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risulta vero o se ci che promette non sar fatto. In genere, possiamo dire
che i roma tendono pi ad invocare i devlra quando promettono qualche
cosa a se stessi e chiamano questa promessa col termine italiano voto,
fatto di solito ad un santo. Negli altri casi, certo, i devlra possono essere
invocati, ma sono le rama proclamate chiamando in causa i mle che
sono ben pi temute.
Un rom fa rama quando apostrofa direttamente i devlra e Dvel
(Dio) o quando richiede o impone ad altri roma di comportarsi in un certo
modo con i loro mle. Le rama fatte contro Dvel sono costituite dalle
tipiche bestemmie italiane pronunciate solo po gaikne, cio in italiano,
in cui Dio apostrofato con i pi diversi epiteti. Sono pronunciate molto
pi dagli uomini che dalle donne e, psicologicamente, se ne temono poco
gli effetti. Ma quelle che sono considerate le vere bestemmie sono le altre,
quelle che tirano in ballo i morti. Nessuno dice niente se sente qualcuno
kri rama Dvle, bestemmiare Dio, ma se keri rama mle, bestemmia i morti di un altro dicendogli, con la formula pi usata, Mangia i
tuoi morti!14, pu scatenare una lite mortale. Allo stesso modo le rama
pi terribili che un rom possa farsi sono quelle in cui invita se stesso a
mangiare i propri morti (Che io possa mangiare i miei morti se...), se
non manterr la promessa che si prefissa.
I morti possono tornare a disturbare i vivi. I ge morti non interferiscono in modo eccezionale sulla vita dei roma. Leventuale incontro con
loro sembra avere soprattutto una funzione comunicativa: informa che
i mle esistono davvero e che di solito si trovano nel luogo di cui erano
proprietari quando erano in vita o nel luogo in cui sono morti. I mle
ge si comportano nello stesso modo in cui si comportano i ge vivi:
cacciano i roma quando arrivano nel loro territorio. Ma questi mle non
preoccupano pi di tanto i roma; certo, fanno paura, ma si sa che ci possono essere e che ci si deve difendere. Tipici sono i racconti in cui un rom
incontra un mlo go contro cui si pone come antagonista e che cerca
di sfuggire o che cerca di imbrogliare come farebbe con un go vivo15.
I mle dei roma, invece, cambiano il loro comportamento: essi sembrano
agire come agiscono i ge (vivi o morti) e impongono in qualche modo
ai vivi di trattarli da ge. Anche Judith Okely16 era arrivata a conclusioni
simili circa i Gypsies inglesi, presso i quali i Gypsies morti cambierebbe14
Anche se sembrer un modo naf, cos come non ho riportato le bestemmie in italiano pi usate
dai roma per rispetto alla sensibilit di molti lettori, cos evito ti riportare le espressioni po romne
delle bestemmie che riguardano i morti per rispetto alla sensibilit di molti roma.
15
Cfr. J. Dick Zatta, Gli Zingari, i Roma, cit., pp. 183-196.
16
J. Okely, The Traveller-Gypsies, cit.
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Needham17. Ho sentito solo due roma ventenni dire di non credere in Dio,
salvo poi vedere uno dei due accendere una candela in chiesa in occasione
di un battesimo. Se in certi contesti sufficiente sapere che una persona
pi pe Devlske, crede a Dio, per riconoscerla come devlskeri, di
Dio, il pi spesso riconosciuto come uomo di Dio solo chi si comporta
bene da un punto di vista morale secondo le aspettative dei roma. Lopposizione devlskero rom / bengskero rom (rom del diavolo) spesso
usata per distinguere i roma che si comportano bene da quelli che si comportano male verso altri roma. Anche i ge possono essere devlskere
o bengskere, nel senso di comportarsi bene o male, ma i loro comportamenti (anche tra ge) sono sempre valutati in base allidea che hanno
i roma di cosa sia giusto e ingiusto. Il religioso e il morale, e dunque il
sociale, sono tuttuno nella vita dei roma, sono inseparabili. Limportante credere, perch ci fa parte delluomo, indipendentemente dalle
distinzioni che possono fare i ge. Quando un rahno18 che si diceva
musulmano, spieg ad un gruppo di roma come si prega nella moschea,
essi non lo derisero affatto ma riconobbero che perfino i rahne possono
essere di Dio. Parlando di un go do, ebreo, di sua conoscenza, un
rom mi disse che senzaltro anche lui era un uomo di Dio. Gli dispiaceva
solo che non fosse battezzato: In fondo, non gli costerebbe niente, no?.
