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Si trattava di un condotto sotterraneo profondo di circa 2 metri di diametro, lungo 11 chilometri, che
scolmava il Seveso a Niguarda,
prima di confluire nel Martesana e
nel Redefossi, e sbucava nel Lambro, vicino a Ponte Lambro. Anche
lAIPO (Agenzia Interregionale per il
fiume Po) aveva dato la sua approvazione, ma a condizione di intervenire contestualmente per controllare le esondazioni, anche queste
frequenti, del Lambro. Nei periodi
normali avrebbe potuto accogliere le
acque del Seveso opportunamente
deviate per mettere in asciutta la
rete dei canali milanesi per permettere di farne la necessaria manutenzione straordinaria, a cominciare
dal Redefossi. E quando necessario
sarebbe servito per captare le acque di falda lungo il suo percorso,
mantenendo la falda ad una quota
di sicurezza rispetto alle gallerie della MM e ai parcheggi sotterranei.
Ultima ciliegina: approfittando del
dislivello tra entrata e uscita avrebbe potuto far funzionare una piccola
centrale idroelettrica sotterranea
con una resa di 400-500.000 euro
lanno, buoni per coprire i costi di
gestione e manutenzione del condotto. Bello e impossibile, come
canta la Nannini? No, intelligente e
fattibile, quindi utile. Oggi ci si avvia
a spendere 100 milioni di vasche di
laminazione e un milione e mezzo di
opere accessorie per una soluzione
monouso il cui risultato non d la
piena garanzia di risolvere neppure
il problema principale. E lo scontento della popolazione, che si pu ridurre solo se si spiegano i perch,
in che colonna lo mettiamo nel bilancio costi e ricavi?
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sette o forse nove volte il Pil planetario annuale. Nella storia non si
mai rimborsato un tale debito senza un evento straordinario come
una guerra e pensare di fare piani
di rientro dal debito con tagli alla
spesa pubblica di quelle dimensioni
serve solo ad alimentare la spirale
risparmio - credit crunch - caduta
investimenti che innescano tutte le
Depressioni economiche conosciute, dal 1929 fino a oggi. Debiti molto elevati come quello dell'Italia e
non solo sono sostenibili esclusiva-
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gli oneri per interventi minori (c
lart. 44 comma 10bis della LR
12/05, mi pare, che consente appunto di dimezzare gli oneri per interventi di sostituzione edilizia). Ma
soprattutto sarebbe importante che
a livello di PGT ci fosse
unindividuazione chiara e ragionevole di tali aree, a cui agganciare le
riduzioni (non come adesso, dove ci
sono PGT che indicano come TUC
tessuto urbano consolidato anche aree verdi, agricole o aree degradate e compromesse).
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pi precisa alla conclusione di lunghi processi di pianificazione a cascata regionale, provinciale e comunale, che richiederanno non meno di 3 - 5 anni.
Nonostante il titolo dato alla legge
Disposizioni per la riduzione del
consumo di suolo e per la riqualificazione del suolo degradato poco
o nulla si dice su come riusare le
aree dismesse o degradate o riorganizzare il tessuto edificato esistente.
Il testo delle norme orientato a
rendere concretamente fattibile la
costruzione dei 450 milioni di mq di
vecchie previsioni, un consumo di
suolo agricolo che andrebbe ad incrementare del 10-15%
lestensione delle superfici urbane presenti
in Regione.
Bisogna vedere se questo intento
della Regione si realizzer veramente. Le condizioni di crisi economica stanno negli ultimi anni spingendo molti proprietari a chiedere di
togliere le previsioni edificatorie, a
fronte delle scarse prospettive di
mercato, ad evitare di pagare tasse
annuali sempre pi elevate su tali
previsioni. Intanto per questo progetto di legge introduce tutta una
serie di facilitazioni per attuare in
tempi brevi un consumo di suolo
che ad oggi solo sulla carta.
