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STUDIO DELLA MONETA

Studiare le origini della moneta dovrebbe rendere la nostra comprensione della moneta odierna pi
completa. Secondo Hicks, una teoria monetaria dovrebbe spiegare levoluzione della moneta.
Se si vuole studiare la moneta, occorre tuttavia partire da strutture di scambio decentrate, nelle quali
figurino concetti come rischio, informazione imperfetta e costi di transazione e non da un modello con
banditore quale quello della Teoria neoclassica, nel quale la moneta, oltre che essere inesistente, sarebbe
anche stata inefficiente.
Un modo di iniziare lo studio della moneta di ipotizzare che vi sia la probabilit di incontrare una
controparte in grado di scambiare un bene con utilit positiva per il richiedente e che vi sia unaltra
probabilit, anchessa finita, che questa controparte accetti in contropartita allo scambio della moneta. Se la
seconda probabilit, in base alle aspettative del mercato, maggiore, allora vi sar scambio contro moneta.
Importanza assume quindi il sistema di credenze (le aspettative del mercato) nella scelta del mezzo di
scambio. Gli individui deterranno quel tipo di bene perch si aspettano un congruo numero di controparte
disposte ad accettarlo. La moneta allora frutto di un insieme di aspettative compatibili (chi la detiene deve
sperare che possa riutilizzarla nel tempo ad un prezzo stabile) che la rendono un bene socialmente
accettabile.
Come si passa ad una configurazione di aspettative compatibili e cosa determina laccettabilit di una
moneta?
Aristotele, studioso greco, offre due visioni della storia:
Visione Catallattica (di scambio) dellevoluzione della moneta: leconomia implica scambio che in origine ha
la forma di baratto. Con il tempo, coloro che desiderano ci che le persone hanno, ma non hanno beni che
queste persone accetterebbero in cambio, cercheranno di liberarsi dei beni meno accettabili, in favore di
quelli pi accettabili con successive operazioni di baratto. Con il tempo si scopre che i metalli preziosi sono
beni preposti a questo scopo, arrivando alla nascita della moneta attraverso la coniatura.
Visione Statalista dellevoluzione della moneta: Secondo questa visione la moneta esiste non per naturale
evoluzione degli scambi, ma per imposizione di legge, ed proprio questultima che determina
laccettabilit della moneta.
Lestremismo di queste due visioni tuttavia non convince i pi: Stato e Mercato sono sempre coesistiti, pi o
meno pacificamente. La teoria delle istituzioni o neo-istituzionalismo si fa carico di spiegare levoluzione
della moneta tra stato e mercato. Il neo-istituzionalismo si fonda su tre assunti di base:
1) Lattivit economica coordinata non solo dai prezzi, ma anche da altre istituzioni
2) Si deve assumere una razionalit limitata dellindividuo
3) Si deve comprendere che una spiegazione economica dovrebbe essere dinamica ed evolutiva,
studiando leconomia come un processo di cambiamento ed evoluzione
A questi tre assunti vengono poi affiancati tre precetti metodologici:
1) Lunit di base dellanalisi deve essere la transazione e non lindividuo
2) Occorre investigare il grado di specificit degli investimenti necessari affinch la transazione possa
essere condotta a termine
3) Devono essere analizzati non solo gli elementi di incompletezza ma anche i costi necessari per
colmare tali lacune
Da questa teoria emerge una visione delle istituzioni come strutture di governo delle transazioni nel quale
listituzione monetaria appare come frutto della dialettica tra stato e mercato.
La moneta un mezzo di pagamento. Affinch si possa parlare di economia monetaria occorre che siano
soddisfatte tre condizioni, lesistenza di una unit di conto (metro comune), di un sistema di merci o merci
stesse che permettano di estinguere qualunque obbligazione, nonch lesistenza di un rapporto di cambio
tra le prime due, ovvero tra mezzo e unit di conto. Linsieme di mezzi, procedure e convenzioni viene
definito tecnologia di pagamento. (Fino allavvento del Fiat Standard non vi era una relazione fissa tra unit
e mezzo e il principale compito della PM era proprio quello di stabilire e mantenere il rapporto di cambio.
Ci che caratterizza la tecnologia di pagamento la possibilit di completare uno scambio in assenza di una
duplice coincidenza di desideri, ovvero lesistenza di un mezzo, quindi della moneta.

Se la cessione di moneta chiude effettivamente la transazione con latto di pagamento, allora significa che
esiste un accordo tacito o meno tra tutti i partecipanti al circuito.
La moneta allora non un bene come gli altri ma una istituzione sociale.
E frequente assimilare la moneta ad una convenzione, in realt ci non sarebbe corretto. Una convenzione
sarebbe in grado di reggersi da sola, lo stesso non vale invece per la moneta. Questultima pu essere
assimilata ad un bene che produce un flusso di servizi a chi ne faccia uso. La differenza tra un bene qualsiasi
e la moneta che questultima, o il suo valore, dipende dal suo prezzo di vendita nel momento in cui essa
verr spesa. E in stretta dipendenza con la sua domanda e offerta. Un aumento repentino dellofferta
potrebbe infatti far diminuire il flusso di servizi (potere di acquisto) che una unit di moneta ha. Il
consumatore, o detentore di moneta, deterr moneta in base alla fiducia che nutre nei confronti della
moneta stessa. Attraverso la Teoria dei Contratti possibile assimilare la decisione di detenere moneta ad
un investimento in unattivit patrimoniale altamente specifica in un contesto di incompletezza
contrattuale. In una situazione simile il possessore si trova nella condizione di possedere un flusso di servizi
che pu essere espropriato in qualsiasi momento, perch la domanda diminuisce o perch lofferta
aumenta, di conseguenza, non deterr alcuna quantit di moneta se non dovesse godere di fiducia nella
stessa. E in questo senso che la moneta una istituzione e non una mera convenzione: la fiducia nella sua
qualit deve essere continuamente sostenuta, pena la caduta della tecnologia di pagamento. Per ogni
tecnologia deve quindi sussistere un corpo di leggi che ne sostenga la fiducia o, pi concretamente, dei
meccanismi generatori di fiducia. In linea di massima si possono immaginare tre tipi di meccanismi:
1) Si pu scegliere un bene con basso grado di specificit e che possa essere riutilizzo per altri fini: il
caso della moneta merce dotata di valore intrinseco.
2) Si potrebbe richiedere alla parte forte (produttore di moneta) di consegnare alla parte debole
(detentore) una garanzia sui propri comportamenti futuri: ad esempio la moneta convertibile.
3) Si possono riunire produttore e detentore di moneta sotto una medesima struttura di governo: ad
esempio attraverso la nazionalizzazione del sistema di emissione o vincolare il produttore a norme
dettate dal Governo.
Riguardo la moneta merce, le tecnologie basate su di essa risultano inefficienti, due sono le ragioni in
particolare. A) I costi connessi alla sua produzione e lindisponibilit del bene per altri usi. B) Pi sottile ma
pi rilevante sul piano sociale: rigidit nella sua offerta; se a ci si aggiunge che la moneta non possiede un
mercato proprio, ma che allo stesso tempo essa viene impiegata nella maggior parte degli altri mercati, uno
sbalzo nella sua domanda o offerta (data la rigidit) potrebbe s essere rimosso con rinegoziazione di tutti i
contratti in essere ma, a causa dei costi di transazione, le spese supererebbero i benefici. In ogni caso, uno
squilibrio monetario avr dunque effetti reali, che si traducono nella forma di costi dellinflessibilit, costi
dovuti appunto alla rigidit del sistema in presenza di eventi imprevisti.
Queste due ragioni secondo Friedman sono alla base del processo che ha permesso di andare al di l della
moneta merce verso tecnologie di pagamento pi astratte. Il motivo per cui la moneta merce
sopravvissuta per cos lungo tempo che la stessa tende a prevalere nei contesti in cui la fiducia un bene
scarso, ovvero, rappresenta un modo per ovviare alle incompletezze del contratto. Non appena si passa da
una moneta merce pura ad una parziale, la produzione di fiducia diventa un problema, in quanto essa tende
a trasformarsi da un insieme di beni ad un insieme di diritti che devono essere riconosciuti e protetti, fino
ad arrivare alla moneta segno, massimo grado di astrattezza del mezzo di pagamento.
A ben vedere, ogni estremo ha i propri pro e contro. Unofferta flessibile comporta s un netto calo dei costi
da inflessibilit, ma dallaltra lascia maggior spazio a comportamenti opportunistici da parte dellemittente.
Allo stesso modo, una offerta rigida protegge dal pericolo di tali comportamenti mentre aumenti i costi da
inflessibilit. Si crea allora un Trade-off: Tanto pi flessibile lofferta, tanto minori sono i costi da
inflessibilit, tanto maggiore il rischio di comportamenti opportunistici da parte dellemittente ma anche
maggiori saranno gli spazi per attuare una PM efficace.
Lanalisi del cambiamento istituzionale della moneta ha come punto di partenza lanalisi di Carl Menger.
Questi traccio una distinzione delle Istituzioni:
- Organiche: sono risultato accidentale di scelte degli individui ed emergono da un processo di
convergenza verso certe regole che con il tempo si rivelano nellinteresse di tutti.
- Pragmatiche: risultato di scelte consapevoli nel tentativo esplicito di limitare la libert degli individui
per ridurre lincertezza dei processi economici.

Secondo Menger, la moneta un esempio di istituzione organica. Il suo ragionamento ruota intorno al
concetto di vendibilit. La scelta del mezzo di pagamento configura quindi come una convergenza
dellinteresse degli individui nel possedere il bene con il massimo grado di vendibilit sul mercato. Poich
tuttavia per essere il bene pi vendibile la moneta deve essere in primo luogo vendibile, ovvero essere un
bene. La moneta di cui si parla quindi una moneta merce e di conseguenza lanalisi di Menger risulta
essere s soddisfacente ma allo stesso tempo incompleta ed egli ne era consapevole. La moneta non frutto
esclusivo di una legge, tuttavia lo Stato intervenuto per proteggerne i diritti. Da qui lespressione Il
Mercato crea e lo Stato perfeziona, anche se ci non comunque vero per tutti i casi.
Il quesito allora come si sia passati da processi inconsapevoli a scelte consapevoli.
Studiare il cambiamento istituzionale necessita lanalisi di quattro distinte componenti. Ragioni, agenti,
modi e contesto di evoluzione dellistituzionalizzazione, ovvero del passaggio dallo stadio di accordo
informale a quello formale.
Partendo dalle ragioni, si pu immaginare che il processo si sia avviato a seguito di un mutamento nelle
preferenze degli individui dettato, o forse no, da un mutamento nei prezzi relativi. Un altro modo di pensare
alle ragioni, e forse quello pi adatto, quello di vedere come grande motore del cambiamento monetario
siano state le esigenze del commercio. Le pi grandi innovazioni monetarie e finanziarie sono state
sviluppate in presenza di una forte espansione degli scambi, in modo particolare a quelli relativi al
commercio internazionale: proprio questo genere di commercio, in cui prevalgono le transazioni differite,
ad accrescere la percezione dei costi da inflessibilit, creando gli incentivi affinch si sviluppi una nuova
tecnologia.
Per quanto riguarda lagente del cambiamento, esso non pu altro che essere limprenditore. Sono gli
imprenditori ad iniziare il processo quando un qualche mutamento gli faccia sembrare pi opportuno
investire risorse nella modifica del vigente assetto istituzionale. Sorge comunque un problema, ovvero
quello di arginare il pericolo di free-riding o comportamenti opportunistici. Una soluzione venne offerta dal
mercato stesso, attraverso la costituzione di una coalizione. Essa rappresenta una soluzione ai problemi di
incompletezza contrattuale e imperfezione informativa dove lo Stato non riesce ad assicurare un
meccanismo di protezione dei diritti di propriet. E una istituzione informale basata su meccanismi di
reputazione multilaterale. Affinch la coalizione si riveli robusta e persista nel tempo occorre che siano
soddisfatte due condizioni: a) la minaccia di una punizione nei confronti di chi infrange le regole; b) che tale
minaccia scoraggi effettivamente comportamenti opportunistici da parte degli aderenti laccordo. Queste
due condizioni saranno soddisfatte se gli aderenti condivideranno lo stesso interesse. Essendo una
organizzazione informale, la coalizione accuser il colpo nel caso di un alto grado di concorrenza, poich i
soggetti aderenti potranno essere sostituiti con altri e la solidit della stessa potr esserne inficiata. E in
questo contesto che si inserisce listituzionalizzazione, ovvero lintroduzione di regole formali ed esplicite
per proteggere la coalizione. Con questo processo si ha il passaggio della moneta da istituzione organica a
pragmatica. Sebbene in alcuni casi un maggiore grado di formalit porti ad una contrazione della
concorrenza, in buona sostanza volto ad accrescere il benessere collettivo. Queste coalizioni in alcuni casi,
riescono a perdurare perch, collettivamente, riescono a creare un grado di fiducia sufficiente a sostenere
luso della tecnologia da loro offerta. Le coalizioni a carattere puramente privato hanno per un limite. Nel
momento in cui la tecnologia prospera, aumentano sia gli utilizzatori di questa tecnologia, sia nuovi
produttori. Se il grado di concorrenza elevato e i produttori sono numerosi, si possono creare difficolt nel
valutare la qualit dei vari marchi, nonch arrivare ad episodi di contraffazione. E un effetto di quello che
viene definito esternalit di rete. In questo caso lintervento dello Stato potrebbe creare vantaggi rispetto
alla forma puramente privata, grazie allamministrazione della giustizia, conferendo alla tecnologia un pi
alto grado di fiducia, proteggendo simultaneamente gli interessi di consumatori e produttori; ci
spiegherebbe il perch della presenza dello Stato in questioni monetarie durante i secoli.
(Modi-Modalit) Un fattore in particolare ha portato lo Stato ad intervenire in questioni monetarie, facendo
traslare la gestione della tecnologia da sociale a statale: la crisi di fiducia. In realt, non sempre una crisi
implica lingresso in campo dello Stato. Questi interverr nel momento in cui il mercato, autonomamente,
non dovesse riuscire a risollevare la fiducia nella tecnologia. Lintervento dello Stato prender la forma di
una domanda di riforme da parte sia dei consumatori, che desiderano proteggere le proprie scorte
monetarie, sia dei produttori, interessati invece a proteggere il proprio marchio o porzione di mercato. Tale
domanda sar tanto pi forte, quanto pi diffusa la tecnologia di pagamento.

