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Salezza cristiana e forme del pensiero teologico

Una ri essione alla luce del contributo teologico di Ghislain Lafont

Daniele Gianoi
Rivista di Teologia dellEvangelizzazione 5 2001 21-35
Sommario
Il saggio si propone di presentare le dierse declinazioni del tema salezza, in
rapporto con i di erenti modelli di teologia conosciti nella storia della teologia cattolica, secondo la ricostrzione di G. Lafont. Ne emerge na prealenza del modello
teologico sapienziale, nel qale rimane di cile riconoscere e prendere sl serio la
portata del tempo, che appare essenziale inece alla prospeia biblica. Sempre alla
lce della ri essione di Lafont, lltima parte dellarticolo riassme i trai essenziali
di na soteriologia teologica capace di ricperare la consistenza temporale, secondo il modello di na teologia profetica. Ne emerge il primato della narratiit, e
dnqe del campo biblico-litrgico, a partire dal qale si doranno poi ricperare
la dimensione etica, contemplatia, speclatia e pratica del laoro teologico.
Summary
e paper Christian salation and forms of theological thoght. A re ection in
the light of the theological contribtion of Ghislain Lafont aims to present the
di erent aspects of the theme salation, in connection ith the di erent models
of theology knon in Catholic theology, according to an historical reconstrction
dran from G. Lafont. What emerges is a prealence of a theological isdom
model, in hich it remains di clt to recognize and take seriosly the o of time,
hich instead is essential to the biblical perspectie. Alays in the light of the
re ection of Lafont, the last part of the article smmarizes the essential featres of a
theological soteriology able to recoer the temporal consistency, in accordance ith
a prophetical theological model. What emerges is the primacy of the narratie
approach, and therefore of the biblical and litrgical elds, from hich yo ill then
hae to recoer the ethical, contemplatie, speclatie and practical dimensions of
the theological ork.

1. Se, nonostante le ricorrenti oci sceiche o addirira contrarie, ha ancora n sen- [21]
so annnciare la erit cristiana come erit sali ca e se ha n senso, di consegenza,
tentare di arginare le sempre pi freqenti ridzioni della fede in chiae etica o estetica
bisogner che la teologia, in qanto elaborazione critica della erit cristiana, si interroghi sl rapporto che c tra le forme del so laoro e la dimensione salvi ca della
erit che essa elabora. Si traerebbe, in sintesi, di meere a foco leentale correlazione tra na o pi? isioni della fede cristiana in qanto fede sali ca, e le modalit

D. G

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del pensiero teologico nelle qali si elaborano tali isioni. Una ri essione di qesto genere potrebbe contribire a determinare n ordine dellepistemologia teologica, la ci
pertinenza non sarebbe senza rilieo per la ita e la missione della Chiesa, prima ancora
che per la teologia stessa, la qale, dopo to, rimane sempre seconda rispeo alla ita
ecclesiale.
Un esempio, indicato per ora in modo sommario, potr sitare meglio la prospeia
delle pagine che segono. La prassi ecclesiale e poi, di consegenza, la teologia, sono
oggi interpellate in modo inedito, almeno qanto a dimensioni del problema, dal confronto con le grandi religioni e dalla discssione intorno al loro signi cato sali co.
in qesto contesto che, silppando laeggiamento indicato dal Vaticano II circa il confronto Chiesa-mondo confronto tematizzato soo la categoria del dialogo soprao
a partire dallenciclica Ecclesiam suam 1964 di Paolo VI, si elabora oggi la tematica
di n dialogo interreligioso, e si ede proprio in qesta categoria del dialogo la strada
determinante per la s da dellincontro con le grandi religioni del mondo.
ben noto, peraltro, il fao che nel persegire tale dialogo ci si imbae in non poche [22]
di colt; e ci si p chiedere se esse non dipendano, in parte almeno, dal fao che per
la teologia e per la ita di Chiesa qello del dialogo no stile per troppi ersi ancora
inedito, non adegatamente sorreo da na pratica e da na ri essione conincenti. E
qesto per na bona ragione, e cio che in de millenni di cristianesimo, la teologia
non qasi mai stata dialogica, n i prespposti che sorreggeano lelaborazione teologica erano facilmente conciliabili con na prospeia di dialogo. Nlla di stpefacente,
dnqe, nel rendersi conto che ci orr ancora del tempo perch tale prospeia dienti
eramente di casa nella ita della Chiesa. Perch qesto accada, taia, non baster la bona olont: occorre inece che siano meglio ripensate e recepite le coordinate
stesse del laoro teologico.
Ci proponiamo qi di sggerire alcne direzioni di qesto ripensamento, meendo in alore le prospeie indicate dalle ricerche di G. Lafont, atore al qale si dee
Lespressione di G. L
, Storia teologica della Chiesa. Itinerario e forme della teologia [= STC],
San Paolo, Cinisello B. [MI] 1997 ed. fr. orig.: Histoire thologique de lglise catholique. Itinraire et formes
de la thologie, 1994, p. 360.
Laitdine dialogica certamente presente in to lo stile di Gioanni XXIII; a proposito del Concilio stesso, taia, essa esplicitata nellimportante interento del card. L. J. S
alla 23 Congregazione generale, il 4 dic. 1962 cf. Acta Synodalia sacrosancti Concilii cumenici Vaticani II, Vol. I [Periods
prima], pars IV, Congregationes generales XXXI-XXXVI, Typis Polyglois Vaticanis, 1971, pp. 222-225;
lo si ritroa poi nellalloczione di apertra di Paolo VI, allinizio del secondo periodo conciliare cf. EV
1,183*ss, qindi nella gi citata Ecclesiam suam, che poi, a sa olta, in enza in particolare gli ltimi
docmenti conciliari.
Ci stato ripettamente a ermato anche a liello di magistero e sintetizzato atoreolmente
nellIstrzione del P. C
e della C