In che modo? Ad esempio permettendo di spostare le previsioni insediative obsolete in altre localizzazioni, pi appetibili per la domanda
immobiliare, anche mutando le destinazioni, per esempio da residenziale (per la quale oggi c poca richiesta) a commerciale o logistica,
per la quale invece continuano in
questa regione ad emergere proposte di nuovi insediamenti (si veda ad
esempio il quarto IKEA vicino a Legnano, Westfield a Segrate, o loutlet in costruzione a Locate). evi-
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dente il vantaggio che i proprietari
ne ricaveranno.
Le proposte potranno essere avanzate da proprietari e operatori, ai
quali il progetto di legge fornisce
strumenti giuridici molto forti per ottenerne lapprovazione, anche dove
lAmministrazione locale sia contraria avendo adottato una politica territoriale di tutela del suolo agricolo.
Il privato potr per esempio ricorrere
alla Regione per fare entro 7 giorni
nominare un commissario con pieni
poteri per portare ad approvazione
la proposta esautorando Dirigenti,
Sindaco, Giunta e Consiglio comunale. Il privato potr inoltre chiedere
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costante aumento; la densit del
traffico sulle autostrade e le strade
regionali lombarde generalmente
in progressiva diminuzione (si veda
il 4 Rapporto di Monitoraggio, giugno 2011, e i successivi), anche se
restano alcuni colli di bottiglia. Se
oggi indubitabile il successo dei
nuovi treni regionali, pi problematica appare lapertura al traffico
dellautostrada Brebemi, di cui si
valuter nei prossimi mesi leffettiva
attrattivit.
Ad agire su questa nuova ripartizione modale non solo la crisi economica ma, per meglio dire, la disponibilit a pagare degli utenti per
sfruttare i vantaggi di accessibilit
offerti dalle nuove infrastrutture ultimate. Non solo si contiene la spesa individuale e familiare per la mobilit quotidiana; si pi sensibili
alle differenze di prezzo fra
unopzione di spostamento e
unaltra, se i benefici percepiti non
paiono ripagare il prezzo dovuto. In
gergo, sono probabilmente cambiati
sia il valore attribuito al tempo dai
diversi segmenti di utenza sia
lelasticit ai prezzi praticati. Se
questi comportamenti di consumo
dovessero consolidarsi in futuro - e
non vi sono a oggi motivi per escluderlo - le nuove politiche regionali
dovrebbero cautelativamente tenerne conto.
4. Compatibilit ambientale come
criterio guida di progettazione - Un
terzo connotato da maturare quello della massima compatibilit ambientale dellassetto delle reti. In
una regione tuttora fra le pi industrializzate, urbanizzate e inquinate
dEuropa un requisito del genere
dovrebbe ritenersi da tempo inderogabile. Interventi che minimizzino
le emissioni inquinanti e climalteranti appaiono ovviamente raccomandabili in tutto il territorio regionale, interessato da criticit dovute
allaccumulo invernale di polveri fini
e altri inquinanti da tempo evidenziate nel PRIA (Piano degli interventi per la qualit dellaria) approvato dalla Regione Lombardia nel
2013; inoltre, interventi che contengano lingombro fisico delle infrastrutture e ne permettano la massima mitigazione e inserimento nel
paesaggio sarebbero da preferire
rispetto ad altri pi invasivi.
Quelli autostradali in particolare
(archi e nodi complessi) solo parzialmente riescono a essere mitigati
e finiscono cos per richiedere massicce compensazioni agli abitati interessati, sotto forme assai diverse
da quelle della tutela dellambiente.
