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VIII
Athene Noctua
I nostri Saggi
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Di Emanuela DEugenio
Indice:
Introduzione.. 4
Vita e morte di Giuda 7
Il Vangelo di Giuda. 26
Il Giuda di Origene e Agostino ........35
Dalla leggenda nera al riscato51
Conclusione ..63
Bibliografia...67
INTRODUZIONE
P.E Dauzat, Giuda. Dal Vangelo allOlocausto, Edizioni Arkeios, Roma, 2007, p. 9.
Ibidem.
3
P.E Dauzat, Giuda. Dal Vangelo allOlocausto, p. 12.
2
8
9
Databili a partire da circa il 60 d.C. (Vangelo di Marco), fino al 90-100 d.C. (Vangelo di Giovanni).
Databili intorno al 80-90 d.C., assieme al Vangelo di Luca.
I.
Sal 109,8.
JHD=lodare.
12
Dizionario esegetico del nuovo testamento, c. 1736-1766 .
13
Gen 29,35.
14
[] da te uscir per me colui che dovr regnare sopra Israele.
15
Dizionario esegetico del nuovo testamento, c. 1172-1175.
16
P.E. Dauzat, Giuda. Dal Vangelo allOlocausto, p. 37.
17
Lepiteto Iscariota ricorre nel Nuovo Testamento undici volte, tra cui Mc 14,43; Mt 26,47; Lc 22,47; Gv
18,3. Il nome non invece presente degli Atti degli Apostoli.
11
la Guerra Giudaica contro Roma del 66-74 d.C. La parola sicarius viene utilizzata anche
da Cicerone per indicare gli assassini in generale, ma assume un significato specifico
proprio in questepoca; i sicari colpivano sia i notabili romani, sia gli ebrei colpevoli di
collaborazionismo con le autorit, con lobiettivo finale di scatenare la rivolta del popolo
contro gli oppressori. Secondo questa possibilit interpretativa, Giuda sarebbe stato un
componente del movimento ebraico dei sicari palestinesi, un assassino ed agitatore di
folle che aveva seguito Ges nella speranza di una sollevazione popolare. La prima
testimonianza dellesistenza di questo nucleo dopposizione risale allo storico di origine
ebraica Giuseppe Flavio (37-100 d.C. circa), che narra di una nuova forma di
banditismo, quella dei cosiddetti sicari, che commettevano assassinii in pieno giorno e
nel bel mezzo della citt18; questi operavano alla luce del sole, nascondendo sotto le
vesti dei piccoli pugnali con cui potevano uccidere senza esser visti. Queste armi
avevano forma simile alle scimitarre dei Persiani, ma avendo la lama curva risultavano
somiglianti al pugnale che i Romani chiamavano sica, spiegando dunque lorigine del
nome del gruppo. Giuda Iscariota assumerebbe dunque le sembianze di un assassino che
agisce tra la folla colpendo gli ebrei che collaboravano con le autorit romane.
Il problema fondamentale di questa interpretazione di carattere cronologico:
Giuseppe Flavio afferma che tale movimento nacque intorno al 52 d.C., allepoca del
procuratore Felice. Quindi pare non pare accertabile che al tempo di Ges, e nello
specifico nel 20-30 d.C. gi esistesse il movimento dei sicari; questo anche perch lo
stesso Nuovo Testamento non ne parla mai prima degli anni 50 del primo secolo
(dunque ben dopo la morte di Ges). Vengono infatti citati soltanto in occasione
dellarresto di Paolo a Gerusalemme19, che dopo esser stato salvato dal linciaggio dal
tribuno Claudio Lisia e dai suoi soldati, viene scambiato per un egiziano che aveva
provocato giorni prima una sommossa popolare e condotto nel deserto quattromila
sicari.
Unaltra interpretazione quella secondo cui Iscariota indicherebbe la
provenienza di Giuda, la localit di Keriot20 (uomo -ish, in ebraico- di Keriot). Questa
localit per menzionata soltanto nel libro di Giosu21 (Keriot-Chezron), e in Galilea
18
non esiste alcuna citt con quel nome. Inoltre, in Gv 6,71 e Gv 13,2 Giuda viene
chiamato figlio di Simone Iscariota, suggerendo che si tratti del soprannome distintivo
della famiglia. Unaltra interpretazione che tenta di rintracciare nel nome un luogo di
nascita, si ritrova nellanalisi di Girolamo (347-419/20 d.C), che nel Commento al
Vangelo di Matteo (10,4) precisa che il soprannome di Giuda legato proprio dalla sua
citt di nascita e dalla trib di Issachar; Girolamo aggiunge che il nome della trib
significa salario, richiamando lassociazione presente nel racconto di Gen 30,9-2122, in
cui Lia, che ha cessato di partorire, d la sua schiava Zilpa in moglie a Giacobbe. Tra le
altre ipotesi si ha anche quella che vorrebbe identificare in Iscariota una derivazione
dallaramaico qar , iqrai/ - qarj, il mentitore, ad indicare che la caratteristica
fondamentale in Giuda di essere il falso.
Nemmeno lorigine ed il significato del nome Iscariota pu essere dunque
definito con precisione. Dauzat arriva a dire, in seguito ad una breve analisi delle ipotesi
interpretative23, che ogni esegeta che si confrontato col tema non ha mai avuto lonest
di invocare lunico metodo valido in tempo di traduzioni laiche, il non possumus. Anche
dal punto di vista etimologico e delle parole, rimane solo ombra: non possiamo tradurre
una parola che non esiste24.
Iscariota un nome che inevitabilmente posto allinterno di unequazione
insieme ai termini iniquit e tradimento. Il fantasma etimologico continua ad aleggiare
anche nel Medioevo, dove in Germania si far derivare Iscariota da ist gar rot, quello
che tutto rosso, il colore del diavolo e dellinferno. Richiamando unosservazione di
George Steiner, si vede come ben presto si ricominciato a chiamare i bambini Adolf,
mentre non affatto facile chiamarli Giuda.
22
Gen 30,18: E Lia disse: Dio mi ha dato il mio compenso, per aver dato la mia schiava a mio marito.
Perci lo chiam Issachar..
23
P.E Dauzat Giuda. Dal Vangelo allOlocausto, pp.. 35-41.
24
Ivi, p. 37.
25
Anche in At 1,17, in cui si dice che egli era stato annoverato tra noi e ricevette la sorte di questo
ministero.
10
Marco (3, 13-19) Sal poi sul monte, chiam a s quelli che egli volle ed essi
andarono da lui. Ne costitu dodici che stessero con lui e anche per mandarli a predicare
perch avessero il potere di scacciare i demni. Costitu dunque i dodici: Simone, al
quale impose il nome di Pietro; Giacomo di Zebedo e Giovanni fratello di Giacomo, ai
quali diede il nome di Boanrghes, cio figli del tuono; e Andrea, Filippo, Bartolomeo,
Matteo, Tommaso, Giacomo di Alfeo, Taddeo, Simone il Canano e Giuda Iscariota,
quello che poi lo trad.
Luca (6, 12-16) In quei giorni Ges se ne and sulla montagna a pregare e pass
la notte in orazione. Quando fu giorno, chiam a s i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai
quali diede il nome di Apostoli: Simone, che chiam Pietro, Andrea suo fratello,
Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo dAlfeo, Simone
soprannominato Zelota, Giuda di Giacomo e Giuda Iscariota, che fu il traditore.
Giuda viene citato sempre per ultimo e viene detto il traditore. In Giovanni non
si ritrova lelenco completo degli apostoli, ma comunque viene pi volte esplicitato che
Giuda sarebbe stato il traditore di Ges. Questa uniformit, come accennato, non
presente per nella narrazione dei singoli episodi a cui egli partecipa; necessario
analizzare nel dettaglio questi passi per individuare e mettere in luce quali siano gli
aspetti propriamente evangelici della figura di Giuda e quali siano invece caratteristici
del personaggio postumo
Lepisodio dellunzione di Betania riguarda il gesto che una donna compie nei
confronti di Ges, ungendolo con dellolio profumato ed presente solo nei vangeli di
Matteo, Marco e Giovanni. In Mt 26, 6-9 non viene specificato il nome della donna che
raggiunge Ges nella casa di Simone il lebbroso a Betania, recando con s un vaso
dalabastro contenente un unguento prezioso che vers sulla testa di lui26. Anche in Mc
14, 3 la donna porta con s un vaso di alabastro pieno di unguento di nardo genuino,
molto costoso che viene infranto e versato sul capo di Ges. Alla vista di questo gesto
di devozione totale, i presenti alla scena si indignano per lo spreco di denaro, che poteva
essere impiegato per aiutare i poveri; Matteo indica che sono tutti i discepoli a
lamentarsi, mentre in Marco sono solo alcuni. La narrazione della scena manca
totalmente in Luca, e in Matteo e Marco manca lidentificazione del personaggio con
Giuda.
26
Mt 26,7.
11
Invece, nel passo Gv 12, 1-6 si dice che la donna che reca la libbra di profumo
di nardo autentico, molto prezioso27 Maria di Betania, sorella di Lazzaro; questa unge
i piedi di Ges, asciugandoli poi con i suoi capelli. Inoltre viene esplicitamente detto che
Giuda lapostolo indignato, aggiungendo anche un ulteriore tratto che non presente in
nessuna descrizione dellIscariota. In questo episodio infatti si trova uno dei pochi luoghi
in cui Giuda viene contraddistinto per la sua cupidigia: egli protesta per lo spreco di
denaro in olio profumato non perch gli stavano a cuore i poveri, ma perch era ladro e
avendo la borsa, sottraeva ci che vi veniva messo dentro28; Giovanni imputa dunque le
cause del tradimento proprio nella natura maligna e avida di Giuda.
