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sette funzionari devono prima provvedere alla messa a punto del dispositivo dintervento, fissandone
tempi e modalit e soltanto dopo
potr esserci laccesso ai cantieri. E
questo solo un esempio delle
possibilit dintervento agile e tempestivo necessario a ricondurre
Expo sui binari della legalit. Cosa
volevamo di pi?
Raffaele Cantone, cui tutti guardiamo caricandolo di aspettative, avr
bisogno di un paio di mesi per organizzare i suoi uffici e la sua gente,
con in mezzo il mese di agosto: se
tutto va bene sar operativo in settembre, 7 mesi prima dellapertura
di Expo. Dire altro? S: aver chiuso
la stalla con quel che segue.
Lo spettacolo per desolante:
lapplauso della classe politica
(sconfitta) per larrivo di un magistrato chiamato a fare quello che lei
stessa e gli uomini da lei scelti non
hanno saputo o voluto fare.
La massaia di Voghera, poco dotta
ma non stupida, si domanda: ma
chi ne ha fatte di tutti i colori fino
adesso, la far franca?. Non sa
nulla dellobbligatoriet dellazione
penale ci nonostante .
(1) L'Autorit per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, o
semplicemente l'Autorit di vigilanza dei
contratti pubblici o ancora AVCP, l'erede dell'Autorit per la vigilanza sui lavori pubblici, o AVLP, istituita dalla legge
n. 109/1994, la cosiddetta legge Merloni,
per portare ordine nel mondo degli appalti pubblici, ma limitatamente al settore
dei lavori di opere e costruzioni. Con
l'approvazione del nuovo codice dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture,
il D. Lgs n. 12 aprile 2006, n. 163, la
struttura dell'Autorit venne completamente riorganizzata per ampliare le sue
funzioni, non pi limitate ai lavori, bens
anche alle forniture di beni e quelle di
servizi, includendo, in pratica, qualunque
tipo di appalto effettuato da parte di una
pubblica amministrazione. Con quali risultati?
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cui costruire la propria visione metropolitana: libert, semplicit, opportunit, democrazia, incisivit, sicurezze, servizi, territorio.
Hanno saputo delineare uno scenario sicuramente affascinante. Gli interventi dei segretari di PD, Sel, Rifondazione Comunista e Movimento
Milano Civica hanno poi rafforzato
la visione e impostato la linea politica. Sar un grande lavoro di coalizione. Milano far la sua parte, senza "egocentrismi n milanocentrismi". Lha promesso Giuliano Pisapia nel suo intervento, molto concreto, in cui ha sottolineato la difficolt
dell'operazione e gli ostacoli dovuti,
soprattutto, alla carenza di risorse.
Senza mai perdere il sogno, per.
C'eravamo tutti, ognuno con la propria identit politica, che diventa valore aggiunto per il centrosinistra.
Cerco di esaminare, in sintesi, il
passaggio dalla Provincia alla Citt
Metropolitana. "La nuova istituzione
che nasce pone le basi nei Comuni
che la costruiranno. Il suo governo
affidato alle stesse mani di chi governa i singoli territori" si legge nella
relazione dell'ANCI. Credo sia questo il punto da cui partire: a differenza della Provincia, la Citt Metropolitana nasce dalla capacit degli
amministratori locali di saper andare
oltre il proprio campanile e di realizzare funzioni e servizi di area vasta,
riconducibili a interessi e bisogni di
territori omogenei. Si crea cos un
interlocutore istituzionale nuovo, un
nuovo motore di sviluppo economico del Paese, con una notevole tensione extra nazionale: il futuro
dell'Europa dipende dal futuro delle
nostre citt. ben evidente, tanto
per fare un esempio, che la programmazione comunitaria 2014/20
sar modulata in relazione alle esigenze delle grandi aree urbane del
Paese.
Il percorso che la legge Del Rio ci
impone serrato: entro il 30 settembre andr eletto il Consiglio Me-
tropolitano, formato da 24 consiglieri/sindaci dei 134 Comuni che compongono la (ex) Provincia. Il Consiglio redige lo Statuto, strumento essenziale per gettare le reali fondamenta della Citt Metropolitana, che
verr approvato entro il 31/12/14. Il
primo gennaio 2015, finalmente, la
Citt Metropolitana subentrer alla
Provincia in tutte le funzioni.
chiaro che un'operazione di ricostruzione del territorio metropolitano, operata dal basso, con le forze
amministrative presenti, non possa
prescindere da una potente conoscenza del territorio e da un'altrettanto solida capacit di ridisegnarlo
per aree omogenee. Il decentramento di Milano, il superamento delle attuali Zone, la scomposizione
della citt in segmenti storici e identitari omogenei, riconducibili a uno o
pi elementi dinteresse precede
dunque, obbligatoriamente, la costruzione della CM. I temi da affrontare sono, successivamente (in
chiave metropolitana e non pi comunale) quelli che tutti conosciamo:
trasporti e mobilit, urbanistica e
territorio, ambiente, sviluppo economico e servizi alla persona, per
essere sintetici.