Gli interessi delle due categorie non sempre coincidono (i primi richiedo stabilit che assicuri il flusso di
servizi della moneta, i secondi protezione dalla concorrenza): il compito dello Stato dunque quello di
mediare lofferta tra le due domande. Lofferta di riforma da parte dello Stato comunque non infinita, essa
dipende infatti dal cosiddetto capitale istituzionale dello Stato stesso, ovvero del suo apparato giudiziario,
militare e politico e quindi la sua capacit di risposta. Quando una tecnologia di pagamento cresce e si
sviluppa possibile che ci sia dato dallaumento nel tempo del capitale istituzionale del paese. Quando
invece, a seguito di una crisi, si passa a tecnologie di pagamento pi arretrate, ci potrebbe essere il
risultato di una diminuzione del capitale istituzionale. Infine, quando una tecnologia di pagamento
prospera, possibile che la stessa venga presa come modello in altri paesi, un po come avvenuto dopo il
44 con il modello inglese e dopo gli anni 40 del XX secolo con la nazionalizzazione delle BC.
Se le transazioni locali nel XIII secolo potevano essere agevolate dalle banche cosiddette di deposito, lo
stesso non si poteva dire per quelle commerciali a lunga distanza. Il ceto mercantile dellepoca cerc di
ovviare a questo problema sviluppando tre tecnologie principali.
1) Contratto di cambio: rappresentava una promessa di pagamento formulata davanti ad un notaio.
Prevedeva che una delle controparti riconoscesse di aver ricevuto dalla seconda parte una certa
somma, impegnandosi ad effettuare un pagamento alla stessa controparte in una data futura nella
valuta in uso su tale piazza.
2) Lettera di Cambio. Era un ordine di pagamento che prevedeva quattro soggetti. Il soggetto che
desiderava spedire fondi allestero, il datore, si rivolgeva al cosiddetto prenditore ricevendo da
questo una lettera di cambio che conteneva lordine ad un agente del prenditore su unaltra piazza,
detto trattario, di effettuare un pagamento in altra valuta ad un quarto soggetto detto beneficiario,
dietro presentazione della stessa (veniva spedita al beneficiario dal datore). Tale strumento si
rivelava essere pi flessibile rispetto al contratto di cambio in quanto non era in s un atto notarile,
ma un semplice atto tra privati. In quanto tale per, non poteva avvalersi della protezione giuridica
dellordinamento. Per ovviare a ci si istituirono appositi tribunali di mercanti. La difesa si fondava
su tre elementi: a) La lettera di cambio doveva essere scritta di pugno dal prenditore; b) Potevano
figurare nelle vesti di prenditore solo dirigenti di case mercantili riconosciuti a livello internazionale;
c) Lutilizzo delle lettere di cambio era consentito solo in corrispondenza di fiere commerciali in un
limitato numero di piazze.
3) Cedola Obbligatoria. Era una promessa di pagamento non di carattere notarile ma privato, quindi
scritta informalmente come la lettera di cambio. La sua sfera di utilizzo risultavano essere le piccole
e medie transazioni.
Tra i tre strumenti, quello che ebbe pi fortuna fu sicuramente la lettera di cambio. Lutilizzo di questo
strumento in relazione agli scambi di fiera fin dallinizio sollev la questione di come effettuare il
regolamento dei pagamenti. Le fiere commerciali erano appunto fiere che si svolgevano quattro volte
lanno, nelle quali alle transazioni venivano dedicate 15-20 giornate, al termine delle quali si svolgevano i
regolamenti. Le modalit di regolamento erano essenzialmente quattro: a) compensazione di debiti
reciproci in loco; b) concessione di scoperti in conto dal mercante creditore fino alla fiera successiva; c)
assegnazione ad un altro creditore di un credito detenuto da un mercante risultante debitore in una
transazione; d) pagamento in moneta metallica.
Il pagamento in moneta metallica risultava essere abbastanza marginale. Luso del pagamento in banca
variava da fiera a fiera. Se nella fiera erano presenti limiti allentrata, il pagamento in banca era diffuso, data
la possibilit di riconoscere un dato mercante in base alla propria fama; in tali contesti si svilupparono
banche di deposito locali (dette di fiera). Se tali limiti non erano presenti anche il pagamento in banca
risultava essere marginale a causa della scarsa fiducia tra le parti.
A causa della caduta in disuso della lettera di cambio e del tramonto dei circuiti di fiera, lefficienza dei
pagamenti infra-europei si deteriora sensibilmente. Buona parte delle monete in circolazione di pessima
qualit, sebbene i secoli tra il 1500 e 1700 segnino lapoteosi della moneta metallica. E in questo contesto
che si sviluppa una nuova tipologia di banca, agevolata anche dallintervento pubblico, che prender il nome
di Banca di Giro. Tali banche accettano in deposito monete metalliche di ogni tipo che vengono valutate in
base al valore intrinseco ed accreditate in una unit di conto detta moneta di banco. I pagamenti tra
mercanti vengono effettuati attraverso il trasferimento della propriet di questa moneta di conto. A tali

banche viene fatto divieto di effettuare prestiti, ma che in parte viene aggirato. Tali banche godettero di
prestigio e permisero in parte un ritorno allefficienza degli scambi, pur adoperando una moneta senza
alcuna connotazione materiale. E la dimostrazione che non il metallo a fare la moneta ma che, laddove
le istituzioni politiche e giuridiche, nonch restrizioni allentrata, vengono reputate un presidio sufficiente al
rischio di abuso, le tecnologie di pagamento fioriscono.
** La caduta delle fiere commerciali e lintroduzione del titolo al portatore segnano il passaggio alla et
delle banche centrali.
Catena creditizia: insieme di relazioni debito/credito tra diversi soggetti; pu comportare o meno la
presenza di un soggetto esterno come la banca. Data la possibilit che questa catena possa interrompersi,
occorrono regole che permettano di allocare le perdite in questa eventualit. Queste regole vengono dette
di definitivit: sanciscono quando un pagamento da considerarsi completo, ovvero quando i vari
soggetti vengono sollevati dallobbligazione. La ricerca e laffermazione di tali regole segnano il passaggio
dal concetto di trasferibilit a quello di negoziabilit. Un titolo si dice negoziabile quando viene emesso
seguendo i canoni dellordinamento. Due istituti giuridici hanno svolto un ruolo importante
nellaffermazione del concetto di negoziabilit:
1) Girata: Qualora lemittente originario del debito dovesse risultare inadempiente la transazione,
mediante trasferimento dellobbligazione, dovr considerarsi nulla. Il principio introdotto da questo
istituto fondamentalmente quello per cui il pagamento con titolo emesso da terzo da
considerarsi definito solo se questo onora il proprio debito. Sebbene porti ad una diminuzione della
definitivit di un pagamento, ha permesso lo sviluppo di tecnologie di pagamento ad alto contenuto
fiduciario in quanto va a limitare i rischi di frode da parte dellacquirente, che avrebbe incentivo a
trasferire obbligazioni di soggetti di dubbia affidabilit.
2) Detentore legittimo: secondo questo istituto, il debito contratto per effetto di una compravendita
non pu essere estinto se la merce si dovesse rivelare in un secondo momento difettosa. Se P riceve
da M un debito emesso da C, P diventa detentore legittimo del debito di C i cui diritti devono essere
rispettati, indipendentemente dalla qualit delle merci consegnate a C da M. Ha leffetto di
estendere la definitivit del pagamento rispetto a possibili inadempienze riguardo la parte reale
(scambio di merci) della transazione, creando incentivo per lacquirente a selezionare il soggetto
venditore per ridurre il rischio di frodi.
La rigidit di queste regole ha limitato lespansione di tecnologie di pagamento creditizie al di fuori di
contesti mercantili circoscritti a pochi membri di solida reputazione.
Tra le catene creditizie, quella pi ovvia e in parte pi affidabile contempla la presenza di un terzo soggetto,
conosciuto tanto al venditore quanto allacquirente, la banca. In passato questo ruolo era svolto dalle
banche di deposito, con le quali il pagamento avveniva attraverso il trasferimento di propriet di monete
depositate nella banca. Con la sua presenza offriva tre vantaggi: A) il banchiere poteva offrire maggiori
garanzie di affidabilit; B) Il trasferimento di propriet del deposito permetteva di compensare pagamenti in
entrata ed uscita; C) la banca era in grado di concedere a clienti noti, crediti sotto forma di scoperto di
conto. Leffetto fu quello di ridurre le scorte monetarie nelle tasche dei mercanti per il regolamento. Il
difetto principale di tale meccanismo era il ridotto raggio di azione delle banche, rendendo tale tecnologia
poco utilizzata per il commercio internazionale. (Vi furono comunque eccezioni come Genova, Valencia,
Barcellona).
Lo sviluppo della banconota convertibile segnala linizio della storia delle BC, storia tuttaltro che lineare. In
linea di massima le configurazioni di un sistema di emissione possono essere racchiuse in tre categorie:
a) Accentramento in un organo statale
b) Attribuzione di monopolio a ente privato
c) Decentramento a pi enti privati in concorrenza tra loro e sottostanti a controlli giuridici pi o meno
vincolanti.
La prima configurazione quella che permette allo Stato di controllare linflazione, che pu essere vista
come una tassazione occulta attraverso una emissione di moneta maggiore rispetto alla domanda. Molte
delle prime BC (o future BC) riprendono questa configurazione, con lintento di finanziare lo Stato.

