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Gerhard Streminger

Il buon Dio non esiste


La maggior parte dei cristiani e dei musulmani convinta che esita un Dio
buono e giusto. I musulmani, ad esempio, iniziano la loro preghiera con le
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per aprirci il cammino verso il paradiso, ha sacrificato il suo unico Figlio. Ges
stesso (che pi volte si espresso contro la divinizzazione della propria persona)
ha pronunciato le famose ed enigmatiche (tenendo conto di cosa gli successo
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(MARCO 10.18; 13.32).
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di cos giusto come i suoi giudizi, nulla di cos puro come la sua santit e nulla
di pi immenso della sua bont (G.W.F. LEIBNIZ, Teodicea [1710], Hamburg
1968, p. 165).
La maggior parte dei cristiani e dei musulmani (in breve: i teisti) crede dunque
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massimo grado. Secondo gli illuministi invece questa idea poco plausibile.
1. Realt e teodicea
Arthur Schopenhauer (un altro grande filosofo, che per non era cristiano) ha
cos decifrato la parola tedesca WELT [mondo]: Weh [dolore], Elend [miseria],
Leid [sofferenza], Tod [morte]. In questo modo ha riassunto concisamente non
solo la sua visione pessimistica delle cose, ma ha anche pronunciato una parola
profetica.
Infatti, nel secolo in cui vissuto Schopenhauer questo oscuro acronimo
potrebbe anche non essere stato cos appropriato come nel successivo, che ha
vissuto due guerre mondiali, ed anche in questo secolo, con tutte le minacce che
si addensano come nuvole nere sopra la nostra testa.
Se si ponesse di fronte agli occhi di un uomo tutte le sofferenze che potrebbero
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pena, dice laconicamente Ges (MATTEO 6.34),
Soprattutto i preti nelle loro prediche sono soliti rievocare la totale sofferenza
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animali, le molteplici manifestazioni degli affetti umani, ecc . Tuttavia tutte


queste cose positive sembrano spesso rimanere in minoranza, poich solo poche
ci arridono. Molto pi di frequente la preoccupazione ed una fondamentale
sensazione di mancanza di significato accompagnano la vita. Sembra proprio
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attraverso il quale (con grande dispiacere del clero) si perde sempre pi spesso
la fede in un Dio buono e misericordioso.
Se un extraterreste arrivasse sul nostro pianeta e raccogliesse le testimonianze
degli uomini giungerebbe presto alla conclusione che sulla Terra diverse divinit
buone e cattive si contendono il potere, oppure che la Terra governata da un
solo Dio allo stesso tempo buono e malvagio, oppure che il pianeta Terra vaga
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In effetti ognuna di queste tre possibilit molto pi plausibile della tesi,
sostenuta dai teisti, secondo cui il mondo retto da un Dio onnipotente e buono.
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hanno imbastito tentativi vari per giustificare la bont di Dio nonostante la
grande sofferenza del mondo che - dicono - Lui ha creato.
Questi tentativi sono comunemente detti teodicee. In essi due sono i temi
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2. La sofferenza serve alla formazione del carattere morale
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anche la sofferenza per consentire agli uomini di sviluppare le virt morali
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perseveranza, sono beni talmente preziosi dag
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Cosa dire di questa teodicea?
Innanzitutto bisogna riconoscere che talvolta, tramite la sofferenza e la
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Alcuni dopo aver subito un danno diventano pi accorti. Talvolta il dolore
tempra e migliora carattere di un uomo, ed in alcuni casi la sofferenza genera
effettivamente un bene superiore. In maniera analoga, ad esempio, il piacere che
una bibita fresca suscita pu essere cos intenso da compensare ampliamente la
grande sete che lo ha preceduto e reso possibile.
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essere giustificata, poich gli animali non possono sviluppare la solidariet o il


