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LA CULTURA, LA MENTE E LEDUCAZIONE

I saggi contenuti in questo volume sono tutti prodotti degli anni novanta e
sono espressione dei fondamentali cambiano andati via via modificando le
concezioni sulla natura della mente umana. Questi cambiamenti, come
oggi retrospettivamente ci appare chiaro, ebbero origine da due concezioni
profondamente diverse sul funzionamento della mente. La prima era
lipotesi che la mente potesse essere concepita come un dispositivo
computazionale. Non era unidea nuova, ma aveva subito una radicale
riformulazione con i recenti progressi delle scienze computazionali
avanzate. Laltra era lidea che la mente sia costituita dallesercizio della
cultura umana e che al contempo si realizzi in essa. Le due diverse visioni
produssero concezioni profondamente differenti della natura della mente e
di come la mente debba essere coltivata, e portarono i rispettivi sostenitori
a seguire strategie di indagine nettamente diverse sul funzionamento della
mente e su come possa essere migliorato attraverso leducazione.
La prima teoria, quella computazionale, si occupa dellelaborazione delle
informazioni, di come cio delle informazioni finite, codificate e non
ambigue sul mondo vengano registrate, classificate, immagazzinate,
confrontate, richiamate e in generale gestite da uno strumento
computazionale. Per questa teoria le informazioni sono dei dati gi stabiliti
in relazione a un cdice preesistente, che ha regole proprie e che raffigura
come su una mappa gli stati del mondo. Questa cosiddetta definizione di
alta qualit, al tempo stesso, come vedremo, la sua forza e la sua
debolezza. Infatti il processo del conoscere spesso pi disordinato e pi
carico di ambiguit di quanto questa concezione non sia in grado di
prevedere.
Il problema piuttosto se la stessa teoria computazionale della mente
proponga una visione soddisfacente del funzionamento della mente,
capace di guidare i nostri sforzi nel tentativo di "educarla". una
questione delicata. Perch, da certi punti di vista, il modo di funzionare
della mente dipende a sua volta dagli strumenti che ha a disposizione. Non
si pu capire fino in fondo come funziona la mano, per esempio, se non si
tiene conto degli attrezzi che usa: un cacciavite, un paio de forbici o una
pistola a raggi laser. E por lo stesso motivo la mente sistematica di uno
storico funziona diversamente dalla mente del cantastorie clasico, con il
suo repertorio di moduli mitici combinati tra loro. Cos, in un certo senso,
la sola esistenza di congegni computazionali (e una teoria del loro modo
de operare) pu farci cambiare idea su come funziona la mente, e
indubbiamente lo far. come avvenuto con il libro.
Questo ci porta direttamente al secondo modo di intendere la natura della
mente, che chiameremo culturalismo: questo approccio prende ispirazione
da un dato evolutivo, il fatto cio che la mente non potrebbe esistere
senza la cultura. Infatti l'evoluzione della mente dell'ominide legata allo
sviluppo di un modo di vivere in cui la realta viene rappresentata mediante
un sistema simbolico condiviso dai membri di una comunit culturale, che

al contempo organizza e pensa il proprio stile di vita tecnico e sociale nei


termini di quel simbolismo. Questo modo simbolico non solo viene
condiviso dalla comunit, ma viene conservato, elaborato e tramandato
alle generazioni successive che, in virt di questa trasmissione,
continuano a mantenere intatti l'identit e lo stilo di vita della propia
cultura.
La cultura in questo senso superorganica. Ma modella anche la mente
dei singoli individui. La sua espressione individuale legata al fare
significato, all'attribuzione di significati alle cose in situazioni diverse e in
occasioni concrete. Fare significato implica situare gli incontri con il modo
nel loro contesto culturale appropriato, al fine di sapere di cosa si tratta in
definitiva.
Como il suo cugino computazionale, il culturalismo cerca di mutuare
intuizioni dalla psicologia, dall'antropologia, dalla linguistica e delle
scienza umane in generale, allo scopo di formulare un nuevo modello della
mente. Ma gli obiettivi sono radicalmente diversi. Un grande merito del
computazionalismo l'interesse per tutte le forme di organizzazione e di
utilizzazione delle informazioni. Il computazionalismo non individua confini
interdisciplinari, nemmeno quelli fra il funzionamento umano e non
umano. Il culturalismo invece si concentra esclusivamente sui processi di
creazione e di transformazione dei significati messi in atto dagli esseri
umani nelle comunit culturali.
Fuente:
Bruner (2002) La culture delleducazione. Nuovi orizzonti per la scuola.
Feltrinelli Editore.
1. Rispondi alle domande
a) Di quando sono i saggi contenuti in questo testo?
Di anni novanta
b) Qual la prima ipotesi?
La mente potesse
computazionale.

essere

concepita

come

un

dispositivo

c) Qual la seconda ipotesi?


La mente sia costituita dallesercizio della cultura umana e che al
contempo si realizzi in essa.
d) Come lavorano i sostenitori dei due diverse visioni?
I rispettivi sostenitori hanno strategie di indagine nettamente
diverse sul funzionamento della mente e su come possa essere
migliorato attraverso leducazione.
e) Nella prima teoria, Quali sono i processi per l'elaborazione delle
informazioni?
La mente codifica e non ambigue sul mondo vengano registrate,
classificate, immagazzinate, confrontate, richiamate e in generale
gestite da uno strumento computazionale.

f) Nella seconda teoria, Come l'espressione della mente sta legata alla
cultura?
La cultura modella la mente dei singoli individui e la sua
espressione legata al fare significato, all'attribuzione di
significati alle cose in situazioni diverse e in occasioni concrete.
g) Qual' la principale differenza tra la due teorie?
Il computazionalismo ha l'interesse per tutte le forme di
organizzazione e di utilizzazione delle informazioni e non individua
confini interdisciplinari, nemmeno quelli fra il funzionamento
umano e non umano. Il culturalismo invece si concentra
esclusivamente sui processi di creazione e di transformazione dei
significati messi in atto dagli esseri umani nelle comunit
culturali.

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