Se quella che chiamiamo la sfera della religione tanto incastrata nella
vita dei roma, inevitabile che essa non possa fare astrazione delle altre
categorie cognitive e sociali di cui ho accennato sopra, e che ne costituisca anzi un aspetto integrante.
3. Dvel e devlra
Prima di ogni altra considerazione, do la lista degli esseri soprannaturali che entrano nella categoria del devlesker- riportandone i nomi po
romne e la corrispondente traduzione po gaikne che i roma stessi ne
fanno:
Dvel: Dio. Si sa che c e che pu decidere gli eventi di questo mondo e la vita
dei mana, gli uomini, cio linsieme di roma e ge. Pu ricompensare e punire e pu arrivare ovunque, poich Devlste hle bre vsta, Dio ha le braccia
lunghe. Alcuni dicono che vive in cielo, dove riconoscono nella Via Lattea il
17
R. Needham, Belief, Language and Experience, Blackwell, Oxford 1972 (tr. it. Credere. Credenza, linguaggio, esperienza, Rosenberg & Sellier, Torino 1976).
18
I roma chiamano rahne roma quelli che si autodenominano xoraxan rom, gruppi emigrati
dalla ex-Iugoslavia centro-meridionale a partire dagli anni 60 del secolo scorso.
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vengano fra i vivi e si facciano loro vedere. E anche se ci capitasse, non sarebbe affatto un avvenimento da tenere nascosto o taciuto; qualche rom andato a
Lourdes sapendo bene che l era apparsa Devlri, e appunto per chiedervi una
grazia. Un rom, al contrario, non andrebbe mai in un posto dove apparso un
mlo per chiedergli un aiuto.
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Ad esempio, F. Cozannet, Mythes et coutumes religieuses des Tsiganes, Payot, Paris 1973 (tr.
it. Gli zingari. Miti e usanze religiose, Milano, Jaka Book 1975), pp. 67-70.
28
Ad esempio, V.I. Sanarov, Elements of ancient beliefs in Gypsy religion, in Soviet Anthropology and Archeology 8/3(1970), pp. 187-213.
29
B. Bernardi, Uomo, cultura, societ, Angeli, Milano 1974, pp. 363-364.
30
Ibi, p. 365.
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i sinti.
33
B. Bernardi, Uomo, cultura, societ, cit. e A. Rao, Nomadi disconosciuti. Per una tipologia
delle comunit girovaghe, in L. Piasere (ed.), Comunit girovaghe, comunit zingare, Liguori, Napoli 1995, pp. 149-168.
34
Cfr. Piasere, Un mondo di mondi, cit.
35
P. trukelj, Romi na Slovenskem, cit., p. 225.
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In unaltra occasione, prima che venisse beatificato da Giovanni Paolo ii, mi capita di mostrare a due roma, entrambi sui ventanni o poco pi,
un santino con la figura di Ceferino Jimnez Malla, detto il Pel, un gitano degli anni 30: Come si chiama quello che vogliono fare santo? mi
chiede uno dei due. Pel. Ah, ecco! Solo un rom che si chiama cos
pu diventare santo!42.