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senso del dovere. Che sulla terra ci sia molta sofferenza, osserva Darwin,
nessuno lo pu negare. Si tentato di giustificarla, per lo meno per quanto
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endo che essa serve per il suo miglioramento morale. Ma il
numero degli uomini nulla in confronto a quello di tutti gli altri esseri viventi
dotati di sensibilit. Questi spesso soffrono molto, anche se non possono
migliorare dal punto di vista morale (in: K. DESCHNER [Ed.], Il Cristianesimo
secondo i suoi avversari, Ismaning b. Mnchen, p. 275).
La eventuale obiezione dei teisti, secondo cui Dio lascia che gli animali soffrano
affinch gli uomini possano sviluppare un comportamento etico anche nei loro
confronti, non plausibile poich la sofferenza degli animali esisteva gi quando
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In realt ci che contraddice la tesi dell'esistenza di un Dio buono la quantit
di sofferenza del mondo. In cosa potrebbe consistere la formazione del carattere
di una ragazza giovane, intelligente, piena di vita, il cui cervello comincia
improvvisamente a degradarsi, fino a costringerla a languire in un letto di
ospedale, incapace di riconoscere i propri familiari, cosicch la sua morte
potrebbe sembrare a molti (tranne alcuni intransigenti fondamentalisti) una
benedizione?
Troppo spesso la sofferenza non viene superata in maniera positiva e diventa un
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vulcaniche che sotterrano intere citt, di terremoti e tsunami che ammazzano
migliaia di uomini in un sol colpo, per sviluppare la solidariet e la carit? In
cosa consiste il bene che sorge dalla distruzione di un altro popolo o dalla lenta
agonia di intere popolazioni per mancanza di cibo e di acqua?
Da simili catastrofi non sorge alcun bene. Al contrario. A causa della quantit e
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ristretto. Se (parlando in maniera figurata) la pioggia necessaria per realizzare
determinati beni, perch la vediamo spesso trasformarsi in diluvio ed il vento in
uragano?
Chi, stremato dalla troppa sofferenza, finito nel fango, se e quando riesce a
risollevarsi spesso non pi un uomo, ma un mostro. La sofferenza del singolo
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bens un passo indietro verso qualcosa di peggio. Il terremoto di Lisbona, ad
esempio, ha ridestato nel XVIII secolo gli istinti umani pi bassi ed diventato
una delle radici del pessimismo europeo.
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disponibilit viene meno, la pazienza si esaurisce, il coraggio vacilla e
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Oltretutto ci si dovrebbe chiedere se giusto lasciare che alcuni soffrano per il


bene di altri. Noi uomini chiediamo sempre il consenso prima di sperimentare su
qualcuno un farmaco destinato al bene di tutti e gli illustriamo anche i possibili
effetti collaterali. Per noi sarebbe uno scandalo ed un crimine non farlo. Dio
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prima di infliggergli una sofferenza qualsiasi. Perch Lui ha cos poco rispetto
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Che la sofferenza serva per la formazione del carattere - come molte morali
religiose sostengono - falso anche per il seguente motivo. Sono soprattutto la
comprensione, l'amore e l'amicizia ci che evita all'uomo di chiudersi in s
stesso. Eppure quella oscura pedagogia teistica vorrebbe che si accantonino
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La compassione ha bisogno di altri presupposti. Anche per Schopenhauer la
compassione un grande valore; tuttavia essa non qualcosa di
immediatamente dato. Essa necessita, infatti, della particolare consapevolezza
che in ogni essere regna la stessa volont di vivere. La mia volont di vivere
anche quella degli altri uomini, e la loro volont di vivere la stessa del pi
minuscolo essere al mondo.
Questa consapevolezza della medesima identit di tutto ci che esiste
necessaria - secondo Schopenhauer - a
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o-giudaico. Tat twam
asi [questo sei tu] quasi il nucleo della saggezza asiatica.
Questa teodicea poggia su una singolare interpretazione del concetto di
eccellenza morale. Moralmente esemplare, infatti, sarebbe chi trae dalla
sofferenza degli altri il motivo delle proprie azioni. In realt ancora pi
eccellente chi si pone in maniera positiva di fronte al mondo come tale ed
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coloro che soffrono, ma anche quelli fortunati, felici e che stanno bene.
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trovarsi di fronte alle tragedie degli altri per provare solidariet, compassione e
gioia di stare insieme. Per lei agire moralmente qualcosa di spontaneo che fa
parte della sua personalit. Il suo comportamento non motivato dalla
sofferenza; lei a
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avvalorata anche dalla constatazione che la compassione e la carit non sono di


