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PROPERZIO
MITO E PRESENTE
Aprire il dossier di un poeta protagonista del suo tempo che racconta il suo presente, la sua biografia attraverso lattualizzazione della dimensione inattuale del mito richiede qualche precisazione.
Il mito, narrazione, come dice letimo greco mythos, per Properzio,
come del resto per noi, quell invenzione tutta greca che identifica la
mitologia, tutto linsieme dei miti greci diciamo, parafrasando il titolo
di un testo di Marcel Detienne, Linvention de la Mythologie, dove giustamente si sottolinea la grecit culturale del mito 1.
Properzio utilizza questa specifica invenzione culturale la mitologia
greca che conosce benissimo come parte fondante la sua condizione di
intellettuale nella cultura della Roma antica di fine repubblica.
Una cultura che vive la dipendenza dalla prospettiva culturale aperta dalla grecit con assoluta libert.
banale quindi losservazione che, per la sua appartenenza al modello culturale romano, il poeta Properzio non poteva non attingere al
vastissimo repertorio della mitologia greca.
Il mito greco il grande serbatoio narrativo al quale Properzio attinge almeno per quanto riguarda il raccontare allargato intorno alle
origini, agli dei, le dee, gli esseri sovra o extraumani, protagonisti del
simbolico condiviso.
Alla Grecia rimanda la religio di Properzio intesa non nel senso
etimologico dato alla parola da Cicerone scrupolosa attenzione nel
seguire le istruzioni rituali che consentivano il mantenimento dei giusti
rapporti tra uomini e dei , ma religio nella prospettiva antropologica
contemporanea che vuole la religione parte costitutiva della cultura,
Detienne 1983.
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Religion as a cultural system, Religione come sistema culturale. La definizione spesso citata di Clifford Geertz e riflette la posizione relativistica adottata dallantropologia americana a partire dalla scuola di Franz
Boas. Una definizione economica ed insieme assai ricca di conseguenze 2.
In questa prospettiva Properzio ha nel suo simbolico culturale la
Grecia. Roma infatti non ha una sua mitologia. O almeno non una
mitologia allargata. stato pi volte detto infatti che Roma non produce in proprio una rete di miti, racconti di origine e di sistemazione
delle figure extraumane portanti, dei, eroi o altro. Per il mito, come
parte costitutiva del suo universo simbolico culturale, Roma demitizza
e dipende in maniera importante dalla Grecia.
Luniverso simbolico mitico romano greco, greci sono i fornitori
delle biografie, di minima anche delle immagini per quegli esseri extraumani che popolano larticolato universo simbolico del politeismo romano, esseri che altrimenti sarebbero rimasti privi non solo di identit
narrata ma anche rappresentata.
Ricordiamo che lerudito Varrone afferma che i Romani per 170 anni
dalla fondazione avrebbero osservato il divieto delle immagini (fr. 18-22
Cardaunus). Come gli Ebrei! Vedi il famoso divieto di ogni tipo di immagine a cominciare dal dettato di Yhwe a Mos nel terzo libro della
Bibbia, Esodo (20, 4).
Alla Grecia Roma deve le immagini e i racconti che a quelle immagini si legano e le rendono cos immediatamente, visibilmente conoscibili. Sono i miti infatti, quei racconti n veri n falsi, certamente inattuali ma fondanti, come dice Angelo Brelich, che rendono le immagini
immediatamente fruibili 3.
Allo stesso autore ad Angelo Brelich, non dimentichiamolo si
devono importanti interventi proprio sulla portata della demitizzazione romana e sul complesso rapporto romano tra mito e storia 4.
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Wolf 1999.
Di grande interesse le microfonti iconografiche rappresentate dalle gemme intagliate, oggettistica di lusso certo circolante negli ambienti della luxuria frequentati dalla
societ delle amate (le doctae) e dei poeti ma non solo; quando i materiali di supporto
sono meno pregiati le gemme hanno circuiti pi vasti. Toso 2007.