Un caso emblematico al riguardo
rappresentato dallampliamento della strada Paullese la quale, nel suo
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sarebbe rappresentato dallapproccio per lean infrastructures (infrastrutturazione snella), come enunciato recentemente da Ennio Cascetta. In molti casi la soluzione
delle criticit dellaccessibilit regionale risiede nei nodi e non in
nuovi archi della rete; nella configurazione migliore della maglia e non
nelle pure capacit di deflusso delle
direttrici. Nel caso del trasporto ferroviario, i sistemi tecnologici di controllo della marcia sono da sempre
fondamentali per consentire sicurezza e piena potenzialit alla rete,
che a volte non pienamente sfruttata. Anche la concezione e realizzazione di nuovi sistemi di tariffazione e pedaggiamento possono
produrre effetti positivi (come promettono le prime esperienze straniere di free flow tolling). Lapproccio lean pu contribuire significativamente a mantenere elevata sia la
redditivit finanziaria sia la redditivit sociale delle opere.
7. Un vero atto programmatorio per
la Lombardia - In sintesi, se quanto
sopra schematizzato rappresenta il
quadro delle problematiche oggi
emergenti, il PRMT che la Regione
Lombardia ha avviato non pu essere considerato come un puro aggiornamento del quadro programmatorio. E loccasione per operare
una revisione profonda delle scelte
in essere.
Affinch il disegno complessivo del
PRMT sia attento ai connotati qualitativi citati occorre vincolarne la
formazione a un metodo fine e rigoroso. Un metodo gi adottato per il
Piani della mobilit della Regione
Campania, ad esempio, ove la base
conoscitiva stata attentamente
costruita - oltre che con le consuete
indagini sui flussi di persone e merci e le relative modellizzazioni - con
un approccio avanzato di marketing
(indagini innovative sulle caratteristiche dellutenza, sulle scelte di
modo di trasporto di ciascun segmento di utenza rilevante, sulle preferenze di consumo). A queste verifiche possono seguire Linee guida
di progettazione dettate dal PRMT
stesso per infrastrutture snelle, ecocompatibili, realizzabili per gradi,
efficaci, accompagnate da analisi
benefici-costi accurate sulle migliori
opzioni strategiche proponibili, attente alle citt capoluogo su cui la
grande urbanizzazione dispersa
continuer a gravitare per le funzioni di livello superiore.
E necessario che le relazioni con
altri strumenti e atti di programmazione, le visioni di lungo periodo, la
documentazione di dati e tendenze,
le strategie e gli obiettivi non restino
enunciazioni di principio o a s
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stanti, ma trovino concretezza in
una scala di priorit definita, in progetti attivabili nel quinquennio:
questo il periodo di tempo nel quale
sar pi difficile gestire tutto il pregresso incompiuto e operare scelte
avvedute per il futuro.
Il nuovo PRMT deve per questo rispondere con chiarezza a ineludibili
domande. Quali target di riduzione
delle emissioni assume nelloriz-
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volte in processi di urbanizzazione
superano ampiamente i 55.000 ettari, una quantit addirittura superiore
ai 47.000 ettari consumati in Lombardia tra il 1999 e il 2012 (si veda:
Rapporto 2014 CRCS, INU Edizioni). In altre parole se si consuma
tutto quanto previsto nei piani si potr consumare ancora. Non c che
dire, un ottimo disincentivo al consumo di suolo!
Infine si conferma, secondo una impostazione inaccettabile nel momento in cui ci si pone concretamente lobiettivo di mitigare gli impatti determinati dalle trasformazioni
antropiche sulle capacit ecosistemiche e funzionali dei suoli (ecologiche, idrogeologiche, produttive,
ecc), la possibilit di escludere alcune categorie di interventi pubblici
o di interesse pubblico dalla contabilit del consumo di suolo; come se
il valore sociale di una scuola o di
un servizio collettivo annullasse
limpatto della trasformazione del
suolo e non rendesse comunque
necessari adeguati interventi di
compensazione o di mitigazione.
Cos, mentre in altri paesi si stanno
mettendo in campo politiche integrate di contenimento dei processi urbanizzativi, che comprendono la regolazione degli usi del suolo, il sostegno agli interventi di riuso e rigenerazione urbana, meccanismi di
compensazione ecologica e dispositivi di fiscalit locale, la legge lombarda si limita a prefigurare
lapplicazione di un controllo puramente quantitativo del consumo di
suolo (la soglie comunali di consumo di suolo ripropongono le stesse
logiche di contingentamento dei
suoli urbanizzabili applicati senza
grandi risultati nello scorso decennio dai PTC provinciali). Limportanza di definire modalit omogenee
e condivise per la definizione dei
fabbisogni insediativi, e non solo
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di rifornimento alimentare della citt
stessa.
