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William Shakespeare Le opere

(Nato il 26 aprile 1564. Morto nel 1616.)


Drammaturgo e poeta inglese, uno degli esponenti principali del
rinascimento inglese e uno dei pi grandi autori della storia del teatro
occidentale. Nato a Stratford-on-Avon, nel 1592 si trasfer a Londra dove si
impegn come autore e, marginalmente, come attore con la compagnia
"Chamberlain's Men" (divenuta in seguito "King's Men" a causa della salita
al trono di Giacomo I). Da questo momento la sua carriera fu fulminea e
gli procur considerevoli guadagni che gli consentirono di essere
comproprietario dei due teatri pi importanti di Londra: il "Globe Theatre"
e il "Blackfriars".
Difficile inquadrare la sua notevole produzione artistica, che annovera
drammi storici, commedie e tragedie, anche a causa della rilettura
successiva dei suoi lavori ad opera dei letterati romantici che videro
profonde assonanze tra la loro ricerca estetica e i lavori di Shakespeare.
Per lungo tempo, infatti, questa rilettura ha influenzato sia la critica che
gli allestimenti delle sue opere, esasperando le affinit poetiche con il
romanticismo. Indubbiamente sono presenti, soprattutto nelle grandi
tragedie, temi e personaggi che preludono all'esperienza romantica, ma
l'originalit del grande artista inglese va cercata maggiormente nella
grande capacit di sintesi delle diverse forme teatrali del suo tempo in
opere di grande respiro ed equilibrio dove il tragico, il comico, l'amaro, il
gusto per il dialogo serrato e per l'arguzia, sono spesso presenti in
un'unica miscela di grande efficacia.
Essendo impossibile selezionare alcuni lavori pi importanti di altri, mi
limiter a segnalarne alcuni in ordine sparso. Per quanto riguarda le
tragedie la pi famosa certamente"Amleto" (1599-1600), insieme a
"Romeo e Giulietta" (1594-95), "Enrico IV" (1597-98) e "Macbeth" (160506); per le commedie possiamo citare "La bisbetica domata" (1593-94),
"Molto rumore per nulla" (1598-99) e "Le allegre comari di Windsor"
(1600-01). Una menzione speciale meritano due opere "fantastiche" nelle
quali sogno e realt si mescolano in maniera talmente suggestiva da
essere dei veri e propri capostipiti del genere "Fantastico": si tratta di
"Sogno di una notte di mezza estate" (1595-96) e "La tempesta" (161112).
Cenni storici
L'avvento al trono di Elisabetta nel 1558 non fu facile. Durante il breve
regno della sorellastra Maria, che l'aveva preceduta, c'era stato un
sanguinoso tentativo di restaurazione del cattolicesimo contro la Riforma
protestante.
Assicuratasi il trono, Elisabetta aveva perseguito all'estero una politica di
espansione commerciale e territoriale e all'interno aveva mirato ad uno
sviluppo economico accelerato.

La nazione la sosteneva, soprattutto dopo che la sua flotta riusc a


distruggere l'Invincibile Armata spagnola, facendo dell'Inghilterra la
maggiore potenza mondiale sui mari.
Ma proprio questo straordinario sviluppo implicava delle profonde
trasformazioni all'interno del paese: la classe mercantile aveva il
sopravvento sulla tradizionale aristocrazia terriera, la Chiesa anglicana
doveva ora confrontarsi, oltre che con i cattolici, con le minoranze
calviniste e puritane che prevalevano nel ceto medio. Inoltre la regina non
aveva eredi e gli
aristocratici entrarono in conflitto tra loro per assicurarsi posizioni di
privilegio al momento della successione.
Un episodio significativo di queste manovre fu la fallita ribellione
capeggiata dal conte di Essex nel 1601, nella quale fu coinvolta anche la
compagnia teatrale di Shakespeare (la compagnia dei Chamberlain's Men
era stata invitata a rappresentare nel giorno fissato per la rivolta il
"Riccardo II", dramma che si pensava potesse istigare gli animi all'azione).
Amleto La trama
Lopera ambientata nella Danimarca feudale e la quasi totalit delle
scene si svolgono allinterno del castello di Elsinor, ad eccezion fatta per
alcune scene ambientate rispettivamente nello spazio circostante al
castello (atto primo, scena prima e scena quarta), nella casa di Polonio
(atto primo, scena terza ed atto secondo, scena prima), nella pianura
danese (atto quarto, scena quarta) ed allinterno di un cimitero (atto
quinto, scena prima).
Il primo atto inizia con due uomini (Bernardo e Francesco) di guardia al
castello, raggiunti pi tardi da Orazio e Marcello. Un fantasma dalle
sembianze del padre di Amleto appare agli uomini ma, improvvisamente e
prima di poter parlare, svanisce nel nulla. La notte successiva, dopo
essere stato dovutamente avvertito, il giovane Amleto si unisce alla
guardia del castello. Il fantasma riappare ed Amleto riesce a parlargli,
dopo averlo seguito, prima che esso scompaia di nuovo. Il fantasma gli
riveler i veri avvenimenti che hanno preceduto la sua morte, svelandogli
lomicidio da parte del fratello Claudio e chiedendogli di vendicarlo. Da
adesso in poi Amleto si finger pazzo per confondere chiunque cerchi di
prevederlo ed in modo da facilitarsi, quindi, la vendetta.
Dopo la morte del re, Claudio ha sposato la regina, Gertrude. Sia la madre
Gertrude che lo zio Claudio sono preoccupati per la presunta pazzia di
Amleto e chiedono a due suoi amici di scuola, Rosencrantz e Guildenstern,
di trovare la causa del problema.
Una compagnia di attori, la "compagnia stabile della citt", viene invitata
al castello con lintento di risollevare lanimo di Amleto. Amleto chiede agli
attori di interpretare "LOmicidio di Gonzago" (chiamandola in seguito "La

trappola per topi") aggiungendo alcune sue righe al testo.