per s beni. Questi due sentimenti, infatti, traggono il loro valore dal fatto che
grazie ad essi la sofferenza viene alleviata. Ma se non esistesse alcuna
sofferenza non ci sarebbe neppure bisogno di loro.
In questa teodicea insito un ragionamento vizioso che si richiude su s stesso.
In essa si sostiene che la compassione e la carit sono beni eccelsi e si giustifica
4

la sofferenza affermando che essa sarebbe necessaria per la realizzazione di


questi beni. Siccome per la compassione e la carit sono beni solo perch
grazie ad essi la sofferenza viene alleviata, non si pu giustificare Dio per aver
creato la sofferenza. Dato che il mondo quello che , prendersi cura di chi
soffre un dovere morale. Ma non un bene di per s di cui ringraziare Dio.
Oltretutto gli uomini sono esseri con capacit limitate, cosicch le energie
impiegate per alleviare la sofferenza vengono sottratte ad altre attivit altrettanto
importanti. Non si riesce a capire perch le attivit caritatevoli debbano essere
considerate pi importanti, ad esempio, delle attivit scientifiche o artistiche. La
maggior parte delle dottrine teistiche dei valori ha quasi il chiodo fisso della
moralit.
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ricerca scientifica. Come pu la vita di un uomo, oppr
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Certo, cosi come il mondo abbiamo il dovere di prestare aiuto a chi soffre ed
ha bisogno. Tuttavia il fatto stesso che cos tanti abbiano bisogno di aiuto pone
fortemente in dubbio la bont di Dio.
Questo tentativo di giustificare la bont di Dio tramite la crescita morale
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intensit. Questa eccessiva sofferenza spesso produce altra sofferenza al posto
della compassione e carit.
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comprendere con le categorie umane la bont di Dio, ma anche i suoi pensieri e
le sue vie non sono le nostre
. La nostra conoscenza solo parziale. Tutto ci
che succede proviene da Dio ed quindi buono. Parecchie cose, che al momento
ci sembrano ingiuste e dannose, in seguito si dimostrano utili.
Cosa dire di questa teodicea?
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lmondo solo parziale. Tuttavia da
questa constatazione non si pu concludere che tutto ci che succede al mondo
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relativamente buona in confronto al resto che non conosciamo, ossia che il tutto
sia peggio della parte. In fin dei conti, riguardo alla parte del mondo che
conosciamo, sappiamo che gli uomini non devono necessariamente soffrire in
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togliersi la vita nel caso questa diventi per loro un carico insopportabile.
In base ad una logica analoga a quella di Leibniz si potrebbe a pari diritto
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5

difensore di una simile religione demoniaca potrebbe infatti sostenere che la


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efra loro.
Se per avessimo una perfetta conoscenza del tutto potremmo facilmente
riconoscere che ci che a noi sembra positivo in realt un mezzo per creare il
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saggezza infinita potreste riconoscere che in fondo tutto negativo e che questo
mondo la perfetta incarnazione del male. Molte delle cose che ora a voi
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.
In base alla limitatezza della conoscenza umana si potrebbe quindi dedurre
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arriver mai a dimostrare la bont di Dio.
Ma anche ignorando questa difficolt, in questa teodicea si fa un abuso
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iperde la nozione di genuino valore
morale.
Se la bont, che i teisti attribuiscono al massimo grado a Dio, non avesse nulla a
che fare con la comune forma di bont che ragionevolmente ci si pu aspettare
dagli uomini, i difensori di questa teodicea avrebbero evidentemente formulato
in maniera falsa ed equivoca gli attributi perfetti del loro Dio.
Se
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non buono secondo il criterio di valutazione umano, poich noi abbiamo solo
un metro di misura, quello de
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uomo. Cos pure non si dovrebbero usare i


