Beruflich Dokumente
Kultur Dokumente
Classe 3 BS geometri
1 DIVERSITA
ECOSISTEMA
in abbondanza
relativa
STABILITA: capacit di conservarsi nel tempo
Fattori biotici
Fattori abiotici
SUCCESSIONE ECOLOGICA
CLIMAX
Note:
1. DIVERSIT
L'ecosfera presenta una grande variet di specie biologiche detta biodiversit.
Il termine biodiversit comprensivo di diversit, in numero ed in frequenza, di
comunit, di specie, di patrimoni genetici della biosfera.
La diversit di comunit data dall'insieme di tutti i differenti ambienti biotici naturali
presenti sul pianeta, biomi e comunit acquatiche.
La diversit di specie riguarda l'insieme di tutte le specie viventi.
La diversit genetica la somma complessiva delle informazioni contenute nei geni degli
organismi di piante, animali e microrganismi che popolano la Terra.
A partire dalla rivoluzione industriale, le attivit umane hanno determinato una
notevole riduzione della biodiversit.
RIDUZIONE DELLA BIODIVERSIT
I cambiamenti indotti dall'attivit umana distruggono, frammentano e alterano gli ambienti
naturali portando all'estinzione di specie.
Si valuta che, ogni giorno, si estinguano dalle 50 alle 150 specie; ci equivale ad una
perdita annua approssimata compresa fra le 20.000 e le 50.000 unit.
Un quarto della diversit biologica del pianeta corre il rischio di estinguersi nei
prossimi 30 anni.
14/10/2008 22.23.00
Pagina 1 di 15
GF
14/10/2008 22.23.00
Pagina 2 di 15
GF
Le modifiche apportate dall'uomo a questi equilibri non sono irrilevanti, poich sono
estremamente pi veloci rispetto a quelle geologiche: vedi i modelli quantitativi dei cicli
geobiochimici.
STATO DI EQUILIBRIO STAZIONARIO
In un ecosistema vi equilibrio se le masse, a breve o lungo periodo, sono, pur con delle
fluttuazioni, in linea di massima , costanti nei singoli comparti.
In altri termini l'eco-organizzazione recupera sotto forma di materie prime tutti i sottoprodotti
(rifiuti respiratori e digestivi dei viventi) in una condizione di autosufficienza, in cui le uniche
necessit sono l'energia solare ed i sali minerali provenienti dalla decomposizione delle rocce.
Lo stato di equilibrio stazionario verso il quale tendono gli ecosistemi viene definito dagli ecologi
"climax": esso pu mantenersi indefinitamente, a parit di altre condizioni; se il climax viene
distrutto da perturbazioni disorganizzatrici, subentra il fenomeno dell'evoluzione.
EVOLUZIONE
Un sistema composto da elementi e relazioni tra elementi che evolvono poich, al suo interno,
mutano le relazioni tra gli elementi in rapporto all'energia disponibile:
L'energia pu essere trasformata in una sola direzione, da uno stato di disponibilit ad uno di non
disponibilit quindi : i cambiamenti proseguono a senso unico.
L'evoluzione non nega la conservazione: ogni fenomeno naturale trova la sua ragione d'essere in
qualcosa di preesistente: non possono esserci episodi creativi.
In un sistema, anche nel corso di cambiamenti, sussiste sempre una invarianza di massa.
gli atomi assunti sotto forma di molecole o ioni sono riorganizzati in molecole diverse da quelle
assunte (metabolismo).
MECCANISMI A RETROAZIONE O FEEDBACK
Il meccanismo di retroazione un meccanismo di controllo automatico che permette ad una
"macchina", finalizzata al raggiungimento di un dato obiettivo, di autoregolarsi, nel corso del
proprio funzionamento, correggendo gli scarti dal programma previsto in sede di progetto.
I meccanismi di retroazione possono essere fondamentalmente di due tipi:
1. a retroazione negativa
2. a retroazione positiva.
Talvolta i due meccanismi possono essere presenti contemporaneamente, come
nei viventi; in tal caso si parla di retroazione integrale.
RETROAZIONE NEGATIVA
Ha l'effetto di contrastare le deviazioni nel funzionamento del sistema: lo stabilizza opponendosi
ai cambiamenti.
Se la deviazione causata dal fattore influente legata a un suo eccesso, il meccanismo provoca la
sua diminuzione, viceversa (difetto) ne provoca l'aumento.
