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di Allah, il compassionevole, il misericordioso!
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per aprirci il cammino verso il paradiso, ha sacrificato il suo unico Figlio. Ges
stesso (che pi volte si espresso contro la divinizzazione della propria persona)
ha pronunciato le famose ed enigmatiche (tenendo conto di cosa gli successo
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di cos giusto come i suoi giudizi, nulla di cos puro come la sua santit e nulla
di pi immenso della sua bont (G.W.F. LEIBNIZ, Teodicea [1710], Hamburg
1968, p. 165).
La maggior parte dei cristiani e dei musulmani (in breve: i teisti) crede dunque
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massimo grado. Secondo gli illuministi invece questa idea poco plausibile.
1. Realt e teodicea
Arthur Schopenhauer (un altro grande filosofo, che per non era cristiano) ha
cos decifrato la parola tedesca WELT [mondo]: Weh [dolore], Elend [miseria],
Leid [sofferenza], Tod [morte]. In questo modo ha riassunto concisamente non
solo la sua visione pessimistica delle cose, ma ha anche pronunciato una parola
profetica.
Infatti, nel secolo in cui vissuto Schopenhauer questo oscuro acronimo
potrebbe anche non essere stato cos appropriato come nel successivo, che ha
vissuto due guerre mondiali, ed anche in questo secolo, con tutte le minacce che
si addensano come nuvole nere sopra la nostra testa.
Se si ponesse di fronte agli occhi di un uomo tutte le sofferenze che potrebbero
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pena, dice laconicamente Ges (MATTEO 6.34),
Soprattutto i preti nelle loro prediche sono soliti rievocare la totale sofferenza
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attraverso il quale (con grande dispiacere del clero) si perde sempre pi spesso
la fede in un Dio buono e misericordioso.
Se un extraterreste arrivasse sul nostro pianeta e raccogliesse le testimonianze
degli uomini giungerebbe presto alla conclusione che sulla Terra diverse divinit
buone e cattive si contendono il potere, oppure che la Terra governata da un
solo Dio allo stesso tempo buono e malvagio, oppure che il pianeta Terra vaga
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In effetti ognuna di queste tre possibilit molto pi plausibile della tesi,
sostenuta dai teisti, secondo cui il mondo retto da un Dio onnipotente e buono.
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hanno imbastito tentativi vari per giustificare la bont di Dio nonostante la
grande sofferenza del mondo che - dicono - Lui ha creato.
Questi tentativi sono comunemente detti teodicee. In essi due sono i temi
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2. La sofferenza serve alla formazione del carattere morale
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anche la sofferenza per consentire agli uomini di sviluppare le virt morali
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Cosa dire di questa teodicea?
Innanzitutto bisogna riconoscere che talvolta, tramite la sofferenza e la
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Alcuni dopo aver subito un danno diventano pi accorti. Talvolta il dolore
tempra e migliora carattere di un uomo, ed in alcuni casi la sofferenza genera
effettivamente un bene superiore. In maniera analoga, ad esempio, il piacere che
una bibita fresca suscita pu essere cos intenso da compensare ampliamente la
grande sete che lo ha preceduto e reso possibile.
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senso del dovere. Che sulla terra ci sia molta sofferenza, osserva Darwin,
nessuno lo pu negare. Si tentato di giustificarla, per lo meno per quanto
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endo che essa serve per il suo miglioramento morale. Ma il
numero degli uomini nulla in confronto a quello di tutti gli altri esseri viventi
dotati di sensibilit. Questi spesso soffrono molto, anche se non possono
migliorare dal punto di vista morale (in: K. DESCHNER [Ed.], Il Cristianesimo
secondo i suoi avversari, Ismaning b. Mnchen, p. 275).
La eventuale obiezione dei teisti, secondo cui Dio lascia che gli animali soffrano
affinch gli uomini possano sviluppare un comportamento etico anche nei loro
confronti, non plausibile poich la sofferenza degli animali esisteva gi quando
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In realt ci che contraddice la tesi dell'esistenza di un Dio buono la quantit
di sofferenza del mondo. In cosa potrebbe consistere la formazione del carattere
di una ragazza giovane, intelligente, piena di vita, il cui cervello comincia
improvvisamente a degradarsi, fino a costringerla a languire in un letto di
ospedale, incapace di riconoscere i propri familiari, cosicch la sua morte
potrebbe sembrare a molti (tranne alcuni intransigenti fondamentalisti) una
benedizione?