I passi che narrano dellunzione sono immediatamente seguiti dallepisodio che
vede Giuda recarsi da sacerdoti, pronto a tradire Ges. Matteo e Marco sembrano
indicare una consequenzialit tra lindignazione di uno (o tutti) gli apostoli e il recarsi di
uno di loro al tempio, esplicitamente Giuda. Questo episodio stavolta presente anche il
Luca (Lc 22,3-5), dove lIscariota va a mettersi daccordo con i capi dei sacerdoti e i
capi della guardia sul modo di consegnare Ges nelle loro mani; qui lantecedente del
tradimento non risulta essere la delusione per lo spreco dellolio prezioso, ma lentrata di
Satana in Giuda29. Si vedr in seguito come questo passo, assieme alla cena di Giovanni,
sia lunico in cui si parla dellirruzione di Satana nellapostolo.
In Mt 26, 14-15 si dice che Allora, uno dei dodici, quello chiamato Giuda
Iscariota, and dai sommi sacerdoti e disse: Quanto volete darmi perch io ve lo
consegni? Essi gli stabilirono trenta monete dargento. Analogamente, riporta in modo
concorde la versione di Mc 14, 10-11 che Giuda si reca dai sacerdoti per consegnarlo
nelle loro mani, ed essi, alludir ci, si rallegrarono e promisero di dargli del denaro30;
si rallegrarono perch temevano di arrestare Ges durante la festa di celebrazione della
Pasqua e scatenare una rivolta popolare.
Si evidenzia una certa continuit nelle narrazioni dei sinottici, sebbene il dettaglio
delle trenta monete sia solo in Mt 26, 1531. Nessun evangelista specifica le precise
trattative che avvennero tra Giuda e i sacerdoti, n le motivazioni reali che spinsero
27
Gv 12,3.
Gv 12,5-6.
29
Lc 22,3.
30
Mc 14, 11.
31
Limmagine dei trenta denari presente prima di tutto in Es 21,32, in cui si dice che tale somma il
compenso che un padrone deve ricevere per la morte di uno schiavo.
28
12
Giuda a recarsi al tempio. In Giovanni non presente questo episodio, dal momento che
Giuda decide di tradire Ges soltanto durante lUltima cena, dopo che il Diavolo ha fatto
totale irruzione nel suo cuore.
Nei vangeli sinottici sono presenti delle versioni abbastanza concordi delle fasi
salienti dellepisodio della Cena, sia nellistituzione delleucaristia che nellannuncio
dellimminente tradimento di uno degli intimi di Ges. In Mt 26, 20-25 Ges afferma che
sar tradito dallapostolo che ha messo con lui la mano nel piatto; e Giuda, detto
nuovamente il traditore si interroga dicendo: Sono forse io, Rabbi?32. Similmente in
Mc 14, 17-21 dice che il colpevole sar quello che mangia con me33, uno che siede a
tavola tra gli altri, ma non viene fatto il nome di Giuda. Allo stesso modo, Lc 22, 21-23
non indica esplicitamente lIscariota e dice che la mano del traditore sulla mensa,
assieme a quella di Ges.
Il vangelo di Giovanni risulta differente dagli altri, poich se da un lato narra la
vicenda in modo analogo (escludendo per listituzione eucaristica), dallaltro rivela
ulteriori dettagli ed interpretazioni. La peculiarit del testo giovanneo di carattere
teologico che comporta una complicazione del racconto della cena (Gv 13, 21-30)
rispetto ai sinottici. Giuda viene esplicitamente indicato come traditore dal gesto di Ges
di porgergli il boccone di pane intinto; lesegesi di questo brano sar per Origene ed
Agostino un luogo danalisi attraverso cui esporre le rispettive, contrastanti teologie.
Nella narrazione degli eventi pasquali, la scena successiva alla Cena quella che
si svolge nellOrto del Getsemani. Ges si ritira in quel luogo e prega con apprensione
danimo nelloscurit del monte, finch non viene raggiunto dalle truppe ed arrestato. In
Mt 26, 47-50 si avvicina a Ges una folla munita di spade e bastoni, inviata dai sommi
sacerdoti e dagli anziani del popolo; presente Giuda che, come da accordo con i capi,
chiama il suo maestro Rabbi34 e con un bacio ne permette lidentificazione e larresto.
Ges risponde al gesto dicendogli: Amico, perch sei qui?.
Lo stesso avviene in Mc 14, 43-46, in cui Giuda si avvicina a Ges dicendogli
Maestro!, e lo baciava ripetutamente e in Lc 22, 47-48, dove Ges aggiunge
Giuda, con un bacio tradisci il figlio delluomo?.
32
Mt 26,25.
Mc 14,18.
34
Mt 26,49.
33
13
In Giovanni si ritrova una scena leggermente differente. Nei versetti di Gv 18, 1-9
si vede Giuda a capo della folla armata, e non solo come accompagnatore; egli prende e
guida la coorte e le guardie dei sacerdoti capi e dei farisei35, ricoprendo un ruolo pi
attivo nellarresto. Qui assente il gesto del bacio, un elemento che aveva caratterizzato
le narrazioni dei sinottici e che presente in tutte le rappresentazioni di Giuda. Questo
aspetto ha fortemente caratterizzato il futuro di Giuda, tanto da far dire che il suo bacio
come il morso di uno scorpione, che avvelena e uccide; anche oggi, nel linguaggio
corrente il modo di dire bacio di Giuda indica la colpa infamante di chi fa del male ai
propri benefattori.
Nella narrazione giovannea si vede Giuda in testa al manipolo armato, ma Ges
in persona ad identificarsi davanti alle guardie, senza bisogno di alcun gesto:
Ges, sapendo tutto ci che stava per accadergli, si fece avanti e disse loro: Chi
cercate?. Gli risposero: Ges il Nazareno. Dice loro: Io sono. Stava con
loro anche Giuda che lo tradiva. Quando ebbe detto loro: Io sono,
indietreggiarono e caddero a terra. Domand allora di nuovo: Chi cercate?. Essi
dissero: Ges il Nazareno. Ges rispose: Ve lho detto che sono io. Se dunque
cercate me, lasciate andare via costoro36.
Si vedr in seguito come anche il Ges rappresentato nel Vangelo di Giovanni sia
un personaggio decisamente attivo, in questo episodio come in quello dellultima cena.
35
36
Gv 18,3.
Gv 18,4-8.
14
Giovanni invece tace del tutto il racconto della morte, e in Mc 14,21 si lascia solo
supporre una fine tragica di Giuda dove si dice Guai, per, a quelluomo dal quale il
Figlio delluomo tradito! Sarebbe meglio per lui che quelluomo non fosse mai nato.
Solo in Matteo dunque si dice di Giuda che afflitto da reale pentimento per
laccaduto e tale preoccupazione si rende evidente nel tentativo di restituire i denari;
preso dal rimorso, si reca dai sacerdoti e ammette di aver peccato tradendo sangue di
innocente37. Usando una formula che in ebraico indica una pubblica confessione
necessaria per ottenere il perdono, Giuda evidenzia ed ammette la sua colpa, definendo
Ges innocente; lidea secondo cui lapostolo non realmente pentito per il tradimento
(o perlomeno non esplicitamente) deriva essenzialmente dalla tradizione successiva agli
Atti degli Apostoli. I sacerdoti gli rifiutano per ogni perdono, respingendolo e
liberandosi da ogni responsabilit dicendo: Che cimporta? Te la vedrai tu!38.
La scena della disperazione di Giuda condensata nel dipinto di Rembrandt
Giuda rende i trenta denari (qui, p. 14). Lopera rappresenta Giuda nel momento della
restituzione del denaro, in ginocchio nel tempio. La scena quasi teatrale e lattenzione
inevitabilmente catturata dalle monete al centro del quadro: lo scintillio dellargento la
luce profana del denaro che abbaglia e offusca. Giuda ritratto nel momento di massima
disperazione, con le mani intrecciate e contorte nel dolore, in un commovente moto di
follia che ne deturpa i lineamenti. I sommi sacerdoti, in risposta a tale contrizione,
volgono lo sguardo altrove allungando le mani per evitare di vedere la deformit sul
volto di Giuda. Nei passi successivi di Mt 27, 6-10 vengono riportati i ragionamenti dei
sacerdoti circa il destino delle monete lasciate poco prima nel tempio da Giuda:
I capi dei sacerdoti, prese le monete dargento, dissero: Non si possono mettere
nella cassa delle offerte, poich prezzo di sangue. Quindi decisero in consiglio
di comprare con quel denaro il campo del vasaio, destinandolo alla sepoltura degli
stranieri. Per questo quel campo si chiama fino ad oggi Campo del sangue. Allora
si ademp quando fu annunciato dal profeta Geremia che dice: Presero i trenta
pezzi dargento, il prezzo di colui che stato venduto secondo il volere stabilito
dai figli dIsraele, e li versarono per il campo del vasaio, come mi ordin il
Signore.
37
Limmagine del sangue innocente tradito a cui ci si rif in questo passo in Dt 27,25: Maledetto chi
accetta un regalo per condannare a morte sangue innocente.
38
Mt 27,4.
15
Matteo dice che si tratta della profezia di Geremia, e in effetti in Gr 32, 6-939
che si parla dellacquisto di un campo; ma la citazione, per laltra sua met,
riconducibile a Zc 11,12-1340, in cui si trova il gesto di gettare le trenta monete dargento
al vasaio.