Linterpretazione, raggiungendo lobiettivo prefissato da Amleto, rende
furioso il re, che interrompe la recita. Questo sembra provare agli occhi di
Orazio ed Amleto la colpa di Claudio.
Amleto raggiunge la madre nella sua stanza per parlarle. Mentre dialoga
animatamente con ella, sente Polonio gridare da dietro le tende. Amleto,
credendo si trattasse del re, lo uccide. Claudio, decidendo quindi che
Amleto troppo pericoloso per essere lasciato a piede libero in
Danimarca, decide di trasferirlo in Inghilterra con Rosencrantz e
Guildenstern, a cui consegna una lettera con lordine di uccidere Amleto
non appena raggiunta lInghilterra. Sulla nave, a causa dellattacco di una
nave corsara, Amleto scopre la lettera e la rimpiazza con unaltra in cui si
ordina invece di uccidere Rosencrantz e Guildenstern a viaggio
completato. Amleto si dirige di nuovo verso lInghilterra.
Non appena ritornato in Danimarca, Amleto scopre che Ofelia, impazzita
dopo la morte del padre, annegata. Vedendo Amleto, Laerte lo accusa
della morte di Ofelia e Polonio. Per
mettere fine alla disputa, il re prepara un incontro di scherma tra Amleto e
Laerte, trovando un artificio per uccidere "accidentalmente" Amleto.
Claudio avvelena del vino che offrir ad Amleto alla fine del primo
incontro, e Laerte avvelena a sua volta la punta del suo fioretto. Durante il
combattimento Gertrude, alloscuro delle macchinazioni del re, beve dalla
coppa riservata ad Amleto. Laerte ferisce Amleto, condannandolo a morte
e, scoprendo Amleto che il fioretto a punta scoperta, attacca
furiosamente Laerte. Nello scontro che segue i due si scambiano i fioretti
ed Amleto ferisce Laerte. Quasi nello stesso istante, Gertrude cade a
terra, affermando che la coppa avvelenata. Laerte confessa quindi che
la morte di Gertrude opera del re, e che la punta da cui Amleto stato
ferito avvelenata. Amleto, gridando al tradimento, Trafigge il re. Prima di
morire Amleto chiede ad Orazio di fare in modo che tale storia non vada
perduta, e di raccontare pubblicamente gli avvenimenti di cui stato
vittima.
Pochi istanti dopo Fortebraccio entra con i suoi soldati nel castello e,
impreparato ad un simile scenario di morte, reclama i propri diritti sulla
Danimarca. Viene ordinato di esporre sul palco la salma di Amleto, e di
annunciare la sua morte con fanfare e salve di guerra.
Amleto - Analisi
Quando William Shakespeare complet la prima stesura dell'Amleto
(1600) aveva alle spalle gi numerosi anni di successi come
sceneggiatore. Diede prova della sua maestria nelle commedie (Come vi
piace), nelle opere a sfondo storico (Riccardo II) e nelle tragedie (Giulio
Cesare) dimostrando inoltre le sue notevoli capacit di poeta nei suoi
numerosi sonetti.

La tragedia di Amleto, la pi lunga tra le opere di Shakespeare,


rappresenta una svolta nello sviluppo spirituale ed artistico dell'autore
soprattutto tramite dei dialoghi che raggiungono all'interno dell'opera
un'intensit di significato difficilmente ripetuta in passato. Un'intensit
dovuta soprattutto ai giochi di parole di Amleto, aventi sempre significati
molteplici, che lo rendono probabilmente uno dei personaggi che meritano
pi attenzione all'interno del panorama teatrale.
Le origini della storia sono avvolte nelle nebbie del passato. Si presume
che il nome Amleto, di origine danese, provenga da un testo ("Belleforest'
Histoires Tragiques", dal "Saxo Grammaticus' Historia Danica") pubblicato
nel 1582. Questa tesi avvalorata anche dalla presenza in questo testo di
elementi come l'incesto, il fratricidio e di personaggi come Ofelia, Polonio,
Orazio, Rosencrantz e Guildenstern, senza considerare inoltre il viaggio in
Inghilterra.
Comunque sia, la storia della vendetta di Amleto era gi conosciuta alla
corte della regina Elisabetta tramite un presunto lavoro perduto di Thomas
Kyd, una tragedia ispirata a Seneca in cui gli elementi realistici dell'opera
erano stati congiunti con elementi contemporanei di carattere
sovrannaturale, come l'apparizione del fantasma o il caratteristico
avvelenamento di cui il vecchio re Amleto vittima.
Gli antecedenti storici e le affinit concettuali non devono comunque
oscurare la singolarit dell'opera di Shakespeare. Prima di tutto occorre
notare la natura conflittuale dell'uomo, perfettamente rappresentata in
quest'opera. Non appena la rappresentazione inizia, Amleto ha appena
completato gli studi, figlio di un grande re e suo diretto discendente al
trono, e tutto ci sembra esaltare la natura stessa dell'uomo, come si
evince da uno dei suoi primi
monologhi, in presenza di Rosencrantz e Guildenstern: "Che capolavoro
l'uomo! Nobile d'intelletto, dotato d'una illimitata variet di talenti; esatto
nella sua forma e in tutti i suoi atti; compiuta, ammirevole creazione: pari
a un dio nella mente, e nell'azione a un angelo. Lui, la bellezza del mondo.
Lui, la misura di ogni animata cosa!". Ma, in contrasto con quanto detto in
precedenza, conclude con questa pessimista nota malinconica: "Ebbene,
per me non che una quintessenza di polvere. L'uomo non m'incanta".
Non rende contraddittoria la rappresentazione del giovane ascendente al
trono della Danimarca, figlio di un importante re?
Effettivamente, l'intera opera ruota intorno a questo punto di vista. Si
vedr il giovane Amleto intraprendere una profonda introspezione, tanto
da farlo dubitare del mondo intero, di quanto pensava in passato e della
presunta eccellenza della sua stessa natura. Di che genere di mondo
stato testimone per essere indotto a rendere tanto discordi i suoi pensieri
dalle sue azioni?
Amleto stato forzato a "sopportare gli oltraggi, i sassi e i dardi dell'iniqua

