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La via della felicit

Vita cristiana oggi


(IV e V)
La Giustizia

Dopo

aver parlato della regina delle virt,


trattiamo della giustizia, collocata dalla
tradizione subito dopo la prudenza. Noi diremo
innanzitutto in che cosa consista, poi perch
essa considerata la seconda delle virt in
ordine di importanza e infine ne vedremo il
grande rilievo nella vita professionale e
nelleducazione.

Tutti, in qualche modo, siamo consapevoli che,


nella transitoriet di questo mondo non
possibile realizzare la piena misura della
giustizia. Forse le parole tante volte sentite:
"Non c' giustizia in questo mondo" sono frutto
di un semplicismo troppo facile. Per c' in esse
ugualmente un principio di profonda verit. La
giustizia , in certo modo, pi grande
dell'uomo, delle dimensioni della vita terrena,
delle possibilit di stabilire in questa vita
rapporti pienamente giusti fra gli uomini, gli
ambienti, le societ e gruppi sociali, le nazioni
e cos via. Ogni uomo vive e muore con una
certa sensazione di insaziabilit di giustizia,
poich il mondo non in grado di soddisfare
fino in fondo un essere creato ad immagine di
Dio, n nella profondit della sua persona, n
nei vari aspetti della sua vita umana. E cos,
mediante questa fame di giustizia, l'uomo si
apre a Dio, che " la giustizia stessa". Ges nel
discorso della montagna lo ha espresso in
modo molto chiaro e conciso, dicendo: "Beati
quelli che hanno fame e sete di giustizia,
perch saranno saziati" (Mt 5, 6).

Avendo

davanti agli occhi questo senso


evangelico
della
giustizia,
dobbiamo
considerarla
al
tempo
stesso
come
fondamentale dimensione della vita umana
sulla terra: vita dell'uomo, della societ,
dell'umanit. Questa la dimensione etica. La
giustizia

principio
fondamentale
dell'esistenza e della coesistenza degli uomini,
come anche delle comunit umane, delle
societ e dei popoli.

Raccogliendo una definizione tradizionale, San


Tommaso dAquino parla della giustizia come
della virt in base alla quale un uomo
attribuisce a ciascuno il suo proprio diritto con
ferma e costante volont.

Prima

della giustizia sta quindi il diritto e


prima ancora il soggetto personale capace di
diritti e che ha diritti per natura. La giustizia
di conseguenza la qualit umana (o virt) che

rende retti i rapporti con le altre persone,


rispettando i loro diritti1.

E opportuno anche soffermarsi su quel ferma


e costante volont posto alla fine della
definizione. Ci ricorda che ogni virt una
qualit stabile e quindi che per essere giusti
non basta che qualcuno voglia osservare la
giustizia in qualche affare particolare, perch
difficile trovare qualcuno che desideri agire
sempre e in tutto ingiustamente. E quindi
necessario che luomo abbia in tutte le cose e
sempre la volont di osservare la giustizia2.

Vivere la giustizia molto pi che non rubare o


non causare danno al prossimo, i doveri di
giustizia, per la vocazione delluomo a vivere in
comunione, cio per gli altri, riguardano tutte le
relazioni tra gli individui, presi singolarmente o
considerati complessivamente come societ.

Le relazioni fondamentali con gli altri sono tre:

quelle dei singoli tra loro, le relazioni tra


lautorit che governa una societ (famiglia,
stato, associazione) e i singoli e le relazioni dei
singoli con lautorit.

Le tre modalit della giustizia

La

bellezza della giustizia ci si presenta in


modo vivo e concreto quando pensiamo ai
difetti da evitare: il dolore che ci cagiona
lingiustizia ci rivela il valore della giustizia. Ora
i difetti e gli atti contrari alla giustizia
commutativa non sono solamente lomicidio, il
furto, la frode, lusura, le false accuse e le false
testimonianze in un processo, ma sono anche
le ingiurie per collera, gli affronti, i biasimi o
rimproveri ingiusti agli inferiori, agli uguali, ai
superiori; ed ancora la diffamazione, la
maldicenza, ossia il dir male di altri senza
motivo proporzionato; linsinuazione segreta
bisbigliata allorecchio, la derisione che
sminuisce la stima dovuta al prossimo; come
pure dimenticare che il prossimo ha diritto alla
sua reputazione, avendone bisogno per fare il
bene.

