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CORRADO MARTONE

LA TRADIZIONE GIUDAICA SULLALFABETO *

Nel corso della sua storia, il giudaismo ha sviluppato un marcato senso


della sacralit del proprio alfabeto. Proprio la concezione della sacralit
dellalfabeto ha consentito di salvare uno dei maggiori fondi documentari
dellebraismo medievale. La cosiddetta Genizah del Cairo ha conservato
decine di migliaia di frammenti di manoscritti di argomento sia sacro sia
profano che non sono stati distrutti proprio per salvaguardare la sacralit
dellalfabeto ebraico1 .
I masoreti e i qabbalisti hanno elaborato complessi sistemi tesi a rilevare un senso religioso sulla base della forma, del nome e dellordine delle
lettere dellalfabeto. Un particolare senso di sacralit dellalfabeto ebraico
pi antico rilevabile gi nei testi di Qumran (ca. III secolo a.C.-I secolo
d.C.), dove il nome divino scritto talvolta nellalfabeto ebraico pi antico
(paleoebraico) a sottolinearne la particolare sacralit2 . Nella stessa biblioteca di Qumran troviamo testi scritti in alfabeti cifrati o criptici, di cui purtroppo ci sfugge lesatto senso e funzione3 (Figura 9).
La centralit della parola nella speculazione esegetica giudaica si nota
gi in Sal 33, 6: Con la parola del Signore furon fatti i cieli e con il soffio
della sua bocca tutto il suo ornamento, dove si d grande risalto alla forza
creatrice della parola di Dio4. Ma anche la forma delle lettere non casua
* Nellassumermi la piena responsabilit per quanto segue, desidero ringraziare Piero

Capelli (Universit Ca Foscari di Venezia) e Bruno Chiesa (Universit di Torino) per i preziosi consigli.
1 Cfr. Sh.D. Goitein, A Mediterranean Society. The Jewish Communities of the Arab
World as Portrayed in the Documents of the Cairo Geniza, voll. I-VI , University of California Press, Berkeley 1999 (ed. orig. 1967; tr. it. Una societ mediterranea, compendio in un
volume a cura di J. Lassner, Bompiani, Milano 2008); B. Chiesa, Citazioni bibliche nelle
poesie di Yannai e altre annotazioni in margine alla recente edizione in facsimile dei frammenti della Genizah, in Henoch 2(1980), pp. 333-348.
2 Cfr. H. Stegemann, Religionsgeschichtliche Erwgungen zu den Gottesbezeichnungen in den Qumrantexten, in M. Delcor (ed.), Qumrn, sa pit, sa thologie et son milieu,
Duculot, Gembloux 1978, pp.195-217.
3 Cfr. S.J. Pfann-Ph. Alexander, Qumran Cave 4. XXVI . Cryptic Texts, Clarendon
Press, Oxford 2000; A. Catastini, Fisiognomica a Qumran. A proposito di 4Q186, in Sefarad70(2010), pp. 51-68.
4 Sulla parola creatrice nella tradizione giudaica, cfr. P. Capelli, La Parola Creatrice

Humanitas 65(5-6/2010) 851-858

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Alfabeti spirituali

le: in un commentario al libro della Genesi risalente allincirca al V secolo


troviamo una lunga e dettagliata discussione sul motivo per il quale la Bibbia inizia con la lettera dellalfabeto ebraico b (bet), che ha, come si vede,
la forma di un quadrato aperto su un lato. Cos in Genesi Rabbah 1, 125 :
In principio Dio cre. Disse Rabbi Jonah in nome di Rabbi Levi: Per quale motivo il mondo stato creato con una bet? Perch la bet chiusa sui lati e aperta davanti, e quindi non consentito indagare ci che sta sopra e ci che sta sotto, ci
che davanti e ci che dietro. [...] Perch stato creato con una bet? A significare che ci sono due mondi. Ancora unaltra possibile interpretazione, perch con
una bet? Perch indica benedizione (berakah). E perch non con una alef? Perch
indica maledizione. Altra spiegazione: per non dare appigli agli eretici, s che possano affermare Come pu sussistere il mondo se stato creato con una parola di
maledizione?.