Formalmente mancher fino alla met del 1800 un diritto societario che tuteli i possessori di banconota dal
rischio di abuso da parte dellemittente. Gi dallinizio intenzione del legislatore disporre di un assetto
normativo che tuteli la tecnologia in questo senso: non un caso che buona parte delle BC vengano istituite
con capitale privato per svincolare in parte il controllo diretto da parte dello Stato.
Durante la storia vengono sperimentate tutte le configurazioni, chi dallaccentramento al decentramento,
chi viceversa e chi entrambe.
La convergenza verso soluzioni accentrate si avr solo verso il 1900, grazie anche allo sviluppo del deposito
bancario, il quale, con laccentramento, garantiva diversi vantaggi. Nel 1844 viene sviluppato il modello
inglese quale via di mezzo tra accentramento e decentramento. Si basava su due principi: a) facolt di
emettere banconote va attribuita, sotto concessione statale, a istituti privati orientati al profitto, sottratti al
controllo diretto dello stato. B) la facolt di emissione va assoggettata a rigide regole di controllo che
vincolino la discrezionalit dellistituto e che garantiscano tutela della convertibilit, sostenendo la fiducia
nella tecnologia.
Oggi la banconota accettata universalmente, ma in passato non era assolutamente cos: i principi di
negoziabilit e di titolo al portatore non erano diffusi n conosciuti se non attraverso norme di classe
mercantili e che spesso si scontravano con il diritto civile. Gli ostacoli allestensione del diritto commerciale
possono essere ricondotti a tre: a) I contratti erano sottoposti a vincolo di olografia, dovevano essere scritti
interamente di pugno, solo in seguito si svilupparono documenti standardizzati in cui apporre la firma;
b) La preminenza del principio di equit che consentiva al giudice una decisione svincolata
dallapplicazione di una norma astratta ed elaborata da un suo parere personale: molti contratti venivano
annullati senza badare al contenuto degli stessi. Il superamento di questo vincolo nel 1758 circa spianer la
strada al riconoscimento di un diritto commerciale, quando, durante un processo per la presentazione allo
sconto di una banconota rubata, la corte afferm la necessit di una dottrina che tutelasse luso della
banconota stessa; c) avversione dei giudici al concetto di fallimento, applicabile solo a mercanti e non ad
imprenditori, artigiani e proprietari terrieri. Il fallimento veniva considerato infatti conseguenza di un
tentavo di frode.
Con il passare del tempo la pressione di interessi economici, il prevalere del ceto borghese spianano la
strada alla diffusione della banconota con ladeguamento della dottrina giuridica al diritto mercantile.
La principale innovazione della banconota convertibile consiste nella natura contrattuale della tecnologia di
pagamento. E un debito pagabile al portatore il cui valore non intrinseco, ma dipende dal rispetto della
clausola di convertibilit. Data la sua astrattezza, diverse sono le categorie di rischio che la caratterizzano:
a) Comportamenti opportunistici dellemittente, di natura microeconomica
b) Eccessiva espansione dellemissione, di carattere macroeconomico
Tali rischi possono essere attenuati in diversi modi
1) Rafforzando le difese contrattuali a favore dei possessori di banconote, quindi aumentando il grado
di protezione giuridica;
2) Nazionalizzando la produzione di banconote, mai contemplata seriamente fino al 1900. Il motivo
era principalmente che nel 1700 lideologia principale era quella del laissez-faire di Adam Smith,
nella quale tra i compiti dello stato non figurava un controllo attivo della moneta, ma doveva invece
limitarsi ad alcune funzioni essenziali. Solo alcuni erano a favore di una nazionalizzazione, tra cui
David Ricardo e James Mill, i quali ad una banca nazionale sotto il controllo dello Stato;
3) Assoggettando le banche di emissione a regole prudenziali.

Banche Centrali Europee


Il modello di banca centrale che si stava affermando nellEuropa occidentale rappresentava una via di mezzo
tra quello inglese e quello americano.
Banca di Francia: Nasce nel 1800 come istituto privato di emissione indipendente dallo Stato.
Successivamente Napoleone ne modific lassetto, ponendo la gestione dellistituto in mano al governo.
Impose restrizione ai profitti conseguibili, nonch regole dettagliate per la conduzione dellattivit bancaria.
Nella seconda met del 1800 con la Savoia annessa alla Francia nasce uno scontro tra la Banque de Savoie e
Banca di Francia per il privilegio di emissione. Per la scelta tra monopolio o concorrenza una commissione si
pronunci a favore della prima, raccomandando alla Banca di Francia una ancora minore ricerca del profitto.
Sebbene vennero ridotte, le tensioni tra Banca di Francia e banche minori non cessarono.
Reichbank: Nasce come societ privata nel 1875. Dopo lunificazione venne assoggettata a vincoli di nomina
dei dirigenti da parte dello Stato, nonch riguardo ai profitti. Formalmente il Cancelliere del Reich era a capo
dellistituto ma la gestione veniva demandata a privati. Dopo la costituzione di grandi banche universali e
lattribuzione del corso legale alle banconote della Reichbank i conflitti concorrenziali tra banche si
chiariscono, la visione della Reichbank come banca volta al pubblico interesse viene accettata dal pubblico.
Nei primi decenni del 1900 il concetto di banca centrale era ampiamente accettato. Una questione
rimaneva in sospeso, ovvero, le modalit con le quali la BC avrebbe dovuto regolare la moneta bancaria.
Modello inglese e americano della FED si ispiravano a visioni contrapposte. Il primo faceva riferimento alla
Currency School, in particolar modo al moral suasion, il secondo a quello della Banking School, ispirandosi
alla dottrina delle tratte reali smithiane. Entrambe le visioni comunque si rivelarono antiquate ed inadatte al
nuovo contesto economico e ci emerse con la Crisi del 29. Data la portata mondiale della crisi, i legislatori
dei vari paesi si impegnarono in un processo di riforma che port ad un apparato normativo tecnico e
dettagliato. Fu peraltro in questo periodo che prese piede lidea di estendere alla banca centrale il compito
e la responsabilit del controllo del credito. Alle banche rimaneva da affrontare e risolvere tre questioni:
1) Limpostazione giuridica delle norme per la regolamentazione del credito
2) Il legame tra apparato statale e quello bancario
3) Gli strumenti di azione per la stabilit bancaria
Per quanto riguarda la regolamentazione del credito si avevano tre strade: a) inserire norme sulle banche
nellordinamento generale (scelta dal Regno Unito); b) raccogliere le norme bancarie in una legislazione
speciale (Attuata in Italia nel 36); c) creare una legge finanziaria estesa a tutte le forme di intermediazione
(strada scelta da paesi meno sviluppati)
Per quanto riguarda il legame e il rapporto tra apparato statale e bancario anche qui si seguirono tre
approcci: a) listituzione di un organismo speciale a controllo governativo, sottratto allinfluenza della banca
centrale; b) la delega alla BC delle funzioni di vigilanza, nei limiti stabiliti dallordinamento; c) un ibrido dei
primi due, ovvero una commistione di agenti pubblici e privati riuniti in un unico organismo.
Infine per quanto riguarda gli strumenti la tendenza generale fu quella di creare barriere allaccesso
allattivit bancaria, di nazionalizzare buona parte del sistema bancario e introdurre limiti legali ai tassi
bancari. Leffetto generale di questi provvedimenti fu comunque quello di ridurre la concorrenza nellattivit
bancaria.
Insieme allintroduzione di una disciplina fallimentare di stampo bancario si assistette allestensione dei
poteri di vigilanza bancaria si introdusse una nuova legislazione basata su tre pilastri.
1) Una legislazione speciale dotava le autorit di controllo di strumenti per perseguire la stabilit,
dotandola di pi o meno discrezionalit.
2) I controlli strutturali costituivano una riserva di attivit per le banche esistenti facilitando il
raggiungimento di intese interbancarie.
3) La vigilanza consentiva da una parte una azione preventiva e dallaltra permetteva al creditore di
ultima istanza di accedere a informazioni pi approfondite e accurate per valutare e decidere se
intervenire o meno in caso di tensione.
Deposito Bancario.

Il modello inglese nacque quale difesa alla sovraemissione al prezzo tuttavia di un irrigidimento dellofferta
di moneta complessiva. Questo a sua volta divenne un incentivo per sviluppare e migliorare una nuova
tecnologia nascente dai libri contabili delle banche, il deposito bancario. Questa tecnologia per, gi dalla
nascita si rivel essere ancora pi fragile della banconote, per le sue caratteristiche tecniche e lattivit
bancaria nel suo complesso. Lopacit dellattivo bancario, la sequenzialit e il valore nominale del rimborso
rendono i depositanti bisognosi di fiducia nello strumento e nelle banche stesse. La possibilit di insolvenza
e impossibilit di restituzione possono portare a corse agli sportelli, fenomeno dannoso e contagioso per i
diversi istituti. La difficolt nel sostegno della fiducia nel sistema bancario la sua natura privata. Occorre
infatti una autorit che si muova in controtendenza, ovvero che si faccia carico di responsabilit ed elargisca
credito nello stesso momento in cui il mercato bancario cerchi di ridurre il credito e ripristinare la propria
situazione di liquidit. Solo un ente svincolato dal massimizzare nel breve periodo il profitto nel nome
dellinteresse collettivo pu assolvere a tale compito.
Banconota e deposito bancario presentano notevoli diversit. La prima un titolo al portatore, il suo
passaggio di mano apre e chiude latto di pagamento. Il deposito bancario una mera posta di bilancio, non
fisicamente trasferibile ma il suo trasferimento pu avvenire attraverso strumenti alternativi come
lassegno. Latto di pagamento si concluder solo con il trasferimento della titolarit del deposito. Lo
sviluppo dellassegno a sua volta ha sviluppato ulteriormente il deposito. Tale strumento tecnicamente un
doppio credito, nei confronti del deposito di un dato individuo verso una data banca. Generalmente la
legislazione considera definitiva unoperazione nel momento in cui si ha il trasferimento della titolarit del
deposito. Ulteriore differenza tra moneta e deposito che la prima pu cambiare proprietario un numero
indefinito di volte, ci non vale per lassegno in quanto deve essere comunque possibile valutare la
solvibilit dellemittente originario. Un eccesso di depositi non potrebbe essere possibile ma la banca
tender a mantenere sotto forma di riserva liquida solo una parte dei depositi costituiti presso di lei,
preferendo investire la restante parte; questo processo porta alla nascita del moltiplicatore bancario. Allo
stesso tempo questo la forza, in quanto consente di espandere lattivit creditizia, sia la debolezza del
sistema bancario. Un aumento repentino della domanda di circolante (ovvero di ritiro delle somme
depositate) rende la banca insolvente. Per questo, a questo sistema si soliti accoppiare la possibilit di un
panico bancario. Questo pu essere prodotto da differenti meccanismi. Pu essere il risultato di aspettative
che si auto realizzano: un evento pu generare dubbi sulla solvibilit di una banca che a sua volta pu
generare dubbi sullintero sistema. Altro fattore pu essere linformazione imperfetta: se i depositanti non
sono in grado di valutare la solvibilit della banca possono reagire in modo negativo anche ad un solo
evento apparentemente negativo. Qualunque sia lorigine il panico mette a repentaglio la stabilit del
sistema bancario. Il panico bancario pu essere visto come un repentino tentativo da parte della clientela di
modificare la proporzione tra circolante e depositi complessivi. Una forma di arginamento di tale fenomeno
quella dellaumento dellofferta di banconote. Essendo i Depositi un multiplo del circolante, ovvero
banconota e metallo, e poich il metallo viene preso come costante nel breve periodo, il rapporto potrebbe
essere mantenuto costante aumentando la quota di banconota che compone il circolante. Questa
operazione di aumento viene definita come Credito di Ultima Istanza. Tale operazione non presuppone
lintervento del solo Stato, pu infatti essere attuato da un ente privato pi o meno sotto il controllo statale
o da un meccanismo interbancario, di natura cooperativa, attraverso laggregazione di riserve disponibili
presso le banche.