Dialogo e annuncio: Ri essioni e orientamenti sullannuncio del vangelo e il dialogo
interreligioso, del 19 maggio 1991 cf. EV 13,287-386.
Cf. G. L
, STC, p. 17; I ., Immaginare la Chiesa caolica [= ICC], Cinisello B. MI, S. Paolo, 1998
ed. fr. orig.: Imaginer lglise catholique, Paris, Cerf, 1995, pp. 86-89.
Oltre alle opere gi citate cf. nn. 1 e 4, in particolare STC, ci riferiamo a: Modelli di teologia nella
storia, in: R. F
, G. P , G. L
, La teologia tra rivelazione e storia. Introduzione alla teologia
sistematica, EDB, Bologna 1999 Corso di teologia sistematica, 1, pp. 307-401 [= MTS]. Gli stdi di taglio
storico citati sono poi da collegare ad altre opere precedenti di Lafont, in particolare: Peut-on connatre
Dieu en Jsus-Christ, Cerf, Paris 1969; Dieu, le temps et ltre, Cerf, Paris 1986 tr. it., incompleta: Dio, il
tempo e lessere, Piemme, Casale Monf. [AL] 1992; si p edere anche, in modo sintetico, Permanence d
sacri ce: tudes 368 1988 511-519. Per na bibliogra a di G. Lafont, si eda J. D
cr., Imaginer
la thologie catholique, permanence et transformations de la foi en aendant Jsus-Christ. Mlanges o erts
Ghislain Lafont, Centro Stdi S. Anselmo, Roma 2000 Stdia Anselmiana, 129, pp. 15-20.

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ninterpretazione particolarmente penetrante, a parere di chi scrie, dellitinerario complessio della teologia caolica nel so rapporto con il pi ampio contesto della storia
complessia della Chiesa e della cltra occidentale.

Una teologia nella prospettiva della perfezione


2. Soo il pro lo che qi interessa, che qello di indicare alcne condizioni di na
ri essione teologia intorno alla salezza, appare particolarmente tile il riferimento
di Lafont alla categoria del tempo e alla sa incidenza nellambito della teologia. Se
facciamo riferimento a qesta categoria, possibile distingere de grandi modelli di
teologia: la profezia e la sapienza. Il primo modello indica n pensiero che si pone nella
forma dellinterpretazione in doppio moimento: riferita al passato, come spiegazione;
riferita al ftro, come prognosi degli eenti che accadono nel tempo, con le ineitabili rore che si compiono lngo la storia, a segito di mtamenti cltrali, icende
speci che, esperienze particolari, ecc. Uninterpretazione adegata richiede, almeno intenzionalmente, na prospeia globale slla storia, ed per qesto che la profezia |
dee gardare tanto alla ne qanto al principio e qindi si collega streamente da [23]
n lato alla escatologia, dallaltro alla protologia; cerca inoltre di tener conto della realt
del male in qanto inserito nel tempo e facente parte delle rore di ci si deo.
In na prospeia aenta al tempo, possibile cogliere il nesso che lega rielazione e
profezia: parlare di na rielazione signi ca introdrre la parola che Dio riolge allomo
nella storia, ponendo qestltima soo il segno di na alloczione che interpella lomo
e ne aende e insieme narra la risposta, fondando anche il senso del tempo, nel qale
la risposta si articola.
Il modello della sapienza radicato in categorie dierse: ha a che fare con il desiderio
mano di conoscere il mondo nei soi ari lielli di realt, sia sl piano cosmologico
che antropologico, non limitandosi a ci che rimane sl liello empirico n pramente descriio, perch qesto desiderio fonda anche na dimensione prescriia etica
e meta sica, in qanto tentatio di arriare a na comprensione coerente dellinsieme
della realt. Se linterpretazione della storia si sforza di tener conto delle rore che la
caraerizzano, la prospeia sapienziale pi interessata allordine della realt; la sa
modalit tendenzialmente pi a ermatia, che interpretatia.
In de nitia, qesto modello, isto in prospeia teologica, fa prealentemente riferimento alla realt della creazione, mentre il modello profetico si ricollega pi direamente
alla alleanza; il legame e la distinzione tra qeste realt, e i dinamismi insieme diersi e
reciprocamente implicati che esse comportano, si ri eono in ario modo anche nella
Scrira, doe profezia e sapienza sono compresenti e ariamente interconnesse.
3. Meendosi nella prospeia di na lera diacronica, si p osserare che la teologia cristiana nasce in primo logo nella forma della profezia, ma conosce ben presto
no spostamento erso la sapienza, che sar poi il trao dominante della teologia classica, dal III sec. no, si p dire, alle soglie dellepoca contemporanea salo eccezioni,
che rimangono comnqe marginali , qando emergono altre istanze, che meono in
qestione limpianto consolidato della teologia e domandano percorsi diersi.
Che la teologia cristiana si presenti, nelle se origini, allinsegna della profezia,
comprensibile per il fao che si traa, in primo logo, di dare conto, allinterno della fede, delleento di Cristo e di come esso si collochi in rapporto alle profezie: la
Riprendiamo sinteticamente, per qanto sege, soprao MTS, pp. 313ss.
Torneremo pi ampiamente slla qestione nellltima parte dellarticolo.