- cambiare il consiglio di amministrazione di MM sostanzialmente
espressione della vecchia amministrazione.
- definire con lo scorporo una vera
politica per lacquedotto milanese
che fermasse: il travaso di risorse
dal settore idrico a quello ingegneristico e lesternalizzazione di tante
delle sue attivit con la relativa perdita di posti di lavoro e professionalit. Ridesse valore culturale, strategico, etico allacquedotto, come garante della vita e della salute dei cittadini. Garantisse la sicurezza dei
controlli. Ora pi che mai necessari
per i numerosi pericoli (indagine ISPRA sui pesticidi nelle acque) e
per gli inquinanti di nuova generazione non ancora testati (droghe
ecc. ): una denuncia fatta dal Corriere della Sera. In sostanza si chiede che lacquedotto venga potenziato e non concepito come produttore
di utili per il comune o per sostenere
il settore ingegneristico.
Oggi alcuni degli obbiettivi del processo da noi delineato hanno trovato attuazione per i processi che si
sono determinati per levoluzione
della realt politica, pi che per la
volont del Comune. Vediamone
alcuni punti essenziali:
- larea Metropolitana stata realizzata per legge nazionale a seguito
dellabolizione delle Province. A capo c il Sindaco di Milano e in virt
di tale ruolo, il Comune di Milano
diventa anche il maggior azionista
del CAP oltre che lunico azionista
di MM. (Ma la citt Metropolitana
resta un involucro senza idee di cosa deve essere e cosa deve diventare).
- con larea Metropolitana i due ATO
sono in procinto di essere unificati.
- il Comune di Milano, ha nomina di
Davide Corridore a presidente di
MM
Gi il determinarsi di queste condizioni rimette al centro il disegno
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parti che prevedono: la riorganizzazione dei piccoli e piccolissimi comuni attraverso unioni e fusioni;
lelezione a suffragio universale del
sindaco e del consiglio metropolitano, a condizione che si proceda ad
articolare il territorio del comune
capoluogo in pi comuni. Superare
da una parte la polverizzazione dei
municipi e dallaltra il monocentrismo dei Capoluoghi contribuirebbe
a far nascere sistemi equilibrati di
Comuni delle aree metropolitane ed
Enti di governo sovra-comunali (le
Citt Metropolitane) pi vicini ai cittadini comunali e metropolitani e pi
adatti a rappresentare e amministrare i territori.
Occorre pensare e attuare un progetto strategico di riequilibrio urbano
e di valorizzazione storico-ambientale, socio- economica e culturale
del territorio dentro un sistema di
governo fondato sui comuni e sulla
loro collaborazione e solidariet.
Una Citt Metropolitana costituita da
Comuni autosufficienti, ma in rete
con gli altri. Sistema di Comuni che
si deve reggere sulle solide basi
della partecipazione democratica e
sugli spazi aperti alla discussione
pubblica e alla consultazione (di natura anche deliberativa) su questioni
di interesse generale e strategico:
lavoro e diritti, riconversione ecologica delleconomia e riassetto idrogeologico e relativi impianti industriali e infrastrutture, pianificazione
urbanistica, mobilit - inteso come
diritto della persona - e trasporto
pubblico, verde e parchi, rifiuti, energia, immigrazione e multiculturalit, servizi sociali e culturali, ecc.).