Inghilterra
Costituzione Banca Inghilterra nel 1694, inizialmente nella forma di societ di persone e successivamente in
societ per azioni. Scopo principale della banca era quello di assoggettare al Parlamento e agevolare il
finanziamento della Corona. A seguito del cambio di forma giuridica si decise di vietare la costituzione di
nuove joint stock banks; le nuove banche dovevano essere costituite nella forma di societ di persone con
non pi di 6 partecipanti.
Alla fine del 1700 il sistema di emissione inglese composto da due circuiti:
Circuito della Banca di Inghilterra: ha monopolio di emissione a Londra ed emette banconote inadatte al
commercio al dettaglio
Circuito delle country Banks: effettuano emissioni di banconote di piccolo taglio nei territori esterni alla citt
di Londra; soddisfano la domanda di moneta per scopi transattivi.
Sul finire del secolo due eventi portarono alla nascita di un dibattito sulladeguatezza e razionalit di questo
assetto.
1) SOSPENSIONE CONVERTIBILITA dal 1797 al 1812 a causa di una crisi di fiducia provocata da un
cattivo andamento del conflitto con la Francia. Le emissioni crescono enormemente.
2) Continui episodi di INSTABILITA delle Country Banks.
Due questioni caratterizzano questo periodo. La prima riguarda il fatto se la BdI abbia approfittato della
inconvertibilit per aumentare le emissioni e provocare un aumento dei prezzi e una svalutazione del
cambio. La seconda, se le banche provinciali siano instabili a causa propria o a causa delloperato di BdI.
Nascono altrettante correnti di pensiero, successivamente definite come CURRENCY SCHOOL e BANKING
SCHOOL.
Banking School: Corrente che riprende il pensiero di Adam Smith, sostenevano che lattivit di emissione
non dovesse essere limitata da alcuna legge statale in quanto erano sufficienti i meccanismi automatici del
mercato per regolare la quantit di moneta emessa. Le emissioni infatti sono dettate dalle esigenze del
commercio, pertanto devono essere endogenamente regolate. La convertibilit inoltre, a patto che le
emissioni avvengano a fronte di cambiali reale o real bills, assicura che lemissione si contragga e si espanda
in funzione dellesigenza delleconomia. Buona parte degli esponenti, tra cui Tooke, convengono sullutilit
del monopolio dellemissione. Non mancano comunque coloro che ribadiscono le originali tesi sulla libera
concorrenza bancaria smithiane.
Currency School: Riprende il pensiero di Henry Thornton, il quale contestava il carattere autoregolatore
della concorrenza bancaria promosso da Smith, sosteneva quindi che loff di banconote dovesse essere
regolata; secondo questi la concorrenza oltre che deleteria, non garantirebbe la stabilit rendendo difficile il
governo del credito secondo una logica unitaria. La Currency School condivide i vantaggi della unicit
dellemissione ma non la tesi riguardo un controllo discrezionale del credito. Sostenevano infatti che la
banconota non altro che un sostituto di una certa quantit di metallo. Essa non solo deve essere
convertibile ma deve corrispondere esattamente ad un sottostante deposito di metallo.
Nel 1810 venne pubblicato il Bullion Report, un dossier critico sulloperato della BdI durante la sospensione
della convertibilit. Laccusa era quella di imperizia e di una eccessiva disponibilit a finanziare il governo. A
causa della guerra comunque la questa ultima accusa venne in un certo modo temperata. La questione
venne sospesa momentaneamente con la ripresa della convertibilit.
I continui dissesti delle banche provinciali , le quali vennero accusate di eccessiva emissioni di banconote e
di fragilit patrimoniale, portarono alla emanazione nel 1826 di una legge che autorizzava la costituzione di
nuove joint-stock banks al di fuori del territorio di Londra, confermava il privilegio nella stessa area alla BdI
e ne autorizzava lapertura di filiali; successivamente venne fatto divieto di emettere banconote inferiori alle
5 sterline.

Nel 1833 viene rinnovata la concessione a BdI. Con la stessa legge vengono emanati nuovi provvedimenti: *
riconoscimento a banconote di BdI del corso legale, con taglio superiore a 5 sterline e purch la
convertibilit venga comunque onorata; * specificazione che il monopolio di BdI concerne le sole banconote
e non lattivit di raccolta; * concessione di facolt alle nuove banche per azioni di operare a Londra
rinunciando comunque alla attivit di emissione.
La legge nulla disse riguardo i controlli adeguati affinch non si verifichino sovraemissioni. Questo fece
riprendere il dibattito tra Currency e Banking School. Questultima sosteneva che la convertibilit
rappresentasse un presidio sufficiente alla sovraemissione, al contrario della prima, secondo la quale
lattivit di emissione doveva essere direttamente regolata.
Gi dal periodo di inconvertibilit vennero sperimentate diverse regole per evitare la sovraemissione:
* Una interpretazione della Real Bills smithiana secondo la quale lemissione sarebbe avvenuta solo a
fronte di legittime esigenze del commercio. La difficolt di stabilire la legittimit della esigenza e il ritorno
alla convertibilit tale regola venne dichiarata inaffidabile, nonch probabile causa dei dissesti bancari degli
anni 20.
* Palmers rules o Regole di Palmer: a) il tasso di BdI veniva posto come tetto ai tassi che si determinavano
sul mercato per non porsi in diretta concorrenza con le altre banche. In caso di tensione sui mercati i tassi
sarebbero saliti sopra quello di BdI fungendo da sostegno alla fiducia. BdI non avrebbe attuato alcun
intervento diretto ma sarebbe stato il mercato a determinare il cambiamento di regime; b) in condizioni
normali la BdI doveva tenere a fronte delle passivit, due terzi dellattivo in titoli e un terzo in lingotti. Anche
queste regole si rivelarono fallaci. Un aumento della riserva poteva risultare da un aumento dei depositi, sia
da una riduzione dei titoli. Inoltre, in situazioni critiche ci si poteva aspettare che laumento degli sconti non
venisse accompagnato da un aumento dei depositi. La banca avrebbe dovuto razionare gli sconti proprio
per evitare che le riserve metalliche scendessero al di sotto del fatidico terzo delle passivit complessive. La
banca avrebbe dovuto tenere fisso solo il rapporto riserva\circolante e lasciare libere le altre poste di
bilancio di adeguarsi in risposta alla domanda.
Risultato: Totale sfiducia verso ogni regola che non limitasse direttamente la q di banconote da emettere.
Una nuova crisi bancaria sul finire degli anni 30 port, nel 1844 alla emanazione dei Bank Acts in
concomitanza con la scadenza del mandato di BdI, grazie ai quali il modello inglese prese forma. Il modello
fu cos strutturato:
- Limite massimo circolazione BdI: 14 milioni di Sterline, ogni emissione successiva deve essere
accompagnata da copertura del 100% in oro. Ci non era previsto per altre banche.
- In caso di fallimento di una qualunque banca di emissione, due terzi della sua circolazione venivano
sommati ai massimali di BdI.
- BdI venne suddivisa in due dipartimenti: uno di emissione, uno di gestione del portafoglio bancario.
Principio cardine del modello inglese, comune a tutte le sue varianti a regime di monopolio o meno, era che
gli istituti, una volta rispettati i limiti imposti alla quantit di banconote, dovessero comportarsi come
qualsiasi istituto bancario, ispirando le proprie azioni al conseguimento e massimizzazione del profitto.
Interesse pubblico e interesse privato a questo punto non coincidevano affatto. Con il passare del tempo
per questo aspetto fin con il cambiare. La versione originale del modello inglese era quella pi rigida, la
banconota, per via dei limiti imposti alla sua emissione,era un semplice surrogato del metallo sottostante. Il
quesito era se il modello avrebbe retto o meno in periodi di tensione. La rigidit dellofferta del sistema in
periodi di tensione dei mercati veniva risolta attraverso lutilizzo della cosiddetta Lettera del Tesoro.
Questa consisteva nellinvio da parte del Tesoro di una lettera in cui si esortava la BdI a superare i limiti
imposti dal regolamento, facendosi carico di tutte le responsabilit. Questo stratagemma informale permise
al modello di rimanere in vigore fino al 1914.

La nascita della Lettera del Tesoro viene fatta risalire al 1847 a pochi anni dallistituzione del modello
inglese. In quellanno la citt di Londra era attraversata da una crisi di liquidit prodotta da una repentina
caduta del prezzo del granturco. Le riserve della BdI iniziarono a diminuire senza che la domanda di liquidit
venisse soddisfatta. Arrivati ai minimi storici in termini di riserve, la banca si trovava di fronte ad un
dilemma, continuare ad emettere banconote infrangendo le regole del 44 o difendere gli azionisti e
ristabilire il livello delle riserve. Lo sblocco avvenne grazie ad una lettera inviata dal Tesoro in cui si esortava
BdI a scontare lettere di credito e altri titoli senza preoccuparsi delle conseguenze. Nel giro di poche ora le
tensioni scomparvero e la circolazione della BdI rest sotto i limiti di legge. Non fu lultimo episodio del
genere, in entrambi i casi si ricorse alla lettera del tesoro. Questi fatti mostrarono che le fasi di panico
potevano essere superate anche senza un repentino aumento dellofferta di moneta, a patto che si agisse
con prontezza per sostenere la fiducia ma allo stesso tempo, sorsero polemiche riguardo al fatto che si
stessero sottovalutando i problemi della nuova tecnologia bancaria a causa dei successi delle lettere del
tesoro. E in questo periodo che prendono piede le teorie di Bagehot, inizialmente attraverso le colonne del
The Economist. Bagehot sosteneva che sulla BdI ormai gravava la responsabilit di preservare la stabilit con
ogni mezzo, anche a costo di danneggiare gli azionisti ed erodere le riserve. Queste idee vennero comunque
screditate dai dirigenti della banca che spinsero Bagehot a rivedere la propria posizione. Il tutto sfoci nella
pubblicazione di Lombard Street. Allinterno dellopera Bagehot sostiene che le crisi del 57 e del 66 abbiano
convinto gli operatori di Londra che la BdI sarebbe intervenuta nei momenti di tensione, attingendo alle
proprie riserve per accrescere la liquidit nel mercato. Allo stesso tempo egli sostenne che i dirigenti della
BdI erano ben consapevoli del compito a loro assegnato, per questo motivo rivolge tre ordini di prescrizioni
alla Banca:
1) La Banca deve riconoscere pubblicamente il proprio ruolo di guardiano della stabilit bancaria.
2) Deve accrescere le proprie riserve per far fronte opportunamente a periodi di tensione.
3) Prestare con liberalit ma dietro presentazione di garanzie i ottima qualit e a tassi elevati in periodi
di tensione.
Di particolare importanza furono gli ultimi tre decenni del 1800, nei quali si sperimentarono nuove politiche
di tasso e nuove forme di intervento di ultima istanza e le tesi di Bagehot vennero viste come lessenza del
central banking, anche se non sarebbe del tutto corretto.
Lanalisi di Bagehot si fondava sullassunto che il tasso di interesse praticato da BdI, il Bank Rate, governasse
i tassi di mercato. In situazioni di tensione tale tasso si sarebbe dovuto prescrivere un tasso elevato in modo
da 1) scoraggiare richieste di credito non giustificate dallandamento delleconomia e 2) sospingere lintera
struttura dei tassi verso laltro in modo da indurre un afflusso di metalli verso Londra. Tuttavia la relazione
tra tassi di mercato e bank rate non era affatto consolidata e una mancata reazione dei primi al rialzo del
secondo avrebbe spinto la BdI ai margini del mercato degli sconti. Con lo svilupparsi del deposito bancario
inoltre, la BdI andava gradualmente perdendo il suo ruolo di Price Leader del mercato, adattandosi a seguire
in condizioni ordinarie una politica di tasso passiva, il cui obiettivo era quello di evitare che il divario tra
bank rate e i tassi di mercato crescesse marcatamente. Al di l di ci la BdI era comunque in grado di
influenzare i tassi di mercato prendendo a prestito sul mercato (operazioni comunque rare, simili alle
odierne OMA). Con il passare del tempo, sebbene rialzi del bank rate non influivano sui tassi di mercato,
erano efficaci nellincrementare le riserve, provocando afflussi di capitali dallestero e dalle banche
provinciali divenendo un centro dove impiegare i fondi in eccesso. Qualcosa a cui Bagehot non aveva
pensato e ci rese superflua la politica di accumulazione delle riserve auree da lui stesso auspicate. Primo
atto di una nuova strategia fu quello di non applicare pi il bank rate alla clientela abituale, ma il tasso di
mercato, cos facendo la manovra del tasso di sconto poteva essere svincolata da considerazioni attinenti
alla protezione della quota della Banca nel mercato degli sconti. Il bank rate divenne cos un vero e proprio
tasso penalizzante collocato al di sopra di quelli di mercato. Successivamente venne riaperto lo sportello dei
risconti a societ di intermediazione in modo da renderle maggiormente dipendenti alle iniezioni di liquidit
effettuate dalla banca e, pi tardi, fu annunciato che sarebbero stati accettati allo sconto anche titoli vicini
alla scadenza, purch di buona qualit.
Questi cambiamenti posero la BdI in tensione con le altre banche. La situazione di tensione per cambi da
l a poco a causa delle condizioni di una delle pi grandi case bancarie di Londra, quella di Baring. Sullorlo
del collasso questa si rivolse alla BdI ma il finanziamento richiesto era troppo elevato. BdI si rivolge al Tesoro
il quale rifiut. In ultimo la stessa BdI si rivolse alle altre banche della citt stessa.