1 A distinguere la giustizia dallamore il fatto che

nellambito della giustizia gli individui vengono a


contrapporsi lun laltro, come diversi. Proprio perch
padre e figlio non sono delle unit del tutto separate, ma
anzi, il figlio appartiene al padre e questi si comporta con
lui quasi allo stesso modo che con s stesso, non ha luogo
tra di loro ci che semplicemente giusto. Per il fatto cio
che lamato non totalmente altro non vi pu essere solo
giustizia.

2 S. Th., II-II, 58, 1 ad 3.

Quando abbiamo mancato nelluna o nellaltra

disinteressandoci del bene comune) dobbiamo


osservare i doveri della giustizia legale,
dedicarci al bene generale.

di queste maniere della giustizia commutativa,


abbiamo un dovere di restituzione o di
riparazione. Dobbiamo riparare il torto che
abbiamo potuto fare al prossimo con le
maldicenze, insinuazioni o le derisioni, le quali
mostrano che non abbiamo di esso la stima che
merita. E del resto una vera vilt mettere in
ridicolo qualcuno che non sa difendersi, oppure
gli assenti che non possono rispondere.

Lequit, perfezione della giustizia

Al di sopra della giustizia legale o sociale, vi


lequit. Questa non bada soltanto alla lettera
della legge, ma soprattutto allo spirito di essa,
allintenzione
del
legislatore.
Considera
soprattutto lo spirito delle leggi, non le
interpreta con troppo rigore, in modo
meccanico e materiale, ma con un senso
superiore, soprattutto in certe circostanze
speciali in cui, secondo lintenzione del
legislatore, non converrebbe applicare la legge
alla lettera, poich allora si verificherebbe
ladagio summum ius, summa iniuria: lo
stesso diritto in tutto il suo rigore sarebbe
allora uningiustizia, perch non si terrebbe
conto
delle
circostanze
eccezionali,
particolarmente difficili e dolorose in cui
qualcuno pu ritrovarsi4.

Il

difetto che si oppone alla giustizia


distributiva la parzialit3 (nepotismo,
favoritismo ecc.). E lecito preferire una
persona ad unaltra e dare gratuitamente pi
alluna che allaltra. Ma il peccato di parzialit
consiste nel preferire ingiustamente una
persona ad unaltra, togliendo a questultima
qualcosa che le dovuto. Ci pi grave
nellordine delle cose spirituali che in quello
delle temporali, come per esempio se
riguardiamo pi alla condizione esterna delle
persone, alle loro ricchezze che ai loro meriti, e
se neghiamo quel rispetto che loro dovuto, o i
soccorsi spirituali di cui hanno bisogno.
Vendicativa, infine, chiamata la giustizia che
ha il compito di correggere il disordine ed
evitare la ripetizione di atti ingiusti. Non
riguarda soltanto il giudice, ma anche tutti
coloro che hanno un compito formativo.

Lequit,

che preserva dal fariseismo e dal


formalismo quindi la forma pi elevata della
giustizia. Essa mira alle esigenze reali del bene
generale e porta a trattare gli uomini col
rispetto dovuto alla dignit umana. E questo
un gran punto di cui non si afferra limportanza
se non addentrandosi negli anni. Lequit una
gran virt: porta, per esempio, a praticare la
benevolenza verso il nemico ormai reso
inoffensivo.

Al di sopra della giustizia commutativa e della


giustizia distributiva v la giustizia detta legale
o sociale. Non riguarda pi direttamente i diritti
dei singoli individui, ma il bene comune della
societ. La giustizia legale porta ad osservare
con perfezione le leggi della societ alla quale
si appartiene. Questa virt inclina il cristiano ad
istruirsi nelle leggi da osservare e sulle direttive
del Papa, sulle sue encicliche riguardanti le
questioni attuali, encicliche la cui lettura e il cui
studio sono spesso trascurati, a grande
detrimento di tutti. La giustizia sociale ci d il
senso del bene comune; esso combatte in noi
lindividualismo, che una forma di egoismo. Ci
dispone a dedicarci generosamente al bene
generale, dimenticandoci di noi stessi, e, se
necessario, a sacrificare il nostro tempo, i nostri
comodi, le nostre soddisfazioni personali. Se
facessimo altrimenti vivremmo del bene
comune come parassiti invece di contribuire a
promuoverlo e a mantenerlo. Riceviamo molto
dalla societ a cui apparteniamo, e ad essa
dobbiamo dedicarci; altrimenti saremmo come
il vischio che vive sulla quercia a spese di essa.
Talvolta il parassita finisce colluccidere colui
alle cui spese vive, come i microbi che sono in
noi finiscono col darci la morte; ogni societ ha
i suoi parassiti. Per reagire contro questo vizio
(nel quale potremmo cadere, pretendendo di
vivere per conto nostro, in una torre davorio,