Se tutto questo vero, l'operazione
che ci accingiamo a mettere in
campo una gigantesca rivoluzione
istituzionale, corale. O si vince tutti
o si perde tutti. Primo requisito per
vincere la coesione tra i nuovi
consiglieri metropolitani, chiamati al
primo, grande passo: la redazione
dello Statuto. Il fatto che il centrosinistra presenti un'unica lista unitaria
di coalizione (allargata al movimento civico) un ottimo segnale in
questa direzione. Ma non basta.
Occorre che i protagonisti, gli eletti,
siano scelti per le loro competenze
di amministratori e per il tempo che
riusciranno a dedicare a questa
fondamentale fase, che richieder il
massimo impegno (a questo proposito: sindaci o consiglieri? Riflettia-
moci.). Inoltre, se la rivoluzione istituzionale nelle mani degli amministratori locali, occorre che siano loro
a scegliersi i rappresentanti, ma
davvero. Senza la mano occulta
della spartizione partitica, ma con
l'attenzione a che il consiglio metropolitano sia davvero espressione
dei territori. Dei quattro punti cardinali della Provincia di Milano, per
intenderci, rappresentati in modo
proporzionale. Dalle premesse che
abbiamo gettato il 24 giugno tutto fa
sperare che stavolta sia davvero
nuova politica.
Per concludere: squadra coesa e
fatica istituzionale nel declinare, in
modo nuovo, i compiti che abbiamo
elencato. L'assemblea del 24 giugno servita a riconoscerci in un'unica squadra e a stringerci intorno al
nostro Sindaco Metropolitano. Non
pu esistere crescita senza il comunicarsi fiducioso, senza conoscersi
profondamente, diceva Danilo Dolci.
Questa comunicazione del sogno,
questa conoscenza reciproca il 24
l'abbiamo sentita. Ci vuole ben altro,
adesso. Bisogna, prima di tutto,
perch la CM non diventi la mera
sommatoria di 134 comuni, creare
un ottimo statuto. Inoltre, bisogna
creare, adesso, un rapporto con la
Regione Lombardia che favorisca il
processo e delinei le funzioni attribuite alla CM e il loro finanziamento.
Cominciare con piccoli passi, individuando le priorit e realizzandole,
una per una: trasporti, servizi, anagrafe metropolitana, tanto per fare
degli esempi. Con questi passaggi
favoriremo la nascita dell'identit
metropolitana dei cittadini del nostro
territorio, processo lento ma essenziale per migliorare la qualit della
vita in un'area cos vasta e cos significativa. Ci vorr tempo, lavoro
infaticabile, pazienza e soprattutto
coesione. Mi ripeto: vinciamo o perdiamo tutti insieme.
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cessario cogliere questa occasione
di cambiamento per costruire nuove
opportunit di coordinamento, in accordo anche con la direzione scolastica. Questo consentirebbe non
solo di garantire le competenze migliori per il servizio, ma anche la
certezza delle risorse economiche a
disposizione.
Un'altra importante competenza della Provincia la formazione degli
operatori sociali, educatori e volontari che operano sia nel settore
pubblico sia nel privato. importante che questo patrimonio formativo
rimanga anche nella Citt metropolitana, a servizio dei cittadini.
Serve sostenere il ruolo della polizia
provinciale e il lavoro di tutela ambientale che svolge. Occorre una
visione unitaria e sistematica tra le
istituzioni, per evitare inutili sovrapposizioni di ruoli e obiettivi. Anche la
Protezione Civile, e i tanti volontari
che ne fanno parte, ha bisogno di
poter definire nuovi traguardi e individuare percorsi lineari di crescita.
necessario un contesto normativo
adeguato e coerente - comunitario,
nazionale e regionale - che ne definisca compiti, ruoli, diritti e doveri.
Serve una norma unica nel rapporto
tra istituzioni e volontari cittadini.
Questo sistema oggi risente della
crisi dei bilanci delle istituzioni, ma
proprio per questo bisogna individuare delle linee di sviluppo possibili
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cazione territoriale di coordinamento, nonch alla tutela e valorizzazione dellambiente (art. 1, c. 85),
ereditata dalla Provincia cos come
riformata dalla medesima legge.
La sua costituzione coinvolge dunque numerosi attori chiamati non
solo a definire il quadro istituzionale, di cui altri hanno fornito spunti,
nello spirito multidisciplinare allinterno del quale il gruppo Petfi
nato, ma anche a identificare i problemi e a determinare procedure di
gestione dei medesimi. Tra questi,
sicuramente il tema delle conoscenze necessarie alla pianificazione territoriale secondo queste nuove premesse.