Limmagine del campo, stavolta come luogo della morte di Giuda, si ritrova negli
Atti degli Apostoli (At 1, 15-18). Pietro in piedi in mezzo ad un gran numero di fratelli,
ed annuncia la sostituzione di Giuda con un nuovo apostolo:
Fratelli, era necessario che si adempisse la parola della Scrittura, predetta dallo
Spirito Santo per bocca di Davide, riguardo a Giuda, il quale si fece guida di
coloro che catturarono Ges, dal momento che egli era stato annoverato tra noi e
ricevette la sorte di questo ministero. Costui dunque si compr un campo con il
prezzo dellingiustizia, e precipitando si spacc in mezzo e si sparsero le sue
viscere.
dunque Pietro che racconta la fine di Giuda alle persone riunite; egli dice subito
dopo, in At 1,19-20 che quel campo acquistato col denaro prezzo dellingiustizia venne
chiamato Campo del sangue (in dialetto Akeldam), aggiungendo che tale terreno poi
diventato deserto (Divenga la dimora di lui deserta, e non vi sia chi abiti in essa41) , in
accordo con la profezia di Sal 69,26.42 Lelemento aggiuntivo che si trova per la prima
volta negli Atti una descrizione differente del momento della morte; come visto in
precedenza, solo Matteo dice che Giuda si impiccato, in preda al rimorso. In At 1, 18 si
dice invece che Giuda morto per una rovinosa caduta e lesplosione del ventre.
Il Nuovo Testamento riporta solo queste informazioni sulla morte di Giuda, ma
operando un confronto tra queste testimonianze, quelle non evangeliche e quelle
veterotestamentarie si possono rintracciare alcuni punti di continuit. Nello specifico,
alcuni dei tratti che verranno poi condensati nei profili postumi di Giuda sono
rintracciabili anche in altri passi biblici che in qualche modo annunciano le azioni e la
morte dellapostolo traditore.
39
Io compresi che questa era la parola del Signore. Allora comprai il campo da Canaml, figlio di mio zio,
che in Anatt e gli pesai il denaro: diciassette sicli dargento (Gr 32,8)
40
Io dissi loro: Se vi par giusto, datemi il mio salario; se no, lasciate stare!. Essi mi pesarono il mio
salario: trenta sicli dargento. Il Signore mi disse: Getta al vasaio il prezzo magnifico con cui sono stato
stimato da loro!. Allora presi i trenta pezzi dargento e li gettai nella casa del Signore, al vasaio.
41
At 1,20.
42
Diventi un deserto il loro accampamento, non si trovi alcuno che abiti nelle loro tende.
16
17
43
18
Sembra proprio che a livello veterotestamentario, lidea di Giuda preceda quindi la sua
esistenza sotto forma di profezia del tradimento47.
Tutti e due si impiccano, morendo soli e maledetti. Limpiccagione sar
soprattutto nellimmaginario romano una morte orribile ed infelice; questo perch gli
impiccati, morendo sospesi in aria (suspendiosi), non potevano esalare lultimo respiro a
contatto con la terra e ricongiungersi ad essa. Il destino delle loro anime era quello di
infestare laria nei pressi degli alberi da cui si erano impiccati, e la loro scelta di morte
era cos esecrabile che ad essi venivano finanche vietati gli onori funebri, nonostante per
la legislazione romana il suicidio fosse in linea di massima legittimo48. Larbor infelix49
sarebbe allora quellalbero sterile, che pu al massimo dare frutti marcescenti ed essere il
supporto per il suicidio dei maledetti, come Giuda e Achitofel.
Le radici della morte di Giuda narrata in At 1,18 si possono ritrovare in un altro
passo nellAntico Testamento, nel secondo libro dei Maccabei (2Mac 9,7-10). Questa
particolare e dettagliata descrizione sar la materia fondamentale di una descrizione
successiva non evangelica, quella di Papia di Hierapolis.
Il passo veterotestamentario in questione narra della morte del sovrano seleucide
Antioco IV Epifane, il re che aveva intenzione di fare di Gerusalemme il cimitero dei
Giudei marciando sulla citt con le sue truppe. Egli viene allora punito dal Dio dIsraele
per la sua malvagit e superbia con una piaga incurabile ed invisibile, che gli causa un
atroce dolore di viscere con crudeli tormenti di ventre50. Al culmine del dolore, Antioco
non desiste dalla sua ferocia ed ordina di continuare la corsa, acceso dira contro i
Giudei:
Gli capit perci di cadere dal carro trascinato con impeto e di rovinarsi tutte le
membra del corpo, contuse nella violenta caduta. Colui che fino ad allora aveva
creduto, nella sua arroganza, di comandare ai flutti del mare e simmaginava di
pesare sulla bilancia le cime dei monti, stramazzato a terra veniva ora portato ora
in lettiga, dimostrando chiaramente a tutti la potenza di Dio. Dal corpo di
quellempio infatti pullulavano vermi, e ancora vivo, le carni gli si staccavano tra
47
19
spasimi e dolori, mentre a causa della putredine, lintero esercito era oppresso
dal suo fetore. Sicch colui che poco prima credeva di toccare gli astri del cielo,
ora nessuno poteva sopportarlo a causa della pesantezza insopportabile del
fetore.51
La descrizione dellorribile sofferenza di Antioco riconducibile al genere
letterario della morte dei persecutori, tra cui il De mortibus persecutorum di Lattanzio; in
questopera vengono raccontate le morti tragiche ed ingloriose dei persecutori dei
cristiani allo scopo di dimostrare la grandezza di Dio nellinfliggere giusti castighi agli
empi, vendicandosi dei nemici nel suo nome. Giuda e Antioco sono entrambi persecutori,
il primo di Ges ed il secondo del popolo ebraico, e sono perci degni di una morte
cruenta.
51
2Mac 9,7-10.
Le datazioni di nascita e morte dellautore e di stesura dellopera risultano incerte.
53
Papia di Hierapolis, Esposizione degli oracoli del signore, cur. Enrico Norelli, Ed. Paoline, Milano,
2005.
52
20
54
Ireneo lo cita nellopera Adversus Haereses (V, 33, 3-4). Inoltre sia Ireneo che Eusebio attribuiscono a
Papia dottrine di stampo millenaristico.
55
Nella raccolta curata da Norelli ne vengono riportati ventisei.
56
Papia di Hierapolis, Esposizione degli oracoli del signore, p. 95.
57
Papia considera le fonti orali ben pi attendibili rispetto a quelle scritte; difatti tenta di fondare la sua
opera sullautorit dei presbiteri, che tradizione orale. Cfr. Papia di Hierapolis, Esposizione degli oracoli
del signore, pp. 139-153: Papia nel processo di formazione del Cristianesimo.
58
Il testo del frammento tratto da una ricostruzione effettuata a partire da catene esegetiche, una sugli
Atti degli apostoli e laltra sul Vangelo di Matteo.
59
Il Giovanni maestro di Papia non sarebbe il Giovanni evangelista, ma lidentit dei due sar tramandata
come dato un storico acquisito gi da Ireneo.
21
neppure la sola stessa mole del suo capo. Si dice infatti che anche le palpebre dei
suoi occhi si erano tanto gonfiate, che egli non vedeva pi assolutamente la luce
(a), e che non si potevano vedere i suoi occhi neppure con laiuto di una sonda da
medico; tanto si erano infossati lontano dalla superficie esterna visibile. I suoi
genitali (b), apparivano ingrossati e pi ripugnanti dogni deformit e da essi
uscivano umori putridi e vermi che da tutto il corpo affluivano, per ludibrio,
insieme agli escrementi (c). E una volta che fu morto, dopo molti tormenti e
supplizi, su di un terreno (d) che dicono gli apparteneva, appunto questo
terreno rimasto sinora deserto e disabitato a causa del puzzo ed anche oggi
nessuno pu nemmeno passare da quel luogo senza turarsi il naso con le mani.
Tanto fu grande lo scolo che dalle sue carni penetr nella terra 60
Il primo elemento importante il rapporto tra gli occhi e la luce (a); Giuda
sarebbe ormai nelle tenebre, e i suoi occhi sono cos gonfi e ciechi da non permettergli in
alcun modo di vedere la luce. evidente leco del dualismo giovanneo tra tenebra
demoniaca e luce divina, che in Giuda si radicalizza nellimpossibilit fisica di ricevere
la luminosa potenza eccedente di Dio; unimmagine simile sar recuperata da Agostino
nelle Confessioni, che oppresso a causa della ferita della superbia, dice di se stesso: Ero
lontano da te; avevo il viso troppo gonfio, tanto che mi si chiudevano gli occhi.61
Un altro punto su cui focalizzare lattenzione quello dei genitali (b), elemento
aggiuntivo rispetto al passo sulla morte di Antioco, in cui erano le carni tutte ad essere
putride. I genitali iniziano ad essere enfatizzati come elementi di ripugnanza in Giuda,
tanto che ogni parte del suo corpo testimonia lorrore che ha compiuto, e cos anche il
suo sesso. Ne un esempio la raffigurazione pittorica nellAltare di Herrenberg (1519)
del tedesco Jrg Ratgeb (qui, p. 22), in cui Giuda rappresentato in piedi al lato della
mensa, nellatto di ricevere il boccone da Ges e nella sua posa scomposta lascia
intravedere il membro in erezione. Lattenzione sul particolare scabroso ha lo scopo di
incrementare loscenit che caratterizza Giuda, interessando anche lambito della
perversione sessuale; per quanto riguarda questo aspetto, si contano numerose
60
Apollinare di Laodicea, Frammento su Mt 27,5, ricostruito a partire da catene esegetiche (una sugli Atti
degli apostoli e laltra sul Vangelo di Matteo), in Papia di Hierapolis, Esposizione degli oracoli del signore,
p. 337.
61
Agostino, Confessioni, Edizioni Paoline, Milano, 2006, libro VII, cap. 7.
