitua le coscienze all'insensibilit e
all'indifferenza verso il dolore e la morte altrui, e infine d cattivo esempio l'egoista perch
indifferente alle esigenze del prossimo.
Per tutto questo credo sia necessario individuare tutto ci che pu incidere negativamente
non solo sull'espressione individuale e sociale dell'uomo ma tutto ci che preclude lo sviluppo delle
qualit morali, sociali e spirituali dell'individuo.

LA LEGGE DELL'AMORE
E' provato che quando l'uomo vive la legge dell'amore, del rispetto del suo simile e di ogni
cosa che ha vita, quando cerca il bene, l'armonia e la giustizia, proteso verso un'ideale spirituale,
l'uomo realizza benefici fisici, psichici e morali non solo a livello individuale ma anche in senso
collettivo.
Quando vige tale legge nell'intimo di un uomo, di una famiglia, di una comunit, gli uomini
tra loro collaborano in modo costruttivo, le loro energie si fondono in sintonia, diventano una sola
forza e insieme costruiscono a beneficio di tutti.
Per contro la legge fondata sulla natura istintuale dell'uomo, sulla forza, sull'imposizione,
sull'egoismo, genera paura anche nel vincitore perch sa di non poter essere sempre il pi forte e
che deve aspettarsi la ripercussione della sua stessa legge.
La legge violenta della natura giustificabile finch la creatura non in grado di
differenziare il bene dal male, finch non diviene consapevole che non necessario imporre il
proprio dominio per garantire la sua stessa sopravvivenza e il suo bene.
In questo si differenzia l'uomo dall'animale: dalla capacit di sapersi organizzare, per
migliorare la propria condizione esistenziale, senza dover fare ad altri ci che non vorrebbe si
facesse a se stessi, e di fare agli altri quel che si vorrebbe che gli altri facessero a noi stessi.
Amare Dio significa amare la legge che Dio rappresenta, la quale aiuta l'essere verso il suo
cammino pi edificante.
Chiunque viva secondo giustizia, segua la legge dell'onest e del rispetto altrui, questi senza
saperlo vive la legge dello spirito; ma se disconosce totalmente, anche negli schemi convenzionali,
la legge dell'amore proclamata da Dio, nega a Dio ci che di Dio e preclude a se stesso la sua
parte migliore.

INTELLETTO E SENTIMENTO
La specie umana potrebbe essere di qualche millennio pi evoluta se non avesse stroncato la
sua evoluzione in continue ed assurde guerre fratricide. Il buon senso, la pacifica convivenza, la
collaborazione tra i popoli meta ancora da raggiungere.
Le motivazioni per cui l'uomo risulta essere tendenzialmente incline alla lotta vanno
sicuramente ricercate nelle due componenti essenziali della sua natura: intelletto e sentimento.
Mentre il primo, nella successione dei tempi, per motivi di sopravvivenza, si potuto nell'uomo
sviluppare, la sfera del sentimento si pu dire sia rimasta allo stato larvale, causando una specie di
scompenso nell'intima essenza dell'umano.
Per millenni scienza e religione hanno creduto di risolvere gli ancestrali problemi dell'uomo
in modo separato, spesso ostacolandosi a vicenda, e il dogmatismo della fede contrapposto allo
scetticismo della logica non ha fatto altro che ostacolare lo sviluppo delle due entit ugualmente
reali e presenti nell'individuo.
Oggi l'uomo, quasi libero da arcaici tab, non accetta pi per fede ci che la sua ragione non
comprende, ma si rifiuta di accettare l'idea che il tutto sia riconducibile ad una fredda logica
consequenziale. Infatti la scienza avulsa dalla sfera sentimentale disumanizza l'uomo e genera una
civilt distruttrice, cos come la parte del sentimento, priva della ricchezza della logica, preclude
all'uomo lo sviluppo delle sue qualit intellettive, indispensabili ai fini della sua vera ed integrale
evoluzione.
All'uomo della preistoria, che lottava per la sopravvivenza, non si poteva chiedere la
sensibilit dell'animo: il senso del rispetto era circoscritto alla sua cerchia familiare o alla gente
della sua trib. Nella successione dei tempi i grandi uomini di spirito hanno cercato di allargare la
sfera del rispetto a tutti gli esseri umani. Ma la coscienza degli individui tuttora stenta a liberarsi del
primordiale egoismo, dalla diffidenza e da quella spinta interiore incline ad attuare il sopravvento l
dove le possibilit glielo consentono.
Oggi necessario che la fede scenda dal suo piedistallo, comprenda che finito il tempo in
cui era gi tanto chiedere all'uomo di credere senza capirne il motivo. E' necessario che la fede si
apra alla scienza e che la scienza si trasformi in legge d'amore. Solo in questo modo potr nascere
l'uomo nuovo per un'umanit migliore la quale pi che mai ha bisogno di uomini intelligenti ma che
siano fondamentalmente buoni, umani, sensibili e giusti.
Nulla di pi assurdo che continuare ad impedire agli uomini di capire le motivazioni del loro
sentimento, come altrettanto assurdo credere che la sfera interiore dell'uomo si esaurisca nella sua
parte intellettiva. Nella storia, dove prevalsa la ragione, mai disgiunta dalla saggezza del cuore e
quindi dal sentimento, gli uomini hanno costruito la pace ed il progresso, ma nel momento in cui
prevalso l'istinto, I'egoistico calcolo del vantaggio, la gente ha pagato col sangue l'avidit degli
uomini pi astuti.

CONSIDERAZIONI MORALI, TEOLOGICHE, SPIRITUALI


SULL' ABITUDINE DI CIBARSI DI CARNE.
Come pu il Dio dell'amore (Colui che per amore crea tutte le cose) curarsi solo della specie
umana ed essere indifferente alla sofferenza e alla morte delle altre creature? Questo contrasterebbe
con il concetto di Dio-Amore e porterebbe alla logica conseguenza: o un Dio crudele o un Dio
impotente di fronte alla necessit di trovare soluzioni incruenti. N pu un Dio-Amore permettere
che una creatura paghi le conseguenze degli errori ancestrali di un'altra.
Ogni cosa vive per se stessa e paga per se stessa, essendo alle origni scintille divine,
precipitare per libera scelta in questa o in altre dimensioni, a seconda della individuale
trasgressione, ed ora tutte in via di risalita, nei differenti ed innumerevoli stadi evolutivi dello
spirito.
I Ministri del Dio dell'Amore non dovrebbero forse accettare di buon grado, e anzi
sostenere, tutto ci che amplia la sfera della carit, anche se non fosse stato esplicitamente
dichiarato nella Legge, a causa delle contingenze storiche e delle limitate capacit ricettive dei
cuori, delle menti e degli spiriti del tempo?
Per non rinunciare al piacere del palato (anche se ci viene considerato un vizio) alcuni
sacerdoti affermano che Cristo non ha detto nulla in proposito di vegetarismo e che Egli stesso
mangiava il pesce. Ma anche se cos fosse a differenza di tanti sacerdoti Cristo era povero ed essi
forse non lo sono, era mite ed essi forse non lo sono, era puro ed essi forse non lo sono.
Cristo era Dio ed era Uomo, ci vuoI dire che in Lui vi era la parte della Divinit e la parte
relativa della sua umanit, quest'ultima sintesi delle condizioni ambientali e dei retaggi genetici,
nella cui sfera pu aver dato maggior importanza a ci che, come uomo, pi gli stava a cuore,
trascurando quindi alcuni aspetti della globalit della Vita. Ma se cos non fosse:
come poteva dire Cristo ci che non sarebbe stato capito ne tantomeno accettato? Come ogni
frutto ha bisogno del suo tempo per maturare cos ogni verit va rivelata al tempo giusto e nelle
proporzioni dovute, essendo questa come le medicine: se non somministrate nelle giuste dosi e nel
tempo appropriato danno effetti contrari a quelli sperati. Che senso avrebbe avuto se, per esempio,
Cristo avesse parlato della bomba atomica?
Che l'uomo soffra a causa delle sue colpe e della sua primordiale caduta ci comprensibile,
ma che l'animale subisca le stesse pene dell'essere umano, o anche peggio, senza la speranza di un
premio ultraterreno (secondo il concetto antropocentrico del cristianesimo ufficiale, come se Dio
non avesse il potere di dare il paradiso anche agli animali) e senza alcuna colpa se non quella di
essere stati creati diversi dall'uomo, ci inaccettabile dal buon senso e dalla legge dell'amore.
Nessun motivo giustifica l'uso di cibarsi di carne, se non il piacere della gola. Ma il piacere
non forse condannato dalla legge dello spirito perch inclina l'uomo al vizio e la materialismo? Il
corpo umano non ha bisogno di nutrirsi di alimenti carnei; la buona salute dei vegetariani lo
conferma.
Non vero che gli animali sono fatti per l'uomo. L'abitudine di cibarsi di carne,
conseguenza della "caduta" e quindi espressione di uno stato peccaminoso. Infatti in principio Dio
stabil che l'uomo doveva nutrirsi di frutti e di semi mentre dava agli animali ogni erba dei campi.

Nutrirsi di carne significa accettare la condizione post-peccato come quella ottimale e


definitiva per l'uomo e rifiutare la visuale di un ritorno alla originale dimensione perduta. Ma anche
se cos non fosse:
ogni legge morale e spirituale, deve necessariamente ampliarsi nel tempo col progredire
dello spirito umano e delle capacit ricettive della mente, altrimenti non vi potrebbe mai essere
evoluzione.
Se Cristo fosse venuto duemila anni prima del suo tempo avrebbe detto (o chiesto) cose
diverse da quelle di duemila anni dopo; se tornasse oggi, perfezionando le antiche, certamente
direbbe cose nuove. Daltronde sarebbe stato assurdo che Dio avesse imposto agli uomini della
preistoria ci che era giusto esigere dagli stessi a distanza di millenni. E noi oggi consideriamo
forse ancora valide le norme morali, etiche o spirituali del nostro medioevo? Sarebbe quanto pi
stagnante potesse capitare nella storia evolutiva di un popolo.
L'uso di cibarsi di carne abitua l'uomo alla violenza e alla soppressione del pi debole,
inclina le coscienze all'indifferenza e all'insensibilit verso il dolore altrui, sviluppa nell'uomo gli
istinti peggiori e lo spinge all'aggressione e alla violenza anche verso il suo stesso simile.
II carnivorismo non giustificabile neppure sotto l'aspetto economico per il fatto che per
allevare un animale vengono consumate maggiori sostanze di quelle che si ricavano dal nutrimento
delle sue carni.
La dissertazione tra le due opposte tendenze, porta a trarre le seguenti considerazioni:
tra frammenti di tesi originali, interpretazioni personali, trascrizioni linguistiche ecc. tutto
sembra possa essere messo in discussione, cos come tutto appare relativo: perch ognuno
convinto di essere nel vero a seconda della sua evoluzione interiore; e siccome la verit ha valore
soggettivo, l'uomo resta solo davanti alla sua coscienza, con la voce di Dio che in ogni lingua gli
ripete: "Non fare ad altri ci che non vorresti ti fosse fatto".

L'AMORE E LA GIUSTIZIA DI DIO


Come potrebbe il dio dell'amore e della giustizia, del bene e della vita aver cura solo di una
delle tantissime specie da Lui create (quella umana) e non tener conto della condizione di
sofferenza di ogni altro essere vivente? Perch mai Dio dovrebbe prediligere solo alcune sue
creature se tutte da Lui create per amore? Potrebbe forse il Creatore dire ad una sua creatura: "Ti
amo di pi perch sei pi bella, pi intelligente o pi forte" se Lui stesso a dargli la bellezza,
l'intelligenza o la forza?
Quale giustizia sarebbe la sua se considerasse solo il dolore che l'uomo subisce da parte del
suo simile e non considerasse l'identica offesa che l'uomo causa al mondo animale? Soffre la pianta
per le intemperie quando mutilata o recisa. Soffre l'animale nell'inesorabile lotta per la
sopravvivenza, nella paura, nella solitudine degli accidenti naturali, nel distacco della morte
corporea quasi sempre violenta. Sarebbe forse giusto che tutto ci per Dio non avesse alcun valore?
che avesse concesso ad innumerevoli creature di esistere per alcuni giorni, mesi o anni, in un
continuo alternarsi di sofferenza e non sofferenza, da tempo immemorabile, per essere solo di
cornice alla specie umana?
Perch mai agli occhi di Dio dovrebbe aver valore solo il sacrificio dell'uomo e non un
identico fardello portato da molti animali spesso pi buoni, pi miti, pi generosi, pi leali e
pazienti dello stesso uomo? Anzi, pi l'uomo spiritualmente maturo e pi sa combattere il dolore,
perch ne comprende la causa: infatti grande la sofferenza per chi non ne conosce la motivazione,
perch non sa di una realt ultraterrena e intuisce nel valore del presente l'unica sua ricchezza.
Quale onnipotenza sarebbe la Sua se non potesse dare un paradiso a tutte le creature a cui ha
dato la vita? E quale misericordia sarebbe la Sua se permettesse che un cavallo, un bue o un cane,
dopo un'intera vita di costrizioni e violenze da parte dell'uomo, dopo la loro morte corporea
dovessero dissolversi nel nulla?
Ogni cosa vive per se stessa, non in funzione dell'uomo. Il Dio dell'amore non pu
permettere che una creatura paghi le conseguenze e gli errori di un'altra. Se tale concetto non
ammissibile per un essere umano pu forse essere valido per Dio?
Non vi creatura che non paghi il suo tributo di dolore nella vita o che non viva per lo
stesso scopo dell'uomo: quello di ritornare a Dio dopo l'esilio terreno mediante la sua evoluzione
essenziale.
Pi di ogni altra esperienza il dolore consente alla creatura di acquisire maturit e
intelligenza e di imprimere nel suo essere i fatti della vita in modo che possa fuggire il male e
cercare il suo stesso bene; ma nella legge della causa-effetto chiunque genera dolore io credo subir
gli effetti della sua violenza. Non vi pensiero o azione che non abbia i suoi effetti universali,
essendo tutte le cose anelli di una stessa catena.
Il nostro Dio non un Dio parziale, antropocentrico, benigno solo con la specie umana: ma
un Dio che conosce ed ama ogni sua creatura.
La vera grandezza dell'uomo viene dalla decisione consapevole di amare e rispettare ogni
essere vivente come parte del suo stesso corpo.

GLI ANIMALI NEI DIRlTTI DELL'UOMO


Partendo dalla considerazione che tutte le cose esistenti interagiscono tra loro, al punto che
ogni essere vive proprio in virt della presenza di ogni altra creatura, si dimostra che ogni specie
animale e vegetale presente sul pianeta Terra, non solo ha la stessa importanza della specie umana
per l'equilibrio naturale dell'insieme, ma anche il medesimo diritto alla vita. Il paradosso nasce dal
fatto che la creatura pi intelligente non solo non cerca di favorire e conservare l'armonia naturale e
biologica ma contribuisce, pi di tutte le altre specie messe assieme, ad alterare e distruggere, a suo
stesso danno, il delicato equilibrio tra le cose.
II problema del rispetto per gli animali un problema di rispetto per la vita in senso lato, ma
soprattutto un problema di evoluzione della coscienza umana. Se "amare" significa "condividere"
agli antipodi dell'amore l'egoismo che sinonimo di indifferenza e insensibilit verso la medesima
condizione di altri esseri viventi.
A mano a mano che i popoli si sono evoluti hanno compreso che la civilt, il progresso e la
democrazia si attuavano mediante il rispetto della dignit e dei diritti sociali concessi sempre a pi
vaste maggioranze, sino ad abolire la schiavit, il razzismo ecc. perch i re, i soldati, i servi erano
innanzitutto uomini e come tali con l'identico diritto di fronte alla vita.
Ora questa apertura di rispetto e di diritto non pu limitarsi solo alla specie umana, deve
essere invece estesa a tutti gli animali, specialmente quelli pi vicini all'uomo che lo hanno aiutato
nei millenni di storia, per il fatto, ed scientificamente provato, che gli animali allo stesso modo
dell'uomo hanno sentimenti intelligenza, soffrono, amano la vita, hanno paura della morte. Questi
animali non possono non avere il rispetto e i diritti che l'uomo concede ai suoi simili se intende
avere dagli animali la collaborazione che da questi ha sempre preteso e usurpato finora con la forza
e la violenza (e per collaborazione intendo l'esclusiva ricchezza della loro presenza).
La naturale sottomissione degli animali da parte dell'uomo, il loro maltrattamento, la loro
stessa uccisione, I'antropocentrismo che si esprime mediante la non considerazione della sofferenza
degli stessi, per ignoranza, o per mancanza di senso critico delle idee propinateci da millenni e delle
assuefazioni indotte dalle tradizioni, a mio avviso soltanto l'effetto di una causa che risiede nella
coscienza dell'individuo, nella sua condizione intellettuale, morale e spirituale.
Quando l'uomo sapr dare agli animali gli stessi diritti che d ad un altro uomo allora
dimostrer alla storia d'aver compreso lo scopo della sua vera funzione equilibratrice dell'ordine
naturale e attuer un passo decisivo verso la sua evoluzione integrale, perch avr compreso
finalmente che tra la dimensione dell'uomo che vive uccidendo altri esseri viventi e quella
dell'amore e del rispetto per ogni forma di vita quest'ultima senza dubbio la pi degna, la pi giusta,
la pi umana, la pi edificante.

QUALI ANIMALI HANNO DIRITTO AL RISPETTO?


In una societ in cui a fatica emerge il protezionismo, nasce il problema di quali animali
siano da considerare degni di rispetto. II cane e il gatto, essendo per antonomasia gli animali pi
vicini all'uomo (ma soprattutto perch le loro carni non sono considerate commestibili) sono i primi
a beneficiare di quei diritti che l'uomo ha concesso loro il privilegio di avere ma che ogni essere ha,
per natura, davanti alla vita.
Lo stesso cavallo, del quale per sono considerate ottime le carni, gi sfugge alla logica del
privilegio del diritto alla vita.
Con la mente distorta dall'antropocentrismo l'uomo ha stabilito una graduatoria su quali
animali siano meritevoli di protezione, in dipendenza alla loro bellezza, alla loro intelligenza e alla
loro capacit di percepire la sofferenza e la morte. Se questo concetto dovesse essere esteso al
genere umano ben pochi si salverebbero.
A mio avviso non si tratta di stabilire se un coniglio sia capace di soffrire pi di una scimmia
per concedergli il privilegio di vivere, ma se un uomo consapevolmente pu arrogarsi il diritto di
togliere la vita, causare sofferenza e morte ad un'altra creatura senza macchiarsi di crudelt nei
confronti della creazione; ne pu essere la quantit dei componenti di una specie a dar maggiore o
minore valore ai singoli partecipanti, altrimenti sarebbe come dire che il valore di ogni uomo
inversamente proporzionale al numero delle persone.
Se fosse la sensibilit al dolore a dare maggior diritto alla vita, molto probabilmente l'uomo
non occuperebbe il primo posto; se fosse l'intelligenza certo un robot pi dell'uomo avrebbe diritto
all'esistenza e al rispetto.
Il problema a mio avviso essenzialmente di natura etica, come tale indicatore del grado
di civilt e di sensibilit raggiunto dalla coscienza collettiva. Nessuna specie, infatti, ha il merito di
essere pi forte o il demerito di essere pi debole. Ma arrivare a dar valore alla vita, mediante la
capacit di condividere l'altrui condizione, rispettando ed amando la bellezza multiforme delle cose,
questo d al mondo una cultura pi umana, pi giusta e pi degna dell'attuale e quindi la capacit di
rifiutare la violenza come principio su qualunque essere e in qualunque forma si manifesti.
Solo questo, a mio avviso, pu far compiere all'uomo il passo decisivo verso quella
dimensione umana da sempre ricercata ma che l'indifferenza verso il dolore altrui ha finora precluso
al genere umano.

IL PESCE GROSSO MANGIA QUELLO PICCOLO


La causa di noi protezionisti per una nuova coscienza umana in difesa degli animali suscita,
com'era prevedibile, degli oppositori come per fortuna anche dei sostenitori. D'altronde se la stessa
causa di Cristo fu ferocemente avversata c' da aspettarsi di peggio.
Le motivazioni pi frequenti che vengono sostenute, a mio avviso da gente insensibile,
egoista e di limitate percezioni intellettuali, sono le seguenti:
"Gli animali sono fatti per I'uomo" (rifacendosi alla nostra religione essenzialmente
antropocentrica).
Tale assurdo concetto non trova conferma in alcun testo originale, per cui risulta evidente
che si tratta di una interpretazione di comodo fatta da gente e per gente pi incline alla indifferenza
e al materialismo che ai veri valori dello spirito.
"Io mangio la carne e nonfaccio male a nessuno". Io dico che chi d cattivo esempio di vita,
giustificando la violenza e la morte, diffusore di menzogna ed un vero criminale.
"Il pesce grosso mangia quello piccolo". In questo si ammette che l'uomo un animale. L
'uomo deve prendere dalla natura ci che lo innalza non ci che lo fa stagnare nella primordiale
legge della sopravvivenza e del pi forte, che l'uomo considera valida solo se applicata su gli altri.
"Anche le piante quando sono strappate soffrono; non dovremmo neppure nutrirci di
vegetali!". L'uomo non onnivoro ne tantomeno carnivoro ma frugivoro avendo i caratteri tipici di
questa specie. Quando la coscienza dell'uomo sar talmente sensibile ed evoluta da condividere la
sofferenza di qualsiasi essere vivente, l'uomo approder alla sua sua vera dimensione che quella
dell'essere fruttariano. La tappa intermedia quella di essere vegetariano, ed io, che sono tale da
alcuni decenni, vivo benissimo.
Credo che finch l'uomo non considerer reato l'uccisione di un qualunque essere vivente;
finch vi saranno i mattatoi, le tonnare, gli istituti di sperimentazione animale, le concerie, le
corride, l'essere umano sar potenzialmente incline alla violenza e alla guerra. E la realt che
viviamo lo conferma.

SCUOTERE LE COSCIENZE
Chi come me spera in un mondo migliore, senza pi egoismi, ingiustizie, violenze n
sull'uomo, n sugli animali, n sulla natura, stanco della falsa politica di quanti si limitano a
criticare l'andazzo comune e nulla fanno per migliorare le cose; stanco di quanti si scandalizzano
per le cose che vengono dette e non si indignano per le cose che si fanno; stanco di quanti si
rifugiano nel loro perbenismo anteponendo alla critica costruttiva l'ipocrita discrezione, del tatto e
della gentilezza, del rispetto dell'altrui discutibile modo di essere, convinti che questo sia il
comportamento pi saggio e civile da seguire; stanco delle dolci e vuote parole delle dottrine
filosofiche e letterarie che lasciano le cose come stanno, anzi giustificano il compromesso di chi,
nonostante tutto, riesce a trarre vantaggi da questa situazione.
Amare il prossimo significa volere il suo bene, aiutarlo ad essere migliore, renderlo pi
umano; ma quando la dolcezza dell'amore non scuote le coscienze pi dure allora necessario
l'asprezza del rimprovero se ci serve a ravvederle. La discrezione sinonimo di quietismo e questo
figlio dell'indifferenza: di tutti i mali il peggiore. Meglio far sentire colpevole chi erra se questo
pu giovare alla sua anima, piuttosto che lasciarlo nell'errore. Giusto solo ci che innalza la
coscienza, il resto vacuit, inutilit, e ci che inutile spesso dannoso. IL MALE SI
ALlMENTA NON DALLA VIOLENZA DEI POCHI MA DALLA TIEPIDEZZA DEI MOLTI.
Molta gente ama in modo sbagliato credendo che amare significhi rispettare l'altrui modo di
essere. E' facile amare in questo modo, non si rischia di perdere gli amici. E intanto chi era
nell'errore continua ad essere vizioso, adultero, bestemmiatore, violento, perch nessuno lo ha
aiutato a capire in modo che potesse scongiurare in tempo le sue possibili deviazioni, che sempre
sono a danno di altri almeno per il cattivo esempio che diffondono. Chi ama severo come severo
un buon padre nei confronti dei figli perch li vuole retti, giusti, onesti. Quando poi un certo modo
di concepire la vita va a discapito mortale di altre creature, come succede per gli animali che l'uomo
considera legittime pietanze, allora a mio avviso il rispetto per l'altrui convinzione un tacito nulla
osta per l'uccisione di quell'essere vivente.
Chi cerca il bene e la giustizia non pu scendere a compromessi con la societ degli ipocriti,
dei sepolcri imbiancati e deve gridare a chiara voce il suo disappunto, anche a costo di pagarne le
conseguenze. Conoscere un male e non combatterlo significa tollerarlo ed essere potenzialmente
come coloro che lo generano.
Quelli che lottano per un mondo migliore sono gente scomoda, che d fastidio: per questo
Cristo fu eliminato. Noi abbiamo paura non solo di rischiare la vita ma di esporci all'altrui giudizio.
Non abbiamo alcun diritto di giudicare il comportamento degli altri? rimproverarli o
scuotere le coscienze in errore? E che diritto ha la gente di disumanizzare il mondo con il suo
egoismo, il SUO materialismo, la sua indifferenza nei confronti dei pi deboli? Essi feriscono me
con il loro oscurantismo ed io ferisco loro con il mio rimprovero. Mi sentirei in colpa del contrario,
se restassi indifferente verso l'ingiustizia subta dalle vittime che l'abissale ipocrisia della gente
miete di continuo. E che mi importa perdere l'amicizia o la stima degli stolti: se sono tali meglio
perderli; l'importante aver fatto il proprio dovere davanti a Dio e aver dimostrato la propria
disapprovazione per un certo modo di essere. Ognuno libero di comportarsi come crede? Ma fino
a che punto il comportamento degli altri non incide dolorosamente sulla mia intima esistenza?
Ebbene, io posso anche giustificare l'idiozia, l'edonismo, la superficialit ma la convinzione che sia
lecito causare ad un altro essere vivente sofferenza e morte, per proprio piacere e sollazzo, per
indifferenza o disprezzo verso l'altrui vita, questo per me inaccettabile. Sento il dovere morale e
spirituale di gridare la mia disapprovazione e la mia condanna verso gli ipocriti perch se fosse il

loro cane o il loro gatto ad essere ammazzato e cucinato tanto per far variare la pietanza agli
imbecilli, certo troverebbero la forza di dire a questa societ quel che si merita.
E che mi importa se del mio dire la gente resta turbata o infastidita? Andrei a piedi alla
Mecca pur di salvare la vita ad un solo essere vivente, ad un solo animale.
Ed solo questo solo ci che conta.