Milano che Cambia una sezione
del sito dellOrdine degli Architetti
della provincia di Milano dedicata
alla costruzione di un Atlante delle
trasformazioni urbane consultabile
in rete da tutti. Nasce da una domanda banale che ci siamo posti
quattro o cinque anni fa, nel pieno
della discussione attorno al nuovo
Piano di Governo del Territorio di
Milano. Lallora assessore allurbanistica vantava con un certo orgoglio un grande numero di gru e relativi cantieri presenti in citt, come
sintomo di un momento di trasformazione straordinaria, in Europa la
pi cospicua in termini quantitativi
del periodo, ma con qualche imbarazzo non era in grado di documentare che cosa realmente stesse
succedendo. Sintomo di uno sguardo piuttosto pulviscolare, certo non
di sistema, esito di una politica di
contrattazione locale che ha sortito
risultati molto distanti tra loro, in cui
ad unidea di citt - bella o brutta
che fosse - prevalsa la logica di
mercato. Un dato che con grande
evidenza possibile leggere nella
tabella di comparazione tra quantit
e indice di edificazione delle diverse
aree analizzate e che fa parte degli
strumenti che Milano che cambia
mette a disposizione di chi la consulta.
Una conoscenza che ci sembra banale affermare necessaria per orientare le buone scelte - sia tecni-
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che sia politiche - rispetto al destino
del territorio, nel costruire unidea di
citt senza la quale ogni scelta
frutto dinteresse parziale, ovvero
negazione della citt come luogo
dellabitare collettivo.
Gli esiti del lavoro, per definizione
in continuo sviluppo, sono stati
condivisi negli ultimi due anni in una
sorta di Osservatorio partecipato
delle trasformazioni urbane, di cui
sono stati parte integrante PIM,
ANCE, e auspichiamo presto lo
siano il Politecnico cos come la
stessa istituzione nascente della
Citt Metropolitana.
Il Centro Studi PIM e lOrdine degli
Architetti della provincia di Milano
hanno realizzato, a partire dalla documentazione di Milano che cambia, del SIT progetti di PIM e del
Geoportale della Regione Lombardia, una Mappa che rappresenta
alla soglia di marzo 2012 le aree
oggetto di trasformazione di Milano
e dei Comuni della sua Provincia e
della provincia di Monza e Brianza.
Con riferimento ai 189 Comuni, sono stati censiti 3.400 interventi di
cui pi del 70% di previsione o in
corso di realizzazione, per un totale
di oltre 70 milioni di mq di Superficie Territoriale. Dalle analisi compiute emerge che di queste aree
circa il 50% prevista a destinazione residenziale; a sua volta, quasi
l80% accessibile solo su gomma,
e per il 53% si tratta di interventi su
suolo non urbanizzato. Dati che naturalmente sono stati solo un primo
grado di approssimazione alla realt, rispetto alla quale si avviato un
processo tentativo di messa a punto sia del data base di riferimento,
sia delle fonti pi aggiornate per il
rilievo del dato.
Nella successiva fase di lavoro, che
ha visto il coinvolgimento anche
della sezione e-Mapping di Assimpredil Ance, si compiuta
unazione di approfondimento sui
23 Comuni di prima cintura di Milano. Lesito del lavoro, riferito alla
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lenza in chiave di rilancio della crescita e delloccupazione attraverso
la ricerca e la collaborazione internazionale sulle tecnologie innovative. Queste le intenzioni dellallora
ministro Moavero e del presidente
Enrico Letta che hanno saputo incardinare Milano e lExpo in un asse
italo europeo, cristallizzato nel dicembre 2013 con la firma del protocollo di partecipazione della Ue
allExpo. Alberto Quadrio Curzio
sul Sole 24 Ore del 17 aprile ne parla come di un europeismo globale
con lExpo e lancia lappello per un
europeismo industriale e tecnologico: partire da Milano e dalla Lombardia che una delle regioni pi
industrializzate dEuropa per rilanciare lItalia in termini di innovazione
e internazionalizzazione una occasione che nel semestre europeo
non dobbiamo perdere e sulla quale
vari ministri a cominciare da quella
dello Sviluppo Economico, Federica
Guidi, dovrebbero concentrarsi.
In questo quadro il Comune di Milano si candida a ospitare il vertice
europeo sulloccupazione giovanile,
rivendica il ruolo delle amministrazioni locali nella progettazione e nella gestione delle risorse legate alla
Garanzia Giovani (Youth Guarantee) e con lassessore Cristina Tajani
vanta con orgoglio lesperienza realizzata negli ultimi due anni dando
avvio a percorsi a sostegno delle
giovani start-up (circa 150 quelle
nate nei 4 incubatori dimpresa frutto delle collaborazione tra Comune,
Universit e soggetti privati come
Speed MI Up, Poli-Hub, e Air dedicato alleconomia carceraria) e a
esperienze di co-working che si sono affiancate ai percorsi pi tradizionali di presa in carico dei soggetti
pi fragili. Giovani imprese che dimostrano di credere nel sistema
Paese e nella sua capacita di reagire alla crisi, esplorando nuovi segmenti di mercato e nuove opportunit come quelle offerte dal terzo settore. Proprio in questo particolare
ambito, ad esempio, abbiamo dato
origine a FabriQ il primo incubatore
esplicitamente rivolto a realt sia
profit sia no profit a forte vocazione
sociale che in meno di tre mesi ha
fatto registrare ben 50 progetti
dimpresa che chiedono di essere
incubati e aiutati a crescere. .