22
62
23
24
Nella raffigurazione si vede Giuda in abiti gialli sul lato destro della mensa nellatto di ricevere il pane
da Ges (Gv 13,26-27); una mosca vola nella sua bocca, simbolo di Satana che entra in lui dopo il boccone
di pane e nella posa scomposta rovescia coi piedi una brocca ed una sedia. Inoltre lunico apostolo che
indossa dei sandali, in disaccordo con il precetto di Ges in Mt 10,10 di non indossare calzature.
interessante notare come si intravedano fra le vesti di Giuda il dettaglio del membro in erezione, segno
della sua oscenit morale e delle carte da gioco nelle tasche, ad indicare la sua tendenza allo sperpero di
denaro.
25
II.
IL VANGELO DI GIUDA
[Gli gnostici Cainiti] dicono che Giuda aveva una conoscenza accurata di tutto
questo, che fu lunico tra tutti i discepoli ad avere la conoscenza della verit, e
che comp perci il mistero del tradimento []. Essi presentano unopera
costruita in questo senso cui danno il nome di Vangelo di Giuda68
Questa testimonianza di Ireneo, tratta dallopera Adversus Haereses e databile
intorno al 180 d.C., stata ufficialmente fino al 2006 lunica testimonianza dellesistenza
di un vangelo che narrasse la vicenda di Giuda, probabilmente da unaltra, nuova
prospettiva. Dunque si tratterebbe di un testo prodotto in seno ad una setta gnostica, i
Cainiti, che vedeva in Giuda lapostolo prediletto di Ges, uno spirituale che al pari del
suo maestro doveva agire in una certa direzione per attivare un piano redentivo.
Queste stringate informazioni sono state confermate dopo il ritrovamento e la
travagliata pubblicazione di questo testo. Dunque, oltre lindicazione di Ireneo, esisteva
realmente un Vangelo di Giuda, e difatti fu ritrovato insieme ad altri testi da un gruppo di
contadini nella localit di El Minya, nel 1978. Dopo la scoperta, il papiro stato per
decenni oggetto di numerose azioni di compravendita illegali, vittima di spostamenti e
tentativi di conservazione fallimentari fino al 2001, anno in cui venne in possesso della
mercante Frieda Nussberger Tchacos. Il testo completo, chiamato Codex Tchacos dal
nome della donna, fu affidato alledizione degli studiosi Rodolphe Kasser e Gregor
Wurst e comprende, oltre al Vangelo di Giuda, anche altre opere dal contenuto
sostanzialmente gi noto dai ritrovamenti di Nag Hammadi del 1945. Il Vangelo di Giuda
il terzo trattato del codice ed il pi lungo in esso contenuto, componendosi di ventisei
pagine (33-58).
67
68
26
69
Bart D. Ehrman, Il Vangelo di Giuda, National Geographic Society, White Star, 2006, pp. 76-78.
Anche se un autore pi tardo che scrive in periodo dove lo gnosticismo non pi pericoloso, anche
Agostino pu essere considerato un punto di riferimento in questo senso. Egli scrive contro il
manicheismo, religione di carattere dualistico che per certi aspetti eredita tematiche anche della tradizione
gnostica; in ogni caso si tratta di un dualismo, che viene rifiutato definitivamente con Agostino.
70
27
secolo; divennero cos disponibili, negli anni 70 una serie inedita di testi non mediati
dalle fonti eresiologiche.
Lo gnosticismo risulta essere quel complesso movimento eretico interno al
Cristianesimo, composto di diverse correnti (le cui due principali sono i valentiniani e i
barbelognostici o sethiani) e fondato sul concetto di gnosis ovvero di conoscenza e di
pretesa di cogliere il cuore veritativo della rivelazione cristiana. La gnosis la
conoscenza di misteri salvifici riservati ad un numero ristretto di eletti, i perfetti e
spirituali, consustanziali al divino e per questo capaci di vedere gli abissi di Dio. Per
comprenderne meglio le caratteristiche, la dottrina gnostica pu essere ricondotta ad
alcuni elementi teologici essenziali.
Il primo elemento che lo gnosticismo un sistema teologico dualistico, che
prevede una divisione netta tra un Dio superiore, buono e perfetto padre di Cristo ed un
secondo Dio creatore, datore della Legge ed identificabile con il Dio dellAntico
Testamento. Il secondo aspetto che gran parte delle forme di gnosticismo fanno
dipendere lorigine del secondo Dio, detto Demiurgo, da un peccato infradivino, che
causa una caduta dalla pienezza pleromatica; la frattura da cui scaturisce lalterit
inserita dunque nel movimento generativo del Dio buono e perfetto, e nella maggior parte
dei sistemi gnostici il personaggio che ipostatizza la caduta identificato in Sophia, la
sapienza. Sophia madre del Dio demiurgico, prodotto abortivo del suo peccato, che
ritiene superbamente di essere lunico Dio esistente e che governa il mondo materiale,
luogo di errore e peccato. Un terzo elemento fondamentale che nel movimento di
caduta dalla pienezza, si ha lalienazione di una parte del divino, che si disperde sotto
forma di seme divino, pneuma. Un altro aspetto, collegato alla caduta del seme, la
rigida divisione in tre nature degli esseri creati: si hanno da un lato gli pneumatici (o
spirituali), che rappresentano lelite gnostica figlia della scintilla divina decaduta, che
attraverso un itinerario di riconversione e liberazione dal corpo demiurgico in cui sono
intrappolati si ricongiungeranno al pleroma; dallaltro gli psichici, che sono identificati
con cristiani ed ebrei (imperfetti esseri demiurgici) e gli ilici (o materiali), i pagani di
natura inferiore. Litinerario dello gnostico si concluder con la riunificazione con il
primo Dio trascendente, che invia con uno scopo ben preciso il Cristo sulla terra: egli
deve recuperare i frammenti di spirito divino con la rivelazione, in vista di una
prospettiva escatologica di salvezza e liberazione dal mondo materiale. Il dominio del
demiurgo alienato dalla dimensione trascendente, ed originato dellerrore primordiale
28
di Sophia: sulla terra dominata dagli arconti tutto ombra della verit teologica eterna,
che accessibile solo ed esclusivamente agli gnostici spirituali. Anche gli eventi
rivelativi della vicenda terrena di Cristo sono dunque specchio di eventi precosmici71.
Al di l delle diverse declinazioni interne dellimpianto teologico, importante
sottolineare come lo gnosticismo si nutra di una rappresentazione dilatata e paradossale
dellaffermazione giovannea secondo cui Ges il Logos preesistente presso Dio, quindi
unigenito figlio di Dio, dando vita ad una dottrina filosofica dellelezione basata sulla
distinzione in nature.
La dottrina gnostica rappresenta un punto di raccordo tra cristianesimo e filosofia,
nascendo dalla ontologizzazione delle categorie della rivelazione e proponendo una
rilettura delle esperienze storico-rivelative come categorie dellessere; leresia gnostica
rappresenta storicamente il fenomeno di contaminazione tra il platonismo e la rivelazione
cristiana, comportando il rischio di una de-storicizzazione e disprezzo della realt
materiale delluomo e delle vicende di Ges, che invece sono centrali nel cristianesimo.
Questo movimento inoltre non potrebbe esistere senza i vangeli canonici e soprattutto
quello di Giovanni; lo stesso vale nello specifico per il Vangelo di Giuda, che oltre a
fornire delle specifiche informazioni inedite, trae diverse scene dalle narrazioni dei
quattro vangeli.
71
Il battesimo, ad esempio, risulta essere levento (gi definito in dimensione precosmica) pi importante
in assoluto, anche pi della passione: essenziale infatti la discesa del divino sulla terra nel corpo mortale
di Ges, che permetter con la sua rivelazione la salvezza degli spirituali.
72
Vangelo di Giuda, 33, 6-21.
29
Quando egli apparve in terra, comp miracoli e grandi meraviglie per la salvezza
dellumanit. E poich alcuni camminavano sulla via della rettezza mentre altri
andavano nelle proprie trasgressioni, i dodici discepoli furono chiamati73
Segue poi il rito eucaristico degli altri apostoli, che viene celebrato nella credenza
di far cosa giusta; ma Ges stesso ride di loro, rivelandogli che nessuno di loro conosce e
mai conoscer la sua vera natura, e che il loro sacrificio in onore del loro dio, non di
Ges. Il riso di Ges denigratorio, ed indica la sua superiorit rispetto a chi viene
deriso, come anche avviene in altri testi gnostici74:
Maestro, perch ridi della nostra preghiera di ringraziamento? O che abbiamo
fatto? Questo ci che giusto fare. Egli rispose e disse loro, Io non rido di voi.
Voi non fate questo per volont vostra, ma perch per via di questo che il vostro
dio [ricever] grazie.75
Si dice inoltre che Giuda lunico discepolo che conosce la reale identit del suo
maestro: Giuda [disse] a lui, So chi tu sei e donde sei giunto. Tu sei giunto dalleone
immortale di Barbelo.76 Ges sfida allora i dodici a stare eretti dinanzi a lui e a
guardarlo in volto, ma nessuno tranne Giuda trova la forza danimo per farlo; Giuda in un
certo senso assume il ruolo del Pietro dei vangeli sinottici, nel proclamare la fede in Ges
a nome del gruppo. Questo il primo luogo in cui si dice la superiorit qualitativa di
Giuda rispetto agli altri apostoli77, in accordo con la divisione gnostica in nature.
Un altro punto in cui si ravvisa uno scontro tra Ges e gli apostoli nel racconto
di una visione78 di questi ultimi: essi vedono una grande casa con un altare, presso cui
dodici uomini che si autoproclamano sacerdoti presentano delle offerte. I sacrifici sono
immondi, sono i figli e le mogli dei sacerdoti stessi, i quali si macchiano di massacri,
concupiscenze ed illiceit di ogni genere. Ges rivela loro che i sacerdoti che invocano il
suo nome presso quegli altari peccaminosi sono essi stessi, e che le loro turpi azioni sono
la venerazione del dio malvagio del mondo inferiore, il Demiurgo:
73
Ivi, 33,6-14.