Questa prospettiva, davvero riformatrice , che rivitalizzerebbe e rinnoverebbe il tessuto della societ e
delle sue istituzioni di base - in sintonia perfetta con lart. 5 della Costituzione (autonomie locali e decentramento) - potrebbe realizzarsi se
si hanno la consapevolezza e la volont politica di perseguire lobiettivo
di battere il disegno autoritario di
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avidit, dobbiamo ridimensionare i
(dis)valori che la generano: potere,
status, autosufficienza, frenesia,
piacere. In Europa questi (dis)valori
sono maschili, perch le donne sono meno egoiste, anche se pi
spesso disoccupate o impiegate in
lavori meno qualificati e pagati; poco presenti nella politica istituzionale, sono molto attive nella politica di
base (petizioni, boicottaggi, ).
cos in ogni paese dellUE, povero e
ricco, di nuova e vecchia democrazia, sud e nord, est e ovest: uomini
e donne hanno orientamenti e comportamenti pi egoisti gli uni, pi altruisti le altre [Silke I. Keil e Oscar
W. Gabriel, Society and Democracy
in Europe, 2013, conclusioni].
Il momento straordinario. Lunione
economica e monetaria prefigura
lunit politica necessaria per
leconomia e democrazia non solo
nostra. Lerrore dei governanti europei che nei due secoli passati
hanno soffocato nel sangue le rivolte democratiche di sudditi che volevano essere cittadini, ripetuto oggi
dai governi autoritari nellOriente
europeo, mediterraneo, asiatico. In
particolare Putin teme la vicina democrazia UE pi della lontana ex
superpotenza USA, perci finanzia i
nazionalisti populisti e radicali che
odiano lunit europea [The Economist, 19/04/2014, p. 24].
Stiamo costruendo, per tentativi e
errori, una democrazia fondata non
pi su Stati sovrani, ma su una unione regionale post-nazionale di
impronta cosmopolita, ispirata alle
norme internazionali e ai diritti umani. Che per funzionare, per, deve
dotarsi dei requisiti democratici
dellautonomia e della responsabilit
[Eric O. Eriksen e John E. Fossum,
Rethinking Democracy and the European Union, 2012, conclusioni].
Vale a dire, darsi un governo invece
del consiglio di premier nazionali,
rissosi e impotenti perch tali sono
gli Stati nazionali nel mondo unificato da tecnologia, finanza, mercati
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specie che ha inventato la guerra
ora pu inventare la pace.
Il professor Veronesi ribadisce che
scientificamente dimostrato che la
violenza genera violenza e che la
pace un punto di arrivo, che va
costruita attivamente, garantendo
allumanit condizioni di giustizia,
non prevaricazione, tolleranza e solidariet. E perch la pace possa
diventare un imperativo morale globale, leducazione alla pace non
pu che iniziare dai primi anni det
e essere poi sostenuta e rinforzata
nel percorso di crescita, durante il
quale la scuola ricopre un ruolo fondamentale per stimolare il dibattito e
orientare i giovani ad essere i veri
attori di un cambiamento positivo.
Il sindaco fa riferimento allannuale
commemorazione dei martiri di Gorla con gli alunni delle scuole elementari per ricordare le giovani vit-
mente dai bambini e materiali di approfondimento didattico per linsegnante. Un decalogo sempre a portata di mano per porre domande e
animare la discussione, per sostenere pensieri e esaminare situazioni
di vita quotidiana in classe. Per esempio per imparare a litigare, a
utilizzare il conflitto come occasione
di apprendimento e a non prendere
mai la scorciatoia della violenza (1).
Il grande antidoto a ogni forma di
violenza il dialogo e a scuola
possibile fare quotidianamente esercizi di pace.