Milano caput mundi? A Bad Godesberg, nel 1959, lSPD tedesca fece
i conti finali con i suoi antichi padri
fondatori (Marx, Engels, il rinnegato Kautsky ), tolse il sol
dellavvenire dalle sue bandiere e
declin il modo di produzione capitalista come societ di mercato. Fu
un gran lavoro teorico e simbolico,
cui lSPD si applic con metodo
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mondo tramontato. E d'altra parte,
se il valore guida non eguaglianza ma cambiamento, se non vi
differenza sostanziale tra lavoratore
e gestore di fondi finanziari, tra operaio FIAT e Sergio Marchionne, tra
evasori e proletari digitali, allora non
vi alcuna ragione per non ambire
a rappresentare tutti, ma proprio tutti. Cosa resti qui di Gramsci e della
sua nozione di egemonia (le casematte del consenso ) facile
comprendere, e cosa dell'eguaglianza pure, del resto derubricata a
minor fattore dallo stesso Renzi,
commentando Bobbio su Destra e
sinistra.
Che prospettive effettive pu nutrire
questo disegno politico, nuovo ep-
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la volont di partecipare. Antonio
Velluto, se potesse ricominciare oggi, ce la farebbe ancora perch la
sua forza morale si riverberava su
tutti quelli che incontrava, umili o
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me deludere per diventare antipatici.
Negli anni 60 e 70, durante i numerosi cortei della contestazione studentesca, si urlava: Libert partecipazione. Partiamo da qui per
spiegare il concetto. Esistono infatti
due libert in democrazia, libert da
e libert per. La prima la libert
fondamentale da chi ti opprime e ti
priva dei diritti fondamentali, la seconda quella che ti permette di
partecipare come cittadino alla gestione del potere ed al suo controllo.
Ad esempio, diceva Roberto Guiducci, i cui libri sull'argomento li
consiglierei ai politici attuali per una
buona rilettura, "non si tratta solo di
difendere il proprio diritto alla casa
ma di lottare per il diritto a radunarsi
autonomamente, di dissentire spontaneamente, di decidere sovranamente, d'essere insomma persone
pubbliche, di creare una sfera pubblica, di costruire un corpo politico
contro il potere e contro la sorveglianza burocratica".
Come arrivarci? Prima di tutto attraverso la trasparenza e soprattutto
con la possibilit di farsi ascoltare
da chi delegato a governarci attraverso l'assunzione transitoria del
potere. Per farsi ascoltare esistono
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andate e giocate. Lo stesso vale per
Fukushima. Non c' nulla di cui preoccuparsi. Fatelo sapere a tutti.. Il
professor Yamashita e i suoi collegi
rassicuratori sono stati citati a giudizio da un giornalista e da un
reporter, Hirose e Akashi, che li
hanno denunciati per gravi crimini
contro l'umanit equivalenti a omicidio colposo industriale.
Ancora un anno dopo il disastro:
rassicurazioni sulla cessazione
dell'allarme radioattivo e distribuzione di pillole preventive per stabilizzare lo iodio nella tiroide degli abitanti nel raggio di 50 Km dalla centrale. La Tepco e il suo balletto di
ammissioni e rassicurazioni "non ci
sono tassi di aumento anomalo della radioattivit". Due anni dopo il disastro affermava che il livello di radiazioni nei pressi del serbatoio che
contiene acqua contaminata si attestava a 100 millisievert, molto sopra
i livelli previsti dalla legge giapponese, che di 50 millisievert l'ora per i
lavoratori delle centrali. Poi la Tepco
ha annunciato che il livello di radiazioni 18 volte pi alto:1.800 millisievert all'ora, in particolare in uno
di quattro siti nei pressi della zona.
Non solo i giornalisti, che fanno girare le informazioni su internet, sono le madri che lottano, soffrono e si
consumano contro gli impuniti che
hanno provocato l'incidente e che si
muovono indifferenti. Dal racconto e
dalle fotografie di Toyoda traspare
la compassione per i suoi connazionali, una comune passione, un sentimento di condivisione oltre la discrezione dell'osservatore. Qualcosa sta cambiando anche in Giappone, da oltre 9 mesi nessuno dei 54
reattori attivo e arrivano all'80%
della rilevazione coloro che dicono
basta con il nucleare, oltre il mito.