A questa tradizione si ricollega il Cantico Rabbah (5, 13), dove leggiamo di unaltra lettera dellalfabeto ebraico, la alef, che non accetta la
preminenza data alla bet e se ne lamenta con il Creatore, dal quale viene rassicurata in quanto il primo comandamento inizier proprio con la alef:
La alef ebbe a lamentarsi di fronte a Signore in questi termini: Signore delluniverso, mi hai messo in capo allalfabeto, eppure non hai creato il mondo con me,
ma con la bet, infatti scritto in principio (bereshith) Dio cre il cielo e la terra .
Gli rispose Dio Il mio mondo e la sua perfezione sono stati creati solo grazie alla
Torah. [...] Domani mi riveler e dar la Torah a Israele e ti metter nel primo dei
comandamenti e aprir con te, come scritto Io (anoki) sono il Signore tuo Dio
(Es 20, 2).

Un altro passo dello stesso Cantico Rabbah emblematico della fondamentale importanza simbolica dellalfabeto nel pensiero esegetico giudaico.
Poich il testo sacro parola di Dio, cambiare una lettera che lo forma significa influire nel modo pi negativo sulla realt (Cantico Rabbah 5, 11).
Due soli esempi:
scritto Ascolta, o Israele: il Signore il nostro Dio, il Signore uno solo (Dt
6, 4): se cambi la dalet in resh distruggerai il mondo. Non ti prostrerai a un altro
dio, poich il Signore un Dio geloso (Es 34, 14): se cambi la resh in dalet distruggerai il mondo.

secondo il Giudaismo della tarda antichit, in C. Conio (ed.), La Parola Creatrice in India
e nel Medio Oriente. Atti del Seminario della Facolt di Lettere dellUniversit di Pisa, 2931 maggio 1991, Giardini, Pisa 1994, pp. 155-172.
5 Per maggiori ragguagli sui testi rabbinici citati si veda, in italiano, G. Stemberger,
Introduzione al Talmud e al Midrash, Citt Nuova, Roma 1995.

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Nel primo caso il testo fa riferimento al fatto che, mutando la lettera


dalet in resh, si trasforma uno solo (ehad) del testo biblico in altro
(aher), infrangendo in tal modo il comandamento del monoteismo, mentre
nel secondo caso, allopposto, il mutamento di lettere trasformerebbe altro
(aher) in uno (ehad, e quindi il versetto biblico diverrebbe un comandamento politeista). In entrambi i casi il mutamento di una lettera dellalfabeto
infrange la parola di Dio e, quindi, ha il potere di distruggere il mondo.
Nel pi tardo Alfabeto di Rabbi Aqiva, sorta di compendio sulle speculazioni giudaiche sullalfabeto risalente probabilmente al IX secolo, saranno
tutte le lettere dellalfabeto a esporre i motivi della propria centralit nellordine della creazione6 .
Altri racconti talmudici mettono in evidenza la grande importanza delle
lettere dellalfabeto in quanto materia prima della parola di Dio trasmessa
alluomo; concetto questo esplicitamente affermato nel Talmud bSanh 103b,
dove leggiamo che grazie alle lettere dellalfabeto, con le quali scritta,
che la Torah stata data alluomo. Secondo Es 31, 1-11, Mos, su ordine di
Dio, diede a Bezalel lincarico di costruire il Tabernacolo e di occuparsi
delle vesti dei sacerdoti, in quanto Dio stesso lo ha riempito dello spirito
di Dio, di sapienza, intelligenza, scienza per ogni opera, per far progetti ed
eseguirli in oro, argento e bronzo, per scolpire la pietra da incastonare, intagliare il legno e fare ogni opera (Es 31, 3-5). Ebbene, secondo il Talmud
(bBer 55a), Rabbi Giuda disse in nome di Rav che Bezalel ebbe questo dono
perch sapeva come mettere armoniosamente insieme le lettere dellalfabeto, per mezzo delle quali furono creati i cieli e la terra. In bAv Zarah 18a
leggiamo di un episodio avvenuto durante le persecuzioni dellimperatore
Adriano (II secolo d.C.): Rabbi Hanina ben Teradyon viene avvolto dai
Romani in un rotolo della Torah e messo al rogo. Hanania tranquillizza chi
gli vicino assicurando che, se anche il materiale del rotolo viene bruciato,
le lettere scritte in esso si libreranno verso il cielo, a significare il valore
spirituale del contenuto del rotolo, rappresentato dalle lettere dellalfabeto.
Il modo per pi creativo con il quale lantica esegesi ebraica mette a
frutto questa grande considerazione nei confronti dellalfabeto sicuramente nellmbito della cosiddetta gematria, parola di origine greca7 che indica
in estrema sintesi lutilizzo a fini esegetici e interpretativi del valore numerico delle lettere. Bisogna infatti sapere che delle 22 lettere dellalfabeto