RETROAZIONE POSITIVA
Accelera le deviazioni incrementandole: tende cos a creare instabilit nel sistema, che tender a
sua volta a crearsi un nuovo stato di equilibrio.
Quando il fattore influente sia in eccesso, sia in difetto, il fenomeno viene amplificato in modo da
creare una situazione critica di instabilit, e poi uno stato stazionario nuovo.
Se nell'ambiente avvengono cambiamenti notevoli, tali da allontanare molto dal punto di equilibrio,
si crea perci una retroazione positiva o di fuga: incontro ad un ambiente diverso:
"EVOLUZIONE".
SISTEMI COMPLESSI
DEFINIZIONE: un sistema viene definito complesso quando costituito da molte componenti,
sottosistemi o subunit, che interagiscono tra loro in modo tale che il comportamento globale non
sia riducibile alla semplice somma dei comportamenti delle sue componenti, ma dipenda in
modo imprevedibile dalle mutue interazioni tra questi ultimi.
- Nei sistemi complessi i sottosistemi interagenti tra loro possono essere sempre riconosciuti come
unit distinte.
14/10/2008 22.23.00
Pagina 3 di 15
GF
Risorse
quantit finite
competizione
FATTORI LIMITANTI: qualsiasi agente fisico o chimico il cui eccesso
(o semplice presenza) o carenza (o totale assenza) determina una crisi
nello sviluppo e nella vita di un certo organismo.
fattore di regolazione
relativo e non assoluto
(adattabilit ed ecotipi)
VALENZA ECOLOGICA
Capacit che ha una singola specie di popolare ambienti che presentano una variabilit
nelle caratteristiche fisiche e chimiche.
Le specie si distinguono in:
EURIecie, se sono dotate di ampia tolleranza nei confronti delle variazioni ambientali;
N. B. La valenza ecologica di una specie non una caratteristica di tipo assoluto: essa
varia in relazione allo stadio di sviluppo dell'organismo stesso, indipendentemente dalla valenza
generale della specie di appartenenza.
14/10/2008 22.23.00
Pagina 4 di 15
GF
CLIMA
Linsieme consueto e fluttuante degli elementi fisici, chimici biologici che principalmente
caratterizzano le condizioni meteorologiche di una determinata regione della terra e che
influenzano la vita degli esseri che la popolano, siano essi animali o vegetali.
Idrometeore
Atmosfera
Umidit atmosferica;
Rugiada;
Brina;
Galaverna;
Pioggia;
Grandine
Neve
composizione atmosferica
venti o correnti aeree
B. I fattori di influenza: sono determinati dalla posizione geografica del territorio e da condizioni
astronomiche
Inclinazione dell'asse terrestre
Latitudine
Altitudine
Grandi masse d'acqua
Esposizione
Correnti marine
Grandi masse di vegetazione
Morfologia terrestre.
14/10/2008 22.23.00
Pagina 5 di 15
GF
2 principio della termodinamica (importante per capire il flusso di energia negli ecosistemi): la
trasformazione del lavoro in calore e un fenomeno irreversibile.
NON TUTTA L ENERGIA CHE FLUISCE IN UN ECOSISTEMA SI RENDE DISPONIBILE PER I SISTEMI
VIVENTI
Scarso apporto
energetico
Radiazione terrestre: fenomeno attraverso il quale la frazione infrarossa solare che arriva sulla
superficie terrestre, viene da essa assorbita e reirradiata verso l'atmosfera.
L'effetto della radiazione terrestre si manifesta soprattutto dopo il tramonto del sole e
durante tutta la notte.
La radiazione terrestre si trova tutta nel campo dell'infrarosso, ma ad onda pi lunga
dell'I.R. solare (dai 4000 a oltre i 40000).
EFFETTO SERRA
Per effetto serra si intende quel fenomeno con il quale la superficie terrestre emette
energia radiante verso lo spazio per controbilanciare l'energia trasmessa dal sole.
Tale energia radiante (gli IR terrestri) viene in parte assorbita da alcuni gas presenti nell'atmosfera
(gas-serra: CO2, protossido d'azoto, clorofluorocarburi, metano, ecc.) che provvedono ad irradiarla
(circa il 70%) nuovamente verso il suolo.