"NON AMMAZZARE"
"Nella proclamazione delle leggi dello Spirito", da sempre i Profeti, i Santi e Cristo stesso,
hanno dovuto adattare l'universalit del messaggio all'incapacit degli uomini di comprendere le
cose oltre il ristretto senso letterale.
Mos chiedeva ci che a stento gli uomini del suo tempo riuscivano a seguire; ne poteva dire
ci che sarebbe stato poi detto da S. Paolo, o S. Paolo parlare il linguaggio di Gandhi perch non
sarebbero stati capiti e tantomeno accettati. Ges si aggancia alla antica Legge, la perfeziona e la
amplia nella misura in cui pu essere assimilabile e di sprone ad una sempre maggiore evoluzione
dell'uomo, sapendo di non poter chiedere oltre per non ottenere l'effetto contrario.
Ma lo spirito dell'uomo deve evolversi; sviluppare ci che implicito (anche se non
apertamente dichiarato) nella stessa Legge e che magari Cristo cel a causa del nostro
oscurantismo. Spetta poi alla nostra volont far germogliare in noi il Seme della Parola affinch il
messaggio dell'Amore si dilati sino ad inglobare nel programma della realizzazione del Regno di
Dio non solo l'uomo ma tutte le creature esistenti, e capire finalmente che se un tempo il messaggio
era rivolto essenzialmente all'uomo, era gi tanto chiedere a questi amore per i suoi amici; capire
finalmente che se duemila anni fa Ges mangiava il pesce, la sua risposta oggi sarebbe la stessa di
un tempo: "causa della durezza dei vostri cuori".
Al tempo di Mos gli uomini avevano un solo fondamentale Comandamento: "Ama il
Signore Dio tuo con tutto te stesso". Qualche millennio dopo, Cristo amplia la Legge aggiungendo
un secondo grande comandamento, gi implicito nel primo (dal momento che non si pu amare Dio
senza amare il prossimo): "Amerai il prossimo tuo come te stesso". E anche se la pianta della Legge
sempre la stessa, e nella sua essenza definitiva, inevitabilmente deve svilupparsi di generazione in
generazione. Quale potrebbe essere il terzo grande Comandamento implicito nel secondo? Cristo
non poteva dire, come duemila anni dopo disse Gandhi: "tutto ci che vive il tuo prossimo",
perch gli uomini del tempo non erano pronti ad accettare una cos grande verit. E Gandhi per
ispirazione divina, aggiunge alla Legge il terzo grande Comandamento.
Quando Dio diede a Mos i dieci Comandamenti, nel quinto disse: "Non ammazzare". Non
disse "non ammazzare gli uomini", ma "non ammazzare". La malvagit degli uomini ha poi ristretto
questo comandamento alla sola specie umana sentendola assurdamente superiore e crudelmente
libera di disporre anche della vita delle altre creature. E se poi Dio chiedeva il sacrificio di un
animale nonostante il divieto "non ammazzare" era per farci capire che solo per mezzo
"deII'immolazione" per l'ideale superiore possiamo realizzare noi stessi. Cristo stesso conferm poi
che non erano questi i sacrifici che Dio gradiva, ma quelli della contrinzione del cuore, della
penitenza, della rinuncia, del digiuno.
Ma, l'uomo continua a credere che quanto esiste a sua disposizione, compresa la vita degli
altri esseri viventi, e pur essendo pi malvagio, pi violento e dannoso per la natura e tutto ci che
vive, pi ribelle e ingrato verso il suo stesso Creatore, continua a sentirsi superiore a tante creature
che nella loro docile natura pi rispondono al piano della vita e forse pi dell'uomo sono degne di
esistere. E se essere fatti a somiglianza del Creatore non riferito alla forma fisica ma alla capacit
di amare la vita e di rispondere discretamente al piano dell'esistenza senza causare volutamente il
male, credo che in una farfalla pi che nell'uomo si rispecchia l'immagine di Dio. E chi si
scandalizza, sentendosi superiore, ricade in quella nefanda esaltazione che sta portando il pianeta
Terra sulla via di una catastrofe naturale.

L'INFERNO DEGLI ANIMALI SIAMO NOI


Mi addolora constatare che nella patria di S. Francesco, culla del diritto e della cristianit,
tanti animali vengano giornalmente sacrificati sui banchi della vivisezione in nome di una scienza
medica che invece di aiutarci si rivela dannosa per la saIute pubblica e solo a vantaggio dei
vivisettori e di una vasta sfera speculativa.
Mi addolora la mia impotenza di fronte a questo terribile olocausto che inonda la Terra col
sangue di tante vittime innocenti a vergogna del genere umano; ma se avessi il potere di influire
sull'amministrazione delle cose del mondo cercherei di impedire ad ogni costo che indifesi cuccioli
di foca vengano massacrati a colpi di bastone (per le loro morbide pellicce) e scuoiati ancora vivi
sotto gli occhi delle loro madri; cercherei di impedire che splendide creature vengano strappate al
loro habitat naturale e poi addestrate a frustate nei circhi per essere sollazzo ad un pubblico
volutamente e comodamente ignaro: cercherei di impedire che nei canili municipali tanti cani,
vigliaccamente abbandonati, vengano ogni giorno uccisi col gas, a randellate o con uno spunzone in
testa; cercherei di impedire che nei laboratori di sperimentazione animali di ogni tipo vengano
tagliati in pezzi e tenuti in vita agonizzanti con gli organi interni allo scoperto dopo aver reciso loro
le corde vocali per non far sentire le strazianti grida; cercherei di impedire che nelle arene giovani
tori vengano barbaramente tormentati e poi uccisi, con offensivo orgoglio, per divertire un pubblico
crudele e incivile; cercherei di impedire che animali destinati ai mattatoi vengano trasportati,
inverosimilmente stipati, su autocarri per giorni al freddo, affamati, assetati, terrorizzati e poi
scaricati come pietre per essere inviati a crudelissima morte; cercherei di impedire il vergognoso
sport del tiro al piccione... Se potessi, cercherei di impedire tutto questo perch nulla lo giustifica,
anzi degrada il genere umano perch rende peggiori le coscienze abituando gli uomini
all'insensibilit verso il dolore altrui. Ma coloro che hanno il potere d'interferire sulla gestione delle
sorti degli esseri viventi, come fanno ad avere sonni tranquilli sapendo che un loro intervento
salverebbe da sicura sofferenza e morte milioni di nostri fratelli minori, come appunto S. Francesco
chiamava gli animali? E' questa la creatura fatta ad immagine e somiglianza di Dio? No, non pu
essere tale chi compie un simile scempio verso la Vita o chi tacitamente lo consente.
Se esiste un inferno per gli animali, certo quello che l'uomo procura loro col suo crudele
egoismo.
lo credo, come Gandhi, ch' nostro prossimo tutto ci che vive. Pertanto gli uomini
sbagliano se credono di dover dar conto a Dio solo del male commesso verso la propria specie.

LA GRANDE ASSENTE
Mai come in questi ultimi decenni la natura stata violentata dall'uomo e gli animali hanno
subto massacri pi sistematici fino a portare nel giro di tre secoli centinaia di specie all'estinsione.
La natura in profondo stato di agonia: 50 mila ettari di bosco al giorno vengono distrutti; la
carne degli allevamenti intensivi causa malattie anche tumorali; i farmaci di sintesi causano pi
malattie di quante non ne curino; le colture trattate con pesticidi avvelenano pi che nutrire la
popolazione ecc. ecc. Ma questa inquietante realt non sembra preoccupare la Chiesa cattolica,
grande assente tra le forze sociali in difesa della natura, che continua ad autorizzare l'uomo a
"soggiocare la terra" secondo l'arcaica interpretazione dei testi sacri, concentrando le sue attenzioni
sull'essere umano, convinta che i problemi dell'uomo debbano risolversi indipendentemente dal suo
contesto naturale, che i valori etici e spirituali possano prescindere dal senso di giustizia universale,
che il diritto di esistere degli altri esseri viventi sia in antitesi con la dignit umana.
La Chiesa cattolica sembra per niente preoccupata degli effetti devastanti della cultura
antropocentrica sulla natura e sulla coscienza umana e non sembra per niente scossa neppure dal
fatto che siano i laici e non il clero a sentire la responsabilit del patrimonio della creazione da Dio
affidato all'uomo affinch fosse saggio amministratore della vita e delle risorse naturali, e
nonostante abbia per istituzione il compito di tutelare i valori etici dell'uomo sono i laici a
dimostrare maggior senso di solidariet verso gli animali ingiustamente condannati dall'uomo ad un
genocidio senza appello.
La maggioranza dei preti (compresi, assurdamente, i francescani) difende con forza il diritto
dell'uomo a sfruttare la natura e, soprattutto a mangiare la carne degli animali, che il Santo di Assisi
chiamava suoi fratelli pi piccoli, dimostrando non solo disprezzo per l'altrui sofferenza ma una
sensibilit assai pi limitata di qualunque animalista che chiede rispetto e amore non solo per
l'uomo ma per ogni essere vivente.
E proprio a causa dell'impossibilit di un dialogo costruttivo, oltre che dalla incoerenza di
una fede verso un Dio buono e magnanimo solo con l'essere umano, gli animalisti (convinti
assertori dell'evoluzione dello spirito umano) si sono progressivamente allontanati dalla sfera
cattolica alla ricerca di un Dio pi giusto e pi paterno verso le sue stesse creature.
Noi animalisti siamo sempre di pi convinti che la nostra realt sia pi autentica e pi
edificante della realt dei cattolici: noi crediamo nel Dio di tutti gli esseri viventi, essi credono nel
Dio del solo essere umano; noi crediamo nella religione di tutte le religioni essi credono in una
religione antropocentrica i cui effetti negativi continuano a manifestarsi non solo sulla coscienza
umana, resa sempre pi insensibile verso la sofferenza degli animali e di conseguenza verso il
dolore dello stesso essere umano, ma verso la condizione della natura il cui dissesto rischia oramai
di compromettere la stessa vita sul pianeta Terra.

CRISTIANESIMO E CULTURA ANTROPOCENTRICA


Nulla, io ritengo pi urgente e necessario che lottare contro l'imperare della cultura
antropocentrica, che autorizza l'uomo a perpetrare i pi efferati delitti, nei confronti degli animali e
della natura, senza per questo sentirsi colpevole, alimentando la sua coscienza di un sentimento di
insensibilit e indifferenza verso il dolore e la morte, non solo verso esseri di altre specie, ma nei
riguardi della specie umana.
Il danno peggiore che viene da tale cultura l'aver dato al mondo l'immagine di un Dio
parziale ed ingiusto. Buono e magnanimo solo nei confronti dell'uomo, premuroso solo della
condizione umana, ma indifferente al dolore di un identico fardello portato da miliardi di altre sue
creature. Se ogni cosa non vive per se stessa, e per lo stesso scopo dell'uomo, ma in funzione di
questo come purtroppo da sempre ci hanno insegnato a credere, Dio ha stabilito come legge naturale
quella della violenza, della sopraffazione e della morte, allora il nostro un Dio impotente a trovare
soluzioni incruenti per assicurare la sopravvivenza delle sue creature oppure un Dio impietoso e
crudele. Ma se sono i falsi profeti ad aver denigrato la vera immagine di Dio, allora essi si sono
macchiati del pi grande crimine verso il genere umano perch hanno reso falsa testimonianza di
Dio ed hanno reso insensibili e crudeli le coscienze degli uomini.
Se nessun essere tale per sua libera scelta, tutte le creature sono uguali davanti a Dio,
altrimenti la vita un'imposizione e le creature meno fortunate avrebbero da obiettare la loro stessa
creazione verso un Dio inequanime ed antropocentrico, che non il Dio dell'amore e della vita, il
Dio dei grandi profeti, il Dio di Ges Cristo.
Si scandalizzano gli ipocriti ad ammettere che Dio in tutte le cose, che Egli anche in un
piccolo insetto: se non si vergognato di farlo tale perch mai dovrebbe vergognarsi di essere in
Lui? Dio non solo in ogni essere vivente ma ogni creatura parte stessa di Dio: cos io credo
fermamente.
Falsi sono coloro che affermano che tutto ci che vive , per volont del Creatore messo a
disposizione dell'uomo, per suo uso e consumo. Come pu essere gradita al Dio della Bont e della
Misericordia la sofferenza e la morte di una sua creatura? di un essere che come l'uomo ama la vita
ed ha paura della morte? Se cos fosse io cesserei di amare il Dio che amo, perch ci avalla la
legge del pi forte, della violenza, del fine che giustifica i mezzi: non la legge della piet e della
mitezza che Cristo stesso venuto ad istituire.
E se anche gli antichi testi biblici sono costellati da sacrifici cruenti di animali, involutivo
sarebbe per l'uomo ritenere ancora valida una concezione scaturita da necessit primordiali.
Mai si comprenderanno abbastanza gli effetti nefasti che ha sulla coscienza dell'uomo la
cultura antropocentrica. Con essa infatti l'uomo crede che un'aquila, un delfino o un elefante non
hanno il suo stesso diritto di esistere; che un vitello, un agnello o un cavallo non soffrono allo stesso
modo dell'uomo, che un cane, un gatto o una scimmia non hanno il suo etsso sentire e quindi, egli
crede, pu disporre di essi come fossero oggetti senz'anima, incapaci di sentimenti e di dolore;
perch cos sempre stato: cos ha voluto la stirpe degli ipocriti, coloro che da millenni gestiscono
la coscienza degli individui, facendo credere al mondo che Dio buono perch ama l'essere umano,
come se Egli fosse incapace di amare alla stessa misura tutte le altre sue creature, o come se nel suo
Paradiso non ci fosse posto per tutti gli esseri da Lui creati. E mentre l'evoluzione della coscienza
dell'uomo ferma all'era primordiale, per la sua dissolutezza l'uomo ha gi superato le soglie del
3000.

Ma un atto crudele non cessa di essere tale, anche se si valicano i secoli ed i millenni. E
quando l'uomo continua a macchiarsi di sangue innocente, senza pi il giustificato motivo della sua
sopravvivenza, segno che la sua anima insensibile al dolore e alla morte, in senso lato del
termine: infatti gi si assiste agli effetti di tale degradante dimensione: ognuno un'isola a se stante
in cui appena sente il suo stesso dolore e altro non vede che la sua sola condizione perch cos gli
stato inculcato: "Uccidi quel vitello perch devo mangiare; abbatti quell'uccello perch son buone
le sue carni; cattura quel pesce perch un'ottima pietanza; taglia quell'albero perch mi serve il
suo tronco", come se il dolore e il desiderio di vivere fossero sentimenti presenti solo nell'essere
umano.
Ma la malvagit e l'ignoranza degli uomini non conosce vergogna e confini. Pur di avere
maggiori guadagni l'uomo non esita a far apparire, nei programmi pubblicitari, animali di ogni
specie che con gioia vanno a morire pur di essere pasto prelibato a questo essere servo del ventre e
della goia, e ad insinuare maggiormente nella coscienza del popolo l'idea che l'animale non altro
che una cosa come tutte le altre, fatte da Dio e messa a disposizione dell'uomo. C' poi chi benedice,
prima del pasto, simile mense che costano sangue, agonia e terrore a innumerevoli vittime
innocenti, ringraziando Dio per essere stato cos buono e generoso nei loro riguardi.
Questo il regno degli ipocriti, ed di questo che Cristo pot dire: "Di te non rester pietra
su pietra".

INCOERENZA DEI CATTOLICI


I cattolici mentre proclamano l'umilt usano disprezzare tutto ci che considerano inferiore
all'uomo. In teoria accettano l'idea che Dio sia un padre buono e paterno, magnanimo con le sue
creature, ma nella sostanza non sopportano l'idea che Egli possa amare un vitellino al pari dell'uomo
e siccome essi non sono capaci di tale amore negano pure a Dio questa possibilit.
Mentre i cattolici si schierano in difesa della vita e della giustizia essi stessi offendono la
vita e sono causa di ingiustizia quando, con noncuranza si recano in macelleria a comperare i pezzi
di un povero animale che, a causa loro, ha subto l'estrema ingiustizia della privazione della vita, o
quando le donne assistono alla messa domenicale con addosso le pelli di molti animali sacrificati
per la loro vanit.
Chi ha autorizzato i cattolici a differenziare vita da vita e sofferenza da sofferenza? Non si
pu amare Dio e disprezzare l'opera della sua creazione. Anche un mite agnellino condotto al
macello opera di Dio; anche un animale orrendamente mutilato sui banchi dei vivisettori opera
di Dio; anche un cucciolo di foca spellato per fare da pelliccia ad una signora stupida e crudele
opera di Dio; anche un pesce che subisce l'agonia per soffocamento o dilianato da un'arpione
opera di Dio; anche un passerotto abbattuto a fucilate lasciando i piccoli a morire nel loro nido
opera di Dio; anche un leopardo che impazzisce dietro le gabbie di uno zoo opera di Dio e la
differenza tra l'uomo e l'animale che l'uomo liberamente sceglie di compiere il male, di essere
malvagio, egoista, ipocrita, traditore, e uccide anche per il piacere di uccidere mentre l'animale non
solo non ha tradito il patto con Dio, non si macchiato di deicidio, di stragi, ma ha sempre aiutato
l'uomo nel corso dei millenni condividendo solo i momenti peggiori ed in cambio ha solo avuto
disprezzo, ingratitudine, sofferenza a causa del suo assurdo rifiuto a negare all'animale quella
capacit fisiche, ragionative e sentimentali indispensabili affinch gli fosse utile in tutti i settori in
cui lo ha ingiustamente sfruttato per i suoi fini egoistici.

LA CHIESA CONDANNA IL PACIFISMO


Nonostante le aspettative degli animalisti la Chiesa cattolica risulta essere sempre pi chiusa
e refrattaria non solo alle nuove esigenze etico-spirituali ma verso un'apertura dottrinale di quei
valori di giustizia sociale universalmente riconosciuti. Ultimamente un suo alto prelato in un
meeting nella citt di Rimini ha chiaramente evidenziato posizioni a condanna del pacifismo,
dell'ecumenismo, del dialogo, della nonviolenza, del rispetto per la natura (che certamente non
sarebbero state condivise da Cristo) e che fanno nascere spontanee alcune considerazioni:
dal momento che Cristo stato il primo pacifista a mettere in atto la legge della nonviolenza
e che questa rivoluzione in quest'ultimo secolo ha liberato pi gente dalla sottomissione che non la
Chiesa cattolica in duemila anni di storia; dal momento che il pacifismo ha contribuito in modo
determinante a scongiurare violenze e guerre fratricide oltre che a mettere in crisi sistemi
dittatoriali; dal momento che I'ecumenismo la speranza di un'umanit unita sotto la bandiera di un
solo parlamento mondiale; dal momento che il rispetto e l'amore per la natura serve a conservare
l'ordine della creazione in pericolo, a rendere l'uomo pi sensibile e giusto non solo verso gli
animali ma nei confronti della specie umana; dal momento che le diversit formali e culturali sono
intese dalla cultura ecologico-pacifista come ricchezze morali, spirituali e intellettuali da integrare
al servizio del bene collettivo; dal momento che il Cardinale in questione vede in tutto questo
l'azione dell'anticristo viene spontaneo chiedersi se l'anticristo si trovi da questa o dall'altra parte
della barricata pacifista.
E ancora alcune domande:
dal momento che la Chiesa cattolica preposta alla tutela e allo sviluppo dei valori morali e
spirituali (che possono scaturire solo da una coscienza umana in grado di valorizzare la vita, di
amare e rispettare non solo l'uomo ma ogni essere vivente), perch rifiuta di avvalorare l'etica
universale del movimento ecologico-pacifista che darebbe all'uomo una pi vasta e profonda dignit
civile e spirituale? Perch la Chiesa cattolica rifiuta di farsi forza trainante in questa nuova esigenza
dello spirito e lascia che siano i laici, e non i preti, a chiedere amore, rispetto e giustizia per gli
animali ingiustamerite violentati e uccisi dall'uomo, dal momento che questo non pu che rendere
l'uomo migliore ed elevarlo moralmente? Perch la Chiesa cattolica resta ancorata al concetto
antropocentrico, scientificamente e moralmente errato, anacronistico e deviante, oltre che essere
stato il terreno pi fertile per ogni sorta di razzismo e di specismo e dal momento che predispone
l'uomo a convivere con l'idea dello sfruttamento e della sopraffazione dei pi deboli e di renderlo
insensibile alla sofferenza anche umana?
Comunque chiaro che l'alto prelato intuisce il concreto pericolo di un ulteriore
assottigliarsi delle file cattoliche (gi 1000 suore l'anno lasciano i voti) a vantaggio della cultura
ecoligico-pacifista nella quale le ultime generazioni hanno trovato quella autentica ricchezza di
valori direttamente riscontrabili sul piano sociale e a livello planetario, che la Chiesa, purtroppo,
non sembra in grado di dare a causa della sua arida chiusura antropocentrica che gli fa considerare
"male " tutto ci che non "targato" Chiesa Cattolica.

QUALCOSA NON FUNZIONA NELLA RELIGIONE


Se duemila anni di cattolicesimo non sono riusciti a mutare la coscienza degli uomini, n
tanto meno ad eliminare le guerre, gli omicidi, i crimini, le violenze ed ora i sequestri di persona,
forse qualcosa non funziona nella religione cattolica, come nelle altre grandi religioni che da
sempre si sono assunte l'onere dello sviluppo dei valori morali dell'uomo. N la colpa da attribuire
tutta al cattivo uso che l'uomo fa del suo libero arbitrio.
La grande rivoluzione socio-morale annunciata dai Testi Sacri non si verificata e non
mutato il corso della storia. Il popolo eletto non vive la pace del Regno promesso. Le popolazioni di
ceppo ebraico non sono sostanzialmente migliori di quelle che seguono altre religioni o di quelle
che magari nemmeno credono in Dio.
La Chiesa Cattolica non solo non raccoglie i frutti del seme messianico, perch non stata
capace di far germogliare l'albero dell'Amore, ma intiepidendo il messaggio forte, chiaro e lineare
di Cristo ha in parte vanificato il suo sacrificio. La Chiesa non ha cercato tanto di rendere gli uomini
intrinsecamente migliori, pi sensibili, pi umani, pi giusti, quanto di consolidare il potere
cattolico. Specialmente nei confronti del regno animale i preti hanno dimostrato la pi profonda
avversione. Non solo non hanno cercato di ampliare la sfera dell'amore dall'uomo ad ogni essere
vivente ma hanno imposto l'indifferenza e la durezza di cuore a quei pochi cristiani che
dimostravano naturale piet verso le vittime dell'antropocentrismo.
I discorsi dei preti durante I'omelia domenicale non convincono, non scuotono, non
slanciano, non infervoriscono, ma adagiano, rassegnano, giustificano. I preti si limitano a narrare gli
eventi messianici come fossero una splendida favola vissuta duemila anni orsono dal Figlio di Dio,
senza mai cercare veramente una trasposizione temporale dei contenuti, perch Cristo visto come
un'entit staccata, irraggiungibile, inimitabile: alla perfezione del Figlio di Dio contrappongono la
miseria dell'imperfezione umana.
L'uomo per salvarsi dall'inferno e guadagnarsi il paradiso deve sentirsi una nullit,
bisognoso dell'intervento divino perch incapace di salvarsi da solo. Col pretesto che l'uomo
debole e imperfetto si trovato il modo di giustificare tutte le sue bassezze e le sue debolezze. Guai
se l'uomo non si sente peccatore e imperfetto, rischia di vanificare lo stesso sacrificio di Cristo per
mezzo del quale si riscattano i peccati passati e quelli che commetteremo in futuro. C' la
consolazione che tutto venga perdonato: basta confessarsi e chiedere perdono nontanto alla vittima
della nostra violenza ma a Dio. Come se Dio potesse perdonare la sofferenza o la morte di una sua
creatura se la stessa non fosse conseziente al perdono.
I discorsi dei preti non vanno mai al nocciolo del problema (che quello della necessaria
conversione della coscienza e del cuore di ognuno, cio della modifica del proprio modo di essere,
di pensare, di agire); essi non dicono mai chiaramente che per essere cristiani bisogna essere come
Cristo, cio miti, casti, tolleranti, poveri mettendo in pratica i tre aspetti fondamentali del suo
insegnamento:
1) il sacrificio di se stessi per il bene del prossimo;
2) la fede in Dio;
3) l'attuazione della legge dell'amore.

La gente ormai convinta che per essere cristiani, vivere correttamente su questa terra e
guadagnarsi il paradiso nell'altra vita, basta andare a messa la domenica, prendere la comunione e
credere che Cristo il Salvatore. E cos dopo la messa ognuno resta interiormente com'era prima (se
non peggio, quando si aggiunge alla mediocre condizione della propria esistenza quella dell'errore
di sentirsi a posto con la propria coscienza).
Credo che i preti abbiano fatto della religione pi bella e pi edificante una dottrina per
gente ipocrita ed accidiosa: la dottrina del compromesso tra valori spirituali e piaceri materiali, tra
ricchezze e povert, tra virt e vizio, tra mitezza e intransigenza. I preti non sanno gestire la
coscienza della gente perch non sanno gestire la propria coscienza. Non possono chiedere sacrifici
e rinunce perch essi per primi dovrebbero dare l'esempio. E anche se Cristo diceva che non si
possono servire due padroni essi continuamente giustificano e cercano il compromesso tra il potere
e l'umilt, tra il lusso e l'astinenza, tra il sacrificio e l'agio. Ma questa non la Chiesa voluta da
Cristo, la Chiesa dei poveri ma dei ricchi, non dei deboli ma dei forti, non degli ultimi ma dei primi,
non dei remissivi ma degli agguerriti.
Se poi ci riferiamo agli esseri viventi non umani e senza menzionare un passato di cui ci
sarebbe soltanto da vergognarsi, ce lo vedete Cristo ad andare vestito con lussuosi abiti e corone di
gemme? a scannare un vitellino o un agnellino per dilettarsi il palato con le sue misere carni ed
andare a caccia e sparare ad un tenero capriolo, un coniglietto o un uccellino? Ce lo vedete a
squartare un cane o un gatto vivo per studiare il suo apparato digerente? Eppure tutto questo non
solo i cattolici lo fanno ma, gli stessi preti lo hanno fatto o lo fanno: gente che non centra nulla con
l'immagine di Cristo eppure si sente cristiano, perch la Chiesa ha insegnato all'uomo che per essere
virtuosi basta non far del male agli esseri umani, credere che Cristo il Figlio di Dio, prendere i
sacramenti e fare l'elemosina.
L'errore e il peccato pi grave della Chiesa Cattolica, a mio avviso, di aver dato al mondo
l'idea di un Dio crudele e sanguinario; e in questo i cattolici non adorano il vero Dio, il Dio del bene
e della vita, ma un mostro insensibile alla sofferenza di tutto il creato preoccupato solo della sorte
dell'uomo, la creatura migliore della sua opera della quale si compiace, cio un Dio megalomane.
La religione cattolica adatta a gente che ha bisogno di sentirsi superiore alle altre creature non
umane, di gente che non cerca tanto di superare i propri limiti quanto di giustificarli, adatta a gente
talmente ipocrita che si inventata il paradiso per continuare a godere anche nell'altra vita e cos
fregare non solo il prossimo su questa terra ma anche il Padreterno nell'aldil. Per in questo modo
la Chiesa ha fatto un gran numero di fedeli, perch in fondo, non costa poi molto essere cattolici,
anzi pure piacevole incontrarsi a messa la domenica mattina in cui si ha l'opportunit di sfoggiare
l'ultimo vestito o una lussuosa pelliccia di visone.
Io dico che chi non cerca di essere come Cristo non pu definirsi cristiano e che essere
cattolici non vuoI dire affatto essere cristiani. Io dico che il paradiso non un luogo ma una
condizione interiore raggiunta dal proprio cuore e dalla propria anima. Io dico che il paradiso e
l'inferno sono gi dentro di noi e che non ci pu essere paradiso per coloro che vivono per se stessi.
lo dico che come non basta andare a messa la domenica o pregare per essere cristiani, non basta non
far del male per evitare l'inferno (se esiste). lo rido di tutte le dottrine e di tutte le filosofie che
cercano di definire Dio e la sua legge. La sola legge che per me ha valore quella del "Non causare
sofferenze e morte ad alcun essere vivente", "Fai del bene ad ogni creatura" e "Cerca di essere
ogni giorno migliore". Il resto demagogia, raggiro e, come diceva Cristo, il dippi viene dal
Maligno.