fortuna". La morte di un re e di un padre, il precedente re Amleto. Scoprire


che sua madre Gertrude una donna di facili costumi, tanto da arrivare
all'incesto a soli due mesi dalla morte del padre (rivelazione resa ancora
pi sconcertante dall'intimit che lega Amleto e Gertrude). Rendersi conto
che i propri amici di vecchia data, Rosencrantz e Guildenstern, non sono
differenti da tutti gli altri cortigiani: opportunisti con la sola intenzione di
"assorbire, dal re, incarichi favori e ricompense". Argomento, questo
dell'amicizia (che difficilmente resiste alle pressioni del tempo, come
dimostrano qui Rosencrantz e Guildenstern) da non sottovalutare in
quanto ricorrente nelle opere di Shakespeare, come ad esempio ne "Il
Mercante di Venezia" ed in un'alta percentuale dei suoi sonetti.
Infine, lultimo elemento responsabile dello sconvolgimento di Amleto, del
suo cambiamento nel vedere il mondo, la sua fedelt nellamore.
Inizialmente osserviamo Polonio negare ad Ofelia il diritto di vedere
Amleto, fatto in se neanche troppo sconvolgente, se non fosse legato
allatto di Ofelia di prendere parte ad un esperimento preparato dal re e
da Polonio per testare leffettiva pazzia di Amleto. Questa completa
perdita di fiducia nel mondo femminile, che sembra confermare quanto
pensato in precedenza su Gertrude, determinante; tanto determinante
da spingere alcuni autori teatrali a rivisitare il personaggio di Amleto in
chiave Freudiana, accentuando i rapporti con Ofelia e la madre Gertrude.
Inoltre, a generare ed in seguito ad affilare i suoi propositi di vendetta, un
fantasma rivelatore (lo spirito di suo padre) appare davanti a lui in due
occasioni: lo metter a conoscenza del suo omicidio da parte del fratello
Claudio, incitandolo alla vendetta, e ritorner in seguito per evitare che i
suoi propositi si possano attenuare.
Amleto scopre cos di vivere in un mondo di apparenze. Il nuovo re
Claudio, usurpando il trono con metodologia e propositi vili, non potr mai
rappresentare l'autorit e la legge come fece in passato il re Amleto.
Rappresenta per Amleto, di fatto, "un assassino, un vigliacco, un cialtrone
che non vale la ventesima parte d'un millesimo del vostro re di prima; una
parodia di re, un tagliaborse del potere e del regno che da un cassetto
scassinato ha tratto di furto il
ricco diadema della legalit, e se l' cacciato in tasca".
Un altro elemento degno di nota "La trappola per topi". Questa
rappresentazione teatrale dentro la rappresentazione teatrale, e
soprattutto la scena in cui il re interrompe bruscamente la recita,
sembrano eliminare la sensazione di essere solo presenti ad unopera.
Questo effetto dato dallimpressione che effettivamente lunica opera a
cui si stia assistendo sia "LOmicidio di Gonzago", e che linterruzione di
questultima sia un fatto reale. Inoltre non bisogna dimenticare che la
storia di Priamo e Gonzago a convincere realmente Amleto del crimine di
Claudio, ravvivando il suo desiderio di vendetta, ed a spegnere la seppur
vana ipotesi di aver parlato con uno spirito diabolico.