Le attivit umane, specialmente quelle industriali, stanno incrementando questo fenomeno a
causa di un abnorme aumento nella emissione dei gas-serra con conseguente rottura dell'equilibrio
14/10/2008 22.23.00
Pagina 6 di 15
GF
illuminometri.
lux (1 lux = flusso luminoso emesso da una sorgente puntiforme dell'intensit di una candela posta alla
distanza di 1 m dal punto di osservazione).
Il lux (simbolo lx) l'unit di misura per l'illuminamento del Sistema Internazionale, una misura relativa ad
un'area. Cos 1 lumen su un'area di 1 m2 corrisponde ad 1 lux, mentre lo stesso lumen concentrato in 1 cm2
corrisponde a 10 000 lux.
Alcuni dati di illuminamento per dare un'idea di quanto vale un lux:
la luce del Sole mediamente varia tra i 32 000 lx (32 klx) e i 100 000 lx (100 klx);
in un ufficio luminoso si hanno circa 400 lx;
la luce della Luna pari a circa 1 lx;
la luce di una stella luminosa soltanto 0,00005 lx (50 lx).
14/10/2008 22.23.00
Pagina 7 di 15
GF
Nei confronti dell'intensit luminosa, le piante coltivate possono essere suddivise in:
1
eliofile;
2
sciafile obbligate;
3
sciafile facoltative o eliosciafile.
1
PIANTE ELIOFILE: sono quelle piante, di origine tropicale o sub-tropicale come mais, sorgo,
riso e canapa. La fotosintesi assume un valore medio intorno a 10.000 lux ed incrementano la loro
attivit di fotosintesi fino ad una intensit luminosa dell'ordine di 50.000 - 60.000 lux;
2
PIANTE SCIAFILE OBBLIGATE: sono rappresentate dalle piante tipiche del sottobosco
dove si registra un prolungato ombreggiamento.
3
PIANTE SCIAFILE FACOLTATIVE o ELIOSCIAFILE: sono rappresentate da tutte quelle
specie che raggiungono il livello di saturazione luminosa in una zona compresa fra 10.000 - 30.000
lux. Sono piante che possono prosperare in ambienti sottoposti sia a luce che in quelli dove esiste un
certo tenore di aduggiamento. Appartengono a questa categoria tutti gli arbusti e cespugli del
sottobosco nelle zone temperate, alcune piante arboree e praticamente tutte le piante erbacee
coltivate in pieno campo.
Conseguenze del difetto di intensit luminosa
1. Eziolatura o filatura:
2. Allettamenti
Conseguenze dell'eccesso di intensit luminosa
3. FOTOMORFOGENESI
14/10/2008 22.23.00
Pagina 8 di 15
GF
I colori della luce (radiazione solare visibile) derivano dalleffetto ottico delle vibrazioni
elettromagnetiche con diversa lunghezza d'onda.
I vari colori della luce solare hanno effetti differenziati sulle qualit ottiche della lamina fogliare.
Per esempio: la banda corrispondente alla luce rossa induce un maggior accumulo di
sostanza secca nelle foglie stesse, rispetto a quella blu, la quale, invece, favorisce
l'immagazzinamento di prodotti proteici.
La luce, oltre alla fondamentale azione sull'accrescimento della fotosintesi clorofilliana, esplica
altre importanti azioni su numerosi aspetti della pianta, come risposta di questa all'alternarsi
giornaliero di periodi di illuminazione con periodi di buio. (FOTOPERIODO)
14/10/2008 22.23.00
Pagina 9 di 15
GF
Sono comprese in questo gruppo piante come la zucca, il pomodoro, il girasole, ecc. Spesso le
piante neutrodiurne sono il risultato dell'adattamento di specie fotoperiodiche ad un diverso
ambiente di coltivazione.
Esempi di importanti specie coltivate (mais, soia, tabacco, fagiolo, ecc.) le cui variet,
originariamente adatte a latitudini vicine ai tropici in quanto brevidiurne, alle nostre latitudini
risultano essere fotoindifferenti.
N.B. Contrariamente all'attivit fotosintetica, la risposta delle piante alla lunghezza del
giorno indipendente dall'intensit della radiazione.
FOTOMORFOGENESI
14/10/2008 22.23.00
Pagina 10 di 15
GF
5m
100 m
Escursione termica
Linee isoterme:
una delle linee sulle carte del tempo che uniscono i punti della terra e del mare
che hanno la stessa temperatura.