In pochi giorni venne disposto un fondo di garanzia necessario per Baring, al quale la BdI nemmeno vi
partecip, ma si limit al ruolo di coordinatore e gestore della somma, predisponendo allo stesso tempo
misure per arginare le tensioni che sarebbero scaturite dallannuncio della vicenda. Le reazioni furono
abbastanza composte e lipotesi di una nuova lettera del tesoro venne accantonata. Questo fatto pose fine
allutilizzo della lettera del tesoro e allo stesso tempo mise in luce limportanza per BdI di intrattenere buoni
rapporti con le altre banche. Gli anni successivi furono fiorenti per Inghilterra e Usa. Si assistette ad un
processo di concentrazione bancaria dal quale emerse il ruolo della BdI di depositaria delle grandi banche,
dotandola di un nuovo strumento di PM, la regolazione delle riserve attraverso il tasso di remunerazione.
Ulteriori innovazioni della fine del secolo per BdI furono quella di operare direttamente sul mercato delloro
e accettare depositi a custodia remunerati da enti pubblici. Fu anche il periodo nel quale si sviluppo lo
strumento che ebbe particolare fortuna, quello del Moral Suasion, ovvero linfluenza sulle azioni delle
principali banche ottenuta con discussione e persuasione condotte in maniera riservata da parte della
dirigenza della Banca Centrale. Lefficacia di questo strumento dipendeva dalle condizioni di mercato e dalla
bont dei rapporti intrattenuti con le altre banche.

Stati Uniti
Preistoria ed evoluzione della central banking negli Usa possono essere fatte partire con la nascita della
Prima Banca nel 1791 quando, lallora Ministro del Tesoro Alexander Hamilton, sotto la presidenza
Washington, si assunse la responsabilit di proporre listituzione di una banca nazionale. Fino agli anni 80 il
sistema bancario risultava sottosviluppato. Per quanto riguarda lemissione di moneta cartacea, nella
Costituzione americana figurava il divieto palese allemissione da parte degli stati e un totale silenzio sui
poteri del governo federale e sullipotesi che questi potesse o meno attribuire corso legale a qualunque
forma monetaria. Tali omissioni in realt avrebbero figurato come dei veri e propri divieti, memori, i
costituendi, delle esperienze inflazionistiche della Guerra dIndipendenza contro lInghilterra. Con il passare
del tempo per le condizioni e le necessit avrebbero portato ad un radicale cambiamento. Nella proposta
di Hamilton, la Prima Banca degli USA avrebbe dovuto:
-

Svolgere la funzione di agente di Tesoreria dello Stato;


Emettere valuta cartacea uniforme a livello nazionale;
Concedere finanziamenti al governo.

Dal 1791, con mandato ventennale, la Prima Banca inizi ad operare. Le banconote emesse da questa
ottennero il corso legale, ma solo per pagamenti per conto o a favore del Tesoro. A seguito della nascita
della Prima banca, il numero delle banche statali crebbe notevolmente. Ci che colpisce di tali banche che
la loro attivit non era incentrata sulla raccolta, ma si basava fondamentalmente su quella del credito, la cui
espansione si basava su un corrispondente aumento dellemissione di banconote. Per questo,
nellimmediato la Prima Banca si trov ad assumere una strutturale posizione creditizia nei confronti delle
banche statali, la cui attivit veniva a dipendere da quella della Prima Banca e ponendo questultima nella
scomoda posizione di regolatrice del credito, una posizione non prevista da Hamilton. Alla scadenza del
mandato, lopposizione della lobby bancaria (statale) che al momento si era accresciuta, fu fatale. La
concessione non venne rinnovata.
Nel 1812 riprese il conflitto con lInghilterra. Questo port ad un massiccio incremento della circolazione
cartacea che culmin con la prima sospensione della convertibilit nella storia americana, accrescendo a
sua volta il dissesto della circolazione delle banche statali. Al termine della guerra nel 1816, il Parlamento
opt per la costituzione di una nuova banca nazionale, la Seconda Banca degli USA, anchessa come societ
privata per azioni. La Seconda Banca inizi le operazioni nel 1816, non apportando particolari modifiche
rispetto la Prima Banca; nel 1817 venne ripresa la convertibilit. Le cose cambiarono nel 1823 con Nicholas
Biddle, divenuto direttore quattro anni prima. Questi era caratterizzato da un profondo convincimento
dellinteresse pubblico perseguito dalla banca. Mise in pratica le proprie idee sviluppando un sistema di
controllo del credito basato sullesercizio discrezionale della facolt di conversione delle banconote emesse
dalle banche statali, utilizzando come indicatore lo stato di cambio del dollaro. Una riduzione del tasso
veniva seguita da un aumento delle richieste di conversione e da una riduzione degli sconti. Questo
naturalmente era sgradito alle banche statali che lamentavano un uso scorretto da parte della Seconda
Banca della propria condizione di privilegio per fini concorrenziali. Tali lamentele vennero accolte da
Andrew Jackson, divenuto Presidente. Questi inizi immediatamente una vera e propria guerra con la
Seconda Banca, accusata di essere anticostituzionale. Tali scontri presero il nome di Bank War.

Per ben due volte Jackson istitu commissioni di inchiesta per valutare loperato della Seconda Banca, ma
ambo le volte venne assolta. Nel 1832, il parlamento si espresse favorevole al rinnovo del mandato per la
Seconda Banca ma Jackson pose il proprio veto, sollevando tre questioni: 1) La Costituzione non assegnava
al Parlamento il potere di delegare le proprie responsabilit monetarie a terzi. 2) Secondo quanto detto da
Biddle, diverse banche statali sopravvissero grazie alla tolleranza della Seconda Banca; ci non era
accettabile;
3) la necessit di una banca nazionale era venuta meno, il debito pubblico era stato pressoch rimborsato.
Anche la Seconda Banca cess le operazioni.
La lacuna provocata dalla mancanza della seconda banca venne colmata in parte dal Tesoro, in parte dalle
banche statali. Una vera e propria riforma tuttavia si avr solo con la Guerra civile negli anni 60. Pur in
contrasto con la Costituzione che prevedeva di attribuire corso legale solo alle monete, i greenbacks o
biglietti inconvertibili vennero dotati di corso legale dal governo in virt della situazione di emergenza. La
riforma vera e propria per ebbe luogo nel 1863 con il NATIONAL BANK ACT, entrato in vigore dal 1865 ad
ostilit concluse e che introdusse una versione americanizzata del modello inglese. Secondo questo
modello, chiamato National Banking System:
- Le banche con requisiti (e previa richiesta) avrebbero potuto aderire al sistema nazionale;
- Le banche del sistema avrebbero operato su concessione federale, sotto il controllo del Comptroller
od Currency.
- Obblighi di riserva del 25% per le banche operanti in citt e del 15% per quelle provinciali.
- Ammontare complessivo di emissione a quota 300 milioni di dollari, la cui allocazione tra le varie
banche era di competenza del Tesoro.
- Le Banconote avevano corso legale, ogni banca che effettuava una emissione doveva detenere titoli
di stato a garanzia
- Le banche aderenti dovevano tenere almeno un terzo del capitale in Titoli di Stato.
Si venne dunque a creare un sistema bancario di deposito/credito e uno di emissione: quello delle banche
federali aderenti al sistema nazionale, con il privilegio dellattivit di emissione e quelle statali, non aderenti
al sistema, specializzate nella raccolta di depositi senza possibilit di effettuare emissione di banconota. Tale
sistema, seppur con qualche lieve variazione, rimase operativo fino al 1910.
La versione del modello inglese cos recepita presentava due aspetti peculiari. Il primo, quello della
frammentazione del sistema bancario, di emissione e non. Numerose erano gli istituti che operavano. Ci
era dovuto anche alle restrizioni in materia di apertura di sportelli. Le banche statali non potevano aprire
filiali al di fuori dei confini dello stato e, per quanto riguarda lapertura di nuovi sportelli allinterno, le
norme variavano da stato a stato. Le banche nazionali invece erano abilitate allapertura di filiali solo nelle
localit espressamente specificate nellatto di associazione al sistema. Il secondo aspetto riguarda invece il
regime di emissione: lobbligo per le banche nazionali di detenere titoli di Stato a garanzia delle banconote
rendeva il volume delle emissioni fortemente dipendente dalla redditivit dei titoli stessi. Poich i titoli
statali erano pi solidi rispetto quelli privati, il loro rendimento era minore e poco attraente e, per questo,
lofferta di moneta di quegli anni risultava assai rigida. Tale rigidit riguardava sia una ipotetica fase di
espansione, sia una di contrazione. Per ritirare i biglietti infatti la banca doveva seguire lo stesso iter
dellemissione, rispettando allo stesso tempo dei limiti quantitativi nel ritiro delle banconote nellarco di un
mese. Per questo le banche, appena emettevano moneta, tentavano di disfarsene e rendere pi
remunerativo lattivo. Allo stesso tempo per si mettevano nella condizione di non poter soddisfare una
repentina ascesa della domanda di circolante e di dover ridurre lofferta di credito. Il risultato fu un periodo
di volatilit dei tassi di interesse, con momenti di tensione e crisi da sfiducia.
La rigidit del sistema creava dissesti anche per le banche di deposito, obbligate ad una riserva del 15 e 25%
dei depositi. Sebbene il limite fosse basso rispetto ai livelli di riserva normalmente mantenuti dalle banche,
era facilmente raggiungibile in periodi di tensione. Stando lobbligo di sospensione dellattivit di prestito
nel caso il limite fosse stato superato, in molti casi le banche interrompevano la conversione di depositi
molto prima che levento negativo si verificasse, compiendo di fatto un illecito, ma che veniva tollerato per