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forma originaria della teologia cristiana data anzito, in e ei, dalla interpretazione delle Scrire dIsraele nella prospeia del compimento cristologico, e troa la sa
metodologia fondamentale in ci che si p chiamare la analogia messianica.
La logica soggiacente a qesto modello di teologia qella della profezia-compi- [24]
mento; direamente innestata slla consistenza del tempo e la sa articolazione, essa
pone per la qestione di come intendere il tempo na olta che si riconosca, in Cristo,
che esso compito. Nellorizzonte della prima comnit cristiana, il tempo, gardato
in aanti, anzito determinato dallaesa escatologica, e si con gra come il tempo
della missione; se la logica dellanalogia messianica porta a riconoscere gli eenti passati
come eenti sali ci clminanti in Cristo, non altreanto si p dire degli eenti storici
futuri, sccessii a Cristo. Di qesti eenti, solo la parsia aesa consera na portata
sali ca: gli altri perdono di rileanza sl piano sali co, e comnqe la loro drata
ritenta minima e inin ente.
esto aeggiamento, che tende a minimizzare, nellorizzonte credente, il tempo e
la sa consistenza, si fa sempre pi forte nella misra in ci la preoccpazione per la
missione diminisce e la tensione escatologica si allenta: Dora in poi si penser meno
allinsegna di n dienire ancora signi catio, e pi a qella della perfezione del dato
gi compito MTS 318. Si prospeano cos le condizioni di na teologia posta soo
il regime della perfezione, e che agli strmenti di na prospeia profetica sostitisce
qelli della ricerca sapienziale.
Che cosa ci signi chi p essere esempli cato araerso la trasformazione che si
introdce nellinterpretazione della Scrira, araerso il passaggio dalla analogia messianica alla analogia formale, oero alla anagogia. Lanalogia messianica signi ca
che gli eenti del passato in particolare del primo testamento sono isti come gre, tipi di ci che dee enire: la Scrira iene interpretata slla base di na coordinata temporale, che a dal prima al poi, e troa in Cristo il compimento. ando per la tensione
temporale si allenta, abbiamo qalcosa di noo: le gre, i tipi eterotestamentari non sono pi isti come anticipazione di ci che err, ma piosto come modelli
antropologici o spiritali, gre non gi del procedere della storia, ma dellitinerario
dellanima e della sa ascesa a Dio. Solo in qesta prospeia, del resto, rislta comprensibile ninterpretazione allegorica non solo dellAntico testamento, ma anche del
Noo: opzione che troer in Origene n deciso sostenitore e teorico.
In qesto cambiamento si rielato determinante lin sso della cltra di orientamento platonico, fortemente segnata dalla simbolica dellUno, e dnqe dal desiderio
di cogliere il senso complessio della realt mediante na reductio ad unum, capace di
sperare la dispersione del molteplice araerso na risalita spiritale erso lUno diino. Il tempo, in qesto modo, si troa ancor pi posto fori gioco: lanalogia messianica
iene sostitita dalla anagogia, lorizzonte fondamentale del tempo iene rimpiazzato da
na simbolica di tipo spa|ziale litinerario a dal basso allalto: cf. STC 42s, la profezia [25]
cede sempre pi il passo alla sapienza.
Come gi abbiamo accennato, determinante in qesta sitazione il fao che to
enga posto soo il segno di na perfezione gi data, ed eentalmente da acqisire
La parola analogia esprime la somiglianza-dissomiglianza tra ci che eocano i testi della Bibbia
profezie messe per iscrio, gre eocate, aenimenti raccontati e il doppio e nico Mistero di Ges e
della Chiesa; la parola messianico de nisce leconomia speci ca del tempo, della drata soggiacente a
qesta analogia e qali cata dalla libert di Dio e da qella degli omini STC 12.
Lafont parla a qesto rigardo di analogia allegorica o di analogia formale: cf. STC 43.
Cf. M. S
, Leera e/o allegoria. Un contributo alla storia dellesegesi patristica, Agstinianm,
Roma 1985 Stdia Ephemeridis Agstinianm, 23, pp. 93-96.

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a liello pramente personale. Taia, per comprendere meglio le modalit di qesta


forma di pensiero, occorre introdrre alcni elementi di precisazione, che meono in
campo le de simboliche fondamentali, intorno alle qali si enta elaborando la
cltra occidentale, con limpao che essa ha ato slla teologia: luno e lessere.
Abbiamo gi richiamato sinteticamente il senso della simbolica dellUno, il ci peso
nella cltra occidentale, com noto, p essere riassnto intorno al nome di Platone.
Possiamo precisare lteriormente che tale simbolica p concretamente operare in modi
diersi, a seconda che ci si collochi pi in na prospeia mistica che, a sa olta,
p procedere secondo n approccio pi lminoso e positio: cf. p. es. Agostino;
oppre, p prendere na ia pi apofatica, che di Dio conosce piosto la permanente
inconoscibilit: cf. lo psedo-Dionigi oero in na pi enciclopedica, che tende a
contemplare il reale in n orizzonte sistematico, doe nlla di particolare ha senso, se
non in connessione con il to.
Per qanto concerne la simbolica dellessere, la si p qali care come lorientamento che, pr cercando na intelligibilit globale, tende a considerare faoreolmente
e ad analizzare scienti camente la caraeristica limitata di ogni essere o grppo di esseri
Aristotele STC 19; la sa gra cristiana si identi ca certamente con il nome di
Tommaso dAqino e con la sa elaborazione di n ordine articolato della realt sl piano dellessere e dellagire e con la ricerca costante di n rapporto armonioso tra ragione
e fede.
Il gioco reciproco di qeste de simboliche nel corso della storia della teologia occidentale assai ario e non si lascia certamente riassmere in poche righe; litinerario
storico della teologia mostra che continamente ci si troati di fronte a n pensiero e a na pratica dellUno, a n pensiero e a na pratica dellEssere STC 317; si p
taia a ermare che la teologia caolica e pi generalmente la ita della Chiesa
, secondo la lera proposta da Lafont, | stata largamente segnata dallimpao della [26]
simbolica dellUno, dando rilieo al tema dellnione con Dio araerso e al di l della
conoscenza: non senza istose eccezioni e correzioni, peraltro, in particolare ma non
solo qella di S. Tommaso.
4. ali prospeie sali che disegnano le de simboliche indicate? Nella linea dellUno, si p dire che la salezza anzito lnione beati cante con il Bene spremo,
sali co per eccellenza; la comnione con Dio: Mihi adhaerere Deo bonm est Sal
72,28, testo preferenziale di Agostino, spremo compimento del desiderio intelleale/spiritale di nit che abita lomo. esto orientamento, poi, si concretizza in de
indirizzi fondamentali, che possono essere ricondoi ai nomi di Agostino e Dionigi:
Il tema particolarmente elaborato da G. Lafont: cf. soprao STC, passim e, per na ripresa sintetica, pp. 319-340. Si riferiscono alle stesse tematiche, sia pre con accentazioni almeno in parte dierse,
anche le osserazioni di G. Reale, in G. R
D. A
, ale ragione, R. Cortina, Milano 2001
Scienza e idee, 78, pp. 98-105.
Cf. STC 57-67 e MTS 328-332; cf. inoltre Peut-on connatre Dieu en Jsus-Christ, pp. 72-105.
Cf. STC 74-76 e MTS 332-335. I nomi di Agostino e Dionigi hanno na alenza sintetica: oiamente
possibile rintracciare nella storia della teologia gli orientamenti e le gre che si ricollegano allno o
allaltro: cf. MTS 335-347.
Un nome-chiae potrebbe essere qi qello di S. Alberto Magno cf. STC 137-143. Secondo Lafont, il
paradigma enciclopedico ha ato n peso determinante nellorganizzazione moderna del sapere, no
allidealismo tedesco ma anche, in na ersione pi secolare, nel progressio predominio del principio
di identit matematica cf. STC 184-228.
Cf. STC 143-150 e MTS 347-356; e anche le osserazioni di Lafont sllambigit del ritorno a
Tommaso proposto alla ne del XIX sec. dalla Aeterni Patris STC 302-306.
A qesto rigardo, oltre alle osserazioni sparse nella STC, e sintetizzate alle pp. 312s, si dee riniare
soprao a Immaginare la Chiesa caolica cf. sopra, n. 4.

