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Capitolo 1
Introduzione
1.1
Cenni storici
Figura 1.1: Primo tunnel idrodinamico per lo studio della cavitazione (Parsons, 1895)
pertanto indirizzati alla difesa contro gli eetti nocivi della cavitazione su questi macchinari. Pi
u
recentemente, le ricerche si sono orientate anche nel campo della chimica, della medicina e della
sica nucleare; si sono inoltre ulteriormente sviluppate sotto la spinta del crescente interesse nel
campo delle costruzioni idrauliche ed in quello industriale.
Analizzando la letteratura, e possibile individuare due principali indirizzi che la ricerca ha
seguito nel corso degli anni: uno ha indagato il meccanismo della cavitazione dal punto di
vista fenomenologico all'interno della meccanica dei uidi, puntando l'attenzione sulla dinamica
delle bolle, sulla morfologia della cavit
a, e sul suo collasso; l'altro ha studiato gli eetti del
fenomeno dal punto di vista dell'erosione e della perdita di prestazioni delle macchine, al ne di
ricavare determinazioni utili alla tecnica. Il secondo indirizzo risulta generalmente pi
u empirico
ed applicativo.
Molti metodi di indagine sono stati applicati nel corso degli anni: dall'analisi acustica del rumore, alle riprese fotograche ad alta velocita (che recentemente sono giunte no ad un milione
di frames per secondo, nei lavori di Lindau e Lauterborn del 2003), alla fotograa schlieren, al25
Figura 1.2: Elica cavitante nel primo tunnel idrodinamico di Parsons (Diametro = 2 pollici,
Velocit
a di rotazione = 1500 giri per minuto)
l'olograa per lo studio tridimensionale della presenza di microbolle. Per il rilievo della velocit
a
molto uso viene fatto dell'anemometria laser doppler (LDA) e della Particle Image Velocimetry
(PIV); per il rilievo della pressione si va dai classici sensori a quelli a lm sottile. La complessit
a del fenomeno ed i molteplici aspetti in cui esso e coinvolto fa s che gli studi di vario tipo
proliferino continuamente: lo studio della materia e in eri, ancora lontano da una conclusione
denitiva.
26
Figura 1.3: Tunnel idrodinamico per lo studio della cavitazione (Parsons, 1910)
27
1.2
1.2.1
La Cavitazione
Descrizione e Classicazione del Fenomeno
cavitazione di vapore, se e un calo di pressione a temperatura costante a causare l'espansione della cavit
a satura di vapore;
ebollizione, se la cavit
a satura di vapore si espande a causa di un suciente aumento della
temperatura;
degasamento, quando l'espansione e provocata dalla diusione di gas dal liquido alla cavit
a.
In realt
a la situazione e molto pi
u complicata, perche solitamente le bolle contengono una miscela
di gas e vapore.
Guardando il fenomeno da un altro punto di vista, ossia ponendo l'attenzione sulle cause che lo
generano, si pu
o giungere ad una dierente classicazione, per la quale si distinguono quattro
tipi di cavitazione:
cavitazione idrodinamica, prodotta in un uido in movimento, da una va-riazione di pressione dovuta alla geometria del sistema;
Lauterborn (1980) ha evidenziato che mentre la cavitazione idrodinamica e la cavitazione acustica sono dovute ad una variazione di tensione all'interno del liquido, la cavitazione ottica e la
cavitazione indotta da particelle subatomiche derivano da un apporto locale di energia; sulla
base di questa considerazione egli ha elaborato la classicazione schematizzata in Fig. 1.5.
Cavitazione Idrodinamica
In un uido in movimento, una variazione di pressione pu
o essere prodotta mediante un'opportuna geometria del sistema: creando un addensamento locale delle linee di corrente, per
una curvatura o uno spigolo della parete investita o per un restringimento, si ottiene un moto
accelerato che comporta una caduta di pressione, come e noto dalla conservazione dell'energia.
Quando la pressione locale del liquido scende a valori prossimi alla tensione di vapore pV , si e
nella condizione di cavitazione incipiente; si formano, cioe, delle bolle di vapore che coalescono
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con i gas liberati dal liquido e che vengono trasportate nel condotto all'interno di una nube con
una pressione mediamente pari a pv . Si parla invece di cavitazione desinente per descrivere la
cavitazione poco prima che scompaia per eetto di un incremento di pressione.