Troppo spesso la sofferenza non viene superata in maniera positiva e diventa un
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vulcaniche che sotterrano intere citt, di terremoti e tsunami che ammazzano
migliaia di uomini in un sol colpo, per sviluppare la solidariet e la carit? In
cosa consiste il bene che sorge dalla distruzione di un altro popolo o dalla lenta
agonia di intere popolazioni per mancanza di cibo e di acqua?
Da simili catastrofi non sorge alcun bene. Al contrario. A causa della quantit e
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una cosa che non farebbero se al mondo ci fosse meno sofferenza
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ristretto. Se (parlando in maniera figurata) la pioggia necessaria per realizzare
determinati beni, perch la vediamo spesso trasformarsi in diluvio ed il vento in
uragano?
Chi, stremato dalla troppa sofferenza, finito nel fango, se e quando riesce a
risollevarsi spesso non pi un uomo, ma un mostro. La sofferenza del singolo
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bens un passo indietro verso qualcosa di peggio. Il terremoto di Lisbona, ad
esempio, ha ridestato nel XVIII secolo gli istinti umani pi bassi ed diventato
una delle radici del pessimismo europeo.
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disponibilit viene meno, la pazienza si esaurisce, il coraggio vacilla e
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Che la sofferenza serva per la formazione del carattere - come molte morali
religiose sostengono - falso anche per il seguente motivo. Sono soprattutto la
comprensione, l'amore e l'amicizia ci che evita all'uomo di chiudersi in s
stesso. Eppure quella oscura pedagogia teistica vorrebbe che si accantonino
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La compassione ha bisogno di altri presupposti. Anche per Schopenhauer la
compassione un grande valore; tuttavia essa non qualcosa di
immediatamente dato. Essa necessita, infatti, della particolare consapevolezza
che in ogni essere regna la stessa volont di vivere. La mia volont di vivere
anche quella degli altri uomini, e la loro volont di vivere la stessa del pi
minuscolo essere al mondo.
Questa consapevolezza della medesima identit di tutto ci che esiste
necessaria - secondo Schopenhauer - a
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sentimento di solidariet. La semplice presenza del dolore non basta.
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asi [questo sei tu] quasi il nucleo della saggezza asiatica.
Questa teodicea poggia su una singolare interpretazione del concetto di
eccellenza morale. Moralmente esemplare, infatti, sarebbe chi trae dalla
sofferenza degli altri il motivo delle proprie azioni. In realt ancora pi
eccellente chi si pone in maniera positiva di fronte al mondo come tale ed
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trovarsi di fronte alle tragedie degli altri per provare solidariet, compassione e
gioia di stare insieme. Per lei agire moralmente qualcosa di spontaneo che fa
parte della sua personalit. Il suo comportamento non motivato dalla
sofferenza; lei a
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ricerca scientifica. Come pu la vita di un uomo, oppr
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aiutare il prossimo nella lotta contro il male, sviluppare tutte le sue potenzialit?
Certo, cosi come il mondo abbiamo il dovere di prestare aiuto a chi soffre ed
ha bisogno. Tuttavia il fatto stesso che cos tanti abbiano bisogno di aiuto pone
fortemente in dubbio la bont di Dio.
Questo tentativo di giustificare la bont di Dio tramite la crescita morale
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della compassione e carit.
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comprendere con le categorie umane la bont di Dio, ma anche i suoi pensieri e
le sue vie non sono le nostre
. La nostra conoscenza solo parziale. Tutto ci
che succede proviene da Dio ed quindi buono. Parecchie cose, che al momento
ci sembrano ingiuste e dannose, in seguito si dimostrano utili.
Cosa dire di questa teodicea?
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questa constatazione non si pu concludere che tutto ci che succede al mondo
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sia peggio della parte. In fin dei conti, riguardo alla parte del mondo che
conosciamo, sappiamo che gli uomini non devono necessariamente soffrire in
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togliersi la vita nel caso questa diventi per loro un carico insopportabile.