Ma solo durante il viaggio in Inghilterra, venendo a conoscenza del


tradimento di Rosencrantz e Guildenstern, che Amleto decide di dare il
colpo decisivo alla Danimarca, permettendogli di superare ogni scrupolo
da cui era stato trattenuto in precedenza.
E' interessante inoltre analizzare i due contrastanti punti di vista di Amleto
e Claudio: dove il fantasma del vecchio Amleto rappresentava coraggio,
onest ed onore, Claudio rappresenta vilt, disonest e vizio. Laddove il
giovane Amleto filosofo e poeta, Claudio politicante e retorico.
Oppone all'immaginazione filosofica di Amleto un atteggiamento orientato
alla praticit ed al materialismo. Ed proprio questa dualit dell'attuale
re, simbolo di autorit del paese e, al contempo, individuo dedito alla
menzogna ed alla volgarit, a portare Amleto a scontrarsi con la falsa
autorit che Claudio rappresenta. Questo elemento, anch'esso basilare
all'interno dell'opera, raggiunge il suo apice nella scena finale, quando
Amleto (ferito a morte) trafigge il re, avvelenandolo.
Lunico personaggio che sembra mantenere la propria lucidit senza
subire rilevanti sconvolgimenti psicologici, forse a causa della propria
saggezza (spesso dimostrata nei dialoghi con Amleto, di cui di fatto il
suo unico confidente), Orazio. Acquister un'importanza sempre pi
rilevante all'interno dell'opera, divenendo infine lunico perno fisso nel
tragico scenario di morte della scena finale, in cui rappresenta il tramite
per trasmettere laccaduto ai posteri; probabilmente Orazio si pu
considerare anche il solo uomo veramente degno di rispetto all'interno
della corte di Elsinor.
Per concludere, questopera non offre verit etiche o morali, ma mostra la
vita da una prospettiva molto pi ampia di quanto sia mai stato fatto in
precedenza; una prospettiva in cui luomo si interroga, analizza se stesso,
ragiona e soffre sotto una continua pressione emotiva. Un uomo che si
interroga, prima ancora che sugli avvenimenti correnti, sui misteri della
sua stessa natura. Una simile visione della vita si allontana dal semplice
concetto di tragedia, diventando prima ancora di un opera darte, uno
schema sulla condizione delluomo.
Personaggi dellopera
Amleto
Il mistero la principale caratteristica del carattere di Amleto e si
manifesta in primo luogo nell'ambiguit della sua pazzia. A corte Amleto
agisce e parla come un pazzo, ma svela per
ben tre volte (ad Orazio, a Rosencrantz e Guildenstern ed alla madre) di
agire in tal modo volutamente e con uno scopo preciso. Veniamo a sapere
da Ofelia che, prima della morte del padre, egli era un cortigiano, un
soldato ed uno studente modello. Il matrimonio incestuoso della madre
con lo zio lo getta in uno stato d'animo cupo e denso di propositi suicidi

(manifestati ripetutamente nei monologhi). E' in questa situazione


emotiva anche quando si confronta col fantasma del padre e con la
rivelazione dell'omicidio.
Il suo mandato la vendetta, eppure nei due mesi successivi all'incontro
con il fantasma non compie alcun gesto concreto in questa direzione, ma
si limita a turbare la corte con il suo agire irrazionale. Questa finta
malattia mentale, anzich proteggere Amleto, ottiene di allarmare lo zio,
che prima cerca di scoprirne le cause poi preoccupato per la propria
stessa vita, decide di allontanare il nipote incaricandolo di una missione
senza ritorno in Inghilterra. Nel frattempo l'incapacit di accettare la realt
della vita o di agire per distruggerne i mali tormenta Amleto molto pi di
quanto la sua bizzarra condotta non infastidisca coloro che lo circondano.
In primo luogo si accusa di codardia, poi razionalizza la sua incapacit di
agire ritenendola un frutto dei suoi dubbi circa la vera natura del fantasma
(forse diabolica). E infine quando, grazie allo stratagemma della
rappresentazione teatrale, riesce a smascherare lo zio, colto da una
momentanea, insana felicit ma continua a meditare il suicidio ed a
motteggiare crudelmente Ofelia.
La sua prima, vera reazione avviene durante il dialogo con la madre e
sembra che misteriosamente la direzione della sua rabbia sia sempre
distorta pi verso la regina che verso il re, anche ora che la colpevolezza
di quest'ultimo certa. Questa insistenza sulle colpe materne, insieme a
certe allusioni che tornano ricorrenti nei discorsi con Ofelia relativamente
alla "falsit" e alla "fragilit" femminili, hanno spinto alcuni commentatori
ad interpretare il personaggio di Amleto in chiave freudiana. Comunque
sia, solo dopo la riconciliazione con Gertrude che la realt comincia ad
apparirgli diversa e che pu compiere il suo mandato.
Polonio
La principale caratteristica di Polonio l'autoadulazione e
l'autocompiacimento. Trattiene la partenza del figlio per Parigi con una
sequela di insegnamenti moraleggianti che non hanno nulla a che vedere
con la sua pratica di vita. E' vecchio e cos orgoglioso della sua
superficiale saggezza che quando viene a sapere della relazione fra
Amleto ed Ofelia decide immediatamente che le intenzioni di Amleto
debbano essere disoneste. E' maestro nell'arte del sotterfugio e dello
spionaggio. Arriva al punto di dare una lezione su questi nobili metodi al
servo Reinaldo, che manda a Parigi per spiare il figlio Laerte.
Orazio
A differenza di Laerte, che torna da Parigi per assistere all'incoronazione
del nuovo re, e di Rosencrantz e Guildenstern, che sono stati chiamati,
Orazio venuto in Danimarca da Wittenberg per i funerali del padre di
Amleto ed rimasto per confortare l'amico. Quando Amleto incontra il
fantasma, Orazio cerca di calmarlo, e nei due mesi successivi conquista
l'affetto del principe con il suo comportamento misurato, la sua integrit