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creature nel senso comune di queste parole.
Se si sostenesse seriamente che Dio buono ma la sua bont non la nostra,
potremmo affermare a pari diritto che Lui di color porpora con puntini gialli,
oppure che a forma di cerchio, oppure che madre invece che padre.
Basterebbe infatti dichiarare preventivamente che questi attributi vengono intesi
non nel senso comune ma in senso traslato.
Se la bont di Dio, e di conseguenza la sua moralit, fosse diversa dalla nostra,
Lui non sarebbe pi un riferimento per il nostro comportamento poich noi
utilizziamo un metro di misura umano.
Chi afferma che Dio buono e giusto, ma non nel senso consueto di queste
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attribuisce al mondo aspettative future ben diverse da quelle prospettate dalla
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aanche la nostra.
6

Se la Sua idea di giustizia non fosse uguale alla nostra, la speranza in un aldil
dove regni la giustizia sarebbe infondata. Potrebbe infatti succedere che Dio non
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continuerebbero a sussistere anche
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Il concetto teistico di giustizia compensatrice proprio ci che affascina anche
molti non credenti. Ben pochi rinunciano alla speranza che i dannati su questa
terra (ad esempio, i ventimila bambini che ogni giorno sul pianeta Terra
muoiono di fame) possano trovare un poco di felicit altrove. Chi ha un minimo
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Il comune sentimento etico particolarmente scosso dalla mancanza di giustizia
nel mondo, di solito inadeguata nei confronti del merito e della colpa. Viviamo
in un mondo in cui molti innocenti soffrono, dove uomini come Socrate
vengono condannati a morte, come Galilei vengono fatti tacere e come Giordano
Bruno vengono messi al rog
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e sugli ingiusti durante la vita terrena, ma che poi separer il frumento dalla
zizzania! Anche se per gli uomini abbastanza duro il ruolo che svolgono nel
dramma del mondo, esiste una soluzione. Alla fine dei tempi le dissonanze
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senso come vorrebbe questa teodicea. Purtroppo per questo solo un pio
desiderio, poich questo mondo non dimostra di essere governato da un Dio
buono.
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Russel in Perch non sono cristiano. Quando un comune fruttivendolo apre
una cassa di arance e trova che quelle in superficie sono marce, non pensa certo
che per amor di equilibrio quelle sul fondo saranno migliori, bens che molto
pi probabile che siano tutte marce. Se pe
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Se Dio fosse giusto e se in particolare fosse gi
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Se Dio fosse effettivamente cos potente da poter garantire il trionfo della
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7

energie minore di quello necessario per garantire quel futuro stato ideale. Ma
Dio non interviene per evitare le ingiustizie pi grandi, cosicch gli ingiusti
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Molto pi fondata della deduzione di un aldil senza sofferenza a partire da un
aldiqu pieno di sofferenza la constatazione che la speranza in una giustizia
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governato da un Dio buono. Quando andiamo ad un concerto e constatiamo che
l

overture completamente un fiasco, possiamo solo sperare che la parte


principale abbia miglior sorte. Tuttavia questa speranza avrebbe un certo
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overture. Sostenere
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speranza in una futura giustizia compensatrice rimarr senza alcun fondamento.
Oltre alla speranza religiosa in un aldil esiste anche la speranza laica che gli
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investano piuttosto nella realizzazione di un mondo pi giusto, in cui valga
davvero la pena di vivere.
Allora forse gli uomini smetteranno di preoccuparsi di una fantomatica esistenza
futura e si preoccuperanno della vita dopo la morte tanto quanto si sono
preoccupati della vita prima di venire al mondo (ossia per nulla).
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Signore, ci che tu sopporti tutta colpa mia. Sono io il responsabile di tutto ci
che tu hai dovuto sopportare. Io - mio Ges - sono io il miserabile che ha
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gioso: Testa ricoperta di sangue
e ferite). Questi uomini smetteranno di inginocchiarsi di fronte agli idoli.
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tutti gli attributi
positivi al massimo grado nonostante il male del mondo che Lui ha creato).
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compensatrice solo una pia speranza.
Evidentemente questo tentativo di teodicea fa della necessit (ossia,
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tuttavia la sua bont non sarebbe pi comprensibile per gli uomini. Ma se la
bont di Dio non fosse uguale alla nostra non potremo mai sapere se Dio
buono o cattivo, se stiamo adorando un Essere perfetto oppure Satana.
La potenza di Dio viene sempre interpretata alla maniera degli uomini, ossia,
mentre gli uomini sono limitatamente in grado di fare ci che vogliono Dio pu
fare tutto ci che vuole. I propositi di Dio, invece, vengono definiti insondabili,
proprio perch molte manifestazioni della sua bont sono in macroscopico
contrasto con tutto ci che noi definiamo buono.
8