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7
Cos in IV, 2 Qui mirare meas tot in uno corpore formas /accipe Vertumni signa paterni
dei (Tu che ti meravigli di vedere tanti aspetti in un corpo, ricevi gli attestati signa
del dio dei padri).
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Quel dio cos legato a quella terra tuscia, terra di origine del poeta,
in realt ovunque e comunque in un tempo-spazio unico che include
tutti gli spazi ed i modi dellapparire attraverso il mutare delle sue immagini che tutte riconducono allunit.
Properzio non risolve Vertumnus nella banalit di identificazione del
ciclo stagionale mediterraneo come comunemente accreditato, ma presenta il dio stesso, che in prima persona si propone come prisma del
cosmo: opportuna mea est cunctis natura figuris (IV, 2 14) 8.
Vertumnus figura del molteplice esprime per Properzio la dimensione spaziotemporale dellUno, un Unus che vertebar in omnis, si fa plurimo, assumendo forme, modelli visibili diversi, di una realt che rimane
essa stessa una.
Letrusco, locale, Vertumnus si presenta come un eis theos unus deus
un dio uno concorrenziale al dio Uno del monoteismo, il Dio del
primo monoteismo, invenzione storica del giudaismo del Secondo
Tempio 9. Properzio ha ben presente quella tendenza ad un modello
unitario del divino che ampiamente diffusa da tempo in tutto il mediterraneo ellenistico. Properzio si rivela singolarmente attento a cogliere
i passaggi di quella riorganizzazione dellimmaginario teologico che percorre il Mediterraneo. Ad Alessandria come a Roma, Vertumnus, come
Ianus come Aion come Sarapis ma anche Zeus, tende ad essere Uno.
Come Juppiter, lo Juppiter di Valerio Sorano riportato da Varrone e
citato da Agostino (de c.d.VII,9) che si presenta come omnipotens, indifferenziato Progenitor genetrixque deum, deus unus et omnes.
Tuttavia Properzio non parla di Juppiter ma del suo tuscio Vertumnus.
letrusco Vertumnus alla fine che meglio pu esprimere luniversalit del Dio Uno. Quella figura divina che la rivoluzione degli Uomini
del Ritorno, gli ebrei liberati dallesilio babilonese da Ciro Re di Persia
alla fine del VI a.C., divulgata dalla redazione greca della Bibbia detta
8
Cos si presenta il dio: opportuna ad ogni forma la mia natura. Vortumnus aveva
a Roma un tempio sullAventino accanto a quello di Diana in un contesto topograficamente significante che si riflette anche nella posizione calendariale, il 13 agosto, un
giorno molto affollato; Sabbatucci (1988): 265-67.
9
In un testo pioneristico del 1965 Sabbatucci (1965) 2006 propone la diffusione di
grandi Megaloi Theoi, Megale Meter, Magna Mater come modelli simbolici del politeismo tendenti ad uscire dalla griglia funzionale politeistica. Limportanza dellUno nella
organizzazione del simbolico stato affrontata nel trattato di teologia politica di Eric
Peterson, Der Monotheismus als politische Problem pubblicato nel 1935. Sul tema della formazione del monoteismo vedi limpegno di Raffaele Pettazzoni dalla monografia su Dio
del 1922 a quella sullEssere supremo del 1957.
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dei Settanta nella citt nuova Alessandria tra il III-II a.C. imporr al
mondo come Entdeckung di Dio, la scoperta pi ricca di conseguenze
per lumanit a prescindere dal fatto che dio esista oppure no 10.
Properzio comunque non fa teologia, vuole raccontare il suo presente e per questo ricorre sempre alla pluralit politeista del mito. Sempre
il mito greco, quel mito letterario che, nelluso di Properzio, non
artificio decorativo-evocativo, ma strumento di comunicazione immediata.
Properzio attinge al repertorio del mito greco che conosce molto
bene, forse attraverso un compendio mitologico, come stato suggerito
dal famoso grecista Arthur Nock, o per lettura diretta di testi e non del
solo Callimaco.