(1) D. NOVARA, La grammatica dei conflitti. Larte maieutica di trasformare le
contrariet in risorse, Sonda, 2011
(2) P. RAGUSA, Imparare a dire NO,
Rizzoli, 2013
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volo si annida nei dettagli". Si pu
sperare in Pisapia ma soltanto se
vuole essere il futuro sindaco me-
MUSICA
questa rubrica a cura di Paolo Viola
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Un Trio e un Requiem
La Societ dei Concerti, presente
tutti i mercoled al Conservatorio
con le sue due serie Rubino e
Smeraldo, mercoled scorso ha
proposto un concerto straordinario
lanciandolo con la stessa inesauribile enfasi con cui accompagna usualmente la presentazione dei
suoi artisti. Questa volta si trattava
di un violoncellista americano di
lungo corso, Lynn Harrel, con una
carriera molto apprezzata negli States e in molti altri paesi ma ancora
poco conosciuto in Italia nonostante
alcuni concerti tenuti trenta e venti
anni fa alla Scala, alla Fenice di Ve-
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a musicisti bravissimi come quelli
dellaltra sera.
Dunque il trio Harrel-Rachlin-Zuo
(non posso chiamarlo diversamente) ha eseguito due Trii, entrambi
connotati dal numero 1, il primo di
Schubert, in si bemolle maggiore
opera 99 (D898) e il secondo di
Brahms, in si maggiore opera 8; ma
mentre per Schubert si tratta di
unopera matura, il Trio di Brahms
al contrario unopera giovanile. E lo
si percepito molto bene.
Schubert scrisse due soli Trii per
violino, violoncello e pianoforte (il
secondo in mi bemolle maggiore),
entrambi nellanno precedente la
sua scomparsa, e fra i due non c
confronto: di essi Schumann scrisse
che mentre il Trio in mi bemolle
attivo, virile, drammatico, quello in
si bemolle passivo, femminile
(sic!), lirico , e se quello in mi
bemolle un capolavoro grandioso,
una delle pi amate opere del compositore austriaco, laltro ancorch
ricco di temi suggestivi e di momenti
dolcissimi ha sempre avuto minor
successo, probabilmente per la sua
frammentariet, per la minore compattezza e coerenza formale.
Il trio di Brahms, a sua volta, non
affatto uno dei suoi capolavori: aveva ventanni nel 1853, quando lo ha
scritto, ed era appena entrato a far
parte diciamo cos della famiglia
Schumann. Nonostante non gli sia
mancato fin da subito un buon successo di pubblico, Brahms lo riscrisse quasi interamente nel 1889 a dimostrazione del fatto che qualcosa
non andava bene. Ma, come si sa,
le minestre riscaldate ... .
Alla fine, per fortuna, un generosissimo bis ha salvato la serata e rianimato il pubblico: si trattava nien-
solutamente straordinarie, da togliere il fiato; laVerdi, che da ormai diciassette anni esegue questopera,
cambiando spesso il direttore (fra gli
altri lo stesso Riccardo Chailly), che
lha portata in tourne in tutta Italia
e a Vienna, a Budapest, persino a
Baku e a Tokyo, laVerdi, dicevo,
in perfetta simbiosi con questo giovane direttore che proprio l, solo
cinque anni fa, dal leggo del clarinetto piccolo salito per la prima
volta sul podio. Che meraviglia i violoncelli nellincipit dellOffertorio, e il
coro nel fugato del Sanctus, e quegli ottoni cos importanti in tutto il
Requiem!
Un discorso a parte meriterebbero i
solisti, tra i quali brillava il basso
Massimiliano Catellani (magnifico
nel Mors stupebit), era un po sopra
le righe la soprano Chiara Taigi, non
erano sempre perfetti gli attacchi
della mezzosoprano Anna Maria
Chiuri (ma stata deliziosa nel Lacrymosa); la potente voce del tenore algerino Yusif Eyvazov, per, era
proprio sguaiata e totalmente estranea allo spirito del Requiem.
Finalmente,
giunti
allincanto
dellAgnus Dei, quando le due voci
femminili e il coro sembrano cantare
a cappella perch gli archi che li accompagnano suonano allunisono, e
si viene a creare unatmosfera da
canto gregoriano che poco a poco
volge a un ampio, grandioso corale,
appena ingentilito dai brevi gruppetti
dei legni, allora tutto diventa maga
e rapimento e si percepiscono insieme limpegno e la preparazione
dei musicisti, la sensibilit e
lautorevolezza del direttore, e la
grandiosit di unopera che contempla la vita e la morte da unaltezza
vertiginosa.