Ma se non possibile dimostrare che Dio buono, non si pu neppure affermare


che la fede in Dio il fondamento della morale, poich solo un Dio buono pu
essere di sostegno alla morale e garante della moralit. Solo nel caso in cui
sapessimo che Dio di fatto buono potrebbe essere morale ubbidire ai suoi
comandamenti.
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buono, nonostante le moltissime prove contrarie, una violenza contro ogni
fondamentale intuizione morale.
Rinunciare alla propria volont ed abbandonarsi alla volont di un Dio che non
pu essere riconosciuto come buono (e di conseguenza potrebbe anche essere
malvagio) significa comportarsi in maniera moralmente irresponsabile. Significa
rinunciare alla propria autonomia a favore di qualcun altro, pur sapendo che
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.Dobbiamo per lo meno sapere
che Dio buono, prima di poter affermare che bene ubbidire ai suoi
comandamenti
Se, nonostante tutte queste obiezioni, i teisti continuassero a sostenere che
quando si parla di Dio i normali attributi devono essere intesi in senso traslato
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.Noipotremmo infatti
dire, a pari diritto, che Dio malvagio ma la sua malvagit non la nostra, che
Dio un sadico ma il suo sadismo non il nostro, ecc. In questo modo si
spalancano porte e finestre a qualsiasi assurdit.
Se Dio non fosse buono nel senso comune di questa parola non ci sarebbe pi
alcuna differenza tra lui ed il pi terribile tiranno. Anche un tiranno infatti
potrebbe sostenere che i suoi sentimenti morali sono buoni ma non possono
essere compresi come tali secondo le categorie umane.
Nonostante i sofismi teistici una cosa certa: una bont infinita pur sempre
una bont, come anche uno spazio infinito pur sempre uno spazio ed un
triangolo perfetto pur sempre un triangolo. La differenza tra la bont divina e
quella umana pu solo essere quantitativa, non qualitativa.
Pensare seriamente che la giustizia di Dio non la nostra significa anche la fine
di ogni teologia (una cosa che agli scettici potrebbe anche non dispiacere),
fintanto che per teologia si intende la dottrina motivata, ossia la scienza degli
attributi di Dio. Se le vie del Signore non sono le nostre i teologi dovrebbero
smettere di atteggiarsi come se esse fossero note a loro e come se loro potessero
dare ad esse un significato. Dovrebbero piuttosto tacere una volta per tutte.
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bambini, eccoli raccontare loro amabilmente della bont di Dio, della creazione
del mondo dal nulla, del Figlio di Dio che ha camminato sulle acque, del buon
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primi uomini disubbidienti che si sono lasciati irretire da un altro astuto essere
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o)eche per questo sono stati scacciati dal paradiso e
condannati a soffrire. Del buon Padre che ha avuto compassione di loro e che
per riconciliarsi ha lasciato che loro stessi crocefiggessero il suo unico Figlio, il
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quale s risalito al cielo ma sempre onnipresente ed in testa ad ogni letto