ed il suo riserbo. Amleto parla di lui come di una persona in cui "passione
e giudizio sono ben commisti" ed a lui che si rivolge quando fa ritorno in
Danimarca dopo l'avventuroso viaggio in Inghilterra. Quando, al cimitero,
Amleto si lascia andare a tristi riflessioni sulla morte, di nuovo Orazio
che tempera la sua eccessiva sensibilit col dire "'Twere to consider too
curiously, to consider so". Orazio tenta di dissuadere Amleto dal duello
con Laerte ed alla fine vorrebbe seguire la
stessa sorte del principe bevendo dalla coppa avvelenata. Con la sua
capacit di accettare serenamente gli eventi, deve sopravvivere ad
Amleto per esercitare la sua positiva influenza sul ricostituirsi dello stato.
Ofelia
Ofelia figlia di Polonio e sorella di Laerte. Come figlia del lord
Ciambellano, Ofelia ha dovuto convivere da sempre con la sua mentalit
retriva e con la sua visione negativa del genere umano. Tuttavia ancora
capace, forse grazie alla sua innocenza, di destare l'amore di Amleto. E' di
carattere debole e facilmente manipolata dai familiari. Cos, nonostante
le lettere d'amore di Amleto l'abbiano realmente commossa, crede al
fratello, che descrive l'amore di Amleto come ingannevole e presta ascolto
ai facili moralismi di Polonio. Ormai confusa, si presta ad agire da esca per
coloro che intendono spiare Amleto. Suggestionato dalle parole del
fantasma e disgustato dal comportamento della madre, Amleto deluso
dal genere femminile e la rifiuta. E'allora che Ofelia capisce la forza del
suo affetto per Amleto, ma troppo tardi. Prima il rifiuto dell'amante, poi
la morte del padre, spezzano le sue esili forze e la ragazza impazzisce. Si
aggira pronunciando frasi incoerenti e cantando stralci di vecchie canzoni.
Quasi per caso, appendendo una ghirlanda al ramo di un albero sospeso
sul fiume, Ofelia cade in acqua ed annega.
Laerte
Laerte, figlio di Polonio e fratello di Ofelia, un giovane la cui buona
indole stata distorta dalla preoccupazione per le apparenze, tipica del
padre. Dopo una breve comparsa a corte per l'incoronazione di re Claudio,
sul punto di tornare a Parigi, tiene alla sorella un lungo discorso
sull'importanza di proteggere la castit della sorella da Amleto. A questo
consiglio Ofelia, probabilmente a conoscenza dei modi di agire del fratello,
replica che egli non dovrebbe insegnarle l'austerit di costumi senza
praticarla egli stesso. Quello relativo alla severit di costumi di Laerte un
sospetto che viene rafforzato quando il padre ordina al servo Reinaldo di
spiarlo. Evidentemente Laerte predica una morale che non mette in
pratica e, proprio come il padre, convinto che esistano per i due sessi
due pesi e due misure. Quando viene a sapere delle oscure circostanze
della morte del padre, Laerte toccato nel suo senso dell'onore e torna in
Danimarca per vendicarsi. Riesce persino a raccogliere una folla di
facinorosi per assalire il castello. La vista della pazzia della sorella gli
causa un sincero dolore, che manifesta apertamente abbandonando la
scena, eppure ci che pi lo ferisce sembra essere il fatto che il funerale

del padre sia stato anonimo ed oscuro, senza onore di rito e di trofei. Al
contrario di Amleto, che, trovando il re inginocchiato, ha posticipato la sua
vendetta, egli ucciderebbe il principe "tagliandogli la gola in chiesa" pur di
avere soddisfazione. Il comportamento di Amleto ai funerali di Ofelia lo
conferma nei suoi propositi. Nella conclusione del dramma offerta a
Laerte l'opportunit di desistere dalla vendetta: Amleto gli stringe la mano
e si scusa, adducendo a giustificazione la sua pazzia. Ma Laerte, troppo
invischiato nelle regole formali dell'onore, pur accettando di cuore la sua
amicizia, rinvia la riconciliazione al momento in cui un gruppo di maestri
delle regole di corte gli possa assicurare che la sua reputazione non ne
sar intaccata. Laerte si riscatta quando ormai tutto perduto, offrendo e
ricevendo il perdono ed informando Amleto dei propositi di Claudio.
Gertrude
Madre di Amleto, solo un mese dopo la morte del padre ne ha sposato lo
zio. Gertrude la donna che causa il tormento morale ed il disprezzo per
la carne nell'animo di Amleto e che allo stesso tempo trattiene Claudio
dall'eliminare brutalmente il nipote. Eppure non un carattere
eccezionale. Bisogna a questo punto ricordare che le parti femminili nel
teatro elisabettiano erano interpretate da ragazzi e che di conseguenza
l'autore tendeva a non concepire per esse un eccessivo onere nella
recitazione. Gertrude non interpreta lunghi monologhi, ma da ci che dice
si deduce che si tratta di una madre attenta ed amorevole, che non
stata complice dell'omicidio del marito e che insiste nel voler vedere solo
il lato positivo della vita, evitandone per quanto pu gli aspetti oscuri.
Rifiuta di incontrare Ofelia quando essa sconvolta dalla morte del padre
perch pensa di non poter resistere a tanto dolore e quando la ragazza
muore ne descrive la fine in modo tenero e perfino poetico. Spirito
positivo, non crede alla esistenza del fantasma del marito, che Amleto le
descrive. Il rifiuto di Amleto di dimenticare il padre morto e di accettare il
suo affrettato matrimonio con lo zio le causa una vera infelicit, e
accondiscende a tutti i piani di Claudio e di Polonio per scoprire le ragioni
della pazzia del figlio, nella ingenua speranza di recuperare la serenit.
Quando deve fronteggiare il biasimo e la condanna del figlio in un incontro
faccia a faccia, la sua prima reazione quella di troncare il dialogo
piuttosto che ascoltare l'elenco delle colpe che le vengono attribuite. Alle
reiterate accuse, risponde con l'orgoglio di una coscienza innocente
("What have I done that thou dar'st wag thy tongue\ In noise so rude
against me?") dimostrando una assoluta mancanza di autocritica, poi
comincia a dubitare di se stessa ed a provare un senso di colpa che
neanche l'idea di una ipersensibilit del figlio pu far svanire. Tanto che
dopo questo scambio di battute, tornata dal re, non gli rivela che Amleto
le ha detto di fingersi pazzo, senza esserlo affatto. Solo la morte per
avvelenamento pu alla fine convincerla definitivamente della
colpevolezza di Claudio.
Claudio
All'inizio del dramma Claudio un uomo che ha saputo conquistarsi ci