ARTE
questa rubrica a cura di Benedetta Marchesi
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Il PAC si mostra tra arte e cinema: Glitch
Glitch la distorsione, linterferenza non prevista allinterno di
una riproduzione audio o video.
anche il titolo della mostra, al PAC
fino al 6 gennaio, dedicata alle interazioni tra arte e cinema: attraverso
il video si compie una ricerca molto
soggettiva, indirizzata talvolta a raccontare delle storie, tal altre a documentare accadimenti o performance, altre ancora a sperimentare
tecniche espressive. Il glitch, la fermatura improvvisa della proiezione,
offre una pausa alla visione e
unoccasione per cogliere una sfu-
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oltre che di ricordo che si va lentamente sbiadendo.
Per rendere pi esaustivo il tema
stato presentato poi un fitto palinsesto di proiezioni e performance che
vanno ad ampliare ancora di pi la
panoramica sul tema che lesposizione si propone di offrire, dando
la possibilit al pubblico di ascoltare
il contributo diretto che lartista pu
dare.
Alla mostra, per, come se mancasse un collante tra le opere: ciascuna porta con s un valore riconosciuto e condiviso ma sembra
non essere in dialogo con quelle a
fianco, privando di conseguenza il
visitatore di quellaccrescimento dato dallinterazione e dal confronto
con un percorso complesso che
presenti artisti differenti.
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in vari stadi di produzione, macchine elettromagnetiche e alternatori,
interfacce di computer, telefoni, rilevatori di particelle. Oggetti, alcuni,
che portano con s il fascino di aver
cambiato la storia: tra tutte la pila di
Alessandro Volta.
Come a creare un abbraccio inclusivo attorno a tutto questo la sezione dedicata allarte: una trentina
di opere di artisti contemporanei che
hanno studiato, analizzato, sperimentato il rame e le sue caratteristiche. Ogni artista plasma a suo piacimento il rame, facendogli assumere caratteri e colori unici e sempre
Trame - Le forme del rame tra arte contemporanea, design, tecnologia e architettura Fino al 9 novembre alla Triennale di Milano Orari Marted - Domenica 10.30 20.30 Gioved 10.30 - 23.00 Ingresso 8,00/6,50/5,50 euro
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un congegno in ferro del 1700,
sembra unopera darte contemporanea. E al contemporaneo si arriva
davvero in chiusura, con le porte
bronzee di Lucio Fontana e del
Minguzzi, di cui sono esposte fusioni e prove in bronzo di grande impatto emotivo.
LIBRI
questa rubrica a cura di Marilena Poletti Pasero
rubriche@arcipelagomilano.org
Corrado Augias
Il lato oscuro del cuore
Einaudi editore, 2014, Torino
pp. 275, euro 19,00
Chi di noi pu affermare di non avere un lato oscuro del cuore? Dalla
seconda met dellOttocento, numerosi scienziati studiano il comportamento umano deviante. I grandi
progressi della scienza e della tecnologia spingono gli studiosi verso
nuove frontiere, ancora oggi poco
conosciute: quelle dellinconscio.
Au fond dellInconnu pour trouver
du Nouveau scriver Charles Baudelaire.
Corrado Augias, giallista e giornalista, dopo quasi mezzo secolo di esperienza nella cronaca nera, fra
tribunali, fascicoli impolverati e casi
irrisolti, affronta territori proibiti,
quelli di cui si avverte il fascino e il
terrore. Sono le dimensioni della
mente umana, strati profondi della
memoria, che Janet e Breuer hanno
tentato di raggiungere con lipnosi,
Freud con i sogni, e che Augias tocca con la narrativa.