6
7

Cfr. G. Busi-E. Loewenthal, Mistica ebraica, Einaudi, Torino 1995, pp. 89-146.
Sul termine gematria si veda Sh. Sambursky, On the Origin and Significance of the
Term Gemaria, in Journal of Jewish Studies 29(1978), pp. 35-38.

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ebraico, le prime dieci hanno in sequenza il valore numerico da 1 a 10, le


otto successive hanno il valore di decine da 20 a 90, e le ultime 4 lettere
equivalgono a 100, 200, 300 e 400 rispettivamente. Vale la pena di segnalare che questo metodo di indicare graficamente le cifre non si ritrova nella
Bibbia n nei testi ebraici pi antichi, ma inizia ad affermarsi in epoca asmonaica per influsso del greco che, appunto, attribuiva valore numerico alle
lettere dellalfabeto8 .
La gematria fa parte delle 32 regole ermeneutiche della tradizione esegetica ebraica ascritte a Rabbi Eliezer (met del II secolo d.C., anche se
lopera a lui ascritta giunta a noi in una redazione molto pi tarda) e per
la precisione , secondo la tradizione pi diffusa, la numero 29. Noteremo
soltanto per inciso che non solo la parola gematria, ma anche questo tipo di
metodologia di origine greca e, secondo alcuni studiosi, dalla Grecia il
giudaismo lha ripresa e sviluppata. In greco il metodo di trarre conclusioni
dal valore numerico delle lettere dellalfabeto si chiama ispsephos e viene
usato, ad esempio, da Artemidoro di Efeso (II-I secolo a.C.) per linterpretazione dei sogni 9 .
Allesegesi alfabetica della gematria pu essere accostato quello detto
del notarikn, basato essenzialmente sullintepretazione delle parole come
fossero acronimi. Per esempio il commentatore medievale Rashi riporta
linterpretazione basata sul notarikn di Gn 15,1, secondo la quale, il nome
di Eliezer di Damasco andrebbe interpretato come Egli attingeva e dava da
bere agli altri linsegnamento del suo maestro, in quanto il termine Damasco (Dammesheq) ritenuto abbreviazione di doleh (attingeva) e mashqeh
(dava da bere).
Altro sistema di esegesi alfabetica che pu essere ricollegato alla gematria quello detto atbash, basato sulla corrispondenza inversa delle lettere
nellordine alfabetico: la parola, con questo sistema, viene interpretata mediante la variazione delle lettere che la compongono nellordine alfabetico.
La gematria funziona anche in senso inverso, e interpreta un numero
presente nel testo biblico come una parola che ha il medesimo valore numerico: cos il numero dei servi nati in casa di Abramo (318, cfr. Gen 14, 14:
Quando Abram seppe che suo fratello era stato condotto via prigioniero,
mobilit i suoi mercenari, servi nati nella sua casa, in numero di trecentodi
8 Cfr. D. Abrams, From Germany to Spain. Numerology as a Mystical Technique, in
Journal of Jewish Studies 47(1996), pp. 85-101.
9 Cfr. S. Lieberman, Hellenism in Jewish Palestine. Studies in the Literary Transmission, Beliefs and Manners of Palestine in the I Century B.C.E.-IV century C.E., Jewish Theological Seminary of America, New York 1950, p. 72.