che desiderava e che confida totalmente nella sua capacit di mantenerlo.


Un talento effettivo Claudio deve averlo avuto, perch come uomo politico
riuscito ad assicurarsi il trono scalzando il nipote, e come uomo stato
capace di suscitare l'amore di Gertrude. Ora che ha il trono e la regina,
vuole solo la pace necessaria per goderseli e a questo scopo il suo primo
passo quello di cercare di superare anche le resistenze del nipote,
invitandolo a restare in Danimarca a godere dei suoi favori. Ma se Amleto
mostra di essere ancora in profondo lutto dopo due mesi dalla morte del
padre, dopo quattro mesi il suo comportamento diventato
pericolosamente provocatorio. Il principe l'unico ostacolo alla felicit di
re Claudio, che prima manda delle spie (Rosencrantz e Guildenstern) per
tentare di svelare il segreto del suo comportamento, poi si convince di
essere in pericolo di vita e decide di mandare il nipote in Inghilterra per
farlo eliminare. Claudio, al contrario di Amleto, un uomo d'azione e trova
delle risposte in ogni circostanza. Le sue iniziative sono immediate:
provocato indaga, minacciato si difende, smascherato prega, ma anche
davanti al cielo riconosce di non voler cedere i benefici acquisiti. E' uno
spirito concreto, amante dei piaceri e del bere. I suoi sensi di colpa non
sono sufficienti a dominare i suoi istinti. Sempre fiducioso nella sua abilit
di forgiare il proprio destino, il re affastella trama su trama per preservare
le sue conquiste e alla fine i suoi stessi
piani lo travolgono.

Laspetto simbolico dei fiori:


Il personaggio di Ofelia da sempre associato ad alcuni fiori ed erbe
perch cos stato raffigurato da Shakespeare nella sua tragedia (vedi
Atto IV, scena V):
- Al fratello, Ofelia offre rosmarino e viole del pensiero:
There's rosemary, that's for remembrance; pray, love, remember
and there is pansies. that's for thoughts
C' il rosmarino, per la rimembranza. Ti prego, amore, ricorda
ed ecco delle viole, queste per i pensieri
ROSMARINO (Rosmarinus officinalis): il simbolo del ricordo (fedelt)
per i morti
VIOLA DEL PENSIERO (Viola tricolor hortensis): inducono al pensiero, alla
riflessione.
Viole del pensiero unite al rosmarino simboleggiano un invito al fratello a
non dimenticare lamore per suo padre (e probabilmente anche per la
sorella, che morir poco dopo) e di non perdere la testa per il dolore (un
invito a rinunciare alla vendetta?).
- Al re offre finocchio e aquilegia:
There's fennel for you, and columbines
Per te il finocchio e laquilegia