Toyoda ha passato 800 giorni nella
zona del disastro e continua a tornare a Fukushima perch penso
che sia ci che posso fare per discolparmi con i bambini di oggi e di
domani.
Il secondo libro parte da qui la storia
a fumetti di una bambina che con le
sue domande e con gli studi mette a
nudo l'inganno e la presunzione nucleare e insieme ai giovani giapponesi gli dice addio, a favore delle
energie rinnovabili. Yuka Nishioka I
Dragoni atomici di Fukushima. Nella forma dei cartoon giapponesi
questo manga, impaginato per la
lettura da destra a sinistra cos leggiamo come i giappponesi, ha una
immediatezza divulgativa e la carica
del cambiamento generazionale. Le
nuove generazioni hanno fatto propria l'indicazione di Don Milani per
cui l'obbedienza non pi una virt.
Perch queste testimonianze giapponesi di cambiamento ci riguardano? Perch l'allarme non cessato
e gli inquinanti nucleari non si fermano dentro il perimetro di divieto di
manzo viene liberata dal suo rapimento. 250 anni fa (150 se vogliamo stare alla data di pubblicazione)
e ancora non abbiamo appreso la
lezione.
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vr avuto un ruolo, delle responsabilit? Chi impone a chi la visione, l'idea che sottende un progetto urbanistico? Anche a queste
domande, forse, sarebbe utile dare una risposta.
Il mondo sta andando tutto da
un'altra parte ma chi progetta, fi-
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fare alcun sforzo per riconoscere
quelle caratteristiche tipiche di
confusione, rumore, incivilt che
Marziale e Giovenale descrivevano ai tempi dell'antica Roma. Eppure bellissima. Una cagna in
mezzo ai maiali cantava De Gre-
CINEMA
questa rubrica curata da Anonimi Milanesi
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Jersey Boys
di Clint Eastwood [USA, 2014, 134']
con C. Walken, F. Tingley, J. L. Young, J. Luke, F. Eastwood, B. Gardell, K. Narducci, S. Whalen, V. Piazza,
"C'erano tre modi per uscire dal
quartiere: entravi nellesercito e magari finivi ucciso; diventavi mafioso
e magari finivi ammazzato; o diventavi famoso". Il quartiere il New
Jersey, la comunit quella italoamericana immersa nel clima mafioso.
Comincia cos lultimo film di Clint
Eastwood con la storia di un gruppo
di ragazzi che pi o meno riescono
a schivare la vita del malavitoso e
del soldato per dedicarsi al canto.
la storia di Frankie Valli e dei Four
Seasons, forse con i Beach Boys il
gruppo pi famoso negli Usa dei
primi anni 60. La narrazione alterna
pezzi di vita dei protagonisti alle esibizioni canore senza che il film sia
un musical.
Sullo schermo compaiono i ragazzi
che faranno parte della band, gran
parte di loro ha passato ladolescenza dentro e fuori dal riformatorio come fosse un percorso formativo. Frankie Castelluccio (in arte Valli) viene esentato da questa forma-
zione sul campo: sotto la protezione del boss della zona Gyp De
Carlo (un bravissimo Christopher
Walker) che lo ha sentito cantare e
che punta sulla sua voce dangelo
per portare al successo un suo
ragazzo. Bench lavori come garzone nella bottega di un barbiere
Frankie comincia a cantare la sera
in locali in compagnia e sotto
locchio vigile di Tommy De Vito, gi
al servizio del capo zona e futuro
chitarrista della band.
Non sar un percorso facile quello
del successo e il gruppo avr varie
formazioni fino allarrivo di Bob
Gaudio tastierista e autore. Ma successo e fama comportano anche
gravi costi sul piano personale e
privato, in pi la band si trova in un
mare debiti. come se ci fosse una
maledizione e alcuni non riescono a
sottrarsi al destino di mettersi nei
guai.
Tutto questo narrato con leggerezza affetto e nostalgia, senza ap-
MUSICA
questa rubrica a cura di Paolo Viola
rubriche@arcipelagomilano.org
Gran finale
Domenica 29 giugno giorno di San
Pietro e Paolo, come preannunciato, si celebrato il 150 anniversario
del primo concerto della Societ del
Quartetto di Milano (29 giugno
1864). Un evento unico e un po
sorprendente. La giornata di musica
incominciata alle 11 del mattino e
finita alle 11 della sera, con il pubblico che cambiava fra un programma e laltro, spostandosi dalla
sala Verdi del Conservatorio
allattigua Basilica di Santa Maria
della Passione e viceversa. Musica
n. 25 VI - 2 luglio 2014
subito dopo nella Basilica ad ascoltare uno strepitoso concerto per due
organi (loriginale del 600 e quello
recentemente inaugurato dal Mascioni, alle tastiere Maurizio Salerno
e Antonio Frig) con musiche di
Bach, Corelli ed Hndel.