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ciotto, e intraprese linseguimento fino a Dan) viene collegato al nome di


Eliezer di Damasco (Gen 15, 2), le cui consonanti in ebraico dnno come
valore numerico proprio 318. interessante notare che il numero dei 318
mercenari al servizio di Abramo viene interpretato in senso cristologico dallEpistola di Barnaba (9, 18), sempre sulla base di speculazioni numerologiche legate al valore numerico delle lettere del nome Ges in greco10.
Il metodo di gematria pi diffuso quello, comunque, dellinterpretazione di una parola sulla base del valore numerico delle lettere dellalfabeto
che la compongono, cos ad esempio, per quanto concerne Lv 16, 3 (Ecco
come Aronne verr nel santuario: con un giovenco per il sacrificio espiatorio e un montone per lolocausto), la prima parola del versetto, il cui valore numerico 410, viene interpretata da Rabbi Berakia in nome di Rabbi
Levi come riferita al fatto che Aronne sar benedetto con una vita lunga
410 anni (cfr. Levitico Rabbah 21, 9, dove la discussione prosegue tentando di spiegare il fatto che, secondo la Bibbia, in effetti Aronne non visse
410 anni, ma solo 120: un esempio notevole di come linterpretazione numerologica viva di vita propria, ben oltre ci che viene esplicitamente affermato nel testo biblico)11.
Il versetto Gen 42, 2: E continu: Ecco: ho sentito dire che vi grano
in Egitto. Andate laggi e comperate di l grano, affinch noi si possa vivere
e non si debba morire, viene interpretato in Genesi Rabbah 91,2 come
indice del fatto che la prigionia in Egitto durer 210 anni perch il valore
numerico dellespressione Andate laggi, in ebraico, appunto 210.
In un altro commentario midrashico alla Genesi troviamo un ulteriore
esempio di interpretazione numerologica del testo di Gen 28, 12, il famoso
racconto della scala vista in sogno da Giacobbe (E sogn di vedere una
scala che poggiava sulla terra, mentre la sua cima raggiungeva il cielo; ed
ecco: gli angeli di Dio salivano e scendevano per essa). Orbene, poich la
parola ebraica per scala (sullam) ha lo stesso valore numerico della parola
Sinai (130), lesegesi numerologica giunge alla conclusione che la legge rivelata a Mos sul Sinai, cos come la scala sognata da Giacobbe, un
mezzo per luomo di ascendere al cielo.

10
11

Cfr. Epistola di Barnaba, a cura di F. Scorza Barcellona, SEI, Torino 1975.


Mette conto segnalare che in Esodo Rabbah 2, 5, il corretto numero di anni di vita
di Aronne estrapolato dalla parola ebraica per roveto, il cui valore numerico appunto
120, nel ben noto passo di Es 3, 2: Gli apparve langelo del Signore in una fiamma di fuoco,
dal mezzo di un roveto. Mos guard: ecco che il roveto bruciava nel fuoco, ma il roveto
non era divorato.

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interessante notare che la gematria serve anche, se non a stabilire, a