DOMANDE ALLA CHIESA CATTOLICA


Di fronte al progressivo emergere di una nuova coscienza sociale, pi giusta e pi sensibile
verso la condizione degli animali, le forze ecologico-animaliste unite nella battaglia per il rispetto e
la valorizzazione della vita di ogni essere vivente, presentano agli esponenti della chiesa Cattolica le
seguenti istanze:
1) Dal momento che la Chiesa Cattolica preposta al bene morale e spirituale del'uomo (il
quale bene pu venire solo da una coscienza umana in grado di amare e rispettare non solo l'essere
umano ma ogni creatura vivente, di condividere la condizione e la sofferenza dei pi deboli), perch
rifiuta di accettare l'etica universale che darebbe all'uomo una pi vasta e profonda dignit
spirituale?
2) Perch la Chiesa Cattolica rifiuta di farsi forza trainante in questa nuova esigenza dello
spirito e lascia che i laici, e non i preti, a chiedere amore, giustizia per le creature di Dio,
ingiustamente violentate e uccise dall'uomo, dal momento che questa esigenza non pu che rendere
l'uomo migliore ed elevarlo civilmente e spiritualmente?
3) Perch la Chiesa Cattolica rifiuta di estendere il sacro diritto (dato da Dio ad ogni essere
vivente) al rispetto, alla dignit, alla libert e all'esistenza dall'uomo agli animali, dal momento che
questi come noi (anche se indifferenti livelli) sono dotati di intelligenza, di sentimenti, di capacit di
soffrire e di avere paura della morte, nonch di avere come l'uomo la strabiliante possibilit di
essere generatori di vita?
4) Perch la Chiesa Cattolica resta ancorata al concetto antropocentrico, scientificamente e
moralmente errato; anacronistico e deviante, oltre che essere stato il terreno pi fertile per ogni sorta
di razzismo e di specismo e dal momento che predispone l'uomo a convivere con l'idea dello
sfruttamento e della sopraffazione delle creature non umane e di renderlo insensibile della
sofferenza anche degli uomini?
5) Perch la Chiesa Cattolica ha disatteso il comando di Dio ad essere vegetariani espresso
chiaramente in Gen. 1.29: "Ecco, lo vi d ogni erba che produce seme e ogni albero in cui frutto
saranno il vostro cibo..." e consente che i preti (che dovrebbero essere esempio di virt e di
temperanza) mangino la carne del corpo straziato degli animali mentre potrebbero, come i
vegetariani che godono ottima salute, nutrirsi di sostanze vegetali?
6) Perch la Chiesa Cattolica limita il comando "Non ammazzare" il "Non fare ad altri
quello che non vorresti ti fosse fatto" e "Ama il prossimo tuo come te stesso" al solo essere umano,
dal momento che Dio non ha specificato in tal merito lasciando alla coscienza umana i margini della
sua interpretazione?
7) Perch la Chiesa Cattolica non si chiede se la violenza che Essa consente a danno degli
animali sarebbe accettata da Cristo e se Cristo oggi non sarebbe vegetariano?
8) Perch la Chiesa Cattolica, che combatte la fame nel mondo, non considera che per
produrre 1 Kg di carne si consumano circa 15 Kg di derrate alimentari e che se l'umanit adottasse
la dieta vegetariana potrebbe sfamare una popolazione 7 volte maggiore dell'attuale con la
conseguenza che potrebbe essere eliminata la fame nel mondo?
9) Perch la Chiesa Cattolica non condanna l'orrenda pratica della vivisezione che oltre a
disumanizzare l'uomo e a massacrare inutilmente miliardi di animali innocenti non serve che a

ritardare il vero progresso medico-scientifico a danno della coscienza umana e della salute del
corpo?
10) Perch la Chiesa Cattolica non condanna l'uso delle pellicce dal momento che tale moda
non fa che inclinare l'uomo al materialismo, all'edonismo e al disprezzo del dolore e della vita degli
altri esseri viventi?
11) Perch la Chiesa Cattolica consente e spesso benedice le moltissime feste patronali,
specialmente in Spagna, durante le quali la gente in "onore" dei Santi, della Madonna e di Ges
Cristo, si abbandona alle pi spregevoli violenze sugli animali, dal momento che Cristo ha
proclamato l'amore, la mitezza, la bont e che i Santi sono stati suoi fedeli testimoni?
12) Perch la Chiesa Cattolica non condanna la caccia e la pesca che sono causa di
sofferenza e di morte terribile per miliardi di creature innocenti, dal momento che predispone anche
l'uomo alla violenza e lo legittimizza alla distruzione del creato?
13) Perch la Chiesa Cattolica nega il possesso dell'anima agli animali oltre la speranza per
loro di una realt ultraterrena?
Tutti coloro che credono nella vita, nell'evoluzione civile, morale e spirituale dell'uomo,
nell'amore, nella giustizia e nella fratellanza universale, aspettano che la Chiesa cattolica si
pronunci su questi quesiti e dimostri l'eredit e i frutti dell'insegnamento del Figlio di Dio.

LETTERA Al RAPPRESENTANTI DELLA CHIESA CATTOLICA


Credo che il Dio della vita non pu che amare d'identico amore ogni sua creatura e aborrire
tutto ci che causa sofferenza e morte; che ogni legge morale e spirituale deve necessariamente
ampliarsi e perfezionarsi, nei suoi contenuti essenziali, con l'evolversi della coscienza collettiva dei
popoli, e ci che un tempo era tollerabile, perch dettato da particolari contingenze storiche o
etniche, pu oggi non essere pi giustificabile: come I'assuefazione dell'uomo a cibarsi di carne e il
considerare gli animali creature a sua disposizione.
Credo che lo spirito che d vita a tutte le cose non si estingue col perire del corpo fisico e
che ritorna a Colui che l'ha creato.
Credo che la gioia, il dolore, la vita e la morte siano realt che hanno lo stesso valore per
tutte le creature, e che se l'uomo sapr amare e rispettare i suoi fratelli minori, sar anche pi buono
e giusto verso la sua stessa specie.
Credo sia tempo che l'uomo torni al disegno originario del Padre, in cui, in qualit di
creatura capostipite, protegga e guidi nel bene ogni creatura pi debole, verso un piano di armonia
universale.
Credo che il Dio dell'Amore e della Vita non pu considerare leggittima la soppressione di
un animale da parte dell'uomo quando il sostentamento di quest'ultimo pu essere assicurato
mediante sostanze vegetali, e anche se le piante sono anch'esse creature dotate di sensibilit e
anelano alla vita, credo che l'essere cos vegetariani, sia una condizione intermedia a quella finale in
cui l'uomo si ciber soltanto di frutti e di ogni cosa che non causa sofferenza o morte ad alcun
essere che vive.
Nulla pi giustifica l'abitudine dell'uomo a cibarsi di carne se non I'insano piacere della gola.
E pu forse essere giustificato il dolore che si causa a tante miti e nobili creature dal gusto del
palato?
La Bibbia costellata di inviti al rispetto e all'amore per l'animale e spesso rimarcata la
condizione di inseparabile comunanza al medesimo destino con l'uomo, perch certo, se anche una
sola parte di un unico organismo malata o sofferente tutto il resto in pericolo. Ma l'uomo crede
di poter guarire la condizione umana curando o interessandosi di una sola parte di questa: Cio del
genere umano. E da millenni perpetua un immane olocausto a danno delle creature pi deboli che
non possono manifestare il loro planetario dolore. Tale Consapevole, o inconsapevole, violenza
preclude all'uomo stesso la sua vera evoluzione spirituale perch rende il suo cuore sempre pi
insensibile all'altrui dolore, disprezzando tutto ci che non gli assomiglia.
Fin dai tempi pi antichi, per mezzo dei Profeti, Dio ha per similitudine, associato alle virt
pi nobili dell'animo umano, il nome di molti animali al punto che alcuni Suoi piani sarebbero stati
forse impossibili senza di essi. Come la colomba dell'Arca; la cerva di Abramo; i corvi di Elia; il
cane di Tobia; l'asina di Balaam; i leoni di Davide; la balena di Giona; l'agnello della Pasqua
ebraica; la colomba dello Spirito Santo; l'asinello del giorno delle Palme, della fuga in Egitto, della
stalla dove nacque Ges ecc. ecc., tutti animali che l'uomo con noncuranza sfrutta per i suoi fini
egoistici e sopprime per divorarne le carni.
Io faccio appello a coloro che sono a tutela dei valori umani e dello spirito, di farsi difensori
delle creature diverse dall'uomo, per scongiurar loro sofferenza e morte e possano avere quel
rispetto e quella dignit che Dio ha loro concesso fin dalla creazione.

Si afferma che Dio per l'uomo ha creato tutte le cose, ma come si pu credere che lo
sconfinato universo, con le sue infinite galassie, con i suoi incalcolabili pianeti e i miliardi di
miliardi di creature che vivono solo sul pianeta Terra (sul suolo, sotto il suolo, nel mare, nell'aria e
che gi vivevano milioni di anni prima la comparsa stessa dell'uomo) siano state fatte, esistano solo
in funzione delle specie umana?! Come si pu credere che il cavallo, il leone, l'aquila, il delfino ecc.
ecc. siano stati creati per diletto dell'uomo e che dopo la morte fisica questi scompaiano per sempre
dalla sfera della Vita?! Ci non contrasta, forse, con il concetto di un Dio d'amore, da Cristo stesso
proclamato al Mondo?
Per giustificare la violenza dell'uomo nei riguardi dei suoi fratelli minori (gli animali) si
sostiene che tutte le creature, tra loro, si usano violenza. Questo, forse, non dovrebbe giustificare
anche la guerra tra gli umani? E questo non denigra, forse, l'onnipotenza di Dio che dalla violenza
umana non aveva bisogno per garantire l'ordine naturale? La lotta tra le cose non , forse, la
condizione in cui caddero le stesse dopo la ribellione dell'uomo a Dio? E l'uomo non deve forse
cercare di vivere lo stato di grazia antecedente il Peccato stesso?
Essendo l'uomo la creatura pi intelligente e forse spiritualmente pi evoluta, dovrebbe
usare queste sue prerogative non per comportarsi come l'animale (che considera inferiore) o peggio
dello stesso (il quale uccide solo per nutrirsi o perch messo in pericolo) ma affinch metta le sue
qualit al servizio del bene e dell'armonia di tutte le cose.
Per giustificare la propria mancanza di volont a rinunciare al piacere di cibarsi di carne, si
rammenta che anche cristo mangiava il pesce, che lo stesso S. Francesco invitava i suoi frati a
nutrirsi di tutto ci che sarebbe stato loro posto davanti.
lo credo che c' un tempo per ogni cosa, che non si possono raccogliere i frutti di un albero
prima che questi siano maturi. Se oggi, a duemila anni dalla venuta di Cristo, il mondo occidentale,
pur nella sua opulenza e ricchezza, non in grado di accettare questa s nobile tesi (che l'uomo
consideri come suo prossimo non solo il suo simile, ma tutto ci che ha vita) come poteva Cristo
chiedere questo venti secoli or sono a gente che si domandava se era giusto o no lapidare
un'adultera?
Come il cibo per il corpo va somministrato nelle proporzioni dovute a mano a mano che il
fisico diventa adulto, cos la verit va data all'uomo al tempo in cui il suo spirito in grado di
assimilarla e farne buon uso.
lo credo che chiunque si nutre di carne ha indirettamente causato sofferenza, agonia e morte
all'animale di cui si sta cibando, anche se ad altri ha demandato l'inumano compito di abbattere. La
legge dell'amore gi agli antipodi di ogni violenza, di ogni egoismo, di ogni insensibilit verso il
dolore altrui.
Dio, essendo Amore, per amore ha creato tutte le cose, affinch queste vivano nel bene e
nella gioia, non nella paura e nel dolore. Quindi, chiunque tormenta e distrugge l'opera del Creatore
non pu certo essere da Dio ben accetto.
La legge mosaica, fatta per uomini appena affacciati alla sfera della socialit, non pu essere
valida per uomini che, hanno alle spalle il bagaglio della cultura cristiana, con la sua miriade di
Santi e Profeti.
Tra la condizione esistenziale degli onnivori e quella dei vegetariani (che sono tali per amore
verso la Vita nel rispetto di ogni creatura), il vero cristiano, esponente di carit e piet, non pu non

riconoscere quest'ultima come superiore a quella di coloro che con indifferenza e senza alcuna
necessit di sopravvivenza opprimono una creatura (in tutto simile all'uomo) per divorarla.
L'uomo di spirito non deve forse seguire la via della rinuncia di ogni piacere umano? E
anche se l'essere vegetariani da molti preti considerato una scelta personale, una specie di fioretto,
se questo rende lo spirito pi alto non dovrebbero forse tutti i sacerdoti far proprio ci che
maggiormente avvicina a Dio? La consapevolezza poi che il loro esempio spingerebbe un numero
incalcolabile di persone a non uccidere pi giornalmente milioni e milioni di creature innocenti, non
dovrebbe questo essere un indomabile incentivo ad essere i paladini della gioia e della vita?
Si afferma che Cristo non era vegetariano: anche se questo non accertato. Come poteva
essere tale in tempi in cui l'uomo lottava per la sua sopravvivenza fisica a causa della fame? Lui ha
seminato la legge dell'Amore: sta a noi, per nostra sensibilit e merito, raccogliere ci che
esplicitamente non f dichiarato a causa della nostra "dura cervice", ma che insito nella sua legge
di vita.
Se i sacerdoti di Cristo fossero vegetariani per amore delle creature di Dio, questo non
aumenterebbe forse la bellezza spirituale della stessa Chiesa Cattolica?
Si dice che in un mondo in cui gli uomini non rispettano neppure i loro simili non si pu
chiedere amore per gli animali. Questa tesi certo reversibile: cio quando gli uomini impareranno
ad amare creature prive di egoismo e di malvagit premeditata saranno certo in grado di amare
anche i loro fratelli umani.
Non tutti i sacerdoti, vero, possono accettare certi sacrifici o certe rinunce; ma quando
questa non-rinuncia stronca per sempre la vita ad una creatura, dopo averle causato sofferenza ed
agonia, allora forse non pi una semplice scelta personale, non pu essere considerato un fioretto
quello di non commettere violenza: ma un preciso dovere morale e spirituale per coloro ai quali il
mondo guarda come ai fautori della giustizia e della bont.
Forse oggi Cristo non sarebbe vegetariano? Forse il Dio della piet e della vita si lascerebbe
superare in sensibilit da un misero essere umano che dice: Non giusto uccidere un animale;
bene che l'uomo si nutra di ci che non causa sofferenza e morte ad altre creature. Forse Cristo non
approverebbe e non farebbe sua una simile causa? Se oggi gli si chiedesse perch duemila anni fa
ha mangiato il pesce, forse risponderebbe allo stesso modo in cui rispose ai farisei quando gli
chiesero se per Lui, come per Mos, per certi motivi era giusto ripudiare la propria moglie: "A
causa della durezza dei vostri cuori; ma oggi Io vi dico che chiunque causa sofferenza o morte alla
pi piccola creatura di Dio commette fratricidio".
Coloro che amano nutrirsi di carne, e che troppa importanza danno alla salute del loro corpo,
cercano l'alibi nella errata convinzione che l'organismo umano ha bisogno di proteine animali per
essere in forma e vivere bene. Ma l'esperienza dei vegetariani confuta tale asserzione, i quali
godono di ottima salute e spesso sono immuni da certe malattie alle quali gli onnivori sono soggetti.
E la scienza medica oggi in grado di confermare questa tesi.
Faccio mia la muta tragedia di ogni essere vivente violentato o ucciso dall'uomo, e presento
al mondo cattolico la pi accorata istanza affinch si faccia difensore delle creature pi deboli e
renda giustizia, non solo agli animali e alla natura tutta, MA A QUANTI COME ME DA QUESTA
REALTA' SONO TORMENTATI; affinch lotti per fermare questo immane olocausto, che onta e
vergogna della creatura fatta ad immagine e somiglianza di Dio, che da sempre perpetua a danno
dei suoi fratelli pi piccoli.

Ogni anno sono sacrificati sui banchi della vivisezione (in modo non concepibile da mente
sana) centinaia di milioni di animali: se potessero parlare gli animali che saranno sacrificati il
prossimo anno; se potessero parlare i milioni e milioni di miti e buoni vitelli, agnelli, cavalli ecc.
ecc. che ogni giorno vengono soppressi nei mattatoi comunali dopo il terrore e la paura; se
potessero parlare tutte quelle splendide creature alle quali sar strappato il morbido vello o il
robusto manto protettivo, dopo indicibile agonia; se potessero parlare tutti gli uccelli che saranno
abbattuti dall'uomo nel crudele gioco della caccia; se potessero parlare tutti quegli animali che dalla
libert del loro ambiente naturale saranno strappati e costretti a durissima disciplina, per essere
sollazzo all'uomo nei circhi equestri e negli zoo; se potessero parlare, tutte queste creature prima
che venga consumato per sempre il loro estremo ed incomprensibile sacrificio, certamente avremmo
giusto rimorso delle nostre colpe e forse capiremmo anche il danno che questo arreca all'evoluzione
della nostra coscienza. Forse Cristo approverebbe simili orrori? Dio non ascolta solo il grido
dell'uomo, ma di ogni cuore che pena, di ogni creatura che soffre. E non forse cosa grande,
immensa, il sapere che la buona volont dell'uomo possa impedire angoscia e tormento a tante
creature? E non forse questa auspicabile e tanto agognata realt pi splendente, pi vicina e pi
gradita a Dio che non l'attuale cultura antropocentrica che considera gli animali come oggetti
senz'anima, senza capacit di sentimenti e di sofferenza e senza alcun diritto alla vita? Non forse
pi alto e pi nobile il proclamare la fratellanza universale, che il limitarsi al non-abuso degli
animali e di ogni sorta di creatura vivente? Allora perch non promuovere e sostenere tale causa che
darebbe all'essere umano nuove e pi alte dignit spirituali? A voi preti una risposta che in qualche
modo cerchi di giustificare il vostro disprezzo e l'indifferenza verso la sofferenza e la morte di tutto
ci che nella forma fisica diverso dall'uomo.

I PRETI FANNO L'ORECCHIO DA MERCANTE


Il 10 gennaio 91 il Papa, sicuramente illuminato dallo Spirito Santo, dichiar
inequivocabilmente, citando il Salmo sull'azione creatrice di Dio, che uomini ed animali sono
accomunati dallo stesso Spirito immortale. Dichiarazione che fece sussultare di entusiasmo gli
animalisti perch finalmente si apriva una breccia nel monolitico concetto antropocentrico che
caratterizza la cultura cattolica e faceva segnare una data storica nell'evoluzione etica e civile del
mondo occidentale, spaventosamente retrivo nel considerare gli altri esseri viventi degni di rispetto
e di diritto alla vita.
Ma nonostante le aspettattive, purtroppo i dubbi su una nuova presa di coscienza del mondo
clericale restano confermati, dal momento che nulla cambiato, specialmente nel campo di regime
alimentare e le dichiarazioni del Papa sono rimaste lettera morta.
Inutilmente abbiamo atteso segnali di apertura verso il superamento di una "cultura"
storicamente e spiritualmente anacronistica e che il clero incominciasse a dissociarsi dalla tacita e
compiacente violenza che sistematicamente viene perpetrata su tutte le creature non umane,
specialmente con la mattazione, quale metodo di disumana abitudine alimentare che trova
giustificazione solo nel degradante piacere della gola.
Inutilmente abbiamo atteso che la Chiesa si decidesse a schierarsi in difesa delle creature pi
deboli e della Vita, della giustizia e dell'amore universale, dal momento che Essa depositaria di
tali valori ma che purtroppo limita, assurdamente, alla sola specie umana.
Ma la Chiesa ha ben altro a cui pensare che al problema degli animali che (tra l'altro) essa
stessa a generare col suo viscerale antropocentrismo: come se l'uomo non potesse amare gli uni e gli
altri, come se la sofferenza e il desiderio di esistere fossero prerogative della sola specie umana. Il
motivo sicuramente un'altro. Il mondo cattolico non vuole rinunciare all'irrazionale pretesa di
considerare l'uomo fulcro della creazione, col distruttivo privilegio di poter disporre della vita e
dello sfruttamento degli animali. Pi forte della realt, della giustizia e dell'amore la mana di
grandezza e il piacere del palato.
Nascono spontanee alcune domande: le dichiarazioni del Papa, del capo supremo della
chiesa cattolica, devono o no essere considerate disposizioni che i vescovi e i parroci sono tenuti ad
adottare? E se queste sono state disattese, il Papa o il suo clero a dettar legge nel mondo cattolico?
Dopo dichiarazioni cos importanti sicuramente il Papa, coerente col suo messaggio, adotter una
dieta incruenta; cio il Papa vegetariano o la chiesa approdata in una posizione antropocentrica
assai pi grave e dannosa in cui viene legittimata l'uccisione degli animali anche se dotati di
un'anima come l'uomo?
Purtroppo non la prima volta che la Chiesa disattende le disposizioni dei suoi pontefici in
merito al rispetto dovuto agli animali. Il Papa S. Pio V nel 1567 condann severissimamente le
corride, considerandole spettacoli per demoni, minacciando di scomunica chiunque vi avesse
partecipato e negando sepoltura in terra consacrata ai toreri che perdevano la vita nell'arena. Ma
anche questa bolla rest lettera morta al punto che oggi nella "cattolicissima" Spagna stata
inaugurata un'universit di tauromachia gestita addirittura da pii frati francescani, ad onta e
sacrilegio del Santo di Assisi.
Quindi i cattolici sono in bala dei preti e non sotto la guida del Papa che, nelle sue
disposizioni, dovrebbe essere illuminato dallo Spirito Santo. Speriamo bene!

Comunque, nonostante tutto noi continuiamo a sperare che un giorno la Chiesa Cattolica
possa accorgersi del suo grande errore, del danno che causa all'evoluzione della coscienza umana la
sua posizione antropocentrica; siamo sicuri che la Chiesa prima o poi ascolter la voce dello Spirito
Santo e che sapr individuare nel rispetto e nel valore della vita di ogni essere vivente la tessera
mancante al grande mosaico per la realizzazione del Regno di Dio.

MOTIVAZIONI ETICHE, SCIENTIFICHE


E RELIGIOSE DEL RISPETTO PER GLI ANIMALI
Ci che condiziona e determina la storia umana, dei rapporti sociali, di relazione, senza
dubbio la coscienza che, a seconda del suo sentire, fa esprimere l'uomo in modo positivo o negativo
nei confronti del prossimo. L'aspetto pi edificante della sensibilit della coscienza umana la
capacit di condividere l'altrui condizione sino a far propria, a volte, la gioia o la sofferenza
dell'altro. Questo, diciamo, ci che ha spinto i grandi uomini di spirito a dare anche la propria vita
per il bene collettivo.
Se l'uomo causa del male ad un altro essere vivente perch non percepisce la sofferenza di
colui al quale ha arrecato l'offesa. L'indifferenza, figlia dell'egoismo, oltre a precludere all'uomo la
capacit di dare alla vita il suo giusto ed immenso valore, il vero cancro del genere umano.
Ma anche se tutti siamo convinti che di uomini giusti ed onesti ha bisogno l'umanit per
migliorare la sua condizione sociale, nessuno fa in modo che specialmente nelle nuove generazioni
sbocci quel sentimento dell'animo capace di dar valore alla vita in senso lato in modo da aborrire
tutto ci che disarmonia e violenza.
Il problema del rapporto tra l'uomo e gli animali non riguarda solo i protezionisti, solo
coloro che sono preposti alla salvaguardia e allo sviluppo dei valori morali e del senso civico della
vita, ma tutti indistintamente perch chiama in causa il senso di giustizia della coscienza umana.
L'antropocentrismo che ha inculcato l'idea della centralit dell'essere umano nella creazione,
dimostra tutto il suo disprezzo non solo verso ci che dissimile dall'uomo ma verso la vita in
senso lato al punto da precludere la naturale evoluzione dello spirito umano. L'antropocentrismo
sfocia poi nello specismo e questo, di conseguenza, negli effetti pi devastanti del razzismo.
Nessuna violenza mai giustificabile perch se dalla violenza venisse un bene tutto
diverrebbe lecito, e sappiamo che in virt della legge del pi forte e del fine che giustifica i mezzi
l'umanit si macchiata dei pi efferati delitti. La violenza in qualunque modo si manifesti e su
qualsiasi essere vivente un fatto solo da condannare, da combattere fino ad abolirla.
Perch la stessa violenza commessa sugli animali non accettabile se attuata sull'uomo?
Coloro che affermano che gli animali sono diversi dall'uomo dovrebbero poterlo dimostrare. Noi
diciamo che un essere che ha un cervello, un cuore, gli occhi, che mangia, dorme, gioca, soffre, ha
paura, si riproduce come l'uomo, non dissimile dall'uomo ma suo fratello. Qualunque sia il
risultato di una violenza sugli animali mai pu compensare il fatto che abbia reso peggiore l'uomo
rendendo peggiore la sua coscienza, la sua anima, perch lo ha reso pi insensibile, pi ingiusto e
crudele anche nei confronti del suo simile.
E che cosa c' di peggio nella vita di un uomo insensibile all'altrui sofferenza?
Anche se le naturali motivazioni dell'antropocentrismo miravano ad allontanare l'uomo da
un certo comportamento, tipico dell'aggressione e della lotta degli animali in cerca di cibo ed in
difesa della loro sopravvivenza, col tempo ha manifestato tutti i suoi effetti deleteri sulla coscienza
umana, sino a disumanizzare sempre di pi l'uomo nei confronti sia dell'uomo che degli animali;
infatti l'antropocentrismo ci ha portato alla crudele pratica della vivisezione, ci ha portato alla
cultura delle pellicce e soprattutto del carnivorismo grave danno non solo dei valori spirituali ma
della stessa salute umana. Ogni anno nei soli Stati Uniti vengono abbattuti 134 milioni di

mammiferi e 3 miliardi di volatili per essere dati in pasto alla specie umana. E ci si dice che tutto
questo giusto, anzi che l'uomo ha il dovere di servirsi degli animali a suo piacere. Coloro che
sostengono questa tesi (e tra questi purtroppo non mancano molti rappresentanti della chiesa
cattolica) oltre a rendere l'uomo peggiore danno al mondo l'idea di un Dio crudele e
antropocentrico, magnanimo solo con la specie umana e indifferente all'agonia dei milioni di altre
specie da Egli stesso create, magari pi miti e pi buone dell'uomo. Ma a differenza di costoro
(CHE COMBATTONO CONTRO LA NOSTRA SPERANZA DI UNA COSCIENZA UMANA
CAPACE DI AMARE IN EGUAL MISURA OGNI ESSERE VIVENTE) noi diciamo che i Dio
condanna la sofferenza e la morte e che ama ogni creatura come se fosse l'unica esistente.
Essi credono che questa fratellanza universale con gli animali e con ogni essere vivente
possa far perdere all'uomo le sue presunte prerogative naturali di creatura superiore, e non sanno a
quale vera grandezza essi assurdamente si oppongono: non sanno amare anche gli animali e negano
anche a Dio questa possibilit, negano I'equanimit di Dio, la Sua stessa potenza. Affermando che
gli animali non hanno l'anima dimostrando che Dio ingiusto nei loro confronti o incapace di dare
loro anche una realt ultraterrena. Essi dicono che ad immagine di Dio solo l'uomo, noi diciamo
che ogni cosa che ha vita fatta a somiglianza di Dio.
Essi dicono che lecito per l'uomo uccidere un animale per mangiare il suo corpo, noi
diciamo che un atto crudele, che la vita appartiene a Colui che il dato re della vita; noi diciamo
che mangiare un altro essere vivente appartiene ai primordi, che l'uomo non stato fatto per nutrirsi
di cadaveri ma di alimenti vivi, cio di ogni sorta di frutta, semi e verdura, perch questa la legge
dell'amore e della vita, quella per cui non si causa a nessun essere vivente sofferenza e morte.
Essi vogliono che l'uomo ami e rispetti solo l'uomo e disprezzi gli animali e la natura, noi
diciamo che la violenza chiama violenza E CHE I MALI DELL'UOMO DIPENDONO DAL
SANGUE DELLE SUE VITTIME INNOCENTI. Noi diciamo che l'uomo deve amare non solo
l'uomo ma tutte le cose perch tutte ugualmente importanti ai fini dell'armonia cosmica biologica e
perch tutte hanno il medesimo diritto alla vita. Essi dicono che la creazione in funzione
dell'uomo, noi diciamo che ogni cosa vive per non servire un'altra ma per se stessa e per il
medesimo scopo dell'uomo. Noi diciamo che FINCHE' ALL'UOMO SARA' INSEGNATO AD
AMARE SOLTANTO LA SPECIE UMANA, LA SUA RAZZA, LA SUA NAZIONE, LA SUA
COMUNITA', NON POTRA' AVERE UNA COSCIENZA IN GRADO DI REALIZZARE UN
MONDO MIGLIORE NE' DI AMARE VERAMENTE ANCHE IL PROSSIMO SUO.
Essi dicono che ha valore solo la vita dell'uomo, che grave solo la sofferenza o la morte
degli esseri umani, anche se gli animali al pari dell'uomo amano la vita, soffrono ed hanno paura
della morte, anche se mai l'animale a differenza dell'uomo crudele, mai compie il male per il gusto
di farlo, per contro l'animale ha spesso dato anche la sua vita per l'uomo. Noi diciamo che la vita di
ogni essere vivente non solo la cosa pi preziosa ma l'unica ricchezza terrena che possiede e che
per un qualsiasi animale la sua vita importante quanto per noi la nostra.
Noi quindi con certe persone, che sostengono ostinatamente la dottrina antropocentrica, non
siamo d'accordo. E come Cristo diciamo che non si possono servire due padroni e che o l'una o
l'altra parte non nel vero, n serve Dio.
Noi chiediamo che gli animali nostri fratelli siano considerati non oggetti senza capacit di
soffrire, di nutrire sentimenti, ma soggetti e come tali aventi come l'uomo diritto al rispetto e alla
vita.

