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chiaramen,te la sua fedelt all'ispirazione di quei primi scritti, radicati! nella tradizione cristiana, segnati da un'inserzione forte 1jiella rete delle riviste dei gesuiti. Questo piccolo
libro pu,lessere letto come un commiato alla particolarit di
un mon<fo intellettuale e sociale che egli visiter ancora, di
cui consrrver l'identit istituzionale e continuer a tenersi
informato, dove manterr amici stretti, compagni secondo il
vocabolario gesuita e interlocutori rispettati, ma nella particolarit deI quale non abiter pi interamente. Tuttavia la
distanza che presto 10 allontaner dalle due riviste dei gesuiti non deve essere sovrastimatalO Tale distanza manifesta la
scelta di un nuovo registro di scrittura, che segna l'impegno
a tempo pieno in un modo diriflessione pi personale e pi
elaborato, pi aperto sulla societ contemporanea nella sua
diversit, mena ristretto all'ambiente cattolico. Da quel
momento riviste destinate a un largo pubblico di cultura cristiana diventavano luoghi poco appropriati ai suoi nuovi
obiettivi di lavoro. Ma l'attivit mantenuta nella rivista gesuita di teologia, pi specializzata e con un pubblico di lettori
pi ristretto, mostra bene che egli non cercava di dimenticare 0 cancellare la sua tradizione d'origine. La composizione
e la messa in circolazione de La straniera nel 1969 ce 10 confermano: a quella data, l'autore attribuiva ancora un certo
valore ai testi precedenti, conservati per essere ripresi e rielaborati in questo piccolo libro. Possiamo quindi supporre
che pensasse di aver posto in esso, alla maniera che gli era
caratteristica, in unregistro di scrittura dal quale gi si allontanava, servendosi di un vocabolario e di categorie provenienti in gran parte dalla tradizione cristiana, qualche solido
Se, dopo il 1969, eglinon scrive quasi pi su Chrisros, la sua collaborazione regolare agli rodes dura, pur diminuendo, fino al 1971 0 1972.
Ma rester sempre molto attivo nelle Recherches de science religieuse,
la'rivista gesuita di teologia allora diretta da Joseph Moingt, dove pubblicher alcuni dei suoi articoli di maggior rilievo sullavoro dello storico e
l'analisi dei testi mistici.
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Marc Aug, Prsence, absence, in Luce Giard (d.), Michelde Certeau, <I:entre
Georges Pompidou, Paris 1987, p. 84.
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