FINOCCHIO (Foeniculum vulgare): il simbolo delle lusinghe e della


stoltezza (Laerte, come molti re, molto sensibile alle lusinghe).
AQUILEGIA (Aquilegia vulgaris): il simbolo di adulterio maschile,
ingratitudine, infedelt, e emblema degli amanti ingannati.
- Alla regina d la ruta, e ne prende anche per s:
there's rue for you; and here's some for me: we may call it herb-grace o'
Sundays: O you must wear your rue with a difference
C la ruta, ed un poco anche per me: la possiamo chiamare erba
grazia della domenica; ma la tua ruta devi portarla addosso in altro
modo...
RUTA (Ruta graveolens): significa adulterio e genuino pentimento per
tutte le trasgressioni delle donne, anche simbolo di sofferenza eterna. La
Ruta una pianta tossica, dal sapore molto amaro, che in passato veniva
usata per abortire, quindi, come specifica Ofelia, questa pianta ha due
diversi significati: associata ad Ofelia diventa il simbolo della sofferenza e
del pentimento (la utilizz per abortire il figlio illegittimo frutto della
relazione con Amleto?), associata alla regina diventa simbolo di adulterio.
- Sempre alla regina sta per darle una margherita, e vorrebbe darle anche
delle violette:
There's a daisy
I would give you some violets, but they withered all when my father
Ecco una margherita...
E le violette ti vorrei dare, ma appassirono tutte quando mor mio padre
MARGHERITA (Bellis perennis): significa innocenza . Ofelia vede una
margherita e dice: "C' una margherita" e sta per offrirla alla regina, ma
poi se la nasconde dietro alla schiena come se dicesse: "Non c'
innocenza qui".
VIOLA MAMMOLA (Viola odorata): significa pudore e modestia, e anche
innocenza e verginit. Ofelia vorrebbe offrirne un po anche alla regina (o
anche al re) ma sono tutte appassite quando morto suo padre, come per
dire che i sentimenti pi puri sono morti assieme a lui. La viola mammola
un fiore particolarmente fragile e perisce facilmente, e nella tragedia
citato pi volte: associato ad Amleto (Laerte avvert la sorella sulla
fatuit dellamore di Amleto, chiamandola passioncella simile alla violetta
che spunta a primavera) e ad Ofelia (Laerte invoca che dal cadavere di
Ofelia spuntino delle viole).
E questi sono i fiori e le erbe citate nellAtto IV, scena V della tragedia
originale, per quanto riguarda invece il film di Zeffirelli tu hai scritto che i
fiori che vengono citati sono anche
il GAROFANO: nel linguaggio dei fiori (se rosso) simboleggia amore
vivissimo, energia, cuore che sanguina lacerato per amore.
il GIGLIO: da sempre associato alla purezza, allinnocenza giovanile, alla
verginit, e al candore.

LERBA CIPOLLINA: fin dallantichit si riteneva che possedesse delle


propriet magiche: sfregando l'intera pianta si eliminava qualsiasi
malocchio o incantesimo.
Il confronto tra la pazzia di Ophelia e quella di Hamlet
Amleto non pazzo, anzi lucidissimo. E' un uomo che cerca di sfuggire
al suo destino, un destino di potere. Per il potere suo padre stato ucciso
e quel potere destinato a lui che un principe ereditario.
Lui vorrebbe solo vendicare suo padre uccidendo il suo assassino (Claudio)
e punire sua madre per il suo matrimonio sospetto e poi tenersi lontano
dalla beghe di potere e dal trono: impresa quasi impossibile, quasi folle
appunto.
Quindi per sopravvivere nella corte di Elsinore che piena di spie e sicari
decide di fingersi folle.
E per convincere Polonio e il Re della sua follia usa anche Ofelia, recitando
davanti a lei e contro di lei la sua finta pazzia. Ofelia guarda e riferisce al
padre. E capisce anche molto dell'intrigo ma non osa mettersi contro suo
padre.
Quando Amleto uccide Polonio, Ofelia capisce di aver perso tutto: onore,
amato e padre e impazzisce.
La scena della sua pazzia la quinta del quarto atto.
Monologo:
Il monologo una parte del testo drammatico affidata ad un singolo
personaggio che pu essere solo sulla scena e parlare tra se(come in in
questo caso), parlare di fronte ad altri personaggi muti e in disparte,o pu
rivolgersi direttamente al pubblico.
Il monologo verte spesso sulla riflessione dei temi esistenziali.
Infatti la tragedia ha come finalit l'espressione di contenuti di pensiero
filosofici e morali.
Attraverso il monologo (to be or not to be this is the question..)Amleto
esprime i suoi pensieri,sulla vita e sulla morte.
Amleto pensa che tutti i mali,che lui deve subire(dopo la morte del
padre),possano essere superati attraverso la morte.
Non solo si riferisce ai suoi mali,ma pi in generale ai mali di tutti gli
uomini,alle ingiurie,alle ferite d'amore,ale insolenze dei superbi eccetera..
Secondo il suo pensiero,se l'uomo sopporta tutto questo,ben sapendo che
"Qualora si potesse far stornare il conto con un semplice pugnale,
chi vorrebbe portare dei pesi
per gemere e sudare.."cio sapendo che con la morte si pu mettere fine
a tutte le sofferenze, perch l'uomo ha paura di quello che ci possa
essere dopo la morte,perch chiunque muore non pu tornare idietro per
raccontarlo.
"..se la paura di qualche cosa dopo la morte,
il paese inesplorato dal quale nessun viandante ritorna,
non frenasse la nostra volont,
facendoci preferire i mali che sopportiamo

ad altri che non conosciamo?"