In questa nostra battaglia di amore e rispetto verso gli animali chiediamo per l'uomo dignit
superiore, chiediamo che l'uomo, in virt della sua intelligenza e delle sue capacit organizzative, si
ponga in difesa dei pi deboli, cos come il fratello maggiore ha il dovere di porsi a tutela dei suoi
fratelli pi piccoli e non usi le sue prerogative naturali per sottomettere, violentare o uccidere gli
altri esseri viventi che hanno la "colpa" di essere solo nella forma dissimili dall'uomo.
Noi lottiamo affinch sia superata la dottrina antropocentrica che da millenni abitua l'uomo
al sangue e alla violenza, allo sfruttamento, alla sottomissione e all'uccisione del pi debole e al
disprezzo di tutto ci che diverso dall'uomo. Noi lottiamo affinch germogli nel cuore della gente
la legge dell'amore, della vita, cio una nuova coscienza umana pi giusta, pi sensibile e pi
fraterna. Per questo chiediamo sia inserito nei programmi didattici di ogni scuola come materia
fondamentale l'etica del rapporto tra l'uomo e gli altri esseri viventi, al fine di sensibilizzare
specialmente le nuove generazioni all'amore e al rispetto per ogni forma di vita.
La nostra causa vincente, inevitabile che cos sia perch nell'ordine evolutivo delle cose.
Ma prima che possa avverarsi il detto di Leonardo: "Verr il tempo in cui l'uccisione di un animale
sar considerata alla stessa stregua dell'uccisione di un uomo", quanti miliardi di animali dovranno
essere ancora sacrificati sull'altare dell'ignoranza e della crudelt umana? Ma noi siamo sulla buona
strada e un bel pezzo l'abbiamo gi percorso. La vittoria sar tanto pi vicina quanto pi non solo
faremo sentire a tutti la nostra voce ma quanto pi riusciremo a superare i diversi assurdi
personalismi che precludono la fusione delle nostre (potenzialmente) ingenti forze a disposizione.
Dovremmo vergognarci di questo perch mentre noi disquisiamo su futili cavilli di carettere
ideologico i nostri fratelli animali continuano a morire torturati, violentati, uccisi e con essi la
nostra coscienza che viene continuamente torturata, violentata, uccisa.
Auguri dunque a tutti noi senza mai scoraggiarci perch la nostra battaglia tra le pi
nobilie merita anche grandi sacrifici.

RELIGIONE E COSCIENZA MORALE


Nel progetto di insegnamento a scuola dell'Etica Universale, per lo sviluppo dei valori
morali nella coscienza umana, la domanda che a molti sorge spontanea se a questo compito non
gi preposta la religione ufficiale con la cosddetta "ora di religione".
Con questo articolo si vuole rispondere al perch la religione non pu risolvere in tempi
ragionevoli i problemi esistenziali dell'uomo e consentire il superamento della gi lunga fase storica
dell'ingiustizia sociale, della miseria, della guerra.
Lo scopo della religione, in genere, non quello di formare gli uomini per la terra ma per il
cielo; non quello di organizzare un contesto sociale che funzioni in tutti i suoi aspetti ma quello di
salvare le anime per la vita ultraterrena.
La religione un fatto di fede e la fede solo un'aspetto dell'entit umana che ha bisogno di
soddisfare i suoi tre componenti fondamentali: corpo, mente e spirito. Curando uno solo di questi
aspetti si genera una sorta di scompenso nell'intima natura dell'uomo precludendogli (salvo
eccezioni) la possibilit di realizzare la propria armonica e positiva completezza, con evidenti effetti
sulla componente sociale.
La religiorie cattolica, disprezzando il mondo fisico e guardando con sospetto (e spesso
osteggiando) lo sviluppo della sfera intellettuale e deduttiva dell'uomo, si arrocca nella dimensione
spirituale come la sola sufficiente ed in grado di dare una risposta agli eterni dilemmi della vita,
anche se a volte la realt pratica cozza in modo inconfutabile con certe posizioni che anche un
bambino intuirebbe come errate.
La religione, sclerotizzata nel suo immutabile pragmatismo, dottrinalmente parziale nella
visione oggettiva della vita, perch rigidamente vincolata al pensiero del suo fondatore che
rispecchia una realt storico-sociale adatta alle popolazioni del tempo ma non idonea alle esigenze
dello spirito umano in continua evoluzione delle generazioni che si susseguono. N l'inviato di Dio
poteva avallare il senso relativo delle cose perch l'uomo avrebbe finito coll'alterare e magari
cambiare totalmente il significato del suo pensiero. Infatti, se Ges si incarnasse oggi certamente
non direbbe le stesse cose e il suo messaggio d'amore sarebbe pi ampio che non quello limitato alla
sola specie umana. Quindi l'errore non sta nella religione ma nell'uomo incapace di far germogliare
nel tempo il seme del messaggio in modo che il fine non sia la Legge ma l'uomo e la religione non
sia per i morti ma per i vivi. Diversamente facile constatare come le popolazioni fortemente
religiose non siano affatto migliori di altre che magari nemmeno hanno una religione ufficiale e
come nonostante la millenaria e giornaliera pratica religiosa nulla o poco cambiata la coscienza
umana. Sono i fatti quelli che contano e gli alberi si riconoscono dai frutti. L'umanit continua a
macchiarsi oggi degli stessi crimini di cui si macchiava ieri. E se non c' stata, forse, una tendenza
peggiorativa in senso individuale solo in virt di un pi elevato benessere economico. Questo vuoI
dire che qualcosa non funziona anche nella religione come metodo educativo.
Le religioni ufficiali allo stato attuale non sono in grado di liberare l'umanit dai suoi eterni
problemi: vi sono altri aspetti della natura dell'uomo che la religione trascura (ed questa la causa
del suo parziale fallimento) e che invece dovrebbe curare con lo stesso impegno con cui cura la
sfera spirituale, cio l'armonia del corpo fisico-biologico e lo sviluppo deII'intelIigenza critica e
positiva.
L'uomo ha bisogno di capire le cose in cui gli si chiede di credere. L'assioma del dogma,
dell'imponderabile, del mistero stroncano l'indagine conoscitiva insita nella natura umana; il

riconoscersi impotenti nullit spegne l'orgoglio della dignit umana; demandare a Dio la risoluzione
dei problemi sociali preclude lo sviluppo delle capacit creative, del senso critico delle cose e della
storia, quindi non aiuta l'uomo a risollevarsi dalla sua condizione.
Le popolazioni sono tanto pi facilmente manovrabili quanto pi sono ignoranti. Pi l'uomo
si sente in bala degli eventi e pi ha bisogno dei dottori del corpo e dello spirito. Con la pretesa che
l'uomo incapace di auto-determinare la propria esistenza per millenni gli si imposto il suo stesso
bene, spesso mandando al rogo coloro che vi si opponevano, con la scusante che questo serviva a
salvare la loro anima. Quando la salvezza spirituale passa necessariamente attraverso intermediari si
finisce col dare a Dio la funzione del burocrate.
Ogni religione, come ogni dottrina politico-social-filosofica che non ha una visione
universale delle cose e della vita, oltre ad essere anacronistica ed involutiva per la cultura
occidentale del duemila, di per se stessa motivo di discordia per gli uomini. Ed anche se in teoria
ogni religione afferma di cercare l'ecumenismo in realt cerca il suo trionfo sulle altre dottrine,
perch ognuna ha la pretesa di essere la sola depositaria della verit, della salvezza. L'universalismo
ritiene che ogni popolo ha avuto da Dio (Padre equanime di tutte le creature) la religione pi adatta
alla sua lenta ascesa evolutiva; ritiene che la religione debba cercare lo sviluppo integrale,
simbiotico e sincronico della sfera fisica, mentale e spirituale dell'entit umana, perch solo il
perfetto equilibrio psico-fisico-morale pu dare all'uomo la capacit di realizzare un mondo
migliore.
Se sacrificandosi per l'umanit Ges dimostra l'amore di Dio verso gli uomini, dall'altra il
perdono delle colpe non sprona l'uomo a risollevarsi dalla sua condizione di eterno errante.
Ma se l'uomo fa del bene o del male al prossimo (animali compresi) per far piacere a Dio o
per scongiurare un possibile castigo, non per la creatura in se stessa o semplicemente perch cos
giusto, l'essere umano non apprezzer mai le cose per il loro singolo e intrinseco valore.
Se da una parte la religione, (dico religione non pensiero cristiano) pu essere terreno ai
disarmonici impulsi istintuali, vari sono i danni che a livello sociale le si possono attribuire. La
religione infatti in gran parte responsabile anche del mancato sviluppo della sensibilit e della
piet dell'animo umano a causa della concezione antropocentrica cui sono permeate le dottrine di
ceppo ebraico: giustificando lo sfruttamento, la violenza e l'uccisione delle creature non umane ha
reso insensibile l'uomo anche verso il suo stesso simile. Il filosofo Orazio affermava: "La violenza
sugli animali il tirocinio per ogni crudelt anche nei confronti dell'uomo".
La cultura animalista nel sostenere che la legge dell'amore e del rispetto deve essere estesa
ANCHE agli animali, secondo il principio Gandhiano: "Tutto ci che vive il tuo prossimo",
dimostra una visione spirituale pi vasta e profonda e sicuramente pi vicina al modo di amare di
Dio. Il falso e deviante privilegio dell'uomo di disporre della vita e della morte delle altre creature
stato ed la causa pi tremenda e sotterranea della disumanizzazione dell'uomo. Come pu l'uomo
far progredire la sua coscienza se mangiando la carne giornalmente si nutre di ingiustizia, di
violenza, di sangue e di morte?
C' anche da dire che in tutte le innovazioni sociali e culturali la religione ha il suo tremendo
primato negativo: arriva sempre in ritardo, poi cerca di rimediare battendosi il petto per gli errori
commessi in passato. Tra tutti i movimenti a carattere umanitario la chiesa cattolica non avverte la
drammaticit planetaria dello squilibrio ecobiologico, non solo non cerca di dare il suo fattibile
contributo per riparare il riparabile, ma, interprete fedele di quei comandi biblici utili alla sua
politica, ancora proclama l'invito a "soggiogare la terra" una terra ormai in coma irreversibile,

anche a causa della bomba demografica inconsapevolmenre innestata 5.000 anni fa con un altro
lungimirante comando "Crescete e moltiplicatevi..." Gen. 1,28.
Gli effetti negativi a lunga sacadenza di alcuni o molti aspetti delle religioni di ceppo
ebraico richiederebbe una reinterpretazione dei Testi in chiave moderna, col pericolo abbastanza
dirompente di dover accettare il fatto che NULLA DI CIO' CHE VIENE DETTO PUO' AVERE
VALORE IMPERITURO, cio che tutto sempre relativo ai luoghi e ai tempi in cui avvengono i
fatti storici, ma pi di ogni altra cosa dovrebbe accettare come vera la legge fisica della
causa/effetto, per la quale ognuno paga per le sue colpe o premiato per i suoi meriti, in questa o
nell'altra vita non in virt del perdono acquisito per mezzo degli intermediari, ma dalla buona
volont individuale e della paterna magnanimit di Dio.

A SCUOLA LE VIRTU' MORALI


Qualunque ingiustizia, qualunque sopruso o violenza, dal pi piccolo furto all'oltraggio,
qualunque crimine, dall'omicidio alla pi orrenda strage di cui si pu macchiare l'essere umano,
scaturisce dalla sua coscienza insensibile ed incapace di condividere la condizione e la sofferenza
della sua vittima.
E' la coscienza degli uomini a fare la storia, la qual coscienza si esprime a seconda del suo
grado di evoluzione civile, morale e spirituale. Se la coscienza umana fosse pi giusta, pi onesta,
pi fraterna nei confronti del prossimo, pi disposta, pi tollerante non farebbe mai del male a
nessuno perch sarebbe come se lo facesse a se stessa.
A nulla serva cambiare i sistemi, i meccanismi politici, economici, culturali se non cambia la
coscienza di coloro che li gestiscono. In ogni battaglia, dalla pi semplice alla pi cruenta, (l'essere
umano cerca libert e benessere economico. Ma se per assurdo ogni individuo oggi avesse da che
vivere da nababbo, domani l'umanit sarebbe nella stessa condizione di oggi, se non peggio, a causa
dell'egoismo che vanifica tutte le palingnesi umane.
Per migliorare l'umanit e superare la lunga fase storica delle ingiustizie sociali, le
discriminazioni razziali, le violenze morali, fisiche e psicologiche, le guerre pi assurde e
distruttrici, le partitocrazie, le demagogie, la criminalit organizzata, la mafia, tangentopoli, ecc.
occorre una sola cosa, semplice quanto difficile da ottenere: rendere migliore la coscienza degli
uomini.
L'ostacolo da superare, grande quanto tutte le montagne messe assieme, viene dai
meccanismi consolidati del potere, programmati per conservare questo stato di cose. Pi un popolo
ignorante e pi facilmente manovrabile. La mancanza di senso critico, la paura e l'ignoranza
sono sempre state il piedistallo di tutte le pi feroci tirannie.
Infatti, se l'uomo fosse migliore, se fosse in grado di autodeterminare la propria esistenza, se
non avesse pi la necessit di difendersi dall'egoismo dei suoi simili, non avrebbe pi bisogno di
tutti gli organismi preposti alla tutela del diritto e della legalit. Non avrebbero pi motivo di
esistere i corpi militarizzati, la polizia, i carabinieri, la finanza, i penitenziari, i tribunali, le industrie
belliche e nemmeno i preti ed i medici dal momento che questi esistono per il fatto che l'uomo
malato nel corpo e nello spirito.
A scuola si insegna di tutto, sotto l'aspetto tecnico, economico, scientifico, letterario ecc.
eccetto ci che serve a rendere la coscienza umana capace di gestire positivamente le sue
conoscienze. Da ogni individuo componente la societ lo Stato pretende le virt dell'onest e della
giustizia che mai si preoccupato di trasmettere ai suoi cittadini. Ma le virt morali non si
improvvisano: per fortuna nulla pi plasmabile dell'animo umano.
Noi possiamo fare ben poco, con il nostro esempio quotidiano: piccole goccie in un oceano.
La nostra sola speranza chti i valori morali siano insegnati a scuola con lo stesso impego con cui
vengono insegnate le altre discipline scolastiche. Solo questo pu far crescere nell'animo umano
delle nuove generazioni la legge della condivisione e della fratellanza universale. Solo da una nuova
cultura improntata sulla prevenzione del male e sulla volont di neutralizzare le cause che lo
generano (non di arginare gli effetti), da una nuova didattica non pi epidermica e nozionistica al
servizio sotterraneo del potere, pu nascere una nuova coscienza umana in grado di realizzare un
mondo migliore.

UNA NUOVA COSCIENZA UMANA


STA CRESCENDO NELLA SFERA SOCIALE
E CULTURALE: L'ETICA DI UNA POLITICA
CHE CONSIDERA NON SOLO GLI ESSERI UMANI
PROTAGONISTI DEL MACRO SISTEMA NATURALE
MA ANCHE GLI ANIMALI: TUTTI GLI ESSERI VIVENTI
CHE FORMANO INSCINDIBILMENTE
LO SCENARIO DELLA VITA. QUESTA NUOVA
DIMENSIONE SOCIALE (DI VALORIZZAZIONE
ED INTEGRAZIONE DELLE DIFFERENZE FORMALI
E SOSTANZIALI) CONSENTlRA' ALL'UOMO
DI REALIZZARE UNA SOCIETA' NELLA QUALE
GLI ESSERI UMANI SARANNO FINALMENTE IN GRADO
DI RISPETTARE LE RECIPROCHE NECESSITA'
ESISTENZIALI, SUPERANDO LA FASE STORICA
DELLA VIOLENZA E DELLA SOPRAFFAZIONE
CHE DA SEMPRE HA RALLENTATO E SPESSO
PRECLUSO L'EVOLUZIONE MORALE E SPIRITUALE.

A COLORO CHE CREDONO


NEI VALORI MORALI DELLA VITA
E CONSIDERANO NECESSARIO E REALIZZABILE
UN MONDO MIGLIORE
Dato che una mentalit di pace e di giustizia (per la quale noi lottiamo in favore dell'UOMO
E DI OGNI ESSERE VIVENTE) possibile mediante una visione biocentrica della vita, che dia
l'esatta dimensione del reale.

Dato che l'antropocentrismo ha sviluppato nell'uomo la liceit dello sfruttamento, della


sopraffazione del pi debole ed abitua i bambini a non considerare la sofferenza delle altre
creature, a non dar valore alla vita degli altri esseri viventi, mutilando in essi non solo il
sentimento di piet e di solidariet nei confronti dell'uomo, ma li predispone alla criminalit
ed alla violenza come regola di vita.
Dato che la vera civilt si fonda sul principio comune a tutte le grandi religioni e a tutte la
dottrine morali del "non fare ad altri ci che non vorresti ti fosse fatto" e che il compito
fondamentale dell'uomo, quale creatura capostipite, dovrebbe essere quello di proteggere, tutelare e
guidare sulla via dell'evoluzione le altre creature, non di sottometterle, violentarle o ucciderle.
Dato che l'uomo ha bisogno della presenza degli animali dal momento che ogni specie
tessera dello stesso mosaico biologico, membra del medesimo organismo al punto che una sola
parte di esso pu perire o essere danneggiato senza compromettere l'insieme.
Dato che la violenza, in qualunque modo si manifesti e su qualsiasi creatura sempre un
fatto esecrabile, non solo perch offende la Vita e il suo Creatore, ma perch rende peggiore l'uomo,
avvalora la legge del pi forte e del fine che giustifica i mezzi.
Dato che la vera superiorit dell'essere si fonda sull'amore, sulla giustizia, sulla
condivisione, non sul dominio e sullo sfruttamento e che il male si genera pi dall'indifferenza dei
molti che dalla violenza dei pochi.
Dato che un mondo migliore possibile solo se migliori saranno le coscienze di coloro che
lo compongono, cio pi umane, pi giuste e pi sensibili.
Dato che la legge morale, spirituale e civile deve necessariamente ampliairsi e perfezionarsi
con l'evolvere della coscienza umana e che ci che un tempo poteva essere tollerabile perch dettato
da particolari contingenze storico-sociali pu oggi non essere pi giustificabile.
Dato che pi giusto e moralmente pi qualificante proclamare la fratellanza con gli animali
che limitarsi al non abuso.
Dato che gli animali hanno dimostrato sofferenza, intelligenza, percezioni sensoriali e
premonitorie, capacit di sentimenti e spirito di abnegazione spesso superiori agli stessi esseri
umani e che queste sono le qualit per cui si ritiene che l'uomo abbia diritto al rispetto, alla dignit,
alla libert e alla vita.
Dato che ogni violenza umana scaturisce dall'incapacit dell'uomo di condividere l'altrui
condizione e di sentire la sofferenza della sua vittima e che l'indifferenza verso il dolore e la morte
degli altri esseri viventi inclina l'uomo all'insensibilit verso il dolore e la morte degli stessi esseri
umani.
Dato che i pi grandi uomini di pensiero di tutti i tempi, di scienza e di spiritualit hanno
sostenuto non solo la giustezza del rispetto e dell'amore verso gli animali ma la necessit dell'etica
vegetariana.
Dato che l'uomo non ha gli attributi tipici degli animali onnivori ma dei primati fruttariani,
come le scimmie antropoidi alla cui specie appartiene e che l'alimentazione camea risulta
scientificamente nociva per l'organismo umano, perch oltre a render pi aggressivo e violento
l'uomo, lo inclina alle malattie cardiovascolari, prima causa di morte nel mondo occidentale.

Dato che gli esperimenti effettuati sugli animali hanno ritardato il vero progresso medicoscientifico, a danno della salute umana e delle risorse comuni.
Dato che la vivisezione non servita che a disumanizzare l'uomo e a sacrificare miliardi di
creature innocenti a solo vantaggio delle industrie chimico-farmaceutiche e degli istituti di
sperimentazione.
Dato che sugli animali vengono sperimentati oltre ai medicinali, armi belliche, prodotti di
bellezza, detersivi, ecc.
Dato che vi sono in commercio pi di 150 mila diversi tipi farmaci mentre ne basterebbero
solo 300 per combattere le principali malattie e che il 60% delle malattie conosciute sono di origine
iatrogena, che i farmaci causano pi malattie di quante non ne curino, e che ogni anno vengono
ritirati dal mercato almeno 3.000 diversi farmaci dopo che sono stati sperimentati gli effetti negativi
sull'essere umano.
Dato che nessun risultato sperimentale pu essere trasferito dall'animale all'uomo (a causa
delle differenze enzimatiche, organiche, psichiche, metaboliche, biologiche, genetiche, ormonali,
DNA) e che qualunque presunto vantaggio non potrebbe mai compensare il fatto d'aver reso
peggiore l'uomo che lo ha compiuto e la societ che lo accetta.
Dato che vi sono metodi scientifici, che nulla hanno a che vedere con la sperimentazione
animale, e che sono pi rapidi, meno costosi e -al contrario della vivisezione- assolutamente
attendibili, come la coltura di cellule umane, la ricerca computerizzata e la biologia molecolare.
Dato che le pellicce di animali, che abituano l'uomo al materialismo, alla indifferenza
dell'altrui dolore e morte, possono essere sostituite con capi sintetici, altrettanto caldi e meno
costosi, ma di uguale bellezza estetica.
Dato che la caccia, che abitua l'uomo alla violenza ed alla distruzione di un patrimonio
comune, pu essere sostituita col tiro al piattello.
Dato che gli zoo, che giustificano nell'uomo lo specismo e l'indifferenza alla pazzia degli
animali reclusi, possono essere sostituiti con i documentari che presentano la natura nella sua ver
realt.
Dato che i circhi possono ottenere il "tutto esaurito" con magnifici numeri di acrobati,
giocolieri e clowns, senza far ricorso ad umilianti e diseducativi esercizi contro natura imposti ad
animali stressati dalle violenze e dalle catene.
Dato che la pesca rende indifferente l'uomo all'atroce agonia per soffocamento o
dilaniamento di un numero incalcolabile di esseri senzienti.
Dato tutto questo, chiedo a chi legger questo libro di farsi sostenitore dell'etica universale
biocentrica, di difendere la legge dell'Amore e della Vita, per costruire una nuova coscienza umana
in grado di amare non solo l'uomo ma ogni essere vivente, in grado di rifiutare e condannare non
solo la violenza sull'uomo ma sull'animale e sulla natura e di lottare contro il concetto
antropocentrico della vita, che causa di ogni violenza e di ogni guerra fratricida.

Chiedo di riconoscere gli animali SOGGETTI INDIPENDENTI dall'uomo e come tali


aventi diritto al rispetto, alla dignit, alla libert e alla vita e quindi che non siano pi considerati
OGGETTI ad uso e consumo dell'uomo.
Chiedo di considerare GRAVE ogni sofferenza inflitta ad un animale e di non fare pi
distinzione tra la sofferenza dell'animale e quella umana e di conseguenza che il reato di violenza
sia considerato non a seconda della specie ma della capacit di soffrire della creatura.
Chiedo di ritenere perseguibile di reato di biocidio chiunque, per proprio interesse, per
crudelt o per indifferenza verso l'altrui dolore, causi sofferenza e morte (eccetto per eutanasia
indolore motivata da sofferenze atroci dell'animale) a tutti gli animali che per loro natura non
possono arrecare danno o pericolo agli esseri umani, se sfamati, se non infastiditi o terrorizzati, se
non abbandonati, se non incatenati, se lasciati vivere nel loro ambiente naturale.
Chiedo di sostenere la necessit della dieta vegetariana, quale prima tangibile dimostrazione
d'amore e di rispetto verso gli animali; di condannare l'orrore degli allevamenti intensivi e della
mattazione.
Chiedo la condanna della caccia che inclina l'uomo alla violenza e alla guerra; la condanna
della pesca perch crudele e disumana; la condanna delle corride, l'uso degli animali nei circhi
equestri, la condanna degli zoo, delle feste patronali in cui si violentano gli animali, del palio di
Siena. Chiedo pertanto di promuovere strutture sociali non solo in funzione dell'uomo ma anche
degli animali, nostri compagni di vita.

OLOCAUSTO SENZA FINE


L'essere fatto "ad immagine e somiglianza di Dio" da millenni perpetra, a danno del mondo
animale, un olocausto di Proporzioni apocalittiche che non trova paragoni nei danteschi gironi
infernali.
Nulla rivela tutta la bassezza e tutta la crudelt uman: come il devastante rapporto
dell'uomo nei confronti del Creato; nessun orrore paragonabile alla mattazione; niente grida
vendetta a Dio come la sperimentazione animale; nulla pi oscurantista e retrivo, per la coscienza
umana, della concezione antropocentrica della vita.
Non v' agonia, sevizia, ingiustizia che l'uomo non abbia inflitto all'animale. Quelle carni
martoriate che urlano, implorano, maledicono non trovano un Dio capace di liberarle dalla cieca
malvagit umana.
E mentre l'uomo cerca la vita stupidamente si ingozza di morte; mentre anela alla gioia si
nutre di terrore; mentre invoca la pace vive di una guerra quotidiana e senza fine; mentre parla di
giustizia e d'amore fiumi di sangue sgorgano dalle sue mani, montagne di ossa si accumulano ai
margini dei suoi insediamenti urbani.
Ed oggi, come da millenni, animali di ogni specie, con un corpo avente le stesse funzioni
umane, gli stessi arti, gli stessi occhi, gli stessi polmoni, lo stesso cuore, il medesimo cervello, a
migliaia, a milioni, a miliardi, considerati alla stregua di un oggetto, vengono: affamati, assiderati,
arroventati nei tir, smembrati, squartati, spezzettati nei mattatoi, crocefissi, sventrati, sezionati negli
stabulari, spellati, scorticati, scuoiati nelle concerie, arpionati, asfissiati, dilaniati nei mari,
spappolati, mutilati, accecati nei boschi, incarcerati, snaturati, ridicolizzati negli zoo, frustati,
incatenati, bastonati nei circhi equestri, abbanadonati, schiacciati, sbriciolati sulle strade, arsi vivi,
castrati, smembrati nelle orge delle feste patronali.
Di tutto questo ognuno di noi indiretto responsabile, ma la giustizia di Dio pende
inesorabile su coloro che pur avendo il dovere di infondere nella coscienza umana il sacro valore
della vita, il senso della fratellanza universale, la similitudine tra sofferenza umana e sofferenza
animale, hanno agevolato l'ignoranza, l'indifferenza, la violenza, in modo che l'angoscia umana
potesse giustificare la presenza di chi gestisce il potere.

LA PASSIONE DI CRISTO E GLI ANIMALI


Nessuna sofferenza, come quella di un animale, vittima dell'egoismo umano, mi ricorda la
passione e la morte di Cristo.
Nell'ingratitudine verso il cane abbandonato ad una sorte ingiusta e crudele io vedo la
cosmica solitudine del Cristo.
Nell'agonia degli animali nei vagoni blindati, arsi dal sole rovente e sospinti come
marciume, io vedo Cristo sulla via del Golgota.
Nel mite agnellino venduto per pochi soldi al macellaio io vedo il tradimento di Giuda e poi
Pilato placare la folla avida di sangue nel consegnare Cristo nelle mani dei carnefici.
Nel possente cavallo fiaccato dal pungolo scoccante della frusta e dai sordidi colpi del
bastone io vedo Cristo sotto il peso lacerante della croce.
Nella smorfia di dolore di una scimmia con gli elettrodi conficcati nel cervello, negli occhi
sbalorditi di un gatto inchiodato sui banchi di uno stabulario, nelle membra contratte di una cavia
con l'addome aperto da una lama io vedo il Cristo morto sulla croce.
Nell'uomo del peccato originale, di arrogata figliolanza divina, vedo il disprezzo del dolore
causato a creature indifese, ma nella semplicit del cuore degli animali io vedo quell'amore
incondizionato invocato da Cristo per ogni essere vivente.
Nessuna esperienza umana, come quella di un animale, mi ricorda la nascita e la morte di
Cristo: forse perch nacque tra un bue e un asinello e mor, come muore un animale, senza
possibilit di essere aiutato.
Ma i preti dicono che il Paradiso non per gli animali, vittime innocenti e capaci di amare,
ma per l'uomo spergiuro e deicida, artefice dell'inferno cui ogni giorno condanna i suoi fratelli
animali.