Questa la storia di Wanda, che
subisce il potere del maschio dominatore. Mia madre apparteneva alla
generazione nella quale le donne
non si ponevano nemmeno il pro-
SIPARIO
questa rubrica a cura di E. Aldrovandi e D.Muscianisi
rubriche@arcipelagomilano.org
Milano mi ha dimenticato
Intervista a Luigi Lunari
Luigi Lunari nato a Milano nel
1934, ha vissuto da protagonista
lavventura del Piccolo Teatro,
come stretto collaboratore di
Giorgio Strehler, ha scritto testi
che sono tuttora rappresentati in
tutto il mondo, eppure in Italia
messo in scena pochissimo. Come mai? Non lo so. Forse aspettano che muoia. Io ci ho anche pensa-
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Testi che sono rappresentati dappertutto, tranne qui. Nel 1994 ho
avuto un lancio internazionale con
la commedia Tre sullaltalena che
ha avuto un grande successo al Festival di Avignone, e da l stata
tradotta in ventitre lingue e viene
correntemente rappresentata in tutto il mondo. In un teatro di Praga
anche diventata parte del repertorio
e sono sedici anni che la fanno tutte
le stagioni. Die Welt nel 1996 ha
scritto: Questo elegante capolavoro
ha la qualit per diventare un classico del repertorio contemporaneo.
Il Diario de Noticias di Lisbona ha
scritto: Tutto lo humour del teatro
europeo del XX secolo si ritrova in
questa commedia: una sorta di trattato filosofico esistenzialista quasi
fosse scritto da Fo. Poi anche altre
opere come Nel nome del Padre, Il
senatore Fox e Sotto un ponte, lungo un fiume hanno avuto grandi
riscontri, traduzioni e allestimenti un
po dappertutto. Io non mi lamento
perch ogni anno le rappresentazioni dei miei testi aumentano e i
diritti dautore sono sempre di pi.
Per mi dispiace che i teatri milanesi facciano finta che io non ci sia.
Questo secondo lei a cosa dovuto? Io non voglio per forza essere in cattiva fede. Secondo me,
semplicemente, mi hanno ignorato
quando ho avuto successo a livello
internazionale, e prendermi in considerazione adesso sarebbe come
ammettere che si erano sbagliati. E
questa una cosa che a nessuno
piace fare. In pi, il problema grande, secondo me, che molti artisti
del teatro italiano non leggono. Anche in questo caso non faccio nomi
ma alcuni lavorano come attori, registi, magari anche autori, poi fanno
cinema, pubblicit e partecipano
agli eventi pubblici. Io non riesco a
immaginarmeli seduti nel loro studio
che leggono un copione. E questa
una grave mancanza. E poi io, diciamoci la verit, vengo ignorato
perch non ho niente da dare in
cambio. Non ho un mio teatro in cui
CINEMA
questa rubrica curata da Anonimi Milanesi
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Il sale della terra
di Wim Wenders e Juliano Ribeiro Salgado [Brasile, Italia, Francia, 2014, 2014, 100']
documentario
Ci vuole davvero del coraggio a fare
u Lascia senza parole questo documentario che Wim Wenders ha
dedicato a Sebastiao Salgado sia
per il fluire della narrazione sia per
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to in Francia con la moglie nel periodo della dittatura e a Parigi sono
nati i suoi figli. Fotografo per caso in
Africa, dove si trova per la Banca
mondiale, lasciata listituzione diventato un narratore per immagini.
Con speciale sensibilit ha documentato gli avvenimenti che hanno
segnato la storia degli ultimi decenni: dai conflitti internazionali (Ruanda, Kwait), agli esodi di migliaia e
migliaia di profughi (Sudan, Mali),
alla fame nel mondo.
Merito di Wim Wenders, che si rivela ancora una volta un grande documentarista come da Tokyo Ga a
Pina Bausch, e ha trovato la chiave
giusta per raccontare il lavoro di
Salgado assemblando foto e riprese
di repertorio, alternando il bianco e
nero e il colore, il particolare il generale, valorizzando le parole.
Il sale della terra , innanzitutto, una
grande esperienza emotiva che tocca profondamente gli spettatori.
Dorothy Parker
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