Si rientra al Conservatorio per ascoltare i sempiterni Carmina Burana di Carl Orff eseguiti dalla FuturOrchestra e dal Coro SONG della
Lombardia, i fantastici organici dei
giovanissimi emuli italiani del famoso Sistema venezuelano di Abreu;
questi 250 ragazzi (dalle voci bian-
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che delle elementari agli adolescenti
impegnati negli strumenti pi delicati) cominciano a farsi conoscere e
apprezzare un po ovunque, diretti
dal bravo Alessandro Cadario, solisti Ivanna Speranza, Gianluca Pasolini e Sergio Vitale. Un pienone di
persone e di entusiasmo, di amici e
parenti. Una vera festa.
Ed eccoci arrivare al clou della giornata, quando entrano in scena Andrea Lucchesini, il Trio di Parma e il
Quartetto di Cremona con due programmi che sarebbe meglio chiamare una maratona: uno dalle 16.30
alle 19.30, laltro dalle 20.30 alle 23!
di musiche prese dai programmi di
sala di centocinquantanni fa: un bel
Trio di Martucci, il famosissimo Trio
detto dellArciduca, di Beethoven e,
sempre di Beethoven, il Quarto
Concerto per pianoforte e orchestra
in una curiosissima versione
depoca per pochi strumenti. Tra
luno e laltro tre Klavierstcke per
pianoforte di Brahms e due pezzi
contemporanei: il magnifico Alone
per violoncello solo di Giovanni Sollima (eseguito al mattino da Giovanni Scaglione del Quartetto di
Cremona e alla sera da Enrico
Bronzi del Trio di Parma, uno pi
LIBRI
questa rubrica a cura di Marilena Poletti Pasero
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Stefano Valenti
La fabbrica del panico
Feltrinelli 2014, giugno 2103
pp.124, euro 11
Vincitore Premio Campiello Opera Prima
Il libro verr presentato gioved 3
luglio,ore 20,30 alla "Villa dei Vescovi", imponente costruzione cinquecentesca dell'architetto Giulio
Romano, a Luvigliano di Torreglia
(PD), di propriet del FAI. Intervista
l'Autore Marilena Poletti Pasero, Unione Lettori Italiani Milano
Premio Campiello Opera Prima,
Stefano Valenti con il suo romanzo
d'esordio La fabbrica del panico, si
pone nel filone di Ottiero Ottieri con
il suo Donnarumma all'assalto e
Paolo Volponi, il Memoriale, che
negli anni '60 inaugurarono quella
particolare forma di letteratura denominata "di fabbrica", poich la
fabbrica era l'habitat dal quale scaturiva la narrazione. Ma allora eravamo in pieno boom economico,
oggi siamo in una situazione all'opposto, dove la cosiddetta mutazione
antropologica a seguito della rivoluzione industriale e l'avvento di un
agguerrito proletariato, lascia il pas-
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Nulla accadde, in un colpevole ritardo, per inseguire uno sviluppo industriale basato sul tacito ricatto "stipendio- salute". Un binomio che si
riproposto all'Ilva di Taranto, della
qual cosa non si sente pi parlare.
Per questo ha fatto clamore la recente sentenza del 2013, della Corte d'Appello di Torino, nel processo
contro la Eternit di Casale Monferrato, che ha comminato diciotto anni
di reclusione all'industriale svizzero
Schmidheiny per disastro doloso, a
differenza della sentenza del 2003
che mandava assolti due dirigenti
della Breda, accusati di omicidio
colposo di sei operai, perch "il fatto
non sussiste".
Il romanzo dunque un peana al
padre, eroe dolente ma orgoglioso,
che grazie al suo sogno coltivato
con pervicacia, diventare pittore, ha
potuto sopportare gli indicibili disagi
del suo lavoro di saldatore alla Breda, non senza alla fine soccombere
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per mesotelioma, il cancro ai polmoni provocato dall'amianto che
maneggiava ogni giorno dinnanzi
all'Altoforno, sei piani di altezza,
come una cattedrale, dal calore infernale di 1800 gradi.
Ragazzo della Valtellina, il padre
era sceso a valle per entrare alla
Breda di Sesto, la Stalingrado d'Italia, come operaio saldatore, costretto ad abitare in una stanza loculo
con altri compagni di lavoro, in una
Milano nebbiosa e ostile, solo un
corso serale all'Accademia di Brera
a illuminare la sua squallida vita. E
non gli rimane che il ritorno alle amate vallate, ormai malato, a rimirare in silenzio e solitudine le sue
montagne, ma con il pennello in
mano a lenire la sua sconfitta e disperazione esistenziale.