IL TUO PENSIERO E IL MIO


C' una profonda differenza tra il tuo pensiero ed il mio: il tuo pensiero il figlio maturo
della cultura cattolico-scientista, il mio il frutto acerbo della coscienza universale biocentrista.
Il tuo pensiero dogma antico, tradizione, segue la legge dei morti, delle mummie, il mio
pensiero nuovo, non ha paradisi da conquistare o inferni che lo minacciano e la sola legge che lo
governa : "Non far del male ad alcun essere vivente".
Il tuo pensiero cristiano, induista, taoista, nel mio pensiero c' una sola bandiera, una sola
patria, un solo Dio padre equanime di tutte le creature e ispiratore delle grandi "Dottrine".
Il tuo pensiero trova le sue ragioni nell'utile e nell'immediatezza, il mio vive della bellezza
multiforme della Vita e soffre per ogni fiore reciso.
Nel tuo pensiero c' la giustificazione delle cose in cui credi, nel mio c' lo sforzo di
uniformarsi a ci che giusto, anche se gli costa fatica e solitudine.
Tu credi nei sistemi politici e nei meccanismi economici, io credo nel cuore dell'uomo e
nelle possibilit della sua anima.
Il tuo pensiero la forza della maggioranza democratica, appartiene al presente, il mio il
sogno isolato degli umili che da millenni appartengono al giorno che sta per sbocciare.
Il tuo pensiero ti induce a cercare la ricchezza ed il potere, il mio mi spinge a superare i miei
limiti per rendere ogni giorno migliore la mia coscienza.
Il tuo pensiero ti permette di adottare la legge del pi forte, quando non sei tu a far parte dei
pi deboli, il mio pensiero non mi consente di giustificare le mie scelte quando non tornano a
beneficio della Verit e della Vita.
Tu credi che solo l'uomo abbia un'anima immortale, io credo che un solo spirito anima tutti i
viventi e che ogni creatura conosciuta ed amata da Dio come se fosse l'unica esistente.
Tu credi che solo la vita e la sofferenza dell'uomo hanno un valore oggettivo, io credo che
ogni vita ed ogni dolore sono uguali davanti al Creatore.
Tu consideri come tuo prossimo solo quelli della tua stessa specie, e a volte nemmeno tutti,
io vedo il mio prossimo in ogni cosa che ha vita.
Tu credi che gli animali siano al servizio degli uomini, io credo che ogni cosa vive per se
stessa non in funzione di un'altra e che se Dio fosse indifferente alla sofferenza delle sue stesse
creature non sarebbe il dio dell'amore e della vita ma della sofferenza e della morte.
Tu ritieni lecito sfruttare la natura, sperimentare sugli animali, io credo che un crimine non
si valuta a seconda della vittima e non cessa di essere tale anche se da ci se ne deduce un
vantaggio.
Tu mangi la carne perch pensi di essere onnivoro e non vuoi rinunciare al piacere di un
piatto prelibato, anche se sai che questo causa sofferenza e morte a creature innocenti che come te

amano la vita, soffrono ed hanno terrore della morte, io credo che il male dell'universo ha sede nel
cuore dell'uomo, si nutre dell'egoismo giustificato e dell'indifferenza verso chi soffre.
Tu hai il tuo pensiero ed io ho iI mio. Non crediamo nelle stesse cose e sicuramente neppure
nello stesso Dio.

DICIOTTO BUONI MOTIVI PER NON MANGIARE LA CARNE


1) PERCHE' gli animali non sono cose da mangiare ma esseri senzienti con la nostra stessa
capacit di soffrire, di amare la vita e di avere terrore della morte. (Se gli animali non fossero in
grado di soffrire o non avessero paura della morte non fuggirebbero terrorizzati davanti al
predatore).
2) PERCHE' la carne non un alimento adatto all'essere umano strutturato anatomicamente
per nutrirsi di frutta, semi e vegetali come i primati alla cui specie appartiene. (Se l'uomo fosse un
animale onnivoro avrebbe gli attributi adatti ad inseguire e dilaniare la preda, oltre che l'apparato
digerente tipico degli animali che mangiano la carne.
3) PERCHE' la carne, alimento cadaverico, contiene putrescina, istamina, ammoniaca, oltre
ai molti medicinali somministrati agli animali come sulfamidici, antibiotici, cortisoni ecc. che
entrano nel metabolismo di chi mangia la carne causando un gran numero di malattie anche
tumorali. (Se fosse necessario per l'uomo mangiare la carne non si spiegherebbe l'ottima salute e la
longevit di tutte le persone vegetariane).
4) PERCHE' la carne, elemento estraneo per il nostro organismo, abbassa le difese
immunitarie lasciandoci inermi di fronte a qualsiasi infezione batterica o virale. Ad ogni pasto a
base di carne il nostro organismo ha un dispendio di energia pari a 5 Km di corsa.
5) PERCHE' un'alimentazione sbagliata abbrevia la vita di un individuo: come far
viaggiare a gasolio un'automobile progettata per essere alimentata a benzina. (Se l'essere umano si
alimentasse secondo la sua natura vivrebbe, come le altre specie animali, 7 volte il tempo del suo
sviluppo, cio circa 130 anni, et raggiunta sola dalle popolazioni vegetariane).
6) PERCHE' gli allevamenti intensivi inquinano il suolo, le falde acquifere, l'aria, oltre ad
essere causa principale di disboscamento: un hamburgher costa 5 mq. di foresta amazzonica. (Un
manzo consuma derrate alimentari quanto 12 persone e beve 3200 litri di acqua per ogni Kg di
carne).
7) PERCHE' i campi di concentramento e di sterminio non possono essere condannati e
maledetti solo se le vittime sono esseri umani e giustificati e benedetti se invece i condannati sono
gli animali. (La lunga sofferenza degli animali negli innaturali allevamenti e l'agonia dei trasporti si
concludono negli orrori dei mattatoi da dove esce il cibo maledetto).
8) PERCHE' la carne scatena nell'uomo l'istinto dell'aggressivit e della violenza, della
sopraffazione del pi debole, oltre l'angoscia, l'inquietudine, l'instabilit psichica. (Finch l'uomo si
alimenter come gli animali feroci non pu che avere la natura degli animali predatori).
9) PERCHE' mangiare la carne un'azione crudele: allo stesso modo di una razza che
sentendosi superiore allevasse noi e i nostri figli a scopo alimentare. (Se all'uomo non importa la
sofferenza degli animali perch dovrebbe importare agli Angeli la sofferenza degli uomini?).
10) PERCHE' l'alimentazione carnea incide in modo pi pesante e dispendioso sulle finanze
individuali, familiari e collettive. (Con il costo di un Kg di carne si pu acquistare un quantitativo di
sostanze vegetali 10 volte superiore).
11) PERCHE' solo con l'alimentazione vegetariana possibile sfamare tutta la popolazione
mondiale e scongiurare tensioni internazionali che nascono da gravi crisi alimentari. (I terreni

coltivati a prodotti vegetali anzich a pascolo producono un quantitativo alimentare 15-20 volte
superiore).
12) PERCHE' rifiutando la carne ci si dispone a vivere secondo la legge dell'amore
universale enunciata dai grandi Iniziati e dai grandi uomini di spirito e di pensiero di ogni tempo e
paese che hanno esteso il concetto di "prossimo" ed il comando "non fare ad altri ci che non
vorresti ti fosse fatto" dall'uomo ad ogni essere vivente.
13) PERCHE' gli animali pi forti, pi resistenti alle fatiche, pi longevi, pi prolifici, pi
miti sono vegetariani: l'elefante, il toro, il rinoceronte, il bufalo, il cavallo, il bue ecc. (La loro forza
sconfessa la teoria che sono le proteine della carne a dar vigore: da dove le prenderebbero questi
animali per formare le loro possenti masse muscolari?).
14) PERCHE' l'alimentazione vegetariana dispone l'essere umano alla mitezza, alla serenit,
alla conciliazione, alla tolleranza, al benessere psicofisico, quindi alla pace. (L'uomo ci che
mangia. Se si nutre di violenza e di morte non pu che subire, secondo la legge della causa-effetto,
violenza e morte).
15) PERCHE' con l'alimentazione vegetariana l'uomo ritorna al piano originale di Dio per
l'uomo prima del Peccato, secondo il comando di Genesi 1.29: "Ecco, Io vi d ogni erba che
produce seme ed ogni albero in cui frutto saranno il vostro cibo". (Se Dio avesse autorizzato
l'uomo a mangiare la carne trascurando la sofferenza delle vittime sarebbe stato un dio ingiusto e
crudele, dal momento che l'uomo pu benissimo sostentarsi senza spargimento di sangue).
16) PERCHE' la realizzazione del Regno di Dio passa necessariamente attraverso la pace
instaurata tra gli esseri umani e tra questi e tutte le altre creature. (Se l'uomo arrivasse ad abolire
ogni violenza tra i suoi simili ma continuasse a torturare gli animali, a sfruttarli, a massacrarli nei
mattatoi, la terra continuerebbe ad essere un inferno per gli animali e l'inferno e il paradiso non
possono convivere nello stesso luogo. Finch l'uomo avr una coscienza in grado di giustificare la
mattazione non pronto a realizzare il Regno di Dio).
17) PERCHE' l'indifferenza verso il dolore degli animali ed il conseguente disprezzo della
loro vita abitua l'uomo a convivere con l'idea della violenza e della sopraffazione del pi debole
rendendolo insensibile e crudele anche nei confronti del suo stesso simile. (Se fossi tu ad essere
torturato o mutilato da qualcuno che non esita anche ad ucciderti per non rinunciare ad un suo
piacere, certo non accetteresti di buon grado la legge del pi forte).
18) PERCHE' se si accetta come regola di vita la legge del pesce grosso che mangia quello
pi piccolo allora occorre anche accettare il sopruso dei prepotenti, le ingiustizie dei disonesti, la
violenza dei criminali, l'oppressione degli invasori. (Solo dal rispetto del sacro valore della vita e
dalla capacit di condividere l'altrui sofferenza pu nascere una nuova coscienza umana in grado di
realizzare un mondo migliore).

I TRE MALI FONDAMENTALI DELL'UOMO


Il vegetarismo una componente fondamentale della cultura universalista, anzi si pu dire
che l'universalismo passa necessariamente attraverso l'alimentazione e l'etica vegetariana.
Il vegetarismo si prefigge (con ambizione) di ristabilire l'equilibrio fisico, mentale e
spirituale dell'essere umano intervenendo sulle cause che determinano i tre mali fondamentali
dell'uomo: il male fisico, che genera la malattia del corpo, il male mentale che genera ansia,
inquietudine, paura ecc., il male spirituale che genera egoismo, aggressivit, violenza,
competizione, insensibilit, incapacit di condividere l'altrui sofferenza.
Queste tre cause sono tra loro inscindibilmente legate.
La causa della malattia del corpo va ricercata nel modo errato di alimentarsi e di vivere che
favorisce l'accumulo di tossine nell'organismo in quantit superiore rispetto a quelle che capace di
smaltire: le difese immunitarie non pi in grado di difenderlo lasciano pericolosi varchi a qualunque
tipo di patologia.
Quanto pi l'uomo si avvicina alla sua dieta ideale, la dieta fruttariana, unitamente ad un
contesto naturale pi salubre, tanto pi diviene immune dalle malattie e tanto pi si allunga la sua
vita.
La causa delle malattie psicologiche, come tutti i problemi legati alla mente dell'individuo,
riconducibile a fattori esterni o interni dell'individuo: cio traumi causati da altri o scelte errate
causate dallo stesso soggetto. Ma se la mente dell'individuo stabile ed equitibrata i fattori esterni
raramente sono in grado di condizionare il suo equilibrio. La soluzione va quindi ricercata
all'interno del soggetto. Ognuno vittima della propria natura? Se pensa in modo disarmonico la
colpa dei suoi neuroni? Anche se un uomo risulta predisposto da caratteri genetici a squilibri
mentali dimostrato che una corretta alimentazione in grado di mettere ordine nella sua mente.
Questo avvalorato dall'affermazione (mai smentita da alcuno) di Giovenale "Mens sana in
corpore sano".
Se la mente sana perch il corpo sano la sfera spirituale ed emotiva dell'individuo non
pu che, di conseguenza, essere armonica. E' scientificamente dimostrabile che l'alimentazione
vegetariana induce il soggetto, in virt della serotonina (neurotrasmettitore sintetizzato dal
triptofano) al rilassamento neuromuscolare, alla socievolezza, alla serenit, alla gioia, alla
tolleranza, alla mitezza, alla meditazione.
Per contro l'alimento carneo, in virt del fatto che fa aumentare i livelli dell'amminoacido
tirosina e leucina e l'accumulo nel cervello di dopamina ed adrenalina (che sono i neurotrasmettitori
dell'intolleranza e dell'aggressivit) induce il soggetto alla violenza, alla competizione, alla
sopraffazione e quindi all'indifferenza verso la sofferenza altrui.
La visione universalista dei grandi personaggi della storia non si potuta finora affermare a
causa della poca autodeterminazione e dello scarso senso critico della gente che ha sempre delegato
ai medici la salute del corpo ed ai preti la salvezza dell'anima. Quando l'uomo gestisce in proprio la
sua salute fisica, mentale e spirituale diviene artefice del suo stesso destino.

BIOCENTRISMO:
CULTURA DELL'AMORE UNIVERSALE
Se ogni civilt si attua in virt del superamento delle discriminazioni e delle antinomie,
nessuna filosofia, come quella animalista, porta a compimento il progresso integrale dell'uomo
finora precluso dalla concezione specista e dalla visione antropocentrica della vita.
La civilt umana tende inevitabilmente verso l'etica universale della filosofia biocentrica:
nell'ordine naturale delle cose protese al superamento della lunga fase storica della violenza tra gli
esseri umani e tra questi ed il resto del creato.
La filosofia biocentrica, in virt della sua visione olistica, va oltre ogni dottrina ed ogni
principio morale che limita il suo interesse e la sua sfera d'azione alla sola specie umana. Nessuna
dottrina, come quella biocentrica, valorizza le differenze formali e sostanziali del macrocosmo
componente la Vita e concretizza il sentimento del Padre Creatore verso ogni essere vivente,
ponendo le basi per la realizzazione del Regno di Dio e l'attuazione della pacifica convivenza tra
tutti i viventi. Il sentimento dell'amore universale della coscienza biocentrica sicuramente quello
pi vicino al modo di amare di Dio.
II sentiero della giustizia di Zoroastro, la via della compassione del Buddha, la nonviolenza
totale del Giainismo, la fratellanza universale dei Veda, la ricerca della purificazione del Tao
attraverso l'alimentazione incruenta, trovano perfetta attuazione nella visione sincretista del
biocentrismo.
Il sentimento di condivisione della cultura biocentrica, nella valorizzazione della sacralit
della vita in tutte le sue multiformi espressioni, trova il suo perfetto compimento negli individui
della specie umana, come la sola forza in grado di liberare l'essere umano dall'egoismo,
dall'indifferenza e dall'insensibilit verso le altrui necessit vitali. Inoltre, la conseguente
alimentazione incruenta del biocentrismo restituir all'uomo la sua salute mentale e fisica,
sconfiggendo le molte malattie, anche tumorali, dovute all'innaturale e dannosa alimentazione
carnea.
La concezione antropocentrica, in gran parte responsabile della disumanizzazione della
coscienza umana col suo tendenziale disprezzo verso tutto ci che non essere umano,
inevitabilmente condannata dall'evoluzione antropologica e biologica a cedere alla cultura della
Vita del biocentrismo.
Tutto ci che parziale, settoriale, limitante, che non tiene conto dell'interdipendenza
universale delle cose e che non estrinseca in modo sferico il principio del "non uccidere", sar, in un
futuro, considerato anacronistico, involutivo, retrogrado, come ci che si oppone alla vita e
all'evoluzione integrale dell'uomo.
In futuro, speriamo non troppo lontano, l'ingiustizia, la violenza, il crimine non sar pi o
meno grave a seconda della specie a cui appartiene la vittima. Gli animali, le piante non avranno pi
valore in rapporto all'utile umano, ma ogni cosa sar considerata fine a se stessa, per il suo
intrinseco valore.
Tutto ci che vive ed in grado di soffrire, sar considerato soggetto di diritto, non per
imposizione della legge, ma perch la coscienza collettiva avr incarnato il principio, comune a
tutte le grandi dottrine, del "non fare ad altri ci che non vorresti ti fosse fatto".

ANIMALISMO E INCOERENZA UMANA


Nulla come la legge del rispetto per gli animali mette in evidenza l'incoerenza umana.
Pochi sono coloro che alla vicinanza di un bel cane o un bel gatto, o di qualunque altro
animale considerato bello per le sue fattezze fisiche, per il suo manto o i suoi colori, non si lasciano
andare ad un sorriso di compiacenza od anche una carezza. Pochi non s'inteneriscono (forse eccetto
i cacciatori) alla vista di un uccellino, un pulcino o un coniglietto. Qualunque persona civile si
schiera in difesa di un animale maltrattato. Eppure anche le persone pi sensibili, nella stragrande
maggioranza dei casi, cadono nell'assurda contraddizione di essere la causa della ingiustizia
suprema dell'uccisione degli stessi animali che difendono quando mangiano la carne.
C' chi inorridisce davanti ad uno scappellotto dato ad un animale impertinente e poi si
delizia con una bella bistecca alla fiorentina. C' chi porta il ranocchio ferito dal veterinario e a cena
divora un bel pollo arrosto.
C' chi nutre per il suo gatto un amore quasi filiale, eppure considera normale mangiare la
carne, magari di coniglio. C' chi darebbe anche la sua vita per il suo cane e considera necessaria
l'orrenda pratica della vivisezione.
C' chi lotta contro l'ingiustizia sociale, contro la fame nel mondo, contro le discriminazioni,
contro la violenza sui pi deboli e a casa consuma pacatamente a tavola il corpo straziato di un
animale che oltre ad aver subto l'inferno di una vita in un allevamento intensivo ha patito l'agonia
della macellazione.
Ci sono poi alcune donne, all'apparenza d'abbene, quelle che non farebbero del male ad una
mosca e che inorridiscono alla vista del sangue, che sfoggiano pellicce che sono un vero e proprio
massacro di animali, oltre una bestemmia contro la povert e contro la vita.
C' poi la donna attenta e premurosa verso il suo bambino, pronta a dare anche il suo sangue
per scongiurargli qualunque pur minima sofferenza, la madre a cui solo l'idea di perdere il suo
piccolo la fa impazzire di dolore, eppure, con la serenit di chi convinta di fare cosa buona e
giusta, mangia la carne di vitello, cio del cucciolo della mucca strappato a pochi mesi alla madre
per essere ucciso e dato in pasto agli umani.
C' chi crea movimenti politici sbraitando contro le ingiustizie degli altri e da buon
cacciatore si sollazza facendo strage di uccelletti. C' chi si esalta in clamori di piazza per aver
guarito un volatile ferito o per aver dato la libert ad una tartaruga e magari a pranzo mangia una
bella frittura di pesce, incurante della sofferenza che per lui hanno subto gli animali che ingurgita.
C' chi predica l'amore, la bont, la misericordia ma non ritiene di estendere questi
sentimenti alle creature che uccise e ridotte a pezzi deliziano la sua tavola.
Insomma, una societ che, a mio avviso, vive sotto l'imperare del famoso detto di Ovidio ''II
meglio vedo e al peggior m'appiglio".
Credo che nessuno ha il diritto di chiedere rispetto e legalit, o di protestare contro
l'ingiustizia ed il sopruso se egli stesso, quotidianamente, avido di piacere ed indifferente all'altrui
sofferenza e morte, consente o causa azioni per le quali dovrebbe vergognarsi.

ANALOGIE COMPORTAMENTALI TRA L'UOMO E L'ANIMALE


L'etologia e la neurofisiologia comparata dimostrano che i modi di esprimersi dell'uomo non
sono caratteristiche esclusive della specie umana ma che queste sono invece comuni a tutte le specie
animali.
Gli animali sono curiosi quando esplorano accuratamente il nuovo ambiente; hanno paura,
specialmente gli animali erbivori, quando fuggono terrorizzati alla vista del predatore (il
Cercopiteco fa la sentinella e avvisa con grida differenti a seconda del predatore avvistato); sanno
essere furbi quando mimetizzano il nido per ingannare il predatore; sanno essere altruisti, come gli
elefanti che adottano il piccolo aiutandolo a rialzarsi quando cade o spingendolo nelle salite o come
i delfini che aiutano i compagni malati a reggersi a galla.
Tutti i mammiferi e gli animali a sangue caldo usano giocare specialmente da cuccioli. Gli
animali sanno anche mentire, in particolar modo gli uccelli ed i primati: spesso qualche esemplare
di questi ultimi vedendosi accerchiato urla fingendo di aver avvistato un predatore in modo da
generare distrazione e cos fuggire; gli animali rubano, come l'aquila che sottrae la preda ad altri
animali o i pinguini che rubano i ciottoli del nido accanto; gli animali hanno consapevolezza; sanno
d'aver fatto una cosa sbagliata e si nascondono; sanno fingere: l'uccello Occhione si finge ferito ad
un'ala per attrarre su di se l'attenzione del predatore e salvare i nidiacei; sanno organizzarsi: i lupi
prima di una battuta di caccia si consultano distribuendosi i compiti. Il Picchio muratore
rimpicciolisce l'entrata del nido dello Stornello in modo che ci possa passare solo lui; accusano
sensi di colpa: la scimmia dopo una relazione extraconiugale si nasconde e dopo torna a fare le
moine al marito; sanno usare il raziocinio: la scimmia antropoide a caccia di termiti percorre
chilometri per trovare il bastone pi adatto per lunghezza, robustezza e flessibilit, altrettanto
quando va alla ricerca di una pianta medicinale; ed infine gli animali sono dotati di senso estetico
quando dipingono, quando decorano i nidi ed i giardini in modo cromatico, disponendo le cose con
cura e guardandole da lontano.

ANIMALI, UOMINI ED EXTRATERRESTRI


Supponiamo che gli extraterrestri, di cui ogni tanto qualcuno denuncia l'avvistamento,
esistano davvero, siano esseri antropofagi e stiano progettando di invadere la Terra per fare di noi le
loro scorte alimentari. Supponiamo che ci considerino esseri inferiori e che in virt di armi micidiali
in grado di annientare la nostra volont, ci schiavizzino, ci sottomettano, ci costringano a riprodurci
per mangiare la carne pi tenera dei bambini e bere il latte delle nostre donne.
Supponiamo che ci rinchiudano, spesso per tutta la vita, nei loro laboratori per sperimentare
su di noi le loro armi ed i loro medicinali, accecandoci, mutilandoci, bruciandoci vivi.
Supponiamo che un loro svago preferito sia una sorta di caccia al terrestre; supponiamo che
indossare pelle umana sia da loro considerato un prestigio e ci allevassero in gabbie per strapparci
di dosso la pelle e spesso, ancora vivi, ci lasciassero agonizzare nella loro pi assoluta indifferenza.
Supponiamo che contro questi esseri, in grado di neutralizzare qualunque nostro proposito,
l'umano non abbia alcuna possibilit di reazione. Supponiamo la mostruosa condizione dell'inferno
cui sarebbe condannato l'essere umano se questo per assurdo dovesse verificarsi e guardiamoci
intorno perch proprio ci che noi umani, fatti ad immagine di Dio, facciamo giornalmente ai
nostri fratelli animali.

I DANNI DELL'ALIMENTAZIONE CARNEA


Dopo millenni di regime pressocch vegetariano, in cui la gente aveva la possibilit di
mangiare la carne solo in casi eccezionali, l'umanit occidentale passata ad un consumo annuo di
90 Kg di carne procapite. Nel giro di 40 anni il consumo della carne decuplicato, mentre quello
dei grassi animali addirittura aumentato del 125%.
Con l'aumento del consumo della carne sono aumentate le malattie pi gravi, specialmente
le cardiovascolari e le tumorali. Dal 1900 ad oggi i morti per cancro in Italia sono quadruplicati
(dati ISTAT). Il 40% dei tumori conosciuti attribuibile alla cattiva alimentazione, il resto
all'nquinamento, ai prodotti chimicofarmaceutici, allo stress. E' ormai universalmente risaputo che il
rischio di contrarre una malattia tumorale direttamente proporzionale al consumo di grassi
animali.
La carne, povera di carboidrati, vitamine, sali minerali e fibre, un alimento altamente
acido: la parte basica di cui ha bisogno il nostro organismo la sottrae alle ossa; da qui l'insorgere di
artriti, artrosi, reumatismi, dolori articolari.
Con l'assunzione della carne i germi patogeni nel nostro intestino aumentano da 2.000 a
65.000 al millimetro cubo mentre la flora intestinale diminuisce notevolmente.
La carne oggi contiene grassi saturi in quantit 30 volte maggiore rispetto la carne della
vecchia pastorizia. I grassi animali si depositano sulle pareti delle arterie indurendole e
predisponendo il soggetto a cardiopatie e arteriosclerosi. La carne insomma come la droga: poca
fa poco male, molta fa molto male.
Gli animali d'allevamento utilizzati per l'alimentazione sono spesso affetti da turbecolosi,
afta epizoica, cancro, mastiti ecc. L'Unione Europea ha ultimamente finanziato una ricerca sulla
igienicit della carne di pollo: pi di un pollo su quattro risultato effetto da salmonella e due su tre
da campylobacte pylor (batterio che pu provocare diarrea, vomito, dolori addominali, ulcera
gastrica ecc.). Inoltre un pollo su 4 aveva un'elevatissima carica di germi.
Ma oltre a quanto gi detto la carne contiene le tossine della sofferenza, dell'angoscia
dell'animale durante la macellazione (adrenalina, acido lattico ecc.). Nel canale intestinale delle
mucche vi un batterio che nell'atto della macellazione si diffonde per tutto il corpo dell'animale:
questo pu provocare ulcera gastrica che spesso degenera in tumore.
In particolare gli alimenti che maggiormente favoriscono le malattie tumorali sono: tutti
quelli che contengono grassi animali, salumi, salsicce, wursthel, carni in scatola, burro e panna. Il
nitrito di sodio aggiunto nelle carni in scatola per impedirne la putrefazione genera le nitrosammine,
sostanze dichiaratamente mutagene e cancerogene.
La carne, incapace di stimolare la necessaria mobilit intestinale, causa stitichezza. Un
prolungamento della sosta delle feci nell'intestino favorisce l'assorbimento delle tossine da parte
dell'oganismo. La quantit di feci evacuata giornalmente da una persona carnivora di 50 70
grammi, quella di un vegetariano arriva a 500 grammi al giorno.
Ostinarsi a mangiare la carne equivale a pretendere che una macchina progettata per
funzionare a benzina la si faccia viaggiare a gasolio: le conseguenze sul motore sono facilmente
immaginabili: disfunzioni e poca durata, cio malattie e morte prematura.

Gli animali pi forti, pi longevi, pi miti e pi prolifici sono vegetariani, come il toro,
l'elefante, il coniglio ecc. Il gorilla 3 volte pi grosso dell'uomo 30 volte pi forte. Il leone,
animale per eccellenza carnivoro, dorme 20 ore al giorno, mentre l'orangutang, vegetariano, ne
dorme soltanto 6. Ad un gruppo di scimmie antropoidi, notoriamente vegetariane, in un esperimento
fu dato da mangiare loro anche della carne: in breve accusarono le stesse malattie della specie
umana.
La tanto paventata necessit proteica nella dieta umana quanto di pi infondato vi sia in
materia di nutrizione. Nel giro di un secolo il quantitativo di proteine ritenuto necessario
giornalmente per una persona passato da 1,5 a 0,75 grammi per peso corporeo pro die; tale
quantitativo nel 1957 stato ulteriormente ridotto a 0,50 gr, mentre gli igienisti ritengono siano
sufficienti 0,35 gr, sempre per peso corporeo pro die.
Furono chiamate "nobili" quelle proteine animali che in un esperimento effettuato sui ratti
facevano crescere pi in fretta gli animali, anche se i ratti hanno un fabbisogno proteico 7-8 volte
maggiore a quello umano.
Le proteine in eccesso non si accumulano, come gli zuccheri, ma si trasformano in grassi
affaticando fegato, reni e cuore, con le conseguenze che ne derivano. Inoltre, le troppe proteine, di
qualunque tipo esse siano, producono acidi urici che spesso sono la causa dell'insorgere di
osteoporosi perch ostacolano l'assorbimento del calcio per la struttura ossea. Da considerare,
infine, che i depositi di proteine nel cervello, in forma di amiloide, sono la causa maggiore
dell'arteriosclerosi cerebrale.
Le tossine del degrato proteico si chiamano purine. Gli alimenti pi ricchi di puri ne sono le
animelle, il fegato, le interiora. Il brodo di manzo, di pollo, estratti di carne di tutti i tipi, sono il
risultato della disintegrazione dei tessuti: hanno la medesima composizione chimica dell'urina.
Se le proteine dei vegetali possono essere carenti di alcuni aminoacidi essenziali basta
combinarle con il riso o la pasta (il che succede quasi sempre) per avere tutti gli aminoacidi di cui
ha bisogno il nostro organismo, senza avere gli effetti dannosi delle proteine animali. I legumi, ed in
particolare la soia, oltre ad avere una percentuale proteica molto pi elevata di qualunque tipo di
carne (quasi il doppio) ha il pregio di inibire la formazione di tumori maligni alla prostata, al seno,
al cervello, mentre il latte di soia abbassa il livello di colesterolo nel sangue e protegge dalle
malattie cardiovascolari. Propriet antitumorali hanno anche i cavoli, i broccoletti e le fibre in
genere. Mai alcun medico potr dichiarare che un qualunque tipo di carne, di pesce o derivati
animali abbia potere antitumorale, per il semplice fatto che sono proprio questi la causa del male
che dovrebbero combattere.
Al pari della carne e del pesce i latticini ed i formaggi sono dannosi per il nostro organismo.
La carne di pesce contiene metalli pesanti dovuti agli scarichi industriali nel mare: mercurio,
cadmio, piombo ecc. Nel 1952 in Giappone morirono 77 persone e altre 360 rimasero invalide per
aver mangiato pesce ricco di mercurio.