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dire Agostino cf. MTS 328-332; 336-340 signi ca inserire lapprodo al Bene spremo e ni cante in n orizzonte di luce colta interiormente, e in irt della qale dato
di cogliere qalcosa di Dio nellanimo, araerso linestigazione dei vestigia Dei colti,
in particolare, nellaiit spiritale-interiore, come mostra emblematicamente ta la
problematica della analogia psicologica della Trinit; con ci, per, non ancora detto to, perch determinante anche lesperienza della assolta incapacit dellomo di
gingere da solo alla meta alla patria, e qesto in ragione dellineitabile radicamento
nel male/peccato, che inserisce ogni omo in Adamo, in na condizione dalla qale non
p essere trao se non in irt di n dono di grazia, che lo inserisca nella mediazione
di Cristo il Deus humilis e, articolandosi con la libert mana, gli apra il di cile
accesso alla salezza eterna. La prospeia indicata da Agostino dar fri signi catii in particolare nelle dierse forme di theologia crucis che, soprao dal Medioeo
in poi cf. Bonaentra, sapranno legare listanza mistica alla mediazione pasqale del
Croci sso, sia nella forma dellincontro fra gloria e croce cf. Balthasar, sia nella
forma pi drammatica di na theologia crucis che mee in parentesi il momento della
gloria, come accade in Ltero o, in forme eidentemente dierse, nelle teologie della liberazione. Allorizzonte agostiniano sono da collegare, per altro erso, anche i diersi
giansenismi che, radicalizzando il primato agostiniano della grazia, niscono per far
rotare to limpianto teologico intorno al predominio del male e alla qestione del
peccato originale, determinando cos n orizzonte che concentra la mediazione sali ca
di Cristo nella dinamica sacri cale e soddisfaoria.
Dire Dionigi cf. MTS 332-335 e 340-347; STC 329-332 signi ca inece a ermare
la permanente inconoscibilit di Dio; Egli non raggingibile nella lce, ma piosto
nella tenebra; non nella parola, ma nel silenzio; non nella isione, ma se mai nellnione
mistica, propiziata da realt di qesto mondo che costitiscono altreanti gradini, sempre imperfei, in ista di qesta nione; | qeste realt, strrate in na connessione [27]
gerarchica, determinano n insieme simbolico non prio di na sa logica, che la ragione p aingere, pr rimanendo in de nitia sempre al di qa dellUno che ole
raggingere mediante il qale lomo iene preparato allingresso nella tenebra inaingibile del diino. indbbiamente pi di cile discernere, presso Dionigi e nella sa posterit dplice, in qanto riscontrabile da n lato nellenciclopedismo illminista, che
poco alla olta si silppo atonomamente rispeo alle proprie radici cristiane, dallaltro
nella mistica della perdita di s in Dio, il senso di na mediazione sali ca di Cristo;
pi in generale, appare ardo, in qesto orizzonte, comporre adegatamente le a ermazioni propriamente cristiane con n impianto intelleale di ordine dierso: si pone
p. es. il problema di come salagardare adegatamente la consistenza della creazione
rispeo al riassorbimento di ogni realt nellUno originario.
La qestione che si potrebbe porre allitinerario orientato allUno saltando, oiamente, te le necessarie precisazioni e sfmatre se lorizzonte sali co che qi si
disegna non sia in de nitia troppo monolitico, troppo totalizzante; ci si p chiedere
se lasci spazio s ciente a na e eia alterit che non sia solo nominale: alterit ontologica e storica, capacit di riconoscere e salagardare i diersi lielli di realt e le
rore e di erenze intrastoriche, e di non riassorbirle oi in na sorta di totalitarismo di ci si potrebbero indiidare anche i risolti teologici ed ecclesiologici, oi
Per na presentazione di qesto orizzonte e dei soi esiti in sede teologica e spiritale, cf. B. S
,
Ges Cristo lunico mediatore. Saggio sulla redenzione e la salvezza. 1. Problematica e rileura dorinale, Ed.
Paoline, Cinisello B. MI 1991 ed. francese orig.: 1988, pp. 53-96 e 291-403.

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in n anarchismo che nisce per negare il senso e la necessit di qalsiasi mediazione.