In base ad una logica analoga a quella di Leibniz si potrebbe a pari diritto
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Se per avessimo una perfetta conoscenza del tutto potremmo facilmente
riconoscere che ci che a noi sembra positivo in realt un mezzo per creare il
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mondo la perfetta incarnazione del male. Molte delle cose che ora a voi
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Ma anche ignorando questa difficolt, in questa teodicea si fa un abuso
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morale.
Se la bont, che i teisti attribuiscono al massimo grado a Dio, non avesse nulla a
che fare con la comune forma di bont che ragionevolmente ci si pu aspettare
dagli uomini, i difensori di questa teodicea avrebbero evidentemente formulato
in maniera falsa ed equivoca gli attributi perfetti del loro Dio.
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non buono secondo il criterio di valutazione umano, poich noi abbiamo solo
un metro di misura, quello de
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Se la Sua idea di giustizia non fosse uguale alla nostra, la speranza in un aldil
dove regni la giustizia sarebbe infondata. Potrebbe infatti succedere che Dio non
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continuerebbero a sussistere anche
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Il concetto teistico di giustizia compensatrice proprio ci che affascina anche
molti non credenti. Ben pochi rinunciano alla speranza che i dannati su questa
terra (ad esempio, i ventimila bambini che ogni giorno sul pianeta Terra
muoiono di fame) possano trovare un poco di felicit altrove. Chi ha un minimo
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Il comune sentimento etico particolarmente scosso dalla mancanza di giustizia
nel mondo, di solito inadeguata nei confronti del merito e della colpa. Viviamo
in un mondo in cui molti innocenti soffrono, dove uomini come Socrate
vengono condannati a morte, come Galilei vengono fatti tacere e come Giordano
Bruno vengono messi al rog
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spesso entra ed esce dalle galere oppure finisce sul rogo.
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e sugli ingiusti durante la vita terrena, ma che poi separer il frumento dalla
zizzania! Anche se per gli uomini abbastanza duro il ruolo che svolgono nel
dramma del mondo, esiste una soluzione. Alla fine dei tempi le dissonanze
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senso come vorrebbe questa teodicea. Purtroppo per questo solo un pio
desiderio, poich questo mondo non dimostra di essere governato da un Dio
buono.
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Russel in Perch non sono cristiano. Quando un comune fruttivendolo apre
una cassa di arance e trova che quelle in superficie sono marce, non pensa certo
che per amor di equilibrio quelle sul fondo saranno migliori, bens che molto
pi probabile che siano tutte marce. Se pe
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energie minore di quello necessario per garantire quel futuro stato ideale. Ma
Dio non interviene per evitare le ingiustizie pi grandi, cosicch gli ingiusti
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Molto pi fondata della deduzione di un aldil senza sofferenza a partire da un
aldiqu pieno di sofferenza la constatazione che la speranza in una giustizia
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speranza in una futura giustizia compensatrice rimarr senza alcun fondamento.
Oltre alla speranza religiosa in un aldil esiste anche la speranza laica che gli
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investano piuttosto nella realizzazione di un mondo pi giusto, in cui valga
davvero la pena di vivere.
Allora forse gli uomini smetteranno di preoccuparsi di una fantomatica esistenza
futura e si preoccuperanno della vita dopo la morte tanto quanto si sono
preoccupati della vita prima di venire al mondo (ossia per nulla).
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che tu hai dovuto sopportare. Io - mio Ges - sono io il miserabile che ha
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e ferite). Questi uomini smetteranno di inginocchiarsi di fronte agli idoli.
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positivi al massimo grado nonostante il male del mondo che Lui ha creato).
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Evidentemente questo tentativo di teodicea fa della necessit (ossia,
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tuttavia la sua bont non sarebbe pi comprensibile per gli uomini. Ma se la
bont di Dio non fosse uguale alla nostra non potremo mai sapere se Dio
buono o cattivo, se stiamo adorando un Essere perfetto oppure Satana.
La potenza di Dio viene sempre interpretata alla maniera degli uomini, ossia,
mentre gli uomini sono limitatamente in grado di fare ci che vogliono Dio pu
fare tutto ci che vuole. I propositi di Dio, invece, vengono definiti insondabili,
proprio perch molte manifestazioni della sua bont sono in macroscopico
contrasto con tutto ci che noi definiamo buono.