BENEFICI E VANTAGGI DELL'ALIMENTAZIONE VEGETARIANA


Gli alimenti, in base alle loro qualit energetiche, sono stati suddivisi in tre categorie. Al
primo posto sta la frutta (alimento vivo) al secondo posto i cereali, i vegetali ecc. al terzo posto, con
vibrazioni quasi nulle, stanno i cosddetti cibi morti, come la carne di ogni tipo, i dolci, i liquori.
Solo la frutta risulta essere l'alimento dotato, per eccellenza, di tutte le propriet biologiche e
vitali adatte all'alimentazione umana. La nostra dieta tanto pi vicina alla nutrizione ideale quanto
maggiore il quantitativo di frutta che consumiamo. Infatti, l'essere umano non pu vivere
alimentandosi solo di carne, solo di cereali o solo di verdure, mentre pu vivere, in ottima salute,
per tutta la sua esistenza, nutrendosi solo di frutta.
A differenza della carne la frutta ed i vegetali, per il loro alto contenuto di vitamine, sali
minerali e fibre, che rinforzano notevolmente le difese immunitarie, ostacolano l'insorgere di molte
malattie anche tumorali.
La constatazione che il 70% del globo terrestre ricoperto di acqua, che il corpo umano al
70% fatto di acqua proprio come la frutta, fa capire che la dieta vegetariana la pi confacente alle
esigenze del nostro organismo.
La dieta vegetariana ristabilisce l'equilibrio psicofisico-spirituale, consente maggiore lucidit
mentale e pi capacit di concentrazione. Da studi elettroencefalografici risulta che l'alimentazione
vegetariana, a differenza dell'alimentazione carnea che incita all'aggressivit e alla violenza, fa
aumentare le onde alfa del cervello connesse con il rilassamento neuromuscolare: questo favorisce
lo sviluppo di una mentalit di pace, una maggiore sensibilit della coscienza, una apertura ai valori
dello spirito, una maggiore inclinazione alla mitezza, alla tolleranza, alla condivisione, per i
seguenti motivi. Uno degli aminoacidi pi importanti il triptofano, fornito in modo consistente
dagli alimenti vegetali, che nel nostro cervello si converte in serotonina. La serotonina considerata
il neurotrasmettitore della gioia, del gioco, della serenit. Infatti favorisce la solidariet, la calma
interiore, il sonno, la socievolezza, agevola il superamento dell'ansia, della depressione, del
desiderio sfrenato di dolci.
Anche i cibi carnei contengono triptofano, ma essi stimolano due neurotrasmettitori: la
dopamina e la norepinefrina che inclinano alla lotta, all'ansia, alla tensione. Con il triptofano della
carne aumentano pure due aminoacidi: la leucina e la tirosina in misura maggiore rispetto il
triptofano, provocando una riduzione della quantit di serotonina che giunge al cervello.
La dieta vegetariana rende i bambini immuni soprattutto alle malattie respiratorie. Molto
difficilmente un bambino vegetariano si ammaler di raffreddore o influenza.
I bambini sono naturalmente e spontaneamente vegetariani: quando hanno fame non
rivolgono mai la loro attenzione alla carne ma sicuramente alla frutta. Sono i genitori che
costringono ed abituano i bambini a mangiare la carne iniziando con gli omogeneizzati; questi,
come nella droga, generano una sorta di dipendenza, a vantaggio degli allevatori e dei macellai, non
certo della salute del bambino o dell'economia della famiglia.
La dieta vegetariana nelle donne riduce il rischio di ictus cerebrale del 54% (in virt della
vit. C ed E presenti nella frutta e nei vegetali che inibiscono I'ossidazione delle molecole), di
contrarre tumore alla mammella, all'ovaia, alla cervice, ai polmoni, allo stomaco, al colon, alla
vescica, al pancreas, all'esofago, alla bocca, alla laringe; mentre negli uomini riduce del 30% il
rischio di infarto.

Mentre l'alimentazione carnea d una spinta energetica che si esaurisce in breve tempo,
l'alimentazione vegetariana consente un rendimento energetico costante: una resistenza alla fatica
doppia, rispetto a chi si nutre anche di carne, ed una capacit di ripresa in un tempo 5 volte
inferiore. La lunga schiera di personaggi primatisti in ogni disciplina sportiva conferma questo dato.
Negli sportivi l'alimentazione vegetariana consente: una muscolare persistente e senza
grasso, livelli di energia pi alti e maggiore resistenza agli esercizi, ridotta irritabilit e maggiore
tranquillit psichica, prolungata longevit (si pu raggiungere la forma psicofisica pi ottimale
anche a 50 anni) l'atleta non subisce mai gli effetti dell'esaurimento del glicogeno in virt dei
carboidrati che assume, poich gli alimenti vegetariani lasciano pochissime tossine residue, sono
pi semplici da bruciare, la digestione pi rapida e produce meno gas.
La resistenza alle malattie da parte dei vegetariani un dato di fatto, come la longevit
comprovata dei molti personaggi storici che per motivi etici e salutistici hanno adottato questa dieta,
come Pitagora, Leonardo, Einstein ecc.
La stessa testimonianza, di assenza di malattie, pu essere confermata da chiunque
coerentemente vegetariano. Altri benefici dell'alimentazione vegetariana sono evidenti a livello
epidermico: chi adotta questa dieta assister ad una graduale depurazione cellulare: la pelle
diventer pi liscia, pi luminosa e priva di acne.
Infondato , nella dieta vegetariana, lo spauracchio della mancanza di vit. BI2 dal momento
che questa prodotta da ogni organismo per il fattore intrinseco e che ogni individuo sano ha una
riserva di almeno 5 anni: basti pensare che un milligrammo di vit. B 12 soddisfa le esigenze
chimico-metaboliche per 2-3 anni. Invece proprio la putrefazione dei cibi carnei nello stomaco ci
che impedisce la formazione di tale vitamina.
Per ci che riguarda il contenuto di ferro va detto che l'assunzione di questo minerale
dovuto alla presenza di vit. C della quale sono ricchi i vegetali, legumi e frutta, che rappresenta
l'alimento basilare dei vegetariani, non certo dei carnivori.
Gli oligoalimenti di cui sono ricchi i vegetali, per le funzioni biologiche e le reazioni
metaboliche, fortificano il sistema immunitario e costituiscono una potente azione protettiva anche
contro il cancro.

STATO, SCUOLA E COSCIENZA MORALE


Lo Stato spende innumerevoli energie per prevenire o reprimere il crimine o la violenza, per
mantenere l'ordine pubblico, per garantire la legalit. La politica dei sistemi imperniata a sanare
questa o quella piaga, a spianare questa o quella divergenza, senza mai lottare contro le cause che
generano i problemi e senza voler capire che non serve curare una ferita se non si neutralizza la
causa dell'infezione.
A scuola si insegna di tutto, sotto l'aspetto tecnico, economico, scientifico, letterario ecc.
eccetto ci che serve a rendere l'uomo capace di gestire positivamente le sue conoscienze.
Da ogni individuo componente la societ lo Stato pretende le virt dell'onest e della
giustizia che mai si preoccupato di trasmettere ai suoi cittadini. L'insegnamento delle virt morali
si ritiene sia un compito che spetta alle famiglie, senza pensare che i genitori non possono
trasmettere ai figli valori che essi stessi non posseggono.
Non basta dire ad un uomo che deve essere onesto, che deve amare e rispettare il prossimo
se non gli si d la possibilit di sviluppare in se stesso queste virt. E non basta neppure una legge a
modificare la coscienza degli uomini: necessario un programma maturo e capillare imperniato
sulla guida e sullo sviluppo della sfera sentimentale ed emotiva. Ogni sforzo dello Stato deve
puntare a migliorare l'uomo che fa i sistemi, non a migliorare i sistemi sperando che questi possano
migliorare l'uomo.
Noi vogliamo porre le basi per lo sviluppo di una nuova coscienza umana in grado di
ripudiare ogni violenza ed ogni ingiustizia e di realizzare un mondo migliore, mediante l'Etica
Universale del Biocentrismo. Questa filosofia d'amore, che valorizza la sacralit della vita in tutte
le sue manifestazioni, che punta alla sensibilizzazione del cuore e la comunione di tutti gli esseri,
trae le sue origini dal pensiero dei grandi uomini di spirito, i pilastri della morale e della civilt
umana: Krisnha, Budda, Pitagora, Ges, Leonardo, Gandhi ecc. e pone al centro della creazione non
l'uomo ma la Vita, come valore assoluto, improfanabile, di ogni essere vivente.
Il Biocentrismo, che supera l'attuale disumanizzante cultura antropocentrica, cerca la
risoluzione di due quesiti fondamentali: migliorare la coscienza dell'uomo e liberarlo dalle malattie.
L'attuazione del primo quesito passa attraverso la responsabilizzazione di ogni nucleo familiare che
fa proprio il destino collettivo, impegnandosi a costruire giornalmente la coscienza umana delle
nuove generazioni.
Ogni famiglia deve essere scuola di virt, di civilt, di rettitudine per i figli. I genitori
devono essere di esempio forte e coerente, devono saper insegnare ai propri figli la disciplina, il
valore dell'onest, la legge dell'equilibrio, la generosit, la prudenza, la mitezza, la moderazione, la
saggezza.
Ma il compito fondamentale spetta alla scuola che deve porre al centro della sua attivit
didattica la formazione della coscienza dell'alunno, lo sviluppo delle virt morali dell'animo umano,
l'apertura ad una mentalit di pace, di collaborazione.
A scuola lo sviluppo dei valori morali deve essere il fulcro intorno al quale far ruotare ogni
altra disciplina, perch solo questa ricchezza, questa cultura pu consentire all'umanit di vivere in
pace e di progredire nel bene.

Ogni materia non deve pi essere fine a se stessa, ma il mezzo attraverso cui ogni individuo
deve poter dimostrare la sua maturit interiore in funzione del bene collettivo, al fine di innalzare la
coscienza umana e servire la causa della solidariet universale.
La scuola deve favorire la sintonia delle diversit, l'armonia delle forze costruttrici:
eliminando ogni settarismo deve evidenziare ci che unisce e fortifica, per sconfiggere ci che
separa e disgrega. La scuola deve essere madre di virt morali; deve dare ai discenti il senso della
fratellanza universale, dell'abnegazione per il bene comune, della fede negli ideali edificanti.
La scuola deve fare in modo che le differenti religioni, filosofie, movimenti umanitari e tutto
ci che mira ad innalzare la coscienza umana, uniscano le loro valenze a formare un'unica catena
per il trionfo del Bene. Bene ci che favorisce la gioia e l'armonia. Male tutto ci che causa
sofferenza e si oppone alla Vita.
La diversit non deve pi essere intesa come un nemico da combattere o da convertire al
proprio credo, ma come una nuova fiaccola da aggiungere alla luce della civilt in cammino. Ogni
dottrina nel vero nella misura in cui unifica gli aspetti sostanziali delle cose per metterli al servizio
della Vita.
Quindi, lo Stato deve impegnarsi affinch, per mezzo della scuola, si attui il superamento di
tutte le antinomie, flagello di ogni civilt. Solo da una nuova cultura improntata sulla prevenzione
del male, intesa a neutralizzare le cause che lo generano e da una nuova didattica capace di rendere
l'uomo pi giusto, pi buono e sensibile, pi responsabile del destino collettivo, pi armonico e
positivo verso se stesso e verso il suo contesto naturale, possibile realizzare un mondo migliore.

UNIVERSALISMO ED ETICA VEGETARIANA:


BASI IMPRESCINDIBILI PER UN MONDO MIGLIORE
I diritti umani sono stati una graduale e sofferta conquista delle masse nel corso dei millenni
in cui il popolo ha chiesto quanto ha potuto ed il potere ha concesso quanto indispensabile.
A che serve condannare il razzismo, le discriminazioni etniche, culturali, religiose, le
antinomie se non si va alle origini del fenomeno, a ci che consente all'uomo di esprimersi in
termini antagonistici nei confronti del diverso? Quel che manca la cultura della valorizzazione
delle differenze formali e sostanziali delle cose come ci che consente alla stessa vita di esistere e di
perpetuarsi nel cosmo. L'unit sterile. Fecondo solo il dualismo, l'integrazione, il sincretismo, la
visione globale dell'insieme. Lungimirante e degno di sostegno solo ci che cerca l'arricchimento
nella sinergia delle forze concordi.
Che senso ha dire I'uomo innanzitutto? non forse quello che si detto e fatto finora? E le
tristi ed allarmanti conseguenze sono ben note. Che senso ha dire " pi importante il cuore, il
fegato o i reni"? Tutte le parti di un organismo sono necessarie per la sua esistenza ed il suo
funzionamento al punto che se una sola parte di esso viene ferita tutto l'organismo in pericolo di
vita. Dire "la Vita innanzitutto" questo ha senso, dire "ogni cosa ha il suo sacro, irripetibile ed
intrinseco valore" questo ha un senso.
Nulla vi di pi inutile e demagogico che limitarsi a dire che l'uomo deve essere pi giusto
verso il suo simile, pi onesto, pi rispettoso della legge. Se non gli si danno i presupposti per
poterlo fare come sperare che una tartaruga incominci a saltare come una gazzella solo perch le
si dice di farlo. Come si pu ancora pensare, dopo 5.000 anni di storia, che sia il sistema l'artefice
del bene e del male e non l'uomo che lo fa e lo gestisce?
Ci lamentiamo dei politici, dimenticando che essi non sono che una fetta del popolo, con le
stesse virt ed i medesimi difetti. Ci lamentiamo dei giovani, dimenticando che essi non sono che il
frutto della generazione che li precede e che ogni albero d sempre i suoi frutti.
I politici, i tecnici, i sindacati sono categorie indispensabili per il funzionamento di uno
Stato civile e democratico, ma essi devono essere innanzitutto uomini, ricchi di virt morali e
spirituali, con una apertura mentale ed una coscienza morale da renderli capaci di anteporre ai
vantaggi personali il bene della collettivit. Ma queste qualit interiori non si improvvisano, non si
ottengono solo invocandole: esse sono il frutto di un'educazione capillare, costante ed incisiva da
parte dello Stato laico che cerca veramente il bene e l'evoluzione di ogni componente del popolo.
Qualunque teoria che trascura la causa del problema, come qualunque terapia che trascura la
causa del male destinata a fallire: come se si spegnesse il segnale d'allarme di una casa che
brucia pensando di risolvere il problema.
Se i politici, i magistrati, i rappresentanti dello Stato oppure il singolo cittadino non fanno il
proprio dovere di chi la colpa? del sistema che non impedisce loro, con la forza della giustizia, di
agire in modo corretto verso la societ oppure della condizione morale e soggettiva di ognuno?
Nessuno vuole la guerra, eppure dall'ultimo conflitto mondiale sono state combattute oltre
120 guerre. Come mai? Sono molte e complesse le cause di una guerra. Ma io dico che le guerre
nascono nel cuore dell'uomo e che le guerre ci saranno finch ci sar gente disposta ad uccidere. E'
facile dire che bisogna difendersi dall'aggressore. Difficile concepire una cultura che pone al

primo posto la formazione della coscienza morale, civile e spirituale di ogni singolo membro della
nazione e dell'umanit intera.
Invocare la forza per far rispettare l'ordine e la giustizia nella nazione o tra le nazioni solo
una terapia sintomatologica e come tale non mai servita (e la storia lo dimostra) a neutralizzare la
causa che genera il male. La giustizia, la solidariet, il senso civico sono il frutto di una coscienza
matura ed evoluta, sono valori legati all'intima evoluzione mentale, morale e spirituale di un
individuo e l'evoluzione non pu mai essere imposta, altrimenti sarebbe come dire che la libert
una condizione talmente giusta che necessario imporla.
L'umanit governata dalle multinazionali petrolifere, del l'alimentazione, della chimica,
della farmaceutica, dall'industria delle armi, che traggono i loro ingentissimi guadagni dall'attuale
stato sociale. Se gli uomini fossero giusti, equilibrati e saggi cosa farebbero gli eserciti, le industrie
belliche, i corpi di polizia, i tribunali? Se gli uomini fossero buoni e fraterni a che servirebbero i
preti e tutti gli organismi che traggono sussistenza dal fatto che l'uomo ha bisogno dei dottori dello
spirito? Se la gente godesse ottima salute vivendo in modo sano ed alimentandosi in modo corretto,
che farebbero i medici, gli ospedali, gli istituti di ricerca, i farmacisti ecc. ?
E' un'illusione pensare che cambiando il sistema ed il modo di far politica secondo l'ottica
della nostra giustizia le cose possono finalmente risolversi. Tutti i rappresentanti politici che ora
sono al governo avevano i nostri stessi buoni propositi. Come mai sono degenerati? perch noi
dovremmo riuscire dove loro non sono riusciti? Noi sapremmo essere talmente onesti ed
incorruttibili da non degenerare ed essere i primi nella storia dell'uomo ad aver avuto il dono
sovrumano da incarnare l'ideale sociale? Se non sono riusciti Cristo, Gandhi, Martin Luter King e
tanti altri grandi a mutare il corso della storia (se non a raddrizzare relativamente la condizione
sociale) per quale speciale motivo dovremmo riuscire noi? Che cosa diciamo noi di nuovo che non
sia gi stato detto in passato o che non sia invocato oggi da ogni gruppo socio-culturale, da ogni
associazione, da ogni movimento umanitario, da ogni partito di base? Non chiediamo forse tutti la
stessa cosa? e cio giustizia, libert, benessere economico, solidariet, pace? Perfino i tecnici e gli
economisti chiedono le stesse cose.
Perch i vari Giordano Bruno, Savonarola ecc. non sono riusciti che in parte a riformare il
costume religioso, civile ed etico dello Stato? La stessa grande rivoluzione di Cristo non forse
rimasta circoscritta ad una pur vasta frangia della coscienza umana? Perch l'uomo nonostante le
grandi religioni rimasto fondamentalmente ingiusto, egoista e violento? Sicuramente senza i
grandi Iniziati, i pilastri della morale e della spiritualit del mondo ancor pi nero e delittuoso
sarebbe stato il corso della storia. Ma qualcosa non ha funzionato e la colpa non pu essere sempre
attribuibile al libero arbitrio dell'uomo. A mio avviso qualcosa mancato anche nel pensiero dei
grandi, perch i tempi non erano maturi: mancata la visione globale, universale ed olistica
della realt dei viventi, il capire che ogni localizzata malattia di un sistema la conseguenza di
un male diffuso, la capacit di considerare in modo simultaneo la terapia mentale, emotiva e
spirituale dell'essere umano. L'errore di credere possibile risolvere gli eterni problemi esistenziali
dell'uomo intervenendo solo su una o su due delle tre componenti dell'entit umana paragonabile
al fallimento della medicina allopatica che cerca di curare un male diffuso intervenendo localmente
e sugli effetti.
Ogni nazione diversa da un'altra, ogni popolo diverso da un'altro, ogni gruppo, ogni
persona, ogni essere vivente, perfino ogni molecola pare sia diversa da un'altra. Tutte queste cose
insieme formano un solo essere vivente, uno sconfinato universo di creature legate da stretta
parentela biologica, chimica ed energetica. Tutte hanno in comune lo stesso cielo, lo stesso sole che
le riscalda, la stessa acqua che le disseta, la stessa terra che le sostiene, lo stesso spirito che le

vivifica. Tutte sono animate dal desiderio di esistere, tutte sono capaci di soffrire, di avere paura
della morte. Tutte mangiano, dormono, si riproducono. Follia pensare che una sola tra le milioni
di specie viventi abbia per diritto naturale o divino la supremazia sulle altre, il diritto di disporre
della vita di ogni altra creatura e dell'ordine naturale delle cose.
La sola, vera e grande rivoluzione esistenziale quella che cerca la costruzione di una nuova
coscienza umana andando alle cause che generano il male e la disarmonia collettiva. Questo
compito, erroneamente affidato finora alla religione, deve essere invece il programma dominante
dello Stato laico attraverso ogni istituto scolastico di ogni ordine e grado. Ogni disciplina didattica
prima di essere nozionistica deve favorire lo sviluppo dei valori della coscienza umana al fine di
servire la causa della solidariet universale. La scuola deve educare il popolo ad aborrire la guerra,
la violenza, la competizione, l'ingiustizia, la corruzione, la disonest individuale. La scuola deve
incentivare nei giovani il senso critico delle cose e della storia in una visione universale della vita;
deve perorare il superamento delle antinomie, delle barriere ideologiche, favorendo il sincretismo
delle culture, delle etnie, l'integrazione delle grandi religioni, la creazione di un Parlamento
mondiale e di una Milizia internazionale che tutelino la sovranit di ogni popolo sotto una sola
bandiera, di una sola patria, di una sola lingua, di una sola moneta, di un solo Dio.
Vale la pena riportare questo aneddoto. Su di un foglio di carta era l'immagine di un uomo,
dall'altro lato era stampato il planisfero. Strappato in molti pezzi alcuni cercavano a fatica di
rircostruire l'immagine del pianeta finch qualcuno si accorse che era molto pi semplice
ricomporre la figura umana.
Quali sono i mali peggiori dell'uomo. La guerra, l'ingiustizia sociale, la violenza, il
disordine, la miseria, la disoccupazione. Ebbene. Chi l'artefice di queste cose. L'uomo. Perch si
comporta in modo negativo nei confronti della vita? Perch avido, egoista, indifferente all'altrui
sofferenza e pur di avere denaro, successo, potere, piacere non esita a calpestare i diritti del
prossimo o ad appropriarsi di ci che non gli appartiene. Ebbene, se i guerrafondai, gli arrivisti, i
megalomani, gli avidi, gli assassini, i ladri, i disonesti, i corruttori avessero una coscienza umana
pi giusta e sensibile tutto questo non succederebbe. Ci che fa esprimere l'uomo in modo
costruttivo o negativo la ricchezza o la carenza di virt morali del suo animo.
Quali sono le cose pi importanti della vita? La vita, dir qualcuno, la salute, il benessere
economico. Ebbene. Se tutti fossimo sani come pesci e ricchi come Agnelli la situazione sociale
non cambierebbe perch l'uomo sarebbe ugualmente insoddisfatto ed infelice a causa della sua
incompletezza interiore. Come la medicina olistica considera ogni aspetto componente l'individuo
bisognoso di cure cos per realizzare l'entit uomo necessario considerare simultaneamente il suo
benessere fisico, il suo equilibrio mentale e la sua evoluzione spirituale. Se una sola di queste
componenti dovesse essere carente o mancante si genera nell'individuo una sorta di scompenso
nell'intimo della sua natura rendendolo incapace di essere armonico nei confronti di se stesso, del
prossimo e della vita in generale.
L'attuale condotta umana purtroppo il risultato della supremazia della componente fisica e
intellettuale su quella emotiva e spirituale. La prevalenza della prima genera edonismo,
materialismo, superficialit; la prevalenza della seconda genera mostri per la guerra; la prevalenza
della terza genera uomini in attese ultraterrene. Ma l'equilibrio armonico delle tre componenti ci
che fa dell'uomo un essere umano, positivo con se stesso e costruttivo nei confronti del prossimo.
L'errore fondamentale dell'uomo, causa di infinite sventure, gestito e voluto da chi nel tempo
ha detenuto il potere e condizionato la cultura delle masse, quello di aver demandato ad altri il
proprio bene fisico, mentale e spirituale. La nuova cultura universalista chiama direttamente in

causa il soggetto che deve riappropriarsi del suo benessere esistenziale e quindi del suo stesso
destino. La parola d'ordine CONSAPEVOLEZZA, AUTODETERMINAZIONE E SENSO
CRITICO. Nell'ottica olistica della vita la componente fondamentale per lo sviluppo ed il
raggiungimento dell'equilibrio dei tre aspetti vitali dell'entit uomo la cultura del biocentrismo,
senza la quale non possibile per l'uomo riappropriarsi della propria salute fisica, del proprio
equilibrio mentale e della propria sfera morale. Quindi il bene individuale e collettivo, a stretto e a
vasto raggio, a breve e a lunga scadenza, passa necessariamente attraverso l'alimentazione e l'etica
universale del vegetarismo.

I LIVELLI D ELL 'ESSERE VEGETARIANO


C' chi crede di essere vegetariano solo perch non mangia la carne (e spesso solo quella
rossa) e magari mangia il pesce, come se questo non fosse carne a tutti gli effetti. Succede spesso di
incontrare gente che quando un vegetariano dice di non mangiare n animali n derivati trascoli
chiedendo "E che cosa mangia"? come se escludendo questo tipo di alimenti restasse da mangiare
solo insalata. Succede pure che molti vegetariani, pur motivati da una scelta etica, continuino a
consumare uova, formaggi e latte. Importante a mio avviso chiarire i vari aspetti dell'essere
vegetariani.
Non pu ritenersi vegetariano chi sceglie di non mangiare la carne per motivi salutistici:
uno che segue una dieta alimentare priva di carne consapevole che questa dannosa per l'organismo
umano. Si vegetariani solo per amore o non si affatto vegetariani. Non si sceglie di essere
vegetariani per salvaguardare la propria salute (questo diventa conseguenziale ad una scelta
positiva) ma quella degli animali e della propria anima.
Essere vegetariani una filosofia di vita: vivere secondo il principio "non fare agli altri
ci che non vorresti ti fosse fatto" nel rispetto della sacralit della vita; significa alimentarsi secondo
la nostra natura di esseri fruttariani; significa avere il senso critico delle cose e della storia e lottare
per un contesto naturale non pi inquinato, avvelenato, depredato, invivibile; significa lottare per la
salvaguardia degli equilibri eco-biologici per non mettere in pericolo la stessa Vita sul pianeta.
Essere vegetariani significa porsi dalla parte dei pi deboli e dei pi indifesi, principalmente
gli animali, da millenni schiacciati dalla tirannide umana. Significa capire che la speranza di un
mondo migliore passa inevitabilmente ed imprescindibilmente attraverso il rifiuto di mangiare la
carne.
Vi sono differenti livelli di essere vegetariani, ai quali ognuno aderisce a seconda della sua
condizione spirituale e della sua volont a seguire quel che giusto piuttosto che quel che piace. I
vegetariani, dunque, sono coloro che rifiutano di mangiare la carne, compresa quella di pesce;
mentre i vegetaliani (o vegan) non mangiano neppure i derivati, cio uova, formaggi e latte.

IL PESCE ALIMENTO PUTRESCIBILE


Alcuni stentano a considerare il pesce come un animale, anche se molti pesci, ed in
particolare il delfino ed il polpo, hanno un'intelligenza molto pi sviluppata di tanti animali
terricoli. Raramente si pensa all'agonia del pesce, alla sua terribile morte per asfissia, oppure perch
dilaniato da un'arpione. Basta guardare le enormi chiazze di sangue sul bl degli oceani a casua
delle tonnare, o il raccapricciante dimenarsi dei pesci nelle reti per rendersi conto di quanta
ingiustizia, e quanta sofferenza si cela dietro una pietanza a base di pesce.
L'alimento pesce tra le sostanze pi putrescibili esistenti in natura. Basta esporlo al sole
per poche ore, oppure avvicinarsi ad una pescheria per rendersi conto del fetore: ed ci che si
sviluppa negli intestini di chi mangia questi alimenti.