Giustizia, carit e virt minori

Apprezzando

la giustizia nelle sue diverse


forme ne cogliamo le relazioni colla carit.
Queste virt hanno in comune lo scopo di
regolare le buone relazioni con gli altri
individui, ma mentre la giustizia riguarda il
prossimo come unaltra persona, la carit la
considera come un altro noi stesso. La giustizia
rispetta il diritto altrui e d ci che dovuto
allaltro; la carit d al di l di questi diritti, per
amor di Dio. Perdonare vuol dire dare al di l.

Comprendiamo allora che la pace opera della


giustizia in modo indiretto, nel senso che la
giustizia allontana gli ostacoli contro la pace
(come i danni, i torti). Ma la pace
direttamente lopera della carit, perch la

4 Il legislatore considera ci che avviene nella maggioranza


dei casi; e cosi formula la legge, che tuttavia in certi casi
non potrebbe essere applicata. Per esempio ogni deposito
deve essere reso al proprietario; non conviene tuttavia
rendere una spada o qualunque altra arma ad un uomo
furioso, anche se lesige, perch facile prevedere che ne
far cattivo uso. In questo e in simili casi sarebbe male
seguire la legge scritta. Una giustizia superiore la sorpassa.
Non si tratta di giudicare della bont della legge ma di una
delle applicazioni particolari.

3 Chiamata un tempo accettazione di persone.


2

carit forza unitiva e la pace lunione dei


cuori e delle volont.

buono e retto l'uomo.

Tommaso

sostiene che l'uomo mostra nella


sua massima purezza la sua vera natura
allorch giusto; che delle tre virt morali in
senso stretto -giustizia, fortezza e temperanzala pi alta la giustizia; che l'uomo buono per
eccellenza in giusto: "E' soprattutto in ragione
della loro giustizia che si dicono buoni gli
uomini ... in loro risplende la virt in massimo
grado"5. Infatti "quanto pi una cosa buona,
tanto pi e tanto pi lontano si irradia la sua
bont"6. "Allo stesso modo che in sommo grado
cattivo colui il quale lascia infierire la sua
cattiveria contro i propri amici oltre che contro
s stesso, cos va detto buono in sommo grado
chi dispone della propria bont in favore degli
altri non meno che di s stesso"7. E questo, per
l'appunto, si avvera nella giustizia pi ancora
che nelle virt della fortezza e della
temperanza. Si immagini il caso di un uomo
che attraverso un'ascesi senza requie, sia
riuscito a creare un tale ordine in s medesimo,
che gli impulsi dei sensi pi non possano
interferire nelle attivit del suo spirito: che
resterebbe ancora da fare in un caso del
genere? Ebbene, ora finalmente egli potrebbe
fare proprio quello di fronte a cui prima si era
sempre trovato impedito, senza che mai gli
fosse possibile realizzarlo "allo stato puro": il
bene stesso, il bene proprio dell'uomo. La
giustizia l'attivit realizzatrice di questo
bene8. Tra le virt cardinali sono unicamente la
sapienza e la giustizia che senz'altro e per via
diretta
mettono l'uomo in rapporto con il
bene9, le altre virt invece servono a
preservare il bene regolando le passioni in
modo da impedire che l'uomo devii dal bene
dell'intelletto10. Dominarsi e moderarsi, vincere
il timore della morte, tutto ci non consiste
ancora nel fare il bene, ma di assicurarne il
presupposto.

La

giustizia accompagnata da diverse virt


che le rassomigliano. Tra queste ve n anche
una che le superiore, ed la virt della
religione, che rende a Dio il culto che gli
dovuto. Questa virt si oppone allempiet e
alla superstizione. Alla giustizia si riannodano
ancora la piet filiale verso i genitori e verso la
patria, il rispetto dovuto al merito, allet, alla
dignit delle persone, lobbedienza ai superiori,
la riconoscenza per i benefici ricevuti, la
vigilanza per punire giustamente quando il
caso, usando tuttavia clemenza e finalmente la
veracit nelle parole e nel modo di comportarsi
e di agire. La veracit diversa dalla
franchezza, che semplice inclinazione di
temperamento;
questa
rasenta
talvolta
linsolenza e dimentica che non ogni verit si
pu sempre dire. La giustizia ci ricorda che
accanto allo stretto diritto ci sono i diritti e i
doveri dellamicizia riguardo a quelli che ci
sono pi intimamente uniti. Vi sono pure,
rispetto ad ogni persona in generale, i doveri
dellamabilit,
la
quale
si
oppone
alladulazione, al litigio e ad ogni contestazione
inutile. Vi sono infine quelli della liberalit, che
evita in pari tempo lavarizia e la prodigalit.