Il primo Colui che afferrarono e rilasciarono, Colui che allegro guarda coloro che gli fecero violenza
[] Perci Egli ride della loro intellettuale cecit: Egli sa che sono nati ciechi, Apocalisse di Pietro. In
questo testo viene raffigurato anche un Ges che ride per la sua incapacit di provare fisicamente il dolore
della crocifissione, dal momento che sulla croce sta morendo un suo sostituto.
75
Vangelo di Giuda, 34,4-11.
76
Ivi, 35, 15-18.
77
Infatti Ges lo stima degno di ricevere la rivelazione segreta: E sapendo che Giuda rifletteva su
qualcosa che era elevato, Ges disse a lui Prtiti dagli altri e io ti dir i misteri del regno [] (35,21-25).
78
Ivi, 38,1-26 e 39,1-24.
74
30
Quello liddio che servite, e voi siete i dodici uomini che avete veduto. E le
bestie che sono condotte dentro sono i sacrifici che vedeste cio le folle che
sviate.79
Dopo una lacuna nel testo di molte righe, si vede Ges esplicitare un punto
fondamentale della dottrina gnostica: le anime degli spirituali continueranno a vivere e
verranno innalzate, mentre le anime di ogni generazione umana periranno80 come semi
sparsi sulla roccia da cui non si pu cogliere alcun frutto; la generazione di Sophia
infatti destinata ad essere corruttibile.
Nel passo 44,15-53 si trova una lunga sezione in cui Ges dialoga con il solo
Giuda, il quale racconta di una visione del suo stesso destino e di un luogo celeste a cui
non viene ammesso. Richiamando una riga di poco precedente (35, 24-26), in cui Ges
dice a Giuda che gli sveler i misteri del regno, senza potervi comunque entrare, gli
spiega che nessun umano in grado di accedere a quel luogo e di legarsi alla forte e santa
generazione degli gnostici, e che il suo destino personale di essere maledetto dagli altri
discepoli. Giuda, come annunciato, avr molto da soffrire81 perch verr sostituito da
un altro apostolo, e perch si avverer la sua premonizione raccontata in 44, 24-26:
Nella visione vidi i dodici discepoli lapidarmi e perseguitarmi duramente. Giuda vede
se stesso lapidato82 dagli altri apostoli, ma alla fine Ges gli garantisce che in ogni caso
prevarr su di loro, perch il tredicesimo spirito ed il suo seme non sotto il potere
degli arconti. perch sar lunico che ricever una personale ed esclusiva iniziazione alla
conoscenza che gli permetter infine di accedere al luogo beato:
Tu sarai il tredicesimo, e sarai maledetto dalle altre generazioni, e arriverai a
governarle.83
La sezione successiva (da 47,5 a 53,7) esplicita una versione della cosmogonia
gnostica, indicando con il nome di El il dio dellAntico Testamento e con gli angeli
Nebro e Saklas gli arconti malvagi che creano altrettante schiere di servitori demoniaci
per governare il mondo ed il caos da loro creati.
79
Ivi, 39,21-28.
Ivi, 43,15-16.
81
Ivi, 35,27.
82
Limmagine della lapidazione comune nei testi gnostici, ed presente anche nell Apocalisse di Pietro
e nella Seconda apocalisse di Giacomo.
83
Vangelo di Giuda, 46,19-23.
80
31
Nella parte finale del testo, dopo numerose lacune nel papiro, si vede Ges
profetizzare a Giuda che superer gli altri discepoli e i cristiani, sacrificando la prigione
carnale che ne riveste lo spirito gnostico; cos gli permetter di fuggire dal corpo e di
tornare nel pleroma divino da cui proviene. Anche questo uno dei punti teologici
fondanti del sistema gnostico, ovvero la liberazione dalla gabbia di materia demiurgica
che affligge lo pneuma:
Ma tu sarai il maggiore tra loro. Perch tu sacrificherai luomo che mi porta. Il
tuo corno gi levato, la tua collera accesa, e la tua stella trascorsa, e il tuo cuore
s fatto forte84
Giuda colui al quale stato detto tutto, cio lo gnostico perfetto, che al termine
della rivelazione di Ges viene avvolto da una nube teofanica, che lo glorifica:
Ecco, ti stato detto tutto. Leva gli occhi e osserva la nube e la luce in essa e le
stelle intorno. E la stella che indica la tua via la tua stella. Cos Giuda lev gli
occhi e vide la nube lucente, ed entr in essa.85
Il Vangelo di Giuda si conclude con la narrazione (simile nei contenuti ai racconti
evangelici) del tradimento di Giuda e della sua remunerazione, entrambi aspetti che non
vengono taciuti nel testo; sono esplicitati perch proprio attraverso il tradimento egli
dimostra di essere lapostolo perfetto e il vero conoscitore di Ges e della sua missione:
Ma alcuni degli scribi erano l, a osservare cautamente per arrestarlo in
preghiera. Perch temevano il popolo giacch era reputato da tutti un profeta. Ed
essi si fecero accosti a Giuda e gli dissero, Che fai tu qui? Tu sei discepolo di
Ges. Ed egli rispose loro come essi volevano. E Giuda ricevette denaro e lo
consegn a loro.86
84
Ivi, 56,18-24.
Ivi, 57,16-23.
86
Ivi, 58,19-26.
85
32
3.
87
Lunico riferimento alla morte di Giuda nella sua profezia, in cui viene colpito dalle sassate degli altri
apostoli.
33
88
Le uniche ulteriori testimonianze circa la setta dei Cainiti derivano dallo Pseudo-Tertulliano e da
Epifanio di Salamina. Si dice che i Cainiti adorassero Caino perch in lui era operante una potente virt,
che non era propria invece di Abele, dotato di virt inferiore.
89
Vangelo di Giuda, 34,18-22. E quando i discepoli udirono questo, presero ad arrabbiarsi e si adirarono,
e presero a bestemmiare contro di lui nei loro cuori..
90
Bart D. Ehrman, Il Vangelo di Giuda, p. 113.
34
III.
91
92
35
93
G. Lettieri, Il nodo cristiano, Carocci Editore, Roma, 2006, cap. II,4: Il vangelo di Giovanni:
divinizzazione e mistica della grazia.
94
I sinottici pongono lattivit pubblica di Ges esclusivamente in Galilea, mentre Giovanni alterna nella
narrazione dei periodi in Giudea, come ad esempio gli ultimi episodi della sua vita.
36
95
37
96
38
98
Lunico logos che rimane radicato nel Logos quello perfetto delluomo Ges, mentre tutti gli altri logoi
si allontanano almeno minimamente dal fuoco eterno del Logos. La sua incarnazione non frutto del
peccato ma stabilita protologicamente, in quanto si realizza tra Ges e il Logos un rapporto elettivo,
evidenziando la cristologia alta.
39
99
Gv 13,3.
Limmagine delle frecce ardenti evocata e tratta da Sal 7,14 ha preparato i suoi strumenti di morte,
facendo roventi i suoi dardi. Il Diavolo detto da Origene il malvagio arciere che scaglia le sue frecce
infuocate contro coloro che non custodiscono con ogni cautela il loro cuore (Origene, Commento al
Vangelo di Giovanni, XXXII, II, 20).
101
Origene fa riferimento allimmagine di Ef 6,11; nel passo Ef 6,10-20 Paolo esorta la comunit degli
Efesini ad adottare un comportamento etico integerrimo, e ad armarsi spiritualmente nella lotta al male,
utilizzando un linguaggio di carattere militare.
102
Ef 6,16.
103
Origene, Commento al Vangelo di Giovanni, XXXII, IV, 51-53.
100
40
41
di denaro affidandogli la borsa, agendo in questo senso per la salvezza dellanima libera
di Giuda, detta vigna fiorente107. Per Origene, Giuda diventa malvagio in un secondo
momento, perch se lo fosse stato sin dallinizio non sarebbe stato incluso tra gli
apostoli: Giuda, che dapprima appartenne a Ges, fu sua propriet e suo apostolo, e che
poi ebbe tropologicamente il nome di calcagno perch divenne lultimo.108
Origene dice esplicitamente che lintenzione della sua esegesi diretta contro
quelli che credono nella malvagit physei di Giuda, gli gnostici, ed evidenzia tutta
lambivalenza e la duplice essenza di Giuda: traditore di Cristo, uscito dalla cerchia dei
dodici servi del Logos ma al tempo stesso uomo di pace, foriero delle speranze di Ges.
Il Giuda di Origene non appare dunque interamente cattivo, seppur trafitto dalle
frecce diaboliche: una minima parte di bont rimane in lui, e lo si pu vedere nel
momento dellarresto di Ges, nel pentimento e nel tentativo di restituire i denari ai
sacerdoti. Origene integra il testo giovanneo con Mt 27,3-5, in cui si dice la sincera
contrizione di Giuda nel suo lamento disperato Ho peccato tradendo il sangue
innocente!. In questottica il gesto di tradire con un bacio ed il suo stesso affrettarsi al
suicidio sarebbe una conferma ulteriore della bont residua in Giuda, come se con la sua
azione avesse attinto alla saziet del male assoluto, tanto da richiedere immediatamente
una conversione al bene. Se Giuda fosse stato davvero totalmente malvagio si sarebbe
rallegrato del compenso ricevuto, non avrebbe avuto luogo in lui il pentimento e non
avrebbe avvertito alcuna urgenza di redenzione.109 Lapostasia di Giuda non fu
completa, ed invenzioni le cose che egli fece dopo avere tradito il suo maestro, e che
invece vero soltanto il fatto che uno dei discepoli lo trad.
I brani XX-XXIV riguardano lanalisi di Gv 13,23-29; nella prima parte si tratta
del discepolo prediletto che si poggia sul seno di Ges, Giovanni, e poi nello specifico
(XXII-XXIV) della figura di Giuda. Giovanni viene stimato desser degno di un amore
speciale da parte di Ges, che gli permette di aderire al Logos che nel seno del Padre.