Ci che colpisce il modo attraverso il quale il mito, i racconti
della tradizione letteraria greca vengono riattualizzati.
Properzio utilizza una tecnica impressionista che richiama molto da
vicino luso del mito nei poeti imagisti, Hilde Doolittle, poetessa ma
anche ellenista, e il suo amico e maestro Ezra Pound.
A Properzio Ezra Pound dedica un omaggio, il noto e discusso
Homage to Sextus Propertius dove alla fine si riconosce al poeta romano la
straordinaria qualit di rendere presenti, contemporanei gli attimi di un
tempo strutturalmente altro, il tempo del mito 11.
Tuttavia soprattutto Hilde Doolittle, H.D., che nelluso continuo e
stretto del mito greco cos simile a Properzio 12.
Lutilizzo del segmento della tradizione scelto dalla catena di frammenti narrativi permette al poeta di creare a suo uso e consumo un
significante che centralizza quelleffetto di cortocircuito del tempospazio
nel quale si esemplifica la funzione primaria del mito come strumento
di fondazione di realt 13.
10
Laffermazione di Drrenmatt Denn die Entdeckung Gottes ist die wohl folgenschwerste Entdeckung des Menschen, unabhnging davon, ob es Gott gibt oder nicht (La scoperta di
Dio (il Dio monoteista) di gran lunga la scoperta pi ricca di conseguenze dellumanit, a prescindere dal fatto che Dio ci sia oppure no) (Drrenmatt 1976). Sulla Septuaginta Dorival-Harl-Munnich 1988 Osservazioni in Chirassi Colombo 2006; 2008. Comunque Sabbatucci 2000.
11
Amoruso Assisi 1998 pp. 39-49.
12
Vedi sul tema le efficaci pagine di Marina Camboni: nella Grecia del suo immaginario, mediata dalla rilettura rinascimentale e da quella tardo ottocentesca, H.D. proiettava non un
momento del passato a cui attingere ma uno spazio i cui contorni potevano ospitare luoghi del
presente, (Camboni 2007: 102). Il rapporto Properzio H.D. meriterebbe un approfondimento ravvicinato.
13
La riflessione sulla qualit del mito presente gi nella monografia che Brelich
dedica agli eroi come categoria specifica del mito greco. (Brelich 1958)
47
14
James 2000.
48
15
Brelich 1958:90-106.
Sul tema del cacciatore nero e della caccia come modello eroico iniziatico, Vidal
Naquet 1983, prima Brelich 1958: 74.
17
Chirassi Colombo 2006.
18
Ovidio Met. X, 560 ss.; Igino, Fab. 185.
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19
Nel mito greco i Gemelli sono variamente interpretati come Dioskouroi figli di
Zeus e di Leda sposa di Tyndaros re di Sparta. Dei gemelli, uno, Polydeukes, figlio di
Leda e di Zeus, mentre Kastor, figlio di Leda e di Tyndaros, mortale (Hom. Il 3 237;
Od. XI,300). Nella prospettiva di Polydeukes limmortale, figlio di Zeus, si inserisce la
variante del fratello Castor, gemello mortale. I due gemelli organizzano la loro sopravvivenza superando la dicotomia mortale immortale nella scelta della condivisione A
giorni alterni un gemello diventer mortale, scender nellAde e laltro salir al cielo
(Hom. Od. XI 298 ss.; Pind. Nem. 10, 95; Hyginus, 80).
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20
Il rimando al celebre passo del Fedro 244 a b dove Platone attribuisce allo stato
di mania erotica, follia estrema, la situazione che rende possibile laccesso alla conoscenza totale.
21
Rimando al celebre testo di Kelsen (1933) su lamor platonico e al classico testo
di Dover (1978) sullomosessualit greca ... Oltre Foucault (1976-84), in genere sulleros
in Grecia vedi anche Calame 1999; Sissa 2003.