Tutto

questo di somma importanza nella


condotta della vita, ma talvolta anche persone
buone in tanti aspetti non vi pensano
abbastanza; si danno un po aria da persone
per bene, in modo per pi egoista che
virtuoso. Accade anzi alle volte che sotto
qualche pretesto manchiamo alla carit e alla
giustizia
con
giudizi
temerari,
con
la
maldicenza, con insinuazioni contro il prossimo.

Se,

al contrario, praticassimo generosamente


le virt di cui abbiamo parlato, la volont
verrebbe molto rettificata e rinvigorita. Si
trovano infatti persone che sembrano aver
perduto ogni volont; si direbbe che in esse
tale facolt sia affatto scomparsa e che, per
cos dire, non resti in esse che egoismo ed
amor proprio. La ragione che la volont
privata della forza della giustizia resta
considerevolmente diminuita. Per contro la
giustizia la via della formazione della volont
e del carattere. Questo deve essere il segno
dellenergia morale, segno impresso sul
temperamento affinch esso cessi di prevalere
e appaia la personalit del figlio di Dio.

La veracit

una delle qualit umane pi apprezzabili,


che risplende nella vita di coloro che amano la
verit. Si tratta della conformit di ci che si
crede o si pensa col comportamento esterno.

Il grado spettante alla giustizia

evidente che mentire o indurre allerrore


risulta unazione ingiusta, ma come tutte le
virt la sincerit devessere vista soprattutto
nel suo valore positivo. La sincerit amore
alla verit. Lonest di vita incompatibile colla
doppiezza di spirito. (Cfr Etica, professioni,
virt).

nella antica teoria della vita veniva


posta la questione del grado spettante alle
varie virt, non lo si faceva certo per il
semplice gusto di mettere in lizza delle figure
allegoriche, bens per meglio precisare il
concetto dell'uomo buono. La questione
insomma di sapere che cosa sia ci che rende

5 S. Th., II-II, 58, 3.


6 C. G. 3, 24.
7 In Eth. 5, 2; n. 910.
8 "Iustitia est huius boni factiva": S. Th. II-II, 124, 1.
9 Ibidem 157, 4.
10 Ibidem 123, 12.

Allorch

attivit con i fratelli e con gli amici. A poco a


poco capiranno che queste regole permettono
la cooperazione tra persone uguali. Intorno agli
undici anni il bambino comincia a riconoscere
che la giustizia non significa necessariamente
dare a ciascuno la stessa cosa.

Leducazione alla giustizia

Se

osserviamo il comportamento dei giovani


alle diverse et, noteremo con maggior
frequenza atti ingiusti nei pi piccoli. Il fatto si
spiega, in quanto i bambini piccoli non hanno
desiderio di nascondere latto ingiusto, per il
semplice fatto che non lo ritengono tale. Il
bambino piccolo pu volere una cosa di altri e,
in quanto la vuole, ritiene che possa prenderla.

Fino a tredici anni non si fanno grandi passi in

avanti su questo punto, anche se conviene


cominciare perch i ragazzi realizzino atti
autenticamente giusti man mano che cresce la
loro capacit di comprensione. Occorre aiutarli
a riconoscere che siamo diversi gli uni dagli
altri e ci comporta che dobbiamo imparare ad
essere pi sensibili. Una persona non solo
compie azioni, ma ha unanima, ha sentimenti
e pensieri personali. Dunque non ha senso
comportarsi con ciascuno allo stesso modo.
Bisogna aiutare i ragazzi a distinguere tra
fratelli di diverse et, tra fratelli con diverse
necessit, tra persone che attraversano uno
stato danimo speciale; latto giusto pu inoltre
essere realizzato in un momento opportuno o
inopportuno.

Invece, quando i figli sono entrati nellet della

ragione e hanno un concetto pi chiaro di ci


che ragionevole, proprio per questo, quando
fanno
unazione
ingiusta
preferiscono
nasconderla o cercare qualche giustificazione.