Poi si esamina il gesto di Ges di offrire il boccone al traditore. In questa scena il terzo
attore, oltre a Ges e Giuda, il Diavolo e si instaura uninterazione attiva e particolare
fra i tre; Origene sottolinea che il Diavolo entrato pienamente in Giuda solo dopo che
Ges gli ha dato il boccone, indicando quindi che fino a quel momento le frecce
107
42
demoniache erano certamente nel suo cuore, ma che lirruzione del male nellapostolo
non era ancora totale (Allora, dopo il boccone, entr in lui Satana110). Il gesto di Ges
centrale in questo passo, perch per mezzo di esso che Giuda perde qualcosa di s: in
un movimento dialettico, il dare insieme un perdere ed Ges col boccone che causa
questa perdita. Il boccone materiale di Ges fa perdere a Giuda qualcosa di immateriale,
quanto di meglio cera in lui, cio forse la pace111, allo stesso modo in cui in 2Cor 8,14
i destinatari della lettera partecipano materialmente alla colletta per la chiesa di
Gerusalemme, ricevendo in cambio limmateriale eccezionalit dello spirito cristiano.
Per Origene il Diavolo agisce due volte su Giuda; in un primo tempo scaglia le sue
frecce, che lapostolo non riesce a spegnere per la mancanza dello scudo di fede, e
successivamente attende lattimo giusto per irrompere nel suo cuore. Il kairs per
lazione fornito dal gesto di Ges, che porgendogli il boccone imbevuto di Logos, in
cui sono immersi gli apostoli, permette labbandono da parte di Giuda della dimensione
apostolica.
La frase enigmatica, che compare in Gv 13,27 (Quello che devi fare, fallo presto)
non viene compresa dagli apostoli presenti, tanto che sono portati a pensare che si tratti
di un invito ad acquistare loccorrente per la festa; Origene ipotizza che la frase possa
esser stata rivolta da Ges sia a Satana che a Giuda. Nel primo caso, si tratterebbe di una
vera e propria provocazione rivolta da Ges al suo nemico; nel secondo, potrebbe
indicare una sollecitazione al suo apostolo ormai perduto, affinch compia la sua azione e
presti il suo nuovo servizio alleconomia redentiva, evitando ogni ulteriore ritardo o
differimento.
Lultimo brano dedicato alla figura di Giuda il XXIV e analizza Gv 13,30 (Cos,
preso il boccone, quello usc subito. Ed era notte.). Origene solleva diverse ipotesi
interpretative degli eventi che accadono in questi ultimi passaggi, primo di tutti il fatto
che luscita di Giuda dalla sala sia nello stesso tempo un simbolo di obbedienza
allesortazione di Ges, della separazione ormai certa tra maestro ed apostolo e del fatto
che Satana, [] non potesse sopportare di rimanere nello stesso luogo insieme con
Ges, perch non pu esserci armonia tra Cristo e Belial.112
110
Gv 13,27.
Origene, Commento al Vangelo di Giovanni, XXXII, XXII, 284.
112
Ivi, XXIV, 302.
111
43
113
Ivi, 14,315. Per Pietro sar momentaneamente notte nellatto della rinnegazione, ma comunque torner
ad essere nella luce divina.
114
Zac 6,12.
115
Origene, Commento al Vangelo di Giovanni, XXXII, XXIV, 317.
44
volgeva ormai al suo fine buono, perch il diavolo aveva messo in cuore a Giuda
Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo.116
Solo cos pu essere risolto, per Origene, il mistero di Giuda, in un dinamismo di
forze e libert di scelta. In tale dimensione si permette anche il superamento di una delle
diverse questioni problematiche che si sollevano, ossia quella della paradossale
coincidenza di responsabilit ed irresponsabilit in Giuda; egli sceglie liberamente
Satana, e questo prende possesso di lui conducendone le azioni, dal tradimento fino al
suicidio. Difatti, nella teologia di Origene uno degli obiettivi di tenere insieme la
provvidenza divina, che alla fine convertir tutti al bene, e la libert umana, che deve
rimanere responsabile delle sue scelte. Non ha luogo alcuna deresponsabilizzazione,
perch la morte e la punizione del singolo individuo sono reali, sullo sfondo della
naturale vocazione della creatura verso il progresso.
Giuda infine, viene detto non solo uomo di pace, ma addirittura santo (, in
19,247), perch un tempo aveva amato realmente Ges ed ne aveva avuto lo stesso
animo. Tuttavia nello specifico Origene non esplicita la futura beatitudine di Giuda, n
che la sua vita continuer in un altro eone, allo scopo di non scandalizzare i semplici e
per evitare di correre il rischio che fraintendano la sua teologia nella direzione di
unapologia dellimpunit del malvagio.117
Il paradigma origeniano verr invocato successivamente dagli autori che
tenteranno un approccio differente al personaggio di Giuda, che in unepoca totalmente
nuova tenteranno anche di discolparlo. Questa strada verr ribattuta nel XVII secolo,
inaugurata dallimmagine del Giuda disperato che rende i denari di Rembrandt. Tra gli
altri che attingeranno da questa fonte di rinnovamento si possono indicare il poeta inglese
John Donne, che sosterr lintelligenza del suicidio di Giuda e il suo essere uno
strumento peccaminoso di unopera misericordiosa, e il filosofo tedesco Gottfried
Wilhelm von Leibniz, che riflette su come Dio abbia considerato positiva lesistenza di
Giuda nel quadro del migliore dei mondi possibili, in cui la sua azione, seppur
peccaminosa, a vantaggio di un bene pi grande, ovvero la mirabile economia
redentiva. In termini leibniziani, il suicidio di Giuda [] linizio di un amore.118
116
45
La dottrina pelagiana, duramente attaccata da Agostino, sostiene lintegrit e bont del mondo creato e
vede nella natura razionale il vero dono di grazia, in modo tale che luomo possa realizzare il bene con le
sue capacit e con le possibilit della sua libera scelta.
120
Cfr G. Lettieri, Laltro Agostino, Lermeneutica del libero arbitrio in Ddch-A, pp. 23-64.
46
dei suoi fondamenti scritturistici nel passo paolino 2Cor 3,6121. Tale scoperta, centrale
nella successiva determinazione del pensiero cristiano, lo porta a confessare
lonnipotenza di Dio e il suo imperscrutabile volere, davanti ai quali il libero arbitrio non
pu che essere irresistibilmente persuaso e a ritrattare la possibilit di una ontoteologia
accessibile alla ragione umana senza la mediazione misteriosa della grazia.
Gi nel primo Agostino la vicinanza ad Origene era intesa come conservazione
dellelemento mistico-spirituale e rifiuto delle sue teorie filosofiche: venivano difatti
precocemente respinte sia la dottrina del prolungarsi della vita in eoni successivi,
accentuando limportanza determinante della storia singolare di ogni creatura; sia la
dottrina della preesistenza degli intelletti e del loro differente grado di peccato, in favore
della concezione dellunico peccato universale adamitico radicato in tutti gli uomini, sin
dalla nascita, negando cos la teoria secondo cui i singoli destini individuali siano
originati da colpe e meriti antecedenti; sia la dottrina dellapocatastasi, sostituita nella
seconda fase del pensiero agostiniano da una netta e definitiva divisione tra eletti e
reietti; e infine, come gi accennato, viene affermata la negazione della dottrina della
libera volont delluomo di determinarsi autonomamente, che dunque dipende totalmente
dallintervento della grazia persuasiva di Dio.
Il libero arbitrio si trova in una nuova condizione: la predestinazione non pi
legata alla prescienza, che presuppone a sua volta lesistenza di una libert autonoma, ma
assoggettata in una tensione dialettica alla violenza dirompente della grazia, che
assolutamente irresistibile e piega dunque a s ogni volont, eccedendo la ragione
naturale e lontoteologia. La grazia, per poter esser detta tale e non essere snaturata nella
sua forza dirompente, deve essere grazia e dunque mai preceduta dal merito, ma unica
origine del merito stesso. Agostino, sostenendo lesistenza di una sola ed imperscrutabile
volont divina che capace di eleggere e salvare gli uomini indipendentemente dalle loro
azioni, indica di conseguenza la fede unicamente come dono di grazia indebitamente
ricevuto122.
121
La nostra capacit viene da Dio che ci ha resi ministri idonei della nuova Alleanza, non della lettera,
ma dello Spirito; la lettera uccide, lo Spirito vivifica.
122
Gv 6,44: Nessuno pu venire a me se il Padre che mi ha mandato non lo attira.
47
riproposizione
del
dualismo
giovanneo,
invece
viene
abbandonato
volontariamente nelle tenebre, perch non predestinato da Dio ad essere tra i vasi di
misericordia, ma tra quelli dira destinati al giudizio.