spiegare determinate regole giurisprudenziali. Cos, la mishnah afferma che,
se la durata del voto di nazireato non esplicitamente dichiarata, deve essere
di 30 giorni (mNazir 1, 3 ss.). Il Talmud babilonese interpreta questa norma
rifacendosi al testo biblico di riferimento (Nm 6, 5: Per tutti i giorni di voto
del suo nazireato non passer rasoio sul suo capo: fino a quando non si compiranno i giorni che ha consacrato al Signore, sar santo; far crescere le
chiome dei capelli del suo capo) e facendo notare che il sar di sar
santo in ebraico ha il valore numerico di 30. Lesegesi della gematria talvolta si spinge anche a dare un senso numerico alle singole lettere di una parola. Un midrash ai Salmi interpreta il termine musicale nehilah (flauto)
del titolo del Sal 5 dando uninterpretazione numerologica non alla somma,
ma a ciascuna delle lettere che lo compongono (Midrash Tehillim 5, 5).
Un altro esempio di questo tipo riguarda il nome di Isacco (Y#Q), che
viene interpretato in base a questa particolare forma di gematria nel commento midrashico del Numeri Rabbah (18, 21). Delle lettere che compongono la forma ebraica del nome, la yod ha il valore numerico 10, e ci farebbe
riferimento alle 10 prove cui, secondo la tradizione esegetica giudaica 12, fu
sottoposto Abramo, il padre di Isacco; la tsade ha il valore numerico di 90,
let di Sara quando partor Isacco; la het, ha il valore numerico di 8, e ci
andrebbe riferito agli 8 giorni che aveva Isacco quando fu circonciso13,
mentre lultima consonante del nome, la qof ha il valore numerico di 100,
let di Abramo alla nascita di Isacco (cfr. Gen 17, 17: Allora Abramo si
prostr col viso a terra e rise, dicendo in cuor suo: Ad uno di cento anni
nascer un figlio? E Sara, allet di novantanni, potr partorire?).
Il metodo della gematria viene usato al pi alto grado delle proprie potenzialit nellmbito della tradizione mistica del giudaismo, la cosiddetta
qabbalah (lett. ricezione)14. Anche oltre il metodo della gematria, limportanza dellalfabeto nella speculazione mistica ebraica assolutamente centrale. Secondo una delle opere che diventer una delle fonti principali di questa tradizione, il Sefer Yesirah (Libro della formazione, opera di incerta origine e di incerta datazione, gli studiosi oscillano tra il I e il IX secolo d.C.;

12 Ad esempio, cfr. Giubilei 17, 17 e 19, 8; mAbot 5, 3. Sullargomento si veda da ultimo S.B. Noegel, Abrahams Ten Trials and Biblical Literary Convention, in Jewish Biblical Quarterly 21(2003), pp. 73-83.
13 Cfr. Gen 21,4: Poi Abramo circoncise suo figlio Isacco quando questi ebbe otto
giorni, secondo quanto Dio gli aveva comandato.
14 Cfr. J. Maier, La cabbala. Introduzione, testi classici, spiegazione, EDB, Bologna
2008.

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cfr. Figura 10), il processo della creazione si basa essenzialmente sul potere
delle varie lettere dellalfabeto ebraico15: secondo la cosmogonia del Sefer
Yesirah, a ciascun aspetto di ciascuno dei tre livelli del creato (il cosmo, il
tempo e luomo) preposto un gruppo di lettere dellalfabeto, compito questo che stato assegnato alle lettere da Dio stesso con una sorta di incoronazione di ciascuna lettera16. In questottica, la speculazione del Sefer Yesirah
si spinge oltre a identificare le leggi del creato con le leggi della grammatica, essendo il creato il risultato della parola di Dio e, quindi, delle lettere che
tale parola compongono. Si legge nel Sefer Yesirah 19:
Ventidue lettere: le incise, le intagli, le soppes, le permut, le combin e con
esse form lanima di tutto il creato e lanima di tutto ci che formato e di tutto
ci che destinato a essere formato. Come soppes e invert? Alef con tutte e tutte
con alef; bet con tutte e tutte con bet; gimel con tutte e tutte con gimel. Tutte vanno
in tondo e si trovano a uscire da duecentoventuno porte; tutto ci che stato formato, e ogni discorso, si trovano a uscire da un unico Nome.

Shabbetai Donnolo, pensatore pugliese del X secolo, nellintroduzione


del suo commento a questopera, descriver la preesistenza delle lettere dellalfabeto quale materia prima della creazione divina:
Da ci noi apprendiamo che duemila anni prima della creazione del mondo il Santo sia Egli benedetto contemplava le ventidue lettere della Torah, combinandole,
girandole e facendo di loro una sola parola, girando ancora avanti e indietro tutte le
ventidue lettere facendone parole composte e parole singole 17.