non arrecare turbative al circuito creditizio. Fu pertanto un periodo in cui si misero alla prova meccanismi di
cooperazione tra le principali banche per quanto riguarda le riserve. Il principale era quello delle stanze di
compensazione o clearing houses. La banca debitrice, invece di regolare direttamente il proprio debito con
la creditrice, avrebbe dovuto depositare presso la stanza delle garanzie, ricevendo in cambio un certificato
che poteva essere usato con effetti liberatori in pagamento; per evitare abusi tali certificati avevano un
tasso elevato. Tale sistema lasciava comunque aperta unaltra questione, quella riguardante i deflussi di
riserve prodotti direttamente da domande di conversione di depositi. A questo scopo le banche
apportarono un meccanismo di equalizzazione delle riserve, attraverso il quale, le banche fortemente
esposte a richieste di conversione potevano avvalersi delle riserve detenute dalle altre banche non soggette
a picchi di domande. Questi meccanismi permisero di superare diverse crisi ma non a quella del 1893: il
meccanismo non resse, portando alla sospensione della convertibilit. Tale fatto fece riprendere i dibattiti
sulla efficienza del sistema vigente. La successiva crisi nel 1907, anchessa accompagnata dalla sospensione
della convertibilit, segn la fine del vigente sistema di emissione. Leffetto fu lemanazione del AldrichVreeland Act che prevedeva listituzionalizzazione delle stanze di compensazione nelle Currency Boards,
organismi costituiti da raggruppamento di banche nazionali. Questi Boards avevano il compito di emettere
banconote di emergenza a fronte di garanzie commerciali. Si trattava di una misura temporanea; allo stesso
tempo una commissione valutava e studiava soluzioni per una riforma radicale del sistema. Alcuni anni
dopo, il risultato della commissione fu quello di istituire una banca centrale ACCENTRATA, sotto forma di
associazione. Tale progetto fu poi accantonato in favore di una struttura FEDERALE. Il risultato fu il FEDERAL
RESERVE SYSTEM, un sistema di dodici banche che inizi ad operare nel 1914, divenendo cos una banca
delle banche. Degna di nota la posizione assunta dalla lobby bancaria, la stessa che aveva portato alla
caduta della prima e seconda Banca e che ora era determinata a favorire lo sviluppo del central banking.
Tale sistema assunse le sembianze di un patto tra governo e sistema bancario, da una parte si costringono le
banche nazionali ad aderire alla nuova istituzione e partecipare al suo capitale (a questo capitale non
possono partecipare Stato n pubblico), dallaltra si priva listituzione di finalit di lucro, attribuendole i
compiti di dare elasticit alla moneta e costruire un pi efficace sistema bancario. Si introducono obblighi
specifici di riserva che le banche devono rispettare e depositare presso la FED. Ad essa vengono attribuiti
compiti di vigilanza bancaria, condivisi con il Comptroller of Currency che continua ad essere autorit di
vigilanza sulle banche statali non aderenti al sistema federale. Il grado di formalizzazione dei compiti, dei
limiti e degli strumenti massimo, al contrario del sistema inglese.
Da qui in poi, il modello inglese non verr pi preso quale modello mondiale, ma dovr lasciare spazio a
quello americano-federale.

Italia
Dallunificazione nel 1861 in Italia operavano due grandi istituti di emissione, Banca Nazionale nel Regno
dItalia e la Banca Nazionale Toscana. A questi possono essere aggiunti il Banco di Sicilia e il Banco di Napoli,
i quali, pur non essendo istituti di emissione, assolvevano in parte a questa funzione attraversi le fedi di
credito, certificati di deposito nominativi che assolvevano in molti casi alla stessa funzione di banconota.
Con lattribuzione del corso forzoso alle fedi di credito nel 1866, la loro circolazione crebbe rapidamente e
questi istituti vennero equiparati a veri e propri istituti di emissione. Durante gli anni 60 iniziarono ad
operare due nuovi istituti, la Banca della Toscana e la Banca Romana. Gi dallinizio il governo manifest
lintenzione di pervenire al monopolio di emissione, intenzione poi tralasciata a causa delle resistenze
parlamentari. Una prima riforma in materia di emissione avvenne nel 66 con lattribuzione del corso
forzoso alle fedi di credito, lobbligo alla Banca Nazionale di concedere un mutuo di 250 milioni di lire al
Tesoro a tasso agevolato, vedendosi riconosciuto il corso forzoso per i propri biglietti; gli altri biglietti che
dovevano essere convertibili in metallo o biglietti di Banca Nazionale, venne riconosciuto il corso legale;
obbligo di richiedere assenso preventivo per gli istituti di emissione per qualsiasi variazione del tasso di
sconto.
Gli anni successivi sono caratterizzati dal caos monetario dovuto alla rapida crescita della circolazione di
banconote. Nel 1874 diventa legge il progetto che intende attuare in Italia il sistema detto di pluralit
disciplinata, una rivisitazione del modello inglese.
Ad ogni istituto viene data facolt di emettere biglietti nel limite del triplo del proprio patrimonio, a questi
biglietti dato il solo corso legale e non forzoso; modifiche del tasso di sconto devono essere autorizzate dal
Tesoro; il limite di circolazione viene fissato a 750 milioni di lire, ma i sei istituti riuniti in consorzio potranno
emettere fino ad 1 miliardo di lire per conto dello Stato, a cui verr attribuito il corso forzoso. Le cose
sembrano andare bene. Il vero banco di prova del nuovo sistema sar il 1881 con la ripresa della
convertibilit. Loriginale progetto di apportare modifiche al sistema a seguito della ripresa della
convertibilit viene accantonato. Gli anni successivi sono invece caratterizzati da eccessi: i limiti imposti
vengono infranti per finanziare le speculazioni edilizie a Roma e Napoli, le riserve metalliche si riducono; le
finanze pubbliche si deteriorano. Nel 1889 viene istituita una commissione di inchiesta, segreta, il cui
compito indagare le condizioni del sistema bancario e di emissione. I risultati mostrano numerose
infrazioni e comportamenti fraudolenti da parte degli istituti, in particolar modo presso la Banca Romana,
ma la relazione viene segregata. La situazione precipita nel 1893 quando il Parlamento viene a conoscenza
della relazione Alvisi-Biagini. Scandalo. Il governo costretto a dimettersi ma prima compie una radicale
riforma del sistema di emissione. Nasce nello stesso anno la Banca dItalia dalla fusione di Banca Nazionale
e Banca Nazionale Toscana e Banca Toscana di Credito; viene confermato il privilegio di emissione per i
banchi meridionali, sebbene in posizione subordinata rispetto BI. A Banca Italia viene attribuito il servizio di
tesoreria dello Stato e le viene assegnato il compito di prendersi cura della liquidazione della Banca
Romana.
Cause della caduta del sistema di pluralit disciplinata: In primis, il controllo governativo del tasso di sconto.
Lobbligo di autorizzazione rendeva ladeguamento dellofferta rigido ed inefficiente. Una seconda causa
da ricercarsi nei vincoli posti alla conversione di biglietti tra istituti di emissione, la cosiddetta riscontrata.
Il funzionamento del meccanismo di convertibilit fungeva da freno alleccessiva emissione di banconote, un
freno che non era gradito agli istituti minori che accusavano la Banca Nazionale di concorrenza sleale; pi o
meno le stesse accuse mosse alla Seconda Banca. La riscontrata inizi a rappresentare un problema alla
fine degli anni 80 quando la BN presenta al riscontro una ingente somma di biglietti della Banca Romana. Le
lamentele sollevate dai dirigenti di Banca Romana e altri istituti minori portano il governo a prendere
provvedimenti tra cui: a) una diminuzione della frequenza delle operazioni; b) facolt per gli istituti creditori
di emettere biglietti senza copertura metallica per un importo non eccedente il totale dei biglietti di istituti
minori non presentati alla riscontrata. Tali provvedimenti non divennero mai legge. Una cosa fu chiara: la
riscontrata andava usata con cautela. Seguenti provvedimenti sfociarono in legge nel 1891: La conversione
di biglietti fu limitata per legge allammontare di biglietti della banca creditrice disponibili nelle casse
dellistituto debitore; i biglietti eccedenti per obbligo, dovevano essere ritirati dalla riscontrata e utilizzati in
operazioni di credito o presentati alla seduta successiva di riscontrata. Questo provvedimento segna la fine
della riscontrata.

Listituzione della banca dItalia venne accolta da un clima di diffidenza e di ostilit, spingendo il governo a
disegnare un assetto normativo che viene ricordato come regime di libert vigilata, ponendo limiti alla
redditivit dellistituto e prendendo controllo del tasso ufficiale di sconto. Il problema principale dellistituto
al momento quello della sopravvivenza. Per accrescere utili degli azionisti le viene consentito di applicare
un tasso ridotto e oscillante tra quello normale, fisso al 5%, ed uno minimo, per il quale prevista una
revisione mensile, a clientela di primaria qualit. Con tale disposizione, se da una parte si offre una maggior
flessibilit operativa, dallaltra si pone la BI in concorrenza con le altre banche commerciali. Il quadro inizi a
cambiare sotto la dirigenza di Bonaldo Stringher nel 1900, secondo il quale la BI avrebbe iniziato ad operare
come vero istituto di emissione solo dopo un paziente lavoro di risanamento volto ad allentare i vincoli
previsti dalla legge, rafforzando riserve e mantenendo buoni rapporti con altre banche. Egli promosse la
costituzione di consorzi allo scopo di sostenere la fragile infrastruttura finanziaria e industriale italiana. La BI
non prese parte direttamente in tali consorzi ma solo tramite il risconto. Attraverso i consorzi e loperato
della BI lItalia pot passare la crisi del 1907 in modo pressoch indolore. Nello stesso anno si ebbe la prima
vera riforma emanata per allentare i vincoli agli istituti:
1) Il tasso di sconto ridotto pu essere modificato in qualsiasi momento
2) Introduzione di incentivi fiscali per utilizzo di anticipazioni e cambiali
La legge seguente del 1926 concede il monopolio dellemissione a BI, nonch il riconoscimento di un
particolare interesse pubblico dellistituto, le viene attribuito inoltre il compito di vigilanza bancaria nonch
labolizione delle emissioni straordinarie in favore del Tesoro. E in questo momento che la Banca dItalia
diventa una vera Banca Centrale.
Il 1936 lo Statuto della BI viene nuovamente modificato:
- Le vengono riconosciute finalit esplicite di interesse pubblico.
- Viene altres trasformata in ente di diritto pubblico.
- Le viene fatto divieto di intrattenere rapporti con clientela non bancaria.
- Le vengono revocati i compiti, successivamente commissionati ad un ispettorato bancario posto
sotto il controllo di un comitato interministeriale.

Gold Standard
Linsieme della scelta di una unit di conto e quella del prezzo dei mezzi di pagamento in termini dellunit
di conto prescelta prende il nome di Standard. E un sistema di organizzazione monetario.
Nella seconda met del 1800 esistevano fondamentalmente 3 diversi standard metallici; 1) aureo 2)
argenteo 3) bimetallico, costituito da oro e argento. Con il passare del tempo si assistito ad una
convergenza verso lo standard monometallico basato sulloro. Le ipotesi per spiegare questo fenomeno
vengono ricondotte a quattro: 1) Scoperte minerarie di argento e conseguente incremento della coniazione
in argento ha portato alla svalutazione di questo standard a favore di uno basato sulloro; 2) Lespansione del
commercio ha portato ad un incremento nellutilizzo di monete auree, dal valore unitario pi elevato; 3)
affermazione della classe borghese su quella agraria, pi favorevoli a standard aurei; 4) economie di scala
derivanti dalluso omogeneo di standard aureo nel commercio internazionale.
Il periodo dal 1890 al 1910 fu caratterizzato da grande stabilit, con unofferta che tendeva a muoversi in
sintonia con lo stock aureo. Ci non significa che non vi furono crisi, ma laspetto pi importante stato
limpegno da parte dei vari paesi di ripristinare al pi presto la convertibilit a seguito di periodi di tensione.
Alla base del buon funzionamento del gold standard vi era una sorta di regola non scritta, la regola del
ripristino, con la quale, se eventi eccezionali imponevano la sospensione della convertibilit, i governi si
impegnavano a ripristinare la convertibilit non appena ci fosse praticabile a costo di imporre, se
necessario, una deflazione alleconomia.
Il mantenimento della parit aurea come obiettivo principale, fece s che il gold standard rimanesse attivo
per oltre due secoli. In questo arco di tempo la validit dello standard metallico non venne messa in
discussione. Le cose iniziarono a cambiare a seguito della Prima Guerra Mondiale.
Gli sforzi bellici richiedevano ingenti somme, non accumulabili attraverso la sola imposizione fiscale. Questo
port ad un elevato incremento delle emissioni di banconote, dalle BC o dal Tesoro stesso.
Alla fine del conflitto, le autorit si trovarono di fronte ad una scelta:
1) Tentare di ripristinare la parit attraverso una forte deflazione
2) Erodere il valore reale del debito ricorrendo allinflazione della moneta.
La seconda via era lunica percorribile dai paesi sconfitti, date le condizioni che rendevano impossibile
lapplicazione della regola del ripristino. I Paesi vincitori, ad eccezione della Francia, si aggrapparono ala
Gold Standard, non prendendo nemmeno in considerazione lipotesi di uno standard come quello della
moneta legale e n trovando alternative. Lintero dibattito ruotava intorno alla scelta se ripristinare la parit
prebellica o stabilizzarla ad un livello inferiore. Sebbene ormai spazzato via, il Gold Standard rimaneva ben
radicato negli ideali dei governatori. Lattaccamento ad esso era fortissimo, considerando che si era
dimostrato essere un efficace rimedio contro leccessiva crescita del credito e di brusche variazioni della
bilancia commerciale. Con un aumento del credito si avr un drenaggio di metallo allestero che
comprometterebbe la posizione internazionale commerciale del paese e mettendo a rischio la convertibilit
nel Paese. Aspetto pi importante forse stata lincapacit di trovare unalternativa al ripristino della parit
aurea: lalternativa era solo tra sacrifici ora, con la deflazione, o disordini politici e sociali domani.
In questo periodo pochi furono coloro che sollevarono il problema di come attenuare limpulso
deflazionistico derivante da un ritorno al gold standard.
Secondo Gustav Cassel, il problema si sarebbe potuto arginare agendo sul lato della domanda di oro, ovvero
riducendola.
GOLD EXCHANGE STANDARD
La ricetta promossa da Cassel divenne in seguito realt nella Conferenza Monetaria Internazionale di
Genova e prese il nome di Gold Exchange Standard. Questo schema consisteva di due elementi.
1) Una nuova configurazione dei cambi, con la svalutazione delle monete pi deboli.
2) Suddivisione dei Paesi aderenti in due categorie: a) i Paesi centrali, detengono riserve in oro; b)
Paesi periferici, che detengono riserve in parte in oro e in parte in attivit in valuta dei paesi
centrali.
Leffetto di questo nuovo sistema port ad una crescita delle riserve in attivit finanziarie, al ripristino della
convertibilit (nel 26 in Inghilterra) e la ripresa dei movimenti di capitale. Questo sistema aveva per alcune
imperfezioni. In primis, la libert lasciata alle BC nella composizione delle riserve. Si veniva a creare una
piramide creditizia al cui vertice si collocavano le riserve auree dei paesi centrali. Se uno dei paesi avesse