In termini cristologici, si riconosce qi la possibile deria erso il mono sismo, rischio
sempre possibile, in n modo o nellaltro, nellorizzonte di n pensare la fede che non
tenga conto del criterio calcedonese: senza confsione n mescolanza, senza diisione
n separazione.
5. Se ci si olge alla simbolica dellessere, occorre sbito riconoscere che essa ha
ato na sa presenza importante nellitinerario storico della teologia, inserendo in
primo logo alcni elementi correii rispeo alle possibili derie estreme e, al limite,
a-cristiane, dellorientamento erso lUno: qesti elementi si riconoscono, p. es., nel richiamo antignostico alla consistenza positia della creazione, o nel modo in ci iene
assicrato n radicamento ontologico alla mediazione sali ca di Cristo o, ancora, nel
contribto dato alla determinazione di nantropologia e di netica cristiane.
Nel rappresentante teologicamente pi signi catio dellorientamento determinato
dallessere, e cio Tommaso, la prospeia ancora pi ampia: qi lorizzonte dellessere
non costitisce semplicemente n elemento integrante e | correio alla simbolica dellU- [28]
no, ma dienta principio strrale di to limpianto teologico, in na organizzazione
tesa a distingere e nire in modo articolato Dio con i diersi lielli della creazione da
n lato, e lapporto pecliare e originale della ragione e della fede, dallaltro cf. STC
143-150; MTS 347-356.
Lorizzonte sali co, per pi aspei, non si discosta da qello di Agostino, in irt del tema della isione di Dio interpretata in modo positio, nella linea appnto
agostiniana, e pi accratamente esposta nei soi diersi lielli di possibilit, araerso
larticolato rapporto fra soprannatrale e natra come sprema beatitdine della creatra razionale; rimane certamente meno drastica, rispeo alla prospeia agostiniana,
la altazione che Tommaso d dellimpao del male nella condizione dellomo chiamato alla beatitdine della isione di Dio, e ci permee n migliore apprezzamento
delle possibilit creatrali e dei alori mani. Rislta meno eidente in qesto qadro
e forse qesto n limite di ogni elaborazione imperniata sllorizzonte dellessere, per
lo meno qando non sia s cientemente aperta al dinamismo della noit eangelica
il rolo di Cristo come gra fondante di na sistematica teologica, e qindi anche di
na isione della salezza che lo inclda s come redentore, ma senza riscire a cogliere
in li il principio e ne di to il disegno sali co.
A gidizio di Lafont, in ogni caso, la concezione di Tommaso non ha potto permeare in modo signi catio la teologia dellepoca moderna: Larticolazione di na ricerca
nel contempo ardente e serena della beatitdine eterna con n manesimo rispeoso di
te le strre e i dinamismi creati non stata daero mantenta e adaata, mentre
sarebbe stata cos necessaria nel momento della oritra scienti ca dei tempi moderni
MTS 355: n sembra in ire in modo signi catio slla teologia contemporanea, inenzata dalla di denza nei confronti dellontologia e, pi in generale, del dispiegarsi
della ragione, a faore di nadesione preferenziale alle prospeie di tipo apofatico o
mistico. Eppre, lorientamento di Tommaso p sggerire ancora n compito per loggi:
A noi forse spea, in n contesto cltrale dierso da qello del medioeo, operare na
forse qi che si p collocare lodierna congintra di na ricerca di sacralit di sa e, appnto,
anarchica.
Slla fecondit del criterio calcedonese non solo in cristologia, ma pi in generale in teologia, cf.
MTS 322-325; cf. anche P. K
, Die chalkedonische Christologie als Kriterim r jedes christliche
Glabenserstndnis: TPhil 60 1985 1-15. Alla lce del criterio calcedonese si dorebbe ridimensionare
la forte assonanza che G. Reale ede tra la meta sica dellUno e alcne prospeie biblico-teologiche cf.
G. R
D. A
, ale ragione, cit., pp. 103s.

D. G

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sistemazione di identica ispirazione di qella di san Tommaso: articolare in saggezza le


scienze esae astro sica e le meta siche a esse corrispondenti; le scienze mane e
le metaantropologie che esse implicano, con la rielazione del Dio creatore e salatore
MTS 356.

La modernit e il tempo
6. Prospeia dellUno e prospeia dellessere si congingono, per lo pi con n certo
predominio della prima, nel delineare i caraeri di na intelligenza della fede concepita
come sapienza e posta soo il segno di n principio di perfezione; doe i trai fondamentali del compimento sali co dellomo sono indiidati, positiamente, nellnione
beati cante con Dio e, negatiamente, nella redenzione dal male/peccato, che costitisce
n ostacolo rispeo a qella stessa nione, e troa in Cristo la risposta e la mediazione
sali ca, nonch lin|dicazione di qella via humilitatis che, sola, dischide litinerario [29]
erso Dio. Gli accenti si dispongono in modi diersi, le prospeie particolari dei singoli atori e correnti esigono senza dbbio na presentazione molto sfmata e aprono
prospeie pecliari, che sarebbe assrdo oler ridrre in modo nidimensionale; sembra sensato, taia, riconoscere negli aspei indicati alcne costanti signi catie della
teologia classica, qale si p racchidere, per sare de date simboliche, fra il concilio
di Nicea 325 e il Vaticano I 1870 cf. STC 311.
La ricchezza delle dierse forme sapienziali della teologia fori discssione; eidentemente, ci non rende intile linterrogatio circa la legiimit di altri itinerari, non
solo allinterno dello stesso orizzonte, ma anche al di fori di esso. A sollecitare qesto
interrogatio possono contribire molti faori. i si orrebbe meere in eidenza soprao qello che ha a che fare con il tempo. Laenzione a qesta dimensione stata
sollecitata, recentemente, anche grazie alloccorrenza del Gibileo del 2000, che ha indbbiamente dato rilieo allimportanza della categoria temporale per la fede cristiana, e
ha permesso di compiere soo diersi rispei no sgardo retrospeio si de millenni
trascorsi della icenda cristiana. Non sembra, per, che il problema posto da na drata
di qesto tipo sia stato a rontato esplicitamente. Eppre, ale la pena di notare che
il tempo dopo Ges Cristo ragginge oggi la drata del tempo prima di Ges Cristo, se la migrazione di Abramo ha e eiamente ato logo al olgere dellanno
2000 prima della nostra era. Lo spazio che segito al compimento di ogni cosa in
Cristo gale o addirira sta sperando in drata il tempo della preparazione
di qel compimento. accadta na cosa di ci non si aea idea nei primi tempi
della Chiesa: il tempo del Noo Testamento lngo qanto, e forse pi, del tempo
dellAntico Testamento. esto fao obbliga a ri eere: non possibile che na drata cos lnga non risponda a n disegno positio di Dio, a nesigenza oggeia
della rielazione. Se, drante to il tempo dellAntico Testamento, Dio ha progressiamente rielato al so popolo il so disegno di salezza e, araerso di esso, la
erit del so olto e il destino essenziale dellomo, che cosa ha egli manifestato agli omini lngo il tempo della Chiesa e come qesto tempo ha contribito a
cambiarli? In che cosa na altazione pi positia del tempo p determinare n
noo corso della teologia? MTS 389.
Cos, p. es., per le di erenti modalit di impao con la qestione del male: cf. STC 341-350.
Si eda in particolare la leera apostolica di Gioanni Paolo II Tertio millennio adveniente, del 10
no. 1994. Per n approccio esegetico-teologico alla qestione del tempo in prospeia cristiana, cf. H.
B
P. G
M. J
, Lexprience chrtienne du temps, Cerf, Paris 1987.