Nel trattato 55 Agostino inizia a commentare il capitolo XIII del vangelo di
Giovanni, indicando nella cena il momento del passaggio124 di Ges alla morte come
simbolo della sua resurrezione e di quella degli eletti. Il passaggio che avviene dalla
instabilit tenebrosa del mondo al regno dei Cieli ed detto salutare; il destino degli
infedeli sar invece un altro: essi anche passeranno, ma dal mondo alla dannazione125 e
insieme a loro sar anche Giuda, il falso fedele che mai stato realmente unito a Cristo
col cuore. Nellanalisi di Gv 13,2-3 (55,4) Agostino ribadisce lidea di una grazia
salvifica che elegge misteriosamente; il Diavolo prende possesso di Giuda e gli mette nel
cuore il proposito di tradire Ges perch le sue inclinazioni sono volte al male, e questo
intervento esterno viene accolto ed assecondato dal traditore. Gli spiriti buoni o cattivi
condizionano segretamente il cuore, a causa dellintervento della grazia o a causa della
sua assenza: Il diavolo aveva dunque operato gi nel cuore di Giuda [] non avendo
123
48
saputo riconoscere Dio in lui (55,4). Anche lidea di predestinazione viene sottolineata
attraverso il riferimento alle mani di Ges e lesserne escluso di Giuda: nelle mani non ci
sono pi origenianamente tutte le creature con lobiettivo di essere redente, ma si trovano
il bene ed il male gi (e per sempre) distinti. Giuda dunque un eletto, ma in un senso
opposto: egli eletto ad essere lo strumento, in s radicalmente malvagio, dellopera
buona di Dio, perch questultimo ha il potere di disporre, a vantaggio dei suoi, delle
opere di chi gli ostile. Nella misteriosa opera divina Giuda assurge al ruolo di ignaro e
dannato mezzo di salvezza, le cui azioni malvage sono a sua insaputa convertite in
bene126. Durante la cena un segno della predestinazione anche nel momento in cui Ges
ribadisce la separazione di coloro i quali che beneficiano della sua operazione di grazia
redimente, nel momento in cui Giuda viene detto figlio della perdizione127 e Giovanni,
il discepolo amato, si accosta al petto-Sapienza di Ges ricevendo la rivelazione del
nome del traditore (61,3-4).
Anche Agostino, come Origene, indaga nel trattato 62,1-2 la relazione tra il
boccone intinto e lingresso di Satana nel cuore di Giuda: qui il tutto causato dalla
cattiva disposizione dellapostolo, che converte in male la bont di cui intinto il pane;
lo stesso boccone giova al buono e nuoce al malvagio, e il gesto di Ges indica lessere
indegno di Giuda di ricevere la grazia interiore ed operante128. Il diavolo era gi entrato
in Giuda quando si era recato dai sacerdoti per stabilire il compenso del suo tradimento,
tanto che Agostino dice che Satana entr in lui, non per tentare un estraneo, ma per
prendere definitivamente possesso di ci che era gi suo. Linvito di Ges ad agire in
fretta interpretato qui come diretto esplicitamente a Giuda, ed indica la sua serena
volont di apprestarsi alla morte prevedendo il bene che sarebbe derivato dal delitto
dellapostolo.
Linterpretazione agostiniana di Giuda si comprende al meglio mettendo in
relazione luscita di Giuda nelle tenebre e la frase immediatamente successiva (Gv
13,31): Quando fu uscito Ges disse: Ora il Figlio delluomo stato glorificato e Dio
stato glorificato in lui. Sempre riproponendo il dualismo giovanneo tenebra/luce,
Cristo il giorno e viene glorificato nella luce, mentre Giuda viene reso alla notte,
126
Agostino, Commento al Vangelo di Giovanni, 55,5: Il signore infatti sapeva molto bene cosa doveva
fare per gli amici, egli che pazientemente si serviva dei nemici; e il Padre gli aveva dato in mano tutte le
cose, in modo che si servisse di quelle cattive per mandare ad effetto quelle buone.
127
Gv 17,12.
128
Egli infatti non riceve la grazia interiore e non viene salvato da essa, ma partecipe solo di quella
esteriore poich fa parte solo apparentemente della Chiesa degli eletti.
49
allalienazione nelle mani del Diavolo. Agostino interpreta luscita di Giuda nella notte
come labbandono definitivo della comunit santa da parte delluomo perfido, che
diventa cos il simbolo della massa damnationis, proiezione in dimensione escatologica
delloscurit del peccato. Nel trattato 105 non si menziona esplicitamente Giuda, ma
viene ripetuta lopposizione, spiegando che nella clarificatio di Dio in Cristo hanno
luogo nello stesso momento i misteri dellincarnazione e della grazia predestinata. Questa
apparente doppia predestinazione al bene e al male non deve far supporre la presenza in
Agostino della dottrina manichea secondo cui Dio compie il male: Giuda pecca con la
sua volont, e il male, ribadisce Agostino nelle Confessioni, proprio questo
pervertimento della volont che si allontana dallessere sommo [] e si volge alle
creature pi basse; come un rigettare le proprie interiora e allesterno gonfiarsi
tutto.129
In Agostino quindi luomo non pu prescindere dallesercizio della sua unica
libert, quella di compiere il male e di radicarsi in esso. Lo stesso accade in Giuda, dove
la sua volont perversa a condurlo al suicidio, e non la presenza di Satana in lui, come
riteneva Origene. Il suicidio segna definitivamente la sua chiusura ed ostinazione nel
male, perch proprio la contrizione e la disperazione sono i suoi peccati pi grandi dal
momento che non lasciano alcuno spazio alla misericordia di Dio; non essendo degno di
tale misericordia, negli attimi finali della sua esistenza non si rivolto al perdono, ma ha
sancito volontariamente la sua perdizione. Giuda fa al suo corpo ci che era avvenuto gi
alla sua anima, siglando definitivamente la sua condanna; egli incarna lessenza e il
mistero del male in modo assoluto, senza che vi sia alcuna lode (in senso gnostico) per la
sua azione.
Il durissimo destino che Agostino riserva a Giuda contribuir costituire una vera e
propria eredit del nodo scorsoio, che ha dominato tutto il Medioevo. La corda si
stringer sempre pi al suo collo, tanto da soffocarlo in unimmagine di totale perdizione
e dannazione. Sul filone agostiniano saranno i suoi esegeti Lutero e Calvino e tutti quelli
che sosterranno il predestinazionismo. Giuda la tenebra totale e non vedr alcuna
redenzione n tentativo di analisi delle sue ragioni. Si tratta di una porta che rimane
chiusa, da Agostino in poi130.
129
130
50
IV.
Tutto quello che ufficialmente sappiamo di Giuda nei Vangeli e negli Atti degli
apostoli; il resto analisi teologica, costruzione ed interpretazione di miti che prendono
forma nel periodo immediatamente successivo alla morte di Ges, fino a raggiungere il
nostro secolo declinati in un gran numero di testimonianze artistiche, letterarie e
filosofiche. evidente la sproporzione tra la persona Giuda e il personaggio che
diventato in seguito; la continua metamorfosi di questo mito ne ha reso possibile la
conservazione e il sempre vivo reinventarsi in ogni epoca.
importante accennare al rapporto che si instaurato tra Giuda ed il popolo
ebraico. La relazione etimologica e concettuale tra Giuda e Judaeus ha portato ad un
atteggiamento ostile nei confronti dei Giudei, perch faceva supporre un legame fra il
tradimento personale di Giuda e il rifiuto della rivelazione di Cristo da parte dellintero
popolo ebraico. Allinterno del pensiero teologico cristiano si sviluppata, tra le altre, la
dottrina della teologia della sostituzione secondo la quale Dio avrebbe sostituito lantica
elezione degli ebrei con quella nuova dei cristiani per mezzo dellavvento di Cristo.
Infatti, sin dal pensiero delle origini, gli ebrei sono spesso indicati come idolatri e
colpevoli di deicidio. Uno dei segni di questa associazione pu essere riscontrata nel
Vangelo di Giovanni, in cui Ges dice ai Giudei:
Perch non comprendete il mio linguaggio? Perch non siete capaci di ascoltare la
mia parola. Il diavolo il padre da cui voi siete e volete compiere i desideri del
vostro padre. Quello stato omicida fin dal principio e non si mantenne nella
verit, perch la verit non in lui. Quando dice la menzogna, dice ci che suo,
perch menzognero e padre della menzogna132
131
132
51
I Giudei vengono esplicitamente detti da Giovanni figli del diavolo, coloro che
operano seguendo la falsa verit della Lettera giudaica e rifiutando la verit spirituale
annunciata da Ges. Allo stesso modo, Giuda sottomesso a Satana ed agisce piegato dal
suo potere: in questo modo tutti gli ebrei vengono cos considerati collettivamente
colpevoli del rifiuto del messaggio di Cristo e della sua uccisione. Lidentificazione
presente ad esempio nella riflessione teologica di Giovanni Crisostomo (334-407 d.C.),
che con lintento di contrastare il filogiudaismo di alcuni cristiani, evidenzia e rafforza il
legame suggerito dal vangelo giovanneo tra gli ebrei e il diavolo, affermando che le
sinagoghe erano le dimore del diavolo, colme di ladri e bestie sanguinarie; o anche in
Girolamo (347-419/20 d.C.), che definisce gli ebrei serpenti la cui immagine Giuda e
la cui preghiera un raglio d'asino.
La storia di Giuda si confonde con quello di un popolo intero, riflettendosi anche in
ambito artistico: in molte rappresentazioni iconografiche medievali lapostolo verr
rappresentato con i tratti stereotipati dellebreo, ovvero i capelli rossi del color di
Giuda, il naso aquilino e le labbra sporgenti; nel XX secolo la tendenza antigiudaica
virer in un antisemitismo biologico e razziale, che si servir in modo pretestuoso anche
dellopera di Giovanni Crisostomo. Nellideologia nazista la feccia ebraica ricondotta
a Giuda, e il potere nelle mani di Ponzio Pilato, il romano-ariano intellettualmente e
razzialmente superiore; lepiteto Giuda viene inoltre utilizzato come un insulto
equivalente a traditore ed ebreo. Un altro passaggio successivo nella costruzione
delle leggende nere stato quello di assimilare Giuda allusuraio (ebreo o cristiano)
avido di denaro e sempre pronto a tradire per trenta denari; dal momento che nei Vangeli
non si parla mai del quantitativo di denaro che Giuda chiede come compenso (ad
eccezione di Mt 26,14-16, in cui i trenta denari vengono offerti dai sacerdoti), qui
evidente il segno lasciato dallindicazione giovannea del Giuda ladro, che si indigna per
lo spreco di denaro e sottrae i fondi dalla cassa comune. Giuda si ormai incarnato
nellebreo traditore ed interessato unicamente al denaro.