Sua disperazione, e per un gioco
maligno di transfert, anche di suo
figlio, l'autore, che aveva introiettato
quel senso di panico, di vergogna,
di umiliazione che aveva vissuto il
SIPARIO
questa rubrica a cura di E. Aldrovandi e D.Muscianisi
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Teatro a Milano: le nuove stagioni
Sono state presentate le stagioni
dei pi importanti teatri milanesi:
Franco Parenti
Elfo Puccini
Emanuele Aldrovandi
ARTE
questa rubrica a cura di Virginia Colombo
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Decollages e retro daffiche: Rotella torna a Milano
Mimmo Rotella. Dcollages e retro
daffiches, la mostra curata da
Germano Celant che tenta di ricostruire in modo puntuale la nascita e
lo sviluppo dellarte di Rotella, noto
ai pi per i famosi manifesti strappati. La retrospettiva soprattutto una
ricognizione incentrata sugli anni
giovanili dellartista, e grazie a circa
centosessanta opere presenti, si
focalizza sul periodo che si estende
dal 1953, anno delle prime sperimentazioni sul manifesto lacerato,
per arrivare al 1964 quando Rotella
partecipa alla XXXII Biennale di Venezia.
Il percorso dellesposizione, costruito curiosamente a ritroso, analizza
alcuni momenti fondanti dell'inizio
della carriera dellartista. Il visitatore
partendo dalla prima sala, il trionfo
di Rotella in Biennale nel 1964, avr
modo di assaporare quegli anni vitali, frenetici e ricchi di sperimentazion. 25 VI - 2 luglio 2014
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schietti. Contemporaneamente a
queste opere, Rotella inizia anche a
sperimentare i retro daffiches: manifesti sempre tratti dalla strada ma
applicati sul supporto al verso.
Rotella, morto nel 2006, rivive a pochi anni di distanza da unaltra mostra a lui dedicata proprio a Palazzo
cui retro collocata la serie Nutrimento con chioschi isolati su spiagge deserte e persone nell'atto di cibarsi.
Sul letto ricavato da un unico tronco
di teak e dalle linee essenziali collocata limmagine dell'anziano religioso dormiente a significare il valore della meditazione. Non passa inosservata la gigantografia su carta
da parati Tutto nel mezzo, attorno
alla quale sono collocate numerose
foto di piccole dimensioni dal titolo
Foto ricordo, che riportano alle immagini votive presenti nei templi.
Negli scatti di Sonja Quarone si avverte il pensiero relativo alla societ
indiana di oggi, che nonostante sia
caratterizzata da conflitti, rigide scale sociali e sincretismo, riuscita a
preservare le proprie antiche tradizioni. Una naturale predisposizione
al viaggio, la curiosit e il desiderio
di sapere, spingono lartista a utilizzare la fotografia documentaria come strumento per esplorare regioni
lontane dalla cultura occidentale,
ma vicine al suo sentire. L'India non
solo un luogo fisico del mondo,
ma anche lo spazio interiore
dellartista.
Sonja Quarone. Cuore d'Oriente
Spazio Material ConneXion - Triennale di Milano 20 giugno - 23 luglio
2014 Orari marted - domenica
10.30 - 13.30 / 14.30 - 20.00 Ingresso libero
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sempre di pi il vetro sotto ai piedi,
simbolo della fragilit umana, ed
sempre pi difficile andare avanti.
Passando dalla torre fatta di radio
antiche e moderne, Babel, per arrivare ai cubi bianchi e neri sporcabili di Cinza, quello che colpisce la
variet dei materiali usati, scelti
dallartista solo in base alle loro caratteristiche simboliche o sensoriali,
mettendo insieme elementi contrastanti anche dal punto di vista semantico o visivo.
E in effetti Olvido, un tepee indiano
costruito con 6.000 banconote di
diversi paesi americani, circondato
da tre tonnellate di ossa bovine contenute da 70.000 candele, espressione di questo concetto. Mentre gli occhi sono impegnati a distinguere i diversi elementi, le ossa
emanano un odore difficile da sopportare e dal centro della tende fuoriesce un rumore continuo di sega
elettrica. Opera con una critica di
stampo post-colonialista, spesso
presente nei lavori di Meireles, non
affronta per lo spettatore direttamente, imbarazzandolo, ma suggerisce il suo messaggio accostando
elementi dal valore simbolico.
Una delle opere pi amate e fotografate sui social, sicuramente
Amerikka, un pavimento fatto di
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alla sua bottega Casa dArte a Rovereto (dove realizzava quadri e arazzi, mobili e arredamenti, giocattoli e abiti, manifesti pubblicitari e allestimenti) e termina con una stanza
a cura di Denis Santachiara dedicata al design autoriale che si autoproduce con le nuove tecnologie.
In mezzo, un racconto fatto di corridoi, box e vetrine, che mette in scena i diversi protagonisti che, dagli
anni trenta a oggi, hanno saputo
sperimentare in modo libero creando nuovi linguaggi e nuove modalit
di produrre. Uno fra tutti Enzo Mari
con la sua semplice e disarmante
autoprogettazione.
Il percorso si arricchisce anche di
momenti dedicati ai diversi materiali, alle diverse aree regionali, alle
varie tecniche o citt che hanno dato vita a opere irripetibili, quasi uniche, come recitano i pannelli esplicativi.
