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zione sulla terra: essi dovrebbero essere uccisi o crocifissi o avere le mani e i

piedi di entrambe le parti tagliate. Una frase riportata solo sottotraccia dai
siti arabi, che pure hanno ripreso le dichiarazioni di al-Azhar. Per mesi lOc-

poco pi in l, lincendio in Siria e Iraq,


determinano il risveglio delle coscienze
sunnite. Forse i miliziani della Daula alIslamiya, lo Stato islamico, hanno davvero superato la linea rossa.

Avvenire 05/02/2015

uesti ultimi mesi sono segnati


da una crescente ondata di attacchi terroristici di matrice islamica. Il massacro del 7 gennaio alla redazione di Charlie
Hebdo, e successivamente al supermercato kasher parigino, hanno gettato
unombra di terrore sullEuropa. Cos come i fatti del Belgio.
inevitabile dunque porsi la domanda: cosa pensano i musulmani di questi fatti? A
prima vista la condanna quasi unanime
(eccettuando le frange estremiste come lIs):
alla marcia di solidariet tenutasi a Parigi la
domenica successiva allattentato, migliaia
di musulmani hanno partecipato; erano presenti Abu Mazen, il re di Giordania e il primo ministro turco. Perfino Hamas grata alla Francia per lintenzione di riconoscere lo
Stato di Palestina ha bisbigliato la sua timida condanna degli attentati. Anche qui in
Marocco, dove vivo, vi sono stati assembra-

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no in Libia a un sito di produzione petrolifera a sud di Sirte, gestito anche da


Total, a supporto della compagnia petrolifera nazionale libica.
Copia
Sono entrati in azione
milizianiridotta
di gruppo affiliato allIs, provocando 4 morti di

sono stati ritrovati


tori francesi sarebdocumenti jihadibero stati evacuati
sti. E si pure appreso che il 28 gennaio,
nel 2013. Non si esclude, comunque, che
nel tentativo di raggiungere la Siria prima
il centro sia finito nel mirino proprio in raalgione
%d%%
del formato
originale
letter
della
pagina
di essere
bloccato
in Turchia,
Coulibaly adei suoi legami
con la Francia.
Inveva fatto uno scalo aereo a Roma. contanto, rimasto ieri sotto interrogatorio

Le due anime islamiche


non riescono a conciliarsi

menti di solidariet a Rabat


e in altre citt, con i cartelli
Je suis Charlie. Ma in questa apparente unanimit vi
sono delle voci stonate. Il re
del Marocco, pur inviando
un suo ministro allEliseo,
non ha voluto prendere parte alla marcia, perch temeva che sarebbero state esposte le immagini blasfeme del
giornale satirico.
E subito dopo, pur esprimendo le sue condoglianze alle vittime, ha ordinato al suo ministro delle comunicazioni di vietare su tutto il territorio marocchino la vendita di testate contenenti quelle caricature. Questo
atteggiamento molto significativo e rappresenta bene limbarazzo del mondo musulmano, la lotta tra due anime che non riescono a conciliarsi. Da una parte la condanna del terrorismo e della violenza, condanna oggi comune alla maggioranza dei

DAG TESSORE
musulmani, ma dallaltra unestrema sensibilit per noi occidentali difficile da capire , una suscettibilit eccessiva ogni volta
che si tratta della religione e del profeta.
La decisione del Marocco di vietare le caricature mi ha molto addolorato ha affermato ancora giorni fa in unintervista al giornale Ahdath Maghribiyya la giornalista marocchina Zaynab al-Ghazawi perch una decisione che giustifica atteggiamenti di
aggressivit e legittima azioni criminali. Vi
una grande contraddizione tra questa decisione e il messaggio del re al premier francese. Criminalizzare queste caricature, in-

fatti, in nome della sensibilit religiosa, significa indirettamente giustificare


chi punisce i responsabili
del crimine.
Ma oltre a questa strana
ambiguit, vi anche un vero e proprio ponte che unisce le due sponde, di per s infinitamente
distanti: lislam dei musulmani comuni e
quello del terrorismo jihadista. Questo ponte la questione palestinese. La maggioranza dei musulmani riceve uneducazione
fortemente anti-ebraica (e non solo antiisraeliana) fin dalle elementari, alimentando un clima di odio e di violenza. Le tv arabe trasmettono notizie molto parziali, in cui
il popolo ebraico costantemente demonizzato. Non casuale che, anche negli attentati di Parigi, Ahmed Coulibaly abbia inserito un bersaglio ebraico, il kasher di Porte de Vincennes, dopo aver fallito come

contro lorrore. Alla sbarra ieri per apologia del terrorismo, Dieudonn ha definito il gesto come unesternazione burlesca
del proprio turbamento per essere assimilato da tempo a stragisti come Coulibaly.
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lui stesso ha dichiarato lattacco a un asilo ebraico per vendicare i bambini di Gaza. E lunica donna uccisa alla redazione di
Charlie Hebdo stata Elsa Cayat, ebrea. Pochi giorni dopo, il 21 gennaio, a Tel Aviv un
palestinese ha accoltellato in un autobus
dodici passeggeri, ovviamente ebrei. Tutta
questa esplosione di violenza purtroppo
la diretta conseguenza come ha affermato
Netanyahu della velenosa campagna contro gli ebrei promossa da Abu Mazen e dalleducazione islamica in generale.
Io che vivo in un Paese islamico e ho contatti quotidiani con la gente, la televisione,
i giornali locali, lo vedo con chiarezza: sono unassoluta minoranza i musulmani che
approvano lIs e il terrorismo, ma la maggioranza ha un profondo, radicato e coltivato rancore contro lebreo in quanto tale:
questo clima, inevitabilmente, apre le porte a Hamas, a Coulibaly e infine allIs.
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Febbraio 10, 2015 9:34 am / Powered by TECNAVIA

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