La distinzione fra cavitazione incipiente e cavitazione desinente (ovvero le fasi di innesco e
disinnesco della cavit
a) e di signicativa importanza per le indagini sperimentali ma trascurabile
nelle applicazioni pratiche per strutture idrauliche. Essa e dovuta al fatto che la soglia oltre
la quale il fenomeno compare ed il limite al di sotto del quale scompare, generalmente non
coincidono: ad esempio, la pressione corrispondente alla cavitazione desinente e solitamente
maggiore di quella che caratterizza la cavitazione incipiente e globalmente il fenomeno viene
ricondotto ad una isteresi, pi
u volte osservata, causata principalmente dal fatto che durante la
cavitazione vengono prodotti e messi in circolazione una grande quantit
a di nuclei, i quali non
riescono a riassorbirsi nel successivo ciclo.
Cavitazione Acustica
In un uido in quiete, come e stato accennato in precedenza, si pu
o indurre una variazione della
pressione ambientale immettendo nel liquido un'onda sonora ossia iniettando energia acustica.
In particolare, il passaggio della parte negativa dell'onda comporta una riduzione della pressione locale che pu
o scendere ad di sotto della tensione di vapore se l'ampiezza dell'onda e di
conseguenza la variazione da essa stessa indotta, e sucientemente elevata. Il vericarsi di tale
condizione consente l'espansione di qualsiasi minuscola cavit
a a contatto con il uido.
Secondo questo meccanismo, le bolle cominciano ad espandersi e contrarsi in accordo con l'andamento dell'onda di pressione; tale movimento e molto complesso da descrivere ma e comunque
possibile evidenziare le due principali modalita secondo le quali si esplica. La prima tipologia di
moto e l'oscillazione di una cavit
a stabile, in accordo con l'onda sonora per la durata di svariati
periodi; la seconda consiste in un'oscillazione di durata inferiore ad un periodo dell'onda di
30
1.2.2
Analogamente a quanto aermato per la formazione e l'espansione delle bolle all'interno del
liquido, un aumento della pressione locale o un calo della temperatura provocano il collasso
della cavit
a. Questo fenomeno, da cui dipende l'azione dinamica della cavitazione sulle pareti
solide a contatto con il liquido nonche il rumore prodotto, si esplica, semplicando il problema,
secondo due meccanismi principali:
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se la bolla non e a contatto con la parete, essa collassa rimanendo sostanzialmente sferica;
se la bolla e a contatto con la parete o e molto prossima ad essa, essa collassa subendo una
deformazione toroidale (Fig. 1.6) oppure a \clessidra", a seconda delle condizioni, della
distanza dalla parete e del contenuto in gas.
parete e che compare durante il collasso delle bolle a contatto con la supercie o molto
prossime ad essa.
Figura 1.7: Formazione di impinging jet liquido durante il collasso di una bolla: (a) sequenza
fotograca; (b),(c) modello della dinamica di formazione del getto
1.2.3
La Cavitazione Idrodinamica
risiede nell'abbassamento locale della pressione al di sotto della tensione di vapore del liquido
mentre la temperatura globale di riferimento del uido rimane costante, particolarmente importante e la determinazione del meccanismo di formazione iniziale delle bolle, in quanto comporta
ben precise ipotesi sulla composizione del uido e sulla natura delle superci di contorno. La
localizzazione spaziale del fenomeno comporta poi la caratterizzazione uidodinamica del moto,
in particolare delle zone di separazione della corrente e della turbolenza.
In un processo isotermo, diminuendo la pressione, se vi sono sucienti siti di nucleazione e di
dimensione suciente, si passa allo stato di vapore in condizioni isobare; se non vi sono nuclei
dV
V
che pu
o essere vista anche come l'equazione della molla dF = dx e che in prima approssimazione, in forma di dierenza, fornisce
p =
oppure, integrata,:
p = ln
V
V0
V1
V1
4
;
=
V0
V0
3