In poche parole l'uomo preferisce soffrire,conoscendo cosa gli
aspetta,invece di andare incontro a qualcosa di inaspettato.
Essere o non essere (To be or not to be nell'originale inglese) una frase
dell'Amleto di Shakespeare.
La battuta viene pronunciata dal principe Amleto all'inizio del monologo
che apre la prima scena del terzo atto della tragedia. una delle frasi pi
celebri della letteratura di tutti i tempi, ed stata oggetto di numerosi
studi e diverse interpretazioni. L'interrogativo esistenziale del vivere
(essere) o morire (non essere) alla radice dell'indecisione che impedisce
ad Amleto di agire (il famoso dubbio amletico). Spesso stato associato
all'idea del suicidio.
Nell'immaginario popolare il celebre monologo viene spesso confuso con
un'altra scena dell'opera, quella di Amleto che scopre il teschio del
buffone di corte Yorick. Questa confusione ha dato origine alle varie
rappresentazioni di Amleto che pronuncia essere o non essere mentre
regge in mano un teschio.
.
Ricordo che quando ero pi piccola e sentivo parlare di quest'opera di
Shakespeare, rimasi colpita da una interpretazione in particolare: Amleto
in realt aveva una sorta di infatuazione, o complesso di edipo, nei
confronti della madre, e questo gli impediva di amare Ofelia e scatenava
in lui una serie di emozioni contrastanti di amore/odio(!?)
A distanza di anni questa cosa che avevo letto o sentito mi rimasta in
testa, e quando finalmente ho avuto l'occasione di leggere quest'opera,
sono rimasta colpita dalla sua particolarit e bellezzae ovviamente non
ho ritrovato questa presunta relazione conflittuale tra Amleto e la
madre!!!
La storia credo che la conoscano pi o meno tutti: Amleto, principe di
Danimarca, molto scosso per la morte improvvisa del padre, e
soprattutto per il fatto che la madre, a soli due mesi dall'evento, si sia
risposata con il cognato. Improvvisamente viene a conoscenza di
apparizioni strane e soprannaturali: il fantasma del padre si aggira di
notte nel castello e chiede vendetta: si, perch il poveretto non morto di
morte naturale ma stato ucciso dal fratello, avido di potere e interessato
al trono e alla vedova!!
Si capisce quindi che l'opera una vera e propria tragedia di vendetta,
tipica per il periodo in cui venne scritta (1600), nel quale la letteratura era
dominata dalle saghe familiari sanguinose e piene di rivalit e rancori.
In Shakespeare c' per un elemento nuovo: il protagonista (Amleto) viene
caratterizzato non tanto per le sue doti di eroe e per il suo valore, quanto
piuttosto per la sua fragilit e umanit. Infatti, venuto a conoscenza del
torto subito (ossia l'omicidio a sangue freddo del padre), Amleto inizia ad
escogitare il modo migliore per attuare la sua vendetta.ma inizialmente
non riesce a mettere in atto i suoi propositi, temporeggia, si perde in
dettagli..e tutto questo perch ha lo scrupolo di uccideresi sente
debole, la sua coscienza interviene e gli impedisce di agiree questo crea

in lui uno stato di profonda prostrazione e nervosismo.


Ecco allora che cresce l'odio nei confronti dello zio, indegno addirittura di
essere paragonato al dito mignolo del fratello e ora l, al suo posto sul
trono e davanti agli occhi di Amleto.e per giunta anche nel letto della
madre
Metateatro:
La funzione pu essere duplice: svelare i meccanismi ingannatori, come
per esempio in Amleto, e quindi metterci nei panni dei protagonisti-attori
che guardano gli attori-attori, oppure come in "Sogno di una notte..."
quella di farci immergere meglio appunto in un sogno, svelando gli artifici
della rappresentazione veniamo anche liberati da una falsa illusione per
entrare in una vera.
Il teatro nel teatro o metateatro un artificio teatrale con il quale,
all'interno di una rappresentazione, si mette in scena una ulteriore azione
teatrale della quale viene dichiarata la natura fittizia. Questo artificio
stato spesso utilizzato per inscenare una breve rappresentazione
all'interno di un dramma, con gli attori di quest'ultima che si rivolgono,
oltre al pubblico in platea, anche ad un fittizio pubblico, interpretato da
alcuni degli attori della compagnia, che prende posto sul palcoscenico. In
alcuni casi questa modalit narrativa ha talvolta assunto il carattere di
svelamento dell'artificio illusorio dell'evento teatrale o dello spazio
teatrale da parte di chi agisce la scena nei confronti degli spettatori,
rendendo palese l'intero impianto fittizio dell'azione scenica, talvolta allo
scopo di mostrare l'illusoriet, non solo della rappresentazione, ma anche
della realt tangibile dagli spettatori.
Nella pratica, il teatro nel teatro pu rappresentarsi come un evento
teatrale che si svolge sul palcoscenico, all'interno del dramma
rappresentato, e che gli spettatori avvertono come un'azione degli attori
intenti nella rappresentazione di un dramma. Esempi celebri sono, ad
esempio, la seconda scena del terzo atto dell'Amleto di Shakespeare, nel
quale degli attori propongono uno spettacolo, consigliati da Amleto, sulla
falsariga dell'omicidio perpetrato da Claudio ai danni di Amleto padre.

a tecnica del metateatro stata riutilizzata anche da autori successivi


come Shakespeare . Nella seconda scena del terzo atto di Amleto,il
protagonista propone ,a una compagnia di attori, la rappresentazione di
una storia sulla falsariga dellomicidio commesso da suo zio Claudio ai
danni di suo padre.
Amleto decide di mettere in scena questopera perch aveva incontrato
precedentemente il fantasma di suo padre che gli aveva raccontato la
vera storia,ossia che suo zio Claudio lo aveva ucciso per appropriarsi del
regno.

Lo scopo della rappresentazione quello di vedere la reazione di Claudio


nellassistere allo spettacolo ,in modo da capire se il fantasma diceva la
verit.

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