come una telecamera di sorveglianza osserva tutto, il quale buono ma aiuta
solo chi crede in lui, il quale si annida dentro un pezzetto di pane ogni volta il
sacerdote compie un misterioso rituale grazie al quale noi stessi possiamo
gustare col palato il sapore del Creatore del cielo e della terra (facendo per
attenzione a non morderlo). Del buon Dio che ci ama, ma che spesso ci trova
riprovevoli (ad esempio, quando a letto leggiamo un libro invece di fare il nostro
dovere), del buon Dio che ha fatto tanto per noi e che noi non dovremmo mai
deludere.
In tutte questi racconti i teisti danno per scontato che la bont e la giustizia di
Dio siano comprensibili per gli uomini, cosicch questa teodicea (riguardo alla
bont di Dio ed alle sue vie che non sono le nostre) non viene neppure presa
considerazione.
4. Conclusione
Gli argomenti qui discussi per risolvere il problema della teodicea non riescono
a convincere. I tentativi di giustificare la sofferenza tramite la formazione
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divina sono entrambi falliti. Con questi non si pu giustificare la bont di Dio.
In un precedente libro (La bont di Dio ed il male del mondo, EffeElle Editori
2006), ho d
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Di conseguenza, se la bont della presunta autorit morale rimane avvolta nel
dubbio immorale seguire le sue direttive.
Ci nonostante qualche acuto teista potrebbe prendere il toro per le corna ed
obiettare: I singoli argomenti a favore della bont di Dio potrebbero anche non
essere convincenti. Ma presi complessivamente non rendono per lo meno pi
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stesso succede con venti secchi forati.
Anche il riferimento al fatto che la fede in un Essere supremo ampliamente
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mondiale vive in paesi la cui cultura contrassegnata da un monoteismo di
questo tipo. Tuttavia la verit di una affermazione non si misura dalla sua
diffusione. Ad esempio, nei tempi antichi quasi tutti gli uomini pensavano che il
pianeta Terra fosse un disco piatto, ma poi questa idea risultata falsa.
Neppure il riferimento alla antichit della fede conta. Certo, impressionante il
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viveva sulle sponde di un lago al margine di un deserto, si sia diffusa attraverso i
secoli in gran parte del mondo. Ma anche la lunga tradizione di un errore non lo
trasforma in una verit. Altrimenti secondo questo criterio la religione degli
ebrei sarebbe pi vera delle altre religioni abramitiche (ma questo non farebbe
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piacere ai cristiani e ai musulmani) e la idolatria sarebbe ancora pi vera del


giudaesimo.
Proprio perch gli argomenti a favore della bont e della giustizia di Dio non
convincono, i fedeli come ultima risorsa si aggrappano al puro irrazionalismo e
saltano ad occhi chiusi nella pura fede. Chiedono a s stessi ed agli altri
semplicemente di avere fede in Dio perch noi siamo i suoi figli ed un padre sa
sempre pi delle sue creature.
Ma anche questa richiesta una violenza contro ogni intima intuizione morale.
Un figlio, infatti, costruisce la sua fiducia nei genitori in base alle azioni che essi
(in questo caso il padre) compiono e si convince di poter avere fiducia nel padre
solo quando dispone di una serie di prove a favore.
Il mondo, invece, cos come ci mostra una grande quantit di sofferenza
ingiustificata. Proprio per questo sorge il problema della teodicea. Finch questo
problema non verr risolto non abbiamo alcun motivo di aver fiducia in Dio.
Che in realt ci sia poco da avere fiducia in Dio, visto il male che affligge il
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scarrozzare, tra gli applausi della folla nei vari paesi, esclusivamente a bordo
della Papamobile (il furgone corazzato di vetro a prova di proiettile).
Eppure lui non si fa scrupolo di chiedere al popolo di fedeli di avere
semplicemente fiducia in Dio, proprio mentre passa di fronte a loro rinchiuso
in quel veicolo blindato. Cos poca fiducia nella bont e nella saggezza di Dio?

Gerhard Streminger ha pubblicato nel 2008 Ecce Terra,u


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giardini inglesi e delle idee illuministiche su cui essa poggia. Streminger
membro del consiglio scientifico della Fondazione Giordano Bruno.

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