22
Il rimando al racconto di origine del cosmo, degli dei e degli uomini nella
Teogonia (565 ss.) e nelle Opere e i Giorni (50 ss.) del poeta greco Esiodo.
23
Sul tema della irrisolta e irrisolvibile diversit del femminile nella prospettiva
greca rimane classico il testo di Nicole Loraux (Loraux 1981). Vedi anche Chirassi Colombo 1994 (1983) e 1985 per le allargate osservazioni intorno alla figura della fata
medievale Melusina.
51
24
Ovidio Met. I, 81-89; Varrone L.L.V,66; Orazio I, 16,13-16; Hyg fab. 154; sul tema
Centini 1999.
25
Sullo specifico della porneia Rousselle 1983.
26
Sul Libro di Enoch la bibliografia abbondante. Una traduzione affidabile in
inglese del testo della Ethiopic Apocalyps of Enoch (II a.C.-I d.C.) in Charlesworth 1983.
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27
Hippodamia protagonista di un famoso mito di concorso per la sposa una
corsa per quadrighe gestito da un padre geloso e incestuoso, innamorato esplicitamente della figlia. Folgorata dalla bellezza del concorrente, il frigio orientale Pelops, Hippodamia seduce Myrtilos, lauriga, con una falsa promessa damore per indurlo a sabotare
il carro del padre. Il lieto fine si consuma su due morti: quella del padre Oenomaos
e quella di Myrtilos, linnamorato deluso. Sul tema vedi alla fine il compendio del mito
notissimo nel centone virgiliano Hippodamia del codex Parisinus Latinus 10318 Salmasiano edito da Paola Paolucci.
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solus amore meo (II,1,48). Il testo propone interpretazioni ambigue e rilancia il tema di fondo sempre serpeggiante del rapporto di fedelt tra
gli amanti. Per Properzio una garanzia sta nel fatto che anche Cynthia
condanna la fedifraga Elena, anzi tutto il poema di Omero, lIliade che
il poema della colpa di Elena. Lideale del solus amor sembra condiviso
anche da Cynthia! E Cynthia la pi bella dopo Elena (II,3,32).
Elena ritorna ancora, sempre nel libro II, nellimportante elegia 34, in
un testo tutto dedicato alla imprevedibile e ingiudicabile forza scatenante
delleros. Una serie di exempla puntualmente dicono la difficolt estrema
del solus amor. La casistica si apre con la seduzione di Elena da parte
dellospite di suo marito (Paride non nominato), la irresistibile attrazione che induce la fanciulla della Colchide, la Colchis Medea, a seguire un
ignotum, il greco Giasone 28. Properzio qui riprende anche il devastante
giudizio, gi di Catullo, sulla leggerezza intellettuale femminile: nessuna
delle belle donne si premura di rationem quaerere mundi ... interrogarsi sulla ratio, sul sistema razionale che regola il mondo. Come dire che le
donne non hanno cervello per occuparsi di scienza e di teologia 29.
Tuttavia necessario un richiamo di attenzione.
La fanciulla che disprezza anche i grandi dei, despicit et magnos deos,
una recta puella. Chi la recta puella? Non solo una ragazza ben fatta
ma recta, dritta, come la tunica bianca tessuta sullarcaico telaio dal basso allalto che le spose romane dovevano indossare per la loro notte
nuziale, una tunica tessuta dalla mitica Tanaquil 30. Una ragazza, bella e
per bene, recta, non necessariamente docta. E tra la puella recta e la
puella docta il dibattito aperto.
Sono due modelli diversi del femminile individuati dal radente
sguardo ideologico maschile della Roma intellettuale di fine repubblica.
Elena ritorna in III, 8,32 come segno in s del desiderio.
Per lei, solo per lei, per Elena, Paride lascia fuori tutto il resto:
mentre Troia cade, lui non combatte, sceglie lelegiaca guerra damore.