Si vedranno altri tre esempi di come la figura di Giuda, nella sua oscurit, abbia
dato origine a dei profili ben diversi tra loro; lapostolo traditore pu essere ci che ogni
autore vuole, nel tentativo di demonizzare la sua figura, ma anche di riabilitarla.
52
133
Si visto come laccostamento tra Giuda ed Edipo fosse stato esplicitato in primo luogo nella raccolta
post-origeniana Filocalia, ma con unintenzione decisamente differente.
134
Jacopo da Varagine, Legenda Aurea, Einaudi, Torino, 1995.
53
che un giorno lo istiga a rubare delle mele dagli alberi di un giardino privato. La dimora
appartiene al padre biologico di Giuda, Ruben, ma egli non ne a conoscenza e
dallintrusione nella propriet scaturisce un litigio che porter Giuda ad uccidere il padre
con una sassata sul capo. Subito dopo Pilato rileva tutte le propriet del defunto e fa
prendere in sposa a Giuda la vedova, Ciborea. Il dramma viene rivelato a Giuda solo in
seguito, quando la donna, infelice del proprio destino e per perdita del marito e dellunico
figlio, gli racconta la storia di come in passato avesse abbandonato il suo bambino; solo
allora Giuda comprende di essere lassassino di suo padre, e su consiglio della madre si
reca da Ges per trovare conforto nel suo messaggio misericordioso. Egli riesce ad
ottenere il perdono per i suoi peccati e diventa uno dei dodici apostoli. Tutto questo
prima che la sua natura malvagia ed avida135 prendesse di nuovo il sopravvento,
portandolo a tradire Ges.
Lassimilazione nella leggenda cristiana di Giuda ad Edipo interessa anche la
figura di Caino, assassino di Abele, proiettando sullapostolo traditore limmagine della
totalit del male che lessere umano pu compiere: in questa narrazione Giuda
lincestuoso compagno della madre, lassassino del fratello e del padre, e il traditore del
figlio di Dio. Inoltre lintrusione nel giardino non pu non richiamare il tema del
paradiso terrestre: il Giuda-Adamo tentato dal Pilato-Eva a raccogliere il frutto proibito,
rendendo cos possibile che dopo essere stato un trovatello come Zeus, Telefo, Edipo,
Romolo e Remo [] fratricida come Caino, Giuda diventi il nuovo Adamo136.
In Giuda nel Medioevo si sono condensate anche tutte la caratteristiche fisiche
ignobili delluomo, assurgendo anche a modello di disumanit e deformit.
Nelliconografia le sue labbra diventano nere e gonfie a causa del bacio che aveva
insozzato la purezza del Cristo, i suoi abiti sono diversi da quelli degli altri apostoli e
spesso sul suo viso vengono raffigurate espressioni contorte di dolore; talvolta viene
rappresentato con la barba caprina, simile a quella del diavolo. Inoltre, le scene in cui si
ritrae la sua morte sono caratterizzate, dalla presenza di demoni che ne invadono il corpo
e da deformit fisiche che ne rispecchiano lanima nera: gli occhi vomitati fuori dalle
orbite e il volto attraversato da spasmi. Un ulteriore esempio laffresco di Giotto Il
135
Nella Legenda Aurea, Jacopo da Varagine fa riferimento al vangelo giovanneo, dicendo che Giuda era
ladro e che sottraeva il denaro dalla borsa comune affidatagli da Ges.
136
P.E. Dauzat, Giuda. Dal Vangelo allOlocausto, p. 70.
54
Giotto, Il bacio di Giuda (o Cattura di Cristo), 1303-1305, Cappella degli Scrovegni, Padova
Ivi, p. 62.
139
La rappresentazione di Leonardo ispirata al vangelo di Giovanni, in cui manca il vino ed presente il
dialogo tra Pietro e Giovanni sullidentit del traditore (Gv 13,23-25).
140
Jacopo da Varagine, Legenda Aurea, Vita di San Mattia.
138
55
141
142
56
mentre gli altri apostoli semplicemente non avevano capito il loro maestro, Giuda
aveva presuntuosamente creduto di averlo davvero capito. [] Il suo obiettivo era
estremamente audace ma (secondo la teoria che sto esponendo) proprio per questa
ragione, niente affatto proditorio. Quanto pi Giuda fu incline allaudacia, tanto
meno pu essere sospettato di malvagit143
Lautore pone anche lattenzione sulle discordanze dei racconti evangelici che
narrano la morte di Giuda, tentando di ricondurre la sua duplice morte (impiccagione e
rottura degli intestini con fuoriuscita delle viscere) ad una sola. A questo proposito viene
citato proprio il resoconto di Papia, definito un orribile mucchio di sciocchezze144, e
viene analizzata la descrizione della morte in At 1, 18: Precipitando si spacc in mezzo
e si sparsero tutte le sue viscere. De Quincey propone una lettura in senso metaforico
del precipitare, del rovinare a testa in gi come simbolo della caduta estrema di colui che
si affrettato alla morte piuttosto che dedicarsi ad un percorso di redenzione.
Analizzando il significato della parola viscere, viene poi richiamata dallautore
unaccezione greca e latina del termine, che veniva impiegato in fraseologie simboliche
per indicare gli affetti domestici e sociali. Anche il cuore tra i visceri145, ed sede di
nobili sentimenti: Giuda si spacca nel mezzo e sparge i suoi visceri perch il suo cuore
spezzato, oppresso dal dolore per aver causato la rovina di Ges. Secondo questa analisi,
la descrizione di una morte per eviscerazione del tutto mendace e fuorviante rispetto al
significato pi autentico della Scrittura; sono la disperazione, la contrizione e lo
sgomento a portare Giuda alla sua unica morte, il suicidio.
Il merito del tentativo esegetico di De Quincey sta nellevidenziare le zone
dombra della narrazione evangelica, preservandole ed evitando che si imponga una sola
interpretazione; La vita di Giuda e la morte di Giuda, considerate separatamente o
insieme [] sono aperte a dubbi o perplessit. [] Vi sempre stata una certa oscurit,
e anche dellimbarazzo, riguardo alla morte di Giuda.146 Laddove le Scritture stesse
invitavano a sospendere il giudizio, arriv lazione chiarificatrice della Chiesa che tent
143
57
Ivi, p. 29.
J.L. Borges, Finzioni, Einaudi, Torino, 2007.
58
149
59
sue carni, e si stimato indegno di essere buono allo scopo di esaltare la divinit di Ges
per mezzo della sua infelicit.
Infine, nellultima delle tre versioni di Giuda, emergono i tratti di un nuovo
profilo, quello del Giuda-Ges: lapostolo traditore il vero figlio di Dio, perch
lunico personaggio che permette realmente al Verbo di farsi carne fino in fondo, nel
destino delluomo pi infimo153. I due sono immagini della stessa anima e la delazione
viene intesa come specchio della redenzione: i trenta denari ed il bacio sono la
controparte terrena delleconomia del riscatto e le morti di Cristo e Giuda sono la prima
il perfezionamento dellopera divina mentre la seconda il tragico consumarsi della
riprovazione umana. Giuda rispecchia in qualche modo Ges, come le macchie della
pelle sono una carta delle costellazioni incorruttibili; infatti si dice che il testo di
Runeberg si apre con la citazione evangelica di Gv 1,10, che viene riferita a Giuda. I due
erano nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di loro, ma il mondo non li riconobbe; il
nome segreto e terribile di Dio sarebbe proprio Giuda e lindifferenza dinanzi alla
scoperta del teologo svedese ne la conferma:
Invano le librerie di Stoccolma e di Lund proposero questa rivelazione. Gli
increduli la giudicarono, a priori, un insipido e laborioso gioco teologico; i teologi
la disdegnarono. Runeberg intu in questa indifferenza ecumenica una quasi
miracolosa conferma. Dio ordinava questa indifferenza: Dio non voleva che si
propalasse sulla terra il suo terribile segreto.154
Runeberg aveva scoperto il nome segreto di Dio, e lo aveva rivelato nella sua
opera, attirando su di s antiche maledizioni divine:
Ricord Elia e Mos, che sulla montagna si coprirono il volto per non vedere:
Isaia che atterr quando i suoi occhi videro Colui la cui gloria riempie la terra, Saul
che rest cieco sulla via di Damasco []. Non era egli stesso, forse, colpevole di
questo crimine oscuro? Non sarebbe questa la bestemmia contro lo Spirito, quella
che non sar perdonata?155
153
Ivi, p. 147: Dio interamente si fece uomo, ma uomo fino allinfamia, uomo fino alla dannazione e
allabisso.
154
Ibidem.
155
Ibidem.
60
156
157
Ivi, p. 142.
Ivi, p. 148.
61
James Tissot, Judas hangs himself, dalla serie The life of Jesus Christ
(1886-1894)
Brooklin Museum, New York
62
CONCLUSIONE
158
159
Ivi, p. 203.
Ivi, p. 207.
64
Data lattenzione che stata posta nellindagare alcune delle declinazioni medievali
del mito e delle macabre sorti di Giuda, doveroso in ultimo richiamare una delle pi
celebri rappresentazioni del suo supplizio, quella dantesca. Nella Divina Commedia
Giuda luomo che usa larma del tradimento per colpire Ges (la lancia / con la qual
giostr Giuda160), e che viene confinato nella Giudecca (che deve il suo nome proprio a
Giuda Iscariota), assieme ai traditori dei benefattori. Bruto e Cassio sono ingoiati dalle
bocche laterali del Lucifero a tre teste a partire dalle gambe, mentre il corpo di Giuda
implacabilmente masticato nella bocca rossa dellOdio:
160
161
65
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