Si visto che gi il Talmud babilonese stabil un preciso rapporto tra la


creazione divina delluniverso e le lettere dellalfabeto (bBer 55a), e questo rapporto sar uno dei temi ricorrenti della letteratura mistica. La grande
summa della mistica ebraica, il libro dello Zohar18 (Spagna, XIII secolo; cfr.
Figura 11) recita nel prologo (2b):
Quando Dio volle creare il mondo, tutte le lettere gli si fecero incontro e la taw ritenne di essere adatta al primo posto. Disse quindi: Signore altissimo, vorresti creare il mondo con me, essendo io il sigillo del tuo anello, cio lultima lettera della
parola emet (verit)...?.

15 Sul Libro della Creazione, si veda G. Busi-E. Loewenthal, Mistica ebraica, cit.,
pp. 33-46, da cui tratta la traduzione riportata qui appresso.
16 Cfr. J. Dan, Kabbalah. A Very Short Introduction, Oxford University Press, New
York 2007, pp. 17-18.
17 Cfr. Shabbetai Donnolo, Sefer Hakhmoni, a cura di P. Mancuso, Giuntina, Firenze
2009, da cui tratta la traduzione citata.
18 Sullo Zohar si veda ora Zohar. Il libro dello splendore, a cura di G. Busi, Einaudi,
Torino 2008.

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E pi avanti in Zohar Bereshit 38a:

Il Signore benedetto Egli sia, stabil le leggi delle lettere superiori e inferiori, con
le quali cre i mondi.

La qabbalah ebraica si dedic anche a interpretazioni basate sulla


forma delle lettere dellalfabeto, il cui studio poteva rivelare significati nascosti delle lettere stesse. Con lo sviluppo della speculazione qabbalistica si
affina sempre di pi il rapporto delladepto con le lettere dellalfabeto, alla
ricerca della vera essenza delle lettere stesse in virt della loro contemplazione: [a]pplicando tecniche che richiedono solitudine e rarefazione delle
facolt sensoriali, il mistico pu giungere a immedesimarsi nella forza spirituale di ciascuna lettera, cos da divenire quasi tuttuno con essa19 (cfr.
Figura 12). Atteggiamento, questo, che si ritrover ancora nel XVIII secolo
nel movimento hasidico20, ma che ha le sue origini gi nello Zohar, dove si
afferma che Dio, prima della creazione del mondo stette per duemila anni
in contemplazione delle lettere dellalfabeto gioendo di esse (Zohar, prologo 2b)21.
Nata, come si visto, in et tardoantica in ambiente rabbinico e molto
probabilmente di derivazione greca, la speculazione sullalfabeto e sul valore numerico delle lettere avr la sua fioritura massima nella cosiddetta mistica giudaica, e rimarr invece ai margini dellebraismo ortodosso, che anzi
tender a diffidarne anche a motivo del largo uso che di questa tecnica
fece il falso messia Shabbetai Zevi (1626-1676)22. Infatti, gi lesegeta
Avraham Ibn Ezra (ca. 1089-1164)23 mette in guardia i suoi lettori dalluso
della gematria, a proposito del caso gi visto del nome di Eliezer (Gen 14,
14), affermando che la Scrittura non parla per numeri e che, basandosi sulla
gematria, possibile ricavare il bene e il male da qualunque parola, e che
bisogna quindi basarsi esclusivamente sulla parola, secondo il suo senso.

19
20
21
22

G. Busi, La Qabbalah, Laterza, Roma-Bari 1998, p. 26.


Ibidem.
Cfr. anche il brano di Shabbetai Donnolo citato pi sopra.
Sul personaggio si veda lopera classica di G. Scholem, Sabbatai Sevi. The Mystical
Messiah, Princeton University Press, Princeton 1973, in part. pp. 234-235 (tr. it. Sabbetai
Sevi. Il Messia mistico (1626-1676), Einaudi, Torino 2001).
23 Cfr. Sh. Sela, Abraham Ibn Ezra and the Rise of Medieval Hebrew Science, Brill,
Leiden 2003.

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