D. G

, Salvezza cristiana e forme del pensiero teologico

La domanda appare taltro che peregrina e si conginge, del resto, con lindbbia
rileanza che la dimensione del tempo ha acqisito nella coscienza moderna, e che ha
portato la teologia contemporanea a interrogarsi in ario modo | intorno alla pertinenza [30]
teologica della storia. Nella prospeia di qeste pagine, si orrebbe semplicemente
meere in lce alcne condizioni di na rinnoata forma di teologia, aperta al confronto
con linterrogatio posto allesperienza ecclesiale dal faore tempo.
La posta in gioco appare qanto mai delicata, per lo meno se si consente a qelle analisi che edono, fra i trai caraeristici della congintra cltrale odierna, na
perdita della storia che si riela particolarmente preoccpante. Una caraeristica che
accomnaa la isione biblico-cristiana e qella delle moderne loso e della storia, era
la coninzione che si desse n senso del dienire storico. esta coninzione entrata
ampiamente in discssione, secondo lo sgardo disincantato di na postmodernit che
dissole ogni possibilit di riconoscere na storia nitaria e di poterla narrare. Nellepoca
della ne delle grandi narrazioni, dopo che il mito del progresso, o anche solo dello
silppo ha rielato ta la sa fragilit, si direbbe che il ftro non appassioni pi, che
non ssciti interesse o slancio, che non si possano pi proporre e persegire topie e
grandi progei.
Mancando na meta, n progeo, non rimane che il ricordo frammentario e policentrico del passato; non c n nom che possa catalizzare le forze e le passioni, na meta
erso la qale ci si possa dirigere: salo la cadcit, la nitdine, la morte, che per non
pi ista come porta spalancata s n ftro assolto ma, nella migliore delle ipotesi,
pnto di aio di n noo ciclo di esistenza, galmente prio di direzione e meta:
anche nellambito delle societ nominalmente cristiane, la fede nella risrrezione cede
sempre pi il passo alla credenza nella reincarnazione.
N le cose cambiano se si prende in considerazione la perasia dimensione tecnologica del nostro mondo. Nel mondo della tecnica, infai, non c pi spazio per n ftro
nalizzato: la tecnica non si moe secondo nalit, ma in base ai risltati delle se procedre: Se la coscienza dellomo occidentale ancora persasa della continit storica,
il caraere a nalistico della tecnica ha tolto a qesta continit qalsiasi orizzonte in ci
reperire n senso. In qesto modo la storia ginge alla propria ne, che iene a coincidere
con il so dissolersi nel ire insigni cante del tempo.
Lorizzonte si restringe, qindi: si rinncia a grandi aentre, si apprezza e alorizza
ci che piccolo, qotidiano, forse addirira insigni cante o assrdo. la mancanza
del ftro, di n ero ftro, come non solo la ne, ma anche il ne della storia, o anche
delle storie, degli omini la caraeristica distintia della nostra epoca postmoderna,
che segnala lo sgretolamento dellepoca mo|derna, la ne di n pensiero forte, e inita [31]
anche positiamente al ricpero di elementi che trascendono il razionalismo. In to
Lo aea indicato atoreolamente gi lesposizione introdia della Gaudium et spes cf. nn. 410, in particolare la conclsione del n. 5, anche se poi lesposizione sccessia non sembra tener conto
adegatamente di qesta percezione: cf. i riliei di G. C
, La teologia della Gadim et Spes e
lesercizio del magistero ecclesiastico: ScuolC 98 1970 477-511.
Cf. G. L
, La pertinence thologiqe de lhistoire. Dialoge aec Pierre Gisel: RSPT 63 1979
161-202.
Che, secondo la nota interpretazione di K. L
, sono in de nitia delle teologie della storia
cam ate: cf. Signi cato e ne della storia, Milano, Ed. di Comnit, 1963.
Cf. G. M
, Il quarto uomo. Postmodernit o crisi della modernit Noa ed. riedta e ampliata,
Armando, Roma 1996, in partic. pp. 11-30.
U. G
, Psiche e techne. Luomo nellet della tecnica, Feltrinelli, Milano 1999, p. 516; cf. anche
pp. 293-204.
A. N
, Escatologia, Piemme, Casale Monferrato AL 1991, p. 51.

D. G

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ci possiamo per anche discernere i trai di na era richiesta di salezza, del bisogno
di simboli e di senso, come pre lesigenza di riconoscimento del corpo, della materia,
della sensibilit, e la ricerca di na storicit era, a rimedio appnto di qella tendenza,
che si ricordaa e che si p indiidare anche nella modernit, e non solo nel pensiero
cristiano classico a dimenticare il tempo, con le se fatiche e con le rore che esso
implica, e di comnione e eia cf. STC 275ss.
Lesigenza di prendere sl serio il tempo si rilea, del resto, pre di fronte alla domanda di salezza che emerge, in modo pi o meno esplicito, anche dalle interpretazioni
postmoderne del pensiero: esse appaiono per lo pi segnate in modo rileante da na
certa tonalit gnostica, che porta diersi esponenti di rilieo del pensiero aale a
formlare n gidizio negatio sgli silppi complessii della cltra occidentale, indiidando in essa, in modo diersi, na sorta di male originario, che ne determina in
modo inesorabilmente negatio ta la icenda. In qesto modo, per, si rischia di dare
na lera mitica del male e dellesperienza che lomo ne fa, con il risltato di non
riscire poi ad a rontare in modo adegato qesta esperienza p. es. non distingendo
correamente fra la dimensione ontologica e qella etica; anche s qesto pnto, determinante per ogni atentica parola di salezza, il cristianesimo interpellato, in ista
di na parola capace di o rire na prospeia di senso di fronte al dramma del male e
della so erenza.