deciso di convertire parte delle proprie riserve valutarie in oro, i paesi centrali avrebbero dovuto reagire
aumentando il tasso di sconto, riducendo il credito con effetti deflattivi, contro cui lo stesso Gold Exchange
Standard era stato pensato; cosa che avvenne nel 27 da parte di Francia verso lInghilterra. In secondo
luogo, venuta meno la possibilit che la domanda di conversione provenisse dai cittadini, la conversione di
riserve valutarie in oro rappresentava il principale meccanismo attraverso il quale la disciplina del sistema
aureo avrebbe potuto essere mantenuta, una disciplina che i paesi principali facevano fatica a sopportare.
In pochi anni, il sistema port ad un movimento di oro in particolar modo verso Usa e Francia fino a livelli
troppo elevati affinch il meccanismo potesse funzionare.
Il sistema era molto fragile, sia perch il mantenimento della parit aurea era passato in secondo piano, sia
perch la dipendenza dalle riserve in valuta era unarma a doppio taglio: in condizioni normali
rappresentava un vantaggio in quanto consente una maggiore flessibilit nella gestione della Pm, in
situazioni critiche tendeva ad accrescere limpulso deflazionistico necessario per arginare una crisi di
fiducia.
Il sistema inizi a collassare con la crisi del 29. Venuta meno la regola del ripristino, i capitali tendevano a
defluire dal paese in cui la valuta veniva considerata debole, secondo un effetto detto di speculazione
destabilizzante. Le BC cercarono di proteggere la propria moneta cedendo riserve in valuta per oro ma,
data la rigidit dellofferta del metallo, ci port ad effetti deflazionistici. Chi pi a lungo, chi meno, gli stati
cercarono di mantenere la parit, altri, tra cui la stessa Inghilterra, decisero la strada della svalutazione.
Se da una parte la Grande Depressione mise a nudo le debolezze economiche degli Stati, essa permise
dallaltra di definirne i cambiamenti istituzionali che seguirono quegli anni. Si verific una trasformazione
del ruolo dello Stato, non pi solo un guardiano, ma anche fornitore di servizi sociali; allo stesso modo il
Parlamento viene ora visto come depositario della volont collettiva, ci soprattutto attraverso un
allargamento del diritto di voto. La depressione aggiunse anche sfiducia verso le politiche liberiste, nelle
istituzioni liberali e un desiderio di tentare nuove strade nella gestione delle politiche economiche. La stessa
PM divenne di fatto una questione politica. Cambia la percezione dello stato nelleconomia.
Se un cambiamento avvenne nel contesto politico istituzionale, dallaltra non avvenne nelle tecnologie di
pagamento. A sostegno di questa tesi sono tre i fatti principali:
1) Il Gold Exchange Standard non venne abbandonato definitivamente. La parit aurea viene ancora
usata come riferimento per lazione delle BC, anche se si susseguirono svalutazioni e riduzioni della
parit. Loro non svolge pi un ruolo preminente, il suo spostamento viene confinato nei rapporti tra
BC, ritirando anche le monete metalliche dal commercio per diminuire la domanda di metallo.
2) I margini consentiti dallabbandono della regola del ripristino e delle limitazioni alla libert di
circolazione dei capitali vennero sfruttati con moderazione, lasciando esperimenti in materia
monetaria al futuro.
3) Lassetto operativo sulla base del quale le BC gestivano le proprie passivit rimase immutato per
tutti gli anni 30.

MONETA LEGALE
E la nuova tecnologia che si afferma nel 900 con la scissione della moneta dal metallo. Non si differenzia da
banconota e deposito bancario per una qualche caratteristica fisica, bens a livello giuridico. La moneta
legale, nel senso che lo Stato se ne fa direttamente produttore e garante, costituita da due elementi
distinti: il deposito bancario, detenuto presso la BC e la banconota, prodotta in regime di monopolio dalla
stessa BC. La moneta non rappresenta pi un titolo ad ottenere una certa quantit di metallo, ma ad
ottenere una prestazione, beni e servizi, senza che per ne venga fissato il prezzo. La sua utilit, quindi la
sua circolazione viene a dipendere da: a) dallaccettazione in pagamento; b) dalla prevedibilit del livello dei
prezzi e, quindi, dipende dallesistenza di una garanzia statale circa il suo valore futuro. Il passaggio dalla
banconota convertibile alla moneta legale viene fatto risalire al primo dopoguerra, passaggio che comunque
non fu monotono n tantomeno indolore. Come per le altre tecnologie, il bisogno di riforma avvenne per
contrastare la deflazione dei prezzi, rendendo pi elastica lofferta di moneta; il processo ruota intorno al
concetto di moneta manovrata, ovvero lidea che la moneta non si regoli da s, ma che vada piuttosto
gestita efficientemente nellinteresse pubblico. Il Novecento allora vede affermarsi il ruolo dello Stato nel
compito di regolare la moneta. Per fare questo, fu necessaria una azione di adeguamento istituzionale che
mise in posizione di rilievo le BC. Tale processo istituzionale pu essere a grandi linee suddiviso in tre fasi:
1) I tentativi, post bellici, di ritornare alla convertibilit portarono ad attribuire alle BC un ruolo di
preminenza e a riconoscere lutilit di una ampia autonomia dal potere esecutivo. E lepoca che
viene definita doro per le BC, epoca destinata a terminare con lavvento della Grande Depressione e
gli effetti che ne scaturirono. Si tratta di una breve fase nella quale le BC assolvono da strumento
della deflazione, inevitabile se si vuole tornare al gold standard; linsostenibilit della scelta porta
allabbandono del principio di autonomia.
2) E caratterizzata dalla nazionalizzazione di molte BC e dalla riduzione dellautonomia di quelle in
mano a privati. E una fase nella quale si sperimentano nuovi strumenti di PM e che si protrae fino
agli anni 70, periodo caratterizzato dalla stagflazione
3) In questa fase di innovazione istituzionale - giuridica si ha un ritorno allautonomia operativa delle
BC, allinterno comunque di regole che ne garantiscono il controllo e responsabilit nei confronti del
potere legislativo.
La moneta legale, o fiat standard, nasce nel 1944 dagli Accordi di Bretton Woods.
Le autorit dei Paesi usciti vittoriosi dal secondo conflitto mondiale trassero tre importanti insegnamenti
delle vicende monetarie del primo dopoguerra:
1) Il Gold Standard rappresentava un sistema ormai obsoleto perch troppo rigido.
2) La libera fluttuazione dei cambi sotto la pressione di domanda e di offerta andava limitata con tutti
gli strumenti a disposizione.
3) Linterventismo statale doveva essere esteso alla sfera microeconomica
Il sistema che scatur dagli accordi di Bretton Woods ricalc appieno questi tre insegnamenti. Il concetto di
autonomia o indipendenza veniva usato per indicare la collocazione istituzionale della BC nei confronti del
governo. Ora invece si parla di autonomia con riferimento al rapporto tra la politica economica perseguita
da ciascun governo e linsieme di regole stabilite a livello internazionale. Riguardo a queste ultime, non
pochi furono, tra cui Keynes, a mostrare timore e diffidenza: si pensava che le regole fissate a livello
internazionale potessero rappresentare un vincolo alla conduzione di efficaci politiche economiche
nazionali. Lidea cardine degli Accordi di Bretton Woods comunque quella secondo cui la politica
economica nazionale debba rimanere sovrana ed incondizionata.
Per quanto riguarda i cambi, essi erano fissi, ed oscillavano intorno ad una stretta banda di tolleranza;
veniva altres data la possibilit di modificare la parit senza bisogno di autorizzazione esterna in caso di
squilibri fondamentali. Non venne comunque data una chiara spiegazione di cosa si dovesse intendere con
squilibri fondamentali.
Nel sistema, il regime di cambi fissi ma aggiustabili doveva svolgere pi un ruolo di meccanismo di
coordinamento delle fluttuazioni valutarie (come antidoto per svalutazioni competitive) che non di vincolo
esterno alla conduzione di politiche macroeconomiche, come invece avveniva nei due standard precedenti.
Non viene data piena mobilit ai capitali, come dimostrano i controlli sulle transazioni valutarie, onde
evitare speculazioni competitive, le stesse che avevano messo in crisi il Gold e lExchange Standard.