L'UOVO: ALIMENTO INCOMPATIBILE


Altrettanto fetore si sviluppa da un uovo aperto e lasciato al sole per poche ore:
contrariamente a quanto avviene per la frutta che per giorni e settimane conserva inalterato il suo
aspetto invitante ed il suo profumo.
L'uovo un alimento incompatibile con l'organismo umano, sia perch pu essere veicolo di
varie malattie, come la salmonella o le tossine degli staffilococchi e sia perch potenzialmente in
grado di sviluppare una vita (quindi inaccettabile sotto l'aspetto etico). Ma anche sotto l'aspetto
igienico facile intuire che l'uovo non adatto alla alimentazione umana. Considerate da dove
viene fuori l'uovo della gallina e giudicate se pu essere messo sulla vostra tavola. La gallina vive
perloppi nella pi totale sporcizia: si nutre di tutto, dai vermi agli stessi escrementi. I nitrati, per
esempio, che derivano dalla deiezione degli animali di allevamento, sono nocivi perch nel corpo
umano possono trasformarsi in nitriti, sostanze potenzialmente cancerogene.
L'uovo il derivato di un animale psichicamente, emotivamente e spiritualmente non
compatibile con l'essere umano. Non affatto necessario mangiare le uova, anche perch ricche di
colesterolo, come non assolutissimamente necessario mangiare formaggi, pesce o carne: l'ottima
salute dei vegetariani lo conferma.

FORMAGGI E LATTE VACCINO


Anche i formaggi ed il latte vaccino non sono adatti all'alimentazione umana, per due motivi
fondamentali: quello etico e quello salutistico. Il latte la mucca lo produce per il suo vitellino, non
per gli esseri umani. Le mucche, per essere rese continuamente lattifere, vengono sottoposte a
continue gestazioni, quasi sempre a seguito di inseminazione artificiale. A causa dello stress di una
vita innaturale che causa l'abbattimento delle loro difese immunitarie, agli animali vengono
somministrati forti dosi di farmaci: zinco, anemizzanti, somatropine, betabloccanti, ormoni
antibiotici, sulfamidici ecc. che entrano nel metabolismo di chi mangia la carne, il formaggio e beve
il latte. Ogni fettina di carne una vera e propria farmacia ambulante.
AI vitellino che nasce non viene dato il latte della madre ma un pappone stomachevole
adatto a favorire la rapida crescita dell'animale, tenuto volutamente anemico per fargli avere la
carne pi bianca e pi tenera nel pi breve tempo possibile. Il latte che per natura spetterebbe al
vitellino quello che consumano gli esseri umani. L'uomo il solo animale in natura che continua a
prendere il latte dopo lo svezzamento, anche se dopo i primi tre anni di vita perde gli enzimi, la
rennina e la lattasi, preposti alla digestione del latte.
Il latte della mucca adatto al vitello che raddoppia il suo peso corporeo in due mesi, mentre
il bambino lo raddoppia in sei mesi. Essendo troppo ricco di proteine, 3,6% (adatto a costruire il
possente apparato scheletrico del vitello) rispetto al latte umano che contiene l'1,4% non adatto
all'alimentazione del bambino. I bambini nutriti con latte vaccino hanno maggiori possibilit, da
grandi, di sviluppare il diabete, a causa delle proteine complesse che si trovano nel latte vaccino.
Per contro il bambino allattato da una madre vegetariana molto pi protetto alle malattie rispetto
al latte di una donna carnivora, perch pi ricco di acido linoleico.
Il latte vaccino ricco di colesterolo, privo di fibre e di vitamine, inoltre povero di lecitina,
sostanza che nutre il cervello: va bene per il vitello che ha un cervello pi piccolo di quello
dell'uomo.
Il calcio contenuto nei latticini non ben utilizzabile dall'organismo umano a causa
dell'eccesso di proteine in esso contenute, del colesterolo e dei grassi saturi. L'apporto di calcio
necessario al nostro organismo viene dalla frutta fresca, frutta secca, verdure, cereali: ricchi non
solo di calcio ma di vitamine, minerali, antiossidanti ed altre sostanze protettive.
Il latte vaccino adatto all'apparato digerente del vitello composto da 4 stomachi; inoltre
contiene una percentuale di caseina 3 volte superiore a quella umana, per favorire lo sviluppo della
struttura ossea del vitello. La caseina, che coagula nel nostro stomaco aderendo alle pareti interne
dell'intestino impedendo l'assorbimento delle sostanze nutritive, viene utilizzata come base per una
delle pi potenti colle per il legno.
Il latte responsabile della formazione di muco nel nostro organismo; questo favorisce le
cardiopatie, le artriti, le allergie, le emicranie, l'obesit. Tre quarti di tutte le allergie e met dei
problemi digestivi dei bambini sono causati dal latte vaccino. L'alimento pi adatto al bambino,
dopo il suo svezzamento, il solo veramente compatibile con le sue esigenze organiche, la frutta
fresca e matura. Solo questa ha le medesime caratteristiche chimico-nutrizionali del latte materno,
la stessa percentuale di proteine. Forzando il bambino a mangiare la carne o a bere il latte vaccino si
violenta la sua natura e si crea nel bambino una dipendenza da questo dannoso alimento cadaverico.
Purtroppo raramente i genitori sanno trovare il coraggio del senso critico per sfuggire alla logica
delle onnipotenti multinazionali dell'alimentazione. Raramente sanno intuire il meccanismo
infernale dei baroni della medicina e delle industrie chimico-farmaceutiche, che non certo quello

di guarire la gente ma quello di perpetuare la malattia, perch solo questa d sostentamento ad un


esercito sconfinato di persone.
Per far cagliare il latte c' bisogno di un enzima, la chimosina, che si trova nello stomaco dei
vitelli da latte. Quindi per disporre del caglio necessario uccidere i vitelli.
Il troppo calcio contenuto nei prodotti animali, associato alle proteine, aumenta la calciuria e
ne riduce la fissazione del tessuto osseo. C' chi dice che se non si uccidessero gli animali questi si
moltiplicherebbero a dismisura. E' falso, dal momento che pi si alleva e pi si massacra.
La gente mangia i latticini per il calcio in essi contenuto, mentre il calcio presente nel loro
organismo viene utilizzato per neutralizzare gli effetti negativi dei latticini. Infatti, l'eccesso di
proteine animali ostacola l'assorbimento del calcio nelle ossa. C' da dire che di eccessi di proteine
si pu anche morire mentre non mai stata registrata in Occidente alcuna malattia dovuta a carenze
proteiche.
Le mucche non bevono il latte. Perch gli uomini lo fanno? Mangiare latticini come
succhiare il latte ad una mucca. Vi pare una cosa sensata?

PROTEINE E AMMINOACIDI
Le proteine non si formano mangiando proteine, altrimenti per essere pi muscolosi
occorrerebbe mangiare i muscoli degli animali (anzi meglio quelli umani) e per essere pi
intelligenti mangiare il cervello di altri esseri viventi. In realt gli amminoacidi che servono a
costruire le proteine specifiche per il nostro organismo non dipendono in alcun modo dal tipo di
alimentazione ingerita, anzi da questa non conservano alcuna caratteristica. Non solo ogni specie ha
le sue proteine specifiche ma anche ogni individuo. In ogni corpo umano vi sono circa 1600 diversi
tipi di proteine. In ogni parte componente la pianta (radici, fusto, foglie, frutti) si riscontrano
differenti tipi di proteine e, come se ce ne fosse bisogno, stata anche dimostrata scientificamente
I'isovalenza tra le proteine vegetali e quelle animali. Per il nostro organismo non fatto per
digerire le proteine complesse della carne ma quelle semplici dei vegetali.

ALIMENTAZIONE CRUDISTA
Tra i vegetariani molte persone scelgono di alimentarsi solo con cibi crudi: i cosddetti
crudisti. In realt il cibo cotto un'invenzione dell'uomo per rendere commestibili alimenti non
adatti all'alimentazione umana. La cottura uccide gli alimenti, distrugge pi della met del loro
valore nutritivo: oltre 54 vengono distrutti gli enzimi e oltre 60 la cottura produce elementi di
scomposizione che danno origine a sostanze mutagene e cancerogene. I cibi tostati o cotti alla
griglia, sviluppano per piroscissione sostanze che in laboratorio vengono usate per produrre tumori
artificiali -le parti carbonizzate contengono una elevata percentuale di idrocarburi policiclici,
sostanze altamente cancerogene- un chilogrammo di carne cotta alla griglia contiene la stessa
quantit di benzopirene quanto 600 sigarette. Inoltre qualunque cibo cotto ingerito genera
leucocitosi, cio un temporaneo ed anomalo aumento di globuli bianchi nel sangue.
Ogni cibo che per essere reso commestibile deve essere cotto non adatto alla nostra
alimentazione. I cibi compatibili con la nostra salute devono essere attraenti, profumati e maturati al
sole: agli antipodi di un orripilante, puzzolente e sanguinolento pezzo di carne.
Nel seguire la dieta vegetariana non si tratta di sapere cosa mangiare ma cosa NON
mangiare: basta escludere animali e derivati e mangiare tutto il resto compatibile con la nostra
natura di animali frugivori-fruttariani.
Il crudista, nel rispetto di ogni forma di vita, giustamente si astiene dal mangiare la pianta
perch anche questa, quando recisa, in grado di accusare sofferenza. E' lecito mangiare il frutto
della pianta non la pianta e per frutto si intende ogni prodotto della pianta, compresi i semi, i
cereali, le leguminose, tutti i tipi di frutti e in pi i peperoni, le melanzane, le zucchine, i pomodori,
le noci, le mandorle ecc. ecc. Giustamente diceva Pitagora: "Scegli ci che migliore, l'abitudine te
lo render gradevole".
Dal momento che anche le piante soffrono, c' chi dice che il vegetariano per nutrirsi uccide
molte piante. Invece proprio vero il contrario. E' stato calcolato che occorrono 1000 tonnellate di
erba per nutrire 27 milioni di cavallette, che a loro volta servono a nutrire 90 mila rane e queste a
nutrire 300 salmoni. E' chiaro che mangiare 300 salmoni equivale distruggere 90 mila rane, 27
milioni di cavallette e mille tonnellate di erba, quindi un numero incalcolabile di piante.

IL MIELE, SCORTA DELLE API


Il miele non un prodotto adatto agli esseri umani pi del latte vaccino e delle uova. Quante
altre specie consumano cibo vomitato e predigerito, prodotto da e per i bisogni di altre specie? Tra
l'altro non mai stata dimostrata alcuna sua particolare propriet medicinale. Inoltre c' da dire che
un ape per mettere insieme un chilogrammo di miele deve compiere circa centomila voli. Vi pare
giusto rubare le scorte di un animale cos minuscolo messe assieme con tanta fatica?

ALIMENTI INCOMPATIBILI
Utile e quantomai necessario sarebbe, per una corretta alimentazione, non mischiare cibi tra
loro incompatibili per tempo di digestione: questo causa fermentazione nell'intestino e quindi
acidosi. E' opportuno mangiare tutti i cibi vegetariani necessari al nostro organismo, ma pochi alla
volta, meglio ancora sarebbe uno alla volta.
Sono i frutti freschi ed i vegetali quelli che potenziano le nostre difese immunitarie e ci
proteggono dalla malattie. Gli alimenti notoriamente imputati come responsabili di favorire
l'insorgere di tumori sono tutti gli alimenti a base di carne, specialmente gli insaccati; per contro gli
alimenti notoriamente conosciuti che proteggono dal cancro sono tutti vegetali.

GENESI DELLA MALATTIA


La malattia lo stato di disordine di un organismo dovuto a tosssiemia. Qualunque
organismo nel vivere produce scarti metabolici, cio tossine. Quando a causa di un cattivo modo di
vivere, dovuta sia alla cattiva alimentazione, che all'aria e all'acqua inquinata, oltre allo stress
psicofisico e alla depressione, l'organismo non pi in grado di smaltire le tossine in eccesso
attraverso le vie naturali e le concentra nell'organo pi debole del corpo che si ammala.
L'organismo attraverso la malattia cerca di riconquistare l'armonia perduta, cio la salute che
sempre la simbiosi tra le forze della mente, del corpo e dello spirito.
Bisognerebbe vivere in modo da non ammalarsi mai. Ma se dovesse succedere la cosa
migliore quella di curarsi con metodi naturali o meglio ancora attraverso il digiuno. Rispettando
un periodo pi o meno lungo di astinenza dal cibo, bevendo solo acqua pura, si riescono a debellare
anche malattie considerate incurabili, per un meccanismo molto semplice. Quando l'organismo
sottoposto allo stress della mancanza di alimenti per sopravvivere assorbe ogni elemento estraneo e
superfluo presente nel suo interno: grassi, pus, cellule morte, cisti, tumori ecc. attuando una vera e
propria depurazione organica. La pelle liscia e gli occhi luminosi di chi digiuna indicano
chiaramente i benefici di tale terapia che tra l'altro tra le pratiche di guarigione pi antiche messe
in atto da ogni grande maestro spirituale di ogni tempo e paese.
Ma oltre il digiuno terapeutico auspicabile sarebbe per tutti, come metodo preventivo,
digiunare almeno un giorno al mese.
Il diguno costringe l'organismo a nutrirsi dei propri scarti, ad espellere le scorie metaboliche
ossidanti, a svuotare il canale intestinale liberandolo dalle tossine e dai batteri putrefatti, a
ripristinare le funzioni degli organi, a favorire la disintegrazione e l'assorbimento dei grassi e delle
proteine nocive, dei tessuti malati, degli ascessi e dei tumori; favorisce la rigenerazione cellulare, il
ringiovanimento della pelle e dei tessuti, ristabilisce l'equilibrio della propria sfera emozionale,
psicologica e spirituale, accentua gli aspetti positivi della coscienza, fortifica l'attenzione, la
concentrazione, la memoria, la logica, l'intuito, la sensibilit, I'introspezione, sviluppa la tolleranza,
la mitezza, la comprensione verso il prossimo. La messa a riposo dell'organismo consente la
purificazione del fegato, dei reni, dello stomaco, dell'intestino, del pancreas. Praticamente la
digiunoterapia non solo una pratica per guarire anche da malattie considerate incurabili ma la
rigenerazione di se stessi a livello integrale.

ESPERIMENTI VEGETARIANI DI MASSA


Durante il 1 Conflitto Mondiale, poich il blocco Alleato impediva alla Danimarca di
approvigionarsi, la popolazione danese fu costretta a vivere un periodo di forzato regime
vegetariano. Un anno dopo il tasso di mortalit era sceso a livelli mai raggiunti prima, del 34%.
Nel 2 Conflitto Mondiale la stessa sorte tocc alla Norvegia occupata dalle truppe di Hitler.
Il governo fu obbligato a ridurre fino ad eliminare le disponibilit di carne per i cittadini. La
medesima esperienza tocc alla Gran Bretagna e alla Svizzera. Anche in questi paesi fu registrato
un notevole aumento della saIute e della vita delle persone grazie all'esperimento vegetariano.
Quindi chi nonostante tutto non volesse rinunciare al piacere della carne allora deve essere anche
disposto a rinunciare ad almeno 15 anni della sua vita e a pagarne le conseguenze convivendo
almeno per 20 anni con molte malattie. Il cervo che vive e si nutre secondo natura saltella fino
all'ultimo giorno della sua vita. Quando sente l'apprestarsi della morte, senza l'agonia e senza il
calvario che subiscono generalmente gli esseri umani, si apparta e, tranquillamente cessa di vivere.
L'alimento carneo viene interpretato dal nostro organismo come un elemento estraneo,
aggressore. Questo fa concentrare le nostre difese immunitarie nell'apparato digerente lasciando
sguarnite le altre parti dell'organismo che divengono facile prede di ogni attacco virale o batterico.
Nelle vecchie scritture Ind vi un passo in cui detto che in epoca lontana certe caste
inferiori cominciarono a nutrirsi di carne. Prima di allora esistevano 2 malattie, dopo ne
scoppiarono 78.
I vegetali non solo contengono meno prodotti chimici della carne ma per il loro alto
contenuto di fibra ed acqua qualunque sostanza chimica rimane poco tempo nel nostro organismo.
Nelle carni invece i pesticidi vanno a concentrarsi in misura 10 volte superiore che non nei vegetali.
Se le proteine vegetali mancano di alcuni amminoacidi cosddetti essenziali basta
semplicemente combinarle con le proteine dei legumi. Non affatto un vantaggio mangiare un solo
cibo gi completo di tutti gli amminoacidi. E' pi utile invece integrare con gli alimenti i diversi
valori nutritivi. Pu tornare utile rammentare che non vi sono amminoacidi essenziali che gli
animali non ricavino dai vegetali.

L'UOMO NON E' UN ANIMALE ONNIVORO


Se la carne fosse stata un alimento necessario alla sussistenza della specie umana questa si
sarebbe estinta fin dai primordi, essendo l'essere umano sprovvisto di qualunque attributo naturale
adatto ad inseguire, azzannare, e dilaniare una preda. Non vero che l'uomo sia un animale
onnivoro, lo confermano studi di anatomia comparata: si considera tale per abitudine acquisita.
Quali sono gli animali ritenuti onnivori? le formiche, gli uccelli, gli orsi, i maiali? Ebbene, l'uomo
forse fatto come questi animali?
L'85% delle terre coltivabili in Inghilterra vengono utilizzate per produrre cibo per gli
animali d'allevamento. Negli ultimi 50 anni nel mondo si sono verificate circa 40 carestie. In 35 di
queste il cibo stato sottratto a chi moriva di fame per essere dato agli animali d'allevamento dei
paesi occidentali. I cereali necessari a produrre un hamburgher sarebbero sufficienti a nutrire 40
bambini per un giorno -se ne deduce che ogni persona che mangia la carne costringe altre nove, in
qualche parte del mondo, a digiunare -.
lo non credo che Cristo abbia mangiato il pesce, ne tantomeno la carne, ma se lo avesse fatto
sarei giustificato a dubitare che fosse il figlio di Dio. Credo che Dio sia venuto a salvare, a dare la
vita, non a uccidere. Due sono quindi le ipotesi: o Cristo era vegetariano e quindi i Testi sacri sono
stati manomessi, oppure ha ritenuto di non chiedere ci che ancora oggi la maggioranza della gente
non disposta ad accettare.
Il nostro apparato dentale tipico degli animali fruttariani: adatto a mordere e triturare la
frutta. I nostri denti canini sono della stessa lunghezza e conformazione di quelli incisivi con i quali
impossibile per l'uomo azzannare e strappare brandelli di carne cruda. La presenza e lo sviluppo
dei denti canini non dimostra la natura carnivora di un animale. L'ippopotamo, il cavallo, le
scimmie ecc. hanno denti canini ben sviluppati, ma non sono affatto animali carnivori.

PERCHE' ESISTONO GLI ANIMALI CARNIVORI?


Non vi nulla di pi crudele e di pi terribile che assistere allo spettacolo di un animale che
uccide e divora un'altro animale. Se questo fosse stato voluto da dio non sarebbe certo il Dio della
Vita e della misericordia ma un mostro sanguinario.
Ma perch esistono gli animali carnivori? Per rispondere a questa domanda parto dal
presupposto che Dio sia un padre giusto ed equanime, che non impone neppure l'esistenza alle sue
creature, ne il loro appartenere a questa o quella specie, altrimenti la vita non sarebbe un dono ma
una condanna, una imposizione e Dio non sarebbe buono ma ingiusto.
Credo che la vita sia un mezzo, il solo, attraverso cui la creatura ha la possibilit di attuare la
sua evoluzione integrale e raggiungere i pi alti livelli di autoconsapevolezza e spiritualit. Non
Dio ad imporre la legge del pi forte in natura ne la stessa conformazione fisica agli animali: il
coccodrillo obiettando la sua poca bellezza dimostrerebbe l'ingiustizia di Dio nei suoi riguardi. Il
corpo fisico non che l'espressione tangibile del contenuto essenziale che anima ogni creatura e
questo dipende esclusivamente dalla dimensione spirituale del soggetto il quale pu esprimersi
soltanto attraverso quella particolare entit fisica.
Non la forma fisica a dare alle creature il loro carattere naturale, al contrario il loro
contenuto energetico che si concretizza in quella particolare forma fisica, la pi conforme ad attuare
il suo piano evolutivo. Ci che anima una tigre non potrebbe esprimersi attraverso il corpo di un
vitello. Quindi non Dio ad aver creato gli animali carnivori. La forma fisica di ogni entit
materiale come di ogni essere vivente riflette perfettamente il suo contenuto spirituale il quale esiste
da sempre ed ora, nel contesto naturale, cerca di riconquistare, attraverso l'evoluzione, la sua
primigenia dimensione spirituale.
Ma perch gli esseri devono necessariamente alimentarsi per esistere? Non poteva Dio
creare una dimensione naturale in cui le creature potessero vivere senza il dramma di doversi
procacciare il cibo e quindi dover uccidere o essere uccisi? Nella mia logica vi sono due possibili
ipotesi: attraverso la necessit di doversi alimentare, per non soffrire la fame, per sfuggire alla
morte e per non rendere vana la stessa creazione, la creatura affina sempre di pi le sue facolt
intuitive, la sua astuzia, la sua autodeterminazione. La preda cercando di salvarsi dal suo predatore
acquisisce esperienza e intelligenza: questo il vero scopo della sua esistenza, ci che gli consente
di evolversi.
Il processo evolutivo di ogni essere vivente si attua nel passaggio a successivi stadi
evolutivi, da re incarnazione in reincarnazione. Ogni essere vivente nutrendosi con una qualunque
sostanza entra in simbiosi con questa: assorbe il suo livello evolutivo e consente alla creatura
ingerita di entrare a far parte della sua dimensione. Questa infatti, in una prossima vita avr la
possibilit di reincarnarsi in uno stadio pi evoluto. Il "meccanismo" che consente alle creature di
elevarsi non pu che essere Dio stesso. Ma la vita di un qualunque animale, diciamo di una gallina,
ha, per i biocentristi lo stesso valore della vita di un uomo? Credo che il valore intrinseco di ogni
vita vada considerato in relazione al grado di percezione della sofferenza da parte di una creatura ed
in base al dolore ed allo squilibrio che quella morte pu generare nel suo gruppo familiare e nel suo
contesto sociale.

FOLLIE INVOLUTIVE
E' bastato chiamarli negri, ebrei, infedeli, eretici, animali, per poterli sterminare senza colpe
con tutti i crismi e la benedizione della Chiesa. Giustamente diceva Rousseau: "Quando si vuole
negare i diritti a qualcuno basta ignorare quei bisogni".
L'espressione usata per indicare la condizione degli schiavi nel linguaggio giuridico greco
era andropodn, che vuoI dire "animale umano", strumento parlante.
Quando nel 1832 fu oganizzata a Boston la prima societ antischiavista gli organizzatori
furono accusati di pensare ai negri mentre i bianchi pativano la fame. Lo schiavismo non doveva
essere abolito perch dava lavoro ai bianchi con le navi negriere, le catene, le fruste.
Alla met del secolo scorso la Corte Suprema Statunitense rifiut di concedere lo status di
persona agli schiavi negri.
Durante la notte di S. Bartolomeo, per ordine del papa Gregorio XIII furono assassinati
60.000 eretici (donne, vecchi e bambini). Il pontefice fece suonare a festa le campane in piena notte
e coniare una medaglia per ricordare il fausto evento.
Il papa Niccol V nella sua bolla "Divino amore communiti" del 1452 legittimava la
schiavit autorizzando il re portoghese a conquistare i paesi infedeli, a cacciare i loro abitanti, a
sottometterli, a soggiogarli ad una schiavit eterna.
"Quando un ideale umano diviene superiore all'ideale religioso quella religione
perduta". (Pierre De Chardin)
"Ritengo che una morale religiosa debba essere pi esigente di una morale civile. Quando
si verifica il contrario c' qualcosa che non v". (V. Hug)

IL PENSIERO DEI GRANDI VEGETARIANI


"Verr il tempo in cui l'uccisione di un animale sar considerata alla stessa stregua
dell'uccisione di un uomo". (Leonardo da Vinci)
"Sono diventato vegetariano per ragioni etiche, oltre che salutistiche, Credo che il
vegetarismo possa incidere in modo favorevole sul destino dell'umanit". (Einstein)
"Finch gli uomini continueranno ad uccidere gli animali essi non cesseranno nemmeno di
uccidersi tra loro. Il mondo animale si vendica dell'umanit forzandola nelle guerre a divenire
carnefice di se stessa". (Max De Saxe)
"II vegetarismo non soltanto una lotta contro la barbarie ma il primo gradino di un
progresso spirituale". (L. Tolstoi)
"In nome di tutto ci che sacro nelle vostre speranze per il genere umano, esorto quelli
che amano la felicit e la verit a fare ragionevole esperimento del sistema vegetariano". (Shelley)
"Finch gli uomini si ciberanno come le tigri essi manterranno la natura della tigre". (A.
Kingsford)
"Vuoi essere simile alla natura degli dei? sii misericordioso con gli animali: la dolce
misericordia il vero segno della nobilt". (W. Shakespeare)
"La piet per ogni essere vivente la prima valida garanzia per il buon comportamento
dell'uomo". (Shophenauer)
"La vita di ogni essere vivente sacra e bisogna avere il massimo rispetto". (Shweitzer)
"Possa venire il tempo in cui agli animali saranno restituiti quei diritti che non avrebbero
potuto essere strappati loro se non dai tiranni". (O. Bentham)
"Ogni animale sgozzato irradia sentimenti di orrore e di odio saturando la nostra
atmosfera: dannose vibrazioni si ripercuotono specialmente sui bambini. Sensazioni di terrore
fluttuano nell'aria e moltissimi bambini ne sono presi dalla paura senza causa apparente. Non
comprendono che l'agitazione proviene dall'atmosfera in cui vivono satura di sentimenti ostili
provenienti dalle creature immolate". (C. W. Leadbeater)
"Ci sarebbero meno bambini martiri se ci fossero meno animali torturati; meno vagoni
blindati che trasportano alla morte le vittime di qualsiasi dittatura, se non avessimo fatto
l'abitudine ai furgoni dove gli animali agonizzano senza cibo e senza acqua diretti al macello". (M.
Yourcenar)
"Proteggere gli animali contro la crudelt degli uomini, dar loro da mangiare se hanno
fame, da bere se hanno sete, correre in loro aiuto se astenuati dalle fatiche, questa la pi bella
virt del forte verso il debole". (Garibaldi)
"Fintantoche l'uomo continuer a distruggere senza sosta tutte le forme di vita, che egli
considera inferiori, non sapr mai cos' la salute e non trover mai la vera pace". (Pitagora)

"Uccidere gli animali per nutrirsi del loro sangue e delle loro carni una delle pi
deplorevoli e vergognose infermit della condizione umana. Questo nutrimento contiene in s i
princpi irritanti e putridi che agitano il sangue e abbreviano la vita dell'uomo". (Lamartine)
"La carne non un alimento adatto all'essere umano. Il nostro errore di comportarci
come gli animali inferiori, pensando di essere superiori". (Gandhi)
"L'uomo mangia a saziet cibi macchiati dalle stragi di animali rendendosi molto pi feroce
delle fiere selvagge. Il sangue e le carni sono cibi per il lupo ed il serpente, non per gli esseri
umani". (Plutarco)
"Chi si astiene dal mangiare la carne martoriata degli animali uccisi avr lo spirito santo e
la verit". (Zoroastro)
"Dopo che Cristo venuto non pi consentito mangiare carni". (S. Girolamo)
"Ges ci ha portato il cibo divino. Il cibo carneo nutrimento per demoni". (Porfirio )
"Quando un ideale umano diviene superiore all'ideale religioso, quella religione perduta".
(Pierre De Chardin)
"Verr il tempo in cui gli uomini aborriranno il consumo di carne come noi ora aborriamo i
cannibali". (Lamartine)
"Quando I'uomo si interessa del tutto pi attento ai problemi di una parte di esso",
(Porfirio)
***
Finch vi saranno i mattatoi e gli stabulari vi saranno i crimini e le malattie umane.
Finch non cambier il cuore dell'uomo non verr il regno di Dio.
Nessun progetto di Pace, nessuna speranza di giustizia, nessun vero progresso civile e
morale possibile se prima non cambia il cuore della gente.
Finch ogni Stato non s'impegner a curare la formazione della coscienza morale dei
cittadini non vi potr essere un mondo migliore.
La vera religione solo quella che professa un Dio padre equanime di tutte le creature, che
custodisce la creazione e mira a rendere compassionevole la coscienza degli uomini.
Se il padre di una moltitudine di figli ama e predilige solo il primogenito al punto da
autorizzare questo a sottomettere, sfruttare, violentare, massacrare e divorare i suoi fratelli pi
piccoli, sperare poi che questo abbia una coscienza umana giusta e sensibile, in grado di
esprimersi nel rispetto del prossimo di cercare, la solidariet e la pace pura illusione.