Il tempo ritrovato: teologia e imperfezione


7. Una teologia capace di dire la parola cristiana di salezza collocandola nel campo di na
temporalit assnta in ta la sa consistenza, dorebbe riprendere in modo rinnoato
i caraeri della profezia senza peraltro escldere lapporto di na dimensione propriamente sapienziale. Le coordinate principali di na teologia si aa, secondo Lafont, si
potrebbero indicare in qesto modo:
primato dellescatologia, incentrata in na tematizzazione consistente della prospeia apocaliica del ritorno di Cristo qale ero compimento della temporalit;
la parsia di Cristo andrebbe interpretata come il compimento ltimo di nalleanza
che si gioca nello scambio di na Parola o erta/accolta, e che troa | il so logo fon- [32]
damentale nellambito liturgico, e pi precisamente nella celebrazione memoriale della
Pasqa di Ges Cristo. Si p parlare in qesto senso di n primato della narratiit cf.
STC 358-365; MTS 371-373, che permea al cristianesimo di dischidere il fondamento
non a partire da na ontologia rigida, ma in irt della Parola rielata.
A qesto proposito, si dee notare che anche la teologia, intesa nella sa dimensione
propriamente speclatia, razionale, non sta al primo posto: i sta, se mai, il complesso
mito-rito, cio linsieme narrazione/liturgia, ossia lambito nel qale la salezza iene
anzito eocata e promessa e, almeno in certa misra, aata. Signi catia in qesto
senso la pratica litrgica della leura della Scriura: il ci signi cato non anzito
Cf. ancora STC 268-270; 341-351; per na panoramica pi articolata, cf. la I parte di Dieu, le temps et
ltre cf. sopra, n. 5, pp. 15-128 non tradoa, se non per le pagine conclsie, nelled. it..
Riprendiamo ancora na olta, in modo necessariamente sintetico, alcne indicazioni di G. Lafont:
ci riferiamo qi soprao al c. IV di MTS pp. 359-392; cf. anche STC 341-368; lelaborazione teorica pi
ampia da cercare in Dieu, le temps et ltre, cit.
Cf. G. L
, En aendant Jss. Simples penses sr leschatologie, in: M. P
E. S
,
Patrimonium dei. Festschri r Magnus Lhrer und Pius-Ramon Tragan, Roma 1997, pp. 97-110.
Slla crisi del fondazionismo ontologico e i problemi che ci pone alla teologia, cf. T. G
,
Postmodernity and Fie Fndamental eological Isses: . St. 57 1996 654-689.

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catechetico-informatio, ma di eento sali co il dialogo con il qale Dio si riolge al


so popolo e lo interpella, riproposto araerso la mediazione del rito che consiste
precisamente, da parte dellassemblea, nellascolto della narratio delle meraiglie di Dio.
Il narrare, poi, colloca anzito nellambito non della speclazione, ma della testimonianza: il racconto si indirizza a qalcno, sppone na relazione di dcia e di aesa;
il racconto fa appello alla fede, perch il testimone che narra domanda di essere credto; ma il racconto narrato perch a partire da esso si possa dischidere n ftro,
n cammino a enire. Il racconto n ao di lingaggio in ci, nel presente di n incontro, si eocano per qalcno le dimensioni di n aenimento passato, allo scopo di
determinare laspeo di n ftro erso il qale ci si incamminer insieme STC 360:
il racconto instara nel modo pi pieno qella relazione che determina in modo radicale ogni atentica parola: ao di eteronomia, nel senso che mi chiede, facendo appello
allascolto, di morire a me stesso, alla mia atonomia, per risorgere nella comnione con laltro: e per qesto opera linserimento nella dinamica stessa dellalleanza
pasqale, forma compita del sacri cio di comnione a ci lomo chiamato.
Il racconto qindi, in primo logo, il racconto pasqale, nella sa densit storica e in qanto o re la chiae interpretatia fondamentale del destino dellomo e della
sa storia e dischide al tempo stesso il mistero della ita trinitaria. Dienta possibile,
cos, sperare anche na certa isione ridiamente amartiologica della salezza: il
mistero pasqale non soltanto la icenda, tragica prima, e poi gloriosa, di na esistenza
mano-diina dedita al riscao dellmanit peccatrice: esso costitisce inece, in primo logo, la modalit fondamentale, e perfeamente compita, araerso la qale la
Parola di Dio inter|pella lomo per stabilire na comnione con li; ed al tempo stesso [33]
il paradigma del modo in ci lomo accoglie qesta Parola nella piena fedelt, e iene
qindi costitito in comnione con essa nello Spirito. Il fao poi che laccoglienza fedele
della Parola aenga, da parte di Ges di Nazareth, allinterno di na sitazione di peccato resa ancora pi dolorosa e amara per il fao che Ges stesso era senza peccato
costitisce lelemento propriamente redentio di qesto mistero; il qale, per, non p
essere ridoo a qesto elemento soltanto: il mistero della Pasqa illstra infai la condizione fondamentale dellomo, chiamato a compiere se stesso araerso n dono di s
che implica, anzito, n morire a se stessi, nellaccoglienza dellinsondabile mistero
diino che si dischide a li mediante la Parola.
A partire dal campo litrgico-biblico, imperniato slla narrazione dellalleanza pasqale e slla consegente intelligenza del tempo che essa implica in qanto tempo dello
scambio di libert che la Parola instara, troerebbero poi sccessia articolazione: il
momento etico, qale legge imperniata sl preceo dellamore reciproco dello solgimento dellalleanza nella storia; qello contemplativo, da declinare in termini propriaSi p notare che anche la II parte del saggio di B. S
slla soteriologia Jsus-Christ lunique
Mdiateur. Essai sur la rdemption et le salut. T. II: Les rcits du salut: Proposition de sotriologie narrative,
Descle, Paris 1991; cf. sopra, n. 17 si pone esplicitamente in termini di na teologia narratia, ma, ci
sembra, secondo na logica parzialmente diersa rispeo al principio di narratiit proposto da Lafont.
Come nota Lafont STC 362, la opzione a faore del logo ecaristico della teologia riprende la
grande intizione, di matrice agostiniana, della centralit di Cristo , nel so mistero di incarnazione, di
morte e di risrrezione, per la conoscenza di Dio e limpegno tra gli omini.
Abbiamo cercato di riassmere cos, consapeoli delleccessia breit, qello che ci sembra il core
della ri essione teologica di Lafont intorno allalleanza e al so costitirsi nella storia: per na presentazione completa, riniamo alla parte centrale di Dieu, le temps et ltre pp. 129-265; cf. inoltre Peut-on
connatre Dieu en Jsus-Christ cf. n. 5, pp. 235-254.
E che ha, come so corrispeio diino, la pienezza trinitaria, in qanto leternit per Dio, Padre,
Figlio e Spirito Santo, la dimensione, gale a Dio stesso, di n mirabile scambio che ingloba la totalit,
senza che nessno la traenga mai per s, a nch nessno la perda STC 355.