Anche lallestimento segue il concept di base: sono stati scelti infatti
materiali che rievocano il lavoro artigianale e autoprodotto: il metallo e
lOSB (materiale composito di pezzi
di legno di pioppo del Monferrato).
Dopo aver risposto alla domanda
Che Cosa il Design Italiano? con
Le Sette Ossessioni del Design Ita-
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liano, Serie Fuori Serie, Quali cose
siamo, Le fabbriche dei sogni,
TDM5: grafica italiana e Design, La
sindrome dellinfluenza, arriviamo a
Leonardo Icon
Leonardo Da Vinci ancora una volta
protagonista di Milano. Si inaugurata ieri sera la scultura intitolata
Leonardo Icon, opera ispirata al
genio di Leonardo e appositamente
disegnata dallarchitetto Daniel Libeskind per valorizzare la piazza
Pio XI recentemente pedonalizzata.
Leonardo continua quindi a dialogare, con un rapporto lungo decenni,
con la Biblioteca e la Pinacoteca
Ambrosiana che sorgono sulla piazza, scrigni darte contenenti tra
laltro il famoso Ritratto di Musico e
limportantissimo Codice Atlantico, a
opera del maestro toscano.
Luogo e posizione centralissima per
la scultura dellarchistar Libeskind,
che oltre ad impreziosire la riqualifi-
cata piazza, ha giocato con Leonardo non solo per omaggiare il suo
genio, ma anche sottolineandone il
talento artistico, creando per la scultura un basamento circolare riproducente la mappa della citt di Milano cos come Leonardo stesso
laveva descritta.
Unoperazione in linea con il programma di Expo 2015, che tenta di
arricchire la citt con opere e trasformazioni di ambito culturale a cui
il grande pubblico pu relazionarsi e
magari farle diventare nuovi punti di
riferimento urbano.
Leonardo Icon si presenta come un
totem di quasi tre metri, fatto di leghe metalliche, che lamministrazione comunale ritiene particolar-
Munari politecnico
Il genio di Bruno Munari ha spaziato
in diversi campi: dalla grafica
alleditoria, dalla pedagogia al design, passando per larte pi pura.
La mostra Munari politecnico, allestita nello spazio mostre del Museo
del 900, propone un percorso affascinante su alcune delle sperimentazioni/invenzioni progettate dallartista.
I pezzi in mostra provengono tutti
dalla Fondazione di Bruno Danese
e Jacqueline Vodoz di Milano, che
nella molteplice veste di amici, collezionisti, editori e industriali, per
decenni hanno sostenuto e incentivato Munari a sperimentare linguaggi diversi. Lobiettivo della mostra dunque rivelare la propensione artistica di Munari, compito
che idealmente prosegue lesposizione allestita nel 1996 nelle sale
della Fondazione stessa, rileggendone per la collezione e aprendola
a un dialogo con una generazione di
artisti, presenti in mostra, che con
Munari hanno avuto un rapporto
dialettico.
La mostra divisa in sezioni, attraverso le quali appaiono gli orientamenti artistici di Munari attraverso il
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lo ispirarono (Leonardo, Bramantino, i veneti, persino un certo che
di Raffaello) e pi in generale cosa
succedeva a Milano e dintorni agli
inizi del 500.
Quello sviluppato in mostra un
percorso ricco e vario, che oltre a
moltissime opere del Luini, presenta
anche il lavoro dei suoi contemporanei pi famosi, Vincenzo Foppa,
Bramantino, Lorenzo Lotto, Andrea
Solario, Giovanni Francesco Caroto,
Cesare da Sesto e molti altri, che
spesso giocarono un ruolo chiave
nel definire lestetica artistica milanese.
Un percorso lungo quasi un secolo,
che dalla prima opera di Bernardino,
datata 1500, arriva a coprire anche
le orme del figlio Aurelio, vero continuatore dellattivit di bottega, se
pur gi contaminato da quel Manierismo che stava dilagando nella penisola.
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struito cos come Klimt laveva allestito nel 1902, con 7 pannelli di 2
metri di altezza per 24 di lunghezza.
Tributo a un musicista considerato
leggendario dagli artisti viennesi, il
Fregio rappresentata leterna contrapposizione tra il bene e il male, il
viaggio delluomo - cavaliere e
Klimt. Alle origini di un mito Palazzo Reale, fino al 13 luglio Aperture e costi: Luned dalle ore 14:30
alle ore 19:30, da marted a domenica dalle ore 9:30 alle ore 19:30,
gioved e sabato orario prolungato
fino alle ore 22:30 Biglietto intero 11
euro, ridotto 9,50.
GALLERY
SUGGERIMENTO VIDEO
Tullio Quaianni
CAPPELLA DI S BERNARDO A CHIARAVALLE
http://youtu.be/TWn0gpdHlkw
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