Pi dolce era il fuoco di Paride quando poteva portare piacere alla sua cara
Tindaride in mezzo alla guerra greca e mentre vincono i Danai mentre resiste il
barbaro Ettore egli combatte la pi grande delle guerre nel grembo di Elena
28
Properzio coglie molto bene lo choc dellestraneit totale che divide il greco Giasone e la barbara ignara e innocente Medea. Vedi sul tema Chirassi Colombo 2001.
29
Il tema investe una parte importante del pensiero femminista e non solo, vedi in
proposito il bel testo della biologa Fausta. Sterling 1885 ma anche il Segno del due, in
http://www.lett.units.it/ichco.
30
Su Tanaquil il problematico testo di Bachofen 1961 (1970).
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Dulcior ignis erat Paridi cum Graia per arma / Tyndaridi poterat gaudia
ferre suae: / dum vincunt Danai, dum restat barbarus Hector / Helenae in
gremio maxima bella gerit.
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55
Sono modelli della donna che viri limen amat, ama, rispetta la
soglia della casa del suo uomo. La fedelt femminile espressa dalla
Pudicitia, personificazione complessa del senso del Pudor, centrale per
la costruzione delletica famigliare e la regolamentazione della femminilit cittadina ma non solo. interessante la denuncia delle obscaene tabellae, quadri osceni, pornografia dilagante a livello domestico
come variamente e ambiguamente testimoniato ad esempio nella documentazione pompeiana. In ogni caso si tratta di un modello strettamente legato alla dimensione del lusso. Lusso, ricchezza, sono direttamente responsabili della corruzione degli ingenui ocelli delle puellae
dal momento che la fonte di corruzione sulle pareti di casa, quelle
case ricche, dalle pareti affrescate, cos diverse dalle umili case di un
tempo.
A questo punto assai interessante che Properzio rifletta comunque
in modo esplicito, in contrappunto, sul tema del tradimento maschile
che appare altrettanto odioso.
Lo fa in II,21. Sono citati Jason, il traditore marito di Medea-limprudente fanciulla della Colchide che aveva seguito uno sconosciuto, il
Dulichius iuvenis Ulixes, e Demophon, il figlio di Theseus, che replica la
tendenza allinfedelt del padre, responsabile nella stragrande maggioranza delle varianti della sua biografia di aver abbandonato la sua salvatrice, la cretese Arianna, colei che con il gomitolo lo fece uscire dalla
trappola mortale del Labirinto e che un dio, Dionysos, port in cielo
come sposa (II,21,22-24) 32.
Tutto questo induce ad una riflessione sulla qualit di questa etica
degli amanti che penalizza, nella prospettiva dellamor totalizzante, il
comportamento infedele maschile quanto e forse pi del comportamento
femminile. E sul tema si potrebbe aprire una lunga prospettiva che attraversa tutta la cultura delleros occidentale.
In questo quadro si inserisce la richiesta di superamento di quella
concezione delleros come forza trascinante, invincibile, leros sempre
aniketos con conseguente deresponsabilizzazione dellamante, in favore di
unetica fortemente innovativa. In nome dellamor, del servitium amoris si
richiede limpegno degli amanti alla reciproca fedelt.
Tuttavia lirresistibilit dellimpulso rimane sempre la sfida centrale.
Nellelegia 19 del III libro Properzio si interroga su come captae
mentis habere modum, come mantenere il controllo, la misura della mente
in una situazione estrema come quella erotica.
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Una situazione che possiamo definire di stato modificato di coscienza, un A.S.C., altered state of conscionsness secondo la terminologia antropologica. Uno stato paragonabile a quello provocato da una possessione, da una modificazione indotta dallentrata nel corpo di unentit altra, unentit diversamente umana, un essere extraumano, uno spirito,
un demone, uno jinn, un alimento droga 33.
Sul tema della mania, la follia provocata da Eros, si era soffermato
a lungo Platone nel Fedro indicando nella mania erotica quel tipo di
alterazione di coscienza pi scatenato e scatenante, ma anche il pi
adatto a raggiungere quel fine ultimo che la conoscenza di s.