D. G

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mente pasqali, e qindi speci ci rispeo alla prospeia di na mistica dellUno; e


poi, pi ampiamente, la prospeia speculativa e pratica, nella qale ci si impegna a delineare, secondo le risorse proprie della simbolica dellEssere, la realt di Dio, dellomo
e del mondo in qanto implicati nella dinamica sali ca, in na elaborazione aenta secondo larticolazione della analogia dellessere e della fede della realt della creazione e
olta a indiidare anche le forme pratiche in ci si costitisce lesistenza dellomo e
del mondo nel tempo della salezza.
Il senso di qesta ipotesi p essere colto nellesigenza di riproporre in modo peraltro elaborato larticolazione di nesperienza cristiana nella qale escatologia, celebrazione memoriale, meditazione della Scrira, etica, contemplazione e speclazione si dispongono secondo n ordine che, da n lato, rispecchia qello che ha segnato
lesperienza cristiana delle origini mentre, dallaltro, riela na sa coerenza con n ordine del conoscere che p essere gisti cato anche sl piano antropologico cf. STC 358s.
Il pnto decisio consisterebbe nel | priilegiare la prospeia di na erit testimoniale [34]
rispeo a qella di na erit logica, senza meere in qestione il alore di qestltima
cf. STC 362, ma appnto inserendola nel modo pi correo nellordine di na epistemologia teologica. Dorebbe essere possibile, in qesta linea, anche n ripensamento
del rapporto peraltro fondamentale n dalle origini della Chiesa fra erit, salezza e
Chiesa, per scire dai limiti della gra gregoriana della Chiesa; il concilio Vaticano
II, del resto, aea gi orientato in modo signi catio qesto ripensamento, e forse se ne
dorebbero trarre pi coerentemente le consegenze anche sl piano ecclesiologico.
8. A qeste considerazioni, che gi di per s orrebbero aitare a cogliere il logo
propriamente sali co della teologia, si p aggingere ancora qalche ri essione conclsia, imperniata sl principio di imperfezione, che na teologia aenta alla dinamica
temporale dorebbe prendere in considerazione, pena il rischio di ricadere in n pensare
teologico ma anche in na pratica ecclesiale tendenzialmente chiso al confronto
con le dinamiche cltrali con il pericolo che poi qeste entrino srreiziamente nella
elaborazione teologica, come spesso sccesso e preoccpata pi di cstodire n deposito immtabile di erit, che di interrogarsi sl senso teologico e sali co della storia,
anche dopo Cristo, e della ita della Chiesa in essa. In qesto senso, parlare di n principio di imperfezione o di perfezione progressia cf. MTS 365, signi ca riconoscere
che anche per qanto rigarda la ita della Chiesa e dellmanit il tempo, come logo
proprio doe aiene lo scambio sali co dellalleanza o erta da Dio, a preso sl serio
e chiede di essere assnto in prospeia teologica. Latodonazione diina insperabilmente compita in Cristo non ede la storia semplicemente come n campo netro, nel
qale in de nitia si assisterebbe solo alla risposta o al ri to indiidale/interiore del
singolo allo erta di salezza che iene da Dio.
In qesto senso a ricsata lopposizione drastica a ogni forma di ontologia in teologia. Si dorebbe
inece consentire con Lafont, qando richiama la necessit di nontologia in ordine alla stessa possibilit
di ennciare la Parola rielata: Lontologia secondo n paradosso che solo apparente, necessaria alla
Rielazione stessa, nella misra in ci, se si parla di n Dio che riela, bisogna aere le parole necessarie
per dirlo in se stesso, a nch lao della sa Rielazione sia e eiamente riferito a li e non sia, in
realt, na pra proiezione dei nostri desideri. Orbene, dire na certa oggeiit di Dio sppone ancora la
capacit di dire na certa oggeiit del mondo e dellomo. Lontologia poi necessaria alla libert, nella
misra in ci qesta libero arbitrio ed entrano in essa elementi di discernimento che deono aere
qalche fondamento oggeio, se non si ogliono proocare delle catastro STC 271.
Cf. p. es. M. K
, La Chiesa. Traato sistematico di ecclesiologia caolica ed. ted. orig.: 1992, S.
Paolo, Cinisello Balsamo MI 1995, p. 272 con i riferimenti bibliogr. indicati alla n. 6.
Ci riferiamo a qanto Lafont propone in ICC, soprao pp. 40ss.
Cf. ivi, 67-91.

D. G

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Dienta pensabile, iceersa, il sccedersi di momenti e tappe che costitiscono na


progressia e esaa messa in prospeia di Dio, dellomo e del mondo, non solo al
liello del conoscere, ma a qello del fare e alla ne dellessere MTS 365; la stessa considerazione del male, ii comprese le se forme abnormi, potrebbe riceere da qesto
principio na rinnoata possibilit di intelligenza, che non nasconde ta la sa irridcibile negatiit e, al tempo stesso, a erma con erit che lo erta di alleanza, da parte
di Dio, non iene meno e contina a chiamare lomo a entrare nello spazio del sacri cio di comnione. Si potrebbe cos prendere sl serio lo smarrimento di chi, p. es.,
nellesplosione del male che ha segnato lltimo secolo ede n argomento per decretare
la morte di Dio e allontanarsi pi o meno qietamente da li e a er|mare per, contro [35]
la perenne tentazione giansenistica della tradizione latina, il permanere di na speranza
cristiana capace anche di a rontare senza remore le forme di male che si introdcono
nella ita dellomo e nelle se condizioni sociali e cltrali.
In na considerazione del tempo si aa, capace di intenderlo qale eore positio della penetrazione e eia del mistero pasqale nella ita degli omini MTS 390,
anche la permanente presenza e consistenza di altre prospeie sali che pensiamo
qi, in particolare, alle religioni troerebbe probabilmente il terreno di na considerazione pi aenta e positia: il riconoscimento prio di ombre del fao che la drata
essenzialmente segnata dalla rielazione gideo-cristiana non dorebbe impedire di
riconoscere positiamente che essa araersata anche da altre ricerche, per certi ersi
aberranti, per altri atentiche, condoe allo scopo di formlare e di iere il desiderio
fondamentale dellomo Il ritorno di Cristo segner il compimento di te le traieorie, al termine dei loro incontri, intersecazioni, polemiche, riconciliazioni, aentre che
il risorto ar accompagnato con il so Spirito, sia per faorirne il dispiegarsi diinomano, sia per riparare, con na pazienza inesaribile, i passi falsi, gli eccessi e forse
anche le timidezze MTS 391.
D
G
S.T.A.B. - Sezione Seminario Regionale
P.le Bacchelli 4 - 40136 Bologna

Cf. p. es. A. G

, La troisime mort de Dieu, NiL, Paris 2000.

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