IL PRETESTO DEL RISPETTO DELLE OPINIONI ALTRUI


Quando le argomentazioni dei vegetariani mettono in difficolt dialettica le persone che non
vogliono in alcun modo rinunciare al piacere della carne, alcuni usano incolpare i vegetariani di non
rispettare le scelte altrui. A mio avviso meritano rispetto solo le opinioni che non si esprimono in
modo lesivo nei confronti di qualunque creatura in grado di soffrire. Altrimenti sarebbe giusto
rispettare l'idea di chi legittimizza la schiavit, il razzismo ecc. oppure le opinioni del criminale che
vede nel prossimo un mezzo da sfruttare ad ogni costo.
Cristo non ha mai giustificato le idee e le posizioni di chi si approfittava dei deboli, ne ha
mai invitato alcuno a rispettare le idee altrui, anzi ha spesso rimproverato e minacciato di castigo
divino coloro che perseveravano nel male. Quindi certe scelte dell'uomo, nella sua dimensione di
imperfezione, non sono affatto n giustificabili n rispettabili quando non coincidono con il
comando: "Non fare ad altri ci che non vorresti ti fosse fatto".
Rispettare le idee di coloro che ritengono giusto mangiare la carne significa giustificare un
falso diritto, distorto dalla mentalit antropocentrica.
Infatti se in gioco fosse invece la vita di una persona a noi cara per essere data in pasto ai
leoni, sicuramente non saremmo cos concilianti nel sostenere il diritto e il valore delle altrui
opinioni.
Noi non possiamo impedire alla gente di uccidere gli animali e mangiare le loro carni, di
sperimentare su di essi, di andare a caccia, a pesca, o di sfruttare gli animali in ogni modo (perch lo
Stato lo consente) ma non possiamo esimerci dal condannare ci che ingiusto e crudele, ci che
causa sofferenza e morte e che si oppone alla vita.
Se dal dibattito ne esce vincitore il mangiatore di carne un animale sar ucciso e dilaniato,
ma se il vegetariano ad uscire vincitore quell'animale continuer a vivere in pace, in libert
secondo la sua natura. La differenza fondamentale sta dunque in una battaglia antitetica tra la
sofferenza e la morte rivendicata dai carnivori e la gioia e la vita perorata dai biocentristi.

GLI ESTREMISMI DEGLI ANIMALISTI


E' facile condannare gli estremismi degli animalisti quando le vittime sono gli altri; come
lamentarsi di essere infastiditi dalle urla di dolore di chi stiamo torturando. William Garrison,
portavoce del movimento di liberazione della schiavit in America intorno al 1830, a proposito di
critiche mosse al suo rigore cos disse: "Sar duro come la verit e incorruttibile come la giustizia.
A questo riguardo non desidero pensare, parlare o scrivere con moderazione. Non dite ad un uomo
la cui casa in fiamme di dare l'allarme con moderazione o di essere moderato nel salvare la
moglie dalle mani del suo stupratore o alla madre di liberare con calma il suo bambino dal fuoco
in cui caduto. Io non sar moderato in alcun modo in questa causa. Sono nel giusto. Non sar
evasivo, non scuser, non ritratter di un millimetro. E sar ascoltato".

SENTENZA FINALE
A conclusione dei fatti e delle denunce riportate in questo mio libro, in cui viene messa sotto
accusa la coscienza umana ed i centri di potere che per mezzo della cultura antropocentrica
gestiscono, a loro vantaggio, la malattia fisica, mentale e spirituale della gente, io, in nome della
Vita, della Civilt e dell'Evoluzione dello spirito umano, emetto la mia sentenza e la mia condanna:
-a ccuso di genocidio tutti coloro che hanno causato sofferenze e morte agli animali, per loro
vantaggio, per loro piacere o per mero sadismo e li condanno a compensare le vittime dei loro
crimini attraverso una vita dedita alle opere di bene verso ogni creatura;
-accuso tutti coloro che, propagandato l'alimentazione carnea hanno ammalato ed ucciso il
genere umano, li condanno ad accudire ogni ammalato, a divulgare la compassione universale ed a
cibarsi di carne cruda come i felini;
-condanno tutti coloro che hanno devastato l'ambiente naturale, che hanno inquinato l'aria, la
terra a vivere nella desolazione del deserto per mille anni o fino a quando non avranno ricostruito
l'ambiente e disinquinata ogni parte del globo;
-accuso i fautori dell'antropocentrismo di perpetrata involuzione e di opera di preclusione
alla civilt dell'amore e della condivisione; di essere responsabili della disumanizzazione della
coscienza umana e quindi della maggioranza dei delitti commessi dall'uomo e per questo li
condanno alla proscrizione eterna dal consorsio degli uomini;
-accuso altres la Chiesa Cattolica di specismo e la condanno a proclamare l'universale
fratellanza biologica e l'identit dell'anima tra l'uomo e gli animali; la condanno altres a considerare
come "prossimo" anche gli animali e ad estendere il comando "non ammazzare" dall'uomo ad ogni
essere senziente;
-in particolare, condanno i preti, per aver disprezzato tutto ci che diverso dall'uomo a
vivere in un mondo fatto solo di essen umani;
-per non aver educato la gente all'onest, alla giustizia e alla pace; condanno i politici, i
ricchi ed i potenti, alla povert, al l'umilt e all'anonimato;
-per aver tradito il giuramento di Ippocrate, condanno i medici a vivere in una popolazione
senza malati da curare;
-condanno i vivisettori, se non pentiti dei loro crimini, agli stessi esperimenti praticati sugli
esseri umani o sugli animali;
-condanno i macellai alla perenne lordura del sangue ed i pescatori al fetore del pesce morto;
-condanno i cacciatori e gli armaioli a vivere nel terrore di essere a loro volta cacciati;
-condanno i pellicciai e coloro che hanno indossato pelli di animali ad un corpo
perennemente coperto da una lunga peluria;
-condanno i mangiatori di carne e tutti coloro che hanno sfruttato, imprigionato o seviziato
gli animali ad essere giudicati, nel giorno del Giudizio, dalle stesse creature alle quali hanno causato
sofferenza e morte;

-ed infine, dal momento che anche la persona pi "santa" se mangiatrice di carne ha le mani
sporche di sangue, ASSOLVO solo le persone giuste e compassionevoli, purch vegetariane per
amore.
DOPODICHE'. I campi d'allevamento, le arene per le corride, le piste dei palii, le aree degli
zoo, siano divelti; i mattatoi, gli stabulari, le concerie, le armerie siano rase al suolo dalla nuova
civilt e su questi luoghi sia cosparso sale e perenne ricordo dell'infamia umana nella sua lunga
notte di follia.

POESIE

ALLA RICERCA DI UN DIO MIGLIORE


Cerco un Dio migliore di quello
che mi hanno fatto conoscere i preti
un Dio pi buono, pi giusto e pi paterno
di tutti gli Dei conosciuti.
Cerco un Dio capace di immolarsi
non solo per l'uomo (vittima del suo stesso male)
ma per gli animali
perenne olocausto dell'egoismo umano.
Cerco un Dio che sia il Dio di tutti i viventi
non solo della privilegiata minoranza umana
un Dio che sancisce l'obbligo imperituro per l'uomo
di essere protettore e guid'delle creature pi deboli.
Cerco un Dio che consideri grave l'offesa ad un re
quanto quella commessa alla pi piccola
delle sue creature
un Dio capace di soffrire per la mutilazione di una pianta
e addolorarsi per la recisione di un fiore.
Cerco un Dio che ascolta
pi la muta imprecazione di un animale braccato
che le lodi di un uomo satollo

un Dio in grado di dare un Paradiso


agli scorpioni, alle meduse, ai pipistrelli
e ad ogni creatura che ha sofferto
una sola volta nella vita.
Cerco un Dio che sia disposto ad amarmi
con la stessa intensit con cui ama una formica
perch solo il Dio che ama d'identico amore
tutte le cose da Lui create
il Dio della vita
e merita di essere amato come l'Unico Dio.

INCOERENZA ABISSALE
Uomo, tu che con orgoglio vanti il privilegio
di essere la creatura prediletta del Creatore,
tu che hai terrore della sofferenza
e che ricorri al medico
per ogni piccola ferita
ma autorizzi la tortura di tanti animali
con la vivisezione.
Tu che daresti tutte le tue ricchezze
pur di allungare di un solo giorno la tua vita
ma deleghi il massacro giornaliero
di tanti animali innocenti
per mangiare le loro carni martoriate.
Tu che hai tanta premura per l'integrit
dei tuoi bambini

e lasci che decine di cuccioli di foca


siano spellati ancora vivi
per fartene un drappo ornamentale.
Tu cheti ribelli alla pi piccola ingiustizia
ma permetti I'igiustizia pi grande
su gli animali marini
giustificando la pesca e le tonnare.
Tu che parli d'amore
e t'impietosisci alla vista di un coniglietto
ma legittimi la caccia che lascia i piccoli
a morire nei nidi e nelle tane.
Tu che parli di altruismo e di rispetto
che combatti per la tua indipendenza
ma consenti che tante creature
siano private per sempre della loro libert
per la tua curiosit e il tuo egoismo.
Tu che dici di avere orrore della violenza
ma consenti o paghi per assistere
alle orge di sangue nelle arene.
Tu che dici di amare la verit e la franchezza
abbi il coraggio di guardare gli effetti
della tua devastante incoerenza
i fiumi di sangue ed il terrore
cui hai condannato i tuoi fratelli animali,
abbi la dignit di riconoscerti
peggiore delle altre creature

senza pi nasconderti ipocritamente


dietro le tue false abitudini.
Guarda in faccia la tua coscienza e chiediti;
"Sono veramente fatto ad immagine di Dio?".

PREGHIERA DELL 'ECOLOGISTA


Signore, se Tu senti la sofferenza
di un agnello, un vitello o un cavallo
quando viene sgozzato e ridotto in brandelli
per essere divorato dagli umani;
se Tu senti la sofferenza
di una scimmia, di un cane o di un gatto
quando viene torturato e ucciso
sui banchi dei vivisettori
per egoistici e lucrosi interessi;
se Tu senti la sofferenza
di un fagiano, di un passero o di uno storno
quando viene abbattuto o mutilato a fucilate
per il sollazzo di gente crudele;
se Tu senti la sofferenza
dei cuccioli di foca
quando vengono massacrati a bastonate
sotto gli occhi terrorizzati delle madri
e spellati ancora vivi
per la vanit di gente impietosa;
se Tu senti la sofferenza

di tutti gli animali che per gioco


vengono dall'uomo seviziati
privati della loro libert
o costretti ad innaturali esercizi
per divertire un pubblico
assetato di sangue e di violenza;
se Tu senti la sofferenza
della natura devastata dall'uomo
a causa della durezza del suo cuore
allora Tu sei un Padre giusto e pietoso
e certo condanni quest'infamia
della quale un giorno ad ognuno chiederai conto;
ma se Tu non senti il dolore delle tue creature
se giustifichi la violenza dell'uomo verso il creato
se ti cara solo la vita e la gioia degli esseri umani
allora Tu non si il Dio dell'Amore e della Giustizia
ma il Dio della sofferenza e della morte
e tutte le cose sono abbandonate a se stesse
e la Creazione ormai senza speranza.

FINCHE'...
Tutte le cose sono un essere solo
e nulla pu essere violentato o ucciso
senza alterare l'armonia dell'insieme.
Ogni violenza coinvolge e modifica l'universo.
Finch non sar condivisa la sofferenza

ognuno porter da solo la sua croce.


Finch un animale sar abbandonato
nessuno sfuggir alla solitudine.
Finch un animale sar recluso
nessun uomo sar libero.
Finch si indosseranno le pellicce
l'uomo sar inerme di fronte al male.
Finch vi sar la vivisezione
esister l'inferno.
Finch vi saranno i mattatoi
vi saranno le guerre.
Finch si manger la carne
nessuno sar innocente davanti alla vita.
Finch gli animali non saranno considerati
nostri fratelli non si potr realizzare il regno di Dio.

IO PARLERO' D'AMORE
lo parler d'amore alle pietre rupestri,
alla terra tumefatta dei campi
alle acque che sciabordano i lidi.
Parler d'amore
al fuoco crepitante delle stelle,
alle minute gocce di rugiada;
alla notte che sprofonda
negli abissi del nulla
e al giorno che sboccia

dal palpito solare.


lo parler d'amore all'uomo,
agli animali selvatici,
agli alberi dei viali,
all'erba multiforme dei sentieri.
Parler d'amore alle tempeste, alle eclissi lunari,
all'ebbrezza del vento a primavera.
lo grider ad ogni cosa
il mio sogno d'amore
finch ci sar un luogo sconosciuto
e se nessuno vorr ascoltarmi canter da solo a Dio
il mio poema alla Vita.

LA NOTTE DELLA FOLLIA


Non remoto il tempo degli olocausti
quando in ogni egoismo
dorme una nuova Mathausen.
Mi sono madri, sorelle e figli
quelli che piangono senza colpa
tra le bombe irlandesi o tra le Tundre,
tra le favelas del Brasile o in Palestina.
Assisto impotente e attonito all'oltraggio perpetrato
ogni giorno contro la Vita
ed un brivido agghiacciante mi pervade.
Che cos' questa lunga notte
che ci ottune?

che plana funesta e minacciosa


in attesa dell'esito finale?
Pi di ogni cosa sogno la sua distanza
creare tra noi baratri abissali.
Contro le ombre accender mille lanterne
e scaglier il mio stormo di meteore.
L'atroce sorriso dei fantasmi
apre ferite nella carne
profonde come crepe telluriche
e ci che era informe, sopito,
ora riaffiora
alla conquista di terre desolate di metallo
dove confluiscono integralismi
in vorticosaagonia
tra sciami di coltelli fiammeggianti.
Sospiri, imprecazioni o gemiti
salgono dagli orogenetici Balcani?
e la battaglia pi dura
sempre quella ancora da combattere.
Per anni ho vagato senza sosta
cercando l'antidoto alla follia umana.
Ho sentito il lezzo ed il fragore
di ogni inferno delirante del potere.
Ho dormito tra il muschio ed i cartoni
dei clandestini venuti d'oltremare.
Ho navigato tra le dune

tra i ruderi sommersi e i telescopi


e ho visto mari senza sponde
e ho conosciuto terre senza cieli.
Ho visto turbini di fuoco furibondo
e tempeste siderali piegare come canne
le superbe vette del Tibet.
Ho visto campi sterminati di membra informi
al tuono crepitante dei vulcani nucleari.
Ho sentito l'esile pianto delle vergini
sacrificate all'alba della vita al dio straniero.
Ho conosciuto i fiori aduno ad uno
ed ho atteso il sole
nel petto delle scolopendre rupestri.
Ho visto le foreste arse, spettrali
dove bruciano coi nidi dei fringuelli
i canti mai vissuti dei pulcini
ed i voli ancora da spiccare.
Ho visto morire l'altezzosa giraffa,
l'agile mangusta, la granitica conchiglia
e infrangersi, matidi di sangue
gli ampi drappeggi dei falchi dell'Antartide.
Lo spavaldo galoppo dei puledri e delle zebre
si infranto come cristallo
colpito da una fionda
e i possenti giganti degli oceani ridotti
a minuscole efflorescenze puntiformi.

Ma ho anche visto,
nel vuoto incontenibile dell'anima
spiragli di pi nuovi universi palpitanti.
Ho visto l'alba stemperarsi
a passi lenti
come cerbiatta sfiancata da una corsa
davanti al predatore
e l'impeto vendicativo della natura vilipesa
placarsi esausto in un lieve silenzio
avvolto d'autunno.
Ed ora, nel dubbio fluttuante
della sua anima assopita
dorme indifferente e crudele
il mondo sul mio cuore.

PARLAMI D'AMORE O NOTTE


Mentre dormivi il tuo sonno tranquillo
nelle notti immense dell'esilio invernale
ho sentito il tuo pianto inabissarsi
sotto i colpi impietosi dei bastoni.
Ho visto le distese di sangue
sulle nevi abbaglianti in Groenlandia
e la morte gridare il suo trionfo sulla vita.
o notte, nella notte in cui l'anima
sprofonda nell'oblo
concedimi il potere

che placa le tempeste della follia


che strappa l'orgoglio
della fratellanza negata.
Dimmi che la vita non solo dolore.
Dimmi che l'amore avr il sopravvento
sugli uragani del disprezzo
e per te innalzer un tempio nel mio cuore.
Stanotte, solo per stanotte
dammi l'illusione dell'egoismo disperso
dal lavacro di un'onda redentrice.
Non parlarmi delle fosse comuni nel Kosovo
o dei corpi mutilati dalla lebbra.
Parlami di te o notte
della tua volta silente di cristallo
dei tuoi occhi incandescenti
che cercano invano di celarti.
Parlami dei cuccioli che giocano a rincorrersi
sotto lo sguardo attento delle madri.
Parlami della terra
mentre sposa il seme della vita
e della luna incastonata contro il cielo
nelle notti sfavillanti dell'estate.
Parlami degli oceani, vasti, profondi
e delle sue onde striate da candidi ricami.
Parlami della memoria dell'acqua
mentre finemente si adagia

su sterminati campi di ginepri.


Raccontami dell'alba
mentre l'ombra notturna si addolcisce
alle prime carezze del mattino
e del sole che indugia al tramonto
nei suoi vortici ardenti prima di eclissarsi.
Parlami delle folle di farfalle
che danzano sui fiori rutilanti
e dei colori dei prati che sfumano
nella dolce penombra della sera.
Dimmi del volo radente e rapido dei passeri
sull'erba che s'agita tranquilla
in larghe onde sinuose.
Parlami di questo o notte
del sogno pi antico della vita.
Stanotte, solo per stanotte, o notte
menti a te stessa e parlami d'amore.

IL TEMPO TRADITO
A quanta parte della mia vita ho rinunciato
pensando ad un passato che non torna
e nell'attesa di un futuro che non arriva.
Ho tradito il presente nell'attesa del domani.
Ho dilapidato l'oggi nella nostalgia di ieri.
Ho peccato mille volte contro la vita
dissipando la ricchezza del presente.

Non ho vissuto nel momento in cui vivevo.


Non ho percepito interamente l'attimo
il suono, l'intimo vibrare delle cose.
Percepivo la grandezza dell'oceano
non il valore delle sue singole gocce.
Ammiravo la bellezza del prato
non il singolo filo d'erba che lo compone.
Stordito dal desiderio
di fare cento cose in una sola
non capivo che pi sublime dell'opera finale
lo sforzo per la sua realizzazione
ch' pi bella della meta
il percorso che si compie per raggiungerla.
Che la potenza della grande montagna
sta nel minuscolo frammento della roccia.
Poi un giorno all'improvviso
l'ansia martellante delle cose
lasci un varco nella mia pi intima natura.
II tempo torn a scorrere pi nuovo
pi dolce, pi pacato
e vidi per la prima volta
nel valore di ogni singolo istante
la sola cosa che veramente mi appartiene.

ALLA CONQUISTA DEI GRANDI IDEALI


Quando il mio cuore arso dai grandi ideali

dall'alto del suo piedistallo


lanci al dubbio la sua ultima sfida
come meteora part alla conquista del vero
annunciando a tutti la sua vittoria finale.
Ma nel viaggio incontr
ostacoli oscuri ed imprevisti
ed a lungo vag seguendo pi sentieri
finch esausto si ferm
sul ciglio di una valle
immersa in una nebbia sottile.
Vide nuvole gravide di pioggia
sferzate da venti vorti6osi
e la luce tagliente del sole
che a tratti danzava
sul respiro minaccioso delle onde.
Vide il corvo planare avido
sulla radura accigliata
e le stelle pi grandi cadere dal cielo
come lacrime roventi.
Uddi la risata del fulmine
il grido della tempesta
e poi in fondo
una voce pi lieve gli disse:
se tu cerchi l'essenza delle cose
per superare l'angoscia esistenziale r
icordati che ogni costruzione

implica una distruzione:


demolisci dunque l'antico castello
se vuoi percorrere il sentiero della Luce.
Se mai tu fossi illuso
di possedere verit universali
allora ti dico che tempo di naufragi.
La vera conoscenza viene
dalle lotte di ogni istante
e dalla volont di essere
ogni giorno migliori.
Ci che occorre
guardare al cuore delle cose.
E quando avrai superato i limiti
della tua antica natura
in cima al monte scoprirai
la vera solitudine.
Ma allora chi altri potrebbe contenere
se non il cielo
la grandezza della tua anima?

ETERNO PRESENTE
Non vi nulla di identico nell'universo.
Nessun palpito, nessun respiro
ugule al precedente
ne a quello che verr dopo.
Ogni foglia come ogni Arcangelo

unica nella,. sua intima bellezza.


Ogni uomo un re
ogni donna una regina.
Tra il sogno, la gioia e la speranza
ogni essere vive il suo eterno presente
a volte sovrano incontrastato del suo cuore
spesso arteficie del suo stesso cammino.
Ogni atto nel bene
effonde d'intorno i suoi effetti fecondi
e completa l'opera di Dio-Creatore.
Se il mondo ti chiama
sii generoso, dona te stesso.
Se l'anima ha sete d'amore
sorridi e vai incontro alla vita.

MESSAGGIO PER TE
La morte non esiste
perch la vita un sogno
e il risveglio dolce
nella casa del Padre.
Ora io vivo la vera vita
nella gioia della Luce
libera dalla prigionia del corpo
e da ogni ansia legata alla materia.
Il distacco doloroso per chi resta
ma sapere che chi amiamo felice

rende meno doloroso il silenzio.


E anche se non puoi vedermi o sentirmi
perch i sensi umani non possono percepire
il mondo dello spirito
io ti sono vicina come non mai.
e gioisco di ogni cosa che ti rende felice.
Solo il tuo dolore pu offuscare
la mia gioia.
Vivi con amore il tuo presente
e sii lieta di ogni cosa buona e sincera.
Se tu conoscessi la mia realt
non piangeresti per la mia scomparsa
ma saresti felice sapendo che io lo sono.

GENTE DA POCO
E voi sareste gente cristiana
capace di passare
dalle parole ai fatti?
che sa costruire qualcosa di decente
per dare un senso
alla propria inutile vita?
le vostre menti
sono ottenebrate dalla grettezza
e i vostri occhi
pesanti come ncore di navi.
Il Sahara a mezzogiorno

pi accogliente di voi
e i ghiacciai dell'Antartide
hanno un cuore pi cardo del vostro.
Un orso affamato
pi innocuo di voi
e Giuda da voi avrebbe tutto da imparare.
Non ce la fate a guardare
dentro l'evidenza delle cose
pi in alto del vostro cranio
pi in l del vostro orizzonte
e quando incontrate qualcuno
migliore di voi
lo crocefiggete.
Simili a scrofe grufolanti
vi rotolate nello sterco
dei vostri singoli uragani
di egoismo e ipocrisia.
Voi non avete che un dio:
il vostro stomaco
e il vostro apparato riproduttivo.
Ma quelli che non vogliono
migliorare se stessi
meglio sarebbe sterminarli subito.
Ci sar pure qualcuno tra voi
degno di salvarsi in virt del quale
non invocare su tutti un'ecatombe?

Provate ad essere umani


se potete
ad odiare il nemico
che fa di voi degli omiciattoli.
Provate a smetterla di giustificarvi
e di accettarvi per quello che siete.
Imparate a disprezzare voi stessi
e forse non sarete ad immagine di Dio
ma almeno sembrereste degli uomini.

ANATEMA
Se, non avessi remore morali
fuoco e fiamme vomiterei
su coloro che fanno soffrire gli innocenti
sui responsabili del male e del dolore.
Se fossi immune dai sensi di colpa
eliminerei i mangiatori di carne
come gente che non merita la vita.
Se non credessi nella legge dell'amore
invocherei la maledizione di Dio
su coloro che tormentano gli animali
annienterei coloro
che godono su ci che ad altri
costato sangue e dolore.
Su coloro che pur avendo il potere
non fanno nulla contro la miseria

un anno di tormento chiederei


per ogni giorno di ingiusta agonia.
Per i responsabili della morte
per fame e malattia
l'inferno eterno chiederei
e la proscrizione dall'universo della vita.
Ma io sono un uomo di Pace
e spero che gli indifferenti
gli egoisti, i crudeli
possano comprendere il loro orrore
struggersi nel pentimento del male fatto
e passare il resto della loro esistenza
a ricompensare con opere di bene
ogni creatura che ingiustamente
hanno fatto soffrire.

L'AMORE E'...
L 'amore il sogno
dell'illusione pi reale
e l'utopia dell'equilibrio
pi effimero.
E' la saggezza
della follia pi costruttiva
ed la ragione
del delirio pi riflessivo.
L'amore la pace

del dolore pi gioioso


ed il sollievo
delle discordanze pi conformi.
E' catena
che avvince e conforta
ed libert
che opprima e dispera.

IL SIMBOLISMO NELLA BIBBIA


Lo scopo di questo libro quello di combattere la cultura antropocentrica dovuta
essenzialmente alle religioni di ceppo ebraico. Nei primi capitoli si parlato delle contraddizioni
bibliche, in questo ultimo si vuole evidenziare anche le incongruenze delle presunte simbologie. In
particolare vediamo che la creazione nella Genesi viene scandita dai giorni, anche quando il sole
non era ancora stato creato. In Gen. 2,4b (dimenticando Gen. 1,2 in cui scritto "La terra produca
germogli, erbe che producano seme ed alberi dafrutto..." troviamo: "Quando il Signore Dio fece la
terra e il cielo nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba era spuntata" e,
dimenticando anche di aver creato l'uomo (Gen. 1,26: "Facciamo l'uomo a nostra immagine e
somiglianza..." il Profeta dice: "Allora il Signore Dio plasm l'uomo con polvere del suolo e soffi
nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente". E ancora, in Gen. 1,27 scritto
che "Dio cre l'uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo cre, maschio e femmina li cre"; ma
nel passo successivo, Gen. 2,18 forse dimenticandosi di averlo gi fatto, troviamo: "Non bene che
l'uomo sia solo, gli voglio fare un aiuto che gli sia simile". Poi, il serpente, per aver sedotto Eva,
viene condannato a camminare sul ventre: prima aveva forse le zampe? pu darsi, ma allora non era
un serpente. E alla donna, Gen. 3,16, non dice avrai dolori e gravidanze, ma moltiplicher i tuoi
dolori e le tue gravidanze: la donna dunque anche prima del Peccato soffriva e partoriva?
Adamo ed Eva furono o no la prima coppia da cui discende tutto il genere umano? Caino si
allontana dal luogo nativo, si unisce a sua moglie la quale partorisce Enoch, Gen.4, 17. Poi, se gli
anni della vita di Adamo, 930, e quelli di No (a 500 anni questi gener Sem) sono indicativi,
attendibile il calcolo del tempo trascorso? Dio si pente di aver fatto l'uomo, Gen. 6,6, e per punirlo
stermina insieme a lui tutti gli esseri viventi. Su comando di Dio poi No fa entrare nell'Arca 2
animali d'ogni specie: nemmeno un transatlantico potrebbe ospitare le decine di milioni di specie
esistenti e nemmeno una provincia potrebbe sfamarli per 150 giorni, il tempo in cui la Terra
rimasta inondata dalle acque. E ancora. Gli animali erbivori potevano nutrirsi di erba, Gen. 1,29,
avendo morfologia anatomica adatta allo scopo, ma gli animali carnivori come si nutrivano prima
del Peccato dell'uomo dal momento che essi erano, e sono, strutturati anatomicamente per mangiare
la carne e non l'erba come gli erbivori? Per giustificare le incongruenze bibliche si soliti dire che
molte cose riportate nel Vecchio Testamento sono simboliche. Ma dove finisce il simbolismo e
dove inizia la realt dei fatti descritti? I dettami di cui molta parte dell'umanit trae le sue
motivazioni antropocentriche risultano incongruenti e quindi inattendibili.

Se cerchi la verit nelle cose, usa il buon senso, ascolta la voce della tua coscienza, segui
il tuo cuore e troverai DIO.

BIBLIOGRAFIA
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-A. HERZEN: Gli animali martiri
-C. W. LEADBEATER: Vegetarismo ed occultismo -Ed.Giannone

-G. DITADI: I filosofi e gli animali -Isonomia Editrice

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