Properzio non vuole fare il filosofo ma il poeta, quindi non commenta Platone.
Deve accettare infine che umanamente impossibile o quasi
frangere gli stimulos rabidae nequitiae. pi facile far risalire i fiumi
alla sorgente, far s che la Sirtide diventi un ancoraggio ospitale.
doveroso quindi dare alla nequitia, situazione nella quale ci si ritrova
per lincapacit di resistere alleros come pulsione, il suo riconoscimento.
Properzio non rinuncia ad una riflessione sulla nequitia.
Limpulso erotico che provoca la nequitia, tuttavia, ancora una volta
non proposto come porneia, per utilizzare un termine greco ampiamente ripreso nelle elaborazioni della continentia del primo cristianesimo e riversato alla fine nello stereotipo del controllo del femminile
come causa di fitna, caos, disordine, nellislam 34.
La nequitia non comporta uno stato di impurit. la deriva di un
comportamento eccessivo o male diretto, ma non determina una negativit strutturale.
In ossequio ad una tradizione stereotipa Properzio propone una serie di esempi tutti femminili di protagoniste del mito che non hanno
saputo o potuto fermarsi. Sono esempi estremi, esempi mitici dellincapacit femminile di limite.
Sono Pasiphae, la sposa del superfamoso re di Creta Minos che induit abiegnae cornua falsa bovis (III, 19,12), indoss le corna false di una
vacca di legno, travolta da una passione bestiale per quel toro troppo
bello. Seguono Tyro figlia di Salmoneus che, travolta dal desiderio per
il fiume Enipeus, si offre tutta al liquidus deus per essere da lui inondata.
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Sugli ASC Altered States of Conscionsness, stati modificati di coscienza, rimandiamo
ad una bibliografia di minima. Bourguignon 1973; Rouget 1986.
34
Sullincidenza del controllo della sessualit nel cristianesimo Ranke Heinemann
1990 per una panoramica critica.
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Myrrha che insegue il suo amore incestuoso per il padre sino a realizzarlo con linganno. Seguono altri esempi di deriva estrema. Ancora
modelli femminili come Medea che secondo la versione tragica di
Euripide tradita stravolge lamore per il marito Jason nellinfanticidio
dei loro figli. Clytemnestra che vendica con luccisione del marito il
tradimento subito e giustifica il suo diritto alladulterio. Scylla, figlia del
re di Megara Nysos, che, sedotta dalla bellezza del nemico, il re di
Creta Minos, vende il padre al suo nemico 35.
La bellezza maschile seduce le donne quanto la bellezza femminile
gli uomini? Il tema nellelegia molto aperto
Tarpeia, lexemplum romano, storicizza Scylla.
Tarpeia vittima dellamor in senso completo e complesso ma Tarpeia non una figura totalmente mitica. inserita in una dimensione
storica che richiama il complesso momento delle origini di Roma.
Anche per lei la bellezza virile di Tatius, che vede mentre si esercita
con il suo cavallo, fatale. Il suo amore illusione della vista la
spinge allillusione di essere riamata, e lamore ricade su chi ama 36.
Properzio anticipa nel suo exemplum il modello di una sindrome
femminile evidenziata dalla ricerca clinica moderna 37. Quel comportamento eccessivo ritrovato nelle protagoniste del mito pu irrompere negativamente nella storia. Lepisodio si colloca opportunamente nella
struttura ambigua della pre-storia di Roma. Tarpeia con il suo folle
amore per il dux sabino Tito Tazio, il suo progetto di nozze e la giustificazione del tradimento con lipotesi di porre fine alla contesa armata
con un giusto matrimonio, si colloca nella dimensione di un progetto
impossibile, ma tenero, in paesaggio impossibile, ma sognato, la Roma
che non c e forse fu.