Insomma i devlra hanno una natura da ge: sono i ge che hanno il
potere di canonizzare ed chiaro che selezionano solo ge. La produzione degli esseri sovrumani egualmente ripartita tra ge e roma: i primi
sono produttori dei ge che contano e di cui si parla molto, i devlra, i
secondi dei mle che contano, quelli di cui non si parla.
5. Raia e hlige ge
Non solo i roma credono negli di dei ge e li concepiscono come
ge, ma credono anche nelle capacit dei ministri del culto dei ge, che
il femminile di rom; il plurale rmnia.
Sulla festa delle Saintes-Marie-de-la-Mer, la sua storia, le modalit della sua invenzione e
sul ruolo della Chiesa nella sua organizzazione, si vedano ora gli interessanti studi di Marc Bordigoni
(Le plerinage des Gitans, entre foi, tradition et tourisme, in Ethnologie franaise 32[2002], pp.
489-501 e Sara aux Saintes-Marie-de-la-Mer, in tudes tsiganes 20[2004], pp. 12-34).
42
Po romne testicoli, coglioni si dice ple, ma in altri dialetti del romanes la forma pel pure
corrente da qui la freddura del locutore. Ceferino Jimnez Malla il primo zingaro canonizzato
dalla Chiesa; si tratta di un gitano di Barbastro (Spagna) ucciso durante la guerra civile spagnola dagli
anti-franchisti e beatificato il 4 maggio 1997 da Giovanni Paolo ii. Una presentazione agiografica la
troviamo in Mario Riboldi (Un vero kal. Zeffirino Jimnez Malla, CdG, Pavia 1997); unindagine
etnografica nella citt dorigine, compiuta da Caterina Pasqualino (Un saint gitan, in tudes tsiganes 20[2004], pp. 64-73), ci informa che la sua famiglia oggi convertita alla Chiesa evangelica.
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I roma contano molto sui raia come mediatori con i ge e in Italia, fra tutti i roma, sono forse quelli che contano la maggior presenza di
missionari che vivono fra gli zingari. E la presenza, a volte breve e a
volte di lunga durata, di preti, frati, suore o laici una costante nei loro
gruppi locali in Italia. Ma non sembra trattarsi di un fenomeno solo italiano. Pavla trukelj44 parla di un prete che era riuscito a raccogliere un
dizionario po romne (purtroppo andato perduto), il che implica che quel
prete li abbia frequentati a lungo e sia stato ben accettato fra di loro. In
una testimonianza, un anziano rom emigrato in Italia anni fa ricordava:
Mi hanno detto che in Croazia cera un parroco che si interessava dei nomadi
a Iazenovaz [Jesenovac]. Lo dicono i Magiaria [Maria] questo e dicono che
parlava tutta la loro lingua. Quel parroco poi morto in tempo di guerra ucciso. Anche nella Slovenia noi avevamo un parroco che si interessava di Zingari.
Lui faceva anche i documenti e cos i nostri andavano in giro in regola. Io ero
giovane allora, perch era prima della guerra, e il parroco aveva gi circa cinquantanni. Era parroco di un paese che si chiamava Ambruso [Ambrus], vicino
a Lubiana. Per andare l bisogna prendere la strada che da Lubiana va verso
Novomesto [Novo Mesto] attraverso Zagradec. Quando si a Zagradec si volta
a destra verso Zvirce [vire] e si arriva subito a Ambruso. Mi ricordo ancora
molto bene tutte quelle strade45.
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32-33.
Si veda, ad esempio, M. Riboldi, Devleskere alava so pisingia sveto Marko, ciclostilato s.d.
Id., Mentalit religiosa dello Zingaro, in Rom. Comunit in cammino, n. unico 1975, pp.