Linee isoalloterme: uniscono i luoghi la cui T in un determinato periodo variata in + o in - della
stessa quantit.
Linee isofane:
uniscono i luoghi nei quali un determinato fenomeno biologico si manifesta
nello stesso giorno.
14/10/2008 22.23.00
Pagina 11 di 15
GF
ADATTAMENTI E TOLLERANZE
SPECIE STENO E EURITERMICHE
QUIESCENZA: riduzione delle attivit metaboliche
IBERNAZIONE: con un difetto termico
ESTIVAZIONE: con un eccesso termico
NICCHIE TERMICHE
per gli organismi animali: OMEOTERMI: T corporea K
PECILOTERMI: T corporea variabile
ENDOTERMI: la T corporea dipende da fattori endogeni (metabolismo)
ECTODERMI: la T corporea dipende da fattori esogeni (radiazione solare) + sensibili
Regola di Bergmann: per un determinato gruppo sistematico di organismi. Omeotermi, quelli di >
dimensione abitano i climi pi freddi.
Regola di Allen: nelle regioni fredde si ha una riduzione delle appendici corporee.
14/10/2008 22.23.00
Pagina 12 di 15
GF
SUBSTRATO ABIOTICO
RISORSA IDRICA
ACQUA
EFFETTO CLIMATICO
EFFETTO GEOMORFOLOGICO
IDROMETEORE
ORGANISMI:
o
o
o
o
o
XEROFILI
MESOFILI
IGROFILI
IDROFILI
TROPOFILI
Umidit
atmosferica
Rugiada
Brina
Galaverna
Pioggia
Grandine
Neve
Umidit atmosferica
Acqua allo stato di vapore presente nellatmosfera terrestre derivante da fenomeni di evaporazione
e di traspirazione.
DUE ASPETTI:
U. Atm. Assoluta:
14/10/2008 22.23.00
Pagina 13 di 15
GF
Rugiada: condensazione notturna del vapore acqueo che si deposita sotto forma di piccole
goccioline che si depositano sui corpi freddi. (precipitazione occulta nella stagione estiva delle
zone tropicali: c. 3-4 mm)
1) Elevata UR 2) Forte escursione termica tra d e notte 3) Notte con cielo sereno e assenza di vento
Punto di rugiada: T a cui deve essere raffreddata una massa daria per renderla satura, a P
costante.
PIOGGIA: vapore acqueo che si condensa in gocce aventi un certo peso e volume (diametro
tra 1/10 mm e 7 mm).
PAROLE CHIAVE:
Quantit (Piovosit):
1. Quantit di pioggia
Classificazione delle zone climatiche:
clima arido
piovosit < a 250 mm/anno
clima semiarido
piovosit compresa fra 250 e 500 mm/anno
clima subumido
piovosit compresa fra 500 e 750 mm/anno
clima umido
piovosit > di 750 mm/anno
Piovosit max : circa 12000 mm annui lungo il versante meridionale della catena
montuosa dellHimalaya
Piovosit minima: circa 1,5 mm annui lungo le coste pacifiche del Cile
IN ITALIA: 2500 3000 mm annui nelle zone alpine
400 e anche meno nel sud
Fabbisogni idrici delle piante
14/10/2008 22.23.00
Pagina 14 di 15
GF
2. Intensit di pioggia:
Grandine: unidrometeora allo stato solido e deve essere considerata come una vera e propria
avversit atmosferica:
gravi o gravissimi danni alle piante e scarso apporto idrico.
Si forma allinterno dei cumulo-nembi la cui parte basale si trova a circa 500 m dal suolo,
mentre quella apicale arriva intorno ai 10000 m di quota.
Fase di formazione, accrescimento e dissipazione.
La neve un cattivo conduttore di calore (1/10 di quella del suolo: la temp. del suolo
ricoperto di neve pi alta di 3 8 gradi rispetto a quella atmosferica).
Grande valore ai fini dellapporto idrico al terreno: pari ad 1/10 dello spessore (10 cm di neve
= 10 mm di acqua).
Dannosa per possibile accumulo di CO2 a livello radicale, per la rottura di rami e quando e di
scarso spessore (formazione di lastre di ghiaccio).
14/10/2008 22.23.00
Pagina 15 di 15
GF