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buono, nonostante le moltissime prove contrarie, una violenza contro ogni
fondamentale intuizione morale.
Rinunciare alla propria volont ed abbandonarsi alla volont di un Dio che non
pu essere riconosciuto come buono (e di conseguenza potrebbe anche essere
malvagio) significa comportarsi in maniera moralmente irresponsabile. Significa
rinunciare alla propria autonomia a favore di qualcun altro, pur sapendo che
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che Dio buono, prima di poter affermare che bene ubbidire ai suoi
comandamenti
Se, nonostante tutte queste obiezioni, i teisti continuassero a sostenere che
quando si parla di Dio i normali attributi devono essere intesi in senso traslato
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dire, a pari diritto, che Dio malvagio ma la sua malvagit non la nostra, che
Dio un sadico ma il suo sadismo non il nostro, ecc. In questo modo si
spalancano porte e finestre a qualsiasi assurdit.
Se Dio non fosse buono nel senso comune di questa parola non ci sarebbe pi
alcuna differenza tra lui ed il pi terribile tiranno. Anche un tiranno infatti
potrebbe sostenere che i suoi sentimenti morali sono buoni ma non possono
essere compresi come tali secondo le categorie umane.
Nonostante i sofismi teistici una cosa certa: una bont infinita pur sempre
una bont, come anche uno spazio infinito pur sempre uno spazio ed un
triangolo perfetto pur sempre un triangolo. La differenza tra la bont divina e
quella umana pu solo essere quantitativa, non qualitativa.
Pensare seriamente che la giustizia di Dio non la nostra significa anche la fine
di ogni teologia (una cosa che agli scettici potrebbe anche non dispiacere),
fintanto che per teologia si intende la dottrina motivata, ossia la scienza degli
attributi di Dio. Se le vie del Signore non sono le nostre i teologi dovrebbero
smettere di atteggiarsi come se esse fossero note a loro e come se loro potessero
dare ad esse un significato. Dovrebbero piuttosto tacere una volta per tutte.
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non vedono alcun scettico nelle vicinanze ma, ad esempio, solo degli ingenui
bambini, eccoli raccontare loro amabilmente della bont di Dio, della creazione
del mondo dal nulla, del Figlio di Dio che ha camminato sulle acque, del buon
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o)eche per questo sono stati scacciati dal paradiso e
condannati a soffrire. Del buon Padre che ha avuto compassione di loro e che
per riconciliarsi ha lasciato che loro stessi crocefiggessero il suo unico Figlio, il
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divina sono entrambi falliti. Con questi non si pu giustificare la bont di Dio.
In un precedente libro (La bont di Dio ed il male del mondo, EffeElle Editori
2006), ho d
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Di conseguenza, se la bont della presunta autorit morale rimane avvolta nel
dubbio immorale seguire le sue direttive.
Ci nonostante qualche acuto teista potrebbe prendere il toro per le corna ed
obiettare: I singoli argomenti a favore della bont di Dio potrebbero anche non
essere convincenti. Ma presi complessivamente non rendono per lo meno pi
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stesso succede con venti secchi forati.
Anche il riferimento al fatto che la fede in un Essere supremo ampliamente
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mondiale vive in paesi la cui cultura contrassegnata da un monoteismo di
questo tipo. Tuttavia la verit di una affermazione non si misura dalla sua
diffusione. Ad esempio, nei tempi antichi quasi tutti gli uomini pensavano che il
pianeta Terra fosse un disco piatto, ma poi questa idea risultata falsa.
Neppure il riferimento alla antichit della fede conta. Certo, impressionante il
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viveva sulle sponde di un lago al margine di un deserto, si sia diffusa attraverso i
secoli in gran parte del mondo. Ma anche la lunga tradizione di un errore non lo
trasforma in una verit. Altrimenti secondo questo criterio la religione degli
ebrei sarebbe pi vera delle altre religioni abramitiche (ma questo non farebbe
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giardini inglesi e delle idee illuministiche su cui essa poggia. Streminger
membro del consiglio scientifico della Fondazione Giordano Bruno.
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