Il tema della diversit tra la Roma attuale, della storia, e la Roma
degli inizi si ridisegna in II,16.
35
Tema topico a cominciare da Eschilo Coefore dove il coro (604-638) canta leros
disordinato che vince il genere femminile, dove leros assume una dimensione sovradeterminata che esce dai binari della situazione sessuale per allargarsi a irrefrenabile impulso femminile. Una madre pu uccidere il figlio come punizione delluccisione dei
fratelli: Althaia spegne la vita del figlio Meleagros, Scylla strappa il capello che rende
immortale il padre, le donne di Lemnos uccidono i loro mariti.
36
Su Tarpeia vedi Dumzil 1947, ma anche Dumzil (1974) 1977, dove la Tarpeia
di Properzio considerata la variante pi bella (Dumzil 2001: 75).
37
Il commento pu richiamare lattenzione sulla cosiddetta sindrome di Clrambault, interessante psichiatra degli anni venti del quale ricordiamo Les Psychoses Passionelles (1921) dedicato agli amori immaginati soprattutto da parte femminile.
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Qui c lutopia di una Roma nella quale nemo esset dives. una
Roma organizzata sulla scelta di uneguaglianza preattuale come nellet
delloro, quando la ricchezza non era un fattore distinguente.
Possiamo cogliere il riflesso di un topos letterario molto diffuso tra i
poeti del tempo, Tibullo, Orazio, Virgilio, tuttavia dobbiamo riflettere
sul fatto che dietro la banalizzazione del motivo letterario agisce certamente linfluenza di un richiamo di fondo, conosciuto, circolante, con
lannuncio di un rinnovamento totale, rivoluzionario. Un messaggio
che si proponeva nelle utopie egualitarie nelle quali si riflettevano gli
annunci delle profezie apocalittiche di vario segno circolanti nel Mediterraneo ellenistico 38.
Properzio non manca di inserire anche qui il richiamo mitico che
identifica la pericolosit della ricchezza attraverso gli exempla che chiamano in causa in particolare le donne. Lattrazione che le donne dimostrano
per i munera, i regali, appare come sottintesa causa del degrado verso la
situazione attuale segnata dalla lotta per essere dives, ricco, dove questa
situazione sollecitata proprio dalla debolezza femminile per la ricchezza.
I munera infatti seducono invariabilmente anzi tutto le donne, come
illustra la stringa mitica inserita: per un regalo Eryphile moglie di Amphiaraos sacrifica il marito. Anche Creusa non si sa per quale munus accetta di sposare Jason bench sia marito di Medea.
Assai significativamente si oppone il profilo paradigmatico del vero
maschio, un maschio investito di autorit, un dux che al di sopra di
ogni debolezza. Il vero uomo colui che pur dotato di comando straminea posset habitare casa, un condottiero, un soldato, un maschio nellesercizio di quella funzione che pi di ogni altra lo rappresenta, la funzione
guerriera pu tranquillamente abitare una casa di paglia!
Sottinteso, il dux non si lascia sedurre dai regali. Lassenza di ricchezza non significa rinuncia al riconoscimento di autorit, di rispetto
come tutore dellordine.
Scorre cos sottinteso un altro tema importante delletica del tempo.
La lode del modello austero espresso attraverso gli stereotipi del
rimpianto per la vita semplice che troviamo ripetuti varie volte nella
poesia augustea, in particolare in Orazio.
In Properzio tuttavia questo tema assume un fortissimo valore poetico che ne debanalizza lovviet. Lausterit di vita anche qualit virile
per eccellenza, sottintesa per colui che esercita il comando, per colui
38
Ferguson 1975 rimane un testo di riferimento. Vedi tuttavia il vecchio testo di
Lovejoy Boas 1935.
59
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Qui Prometeo proposto essenzialmente come il prototipo dellartifex, lartigiano creatore ma anche primo artista fallimentare che corpora
disponens mentem non vidit in arte.