Ulteriori modifiche istituzionali furono lattribuzione alla PM di ruolo ancillare nella politica economica e un
vasto processo di nazionalizzazione delle banche centrali.
Si convinsero che la PM non dovesse perseguire obiettivi propri/autonomi, ma che dovessero essere
coerenti con quelli di P Economica. In virt di ci si assegn alle BC il compito di mantenere i tassi a livelli
pi bassi possibili compatibili con lequilibrio esterno e lasciare il controllo della domanda aggregata alla
politica fiscale: a tal fine nacquero in diversi paesi istituti/comitati per coordinare loperato delle due
politiche.
E in questo clima che avviene il passaggio della BC da organo privato e volto al conseguimento di profitto a
ente di pubblico interesse attraverso la sua nazionalizzazione.
A questo processo di nazionalizzazione si sottrassero due grandi istituti, la FED e la Banca dItalia, in virt
delle modifiche introdotte nei loro statuti negli anni 30.
La FED nasceva gi come banca centrale volta al benessere collettivo; profitto e concorrenza non
rientravano nei suoi interessi. Nel 35 il Board veniva affiancato dal Federal Open Market Committee e con
esso il controllo delle operazioni di mercato aperto, fino ad allora in mano ad ogni presidente della banca
federale. La Banca dItalia, a sua volta, si era gi vista riconoscere le finalit esplicite di interesse pubblico
con la legge del 36, veniva altres trasformata in ente di diritto pubblico e le era stato fatto divieto di
intrattenere rapporti con clientela non bancaria. Grazie a queste caratteristiche le due banche centrali
godevano di pi ampi margini di autonomia rispetto alle altre BC.
Oltre a questi accorgimenti sul piano istituzionale, il fiat standard richiese modifiche anche sul piano degli
strumenti:
1) Le OMA divennero il principale strumento di regolazione della liquidit interbancaria insieme alla
2) RISERVA OBBLIGATORIA, che passa da strumento prudenziale ad uno di PM operante sul piano del
passivo bancario
3) MASSIMALI SU PRESTITI BANCARI vennero introdotti per agire invece sul lato dellattivo bancario,
senza riscuotere grande successo.
Il sistema ideato nel secondo dopoguerra era stato pensato quindi con riferimento ad un numero
indeterminato di monete legali potenzialmente indipendenti. La quantit di moneta in circolazione non
avrebbe pi dovuto essere automaticamente determinata dalla quantit di oro disponibile, n i tassi di
cambio avrebbero pi dovuto essere vincolati ad immutabili parit auree. In realt laggancio alloro cera,
seppur non direttamente. Lunica moneta con tale aggancio era infatti quella degli USA, con un rapporto di
35$ loncia, mantenendo la parit ante-guerra del 33. Tuttavia, nessuno a quel tempo si era posto il
problema della produzione di fiducia contro il rischio di abuso, forse perch memori del caos monetario del
primo dopoguerra o del diffuso ottimismo circa le capacit del nuovo sistema democratico di tutelare
linteresse collettivo.
Il sistema di Bretton Wood port comunque a successi in termini di sviluppo economico ed espansione dei
commerci. Le correzioni dei tassi di cambio furono sporadiche e la parit USA rimase al livello di 35$ loncia.
Fatto degno di nota che, per come il sistema si evolse, lunica politica economica veramente indipendente
era quella degli USA, tutte le altre erano vincolate a mantenere la parit in dollari della moneta nazionale. Il
motivo per cui le nazioni si agganciarono al dollaro lo stesso per cui si agganciarono alloro nel periodo del
Gold Standard: per dare credibilit alle proprie azioni e perch il cambio fisso era in sostanza il simbolo del
loro impegno a condurre politiche sane: si trattava di una risposta non premeditata a quel problema della
fiducia. La coerenza dellinsieme fu assicurata per due decenni da tre fattori:
1) I principali paesi rinunciarono apparentemente di buon grado allindipendenza della propria PE
2) La PM americana ag da ancora per tutto il sistema, sfruttando il grado di libert per stabilizzare il
livello nazionale dei prezzi
3) Gli USA, in un periodo di surplus della bilancia dei pagamenti che port ad una penuria di dollari nel
sistema, accett un temporaneo deficit strutturale della bilancia dei pagamenti con il quale fu
alimentata una crescita della liquidit.
La chiave di volta del sistema diventava dunque la PE degli USA che conciliava bassa inflazione ed una
ragionevole produzione di liquidit tale da alimentare lespansione globale delle riserve ufficiali.
Sotto questi successi, gi negli anni 50 venne ripresa la convertibilit commerciale delle singole valute
nazionali e cominci grazie ad esso la ripresa della mobilit dei capitali.

Il regime di cambi fissi venne meno agli inizi degli anni 70. Non vi fu una causa univoca, ma un insieme di
concause. Molti concordano nellindividuare le cause del crollo nellaumento della circolazione dei capitali,
grazie a sviluppo di un vasto mercato interfinanziario come quello dellEurodollaro, e nella fragilit
dellassetto in cui lunica fonte di liquidit internazionale erano i crescenti disavanzi della bilancia dei
pagamenti USA. Altri invece sostengono che il crollo derivasse dal fatto che la ripresa delle economie
occidentali, e non solo, si fosse basata su un mero patto sociale che prevedeva una moderazione salariale in
cambio di alti livelli di investimenti e una vasta spesa sociale da parte dello Stato. In una situazione come
questa, il rispetto dellimpegno a difendere il cambio avrebbe significato sconfessare apertamente il patto
sociale su cui si era basata la crescita e lo sviluppo. Ci che i Paesi ora ricercano era proprio quel grado di
indipendenza delle PE nazionali cui avevano rinunciato qualche decennio prima. In realt la fissit del
cambio si sarebbe potuta mantenere se la situazione degli USA non fosse cambiata rispetto al passato, ma
cos non fu, caratterizzata comera da una inflazione crescente.
Saltato il patto di cambio, lindipendenza della propria PE, quindi della PM, venne impiegata per sospingere
leconomia, soprattutto attraverso la leva monetaria, unespansione della spesa sociale attraverso il
finanziamento della BC. Il risultato di queste spinte su acceleratori fiscali e monetari si rivelarono disastrose,
portando a ci che viene definita Stagflazione, ovvero una commistione di inflazione e stagnazione nella
quale le politiche deflattive non sortiscono effetto. Le vicende degli anni 70 mettono in luce una debolezza
del sistema del fiat standard: di fronte ad un vasto schieramento politico a favore di PM permissive, nulla
possono gli argini istituzionali.
Il come si sia arrivati a tutto ci difficile da affermare con certezza. Alcuni indicano un eccessivo
attaccamento alla relazione della Curva di Phillips, altri allindicizzazione di salari e titoli. In generale,
rapporti successivi sulla crisi degli anni 70 portarono ad indicare quali fattori preminenti errori, ignoranza e
irresponsabilit governativa.
La stagflazione negli anni 70, ha svolto lo stesso ruolo che la Grande Depressione ebbe negli anni 30,
ovvero di agire quale indicatore affidabile che lassetto monetario vigente erano in fase di degenerazione e
che le teorie economiche non riuscivano a trovare soluzioni accettabili. Ci che era necessario fare per
salvare la tecnologia di pagamento era disegnare ed attuare un convincente programma di riforma
istituzionale. Numerosi ed eterogenei furono i filoni che nacquero nel dibattito sulla validit del fiat
standard.
1) Uno di questi auspicava il ripristino di una forma di convertibilit della moneta legale in beni reali,
fino, i pi estremi, ad un ritorno alloro. Pi moderati furono invece coloro che ipotizzarono
dapprima la scissione tra mezzo di pagamento e unit di conto; a questultimo sarebbe dovuto
essere attribuito ad un paniere di beni, prescelti in modo da scoraggiare leffettivo instaurarsi di un
meccanismo di convertibilit.
2) Un secondo filone, critico verso il concetto di moneta manovrata e quindi anche del fiat standard, si
mosse contro il controllo governativo della moneta, proponendo la liberalizzazione totale della
produzione di moneta. Filone che prese in seguito il nome di Free Banking.
3) Il terzo filone, detto Monetarista, dalla teoria monetarista di Milton Friedman, sosteneva che, al
fine di evitare il rischio di una eccessiva discrezionalit nella gestione monetaria, sarebbe stato
necessario introdurre regole ferree che vincolassero il tasso di crescita. Questa proposta non
riscosse molto successo, ma fu alla base delle considerazioni future sullattribuzione da parte delle
BC di obiettivi annuali di crescita della moneta, i cosiddetti obiettivi intermedi.
4) Il quarto filone fu forse uno dei pi importanti che port alla nascita di un processo di cambiamento
istituzionale radicale futuro. Questi partiva dalla considerazione che il fiat standard fosse soggetto
ad un problema detto di incoerenza temporale: una volta dichiarata una determinata strategia di
PM, e una volta che questa si fosse radicata nelle aspettative degli operatori, per lautorit sarebbe
stato ottimale deviare da questo impegno, spiazzando il mercato con una inflazione pi alta del
previsto producendo in tal modo effetti reali nelleconomia. Poich tuttavia gli operatori con il
passare del tempo adegueranno le proprie aspettative in modo da non farsi sorprendere, il valore
dellinflazione si assester a livelli superiori rispetto a quello socialmente ottimale. Questo accadr a
causa dellincapacit dellautorit di assumere credibilmente limpegno a non tentare di
sorprendere il settore privato. Questo equivale a dire che il governo, garante ultimo degli impegni
presi, soffre della mancanza di meccanismi per vincolare il governo stesso al rispetto di tali impegni.

In assenza di meccanismi generatori di fiducia allora, la moneta inconvertibile destinata a rivelarsi


socialmente inefficiente. E in questo senso che si inserisce il processo di riforma istituzionale di quegli anni
che vincolasse la discrezionalit dello stesso governo. Viene allora riscoperto il principio di autonomia delle
banche centrali, nonch lutilit di una delega dei poteri monetari ad un soggetto istituzionalmente
indipendente ma che allo stesso tempo debba rendere conto della propria azione.
Questa ripresa del concetto di autonomia frutto di due sviluppi, uno di ordine analitico, uno di ordine
pratico. Per quanto riguarda quello analitico si dimostra che il benessere collettivo pu essere accresciuto
delegando i poteri monetari ad un soggetto cui linflazione si presenti con un peso maggiore rispetto al
governo, attuando al contempo meccanismi di verifica ex-post delle politiche effettivamente perseguite e
sostenerne la legittimit presso il settore privato o cittadini. Lo sviluppo di ordine pratico invece prende
spunto dalla considerazione che, per una serie accidenti, nella storia una banca centrale si avvicini al
concetto teorico di banca centrale ampiamente autonoma dal potere politico e votata alla stabilit dei
prezzi. E il caso della Bundesbank, nata dopo il secondo conflitto mondiale. A fare della Bundesbank il
modello di BC a seguito della stagflazione sono i successi della Germania di quegli anni nel contenimento
delle pressioni inflazionistiche e disoccupazione. Buona parte di questi successi sono attribuibili alla
Bundesbank che, seppur sotto pressioni del governo, in molte occasioni non temette il conflitto aperto con
il governo stesso.
Negli anni successivi alla crisi degli anni 70 il quadro cambia rapidamente. Si diffonde lidea che lunico
modo per arginare il collasso del fiat standard sia quello di affidarsi alle BC con una revisione della loro
collocazione istituzionale. Cambia lobiettivo principale che diviene quello della stabilit dei prezzi; cambia
anche il grado di autonomia della BC nella scelta e nelluso degli strumenti di PM atti a perseguire tale
obiettivo. In altre parole, il modello della Bundesbank si estende al mondo cos come nel 1844 si era esteso
il modello inglese. Le innovazioni e revisioni non terminano qui, con il tempo si assiste ad un altro
cambiamento strutturale, ovvero a rafforzare il bisogno di trasparenza della PM e ad un processo di
liberalizzazione finanziaria, fino ad arrivare agli accordi di Maastricht nel 92 che portarono alla nascita
delleuro nel 99.
Per riassumere il fiat standard prende forma nel 44 a Bretton Woods. Negli anni 70 si trova davanti alla
scelta di perire o crescere. Viene riscoperto il principio di autonomia delle BC. Questa autonomia tuttavia
funziona come meccanismo di produzione della fiducia solo in presenza di un capitale istituzionale
adeguato, dove questo non presente, il fiat standard annaspa.

Domande Frequenti sentite duranti gli orali:

-Fiat Standard, definizione, quando si sviluppato e perch; quando crollato il regime di cambi fissi e
perch.
-Gold Standard, Gold Exchange Standard, definizioni e differenze, quando si sono sviluppati e perch,
quando sono crollati e perch.
-Modello Inglese (non partite dicendo che nato nel 1844, dite che un modello che si sviluppa gi a
partire dalle guerre napoleoniche del 1800, passa attraverso i dibattiti monetari, bla bla bla, e che si
formalizzato con gli atti del 1844)
-Sviluppo Central Banking negli Stati Uniti, Il meccanismo delle Clearing Houses negli USA (domanda fatta in
3 orali su 5, il mio compreso) e in Inghilterra (parlate delle banche di deposito sotto forma di societ per
azioni)
-Sistema Bancario in Italia
-Sviluppo moneta nella storia, rapporto banche centrali e stato, strumenti finanziari prima dellavvento della
banconota, le banche di deposito e le banche di giro, le fiere commerciali (1500).
Le domande pi o meno sono queste, vi spiega lui bene cosa vuole sentirsi dire in particolare.

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