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Mentre i servizi rituali dei raia sono domandati per gli altri, i servizi
degli hlige (o hilige) ge sono chiesti per se stessi o per dei parenti
che sono gi entrati, e non ancora usciti, dal mondo dei vivi. Lespressione un prestito dalla lingua dei gftaria e significa letteralmente i santi
ge. I roma li chiamano anche con litaliano santo, santa, ma anche
i termini devlro e devlri sono ancora una volta impiegati. Queste persone, uomini e donne, sono frequentate essenzialmente a fini terapeutici,
per prevenire una malattia o per combatterla. Paola Trevisan scrive in uno
studio di approfondimento su come i roma vedono questi devlra:
Essi agiscono tramite il dono ricevuto da Dvel. Grazie a tale dono essi non solo
hanno il potere di sconfiggere le malattie, ma sono in grado di prevedere come
si risolver una condizione di sventura; non si tratta di prevedere nel senso di
leggere gli avvenimenti futuri, quanto piuttosto di utilizzare il proprio dono e
quindi la propria forza affinch la situazione possa evolvere in senso positivo48.
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7. Devlha!
Fra i roma, il saluto un augurio di restare con Dio: Devlha!, o con
il piccolo dio: Devlorha! Durante la giornata, gli di sono spesso invocati (Santa Terzitsa mri!, O mia cara santa Teresa!), cos come la localit di un santuario (Castelmonte mro! O mio Castelmonte!). Sono spesso chiamati a punire (Te tu strafni devlri! Che la devlri ti punisca!;
Te tu kastigni Castelmonte! Che Castelmonte ti castighi!). In positivo
o in negativo si chiede loro aiuto. Latteggiamento verso i mle e verso
i devlra potrebbe sembrare simile e talvolta giurando li si evoca di seguito: Po mre mle i po sa devlra! Sui miei morti e su tutti i devlra;
talvolta si chiede laiuto sia ai mle che ai devlra poich unazione cumulativa pi potente. Talvolta, in casi eccezionali come potrebbe essere
una malattia grave, si ricorre a tutte le potenze possibili: si va dal medico,
dal prete, dalla santona, si fa il giro di tre santuari e si invocano i propri
morti: niente deve restare di intentato. Ma evidente che, se i mle possono aiutare, meglio non disturbarli e lasciarli po mro, in pace, perch
essi sono soprattutto da temere, e che se Dvel e i devlra possono punire,
essi sono l soprattutto per soccorrere.
Il mondo dei devlra non sembra conoscere tutto limpegno simbolico che caratterizza invece il mondo dei mle: in fin dei conti sono gli
di dei ge e ge essi stessi. I roma fruiscono del divino attraverso la
mediazione dei ge, a cui sembra demandato il compito di edificarlo.
Ma la loro esistenza d una coerenza al modello culturale di rappresentazione del mondo sovrumano e lo ingloba direttamente nel mondo sociale
dei roma. Il mondo dei roma, ossia il mondo quale vissuto dai roma,
essenzialmente il mondo dei mana, degli uomini. Si potrebbe dire che
abbiamo qui a che fare con un umanesimo radicale. Ora, tutti gli uomini
sono produttori di agenti sovraumani: i roma producono i mle e i ge
producono i devlra. Ma il mondo sovraumano non una copia del mondo degli uomini, piazzato chiss dove nello spazio e nel tempo; si tratta
semmai di uno specchio sempre presente che riflette allinverso il testo
umano: i roma producono i mle, ma i mle hanno tendenza a comportarsi come i ge, in modo ostile; i ge producono i devlra, ma i devlra
dottorato, Universit della Calabria 2002), che ha analizzato la presenza dei rom calabresi alla famosa
festa dei santi Cosma e Damiano che si celebra a Riace il 24 e 25 maggio. La ricerca etnografica di
Rizzo, svolta nel 2000, importante poich testimonia il tentativo da parte di esponenti della Chiesa
di promuovere il culto del nuovo beato, Ceferino Jimnez Malla, culto che effettivamente stenta
a decollare, inserendo, allinterno della tradizionale processione al santuario dei Santi Medici, una
processione a parte, etnica, riservata ai rom, copiando parzialmente quanto avviene alle SaintesMaries-de-la-Mer.
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