La mancanza di mens di Prometeo fa s che il prodotto, luomo, non
si accorga della vanit delle situazioni. La vanit delle situazioni riguarda proprio la vanit della ricchezza: il non rendersi conto che il Lydus
Dulichio non distat Croesus ab Iro, che il Lidio Creso non dista molto dal
mendicante Iro!
Ancora una volta ci troviamo dinanzi un molto disinvolto e insieme
molto incisivo uso di mito e storia da parte di Properzio che cos manda il suo messaggio, il suo contributo, alle problematiche di fondo del
suo tempo, problematiche emblematicamente attuali.
Oltre gli amores, infatti, un filo sottile di critica insofferente e incisiva
denuncia lacerazioni sociali, culturali, e aperture utopiche in tutta
lopera properziana.
Un atteggiamento che reso esplicito a pi riprese. Si compendia
ad esempio in quella dichiarazione icastica della problematica elegia 7
del libro II, dove Properzio dichiara il suo impegno a non accettare
nessuna legge impositiva di un matrimonio che escludeva Cynthia.
Una legge non identificata che, comunque, strappa a Porperzio quella esternazione radicale e significante: nullus de nostro sanguine miles erit
nessuno del nostro sangue sar soldato.
una dichiarazione dirompente. Il rifiuto di fare figli per la patria,
la terra dei padri, in contrasto totale con quella teoria della sacralit
della guerra, del servizio militare come sacramentum, che costituisce la
spina dorsale delletica della respublica.
Ed la denuncia di una posizione radicalmente contro.
Properzio, in modo anche pi incisivo degli altri poeti augustei pensiamo ad Orazio in primis , sogna un mondo senza guerra, senza differenze di reddito. Un mondo socialmente giusto al quale sceglie di
contribuire rinunciando alla discendenza. Utopia o sotterraneo progetto,
suggerimento di una prospettiva messianica sullonda lunga di annunci
profetici che attraversano tutto lultimo secolo della repubblica.
Potrebbe inserirsi in questa prospettiva anche la celebrazione di
Roma come luogo fuori dal tempo e dallo spazio, luogo mitico per
eccellenza e luogo predestinato. Futuro?
Non dimentichiamo che Properzio propone la Romana terra come
luogo di tutte le meraviglie, quindi luogo mitico per eccellenza: omnia
Romanae cedent miracula terrae, Natura hic posuit quidquid ubique fuit (III,22)
Nella prospettiva dellaeternitas Roma potrebbe diventare il luogo
della realizzazione di questa meraviglia ultima legata alla cancellazione
della differenza tra ricchi e poveri nel senso di una cancellazione di
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tutto ci che le divitiae sottintendono e pu essere banalizzato nella necessit di partire, lasciare lamata per il viaggio. Labolizione della rincorsa alla ricchezza si intreccia strettamente alla rinuncia alla militia,
quindi alla cessazione della ferocia, tema apocalittico basilare.
lattualizzazione dei Saturnia regna, il ritorno dellet del mito,
tempo non attuale per eccellenza che pu ora con perfetta coerenza
farsi tempo futuro. il mondo dei redeunt Saturnia regna virgiliani,
intorno ai quali si accumula la massa dei materiali dellapocalypticism
mediterraneo 41.
Modelli per un mondo inquieto, rivoluzionario.
Rimane aperta la domanda: chi dunque veramente il poeta Properzio? Chi sono i poeti suoi contemporanei? Costruttori di situazioni,
enunciatori di problematiche incalzanti, fondatori di sfide, anticipatori
di futuro. O solo amanti fuori dal tempo?
41
Sul tema sempre importanti i puntigliosi articoli di Alfoeldi a cominciare dal
1971, ma per il rapporto del tema del ritorno dellet delloro con le profezie apocalittiche di matrice pseudo-epigrafa ebraica e non solo vedi Amiotti 1982; Collins 1999;
Chirassi Colombo 2005, ed anche la raccolta di saggi in Hellholm 1989.
62
BIBLIOGRAFIA
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