Il

bambino
piccolo
difficilmente
pu
comportarsi in modo giusto secondo coscienza;
ma pu imparare, con laiuto dei genitori e dei
fratelli maggiori, ci che non sta bene, ci
che ingiusto nei confronti dei fratelli che
hanno unet vicina e dei coetanei. E il
momento di insistere sulle regole del gioco.
Inizieranno i genitori, poi verranno le regole
imposte dal gruppo. Di fatto, ogni genitore si
accorge che i bambini piccoli ricorrono con
frequenza ai genitori per risolvere problemi di
giustizia durante i loro giochi. A partire dai nove
o dieci anni, i bambini preferiscono discutere le
regole tra loro, ricorrendo ai genitori soltanto
quando hanno bisogno di qualcosa che non
riescono a controllare. A volte preferiscono
abbandonare il gioco anzich ricorre alla
decisione dei genitori.

Ormai

pi grandi, nelladolescenza, i ragazzi


devono apprendere con ampiezza il contenuto
dei loro doveri di figli, di fratelli, di compagni, di
cittadini, tenendo presente la tipica tendenza
delladolescente ad idealizzare la giustizia,
andando alla ricerca di soluzioni per problemi
importanti, pi che come insieme di atti
concreti verso il prossimo.

genitori devono sentirsi da parte loro


impegnati
nella
giustizia
distributiva.
Comportarsi bene significa per loro superare
qualsiasi simpatia o antipatia. Ogni figlio
diverso ed esige un trattamento diverso. Le
norme per la famiglia vanno definite secondo
alcuni criteri di fondo legati con il diritto al
rispetto degli altri, il diritto allaiuto degli altri
per raggiungere ogni giorno una maggiore
maturit umana e soprannaturale, il diritto di
vivere con gli altri con ordine, il diritto alla
propria intimit. Questi diritti hanno un
riscontro nel dovere corrispondente.

Queste

considerazioni possono far pensare


che, fino a otto o nove anni, conviene
impostare uneducazione della giustizia che
sottolinei certe regole e che, allo stesso tempo,
mostri con chiarezza ci che non giusto. Si
pu ottenere il risultato non tanto con una
profonda
comprensione
dei
motivi,
ma
aiutando i bambini ad acquisire gli abiti
mediante
laffetto,
la
comprensione
e
lesigenza. In pratica, si possono pensare i
seguenti obiettivi:
stabilire accordi con fratelli e amici da mantenere sempre;
accettare le regole del gioco dopo averle conosciute;
dire la verit;
rispettare la propriet altrui: non rubare;
rispettare certe necessit e certi diritti degli altri: le
camere dei fratelli, il silenzio nelle ore di studio, lintimit
degli altri (bussare prima di entrare, non interrompere una
conversazione la propriet altrui: non rubare.

Quando

i figli non si comportano come


devono, si di fronte al problema dei castighi.
E assurdo dire che non si a favore dei
castighi, perch di fatto giudichiamo gli altri
continuamente, sorridendo o ascoltandoli
(approvazione), oppure continuando a leggere
il giornale, non ascoltandoli o guardando
lorologio mentre il figlio ci sta raccontando
qualcosa
che
per
lui

importante
(disapprovazione). Si deve ricorrere a castighi
adeguati, per migliorare il figlio. Non
pretendiamo di essere giusti, ma di essere
giusti per ottenere un miglioramento personale
del figlio. Il bambino e il ragazzo sperano che i
genitori simpegnino con loro, anche col castigo

Tutto

ci prepara il momento in cui capiscono


che esiste il diritto e il dovere. La persona
giusta quando riesce a percepire quali siano i
diritti e quali i doveri suoi e degli altri.

Comprendere

che ogni persona deve essere


trattata in modo diverso non immediato per
chi cresce. I bambini cominciano a capire quello
che giusto come conseguenza dellaver
appreso luso di regole del gioco in diverse
4

al momento opportuno. Il bambino crede che


occorra un castigo severo quando una regola
stata trasgredita, e si aspetta in qualche modo
di espiare. Lidea si modifica nella misura in cui
il controllo e lesigenza dei genitori comincia a
stabilirsi come cooperazione fra tutti. Allora il
bambino capisce che il castigo pi giusto

riparare.

Infine,

anche i genitori devono rettificare.


Essere giusti non facile, specialmente quando
decidiamo sulla base di una informazione
incompleta o quando subiamo linfluenza di
qualche passione non ben controllata.

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